L’EMIGRAZIONE ITALIANA 1870-1970

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PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO SAGGI70

L'EMIGRAZIONE ITALIANA 1870-1970

19-20

Atti dei colloqui di Roma

settembre 1989; 29-31 ottobre 1990 28-30 ottobre 1991; 28-30 ottobre 1993

Il volume raccoglie i contributi dei quattro incontri tenuti a Roma presso la Bi­ blioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II e presso l'Archivio di Stato. Per una serie di vicissitudini in cui incorrono spesso volumi nei quali devono essere raccolti attl di convegni questa pubblicazione esce con notevole ritardo rispetto alla data dei colloqui e delle previsioni della stessa redazione. Si è ritenu­ to, tuttavia, utile dare alla stampa tale lavoro che costituisce una sintesi delle pos­ sibilità che offre la documentazione, non solo italiana, sul problema delf!emigra­ zione e sugli studi ad essa conness� sempre più attenti alla ricerca in archivio. Era, peraltro, prevista un'appendice al volume che doveva costituire il repertorio delle fonti documentarie conservate negli Archivi di Stato o possedute da enti e istituzioni non statali, nonché da privati. Per un'altra circostanza negativa non è stato possibile pubblicare i dati inviati dagli istituti archivistici, per cui [!Am­ ministrazione si impegna ad avviare una nuova ricerca per fornire agli studiosi un quadro quanto più possibile esaustivo della documentazione italiana relativa al tema dell'emigrazione.

I

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI 2002


DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI

SERVIZIO DOCUMENTAZIONE E PUBBLICAZIONI ARCHIVISTICHE

Direttore generale per gli archivi: Salvatore Italia Direttore del Servizio: Antonio Dentoni-Litta Comitato per le pubblicazioni: Salvatore Italia, presidente, Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta, Ferruccio Ferruzzi, Cosimo Damiano Fonseca, Guido Melis, Claudio Pavone, Leopoldo Puncuh, Isabella Ricci, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti, Giuseppe Talamo, Lucia Fauci Moro, segretaria.

SOMMARIO GENERALE I l. L'EMIGRAZIONE ITALIANA IN AMERICA LATINA

Il quadro istituzionale e le fonti documentarie presso l'Archivio centrale dello Stato

13

PATRIZIA FERRARA,

Fonti sull'emigrazione italiana in America Latina: rap-. porto riassuntivo sugli Archivi di Stato

LEA CUFFARO,

ELIO LODOLINI, Il ritorno

DIEGO RoBOTTI,

degli emigrati volontari di guerra

La tipologia di fonti neglz' archivi vigilati: il caso

I:emigrazione in America Latina nell'archivio del Contenzioso diplomatico

56

verso l'Argentina e il

67

La rilevazt'one delle migrazioni in Argentina

74

Brasile negli «Atti parlamentari»

ANNA MARIA BIRINDELLI,

DoLCI, Il fondo "Prima guerra mondiale" della Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma

FABRIZIO

Stampato nel mese di Marzo 2002 a cura della Ediprint Service di Città di Castello (PG) con i tipi delle Grafiche Pima

EMILIO FRANZINA,

Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

Fonti per l'emigrazione ligure in America Lati­ na: alcuni archivi privati

AUGUSTA MOLINARI,

.

37

38

MARIA LUISA Bozzi CoLONNA, I:emigrazione

Direzione generale per gli archivi ISBN 88-7125-209-8 Vendita: Istituto Poligrafìco e Zecca dello Stato- Libreria dello Stato Piazza Verdi 10, 00198 Roma

30

Piemonte

LAURA PILOTTI,

© 2002 Ministero per i beni e le attività culturali

17

RosoLI, I:opera di assistenza tra gli emigrati dei missio­ nari scalabriniani in America Latina

GIANFAUSTO

Itinerario de un problema a través de las fuen­ tes: las inmigrantes italianos y la sociedad argentina

FERNANDO J. DEVOTO,

81 90 110 127 145


Sommario generale

Vemigrazione italiana

6

Le fonti depositate presso l'Università di

MICHAEL M. HALL,

MARCELLA LEGA,

Campinas

157

Fonti per lo studio dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul ( Brasile)

164

Rovruo CosTA,

}UAN

A.

ODDONE,

Fuentes uruguayas para la historia de la inmigra­

cion italiana SALVATORE CANDIDO,

1 88

Fon# per lo studio dell'emigrazione italiana in

Uruguay

200

Le fonti per la storia dell'emigrazione presso l'Archivio di Stato di Bergamo

202

}UANITA SCHIAVINI TREZZI,

2 19

2 . L'EMIGRAZIONE ITALIANA IN EUROPA GIOVANNA TOSATTI,

Fonti nell'Archivio centrale dello Stato

Rapporto riassuntivo sulle tipologie di fonti degli istituti archivistici

225

GIUSEPPE MESORACA, SALVATORE PALESE,

La tipologia delle fonti ecclesiastiche

232 245

Per un approccio metodologico di ricerca nel data

base dell'INPS

383

I: archivio del Reparto liquidazione pensioni-Settore convenzioni internazionali dell'INPS quale possi­ bile fonte per la storia dell'emigrazione europea

39 1

LIA DoMENICA BALDISSARRO,

GIANFAUSTO RosoLI,

458

Gli archivi degli ospedali psichiatrici come possibili fonti storiche dell'emigrazione italiana

493

L'emigrazione ebraica dall'Italia in Europa dopo il 193 8: /onti e problemi

499

Europa nelle riviste italiane di cultu­ ra e di scienze socialifra Otto e Novecento: rassegna bibliografica

509

I:Istituto di storia dell'emigrazione friula­ na: la recente esperienza di un archivio in formazione

522

SERGIO MELLINA,

MrcAELA PROCACCIA,

FABRIZIO DOLCI, I:emigrazione in GIAN P AOLO LESCHIUTTA, CLAUDIA MoRANDO, ENRICO Tomsco,

Les sources départementales /rançaises de l'immi­ gration italienne

270

LUCIANO TRINCIA,

Fonti e archivi per una storia dell'immigrazione italia­ na nell'area parigina: un itinerario di ricerca

279

Strutture di assistenza all'emigrazione italiana in Francia: fonti archivistiche

288

Le /ontt' dell'Archivio federale di Berna per lo stu­ dio dell'immigrazione italiana in Svizzera

306

PAOLA CORTI,

Ricerca negli archivi vigilati della Lombardia

539

Strumenti, percorsi e prospettive per una storia dell'emigrazione italiana in Germania fra Otto e Novecento

558

345

Emigrazione italiana verso l'Austria ( 187 0-1914): Trieste come luogo di destinazione e di accoglienza

364

PIERPAOLO DoRSI,

Europa nel secondo dopoguerra

II 3 . L'EMIGRAZIONE ITALIANA IN AFRICA, ASIA ED OCEANIA

5 87

Gli archivi depositati presso l'Ispettorato gene­ rale per gli a/fari e per la gestione del patrimonio degli enti disciol­ ti ( già Ufficio liquidazioni)

593

Fonti per la storia dell'emigrazione italiana in Africa, Asia e Oceania negli archivi di personalità nell'Archivio centrale dello Stato

603

GIUSEPPE MESORACA,

Per una storia dell'emigrazione italiana in Gran Bretagna: rassegna delle fonti britanniche

Lucro SPONZA,

KLAUS }AITNER-ANDREA BECHERUCCI,

53 1

Insediamento delle famiglie italiane in un Cantone svizzero secondo un "Repertorio di cognomi"

LUIGI TARAVELLA,

MAURO CERUTTI,

439

L'Ufficio emigrazione della Società Umanitaria di Milano: fonti documentarie e a stampa dell'archivio storico e della biblioteca

257

BERNARD GILDAS,

!}Opera Bonomelli nel paesi europei

GIOVANNA NEGRI,

Les sources de l'histoire de l'émi­ gration italienne en France conservées aux Archives nationales

S?GOLÈNE DE DAINVILLE-BARBICHE,

7

L'emigrazione italiana in 378

.

LUISA MONTEVECCHI,


I/emigrazione italiana

8

Le filiali della Banca d'Italia in Africa

GIUSEPPE PALUMBO,

FLORIANO BocciNI, I: Opera

638

CLAUDIA MORANDO,

bardia CELESTINA SANNA,

623

nazionale combattenti e l'emigrazione in

Africa orientale

Q

Sommario generale

Spunti di ricerca tra gli archivi vigilati in Lom­

L'emigrazione dalle miniere della Sardegna

Le /on ti per la storia dell'emigrazione presso la Società geografica italiana

652 674

CLAUDIO CERRETI,

I documenti per la storia dell'emigrazione italiana negli archivi pubblici e privati australiani

684

GIANFRANCO CRESCIANI,

RosLYN PESMAN COOPER,

692

Literary Sources /or the Italo-Australian

Experience

7 10

Herùage Exhibitions and Col!ection development: Sources /or the study o/ Italian immigration in the italian historical society and in Victoria

730

9

Le carte dell'Amministrazione coloniale italiana conservate nell'Archivio storico della città di Tripoli e la loro com­ plementarità con ifondi del Ministero dell'Africa italiana dell'Ar­ chivio centrale dello Stato

850

strappata ": un contributo alla conoscenza dell'emigrazione italiana in Africa

858

NORA SANTARELLI,

SERGIO MELLINA, "I:etnia

Fonti private per lo studio del colonialismo dell'Africa nella cultura della provincia italiana: il caso di Novara

ADOLFO MIGNEMI-MARCO SCARDIGLI,

868

Una fonte per la storia economica delle colonie ita­ liane in A/rz'ca orientale dalle origini alla prima guerra mondiale: il "Bollettino ufficiale della società per azioni" (BUSA)

900

Fonti orali della collettività italiana di Tunisia

908

FABRIZIO DOLCI,

LAURA DAvì,

lLMA MARTINUZZI O'BRIEN,

Reading the Italo-Australian Press in the Era o/ Post-1945 Mass Migration

745

LARRY J. HÀCKMAN,

Cenni sull'emigrazione italiana in Nuova

Zelanda

763

Fontz'/rancesi per lo studio delle comunità italiane in Algeria ed in Tunisia

768

LUIGI TARAVELLA, CESIRA FILESI, Il

ruolo dell'Istituto coloniale italiano nello studio del problema dell'emigrazione italiana in Africa

CHIARA OTTAVIANO,

Italians in South Africa

780 787

MARINA PucciONI SEGATTA,

La documentazione esistente presso l'Isti­ tuto agronomù:.o per l'Oltremare di Firenze sull'emigrazione italia­ na in Africa

PIER GIORGIO MASSARETTI,

810 816

Iconogrammi coloniali. Sondaggio degli

archivi coloniali italiani

824

ERINA Russo DE CARO,

I.:"emigrazione amministrativa": l'istituzione della Corte dei conti in Eritrea

Records o/ Italian-Americans in New York State

9 19 952

Sources /rom the Immigration History Research Center (IHRC) University o/Minnesota

969

Sources Available at the Center /or Migration Studies o/New York

978

Fonti d'impresa ed emigrazione italiana negli Stati Uniti: un percorso di ricerca alla Baker Library di Harvard

1 035

U.S. Ship Passenger Lists as a Source o/ Social and Demographic History /or Italian Emigration to the U.S.

1 044

Sources /or the Study o/ Italian Immigration to the Amert'can South

1 059

RUDOLPH J. VECOLI, L YDIO F. TOMASI,

FERDINANDO FASCE, IRA A. GLAZIER.,

GIULIANO GRESLERI,

Città e territorio dell'Italia d'Oltremare: fonti e contesti dell'iconografia architettonz'ca coloniale

Selected Documentary Sources in the U.S. National Archives Relating to Italian Immigration

9 13

C YNTHIA Fox,

RrCHARD J. B. BOSWORTH, PIER MARCELLO MASOTTI,

4 . L'EMIGRAZIONE ITALIANA IN AMERICA DEL NoRD

835

GEORGE E. PoZZETTA, ANDREW M.CANEPA,

Fonti sull'emigrazione italiana in Calz/ornia

1 071

Italian Emigration to the United States: Research Collections and Repositories in America

1081

The Genealogica! Society o/ Utah: la ricerca degli antenati italiani

1 099

SHARON DE BARTOLO CARMACK, VITTORIO FAVARETTO,


Sommario generale

I:emigrazione italiana

lO

Archival sources /or the study o/ Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

1 103

Fonti vaticane per la storia della presenza italiana in Canada e negli Stati Uniti, 1815· 1922

1 142

MYRON MOMRYK·LAWRENCE TAPPER,

GIOVANNI PIZZORUSSO·MATTEO SANFILIPPO,

MADDALENA TIRABASSI,

Per lo studio delle emigrate italiane negli 1 154

Stati Uniti Madre Cabrini e le sue missionarie neglt' Stati Uniti: fonti esistenti presso il Cabrini College di Radnor, Pennsylvania

1 170

Le donne degli emigrati comprano la terra: ipotesi di ricerca su /ontl catastali

1 19 1

MARY LOUISE SULLIVAN,

CLAUDIO TORRISILINDA REEDER, SERGIO MELLINA, La

paganda per l'Esposizione universale del 1942: una mappa di per· sane, attività e associazioni itala americane

1314

archivi delle Camere di commercio e delle Esposizioni universali per lo studio dell'emigrazione in Nord America tra il 187 0 ed il 19 20

1325

MARINA MESSINA, Gli

TERESA CORRIDORI,

Fonti sull'emigrazione presso l'Archivio della Cgil

( 1948· 1957 ) GIANFAUSTO RosoLI,

Ordini e congregazioni religiose per l'emigrazio·

1346

Storia di emigrazione temporanea e itinerante: archivi pubblici e documenti privati

1366

PATRIZIA AUDENINO,

ANNA MARIA MuRAGLIA, Uemigrazione

italiana in Colorado: le fonti

un'emigrata

1201

Sintesi delle ricerche negli Archivi di Stato sulle fonti per la storia dell'emigrazione nell'America del Nord

1208

Fonti per lo studio dell'emigrazione politica del· la provincia di Bari ( 1890· 1943 ): lo schedario politlco provinciale PIERLUIGI PIANO, Breve nota sulle trascrizioni degli atti immobiltari come /onte per l'emigrazione

Fonti statistiche italiane per lo studio dell'emigrazione italiana verso gli Stati Uniti d'America e il Canada

12 19

Indice degli autori

Alcuni casi di emigrazione "nobile" dalle carte della Consulta araldica conservate nell'Archivio centrale dello Stato

1236

I viaggi degli emigrantt' nella documentazione degli archivi del Ministero della marina mercantile e del Ministero delle comunicazioni

1253

La vita degli italiani emigra# o in viaggio negli Stati Uniti d'America attraverso lettere, note e diari conservati negli archivi privati.

1279

La Casa reale: tra cerimoniale e rapporti con le comunità italiane del Nord America

1289

La propaganda fascista attraverso l'attività dei nuclei di propaganda in Italia e all'estero. Le associazioni e gli isti· tuti di cultura italo· americani in Nord America

1300

LEA CUFFARO,

LUIGI DI COMITE·PIETRO !AQUINTA,

GIO VANNA ARCANGELI,

ERMINIA Crccozzr,

MARGHERITA MARTELLI,

MARIA LETIZIA SAGù,

NoRA SANTARELLI,

VALERIA GIDARO·ANNALISA ZANUTTINI,

!}organizzazione della pro·

1334

ne italiana

MARIOLINA PANSINI,

realtà psichiatrica del "sogno americano": storia di

11

1374 1383 1389

1393


COLLOQUIO SULLE FONTI PER LA STORIA DELL'EMIGRAZIONE

I:emigrazione italiana in America Latina 1870-1970

Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II 19-20 settembre 1989


PROGRAMMA 19 settembre 1989

Ore 9 , 15 , Saluto delle Autorità. Ore 1 0,00 Renato Grispo, Direttore generale per i beni archivistici: Introduzione. Giancarlo Riccio, Direzione generale emigrazione ed affari sociali MAE:

La memoria storica e la valorizzazione delle fonti per la storia dell'emigra­ zione. Patrizia Ferrara, Archivio centrale dello Stato: Rapporto sull'Archivio centrale dello Stato. Lea Cuffaro, Ufficio centrale per i Beni Archivistici: Rapporto riassuntivo sulla tipologia di fonti negli Archivi di Stato di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Vercellz> Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Milano, Pavia, Sondrio, Varese; Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza; Trieste, Udine; Genova, Imperia, La Spezia, Savona; Livorno; Roma; Napolt: Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria; Palermo; e sugli archivi portuali di Genova, Napolz: Palermo, Trieste, Venezia. Diego Robotti, Soprintendenza archivistica Piemonte e Valle d'Aosta: La tipo­ logia dl/onti negli archivi vigilatz; il caso Piemonte. Ore 15 ,00

Tomaso de Vergottini, Sovrintendente Archivio storico diplomatico. I docu­

menti per la storia dell'emigrazione nell'Archivio storico diplomatico.

Vincenzo Pellegrini, Archivio storico diplomatico: La tipologia di fonti dell'Ar­

chivio storico diplomatico.


16

I:emigrazione italiana i n America Latina

Laura Pilotti, Fondazione Brodolini, I:emigrazione in America Latina nell'ar­ chivio del Contenzioso diplomatico. Maria Luisa ozzi Colonna, Fondazione Brodolini: I:emigrazione negli atti par­ lamentarz. Anna Maria Birindelli, Università degli Studi "La Sapienza": L'emigrazione e le statistiche. Fabrizio Dolci, Biblioteca di storia moderna e contemporanea: Il fondo "Prima Guerra Mondiale" della Biblioteca di storia moderna e contemporanea.

PATRIZIA FERRARA

Il quadro istituzionale e le fonti documentarie presso l'Archivio cen­ trale dello Stato .-,,

20 settembre 1989 Ore 9,00 Emilio Franzina, Università degli studi di Padova: Fonti di istituzioni privati in Veneto. Aug �sta Mol�ari, Uni ;ersità degli studi di Genova: Fontt' in Liguria. Maria osana Ostuni, Fondazione Sella: Altri archivi: Società Geografica Italtana, Lega N_avale Italiana, Touring Club, Dante Alighieri. . a �sto Rosoh, Centro studi emigrazione Roma: I:opera di assistenza dei Gian mzsstonari scalabriniani. Fer �ando Devoto, Università di Buenos Aires: Gli archivi in Argentina. Marta Ines Barbero, Centro de estudios migratorios latinoamericanos: Fonti sull'emigrazione in Argentina presso aziende e industrie. Zuleika Alvin, San Paolo: Le fonti nello Stato di S. Paolo.

� �

Ore 15 ,00 Michael Hall, Università di Campinas: Le fonti depositate presso l'Uni�ersità di Campinas. Luis del Roio, ASMOB: Le fonti dell'Archivio storico del Movimento operaio brasiliano. Rovilio Costa, Università federale di Rio Grande del Sud: Le fonti in Rio Grande del Sud. Ju�n oddone, Università di Montevideo: Le fonti in Uruguay. . LUlgi Favero, Centro de estudios migratorios latinoamericanos: Le fonti in . Czle. Maria Pia Rinaldi Mariani, Ufficio centrale per i beni archivistici: Conclusioni. ·

Due i punti essenziali di questo intervento: il primo vuole chiarire quali Am­ ministrazioni centrali dello Stato, subito dopo l'unità d'Italia, abbiano avuto competenze in materie a vario titolo connesse con il problema emigrazione (ad esempio sanità, ordine pubblico, porti, navigazione sul mare e così via) ed ab­ biano, sotto questo profilo, prodotto documentazione sull'argomento; il secon­ do è costituito da una disamina delle fonti documentarie conservate dal­ l'Archivio centrale dello Stato per una storia dell'emigrazione italiana in Ame­ rica Latina nell'età liberale, conclusa da un veloce flash sulle serie archivistiche da consultare, invece , per il periodo fascista e l'età repubblicana. Si è ritenuto opportuno dare un maggiore spazio alle fonti documentarie per l'età liberale, sia perché esse corrispondono alla fase pionieristica dell'emigra­ zione, quella che vide, tra il 1876 ed il 1 9 15 , partire per l'estero in via definitiva 14.027 . 660 emigranti, di cui 7 .622.790 per la sola America1 sia perché quello liberale è il periodo più ampiamente documentato, sotto il profilo dell'argo­ mento «emigrazione», nei fondi archivistici dell'Archivio centrale dello Stato. L'emigrazione transoceanica che raggiunse in Italia, dopo l'unità, cifre da vero e proprio esodo, colse lo Stato sprovvisto di leggi e di strumenti organizzativi tali da consentirgli di gestire o, quanto meno, di tenere sotto controllo il fenomeno. La classe dirigente dell'età liberale impiegò, poi, più di un quarto di secolo2

l

Dati tratti dall An nu ario statistico della emigrazione italiana dal 1876 al 1 925, a cura del Commissariato generale dell' emigrazione, Roma 1926. 2 Tra i diversi motivi che frenarono la classe politica liberale di fronte ad un intervento drastico sul problema emigrazione, c'era anche la preoccupazione che ciò potesse essere lesivo della libertà del singolo che voleva emigrare. '


18

Il quadro istituzionale e le fonti documentarie presso l'ACS

Patrizia Ferrara

per esp:imere una concreta volontà normativa in grado di affrontare adeguata­ mente 11 problema, che per le sue profonde implicazioni di ordine morale socio-economico e sanitario, avrebbe necessitato immediatamente dell'istitu � zione di �n u ficio apposito su cui concentrare non solo le competenze in . . materia d1 em1graz10ne, ma anche il coordinamento di tutte le iniziative in q�alch� �odo legate all'emigrazione, attuate separatamente da diverse ammi­ ll1strazwm dello Stato3. Invece, fino all'età Giolittiana, l'emigrazione continuò ad essere, a torto, �ons�. derata co�e una delle tante materie rientranti nella normale gestione del­ l ord1�e pubbl�co attuata dal Ministero dell'interno: l'agenzia di emigrazione , con stderata alla st�egua delle altre agenzie pubbliche (ad esempio, era, c1oe, . . come un uffic1o d1 pegno o d1 copisteria), regolamentata dalle sole disposizioni a carattere generale contenute nella legge di pubblica sicurezza del 1 8654 e operante sotto la sorveglianza delle autorità di polizia . L� conseguenze i questa interpretazione così riduttiva del fenomeno «emi­ grazwne» furo?o, �1a dal punto di vista normativa, che pratico, estremamente . dann�se per gh e�tgrantl, perché le circolari emesse dal Ministero dell'interno a �artl�e da 1 873 m materia di emigrazione, come anche la prima legge sull'e­ mt�raz1?ne del 1 888, basandosi sul presupposto appena enunciato (e cioè em1graz10?e=affare di ordine pubblico) , si occupavano dell'emigrante fintanto che esso Sl t�ovava sul suolo della madrepatria, abbandonandolo al suo destino una volta sahto sulla nave. Quindi, proprio nel momento in cui gli emigranti più avevano bisogno di

;

n �oncetto di libertà, infatti, per questi uomini di governo che avevano partecipato, tutti, al . . . Italtano, era sacro. Risorgunento Essi, inoltre, non sapevano se consid�rare l 'emigrazione una maledizione perché, togliendo , . m�no d opera d�lle camp��ne, faceva ltevrtare i prezzi del lavoro bracciantile e metteva in ginoc­ , . . chiO l economia Italtana, gta gravemente dissestata, o considerarla una benedizione perché provo­ cava un rallentamento d�lle tensioni sociali dovute alla disoccupazione e alla miseria. Cfr. a questo pro�ostt� le relazioni sui dibattiti parlamentari che a partire dal1876 accompa­ gnarono la presentazione 1n parlamento dei diversi progetti di legge sull'emigrazione fino all' ap­ . provazione della legge del 1888. 3 Ministero dell 'interno, degli affari esteri e della marina. 4 �a legge di pub�I�ca sicurezza del 20.3. 1 865, n. 2248, che all'art. 64 stabiliva: «Non è lecito di . stabil rre u:ficr. p�bbltc� di agenzia, di corrispondenza, di copisteria, di prestiti sopra pegno, né di . esercitare il mestiere dr sensale dei monti di pietà senza averne fatta la dr'chr' arazt'one 1n Jscrrtto ed , . , . . . otte�uto l 'assenso �eli Autonta p�ltttca del circondario, la quale potrà dare speciali prescrizioni , , . nell mteresse pubbltco. Contro il nfiuto dell assenso si ha ricorso al prefetto». 5 L. 30.12. 1888, n. 5866, il cui regolamento di esecuzione fu approvato con r.d. 21. 1 . 1892, n. 39. ·

·

·

19

circonda­ essere tutelati, cioè, sulla nave e in terra straniera, si trovavano invece ti da un vuoto legislativo drammatico. nave dalla In realtà, una tutela indiretta veniva all'emigrante salito sulla Sardo6 che legge penale di sanità marittima (1. 3 1 .7 . 1859, n. 3544) del Regno ni di bastimen­ stabiliva, tra l'altro, pene pecuniarie e carcerazione per i «padro assero i rego­ rispett non che to», per i capitani delle navi, per i medici di bordo o di pas­ numer o massim lamenti sulla sanità marittima relativi, ad esempio, al medico del za seggeri consentito in base alle dimensioni della nave; alla presen , una relazione a bordo; all'obbligo per il medico di stendere, durante il viaggio sanitaria; alla quantità di acqua e di viveri per passeggero e così via. marittima ri­ Le autorità tenute a far rispettare queste disposizioni di sanità tile. mercan siedevano nei porti e dipendevano, perciò, dalla Marina in materia di Parallelamente, il Ministero dell'interno, che aveva competenza marittima, sanità pubblica, emetteva ordinanze anche nell'ambito della sanità i a bordo relative, ad esempio, alle modalità di esecuzione delle disinfestazion partenza, della prima geri passeg sui delle navi o delle visite mediche da attuare porto. di i medic dai re applica ordinanze che il capitano di porto doveva far ati gestiti Se a questo aggiungiamo che in terra straniera operavano i consol nza assiste certa dal Ministero degli esteri, che avrebbero dovuto garantire una in che dere agli emigranti dal momento dello sbarco in poi, potremmo conclu realtà, l'emigrante era tutelato sia sulla nave, che in terra straniera. marina Ma Ministero dell'interno, Ministero degli esteri e Ministero della nte­ esaurie dere rispon da tale non riuscivano a coordinarsi tra loro in modo orga­ visione una va mente alle necessità degli emigranti, proprio perché manca icatrice su nica del problema «emigrazione», una legislazione unitaria e chiarif in grado di di esso ed, infine, un'autorità a livello centrale dello Stato che fosse coordinare tutte le diverse iniziative in quest'ambito.

6 La legge si basava sul Regolamento sanitario internazionale. «indiretta» in materia di Nell'ambito della legislazione allora vigente, un'altra forma di tutela . 12.1873, n. 1733 (serie 2°) «sul emigrazione riguardava i minorenni ed era fornita dalla legge 2 1 ' a 3 stabiliva: «Chiunque affidi art. ll che e», divieto dell'impiego di fanciulli in professioni girovagh nazionali o stranieri indivi­ a are consegn o ' affidare per all estero o consegni nello stato o conduca e, nazionale o straniero , chiunqu e trati amminis od figli propri benché diciotto, anni di dui minori scopo d 'impiegarli in allo estero, allo arli riceva i detti individui per condurli, affidarli o consegn ni girovaghe di professio ' delle esercizio nell azione denomin ue qualunque modo e sotto qualunq ti, saltatori di ambulan cantanti o tori suona i, ciarlatan ori, ciurmat anchi, ' cui all art. l [saltimb col car­ punito sarà simili] e ti questuan corda, indovini o spiegatori di sogni, espositori di animali, lire». nto cinquece a cento cere da sei mesi ad un anno e colla multa da


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Spesso, addirittura, Ministero dell'interno e della marina confliggevano pesantemente tra loro sulle competenze in materia sanitaria? e nascevano conti­ nuamente contenziosi tra le 3 amministrazioni per presunti comportamenti illegali o superficiali da parte di consoli, medici di bordo, autorità di porto. Questo, almeno fino al varo della prima legge organica sull'emigrazione del 1 90 1 , che ordinò l'intera materia. Si sono citati, dunque, i Ministeri degli esteri, degli interni e della marina, accennando anche alle loro competenze istituzionali a vario titolo collegate con il problema emigrazione: sono, dunque, questi i principali ministeri che hanno pro­ dotto, dopo l'unità d'Italia, documentazione sull'argomento; ed è quasi esclusiva­ mente tra queste carte che si deve cercare, per ricostruire la storia dell' emigrazio­ ne italiana nell'età liberale attraverso i documenti del sistema centrale dello Stato. La documentazione degli Esteri viene, ovviamente, conservata dall'archivio storico-diplomatico del Ministero affari esteri8 e perciò esula dal tema specifico di questo articolo, mentre gli Interni e la Marina versano le loro carte all' Ar­ chivio centrale dello Stato ed è proprio di alcuni di questi fondi archivistici che si tratterà diffusamente. Che il fenomeno «emigrazione», inizialmente, non fosse stato recepito in tutta la sua rilevanza dalle autorità di polizia, appare evidente dalla lettura dei rapporti semestrali inviati dai prefetti del Regno al Gabinetto dell'Interno, che l'Archivio centrale dello Stato conserva, con qualche lacuna, dal 1881 al 1894 per tutte le province d'Italia. Per i primi anni, in nessun rapporto si parla di emigrazione, neanche quan­ do si affronta, nell'ambito dell'ordine pubblico, la questione contadina. Si deduce «indirettamente» che il fenomeno è massicciamente presente perché quando il prefetto riferisce sulla leva militare, spiega che l'alto numero di reni­ . tenti è dovuto all'emigrazione di quei soggetti in America. 7 I medici provinciali che, dipendendo dalle prefetture rientravano nell'amministrazione del­ l'Interno, svolgevano sopralluoghi sulle navi in arrivo e in partenza, trovandosi spesso in contrasto con i medici di porto che dipendevano dal Ministero della marina: contrasto determinato dal fatto che questi ultimi non riconoscevano superiorità né tecnica né gerarchica al medico provinciale anche per la mancanza di norme chiare a riguardo; cfr. la lettera del prefetto di Genova in data 26.7.1892 e tutto il fascicolo di cui fa parte in Archivio centrale dello Stato [d'ora in poi ACS], Min Int., Dir. . Gen. Sanità Pubblica 1882/1915, b. 1005 fase. 22500/ 1 «Sanità marittima: affari generali, organico, disposizioni di massima; Medici di porto». 8 Le norme sull'attività ed il funzionamento dell'Archivio storico diplomatico del Ministero degli affari esteri sono stabilite dal d.p.r., 5 . 1 .1 967, n. 18 «Ordinamento dell'Amministrazione degli affari esteri».

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Il quadro istituzionale e le fonti documentarie presso l'ACS

Patrizia Ferrara

Bisogna aspettare il 1885 perché la voce «Emigra �ione» compaia au on �ma­ mente nei rapporti dei prefetti, ma solo per le provmce al alto tasso d emigra­ rà zione quali, ad esempio, quelle del Veneto; per quasi tutte le altre bisogne per mentre ione, emigraz di attendere il 1 890 perché si parli esplicitamente alcune province del sud, dove sappiamo esserci un grosso problema migrato rio addirittura non se ne parlerà affatto. uesti rapporti abbasta nza conosciuti dagli storici perché illustrano gli delle avvenimenti semestrali nell'ambito di tutte le materie di competenza lo per anche utili mente estrema , amministrazioni dello Stato, risultano, dunque storico di emigrazione. ee Non tanto per i dati numerici relativi agli emigranti nelle varie provinc dalle alle destinazioni geografiche di questi, che si possono anche desumere ion� descriz l per ma a, statistic di centrale � pubblicazioni coeve dell'Ufficio il per e e, provmc diverse nelle delle caratteristiche che il fenomeno assunse giudizio che su di esso esprimeva ciascun prefetto. . . Prendiamo ad esempio , la provincia di Padova: nel 1 889 il prefetto cl mfor, ma che erano emigrati 2 .655 individu i, diventati 15 .734 nel 1 89 1 (di cui 14.699 6 in in Brasile, 128 in Argentina, 4 in Uruguay e Paraguay, 1 .000 in Europa , l in Asia). Africa, . Le cause erano identificate dal prefetto nelle necessità economiche, nei viagta atti­ gi gratuiti concessi agli emigranti dal governo del Brasile e nella disones se promes false vità degli agenti di emigrazione, che illudevano i braccianti con

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di ricchezza e lavoro. miIl prefetto di Verona, invece, riferendo che nella sua pr?vincia 1 0 ..000 � ne s1�uaz10 la perche poven amente eccessiv granti del l 888 non erano individui era he pubblic opere delle che occupazionale sia nell'ambito della campagna buona, individuava cause diverse. . . o am1c1 a cw Gli emigranti erano chiamati, a suo giudizio, in America da ? arent � . <dacten­ ciò conveniva perché il governo brasiliano quando la popolaz10ne di una , :m da» raggiungeva il numero di 1 .000 persone, accordava, a spese dello Stat? z10m. agevola altre va concede e te medico costruiva una chiesa, pagando il sacerdo nel «Vi esi così - riferisce il prefetto - nell'autunno decorso partire [siamo sesto un 1 888] dal solo paese di Appeano (ab. 3 . 1 56) ben 1 04 famiglie (oltre della popolazione) e con esse persino l'arciprete vescovo»9• .

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9 In ACS, Min. Interno, Gabinetto, Rapporti dei prefetti, 1882-1894, b. 23, fase. 68, s.fasc. 7 «Verona».


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Il quadro t'stt'tuzionale e le fonti documentarie presso l'ACS

Patrizia Ferrara

Per q�anto �oncerne le informazioni sull'emigrazione nelle diverse province, non va d1ment1ca�a la documentazione dell'inchiesta JacinilO per gli anni 187718 �5 , conservata � parte e in originale dall'Archivio centrale dello Stato, i cui attl vennero quas1- mteramente pubblicati a fine Ottocento. Ebbene, è in�eress �nte rilev�re �he, anche qui, nel questionario preparato , per tutte le provmce al fim_ dell mch1esta alla metà degli anni Settanta, l'emigra­ _ ZlOne no� e, una �oce autonoma, ma figura come una delle tante voci all'interno della �ez10ne ded1eata alle «condizioni dei lavoratori della terra», con un quesi­ to artlc?lato �ome s�gue: «Emigrazione. Se si verifichi, e se dipenda da cause costantl o acc1dentah, locali o generali». Le risposte al quesito furono relativamente esigue, viste le dimensioni del problema; ad ese�pio, per la circoscrizione del Veneto, che, come ho già detto, e� a una regtone ad altissimo tasso di emigrazione, solo la provincia di Verona e presente con una relazione su questo tema. Vanno, poi, ricordate le già citate circolari del Ministero dell'interno con­ �e�a�e dall'Archivio centrale dello Stato per gli anni 1868- 1903 (corred�te di md�cl), relative a disposizioni in materia di passaporti, sugli agenti d' emigrazio­ ne, m materia sanitaria e così via. Esse �ono particola�mente importanti perché, per quasi vent'anni, rappresen­ _ �orma dt regol mentazione esistente in materia di emigrazione. tarono l umca � l� questa. ncer� a dt_ �ontl documentarie sull'emigrazione, gli archivi che, �ero, sono r1sul�a�1 m�ggtormente rilevanti sotto il profilo storico per il periodo f�n ? al 190 1 , c10e pnma della legge organica sull'emigrazione dell'età Gio­ httlana, ?ua�do, dun�ue gli abusi sugli emigranti, a causa di una scarsa tutela, erano all ordme del gtorno, sono quelli della Marina mercantilel l e della Sanità pubblica12, L carte della !"1arina mercantile contengono, infatti, fascicoli relativi ad . � mchteste (r��portl; r�lazio�i, �art�ggi) su navi dove non si rispettavano le rego­ le della samta marlttlma sul v1ver1 dau_ agli emigranti, ad esempio, 0 sugli spazi 1 . . 0 L''tnch'testa J�ctnt, promossa dal Parlamento fu a carattere agrario e si occupò, anche, di stu. . . diare le con IZ!Olll della cl�s�e agricola; essa viene còmunemente indicata come «lnchiesta Jacini» . il parlamentare dal nome dt St�fan� Jactnt, a cui venne affidata la presidenza della commissione parlamentare d 'tnchtesta. 11 . La Mari�a �e�cantile er� a quel tempo una direzione generale del Ministero della marina, a . cm, nel 187 , Mtmstero dell Interno aveva lasciato le sue competenze in materia di sanità marit­ _tima, per pot rtprenderle nel 1888. . 12 a Direzione gene:ale della sanità pubblica venne istituita nel 1888, soppressa nel 1 896, . rtcostttutta sotto forma dt Ispettorato nel 1900, per poi ridiventare direzione generale nel 1903.

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a bordo per ciascun passeggero, o sui medici di bordo, e trattano anche delle carenze dei rapporti sanitari stesi dai medici, dei reclami da parte degli emi­ granti, della diffusione di epidemie a bordo con elevati tassi di mortalità, del rimpatrio di emigranti laceri e cenciosi che, per gli anni 1870- 1910, con molte lacune sia ben chiaro, forniscono un quadro incisivo quanto scioccante dell'emigrazione italiana oltreoceano. Molto si è scritto su questo argomento: i giornali, gli opuscoli, i libri dell'e- poca, le discussioni parlamentari, le relazioni delle Commissioni parlamentari di quegli anni, come del resto molti libri di oggi, riferiscono di questi fatti tra­ gici, eppure leggere direttamente le vicissitudini di questa povera gente nei documenti originali lascia il segno. zione e Ad esempio, uno dei problemi più delicati connesso con l'emigra trattato nelle pratiche della Marina mercantile, è quello delle donne in stato di gravidanza che i regolamenti stabilivano di non far partire al termine del 6 o mese di gestazione. Le poverette ricevevano regolare passapo rto, s'imbarcavano con tutta la famiglia ed i loro bagagli; all'atto della partenza, poi, la visita sanitaria obbliga­ toria, rilevando il loro stato, le «metteva a terra». Dalla relazione della capitaneria di porto di Genova in data 18.10. 1 888 « ... Ieri dal piroscafo «San Giorgio» furono fatte sbarcare otto donne che i medici hanno giudicato da induzioni e non da dati certi, che avevano potuto oltrepassare il sesto mese di gestazione. Essendo esse tutte madri di famiglia s'impedì la partenza a ben trentadue persone. Però se il danno si limitasse sol­ tanto all'impedimento di partenza ai componenti le famiglie delle donne incin­ te sarebbe di per sè tollerabile, poiché in un modo o nell'altro verrebbe ad essi provveduto. n danno grave, incalcolabile è quello che fa rimanere le famiglie senza bagaglio, poiché non è neanche a presumersi che all'istante della visita di partenza si possa far ricerca del bagaglio fra le migliaia di casse accatastate nella stiva. Quindi lamenti , pianti e grida strazianti delle poverette che rimangono a terra nella più squallida miseria e vedono intanto partire il piroscafo che tra­ sporta in America tutto quanto possedevano e con il non mal fondato dubbio di perderlo totalmente ... »13. Complementari a questa documentazione della Marina mercantile sono le

In ACS, Ministero della Marina, Dir. Gen . Marina Mercantile, 1888, b. 79, fase. XXIV/9 «Imbarco delle donne in stato di avanzata gravidanza». 13


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carte della Sanità del Ministero dell'interno conservate dall'Archivio centrale dello Stato per il l882- 193414, ques�' �rchivio passa, dunque, attraverso le due leggi sull'emigrazione, quel­ la di pohzia del l888 e quella organica del l901. La documentazione fino al l901 riflette la mancanza di coordinamento ammi­ istrati :o lamentata in preceden.za: conflitti di competenza tra i ministeri coinvol­ � ti, prat�che che �anno generalmente un percorso macchinoso e, per di più, pro­ blemattche r�lative alle carenze sanitarie che non evolvono neanche dopo il l888. Ad esempio, nonost�nte che la legge dell888, e relativo regolamento, preve· des�e al mo�ento dell'tmbarco l'obbligatorietà di mostrare il certificato di vacci­ nazto�e o di so�erto va�olo, c�ò non avveniva che raramente con grossi disagi e . per gli emigranti, e per il medico della commissione di visita, così come si rileva dal rapporto della P�efettura di Genova in data 18.3 . 1895: «... Quindi il medico che ha _il grave compito di accertarsi dello stato igienico dei passeggeri è obbliga­ to ogm momento a trattenere giovinetti e bambini per verificare se portano le tracc� della vaccinazione. E qui succedono scene che è più facile immaginare che ?escn�ere. . Da �na parte i pi.ccoli che gridano e si contorcono quasi convulsi per impedire ai �en�ton di. scopnre loro le braccia, i genitori che stizziti li spogliano a . f?_:za, con rischio di recar loro del male, per obbedire al medico: pòi giovinette, . g:a abbastanza sviluppate che arrossiscono a scoprirsi e lo fanno con giustificata . npugn�za: pe?gio ancora se qualcuno deve subire la vaccinazione, la quale, seb­ bene si f�ccia � una stanza a parte, non è scevra di inconvenienti, tra i quali que�o prtmo di dover far sospendere le operazioni della commissione... »15. . L effetto, m vece, della legge del 1 90 l che istituisce il Commissariato ge­ ne�ale dell'emi?�azione, chiarisce le competenze delle altre amministrazioni c?mv?lte e stabilis �e molte norn�e a tutela dell'emigrante in terra natìa, in viag­ gto e m terra stramera16, si. coghe immediatamente in questa serie archivistica 14 I fo� di �ella Sanità pubblica del Ministero dell'interno sono divisi in 3 serie contraddistinte . da �nm diversi: 1 882- 1915; 1910- 1 920; 1896-1934. n materiale più utile alla ricerca sull'emigrazio­ ne e contenuto nelle serie 1 882-1915 e 1896-1934. In A�S, Mt�is:ero Interno, Dir. Gen. Sanità Pubblica, 1882-1915, b. 989, fase. 22400.19. Tra l altro 1/st;tuz;.one del Consiglio superiore dell'emigrazione e dei comitati mandamentali . di emt�razt' ?ne; l istttuzio�e del fondo di emigrazione che serviva a soddisfare le spese ordinarie e . . straordtnarie p�r il serviZI � dell 'emigrazione; l 'istituzione dei medici di bordo nominati dal mini­ ster� �eli� martna e non pt u' scelti dalle compagnie di navigazione; l 'istituzione negli stati verso i . quali st �Ir�gev� di. pref�r�nza l'emigrazione di uffici di protezione, informazione e avviamento al lavoro; l istituztone degh Ispettori d 'emigrazione viaggianti, l 't's.tt'tuzi'one di' una commtsstone arb't. . trale per gtudtcare Inappellabilmente le liti tra vettori d 'emigrazione ed emigranti.

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tra i diversi della Sanità pubblica: eliminazione dei conflitti di competenza una mag­ ministeri, procedure più snelle per le pratiche e, quel che più conta, cominciato giore attenzione ai problemi degli emigranti che, in verità, aveva già ta. Novan anni ad esplicitarsi in questi documenti dalla metà degli o Quanto al contenuto, al di là delle ordinanze sanitarie, del carteggio relativ !azza­ dei all'installazione delle stazioni sanitarie marittime, all'organizzazione porto, si retti, alle conferenze sanitarie internazionali, all'attività dei medici di gli sto­ per solo non sissima prezio serie vuole richiamare l'attenzione su di una zio­ emigra di si studio gli per rici interessati al rapporto sanità- emigrazione, ma Mini­ dal ati nomin ne in genere: le relazioni sanitarie che i medici di bordo, obbli­ stero della marina e non più scelti dalle compagnie di navigazione, erano per gati a stendere per legge, durante il viaggio di andata e ritorno, e che, ca. pubbli Sanità legge, dovevano essere trasmesse alla con Queste relazioni (in seguito veri e propri giornali sanitari), conservate, ono fornisc 1934, al 1901 qualche lacuna, dall'Archivio centrale dello Stato dal elenchi dati analitici di grande interesse sui passeggeri (numero, destinazione, ti completi di nome e cognome, età, a volte luogo di origine dei vaccina contro sulla il vaiolo a bordo), informazioni sulle condizioni igieniche dei piroscafi, sui ologia, meteor sulla porti, nei amenti qualità dei viveri, sugli approvvigion gior­ sorte io sanitar ordine di ni decorsi delle malattie, sulle morti, sulle questio faceva nalmente a bordo, sui contrasti con le autorità dei porti esteri dove si rela­ nelle va, scalo prima di giungere a destinazione. Spesso il medico avanza viaggio zioni, delle proposte per migliorare la condizione dell'emigrante in voli (quale, ad esempio, la consegna a ciascun passeggero di seggiolini pieghe re), mangia per che e, riposar per sia che evitassero loro di star seduti a terra bordo. a proposte che illustrano, indirettamente, le carenze L'aumento della tutela normativa nei confronti dell'emigrante dopo la legge e del 1901, viene anche evidenziato dalla quantità e dalla tipologia delle pratich isco­ sull'emigrazione presenti negli archivi della polizia giudiziaria, che costitu primo nel ne igrazio sull'em fonte sa no, per gli anni 1907-1 920, un'altra prezio Novecento conservata dall'Archivio centrale dello Stato17. Ecco alcuni titoli dei fascicoli per il triennio 1907-1 909: «Emigrazione, affari emi­ generali»; «Emigrazione clandestina», «Servizi di risparmi per conto degli siogranti», «Agenzie ed agenti d'emigrazione», «Minorenni occupati in profes

1 7 La Polizia giudiziaria attribuisce, nei suoi archivi, alla emigrazione una specifica categoria di classificazione: la « 1 1900».


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ni girovaghe», «Società di patronato per gli emigranti» «Passaporti» «Stati' ' stiche». Come si vede, una casistica assai ampia sul problema, arricchita ulteriormen­ t� da altri fascicoli �uddivisi per aree geografiche, tra cui, nel 1907-1909, tro­ viamo anche Argentma, Brasile, e Cile. Torniamo un momento sulle relazioni sanitarie a cui si è accennato in prece­ denza. Esse, come si è già scritto, coprono un arco di anni che va dal 1901 al 1934 testimoniando, quindi, le condizioni in cui si effettuavano i viaggi transoceanici anche durante il fascismo. Sembra, a que�to punto, opportuno sottolineare come, in epoca fascista, il qu adr? ge�erale del problema emigrazione divenga più complesso: accanto , ali emtgrazwne transoceanica a carattere economico infatti che continua nel filone iniziato i� età liberale crescono anche l'emi�razion� politica e quella . ; legata alla colomzzazwne dell Mrica, peraltro, anch'essa avviata in età liberale. . �asciando da parte l'emigrazione legata alla politica coloniale in Africa per­ che esula, sotto il profilo geografico, dal tema dell'articolo va detto che l'emi­ grazione di tipo politico in America Latina può essere a�alizzata attraverso �ocumenti della Pubblica sicurezza, in particolare, quelli prodotti dalla Divi­i sione af�ar� gener�l� e riservati che aveva competenza sull'ordine pubblico dal punto d1 vlsta pohttco e che quindi esercitava anche il controllo e la repressio­ ne dell'antifascismo ls. Basti qui rilev� re soltanto eh�, tra i fascicoli personali del Casellario politico centrale ��na sen� della Pubbhca sicurezza su individui politicamente sospet­ . tl), �uelli mtestatl ad italiani residenti in America Latina sono, per il periodo fas�lsta, 4.914, contro i 2.859 dell'età liberale. E stat? �ossibile effettuare questo conteggio grazie alla banca dati computeriz­ zata costltulta, su questo fondo archivistico, dall'Archivio centrale dello Stato. Per quanto concerne i flussi migratori tradizionali a sfondo economico inve­ ce, l � co�p�ten a istituzio�al in epoca �asci ta passa alla Direzione ge�erale � � � . deg�1 1t�lian1 ali estero costltulta presso il Mmistero degli esteri nel 1927, in . sost1tuz1one del Commissariat o dell'emigrazionel9.

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. . 1S Tra C Ul. ct. :tamo u parttco lare: il Casellario politico centrale; le categorie: G 1 «Associazioni»; . la I4 «�ttfascts�o ali estero» (diviso per aree geografiche); la I5 «Sovversivi all'estero » (fascicoli

personali); «Masstme». 1 9 li de�ret di soppressione del Commiss ariato (r.d. 28.4.1927 , n. 628) istituiva parallelamente � la nuova dtrezt one generale.

Il quadro istituzionale e le fonti documentarie presso l'ACS

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Questo mutamento testimonia come il regime fascista si ponesse, accanto al problema della emigrazione vera e propria all'estero, anche e soprattutto, quel­ lo «degli italiani all'estero», cioè quello della tutela e dell'assistenza agli emi­ grati presenti in terra straniera, che potevano essere validi strumenti per la pro­ paganda fascista all'estero. Molti furono, sia gli accordi internazionali che i provvedimenti legislativi, varati in questo senso. E la serie archivistica «Provvedimenti legislativi» della Presidenza del consi­ glio dei ministri offre la possibilità di indagare a fondo su questo particolare settore di ricerca, comprendendo gli schemi dei decreti e dei disegni di legge e, generalmente, anche le relazioni di accompagnamento a tali atti da parte dei ministri proponenti, più eventuali osservazioni di altri ministeri, sia nel caso di provvedimenti approvati, che per quelli non approvati. Le diverse situazioni locali di una parte delle colonie di italiani presenti in America Latina, invece, possono essere studiate, tra l'altro, attraverso gli archi­ vi della segreteria particolare di Mussolini, del Gabinetto della Presidenza del consiglio dei ministri, del Ministero della cultura popolare (quale organo uffi­ ciale della propaganda in Italia e all'estero) e della Pubblica sicurezza, ad esempio individuando i fascicoli sui fasci italiani all'estero. L'Archivio del Gabinetto della Presidenza del consiglio, appena citato, si estende dal 1876 fino al 19802°, e, alla pari dei carteggi privati di personalità politiche (quali, ad esempio, Depretis, Crispi, Giolitti, Orlando, Parti, La Malfa), una delle serie più pregia te conservate dall'Archivio centrale dello Stato, risulta significativo, ai fini della ricerca storica, su qualunque materia di studio e, quindi, anche sull'emigrazione, per ciascuno dei momenti storici trat­ tati. Anche per l'età repubblicana. Per quanto concerne quest'ultima epoca a noi più vicina, la linea politica attuata dal governo nei confronti dell'emigrazione nel secondo dopoguerra, e la situazione reale degli emigranti, a volte ancora sottoposti a soprusi e imbrogli in 20 Inizialmente la documentazione è rivolta agli affari interni della Presidenza del consiglio dei ministri [d'ora in poi PCM] ed è, quindi, poco esauriente dal punto di vista di notizie e informazioni sulla vita del paese, ma diventa via via sempre più ricca in tutte le materie, mano a mano che si accentua la funzione di coordinamento amministrativo svolta dalla PCM. Andranno ricercate nei diversi anni (poi trienni) in cui si articola l'archivio le seguenti categorie: «emigrazione-emigrati»; «società di navigazione»; «Brasile»; «Argentina», i nomi delle città sede dei porti da cui partivano gli emigranti e cioè «Genova», «Napoli» e «Marsiglia», i nomi delle società di navigazione che effettua­ vano rotte transatlantiche come ad esempio la «Florio-Rubattino», i nomi delle istituzioni laiche o religiose che si occupavano di assistenza agli emigranti come, ad esempio la «Dante Alighieri».


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patria e all'estero, emerge dalla documentazione della Segreteria particolare di Alcide De Gasperi per il periodo in cui fu Presidente del consiglio2 1 , Nelle carte De Gasperi è, ad esempio, riportato il seguente episodio relativo al 1 947 : i funzionari del Comitato internazionale per i profughi, organo tenuto al finanziamento dei viaggi degli emigranti all'estero, compiendo un vero e pro­ prio abuso, fornivano agli emigranti mezzi finanziari solo fino al luogo di sbar­ co, mentre avevano a disposizione, su iniziativa delle nazioni interessate all'e­ migrazione, fondi sufficienti per fornire il finanziamento fino al luogo di desti­ nazione22.

21 Si riporta a titolo esemplificativo un appunto del 1949 ad Alcide De Gasperi a firma di Aldo Moro: «L'emigrazione italiana, che si era pressoché arrestata nell'ultimo ventennio per ragioni politiche e poi per le vicende belliche, è ripresa in questi ultimi anni con ritmo finora crescente. Dai 76.000 espatriati nel l946, siamo passati ai 189.000 circa emigrati nel l948. Nell ' anno in corso, questo flusso si è mantenuto all'incirca allo stesso livello, ma senza immediate prospettive di sensibile aumento. Mentre l'assorbimento europeo è attualmente molto ridotto e in alcuni Paesi è cessato del tutto, sono in atto notevoli correnti emigratorie verso l 'America del Sud e felici inizi di collabora­ zione di mano d'opera italiana con Paesi in crescente sviluppo, quali il Canada e l'Australia. Mentre il sistema della chiamata individuale è adoperato largamente e con successo per l'effettiva garanzia di sistemazione che esso offre, anche l 'emigrazione organizzata è stata molto curata e numerosi accordi, sia per l'assicurazione di sbocchi emigratori, sia per la tutela degli interessi e diritti dei lavoratori sono stati stipulati. Così sono stati conclusi accordi di emigrazione con l 'Argentina, il Belgio, la Francia, l'Olanda e la Svizzera e accordi particolari con Gran Bretagna, Lussemburgo e Svezia. Prospettive di sensibile aumento della nostra emigrazione sono collegate ad uno sperato più intenso ritmo della vita economica mondiale e ad una più rigorosa applicazione dei principi di solidarietà internazionale. Questi ultimi dovrebbero vincere sugli egoismi di categoria, sulle discri­ minazioni razziali e sul disinteresse per un problema come questo che condiziona non solo la tran­ quillità di un Paese, ma la sanità del sistema economico europeo. In questo senso prendiamo atto con soddisfazione dell'annuncio del IV punto del Presidente Truman, per la possibilità che esso contempla di contribuire col capitale necessario alla piena utilizzazione della sovrabbondanza di mano d'opera. Così pure su un piano più immediato e concreto rileviamo il riconoscimento da parte dell'OECE e dell'ECA al passivo della nostra bilancia dei pagamenti delle spese sostenute per l'emigrazione per la somma di lO milioni di dollari. Quanto agli organi ed ai metodi di emigrazione, mentre è stato presentato al Parlamento il disegno di legge per la creazione del Consiglio superiore dell'emigrazione, i servizi presso il Ministero del lavoro e quello degli Esteri nella sfera delle competenze proprie di ciascuno, inte­ grandosi reciprocamente e nello spirito della più larga collaborazione, sono stati incrementati e migliorati, dando all'emigrante e all'emigrato opportuna tutela e, nei limiti del possibile, amorevo­ le assistenza» in ACS, PCM, Segreteria Particolare di S.E. i/ presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, fase. 159 «Emigrazione». 22 Jbidem .

S ti documentarie presso l'AC Il quadro istituzionale e le fon

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o d' opera, Div. IX ' Geni Collocamento della Man .al e, Dzr. 23 ACS Min. Lavoro e Previdenza Socz de anche i verpren _ li fondo com

: � �::::��:pee (C.I.M.E.) fino al 1957.

«Accordi :l' emigrazione ve:so p�esi extraco �nita t rgoverna tvo m g a bali delle riunioni del Comttato mte


Fonti sull'emigrazione italiana in America Latina negli AS

LE A CUFFARO Fonti sull'emigrazion e t'ta . a Latz.na: lia na in A merzc rapporto riassuntivo sugli Archivi di Stato

La conservazione di docum en . , taz�· one relattv a ali emigrazione italiana all' e­ stero, come memoria stort'ca dt' un 1enomeno sociale ch e m · Ital'la h a assunto vasta proporzione è stata un . ' estgenza sempre aw rt1·ta daIl' . . . . . ' am�mls ? archtvtstica che, già trazwne . . nel 1 970 emanava d'lspostz . tom tramtte la ctrcolare n. 18 (Ministero dell'interoo, D'1rez1on : e generale degli Areh'lvl· d'1 S tato, Servizio affa ri tecnici archivistici Div archt' . v t ' mo d . ern 1 e doc um ent azt ' · one )m · · d'ltlz · zata a tutti g11 Istituti archivistici invitan doli a non .ncl� der nelle propos te di scarto docu� ; mentazione che avesse attm ' enza con l emtgrazwne an ch · , poteva comportare la conservazione di atti . . e se cto in p:ec�denza destm au alla eliminazione. , L'o ortunit' d' . e e ll tn t tdu azione di tali �tti ha spinto l'Aro ­ � � � minis zione a� e f ;t . r cogmzton ? nel patnm omo archivistico delle fonti relative all' emigrazt'one con . centrand0 m prima ls · t anz a 1, mteresse sm. flussi verso l'America Latina e con seg uentemente sulle aree geograf' . lehe d'1 provemenza degli emigranti con que . . Il a destmazto ne. . . . Gli archlVl verso i qu }' s · ' · d·tr · z t a ilevazio e s ? �n� quelli della 1omI. bardia, del Piemonte, ;e� n to r t n zta -Gtuha della Liguria e � quelli di città ritenute nodali per ' : . u pa sa co quah Ltvorno, Roma, Napoli; Catanzaro, Cosenza, Reggio C aia ia, a m . Dali esame delle relazioni p t da l't areh .vt. res in considera � balzata subito evidente una ma zione è .� p � . i u mf o mtt sia per diversità di estremi crono! . . . � a dt dau net fondi conservati tct sta per m o pletezza di doc umentazio­ ne causata da mancati versament O: i Q estu a dt�Tn este non ha mai versato gli . . � atti della Div III cat 22 " Emtg � razwne annt 1947-1 960) 0 da · ' · per d'lta dt· att1· a causa dt. eventi bellici 0 incuria. Fatta questa premessa, che è val . ida P er og�t. tond° preso m considerazione, passiamo ad esaminare gli uffi ci verso 1. qualt e, stata per prima indirizzata la .

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ricerca. Essi sono, anzitutto, le questure e le prefetture in quanto per compe­ tenza trattano problemi relativi al flusso migratorio della popolazione. Per evi­ denziare la tipologia di dati ricavabili da indagini su queste fonti va segnalato il risultato della schedatura del Fondo Polizia italiana conservato nell'Archivio di Stato di Mantova, anni 1866- 1897 (dopo tale data la questura non ha più effet­ tuato versamenti) che assume particolare rilievo per l'indagine odierna, in quanto gli emigranti del Mantovano si dirigevano, almeno fino al 1897 , nella quasi totalità verso il Brasile. Dalla schedatura del fondo si è individuato un nucleo compatto (3 1 buste che coprono un arco temporale dal 187 1 al 1897) contenente pratiche per passaporti e legalizzazioni all'estero, prospetti e stati­ stiche sulla emigrazione dai comuni del Mantovano. Documentazione analoga si riscontra per il periodo che va dal 1879 al 1926 nelle serie Archivio generale e Gabinetto del fondo Questura conservato nel­ l'Archivio di Stato di Palermo: quadri mensili di emigrazione, specialmente per gli anni dal 1879 al 1888, relativi a Palermo e provincia con l'indicazione degli emigranti distinti per età, sesso, nucleo familiare, porto d'imbarco e destinazio­ ne. Vi sono fascicoli nominativi (33 buste per gli anni 1900- 1901) in ordine alfabetico costituiti per il rilascio dei passaporti nei quali viene indicato il paese di destinazione. Degna di rilievo appare la circolare del 1925 della questura di Palermo che richiama i commissariati di P.S. a un'accorta vigilanza per il rila­ scio di passaporti perché si è costituita un'associazione a delinquere con dira­ mazioni in tutta l'isola per la falsificazione dei passaporti. La descrizione del materiale dei fondi Questura conservati negli Archivi di Mantova e Palermo è stata fatta a titolo esemplificativo come prototipo di quanto può essere reperito in analoghi fondi già versati negli Archivi di Stato e consultabili con adeguati mezzi di corredo. È questo il caso del ricco fondo Questura presso l'Archivio di Stato di Venezia dal 1866 al 1972 che, pur pre­ sentando lacune degli atti per il periodo 1893-1903 è dotato, anche se parzial­ mente, di rubriche alfabetiche e di indici onomastici. La stessa indagine può essere fatta sui fondi ancora conservati presso l'ufficio di appartenenza. A tale riguardo è da segnalare l'interessante ricerca effettuata sull'archivio di deposito della questura di Catanzaro, serie emigrazione, anni 1896- 1914: carteggio esi­ guo ma analiticamente descritto da cui risulta per quegli anni una forte emigra­ zione verso il Brasile e l'Argentina. Da tali fonti emergono le tristi condizioni di vita dei nostri emigrati in Brasile anche a causa delle condizioni sanitarie del paese ospitante: tra le disposizioni generali del Prefetto contenute nei fascicoli della questura ve ne sono specifiche come, ad esempio, quella d'informare gli emigranti sulla diffusione di peste bubbonica in Brasile (nota prefettizia del 22 ottobre 1899 in Questura, serie Emigrazione-Brasile). Sempre in tale fondo vi è


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notizia di ril�sci di falsi passaporti, di irregolari nulla osta e di disposizioni � . . . volte a unpedtre l emigr aziOne clandestina. Tra !e carte delle ue ture ma di diversa natura, vi è il carteggio del Com­ : . artato generale � � mtss d emtgrazzone (190 1-1926). Viene segnalato dall'A . rchiv1·o dt' . stato d'I p via l : e' relattv a nor ativa rego � � lante il setto . re del trasp orto ; quindi si tratta di d? cument�ziOn sm� rappresentanti dei vettori, sulle compagnie, . � sugh armatori e noleggiatori con prospetti infor vi e quadri statistici relativi ali� par:enze come, ad esempio, quello contenutmati o in una circolare dell' Ufficio e grazt�n? del � nove bre 1 902 riguardante " la Navigazione generale italia­ � �; . na (Societa nun tte Flor10 e Rubattin o), compartimento di Gen . ova, che ripor­ ta il quadro delle partenze per Montevideo e Buen os Aire s. L, �ltro fondo vers cui è rivolta l'indagine è quello della Prefettura con i � . ?rossi nuclei del Ga�metto e dell'Archivio generale. Le categorie su cui pote r �?agar: sono talora maspettate, come, ad esem pio, quelle relative alla contabi­ hta eranale, alla ca sa depos�ti e prestiti che può contenere carteggio sul tra­ � sporto gratu . to per � m. patrlo . Le categorie da investigare sono molteplici co­ ;n ; . . me segnala l Archivio di Stato di. Mila no: serie Gabinetto: 5) Questura, 19) Cit­ . tadmanza 24) De ografia, 26) Emigrazione , 3 6) Militare, 37) Ministeri, 40) � : Passaporti, 42) Samta; , per la serie Archivio generale: 3) Con tabilità erariale cas� a deposit� e restiti (�?igenti, trasporto gratuito per il rimpatrio); 1 1) Giu � � . . ndico (serviziO di stato civile), 13) Censimento, statistica ( statistiche sul movi­ mento de�a yop lazi ne, registr di opolazion e, censimento generale, anagra­ � � ? � fe �tato ctvile, cittadi an a, emigrazio ne), 15) Sanità, 16) Mfari militari (leva : � � m �h �are� 23) D elegaziom e Commissioni (affa ri diversi) dipendenti da altri mm�st�n, �sten. , deleghe di attribuzioni del pref etto ai sottoprefetti, 27) Og­ gett� diversi (lavoro per i disoccupati, Croce Ross a, 29) Stato civile (solo per gli anm 1867 , 1875 poi. sub. le categorie 1 1 e 13) Un carteggio �ist matic è quello costituito dai prospetti statistici compilati � con cad�nze penodiche. SI� tratta di prospetti relat ivi al flusso migratorio della popolazione della provincia ricavati dai dati racco lti in occasione di rilasci di n�lla-osta e passaporti n i quali la popolazione migrante era distinta per sesso, . eta, p�ofessto ne, porto d�unbarco, destinazione e l'indicazione se partivano soli o con il nucleo familiare. ·

1 L'Archivio di Stato di Pavia con�erva anche la documentazione della Direz. gen. italiani all'e­ �tero (19�7-19? 8! �elattv. a a �ormatlva e facilitazion i di viaggio offerto dalla "Lloyd Latino" e Trasp?rtl m�rttt1m1 a vapor: e �ella Direz. gen. del lavor o italiano all'estero (a. 1930- 1932) rela­ . a circolar! su espatrtatl, . rilascio passaporti. tiva

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Tali statistiche sono segnalate, anche se a volte discontinue, nel fondo Pre­ fettura degli Archivi di Stato di Livorno, Cremona, Roma, Catanzaro, Palermo e sono sempre relative alla fine dell'Ottocento e primi anni del N ovecento; dati sistematici di rilievo sono ricavabili anche dalle richieste di certificati o d'infor­ mazioni su situazioni di famiglie di emigrati, per lo più in Brasile e Argentina, come emerge dalla ricerca effettuata sul Gabinetto di prefettura serie Affari relativi al Ministero degli esteri (cat. 23 lclasse l) per gli anni 1927-193 2 con­ servato nell'Archivio di Stato di Catanzaro. Tuttavia la documentazione da cui si possono ricavare in modo sistematico dati relativi all'emigrazione è quella costituita dalla serie " liste di leva" conte­ nuta nel fondo Ufficio leva, fondo che risulta versato, almeno per le classi rela­ tive dalla fine dell'Ottocento fino ai primi anni del N ovecento, in quasi tutti gli Archivi di Stato interpellati (Genova, Palermo, Milano, Alessandria, Trieste, Cuneo, Cremona, Novara, Bergamo, Savona, Padova, Vicenza) . L'aspetto rile­ vante dei dati che tali serie forniscono è legato al momento della renitenza alla leva. Infatti spesso il motivo della renitenza è la residenza all'estero e viene sempre esplicitato con la dizione: «Dichiarato renitente - Dicesi in America». La tradizione sostiene che tale attestazione stava a indicare quasi sempre Bra­ sile e Argentina. Le liste di leva permettono di osservare il fenomeno in modo compatto e continuo in quanto i dati relativi ai renitenti sono ordinati cronolo­ gicamente per classi di nascita, paese di provenienza e indicazione della città estera in cui il renitente risiede. A titolo esemplificativo è da segnalare la ricer­ ca condotta sulle liste di leva conservate nell'Archivio di Stato di Padova. La ricerca è stata fatta a tappeto sulle classi dal 1870 al 1873 e a campione per ogni anno fino al 1900. Sono risultate circa 500 schede relative a nominativi di renitenti espatriati in America Latina provenienti quasi tutti dall'entroterra della " bassa padovana" . Altro sondaggio per campione è stato fatto sulle liste d i leva conservate nell'Archivio di Stato di Novara dal quale è risultato che molti giovani dei cen­ tri delle valli ossolane, all'atto dell'iscrizione nelle liste di leva erano dimoranti in America Latina, specie in Argentina (es. classe 1875 Comini di Domodos­ sola, Crodo, Varzo, S. Maria Maggiore). Una chiave di lettura interessante delle liste di leva è quella propostaci dall'Archivio di Stato di Como con riferimento alla posizione militare dei gio­ vani di leva arruolati all'estero, presso consohtti o ambasciate d'Italia, ai sensi della legge sull'arruolamento (relativo alle classi dal 1880 al 1905). Una volta arruolato presso la sede diplomatica italiana del paese di emigrazione, il giova­ ne era tenuto a rientrare in patria per compiervi il servizio militare. Interes­ sante è l'esame dei dati relativi agli arruolati all'estero perché le liste di leva


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indicano il consolato in cui è avvenuta la visita "per delegazione" e il numero totale degli arruolati all'estero per ciascuna èlasse di leva. Dall'e same di tali dati emerge uno scarso numero di arruolati per delegazione in paesi sud ameri­ cani a dimostrazione di una situazione di recisione dei legami con la terra d'ori­ gine, cioè di un'emigrazione con connotati decisamente stanz iali. Dati analoghi a quelli contenuti nelle liste di leva sono riscon trabili anche nei registri dei ruoli matricolari. Da un'in dagine effettuata sui ruoli conservati nell'Archivio di Stato di Catanzaro, per gli anni dal l875 al l885, è emerso con evidenza il fenomeno migratorio della popolazione di Catan zaro e provincia (circa 1.800 nominativi) che nei primi anni del Novecento si dirigeva quasi esclusivamente in Argentina e in Brasile. Le fonti fin qui presentate non esauriscono certamente la tipologia di docu­ mentazione esistente negli Archivi di Stato ma ne costit uiscono forse l'aspetto più consistente per organicità e completezza anche perch é è quella legata ai primi anni in cui si è manifestato il fenomeno 'migratori o. Per gli anni più recenti, quelli dell'immediato secondo dopoguerra, dati di rilievo sono riscon­ trabili nelle carte dell'U fficio provinciale del lavoro e della massima occupazio­ ne (UPLMO) specialmente con riferim ento alle statistiche sull'emigrazione o alle schede di persone iscritte al collocamento e in segui to emigrate. Tali sche­ de riportano oltre ai dati personali, la professione, il titolo di studio, il paese di emig razio ne ( così segn alano gli Arch ivi di Stato di Livo rno, Nova ra, Catanzaro) . Con riferimento ad uffici con specifica comp etenza in materia di lavoro sono da segnalare gli Uffici regionali del lavoro. Le indicazioni dei contenuti ci provengono solo dall'A rchivio di Stato di Trieste che conserva una ricca documentazione dal 1 945 al 1963 . L'Ufficio assunse il servizio dell'emigrazione nel l954, all'avvento dell'Amministrazione italiana. Gli atti del "Servizio emigrazione" formano una serie autonoma della consistenza di 8 1 buste (nn. 142-2 22) dal l954 al l963 e singoli documenti dal 195 1 . Frequenti sono le notizie sul movimento migra to rio verso l'Am erica Latina, soprattutto Argentina, Brasile, Venezuela, Colom bia, Cile. La tipologia dei documenti, molto varia e interessante, è costituita da statistiche periodiche (annuali, mensili, decadali) degli emigranti reclutati e/o assistiti dall'ufficio, distinti per paese di destinazione, per provincia di resid enza (oltre a Trieste, compaiono le province vicine del Friuli Venezia Giulia e del Veneto), per porto d'imbarco (Trieste e Genova); da relazioni generali comp ilate annualmente dall'Ufficio, in cui i dati statistici vengono sottoposti a interpretazione e con­ fronto; da elenchi nominativi (saltuari) degli emigranti con l'indicazione della classe o data di nascita, della professione, della destin azione, della data e del porto d'imbarco, del nome del piros cafo; da statistica e contabilità dei "vittua-

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dell'imbarco e durante il viaggio); ( sostentamento e altra assistenza in attesa . lezw nat es p n,· con l''� d'1caz10?e deI nu��ro dei tecnico-statistici da rapporti � � . � . . · att' e dt' t'donei dei paes1 dt destmaztone, degh elenchl del respmtl e d1 esamm . ' · he 1 atl;· d a pratlc degll. approvati ·' da atti relativi alle visite sanitane det. cand'd · · d'1v1'd ual'l de1· lavo· he m · da pratlc per il rilascio di passaporti per l' em1graz1one; . raton· em1·granti che coprono l'intero "iter" dalla, . domanda e dalla seleztone alla · pa�partenza,. da pratiche familiari che riguardano. l .mtero nuc1eo famil'1are, m · · · · de11e fam1"ptam d'1 ncong1unz10ne uco1are per quei paesi che promuovono . . . · n· ne1· van· paes1· . d a glle " . da comunicati sulla richiesta dt lavoratori strame � ' · · che s1· d'leh'l�rano d'1s�ost1 ad tabelle dei lavoratori disoccupati della provmc1a . emigrare, distinti per sesso, classe d'età, professione e paese dt d?stm� zlo�e; da schede personali dei lavoratori che hanno pr�senta:o domanda d1 en;1gr�z10�e. Documentazione relativa ai vari organismi che s1 occupavano dell emtgrazto, stata segnalata dall'Archivio di Stato di Novara che conserva un� fitta do­ . ��entazione relativa alla Commissione provincia!? .arbi�rale per �'e�1graz10ne ( 1899-1920, 1 fase.); alle società di patronato per gh �m1�rat1 1tah�m � Bu:nos Aires (inizio Novecento, l fase.); al segretariato provmctale per l emtgraztone (1907-1922, l fase.). . . Per quanto riguarda i posti di frontiera trovtamo trac�e dt d? cut;nentl· d e1 . . . Regio ufficio dell 'emigrazione di Ventimiglia, segnalat! dali Arch1�1o d� Stat� ?l . Imperla, dove nel 1950 era stata istituita la sala per la sosta degh em1grant1 m . . transito con annesso dormitorio per donne e bamb'llll. (l'Areh'1v1o d'l Stato d'l . Imperia ha allegato il regolamento interno del dormttono). . . . Dati relativi all'emigrazione si possono trovare effettuando lo spoglio degli �tt� di stato civile dei tribunali, versati negli Archivi di Stat? , do:e m alc�m' cast s1 . riscontra la dizione emigrato in Argentina, Brasile: l'ArchlVlo di Stato dt Bergamo _ enza ne conserva circa 12.000 registri dal l866 al l900, l'Archivi� di Sta�o di V,tc . . conserva lo .600 relativi agli 86 comuni vicentini compresi nella ctrcoscnztone tn. · · raz1· 0bunalizia di Vicenza per gli anni 1871- 1900. In tali reglstn l'accenno all'emlg . . . ne compare come occasionale annotazione posta in marg�e ad �ss1 («emtg�ato a ...»; <<morto in navigazione per .. »); in modo efficace tale �lce�c� s1 p�o, fare �ret­ tamente sui registri di anagrafe della popolazione conser:atl nel smg?li ��mun�). . Anche consultando gli archivi notarili si possono ncavare dau util1 �u� emi­ grazione ponendo l'attenzione sulla documentazion: compren�ente att1 �l pro : . cura relativi a sudditi italiani residenti in paesi esten, c?m�ilat: presso �h uffic� . del consolato o presso i notai del paese ospitante (tale md1ca�10n� dt n�erc� c1 . è stata fornita dall'Archivio di Stato di Aless�n�ria �h� tra gli attl nota��l nce­ . . . . vuti in versamento segnala atti di procura d1 clttadmt ltaham res1dent1 m Ar­ gentina - Atti esteri, vol. n . 8, 14 giugno 1962 - 27 agosto 1869). ·

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Per quanto riguarda le Camere di commercio, nel fare rinvio alla pubblica­ zione degli atti del II Seminario nazionale degli archivi d'impresa, svoltosi a Perugia nel novembre 1988, che ha avuto come oggetto gli archivi delle camere di commercio e all'inventario a stampa dell'Archivio storico della camera di commercio di Venezia (anni 1 806- 1870) a cura di Ferruccio Zago (Venezia 1964) si vuole sottolineare la pertinenza dei documenti segnalati dall'Archivio di Stato di Genova che conserva la documentazione solo fino al 1917. Per quanto riguarda i noli che le compagnie di navigazione dovevano prati­ care per il trasporto degli emigranti è possibile riferirsi ai registri copialettere per il relativo parere che veniva trasmesso al Commissariato generale d'emigra­ zione (i registri hanno le rubriche) ove si trova altresì interessante carteggio in arrivo e in partenza con il Commissariato, la prefettura e il Ministero degli esteri. I fascicoli delle esposizioni sono assai interessanti ma molto rari e disconti­ nui. Solo Genova segnala documentazione relativa all'Esposizione itala-ameri­ cana (o Colombiana) del 1892 e qualche riferimento in merito all'Esposizione internazionale di marina, igiene marinara e mostra coloniale italiana tenutasi a Genova nel 1914. Non ha dato l'esito sperato l'indagine sugli archivi delle Capitanerie di porto conservati negli Archivi di Stato. Infatti sono pervenute segnalazioni solo da Livorno, che conserva l'archivio dal 1840 al 1910 con importanti serie statisti­ che, e da Trieste che, per il periodo tra le due guerre, conserva notevole docu­ mentazione2 tra cui gli atti della categoria XIII "Emigrazione" dal 1922 al 1943 relativi a statistiche e a notizie su partenze e arrivi attraverso il porto di Trieste di cittadini italiani emigranti o rientranti in patria; a notizie su paesi di destina­ zione (tra quelli latino-americani prevalgono Argentina, Brasile e Uruguay) e sulle condizioni del passaggio marittimo (nomi dei piroscafi e delle compagnie di navigazione, tariffe e tipo di sistemazione a bordo); a corrispondenza con autorità pubbliche (soprattutto prefettura e questura); a verbali ed esiti di visi­ te sanitarie agli emigranti e ispezioni ai piroscafi; a estratti di diari di bordo e a disposizioni in materia di polizia, sanitaria e marittima, vigente in materia. Palermo segnala del materiale "emigrato" a Roma in epoca imprecisata presso il Ministero competente. L'indagine sugli archivi portuali ha incontrato, come d'altronde previsto, gravi difficoltà. I referenti dovevano essere gli enti portuali che sembra non

ria erché, �ome. riferisce .la ?oprinten­ abbiano mai avuto competenza in mate � degh ent1 portu�h d1 Savona e denza archivistica per la Liguria a proposito traffic� �on:mer�la�e. . Genova, essa era limitata ai lavori portuali e al in corso. Trad1z1on1 orah rtfer�sc�no del A Napoli le ispezioni sono ancora igr zione al Centro tnestmo del passaggio di materiale documentario s�ll' en: � europee) , con sede a Roma, CIME (Centro internazionale per le m1graz1on1 . . . . soppresso nel 1960. ad eventi belltutto attnb essere bbe potre nciato denu vuoto te ortan Lo sconf o una surrogazione di una ci: sarà il caso, quindi, in futuro di tentare almen ate. lacuna così grave e pesante tra le fonti fin qui elenc

ELIO LODOLINI di guerra Intervento: il ritorno degli emigrati volontari

tipologia di fonti Un brevissimo intervento sul Rapporto riassuntivo sulla , an�he in �on � atulo congr negli Archivi di Stato di Lea Cuffaro, con la quale mi t1polog1a d1 vasta siderazione della difficoltà del tema trattato, relativo ad una fonti, sparse in gran numero di Istituti. ati dalla dott. Mi riferi sco, in parti colar e, ad uno dei tipi di fonti indic ione presso gli entaz docum altra Cuffaro: i ruoli matricolari. Questi, cosl come no in evi­ metto quio" Collo Archivi storici militari - non presenti in questo " Italia di in o ritorn il i: denza un altro fenomeno, verificatosi in periodi bellic ente tariam volon molti emigrati. Essi rientrarono in patria per arruolarsi le propr affonda le senza averne alcun obbligo, ma seguendo una tradizione che durante la prima e radici nel nostro Risorgimento - nelle forze armate italiane, mper� (d� rant� dell'I ista conqu la seconda guerra mondiale, nella guerra per la pare tero ��h1 .de� qu�h la quale fu costituito con i volontari proveni�nti dall' e� :, Fasc1 1taham ali e­ dall'America Latina, un intero reparto orgamco, la legtone one camicie nere stero" che operò sul fronte somalo, inquadrata nella divisi cipò nella prima "Teve ;e") ed in generale in tutte le guerre cui l'Italia parte metà del nostro secolo . t o l' arc� ivio Ques te fonti sono oggi p articolarmente prezi ose, in qua? m1 onoro d1 ap­ dell'Associazione nazionale volontari di guerra - alla quale e dopo la secon da partenere - è andato completamente distrutto durante guerra mondiale. .­

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2 Il fondo Capitaneria di porto va dal 1919 al 1960.

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Fonti sull'emigrazione italiana in America Latina negli AS


La tipologia di fonti negli archivi vigilati: il caso Piemonte

DIEGO ROBOTTI

La tipologia difonti negli archivi vigi lati: il caso Piemonte

La strut �ura di qu :sta c�municazione tiene conto in primo luogo delle profo�de _dtfferenz� eststen�t fra a�c�ivi di enti pubblici e archivi privati, diffe­ renz� lntrmsech : dt _ fo�maztone ongmaria e, soprattutto, diversità (normativa e p �atlca) de�e azwm dt tutela esercitate dall'Amministrazione archivistica tra­ mtte 1e soprintendenze archivistiche. l. ARCHIVI DEGLI ENTI PUBBLICI

Gli archivi degli enti pubblici sottostanno agli obblight' dt' conservaztone, or. . ' dmam ento, mventartazto ne loro imposti dalla vigente legge archivist ica (d p r 3o sett. 1963 , n. 1409 ) . In particolare, non possono, in base a tali norm e, scartare alcun documento se n ?n ottengono previamente il nullaosta allo scarto che viene concesso dal soprmtendente competente per territorio sulla base di dettagliati elenchi. ·

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1. 1. Archivi dei comuni

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Per la stori� de? ' migrazione gli archivi dei comuni sono di primaria impor­ : t�nza. Lef�nztom �l st to civile, anagrafe della popolazione, rilascio passapor­ � nonche l rapportl eptstolari intrattenuti con i municipi dagli uffici consolari l'es�ero con�gurano tali archivi come fond amentali e insostituibili per la rico­ struzto?e stanca del fenomeno migratorio. parer , �li archivi comuna�i s no (tra le font i esistenti in territorio ita­ lia centra e m;.portanza. Convmz�tone che è stata ulteriormente rafforzata d alla conoscenza ptu approfondita di alcu ne serie archivistiche che il lavoro

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svolto per la preparazione del presente intervento mi ha permesso di acquisire. Accanto a tale conoscenza, purtroppo, è venuta chiarendosi una situazione estremamente grave di rischio di perdita definitiva delle serie archivistiche più interessanti, pericolo determinato non tanto (o non solo) dai "soliti" problemi d'incuria e di mancanza di personale specializzato che gravano sugli archivi comunali, quanto dal non essere ancora quella documentazione (proprio quella essenziale per lo storico dell'emigrazione) individuata come fonte storica. L'analisi delle singole tipologie documentarie comunali è contenuta nelle schede riportate in allegato. Per molte tipologie ho dovuto evidenziare il fatto che fossero indicate come passibili di scarto dalle disposizioni a suo tempo emanate dal Ministero dell'interno 1 , così come da buona parte della letteratu­ ra tecnico-archivistica, anche di recente pubhucazione. Mi è parso quindi necessario sottolineare l'importanza e l'insostituibilità, per la storia dell'emigrazione, della documentazione comunale, la cui "riscoperta" deve investire l'intera comunità scientifica e per la tutela della quale l'ammini­ strazione archivistica può fare molto diramando dettagliate indicazioni circa l'individuazione delle serie in questione ed il loro essenziale contenuto infor­ mativo, impedendone così, d'ora in poi, gli scarti e operando per la loro rego­ lare inventariazione. Come contributo a tale opera di sensibilizzazione mi sono proposto, per la presente occasione, di esaminare gli archivi comunali dal punto di vista di chi intenda ricostruire l'intero quadro dell'emigrazione all'estero per quanto riguarda le partenze e gli eventuali rientri verificatisi in un comune. E ciò con l'obiettivo di ricostruire il fenomeno non solo sotto il profilo statistico-quanti­ tativo, ma, anche, di ricomporre il quadro dei vari, individuali comportamenti. In sintesi, le "domande" alle quali ho cercato risposta nella documentazione conservata dai comuni sono le seguenti: l) chi furono gli emigrati (dati anagrafici, professioni, condizioni economico-sociali, livelli d'istruzione)? 2) quando partirono? 3 ) dove si recarono? 4) se e quando rientrarono? In subordine alle questioni precedenti (vista anche la minore immediatezza delle notizie che gli archivi comunali forniscono al riguardo): quali motivazioni li spinsero ad emigrare, quale "successo" ebbero, quali legami (culturali, ami-

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Circ. Min. interno 14 luglio 1917, n. 8900-22.


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Diego Robotti

L a tipologia di fonti negli archivi vigilati: il caso Piemonte

cali o di parentela) col tempo si crearono nei confronti dei luoghi di emigra­ zione? Il metodo di lavoro adottato è consistito nell'esaminare direttamente la documentazione utile a tal fine in alcuni comuni (quattordici per la precisione, appartenenti alle provincie di Torino, Cuneo ed Alessandria) in cui il fenome­ no dell'emigrazione risultava particolarmente rilevante. Le schede di tipologie documentarie comunali riportate in appendice sinte­ tizzano i risultati di quel lavoro. Ogni scheda riporta i dati essenziali sulla sin­ gola tipologia documentaria, esaminata secondo le voci qui sotto elencate. l ) Estremi cronologici di produzione dei documenti. 2) Denominazione dei documenti (a volte suddivisi in principali e derivati). 3) Autore (o autori) della documentazione. 4) Indicazioni archivistiche: classificazione precisa, per quanto possibile o, altrimenti, titoli, materie, etc., sotto cui è più probabile reperire la documenta­ zione, eventuali indicazioni relative ai luoghi fisici od agli uffici che general­ mente la conservano. Nel caso in cui la conservazione e la reperibilità dei documenti sia strettamente legata alle specifiche procedure con cui vennero prodotti ed utilizzati a fini amministrativi, si è pure accennato alle norme che le regolavano ed alle prassi conseguenti. 5) Contenuto informativo: segnalazione dei dati e delle notizie che ordinaria­ mente i documenti riportano (senza con ciò ovviamente pretendere di esaurire tutte le possibilità di loro "lettura e interpretazione" ).

Anche se non risulta abbiano mai avuto compiti di diretta ril�vazione del fenomeno, le Camere di commercio hanno a volte condotto al nguar�o indagini sodo-economiche . Va quindi accert.ata, a�t �averso un �p? rofondtt� esame della documentazione conservata negh arch1v1 (o. nelle btb!totech�) �1 tali enti, l'esistenza di relazioni e monografie sul mov1mento m1grator10 111 ambito locale.

1.2. Archivi degli istituti assistenziali ed ospedalieri

Per la storia dell'emigrazione, gli archivi degli enti pubblici assistenziali (IPAB) ed ospedalieri non pare forniscano documentazione di rilevante inte­ resse. Gli unici documenti da segnalare sono quelli relativi ai lasciti di emigra­ ti, divenuti benestanti, che ricordano nei loro testamenti le opere pie del comune d'origine. La ricerca di tale documentazione, tuttavia, per essere frut­ tuosa, dovrebbe avere inizio da alcuni dati di base (nome del testatore, nome dell'opera pia) conoscendo i quali si può presumere di reperire (presso l'IPAB, se non è estinta; presso il comune, come archivio aggregato, o presso l'Archivio di Stato del capoluogo di provincia, se è estinta) il fascicolo della pratica di successione. Tale documentazione, infatti, è di norma ben conserva­ ta nonché riunita in apposita serie archivistica ("Lasciti", "Successioni", "Do­ nazioni").

1 .3 .

2 . ARcHI VI PRI VATI

Suddivido l'esame degli archivi privati in tre gruppi: associazionistici , d'im­ presa, familiari. 2. 1. Archivi associazionistici

Si tratta in ordine di maggiore anzianità, delle associazioni mutualistiche, sindacali, politiche, ricreative, culturali. . . Mi soffermo qui solo su alcuni tipi di associazioni (e, quindi, dt arch1v1) che mi sembrano più utili per la storia dell'emigrazione. Per gli ultimi tre decenni del secolo scorso, le società di mut�o so�corso rap­ . presentano l'unica forma organizzativa di massa che �o111volge 111 prlma . perso­ na quelle classi popolari che rappresentano la magg1or parte del mov1mento migratorio. . . Gli archivi mutualistici reperibili per quel penodo, se pur ran, non sono trascurabili per numero e qualità. Le informazioni che se ne possono trarre sono le seguenti. a) Notizie e dati relativi ai singoli emigrati prima della partenza. Come socio del sodalizio, infatti, ognuno di essi viene iscritto al ruol� , v�rsa d?�e quote, ricopre talvolta posizioni di responsabilità, comparendo qu111d1 tra .gh 111terven : ti trascritti nei verbali degli organismi dirigenti (consigli di direz1one, collegl dei sindaci, assemblee dei soci). . . b) I "patti di reciprocanza" , sorta di contratti stipulati tra due socleta d1 mutuo soccorso al fine di assicurare l'assistenza ai soci che si trovino tempora­ neamente a risi�dere fuori dall'ambito territoriale del sodalizio di appartenen­ za. In Piemonte sono molto diffusi tra le società di Torino e quelle delle altre provincie. Si hanno anche patti di reciprocanza con. as�oc�az,ioni frances� . Non si ha tuttavia notizia di patti di tal genere con assoc1az10111 d oltre Atlantlco. ' c) I lasciti � le donazioni di ex-soci che, in qualità di emigrati residenti all'e.

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Diego Robottz'

stero o rientrati in patria, dimostrano cosl concretamente l'affetto che portano al loro sodalizio di un tempo. e) Lo scambio di corrispondenza con società di italiani all'estero in occasio­ ne di feste, commemorazioni, ricorrenze. A tale proposito vorrei brevemente ricordare, anche se esula dai limiti del tema, l'importanza degli archivi delle associazioni (mutualistiche, in prevalenza, ma, anche, culturali, ricreative, benefiche) che gli italiani costituirono e costituiscono all'estero. Ho avuto modo di persona, nell'ambito di una ricerca condotta in tre dipartimenti fran­ c?si di area provenzale, di verificare quanto fu vitale questo tipo di associazio­ msmo per gran parte del periodo storico che qui prendiamo in esame. Intorno alla �t?ria di que�e �ocietà si possono trarre utili informazioni non solo dagli . archtvt delle assoctaztonl medesime, ma, anche in mancanza di essi, dagli archi­ vi statali e comunali dei paesi di emigrazione. Negli archivi sindacall non risultano (a quanto mi consta e, quindi, limitata­ mente alle sedi piemontesi) significativi documenti riguardanti l'emigrazione. Tale documentazione inoltre non risale, tranne casi piuttosto sporadici ad epo' che anteriori al 1945. Tutti i principali partiti politici italiani svolsero e svolgono attività di propa­ g�nda e orga?izzazione tra gli emigranti e gli emigrati. Non risulta, però, che in Ptemonte eststa documentazione d'archivio relativa a tale attività, carte che andrebbero quindi ricercate negli archivi centrali dei partiti. In generale, ogni associazione, a qualsiasi genere appartenga, può aver in­ trattenuto nel corso della sua storia rapporti, anche con una certa continuità con associ�zioni di italiani all'estero, specie nel caso in cui l'apparentament� tra due soctetà era favorito da una comune origine territoriale. E, utile ricordare in particolare un genere di associazione estremamente inte­ ressante per gli storici dell'emigrazione . Si tratta di quei sodalizi che si formano con lo scopo di tenere in contatto persone originarie di uno stesso luogo (comune, valle etc.) che si trovano a risiedere in varie località in uno stato este­ ro (in un continente, nel mondo). Associazioni di q�esto genere suscitano, spesso, tra gli storici di professione, . . solo atteggtamentt dt sufficienza. A mio parere occorre discernere: ve ne sono di puramente folkloristiche, ma ve ne sono altre che si impegnano in lavori di ricerca talvolta seri ed impegnativi. Un unico esempio significativo: a Giaveno comune a venti chilometri da Torino, dove l'emigrazione costituisce una radi� cata tradizione, un'associazione di "Giavenesi nel mondo" ha pubblicato, in

La tipologia di fonti negli archivi vigilati: il caso Piemonte

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umilissima veste tipografica, la ricostruzione dell'intera discendenza di un capostipite nato a Giaveno nel 1864 ed emigrato in gioventù. Si tratta di un "libro di famiglia" comprendente 160 discendenti per ciascuno dei quali sono indicati i luoghi e le date di nascita, residenza, morte. 2.2. Archivi d'impresa

Contengono ordinariamente solo la documentazione relativa all'attività delle imprese italiane. Si possono trovare, però, archivi di azienda . contenenti infor­ mazioni utili, almeno per integrare quelle di altre provenienze. A tale proposito vanno ricordati gli istituti bancari in cui può essere reperita la registrazione dei trasferimenti di denaro (le rimesse) dai paesi di emigrazione a quelli d'origine. Si tratta, però, per il periodo storico in esame, di operazioni effettuate prevalen­ temente dalle banche di interesse nazionale che intrattenevano rapporti con isti­ tuti esteri o, addirittura, aprivano filiali in quei paesi. Non risulta che gli archivi delle banche con sede in Piemonte conservino documentazione del genere. Altra eventualità è quella di imprese manifatturiere che impiantavano stabi­ limenti all'estero, trovandosi di fronte alla necessità di reclutare in patria parte degli addetti, a causa delle carenze sul posto di personale specializzato o anche di mano d'opera in grado di adattarsi alle condizioni di lavoro dell'opificio. Era, quindi, l'azienda medesima che reclutava e organizzava il trasferimento di "emigranti" (anche se di una specie un po' particolare) . Si tratta, ad ogni modo, di poco più di un'ipotesi di ricerca in quanto la difficoltà del lavoro di censimento e tutela degli archivi delle industrie è in questo caso moltiplicata dall'estrema riservatezza (per le aziende) della documentazione relativa a con­ tratti di lavoro "speciali" stipulati spesso al di fuori della normativa vigente. 2.3. Archivi familiari

La definizione di archivi familiari si applica normalmente a cospicui com­ plessi documentari derivanti dalle attività e dagli interessi di una famiglia (nobile o alto-borghese) nel corso di lunghi archi temporali, spesso più secoli. Esaminando tali carte, capita spesso di reperire documentazione relativa a paesi esteri, magari legata a cariche (ambasciatori, consoli, ministri) ricoperte da membri della famiglia, ad interessi patrimoniali fuori dal territorio nazionale o, ancora, a matrimoni con persone di altra nazionalità. Non si tratta, però, di emigrati propriamente detti.


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ati: il caso Piemonte La tipologia difonti negli archivi vigil

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Diversamente, al di là dell'attuale definizione di archivio familiare, esiste una diffusa documentazione sull'emigrazione in possesso di privati. È noto (e le ricerche condotte dalla Fondazione Sella, nel Biellese, lo dimostrano ampia­ mente) che, 'nelle zone che diedero importanti contributi all'emigrazione, in molte famiglie si conservano piccole raccolte di lettere, fotografie, cartoline, passaporti, diari etc. Più che di archivi, si tratta di ricordi di famiglia. Consi­ derata complessivamente, tale documentazione è, tuttavia, ricchissima, tanto più interessante perché ci narra (anche per immagini) la vita quotidiana degli emigrati, fatto questo abbastanza eccezionale per le fonti italiane. L'azione di tutela che le Soprintendenze archivistiche possono direttamente svolgere nei confronti di quelle piccole raccolte è praticamente nulla, trattan­ dosi di oggetti di natura non solo privata, ma intima, della cui esistenza si viene a conoscenza solo occasionalmente e sempre comunque grazie ad un rapporto personale di fiducia con i possessori. Più efficacemente possono operare le isti­ tuzioni culturali locali e le biblioteche civiche, raccogliendo i materiali, spesso messi a disposizione dai privati in occasione di mostre o altre manifestazioni, ed avendo cura di conservarne almeno le copie. 3 . ARCHIV I ECCLESIASTICI L'applicazione a tali archivi della vigente legge di tutela è problematica e controversa. Peraltro , le recenti novità concordatarie (Accordo di Villa Madama del 1984) e l'art. 12 della l. 5 giugno 1986, n. 253 , comportano un sempre maggiore coinvolgimento delle Soprintendenze archivistiche nei rap­ porti con tali istituzioni. Mi è comunque parso utile accennare agli archivi delle chiese per non trala­ sciare tipologie documentarie d'indubbio interesse. 3. 1. Per la Chiesa cattolica va innanzitutto richiamata l'attenzione sugli archi­

vi delle parrocchie che, come è noto, producono e conservano serie documen­ tarie relative alle " anime" , vale a dire ai residenti nella circoscrizione parroc­ chiale di religione cattolica. I registri dei battesimz; dei matrimoni e dei morti costituiscono per il periodo esaminato (ai fini della documentazione storica) una sorta di corrispettivo dello Stato civile italiano. In particolare, i registri dei battesimi riportano le annota­ zioni marginali dei matrimoni contratti dai già battezzati. L'annotazione viene apposta anche (e soprattutto) se il matrimonio viene celebrato in altra parroc­ chia, anche estera . Nei registri di battesimo di parrocchie piemontesi, da me

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ioni, . ntrato una buona regolarità di tali annotaz consultatl alio scopo ho risco le rare celebrati in parrocchie francesi, mentre oni trim � m i r � tt � ratt sop � che non americani" risultavano imprecise, segno annotaz1o i matrimoni " dal par­ se mes tras o di comunicazioni a tale scop erano state apposte sulla base . roco .di quel. luogo. stonco d egl'1 em1· grat1· sono t nto ime cens del i n fi ai · sse tere m ore D1 magg1 ' e" Molto simili, per 1mpostaz1�ne e proced�re di . . . . regt.stri degli "Stati delle anim . fam1ghe (� . gi tri di popolazione comunali, risultano sudd1Vls1 per s� e riportano l'indicazione di coloro che r�� � f � e ico di capofamiglia) lon c a � ne , � . annotando, frequentemente son� trasferiti. fuori dalla parrocchia, gratl em1 d1 a tratt si Se . eriti trasf oli dei sing . prec1sat na osservazwni" ' la destinazione . a dell · � , con l'indicaz. ione sohto . . all'estero, tale caratteristica viene d1 cia e per altn paes1 europe1, sommar1a località (al solito, specificata per la Fran ) per l'America · tegrativa . · o tale documentazione può essere util'1zzata come m mod n _ Ad o, come ltim casi di lacune in quest'u di que�l� �ell'archivio comunale 0 nei sostitutiva. itopresenza. nel terr . . fin e, anche per la significativa . m 3 . 2 Un accenno mer1ta ­ pos 1? 1one ntaz ume . pi�montese la Chiesa evangelica valdese. Oltre alla doc no la a), olic catt ne .' e d a quella d i produzio . sesso delie vane parrocch1·e (non dissimil carte r.el auve �11� " nuove ." ico stor ivio arch suo nel erva cons ese Tavola Vald nti dalle tre yall1 v�d s1 e�o tes1, comunità costituite da emigrati provenie icolare, ed Argentma � �r . me­ recatisi in Sud America (Uruguay, in part li tipologie documentane s1 nmanda rica. Per un'analisi più approfondita di .t� a della Tavola Valdese. all'intervento di Gabriella Ballesio, arch1v1st

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Diego Robotti La tipologia di fonti negli archivi vigilati: il caso Piemonte

APPENDICE

2

1870- 1 970

TIPOLOGIA DOCUMENTARI A NEGLI ARCHM C OMUN ALI

l

�;���s����e��d�� si��oli fmig�ati, �on loro parenti, discen

187 0-1 970

o . mg o l emtgratt, loro parent i o discen-

denti o eredi) .

�er la documentazione anteriore al l897 non ,

. . . cae posst' bile md tc re una classtfi ztone. La si reperisce spesso ass ieme alla com.spondenza con 1� consolati italiani all'estero (cfr. scheda n. 2). Per la documentazione di epo . ca s cat. XIII (Esteri) classe n 3 ( �cces� v la cla� s�ficazione dovrebbe essere antt l condtzton le è d'obbligo spesso la si può �rovare u;ser poiché it ; e pn:me due cl asst� della medesima categoria. Può inoltre darsi il caso che . . tale ti o di corrtsp ondenza sta conservata tra la corrispondenza del sindaco (ca t. I, c 5).

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'origine di tale corrisp ond . . All mto rno ad un singolo individuo. enza vi è sempre la necessi.ta dt ottenere informazioni Possono darsi sostanzialme due cas . o, un emtgra . to chi i . N el prim notizie di parenti residenti nelnteCom ede al sindaco . o, ma une grado dl. mandare sue notizie perché ana (spesso un genitore anztan gan. non in lf � b e:a ) . T: a l' l l ette re con ten piccolo aiuto finanziario per il parente eh . gono, a volte, un . d1ge e s1 rltlene 1n ' nte. L'a1 tro caso e quello di par . i (o i ' s�:t�o dl' dts cendentl. ed �red che chiedono informazioni sul ent emigrati pat rim�n� �f�nto, dovendo deciderei) sedi acc ne o meno l'eredità, oppure asseren ettar­ . to a un� quota della di ave'r mt Le notizie storiche desumibili da tal do suc ces sio ere dl documentazwne sono qUlndl' estr ne. mente ncche di particolari tali a vogen lte, da �ert;nettere di ricostruire l'intera emaumana del singolo emigrar� Spe'sso, 111 . vicenda 0ltre 1n d teano 1a trac . cta per ef'lrettuare ulterior1 ricerche in altra ser ' '. ie del me des imo arehlVlo com le (ad esempw, SUl . altrl. archiv come 111 catasti) così i. Da segnalare ad es . o, aluna :une lette:e reperite nell'archi c?munale di Castelnuovo Scrivia (c�t xn t: l ' sene �/1,. n: 111�. 3482) relative all'vio Vlo dt. denaro da parte di emigrati in. t� ' in­ commerciale Italiana Banca fran ces Arg�n��na, tramite lstJtutl bancari quali Banca e e lta lana per l ' America del Sud, Ban ' Napoli. co di ,

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Corrispondenza con i consolati italiani all'estero (Sindaco. Consolati italiani all'estero).

Per la documentazione anteriore al l898 non è possibile indicare una classifica­ zione. A volte la si reperisce riunita in una o più buste intitolate "Consolati" o "Corrispondenza con l'estero" o "Esteri". Per la documentazione di epoca suc­ cessiva, la categoria utilizzata è sempre la XIII mentre la classe è in prevalenza la n. l, "Comunicazioni con l'estero", e solo eccezionalmente la n. 3 , "Emigranti".

La corrispondenza con i consolati italiani all'estero è sempre di estremo interesse. Da essa sono sempre desumibili, almeno, il luogo dove l'emigrato risiede al momento della comunicazione e la sua attività lavorativa. In taluni casi, le notizie sul singolo cittadino all'estero sono molto ricche di particola­ ri: luoghi di residenza in cui via via è stato segnalato, composizione del nucleo familiare all'estero, situazione economica dei parenti residenti ancora nel comune, matrimoni e nascite di nuovi figli. Lo scopo di tale corrispondenza è, ordinariamente, la richiesta, da parte dei consolati, di certificati (nascita, matrimonio, etc.) relativi al singolo emigrato o, viceversa, la trasmissione da parte del consolato di atti di nascita, matrimonio, morte, ai fini della trascrizione sui " Registri di stato civile" del comune. A volte, lo scambio d'informazioni tra comuni e consolati non è che un anello intermedio di una catena epi­ stolare che ha origine (e, presumibilmente, si conclude) da un privato che necessita di informazioni sul singolo emigrato . In tal caso le caratteristiche documentarie ed il con­ tenuto informativo non differiscono da quelle della "Corrispondenza coi singoli" (cfr. scheda 1). Un'ulteriore causa di corrispondenza coi consolati è data dai "Rimpatri consolari", vale a dire dalle richieste delle spese di viaggio già anticipate dagli uffici consolari a emi­ grati che non disponevano della somma necessaria per rientrare in patria. 3 1865-19 ..

Registro della popolazione (Ufficio anagrafe e stato civile del comune).

Il Registro della popolazione [d'ora in poi Rdp.] fu istituito con r. d. 3 1 dicem­ bre 1864, n. 2 105 e impostato sulla base della situazione esistente al 1 ° gennaio 1865. Costituito dai fogli di famiglia [d'ora in poi fdf.] ordinati topografica­ mente, fu integrato dai fogli di casa e dai fogli individuali in base al r.d. 4 aprile 1873 , n. 1363 . Successivamente, il servizio anagrafico fu modificato (ma senza


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te

ivi vigilati: il caso Piemon La tipologia difonti negli arch

Diego Robotti

sostanziali variazioni dei suddetti componenti fondamentali) con r.d. 2 1 sett. 1901, n. 445 e con r.d. 2 dicembre 1 929, n. 2132. L'odierna anagrafe comunale è regolata dalla legge 24 dicembre 1 954, n. 1228 e dal regolamento di applica­ zione del 3 1 gennaio 1958, n. 136, che ha definitivamente eliminato le cartelle di casa (contenitori dei ff. relativi ad un medesimo stabile) mantenendo sola­ mente le schede individuali, di famiglia e di convivenza. A causa della loro intrinseca caratteristica di registri correnti (e quindi mai definibili pratiche estinte) tale documentazione entra solo di rado nell'inventario d'archivio. In pratica, si potranno trovare inventariati, solitamente sotto la medesima catego­ ria dello stato civile e dei censimenti, i Rdp. ottocenteschi, che vennero in genere sostituiti dal sistema a schede con il reimpianto dettato dalla riforma dell'anagrafe del l901. Inoltre il formato dei Rdp. (simile a quello dei registri catastali) fa sì che, in taluni casi, quando si disponga solo dei vecchi inventari di posizione, quei registri siano descritti (e, magari, collocati) in punti casuali dell'inventario stesso. Più delicate ancora sono le condizioni di conservazione della documentazione relativa alle anagrafi "novecentesche" (post. 1901); nella maggior parte dei municipi. Tali documenti non condividono le vicende del­ l'archivio storico, bensì sono tutt'ora affidati agli uffici anagrafici. In particola­ re, un problema urgentissimo di tutela si pone per i fdf. ed i fogli individuali "eliminati" . Nei regolamenti del 1901 e del 1929 se ne imponeva la conserva­ zione per dieci anni. Nessuna indicazione in merito è contenuta nel regolamen­ to del 1958. La sopravvivenza di tale documentazione è quindi legata ai pochi casi di "trascuratezza" degli Uffici anagrafe o ad una eccezionale sensibilità del singolo Soprintendente archivistico, che, come per tutta la documentazione dei comuni, può negare il nullaosta allo scarto. Sensibilità, tuttavia, del tutto sog­ gettiva e casuale se anche in testi autorevoli, là dove si propone un elenco di documenti di cui si può prevedere lo scarto, sono indicati tra gli altri «i fogli di famiglia e le schede personali estratte dai registri della popolazione in conse­ guenza di emigrazioni, morti, etc.» n Rdp . è sempre costituito inizialmente da uno o più registri suddivisi al loro interno per frazioni, isolati, case. Ogni foglio (o doppio foglio) costituisce un fdf. in cui vengo­ no elencate, a partire dal capofamiglia, le persone che ne fanno parte. Ogni fdf. viene aggiornato sulla base delle variazioni desunte dallo stato civile (nascite, morti e matri­ moni) o delle comunicazioni che i cittadini sono tenuti a fare in caso di trasferimento dal comune di residenza (e quindi, anche, di emigrazione all'estero) o, ancora, sulla ba­ se dello scambio di corrispondenza con i comuni in cui il singolo cittadino richiede la residenza ai fini della cancellazione (ed iscrizione) nei rispettivi registri. Per quanto riguarda gli emigrati stabili (non temporanei o stagionali), i Rdp. sono, forse, la fonte più importante, poiché forniscono i dati relativi al trasferimento sia dei

�i registr�. ter1. nuclei familiari. Oltre al trasferimento dal co�une esdtsc .sta degli. m L . tt'" , t' rt'entri di ex-emigrati o dt loro endent . tgra . " tmm singoli, . 1 · 1 d o · ress g · m · uod 1 . tr�) sono indicati con sufficiente preclstone 1 . azt. ne � rten no, sottoforma . (emtgr o per � ln entrambi i cast � nienza , nonché per i nati all'estero v pro e ne azw tm d�s � to) ghi Sta luo i lo . a far pa e della famiglia per matrimonio, ghi (almeno ra�1 � a en lian n 1t no une ine � com orig coniugi di to r.d. del 1929, il , mfì�e, c �' m b ase all'a.rt. 39 deldelcita olazione residente con di nascita . Va ricordatoanc pop la vlffiento mo l e d o tstr Reg il he e tuir isti a o era tenu� . istro come emigrati ali' estero». l'indicazwne det «canee11ati dal reg 4

i nagrafe � stato civile. Uffi­ Statistiche dell'emigrazione ( �ffic � dlO-grandt) . ci di statistica (solo nei comulll me . ibilc indicare una classe in Per la documentazione anten� re al 898i no è poss oca posterio re, la classe one. er e c rte di ep cui reperire tal e documentazt della cat. XII. generalmente utili�zat a e' la n . 3 cepita come un c�m�ne era identeme�nte per dal lta svo ca istt stat di ità ette cau­ ttiv L'a 1 o rga?i ::atistici c ntrali . Ciò dov vano, tor per su di to co per lto svo o � si tro . compit. . lla compilazlOne dei prospetti ( spesso posti alia sare rttardi e mademp. tenze ne pre ci uffi li iti da parte deg lec sol e i ta h' . rt , uch l pra le � � � tra le carte de one si è posta, comuni') Ancor meno attenzi . i. St tratta, raccolta det· d at'l provementl da1 . e det. prospetti una volta trasmess . ton vaz ser l con evt' dentement e, nel .a . . t,. d'l documentazione lacunosa e dtscontm ua. cas et d e lior mtg nel he anc , atti inf

1870- 197 0

t

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. e rinvenibill nei comuni forniscono dat� di u� . . l. sull' emt. grazton . statlstlc tti spe . pro rari I non t'ndicano ovviamente 1 nomtet · comportamentl mentre sul utto ratt sop . e, . '. ress inte o . cert lto genericamente indica à, destinaziom, mouva�lo�l (mo delle persone: stagionalit raramente ' i dati sull'emi· ifìcatl·vl· anehe se reper1 bill molto queste ultime ). Molto stgn ' . . ggregatl a volte per fasce di età e sesso. Purtroppo, . grazione mensile (o trimestrale)ati,dtsa tti. non nsultano in nessun caso esistenti in negli archivi comunali consul: tali prospe continuità per più di due annt 5

1862-1 981

1

olazione. Fo�li .di famiglia i Censimenti generali della pop ione (Co�mt�st�ne comuna e censimento. Stati definitivi di sez ento, captfamtglia) . di censimento, ufficiali di censim


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Diego Robotti

Nella eire . Min. int. del 1897 la classificazione indicata per i censimenti è: cat. XII.cl.2. In realtà, la classe può variare a seconda delle scelte compiute da coloro che hanno effettuato interventi di ordinamento archivistico. La catego­ ria è invece, di norma, rispettata. Per i censimenti anteriori al l898 (e quando non sia stato applicato il sistema del­ le 15 categorie anche alle carte anteriori al 1897), la categoria in cui è riunita tale documentazione porta denominazioni quali "Stato Civile" , "Popolazione " , "Ana­ grafe " , anche variamente combinate. In diversi Comuni si riscontra la perdita della documentazione relativa ad uno o più censimenti, mentre più raro è il caso di documentazione relativa al singolo censimento conservata solo parzialmente. fogli di famiglia di censimento [d'ora in poi ffc.] conservati dai comuni sono la secon­ da delle copie compilate dal singolo capofamiglia (e dal medesimo sottoscritta). Sulla base del registro della popolazione, l'ufficiale di censimento veniva incaricato di consegnare il modulo al capofamiglia, di ridrarlo compilato, di verificarne la correttezza formale e la veridicità e di sintetizzare i dati numerici sull'ultima delle quattro facciate del ffc. Le modalità di rilevazione, i dati richiesti al singolo capofamiglia e la modulistica subirono lievi variazioni ad ogni censimento. In tutti era tuttavia richiesto indicare i membri della famiglia "assenti" : in un apposito elenco a parte specificando per ognuno dei non presenti il luogo ed il motivo dell'assenza. Nel censimento del 193 1 , l'elenco degli "assenti" fu ulteriormente sdoppiato tra «assenti temporaneamente» (elenco B) e «persone che si trovino stabilmente all'estero» (elenco Nel censimento del 1936 l'e­ lenco fu soppresso. In sintesi, tale documentazione fornisce un quadro esaustivo di tutti gli emigrati "temporanei" appartenenti a nuclei familiari in parte ancora residenti nel comune, specificando per ognuno di essi lo stato estero in cui si trova. n dato pare attendibile anche se di qualità disomogenea in quanto, spesso, si hanno maggiori speci­ ficazioni (provincia e comune) per gli emigrati in Francia mentre per le Americhe si for­ nisce solo una vaga indicazione di America del Sud o del Nord. Peraltro, essendo la compilazione a carico del capofamiglia, i luoghi di emigrazione vi sono riportati a volte con assoluta precisione, salvo la difficoltà per chi consulta di individuarli geografica­ mente (es. "San José, America"). Gli "Stati definitivi" di sezione non aggiungono nuove informazioni, semplicemente sintetizzano i dati risultati dai ffc. Quanto già accennato riguardo ai possibili scarti "autorizzati" dei fogli di famiglia anagrafici (cfr. scheda è purtroppo altrettanto valido per i ffc.

I

"C"

C) .

3)

6 Estremi cronologici dal l969

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nte archivi vigilati: il caso Piemo La tipologia di fonti negli

Anagrafe speciale degli italiani residenti all'este­ ro [d'ora in poi AlRE] - 1969 (Servizi anagrafi­ ci comunali).

, . olare dell'I st. tuto centrale di statistica 2 1 febbraio 1 969, n. 2 � � ctrc n l· co fam Istituita eciale composta dalle schede di l : st � l'Al r ono la loro re�i?e�za' a�,it ; � r d d p glt'a . tanto un areh1v1o vtvo · � per ostl· tmsc ztone ent � m cu do del le . � era Tale gen . chivio ro. anagraflCl,. mai ' quindi' nell'ar l vtz ser 1 sso Pre ata erv . cons d1 segretena) · comune (che è un servizio

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Da notare . i (cfr. scheda . . . 1gl'ta ed individuali ordinar fam d1 h fog del amen e imo tinu n medes . grafe che viene con m u�l ente, l' AIRE è un' ana v1r no me lo per all , no che tuttavia �ga ti all'estero) che il cittadi ma (for ti me ocu e1 la ase � l'aggwrna­ aggiornata anche sul . . sta di stato di famiglia con cato ad esemp1?· 1chi ufi cer di a iest variazioni le rich del caso di m 1, l' a egata documentazione . famihare e, �� ne izio pos com la del mento o nel nucleo famthare). sopravvenute all'ester

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o le nascit � , dei m.atri�oni, d del ri gist Re ile. civ to Sta Dal 1 865 formatl ali es�ero ( fì . . p ratiche di trascr. izione degli attl to civile esterl. Consolatl ttamunali d'1 stato c1vile. Uffici di sta liani all'estero) . o conser. . . delio stato �lv il italiano ' a partire dal 1865 ' son lstn reg di ie ile. ser Le tre h'lvio presso gli uffici di stato civ ar �' e to osl dep dal ri fuo e ent vate solitam ( t XII ' cl 1 ) tutte le pratiche s ece � Nell'archivio co�unale. so?o inv � � u dello st to civile, comprese ce r relative alle vane funzlo�l . e pro ieste di tra­ egl atti formati all'estero. Le rich quelle relative alla trascrlz10ne � . frequen­ tl resl'dentl' all'estero o. (molto più lgra em da tate sen pre o son ne zio r.d. 9 scri · , ffi alle norme d'1 cu1 all'art · 5 1 del e b · ntl d cen dis o lor da temente) , li e 73 del d.p .r. 5 gennaio 1967 , n. 200 . n luglio 193 9, n. 123 8 ed ag aruco . ta dal singolo la dichiarazione ga alla documen�a�10ne presenta lato alle Conso . cittadinanza ita. w unciato alla . h a mal r;., <�è clttad'mo ltalia�o z'ure sanguz. ms ' non ette tutto uesto. Consolato generale» e trasm di attl li ag lta nsu nto qua per a lian control­ ffi al di stato civile del comune u . une co l a o ent � tam car l'in . quanto ltanti dagli . fici a rascriv.ere con quelli risu " la la corrispondenza del datl anagra dei nomi ni ssio inesattezze denvant'1 da "fle atti del comun� (sono frequenti le. a che gli tti formati all'estero) e verificpri ma di persone o dl lu?go che �m el ichiedente (o del suo avo), � re 1 ano li lta une com o . l'ultim infatti i richieS e e u com � nte me iva tt effe o stat sia � za, della parten e ris�lta dalla q m eu i une com l a a and dom denti inviano la

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52

Diego Robotti

documentazione in loro po sse sso ) mentr� non conosc ono il. nome del comune da cui questi emigrò Qum · di' trasc . nve sm propri registr . · · i tutti. �1 . secondo la traduzione ita l attt presentati, liana autenticata daI consol ato che viene per obbligo allegata all'atto in lingua originale. ·

Le pratiche di richiesta di trascrizio . mente ne sono m gergo defl. m. te · 1egat1 dagli 1mp · · comunali. di stato et' il " (eh. e, cunosa . ' v e pra . tlc h e d egh ar gen t'llll stesse, deIle piccole ricerche stort'ch o spesso, per sé e suIla d'1scendenz"a de1 sm· go'")1oson gon · fattl. , copie degli atti · ato. Conteno, em m (dt' nasc1'ta morte matrimom·o) che per igr . . ent giU ngere il rtchted me tton o di ricone attuale con l'avo a suo tempo trasfer itosi all'estero . ·

.

8 S ec. XX

Corrispondenza con le reg . . ie deleg azioni �er l' emtgr a�10ne in seguito (post 193 0) : Deleg . . azioni pro mc : tah del Commtssariato generale pe r l' emigrazt'on e (DeIegaztone provin ciaI · daco . e. sm Assessorati comunali al lavoro ).

In cat. X III , classi 1 e 2

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9 187 0-1 970

Liste di leva. Ruoli matric olati elenchi dei r . tentt. . Ctrcolari �m dei distretti militari (UffiCl. ' ali comun · Dt.strettl militari). .

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Per la documentazione anteriore al l898 nella cat. "Leva e truppa" (o similari) Per l'epoca successiva, cat. VIII, classe l.

Gli elenchi dei "renitenti", nei comuni dove il fenomeno migratorio fu diffuso e duraturo, sono piuttosto significativi, utili soprattutto per integrare le altre fonti. Tra i renitenti, infatti, la maggior parte risulta trovarsi all'estero (emigrati o, anche, figli di genitori emigrati). In entrambi i casi, comunque, è compito del comune individuare il luogo (preciso) di residenza del singolo al momento della chiamata di leva (e tale luogo può essere variato rispetto a quanto risulta da altri documenti redatti precedentemen­ te), nonché avvertire l'interessato (magari tramite i parenti stretti che ancora risiedono nel comune) dei rischi che corre e delle modalità previste per ottenere il rinvio o la dispensa. Il ruolo matricolare (ovvero il registro nominativo degli " arruolati") porta indicata per alcuni la dichiarazione di " disertore" con apposta nella maggior parte dei casi (esclusi gli anni di guerra) l'annotazione «emigrato in . . . ».

10 1870- 1970

Si tratta, solitamente, di circolari e di comumc. azto. nt. che non diedero luogo a di corrispondenza. scambi �e ll'a rch ivio del com une di Castelnu Scrivia e' conservata la . tata dal mv minuta della lettera sindaco (cat . XIII cl. 3 sen. e ovo . . osta alla circ delegato dell'emigrazione per le provt . 1/1 n . mv:. 3483) m. risp olare del 'ncte d'1 Novara Aless andrta, · pavt· a. La minuta in · e, redatta nell'anno questiOn . ' 1 924 , e una mteres sa. nt.e anal'1S1· de1 rrenomeno migratori quel comune poiché fornisce oltre a o in dat i quantlt attvl. alcune indicazioni sui comportamenti assunti in terra straniera qua ' prescelta (Buenos Aires) l'abitudt'ne l1 la. lunga perman enza, 1a zona prevalentemente d'l mvestl.re il to de1 propno lavoro sto d . terreni in Argentm nell'acqui' 'a· Nell'areh'1V1o. del comunefrut d' 1 p eve rag no Easctcolo (cat. XIII, cl. 2, (CN ) è con servato il n. inv. 475 fasc. 3 ) relat1v. o al " Corso pr r · · · , organizzato in que cement1st1 ore ssto na l e per ope. rai . azto . ne del l 'comune, ne11,.mverno 1 926 - 1 92 7 dal Commts. san generale de11,emtgr ato egaztone d'1 Cuneo. .

La tipologia di fonti negli archivi vigilati: il caso Piemonte

Registri dei nullaosta al rilascio di passaporto per l'estero (Uffici comunali).

Il comune redige il nullaosta al rilascio dei passaporti per l'estero. Il registro è compilato a foglio doppio, la figlia viene inviata alla questura, la matrice rima­ ne presso il municipio. Generalmente, i registri dei nullaosta sono conservati in cat. XIII cl. 2. Risultano conservati solo in una minoranza di casi. La serie è comunque sempre lacunosa: oltre ad una evidente trascuratezza nella conser­ vazione. Tale documentazione ha sicuramente subito scarti "autorizzati" ; vale quindi quanto già accennato alla scheda 3 . Purtroppo, ai fini storici, tali documenti sono spesso gli unici rimasti a causa delle gravi lacune riscontrabili negli archivi delle questure. Inoltre, anche quando i nullaosta siano stati conservati dalle questure e versati agli archivi di Stato, risultano di ardua consultazione poiché sono ordinati secondo la data del rilascio e non in ordine alfabetico di richiedente o di comune di residenza del medesimo.

Le informazioni che il nullaosta fornisce sono relative al luogo di destinazione del richiedente, spesso, però, designato in modi estremamente sommari (Europa, Ame­ rica). Più interessanti i motivi del viaggio indicati dal richiedente (lavoro, necessità di raggiungere parenti che si trovano già sul posto, turismo, istruzione). Naturalmente si riportano sempre i dati anagrafici che permettono di individuare con certezza il ri­ chiedente.


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Diego Robotti

XIII, classe 2 o 3 . In categoria

11 1929 - 1 935

Registri dell'emigrazione stagionale (Uffici comunali) .

Collocati solitamente in cat. in una minoranza di casi.

XIII, classe 2 , tali registri risultano conservati solo

Contengono dati piuttosto attendibili sui flussi migratori stagionali (quindi non necessariamente all'estero) con una buona disaggregazione per fasce d 'età, sesso, occu­ pazione. Solo in alcuni casi si indicano le destinazioni: più precise verso la Francia o l'Europa (comuni), più sommarie verso l'America. 12 1900- 1920

Atti di nomina di membri dei comitati mandamentali per l'e­ migrazione (Sindaco. Associazioni operaie ed agricole locali) .

Reperibili negli archivi dei comuni già capoluoghi di mandamento, in cat. cl. 2 .

t t.·. t·t caso Piemonte

archtvt vtgtta La tipologia di fonti negli

XIII,

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. . onl. trasmesse p er conoscenza ai comunl dalle prefetaz . comunic l di un determinato vettoS tra di semplici del �appresenta�temd' na me no rinve­ to dica i il in e vien r o. Solo in un caso si è tu re. I se N danno origine a corrlspo denza coneo Cun i ) � 111 (C � di fetto on N al pre a tt mo co de aco occu ind da el s ni oren � * � �:::� era min �= t a let e, arruolava . e, :� c e ta 1 un dt ncla nu de tenen. te la . francese. parsl t'n una vetrerla

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pitanerie di porto) . . . esso in navigazione (Ca dec di i on caz1 un1 Com 187 0_ 1 970 . una classlfie icar ind e . i ' bil poss . e . . n ' no ne anterio re a1 189 8 ' talvolta 111 cat. Per la documentazio 111 cat . XIII cl. 3 ' e, iv cess suc a epoc . Per gli atti di . caz10ne p rec1sa. XII cl. 1 . .

15

la nave deceduto, la data del decesso, Se ne desume l'l nome del

la sua destmaztone. ·

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Le uniche notizie desumibili sono, di solito, i nomi dei membri delle associazioni mutualistiche locali, da queste nominati a far parte di detti comitati. 13 1870- 1970

Fogli di via (Uffici di polizia di frontiera).

Per i fogli di via anteriori al 1898, non vi è una classificazione precisa. Per l'e­ poca successiva, li si può rinvenire nella cat. XV (Sicurezza pubblica).

Pur se scarne (nome, data del provvedimento, luogo di provenienza), le notizie desu­ mibili dai fogli di via sono utili in quanto sono un indicatore dell'esistenza e della consi­ stenza del fenomeno dell'emigrazione clandestina. 14

Sec. XX

Segnalazioni dei rappresentanti locali dei vettori d'emigrazioni autorizzati (Prefetture) .

GNO, cat. XIII DEL COMUNE DI PEVERA * ARcHIVIO 6. 190 nov. 2 al Prefetto di Cuneo,

5, lettera del Sindaco , cl . 2 ' no inv. 475 , fase.


America Latina V emigrazione in

LAURA PILOTTI

. . I:emigrazione in America Latma . ne ll'archzvto del Contenzioso diplomatico

. . Vorrei nnanzitutto dire due parole di ch'tarunento sul trtolo del mio inter. . . vento ed m particolare su cosa st mten de per contenztoso d'lplomatico. Il con. . . . . tenztoso diplomatico , almeno m senso lato , e' que Il''tnsteme dr procedimenti , . . che sono dtsposti da norme convenztonal'l, attraverso l. qu ali st. tenta di risolve. re le controversie sorte tra due St t' �e�za ricorrere alla forza. Questi procedi­ menti possono essere di tipo co Cl latlVO a:traverso la formulazione di una : proposta di accordo da parte dt' una commtss1one di eoneili' aztone; di tipo arbi. . . tral e, per cui si perviene ad una d eclSlone che abbta effìcacta · obbligat�rta tra le . . . parti, dec1stone presa da soggetti scelti di comune accordo dalle parti; di tipo . consultivo, attraverso l' emt'sst'one d'l un parere da parte d'l un organo apposito . . · · pareri. al ministro ' a funztone , cioè d'l forntre Al fine dr assolvere a quest'ultun . . degli estert· sulle controversie di d' 1tto mtern �zio�al� e su tutte le questioni . che attengono alle relazioni estere o Stato, vt?ne tst�tutto presso il Ministero degli esteri fin dal 1 857 il Consi lio el contenzioso dtplomatico, una "creatu­ ra" di Cavour che lo aveva for emente :oluto, per affiancare al Consiglio di . . Stato, che non aveva una seztone apposita un organo consultivo che conser. . ' vasse la tradizione delle massime e d ell a g i urtspru denza Internazionale l · . . cavour, m una relazione al re del novembre 1 857 , fa presente come, m presen. . . za d1 frequenu avvicendament'l di governi e dunque d'1 mm1strt, · · · fosse necessa. . . . rto mtrod urre un organo ehe non davesse ogn1 volta rtcommctare da capo l'e· . . same dl contestazioni fra governo e governo o di privati interessi con governi

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Il regolamento di servizio interno del M'��. s�ero degli affari esteri [d'ora in poi MAE] del 22 . dicembre 1856 dispone, agli articoli 195-199� tstttuzto ne del Consiglio del contenzioso diplomati­ co, istituzione che viene effettivamente attua a con il r. d. 29 novembre 1 857, no 2560.

diplomatico

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diplomatico Consiglio del contenzioso il , 7 185 nel ue nq du piti esteri z. Istituito ., che all'art. 10 elenca i com r.d un te mi tra 3 188 l ne zato ere pareri:· questioni di viene riorganiz glio le materie su cui emett me o o, gli nsi Co al l'interpretazione dei assegnati alit à, di leva milita re, sul ion naz di , ale ion naz omenti attinenti diritto inter à ed in genere su tutti gli arg nit en nd d'i e nd ma do ere consultato trattati, sulle il Consiglio poteva ess ali qu sui to Sta lo del ere alle relazioni est steri 3. dal ministro degli e indennità. I casi di conestione delle domande di qu a sull i rm ma fer i Vorre eri non riguardano ne del Ministero degli est zio en 'att all i ost top sot ente, quelle tra i tenzios o Stati ma, più frequentem fra sie ver tro con le to tan opera dello dunque sol sona o nelle proprietà ad per la nel i les , ero est all' Stato italia­ propri cittadini o Stato. In questo caso allo est qu di ni adi citt di o Stato di residenza ti, da esercitarsi attraverso protezione verso i danneggia di itto dir un tta spe la punizione degli no ad ottenere giustizia, ovvero to vol co, ati lom dip nto l'interve azione dei danni. do le leggi locali, e la liquid on sec cito ille to fat del onda metà del autori omeno migratorio nella sec fen del ne sio plo l'es io, ovv è delle conse­ Come i dei casi di contenzioso e ars lic ltip mo un ad rta po contenzioso secolo scorso e all'esame del Consiglio del ost top sot ità enn ind di guenti richieste di emettere p11reri su si trova nell'impossibilità diplomatico, che ben presto e frequenz a i membri ivano presentate. Con grand ven gli che i ion est qu le te tut che possa allegge­ affiancati da un segretariato ere ess di no edo chi glio nsi del Co a razionalizza­ da affrontare era quello dell ma ble pro ro Alt . oro lav o ativo, delle rire il lor dal punto di vista amministr no, ava up occ si che i viz zione dei ser questi che diventano ti o cittadini esteri. Problemi controversie tra privati e Sta Esteri viene nominato età giolittiana, quando agli particolarmente urgenti in ininterrottamente dal à titolare del dicastero quasi ter res che i, ton Tit so ma Tom 1903 al 190 9. dimostrato di riera prefettizia, aveva subito car la dal iva ven pro che i, nizzare Titton era necessario fare per moder che llo que su are chi lto mo avere le idee enze emerse durante rispondente alle nuove esig la diplomazia e renderla più posti nelle preocdell'emigrazione era ai primi l"'era Giolitti" 4, Il problema ·

ni storici e statistici, Roma diplomatico (1857-1897). Cen ioso tenz con del o sigli Con 2 MAE, Il

3 Ibid., p . 30.

1898, p. 3 .

I

oso nell'A rch ivio del Contenzi

ticolare riferimento alla politica

par gestione Tittoni alla Consulta, con zionali», 4' Per un'analisi dellF. aGRA e, in «Affari sociali interna zion igra l'em e oni Titt , litti SSI, Gio

dell emigrazione, cfr. 1973 , 113 , pp. 45-77.


58

Laura Pilotti

cupazioni del ministro, così com . e egli era cons apevole che l 'Italia non potesse restare indietro rispetto agir' a . . . lt r1 paesi nel campo dell' espansion . e commerciale all'estero. 'Il ruolo ed il . . numero der consoli. , fm o ad allora investiti di tutti i problemi che rigu' ardava no le nostre comuni t,a aIl' estero, . non era per TIttom. assolutamente adeguato ad affrontare 1. problemi· posti· d c a11a crescita del renomeno migratorio da un lato e d a11a sfida delle altre potenz e commerdali dall'altro. Già nel dicembre 1903 aveva . reann Iato, a a ame�a dei deputati, l'in­ t�oduzi?ne, a fianco dei consoli, i el ' ad t o per l� �gr�zro ne, una figura che rtsultera fondamentale nei rappor ��� ti con le com mta Ital ian e all'estero, di cui l'addetto, istituito appositament e per occ uparsr� dei problemi rea li, dovuto rappresentare un tramr 'te con le autont. à conso1ari,· 1e qua avrebbe l'1 davevano attendere, per parte loro alle ques . t'Ioni d'1 natura piu, st ettament com merciale 5, Gli. �ddetti consolari 'verran � . �. no effettivame te I. StitUit i, alle drpendenze del � Commissariato dell'emigrazione con il r. d 2 dIcembre 1906 n° 62 . 16 Non e' il caso, m questa sede 'di rip; ��·rrere 1e m. '. ate Iscu ssio ni che all'inizio del secolo si incentraron� � � � sul p e a d�ll �mrg azrone e sull 'attegg mento che lo stato doveva ten . ia­ : erec nei c n rontl dr chr voleva partire 7. Per ? Tittoni, che, d'altra parte per su a wrmazrone e convinzrone polItlc . ' a, non pote' va auspic are uno stato "in terve t'sta " ?el se tore dell'emi razio ne, compito fondamentale dell' amministrazi : o degl1 Esten� era quello dr? garan . t'Ire un , adeguata protezione ed assistenza agl . i it l' . all' te o, vrta i rapporti con l'Italia e, non ulti � � r:do che si recidessero mo sì c e l emtgrazwne potesse costituire anche un vantaggio di caratter ' . . o l per e La protezione, dunque era la . .il paes� d' �r�gine s. � Ima P Ia attribuiva a! suo dicaster; nei con � c�e Il mmrstro deg i Esteri fronti de emrg atl Te uto conto ! dr questa p :eme�sa, SI p uò brevemente pass � : � . are ad es ;mm are il nordmamento dell'ammimstrazrone centrale degli Esteri. . d'!sposto con il r dli. 9 aprile 1908, . . . ne ordinato no 24 1 . Il . mmtstero vie . . su quattro direzton t genera e tre uffici autonomi alle

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5 Atti parlamentari [d'ora in po i AP] Camera dez' deputati, leg. XX II, Discussioni, Tornata del 16 dicembre 1903 . 6 Cfr. l� Re/azzone sui servizi dell 'emigrazione resentata dal . . arzo generale Commzss deg/z affarz esteri In data 18 . al ministro . maggio 1908 tn citata in V. PELLEGRINI Ammznzs . ' «Bo etttno dell'emigrazione», I (1908) n · 9 p 128 . . trazzone ' e ordinamento c s ztuzzona • · le: Il Minister' o degl esterz; in ISAP J.}amministra i affari zz'one nen . moderna Arc � � Ha storta htvto 3 ' p. 1869. 7 S u questo argomento è sempre ' dt' utile consultazt. one . anche se ormat· non ptù volurne dt. F. MANZOTTI Polemica ' recentissimo' il . a . ne n l! sull' t ia unita f , Città di � ? Castello 1969. � 8 C r. AP, Camera det deputati ' leg. ' zscusszonz, !Ornata dal 28 giugno 1909.

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!}emigrazione in America Latina nell'Archivio del Contenzioso diplomatico

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dipendenze del segretario generale. Dal 190 1 , inoltre, era stato istituito il Commissariato generale dell'emigrazione, che mantiene la sua autonomia anche nel decreto del 1908. Tra le direzioni generali, quella che ci interessa direttamente è la Direzione generale degli affari politici, la più importante del ministero per la rilevanza delle questioni trattate, il che viene anche conferma­ to dal calibro dei suoi direttori generali: basti pensare a Riccardo Bollati che, incaricato delle funzioni nell'agosto 1908, ricopre contemporaneamente la cari­ ca di segretario generale. La Direzione generale degli affari politici viene suddi­ visa, con il decreto del l908, in due divisioni: la 3° (la l o e la 2° facevano parte degli affari generali), ripartita su base geografica, e la 4 °. N eli' ambito della Divisione 3 o la prima sezione si occupava dell'Europa, la seconda del Levante e dell'Mrica, la terza di Estremo Oriente e America. La 4° divisione rappresen­ ta però la novità più significativa, insieme alla creazione dell'Ufficio del conten­ zioso e della legislazione, di cui parlerò più avanti, del riordinamento Tittoni. Delle due sezioni in cui la 4 ° divisione era ripartita, la prima aveva competenze specifiche in materia di reclami. Come dice esplicitamente il testo dell'ordina­ mento annesso al decreto, la sezione l o della divisione 4 o si doveva occupare di reclami di sudditi italiani verso governi esteri e di sudditi esteri verso il gover­ no italiano. Le competenze della sezione 2° erano invece diverse: andavano dalla polizia internazionale agli istituti ecclesiastici esteri in Italia, dall' ammis­ sione di ufficiali ed allievi stranieri negli istituti militari e marittimi del regno alle pubblicazioni diplomatiche e ai "Libri verdi" . Tutta la produzione docu­ mentaria della divisione 4 o, e dunque la maggior parte dei casi di contenzioso conservati nell'Archivio storico diplomatico, è contenuta in una serie, la se­ rie Z, che è stata oggetto di un recente riordino 9, La serie Z-contenzioso, che reca una denominazione per lettera caratteristica di altre serie presenti nel­ l'Archivio storico diplomatico, Ministero degli affari esteri [d'ora in poi ASD­ MAE] (la serie A e P per gli affari politici, la serie B per gli affari privati ecc.) è una serie artificiale, vale a dire creata appositamente per raccogliere in un unico fondo una documentazione, quella che si riferisce ai casi di contenzioso tra cittadini italiani e privati o governi dei paesi di emigrazione, che si trovava distribuita in più fondi. L'anno di nascita è appunto il l908, lo stesso dell'isti­ tuzione dell'ufficio produttore. L'istituzione di una divisione che avesse precise competenze in materia di

.

9 ASDMAE, Il fondo archivistico «Serie l-contenzioso», a cura di L. PILOTTI, Roma 1987. Nell'introduzione all'inventario è brevemente delineata la storia del Consiglio del contenzioso diplomatico e degli altri uffici di cui si parla in questa relazione.


. a Latzna n Amerzc r:emigra zione i .

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Laura Pilotti

reclami aveva lo scopo di concentrare in un unico ufficio le questioni di con­ tenzioso che fino ad allora erano state trattate da uffici diversi, al fine di razio­ nalizzare la risoluzione di casi ancora aperti e di quelli in continuo arrivo dal­ l' estero. Al momento della creazione della divisione si procede dunque ad un recupero dei casi di contenzioso esauriti e di quelli ancora in corso presso gli altri uffici che se ne erano occupati fino a quel momento . Un esame analitico delle carte della serie Z, effettuato nel corso del suo recente riordino, ha permesso di verificare, al di là delle competenze previste dai vari ordinamenti del ministero, quali fossero stati, fino al 1 908, e poi oltre, dopo la soppressione della divisione 4 o nel 1920, gli uffici che avevano affrontato le questioni di contenzioso che p rovenivan o dall'es tero . Quest'esame è stato condotto sulla base delle diverse segnature presenti sulle carte della serie Z. Pur nata nel 1908, la serie Z conserva, nelle sue 273 buste, una documentazione molto più antica: basti pensare che vi si conservano carte risalenti al 1861, e che le più recenti arrivano, sia pure in rari casi, al 1 93 9 . Naturalmente, la segnatura delle carte precedenti al l908, e pervenute alla divisione 4 o a partire da questa data, è diversa: si tratta, nella gran parte dei casi, di carte recanti la segnatura A o P, cioè di carte provenienti dagli affari politici. In misura minore, ma ugualmente presenti, sono le carte con segnatura B, provenienti dagli affari privati. Questo ha un notevole significato se si vogliono esaminare le carte da un'ottica funzionale: pur trattandosi di questioni riguardanti nella quasi totalità dei casi reclami di privati nei con­ fronti di cittadini o governi esteri, tali questioni venivano esaminate da uffici politici, segno della particolare attenzione riservata dall'amministrazione alle questioni di contenzioso. A questo punto però occorre ricordare che non tutte le carte riguardanti casi di contenzioso sono reperibili nella serie Z, in quanto, anche dopo l'istituzione della divisione 4 o, non era questo l'unico ufficio a cui facesse capo il contenzioso. Torniamo un momento al Consiglio del contenzioso diplomatico. Come già detto, da molti anni il Consiglio chiedeva di essere affiancato da un segretariato che lo coadiuvasse nella propri a attività consultiva. Tale richiesta viene final­ mente soddisfatta nel 1908, quando l'ordinamento Tittoni prevede l'istituzione dell'Ufficio del contenzioso e della legislazione, anch'esso posto, come la divi­ sione 4 o, all'interno della Direzione generale degli affari politici. Il lavoro dei due uffici si viene ben presto a collegare, ed in taluni casi a sovrapporre, pur essendone il profilo istituzionale e le competenze alquanto diverse. L'Ufficio del contenzioso e della legislazione avrebbe dovuto, secondo gli auspici di Arturo Ricci Busatti, che ne era a capo e che lo aveva fortemente voluto, svolgere attività di consulenza giuridica e di supporto al Consiglio del

ne!l'Archivio del

61

co Contenzioso diplomati

a dai . . . avia ben pre. sto ob erat . so d1' Plom atico l O . La dtvtswne 4 o tutt ' pre di pm, all'Ufficio del , arti si rivolge sem . . . conten.zw . 'tede un parere sulle questlo. nl m provenivano da Piu P ' rtc le e ch 1 m a l h e re . laz�· one, a1 qua.te ca a1 della legts o di s ottopo rre la prau cas , l e d contenzioso e lta ent l' per ' ssario e nece . co rso, o, laddov nzw o o atic om 1 p d' l so onte . : di competenza della divisione 4 ' passaConsiglio del c . lla loro soluzione, in altri uffi. ci e che talvolta, quesuont Ecco dunque de rsi ve l 'evo dell a d l e tano, .a �econ es r ra alo t che una corretta utili'zzaz ?� e direi o, o n osit p pro esto ' dall' esame di quelle dell' Arch1Vlo archtvL A qu . ere · dunque in altri d m z sc pre ò . le n�n pu . . rio rdinato, ma tuttavta on a n cor delle carte della ser an co . m contenzwso. dtplo : ' a co�o scenza del Consiglio del che permette di venire to e v dt o vece l elen e � dotato di un efficac sso. Per qu anto riguarda m per �� ste i lio al d tto propos queste si trovano . del parere dato in so e dgll legislazione, t nten confluic � del o fici � � del contenzioso, mentre cart.e dell'Uf lio g : si o � del tvlo . . nell Arch nto nel 1920 . · pertodo 1 908- 192 0 dclla d'1v1s10ne 4o appu wne es ppr so 1� o dop � z llo che conduce s cano nella serie t�rsi. nella serie Z è que temporanean o per tre �� segu da . . . Altro "filone" e ià detto con i po :cl lStl � com affar res� ante li deg o 3 ne o isi · alla div questa 1a traccia più inte ne . l. ltt ento a se rd · mente alla 4o dall'o � � ard a ?�l merica Latin a presenti ne�la . . , �n rtg lt l t font tstl le ne � del vie e 2 � 190 � � per parlar . etro: n r d 2 genn aio mdt . . l'Uffi�io diplomatico , le cui fun�t?nl : 1� . poh. ttc Biso gna fare un pass o l, affan due divtstom dt luogo della Divisione gono d'tstrt'buite tra le 4 ven 908 1 1 e d nt am appunto la � o e l a . o : ici, polit seguito al riordin � ? ri � affa i degl tone gener le . . ne 3 o sono destinati. gh a ffar� dt cui si compone la Dtrez 1 d' l nz t mpe : .' · '� a : � le questioni di contenzioso prlv� seguendo criteri di. co po ut­ e ent .' ui si erano verificate, potevano acq carattere più propnam ent 1t1 o il go luo � il � mLe ue �i s�ni politiche si trovavano dunque non to che , dato tca. polit stare una valenza ·

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issione c e della II com.m . fu memb ro deIla I o a Siena ne1 1868 ' ternazwn ale pn.�at on-

nat� diritto in Arturo Ricci Busatti, V conferenza di nza ella atori della IV e della epar pr iana alla II confere vori ital la ne er i . elegazio sul iva p segretart. o della d ntenzioso e ' t' tre co inol del fu o Uffici e l dell dell Aia ne . d'mamento . pale artefice deI a creaz one mc nor È certamente il. pr t quando ' con il pa ce nel se fino al r1ma . a capo del quale nel ne zio della legisla . ' Uffici. O del conio trattati. Morl nel intervenute nell Sforza passò all' Uffic . tr e le modifiche � � te ne rig�arda rdinamento s za, s� nde seguite al rio L'i tera documentazio vice e ' serle ' lazione tra to presso l'ASDM tenzioso e della legis . o f. plomatico , conserva nzws 1-1 915). e cont (186 del ale lio azion ig Cons .one della diplo mazia n vano nel fondo del zazz 10m La h ad vocem . atti. si. �eda �ne i, Roma busta 9. Su Ricci Bus Ministero degli Affa ri ester l e :d art zon afico det funz Repertorio bio-bibliogr 10

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1 1903 1906; 1907 · 1908 ,

,

93 ,: 7 · il 190 � ���� :�: cll

1920

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1987'

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62

Laura Pilotti

solo a dover gestire le questioni di loro competenza, ma, per effetto del decreto reale, ad ereditare, come sempre succede nel caso di soppressioni di uffici pre­ cedenti, anche le carte dell'Ufficio diplomatico, che a loro volta andavano distribuite tra la 3 o e la 4 ° divisione. Era un compito notevole, che presuppo­ neva l'esame delle pratiche ancora in corso, la loro definizione, politiche o di contenzioso o entrambi i casi, l'eventuale parere del Consiglio del contenzioso diplomatico, filtrato attraverso l'attività dell'Ufficio del contenzioso e della legislazione. In sostanza, sono quattro, senza contare le carte delle rappresen­ tanze diplomatiche che sono in corso di riordino, gli uffici che si sono occupati di casi di contenzioso, e dai cui archivi non si può dunque prescindere per un'accurata indagine delle questioni, almeno delle più rilevanti. Venendo in particolare alla serie Z, è necessario anzitutto dire che il criterio adottato dagli archivisti della divisione 4° è quello geografico. Le carte sono state cioè classificate con segnature progressive a seconda del paese di prove­ nienza, che a sua volta è in ordine alfabetico: Z 1 Argentina, Z2 Austria Ungheria e così via. Questo, naturalmente, per quanto attiene alle carte perve­ nute alla divisione 4o dopo il 1908. Ma la serie Z si compone anche - ed in gran parte - di carte provenienti da altre serie. Nei casi di pratiche esaurite ed arrivate alla divisione 4o solo in ottemperanza a quanto disposto dal riordina­ mento Tittoni, queste non subiscono alcuna variazione e conservano la segna­ tura originaria. Quelle invece riguardanti casi ancora aperti e proseguiti dalla divisione 4°, è facilmente individuabile, nello stesso fascicolo (la serie ne com­ prende 2075, che sono stati classificati con una numerazione progressiva), il momento in cui la pratica, nata in un altro ufficio, di cui reca la segnatura caratteristica, arriva alla divisione 4° ed assume la segnatura Z. Per esemplifica­ re questo fatto mi sembra opportuno insistere sulla complementarietà tra la serie P affari politici e la serie Z contenzioso. Prendiamo il caso del Brasile: la segnatura caratteristica nella serie P è P 35 ma, se andiamo a vedere nell'inven­ tario della serie P a nostra disposizione troveremo che alla posizione P 3 5 ci sono solo 5 buste, che riguardano i rapporti più propriamente politici con il Brasile tra il 1891 e il 1914. Tutto il resto della documentazione, con segnatura P .35, è confluito nella serie Z, in quanto si tratta di carte che riguardano appunto casi di contenzioso, noti come i fatti di Paysandu, di Santos, di San Paolo, fatti dunque di molto precedenti l'istituzione dell'ufficio 1 1 . Lo stesso può dirsi per il Venezuela: gran parte della documentazione, contrassegnata da

1 1 Le carte con segnatura P 35 si trovano nelle buste 52-87 e 108.

diplomatico . . Latzn a nell'Archivio del Contenzioso rtca Ame in ne azio Vemigr

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. Guatemala, . sene z 12 ' così come per il a ll ne a trov sl 709 P p 43 , P 708 e

rmette di avere un P 307 13 , vls er aesi la serie Z pe cittadini o goverTrattandosi di una s :rle �u dl � e zio o so ti tra italiani e co i casl � el d vo ssi ple e ci interessa, . quadro .c.om e. Rimanendo nel settore ch . · ion graz emi di aree e 1 te elle carte . ni esterl ID tut a gli estremi cronologt.ci d consl la ent e e e b vorrei segnalar r ; m <: a.. er ; r e tina ( 189 5/191 7 ) 5 bus te, per il a Latm � te riguard anti l'Am eric cumentazione più consisten do lla de tr bus 44 �f · e 9 1 / 1 89 9 ) 2 bust e, per la Colo mbi � B rasile ( 1864/19 � 9) 1 per , ca) en Cerrutl, am . d pe r il Su da ti il reclamo di Ernesto 1 arte ran in � ste, z�ale bu essen 22 5 è T� 85 per studiare il quale � (1 882/ 19 1 ) e e n zl nvolu � alla te alen asciata un reclamo ris enuta nell'inventario dell'amb cont wne az ment docu a consultare anch e l . e Alessandra C avaterra 14 ' d' 1. Cin zia Aic ardi ra cu a ato blic ( 1902/ 19 1 5) 2 buste, di Washington, pub un f clcolo, per l'Ecuador o sol 0) (191 ca stari Co 4 fascicoli, pe r per il �ste , p Haiti (1903 /19 13 ) � 9 17) 8 1/1 (18 a emal at 91 8) e Panama per il Gu oh, r Nicaragua (19 1 1/1 sclc f 2 9 12) 0/1 � (191 per il Pe r� l'Honduras ( 19 02 / 1 9 1 3 ) 1 bu sta , : ag Par il per ta, bus l Perù, il ( 1 9 1 2/1 9 1 6 ) ffi to alla guerra tra Cile e gua · rl / are icol part con te, n � (1884/1 918) 4 bus 1902/19 1 5 ) 4 buste, l' Uru y buste, � · Do � 16) /19 1906 ( or vad Sal (18 93/ 19 18) 1 1 buste. r il Ven . e p mfin e ste, : bu 4 entro e del 4) 190 (1899/ . d e, ci sono casi provement'1 da tutti i paesi del. C " ve sl o . . gen ricamente " di contenzws ' ma �onCome . . defin casl di ta trat Si ile utilizzaSudamerica. meno un'idea della possib a are er ia p olog tip la e viene delinearn · di carte di carattere "istituzionazione del fondo. sl d n tta � tra r pu e, ch Va innanzitutto de. tto aniera sorp rendente . esse contribulscono in m e tal a t s ne a uzw d sla o, pro ter di " 'es te .' le ' car comunità all . . are il carattere de11e nostre mente ricca a megrio derme . . ta' prend' amo ad esempio il caso del reelaml lett1V1 : uito al livello di singoli che di col ami per i danni subiti in seg colo rec l asl in B dù, san � fasci � ' ' P rovenienti da Pay lla cl'tta nel 1864 . Cias cun cheggw . d. 1 que sac l a e . enta un to en res am . rapp ard ) mb ativi bo dMso m. fascicol'l nomin sud è do on f il o, ett d am l già re . . sa ncostruzione che ciascun e ante fa (come _ ata mm uzw gli tta de lla Da , caso a se. ' •

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12 Nelle buste 96- 101 e 1 3 Nelle buste 166 -16 8.

154 -16 4.

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che italiane negt: delle Rappresentanze diplomati ertenza Cerrutl e a sard ne azto Leg la del nn A , Roma 1 988. Per la v tondi archivistici I '' ARDI - A CAVATEruv> .

14 cura dl' C . M . Aic U.S.A. (18 48- 190 1), a i re le buste 99- 100. cola t i par i n no i s consult

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l: 64

Laura Pi!otti

della propria sorte, dei dan ni subiti, emergono una quantità di inform azioni estremo interesse per ricost di ruire la vita di questo com e di altri insediamenti ita liani in Sudamerica: in pri ­ mo luogo i nomi delle pe rsone, la località di prove nienza in Italia, la compo ­ sizione della famiglia, le motivazioni della partenz difficoltà incontrate all'ar a, le rivo, l'attività svo lta , la consistenza patrimoniale, rapporti con la popolazion i e e le autorità locali e qu elli con le altre comunità immigrate . Da queste carte è possibil e ricostruire nuclei familia ri, definire da quali parti d'Italia queste famiglie pro venivano e quale era il luo go in cui preferibilmente si stabilivano, se esisteva una tradizione familiare riguardo al lavoro svolto dizione che poteva essere , tra­ conservata e consolidata o radicalmente mu tata seguito della situazione ne a l nuovo paese Anche se tutti questi aspetti posso essere di grande interesse . no , mi sembra valga la pena di soffermarsi proprio sul po ssibilità, offerta dalle la carte della serie Z, di eff ett ua re studi sulle attività svo te dagli italiani nei paesi l­ di emigrazione: a seconda della zona in cui avevan scelto di fermarsi e risied o ere, abbiamo una casistica ricchissima di lavori, che ad affiancare, con una let va tura dall'interno e dei sin goli cas i concreti, quell regolarmente offerta dalle a relazioni dei consoli e de gli addetti pe r l' emigrazi ne, relazioni che per for o­ za di cose presentano un 'angolatura più complessi meno dettagliata dei fenome va e ni . So rprendente è, ad esemp io, il numero degli artisti italiani che troviamo in quasi tutti i paesi sudam ericani Naturalmente bis ogna sempre tener conto . fatto che si tratta di carte del originate da reclami, du nque in questo come in casi non è possibile effett altri uare un rilevamento quant itativo Tuttavia, noi trovia mo molti fascicoli conten . ­ enti reclami riferiti a mo numenti, per lo più comm morativi, progettati o ese e­ guiti da italiani, reclami per mancato pagamento danni al monumento ste o per sso 15; troviamo poi reclam i di impresari che avevan subito danni al loro teatro o , come il caso del teatro di Santiago del Estero, o avevano dovuto interrom che pere delle tournée 16 , Molti sono anche i reclam i per ottenere il pagamen to di crediti contratti con i governi dei paesi di im migrazione, soprattutto de l Ce ntroamerica, il che testi­ monia la presenza (e ci dà un'idea della consistenza) di capitali italiani sul mer­ cato estero 17.

. . . . I:emtgrazwne tn A mertca Latina nell'Archivio de! Contenzioso diplomatico

Altri purtroppo numerosl,. sono i casi di aggressione a italiani da parte della ' una Popolazione l oca le e t�lvolta anche dell a poli'zia' o quantomeno risulta . . · d ' l far piena luce sull'accaduto Ricor oa ne 1 quest u tlma a d lO ll b oraz Scarsa co a . . . . · . · 1 m1 presentatl ne ree d' B l 1919 in seguito al motl 1 uenos 1 a questo proposito . 1 9 il Aires . In una lettera a Tlttoni di nuovo ministro nel novembre de1 ' Ai res, C obianchi distingue i reclami m due nostro rappresen tante a Buenos ' . . d'lretta o . «Rec1aml· per dannegg1amen tl' alle cose con responsabil'lta, m categorie: . . . enze l alle persone messe m essere da vlo e per polizia» «Reclami della diretta 8 no i naturalm nte so Ques i casi in cui più delicata e diffipolizia» t 1 . agenti di � . . · cile risulta l' azwne del rappresentantl consolarl' che bisogna dire, molte volte ' . . azwn . e dal governo locale per quanto nguar da l a non ottengono alcuna soddlsf cattura del. respo� sabili e sono dunque per lo più impegnati in lunghe trattati. z offre �el. . dennità Di queste trattative la sene ve per la concesswne delle m . : . documentazione, dalla quale è dunque possibile . casi in essa conservati·? l''mtera . . . ed il lungo lavoro di medlazwne . . amo:mlstratlvo delia pratica ricostruire l' tter . . . che c'è dietro ogni nsoluzwne d'1 un caso . Va detto che non tuttl 1 casl. sono · omogenea·. cl. sono quell'1, a dire il vero piuttosto rari, che trattati in maniera . e sempre più distanziate !stanze . non hanno alcun segm't o se non le successiVe . . . . . d'� resentante diplomatico non rltlene dei reclamanti, alle cm. �l�hleste . entano un "caso nazionale" . Per questi dover dare credito, quelli mvec� . , �1't ato caso Cerruti, si conserva tutta la ultimi, basti ricordare per tuttl � gla . cornspon denza tra il ministero e 1 nostn rappre sentanti in Colombia, gli articoli di giornale che sl. sono occupati. d l fatto i documenti utilizzati. per il "L'b 1 ro ' . . . verde" quelli prodotti dalla Commlsswne mlsta di arbitrato italo-colomblana, � ' il lodo Cleveland 19 · Una parte della documentazione conservata nella serie z riguarda gli anar. chicl. lta . 1.lanl resi'd en t'l o temporaneamente presenti nei paesi di emigrazione . . , detto poco fa, una delle due sez10n1 . .m . . · cui era ripartita la d'lvlslOne Come ho g1a . . 4 o ' produttrice delle carte �v�va ricevuto con il r. d del 1908 specifiche com· .' . . matena . 'le. Ed è così che le ' carte sugli anarpetenze m di' polizia mternazwna p 8 vengono consegnat e all'archivio della d'lVlslone . . 4o . chici con poslzlOne . . ' · ' . . . Bisogna subito d'lre che sl tra tta d1 un passaggio delle consegne non molto . ne , sia pure poco consistente, sl. accurato, per cul. una �arte della d ocumentazw trova ancora nella serle P. Abbiamo inoltre fascicoli riguardanti presenze d'1

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1 6 Cfr.

15 Cfr. busta l , fase. 4 (Argen tina), busta 3, fase. 21 (Argen tina), busta 12, fase . 191 (Eq busta l, fase. 7 e busta 2, fase uatore). . 8 (Argentina). 17 Cfr. buste 30-32, fasce. 618 -621 (S. Domingo), buste 2425, fasce. 574-575 (Perù) ,

65

18 Cfr. busta 169, fase. 1834

·

19 Cfr. buste 109-1 13 e 115-126.


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Laura Ptlotti

anarchici italiani in Arge ntina in B l'l 1. Uruguay el pe iodo com ala , in Paragu ay e in n 9 uz�tem � preso ;ra il l � . Al termlne di questa breve analisi della serie Z ml. sembra di. poter lamentare una scarsa attenzione tran ne p o c h'l autorevol'1 casi prestata ' ste carte da parte di chi fino ad ora a que. ' si occupa d'l em1.graz10 . ne in Atn da una precisa angolazi · ene a Latma. Anche se . one quella " contenz1o sa " e s?mpre tenen do con Sl· tratta d'1 carte di produzi ' . , ' to che one statale la . d'l CUl· lo sono certamente ri'us cl'ta a ' vaneta e la ncchezza d'l spunti forniti d e lencare sol0 una minlma 1a documentazione parte, credo che' . della seri'e Z cos t't . 1 ms ca un pu · nt o d'1 rlle te, se non addirittura ron r nmento itnportanD damentale per 1. nott 1. stu d'l così come p er quell riguardanti l'emigrazione ' . � i italiana 1ll t ttl. gl'1 a tn pae . sl del mondo , anch'essa � presente in dosi m assicce m · questa sene.

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·

MARIA LUISA BOZZI COLONNA L'emigrazion e verso l'Argentina e t'l Brastle negli «Atti parlamentari»

·

2° Cfr.

buste 48-49.

L'analisi degli Atti parlamentari relativi all'emigrazione costituisce uno stru­ mento fondamentale per ricostruire la politica governativa nei confronti di un fenomeno che investe direttamente il rapporto società-istituzioni e fornisce, altresì, ampi squarci sulla vita della nostre collettività all'estero. Vari sono i momenti in cui il problema dell'emigrazione viene all'attenzione della Camera: con cadenza annuale, in occasione della discussione del bilancio del Ministero degli esteri e del Fondo per l'emigrazione, della presentazione delle relazioni della Commissione di vigilanza sul fondo stesso e del commissa­ rio generale sui servizi e l'emigrazione; senza una specifica cadenza, in occasio­ ne della discussione di disegni di legge, nonché di interpellanze e di interroga­ zioni presentate dai deputati più attenti a questo fenomeno. Con legge del 3 1 gennaio 1901, n. 23 viene istituito, alle dipendenze del Mi­ nistero degli esteri, il Commissariato generale per l'emigrazione e al Parla­ mento sono attribuiti particolari poteri di vigilanza che vengono affidati, in modo specifico, alla commissione del Fondo per l'emigrazione; il commissario generale, tramite il ministro degli esteri, deve sottoporre a verifica annuale il rendiconto delle attività svolte. C'è da ricordare inoltre il Consiglio dell'emigrazione, un organo collettivo . composto da rappresentanti del Parlamento, alti funzionari dei ministeri, tecni­ ci e dirigenti del movimento operaio, nel cui ambito vengono approfonditi i problemi relativi all'emigrazione; i pareri registrati su questo tema vengono tra­ sferiti, poi, nell'attività legislativa. L'esistenza della Commissione permanente e di questo organo collegiale non ostacola, però, l'iniziativa del governo né atte­ nua il diritto dei singoli deputati e dei rappresentanti dei gruppi parlamentari ad esercitare in ogni momento un sindf!cato sull'opera del Commissariato e sulle responsabilità più generali del Ministero degli affari esteri. Nell'ambito di questa comunicazione ci soffermeremo sugli Atti parlamenta-


negli Atti parlamentari . . gentina . e il Brasile r;emtgraztone verso l'Ar

Maria Luisa Bozzi Colonna

68

ri relativi all'Argentina e al Brasile, ai paesi, cioè, che assorbono la quasi tota­ lità dell'emigrazione italiana in America Latina: il termine a qua si colloca all'indomani della legge sull'emigrazione mentre quello ad quem può essere considerato il 1927, anno in cui il commissario viene posto in liquidazione dal regime fascista . Da quanto detto sopra si · evince che le fonti parlamentari sulla base delle quali abbiamo operato sono in rapida sintesi: le discussioni sul bilancio di previ­ sione del Ministero degli esteri e del Fondo per l'emigrazione, le relazioni della Commissione di vigilanza del Fondo stesso, le interpellanze e le interrogazioni ed infine le relazioni annuali del Commissariato dell'emigrazione. Sono proprio queste ultime, presentate in Parlamento nell'arco di tempo 1902-1910, le più ricche di dati interessanti e utili ai fini del nostro studio: esse trattano, infatti, ampiamente dei vari servizi dell'emigrazione, rendendo conto dell'opera com­ piuta o avviata dal Commissariato fin dal principio della sua istituzione, così dal settembre 1901 Esse forniscono, altresì, dati storici e statistici relativi all'anda­ . mento dell'emigrazione per singoli p aesi ed elementi utili per una valutazione di tutto quanto attiene alla tutela degli emigrati, sull'opera delle istituzioni di patronato, degli ispettori viaggianti o degli inviati speciali del Commissariato l . Prima di procedere a una rapida analisi delle singole situazioni, è opportuno precisare che i dati statistici ai quali abbiamo fatto riferimento, perché li ritenia­ mo complessivamente più precisi, sono quelli delle statistiche ufficiali, che divergono, in termini di cifre assolute, da quelle pubblicate nelle relazioni del Commissariato, anche se gli andamenti che se ne ricavano non cambiano I .

I

Relazioni annuali del Commissariato dell'emigrazione:

- Relazione del Commissariato dell'emigrazione, presentata dal Ministro degli affari ester� Pri­ netti, intorno all'esecuzione della legge 3 1 gennaio 1901, n. 23 sull'emigrazione e del relativo rego­ lamento (allegato al bilancio del Fondo dell'emigrazione per esercizio finanziario 1902-1903 ); Atti parlamentari [d'ora in poi AP], Camera dei deputati, leg. XXI, Documenti, vol. 2, n. 80 bis, seduta del 25 marzo 1902, Relazione sui servizi dell'emigrazione presentata dal Ministro degli affa­ ri esteri, Morin (allegato al bilancio del Fondo dell'emigrazione per esercizio finanziario 19031 904) ; ibid. , vol. 8, n. 3 7 8 , seduta del 2 8 maggio 1 903 , Relazione annuale (terza) del Commissariato dell'emigrazione presentata dal Ministro degli affari esteri Tittoni; ibid. , vol. 3 , n. XXXIII, seduta del 25 marzo 1904, Relazione annuale (quarta) sui servizi dell'emigrazione presen­ tata dal Ministro degli affari esteri Tittoni; ibid. , leg. XXII, Documenti, vol. 2, n. XVII, seduta del 8 giugno 1905, Relazione del Commissariato dell'emigrazione sui servizi dell'emigrazione per il periodo aprile 1905 - aprile 1906, comunicata dal Ministro degli affari esteri Guicciardini; ibid. , vol. 3 , n. XXXI, seduta del 23 maggio 1906, Relazione del Commissariato dell'emigrazione sui ser­ vizi dell'emigrazione per il periodo aprile 1906 - aprile 1907, comunicata dal Ministro degli a/fari esteri Tittoni; ibid., vol. 4, n. LIII, seduta del 20 maggio 1907, Relazione del Commissariato dell'e-

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vare dalla o diversi, come si può rile . nze tra le varie fonti son erge div le ento dal del lam Par in motivi presentata del C mmissariato stesso 910 909 1 del 10: «Il 19 � ne gn relazio . affari esteri,. Di an Giuliano, nella seduta del 9 giu � . la h deg l . e le rile vaz wn. del ministro ali . . ntl d e l C o mm iss ari ato me rta cce a r 1 g ra f i aspetti sotto 1 qu 1 dis ac cor d o . e, conseguenza dei divers . lca . ge per tlst sta la del e ral e v . aggmn . e gen DireziOn ' ento migratorl. o. 1· sl movun . l . e d . n1 z1o eva ril e l . no o · numero due ufficl compi clandestma e d'1 un . 2 . ostanza iffi . portante dell' eml'grazione clrc a . l e il en» . as il Br re imbarco ai portl est nazionah. eh� va a prende con di e vol a ere consid igrazione italian risalga gentma sl reput a che l'em Ar l' cern con nto . erate da � ' Per qua o state consid . . ch e. L e colonl'e italiane son ultl · ges m o i mlss · · e ssate son o, al pr1m1 al tempo deil zzate· le persone intere ' l . an · . org . d e ti ren fio ' m mer' . . semp re tra le p . ' svariate occupaz10n1: com . 1 e aile pl'u e d ed't circa un miliOn to, ltoecen co agn Nov a, . del . . . igiani ma in prevalenz fess10n1St1, mar�ai ' art pro li, ria ra; ust ltu ico ind , agr cianti up po della sua . l' Argentma deve lo svil c he , · 1an1 l' lta · 1 l' ag tra 1 tu, d' . ri: è infa � e contadino itahano . la �ossibilità al bracciant . cambiO gh che ze ttan ; affi essa ha offerto, m le . del a ie al sistem op ne t�no d1 terra graz sformarsi in colono p � . rarsi. l a proprietà dei terreni, pagandoli a arml e assicu . consente di. fare dei rlsp colti. . e d a � ercentuali sui rac tat sen gmn. . a che , m rate annuali, rappre · quegli anni ' hanno rag ntm rge A m u ran g mi e . operaia; Non pochi sono gli . e, , inoltre l'emigrazione rlcchezz,a. Degna d'1 nota a ' l e h anc e a enezz alm iat er to l'ag . ali aio italiano attestati, gen ' i di att1. v1ta aperti. all'0per ' e c1rta ' ali qu numerosi sono 1 camp per lti . mo ta . ' eccentnche de1la Repubblica del Pla '· ' pm e te, nelle zon . nti e grandi industn . a1 sono divenutl. commercia ' propn· eta costanze, da semplicl· oper l olo app rossimativo, le u o il d on se lo, sec del � . � ntano a Ne i primi anni ia di Buenos Aires ammo da 1taham ne a p o. te du sse . po i liar il' obi imm . m 1on1 d'1 lire 3 · · · · b anca a c1rca 100 200 milioni di lire e 1 deposlt1 per rendersi con to di co b ast ano pochi dati usu sta ta vis di to pun Da un

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.o e per il Pert'odo aprile 190 7-aprt'le 1 908, comunicata . dal . migrazione sui ser�izi defl'e�lgr�z: � , vol. 4 n. LIII bis, seduta del 16 giugno 190 8, Relaztone Ministro degli alfarz esterz. Tltto� l, tbtdl: e vzzt . .' dell' mi razione per l'anno 1908-1909, presentata � del 2� del Commissariato detl':migra.zto� e s � ;d.' l g Documenti, vol. l , n. X, seduta t, tb dal Ministro degli affarz esterz Tltton. :ato elt' m . �zion e sui servizi dell'emigrazion e per z{ maggio 1909, Relazione del .Commissari . esteri Di San Giuliano; comumcata a inistro degli affari periodo l aprile 1909 - l aprtle 191 0, giugno 191 0. t'bt'd., vo1 ' 3 ' n . XXX' seduta del 9 . . 2 Ibid. ' p. 89. l'emigrazione presentato amentare dl vtgl'lanza sul Fondo per 3 Relazione della Commissione parl . 25 giugno 1904, PP· dal Ministro degli affari esteri Tittoni. umenti, vol . 3 ' n. XLII, seduta del Doc , XXI leg. , tati depu dei era AP, Cam

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23-25.


70

Maria Luisa Rozzi Colonna

come si evolve, negli anni che ci interessano, l'emigrazione verso l'Argentina: essa è in aumento con medie di espatri valutabili in 55.700 presenze nel primo quinquennio di questo secolo, per passare a 91.200 nel quinquennio successi­ vo, salvo poi ridiscendere nel periodo 191 1-1915 a 52.000 circa. Questa diminuzione di espatri, che risulta ulteriormente accentuata se si considerano anche i rientri che ammontano in questo periodo, mediamente, a circa 48.000 annui, è dovuta alle maggiori difficoltà che vengono opposte all'af­ francazione dei terreni da parte dei nostri coloni. Infatti, sempre più spesso, fiscalità eccessive e vizi di forma contrattuali privano i nostri contadini dei ter­ reni che hanno dissodato e coltivato per anni e di cui, ormai, si considerano proprietari. Dal 191 1, l'emigrazione in Argentina, tendenzialmente permanen­ te, diventa prevalentemente temporanea: gli emigranti italiani, invece di inve­ stire i risparmi in terre argentine, preferiscono inviare i loro denari in patria e, terminati i lavori, ritornare nei propri luoghi di origine. Occorre inoltre rilevare che lo scoppio della prima guerra mondiale, la persi­ stente crisi economica e l'orientamento del fascismo nei confronti dell'emigra­ zione, dimezzano ulteriormente, intorno agli anni Trenta, le cifre su indicate 4. Di tutt'altro tenore è l'emigrazione italiana in Brasile che inizia nel 1836 con l'esodo di 180 braccianti. Agli inizi del nostro secolo le condizioni dei lavorato­ ri italiani sono disastrose a causa della crisi economica prodotta dal deprezza­ mento del caffè. Il governo italiano interviene nel marzo del 1902 con un decreto del Commissariato dell'emigrazione che sospende le licenze concesse ad alcuni vettori per il trasporto di emigranti con viaggio gratuito. Persistendo le condizioni, con circolari del 4 luglio e del l o dicembre 1905, il Commis­ sariato dispone che non siano rilasciati passaporti per il Brasile a operai, mano­ vali o contadini che non emigrino spontaneamente, cioè pagandosi il viaggio con denaro proprio, o siano in possesso di biglietti di chiamata prepagati. Queste norme sono riconfermate da un decreto del Ministero degli esteri. in data 2 febbraio 1906, con il quale viene stabilito che ai biglietti di chiamata debba essere unito altresì il nulla-osta consolare per evitare frodi 5, Cfr. Appendice II: Espatriati e rimpatriati - Anni 1876-1973 del «Bollettino mensile di statisti­ ca», gennaio 1 975, l, riportato in Un secolo di emigrazione italiana: 1876-1976, a cura di G. RosoLI, pp. 353-354, Roma 1978, cui si rinvia per un esauriente esame dei dati statistici relativi all'emigrazione.

4

5 Relazione del Commissariato dell'emigrazione sui servizi dell'emigrazione per il periodo 1 aprile 1909 - 1 aprile 1910, comunicata dal Ministro degli a/fari esteri Di San Giuliano. AP, Camera dei deputati, leg. XXIII, Documenti, vol. 3, n . XXX, seduta del 9 giugno 1 910, pp.

89-90.

Atti parlamentari . . l'Argentina e il Brasile negli Uemtgrazzone verso

71

a alla Camera . ana. to per l'emigrazione presentat . m1ss · om C 1 . l. rclini nella seduta del 23 magglo 1 906 , il �omN ella relaz10n� deste en. G lcc degh � � s1. esprl'me sulla situazione della nostra emlgradal ministro era · . 1 cosl d nau Rey om-. e 1 mi. ssario gen : «Le risultanze concord'1 di missioni specla11. e di mch'lesteitaclia nl ;.,. Brasile ' stl' condizioni degli · trl e l 1 t' ZlOne .... stan atte o riat mlssa om C , mano e piute da inviatiSandel aolo , espo l. c ì a trattamento duro e talvolta inuCom mls. ­ nello Stato di del frP t o ell r �:tiche, persuasero il governo ed il � � ;. vi:t �:: l' emigrazione gratuita per quello Stato>> �l privati spesso esslt a 1. fil· ec n la sariato del , indubbiamente. efficacile. llo dlf a sur ' ml a t cer . una m , fu so pre rn o . 1'taliana , gl''acosì numerosa,. mdusse g ve o Provvedlffient na rato mig e ente . pubblica locale a considerare con maggio. 10ne nuire della corr Paolo e l' opm . . e della nostra emigr,azion, e e ·la vlva dello Stato di Sanper il passato la quest10n . , sens1'bile dal divieto porto all ad. oz10ne d'1 re interesse che o d' op ra, resa pm ' pagare le gmste as�l· � an m . dl � ap ad necessità eso int va bra sem he lffienp:t�op p o le concessioni fatte , pure app rezza�lh qualche pri�� pr?�ed Ma . hanl lta . 0ne deila questione non furon.o · segmte, razioni degh. uz1 l so la o · ers v so pas come un prlffiO vuto essere, da altre di maggiore importa' nza ed anzl sl comm. e d'l eclienti intesi a non fare cessare le come avrebbe do sl un ad re rre � �� ��� gover�o al divieto ma ad eludere rico a esto ciò pr 1 nos ato m rm dete o avev che �� stesso. ragioni .l patU. . il. dlvleto on bu ere ced con di e Praticamente . ' vec ogno d'1 bracc1a, m rl va n co ra pe d'o I fazendl. erl che avevano bis no ma . e nel 1 procurarsi la nsarono d' "mv1ar 1 d . o ell qu e migliore trattamento,enpe a tic pra . ..... , ;. , ro ..a t S iO l d' efficace sl .ff lcl am d o ti ren pa mezzi ' fra. cul. specla. 1m te ata e urr ind di e n fi l a · liettl· di ch'lam prepagatl, un sl'ffatto sistema fosse frus. tra. ta regno del blg ' ebbe costltulto ettere , che ' con avr , recarsi nelle fazende. P �rm ata lam rec te en tem en urg sl co l'opera di tutela già inizlata e un errore ed un dann? . . to pr idero ertanto con recente decreto (8 febGoverno e Commlssana so �Vl:b'lgliet� di chiamata «vietando che esso serlinare l'u � . gratmta . ..» 6 . braio 1906), a discip . . 11' emlgrazlo. ne . d e eto d" lvl ti il e en der am elu ert acc per li visse dag . le · asi · Br m one grazl. tra eml Si pone cos'l un freno ana nostat mentre nel 1 90 1 . . ile;lamo infatti che r ca lst lla de le era � gen e � della Direzion e negli �nni seguenti si dion ers c la to un g rag gli espatri hanno � edia di 21.000 espatri m u�a su 5, { 9 i� ���; . i �: e dec nel mezzano per attestarsi, O sotto le 7 .000 unità 7 . l'anno, e ridursi nel decennio successiV .

6 Ibid., pp. 75-7 6. -354 · 7 Un secolo. . cit., PP· 353 .


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I.:emigrazione verso l'Ar

Maria Luisa Bozzi Colonna

Le rilevazioni ora analizzate forniscono elementi utili per una valutazione globale di tutto quanto attiene all'emigrazione in America Latina nel periodo 190 1 - 1910; a partire dal 1 9 1 1 , per avere un quadro dell'andamento dell'emi­ grazione e dei problemi ad essa attinenti, le uniche fonti parlamentari disponi­ bili sono gli interventi in sede di discussione dei bilanci e le interrogazioni e interpellanze. Queste, nella loro specificità, costituiscono la spia per individua­ re i problemi e le disfunzioni sopportate dall'emigrante nei paesi di destinazio­ ne. Se per un verso il loro numero esiguo - nell'arco di tempo oggetto del nostro studio di circa 25 anni, non raggiunge il numero di 70, quindi media­ mente meno di 3 all'anno con un massimo di 12 nel 1912 - se il loro numero esiguo, dicevamo, costituisce un indice dello scarso interesse del Parlamento nei confronti dell'emigrazione in America Latina, purtuttavia l'esame dei sin­ goli interventi permette di individuare le principali carenze nella tutela degli emigranti dovute essenzialmente alla mancanza di una politica sociale del governo e alle deficienze quantitative e qualitative della rappresentanza conso­ lare. Da un'analisi numerica di interrogazioni e interpellanze si ricava che, nel periodo considerato, il cinquanta per cento circa tratta di problemi di tutela dei cittadini italiani in quei paesi, sia affrontando situazioni specifiche, sia trat­ tando problemi di politica in senso più ampio, mentre il trenta per cento circa si riferisce a questioni attinenti il comportamento di singoli consoli o a pressan­ ti richieste di nuove sedi diplomatiche/consolari. Il restante venti per cento si distribuisce tra problemi di contenzioso, singoli fatti di sangue o questioni di natura diversa. Meritano in particolare una citazione le interpellanze dei depu­ tati Cabrini, Murri, Cavagnari, Luigi Rossi, Pantano e Camera, discusse nella tornata del l O marzo 1913 , che richiamano l'attenzione del governo sugli irti­ salti problemi degli emigranti italiani in Brasile. Una visione più ampia e articolata degli stessi problemi la ritroviamo in occasione delle discussioni dei bilanci del Ministero degli affari esteri e del Fondo dell'emigrazione e in particolare negli interventi di quei parlamentari divenuti portavoce rappresentativi degli emigranti. Vanno anche segnalate, perché molto interessanti, le relazioni sui viaggi com­ piuti in Argentina e Brasile nel corso della XXIII legislatura dagli onorevoli Ferri, Camera, Pantano e Milani che, constatata la dura realtà della nostra emi­ grazione, ne riferiscono ampiamente in sede parlamentare formulando l'auspi­ cio che la tutela dell'assistenza nei confronti degli emigranti sia meglio garantita. Questa aspirazione però non sarà soddisfatta nell'arco di tempo oggetto di questo studio anche se, nel 192 1 , viene ratificata una convenzione di emigra­ zione e lavoro tra Italia e Brasile. È su questa convenzione che il governo italia-

i parlamentari gentina e il Brasile negl i Att

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nelle condizioni dei suoi � anza di ottener un miglioramento per s la e on rip con r.d. 1 1 mar zo no . anu.. Speranza van a, 1' l d'lse gno di legge approvato . gr ato il 5 d'lcemb re. erol . viene ritir lla conversiOne dell' accordo ' . . a uvo rela 82 7 n. 1923 , 1stero degl'1 esten, . ' lscuss1·one del bilancio del Mm d' a ll e d ne asw occ in la ' eone lu1925 ., G' . . 5 ' Mussolini aveva afferma 1 . «eLam . to: · rcizio finanz1ar1o 1 924.- 192 B rasile . zwn per ese gta i l' eml . . . 1. · o e, stata rmv1ata. ( .. · ) da due ann 1ta 1an1 ni sione d1 queil' accord colo fie di B asto, che io vedessi certe fotogra esa. sosp ente m tica ra i dubbioso èp . . da tracoma per avere un senso di orrore e per rimanere assa ltl . colp Bra si1e f'mo a . . zzazl' one all'.emigrazione per il on aut sl sla l qua e dar di P rim a ar1te». · no completamente ch1 . : si quando le cose non sia rl'meva ·· «E vengo al Bra esp 1 s , 1 cos . sile ne Armato sta Ne11a s tess � a ce asio que m che . . a quella az10ne per molti aspetti consimile ri enta riproduce oggl una s1tu li Atti parlam . . te prospettata - come rilevasi dag u m agistralmen f era e h c am o . C e ex mmlstr 1 1 �l g o 1 9 13 ' da un autorevol e 11' d nata tor nda sec se enta: nella � . stesso quesito di allora che ci torm s b ch a zione �i non sle igra l'em are ggi ora i i liani" consenta di inc i c ttura l onore e stru sua la per . o a in grad e tlcco paese ch e non e, tuttor d'1ver�� quel g rande con ane um . tra emigrazione con di attirare . la nos 8 . pohuco -economlca-socl' ale , . ne civile» . zioni di vita e con equa protezw .

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8 AP, Camera dei deputati,

446-447 .

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pp. tornata del 13 novembre 1924 , leg. XXVII, Discussioni, vol. l,


La rilevazione delle migrazioni in Argentina

ANNA MARIA BIRINDELLI La rilevazion e delle migra zioni in Argen tina

Premessa In questa nota si vuole fornire . un quadro d'1 stn · est. delle mf ormazioni statistiche, rilevate a livello ufficial . . . e in Arge ttna , c�n n enmento ai flussi migrato � di provenienza estera Si tratta ri di u rtcognt.ztone asa:a sul ma teriale ancora reperibile in loco: la uasi tota lità qu to �aten e e conservata presso la biblioteca della Direcci6n nac . ional d P? aciO n y mtgract. ones l ma vari volumi risultano mancanti e le pub . . blicaztont nmaste vers no U: co ' . dlZlont d1' precanetà tanto più gravi quanto più risale nel tempo la ata t ? . edtztone. Evidenti sono, quindi, i riflessi sulla com . pletezza dt' questa nco Il . stru zto ne expost. · L'anal1st ' de e tnformazioni statistiche . . v�, co�unq e, tns ent a nel ben noto . , quadro della storia ar en � d v o l all'E rop� , a costituit , in ar lar a s : ? t Il � o no ag 1 annt Ctnquanta dl questo secolo . un fattore basilare de ? svil uppo complessivo del paese. Non può uindi des . . t r er vtgha il. fatto 1 d ve isal per rintracciare gli el enti for � � � ire al l 876 ma c e anno c nsenttto dt dtsttnguere, all'in­ � terno del collettivo degli stranie riIl', le persone cm poteva essere riconosciuto lo status di "immigrat0 , In b ase a art. 12 della 1egge 8 1 ? , d etta . anche legge . Avellaneda 2 veniva definito tmm �· . . tgrato qualstas t straniero, lavoratore a giorna -

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l Durante un sogg iorno di ricerca a Buenos Aire s nel 1989 h avuto la possibili questo materiale, grazie anche tà di analizzare . o alla prezl'osa coIlaborazione . . . del personale b'bl l 1ote r1volge un v1vo nngraziamento. ' car1. o, cu1. qu1. si 2 Per una sin tet' ca rass egna de11a legislazione ar entina l d'l lungo peri. odo, cfr. Las politicas migratoria en la legt'sla cton argentm. a, �tn «Estudl.os migratorios N . PEREz Vrcmc, (198 8), 10, pp. 441-464 latinoamericanos», 3 . "

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ta, artigiano, industriale, agricoltore o professore, in età inferiore ai 60 anni, che arrivava via mare in seconda o terza classe con il progetto di insediarsi sta­ bilmente nel paese. Questa definizione formale, che rispecchiava gli orientamenti politici dell'e­ poca tendenti a favorire l'afflusso di europei a fini di colonizzazione agricola e di ripopolamento di terre vergini, rimane in vigore per un lungo arco di tempo, anche se con gli anni Cinquanta le profonde modifiche dello sviluppo econo­ mico nazionale e dello stesso modello migratorio (esaurimento del ciclo euro­ peo, sostituito dai flussi provenienti dai paesi limitrofi) ne decretano l'effettiva obsolescenza operativa. Oltre questa costanza di lungo periodo nei criteri definitori, un altro ele­ mento di continuità tra passato e presente è costituito dalla progressiva cumu­ lazione delle informazioni nominative, registrate dalle autorità competenti all'arrivo degli stranieri 3: questa documentazione costituisce tuttora prova testimoniale per l'attestazione della titolarità di ingresso come immigrante. Nell'archivio della Direcci6n nacional de poblaci6n y migraciones (Ministero degli interni) esiste la documentazione più completa: il Registro Genera! de los inmigrantes, in complesso 28 volumi contenenti le trascrizioni delle informa­ zioni riguardanti lo sbarco di persone arrivate tra il 1 882 e il 1887 e la Lista de inmigrantes: entrada de ultramar, i cui volumi - riguardanti gli arrivi avvenuti tra il 1888 e la fine degli anni Sessanta - contengono le liste dei passeggeri (per classe di imbarco), compilate alla partenza della nave e consegnate all'arrivo in Argentina alle autorità competenti dell'Ufficio di immigrazione. Le notizie registrate riguardano: nome e cognome dello straniero, nazionalità, sesso, età, stato civile, religione, professione, se sa leggere o scrivere; nel caso in cui è ac­ compagnato dal nucleo familiare, le generalità dei singoli componenti e il loro grado di parentela con il capofamiglia; viene anche annotato (in una rubrica di osservazioni) se è immigrante e se è in possesso di un biglietto prepagato. Questa documentazione nominativa costituisce una fonte di notevole valore, che ha aperto nuovi orizzonti alla ricerca, facilitati anche dall'attuale fruibilità di potenti strumenti di elaborazione ed è proprio nel quadro dei mezzi dispo­ nibili in passato che va inserito un qualsiasi consuntivo sui contenuti delle informazioni statistiche, proposte dagli uffici di pertinenza nell'arco temporale più che secolare, qui considerato .

3 Per una analisi dettagliata di questa documentazione, cfr. L. FAVERO, Fonti per lo studio del­ l'emigrazione in Argentina, in Identità degli italiani in Argentina, a cura di G. RosoLI, Roma, Edizioni Studium, 1995, pp. 1-22.


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Anna Maria Birindelli

Le statistiche sull 'immigrazio ne ed emigrazione

Sull� scia degli orientamenti normativi, varati con la legge Avellaneda, con �h. �nm Ottant� de� secolo scorso il Departemento generai de la inmigraci6n lniZia l � pubbhcazwne periodica, in generale con cadenza annuale della ' Men:orza de �a inmigraci6n, edita fino agli inizi degli anni Cinquanta. Si tratta d� una ?ocu�entazione dotata di ampio respiro in quanto, almeno :fu:o �Ila. meta deg� ann� !re�ta: fo�nisce una ricca panoramica delle varie que· stwm di natura sta pohttco·istttuztonale sia economico·sociale connesse alla fenomenologia migratoria, intesa nella sua accezione più ampia. ' S�l versa_nte delle informazioni quantitative viene organizzata una sorta di momtoraggto d?lla evoluzion� di fondo delle correnti migratorie, utilizzando . c?:Ue fonte di. rtfe�lme _nto le liste nominative, raccolte o compilate dalle auto· . nta competenti nel van punti di attraversamento dei confini nazionali . Attr�verso anche s erie r��rospettive, è possibile quantificare, anno dopo anno, l ammontare de1. flussi m entrata ed in uscita: i dati sono forniti distinta· mente P ?r gli argentini e per il complesso degli stranieri e sono articolati in base al ttp � di. accesso, cioè per via mare, per via fluviale, per via terrestre e, . con gh annt Trenta, per via aerea . �er quanto riguarda in modo più specifico la categoria degli "immigrati" , . di. c loro che provengono da oltremare e viaggiano in seconda 0 in terza ctoe � classe, le mformazioni pubblicate riguardano in generale: a) la c?mp�sizion? per sesso e per età. Questa ultima viene fornita, nella forma . tomtca dtc di adultt e bambini (minori di 12 anni e con il 1930 minori di 14 � annt), anche se sporadicamente sono rinvenibili maggiori dettagli informativi; b) la pres�nza o m ?no del nucleo familiare, con il rispettivo numero totale di persone; se s� �ratta di famiglie agricole o in altra condizione professionale; c) la condtzton� occu? azionale, con specifiche sul tipo di occupazione; . d� lo stato �ell tstruz�one (analfabetismo) , l'appartenenza religiosa e, con la . meta degli annt Trenta, tl motivo dell'ingresso. Questi dati sono inizialmente forniti in forma aggregata, cioè con riferimen. o � . � totale degli �migrat�. r.: articolazione per gruppi nazionali appare con gli 1n1z � del l890 : le mformazto�� so�o da?prima raccolte in prospetti che riporta· no l ammonta:e annuale dell lmmtgraztone (con una ricostruzione retrospettiva . �e .mdtetro l tempo fino al 1857), i dati cumulati di periodo concer· che :1s ?� entt sta la compostztone per sesso (ricostruiti retrospettivamente fino al 1857) � sta la struttu:a p.rofessionale e la religione (ambedue con anno iniziale il 1 870). . Con il 1895 mtzt� la pubblicazione dei dati annuali ed essa prosegue, anche se . non con regolartta, fino alla fine del primo decennio del l 900. .

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La rilevazione delle migrazi

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oni in A rgentina

�licato tra il 1 9 1 0 e � la ricognizion� del m �te:iale pub re a app le ci diffi segna dt Più t volumt dt quel penodo: una ras var di a ars mp sco ale tu l'at unque, 922 ' data di lungo periodo appare, com eno om fen del etti asp ali p nci 1. 1tesi· det' pri . . · en z� ,Argentznai A n�s 185 7 · · atorzo s11 . z'stico del movzmzento . mzgr . stad e en um es R nel a, D1r��c10� ge�era de mmtgr�­ tur � cu agn de io ter nis Mi dal vengono form1924, pubblicato arda in p �rttcolare gh immtgratl, rigu nto qua Per . 925 1 ci6n nel . att. storiche riguardanti: . ormaz1. one per gh. emtgr te, tra l'altro, le s erie 111f ga alo (an se me si per a) la consistenza dei flus 'b zw . · ne geografi1 oltremare) ; e, lo stat�� �a;orattvo e a d1' �tr1 � � civ to sta per ra ttu stru la b) ennlo 185 7 ·60 , prodatt cumulati mtzlano col quadrt i ie ser le tre . e tte t · ca . ' io 1 92 1-2. 4; . ennali e terminano col. quadri.enn . azwne, emlgr � asegu n� per periodi dec tgr 1mm ( r1a rato m1g ica am din la del e ual ann a enz sist con . c) la . . ionalità. . .�� ag�. m1z zione e saldo) per singole naz tt Ve � seconda metà degli anni ? te n�l edl Le Memorie, pubblicate dalla g1a l o azl or inf e , � rale gen � ? on no , � degli anni Cinquanta, riprop �? amp1a art�tcolazwne del mott;l. del tr�s�ert­ plu una . on�tztone decenni precedenti, con nta , inoltre , i dati r1guardant� la � Tre i ann gli Ne ina. ent Arg o in mento azi?nah' ta' e s �sso! �l ar�1cch1� con per i tint (dis ti igra � imm li deg ale profession n1 e occupaz1on1, 1nsertte nel pros1o fes pro le del lio tag ven il rga alla in quanto si . ' spetti . lia ubbllca comitanza con la sospensto�e de . P. forma N egli anni Cinquanta, in con m ni statistiche non sono ptu formte zione delle Memorie, le informazio erite in prospetti riepilogativi . . . . continuativa ma devono essere rep , 1944-54 (Mmtsterto ina ent Arg ica ubl Rep la de o Così, nel In/orme demografic uperare estadistica y censos) si possono rec de hacienda, Direcci6n nacional de . . mta ente . dtst . usctta, le seguenti informazioni: e 111 � . rata ent in o ent vim mo del e ual ann a) la consistenza rtferl­ con e o sess al e bas in ati ue articol .111 seconda e per gli argentini e gli stranieri, ambed per via mare in prima classe o mento alle singole vie di accesso: . . iale e per via terrestr? ; . ole v1e dt terza classe; per via aerea; per via fluv smg per 1ta usc in e rata ent in b) la consistenza annuale dei flussi ranti; . accesso e per origine nazionale dei mig -40 , con succes stv.a .cadenza 1 3 30, 22, 1 2 143, 5·1 , (0-4 c) la struttura per età ne per 75 anni e più), � l� c��postzto rta ape le fina sse cla e ale enn . dec per età e per plesso degli stramert, dtstmtament stato civile: i dati si riferiscono al com . . . entrata e 111 . fluss1. 111 le singole vie di accesso. usctta (cfr. det e ual ann a enz sist con a Le informazioni sull ico 195 7, tre anni dopo, nel Anuario estadist supra, a) e b)) vengono riproposte ·

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Anna Maria Birindelli

con riferimento al periodo 19.3 8-57, ma la distinzione degli stranieri in base alla nazionalità viene fornita senza distinguere le singole vie di accesso. Questa ultima impostazione viene, infine, rinvenuta n el Anuario estadistico 1981-82, dove è riportata la serie storica riguardante la mobilità - verificatasi tra il 1946 e il 1976 - degli argentini e dei vari collettivi di stranieri, nuovamen­ te a prescindere dai modi di attraversamento dei confini nazionali.

Informazioni integrative desumibili da altrefonti Sul versante delle rilevazioni di tipo statico, il censimento costituisce un punto di riferimento tradizionale per l'analisi delle caratteristiche demografi­ che e socio-economiche della popolazione. Nei primi quattro censimenti argentini, effettuati nel l869, nel 1895 , nel 1914 e nel 1947, viene rilevata la consistenza delle comunità straniere, insediate nelle varie provincie. È solo con il terzo censimento (1914) che si dispone dell'infor­ mazione sulla struttura per sesso ed età delle singole collettività di stranieri, pre­ senti a livello provinciale: una omologa informazione sarebbe in effetti disponibi­ le anche nel primo censimento (1869) ma riguarda solo la città di Buenos Aires. Nel censimento del 1960 i dati sulla struttura per sesso e classi di età degli stranieri, distinti per nazionalità, vengono pubblicati solo con riferimento a tutto il paese. Nel successivo censimento (1970), le informazioni, ricavate glo­ balmente attraverso un campionamento dei dati censuari, sono costituite dal­ l' incrocio tra la struttura per età (per grandi classi e senza distinzione della composizione per sesso) e una periodizzazione degli anni di arrivo (prima del 1914, 1 914-46, 1947-59, 1960-70), distintamente per le singole collettività. Questo tipo di incrocio viene nuovamente riproposto nel censimento del 1980 ma la produzione di informazioni riflette anche gli esiti di un progetto di ricerca (IMILA, Investigaci6n de la migraci6n internacional en Latinoamerica), promosso dal CELADE (Centro latinoamericano de demografia) , nel quale i vari paesi dell'America Latina concordano uno schema di incroci standard finalizzato a fornire una uniforme cornice informativa 4. Si possono così analiz­ zare (a livello nazionale) la struttura per sesso ed età (per classi decennali, con specifiche per la popolazione di 14 anni e più, economicamente attiva), il livel-

4 Per una analisi comparativa dei dati rilevati nei singoli contesti nazionali cfr. A. PELLEGRINO, Migraci6n internacional de Latinoamericanos en las Americas, Universidad Cat6lica Andrés Bello ­ Celade - Agenda Canediense para el Desarollo Internacional, s.I., s.e., s.d., pp. 15 1 .

zioni in Argentina La rilevazione delle migra

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cu. erl. di. 10 anm. e pl" distinti per sesso) e la struttura oc ram e (st ci e status lo di istruzion opolazione econo l. ente attiva (settori economi p di arrivo la i del ann r pe ne pazionale m �nz ? ata perio dizz azio la che e oltr ) , ale 0, n 1965-7 1 97 0 -74 , 9 o ccu p azio pnma del 1 960 ' 1 60-64 , a. uenz seq la do n co . ( cadenzata se . . . he di flusso, una ultima serie di informaZl�n� 1 975 -79 , 1 980) n le s:atlst generai� e Per quanto concer � di stato civile . In termini nti eve g su l dat dal ere estratta . ati, forniti. per un p erlo­ . Può ess . sl tratta dl' una serie di d e h c ente r s e p er ten . nto al totale degli stranieri, a prescmdere, qumd'l, necessariO con tl'fenm� do circoscritto e rigine nazwnale. . al' rsa della loro dive o lZZare: ' om'bil.e .consente. dl an il 19 1 4 Il m ateriale dlsp uti nelle varie provincie tra en avv : ri e stram e l ntm os de la a) i decessi di Arge l movimentos demografic o po La i cato ubbl io ter (p an � N �es, In­ e il 1 9.39 9 8 e syn tesis des afios n zna il 1944 ent tra Arg e ) 1 Republica 1944 (Informe n. 98 , s.d ., n. 2 e �;: �[ n , n. 6 s.d. forme n. 78, ' afico de la Repub lica Argentina 1944-54); ogr è stra. . . e il 1 95 4 (In.form .e .dem mgl sono argentini·' 2) il marito . dltl con 1 ue d e amb l) . · cul m datl ( e ' · b) i matrliDOnl i coniugi sono stranieri. I u d e b am 4) a, ler . stran � vincia e si riferiscono . niero; .3) la moglie è citate) sono artlcolat'l per pro ra sop ni azio blic pub nelle 1942 -43 e 1 9�4 -54 . to in te in quan agli anni 1 93 2.-.3 9, 194 0 -4 1 , . ecessl· e ga sene r1'guardante le nasci analo li' e d o d en on lsp d d . Pur non . ., . le serie storiche sUl .ms, · cipio deli0 zus. sanguz a il prm pm ere att car a i ion Argentina sl adott raz bo ' ela . . no prestare ad mteressantl a sui matrimoni sl posso l riferimento riguardante l de anza c man a l se e nch a , co fi prettamente demogra tringe notevolmente le ece d uta o co niugata res d na rso pe lla de à lit na nazio opzioni di ricerca.

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e Alcune osservazioni conclusiv . . ne ila documentazione statistica pubblicata in zw scn de e ve bre a est sensazione ch Da qu . . . . un arco dl' teropo pm e secolare. , s1· può trarre la h c �� iDa ssl . Argentma m vo in linea dl ma . zzato un. .sistema mfo rmati ta ottlca l'ap parato statale h a orgam· . tr1c1 do del fenomeno. In ques on ' f l d d1ret le eno 1m · sa io . delie Memorie costituis ce una .prez adeguato a form. · re a . ff erta da11a sene d'l ne ne azw ent 1z1 um fin 0 de doc la una � po�sl'bill' t,a di far perno su a l to a qu m o le ent la rim vo rife age ? po, fonte di liDrnutat a nel corso del tem nte lm Zla tan sos a ast � rim immigrato, r1 do . · un · no m · e sl· s1a analis1· comparatl've di lungo pe 0 igenze conosciuv es e l e com e tar sta con e ch Tuttavia si deve an


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Anna Maria Birindelli ,

certo qual modo congelate alle . . frontiere caland0 un srp ano sur. successivi processi di radicamento definitivo ' . . e d'I progre ssiva mimetizzazro · ne mt · ergenerazionale nella società argentina . . . In altri ter�m � , l'' Im . po sta z �one della rilevazione dei vari eventi (demografici, eco . nomicr, so crali) che scand iscono le fasi del ciclo di vita individuale ha seguito . . i crr'terr' tradrzr . onalmente in uso.. questo . mente comportato l'a ssu ha rmphcrt . . a. nz ion e eh e g l' I rm mrgratr straUien . rm · · costi· tUi· ssero pa mt · seca e indistinguibile . rte dena popolazrone arg n t' ma, e1emento questo posi· sul piano ideolo trvo gico m a frenante ner. confron � tr del processo conoscitiv o. .

FABRIZIO DO LC I Il fondo ((Prima guerra mondiale" della Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma

Ringraziamo gli organizzatori di questo incontro che hanno voluto offrirei l'opportunità ed il privilegio di parlare di biblioteca e di fonti bibliografiche in un contesto caratterizzato dalle fonti d'archivio. A ben riflettere, però, questa " anomalia" è solo apparente, in quanto la Biblioteca di storia moderna e contemporanea nel suo complesso, la "Sezione della guerra 1914-1918" in particolare, con gli archivi hanno ampie e antiche consuetudini e interrelazioni. Anzitutto perché questa biblioteca fino al 193 3 faceva parte della "R. Biblio­ teca, Museo e Archivio del Risorgimento" , e pertanto era parte organica ed integrante di questi l . In secondo luogo, ed ancora più a ragione, perché il fondo "Prima guerra 1914 - 19 1 8 " che è conservato nella biblioteca scaturisce dalla fusione delle coeve collezioni del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento 2 e dell'Ufficio storiografico della mobilitazione industriale in Italia 3,

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Sulla storia piuttosto travagliata della Biblioteca d i storia moderna e contemporanea cfr. V.

2

Sulla formazione e caratteristiche di questo fondo bibliografico, cfr. G. FUMAGALLI - R.

Biblioteche generali e biblioteche speciali nelle discussioni parlamentart; in Miscellanea di scritti di bibliografia ed erudizione in memoria di Luigi Ferrari, Firenze 1952. CARINI DAINOTTI,

La Sezione della Guerra 1914-1918 nella R. Biblioteca, Museo e Archivio del Risorgi­ mento di Roma, in «Accademie e biblioteche», l (1927/28), 4; A.M. VENTURINI SALVICCHI, Do­ cumenti e testimonianze sulla guerra itala-austriaca, in «Accademie e biblioteche d'Italia», XLV CoRRADo,

(28° n . s.) ( 1973 ), 4-5. . 3 Sulle vicissitudini dell'Ufficio storiografico della mobilitazione industriale in Italia, del suo scioglimento e della separazione fra archivio e biblioteca, cfr. G. FUMAGALLI - R. CoRRADO, La Se­ zione della guerra . . cit.; A. CARACCIOLO, I:Ufficio storiogra/ìco della mobilitazione e l'intervento di .


82

guerra mondiale" della Il fondo "Prima

Fabrizio Dolci

;

·

.

.. Croce p �r il suo scioglimento, in Scritti in onore di Vfittorio D� Capratts, Roma 1970; U.M. Mrozzr . . L a mobtlttazione industriale in Italia Rom 1980 · il asctcolo mtestato a "Ufficio storiografico dell mobilitazione" conservato in Presidenza del Consiglio dei ministri, Guerra Europea , 19.4.4. . . .

ARCHI�IO c:N� DELLO STATO,

4 Sulla p�rticolare natura della produzione editoriale e ttpografica m Italia durante la prima La stampa e la guerra in Italia, in gue:ra mondtale si vedano le osservazioni generali d' P B ARBÉRA, ano 1918 e le puntuali ed acute osserva­ ttt de congresso del libro (Milano, 2-5 aprile 191 7 ' . . �tont. dt G. La riproduzione libraria ttalta na d��ante la guerra, in «Archivio storico ita. . d . ltano», 1918, disp. l e 2, dettate proprt' o nel perto o tn cut il pubbl'tcts · ta fiorenttno da richiamato ' . . . 'di era il responsabile della sezione "Gt'urt ca-ettca-soctale" n eIl'ambtto · del m:desimo Ufficio storio. grafico, aIle cui dipendenze e competenze trovavasi' fra l'altro, anche la Btbltoteca. . . 5 In mertto alla tipologt'a di tali p ubbl'tcaztont . . ed alla loro natura editorta le si rinvia al catalogo . deIla mostra allestita da questa Biblioteca (Biblioteca d' st rta oderna e contemporanea, Fronte .

A_

(

; Mil

PREZZOLINI,

'

�� ; tn!erno. Propaganda e mobilitazione civile nell'l!al:'a del � {an e Guerra. Mostra bibliografica, 21

dtcembre 1988, 11 febbraio 1989 Roma 1 988) l e,

' � parttco are, alle considerazioni che accompa

' gnano la sezione " tipi" e la sezione "genert etterart . '

·

83

edite a stamp a in lingua italiana i font e sull e ent vem bre form are a il conte­ compito è di in amo pertanto qualsiasi considerazione generale circ sci de ala gran guerra. all'estero , tr negli altri paesi durante la a tori l'edi a erizz att ar una forte c quei paesi caratterizzati da sto in cui si su e ec inv ine ndag a i str mente, no Limiterem o la quali p arteciparono intensa le ate igr em ane itali munità ende belliche in cui era presenza di co e materialmente, alle vic e ment ana um , ent continente americano, emotivam e ò vale maggiormente per il Ci ana. lont a atri p ura più limitata coinvolta la a, ma tocca, sia pure in mis test in a Latin ica mer A Stati Uniti ed so in 'Africa, l'Asia e l'Australia. comunicazione abbiamo pre ta 0 sporadica l ques ano pagn om acc Negli allegati che alesemente destinate agli ni in lingua italiana (o p cazio bli pub le e on razi rmazioni generali sul conside a m a va da sé che le info Latin rica e Am in te ché negli aspetti italiani) edi ente, nelle pro porzioni non cam ologi etod m no italiana. N ella fondo v algo altre aree dell' emigrazione le per e anch stid anti ente , e in tipologid e qu enza, tutto sommato, consist pres la , ra" guer nde Gra dovuta al collezione della " duzione editoriale estera è pro tale di e, vant rile pro­ qualche caso assai Risorgimento, forte della del ia stor la er p nale azio ottenere ampie ed fatto che il Comitato n tuzionale, riuscì subito ad isti e urale cult zza vole dai · comitati della pria autore ltissimi organismi ufficiali: mo da oni azi abor coll atiche e con­ impo rtanti rali, dalle autorità diplom neut e ati alle si, pae i tutti "italianità" Croce rossa di estero delle associazioni di all' e Italia in tati comi strut­ solati italiane, dai deve all' attivazione di queste Si ale. nav a Leg la e quali la Dante Alighieri numero considerevole di riuscita acquisizione di un la anti oper ed se diffu vario, finanche la ture ettini, m ateriale miscellaneo boll e tti rnale gio i, scol ne o ad una libri, opu inato alla commercializzazio dest non ente lutam asso perabile. modulistica, rsamente, difficilmente recu dive , anto pert , e rna este parte ampia diffusione censite si noterà come la gran ni azio blic pub delle nco urali, Scorrendo l'ele rispondono a finalità cult che ri cieta so li usco op ori personali. Si di queste si riferisce ad in pochi casi si hanno aut Solo da. agan prop di e ali definita "effi­ assistenzi pubblicistica comunemente di re gene un di sso, mple 6, tratta, nel co rsamente conosciuta e citata sca za, en gu nse co di e, re" periodici, e mera" o "mino quantitativi, la presenza di ini term in solo non e Più consistente,

. Come si evince, pertanto legami ' anche profond1' con gh archivi corrispettivi ' esistono, e forti. . . . . Questi riferimenti storici amministrativi 1stltuztonah non sono accademici '. , · li re e ptu con;pleta conoscenza del fondo od oziosi ma funzionali a dna mlg conservato nella nostra bibli?teca , qual� �on sl ècostituito in virtù di una . astratta o tradizionale operaztone dt' acqwstz10ne bibliografica, ma rappresenta . . · il risultato di una tempesuva, programmata e lungimirante azione di mvece . . . recupero capillare della documentaztone nel momento � tesso m cUI questa . . ' . veniva prodotta e spesso direttamente p resso gl'1 enti ed!ton . . . Altrimentl, vuol per le caratteristiche intr'mseche d1' questa particolare pub. . · d o b elllco, gran blicistica 4, vuoi per le diffic0lt'a oggettive determinate da1 peno . parte d1 questo materiale sarebbe an dato d'1sperso e ' in ogni· caso, ne sarebbe . . stato reso comunque difficile il reperimento m tempi successivi . La "S ezlOne d eIla guerra 191 4 - 1918" c nsta d'1 ctrca 1 5 .000 pubblicazioni . . ltahane e straniere edite fra il 191 4 e il 192 . . La gamma della pubblicistica è quanto �al v�sta e v�negata: libri, opuscoli, . . manifesti e fogli volanti, periodici e numeri u�lcl costitUiscono la tipologia prevalente della collezione' ed altrett an to amp1o e var�· egato e, il panorama dei . genen letterari e bibliografici .· reportages, racconti, poesie, dialoghi, canti popolarP . . Naturalmente la parte più rileva�te deIl a coIlez10ne e' costituita da pubblica. . estezioni edite in Italia' ma è pure ampiamente rappre �entata 1a pubbliClStlca . . ra, sta quella edita nei paesi alleati come m quelli neutrali o nemici. Nostro '

;,

Biblioteca di storia moderna

. l.

si rimanda ibilità di tale pubblicistica problemi legati alla reper sui e l'autoci­ ore" cessa "min con di è ci cetto se cit., e, 6 Sul con produzion e libraria. La G. l'editoria italiana, in ancora alle osservazioni di fonti per la storia del e e reperimento delle ion gaz alo Cat B ologna 1986. tazione, di F. G. Novecento , a cura di

DoLCI,

I:editoria italian a tra

PREZZOLINI ,

Otto e

TORTORELLI,

..


Fabrizio Dolci

84

guerra Ilfondo "Prima

ciò è dovuto all' attenzione tutta particolare che il Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, fin dal primo anno di guerra, dedicò alla raccolta di questo materiale 7, attivando all' uopo tutte le istituzioni civili, militari, diplo­ matiche e gli uffici della censura s. Sono circa 40 le testate in lingua italiana ivi comprese: la loro natura è più tradizionalmente "editoriale" rispetto al precedente materiale caratterizzato da un aspetto più marcatemente "societario". Non sempre si tratta di testate con grosse consistenze, assai spesso ci si riferisce a pochi se non sporadici numeri sparsi; purtuttavia si tratta sempre di una collezione sicuramente interessante, complessivamente abbastanza omogenea e in qualche circostanza, come nel caso del Brasile, assai significativa 9, La ricognizione bibliografica che qui di seguito presentiamo è probabilmen­ te da considerarsi esaustiva: controlli più accurati e capillarmente estesi po­ trebbero accrescere ancora di qualche unità il numero di libri e opuscoli . Ma l' obiettivo che ci siamo preposti nel redigere questa comunicazione non consi­ steva nella ricerca puntigliosa di una "completezza" di indagine, né in tal senso, crediamo, si orientassero le aspettative degli organizzatori di questa giornata di studio. Abbiamo cercato di offrire una serie di dati quantistici e tipologici sopra un determinato fondo bibliografico; abbiamo inquadrato il tutto nel contesto sto -

85

na , le" della Biblioteca di storia moder mondza

ti si sono pro. . . ratl. vo m sti documenti e queste fon que i eu mlst amm · rafico e an�· zza e. fondo �e e sono state raccolte ced�eorgedl ssaria a commento di un nece m a gatezz nirsi una �� � affatto defi Pur nell. a s trin . lcatlvo, ma che non può f l slgn nte me rta confìdl' ace lo, oqu co11 biblio grafi. co, . , per quanto att1en ' e l'argomento di questo . gla la utile " fìn da fonte " pr11llar ntrl'buto bibliografico. sla . co · sto que che ' e l t cl ms . e l'taliana in Amenca Latma e , m pro. . l' mo di essere!. r· wn graz em1 t! ' esen r rap� . entl. utile per le future giornate di co11oqm· su11 eoggi p. er quanto gia, nm pa alo . spetuva. e p er an . azwne l'taliana in altrl contmentl.' mlgr

��

·

·

APPENDICE opus �oli, se . . Precedono i libri e gli per tatl per loc alità. e da o caztone. on collo veng � a di e sigl . Le segnalazioni forma ridotta e senza la . tlzlOne e data in desc . cui la rn-1: au, guono 1. gm

Argentina

;

Colt'seo - Gran o MCMXVI - Teatro e io e VII ra � di guer : 191 6. Mis e. C. 59/ 13 Comitato italiano ' Buenos Aires rtc a et te l g f amt delle ficio serata di gala a bene uenos Aires 191 6. edicion aumentada, B Mise. A. 79/25 NZA, A las m adres' 2o

F. PRA

�� :;:::

(Propaganda pacifista)

7 «Ma occorreva anche

Latina. A

raccogliere quanto riflette la nostra guerra ed

è pubblicato in giornali

N ord e nell'America ciò provvide un nostro diligente incaricato che esamina attentamente.. . », in Ministero

stranieri o editi in lingua italiana fuori d 'Italia, specie nell'America del

dell'Istruzione. Comitato nazionale per la storia del Risorgimento. Relazione presentata dal Presidente, On. Paolo Bosellt; sull'opera svolta dal Comitato dall'inizio dei suoi lavori (4 aprile 1909) al 15 giugno 1916. Roma 1916. 8 «Infine debbono considerarsi i giornali: il Comitato possiede:

a) una cospicua raccolta di giornali esteri ottenuti da quasi tutte le autorità diplomatiche e con­

solari ( . . . );

b) la raccolta completa dei giornali italiani, anche di provincia, durante il periodo del Gabi­

netto Boselli; c) la ricchissima raccolta, di insuperabile importanza, che a man mano giunge per concessione

viene a possedere un numero ingente di giornali e riviste .. . »; in Ministero

del Governo, dall'ufficio di censura militare per la posta estera. Per questo tramite il Comitato

' ' l

l j,

dell'Istruzione. Comitato nazionale per la storia del Risorgimento. Relazione presentata dal Presidente, On. Paolo Bosellz; sul­ l'opera svolta da/ 15 giugno 1916 al 15 giugno 1918. Roma 1918.

9 Per ogni ulteriore informazione e approfondimento sui periodici in lingua italiana durante la

prima guerra mondiale conservati in questa Biblioteca si rinvia a Biblioteca di storia

moderna e con­

temporanea. Periodici italiani 1914-1919, a cura di M.L. CAVALLO - E. TANZARELLA, Roma 1989.

per gli immiatronato e rimpatrio o della Socz.eta, dt. p nefici be A C. 3/22 to Mise. migra , Il Giorno dell'im 1917. . Aires · os · Buen · ztant, gratt· tta el mt,nt· . lamt·ento italiano por par l a os d nta ese r p . lomattcos ntos dtp . P ublicado por la El libro verde. Docume , de ma�•;o de 1915 . en la seszon no · s i n on s ore ert ext re 1916. stra de Relaciones S Ferdinando de Apu Ferdinando de Apure, Mise. B. 136/22 Colonia italiana de S. ·

1 .2.B . l 8 uenos Aires 1918 . B l' ta, ta d'I rra gue RoLLERI GIOVANNI, Per la 1 .3 .C . 1 9 9. " Buenos Aires 191 d'Italta, rra gue la Per NI, VAN . . RoLLERI GIO bbli ca . ltahano nella Repu Partito rep ubblicano del no rga O «L'amico del popo o», . argentina, Buenos Aires . guerra», Buenos Alres. di ano itali . itato Com «Bo11ettmo ufficl'ale del

l

ID. , Rosario di Santa Fé.

Aires . . de1 FR · ·I Buenos «La Canagha», Organo ·


86

Fabrizio Dolci

«Giornale d 'Italia», Quo tidiano, Buenos A'tres. . «Vtta Coloniale», Settima nale italiano, Cordoba. «Vita Italiana»' S anta . Fe' (Rosano d't S anta Fé).

beneficio da Cruz Verme/ha italiana, realisado no dia 2 7 abril de 1 9 1 7 no expectacu lo em ama de Manaos. Publicado pelo comité de Cruz Vermelha Italiana Polythe atro The no

Bolivia

XI n ovembre 1915 .

Omaggio della CoIont. . . . taltana lll_ Emanuele III nel giorno Bolivia a S.M . il Re Vitt del Suo genetliaco. ( um orio ero untco). La Paz 1915. Mise. C. 63152.

Brasile

Album de «La Nuo va Italia» ' 192 0-19 21 ' Ri0 De Janet.ro, R. BARBOSA, La req uisitorià dell't'llustre senatore pub blicato . o trad

. Mtsc. C. 26/46

1920.

puscolo per iniziativa di un ?tt? per cura del «Fanfulla» e gruppo... d. l. lt. altant , San Paolo 191 7. Mise. B. 1 34/13 D. O. BATTENDIERI XX ' Settembre. Dt.scors . o commemoratzvo z'l 2 0. 9. 191 7 - pro ten uto al Teatro Municz mutt'lati di guerra . ' ale p ' Belo Hortz onte 191 7 Collezione delle Mise. A.34/4 pubblicazt'onz. dt' J'a prop

In

·

agan , . da p el l'Opera nazionale presttt· o nazionale J • . di assistenza alle italiano 191 8 e pe '' m r zgue uet combattentt.· [Ra pubblicaziont· " ttpo1ogica eco1ta miscella men .

·

te" varie] [Ri0 de Janetro 1918] cOMI:rATO FEMMINIL ' . E "PRo PATRIA , ' Rel.azzone morale e maggzo 1918 .

nea di 18 1.4. 1.22

·

San Paolo 1 918.

finanziaria 2 giug no 1915-31

COMITATO ITALIA Mise. B. 135/12 NO "PRo PATRIA , . ne morale e ' Re/azzo maggio 191 8 Rio finanztarza 25 mag deJaneiro 19 18. . gio 19 15-3 1 COMITATO DI PR Mise. B. 38/23 OPAGANDA DEL PRE STITO NAZIONALE za. Rio deJaneiro ITAL IANO , Relazione det"a 191 7 t. p reszu · JenCOMITATO "PRo M ise. B. 38127 PATRIA " DE S J OSÉ DE Rro PARDo •hera l'Or (S' p'AU o DE BRASIL), R s�zegata dal Comita to "Pro Patria " . elazione sulla Col nza t. alzana durante zl I anno di di Sao ]osé do Rio � t guerra (24 maggio Pardo 1915- maggto 1 916), San ]osé 191 ·

.

DAGO' Pro lz'bertauJ e,

�:

Rio deJaneiro 1 919 . •

DELE GAZIONE GENERALE DELL A C BRASILE, Relazione annuale e conto co

J. DE MORAES, Allocuça o

:��:

�OSSA �TALI��A PER GLI

tzvo per / eserczzzo

gentilmente pronun . czada pelo

87

Ilfondo "Prima guerra mondiale" della Biblioteca di storia moderna

191 6

·

7. Mise. B. 38/13 l.l .E.22

STATI DEL NORD .

Rio de Janetro 1 917 . Mise. C .5!3 0

ez. mo snr. Dr. for ge de Moraes

de Manaos, em favor de la mesma histituçao. Manaos (Amazzonia, Brasil) 1917. Mise. A. 80/22

R.P. PARISI, In Nome della religione e della Patria.

Parole dette per i solenni funerali nel

tempio della Candelaire in Rio de ]aneiro il 24 maggio 1917 in memoria e suffragio degli italiani caduti in guerra. Com traduçao em lengua portuguesa. Rio de J aneiro 1917.

Mise. A. 80/14

Per la più grande Italia - Trento e Trieste,

[1916] .

2° edizione riveduta e ampliata, S. Paolo Mise. C. 63/53 Rio Mise. A. 23/16

Il prestito nazionale italiano. Volgarizzazione ad uso della Colonia italiana del Brasile,

de Janeiro 1917 .

C.B. PUTERI, Germani e latini. Conferenza pronunciata per la l o volta il 24 maggio 1916 nel Pavilhao 15 de novembro in S. ]osé de Rio Pardo, S. José de Rio Pardo 1916. Mise. C . 24/11

U. SERPIERI, Un assertore d'italianità: vita italiana all'estero, San Paolo del Brasile 1917. Mise. 1.l.E.23

V. SOLA, Da Roma a Trieste. Conferenza tenuta al Teatro Apollo in San Paolo del Brasile a commemorazione del XX settembre 191 7, auspice il Comitato della "Dante Aligheri",

San Paolo 1917.

XX Settembre MCMXVI - Per l'Italia, sempre!

Mise. D. 17/45

Mise. B. 37/8

Riberao Preto-San Paolo (Brasile), 1916

«Avanti!», giornale socialista, San Paolo.

«Il Bersagliere», giornale indipendente, Rio de J aneiro.

«Bollettino ufficiale della Croce Rossa Italiana - Direzione generale per gli stati meridio­ nali del Brasile». San Paolo. «Città di Caxias», periodico settimanale di interessi coloniali, Caxias.

«Il Corriere italiano», Rio de Janeiro.

«La Civiltà latina - A Civilizaçao latina», organo settimanale della famiglia latina dello Stato di S. Paolo, S. Paolo. «Fanfulla», San Paolo.

«L'italia», organo del Comitato "Pro Patria" di Porto Alegre, Porto Alegre.

«L'italiano», giornale di Nasonelli, San Paolo.

«La Nuova Italia», periodico settimanale e rivista quindicinale, Rio de Janeiro.


88

89

. e" della Biblioteca di storia moderna l za d mon uerra g a Ilfondo "Prim

Fabrizio Dolci

«La Nuova Italia», rivista settimanale illustrata, Rio de Janeiro. «La Patria degli italiani», periodico settimanale nazionalista, Itapira. «La Patria itala-brasiliana», settimanale, Porto Alegre. «Il Piccolo», giornale degli italiani, San Paolo. «La Stampa italiana», giornale del mattino, Rio de Janeiro. «Stella d'Italia», gazzetta bisettimanale indipendente, Porto Alegre. «Vita coloniale», bollettino italiano mensile - Organo della Colonia italiana dello Stato di S. Caterina . Florianopolis . «La voce d'Italia», Rio de Janeiro. Cile Batalla del Astico al mar.

(Informe offida! del Comando Supremo italiano. Traducido Mise. B. 2/19 por Jeronimo Bollo Negroni, Capitan). Santiago de Chile 1 9 1 9 .

Memoria e rendiconto al 31 dicembre 1916 del "Comitato Pro guerra" e del "Comitato delle signore" agli italiani ablatori della provincia di Valparaiso. Valparaiso 1917.

Mise. C. 25/14

Memoria e rendiconto al 31 dicembre 191 7 del "Comitato Pro guerra" e del "Comitato delle Signore" agli italiani ablatori della provincia di Valparaiso . Valparaiso 1 9 1 8 .

Mise. B . 136/23

«L'Italia», primo giornale italiano quotidiano in Cile, Valparaiso. Perù Resoconto generale per l'anno 1915-1916. Lima 1916 .

COMITATO CENTRALE PRO CROCE ROSSA ITALIANA E FAMIGLIE VITTIME DELLA GUERRA.

Mise . B. 2/18 «La voce d 'Italia», giornale degli interessi italiani nella Costa ispano-amerieana del Pa­ cifico, Lima . Uruguay

Per la più Grande Italia. Delegazione della Croce Rossa italiana in Montevideo - Comitato di signore p ro Croce Rossa italiana e famiglie di richia mati. Montevideo 1 9 16.

Mise. C . 62/3 7

Programma della festa di beneficenza a favore della Croce Rossa italiana e delle famiglie dei richiamati organizzata dalle alunne ed ex alunne della Scuola italz'ana delle Società

. nite

. · atz·vo. astico amm tn zstr scol lio nsig Co ta dal e p atroct.na

Montevideo, 28 agosto Mise. B. 53/3 3

dell'esercizio ��15 , Montevideo 19 15 . SOCIETÀ RIUNITE. Relazto. ne morale ed economicaMise. C. 22/ 18 DELLE ITALIANA . ScUOLA o 19 17 .

19 1 6- 1 9 1 7 .

Montev!de

ramm TÀ RIUNITE. ro� A DELLE SociE ALIAN t per IT e tt A a l L utt o m u i per sc · militari, t organz. dei cenza p er g

Montevideo 19 16.

NITE DI E SociETÀ RIU TALIANA DELL I A OL U c S . - Natale di Roma). rtle

e matinee dt benefi� della serata30-3 1 dicembre 191 6. '

a scuola il

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Mise. C. 60/17

MONTEVIDEO Premiazione Mise . A . 5/22 Montevideo 191 6. '

dell'an no scola-

XXI ap novembre 1 9 1 6 stico 19 15 (nel . tan . a e famiglie di richiamati (XI ttal ossa R . deo 1916 . Mise . C. 60/26. .J;,cz·a della Croce v! nte Mo a. mm Serata � bene� gra Pro alia). S M. t'l Re d'It . Genetltaco dt . eo. v1d

. settimanale Monte ' . «L'italiano», periodico Montev1deo. , ano li lta · a e l an tim set , » tria Pro P a ·

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Mise. B. 3 8/26 5. ria, San Cristob al 1 91 Pat r la o � P o1 ualit Mise. B. 34/30 Ve [Colzon1�a ltaliana di Grasd 1 9 15 . ia, Maracaibo El derecho de Ital . as. «L'ltalla» , settimanale ' Caracas. . ane .m u venezuela e Colombia, Carac itah . nie olo e c dell ano rg , o a» «La Patr1 ne u la

'


Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

EMILIO FRA NZINA

Fonti di istituzioni

e di p rivati n el Ven

eto

91

aggirare lo scoglio dell' esub�ranza documentaria con discorsi ideolo�ici � rec?­ stituiti che in sostanza presctndono dal confronto serrato con le fontl prtmane e 11e spiegano un uso discontinuo e parziale all'allestimento di " affreschi" più e meno plausibili. «L'emigrazione - ha scritto Giuseppe Imbucci - è uno dei luoghi canonici che più insistentemente è stato sottoposto a interpretazione (o rappresentazio­ ne) ideologica, anche per i forti elementi emotivi di cui essa era ed è portatri­ ce» 4, ma le diverse stagioni di una ben nota "polemica" sull'esodo in massa degli italiani 5 a cui si vengono ormai sovrapponendo le fasi più recenti del di­ battito sull'immigrazione in Italia (talora in forma di ritorno proprio dall'Ame­ " ' rica Latina con la singolare epopea dei vu turnà" 6, hanno portato in luce a più riprese l'utilità ed anzi l'imprescindibilità del ricorso incrociato alle fonti pubbliche e private, al fine di sventare il rischio d'una indebita strumentalizza­ zione storiografì.ca del disagio prodotto dall'effettivo e smisurato accumularsi dei documenti cosiddetti di prima mano. Un ubi consistam è del resto fornito proprio dal versante "pubblico" di tale documentazione e dalla mole di materiali conservati negli archivi di Stato. Nel rapporto e nel "confronto" emergono i primi spunti di funzionalità ope­ rativa e descrittiva garantiti da molte fonti private, di istituzioni, cioè, di enti e di singoli cittadini. La macchina statale e le sue articolazioni periferiche, oltre ad influenzarli, entrano costantemente in contatto con ciascuno di questi sog­ getti produttori a loro volta di carte e di testimonianze destinate a trasformarsi nelle mani degli storici in tasselli d'un mosaico tendenzialmente unitario e leg­ gibile vuoi nelle più rigorose forme quantitative e vuoi in quelle di una più tra­ dizionale esegesi o analisi narrativa 7. E d'altronde nell'esame delle relazioni che hanno legato e legano l'Italia ad altre realtà statuali e nazionali, com'è nel nostro caso per i paesi dell'America Latina interessati da consistenti flussi di emigrazione provenienti fra i due secoli dalla penisola, occorre precisare che le fonti private rivestono una certa importanza anche per quanto concerne l'inte·

;

L'importanza delle . fonti "private" ell� . ncostn:z one degli e temporanea è venti di storia con­ � facilmente ammessa . agli sp ctahstt, spes preoccupazioni d'o so � al di fuori di sott ' rdine interpretattvo ili' . e deptstem?1ogtc · no rile no e sta · o. Ad esse, benché vanti l ' non è possibil esis tae f are adesso riferimento . al�un� caratten. sttc se non per ricorda he elementari delle re . . d c entazto ptu dive s "archivi m raccolte e cons ervate nei del tempo presente" � . p cc su tutte numerostta che � � quella della straripan mette a dura prova . te l e tnte nztont ordinatnct e c studiost e m genere atalo gatr ici degl . i deg sto li . rici per i uali l m . constste ora nel ��gtore d coltà, nella fattispecie, "non farsi soffocare all ontl c me gm un loro dtbattito stamente notavano ? di qualche anno fa, p in asqu e Villant e Gab ' riele De Rosa.

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«Lo �to�ico conte raneo -ijinf . ezza atti - non ha quella SICUr glt. studiOSI di storia mpo delle fonti che hanno med ieval e . m o d n o cont empor�n�o si. caratterizz montagna di carte che produce e a anche per la che p uo' sommergere il ncercator e» 3, Di qm· l' angoscia . del frammento e di q m anche la tentazio ne ricorrente di

1 Cfr. B. DI ANTONIO L' · rtanza degli are;h;�· t· prtv . R�ssegna degli SAB att nello studio della archivi di Stato»,tmpo storia locale in XI (1980) 1-3 ' pp. 6 Us ' � ques ta form ula ch è . �msertta da .rtvts. ta dt stor anche il titolo d' una rubnca ia delle Venezie in e t'a contemporanea me Isneng h' ne11a m. odo �ontm. uati da not· tondata nel da198Mario vo testi 4 monia per nze e liere in "mater dtsperst sul territorio regionale veneto iali" che p�ovengano da archivi privati di tipraocogfami ( per un . ese mpto cal�ante cfr., F. SELMIN, "Italia li'are nostra razza ni pp. 127 -138).. Lettere sulla guerra di un emigrato veneto tn Brastle, inqul,«Vene tica», IV (1987),della7' 3 G. DE ROSA - P. VILLANI Fontt' per ta storta econo Economta · e società nella storia' mtca e sociale dell'età con temporanea, m . del!'Italt'a contemp oran . ea Fontt. e metadt. . LAZZARINI' Roma, Storta e letteratura, . dt rt'ce rca , a cura di 1983, pp. 69 e 73. A. '

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1

IMBUCCI, Servitù ed ambizioni della storia Per uno studio dell'emigrazione, ibid., p. 159. Come suonava il titolo d'un noto lavoro .di Fernando Manzotti (cfr. E. FRANZINA, Emi­ grazione transoceanica e ricerca storica in Italia, Gli ultimi dieci anni, in «Altreitalie. Rassegna inter­ nazionale di studi sulle popolazioni di origine italiana nel mondo», I (1989), l , pp. 6-10). 6 Cfr. E. Aumsro, La grande paura di Udine, in «La Repubblica», 3 agosto 1989 e E. FRANZINA, Vepopea di vu' turnà, in «Nuova Vicenza», VI (17 settembre 1989), 244, p. 2. 7 Nonostante le polemiche cui han dato luogo continuo a considerare valide e condivisibili molte osservazioni di L. STONE, Il ritorno alla narrazione. Riflessioni su una vecchia nuova storia, tr. it. in «Comunità», XXXV (1981), 183, pp. 1-25. 5

4 G.


92

Emilio Franzina

graziane delle informazioni e dei dati attinti dall'apparato pubblico in modo trasversale e no n solo gerarc ., . ht'co net. pm d'tverst ambientt· dell'ammm . locale e della società civile. · tstr azione Segnalando da subito la con . .. tiguit statistica e d'indagine di com . à e lo. sv�lge�st quast m parallelo dell'attività um e d'1 entt pnvatl (se n n a . ' · tura d'l sm come ho cercato altre volte � ddmt goli), di spieg are s sotto lo sttm olo delle autorità go vernative e prefettizie ma ' anche talvolta surrogando1o . e anttct · · pandolo, penso sta necessario esordire' allora dall . . ne det. fondi ptu . · tto nel Veneto riguardano la sto · a cttazto sto constst entt. che . . rla della pn.ma emtgr aztone cost'ddetta " perman te " o transoceanica tutta o qu enast' tutta d'trettast. dalla reg · . . ' nente amertc one, ver so il . su b � ano. Questi fondi vanno nn con . .' ti. tra c atl mn a zttu tto negli archivi dei comuni grandi e piccoli dove � naturalmente ct st� tr va dt� fro nte ad una varietà di situazioni di raccolta e di . � conser vaztone che dtamen . . te tu�tavta, grado il nc mettono in ercatore di conoscere meglio . , me . . � e ptu � proEondtta o 1ll dettaglio i me canismi d'interrelazione c . . . . con le 1ll1Zlatlve pubbliche det· go . . . vernt. sta det paest. ,'importatori" o "in lt al' tan o che cettatori Solo di rado e nel caso det. . , . " d'1 ma?odopera soprattutto rurale. ptu lillportantt capoluogh'l d' · cta . 1 provm la norma del versamento pre Sl. verifica sso il competente Areh'lVl· o d'l Stato (per il Veneto faccio gli esempi di Rovigo dt' padova e d'1 'ver . . r ona) . P'tu' d'l frequente, tnv gll areh'lVl. comunali convivon ' ece, o con qu llo corrente nelle sedi municipali (come � avviene a Feltre a Belluno e per il perlodo dal 1893 in . v ' pot, a tce · nza) o si travano presso le bib lioteche c'1·v1·che ( come accade . a Vi cen za pe preced e l ' anno sopra citato) r il peno do . . I pt ' eco l ' 1 . com um pot n ella stragran de ma . che za det cast. detengono gelosa· gg toran' .' . mente un l oro " are h1v1o ston·co " e ne curano con est. tl· a1ternt. e con differen . te im e;no la conservazion e e la consultabilità. A tanta varietà di situazioni cor . Am ris o de po , er quanto con cerne più da vicino � la storia dell'emigrazione m ? . · enea mertdtonale una ana1og . . catalogazt. oni e di regestazi a mol tephct tà di .' ont' che scavalca ampta . mente quella d'l legge delle " categone" rigide in cui a rig . or di logi ca dov ebbe o ne ntrare ( cat. r � XV) tutti gli atti amministrativi pertm ' ent'l al 1enomeno. m OVl·ffie XII, XIII e lazt· one, anagrafe censimenti · ntt· della popocamb'1 eli rest'denza eccetera ' 9, '

:

� E. FRANZ,INA, Il "biometro delle nazion

soctale nell'unificazione italiana

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Le dizioni, infatti, sono le più diverse e specie nelle zone maggiormente col­ pite dall'esodo oltreoceanico ci si imbatte in formulazioni difformi: "Emigra­ zione all'estero" - "Emigrazioni per l'America e pratiche emigrazione" - "Re­ gistri di emigrazione" - "Cartelle di emigrazione" e via elencando. Un punto d'incontro e di verifica particolarmente importante è costituito qui, comunque sia, dalle documentazioni, che sono spesso tra le meglio conser­ vate, relative alla misurazione e alle quantificazioni dei flussi giusta le richieste trasmesse dai prefetti e diramate dalla Direzione generale della statistica del Ministero di agricoltura, industria e commercio. Assieme alla massa di circolari ministeriali (d'informazione, dissuasive, proibitive ecc., rispetto all'opportunità generale o contingente di emigrare in questo o quel paese dell'America Latina) e assieme alle direttive passibili in sede locale di rielaborazione da parte dei sindaci e delle autorità comunali 10 , la realizzazione dei prospetti trimestrali e periodici sull'entità e la natura dei flussi in uscita con destinazione le Ameri­ che, offre agli storici, e non solo a quelli "diometrici" , un'opportunità in più per vagliare l'attendibilità e gli scarti dei rilevamenti ufficiali e pubblici. In realtà, su questo terreno, ho l'impressione che il meccanismo funzionasse poi discretamente e senza indurre distorsioni di rilievo che non fossero rilevabili anche, per dir così, "all'origine" (si pensi ai casi di espatrio per l'estero vicino che le statistiche su indicazione dei comuni qualificavano di tipo "temporaneo" anche se di fatto preludevano poi all'imbarco degli emigranti e delle loro fami­ glie in porti esteri su navi straniere dirette all'America del Sud). I fogli prepara­ tori dei rilevamenti e poi dei censimenti, in altre parole, tendenzialmente con­ fermano i trends e i numeri offerti più tardi, a stampa, dai competenti uffici governativi 1 1 e fanno apparire meno fondato il rischio contro cui metteva in l O Per un confronto rinvio ad un mio vecchio lavoro (La società rurale veneta e l'emigrazione negli anni della Sinistra al potere, in Atti del III convegno di studi risorgimentali. Opinione pubblica, problemi politici e sociali nel Veneto intorno al 1876, Vicenza, Comitato provinciale dell'Istituto per la storia del Risorgimento,

1978, pp. 301-370) dove sono utilizzati materiali provenienti da

dieci archivi comunali (Belluno, Carrè, Cittadella, Castelfranco, Feltre, Montecchio Maggiore, Sandrigo, Rovigo, Vicenza) del Veneto.

. . i" Prtmt rtZevamentt. sull'emigrazion

R

e, in L'indagine a cur d'l R. OMANE LLI, nr. speciale di «Q (dicembre 1980), 45, uaderni storici», XV, III, pp. 96 - 1005 9 Per un esempio ehe Sl· avvale d eIl a doc · umentazione ar h'lvts · tJca d e1 Veneto cfr. F. MO comunale in una pro � DESTI, Emigranti bellune vincia si dal l'80 0 al Va;ont. Sfruttamento, burocra popolari, Milano, Angeli, 1987. zie, culture

6

Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

11 Cfr. A. LAZZARINI, Campagne venete ed emigrazione di massa (1866-1900), Vicenza, Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa, 1981, pp. 25-38. Le indagini condotte a livello di piccoli comuni, ad ogni modo, rimangono la fonte privilegiata per conoscere l'andamento dei flussi all'interno delle aggregazioni ministeriali che, per ovvi motivi, giungevano ad informare, come limite estremo, sulla situazione delle province e dei distretti o circondari (sempre a titolo

Crespano Veneto. Comune e parrocchia dal 1 866 al 1898, in Comuni e parrocchie nella storia veneta fra l'Ottocento e il Novecento, a cura di L. ToRRESAN - A.

esemplificativo cfr. L. ToRRESAN,

GAMBASIN Vicenza, Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa,

1983 , pp. 43-44).


94

Emilio Franzina

finali

Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

guardia anni fa Edoardo Grend1· . . convmto che la premm . enza data at. ris ed omogeneizzati dalle autori ulta . . tà sta tal i in materta , rtspetto alle minute ti canovacci allestiti dalle autor . e ai ità perite ch:• rap resen tasse una forma pericolo ­ sa di frainten dimento e di � . conf�stone eg�t scopt , esse ndo diversi, questi ultimi p er gli storici da un lato e per t' ml.suratort pubbli·Cl. , d ' a un a1tra 12 , Discorso analogo a quello . ali "nu sui :�, d'del re �to , p otrebbe essere svolto riguardo alle inchieste into rno e mo a tt l svolgim ento dell'emigrazione. Gli archivi comunali senz .� 'altro, s ono ptu prodight,· m · questo caso, di dett ' g ll. e consen tono di risa alire m ' reclutamento all'operato . �glta. per m.olte questioni (dalle campagne di d et stng o ll agenti di emtgra .c · zto · ne) alla sostanza ren om .. dei . eni presi in esame e p ot. rl!e ·.c . rttt . n elle m ono graf'te mtn strtngata e telegrafica. · tste rtali in forma Messe al confron to delie sca . rne r g il prer.cetto. d'l Venezia e i funzt'onart. delia n·trezione ' i he che Vl· riservarono dl st· svolsera tra Gaggio e . nde che Marcon, nell' e troterra lagu statlsttca, 1e VIce n_ nare, fra la metà degli anni Settanta e la metà della de cade successiva assumon o . uno straord'mario risalto se Inte . , ' rrogate in modo minuzioso con l ' aus'ilIo . delle font . com e avvenuto per un a s erie di ep isodt. t.n cen tratt. t �omunal'l ptu diverse, sull esodo con tadi America Latina grazie all'tm ' p egna ( e natur . almente anche alia bravura) no in ct come Pt. ero Brunello e di storiLivio Vanzetto 13 ' La g enericità e l'indete rmin atezza delle tormule espo aree di partenza alle mete su d-amen. cane costit uts. con sitive applicate nelle questa documentazione, o talvalta un limite di . bench e, sta .c rac ile e corretta rlp . · otest. del rtfer tre p aest. sugli altri: Brasile . imento a , Argenttna e Uruguay. . In una tn dagine tipo c ondotta sulla scorta di tontt. . prtvate e municipali per un comune collinare e prealpino d l v,enet� cent rale, un pio: «L'emigrazione della autore nota a d esem seconda eta' dell 800 era stata perm anente e rtvolta verso l'Amenea · , soprattutto del . sud- B�a�ile Argenttna, luogo preciso di destinazio Uruguay, Paraguay. Il . ' . ne non e;a at tn dtcato. A volte dichiarava m ente "America" . .. » 14, no solaNell'emigrazione delle orig ini questo è un particolar e che m erita d'essere

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12 E. Il, 13

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GRENDI, Micro . . pp. 507-508. analisi e storia sociale' in «Quaderm. Stortct », XII (maggio-agosto 1977) L VANZEITO I rtcc· ht· e t pellagrost: Cost G ' ante r�·s e t.a fiondaztone del ttana. Mogliano Ven eto primo pellagrosario ifa. 1883 Abano .1etme, Franctsc t' 1 985 ·' .p. BRUNELLO, Storte dt. un secolo M.arcon e Gaggto nella seconda metà de!!'Ottocen /a. to, Comune 14 L ZOLIN, Breg dt Marcon ( 1 987 ) anze.· Comune e parrocchta· ne l secondo Ottocento Comun . cit. p 255 t e parrocchte. . . . 35,

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considerato perché incoraggia a far ricadere nel novero delle fonti private, utili allo studio dei rapporti del Veneto con l'America meridionale, anche quei non pochi documenti che vennero raccolti dietro impulso di istituzioni e di enti locali (accademie e comizi agrari soprattutto) fra il 1876 e il 1878 sull'esodo dalle campagne che si stava allora verificando per la prima volta con grande intensità: «Il bel paese nel quale dacché abbiamo annali di Storia, a prezzo di sangue profuso a torrenti, sempre immigrarono i popoli - si legge in uno di essi - ora è desolato da crescente indomabile emigrazione di agricoltori verso lontanissime, incolte e loro sconosciute contrade. L'emigrazione per l'America, ai villici nostri prima ed ora nota appena di nome, in proporzioni sempre mag­ giori da due anni continua... » 15. Le parole di Luigi Gaiter a Verona nel 1877 hanno echi innumerevoli ed anche a prescindere dai riscontri a stampa - su libri e soprattutto su giornali 16 ci ricordano l'esistenza di fondi archivistici d'un certo interesse presso l'Accademia di agricoltura della città scaligera, come poi presso l'Ateneo di Treviso, appunto in esito alle inchieste private che i due enti promossero sull'e­ migrazione nel torno di tempo ricordato: conservati i primi nella biblioteca sociale e gli altri presso la civica di Treviso 1 7, questi materiali forniscono un'i-

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15 L. GAITER, Sull'emigrazione dalla Provincia di Verona per l'America negli anni 1876-77, ms. in ARcHNIO DELL'ACCADEMIA DI AGRICOLTURA, Verona, b. XII, ins. 16 ( 1877). 1 6 Cfr. E. FRANZINA, La grande emigrazione. [}esodo dei rurali dal Veneto durante il secolo XIX, Venezia, Marsilio, 1976 e passim. 17 Nel caso di Verona fu, come si è detto, la vecchia Accademia di agricoltura, arti e commercio a bandire nel dicembre del 1876 un concorso sul tema della emigrazione dei contadini "e sui mezzi d'impedirla" che venne vinto dal possidente locale G.A. FARINATI DEGLI UBERTI, La emigra­ zione dalla provincia di Verona. Cause e rimedi, Verona 1877, ma che diede luogo a un interessante accumulo di testi rimasti poi a giacere, come quello già citato del Gaiter, nell'archivio dell'istitu­ zione (si tratta di otto memorie - su nove presentate - oggi conservate fra i manoscritti dell'Acca­ demia nelle buste V e VI agli inserti 60, 62, 73 e l, 3, 4 1 ) . Ne tratta diffusamente e ne edita alcune in appendice la diligente tesi di laurea di A. MARCHI, Problemi economici e sociali del veronese dopo l'unità. I primi flussi migratori transoceanici (1866-1880), Università di Padova, Facoltà di scienze politiche aa. 1977 -78. Analogamente a Treviso, due anni più tardi, e cioè nel febbraio del 1878 fu il locale Ateneo presieduto da Antonio Caccianiga e diretto da Luigi Ballo a istituire una commissione d'indagine per esaminare le cause dell'esodo oltreoceano delle popolazioni rurali, «riconoscerne la natura, proporne i rimedii, alleviarne i mali, ove sia possibile, trarne anzi del bene». La commissione limitò i suoi lavori all'inchiesta sull'emigrazione cosiddetta "definitiva" e quindi proprio ai flussi che si dirigevano allora verso l'America meridionale e sollecitò, ottenendo­ li quasi sempre, gli aiuti e le risposte di soci e di notabili residenti nel territorio provinciale. Quello che ne scaturì fu un quadro non esaustivo, ma indicativo e interessante - specie per alcuni distretti - dell 'emigrazione delle origini e dei suoi nessi con la propaganda emigrazionista di compagnie e e


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Emilio Franzina

dea delle condizioni agricole e sociali della prima emigrazione, illuminano ' l o­ pera di reclutamento e di propagand a attivata dai governi sudamericani (e sia pure annettendole invariabilment e un valore attivo e negativo che non sempre ebbe) 18 e integrano per zone ben determinate i riscontri offerti dalle fonti pubbliche e comunali 19, Delle qua li ultime, tuttavia, prima che ci si congedi da esse, c 'è ancora da dire che rimang ono una specie di miniera di not izie dirette sui rapporti prodotti dall ' emigra zione anche al di fuori delle ista nze d 'ordine prettamente burocratrico (serviz ' i d anagrafe sollecitati da oltreoc eano ai fini più diversi di certificazione, rice rca di parenti, vertenze ereditarie ecc. ) come dimostra il fatto che spesso gli arc hivi dei comuni ci tramandano documenta­ zioni epistolari suggestive e com patte 2o e trame di vicende individ uali e fami­ liari in uno spaccato di storia soc iale consegnato a singoli incartame nti e deter­ minato da esigenze pratiche com e le separazioni coniugali, il rico nos cimento dei figli e, spessissimo, le verten ze legate al mancato arrivo dal ' l America di rimesse in danaro per il cui rec upero si affidavano a preferenza le autorità municipali. La dinamica di contenzioso, del resto, rinvia anche ad altre fonti, non tutte versate nei competenti archivi di Stato, da quelle giudiziarie di pri mo grado a agenti, benché anche qui le preoccupazioni maggior i fossero costituite, nelle rela ratori (ora raccolte nel fond zioni dei collabo­ o «Ateneo di Treviso», dell a Biblioteca civica e del luogo della Marca sub «Em Museo del capo­ igrazione 1876 -1 878», cart eggi e documenti) dal prob zione di manodopera agri lema della rarefa­ cola e dal fenomeno di trasf ormazione fondiaria nelle affitto e della proprietà part zone del piccolo icellare. Iniziative del tutt o conformi vennero prese anche altrove e in particol negli stessi anni are a Udine per impulso dell'Associazione agraria lungo tempo, sino almeno friulana che anzi per agli inizi della decade 1880 , si sforzò di seguire da vicin delle correnti emigratorie o l'andamento che si volgevano soprattu tto all'A rgentina, mediante inchieste so una sistematica raccolta e attraver­ di testimonianze (lettere, relazioni, deposizioni) che gran parte smarrite per la sono andate in deprecabile perdita dell'arch ivio sociale o di alcune sue desume da quanto già all'e sezioni, come si poca l'Associazione decise di rendere noto - con resocon regolari - sul suo «Bollett ti e cron ino» a stampa (cfr. G e A. Dr CAPORIACCO, Colonifriulani in Arg ache . in Brasile, Venezuela e Stati entina, Uniti, Reana del Roiale [Ud ], Chiandetti, s.d., pp. 43 18 Cfr. E. FRANZINA, The 91). commerce of migratt'o

n: Aspects o/ recruitment o Argentina and Brazil in the / Italian workers /or second half of the nineteen th century ds. agli atti del Paul-Minneapolis (Spring Htl Symposium di St , l Center IHR C, University . of Minnesota, 6-9 november Century o/Europ ean Migratio 1986) su <<A ns 1830-193 0 Comparative Pers pect . ives ». 19 Ricco di documentaz

ioni al riguardo, fra quelli che conosco e che ho con sia l 'Archivio comunale di sultati, mi sembra Cittadella (Pd) in cui, fra l'altro, sono conservati num reclutamento per il Brasile erosi "libretti" di e in particolare per Sao Pau lo di braccianti e contadi 2 ° Cfr. E. FRANZINA, Mer ni. ica! Merica!

Emigrazt'one e colonizzazio ne nelle lettere del contadin i

veneti in Am erica latina, 187 6-1902, Milano, Feltrinelli, 1979 .

Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

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. . ngono - come a Schio o a Lonigo in preture fatte s1. rmve queile notarili dove . . . . sm· risvo . · 1tl· e sugli at a 21 frequenti informaziOni oggetto d''mdagme ravv1cm . . . fenome?o emlgratorio non scevri talora di straordmana pregnanza . effet.ti del . che trovo assai congeniale perché relativo a un , tutt1 un esempio per Cttero . . . antico �migrante trasformatosl m agente di emigrazione . Francesco S. arton, questo il su� nome, . era stato protagonista negli anni Settanta d' un� mfel'l�e registrata m espen· enz. a d1 espatno ( o di' tentato espatrio) drammaticamente . l'la che l'o antologizzai. a suo tempo m · Merte· a .1 M denza da arslg pon corns una . . . Merica! 22, Nel nativo � ae d M r, quindici anni più tardi, il Sarton, dl' ve� ' � : noto frattanto segretano ell lo l società di mutuo soccorso e facendos� . eserc1' tava il mestiere di subagente per conto di scudo anc. he di questa canea . . . '. compa�nie d'1 navigazione attive sulie rotte platensi · Delle sue nuove V1C1Ssltu. . · d'1 queIl e di molti suoi paesani da lui indotti ad espatriare � dini e, m filigrana, . Argentina, ci parla in dettaglio una sentenza pretorile del 1 892 con la quale il . magistrat� l o cond. anna per contravvenziOne all' art . 10 della legge 3 0 dicembre . 1888 sull emigr�ziOne, avendo e li danneggiato tre persone intenzionate a trasferirsi in Amenca perce�endo J�naro. « onde procurar loro l' imbarco e [aven­ . do] ben msegnato dove m A. menca cl sono le arie buone» nonché per avere . . lmgua pagnuola vocaboli che non seppero rlpete­ loro insegnato vocaboh. m « re [per] aver loro consegnato d e e carte c�n delle frasi italiane tradotte in ' . 23 Spa�n�olo ed �1tr� che n o eppero ncordare» ' m s �: per quanto signifi c ativo e tipico della fase in cui od e m se d L ep1so 10 ' v r i e a t 0 r l 'Ame�red nca � a :' :s� : :� :��a� � :l: �f :r�� � :�i ra :e a ari d' al. . tronde, di altri sono ri�chl di d� cu e?t ' atti a far luce sulle dmamlche com­ portamentali, economie he e pslco oglc e perfino dei vari protagonisti del­ l'esodo. . d g . e sistematica non è da escludere, per . Benché manchi. al nguardo u� a m � � . ndo ad esempio gli "incentivan. cenni. che Vl· ded'Ican� alcuni stud1os1 esamma . . vi" all' emigrazione offerti o proposti a lI'velio aziendale alle maestranze operaie

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. . . o (1889-1914), Tesi di laurea, Università . 2 1 Cfr. E. Pou, Ambiente socta!e e "crtmtna l'tta a Lomg

22

di Padova Facoltà di magistero, aa. 1977-1978 · E. F NZINA, Merica! Meric� ! . . . cit., pp. 23 L' episodio e la documentaziOne, desunt

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pretura di Schio, si trag� a . r chivio storico della �h · dt' operai e dmamtche socto. demog�a·!: gono da E.M. SIMINI, Espulstone �'" e in un distretto industriale . . . , .

veneto: l emtgraztone da Scht· a fin e '800 m Un altra '' veneto. Saggi e studi di storia detl'emigraztone � nei secoli XIX e XX, a cura d! E. FRANZINA, Ab ano 'terme, Francisci, 1983, pp. 6 1 -62 e 66.

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Emilio Franzina

da?a p:opri�t� in momenti di crisi o di forte tensione rivendicativa 24, che pro­ p�to gh archtvl �elle so �ietà di mutuo soccorso d'estrazione la più diversa ser­ . . e delle ripercussioni che l'emigrazione in America btn ? traccta det motlvl Lat�na venne ad avere nel Veneto tra i due secoli. Così come qualcosa in pro­ postto con�ervano �i ��tto, là d?ve si sono salvati (a Feltre ad esempio) 25, i , . . costddettt Segretartatl dell emigrazione afferenti in sede nazionale alla mila­ nese "Società Umanitaria" o alla confessionale " Opera Bonomelli" a dispetto de�a preferenza da entrambe dichiaratamente accordata ai movimenti emigra­ . tori dt tlpo temporaneo e continentale europeo 26 , �e disper�ioni operate dal tempo e in particolare dagli uomini durante il �enodo fasc�sta, ai danni sia delle organizzazioni cattoliche che di quelle socia­ hste 27 che sl erano assunte compiti di tutela e di guida per l'emigrazione han fa�to sì che � connessione con le seconde (ma non solo) un ruolo conserv'ativo . pr�mano a�bt�n� finito per esercitare e detenere gli archivi delle parrocchie a c�1 spesso l mtsstonari e i laici, scalabriniani, salesiani e bonomelliani, si appo­ gla;ano o fa�evano spontaneamente capo. C'è da considerare inoltre che da v�n son?aggt condotti sin qui per impulso di Angelo Gambasin e degli allievi dt Gabnele De Rosa questo aspetto archivistico delle fonti parrocchiali è risul­ . tato anche n. frutt? d'u�a �e�ime�tazione più lunga e complessa che può arre­ care vantaggto �gh st�dtosl dt stona dell'emigrazione in America Latina. Nel Veneto, tnfattt, nota Gambasin, «per autentica tradizione parrocchia e

2� � ? (18:;-1948),

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nc ra Pe; Schi cfr. la ri ostruzione di E.M. SIMINI, Le origini a Schio, in La classe, gli . uomznt e t partztt St rta del movtmento operaio e socialista in una provincia "bianca": il Vicentino . �

�fr. A FREscu�, I �egretart dell'emigrazione di Belluno e dei Distretti di Feltre e Fonzaso, . . erslta, d1 Padova, Facoltà di Lettere e filosofia, aa. 1974 - 1975. Tes� d1 la�rea, Un�� 6 N_el cart�gg1 l�tercorsl. fra le autorità municipali e i responsabili degli organismi assistenziali . _ parasl�dacall de� �mlgrazwne, come l ' "Umanitaria" , si ha conferma, tramite le fonti d ' archivio ' :omunah, de:l avvicinamento ef:ett�ato da tali organismi, nati per tutelare l'esodo europeo e . �emporaneo . al problema dell em1graz1one transoceanica e della vita delle comunità italiane a ' estero �ontano ' a ? artire più o meno dal 1912 quando anche il Brasile e l'Argentina furono fatti . a cura d1 E.

FRANZIN , Vicenza, Odeonlibri, 1982, I, pp. 206-207.

0

di

PU NZO • Inventart'o de!''''a "Serze · Emtgrazzone · · " del . · Fond° "A sszstenza e Prevzdenza" dell'Archivio della Società Umanitaria di Milano, Roma, Poligrafico ello Stato, 1987, P 20); per un riscontro archivistico locale relativo a numerosi comuni del oggetto

attenzwm concrete al riguardo (cfr·

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Polesm � d:l Padovano cfr. lavori come M. TRAMARIN, I:emigrazione dal Polesine (1876-191 4)' · _ Umverslta d1 Padova, Facoltà di Lettere e filosofia, aa- 1972 - 1973 (rr �es1 d'1 1aurea ) , e s. RAGAZZO ' . . I:emzgrazzone dal Padovano nell'età giolittiana, Università di Padova Facoltà di Lettere e filosofia ' ' aa. 1977-1978.

2 7 Cfr. specie P. V. CANNISTRARO - G F. ROSOLI Emzgrazzone, ' f · e ;asczsmo Chtesa · · . lo scioglimento de!l'Opera Bonomellt' (1922-1928), Roma, Studìum, 1979. ·

·

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Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

con finalità comune erano state istituzioni complementari, operanti, sia pure e da quando diverse, sulla stessa realtà territoriale e sociale», a maggior ragion avevano fatto gli Asburgo, e poi gli stessi governi liberali del regno d'Italia,, 8 2 » Chiesa della parrocchia «un organo dello Stato più che della la storiografia Tale circostanza toglie molto vigore alle recriminazioni che compiere cattolica e, per il Veneto, lo stesso benemerito Gambasin 29, amano i, una funzione per rivendicare alle fonti "di base" , specie appunto parrocchial incapaci o meno e un ruolo antagonistici rispetto alle fonti statali e pubbliche, e più prossima social storia adatte, a loro giudizio, a restituire i contorni d'una abbastanza anche ed i all'effettivo svolgersi dei fatti. Cionondimeno son grand zialità poten le a ricche di puntuali riscontri per l'emigrazione in America Latin ro nume buon documentarie degli archivi parrocchiali in cui si conservano in spesso per offrire corrispondenze di emigranti 30 e canovacci d'inchiesta serviti e valore, quali grand di e iastich eccles elementi di prima mano ad altre fonti . notoriamente sono gli atti delle "visite pastorali" 31 onio d'informa­ Meno sfruttato, sin qui, sembra invece il rimanente patrim carte priva­ altre di zioni e di dati che si potrebbe pure desumere dallo spoglio ati, al seguito dei te e di curia relative a figure d'intraprendenti sacerdoti emigr i, "il curato compaesani in Brasile e in Argentina, come , faccio due esemp 3 2 : figure di mis­ d'Ignago" Bortolo Fochesato o come i bassanesi Colbacchini te "americano" versan il per a ancor sionari e di preti che son meglio conos ciute i e parrocchie . . . cit., p. 7 .

28 A. GAMBASIN, Fonti parrocchialz; municipali e storia sociale, in Comun fine dell'ottocento, Roma 1976. A . GAMBASIN, Parroci e contadini nel Veneto alla

29

questo aspetto, gli archivi delle parrocchie mon­ 3 0 Particolarmente interessanti risultano, sotto a e la cfr. pubblicazioni come: F. SIGNORI, Valstagn tane e pedemontane (per alcune indicazioni a cura di G. gente, sua la e paese Un a a/rovin V 0; 400-44 . Destra del Brenta , Valstagna 1 98 1 , pp. anche se in molti casi la disponibilità documen­ NEGRETTO, Bassano del Grappa 1987, pp. 57 -61), ni parrocchiali coevi come ad Asiago «La Squilla taria (attestata ad esempio dai fogli e dai bolletti all'arciprete dai luoghi di emigrazione) si è inviate lettere alpina» che già pubblicavano brani di ­ za originaria (cfr. a mo' d'esempio le testimo venuta riducendo di molto rispetto alla sua ampiez

te di Caltrano, 1897-1 901,

G.B. Stievano, Arcipre nianze raccolte in Gli emigrati nell'opera di Vicenza 1912). di Treviso in due inchieste parrocchiali (19133 1 Cfr. L. URETTINI , I:emigrazione nella Diocesi Parroci ed emigranti nel Vicentino del 1914), in Un altro Veneto. . . cit., pp. 67-75; A. LAZZARETTO, onore di G. De Rosa, a cura dì A. in scritti a religios primo Novecento, in Studi di storia sociale e ; S. TRAMONTIN, Il problema dell'emigrazione nella CESTARO, Napoli, Ferraro , 1980, pp. 1089- 1 1 13 alla prima grande guerra), in Scalabrini tra pastoralità dei vescovi veneti (dalla fine dell'Ottocento zionale (Piacenza 3-5 dicembre 1987), a interna vecchio e nuovo mondo, Atti del Convegno storico

G.F. RosoLI, Roma, CSER, 1989, pp. 269-298.

32 Cfr. G.

cura di

iero, 1983. BERTACCHE, Il curato di Ignago, Vicenza, Stocch


1 00

della loro azione o per l'importanza anche culturale che ebbero a fine secolo nei rapporti fra Italia e America Latina 33 . Sul piano della documentazione iconografica, ma non solo di quella, ci sa­ rebbero infine da indicare strade poco perlustrate nel Veneto come quelle che portano ai santuari con le loro raccolte di ex-voto, e, non di rado, con le lettere �lla Vergine .e ai santi provenienti da fedeli emigrati oltreoceano per grazia 1mpetrata o r1cevuta 34,

Nelle biblioteche civiche, per lo più, e in quelle dei musei cittadini meno di frequente, si concentra la quotaparte più elevata di fonti private per il confluire in esse di archivi personali e familiari di studiosi, di politici o di funzionari che all'emigrazione verso l'America Latina avevano dedicato, in vita, per passione o per motivi d'ufficio, una costante attenzione. Oltre ad acquisire fondi di istituzioni private piuttosto compatti - come si è visto nel caso dell'Ateneo di Treviso nel cui archivio si possono consultare i risultati dell'inchiesta sull'emigrazione del 1878, ma anche varie memorie acca­ demiche inedite in cui si fa parola dell'esodo per le Americhe - alcune biblio­ teche c�munali possiedono infatti i lasciti preziosi dei massimi protagonisti borghes1 della polemica sull'emigrazione dal Veneto . Un'utile esemplificazione al riguardo è fornita dal caso di Vicenza dove la "Bertolian a", come s'è detto, non solo conserva gli archivi del comune e di altri enti, ma anche le carte di notabili e di intellettuali d'un certo rilievo . �er �lcuni .di essi, in .verità, la consistenza e la qualità dei materiali preservati o gmnt1 tardtvamente 1n dono dagli eredi non corrispondono che in minimo grado all'i�tensità dell'impegno politico e pubblicistico sviluppato dai titolari; ben poco r1mane, ad esempio, dei carteggi e degli appunti di Attilio Brunialti uno dei profeti della "grande Italia" platense e protagonista di polemiche acce � 33 Di Pietro e Antonio Colbacchini, zio e nipote, entrambi missionari attivi in Brasile (il primo a fine sec�lo com� sc�abriniano f�a gli emigrati italiani - su di lui cfr. B. Azzr, A Igreja e os migrantes, I, � tmtgraç�o ttaltana e os prtmòrdios da obra esclabriniana no Brasi! (1884-1904), Sao Paulo, Edtçoes Pauhn�s, 1 9�7, pp. 206-� 90 - e il secondo come antropologo tra gli indigeni Bororos al cui . _ Sl. apphco studto con il successo nconosciutogli anche da Levi-Strauss) molti materiali manoscritti e alcuni cart:ggi so� o tuttora c�nservati negli archivi familiari presso le nipoti Olga e Adele . . Colbacchmt rispettivamente a VICenza e a Thiene (per ulteriori informazioni cfr. L. BORDIGNO, La

figu�a di Antonio Colbacchini S.D.B. ricostruita in base alla produzione scientifica, ai carteggi e alle cor7:pondenze, Tesi di l�urea, yniversità di Padova, Facoltà di Lettere, aa. 1974-1975). Per un modello dt stud10 cfr. G. COLANGELO, Gli emigrati attraverso le lettere ai Santuari di Calabria e Basilicata, in I.:emigrazione calabrese dall'unità ad oggi, a cura di G. BORZOMATI, Roma, CSER, 1982, pp. 2 17-240.

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Ponti di istituzioni e diprivati nel Veneto

Emilio Franzina

E se con le autorità di governo argentine negli anni Ottanta del secolo passato . ameesse d'inter i quel poco si trova per lo più rilegato nei libri e n�gli �puscol ricanistica ed emigratorio che diedero spunto al d1batt1to 35. . . che Altrettanto sporadico e frammentario è il quadro delle test1mon1anze e qualch in tisi occupa poeti e i emerge dallo spoglio dei fondi intestati a scrittor sebbe­ o, gazza F io � ? modo di emigrazione: dallo Zanella 3 6 , intendo, ad Anton monstg d1 lettere le ino spicch ltimo quest'u di �or .Bo­ ze onden ne fra le corrisp ­ nomelli (mentre con lo Scalabrini i rapporti dello scrittore furono solo mdlret tin ti 37 e alcuni interessanti carteggi di persone emigrate in Brasile e in Argen �. na lettera e umana ia simpat di A mezza via tra la raccomandazione e il vincolo co i ò scamb ecento No del � : si pongono le missive che il romanziere ai primi , affan d uomo o p1ccol d'un sposa li, Marsil i Rotign ina Giann una scrittrice Con i veneto costre;to da vicissitudini economiche ad espatriare in Argentina. Bonin suoi buoni uffici esercitati a vantaggio dell'amica presso il conte Lelio carte cui (le ciatore ambas futuro e Longare, un altr� conterraneo diplomatico �el eo Mus cale l � presso o ? frammiste a quelle familiari sono in corso di riordin . 1e 1m lche qu arsilli � ? : � Risorgimento) , Fogazzaro aveva cercato di ottenere all� press m evano gmn gh e, q comun dove, �olll da Aires s Bueno a � � go giornalistico : scnve­ e testimonianze di prima mano che possono serv1re allo stonco («Qm liche . va in preda allo sconforto la donna - ne sanno bene poco di Leggi evange �tura cu una è Vi enar � al . tissimo ? li popolo è assai rozzo, miscredente, attacca gwva­ popolo un e ntmo] superficiale; molto lusso, si vive di apparenza [l'arge a ne in formazione che succhia il nettare dall'Europa, talvolta benefico, talvolt Qui parlo. vi;iato e fatale. Quanto alle delusioni dei nostri immigrati non le enta­ trovano lavoro sicuro soltanto i peoni» 3 8 , L'episodicità di queste docum podall'im però ata riscatt mente ampia è zioni saltuarie e piuttosto occasionali

i.

35 Biblioteca Bertoliana Vicenza [d'ora in poi BBV] , Raccolta Brunialt smo nel Ve�eto di metà 36 Cfr. E. FRANZINA, Il poeta e gli artigiani. Etica del lavoro e mutuali , il Poligrafo, 1988, Padova , Zanella o Giacom di inediti e editi antologia di scritti

ottocento. Con una

c pp. 72-73 . . . dt monstgnor eremta 37 Cfr. in BBV, Carte di Antonio Fogazzaro [d'ora in poi CF], Lettere .

· :res�e racco�to il suo mt A parte le varie poesie d'occasione, Fogazzaro tradusse in termini di . v1agg10 del d10 ep1 un zando" "roman �� per i temi dell:emigrazione italiana in America Latina . ore monstgn a vzstta Una ARO, FoGAZZ A. scritto nello Brasile pastorale di monsignor Scalabrini in . . Scalabrini, Firenze 1905. 1906, m BBV, Giannina Rottigni Marsilli ad Antonio Fogazzaro, Buenos Aires 20 maggio CF, b. 29, pl. 176.

Bonomelli.

38


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Emilio Franzina

nente fondo intitolato al senatore Fedele Lampertico, economista e relatore al Senat� d�lla legge 3� n a�o 1901 sulla emigrazio ne, nonché attivo organizza­ �� ? tar� d1 ch�ntele e d1 ill1Z1 t1ve di patronato per gli emigranti, "protettore" di � . Lu�gl Bodlo, messo da lm e da Luzzatti alla testa della Statistica del regno e qu1nd1,. nel 190� , del Commissariato generale dell'emigrazione. Ne�e tre sene degli epistolari olti direttamente da lui o dai bibliotecari ��. cent l. do�� la sua morte (1906)racc sono presenti innumerevoli documentazioni 1 as�o uta r�le:o c�e spaziano appunto dalle corr ispondenze trentennali con autonta, am�1n1 trat1 e e di governo (come Bod � io appunto) alle più modeste � �te�e �egh em,�grantl �9• �utto l'i?cartamento relativo ai lavori parlamen tari 1U ag1ne e all 1ter leg1slat1vo sull emigrazione, con i colleghi del Senato ma a� c� e con E �oardo P ntano, con Nicola Maln ate, con padre Maldotti ' con � Nttt� , �uzzattl ecc., ass1em ali petizioni e ai documenti prodotti dagli ;genti mantttml. e da�e c mpagn� e d1� navigazione italia ne e straniere interessate al � � t�aspo rto d �g!l emtgrantl. 1U America Lati na, costituisce un corp us di fonti a qua?to ong1nale 40 e te timonia della disc reta competenza accumulata in . � matena del senatore v1cen t1no a cui, forse in tono adulatorio, ma non infonda­ . o, un slcu ro c�nosc�. tore come Vincenzo Grossi tributava il suo elogio («Mo­ /s o cul ore �l �tud� geografico-coloniali, e avendo per di più avuto occasione 1 are a cum v1agg1 nelle due Ame rich e, sono rimasto meravigliato della prof�nda c� nos enza h'Ella ha dimostrato intorno alle vere condizioni dei � .: �osn poven em1grat1 1U �uelle lontane regioni ciò che, purt ropp o, non si r�scontra spes� o anche fra l n stri maggiori uom ini politici, soliti a scrivere ed a � . rlpe;ere �e sohte declamazlom retoriche pro o contro la nostra emigrazione») 41, . L �l�glo, tutt�vla, er mer itato , più che per l'audizione, per le competenze ? . acq�tslte sm da1 temp1 �el suo sodalizio con il conte Luig . i Torelli e con la Socleta, d1 patronato degh emigranti italiani da questi fondata nel 1875 . Non si

; �

�9 (fr. in !BV, .Carte .Lam_pertico [d'ora in poi CL], specie 3" sez., b. 72, lettere di Luigi

e etter� 1· em1grant1 e d1 conta erosi di espatriare (salvatesi qui solo in numeroBodio ridot: t? e �pess? 1n modo del tutto casuale:dinicfr.desid E. FRANZINA, l emtgraztone (1866-1901), in «Classe», VII [1975] Appunti in margine al problema storz'co del' 11 ' pp · 189- 190 e 199) propr10· B od'1o per conto d�11a .SGI' . tento' da Roma un'operazione di racco che ebbe come risultato finale ·a�che que�o . d�pnvare 1 ben cons�rvati archivi dei privati da luiltaoffici per lo più notabili e proprietari temen, u�a gran pa e de1 ocumenti epistolari di cui erano inati,posse sso (cfr. E. FRANZINA, La let­ ter�tel�,emtgrante tra �;genere� e mercato del lavoro, in «Soci età e storia » X [1988] 39 ' p 122) C r. BBV. Politica-Studi sociali' b· CC ' 5 8· 1 CL 2 , Scrt'ttt· econo'mtco .' pol ' · . tttct' fasc· G _· car3 · teggt sez., b. 7 pl. 19 (P. Maldotti) - pl. 19 (N. Maln ate) _ 8 b p! 22 . (G . . M arang · · 41 vIncen zo Gross1 a Fedele Lampertico, Roma 29 gennaio 1901' in BBV. CL 3" h1') · ' ' sez., ·b. 3, p1. 8. De

.

a

_

Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

103

contano, infatti, gli sforzi assidui di mediazione e gli interventi a favore di que­ sto o quel parente di emigrati che Lampertico venne compiendo negli anni avvalendosi per lo più delle sue potentissime entrature romane e in particolare al Ministero degli affari esteri, dove si adoperò per sollecitare indagini su sin­ goli casi per facilitare il recupero di rimesse, per aiutare, dall'Italia, un migliore inserimento di persone recatesi in America, a cominciare dai suoi affittuari, in cerca di lavoro e di fortuna 42. Un interesse d'ordine politico, ma anche culturale, aveva sempre contraddi­ stinto del resto gli sforzi di questo tipico esponente dell'Italia liberale che fu sl moderato, ma anche cattolico conciliatorista e in ottimi rapporti con monsignor Bonomelli e con monsignor Scalabrini (il qu�le, ad esempio, lo aggiornava su molte questioni attinenti l'iniziativa missionaria e persino su vicende come l'im­ provvisa scomparsa di don Colbacchini 43 : nel 1888, e quindi piuttosto precoce­ mente, Lampertico aveva proposto al massimo consesso accademico regionale, l'Istituto veneto di scienze lettere e arti [d'ora in poi IVSLA] con sede in Vene­ zia, un tema di studio significativo da far dibattere ai soci e ai cultori di proble­ mi sociali e cioè la Storia dell'emigrazione dal Veneto in America 44 . Questa storia non si scrisse allora se non per frammenti, uno dei quali dovu­ to a Gregorio Gregory, il dinamico imprenditore e possidente trevigiano nelle cui carte conservate oggi dagli eredi a Treviso dovrebbero trovarsi numerose tracce dell'interesse per l'emigrazione in Brasile, nutrito ai più diversi livelli da maggiorenti e intellettuali di tutta la regione 45 e nemmeno l'IVSLA diede corso all'idea di Lampertico. Dopo l'accumularsi di ricerche e di studi degli ultimi quindici anni su questo tema preciso, un ulteriore apporto conoscitivo potrebbe però provenire, oggi, proprio dagli archivi veneziani dell'IVSLA dove sono confluite la biblioteca pri­ vata e gran parte dei carteggi e degli appunti privati di Luigi Luzzatti, amico e

42 Cfr. ad es. in BBV, CL, b. 4 p!. 11 e b. 7 p!. 19 le corrispondenze dei Segretari del Ministero degli affari esteri, Levi e Malvano, riguardo ai più diversi casi occorsi a emigrati (o a loro parenti) a Sao Paulo, in Paranà, in Argentina... 43 Monsignor G.B. Scalabrini a Fedele Lampertico, Piacenza, 15 marzo 1901, in BBV, CL 3 S., p!. 81 (sfortunatamente, però, il grosso della corrrispondenza di monsignor Scalabrini risulta smarrito o non catalogato). 44 Giuseppe De Leva a Fedele Lampertico, Abano, 17 ottobre 1888, BBV, CL, 3 S, b. 4, p!. 11. 45 G. GREGORY, Studio sull'emigrazione dei contadini dal Veneto, Treviso, Zoppelli, 1897; A. FERRAIU, Contributo allo studio dell'emigrazione dal Veneto, Bassano, 1913; M. FRACCA, La forza di espansione della popolazione veneta, Venezia, Istituto federale di credito per il risorgimento delle Venezie, 1924.


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sodale di Lamperdco sin dai tempi dell'ultima dominazione asburgica nonché relatore con lui in Parlamento, per la Camera dei deputati, del disegno di legge istitutivo, fra l'altro, del Commissariato generale dell'emigrazione 46, Tra le carte luzzattiane, conservate in apposite buste e utilizzate solo in parte sin qui dai suoi biografi ed esegeti, quelle sull'emigrazione occupano un posto di riguardo e contengono materiali interessanti soprattutto per la storia delle relazioni fra Italia e Argentina in età giolittiana (compresi alcuni appelli di coloni italiani al tempo del "Grito de Alcorta"), resoconti epistolari di alcuni viaggiatori sullo stato dei nostri insediamenti in America Latina e naturalmente una gran quantità di appunti occasionati dalla istruttoria del disegno di legge del l901 47 . Non mancano, sino all'altezza del l925, anche le tracce di un diret­ to rapporto con diplomatici e ministri sud-americani (per lo più argentini come Bosch e Laynez) e, per il 1910, anno in cui Luzzatd ascese alla Presi­ denza del Consiglio in Italia, i documenti trasmessi in copia al capo del go­ verno da ministri come il marchese di San Giuliano, titolare degli esteri, e da consoli e ambasciatori come Macchi di Cellere, sui diversi progetti di conven­ zione itala-argentina per immigrazione, cittadinanza e lavoro 48 . Si tratta, evidentemente, dei riflessi d'una attività politica e parlamentare consegnata per altri versi alla storia dalle più sistematiche e organiche archivia­ zioni ufficiali dell'Archivio centrale dello Stato e, per così dire, sfuggita alle catalogazioni pubbliche per quel margine di autonomia privata e individuale che caratterizza sempre l'operato dei funzionari e degli uomini di governo anche più meticolosi e scrupolosi . Un caso diverso, ma sotto alcuni aspetti non proprio dissimile da questo, è costituito dagli "sdoppiamenti" archivistici che tra pubblico e privato derivaro­ no dall'attività sviluppata in rapporto all'emigrazione e all'America Latin a da personaggi sul tipo del senatore e industriale di Schio Alessandro Rossi 49, In quanto fondatore e titolare d'una grande azienda come il lanificio intitolato al 4 6 IVSLA,

47 Cfr. E.

Carte di Luigi Luzzatti, b. 143 Emigrazione.

FRANZINA, Il problema storico della presenza italiana in Argentina: lineamenti d'una evoluzione secolare e questioni interpretative (1852-1952), ds. agli atti del "Primer Congreso Internaciona! Presencia italiana en la Argentina", Tucuman 29 settembre-3 ottobre 1987. Cfr. E. FRANZINA, [;emigrazione italiana in Argentina e le lotte agrarie del 1910-1913: nuovi

48

ritrovamenti archivistici, ds. letto al Convegno su Integraciòn e identidad cultura! de las inmigrantes italianos en. Argentina, Buenos Aires 5-7 agosto 1 985, Cernia-Università di Lujan. 49 Cfr. E. FRANZINA, Emigrazione, nava!ismo e politica coloniale in Alessandro Rossi (18681898), in G.L. FONTANA, Schio e Alessandro Rossi. Imprenditorialità, politica, cultura e paesaggi sociali del secondo ottocento, l, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1985, 2 voli. , pp. 570-62 1 .

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Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

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io i dirette �on alc�ne nome di famiglia ( poi Lanerossi) , egli intrattenne rela� � m Arge?�ma e Ctle) realtà produttive e commericali sud-am� ricane. (s ?,ecle . icarsl mtorno alla venf a clo dove anche tramite i suoi rappresentanti, comm ' italia?a affidata, a omic . metà degli anni Settanta una prima penetrazione econ 1gh1, e �ou� prod piuttosto . nel caso, a filiali e ad agenti (Comelli, Cavalli ecc. ) e sulle ,stesse cond1z1on� cause, d'informazioni sullo stato del sub contin�nte . . casa, d al�ronde, � R�s.sl della nostra emigrazione colà (cui dall' osservato�lO d1 lavoro domesuca m prestò pure attenzione per dò che un flusso d1 forza tar ) 50. uscita dalle valli e dai circondari veneti, poteva rappresen � e al. verbah. �el. ass1e:n Le corrispondenze aziendali si trovano oggi raccolte, lo con l' Amenca camb nters dell'i tratta si Consigli di amministrazione in cui ia sede di Schio 5 1 , l.a Latina nell'archivio della grande fabbrica presso la vecch più propriamente P.n­ cittad�a in cui sono da ultimo pervenute anche le carte per una loro organtca o, vate dell'imprenditore in corso di riordinamento, adess e. immissione fra le raccolte della Biblioteca comunale local to n l tempo van. e offer o hann cui di , � tore" Sena . . L'archivio cosiddetto "del a ord�natn­ pnm sua a, ivegn Bent i Capp la descrizioni sommarie studiosi come nte mol�e an�og1e con ce, Lucio Avagliano e G.A. Cisotto, presenta naturalme . �l molt� co:rlsp?nde�­ enza quelli di Lampertico e di Luzzatti sia per la c�incid �eli em1�raz1one m ona s , ti e sia per l'esistenza di numerosi framm�nt� d'una � 1 dell 1mprend1tore (ope­ America meridionale scritta soprattutto dal d1pendent ancor più interessa�te e rai del lanificio, ma anche fittavoli e mezzadri) . Reso rsione (con l� mm�te meglio utilizzabile da vari copialettere scampati .alla . disp� or 1spo�denze s1 � anife­ dei messaggi redatti dal Rossi) questo patrimon.l� d1 � � m1ttent1 che svan�no da sta d'un a certa utilità in rapporto alle personahta del a Fedele Lampertlco, d� Attilio Brunialti a Leone Carpi, da Luigi Luzzatti e al Ministero degli esterl, Ferruccio Macola a Nicola Malvano, dalle ambasciat . . � II, md da Luigi Torelli a Luigi Bodio . . ant1co seg tar1o l, Ross t �­ i E e ; con i onim o �� due di poi . � � , Nel caso : � � cure dell ostello d1 �ll1.s striale passato dagli stud1 nordamencantstlcl e dalle o c�me Adolfo .Ross.1 , il Island ai ranghi del Commiss ariato dell' emigrazi?ne, Decreto Prmett� ; e giornalista di Lendinara vero ispiratore del cos1ddetto ni nelle /azendas pauhste, divulgatore della "leggenda nera" dei contadini italia .

5 0 BIBLIOTECA coMUNALE or ScHIO [d'ora in poi BCS] , Archivio del senatore A. Rossi, buste 47

e5 · 1

ARCHIVIO STORICO DEL LANIFICIO RosSI SCHIO [d'ora in poi ASLR] , Racc. n . l a/b; Racc. n.

12, f. 29 3 eccetera.


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Fonti di istituzioni e di privati nel Veneto

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le �ossi?ilità d:imbat�ersi in dati e in impressioni di prim'ordine sulla situazio­ ne tmmtgratona n eli America del Sud aumentano e qualificano l'archivio di Alessandr? Rossi. �Ila stregua d'un singolare osservatorio privato sui fenomeni dem?graf1c1. e socto-: �onomici c?e a fi�e Ottocento scandirono i tempi e i mod1 della nostra p olittc� notabil. tare e dt governo di fronte all'emigrazione di massa. Anche qm, constderata l 'estrazione clerico-moderata del titolare, il fond? contem�la la presenza di materiali correlati all'impegno della Chiesa (si pens1 ali� comspondenza co� monsignor Bonomelli) e dei cattolici in genere, compresl �uelli. che al P arl. d1 Ross1. (e di Lampertico che ne fu a lungo presi­ . eno alla "Associazione nazionale per soccorrere i d�nt� ) s1. �mpeg�a:�no m . . �, m1ss10nan cattohc1 1tahan1 , matrice prima della più celebre "Italica Gens" t �volt� per "deviare" in Africa, su colonie di diretto dominio, il flusso dell'e� m1�raz1one ve�eta e friu�a�a diretto in Brasile 52 , Le testimonianze più signifi­ cative, ad ognt ..modo, s1 rlcollegano spesso alla condizione economica e alla . configurazione imprenditoriale del Rossi a cui s'indirizzavano non a caso _ ma on se pre on � � esito �elice - i più disparati interlocutori con grandi idee sul­ � l avve�1re ?et ra�portl commerciali fra Italia e America Latina alla luce del flusso 1mm1gratono nazionale . Scelgo tra le molte, per una minima esemplificazione che tocchi anche un a�petto tras�urato d�lla �toria emigratoria italiana come quello relativo all'emigra­ Zione degli. 1mprend1:or�, una lettera, rimasta credo senza seguito, di Orazio Pio­ vene che da �otta di Livenza offìciava nel 1888 non si capisce bene se Alessan­ dro o uno de1 suo1. figli. onde proporre una significativa combinazione d'affari:

«Carissimo ed egregio amico, Ven�o a pre/?arti se lo puoi e se lo credi di un immenso favore. Ho intenzione di an�ar� m An:�rlca e precisamente a Montevideo o Buenos Aires, dove mio fratello tro­ vasl g1u, stabihto come medico da più di vent'anni ed ora fu anche fatto console dal nostro governo. idea �i piantare colà unitamente ad un mio amico, bravo ed energico . S�rebbe mia glovmotto, �n� casa d1 rappresentanze su vasta scala; ho già ottenuto diverse adesioni di case che fil dle�ero nel concedermi la loro rappresentanza, anche la loro .fiducia. n �ostr.o �ommerc�o a�braccerebbe il Paraguay e l'Argentina e si estenderà anche più in la se il rtsultato cl sara favorevole. Io ti faccio intanto questa proposta in massima se a te pare buona e accettabile, con-

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rti la certeremo meglio e verrò di persona a Schio cosl avrò anche il vantaggio di stringe mano dopo tanti anni. il Spero che vorrai concedermi la tua fiducia ed il tuo appoggio intanto ti ringrazia tuo aff.mo obb. Orazio Piovene» 53,

sul versante Simili documenti suggeriscono l'idea di protrarre il sondaggio in America na italia e azion "imp renditoriale" , come si è detto , della emigr uno svilup­ ano nizzav Latina a cui vari osservatori fra Otto e Novecento preco si. re realizzò: a po economico e commerciale di prim'ordine che però non semp una storia educa­ tale scopo - visto che anche quella delle intenzioni frustrate è le fonti private di tiva e importante - dovrebbero risultare d'una certa utilità o possiedono, Venet nel che enti economici locali come le camere di commercio provincia per provincia, archivi ricchi e ben ordinati. a concretamente Fuori dalla suggestione e da un campo d'ipotesi non ancor spesso l'univer­ vagliate, rimangono comunque tante altre "piste " che lambiscono popolari dove l'e­ so accidentato e inesplorato degli archivi familiari borghesi e a consistente, misur in talora , ntrate sperienza di ricerca dimostra che sono conce autobiogradiari, a, meric le "voci" dirette della grande emigrazione: lettere dall'A in sali­ anche spesso . fie. Ma questa, come si sa, è una strada tutta da percorrere e o­ testim le che ale, ta, al di là del fatto, di natura geografica e antropologico cultur ine, valli prealp nianze migliori sembrano addensarsi nelle zone montane e nelle ricercatori e di di ismo dinam al grazie dove ne sono state recuperate parecchie Canova 54. Perco la Danie da gruppi locali di studio come quello animato a Feltre na con rasseg a quest udere Più facile e più tradizionale risulta, quindi, concl il pre­ però ha che la menzione d'una fonte tanto interessante quanto negletta nale regio ento" gio di rappresentare, in certo modo, il vertice del "coinvolgim ambienti colti del nelle cose dell'emigrazione in America Latina almeno negli mondo borghese dei primi anni del Novecento . secolo in ViDando corso al voto di una fondazione privata sorta a fine

53 54

Orazio Piovene a Gaetano Rossi, Motta di Livenza, 26 agosto 1888, BCS,

tore, b. «Zavorra».

Archivio del sena­

mentazione della cultura popolare" della Comunità montana di Feltre e per un esempio di utiliz­ Rinvio per questo aspetto alla produzione pubblicistica e scientifica del «Centro per la docu­

zazione di fonti private (per lo più lettere provenienti da piccoli archivi familiari e popolari)

52 c;r. � · Co�F:sso�, [)Associazione nazionale per soccorrere i missionari cattolici italian� tra · e . . , e tnteresse migratorio (1887-1908) , in G. RosoLI, sca labrmt · · tra veceh to spmte , ctvtltzzatrtct . nuovo mondo . . ctt., pp. 5 19-536. .

.

al

Colonia "Nuova Venezia". Origini e sviluppi di un insediamento itala-veneto nel sud dello Stato di Santa Caterina, in Presenza cultura, lingua e tradi­ zioni dei veneti nel mondo. Parte I America latina. Prime inchieste e documenti, Venezia, Regione

contributo più recente di D. PERCO CANOVA,

Veneto, 1987, pp. 435-472.


108

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Veneto Fonti di istituzioni e di privati nel

Emilio Franzina

cenza con precisi intenti culturali, la Fondazione Formenton, una antica acca­ demia locale, anzi la più antica accademia italiana tuttora in funzione, varò nel 1902 un sintomatico concorso . L'Accademia olimpica bandì infatti una gara scientifica sugli italiani trapiantati in America di cui risultò vincitore Antonio Franceschini che tutti gli studiosi dell'emigrazione italiana conoscono (e a cui riconoscono, nonostante la sua prolissità e varie mende, il carattere di fonte ancor oggi fondamentale) quale autore del libro L'emigrazione italiana nell'America del Sud. Studi sulla espansione coloniale transatlantica (Rom a 1908) . Nell'archivio dell'Accademia sono conservati i materiali che riguardano la vicenda concorsuale ispirata da una convergente proposta di Lelio Bonin Longare e Antonio Fogazzaro, primi formulatoti dell'argomento così posto in discussione 55 . Stupisce, al riguardo, l'esiguità dell'interessamento dimostrato per l'occasio­ ne dal mondo scientifico italiano che a dispetto del considerevole premio in danaro messo in palio (oltre tremila lire dell'epoca in cui la lira faceva aggio sull'oro ... ) non rispose all'appello lanciato dalla piccola accademia di periferia che pure aveva provveduto a nominare una commissione d'esame di tutto riguardo (composta da Carlo Ferraris, Enrico Catellani e Francesco Saverio 55 ARcHIVIO DELL'AccADEMIA OLIMPICA, Vicenza [d'ora in poi AAO] Serie E/III (in E/III, b. 2 "Fondazione Formenton" , fase. 1902-1906 le lettere dei proponenti il tema: A. Fogazzaro, da casa il 24 marzo 1902 e L. Bonin Longare da Roma il l8 marzo 1902. Lampertico, da Vicenza 14 marzo 1902 aveva suggerito invece, come tema, la questione degli scioperi in agricoltura oppure la regolamentazione giuridica del sistema cooperativistico): «Gli italiani nel continente sud-ameri­ cano. Condizioni presenti della nostra emigrazione in quel paese: Suo avvenire. Proposte relative all'azione da esercitarsi per mantenere ed accrescere fra quelle colonie e la madre patria vincoli d ' affetto e d 'interesse reciproco». Questo il testo finale del tema posto a concorso che Franceschini sviluppò anche in altre sedi (alcuni anni più tardi, ad es., in varie assise del Partito nazionalista a cui diede la sua adesione). Franceschini, dopo la prima guerra mondiale, abban­ donò il campo degli studi sull' emigrazione e si distinse soprattutto professionalmente come giuri­ sta e avvocato e, in politica, come leader fascista locale, divenendo anzi primo podestà della sua città natale: oggi le sue carte private, raccolte dai nipoti, formano un piccolo archivio situato nella residenza di campagna della famiglia a Sarmego in attesa, pare, di essere versato alla Biblioteca bertoliana sopra citata. Sul libro del 1908 e sugli italiani in America Latina sono comunque inte­ ressanti anche altri documenti come, di pugno del Franceschini, le varie lettere che egli indirizzò a Fogazzaro per ringraziarlo del suo appoggio. Per sollecitare recensioni dal «Corriere della Sera» di Albertini e dal «Giornale d 'Italia» di Bergamini per ottenere riconoscimenti dal re, e infine per segnalare il successo ottenuto in Argentina e in Brasile dall'opera premiata; cfr. BBV, CE, b. 14 pl. 8 1 , lettere del 15 agosto 1908 - 27 febbraio 1908 - 13 agosto 1908 - l febbraio 1909 - 8 novembre 1909 ad Antonio Fogazzaro). o

. di curiosità specie fra i giornalisti che Nitti) . Do po un modesto .accen ders1 nostre e con i . quoti�liani più diffusi nelle curavano dall'Italia le cornspondenz ssero ridu si e correntl vennero a manc�re . un· " COlonie ". dell'America Latina, i con are entrambi veneti ed anz1, a rlffi arc significatlv�m.ente a du� s�l' st�diosi� vicentini: Antonio Franceschini, cioè, ntra bi . nesso localistlco e pr?vmc1a e, . gm . no di Marostica e all'epoca professo­ e il geografo Bernardmo Frescura, or� � Genova. . c1o d1 or1 re nella Scuola supenor.e .di commer pat stam li deg hi ieg din niti infi o op 1to a Rorna d il libro di Franceschm1, e d' da Forzani e C (tipo. Hoepli Sandron ' L aterza) , a, occ B interpellatl (Loescher, conoscono . Ma dell'opera' · ' e mo1t1, come ho detto h c o ll que è , ) ato Sen del grafi fici e di . . apprezzato au�ore di studi geogra incompiuta e inedlta, d1 Frescura n tutti Co te. ren cor ecento - poch' ono al guide all' emigrazione. fra O tto e N o: � : - ex Stati degli ' rato i in alcuni ' 1t1 · · ( bb Cla l a SOla espenenza em1gigra co 1. suo�• llffi a b �: te fu l'em zione italiana e sem � e B::�ile dove più for provmce - d\ pm nto attl e ebb avr . ra scu Fre troduttiva cui ia­ piuta solo nella p.arte �ene�ate e � p a) la monografia intitolata Gli ital stam a r 1 avo 1 suo 1 per nt1 spu e i dat tardi ti sin qui. tra. . o 56 rappresen ta una delle tante fon . nte. sud-a�:rican nz nel conttne . at1. s . c ervano e che potrebbero contnbuue a pr1V 1v1 arch h � scurate che neg . porti �t� e fe? omeno emigratorio e dei rap erica illuminare magglOrmente la st �n � 'Am i dell a con 1 po poli e con i govern intrattenuti fra i due secoli dall Ita Latina.

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. - Bernardino Frescura ' originario 56 AAO - E/III - b. clt. - pl. F · za e Padova a contatto con un grupato tra vtcen di Marostica e geografo di

· enti s'era form . . ze al rt'guardo si possono ricavare dallo . (testtmontan qualche nome neg1.1 annt· D'tec! e v, ' . . · . 1 GU1'd ° Mazzom d' 11. tevl a dt . compagno di studi in Biblioteca ctvtca nte essa Po inter . co antt suo hgo ' ' gno Bro o h' c � to�c per la geospoglio dei cartegg.i di G . niale da un iniziale interessamento 1 d'1 geografia �ol e sui "dm­ eto Ven a Verona). Convertitosi agh stu del tane mon i lasci� stud.t �u e pop.olazion or e l «fol » k per il a e ( ina e fu ropic Lat fia America ant gra . e italiana in · ' ) re lizzò varte mdagmt su ll emtgrazion · zzone emtgra esi. e vtcenttnt ed o . � ionism bri" veron . ' .t Su dt lut st. veda M E FERRARI Espans . · . ' compilatore di gut·d e per e!Ulgrant . ellanea di storia delle esploraziont., IX' Genova, . Frescura, m Mzsc Bernardtno

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nelle opere del geografo

Bozzi, 1984 , pp. 247-298.

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Fonti per l'emigrazione ligure in America Latina: alcuni archivi privati

AUGUSTA MOLINARI

Fonti per l'emigrazione ligure in America Latina: alcu

ni archivi priva#

I lt'guri e la "Merica ". Una lunga stor ia

Nel l86� uno studioso genovese, Jacopo Virgilio, pubblicava quello che puo' essere considerato il pr'Imo stud'lo suIl'emt . . graz . lOne transoceanica italian Delle mt� raz�.�n t. transatlantiche degli italiani ed in t'specie di quelle dei Ligu;�. neH' ne regtOnt uel pl.ata l L'op�ra d'1 vtrg · ili'o, attesta l'Imp ' ortanza assunta già all'epoc : . a dal. flussl. mig ' n verso l'America Latina 2 raton ltgu er za di qua to avvenne ?el resto del pa� se, dove l'emigrazione verso le e ven�e u? eno�eno di massa a partire dall'ultimo ventennio dell'Ot­ � �'�? e?tl m � tone verso l'Uruguay e l'Ar gentina si svilupparono in d o ru tt L �;: P l�e, ra lZlona e se o per il commercio marittimo verso l'Uru ua s inse . fatti la numero�a colonia ligure, presente a Cad ice già dalla secon a et del ettecento, a segmre nuove "rotte" verso il Sud America 3

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VIRGILIO Dell

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a ts zcz, nova, l ografia del commercio, 186 8. Sulla figu� ra di Jacopo Virgilio e sugli ambientt' ' ' • armatortal1 genovest · M E . 1 Emzgra · zzone · e co;on gtornale genovese "La Borsa" (1865_1894).' G ze: il . ' e?ova, B zz , 1983 ; I?., Lo scrittoio e

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FERRARI

la partenza: idee sull'esodo, progetti ed esperienze d ' zgrazzone ne e ett�re dz facopo Virgilio, in La Americhe. I:emigrazione ligure tra e e e ra�conto, a cura dl A. GIRELLI, Genova Sagep via delle . 2 M'E FERRARI Emz. razz. ne e 1989 . . ' � � �olonze. . . Clt.; La via delle Americhe . . . citato. ' 3 n · Ruocco, 'L emzgraztone zn L · ·a l· n «S u d' e r . erch di geografia», e t� 1 98 7 , l ; M.G. l GIULIANI BALESTRINO' I:Argentina de attanz, · . orna, lstttuto dell'Enciclopedia. ital iana 1989 · A. MOLINARI Storz'a e storze. dz' emzg . . . razzone dal pon ' . . . . Maritimes et contrées limitrophes in <''Recherehes /�te l'zgure. Alcunz percorsz dt rzcerca, 1U Alpes-' regw n l es», 1995 a , 3 . ' l

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L'emigrazione verso l'Argentina, l'U ruguay, il Cile e il Perù, interessò tutta l'area regionale dalla prima metà dell'Ottocento agli anni della Grande Guerra . Fu però l'area genovese, soprattutto la zona di Chiavari, quella che diede il maggior contributo ai flussi migratori diretti in Sud America 4, Per non poche vallate del ponente genovese, Val Fontanabuona, Val Trebbia, Val di Vara, e per molte zone della costa rivierasca, sia di ponente che di Levante, andare in America significò, almeno fino agli anni della Grande Guerra, andare in Argentina . La diffusione che ha, ancora oggi, il consumo dell'erba mate, in alcune vallate dell'entroterra genovese e savonese, è solo uno dei tanti " segni" della complessità di valenze (economiche, sociali, culturali) assunte dai fenomeni migratori nella società ligure. Proprio perché non ebbe né una periodizzazione né caratteristiche sociali assimilabili al grande esodo transoceanico di fine Ottocento, l'emigrazione ligure non ha goduto di particolare attenzione nell'ambito degli studi sui feno­ meni migratori. Non disponiamo infatti a tutt'oggi di un quadro complessivo dei fenomeni migratori liguri che ne definisca le dimensioni, le direttrici, la composizione sociale 5 . Per trovare qualche indicazione sui flussi migratori verso l'America Latina occorre risalire ad uno studio del l923 di A .M. Marenco 6 , I pochi con­ tributi disponibili sono stati prodotti da studiosi argentini, in particolare da Ferdinando Devoto 7 . Solo di recente, in conseguenza di una ripresa a livello nazionale degli studi sulla storia dell'emigrazione italiana, a partire dal libro di Ercole Sori s, poi

4 La via delle Americhe. . cit.; M. PORCELLA, La fatica e la Merica, Genova, Sagep, 5 Tra i contributi di maggior interesse: M.R. MANGINI, Il "mito americano" nelle testimonianze .

1 986.

degli emigranti: il caso della Val Trebbia, in La via delle Americhe . . . cit.; F. FASCE, Tra due sponde. Lavorz; affari e cultura tra Italia e Stati Uniti nell'età della grande emigrazione, Genova, Graphos, 1993; A. GIRELLI, La risorsa America, in Storia d'Italia, Le Regioni dall'Unità ad oggi, Torino,

Einaudi, 1994. 6 M.G. I:emigrazione ligure nell'economia della nazione, San Pier d'Arena, Tipografia Don Bosco, 1923. G. RosoLI, Roma, Centro studi emi­ 7 L'Italia nella sodetà argentina, a cura di F.J. The origins o/ an Italian neighbourhood in Buenos Aires in the mid­ grazione, 1988; F.J. XIX century, in «The Journal of European Economie History», 1989, l ; C. Paren# negozianti e dirigenti: la prima dirigenza italiana a Rosario (1860-1930), in Identità degli italiani in Argentina. Reti sociali, famiglia, lavoro, a cura di G. RosoLI, Roma, Studium, 1993; F.J. Liguri nell'America australe: reti socialt; immagin� identità, in La Liguria. Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità ad oggi, Torino, Einaudi, 1994. E. SoRI, [;emigrazione italiana dall'Unità alla seconda guerra mondiale, Bologna, li Mulino, 1979.

MARENCO,

DEVOTO,

DEVOTO,

8

DEVOTO -

FRID DE SILBERSTEIN,


1 12

Augusta Molt'nari

�ttraverso gli studi di Emilio Fra . . li gruppo d1. stud1o mtorno alla Fondazione Sella 10 nzina 9 e del s1 che vita an ch � � l1Ve ' o �ocale sono state awiategra tive di ricerca sui fenomeni . ' ini zia­ m �ton ella regwne . Nella maggior parte dei casi l'attenzione è stata rivolt a a n vese . Nel libro di �arco ? La fatica e la "Merz'ca " (1986) 11 �� . orcella, . i contesto delle dinamiche eco ' . o em. migraton sono stati analizzati nel nom1che e soc1ali di na valie de1 Ch'1avarese, la Val Fontanabuona . Il catalog o deIIa mostra ' La vza� delle A . 1. · me rzc· h e. L'emzgr zzone agu re tra evento e raccon t0 (1989 a. ) , cur ato da . An ton i o G 'b un a pnma Slstematizzazione 1 u· e 1, pre sen ta dei tem . . �· e deIle problematic. he relativ dell'emigrazione ligure Al e allo studio . . cune ID1 Z1atlve di ricerca sono state aw. stremo levante ligure e hann late nell'ep rtato a 'a stimento ?i alc une mostre e alla pubblicazione di libri- catalog� ; � � Lunigiana, curati da Caterina . ra q�estl, 1 . �e vol��l �ull'emigrazione dalla e r�h;; Famzlzarz. Storie, volti e docu­ m_enti .dell'emigrazione in Lunig . 8 r te re a saz lon ta� e. Cento anni dz emzgrazione lunigianese (19 ' ; ) e uell sull'emigraz�one Dal golfo al Mondo. Imm . . 88 dall area spezzina' i � J 't, agzn! uet. emzgrazzone spezzi 12. . na In occasw ne delle celebrazioni "C oIom . biane " sono stati pubblicat a cura di Adele Maiello e Gae tano Ferro ch e presentano 1. ns. ul . i tre volumi' . ' tatl dello spoglio d1 un numero consistente di' ar ch'1v1. comunali della provmcl d' 1 G nov 1 L' asp tto di maggior interesse di questi studi (C . Rapett1,� A. � � 3 . . ,e da agg�iunger Gibelh ), a! quali . e una ricerca sull'em1gr az1. one daI ponente ligure 14 e aver proposto percorsi di r . quello di· . c basatl prevalentemente su ' fonti "de (lettere, diari, memorie m � l . privat o" :ia�i· lconografìCl') . Nel saggio La risorsa Am ' erica '

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9 �· FRAN�lNA, La grande emigrazione. I:esodo d��. rura

' tt· Merica·' Menea. Emzg. razzone e co dal Veneto durante il secolo XIX ' lonzz· zazz·one nelle lettere dei contadz nz· venetz· zn· America latina 1876-19 . . � 02 ' Milano, Feltnn elh, 197 9; Io., I:Immaginario deg Treviso, Pagus, 1992. li emigranti, 1 0 S. BAILY - F. RAM ELLA, One Famil Two Wi Univeristy Press; Studi sull'em �r!ds, New Brundwick and London, Rutgers igra Electa, 199 1; P. AUOENINO Un zione. n anatz.·sz comparata, a cura di M.R . OSTUNI Milano mestt'ere per parttre. Ilradzzto . ' Milano, Angeli 1990· P CORTI . dt' . . M · · ne mtg· ratorza da una vallata alpina,' , rae n sz emz gra nt t es t . ' zerz, ztzneran; iden tità collettive, Milano Angeli, 1990. , 1 1 M. Po R�EL�A, La fatica e la "Me .' Io. Da bzrb . rz'ca . " . . ci . t . . . povertà contadzna, tn A. GIBELLI . to. antz a emzgrantz. Itznerari della ' La via de!le A mer ,_ zcoe. . . Cita 1 2 A . G!BEL LI A. MOLINARI F. SURDICH , Da l golfio a l mondo. Immagini dell zzn. �; Sarzana, Grafiche Lunensi, 'emigrazione spez1993 . G. FERRO - A. MAIELLO , I: . emt·graztone dalla provincia di Genova, Bologn volumi. a, Patron, 199 1, 3 14 A. MOLINARI, Storia e storie di emigrazione dal ponent e . . . cita

. Venezia, Marsilw,

197 9 ; Io. '

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Fonti per l'emigrazione ligure in America Latina: alcuni archivi privati

1 13

Antonio Gibelli presenta, ad esempio, una serie di " storie" di emigrazione e d imostra l'importanza di un approccio prosopografico che, a partire dalle esperienze individuali, ricostruisce quella che fu una storia " di molti" 15 . Gli studi esistenti, per quanto ricchi di suggestioni interpretative, scontano la mancanza di una prospettiva di analisi di tipo "transatlantico" . Oggi, a diffe­ renza del passato, disponiamo di ricerche che documentano, almeno per alcu­ ne aree del ponente genovese, il ruolo svolto dalle esperienze migratorie nel ridefinire la mobilità del mondo contadino . Sappiamo però poco sui "destini" migratori delle classi subalterne liguri, sia in Nord America che in America Latina . Resta poi ancora da verificare il ruolo svolto dai ceti armatoriali genovesi 16 e dalle élites economiche e politiche della regione nel favorire l'esodo migratorio verso il Sud America. Con l'eccezione di qualche contributo prodotto in questi ultimi anni 1 7 , non disponiamo di ricerche sul traffico di emigrazione nel porto di Genova e poco sappiamo sulla storia delle compagnie di navigazione geno­ vesi, alcune delle quali, come la "Veloce", praticavano quasi esclusivamente le rotte del Sud America . Uno dei motivi dello scarso sviluppo che hanno avuto in Liguria gli studi sulla storia dell'emigrazione, come del resto tutte le indagini che si sono orien­ tate nell'ambito della storia contemporanea della regione, è da ricercare nella esiguità delle fonti disponibili presso gli archivi pubblici . L'Archivio di Stato di Genova ha una documentazione molto scarsa sui fenomeni migratori. Basti pensare che il fondo Prefettura italiana si ferma ai primi anni Settanta dell'Ot­ tocento . Ancora parzialmente consultabili sono i fondi della Prefettura Italiana (Gabinetto) per gli anni 1900- 1918. Un fondo di grande interesse per lo studio della storia dell'emigrazione, quello della Camera di commercio di Genova, è stato versato solo in parte all'Archivio di Stato e consiste prevalentemente in lettere di trasmissione, la maggior parte delle quali relative a documenti che non sono reperibili nel fondo . Migliore è la situazione nell'Archivio di Stato di Imperia, soprattutto per quanto concerne l'ordinamento e la sistemazione dei fondi.

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15 A.

GIBELLI, La rz'sorsa America . . . citato.

1 6 G. DORIA, Investimenti e sviluppo

Milano, Giuffré,

1969,

economico a Genova alla vigilia della prima guerra mondiale,

2 voli.; ID., Debiti e navi. La Compagnia Rubattino, Genova, Sagep, 1990.

1 7 A. MoLINARI, Le navi di Lazzaro. Aspetti socio-sanitari dell'emigrazione transoceanica italiana. Il viaggio per mare, Milano, Angeli, 1988; Io., Emigration Tra/fie in the Port o/ Genoa between the

Nineteenth and Twentieth Centuries. Shipping and Problems o/ Social Hygiene, in <<Journal of

American Ethnic History)), 1993,

13.


1 14

Fonti per l'emigrazione ligure in Am erica

Augusta Mo!inari

Lo stato di conservazione del materiale in molti degli archivi comunali della regione è poi tale da scoraggiare anche lo studioso più temerario. Vi sono delle eccezioni, come l'archivio comunale di Chiavari e alcuni archivi della Val Fontanabuona, quelli di Rialto e di Pieve di Teco nel ponente ligure, ma nel compless� so�o p�chi i cor�m�i d�ve sono conservate e accessibili fonti per la stona dell em1graz1one (reglstrl del passaporti, registri della popolazione sche' de dei censimenti). A fronte di una situa�ione di grave carenza di fonti degli archivi pubblici, . appare partlc�larmente rilev�nte il contributo che alcuni (pochi) archivi privati �osso�� forn1:e per la stor�a dell'emigrazione. I tre archivi presi in esame, l Arch1v1o stoneo Ansaldo, l Archivio ligure della scrittura popolare, l'Archivio delle suore terziarie cappuccine, presentano situazioni archivistiche molto d�verse sia per il tipo di materiali conservati, sia per le dimensioni e l'organizza­ zwne della documentazione. In tutti e tre i casi si tratta di archivi dove i feno­ meni migratori hanno lasciato "tracce" importanti dei percorsi seguiti dalle cor­ renti migratorie liguri dirette in Sud America. L'Archivio storico Ansaldo Tra gli archivi privati della regione l'Archivio storico Ansaldo di Genova­ Corniglia�o costitu�sce una delle realtà archiviste più interessanti per indagini . s�lla sto�la � conom1ca e soc1ale della Liguria in età contemporanea. Tra i fondi d1 ma!'Sg�or l� te:esse �ell'archivio vi sono le Carte Perrone, un complesso di matenah vast1ss1mo (clrca tremila scatole per un totale di un milione e mezzo di �a�te), eh� documentano la storia di una delle più importanti dynasty indu­ stnah del �rlmo ventennio del secolo 1 8 . Con una scelta oculata, i responsabili , . dell arch1v10 hanno mantenuto nell'ordine in cui sono state conservate dai Ferrone le carte "di famiglia e di impresa". Il fondo Ferrone offre così una document�zion� s�raord�aria non solo per lo studio della storia d'impresa, ma anche per mdag1lll sulle v1cende pubbliche e private dei Ferrone. Le �ic:nde e le "fortune" dell'Ansaldo ebbero origine dalle esperienze che il capostlplte della dynasty, Ferdinando Maria Ferrone (1847 -1908) fece in Ar-

1 8 er u?� descrizione del fondo: S . LOMBARDO, Gli archivi storici d'impresa in Liguria, in . . «Studt Stortct», 1995, l. In occasione d1 questa, come di altre ricerche sul Fondo Perrone ho avuto una cortese e competente collaborazione da parte del dottor Sandra Lombardo diret ore ' dell ' archivio, e dei suoi collaboratori.

1 15

Latina: alcuni archivi privati

Successivamente Ferrone t? rnò altr� due gentina dove rimase dal 1885 al 1895 . �a: 189 8 al 189 9, e poi per altn due a�m,. volte in Argentina: per un anno, dal 1ta e" del fondo Ferrone docum�nta l att1v 1900 al 190 2 19, La serie " Scatole ner che ole scat sel ria. Si tratta di settanta svolta in Argentina da Ferdinando Ma tole al 190 2. Le altre serie del fondo (Sca . coprono un periodo che va dal 1885 pne raccolgono prevalentemente le cart marrone Scatole rosse, Scatole blu) , o Maria, Mario e Pio. . . vate e d' Ìmpresa dei figli di Ferdinand ando Mana dm Fer che a enz ond risp cor la ata Nella " Scatole nere" è conserv oe mondo politi.c� : fi?anzi�rio argent� tenne con esponenti di alto livello del. Air nos �s. della comunlta ltahana di Bue con le élites economiche e intellettuah m e lità delle inizi.ative avvi�te d� Ferron Il carattere spesso al limite della lega sospettoso d1 tutto e di tuttl, ?anno res� Argentina e la natura del personaggio, l ortante per �o�osce:e aspetti. po�� not .1che ltahane m Argentma Fer­ questa corrispondenza una fonte imp econom della "storia" delle élites politiche ed luta di quanto scriveva e archiviava qua rone conservava spesso più di una min lo riguardasse. siasi documento, anche irrilevante, che fondo "Sc atole nere" son.o :accolt� Oltre alla corrispondenza privata, nel tut li, opuscoli, dépliant comm��ciali, st� � molte pubblicazioni a stampa (giorna de� essi mte h deg � la vastità e la varietà di sodalizi diversi) che documentano Egh ma. ent Arg in della sua permanenza quali Ferrone fu al centro nel corso , una tempo abbastanza b:e�e ( 188.4.-1895) . infatti portò a termine, in un arco di lodip e rmediazione finanz1ana, politica serie di complesse operazioni di inte A matica. ente suc c�ssivo al suo a �nvo m , . rtam edia imm o iod per nel già e ron Fer s o come mediatore tra setton delle eltte gentina svolse un ruolo di primo pian ·

·

·

no in Ar entina tra p�litica, cultura e

� 19 P. RuGAFIORI, Ferdinando Maria Perrone. Un italia , 1992 . Da casa Savoia all Ansaldo, Torma, Utet 3 ; M. one. Perr ID., ; 3 , 1990 ci», stori di «Stu 19 a ; o _n Ge 3, affari, in -195 1853 .' ZO, I cento anni dell'Ansa/do Sull'Ansaldo dei Perrone: A. GAZ dtvzdualt e pra-. 1990 ; A. OLI ARI.' Istanze t � eli, Ang no, Mila , stato lo e presa Ansaldo. [}im lzca. Le lettere at 21), in Deferenza rzvendzcazwne supp tiche aziendali. Lettere all'Ansaldo (1914-19iso, Pagus, 199 1 . . potenti a cura di D. LEONI - C. ZADRA, TrevDEVOTO, Elementi per un'analisi delle ideologie e det a: ntin Arge in ne 20 ulle élites italia �», 1986, 2; ID. ina (1860-1910), in «Sto�ia conte�po�ane ne», 1989 , 7:: conflitti nella comunità italiana d'Argent az1o m1gr � di «Stu n t os Aire� (1852-188?), . M.C. NA La primera élite politica italiana de Buen . a. Glt Euroamertcam, a c�ra, d1 F. ntin Arge in na italia dt cura � Storia della collettività tt�a' czeta ar�en . 1987 , 2 voli.; Uta lia nella so. elli, Agn e azion Fond no, , deglt Italtam tn Arg�ntm.a. SC!MBENI , Tori tro studi emigrazione, 1988 ; Identzta Cen a, Rom OLI, ROS G. _ OTO DEV , Le mtgrazw­ Roma Studiufl_l , 19 3 ; F.]. DEVOTO : , . Reti sociali, famiglia, lavoro, a cura di G. 1994 ica, io interpretativo, Napoh, L Officma upograf

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ni italiane in Argentina. Un sagg

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Augusta Molt'nart'

economiche della comunità italiana di Buenos Aires e il governo argent ino e tra quest'ultimo e l'Ansaldo. Giunto in Argentina con credenzial i di esperto finanziere e di studioso di c � ?no.mia e di. st�tistica, Ferrone rivestì incarichi di rilievo nella gestione di vari tstlt�t1 bancan e m settori della vita amministrativa del paese . Nel l887 fu vice­ prestd�n�� �ella commissione direttiv a del censimento di Buenos Aires Qu esta . sua atttvtta e documentata (scatola n 8) dell� Commissione e �a un vasto mat. dai carteggi che tenne con i membri eriale a stampa . Oltre a gestire per con . terzt grosse operaztom to bancarie e immobiliari (scatole nn 59 . e 60) , Ferrone fu mem� �o de�a commissione d'inchi esta istituita per indagare sulle irre golarità ammmtstrattve del Banco di Rom a y Rio de la Plata (18 89- 1893 ). Le diverse pratiche della commissione d'inchi esta e i carteggi privati di Ferron e con i em � �r� dell� �om�issione (scatola n . 12) , appaiono di gra nde inte ress e per mdagtm sugh mvesttmenti finanziari del fond� sono �onservati, oltre agli stat le élites italiane di Buenos Aires . Nel uti della banca, gli elenchi degli azio l� vane re�aztonl. della ammissione nisti, d'in chiesta, le memorie difensive dei ges � . n, appuntt e mm to­ ute dt Ferrone. Sempre nell'ambito delle attività di interme­ diazione bancaria Ferrone fu anche liquidatore del banco di cauciones e autore di un progetto di riorganizzazione del Banco della provincia della Rioja (sca la n . 1) . to­ Ampiamente documentati nelle "sc atole nere" sono i rapporti di Ferron con le �utorità oliti he e amminis e ? trat ive durante la presidenza Roca, in par � . colare l oper dt medta ti­ ztone svolta da Ferrone nel convincer � . e il governo argen­ tino ad acqm�tare da�'Ansaldo la corazz 5 1 ) . Procacc1atore dt commesse per ata "G aribaldi" (scatole nn . 29, 3 0, 50, l'Ansaldo, Ferrone ricorse ad azio ni di for�e pressione, al limite del ricatto, nei confronti di Roca, la cui candid atura egh aveva sostenuto anche finanziaria mente . F� g�azie alla r tezio e di un altr o politico importante, il governatore � della provmcta della Rio?Ja, Gu�illermo de San Roman, che Ferrone riuscì a con soli­ ?are, .appena arrivato in Argentina, la sua posizione eco nom ica Egl . i otte nne mfattl, attraverso San Rom an, la gestione della lotteria di beneficenz a della Rioja che, come si può dedurre dal la documentazione, organizzò molto disin­ voltamente (scatole nn . l e 28) . La varietà e la complessità delle iniz iative di tipo economico e finanziario cui �errane fu al centro nel corso di della sua permanenza in Argentina , sono solo � � arte d umentate nelle car te del fondo . Della sua attività di com ?� pra­ vendita unmobiliare non sono rimasti che pochi documenti mentre esiste una ricc� docu�entazione di un proget to di fattibilità per la cos�ruzione del canale fluvtale LuJan-Parana (scatole nn. 5, 14, 20) . I documenti conservati nelle "sca-

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Fontz' per l'emigrazione ligure in America Latina: alcuni archivi privati

tole nere", offrono molti indizi della "vorticosa" attività di "mediatore d'affari': svolta da Ferrone sotto la presidenza Roca, ma solo un confronto co� f�nt� argentine potrà consentire di valutare la reale consistenza delle suggest1om dt ricerca presentate da queste carte . .. o Meglio documentati sono, invece, i rapporti che P�rrone aveva stabiht ?� � . le élites politiche della comunità italiana di Buenos J\ires, m gene�e mazzmtanl e garibaldini. Dalla corrispondenza privata e dal consistente matenale a sta�pa . ?e�e f 1de raccolto nelle "scatole nere" emerge un quadro abbastanza prectso � interne a questi gruppi e del tipo di gestione che alcuni personag�l ?t spl��o della comunità italiana, Basilio Cittadini e Ferrone stesso, fecero �el g�orn�li m . Ctttadmi. e lingua italiana pubblicati a Buenos Aires . L � c?ntroversie : r� Basilio . Gustavo Paroletti, tra Cittadini e G . Barbten, tra Ct�ta�m� e Perro�e, p �r la gestione dei giornali «La Patria italiana» e «L'Operato ttahano», evtdenztano . . una situazione di forte conflittualità tra i vari grupp1. dt uno stesso onentamen-

to politico (scatole nn . 6, 32, 36). . . Spesso i contrasti che si manifestavano tra le élites italiane sc�devan? m vto : lenti attacchi personali . Significativa appare a questo proposito la ftgura �l . . Basilio Cittadini, prima alleato, poi acerrimo nemico di Perrone 21. Ctttadmt, . come Ferrone, aveva rapporti "d'affari" con il governo arge�tmo e non s��? re agiva nel pieno rispetto della legalità . Le carte �errane f� rmscono molte ptste . . da di ricerca" per valutare l'influenza esercitata a li�ello po�tlco ed economtco . settori delle élites politiche italiane di Buenos Aires neg�l a�m. ?�lla presidenza , Roca (scatole nn . 21, 36). Ben documentata è, ad esemp10, l attlvlta svolta dalla stampa in lingua italiana in occasione delle trattative avviate dal governo argentino con la Terni per l'acquisto della corazzata "Var�se" (� cat?la 29) 2� . . Dai rapporti epistolari che Ferrone tenne con gli amb1en:1 mazz�:anl e gan­ baldini di Buenos Aires emerge un quadro abbastanza colonto �egh mtellett��­ . . gtornah . � li déclassés che gravitavano intorno alle redazioni dei due prmctpah •

lingua italiana. La corrispondenza di Ferrone con Michele O ro, Sante Arge�tl, . Fabrizio Ottolenghi, Leone Rabbi, Gino Bettiolo, prese�ta �1cende poco edifi­ canti - tra il grottesco e il patetico - di miseria, truffe, ncattl (scatola n. 6) . L? stesso Ferrone si rivolse in più occasioni a questi ambienti per portare a termi­ ne progetti finanziari e politici (scatole nn . 42, 44, 57) . Esemplare appare, ad

21 Sul rapporto tra Cittadini e Perrone: A. Ferdinando Maria P�rrone. citato. 22 Sul ruolo della stampa nel contesto della comunità italiana in Argentma: S.L. T�e RUGAFIORI,

· ·

BAILY,

Role o/Two Newspapers in the Assimilation o/Italians in Buenos Aires and Sao Paolo 1893-1913 , m «lnternational Migration Review», 1978 , 43.


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Augusta Molinari

esempio, la vicenda della "Legione itala-argentina" progettata nel 1 898 da Ferrone con l'aiuto di Gustavo Deleuse, un avventuriero di professione. La costituzione della legione è giustificata dalla particolare tensione nei rapporti tra il Cile e l'Argentina ed è sostenuta dall' Ansaldo che tenta di sfruttare la situazione per convincere il governo argentino ad acquistare navi da guerra 23. Nel fondo sono raccolti molti documenti relativi alla fase di organizzazione della legione, gli elenchi dei partecipanti, i manifesti di convocazione delle assemblee, le lettere che Deleuse inviava a Ferrone per tenerlo informato del­ l'andamento dell'impresa (scatola n. 25) . Nella legione confluirono avventurie­ ri, sbandati, pregiudicati. Scrive Deleuse, l'organizzatore della legione, in una lunga lettera di ringraziamento a Ferrone: «Senza di lei il mio nome figurerebbe oggi forse tra quei numerosi spostati che popolano la legione, mentre mi vedo ad un'altezza cui non avrei mai sognato di giungere» 24 . Nonostante i violenti attacchi di cui fu oggetto da parte di esponenti di rilie­ vo delle élites italiane di Buenos Aires, Ferrone riuscì a stabilire solidi rapporti con alcuni settori della comunità italiana. I documenti conservati nelle "scatole nere" offrono molte informazioni sui referenti itala-argentini di Ferrone. Anche quando lasciò l'Argentina, nel 1895, Ferrone continuò a seguire con attenzione le vicende della comunità italiana di Buenos Aires. Egli diede infatti l'incarico ad un suo collaboratore, l'ingegnere Benedetto Ghiglione, di tenerlo informato, con resoconti giornalieri, delle trattative in corso tra il governo argentino e l'Ansaido per l'acquisto della corazzata "Garibaldi" (scatole nn. 25, 26, 29) . Le lettere di Ghiglione, circa un centinaio nell'arco di un anno, riportano una cronaca dettagliata e spesso pettegola delle vicende delle élites italiane di Buenos Aires. Particolarmente seguite da Ghiglione sono le mosse del conte Antonelli, sospettato di intralciare gli interessi dell' Ansaldo in Argentina. Antonelli sosteneva infatti le iniziative della Terni, il maggiore con­ corrente dell'Ansaldo sul mercato mondiale delle costruzioni navali 25, Ghi­ glione non perdeva mai di vista le mosse di Antonelli e riferiva ogni episodio che potesse mettere in cattiva luce l'emissario della Terni. Scriveva, ad esem­ pio, nel gennaio 1896:

23 P. RuGAFIORI, Ferdinando Maria Ferrone . . . 24

,

citato. ARCHIVIO STORICO ANSALDO, Fondo Ferrone Serie Scatole nere, 2512, Gustave Deleuse a Ferdinando Maria Perrone, Santa Fé, 27 luglio 1898. 25 F. BONELLI, Lo sviluppo di una grande impresa in Italia. La Terni dal 1884 al 1962, Torino, Einaudi, 1975,

erica Fonti per l'emigrazione ligure in Am

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Latina: alcuni archivi privati

i ne della jerba mate nell'eser'. «Or� Antonelli sta trat�ando con Med1Cde1 peq�al'':::.i��ocd�: �edici può produrre di detta cito italiano trovand� cosl sfoto a a 1�ra; Inoltre sta facendo il possibile onde · jerba nel suo p�sse�tme�o c e nell'esercito italiano :�;;�t;con l'elettricitàe que ottenere pure l tmpteg� ella car:e �ton sta carne non trop­ n do con' o ehe a quanto pare died non so come se la cavera tene . po buona prova nella Marma argentma» 26 . . spuntl· per cogliere aspetti di di Ghiglione presentano non pochl

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Le lettere el t ane di Buenos Aires. Emerge d ue itali es élit e dell à talit men a dell ia stor rispondenza conservata ne on o, tere, come del resto da . molta .del. la, cor della " eultura1e delle. élites nei confronti diffuso atteggiamento dt supenonta ' " in ldt a 'b an , n l 189. 7 ' l'arrtvo d eIla "G soc ietà argentina . Nel commentare � iali ic della · ori uff Gartbaldl che questl· stgn . , . l. nelle Argentina ' Ghiglione scri.veva:. «La e una 1urnaca fìnalmente arnvo 1er marina argentina fecero vlaggta e com ato dai giornali, trovai acque d ::es i ll u r: n;:: nbblic argano. Povero materiale, rono i! . , . . 1 ttato . » 27 . tanto ben costruito, in quah mam e cap

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VArchivio Ligure della Scrittur

a popolare

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si subalterne liguri in :à contempor � Lo studio della storia sociale delle clas o pr ilegia:o di ce a nea ha costituito e costituisce .il te�ren ne t l storla mo er . e o e docenti e di. ricercatori del Dtpartlmen � ' evo dl studt ' un not le N Il' bito dl questo settore a, d'1 G nv ig az n: 8 gli :lt dieci anni, alla storia dell'e� dedic o a d pluralità di esper enze �he la sto ia e t ; r ati i di tipo " d urre il caso gure , la difficoltà di n · e ?ros pd rafica� nel s?tt�re dell mdagm macrostorico, ha indirizzato la ricerca archi itorio ' di .un numero consisten e Questo ha. portato al recuPero "sul terr · ntale e. transo. nze di emigraz·ione ( contme entano le esperie V1 familian ch e docum . basso Piemonte. del e di alcune zon n e eh ceanica) delle diver�e ar�e . �eIla ;eglO. � . o il Dipartimento di lVlo , e h a sede press . . Attualmente sono dispombili nell arch arch1V1 familian, una parte to cen a circ , a i sof filo e tere Let di storia della Facoltà

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26 ARcHIVIO STORICO ANSALDO, Fond os Aires 1° Ferd.mando Mar.ta perrane, Buen

to o Ferrone, Serie Scatole nere, 2512, Benedet

,

,

Ghiglione a

. . gennaio 1896 . nere, 28/6 Benedetto Ghlghone a le o t ca S , erte S e, rron P o Fond , ALDO 27 ARCHIVIO STORICO ANS . Aires, l gennaiO 1897 . Ferdinando Maria Perrone, Buenos


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privati America Latina: alcuni archivi Fonti per l'emigrazione ligure in

Augusta Molinari

. consistente dei quali do�� espenenze m�gratorie nelle Americhe. I do eu. . menti conservati sono v � t e fontl l. scrl�t� ra ?opolare (lettere, diari, memorie), ma non ma ano maten totogra cl e di ttpo lconografico . . appare decls1Va · L'importanza di fontt' dt' questo t1po per procedere ad una . stona della società che intrecci le eulture alte e le culture basse, i destini delle classi egemoni e quelli delle class1. sub alterne quelli delle donne e queili degh. ' ,. . . . I documenti raccolti uom1n1, la storia degli adulti con e a dell m fa? zta . � . rca all antrop�logo come allo storn el ' Archivio possono fo materi ire l nc i � � rtco sociale, al linguista e allo studioso d1' storta della mentahtà 2 9. . . l ' d il' rc�ivio rig ardano prevalentealtre al rrenomem. migratori� . aterla � mente l'esperienza delle due g r la 1. . ?n�l���nte e anche il numero di " scritture" che potremo definire qu �tldtamta : agende di lavoro, qua. . lan derni enciclopedici , diari personalt' , eplsto amorosl . . . fa parte di una rete nazionale d' L' Areh1V10 1 �entrl. d1' raccolta dt materiale di . . d1' Pteve Sant° stef no, il Museo del "scrittura popolare" (l'Archt'vt'o d'tansttco � , . . Risorgtmento e della lotta per la l1' bert� �1. Tre�to, alcunt. Istttuti storici della , . Resistenza) che svolgono una t'ntensa attlvtta d1. rtcerca, d'1 scamb'to d1' espenen. ze, dt pubblicazione di fonti 3 0 . La rete degli archivi segue c�muni criteri di co�servaztone e dt. schedatura . I · ' · r materiali sono riprodotti m mt'erofiches e sehedatl su supporto 1lliormatlco con . . una scheda che riporta le caratt� nsttche test�ali �el documento e tutta una serie di dati relativi alla storia dell autore e alla , storta" del documento 3 1 ,

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. 28 A . GIBELLI, La risorsa America . . . ci t.; A. MoLINARI Le navi. di. Lazzaro . . . clt.; Archivio Ligure ' . della scrittura popolare. Catalogo, a cura di P. Co N!I - G. FRANCHINI, Genova, 1998. . 29 Per una descrizione dei mater!'all' conservati nell' Archivlo · ligure della scrmura popolare: A . . GIBELLI, Fatemi unpo sapere' in La vza delle A mer1che. . 'fi · America . . . cit.; A. cit . ,· ID '' La rtsorsa . . . . . MOLINARI, Storia e storie di emigranti Liguri .�� alcum arehlVI : amlltart, m «Il Veltro» 1990 . ' · . . . 30 Dal 1987 al 1 993 sono stat1 orgamzzau dal gtu . ppo d'1 stud'losl di Rovereto che fa capo alla ·

. . rivista «Materiali di lavoro» seml·nan. annual'l per venfìc are l� st�to deIla ncerca nei diversi settori ' . . , dl studio delle fonti di "scrittura popol " Gl'l att del s��m�rl sono stati pubblicati in riviste e volumi: Per un archivio della scrittura P l�re in « �tenall d! lavoro», 1987 ' 2; L:Archivio della . . . scrittura popolare: natura' compiti' strumentl. d1 'lavaro m «MoviII_Je�to operaro e soCialista», 198 9 , l . . .' fi l :2 ; I l�oghl della scrittura autobiogra ca e pop o arepm «Matenall d! lavoro», 1990, 1-2: Deferenza . . rwendlcazione supplica. Lettere ai potent T�evl , ' a us, 1 99 1 ; �a scrittura bambina . Interventi e . ricerche sulle pratiche di scrittura dell'ln anzla e ell a olescenza, m «Materiali di lavoro» 1 992 ' 2' . 3 . Per una riflessione di' tl'po genera! e su!! e p t e arta' d'l ri' cerca offerte da queste fonti: M. � IsNENGHI, Parola dell'autobiografia Dagli areh �. de a c/asse agli archivi dell'io, 1 992, 2 -3 . 3 1 Per l'elaborazione informati�a e' stato ut zzato un programma ISIS opportunamente modifìcato.

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ata da re in America Latina è document ligu one azi igr l'em del za rien spe L'e Argentina Si tratta di famiglie emigrate in una ventina di archivi familiari. servato in con ale in Cile, in Brasile. Dal materi (Buenos Aires, Rosario) , in Perù, rispetto a ri ità delle correnti migratorie ligu Archivio si può rilevare la precoc nello stesso gruppo familiare di diverse za quelle di altre regioni e la presen erica, il Nord America. Am Sud mete migratorie: la Francia, il dalla metà per un arco cronologico che va La documentazione disponibile, entemente val pre del Novecento, proviene dall'Ottocento agli anni Cinquanta a, Val di uon se (Val Trebb ia, Val Fontanab dalle vallate del ponente genove ponente l'entroterra di Savona, dall'estremo dal ari, iav Ch di a zon la dal , (Val a) Var , Manarola) , dal basso Piemonte sso ero ont (M o zzin spe e ant lev dal hi e ligure, gli epistolari, alcuni molto ricc i, ent um doc i tra , o gon val Pre Bormida) . completi, altri di poche lettere. emigrano conta "storie" di contadini che La maggior parte delle lettere rac e bene­ igli , ma non mancano esempi di fam que­ che per sfuggire un destino di miseria delle pos sibili " risorse ". Il quadro una è A rica me l' li qua le per nti diverse sta ratorio è articolato e conferma le mig eno om fen del o tan sen pre ti ste fon bito di una che" venne ad assumere nell'am valenze che la "via delle Ameri lo stesso nucleo familiare. comunità e, a volte, all'interno del per la rictano un particolare interesse sia Alcuni dei fondi raccolti presen che docu­ servata sia per il tipo di esperienze trentina chezza della documentazione con Parodi, Pescio, che raccoglie una le, Bia vio chi l'ar sti que Tra no. fami­ menta ografie di tre rami di una stessa fot di e ent sist con ero num un e di lettere La "storia" comune dell'entroterra di Savona. glia di Stella Santa Giustina, un o ai primi ent tec a si snoda dalla fine del Set di emigrazione di questa famigli entata da um conferma la presenza, già doc erica) anni Quaranta del Novecento e ettrice (Su d America, Nord Am , di un a duplice dir 32 tipo o altr di ti Pietro e fon generazione, i due fratelli Biale, ma pri La ri. ligu ri rato mig il ssi nei flu gna e a Gibilterra tra il 179 8 e Spa in ano igr em cio Pes io ton An Antonio, e lettere dagli Biale, scrive alla famiglia alcune 1825 . Il figlio di Pietro , Giovanni sato la figlia spo che Francesco Parodi, che ha Stati Uniti (Nevada) nel 187 0 . An Nella terza Stati Uniti negli anni 187 3 -1878. li neg è ria, Ma , cio Pes io ton An ezioni. di si intensifica e prende diverse dir a ori rat mig za ien per l'es ne zio genera e schede dei censi­

aporti, dell popolazione, dei registri dei pass 32 Lo spoglio dei registri della ano la presenza di più diret­ ferm genovese e imperiese con a tagn mon a dell uni com ni ia e storie di alcu menti di imperiese, vedi: A. MoLINARI, Stor rie nella stessa famiglia . Per il caso trici migrato

re . . . emigrazione dal ponente ligu

citato.


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Negli anni Ottanta dell'Ottocento, tre dei sei figli di Giovanni vanno nel Ne­ vad a, due in Argentina, a Buenos Aires. La qua rta generazione, negli anni del seco ndo dop ogu erra , si dividerà tra l'em igra zion e nel Nev ada e quella a Buenos Aires. Dalle notizie che compaiono nelle lettere, sembra di capire che già la seconda generazione ha trovato nell e Americhe una discreta fortuna. Il ramo della famiglia che si è stabilito a Bue nos Aires si è inserito nel commercio e gode di un certo benessere. Più complessa la "storia" di una famiglia della Val Brevenna, emigrata a Buenos Aires alla fine dell'Ottocento. L'ar chivio, che comprende solo l'episto­ lario di alcuni membri di questa famiglia, centocinquanta lettere, copre gli anni 1917 - 194 0. Gli scriventi, due fratelli orig inari di Tonno, emigrano a Buenos Aires negli anni immediatamente precede nti la grande guerra, seguendo l'e­ sempio di altri membri della famiglia emi grati in precedenza. I due fratelli ten­ tano, senza successo, di aprire delle attività in proprio e non ottengono dai pa­ renti, già da tempo emigrati, quel sostegn o che si aspettavano. In questo, più che in altri epistolari, compaiono molte indi cazioni sul tipo di relazioni (fami­ liari, sociali, lavorative) che si stabilivano tra "compaesani ". Tra gli archivi familiari reperiti nel corso dell a ricerca ve ne sono anche alcu­ ni che documentano l'esperienza migrato ria in Sud America di settori della borghesia legati alle attività marittime. Uno di questi, quello della famiglia Languasco di Oneglia (Imperia), documenta le vicende di una famiglia di capi­ tani armatori, che dopo aver praticato le rotte sudamericane si stabilì, a metà dell'Ottocento, in Perù, dedicandosi allo sfruttamento delle risorse minerarie. Di notevole interesse è la documentazione della famiglia De Mutti, Bollo, origi­ naria della zona di Portofino. Le migliaia di carte, sia di tipo privato sia relative alle attività commerciali, delineano un pro filo significativo di una delle tante famiglie di capitani-armatori rivieraschi che, nel corso dell 'Ottocento, fecero "fortuna " allargando il raggio delle loro rotte verso le Americhe. A partire dalla metà dell'Ottocento sono Montevi deo, Buenos Aires, Rosario, Callao le mete delle "barche" della famiglia De Mu tti, Bollo. Nel 1870 una parte della famiglia risulta insediata stabilmente in Perù dove ha awiato con successo una piccola fabbrica di paste alimentari. La maggior parte della documentazione con servata nell 'Archivio testimonia però l'esperienza migratoria del mondo con tadino e costituisce un "osservato­ rio" importante per sondare la varietà di "destini" delle famiglie che vivono sospese "tra due spon de" . Queste fonti apro no spiragli importanti per awici­ nare la soggettività sia di chi emigra che di chi resta. Sebbene prodotti da "illetterati" , che proprio attraverso l'emigra zione acquistano familiarità con la scrittura, questi materiali, più di altri, rive lano la complessità di valenze, di

Fonti per l'emigrazione ligure in America Latina: alcuni archivi privati

modernizzazione ma anche di conservazione, che l'esperienza �igr�tori� venn� ad assumere per le classi subalterne. Le lettere attestano infatt1 la s1tua�10ne d1 . "sospensione" tra due mondi, quello lasciato e quello "trovato" , dell� s1t�az10� ne di immigrazione. Ancora a distanza di molti �nn� dali� parten�a, gh e�1�rat1 tendono a mantenere un rapporto intenso, quas1 fis1olog1co, con 1 par�ntl nma­ . u sti e con il paese di origine. In questo modo si tenta di � a�tenere m v1ta ? tessuto di relazioni che la distanza mette in discussione e d1 d1fendere, con fau­ ca, un meccanismo essenziale di identità. . . Attraverso le lettere passa un flusso di informaziom. essen�1�h per �entare d'1 ricomporre la separazione che l'esodo tende a �endere defin1t1va. Scnve, dop� . dieci anni di soggiorno in Argentina, un contadmo della Valbreven�a al mp? · «Quando te me scribe mi fai sapere si il 1 o, m��gio se enaugurato il tranva� a . com nel caso �l �n Genova a Casella» 33, Talvolta la richiesta e plu genenca, � altro scrivente che inzia così la sua lettera al fratello : «mandaml unpo a due e novità del paese» 34. . I materiali conservati nell'Archivio, oltre a fornire un� serle d1 conf,e�me su1. l'importanza dell'epistolografia di emigrazione nel definire l� caten� migratone e nell'orientare i flussi del mercato del lavoro, offro�o molti spuntl per appr�� . fondire lo studio dei ruoli femminili sia nelle aree di par�enza c�e m que a 1 . immigrazione. Decisive appaiono poi queste fonti per mdagmi s�lla �u tura delle classi subalterne. L'impatto tra cu!ture di�e �se, che caratterizza 11 fatt� . migratorio, appare infatti un terreno di ricerca pnvilegi�to P er superare sc�emi . interpretativi che irrigidiscono nella dicotomia moder�1zza�10n�/conservaZione la pluralità di valenze assunte dalle diverse esperienze di em1graz10ne.

·

Archivio delle suore terziarie cappuccine di madre Francesca Rubatto

L'ordine missionario, fondato nel 1 886 da Anna Maria Ruba;to (ma dre . Francesca di Gesù), svolse una intensa attività in diverse zone dell Argentma, dell'Uruguay, del Brasile negli anni a cavali? tra ?tto�e?to e Novecento e ma ­ tiene a tutt'oggi piccole missioni in Argentma. L archivlO de�a cas � �ad�e, c e ha sede a Genova, è stato da poco tempo reso ac�essibile agli s:udiosL S� tratta . di un archivio di modeste dimensioni, ma ricco di docu�entaz10ne per mdagi­ . Latma. ni sulla storia del missionariato femminile in Amenca

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33 ARCHIVIO LIGURE DELLA SCRITTURA POPOLARE, Epistofarzo di Emanu�fe G. 34 ARCHIVIO LIGURE DELLA SCR!TIURA POPOLARE, Epistolarzo Prancheflz.


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Anche in questo caso il materiale più interessa nte è quello _ occas1on e del processo di beatificazione della madre fond di tipo privato . In atrice le suore hanno raccolto in modo sistematico, sepp ure prov viso rio, la corrispondenza che Francesca Rubatto tenne per più di vent'ann i con le diverse case dell'ordine con i superiori, con privati, con familiari . Si tratta di circa cinquecento lettere ' la maggior p� rte delle quali scritte da Fran cesca Rubatto negli anni della su � permanenza 1n Sud America 35. Vi sono poi lettere scritte da altre suore missio­ narie con diversi ? estin tari . Le lettere dell a fondatrice e del primo gruppo di � suore che la segu1rono 1n _ a sono cons Sud Amenc ervate in faldoni miscellanei c?e �accolgono documentazione di tipo dive rso (atti amministrativi, pubblica­ Zlom a stampa) . Una parte, circa un terzo del corpus delle lettere della Rubatto ' è stato trascritto e pubblicato in una serie di volumi a cura dell'Ordine 3 6 . Le lettere prese in esame sono quelle scritte da Francesca Rubatto negli anni 1 � 96- 1904 nel corso della sua esperienza miss ionaria a Montevideo e a Rosario d1 �anta Fé. �e s ore inizia ono la loro attiv � ità nel 1892 svolgendo mansioni di � assistenza samtana presso l ospedale italiano di Montevideo . Al loro arrivo in Ur��u�y inc�ntrarono ostilità e diffidenze da parte degli ordini religiosi ma­ sc?il:, 1n � art1colare da part e dei salesiani 37. Poc o sostenute nel loro apostola to �1ss1onano �nche dallo stesso ordine dei cappuccini, le suore riusciro no però , 1n un arco d1 tem po abb astanza breve, a svolgere una intensa attività di assi­ ste�za e di cateche i . Case delle suore terz iarie vennero aperte nei quartieri � penfer1. �1. d1_ �ont�vtdeo, di Buenos Aires, di Rosario di Santa Fé . Tenace pro­ pugnatnce d1 un , a�o to!ato della strada ", Fran cesca Rubatto si impegnò nel � recupero al_ valon_ rehgtosi delle fasce più mar ginali delle periferie urbane . Ne!l � �et� ere della fondatrice dell'ordine compaiono resoconti dettagliati dell� lniZl�tlve prom s�e dalle suore sia nel campo dell'assistenza che in quello � dell tst�uzwne femmmile. Questo materiale consente però anche di cogliere la perceziOne che Francesca Rubatto aveva dell 'ambiente e delle situazioni in cui si trovava ad operare . A questo proposito app aiono particolarmente interessan-

35 Di parte delle lettere sono rimasti alcuni volumi di copialettere. 36 Lettere della Serva diDio Suor Maria Francesca di Gesù s.I., s.d., 3 volumi. . 3.7 .PADRE �EODOS.IO DA VOLTRI, Maria Francesca di Gesù,, Geno va 1954. Sulle missioni dei sale­ sl l ln Amer ca Latl a: G

�� . Rosou, Impegno missionario e assistenza religiosa agli emig � ranti nella Vtst�ne e nel! opera dt don os�o e dei sa:esian i, in Don Bosco nella storia della cultura popo lare, Torma 1987 ; ID., ,as:oc:.azzonzsmo �attoltco degli emigrati italiani in Argentina, in F.}. DEVO TO E.]. MIGUEZ, Asoctaczonzsmo, traba;o y ident idad etnica. Las italianos en América Latina en . una pe�specti�a �omparada, Buenos Aires 1992; F. SURD ICH, Gli italiani in Argentina nelle pubblicazioni det Salestanz 1875 -1915 , in «il Veltro», 1990, 3-4.

Fonti per l'emigrazione ligure in America Latina: alcuni archivi privati

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ti i copialettere della corrispondenza tenuta dalla Rubatto con le famiglie italia­ ne che sostenevano anche finanziariamente l'attività missionaria delle cappuc­ cine . Mentre a Montevideo l'opera della Rubatto trovò nelle élites italiane una discreta accoglienza, molto difficili furono invece i rapporti tra le suore missio­ narie e la comunità italiana di Buenos Aires . Pochi sono infatti i benefattori ita­ liani di questa città nominati nelle lettere della madre e non mancano allusioni a contrasti che si verificarono tra le suore e alcuni medici italiani aderenti alla massoneria . Nonostante la Rubatto dimostri di possedere una notevole abilità diplomatica - come si può rilevare dalla corr�spondenza che �enn� con alcuni sodalizi della comunità italiana di Buenos Aires - sembra d1 cap1re che non furono molti i sostegni di cui l'Ordine godette tra le élites italiane. Oltre alla corrispondenza di madre Rubatto e delle suore impegnate nelle missioni, nell'archivio sono conservate alcune " cronache" delle case del­ l'Ordine in Uruguay e in Argentina e alcune memorie scritte da suore missio­ narie . Questo tipo di documentazione risale, nella maggior parte dei casi, al periodo 1896- 1935 anche se, per le memorie, non sempre è stato possibile sta­ bilire con precisione l'epoca in cui vennero redatte . Delle sei "cronache" disponibili in originale solo due presentano racconti. dettagliati della quotidianità di vita delle suore cappuccine . La prima, la "Cronaca della casa di Nostra Signora degli angeli di Rosario di Santa Fè", è un quaderno di un centinaio di pagine, dove sono annotati i principali avve�i­ menti che si verificarono nella casa negli anni 1892-1933 . Come nella maggwr parte delle case fondate dalla Rubatto, anche in questa era stata istituita una scuola primaria femminile con annesso laboratorio di cucito . Oltre a docun::en­ tare la vita delle suore e delle allieve, la "Cronaca" costituisce una fonte di un certo interesse per valutare l'eco che le vicende politiche e sociali del paese avevano dentro la casa . Le suore cappuccine di Rosario di Santa Fè svolgevano una intensa attività di assistenza sanitaria sia negli ospedali che a domicilio e si occupavano anche dell'assistenza religiosa ai prigionieri . Nella "Cronaca" le suore descrivono le periodiche visite nelle diverse carceri della città e i contatti stabiliti con i nume­ rosi prigionieri italiani. . . . interm . Limitata quasi esclusivamente alla registrazione degh. avvemment1 alla casa è la "Cronaca della casa de Sastre", anche questa sita nei sobborghi di Rosario . Si tratta di un quaderno che registra gli avvenimenti del periodo 1904193 1 . Le varie suore che compilarono la "Cronaca" seguirono criteri di re�a­ zione diversi: nei primi anni i resoconti sono mensili, poi diventano annuah e per gli ultimi mesi sono giornalieri. Sono soprattutto le attività della scuola e del laboratorio ad occupare la maggior parte della "Cronaca", anche se non


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Augusta Molinari

mancano resoconti accurati di commemorazioni religiose organizzate dalle suore insieme a comitati locali di beneficenza. Nell' archivio sono conservate, come già si è detto, alcune memorie di suore impegnate nelle missioni in America Latina. Per la maggior parte sembra trat­ tarsi di memorie scritte dalle suore dopo il definitivo rientro in Italia, anche se non si dispone di elementi certi per stabilire quando e dove le memorie furono redatte. Attualmente sono consultabili una decina di memorie di questo tipo, ma si ha ragione di credere che ne esistano altre ancora da schedare . Quelle disponibili risalgono, presumibilmente, agli anni 1 896- 1935 . Lo scopo di gran parte delle memorie è quello di fornire elementi utili a far risaltare la vocazione missionaria della madre fondatrice dell'Ordine. Nel descrivere l ' attività della Rubatto le suore riportano episodi della quotidianità di vita delle missioni. Scrive, ad esempio, suor Gaetana in una memoria del 193 0 dal titolo Nella terra di Colombo: «Ci troviamo bene a Sastre colonia di buoni piemontesi che già conoscevano la nostre suore come infermiere nell'ospedale» 38 , In quasi tutte le memorie vengono presentati episodi che tendono a mettere in evidenza i soprusi che madre Rubatto dovette subire da parte dei superiori dello stesso Ordine. Nella "Memoria della casa di Buenos Aires" (193 0) suor Veronica descrive i contrasti sorti tra la Rubatto e il padre provinciale: «L'al­ lora delegato provinciale fu il suo più accanito oppositore. Si arrivò al punto che essendo lo stesso Padre superiore proibì pure agli altri frati che la confes­ sassero» 39, Le memorie appaiono una fonte importante per conoscere i rapporti che vennero a stabilirsi in Argentina e in Uruguay tra questo piccolo ordine e gli altri ordini religiosi. Il carattere di gran parte della documentazione conservata in questo archivio rimanda a riflessioni sul significato che l'esperienza mis­ sionaria venne ad assumere tra gli ordini femminili in concomitanza con lo svi­ luppo dei flussi migratori. Si tratta di un campo di indagine largamente ine­ splorato sia nell'ambito degli studi di storia dell'emigrazione che nel contesto delle ricerche di storia delle donne.

GIANFAUSTO ROSOLI

i in grati dei mission ari sca labrin ian r:opera di assz'stenza tra gli emi America Latina

Le caratteristiche dell'istituzione

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a (1887- 1987 ) - chd stato teldbra­ Il centenario dell'istituzione scalabrinian dedicato alla figura . e . suo on ato­ to in articolare con un convegno storico 1 vanni Battista S �al�brln1 -: colloca la re il escovo di Piacenza monsignor Gio coeva Asso�la� wne nazwnale p �r c�ng regazio. ne scalabriniana, accanto alla che istituZlOnl consacrate esclusianti soccorrere l ml'ssl'onari italiani' tra le più . . gratl· lta · lianl· all' e�t�ro. eml gh tra ale soci e . . . iosa relig ne ' azio all vamente ia di �oc? da lstltuzwm lalcaanz dist la tà iani anz tiva rela sta que o Per lo men . 2 Touring club ltahano· (1894), la Lega l1 qual1' la D ante Alighieri (189 2) ' il · ��·· ma non ' te anch ' esse d1' emlgrazw navale l' taliana (1896) ' che si sono occupa . cm. amb'lent·l quella scalabrm1ana sem­ . ent1' del . suol. d'mg così dalla Società geografica italiana , al 1 ra t en pres la � per o altr � non se . bra indirettamente legata, , e per l'amlclzla che sempr� l:go al ini labr Sca elo Ang re, dato fon del fratello . geo leta Soc a membro di spicco dell ' vescovo placentino Luigi Bodiod anch egli degli emigranti; soprattutto come ato grafica (e sensl'bile ai problemi el patron · · ana socl· et'a di patronato la scalab nm commissario dell'emigrazione egli inserirà 3 S. Raffaele tra le istituzioni da sussidiare)

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Attt del conveg� o st rt· 1 Scalabrini tra vecchio e nuovo m.ondo. d G �o l 987) b . t'l suo tempo" (Pzacen re . m za 3-5 dtce ' labrznt e ·

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s.I., s.d., p.

s.d., s.I., p. 9.

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. rtant1 contrl'butl d'. · . due 1mpo . • Nazzon . ee 2 Sulla "Dante Alighieri" vedi ora 1 1995 e dt B . prsA onac B , orna R . ' zerz h zg 1. A te "Dan tà socie ' ' naie ed emigrazione nella . a Bonacct 1995. politzca nel!a socte· ta "Dante Al'zgh. te· ,ri"' Rom ' . al' ' di i contributi presentati ai convegni del fi l c t l'interesse al patronato degli emiMi:i�::;;:: ;:!���:;u;al�: �%�r::t:�; ;;r1�u��t� ;�uarda '

3 8 SUOR GAETANA, Nella terra di Colombo, 6. 39 SUOR VERONICA, Memoria della casa di Buenos Aires,

� ��LI Roma' CSER 1989.. '. a cura l · . l p SALV ETTI Immagine naztoCl

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Gianfausto Rosoli

In camp ? cattolico, dal punto di vista anagrafico, l'istituzione scalabriniana si co�oca all'tnterno delle varie iniziative religiose e assistenziali promosse dalla Chiesa a favore degli emigrati italiani a metà degli anni Ottanta momento di mi­ nore :e�s!o�e tra Chiesa e Stato caratterizzato da timide prospet�ive di conciliazio­ , _ _ ne. Ltnizia;�va scalabrtniana a favore degli emigrati è, però, preceduta in ordine di te�po dall �terve�t? dei pallottini a Londra per gli emigrati italiani già nel 1844, - a Pangi, nel 1865, con l'aiuto della società di S. Vincenzo de' Paoli e dei barnabiti soprattutto, già oltre un decennio prima degli scalabriniani dai salesiani in Ar­ gentina, inviativi, nel 1875, ad evangelizzare i patagones e ad a�sistere gli italiani 4. Da tutte queste iniziative religiose l'istituzione scalabriniana si differenzia p�r la sua specificità, essendo l'unica esclusivamente dedicata all'assistenza reli­ gwsa e sociale degli emigrati italiani. Un secondo fattore differenziale esterno _ nguarda la delimitazione dell'ambito territoriale che si restringe alle Americhe �el Nord � del �ud; e anche all'interno di queste, la restrizione agli stati di Bra� _ sarà dettata prevalentemente da circostanze esterne, quali la sile : Stau Umtt _ �re�ia e dtffusa _ rre� �nza dei salcsiani in Argentina e, per contro, le pressanti nchteste provementt tnvece dal Brasile e dagli Stati Uniti. �na c�ra:t�ristica costituzionale della congregazione scalabriniana riguarda senz altr? il tipico c�n:pos:o "p�tr!ottic? religioso", a cui l'istituzione si ispirava _ e che �n�ava t��te tniZiatlve m1ss10nane di allora nella coniugazione tra missio­ n: e ctvilt�, reli�wne e patria. La Congregazione nacque nel particolare breve . chma conciliatortsta del 1887 e ne partecipò alcune ispirazioni, pur senza essere un frutto del momento politico . Anche se realizzava funzioni di supplenza dello Stato : spe�so assente, essa si proponeva, in primo luogo, obiettivi eminentemen­ te r�lig1os1 nella prospettiva di una assistenza religiosa e sociale agli italiani emi­ gr�tl nelle Amenche. �� collaborazione tra Chiesa e Stato a favore degli italiani all estero avre�b e fac�ltato la s�luz�one della s:essa "questione romana" ; per _ _ della pacificazione delle coscienze" gra­ que�to Scalabnm_ a�s�tcava u? tnlZlo , _ , Zie alla mano che vt st danno religione e patria nell'opera degli emigranti 5.

� !

granti, cfr. E. Rossr, Del patronato degli emigranti in Italia e all'estero. Relazione al Primo Congress� Ge�gra co taliano (Genova 1892), Roma, Società geografica italiana, 1893 e L. BODIO,

Sulla emtgrazto� e ttaltana e sul patronato degli emigranti. Relazione di L. Bodio al primo Congresso Geografico Italtanao (Genova, 1892), Genova, Istituto Sordomuti, 1894. Per un inqua r�mento, cfr. S. TRIONE, !}Opera di don Bosco all'estero. Tra gli emigrati italiam; - m generale, Bibliografia generale di don Bosco, vol. I - Bibliografia Torma 1906 e, p1u italiana' 1844-1992, Roma, LAS, 1992. 5 G.B. SCALABRINI, !}emigrazione italiana in America, Piacenza 1887 e ID. Il disegno di legge ' sulla emigrazione italiana in America, Piacenza 1888, p. 46, ora ripubblicati in A. PEROTTI, La

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I.:opera di assistenza tra gli emigrati dei missionari scalabriniani in America Latina

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Dalle ricerche condotte da Antonio Perotti nel 1968 e quelle successive di Francescani risulta come l'intervento di Scalabrini a favore degli emigranti si sia articolato in un progetto organico; cioè si è espresso, oltre che in un inter­ vento politico in merito alla nuova legge di emigrazione del 1888 (e nella forte opposizione all'approvazione governativa degli agenti di emigrazione), attra­ verso l'istituzione di una congregazione religiosa dedicata specificamente all' as­ sistenza religiosa e morale degli emigrati italiani e infine attraverso la proposta concreta di patronato cattolico, la società S. Raffaele (istituita nel 1889 e ope­ rante dal 1891 con collegamenti internazionali) 6. Come osserva opportunamente Gabriele De Rosa, presentando gli atti del convegno dedicato a Scalabrini, questi è riuscito ad operare una sorta di "rivo­ luzione culturale" nei confronti dell'emigrazione anche sul movimento cattoli­ co e sugli stessi rapporti Stato-Chiesa .

«La necessità della ricerca di una conciliazione sembrava ricevere nuova forza e impul­ so proprio dal problema dell'emigrazione ( ... ) Era veramente straordinario che a quell'e­ poca ci fosse un vescovo che chiedesse la tutela dell'emigrante, per consentire ad esso di inserirsi anche civilmente nelle terre delle Americhe, anche se la sua istituzione, a differen­ za dell'Opera bonomelliana, fu impostata sul modello della vita religiosa delle congrega­ zioni di vita attiva apostolica ( . .. ) I missionari non avrebbero dovuto preoccuparsi solo di preservare la pietà popolare, ma anche di curare 'gli elementi della nostra lingua, del cal­ colo e della storia patria', al fine di consentire 'il benessere morale, civile ed economico' degli emigranti, il che voleva dire impegno a trasformare l'analfabeta, operaio, fittavolo, muratore che fosse, in un cittadino, come non era awenuto nei poveri paesi di origine» 7.

Eppure di questa iniziale ventata conciliatorista l'istituzione scalabriniana con­ servò relativamente poco, salvo naturalmente il necessario riferimento al mante­ nimento della lingua e tradizioni religiose e culturali degli emigrati italiani all'e­ stero. O meglio la caratterizzazione patriottica fu più marcata nella fase iniziale,

società italiana di fronte alle prime migrazioni di massa. Il contributo di mons. Scalabrini e dei suoi primi collaboratori alla tutela degli emigranti, in «Studi Emigrazione», 1968, 1 1 -12.

La possibilità di una cordiale collaborazione con gli organi statali, non solo in Italia quanto soprattutto all'estero (aspetto in prospettiva non marginale) induceva Scalabrini alla disponibilità ad inviare i suoi chierici ad insegnare nelle scuole italiane all'estero per i figli degli emigrati, in sostituzione del servizio militare. 6 A. PEROTTI, La società italiana di fronte alle prime migrazioni di massa... cit.; M. FRANCESCO­ N!, Giovanni Battista Scalabrini vescovo di Piacenza e degli emigrati, Roma, Città Nuova, 1985. 7 G. DE RosA, Introduzione a Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo. Atti del Convegno Storico Internazionale (Piacenza, 3-5 dicembre 1987), a cura di G. RosoLI, Roma, CSER, 1989, p. 10.


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L:opera di assistenza tra gli emigrati dei missionari scalabriniani in America Latina

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anche perché il momento conciliatorista fu breve (infatti i rapporti tra Stato e Chiesa tenderanno a diventare sempre più tesi negli anni Novanta), ma soprat­ tutto perché la realtà all'estero spingeva i missionari ad occuparsi di cose imme­ dia!e e ben più urgenti rispetto alle preoccupazioni politiche prevalenti in Italia. E questa indubbiamente una delle ragioni per cui l'istituzione scalabriniana pur originata nel fervido ambiente conciliatorista (assai fecondo, come mostre� ranno le successive istituzioni dell'Opera di assistenza per gli operai italiani in Europa, divenuta poi Opera Bonomelli, 1 900, e dell'Italica Gens, 1909), si allontanerà ben presto da presupposti "nazionali" (se mai questi erano stati importanti o decisivi per i singoli membri religiosi) per dedicarsi unicamente ed esclusivamente all'impegno religioso . È da notare anzi che i missionari sca­ labriniani, soprattutto in America Latina, si impegneranno in missioni "inter­ ne", spesso isolate, negli insediamenti di colonizzazione agricola degli emigrati lontani dai contesti urbani e senza quella naturale notorietà culturale e politic� (legata soprattutto all'attività educativa) che, ad esempio, avevano ben presto raggiunto i salesiani s. Ancora una sottolineatura sulle differenze con altre istituzioni dell'area tran­ sigente che si interessarono degli emigranti e della presenza missionaria nelle colonie. L'Associazione nazionale per soccorrere i missionari italiani di Firenze lega�a al gruppo moderato e filogovernativo della conciliatorista «Rassegn � N �Zlonal�», vedeva bene - e spesso ne fu interprete dinamica - il sostegno ai . m1ss1onar1 come un mezzo utile e potente per mantenere l'influenza italiana all'estero: si difendeva la missione perché essa seguiva o accompagnava l'e­ spansione coloniale italiana. L'Associazione dello Schiaparelli, come afferma Ornella Confessore, non avrebbe potuto sottrarsi dal «c��plessivo clima �locolonialista di quegli anni, dal quale nemmeno altri gruppi . cattohct furono 1mmum e che sall ad investire gli stessi missionari, la cui affermazione non differiva da quelle dei contemporanei laici, nella speranza di sostituire a un colonia­ lismo di stampo laico un colonialismo cattolico che rendesse cristiano il patriottismo e riservandosi compiti e mezzi pacifici di penetrazione, l'umile aratro accanto alla spad� gloriosa, approdasse felicemente a quella ' espansione evangelica' di cui p arlava Bonomelli» 9.

. 8 G.

RosoLI, Impegno missionario e assistenza religiosa agli emigranti nella visione e nell'opera dt don Bosco e dei Salesiani, in Don Bosco nella storia della cultura popolare, a cura di F. TRANIELLO, Torino, SEI, 1987, pp. 289-329. , I:�ssoa�zione nazional� per soccorrere i mt'ssionari cattolici itallam; tra spinte . . 9 O . ���SSOlill . e mteresse mtgratono (1887-1908), Scalabn'ni tra vecchio e nuovo mondo . . . cit., p. 529. vtltzzatna m

"a�

13 1

In

Scalabrini l'azione religiosa rirl{ase autonoma e distinta, senza l'appoggio e le vistose interferenze di laici troppo "iniziatori", che Scalabrini lamentava nei confronti dell'opera di Bonomelli 1o. Come afferma ancora De Rosa, Scalabrini non inserl surrettiziamente il dramma dell'emigrazione nelle iniziative dell'Opera dei congressi come uno tra i tanti settori di intervento, ma lo iscriveva in una «storia, che prima di essere sociale, prima di attestarsi al livello di una legislazio­ ne assistenziale e tutoria, era religiosa e caritativa, una storia che presumeva prio­ , ritariamente una scelta ascetica e di alta spiritualità cristiana dei missionari» 11 Infatti erano le finalità religiose quelle qualificanti l'istituzione scalabriniana, che ricevette al centro della Chiesa cattolica una solenne approvazione, sia per­ sonalmente da parte del papa Leone XIII, che dal dicastero competente per le missioni di Propaganda fide, proprio nei primi mesi di gestazione del progetto agli inizi del 1887 . La tempestiva approvazione pontificia servì a fugare nel clero le possibili accuse di liberalismo alla nuova istituzione e in parte i radicati sospetti del mondo intransigente. Scalabrini, forte dell'approvazione pontificia, si affrettava a promuovere l'o­ pera di «evangelizzare i figli della miseria e del lavoro», avviando quella che egli chiamava una «guerra di riconquista ( ... ) delle anime sperdute nelle stermi­ nate regioni del Nuovo Mondo». Borzomati ha sottolineato le caratteristiche spirituali dell'ass ociazione scalabriniana, non solo sotto il profilo ascetico­ pastorale, ma anche per il linguaggio nuovo, rispetto ad altre congregazioni, con cui si proponevano prospettive di vita religiosa, soprattutto nella prescri­ zione ai missionari di preservare la pietà popolare degli emigranti, di curare «gli elementi della nostra lingua, del calcolo e della storia patria» per favorire il «benessere morale, civile ed economico degli emigrati e diffondere il buon odore di Cristo e predicare più coll'esempio che colla parola» 1 2 . Fondazione e primo sviluppo dell'opera scalabriniana

La decisione di istituire una congregazione destinata all'assistenza degli emi-

10 Scalabrini a Bonomelli, Tollara, 24 aprile, 1900, ora in Carteggio Scalabrini Bonometli, a cura di C. MARCORA, Roma, Studium, 1983 , p. 359. 11 DE RosA, Introduzione. . cit., p. 8. Scalabrini (1905), in Scalabrini 12 BoRZOMATI, I missionari di San Carlo da/ 1887 alla morte diento Regolam della Congregazione dei G.

.

cit., p. 338, che cita il dalla S. C. di Propaganda fide nel 1888 ad experimentum approvato i Missionari per gli emigrant 127/1. , GS A nnium, ad quinque tra vecchio e nuovo mondo . . . P.


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Gianfausto Rosoli

r;opera di assistenza

granti da parte di Scalabrini fu il risultato di interessi personali e di circostanze esterne che spinsero a questo. Scalabrini, già parroco a S. Bartolomeo in Como, alla fine degli anni Sessanta si era reso conto del nuovo fenomeno socia­ le dell' emigrazione e nella sua prima visita pastorale, come vescovo di Piacenza, nel 187 6, rilevò che circa 28 mila persone, cioè il 14% del totale della popolazione della sua diocesi, erano emigrati all'estero. Un contingente rilevante, quindi, che conferma la forte vocazione emigratoria delle regioni col­ linari settentrionali dopo l'Unità con l'ampliarsi delle destinazioni dei paesi americani, accanto alle tradizionali mete europee. Ma passò una decina di anni prima che prendesse corpo un progetto preci­ so. Nel frattempo l'incontro occasionale con gruppi di emigranti nella sua dio­ cesi e fuori (memorabile quello alla stazione di Milano nei primi anni Ottanta, descritto con accenti partecipati e commossi nel suo scritto del 1887), le corri­ spondenze di sacerdoti che si erano recati nelle Americhe e che gli descriveva­ no a toni vivaci le difficili condizioni degli emigrati e infine le pressioni della Curia romana indurranno Scalabrini a precisare il suo piano di intervento 13• Scalabrini si differenziava nettamente dagli orientamenti fino ad allora dominanti nella Chiesa: nel non ritenere transitorio e destinato ben presto ad esaurirsi il fenomeno dell'emigrazione. Gli bastava la conoscenza diretta delle condizioni dei contadini e delle trasformazioni in corso per rendersi conto della lunga durata di un esodo che avrebbe segnato profondamente la realtà demografica e sociale dell'Italia. La pressione a partire non era dettata da mera smania di novità o dalla bramosia di arricchirsi presto e di emulare la condizio­ ne borghese, come sottolineava una certa predicazione moralistica espressa da vari preti e vescovi. La tradizionale preoccupazione della Chiesa, sulla scia delle disposizioni di Clemente VIII del 1596, spingeva a convincere i fedeli a non emigrare. Anzi in quei secoli l'emigrazione era proibita in direzione di luo­ ghi dove non sarebbe stato possibile adempiere i propri doveri religiosi. Ma nell'Ottocento le impellenti cause economiche e le nuove prospettive di allar­ gamento dei mercati mondiali facevano apparire ormai ineluttabile l' emigrazio­ ne e, quindi, necessaria la solidarietà con gli emigranti da parte della Chiesa. Nell'estate del 1886 Scalabrini ricevette la collaborazione dell'antico allievo nel seminario comasco, don Francesco Zaboglio, che si era trasferito negli Stati Uniti per seguire il padre e i fratelli emigrati nel Wisconsin. Zaboglio si offerse di aiutare Scalabrini nello studio e preparazione di un piano concreto di inter-

1 3 M. FRANCESCONI, XVIII.

Giovanni Battista Scalabrini vescovo di Piacenza e degli emigrati . .

.

ci t., cap.

tra gli emigrati dei missionari scalabriniani in America Latina

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vento a favore degli emigrati: le corrispondenze di Zaboglio del resto contene­ vano molte informazioni sulla condizione religiosa e morale degli emigrati all'e­ stero e valide indicazioni operative. All'inizio di gennaio del 1887 , Scalabrini poté scrivere al prefetto di Propa­ ganda fide, cardinale Simeoni, esponendo l'idea della fondazione di una «asso­ ciazione di preti italiani, che avessero per iscopo l'assistenza spirituale degli ita­ liani emigrati nelle Americhe», pronto ad «iniziarla tosto, in minimissime pro­ porzioni, ma iniziarla davvero». Era questa d'altronde l'a�pettativa della Sant� Sede, che si sentiva in quegli anni continuamente sollecltata e provocata dal vescovi americani ad inviare preti italiani, apostolicamente impegnati, e non mossi da altre finalità, per assistere gli emigrati. I vescovi americani trovavano difficoltà a comprendere la mentalità e la religiosità di questi fedeli così poco osservanti della pratica religiosa, e volentieri rimandavano alla Chiesa centrale il compito concreto sul da farsi (come già suggerito nel Concili� di � altimor� del 1885). Per l'America Latina, affetta da una carenza endemtca d1 clero, s1 poneva in ogni caso la necessità dell'invio di sacerdoti 14. . . . Alla richiesta del cardinale Simeoni di preparare un progetto, Scalabnm, g1a il 16 febbraio 1887 , inoltrava la proposta di istituire una «Pia associazione», di cui fosse ammesso a far parte «qualsiasi sacerdote di qualsiasi diocesi italiana», purché approvato all'esercizio del ministero e dell'età di anni 3 0. Gli aspiranti: distinti per pietà e zelo, dovevano vivere secondo le norme che «la S.C. d1 Propaganda fide assegna ai Missionari del proprio Istituto» e impe�narsi � rimanere in missione per un anno, liberi di restarvi anche per sempre, vmcolatl però da un «giuramento di non ritenere, come cose proprie, né denaro né oggetti, che loro venissero offerti». . . . . Durante le successive trattative con la Santa Sede Scalabrml aggmnse altn elementi integrativi: aprire a Piacenza una casa per la preparazione dei missio­ nari accogliervi anche «quei giovanetti delle colonie italiane, che mostrassero inclln azione allo stato ecclesiastico» e infine protrarre la durata dell'impegno ad almeno cinque anni. La seconda proposta, in particolare, che Scalabrini riu­ scirà ad attuare solo in misura ridotta, comportava una significativa fiducia nelle capacità di queste giovani generazioni nel provvedere presto, come avverrà in effetti, ai bisogni spirituali delle nuove comunità di insediamento. Papa Leone XIII accolse favorevolmente le proposte presentate da Scala,

14 S. Dr GIOVANNI, The Propaganda fide and the "Italian Problem", e J. HENNESEY, Italian immi­ gration and the Church in the United States, in Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo . · · ci t., pp. 443452 e 43 1 -442.


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Gianfausto Rosoli

brini e da Propaganda fide il 14 novembre 1887 e il giorno successivo, con il breve Libenter agnovz'mus, approvò la fondazione in Piacenza di un «Istituto di uomini consacrati che avessero intenzione e volontà di recarsi nelle regioni lon­ tane, specialmente dell'America, a prestare il sacro ministero alla moltitudine dei fedeli italiani che, costretti dalla necessità ad emigrare dalla patria, avevano stabilito il loro domicilio in quelle regioni» 15 . Questo atto solenne della Santa Sede è assai significativo, se si pensa alle difficoltà incontrate nell'approvazione da buona parte delle congregazioni moderne di vita attiva; in sostanza, fatto del tutto eccezionale, l'istituto è stato approvato prima ancora della sua fonda­ zione vera e propria. Infatti il 28 novembre 1887, monsignor Scalabrini ricevette la prima "profes­ sione" dei tre primi membri della Congregazione, tra cui un prete vicentino, padre Domenico Mantese, già in contatto con don Pietro Colbachini, allora mis­ sionario tra gli emigrati italiani in Brasile. Ai primi aderenti si aggiunsero ben presto altri sacerdoti e "fratelli catechisti". Monsignor Scalabrini attese a scrive­ re quindi il regolamento dell'Istituto che presentò ai missionari il 6 marzo 1888 e fu approvato ad experz'mentum per cinque anni da Propaganda fide il 19 settem­ bre del medesimo anno. Il regolamento prescriveva la vita comune e i voti quin­ quennali more relz'giosorum: si trattava quindi, secondo il diritto canonico vigen­ te, di una pia società, ossia di una «congregazione religiosa impropriamente detta». Questa regola sarà poi rivista nel 1895, dopo l'introduzione dei voti per­ petui da parte dei membri nel 1894, modifica importante per Scalabrini non solo sul piano spirituale per il servizio definitivo e integrale alla causa degli emigrati che la regola supponeva, ma per la particolare intuizione che l'esodo migratorio era destinato a durare a lungo. La Santa Sede, anche a questo riguardo sarà allo­ ra di parere diverso, mostrandosi contraria all'introduzione dei voti d�e andava­ no sostituiti da un «semplice proposito di perseveranza», prevedendo anzi una prossima fine dell'istituzione, con l'esaurirsi del fenomeno temporaneo dell'emi­ grazione 16• Propaganda fide non mancò di manifestare appoggio al nuovo istitu­ to, inviando delle lettere ai vescovi italiani, il 27 febbraio 1889 e il 2 febbraio 1891, perché assegnassero dei buoni sacerdoti per l'assistenza agli emigranti. Questioni giuridiche a parte, la neo costituita società era pronta nel luglio 1888 per le destinazioni attese: il 12 luglio 1888, ricevuta la professione quin-

15 Li� nter agn�vimus, in «Acta Sanctae Sedis», XX, 1887, p. 305 e Quam Aerumnosa. Epistola � ven�:abtlzbus Fratrzbus Archz:episcopis et Episcopis Americae, ibid., XXI, 1888, pp. 258-260. M. FRANCESCONI, Storta della Congregazione Scalabriniana, I, Roma, CSER, 1969.

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quennale dei primi dieci partenti (anche don Bosco nel 1875 aveva promosso la prima "spedizione" di dieci salesiani ma tutti per l'Argentina), Scalabrini era in grado di poterne destinare tre agli Stati Uniti, dove li aspettava padre Zaboglio, altrettanti allo stato del Paranà in Brasile, dove li attendeva padre Pietro Colbachini . che nel frattempo era diventato membro della Congre­ gazione, e quattro allo stato di Espirito Santo. L'America Latina risulta, quindi, meta prevalente nelle iniziative dei missionari scalabriniani. La presenza degli scalabriniani in America Latina I missionari scalabriniani negli Stati Uniti, dove già operavano numerosi altri sacerdoti italiani nelle varie diocesi, si trovarono ad affrontare particolari diffi­ coltà, legate al tipo di strutture della Chiesa americana. Essi erano impegnati a caratterizzare la loro presenza con uno stile di vita more relz'giosorum e con un impegno decisamente apostolico e nel salvaguardare la loro autonomia. Le strut­ ture appositamente create per l'assistenza degli italiani di regola hanno coinciso con le parrocchie "nazionali", attrezzate con propri luoghi di culto e di insegna­ mento, le uniche in grado in quel contesto di evitare agli italiani la discriminazio­ ne nei basements delle chiese irlandesi e una condizione di definitiva subalternità. Mentre le missioni degli Stati Uniti presero avvio, come naturale, nelle zone urbane di maggior concentrazione degli emigrati italiani (per i quali l'indiriz­ zarsi alla colonizzazione agricola avrebbe comportato costi ulteriori e minor sostegno da parte del gruppo etnico), le missioni scalabriniane in Brasile furo­ no caratterizzate dalla penetrazione nelle località agricole più interne, rese di­ sponibili alla colonizzazione agricola dei contadini italiani. La grande sempli­ cità di vita e una certa primitività di costumi caratterizzavano anche lo stile missionario dei sacerdoti. L'ispettore dell'emigrazione, Silvio Coletti, nel 1908, ponendo a confronto il gruppo degli scalabriniani con altre congregazioni reli­ giose operanti in America Latina, rilevava che, mentre le altre congregazioni religiose esercitavano <<una carità che aspetta di venire ricercata», gli scalabri­ niani andavano alla ricerca degli emigranti perfino nelle più impervie località e «non occorreva una grande percezione per comprendere che essi non godeva­ no anche solo della più modesta agiatezza»; per cui concludeva: «li chiamerei poveri di spirito, tanto li ho trovati semplici nelle loro idee» 17. Il funzionario

17 S. CaLETTI, Lo Stato di San Paolo e l'emigrazione italiana, in «Bollettino dell'emigrazione»,

1908, 15, pp. 40-45.


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coglieva una delle caratteristiche dei missionari di S. Carlo che, secondo i sug­ gerimenti del fondatore, dovevano essere essi stessi emigranti tra gli emigranti, condividendo anche la loro povertà. La presenza degli scalabriniani in Brasile è legata ad alcune sedi stabili nelle classiche mete dell'emigrazione italiana (come gli stati meridionali e quello di S. Paulo) e ad altre più mobili e temporanee, come nello stato di Espirito Santo. In questo stato si diressero nel 1888 quattro missionari scalabriniani, perché padre Marcellino Moroni vi aveva già esercitato in antecedenza il suo ministero. Solo nel l895 gli scalabriniani si stabilirono a S. Paulo, per merito di padre Giuseppe Marchetti, fondatore dell'orfanotrofio Cristoforo Colombo e soprattutto in ragione di quella istituzione caritativa, stante la tradizionale opposizione dei vescovi brasiliani al clero italiano, soprattutto con funzione di parroci. Le missioni scalabriniane in Rio Grande do Sul iniziarono nel 1896, contemporaneamente a quelle dei padri cappuccini, su invito del vescovo di Porto Alegre, Ponce de Leao, fatto rilevante rispetto alla tradizionale indiffe­ renza dei vescovi brasiliani 1 8 . l. Espirito Santo Le missioni scalabriniane nello stato di Espirito Santo sono durate solo alcu­ ni decenni e in mezzo a notevoli difficoltà per l'ostruzionismo dei parroci loca­ li, che non intendevano lasciarsi sfuggire alcun diritto di stola (per matrimoni, battesimi, funerali) spettante al loro ruolo. L'attività degli scalabriniani poteva essere solo subalterna, scarsamente incisiva e non autonoma, nonostante le sol­ lecitazioni di Scalabrini nei confronti di Roma e degli ordinari locali (che nor­ malmente lasciavano ampio potere ai parroci locali). Gli scalabriniani si stabilirono nelle colonie italiane di Nova Mantova, pres­ so Alfredo Chaves, di S. Thereza e Anchieta. Alcuni dei primi missionari si riti­ rarono alla scadenza dei voti quinquennali, altri continuarono alle dipendenze della diocesi di Vitoria. Nel 190 1 monsignor Scalabrini, in visita agli italiani in Brasile, ricevette vive sollecitazioni perché inviasse di nuovo i suoi missionari a Nova Mantova: ne furono inviati tre nel 1902 e altri nel l906. Ma nel 1907, per scarsità di sacerdoti, furono abbandonate le parrocchie di Serra, Nova Almeida 18 G . BAREA, La vita spirituale nelle Colonie Italiane dello Stato; G.M. BALEN, Opera di Sacerdoti e Congregazioni italiane nel progresso religioso, nello sviluppo dell'arte, dell'istruzione e dell'assistenza dello Stato, in Cinquantenario della Colonizzazione italiana del Rio Grande do Su!, Porto Alegre, Livreria do Globo, 1925, pp. 55-192; G. RosoLI, Chiesa ed emigrati italiani in Bra­ sile, in «Studi Emigrazione», 1982, 66, pp. 225-252.

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e Pau Gigante e rimasero solo quelle di S. Cruz, Riacho e Linhares, a nord di Vitoria, che continuarono ancora per alcuni decenni 19, Scalabrini non ebbe collaboratori del calibro di quelli che don Bosco ebbe in Argentina con don Cagliero, Lasagna, Costamagna e altri. Tuttavia il contri­ buto di alcuni missionari risultò determinante per lo sviluppo della congrega­ zione: padre Zaboglio e Gambera negli Stati Uniti, padri Colbachini e Consoni in Brasile. Colbachini comprese bene anche il metodo pastorale di Scalabrini, insistendo sulla necessità di una robusta formazione dei missionari e di un ampio ricorso alle missioni volanti. 2. Paranà Pietro Colbachini, accogliendo l'appello di emigrati vicentini, era arrivato a S. Paulo nel 1884 e, dopo aver passato alcuni mesi in una colonia di mantova­ ni, si era recato nel Paranà dove lo attendevano i veneti che l'avevano richiesto. Egli fissò il centro delle sue attività ad Agua Verde, presso Curitiba (capitale dello stato), e di là cominciò l'assistenza ai coloni italiani della zona circostante la capitale. Il piano di Colbachini, coincidente con quello di Scalabrini, preve­ deva una casa centrale, come base di vita religiosa e apostolica. Da essa i mis­ sionari dovevano partire per le missioni volanti e per l'assistenza periodica ai vari nuclei di italiani sparsi nei dintorni. Lo stesso metodo verrà seguito nello stato di S. Paulo da padre Marchetti e da padre Faustino Consoni, anche se le distanze in questo stato erano enormi (spingendosi fino a oltre 600 km dalla capitale) . Soprattutto nel Paranà e nel Rio Grande do Sul si realizzarono, quindi, le condizioni ottimali per uno stabile insediamento dei contadini italiani, in gran parte settentrionali, con un riuscito trapianto di quella religiosità popolare che, profondamente legata alla vita contadina, rifioriva nel costituirsi delle strutture religiose. Si deve alla spontanea devozione degli emigrati italiani e alla loro autonoma liberalità la creazione della maggior parte di chiese e cappelle, dove di domenica i coloni si incontravano per recitare le preghiere abituali, cantare i vespri e il rosario e dove il più istruito tra loro insegnava il catechismo: il sacer­ dote italiano di regola vi passava una volta al mese, amministrando i sacramen­ ti, in particolare battesimi e matrimoni. Gran parte delle strutture parrocchiali attuali è nata letteralmente da quell'autonomo processo di sviluppo popolare.

19

R. GROSSELLI, Colonie imperiali nella terra del caffè. Contadini trentini (veneti e lombardi) nelle foreste brasiliane. Parte II: Espirito Santo 1874-1900, Trento, Povincia Autonoma di Trento, 1986 e L. S. DERENZI, Os italianos no Estado do Espirito Santo, Rio de Janeiro, Artenova, 1974.


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Non sorprende quindi come, a distanza di oltre un secolo dall'avvenuto inse­ di��ento, le �a�rocchie ita��ne siano caratterizzate da una profonda omoge­ . . . netta e dalla t1p1ca rehgtostta dt una "parrocchia veneta", come confermano alcuni studi antropologici 20. Nell'arco di pochi anni padre Colbachini, eletto superiore, e i suoi collabo­ rato:i erano in grado di seguire oltre una ventina di cappelle nei dintorni di . Cur1t1ba, con sede centrale a S. Feliddade e presenze a Alfredo Chaves (Co­ lombo), Timbotuva, S . Maria do Nova Tirol, Rondinha, S. José dos Minhais, Cam� o Co�prido, Gabriela, Antonio Prado, Gangueri, Angelina, Paria, Zacanas, Rio Verde, Muricy, Campinas, Rejal Cheimado, Capivary, Portao, . Plameua, Umbarà. Più saltuaria era l'assistenza alle colonie verso il mare ai piedi della Serra, come Morretes, Paranaguà, Perreira, Alexandra, ecc. Si t;at­ tava nel 1889 di 2.5 18 famiglie italiane, sparse su un terreno vastissimo e segui­ te dai sacerdoti di S. Felicidade. Nel 1888, dopo lunghe insistenze e polemiche, padre Colbachini riuscì ad ottene:e dal vescovo di S. Paulo, da cui allora dipendeva il Paranà, una «cap­ pellama curata» per gli emigrati italiani, ossia una specie di parrocchia perso­ nale . Q�ell :�nn? �e?ne abolita la schiavitù e fu l'anno di punta dell'arrivo . . mass1cc1o dt ttaham m Brasile (oltre 104 mila) , soprattutto per le /azendas di S. Paulo. N�� 'agosto d�l 1890 si tenne a S. Paulo la prima riunione dell'episco­ pat� brasiltano per ns�rutturare l'organizzazione ecclesiastica dopo la procla­ �aztone. della repubbhca nel 1889. In riferimento all'assistenza degli emigran­ tl, monstgnor Mac�do Co�ta, vescovo di Bahia, presentò alcune proposte di . Propaganda ftde, 1n realta eleborate dal nunzio apostolico Spolverini, che aveva consultato padre Moroni e padre Colbachini: fondare nei nuclei colo­ niali d�lle case relig!ose �entrali p �r i missionari, alcuni dei quali incaricati . . delle mtsslont volantt, altn della restdenza anche per seguire le eventuali voca­ zioni ecclesiastiche. Erano le linee di cui si erano fatti interpreti i missionari scalabriniani. Colbachini, convinto delle condizioni ottimali offerte dal Paranà sia sul piano delle prospettive economiche, con la piccola proprietà ai contadini che morali, presentò al governo italiano un progetto di colonizzazione agricola (che non �enne sussidiato e fu pubblicato anche in appendice al volume di F. Macola, L Europa alla conquista dell'America Latina, Venezia, Ongania, 1894 e dalla «Rassegna Nazionale»: L:emigrazione italiana agli Stati Unitt' del Bra-

PIL�TTI BAL�NA, Santa Felicidade. Uma paroquia veneta no Brasi!, Curitiba 1978; G. . e svzluppo della Colonia Santa Felicidade, Curitiba 1908. MARTIN!, Ortgme 20 A.

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tra gli emigrati dei missionari scalabriniani in America Latina

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, sile - condizioni presenti - provvedimenti opportuni per migliorar/e, Firenze 1895 ) 21 , S. Felicidade divenne, come detto, il centro di irradiazione della presenza scalabriniana in Paranà, con una chiesa inaugurata nel 1891: nel 1900 vi arriva­ ini rono anche le suore Apostole del S. Cuore di madre Merloni, che Scalabr di curazia La ti. aveva indirizzato in America per l'assist enza degli emigra , Rodeio Rondinha comprendeva le colonie di Reboucas, Mariana, Timbotuva, Sal­ Rio Verde Acima, Campina, S. Joao do Capao, Figuereido, S. Benedito do con ido, Compr Campo e Feliz Vila à, gadinho, S. Antonio, Batiatuva. Umbar par­ e curazie ero divenn , chiese erette già nei primi anni della colonizzazione , rocchie dopo alcuni decenni. Scalabrini, in visita alle missioni del Brasile emi­ accettò anche la missione del Tibagi, all'interno del Paranà, dove vi erano ti grati tedeschi, italiani e qualche tribù di indios semiselvaggi: vi furono destina nista. moder noto del padre Simoni, e padre Bonaiuti, fratello Come già accennato, le missioni scalabriniane nello stato di S. Paulo comin­ a ciarono con il giovanissimo padre Marchetti, che in meno di due anni riuscl as­ dar vita nel 1895 all'orfanotrofio Cristoforo Colombo (nato dall'impegno ), Brasile il verso andata di viaggio il e sunto davanti alla madre morente durant caffè. di as /azend alle mezzo ad un particolare tipo di presenza itinerante in grup­ Infine egli riuscì a istituire con l'aiuto delle sorelle e della madre il primo orfani. agli po delle suore scalabriniane destinate inizialmente all'assistenza istere Padre Marchetti morl a soli 27 anni, nel 1896, per tifo contratto nell'ass nile femmi sezione della ione costruz la gli emigrati, dopo aver avviato anche dell'orfanotrofio a Vila Prudente. L'arrivo degli italiani a S. Paulo fu massiccio dopo il 1888, a seguito delle sfrutta­ intense campagne di reclutamento e di sussidi delle compagnie per lo e mento della zona caffeicola (oltre 80 mila italiani all'anno arrivarono tra 1888 ricor­ 1891). Padre Marchetti, per sostenere gli orfani e le spese di costruzione, sparsi italiani gli tutti di o sostegn se all'aiuto di benefattori e soprattutto al sa. nelle fazendas e che egli visitava periodicamente per dare assistenza religio re quartie di L'orfanotrofio risultò molto più che un'opera caritativa, una sorta generale per spedizioni missionarie all'interno dello stato. Le visite più o meno

3 . S. Paulo

2 1 Ora ripubblicato in A. PEROTTI, La società italiana difronte alle prime migrazioni di massa . .. cit., pp. 343-394.


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periodiche duravano anche cinque o sei mesi, utilizzando le ferrovie Sora­ cabana, Mogiana e Paulista e proseguendo a cavallo o a piedi fino alle /azendas. Di regola gli italiani preavvisati potevano godere di una giornata libera (sostitu­ tiva della domenica) per la presenza del sacerdote. I missionari che si prestaro­ no a questo massacrante lavoro non furono mai più di una mezza dozzina; eppure si deve al loro lavoro se le circa 150 chiesette delle fazendas poterono diventare in seguito sedi di parrocchie fiorenti 22. Venivano anche assistiti regolarmente dagli scalabriniani i nuclei di popola­ zione italiana di S. Bernardo, S. André, S. Caetano, Maua, Ribeirao Pires, Alto da Serra, che divennero centri economici importanti, data la vicinanza alla metropoli . Il lavoro era enorme e massacrante e non poteva durare a lungo nella forma itinerante. Con la crisi del settore caffeicolo diminuirà anche il numero degli italiani impegnati nelle /azendas e diminuirà anche il numero delle missioni volanti per cedere il posto ad un sistema pastorale più ordinario, attraverso le parrocchie territoriali: assai importanti furono quelle di S . Ber­ nardo e S. Andrè. Solo più tardi però, verso la fine degli anni Trenta, gli scala­ briniani avranno una parrocchia in città, la Madonna della Pace; mentre fino ad allora erano rimasti nelle località periferiche (con l'eccezione della centralis­ sima chiesetta santuario di S . Antonio) . 4 . Rio Grande do Sul Nel 1896 si apriva intanto il terzo fronte missionario del Brasile nel Rio Grande do Sul, per l'invito del vescovo di Porto Alegre e l'andata ln quelle colonie italiane di padre Vicentini. Questi si recò a Encantado e padre Colbachini vi fondò nei dintorni Nova Bassano . Nel Rio Grande do Sul, come negli altri stati brasiliani meridionali, l'emigrato italiano poteva realizzare il suo sogno di diventare piccolo proprietario della terra, grazie alle anticipazioni e sussidi governativi. Pur essendo minore l'entità del flusso di entrata di italiani nello stato, l'elevato sviluppo demografico delle colonie fece passare la popola­ zione italiana da 20mila unità nel 1881 a 160mila nel 1905 e a 405mila nel 1934. Il sacerdote in quei contesti contadini era riconosciuto come leader naturale e organizzatore della vita comunitaria, oltre che responsabile della vita religiosa e morale. Il ruolo di pioniere non era eccezionale: padre Colbachini, fondatore

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di assistenza tra gli emigrati dei missionari scalabriniani in America Latina

di un nuovo insediamento intitolato alla sua città natale, era anche sindaco, tecnico agrario, organizzatore del cooperativismo nella zona, così come avven­ ne per vari altri missionari. Tra le personalità più significative della presenza scalabriniana va annoverato padre Massimo Rinaldi, parroco ad Encantado fino al 1910, poi procuratore generale e nel 1925 consacrato vescovo di Rieti (e morto nel 194 1 in concetto di santità) 23. Le colonie italiane servite dagli scalabriniani erano quelle di Veranopolis, Capoeiras (ora Nova Prata) , Monte Veneto (Cotipor::1) , più tardi S. Thereza, Bela Vista e Montebelo e il Turvo (Protasio Alves) . Gli scalabriniani iniziarono nel 1908 la loro attività ad Anta Gorda e l'anno dopo ad Esperança (Vespa­ siano Correa). Nel 1911 divenne parroco di Bento Gonçalves, una delle loca­ lità più importanti della diocesi, padre Enrico Poggi, che poi si fece scalabri­ niano. In quella città Poggi e gli scalabriniani diedero vita ad un giornale per gli emigrati, «Il Corriere d'Italia», che cessò le pubblicazioni nel 1925 , in segui­ to a polemiche con un altro giornale, «La Staffetta riogranense», diretto dai cappuccini. Uno dei centri più importanti dello stato affidato alla congregazio­ ne è Guaporé, affidata agli scalabriniani nel 1914, ma già da anni da loro visita­ to. Qui vi venne fondato il primo seminario scalabriniano in Brasile nel 193 7, compiendo un desiderio che era già stato di Scalabrini, del vescovo di Porto Alegre S. Ponce de Leao e di padre Colbachini. Altre colonie italiane affidate agli italiani negli anni successivi sono state Nova Brescia ( 1915), Mucum (1924), Sarandf e Serafina Correa ( 1920) , Casca e Dois Lageados ( 192 1), Putinga (1922) e Itapuca (1924). Solo nel 193 9 gli scala­ briniani raggiunsero la capitale dello stato, Porto Alegre, assumendo una par­ rocchia di periferia, Vila Nova, una colonia fondata dagli italiani alla fine dell'Ottocento; nella capitale rilanciarono un centro assistenziale per gli emi­ grati italiani nel secondo dopoguerra (CIBAI) 24 . Concludendo il bilancio della presenza scalabriniana in America Latina, a parte presenze meno importanti e temporanee in Argentina, Cile e Venezuela (dove invece si svilupperanno significative opere nel secondo dopoguerra), gli scalabriniani si sono impiantati soprattutto nel Brasile, dove hanno lasciato una

Massimo Rinaldz� missionario e vescovo, Cittaducale, Nobili Sud, 19822 e ora Il Vescovo scalabriniano Massimo Rinaldi. Un interprete della Chiesa del Novecento, a cura di G. MACERON! - G. ROSSI - A. M. TASSI, Torino, SEI, 1996. 24 Cfr. R. R:IZZARDO, A longa viagem. Os carlistas e a imigraçao italiana no Rio Grande do Sul, 23 G. SOFIA,

22 M. L. SIGNOR, Giovanni Battista Scalabrini e l'emigrazione italiana. Un progetto socio-pastora­ le, Roma, CSER, 1989.

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Porto Alegre, EST, 1975.


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impronta indelebile nelle zone di colonizzazione italiana. Il materiale docu­ mentario e archivistico, lodevolmente repertoriato da Rovilio Costa, dà ragione di questa disseminazione di vestigia riferite alle istituzioni religiose e spesso a quelle scalabriniane 25 . Informazioni archivistiche Il materiale archivistico per la storia della congregazione scalabriniana è conserv ato presso l'Archivio generalizio scalabriniano, sito in Roma (Via Calandrelli 1 1 , 00153 RM) . L'archivio è diviso in quattro parti principali: l ) Direzione generale della congregazione e relazioni all'interno: vi è conte­ nuto tutto il materiale di interesse generale e fino alla costituzione delle singole province; 2) Province della Congregazione: a) relazioni della Direzione generale con le Direzioni provinciali, �) singole case religiose e residenze missionarie. E questo il materiale più ricco ed interessante. Contiene di regola le infor­ mazioni sull' awio e sugli inizi delle singole sedi, testimonianze particolarmente significative e rare sul primo sviluppo di tanti insediamenti ed istituzioni nelle zone di influenza italiana. Vi sono contenuti anche rapporti periodici, ricchi di particolari notizie (ma non su base annuale e neppure lo status animarum che, quando redatto, dovrebbe essere conservato nelle diocesi locali all'estero).

25 R . - I. Imigraçao italiana n o Rio Grande do Sul. Fontes historicas, Porto Alegre, EST-Fondazione Giovanni Agnelli, 1988. Cfr. anche V. M. Imigraçao italiana no nordeste do Rio Grande do Sul, Porto Alegre, Ed. Movimento, 1975; O. A colonizaçao italiana no Rio Grande do Sul, Porto Alegre, Instituto estadual do livro, 1975; Imigraçao italiana no Rio Grande do Sul, a cura di R. Porto Alegre, UCS, 1975; R. Antropologia vt'sual da imigraçao italiana, Porto Alegre, UCS, 1976; L Descriçao do culto aos mortos entre descendentes italianos no Rio Grande do Sul, Porto Alegre, EST, 1977; V. O mito do padre entre descen­ dentes italianos, Porto Alegre, EST, 1979; A.I. Colonia italiana, religiao e costumes, Porto Alegre, UCS, 1981.

COSTA

COSTA,

MARCON, FROSI - C. MIORANZA, MANFROI, CosTA, FOCHESATTO, B. PISANI MERLOTTI, BATTISTEL,

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3 ) Posizioni personali: membri attuali, defunti, egressi. Il materiale è di na­ tura burocratica e spesso riservata (quindi non consultabile) . 4) La vita e l'opera del fondatore, monsignor Giovanni Battista Scalabrini e il processo di beatificazione. Il cospicuo fondo Scalabrini, di grande interesse storico, è stato costituito più tardi. Le carte personali di monsignor Scala brini passarono all'erede fidu­ ciario ed ex segretario, monsignor Camillo Mangot. Questi, su richiesta della Santa congregazione concistoriale (ora dei vescovi), le consegnò nel 1927 a monsignor Francesco Grego ri, sacerdote piacentino incaricato di scrivere la prima biografia di Scalabrini (La vita e l'opera di un grande Vescovo, mons. Gio­ vanni Battista Scalabrini [1839-1905], Torino, Lice, 1934) . Le carte consegnate a monsignor Gregori e gli altri documenti giacenti presso la Curia vescovile di Piacenza o altrove, per disposizione canonica, furono raccolti dal Tribunale diocesano di Piacenza in vista del processo di beatificazione di monsignor Sca­ labrini, iniziato nel 1936. Tutti questi documenti, assai interessanti anche per la storia dei rapporti dell'episcopato con la Santa Sede e dei rapporti tra Stato e Chiesa, furono poi consegnati alla Santa congregazione dei riti, in vista del pro­ cesso apostolico. Gli originali furono riconsegnati alla Congregazione scalabri­ niana, e precisamente all'Archivio generale, dopo la pubblicazione del decre­ tum super scripta, nel l970. Il materiale conservato riguarda in alcuni casi anche lo stato della diocesi piacentina. Tra gli inediti vi sono conservate 1700 lettere autografe o autografa­ te di Scalabrini, 9 relazioni triennali sullo stato della diocesi piacentina per le visite ad limina, decreti ed atti ufficiali delle 5 visite pastorali, 3 10 discorsi per la maggior parte autografi e infine documentazione sulle opere per gli emigrati, particolarmente la Società di patronato S. Raffaele. Ormai tutte le informazioni archivistiche e il materiale più interessante sono ampiamente citati e valorizzati nell'opera monumentale su monsignor Scala­ brini di padre Mario Francescani (Giovanni Battista Scalabrim; vescovo di Pia­ cenza e degli emigrati, Roma, Città Nuova, 1985), che integra e supera la prece­ dente biografia scritta con M. Caliaro (L'apostolo degli emigranti Giovanni Battista Scalabrini vescovo di Piacenza. La sua opera e la sua spiritualità, Milano, Ancora, 1968) . Per quanto riguarda i trasferimenti e le peripezie dell'Archivio, il materiale relativo alla Congregazione è stato conservato a Piacenza fino al 1910 (Casa madre); in quell'anno fu trasferito a Roma, prima a Via di Ponte Sisto 75, poi nel 1922 a Via Calandrelli 1 1 (dove, a parte qualche ulteriore variazione di col-


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l� c ione n Rom , è tuttora conservato) � . Parte dei documenti riguardano spe­ Cl� ente e provmce e le persone rimaste nella Casa madre di Piacenza fino ali ottobre 1 9�5 . Durante la guerra, tem endo che il materiale andasse erduto otto eventu�h bombardamenti, fu trasferi to a Rivergaro e Bassano d dove la ocumentazton� fu portata a Roma, sem pre nell'ottobre 1 945 . Non si deve lamentare tuttavta a�cu a �is ersione o perdita significativa � p . e mfo rmazton� pl� !�portanti, relative alla stor . ia della Congregazione sca · ana, co� am�ta cltaztone dei testi original i, sono contenute nel fonda­ mentale a�oro ciclostilato, redatto da padre Mario Francescani Storia della Congregazzone Scalabriniana, Roma 1 969 ' - 1 982 VOil 6 . ' Il mate �ta le archivistico è conserv ato in buo' no stato e ben inventariato È sta�a �re?l�posta una guida dettagliata e un inventario analitico per le dive�se sezwm. E 1n fase avanzata h il rocesso d1' computerizzazione di tutte le info rmazioni archivistiche d ��bil Lo svil��p � del materiale archivistico con servato è di mi. 120 . , L ArchtvlO e consultabile, previa autorizzazio ne dell'archivista generale.

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FERNANDO }. DEVOTO Itinerario de un problema a través de las /uentes: las inmigrantes z'ta­ lz'anos y la sodedad argentina

La historia no es tan solo el producto del planteo de un problema, o la con­ secuencia de la utilizaci6n de ciertos modelos conceptuales o de determinadas técnicas de investigaci6n, es, aunque demasiado a menudo se olvida recordar­ lo, también una posibilidad de conocer estrechamente vinculada con las fuen­ tes disponibles. Las corrientes historiograficas renovadoras que emergieron desde el segundo tercio del siglo XX, habian construido parte de su fortuna con la critica al caracter tautol6gico y banal que las historiadores eruditos hadan de las fuentes a través de las "reglas del método" . Fue sin embargo, Mare Bloch (y no Bernheim o Seignobos) quien record6 una vez que «L'histo­ rien est toujours l'esclave de ses documents» l , El tema de las fuentes ha recuperado centralidad en el ultimo veintenio de la historiografla occidental. Ello es en parte el resultado del debilitamiento de las contraposiciones excluyentes entre cuantitativo/cualitativo o macro/micro . Hoy tiende a admitirse mas facilmente las vertientes relativistas impHcitas ert la afirmaci6n de la multiplicidad de abordajes posibles al objeto (debilitada la anterior creencia en la exixstencia de " un" abordaje privilegiado) y de las resultados distintos (pero no necesariamente mas comprensivos unos que otros) que pueden obtenerse seguo la escala de observaci6n, la metodologia empleada y las fuentes utilizadas 2, Ello ha llevado también a una insospechada valorizaci6n de nuevos tipos de fuentes no tradicionales. En el estudio de cual­ quier problema, y mas aun de uno como el que nos ocupa que afecta la expel M. BLOCH, Les caractères originaux de l'histoire rurale /rançaise, Paris 1952, p. XII. 2 Cfr. las observaciones de M. GRIBAUDI - A. BLUM, Des catégories aux liens individuels: l'analy­ se statistique de l'espace social, en «Annales, E.S.C.», 46, 6, 1990, pp. 1365-1369.


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riencia de millones de personas no pertenecientes en su mayor parte a aquellos estratos que dejan un mas numeroso testimonio en el registro histor ico conven­ cional, tanto las caracterfsticas como los limites a las respuestas provienen aun en mayor medida del tipo y la calidad de las fuentes elegid as, dentro del pro­ blema mas generai de cuales son las disponibles. Las fuentes no son sin embargo un dato en si mismo, aprov echable abstrac­ tamente, ni por ende transmisibles a través de elencos mas o menos detallados de su contenido. Son un instrumento mas o menos util segun el abordaje elegi­ do y segun el problema planteado. En este caso, nuestro analis is de las carac­ teristicas y los limites de las fuentes para el estudio de la inmig raci6n italiana seguira un itinerario preciso: el problema de la interacci6n entre los migrantes y la sociedad de recepci6n. Problema que mas alla de los debates conceptuales que plant ea y que hemos desarrollado en otros ambitos, sera analizado aqui en funcio n de los limites y del sesgo que les imponen a los investigadores las fuentes a las que dan priori­ ciad y el modo en que las manipulan. Tema que ha recibido un escaso eco entre los cientificos sociales mas preocupados como es logico por los resultados a obtener que por los procedimientos empleados. Si es posible establecer una secuencia compuesta por distin tas etapas en la investigacion sobre las relaciones entre los italianos y la socied ad argentina, la primera a considerar seria la que en la década del sesenta y comienzos de la del setenta representaron Gino Germani y sus disdpulos 3 . El conce pto centrai era para ese grupo el de asimilacion y su matriz teorica la sociol ogia norteamerica­ na dominante en la segunda posguerra, en especial Einsenstad t. El pensar en relacion con un término ad quem, implicaba claro esta una imagen unilineal y unidireccional del proceso de disolucion de las identidade s de los distintos grupos migratorios y también de la poblacion local para const ituir una nueva identidad social colectiva. La idea de "crisol de razas" (equiv alente argentino para la segunda acepcion en el tiempo del concepto de meltin g pot norteameri­ cano) apareda avalada por un enfoque del problema desde sus resultados: la Argentina de la segunda mitad del siglo XX no presentaba rasgos visibles de la Politica y sociedad en una época de transici6n, Buenos Aires 1965, pp. 197-21 0; Mass immigration and Modernisation in Argentina, en Masse s in Latin America, I.L. HoROWITZ (ed.), New York 1970, p p . 289-33 0; F. KoRN, Algunos aspectos de la asimilaci6n de inmigrantes en Buenos Aires in Los /ragmentos del poder, T. Dr TELLA - T. HALPERfN DoNGHI (eds.), Buenos Aires, 1969, pp. 439-460; F. KoRN, Buenos Aires: las huéspedes del veinte, Buenos Aires 1974. 3 G. GERMANI,

ID.,

Las inmigrantes italianos y la sociedad argentina

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permanencia de tensiones étnicas ni una autoidentificacion con grupos étni�? s o con la patria de sus antepasados por parte de la segunda y tercera genera�10n de descendientes de los migrantes europeos del periodo de llegadas mastvas ( 1880-193 0) . E l enfoque de Germani y sus colaboradores s e apoyaba a s u vez en un cierto tipo de fuentes: publicas y cuantificables. Y ciertamente puede discutirse si los resultados obtenidos dependieron solo de las monoliticas hipotesis de base y del marco conceptual generai o si, por el contrario, la naturaleza del material disponible condiciono la interpretacion resultante. Antes de analizar ese pro­ blema se impone formular una primera observacion con respecto a las fuentes: la pobreza del material estadistico y censal argentino (pero también de otros estados sudamericanos) puede contraponerse con la relativamente mucho mayor riqueza del mismo tipo de fuentes en aquellos paises donde el marco conceptual y el instrumental técnico habian sido formulados. Esa pobreza de fuentes publicas era un ,resultado no tanto de la incuria de los gobernant�s sino de la constitucion tardia del estado y de la estrechez de recursos financteros e intelectuales de las nuevas naciones sudamericanas. Detengamonos brevemente en este punto. En términos generales, la informacion censal argentina era con respecto a la variable migrantes por nacionalidades, bastante pobre y por lo demas, los cen­ sos generales estaban demasiado espaciados en el tiempo veintiseis afios entre el primero y el segundo ( 1869 y 1895), diecinueve entre el segundo y el terc� ro ( 1914) y treinta y tres afios, entre el tercero y el cuarto ( 1947) . Bastante mejor era la situacion para algunas ciudades como Buenos Aires, donde se disponia de Censos urbanos en 1855, 1887 , 1904, 1909 y luego recién en 1936, ademas de los datos provistos por el Registro estad{stico de Buenos Aires y por el Anuario estad{stico de la ciudad de Buenos Aires, los que entre 1860 y 1923 por­ vdan de abundante informacion. Buena era también la situacion (aunque para un periodo algo mas tardio) en otra ciudad en la cual el componente migr�to­ rio fue aun mas decisivo que en Buenos Aires en relacion con la poblacton nativa preexistente: Rosario. Tras el prolongado bache entre el rustico empa­ dronamiento de 1858 y el primer censo municipal de 1900 media un lapso de cuarenta y dos afios en parte salvable mediante la utilizacion de los cen?? s . nacionales de 1869 y 1895 y del provincia! de 1887. Desde 1900 la s1tuac10n mejora radicalmente (censos en 1906, 1910 y 1926). Mas alla de esta enumera­ don que revela un panorama desigual en cuanto a la periodicidad de los :_ele� vamientos segun las zonas del pais, la informaci6n provista es como se senalo bastante limitada en casi todos lo casos a los efectos de estudiar procesos como la movilidad social o la integracion economica.


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Veamos sin embargo cuales eran las posibilidades y los limites que ponfan las fuentes estadfsticas disponibles para med ir los indicadores prop uesto s com o significativos por los cientfficos sociales en los sesenta para analizar la interaccion social entre los italianos y la sociedad argentina. En primer lugar, las pautas matrimoniales. En este punto, los censo s nacionales, provinciales o municipales no brindaban informadon al respecto. Germani se apoyo por una parte en las datos de Savorgnan que habfa realizado un estudio para la ciudad de Buenos Aires en base a las fuentes que permitia estudiar los comportamien­ tos matrimoniales: el Registro y el Anuario estadfstico 4 y por otra en las pre­ sunciones que podian derivarse de otro indicador presente si en las censos: el elevado indice de masculinidad de los grupos inmi grantes . Lamentablemente en amb os caso s se trata ba de inferencias indir ectas ya que en el caso de Savorgnan, se trataba de datos ya manipulados a los efectos de construir un indice de homogamia (que algunos historiadores discu tiran posteriormente) y no de las cifras brutas . Otros problemas implidtos en l� categorizacion presen­ te en las fuentes era que obligaba a plantear el prob lema en ambitos étnicos nacionales (segun la informacion disponible en los Regi stros estadistico s). El segundo indicador adoptado era el de las patro nes de residencia. En este punto, los datos censales presentaban inconvenientes semejantes . El mas grave de ellos es que obligaban a operar con grupos nacio nales y salvo que se apelara a los censos municipales, también con unidades territ oriales demasiado vastas. A nivei global ello non permitfa ir mucho mas alla de una no siempre util (para une poblacion ademas bastante movil) distincion rural!urbana. A un nivei ter­ ritorial mas reducido, por ejemplo dentro del ambito de una ciudad espedfica, la aparente dispersion que resultaba de los italia nos en el espada urbano (sobre todo para el caso mas estudiado, Buenos Aire s) alimentaba la opinion de que ese indicador también revelaba una amplia interaccion social de los distintos grupos migrantes con otros componentes de la sociedad local. En este caso el problema que se presentaba para evaluar los resultados concernia no tanto la unidad espacial de observacion cuanto (com o mas adelante veremos) la unidad étnica que la fuente permitfa relevar: los grup os nacionales. Acerca de los otros dos indicadores privilegiados: la movilidad social y terri­ torial y la integracion economica, nuevamente las fuentes disponibles para el caso argentino limitaban las respuestas obtenibles. Un primer problema inme-

Matrimonia! Se!ection and the Amalgamation o/ Heterogeneus Groups, Cultura! Assimilation o/Immigrants, Londres 1950, pp. 59-67.

4 F. SAVORGNAN, IUSSP,

in

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diatamente evidente es que la utilizacion de datos demasiado agregados para analizar procesos de movilidad sodal implica necesariamente una simplifica­ cion en una linea de tendenda de una extraordinaria diversidad de situaciones. Un segundo problema es cuales son los indicadores disponibles en la informa­ don censal y estadistica existente. Para el caso argentino la misma es tan limita­ da que permitia pocas opciones: una de ellas era recurrir a aquella dicotomia rural!urbana con sus peligrosas implicancias si eran interpretadas desde los modelos unilineares presentes en la mayoria de las teorias de la modernizacion. Otros esquemas, como el de trabajo manual!no manual o calificado/semi/no calificado no daba mejores resultados, sea porque la informacion no podia rea­ gruparse por nacionalidades en los censos, sea porque en las poco� casos en . . que ello era disponible, los censos de Rasano de 1 906 y 1 9 1 0 se pod1a est��1ar la ocupadon (pero no la posicion social o economica dentro de la profeswn) . Este limite de las fuentes también impedfa la aproximacion al problema que, podfa derivarse de analizar la movilidad social comparando el status de las pro­ fesiones desempefiadas por los migrantes italianos en la Argentina confronta­ das no entre distintos censos sino con las que posefan en el pais de origen o en el momento de llegada al nuevo pais. En este sentido, podrian ponerse en cor­ relacion las declaraciones ocupacionales realizadas por las migrantes al arribo a la Argentina y recogidos por el Departamento de Inmigracion en sus Memorias Anuales, aunque acerca de la validez de esas declaraciones muchos a�tores ya por entonces habian expresado razonables dudas, con los datos prov1stos �?r las Censos nacionales y municipales. Sin embargo, en este caso la operac10n debia realizarse a niveles tan agregados que su utilidad era igualmente limitada: europeos contra nativos. En este punto deberfa recordarse sin embargo que buena parte de los analisis del grupo de Germani se sostenia en esa dicotomia inmigrante europeo/nativo que subtendia otra: moderno/t:adicional. . . Otro criterio mas comun para analizar la movilidad soc1al era apelar al mdl­ cador del que se disponia en forma mas uniforme y abundante: la propiedad. Se tuvo entonces que otorgar un peso decisivo al acceso a la propiedad inmue­ ble para analizar la presumible movilidad sodal; dato este que tornado �n sf mismo e independientemente de su correlacion con otras variables (no dlspo­ nibles en las fuentes) era escasamente significativo. Los analisis realizados en las sesenta posefan esquematismos hoy demasiado evidentes, pero sus resultados también estaban muy condicionados por las lirnites del tipo de fuentes que utilizaban. Lfmites, sin embargo, no totalmente infranqueables, aun dentro del ambito publico podfa apelarse, al menos para la segunda mitad del siglo XIX a las manuscritos originales de algunos cen �os disponibles en el Archivo generai de la nacion. Se trataba del censo de la cm-


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dad de Buenos Aires de 1855 y de los censos nacionales de 1869 y 1895 5. Ciertamente, el mas util ya que incluia el dato centrai (omit ido en los dos restantes) de la comuna de origen del inmigrante, ademas de incluir otra infor­ macion de la que podian extraerse interesantes inferencias acerca de los itine­ rarios familiares de los migrantes: los afios de residencia en el pais . La no ape­ lacion a ellos revela nuevamente como el problema de las fuent es es tanto un problema de disponibilidad como de eleccion (es decir valori zacion) en fun­ cion del modelo teorico escogido y de las técnicas propuestas. Los nuevos enfoques que discutiran la interpretacion germa niana y que adquiriran un consenso mayoritario entre los estudiosos de los problemas migratorios en la Argentina (pero no entre los histo iador es generales del r periodo) desde la década de 1970 procederan de distintas tradic iones historio­ graficas. En primer lugar, desde fines de los setenta emerg eran una serie de investigaciones de historiadores norteamericanos especializa dos en América Latina que desde dos matrices distintas revisaran las concl usiones obtenidas. Por un lado jovenes investigadores que procediendo de las sugest iones provi­ stas por la obra de Thernstrom y la nueva historia social urban a norteamerica­ na intentaban desde la valorizacion de un nuevo tipo de fuent es discutir las conclusiones de los estudiosos precedentes. Por el otro, desde las incitaciones provistas por la nueva historia étnica norteamericana, otros investigadores se aproximaran a una rediscusion de las relaciones entre los inmig rantes (espedfì­ camente los italianos) y la sociedad argentina. Finalment e, otros estudiosos argentinos y europeos que, menos preocupados directamen te por los proble­ mas ligados con la modelistica concerniente a la relacion entre inmigrantes y sociedad receptora, estaban interesados en las posibilidad es de una nueva historia social que con menos esquematismo rediscutiese el problema de las identidades sociales en la Argentina moderna. Existia en la mayor parte de estos investigadores, al menos en los norteame­ ricanos que jugaron un papel pionero tan importante, un propo sito de valori­ zar nuevas fuentes y desde ellas discutir las conclusiones obten idas. �Existia también un proposito de discutir el marco conceptual desde el cual analizar el problema? Solo en parte, ya que si bien el abordaje del probl ema no presumia un proceso fina! representado por la asimilacion del inmig rante a la sociedad receptora y se tendia a valorizar otros aspectos de la exper iencia del migrante 5

Existe un analisis del censo de 1855 y sus limitaciones: A. LATIES Censo de Poblaci6n de la ciudad de Buenos Aires de 1855, Buenos Aires R. POCZAR, Muestra 1968. -

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en realidad se seguia otorgando importancia primordial para ca:acte�izar �l . proceso al mismo tipo de indicadores cuantifìcables que Germani hab1a utillzado. . · oLa variable principal era también entre los nuevos hlstonado:es e1 m�t:� . uuhzo el n10. B a1· 1y 6 ( Y detras de él luego otros investigadores argentmos) . acep · mismo tipo de fuente que Savorgnan, es decir los Anuar10s �stad'1st1cos, asl � hacerlo AI Germam. por propuesto conceptual marco el tando a su vez , . cos concl yo endogam matrimonios constatar una mas elevada presencia de � � inversamente que la corriente anterior negando �ue e� la A:gentma se ?ub.lera producido el "crisol de razas" y defìniendo la s1tuac10n ex1st�nte en termmos de " pluralismo cultura!" . Algun tiempo antes Szuchman7 hab1a lle�ado a con­ clusiones semejantes en cuanto a discutir el " crisol de razas" a�gentmo, aunqu� en este caso aportçmdo la novedad de la utilizacion �e otro tlpo de fuente: e Archivo Eclesidstico de la cz'udad de C6rdoba. A part1r de una. mue�tra de los matrimonios alli realizados concluyo también revelando la ex1stenc1a �e altos niveles de endogamia en los distintos grupos europeos presentes en Cordob;. Gracias a los datos que poseia la fuente, como la nacional.idad de los � adr�� los contrayentes, Suzchman pudo ir mas alla y correlacwnar l� nacwnal� a del novio con la del suegro. Ello le permitio detectar que n? solo las muJe�es europeos se casaban en su gran mayoria con hombres del m1smo gr�po naclo­ nal sino que los hombres tendian a casarse, ante la. escasez .de �uJeres de su grupo étnico, con argentinas hijas de padre de su m1sma �ac10nalida�. En rea­ lidad, la fuente utilizada por Szuchman era dentro �e su t1po ex�epclOnalmen­ te buena. Una consulta solo superfìcial de los arch1vos �arr?qu1ales r�vela no solo amplias lagunas en la informacion conte?ida, sino cr1tenos muy d1ferentes de los compiladores acerca de los datos a registrar. . , Tampoco estas fuentes, salvo excepcio�es en cas? s espedfì��s de reglstros matrimoniales parroquiales, no dejaban mas alternativa en funcwn,de .los. dat�s que contenian, que considerar a los grupos nacional�s como los m�s �lgmfìcat�­ vos a los efectos del estudio de las interacciones so�1�les. �n e�te ult1m� senti­ do otros investigadores argentinos posteriormente 1ran mas alla Y a partir de l.a vaÌorizacion de las extraordinarias posibilidades de otra fuente, las actas matrl·

6 s. BAILY, Marriage Patterns and Immigrant Assimilation in Buenos Aires, 1882-1923, en «Hispanic American Historical RevieW>>, 1980, 60 ( 1 ) , pp. 33-48. 7 M . SZUCHMAN The limits o/ the Melting Pot in Urban Argentina: Marriage and Integratwn tn · l R ev1· �w», 1977 , 57 ' PP · 24-50 · M. Cordoba, 1869-1909, en «Hispanic Amertcan H1storica . SzucHMAN, Mobility and Integration in Urban Argentina. Cordoba m the Lzberal Era, Austm 1980. .

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moniales existentes en los distintos Archivos del Registro civil argentino (que contienen la informaci6n clave no solo de la naci6n sino de la comuna de ori­ gen de los contrayentes) , han podido plantear el problema sobre nuevas bases 8• Esta fuente, sin duda la mas rica de las publicas disponibles en la Argentina tiene también sus limites . Ellos derivan de que inversamente a los manuscrito� censales, comienza relativamente tarde. Hacia fines de la década del ochenta del siglo pasado y paras ciertas regiones del interior, en muchos casos aun mas tardiamente. Su gran ventaja comparativa es que permite colocar el tema de las interrelaciones sociales en el ambito de grupos regionales y aldeanos que en muchos casos se revelan mas significativos que los nacionales para el caso de la migraci6n italiana al menos de la segunda mitad del siglo XIX. También per­ miten el comienzo de estudios a lo largo de mas de una generaci6n los que abren nuevas respuestas acerca de la diferente estrategia de padres migrantes y de sus hijos argentinos. �as actas (no solo matrimoniales) presentes en el Registro civil pueden ser . utdt � adas para responder a otros problemas, mas alla del de las estrategias matrunont. ales, como la movilidad social o mas modestamente ocupacional, de los distintos grupos italianos . Sin embargo tampoco carecen de otros limites evidentes. Uno de ellos por ejemplo es el derivado de la movilidad espacial secundaria de los grupos migrantes o de sus descendientes lo que hace extre­ madamente dificil estudiar a través de las actas de matrimonios, salvo quizas para �illorrios o pequefias ciudades del interior donde el movimiento puede ser mas detectable, procesos de mas larga duraci6n que comparen comporta­ mientos de padres migrantes con los de sus hijos . No se trata sin embargo de la objeci6n principal. Finalmente, existe una cuesti6n también de representativi­ dad. El indicador matrimonial excluye del analisis a los grupos inmigrantes ya constituidos que viajaron juntos desde su pais de origen, que para el caso de los italianos en la Argentina fueron muy numerosos en ciertas épocas (alrede­ dor del 50% del total por ejemplo en la década de 1880) o que reconstruyeron e� gru�� al cabo de algu� tiempo en el nuevo pais. No contempla tampoco la sttuacton de aquellos mtgrantes que permanedan solteros, entre los cuales habia seguramente un buen numero que hada una experiencia mas corta y en muchos aspectos diferente en la para ellos transitoria sociedad de recepci6n. 8 N. PAGANO - M. OPORTO, La conducta endogcimica de las grupos inmigrantes: pautas matrimo­ niales de las italianos en el bam'o de la Boca en 1895, in L'Italia nella società argentina, F. DEVOTO _ �: R?sou (eds.), Roma 1988, pp. 90- 101; D. MARQUIEGUI, Aproximaci6n al estudio de la inmigra­ czon ttalo-albanese en Lu/dn, in «Estudios Migratorios Latinoamericanos», 1988, 3 , 8, pp. 5 1-81.

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Objeciones que no invalidan el materia! provisto por el Registro civil sino que tratan en cambio de enmarcarlo. El mismo problema aparece si observamos el uso de otras fuentes para el estudio de la interacci6n social entre italianos y los nativos en la sociedad argentina. Una fuente que numerosos investigadores utilizaron fueron los archivos de las sociedades de socorros mutuos que en gran numero crearon los distintos grupos inmigrantes. Una primeta comprobaci6n indica como a la inversa de lo que ocurre con las fuentes publicas los archivos de las asociacio­ nes voluntarias italianas en la Argentina y en otros paises de Sudamérica como Uruguay son mucho mas ricos que los existentes en América del Norte. La raz6n es bastante simple, la mayor fortaleza numérica y financiera de las enti­ dades por ejemplo en la Argentina en comparaci6n con sus congéneres del Notte 9 posibilit6 una mayor solidez institucional, reflejada a su vez en la estructura administrativa y en la por ende mayor abundancia de fuentes que esta generaba, y desde luego una mayor perdurabilidad de la asociaci6n en el tiempo, lo que a su vez garantizaba la supervivencia de los archivos. La utili­ dad de los registros de socios, considerados como muestras adecuadamente representativas de la comunidad inmigrante, para elaborar indicadores cuanti­ ficables del proceso de integraci6n deriva de que los mismos brindan la posibi­ lidad de operar con otras variables no disponibles empleando la informaci6n censal. Aunque no siempre, los registros sociales de las asociaciones volunta­ rias étnicas incluyen, en la mayoda de los casos, la crucial informaci6n de la camuna de origen de los inmigrantes que la componen, el domicilio (y a veces los cambios del mismo a lo largo del tiempo) y la ocupaci6n o las ocupaciones sucesivamente desempefi adas por sus miembros . Samuel Baily nuevamente pionero en este campo, aprovech6 la extraordinaria riqueza de un archivo, el de la Associazione italiana di mutualita ed istruzione que reunfa en si la docu­ mentaci6n de una veintena de sociedades mutuales la mayor parte extintas y de otra subsistent e y que habia sido la mas importante de todas ellas en Buenos Aires: Unione e benevolenza 10. Partiendo del materia! provisto por los registros de socios de ese archivo, Baily escribi6 numerosos articulos 1 1 . En

9 G. PRATO, La tendenza associativa fra gli italiani all'estero, in «La Riforma Sociale», 1906, ìCVI, pp. 724-743 . IO Un elenco del mismo en: R. Gli archivi delle associazioni italiane in Argentina, 1982, X, 4. ibid., «Affari Sociali Internazionali», 1981, IX, 3; 1 1 S. Las sociedades de ayuda mutua y el desarrollo de una comunidad italiana en Buenos Aires, 1858-1918, in «Desarrollo Economico», 1982, 84, 2 1 , pp. 485-514; ID., Patrones de residen-

BAILY,

DE FELICE,


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uno de ellos, acerca de las patrones de asentamiento de los italianos en Buenos Aires y Nueva York e profesor de Rutgers analizo una de los indicadores criti­ cos que habian utilizado los investigadores precedentes: la insercion territor ia. Lo que su estudio revelo fue que si el problema de las patrones de asentam ien­ to no se analizaba a nivei del grupo nacional italiano sino en la dimension mas reducida de los origenes aldeanos o desde restringidas areas locales la imagen resultante era sumamente diferente. En este ultimo nivei, las concentracion es étnicas en el ambito de la vecindad eran muy marcadas y lo que es mas impor­ tante ellas persistian en buen grado con la movilidad secundaria hacia lugares periféricos. Conclusiones importantes porque por un lado desmentian la ima­ gen de dispersion en el espada que postulaban otros autores basados en fuen­ tes mas globales. Nuevamente, en estos enfoques que han valorizado fuentes alternativas, como las archivos de las asociaciones se ha discutido insuficientemente a mi juicio acerca de las limites y posibilidades de las fuentes. Ciertamente las archi­ vas de las sociedades de socorros mutuos podian considerarse en princip io como una muestra adecuadamente representativa del universo societario en el caso argentino. Las asociados eran como minimo entro 1/4 y 115 de la pobla­ cion italiana total (proporcion que ascendia a 113 si solo se contabilizaba a las miembros varones con relacion al total de varones italianos adultos ). Pero�y las 3/4 (o 2/5) restantes? Y en este punto pareceria que las asociaciones no son pienamente representativas en al menos dos puntos: la ocupacion y las pautas residenciales. En cuanto a lo primero, hemos sostenido en otra parte como dichas asociaciones tienden a sobrerepresentar a ciertos estratos ocupacionales (no manuales y secundariamente manuales calificados) a los trabajores urbano s en relacion con los rurales 12. Tienen las diferencias ocupacionales influencia sobre las patrones de resi­ dencia en especial y sobre las pautas de ajuste en generai? En la busqueda de datos mas universales, otros autores han sugerido otras fuentes posibles para el estudio de procesos de asentamiento de las inmigr an­ tes en areas urbanas como las ya mencionadas cedulas censales depositadas en eia de los italianos en Buenos Aires y Nueva York, in «Estudios Migratorios Latinoamericanos», 1985, l , l , pp. 8-47; In., The adjustment of Italian Immigrants in Buenos Aires and New York: 1 880-1914, 1983, 88, 2, pp. 281-305 . 1 2 F. DEVOTO, Las sociedades italianas de socorros mutu.os en Buenos Atres y Santa Fe. Ideas y Problemas, en La inmigraci6n italiana en la Argentina, F. DEVOTO - G. RosoLI (comps.), Buenos

Aires 1985.

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el Archivo generale de la nacion. Ya Scobie, a través d� un enfoque cualitativo habia demostrado el partido que se podia sacar a las m1smas 13 �Las lirnites de las distintas fuentes cuant�tativas q�e �emos senalado, nos obligan a otorgar la prioridad a las informac�ones �ualitatlvas? En �1 c�so del , s de t dio de los italianos a la Argentina surgen 111med1atamente los penodtco �omunidad como una fuente invalorable. Del mism_o �odo que pa�a �as sociedades mutuales también en el ambito de la pren� a et�lca e� lengua lt_alia­ na, la riqueza, variedad y continui dad del � atenal d1s ? o�1ble no t1ene parangon con el existente en otros ambitos na�10nales. Es �1ficil encontra: u ? periodico comparable a «La patria degli Italiam» que llegara a vend�r � pr111cl­ pios de siglo 4 0.000 ejemplar es convirtié ndose en el tercer dtano de la Argentina por su tirada. Y es quizas innecesario rec?rdar qu� no se trat�? a. del unico. En la década de 1890, por ejemplo, competlan con el otros penodt�os de importancia como «L'Operaio Italiano» o «L'Italia al Pla�a». En cual�mer caso las iniciativas tendientes a recuperar y conservar este tlpo de _ m�tenales ha s ido insuficiente. En este sentido, es dificil comprender l�s cnterto� que _ orientaron en un proyecto de tanta importancta como el reahz�d� rectente­ mente bajo la direccion del Profesor De Felice: a otorgar la pnortdad en la recuperacion a los materiales disponibles en «Umone e Benevolenza» (y den:�o de estos a los tan ritualizados libros de actas y asambleas) por _sobre los ?eno­ dicos. Un argumento para justificar esa decision puede hab�r s1do la cert1dum­ bre (que tratandose del estado argentino pue�e revelarse 111fundad�) �e q_ue corrian menor riesgo de desaparicion los matenale_s c�nservad?s en 111st1t�clo­ nes publicas argentinas que los que estaban en inst�t�clones pnvadas de o�gen italiano. De cualquier modo, y aun dentro del r�lat:v1smo �ue, como y_a senala­ mos, debe tenerse a los efectos de evaluar a pnon cualqmer f�e?:e, 111depen­ dientemente del proyecto de investigacion concret� � �arece d1f1cil encon�rar otra fuente cualitativa de tanta riqueza como los penod1cos. Aun para anah�ar la vida de las mismas asociaciones étnicas las periodicos pue?e� ser una m111a de informacion al menos equiparable al de las fuentes cuahtatlvas mutuales. Son también una fuente imprescindible a las efectos del tema_ 9ue hemos esco­ gido. Sin embargo, debe recordarse que estas present_an t�m�1en probl�mas n? menOres . Es mucho lo que nos dicen acerca de .las ehtes 1tahanas, su v1da politica y social, su interaccion con las autoridades 1t al'1a�as o �rgent;n�s, acerca de los conflictos que las surcaban o acerca de sus chmas tdeologtcos, mucho ·

_

f:

·

1 3 J. ScOBIE, Buenos Aires. Del centro a las barrios (1870-1910), Buenos Aires 1977.


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menos en ca�bio lo que nos inf? rman sobre la masa inmigratoria. Y lo que de . ellos � e refleJa, como �n un vidrio opaco, esta inevitablemente limitado por los . . preJU1C1os, las valorac10nes, la intencionalidad de estos sectores de la elite que son quienes los escriben . El problema de las limitaciones de los peri6dicos lleva al historiador hacia otras fuentes cualitativas que reflejen mas adecuadamente el universo de creen­ cias de los inmi�rantes. Tomemos como ejemplo las cartas de inmigrantes que para los estudws sobre los movimientos anteriores a la Primera Guerra Mundi�l cons titu�e? (junto a otros materiales como diarios personales 0 . m �mona�) casi la umca fuente que nos permite recuperar el punto de vista del mism� migrante. Ellas tienen también un serio problema de representatividad. En pnmer �ugar, ti��den a sobrerepresentar a los estratos mas alfabetizados y con mayor mstrucc10n formai. En muchos casos ademas llegan hasta nosotros filtradas a través de la intencionalidad politica de manipuladon de otros secto­ res sociales (como por ejemplo las cartas que son publicadas en peri6dicos). �n otros, l� c?rrespondencia privada, por el tipo de destinatario que tienen tlenden apr�or�zar en su contenido el universo familiar para el receptor, esto es . el umverso etnico.

D:�pués de est� r:corrido a través de las fuentes utilizadas para analizar la relac10n entre los Itahanos y la sociedad Argentina deseariamos concluir con la proposici6n de un programa a la medida del eclecticismo de este fin de siglo. . En pnmer lugar, subrayar como solo la combinaci6n de distintas fuentes cuan­ titativas ent�e �i (por ejemplo cedulas censales, registros matrimoniales y archi­ vas de asoe1ac10nes) complementadas por informaciones cualitativas provistas por cart� s o peri6dic_os o por tantas otras fuentes no enumeradas aqui, desde los archtvos parroqmales hasta los empresarios, desde los registros notariales has:a la ico?_ografia, puede� b�indarnos una imagen mas compleja del proceso . de mteracc10n social de los Itahanos en la Argentina. Enfoque que sin embargo no es��ra adecuadamente iluminado hasta que no podamos observar el proceso tambten desde l � otra cara de la moneda: es decir desde la perspectiva y las fuentes que nos tnforman como percibieron el proceso los habitantes nativos 0 los miembros de otros grupos migratorios.

MICHAEL M. HALL di Campinas Le fonti depositate presso l'Università

1 974, when the State Univer­ The Edgar Leuenroth Archive was formed in of newspapers, boo�s, and sity of Campinas bought the extensive collection ( 1 88 1 - 1 968) . The collect1on had other materia! belonging to Edgar Leuenroth by Leuenroth, who was one been put together, beginning early in the century, of the leading Brazilian anarco-syndicalists 1 . acquisition of microfilmed The initial holdings have been expanded by the al History in Amsterdam and materia! from the International Institute of Soci raio Brasilian o in Mila n. The the Arc hivi o Stor ico del Mov ime nto Ope newspapers and journals are Leuenroth Archive's Italian-language Brazilian periodica! holdings from I�aly. � listed below, along with the p re-World War II collection and that of Ltbono list of Argentine periodicals from Leuenroth's Archive 2 . . Justo is available as a separate publication of the phlets 1s also rele­ pam and s book ,00 15 ive's Arch the of part A substantial e are, in addition, 2500 photo­ vant to the history of Italian immigration. Ther il and two dozen films (inclu­ graphs dealing with early industrialization in Braz pi firms in the late 1 920s and ding severa! prepared by the Matarazzo and Cres early 1 93 0s) . there is also an extensive colIn addition to the initial Leuenroth holdings, il. This materia! was copied in lection specifically on Italian immigration in Braz Archive financed by the Ford Italy by Zuleika Alvim on a mission from the sources - many rare and epheFoundation. It is composed primarily of printed

uma

YARA MARIA KHOURY, Edgard Leuenroth: For details of Leuenroth's !ife and career, see rsity of Sao Paulo, 1988. voz !ibertciria, unpublished doctoral dissertatian, Unive fuentes para su historia social, Cadernos tina: Argen , ONDA 2 ANDREAS DOESWIJK - HÉCTOR ALIM do Arquivo Edgard Leuenroth l ( 1983 ) . l


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Michael M . Hall

meral - but also includes some archival material . The collec tion is largely in microfilm, but with some items in xerox. In recent years, the Leuenroth Archive has diversìfìed its holdi ngs substantial­ ly. Among the acquisitions are the archive of the communist militant Octavio Brandao (1896 - 1979) , for which a printed guide is available, the archive of the Teatro Oficin a, the archive of the Ibope, the leading publi c opinion research organization, the archive and library of the Idort (Institute for the Rational Organization of Work) , and the 1,200 ,000 documents collec ted on post- 1964 politica! repression by the "Brazil Never Again" project of the Sao Paulo arch­ diocese. There is also manuscript and other material from Evaristo de Moraes, Astrogildo Pereira, Mauricio Lacerda, Miguel Costa, Lour enço Moreira Lima, Arthur Bernardes, and Herminio Sacchetta, among others . A special collection is devoted to the history of the Brazilian student movement . The other relevant collection at the University of Camp inas is that of the Centro de Memoria dedicated to local history. Its holdings include plantation records, archives of politica! figures from the region (e . g. Francisco Glicerio), and the archi ves of the CAIC -Com panh ia de Agric ultur a, Imig raçao e Colonizaçao. The Centro includes an extensive library, based initially on seve­ ra! private collections, containing much rare materia! on the history of the inte­ rior of Sao Paulo state. A guide to the Centro's holdings is available from: Centro de Memoria, Universidade Estadual de Campinas, C . P. 6023 , 13081 Campinas, Sao Paulo, Brazil.

Le fonti depositate presso l'Università di Campinas

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APPENDICE

Italian periodicals (pre-world war Il) «Almanacco libertado illu strado», Roma 1 909.

«L'appello del recluso», rivista trimestrale: v.

l

( l ) 1932

«L'ardito del popolo», giornale di difesa proletaria, Roma: v. I ( l ) 192 1

«L'Asino». (È il popolo utile, paziente e bastonato), Roma: v. XXX ( 1 7 , 1 8 , 22-25) 192 1

«L'avvenire anarchico», Pisa: 192 1 , 1 2 (34-3 5 , 4 1 ) ; 1922 , 1 3 ( 15 , 18, 22-24 , 3 1 -33 , 42, 44-46)

«L'azione diretta», organo sindacale degli anarchici, Roma: v. I ( 1 -2) 1 92 1 ; I (3) 1922 «Comunismo», rivista della Terza Internazionale, Milano: 1919 ( l )

«Il comunista», organo centrale del Partito comunista d'Italia, Roma: v. II (3) 1 92 1 . «Il conferenziere libertario», Editor Ettore Sottovia, Roma: 1922 (6, 7 , 8 , 9); 1923 ( 1 3 , 19-24); 1924 (25 -36); 1925 (39-4 1 ) .

«Cronaca sovversiva», settimanale anarchico d i propaganda rivoluzionaria, Torino: Nova Série, v. I ( 1 , 4, 18, 19) 1920

«Fede» settimanale anarchico di cultura e di difesa, Roma: v. I ( 1 , 3 - 16) 1923 ; II ( 17 -36, 38-43 , 45-49, 54) 1924; III (84-88, 90, 92, 94, 95) 1 925; IV ( 103 , 1 09 , 1 1 1 , 1 13 , 1 14 , 1 10 - 1 18, 1 2 0 , 1 2 4 , 1 2 6 , 1 2 8 , 1 2 9 , 13 1 , 1 3 2 ) 1926

«La foglia di fico», pubblicazione semestrale di strenna dell'«Asino», Roma Editor Podrecca e Galantara: 1912 ( l ) «La folla», Editor Paolo Valera, Milano: 1903 (2) ; 1914 (33 , 3 7 , 38, 4 1 -45 , 48-52 ) ; 1 9 15 (2, 3 )

«La frusta», quindicinale anarchico, Fano: v. IV (8-10) 1922 «La fuga di Bepi», pubblicazione semestrale di strenna dell'«Asino», Editor Podrecca e Galantara, Roma: 1910 (s.n.) «Germinai», settimanale anarchico della Venezia Giulia, Trieste: 192 1 , 2 (2-3 ) ; 1946 ( 1 , 3 , 4 ) ; 1947 (5 ,8); 1948 ( 1 1 ) ; 1950 ( 1 3 ) ; 1956 (jul); 1957

«La Giustizia», quotidiano del Partito Socialista Unitario Italiano, Milano: v. XL (126) 1925

«Guerra di classe», organo dell'Unione sindacale italiana: 1918, 4 (12); 1920 ( 1 , 1 1 , 1 3 , 15 , 22-23 , 43 ) ; 192 1 (3 , 5 , 8 , 2 0 , 2 1 , 3 0-3 1 , 3 3 , 34, 37-4 1 , 45, 5 2 ) ; 1922 ( 6 , 9- 1 0 - 1,3 , 17 , 20, 22, 24); 1923 (30, 3 1 )


1 60

Michael M. Hall

Le fonti depositate presso l'Università di Campinas

161

«Internazionale», giornale sindacalista, Verona: 192 1 , l ( l ) ; 1 922, 2 ( 1 1 - 16)

«Lo Stato operaio», Milano: v. I l ( l ) 1924

«Libero accordo», periodico comunista-anarchico, Roma: supplemento al v . II (40) 192 1 ; II (28-30, 34, 3 7-40) 192 1 ; III (4 1 ) 192 1 ; III (54, 56) 1922; IV (76, 77) 1 923; V (88) 1924; VI ( 1 13 ) 1 925

«Umanità nova», quotidiano anarchico, Roma: Supplementi: 1962 (3 8, 42); 1966 ( 1 6); v. I (3-5, 8, 1 3 ) 192 1 ; II (73 , 75-77, 90, 105 - 125 , 127-134, 136- 146, 148-160, 164- 167, 172, 174 - 1 7 7 , 179, 1 8 1 - 189 1 9 1 - 1 93 , 1 97 -220) 1 92 1 ; III ( 1 -3 3 , 36- 108, 1 1 0-1 16, 1 19- 142, 146, 148- 150, 1 60, 1 62-17 1, 175 - 1 82, 184- 186, 1 88- 196) 1922; XXVI ( 1 1 , 13 , 14, 16-19, 2 1 , 25, 28, 3 0-34, 37, 3 9-44, 46, 47, 49, 52) 1946; XXVIII ( 1 - 15, 1823, 25, 27-52) 1948; XXIX ( 1 - 1 9, 2 1 -27 , 29-3 3 , 35 -44, 47-50, 52) 1949; XXX

«L'internazionale rossa», organo del Comitato di difesa sindacalista, Milano: 1 922, 2 (23 , 24, 3 0-3 3 ) ; 1923 , 3 (2 , 3 , 5 , 6); Nova série, 1946, 4 (20, 25-26)

«il libertario», giornale anarchico, Spezia: v. XI (484 , 4 86, 487, 489, 490, 492-494, 496, 498, 499, 501 -502, 5 05 , 507-508, 5 1 0, 5 12-5 14, 5 1 8-5 19, 52 1, 529, 53 1 ) 1913; XII (53 3 , 558, 572) 1914; XVIII (75 1 , 754) 1920; XIX (803 , 8 1 3 , 8 14 , 830, 83 1 , 834 836, 83 8-84 1 , 844 -847 , 850-852) 1 92 1 ; xx (858-861 , 864-870, 874) 1 922 «il Marzocco», Editor Adolfo Otvieto, Firenze: v. XXX (27) 1925

«Pagine libere», rivista quindicinale di politica, scienza ed arte, Editores Franceso Chie­ sa, Paolo Orano e A.O. Olivetti, Lugano: 1 9 1 0 ( l ); 1 9 1 1 ( l O, 12, 1 3 , 15, 18-22) «Pagine libcrtarie», rivista quindicinale di critica e di cultura. Editor Carlo Molaschi. Milano: 192 1 ( 1 ) , 1923 ( l )

«Parole nostre», foglio mensile di spicciola propaganda libertaria, Roma: v. I (5, 7 ) 1925

«il Pensiero», rivista quindicinale di sociologia, arte e letteratura Editor Pedro Gori e Luigi Fabri, Bologna: 1 909 ( 1 7 - 1 8 ) ; 1 9 1 1 ( 1 - 13 , 15-16); 1952 (n . unico)

«Pensiero e volontà», rivista quindicinale di studi sociali e cultura generale Editor ' Enrico Malatesta, Roma; 1 924 (2, 4, 8-24) ; 1925 (6, 7 ) ; 1926 ( 1 , 3, 5 )

<<l picconieri», Palermo: 1 92 0 (n. unico) «Politica», Editore Francesco Coppola e Alfredo Rocco, Roma: 1919 (8); 1 920 ( 1 1 13 ' ' 14, 17- 19) «Precursor», rivista quindicinale anarchica d'arte, scienza e letteratura libertaria Pisa: ' 1 908 ( 1 -2)

«La riscossa», organo del sindacato trasporti secondari Roma·. 1923 9 (9)· 1925 1 1 ( l ' ' ' ' ' 5, 7) «Il seme», settimanale di propaganda spicciola aderente all' Unione anarchica italiana ' Livorno: v. III (56, 59) 1 922 «Il sindacato rosso», organo sindacale del Partito comunista d'Italia, Milano: v. III (39, 40) , 1923 ; IV ( 1 , 34, 42, 43) 1 924 «Sorgiamo», quindicinale degli anarchici imolesi, Imola: v. III (9, 1 1 ) 1 922 «Spartaco», numero di propaganda comunista-anarchica, Roma: v. II ( 1 6) 1 92 1 ; III (24) 1922.

«Lo Stato operaio», Roma: v. II (7 , 9, 4 1 ) 1925

«Umanità nova», quotidiano anarchico, Milano: v. I ( 1 -79, 8 1 -261) 1 920; II ( 1 , 7 1 ) 192 1 «<l Vespro anarchico», organo dei Gruppi anarchici palermitani, Palermo: v. I (3 , 7 ) 192 1 ; I l (25 ) 1922; 1947 (n. unico); 195 1 (n. unico) «Volontà», periodico di propaganda anarchica, Ancona: v. I ( 1 -29) 1 9 1 3 ; II 0 -46) 1914, III { 1 - 1 8) 1915; Nova serie, I ( 12, 17, 19) 1 9 1 9; II ( 1 , 2, 4, 8) 1920

ltalian-language Brazilian periodicals

«Alba rossa», Editor Angelo Bandoni, Sao Paulo: 1919, l (2-7 , 9-12, 19-22); 1920, 2 (23 ) ; 192 1 , l ( 1 -4); 1922, 2 ( 1 -3 ) ; 1923 , 3 ( 1 ,2 ) ; 1 934, l ( 1 , 2) «Anima e vita», Editora Ernestina Lesina, Sao Paulo: 1905 ( 12, 13, 2 1 , 24, 25 e 3 0)

«L'Asino umano», ragliata settimanale illustrata, Editor Augusto Donati, Sao Paulo: v. II (26, 28) 1 894

«Avanti ! », giornale socialista quotidiano, edit. Alceste de Ambris, Sa o Paulo: 1900, l ( 1 - 1 1 ) ; 1901 (n. esp. 1 ° de maio e supl. n. 3 6 ) ; 1 907 , 8 ( 15 8 1 - 172 1 , 1770, 177 1 , 1773 - 1 8 1 1 ; 1 8 1 8- 1 823 , 1 825 - 1 840, 1 842- 1889); 1908, 9 ( 1 900- 1 952, 1 956, 19581996-2009, 201 1 -2 1 18); 1914, 10 (3-7, 9, 10, 13, 14, 16, 18-2 1 , 23 , 24, 26, 28, 3 0-32, 34, 35); 1915, 1 1 (36-3 8, 47-49); 1915, 12 (52, 53 , 56, 62, 65, 66, 69); 1 9 19, 15 ( 1 66) «L'Avvenire», Sao Paulo: v. I ( 1 -4) 1894; II ( 1 -3 , 5 - 10) 1 895 «L'Azione anarchica», pubblicato a cura di alcuni anarchici, Sa o Paulo: 1 9. 1 1 . 1 905 (n. unico) «La Barricata», periodico anarchico, Editor Gigi Damiani, A. Carchiai, Rodolfo Felipe, Sao Paulo: 1 9 12, 8 (368-3 8 1 ) ; 1913, 9 (3 82 -3 86, 3 88-394, 3 96-407 ). «La Battaglia», periodico settin1anale anarchico, Editor Oreste Ristori, Sao Paulo: v. I (2, 1 1, 12, 14, 3 7 ) 1904; I (37, 42) 1905; III (70, 86, 88-91) 1906; VI ( 146, 155, 1 6 1 ) 1907 ; V ( 1 82, 1 83 , 1 85 ) 1908; V (207 , 2 1 1 , 2 12) 1909; V I (224, 238), 1909; V I (260) 1910; VII (273-275 ) 19 10; VII (290-292, 295 , 301, 3 02) 191 1; VII (3 1 1 , 3 14, 3 2 1 -


Michael M. Hall

1 62

Le fonti depositate presso l'Università di Campinas

323 , 330) 191 1 ; VII (33 7 , 3 42-345 , 347, 350-356, 3 62, 363 ) 1912; I (35 , 36, 46) 1 905 ; II (47, 50-54, 58-62) 1 905; III (63 -69, 7 1 -85 , 87 , 92 -103 , 105 , 106) 1906; III ( 1 07 126, 128, 129) 1907 ; IV ( 130-143, 147- 150) 1907 ; IV-V ( 1 5 1 - 154, 156- 160, 1 62- 1 8 1 , 184, 186- 197 ) 1908; V ( 1 98-206, 208, 209, 2 1 3 , 2 1 6, 2 1 7 ) 1909; V-VI (216-223, 227237, 239-242) 1909; V I (243-25 1 , 253-259, 261 -272, 276-286) 1910; VII (287 -289, 29 1 , 293 ed. esp. , 2 93 , 294, 296-300, 3 04-3 10, 3 12 , 3 13 , 3 15 -320, 324-327 , 329) 1 9 1 1 ; VIII (336, 338-3 4 1 , 346, 348, 349, 35 1 -355 , 357-361, 364-367) 1912.

1 63

«La Nuova gente», periodico bimensile pubblicato a cura del gruppo anarchico, Editor Luigi Magrassi, Sao Paulo: 20.03 . 1 903 ; v. I ( 1 , 2) 1904 «Il pasquino coloniale», Sao Paulo: 1920 (657, 659-665 , 668, 669, 67 1 , 672, 68 1 ) ; 1922

(782); 193 0 ( 1 072 e 1098)

«La Propaganda libertaria», n. especial do l

Paulo: v. I (2, 3, 5, 6) 1913 ; I (8) 1914; II ( 12 ) 1914; I ( l ) 1 9 1 3 ; I-II (7 , 9-1 1 , 1 3 - 15, o

de M aio, Editor Alessandro Cerchiai, Sao

17, 18, 20, 21) 1914

«La Birichina», S a o Paulo: v. I I (25 ) 1 897 . «Boletim do grupo socialista " Giacomo Matteotti "», Sao Paulo: (2 ) 1 93 1 «Il Convito», rivista mensile di cultura itala-brasiliana, Sao Paulo: 1923 (2, 3 ) «La Difesa», Editores Natale Vozza, Antonio Cimatti, Francesco Frola e Nicola Cilla,

1924-193 1 , Sao Paulo: v. II (29) 1924; III (38) 1925 ; II (53, 54, 63 , 66-7 1 , 85 , 96, 102, 1 13 , 1 14, 1 1 6- 1 19, 122, 124, 127) 1926; IV ( 128, 130, 132, 134, 143 , 145, 150, 1 6 1 , 164, 165, 167, 169, 1 7 1 , 173, 174, 1 8 1 , 1 84 , 190, 193 - 1 97 ) 1 927; IV ( 198) 1 92 8 V (200-203 , 2 1 7 , 2 1 9-225 , 227-23 8); 1 928; VI (243 -25 3 , 257 , 260, 264 -267 , 290, 1929; VI (302 , 3 1 1 , 3 16, 3 1 9, 3 2 1 -323, 326, 333-336) 1930; VII (33 7 , 338, 340-346, 3 5 1 ) 193 1 ; VIII (35 1 , 352) 1 93 1 ; XI (476-479) 1 93 3 ; XII (480-488) 1 934. «Il Diritto», periodico comunista anarchico, Editor Egizio Cini, Curitiba: v. I ( 1 1 , 1 3 ,

1 4 ) 1899; I I ( 15 -24) 1900; III (25-28) 190 1 ; III (32) 1 902 «La Gogha», suplemento do periodico libertario «Germinai», Editor Puilio Bernar­ doni, Sao Paulo: no 16 de 04 . 1 0 . 1 902

unico, «Pro Vittime politiche d'Italia», numero unico a cura del comitato, Sao Paulo: n.

29.07. 1914.

«Quaderni della libertà», S a o Paulo: 1932 0 -3 ) , 1933 (4); 1936 ( s . no). «Ribattiano», n. unico, Sao Paula: 1 897.

«Il Ribelle», periodico quindicinale libertario, Editor Luigi Cagnetta, Sao Paula: v. I O )

1909.

«Il Risorgimento», revista itala-brasiliana di sociologia, politica, scienze ed arti, Editor Antonio Piccarolo, Sao Paulo: 1928 ( 1 - 1 8 ) «Risorgimento», organo della concentrazione antifascista, sezione d i Sao Paulo, Editor Antonio Piccarolo: Suplemento (26.09 . 1 928); v. I (23 , 24) 1928; II (27, 3 1 , 32, 34,

37, 43 -5 1, 53 -56) 1929 «Il Risveglio», organo comunista-libertario, Editor A. Mari, Sao Paulo: v. I ( 1 - 14) 1 898; I (14-23 , 26, 28-35 ) 1898; II (40, 44, 46) 1 899

v. I ( 1 , 2) 1915; III (50) 1917; I I (7) 1 9 1 6; II 0 -67, 8 - 1 0) 1915; I I ( 1 2 , 16-29, 3 1 -36) 1 9 16; III (3 7- 59) 1917. Publica numero especial sobre l o de Maio

«Guerra sociale», periodico-anarchico, Editor Angelo Bandoni, Sao Paulo: «Guerra sociale», periodico anti-fascista, Sao Paulo: v. I ( l ) 1935

lettere ed arti della Colonia italiana al Brasile, Editor Antonio Piccarolo, Sao Paulo:

«La Rivista coloniale», rassegna di economia, finanza, industria, agricoltura, commercio,

1 9 13 (7- 18); 1914 ( 1 -22); 1915 ( 1 -24); 1 9 1 6 ( 1 - 12); 1917 ( 1 - 12); 1918 ( 1 - 12); 1919 ( 1 - 12); 1920 ( 1 - 12); 192 1 ( 1 -24 ); 1922 0 - 12, 17-20) ; 1923 0 -6); 1924 0 -2)

II (383 -3 9 1 ) 193 1 ; III (393 ,

«La Rivolta», numero unico pubblicato a cura di alcuni anarchici residenti in Sao

402-409, 4 1 1 -4 1 3 , 422, 425 , 426, 43 0-432, 435 -44 1 , 443 , 446, 448-45 1 , 454-456, 460) 1932; III (464) 193 3 ; IX (467 , 469, 475) 193 3 ; VIII (428, 429, 433 , 442, 447 , 453 , 463 ) 1 932. Suplemento ( 1 0.06. 1932)

«La Scure», Editor Alceste de Ambris, Sa o Pau!o e Rio de J aneiro: v. I 0 6-25, 27 , 28,

«Italia e Brasile», rivista popolare dedicata specialmente agli interessi del lavoro e del­

«Lo Spaguetto», Editores Alessandro Cerchiai, Nino Danielle, Sao Paulo: 193 1, 3 (2,

«L'Italia», La Difesa, Editor Mario Mariani, Sao Paulo:

v.

l'immigrazione, Editor Domenico Rangoni, Sao Paulo e Bologna: 1912 0 - 12); 1913

0 - 12) «La Lotta proletaria», organo della "Uniao dos sindicatos" d i S a o Paulo, S a o Paulo:

1908, 3 (2 1 -29); 1909, 3 (30-3 3 , 35-40) «Il Moscone», Sao Paulo: 1927 ( 126)

Paulo, Sao Paulo: julho 1903

30) 1 9 1 0; I ( 1 - 13 , 15) 1 9 1 0 13-15)

« L a Terza Roma», pubblicazione a cura del gruppo S . A . "Pensiero e Azione " , Sao Paulo: Numero unico, 190 1 . «XX Settembre», Sao Paulo 1897 : Numero unico.


Fonti per lo studio dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul (Brasile)

ROVILIO COSTA Fonti per lo studio dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul (Brasile)

L'immigrazione italiana ufficiale nel Brasile meridionale cominciò nel 1875 , con la colonizzazione in alcuni Stati. Prima di questa data la presenza degli ita­ liani era legata all'iniziativa privata ed anche allo spirito d'avventura. Nel Rio Grande do Sul, nel 1875 furono fondate le prime colonie imperiali, dette colo­ nie italiane del nord-est dello Stato: Campo dos Bugres, attuale Caxias do Sul; Conde d'Eu, attuale Garibaldi; Dona Isabel, attuale Bento Gonçalves. Nel 1877, lo stesso governo imperiale fondava nel centro geografico dello Stato, la quarta colonia, la Colonia Silveira Martins, nei comuni di Santa Maria e Cachoeira. Nello Stato del Rio Grande do Sul, come anche negli Stati di Santa Catarina, di Parana e di Espirito Santo, la colonizzazione è stata di piccole pro­ prietà. Nello Stato del Rio Grande do Sul, le proprietà medie erano dai 24 ai 3 6 ettari di terra. È noto che il maggior numero di immigranti si diresse verso lo Stato di Sao Paulo, come risulta dalla seguente sommaria distribuzione: - nel Rio Grande do Sul, dal 1875 al 1914, si stabilirono tra un minimo di 74.000 ed un massimo di 100.000 immigranti italiani; - in Santa Catarina, nel 1908, c'erano 30.000 italiani; - nello stesso periodo si hanno 18.000 italiani nel Parana; 50.000 nello Stato di Espirito Santo e 25 . 000 nello Stato di Minas Gerais; - nello Stato di Sao Paulo, arrivarono, nello stesso periodo, 800.000 italiani. Pertanto, un milione di italiani entrò nel territorio brasiliano . Il numero è incrementato da coloro che sono entrati con passaporto austriaco. La caratteristica dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul è quella d'essere costituita dall'85 % di contadini e soltanto dal 15 % di commercianti, artigiani e altre professioni. Secondo la legge del gennaio 1881, ogni immigran­ te aveva diritto: a) al soggiorno e trasporto dall'arrivo a Porto Alegre sino

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all'installazione nel rispettivo lotto coloniale; b) al sussidio di 100 lire per la costruzione e manutenzione delle strade; c) agli attrezzi di lavoro sino al valore di 25 lire; d) all'impiego nelle aziende pubbliche sino al primo raccolto agrico­ lo, durante 15 giorni al mese; ad un lotto coloniale dai 25 ai 30 ettari, al prezzo da l a 5 réis; infine ad un termine di 5 anni per il pagamento del lotto. Le fonti per lo studio dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul si possono dividere in due classi: le fonti primarie o quasi primarie e le fonti secondarie. Per le fonti secondarie, basta consultare la ricerca di R. Costa e I.J. Marcon, pubblicata con il titolo Imigraçéio italiana no Rio Grande do Sul: Fontes hist6ri­ cas (Porto Alegre, EST, 1988, pp. 284). La grande parte delle fonti primarie si trovano negli archivi, sia civili che religiosi, alcune delle quali sono state pubbli­ cate come copie fidedigne, ragione per cui le chiameremo "fonti quasi prima­ rie". È obiettivo di questo lavoro trattare delle fonti primarie e quasi primarie. FONTI PRIMARIE

Arquivo nacional L'Arquivo nacional di Rio de J aneiro è detentore della prima documentazio­ ne dell'immigrazione sia italiana che di altre etnie. Sono dati che servono come punto di partenza a chi intende fare uno studio completo sull'immigrazione in Brasile: dati generali, impressioni di viaggiatori, elenchi delle navi, ecc. Per lo studio dell'immigrazione italiana nei singoli Stati - ad esempio, nello Stato del Rio Grande do Sul - si deve partire dagli archivi di questo Stato. Neli'Arquivo nacional, trovasi questa documentazione: Registro de estrangeiros nas capitanias ( 1777 - 18 19); Lagalizaçao de passaportes pela Policia (1808- 1815); Os franceses residente no Rio de Janeiro (1808- 1820); Registros de tropeiros vindos de diversas localidades (1809- 183 1); Relaçao de passageiros brasileiros e estrangeiros de varias localidades (18101813); Apresentaçao de passageiros brasileiros e portugueses de varias provfncias legitimaçao de passaportes na policia ( 1812-1824) ; Entrada e sa1da de passageiros brasileiros e estrangeiros (1817- 183 1); Legitimaçao de estrangeiros (1818-1842) ; Apresentaçao de passaportes de passageiros n a policia (1824-1826; 1826- 1830); Matrkula de portugueses na Bahia ( 1824- 1827);


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Autos de visitas da polfcia à bordo dos navios entrados no porto do Rio de Janeiro ( 1824- 1835); Apresentaçao de passaportes de estrangeiros na polfcia ( 1825-1827; 183 1-1842); Entrada de passageiros estrangeiros, apresentaçao de passaportes na polfcia ( 1826-183 1); Registro de estrangeiros ( 1808-1822 ; 1823 - 1 83 0; 183 1 - 1839; 1 840-1842; 1873 -1876); Legitimaçao de passaportes na polfcia (1808- 1815; 1834- 1842); Entrada de embarcaçoes com passageiros estrangeiros e brasileiros em varias localidades ( 1835-1838 ; 1835-1841 ); Saidas de navios com relaçao de passageiros brasileiros e estrangeiros (18351842); Provisoes para sacerdotes estrangeiros ( 1863 - 187 4); Terras e colonizaçao ( 1875- 1879); Relaçao dos livros de registro de entrada de estrangeiros, recolhidos pelo Departamento da Policia Federai ao Arquivo Nacional em 1970: - de llha das Flores, Pinheiro e Agenda Centrai de Imigraçao, libri dal n. 1 al l21 ( 1°. l . 1877-5.9. 1932). Per quanto riguarda l'entrata e l'uscita di stranieri si vedano anche: - Processos de naturalizaçao; - Terras e colonizaçao (colezione) . N el Museu d a lmigraçao a Sao Paulo travasi l a documentazione dell'entrata degli stranieri nello Stato di Sao Paulo dal 1880 al 1947. film,

Nell'Arguivo dos Mormons di Sao Paulo travasi documentazione, in micro­ di tutto il Brasile, sui nati, morti e matrimoni.

Arquivo publico dello Stato del Rio Grande do Sul Nell'Arguivo publico do Estado do Rio Grande do Sul, si trovano le regi­ strazioni di nascite, matrimoni e morti, a partire dal 1929 fino al decennio del 1960. Prima e dopo questa data le registrazioni di nascite, matrimon i e morti . ' si trovano negli uffici notarili delle rispettive città. Nell'Arquivo extra-judiciario, di questo stesso Arquivo Publico, esiste un grande numero di Habilitaçoes de Casamento, che riguardano i primi anni del­ l'immigrazione ufficiale. Così, ci sono 4.333 registrazioni ad Antonio Prado

Fonti per lo studio dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul (Brasile)

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(1895-1966); 7 12 registrazioni nel 2° distretto di Caxias ( 1899- 123 ); 2.606 regi­ strazioni a Garibaldi ( 1898- 1938); 1 . 170 registrazioni a Julio de Castilhos (1891-1932); 3 .483 registrazioni a Lagoa Vermelha ( 1 890- 1938); 1 . 138 registra­ zioni a Lageado ( 1898- 1926); 1.365 registrazioni a Montenegro ( 1894-1940); 442 registrazioni a Passo Fundo ( 1897-1917); 329 registrazioni a Pelotas (18901908); 2.857 registrazioni ad Alfredo Chaves (attuale Veran6polis) ( 1 8901937); 1 .466 registrazioni nel 2° distretto di Veran6polis; 845 registrazioni nel 3° distretto di Veran6polis (1893 - 1937). Gli attestati di abilitazione al matrimonio, non si estendono a tutte le città con maggiore densità d'italiani e loro discendenti, ma ne esiste un numero abbastanza significativo. Gli Atti di morte sono un'altra fonte importante per lo studio delle famiglie italiane, con le indicazioni precise sulla famiglia, e la dichiarazione di beni per­ venuti da eredità, situazione familiare, causa martis, età, professione, religione. Si trovano registrazioni di atti di morte nelle città: Caxias do Sul (1896- 1909); Santa Vit6ria do Palmar, ( 1881 - 1907) ; Bagé ( 1885-192 1). Le Registrazioni memoriali di misure e demarcazioni di terra, si trovano a: Caxias do Sul ( 1861- 1900); Garibaldi, ( 1883-1904); Veran6polis, ( 1883-1889); Bento Gonçalves ( 1874- 1919). Queste registrazioni assieme alle Registrazioni di trasmissioni, servono come studio iniziale del problema della divisione della proprietà. Le registrazioni di trasmissione sono molto numerose e favoriscono lo studio dello sviluppo e dello scambio delle proprietà, principalmente quelle rurali. Si trovano trasmissioni nelle città di: Santa Maria, dal 1858; Nova Palma, dal 1896; Julio de Castilhos, dal 1853 ; Venancio Aires, dal l891; Garibaldi, dal 1891; Sao Sebastiao do Caf, dal l877; Sao }osé do Hortencio, dal l876; Erexim, dal 1918; Caxias, dal 1888; Antonio Prado, dal 1900; Ijuf, dal 1891; Bagé, dal 1847 , Lageado, dal 1882; Santa Vit6ria do Palmar, dal 1876; Sao Leopoldo, dal 1874; lpe, dal l891; Segredo (distretto di lpe) dal l924; Jaguari, dal 1885; Flo­ res da Cunha, dal 1896; Montenegro, dal 1848; 'Taquara, dal l888; Gramado, dal 1898; Veran6polis, dal 1881; Bento Gonçalves, dal 1888; Passo Fundo, dal 1857; Pelotas, dal 1832; Taquari, dal 1850; Pelotas, dal 1856. L' Arquivo publico conserva ancora procure, inventari e documentazione sparsa pertinenti a tutte le città dello Stato. Arquivo hist6rico del Rio Grande do Sul È questo il primo archivio da consultare. Anche se nell'Arguivo nacional esi­

stono i principali documenti sull'immigrazione, tanti di questi documenti esi-


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stono anche nell' Arquivo hist6rico, col vantaggio che in quest'ultimo certi dati si trovano dopo che l'evento si è veramente realizzato. Per esempio: anche se un passaporto dice «si reca in Brasile» non sempre è vero che quell'immigrante è dawero arrivato in Brasile. Nell'Archivio della polizia statale sono stati trova­ ti dei passaporti (che sono adesso nell'Arquivo hist6rico) di persone arrivate in Brasile come turisti stabilitisi in Rio Grande do Sul. Ma i nomi di questi immi­ granti non esistono negli elenchi dell' Arquivo nacional. Acervo pervenuto dall'Arquivo publico Si tratta delle registrazioni coloniali, cioè di tutta la documentazione che riguarda la divisione della terra, sia pubblica che privata, l'apertura di colonie, sia dal governo centrale che dal governo statale, la concessione di lotti agli immigranti, la compravendita di lotti coloniali sia dal governo che da privati. Sono dati generali, di grande valore, perché costanti nel tempo e nello spa­ zio. Da un lato si può studiare l'immigrazione sotto il profilo delle leggi brasi­ liane e delle proposte fatte agli immigranti; dall'altro dai dati esistenti si può sapere, per esempio, se dawero i contadini hanno pagato la terra (vedasi i libri Contas-correntes) ; se il pagamento è stato fatto entro il tempo stabilito fra le due parti (vedasi i Titulos definitivos o Escrituras de terras); se i contadini hanno pagato la terra in moneta del paese o col lavoro nelle strade (vedasi le relazioni di lavoratori nelle strade in pagamento di debiti contratti con lo Stato, e così via). Quello che segue è un breve elenco della documentazione riguardante la imigraçéio, terras e colonizaçéio: che può avere qualche importanza nello studio delle colonie italiane del Rio Grande do Sul: Agencias oficiais de colonizaçao: Porto Alegre: corrispondenza e relazione di contadini ( 1 880); Rio Grande: attestati, spese, relazioni degli immigranti (1892/1894); Sao Sebastiao do Cai: corrispondenza ( 1877, 1878, 1897); Agentes de colonizaçao: Cachoeira: corrispondenza ( 1 877); Rio Grande: corrispondenza, relazioni degli immigranti ( 1 850- 1891); Rio Pardo: corrispon­ denza (1853/1860) ; Delegacia da Inspetoria geral de terras e colonizaçao: Porto Alegre: corri­ spondenza, relazioni degli immigranti ( 1 890-1895); mappe statistiche (189 1 1898), registrazioni dei contadini (1889/1908). Inspetoria especial de terras e colonizaçao: Porto Alegre: corrispondenza, relazioni (1876/1890); mappe statistiche ( 1 887/1890); registrazioni degli immi­ granti per le diverse località ( 1857 /1889) ; richieste ( 1886/1892); atti di contrat­ ti ( 1888/1891); Comissao de Terras e Colonizaçao: corrispondenza, foglio di pagamento e

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carte varie (1873/1890); registrazione degli immigranti, matricole dei contadini ( 1 875/1 892); Hospedaria dos imigrantes: corrispondenza, carte varie (1886/1890); Diretoria de diversas colònias: conti correnti dei contadini, corrispondenza, debiti dei contadini, foglio di pagamento, cedole di pagamento, scritturazione degli anticipi, elenchi dei contadini, mappe statistiche, memoriali di misurazio­ ni, relati (1824- 1892); Lotti coloniali: Santa Maria da Soledade (Terra pubblica), Sao Sebastiao do Cai, 1880; Libri della registrazione dei titoli dei termini coloniali, Secretaria do Governo - colonie italiane di Caxias, Dona lsabel, Silveira Martins ( 1885/1890); Libri delle registrazioni di legittimazione della terra, Secretaria Especial de Terras e Colonizaçao - Vari comuni ( 1886/1887); Registrazioni dei protesti cambiali (1883 , 1887-1890); Commissione di terra del comune di Pelotas, registrazioni della terra di forma discretiva (1884); Libro di registrazione "Inventario de Firmas", Porto Alegre ( 1 886/1887); Libro di registrazione della sotto questura: Sao Sebastiao do Cai ( 18781881); Libro di registrazione dei titoli coloniali, Secretaria da Diretoria Geral da Fazenda provinciale, Porto Alegre: ( 1877-1882) ; Libro di registrazione dei titoli e prove coloniali, Porto Alegre ( 1882/1890); Libro di note di regolamentazione e legittimazione di proprietà della terra (1866/1877) ; Libro d i registrazione d i titoli e termini coloniali, Secretaria do governo ( 1 894- 1895). Secretaria de Estado dos neg6cios das obras publicas, Diretoria das terras e colonizaçao Dalla documentazione è possibile ricavare la situazione etnica delle colonie dello Stato del Rio Grande do Sul, dal 1912. La presenza italiana è diffusa in grande parte dello Stato e precisamente a: Alfredo Chaves, Bento Gonçalves, Caxias (e Sao Marcos, nel 2° distretto) , Guaporé, JUlio de Castilhos (inclusi i distretti di Linha 7, Nova Palma, Nucleo Norte), Lagoa Vermelha (nei distretti - Chimarrao, Araça, S. Ricardo, Cacique Doble, Sananduva, Forquilha, Sao José do Ouro) , Santa Maria (nei distretti - Silveira Martins, Canabarro, Pau-a­ Pique, Conceiçao, Boca do Monte, Campinas). Nei comuni di popolazione mista, la presenza italiana si nota in: Canguçu, nel distretto di Maciel - italiana e brasiliana; Conceiçao do A�roio, nei distret-


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ti Marques do Erval, Tres Forquilhas, Sirimba, Borrusia - italiana e tedesca. Cruz Alta, nel distretto di Encantado - italiana, austriaca e tedesca, nel distretto di Pulador - italiana e tedesca; Erexim, nei distretti di Barro Dourado, Rio Novo - tedesca e italiana; Ijui - italiana e tedesca; Jaguari - ita­ liana e brasiliana; Lageado, in prevalenza italiana a Forqueta e con presenza italiana e tedesca nei distretti di Santo Inacio, Vila Fao, Santa Clara, Arroio do Meio, S. Francisco, Medorema Brasil; Passo Fundo, con presenza italiana nei distretti di Marau, Tamandaré, D. Julia, 7 de Setembro, con presenza tedesca ·ed italiana in alto J acui, Saldanha Marinho, con presenza italiana e tedesca in Sarandi; Pelotas, con presenza italiana e brasiliana a Maciel; S. Francisco de Assis, con presenza italiana nel primo e nel secondo distretto; Sao Francisco de Paula, con presenza italiana in Agudo, Fazenda Souza, Vitalina; Sao Sebastiao do Caf, con presenza brasiliana, tedesca ed italiana a Sao José do Hortencio, Nova Petr6polis, Santa Ana do Rio dos Sinos, JUlio de Castilhos e Santa Rita; Sao Sepé, con presenza italiana a Nova Fetter, 20 de Setembro, Sao Joao; Sao Tiago do Boqueirao, con presenza italiana a Ernesto Alves; Sao Jeronimo, con presenza italiana e tedesca a Barao do Triunfo; Santo Antonio, con presenza tedesca ed italiana nel primo e quinto distretto; Soledade, con presenza italiana a Itapuca e Sao Paulo e diversi nuclei con presenza italiana e brasiliana. Immigrazione, Terra e Colonizzazione - Documentazione distaccata Corrispondenza degli Organi pertinenti alla terra e colonizzazione. Località: Sao Sebastiao do Cai (Agenda Oficial de Colonizaçao) (1877/18781897 ) ; Ilha das Flores (Hospedaria dos Imigrantes) ( 1 886- 1 897 ) ; Alfredo Chaves (Comissao de Terras e Colonizaçao) (1888- !889/1892); Caxias ( 18851887/1890); Caxias e Antonio Prado (1889- 1890); Conde d'Eu ( 1 887 -1888); Conde d'Eu, Dona Isabel (1886-1887/1890); Silveira Martins (1878/1883/1888); Jaguari ( 1937). - Carte di concessione di terra: Alfredo Chaves ( 1888). - Mappa dimostrativa dei pagamenti (Commissione di misure dei lotti e stabilimenti degli immigranti a Caxias do Sul e Antonio Prado) ( 1889); Alfredo Chaves: cedole di pagamento ( 1889). - Colonizzazione. Carte varie: Progetti della colonia di Nova Roma; relazio­ ne dei bagagli dei contadini; relazione dei contadini che hanno richiesto terra; relazione dei contadini che hanno ricevuto sussidi (s.d.). Codici di colonizzazione, con le località:

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- Relazione dei contadini arrivati e la loro destinazione ( 1862-1876; 18721873); immigranti arrivati a Porto Alegre ( 1886); mappa degli immigranti en­ trati e loro destinazione ( 1887); ( 1886/1887 e fino al 1897). - Alfredo Chaves: Registrazione delle lettere ricevute dall'Inspector de Terras e Colonizaçao (1888- 1895); - Caxias: matricola dei contadini (1875- 1883); lettere dei debiti dei contadi­ ni (1883 - 1884); Statistica generale con l'indicazione dei lotti e dimostrazione dei debiti (1883 - 1884); - Conde d'Eu: registrazione dei debiti dei contadini ( 1870- 1888); mappa . statistica con descrizione dei lotti e dei debiti dei contadini (1884); libro conto corrente ( 1887 /1888); - Dona Isabel: conto corrente dei contadini ( 1875 - 1880); mappa statistica coll'indicazione dei lotti e dimostrativo dei debiti, (1884); corrispondenza con l'Inspetoria especial de terras e colonizaçao ( 1886- 1887); - Fundos de Nova Palmira - Centro di Caxias: registrazione della scrittura dei nuclei coloniali ( 1876-1878); - Silveria Martins: mappa statistica coll'indicazione dei lotti e dimostrativo dei debiti e spese della Comissione di misure dei lotti e stabilimenti degli immi­ granti (1886/1888); - Libro delle entrate e delle spese della Comissione nelle colonie Dona Isabel e Conde d'El,! ( 1886/1888); - Movimento degli immigranti nella locanda del Cristal ( 1894); - Alimentazione fornita agli immigranti a spesa del governo (1892/1893 ); - Registrazione degli immigranti nella locanda di Charqueadas ( 1 889/ 1890/1891); - Locanda di Rio Grande - catasto degli immigranti ( 1892/1896); - Locanda di Cristal - catasto degli immigranti ( 1891 , 1891-1892); - Locanda di Cristal - bollettino giornaliero dell'entrata degli immigranti ( 188 1/1895); - Locanda di Cristal - dieta fornita all'infermeria (1891/1894); ricettario dell'infermeria (1893/1897); - Mappa delle razioni richieste ( 1 892; 1893/1894; 1894/1895); bollettini giornalieri ( 1892/1894); (1894/1895); garanzie di alimentazione ( 1891); - Lettere di naturalizzazione (1879- 1949); - Atti di giuramenti degli stranieri naturalizzati ( 187 1/1885); 1885/1889); - Conti correnti dei contadini (1879/1883 ); - Registrazione dei titoli dei lotti coloniali (1917 /1921); - Atti di compromesso firmati dai contadini (1887/1889); - Registrazione dei termini dei contadini ( 1878);


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- Elenco delle proteste italiane dai differenti comuni nel periodo della Revo­ luzione federalista (senza data); - Corrispondenza ricevuta dal governatore sulle proteste italiane ( 1897). Fondi pervenuti dalla Secretaria da agricultura (Codice da SA-013 fino a SA 228): - Scritturazione degli anticipi agli immigranti appena arrivati ad Alfredo Chaves (1890, 1890/189 1 , 1891/1892); - Esazione dei debiti coloniali di Alfredo Chaves, Guaporé ed altri comuni · - Registrazione dei trasporti degli immigranti - Colonia Alfredo Chav�s ( 1889/1890) ; - Mappe dei movimenti degli immigranti, 2a Secçao da Diretoria de obras publicas, terras e colonizaçao ( 1898- 1899; 1900- 190 1 , 1 902-1907) ; - Direzione delle colonie di Conde d'Eu e Dona Isabel, corrispondenza con . la Pres1denza della provincia ed altre autorità ( 1 883/1886 ); - Colonia Alfredo Chaves - Commissione di terra e colonizzazione: registrazio­ ne degli immigranti ( 1880-1891 ; 1888-1892; 1893 -1899; 1886-1888; 1883-1885 ); - Registrazione degli immigranti della ex colonia Silveira Martins ( 1883 1888) ; - Catasto dei lotti urbani della sede del l o Distretto , comune di Bento Gonçalves (1884-189 8); di Garibaldi, ex colonia Conde d'Eu, 2° Distretto di Ben­ to Gonçalves (1884- 1885); lotti urbani del villaggio di Santa Teresa (1897- 191 1) · - Registrazione dei lotti e titoli definitivi della ex colonia Alfredo Chaves '3a ' e 4a sezione ( 1891- 1906); - Missione di terra, nella colonia Alfredo Chaves, catasto del debito colonia­ le (1897-1 898). Polizia: Passaporti Sfortunatamente non sono stati conservati i passaporti degli immigranti, consegnati agli uffici notarili e, poi, si dice, rimessi all'Arquivo publico do Estado. Esistono alcuni esemplari conservati dalle famiglie. Arquivo della Giunta commerciale del Rio Grande do Sul Fondata il 24.05. 1877, la Giunta commerciale dello Stato del Rio Grande do Sul possiede una completa documentazione sulle ditte ed aziende commerciali ed industriali, società anonime e sui vari servizi dello Stato.

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Arquivo della Irmandade da Santa Casa de Misericordia di Porto Alegre Fondata nel 1803 , ha iniziato a funzionare nel 1826. Come le altre case di misericordia nate in Brasile nel periodo coloniale, è destinata ai servizi di assi­ stenza medica, all'accoglienza dei minorenni abbandonati e di malati mentali e alla realizzazione dei funerali nella città di Porto Alegre . Presenta la più ampia documentazione sulla comunità regionale e sulla istituzione stessa. Nel 1 926 per iniziativa del primo cancelliere dell'area amministrativa, Joao Pinto da Fonseca Guimaraes, la documentazione, in conformità alle norme dell'epoca, fu organizzata come per gli uffici statali, anche se, soltanto dopo il 1984, è nato il Centro de Documentaçao e Pesquisa da Santa Casa de Misericordia di Porto Alegre, che risulta suddiviso in: Archivio amministrativo. - Corrente: contiene i documenti dell'amministra­ zione della Casa: Provveditoria, Direzione esecutiva, amministrativa e tecnica. Deposito: conserva le carte pertinenti sempre all'amministrazione, ma poco richieste in consultazione. Archivio storico o archivio permanente, dal quale risulta la memoria dell'isti­ tuzione dalla sua fondazione. Di questo archivio fanno parte le registrazioni di ingresso e uscita dei pazienti dal 1843 in poi e le registrazioni amministrative. Importanti documenti dell'Archivio storico, riguardano il cimitero, che la Santa Casa possiede già dal 1850, e la documentazione si trova nei libri: di 6bitos, con le registrazioni delle persone libere (1850- 1862) e le registrazioni delle persone schiave (1850- 1884) ; di Arrendamentos di sepoltura perpetue e temporanee ( 1 852-1873 ) . Ci sono anche documenti staccati che fanno parte del fondo, come il pacco degli Atti di morte (1919- 1 976); i blocchi di registra­ zioni degli affitti delle sepolture permanenti e temporanee ( 1 975- 1 980) , così come piante, ritagli di giornali e fotografie. Archivio medico, riunisce nel SAME (Serviço de Arquivo medico e Esta­ tistica) i prontuari dei pazienti, per un totale di 500.000 prontuari medici pre­ cedenti al 1984 e, approssimativamente, 85.000 dopo il 1984, tutti organizzati in ordine alfabetico. I:Archivio storico comunale di Caxias do Sul

Caxias do Sul, denominata inizialmente Campo dos Bugres, e poi sede Dante. È la prima colonia italiana che ha inizato a ricevere immigranti dal 1875 in poi, come Dona Isabel e Conde D'Eu. L'Archivio storico comunale di Caxias do Sul è il più importante, dopo l'Archivio storico del Rio Grande do Sul, non soltanto perché Caxias fu il


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primo comune d'immigrazione italiana nello Stato, ma soprattutto perché la documentazione è completa dall'inizio fino a oggi. La documentazione comu­ nale si divide in: O. Economia; l . Legislazione; 2. Cultura ed Istruzione; 3 . Giustizia; 4 . Corrispondenza; 5. Amministrazione; 6. Documentazioni varie; 7. Cartografia . Dalla documentazione esistente in questo archivio è possibile pre­ cisare lo sviluppo della colonia. Dopo il 1 975, centenario dell'immigrazione italiana, altri archivi storici comunali si sono organizzati raccogliendo documenti dei comuni e di ditte pri­ vate (libro cassa, libri contabili, verbali), che hanno cessato le loro attività . Ma non sempre esiste, e, se esiste, non è completa, la documentazione degli inse­ diamenti da cui risultano i nominativi dei concessionari dei lotti rurali e i dati pertinenti a localizzazione, classificazione, superficie, prezzo e data dell'ultimo pagamento, con il quale si realizza la condizione per il passaggio di proprietà dei lotti stessi. Nominativi e dati esistono nei libri' di Registrazione territoriale reperiti nell'Archivio della Secretaria da agricultura del governo del Rio Grande do Sul, ora in grande parte trasferito all'Archivio storico del Rio grande do Sul, al quale, giorno dopo giorno, continua ad arrivare documentazione di altre amministrazioni statali. Centro di ricerche genealogiche di Nova Palma I dati presenti in questo archivio si riferiscono essenzialmente alla ricostru­ zione completa delle nascite, matrimoni e decessi degli immigranti e dei discendenti delle famiglie che hanno costituito la Quarta colonia imperiale, il Nucleo Russo, dopo Santa Maria da Boca do Monte e, infine, Silveira Martins, fino al 1940. Le registrazioni proseguono con quelle delle famiglie sia rimaste in questa regione, sia emigrate altrove. Il Centro sta facendo, tramite le regi­ strazioni parrocchiali e civili, il censimento di tutta la popolazione residente ed emigrata da questo nucleo, dal quale si sono formati diversi comuni: Faxinal do Soturno ( 1 95 8 ) , Nova Palma ( 1960), Dona Francisca (1 964 ) , Silveira Martins e Ivorà ( 1988). Anche le colonie J aguari e Ijui hanno ricevuto significa­ tivi contingenti di emigrati da questo nucleo coloniale. Il Centro conserva anche racconti orali, passaporti, corrispondenze familiari, fotografie di persone, di insediamenti, di residenze, di paesi, di chiese e di cap­ pelle. Utilizzando ogni tipo di documentazione, il direttore, il padre Luiz Sponchado, ha elaborato il Diario della Colonizzazione, nel quale ha esposto i fatti e gli eventi importanti che, in qualche modo, nel tempo e nello spazio, hanno qualche rapporto con questa ex colonia. Voci e musiche documentano

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le canzoni degli immigrati e dei loro figli. Mappe, piantine e disegni indicano la posizione geografica della IV colonia Silveira Martins. Gli Archivi diocesani Costituiscono una base importante per lo studio dell'immigrazione italiana sotto l'aspetto demografi co. Però i libri d'ingresso degli immigranti sono incompleti, poiché si riferiscono specificamente alla grande immigrazione agri­ cola iniziata nel 1875 . Insieme all'immigrazione agricola, era previsto un ingresso, pari approssimativatr:\ente al lO%, di non agricoltori, di cui mancano le registrazioni. L'Archivio della Curia metropolitana di Porto Alegre serve da ponte tra l'immigrazione spontanea precedente all'immigrazione ufficiale. Oltre ad esse­ re luogo di sosta temporanea degli immigranti, Porto Alegre ha sempre ricevu­ to un certo numero d'immigranti italiani. Tra i libri più antichi di registrazioni di battesimi, matrimoni e decessi, esi­ stenti nell'archivio della Arcidiocesi di Porto Alegre, si trovano i libri della par­ rocchia Nossa Senhora di Rio Pardo, iniziati nel l755; della parrocchia Senhor Bom J esus di Triunfo, iniziati nel 17 57; della parrocchia Santo Antonio da Patrulha, da 1760; della parrocchia N. Sra. dos Anjos di Gravata!, o parrocchia dos Indios, dal 1767; della parrocchia Sao José do Taquari, dal 1764; delle par­ rocchie di Os6rio e di Santo Amaro, dal 1773 . Le parrocchie Nossa Senhora do Rosario e Nossa Senhora das Dores hanno avuto un parroco soltanto nel 1844 e nel 1859, e da allora hanno avuto i propri libri di registrazioni religiose. I libri della Parrocchia Sao José do Hortencio iniziarono nel 1849 e, all'epoca dell'immigrazione, sono state fatte le registrazioni delle prime nascite, matri­ moni e decessi delle colonie italiane del nord-est dello Stato, poiché i libri di queste colonie, nate nel 1875, iniziarono ad essere elaborati dopo: i libri di bat­ tesimo di Garibaldi nel 1879; quelli di matrimonio nel 1895; i libri di battesimo di Bento Gonçalves nel 1878, come quelli di matrimonio e di morte; mentre i libri di Santa Teresa de Caxias do Sul iniziarono nel 1884. I.:Archivio provinciale dei Pallottini La Pia Società delle missioni, chiamata Congregazione dei Pallottini, fonda­ ta a Roma nel 1835 da San Vincenzo Pallotti, venne a stabilirsi nel Rio Grande do Sul nel 1886, e precisamente nella località di Vale Veneto, nella Quarta colonia imperiale, Silveira Martins. A seguito delle insistenti richieste dei colo-


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ni italiani di Vale Vèneto che non si rassegnavano a non poter assistere alle sacre funzioni nelle domeniche e giorni festivi, il generale dei Pallottini, a Roma, padre Fm1 di Bruno, inviò due sacerdoti che giunsero il 24 luglio 1886. Erano padre Joseph Pfaendler e padre Franz Schuster, tutti e due tedeschi. I due sacerdoti, oltre alla cura di Vale Vèneto, dovettero assistere la vasta regio­ ne che oggi comprende una decina di parrocchie. Le parrocchie, tutte di colonizzazione italiana, dal 1886 al 1925, furono Vale Vèneto, Caxias do Sul, Nova Trento, Monte Belo, Silveira Martins, Santa Maria, Nova Palma, Nova Treviso, Dona Francisca, Nucleo Norte, Arroio Grande, Sao Martinho, Casca, Cruz Alta, Passo Fundo, Ijui, Serro Azul, Palmeira, Nonoai, ]lllio de Castilhos e Belém Novo (Porto Alegre). La principale documentazione del suddetto periodo si trova nell'Archivio provinciale dei Pallottini, a Santa Maria. I.;Archivio provinciale dei Cappuccini

Nel 1896, su richiesta del terzo vescovo del Rio Grande do Sul, Dom Claudio José Gonçalves Ponce de Leao, arrivarono cappuccini della provincia di Savoia, coll'incarico dell'assistenza religiosa alle colonie italiane del nord-est dello Stato. Dell'azione missionaria dei cappuccini francesi nelle colonie italiane si è prodotta importante documentazione, sia rispetto alla vita degli immigra�i, sia all'azione di quest'ordine religioso. La missione dipendeva dalla provincia di Savoia e, pertanto, la documenta­ zione si trova nel Convento dei Cappuccini di Annecy e nella Curia provinciale dei Cappuccini a Caxias do Sul. La provincia di Savoia sosteneva una rivista missionaria, «Le rosier de Saint François d'Assise», fondata nel 1899, che portava nelle sue pagine relazioni sulle missioni, specialmente su quella del Rio Grande do Sul. La rivista, fino al 1930, è una importante fonte per lo studio dell'immigrazione italiana, soprat­ tutto perché esprime critiche sull'azione delle autorità italiane. Due collane com �l �te (una nell'Archivio provinciale e l'altra nella biblioteca dei Cap­ pu�cml a Porto Alegre) permettono uno studio continuo di quello che succe­ deva nelle colonie italiane, attraverso le relazioni degli stessi missionari operan­ ti nel Rio Grande do Sul. Nel 1913 , il superiore generale dell'Ordine, a Roma, chiede ad uno dei missio­ nari, padre Bernardin d'Apremont, di scrivere una relazione della missione (que­ sto frate era arrivato in Brasile nel 1896 e ritornato in Francia nel l913 ). La rela­ zione, di ben 3 18 pagine, fu scritta nel 1914 e si trova nella Curia generale dei

Fonti per lo studio dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul (Brasile)

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tta e pubblicata dalla Cappuccini di Roma. Data la sua importanza fu trado Porto Alegre, con il Scuola superiore di teologia Sao Lourenço de Brindes, di as do Rio Grande titolo Primordios das comunidades indigenas brasileiras e italian migrazione. do Sul, ed è uno dei principali documenti per lo studio dell'im Grandense», che Rio fetta L'Archivio conserva anche la raccolta della «Staf tà», ed oggi è ancora comincia la pubblicazione nel 1909, col titolo «La Liber edita come «Correio riograndense». I!Archivio provinciale degli Scalabriniani

religiosa arrivata nel La Congregazione scalabriniana è la terza congregazione le colonie italiane. Rio Grande do Sul con lo scop o d'assistere pastoralmente to nelle parrocchie di In più di ottant' �nni la Missione scalabriniana ha opera sio Alves , Corone! Prota s, 6poli Encantado, Nova Prata, Nova Bassano, Veran ea, Anta Gorda, Corr o Pilar, Monte Belo, Catiporè, Santa Teresa, Vespasian alves , Serafina Gonç Muçum, Fagundes Varela, Nova Brescia, Guaporé, Bento di, Itapuca, Rondinha, Correa, Casca, Dois Lageados, Putinga, Pulador, Saran Très de Maio, Cinquentenario, Vila Nova. truita dal CEPAM La storia di queste parrocchie e comuni viene oggi ricos archivio religioso leto comp più il (Centro de estudos e pastoral migratoria) , che è si trovano oltre vio archi o delle colonie italiane del nord-est dello Stato. In quest anche i libri ana, brini alla documentazione propria della Congregazione scala furono amministrate dagli Tombos delle parrocchie suddette, per il periodo in cui del giornale «Corriere Scalabriniani. Altra fonte impo rtante è il microfilm Carlo Porrini. padre o rinian d'Italia» (1913 - 1928 ), cui ha collaborato lo scalab una delle bi­ anche ede Come supporto alle fonti primarie il CEPAM possi e collezio­ inter di o nend blioteche più ricche sul fenomeno immigratorio, dispo . ane» scalabrini ni di riviste, come «L'Emigrato italiano» e «Le Missioni an afferente al. �o La parte più importante della documentazione scalabrini � regaz10ne scalabrmlaGrande do Sul si trova nell'Archivio centrale della Cong na, a Roma. ALTRE FONTI

I!immigrazione vista

dal Governo del Rio Grande do Sul e del Brasile

Indispensabile per la comprensione e la conoscenza della politica brasiliana


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dell'immigrazione è la lettura dei discorsi, dei messaggi, delle relazioni dei pre­ sidenti della Provincia del Rio Grande do Sul, nel caso dello Stato; delle rela­ zioni del Ministero dell'agricoltura, commercio ed opere pubbliche, riguardo a leggi e decisioni federali. Nelle relazioni dettagliate della Provincia del Rio Grande do Sul appare la reale situazione delle aree di colonizzazione nel momento in cui hanno inizia­ to ad affluire gli immigranti italiani a partire dall'immigrazione ufficiale, nel 1875. La documentazione ufficiale conservata nell'Archivio Storico del Rio Gran­ de do Sul, a Porto Alegre, e nell'Archivio nazionale a Rio de Janeiro, è così articolata: l . Relazioni e discorsi del presidente della Provincia del Rio Grande do Sul, 1829-1889; 2. Messaggi del presidente dello stato, 1894- 1929; 3. Relazioni della Segreteria degli affari e delle opere pubbliche, 1894- 1928; 4. Relazioni del Ministero dell'agricoltura, commercio ed opere pubbliche, 1860- 1900. Per facilitare la ricerca l'Istituto storico e geografico del Rio Grande do Sul sta pubblicando gli indici di questa documentazione, cronologici e analitici, di cui è già stato pubblicato il primo volume Falas e Relatorios dos Presidentes da Provincia do Rio Grande do Sul: 1 835-1 869. Nelle relazioni e discorsi dei presidenti della Provincia del Rio Grande do Sul si ha una descrizione continua degli avvenimenti sociali, politici, economici e religiosi delle colonie italiane. Così nella «Pala dirigida à Assembléia legislati­ va da Provincia de Sao Pedro do Rio Grande do Sul, dal Presidente Dott. Joao Pedro Carvalho de Moraes, em l o Secçao da 16° Legislatura», il 25/01/1875, L'agente interprete della colonizzazione a Porto Alegre riassume le condizioni delle colonie di Conde d'Eu e Dona Isabel: «Continua ad essere l'impiegato il Sig. J osé Antonio Rodrigues Rasteiro, l'Agente della Colonia, che si è impegna­ to a fare arrivare alla colonia famiglie di vecchi contadini residenti in altri luo­ ghi. Non ha avuto molto successo però, e non ne avrà se la colonia continuerà ad essere separata dagli altri nuclei abitati. La popolazione della colonia è ancora la stessa dell'anno scorso, cioè, 74 persone, delle quali 38 cattolici e 3 6 protestanti; coniugate 2 7 e non sposate 27 , 4 7 tra nazionali e stranieri; sono tutti quanti stabiliti nei 19 prasos» . Risulta dai rapporti della Sezione speciale della terra pubblica che, negli anni dal 1859 fino al 1875, sono entrati nella provincia 12.563 contadini, dei quali, tedeschi, 8.4 12; francesi, 648; svizzeri, 263 ; austriaci, 1 .452; italiani, 729; ed altre nazionalità, 1.050.

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Questa la situazione della presenza europea degli immigranti, in particolare degli italiani, che arrivavano in piccoli gruppi, ma in forma continua e sponta­ nea, nel momento dell'immigrazione ufficiale, quando in questa provincia per iniziativa del Governo imperiale, le tre colonie del nord-est dello Stato Fundos de Nova Palmira, Conde d'Eu e Dona Isabel, furono destinate diretta­ mente alla immigrazione italiana. Secondo la relazione nella quale l'Amministrazione di questa Provincia dalle mani di Américo de Moura Marcondes de Andrade passa a quelle di Felisberto Pereira da Silva, il 26 gennaio 1879, si hanno spostamenti di ingegneri ed agri­ mensori e licenziamenti, tali da provocare malessere nelle colonie ed indurre il Console d'Italia a denunciare per lettera la situazione che «si trovano in questa capitale, settanta e più contadini, arrivati da Dona Isabel - i quali si sono presentati al Console, affermando assoluta mancanza di risorse, gli ho mandati raccogliere nel rispettivo baraccone, in questa Capitale, e fornirgli razioni, nella persuasione che fossero contadini appena arrivati. Nella lettera del 1 7 di questo mese, ho scritto al Sig. Ministro d'Agricoltura, chiedendo una posizione sull' accadu­ to.»

Relazioni delle autorità italt'ane sull'immigrazione del Rio Grande do Sul La scarsità di documentazione continua obbliga il ricercatore ad utilizzare il materiale in modo da ottenere uno studio ed una visione cronologica costante. Questo è possibile nell'area politica ufficiale brasiliana, tramite i Falas e Relatorios e Mensagens dos Presidentes da Provincia; nell'area religiosa tramite le registrazioni parrocchiali e delle curie e degli archivi di alcuni ordi­ ni religiosi, che si occupano della cura spirituale degli immigranti italiani; nel­ l' area politica italiana tramite le relazioni consolari, pubblicate a Roma, dal Bollettino del ministero degli affari esteri, esistenti a Porto Alegre; presso il Consolato generale d'Italia e nel CEPAM (Centro de Estudos e de Pastoral dos Migrantes). Le relazioni consolari sono osservazioni sistematiche e cronologicamente continue dell'arrivo degli italiani, del loro stabilimento nelle colonie e soprat­ tutto della reazione ed azione del contadino alla sua nuova realtà. Dalla loro posizione di osservatori i consoli interpretano la realtà secondo la propria visione socio-economica idealizzata che non sempre coincide con la percezione dell'immigrante.


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Gli Album commemorativi Tre date italiane nel Rio Grande do Sul, segnarono la nascita di importanti opere per lo studio dell'immigrazione italiana, in occasione del 25°, 75° e 100° anniversario, il che ha dato luogo ai tre volumi: - La cooperazione degli italiani al progresso civile ed econom ico del Rio Grande do Sul. Centenario della colonizzazione italiana nel Rio Grande do Sul: 1 875- 1925. Porto Alegre, Globo, 1925 . 95 1 pp. illustr., 2 voll Trattasi della . prima grande opera che cerca di rispecchiare la presenza, l'azione e l'influenza dell'immigrante italiano nel lavoro, artigianato, industria, cultura, religione e politica nel Rio Grande do Sul. li contributo del canonico }osé Barea è uno dei lavori più importanti, poiché segna un profilo del contadino italiano, i suoi abiti e la sua fede. La maggiore parte dell'opera però, si occupa degli italiani che hanno avuto successo, pertanto fa riferimento più diretto agli italiani dei centri urbani, o proprietari di aziende, ditte, stabilimenti commerciali... - Album comemorativo do 75 ° aniversa rio da Colonizaçéio Italiana no Rio Grande do Sul. Porto Alegre, Rivista Globo, 1950, 523 pp. illustr. Fa una ampia analisi socio economica, industriale, religiosa, politica e d'istruzione della colo­ nizzazione italiana, presentando anche i problemi e le difficoltà dei primi tempi . Come opera commemorativa, la sua tendenza é risaltare il successo del­ l'italiano nel Rio Grande do Sul. - Album do Centenario da Imigracéio Italiana no Rio Grande do Sul: 1 8751975 . Porto Alegre. Ed. EDEL, 1 975, 384 pp. illustr. Edizione affrettata, pre­ senta minore consistenza che le precedenti, privilegiando la pubblicità e la pro­ mozione dei comuni, anziché un progresso culturale. Il testo è bilingue, mentre il primo è stato edito in italiano ed il secondo in portoghese. Giornali in lingua italiana pubblicati nel Rio Grande do Sul Sull'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul, numerose sono le fonti a stampa, di cui la maggiore parte si trova nel Museu de Comunicaçao Social Hipolito da Costa, di Porto Alegre. L'Arquivo Hist6rico Municip al de Caxias do Sul possiede la maggiore parte dei giornali della regione coloniale mentre la Biblioteca di Rio Grande e l'Arquivo Hist6rico e Geografìco do Rio Grande do Sul hanno anche numeri isolati di molti titoli. Riportiamo soltanto i giornali pubblicati in lingua italiana, i cui contenuti potranno essere analizzati confron­ tandoli con i molti giornali dell'epoca, in lingua portoghese. La maggiore parte dei giornali in lingua italiana, si dicono «giornali della co-

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munità italiana», quando in verità sono giornali d'interessi dei proprietari, dei gruppi, nella maggiore parte chiaramente politici, favorevoli alla politica italia­ na. Non sono, pertanto, con rare eccezioni, giornali fatti per la grande comu­ nità agricola italiana, si occupano invece della vita e degli interessi urbani. Prima di elencare i giornali italiani, sorti già dalla grande immigrazione ( 1875), si ricorda l'azione di due giornalisti italiani che hanno avuto un'influen­ za nella formazione delle idee della Repubblica Riograndense - Tito Livio Zambecari che ha redatto «0 Republicano», pubblicato a Porto Alegre il ' 25/2/1834, e il genovese Luigi Rossetti, che ha redatto l'organo ufficiale della Repubblica.Riograndense «0 Povo», stampato a Piratini il 01/09/1938 e dopo a Caçapava, sede del Governo. Organi di stampa sono apparsi pochi anni dopo le prime immigrazioni, per iniziativa di intellettuali italiani che presentavano programmi ben accetti sia ai più modesti contadini che ai lavoratori nelle città. Le testate avevano p�ca durata . . sia per la mancanza di lettori che per la scarsa preparaz10ne delle redaz1on1. Si riportano di seguito soltanto i giornali di cui esistono esemplari disponibili ai ricercatori: «La Colonia Italiana», di Porto Alegre/RS. Organo degli interessi degli italiani nella Provincia di S. Pedro do Rio Grande do Sul - Brasile - Unione e Fratellanza - Redattori Diversi - F. Canessa.

Nell'IHGRS esiste l'esemplare I (34): 20/09/1885 , dedicato a Vittorio Emanuele II, Re d'Italia, in o�casione del 15o anniversario dell'Unificazione d'Italia. Le pubblicità di stabilimenti commerciali italiani sono l'unico riferimento alla presenza italiana nel Rio Grande do Sul. Nella BRG esiste il n. 34, del 20/09/1 885 .

«La Patria», di Porto Alegre/RS. Direttore: Gaetano Blancato Vis unita fortior - Giornale settimanale indipendente.

Esistono nell'IHGRS: II (57) , del 02/12/19 16, pp. 1 -2 ; n. unico, del marzo 1 9 1 6 con la dedica alla "Esposizione di Caxias" . Nella BRG esistono i nn. 4 14-415 e 448-449 del 26/0 1 e 22/ 1 1 / 1 924 rispettivamente. Nell'IHGRS, esiste ancora il n. 5 (243 ) del 17/07/1920, di grande formato, con 4 pagine, con pubblicità d'istituzioni italiane locali.

«Il Trentina», di Porto Alegre, esce ogni mercoledì non festivo. 3 .000 esem­ plari - Organo della società "Trento-Trieste", di Porto Ale�re e d�gl� altri ita­ . liani austriaci residenti nell'America del Sud. Lettere e recrumnaz1on1 sono da dirigersi: Sr. Dr. G. Brandeatti. Nell'IHGRS, travasi il n. 3 (10), del 07/03/1917, che riporta l'articolo ottavo, su "La prima proclamazione dell'Imperatore dell'Austria, Carlos III". Numero completamente . . favorevole alla politica austriaca, con pubblicità di istituzioni di tedeschi e trentml. La maggiore parte dell'articolo è in portoghese.

«11 Corriere d'Italia», di Bento Gonçalves/RS iniziò il 26/07/1913 , ed è stampato dalla società Anonima Editrice, con Stabilimento Tipografico pro-


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prio, tiratura 2.000 copie, formato grande, 4 pagine, di cui una di propaganda. Si presenta come giornale di orientamento cattolico, con preoccupazione di difesa del piccolo contadino.

Nell'IHGRS esistono: l ( 1 ), del 26/7/1913, 9 (3 6), 9/9/192 1 , che dedica la prima pagina "A Dante Alighieri, gloria cattolica, mondiale, nel sesto centenario della sua morte - 1 3 2 1 - 14 settembre 1 92 1 " ; 12 (4 1 ) , 12/10/1924, con supplemento dedicato "Alla nuova amministrazione di Caxias "; 8 (43 ) , 22/10/1920, numero dedicato al «24 ottobre, secondo anniversario di un'alba gloriosa ed era nuova iniziata dall'Italia che forte del diritto, espugnava la vecchia nostra nemica! Salutiamo il fausto evento a nome di quanti caddero pugnando per la libertà che è si cara come sa chi per lei vita rifiuta. Salutiamo il 24 ottobre epopea dei nostri morti, terrore dei nemici, meraviglia degli alleati, ammirazione dei neutri, orgoglio dei nostri connazionali all'estero i quali final­ mente potevano guardare a fronte alta quanti nemici occulti o palesi tentarano vilipen­ dere la nostra Italia» (p. l ) . Nel Museu Municipal do !migrante, d i Bento Gonçalves, s i trova l a collezione com­ pleta che, insieme allo «Staffetta Rio Grandense», la cui collezione è conservata nell'Arquivo Provincia! dos Capuchinhos di Caxias do Sul, può essere il punto di par­ tenza per un'analisi dell'organizzazione del contadino italiano nel Rio Grande do Sul. «Il Corriere d'Italia» è stato fondato da padre Enrico Poggi e ha funzionato fino al 1 92 8 , nel suo ultimo anno è stato integrato allo «Staffetta Riograndense», dei Cappuccini di Garibaldi. Esiste un microfilm nell'Archivio del giornale «Zero Hora» e nel CEPAM, a Porto Alegre.

«Il Venti Settembre», di Pelotas. Periodico istruttivo settimanale. Organo degl'interessi della colonia italiana. Si pubblicherà tutte le domeniche. Proprie­ tari: Carlo Cantaluppi/Luigi Bianchi, redattore principale Carlo Cantaluppi.

Nell'IHGRS, trovasi il n. I (2), 3 0/9/1883 . «Non si occuperà di politica: unicamente riprodurrà quelle notizie italiane, più o meno interessanti, che potranno attrarre l'attenzione della colonia, o qualche brano scelto di letteratura nazionale». Presenta le pubblicità degli stabilimenti commerciali italiani di Rio Grande e di Pelotas. Nella BRG trovasi il n. l, del l9/6/1 904.

«Corriere Italiano», di Porto Alegre. Gazzetta della Domenica. Direttore Responsabile: M. de Candia. Proprietari: F. La Porta & Marsicana. Rivela inte­ ressi per la politica italiana e per la vita degli italiani a Porto Alegre. Non pre­ senta riferimenti alla colonizzazione italiana nello stato. Il n. 3 (3 ) ; 17/1/1904, si trova nell'IHGRS. Nella BRG esistono i numeri l , 26 e 29 del l902. «Italia», di Porto Alegre. Organo del Comitato "Pro Patria" . Nel MCSHC trovasi il n . II (48): 25/ 1 1 / 1 9 1 6. Giornale politico.

«Patria Nuova», di Porto Alegre. Direttore proprietario: Francesco A. Perro­ ne. Giornale itala-brasiliano indipendente, politico letterario, d'informazione. Esiste nel MCSHC parte del numero II (2) : 5/6/1924.

«Tribuna d'Italia», di Porto Alegre. Proprietari: Comelli/Aliprandi

&

Cia.

Sottogerente - Fausto Luchelli. Direttore - Dott. E. Ali�randi e C. Comel

183 li.

.

lo scopo del peno­ Nel MCSHC trovasi il numero l ( l ) : 22/1 1/1929, 8 p. che riporta ano, sa�à il gio:na­ itali e � giorn il essere che ancora più dico: «li nostro giornale inoltre, . fratelli trovera up. nostn dei ognuno esso In enti. discend le di tutti gli italiani e dei loro ausilio e una difesa» (p. l, c. 1 ) . . 1927, � 8 �agg10 Come supplemento umoristico della «Tribuna d'Italia», nel sabato . la _Direzi?ne di Aldo era pubblicato il primo numero di «li Tribuno d'Italia», sotto m seguito». . Dieci, con il lemma: «Organo che suona oggi e . . . può suonare anche . d1retta�ent� desti­ Questo numero con 16 pagine trovasi nel MCSHC. Anche se non alle colonie d1 Bento nato a difendere gli interessi dei contadini, si rivolge ampiamente Gonçalves e Caxias do Sul.

è dedicato al "Dott: Sul numero straordinario del 24/1 1/1903 il testo di M. de Candia C. Nella BRG sl MCSH Giulio Prates de Castilhos" . Questo numero speciale si trova nel 897 e 1/1/ 190 1 . l/9/1 al fino trovano i numeri del 7 /12/189 0; 1 8/12/18 95; 5/9/189 5; 2 8/4 . .

«L'Italiano», di Porto Alegre.

«L'Awenire», di Porto Alegre, fondato nel 1892, è il secondo giornale ltahano dello Stato.

del 7/3/1892 e nella Nella Biblioteca Pubblica di Porto Alegre, esiste il numero l, 17/12/ 1892. . Biblioteca di Rio Grande, si trovano i numeri 3 e 30 del 7 /3 e Alegre. Giornale degli italiani nello Stato del Rio

«L'Italiano» di Porto ana. DiGrande do Sui . Settimanale domenicale. Proprietari fratelli Marsic rettore - Cesare Pelli. Il primo numero del l6/l l/1890 trovasi nell'IHGRS. . . , . . Rio «La Voce d'Italia», di Porto Alegre. Organo della Comumta ltahana del Grande do Sul. Direttore - Angelo Gattoni. Nel MCSHC si trovano i numeri 2 (3 ) : 16/1/1 936.

da «Voce d'Italia», di Porto Alegre. Redazione ed amministrazione: Centro te: ?eren lli. Boa Impresa - Antigo Seminario. Redattore: aw. Ferraro Merce GranBenevenuto Crocetta. Organo della comunità italiana dello Stato del Rio de do Sul.

· a 1a r·mea e, tracciat Nel MCSHC trovasi il primo numero, del 20/12/ 1928, nel quale editoriale della testata.

«Stella d'Italia», di Porto Alegre.

ed il numero 5 1 , del Nella BRG trovasi il primo numero pubblicato nel 20/9/1 902 3 0/3/19 02. . pagme 1 -2 : 1 2 ( 1 196): Nel MCSH C esiste il numero 17 ( 1 863 -64 ) : 1 -4/4/1 930, le o 1 1 ( 1 098) : 1912. �el 25/9/1 913 le due prime pagine. Nell'IHGRS esiste il numer tario: A. Colnaghi e proprie re diretto come dato viene , 1 1 numero 1 0 (988-98 9): 1/10/1 9 propone come «Gazzetta come editore gerente: Benvenuto Crocetta ed il giornale si bisettimanale indipendente».

«Il Corriere Cattolico», di Porto Alegre, del 1 89 1 .


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Nella BRG, si trova il numero del 19/3/1891, che si presenta come periodico confes­ sionale, ma anche di interesse generale.

«D'Artagnan Coloniale», di Porto Alegre. Direttore: Carlo Cordiferro.

Nel MCSHC trovasi il numero 3 , del 6/6/1915. Sembra un giornale di interessi urba­ ni. Formato piccolo, 4 pagine.

«Giornale d'Italia», di Porto Alegre.

Nel MCSHC esiste il numero 3 ( 132): 1/5/1 927. Gerente: Fausto Lucchelli: Codiret­ tore: Guido Vecchi e Benvenuto Crocetta. Giornale che si interessa della presenza italiana nel mondo.

«L' Y�ione», di Porto Alegre. Organo della comunità Italo Riograndense, propneta della Grafica Italiana.

Nel MCSHC si trova il primo numero, del 3 1/3/1929, che così si presenta (p. 1 ) : «Questo nuovo foglio, che sorge per incorporare a s é il Giornale d'Italia e L a Voce d'Italia e che nasce fra l'unione e per l'unione, avvolgerà il programma fin qui osservato dai colleghi soppressi». E continua con il suo scopo politico (p. 1 ) : «All'infuori di qual­ siasi passionalità di parte, ma d ' accordo sempre colle direttive stabilite dal Patrio Governo, il nostro giornale avrà di mira una sola missione chiara e precisa: la grandezza della Patria! ( . . . ) Difenderà le gloriose tradizioni nostre, cercando con tutti i mezzi, di mantenere in evidenza i valori dell'Italica Gente, onde conservare elevato il concetto che i �ostri a�ici si sono formati di noi, attraverso le pagine ognora fulgenti, di una grandiosa stor1a ! » (p. l, c. 1 ) . E lo spirito del giornale è di soggezione alla patria di ado­ zione: «<taliani in terra straniera, non ci assiste nessun diritto di fare la più piccola opposizione al Governo costituito» (p. l, c. 1 ) . Ma è un giornale decisamente favorevo­ le alla politica italiana, specialmente con le notizie e discorsi dell'onorevole Mussolini notizie riguardanti il regio console generale, onorevole Manfredo Chiostri, anche co� un ' apertura cattolica, essendo uno degli articolisti, mons. Giovanni Maria Belen. Con questi scopi si presenta come un giornale sensibile ed aperto alle colonie, interessato a promuovere il loro progresso e sviluppo.

«La Nuova Italia», di Porto Alegre. Direttore provvisorio e gerente responsabi­ le: Luigi Galvanoni. Giornale destinato a coltivare l'amore per l'Italia, come ripor­ tato nell'editoriale apparso nel primo numero, del 23/3/1933. Ed il Consiglio ammistrativo così definisce i suoi intenti: «Iniziamo la pubblicazione di La Nuova Italia, nella data del 23 marzo, che segna il XIV annuale di quel lontano e glorioso giorno in cui Benito Mussolini diede inizio al Movimento che doveva liberare l'Italia della minaccia comunista, portandola alla sua risurrezione ed alla sua vita nuova! » Questo primo numero si trova sia nella BRG sia nel MCSHC. Ancora nella BRG esistono parte delle collezioni di giornali pubblicati in Porto Alegre, nella Coleçao Agostinho J osé Lourenço, che sono i seguenti: «L'Eco delle Colonie», di Porto Alegre, numero l, del 4/10/1892; «<l Commer­ cio Italiano», di Porto Alegre, numeri l e 3 , del lO e 24 novembre 1892; «La

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Scintilla», di Porto Alegre, numero l, del 22/1 1/1896; «La Patria Italiana», di Porto Alegre, numero l , del 27 novembre 1897; «La Verità», di Porto Alegre, numero l , del l/7/1902 e numero 7, del l7/8/1902 ; «Don Zoilo», di Porto Alegre, numero l , del 2115/1903 ; «Il Tempo» di Porto Alegre, numero l, del 2/8/1906 e numero 88, del 4/7/1907; «Gazzetta delle Signore», di Porto Ale­ gre, numero l , del 6/1 1/1910. Ma, se il movimento giornalistico di Porto Alegre è stato importante per quello che riguarda la vita urbana, commerciale ed industriale degli italiani nel Rio Grande do Sul, il movimento giornalistico di Caxias do Sul risulta impor­ tante perché più direttamente legato alle colonie agricole. Questi giornali si pos­ sono consultare nell'Arguivo Hist6rico Municipal e Caxias do Sul (AHMCS) , che detiene collane abbastanze complete. Anche se tutti s'interessano della vita delle colonie, i più rappresentativi sono «La Libertà» (dopo «Colono Italiano», «Staffetta Riograndense» e «Correiro Riograndense») e «Il Corriere d'Italia» (di Bento Gonçalves). I giornali di Caxias e Regione, anche se non erano di proprietà d'italiani, in genere erano in parte scritti in italiano. «Il Colono Italiano», di Caxias. Fondato da padre Pietro Nosadini, pubbli­ cato dal l/1/1898 fino al 2 1/8/1898. Bollettino cattolico mensile delle società cattoliche italiane della Diocesi di San Pietro del Rio Grande do Sul. «La Libertà», di Caxias. Settimanale fondato da padre Carmine Fasullo, pubblicato dal 3/2/1909 fino al 12/3/19 10, sotto la d irezione di Francesco Baldessare. Venne in seguito pubblicato a Garibaldi e cambiò nel corso del tempo, più volte, il nome: «Il Colono Italiano»; «Staffetta Riograndense», infi­ ne «Correio Riograndense», in circolazione fino ad oggi, sempre con lo scopo di difendere il piccolo contadino. Dal 194 1 ha circolato solo in lingua porto­ ghese. Ha sempre riportato nelle sue pagine testi dialettali per meglio relazio­ narsi con i contadini, rappresentando così una base per il mantenimento della continuità culturale italiana nelle colonie. «Città di Caxias», dal l/1/1913 al 27/12/1923 . Organo repubblicano, sotto la direzione di Ernesto Scorza l Emilio Fonini. «L'Agricoltore», per la difesa delle colonie, giornale che apparve in Nova Trento, attuale Flores da Cunha, di vita effimera. «Il Giornale dell'Agricoltore», dal 28/2/1934 al 23/3/1940. Giornale che si presentava come «Voce dei Rurali della Colonia Italiana del Rio Grande do Sul», sotto la direzione di Adolfo Randazzo, Alexandre Casanova, Guido d'Andrea. Si può concludere, però, che se i giornali italiani di Porto Alegre, Pelotas hanno chiari interessi di politica italiana, quelli di Caxias, Garibaldi, Flores da


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Cunha, Bento Gonçalves, sono interessati alle colonie agricole, specificamente alla vita del contadino italiano. Gran parte di questi portano avanti anche l' ar­ gomento religioso, pochi hanno intenti strettamente politici. Tra giornali, riviste, almanacchi in lingua italiana nello Stato del Rio Grande do Sul, arriviamo a 53 , fino alla seconda guerra mondiale, di cui 40 di Porto Alegre; 4 di Caxias do Sul; Pelotas e Garibaldi con 2; Alfredo Chaves, Rio Grande, Bento Goncalves, Guaporé e Palmeira, con uno. È da segnalarsi però, che testi in lingua italiana o sessioni speciali in italiano esistevano in numerosi giornali di lingua portoghese. Altri, come «0 Gua­ porense», di Guaporé ( 1915), porta il nome brasiliano, ma è un giornale italiano. D'altra parte, «La voce del colono» è un giornale italiano di Alfredo Chaves, dal 1924 e, con lo stesso nome, appare il giornale italiano a Palmeira ( 1927). Le società italiane Le società italiane nel Rio Grande do Sul sorsero con la finalità di mantenere i legami con la madrepatria, di promuovere l'unione degli italiani arrivati da tutte le parti d'Italia, insegnare la lingua italiana e, nella maggiore parte, ebbe­ ro come fondamento il mutuo soccorso. La tendenza però, in un gran numero di società, è l'associazione di cittadini, anche perché i contadini ebbero un'or­ ganizzazione propria, soprattutto con la creazione delle cappelle, come centri di aggregazione religiosa, sociale e culturale; si può dire che nelle società di cappelle, la mutua assistenza scorreva con tanta spontaneità, come l'acqua che scorre della fontana. Nelle finalità degli oltre 60 statuti di società italiane, collezionati da Paolo Contu, medico italiano e professore nella Università federale del Rio Grande do Sul, e dopo la sua morte conservati dalla sua famiglia, ben si rivela la menta­ lità che dirigeva queste società. L' associativismo italiano, nello Stato del Rio Grande do Sul è così ricco che lo studio di queste società mostra un contributo essenziale degli italiani per il benessere della comunità. La prima è la Società Italiana di Soccorso Mutuo e Beneficenza, di Bagé, fondata il l/1/187 1 ed istituita per: a) soccorrere i soci in casi di malattia; b) propagare nel limite del possibile l'istruzione della lingua italiana; c) agevolare i vincoli di fratellanza tra gli italiani domiciliati nel comune di Bagé. Il 1/7/1877 è fondata la Società di Mutuo Soccorso e Benevolenza di Porto Alegre, che nel marzo 1878 aggiunse il nome di Vittorio Emaneule II. Ancora a Porto Alegre, nel novembre 1893 , era fondata nel Bom Fim, con il nome inizia­ le di Bella Aurora, una società che, nel 1896, prese il nome definitivo di Princi-

Fonti per lo studio dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul (Brasile)

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pessa Elena di Montenegro, in omaggio alle nozze della futura regina d'Italia. Sempre nella capitale gaucha si svilupparono le società Giuseppe Mazzini, Umberto I, Giovanni Emanuele, Duca degli Abruzzi, Moranesi Uniti e Dante Alighieri, quest'ultima, dal 19 14, l'appoggio spirituale e culturale degli italiani e dei loro discendenti. Nell'interno dello Stato prosperarono, fra altre, le società: Principe di Pie­ monte, di Caxias do Sul; Società Italiana di Mutuo Soccorso Stella d'Italia, di Garibaldi; Regina Margherita, di Bento Gonçalves; Camillo Cavour, della Linha Santa Eulalia; Umberto I, della Linha Jansen; Principe di Piemonte, di Alfredo Chaves; Giuseppe Garibaldi, e la Cristoforo Colombo, di Nova Trento; Mutua Cooperazione, di Rio Grande; Unione Italiana, di Alegrete; Fratellanza e Unione Italiana, di Cruz Alta; Benevolenza, di Santa Vit6ria do Palmar; Unione e Beneficenza, di Uruguaiana; !olanda di Savoia, di Passo Fun­ do Società di Mutuo Soccorso, di Santa Maria; Unione e Fratellanza, di Pelo­ tas: Fratellanza d'Italia di Barao do Triunfo; Giuseppe Garibaldi, di Jaguarao; ' XX Settembre, di Boa Vista do Erechim. Si può dire che le società si sono sviluppate quasi spontaneamente sotto la spinta di circostanze avverse. Diverse per il grado di beneficenza furono le società dell'interno rispetto a quelle delle più grandi città. Quelle dell'interno furono prevalentemente d'assistenza, mentre quelle delle città furono di pro­ mozione culturale, con un grande profilo politico. È da ricordare la Società Italiana Croce Rossa, di Antonio Prado, che provvedeva al lavoro dei cam�i oltre all'assistenza del socio ammalato e, in caso di morte, all'assistenza e colti­ vazione della terra, fino alla maggiore età dei figli. Le società all'interno erano sensibili, fino all'estremo, alle necessità degli associati. Conclusioni La colonizzazione italiana nel Rio Grande do Sul, è una colonizzazione sin­ golare, per diversi motivi: - Si tratta di una colonizzazione di piccole prop rietà; - È uno dei rari casi nel mondo di una esperienza di colonizzazione che ha conservato l'idioma familiare; - La maggioranza, ancora oggi, dei discendenti ha coscienza della propria cultura d'origine ed un forte attaccamento alla madre patria. Le pubblicazioni sull'argomento dell'immigrazi�ne compren�ono R iù �i cento titoli, solamente a partire dal 1975, data del pr1mo centenano dell lmml­ grazione e colonizzazione italiana.


Fuentes uruguayas para la historia de la inmigraci6n italiana

JUAN A . ODDONE Fuentes uruguayas para la historia de la inmigraci6n italiana -:,

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cionales nos permitan despejar obstaculos y abrir oportunidades mas fecundas para la investigaci6n. Los PUNTOS DE PARTIDA

La tema;ica de la historia poblacional del Uruguay no ha sido explorada . smo hasta epoca muy redente. La insuficiencia de las fuentes plantea quiza el m �yor de l? s obst �culos, sin ser el unico. Las investigaciones sobre las movi­ mle� tos m1g rato nos acus an asimismo dist intas limitaciones que en bue na . m �d1da t1ene n que ver con la calidad de la informaci6n basi ca. El hecho es que m1e?tra� la documentaci6n tradicional agua rda una depuraci6n critica, se ha vemdo 1? co�porando un ingente conjunto de fuentes (la correspondencia pri­ vada de mmtgrantes, las recuerdos personal es mediante las técnicas de la histo­ . na oral, las testimonios literarios, la prensa y las archivos de las colectividades entre o tras) �uya utilizacion aun no ha llega do a generalizarse. Cabe espera; . que el mce ntlvo de estas "nuevas " fuentes y el adecuado empleo de las tradiLa yresente comunicaci6n fue publicada en «Estudios Interdisciplinarios de Amér ica Latina y el Canbe», 1992 , 3 , l, pp. 83-92 . Las not�s que siguen se limitan al periodo 1870- 1930. Son de sobra conocidos los motiv . os y las Clr�unstanc�as que apa�ejan a clau�ura el proceso masivo luego de 1930. Desde . entonces Uruguay rectbe dos limttados fluJos nugrator10s, aun bastante mal conocidos, cuyas motivacion es resultan inse­ parables de l� coyuntur� en que se inscribe la segunda guerra m undia!. En los afios que . la preceden Ilega un �ontmge�te de mnug rantes judios que escapan a la tormenta centr oeuropea. Luego de 1945 se formaliza la ult!tna etapa de la afluencia italiana: la integra por de pronto una inmig . . raci6n econ6mtca:nente �alifi cada, que busca eludir las secuelas de un pasado redente. En ella se incluyen técni­ cos, md�strlales, empresarios de empuje; a este sector se agrega un mas modesto corte jo de desocu­ pa os, dispuestos a empezar de nuevo con sus oficios y aptitudes. Esta corriente, en buena medida est!tnulada P Or los pr�gramas del CIME , comienza a estancarse a mediados de los Cinquenta, cuan­ do la eufon_a econo' nuca del Uruguay mues tra sus primeras grietas. Para muchos, el retorn o suele ser el sald� de e�ta corta aventura Los meno s, pero los mas afortunados, lograron en . cambio consolidar su patnmomo amparados en la bonanza de los afios de posguerra. Radicados desde _ algunos entonces en el prus, de sus nombres se asocian todavfa al giro de grandes intereses empresariales. *

Al igual que su vecino rioplatense, cuando Uruguay nace a la vida indepen­ diente es un tipico espada demografico vado (74.000 habitantes pueblan 190.000 K en 1829) . Crecimiento natural y aportes inmigratorios modifican en escasos decenios esa realidad. Las semejanzas con el caso argentino por derto no se agotan aquf pero, dandolas por conocidas, sefialemos algunos de las rasgos que han caracterizado a Uruguay en cuanto meta inmigratoria, aunque obviamente no le sean privativos: a) En términos generales, el ritmo de afluencias reflej6 la incidencia de algunos factores basicos: altibajos coyunturales, inestabilidad politica y debilidad materia! del Estado no fueron las unicos, pero sf los agentes de mayor gravitaci6n. b) El desplazamiento migrato rio interfluvial o terrestre que resulta de la acci6n de tales factores, combinados con las atractivos de las pafses vednos, hace de Montevideo a partir de 1880 un predominante puerto de transito hacia Buenos Aires, o una mera etapa en el camino a Brasil. c) Ausenda de una politica inmigratoria comparable a la que promueve la clase dirigente argentina del Ochenta. Antes de esa década Uruguay no conoce planes oficiales efectivos, ni aun a modesta escala. De hecho, la gesti6n y la promocion del movimiento inmigratorio han estado en manos privadas, echan­ dose de menos una acd6n sostenida del Estado. d) El mayor impacto de la inmigraci6n se registra entre 1830 y 1890, época en que la poblaci6n uruguaya crece espectacularmente. El peso de la inmigra­ cion sobre la poblaci6n total tiende a decaer sensiblemente desde 1900, cuan­ do la proporcion de extranjeros comienza a disminuir en relaci6n con la pobla­ ci6n total. LAS FUENTES DISPONIBLES

1) Fuentes estadfsticas

La informaci6n cuantificada sobre el movimiento inmigratorio se distribuye en un conjunto de fuentes de dispar calidad. Las esporadicos censos generales y algunos de alcance parcial alternan con un difuso conjunto de estimaciones,


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�ectifi�adones, padrones y calculos estadfsticos. Ese repertorio, que es base mel� d1ble para t�d � evaluaci6n retrospectiva de la poblaci6n uruguaya, mere­ ce sin embargo d1st1ntos reparos. La introducci6n de la estadfstica en algunas ramas del Estado no aporta referendas aprovechables sino desde 1860 cuan­ do a� a �ecen los p �imeros trabajos de Adolfo Vaillant y se crea el Registro es!adtsttco . Para la epoca anterior a Vaillant, la confìabilidad de las fuentes es �u� mas dud�sa. Una estimacion de la poblacion total del pafs, de 1829, y un l� clerto padron de 1835, preceden al primer recuento de la poblaci6n monte­ vldeana llevado a cabo en 1843 en las azarosas circunstancias de una ciudad sitiada.

vigorosa corriente emigratoria dirigida hacia el Rio de la Plata. La masiva y bulliciosa presencia italiana en Montevideo es materia de preocupacion ofi­ cial, y se documenta en las Memorias de Hadenda, en los datos de la Capitanfa del puerto, en los informes diplom:hicos franceses y en las estimaciones con­ sulares italianas. A falta de censos generales, algunos relevamientos parciales contribuyen a ordenar el panorama estadfstico. Montevideo y su departamento son objeto de dos sucesivos relevamientos censales, en 1884 y 1889, que permiten medir los progresos de la colonia italiana. La distribuci6n de la poblacion por nacionali­ dades p. ej. comprueba en 1889 la rotunda primada de los italianos (casi un '50% de los extranjeros), el estancamiento de los espafioles y la marcada decli­ nacion de los franceses. Aunque tales datos solo tengan un valor relativo, y las proporciones varien si se considera el resto del pafs, igualmente revelan una imagen dinamica de la poblacion italiana, al tiempo que confìrman su predo­ minante concentracion en la capitai, donde encabezan asimismo el cuadro de establecimientos industriales, netamente distanciados de los espafioles y de los uruguayos (del total de propietarios, un 45 % son italianos, 22 % espafioles y apenas 1 1 % uruguayos). El interior del pafs sigue siendo siempre menos conocido. Luego de algunos relevamientos policiales esponidicos en algunos departamentos, se lleva a cabo en 1900 un censo policial de toda la campana (excluye desde luego a Monte­ video) que arroja resultados de relativa confìabilidad para medir la proporcion y la pujanza economica de las distintas nacionalidades. Recién en 1908, a medio siglo del precedente, el tercer censo generai permi­ te subsanar algunas de las defìdencias anteriores y ofrecer un confìable registro de los recursos nacionales. L a poblacion total ha superado el millon ( 1 .042 .666) , pero los extranjeros han perdido signifìcacion relativa a causa del ensanche de la poblacion nacional y de unos menguados atractivos que derivan la inmigracion hacia las costas argentinas. De creer al censo de 1860, los extranjeros representaban el 35 % de la poblacion; en 1 908 su aporte se reduda a un 17.3 8%. La signifìcacion global de los italianos se mantiene en la distribucion por nacionalidades: ocupan el primer lugar entre todos los extranjeros, antes de los espafioles, los brasilefios, los argentinos y los france­ ses. Con todo, las cifras del consulado difìeren en mucho con las del censo. Segun el encargado de negocios Carlo Umiltà, la colonia italiana cuenta con 100.000 miembros en 1910, monto que resulta evidentemente desmedido en relacion con el de 40.000 que le atribuye el redente censo. El crecimiento migratorio de los dos ultimos afios no puede razonablemente justifìcar tamafia diferencia. De admitir las estimaciones italianas la colonia espafiola, por ejem-

a) censos generales y parciales

�n materia cens�l, la indiferencia del Estado ha perdurado hasta época

rec1ente. Baste declr que durante el siglo posterio r a la independencia la Republica solo conocio tres censos generales de poblaci6n, efectuados en 1852, 1860 y 1908. Respecto a la confiabilidad de sus datos, los mas tempranos merecen m�yores :eservas por sus omisiones e inexactitudes. El censo generai de 1852 sena el mas vulnerable, ya que excluye sexo y nacionalidad de un 27 % de la poblacion relevada. El de 1860 no incluye dos de los nueve departamen­ . tos ent�nces exlstente s; otros departamentos deben censarse por segunda vez y . todo �l 1nter10r de� pafs arroja cifras inconvincentes que habran de "reinterpre­ , . tarse a postenor l. En cuanto a los residentes europeos , figuran en primer lugar los espafioles, seguidos por los italianos, aunque los calculos censales sean en este caso aun menos confiables, ya que se desconocen las cifras de extranjeros por nadonalidad en los dos departamentos incensados. Para cubrir tales vados censales no abundan las fuentes complementarias . Con respecto al volumen y las caracterfsticas ocupacionales de la colonia italia­ na, solo se dispone de datos incompletos y contradictorios, como los que apor­ tan Lamas, Isabelle o Vaillant. Las mas tempranas estimaciones proceden del con�ulado s �r?o establecido en Montevideo en 1830. El primer registro de que se t1ene not�c1a data de 1834, cuando en la naciente colectividad predomina­ han los mar1nos genoveses que practicaban el comercio de cabotaje remontan­ do los rfos interiores. Después de concluir la guerra grande, el pafs que se reconstruye conoce un . aceler� do 1m? ulso � emografi co y pronto constituy e un llamativo polo de . . _ 1nm1gratona. En Itaha, atracc10n contemporaneamente, un conjunto de facto­ res internos (empeoramiento de las condiciones de la agricultura, progresos d� la navegacion, � spe�ulacion organizada por empresarios y armadores, y aun la derrota ganbald1na de Mentana) precipitan la formalizacion de una


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plo (que cuenta con 34 .000 pobladores) , seria un tercio de la italiana, lo que a todas luces resulta inadmisible l ,

tuyen por lo generai piezas documentales signifìcativas - verdaderas "instanta­ neas" del pais-donde se presentan cifras y cuadros ilustrativos de distintos aspectos de la realidad economica. Desde luego su utilizacion como fuente complementaria, esta sujeta a distintas reservas. Pueden ser asimismo pretexto para exaltar el vigor social y economico de la colonia, tal como lo hicieron los italianos residentes en Salto con motivo de la exposicion de Milan de 1905 . Resumiendo, durante un prolongado periodo ( 1830-1910 circa) las fuentes estadisticas no proporcionan certezas sobre el volumen efectivo de los aportes inmigratorios. Si la Comision centrai de inmigracion contabiliza los extranjeros presentados en busca de ocupacion, es sabido que ellos integran un porcentaje infimo de los desembarcos 3 . Los registros de entrada de pasajeros comienzan a llevarse a partir de 1867 y diez afios mas tarde los de entrada-salida por via flu­ ' vial del puerto de Montevideo. Con todo, no existe un control efectivo del movimiento generai de pasajeros por via fluvial basta 1907, cuando la informa­ don cubra toda la Republica y recien se logre discriminar naciònalidad, profe­ sion, edad, sexo 4 , En conclusion, se trata de un movimiento cuantitativamente aun mal conocido. Los calculos construidos a partir de diferentes fuentes no debidamente depuradas impiden elaborar series rigurosas y continuas. Permiten a lo sumo percibir los ritmos de ingresos y salidas, a partir de los cua­ les puede determinarse la secuencia de las sucesivas oleadas inmigratorias. Por ultimo, el hecho mas notorio es la mayor incidencia de los extranjeros antes de 1890, luego de cuya fecha empiezan a perder signifìcacion relativa, a causa del ensanche de la pobladon nacional y de unos menguados atractivos que derivaban la inmigracion bacia las costas argentinas. En el censo de 1860 los extranjeros representaban el 35% de la poblacion uruguaya; en 1908 su aporte se reduda a la mitad, con un 17.38%. Cuando en 1882 De Pena afìrma­ ba que «la inmigracion en nuestros puertos es un ave de paso», estaba quiza advirtiendo el comienzo de un proceso irreversible .

b ) publicaciones periodicas La primitiva Mesa de estadistica, creada en 1852, no ha dejado huellas acce­ sibles de su labor. El primer ensayo de edicion seriada corresponde al Registro estadistico de la Republica Orienta! del Uruguay, del cual al parecer solo vio la luz su primer tomo. Aporta datos primitivos, de origen dudoso; es apenas una curiosidad arqueol6gica en la materia. A partir de 1872, por iniciativa de Adolfo Vaillant se publican los Cuadernos de la Direccion generai de estadisti­ ca. Aparecen anual pero discontinuamente entre esa fecha y 1884. Incorporan documentacion procedente de distintas reparticiones publicas, en una etapa experimental del empleo de las técnicas estadisticas. Dentro de las recopilaciones estadisticas de caracter periodico los Anuarios constituyen la de mayor tradicion. Su periodicidad se ha mantenido ininter­ rumpida desde 1884, fecha en que se crea. En cuanto al tema migratorio, per­ miten reconstruir a partir de los datos de la Capitania del puerto las series de pasajeros entrados y la de extranjeros presentados a la Comision de inmigra­ cion. En todo caso tales cifras, como se vio, resultan aleatorias, dada ademas la inefìcacia de los controles de salidas, y solo revelan lineas tendenciales. Otras secciones de los Anuarios prestan mayor utilidad: los registros de la propiedad ganadera e industriai segun nacionalidad de sus propietarios. Aunque las declaraciones de los propios interesados para determinar el impuesto directo sean siempre dudosas respecto a los valores reales, resultan de todos modos una referencia no desdefiable tanto para medir la relacion entre propietarios nacionales y extranjeros, como para atestiguar la insercion los italianos en la propiedad rural y urbana 2 . c) publicationes ocasionales Este rubro incluye un conjunto de trabajos que utilizan la metodologia estadistica, y que suelen destinarse a subrayar la presencia uruguaya en las exposiciones internacionales. Fuera de su intencion propagandistica, consti-

2) Memorias ofidales

Las memorias ministeriales (en particular las de las Secretarias de gobierno, fomento y hadenda) no solo aportan referencias sobre la situadon materia! de l C. UM!LTA, La Repubblica Orienta! dell'Uruguay, en «Bollettino dell'Emigrazione», Roma, Ministero degli affari esteri, 191 1 , 5, 43. 2 . O. MOURAT, La inmigraci6n y el crecimiento de la poblaci6n del Uruguay, 1830-1930. Series Estadfsticas para su estudio, en Cinco Perspectivas hist6ricas del Uruguay moderno, Montevideo, Fundaci6n de Cultura universitaria, 1969.

3 Cfr. Anuario estadfstico de la Republica Orienta! del Uruguay, 1886, Montevideo, El Siglo llustrado, 1887. 4 O. MoURAT, La inmigraci6n y el crecimiento de la poblaci6n , cit., p. 3. ...


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la poblaci6n y sobre las iniciativas oficiales y privadas para fomentar la coloni­ zaci6n contratada. También reflejan con intransferible viveza las argumentos efectistas de la propaganda de agentes y armadores. Constatan en todo caso la penuria de recursos que aquej6 a las gobiernos uruguayos desalentando habi­ tualmente las esfuerzos encaminados a atraer inmigraci6n. Especialmente destacables por su aprovechamiento resultan en este rubro las que emanan de las Jefaturas de Policfa. Las memorias policiales aluden con frecuencia a la poblaci6n extranjera, haciendo hincapié en la peligrosidad social de algunas organizaciones gremiales o politicas a ellas vinculadas. Su publicaci6n es anual, a partir de 1854, con caracter discontinuo. La historia social ha hecho un empleo casi nulo de este género de fuentes que sin embargo testimonia la dimensi6n de algunos relevantes conflictos de fines y comienzos de siglo (luchas obreras, militancia anarquista y socialista, acci6n de la masonerfa, ofen­ siva liberai contra la Iglesia) .

ciaciones de la colectividad en todo el pafs, dadas las dificultades que limitan el acceso a las archivos respectivos.

3 ) Prensa periodica La prensa uruguaya refleja, como puede suponerse, la actitud de las drculos dirigentes y otros grupos de intereses frente a la presencia de las inmigrantes. Las italianos son vistos fravorablemente en una primera época, la que coincide con el predominio de la afluencia ligur y lombarda, cuando san elogiados como colonia laboriosa y pacifica. Con la formalizaci6n de la inmigraci6n masi­ va, la pastura de la burguesfa local se modifica y asume posiciones de recelo o de abierto rechazo, que bajo distintos matices y argumentos suele recrudecer en los periodos de mayor afluencia inmigratoria ( 1866-1869, 1872 - 1 873 , 1 8881890, 1 904 - 1 9 14). Ciertos diarios («El Siglo», «La Tribuna», «El Dia») resul­ tan de suma utilidad como testimonios de las cambiantes actitudes de la socie­ dad uruguaya frente a la presencia extranjera. La prensa colonia! italiana abarca un profuso conjunto de peri6dicos cuya existencia es en muchos caso efimera. Detras de sus fines proclamados ( comer­ ciales, politicos, literarios, obreros, o meramente informativos) aportan un repertorio impactante de las ideologfas de avanzada que circulaban en la colo­ nia (las hay de tendencias mazzinianas, garibaldinas, republicanas, anarquistas, socialistas, mas6nicas) . Las dificultades que acortan la vida de estos peri6dicos privan a menudo de una minima continuidad a su prédica. Solo unos pocos, los de mas larga vida, suelen beneficiarse del apoyo del real consulado, o la legaci6n, y adoptan un tono conciliador y aun apolitico. Este género de peri6dicos se vuelve una fuente primordial para documentar la actividad de las aso-

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4) Legislaci6n

El registro de la politica migratoria del Uruguay no es por derto muy amplio, reflejando la actitud tradicional del Estado frente al problema 5. Si la prédica de las elencos dirigentes liberales uruguayos del siglo pasado reco­ nocfa las benefidos de la inmigraci6n, su proclamada fidelidad a la causa alberdiana result6 siempre menos efectiva de lo que prometfan sus declaracio­ nes y discursos. Ciertamente conspiraron contra esos prop6sitos las apremios de una guerra civil intermitente, las penurias de un presupuesto siempre exi­ guo, la cercanfa de un pafs vecino que ofrecfa estfmulos mas llamativos. Con todo, no deja de ser sugestiva la indolencia estatal en la materia, en un pafs que en decisiva medida habfa cubierto el vado demografico inicial mediante los aportes inmigratorios. En la década de los afios 60 el Estado empieza a tornar conciencia de las riesgos en juego cuando la insinuante despoblaci6n en el interior coincide con un alarmante aumento de la presencia brasilefia. Al plantear la denuncia de semajante situaci6n, un diputado de la época afirmaba que «la ciudadanfa orientai se esta extinguiendo al norte del Rio Negro». Aun asf, recien a fines de la década siguiente se generaliza la percepci6n del pro­ blema en esferas de gobierno, abarcando las distintos niveles de la clase diri­ gente. En ese sentido, la ley de tierras de 23 - 1 1 - 1 880 propone expandir las beneficios de la colonizacion. Dicha ley y su posterior decreto reglamentario conceden tierras en los ejidos de los pueblos y autorizan las contratos con familias agricultoras a través de empresarios privados. Complementariamente, la ley defomento de junio de 1890 reglamenta las distintos aspectos de la poli­ tica inmigratoria, inaugurando una tendencia intervencionista que cobrara su maxima expresi6n luego de 193 0. De c).lalquier modo las esfuerzos legislati­ vos no logran reanimar la tibia vocaci6n de la politica inmigratoria uruguaya. La primera de ellas no tuvo otro efecto que posibilitar especulaciones priva­ das que devengaron escasos o nulos beneficios para los colonos. La segunda, inspirada en la le� argentina de 187 6, tampoco logr6 vencer el decaimiento de

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estudio del derecho migratorio uruguayo, Montevideo, Pefia & Cia., 1939.

La obra mas completa en la materia es la de L. SEGUIGONZALEZ A. RoviRA, -

Contribuci6n al


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la inmigradon agricola, ya irreversible. La legislatura del gobierno Tajes ( 1 886- 1 890) ha legado un documentado expediente acerca de las limitadones que frustraron las intentos colonizadores de aquella década, que solo alenta­ ron las combinadones lucrativas de empresarios y mediadores. Con la crisis mundial de 1929 y el colapso institudonal de 1 933 se opera un viraje radica! con respecto a la politica liberai de "puertas abiertas" . La credente interven­ don estatal se expresa mediante diversas medidas restrictivas y discriminato­ rias sandonadas entre 1 932 y 1934, culminando con la llamada "ley de inde­ seables" , de 1 936, que rechaza o permite expulsar del pafs a los extranjeros por motivos ideologicos y polfticos.

men de tenenda de la tierra, visto como uno de las escollos basicos a la radica­ don de pobladores estables. Tales aportes prestan apoyo a toda investigadon sobre el tema en cuanto evaluan algunos de las obstaculos que se interpusieron al extranjero en el medio rural; indirectamente aluden a las causas de la domi­ nante concentradon inmigratoria en los centros urbanos y sus conexas ramas de actividad. Un sector de fuentes cercano al anterior, se integra con trabajos que enfocan el tema migratorio ya desde su perspectiva demografica, o lo vinculan a las expectativas de la agricultura y la industria, con un enfoque estimulante que non excluye habitualmente la intendon propagandistica.

5) Archivos eclesidsticos

7) Semblanzas y publicaciones conmemorativas

Su importanda es particularmente relevante para el periodo preestadfstico. El archivo de la Curia metropolitana de Montevideo remonta a 1726, y los cor­ respondientes al interior del pafs redén se organizan a partir de las respedtvas curias creadas en este siglo. La documentadon basica a nuestros fines se recoge en las libros parroquiales (existen en Montevideo 77 archivos parroquiales y 139 en las parroquias del interior); no existe centralizadon de la documenta: don, ni tampoco de la informadon que contiene. Los asientos de nacimiento­ bautismo, de matrimonio y de defundon pueden ser complementados con las mas explfdtos "Expedientes matrimoniales" . Las leyes de registro dvii ( 1 879) y de matrimonio dvii obligatorio ( 1 885 ) , colocan bajo la orbita del Estado el entero contrai del movimiento pobladonal 6.

Se echa de menos por lo pronto la existenda de un dicdonario actualizado de la colectividad italiana en Uruguay. Algunas tempranas contribuciones (Barozzi-Baldissini, Pereda) se revelan hoy pardales e insufìdentes; de suma utilidad resulta aun la recopiladon sobre la colonia residente en Salto, de 1 906; entre los aportes redentes se destaca el trabajo de Gérin Clouzet. En todos las casos, se impone la consulta de fuentes complementarias. La prensa italiana local sigue siendo en este sentido un riqufsimo marco de referenda. Asimismo cabe reiterar aquf la mendon del excelente registro de fìchas biografìcas que se incluyen en algunos peri6dicos uruguayos de comienzos de siglo, con las que puede reconstruirse la trayectoria de un variado espectro de empresarios, en su mayorfa italianos.

6) Estudios varios

8) Fuentes literarias

Entre la producdon ensayfstica de acento sodologico existe un conjunto de trabajos que recoge la reflexion que el tema pobladonal desperto en distintos ambitos nacionales. En generai, se trata de analisis que encaran la conforma­ don estructural del pais, por lo comun atribufda a la pervivenda de sistemas y habitos mentales coloniales, cuya presencia se revela marcadamente en el régi-

Los testimonios literarios ocupan un modesto lugar en este repertorio. Una vez mas, la mirada hada la otra orilla del Plata es inevitable, aunque decepdo­ ne el cotejo con la torrencial producdon argentina sobre el tema: novela, cuen­ to, narradones costumbristas, teatro popular, reservan por contraste un vado desconcertante para el investigador que procure detectar en la literatura uru­ guaya una gama documentai similar. No existe por lo pronto en las fuentes uruguayas nada que refleje el ambiente o las tipos humanos que animan las novelas de Cambacères o Grandmontagne; inutil procurar las resonandas de aquella fìlosa picaresca rural donde se enfrentan las gringos y criollos de las mordaces historias de Payro; nada en fin comparable a las peripecias del

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6 D. TURCATTI, Breve descripci6n del Archivo de la Curia eclesicfstica del Arzobispado de Montevideo, en «Archivos de la Biblioteca nacional», l, 1987, pp. 101 -112 .

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Juan A. Oddone

ambiente orillero portefio, donde tanos y bacht'chas animan el colorido reperto­ rio del sainete, el tango y la Hrica lunfarda. Los testimonios literarios uruguayos acerca de la presencia migratoria se reducen a un escueto y palido registro. No puede sorprender después de todo que la dispar magnitud del fenomeno en los respectivos pafses, sobre todo a partir de los afios '80, se refleje puntualmente en la carga documentai de las respectivas literaturas. Escasos cuentos, algunos dramas y comedias, un reduci­ do numero de relatos costumbristas, rescatan un derto perfil vital del elemento italiano afincado en el medio. Mas que ningun otro creador, el dramaturgo Fiorendo Sanchez supo llevar a escena algunos de los conflictos mas caracterf­ sticos que implicaban el trasplante cultural y los contrapuestos estilos de vida de inmigrantes y criollos. 9) Asodadones ltalianas

Se han obtenido escasos resultados en la tarea de localizaci6n de los archivos pertenecientes a las numerosas asociaciones italianas establecidas en U ruguay desde 1860. La mayorfa de ellas ha desparecido y en las pocas que sobreviven generalmente la documentaci6n conservada no es la mas apetecible. Seria odo­ so encarecer aquf la importancia de tales asociaciones, tanto por sus orfgenes, sus variados objetivos, su acci6n solidaria y su incidencia directa sobre la vida de la colonia italiana. A falta de archivos donde se obtengan los registros de socios, los programas de actividades, los balances financieros, existen fuentes supletorias de imprescindible consulta: fundamentalmente la prensa colonial, pero también los informes consulares italianos, los diccionarios y publicaciones conmemorativas. Entre las pocas entidades aun existentes figura la Camera di commercio italiana, que conserva un repositorio significativo, dada la antigue­ dad de su documentaci6n, que remonta a 1884 7.

7 Bordoni sostenfa en 1 885 que «la colonia italiana di Montevideo è forse di tutte le altre . quella che conta nel suo grembo maggior numero di centri sociali in proporzione dei d'America, suoi abitanti». Cfr. G. BORDONI, Montevideo e la Repubblica del Uruguay, Milano, Dumolard, 1885, p. 163. El c6nsul del Reino de Italia se refìere en 1882 a estos centros con motivo de un atentado perpetrado por la polida uruguaya contra dos ciudadanos italianos. La protesta de la colectividad aparece en unon de sus informes suscrita por una extensa nomina de asociaciones. Cfr. Informe de E. Perrod al Ministero degli affari esteri, Montevideo, 24 de marzo de 1882, en ARCHIVIO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Roma, Serie politica, P, 225. l

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1 0) In/ormes de los c6nsules y ministros uruguayos en Italia

Como complemento de la correspondencia de los representantes italianos acreditados en Uruguay importa consultar la de otras representaciones extranjeras residentes en el pafs. Ni qué decir cuanto cabrfa esperar de una lec­ tura comparativa de los informes italianos, franceses y espafioles sobre el tema. Asimismo cabe agregar aquf los despachos de los agentes consulares y diplo­ maticos uruguayos acreditados en el reino de Italia, que pertenecen a los fon­ dos de relaciones exteriores incorporados al Archivo generai de la naci6n. Tales documentos aportan referencias discontinuas acerca del movimiento exportador italiano hacia Uruguay, documentado en los manifestos de carga que trasmiten los consulados uruguayos de Génova y Napoles. En cuanto al movimiento inmigratorio, el material es excelente aunque haya sido involunta­ riamente mutilado. Las series que informan sobre "expediciones " de familias agricultoras italianas contratadas al amparo de la ley de colonizaci6n uruguaya de 1880 originalmente contenfan cuadros y listas nominativas de las distintas familias embarcadas, donde se indicaba - segun la portadilla de cada carpeta su procedencia, los parentescos de cada grupo y la solvencia economica de que disponfan. Lamentablemente, los datos sustantivos que contenfan estos expe­ dientes, destinados a su procesamiento estadfstico, han sido retirados a ese fin de los legajos respectivos. Aun asf, se trata de un valioso conjunto de fuentes, practicamente inexplorado hasta hoy con referencia al tema inmigratorio.


Fonti per lo studio dell'emigrazione italiana in Uruguay

SALVATORE CANDIDO Fonti per !o studio de!!'emigrazione ita!t'ana in Uruguay

Ho ascoltato con il più vivo interesse la bella relazione del prof. Juan Oddone, studioso che apprezzo molto per i suoi studi e ricerche storiche sulle emigrazioni europee nei paesi rioplatensi. Sia consentito ad un antico operatore culturale in quei paesi, dove ha vissuto per oltre 1 0 anni, di riferir­ si brevemente a un paese, l'Uruguay, che gli è sommamente caro e ove ha operato quale direttore di quell'Istituto italiano di cultura e, per un intero anno scolastico, anche di quella scuola italiana, scuola di antiche origini e che godeva e gode di grande prestigio. Opportunamente il professore Od­ clone l'ha citata fra gli enti che potrebbero apportare sostanziali contributi per lo studio delle fonti dell'emigrazione italiana in U ruguay; lo stesso dicasi dell'archivio del Ministero degli affari esteri, citato dal relatore, che io ebbi l'opportunità di consultare con riferimento, per altro, all'esame di documen­ ti che si riferiscono al periodo più antico di quello, dal 1 870 in poi, che è oggetto dello studio di questo primo colloquio sulle fonti per la storia dell'e­ migrazione e precisamente per gli anni dal 1 842 al 1 848 che corrispondono al periodo della presenza di Garibaldi in quel paese. Ho avuto al riguardo l'opportunità di pubblicare, traendo li da detto archivio e dallo Archivo generai de la naciòn, documenti di notevole interesse sull'emigrazione italia­ na che ebbe, fra l'altro, stimolo ed appoggi dalla presenza in Genova di un console generale uruguaiano, J osè Mateo Antonini che era, pure, figlio di emigranti italiani. Io ritengo che l'archivio del Ministero degli affari esteri (Archivo hystorico y diplomatico del Uruguay), pur di difficile accesso, potrà continuare a fornire materiale prezioso ed abbondante per lo studio delle fonti alle associazioni ed enti di interesse italiano citati da Oddone. Mi sia consentito di aggiungere il nome di una delle più antiche istituzioni asso­ ciazionistiche che operano in Montevideo, il Circolo napolitano, e, fra gli enti associativi e di mutuo soccorso che operano nell'interno del paese, quel-

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li di Salto, Paysandù, Mercedes e di Colonia Valdense, che ci propone un ca­ ratteristico e significativo aspetto della emigrazione che si volge per stimoli ed interessi di natura religiosa.


Le fonti per la storia dell'emigrazione presso l'Archivio di Stato di Bergamo

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JUANITA SCHIAVINI TREZZI

tuiva un'innovazione, essendo già stato introdotto con la legge di coscrizione militare del 13 agosto 1802. Dobbiamo però alle disposizioni vigenti in mate­

Le fonti per la storia dell'emigrazione presso l'Archivio di Stato di Bergamo

ria, in particolare dopo l'emanazione nel 1876 del testo unico delle leggi sul reclutamento dell'esercito e del relativo regolamento, le annotazioni rilevabili sulle liste di leva e sui fogli matricolati circa l'assenza alla chiamata dei giovani emigrati all'estero 3. Fissato il principio che il cittadino soggetto alla leva non possa recarsi all'e­ stero se non previa autorizzazione del ministro della Guerra (normalmente rila­ sciata per delega da prefetti e sottoprefetti), il testo di legge passava ad elenca­ re (art. 20) quali individui fossero da iscriversi nelle liste di leva in quanto con­ siderati legalmente domiciliati nel comune. Tra questi

Diversamente da quanto accadeva nelle isole britanniche e nei Paesi tede­ schi e scandinavi dove il flusso migratorio per l'America aveva assunto rittni so­ stenutissimi già dal1820, in Italia l'emigrazione si mantenne assai vicina a quel­ la di ancien régime, per consistenza e tipologia, fin verso il1880. A partire da tale data assunse però una forte accelerazione fino a diventare un esodo di massa nel periodo tra il19 05 ed il1915 quando lasciò l'Italia una media di 600.000 persone all'anno, in larga parte dirette verso le Americhe e destinate ad aumentare la percentuale delle migrazioni definitive rispetto a quelle temporanee che avevano invece caratterizzato i secoli precedenti. I prodromi di questo cambiamento di tendenza si erano comunque già awertiti da almeno due decenni l e lo dimostra la preoccupazione del legislato­ re di tutelare le esigenze della leva militare regolamentando in maniera specifi­ ca il rilascio dei passaporti per le Americhe e le Indie dei giovani vincolati da obblighi militari 2. In generale il controllo sull'espatrio dei giovani soggetti alla leva non costi-

1

Già nel 1854-1855 troviamo che il pur "freddo" governo austriaco era costretto a segnalare le

speculazioni messe in atto da privati con l'offerta di contratti di lavoro in Brasile o di passaggi in America pagabili con prestazioni a bordo. ARCHIVIO DI STATO DI BERGAMO, I.R. Delegazione pro­

«i giovani il cui padre o tutore abbia domicilio nel comune nonostante ch'essi giova� ni dimorino altrove, siano (...)assenti, espatriati{..,)o figli d'un espatriato(... ) il cui ulti� ma domicilio fosse nel comune ( ... ) Sarà considerato come domicilio legale dell'indivi� duo nato e dimorante all'estero e cadente nella leva il comune ov'esso e la sua famiglia furono ultimamente domiciliati nello Stato».

Riguardo all'atterrimento della riforma, l'art. 81 consentiva che i residenti all'estero ed alla distanza di oltre 600 km dal capoluogo del circondario di appartenenza potessero essere autorizzati dal ministro della Guerra a far valere i loro diritti a riforma innanzi alla legazione od ai consolati più vicini. In caso di riconosciuta idoneità essi avrebbero poi dovuto presentarsi al consiglio di leva prima della chiusura delle operazioni mentre in caso di inabilità sarebbero stati rimandati alla leva successiva, con obbligo di presentarsi all'esame del consiglio (art. 82). Le spese per le visite all'estero erano poste a carico delle famiglie che le avevano promosse (art. 83 ). Infine l'art. 157 stabiliva che l'iscritto che senza legittimo motivo non si fosse presentato all'esame definitivo ed all'arruolamento nel giorno fissato sarebbe stato considerato e punito come renitente. Si è visto più sopra (v. nota 2) come dal1872 il regolare atterrimento del pas­ saporto non costituisse titolo giustificativo nei confronti dell'accusa di reniten­ za e diserzione e dell'applicazione delle relative sanzioni. n regolamento del1877 conteneva norme !imitatrici della libertà d'espatrio anche per i militari di I e II categoria in congedo illimitato i quali potevano

vinciale, b. 3218. 2 Si vedano il regolamento sul reclutamento del Regno di Sardegna approvato con decreto 31.3.1855, il r.d. 13.11.1857 sui passaporti ed il r.d. 30.3.1872 che abrogava alcuni articoli del regolamento sul reclutamento e stabiliva come il passaporto ottenuto sia dai giovani soggetti alla leva sia dai militari in congedo illimitato non costituisse titolo giustificativo per sottrarsi alle pene stabilite per renitenti e disertori in caso di inobbedienza alla chiamata di leva o alle armi.

3 n t.u. delle leggi sul reclutamento dell'esercito fu approvato con r.d. 26.7.1876, n. 3260. n regolamento per la sua applicazione fu invece emanato con r.d. 30.12.1877, n. 4252.


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]uanita Schiavini Trezzi

ottenere il passaporto previo assenso del sindaco del proprio comune e nulla osta del comandante del distretto militare. «Dell'accordata autorizzazione il comandante del distretto militare e il sin­ daco dovranno prender nota nei rispettivi ruoli matricolari accennando altresì il luogo dove il militare intende recarsi» (art. 620). Durante la permanenza all'estero vigeva l'obbligo di tener informato il conso­ lato italiano della propria dimora e di rimpatriare in caso di chiamata alle armi sotto pena d'essere dichiarati disertori (artt. 622-623 ) . Un notevole irrigidimento s i ebbe con l a legge sull'emigrazione 3 0.12. 1888 n. 5866 che sottraeva alle autorità locali il rilascio dell'autorizzazione a recarsi all'estero per i militari in congedo illimitato demandandolo invece al ministro della Guerra. Quanto ai giovani soggetti alla leva, i successivi regolamenti di applicazione di detta legge non introdussero innovazioni limitandosi a rinviare alle vigenti leggi sul reclutamento dell'esercito 4 . Un profondo ripensamento del problema, imposto certamente dal tumul­ tuoso evolversi del fenomeno migratorio nell'ultimo decennio del secolo, portò invece ad introdurre le radicali riforme inscritte nella nuova legge organica sul­ l'emigrazione 3 1 . 1 . 1901 n. 23 e nel relativo regolamento approvato con r.d. 10.7 . 1 901 n. 375, recepite anche dal r.d. 3 1. 1 . 1901 n. 36 portante norme sul rilascio dei passaporti. Risulta evidente l'atteggiamento decisamente più liberale del legislatore che manifesta nel consentire l'espatrio sia ai giovani soggetti alla leva (previa si autorizzazione rilasciata dal prefetto o dal viceprefetto) sia soprattutto ai mili­ tari già chiamati alle armi la cui posizione è regolata diversamente in base alla categoria e all'età 5. Agli iscritti nelle liste di leva residenti regolarmente all'estero veniva conces­ so di sottostare alla visita presso la legazione o il consolato più vicino ricono­ scendo alle risultanze della stessa pieno valore legale ai fini dell'arruolamento o della riforma. 4 Il regolamento d'esecuzione della legge 30.12.1888 sull'emigrazione fu approvato con r.d. 10.1. 1889, n. 5892. In seguito alle modifiche apportate con il r.d. 27. 1 1 . 1891 n. 652 si pervenne alla stesura del t.u. del regolamento approvato con r.d. 2 1 . 1 . 1892, n. 39. 5 L'art. l della legge 3 1 . 1. 1901, n . 23, stabilisce che l'emigrazione sia libera per la II e III cate­ goria e per i militari di I categoria in congedo illimitato di età superiore a 32 anni. Nel caso l'inte­ ressato abbia meno di 28 anni dovrà ottenere il permesso del comandante del distretto mentre se di età compresa fra 28 e 32 anni sarà sufficiente che notifichi la partenza al comandante del distretto. Tutte queste disposizioni sono recepite e confermate nell'art. 9 del successivo t. u. dei provvedimenti sull'emigrazione e sulla tutela giuridica degli emigranti emanato con r. d.l. 13. 1 1 . 1919, n. 2205.

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Per gli iscritti nati e residenti all'estero o espatriati prima del 16° anno d'età in America, Oceania, Asia (esclusa la Turchia), Africa (esclusi i domini e pro­ tettorati italiani, l'Egitto, la Tripolitania, la Tunisia, l'Algeria e il Marocco ossia la fascia dei Paesi affacciantisi sul Mediterraneo) veniva introdotta per la prima volta la dispensa dal presentarsi alle armi che decadeva in caso di rientro in patria ma diventava definitiva al compiménto del 32o anno d'età 6 , Si eliminava così l'ingiusto marchio di renitenza e diserzione che le preceden­ ti leggi attribuivano ai lavoratori italiani il cui rimpatrio era ostacolato da obiet­ tive difficoltà di viaggio (distanze, tempi di percorrenza, onerosità economica) 7. Al di là della questione specifica della libertà d'espatrio in rapporto al servi­ zio militare, il problema migratorio si impose sempre più nei primi decenni postunitari sia per gli effetti sociali ed economici proporzionali all'accrescersi del fenomeno sia per la drammatica evidenza di forme speculative di sfrutta­ mento degli emigranti. Fatta eccezione per la legge 2 1. 12. 1 873 n. 57 1 sul divieto di impiegare fan­ ciulli in mestieri girovaghi, non si ebbero però fino al 1888 interventi legislativi ma solo provvedimenti amministrativi del Ministero dell'interno sotto forma di circolari e ordinanze alle Prefetture, ai sindaci, alle autorità di polizia 8. Il tenore di queste disposizioni e il loro reiterarsi consentono di rilevare da un lato la loro sostanziale inefficacia, dall'altro il mutamento di indirizzi inter­ venuto nella compagine governativa tra il 1 873 , quando la circolare Lanza del 1 8 gennaio dava precise disposizioni per il contenimento del fenomeno («im­ pedire e denunziare l'emigrazione illecita», «infrenarla se lecita», «dissuadere ( ... ) dallo spatriare» anche pubblicando notizie sugli aspetti più dolorosi della

6 Legge 3 1 . 1 . 1901, art. 33. Nello stesso articolo disposizioni particolari riguardanti il caso di mobilitazione e speciali deroghe all'arruolamento per rientri temporanei. Il successivo art. 34 disciplina le facilitazioni (rinvii, dispense) previste per i missionari. 7 Taluni studiosi non hanno però mancato di rilevare come un elevato numero di persone evi­ tasse di rimpatriare proprio per non assolvere gli obblighi di leva. Il rigore degli impedimenti all'e­ spatrio sarebbe stato attenuato con la legislazione del l901 allo scopo di evitare partenze clande­ stine ed "esili a vita" ma anche per favorire l' esodo analogamente a quanto fu fatto con la manovra discrezionale delle istruzioni annuali di leva. Allo scoppio della prima guerra mondiale iniziarono i divieti di espatrio per i soggetti alla leva. L'amnistia concessa nel 1919 contribuì all'intensificazione dei rimpatri ma contemporaneamente agivano in senso opposto la liberalizzazione dei riservisti dal divieto di emigrare e l'allentamento dei controlli sul rilascio dei passaporti. E. SoRI, I:emigrazione italiana dall'unità alla seconda guerra mondiale, Bologna, Il Mulino, 1979, pp. 266 e 401-405. 8 C. FURNO, I:evoluzione sociale delle leggi italiane sull'emigrazione, Roma, Pontificio Ateneo Lateranense, 1958, pp. 14-18. Per un rapido quadro della legislazione successiva, dal 1888 al 1943, si vedano le pp. 20-49.


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vita degli emigranti) e la circolare Nicotera del 20.9. 1 876 che affermava come il governo «rimanendo fedele ai principi liberali adottati» fosse fermamente deci­ so a «non porre ostacoli all'emigrazione di italiani all'estero quando tale emi­ graziane sia naturale e sia conseguenza dello svolgersi dei bisogni individuali economici» . Quanto alle misure di protezione dallo sfruttamento non si andava oltre la repressione nei confronti delle agenzie di arruolamento abusive mentre la cir­ colare 28.4. 1876 dello stesso Nicotera aveva chiarito come il governo escludes­ se di voler accollare allo Stato le spese di rimpatrio di coloro che avessero ab­ bandonato incautamente il Paese. La legge del l 888, sollecitata dunque dall'incalzare degli avvenimenti, costi­ tul nonostante le manifeste carenze, il primo tentativo di tutelare l'emigrante intervenendo nei confronti dell'agente arruolato re e del vettore. Era l'avvio di una nuova legislazione che riflette lo sforzo di passare dalla "polizia dell'emigrazione" ad una "politica dell'emigrazione" cioè da una vec­ chia concezione fondata sul controllo di polizia e sulla beneficenza ad una visione in base alla quale si mira ad inserire l'emigrazione nella nuova politica del lavoro, a creare più efficaci strumenti di tutela degli emigranti e ad organiz­ zare una razionale rete di servizi «puntando non solo sull'azione di protezione e di assistenza dello Stato, ma sulla iniziativa dello stesso associazionismo, resa possibile dall'emergere di soggetti nuovi come i partiti e gli enti missionari» 9 , Il lavorio legislativo aperto nel 1901 (alle leggi già citate devono aggiungersi quella sui risparmi e le rimesse del 1 .2 . 1901 n. 24 ed il relativo regolamento approvato con r. d. 2 9 . 1 2 . 190 l n. 5 7 1 ) continuò ininterrotto nei primi due decenni del secolo attraverso una nutrita serie di decreti di modifica volti a perfezionare il sistema di garanzie istituite a tutela degli emigranti (si veda ad esempio la legge 2.8. 1913 n. 1075 sulla loro tutela giuridica) e culminati con l'emanazione del nuovo testo unico dei provvedimenti sull'emigrazione (r. d. 13 . 1 1 . 19 19 n. 2205 convertito in legge con la legge 17.4. 1 925 n. 473 ). Le analisi condotte sugli esiti degli interventi legislativi del 1901 hanno ben evidenziato tutte le lacune della struttura creata, le difficoltà di attuazione di molte tra le misure di tutela previste, l'ottica compromissoria che li aveva pro­ dotti e l'interpretazione distorta che talvolta ricevettero 10.

9 La struttura e ilfunzionamento degli organi preposti all'emigrazione (1901-1919) a cura di F. Gm­

SPO, Ministero degli affari esteri, Fonti per lo studio dell'emigrazione, vol. I, Roma 1985, p. XIX. 10 E. SoRI, I:emigrazione italiana. . . cit. p. 2,61 e sgg. e La struttura e ilfunzionamento degli orga-

ni... cit., pp. 1 -10.

Le fonti per

fuanita Schiavini Trezzi

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Tuttavia sulle carenze operative delle istituzioni pubbliche nel campo del­ l' assistenza e del patronato poterono innestarsi e fiorire numerosi organismi privati la cui validità veniva riconosciuta formalmente dallo Stato nel momento in cui si assegnava al Commissariato dell'emigrazione il compito di promuove­ re l'istituzione di patronati sia nel Regno che all'estero e la possibilità di rico­ noscere quelli già istituiti o da istituirsi per iniziativa privata, deferire loro alcu­ ne delle facoltà concesse dalla legge agli uffici dipendenti dal Commissariato stesso, proporre al ministro la concessione di contributi a loro favore a cadeo del fondo per l'emigrazione. Si prevedeva inoltre che il Commissariato potesse affidare speciali incarichi a società filantropiche o di mutuo soccorso e che nel proprio rapporto annuale al ministro dovesse segnalare «le benemerenze di coloro che nei comitati locali, nelle commissioni arbitrali, negli istituti di patronato degli emigranti ed in altri servizi gratuiti» si fossero particolarmente prodigati per il conseguimento dei fini voluti dal legislatore 11, Quasi del tutto assenti nell'Italia meridionale, questi organismi di patronato furono invece numerosi al nord e particolarmente attivi a Bergamo dove la Chiesa sviluppò un'intensa opera di assistenza attraverso la sezione "Pro­ tezione e difesa degli emigranti" istituita da Nicolò Rezzara all'interno del Se­ gretariato del Popolo ( 1 896) , il Consorzio di S. Francesco di Sales ( 1 898), il Se­ gretariato per gli emigranti ( 1 908) e la sezione locale, creata nel 1 9 12 , dell'O­ pera di assistenza degli operai italiani emigrati in Europa e nel Levante (detta comunemente Opera Bonomelli dal nome del vescovo fondatore) . Nelle valli si ebbe una vera fioritura di periodici parrocchiali destinati agli emigranti col proposito di offrire loro informazioni e orientamenti ma anche di mantenere i legami col paese e la parrocchia e, per loro tramite, con la fede e la moralità tradizionali 12. Accanto alle iniziative di matrice cattolica vi furono in Bergamo quelle pro­ mosse dall'Associazione generale di mutuo soccorso che nel 1 907 ideava il Consorzio per la tutela dell'emigrazione temporanea in Europa e nel 1 908 (con l'appoggio di Banca popolare, Banca bergamasca, Società Dante Alighieri, Lega navale e di altre associazioni) istituiva l'Ufficio di emigrazione che avreb-

11

R.d. 10.7. 1901, n. 375, art. 38.

la parrocchia. I periodici cattolici delle valli bergamasche (191 11915), in «Studi e ricerche di storia contemporanea», Rassegna dell'Istituto bergamasco per la sto­ 12 R. CAVATORTA, Gti emigranti e

ria del movimento di liberazione, 21 ( 1984), pp. 85-98.


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Juanita Schiavini Trezzi

be successivamente svolto la propria azione nell'ambito della sezione bergama­ sca della Società Umanitaria ( 1 9 1 1 - 1 925). Scorrendo le fonti conservate all'Archivio di Stato, si deve purtroppo con­ statare che tracce dell'attività di queste istituzioni, dati statistici, notizie sul" l'applicazione delle nuove disposizioni di legge sono reperibili esclusivamente nell'archivio della Camera di commercio della quale risalta anche in questo caso il ruolo di punto di riferimento, di osservatorio e di " cinghia di trasmissio­ ne" di dati, notizie, valutazioni e indirizzi tra la dimensione locale e l'ammini­ strazione centrale. Sembra interessante sottolineare che nei due decenni a cavallo del secolo gli organismi diretti della Camera di commercio mantennero nei confronti dell'e­ migrazione un atteggiamento fortemente critico motivato da preoccupazioni protezionistiche nei riguardi dell'industria bergamasca. Ne sono esplicita testimonianza due note indirizzate nel 1894/1895 al Mi­ nistero di agricoltura industria e commercio circa la richiesta di assistenti e direttori di filanda per la Cina. In esse la Camera di commercio ribadiva espli­ citamente la propria contrarietà a favorire, anche indirettamente, l'emigrazione di personale tecnico «nel timore che le notizie di un collocamento certamente proficuo in Cina possano allettare altri assistenti ad emigrare in quel lontano Paese; il che concorrerebbe indubbiamente a far migliorare la produzione cine­ se e quindi a far aumentare la concorrenza estera a danno delle nostre indu. stne . . . » 1 3 . Ancora nel 1908, a seguito di una richiesta di contributo a favore dell'Uf­ ficio emigrazione presentata dall'avvocato Luigi Sinistri (presidente dell'Asso­ ciazione generale di mutuo soccorso), il consiglio camerale deliberava «la sospensiva, essendo controverso se alla Camera convenga, in linea pregiudizia­ le, data la grande attività industriale della nostra provincia, di favorire comun­ que l'emigrazione degli operai all'estero» 1 4 . Del materiale documentario originato dall'applicazione delle norme emana­ te tra il 1888 ed il 1919 e che dovrebbe trovarsi nell'archivio della prefettura non si ha purtroppo alcuna traccia. Allo stato attuale dei lavori di riordino sono emersi solo alcuni dati statistici rilevati tra il 1878 ed il 1889 mentre è certo che la documentazione avrebbe dovuto presentare una notevole consi­ stenza sia per l'intrecciarsi di una fitta corrispondenza con il Commissariato

13 ARCH!VlO DI STATO DI BERGAMO, Camera di commercio, b. 383, fase. 180. 14 Ibid., fase. 183 .

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dell'emigrazione 15 sia per gli adempimenti richiesti alle prefetture dalle leggi ad esempio relativamente a rilascio passaporti, istituzione dei Comitati manda­ mentali o comunali, rilascio certificati di assenso per i rappresentanti dei vetto­ ri, ricorsi degli emigranti contro vettori o loro mandatari, attività della Com­ missione arbitrale giudicante le controversie tra vettori ed emigranti 16. Il completamento delle operazioni di riordino e inventariazione permetterà di raggiungere una piena cognizione dello stato delle carte ma alcune perdite appaiono irreparabili. Secondo le indicazioni di un elenco degli atti d'archivio proposti per lo scar­ to attorno al 1 955 è quasi certo che siano finiti al macero, tra l'altro: - «tutte le pratiche del Ministero degli affari esteri riguardanti concorsi, in­ formazioni su connazionali residenti all'estero, stranieri, consoli esteri in Italia fino al 1944». - «tutte le pratiche riguardanti il soppresso Ministero delle colonie ad eccezione dei fascicoli del personale». - «Ministero del lavoro: informazioni per collocatoti comunali fino al 1 950. Domande di occupazione fino al 1954, emigrazione ed immigrazione di operai fino al 1 954, tutti i sindacati del passato regime, bollettini e statistiche del lavo­ ro fino al 1 950». - «giornali e bollettini parrocchiali». L'atteggiamento di consenso se non addirittura di stimolo all'emigrazione manifestato dai governi liberali, si mantenne fino al 1 926 esplicandosi con modalità d'intervento già collaudate (ad esempio con perfezionamenti della legislazione in materia di tutela degli emigranti e con modifiche a quella sul

15 Già il t.u. del regolamento per l'esecuzione della legge sull'emigrazione approvato nel 1892 dispone (art. 29) che «delle informazioni che il Ministero dell'interno assumerà sulle condizioni igieniche, economiche e di sicurezza delle regioni per le quali si determina una corrente di emigra­ zione sarà data notizia ai prefetti ed ai sindaci che ne cureranno la pubblicità coi mezzi di cui dispongono ... ». I.:art. 56 del regolamento per l'esecuzione della legge del 1901 prescrive invece l'invio del ��Bollettino dell'emigrazione» edito dal Commissariato ai prefetti, sottoprefetti, com­ missari distrettuali, Camere di commercio, Capitanerie di porto, ispettori dell'emigrazione, Co­ mitati mandamentali e comunali e principali associazioni operaie. 16 L: art. 84 del r.d. 10.7. 190 1 , n. 375, che mandava in vigore la nuova legge sull'emigrazione ed approvava il relativo regolamento recita testualmente: «l:archivio della Commissione arbitrale e tutti gli atti e documenti relativi alle liti di cui agli articoli 26, 27, 29 e 30 della legge saranno affi­ dati alla custodia del consigliere di Prefettura membro della commissione e dall'impiegato che fa da cancelliere sarà tenuto, sotto la vigilanza dello stesso consigliere, un registro nel quale si indi­ cheranno: le domande presentate, la data della presentazione, il cognome e nome degli attori e dei convenuti, i documenti di prova e la data del provvedimento definitivo».


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rilascio dei passaporti) 1 7 ma anche assumendo forme nuove suggerite dall' otti­ ca di "valorizzazione" dell'emigrazione italiana con cui si iniziò a riconsiderare il fenomeno a partire dal testo unico del 1919. li progetto di valorizzazione, attuato con un crescente intervento pubblico nel settore, mirava a migliorare il livello culturale e professionale degli emigranti, a conferire loro maggior dignità e forza contrattuale, a canalizzarne il flusso e si manifestò con lo svolgersi di corsi di alfabetizzazione e formazione professiona­ le, la stipulazione di trattati di emigrazione e lavoro con vari Paesi e di contratti collettivi di lavoro tra il Commissariato (che andò così sempre più assumendo la gestione del collocamento dell'emigrazione) e gli imprenditori stranieri. In questo quadro si inserisce anche la creazione dell'Istituto nazionale di credito per il lavoro italiano all'estero (r.d. 15 . 12 . 1 923 n. 3 148) che avrebbe dovuto contribuire allo sforzo di valorizzazione consentendo di uscire dalle forme primordiali di espatrio di masse disorientate, pura forza-lavoro, per esportare invece maestranze guidate da quadri tecnico-direttivi e sorrette dai finanziamenti erogati dall'Istituto stesso. Certamente non fu estraneo a queste scelte il bisogno di fronteggiare le pesanti difficoltà sorte con l'intro­ duzione di misure fortemente restrittive delle immigrazioni da parte di Stati Uniti, Canada, Argentina, Australia ed altre nazioni tra il 192 1 ed il 1 925 1 8 , In realtà di fronte ad un mondo in progressiva chiusura, si rendeva necessa­ ria una vera e propria svolta politica che intervenne tra il 1 927 ed il 1929 quan­ do furono soppressi il Commissariato generale per l'emigrazione (sostituito

17 Si vedano: il r.d. 19.7. 1923, n. 1686, che autorizza il Ministero degli affari esteri ad assume­ re in via provvisoria dei delegati «incariçati di vigilare all'assistenza e tutela degli emigranti nella circoscrizione loro assegnata secondo le istruzioni che riceveranno dal Commissariato generale dell'emigrazione»; il r.d. 27.9. 1 923 n. 2 1 88, che a maggior protezione degli emigranti nelle tra­ smissioni di denaro da depositarsi nelle Casse di risparmio postali italiane, autorizza il Ministero delle poste ad affidare l'incarico di ricevere tali versamenti ad enti bancari italiani con sedi negli Stati Uniti d'America; il r.d. 23.9. 1923 n. 2655, il r.d.l. 4 .9.1924 n. 1695, e il r.d.l. 7.5 . 1 925 n. 7 18, sulla costruzione di ricoveri ed asili per emigranti nei porti d'imbarco e stazioni di transito; il d.m. 26.8. 1926 circa il trasporto degli emigranti sulle Ferrovie dello Stato; il r.d. 10.8. 1928 n. 2752 ( 198 del 1929) recante il regolamento per la sicurezza delle navi mercantili e della vita umana. Sui passaporti si vedano: il d.l.lgt. 18.5 . 1919 n. 1093, convertito nella legge 16.6. 1927 n. 985; il r.d. 2 1 . 1 . 1923 n. 228, per l'accelerazione delle pratiche di rilascio agli emigranti da parte delle questure; il t.u. delle leggi di bollo (r.d. 30.12. 1923 n. 3268) che dispone l'esenzione dal bollo per gli atti necessari all'ottenimento del passaporto per gli emigranti (esenzione poi revocata con r.d. 2 1 .6.1928 n. 1730). 18 E. Soru, Uemigrazione italiana cit., cap. X, pp. 401 e seguenti. ...

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dalla Direzione generale degli italiani all'estero, r.d.l. 28.4. 1 927 n . 628 ) , il Consiglio superiore e il Comitato permanente per l'emigrazione (r.d. 23 . 10.1927 n. 2 146), il Fondo autonomo per l'emigrazione, che venne incorporato nel bilancio dello Stato (r.d.l. 18.6. 1927 n. 1036), le giurisdizioni speciali per con­ troversie in materia di emigrazione, ricondotte invece alla competenza del giu­ dice ordinario (r.d. 1 1 .2 . 1 929 n. 358). Alla svolta " antiemigratoria" di quegli anni, confermata dalle nuove norme penali introdotte con la legge 24.7 . 1 93 0 n. 1270 contro l'emigrazione clandesti­ na (che tra l'altro elevava a reato l'eccitamento ad emigrare, fosse o meno a fini di lucro) corrisposero il rilancio della colonizzazione interna (verso le zone di bonifica e le aree spopolate del Sud e delle isole) e dell'espansionismo colonia­ le quali strumenti di assorbimento della sovrappopolazione agricola senza che venissero tuttavia preclusi eventuali sbocchi occupazionali all'estero purché a carattere temporaneo. La legge 9.4. 193 1 n. 358 recante norme per la disciplina e lo sviluppo delle migrazioni e della colonizzazione interna, prescrive infatti che il Commissariato possa «provvedere in accordo con il Ministero delle colonie ad agevolare le correnti migratorie verso le colonie italiane ( ... ) e, d'accordo con il Ministero degli affari esteri, l'avviamento di operai all'estero per lavori di carattere tem­ poraneo» (art. 12). A questa fase appartiene la documentazione conservata nell'archivio del soppresso Ufficio del medico provinciale circa i controlli sanitari sugli operai e le famiglie coloniche in partenza per l'Africa Orientale e la Libia e nell'archivio della Camera di commercio riguardo alla preparazione di tecnici ed alla costi­ tuzione dell'Ente per la colonizzazione della Cirenaica. Vi sono pure riconducibili i rapporti mensili sullo stato della disoccupazione trasmessi al Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna in adempimento dell'art. 3 della citata legge 358 del 193 1 . Un ruolo importante, riguardo a l movimento dei lavoratori verso le colonie, fu svolto fra il 1935 ed il 1 93 8 anche dall'Ufficio provinciale unico di colloca­ mento il cui archivio, aggregato a quello della Camera di commercio, appare (almeno ad un primo controllo) fortunatamente integro. L'Ufficio era sorto in applicazione del r.d. 18. 10. 1 934 n. 1 978 con il quale gli uffici di collocamento delle singole categorie di lavoratori aventi sede presso i sindacati (istituiti con r.d. 29.3 . 1 928 n. 1003 ) venivano trasformati in semplici sezioni professionali di un Ufficio provinciale di collocamento detto appunto "unico" avente sede presso l'Ufficio provinciale dell'economia corporativa (an­ tecedente dell'odierno UPICA). In effetti a Bergamo l'attività di collocamento fu avviata fin dal gennaio del


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1 935 in due locali al primo piano del palazzo consiliare di piazza Dante per essere trasferita pochi mesi dopo in un ampio locale a pianoterra, adiacente l'Ufficio anagrafe ditte 1 9, Lì rimase fino al 1 93 9 quando l'Ufficio unico cessò di funzionare per effetto del r.d. 2 1 . 12. 1 93 8 n. 1934 che riordinava radicalmen­ te la materia delegando l'esercizio del collocamento alle associazioni professio­ nali ed affidando al Comitato di presidenza del Consiglio provinciale dell'eco­ nomia corporativa compiti di sorveglianza e di coordinamento. La documentazione pervenutaci testimonia ampiamente l'azione svolta dall'Ufficio in linea con gli indirizzi governativi per l'avvio di lavoratori verso l'Africa Italiana ma non mancano significative tracce del persistere fino a tutto il 1937 di un flusso migratorio bergamasco verso la Francia e la Costa d'Oro (colonia britannica). Stimolanti suggestioni nascono dall'ipotesi di un intreccio non casuale, nel ventennio fascista, tra emigrazione di lavoro ed emigrazione politica. Progetto di ricerca al quale fornisce un contributo fondamentale la serie dei fascicoli delle persone sorvegliate dalla Questura in quanto "pericolose per la sicurezza nazionale" . Un'analisi sommaria rivela che quasi un terzo dei " sovversivi" sperimentò l'emigrazione, nella grande maggioranza dei casi diretta verso la Francia (oltre il 70% ) . Sarebbe tuttavia di estremo interesse verificare se questi due parame­ tri siano semplicemente in linea con quelli "fisiologici" dell'emigrazione di lavoro bergamasca nel periodo considerato o se vi siano delle variazioni signifi­ cative (nella percentuale degli emigranti e nella destinazione scelta) in rapporto alla posizione politico-ideologica e professionale degli interessati. Attraverso il controllo a campione di 494 fascicoli, pari al 28,7 % del totale, ho potuto infatti constatare che nei casi piuttosto rari in cui l'espatrio può esse­ re ricondotto con certezza a motivi politici, esso riguarda categorie ben definite (intellettuali, tipografi, funzionari di partito, insegnanti) anche se ovviamente valutazioni più precise potranno derivare solo da un'attenta analisi dei dati. Occorrerà infatti individuare i numerosissimi casi di persone poste sotto vigilanza per episodi di protesta verificatisi al tempo della prima guerra mon­ diale, poi espatraiate per lavoro ed infine rientrate senza aver mai dato luogo ad altri rilievi, nonché i frequenti casi di pregiudicati per reati comuni che si spostavano da un Paese all'altro per sfuggire alla legge. Né minor attenzione andrà riservata, prima di definire un quadro generale,

19 ARcHIVIO DI STATO DI BERGAMO, Camera di commercio, b. 788, fase. 65, "Verbale della sedu­ ta del comitato di presidenza 27.5 . 1 935 " .

L efonti per la storia dell'emigrazione presso l'Archivio di Stato di Bergamo

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al vaglio di fascicoli riguardanti persone i cui atteggiamenti antinazionali si ma­ nifestarono nel Paese ospite, cioè solo dopo l'espatrio, ed emersero su segna­ lazione dei consolati italiani o di confidenti della questura. Con lo scoppio della guerra l'unica direttrice aperta all'emigrazione rimase quella verso la Germania sotto forma di espatri semestrali volontari come pre­ visto dal trattato del 1 937 mentre andava componendosi un nuovo triste capi­ tolo della storia dell'emigrazione: quello del rimpatrio forzato e dell'interna­ mento di quanti furono colti dal conflitto in Paesi nemici o in territori divenuti teatro di combattimenti o nelle colonie rivelatesi ben presto indifendibili. Le prime avvisaglie si erano avute fin dal 193 9 quando il governo ritenne "urgente" e di "assoluta necessità" disciplinare l'istituzione e il funzionamento presso il Ministero degli affari esteri della Commissione permanente per il rim­ patrio degli italiani all'estero, allo scopo di "favorire, coordinare e facilitare, anche ai firii del collocamento, il ritorno in patria dei connazionali che ne ma­ nifestino l'intenzione" 20. I successivi interventi legislativi sull'assetto delle istituzioni preposte alla gestione del settore furono in tempo di guerra di modesta entità: registriamo qui la costituzione nel 1 940 dell'Ente di colonizzazione per gli italiani all'e­ stero 21 la cui funzione di "favorire nell'Africa Italiana la colonizzazione agrico­ la a mezzo di cittadini italiani provenienti dall'estero" obbediva alla necessità di offrire una prospettiva occupazionale ai connazionali il cui massiccio rimpa­ trio dovuto alle circostanze politiche avrebbe sovraccaricato il mercato del lavoro interno mettendone in crisi i fragili equilibri 22.

20 R. d.l. 5 . 1 . 1939, n. 306, convertito con modificazioni nella legge 15.5 . 1939 n. 965.

Con r.d.l. 1 1 .5 . 1941, n. 703 (convertito in legge con la legge 17.10.1941 n. 1406) il servizio relati­ vo al collocamento e all'assistenza dei rimpatriati dall'estero svolto dalla Commissione fu trasferito al Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione in quanto rientrante fra le attribuzioni di questo organismo. La Commissione permanente per il rimpatrio degli italiani all'estero fu soppressa con decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato (d'ora in poi DLCPS) 7.9.1946, n. 363. 21 Legge 25 .8.1940 n. 1 4 1 5 . Con successiva legge 1 4 . 12 . 1942 n. 1754, il campo d'azione dell'Ente fu ampliato sia geograficamente ai possedimenti e protettorati italiani ed a tutti quei ter­ ritori anche non africani «con i quali sono e saranno stabiliti intimi rapporti di collaborazione politica ed economica», sia nei compiti istituzionali. Esso avrebbe infatti dovuto favorire non solo la colonizzazione agricola ma anche l'esercizio di imprese o altre attività di carattere economico. L'E.C.I.E. fu posto in liquidazione con d.l.l. 22.2.1946 n. 324. 22 Altri interventi in campo istituzionale di minor rilievo furono attuati con il r.d. 12.7. 1940 n. 1 157 "Modificazioni della denominazione e dell'ordinamento degli Ispettorati ed Uffici dell'emi­ grazi ne nel regno", con il r.d.l. 16.1.194 1 n. 30 ed altri successivi, ad esso collegati per il commis­ sariamento dell'Istituto nazionale di credito per il lavoro degli italiani all'estero, con il r.d.l.


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Il progetto non poté avere l'esito sperato né ebbero grande incidenza altre iniziative per favorire l'occupazione in patria dei profughi 23 il cui dramma dovette perciò essere affrontato con una serie di provvidenze di tipo assisten­ ziale avviate a partire dal 1 94 1 e reiterate fino all'inizio degli anni Cinquanta. Per mezzo delle prefetture, dei comuni, degli E.C.A., furono erogati sussidi alle famiglie di emigrati ed internati in campi di concentramento quali prigio­ nieri di guerra civili impossibilitati ad inviare le consuete rimesse, furono corri­ sposti anticipi ai congiunti degli operai volontari in Germania, furono distri­ buiti soccorsi in denaro e generi di prima necessità a profughi ed ex internati rimpatriati. Le famiglie di impiegati presso aziende private in servizio nell'Africa Orien­ tale Italiana impossibilitati a rientrare per lo stato di guerra furono ammesse a godere di assegni mensili a carico dell'INPS 24. Nel dopoguerra ulteriori provvidenze furono disposte a favore di specifiche categorie, ad esempio con il pagamento tramite la Banca nazionale del lavoro delle rimesse non ancora liquidate ma a suo tempo versate in marchi dai lavo­ ratori italiani in Germania 25, con l'istituzione di una commissione per la con­ cessione di acconti sui danni di guerra subiti dai profughi da Venezia Giulia, Dalmazia e Dodecanneso 26, con l'estensione ai profughi dell'Africa Italiana dei benefici previsti per i reduci 27, con l'erezione in ente morale dell'Opera di assistenza ai profughi giuliano-dalmati e la concessione alla stessa di un contri­ buto di 500.000.000 di lire 28 , Fin dal 1944 (r.d.l. 29 maggio n. 137) si era provveduto ad istituire un Alto commissariato per l'assistenza morale e materiale dei profughi di guerra, a carattere temporaneo e con funzioni analoghe a quelle dell'organo omonimo

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attivato nel 1917: provvedere all'assistenza dei profughi civili internati o depor­ tati coordinare l'attività in tal senso di uffici, enti, pubbliche amministrazioni, ass ciazioni e comitati operanti nel settore, effettuare un censimento dei profu­ ghi e curarne la distribuzione nel territorio dell'Italia liberata. La necessità di coordinare meglio gli interventi in materia portò all'emana­ zione del d.l. 19.4. 1948 n. 556 2 9 che definì le categorie di cittadini cui potesse applicarsi lo status di profugo e le provvidenze ad esso correlate indicandone criteri e modalità di erogazione. In rapporto al formarsi di nuclei di documentazione presso gli ar�hivi l�c.ali (principale oggetto di queste note) va rilevato che la legge poneva l suss1d1 a carico dei Ministeri dell'Africa Italiana e dell'interno. Dopo l'accoglimento dell'istanza presentata dall'interessato ai citati dicasteri o agli Uffici provinciali dell'assistenza post-bellica (subordinato all'accertamento dei requisiti da parte degli organi di polizia), il pagamento dei sussidi avve�iva tr�mite �li E.C.A: (Enti Comunali di Assistenza) cui le prefetture formvano 1 fondt necessari ' accreditati periodicamente dai ministeri interessati. . Si comprende così come l'archivio della prefettura possa conservare la ncca documentazione indicata nel repertorio che segue. Alla fine del conflitto però, le difficoltà della ripresa produttiva e il concomi­ tante esubero della forza-lavoro riproponevano l'antico problema della disoc­ cupazione. Diventava necessario affiancare ai provvedimenti-tampone atti a superare la prima fase di emergenza, anche e soprattutto una seria riflessione politica che delineasse una strategia di risposta. Ancora una volta l'emigrazione venne percepita, a tutti i livelli, come una valvola di sfogo irrinunciabile. . . Mentre operai e lavoratori agricoli riprendevano la via dell'espatno, orgam­ smi come le Camere di commercio ne registravano il movimento constatando che «la migrazione della mano d'opera, oggi esuberante, verso altre zone de � Nazione e verso l'esterno costituisce l'unica soluzione possibile alla grave cns1 . che si attraversa» 30 . Consapevole di ciò il governo interveniva nel corso del 1946 con un'indagi-

.

27.2.1942 n. 3 16, che sanciva il passaggio del Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna alle dipendenze del Ministero delle corporazioni. 23 Si vedano ad esempio le disposizioni della legge 25.6. 1940 n. 1066, volte ad agevolare l 'iscri­ zione agli albi professionali del Regno dei cittadini italiani residenti all 'estero alla data del1' 1 . 1 . 1939 «che siano stati obbligati a rimpatriare a causa di contingenze politiche straordinarie . . .». n relativo regolamento di attuazione fu approvato con r.d. 17.4.1 94 1 n. 1269. 24 Si vedano in particolare il r.d.l. 3 . 10. 1941 n. 1345, ed il d.l.l. 14.6. 1 945 n. 509, recante "Norme per l 'assistenza e il collocamento dei profughi della Libia, Eritrea, Somalia, Etiopia e le famiglie di connazionali ivi residenti" . 25 D.l.l. 1.2. 1946, n . 94. 26 D.l. 25.3 .1948, n. 329, modificato con legge 23.2. 1950, n. 95, in modo da comprendere nel beneficio anche i profughi della provincia di Pola. 27 D.l. 26.2.1948, n. 104. 28 D.p.r. 27.4. 1949, n. 295. Legge 4.1. 1 95 1 , n. 6.

29 Modificato con legge 1.3. 1949 n. 5 1 . I trattamenti assistenziali in esso previsti furono proro­ gati una prima volta fino al 3 1 .12. 1949 con legge 1 .8.1949 n. 453, e poi nuovamente fino al 30.6. 1950 con legge 5 . 1 .1950 n. l . 3 0 Camera di commercio di Bergamo, Consulta economica, Sezione lavoro: verbale della seduta 17.4. 1946, in Archivio di Stato di Bergamo, Camera di commercio, b. 942, cat. XV, fase. 94b.


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ne sulle migrazioni promossa dalla Commissione del lavoro presso il Ministero per la Costituente retto allora da Pietro Nenni e con l'istituzione presso il Mi­ nistero degli affari esteri della Direzione generale dell'emigrazione tuttora ope­ rante (d.m. 20. 12. 1 946) 3 1 , Ma soprattutto si faceva ancora una volta ricorso allo strumento legislativo quale leva in grado di stimolare il flusso migratorio verso l'estero. Veniva così cancellata la politica di contenimento portata avanti nel ventennio fascista (in particolare dopo il 1 927) riprendendo indirizzi di controllo, tutela e sviluppo già sperimentati nel passato, nel rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana pubblicata il 27 . 12 . 1947 che «riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero» (Tit. III, art. 35). La relazione introduttiva al progetto di legge presentato il 3 0.5. 1 949 col tito­ lo "Istituzione del Consiglio superiore dell'emigrazione" (che però non giunse alla discussione da parte delle Camere) traccia alcune linee programmatiche chiarificatrici al riguardo: «Se da una parte è avvertita la necessità di agevolare l'afflusso di masse di lavoratori italiani all'estero e di aprire nuovi sbocchi alle correnti della nostra emigrazione, dall'al­ tra non possono essere ignorate né la necessità di una vigile assistenza sociale a questi lavoratori, né quelle di una selezione preventiva di essi in funzione dei bisogni della produzione nazionale e della capacità di assorbimento dei mercati stranieri mentre da parte dello Stato il fenomeno migratorio va costantemente seguito in armonia con le relazioni internazionali d'ordine più propriamente politico» 3 2 .

I provvedimenti legislativi adottati tra il 1946 ed il 1 950 si collocano di fatto proprio in questo scenario in quanto riguardano: l'attività dei vettori 33, il ser­ vizio dei commissari di bordo 34, lo stanziamento di fondi per l'assistenza dei lavoratori 35 e per la concessione tramite l'I.C.L.E. di speciali finanziamenti 31 I suoi compiti sono brevemente illustrati in C. FURNO, I:evoluzione sociale. . . cit., pp. 57-58. 32 Ibid., p. 59. 33 Decreto del Capo provvisorio dello Stato (DCPS) 13 . 1 1 . 1947 n. 1503 , con cui viene abroga­ to il r.d. 23 .10. 1927 n. 2260, sul numero e la circoscrizione circondariale dei rappresentanti dei vettori di emigranti. D.p.r. 2 1.5. 1948 n. 829, che concede ai vettori la facoltà di istituire loro rap­ presentanze in Comuni non capoluogo di Mandamento. 34 D.p.r. 18.5. 1948 n. 1697, sulla riorganizzazione del servizio dei commissari governativi. a bordo delle navi che trasportano emigranti in Paesi transoceanici. 35 DLCPS 9.8.1946 n. 181: assegnazioni straordinarie per il reclutamento, avviamento e assistenza dei lavoratori destinati all'estero e per gli studi, ricerche e rilevazioni sui mercati di lavoro all'estero.

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destinati a favorire l'emigrazione 36 e infine, ma di primaria importanza, la sti­ pulazione di accordi internazionali sia di carattere generale (come quelli siglati con Argentina, Svezia, Cecoslovacchia, Svizzera, Australia, Brasile), sia relativi a specifiche attività produttive (es. con la Gran Bretagna per addetti alle fonde­ rie, con Francia ed Olanda per minatori, col Lussemburgo per operai agricoli) 37. Nella provincia di Bergamo l'Ufficio provinciale del lavoro registrava una cre­ scita esponenziale di espatri passati dai 5 82 del 1952 ai 1004 del 1953 , ai 3 2 1 0 del 1 954, formati prevalentemente d a addetti all'edilizia e all'agricoltura, boscaioli e minatori e in grandissima maggioranza diretti verso le tradizionali mete europee (Francia, Svizzera, Belgio) . Un'emorragia di forza-lavoro stigmatizzata dal «Giornale del Popolo» con un intervento a firma Politicus che ben riflette il punto di vista del ceto im­ prenditoriale del quale la testata era espressione: «L'emigrazione si presenta come un'espulsione di ricchezza dal corpo della Nazione ( ... ) Le autorità, l'opinione pubblica, dominate dai pressanti problemi del momento, spingono all'emigrazione e non tengono conto delle conseguenze ( . . . ) Emigrano e si fis­ sano al lavoro fuori patria i buoni, i volenterosi, i tenaci: i cattivi, gli indolenti, i volubili ng ( ... ) In patria restano quelli che chiedono allo Stato di diventare un immenso istituto di beneficenza, di previdenza e di assistenza alla vecchiaia ( . . . ) Emigrazione sì quando è ridotta, qualificata e legata alla madrepatria: emigrazione di cervelli di aziende per intenderei, ma non più emigrazione di massa» 3 8 .

DLCPS 23.8.1946 n. 201: norme per la concessione di un sussidio straordinario a favore dei lavora­ tori italiani arruolati per prestare la loro opera all 'estero. n periodo di erogazione del sussidio ivi previsto è stato prorogato ad un massimo di 120 giorni con successivo DLCPS 18.1. 1947 n. 193 . 36 Legge 10.8. 1950 n . 7 17. 37 Tra il 1947 ed il 195 1 i contatti internazionali volti ad assicurare condizioni vantaggiose per lo sviluppo delle migrazioni ed il trattamento dei lavoratori italiani all'estero furono molto intensi. Accordi di carattere generale furono siglati con Argentina (legge 13 . 1 1 . 1 947 n. 1452), Svezia (legge 16.12. 1947 n. 1621), Cecoslovacchia (legge 10.4. 1948 n. 640), Svizzera (legge 10.12. 1948 n. 1659), Australia (legge 10.6.1951 n. 576), Brasile (legge 26. 1 1 . 1 95 1 n. 1592). Altri accordi di carattere più specifico riguardarono il reclutamento di operai italiani da impiegare nelle fonderie del Regno Unito (legge 13.4. 1948 n. 935), il trasferimento in Lussem­ burgo di mille operai agricoli (d.p.r. 20. 1 . 1949 n. 423 ), il pagamento delle rimesse degli operai italiani in Francia (d.p.r. 20.10. 1949 n. 1061), l'arruolamento di operai per le miniere olandesi (d.p.r. 23 . 1 1 . 1 949 n. 1 136), l 'immigrazione di lavoratori italiani nella Sarre (Francia) (d.p.r. 11.1.1950 n. 282). 38 «Giornale del Popolo» del 16.5. 1954, p. 6 (copia in ARcHIVIO DI STATO DI BERGAMO, Came­ ra di commercio, b. 1 195, cat. XV, fase. 145).


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L'auspicio era destinato ad avverarsi di lì a pochi anni quando, ormai tra­ montato il tempo dei bastimenti diretti verso l'America della speranza, d si trovò però al centro di un fenomeno non meno drammatico, gravido di proble­ mi e conseguenze: l'esplosione della mobilità interna con l'emigrazione defi­ nitiva verso il triangolo industriale di milioni di lavoratori delle regioni meri­ dionali.

2° COLLOQUIO SULLE FONTI PER LA STORIA DELL'EMIGRAZIONE

l}emigrazione italiana in Europa 1870-1970

Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II 29-3 1 ottobre 1990


PROGRAMMA 29 ottobre 1 990

Ore 9,30, Saluti. Renato Grispo, Direttore generale per i beni archivistici: Introduzione. Giovanna Tosatti, Archivio centrale dello Stato: Fonti nell'Archivio centrale

dello Stato.

Giuseppe Mesoraca, Ufficio centrale per i beni archivistici: Rapporto riassunti­

vo sulla tipologia di/onti degli istituti archivistici.

Salvatore Palese, Associazione archivisti ecclesiastici: La tipologia delle fonti

ecclesiastiche.

Antonello Biagini, Università degli studi "La Sapienza" ed Ezio Ferrante, Uni­ versità degli studi di Bari: Le fonti negli archivi militari. Giovanni Paoloni, Archivio centrale dello Stato: Le inchieste parlamentari Ore 15 ,00 Michel Dreyfus, CEDEI: Fonti pubbliche e private sull'emigrazione italiana in

Francia. Ségolène de Dainville-Barbiche, Archives nationales de France: Fonti nelle

sezioni moderna e contemporanea degli archivi nazionali francesi. Bernard Gildas, Archives de France: Fonti negli archivi dipartimentali francesi. Paola Corti, Università degli studi di Torino: Fonti ed archivi per una storia del­ l'emigrazione italiana nell'area parigina. Ada Lonni, Università degli studi di Torino: Emigrazione z'taliana nella provin­ cia francese; archivi pubblici e privati. Luigi Taravella, CIEMI: Strutture di assistenza all' emigrazione italiana in Francia.


I:emigrazione

222

Programma

italiana in Europa

223

30 ottobre 1990

ed arti: Luigi Luzzatti e l'e­ Zeffiro Ciuffoletti, Istituto veneto di lettere, scienze

Ore 9,00

emigrazione ebraica Micaela Procaccia, Ufficio centrale per i beni archivistici: I:

Mauro Cerutti, Università degli studi di Ginevra: Le /ontt' nell'Archivio federale

o I:emigrazio ne meri­ Costanzo Casucci, ANIMI - Biblioteca Giustino Fortunat

migrazione.

dall'Italia in Europa dopo il 1938: fonti e problemi.

svizzero.

Mare Vuilleumier, Università degli studi di Ginevra: Fonti con/ederalt; cantona­

li e comunali svizzere. Michel Dumoulin, Université catholique de Louvain: Le fonti in Belgio. Hans Walter Herrman, Archivi pubblici della Saar: La tipologia delle fonti

dionale nella documentazione e raccolta libraria dell'Associazione. Repertorio di Fab rizio Dolci, Biblioteca di storia moderna e contemporanea: . mondiale guerra a e periodid di varia umanità tra fine secolo l

negli archivi pubblicz; comunali ed ecclesiastici di un Land tedesco

Lucio Sponza, Politecnico della Centrai London: Fonti sull'emigrazione italia­

na nel Regno Unito.

Erina Russo de Caro, Corte dei conti:

I:emigrazione

in Portogallo nel periodo

del nuovo Regno d'Italia.

Roberto Pellegrini, Archivio storico Ministero affari esteri: Note sulle colletti­

vità e consolato d'Italia in Salonicco. Ore 15,00 Pier Paolo Dorsi, Archivio di Stato di Trieste: Trieste come luogo di destinazio­

ne e di accoglienza per l'emigrazione verso l'Austria fino al 1914.

Klaus Jaitner, Archivi storici delle Comunità europee: Fonti negli archivi storici

delle Comunità europee.

dell'INPS.

Marcella Lega, INPS: Per un approccio metodologico di ricerca nel Data Base Lia D. Baldissarro, Soprintendenza archivistica per la Calabria: Il reparto liqui­

dazioni pensioni settore convenzioni internazionali dell'INPS di Reggio Calabria quale possibile fonte di indagine. Gian Fausto Rosoli, Centro studi emigrazione Roma: I: Opera Bonomellz'. Giovanna Negri, Società Umanitaria: L'ufficio emigrazione dell'Umanitaria: Fonti documentarie e a stampa. ·

31 ottobre 1990 Ore 9,30 Sergio Mellina, Dipartimento di salute mentale USL 5: Gli archivi degli ospeda­

li psichiatrici come possibile /onte storica dell'emigrazione italiana.

Il colloquio è stato organizzato con la collaborazione dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano - Comitato di Roma, e con il contributo del CNR.


GIOVANNA TOSATTI

Fon ti nell'Archivio centrale dello Stato

Inizierò la mia comunicazione aggiungendo alcuni dati statistici ai tanti già disponibili in materia di emigrazione: essi riguardano le consultazioni di fondi dell'Archivio centrale dello Stato a proposito di emigrazione e sono stati rileva­ ti dalla Bibliografia dell'Archivio centrale dello Stato 1 e dallo Schedario degli stu­ diosi. È risultato che nessuna pubblicazione sul tema "emigrazione" nel perio­ do 1953 -1968 ha utilizzato le fonti dell'Archivio centrale dello Stato; nel suc­ cessivo decennio 1 969- 1978, hanno attinto alle fonti documentarie dell'Istituto per questo tema 26 pubblicazioni, di cui soltanto quattro dedicate all'Europa, o meglio alla Francia. Per gli anni successivi, non potendo disporre ancora della Bibliografia della quale è quasi terminato l'aggiornamento fino al 1985 - e dovendo utiliz­ zare lo Schedario degli studiosi, ho scelto come campione il triennio 1986- 1988: in quel periodo le ricerche - in questo caso si parla di ricerche e non di pubbli­ cazioni - sul tema "emigrazione" sono complessivamente 24, di cui 15 relative all'Europa e tre soltanto sull'emigrazione transoceanica (le altre hanno caratte­ re generale): delle 15 ricerche sull'Europa ben 13 riguardano ancora la Francia ed in particolare l'emigrazione politica, una la Svizzera e la Germania. Se ne può dedurre che negli ultimi anni la proporzione tra il numero di studi sull'e­ migrazione in Europa e su quella transoceanica sta cambiando: tuttavia le potenzialità di studio offerte dalla documentazione dell'Archivio centrale dello Stato mi sembra siano ancora quasi del tutto da sfruttare.

l MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, Bibliografia dell'Archivio centrale dello Stato (1953-1978) a cura di S. CAROCCI, L. PAVONE, N. SANTARELLI, M. TOSTI CROCE, coordinamento di

M.

PICCIALUTI CAPRIOLI, Roma 1986 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Sussidi, 1).


226

Giovanna Tosatti

Fonti nell'Archivio centrale dello Stato

L'unica eccezione, come si è detto, dal punto di vista sia della produzion� bibliografica che dell'utilizzo delle fonti archivistiche, è costituita dalla Francia: . in questo settore, come è ben noto, sono in fase molto av�nzata mdagin,i . approfondite (basate sull'integrazione di fonti italiane e f�ancesl), che stud1a�o . la geografia delle partenze e degli arrivi, e che approfondiscono molti aspetti e problemi dell'integrazione degli italiani nella �ociet rancese e della loro cultu­ ra, lingua, vita associativa, stampa2. Anche l �r.chlvlo �entrale de o Stat? ha dato il suo contributo a questi studi, ed ha stabilito con il CEDEI, m occasiOne della ricerca sull'emigrazione italiana in Francia negli anni Venti, una collabo­ razione che prosegue con la pubblicazione ormai prossima di un volume foto­ ' grafico nato dalla mostra sullo stesso tema realizzata a Parigi presso l'Istituto italiano di cultura. L'emigrazione in Europa, pur seguendo un andament� P.iuttost? co�tante nell'intero periodo dell'unità italiana, ebbe i suoi momenti d1 maggiOre Inten­ sità nel primo decennio del Regno e poi, soprattutto, nel secondo dopoguerra; essa si distingue da quella transoceanica per il suo caratter� tem?oraneo .� . . addirittura stagionale, ed in questa ottica assume particolare rilievo il tema de1 rientri e del reinserimento degli emigranti nella società di origine. A questo proposito, vorrei citare ad esempio i cospicui fas�icoli che riguar ano il rim­ . . patrio degli emigranti dalla Francia in tre diversi momentr, stonc1: nel 1894, . dopo l ' assassinio del presidente C arnot ad o ? e ra ell anarchico S �nte . Caserio3 e poi allo scoppio delle due guerre mond1ali4; s1 possono anche n�or­ dare i fascicoli riguardanti il rientro di emigranti dall'impero austro-unganco� dagli stati balcanici e dalla Russia nel 1 9 10 , � onservati n:l onda dell � Direzione generale della sanità pubblica5, dove 1l problema e visto, cor:ne e . . ovvio, sotto il profilo della prevenzione sanitaria, o anc? ra l �asclcoh d:l . Ministero del lavoro e della previdenza sociale sul rientro m Italia degli eml:

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granti nel secondo dopogue rra6: a questo proposit o, nello scorrere alcuni elenchi forniti dagli uffici del lavoro tedeschi, sono rimasta particolarmente colpita dalla motivazione del rimpatrio degli italiani, che nella maggior parte dei casi è piuttosto generica (per esempio " rottura di contratto " ), ma che può essere in qualche caso anche la "nostalgia" . Particolarmente cospicua risulta la documentazione concernente il periodo della II guerra mondiale, durante la quale continuò ininterrottamente (tra il mese di giugno 1 940 e il settembre 1943 ) il rimpatrio degli italiani dalla Francia o attraverso la Francia, testimoniato, nelle carte della Pubblica sicurezza, da una serie numerosissima di elenchi - riempiono ben sette faldoni - in parte anche molto dettagliati, in cui i nomi dei rimpatriati sono seguiti dalla data di nascita, il mestiere, la composizione del nucleo familiare, l'eventuale percepimento di un sussidio, la località di provenienza o di internamento e spesso la destinazione in Italia?. Per gli anni immediatamente precedenti, ancora dalla documentazione della Pubblica sicurezza emerge, da parte governativa, la preoccupazione di faci­ litare il collocamento dei connazionali rimpatriati per la leva, i quali, decisi a restare in Italia, si trovavano di fronte a difficoltà di ordine burocratico8• Per quanto riguarda gli uffici competenti in materia di emigrazione, si può notare che nonostante l'istituzione del Commissariato generale per l'emigrazio­ ne, avvenuta, come è noto, nel 1 90 1 , alcune attribuzioni rimasero al Ministero dell'interno; a parte la Direzione generale della sanità pubblica - alla quale ho accennato precedentemente e su cui si è soffermata la mia collega Patrizia Ferrara in occasione del convegno dell'anno passato -, la Direzione generale della pubblica sicurezza dal 1 862 al 1 943 ebbe ininterrottamente competenze non circoscritte soltanto agli aspetti politici dell'emigrazione. In particolare, con la riforma amministrativa voluta da Crispi nel 1 887, fu istituito un ufficio ­ rimasto però soltanto sulla carta - che doveva occuparsi esclusivamente di polizia dell'emigrazione, per la sorveglianza sulle agenzie di emigrazione e navigazione, le licenze per le imprese di emigrazione o colonizzazione, i passa­ porti, la raccolta di materiale per la statistica; tali competenze, attribuite poi ad

,

2 Si ricorda, a questo proposito, il volume pubblicato dal Centre d'étu es et de documentatio� sur l 'immigration italienne, r;immigration italienne en France das les annees 20 (actes du colloqu,� franco-italien, Paris 15-17 octobre 1987), Paris 1988. 3 Cfr. ACS, Carte Crispz; Deputazione storia patria di Palermo, fase. 684/5. . 4 Cfr. ACS, Min. interno, Dir. gen. p . s., Div. AA.GG. RR., cat. A5G I guerra mondzale, fase. 139/1· ibid. cat. A5G II guerra mondiale, bb. 391-397, fase. 49; b. 4 16, fase. 103 . 5 fr. A S Min . interno, Dir. gen. sanità pubblica 1882-1915, b. 290; i fascicoli contengon� dati analitici per rovincia e dati riassuntivi, relazioni degli ufficiali medici in servizio alla frontiera e corrispondenza sui provvedimenti presi per il controllo sanitario. Cfr. anche, ibid., 1910-1920, bb. 164- 165 i fascicoli sul servizio di vigilanza sanitaria dei profughi e dei rimpatriati, e bb. 167 e 167. bis, i fas icoli riguardanti prigionieri e profughi che rientrano in Italia.

C

è

6 Cfr. ad esempio ACS, Min lavoro e previdenz . a sociale, Dir. gen. collocamento della manodope­ ra, Div. VIII "Accordi di emigrazione verso paesi comunitari", b. 8, fase. 24 "Emigrazi one italiana

,

·

227

.

··

in Germania. Lavoratori rimpatriati", in cui sono contenuti elenchi nominativi forniti dagli uffici del lavoro tedeschi con la generalità del lavoratore, il mestiere e i motivi del rimpatriato; ibid., b. 27, fase. 83 "Rimpatri di emigranti attraverso i consolati italiani all'estero" . 7 Vedi nota 4. 8 Cfr. ACS, Min. interno, Dir. gen. p.s., Div. AA.GG. RR. , Massime, cat. C9, fase. 3 . .


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Fonti nell'Archivio centrale dello Stato

Giovanna Tosatti

un'altra sezione, furono successivamente assunte dalla Divisione polizia, nella . ·· cui documentazione sono infatti conservati i fascicoli su questa materia9. Anche per quanto concerne le carte della Divisione affari generali e riservati della stessa Direzione generale della pubblica sicurezza - la divisione che nel periodo fascista era preposta specificamente alla tutela dell'ordine pubblico e alla prevenzione e repressione dei reati politici -, non necessariamente la docu­ mentazione conservata attiene ad attività politica ed antifascista. Infatti, a parte alcuni fascicoli relativi a problemi di carattere generale sulle naturalizzazioni, la concessione di passaporti, gli accordi internazionali, la leva per i connazionali all'esterolo, se si guarda, solo per portare un esempio fra i tanti possibili, ad una delle serie più ricche, ossia quella delle "Associazioni" , si rileva che essa contiene molta documentazione relativa ad associazioni, federazioni, comitati antifascisti e non, che in Gran Bretagna, Svizzera, Francia, Austria, Belgio, riu­ nirono gli italiani espatriati o si occuparono della loro assistenza, ed anche le testimonianze su aspetti particolari, per esempio le scuole per i figli degli emi­ granti, o le organizzazioni per il reclutamento dei lavoratori all'esteroll. Gli stessi fascicoli del Casellario politico centrale, che grazie all'elaborazione elettronica possono essere selezionati secondo le esigenze di ogni nuova ricerca e che contengono non soltanto la documentazione prodotta dalla polizia, ma anche i documenti e la corrispondenza intercettati o censurati, e dunque le testimonianze non mediate dell'attività degli schedati, vengono oggi spesso uti­ lizzati in serie per uno studio dell'emigrazione sotto il profilo non solo politico, ma anche economico e socialel2. Dal momento che le ricerche sull'emigrazione ·

9

Cfr. Min. interno, Ordinamento del ministero e attribuzioni de' vari uffici, Roma 1887, in ACS, Carte Pisani Dossi, se. 28. fase. 65. L'ufficio a cui si fa riferimento è la Sezione III della Divisione

V; le competenze sull'emigrazioni furono poi assunte dalla Sezione II della stessa divisione e suc­ cessivamente dalla Sezione III (polizia amministrativa e sociale) della Divisione polizia. IO Cfr. ACS, Min. interno, Dir. gen . p.s., Div. AA. GG. RR. , Massime, cat. C6 "Cittadinanza" contenente fascicoli sulle naturalizzazioni; cat. C9 "Connazionali residenti all'estero"; cat. E4 "Emigrazione"; cat. P3 "Passaporti" ; cat. T7 "Trattati". Cfr. anche ACS, Min. interno, Dir. gen. p.s., Div. polizia, cat. 1 1900 "Emigranti" con fascicoli di affari generali (ad esempio sulla conces­ sione di passaporti, l'emigrazione clandestina, l'emigrazione verso i diversi paesi...) e fascicoli per­ sonali intestati ad emigranti; ibid., ca t. 14800 "Emigrati rimpatriati e sussidi agli indigenti". Per gli stessi temi si può anche consultare la serie di affari generali della Divisione polizia politica della Direzione generale della pubblica sicurezza. I l Cfr. ACS, Min . interno, Dir. gen. p.s., Div. AA.GG.RR ., cat. G1 "Associazioni in Italia e all'e­ stero", relativa agli anni 1912-1945; Cfr. ad esempio F. Ramella, Biografia di un operaio antifascista: ipotesi per una storia sociale dell'emigrazione politica, in Les italiens en France de 1914 à 1940, sous la direction de P. Milza, Roma 1986, pp. 385-406.

12

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italiana in Francia hanno dimostrato in maniera chiara e ricorrente che non è possibile distinguere nettamente tra emigrazione politica e da lavoro, si può pensare di utilizzare non soltanto i fascicoli del Casellario politico centrale, ma tutta la documentazione raccolta dalla polizia a fini di controllo dell' emigrazio­ ne politica, anche per gli studi a carattere sodo-economico su questo tema. Se fino al periodo del secondo dopoguerra non ci sono serie archivistiche, presso l'Archivio centrale dello Stato, che attengano esclusivamente all'emigra­ zione (in quanto non esistevano, al di fuori del Ministero degli affari esteri, uffici dell'amministrazione centrale che avessero esclusivamente competenze in materia di emigrazione) , la situazione muta negli anni più recenti, che sono anche quelli, come ho detto all'inizio, che più interessano per l'emigrazione in Europa. Infatti il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, istituito nel 1945 , comprendeva nell'ambito della Direzione generale del collocamento della manodopera, due divisioni, l'ottava e la nona, competenti rispettivamente per gli accordi di emigrazione verso paesi comunitari ed extracomunitari. La documentazione versata all'Archivio centrale dello Stato è relativa agli anni 1943 - 1957 e in ambedue i casi è organizzata in fascicoli corrispondenti ai paesi di emigrazione, a parte numerosi fascicoli di carattere generale con notizie riguardanti i più diversi aspetti della materia: conferenze internazionali e con­ gressi nazionali, corsi professionali per gli emigranti, enti e comitati di assisten­ za, notiziari e bollettini per gli emigranti, dati statistici, rimpatri. Per chi poi volesse studiare il fenomeno rapportandolo alle regioni di par­ tenza degli emigranti, in una serie della Direzione generale del personale e affa­ ri generali dello stesso Ministero del lavoro13 sono comprese, per ciascuna regione, relazioni semestrali o annuali riguardanti l'attività dei vari Servizi di emigrazione funzionanti presso ogni Ufficio provinciale del lavoro e della mas­ sima occupazione: queste relazioni, oltre a riportare i dati, contengono osserva­ zioni sulle cause del fenomeno e notizie sul reclutamento della manodopera, sui rimpatri ecc., in quanto i centri di emigrazione provvedevano al raggruppa­ mento, alloggiamento, vittuazione e assistenza in genere dei lavoratori che emi­ gravano e rimpatriavano. Il valore di questa documentazione, già di per sé così ricca, risulta ancora più accresciuto dalla possibilità di leggerla in un contesto notevolmente più ampio, dal momento che, pur trattandosi di un periodo· molto recente della nostra storia, presso l'Archivio centrale dello Stato è già ora possibile disporre

1 3 Cfr. ACS, Min. lavoro e previdenza sociale.


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Giovanna Tosatti

su questo argomento di documentazione prodotta anche da altre amministra­ zioni: vorrei ricordare i fascicoli della Divisione polizia amministrativa e sociale della Pubblica sicurezza, che riguardano il periodo 1 93 8- 1975, nei quali ritorna ancora una volta, ad esempio, il tema del rimpatrio, con particolare riferimento ai sussidi concessi agli indigenti14, e soprattutto la cospicua documentazione della Presidenza del Consiglio dei ministri15. È inutile dire che in queste ultime serie citate, il tema "emigrazione" è visto soprattutto sotto la prospettiva del, l'aggiornamento della legislazione in materia, della ripartizione di competenze fra il Ministero degli affari esteri e quello del Lavoro e della creazione di uffici, comitati e organi consultivi con attribuzioni in materia di emigrazione, in una parola della politica governativa a sostegno dell'emigrazione. Fra le competenze di queste tre amministrazioni (Presidenza del Consiglio dei ministri, Polizia amministrativa e sociale, Ministero del lavoro e della previ­ denza sociale) rientra ovviamente anche il compito di mantenere i rapporti con gli organismi internazionali che operano nel settore, e di questo è rimasta ampia testimonianza negli archivi: mi riferisco ad esempio ai fascicoli sulla Comunità economica europea (CEE)16, relativi alla libera circolazione della manodopera, sull'Unione europea occidentale (UE0)17, sull'Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE)18, sul Bureau international de travail (BIT) 19, sulla Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA)20, sul Comitato intergovernativo per le migrazioni europee (CIME)21. A proposito dell'archivio di quest'ultimo ente, il CIME, poi divenuto Organizzazione internazionale per le migrazioni, è stata di recente firmata una convenzione tra la Missione italiana e l'Archivio centrale dello Stato, in base alla quale è avvenuto il deposito presso questo Istituto dell'archivio, finora

1 4 Cfr. ad esempio, ACS, Min. interno, Dir. gen . p.s., Div. Polizia, 1930-1969, cat. 14700 e 14800 sui rimpatriati. 15 La documentazione del Gabinetto della Presidenza del Consiglio dei ministri relativa al li dopoguerra versata all'Archivio centrale dello Stato copre l'arco cronologico 1944-1970. 16 ACS, Min. interno, Dir. gen. p.s., Div. polizia amministrativa e sociale, 1973-1975, bb. 137 e 138 "CEE. Libera circolazione mandopera" e b. 142; "Cittadini stati membri. Norme sulla circo· !azione e soggiorno". 1 7 Ibidem. 1 8 Ibidem; cfr. anche ACS, Min. lavoro e previdenza sociale, Dir. gen. collocamento della manodopera, Div. IX, bb. 12-5 1 (1946-1957). 1 9 Ibid. , Div. VIII, bb. 28-29. 20 !bici. , b. 29; serie 1949-1954, bb. 1-2. 2 1 Ibid., Div. IX, bb. 1 - 1 1 (195 1-1957).

Fonti nell'Archivio centrale dello Stato

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conservato nel campo profughi di Latina, relativo al periodo 1952- 1 988: è la prima volta che la documentazione prodotta da un organismo sovra-nazionale viene depositata in un archivio statale italiano. In questo caso l'Italia non è quasi mai il punto di partenza, ma il luogo di transito per l'emigrazione dei profughi provenienti da altri paesi europei (quali la Jugoslavia, l'Albania l'Ungheria ecc.) e diretta oltreoceano. Le schede - contenenti i dati anagrafici la religione, la nazione di emigrazione, gli impieghi possibili, le condizioni fisi­ che di interi nuclei familiari o di adulti soli o separati dalla famiglia - e i ruoli nominativi delle partenze degli emigranti, in cui sono riportati con precisione i nomi dei passeggeri di ogni nave e tutti i dati relativi al viaggio, costituiscono una fonte di grande interesse per i moviment' migratori del secondo dopoguer­ ra, soprattutto sotto il profilo demografico. Vorrei sottolineare anche in questo caso la complementarietà delle diverse fonti archivistiche che, ognuna sotto una prospettiva diversa, contribuiscono a delineare un quadro completo del­ l'attività dell'ente: infatti, gli schedari e gli elenchi del CIME, testimonianza della concreta attività svolta in favore dei profughi, possono essere inseriti in un contesto più ampio, in cui la documentazione della Presidenza del Consi­ glio dei ministri fornisce documenti utili per ricostruire le origini dell'ente e gli accordi di collaborazione con il governo italiano22, e le carte del Ministero del lavoro e della previdenza sociale testimoniano ampiamente l'attività complessi­ va dell'organismo, attraverso i fascicoli contenenti la corrispondenza di caratte­ re generale e i materiali relativi ai lavori delle varie sessioni internazionali.

:

22 Cfr. ACS, Presidenza del Consiglio dei ministri, 11 ; 10.3.2/55406.

Gabinetto, 1951-1954, 2.7/15744 s. fasce. 9 e '


Rapporto riassuntivo sulla tipologia difonti degli istituti archivistici n.

GIUSEPPE MESORACA Rapporto riassuntivo sulla tipologia difonti degli istituti archivistici

Le risposte pervenute dai vari istituti archivistici, 86 su 1 13 , danno un qua­ dro completo della documen tazione esistente sull'emig razione italiana in Europa nel periodo 1 870- 1970, documentazione che, se analizzata con atten­ zione e con metodo, potrà dare nuovi stimoli e aprire nuovi orizzonti alla ricer­ ca nel campo dello sviluppo storico dei popoli e più in particolare della demo­

grafia storica. Quasi tutti i nostri archivi, da quelli statali a quelli comunali, da quelli eccle­ siastici a quelli degli enti e delle persone fisiche e giuridiche custodiscono la memoria storica di un fenomeno che è stato così massicciamente presente nellà vita del nostro paese. Molti istituti archivistici lamentano perdite considerevoli di intere serie rela­ tive all'emigrazione, dovute sia agli eventi dell'ultima guerra che a precedenti scarti indiscriminati, mentre altri istituti accusano ritardi e lacune nei versa­ menti da parte dei vari uffici statali.

Il fondo su cui si è incentrata la ricerca ed è presente in quasi tutti gli Archivi di Stato è il fondo della Prefettura con le serie del Gabinetto e degli Affari amministrativi. La serie Gabinetto contiene documentazione sull'emigrazione per tutti gli anni presi in considerazione in questo colloquio. Si segnalano statistiche relati­ ve al movimento della popolazione, carteggio relativo agli espatri, informazioni sul conto di residenti all'estero, relazioni periodiche, note, telegrammi, lettere, a­ disposizioni, notizie varie. Da Cagliari ci vengono delle indicazioni sull'emigr zione di ebrei sardi durante il periodo delle leggi razziali ( 193 8-1939). Diverse le disposizioni relative alla raccolta di domande di emigranti, alla za costituzione di commissioni per l'avviamento al lavoro e di centri di assisten 1953 agli emigranti. A questo proposito si segnala una circolare del 24 giugno

Prefettura.

-

23 3

5 1 del Ministero degli esteri relativa al riordinamento e alle funzioni degli Ispettorati di frontiera per gli italiani all'estero e il carteggio fra il Consorzio del porto, la Camera di commercio, la Prefettura e il Ministero del lavoro, in vista dell'istituzione di un centro di emigrazione a Brindisi. Interessante la cor­ rispondenza fra il Ministero dell'interno, le prefetture e le sottoprefetture della provincia di Cagliari, riguardo alla crescente emigrazione dovuta alla difficile situazione economica dell'isola ( 1 908, 1914, 1916). Non mancano raccomandazioni da parte del Ministero degli esteri e dei vari uffici periferici relative a lavoratori dell'agricoltura che vogliono recarsi in paesi europei ( 1 94 1 ) . Vi sono molte relazioni periodiche inviate al prefetto d a funzionari delle sot­ toprefetture, relative alle condizioni economiche e politiche dei comuni ( 18651870) e relazioni fatte dagli stessi prefetti sul fenomeno migratorio ( 1 932193 4). Da Lucca viene segnalata documentazione relativa all'assistenza alle madri italiane rimpatriate e ai connazionali all'estero; dati sulla disoccupazione e sulla espulsione degli italiani dai territori turchi; documentazione sul patronato emi­ granti, sui patti colonici e statistiche varie per il periodo 1859- 1 940. Da Torino, invece, documenti relativi alle cooperative di emigranti ( 1 946), all'emigrazione stagionale e ai rappresentanti di vettori. Degno di nota è il fascicolo della busta 67 del 1893 della prefettura di Modena relativo agli operai modenesi morti e feriti negli incidenti di Aigues Mortes, che contiene anche un volume curato dal Ministero degli esteri sugli atti della com­ missione per l'accertamento delle indennità ai cittadini danneggiati. Documenti sui disordini aventi come protagonisti connazionali all'estero vengono segnalati da Venezia che, per il 1 875, presenta le carte su un tentativo di estorsione e truffa da parte di italiani in Spagna presso Barcellona . Da Catanzaro ci sono date notizie su ingaggi di medici per l'assistenza ai lavoratori italiani in Germania ( 1 942). Disposizioni in materia di assistenza e in materia sanitaria si trovano nell'al­ tra serie della Prefettura: quella degli Affari generali. Si tratta di disposizioni impartite dal Ministero dell'interno relative all'imbarco di donne in avanzato stato di gravidanza; di istruzioni del Servizio emi­ grazione del Ministero del lavoro per la selezione fisica dei minatori italiani in Belgio, con l'elenco delle malattie che controindicano il lavoro in miniera. In alcuni casi vengono creati uffici specifici per l'assistenza agli emigrati come l'Ufficio di frontiera di Bardonecchia, di cui si conservano le carte presso l'Archivio di Stato di Torino per gli anni 1 940- 1 948, che aveva il compito di assistere, controllare e avviare alle località di destinazione gli emigranti e i pro·


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Giuseppe Mesoraca

Rapporto riassuntivo sulla tipologia difonti degli istituti archivistici

fughi che rimpatriavano. La documentazione va dalle relazioni mensili sul ser, vizio svolto alle pratiche per la concessione del sussidio e per la distribuzione delle carte annonarie; i ruolini dei rimpatriati contengono i dati anagrafici, jl mestiere, la lbcalità di provenienza e quella di destinazione. Altro ufficio, istituito nel 1945 con il compito di dirigere e coordinare a livello provinciale l'assistenza materiale e morale ai rimpatriati dall'estero, oltre che ai partigiani, ai prigionieri e reduci di guerra, è l'Ufficio provinciale dell' as­ sistenza postbellica. Vi si trovano circolari del Ministero dell'interno e comuni­ cazioni della Prefettura. In altri casi l'assistenza è rivolta ai rimpatriati, come testimonia la documen� tazione esistente presso l'Archivio di Stato di Bergamo dove sono vari pezzi sull'assistenza ai rimpatriati dalla Francia ( 1 93 9- 1 942) e sui sussidi concessi a profughi giuliano-dalmati ( 1 945 - 1 953 ) . Il tipo di assistenza erogata consiste soprattutto nella distribuzione di indumenti e generi di prima necessità. Anche dall'Archivio di Stato di Alessandria vengono date informazioni sul­ l' assistenza a famiglie che non ricevono più rimesse dai congiunti residenti all'estero ( 1 942- 1945). Dall'Archivio di Stato di Trieste viene segnalata la busta 11 della serie Atti generali che contiene però, per il solo anno 1923, disposizioni generali sull'e­ migrazione in Francia, Belgio e Turchia.

Questura. - Un altro fondo analizzato . è il fondo Questura con le serie del Gabinetto e della Polizia amministrativa. Nella Div. I - Gabinetto - emigrazione all'estero troviamo varie circolari del Ministero dell'interno nonché del Ministero degli affari esteri e del Ministero del lavoro. Una casistica piuttosto cospicua viene dagli Archivi di Stato di Brindisi e di Catanzaro che hanno svolto la ricerca presso gli archivi di deposito delle rispef� tive province per il periodo che 'va dall'inizio di questo secolo fino agli anni Settanta. L'emigrazione è diretta verso tutti i paesi europei, non esclusi quelli orientali; una testimonianza a riguardo viene anche dall'Archivio di Stato di ·• Grosseto. L'AS di Catanzaro riferisce su dei prowedimenti in favore degli emi­ granti che si recano in Dalmazia (febbraio 1 940) e quello di Catania informà ·•. sull'emigrazione in Romania. In una circolare della Direzione generale del Ministero degli esteri ai prefetti •.. del regno del 28 marzo 193 1 si dà notizia che il governo belga aveva stabilito che l'ingresso degli stranieri in Belgio era subordinato alla preventiva autoriz· • zazione del Ministero della giustizia; in un'altra circolare e in alcune ni particolari sempre del Ministero degli esteri - Direzione generale di Pu ·

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·

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blica sicurezza si danno direttive per l'emigrazione controllata di 50.000 mina­ tori italiani in Belgio. Nella serie emigrazione, oltre alle circolari, sono presenti anche telegrammi e direttive su modalità e certificazioni necessarie per emigrare nei vari paesi europei. Si segnalano a questo proposito le circolari e le comunicazioni del Ministero dell'interno alle prefetture e questure circa le modalità di espatrio di 200. 000 lavoratori italiani in Francia, a seguito di accordi col governo francese (1947-1961). Infine non si può trascurare la segnalazione fatta da Catania, (modesta la documentazione della Questura in archivio; solamente 17 buste relative agli anni 1874-1887 ) , di un opuscolo a stampa contenente i risultati del questiona­ rio sull'emigrazione nel 1880, inviato alle prefetture dal Ministero dell'agricol­ tura, industria e commercio con circolare n. 152 del 1 0 gennaio 1 88 1 . Interessanti le risposte delle varie città: a Torino l'emigrazione è temporanea ed è diretta tutta verso la Francia e la Svizzera, così come a Milano, dove però si aggiunge come destinazione anche l'Austria. A Treviso l'emigrazione è periodi­ ca e si dirige verso Austria, Belgio, Francia e Svizzera. Da Firenze il flusso è diretto per pochi mesi all'anno verso la Francia e in particolare verso la Corsica. Da Ancona le direttrici delle partenze degli emigranti puntano al lito­ rale adriatico e all'interno della Dalmazia e dell'Illiria. Da Bari verso la Grecia, l'Austria, la Russia e la Turchia. Da Catania l'emigrazione è minima e si dirige verso la Gran Bretagna (due persone solamente). Anche nella serie passaporti vengono segnalate varie circolari, disposizioni ed espatri all'estero. Numerose sono le circolari del Commissariato generale dell'emigrazione. Emigrazione verso l'Olanda viene segnalata per il periodo 1 955 - 1 957 dal­ l' Archivio di Stato di Cagliari. Singolare è una circolare del Ministero dell'interno che su richiesta dell'Ente nazionale della moda vieta l'espatrio in Francia a tutti coloro che lavorano nel settore dell'industria dell'abbigliamento ( 1940) . Documentazione importante si trova anche nella categoria N8 schedario politico , per il periodo che abbraccia i primi 40 anni del Novecento. Nell'Ar­ chivio di Stato di Bari si trova documentazione raccolta in fascicoli personali dove, oltre ai dati anagrafici, compaiono i luoghi di residenza all'estero. . L'emigrazione era diretta oltre che nelle Americhe, anche in Svizzera, Spagna, Belgio, Francia e Iugoslavia. Documentazione dello stesso tipo si trova nell'Archivio di Stato di Grosseto e in quello di Bergamo; in quest'ultimo esi­ stono oltre 1 .700 fascicoli di individui schedati come sowersivi. Dalla ricerca fatta su un campione significativo risulta che il 22,2 % aveva avuto esperienze


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Rapporto riassuntivo sulla tipologia difonti degli istituti archivistici

Giuseppe Mesoraca

di emigrazione all'estero e la maggior parte di questo è emigrato in paesi euro • pei, soprattutto in Francia, Svizzera, Belgio, Germania e Lussemburgo. Da Sassari, dalla serie Pregiudicati deceduti, per gli anni 1 887 - 1965 vengono segnalati 9 1 fascicoli relativi a sardi emigrati per lavoro o per diserzione in Europa. Da Venezia viene segnalata la busta 129 della Questura cent rale (fondo che ha una consistenza di circa 10. 1 00 pezzi comprensivi dei commissa­ riati e delle legazioni di PS ma con lacune che vanno dal 1 893 al 1 903) che conserva documentazione relativa alle statistiche dell'emigrazione per gli anni 1 883 - 1888 inviata mensilmente dai comuni. Le tabelle danno indicazioni su sesso, età, professione, paese di emigrazione. Nella divisione III Affari di polizia amministrativa compaiono dati sui passa­ porti per l'estero con l'indicazione del paese. Questi dati permettono di capire quante persone partivano e per dove, la fascia sociale di appartenenza e il luogo di provenienza. Inoltre sono presenti in questa serie dati statistici relativi agli espatriati nel periodo 1 95 1 - 1 952 (AS di Brindisi) e statistiche su libretti di lavoro per minorenni emigrati ( 1 93 1) (AS di Venezia). Informazioni sulla costituzione di agenzie, enti, associazioni, uffici per l'emi­ grazione si ricavano dalle notizie inviate dall'AS di Alessandria. Un fascicolo del 1 95 1 contiene informazioni sull'agenzia I. Guarnier; un altro, sempre del 1 95 1 , contiene richieste di informazioni da parte del Ministero dell'interno su «enti e associazioni fra italiani all'estero».

Polizia Italiana. Nel fondo Polizia italiana si trova documentazione sull'e­ migrazione nella categoria I emigranti e nella VI passaporti e legalizzazioni per l'estero (Archivi di Stato di MN,CA,PI ) . Si tratta, come informa l'AS di Mantova, per lo più di carteggio inviato dai sindaci al prefetto e dal prefetto al Ministero dell'interno per la trasmissione di prospetti, tabelle e relazioni perio' diche. Da segnalare inoltre due fascicoli del protocollo riservato dell'Ufficio centra­ le di pubblica sicurezza di Pisa sull'emigrazione di giovani per l'Erzegovina ( 1 876) e su degli internazionalisti pisani ricoverati all'estero. -

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L'istituzione di questo ufficio risale alla metà degli anni Quaranta e tra i suoi compiti sono pre; visti, tra l'altro, il reclutamento e la selezione professionale e sanitaria degli operai, l'assistenza, la concessione di sussidi straordinari alle famiglie dei lavo� ratori emigranti. Tra la documentazione si trovano varie circolari del Ministero del lavoro, fascicoli relativi al reclutamento e all'avvio all'estero dei lavoratori� schede relative ai sussidi concessi alle famiglie degli emigrati, statistiche perio;

Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione.

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diche e relazioni. Si segnalano per ricchezza e varietà di documentazione gli uffici di Grosseto, Brindisi, Como, Cagliari, Catanzaro, Catania, Novara. L'UPLMO di Cagliari conserva documentazione sui rapporti fra la Sardegna e i centri di emigrazione di Verona, Milano e Roma. Quello di Brindisi ha documentazione relativa al reclutamento dei lavoratori da avviare nei vari paesi europei e corrispondenza varia. Quello di Como segnala le relazioni, da cui si ricavano dati fondamentali sull'emigrazione della provincia verso i paesi euro­ pei, in special modo verso la Svizzera. Catanzaro fornisce delle schede per il perio do 1 96 1 - 1 9 70 in cui sono presenti il numero dei lavoratori e dei loro familiari emigrati nei paesi europei. L'emigrazione, in tutti i casi considerati, è rivolta un po' verso tutti i paesi europei ma in particolare verso Germania, Francia, Svizzera e Inghilterra. Altro ufficio periferico del Ministero del lavoro che conserva documentazio­ ne sull'emigrazione è l'Ufficio regionale del lavoro. Vi si trovano statistiche annuali, elenchi nominativi degli emigranti, pratiche per il rilascio del passa­ porto, spese di vitto e di viaggio per i lavoratori. Indagini per lo più a campione sono state fatte sulle liste di leva per il periodo che va dal 1 870 al 1 926. Una mole di dati si ricava dai registri su cui è annotato il motivo della reni­ tenza alla leva: per lo più è quello di trovarsi all'estero. Interessante l'elenco, prodotto dall'AS di Padova, dei renitenti nel distretto di Montagnana per il 1 88 1 - 1 900 e quello di tutti i distretti del padovano per gli ahni 188 1 , 1 889, 1 900. Sono indicati i dati anagrafici, la classe e lo stato estero in cui il coscritto è emigrato. Tralasciando le indagini a campione dei vari archivi (Archivi di Stato di VA, NO, AL, CT, BG, BA) si segnala solamente quella di Sondrio in cui i renitenti vengono suddivisi in tre gruppi e cioè i reni­ tenti, i renitenti tardivi che si sono presentati entro l'anno di coscrizione e quelli che si sono presentati dopo tale termine. I paesi verso i quali si è diretto maggiormente questo tipo di emigrante sono Germania, Francia e Svizzera. Caso singolare è quello di Catania dove su 47 comuni in ben 17 non risulta nessun renitente emigrato all'estero .

Liste di leva.

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. Camere di commercio. - Per quanto riguarda le camere di commercio viene segnalata documentazione solamente da Bergamo e Venezia. Si tratta, per quanto riguarda Bergamo, di carteggio informativo su iniziative per la tutela degli emigrati, di prospetti statistici e di memorie. Alcuni fascicoli contengono corrispondenza tra la Camera di commercio e alcuni organi statali · ;sull' impiego di operai bergamaschi in Turchia per la costruzione della linea fer-


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roviaria Salonicco-Costantinopoli ( 1 893 - 1 894) ; oppure con imprese private, con il Commissariato dell'emigrazione e la Società Umanitaria circa le offerte · di lavoro all'estero a tempo determinato ( 1 896- 1924) . Nella Camera di com­ mercio di Venezia si trova invece, per gli anni 1872- 1 942, documentazione relativa all'emigrazione clandestina, circolari, informazioni sulle modalità per l'espatrio in Germania, sui sussidi per l'emigrazione, e ancora statistiche e documentazione relativa all'Opera Bonomelli. Dalle indagini svolte dalle Soprintendenze archivistiche per la Lombardia e per la Toscana nelle camere di commercio dei rispettivi comuni risulta per lo più documentazione a stampa e statistiche .

Istituzioni sanitarie ed assistenziali. - Documentazione si trova presso l'Uffi­ cio del medico provinciale, istituito, come informa l'AS di Brindisi, nel 1958 con competenza in materia di sanità pubblica. La presenza di questo fondo viene segnalata anche da Bergamo. Vi si trovano fascicoli relativi a norme e disposizioni circa la profilassi anti­ venerea dei lavoratori, agli accertamenti sanitari per lavoratori emigranti nei vari paesi europei e al carteggio del medico provinciale con l'Ufficio provincia­ le del lavoro . Rispetto alle istituzioni assistenziali, sempre da Brindisi, vengono segnalati gli Enti comunali di assistenza di Brindisi, Ostuni e Oria che contengono do­ cumentazione, non molta, a dire il vero, ed essenzialmente relativa all' assisten­ za fornita agli emigranti più bisognosi. Da Caltanissetta viene segnalata l'esistenza di una Associazione nazionale famiglie degli emigranti, nata nel 1947, che conserva documentazione relativa alle attività assistenziali nei confronti degli emigranti. Distretto militare. ·_ Anche dai fogli matricolari dei distretti militari si ricava­

no informazioni relative all'emigrazione. Nei fogli è registrata la data del rilascio del nulla-osta per ottenere il passa­ porto per l'espatrio e il luogo estero di destinazione; le eventuali dispense dai richiami alle armi motivate dal fatto che l'interessato è emigrato all'estero con regolare nulla-osta. Da una indagine a campione fatta su alcune classi del periodo 1 870-1890 dall'AS di Vàrese e di Bergamo risulta che i paesi verso i quali si dirigevano gli emigranti erano Francia e Svizzera in primo luogo e poi Germania e Gran Bretagna .

Tribunali civili e penali. - Negli archivi dei tribunali civili e penali conservati

Rapporto riassuntivo sulla tipologia difonti degli istituti archivistici

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negli Archivi di Stato si trova documentazione interessante sia nei fascicoli penali che nelle sentenze e nei verbali d'udienza. Purtroppo gli istituti che hanno mandato informazioni a riguardo sono pochi e questo molto probabil­ mente perché non hanno ricevuto versamenti da parte degli uffici dello Stato. Al tribunale civile e penale di Acqui (AL) risultano presentati ricorsi su perso­ ne che si sono allontanate dal luogo di residenza e per le quali è richiesta la dichiarazione di morte presunta. Ricorrono con una certa frequenza i casi di persone emigrate. La documentazione registra le generalità, il comune di pro­ venienza, la professione, l'anno di partenza e il luogo di destinazione. Dall'analisi dei fascicoli penali del 1889, dei verbali di udienza del 1 872 e 1913 e delle sentenze penali per gli anni 1878- 1883 risulta di frequente come capo di imputazione la renitenza alla leva. Nei registri di stato civile del tribu­ nale di Bergamo si riscontra l'annotazione «emigrato in» con l'indicazione dello Stato estero.

Archivi comunali. - Negli archivi comunali è presente documentazione rela­ tiva all'emigrazione nelle categorie XII stato civile, censimento e statistica, XIII esteri e XV passaporti. Dalla cat. XII si segnalano prospetti mensili dei movimenti di popolazione, registri di popolazione, censimenti vari, pratiche migratorie, statistiche, fogli di famiglia. Sui registri dello stato civile sono da segnalare le annotazioni di matrimoni e nascite di residenti all'estero. Un interessante sondaggio a campione sullo stato civile postunitario dei comuni dell'alto novarese viene proposto dalla sezione di AS di Verbania. Lo stato civile comprende 1 8 . 150 registri relativi agli atti di nascita, pubblicazioni di matrimonio, matrimonio, morte, dichiarazione di cit­ tadinanza. Il periodo interessato va dal 1 866 al 1899. Il sondaggio a campione ha riguardato 24 comuni rappresentativi delle varie zone del novarese: Alto Ossola, Val Vigezzo, Valle Antrona e Valle Anzasca, Media Ossola, Entroterra Verbanese, Valle Cannobina, Alto Vergante, Zona Cusio . I registri consultati sono 538. Le tabelle danno indicazioni sulla serie, anno, numero di atto, età, professione e località estera. Alla ricerca sono state allegate varie tabelle e pro­ fili. Da Campobasso viene fornito un elenco dei comuni della provincia che con­ servano documentazione relativa all'emigrazione e ai passaporti per il periodo 1863- 1952, mentre dalla Soprintendenza archivistica per la Sardegna proviene un elenco degli archivi comunali, divisi per provincia, che contengono docu­ mentazione relativa alle categorie XII, XIII, XV e VIII . Nella cat. XII si trovano inoltre circolari, opuscoli, statuti, lettere, corrispon-


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denza varia. Interessante una lettera dell'Opera Bonomelli, conservata nell' ar­ chivio storico di Pallanza della sezione dell'AS di Verbania, in cui si chiedeva­ no al podestà informazioni sulla partenza di un gruppo di lavoratori arruolati per la Francia. In una circolare, la n. 145, del Ministero degli esteri - Commissariato del­ l'emigrazione, conservata presso il comune di Terni, si precisa che « . . . i certifi­ cati di miserabilità, medici e di stato erano esenti da tassa di bollo a condizio­ ne che negli stessi certificati risultasse la condizione di povertà delle parti inte­ ressate, mediante menzione di certificato di povertà inviato dal console . .. »; da un'altra circolare del 22 novembre 1 90 1 , sempre del Commissariato dell'emi­ grazione, si ricavano informazioni relative ai libretti di lavoro per gli emigrati minorenni. Nella categoria XIII esteri è presente corrispondenza con i vari consolati ed elenchi degli atti di stato civile relativi a cittadini emigrati. Nel comune di Intra (NO) esiste una busta relativa alla corrispondenza con i consolati di Parigi, Tirana, Nancy, Nantes, Ginevra, Bruxelles, le Havre, Stoccarda, Katowice per informazioni e ricerche di persone, successioni, mancato invio di denaro per il sostentamento dei familiari, riscossioni di pensioni di orfani, richieste di documenti o per il rimpatrio delle gestanti «allo scopo nobilissimo di sottrarre il nascituro alla legge colà vigente sulla snazionalizzazione» per il periodo 1 9301 93 7 . Nella categoria XV pubblica sicurezza, passaporti per l'estero è conservata documentazione relativa a domande per rilascio d i passaporti e nulla osta. Sempre nel comune di Intra è stato rinvenuto un libretto di lavoro rilasciato nel 1901 ad un ragazzo di undici anni in base alla legge 3 657/1886 sul lavoro dei fanciulli. Altra categoria investigata è quella relativa alle liste di leva nella quale si tro­ vano informazioni su dati anagrafici, classe, data, luogo e annotazioni sul coscritto. Una tipologia di documenti che viene segnalata da pochissimi istituti è quel­ la relativa alle deliberazioni dei consigli comunali. Ne troviamo traccia nel comune di Cagliari e in quello di Novara. In quest'ultimo, per il periodo 18901915, si trovano notizie su alcuni organismi che operavano nel settore dell'emi­ grazione quali il Comitato mandamentale per l'emigrazione, l'Opera Bonomelli e il Segretariato provinciale dell'emigrazione, sezione dell'Umanitaria di Milano. Iniziative per agevolare e aiutare i connazionali all'estero si desumono da una lettera circolare della Direzione generale degli «Studi legali all'estero» con sede a Parigi, con la quale si comunica che si offre assistenza legale presso tutti

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gli studi delle città estere dove risiede una colonia di connazionali e dove fanno capo interessi italiani. Con una circolare del maggio 1922 il Comitato organizzatore della colonia italiana a Parigi rende noti gli scopi del comitato e la volontà di rappresentare i 75.000 italiani presso il governo. Le indagini compiute dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana e da quella per la Lombardia nei comuni delle rispettive province hanno messo in luce una diffusa presenza di documentazione sull'emigrazione. Alla richiesta della SA per la Toscana hanno risposto 56 comuni, pari al 1 9,7 % delle amministrazioni comunali toscane. La documentazione relativa all'emigrazione conservata negli archivi comu· nali toscani è da ricercare nella categoria XIII esteri che contiene per lo più cir­ colari e corrispondenza con uffici statali e nella categoria XII stato civile, ana­ grafe statistica. Vengono segnalati uno Schedario AIRE (Anagrafe italiani resi­ denti estero); registri vari di richieste e concessioni di nulla osta per passaporti con l'estero, registri degli emigrati; pratiche individuali degli emigrati, prospet­ ti statistici mensili inviati all'INPS, schede di eliminati dal registro di popola­ zione, dalle quali si desumono informazioni sulla località o il paese di emigra­ zione, e fogli di famiglia compilati in occasione dei censimenti. Di notevole interesse l'indagine compiuta dalla SA per la Lombardia su 253 comuni delle varie province presi a campione tra quelli che, per la loro posizio­ ne ai confini dello Stato o per le loro condizioni sodo-economiche, sono stati interessati al fenomeno dell'emigrazione. Hanno dato riscontro positivo 56 comuni, segnalando materiale di varia natura, riconducibile alle categorie VIII, XII, XIII, XV in cui si trovano prati­ che di rilascio di passaporti, tessere di frontiera, nulla-osta, ricerche di persone scomparse, pratiche assistenziali, statistiche, rapporti tra il comune e i consolati d'Italia all'estero o con i commissariati di emigrazione ai fini di trasmissioni di notizie e richieste di arruolamento di lavoratori da parte di ditte estere. Vi è anche molto materiale a stampa: periodici, circolari, avvisi, relazioni a convegni, statistiche. Nel comune di Voghera (PV) si segnalano documenti dei primi anni del Novecento, relativi al comitato di emigrazione. Esiste inoltre un elenco dei rimpatriati negli anni 1 904- 1909, che segnala i paesi di provenienza, elaborato per il Commissariato generale dell'emigrazione. Nel comune di Varese esistono 78 cartelle e 182 registri di atti inerenti alla coscrizione di cittadini residenti temporaneamente all'estero per ragioni di lavoro, registri di fogli di famiglia e registri della popolazione emigrata ( 1 9341939).


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Dal comune di Darfo Boario Terme (BS) si segnalano numerosi atti di chia­ mata dei familiari da parte di emigrati in Europa e un elenco di operai, arruola­ ti per conto dell'associazione d'immigrazione delle ferriere e miniere di ferro dell'est della Francia ( 1929). Dai comuni della Valchiavenna, area fortemente interessata al fenomeno migratorio, si segnalano documenti che testimoniano del rapporto tra gli emi­ grati e i paesi d'origine. Inoltre vengono elencati numerosi periodici stampati in Valtellina e in Valchiavenna, tra i quali «L'Alpe Retica», «Il Libero Alpi­ giano», <<La Valtellina», «Il Corriere Valtellinese».

Archivi ecclesiastid. La tipologia di documentazione esistente negli archivi ecclesiastici, da cui si possono ricavare informazioni sull'emigrazione, è quella relativa ai registri e ai resoconti delle visite pastorali dei vescovi, nei quali sono riportate le risposte dei parroci anche sul fenomeno dell'emigrazione. Inoltre si trova documentazione nei registri di stati d'anime, nei bollettini a stampa delle diocesi, nelle lettere pastorali e negli atti relativi alle Commissioni diocesane per l'emigrazione, ll dove si sono costituite, presso le curie ves covili. Inte­ ressanti i registri delle visite pastorali compiute dal cardinale Andrea Carlo Ferrari nelle parrocchie delle diocesi di Milano dal 1 895 al 1 920, dai quali at­ traverso l'analisi delle domande poste nelle varie visite si riescono ad avere informazioni utili sul fenomeno migratorio, sulle persone emigrate e sui paesi verso i quali era rivolta l'emigrazione. Infine dalla documentazione contenuta nell'archivio della Curia vescovile di Bergamo si ricavano informazioni sull'attività svolta in favore degli emigranti dalla sezione bergamasca dell'Opera Bonomelli. -

Archivi diversi. Sotto questa denominazione compaiono alcuni archivi che a diverso titolo posseggono materiale pertinente alla nostra indagine. Alcuni di essi offrono scarso numero di documenti, altri invece intere serie sull'emigra­ zione. Questi ultimi sono stati inseriti nella categoria di archivi diversi o perché li troviamo solamente in alcune città o perché l'ufficio, di cui sono espressione, ha operato solamente in determinati periodi. Un caso a parte è Trieste che fu terra di destinazione per l'emigrazione italia­ na. Nell'archivio del Consolato generale d'Italia ( 1 8 15 - 1 9 14) nelle serie di atti e registri si trova documentazione relativa all'attività dell'ufficio che svolgeva le funzioni di ufficio anagrafe, stato civile e ufficio leva. La documentazione è importante per le informazioni che dà sulla comunità dei cittadini italiani che risiedevano a Trieste. -

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La serie Gabinetto del Commissariato generale del governo nel territorio di Trieste (1948-1962) contiene invece, per l'anno 1955 , atti sul reclutamento a Trieste e Gorizia di lavoratori edili per la Francia. Nell'archivio dell'ente Provincia di Novara, nella serie commissioni e con­ sorzi di assistenza agli emigrati ( 1 903- 1925), si trovano notizie su alcuni organi­ smi che hanno operato nel novarese e che si rivolgevano all'amministrazione provinciale per avere adesioni e sussidi; le loro richieste venivano accompagna­ te con delle relazioni e con gli statuti. Si trovano informazioni sul comitato novarese dell'opera di assistenza per gli operai emigrati ( 1 905- 1 9 15 ) ; sul patro­ nato per gli emigranti costituitosi in Biella per desiderio di monsignor Bono­ melli; sulla sezione novarese dell'Opera Bonomelli di assistenza agli italiani emigrati in Europa e sulla società Umanitaria, sezione di Biella, segretariato provinciale per l'emigrazione ( 1 9 1 1 - 1 920) . Nel Centro emigrazione di Verona, istituito in seguito ad accordo itala-tede­ sco, si conserva una ricca documentazione relativa al movimento migratorio verso la Repubblica federale tedesca. Tra i suoi compiti quello di curare la rac­ colta e la registrazione della manodopera, di convocare gli emigranti, di con­ trollare l'accettazione, di organizzare la ricettività alloggiativa e vittuaria, di provvedere per l'esame sanitario e per tutto il necessario alla definizione della pratica di reclutamento. Il Centro disponeva, inoltre, di una assistenza sociale, di un servizio bancario e di alcuni servizi dati in appalto quali la fornitura del vitto agli emigranti e il trasporto degli emigranti e dei loro bagagli. Dall'Ispettorato di frontiera per gli italiani all'estero, che conserva docu­ mentazione dell'Ispettorato di emigrazione di Napoli ( 1957- 1 970), si ricavano informazioni utili dai «processi verbali di visita definitiva» e dalle «liste dei passeggeri imbarcati». Dalle liste si desumono i dati relativi al nome dell'im­ presa, al nome della nave e alla sua bandiera, alla data di partenza, all'itinerario e al porto di approdo, al luogo di rilascio o di rinnovo del passaporto, al cognome e nome dell'imbarcato, alla data di nascita, alla cittadinanza al momento dell'imbarco, allo stato di destinazione, alla sistemazione per posto del passeggero, alla professione e al motivo del viaggio. In quest'ultima colon­ na appare spesso la voce turismo, ma non è infrequente la voce CIME. Dall'Ufficio provinciale industria, commercio e artigianato di Bergamo ( 19461963 ) viene segnalato un prospetto contenente dati relativi all'emigrazione in provincia con l'indicazione del numero di emigranti nei paesi europei. La Francia, la Svizzera e il Belgio assorbono il 93 % del flusso migratorio in Europa.


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Nell'Intendenza di terra di Bari, agricoltura, industria e commercio è con­ servata documentazione per il periodo 1 87 1 - 1 889. Si trova documentazione relativa al censimento della popolazione ( 187 1 - 1873 ) e ai passaporti per l'emi­ , graziane rilasciati tra gli anni 1 886- 1 887 e 1888-1889.

SALVATORE PALESE La tipologia delle fonti ecclesiastiche

Dall'Archivio notarile di Alessandria ( 1862-1869) vengono segnalati atti di procura relativi a cittadini residenti nei paesi esteri. Dal fondo Scuole elementari nei registri degli anni scolastici si ricavano tal­ volta informazioni su bambini nati in paesi europei e sull'emigrazione dei geni' tori (Archivi di Stato di VA, SS) . Sulle capitanerie di porto, purtroppo, non è stato segnalato nessun tipo di documentazione interessante, se si esclude l'individuazione, nella Capitaneria di Cagliari, di una serie di libretti di marinai nei quali sono indicazioni sulla richiesta di espatrio e sugli imbarchi all'estero per il periodo degli anni Trenta. Infine informazioni utili sugli emigranti dai comuni di Pesaro, Urbino Fano nei vari paesi europei si ricavano dagli archivi dei servizi demografici.

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La storia delle popolazioni nell'età moderna e nei secoli precedenti, dipende quasi interamente dalle fonti ecclesiastiche. Infatti, i registri parrocchiali dei battezzati, dei matrimoni e dei morti, insieme con i fascicoli degli status anima­ rum, forniscono gli elementi per studiare la evoluzione demografica nei singoli territori. Per l'età contemporanea le fonti ecclesiastiche perdono il ruolo fon­ damentale, avendo provveduto gli Stati moderni a fornirsi di osservatori e di centri statistici dei movimenti delle popolazioni. Tuttavia le fonti ecclesiastiche possono contribuire alla conoscenza di que­ sta storia del movimento umano nei suoi risvolti più intimi, familiari e perso­ nali, e nelle sue incidenze sulla mentalità e sul costume. Anche se il mondo cattolico, con un certo ritardo, si aprì con sensibilità e attenzione operosa a questi fenomeni di profonda trasformazione delle comunità locali 1 , tali fonti conservano un posto non trascurabile per la storia degli emigrati. Le fonti ecclesiastiche si dividono tra quelle riguardanti le istituzioni che all'emigrazione rivolsero specificamente la loro attenzione e il loro impegno sociale e pastorale, e quelle che hanno registrato le vicende degli emigrati e la loro condizione umana e religiosa z . Per quanto riguarda le istituzioni si possono indicare, a livello centrale: l . L'archivio della Pontificia congregazione di propaganda fide per i paesi dell'America settentrionale e dell'America centrale, nei fondi intitolati Scritture

1 Per uno sguardo complessivo e per la letteratura specifica, rinvio a G, RosoLI, Movimento cattolico ed emigrazione, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia (=DSMCI) I/2,

Torino, Marietti, 1 98 1 , pp. 137-142, 2 Cfr. A. MESSINEO, Emigrante emigrazione, in Enciclopedia cattolica, V, coli. 288-300 e partico­ larmente alle coli. 297-299 per quanto riguarda l'assistenza religiosa agli emigranti.


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Salvatore Palese

rz/erz'te ai congressi dell'America Centrale e Lettere e decreti della S. Congrega• zione e biglietti di mons. segretario 3 . 2. L'Archivio segreto vaticano nei fondi delle Nunziature e delle Delegazioni apostoliche nei vari paesi. La ricchezza di informazione che tali fondi fornisco­ no, l'ha confermata recentemente uno studio di Claudio De Dominicis 4, 3 . Gli archivi centrali dei grandi ordini religiosi, come ad esempio quello dei frati minori, studiato da Maria Luce Vannicelli per uno studio del 1979, pubblicato nel 1 982. Importanti sono pure gli archivi centrali o generali dei cappuccini, dei gesuiti, dei salesiani, della Società dell'apostolato cattolico, degli oblati di Maria Immacolata, dei guanelliani, della Compagnia di S. Paolo e soprattutto dei missionari di S. Carlo o scalabriniani ( 1887 ) 5, E di non minore importanza sono le fonti conservate negli archivi centrali o generali delle missionarie del S. Cuore di Gesù di Francesca Cabrini ( 1 888), delle suore missionarie zelatrici del S. Cuore di Claudia Melloni (1900), delle suore missionarie e scalabriniane ( 1901), delle figlie della Carità, delle poverelle del Palazzolo, delle preziosine di Monza, delle suore di S. Giuseppe, delle sale­ siane 6 , Oltre queste congregazioni maschili e femminili che specificamente hanno lavorato a favore degli emigrati italiani, bisogna tener conto di tante altre con­ gregazioni fondate dal 1870 in poi, che nella loro diffusione hanno aperto case religiose e hanno istituito scuole ed avviato altre iniziative proprio tra gli ita­ liani residenti all'estero. Un esempio per tutti, è quello delle discepole di Gesù Eucaristico, fondate dal vescovo di Tricarico Raffaello Delle Nocche nel

VANNICELLI, I.:Opera della Congregazione di Propaganda Fide per gli emigrati italiani negli Stati Uniti 1883-1887, in I:emigrazione calabrese dall'Unità ad oggz; a cura di P. BORZOMATI, Roma, CSER, 1982, pp. 135-15 1 . 4 C . DE DOMINICIS, Gli immigrati italiani nell'archivio della delegazione apostolica negli Stati 3 M.L.

Uniti, in «li Veltro. Rivista della civiltà italiana», 34, 1990, 1-2, pp. 17-42. Sono pubblicati tutti i titoli dei fascicoli riguardanti gli immigrati italiani. 5 Ad esempio, E. I.:Archivio Generale di un grande Ordine religioso: quello della Compagnia di Gesù, in «Archiva Ecclesiae», 24-25, 1981-1982, pp. 89-120; M.C. BIANCHI, I.:Archi­ vio storico delle Suore di Carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, ibid. , pp. 121146; F. Sistemazione dell'Archivio Salesiano Centrale, ibid. 30-3 1 , 1987-1988, pp. 171178; A.I. I.:Archivio delle Suore Dorotee di Vicenza, ibid. , pp. 179-194; P. Foz Y Foz, Gli

LAMALLE,

VENDEL, BASSANI,

Archivi della Compagnia di Maria Nostra Signora per la ricerca storica: Fonti per la storia dell'educa­ tione e dell'arte, ibid. , 34-35, 1991-1992, pp. 1 15-UO. 6 Per ciascuna di esse, rinvio al Dizionario degli Istituti di Perfezione, I-VIII, Roma, Ed. Paoline, 1974-1988.

La tìpologia delle fonti ecclesiastiche

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1923 , che si diffusero a partire dalla fine degli anni Quaranta in Francia e poi in Brasile 7 • 4. Se il risveglio del mondo cattolico nell'organizzare l'assistenza religiosa agli emigrati è legato all'opera di mons. Giovan Battista Scalabrini, di mons. Geremia Bonomelli e di s. Francesca Cabrini, non tardò la Santa Sede a farsi carico del coordinamento di tante iniziative. Sicché nel 1912 Pio X costituì una sezione speciale della Segreteria di Stato per la cura spirituale degli emigrati, nel 191 8 si riservò il movimento dei sacerdoti che dall'Europa intendevano raggiun­ gere le Americhe e le isole Filippine; e infine nel 1 920, per l'emigrazione italiana propriamente detta, costituì un prelato apposito, al quale peraltro fu affidato il collegio dei sacerdoti per l'emigrazione italiana, aperto in quello stesso anno a Roma. Si può dire che dal 1 926 tutte le forme di assistenza agli emigrati fecero capo alla Pontificia congregazione concistoriale il cui archivio è divenuto un centro di informazione di prima importanza per studiare lo sviluppo dell'opero­ sità cattolica in questo settore. In questo archivio vanno ricercate le carte riguar­ danti l'apertura delle missioni degli emigrati nei vari paesi europei. 5. Vanno pure tenuti in conto gli archivi delle ACLI (1945) , che agli emigrati nei paesi europei rivolsero particolare interesse. 6. Dal 1947 presso la Segreteria di Stato funziona un apposito Ufficio migra­ zioni che si occupa degli apolidi e delle iniziative cattoliche che sorgono nelle varie nazioni in tale settore. 7. Si aggiunge, infine, l'archivio del Centro studi dell'emigrazione di Roma e la specifica pubblicazione periodica «Studi emigrazione» a partire dal 1 963 . Da quanto schematicamente presentato, risulta che il tipo di fonti conserva­ te in questi archivi è il più diverso. * '� *

La seconda serie di fonti ecclesiastiche, utili per la centenaria storia dell'emi­ grazione italiana, è costituita da quelle che chiamiamo periferiche. Sono quelle conservate negli archivi parrocchiali e negli archivi vescovili o diocesani. l . Poco note sono le cronache parrocchiali perché sono rare quelle pervenu­ te; più accessibili sono, invece, i bollettini parrocchiali, a stampa o ciclostilati, che si sono diffusi negli ultimi decenni. Si tratta di annotazioni di cronaca, redatte dal parroco, senza alcuna finalità particolare se non quella di conserva7 Cfr. P. FERRONE, Raffaello Delle Nocche. Vescovo di Tricarico. Fondatore delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, Cinisello Balsamo, Ed. Paoline, 1990, pp. 174-275.


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re il ricordo di speciali avvenimenti, che hanno valore storico orientativo. Ad esempio, in un raro "libro di memorie" di un parroco sardo di Ulassai, edito nel 1978, in una nota del 1 6 giugno 1 909, si parla del calo delle feste patronali a causa della emigrazione di molti uomini s. 2. Accanto ai bollettini parrocchiali vanno collocate le lettere indirizzate ai santuari che hanno un loro bollettino. Come ha osservato Pietro Borzomati «questi rapporti devozionali furono a volte, probabilmente negli anni in cui era: no saltuari, o del tutto inesistenti i rapporti tra organismi dello Stato e comunità emigranti, l'unica intesa tra migranti e madre patria». Tali fonti offrono «ele­ menti di rilevante importanza al fine di individuare le reali istanze e le effettive prospettive di queste comunità» che trapiantarono spesso culti e devozioni in terre lontane. Ma un'indagine su di esse presuppone una buona metodologia ed il superamento di alcune radicate prevenzioni nei confronti della religiosità popolare 9. Si veda a tal riguardo, ad esempio, lo studio di G. Colangelo che riferisce delle lettere inviate ai santuari di Calabria e Basilicata 10. 3 . Sulla vita sacramentale degli emigrati ritornano l registri dell'anagrafe par­ rocchiale. Spesso essi annotano matrimoni nei luoghi di origine tra sposi di diversa nazionalità, soprattutto nei decenni del secondo dopoguerra; riferisco­ no di battesimi e cresime di bambini e ragazzi, celebrati nei periodi di perma­ nenza in patria. Va detto che in alcuni luoghi si è introdotto l'uso di una regi­ strazione specifica di battesimi e cresime degli emigrati. Sotto questo aspetto della pratica sacramentaria acquista il valore di fonte primaria l'anagrafe par­ rocchiale delle missioni cattoliche italiane dei vari paesi europei. Prima di concludere questa rassegna di fonti conservate negli archivi parroc­ chiali, bisogna sottolineare che i rapporti tra emigrati e parrocchia di origine non si sono allentati affatto e in molti casi gli emigrati diventano benefattori, talvolta insignì, delle comunità native, come è stato rilevato nel recente conve­ gno di studio che si è tenuto a Caltanissetta nel 1986 1 1 .

Altre fonti ecclesiastiche per lo studio dell'emigrazione sono quelle vescovili. 1. In primo luogo indichiamo la corrispondenza dei vescovi con i preti emi­ grati e con i singoli fedeli che denunziano inconvenienti o chiedono speciali interventi religiosi a loro vantaggio. È nota la corrispondenza che riguarda i paesi delle Americhe, ma quasi sconosciuta è quella riguardante i paesi euro­ pei. Interessante è, ad esempio, la corrispondenza di mons. Delle Nocche con alcuni preti della sua diocesi di Tricarico, emigrati negli Stati Uniti, particolar­ mente con don Giuseppe Marinaro e don Antonio De Luca, dalla cui genero­ sità fu resa possibile la istituzione di importanti opere pastorali ed educative nella Basilicata 12• Per non parlare della più nota corrispondenza di mons. Sca­ labrini ( 1 905) e di mons. Bonomelli ( 1 9 1 4 ) con i membri dei loro istituti dispersi in Europa e nel mondo, in gran parte edita 1 3. Tale corrispondenza si rivela indicativa dei problemi connessi alla vicenda delle famiglie rimaste in patria, come, ad esempio, ce ne parlano le carte di mons. Morabito di Mileto 14. E molto più interessanti sono le lettere di una decina di sacerdoti al vescovo Zuccaro di Caltanissetta ( 1896- 1906) emigrati in America, tra la fine Ottocento e gli inizi del Novecento, studiate da Cataldo Naro 15; o quelle che si trovano nelle carte di mons. Intreccialagli, per gli anni Venti, nello stesso archivio, conservate le une e le altre in buste divise per località. Dall'insieme di queste fonti trova conferma quanto Rosoli ha rilevato circa il carattere etnico o di gruppi paesani che l'emigrazione transoceanica ebbe ai primi del Novecento: si pensi a quella verificatasi dalle città costiere della Pu­ glia barese 16, come a quella emigrazione europea dalla Puglia verso la Francia e dalle regioni settentrionali verso altri paesi del continente, negli anni a cavallo della prima guerra mondiale. Su di essa le carte vescovili sono state poco esplo­ rate, per ovvii limiti di consultazione. 2 . È stato rilevato che scarsa è l'attenzione dei vescovi su questo fenomeno che ha coinvolto profondamente la popolazione italiana. In verità, sono scarse le

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8 Cfr. A. DE SPllliTO, Parroci ed emigranti nell'Italia mertdionale, in La parrocchia in Italia in età

contemporanea, Napoli, Ed. Dehopiane, 1982, p. 674. 9 P. BoRZOMATI, Chiesa, società ed emigrazione nel Mezzogiorno, in Chiesa ed emigrazione a Caltanissetta e in Sicilia nel Novecento. Atti del convegno di studi organizzato dall'Istituto teologico "Mons. G. Guttadauro" Caltanissetta (2-5 ottobre 1986), a cura di P. BoRZOMATI, Caltanissetta, Ed.

del Seminario, 1988, p. 30. 1° Cfr. G. COLANGELO, Gli emigrati attraverso le lettere ai santuari di Calabria e Basilicata, in I.:emigrazione calabrese. . cit., pp. 217-240. 1 1 Cfr. C. NARO, Chiesa nissena ed emigrazione agli inizi del '900, in Chiesa ed emigrazione a Caltanissetta cit., pp. 23 1-237. .

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12 P. PERRONE, Raffaello Delle Nocche . cit., pp. 146-156, 178, 203. 1 3 Per Bonomelli rinvio alla letteratura segnalata da G. Gallina nel DSMCI, II, Casale Monferrato, Marietti, 1982, pp. 47-52. Per Scalabrini rinvio alla letteratura segnalata da G.B. Saccheeti in DIP 8, 1988, pp. 1000-1002 e alla recente edizione integrale delle Lettere pastorali 1876-1905, a cura di O. SARTOIU, Torino, SEI, 1994, dove alle pp. XXV-XXVI sono segnalati tutti gli scritti dello Scalabrini. 14 Cfr. P. BORZOMATI, Chiesa, società ed emigrazione nel Mezzogiorno . ci t., p. 33. 15 Cfr. C. NARO, Chiesa nissena ed emigrazione . cit., pp. 219-229. 1 6 Cfr. Il movimento migra torio italiano dall'unità nazionale ai nostri giorni, a cura di F. ASSANTE, 2 voli. , Genève, ISMOS, Librairie Droz, 1978. .

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lettere pastorali dei vescovi, interamente dedicate all'argomento 17, Dopo quella

he furono stampati a partire dai primi decenni del Novecento. Qui è facile rovare notizie circa l'attività dei comitati diocesani raccomandati da Pio X nel 1908 e dopo la costituzione apostolica Exul /amilia pubblicata da Pio XII nel 1952 1 9 . 4. Accurate indagini archivistiche potrebbero accertare se anche alle altre diocesi meridionali o a quelle di altre regioni fu inviato il questionario che la Congregazione del Concilio indirizzò al vescovo Intrecciala!Sli di Calta?issetta nel dicembre 1912. La precisa analisi di Cataldo Naro sulle nsposte che 1 parro­ ci diedero ai quesiti comunicati loro dal vescovo, ha evidenziato l'incidenza del fenomeno migratorio in quella diocesi siciliana tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, e precisamente sull'emigrazione dei preti, sul rapporto tra parroci ed emigrati, sui riflessi dell'emigrazione nel vissuto religioso delle 2 popolazioni di quella provincia 0• . . . 2 . 5 . In tal senso aiutano anche gli attz delle vzszte pastoralz 1 . Questo antlco strumento di governo pastorale dei vescovi, che è fondamentale per la cono­ scenza storica della società cristiana dei secoli di antico regime, non conserva lo stesso ruolo per quanto riguarda l'età contemporanea, giacché altri strumen­ ti di direzione pastorale vengono istituiti dai vescovi, i vari uffici della curia vescovile. Gli atti delle visite pastorali, tuttavia, conservano la loro importanza per lo studio delle migrazioni interne ed esterne, anc e se in qu��to periodo tali ispezioni non ebbero più la periodicità annuale o b1ennale sta il1ta dal co? · cilio di Tr�nto (sess. XXIV, de ref. 3 ) ma ricevettero quella qumquennale m base alla prassi comune affermatasi dopo il concilio Vaticano I e sanzionata dal can. 343 del Codice di diritto canonico del 1917. La visita pastorale ha come obiettivo la rilevazione della situazione delle isti­ tuzioni (parrocchie, benefici, chiese, capitoli, monasteri e conventi e case religio­ se, associazioni di vario genere) e l'indagine sulla prassi religiosa dei parroci e dei titolari dei benefici, la condotta degli ecclesiastici e la prassi sacramentale e l� condotta morale dei fedeli. Nella ispezione il vescovo conferma comportamenti e approva innovazioni e, al tempo stesso, corregge abusi e deviazioni con oppor­ tune disposizioni particolari e con i decreti che egli promulga a conclusione della visita all'intera diocesi. Tali decreti spesso confluiscono nella legislazione diocesana che il vescovo ha modo e dovere di promulgare nel sinodo diocesano.

che mons. Geremia Bonomelli di Cremona scrisse nel 1 896, si ricorda la lettera che mons. Tommaso di S. Angelo dei Lombardi firmò nel 1899. Ma un appello agli emigrati si trova già nella lettera del vescovo di Massa Carrara, Francesco Stami, del l 842; e raccomandazioni vi sono pure in quella del 1888 di Giuseppe Galli vescovo di Volterra; nello stesso anno il vescovo Giovanni Battista Porrati di Bobbio scrisse del sussidio ai missionari cattolici per gli emigrati italiani in America. Mostrano, invece, sensibilità verso il complesso fenomeno dell'emigra­ zione, le lettere pastorali del vescovo di Bobbio Luigi Maria Marelli, per la qua­ resima del 1912, quella del francescano vescovo di Pontremoli, Angelo Fiorini nel 1913 , del vescovo Padula di Avellino e del vescovo Giovanni Francesco Cardella di Sovana, nel 1915. Uno spoglio sistematico di questa letteratura pastorale, conservata negli archivi vescovili, non è stato ancora compiuto, ma appena avviato - da Daniele Menozzi - per l'Emilia Romagna, per la Toscana e parte della Puglia. Troviamo accenni all'emigrazione nelle lettera del l 959 del vescovo di Colle in Toscana, e più diffusa riflessione nelle lettere collettive dei vescovi pugliesi del 1960, dei vescovi dell'Abruzzo del 1969, dell'episcopato siciliano del 1 970 e nella notifi­ cazione dei vescovi calabresi del 1 973 18. Tali scritti destinati al clero e ai fedeli della diocesi, venivano letti durante le messe domenicali celebrate nelle chiese parrocchiali. Ma è difficile valutarne l'impatto sulle coscienze. Di sicuro essi riguardano la cultura e la sensibilità dei dirigenti del mondo cattolico, i vescovi. 3 . Completano le informazioni delle lettere pastorali, quanto sulla emigra­ zione e sugli emigrati può trovarsi nei bollettini ufficiali delle singole diocesi,

17 Cfr. P. BoRZOMATI, Chiesa, società ed emigrazione nel Mezzogiorno. . . cit., pp. 26-27, 36-3 7. 18 I riferimenti a questi testi vescovili sono presi da Lettere pastorali dei Vescovi detl'Emilia Romagna, a cura di D. MENOZZI, Genova, Marietti, 1986; Lettere pastorali dei vescovi detta Toscana, a cura di B. BOCCHINI CAMAIANI - D. MENOZZI, ibid. , 1990. Le notizie sulle lettere dei vescovi meridionali sono raccolte in P. BORZOMATI, Chiesa, società ed emigrazione nel Mezzogiorno... cit., pp. 34-37. Per quelle dei vescovi pugliesi il primo riferimento al problema emigratorio nei primi del Novecento l 'ho trovato nella breve esortazione per la istitu­ zione del comitato a favore degli emigrati nella notificazione dell ' arcivescovo T. VALER!, Disposizioni e determinazioni, del 12 dicembre 1 9 1 1 ; Cfr. D. DEL PRETE, Lettere pastorali dei vescovi dell'arcidiocesi di Brindisi e della diocesi di Ostuni e detl'arcidiocesi di Lecce, in «Itinerari di ricerca storica», 2, 1988, p. 349. Un accenno si trova pure nella pastorale collettiva del 1960, Per un cristianesimo vivo e coerente, ora in Vescovi e regione in cento anni di storia (1892-1992). Raccolta di testi della Conferenza Episcopale Pugliese, a cura di S. PALESE - F. SPORTELLI, Galatina, Congedo, 1994, p. 413.

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19 Come si è accennato nella nota precedente l' arcivescovo di Brindisi Tommaso Valeri lo rac­ comandava nella sua notificazione del 12 dicembre 1911. 20 Mi riferisco al già citato C. NARO, Chiena nissena ed emigrazione.. cit., pp . 201-240. 21 Cfr. L. FINI, Visita pastorale, in Enciclopedia cattolica, XII, col!. 1494-1498. .


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La visita pastorale viene indetta con un decreto vescovile che indica i tempi di attuazione è le modalità del suo svolgimento. È ovvio che tempi e modalità riflettono la personalità del vescovo e l'orientamento generale che egli ha dato al suo governo episcopale: non esiste, infatti, una prassi codificata o uno sche­ ma obbligante, ma soltanto un rituale liturgico; il Codice del 1917 si limita ad indicare le competenze giuridiche del vescovo, non le modalità della ispezione. Naturalmente in Italia, dopo l'unificazione nazionale e le leggi di secolarizza­ zione, vennero meno le preoccupazioni nei confronti della realtà patrimoniale degli enti ecclesiastici che tanta parte occupavano nei verbali delle visite pasto­ rali dei secoli precedenti. L'attenzione dei vescovi, invece, rimane ferma allo stato delle chiese con prevalente attenzione alla conformità delle loro condizio­ ni alle prescrizioni liturgiche, ma non si trovano più quelle precise descrizioni di chiese ed altari e della loro suppellettile che hanno fatto dei verbali di queste visite una fonte importantissima della storia della civiltà artistica delle popola­ zioni locali. Nella seconda metà dell'Ottocento i verbali della visita acquistano un carattere quasi burocratico e le informazioni sono deludenti sotto questo aspetto. Nella visita il vescovo svolge un'azione personale di contatti con chie­ rici e fedeli che non lascia traccia documentaria. In compenso, proprio in questi decenni si diffonde tra i vescovi la prassi di chiedere ai parroci informazioni preliminari sulla situazione delle parrocchie con dei questionari, in modo da giungere nel territorio con una certa prepara­ zione. Si può dire che queste relazioni dei parroci, più che i verbali veri e pro­ pri della visita pastorale, diventano una fonte di particolare interesse per la conoscenza della storia religiosa e sociale delle comunità cristiane. Questionari dei vescovi e relazioni dei parroci, dunque, sono fonti per lo studio dell'emigrazione, man mano che l'interesse dei vescovi si rivolge alla fenomenologia sociale e alle inquietanti innovazioni culturali che essa espri­ me. Sulla evoluzione dei questionari delle visite pastorali si è cominciato a riflettere da quando, nel 197 6, a Vicenza, si è svolta una tavolta rotonda, orga� nizzata dal Centro studi per le fonti della storia della Chiesa nel Veneto e nel Mezzogiorno, diretto da Gabriele De Rosa 22, Dalla analisi dei questionari adoperati nelle visite alle diocesi di Padova, Verona, Vicenza, Treviso, Vene­ zia, Chioggia, Adria, Cenada, risulta che nell'arco dell'Ottocento, i vescovi non manifestarono attenzione ai fenomeni sociali di grande portata che stava­ no cambiando la società italiana. Tutto questo emerge, invece, nel Novecento,

soprattutto da quando la circolare della Congregazione del Concilio ripropose nel 1909 un nuovo questionario per la compilazione della relazione sullo stato della diocesi . Ad esempio, nella seconda visita pastorale che Luigi Pellizzo svolse nella sua diocesi di Padova negli anni 192 1 - 1923 , le relazioni dei parroci sottolineano in "macroscopiche proporzioni" l'emigrazione che coinvolge le popolazioni dei poveri montanari dell'altipiano e nella valle del Brenta 23 . I dati forniti dai par­ roci, benché non contengano cifre precise, sono assai indicativi: l'emigrazione interessa «due terzi degli uomini di Fontanelle», è grande a Pradipaldo; Oliera è «plaga di emigrazione»; nel 1 9 1 2 ad Olagara sono mille gli emigrati; ad Oliera «una terza parte è disposta a partire»; a Valstagna è il parroco stesso a dirigere il flusso emigratorio; a Campese partono «oltre un centinaio di perso­ ne all'anno ed anche intere famiglie»; si tratta di una fuga delle popolazioni quella che si verifica nella zona montana della Lusiana. Da quanto dicono i parroci, l'emigrazione è una vecchia piaga: «è la situazione triste di tutti i paesi della zona» - afferma il parroco di S. Caterina - situazione determinata dal forte squilibrio, ovunque presente, fra il numero degli abitanti e la scarsità di terreno coltivabile, fra le esigenze primarie della famiglia contadina vivente dei prodotti agricoli e l'estremo frazionamento della proprietà che «non dà da vivere», afferma il parroco di Fontanelle. Il parroco di Laverde annota con cura, contrada per contrada, le anime presenti e quelle assenti per l' emigrazio­ ne e indica le lontane Americhe come destinazione, gli Stati Uniti e il Brasile, oltre i paesi europei, Germania, Austria, Svizzera e Francia. Come si vede, i parroci della provincia padovana offrono i dati della situazione e ne danno una spiegazione. Ma è soprattutto sotto l'angolatura pastorale che i parroci considerano il fenomeno: pur sottolineando l'assoluta necessità, essi rilevano le gravi conse­ guenze in campo sociale, etico e religioso 24 . La guerra e l'emigrazione stanno turbando l'ordine tradizionale di questi paesi padovani e l'emigrazione incide a livello più profondo sulla popolazione: essa ha una portata "rivoluzionaria" . Sradicati dal proprio humus culturale e religioso, gli emigrati vanno assumen­ do acriticamente nuovi modelli di pensiero e di comportamento. Il parroco di Campese rileva che l'emigrazione non ha introdotto ancora la incredulità, né

22 Gli atti sono editi in «Ricerche di storia sociale e religiosa», 9, gennaio-giugno 1976, pp. 5-169.

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23 L. BJLLANOVICH, I parroci e i problemi del primo dopoguerra nella zona montana-pedemonta­ na della Diocesi di Padova. Dagli atti della seconda visita pastorale del vescovo Pellino (1921-1923),

in «Ricerche di storia sociale e religiosa», 1972, l , pp. 333-34 1 . 24 Ibid. , pp. 371-379.


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la indifferenza, «ma una freddezza» riguardo alla religione. A Calvena il par­ roco sègnala che quattro bambini non sono stati battezzati e due di essi sono nati in America. Il parroco di Salagua annota che l'assenza di sette mesi dalla parrocchia determina l'abbandono dell'istruzione religiosa. Quando ad emi­ grare sono le famiglie intere, esse diventano più compatte; viceversa avviene, quando a partire sono alcuni soltanto. Dai parroci è espressa la preoccupa­ zione per il rifiuto della tradizione religiosa e l'abbandono della prassi sacra­ mentaria. Un altro esempio viene dalla visita pastorale che Nicola Monterisi compie nella diocesi di Monopoli negli anni 1 9 14 - 1 9 15 , studiata di recente da Vincenzo Robles. Il riferimento all'emigrazione lo si trova in tutte le relazioni dei parroci, a testimonianza della centralità del fatto nella trasformazione della società pugliese. «L'emigrazione ha contribuito a far perdere alla gio­ ventù femminile la riservatezza e la modestia». «Produce gravi inconvenienti per quanto concerne il matrimonio», aggiunge il canonico Samarelli: spose abbandonate ed esposte ad illecite tresche e mariti che nelle Americhe si danno ad altri amori. Anche al ritorno si verificano inconvenienti, come l'ab­ bandono delle antiche fidanzate per altre dalla dote più consistente e gli stra­ tagemmi delle mamme, con superstizioni e "buone e cattive arti" per forzare lo sposo a sposare le ragazze disposte alla "fuga amorosa" . Un altro parroco di Monopoli riferisce che «dalle Americhe proviene qualche caso di malthu­ sianismo ( . .. ) pratiche spiritiche con tavolini parlanti». L'emigrazione produce anche uno spirito critico nel popolo; un parroco afferma che esso «è sugge­ stionato dalle idee socialiste e dagli immigrati dalle Americhe poco bene verso il clero»; altri rilevano l'inizio della propaganda protestante e l'introduzione di qualche Bibbia, libro pressoché sconosciuto alla maggior parte dei mono­ politani. In positivo, un parroco di Cisternino sottolinea che le rimesse degli emigrati fanno calare la piaga dell'usura: «e ciò a causa delle ricchezze che vengono dall'America» 25. Ed altrettanto significative sono le notizie che forniscono la prima visita pastorale del vescovo di Tricarico Delle Nocche nel 1 923 e quelle dei vescovi di Caltanissetta, studiate da Cataldo Naro. Ma se risaliamo cronologicamente ai decenni precedenti, le visite pastorali diventano meno eloquenti, come, ad esempio, quella di Cassano Jonico del

25 Cfr. V. ROBLES, Un vescovo meridionale per una chiesa meridionale. Monopoli 1913-1919, in A. FINO - S. PALESE - V. ROBLES, Nicola Monterisi in Puglia, Galatina, Congedo, 1989, pp. 261-264.

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1 9 1 1 - 1912, segnalata da De Spirito 26 , dove le annotazioni riguardo all'emigra­ zione risultano rare. 6. Invece, nelle relazioni ad limina che i vescovi ogni triennio mandavano a Roma, a partire dagli anni Ottanta dell'Ottocento, cominciano le annotazioni sull'emigrazione. «È il fatto nuovo che preoccupa i vescovi delle regioni meri­ dionali», come ha rilevato Antonio Cestaro 27, Queste relazioni vengono consegnate ancor oggi, quando i vescovi si recano in religiosa visita alla tomba dell'apostolo Pietro in Vaticano e a quella di s. Paolo nella omonima basilica fuori le mura, e quindi vengono ricevuti dal papa. Consuetudine antichissima che Sisto V rimise in vigore nel 1585 e Benedetto XIV estese a tutti i vescovi del mondo nel 17 40. La periodicità era triennale per i vescovi italiani, quadriennale per gli altri, fino al 1 909 quando la circolare della Congregazione Concistoriale del 3 1 dicembre fissò la periodicità quinquennale per l'intero episcopato cattolico con un turno specifico per aree geografiche determinate. Tale periodicità è stata poi recepita nel can. 341 del Codice di diritto canonico 28. Il valore storico di questa fonte è discusso perché le relazioni riflettono otti­ ca e capacità di giudizio sintetico di ciascun vescovo. Ma la loro utilità è da tutti r conosciuta, almeno per orientare ulteriori ricerche. Se quelle compilate nel Se1cento erano prevalentemente occupate dalla descrizione materiale della diocesi, quelle del Settecento appaiono più interessanti per le informazioni che danno delle istituzioni ecclesiastiche, delle iniziative promozionali del clero e dell'associazionismo confraternale; infine quelle dell'Ottocento cominciano a registrare le modificazioni radicali che andava originando la politica dei gover­ ni liberali nei vari paesi europei ed esprimono preoccupazioni per i fenomeni di laicizzazione e di indifferenza religiosa che cultura e movimenti politici vanno provocando tra i fedeli. Dalla articolazione: diocesi-istituzioni-vescovo-clero-religiosi-popolo, tipica dell'Ottocento, si passa, in quelle del Novecento, a una presentazione della situazione diocesana più articolata ed approfondita, e al tempo stesso più attenta alla società e allo sviluppo del mondo cattolico. A questa evoluzione spinse la circolare più volte ricordata del 1909 che diede ai vescovi lo schema

26 A. DE SPIRITO, Parroci ed emigranti. cit., p. 674 . C�STAR , a parrocchia nel Mezzogiorno dalla Restaurazione ai giorni nostri, in La parroc­ chza zn Italza nell eta contemporanea. . cit., pp. 70-7 1 . 28 Per queste relazioni, cfr. V. BARTOCCETTI, Limina apostolorum, in Enciclopedia Cattolica, VII, coli. 1360-1361. . 27. A.

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, preciso e com­ da seguire. Dopo le notizie per un quadro statico de a di�ces . che nguarda�o pleto, si passa ad una serie di domande raggruppa�e m c�pltoh, n: ento della. cuna, il culto e la fede, i compiti personali del vescovo, il funz10na lese coll�g1ate, le c delle e ali cattedr chiese il clero in generale, i capitoli delle . . e quelli e�m1� hih � ma si religio � parrocchie, il seminario diocesano, gli istituti assoc1az1on� nili; quindi si chiede del popolo, delle istituzioni giov�n�l, delle e del stampa laicali, dei pii luoghi, delle opere pie e delle opere soc1ah, della giornali. Complessivamente i quesiti sono 150. . si iferisce Quanto riguarda le emigrazioni potrebbe trov�rsl a ? · 143 c e 2 . ne menz10 ta esphc1 mal fatta alle opere sociali; ma del fenomeno non è

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Les sources de l'histoire de l'émigration italienne en France conservées aux Archives nationales�'

vescovili � Sono queste le fonti ecclesiastiche centrali e periferiche, papali, rop nell'Eu � e negh parrocchiali, per studiare le vicende degli emigrati it�liani , del fauche altri continenti, e per seguire la storia del loro coragg10 e delle loro loro dolore e della loro speranza.

29 Il testo del questionario è in «Il monitore ecclesiastico», 21, 1909, pp. 529-546.

SÉGOLÈNE DE DAINVILLE-BARBICHE

Il est difficile de présenter les sources relatives à l' émigration italienne en France de 1870 à 1970, conservées aux Archives nationales. En effet, celles-ci sont réparties entre plusieurs fonds, provenant des nombreux services et des différents ministères qui ont eu à s' occuper de l'immigration et des étrangers en France en fonction de leur compétence respective l . La question de l'immi­ gration revèt divers aspects: législatif, policier, juridique, économique et social, voire religieux. Dans la présente communication, nous nous efforçons de mon­ trer l' apport des Archives nationales dans ces différents domaines, en insistant sur la provenance et la nature des documents, et en signalant aussi les lacunes. Nous ferons tout d'abord quelques remarques préliminaires: - Les Archives nationales sont complémentaires des Archives départementa­ les, dont traite la communication de monsieur Bernard: un rapport de préfet, par exemple, peut se trouver sous forme de minute dans un dépot d'Archives départementales et en originai aux Archives nationales. Pour certains types d'affaires (une demande de naturalisation entre autres), on peut avoir à la fois un dossier à l' échelon départemental et un dossier à l' échelon national. Mais

'� Avec la collaboration de Jeannine Charon, Patricia Gillet, Françoise Hildesheimer, Lucien Lajonchere, Geneviève Le Moel, Catherine Pelletier, Yvonne Poulle. 1 Rappelons que les Archives nationales conservent les archives provenant des ministères et des administrations centrales de l'Etat. Depuis 1969, les versements se font principalement au Centre cles archives contemporaines à Fontainebleau. Pour les documents conservés à Fontainebleau, nous indiquerons le numéro de versement à Fontainebleau suivi de la cote interne des articles. Abbréviations utilisées: AN, pour Archives nationales, Paris. CAC, pour Centre des archives contemporaines, Fontainebleau.


Ségolène de Dainville-Barbiche

Les sources de l'histoire de l'émigration italienne en France

par ailleurs, il existe aussi dans les fonds cles Archives nationales cles docu­ ments qui ne fìgurent pas dans le fonds départementaux: rapports destinés au ministre, décisions fìnales etc. et, à l'inverse, dans les Archives départementales fìgurent cles pièces qui ne se retrouvent pas dans les fonds nationaux. - Beaucoup de documents ne concernent pas exclusivement les italiens, mais les étrangers toutes nationalités confondues et sans que celles-ci soient prédsées. - Dans l' ensemble, les fonds des Archives nationales relatifs à l' émigration sont moins riches pour la période 1 870- 1 890.

compétences ont d'ailleurs variées pendant la période consideérée) avec des perspectives à la fois policières et sociales: il s' agit d'une part de contròler les flux migratoires, de surveiller les activités des étrangers, notamment des réfu­ giés, susceptibles de troubler l'ordre public, d'autre part de leur assurer pro­ tection et insertion.

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Documents legislatz/s Les archives provenant de l' Assemblée national (AN, série C) contiennent cles projets et propositio ns de lois, accompag nés de rapports , de pièce s annexes, relatifs aux étrangers en général, pour la période 1 88 1 - 1 9 1 9 (la suite cles sessions n'a pas encore été versée) . Les préoccupations cles législateurs semblent avoir été principalment les conditions de séjour cles étrangers en France (notamment la taxe de séjour), l'emploi cles étrangers et la protection du travail national (C 3 3 25 , dossiers 1373 à 1379; C 5404, dossiers 1206 à 12 1 1 ; C 5486, dossiers 1567 à 1573 ; C 5594, dossiers 1 864 à 1 876; C 5 659, dos­ seirs 1 7 15 à 1724; C 7323 , dossiers 1442 à 1449; C 7398, dossiers 1388 à 1393; C 7725, dossiers 6668 à 6679) . Nous signaleron s aussi l'enquete faite en 1 884 par une commissio n de députés sur la situation cles ouvriers de l'agriculture et de l'industrie en France: elle comporte, classées par départements, les réponses qui ont été faites par les maires, les sodétés de secours mutuels, les syndicats professionnels, au que� stionnaire envoyé par la commission; s' agissant d es Italiens, on dépouillera plus particulièrement les réponses provenant cles départements frontaliers 04 du Midi (C 3326 à 3373 , dont C 333 1 pour les Alpes-Maritimes et C 3336 pour les Bouches-du-Rhòne) . Toutefois la préparation cles importantes lois de la fin du XIXe siècle sur la naturalisation des étrangers en France (lois du 26 juin 1 889 et du 22 juillet 1 893 ) a laissé peu de traces dans la série C2. en L' application de la législation sur l es étrangers, la réglementation qui découle, sont du ressort de diférents ministères (dont les appellations et le�

Contrale, statistt'que, surveillance Les archives provenant du Ministère de l'intérieur (sous-direction des étran­ gers et de la circulation transfrontière notamment) et du Ministère du travail (direction de la population et cles migrations) contiennent de nombreux dos­ siers relatifs à la réglementation et à l'organisation générale de l'immigration. Pour l'Italie, la documentation remonte aux conventions franco-italiennes de 1935- 1 93 7 (AN, P, 15 173 ) ; mais les Archives nationales sont beaucoup plus riches sur les accords franco-italiens d'immigration de la période 1946- 1 965 (CAC, 760 135 l TR 20174, 770623 l TR 20279, 790259 l DPM 1, 8 1020 1 l DPM 50, 8803 12 l MI 34 153 à 34 156, 8905 1 9 l MI 893 8-3 8 ) . Ainsi l'accord de 1947 a été précédé en 1946 de notes et de travaux statistiques sur les italiens en France (AN, P 15589; CAC, 880502 l MI 34379). La réglementation porte aussi sur des problèmes précis: - Celui de l'immigration clandestine et de la surveillance des frontières fran­ co-italiennes, pour la période 1 946- 1980 (CAC, 8 1 0201 l DPM 50, 850087 l MI 267 19, 8803 12 l MI 34 155, 880502 l MI 34379 et 34382 , 8905 1 9 l MI 8938-38 et 3 9). - Les saisonniers italiens, pour la période 1 948- 1 970 (CAC, 7704 16 l DAS l 4-4 à 8, 8 10201 l DPM 50, 880084 l DPM 233 , 880502 l MI 34347, 8905 19 l MI 893 8-3 9) . - L' action sociale en faveur cles travailleurs italiens, notamment la Sécurité sociale, pour la période 1915- 1974 (CAC, 760228 l SS 354, 790022 l DSS 161 , 810201 / DPM 50) . Le �tatut et le contròle cles étrangers en France pendant la seconde guerre . mondtale font l'objet de plusieurs dossiers provenant du Secrétariat général du gouvernement (AN, F60 487, 492 et 493 ) et du Ministère de l'intérieur (CAC, 880502 l MI 34342 à 34346). Signalons entre autres un dossier de 1942 relatif aux italiens naturalisés français (AN, F60 1507 ) et un dossier sur les com­ merçantes italiens de 1 94 1 à 1 945 (CAC, 880502 l MI 34346) . ••. Les dossiers que nous venons de dter sont essentiellement des dossiers de Prin cipe ou de documentation administrative, comprenant: les textes des .

2 Voir cependant C 54 10, dossiers 1513 à 1515; C 5601, dossier 2602.

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accords, des notes de synthèse, des correspondances ministérielles� Ils sont complétés par des archives - plus ou moins bien conservées - d' organismes nationaux s'occupant de l'immigration: - Les procès-verbaux de séances de la commission interministérielle perma­ nente de l'immigration, de 193 6 à 1938, et pour l'année 1 946, qui sont certai­ nement très lacunaires (AN, FGO 497 et 1007) . - Les archives du Haut-Comité de l a population, pour l a période 1945 à 1970, qui a dans ses attributions la question de l'immigration et a, par conséquent, des relations avec des organismes étrangers (CAC, 860269 l DPM 2 1 0 a, 220). - Les archives de l'Office national d'immigration, pour la période 1946 1980 (CAC, 7603 9 l ONI l à 46 et 850705 l DPM 205 et 206). . Ces deux derniers fonds comportent des textes constitutifs, des procès-ver­ baux de réunions, des études de synthèses. Nos archives sont, par contre, très pauvres en matière d'organismes interna­ tionaux3 . C'est un constat qui n'est pas très étonnant. En France, en effet, le Ministère des affaires étrangères gère lui-meme ses propres archives, indépen­ damment des Archives nationales. Pour toutes recherches portant sur des négociations d'accords d'immigration avec l'Italie ou sur des problèmes suppo­ sant l'intervention des deux gouvernements, il convient de s'adresser au service des Archives diplomatiques du Ministère des affaires étrangères4• Nous avons déjà fait brièvement allusion aux statistiques de 1946 concernant les italiens en France à propos de l'accord de 1947; elles sont complétées par des statistiques portant sur la période 1 945 - 1 96 1 (CAC, 8803 12 l MI 34 154 et 34 155). Quoique générales, on pourra consulter en outre les statistiques annuelles des étrangers résidant en France, de 1950 à 1978, provenant de la sous-directioh des étrangers au Ministère de l'intérieur (CAC, 870799 l MI 33 161 à 33 170)5. 3 Voir toutefois dans CAC, 770391 l TR 20196 et 20197 les procès-verbaux de réunions du , comité de réadaptation des invalides tenues à Rome en 1956 et en 1959, et dans CAC, 8.80591 l. DPM 304 un dossier sur le projet de création en Italie d ' un centre international de format!On pro• fessionnelle pour émigrants. . , . 4 Voir notamment les séries suivantes: série Z Europe ( 1 9 1 8-1940), serle Y lnternatwnalç, (1918- 1940), fonds des relations commerciales (1920-194 0) ' �érie C ad�inistrati;� (1895-1 94 ).., _ . des relattons exterteures. Ht_:to;re, MINISTÈRE DES RELATIONS EXTERIEURES, Les archives du Mtntstere ÉTRANGÈRES, Etat genera! AFFAIRES DES MINISTÈRE ; 523 pp. Guide, 2, et guide, Paris 1985, Tome des inventaires des archives diplomatiques, Paris 1987, pp. 249. . 5 Voir aussi dans CAC 880591 l DPM 305, la note statistique mensuelle sur !es mouvement�; d'immigration diffusée pa l 'ancien Ministère des affaires sociales (1967 - 1970). Des statistiques de l'immigration, de 195 1 à 1983, provenant du service central de Ia ?o ice de ai� �t des .. _ de l mteneur. sont conservées à la mission des Archives nationales auprès du Mtmstere

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Pour la période antérieure, il convient de se reporter aux publications sui­ vantes: - Compte général de l'administration de lajustice civile et commerciale, publi­ cadon périodique qui contient entre autres une statistique des naturalisations par nationalité (AN, AD XIX J 3 , 14 cartons pour la période 1820- 1932). - Statt'stique des naturalisations de 1870 à 1940, brochure publiée en 1 942 par l'Institu national de la statistique (AN, AD XIX X 23 ). Nous en venons à des documents de nature baucoup plus policière et indivi­ duelle, relatifs à la surveillance des étrangers établis en France. Celle-ci est effectuée par des services dépendants du Ministère de l'intérieur (direction des renseignements généraux, direction de la surveillance du territoire) , qui ont cles agents sur tout le territorie; les préfets servent de relais de transmission, de sorte que les archives dont nous allons traiter peuvent etre complétées par des fonds conservés dans les Archives départementales. Ainsi, la surveillance des frontières avec l'Italie, le compte-rendu des inci­ dents de frontières survenus, plus généralement la surveillance des italiens en France, font l' objet de rapports des commissaires spéciaux de Menton et de Modane, de notes de police et de documents annexes, comme extraits de pres­ se, tracts (AN, f7 12573 à 12575, f7 13453 à 13466) qui couvrent, avec des lacunes, la période 1873 à 1934. On pourra consulter aussi les états départementaux d' étrangers établis à la suite de l'obligation imposée en 1888 à tout étranger résidant en France de faire une déclaration de résidence (AN, f7, 12587 à 12589, f7 1283 8, pur la période 1888- 1906). La surveillance porte particulièrement sur des groupes "sensibles": les anar­ chistes en premier lieu à la fin du XIXe siècle, puis viennent pendant l' entre­ deux-guerres les fasdstes, les antifascistes, les terroristes de toute sorte, qui se livrent d'ailleurs en France à leurs propres luttes internes (AN, f7, 13053 à 13068, à signaler tout pariculièrement dans f7 13068 un dossier sur les anar­ chistes et révolutionnaires italiens de 1909 à 1 920; f7 13245 à 13252, f7 14744 à 14748). Un fonds très important concerne la surveillance du parti fasciste ita­ lien en France, de 1920 à 1940 environ (AN, F7 157661 à 15923, dit "fonds Fascio" ); il comprend principalement les dossiers individuels des membres du parti. On trouvera aussi des dossiers constitués sur tel ou telle personnalité ita­ lienne suspecte d'acrtivisme politique en France dans le fonds "Panthéon" (appelé ainsi en raison de la célébrité des personnes et des affaires concernées), 1880 -1945 environ (AN, f7 15924 à 16028); citons, par exemple, les dossiers de Giuseppe et Ricciotti Garibaldi (AN, f7 159582) Il ne faudrait pas oublier . non plus de faire des sondages dans la centaine de liasses concernant les acti-


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vités du Parti communiste de 1918 à 1936; celui-ci a recruté, en effet, assez activement ses militants dans la main-d'oeuvre immigrée (AN, F7 13 090 à 13 190). Depuis la fin de la seconde guerre mondiale, les activités cles diffée­ rents mouvements et groupuscules ont continué et prospéré au sein de l'immi­ gration italienne, et la surveillance aussi! (CAC, 850087 l MI 26724 à 2673 1) . Dans tous ces cas, il s' agit de listes, de notes de synthèse, de rapports cles agents de renseignements ou cles préfets, de dossiers individuels. Les interfé­ rences avec les Archives départementales sont nombreuses: monsieur Bernard signale entre autres dans sa communication un fond sur l'anarchie conservé aux Archives départementales cles Bouches-du-Rhone. Corrolaire de la surveillance cles étrangers sont les expulsions d'indésirables: les Archives nationales conservent 600 liasses de dossiers individuels d'expul­ sés et d'interdits de séjour, toutes nationalités confondues, pour la période 1889- 1906 (AN, F7 13 988 à 14591)6. La sollicitude du Ministère de l'intérieur s'est penché aussi sur les associa­ tions italiennes en France. Rappelons que le controle cles associations étrangè­ res en France a été organisé par le décret-loi d'avril 1939, en plein contexte de guerre et de propagande nazi. Les associations étrangères doivent obtenir une autorisation, qui peut etre refusée ou retirée ultérieurement par le ministère. Le retrait d'une autorisation n'implique pas forcément cles raison politiques, mais simplement que l'association s'est dissoute elle-meme ou a cessé ses acti­ vités pendant plusieurs années; ainsi en est-il de plusieurs dossiers de retraits d'autorisation qui concernent cles sections de la société Dante Alighieri ou des associations d' anciens combattants italiens; par contre il y a aussi cles dossiers de retraits ou de refus d'autorisation pour des motifs politiques frappant notamment cles associations féministes italiennes vers 1 948-1949 (CAC, 800042 l MI 15 167 à 15206, 850087 l MI 2672 1 à 26723 , 870799 l MI 33 1 10 à 33160). Ces dossiers comportent cles rapports, des enquetes de police, éven­ tuellement les status cles associations concernées, la liste de leurs dirigeants et concernent principalement la période 1947- 197 8 environ. Pour conclure sur les aspects policiers de l'immigration, citons les rapports périodiques cles préfets, cles commissaires spéciaux et de police, sur l'état d'sprit, la situation économique, l' agitation syndicale, dans les départements , de 1901 à 1938; classés par départements, ils sont susceptibles de refléter telle 6 Voir aussi les dossiers de principe conservé dans AN, F7 12586 et CAC, 89 0519 l MI 893818 et 21 pour la période de référence, et des états signalétiques d' expulsés pour la période 19131943 dans CAC 8905 1 9 l MI 8938-21 à 23 et dans AN, F7 14654 à 14659.

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ou telle situation confl.ictuelle liée à l'immigration (AN, p7 12734 à 12763 , p7 12970 à 13042). A/faires judiciaires Une source non negligeable pour l'histoire de l'émigration italienne est représentée par les archives judiciaires, qui ont d' ailleurs cl e s liens avec les archives policières: un dossier de police aboutit souvent à une affaire instruite auprès d'un tribunal. Les Archives nationales ne conservent pas les dossiers d'instruction cles procès jugés dans les différents tribunaux (ceux-ci sont à rechercher dans les Archives départementales), mais conservent la correspondance cles procureurs généraux cles cours d'appel avec le Ministère de la justice (division criminelle) sur les affaires criminelles et correctionnelles de leur ressort, où s' exerce l' ac­ tion publique. Ces affaires font chacune l'objet d'un dossier classé dans l'ordre chronologique d'ouverture ou par matière, qui peut comporter, outre les rap­ ports du procurerur général, cles extraits de presse et la minute cles réponses faites au procureur général. Le fond, qui comprend plus de 4.000 liasses, cou­ vre sans lacune la période 1890 à 1955 (AN, BB18 15 15 à 4384, 6001 à 6870 et 7000 à 7243 ). Son intéret est exceptionnel, car il présente une vue d' ensemble de l'activité judiciaire pénale en France. S'agissant cles affaires où sont impliqués cles immigrés italiens, on relève cles crimes et délits anarchistes: citons, par exemple, le dossier concernant l'assassi­ nat du président de la République française Sadi Carnot par Caserio en 1894 (AN, BB18 6459 et 6460). On relève aussi d'innombrables rixes entre ouvriers it�liens et �ran çais, pre�ve que l'émigration italienne en France ne s'est pas . fatte sa�s reactlons hostiles de la part cles populations locales qui reprochaient . aux ltahens de leur voler leur travail. Monsieur Bernard cite dans sa communi­ cation la lamentable affaire d'Aigue-Morte où plusieurs ouvriers italiens furent massacrés en 1893 ; celle-ci donne lieu aussi à un dossier dans la sére BBlB (BB18 1947, dossier 2246 A 93 ). Les ouvriers italiens furent impliqués en outre dans de nombreuses grèves et contlits liés à celles-ci. D' autres furent accusés d'spionnage, comme un certain avocat italien antifasciste Pertini et son com' ' Pl'tce, Lucehini, arretés pour installation clandestine d'un poste radiotélégraphique à Eze dans les Alpes-Maritimes en 1928- 1929 (BB18 6092 dossier 20 ' BL 299). Mentionnons pour finir les dossiers de demandes d' extraditions, de 1899 à 193 0; classés par ordre numérique, ils sont actuellement pratiquement inutili-


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sables faute d'instruments de recherche alphabétique; cependant nous savons que le gouvernement fasciste fìt un certain nombre d� demandes d'�xtradition de réfugiés politiques italiens en les colorant de pretextes de drolt commun (BB t s 14105 à 14238) . Naturalisations, aide sociale Jusqu'à présent nous avons parlé essentiellement de l'émigration-repression; mais l'histoire de l'émigration italienne en France, c'est aussi celle d'une intégration; Les Archives nationales conservent, en un fonds remarquablement complet depuis 1 8 1 4 , les dossiers de demandes de naturalisatio�s e.t d'admi�sions à domicile (celle-c i précéd ait obligatoirement la natura hsatwn depms 1849 jusqu'à sa disparition en 1 927) , instruites par le bureau du sceau �u Ministère de la justice et, depuis 1945, par une sous-direction des naturalisatl.ons. . Les dossiers de la période 1 870 à 193 0 sont conservés aux Archtves nattona­ les et représentent 12 .250 liasses (AN, BB11 1 142 à 133 9 1 ) ; ceux de la période suivante, jusqu'en 1954, sont conservés au Centre des archives con;�mpora�es (CAC, 770850 à 790864 l BB11 13392 à 35752) . Les dossie�s ulterteurs n o�t pas encore été versés. Le classement étant numérique dans l ordre chron�logt­ que d'ouverture des dossiers, ne tient donc aucunement compte des nattona­ lités d'origine; cependa�t des fìchiers alphabétiques - très complexes ! - éla­ cas borés par le service lui-méme permettent de retrouver dans la plupart des sous­ la dans cotés tel ou tel dossier à partir du nom du naturalisé (AN, fìchiers série BB27, notamment BB27 124 1 à 1247, pour la période 1848- 1883 , qui vient . d'étre microfìlmé)7. La compo sition de ces dossie rs est restée remarquablement homogène , que depuis le xrxe siècle: lettre de l' étranger qui demande sa naturalisatio� . : �l� (a domtc de ement stionnaire imprimé rempli par la préfecture du départ otnt, conJ et Paris la préfecture de police) relatif aux ascendants, descendants . ptèces ressources niveau d'assimilation et attitude politique du demandeur, ' pari' d'etat-civil mention de la décision prise au niveau du service . Le dossier s se dossier deux les les: ementa sien a sa c�ntre-partie dans les archives départ d; Bernar ur monsie complètent et ne font pas double emploi, camme le montre naturalisa­ 7 Les fichiers de la période postérieure à 1930 sont restés à la sous-direction cles

tions.

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Nous observerons toutefois que certaines demandes ont été rejetées à l' échelon départemental et n'ont par conséquent jamais été transmises au ministère. D ' autre p art, les dossiers parisiens sont conservés intégralement, alors que ceux des départements ont pu faire l'objet d'éliminations systématiquess. Les décrets de naturalisation et d' admissions à domicile ont été publiés au Bulletin des lois jusqu'en 1 93 0, au ]ournal o/ficiel à partir de 1924 et encore à présent. A partir de 1 900, il peut étre commode de consulter la Liste alphabéti­ que des personnes ayant acquis ou perdu la nationalité /rançaise par décret, 2 volumes pour la période 1 900- 1 920, 5 volumes pour la période 1 92 1 - 1 93 0 , complétée par la Liste alphabétique des enfants d'étrangers ayant décllné ou répudié la nationalité /rançaise, l volume pour la période 1893 - 1945 ; ces publi­ cations sont poursuivies périodiquement par la sous-direction des naturalisa­ tions. Comme ces décrets et listes publiés indiquent les lieux de naissance des personnes, c'est à partir de ceux-ci qu'on peut établir une statistique des Italiens naturalisés en F rance9. Monsieur Bernard fait allusion à la question de la révision des naturalisation accordées de 1 927 à 1940, mise en piace par le régime de Vichy: les avis de la commission de révision figurent dans les dossiers de naturalisations parisiens eux-méme et n'ont pas fait l'objet de dossiers distincts au minisère de la Justice. La loi de 1 889 a reprécisé les conditions dans lesquelles un enfant méme mineur, né en France de parents étrangers peut étre naturalisé français par sim­ ple déclaration auprès du juge de paix de son domicile (évitant ainsi la procédu­ re de la naturalisation par décret). Toutefois ces déclarations ont donné lieu à l'ouverture de dossiers au bureau du sceau, puis à la sous-direction cles naturali­ sation; les dossiers de naturalisations par déclarations sont conservé avec les dos­ siers de naturalisation par décrets, mélangés, puis par tranches séparées depuis 1927 . Pour la période 1889- 1903 , il existe aux Archives nationales 18 registres d'enregistrement au minisère de la Justice des dossiers de naturalisations par déclarations d' enfants d' étrangers nés en France (BB29 436 à 453 ) comportant: les noms, prénoms, dates et lieux de naissance des enfants déclarés français, dates des déclarations, etat-civil des pères ou mères faisant la déclaration au nom de l'enfant. Malgré la brièveté de la période concernée, ces registres ne sont pas sans intérét pour une étude statistique des immigrés de la seconde génération. ' 8 Les Archives nationales conservent sous les cotes p7 12602 à 12625 cles formulaires de demandes de naturalisations remplis dans les préfectures, transmis au ministre de l'Intérieur avec l'avis du préfet concerné, pour la période 1899-1906 (classement alphabétique annuel). 9 Voir aussi les publications statistiques que nous avons signalées précédemment.


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La naturalisation par décret est une procédure assez longue, financièrement couteuse malgré les exonérations possibles; elle suppose une volonté d' assimi­ lation à la communauté française. En caricaturant, le profil type de l'italien naturalisé est celui d'un homme, souvent marié à une française de souche, par­ venu à une certaine réussite sociale (un maçon devenu entrepreneur, par exem­ ple) et d'un age suffisamment respectable pour ètre dégagé des obligations militaires en France ! Avant d' en arriver au stade de la naturalisation, l' émigrant peut avoir besoin de l' aide du pays d' accueil. Celle-ci est représentée aux Archives nationales par quatre liasses de dossiers d' aide sociale en faveur d' émigrants italiens, prove­ nant du Service social d'aide aux émigrants (AN, 44 AS 158 à 161)1°. Ces dos­ siers, classés alphabétiquement, comportent des renseignements sur les res­ sources et la situation familiale des demandeurs, et concernent la pério de 1942-1971. Aspect economiques et culturels Les aspect économiques de l' émigration italienne ont déjà indirectement évoqués tout au long de cette communication et plus précisémment à propos de l'enquète parlementaire faite en 1884 sur la situation cles ouvriers en France (AN, C 3326 à 3373 ) . Citons en outre: - cles états et pièces diverses relatifs à la main-d'oeuvre étrangère, notamment italienne, employée par l' Administration cles travaux publics pendant la première guerre mondiale (AN, F14 1 1332 et 12352) , - une enquète de 1922 (d'ailleurs d'origine policière) sur les exploitations agricoles appartenant à des étrangers, dont les résultats, transmis par les pré­ fets, sont classés par départements (AN, F7 135 18 et 135 19). Mais l' essentiel des sources relatives aux aspects économiques de l' émigra­ tions italienne en France doit ètre recherché aussi dans les archives des entre­ prises elles-mème, dont un certain nombre sont conservés au Centre cles archi· ves du monde du travail à Roubaixll. On prètera une attention particulière aux lO

: Organisme d 'origine privée créé en 1924 travaillant en liaison avec !es différentes admini strations concernées. Voir aussi dans CAC, 760140 l TR 10381 à 10786, !es archives du Fonds d'action sociale pour !es travailleurs migrants et leur famille ( 1945-1966). 1 1 Les fonds d'entreprise conservés aux Archives nationales, dans la série AQ, ont été tran• sférés à Roubaix en 1995.

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fonds prove�ant d�s s� ciétés d'�xploitations minières ou d'usines métallurgi­ ques. suscepttbles d av01r employe une nombreuse main-d'oeuvre étrangère. Cltons, par exemple, les archives cles établissements Arbel, société de con­ struction métallurgique qui avait cles usines dans les départements de la Loire et du Nord (70 AQ, une cinquantaine d'articles sur le personnel, de 1895 à 195 6),, cell�s d�s mines et usines de Decazeville dans l'Aveyron ( 1 1 0 AQ, une douzame d artlcles sur le personnel, de 1878 à 194 1). Les types de documents conservés sont des registres de comptabilité, cles dossiers relatifs au recrute­ ment du personnel, aux grèves, pour la fin du xrxe siècle et la première moitié du xxe siècle. Sans constituer forcément une émigration définitive, de jeunes italiens ont pu poursuivre cles études dans les facultés ou les grandes écoles françaises. On se reportera à ce sujet: - aux archives provenant de l'académie de Paris (AN, sous-série AJ16) qui con­ cement notamment les anciennes facultés parisiennes, les relations de l'université de Paris avec les univers�tés étrangères, du début du xrxe siècle à nos jours, - aux archives de l'Ecole nationale supérieure des beaux-arts et de l'École nationale supérieure cles arts décoratifs (AN, AJ52 et AJ53) , fin du XVIIIe - pre­ mière moitié du xxe siècle. I:emigration

religieuse

Pour terminer, nous parlerons brièvement d'une émigration un peu margi­ nale, puisqu' en principe elle n'a pas fait souche: selle de prètres italiens. En 1887, période d'anticléricalisme et d'antipapisme assez virulents en France, le m�istre cles cultes lança une enquète auprès cles préfets et cles évèques sur les _ p�et�es etrang ers employés dans les différents diocèses. Les réponses des . �1oceses de N1ce, de Marseille, de Montpellier notamment, comportent des hstes et cles renseignements sur le clergé italien employé dans ces diocèses (AN, F19 3 125, voir aussi dans F19 3 126 le dossier du diocèse de Paris). Dans le mème contexte, les prètres italiens de Paris ont fait l' objet de tout un dossier . de plamtes, de 1888 à 1897, auprès du ministre cles cultes (AN, F19 6069). Conclusion Nous voici parvenu au terme de cette rapide présentation des sources de l'histoire de l'émigration italienne en France, conservées aux Archives nationa-


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les . Rappelons en conclusion que les documents cités ne sont pas tous commu­ nicables: si le délai commun est de 3 0 ans, il est de 60 ans pour les archives des services de police mettant en cause la vie privée ou la sùreté de l'Etat; il est de 100 ans pour les dossiers judiciaires12. Insistons aussi sur le fait que n otre recension n'est pas exhaustive: y échap­ pent les archives du Ministère de la défense (Services historiques de l'armée de terre, de la m arine et de l' armée de l' air, chateau de Vincennes, 94300 Vincennes), les Archives économiques et financières près le Ministère de l'eco­ nomie et des finances ( 13 9 rue de Bercy, 75572 Paris cedex 12), les archives du Ministères des affaires étrangères (37 quai d'Orsay, 75007 Paris), qui sont gérées par ces ministères eux-memes, indépendamment des Archives nationa­ les . Or en matière d' émigration , l es archives d u Ministère d es affaire s étrangè)res sont un complément indispensable, comme nous avons eu précé­ demment l' occasion de le dire. Quoi qu'il en soit, et en dépit de ses inévitables lacunes, nous espérons que cette recension apportera une utile contribution au vaste programme de pro­ spection de sources sur l'historie de l' émigration entreprise par les Archives d'Etat d'ltalie.

APPENDICE

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Instruments de recherche

tome II, 1789-1940, Paris 1978, pp. 656; tome V, 1940-1958, Fonds conservés à Paris, 1988, pp . 468 (ce colume com­ porte l'état des inventaires correspondant aux fonds décrits). ARCHIVES NATIONALES, Etat des inventaires, tome II, 1789-1940, 1991, pp. 298. ARCHIVES NATIONALES, Etat général des /onds,

Etat sommaire des versements /aits aux Archives nationales par !es ministères et !es administrations qui en dépendent, tomes I à III, série F, sous-séries F à p9o, Paris 1929-1962, (4 voll.; Supplément aux tomes I à III, Paris 1962, pp . 470; Table alphabé­ tique des tomes I à III et du supplément, Paris 1972, pp. 300, Tome IV, Série BB, sous-série BB1 à BB34, Paris 1947-1956, 3 fasce. (fase. 3: table alphabétique). Etat sommaire des archives d'entreprises conservées aux Archives nationales (série AQ), tome I, 1 à 64 AQ, par B. GILLE, Paris 1957, 154 pp.; tome II, 65 à 1 19 AQ, par I. GUERIN-BROT, Paris 1977, paginé 155-334. Etat sommaire des archives d'associations conservées aux Archives natt'onales: série AS (1 à 75 AS), par F. HILDESHEIMER et B. JOLY, Paris 1990, pp. 120. Patrimoine archivistique contemporain des ministères sociaux. Etats des verse­ ments d'archives publiques des administrations centra/es du Travail, de l'Emploz; de la Formation pro/essionnelle, de l'Action sociale, de la Sécurité sociale, de la Population et de la Santé aux Archives nationales (Centre des Archives contemporaines de Fontainebleau) , par F. BosMAN, Paris 1991, pp. 272. Archives contemporaines du ministère de l'Intérieur. Etat des versements d'archi­ ves effectués aux Archives nationales et conservés au Centre des Archives contemporai­ nes de Fontainebleau, sous la direction de J.P DEFRANCE, Paris 1995, pp. 476. .

Beaucoup de fond conservés à Fontainebleau n'ont pas fait l'objet de publica­ tions imprimées, mais seulement de répertoires numériques détaillés dactylo­ graphiés ou de tirages sur papier d'applications bureautiques, consultables aux Archives nationales ou au Centre des archives contemporaines à Fontainebleau (en raison de la date des documents, certains ne sont pas communicables au public). Il convient aussi de signaler la bibliothèque des publications officielles du Centre des archives contemporaines à Fontainebleau; elle conserve les périodiques, études, rapports, ouvrages, publiés par les ministères et organismes publics. Quoique non exhaustives, ses collections sont susceptibles de compléter en partie les fonds que nous avons décrits précédemment et sont facilement accessibles par une base de données informatique (base CAC).

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Le délai de 100 ans est pratiqué aussi actuellement pour !es dossiers de naturalisations.


Les sources départementales /rançaises de l'immigration italienne BERNARD GILDAS Les sources départementales /rançaises de Nmmigration italienn e

(1 870- 1 9 70)

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but de faire de la place . Depuis la fin de la dernière guerre les recensements ne sont plus tenus qu' en un seul exemplaire conservé dans la commune. Un comptage séparé est fait pour les étrangers depuis le recensement de 185 1 (il n'en fut pas dressé en 1856) . C'est ainsi que l'on sait qu'il y avait 193 . 178 italiens en France en 1901, 485.958 en 193 1 , et le chiffre commença à décro:ìtre à partir de 1936 (405 . 159) pour n'etre plus que 190.240 en 1982. Renseignements d'ordre individuel donnés par les listes nominatives des recense­ ments de 1 8 70 à 1 9 70 �'

RECENSEMENT

Remarques préliminaires

Ces sources sont inégalement conservées. Les services d' archives ne conser­ vent que ce qui leur est versé. Or souvent les administrations ont procédé dans le passé à des éliminations inconsidérées. Autre problème: la plupart des registres, cartons ou liasses concernant les étrangers se présentent toutes nationalités confondues. Par exemple une liasse concernant des naturalisations pourra concerner des italiens, mais aussi des belges, des espagnoles.

ARCHIVES DEPARTEMENTALES

La France est divisée en départements avec à la tete de chacun une préfectli­ re et son préfet. Chaque département dispose d'un service d'archives départe­ mentales. Nous verrons successivement les différents types d'archives que l'ori peut y trouver.

Recensements de population

Concernent les français, mais aussi les étrangers . Réalisés tous les cinq ans de

1836 à 1936 ils sont moins fréquents depuis la dernière guerre. Ces recensements nominatifs et statistiques ont été tenus - en double de 1836 à 1936 (un exemplai"

re aux Archives départementales, un autre aux Archives communales). Une dr• . culaire de 1887 heureusement peu appliquée a conseillé leur élimination dansle

l. Nom . . . . . . . . . . . . . . . . 2. Prénoms . . . . . . . . . . . . . 3. Age . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Année de naissance . . . . 5. Date de naissance . . . . . 6. État civil . . ' . . . . . . . . . 7. Profession . . . . . . . . . . . 8. Adresse . . . . . . . . . . . . . 9. Nationalité . . . . . . . . . . . 10. Lieu de naissance . . . . . 11. Position dans le ménage 12. Patron, ouvrier, employé 13 . Résidence au précédent

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Extrait de B. GILDAS, Guide des recherches sur l'histoire des/amilles, Paris 1981 , p. 88.

Naturalisations

On trouvera des dossiers de demandes de naturalisation. Certaines sont rejetées, ajournées sans suite. Il peut exister aussi des dossiers de contrale des naturalisés et des dossiers d' acquisition de la nationalité française par mariage. Si jusqu'à la fin du Second Empire les naturalisations (toutes nationalités confondues) ne représentent en France que quelques centaines de lettres de naturalisation par an, elles en représentent 2.000 à 6.000 par an à la fin du XIXe siècle et entre 15 .000 et 30.000 par an entre les deux guerres. On voit clone apparaìtre un problème de masse vers la fin du XIXe siècle.


272

Bernard Gildas

A titre d'exemple les Archives départementales des Alpes-Maritimes conser­ vent 37 registres de demandes de naturalisation pour la période allant de 1886 à 1946 et 210 liasses de dossiers individuels allant de 1860 à 1939. Mais d'au­ tres départements peuvent avoir tout éliminé. Ces dossiers sont conservés aux Archives départementales dans la série M que porte sur la période 1800- 1940 ou dans la série Z (1800- 1940 également). Dans ce dernier cas, ils proviennent des sous-préfectures. Après 1940 les dos­ siers sont en série W n existe un principe, pour chaque naturalisé deux dossiers de naturalisation dont l'un est conservé à Paris aux Archives nationales (série BB l l , avec tables dans BB27) et un autre aux Archives départementales (série M, Z ou W). Les pièces demandées ont varié suivant les époques. Pour un cas étudié d'un italien naturalisé en 189 1 1 la seule pièce que l' on trouve en double (à la fois aux Archives nationales et aux Archives départementales) est un questionnaire imprimé. Dans le dossier parisien on trouvera en plus la lettre manuscrite du mari et celle de la femme demandant leur naturalisation. Le dossier départe­ mental comporte beaucoup plus de pièces: actes de naissance des parents, grands-parents (avec indication du village d'origine) , des enfants. Certifì.cat de tous les employeurs successifs en France, montant du salaire. Attestation de service militaire en Italie. Extrait de casier judiciaire français. Attestation du maire certifìant que les intéressés demeurent bien dans le village depuis tant d' années. On trouve aussi la mention des opinions politiques. Toutes ces pièces demeurent en préfecture où l' on trouvera aussi une copie du décret de natura­ lisation et un certificat d' admission à domicile. Cette dernière a été créée par la code Napoléon (1804) et ne sera supprimée officiellement qu' en 1927, mais à partir de 1889 l' admission à domicile est devenue une étape vers la naturalisation.

Assistance Les dossiers d' assistance sont à chercher en série X des Archives départe­ mentales et en série Q des Archives municipales (bureaux de bienfaisance) . Jusq'à la loi de 1898 il ne sera fait aucune distinction entre les nationaux et les immigrés. Meme après cette loi l' assistance aidera fortement les étrangers. Pour n'en citer qu'un exemple, dans les années vingt Marseille assistera 13 .000 l G.

BERNARD,

Un dossier de naturalisation, dans «Gé-Magazine», 1983 , 7 , p. 36-39.

Les sources départementales /rançaises de l'immigration italienne

273

vieillards dont 3.000 italiens, 6.000 familles y bénéfì.cieront de l'allocation aux familles nombreuses; plus de la moitié sont italiennes. De meme 20% des malades hospitalisés au titre de l' assistance médicale gratuite sont italiens2 .

Associations S'il est vrai qu'aujourd'hui il existe 450 associations italiennes en France3 on est en droit de s' étonner de ce que l' on trouve peu d' archives les concernant aux Archives départementales. Dans les réponses qui nous ont été adressées on en signale seulement trois en Savoie (Sodété musicale ouvrière italienne, 1928- 1930; Sodété de gymnastique Bonomelli, 1927; Union sportive italienne, 1938, toutes dans les fonds judiciaires en série U) et cinq dans le Vaucluse (sodété d'ouvriers italiens, 1902- 1939, dans 3 W 265 at aussi dans 4 X; sodété l'Italienne, 1921-1929 à Avignon; la Fraternelle, 193 1-193 2 à Bollène; l'italienne de secours Umberto di Savoia, 1 923 - 1 938, à Cavaillon; Union et concorde, 1222-1928, à Sorgues. D'autres sodétés sont cependant créées à Carpentras et à Orange en 1919. En fait la loi de 1901 sur les associations oblige celles-ci à déposer leurs sta­ tuts à la préfecture et la composition du premier bureau, mais bien rares sont celles qui donnent ensuite signe de vie à l' administration préfectorale. Rares sont les rappels. Leurs archives sont essentiellement privées. En outre des associations peuvent concerner aussi bien des français que des étrangers. C'est ainsi que la loi du 15 juillet 1850 sur les sociétés de secours mutuels ne mentionne pas l'exclusion des non-français.

Conflits du travail Ceux-ci apparaissent à la fin du XIXe siècle entre français et italiens, mais jusq'à la loi de 1898 aucune faveur n'est faite aux nationaux. Citons quelques conflits pour lesquels des cotes d'Archives nous ont été fourtìies: Bouches-du Rhòne: conflits avec les italiens, 1882-1890 (XIV M 25). Gard: Affaire d'Aigues-Mortes 1893 : Rixes entre ouvriers français et italiens

2 G. NOUUEL, Le Creuset français. Histoire de l'immigration, XIXe-XXe siècles, Paris, Le Seuil, 1988, 441 pp., p. 120. 3 Relevé du Ministère cles affaires étrangères italien. Bulletin n. 4 du CDEl, p. 24 (artide de A. Bechelloni).


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Bernard Gildas

lors du levage du sei, avec mort d'homme. L'essentiel du dossier n'est plus con­ servé dans le Gard, mais aux Archives de la Charente dans les archives judiciai­ res. C'est en effet dans ce département que l' affaire fut jugée en dernier lieu. Les pièces font partie du dossier de procédure4. Hérault: Mise à l'index de la compagnie maritime franco-tunisien ne à Marseille et à Sète, parce qu'elle n'employait que des italiens, 1 903 (194 M 16). n y aurait probablement un complément à trouver aux Archives municipales de Marseille et de Sète. Meurthe-et-Moselle: Opposition d'ouvriers français à l'emploi de la main d'oeuvre italienne, 1890- 1895 (lO M 3 6) . Cette liste n'est évidemment pas exhaustive. On sait aussi qu'en 1 899 à Bayonne (Pyrénées-Atlantiques) les ouvriers français du bàtiment protestent contre la loi à laquelle ils reprochaient de favo ­ riser l'emploi de la main d'oeuvre italienne et Gérard Noiriel (ouvrage cité, p. 177) précise que la toute jeune ligue des droits de l'homme et du citoyen joi­ gnit sa voix à celle des syndicats. En fait jusq'à la loi de 1 898 aucune faveur n'état faite aux nationaux. Devant l' afflux d' étrangers diverses mesures furent prises, cette année là et par la suite. C'est ainsi que la loi du 1 9 juillet 1 93 4 écarta les naturalisés de la fonction publique. Le front populaire renforça les mesures. Avec le retour de la droite en 193 8 Daladier par décrets lois décida qu'à l'avenir les naturalisés n'auraient le droit de vote que cinq ans après leur naturalisation et soumit les candidats à la naturalisation à un examen de français. En 1945 René Pleven reprit sensible­ ment les mème textes. Il fallut attendre 1978 pour supprimer les interdits pro­ fessionnels et 1983 pour supprimer l'inégibilité des naturalisés.

Dossiers dejustice Outre l'affaire d'Aigues-Mortes citée ci-dessus, de nombreuses affaires fìnis­ saient en justice. Je citerai comme exemple les types d' affaires qui nous ont été signalés par les Archives département ales de Haute-Provence (chef-lieu à Digne). Pour la période de l'entre deux guerres le meurtre d'un agent consulaire italien en 193 1 par un militant anti-fasciste (3 V 1/459). Mais c'est surtout pour la période de la guerre de 1939-1945 que les Alpes de Haute-Provence signalent

4 P. MILZA, Le racisme anti-italien «L'Histoire», 1979, 10, p. 23-3 1 .

en France. La tuerie d'Aigues-Mortes (1893), dans

Les sources departementales /rancaises de l'immigration italienne

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en série W des dossiers pour propos anti-français, défaut de carte d'identité d'é­ tranger, suicide, perquisition chez un italien, coups et blessures envers un italien (en 1940), passage clandestin de la ligne de démarcation par deux italiens. Les procès-verbaux de gendarmerie peuvent également ètre très utiles lor­ squ'ils sont conservés soit dans les archives du Cabinet du préfet, soit dans les archives judiciaires, tous documents qui finissent où devraient finir aux Archives départementales. Pour les Alpes de Haute-Provence que nous conti­ nuons à prendre comme exemple on trouvera des rapports de gendarmerie concernant entre 1940 et 1945: les relations d'un italien avec l'armée d'occupa­ don, des incidents avec les troupes d'occupation italiennes, une dénonciation anonyme d'un italien, l' arrestation d'un soldat italien en flagrant délit de vol, la découverte d' effets militaires appartenant à l' armée italienne.

7. Cabinet du pré/et et police C'est dans ces fonds que l'on trouvera le plus d'affaires puisque préfet et poli­ ce sont chargés de l'ordre. n est impossible d'énumérer tous les cas de figures. - Collections de circulaires du Ministère de l'intérieur. En général incomplètes. Pas toujours conservées. Egarées parfois dans les dossiers ou conservées à part. - Admission à domicile: voir ce qui est dit plus haut à propos des naturalisations. - Naturalisations: voir plus haut. - Cartes d'identité: la loi de 1893 oblige les étrangers à prouver leur identité. Deux décrets d' avril 1917 rendent la carte d'identité (avec photographie) obli­ gatoire pour les étrangers vivant en France. - Dossier individuels d'italiens (lorsqu'ils n'ont pas été éliminés). - Autorisations de séjour. - Demandes de laisser-passer pour entrer ou sortir de France. - Recensements spéciaux d'étrangers, nominatifs, qualquefois mensuels, quelquefois par province d'origine. - Révisions de naturalisation sous le régime de Vichy ( 15 .000 retraits dont 6.000 concernant des juifs). - Clandestins. - Internements, notamment pendant les guerres. - Expulsions : le principe est introduit par la loi du 28 vendémiaire an VI, confirmé et organisé par la loi du 3 décembre 1849 qui restera en vigueur pen­ dant près d'un siècle. - Surveillance des anarchistes italiens: Dossiers dans de nombreux départe·


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Bernard Gildas

ments. Signalons tout particulièrement dans les Bouches-du Rhone le fonds 90 J: Archives du centre international de recherche sur l'anarchie, 1920-1970 avec répertoire numérique détaillé en cours. Ce fonds qui comprend un centaine de mètres linéaires est composé pour l' essentiel de coupures de presse et d'imprimés. - Surveillance cles Garibaldiens (après la guerre de 1870). Dossiers signalés dans les Alpes-Maritimes et l'Hérault. - Espionnage: nombreux dossiers. - Assignation d'étranger à résidence. - Internements: Par exemple en Isère, à Fort-Barreaux pour la période 19401943 : 130 liasses en série R (la série R est consacrée aux affaires militaires). - Allocations aux familles de militaires italiens payées par le consulat d'Italie pendant la guerre de 1914-1918. On en conserve cles états dans les Bouches­ du-Rhone (2 R 91). - Arrestations de déserteurs italiens pendant la guerre de 1914-1918. On en signale dans le Bouches-du-Rhone (2 R 132). - Rapatriements d'italiens (dans l'Ain par exemple 6 liasses de dossiers individuels en série M pour la période 194 1- 1 94 3 ) . - Fetes franco-italiennes à l a fin de l a guerre de 1914- 1918. - Le mouvement fasciste. - Notes de synthèse cles Renseignements généraux. Peu nombreuses parce que peu versées. Signalons en Meurthe-et-Moselle une note de 18 page et datant de 1965 sur la colonie italienne et l'immigration d'origine italienne dans ce département.

- Et caetera.

ARCHIVES MUNICIPALES Parmi les séries conservées aux Archives municipales et susceptible d'inté­ resser les chercheurs citons les séries E (état civil, parfois conservé en série GG), F (population: notamment les recensements), I (Police: notamment pas­ seports, immigration, étrangers, associations), Q (assistance: les bureaux de bienfaisance font souvent plus attention à l'ancienneté dans la commune qu'à la nationalité) , R (Instruction publique, écoles). En fait les documents sont très inégalement conservés. Les Archives munici­ pales de Nice par exemple ne conservent presque rien sur l'immigration. Celles de Marseille davantage. Signalons que la loi du 8 aoiìt 1893 avait décidé que tout étranger arrivant dans une commune pour y exercer un emploi devait y etre inscrit sur un regi-

Les sources départementales /rançaises de l'immigration italienne

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devrait stre d'immatriculation à la mairie ou au commissariat de police. On laissent me effectuer pu ai j' que sondages donc les retrouver, mais les quelques assez sceptique sur leur conservation. Je terminerai par un type de document peu connu: les registres de popula­ octobre tion créés par les lois des 22 juillet 1791 et 10 vendémiaire an IV (2 1795) sur la police municipale. Ces registres donnent le nom, l'age, le lieu de l' é­ naissance, le dernier domicile, la profession, les moyens de subsistance et registres ces de e existenc l' rt poque d' entrée dans la commune. J' ai découve allant aux Archives municipales de Nancy où ils sont conservés pour la période de 1793 à 1929 et où ils constituent une série de 2560 registres5 . Le recense­ ment était fait annuellement, maison par maison, étage par étage. Peu de villes (ou d'archives départem entales, lorsq'ils y ont été déposés ) en conservent d' aussi belles collections et rares sont les vilies qui ont tenu et conservé ces documents. Signalons Charleville (Ardennes) qui les a tenus de 1792 à 193 9, Strasbourg, de 1797 à 1 87 1 , Metz, de l'an II à 1906 et aussi Lyon, Nantes, Alençon, Toulouse (pour cette dernière ville il ne subsiste que cles fragments). Les étrangers y sont recensés au meme titre que les français.

ARCHIVES DU MONDE DU TRAVAIL Par Archives du Monde du Travail on entend surtout les archives industriel­ les, mais aussi les archives syndicales. Depuis la fin de la guerre un certain nom­ bre de services d'Archives se sont fait verser ou déposer divers fonds. En outre à Roubaix doit s'ouvrir bientot un centre spécialisé dans la réception de ces fonds, mais il est probable qu'il ne recevra que cles fonds du nord de la France. On ne peu manquer d'etre frappé par les problèmes que posent ces fonds sur le plan de la quantité. Les Houillères du Nord représentent 9.000 mètres d'archives conservées en plusieurs lieux; les archives du Creusot conservées au Creusot meme représentent 5 .000 mètres et 2.000 tiroirs de plans. Les archives de Pont­ à-Mouss on ont déjà été exploité es sur le plan de l'immigration italienne . D' autres fonds sont conservés aux Archives nationales. Les types de documents qui intéressent l'immigration sont les suivants: les dossiers individuels, les registres d' entrée et de sortie, les registres cles travail­ leurs étrangers, les registres des caisses de retraite, les déclarations d' accident et les fiches de paie.

5 Voir «Gé-Magazine», 1984, 23.


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Bernard Gildas

ARCHIVES RELIGIEUSES

Il Y a là une source sans doute peu exploitée pour l'instant. Les italiens étant . cathohques ont souvent eu des liens avec les paroisses catholique. Les archives de celle� -? Pe�vent etr� co�servées dans les paroisses (sacristie ou presbytère), . ,.. et parfms deposees , aux Archives départementales vo1re a, l eveche . Outre les re�istres paroissiaux où seront inscrits les baptemes, mariages et . , sepultures rehg1�ux, outre les cor�esponda�ces, on se doit de signaler un type de document tres peu connu: les etats des ames (status animarum, libri anima­ rur:z) . Leur tenue par le clergé a été ordonnée par le concile de Trente. En ce �Ul concerne la France j'ai essayé avec l'aide de mes confrères de dresser une liste de ceux conservés pour l' Ancien Régime6. Mais on en trouve également pour le IXe siècle et meme pour le XX:e siècle, ce qui semble beaucoup plus rare. Qu y trouve-t-on? Le mot " àme" s'entend au sens d"'habitant" . On dit parfois en France qu'un village fait 3 00 àmes, 500 àmes, c'est-à-dire 3 00 ou 500 habitants. Il s'a­ git donc parfois d'un simple recensement, mais le concile de Trente demandait qu'o� Y inscrive divers renseignements. Je prendrai comme exemple un état des ames concernant la paroisse de Chindrieux en Savoie, dont les archives sont déposées aux Archives départementales. Le registre d' état des àmes a des colonnes imprimées qu'il suffisait au curé de remplir. Il a été tenu de 1848 à 1 856 mais les renseignements qu'il contient débordent sur le début du XXe siècle. Le registre a des colonnes pour les nom, prénom, date de naissance d�t': de la première communion et de la confirmation, date du mariage, d deces et une colonne pour les observations dans laquelle je lis au hasard des . men;l�ns du type: «américain revenu au pays; célibataire, domestique chez un . t�l; �p1c1er». En fait le concile de Trente aurait voulu qu' on y mette des appré­ clatlons plus personnelles et c'est ce qui fait peut-etre que les curés français les ont tenus avec une certaine réticence. Je me souviens avoir vu vers 1930 donc à une dat� t�ès récente, a �ention: «Il ne pratique pas, mais il est meille r que mes paro1ss1ens». Le dela1 de consultation de ces documents est de 120 ans. D�s dérogations peuvent etre demandées. Ces registres qui, je rappelle, sont tres rares, concernent tous les paroissiens y compris étrangers. '

PAOLA CORTI

Fonti e archivi per una storia dell1immigrazione italiana nell}area parigina: un itinerario di ricerca�'

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Le serie nominative e le fonti autobiografiche degli emigranti italiani negli archivi di Parigi Si illustra qui uno dei possibili approcci alle fonti archivistiche per la storia del­ l'immigrazione italiana nell'area parigina: il percorso di ricerca che consente di ricostruire una storia qualitativa dell'esodo e di risalire all'esperienza individuale e familiare degli emigranti. Nella capitale francese, prima ancora di arrivare alle indispensabili testimonianze autobiografiche, si può utilizzare a tale scopo anche un'interessante documentazione conservata presso i più noti archivi pubblici e presso le meno conosciute sedi diplomatiche italiane. Nei centri di documenta­ zione parigini esistono infatti importanti serie nominative, numerosi documenti personali, copiose raccolte di atti privati e ricchi repertori anagrafici relativi agli immigrati italiani. Si tratta di carte archivistiche utilizzate per lo più per le ricer­ che giuridiche e istituzionali sulla normativa riservata agli stranieri in Francia o per le indagini statistiche e quantitative. Tali fonti, esaminate attraverso diversi iti­ nerari di indagine, possono servire invece a tracciare anche le vicende di interi nuclei domestici, di reticoli parentali, di catene migratorie locali o professionali.

' Questa relazione conserva la struttura e l'esposizione dell'intervento orale presentato nell ottobre del 1990. Abbreviazioni: ANP, Archives nationales de Paris AD, Archives départementales ACP, Archivio del consolato italiano di Parigi CGE, Commissariato generale dell'emigrazione MAE, Ministero degli affari esteri *

6 G. BERNARD, Guide des recherches sur l'histoire des /amilles, Paris 1981, pp. 149-150.


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Paola Corti

Fonti e archivi per una storia dell'immigrazione italiana nell'area parigina

Secondo queste prospettive, nelle pagine che seguono, più che fornire un quadro esaustivo della documentazione conservata negli archivi di Parigi, illu­ strata del resto in altri interventi, si cercherà di mostrare: - come, mediante alcune fonti nominative, sia possibile rintracciare i singoli e­ migranti e i loro gruppi familiari ottenendo informazioni altrimenti irraggiungibili; - che, proprio per rendere possibile tale risultato, è preferibile leggere la sostanziale unità del percorso migratorio passando dalle fonti nominative con­ servate nelle località di partenza alle serie nominative reperibili all'estero; - quanto, in ogni tipo di analisi, sia utile confermare i dati tratti dalle fonti mediante verifiche incrociate su archivi e serie documentarie differenti e - lad­ dove questo obiettivo sia possibile - anche mediante l'uso delle testimonianze autobiografiche - epistolari, memorialistica, diari di viaggio, repertori fotogra­ fici, interviste degli emigranti: un materiale che, proprio nell'area parigina, è reperibile presso un importante centro di documentazione; - come, infine, la lettura di questi documenti offra l'opportunità di mettere a fronte immagini e informazioni fornite da diversi osservatori e come, negli inevi­ tabili scarti derivanti da questo confronto, non solo si traggano nuovi prudenti moniti alla cautela euristica, ma si ricavino anche altri elementi di conoscenza. Nel seguire questa traccia espositiva si prenderà spunto dall'indagine con­ dotta direttamente da chi scrive su due delle tante catene migratorie di murato­ ri piemontesi stabilitesi nella Banlieue parigina negli anni tra le due guerre, dopo una lunga esperienza di esodo temporaneo nelle località francesi vicine al confine italianol .

mente esse giungevano da due dei tanti villaggi montani dai quali l'emigrazio­ ne, dapprima stagionale e temporanea, e poi definitiva, si è diramata prevalen­ temente verso le destinazioni europee della Svizzera e della Francia. In que­ st' ultimo paese gli emigranti delle prime ondate ottocentesche - in massima parte muratori con varie specializzazioni - si dirigevano verso le tradizionali destinazioni vicine al confine e, in seguito, soprattutto dopo la guerra, verso le più lontane regioni settentrionali del Nord e dell'area parigina. Come avveniva in gran parte dell'emigrazione italiana in Francia, anche in questi casi le scelte per Parigi e la sua Banlieue erano il frutto dello spostamen­ to degli itinerari migratori verso quelle regioni francesi dove stava avvenendo la grande ricostruzione postbellica. La nuova politica demografica intrapresa dalla Francia durante questi anni ebbe infatti l'immediato risultato di richiama­ re sul proprio territorio nazionale gran parte della manodopera maschile che, durante la guerra, aveva momentaneamente interrotto il flusso regolare al di là delle Alpi. Tra gli altri dipartimenti del Nord, quelli della Seine e della Seine et Oise furono tra i più frequentati dai lavoratori stranieri; in particolare fu molto forte l'attrazione che su di essi esercitò la Banlieue parigina3. Non era infatti raro che gli emigranti giunti nelle città settentrionali per ricostruire gli edifici distrutti dalla guerra convergessero in seguito verso la capitale francese alla ricerca di un lavoro più stabile e sicuro; e non era neppure infrequente che, dopo aver raggiunto una posizione di lavoro meno precaria, essi richiamassero in Francia le loro famiglie, stabilendosi così all'estero in modo definitivo. Per la manodopera piemontese dell'edilizia era diventato assai difficile con­ servare in questi anni il consueto costume migratorio temporaneo; e molti furono i motivi che contribuirono a spezzare i legami con l'Italia. Tra questi svolsero un ruolo determinante le clausole contemplate nei nuovi accordi fran­ co-italiani, stipulati nell'immediato dopoguerra, e precisati poi tra il 1 926 e il 193 1 . In questi anni, le norme internazionali per il reclutamento della manodo­ pera straniera furono sempre più vincolanti: si passò dalle intese esclusive per esercitare il controllo sulla leva militare, la renitenza e le diserzioni, a una più

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Dal Piemonte alla Banlieue di Parigi: gli itinerari degli emigranti Le correnti migratorie prese in considerazione provenivano dal Biellese, una nota area manifatturiera e migratoria del Piemonte nordorientale2. Più precisa-

l P. CORTI, Paesi d'emigranti. Mestieri, itinerari, identità collettive, Milano, F. Angeli, 1990. 2 Per gli studi sul caso biellese si vedano le raccolte di saggi in: L:emigrazione biellese tra '800 e '900, Milano, Electa-Fondazione Sella, 1986; Sapere la strada. Percorsi e mestieri dei biellesi nel mondo, a cura di P. ORTOLEVA, C. OTTAVIANO, Milano, Electa-Fondazione Sella, 1986; L/emigra­ zione biellese nel Novecento, Milano, Electa-Fondazione Sella, 1988; Identità e integrazione. Fa­ miglie, paesz; percorsi e immagini di sé nell'emigrazione biellese, Milano, Electa-Fondazione Sella, 1990; P. CORTI, op. cit., P; AUDEN!NO, Un mestiere per partire. Tradizione migratoria da una vallata alpina, Milano, Angeli, 1990; Studi sull'emigrazione. Un'analisi comparata. Atti del convegno storico internazionale sull'emigrazione (Biella 25-27 settembre 1 989), a cura di M.R. OSTUNI, Milano,

Electa-Fondazione Sella, 1 99 1 .

3 Cfr., tra gli altri, G. GOUTARD, Parsi au travail, Paris 1923; La croissance de la Banlieue parisien­ ne, Paris 1964; Histoire de l'Ile-de-France et de Paris, sous la direction de M. MOLLAT, Toulose 1973; J.P. BRUNET, Saint-Denis la ville rouge. 1 890-1939, Paris 1 980; M. CARMONA, Le grand Paris. I.:évolution de l'idée d'aménagement de la région parisienne, Paris 1986; Les crises de la Banlieue aux XX siècle, in «Emploi et residence», 1986, 10; A. FoURCAUT, Bobigny Banlieue rouge, Paris 1986; Un siècle de Banlieue parisienne (1859-1964), sous la direction de A. FoURCAUT, Paris 1988.


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estesa normativa riguardante le assunzioni, le pensioni, le successioni all'estero e la cittadinanza4. A queste spinte generali si aggiunsero inoltre tutte le motivazioni di caratte­ re economico, che indussero gli emigranti a restare sul territorio francese: cen­ trali, tra queste, le sfavorevoli condizioni dei cambi monetari. La rivalutazione della lira, varata da Mussolini nel 1 926, non lasciava infatti alcun margine di guadagno per quei lavoratori temporanei che emigravano all'estero contando quasi esclusivamente sull'aggio del franco sulla lira. Per tutti questi motivi, molti emigranti preferirono abbandonare le loro consuetudini all'esodo tempo­ raneo, scegliendo sedi di lavoro più lontane e definitive, come la stessa perife­ ria della capitale. Per chi decideva di restare all'estero, la Banlieue parigina presentava molte favorevoli opportunità, anche rispetto alla città di Parigi. Nella Grande Ban­ lieue, di fatto, ancor più che nella Proche Banlieue, il dopoguerra aveva stimola­ to una forte azione speculativa da parte delle grandi società immobiliari che, proprio in questi anni, stavano soppiantando gli acquisti di terre intrapresi, prima del conflitto, soprattutto dai privati. Coperta ancora di boschi, ricca di terreno agricolo e di incolti, la Banlieue era senza dubbio il luogo ideale per atti­ rare gli investimenti fondiari delle grandi imprese di costruzione. Qui, inoltre, il basso costo dei beni fondiari, dovuto alla forte estensione degli incolti e delle paludi, e accresciuto ulteriormente dall'assenza dei servizi e dell'elettricità, offri­ va anche ai piccoli acquirenti la possibilità di comprare la terra in Francia. La Grande Banlieue diventava così doppiamente attraente per la manodope­ ra che proveniva dalle lontane comunità rurali del Piemonte: qui, oltre ad otte­ nere il lavoro nei cantieri edili, i muratori piemontesi potevano anche realizzare la radicata aspirazione al possesso fondiario. Di matrice piccolo-proprietaria, molti di questi emigranti avevano conservato a lungo l'abitudine all'esodo tem­ poraneo proprio per non perdere la complementarietà tra il lavoro itinerante, l'allevamento domestico e la coltivazione agricola. Le aree periferiche della capitale francese diventarono perciò molto più ambite in vista dei conveni�n7i acquisti di fondi che, benché disagiati e lontani dalle infrastrutture essenz1ah, davano comunque un'insperata sicurezza economica. Sta di fatto che, grazie alla forte attrazione esercitata dalla cintura periferica della capitale, nel corso di un ventennio la popolazione dei dipartimenti della

]}itinerario della

Recueil de conventions internationales relative à l'immigration et au traitement de la main d'oeuvre étrangère en France, Paris 193 1 ; MAE, CGE. L'italiano alt'estero e la sua condizione giuri­ dica secondo le legislazioni straniere e gli accordi internazionali in vigore, Roma 1934.

5 G. MAuco, Les étrangers en France, leur ròle dans l'activité economique, Paris 1932, pp. 285 sgg. 6 Cfr. per tutti, il numero monografico della rivista «Estudios Migratorios Latinoamericanos», 1988, 8, dedicato alle catene migratorie. Cfr. inoltre gli altri studi condotti con lo stesso metodo e pubblicati in vari numeri successivi di questa stessa rivista.

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Seine e della Seine-et-Oise passò dai 4.972.000 abitanti del 1 9 1 1 ai 6.300.000 del 193 1 . A questo notevole incremento l'apporto dei lavoratori stranieri contri­ buì in modo davvero consistente: nel dipartimento della Seine i 204.000 immi­ grati del 191 1 si moltiplicarono fino ai 433 .200 del 1 926, con un contributo glo­ bale del 10%; dopo solo cinque anni, nel 1 93 1 , gli stranieri registrati nel solo dipartimento della Seine erano 459.498, mentre, in quello della Seine-et-Oise, 122.446 . Attratti dall'enorme sviluppo delle lottizzazioni, anche i muratori ita­ liani costituirono una buona parte di questa nuova immigrazione: già nel 1926, infatti, i nostri connazionali occupati nei lavori di costruzione ammontavano a 14.532, nel dipartimento della Seine, e a 4. 172, in quello della Seine-et-Oise5. Nel grande aumento demografico che investì la periferia parigina nel dopo­ guerra, l'arrivo degli emigranti italiani seguì i percorsi e i richiami tradizionali; e gli insediamenti sul territorio francese furono guidati, come è ben noto, dai meccanismi delle catene familiari, regionali e locali.

ricerca

Nella ricerca storiografica questo complesso tracciato di relazioni si può ripercorrere seguendo lo stesso cammino sulle serie archivistiche nominative, · ossia realizzando il paziente spoglio della documentazione conservata presso gli archivi locali in Italia e arrivando poi a quelli dei comuni e dei dipartimenti francesi. Nel nostro caso l'itinerario dell'indagine è stato realizzato secondo quelle sequenze che, già accennate all'inizio, si rivelano di fatto assai utili per leggere l'unità del percorso migratorio dalla realtà di partenza ai suoi itinerari all'este­ ro. Questo obiettivo, che risulta uno dei più ambiti e più difficili da realizzare, per l'eterogeneità delle fonti esistenti nei due territori d'indagine, può essere sormontato appunto circoscrivendo l'ambito delle ricerche e osservando con­ cretamente il funzionamento di singole catene migratorie6. Prima di arrivare alle fonti dell'area parigina è stato quindi indispensabile avere a disposizione gli elenchi nominativi di famiglie, di singoli emigranti, di imprese e ditte commerciali. Tali informazioni sono state tratte dalle anagrafi,


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Fonti e archivi per una storia dell'immigrazione italiana nell'area parigina

dallo stato civile, dai fogli di famiglia e dai lasciapassare di viaggio conservati presso gli archivi dei due comuni di provenienza. Attraverso lo spoglio di queste fonti italiane è stato possibile individuare nei comuni di Saint-Denis, Saint-Gra­ tien, Livry-Gargan e Sevran, le località della Banlieue che, nella più ampia cintura periferica della città di Parigi, attraevano maggiormente le due catene migratorie campione. E solo dopo aver individuato i nomi e le destinazioni degli emigranti a partire dalle fonti comunali italiane, si è potuto accedere alle sedi archivistiche francesi presso le quali trovare le altre serie nominative essenziali alla ricerca. Tra queste i Recensements quinquennali della popolazione francese sono i documenti indispensabili per individuare gli immigrati distribuiti nei quartieri e nelle strade delle città. Non solo in certi casi questi registri contengono le infor­ mazioni relative alle località di nascita o di partenza degli emigranti e permetto­ no così una ricerca mirata anche senza altri riscontri, ma tali atti sono pressoché insostituibili per disegnare la composizione dei singoli nuclei familiari, i rappor­ ti di parentela tra i conviventi e per ottenere le essenziali informazioni anagrafi­ che di ciascun emigrante. Insomma, i Recensements sono l'equivalente dei fogli di famiglia dei censimenti decennali della popolazione italiana, con la differenza sostanziale, tuttavia, che mentre in Italia questa documentazione è conservata presso gli archivi comunali - ed è quindi spesso irreperibile o risulta quanto meno lacunosa e incompleta - a Parigi, come del resto in ogni altra sede archivi­ stica dipartimentale della Francia, essa è ordinata e completa. Nella prima fase della ricerca sul territorio francese - condotta presso gli Archives Départe­ mentales des Yvelines, a Versailles, che contengono i censimenti dei già citati comuni della Banlieue7 - sono stati ricostruiti pertanto gli insediamenti territo­ riali delle famiglie immigrate attraverso la fonte nominativa privilegiata per risa­ lire ai reticoli sociali di quei "villaggi urbani" nei quali, come è ben noto, si ricomponevano sia le solidarietà parentali che quelle regionali e municipali. I Recensements, tuttavia, non sono state le uniche fonti nominative utilizzate presso gli archivi pubblici di Parigi: negli Archives Nationales - conosciuti dagli studiosi dell'emigrazione soprattutto per la ricca documentazione relativa alla normativa e alla legislazione sull'argomento - si può trovare anche la folta raccolta delle pratiche personali delle Naturalisations. Fra queste, in ben venti­ cinque buste, contenenti circa un migliaio di carte individuali, sono racchiusi i documenti relativi agli italiani8.

Le notizie che si possono trarre da quest'altra fonte nominativa sono diver­ se; in primo luogo le pratiche di naturalizzazione forniscono tutti i dati anagra­ fici già desumibili dai Recensements; in secondo luogo esse contengono altre annotazioni essenziali non solo per conoscere le motivazioni della richiesta della nuova cittadinanza ma anche per avere informazioni sulla condotta politi­ ca e penale degli immigrati e, soprattutto, per disegnare la preziosa mappa degli spostamenti geografici delle correnti migratorie fin dal primo arrivo sul territorio francese. Quest'ultimo dato non è facilmente ricavabile da altri docu­ menti ed è invece essenziale per seguire l'incessante mobilità territoriale che caratterizzava, tra le altre, anche le due catene migratorie esaminate - legate, come si è già osservato - all'instabile mondo professionale dell'edilizia. Gli spostamenti degli emigranti nei vari dipartimenti francesi sono ben trac­ ciati nei dossier delle naturalizzazioni in virtù di quelle rigide norme di polizia che, fin dal 1 888, imponevano di registrare la presenza degli stranieri in Fran­ cia9 e grazie anche al fatto che, all'atto della richiesta di cittadinanza, ogni emi­ grante era costretto a dichiarare sia la propria buona condotta in materia pena­ le, sia le diverse sedi di soggiorno entro i confini dello Stato. Tali dichiarazioni dovevano essere poi confermate dalle varie prefetture, alle quali spettava di controllare anche gli eventuali carichi penali dei richiedenti. Prima di concede­ re la cittadinanza agli stranieri, infatti, lo stato francese si garantiva contro ogni attentato al proprio ordine interno, scegliendo soltanto i cittadini di provata buona condotta. Se esaminati senza altri riscontri, tuttavia, neppure i dossier delle naturaliz­ zazioni permettono la lettura qualitativa e individualizzante richiamata all'ini­ zio. Per ottenere un risultato più esaustivo è utile un ulteriore controllo sui già citati documenti censuari e su altri atti personali. Tra questi ultimi va senz' altro segnalata, nella sede parigina, la fitta raccolta di pratiche individuali nominative conservate presso l'archivio del consolato italiano: una fonte ancora pressoché inutilizzata e senza dubbio assai importan­ te per la ricerca. Tra le sue numerose carte archivistiche la prima sede consola­ re italiana in Francia contiene infatti le pratiche relative a tutti quegli emigranti che hanno dovuto ricorrere alla rappresentanza ufficiale del proprio paese per la semplice richiesta del passaporto, per ottenere convalide di operazioni eco-

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7 AD des Yvelines, Recensements 1931. 8 ANP, Naturalisations. I dossier che contengono fascicoli personali di immigrati piemontesi

sono i sguenti: F7 12604; F7 12610; F7 12622; F7 12623; F7 12625.

9 Per la normativa francese sugli stranieri, dalla prima legge sull'obbligo della dichiarazione di residenza del 1888 ai successivi rinnovi la documentazione è conservata presso i vari Archivi dei dipartimenti nelle serie dell' Etat nominati/ des étrangers qui se sont con/ormé à la loi comme

exerçants une pro/ession, un commerce ou une industrie.


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nomiche e finanziarie, per inoltrare domande di benemerenze, per ricevere concessioni di lasciapassare o altri documenti analoghilO. I materiali conservati presso la sede parigina del consolato italiano sono quindi un utile materiale amministrativo che, già di per sè, si può rivelare assai utile per una quantifica­ zione dei difficili rapporti degli emigranti italiani con le proprie autorità diplo­ matiche in Francia. Le carte amministrative del consolato possono diventare ancora più attraenti per una storia qualitativa dell'esodo, se messe a confronto con le fonti anagrafiche italiane, con le già citate serie francesi dei Recen­ sements, con le altre carte nominative contenute negli archivi municipali e con i dossier delle naturalizzazioni. Per mostrare l'importanza di questo richiamo metodologico può essere significativo ricorrere a un esempio tratto dall'indagine sui due campioni muni­ cipali: un esempio che non solo mostra la necessità di integrare tutte queste carte nominative, ma rivela anche il ruolo decisivo delle fonti autobiografiche. Delle oltre duecento famiglie delle due catene migratorie, ne sono state tro­ vate circa un terzo nei fogli dei Recensements del l93 1, poche decine nelle pra­ tiche di naturalizzazione, mentre la quasi totalità dei nominativi ricorreva tra le carte personali del consolato italiano. Ebbene, in almeno cinque casi familiari ricostruiti in questo censimento, la professione dichiarata dai capifamiglia era quella di chomeur: disoccupato. Attraverso l'incrocio dei nominativi tratti da questi documenti, con quelli rintracciati nelle pratiche di naturalizzazione e nei fascicoli personali del consolato, si è potuto tuttavia riscontrare che quanti si dichiaravano disoccupati nelle liste dei Recensements, di fatto chiedevano la naturalizzazione francese «per estendere i propri commerci». Perché, dunque, questa discordanza, nello stesso anno, nei documenti degli archivi dipartimentali, nazionali e consolari di Parigi? Perché la dichiarazione di disoccupazione da parte di chi inoltrava la richiesta della cittadinanza fran­ cese in quanto imprenditore? Forse per nascondere attività che erano ritenute illegali dalla legge che in Francia imponeva la cittadinanza agli imprenditori? Oppure perché il 'vero' lavoro era considerato quello svolto da dipendente? Probabilmente tutte le risposte hanno una loro validità. Si deve comunque sottolineare che soltanto la lettura incrociata dei nominativi di serie documen­ tarie differenti ha posto in luce queste contraddizioni. E occorre anche richia­ mare il fatto che, soltanto nei casi verificati mediante i colloqui con i diretti

protagonisti, è emerso il vero motivo di queste informazioni contraddittorie. Secondo quanto si è potuto riscontrare in alcune interviste, infatti, le dichiara­ zioni di disoccupazione da parte dei capofamiglia registrati nei censimenti ser­ vivano a celare un'attività economica - quella imprenditoriale - ritenuta illega­ le dallo Stato francese prima dell'avvenuta naturalizzazione11. Quest'ultimo richiamo alla decisiva funzione svolta dalle fonti orali offre lo spunto per concludere queste brevi annotazioni di ricerca, segnalando la pre­ senza di un importante centro di raccolta di fonti autobiografiche dell'emigra­ zione italiana operante proprio nell'area parigina. Collegato all'Istituto italiano di cultura, nato nel 1984, e dotato anche di una propria rivista, il CEDEI (Cen­ tro di documentazione per l'emigrazione italiana), si è fatto promotore di una raccolta di materiale autobiografico che offre un notevole interesse euristico. Benché l'iniziativa si rivolga soprattutto all'esodo politico del periodo tra le due guerre, i materiali raccolti presso il CEDEI sono assai utili per lo studio dell'emigrazione nel suo complesso. Se si deve infatti riconoscere, con Pierre Milza, che la storia dell'esodo politico e la storia delle migrazioni economiche non vanno disgiunte12 e se si considera inoltre l'importanza centrale delle fonti autobiografiche anche per la ricostruzione dell'esperienza migratoria 13, il Centro di documentazione per l'emigrazione italiana di Parigi costituisce un'al­ tra tappa indispensabile per ridisegnare il profilo qualitativo dell'esodo italiano in Francia. L'archivio delle fonti orali di questo importante centro di documen­ tazione rende quindi l'area parigina ancora più attraente per tutti coloro che intendono seguire questa linea di ricerca. Le autobiografie, le memorie e le fotografie conservate presso il CEDEI coronano infatti degnamente il ricco materiale nominativo che, nella capitale francese, si può consultare sia presso i più importanti archivi pubblici che presso l'ancora poco conosciuto archivio del consolato italiano.

10 ACP,

Pratiche individuali (schede in ordine alfabetico per cognome) . Gli estremi cronologici

dei documenti esaminati nel corso della ricerca si estendono tra il

191 O e il 1955.

1 1 Per questa verifica si rimanda a P. CORTI, op. cit., pp. 223 sgg.

12 Cfr. le osservazioni introduttive di P. MILZA, in Les italiens en France de 1914 a 1940, Roma 1986. 13 Sulle testimonianze orali si veda, per tutti, le osservazioni e la bibliografia contenute in L. PASSERINI, Storia e soggettività. Le fonti, la memoria, Firenze 1988. Per l' uso delle testimonianze orali nel caso dell'emigrazione biellese cfr. D. ALBERA, L/immagine dell'emigrante biellese, in

Identità e integrazione .

.

. cit., pp. 25 1 -327.


Strutture di assistenza all'emigrazione italiana in Francia: fonti archivistiche

LUIGI TARAVELLA

Strutture di assistenza. all'emigrazione italt'ana in Francia: fonti archi­ vistiche

Introduzione L'Italia e la Francia, per vicinanza geografica e affinità culturale, hanno sem­ pre intrattenuto scambi culturali ed economici, che hanno dato luogo a un continuo movimento di persone tra i due paesi: artisti, scrittori, commerc ianti, banchieri, diplomatici. Accanto a questa emigrazione di un certo livello culturale e professionale, ne esisteva un'altra composta di girovaghi, artigiani girovaghi, musicisti di strada, venditori ambulanti, giocolieri; era una emigrazione di povera gente, che parti­ va periodicamente dal villaggio, percorreva le strade della Francia e dell'Euro­ pa, per guadagnare un piccolo peculio e far ritorno al paese. Quando negli anni Cinquanta dell'Ottocento la Francia iniziò la sua era industriale con il conseguente sviluppo economico, dovette far appello alla mano d'opera straniera (in particolare a quella italiana; a causa della sua forte denatalità) per intraprendere ed eseguire le grandi opere di costruzione delle vie di comunicazione e le grandi fabbriche (rete stradale e ferroviaria; industrie

metallurgiche, tessili) . Incominciò così l'emigrazione della mano d'opera italiana verso la Francia, un vero movimento di massa che andò amplificandosi nei decenni seguenti, molto affine nei primi tempi all'emigrazione "girovaga" (cioè stessi villaggi di partenza e stesse zone di arrivo). A questi primi operai e manovali fu facilita­ to in qualche modo l'inserimento, trovando già sul posto familiari e cono­ scenti. Così si venne a costituire in Francia una comunità italiana, concentrata in a, alcune zone (regione Sud-Est, Sud-Ovest, regione di Lione, regione parigin tà comuni una lizzate, industria più regione dell'Est) che corrispondevano alle

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rinnovata e rafforzata sia dalle successive ondate di emigrati, sia dalla riprodu­ zione interna attraverso varie generazioni. Il notevole contributo allo sviluppo economico della Francia da parte dell'e­ migrazione italiana e il suo apporto culturale e sociale a mano a mano che si inseriva nei vari settori della società francese, è evidente. Accanto a questo apporto economico e culturale nei confronti della società di accoglienza, ci fu pure, lungo i decenni e all'interno delle varie comunità ita­ liane, una fioritura di attività, di associazioni, di istituzioni, di movimenti, che, in un modo o in un altro, volevano rispondere ai diversi bisogni, in particolare a quelli di assistenza sociale, degli emigrati, che si trovavano a confrontarsi con problemi amministrativi, di alloggio, di lavoro, o addirittura di miseria. Tutte queste associazioni e istituzioni, talora effimere, create sia dalle ammi­ nistrazioni governative (consolati, ambasciata) sia da privati, risolvevano i biso­ gni immediati, bisogni che si facevano sempre più sentire, a misura che il numero degli emigrati italiani cresceva. Lo studio della storia dell'emigrazione italiana in Francia, non può prescin­ dere dallo studiare l'evolversi delle strutture assistenziali, perché esse sono sempre legate ai vari momenti di questa storia. Ci si può interrogare sull'apporto positivo o negativo dell'assistenza sociale, sull'inserimento degli emigrati nella società francese; ha aiutato, ha facilitato o l'ha rallentato o addirittura impedito? Le fonti per lo studio delle strutture assistenziali sono rappresentate da cor­ rispondenza, verbali di riunioni e di incontri, liste dei membri, bollettini ' periodici. Tutto questo materiale è arrivato fino a noi superando l'usura del tempo? Purtroppo molto è andato perduto per cause molteplici. L'effimera esistenza di molte associazioni, l'esiguità dei locali, che non per­ metteva la conservazione dei documenti, il fatto che molti dirigenti non pensa­ vano neppure a conservare, ad archiviare i documenti, il cambiamento di sede, la chiusura o la estinzione dell'organismo disperdeva l'archivio; in occasione delle due guerre, poi, molti archivi andarono distrutti. Che cosa è rimasto di tutta questa massa di documenti prodotti dalla rete di ass? ciazioni e istituzioni assistenziali? e dove si può reperire? E r sposta che vorr�i dare, presentando una breve panoramica delle prin­ . . . cipali 1st1tuz1on1 venutes1 a creare all'interno della comunità italiana, in partico­ ar� quelle della regione parigina, regione in cui si svilupparono maggiormente, mdtcando se il relativo fondo archivistico esiste tuttora , la sede in Francia in . cu1 e conservato (al di fuori dei fondi degli Archivi nazionali e dipartimentali e delle Curie vescovili francesi per gli archivi delle istituzioni a carattere religio-

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Strutture di assistenza all'emigrazione italiana in Francia: fonti archivistiche

so) , dove comunque si può reperire materiale in rapporto a queste associazioni assistenziali italiane. Seguirà una presentazione del fondo archyivistico del Centro di docum�n. tazione del C.I.E.M.I. uno dei cui obiettivi è appunto di reperire e d1 raccoghe­ . re nel suo archivio la "memoria" (volumi, opuscoli, periodici, fotografie, ecc.) della comunità italiana in Francia.

Le istituzioni di assistenza Vari erano i bisogni della comunità italiana, diverse furono le forme di rispo­ sta a queste domande di assistenza e la tipologia delle istituzioni eh� si a� s� nse­ ro l'impegno di rispondervi: istituzioni sociali, economiche, culturah , rehg10se.

Istituzioni di assistenza sociale, governativa e laiche Date le condizioni di precarietà in cui venivano a trovarsi gli emigrati, le isti­ tuzioni di assistenza sociale o di beneficenza furono le prime a sorgere.

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ficenza in soccor so degli italiani bisognosi. Ma anche di questa non esistono fonti italiane in Francia. Accanto a queste società dipendenti dai consolati, sor sero, sia a Parigi come Lione, Marsiglia, varie Società di mutuo soccors o, da parte di privati be­ a nestanti più o meno legati all'ambasciata, o di gruppi regionali (per esempio piemontesi o valdostani) , o di corpor azioni (come i vetrai e i giar dinieri a Marsiglia). A Parigi, la maggior parte di esse si federar ono nel 1910 in una:

Federazione delle società di mutuo soccorso La loro efficacia era molto relativa , per la rivalità, all'interno della Federa ­ zione, per la concorrenza nell'esercitare influenza sugli emigrati, per tension i politiche. E poi, essendo state create all'inizio del fenomeno migratorio italia­ no, non risultar ono adatte a fronteggiare i successivi arrivi di decine di migliaia di italiani. Allo scoppio della seconda guerra mondiale erano già scomparse. A Parigi, nel 1 920, per venire in aiuto agli orfani di guerra, fu creato un altro organismo sotto gli auspici dell'ambasciatore:

Società italiana di beneficenza Una delle prime ad essere istituita fu la Società italiana di beneficenza, fon­ data nel 1865 a Parigi ad opera del consolato italiano, sotto il patronato del­ l' ambasciatore e sovvenzionata, anche se modestamente, dallo Stato italiano. . Le altr e risor se provenivano dalle sottoscr izioni degli emigra �i stessl : Questa Società distribuiva soccorsi agli indigenti, sia in denaro che m buom per acquisti, ad esempio, di latte per i bambini; curava gli ammalati nel � uo dispensario; organizzava colonie estive nei Vosgi per i bambini. Quest'uluma iniziativa cessò con la creazione delle colonie estive in Italia da parte del fascismo. Questa Società di beneficenza scomparve con la seconda � uerra � ondi e. Nel 1947, il consolato di Parigi, come pure gli altri consolau nelle nspettlve zone, ripresero questa assistenza sociale per mezzo del CO.AS.IT. . . . . . . A quanto ci consta, non esiste un deposito con 1 fond1 ar ch1; 1� t�c1 della Società italiana di beneficenza; i fondi archivistici del CO.AS.IT mtzlano dal 1947 e non ha raccolto documenti anteriori a questa data. A arsiglia, pure nel 1865 , ad opera del console fu creata la Società di bene-

M

Il Comitato d'assistenza e di protezione degli or/ani di guerra italiani di Parigi Più di 400 orfani furono assistiti dalla circoscrizione di Parigi, gr azie alla importante sovvenzione governativa e alle sottoscrizioni della comunità italiana.

Le Associazioni di combattenti Con la fine della guerra 1915 - 1 91 8, venner o a crearsi varie associa zioni di ex-combattenti, con lo scopo di assister e i più bisognosi: Società reduc� Asso­ ciazione reduci italiani, Associazione nazionale fra mutilati e invalid i di guerra e qualche altra più modesta e di car attere regionale. In genere la loro attività si riduceva alla duplice commemorazione dell'entrata in guerra dell'Italia (25 maggio ) e dell'armistizio (4 novembre) , eccetto per l'Assoc iazione nazionale fra mutilati e invalidi di guerra che si sforzava di trovare lavoro ai suoi aderenti colpiti da un grave handicap.


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Strutture di assistenza all'emigrazione italiana in Francia: fonti archivistiche

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Le attt'vità sodalt' del gruppt' o movt'mentt' polt'tt'd

I Patronatt'

Accanto all'emigrazione economica, ci fu sempre, anche se minoritaria, una emigrazione politica, formata da fuorusciti di diverse tendenze. Si trattava di anarchici, socialisti, antifascisti. Anche se non molto numerosi furono sempre attivi ma non svolsero attività assistenziali trattando nelle loro frequenti riunio ni solo temi politici. I loro rapporti con la comunità emigrata consistevano soprattutto nel fare opere di sensibilizzazione politica o di proselitismo. Per trovare una struttura di assistenza sociale, anche se effimera, in un con­ testo di tendenza politica, si deve arrivare al decennio 1 920- 1930. Giuseppe Stragliati, davanti all a totale miseria in cui si trovavano i fuorusciti italiani, ap rì a Parigi nel gennaio 1 927 il " Prt'mo Soccorso". Era un locale in cui i fuorusciti più poveri potevano trovarsi un letto per alcuni giorni e una mensa. Dopo un anno, in seguito a tensioni all'interno del comitato, che era compo­ sto di rappresentanti dei vari gruppi antifascisti, il locale venne chiuso. Più successo ebbe la Lega t'talt'ana del dt'rz'ttt' dell'uomo (LIDO ) , fondata nel 1922, in parallelo della Lega francese dei diritti dell 'uomo, antifascista, a Parigi. La Lega aveva uno scopo duplice: lottare contro il fascismo e dare assistenza sia agli operai emigrati come ai rifugiati politici: o, in altre parole, l'assistenza era concepita come lotta contro il fascismo, un mezzo privilegiato per guada­ gnare alla causa dell'antifascismo gli emigrati. Offriva un lavoro agli esiliati, che così potevano regolarizzare la loro situazione. A volte la Lega interveniva pure in casi urgenti, come le estradizioni, per difendere l'esiliato. La Lega cominciò veramente a diffondersi in Francia a partire dal 192 7, aprendo delle sezioni in varie regioni e città di Francia. Ma poi dissensi interni la resero inoperante finché cessò la sua attività nel 1934 .

Vari patronati (ACLI, ITAL, INCA, ANAS-ATIEF) sono sorti dopo la secon­ da guerra mondiale in varie città di Francia e svolgono ancora oggi la loro opera. Nei loro archivi sono depositate migliaia di pratiche, soprattutto di previdenza sociale, di lavoro, di attività ricreative o di formazione professionale, campo in cui esercitarono ed esercitano la loro opera presso gli emigrati italiani.

·

Asst'stenza sodale del/asdsmo Anche il fascismo creò la propria rete di assistenza, sia presso l'ambasciata o i consolati, sia presso le Case del fascio o le Case degli italiani; dava assist�n�a medica, soccorsi in denaro per i più bisognosi, attività ricreative, colome m Italia per i bambini. Con la caduta del fascismo, scomparvero o furono distrutti i fondi archivistid delle varie sedi.

La "Lira italz'ana" Di questa associazione musicale esiste tutto il fondo archivistico, dalla sua crea­ zione ad oggi ed è depositato presso il Centro di documentazione del C.I.E.M. I. La "Lira italiana" sorse nel 1874 quando un gruppo di italiani di Parigi e della periferia crearono una orchestrina, che aveva come scopo di far conosce­ re le melodie e i canti italiani. Avendo incontrato un certo successo, pensarono di riunirsi in una associazione sociale, musicale e mutualistica. E così il 2 aprile 1876 fondarono la Società di mutuo soccorso, conservando la denominazione di "Lira italiana" . La "Lira italiana" , accanto alla sua attività musicale e patriottica, sviluppò pure attività sociali: procurava un impiego ai suoi aderenti in caso di disoccu­ pazione, forniva gratuitamente medicine, accordava una indennità in caso di malattia o di incidenti e sovveniva alle spese del funerale. Era la sola associazio­ ne ad avere una cassa di pensione vecchiaia cui consacrava la maggior parte del suo bilancio. Le prime pensioni furono versate nel 1 896 ; ma l'associazione dovette ben presto modificare l'articolo dello statuto riguardante il versamento delle pensioni, ponendo condizioni più restrittive. Organizzava feste e serate danzanti, corsi serali di lingua italiana per i figli dei soci. Nel 1910 non aderì alla Federazione delle società di mutuo soccorso, prefe­ rendo conservare la propria autonomia . Nel 194 0- 1 94 5, cessò tutte le attività; ma sotto l'impulso di alcuni ex-soci, . nprese vita nel 1 970 con la sola attività musicale. Il fondo archivistico della "Lira italiana" è costituito principalmente da: l. I registri dei verbali settimanali a partire dal 1876. Sfoglian do i primi ver­ bali veniamo a conoscenza della vita interna dell'Associazione, per esempio, ella oro preoccupazione per trovare una sala conveniente per le riunioni, dif­ ftcolta per trovare musicisti, problemi di iscrizioni, di versamenti di quote, della preparazione della festa annuale, le tensioni tra i membr i.


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2. Le Relazioni annuali del rapporto morale e finanziario, in cui si ritrovano condensati i problemi dell'anno, ma anche le voci delle entrate e delle spese. 3 . I registri con le liste degli aderenti, i registri dei versamenti delle quote, gli indirizzi dei soci.

[;assistenza socio-religiosa L'assistenza religiosa agli emigrati condotta dai sacerdoti italiani o, in manie­ ra più ridotta, da religiose, prese fin dall'inizio una fisionomia sodo-religiosa. Se la finalità prima rimaneva sempre di mantenere viva la fede degli emigrati, gli operatori religiosi si trovarono sempre a confrontarsi con la situazione pre­ caria degli emigrati, specie dei primi-arrivati. A contatto quotidianamente con gli emigrati per l'esercizio delle attività religiose, e condividendone talvolta an­ che la condizione di povertà, i sacerdoti venivano a conoscenza dei loro pro­ blemi materiali. Gli emigrati si rivolgevano a loro per le pratiche amministrati­ ve, per problemi di alloggio, di lavoro, per problemi familiari , per visite ad ammalati, per domandare un aiuto o un soccorso pecuniario. Per cui, l'ufficio, che doveva servire per l'assistenza religiosa, diventava pure un ufficio per l'assistenza sociale. Col tempo l'assistenza "spicciola" nei primi decenni, andò strutturandosi meglio, utilizzando mezzi più efficaci per poter raggiungere un numero maggiore di emigrati. I missionari, per esempio, pubblicarono periodici o bollettini, su cui, oltre alle informazioni religiose, come gli orari delle messe o l'itinerario del loro passaggio nei vari paesi, dove avrebbero celebrato la messa o tenuto delle riunio­ ni, davano pure informazioni pratiche di ogni genere, molto utili agli emigrati. Molte di queste istituzioni sodo-religiose, oggi, non esistono più. Per tante altre, è difficile rintracciare in Francia la loro "memoria scritta". Lo storico o il ricercatore è obbligato quindi a riferirsi o agli archivi italiani in Italia o agli archivi fr ancesi per la ricer ca di documenti, prodotti da altri organismi che erano in relazione con queste istituzioni. Solo per l'Opera di san Pio X, che esiste tuttora e in parte per l'Opera bono­ melliana si possono trovare conservati i fondi archivistici.

[;Opera dei poveri italiani Nel 1885, la marchesa di Rende, madre del Nunzio apostolico dell'epoca, col­ pita dall'isolamento e dalla miseria degli emigrati fondò l'Opera dei poveri italia-

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ni e ottenne dalla congregazione delle Figlie della carità di San Vincenzo de Paoli di far venire a Parigi cinque religiose italiane della congregazione da ripartire in cinque settori della capitale per l'assistenza ai loro compatrioti (St. Jacques de la Villette, Saint Eloi, Saint Médar d, N.D. des Champs, Saint Fer dinand cl e s Temes). Quest 'oper a funzionò con successo fino alla prima guerra mondiale. Negli anni Venti e Trenta l'Opera sopravvisse più modestamente, le religiose essendo state ridotte a tre, sovraccariche di lavoro poiché rispondevano a tutte le domande di soccorso e di visite agli ammalati in tutta Parigi. Nel 1925 Mons. Chaptal prese in mano la direzione dell'Opera e installò le religiose in un locale della rue de Picpus, battezzato Casa di Pio X. Dopo la seconda guerr a mondiale, l'isti�uto ebbe un nuovo incremento. Dalla rue de P icpus nel 1952 passò alla rue Viollet, continuando le attività reli­ giose verso gli emigr ati italiani, sviluppando le attività assistenziali presso gli ammalati, aprendo un dispensario. Nel 1 975 , le suore ebbero una nuova sede in rue de Miollis. La produzione di documenti scritti fu sempre molto ridotta essendo la loro attività assistenziale limitata alla visita agli ammalati e al soccorso dei più biso­ gnosi nella città di Parigi. Il loro archivio comunque, riunisce tutti i documenti ufficiali, i rapporti, i bilanci dal 1 885 ai nostri giorni e fotografie degli ultimi decenni. I: Opera

bonomelliana e le missioni cattoliche italiane

Chi mise le basi di una organizzazione stabile con una solida struttura di assistenza socio-religiosa, str uttur a che perdura ancor a ai nostri giorni, fu l'Opera bonomelliana con la rete delle Missioni cattoliche italiane, dirette da Bonomelliani o da altri sacerdoti. Sotto la spinta di mons. Bonomelli, fu fonda­ ta nel l900 a Firenze ''[;Opera di assistenza agli operai italiani in Europa e nel Levante", chiamata più semplicemente, poco tempo dopo, "Opera bonomellia­ na". Scopo dell'Oper a era di fornire assistenza religiosa e morale agli emigrati italiani; a questa si doveva affiancare un'attività di patronato, da promuovere unitamente con l'educazione cristiana, per le gravi difficoltà morali e materiali che gli emigrati dovevano affrontare. Il ministero missionario doveva essere integrato e accompagnato con opere di assistenza. Una espressione tipica di tutte queste attività sociali era il segreta­ dato popolare collocato accanto alla missione. L'articolo 3 degli statuti stabiliva: «l'attività dell'Opera si esplica mediante Ospizi di confine, segretariati, scuole, asili, ospedali, biblioteche circolanti,


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mediante l'assistenza morale, religiosa, sociale e in quante altre forme i bisogni dell'emigrazione suggeriscono». In pochi anni fu organizzata tutta una rete di missioni e di segretariati. Il lavoro dei segretariati operai, sotto l'indirizzo del missionario o compiuto da lui personalmente, comprendeva pratiche per la sicurezza sociale e l'infortunio, per controversie sul collocamento e contratti di lavoro, difesa dei minorenni, avviamento di scuole. In Francia, nel 1906 erano presenti missioni e segretariati operai a Briey e ad Auboué nell'Est, a Lione, Marsiglia, Tolone, Nizza; nel 1912 venne aperta una missione con segretariato operaio a P arigi. All'inizio del secolo le sedi erano solo nelle zone industriali, ma durante gli anni venti si diffusero anche nelle zone rurali, con le loro attività religiose al centro e, periodicamente, nelle zone periferiche; con la diffusione di periodici e di bollettini, (per esempio, «La Buona P arola», «Il Corriere») , o con altre forme di assistenza. I missionari in contatto con gli italiani, e avendo una certa influenza su di loro, divennero un bersaglio per i gruppi politici. Al momento dell'ultima grande ondata migratoria verso la Francia, 19451 970, i missionari non introdussero grandi mutamenti nel modo tradizionale di assistere gli italiani. In seguito, con l'inserimento degli italiani nella società francese e con la loro ascesa sociale e professionale, la massa dei bisogni mate­ riali diminuì. A questo fatto si aggiunse che la presenza dei P atronati, che si erano assunta buona parte dell'assistenza sociale, fece diminuire l'attività socia­ le delle Missioni; e, per via dello stesso fenomeno d'inserimento, anche l'atti­ vità religiosa, che portò lentamente alla chiusura delle Missioni cattoliche ita­ liane, specialmente quelle impiantate nelle zone rurali.

Le fonti archivistiche Le fonti a nostra disposizione per lo studio delle attività dei missionari bo, nomelliani e degli altri sacerdoti italiani sono i fondi archivistici che si trovano presso la Delegazione nazionale dei missionari italiani e presso le Mis�ioni t�· liane ancora esistenti; a queste due fonti si possono aggiungere i fond1 arch1w stici della Provincia scalabriniana e il fondo archivistico del C.I.E.M.I. Purtroppo tutti questi archivi coprono, in genere, solo il periodo recente: che va dalla seconda guerra ai nostri giorni. Questo limite ci priva non solo dei documenti antecedenti ma rende anche impossibile la consultazione.

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I:Archivio della Delegazione nazionale dei missionari italiani in Francia Questo archivio si divide in tre sezioni: archivio del Delegato nazionale, archivio delle Missioni e una sezione dove sono riuniti tutti i convegni e i vari rapporti fatti dal Delegato sulle attività delle Missioni. Nell'archivio del Delegato, è riunita tutta la corrispondenza tra il Delegato e la sacra Congregazione concistoriale, i vescovi francesi e italiani, i diversi mis­ sionari, i presidenti di associazioni italiane e francesi. In tutto abbiamo 17 fal­ doni di corrispondenza che, come abbiamo detto sopra, copre il periodo dal 1944 ad oggi. La sezione Missioni è di 63 faldoni. Vi troviamo tutta la corrispondenza tra i missionari e il Delegato nazionale, copia della corrispondenza con i vescovi o con i parroci; sono presenti pure, per esempio, i rapporti annuali sulle attività delle Missioni e del missionario, ecc. L'ultima sezione, che possiamo definire quella delle "varie" , di 45 faldoni, contiene tutti i Convegni dei missionari italiani in Francia, convegni tra le Missioni delle varie regioni francesi, sintesi di incontri, eccetera.

I.:Archivio delle Missioni cattoliche italiane Negli archivi delle varie Missioni, che coprono in genere solo il periodo recente; oltre la corrispondenza tra i missionari e i vescovi, tra i missionari e i parroci francesi, tra i missionari, si trovano pure le relazioni sulle loro attività per gli emigrati. Questo materiale rivela la vita quotidiana dei missionari, le loro difficoltà materiali e morali, i loro rapporti, talvolta tesi, con i parroci francesi, le attività del loro ministero al centro e in periferia, l'organizzazione di feste, di pellegri­ naggi, i diversi movimenti di Azione cattolica. L' assistenza sociale è solo segna­ lata in maniera indiretta, attraverso le relazioni annuali o nell'esposizione di casi di persone bisognose nelle lettere a missionari o ad autorità. Se in alcune Missioni si può trovare un materiale abbondante, in altre, inve­ ce, è quasi nullo, perché i missionari non sempre si sono preoccupati di conser­ varlo .

Archivio della Direzione provinciale scalabriniana Questo archivio contiene una serie di faldoni sulle Missioni cattoliche ita-


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ARCHIVIO STORICO CIEMI LA STAMPA E L'IMMIGRAZIONE ITALIANA IN FRANCIA DURANTE IL PERIODO FASCISTA ( 1 92 1 - 1944) (Elenco corredato da notizie storiche)

liane tenute da scalabriniani. Il fondo è molto limitato, in quanto la corri­ spondenza e gli altri documenti che conserva si rif�ris�ono . sop �a�tu�to ai ra� ­ porti interni di Congregazione e alla vita comumtaria dei rehg1osi scalabnniani.

Il Centro di documentazione del CIEMI

Collezioni const'stentt'

Anche il Centro di documentazione del CIEMI possiede un fondo archivi­ stico, un certo numero di documenti sulle missioni e sull'emigrazione italiana in Franc ia.

«Il Corriere» "Settimanale Italiano " . Direzione: rue Grande Horloge 57,Agen Fondato ad Agen (Lot-et-Garonne) nel settembre 1926 dal sacerdote giornalista berga­ masco mons. Eugenio Noradino Torricella, già segretario della nunziatura apostolica a Vienna durante la prima guerra mondiale, p romotore del Partito popola re nel Bergamasco e amico di don Sturzo che aiutò durante il suo esilio a Parigi. Già dal 1924 il Torricella era redattore di una rubrica italiana (L'Eco d'Italia) del giornale «Croix du Lot et Garonne». Il settimanale si indirizzò prevalentemente agli agricoltori italiani nel Sud-Ovest della Francia, dove il Torricella svolgeva la sua attività missionaria, tendendo tuttavia a diventare non solo il settimanale degli emigrati italiani in Francia ma di tutti gli italiani in Europa . Il sottotitolo del settimanale si mutò, infatti, prima in "Setti­ manale cattolico per gli italiani all'estero" (gennaio-novembre 1929) per diventare in seguito, dal novembre 1929 fino alla tragica morte del suo fondatore, "Organo delle Missioni cattoliche italiane in Europa " . Il Torricella venne assassinato il 7 gennaio 1944 nel suo ufficio redazionale di Agen da due anarchici, Enzo Godeas ed Enrico Zanel. L'archivio CIEMI conserva l'intera collezione del settimanale dal 1926 all'agosto 1944. Le pubblicazioni del «Corriere» vennero sospese dal giugno 1940 al febbraio 194 1 (periodo della belligeranza tra Italia e Francia) ed il settimanale uscl in formato ridotto nel periodo 1942-1944. Il «Corriere» può ritenersi una fonte insostituibile per quanti intendano ricostruire l'at­ tività dei missionari italiani in Francia nel periodo successivo allo scioglimento del­ l'Opera bonomelliana decretato dalla S. Sede nel 1928 e alla conseguente scomparsa del settimanale dell'Opera «La Patria», diventato ormai strumento del fascismo. La colle­ zione documenta inoltre la graduale involuzione fascista del suo fondatore e l'influsso del regime sulle stesse Missioni italiane in Francia. «La libertà» Giornale della concentrazione antifascista. Direzione e Amministrazione, 103 Faubourg St. Denis,Paris 10 ème. Del giornale conserviamo i seguenti numeri: 1932: 16, 18-23, 26-32, 36-39,4 1 -45, 47. 1933: 2-5,7,9- 10, 12-23,45. Alla Concentrazione antifascista fondata a Parigi nel 1927 aderirono il Partito socialista

massimalista, il Partito socialista unitario, il Partito republicano, la Confederazione gene-


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tale del lavoro, la Lega italiana dei diritti dell'uomo e, a partire dall93 1 , anche il nuovo movimento " Giustizia-Libertà" . La Concentrazione venne sciolta nel maggio 1934 dopo due anni di crisi, a causa soprattutto del dissidio tra PSI e il movimento Giustizia-Libertà. I numeri conservati nell'archivio del CIEMI si riferiscono agli anni della crisi della con­ centrazione, quando il settimanale era ancora diretto da Treves (morto nel giugno 1933 ), che ne aveva mantenuto alto il livello culturale e politico, nella tradizionale linea riformista favorevole alla collaborazione con le forze democratiche-borghesi e ostile ad ogni ipotesi di riavvicinamento tra socialisti e comunisti. Usci to senza soluzione di continuità dal l maggio 1927 sino allo scioglimento della Concentrazione ( 1 934), «La Libertà» ebbe frequenza settimanale con quattro, raramen­ te sei, pagine di grande formato. o

«La voce degli italiani» (La Voix des Italiens), quotidiano. Direzione, 3 rue de Stockholm, Paris 8 ème Fondato a Parigi nel luglio 193 7, quotidiano dell'Unione popolare italiana, il nuovo organismo unitario creato in quell'anno dal Partito comunista italiano, tendente a riuni­ re oltre ai militanti antifascisti tutti coloro che perseguivano un programma di pace e di libertà, compresi i lavoratori cattolici. «La voce degli Italiani» ha particolare interesse per la politica di avvicinamento ai catto­ lici che, soprattutto nell'ultimo scorcio dell937 e nel 1938, il Partito comunista italiano ha perseguito, sulla base del dissidio cattolici-nazisti e dell'atteggiamento critico di Pio XII. contro il razzismo fascista e la lotta del fascismo contro l'Azione cattolica. Nelle copie conservate presso l'archivio CIEMI, oltre ad alcuni numeri significativi (che ven­ gono citati dal saggio storico di Pier Giorgio Zunino, La questione cattolz'ca nella sinistra

italiana: 1919-1939, Bologna 1975), vi sono interessanti articoli di Luigi Campolonghi, amico del sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, ed in seguito presidente della LIDU (Lega italiana per i diritti dell'uomo), concernenti una sua inchiesta tra i contadi.

ni italiani della linguadoca e della Guascogna. Di interesse anche alcuni a rticoli di Adami (Romano Cocchi, segretario generale dell'Unione popolare italiana), il vecchio dirigente cattolico popolare del bergamasco, espulso dal PPI nell920, entrato nel PCI e poi profugo in Francia. Sono conservati i seguenti numeri: 1937:l, 3 , 15, 30, 34-36, 38, 6 1 , 69. 1938: 24-25. 1939: 142. «La Nuova Italia» (L'Italie Nouvelle), quotidiano degli Italiani in Francia. Direzione: 3 1 , Avenue de l'Opéra Paris ler Fondato nel l922, come settimanale, dal giornalista Nicola Bonservizi, fondatore del fascio a Parigi ove da tempo esplicava la sua attività e dove venne assassinato nell924. L'archivio CIEMI possiede diverse annate del giornale di cui alcune pressoché comple­ te, ma con numeri frequentemente "sforbiciati".

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Dall'ottobre 1940 al settembre 1 94 1 il giornale uscì con periodicità settimanale. 193 1 : 3 82-383 , 4 1 1 . 193 2 : 426, 436, 443 , 445-452, 454-456, 460 -462, 465, 468-47 1, 473-476. 193 3 : 477, 480-483 , 486-497, 500-50 1 , 503 , 506, 508, 5 10 , 522-523 , 525-526. 1940 : 878, 880-882 , 885. 1940 : 878, 880-882, 885 (settimanale).

194 1 : 1 -37, 40, 43-83 (quotidiano) . 194 1 : 886-895, 898-900, 903 -907 , 9 12-917, 920-92 3 , (settimanale). 1942: 84-85 , 87-96, 98- 1 19, 12 1 - 139, 14 1 - 15 3 , 155 - 176, 179-199, 20 1 -223 , 225-234,

236-24 1 , 243 -3 12, 3 14-324 , 326-336, 33 8-35 1 , 353 -368, 3 70-392 . 1943 : 1 - 5 , 7 -2 1 , 23-38, 40-45, 47-85, 87, 89-90, 92-95, 97- 104, 106-129, 13 1 , 133 - 138, 140 - 148, 150 - 157 , 159- 168, 170 - 174, 177-179, 18 1 , 184- 193 , 195 - 199, 20 1 , 203 -293, 295-298, 300 , 3 93 . 1944: 1 - 1 1 , 13 -22, 24 - 103 , 105-192. «Il legionario» "Settimanale degli italiani all'estero". (Dal gennaio 193 8 all'estate · 1 939: "Bollettino dei fasci italiani all'estero" , edito a cura della Segreteria generale del Partito fascista. Fon­ dato nel 1 92 3 . Redazione: Via Giustiniani n . 5 (in seguito, Via Buoncompagni, n. 3 0 ) , Roma . L'archivio CIEMI possiede diverse annate, tutte in ottimo stato (con alcuni doppioni), a partire dall93 1 , sino all939. Numeri mancanti: 193 1 : l, 7 . 1932: 9 , 1 4 , 15, 1 7 , 30, 3 8-40, 42, 47. 193 3 : 6-10, 15, 22, 3 1 , 35, 40-44. 1934:l, 10, 13, 16, 19, 29-30. 1935: 1 1 - 1 3 , 16, 20 , 30-3 1, 39. 1936: 9, 20, 26, 30, 37-39. 1937: 3 -5 , 7 -8, 10- 15 , 2 1 , 23 , 25-30 , 32, 34-35. Numeri esistenti: 1938: 1 , 3 , 5-7. 1939: 26. «<l Merlo» (Le Mede), "fischia e se ne infischia una volta alla settimana " . Direzione e Ammi­ nistrazione: 32, rue des Favorites, Paris 15ème Foglio satirico denigratorio dei fuorisciti antifascisti. Venne fondato a Parigi dall'ex­ antifascista Alberto Giannini, già precedentemente direttore con Alberto Cianca a Pa­ rigi del «Becco Giallo», un giornale satirico antifascista diffuso al tempo dell'Aventino che, sospeso in Italia, aveva ripreso la publicazione in Francia sino all93 1, anno in cui cessò le pubblicazioni.


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Qualche anno dopo la cessazione del «Becco Giallo» ( 193 1), Giannini accolse le offerte

Fondato nell936.

fattegli da alcuni emissari del governo italiano, passò al servizio del regime e iniziò nel 1934 la publicazione del «Merlo». Il CIEMI possiede diversi numeri del 1936-1937, due anni che videro l'apogeo del regi­ me (vittoria in Africa e in Spagna, inefficacia e irrisorietà delle sanzioni decretate dalla Società delle Nazioni). Nell'archivio si conservano le seguenti copie: 1936: 85, 98, 109, 128, 130, 132. 1937: 134, 139-140, 144- 145 , 150, 154, 156, 158- 159, 162-163 , 165, 167 - 1 68, 170, 173 .

Sono conservati due numeri del maggio e giugno 1938: il primo è un numero speciale dedicato agli stranieri in Francia; il secondo pubblica un reportage su "Les sporti/s immigrés". Interessante la campagna del Fronte Popolare per l'approvazione di uno sta­

<<La tribuna d'Italia» (Tribune d'Italie) " Settimanale del tempo nostro" , diretto da Alberto Giannini, Direzione, 32, rue cles Favorites, Paris 15ème. Fondato a Parigi nel dicembre 1937, (bilingue). Numeri esistenti: 1937:l. 1938: 3-5, 7-9, 12, 17-20. Di ispirazione fascista.

tuto giuridico degli immigrati. «Fra ternité» Edizione italiana. Mensile. Direzione e Amministrazione: 3 , rue Montholon, Paris 9ème. Si conservano due numeri dell937 (nn. 6, 8). Il numero 6 è dedicato all'assassinio dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, avvenuto il mese precedente. «F raternité» "Organe de liaison entre les travailleurs français et immigrés". Mensile fondato nel 1936. Il mensile portava nella testata la scritta " La France ne connait pas d'étrangers" di Clovis Hugues. Numeri esistenti: n. 10 dell936; nn. 20, 22 dell937; n. 29 del 1938; nn. 34, 36, 37, 3 8 del 1939.

Giornali di cui sono disponibili pochi esemplari Nell'archivio CIEMI si conservano inoltre alcune copie di altri giornali del periodo 1929-1939.

«L'Unità» Organo del partito comunista d'Italia (pubblicazione clandestina in Italia) . Fondato nell923 . Numeri esistenti: 1937: 6, 14.

«La Voce d'Italia». O rgane national de propagande et de collaboration franco-italienne" . Settimanale di ispirazione fascista, fondato a Parigi nel 1925. Amministrazione e direzione: 15 rue Jules Varne Parisllème Numeri esistenti: - 6, 10, 14 (riferentesi al periodo: febbraio-aprile 1929). Dalle numerose e interessanti notizie contenute nei tre numeri rileviamo quella concer­ nente la proibizione della circolazione in Italia del Giornale «La Vallée d' Aoste», gior­ nale che si pubblica tuttora a Parigi e la soppressione da parte del governo francese di «La Voce proletaria» che si stampava a Montreulls/Bois.

Rivista mensile in lingua italiana del Comitato mondiale delle donne contro la guerra e il fascismo. Direzione e amministrazione: 25, Rue d'Alsace, ParislOème. Fondato a Parigi nel 1936. Numeri esistenti: 1936:l, 3 .

«L'esilio» (L'Exil) . Periodico antifascista fondato a Parigi nel 1 93 0. Bimensile. Redazione e Amministrazione: 14 rue Malher, Paris 4ème Numeri esistenti: 1933: 1, 2, 13.

Fondato a Parigi nell934, organo ufficiale del movimento sorto nella seconda metà del 1929 su animazione di Rosselli, Lussu e Tarchiani. Del giornale esiste un solo numero: 1935: 50.

«La voce delle donne».

«Giustizia e Libertà» (Justice et Liberté).

«Il risveglio italiano»

«F raternité» " Grand Documentaire mensuel Illustré" . Mensile del Fronte Popolare. Direzione Amministrazione: 3 rue Montholon, Paris, 9ème

Il n. 6 del 1937 è dedicato alla morte di Gramsci, sopravvenuta in carcere il 27 aprile precedente.

e

"Organo delle colonie italiane in Francia" , settimanale di quattro pagine, a grande formato. Fondato nell898 a Parigi. Direzione: 10, rue Saulnier, Paris 9ème


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Luigi Taravella

Dal 1920 il settimanale iniziò a pubblicare un supplemento dal titolo «L'Italien de France», che successivamente mutò in «Reveil Italien». Nel periodo di cui conserviamo esemplari ( 1 92 1 - 193 3 ) ne era direttore G. Padovani, animatore della Ligue F ranco­ Italienne. Numeri esistenti: 192 1 : 1057. 193 3 : 1209, 1248 e 1253 . Dai numeri esistenti, interessanti per i numerosi indirizzi riportati di uffici o di associa­ zioni italiane in Parigi, risulta l'esistenza in città nel 192 1 di due riviste culturali sul­ l'Italia: «Etudes Italiennes», pubblicato dall' Union Intellectuelle Franco-Italienne (Edi­ tions E. Leroux, 28 rue Bonaparte, Paris VIème, e «Nouvelle Revue d'Italie», pubblica­ zione mensile franco-italiana (Librairie Félix Alcan,Paris). «Don Quichotte» "Quotidiano de l'Action Latine" . Direzione: 16, rue de la Tour d 'Auvergne, Paris.

Strutture di assistenza all'emigrazione italiana in Francia: fonti archivistiche 193 3 : 5, 8. 193 4 : 4-9, 14- 15, 18-19.

Altri giornali pubblicati fuori dalla Francia «L'Eco» Organo quindicinale del fascio di Liegi (Belgio. Fondato a Liegi nel1932).

Direzione: rue Fabry, 19, Liege Diretto da Maria Busi Bixio Numero esistente: 193 2: 19.

«L'eco della patria» Bollettino bimensile della colonia italiana del Vallese. Direzione: MCI di Naters. Vallese (Svizzera).

Quotidiano fondato a Parigi nel 1920 dal giornalista Luigi Campolonghi, ex corrispon­ dente del «Secolo». Numero esistente: n. 3 07 del 2 1 gennaio 192 1 . n quotidiano, completamente in francese, di quattro pagine, è particolarmente diretto all'informazione della comunità italiana. In seconda pagina vi è una "guide des latins a Paris" con una interessantissima lista di 38 associazioni italiane (di mutuo soccorso,professionali, regionali, sindacali, politiche, culturali e religiose).

Fondato nell928.

«L'Italiano» " suoi diritti e doveri" Direzione e amministrazione: Segretariato del Popolo, 107 Cours Lafayette,Toulon. Mensile per l'assistenza morale ed economica degli italiani, fondato nel 1924. Numeri esistenti: - n. 88 del 1932 e n. 93 dell93 3 . Mensile della Missione cattolica italiana di Toulon.

1935: 2, 27. 1936: 25.

«L'Amitié francaise» " Organe de rapprochement franco-étranger" Settimanale. Redazione e amministrazione: 83, rue d'Amsterdam,Paris 8ème. Fondato nell928. Diretto dal deputato Charles Lambert e redatto da Paul Landwoski. Numeri esistenti: 1928: 23,26,3 0,45 . «France-Italie» "Bulletin mensuel d'information et d'action latine. Organe du Comité France-Italie" . Redazione e Amministrazione: 23,Bld. des Capucines, Paris 2ème. Fondato nel 193 1 . Numeri esistenti:

Numero esistente: 1932: 15. «Squilla italica» Giornale degli Italiani nella Svizzera. Direzione: Luternauweg, 19, Berna Fondato nel 1922. Di ispirazione fascista. Numeri conservati:

«li Progresso italo-americano» Direzione,42, ELM St., New York. Numeri conservati: 1938: 37,44,5 1,72. Dellala e 2a Sezione.

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Lefonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

MAURO CERUTTI

Le fonti deltArchivio federale di Berna per lo studio deltimmigrazio­ ne italiana in Svizzera-��

Negli ultimi decenni del XIX secolo, da paese d'emigrazione la Svizzera si trasforma progressivamente in paese d'immigrazione: come ha evidenziato G. Arlettaz l, il censimento del 1888 mostra per la prima volta un'inversione del bilancio migrato rio, che diventa deficitario. L'aumento dei lavoratori stranieri si spiega con l'industrializzazione, l'inurbamento e lo sviluppo edilizio, le gran­ di opere ferroviarie e i trafori alpini, ma anche coi trattati estremamente libera­ H in materia di domicilio fra Svizzera e Stati vicini 2; inizia così un flusso immi­ gratorio definito «fenomeno precipuo e fondamentale della storia svizzera del

* Una versione molto più estesa di questo saggio, comprendente anche una parte dedicata all'immigrazione italiana in Svizzera dopo il 1945, è già apparsa in «Studi e Fonti. Rivista dell'Archivio federale svizzero», 1994, 20, pp. 1 1 - 104. Tutti i fondi citati in nota sono depositati all'Archivio federale di Berna. Queste le principali abbreviazioni:

- RO: Recueil o/ficiel des Lois /édérales - RU: Raccolta ufficiale delle Leggi federali - FF: Foglio federale della Confederazione svizzera - CS: Collezione sistematica delle leggi e ordinanze federali 1848-1947. 1 Nel suo impòrtante contributo G. ARLETTAZ, Démographie et identité nationale (18501914). La Suisse et la question des étrangers, in «Studi e Fonti», 1985, 1 1 , pp. 83 -180. 2 Come mostra il censimento federale del 1910 in quell'anno solo 1'1-2% degli stranieri

domiciliati in Svizzera appartengono a Stati con cui non esiste un trattato di domicilio. Vedi il Messaggio del Consiglio federale all'Assemblea federale concernente l'istituzione di norme di diritto federale per regolare la dimora e il domicilio degli stranieri in Svizzera, 2 giugno 1924 (FF, 1924, pp. 587-6 1 1).

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XIX e XX secolo», su cui ora disponiamo della presentazione bibliografica di S. e G. Arlettaz 3 e della sintesi storica di M. Vuilleumier 4. In questo articolo presenteremo a grandi linee la componente italiana del­ l'im migrazione in Svizzera nel secolo 1 870- 1970. La prima data segue di poco il trattato di domicilio itala-svizzero ( 1 868) e corrisponde alla piena realizzazione dell'unità d'Italia; nel 1 970 Berna adotta misure per stabilizzare il numero dei lavoratori stranieri, e il popolo elvetico respinge la prima iniziativa xenofoba. Nostro scopo è soprattutto evidenziare come la documentazione dell'Archivio federale sia utile allo studio dell'immi­ grazione italiana sul lungo periodo. Dopo alcune considerazioni generali sul fenomeno immigratorio, cercheremo di descrivere le caratteristiche di tale documentazione (suddivisa secondo i maggiori dipartimenti federali interessa­ ti) e proporremo un rapido bilancio della ricerca storica in materia. Rinviamo sin d'ora all'elenco dei principali fondi (in allegato).

1. Considerazioni introduttive Per illustrare l'importanza quantitativa dell'immigrazione italiana nel secolo in esame, è opportuno ricordare alcuni dati numerici, sia italiani sia svizzeri. Secondo le statistiche italiane, le partenze per la Svizzera rappresentano 1'8,7 % (982.000 individui) del totale di emigrati fra il 1876 e il 1910, il 9,5 % (676.000) fra il 1 9 1 1 e il 1 940, il 25,9% ( 1 .058.000) fra il 194 1 e il 1960, il 37,4 % ( 1 .230.000) fra il 1961 e il 1975. Nel secondo dopoguerra fi ( no all'inizio degli anni Settanta) la Svizzera è la meta principale dei lavoratori italiani emi­ grati, con una punta massima nel 1 963 (44 % circa). Nel periodo 1876-1975, cui si riferiscono le fonti italiane a nostra disposizione, gli italiani emigrati nel nostro paese sono circa 4 milioni 5 .

3 J;immigration en Suisse deput's 1848. Une mémoire en construction, in J;histoire en Suisse. Bilan et perspectives - 1991 , publié par la Rédaction de la «Revue suisse d'histoire», Bole,

Schwabe & Co., 1992, pp. 137-147. La definizione qui riportata spetta appunto a questi autori. 4 Immigrati e profughi in Svizzera. Profilo storico, Zurigo, Pro Helvetia, 1990 (ediz. orig. in francese: 1987) . Dati tratti d a M. MoNFERRINI, !}emigrazione italiana in Svizzera e Germania nel 19601975. La posizione dei partiti politict� Roma, Bonacci, 1987, tabelle alle pp. 16 e 58. Sull' emi­ grazione italiana in generale, vedi soprattutto E. SoRI, !;emigrazione italiana dall'Unità alla seconda guerra mondiale, Bologna, n Mulino, 1979. n rapporto di A. SOMMAVILLA - A. ULRICH, Die Sicherung und Archivierung des Quellengutes

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Mauro Cerutti

Le fonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

I censimenti elvetici, a loro volta, mostrano che dall'Unità alla seconda guerra mondiale l'immigrazione italiana è seconda solo a quella tedesca 6, e in seguito la supera. Nel 1888 gli italiani costituiscono il 18,2% degli immigrati, ma salgono al 3 6,8% nel 1910 (202.809 persone) e da allora rappresentano sempre oltre un terzo degli stranieri nel paese . Dopo un calo in termini reali nel periodo interbel­ lico, con un minimo di 96 . 018 persone nel 194 1 (43% degli stranieri), il flusso immigratorio riprende a salire nel dopoguerra: dal 49% del totale nel 1950, gli italiani passano al 5 9,2% nel 1 960 (346.223 individui) e al 54,1% nel 1970 (583 .855) 7. Negli anni Sessanta, quindi, a un forte aumento in termini reali cor­ risponde un calo in termini relativi; dal 1950 al 1970, comunque, la colonia ita­ liana si situa costantemente attorno alla metà della popolazione straniera. Questi dati complessivi sono utili perché mostrano le tendenze generali sul lungo periodo, ma occorre una parentesi sulle statistiche svizzere in materia. Le più note e importanti sono i censimenti federali della popolazione, svolti in genere ogni dieci anni (dal 1860) all'inizio di dicembre. Mentre prima si conteg­ gia la popolazione presente, a partire dal 1888 si adotta sempre il criterio della popolazione residente 8 , categoria che ovviamente comprende gli stranieri (e quindi gli italiani) ma non gli stagionali (giunti nel paese per una "stagione" di 9 mesi, di solito da marzo a novembre); di questa parte così cospicua e caratteri­ stica dell'immigrazione italiana, perciò, nulla dicono i censimenti federali 9,

zur italienischen Einwanderung in die Schweiz, pubblicato nel 1990 dal Consiglio svizzero della

scienza, stima a 4,5 milioni il totale degli immigrati italiani in Svizzera dal 1861 ai nostri giorni. 6 Tenendo conto anche dei lavoratori stagionali, si può affermare però che la presenza italiana supera quella tedesca fin dalla prima guerra mondiale. Vedi M. VUILLEUMIER, Mouvement

ouvrier et immigration au temps de la Deuxième Internationale. Les travailleurs italiens en Suisse. Quelques problèmes, in <<Revue européenne des sciences sociales et Cahiers Vilfredo Pareto», t. XV, 1972, 42, pp. 1 15 - 127. Molto utile per il periodo fino alla Grande Guerra è anche la tesi di R. ScHLAEPFER, Die Auslander/rage in der Schweiz vor dem Ersten Weltkrieg, Zurich, Juris, 1969. 7 Recensement fédéral de la population 1970, vol. 7 (Suisse 4. Origine, lieu de naissance.. ), .

Berne, 1974, pp. 96-97. 8 Sulla distinzione fra presente e residente, vedi Les Résultats du Recensement fédéral du 1 er décembre 1888, vol. I, Berne, 1892, pp. 2 1 -22: «Contrairement à la population de fait [presente] , la population de résidence ordinaire d'une commune embrasse toutes les person­ nes, et de nouveau exclusivement les personnes qui ont leur résidence ordinaire ou du moins leur résidence principale dans les limites de la commune au moment du récensement.» Per un'analisi critica delle fonti statistiche elvetiche e in particolare dei censimenti federa­ li, vedi il contributo di G. ARLETTAZ cit. in nota l (soprattutto pp. 97 sgg.). In genere il materiale di base per l'elaborazione dei dati finali di censimento è stato poi distrutto. L'Archivio federale possiede solo il materiale raccolto dall'Ufficio federale di stati­ stica per il censimento 1980 (E 3321, 1990/153) .

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Nel secondo dopoguerra si introducono progressivamente nuovi tipi di cen­ simento, basati non più sulla popolazione residente ma sulla manodopera: dal 1949 l'UFIAML (Ufficio federale dell'industria, delle arti e mestieri e del lavo­ ro) censisce ogni anno la manodopera straniera. L'inconveniente iniziale del mese prescelto (febbraio, il che escludeva di fatto la maggioranza degli stagio­ nali) scompare nel 1955: da allora il conteggio- effettuato in agosto, quando la presenza dei lavoratori stranieri è massima - include anche stagionali e fronta­ lieri. Da notare che questi censimenti non computano gli studenti, i familiari dei lavoratori, chi non ha attività lucrativa e chi vive di rendita 1 0. Un altro tipo di censimento annuo, introdotto nel 1964 dalla polizia federale degli stranieri, computa la popolazione straniera di residenza al 3 1 dicembre, ossia tutti gli stranieri che possiedano un permesso di domicilio, di dimora o di tolleranza, a prescindere dallo svolgimento di attività lucrative; come quello fe­ derale, però, anche questo censimento esclude gli stagionali e i frontalieri 1 1 • Per riassumere su questo punto (e trascurando l'immigrazione clandestina, che sfugge ai censimenti elencati), è chiaro che disponiamo di fonti statistiche basate su due criteri assai diversi: da un lato la popolazione residente (censi­ menti federali, censimenti annui dal 1 964), dall'altro quella attiva (statistiche UFIAML di febbraio o agosto, dal 1 949). Oltre a non essere omogenee, tali fonti non coprono lo stesso periodo storico, il che certo non facilita un'analisi diacronica quantitativa della presenza italiana nella Confederazione. Occorre introdurre un'altra osservazione generale, in apparenza evidente: l'immigrazione italiana, di cui abbiamo ricordato l'importanza quantitativa e il carattere strutturale, va vista anche come componente essenziale della questio­ ne più generale degli stranieri in Svizzera. In altre parole, non basta studiare la presenza italiana in sé ma è indispensabile considerarla come parte della cate­ goria generale "stranieri" (di cui costituisce, in pratica dal primo dopoguerra, il gruppo più cospicuo). Il censimento del 1910 rivela in modo quasi brutale al pubblico svizzero l'entità della popolazione straniera (e perciò di quella italiana): in un decennio

lO

Vedi «La Vie économique», octobre 1964, 10 (articolo dell'UFIAML su Le probléme de la main-d'ouvre étrangère en Suisse), pp. 452-459, e l'«Annuaire statistique de la Suisse»

(varie annate). 11 Vedi il Rapporto del Consiglio federale all'Assemblea federale sull'iniziativa popolare con­ tro l'inforestierimento, 29 giugno 1967 (FF, 1967/II, pp. 65- 1 17). Un'ordinanza federale del 25 settembre 1972, inoltre, istituisce un registro centrale degli stranieri, gestito dalla polizia federale degli stranieri in collaborazione con l'UFIAML (RU, 1972/II, pp. 2 181-2 183 ).


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gli stranieri - 552 .000, pari al 15 % della popolazione - sono aumentati del 44% ! I 202.000 italiani (stagionali esclusi) formano da soli oltre un terzo del gruppo. Come ha ben mostrato G. Arlettaz 1 2 , lo choc è accresciuto dal fatto che i dati appaiono solo nel 1915, in piena guerra mondiale, quando in realtà oltre 100.000 stranieri sono tornati in patria a causa delle mobilitazioni: il che suscita forte emozione in un clima già turbato da paure e fantasmi di guerra, con gli ambienti nazionalistici già impegnati nella campagna contro gli stranieri "indesiderabili" (disertori e renitenti) . In questo clima particolare comincia a delinearsi il fenomeno di rigetto legato al timore di un'Ueber/remdung, cioè di un aumento demografico eccessivo dovuto a forestieri: timore assai diffuso, e accentuato dagli ambienti nazionalistici, che è alla base della notevole svolta di Berna in materia immigratoria. A partire dalla prima guerra mondiale, dunque, la politica svizzera verso gli stranieri subisce un cambiamento di rilievo: per la prima volta le autorità fede­ rali intervengono direttamente sull'immigrazione, ponendo fine così a una poli­ tica estremamente liberale e privando i cantoni del loro monopolio legislativo precedente 1 3 . Fino alla guerra Berna si è limitata, in pratica, a negoziare tratta­ ti di domicilio con gli Stati di provenienza degli stranieri e ad espellere dal paese, in virtù dell'articolo 70 della Costituzione, chi ha compromesso la sicu­ rezza interna ed esterna della Svizzera. La svolta legislativa prende inizio da un'ordinanza del 2 1 novembre 1917 sulla polizia ai confini e sul controllo degli stranieri 14 , emessa dal Consiglio federale in virtù dei pieni poteri: quest'ultima tende a unificare i criteri da adottare verso gli stranieri (che devono dimostrare lo «scopo legittimo» del soggiorno previsto in Svizzera e giustificare i propri mezzi di sussistenza) e introduce l'obbligo del visto, ottenibile presso i consola­ ti all'estero. Il testo istituisce inoltre un Ufficio centrale per la polizia degli stra­ nieri, cui scopo immediato è sorvegliare e allontanare dalla Svizzera gli «stra­ nieri sospetti»; tale ufficio, che dà le istruzioni necessarie alle autorità cantonali

di polizia o direttamente agli organi confinari di sorveglianza, tiene un registro delle informazioni ricevute. Questa «centrale di controllo degli stranieri» 15 inizia a operare nel marzo 1919, diretta da Heinrich Rothmund (che nel 1929 diverrà capo dell'intera divisione di polizia, comprendente anche la polizia degli stranieri), e verso la fine dell'anno conta circa 500 funzionari. Nel 1919 e nel 1 92 1 il governo cen­ trale adotta due nuove ordinanze 16 per adattare la legislazione all'immediato dopoguerra, caratterizzato dalla fine dei pieni poteri e da una grave crisi eco­ nomica: volendo smantellare il grosso apparato burocratico sorto attorno alla polizia degli stranieri, Berna restituisce le competenze sui permessi di dimora e domicilio ai cantoni, che devono però rispettare le sue direttive. L'ordinanza del 192 1 introduce un'importante novità, stabilendo un legame esplicito tra situazione del mercato del lavoro e autorizzazioni d'ingresso agli stranieri: in pratica, cioè, gli uffici di polizia cantonali devono sentire il parere degli uffici del lavoro prima di lasciar entrare in Svizzera chi intenda svolgervi un'attività. Progressivamente, inoltre, viene abolito l'obbligo del visto (poi reintrodotto all'inizio del secondo conflitto mondiale) . U n importante messaggio governativo del 2 giugno 1 924 1 7 , che insiste pesantemente sulla necessità di lottare contro la «superpopolazione» e !'«inva­ sione straniera» nonché sull'impossibilità di conservare agli stranieri un diritto di domicilio come prima della guerra, sottolinea l'urgenza di una revisione costituzionale che permetta a Berna di legiferare in materia di stranieri. Nell'ottobre 1 925 la richiesta è avallata dal popolo, che approva il nuovo arti­ colo costituzionale 69ter; il lungo processo iniziato nel 1 9 17 sbocca così final­ mente nella "Legge federale concernente la dimora e il domicilio degli stranie­ ri", approvata il 26 marzo 193 1 1 8 , che precisa e codifica una serie di regole già in vigore, in pratica, dall'immediato dopoguerra, e conferma il legame tra mer­ cato del lavoro e politica verso gli stranieri 1 9 , Se la legislazione è ormai unifica-

1 2 G . ARLETIAZ, Les effets de la première guerre mondiale sur l'intégration des étrangers en Suisse, in «Relations internationales», été 1988, 54, pp. 161- 179. 13 Vedi A. GARRIDO, Le début de la politique fédérale à l'égard des Etrangers, Lausanne,

15 Così definita da H. Rothmund, allora capo della divisione federale di polizia, durante la conferenza Tuches et di/ficultés de la po!ice des Etrangers, tenuta a Zurigo il 12 ottobre 1954 su invito dell'Union civique romande (E 2001 [E]1970/2 1 7/205). 16 0rdinanze sul controllo degli stranieri, 17 novembre 1919 (RU, vol. 35, 1919, pp. 1 1951209) e 29 novembre 192 1 (RU, vol. 37, 192 1 , pp. 923-93 1). 17 Messaggio cit. in nota 2. 18 RU, vol. 49, 1 93 3 , pp. 293 -303 . La legge entrerà in vigore il l o gennaio 1934. Vedi anche il Messaggio del C. f . . . che accompagna un disegno di legge su la dimora e il domicilio degli stranieri, 17 giugno 1929 (FF, 1929, pp. 74 1 -75 1). 19 li che in pratica comporta una stretta collaborazione fra organi di polizia e uffici del

Etudes et mémoires de la section d'histoire de l'Univérsité de Lausanne, publiés sous la direction du prof. H.U. Josr, t. 7, 1987. Sulle modifiche postbelliche alla politica svizzera verso stranieri e rifugiati, vedi anche l'articolo di C. HOERSCHELMANN - U. GAST, L'im­

portance de la politique d'asile dans le cadre de la politique suisse à l'égard des Etrangers et des conventions internationales sur !es réfugiés, de la Première Guerre mondiale à 1 933, in «Relations internationales», été 1993 , 74, pp. 191-205. 14 RU, vol. 3 3 , 1917, pp. 1015- 1025.


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Le fonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

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ta a livello federale, le competenze restano principalmente cantonali; la polizia federale degli stranieri può però annullare i permessi di ammissione concessi dai cantoni (per esempio agli stranieri "indesiderabili" ) . I tipi di permesso sono tre: tolleranza, limitata nel tempo, per chi è privo di documenti in regola· dimora, limitata la prima volta a un massimo di un anno, per chi possied documenti validi; domicilio, di durata illimitata. L'ultimo permesso conferisce in pratica, gli stessi diritti dei cittadini elvetici (tranne ovviamente quelli civici e consente di restare in Svizzera per sempre, salvo espulsioni ad opera di auto ­ rità cantonali o federali 2o . Abbiamo insistito sull'importanza della svolta postbellica e sulla legge deri­ vatane, anche perché i principi legislativi del 193 1 sono tuttora in vigore: la legge federale sugli stranieri del 1 948 21 conferma la necessità di una stretta collaborazione fra autorità di polizia e uffici del lavoro, introducendo solo modifiche minori e alcuni complementi su nuov'categorie di stranieri (in par­ ticolare internati 22) giunte in Svizzera nel periodo bellico. La prima guerra mondiale segna una svolta anche per la procedura di natu­ ralizzazione: la legge federale del 26 giugno 1 920 23 subordina ancora la con­ cessione federale della nazionalità svizzera all'acquisto del diritto di attinenza in un comune e di cittadinanza in un cantone, conservando inoltre ampie com­ petenze alle autorità cantonali (ad esempio per l'entità della tassa di naturaliz­ zazione), ma aumenta a 6 anni il periodo minimo richiesto di permanenza nel paese (dai 2 previsti nel 1876, confermati dalla legge del 1903 ). Il che riflette

� )

lavoro. Su questo punto fondamentale vedi soprattutto l'art. 7 dell'ordinanza d'esecuzione della legge sugli stranieri, 5 maggio 1933 (RU, vol. 49, 1933, pp. 304-322). 20 Il messaggio federale del 2 giugno 1924 (cit. in nota 2) precisava già (p. 607) : «li domi­ cilio si distingue dalla dimora essenzialmente in ciò che esso può essere ritirato solo mediante la espulsione.»

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un cambiamento fondamentale nell'ottica delle autorità federali, perché, come hanno mostrato G. Arlettaz e S. Burkart 24, a partire dalla guerra la naturalizza­ zione non è più considerata un mezzo per assimilare gli stranieri: al contrario è l'assimilazione - cioè l'acquisizione da parte dello straniero di "valori naziona­ li", di una mentalità che corrisponda allo "spirito svizzero" - a dover precede­ re la naturalizzazione, e nella stessa ottica la legge del 29 settembre 1 952 25 rad­ doppierà il periodo minimo di permanenza per chiedere la naturalizzazione. Questi criteri aiutano a capire perché, nonostante un numero tanto alto di immigrati, i naturalizzati risultino pochissimi: dal 1 889 al 1 970, in totale, le naturalizzazioni ordinarie di italiani (escluse quindi le mogli già svizzere che riottengono la nazionalità d'origine) sono meno di 70.000 26. Ci sembra, peraltro, che dalla prima guerra mondiale e dalla paura diffusa verso gli stranieri dipenda anche la vigilanza più severa alla frontiera in campo sanitario: una legge del 192 1 contiene disposizioni più esplicite per «protegge­ re il paese dall'invasione di epidemie», autorizzando il governo a varare misure speciali di controllo sui confini 27 . Ma solo nel secondo dopoguerra, con la ripresa massiccia dell'immigrazione per lavoro, si giunge a un testo ben più preciso e dettagliato sull'argomento: il decreto federale del 17 dicembre 1 948 sul servizio sanitario alla frontiera, che prevede posti sanitari al confine e affida all'Ufficio federale dell'igiene i controlli e le visite sanitarie per gli immigrati 28. Il timore dell'inforestierimento, sviluppatosi come visto nel contesto della prima guerra mondiale, non va però considerato un fenomeno circoscritto, esauritosi all'inizio degli anni Trenta col varo della legislazione federale sugli stranieri: sempre diffuso a livello latente e in attesa di un clima storico propi­ zio, dalla metà degli anni Sessanta riesploderà in celebri iniziative popolari di carattere xenofobo. Questa parentesi generale ci è parsa necessaria perché gli immigrati italiani, specie nel secondo dopoguerra, rappresentano - lo ripetiamo - la componente

2 r Legge federale che modifica e completa la legge federale concernente la dimora e il domici­ lio degli stranieri, 8 ottobre 1948, e relativa ordinanza d'esecuzione, l marzo 1949 (RU, 1949,

pp. 225-252) . Sui tentativi posteriori di modifica legislativa, che nel 1982 sfociano nel rigetto popolare . dr una nuova legge federale, vedi il rapporto pubblicato da G. KRErs, La protection politique

de l'Etat en Suisse. I.:évolution de 1935 à 1990. Etude pluridisciplinaire e/fectuée et éditée sur mandat du Conseil /édéral, par G. KREIS-J.-D. DELLEY-O.K. KAUFMANN, Berne, P. Haupt,

1993 , pp. l70 sgg. 22 Sull'internamento durante la seconda guerra mondiale, vedi sotto (cap. 2.4). 23 Vedi G. ARLETTAZ S. BURKART, "Naturalisation", "assimilation" et nationalité suisse. I.:enjeu des années 1900-1930, in Devenir Suisse. Adhésion et diversité culturelle des Etrangers en Sui:se sous la directi?n de P. CENTLIVRES, Genève, Georg, 1990, pp. 47-62, nonché gli . � . artrcolt dr G. ARLETTAZ ctt. m nota l (soprattutto pp. 1 2 1 sgg.) e in nota 12.

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24 Vedi nota 23. 25 RO, 1952, pp. 1 1 15-1 13 1 . 26 Esattamente 69.269, così suddivise per periodi («Annuaire statistique de l a Suisse»,

varie annate): 1889-1910: 7 .738; 1 9 1 1 - 1920: 10.5 14; 192 1- 1930: 10.044; 193 1 - 1940: 9.476; 1941-1950: 9.816; 195 1-1960: 10.284; 1961-1970: 1 1 .397. Non esistono dati su naturalizza­ zioni anteriori al 1889. 27 Legge federale del 18 febbraio 1921 (RU, vol. 37, 192 1 , pp. 379-380). Sin dal l886 esiste­ va una Legge federale sulle misure da prendersi contro le epidemie di pericolo generale, meno esplicita però sui controlli di frontiera (vedi art. 7): RU, vol. 9, 1887, pp. 277-287. 28 RU, vol. 64, 1948, pp. 1169-1 174 (col testo dell'ordinanza federale nella stessa data).


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maggiore della popolazione straniera; per uno studio approfondito della loro presenza e soprattutto delle sue ripercussioni nel pubblico, perciò, di fatto occorre consultare non solo le fonti che riguardano direttamente l'Italia ma anche quelle sul fenomeno "stranieri" nel suo insieme. 2. I fondi dell'Archivio federale sull'immigrazione italiana L'Archivio federale conserva le carte dell'amministrazione federale a partire dal 1848, data di fondazione dello Stato federativo moderno 29. Dati però il sistema federale e il ruolo notevole dei cantoni per la polizia degli stranieri e per il controllo del mercato del lavoro, molti documenti sull'immigrazione ita­ liana ora si trovano negli archivi cantonali. Inoltre, a causa della consuetudine archivistica di rispettare i fondi origina­ li 30 versati dalle rispettive amministrazioni (fondi di provenienza) , la docu­ mentazione sugli immigrati italiani è dispersa in parecchi fondi. Non esiste comunque, finora, un inventario che permetta di accedere rapidamente all'in­ sieme delle carte: l'informatizzazione, tuttora in corso, per il momento non è di grande aiuto, con l'importante eccezione di parte dei fondi del Ministero pubblico federale 3 1 , Scopo principale di questo articolo, del resto, è tentare un primo censimento dei fondi relativi alla presenza italiana nella Confede­ razione. I dipartimenti federali che si sono occupati più da vicino di immigrazione italiana sono quelli di giustizia e polizia, degli a/fari esteri (Dipartimento politi­ co fino al 1979, salvo un breve periodo a fine Ottocento) e dell'economia pub­ blica; ovviamente, perciò, i loro fondi sono i più significativi nell'ottica che qui ci interessa, ma la loro importanza varia a seconda dei periodi storici.

29 L'Archivio federale di Berna (che contiene, diversamente da quello centrale italiano,

anche i documenti sugli affari esteri), nel 1991 ha pubblicato un inventario completo dei fondi disponibili: Systematische Best-ndeiibersicht, bearbeitet von N. B'I'TIKOFER, H. CADUFF u.a. unter der Leitung von Ch. GRAF. 30 Un'importante eccezione è il fondo E 2 1 /Polizeiwesen, costituito artificialmente dall'Archivio federale a partire da oltre 50 fondi originali. Vedi Allegato. 3 1 Ibidem. Sul piano per informatizzare parte del fondo E 21, vedi H. CADUFF - K. RUFER, Der Einsatz der maschinellen Datenverarbeitung im Bundesarchiv, in «Studi e Fonti», 1978, 4, pp. 129-170.

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2.1 L'aspetto poliziesco: fondi del Dipartimento di giustizia e polizia (Appen­ dice 2.3) Schematizzando, riteniamo si possa affermare che l'aspetto poliziesco (con­ trollo, sorveglianza, arresti, espulsioni di immigrati) sia piuttosto importante nell'intero periodo in esame ( 1870-1970), ma assuma particolare rilievo in certe fasi: per esempio a cavallo del secolo, quando in Svizzera la polizia è molto preoccupata dall'attività degli anarchici (o pretesi tali) e dei socialisti italiani. Nel settembre 1898, a Ginevra, Luigi Luccheni pugnala a morte l'imperatrice d'Austria, e il governo italiano ne approfitta per convocare a Roma, in novem­ bre e dicembre, la "Conferenza internazionale per la difesa sociale contro gli anarchici" 32 . La Svizzera vi partecipa e sottoscrive quasi tutte le disposizioni adottate, fra cui lo scambio internazionale d'informazioni sugli spostamenti dei militanti anarchici. L'adesione elvetica è espressa in una dichiarazione governa­ tiva e non sottoposta alle Camere federali, perché non · concerne un vero e pro­ prio trattato internazionale; la partecipazione alla conferenza spinge comunque Berna, anche senza l'esplicito avallo parlamentare, a rafforzare la sorveglianza sui militanti stranieri e in particolare italiani. In materia di polizia politica, la Svizzera dispone già dal 1889 del Ministero pubblico federale 33, diretto dal procuratore generale della Confederazione. Se prima il governo assegnava a procuratori temporanei singole inchieste federali di particolare gravità, con la legge del 28 giugno 1 889 il Ministero pubblico diventa un'istituzione permanente, cui spetta sorvegliare l'attività politica dei militanti stranieri con l'aiuto delle polizie cantonali: agli inizi, infatti, l'organo dispone solo di quattro funzionari che raccolgono le informazioni fornite dalle polizie cantonali, incaricate della vigilanza effettiva. Come ha ricordato M. Vuilleumier 34, la creazione del Ministero pubblico non è dovuta a un preteso «pericolo anarchico» bensì alla scoperta dell'attività illecita e talvolta provoca­ toria svolta in Svizzera dalla polizia di Bismarck, che spia i socialisti tedeschi

32 Vedi M. VUILLEUMIER, La police politique en Suisse 1889-1914. Aperçu historique, in H. U. Josr M. VUILLEUMIER, Cent ans de police politique en Suisse (1889-1989), Lausanne, Association pour l'étude du mouvement ouvrier & Editions d'En bas, 1992, pp. 3 1-62. 33 Sulla sua creazione, vedi ibidem e G. GROSSEN - TH. STEFFEN, Die politische Polizei in -

den ersten ]ahrzehnten des Schweizerischen Bundesstaates. Gesetzlich-organisatorische Grund­ lagen und politisch-ideologische Feindbilder des Schweizerischen Staatsschutzes 1848-1914, in

«Studi e Fonti», 1992, 18, pp. 1 1 1 - 158 (con bibliografia che comprende anche una lista di fascicoli del fondo E 21 [Ministero pubblico federale], concernenti in parte l'attività dei mili­ tanti italiani) . 34 Nell'articolo cit. in nota 32 (p. 37).


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rifugiati nel paese: tale scoperta, unita a incidenti diplomatici anche gravi nelle relazioni con Berlino, induce Berna a sorvegliare meglio, con un organo di nuovo tipo, l'attività politica dei militanti stranieri. Il procuratore generale che lo dirige ha una doppia funzione: oltre che pubblico accusatore nella procedu­ ra penale federale, è capo della polizia a livello centrale, con l'incarico di sorve­ gliare gli stranieri e intervenire ave commettano «atti compromettenti la sicu­ rezza interna o esterna della Svizzera». Questa confusione di ruoli, che non rispetta il principio della separazione dei poteri, è denunciata già allora, e non solo dai socialisti elvetici; la richiesta di dissociare le due funzioni torna perio­ dicamente nei decenni successivi 35 . L'azione di polizia contro i militanti italiani si accentua, inoltre, sia dopo lo sciopero generale del novembre 1 9 1 8 (quando molti italiani sono espulsi a causa della loro attività politica), sia nel periodo fascista 36. Nel 1 92 1 , quindi prima della marcia su Roma, sorge a Lugano uno dei primi fasci italiani all'e­ stero, e dal Ticino il movimento si espande poi alle colonie italiane dell'intera Confederazione, sviluppandosi bene anche grazie al settimanale «Squilla itali­ ca»; la vittoria del fascismo, d'altra parte, spinge un certo numero di militanti socialisti, repubblicani, anarchici e comunisti a rifugiarsi nel nostro paese. Questo, tuttavia, per alcuni funge da semplice luogo di transito verso la Francia, anche a causa della politica poco generosa di Berna in materia d'asilo: l'asilo è concepito da parte svizzera non come un diritto del profugo politico ma come qualcosa che lo Stato ha facoltà di concedere in funzione dei propri interessi politici. Nella legge sugli stranieri del 193 1 , già citata, l'art. 2 1 dà del diritto d'asilo un'interpretazione un po' più ampia: «Se uno straniero, al quale sia stato rifiutato un permesso, dimostra in modo attendibile di cercare rifugio da una persecuzione politica, il Consiglio federale può concedergli l'asilo, obbligando un cantone a tollerarlo». Tale legge entrerà in vigore solo nel 1934; dalle nostre ricerche, in ogni caso, non risulta che alcun profugo italiano abbia beneficiato della nuova norma 37, I

35 Oltre che ibidem, su questo punto vedi il rapporto cit. in nota 2 1 , pp. 105 sgg. 36 Per più ampi dettagli su questo periodo rimandiamo al nostro Fra Roma e Berna. La Svizzera italiana nel ventennio fascista, Milano, Angeli, 1986. L'edizione in francese (Le Tessin, la Suisse et l'Italie de Mussolini. Fascisme et anti/ascisme 1921-1935, Lausanne, Payot, 1988) è più completa, soprattutto sul piano bibliografico. 37 Vedi il nostro articolo La Suisse et !es réfugiés anti/ascistes italiens, in J:Emigration poli­

tique en Europe aux XIXe et XXe siècles. Actes du colloque organisé par l'Beole française de Rome... (3-5 mars 1988), Ecole française de Rome, 1991, pp. 305-326, nonché il nostro con­ tributo La Svizzera difronte alfuoruscitismo, in Svizzera e Italia negli anni trenta. La presenza

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profughi politici antifascisti accolti in Svizzera restano dunque pochissimi: una lista del Ministero pubblico federale ne enumera, nel novembre 1 929 e in tutto il nostro territorio, solo 32, di cui 13 a Ginevra e 9 a Lugano. Certamente incompleta, tale lista non tiene conto, per esempio, dei clandestini comunisti, cui era assolutamente vietato l'ingresso; va poi aggiunto che ebbero un ruolo antifascista importante anche immigrati "economici" giunti prima della guerra, spesso già domiciliati (quindi ben integrati nella vita del paese) e talvolta naturalizzati. D'altronde, diversamente che negli anni seguiti alla conferenza del 1 898 contro gli anarchici, non ci risulta che le autorità federali abbiano accettato di collaborare con quelle italiane per la sorveglianza degli antifascisti in Svizzera: nel 1925 il capo del Dipartimento di polizia, H. H-Berlin, in una lettera al col­ lega G. Motta riassume la posizione di Berna nel motto «non vogliamo sante alleanze». Ciononostante, seppure in modo autonomo, il Ministero pubblico federale segue con molta attenzione le attività dei militanti antifascisti; come già ricordato, tuttavia, per l'opera di sorveglianza vera e propria dipende dalle polizie cantonali. In certi cantoni, ave l'esecutivo conta membri di tendenza socialista o antifascista, le direttive di Berna non sono applicate con troppa sol­ lecitudine e la polizia è chiaramente tollerante con i fuorusciti: è il caso del Ticino (ave al governo è l'antifascista G. Canevascini) e di Ginevra (sotto il governo socialista di L. Nicole 38) , ma anche a Basile.a le autorità di polizia si mostrano comprensive con gli antifascisti 39 . Nel 1 93 5 nasce, con compiti di protezione statale e di polizia politica per l'intera Svizzera, una polizia federale legata al Ministero pubblico. Come già per la creazione di quest'ultimo ( 1889), la spinta iniziale viene dall'attività ille­ cita e sempre più invadente della polizia tedesca in territorio elvetico: nel 1935, quando la Gestapo rapisce a Basilea il tedesco antinazista B. Jacob, con l'accor­ do delle Camere il Consiglio federale adotta un decreto urgente che gli permet-

dei fuorusciti. Atti del convegno internazionale di studi. Locarno, 15 novembre 1991, a cura di R. CARAZZETTI - R. HUBER, Locarno, A. Dad, 1993, pp. 55-7 1. 38 Come rivela l'atteggiamento di tale governo verso il giornalista fuoruscito C. E. a Prato: vedi il nostro articolo G. Oltramare et l'Italie fasciste dans !es années trente. La propagande italienne Genève à l'époque des sanctions et de la crise de la société des Nations, in «Studi e

Fonti», 1989, 18, pp. 15 1-2 1 1 . 3 9 Per qualche indicazione al riguardo, vedi il nostro contributo Les communistes italiens en Suisse dans l'Entre-deux-guerres, in Centenaire ]ules Humbert-Droz. Colloque sur l'Internationale communiste. La Chaux-de-Fonds 25-28 septembre 1991, La Chaux-de-Fonds, Fondation J. Humbert-Droz, 1992, pp. 213-240.


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te poi di creare il nuovo organo di polizia 4 0. Diretta da W. Balsiger, all'inizio la "Bupo" (abbreviazione assai diffusa di Bundespolizet) dispone solo di cinque ispettori, ma di fatto il suo capo può dare istruzioni non solo ai subalterni diretti ma anche ai funzionari delle polizie cantonali; questi ultimi possono così essere soggetti a una doppia gerarchia, causa talvolta di complicazioni e attriti. Va notato inoltre che Berna, in un primo tempo, evita deliberatamente il termi­ ne "polizia federale" , per non dare l'impressione di intaccare il federalismo e in particolare le competenze cantonali in materia di polizia 4 1 , Il rapporto del 1 993 a cura di G. Kreis, commissionato dal Consiglio federale dopo il noto scandalo delle schedature, dà informazioni preziose sul funzionamento della polizia federale e sui suoi legami col Ministero pubblico; non è molto utile, tut­ tavia, per quanto concerne la sorveglianza degli stranieri, perché si occupa quasi unicamente del controllo esercitato sui cittadini svizzeri 42 . Nel secondo dopoguerra e soprattutto durante la guerra fredda, la polizia federale si svilupperà molto e, in stretto contatto col Ministero pubblico, accen­ tuerà la sorveglianza anche sugli immigrati italiani sospettati di attività comuniste. 2.2 L'aspetto politico-diplomatico: fondi del Dipartimento politico (Appendice 2.1) I fondi del Dipartimento politico federale permettono di studiare le riper­ cussioni politico-diplomatiche delle attività di immigrati e profughi italiani. Benché già prima del 1 9 14 tali attività creino problemi fra Roma e Berna, le loro conseguenze sono più frequenti e rilevanti nel ventennio fascista: lo mo­ strano, ad esempio, i Documenti diplomatici svizzeri 43 , che coprono il periodo 1848- 1945 e illustrano alcune celebri a/faires dell'epoca fascista.

4° n 20-21 giugno 1935 le Camere accettano un decreto federale urgente sulla sicurezza del paese, che entra in vigore immediatamente (RU, vol. 5 1 , 1935, pp. 583-585); il progetto di polizia federale è poi elaborato dal Dipartimento di giustizia e polizia. n nuovo organo è definitivamente istituito dal Consiglio federale il 29 novembre 1935: vedi il protocollo della seduta in E 1 004 l/355. Sulla polizia federale, vedi anche il rapporto dt. in nota 2 1 (soprat· tutto pp. 108 sgg., 1 17 e 247 sgg.). 4 1 Quando nasce la "Bupo" , il «Foglio federale» (1935, p. 771) segnala semplicemente che «Il Dr. W. Balsiger ( ... ) è nominato aggiunto del Ministero pubblico della Confederazione e incaricato della funzione dì capo del servizio di polizia». 42 Opera cit. in nota 2 1 . Vedi, fra l'altro, la p. 2 1 dell'introduzione. 43 Berna, Benteli Verlag. Il primo dei 14 voli. usciti sui 15 previsti è apparso nel 1979. Sugli scopi della collezione, vedi il contributo di A. FLEURY, Les Documents diplomatiques suisses. Histoire d'une publication majeure des historiens suisses, in I:Histoire en Suisse.. (dt. in nota 3 ) , pp. 397-409. .

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Le carte del Dipartimento politico, com'è owio, documentano bene queste a/faires: in particolare l'Enregistrement centra! (E 2001: vedi Appendice 2 . 1 ) , sorta di libro mastro della nostra politica estera, registra e suddivide per perio­ di cronologici tutti gli oggetti che richiedono interventi diplomatici. Il fondo comprende anche la corrispondenza con altri settori dell'amministrazione cen­ trale (specie il Dipartimento di polizia); spesso i fascicoli sulle vicende legate all'attività politica di cittadini italiani contengono informazioni e rapporti anche molto dettagliati del Ministero pubblico federale. Naturalmente i fasci italiani all'estero, nati in Ticino già nel 192 1 e poi svi­ luppatisi anche grazie ai consolati, ma soprattutto le attività antifasciste di fuo­ rusciti e di militanti politici residenti in Svizzera da lungo tempo, suscitano polemiche e incidenti di varia gravità, con ripetuti interventi delle due diplo­ mazie 44. Nel 1 926, per esempio, il Consiglio federale infligge un severo monito per gli articoli su «Libera Stampa» al profugo socialista A. Tonello, poi espulso nel 1934. Nel 1930 si celebra a Lugano il processo contro G. Bassanesi, reo di essere partito dal Ticino per il suo volo di propaganda su Milano, e in dicem­ bre il pilota (con C. Rosselli e A. Tarchiani) viene espulso. Nel 1933 il Con­ siglio federale, contro il parere del governo ticinese, allontana dalla Svizzera il profugo repubblicano R. Pacciardi, a causa delle sue molte attività antifasciste in Ticino e nella speranza che la polizia italiana cessi lo spionaggio nel nostro paese 45 . Il giornalista socialista C. E. a Prato, principale redattore del <<Journal des Nations» a Ginevra, viene espulso dal governo elvetico nel 1 937, in seguito a pesanti pressioni diplomatiche di Roma; talvolta, anzi, tali pressioni non occorrono neppure, perché Berna - per dar prova della sua buona volontà e del suo scrupoloso rispetto del diritto, come ben mostra il caso Bassanesi - in­ tende agire in modo autonomo. Ma questi incidenti, tutto sommato, non intac­ cano mai seriamente i buoni rapporti itala-svizzeri; per il capo della nostra diplomazia, G. Motta, le relazioni ufficiali sono importantissime, più importan­ ti comunque del principio del diritto d'asilo. Ci sembra poi che nel secondo dopoguerra la presenza e l'immigrazione italiane siano meno rilevanti nell'ottica dei rapporti politico-diplomatici. Il

44 Su questo punto, oltre ai nostri lavori già cit. (note 36 e 3 7 ) , vedi le tesi di M. RrGONALLI, Le Tessin dans !es relations entre la Suisse et l'Italie 1922- 1940, Locarno, Pedrazzini, 1983 , e di K. SPINDLER, La Svizzera e il fascismo italiano 1922-1930, Bellinzona, Casagrande, 1980 (trad. dal tedesco) . 45 Vedi il nostro articolo I:antz/ascisme italien a u Tessin e t !es relations de la Suz'sse avec l'Italiefasciste, à travers le cas Pacciardi, in «Relations internationales», été 1982, pp. 177- 191.


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Dipartimento politico, certo, collabora ai negoziati che, imposti dalla crescente richiesta di manodopera italiana, sfociano nei due importanti accordi del l948 e del 1964 sull'afflusso degli italiani in Svizzera; ma la partecipazione della nostra diplomazia alle discussioni è piuttosto secondaria, mentre svolgono un ruolo centrale le autorità di polizia e, come vedremo, soprattutto il Diparti­ mento dell'economia pubblica. -

2 .3 L'aspetto economico: fondi del Dipartimento dell'economia pubblic (Appendice 2.5) L'aspetto economico assume particolare rilievo a partire dal secondo dopo­ guerra, anche se il contributo degli italiani alla nostra economia è una costante per l'intero periodo 1 870- 1 970; ne abbiamo già sottolineato l'importanza numerica, del resto, fin dagli ultimi decenni dell'Ottocento. Dopo l'Unità gli operai italiani danno un contributo essenziale alla costru­ zione della rete ferroviaria e dei grandi trafori alpini. Moltissimi sono attirati in Svizzera proprio dalle grandi opere ferroviarie, come mostra il caso celeberri­ mo della ferrovia e galleria del San Gottardo: dal 1872 al l 882, anno d'inaugu­ razione dell'intera linea Immensee-Chiasso, l'immenso cantiere dà lavoro a migliaia di regnicoli. Il loro contributo, anonimo ma fondamentale al successo dell'impresa, comporta un pesante sacrificio: nella sola galleria principale i fre­ quenti incidenti provocano 177 morti e oltre 400 feriti 46. L'aspetto sociale e umano del traforo è documentato in parte dal fondo dell'Archivio federale denominato Ferrovie (E 53, vedi Appendice 1), che copre appunto il periodo 1 872 - 1 882: una quindicina di volumi vertono su dure condizioni di lavoro, infortuni, aiuti alle vittime e proteste degli operai, sfociate tra l'altro nei "torbi­ di di Gaschenen" (luglio 1875) . L'immigrazione di massa, legata alle ferrovie m a anche all'industrializzazio­ ne, si smorza molto con la Grande Guerra, cui segue un periodo di stasi e poi di calo, ma torna a crescere dopo il 1945 ; negli anni Sessanta, anzi, tocca punte assolute e relative mai raggiunte. Novità fondamentale del secondo dopoguer-

46 Dati tratti da O. MARTINETTI, Minatori, terrazzieri e ordine pubblico. Per una storia sociale delle grandi opere ferroviarie ticinesi 1872-1882, in «Archivio storico ticinese», dicem­ bre 1982, 92, pp. 27 1 -332. li lavoro, basato anche sul fondo Ferrovie l E 53 dell'Archivio fe­ derale e contenente una preziosa bibliografia, evidenzia appunto il richiamo esercitato dal cantiere del Gottardo sull'immigrazione italiana. Più in generale, vedi l'opera collettiva Il San

Gottardo e l'Europa. Genesi di una ferrovia alpina, 1 882-1982. Atti del convegno di studi. Bellinzona, 14-16 maggio 1982, Bellinzona, A. Salvioni & Co., 1983 .

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ra, a nostro awiso, è l'intervento diretto dello Stato svizzero per sollecitare, poi regolare e infine limitare l'afflusso di lavoratori italiani: per la prima volta nella nostra storia contemporanea, come ha notato M. Perrenoud 47 , le nostre auto­ rità organizzano l'immigrazione massiccia di manodopera, d'intesa con le orga­ nizzazioni padronali e operaie. Il ruolo nuovo dell'amministrazione federale in materia d'immigrazione eco­ nomica appare chiaro se si analizza sul lungo periodo la natura dei fondi del Dipartimento dell'economia: rispetto alle fonti anteriori alla prima guerra mondiale, quelle posteriori alla seconda mostrano subito un'evoluzione nettis­ sima. Fino al l9 14 vige per tutti (quindi anche per gli italiani che cercano lavo­ ro in Svizzera) una libertà quasi assoluta di s} ·ostamento, e l'azione dello Stato per regolare sul piano economico i flussi migratori è praticamente inesistente; Berna si limita a concludere col Regno, il 22 luglio 1868, un "Trattato di domi­ cilio e consolare" che assicura reciprocamente a italiani e svizzeri libertà d' ac­ cesso e di domicilio nei paesi rispettivi. Il suo art. l è molto esplicito: «Tra la Confederazione Svizzera e il Regno d'Italia vi sarà amicizia perpetua, e libertà reciproca di domicilio e di commercio. Gli Italiani saranno in ogni Cantone della Confederazione Svizzera ricevuti e trattati, riguardo alle persone e pro­ prietà loro, sul medesimo piede e alla medesima maniera come lo sono o potranno esserlo in awenire gli attinenti degli altri Cantoni». 48 Ma nel clima di chiusura provocato dalla guerra la Svizzera riconsidera que­ sti principi estremamente liberali, che contribuiscono a spiegare la forte im­ migrazione italiana fino al 1 9 14 : nel marzo 1919 Berna denuncia i trattati di domicilio con l'Italia e con la Germania, motivando la decisione col timore del­ l'Ueber/remdung e coi pericoli dell' "invasione straniera" 49, Un argomento ulte­ riore è il fatto che cantoni e comuni hanno sopportato spese non indifferenti per soccorrere gratuitamente i malati poveri di origine italiana, conformemente a quanto stabilito da una precedente convenzione. Il governo elvetico, inoltre, si mostra preoccupato dalle difficoltà economiche dell'immediato dopoguerra e dalla forte disoccupazione, che colpisce anche gli immigrati italiani 50, Poco dopo, però, Berna accetta di sospendere la decisione; il trattato con l'Italia è rin-

47 Vedi il suo articolo La politique de la Suisse /ace à l'immigration italienne (1943-1953), in Mouvements et politiques migratoires en Europe depuis 1945: le cas italien. Actes du collo­ que de Louvain-la-Neuve des 24 et 25 mai 1989, sous la direction de M. DUMOULIN, Louvain­ la-Neuve, CIACO Editions, 1989, pp. 1 13-141. 48 RU, vol. IX, 1866- 1869, pp. 706-73 1 . 4 9 Processo verbale del Consiglio federale, 3 1 marzo 1 9 1 9 ( E 2 1 , Archiv-Nr. 24567). 50 Vedi il rapporto della legazione di Svizzera a Roma in data l gennaio 192 1 , intitolato o


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navata tacitamente, da ambo le parti, ogni trimestre. La dura realtà della crisi economica postbellica, cui la Svizzera non sfugge, impedisce comunque che l' af­ flusso di operai italiani riprenda come prima, benché in settori come l'edilizia questi conservino un ruolo dominante; a limitare gli ingressi concorrono anche la citata polizia federale degli stranieri, istituita nel 1919, e la nuova legislazione più restrittiva. D'altra parte le autorità elvetiche non rinunciano a rivedere il trattato del 1868, che ritengono ormai troppo liberale, e riaprono i negoziati con l'Italia. n 5 maggio 1934 si firma a Roma una dichiarazione itàlo-svizzera, che modifica il trattato sul punto fondamentale della libertà di domicilio: «l cit­ tadini italiani che hanno o avranno dimorato regolarmente in Svizzera, senza interruzione, durante 5 anni riceveranno il permesso di domicilio incondizio­ nato, e avranno pure il diritto di cambiare liberamente di posto, di professione e di residenza». Gli svizzeri in Italia sono sottoposti a uguali condizioni, in virtù della reci­ procità 5 1 . A quell'epoca la grande maggioranza degli italiani in Svizzera - il 78% nel 1 930, pari a circa 100.000 individui su 127.000 52 - ha già un permes­ so di domicilio, perciò solo una misura federale di espulsione può costringerla a lasciare il paese. n 2 1 giugno 1 929 pochi mesi prima della grande crisi, un decreto federale ' istituisce l'Ufficio federale dell'industria, delle arti e mestieri e del lavoro (UFIAML) 53 , riunendo due uffici preesistenti del Dipartimento dell'economia (tra cui quello del lavoro, creato nel 1 920) . I compiti dell'UFIAML che qui soprattutto ci interessano sono il "disciplinamento del lavoro" , l'" osservazione del mercato del lavoro" e la "cooperazione nella stipulazione dei trattati inter­ nazionali" concernenti il campo sociale. Fino al 1 945, in pratica, l'ufficio non ha occasione d'intervenire nel settore dell'immigrazione italiana, specie perché la crisi della nostra economia ha soppresso la domanda di lavoratori stranie­ ri; nel dopoguerra, però, con la sua "sezione per la manodopera e l'emigrazio­ ne" assume un ruolo importantissimo in materia d'immigrazione economica.

La crise économique en Suisse et !es ouvriers italiens (E 4300 [B) l , Archiv-Nr. 22). Lo stesso

fascicolo contiene alcune interessanti tavole statistiche sui disoccupati italiani in Svizzera. 51 Art. l della Dichiarazione concernente l'applicazione del trattato di domicilio e conso­ lare del 22 luglio 1 868 tra la Svizzera e l'Italia, Roma, 5 maggio 1 93 4 . CS, 1 1 , 668 (0. 142. 114.54 1.3). Vedi anche E 4300 (B) l, Archiv-Nr.22 (col testo originale in francese). 52 Rapporto del Dipartimento di giustizia e polizia, 20 agosto 1937 (ibidem). 53 All'organizzazione del nuovo ente provvederà un decreto del 4 ottobre successivo. Vedi RU, vol. 45, 1929, pp. 459-463.

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Interlocutore principàle fra l'amministrazione federale e settori economici sem­ pre più bisognosi di manodopera, l'UFIAML si fa portavoce delle nostre richieste presso la rappresentanza diplomatica italiana in Svizzera (o diretta­ mente a Roma) . Si può dire perfino che tenda a sviluppare un nuovo tipo di diplomazia, parallela a quella tradizionale: il capo della sezione citata, A. Jobin, si reca più volte a Roma per esporre le richieste dell'industria e agricoltura elvetiche. In stretta collaborazione con la polizia degli stranieri, poi, l'UFIAML svolge una parte centrale nei negoziati che sfociano, nel 1 948 e nel 1 964, in due accordi fondamentali per l'organizzazione dell'immigrazione economica italia­ na; per suo tramite, cioè, lo Stato elvetico interviene per la prima volta diretta­ mente a canalizzare e regolare l'afflusso di operai italiani necessario alla nostra economia . 2.4 Il fondo del Commissariato federale per l'Internamento (Appendice 2.4) Dopo i tre fondi più rilevanti per lo studio dell'immigrazione italiana sul lungo periodo, occorre citare quello del Commissariato federale per l'interna­ mento, limitato nel tempo ma, riferendosi alla seconda guerra mondiale, ecce­ zionalmente denso. Nel giugno 1940, per sfuggire alla Wehrmacht, si rifugiano in Svizzera oltre 40.000 soldati francesi, fra cui una divisione polacca; proprio per far fronte a questo afflusso, Berna organizza in tutta fretta il Commissariato; che dipende dal Dipartimento militare e ha l'incarico di sistemare, alloggiare e sorvegliare gli internati 54, Il decreto federale del 2 dicembre 1940 55 ne precisa meglio i compiti, lo sottopone al capo di stato maggiore generale dell'esercito e prevede che «gli internati possono essere obbligati a lavorare». L'armistizio dell'8 settembre 1 943 e il successivo sfaldamento dell'esercito italiano, privo di direttive precise, provocano la fuga in Svizzera di circa

54 Fondamentale sulla politica svizzera verso gli internati militari e i profughi in genere dall'ascesa del nazismo alla fine della guerra mondiale resta il Rapporto Ludwig, redatto da C. LUDWIG su mandato del Consiglio federale: La politique pratiquée par la Suisse à l'égard des réfugiés au cours des années 1933-1955, Berne, Chancellerie fédérale, 1957. Sulla creazione del Commissariato vedi anche il vol. 13 dei Documenti diplomatici svizzeri, Berna, Benteli Verlag, 199 1 , che copre gli anni 1939- 1940 (rubrica VII. 3: Internés et prisonniers de guerre) . Per una.sintesi con utili statistiche ricapitolative sull'insieme dei profughi e internati in Svizzera, vedi L. MYSYROWICZ - J.-C. FAVEZ, Refuge et représentation d'intéréts étrangers, in «Revue d'histoire de la deuxième guerre mondiale», janvier 1981, 1 2 1 (numero speciale dedicato alla Svizzera della guerra mondiale), pp. 109-120. 55 RU, vol. 56/11, 1 940, pp. 2056-2057.


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2 1 .000 soldati 56, Per lo più sbandati e non tutti in uniforme (isolati o a grup ­ pi, solo in rarissimi casi inquadrati in formazioni compatte) , dal Nord Italia costoro penetrano nella Confederazione attraverso l'estremo sud del Ticino, approfittando anche della debolezza delle forze svizzere che sorvegliano il confine. Riuniti dai servizi del Commissariato, i profughi vengono inviati oltre Gottardo, in piccoli campi situati quasi esclusivamente in regioni germanofo­ ne. Indipendentemente dai problemi di alloggio e sussistenza, il loro arrivo pone un problema giuridico alle nostre autorità: in base alla convenzione dell'Aia del 1 907, esse rifiutano di considerarli come autentici "internati" (sta­ tuto previsto solo per soldati di eserciti effettivamente belligeranti, mentre gli italiani non sono reduci da combattimenti veri e propri) . Berna decide infine di creare appositamente per loro la nuova categoria dei " rifugiati militari", compromesso fra internati e profughi civili, che permette di giustificare di fronte all'estero il loro soggiorno in Svizzera. Un aspetto tra i più originali di tale soggiorno è dato dai campi universitari, organizzati fin dal 1 944 negli ate­ nei romandi di Ginevra, Losanna, Friburgo e Neuchatel: sotto la direzione del Commissariato e con la collaborazione di docenti svizzeri (ma anche italiani, pure profughi), oltre 500 giovani possono iniziare o proseguire gli studi uni­ versitari.

56 Sui militari e in genere sui profughi italiani (compresi i civili, di cui parleremo più sotto) , vedi il Rapporto Ludwig ci t. in nota 54, nonché E. SIGNORI, La Svizzera e i fuorusciti italiani. Aspetti e problemi dell'emigrazione politica 1943-1945, Milano, Angeli, 1983, e C.

Musso, Diplomazia partigiana. Gli alleatz; i rzfugiati italiani e la Delegazione del Clnai in Svizzera (1943-1945), Milano, Angeli, 1983. Di un certo interesse resta la testimonianza di un ufficiale ticinese che si occupò direttamente dei rifugiati italiani: A. BaLZANI, Oltre la rete, Bellinzona, Grassi & Co, 1946. Vedi anche la sintesi di M. VUILLEUMIER cit. in nota 4.

Un'opera recente sull'arrivo e sulla presenza in Svizzera dei rifugiati italiani, militari e civili è quella di R. BROGGINI, Terra d'asilo. I rtfugiati italiani in Svizzera 1943-1945, Bologna, n Mulino, 1993 che si basa molto anche sulle testimonianze orali dei sopravvissuti e dedica ampio spazio i campi universitari. La stessa Broggini ha già pubblicato una scelta di artico editi in Svizzera dai profughi di orientamento cattolico (I rzfugiati italiani in Svizzera e ilfoglto «Libertà". Antologia di scritti 1944-1945, Roma, Cinque Lune, 1979) e curato la pubblicazione di F. SACCHI, Diario 1943-1944. Un fuoruscito a Locarno, Lugano, G. Casagrande, 1987. Da parte nostra abbiamo già tentato una rapida sintesi sul fenomeno dei profughi italiani ' a partire dal 1943, presentando anche i fondi esistenti presso l'Archivio federale: I rifugiati

Nell'ottobre 1944, caduta la Repubblica partigiana dell'Ossola, probabilmen­ te 6-7.000 fra partigiani e civili entrano dall'Italia nel Ticino e nel Vallese 57. In totale , tenendo conto dei circa 2 1 .000 rifugiati del settembre 1943 , di quelli entrati dopo e dei 2-3 .000 partigiani ossolani, si può dire che dal 1 943 al 1 945 i militari italiani entrati nel paese - e in grande maggioranza rimastivi per circa 20 mesi - siano circa 30.000. Fonti preziose al riguardo sono i fondi del Com­ missariato: oltre 17.000 fascicoli personali, rapporti sulla disciplina interna nei campi e sulle relazioni con gli autoctoni, raccolte di giornaletti o volantini editi dagli internati, estratti di lettere sottoposte a censura, elenchi degli universitari, rapporti sulle visite della principessa Maria José ecc. Dopo 1'8 settembre 1943 , parallelamente all'afflusso dei militari, inizia quel­ lo dei civili italiani, in buona parte ebrei 58 . Diversamente dai soldati, essi non vengono internati ma sottoposti alle autorità di polizia, in particolare ai servizi dipendenti da Heinrich Rothmund; questi, che dal 1919 dirige l'Ufficio di poli­ zia degli stranieri, dal 1929 è capo dell'intera divisione di polizia, importante sezione del Dipartimento di giustizia e polizia. Il 17 settembre, quando l' afflus­ so assume proporzioni giudicate eccessive da Berna, i servizi di Rothmund decidono, fra l'altro, di respingere tutti i civili di sesso maschile aventi più di 16 anni. Questa direttiva, benché non sempre applicata rigorosamente alla frontiera, impedisce a molti ebrei italiani l'accesso al suolo elvetico (ed ha un effetto dissuasivo); sarà revocata il 3 dicembre, quando Rothmund stesso ordi­ na telefonicamente agli organi confinari di ammettere tutti gli ebrei provenienti dall'Italia. Quanto ai civili accolti in Svizzera, dopo tre settimane in campi di quarantena essi vengono inviati in campi di lavoro o in case di riposo, oppure beneficiano di un regime di semilibertà e possono risiedere presso privati. Se è impossibile conoscere il numero dei civili respinti (o dissuasi dal tentare l'en­ trata), si sa invece che il totale dei profughi ammonta a 14.500- 15.000: fra i civili rifugiatisi in Svizzera nella seconda guerra mondiale, quello italiano è il gruppo nazionale più cospicuo. Fonti principali in proposito sono i fondi del Dipartimento di giustizia e polizia (vedi Allegato 2.3 ) , soprattutto quello intito-

italiani nella Confederazione elvetica durante la seconda guerra mondiale. Bilancio provvisorio e presentazione delle fonti archivistiche, in Una storia di tutti. Prigionieri, internati, deporta�i italiani nella seconda guerra mondiale. Atti del convegno di Torino; 2-4 novembre 1987, MI­ lano, Angeli, 1989, pp. 205-228.

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57 Sulla vicenda, oltre ai contributi cit. in nota 56, vedi C. CANTINI, I partigiani dell'Osso/a in Svizzera, in «Italia contemporanea», marzo 1983 , 150, pp. 57-72. Non concordiamo però pienamente coi dati dell'articolo sui profughi ossolani rimasti in Svizzera (vedi il nostro con­ tributo cit. in nota 56). 5S Sui profughi ebrei, oltre ai lavori cit. in nota 56, vedi M. SARFATTI, Dopo !'8 settembre: gli ebrei e la rete confinaria itala-svizzera, in «Rassegna mensile di Israele», gennaio-giugno 1981, pp. 149-173 .


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lato a H. Rothmund (E 4800 [A] 196711 1 1) e quello, voluminoso, che com­ prende i fascicoli personali di tutti i profughi civili (E 4264, 1985/196-197). In totale, dunque, l'eccezionale movimento migratorio dovuto al conflitto spinge in Svizzera circa 45.000 italiani, militari e civili. Si tratta però di una popo­ lazione parzialmente fluttuante: parecchi militari rientrano in patria, e mai un numero così alto di profughi italiani è presente contemporaneamente nel paese. La punta più alta è raggiunta nelle ultime settimane di guerra: il 1 o aprile 1945, poco prima del rientro, il Commissariato per l'internamento censisce 23 .5 1 8 rifu­ giati militari. n 10 giugno 1945 i profughi civili sono 8.684, di cui 3 .976 ebrei 59, Anche se spesso in sede storiografica questa popolazione viene confusa con la categoria dei fuorusciti e, in generale, con l'immigrazione antifascista, di fatto non si tratta dello stesso tipo di immigrati 60: fra i rifugiati giunti dopo 1'8 settembre, pochi sono gli autentici profughi politici. I soldati, nel clima di panico e sbandamento seguito all'armistizio, in mancanza di ordini cercano di evitare probabili rappresaglie della Wehrmacht e delle SS; gli ebrei, evidente­ mente, fuggono dalle persecuzioni razziali naziste; per gli altri rifugiati civili la fuga è dovuta a diverse ragioni, talvolta anche puramente opportunistiche. Ai profughi italiani della seconda guerra mondiale sono dedicate varie ricer­ che storiche, sulla scia del sempre fondamentale Rapporto Ludwig del 1957; qui ci limitiamo a menzionare l'opera di E. Signori (pubblicata �el � 98� ) � quella recentissima di R. Broggini, rinviando alle nostre note per md1caz10m bibliografiche più precise 6 1 .

Le fonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

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Questa constatazione ci pare pienamente valida proprio per l'immigrazione dalla penisola, già oggetto in passato di studi soprattutto italiani. Basti citare il Commissariato generale dell'emigrazione, istituito nel 1 90 1 e abolito dalle auto rità fasciste nel 1927: il suo «Bollettino dell'emigrazione» è una fonte molto utile (e non ancora sufficientemente sfruttata) anche per indagini sugli immigrati italiani in Svizzera. Diretto da Giuseppe De Michelis, che personal­ mente si occupa da vicino di questo tema, il Commissariato pubblica un «Annuario dell'emigrazione italiana», coi dati statistici per il periodo 1 87 61925, e un Censimento degli Italt'ani all'estero alla metà dell'anno 192 7, con ragguagli preziosi su varie istituzioni e associazioni degli italiani in Svizzera 64 . Uno dei rari lavori impegnativi usciti in passato sul tema, opera del celebre sociologo tedesco R. Michels, è Le colonie italiane in !svizzera durante la guerra, apparso nel 1 922 65, Michels, dall'ottobre 1914 docente all'università di Basilea, tra altre fonti utilizza il «Bollettino» per presentare uno spaccato del­ l'immigrazione italiana all'epoca della prima guerra mondiale, analizzando le sue tendenze politiche interne e in particolare quella socialista, il suo tessuto economico e il fenomeno delle cooperative di consumo; egli affronta anche le naturalizzazioni e la presenza in Svizzera di molti disertori e renitenti italiani, mostrandosi sensibile all'«inconveniente grave del modo sregolato ed anarchi­ co dell'arruolamento della mano d'opera italiana in Svizzera», di cui in parte attribuisce la responsabilità agli annunci usciti sulla stampa italiana 66 , Altra riflessione generale è quella di M. Vuilleumier, che negli studi svizzeri sull'immigrazione ha sottolineato il «dominare esclusivo di un solo punto di vista, quello dell'Ueberfremdung» 67 : un "filtro" storiografico che è stato appli-

3. Bilancio sommario della ricerca storica sull'immigrazione italiana Nel loro panorama bibliografico citato

S. e G. Arlettaz notano che, men­ tre in Svizzera la ricerca storica sull'immigrazione si sviluppa solo a partire dalla metà degli anni Sessanta (in concomitanza col vivo dibattito politico allo­ ra in corso sull'inforestierimento) 63 , gli studi sui profughi e sull'esilio politico poggiano su una lunga tradizione. 62,

59 Vedi il nostro contributo cit. in nota 56 (tabella a p. 225 ) . 6o Concordiamo qui pienamente con quanto scritto da A. Garosd nella sua classica Storia deifuorusciti, Bari, Laterza, 1953 , pp. 2 1 1 -2 1 3 . 61 Vedi nota 56. 62 Vedi nota 3 . 63 Fra i lavori pubblicati in quel contesto vanno citati in particolare L . BosCARDIN, Die ita­ lienische Einwanderung in die Schweiz mit besonderer Beriicksichtigung der Jahre 1946-1959,

Basel, 1962; H.M. HAGMANN, Le travailleurs étrangers chance et tourment de la Suisse, problè­ me économique, socia� politique, phénomène sociologique, Lausanne, Payot, 1966; R. BRAUN,

So:do-ku!turelle Probleme der Eingliederung italienischer Arbeitskra/te in der Schweiz, Erlenbach/Ziirich, 1970; S. SOLDINI - M. Rossr, I:immigrazione in Svizzera. Il lavoro straniero in Svizzera dalle origini ad oggi, con particolare riferimento all'immigrazione italiana, Milano, Sapere Edizioni, 1970; D. CASTELNUOVO - FRIGESSI, Elvezia il tuo governo. Operai italiani emigrati in Svizzera, Torino, Einaudi, 1977. 64 Soppresso il Commissariato, però, il censimento del 1927 è pubblicato dal Ministero

degli affari esteri nel 1 928. Per alcune indicazioni sul ruolo di De Michelis e del Com­ missariato all'emigrazione, vedi Ph. V. CANNISTRARO - G. RosoLI, Emigrazione, Chiesa e fascismo. Lo scioglimento dell'Opera Bonomelli (1922-1928), Roma, Edizioni Studium, 1979, pp. 18 sgg. e la relativa voce del Dizionario biografico degli italiani di M.R. OSTUNI. 65 Edito dall'Istituto storiografico della mobilitazione (Serie statistico-economica), Roma, Alfieri & Lacroix. 66 Ibid. , p. 288. 67 Vedi il suo articolo dt. in nota 6.


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cato anche prima del 1914 , quando quel concetto era ancora inespresso e il timore dell'inforestierimento non ancora diffuso come a partire dalla guerra. Sentimenti che qui per semplificare definiremo "xenofobi", in effetti, si svilup­ pano verso gli immigrati italiani e il loro comportamento già prima del 1900: per Basilea lo documenta attentamente Peter Manz, che evoca «l'emergere, il consolidarsi ed il diffondersi ( ... ) di un composito sistema di stereotipi antiita­ liani» 68; il "filtro" troppo comodo e semplificatore dell' Ueber/remdung, in ogni caso, occulta altri aspetti importanti della presenza italiana, come i contat­ ti che questa ha con le associazioni operaie elvetiche e l'influsso che vi esercita. Ci pare inoltre che, sul lungo periodo qui in esame, i nostri storici abbiano privilegiato nettamente l'immigrazione di tipo politico, confermando la citata preferenza tradizionale per profughi ed esuli 69 . Certo è molto arduo distiguere l'immigrazione politica da quella propriamente economica, tanto più che spes­ so l'immigrato economico diventa poi un militante politico a contatto con le organizzazioni operaie attive in Svizzera, ma in genere la ricerca elvetica sem­ bra aver preferito illustrare le ripercussioni politiche dell'immigrazione, a sca­ pito dei suoi aspetti socioeconomici o culturali. Questa tendenza è ben visibile nei lavori concernenti un periodo storico assai studiato come quello fascista. La tesi di K. Spindler, La Svizzera e il fasct'smo italiano 1922-1930 7°, quasi non si occupa d'immigrazione antifascista, analizzando più i rapporti diplomati­ ci fra i due Stati e soprattutto le posizioni assunte sul fascismo dalle "famiglie ideologiche" della borghesia svizzera. L'atteggiamento della sinistra elvetica e il suo appoggio all'antifascismo sono interamente trascurati: secondo l'autrice, «la sinistra essendo nemica originale e vittima principale dei fascisti, non aveva una opzione di fronte al fascismo» 7 1 . Anche la tesi di M. Rigonalli, Le Tessin dans les relations entre la Suisse et l'Italie 1922-1940 72, si occupa quasi esclusivamen-

68 P. MANZ, Emigrazione italiana a Basilea e nei suoi sobborghi 1890-1914. Momenti di contat­ to tra operai immigrati e società locale (tesi di dottorato), Comano, Edizioni Alice, 1988, p. 23 1. 69 Questa tendenza è eloquentemente documentata da S. e G. Arlettaz, che per il loro arti­

colo (cit. in nota 3) hanno recensito ben 1042 titoli pubblicati in Svizzera dal 1945 al 1988 e dedicati ai vari aspetti dell'immigrazione dal 1848 in poi: per il 52% questi sono biografie di esuli e rifugiati. Degli altri titoli di carattere generale, 1 84 (il 18%) riguardano il "rifugio" e l'esilio, 140 (il 1 3 % , quasi tutti posteriori al 1964) l'immigrazione, 130 (il 12%) gli ebrei e 4 1 (il 4 % ) l'internamento. 70 Vedi nota 44. 71 La frase è tratta dalla prefazione. 72 Vedi nota 4 4 . La tesi recente di S. WINKLER, Die Schweiz und das geteilte Italien . Bilaterale Beziehungen in einer Umbruchphase 1943-1945, Basel, Helbing & Lichtenhahn, 1992, analizza i rapporti politico-diplomatici itala-svizzeri durante la Repubblica di Salò.

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te dell'aspetto politico-diplomatico, e in particolare delle ripercussioni avute sui rapporti itala-svizzeri dalla propaganda irredentistica concernente il Ticino; un solo capitolo vette sull'antifascismo e sullo spionaggio politico italiano. Nella nostra tesi, Fra Roma e Berna. La Svizzera italiana nel ventennio fasct'­ sta 73, abbiamo tentato di combinare i due aspetti: le relazioni ufficiali itala-sviz­ zere e la presenza da noi, specie in Ticino, di antifascisti e profughi italiani. La loro attività politica, in parte clandestina, ha spesso forte risonanza grazie al­ l'appoggio di antifascisti autoctoni, segnatamente del consigliere di Stato G. Canevascini e del quotidiano «Libera Stampa». Il caso del Ticino mostra bene come la solidarietà manifestata sul piano cantonale alla causa antifascista (anche da membri dell'esecutivo) talvolta crei difficoltà internazionali alla diplomazia elvetica. Un capitolo del nostro lavoro concerne i fasci italiani all'estero, svilup­ patisi dal Ticino in tutte le colonie del paese tanto da inquadrare gli immigrati in un modo nuovo, parallelo a quello tradizionale dei consolati; sulla loro nascita va poi segnalato il lavoro di P. Bernardi-Snozzi Dalla dzfesa dell'italianità al filo­ fascismo nel Canton Ticino (1920-1924) 74, che dedica ampio spazio anche alle minacce irredentistiche. In genere l'ottica "irredentistica" ha influenzato gli studi centrati sui rapporti culturali itala-svizzeri c concernenti essenzialmente il Ticino; in questo campo il ruolo degli immigrati è piuttosto marginale, se con­ frontato alle iniziative dei pochi ticinesi effettivamente fautori di un irredenti­ smo culturale (o eccezionalmente politico) . Lo conferma l'opera di P. Codiroli I:ombra del Duce. Lineamenti di politica culturale del/asct'smo nel Cantone Tict'no (1922-1943) 75, che si sforza di sviscerare l'impatto e gli scopi della penetrazione culturale italiana; un capitoletto tratta però le scuole a tempo pieno. create dal regime, in 6 località ticinesi, dall'inizio della seconda guerra mondiale (scuole la cui propaganda interessa direttamente l'immigrazione italiana in Ticino). Ci pare quindi che gli studi sul periodo fascista, gravitanti soprattutto sulla dimensione "politica" , dedichino relativamente poco spazio agli immigrati; in quelli centrati sul Ticino, poi, il tema dell'irredentismo mostra un'invadenza forse eccessiva, a scapito dell'aspetto socioeconomico della presenza italiana. Ma !"'invadenza" è dovuta in parte al vigore della propaganda ufficiale fa­ scista; il discorso cambia per opere relative alle colonie italiane in altri can­ toni, ove non esisteva ovviamente la minaccia irredentista. E. Signori, di cui abbiamo citato l'interessante opera sui profughi della seconda guerra

73 Vedi nota 36. 74 Estratto dell'«Archivio storico ticinese», settembre-dicembre 1983 , 95-96, pp. 305-472. 75 Milano, Angeli, 1988.


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mondiale 76, ha poi pubblicato con M. Tesoro un lavoro che, attraverso la pre­ senza a Zurigo del profugo repubblicano F. Schiavetti, illustra l'attività della locale colonia italiana durante il fascismo 77. La realizzazione più originale dell'antifascismo a Zurigo è la " Scuola popolare italiana" del 193 1 (dal 1 93 2 " Scuola libera italiana di emancipazione proletaria" ) , fondata anche grazie a immigrati economici di lunga data e diretta appunto da Schiavetti; questi poi, il 2 1 novembre 1943 , con altri immigrati antifascisti (fra cui G. Chiostergi) fon­ derà a Olten la Federazione delle colonie libere italiane, tuttora esistenti 78, Sugli italiani nella città della Limmat, inoltre, è prezioso un documento raccolto da M. Morach, Pietro Bianchi. . . , Maurer un d organisiert. Ein italienischer Emigrant erzahlt aus seinem Leben 79: ricordi di un uomo del Comasco che nato nel 1885, a Zurigo giunge prima del 1910, si naturalizza nel 1930 e muor nel 1 977 . Bianchi, attivo nel movimento socialista che poggiava sul celebre Ristorante Cooperativo e sull' «Avvenire del Lavoratore», rievoca con grande vivacità molti operai e antifascisti italiani di spicco. Qualcuna delle stesse figure appare anche nel nostro articolo Uemigrazione romagnola in Svizzera dalle origi­ ni al periodo fascista 80, perché parecchi repubblicani e socialisti romagnoli, giunti a Zurigo (ma anche a Basilea e a Ginevra) già alla fine dell'Ottocento, di­ ventano poi noti antifascisti: per esempio D. Armuzzi, emigrato nel 1897, quasi mezzo secolo dopo è tra i fondatori delle Colonie libere italiane. Quanto agli immigrati di Ginevra, un contributo di C. Camisa copre gli anni dall'Unità alla vigilia della grande guerra, descrivendo fra l'altro lo sviluppo del movimento anarchico di L. Bertoni 8 1 , Per il periodo fascista, noi stessi abbia-

76 Vedi nota 56. 77 Il verde e il rosso. Fernando Schiavetti e gli antifascisti nell'esilio fra repubblicanesimo e

socialismo, Firenze, Le Monnier, 1987 (soprattutto la parte quarta, "La battaglia antifascista in Svizzera" , pp. 345 sgg.). Vedi anche F. Schiavetti e l'esperienza zurighese, contributo della stessa autrice al vol. Svizzera e Italia . . (dt. in nota 3 7 ) , pp. 73-89. 78 Sulle CLI, vedi E. SIGNORI, Il verde e il rosso... (cit. in nota 77), e La Svizzera e ifuorusciti . (dt. in nota 56), pp. 2 12 sgg.; B. DE MARCHI, Gli immigrati italiani in Svizzera e il ruolo delle Colonie Libere, tesi di laurea presentata all'università di Bologna, a.a. 197 1 -1972 (dattil.); G. LEUENBERGER, Der Anti/aschismus in der italienischen Emigration in der Schweiz, 1943-1945. Die Entstehung und die Griindung des Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera, lavoro di laurea presentato alla facoltà di Lettere dell'università di Zurigo, 1984 (dattil.); C. CANTINI, La prima Colonia libera italiana di Losanna (1943-1950), in «Quaderni di Agor», novembre 1991. .

.

.

79 Zurigo, Limmat Verlag, 1979. 80 Pubblicato in Antz/ascisti romagnoli in esilio Atti del convegno di Cesena, 6-7 dicembre 1980, Firenze, La Nuova Italia, 1983, pp. 75-97. 8 1 Genève italienne. La "Cité de refuge" de l'Unité à la veille de la première guerre mon­

diale, in UEmigration politique en Europe . . (cit. in nota 37), pp. 327-344. .

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mo tentato di delineare la vita della colonia nonché le tensioni tra il fascio, fon­ dato nel 1 923 , e le vecchie associazioni di immigrati appoggiate dai fuorusciti· il caso ginevrino è interessante perché le istituzioni coloniali precedenti (speci e scuole �o �trano notevole autonomia e resistono bene agli sforzi fascisti per rnfiltrarvlSl e mquadrarle 82• Sugli immigrati antifascisti di area socialista a Lo­ sa?na, inve�e, esiste un c�ntrib�to i J. H gli, basato principalmente sullo spo­ . gho del settrmanale sociahsta di Zungo «L Avvenire del Lavoratore» 83. �el suo la�oro di laurea P. Manz ha affrontato l'immigrazione italiana a Basilea nel penodo 1914-1925, comprendente gli inizi del fascismo e l'azione del fascio locale 84; nella sua tesi di dottorato, poi, ha spostato l'analisi al periodo 18:0·1 91 4. Ne è u�cita un'opera giustamente definita pionieristica, probabilmen­ . . . te il mighor esempio di monografia regionale sugli immigrati italiani in Svizzera· Emigrazione italiana a Basilea e nei suoi sobborghi 1890-1914. Momenti di contat to tra operai immigrati e società locale 85 . Si tratta di un tentativo di storia "totale" dell' �igrazion�, che cer� a di renderne con grande vivacità - grazie a costanti . citazioni, frutto di un ampio spoglio di fonti - non solo la già ricca e multiforme dimensione associazionistica (operaia e piccoloborghese) ma anche quella "cul­ t rale" (al ent�re, vestimen:aria, musicale, ludica, linguistica ecc.). li campo d osservaz10ne nstretto a Basilea permette a Manz un'analisi appofondita cen­ trat� t volta s � sing?li "qu�rtieri italiani" , chiarendo meglio la genesi degii ste­ _ e caricaturali accollati ai regnicoli: stereotipi alla base di «una dif­ reotlpi negativi fusa xenofobia an iopera a e antii aliana» negli ambienti locali piccoloborghesi ma anche popolan, che si concretizza in varie «petizioni antiitaliane» e talvolta nei sobborghi, persino in tumulti con fenomeni di caccia agli italiani 86, (Tumult

?

l

8� Ved il nost_ro contributo Les Italiens à Genève à l'époque du fascisme et de la Société des Natzons, m Geneve et l'Italie. Mélanges publiés à l'occasion du 75e anniversaire de la Société genevoise d'études italiennes, sous la direction d'A. KAHN-LAGINESTRA, Genève, 1994, pp. 1011 16, nonche, E . CHIOSTERGI-TUSCH�, J;anti/ascisme dans l'immigration italienne, Genève, giu­ .

gn� 975 (datt�.). Sempre m�lto utilt sono pure le testimonianze raccolte nell'opera collettiva

Egzdzo Reale e zl suo tempo, F1renze, La Nuova Italia, Quaderni del Ponte, 1961 , 9. 83. socta•t . ,. m� antt;asczste :t a' Lausanne de la première à la deuxième guerre mondiale, in J;emz� � gra one s?czal�sta n�lla lotta cont o ilfascismo (1926-1939), Firenze, Sansoni, 1982, pp. 263-291. � _ Emzgrazzo�e ttalzana a Baszlea (1914-1925). Materiali e testimonianze sulla sua vita asso­ . . czatzva, lavoro dt laurea presentato all'università di Basilea, marzo-maggio 1979. Vedi anche dell? stesso autore, Per lo studio dell'emigrazione italiana a Basilea (1880-1943), in «Archivi .

.

_ stonco tlcmese», dicembre 1981, 88, pp. 481-496. Vedi nota 68. Vedi soprattutto le pagine sull'Italienerkrawall scoppiato a Binningen nel giugno 1904 t td. , pp. 205 sgg.).

85 '( b �6


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analoghi più gravi, per inciso, sono già scoppiati a Berna nel giugno 1 893 e a Zurigo nel luglio 1896.) D'altra parte, come nota Manz, spesso la stampa sociali­ sta e sindacale basilese mostra un «pesante paternalismo» verso i lavoratori italia­ ni, ritenendoli troppo impulsivi, radicali, bisognosi di rieducazione e organizza­ zione politica; essa teme, inoltre, che gli imprenditori edili li utilizzino come cru­ miri e come massa di manovra per un abbassamento generale dei salari 87 • Questi giudizi negativi - ricorrenti, del resto, fra gli operai dell'intero paese - toccano la questione importante dei complessi rapporti fra immigrati italiani e movimento operaio svizzero; se ne occupa, per il periodo della II Inter­ nazionale, uno stimolante contributo di M. Vuilleumier, che contiene utili indi­ cazioni metodologiche 88 . Nel primo dopoguerra, del resto, R. Michels già aveva additato l'importanza di tali rapporti, sottolineandone gli aspetti positivi: La parte importante avuta dalle colonie italiane nella storia del socialismo in !svizzera non è ancora, come pur lo meriterebbe, stata fatta oggetto di amorevole stu­ dio. Diremo di più: coloro che si sono occupati della storia del movimento operaio in !svizzera, hanno negletto quasi del tutto il contributo, pur così importante, datogli dal­ l' elemento italiano immigrato, i cui protagonisti spesso hanno servito ai socialisti indige­ ni da maestri sì per la teoria che per la pratica 89.

A parte qualche lavoro poco noto 90, fra i primi a raccogliere il suggerimento di Michels è un testo di G. Pedroli uscito nel 1 963 , Il socialismo nella Svizzera italiana 1880-1922 9 1 . Esso mostra appunto come il Partito socialista ticinese si formi a partire da un'organizzazione italiana creata nel 1895 , l'USIS (Unione Socialista Italiana in Svizzera), divenuta poi USLI (Unione socialista di lingua italiana) . Dal 1894 al 1901 l'immigrato socialista più in vista è l'emiliano A. Vergnanini, che spinge il movimento verso l'azione sindacale e la collaborazione

87 Ibid. , pp. 160 sgg. e 199 sgg. 88 Cit. in nota 6. Vedi anche, dello stesso autore, Les exilés en Suisse et le mouvement ouvrier socialiste (1871-1914), in I:esilio nella storia del movimento operaio e l'emigrazione economica, a cura di M. DEGL'INNOCENTI, Manduria/Bari/Roma, Lacaita, 1992, pp. 61-80. 89 Michels aveva aggiunto che «naturalmente, gli operai italiani cozzano talvolta anche contro le cattive volontà e le tendenze xenofobe e nazionali dei loro compagni di lavoro indi­ geni». Opera cit. in nota 65, pp. 142-143 . 90 In particolare gli articoli pubblicati dal tipografo grigionese E . Valar, ottimo conoscitore dell 'immigrazione italiana, nel periodico socialista «L'Avvenire dei Lavoratori», dal 30 luglio 1944 al l0 gennaio 1945 (nn. 14-19), col titolo Gli inizi del movimento operaio italiano in

Svizzera. 91 Milano, Feltrinelli.

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coi sindacati elvetici 92, Viceversa G. Menotti Serrati, che lo sostituisce nel 1900 alla testa dell'USLI, politicizza fortemente l'organizzazione, che diventa sezione del PSI in Svizzera; salvo una parentesi di due anni, egli resta nel paese fino al 1911 e si segnala, come documenta l'opera di A. Rosada 93 , quale il principale propagandista e organizzatore socialista. Dal 1900 al 1930, tra l'altro, la sezione elvetica del PSI dispone a Zurigo, nell'«Avvenire del Lavoratore», di un periodi­ co molto letto dagli operai italiani. L'influsso di alcuni profughi politici italiani è ben visibile nel caso del ticinese G. Canevascini, segretario della Camera del la­ voro di Lugano, che nel 1913 fonda con loro il quotidiano «Libera Stampa» e, a partire dalla guerra, diventa il leader indiscusso dei socialisti ticinesi: la sua cul­ tura politica risente di una nettissima impronta italiana e delle varie tendenze che prima del conflitto agitano il movimento operaio nel regno 94. Sui rapporti fra immigrazione e movimento operaio svizzero - studiati soprat­ tutto nel periodo anteriore alla prima guerra mondiale, come abbiamo già visto, e affrontati in una monografia regionale (su San Gallo) anche dalla tesi di H.-M. Habicht 95 - è indispensabile citare, infine, il libro molto importante di E. Gruner sul lavoro e sul movimento operaio svizzero in generale, Die Arbeiter in der Schweiz im 19. Jahrhundert. Soziale Lage, Organisation, Verhaltnis zu Arbeitgeber und Staat 96. L'opera più recente in 4 tomi diretta dallo stesso Gruner 97 interessa più da vicino gli immigrati italiani e le loro associazioni ope­ raie: Arbeiterscha/t und Wirtschaft in der Schweiz 1 880-1914. Soziale Lage, Organisation und Kampfe von A rbeitern und Unternehmern, politische Organisation und Sozialpolitik 98 comprende un capitolo sugli inizi di questa immigrazione, sullo sfruttamento degli italiani in Svizzera e sugli sforzi del movi­ mento operaio italiano (ma anche elvetico) per garantir loro condizioni di lavoro

92 Su Vergnanini, vedi F. ANDREUCCI - T. DETTI, Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, V, Roma, Editori Riuniti, 1978. 93 Serrati nell'emigrazione (1899-191 1), Roma, Editori Riuniti, 1972.

94 Sugli intensissimi contatti fra Canevascini e gli immigrati e profughi italiani in Ticino, vedi, oltre al libro di G. Pedroli cit. in nota 9 1 , G. CANEVASCINI, Autobiografia, a cura del Gruppo di lavoro della Fondazione Pellegrini-Canevascini, Lugano/Bellinzona, 1986. 95 Probleme der italz'enischen Fremdenarbeiter im Kanton St. Gallen vor dem Ersten Weltkrieg, Herisau 1977. 96 Berna 1968. 97 Con la collaborazione di H.-R. Wiedmer - A. Balthasar - H. Hirter - H. Dommer. 98 Zurigo, Chronos Verlag, 1987, 3 volumi in 4 tomi. Alcuni documenti sull'immigrazione italiana nello stesso periodo, inoltre, sono stati pubblicati in A. BALTHASAR - E. GRUNER, Tensions sociales-transformations économiques. Documents d'histoire suisse (1880-1914), Berna, Bubenberg Druck- und Verlags-AG, 1989 (soprattutto pp. 85-94, 147-159 e 395-403).


334

Mauro Cerutti

più umane 99, Un altro capitolo, che ricorda gli sforzi dei socialisti per organiz­ zare gli operai regnicoli affinchè non fungano più da «esercito di riserva anti­ proletario», illustra altresì la forte presenza italiana in vari scioperi edili: a Lu­ cerna ( 1897 ) , a Ginevra (1898), a Losanna ( 1890 e 1 900) , al Sempione (1901) ecc. 1oo Altre pagine trattano l'attività degli anarchici italiani e l'organizzazione del PSI in Svizzera, ma anche gli eventi del 1898, quando sulla scia della vio­ lenta repressione antioperaia di Milano nascono le "bande svizzere" : interi gruppi di operai che tentano di recarsi in Italia, nella speranza illusoria di par­ tecipare a una rivoluzione 1 0 1 . Per il periodo tra le guerre mondiali, più che i rapporti fra immigrazione e movimento operaio svizzero gli studi riguardano, come si è visto, la lotta anti­ fascista. Va anche tenuto presente che il movimento operaio italiano è molto indebolito dalla vittoria del fascismo e dalle successive scissioni del PSI (e della sua sezione elvetica) . Nel 1923 la maggioranza dei socialisti italiani in Svizzera rifiuta di aderire alla III Internazionale; disponendo di solide radici fra gli immigrati di lunga data, inoltre, i socialisti mantengono il controllo del popola­ re «Avvenire del lavoratore» e del "Ristorante cooperativo" di Zurigo, il che spiega in parte la debolezza dei comunisti fra gli operai regnicoli. A rilanciarli contribuiscono però la creazione dei Gruppi comunisti di lingua italiana (legati al Partito comunista svizzero, comprendenti sia italiani sia ticinesi) e, dal 1927, l'arrivo di comunisti in fuga dall'Italia o espulsi da altri paesi; la loro corrente può contare sul settimanale «Falce e Martello» ( 1 925-193 6) e, agli inizi degli anni Trenta, sulla notevole attività di un dirigente giunto dalla Francia (R. Cocchi, membro persino del segretariato politico del Partito comunista svizze­ ro) . Un nostro recente contributo sviluppa questi ed altri aspetti della presenza comunista italiana nella Svizzera del periodo interbellico 1o2 .

99 Vol. l , pp. 258-272 (Die Italiener als "Ware Arbeit" und die Bemiihungen um ihre men­ schliche Behandlung) . toO Vol. 2/2, pp. 1069 sgg. (Grèves dans le batiment, travailleurs étrangers et levées de troupes), 101 Vol. 3 , pp. 423 sgg. (Anarchismus, Emigranten und Zweite Internationale) e pp. 437 sgg. (Die Italiener in der Schweiz zwischen Isolierung und Solidarisierung) . Sulle ripercussioni elve­ tiche dei fatti del l898 e sull'episodio delle "bande svizzere" , vedi anche M. VUILLEUMIER; I:emigrazione italiana in Svizzera e gli avvenimenti del 1 898, in Anna Kuliscioff e l'età del ri/or­ mismo. Atti del Convegno di Milano - dicembre 1978, Milano, Mondo Operaio/Edizioni Avanti ! , 1978, pp. 85-103 . Sullo stesso tema W. Mina ha presentato un lavoro di laurea alla facoltà di Lettere dell'università di Ginevra: Les répercussions des émeutes italiennes de mai 1898 au Tessin: l'arrivée des réfugiés. I:épisode des bandes armées, agosto 1984 (dattll.). 102 Les communistes italiens . , cit. in nota 39. ..

Lefonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

335

APPENDICE

l. FoNDI DI PERTINENZA E 2: Auswrtige Angelegenhez'ten (affari esteri: 1848-1 895) quasi nulla sull'immigrazione italiana, esiste comunque un inventario a stampa det­ tagliato

E 21: Polizeiwesen 1848-1930 (Affari di polizia) Fondo molto cospicuo (circa 280 ml.), creato nel 1984 per fusione di oltre 5 0 fondi preesistenti (di cui il principale - quello del Ministero pubblico federale, istituito nel 1889 anche per accentrare a Berna le informazioni delle polizie cantonali su mili­ tanti stranieri - comprende la corrispondenza con le polizie cantonali, col capo del Dipartimento di giustizia e polizia, con autorità di polizia straniere e con altri orga­ ni dell'amministrazione federale). Vinventario descrive lo sviluppo del fondo e dà notizie dettagliate sulle varie autorità di polizia che l'hanno costituito; comprende indici suddivisi per materie, nomi di persona e toponimi. Parte dei dati è stata riela­ borata elettronicamente; una lista con tutti i nomi di persona rinvia ai rispettivi fascicoli. n fondo comprende moltissimi fascicoli su: Militanti e partiti italiani in Svizzera (soprattutto anarchici e socialisti); Scioperi cui hanno p artecipato operai italiani; Disordini anti-italiani («Krawalle») ; Liste d i espulsioni ( 1919 e anni seguenti); Profughi politici; Giornali degli immigrati italiani in Svizzera. Comprende inoltre 3 serie sulle naturalizzazioni del periodo 1848-1930 . I fascicoli per­ sonali sono in ordine alfabetico, ma non vi scino s trumenti di ricerca per raggruppare i naturalizzati in base alla nazionalità d'origine. N.B.: fino alla prima legge federale in materia ( 1 876), le naturalizzazioni spettavano ai cantoni e non richiedevano un'autorizzazione federale. Prima del 1876, perciò, i fasci­ coli sui naturalizzati non erano sistematicamente trasmessi a Berna; solo dopo tale data la documentazione si può considerare completa.

E 21: Archiv-Nr. 23-560: 1 a serie, anni 1848-1920

(1025 scatole con fascicoli personali in ordine alfabetico)

E 21: Archiv-Nr. 23-561: 2a serie, anni 1921-1929 (475 scatole) E 21: Archiv-Nr. 23-562: 3 a serie, restz; anni 1850- 1930 (95 scatole)


336

Mauro Cerutti

E 53: Fondo Ferrovie (Gottardo 1872-1882) vol. vol. vol. vol. vol. vol.

(esiste uno schedario dettagliato) 164: Funzionari di polizia durante il periodo di costruzione 166: Torbidi di Gaschenen (27 -28 luglio 1875) 167: Condizioni di lavoro sulla linea e nella galleria del Gottardo 168: Assicurazioni e soccorsi agli operai 169: Personale e condizioni di lavoro 170-172: Infortuni

vol. 173 : Indennità e donazioni agli operai infortunati vol. 174-175: Infortuni

Lefonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana vol. 5: Disertori vol. 7: Trattato di domicilio con l'Italia -vol. 8: Operai italiani in Svizzera ( 19 19- 192 1 )

E 2001 (B) 3 (1922)

vol. 46: Espulsione di lavoratori italiani ( 1 9 12- 1923)

E 2001 (B) 4 (1923)

vol. 17: Incidenti di Lugano del 16/9/1923

E 2001 (B) 5 (1924)

2. FONDI DI PROVENIENZA 2.1 Fondi del Dipartimento politico E 2001 (A): Dipartimento politico (1896-1918)

n. 82: Agitazioni anarchici in Svizzera e anarchici italiani in Ticino ( 1 899- 1 900) n. 83 : Lotta contro anarchismo ( 190 1 - 1904) n. 1 18 : L. Luccheni ( 1898-1899) nn. 173- 180: Relazioni con l'Italia n. 223 : Sorveglianza anarchici in Svizzera da parte dell'Italia ( 1 9 1 3 - 1914)

vol. 5: Trattato di estradizione con l'Italia ( 1922- 1924) - Progetto per un trattato sul lavoro, con l'Italia ( 1923 - 1924) vol. 18: Incidenti diversi in relazione col fascismo

E 2001 (B) 6 (1925)

vol. 19: Incidenti in relazione col fascismo

E 2001 (B) 7 (1926)

voll. 18- 19: Incidenti: fascisti e antifascisti nel Ticino

E 2001 (C): Divisione degli a/fari esteri (192 7-1936)

n. 226: Azioni del console d'Italia a Lugano n. 438: Accordo con l'Italia per le assicurazioni sociali ( 1 9 1 3 - 1917) nn. 625 -626: Agitazione di italiani in Svizzera: maggio 1898 ( 1 898-1899) nn. 627-628: Affare Silvestrelli (rottura relazioni diplomatiche con l'Italia in seguito

E 2001 (C)

all'articolo di L. Bertoni sul Risveglio del 18/ll 1902) n. 660: Guerra di Libia : dimostrazione di italiani davanti al consolato di Zurigo ( 1 9 1 1 ) n. 7 8 9 : Servizio d i informazioni della Legazione d'Italia a Berna ( 1914- 1918) n. 794: Agente consolare a Sciaffusa: servizio informazioni ( 1 9 16-1918) n. 820: Emigrazione in Svizzera (1916-1917) nn. 1459- 1460: Addetto all'emigrazione italiana in Svizzera (1904- 19 15)

E 2001 (C) 2 (1930-1931)

l

(1927-1 929)

vol. 5 : UFIAML, protezione della mano d'opera svizzera ( 1927) vol. 2 1 : Trattato con l'Italia per la mano d'opera (1924-1929) voll. 59-63 : Fascismo e antifascismo in Svizzera

vol. 35: Espulsione di stranieri, di cui alcuni italiani voll. 37-39: Agitazioni in Svizzera: fascismo/antifascismo

n. 1461: Ufficio della legazione d'Italia a Kandersteg per gli operai italiani del tunnel del Ltschberg ( 1910)

E 2001 (C) 3 (1932-1934)

E 2001 (B): Divisione degli A/fari esteri (1918-1926) E 2001 (B) l (19 18-1920)

E 2001 (C) 4 (1935-1936)

vol. 10: Disertori, fra cui alcuni italiani

vol. 80: Internati vol. 98: Misure contro l'immigrazione straniera ( 1918- 1920)

E 2001 (B) 2 (1921) vol. 2: Italiani senza lavoro

vol. 98-100: Fascismo e antifascismo in Svizzera

vol. 88: Statistica degli stranieri residenti in Svizzera ( 1933 - 1 936) voli. 100-104: Fascismo e antifascismo in Svizzera

E 2001 (D): Divisione degli a/fari esteri (1937-1945)

E 2001 (D) l (193 7-1 939)

vol. 52: Accordo con l'Italia del 5 maggio 1934

337


338

Mauro Cerutti

vol. 94: :Ritorno in Italia di italiani residenti in Svizzera (1938- 1939) - Italiani a Ginevra - Espulsioni di italiani vol. 95: :Rifugiati ebrei dall'Italia ( 1 93 8-1939) voli. 101-102: Organizzazioni fasciste e propaganda

E 2001 (D) 2 (1940-1942) vol. 49: Reciprocità fra Italia e Svizzera per l'assistenza ai malati (accordo del 1 875; negoziati anni 1930) vol. 1 1 1 : Manifestazioni contro italiani in Svizzera (1940- 194 1 ) vol. 120: Colonie e fascisti italiani in Svizzera ( 193 8- 1942)

E 2001 (D) 3 (1943-1945) vol. 63 : Trattato di domicilio con l'Italia ( 193 8-1945) vol. 1 1 1 : Scuole italiane in Svizzera ( 1926- 1945) vol. 262: Immigrazione italiana voli. 269-270: :Rifugiati italiani in Svizzera ( 194 1 -1945) voli. 272-277: Rifugiati e internati (fra cui italiani) voli. 285-286: Propaganda italiana in Svizzera ( 1933 - 1945) voli. 298-299. Organizzazioni fasciste in Svizzera voli. 3 08-323 : Internati militari, fra cui italiani (su questo tema, vedi anche E 5791 1 )

E 2001 (E): Dipartimento politico (1946-. . . )

E 2001 (E) 1 (1946-1948)

vol. 90: Stagionali italiani in Svizzera ( 1946-1948) vol. 9 1 : :Rifugiati italiani in Svizzera (D. Alfieri, G. Bastianini)

E 2001 (E) 19671113 (1949-1951) vol. 369: Stagionali italiani in Svizzera ( 1948-195 1 )

E 2001 (E) 1969/121 (1952-1954)

vol. 153 : Stagionali italiani in Svizzera ( 1948-1954)

E 2001 (E) 1970/2 1 7 (1955-1957)

vol. 205 : Stagionali italiani in Svizzera ( 1955- 1957)

E 2001 (E) 197611 7 (1961-196Y? Archiv.-Nr.: 507-509: Stagionali italiani in Svizzera ( 1961 - 1 963 ) - Visita del ministro del lavoro Sullo ( 1961 - 1962) - Stampa - Fondazione di un partito svizzero contro l'inforestierimento

Le fonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

339

E 2001 (E) 1978/84 (1964-1967)

voli. 823-824: Lavoratori italiani in Svizzera: accordo del 1964 ( 1964-1967) voll. 825-827: Stampa ( 1964- 1 967) vol. 828: Visita del sottosegretario Storchi in Svizzera ( 1964)

E 2001 (E) 1980/83 (1968-1970) vol. 502: Relazioni con l'Italia ( 1 968- 1970) - Visita del ministro Medici (1968) 12 : Stagionali italiani in Svizzera ( 1968-1970) -5 1 1 5 voll. mista itala-svizzera Commissione : 13 5 vol.

!

E 2200 Rom: Archivi della legazione (poi ambascia a) di �vizze_ra a R?ma (186 -. . .) . . Concerne soprattutto la presenza svizzera m Itaha: ctttad�m e colon�e svizzere,

scuole camere di commercio ecc. Qualche fascicolo antenore alla prtma guerra mondi le verte sull'"emigrazione " , ma si tratta dell'emigrazione italiana oltreocea­ no. Alcuni riguardano comunque l'immigrazione italiana in Svizzera.

E 2200 Rom, 1972/1 6 (1959-1961)

voll. 5 -6: Accordi itala-svizzeri e visita in Svizzera del ministro Sullo

E 2200 Rom, 1976/1 12

vol. 8: Accordi itala-svizzeri in materia di domicilio (1960-1965) . ., *NB. : Da allora gli inventari del Dipartimento politico sono suddtvl. �l. per paes�. , non �lU . per materie: la rubrica "Italia" comprende tutti gli oggetti relativi � l rapportl ttalo-svtz­ zeri (quindi anche all'emigrazione), il che facilita enormemente la rtcerca.

2.2 Fondi del Dipartimento dell'interno E 3001 (A): Segretariato del Dipartimento, Divisione per la cultura, la scienza e le arti [Scuole italiane in Svizzera] E 3001 (A) 1: Segretariato (1929-1931) vol. 5: Scuole italiane in Svizzera ( 1929-193 1 )

E 3001 (A) 2 : Segretariato (1932-1935)

vol. 9: Scuole estere in Svizzera ( 1933 -1935)

E 3001 (A) 3: Segretariato (1936-1938)

vol. 9: Istituto Montana/Zugerberg: creazione di una sezione italiana ( 1933 -1937) vol. 10: Scuole italiane in Svizzera (1935- 1938)

E 3001 (A) 4: Segretariato (1939-1941)


340

Mauro Cerutti

vol. 12: Scuole italiane in Svizzera ( 1 93 9- 1940)

Lefonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

341

vol. 28: Italiani in Svizzera ( 1952 - 197 1 ) vol. 1 12- 1 13 : Comunisti italiani in Svizzera ( 1 955-197 1 )

E 3001 (B): Segretariato del Dipartimento, Divisione per la cultura, la scienza e le arti E 3001 (B) 1978/30: Segretariato (1951-1956) vol. 40: Centri di studio italiani in Svizzera (195 1 -. . . )

E 3001 (B) 1978/75: Segretariato (1934-1976)

E 4260 (C): Divisione di polizia E 4260 (C) 19691140

vol. 13: Accordi con l'Italia per l'assistenza sociale (1909- 1950) vol. 64: Aiuti ad Italiani bisognosi in Svizzera ( 1 948-1950)

vol. 3 : Scuole per i bambini dei lavoratori italiani (196 1 - 1 964 e 1965 - 1967)

E 4264, 1985/196 e 197: Bundesamt fiir Polzzeiwesen (1936-1952) E 3001 (B) 19791121: Segretariato vol. 1 6 1 : Scuole per i bambini italiani in Svizzera (1969- 1 974)

2.3 Fondi del Dipartimento di giustizia e polizia

Fondo molto cospicuo (oltre 3 .500 scatole con circa 45.000 fascicoli). Comprende, in ordine alfabetico, i fascicoli personali sui profughi civili del periodo 1936-1952 (tra cui perciò i quasi 15.000 italiani, in gran parte ebrei, giunti in Svizzera fra 1'8 settembre 1943 e gli ultimi mesi di guerra). Esiste uno schedario alfabetico su microfilm, ma non un repertorio per raggruppare tutti i fascicoli sugli italiani.

E 4001: Segretariato generale del Dipartimento di giustizia e polizia

E 4300 (B): Polizia federale degli stranieri (istituita nel 1919)

E 4001 (A) 1: Magistratura H. Haberlin: (1920-1934)

E 4300 (B) l (1905-1947)

voli. 29, 38, 39 e 42

Archiv-Nr.9: Accordo sul lavoro con l'Italia ( 1 927 - 1 93 0) Archiv-Nr. 2 1 -23 : Trattato di domicilio con l'Italia del 1868 (1905-1935)

E 4001 (B) 1970/187: Magistratura ]. Baumann (1935-1940) Archiv-Nr. 4: Espulsione di C. E. a Prato

E 4001 (C) 1: Magistratura Ed. von Steiger (1941-1951) (N.B.: esiste uno schedario: E 4001 (C) 1970/27) vol. 258: Campi per i rifugiati vol. 261: Statistiche sul numero dei profughi voli. 281-284: Profughi dall'Italia dopo 1'8/9/1943 Fascicoli personali su E. Ciano, D. Alfieri, G. Bastianini, G. Volpi ecc,

E 4001 (D) 1973/125: Magistrature M. Feldmann, F. T. Wahlen e L. von Moos (1952-1971)

E 4300 (B) 2 (1929-1957)

vol. 7: Trattamento degli italiani in Svizzera ( 1933 - 1 947)

E 4300 (B) 3 (1922-1961)

vol. 28: Insegnanti italiani in Svizzera voli. 3 1-32: Mercato del lavoro. Generalità

E 4300 (B) 1969/78

vol. 6: Inforestieramento. Iniziativa Azione nazionale del 3 0/6/1965

vol. 3 9: Respingimento di italiani alla frontiera ( 1 965- 1 967) Movimento in Svizzera contro l'inforestieramento (1964- 1 965) vol. 46: Polizia stranieri

E 4300 (B) 1969/122

E 4001 (D) 1976/136: Magistrature M. Feldmann, F. T. Wahlen e L. von Moos (1952-1971)

E 4300 (B) 1971/4

vol. 24: Accordo con l'Italia ( 1 967) Attività politica dei lavoratori stranieri in Svizzera (1962) Giornali pubblicati dai lavoratori stranieri (1962- 1 97 1 )

vol. 26: Iniziative contl'o l'inforestieramento del 3 0/6/1965 e 19/6/1969 ( 1 967 - 1970) vol. 27: Stampa e propaganda attorno alle iniziative (1969- 1 970) Accordo con l'Italia ( 1 965 - 197 1 )

vol. 9: Italia: trattato di domicilio ( 1 9 12-1950) vol. 13: Italia: assicurazioni sociali ( 1948- 194 9)

Nr. 662 . 1 : Elezioni in Italia (1958-1963)

E 4320: Ministero pubblico federale (193 1-.. .) Riunisce tutta la documentazione che continua quella del Ministero pubblico fede­ rale integrata nel fondo E 21 (vedi sopra): soprattutto rapporti, inchieste, informa­ zioni ecc. provenienti dalle polizie cantonali e accentrati a Berna. Contiene moltissi­ mi fascicoli su vari soggetti (militanti politici e profughi italiani, partiti, movimenti,


3 42

Mauro Cerutti

Le fonti dell'Archivio federale di Berna per lo studio dell'immigrazione italiana

scioperi, incidenti, giornali a carattere politico pubblicati da immigrat i italiani) . Alcuni dei molti versamenti sono classificati per serie: - Estremisti di destra (stranieri e svizzeri) - Estremisti di sinistra (stranieri e svizzeri) . Limiti di consultabilità dei singoli fascicoli:

3 43

tari (fascicoli 14.447, 14.450, 14.45 1 , 14.506, 14.507, 14.508, 14 .557 e 1 .565) e E 795, Stato maggiore personale del generale, nonché qui sopra, Allegatl l (Fondl del Dipartimento di giustizia e polizia)

e

2 (Fondi del Dipartimento politico) .

2 .5 Fondi del Dipartimento dell'economia pubblica

a) quelli di oltre 50 anni sono consultabili liberamente b) quelli di 35-50 anni richiedono l'autorizzazione del Ministero pubblico c) i più recenti non sono consultabili

E 7001 (B) 1: Segretariato generale del Dipartimento (1940-195 ) , . . . . vol. 458: Corrispondenza con rappresentanze stramere (fra cu1 legaz10ne d Itaha /mml-

E 4800 (A) 1967/1 1 1: Handakten H. Rothmund

stro E. Reale) vol. 543: Mano d'opera straniera ( 1943 - 1 955), fra cui: accordo con l'Italia 1948

Nr. 14: Accordo del 22/6/1948 con l'Italia Vedi anche i fascicoli 2 1 , 139, 203 , 334, 335, 403 (tavole statistiche sui profughi civili 1939-1945 ) , 448 e 464.

Ufficio federale dell'industria, delle arti e mestieri e del lavoro (UFIAML)

(Capo della polizia degli stranieri dal 1919 e della divisione di polizia - che com­ prende anche la polizia degli stranieri - dal 1929 al 1954)

.

Comprende anche fondi anteriori al 1929, data di fondazione dell'UFIAML (sorto per fusione di alcuni uffici preesistenti, fra cui quello del lavoro).

E 71 69: Ufficio del lavoro

2.4 Fondi del Dipartimento militare

E 7169 1

vol. 7: Accordo con l'Italia (1920-1925)

E 5791 1: Commissariato federale per l'internamento

vol. 1 1 : Assistenza ai disoccupati (Italia: 1920-1923)

N.B.: vedi preliminarmente il "Rapporto finale" (in tedesco) del capo del Commissa­ riato federale per l'internamento, colonnello Probst: E 5791 1 , 9/34

Serie N. 3: Fascicoli personali degli italiani ( 135 scatole con circa 17 .000 fascicoli).

Poiché spesso le corrispondenze sono molto posteriori al 1945, la serie è consultabile previa autorizzazione del Dipartimento di giustizia e polizia.

E 7170 (A): UFIAML: Registrazione centrale E 7170 (A) 1 (1928-1948)

vol. 24: Accordo con l'Italia (1947 - 1948) Partenza degli italiani per partecipare alla votazione del 18/4/1948

Serie N. 7: Atti generali concernenti gli italiani Serie N. 9: Atti del capo sezione: comprende carte sull'insieme degli internati, e in parti­ colare sugli italiani.

Serie N. 1 6: Ufficio di censura: contiene estratti di lettere scritte da internati italiani

E 7169 1 981/39

vol. 2: Reciprocità con altri Stati per l'assicurazione disoccupazione (Italia: 1926-1939)

e

censurate, come pure giornaletti e volantini di propaganda confiscati dalla censura militare.

Serie N. 18: Ispettorato per i campi di studio: contiene fascicoli sui campi universitari creati per gli internati italiani (Ginevra, Losanna, Friburgo e Neuchatel).

N.B. sulla questione degli internati militari italiani, vedi anche i fondi E 27, Affari mili-

E 71 70 (B) 1977/67 (1949-.. ) .

vol. 3: Catastrofe di Robiei (1966) vol. 72: Commissione per lo studio del problema dell'inforestieramento (1970) vol. 100: Mano d'opera straniera (196 1 - 1 969) vol. 1 18: Elezioni italiane al Parlamento ( 1968) voli. 245-248: Immigrazione l generalità (1954- 1970) voll. 250-25 1a: Iniziative contro l'inforestieramento (1965 e 1969) voli. 259-263 : Accordi e negoziati con l'Italia ( 1961 - 1970) vol. 264: Colonie libere italiane in Svizzera ( 1 969-1970) Scuole per i bambini italiani ( 1969- 1970) Formazione professionale dei lavoratori italiani (1966- 1 969) Commissione mista italo-svizzera (1966-1970)


344

Mauro Cerutti

E 71 75 (B): UFIAML: Sezione per la manodopera e l'emigrazione

LUCIO SPONZA

E 71 75 (B) 1978/57 (1948-1969)

· Per una storia dell'emigrazione italz'ana in Gran Bretagna: rassegna delle /ontt' britanniche

vol. 23 : Mano d'opera: - Italia (1948) vol. 24: Mano d'opera: - Italia ( 1 949- 1958) vol. 25 : Mano d'opera: - Italia (1959- 1960) Lavoratori italiani per l'agricoltura (1960- 1966) vol. 26: Lavoratori italiani per l'agricoltura ( 1967 - 1 969) Accordo con l'Italia ( 1949 - 1 965, 1966- 1969) vol. 27: Visita ministro Sullo del 1961 e reazioni diverse ( 1961- 1962) vol. 28: Commissione mista (1966- 1 968) Inchieste, lamentele (195 1 - 1 954) Visita sanitaria di confine (1964- 1968) vol. 29: Accordo con l'Italia 1964 Corrispondenza con l'ambasciata d'Italia ( 1949- 1956) vol. 30: Agricoltura (1958- 1967) Stampa ( 1962 - 1963 ) vol. 3 1 : Stampa ( 1964-1965 ) vol. 32: Stampa ( 1 966- 1969) Reclutamento mano d'opera in Italia (1954) Visita sanitaria ( 1948- 1961) vol. 3 3 : Negoziati con l'Italia ( 1 949- 1954) Negoziati con l'ambasciata d'Italia per i lavoratori agricoli ( 1955 - 1957) Elezioni in Italia (1958-1969)

E 71 75 (B) 1982/104

vol. 8: Documentazione sugli anni 1968- 197 1 : Colonie libere italiane Terremoto in Sicilia (1968) vol. 2 1 : Legislazione sugli stranieri: legge del 193 1 ( 1929- 1934) vol. 24: Iniziativa Schwarzenbach (1968- 1970) vol. 1 12: Lamentele dell'Italia (1949- 1953 ) vol. 1 13 : Lamentele dell'Italia ( 1 953 - 1966) Lamentele a proposito del nuovo accordo itala-svizzero ( 1964- 1965)

E 7800 1 : Segretariato generale del capo del Dipartimento Atti del capo Dipartimento (E. Schulthess; H. Obrecht; W. Stampjli; R. Rubattel: 1907- 1955)

vol. 24: Negoziati con l'Italia ( 1 945- 1948 e 1949- 1950) vol. 122: Mano d'opera straniera (1945 - 1 953) vol. 125: Convenzione conclusa fra la Svizzera e l'Italia in materia di assicurazioni sociali ( 195 1 - 1953) vol. 133 : Assicurazione vecchiaia e superstiti Modifica art. 18 legge federale sull' AVS; convenzione con l'Italia del 1948

L'emigrazione italiana in Gran Bretagna non ha mai raggiunto dimensioni simili a quelle che si sono avute in altri paesi europei (Francia, Germania, Svizzera, Belgio) o d'oltremare (Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, Au­ stralia), ma ha origini più lontane degli insediamenti italiani in quasi tutti que­ sti altri paesi. Inoltre essa ha avuto sin dall'inizio caratteri particolari che l'han­ no segnata per tutto il secolo qui preso in considerazione. Si distinguono quat­ tro fasi di questa evoluzione, connotate da diversità quantitative e qualitative l, La prima fase va dall'inizio del secolo XIX, quando si incominciò a parlare di una 'colonia italiana' a Londra, sino a quegli anni Settanta. La crescita fu lenta e raggiunse le 6.500 persone (i figli erano esclusi dal computo, se nati in Gran Bretagna). Dominavano le attività girovaghe e quelle artigianali: autono­ me entrambe e organizzate su base familiare e per provincia d'origine, anzi per villaggio. Le regioni di provenienza erano principalmente l'Emilia (province di Parma e Piacenza), la Toscana (Lucchesia) e la Lombardia (Comasco) . Le mag­ giori città dell'Inghilterra (su tutte, Londra) erano la destinazione prevalente. La seconda fase copre l'ultimo ventennio del secolo scorso e giunge alla prima guerra mondiale. Alla vigilia della conflagrazione gli italiani in Gran Bretagna erano 25 .000 e benché rimanessero importanti le attività ambulanti, si erano sviluppate rapidamente e tendevano a caratterizzare sempre più la pre­ senza italiana quelle imperniate sul piccolo commercio alimentare e sui servizi

1 L'emigrazione di cui si parla è quella di natura economica. Non si entrerà nei particolari che potrebbero interessare l'emigrazione politica, la quale è sempre stata di dimensioni esigue rispetto a quella economica.


346

Lucio Sponza

di ristorazione. Alle provincie emiliane e toscane, che continuavano a dare il maggiore contributo a questa emigrazione, si aggiungeva la valle del Liri, allora appartenente alla provincia di Caserta. Gli italiani continuavano a scegliere l'Inghilterra come residenza, ma ve ne erano ormai numerosi anche in Scozia, in Galles e - in minor misura - in Irlanda. Il terzo periodo, fra le due guerre mondiali, ha visto un arresto dell'espan­ sione e anche una diminuzione, con una presenza italiana di 18.000 alla vigilia del secondo conflitto e con il consolidamento delle attività terziarie nel campo alimentare (catering) . Il modesto ricambio, con ritorni e nuovi arrivi, non varia fondamentalmente né la provenienza né la destinazione. L'ultimo periodo è di massima espansione. Dalla fine degli anni Quaranta al 1970 l'emigrazione italiana in Gran Bretagna (ma si deve dire più propriamen­ te Inghilterra) si è gonfiata fino a raggiungere la cifra di 1 10.000 al censimento del 1 97 1 (e da allora è diminuita) . Essa si è sviluppata sia lungo le vie geografi­ che e occupazionali già battute, sia lungo vie nuove per origine regionale e per attività lavorativa. La maggioranza di questa nuova emigrazione è giunta da cit­ tadine e villaggi della Campania, della Calabria e della Sicilia, ed è stata impie­ gata in diversi settori industriali, fra i quali spicca quello della fabbricazione di mattoni, ma anche nei servizi domestici e presso istituzioni pubbliche (soprat­ tutto sanitarie) per quanto riguarda le donne. La componente femminile, anzi, è prevalsa su quella maschile sino alla metà degli anni Cinquanta. Fino ad una ventina di anni fa l'emigrazione italiana in Gran Bretagna era ignorata. Da allora sono apparsi numerosi studi di carattere storico e sociologi­ co, con obiettivi per lo più circoscritti in termini temporali e tematici 2; ma anche nei lavori più esaustivi rimangono inesplorati numerosi ambiti. Scopo

2 Mette conto di ricordare le seguenti opere: U. MARIN, Italiani in Gran Bretagna, Roma, CSER, 1975; R. CAVALLARO, Storie senza storia, Roma, CSER, 1981; B. BUTTIGNOLO, Without a belltower, Roma, CSER, 1985; S. CHISTOLINI, Donne italoscozzesi, Roma, CSER, 1986; The Italians in Scotland: Their language and their culture, a cura di M.G. Durro, Edinburgh, Italian Consulate General, 1986; L. SPONZA, Italian immigrants in nineteenth-century Britain. Realities and images, Leicester, Leicester University Press, 1988; T. COLPI, The Italian factor. The Italian community in Great Britain, Edinburgh-London, Mainstream, 199 1 ; C. HUGHES, Lime, lemon & sarsaparilla. The Italian community in South Wales, 1881-1945, Bridgend, Serren Books, 1991; J. E. ZuccHI, The little slaves o/ the harp. Italian child street musicians in nineteenth-century Part's, London and New York, Montreal-Kingston-London-Buffalo, McGill-Queens' University Press, 1992 (cap. 3); B. REYNOLDS, Casalattico and the Italian community in Ireland, Dublin, UCD Foundation for Italian Studies, 1993; A Century o/Italian Emigration to Britain, 1880-1980s. Five Essays, a cura di L. SPONZA - A. Tosr, Supplemento di «The Italianist» (Università di Reading), 13, 1993 .

Per una storia dell'emigrazion e italiana in Gran Bretagna

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della rassegna che segue è anche di aiutare chi si voglia assumere il gravoso compito di affrontare la questione in termini più ampi, sia per l'ambito ella trattazione che per la natura delle fonti utilizzate. A questo scopo conv1ene dividere le fonti in cinque categorie generali, per ognuna delle quali sono poi indicate le sottocategorie, e queste vengono corredate da esemplificazioni di materiale specifico. Le cinque categorie generali sono: Atti parlamenti Documenti dell'Archivio centrale di Stato Documenti degli archivi locali Stampa Altre fonti

ATTI PARLAMENTARI

Dibattiti parlamentari (Parliamentary Debates, Hansard). Si tratta di due serie parallele, concernenti la Camera dei Comuni e la Ca­ mera dei Lord; consistono di volumi annuali (per annate parlamentari) conte­ nenti ognuno dettagliati indici analitici. In entrambe le serie ci sono riferiment� ad italiani in Gran Bretagna, in diverse e particolari circostanze. Talvolta tah riferimenti sono diretti e anche individuali, ma per lo più sono indiretti e solle­ citati da considerazioni sull'immigrazione straniera. Un esempio del primo tipo è ricorrente negli anni della seconda guerr� mondiale ( 1 940- 1 945), quando degli italiani si discute o nella loro veste d1 internati civili (soprattutto dopo la tragedia del piroscafo Arandora Star) 3, oppure in quella di prigionieri di guerra. Due esempi del secondo tipo sono: - Durante la discussione sul progetto di legge Cruelty to Children (Pre­ vention) Bill, del 1889, viene denunciato l'impiego di fanciulli italiani in attività girovaghe: si tratta di una questione che di tanto in tanto riaffiora in varie fonti per gran parte del secolo XIX, come si vedrà nel corso di questa rassegna. - In numerose occasioni durante l'ultimo decennio del secolo (1891, 18961897, 1899 - passim) i parlamentari sollecitano l'adozione di misure limitative

3 L'Arandora Star era una nave da passeggeri adibita al trasporto di internati civili nel Canada. Fu affondata il 2 luglio 1940 e vi perirono 486 italiani.


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Lucio Sponza

Per una storia dell'emigrazione italiana in Gran Bretagna

delle attività dei girovaghi italiani. È uno degli ultimi contributi a un dibattito che si è sviluppato a singhiozzo nel mezzo secolo precedente, con particolare intensità all'inizio degli anni Sessanta.

in tanto in casi che coinvolgevano membri di questa colonia. Per un periodo di

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Inchieste, Rapporti, 'Libri Bianchi' parlamentari (Parliamentary Papers) È raro che questi documenti riguardino unicamente degli italiani; una inte­ ressante eccezione è il Blue Book, Italy, n. l ( 1 87 7 ) intitolato: Correspon­ dence respecting the Introduction into and Employment in this Country of Italian Children. Altre volte si tratta di materiale che coinvolge anche italiani, come succede con il rapporto sulle perdite di vite umane con l'affondamento dell' Arandora Star: Summary o/ the Arandora Star Inquiry ( 1 940, Cmnd. 623 8) . Ma il caso più frequente è quello di notizie di italiani rintracciabili negli atti di inchieste o rapporti generali, ricchi di testimonianze dirette, sulle comunità straniere o su altri fenomeni che in qualche modo coinvolgono italiani. Ecco alcuni significativi esempi dei due tipi di documenti. La preoccupa­ zione di parte dell'opinione pubblica per il grande afflusso di ebrei dalla Russia e dalla Polonia, verso la fine del secolo scorso, spinse le autorità ad affi. dare intense indagini a due commissioni parlamentari; in esse viene prestata attenzione anche alla presenza italiana. Le due inchieste sono, secondo la descrizione ufficiale inglese: 1889, X, Select Committee on Emigration and Immigra don (F oreign ers ) ; 1 903 , IX, Royal Commission o n Alien Immi. gration. Per quanto riguarda due esempi di materiale non inteso a documentare l'im­ migrazione straniera, ma che pure offre interessanti informazioni sugli italiani, ricordiamo il rapporto sulle condizioni abitative della classe operaia: 18841 885 , XXX, Commissioners' Report for Inquiring into the Housing of the Working Classes, e quello sulle limitazioni alle attività commerciali nel giorno di domenica (ciò che toccava da vicino i molti nostri connazionali che vendeva­ no gelati e sorbetti): 1906, XII, Joint Select Committee on Sunday Trading.

tempo più limitato, e precisamente per gli anni 1907 - 1915, ci sono gli Annual Reports of His Majesty's Inspectors, with a Statement as to the Expulsion of Aliens; in essi sono fornite dettagliate statistiche sulle varie forme di reati com­ messi dagli stranieri, italiani compresi. Bisogna anche dire che vari e specifici rapporti della polizia si trovano fra i documenti d'archivio del Ministero dell'interno (Home Office); ed è a questa enorme documentazione d'archivio che ora occorre passare.

ARcHIVIO CENTRALE DI STATO (PUBLIC RECORD 0FFICE)

Censimenti della popolazione È necessario fare presente che i censimenti britannici sono distinti in due raccolte , quelli per Inghilterra e Galles (Censuses for England and Wales) e quelli per la Scozia (Censuses for Scotland). A partire dal l861 in questa impo­ nente raccolta decennale di dati statistici sono incluse anche rilevazioni sulla presenza straniera, anche se non sempre esse forniscono la stessa quantità di dettagli. Molto più ricchi di informazioni sono invece i cosiddetti Census Enumerators' Books, o Census Schedules 4, Si tratta dei registri nei quali venivano trascritti i dati dei moduli originari compilati dalle persone impiegate per andare di casa in casa a raccogliere le informazioni. Essi sono microfilmati e di facile consultazione, ma sono messi a disposizione del pubblico solo dopo un secolo preciso dalla data della loro ef­ fettuazione; sicché per ora, e per quanto ci riguarda, sono disponibili solo quelli del l87 1 , 1881 e 1891. Gli Enumerators' Books sono una fonte di eccezionale importanza per la storia sociale dell'emigrazione italiana, la cui struttura concentrata soprattutto in particolari quartieri delle grandi città (Londra su tutte, ma anche Man­ chester e Glasgow) ne consente lo studio sistematico - ciò che altrimenti sareb­ be pensabile solo ricorrendo agli strumenti statistici dell'analisi campionaria. Per ciascuna abitazione gli Enumerators' Books contengono: nome, età, sesso , stato civile, professione e luogo di nascita dei residenti; la relazione di

Altri rapporti (non di origine parlamentare ma allegati ai Parliamentary Papers) Dal 1870 in poi vengono pubblicati annualmente i Reports by Metropolitan Police; essi riguardano Londra e scorrendo le pagine sul distretto di Holborn e di Westminster, dove era concentrata la comunità italiana, ci si imbatte di tanto

4 Mi sia consentito di rinviare al mio articolo l}emigrazione italiana in Inghilterra: le 'census schedules', in «Passato e Presente», 1986, 1 1 , pp. 159-172.


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Per una storia dell'emigrazione italiana in Gran Bretagna

Lucio Sponza

ciascuno di loro con il capo del gruppo coabitante. Ulteriori informazioni sono a volte richieste in particolari censimenti; nei tre che qui ci interessano, ad esempio, si invitava a dichiarare l'eventuale condizione di disoccupazione. Purtroppo il luogo di nascita degli immigrati stranieri è normalmente limitato allo Stato d'origine, ma a volte sono indicate anche le regioni e le province 0 addirittura i paesi di provenienza; a volte invece il luogo di nascita degli immi­ grati è segnato con un generico Abroad [All'estero] . In questa ultima circostan­ za si è protetti dalla inconfondibilità dei cognomi italiani, un beneficio che però ha dei rischi per le difficoltà che presentava la loro trascrizione corretta (anche perché spesso non poteva esserci la verifica da parte dei censiti se anal­ fabeti). Un esempio di questo problema è il nome di un musicante girovago che figura negli Enumerators' Books del 1 84 1 come "Monwelle Compodomi" , del 185 1 come "Monwell Campaline" , e del l 87 1 come "Emanuel Compodinio ". Due esempi, invece, della fruttuosità di queste indagini sono i risultati che smentiscono la fondatezza di accuse rivolte agli italiani. Erano accusati di vive­ re in abitazioni malsane e sovraffollate, costituendo quindi una seria minaccia allo stato della salute pubblica: l'analisi degli Enumerators' Books rivela che l'allarme presentava un alto grado di esagerazione e di pregiudizio. il secondo esempio riguarda la composizione familiare e matrimoniale: si scopre che fra gli artigiani erano poche le mogli italiane, e che prevalevano quelle inglesi piut­ tosto che quelle irlandesi (che pure vivevano in gran numero in quel distretto e che dividevano con gli italiani la religione cattolica); gli italiani girovaghi e quelli impegnati nel settore commerciale erano normalmente accompagnati da consorti del loro stesso villaggio d'origine.

Documentazione ministeriale e amministrativa La grande varietà di queste fonti è anche causa della loro eterogeneità e asi­ stematicità, per il fatto che in generale l'attenzione sugli italiani è stata sporadi­ ca e circostanziata. Fanno eccezione due questioni: la prima concerne la presenza di italiani durante la seconda guerra mondiale, la seconda riguarda il reclutamento di nostri lavoratori dopo la fine di questo conflitto. Conviene perciò distinguere il materiale generico dalla documentazione specifica e ricordare che le unità archivistiche si individuano per classe (class) e pezzo (piece); la classe, a sua volta, si compone di una sigla riferentesi al dicastero interessato e di un nume­ ro di collocazione; ogni classe contiene un numero anche altissimo di pezzi.

35 1

Il fondo ministeriale con maggiore abbondanza di documentazione sugli immigrati è quello del Ministero dell'interno, Home Office (HO). In esso si tro­ va sia una grande e dispersa quantità di materiale generico che una concentra­ zione di materiale specifico. Al primo ordine appartengono gli elenchi degli stranieri che hanno ottenuto la naturalizzazione e la cittadinanza britannica talvolta con annessa corrispondenza (HO l; HO 5 ; HO 45; HO 144); le liste d stranieri sbarcati in porti britannici (HO 2; HO 3 ) non sono molto attendibili come fonte sull'immigrazione, e comunque sono state compilate solo fra il 1836 ed il 1 869; varie cartelle con rapporti delle autorità giudiziarie su attività criminali implicanti o meno l'espulsione di stranieri (HO 45; HO 47; HO 48; HO 52; HO 59; HO 61, HO 62; HO 63 ; HO 144). Al secondo ordine di documenti dell'Home Office appartengono le cartelle, sia personali che generali, sugli italiani internati durante l'ultima guerra (HO 213 ; HO 214; HO 2 15 ) . Su questa dolorosa questione c'è del materiale anche nei fondi del Ministero degli esteri (Foreign Office) : FO 37 1 ; FO 916; in parti­ colare alcuni pezzi in questo secondo fondo contengono copia dei rapporti stesi dai rappresentanti della Croce Rossa Internazionale dopo le visite effet­ tuate nei campi di internamento. Nella stessa classe FO 916, oltre che in FO 939, si trovano molti pezzi sugli ita­ liani prigionieri militari di guerra, che furono trasportati in Gran Bretagna per es­ sere impiegati in lavori agricoli e di altra natura. Abbondanza di fascicoli su di lo­ ro sono anche in fondi dei Ministeri della guerra (War Offìce, WO), dell'agricol­ tura (Ministry of Agriculture and Fisheries, MAF) e del lavoro (Ministry of La­ bour, LAB): WO 32; WO 166; WO 199; WO 208; MAF 47; MAF 186; LAB 8. La questione dei prigionieri militari ha connessioni dirette con la storia della nostra emigrazione in Gran Bretagna perché quasi 1500 di loro ottennero di rimanere a lavorare in questo paese dopo la fine della guerra. Questa decisione era in parte dovuta all'incontro fra i prigionieri e giovani donne appartenenti a famiglie di emigrati italiani. Le due storie, perciò, si intrecciano e per certi aspetti si confondono. olti italiani e italiane che emigrarono in Gran Bretagna tra la fine degli anm Quaranta e per tutti gli anni Cinquanta venivano reclutati mediante l'in­ t�rvento del governo britannico e le relative pratiche sono contenute in fascico­ li del Ministry of Labour: LAB 8; LAB 12 e LAB 13 5, In LAB 48 sono invece

i

5 Presso il nostro Archivio centrale di Stato vi è un'abbondante documentazione in proposito,

�ato che anche il governo italiano partecipava all'organizzazione di quel reclutamento. n materiale st trova nei fondi del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, Direzione generale del collo-


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Lucio Sponza

Per una storia dell'emigrazione italiana in Gran Bretagna

raccolte le richieste per ottenere il permesso di lavoro e la conseguente docu­ mentazione: questa era la via principale seguita dagli italiani che intendevano emigrare in Gran Bretagna; in questo caso l'iniziativa era del potenziale datore di lavoro.

Quarter; 1 90 1 (Holborn), The Italian Colony; 1 903 (Finsbury) , Aliens in finsbury; 1904 (Finsbury), Aliens in Finsbury; 1906 (Holborn) , Warner Street A rea (Italian Colony); 1 907 (Holborn), Warner Street (Italian Colony) Area. Questi fascicoli sono depositati presso gli archivi dei distretti comunali in questione e spesso anche nelle relative biblioteche locali. Dopo la prima guerra mondiale essi diventano meno informativi sia in generale (per il miglioramento delle condizioni abitative e sanitarie) sia in particolare - sugli italiani - per la loro maggiore dispersione.

Arcivescovado di Westminster Nei volumi con i rapporti annuali sulle attività di questo arcivescovado, che è il centro della chiesa cattolica in Gran Bretagna, d sono frequenti riferimenti a immigrati italiani negli anni in cui incominciò il flusso di arrivi nel secondo dopoguerra, e particolarmente fra il 1 948 e l'inizio degli anni Sessanta. Si tratta di cenni a questioni pastorali e alle azioni d'intesa adottate con le autorità reli­ giose italiane di stanza in Gran Bretagna e riguardanti le forme di assistenza spirituale alla comunità immigrata. ARCHM LOCALI

Rapporti degli ufficiali sanitari (Reports-Medical 0/ficers o/Health) Sono questi rapporti annuali presentati dagli ufficiali sanitari locali ai loro comuni, o ai distretti urbani in cui sono divise le maggiori città. Data la forte concentrazione della presenza italiana in alcuni quartieri di Londra, almeno fino al periodo fra le due guerre mondiali, non è difficile rintracciare utili riferi­ menti alla nostra emigrazione. C'è abbondanza di materiale pertinente soprattutto a cavallo del secolo, quando la colonia italiana della capitale inglese suscitò polemiche ed ostilità per le (vere o presunte) condizioni di sovraffollamento e malsanità. I principali distretti comunali interessati erano quelli di Holborn e di Finsbury. Qui, a volte, venivano effettuate vere e proprie inchieste sul 'quartiere italiano', solle­ citate dalla pressione dell'opinione pubblica. In esse venivano esaminate con dovizia di dettagli le caratteristiche abitative e occupazionali degli italiani. Ecco, in particolare, la serie di inchieste o specificamente mirate agli italiani, oppure contenenti numerosi riferimenti ad essi: 1 888 (Holborn), The Italian

camento della manodopera, Div. IX, Accordi di emigrazione verso Paesi extra-comunitari, busta 20, fasce. 96-98.

Registri delle imposte locali (Rate Books) Sono i libri contabili delle autorità locali (presso i cui archivi e biblioteche si trovano), contenenti i dati sull'esazione dell'imposta comunale risalente all'ini­ zio del secolo XVII che tanta parte ha avuto nello sviluppo dei rapporti fra cit­ tadini ed autorità per le sue oscillanti caratteristiche fra imposizione reale (sulla casa) ed esazione personale 6 , I dati forniti di anno in anno sono i seguenti: nomi dei proprietari degli immobili e dei locatari; breve descrizione degli edifici e del loro uso; attribu­ zione del valore locativo; informazioni sul saggio d'imposta, ammontare da riscuotere e cifra effettivamente riscossa. Particolarmente utile, ai nostri fini, è il valore locativo perché offre una buona stima delle condizioni economiche della famiglia. Fino al 1958 questa contabilità veniva trascritta in grossi volumi; da quella data essa è registrata in schede che sono più agili da consultare ma sono anche meno informative.

Archivio di Mass-Observation Questo è un importante fondo archivistico iniziato privatamente da alcuni

6 Nata come Poor Rate perché originalmente concepita per far fronte alle spese di sostegno dei poveri , è diventata la principale fonte di finanziamento delle autorità comunali. La sua evoluzione come tributo calcolato sulla base del valore degli immobili ha subito una scossa alla fine dei nostri anni Ottanta, quando il governo neo-!iberista ha tentato di trasformarla in una imposizione perso­ nale ed uniforme: la sua palese regressività ha suscitato una ribellione popolate che non è stata l'ultima causa delle dimissioni da primo ministro di Margaret Thatcher nell'autunno del 1990.


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Lucio Sponza

Per una storia dell'emigrazione italiana in Gran Bretagna

studiosi nel 1 93 7 . Si ripromettevano di effettuare con regolarità osservazioni antropologiche su vari aspetti della vita inglese. Con lo sviluppo del prog�tt� . un crescente numero di persone fu coinvolto nella raccolta delle mformaz10n1 su progetti specifici o impegnato a tenere un diario quotidiano con annotazioni di costume. Durante la guerra il gruppo di�igente fu recl�ta�o in blocco dal g�verno P�r. ché fornisse dei rapporti regolari sullo stato d animo della popolazwne ctvile. Fra questi rapporti ce ne sono alcuni che si riferiscono a?'attegg am.ento degli inglesi nei confronti di popolazioni straniere, fra l� quah quella ttahana. Inol­ tre con l'entrata in guerra del nostro paese nel gmgno del 1 940 fu steso un ra porto sui disordini anti-italiani che si er�no avuti .�el �o� olare qua�tiere di Soho dove vivevano e gestivano i loro negoz1 parecch1 1taham (alcune d� queste botteghe furono danneggiate) e sull'opinione che la gente �?mun� � spr1m�va � caldo sugli italiani. Su quei disordini, che furono molt? pm grav1 m Sc.ozla, s1 . trovano annotazioni sparse anche nei diari di numeros1 collaboratori d1 MassObservation. Questo archivio è depositato presso la biblioteca dell'Università di Sussex (Brighton) .

Registri parrocchiali Ancora una volta, e soprattutto con riferimento alla storia della nostra emi­ grazione in Gran Bretagna sino alla seconda guerra mon? ale,, la forte .co.ncen­ . trazione della comunità italiana nel cuore d1 Londra facil1ta l opera d1 ri�erca sulle sue origini e sul suo sviluppo. Negli anni Sessanta del secol� sco:so : mfat� ti fu edificata nel mezzo del quartiere italiano della capitale la ch1esa 1tahana di S n Pietro (St. Peter's Italian Church) . In essa si trovano: . - 24 volumi con iscrizione dei battesimi, in una serie abbastanza contmu� dal 1863 a oggi. Oltre ai nomi dei neonati sono indicati quelli dei genitori e dei padrini, con il relativo indirizzo. . - 12 volumi con dati sui matrimoni. È una serle meno completa della precedente ma mantenuta tuttora aggiornata. Sono registrati anche i matrimoni cele­ brati altrove - ma solo se almeno uno degli sposi era stato battezzato a San Pietro (e se ne aveva dato informazione) . , - Un solo volume per le morti, dal 1874 ad oggi. E molto lacunoso, so� rat' tutto proprio dal 1870 al secondo dopoguerra. Solo da pochi anni è stato npre-

so in modo sistematico.

.

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STAMPA

Stampa italiana (in Gran Bretagna) Dagli anni Ottanta del secolo scorso fino alla prima guerra mondiale ci furo­ no numerosi tentativi di diffondere stampa d'informazione per gli italiani in Gran Bretagna, mirata alla crescente componente occupata in attività commer­ ciali (che era generalmente alfabetizzata) . La maggior parte di questi giornali ebbe brevissima durata; tra questi c'erano anche fogli anarchici che non forni­ vano tanto notizie sulla comunità di emigrati, quanto parole d'ordine e discus­ sioni ideologiche destinate a pochi adepti. Fra quelli più rappresentativi della colonia italiana uno solo durò a lungo, il «Roma-Londra», che con qualch e altro settimanale merita di essere ricordato in questa rassegna. Esso cominciò ad essere pubblicato nel 1888 per iniziativa del giorna lista emont ese Pietro Rava, che ne era anche il proprietario, direttore e pi quasi unico estensore; tanto che con la sua morte nel 1920 anche il settimanale cessò di esistere. Conteneva sia informazioni dirette sulla vita degli emigrati che spunti indiretti (per esempio attraverso l'esame dei piccoli annunci comm ercia­ li e della pubblicità) . Analoghi, ma di più breve esistenza, furono «La Gazzetta italiana di Londra» del sardo Alberto Pintus (1896- 1900); «La Scozia », dei fra­ telli Cafaro, che apparve a Glasgow nel 1908 e che fu sostituita nel 1 909 dalla «Riscossa latina», diretta da un ambiguo e secondario personaggio della storia culturale italiana: Fernando Agnoletti 7 , Fra le due guerre mondiali, oltre alle ultime annate di «Roma-Lond ra», ap­ parvero le seguenti testate, tutte a Londra: - «La Cronaca» (1920- 1922) , di Giacomo Luigi Novelli, dell'Un ione reduci militari italiani a Londra e di ispirazione nazional-combatten tistica; continuò come: - «L'Ec o d'Italia» ( 1 922- 1 928), diretto da Gaude nzio Decio Rossi che orientò il settimanale sempre più favorevolmente verso il fascismo, di cui finì per diventare il portavoce con il nuovo nome di «Italia nostra» ( 1 929- 1940).

7 Il fiorentino Fernando Agnoletti insegnò italiano all'unive rsità di Glasgow per una decina d'anni. Era a contatto con il gruppo "vocian o" di Prezzolini e Papini, e comunicò anche con Corradini, nella misura in cui il suo romanti cismo post-risorgimentale assumeva le caratteristiche di nazionalismo esasperato. Tornato in Italia, nel 1914 fu veemente interventista e volontario al fronte. Cessate le ostilità fu leader degli ex-combattenti fiorentini e segretario del fascio locale. Scrisse prose e poesie, mescolando violenz a verbale e delicatezza pascoliana.


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Che fosse diventato un foglio di propaganda era reso manifesto nel suo sottoti­ tolo di " Organo ufficiale dei fasci italiani nelle isole britanniche" . - «Il Comento» ( 1 922- 1924), diretto da Amos Salvadori, tentò senza succes­ so di far fronte alla marea nazional-fascista da posizioni anarchiche, ma scaden­ do spesso a pura polemica, anche intestina. - Un tentativo egualmente effimero e ideologicamente flessibile a destra, nonostante fosse sorto con ambizioni di indipendenza dalle mani di un auten­ tico e noto giornalista e scrittore (Carlo Maria Franzero) fu «L'Italiano» ( 1 926- 1 928). Durante la guerra fu pubblicato, per iniziativa del governo britannico, un settimanale in italiano destinato ad informare e in qualche modo rieducare alla democrazia i nostri soldati prigionieri in questo paese . Inizialmente, come sem­ plice bollettino, apparve fra la metà del 1 942 e l'estate del 1943 con il nome poco edificante di «Giornale del prigioniero»; poi, con il nuovo_ titolo di «Giornale del sabato», diventò gradualmente un'interessante arena dt confronto d'opinione fra prigionieri. La responsabilità operativa del giornale fu lasciata ad un piccolo gruppo di persone fra le quali c'erano italiani antifascisti e anche - in anonimo - alcuni degli stessi prigionieri. Tutti i giornali menzionati sinora sono disponibili quasi integralmente presso la sezione periodici della British Library, che si trova nella frazione di Colindale, a nord di Londra. Dopo la seconda guerra mondiale è stata la Chiesa cattolica, attraverso i suoi ordini missionari di Londra, a dominare la stampa per gli italiani in Gran Bre­ tagna, in particolare con «La Voce degli Italiani», fondata nel 1948 come foglio mensile e diventata più tardi quindicinale. Nonostante la parzialità, che nel primo ventennio fu parossistica, «La Voce» è una miniera di informazioni �ugli italiani in Gran Bretagna in questo dopoguerra. Numerose annate del setttma­ nale sono alla sede centrale della British Library, ma la serie completa è reperi­ bile solo presso il centro dei missionari scalabriniani, dove è redatto il giornale (20 Brixton Road, London SW9 6BU).

zioni abitative e igieniche della colonia italiana, oppure nei drammatici giorni dell'entrata in guerra dell'Italia nel giugno del 1940. Di enorme aiuto sono gli indici analitici raccolti in volumi annuali per il «Times» e il «Glasgow Herald». Nelle sezioni dedicate alla giustizia del primo e più famoso quotidiano, per esempio, sono indicati i nomi dei rei (o presunti tali) e delle vittime di atti criminali di cui sono apparsi servizi. Si possono così riconoscere i nominativi di italiani e risalire alle vicende che li hanno coinvolti. Inoltre si può fare uso delle voci che hanno pertinenza con i nostri emigranti. Questa ricerca è più proficua sino alla seconda guerra mondiale perché le loro occupazioni avevano connotazioni più precise ed esotiche (Organ-grinders, Street musicians, Ice-cream Shops, ecc.) s. Questi indici fanno anche rinvio agli argomenti e alle persone a cui si riferi­ scono le lettere al direttore. Il «Times» offre un panorama assai vasto in questo settore, che costituisce un eccellente osservatorio sulle opinioni delle classi medio-alte nei confronti dei nostri connazionali. Indici sommari, a fine anno, appaiono invece nei periodid dei quali occorre distinguere due categorie:

Stampa britannica nazionale Cominciamo dai quotidiani. Essi offrono per lo più solo brevi cenni, � �olt� sporadicamente, alla presenza di italiani in Gran Bretagna. Si tr�tt� dt rif�rl­ menti motivati da qualche interesse occasionale e di solito per ragtom negattv� , come a cavallo del secolo per la preoccupazione suscitata dalle cattive cond1-

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a) quelli di carattere generale che, come i quotidiani, prestano una maggio re attenzione agli italiani tra la fine del secolo scorso e l'inizio di questo . Esempi in proposito sono: - «The Winds or Magaz ine», H.D. Lowry - T.S.C. Crowt her, Unkno wn London - III. The Itallan Colony, 1895, pp. 3 05-3 12; - «Good Words», J. Strang - J. Greig, The Itallan Colony in London , 1899, pp . 1 19-125 ; - «Charing Cross Magazine», D . Major, Italy in London - How the Sa/fron Hill Hal/Uves, 1900, pp. 177-181 ; - «The Strand Magazine», G.R. Sims, Trt'ps About Town III Round Little . Italy, 1 905, pp. 5 1 0-5 16. -

b) Quelli specialistici, dei quali due interessanti esempi ci sono forniti per il primo decennio che ci riguarda: - «The Lancet», rivista medica che nell'ottobre del 1879 pubbli ca un'inchie­ sta sulle condizioni sanitarie della colonia italiana di Londra; - «The City Mission Magazine», organo dei protestanti evange lici desiderosi

8 Anche l'altro prestigioso quotidiano «The Guardian» pubblica fascicoli annuali con indici analitici dei suoi contenuti, ma sistematicamente solo dal 1986 e quelli retrospettivi sono lacunosi.


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di convertire chiunque altro alla loro fede e che presero di mira gli italiani, ma il maggior numero di articoli su questa missione precede il 1870 che è la data d'inizio della nostra rassegna.

Stampa britannica locale Fonte ricca e trascurata, nonostante la sua accessibilità presso la già ricorda­ ta sezione periodici delle British Library, con sede a Colindale. In mancanza di indici, questa stampa è di grande utilità se si ha già qualche informazione su particolari emigranti o sugli avvenimenti da investigare, oltre alla loro colloca­ zione (anche se vaga) nel tempo e nello spazio. Su persone che hanno avuto una certa notorietà locale e di cui si è a conoscenza, è spesso possibile trovare interessanti necrologi che illuminano su episodi significativi. Rientrano in questo gruppo tre categorie di testate: - Quella di quotidiani con circolazione limitata ad una città o contea, come il «Liverpool Echo», il «Daily Despatch» di Manchester, o l' «Evening Chro­ nicle» di Newcastle. - Quella di settimanali diffusi anch'essi solo in ambito cittadino o regionale, come il «Weekly Scotsman» di Edimburgo, il «Birmingham News», o il «Leeds Guardian». - Infine, ma più importante, quella di settimanali pubblicati nei diversi distretti di Londra: vari sono addirittura quelli riguardanti aree di forte presen­ za italiana. Ad esempio, fino alla prima guerra mondiale l'alta concentrazione di italiani nella zona di Holborn e Finsbury consente di esaminare con grande profitto il principale settimanale locale, inizialmente chiamato «The Holborn Journal», poi «The Holborn Guardian and Bloomsbury Chronicle», e «The Holborn and Finsbury Guardian»; ma con la crescita dalla fine del secolo di una considerevole presenza italiana anche nella zona di Soho (con negozi di prodotti alimentari e ristoranti), diventa obbligatoria la consultazione di setti­ manali come il «Westminster Chronicle», il «West London Observer» e il «Westminster and Pimlico News».

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striali e professionisti. Quelli di Londra hanno spesso anche una sezione stradale co? dic� zio�e delle �ttività econ?miche esistenti, strada per strada, edificio pe edificio. Si ottiene cosi una dettagliata conoscenza delle caratteristiche sodo-eco­ nomiche del quartiere italiano e di ogni altra area e via particolare dove abitano italiani: materiale che integra le informazioni sulla struttura familiare e sulle con­ dizioni abitative desunte da altre fonti (dagli Enumerators' Books ai Rate Books).

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Registri elettoralt' (Electoral Registers) Questi registri sono di limitata utilità p-:rché vi si possono rintracciare, conoscendone l'indirizzo, solo gli italiani che abbiano ottenuto la cittadinanza britannica: un numero relativamente modesto. Sono aggiornati annualmente con qualche eccezione: non apparvero nel 1916, 1 917, 1 940- 1944; inoltre, un sola serie fu prodotta per gli anni 1 920-1926 e 1945 - 1 946. I r�gistr elettor�li si trovano in parte presso la British Library (soprattutto . per gli a�n� su�cessivl alla seconda guerra mondiale) e in parte negli uffici-regi­ stro mumcipah.

Grandi inchieste sociologiche Due monumentali ricerche sulle condizioni di vita delle classi popolari di Londra contengono riferimenti agli italiani e alle loro occupazioni: - L e and Labour o/ the People in London , a cura di C. Booth, London, Macm a� 1 902 - 1 90? , voll. 1_7 (s tratta di una nuova edizione; la serie origina­ � le commcio ad appanre, con il pr1mo volume, nel 1 889). I principali riferime n­ ti agli italiani sono nel vol. 4. - New Surve o/ London Lzfe and Labour, a cura di H. Llewellyn Smith, � London, P.S. Kmg & Son, 1930-1934, voll. 9. Non si fa menzione di italiani ma utili informazioni sono fornite sulle occupazioni in cui era significa tiva l loro presenza.

if i?

ALTRE FONTI

Scritti vari sugli italiani

Annuari commerciali (Commercia! Directories)

' Tra le fonti secondarie esiste una grande varietà di lavori, prodotti in circo­ stanze e Per scopi diversi; se ne possono distinguere sei categorie per ciascuna . . delle quah Si offrono esempi (senza intenzioni di completezza) .

Contengono nomi, indirizzi e tipo di attività di commercianti, artigiani, indu- .


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a) Inchieste volte a sollecitare un intervento delle autorità con riferimento alla presenza italiana, e più precisamente a qualche aspetto indesiderato di , questa presenza. the into ) ... ( E m-. - CHARITY ORGANISATION SOCIETY, !talian Children. Report ployment o/ Italian Children /or Mendicant and Immoral Purposes, London, Spottiswoode & Co., 1 877. Il sottotiolo illustra bene lo scopo di questa inchiesta. - W.H. WILKINS, The Italian Aspect, in The Destitute Alien in Great Britain, a cura di A. White, London, Sonnenschein & Co. , 1 892, pp. 146-167. Opera con accentuazioni xenofobiche, tipica di un periodo in cui si teme­ va che la "razza imperiale" britannica potesse essere contaminata dalla immigrazione incontrollata di povera gente (ma il bersaglio principale erano gli ebrei).

- Guida Generale degli Italiani in Gran Bretagna, Londra, E. Ercoli & Sons, 1939.

b) Articoli e saggi descrittivi di vita italiana. I più frequenti riguardano la colonia italiana di Londra negli ultimi decenni del secolo XIX e i primi del secolo XX. Contengono osservazioni di grande interesse e generalmente guar­ dano alla comunità immigrata con simpatia. - J. THOMSON - A. SMITH, Street Li/e in London, London, s.e., 1877. Con due interessanti capitoli sui gelatai e musicanti girovaghi italiani: pp. 5355, 85-88. - C.E. ARMFELT, Italy in London, in Living London, a cura di G.R. Sims, London, Cassel, 1 906, vol. l , pp. 183 - 1 89. c) Lavori basati su raccolte di testimonianze orali; essi pongono generalmen­ te l'enfasi o su esperienze di particolari gruppi o su specifici avvenimenti. - M. RoDGERS , Italiani in Scozzia [sic] , in Odyssey. The Second Collection, a: :J cura di B. Kay, Edinburgh, Polygon Books, 1982, pp. 13 -2 1 . 1988. on, Richards N. ter, Manches Italy, - A. REA, Manchester's Little . - P. ZoRZA, Arandora Star. Il dovere di ricordar/i, Supplemento a «Italiani i11. Scozia», Glasgow 1985. �

e d) Repertori sulla colonia italiana. Si tratta di due volumi improntati a fort. spirito nazionalistico e indispensabili per lo studio delle organizzazioni e atti­ nd \·, vità fasciste fra gli italiani in Gran Bretagna. Contengono elenchi di nomi, zwnL illustra e cazioni sulle professioni, talvolta note biografiche e numeros dallo Non appaiono nomi di curatori, ma il lavoro di compilazione fu fatto .;,, stesso tipografo- editore. . 3 193 Sons, & Ercoli - Guida degli Italiani a Londra, Londra, E.

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e) Opere autobiografiche. Di grande diversità sia per il contenuto che per lo stile, in ognuna di esse si trovano interessanti informazioni sui rapporti fra gli italiani emigrati, oltre che su circostanze personali e familiari. - C. CAVALLI, Ricordi di un emigrato, s.l. [Londra] , Edizione «La Voce degli Italiani», s.d. [1973 ] . Molte sono le pagine dedicate agli intensi ricordi del­ l'internamento durante la guerra nell'isola di Man assieme a tanti altri ita­ . liani. Il sentimento religioso aiuta ad affrontare i disagi della vita. - L.R. ERCOLANI, A Furniture Maker, London, E. Benn, 1975. Dove si racconta con amore e ricchezza di dettagli il lavoro del legno di un mobiliere di grande successo. I riconoscimenti e la centralità della famiglia ne sono la cornice. - C. FORTE, Forte, London, Sidgwich & J ackson, 1 986. Qui il centro è la propria persona e i frutti di un lavoro nel settore della distribuzione ali­ mentare, sulla cui base è stato costruito un impero con forti connotazioni familiari che ha anche prodotto un seggio alla Camera dei Lord. - P. LEONI, I Shall Die on the Carpet, London, Leslie F rewin, 1 966. N ar­ razione briosa del mondo che ruota intorno ad un ristoratore di fama nel cuore di Londra: proprietario e gestore del famoso " Quo Vadis" . - G. Rossi , Memories o/ 1940, Roma, Fondazione Scoglio di Frisio, 1990. Ricordi dell'internamento nell'isola di Man, già apparsi sotto forma di arti­ coli in italiano nella «Voce degli Italiani». Colpisce il tono spesso acido, soprattutto perché l'autore è un sacerdote. - E. SALVONI, with S. FAWKES, Elena. A life in Soho, London-New York,, Quartet Books, 1 990 .. Storia dell'ascesa da cameriera a proprietaria di ri­ storante a Soho, ma le pagine più interessanti sono dedicate ai ricordi d'in­ fanzia nel quartiere di Clerkenwell. - B. SERENI, They Took the Low Road, Barga, Edizione «<l Giornale di Barga», 1 974. Racconto colorito del piccolo mondo della comunità di bot­ tegai italiani in Scozia. - P. ToGNINI, A Mind at War, New York-Los Angeles, Vantage Press, 1990. I ricordi dell'internamento quando era ancora ragazzo sono dimenticati dall'autore che si compiace per i risultati ottenuti nell'attività di commer­ cio alimentare e di piccola importazione, ed è felice nel calore domestico e nelle vacanze in Italia.

f) Opere di carattere letterario centrate sulla presenza italiana in Gran Breta-. gna, oppure contenenti riferimenti ad essa.


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L'immagine che la popolazione ospitante ha della comunità immigrata, in quanto influisce sulla reciproca percezione, dovrebbe essere parte dello studio dell'emigrazione. Ma si imporrebbero altri criteri di classificazione e di valuta­ ziohe. In altre parole, e per dirla con espressione inglese, si tratterebbe di fare "un'altra storia" delle fonti.

- T.H. CAINE, The Eterna! City, London, William Heinemann, 1901. Nel prologo contiene spunti sui fanciulli italiani girovaghi. - ]. DUNCAN, My Friends /rom Cairnton, London, Pan Books, 1 968. Vi sono accenni alle attività di negozianti italiani in Scozia. - M.R. HALL, Adam's Breed, London, Cassell, 1926. Romanzo che si svolge tra la comunità dei negozianti italiani di Soho. - ]. KESSON, Another Time, Another Place, London, Chatto & Win dus , 1983 . Breve romanzo che ha fra i protagonisti dei prigionieri di guerra ita­ liani in Scozia (ne è stato tratto un film) . - A. MACKIE, Gentle like a Dove, Edinburgh, Oliver & Boyd, 1952 . Dramma teatrale sullo sfondo dei moti anti-italiani nella capitale scozzese del giugno 1940. - ].N. PARKER, The Alien Land, London, George Ronald, 1961. Romanzo ambientato fra gli italiani nel Galles e sullo sconvolgimento della comunità durante la seconda guerra mondiale. - A. SILLITOE, A Scream of Toys, in The Second Chance, and Other Stories, London, Jonathan Cape, 198 1 , pp. 99-128. Delicato racconto di innamora­ mento fra un prigioniero di guerra italiano ed una giovane inglese. - G. THOMAS, The Sky o/ Our Lives, London, Hutchinson, 1972. Racconto con affezionata descrizione di un negozio di ristoro italiano e del suo proprietario.

A conclusione di questa rassegna delle fonti britanniche per uno studio del­ l' emigrazione in Gran Bretagna, e prendendo lo spunto dalle opere sopra ricordate di carattere autobiografico, occorre menzionate l'importanza delle testimonianze dirette. Alla fine del 1 994 è morto a Londra un ultra·novantenne che era giunto in Inghilterra, da fanciullo, percorrendo a piedi in lunghe tappe la distanza fra il suo paese nel Parmigiano e la capitale britannica: l'ultimo testimone del tipo di emigrazione Ghe aveva caratterizzato la nostra presenza in Gran Bretagna durante il secolo XIX. Ma molti sono i vecchi italiani, o figli di italiani, che ancora ricordano la loro vita negli anni fra le due guerre mondiali, .. e moltissimi quelli che sono ben disposti a raccontare le loro esperienze di emi· grand negli anni Cinquanta e Sessanta. Infine, bisognerebbe menzionare la grande varietà di fonti britanniche, diverse da quelle letterarie e specifiche sopra ricordate, che pur non trattando direttamente dei nostri emigranti guarda agli italiani in modo da rivelare. modelli d'opinione (e anche di pregiudizio) utili per valutare i complessi rap· porti fra la nostra emigrazione e la popolazione britannica. Si pensi soprattutto al mezzo cinematografico, sia come specchio di questi atteggiamenti che strumento che contribuisce ad incidere sulla mentalità collettiva.

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Emigrazione italiana verso l'Austria (1870-1914)

PIERPAOLO DORSI Emigrazione italt'ana verso l'Austria (1870-1914): Trieste come luogo di destinazione e di accoglienza

Al 3 1 dicembre 1910, data di riferimento dell'ultimo dei censimenti effettuati nella monarchia asburgica, risultavano residenti a Trieste, principale porto e terza città dell'Austria in ordine di popolazione, 29.439 cittadini italiani. Questa cifra, pari al 12,8% del totale della popolazione registrata in città, corrispondeva ad oltre un terzo della presenza complessiva degli emigrati italiani in Austria; in nessun'altra città o provincia dell'impero, nemmeno nella capitale, la comunità italiana immigrata raggiungeva una consistenza paragonabile in termini assoluti né relativi. li tasso d'incremento demografico dei residenti italiani a Trieste nel decennio 1 900- 1910 fu del 35,7 % , superiore al tasso di crescita generale della popolazione cittadina, che pure presentava allora valori notevolissimi r . Queste cifre, destinate ad aumentare ulteriormente nel quadriennio succes­ sivo, fino allo scoppio della grande guerra 2, servono ad esprimere sintetica­ mente la rilevanza del flusso continuo e concentrato degli emigranti italiani che nella Trieste austriaca trovarono occasione di lavoro, di progresso, molte volte di stabile inserimento.

1 Cfr. AUSTRIA,

STATISTICHE ZENTRALKOMMISSION, Die Ergebnisse der Volkszà'hlung vom 31.

Dezember 1910. Die Auslà'nder in den im Reichsrate vertretenen Konigreichen und Liindern (Osterrei­ chische Statistik, N.F., Il, 2), Wien 1913. Sullo sviluppo demografico della città di Trieste tra XIX e XX secolo, si vedano le analisi di A. FROHBAUER, Cenni sommari sul censimento della popolazione a Trieste al 3 1 dicembre 1 900. Studio di demografia statistica, Trieste 1903; Censimento della popolazio­ ne di Trieste al 3 1 dicembre 1900. Età. Stato civile. Professione o condizione. Immigrazione, Trieste 1906, e la monografia di P. LUZZATTO FEGIZ, La popolazione di Trieste (1875-1928), Trieste 1929. 2 Nell'aprile del 1912 un rapporto della locale Direzione di polizia faceva ascendere il numero dei sudditi italiani residenti a Trieste a oltre 40.000, esclusa la gente di mare: ARcHIVIO DI STATO DI TRIESTE [d'ora in poi ASTl Luogotenenza del litorale, Atti presidiati riservati, b. 6, f. 36, n. 1 1/1912. L'afflusso sarebbe continuato ancora per tutto il 1913 e nei primi mesi del 1914.

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Nonostante siano disponibili le fonti, soprattutto archivistiche, che permette­ rebbero lo studio del fenomeno nei suoi vari aspetti, la questione dell'emigra­ iione italiana verso la Trieste asburgica non è stata ancora considerata adeguata­ mente in sede di analisi storica 3 , La storiografia locale, in ossequio all'imposta­ zione nazionalistica che le è tradizionale, ha trascurato il fenomeno, quasi che dalla presenza a Trieste di una forte comunità di italiani immigrati risultasse offuscato il carattere autoctono dell'italianità cittadina 4, Più in generale, all'ar­ gomento si è accennato quasi esclusivamente in margine alla questione delle relazioni politiche tra Roma e Vienna all'epoca della Triplice Alleanza; ma, se da un lato è indubbio che la presenza di colonie di emigrati assume necessariamen­ te una qualche valenza politica, più o meno accentuata a seconda delle circo­ stanze, nel caso che ci interessa l'espatrio e l'insediamento in un paese straniero trovavano motivazione, come di consueto, semplicemente nelle condizioni eco­ nomiche e sociali dei territori di provenienza e, rispettivamente, di destinazione. Il movimento migratorio di cui ci stiamo occupando assunse il massimo rilievo tra lo scorcio dell'Ottocento e i primi del Novecento, ma le sue radici affondavano lontano. Da queste radici - in mancanza di trattazioni specifiche non si può prescindere per una valutazione corretta del fenomeno, considerato nelle diverse fasi del suo sviluppo. La crescita demografica della Trieste moderna, dovuta principalmente al­ l'immigrazione, prese avvio intorno alla metà del XVIII secolo, grazie alle ini­ ziative di impulso economico intraprese nell'area altoadriatica dai sovrani di casa d'Asburgo. I provvedimenti imperiali, inseritisi in una favorevole congiun­ tura di fattori economici e politici, fecero sì che Trieste assorbisse gradualmen­ te alcune delle funzioni che erano state proprie del polo mercantile veneziano e, tra queste, la tradizionale forza d'attrazione nei confronti di uomini, merci, capitali dell'entroterra e dei paesi costieri del Mediterraneo 5,

3 il solo lavoro in cui il tema venga trattato in maniera sufficientemente diffusa si deve a M. CAT­

TARUZZA, I:emigrazione diforza-lavoro verso Trieste dalla metà del secolo XIX alla prima guerra mon­

diale, in «Movimento operaio e socialista», n.s., I (1978), 1-2, pp. 21-66, poi ripreso dalla stessa autri­ ce come primo capitolo (pp. 5-55) del volume La formazione del proletariato urbano. Immigrati, ope­ rai di mestiere, donne a Trieste dalla metà del secolo XIX alla prima guerra mondiale, Torino 1979. 4 Per un'interpretazione in chiave nazionalistica del fenomeno cfr., ad esempio, A. TAMARO, Storia di Trieste, II, Roma 1924, pp. 475-476: « ... essi, con le loro immigrazioni, facevano crescere e sviluppavano italianamente [la città]». 5 Cfr. N. EBNER VON EBENTHALL, Maria Theresia und die Handelsmarine Triest 1888; A. BEER, Die osterreichische Handelspolitik unter Maria Theresia und ]ose/II, in «Archiv fiir osterreichische Geschichte», 86 ( 1898) , I; G. LUZZATTO, Il porto/ranco di Trieste e la politica mercantilistica austriaca nel '700, Trieste 1953; E. APIH, La società triestina nel secolo XVIII, Torino 1957.


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Pierpaolo Dorsi

Emigrazione italiana verso l'Austria (1870-1914)

Trattando delle diverse componenti etniche che contribuirono allo sviluppo della città in questa fase, si è soliti sottolineare il ruolo di quelle che, secondo la terminologia del tempo, si definiscono nazioni, cioè di quelle comunità netta­ mente caratterizzate dal punto di vista linguistico e, ancor più, religioso che af­ fluirono a Trieste richiamate dalle opportunità economiche che allora vi si apri­ vano, ma soprattutto dal regime di tolleranza loro assicurato dalla legislazione illuminata dei sovrani austriaci. Si è così parlato di greci, serbi, armeni, tede­ schi luterani e svizzeri calvinisti, cioè di gruppi etnico-religiosi che a Trieste conservarono a lungo - talvolta fino ad oggi - una propria identità culturale e giuridica 6 . È stata invece - per così dire - dimenticata quella che fu certamente la più numerosa tra le componenti nazionali che contribuirono all'ascesa della città attraverso le massicce immigrazioni verificatesi tra la metà del XVIII e i primi del XX secolo, quella italiana. Il motivo d'una tale trascuratezza è evidente: in una città che da sempre trovava i suoi naturali riferimenti nella cultura italiana e nella tradizione cattolica, è da immaginare che questi immigrati si assimilasse­ ro con facilità, privi com'erano di una caratterizzazione culturale, linguistica o religiosa che li distinguesse decisamente dalla popolazione autoctona. Un'altra ragione che spiega la difficoltà di rilevare dalle fonti a disposizione la precisa consistenza e le vicende di questa nazione dimenticata è la mancanza d'una connotazione politica unitaria. In una relazione sullo stato della città di Trieste risalente al 17 86 7 , il direttore di polizia barone Pittoni, trovandosi nella neces­ sità di descrivere carattere e attività degli immigrati dalla penisola, li definisce complessivamente come «nazione pontificia, veneta e napolitana». È un' espres­ sione non del tutto precisa ma rivelatrice: erano proprio la repubblica di Venezia, lo Stato pontificio e il regno di Napoli 8, e in particolare le regioni

adriatiche soggette a questi Stati, ad alimentare maggiormente il flusso migra­ torio diretto dalla penisola a Trieste, un flusso consistente e non meno qualifi­ . cato di altri quanto a cultura mercantile e a spirito imprenditoriale 9. Fra Settecento e Ottocento, Trieste si presenta dunque come polo di attra­ zione e di sviluppo innanzitutto per le genti italiane dell'Adriatico, prima anco­ ra che nei confronti di popolazioni più lontane per lingua e per tradizioni. Conclusosi il periodo di incertezza politica e di stagnazione economica che contrassegnò gli ultimi anni del dominio napoleonico, il flusso di persone diret­ te dall'Italia verso Trieste riprese vigore, benché si presenti difficile, anche in questa fase, una valutazione compiuta del fenomeno lO. L'Austria esercitava al­ lora il suo controllo, in forma più o meno diretta, su gran parte d'Italia; il movimento si configurava dunque come una sorta di migrazione interna: l' as­ senza di un vero confine e la comunanza delle leggi favorivano il collocamento nelle attività portuali e manifatturiere triestine di braccianti provenienti dal Veneto e dalla Lombardia; alla circolazione di manodopera generica si accom­ pagnava l'afflusso, naturalmente più limitato, di commercianti, artigiani, fun­ zionari e professionisti. La nascita dello Stato unitario non comportò alcuna interruzione nell'immi­ grazione a Trieste di cittadini del neocostituito regno d'Italia; il movimento proseguì lungo i canali inaugurati oltre un secolo prima, favorito dalle relazioni preesistenti, dalla rete dei collegamenti marittimi, dalla conoscenza diffusa che di Trieste si aveva nell'Italia adriatica. Più della proclamazione del regno, rappresentarono una cesura rilevante gli eventi del 1866, quando il nuovo confine itala-austriaco, giungendo a poche deci­ ne di chilometri da Trieste, lasciò sotto sovranità italiana gran parte del bacino agricolo da cui la città tradizionalmente traeva manodopera non qualificata, e gli eventi dell'anno successivo, quando tra Italia e Austria furono stabilite regolari

6 Si veda, sul piano generale, L. DE ANTONELLIS MARTIN!, Portofranco e comunità etnico-reli­ giose nella Trieste settecentesca, Milano 1968. Tra le monografie dedicate alle singole comunità, �i citano le principali: G. STEFANI, I Greci a Trieste nel Settecento, Trieste 1960; Il nuovo giorno. La Comunità Greco-Orientale di Trieste: storia e patrimonio artistico-culturale, Udine 1982; G. MILOSSEVICH · M. BIANCO FIORIN, I serbi a Trieste. Storia, religione, arte, Udine 1978; G. CERVANI L. BUDA, La comunità israelitica di Trieste nel sec. XVIII, Udine 1973; M. STOCK, Nel segno di Geremia. Storia della Comunità Israelitica di Trieste dal 1200, Udine 1979, Trieste 19992• 7 AST, Giudizio civico e provinciale, b. l, n. 2. La relazione è stata pubblicata da P. DORSI: "Libertà" e "legislazione". Il rapporto del barone Pittoni sullo stato della città di Trieste e del suo ter· n'torio (1786), in «Archeografo triestino», XCVII (1989), pp. 137-185 . d 8 Le relazioni col mezzogiorno d'Italia s i intensificarono dopo che, nel corso della guerra i

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successione spagnola, gli Asburgo ebbero conquistato il trono di Napoli; l'avvento della dinastia.

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lorenese portò poi all'instaurarsi di rapporti speciali con la Toscana, dalla quale giunsero a Trieste marinai, commercianti, amministratori. 9 Va ricordato che anche una parte notevole dell'immigrazione ebraica, quella proveniente dalle città del Veneto, della Romagna e delle Marche, era portatrice di lingua e cultura italiana; cfr. A. ARA, Gli ebrei a Trieste, 1850-1918, in «Rivista storica italiana», CII ( 1990), l , p. 54. 10 A questo proposito indicazioni notevoli, anche se non esaurienti, si possono trarre dalle serie di atti riferiti alla procedura di naturalizzazione, comprese nei fondi archivistici (AST) dell'In­ tendenza commerciale, del C.R. Governo, dell'I.R. Governo del litorale e della Luogotenenza del litorale. La concessione della naturalizzazione da parte dell'autorità amministrativa provinciale poteva avvenire esclusivamente in seguito ad una richiesta dell'interessato, che di regola veniva avanzata a considerevole distanza di tempo dal momento dell'insediamento.


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relazioni diplomatiche e fu stipulata una prima convenzione commerciale 1 1 , Ciò significa che da allora gli immigrati dalle varie regioni italiane furono considerati cittadini stranieri a tutti gli effetti e furono chiaramente ed ufficialmente identifi­ cati come tali; anche gli immigrati di vecchia data, se non avevano ancora ottenu­ to la naturalizzazione quali sudditi austriaci, rientrarono nel novero dei cittadini italiani. L'afflusso non subiva alcuna limitazione, trovava anzi impulso nelle più stabili condizioni politiche; era però soggetto a precisi controlli e pertanto risulta più facilmente rilevabile dalla documentazione, che in questa fase si fa più ricca e circostanziata. L'appartenenza degli immigrati ad un'entità politica nazionale favorisce la loro identificazione; l'ingresso nel paese dei cittadini italiani viene re­ gistrato, la loro presenza e le loro attività sono soggette a misure di sorveglianza. , E questo il periodo in cui la presenza degli immigrati italiani a Trieste cresce più rapidamente e regolarmente, fino a raggiungere, intorno al 19 10, quelle dimensioni imponenti di cui si è detto all'inizio. Si tratta di una presenza mino­ ritaria, che incide però in forma evidente nel tessuto sociale cittadino 1 2 ed im­ pressiona vivamente l'osservatore: nel 1 905, in un rapporto riservato diretto al ministro dell'Interno, il direttore di polizia di Trieste riscontra con meraviglia come l'aspetto di quella parte del centro storico dove si andavano soprattutto concentrando gli immigrati sia mutato completamente nel giro di pochi anni, tanto che - a quanto scrive - «ci si sente trasportati in qualche città di mare dell'Italia centrale o meridionale» 13 . Costituivano fattori d'attrazione per il lavoratore italiano le condizioni d'im­ piego e di retribuzione generalmente migliori di quelle ottenibili in patria, l'equi­ parazione alla manodopera nazionale, almeno sul piano giuridico formale, la legi­ slazione sociale particolarmente avanzata 14. Al di là delle tradizionali occasioni

di occupazione connesse all'attività dell'emporio, alla navigazione e alla pesca, che richiamavano soprattutto le genti della costa adriatica, cresceva l'offerta di lavoro nel settore dei servizi domestici e alberghieri, che assorbiva molto perso­ nale femminile proveniente dal Friuli; masse di braccianti e coloni della bassa pianura e della collina veneta e friulana trovavano collocamento nell'ambito dei grandi lavori di ampliamento e di risanamento urbano, nella costruzione delle infrastrutture portuali, ferroviarie e stradali di cui la città e il suo territorio si andavano dotando; lo sviluppo di un primo moderno apparato industriale favo­ riva l'afflusso di manodopera d'estrazione artigiana dalle Marche e dalla Ro­ magna 15, Particolare importanza è attribuita dalle fonti al regime preferenziale di cui continuò a godere, in forza delle convenzioni bilaterali via via stipulate, l'importazione in Austria dei vini italiani: nel 1900 erano stimate a mille le azien­ de di proprietà italiana che agivano a Trieste in questo settore, dedicandosi al commercio, alla lavorazione e alla distribuzione all'ingrosso e al minuto dei pro­ dotti vinicoli e offrendo lavoro a intere famiglie di immigrati pugliesi e siciliani 1 6 . L'elemento italiano risultava favorito nel collocamento sul mercato locale del lavoro perché, almeno inizialmente, si presentava meno organizzato ed agguer­ rito rispetto alla manodopera nazionale; giocavano a suo favore, inoltre, la conoscenza della lingua del paese e l'affinità culturale, fattori questi che con­ sentivano il collocamento anche di personale italiano maggiormente qualifica­ to: operai specializzati, tecnici, contabili, agenti di commercio. Per le posizioni di media qualificazione, ampia era l'offerta da parte delle aziende e degli enti controllati dal municipio, che gestiva, oltre ai servizi urbani, un'articolata strutc tura di istituzioni sanitarie e scolastiche. L'inevitabile concorrenza tra i lavora­ tori immigrati dall'Italia e la manodopera nazionale, formata anch'essa per lo più da immigrati, originari dell'entroterra prossimo alla città, portò a situazioni di attrito e ad alcuni episodi di protesta pubblica 17 , che assunsero immediata­ mente la connotazione del contrasto etnico 1 8 .

1 1 Sulle relazioni economiche itala-austriache dalla costituzione dello Stato unitario alla prima guerra mondiale, si veda U. CoVA, 6sterreich (-Ungarn) und Italien, in Die Habsburgermonarchie 1848-1918, VI, Die Habsburgermonarchie im System der internationalen Beziehungen, 2, Wien 1989, pp. 630-686. Sulla società triestina del tempo, si veda la panoramica tracciata da E. APIH, La storia politica e sociale, in lo., Trieste, Roma-Bari 1988, pp. 3-205. Sulle diverse componenti di quella società, fondamentali i lavori di G. PIEMONTESE, Il movimento operaio a Trieste. Dalle origini all'avvento del fascismo, Roma 1974, M. CATTARUZZA, La formazione. . cit. e A. MILLO, I:élite del potere a Trieste. Una biografia collettiva 1891-1938, Milano 1989. 13 AST, Luogotenenza de/ litorale, Atti presidia/i riservati, b. 5, f. 3 1 , n. 17/1905; la citazione è tradotta dall'originale tedesco. 14 Cfr. ITALIA, CoMMISSARIATO DELL'EMIGRAZIONE, Emigrazione e colonie. Raccolta di rapporti dei rr. agenti diplomatici e consolari, l, parte Il, Roma 1903, pp. 101-104 (rapporto di G. Zannoni, reggente la cancelleria dell'ambasciata italiana in Vienna).

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15 Cfr. ITALIA, MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Emigrazione e colonie. Rapporti di rr. agenti diplomatici e consolari, Roma 1893 , pp. 83-85 (rapporto di G. Malmusi, console generale in Trieste); ITALIA, COMMISSARIATO DELL'EMIGRAZIONE, Emigrazione. . cit., pp. 105 - 1 1 1 (rapporto di B. Lambertenghi, console generale in Trieste); M. CATTARUZZA, I:emigrazione . . . cit. 16 Cfr. li documento citato sopra, a nota 13; inoltre: ITALIA, COMMISSARIATO DELL'EMIGRA­ ZIONE, Emigrazione... cit. (rapporto Lambertenghi) . Sulla clausola doganale che favoriva le impor­ tazioni di vino dall'Italia (Weinklause[), si veda U. CoVA, 6sterreich (-Ungarn) . . . cit., pp. 67 1-675. 17 Cfr. G. PIEMONTESE, Il movimento . cit., pp. 98- 101; M. CATTARUZZA, 5/oveni e italiani a Trieste: la formazione dell'identità nazionale, in «Clio», XXV (1989), l, pp. 50-5 1 . 18 Nell'opinione del console Lambertenghi, il più temibile concorrente per l'operaio italiano a Trieste è «lo slavo», che «porta sovente nella lotta per il lavoro un antagonismo di razza che si .

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Nonostante le misure restrittive introdotte di quando in quando dalle auto­ rità austriache sotto la spinta di simili tensioni, l'afflusso di emigranti italiani non aveva sosta, favorito anche - come di consueto - dai meccanismi di solida­ rietà che si andavano instaurando all'interno della comunità immigrata: si coa­ gulavano nuclei di compaesani e corregionali, si praticavano forme di assisten­ za, si procurava lavoro a familiari, parenti e conoscenti fino allora rimasti in patria. I matrimoni endogamici rinsaldavano, anche a distanza di generazioni, il legame con la terra d'origine. La coesione interna al gruppo non era però d'impedimento all'integrazione nella comunità locale, che procedeva anzi rapidamente e si manifestava nella promozione sociale, secondo uno schema evolutivo comune a tante realtà dell'e­ migrazione italiana. Vi sono immigrati che accedono a impieghi direttivi nelle banche e nelle società, che fondano o rilevano aziende commerciali e industriali, che giungono - in qualche caso - a fare il loro ingresso nel mondo della finanza. Imprenditori e finanzieri italiani operanti a Trieste svolgono un interessante ruolo di mediazione nei confronti di quegli ambienti del regno che miravano ad una penetrazione degli interessi economici italiani nell'Europa centro-orientale e nel Levante 19 . Un sintomo di integrazione è anche la crescente partecipazione degli immigrati alle manifestazioni della vita sociale cittadina, talvolta anche sul piano politico 20, e, di converso, il contributo dei principali esponenti cittadini alle istituzioni associative - in particolare assistenziali - create dalla comunità; così le manifestazioni promosse dalla comunità a celebrazione delle festività nazionali italiane e degli eventi, felici o luttuosi, che coinvolgono la madrepatria, diventano occasioni abituali di socialità per l'intera cittadinanza. I meccanismi dell'integrazione agiscono a ritmo accelerato anche per la con­ dizione singolare in cui vivono gli immigrati italiani a Trieste: condizione di stra� nieri, certamente, ma inseriti in una comunità locale che è essa stessa fondamen­ talmente italiana, e non perde occasione per proclamarsi tale. In una città che

già di per sé era teatro di tensioni nazionali, doveva essere fonte di preoccupa­ zione per le autorità austriache una presenza cosl massiccia di sudditi di quel regno che si era costituito in contrapposizione all'Austria, ma col quale - d'altra parte - i rapporti ufficiali erano da tempo ottimi. Connotati ambigui aveva la situazione anche per le autorità italiane, che a proposito dei concittadini resi­ denti a Trieste non parlavano volentieri di ''colonia italiana" o di "italiani all'e­ stero" 2 1 , Per indicare questi residenti stranieri la burocrazia locale impiegava, nella documentazione in lingua italiana, un termine speciale: regnicoli, cioè sud­ diti del regno per antonomasia, in questo caso il vicino regno d'Italia 22; il termi­ ne ufficiale tedesco era Reichsitaliener, con cui li si distingueva dagli italiani appartenenti all'impero; una terminologia corrispondente, ma caricata di con­ notazioni lievemente spregiative, era presente anche nel lessico dialettale 23 . Per indagare approfonditamente sulla presenza, sulle condizioni di lavoro e di esistenza, sul ruolo sociale dei cittadini italiani insediatisi a Trieste fino allo scoppio della prima guerra mondiale, ci si dovrà avvalere di una tipologia di fonti del tutto anomala nel panorama dei materiali per la storia dell' emigrazio­ ne italiana conservati nei nostri archivi, in altre parole di documentazione ana­ loga a quella che sul tema si è soliti reperire all'estero, nei paesi - appunto - di destinazione e di accoglienza delle correnti migratorie. I fondi archivistici cui va fatto soprattutto riferimento sono infatti quelli degli organi amministrativi locali che avevano tra i loro compiti quello di vigilare sul movimento degli stra­ nieri, nell'interesse dell'ordine pubblico e della sicurezza dello Stato 24, Trattando delle fonti documentarie esistenti in sede locale, va osservato pre­ liminarmente che molto del materiale che sarebbe suscettibile di un'utilizzazio­ ne immediata non è più disponibile. Sono andati perduti, ad esempio, gli archi­ vi dei posti di frontiera terrestri e marittimi attraverso i quali si svolgeva il tran­ sito degli emigranti 25 e gli archivi del Capitanato di porto e dell'Ufficio di

manifesta non di rado con aggressioni e violenze» (rapporto citato). Un possibile a�uto conflitto tra gli oltre 20.000 "proletari" immigrati a Trieste dall'Italia ed il proletariato sloveno veniva adombrato dal socialista triestino A. VIVANTE, Irredentismo adriatico, Trieste 1984 4, p. 199; prima edizione: Firenze 1912. 1 9 Emblematiche le figure di Rosario Currò, Enrico Paolo Salem, Salvatore Segrè, sui quali si veda A. MILLO, I:élite del potere. cit., pp. 35, 120. Sulla stratifìcazione sociale riscontrabile all'in' terno della comunità degli immigrati italiani si diffondono i rapporti, già citati, dei consoli Malmusi e Lambertenghi. 20 Cfr. G. PIEMONTESE, Il movimento cit., p. 25 1 : numerosi furono i cittadini italiani attivi nel movimento sindacale e nel partito socialista; a partire dal 1902 l'organo di stampa dei socialisti

21 «Siamo tutti italiani in terra italiana» sottolinea il console generale N. Squitti in una relazio­ ne diretta al Ministero degli esteri nel 1907: cfr. A. MILLO, I:élite del potere cit., p. 1 3 1 . 22 Cfr. S. BATTAGLIA, Grande dizionario della lingua italiana, XV, Torino 1990, pp. 727-728: nell'uso letterario italiano, il termine servì a designare per secoli gli abitanti del regno di Napoli. 23 Cfr. M. DORIA, Grande dizionario del dialetto triestino, Trieste 1987, p. 465 (voce: pigna 2), 24 Sull'organizzazione amministrativa della provincia austriaca del Litorale, della quale Trieste era il capoluogo, si veda U. COVA, Note per una storia delle istituzioni amministrative nella regione Friuli-Venezia Giulia, Udine 1983. Ricca di informazioni sulle istituzioni locali è la voce Archivio di Stato di Trieste compresa nel N volume della Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani, Roma 1994, pp. 755-7 98. 25 Una limitata documentazione sul transito attraverso i vicini valichi ferroviari di Cormons e

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triestini fu sempre diretto da cittadini del regno.

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sanità marittima di Trieste, che dovevano comprendere con regolarità le liste delle navi in arrivo, con indicazioni più o meno analitiche sui passeggeri sbar­ cati 26 . Nei giorni immediatamente precedenti l'armistizio di Villa Giusti andò disperso l'archivio generale della locale Direzione di polizia, in cui era compre­ sa l'intera documentazione prodotta nell'esercizio delle competenze di polizia amministrativa, tra le quali rientravano appunto la sorveglianza sull'ingresso e sul soggiorno degli stranieri, con il rilascio delle relative autorizzazioni, il con­ trollo degli esercizi alberghieri e degli affittacamere, la concessione delle licen­ ze di pubblica sicurezza. Dello stesso fondo della Direzione di pollda si conserva invece, in buono stato d'integrità, la serie degli Atti riservati ( 1814- 1 918) 27. Vi si trovano trattate con una certa frequenza le questioni generali collegate al crescente afflusso degli immigrati italiani 28, come pure diverse questioni specifiche: ad esempio, la presenza di personale italiano in enti pubblici o in aziende d'importanza stra­ tegica 29, le manifestazioni e gli incidenti provocati dalla concorrenza con la ma­ nodopera locale, i provvedimenti di sospensione dal lavoro a danno degli im­ migrati 30; ampiamente documentata nella stessa serie è l'attività della Società italiana di beneficenza, la più importante delle istituzioni formatesi all'interno della comunità 31, Si conservano solo in parte le rubriche alfabetiche che consen­ tono la ricerca degli atti sulla base di chiavi d'accesso onomastiche e tematiche. Mentre la competenza territoriale della Direzione di polizia era limitata alla città, si estendeva all'intera provincia l'attività dell'imperial regia Luogote­ nenza, massimo organo del potere esecutivo nel Litorale Austriaco, che su di un piano generale sovrintendeva al funzionamento delle pubbliche amministra­ zioni della provincia, oltre ad esercitare funzioni specifiche in determinati set­ tori. L'archivio della Luogotenenza del litorale (1850-1918) si articola nelle due serie principali degli Atti presidiati e degli Atti generali. Nell'ambito della prima, formata dalla documentazione facente capo direttamente al luogotenen-

te della provincia - una sorta di archivio di gabinetto, - hanno soprattutto rilie­ vo, nell'ordinamento di competenza vigente fino al 1905, gli atti di segnatura 1/1 6/9, che interessano la sorveglianza sugli stranieri, nello schema adottato suc cessivamente quelli di segnatura 10b ( '' Divieti e permessi di dimora" ) . Titolari via via diversi per fasi successive di attività furono adottati anche nel­ l'organizzazione degli Atti generali della Luogotenenza: per gli anni dal 1886 al 1906 va citato soprattutto il fascicolo 3 8/7 "Permessi di immigrazione" , cui subentra nel periodo successivo il più ampio fascicolo 260d "Immigrazione ed emigrazione", facente capo al dipartimento VIII. A partire dal 1 906 la Luogotenenza fu affiancata da un organo nuovo, il Consiglierato di luogotenenza, istituito per assolvere ad alcune funzioni di per­ tinenza statale il cui svolgimento era stato delegato in precedenza al municipio di Trieste. L'attività del Consiglierato interessa esclusivamente la città e si situa proprio nella fase in cui l'immigrazione verso Trieste raggiunge il massimo del­ l'intensità. Le serie documentarie del Consiglierato di luogotenenza ( 1906191 8) che comprendono materiale utile per il nostro tema sono quella relativa all'ordine pubblico (contrassegno Terr. ) e quella relativa all'autorizzazione ed al controllo delle attività economiche (contrassegno Gew. ); la seconda com­ prende i "Ruoli industriali" , registri costituenti una sorta di matricola generale degli operatori economici attivi in città. I fondi della Luogotenenza del Lito­ rale e del Consiglierato di luogotenenza sono serviti da rubriche. Ma oltre a questi, che sono i principali, si può dire che tutti gli archivi che costituiscono il lascito documentario dell'amministrazione austriaca a Trieste, anche quando non comprendono serie o fascicoli espressamente dedicati al nostro argomento, contengano per lo meno elementi diffusi sulle persone dei residenti italiani, sui loro beni, sulle loro attività economiche ed associative. Questo vale certamente per i fondi giudiziari 32, nell'ambito dei quali acquista particolare rilievo ai nostri fini la documentazione dei procedimenti di succes­ sione ("Ventilazioni ereditarie") e di tutela, raccolta a formare delle serie orga­ niche, ricchissime di indicazioni sulle vicende personali e familiari, sulle strut­ ture di parentela, sullo stato dei patrimoni. Sempre per ricerche rivolte ad ap­ profondire gli aspetti patrimoniali, si potrà ricorrere all'archivio dell' Ufficio di commisurazione delle tasse ( 1 852-1923) e a quello dell' Ufficio tavolare ( 1773 1945), organo tipico dell'ordinamento austriaco istituito allo scopo di registra­ re, con efficacia costitutiva, ogni modificazione nello stato dei diritti reali

di Cervignano si trova nella serie Atti riservati del fondo (AST) della Direzione di polizia; si veda, , no, a d esempio, l e bb. 212, 213, 230, 234. Documentazione simile è presente, ma in forma del tutto sporadica, nel fondo (AST) deL Governo centrale marittimo. 27 I fondi e le serie archivistiche di cui si fa menzione sono da intendersi, salvo indicazioni contrarie, come conservati all'Archivio di Stato di Trieste e dotati di propri inventari. In particolare, b. 159, n. 3061/1904. Ad esempio: b. 166, n. 7 1 12/1904; b. 349, nn. 821/1906, 1400/1908, 1683/1910. 30 In particolare, b. 253, passim (anni 1903-1905); b . 370, nn. 1735 e 1741/1913. 3 1 In particolare, l'intera b . 267 (anni 1868-1915).

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32 Da considerare soprattutto il Tribunale provinciale (1850-1923), il Tribunale commerciale e marittimo (1781-192 3) e il Giudizio distrettual ( 1 898-1929) . e


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facenti capo a immobili 33. Una ricerca ad ampio spettro non potrà mancare di utilizzare pure l'Archivio notarile (163 8- 1 927), nelle due serie dei Rogiti notari­ li e dei Testamenti, ed il fondo antico della Camera di commercio ( 1852-1918). Tra le fonti archivistiche pubbliche esistenti in sede locale ma non conserva­ te dall'Archivio di Stato, è doveroso ricordare l'Archivio storico del comune di Trieste, con copiosa documentazione comprendente, tra l'altro, i materiali del­ l' anagrafe cittadina, organizzata a partire dal 1 857, e le schede dei censimenti austriaci 34. È bene ricordare che nel sistema austriaco le funzioni di stato civile non furono mai affidate alle amministrazioni municipali, ma di regola furono svolte, sotto il controllo statale, dalle parrocchie e, per i non cattolici, dalle rispettive comunità religiose. Se è da considerare eccezionale la presenza negli archivi di Stato di nuclei documentari provenienti da autorità consolari estere, con tutta probabilità unico è il caso dell'Archivio di Stato di Trieste, che conserva gli atti del locale consolato d'Italia. Il fondo del Consolato generale d'Italia (già Consolato sar­ do) comprende documentazione dalla Restaurazione al 1 9 1 5 . L'importan­ za che il fondo nel suo complesso riveste per la conoscenza delle vicende del­ l'emigrazione italiana in Austria, e verso Trieste in particolare, risulta eviden­ te se si considera che compito istituzionale dell'autorità consolare era pro­ prio la tutela degli interessi dei cittadini italiani residenti o comunque di­ moranti nella città; il materiale del consolato permette dunque di completare il quadro della documentazione disponibile in sede locale, che altrimenti sarebbe costituita esclusivamente da fonti prodotte dall'amministrazione austriaca. Nei confronti dei sudditi italiani residenti nel distretto consolare, corrispon­ dente alla provincia del Litorale Austriaco, il consolato 35 fungeva da ufficio di stato civile, da anagrafe e da ufficio di leva; a ciascuno di questi servizi fanno

capo all'interno del fondo serie speciali di atti e di registri 3 6 , che forniscono il quadro generale di riferimento indispensabile per gli eventuali approfondi­ . menti rivolti ad aspetti particolari della questione. Va ricordata poi l'esistenza nel fondo di ampia documentazione sul rilascio dei passaporti, sull'assistenza ai cittadini italiani malati o indigenti 37, sulle fun­ zioni notarili di registrazione e legalizzazione degli atti, sull'attività svolta dal consolato quale organo ausiliario della magistratura del regno, soprattutto nelle procedure di successione, di tutela, di deposito giudiziale. I numerosissi­ mi atti che costituiscono la corrispondenza tra il consolato e i suoi amministrati formano la serie della Documentazione sui sudditi italiani 38, servita da un pro­ prio schedario onomastico. Buste specifiche sono dedicate ai rapporti con le altre istituzioni della comunità italiana 39. Le notizie ricavate dalle fonti esistenti in sede locale andrebbero natural­ mente messe a confronto e coordinate con quelle che si possono trarre dalla documentazione propria dei territori di provenienza degli immigrati, certa­ mente significativa, anche se dispersa e quindi di difficile reperimento, e da quella delle amministrazioni centrali italiane ed austriache, in particolare per i settori degli interni, degli esteri e dell'economia. Lo sviluppo della comunità degli immigrati italiani a Trieste fu interrotto da un evento traumatico: l'entrata in guerra dell'Italia nel maggio del 1 9 1 5 . I regnicoli furono considerati d'un tratto rappresentanti di una potenza nemica e come tali si trovarono esposti alla consueta serie di provvedimenti discrimina­ tori ed ostili da parte delle autorità del paese. Nonostante i decenni di assimila­ zione e l'elevato grado di integrazione raggiunto nella società locale, il carattere distinto della comunità tornò alla luce con evidenza in quest'occasione. Il mag­ gio del 1915 segnò l'epilogo tragico - per coloro che ne furono coinvolti ma

3 3 Parte dell'archivio storico dell'Ufficio tavolare si trova tuttora presso il Servizio regionale del libro fondiario. 34 Censimenti della popolazione vennero effettuati in Austria nel 1857, nel 1869 e quindi, a partire dal 1880, con cadenza decennale. Le rilevazioni furono estese agli stranieri presenti sul ter­ ritorio austriaco con il 1869: cfr. A. FRùHBAUER, Cenni sommari... cit., p. 73. n formulario più recente ( 1910) destinato alla rilevazione dei cittadini stranieri si trova riprodotto in AusTRIA; STATISTISCHE ZENTRALKOMMISSION, Die Ergebnisse. . . cit., p. 5 . 35 Qualche notizia sull'attività del consolato e sulla "piccola città regnicola" che ai primi del Novecento gravitava intorno ad esso si trova nel volume delle memorie del console C. GALLI, Diarii e lettere. Tripoli 1911. Trieste 1918, Firenze 195 1 . Brevi relazioni edite sulla colonia italiana di Trieste sono quelle, più volte citate, dei consoli Lambertenghi e Malmusi.

36 Bb. 305-321, 347-358, 379-399 (stato civile); bb. 245 e 808-812 (anagrafe); bb. 503-549 e 916-954 (leva). 37 Bb. 419-434 e 819-842 (passaporti); bb. 400-418 (assistenza). Bb. 850-915. 39 Si tratta innanzitutto della Società italiana di beneficenza, la più importante ed antica, fonda­ ta nel 1868 (bb. 180 e 567), sulla quale si veda pure A. MILLO , I}élite del potere... cit., pp. 2 17-2 18. Vi erano inoltre la Società per fondo pensioni e per invalidità fra cittadini del regno d'Italia resi­ denti in Trieste, fondata nel 1900, e la Società di soccorso Cellina, fondata nel 1906 da immigrati originari tutti della piccola località friulana di Malnisio, oggi in provincia di Pordenone, ma ben presto cresciuta tanto da essere accostata, per numero di soci e di manifestazioni, alla stessa Società italiana di beneficenza (b. 172).

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anche per la città nel suo complesso 4° - di quella vicenda che si è cercato di delineare. Fin dai primi mesi dell'anno, in previsione d'un probabile intervento italiano a fianco dell'Intesa, le autorità austriache predisposero varie misure che si sarebbe­ ro dovute attuare al momento dello scoppio delle ostilità. La situazione eccezio­ nale portò alla produzione di una notevole mole di documentazione riservata: liste dei regnicoli, informazioni sulle loro proprietà immobiliari, sulle loro azien­ de, sui loro movimenti e comportamenti, su eventuali attività ostili. n materiale, conservato quasi integralmente nell'ambito del fondo della Luogotenenza del Litorale 41 e della serie Atti riservati della Direzione di polizia 42, viene a formare uno spaccato vivissimo delle condizioni della comunità dei cittadini italiani resi­ denti a Trieste nel momento in cui essa ha raggiunto la sua massima espansione. Con la dichiarazione di guerra, entrarono in vigore i provvedimenti previsti: cessò l'attività del consolato d'Italia, nel giro di pochi giorni gran parte dei residenti italiani fu espulsa attraverso il territorio svizzero, mentre i rimanenti furono internati; si annullarono tutte le licenze e le autorizzazioni di cui i citta­ dini italiani erano titolari; i beni di loro proprietà situati in territorio austriaco furono confiscati, le aziende furono sottoposte ad amministrazione controllata; nei casi in cui si potevano sospettare delle attività ostili verso lo Stato, si avvia­ rono dei procedimenti penali che, in base alla legislazione eccezionale allora vi­ gente, erano demandati alla magistratura militare. Traccia evidente di queste situazioni si conserva tra gli Atti riserva# della Direzione di polizia 43 , tra gli Atti presidialt' 44 e gli Atti presidiati riservati della Luogotenenza e nell'ambito dei fascicoli dei Tribunalt' militari austriaci (1915-1918). Attraverso una docu­ mentazione compatta e circostanziata, costituita da rapporti ufficiali, indagini fiscali, scritti confidenziali, testimonianze raccolte, corrispondenza e materiale vario sequestrato nelle abitazioni, emergono, oltre alle vicende personali, la composizione delle famiglie, il loro spessore economico, i legami stretti con l'ambiente locale, le solidarietà e le ostilità destate nella cittadinanza 45.

Terminata la guerra, mentre l'afflusso di nuovi residenti dalla penisola ri­ prendeva, ma in forma diversa - quale migrazione interna - e con dimensioni ormai modeste, si registra il rientro a Trieste della maggior parte di coloro che nel 1915 erano stati espulsi o internati, o si erano rifugiati preventivamente in Italia. Gli antichi regnicoli, tornati in possesso dei beni e delle attività che erano stati costretti ad abbandonare 46, grazie all'ottima conoscenza delle con­ dizioni locali fornirono un apporto essenziale alla formazione del nuovo appa­ rato amministrativo 47 e contribuirono efficacemente all'integrazione di Trieste nel tessuto economico nazionale 48 . In una prospettiva più ampia, si può affermare che il perdurare di questa presenza abbia avuto un'influenza non secondaria nel determinare la crescita di quell'ambiente triestino che fu in grado di recepire tanti dei fermenti cultu­ rali maturati nell'Europa danubiana e di farsene mediatore nei confronti del­ l'intera cultura italiana.

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40 Sulle condizioni di Trieste durante la prima guerra mondiale, si veda L. FABI, Una città a! fronte. Trieste 1914-1918, in «Qualestoria», XI ( 1 983 ), 3 , pp. 3-44. 4 1 Vanno considerate le serie Atti presidiati ed Atti presidia/i riservati (b. 8, f. 53). 42 B. 387; inoltre la busta "Liste regnicoli" (ad n. 3468/1915). 43 Ancora b. 387; inoltre la busta "Internamento". 44 Soprattutto per i documenti di segnatura "I" (stato di guerra, anni 1916-1918). 45 Cfr. P. DoRSI, La giustizia militare austriaca nella prima guerra mondiale e i fondi de!!'Ar­ chivio di Stato di Trieste, in «Rassegna degli Archivi di Stato», LI ( 1991), pp. 326-34 1. Per questa fase non è difficile ottenere, ancor oggi, testimonianze dirette di contemporanei.

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46 Si citano, a tal proposito, i numerosissimi fascicoli relativi ai regnicoli compresi nella serie Danni di guerra 1915-1918 dell'Intendenza di fmanza di Trieste (1918-1957); la serie non è dotata di inventario.

47 Sulla transizione dall'ordinamento austriaco a quello italiano nelle "terre redente", si veda E.

CAPuzzo, Dal nesso asburgico atta sovranità italiana. Legislazione e amministrazione a Trento e a

Trieste (1918-1928), Milano 1992. Sulla "nazionalizzazione" dell'economia triestina nel primo dopoguerra, si v. G. SAPELLI, Trieste italiana. Mito e destino economico, Milano 1990, pp. 24-90.

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r;emigrazione italiana

KLAUS JAITNER - ANDREA BECHERUCCI Uemigrazione italiana in Europa nel secondo dopoguerra

L'emigrazione italiana dopo il 1 945 dal punto di vista europeo rappresenta soltanto un capitolo parziale, seppure molto importante, del diritto europeo degli stranieri e, nello stesso tempo, un problema particolare della libera circo­ lazione della forza lavoro in Europa. Lo sviluppo giuridico, soprattutto nel­ l'ambito della Comunità europea, è uno dei presupposti fondamentali per le modifiche tipologicamente e qualitativamente rilevanti del movimento migrato­ rio italiano agli inizi degli anni Cinquanta. Con ciò occorre sottolineare imme­ diatamente che le domande poste dalla ricerca storica alle fonti archivistiche delle istituzioni europee non possono limitarsi al fenomeno italiano dell'emi­ grazione; esse si devono invece estendere al contesto europeo, per cui queste fonti non devono essere assolutamente considerate soltanto come fonti com­ plementari di quelle nazionali ma come fonti di più ampio respiro. Il Consiglio d'Europa, l'Organizzazione per la collaborazione economica e lo sviluppo (OEEC/OECD), l'Unione europea occidentale (UEO), l'Associazione europea di libero scambio (EFTA), la BENELUXUNION ed il Consiglio del nord degli Stati scandinavi, appartengono alla categoria delle organizzazioni europee di diritto internazionale, il cui obiettivo è l'abolizione istituzionalizzata delle discriminazioni nei confronti degli stranieri, soprattutto in ambito lavorativo. Se si prescinde dagli sforzi meno significativi o di minor portata per la liberaliz­ zazione del contenuto giuridico riguardante gli stranieri portati avanti dall'OEEC, dall'UEO e dall'EFTA, le altre organizzazioni hanno ampiamente eliminato la discriminazione nei confronti degli stranieri. Nell'ambito del Consiglio d'Europa occorre ricordare a questo proposito soprattutto la Con­ venzione per la tutela dei diritti umani e le libertà fondamentali del 4 novem· bre 1950, dell'Accordo europeo sul domicilio del 13 dicembre 1 957 e la Carta sociale europea del 18 ottobre 196 1 . Con l a fondazione delle Comunità s i assiste in Europa a d una progressiva

in Europa nel secondo dopoguerra

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attenuazione delle discriminazioni nei confronti degli stranieri. Essa riguarda l'estensione dell'uguaglianza di trattamento allo straniero, ma soprattutto il suo status giuridico che si differenzia in maniera fondamentale da quello ottenibile servendosi della politica di liberalizzazione propria del diritto internazionale. Questa politica è caratterizzzata dal fatto che gli Stati, sia con accordi, sia attraverso le decisioni degli organi delle organizzazioni internazionali, vengono obbligati ad abolire le discriminazioni esistenti nei confronti degli stranieri. Le Comunità europee sottopongono, invece, lo straniero ad un ordinamento giuri­ dico che motiva e garantisce la sua equiparazione non in virtù del diritto nazio­ nale, creato per ottemperare a degli impegni di diritto internazionale, ma in virtù della propria validità direttamente vincolante anche per gli organi legisla­ tivi, amministrativi e giurisdizionali nazionali. Ciò vale in ogni caso per quelle situazioni giuridiche regolate dalle decisioni della Comunità Europea per il carbone e per l'acciaio (CECA), e dalle ordinanze della Comunità economica europea (CEE) e della Comunità per l'energia atomica (EURATOM). Lo stesso vale per i divieti di discriminazione contrattuale che hanno effica­ cia immediata in ogni Stato membro, come anche le decisioni generali ed i decreti. Anche le norme nazionali di attuazione, emesse in base a direttive della CECA, CEE o EURATOM sono garantite nei confronti di modifiche autono­ me da parte degli Stati firmatari dei trattati, non potendo questi intervenire a modificare in alcun modo il livello raggiunto dalla legislazione per ciò che con­ cerne l'estensione dell'eguaglianza di diritti agli stranieri. Possiamo anche dire che una infrazione nei confronti dell'estensione dell'e­ guaglianza dei diritti concessi agli stranieri derivante da una modifica unilatera­ le delle norme di diritto comunitario o di diritto nazionale che dal primo discendono, ha per conseguenza immediata la nullità dal punto di vista giuridi­ co della norma modificata. La nullità della legislazione nazionale contraria all'eguaglianza di diritti concessi agli stranieri viene riaffermata processualmen­ te con il procedimento per violazione del trattato intentato dalla Commissione delle comunità europee o da un altro Stato membro facendo intervenire la Corte di giustizia delle Comunità europee a Lussemburgo. È di fondamentale importanza perché anche il singolo cittadino dell'Unione Europea possa adire direttamente la Corte di giustizia di Lussemburgo per rivendicare i propri diritti. Soltanto i trattati istitutivi delle Comunità Europee, cioè il trattato di Parigi del 195 1 ed i trattati di Roma del 1957, hanno perciò spezzato giuridicamente Pimpermeabilità degli Stati membri con i loro divieti di discriminare gli appar­ tenenti agli altri Stati membri per motivi di cittadinanza, agendo direttamente nell'ambito nazionale di ognuno dei singoli Stati. A dire il vero l'estensione •


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Klaus Jaitner - Andrea Becherucci

r:emigrazione italiana in Europa nel secondo dopoguerra

dell'eguaglianza di trattamento è subordinata anche nel quadro dei trattati comunitari all'obiettivo dell'integrazione economica messo in moto da essi. Il diritto di libera circolazione viene garantito ai lavoratori dagli articoli 69 del trattato CECA, 48 del trattato CEE e 96 del trattato EURATOM. Il sistema dei regolamenti contrattuali e delle norme emanate per la loro attuazione è in gran parte uguale per le tre Comunità o presenta comunque grandi analogie. L'articolo 48 CEE contiene essenzialmente sei elementi. Quattro di essi costi­ tuiscono il diritto alla libera circolazione, cioè il diritto al libero accesso al mer­ cato del lavoro in un altro Stato membro, il diritto all'equiparazione nell'eserci­ zio delle proprie prestazioni professionali, la garanzia della sicurezza sociale ed il diritto all'entrata ed alla permanenza. Gli altri due elementi sono delle misu­ re che devono garantire de facto la tutela del diritto alla libera circolazione. Quest'ultima è costituita da un lato dalla politica comune del mercato del lavo­ ro che garantisce la stretta collaborazione delle amministrazioni del lavoro dei singoli Stati e dall'altro dalla promozione dello scambio di forza lavoro giova­ ne. Un ordinamento della Commissione CEE sulla libera circolazione dei lavo­ ratori all'interno delle Comunità del 15 ottobre 1968 è determinante per l'ac­ cesso al mercato del lavoro e per l'equiparazione nell'esercizio della propria attività lavorativa. Il trattato CEE definisce il diritto al libero accesso al mercato del lavoro come «diritto di rispondere ad offerte di lavoro effettive» (art. 48, cap. 3a). Così viene soprattutto escluso un trattamento diverso o una discriminazione nei confronti dei cittadini degli altri Stati membri: fra datori di lavoro e lavo­ ratori esiste una libertà contrattuale per contratti di lavoro non discriminanti. Secondo i trattati delle Comunità Europee la libera circolazione include l'eli­ minazione di ogni trattamento differenziato basato sulla nazionalità dei lavo­ ratori degli Stati membri riguardo all'occupazione, alla retribuzione ed alle altre condizioni di lavoro. Inoltre fa parte dei presupposti indiretti dell'eserci­ zio della propria attività lavorativa all'estero il fatto che il cittadino del­ l'Unione Europea non debba per questo motivo essere danneggiato nei propri diritti per ciò che riguarda le prestazioni previdenziali che gli spettano. Perciò l'articolo 5 1 del trattato CEE prevede un sistema di sicurezza sociale che suc­ cessivamente si è evoluto in una politica sociale comunitaria molto più ampia ed articolata. Così, il 22 gennaio 1 97 4 il Consiglio europeo ha varato un pro­ gramma sociale d'azione con l'obiettivo della piena occupazione, di migliori condizioni di vita e di lavoro e di una partecipazione dei partners sociali alle decisioni politico-economiche e sociali delle Comunità. Significativo è soprat­ tutto il fatto che il programma sociale di azione consideri la situazione del lavoro migratorio. Si tratta in particolare di lavoratori stranieri provenienti da

paesi terzi per i quali era previsto un sostegno sociale per esempio nell'ambito dell' edilizia abitativa, settore nel quale la CECA è stata attiva fin dal 1 95 3 , favo rendo la costruzione di abitazioni per i lavoratori dell'industria dell'ac­ ciaio e del carbone, in particolare in Lorena, nel bacino di Liegi, nella Saar e nella Ruhr. In questo contesto furono beneficiati anche larghi settori di mano­ dopera italiana. Il diritto di fissare il proprio domicilio, regolato dagli articoli 52-58 del trat­ tato CEE, si riferisce a tutte le forme di attività commerciale o professionale di lavoro non dipendente. Il trattato conferisce il diritto di stabilire il proprio domicilio (art. 58) anche alle società. La libertà di fissare il proprio domicilio comprende quattro elementi fondamentali: il diritto di fissare il proprio domi­ cilio in un altro Stato membro, il diritto di equiparazione nell'esercizio dell'at­ tività lavorativa, l'equiparazione dei presupposti professionali soggettivi ed il diritto di entrata e di soggiorno. Il diritto di libera circolazione ed il diritto di fissare il proprio domicilio non coprono tutte le possibili modalità di esercizio di un'attività economicamente rilevante all'interno dei confini di un altro Stato membro. La libertà di circola­ zione e quella di fissare il proprio domicilio riguardano solo quei cittadini delle Comunità che svolgono un'attività professionale continuativa in un altro Stato membro. La condizione giuridica del cittadino comunitario che esercita un'at­ tività lavorativa per un periodo limitato di tempo viene regolata in un capitolo speciale del trattato CEE. I documenti delle istituzioni delle Comunità Europee conservati attualmente presso gli Archivi storici delle Comunità Europee di Firenze per il periodo dal 1952 al 1962 hanno avuto origine in questo contesto di diritto contrattuale. L'emigrazione italiana non si trova al centro, ma è un aspetto particolarmen­ te importante della politica comunitaria in questo settore. In tutti i documenti provenienti dagli archivi delle istituzioni comunitarie, cioè del Parlamento, del Consiglio dei ministri, dell'Alta autorità CECA, delle Commissioni CEE ed EURATOM, del Comitato consultivo CECA, del Comitato economico e socia­ le e della Corte dei conti, si trovano documenti che trattano tali questioni. Fanno parte di questi la serie di atti provenienti dall'Alta autorità concernenti la costruzione di alloggi per i lavoratori attraverso l'intervento dell'Alta auto­ rità. Si tratta in grande prevalenza di dossiers contenenti spesso statistiche det­ tagliate e comparative, promemoria, relazioni d'inchiesta, interventi e discorsi che si riferiscono a casi concreti o problemi giuridici, in questo secondo caso con un grado di astrazione relativamente alto. Oltre a questi documenti rintracciabili nei versamenti delle istituzioni comu­ nitarie è possibile reperire materiale archivistico concernente le fonti storiche,

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Klaus Jaitner - Andrea Becherucci

economiche e giuridiche per l'emigrazione in alcuni dei fondi privati conservati anch'essi presso gli Archivi storici delle Comunità Europee di Firenze. Particolarmente interessanti sono i fondi dell'OECE, le carte private di Pierre Uri, coautore del rapporto Spaak, i documenti del gruppo socialista del PE e quelle di Paolo Maria Falcone, ex-funzionario delle Comunità ed ex-sin­ dacalista.

MARCELLA LEGA

Per un approccio metodologico di ricerca nel data base delfiNPS

Quando si parla degli archivi dell'INPS non sempre si ha presente la loro dimensione: i suoi flussi informativi, infatti, sono da grande impresa industriale in quanto l'Istituto, che si presenta oggi agli utenti come moderna azienda di servizi, amministra una popolazione di 42 milioni tra contribuenti, lavoratori e pensionati, così distribuiti: - lavoratori dipendenti - lavoratori autonomi - prosecutori volontari - lavoratori domestici

milioni 4 ,9 milioni 3 ,2 milioni 1 ,4 milioni 2 1 ,5 milioni 12

totale

- aziende - datori di lavoro domestico - liberi professionisti e non mutuati - posizioni pensionistiche totale generale circa

1 ,4 milioni 2 , 1 milioni

0,9 milioni milioni milioni l

16 42

Le informazioni riguardanti questa popolazione, raccolte ed elaborate con sistemi automatizzati, costituendo un complesso di dati di natura polivalente, suscettibile di diverse relazioni in base alle esigenze dei vari settori di attività dell'Istituto, sono diventate banche dati. Queste sono impostate su archivi stra­ tegici cioè su dinamiche che consentono di prevedere ed organizzare le risorse

1 G BILLIA, . Per lo sviluppo e la modernizzazione del Paese, in «Sistema previdenza», 1989, 92.


Marcella Lega

Per un approccio metodologico di ricerca nel data base dell'INPS

tecniche e umane per soddisfare le esigenze dell'azienda avvalendosi di tutte le potenzialità a disposizione. Hanno inoltre una caratteristica che le rende uni­ che nel loro genere: abbracciando l'intero universo dei soggetti economici, consentono un loro esame sia a livello analitico - lavoratore per lavoratore, azienda per azienda - che per aggregazioni diverse - settore merceologico, ter­ ritorio ... - e costituiscono un osservatorio privilegiato per lo studio di moltepli­ ci fenomeni quali la struttura dell'occupazione, quella del lavoro autonomo, la demografia delle imprese, la dinamica delle retribuzioni o la mobilità dei lavo­ ratori. Significativo è perciò il convegno che l'INPS ha tenuto nel giugno del 1989 sul tema: "Le banche dati dell'INPS come strumento per conoscere, program­ mare e decidere".

banche dati consentendo l'accesso dei ricercatori ai dati statistici ed ha costitui­ to un ufficio che svolge questo ruolo d'interfaccia con l'esterno. Appare eviden­ te l'interesse che questa iniziativa può suscitare nel mondo degli studiosi: l'origi­ nalità dei dati e la loro natura li rendono oggetto di possibili ricerche multidisci­ plinari i cui risultati fornirebbero un interessante contributo sul piano della conoscenza dei fenomeni non solo economici ma anche storici e sociologici. Compito del ricercatore sarà, ovviamente, quello di individuare tra le infor­ mazioni contenute nel data base, quelle che lui ritiene interessanti per la ricerca tenendo presente le norme sulla salvaguardia delle esigenze di riservatezza 3 per cui non gli sarà consentito l'accesso a dati che possano identificare il sog­ getto (nome, cognome, codice fiscale, indiri. ·zo ecc.). Mentre però alcuni stu­ diosi hanno una consolidata esperienza in materia di trattamento automatizza­ to dei dati, e saprebbero sicuramente cosa e come chiedere all'INPS, altri, potenzialmente interessati a questi archivi, non conoscono le informazioni in essi contenute, o il modo con cui chiederle, o ancora come, successivamente, organizzarle per una ricerca sistematica. Scopo quindi di queste brevi note è quello di consentire a questi ricercatori di muoversi con maggiore disinvoltura nella materia. S'immaginerà perciò che, dovendo compiere uno studio sull'emigrazione italiana in Europa, si voglia analizzare una popolazione specifica, e cioè quella degli italiani emigrati pen­ sionati dell'INPS: dovendo utilizzare come fonte un data base dell'Istituto si forniranno indicazioni su quali dati chiedere e come organizzare le informazio­ ni che verranno fornite. Il data base al quale si chiederà di accedere è l'archivio pensionati INPS chiamato in codice GAPE. Si tratta di un archivio che contiene dati pensioni­ stici riferiti sia all'INPS che ad altri enti erogatori italiani; di questi 15,9 milioni circa costituiscono le pensioni erogate dall'Istituto e 5 , l milioni le posizioni per prestazioni erogate dagli altri enti e memorizzate nel "Casellario generale dei pensionati" . Ogni posizione contiene una lunga serie di informazioni tra cui: - categoria della pensione " - sede - importo in pagamento - ufficio pagatore

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«L'interesse per un'analisi scientifica dei dati in possesso dell'Istituto è d a anni una caratteristica dell'azione dell'amministrazione. È proprio partendo dall'utilizzo delle nostre banche dati che siamo riusciti, in questi anni, a vincere la più importante batta­ glia per la sopravvivenz a ed il bilancio della previdenza pubblica.»

Così si era espresso Giacinto Militello, allora alla guida dell'INPS, 'nell'inter­ vento di apertura del congresso. «Sulla base di questa esperienza» proseguiva «abbiamo rafforzato il nostro convinci­ mento dell'utilità di aprire all'esterno le nostre banche dati, mettendo a disposizione del mondo della ricerca, e, più in generale di tutti gli interessati, dati amministrativi norma­ lizzati allo scopo di produrre dati statistici. n dato, di per sé, non ha infatti significato univoco: acquista significato solo all'interno di un modello e solo per comprendere il

fenomeno alla cui interpretazione mira il modello stesso. Ne consegue l'importanza di chiamare all'analisi ed all'interpretazione dei dati una platea di studiosi più vasta possibile, per evitare le deformazioni interessate, per la necessità di avere a disposizione diverse fonti informative da incrociare ( . . . ) L'idea che sta alla base di questo convegno non è quindi quella di un ruolo improprio dell'INPS, di concorrenza istituzionale con altri soggetti o di autosufficienza per quanto riguarda l'informazione sui fenomeni del lavoro. Al contrario, è quella di una proposta rivolta a'

tutto il settore pubblico perché i dati gestiti vengano usati in maniera più ampia, ai fini ' di pubblica utilità, " collegandoli e confrontandoli"» 2.

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È in quest'ottica che l'INPS da oltre un anno ha aperto all'esterno le proprie ; 3 Delibera del Comitato esecutivo dell'INPS n. 990 del 5 ottobre 1989 attuativa dell'art. 54 ·.

2 G. MILITELLO, Per un miglior servizio, ibidem.

cJélla legge n. 88 del 9 marzo 1989 che si riferisce al rilascio di informazioni individualizzate ai terzi non espressamente designati a richiedere.


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Per un approccio metodologico di ricerca nel data base del!'INPS

Marcel/a Lega

Il seguente prospetto sintetizza quanto detto e riporta le codifiche dell'INPS.

- importo pensione base - dati relativi a versamenti contributivi - delegato - dati anagrafici, sesso, indirizzo - stato civile • - carichi (coniuge, figli, ascendenti) e o ­ gament p in Di queste posizioni circa 220.00 0 rappresenta�o quelle . � z m stero liquidate sia in regime autonomo, sia in regune CEE, sta conven tone bilaterale. Una quota notevole di questo universo è rappresentato dal settore cerca di "Europa" , per cui, dal momento che quella ipotizzata è solo. una r ere 11 campo restrmg rà conver li, comodo, per non dover seguire troppe variabi 4• CEE della di osservazione agli emigrati italiani nell'ambito dei paesi Occorre comunque precisare che le pensioni vengono erogate a tuttl l lavo' ratori che siano o siano stati soggetti alla legislazione di uno o più Stati membri hi della CEE e che siano cittadini di uno di questi Stati o apolidi o profug resi­ ai e famiali stagion agli e ieri frontal denti sul territorio di uno di questi Stati, ai liari e superstiti. di tutti costo �o. . . . . . " , E evidente l'unportanza dt questa prectsazwne m quanto sotto 11 codtce S "interche, posto accanto alla sigla del tipo di pensione ne identifica il regime nazionale" , sono comprese le seguenti casistiche: . . . l) soggetti nati in Italia titolari di pensione INPS e pens1one estera che risie-• dono in Italia o in altro Stato CEE; in uno 2) soggetti nati in Italia titolari di sola pensione INPS che risiedono Stato CEE diverso dall'Italia; di pensio' 3 ) soggetti nati in Stati CEE diversi dall'Italia titolari solo o anche ne INPS che risiedono in Italia o in altri Stati CEE pensione: Un altro elemento, che è bene chiarire, è il tipo e la natura della gue l'w dist si e termin primo il l'uno interagisce con l'altra nel senso che con . dir ne pensto �tta da , tività lavorativa svolta dal pensionato e con il secondo la cl�ssi­ ui, l'indiretta (o di reversibilità) e pertanto il fruitore del beneficio. Per � penswn� ficati i lavoratori come dipendenti o autonomi, essi possono godere i tori lavora del erno All'int titi. supers loro di vecchiaia 0 di invalidità e così i a­ coltiv e ti ercian comm e ni autonomi esiste una ulteriore suddivisione: artigia tori diretti, coloni e mezzadri.

CATEGORIA DELLA PENSIONE

lavoratori dipendenti IO = invalidità

�l P

VO = vecchiaia SO = superstiti

?

CEE - ovviamente Italia , i 4 Secondo dati dell'INPS nel 1986 nell'ambito dei paesi della oltre la met� di questo u��.; sentava rappr � _ erano in pagamento circa 60.000 pensioni: la Francia a con oltre 7.000 cast. verso, seguita dal Belgio con quasi 14.000 casi e dalla Germam

lavoratori autonomi IOART /IOCOMM = invalidità VOART NOCOMM = vecchiaia SOART /SOCOMM = superstiti

* Il regime internazionale aggiunge una " S " ai codici

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Torn ando alla ricerca ipotizzata si potrebbe tentare di individuare quali tra gli innumerevoli dati racchiusi nel data base dell'INPS potrebbero risultare inte­ ressanti. Innanzi tutto il luogo di nascita: questo consente sia di avere un archi­ vio formato da soli pensionati nati in Italia che la possibilità di effettuare tutte quelle aggregazioni territoriali che si riterranno necessarie specie se, al momento delle successive elaborazioni, si legherà questo dato a quello della relativa regio­ ne e fascia geografica. Altro dato fondamentale è lo Stato di residenza; ancora la categoria della pensione così come quello riguardante la titolarità di altra pen­ sione estera, il paese erogatore di detta pensione e il tipo di pensione da questi erogata. Importantissime poi sono le informazioni sui periodi contributivi italia­ ni: la data in cui è stato versato il primo contributo posta in relazione con quella di nascita dice molto sull'avviamento precoce al lavoro, specie se si correla que­ sta data con la regione di provenienza e il tipo di attività lavorativa. Si può perciò abbozzare una scaletta di dati su cui impostare la ricerca: - categoria della pensione - data di nascita - luogo di nascita - sesso - stato civile - coniuge a carico - numero dei figli a carico - numero degli ascendenti a carico _:_ stato e città di residenza - ufficio pagatore - dati relativi ai versamenti contributivi italiani. È ovvio che, data l'ampiezza dei casi che compongono l'universo oggetto di studio , la ricerca non potrà essere condotta che con sistemi automatizzati, per cui anche il ricercatore non solo non dovrà essere digiuno della materia ma s.arà almeno un fruitore interagente con il sistema informatico.


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Marcelta Lega

Per un approccio metodologico di ricerca nel data base dell'INPS

Gli verranno forniti dati in codice e tabelle di decodifica, le elaborazioni che effettuerà gli descriveranno quantitativamente dei fenomeni suscettibili di mu. tamenti in base alle variabili che egli fornirà al sistema. Ciò significa che una . volta rappresentata all'INPS la popolazione da analizz�re, in icando cioè i dati . . che interessano si dovrà anche indicare in che modo s1 vorra che tah dat1 ven. gana riversati quindi dovrà essere ben chiaro come manipolarli successiva. mente. Ne deriva che i dati dovranno essere richiesti tenendo presente sia l'uti· lizza che lo studioso ne intende fare, che la potenzialità e le caratteristiche tec· niche delle apparecchiature che ha a disposizione. .. . , Dato per scontato l'utilizzo di personal computer per facilitare e sveltlre l ar· chiviazione dei dati e le successive manipolazioni degli stessi, sarà cura del ricercatore, allo scopo di ottenere i risultati che si prefigge, stabilire se avvalersi dei numerosissimi prodotti applicativi esistenti sul mercato oppure della colla� borazione di un tecnico esperto per sviluppare un prodotto specifico calibrato in base alle sue esigenze. Forse un esempio su come potrebbe procedere la ricerca chiarirà quanto dett6, L'INPS ha consegnato allo studioso uno o più floppy disk con il nome del file, il numero dei record che compongono il file, la funzione di copiatura e la descrizione del record: ogni posizione pensionistica costituisce un record forrn(l· to da N caratteri, ogni insieme di caratteri determina un campo e ogni campo corrisponde al tipo di informazione richiesta su ciascun record. Su�ponendo che il campo "codice del luogo di nascita" - che sul record occupa l caratteri 01/05 -, quello del " sesso" - carattere 06 -, la "data di nascita" (giorno, mese, anno) - carattere 07/13 - siano le variabili su cui si voglia iniziar� a �:o:are e che si voglia fare un'analisi della popolazione in base a queste vanabil1, s1 pos· . sono verificare una serie di combinazioni:

·

:

data nascita = 2 comune nascita = l sesso = 3 1/ 2/ 3/ 1 2/ 1 3/ 2 3/ 1 2 3 / e cioè - raggruppamenti di casi in base al comune di na�cita . - raggruppamenti di casi in base alla data d1 nascita - raggruppamenti di casi in base al sesso . . - raggruppamenti di casi in base al comune e alla d�ta d1 nasc1ta . - raggruppamenti di casi in base al comune d1 na� clta ed al sesso . - raggruppamenti di casi in base alla data d1 � asc1t� ed al sesso . - raggruppamenti di casi in base al comune d1 nascita, alla data ed al sesso

·

389

che al momento non sono state prese in considerazione (categoria della pensio· ne; Stato o Stati esteri di emigrazione, dati contributivi...). Ecco perc hé nell'impostare il programma di analisi occo rrerà prevedere delle inquiries aperte del tipo: "estrai tutti i pensionati di 'sess o' (variabile) . . . , nati nell"anno' (variabile) . . . e, nel 'comune' (variabile) di.. . " Ques te estrazioni diventeranno dei file da cancellare a inquiry avvenuta o da cons ervare per fare inquiries successive e così via fino a verificare tutte le ipotesi e sodd isfare tutte le curiosità conos citive che la ricerca imporrà. Mano mano che l'indagine procederà si potrà avere l'esigenza di analizzare i dati in relazione a variabili esterne a quelle contenute nel file di origine per cui occorrerà prevedere la possibilità di aggiungere altri campi al record di base men tre alcuni di questi potranno essere inseriti fin dall'inizio (ad esem­ pio la regione e la fascia geografica del comune di nascita). Ancora potrà tor­ nare comodo effettuare la fusione di file di lavoro con tabelle o con /ile di decodifica per cui occorrerà prevedere anche questa eventualità nel program­ ma di utilizzo. Sui dati estratti infine saranno fatte tutte le anal isi statistiche necessarie i confronti, le correlazioni e le distribuzioni che si riterranno più opportu�e, così come si evidenzieranno i fenomeni osservati con grafici e si stamperanno prospetti e tabelle. Per tutto questo sarà indis pensabile l'uso del computer; resta ovviamente fuori la parte più delicata della ricerca: il commento dei dati e l'interpretazione del fenomeno nel contesto stori co, economico e sociale che sarà compito esclusivo del ricercatore. , Prima di chiu dere queste note si ritiene utile segnalare alcune ricerche che si sono avvalse dei data base dell'INPS: in particolare quella intrapresa nel 1987 dal grup po guidato dal professar Coppini e proseguita nel 1 990 5 ed il rapporto di studio a cura del p rofessar Con tini e del dottor Revelli sull'osser· vatorio permanente delle imprese 6; questi studi costituiscono la conferma di quanto era stato ipotizzato già nel 1 97 1 nel corso di un convegno organizzato alla Fondazione Olivetti a Courmayer. Allo ra Bruno Contini, auspicando che tn futuro fosse possibile accedere alle banche dati dell'INPS, ne evid enziava

?

.

.

·.·

Ognuno di questi raggruppamenti può essere distribuito in classi di quenza e così via e a sua volta potrà essere analizzato con tutte le altre "" ' "''"",.·..

n m�dello econometrico "ausiliario" per la sicurezza sociale: metodologia ed applicazione per l lt�lta, Umversità "La Sapienza", Roma 1987. MASS2 + SMA LT - Un modello per la sicurezza ;octal� ed uno schema econometrico generale per l'Italia, L.U.I .S.S., Quad erno della rivista <<Previdenza sociale», 1990, l, Roma 1990. 6 B. CONTINI R. REVELLI S. TENGA, Rapporto di studio sull'osserva torio permanente delle e dell'occupazione, Torino 1989 .

/i 5


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Marcella Lega

LIA DOMENICA BALDISSARRO

di una recent � l'enorme potenzialità; ultimamente, nel comme�tare i. r.isultati . dott� m pocht pr ha arc?lvl � indagin e, ha sottolineato come l'accesso a questl . studi che per­ anni risultati estremamente significativi con la pubbhcaztone dt o del �ondo metteranno «di seguire l'evoluzione del sistema industriale itali�� he dt lnter, del lavoro nei suoi molteplici aspetti e di programmare pohtlc vento» 7 , . . 1are per Nel terminare questa breve relazione mi corre l'obbligo di rmgraz le Greco del l'assistenza ricevuta Paolina Marotta del servizio E.A.D . e Samue Servizio C.E.N .P.I. della Direzione generale dell'INPS.

i:Archivio del Reparto liquidazione pensioni-Settore convenzioni in­ tern azionalz' dell'INPS quale possibile fonte per la storia dell'emigra­ zion e europea

L'archivio del Reparto liquidazione pensioni-Settore convenzioni internazio­ nali dell'INPS della Sede provinciale di Reggio Calabria è, a mio parere, rile­ vante per chi si appresti a ricostruire la storia dell'emigrazione europea dal secondo dopoguerra agli anni Settanta, termine cronologico che abbiamo dato alla nostra ricerca. L'archivio nasce a seguito dell'emanazione da parte del Consiglio della CEE dei regolamenti concernenti la sicurezza sociale dei lavoratori e in prosieguo di tempo si integra con la documentazione prodotta in virtù degli accordi bilaterali con gli Stati non facenti parte della CEE. Il 9 dicembre 1957 gli Stati membri della Comunità europea del carbone e dell'acciaio firmano la Convenzione europea della sicurezza sociale dei lavoratori migranti; il Trattato istitutivo della CEE fa poi obbligo «alle istituzioni della Comunità di adottare immediatamente le misure necessarie per l'istaurazione progressiva della libera circolazione dei lavoratori». Lo strumento con cui detti Stati membri offrono ai paesi terzi «la possibilità sii partecipare al sistema di protezione dei lavoratori migranti in materia di �ict�rezza sociale ( . . . ) in virtù dell'art. 5 1 del Trattato» è il regolamento n. 3 datato Bruxelles 25 settembre 1958. ; ., Grazie ad esso i lavoratori che hanno prestato la loro attività in più paesi membri della Comunità hanno diritto, in caso di malattia e maternità, invali­ �ità vecchiaia e pensione ai superstiti, infortunati sul lavoro e malattie profes­ . sionali, assegni in caso di morte, disoccupazione o acquisizione degli assegni familiari, al cumulo dei periodi assicurativi. Al fine di determinare le modalità di applicazione ed anche di integrare il n. 3 , il Consiglio CEE adotta il 3 dicembre 1958 il regolamento n. 4, che verrà comunemente detto regolamento di applicazione. .

·.

di Previdenza», citata. 7 B. CoNTINI, I risultati di un'indagine, in «Sistema


3 92

Lia Domenica Baldissarro

[}archivio del Reparto liquidazione pensioni-Settore convenzioni internazionali dell'INPS 3 93

Per l'Italia l'autorità competente, «da cui dipendono nell'intero territorio dello Stato di cui trattasi o in una parte qualunque dello Stato di cui trattasi o in una parte qualunque di esso i regimi di sicurezza sociale», è, in base all' alle; gato 1 del regolamento n. 4 , il Ministero del lavoro e della previdenza sociale. ' Le istituzioni competenti, cioè gli organismi o le autorità incaricate di appli� care in tutto o in parte la legislazione, sono per l'Italia, in base all'allegato n. 2 del regolamento n. 4 , la sede provinciale dell'I.N.P.S. per quanto attiene le seguenti materie: a) malattia-maternità solo in caso di tubercolosi; b) pensioni di invalidità, vecchiaia e morte; c) concessioni di assegni familiari; d) assegni in caso di morte. Come si può facilmente constatare molteplici sono le competenze che i rego­ lamenti attribuiscono alle sedi provinciali dell'Istituto nazionale di previdenza sociale. In questa sede si è preferito studiare ed analizzare quella documenta­ zione che si è andata formando per l'applicazione degli artt. 28-47 del regola­ mento applicativo inerenti la totalizzazione dei periodi assicurativi ai fini pen­ sionistici. Giova adesso ricordare che la normativa messa in essere dai due testi fin qui citati

p

«fu in prosieguo di tempo più volte integrata e modificata con successivi regolamenti

fin quando, sulla base dell'esperienza fatta nei primi quattor�ic� anni di app�icazio?e di . una disciplina comunitaria, i regolamenti nn. 3 e 4 del 1958, �s1eme . ag�l . altrl c�e h ave-: vano, nel frattempo modificati e integrati vennero soppressi e sostlt�ltl con il regola­ mento n. 1408/7 1 del 14 giugno 197 1 (che ha preso il posto del vecchw regolamento 3) e con il regolamento 57 4/72 del 2 1 marzo 1972 che, contenendo le norme di attuazion�, ....

ha assunto le funzioni che erano svolte in precedenza dal regolamento n . 4» 1

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· Detti regolamenti vennero infine sostituiti da due nuovi regolamenti, dìffei . .··. renti dai primi solo nella forma e per dettagli, negli anni 1972 e . l 973 . :<, · È necessario ora spiegare cosa si verificava, e cosa ancor oggt succede, anch� se in base a regolamenti diversi, quando un lavoratore presentava domanda pensione: se dalla domanda si evince ora che il lavoratore aveva pre�tato l� pt?' . pria opera lavorativa quale emigrante in un paese della CEE, la prattca ventva � · ogni caso trattata dall'Ufficio convenzioni internazionali dell'IN S. che, att qJ , . t verso formulari di collegamento, forniva o chiedeva ad uno qualstast degli Sta i · membri dove il lavoratore aveva prestato attività lavorativa, elementi utili per .. .

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struzione della pratica di pensione e se il lavoratore non aveva periodi assicura­ tivi utili per attenerla in nessuno degli Stati membri era possibile unificare i eriodi assicurativi di due o più Stati. La sede provinciale dell'INPS contattava quindi le istituzioni competenti dei paesi esteri per verificare se effettivamente esistevano i contributi assicurativi sul conto individuale dell'interessato e l'isti­ tuzione competente dello Stato estero forniva l'elenco delle ditte nelle quali l'e­ migrato aveva svolto la propria attività lavorativa ed i periodi assicurativi stessi. Identica ma inversa pratica era istruita, nel caso il lavoratore fosse residente all'estero, dall'istituzione competente in quel territorio. Ogni Stato pagava la sua quota parte detta pro rata in proporzione ai contri­ buti versati. Il fascicolo di pensione così formatosi è ricco di notizie utili, traccia la storia della vita lavorativa dell'emigrante, della sua famiglia, di eventuali malattie (non però degli infortuni sul lavoro o delle malattie contratte sul lavoro che venivano e vengono trattati dall'INAIL) . È utile comunque far notare che talvolta nei rapporti medici informativi vi è nell'anamnesi notizia di malattie professionali - tra le più frequenti la silicosi e l'asbestosi. Alcune malattie specifiche da lavoro, poi, non erano riconosciute come tali dallo Stato estero e venivano trattate dall'INPS come malattie comuni e comunque invalidanti. Tra queste malattie la p neumoconiasi. Il funzionario dell'INPS che mi ha guidata nel corso della ricerca ha evidenziato che tra gli emigrati rientrati e residenti a Motta San Giovanni, un piccolo paese ai piedi dell'Aspromonte, è costante la presenza della silicosi, poiché l'emigrazione di questa popolazione è stata caratterizzata dal lavoro in miniera. I modelli di collegamento (in allegato), il carteggio con le casse estere, con i patronati, con la sede centrale dell'INPS, i documenti allegati alla pratica dal lavoratore stesso, possono quindi utilmente servire ad una ricerca sull'emigra­ . zione europea non clandestina. · :, L'archivio preso in esame è ordinato alfabeticamente per cognome, nome, data di nascita del richiedente; non è relativo solo a quelle pratiche trattate in virtù dei regolamenti 3 -4, poiché in esso è confluito il carteggio formatosi nel in virtù della regolamentazione della materia con quasi tutti i paesi del ·vu•-<v, dove maggiore è stata l'emigrazione italiana. o1 0gni fascicolo è relativo ad una pratica di pensione. Oltre ai già descritti il fascicolo reca, in alto a destra, sigle che ci danno notizie circa la tipologia pratica: Vo/S indica pensione obbligatoria per vecchiaia So/S indica pensione obbligatoria per i superstiti

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l R CAMPOPIENO - E. VIGLI, La Previdenza Sociale, Roma, Tip. Operaia Romana, 1976, PP·


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r:archivio del Reparto liquidazione pensioni-Settore convenzioni internazionali dell'INPS 3 95

Lia Domenica Baldissarro

Io/S pensione obbligatoria per invalidità. L'archivio è suddiviso in due serie. L'una è relativa ai lavoratori emigrati resi­ denti in Italia, l'altra ai lavoratori residenti all'estero: il regolamento n. 4 preve­ de infatti che, per poter beneficiare delle prestazioni di cui agli articoli 26-2 8 del regolamento n. 3 , il lavoratore o il superstite debba presentare domanda nel luogo di residenza e con le modalità delle legislazioni del paese di residen­ za, purché Stato membro. Troveremo quindi nella serie emigranti residenti in Italia l'iter completo di una pratica di totalizzazione dei periodi assicurativi; nella serie emigranti residenti all'estero, oltre il quadro complessivo dei periodi assicurativi maturati dal lavoratore nella provincia di Reggio Calabria, tutti quei modelli di collegamento utilizzati dallo Stato che ha istruito la pratica per richiedere le informazioni di cui si è già detto. Gli estremi cronologici del nostro archivio vanno dal 1960 ad oggi. Tuttavia le pratiche sono state istruite dall'INPS nella loro completezza sino al 1970.' Dal 1 97 1 in poi, in base anche ai nuovi regolamenti, le competenze di collega­ mento dell'Istituto passarono al Centro compartimentale di Napoli. Dal 1974 in poi le stesse competenze vennero ridistribuite su base regionale e quindi passarono al Centro regionale di Catanzaro. Ciò premesso, si potrebbe erroneamente intuire che è possibile accedere ad una ricerca che dia informazioni complete sul lavoro degli emigrati nei paesi della CEE solo per il decennio 1 960- 1 970. Ma ciò non corrisponde alla realtà.' Infatti, nonostante la funzione di collegamento con gli Stati esteri sia passata ad altri, la pratica, una volta definita, ritorna alla sede di istruttoria della domanda di pensione per i successivi adempimenti contabili. Per cui anche dopo il 1970 è possibile consultare una pratica utile alla nostra ricerca. Per quanto riguarda ancora i termini cronologici dell'archivio, bisogna comunque tenere in debito conto che le nostre sono pratiche di pensione e che quindi s� riferiscono a periodi lavorativi anteriori all'avviamento della pratica stessa ci0e ' ' alla data di presentazione della domanda di pensione. In generale i fascicoli) · esaminati a campione, si riferiscono a periodi lavorativi che vanno dall'imme" diato dopoguerra in poi. '��"� ::::;:,:,,� È da tenere presente che in base all'art. 53 del regolamento il beneficiario dr ,/ ' una pensione o rendita anteriormente alla data in vigore del regolamento pote'! ··· · va richiedere la revisione di detta pensione godendo degli «stessi diritti chy sarebbero stati attribuiti se il regolamento fosse stato in vigore al momento della liquidazione». La richiesta di revisione doveva essere presentata entrò >. due anni dall'entrata in vigore del regolamento stesso. È utile infine aggiungere che le pratiche relative a pensioni di lavoratori emigranti viventi sono state ' computerizzate dall'Istituto. .

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Prima di chiudere questa relazione di natura prettamente tecnica, desidero sottolineare che, comunque, le carte dell'archivio da me presentato, nonostante r apparente asetticità dei modelli di collegamento e dei carteggi di trasmissione sono ricche di spaccati di vissuto e di quotidiano e che esse ci parlano di stent e sacrifici, di lontananza da famiglie tanto numerose quanto bisognose, ci avvi­ cinano ad una realtà che può sembrare lontana a uno dei paesi più industrializ­ zati del mondo, ma che è ancora estremamente vicina al vissuto dei calabresi.

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LYDIO F. TOMASI Sources Available at the Center /or Migration Stud ies o/New York

Introduction

The Center for Migration Studies was founded in 1964 and is now in its twenty-ninth year of operation. CMS is a not-for-pr ofit organ izatio n dedic t? work in the area ?f historical and contemporary human internation ated tlon. It takes a multifaceted approach: it maintains a library and archial migra­ re� scholars may conduct research, sponsors conferences so that scholves whe­ ars and pohcy-makers can conduct a dialog that may inform and enrich both and � u�lishes boo�s, articles and occasionai papers. CMS is multidisciplina�, and 1ts hbrary, arch1ves, conferences, and publications attract scholars who are trai­ ned in many different field and who use many diffe rent meth ods. CMS truly multicultural, studying not only the migration of every ethnic is also p on the ?l?be, �ut all the countries sending forth migrants, and ali the grou coun tries rece1vmg m1grants. This paper is concerned with one facet of the work at CMS with its archi val holdings. It is concerned with one discipline, with the histo ri ; al recor d. And is concerned wit? one parti�ular group of people, those leaving the Italia n penin ­ sula and entermg the Umted States. Even this is a huge field, for CMS has at present �7 processed archival collections, plus addenda to some colle ctions, all of them m some way relevant to the Italian American expe rienc e. In year alone, 67 persons or groups of persons made a total of 73 visits the past to CMS library and archives in search of information on Italian Americans. Seve ral of the peop�e who ha�e �onducted research at CMS in the past have prog resse d to the pomt of pubhshmg the results of their research. And fìnally, six appendices recapitulate the archival holdings recen t researchers, and publications. '

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Sources Available at the Center /or Migration Studies of New York

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Library

The CMS library is an important resource for scholars preparing to do archival research on Italian Americans. It has 12,000 volumes on the generai subject of human �ternational migration, and one of the largest coliections in the United States of books on Italian Americans·. The library's holdings are catalogued by author, title and subject, and the subjects of "ltaly" and "Italians" take up two of the fifty subject file drawers. New titles are being pro­ cessed constantly. Equaliy important as the classic and current books in a specialized research library is the access to archival and contemporary periodica! literature. Pe­ riodicals may be divided into two types: those intended for scholars to share their research, and those intended for the generai public, the back issues of which can become valuable source materia!. The publishing arm of CMS pro­ duces «<nternational Migration Review», one of the leading journals in the field of hw:rtan transnational migration and one of the outlets for scholars publishing research on Italian migration. The library subscribes to other respected periodicals for which scholars write. Some of these publish in a field that occasionally touches upon Italian immigration: «The American Historical Review», for example, publishes in the field of history generally, but devoted a special issue to ltalian transatlantic migration in comparative perspectivel. Others, such as: «Via: Voices in Italian American Literature and Culture» focus on Italians. Appendix I lists the Italian and Italian American periodica! journals, new­ sletters and newspapers to which CMS subscribes, as weli as the back issues of popular publications available on microfìlm or in one of the various archival coliections. Even accounting for the occasionai repetition of a title to allow for a list of ali the scattered copies of a particular publication, there are over 140 titles on the list. Some, such as «Piemontesi nel mondo», cover people from a specific part of Italy. Other, such as «Il Corriere del Bronx», cover an area where migrant ltalians settled abroad. There are also titles for special-interest groups such as laborers or intellectuals. In some ways, the library is as good as an archive in terms of access to sour­ ce materia!. This is especialiy true of autobiographies. CMS has a number of autobiographies of Italian Americans: Edward Corsi, Leonard Covelio, Alfred D. Crimi (the CMS collection of Crimi's paintings is discussed later in this l

«The American Historical Review», LXXXVIII, (April l983), 2 .


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paper), Giacomo Di Marco, Mario Fortunato, Michael La Sorte, Giuseppe Previtali an dJ oseph Tusiani. When CMS processes new archival collections, books found in those collec­ tions may be placed in the library rather than in the archive. This facilitates cataloging and makes the books easier for researchers to use. Institutional Records: Institutions Concerned wt'th Genera! Migration

Because its mission is to deal with ali international migration, CMS has made efforts to acquire the papers of organizations which assist ali migrants. As of 1993, CMS has nine collections of archival materials from institu­ tions involved in the study of or the care of international humaseven n migra While these institutions did not work spedfically with Italians, they inclution. Italians in their mandate, and thus one can find among their papers materia!ded on Italians at the threshold of the United States. The earliest of these groups is the National Cath Welfare Conference. In 1917, when the United States entered World War I,olic American Catholic hie­ rarchy hastily formed a National Catholic War Counthe cil coordinate efforts to provide recreation and spiritual assistance for membersto of the armed forces. Finding the national organization useful, the bishops continued it, and in 1919 renamed it the National Catholic Welfare Council. To avoid the implication that the organization, like a "council" in canon law, legislated for the Church, the bishops changed the name to National Catholic Welfare Conferenc 1922. In 1968, the bishops changed the name again, to United States Cathoe in Conference. Throughout these many changes, the national organization lic ­ tained an interest in assisting migrants in transit. The NCWC had main De­ a partment of Immigration specifically char ged with immigrant care. The Department of Immigration in turn had its head ters with the othe r NCWC offices in Washington, and three branch officequar s: New York, New York; El Paso , Texa s; and Philadelphia, Pennsylvania. NCW rtment of Immigration records from 1920 to 1970 are housed at CMS Cin Depa collec tion #023 . The collection consists of 104 archival boxes. Of this materia!, the New York office is most significant to the story of Italian Americans. CMS continues to update this collection, and has a subsection of it, numbered #023 a, which con­ sists of 30 boxes of United States Catholic Conference Department of Im­ migration Records dating from 1920 to 1973 . The NCWC Department of Immigration New York Office had its own records, which it kept at its office at 1250 Broadway in New York City. In

Sources Available at the Center /or Migration Studies o/New York

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1936 this office began sharing the work in New York with a new NCWC unit, the èommittee for Catholic Refugees from Germany, whkh concerned itself with Catholics fleeing the Nazis. In 1940, the Committee for Catholic Refugees from Germany expanded to include ali those trying to escape war time condi­ tions, and renamed itself the Catholic Committee for Refugees. The element of its work most significant for Italian American history was that after W�rld W�r II it concerned itself with finding homes in the United States for Itahan chil­ dren orphaned by the war. The NCWC Department of Immigration New York Office and NCWC Catholic Committee for Refugees Records are housed at CMS in collection #024. Among its materials are two boxes of correspondence with the Director of the italian Mission of the NCWC Catholic Relief Services regarding the adoption of Italian war orphans. . Cathohc. Welf�re CMS collection #026 completes its holdings of Nat10nal Conference material. This collection contains six boxes from the War Rehef Services convering the years 1944-197 1. This agency, which later became Catholi; Relief Services, concerned itself with assisting civilians rendered homeless by war. It was responsible for resettling refuge� famil�e.s, not only after World War II but also after crises such as the Hunganan upnsmg of 1956 and Fidel Castro's takeover in Cuba in 1959. Another sort of traveler's aid society got its start in 1920, and has been reor­ ganized severa! times since then. The agency began as the Apostleship of t�e Sea a lay effort to promote the spiritual, social and moral welfare of Cathol�c seafarers throughout the world. In 1922, the organization, which beg�n m Glasgow, Scotland, took the name International Council of. the Apostleshtp of body called �he the Sea, and began to expand. In 1928, it acquired a governmg Apostolatus Maris Internationale Councilium. In 1952, as a result . of P?pe Ptus XII's Apostolic Constitution Exsul Familia, the S� cred � o� slstonal Con­ gregation directed an International Generai Secretanat, whtch m turn offered guidance to those directly involved in maritime .mini�tries. In 19.66, Pope �aul wtt�. a S�penor Council of VI replaced the International Generai .secre�anat 1ssues whose fune­ the Sea Apostolate, a body of experts m vanous mar1t1me don was to advise those directly concerned with ministry to travelers. In 1970, the same pope replaced the Superior Council of the Sea Apostolate with the Pontificai Commission for Migrants and Tourism, which also cares for refugees and those who work in international ocean-going transportation. This category of workers has always been the main focus of the maritime apostolate's efforts. International efforts to assist those who worked aboard ocean-going vessels merged with similar efforts being carried ou: in the United. St�tes. The United States' first Catholic Maritime Club opened m New York Ctty m 1894. It was a


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building with a chapel, reading rooms, recreation rooms and other services for sailors in port temporarily. Other clubs opened in New O rleans in 1903 and in San Francisco in 1932, but the greatest growth carne during World War II. In 1943, the National Catholic Welfare Council War Relief Services commenced national orga.nization .of the maritime clubs. In 1947, the same organization hel��d estabhsh Conference of the Apostleship of the Sea to be the . a Nat10nal offtctal govermng body for the Catholic Maritime Clubs. This National �onference of the Apostleship of the Sea acquired its constitution in 1954, and tts present headquarters in Chicago, Illinois, in 1972. CMS has the National Catholic Welfare Council War Relief Service's records of its involvement in the Catholic Maritime Clubs from 1943 to 1947, and also the National Conference of the Apostleship of the Sea records from 1947 to 1979. This records are CMS collection #032 .and .#032a, and consist of 44 and 32 archival boxes, respecti­ vely. Re.cently, htstortans of American Catholicism have shown great interest in the pert?d between World War II and Vatican II, and in ministries to special populattons 2 • This collection awaits exploration. In the y�ars after World War II, many countries faced issues concerning r�fugees, dtsplaced persons, migrants, and the distribution of population rela­ tive to e�ployment. opportunities. The United States in particular faced a deli­ cate polltlcal �nd dtplo� atic situation. One might expect many people to fìnd � ne;v home .m the Untted States: it was traditionally a receiving country for tmmtgrants, escaped major damage during World War II and it was . . ttanhad expertencmg economie. boom. However, since 1924 the United' States had f?llowed policies desi�ned to reduce immigration, and : with the growing ten­ ston . between the. Umted States and the Soviet Union, many people were a�gumg for even ttghter restrictions designed to keep out Communist subver­ stves as well as surplu� wo rkers and undesirable racial and ethnic groups. . concerns could not be solved Thus, the w?rld,s 1t. �mtgrat10n by designating some countrtes sendtng countries and others, such as the United States recei­ . ving countries. . � the �atio?s of th� world had to work together to clevelop new opportumttes for tmmtgrants m many places. To this end, the United . 2 T?e premie.r journal devoted to the history of American Catholicim is «U.S. Htstonan». The Journal operates

Catholic by choosing a theme for each issue, Severa! issues have been devoted to women and to ethnic and racial groups. The majority of topical themes cover specializ­ ed apostol�tes, such as rural life or higher education. Most of the journals carry at least one artide �n the pertod betw:n 1945 and 1970, and sometimes a whole issue (such as VII, Winter 1988, 4) ts devoted to a parttcular time period.

Sources Avazlab!e at the Center/or Migratt'on Studies ofNew York

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States calied for an international conference on immigration, and the govern­ ment of Belgium responded by convening a meeting in Brussels, in 1951. This meeting formed the Provisional Intergovernmental Committee for the Mo­ vement of Migrants from Europe (PICMME) . In 1954, the organization took a permanent name, the Intergovernmental Committee on European Migration (ICEM). This organization consists of several parts. A Council of representati­ ves of the member nations meets one or twice annually for planning and policy making. An Executive Committee elected by the council meets more frequen­ tly to set to council agenda and to make recommendations on specifìc issues. Two sub-committees, one on Budget and Finance and one on Transportation, make recommendations in their areas. A Director and Deputy Director take responsibility for executing decisions. On a day-to-day basis, ICEM concerns itself with assisting individuals leaving their home countries, and with assisting receiving countries who are expecting new migrants. Both the ICEM's Council and its Executive Committee issues materials. CMS collection #014 consists of the English translations of ICEM's papers. The originai collection consisted of 58 bound volumes and 34 boxes of material dating from 195 1 to 1975. Since then, the collection has been updated to include material for 1976 to 1988. The last ·institution concerned with immigration generally is the Center for Migration Studies itself. CMS has generated 236 archival boxes of materials concerning its activities. As mentioned earlier, CMS takes a multi-faceted approach to migration studies. Besides maintaining the library and the archives that are the focus of this paper, CMS also sponsors conferences and publishes materials. Its most regolar conference is an annual symposium on legislation regarding international migration; this in turn generates an annual publication called In De/ense of the Alien. Special conferences are also called; the most recent commemo rated the quincente nnial of Columbus 's voyage to the Western Hemisphere. Besides In De/ense o/ the Alien, CMS regularly publi­ shes two journals, «lnternational Migration Review» sets the scholarly standard in its fìeld. «Migration Today» is aimed at those who provide practical assistan­ ce to migrants and refugees, and carries shorter, more topical articles, often illustrated with photographs. Institutional Records: Institutions Concerned with Italian Immigrants

CMS has six collections of papers of fìve institutions involved in the care of Italian immigrants. The earliest of these is the Saint Raphael Society Records collection. Saint Raphael's roots were in Europe. In 1871 a Bavarian lay man


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named Peter Paul Cahensly created the Saint R,aphael Society far the Pro­ tection of German Catholic Immigrants to assist his co-nationalists and co-reli­ gionists who were migrating from Germany to the United States. Cahensly's work provided a model far Giovanni Battista Scalabrini, bishop of the Diocese of Piacenza in northwestern Italy. Scalabrini, and an Italian lay man named Giovanni Battista Volpe-Landi, organized a Saint Raphael Society far the Protection of Italian Immigrants in 1890. In 1887, Scalabrini had organized a community of priests and brothers dedicated to ministering to Italian immi­ grants in transit and in their new homes. The community's formai name was the Pious Society of Saint Charles; its members were more commonly referred to as Scalabrinians. In 1891, the Scalabrinians assigned a priest, Pietro Bandini, to organize a branch office of the Saint Raphael Society far the port of New York. Bandini labored in New York Harbor until the end of 1895. Por some time thereafter the work in New York lapsed. The Scalabrinians did start another Saint Raphael office at the port of Boston, Massachusetts; the missio­ nary who acted as their agent there was Giacomo Gambera. Gambera even­ tually took charge of both the Boston and New York ports, commuting bet­ ween the two. He left Boston far full-time work in New York in 1901, and stayed until 1905. When he left the job, he was careful to ensure the Scala­ brinians appointed a successor, Gaspare Moretta. Moretta left his post at Saint Raphael in 192 1 . At that same time, the Archdiocese of New York was overhauling its charitable system, and other international immigrant aid socie­ ties, especially Italica Gens, were coming into prominence in Italy. Saint Raphael yielded to these newer agencies, and went aut of existence. However, the last Scalabrinian to have any responsibility for the New York Saint Raphael office, Antonio Demo, remained in New York and continued to add items to the Saint Raphael Society records until 1936. Other hands added clippings until l968. In 1970 the Saint Raphael Society papers carne to CMS, where they have been organized into 17 archival box es as CMS collection #005. The records consist of letter books, case records, a:nd annual reports. The annual reports contain photographs of the immigrants helped at Saint Raphael, and descriptions of the sort of problems Saint Raphael handled. Since his name has come up, it might be best to detour briefly and introduce Antonio Demo at greater length. He was born in Bassano del Grappa in 1870, was ordained in the Scalabrinians in 1896, carne to Boston, Massachusetts, in 1897, and from there carne to New York in 1898. His main position was pastor of Our Lady of Pompei in Greenwich Village, the parish records of which are described in collection #036 below. He became Pompei's pastor in 1899 and held the position until h e was forced into retirement in 1933; he died at Pompei

Sources Available at the Center /or Migration Studies o/New York

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in 1936 at the age of 65. Demo also served as his order's provincia!, and in this capacity generated many of the documents now housed with the records of the Scalabrinians' Eastern Province, collections #078, #078a and #078b. In addition, he occasionally served as treasurer far community activities, and this may explain why the records of an Italian language newspaper, «L'Italiano in America» were found at Pompei. In addition, there are several parishes the records of which consist primarily of correspondence between the pastor and Demo: examples are collection #046, the records of the Church of Saint Peter of Syracuse, New York, and collection #055, the Church of Santa Maria Addolorata in Chicago, Illinois. It is not too much to cali him the first CMS archivist. The Italian Welfare League formed in 1920 and incorporated in 1922. Its founders were women, most of them of Italian extraction and most of them with training in social work. The League was active in two fields: case work with needy Italians resident in New York City, and assistance to Italians facing difficulties concerning immigration and naturalization. The League is stili acti­ ve. Its records from 1920 to 1987, a massive collection consisting of 243 boxes filling l 06 feet of shelving space, is housed at CMS as its collection #003. This collection promises to be extremely useful far a variety of historians. It con­ tains materia! on Italian American history, on experiences common to immi­ grants of many ethnic groups, on the development of professional social work, and on how the role of middle class women. As was mentioned in connection with the description of ICEM, the United States faced a delicate situation regarding immigration after World War II. In 1952, the United States tried to set immigrant Rome, and the forms are then forwarded to the retirees' home provinces. The home provinces then inform the provincia! offices of ACLI, which aid with the paperwork. Along the way other sorts of documents relevant to the retirees' birthdates, citizenship status, and work history may be required. This process quickly gets complicated, especially when it involves writing letters from one country to another, and col­ lecting documents in several languages. Thus ACLI maintains an office in New York. CMS collection #028 consists of 25 boxes of records from the New York ACLI office. Eight of these boxes contain correspondence with individuals regarding their pensions. Seventeen other boxes contain ACLI's internai files. Institutional Records: Newspaper

The newspaper collections at CMS divide into two types: newspapers them­ selves and archival holdings. The newspapers are discussed in Section IL The


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earliest archival holding is collection #020 , «L'Italiano in America» (New York) Financial Records. «L'Italiano in America's» recor extend from 1916 to 1920, and fit in one box. They consist of weekly debits ds credits for 19161917 and 1918- 1919, weekly salary statements for 1916-and 1920, from the Empire State Engraving Company for 1916 -1919 , bills frombills the Polyglot Publishing Company for 1916 -1919 , receipts from another newspape r, «Il Progresso Italo-Americano» for 1916- 1917, an d miscellaneous correspond en­ ce, bills and receipts. CMS collection #018 is «Il Crociato» Miscellaneo rds. «Il Crociato» was an Italian Catholic weekly published in Brooldyn;us itsReco edito r was Carlo De Biasi, whose papers are housed, with those of other members of his family, in CMS collection #O 11. The collection contains two boxes and cover s the years 193 3-197 3. Its documents include financial reports from 193 3 to 1969, al fun draisng dinner souvenir programs from 1953 to 1963, miscellaneous annu corre spondence from 1958 to 1973, and a special section of correspondence regar­ ­ ding the Italian American poet Giuseppe Toscano. These two collections may be supplemented by #011 , the De Biasi Family Papers, described below. reference to Collection Institutional Records: Educational Institutz'ons

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One can find information on educational institution in many CMS collec ­ tions. Many of the parish collections, described below, shad paroc hial schoo ls. Three collections of Scalabrinian materia!, collections #060, #063 and #064 contain items on the order's American novitiates and seminaries. Some of , the individuals whose private papers and autobiographics are available at CMS described education in more personal terms. However, CMS has three collec ­ tions pertaining particularly to education. The oldest, collection #013, the Casa Italiana collection, is a good example of the importance of archival preservation. In 1920, Colum University presi­ dent Nicholas Murray Butler began showing interest in anbiaan-ca institu­ tion to serve as a center for Italian scholars resident at Columbia mpus and to a role in promoting cultura! relations between the United States and Italy. Intake Almerindo Portfolio led a fundraising campaign to endow such an institu1921 tion. In 1 923 , Profe ssar J ohn L. Geri g, chair man of the Romance Lang uage Department, organized the Istituto di Cultura Italiana negli Stati Uniti, which turn invited author Giuseppe Prezzolini to lecture. The next year, the Istitu in to took charge of the fundraising for a building. The building's cornerstone was

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laid at a site on West 1 17th Street and Amsterdam Avenue in 1926, and the building opened in 1927. Although President Butler dissolved the Istituto in 1929, the Casa Italiana continued to serve as a center for Italian cultura! scho­ larship and activities until the late 1980s. At that point, Columbia experienced severe financial difficulties and decided to cut costs by reorganization, which included terminating the Casa Italiana program and integrating the Casa's li­ brary collection, the Paterno Library, into the main collection at Butler Library. For decades, the Casa's records suffered from neglect and poor storage con­ ditions. When Professar Maristella Lorch, Casa Italiana's Executive Officer, arranged for CMS to preserve the records through microfilming, the microfil­ ming had to be done under a tight deadline which precluded assessing the con­ tents of the collection and arranging it for easier scholarly use. Nevertheless, the CMS staff microfilmed 36 reels of materia!. Professar Lorch also arranged for the donation of press clippings, printed materia! and photographs, which are housed in six boxes. Both microfilm and boxes are in collection #013. The Casa Italiana materials are divided into five series. Two series - numbe­ red I and III - consist of correspondence, one being correspondence that arri­ ved early in the microfilming process and the other being a second batch of correspondence that arrived later. Series II contains the financial records. Series IV consists of press clippings; these have microfilmed for the sake of preservation, but the originals are housed in two of the six archival boxes in collection #013. Printed materials are in Series V, and take up the other four boxes in the six-box collection. CMS has two other collections related to education. Collection #018 is the Italian-American institute to Foster Higher Education Records. It consists of sixteen boxes and covers the yeard 1978-1983. The materials are divided into fives series: the establishment of the institute, the institute's centrai administra­ tion, and the activities of the Division of Academic Affairs, the Division of Student Affairs and the Division of Community Mfairs. A third institution in this category concerns itself with italian American Scholarship. The American Italian Historical Association, or AIHA, was foun­ ded in 1966 at the La Guardia Memoria! House in East Harlem. Even though the title included the word "historical", the AIHA was multidisciplinary from the start. Some its founders - Luciano Iroizzo, Virginia McLaughlin, Salvatore La Gumina, Salvatore Mandello, Jean Scarpaci, Luis Silveri, an d Rudolph Vecoli - have produced historical works. Founders Francis X. Femminella and Silvano M. Tomasi held doctorates in sociology, Frank Cordasco has published numerous bibliographies, and the late Leonard Covello was a public school teacher and administrator. Other founders were: John Cammett, William De


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Mayo, Isidore Meyer, Albert Nofi, Luis Romano and Louis Silveri. Since its founding, the AIHA has held annual conferences on Italian American themes and has published conference proceedings and a newsletter. CMS has two AIHA collections. #008 consists of twelve boxes of newsletters and internai papers covering the years 1966 to 1975. Collection #008a added another eight boxes of materia!. Institutt'onal Records: Scalabrinian Administration and Extra-Parochial Institution

The Scalabrinian's Eastern Province Provincia! Headquarters Records are deposited at CMS in collection #078 and two supplementary collections, #078a and #078b. The first of these consists of five archival boxes of materia! cove­ ring the years 1895-1970. Most of the materia! is from 1905-1919, when Antonio Demo was provincia!. The collection is arranged by the names of the provincials, and then by the names of the various clergy in the province with whom the provincia! corresponded. Collection #078a has eight boxes covering the years 1890 to 1981. It has yet more materia! from Demo. It also has papers which complement two other col­ lections. Remigio Pigato's personal papers are in collection #066; Pigato also served as provincia! from 1947 to 1952, and the papers of his term of office are in this collection. Louis Riello's personal papers are in collection #065; he ser­ ved as provincia! from 1958 to 1964, and the papers from bis tenure are in col­ lection #078a. Collection #078b has six boxes of additional materia! for the years 1905 to 1964. Two institutions within the Eastern Province bave their own collections. Collection #063 is that of Saint Charles Seminary. The seminary opened as a novitiate in 1948 and became a full seminary in 1849. The Scalabrinians laid a cornerstone for an expanded building in 1957, and completed that project in 1958. By the 1970s, however, declining enrollments and changes in training for the priesthood led the Scalabrinians to devote the building to a new purpose; it is the building in which CMS is now located. The collection has 23 boxes. It is notable for its photographs of seminary activities. The records of the Immaculate Conception Novitiate are housed in collection #064. Immaculate Conception was located in Cornwall, New York. It operated as a novitiate, or house for new candidates far the Scalabrinian community, from its inception in 1961 to the late 1960s, when it became a retreat house. The two boxes of records contain photographs from both the novitiate and the retreat house. There is also some vocational literature.

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es but some docu­ The Scalabrinians' Western Province has its own archiv s from parish col­ ment Docu . Island Staten ments from that area are housed at collection Anot . below es, lections are described in the section on parish three non-pher insti­ aroch #060, pools together records from two churches and . go. The placesialwhos e tutions in Melrose Park, Illinois, a suburb of Chica d Sacre r, Cultura! Cente records are included in the collection are the Italian Po �pei par�sh, and the of Lady Our , Heart Seminary, Saint Charles parish cons1st mostly of whtch s, ment Villa Scalabrini Home for the Aged. The docu d in three boxe s. souvenir publications and photographs, are house designed to bri ng together Two other collections were "artificial collections" pt is described related items. (CMS has other artificial collections; thestconce is #074 , Scalabrini more fully with those collections, below.) The earlie ments and Related Docu rical Histo Fathers Primary Source Materia!: Printed s the years 1876 cover and Books or Studies. The collection has fourteen boxes one place vario us har�-to­ to 1984. It represents an effort to bring together in y. There a e three kmds : find printed documents related to Scalabrinian histor ­ Scala governmg the of printed documents. First, there are documents for s, and statutes. Second, brinian community, such as constitutions, regulationand discussion within the news there are in-house publications which preserve topics. brinia arder. Third, there are the results of research of Scala tionn#077 . This has 42 Scalabrini Father Miscellaneous Materials is collec n meetings, newspaper boxes of books, minutes and reports from Scalabrinia s bave already proved clippings, periodicals and photographs. The photograph carne to CMS to take the usefulness of this collection. Recently, a camera crew iated with Moth�r assoc le videotape of stili photographs of places and peop mo Gam a Scalabrt­ Francis Xavier Cabrini. One of the people was GiacoOrleans inbera, and again 1892 nian missionary with whom Cabrini worked in New s, but Gambera did �ot in Chicago in 1905. CMS has Gambera's personal paper s from the partsh bave a photograph of himself among them. It also has paper those papers had but , lorata where Gambera served longest, Santa Maria Addo face di� appea r in photo­ no photographs of Gambera. However Gambera's by hts confreres. graphs in collection #077 , in pictures taken by and saved Instltutional Records: Scalabrinian Parishes in New York City

The Scalabrinian missionaries mentioned in connection with the Saint Raphael collection initially carne to the United States in 1888. Eventually, the Scala­ brinians had missionaries in dioceses across the United States. CMS has 28 col-


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lections which consist of the archival records of Scalabrinian parishes in the United States and Canada. The numbers alone do not reflect the full diversity of the Scalabrinians' ministry, for they worked with immigrants from every part of Italy, in every part of the United States, and in communities with a variety of eco­ nomie bases. Michael Augustine Corrigan, ordinary of the Archidiocese of New York, was the first American bishop to invite the community to take up their aposto­ late within his see. The Scalabrinians began their ministry in an Italian neigh­ borhood on New York City's Lower East Side. Their first long-standing parish opened in 1888. Its name was Saint Joachim, Joachim being the given name of Pope Leo XIII, the pope who had approved Scalabrini's idea for a community dedicateci to the migrant apostolate. Saint Joachim's papers are at CMS in collection #079. The collection consi­ sts of eight archival boxes of materia!. The records are of particular interest to those studying popular religion. J udging from a quick look at them, Saint Joachim's functioned as a kind of confederation. Numerous mutuai benefit societies, each of which drew its membership from a different part of Italy, had arrangements with the Scalabrinians at Saint Joachim's. Each mutuai benefit society provided a statue of its patron saint, and an annuai sum of money. Saint Joachim's undertook to house the statues, to say mass on the feast days, and to say funerai masses for deceased members of the mutuai benefit societies. Occasionally misunderstandings arose, which in one case resulted in the kid. napping of a statue. The men of one mutuai benefit society had taken their sta­ tue from its niche at Saint Joachim's and had housed it at a iocal funerai parlar, pending a legai settlement with the church. The women, though, wanted the statue in the church so they could carry out their customary devotions; they stored the funeral parlar, made off with the statue, and installed it in its usual piace. A careful study of the records concerning the saints' statues at Saint Joachim's wouid probably reveal a great deal about popular religiosity, and about the roles of men and women in practicing the community's faith. Saint J oachim's papers are also of interest to those involved in issues of urban renewal. Saint Joachim's building was not originally intended as a chur­ ch; during the early years of its existence, the clergy conducted religious servi­ ces on the first floor, slightly above street level, while in the basement Italian scavengers sorted and prepared for resale the rags they found while picking through neighborhood trash. Eventually, Saint Joachim's took over the base­ ment for religious education classes and sodality meetings, but first quarter of the twentieth century, the facilities were always too small for the community. The Scalabrinians opened a second, larger building, a combination church and

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parochial school, within walldng distance of Saint Joachim 's. The new parish was called Saint Joseph's, and it, too, has records at CMS; fourteen boxes in collection #035. However, peopie continued to attend Saint Joachim's until 1958, when the building closed and the parish was suppressed. Since the papers are available and some of those involved are stili alive, now is the time to study how the decision to dose Saint Joachim's was made, and to assess how to make future decisions about maintaining or closing community houses of worship. Mention has already been made of the Saint Raphael Society and of Pietro Bandini, its first representative in New York. In 1892, Bandini rented a house for his office, and used one of the rooms in that house as a chapel. He dedicateci the chapel to Our Lady of Pompei, a city which was home to a shri­ ne honoring the Madonna of the Rosary. In 1895, Our Lady of Pompei was incorporated separately as a parish church. It has since grown to be an impor­ tant presence in its neighborho od in Greenwich Village, New York. Its records, too, are housed at Pompei, as collection #03 7. The collection consists of 61 boxes, which contain exampies of almost every sort of paper a parish can generate. Most of them were generateci by the above­ mentioned Antonio Demo, who was aiso mentioned in connection with the Saint Raphael Society and «L'Italiano in America» papers. Reading these papers is interesting because there are so many of them that after a while one begins to develop a sort of emotional reaction to them, and thus an appreciation of the personality who originally preserved them. At first, the researcher is simply overwhelmed with the sheer number of pieces of paper to be handled. After a while, reading the papers becomes somewhat amusing, for Demo saved everything, no matter how trivial. Programs from parish plays? Invoices for bills for the children's nursery? Every circular letter the chancery ever sent out? It's ali there, and one wonders what to do with it ali. A little more reading, though, and the feeling becomes one of something iike awe. Demo received numerous letters from Italians in the New York-New Jersey area requesting his aid in various spiritual and charitable matters, and he was a font of knowledge of where to go for assistance with every sort of personal and familial probiem. The letters that survive indicate that he knew quite a lot about how to get metropoli­ tan private and public welfare agencies to serve his community. Institutional Records: Scalabrinian Parishes in New York State

CMS has five collections from parishes outside New York City but within New York State. The most notable is the Church of Saint Mary of Mount


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Carmel in Utica, New York, Saint Mary of Mount Carmel has two collections, #061a. and these records may be supplemented with the personal papers of Mount Carmel pastor William Pizzoglio, described below. Collection #061 consists mostly of photographs. The pictures document all sort of community activities from sports programs for adolescents to a day nur­ sery for pre-school children. Inadvertently, the collection provides a glimpse into the workings of one kind of Italian American business. D'Ambrosia Ecclesiastica! Art is a firm specializing in interior and exterior decoration of churches. In 1946, Saint Mary of Mount Carmel hired the firm to redecorate its interior, and then preserved the correspondence concerning the project and took photographs of the workers while they repainted the ceiling murals. The papers of the Church of Saint Peter of Syracuse, New York, are in eight boxes in CMS collection #046. This collection complements two sets of perso­ nal papers. Pio Parolin served at the parish in the early part of the twentieth century. He was on good terms with his provincia! superior, Antonio Demo, under whom he had worked as a curate. He wrote Demo regularly, mixing parish, Scalabrinian, and personal business in his letters. Joseph Berton also served at Saint Peters, as a curate, and some of his personal papers are inclu­ ded in this parish collection. The three boxes in CMS collection #054, Church of Saint Anthony of Fre­ donia, New York, might be good for scholars interested in family history, as they contain papers from individuals requesting help arranging for Catholic marriages. Since both parties to a Catholic marriage have to answer questions about their status in the Church, arranging for a marriage ceremony sometimes turns up other information regarding family life. One other New York State parish collections may be mentioned more brie­ fly. The CMS collection #049, Church of Saint Anthony of Buffalo, New York, consists of two boxes of papers, the bulk of which are letters addressed from the pastor to that indefatigable letter writer, Antonio Demo.

Leonard's parishioners, feeling the neighborhood was sufficiently populous for two parishes and that the management of Saint Leonard's did not quite suit them, organized and Italian Catholic Society and set about trying to get a second Italian parish in the North End. The group adopted a patron saint and became the Society of Saint Mark. They even acquired a church, the former "Father Taylor's Seaman's Bethel". However, rather than turn control of the church aver the archdiocese or to a religious arder, the lay committee wanted to retain financial control. The Franciscans, who had been ready to expand their work to staff this second Italian church objected that their religious com­ munity could not be subordinated to a lay community. John Williams, the Archbishop of Boston, also objected that under Massachusetts law and canon law the church property had to be vested in him, and he forbade the Saint Mark Society to use their new church. The Saint Mark Society refused to sub­ mit to this American way of doing things, and rented a second site, in which they conducted lay-led devotions while searching for a way out of the problem. The resolution involved bringing the Scalabrinians to staff the new church, and also in not using the Saint Mark name, thus obscuring the laity's role in the matter 3 . Hence Father Taylor's Seaman's Bethel was blessed for Catholic use as the Church of the Sacred Heart in 1890. The Saint Mark Society continued to be active in parish life, however, and collection #062 preserves minutes books documenting meetings from 1899 to 1941. Another lay group at Sacred Heart was the Azione Cattolica Italiana, which was active in the 1960s and early 1970s. This was an organization for young Ita­ lian Catholics, and had counterparts in other parishes. It sponsored spiritual and social events for this group of people, and organized them for parish and com­ munity service. Its records and photographs are also in CMS collection #062. Other Massachusetts parishes may be mentioned more briefly. The Church of Saint Tarcisius in Framingham has one box of papers from the years 19141984 in CMS collection #042. The Church of Saint Lazarus in East Boston has two boxes of papers in CMS collection #043; one noteworthy aspect of this collection is that it contains sermons from 1908 to 1918, apparently written by a Scalabrinian priest, Louis Torna, when he was a young pastor at Saint Lazarus in the years. CMS collection #044 consists of two boxes of records from 1910 to 1986 from the Church of Saint Anthony of Padua in Somerville; the collection consists mostly of weekly bulletins from 1977 to 1986, and it also

Institutional Records: Parishes in Massachusetts

CMS has five collections of papers from Scalabrinian parishes in Massa­ chusetts. The most notable is collection #062, the four boxes of materia! form the Church of the Sacred Heart in Boston. Sacred Heart's history illustrates the interplay between clergy and laity at the parish level. The parish is located in Boston's North End, an Italian neighborhood that was already served by Franciscan priests and the parish church of Saint Leonard's. A group of Saint

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3 A. ZIZZAMrA, A Vision Unfolding: The Scalabrinians in North America, 1888-1988, New York, CMS, 1989, pp. 46-47.


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Sources Available at the Center far Migration Studies o/New York

has a manuscript history of the early years of the parish. Collection #052 consi­ sts of one box of photographs and correspondence from the period 1930-1976 for the Church of Saint Anthony of Padua in Everett.

Similarly, CMS collection #059 consists of 2 boxes of records pertaining to fìve churches in the Chicago area. The parishes included are: Saint Anthony, Saint Callistus, Saint Lucy, Saint Michael and Our Lady of Pompei. One Chicago parish has its own collection. The Church of Santa Maria Addolorata has one box of records in CMS collection #055; this box complements some of the personal papers of Giacomo Gambera, described below. Two California parishes are represented in the CMS archives. Not only do the parishes increase the archives' geographical holdings, their materia! empha­ sizes a different time period, the 1960s and 1970s. The Church of Saint Peter of San Jose, CMS collection #051, has one box of materials which span the years 1947 to 1982 but which are fullest for the period 1965-1977. The Church of the Holy Cross of San Jose, CMS collection #050, is a box which contains mostly photographs from the years 1974-1976. There are three cases in which the Scalabrinians maintained have records from only one parish in a state or territory. From 1903 to about 1916-1917, the Scalabrinians staffed Our Lady of Pompei's Church in Monongah, West Virginia. Papers from that parish for the period 1899-1926 are in CMS collec­ tion #048. The collection comprises two boxes of correspondence and fìnan­ cial records. CMS collection #053 consists of one box of materia! from the Church of Holy Rosary of Kansas City, Missouri, which covers the years from 1920 to 1967. After the 1960 death of the Reverend Nicholas De Carlo, whose personal papers are in collection #010, described below, the Scalabrinians began staffìng the Church of the Holy Rosary in Washington, D.C. Collection #036 consists of eight boxes of materia! from that church, covering the years 1915-1975. This collection is especially rich in photographs of community acti­ vities, and it contains a run of «Voce Italiana», which was published by the church of the benefìt of the Washington Italian community.

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Institutional Records: Parishes in Other Parts o/ the United States

Two Connecticut Scalabrinian parishes have records at CMS. The larger of the two is that of Saint Michael the Archangel in New Haven. This collection is numbered #045, and consists of eight boxes covering the years 1888-1982. Among the surprises in this collection are photographs taken of a 1904 fire which brought down the roof an d damaged the church interi or. Action photo­ graphs of turn-of-the-century fire-fighting equipment are not that common. The Church of Saint Anthony of Padua in New Haven has fìve boxes of mate­ ria! in collection #04 7. The materia! covers the years 1925-1986, and includes a series of books in which the clergy noted the announcements to be read from the pulpit, the predecessor of the weekly bulletin. CMS had three collections from Scalabrinian parishes in Rhode Island. Two concern a single pa rish, Saint Bartholomew's of Providence. Saint Bar­ tholomew's in a section of Providence called Silver Lake. Originally, ltalian residents of that neighborhood attended Holy Ghost Parish, a Scalabrinian parish in another part of Providence. In 1907, they got a mission church of their own, and, in 1910, missions' status was elevateci to that of a parish. The parishioners continued to meet in the same building from 1907 to 1969, when they moved into a modern church building. One of the highlights of this col­ lection is the parish bulletin, «La Campana di Silver Lake», wich between January 1923 and March 1950 was actually a community magazine. CMS col­ lection #022 consists of fìve boxes, including a run of «La Campana di Silver Lake». Collection #041 consists of another set of bound volumes, most weekly bulletins from 1971 to 1984, souvenir books, and an account book. In some cases, there are too few materials from any one parish to justify crea­ ting a separate collection, and such records have been grouped by geographical area. CMS collection #029 consists of fìve boxes containing the records of other Rhode Island parishes. The parishes represented are: Saint Ann of Providence, Saint Anthony of North Providence, Saint Anthony of Woonsocket, Holy Angels of Barrington, Holy Cross of Providence, Saint Mary of Cranston, Our Lady of Loreto of East Providence, Our Lady of Mount Carmel of Bristol, and Saint Rocco of Thornton. Most of the records are souvenir journals from the parishes.

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Institutional Records: Canadian Parishes

CMS has three collections of papers pertaining to Scalabrinian parishes in Canada. Collection #058 pools together the records of seven Canadian chur­ ches. Six are in Ontario: Saint Angela Merici, Saint Anthony of Padua, Saint Paschal Baylon, Saint Catherine of Siena, Our Lady of Ali Souls and Saint Peter. One, the Mission of Our Lady of the Annunciation, is in Quebec. Together, the records comprise fìve boxes of materia!, mostly souvenir journals. Two Canadian churches have their own collections of papers. Collection #056 is that of the Church of Our Lady of Pompei in Montreal. The collection


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consists of three boxes, and covers the years 1960-1979. Collection #057 consi­ sts of one box of materials covering the years 1958-1977 from the Church of Santa Maria Goretti in Edmonton. Institutional Records: Micro/ìlm o/Italian-Based Agencies

Formerly, research in source materials meant travel to fi.nd the sources. Now it is the documents which travel. CMS has three microfìlm collections of docu­ ments which are permanently housed in ltaly. Two of the collections are from the same agency, L'Archivio del Commis­ sariato generale dell'emigrazione. Il Commissariato generale dell'emigrazione was organized in 1901 in response to the massive migration out of Italy. Prior to World War l, it concerned itself with collecting and disseminating data on migration. During the Fascist period, it increasingly served as a conduit throu­ gh which the Italian government attempted to maintain the loyalty of ltalians settled abroad. Fascist government reorganization closed Il Commissariato in 1927. CMS has two collections of microfilm copies of Il Commissariato records. Collection #030 consists of seventeen reels of microfìlm, number reels #120-#137. Collection #034 has 66 reels. The third collection, #03 1, consists of 27 reels of microfilm copies of docu­ ments from L'Archivio del Prelato per l'emigrazione italiana. This organization built naturally on bishop Scalabrini's advocacy of a migrant apostolate. Bishop Scalabrini himself died in 1905. At that time, the pope was Pius X. He planned to erect a special college in Rome to train clergy for the Italian migrant mini­ stry, but he died in 1914. After World War I his successor, Benedict XV, retur­ ned to the idea. In 1920, he appointed Michael Cerrati the �rst Ordinary of the chaplains working among Italian immigrants 4, Cerrati and his successors supervised a special college to train ltalian clergy for service among ltalians abroad. In 1950, this office was affiliated with the older Scalabrinian order. CMS collection #03 1 has 27 reels of microfìlmed copies of personnel records and other materia!. Having such records in the United States makes it less expensive and more convenient for scholars to consult them. lt does, however, remove some of the necessity for travel to Rome. 4 ]. M. ZAZZERA, T.O.R., Pastoral Care o/ Italian Immigrants, in «Ecclesiastica! RevieW>>, LXIV (March 1 92 1 ), pp. 279-284.

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Personal Papers: Public Figures

CMS has 3 1 collections which consist of the papers of individuai persons. It is fortunate in having five collections of papers from six individuals who are already well-know in ltalian American history. The first collection of papers to be processed were those of the De Biasi publishing family. The De Biasi family's roots are in the province of Avellino, its first American member, Agostino De Biasi, carne to New York in 1900; other brothers and sisters fol­ lowed later. At that time, Agostino was 25 years old and already an experien­ ced journalist. He quickly found work with the ltalian language daily «Il Progresso italo-americano», and rapidly worhd his way to the position of edi­ tor-in-chief. He left «Il Progresso» in 1 9 1 1 to become editor-in-chief of anothet.: ltalian-Language New York City daily newspaper, «L'Araldo italiano». He also wrote several books, mostly about ltaly's position in geopolitics. In 1915 he founded a publication of his own, a monthly review of Italian politics and culture which he called «Il Carroccio». During World War I, «Il Carroccio» carried articles on how the war was to improve ltaly's status as a Great Power. In 1922, it cheered Mussolini's accession to power, and thereaf­ ter published articles defending fascist policies. lt also carried news from ltalian communities around the United States. The magazine, though, became too expensive. De Biasi ceased publication temporarily between 1928 and 193 1 and permanently, due to bankruptcy, in 1935. Thereafter, De Biasi managed the De Biasi Advertising Agency, which was founded by his later brother, Mario. He died in 1964. Agostino's youngest brother, Carlo, was born in 1896, and so was four years old when his oldest brother left for New York. Carlo followed other family members to New York, arriving in 1913 . He also entered the field of journali­ sm. He wrote a weekly column for «Il Progresso itala-americano», edited and translated books for the Vatican City Religious Book Company of New York, an d edited «La Voce dell'emigrato», a monthly bilingual magazine dedicated to the interests of ltalian immigrants and sponsored by the ltalian Auxiliary, which was affiliated with Catholic Charities of the Archdiocese of New York. From 1933 to 1963, he was managing editor of Brooklyn's ltalian Catholic weekly, «Il Crociato». He died in 1975. The De Biasi Family Papers are in CMS collection #011. They fill49 archi­ val boxes, and include two oversized items which cannot be boxed. The papers are divided into four series. Series I is the repository for family corresponden­ ce, accounts, documents and photographs from the years 1852 to 1963. Ago­ stino De Biasi's papers from 1899 to 1966 are in Series II. The papers of Mario ,


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Sources Available at the Center/or Migration Studies o/New York

De Biasi, Mario's wife Emilia De Biasi, and of Mario's business, the De Biasi Advertising Agency from 1911 to 1956 are in Series III. Carlo De Biasi's papers from 1919 to 1970 are in Series IV. The De Biasi family exemplified the prominenti, the professionals and entre­ preneurs who provided leadership for early Italian American community life. The mass of Italian immigrants were poor, unskilled, working class people who had to work long hours at low pay and under harsh conditions. The prominenti did not offer leadership to these people; in fact, it seems that Italians who owned businesses, such as artificial flower manufacturing companies or macaro­ ni factories, found in their conationalists a steady supply of easily exploited labor. Instead, leadership for working-class people carne from among these peo­ ple themselves. An example of such as working class leader was Luigi Antonini. Antonini was born in 1883 and carne to the United States in 1908. He found work as a pants presser, and joined the labor union for such laborers, Local 25 of the International Ladies' Garment Workers' Union. He then became a union organizer, and founded Local 89, an Italian-language unit of the ILGWU. As a labor leader, especialiy in the period when fascists (who were anti-union) dominated Italy, Germany, and Spain, he played a role in both U.S. domestic politics and in international affairs. He died in 1969. Luigi Antonini Memorabilia and Photographs make up CMS collection #O 17. The collection covers the years 1906 to 1969, and consists of three stora­ ge cartons, plus some oversized items which cannot be boxed. The coliection divides into two types of records. One type consists of items given to Antonini: honors, awards and citations for his meritorious service to his union and coun­ try. The other type are records generated by Antonini: personal diaries concer­ ning his travels, scrapbooks, coliections of materials associated with his eigh­ tieth birthday (1963), and numerous photographs. The photographs usualiy show Antonini posed with other union officials, with entrepreneurs, with New York City, New York State, and U.S. politica! figures, or with world leaders. These records supplement the Luigi Antonini papers in the possession of the ILGWU. CMS coliection #038 is that of the Alex Pisciotta Papers. The papers are housed in 36 boxes, a number which indicates Pisciotta's long and varied career. Pisciotta was born in Melfi, Sicily, in 1897. In 1901, his family relocated to Bedford-Stuyvesant, Brooklyn. He entered the United States Army in 1917, and eventually served 40 years in the military. He also entered the practice of law, being admitted to the bar in 1923. From 1926 to 1929 he worked as an Assistant U.S. Attorney, Eastern District, New York. In 1935, Fiorello La Guardia appointed him Secretary of the New York City Department of Li-

censes. The next year, he became Deputy Commissioner of Department of Public markets, Weights, and Measures, and the year after that he became Director of the Bureau of Weights and Measures. The United States entered World War II in December 1941, and in 1942, Pisciotta was back in active duty, this time using his legal experience as the Post Judge Advocate Generai of Camp Upton, New York. After the war, he served as a New York City Magistrate until 1950, when the Korean War began. Pisciotta served on the Board of Review in the office of the Judge Advocate Generai of the United States Air Force from 195 1 to 1954, and as Director of Civil Law in the office of the Staff Judge Advocate at the Headquarters of the Continental Air Com­ mand at Mitcheli Air Force Base in New York, from 1954 to 1957. From 1957 to 1959 he was Attorney Advisor to the Civil Aeronautics Boards, and from 1960 to. 1965 he was the Assistant Chief Attorney of the Veterans Admini­ stration in New York City. He then relocated to Lake Grove, Long Island, New York and soon found a new calling in politics. He worked to have Lake Grove incorporated as a village, and in 1968 became its first mayor. He retired from public life in 1981 and died in 1985. Pisciotta is a good example of why it is important to leave records even if one is not sure how they will be used. When he entered the army in World War I, he brought a camera with him, and eventually produced several albums of photographs of his life at various training camps in the United States and also of his leisure time while serving with the American Expeditionary Force in France. The photographs are iconographic evidence for how immigrant boys became Americans. Pisciotta went from a neighborhood in which most of his friends and acquaintances were Italian to an army unit in which he met men from ali over the United States. Instead of living in a particular Italian neigh­ borhood, he lived in a series of campus and slept in a series of tents which were just like those every other person in the army had. Instead of his ethnic cuisine, he ate the same food prepared for ali the soldiers. Instead of a distinct costume (more common to women, anyway), he wore a uniform, and when he put on his gas mask, he indeed looked like every one else. Victor L. Anfuso was slightly younger than Alex Pisciotta, being born in Gagliano Castelferrato, Sicily, in 1905. He carne to the United States in 1914 and settled in Williamsburg, Brooklyn. Anfuso was admitted to the New York bar in 1928. During the 1930s, he broadened his contacts with community agencies. In 193 1, he organized the Citizens Welfare Association, dedicated to assisting the needy of Brooklyn. In 1936, he founded the Italian Board of Guardians, which worked to prevent juvenile delinquency. During World War II, he served in the Mediterranean with the Office of Strategie Services. After

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the war, from 1946 to 1950, he was Assistant to the Commissioner of Im­ migration and Naturalization Service in the Department of}ustice. In 1950, he entered politics, successfully running for the House of Representatives from District 8 in Kings County, New York. In 1952, his district was reapportioned and he did not run for Congress that year. Instead, in 1953, he took a position as City Magistrate. In 1954, he ran again for Congress, and won again. He was re-elected again in 1956, 1958, and 1960. He generally supported government action to assist working class people through increased wages (in cases in which the government was the employer, as was the case with the post office), additional unemployment benefits, the creation . o f new kinds of jobs in parts of the country in which unemployment was high, protecting employees' rights to information about the status of their benefits and pension funds, and legisla­ tion to end discrimination in employment. He also interested himself in com­ munity welfare, and supported such measures as aid to education, decreasing the age for the reception of Social Security benefits, distribution of surplus food to the needy, eliminating hate crimes, hospital construction, housing con­ struction, immigration reform, reducing the narcotics traffic and slum clearan­ ce. In foreign affairs, he represented the United States abroad several times. In 1955 he was a member of the U.S. Congressional Delegation to the NATO Parliamentary Conference in Paris. In 1956 he was part of the United States Delegation to the United Nationals Food and Agricultural Organization. �n 1957 he participated in a mission to study United States food surpluses m Europe and the Middle East. When in 1959 Fidel Castro carne to power, Anfuso was among those the new Cuban leader invited to visit his nation. Anfuso chaired a delegation to represent, the United States at the Centennial Celebration in Italy in 1961. In 1962, Anfuso's district was again reapportio­ ned and rather than run in thè new district, which would have pitted him against another Democrat, Anfuso ran for the position of Supreme Court Justice of the State of New York. He won the seat, and served until his death in 1966. CMS has Victor Anfuso's papers in its collection #033. They cover the years 1928 to 1966, and consist of 3 3 archival boxes. The papers are divided into four subgroups. The first contains papers documenting Anfuso's social and politica! activities prior to his entry into Congress. The second covers his con­ gressional career. The third concerns his work as State Supreme Court Justice. The fourth is the repository for Anfuso's photographs, clippings, and oversized material that does not fit easily into archival boxes. Anfuso's photographs are especially well-organized, and one can find him posed with a number of pro­ minent persons from the 1940s, 1950s, and 1960s.

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Juvenal Marchisio (1902-1973) was, like Pisciotta and Anfuso, an Italian New Yorker, a lawyer, and a judge. However, his papers concern his career in social service. In 1944, Marchisio became the Executive Chairman and then the President of American Relief for Italy, Incorporated, which was organiza­ ted to help Italy make the transition from a battleground to a peaceful nation. American Relief for Italy operated from 1944 to 1948, and acted as a coordina­ tar for many other initiatives to provide assistance to Italians during and after World War II. One of these initiatives, in which Marchisio was directly invol­ ved, was Boys Town of Italy, which worked with boys an d young men who had lost their families or whose families could not care for them. CMS houses the Juvenal Marchisio papers in its collection #004. The collection covers the years 1944 to �951, and consists of ten bound volumes and seven boxes. Personal Papers: Individuals Involved in Italian American Community Life

CMS has ten collections of papers of individuals who in various ways reflect the diversity of Italian American community life. These individuals shared some common interests in the Italian American community, and expressed that interest in common ways, through writing or community organizing. However, they are not so closely related as the papers of the various Scalabrinian Clergy described above. They are presented here simply in alphabetical order. Vincenzo Bocchimuzzo was horn in 1871 in Cosenza, Calabria, and spent his young adulthood there, becoming a professional tailor and involving himself in community activities. He carne to the United States about 1920. He resumed his career as a tailor, joined the International Ladies' Garment Workers' Union, and worked until 1947. He had already written for a New York Italian newspa­ per called «La Stampa Libera»; in his retirement, he increasingly devoted him­ self to reading and writing. He died in 1960, and his family later donated his papers to CMS, where they are housed in collection #006. They consist of two archival boxes covering the years 1906 to 1955. Most of the papers are unpubli­ shed manuscripts of literary works with social and politica! themes. For exam­ ple, Vita e Miracoli di Danno Michele Aquino, Parroco di Mangone, Narrata al Popolo, is a satire based on events in Bocchimuzzo's home town, where in 1906 a new parish priest tried to usurp the traditional prerogatives ofthe lay admini­ strators of two local lay chapels. Another piece, a drama called Vendetta, is about corruption in the clergy. «Critica sociale» is not so much a work as a work-in-progress, a copy book full of materials ciriticizing the capitalist system, the clergy and the fascists. Similarly, I grandi crimini ed i grandi criminali is


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another copy book devoted to descriptions of famous crimes and discussions of the moral implications. Another drama Bent'to Mussolt'ni alle porte del regno del­ l'abisso is, as the title indicates, anti-fascist. The Erasmo S. Ciccolella Personal Papers, CMS collection #080, consist of l box which contains three booklets of poetry written by Joseph Tallini (uncle to Ciccolella) and four typescripts by Erasmo S. Ciccolella . One covers his family's genealogy, another the first Italian American parish in Trenton, New Jersey, and two more the Italian Americans in the Trenton Board of Education. Like Luigi Antonini, Frank De Luca was a union activist involved in the mainstream of the American labor movement. De Luca was born in 1889 in Pradicenca, Palmi, Calabria, and migrated to the United States about 1904. He worked with the Amalgamated Clothing Workers of America and was for a long time business agent of Locals 79 through 92 of the Giove Workers Union. CMS collection #012 contains one box of materials which document De Luca's activities from 1911 to 1972. The Papers of Peter Di Paolo, CMS collection #086, contains three boxes. �eter Di Paolo migrated from Italy at the age of 22, and spent his active years 1n Boston, Massachusetts, where he worked as a sdentist. He involved himself in Democratic Party politics, Catholic church activities, and in numerous civic enterprises. C�llection #083, the �icholas J. Falco Personal Papers, consists of four arch1val boxes documentmg Falco's interests in preserving historical docu­ ments, studying Italian American history, and in an ethnic newspaper, «The Ital�-American Times». Mr. Falco's interest in Italian American history and . are demonstrated in this paper in another way. He organized arch1val practlce several of the collections described here. Collection #007, Thomas Russo Clippings, consists of a scrapbook of arti­ cles written by Thomas for the New York Italian language daily «Bollettino della Sera». The articles discuss New York City high school and college pro­ grams for teaching Italian. The S. Eugene Scalia Collection, CMS collection #082 consists of one box of materials. The documents divide into two types. The most numerous are published materials from the Italian Book Company, located at 145- 147 Mulberry Street. The nine books and two catalogs cover the period 1901 to 1947. There are also some advertisements of song sheets. The second type of documents are typescripts of lyrics in the dialects of Southern Italy. These date from 1907 to 1942. Tulane University in New Orleans, Louisiana, purchased the bulk of Gio­ vanni Ermenegildo Schiavo's papers, documenting a life time of interest in

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Italian American history. However, CMS collection #085 houses another 81 archival boxes of Schiavo material, and this collection in particularly important for the latter p art of Schiavo's life, for it contains the material he was collecting for a new edition of an earlier work on the Italian mafia. Collection #025, the James Visceglia Personal Papers collection, is signifi­ cant because it is stili unusual to find on the East Coast documentation about Italian American life on the West Coast of the United States. Visceglia was born in 1896 in Acquaviva delle Fonti, Bari. He received the degree of Doctor of Economics and Business Administration from the University of Genoa and served in the Italian Air Force in World War I. He migrated to the United States in 1928. Starting with a fruit and vegetable business, he prospered until he became the owner of a chain of food stores. He also involved himself in community affairs in his new home of San Pedro, California, and devoted much time to the Catholic Church. Among the groups with which he worked were the American Committee on Italian Migration, Southern California Chapter; a committee to erect a statue of Saint Francis of Assisi on Alcatraz Island; the Community Development Advisory Committee of San Pedro, California; and the Mater Dolorosa Laymen's Retreal League. Collection #025 has a variety of personal documents including a privately published biography of Visceglia written by his wife Mary, photographs of Visceglia, scrapbooks, souvenir programs from a 1963 Fischermen's Fiesta, a 1968 Festa Italiana, a 1969 Columbus Day celebration, and a 1970 Italian Catholic Federation of the Archdiocese of San Francisco Convention, and two travelogues compiled by Mary Visceglia. Like Agostino and Carlo De Biasi, Giuseppe Zappulla was a journalist. Born in Buccheri, Sicily, in 1901, he came to the United States in 1921. He held numerous editing jobs: New York's «La Sicilia» ( 1 927) ; Wilkes-Barre, Pennsylvania's «Il Corriere italiano» (1929); Yonkers, New York's, «Il Corriere dell'Hudson» ( 1930- 1932); New York's «L'ora nuova» ( 1932 ) ; Boston, Massachusetts's, «La Radio-Stampa» (1934); Boston's «Gazzetta del Mas­ sachusetts» ( 1938); scripts from the Voice of America and for the Columbia Broadcasting System ( 1941-1945); New York's cultural magazine «Luce» ( 1947-1948); New York «Novità» (1953-1955); «ltaloamerican Magazine» (1956); «Italica», the publication for the American Association of Teachers of Italian (1958); and McGraw-Hill Publishing Company (1957-1966). Zappulla's paid work supported his calling as a writer and poet. He published numerous articles and three poetry collections: Voci nell'ombra in 1924; Vette ed abissi in 1936; and Mete lontane in 1962. He retired in 1966, and settled in Patchogue, New York, in 1975. CMS houses his papers in its collection #009. The collec-


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tion consists of six boxes. The materials within the collection divide into three types. Boxes #5 and #6 contain Zappulla's personal correspond ence. Boxes #l, #4 and #5 contain manuscripts and printed copies of his published works. Box #2 contains an unpu blish ed manu script entitled Pano rama degl' Italia ni d'Amert'ca, which is about how Italians in Italy perceive Italian Amer and also about the state of Italian language literature in America. Box #3 isicans, a manu script for a collection of essays titled Aspetti di Vita e Letteratura, Scritti vari. ­ Personal Papers: Music

Of special interest are the possibilities for studying the role of music in Italian culture at CMS. Five collections have some mater on this subject. Perhaps the best known musical artist who has papers on ia! depos at CMS is Edoardo Migliaccio, who lived from 1892 to 1946. Migliaccio itcarne to the United States with his family in 1898, and followed his father into the banki profession. He worked at a bank in the Little Italy of New York City's Loweng East Side. He used to take his lunch at a cafe there, enjoying the entertainmentr provided by those trained in Italy's traditional commedia dell'arte. He becam e sufficiently adept at improvisation and character sketc hes that the gave up banking for comedy. His most famous character was Farfariello, the etern Italian immigrant green horn . Intro ducing Farfariello in New York City,ai Migliacdo took him across the United States to play in Italian communities all the way to San Francisco, and even took him acros Atlantic to play in Italian theaters. CMS has a reel of Migliaccio's persosnalthepaper s and a box of photographs, programs, and sheet music. The sheet music conta ins the tunes and lyrics to the songs Migliaccio composed for his character. They light not only on the fantasy world of the theater, but also on the realshed world of immigrant life from which Migliaccio took his materia!. Changing the subject from the secular to the sacred CMS has four collec­ tions concerned with church musicians. Two, Carlo, Rossi and William Pizzoglio, are mentioned below in the section on clergy. Two niother s were lay persons. Giovanni Battista Fontana was born in Cremona and had establ ished himself in the musical profession well before coming to the United State being the director of the Ponchielli Institute of Music in his home city 5 . Ins, 5 Biographical materia! on Giovanni Battista Fontana and Anna Carbone La Padula from Music at Pompei, Village Bells», (Fall l984), 1-2. This is Our Lady of Pompei 's newsletter.

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1908 he accepted a position at Our Lady of Pompei in Greenwich Village, New York City, and so migrated to the United States. At Pompei he played the organ at Sunday mass and when it was re�uest�d for . we�ding and funer�ls, conducted an adult choir, conducted a children s cho1r, dtrected the mus1cal programs Pompei held to raise fund� , and als� wrote music for church �nd secular use. His papers are at CMS m collectwn #40. The cover the per�od 1908 to 1945 (the year of his death), and take up two boxes, a regular arch1val box and an oversized storage carton. Fontana also gave voice and instrument lessons to neighborhood youth. One of his pupils was Anna Carbone, who later married and took the surname La Padula. She began her musical career in Pompei's choir. By her adolescense she had advanced to solos. When Fontana died, she took over his many duties at Pompei. In 1947 , she took a similar position at another, non-Itali�n, Greenwich Village parish. However, she maintained her contacts at the Itahan parish of Pompei, and continued to sing and play there on special �cc�sions. Like Fontana' she wrote music for church use. CMS has her papers 1n 1ts col­ lection #039. rhe collection covers the years 1920 to 1979, and consists of a box of musical scores. Personal Papers: Clergy

CMS has thirteen collections of personal papers of Italian immigrant and Italian American Roman Catholic priests active in the service of Italian immi­ grants in the United States. In the past, American Catholic h�storians hav.e ?ot exploited these papers. When the serious study of Amencan Cathohctsm began, scholars commenced by working with �he m�st obvious �ourc�s, �h.e collections of papers of bishops and of clergy w1th natwnal reputatwns, mdtv1duals who were presumed to previde leadership for their co-religionists. In the 1960s historians in other areas became interested in what was called "history from �he bottom up", centering on the activities of previously marginalized people. In the 1970s, that school of thought be� �n. �o alter the. study of American Catholidsm, leading it to focus on the ac1t1v1t1es of the la1ty. In the process, scholars have ended up bypassing an importa�t group: pastor� clergy whose status as priests might make them seem to be el1te but whose daily con­ tact with the mass of laity in the parishes meant that their papers can serve as documentation suitable for writing history from as near to the "bottom" as records can be found. CMS collection #010, the Reverend Nicholas De Carlo Papers is an example


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of this situation. De Carlo was born in 1879 in Avigliano in the province of Naples. He was ordained in 1902 and emigrateci to the United States in 1908, where he began his work at the Italian national parish of Saint Rita in Phi­ ladelphia, Pennsylvania. In 1913 , he carne to Washington, D.C., to organize the an Italian national parish there. He remained pastor of that parish, which was named Holy Rosary, until l960. In those 47 years, he had time to accumulate numerous documents. Holy Rosary began with forty parishioners who met for Mass in a temporary chapel and sent their youngsters to Sunday school in a private home. In 1915, parish committee arranged to purchase a site for a church. James Cardinaal Gibbon s, Archbi shop of Baltim ore and the most senior membe r of the American Catholic hierarchy at the time, laid the cornerstone in 1919. The church opened in 1923. It paid off its mortgage in 1938, and added a beli tower and a rectory for its long-time pastor in 1942. As important as the buil­ dings were the community activities within them. Parish organizations devoted to spiritual growth and fund raising for the church brought together many Washingtonians of Italian descent. The parish took an interest in social service as well. In the 1950s, De Carlo purchased a tract in Mitchelville, Maryland, intending to build a complex for senior citizens. The Villa Rosa Rest Home opened in 1963. By the time De Carlo's retirement, Holy Rosary was a for Washington Italian community life, its importance and dignity enhanccenter ed by its association with Italian foreign service diplomats stationed in the United States capitai. CMS collection #010 consists of 7 boxes and l microfilm reel. The types of documents included are bookkeeping records for 1913-19 63 , books, clip­ pings, correspondence for 1909-19 60, pamphlets, photographs, printed mate­ rials, sermon manuscripts and weekly announcements for 1920-1 To­ gether with the Holy Rosary parish papers in CMS collection #036,957. mentio­ ned earlier, the documents can be used to create a detailed picture of parish life. It has the further advantage of being available for comparative' studies: materia! on Italians in ports such as Boston or New York, or major metropoli­ tan areas such as Chicago or San Francisco, are abundant, but Washington, D.C., is not noted for its ethnic communities. The De Carlo papers are useful for comparisons of another sort. Biographical materia! on religious arder clergy is maintained by their religious communities, but De Carlo was for much of his life a secular priest (he was, from 1910 to 1929, an Augustinian). Secular parish priests' personal papers may or may not come into the posses­ sion of the diocesan archives, which may or may not make them accessible to scholars.

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Another priest whose personal papers shed. lig�t on community �fairs .is the Reverend Flaminio Parenti. Parenti was born m P1acenz.a, Italy, ord�med m the Scalab rinian community in 1908, and sent to the Umted States m 1909. In 1922, after experience in several parishes in New York and New Haven, Connecticut, he carne to Providence Rhode Island, to be pastor of J-:Io.ly �host Parish . Holy Ghost had been organized in 1889. Bishop Scalabrm1 h��self blessed the basement of the church building during his 1901 pastoral v1s1t to the United States. The church building was completed in 1910. However, under Father Parenti, Holy Ghost became a large and busy parish. The fìrst year of his tenure at Holy Ghost Parenti collect.ed enough money to redecorate the interior. The next year he opened a paroch1al school, then a rectory, a con­ vent, and a new church façade. His last accomplishment in the fìeld of co� ­ struction was the 1955 creation of the Bishop Scalabrini Home for the Aged m North Kingston, Rhode Island. Parenti served as pastor at Holy Ghost until l964, a total of 42 years, and he remained at the parish as pastor emeritus until his death in 1973, a t�tal of 5 1 years. Lil<:e De Carlo, he had time to gather documents. CMS �ollect1on #0�,1 consists of three boxes of Parenti's personal papers. About a thud of Parenti s documents are photographs: personal photographs documenting Parenti's childhood and seminary days, and community photographs showing people and activities at Holy Ghost parish and in the Scalabrinian com:nu�ity. He �so preserved correspondence, financial records, newspaper chppmgs, partsh histories and reports, including a list of religious feasts ce! ebrated at Holy Ghost. Like De Carlo's papers. Parenti's papers are useful m that they were gathered in an Italian community which was small enough that it did not have many institutions collecting documents, and also far enough away fr?m the centers of Italian population that there were no scholars from outs1de the Italian community collecting documents to study the Italians. Had it n�t be�n for Parenti, it is likely that a major portion of the records of the Itahans m Providence would have been lost. Two other Another Scalabrinians' personal papers document a different sort of community life. Giacomo Gambera was born in 1856 and served as a secu­ lar priest in Italy before joining the Scalabrinians. As a member of the arder, ?e worked in New Orleans, Pittsburgh, Boston, New York (where he served w1:h the Saint Raphael Society on Ellis Island) and Chicago. �en old age and i? health limited his activities, he lived at Our Lady of Pompe1, where he took h1s turn saying Mass, hearing confessions, and leading devotio�s. In his spare tim� , he worked on a series of memoirs: an autobiography wh1ch he completed m May, 1928, an account of his work with Francis Xavier Cabrini which was used ·


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in her beatifìcation process, and a supplement to his memoirs which he com­ pleted just before his death in August 1934. Gambera's memoirs contain his observations not only on the parishes and parishioners he served, but on the Scalabrinians as well. Apparently by the time he wrote his supplementary memoir covering the years 1928 to 1934 he did not get out of the house much, for he gave much time to explaining the structure of the arder and how to improve it, and to describing his confreres and their community life. Gam­ bera's memoirs are supplemented by his other personal papers, which are in an archival box in CMS collection #069. One rare fìnd in this archival box is a collection of sermons. There might be something about living at Pompei that leads to writing, for another Scalabrinian also wrote his memoirs there. Pio Parolin was horn in 1879, entered the Scalabrinians, and was sent to the United States in 1901 so that he could be ordained while Bishop Scalabrini was conducting his pastoral visit of Italians in America. Parolin lived until 1970. He worked mostly in the New York area, serving at Our Lady of Pompei in New York City and in upstate New York. When he retired, he returned to Pompei, where he lived in community with the other clergy, helped out religious services, and wrote his memoirs. As was pointed aut at a paper session at the December, 1 990, American Catholic Historical Association meeting, religious communities, like individuai immigrants, had to deal with the conflicts between the heritage they brought with them and the values they found in the United States, and also religious communities were composed of individuals who were each under­ going this same conflict 6. Parolin's memoir are a source for understanding the same process within the Scalabrinian community. His autobiography, and one archival box of other personal papers, are in CMS collection #073. Two Scalabrinians' personal papers are valuable because they contain rare documentation of the order's activities. CMS collection #075 contains one box of papers from Julio Gragnani. Gragnani lived from 191 1 to 1979. During the 1950s and 1960s, he served in parishes in the Scalabrinians' Western Province, and he preserved many items from his work at the Church of the Immaculate Conception in Minnesota. Researchers would bave to go to Minnesota to fìnd more on that subject. 6 S. PoOLE, C.M., Value Con/licts in American Religious Lz/e: The vincentian Experience, T. W. SPALDING, C.F.X., The Changing Mission o/ the Xaverian Brothers in America, and M. CAMPION KUHN, C.S.C., The Americanization o/ the Sisters o/ Holy Cross, papers delivered at the American Catholic Historical Association meeting, New York City, December 30, 1990.

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In CMS collection #076 are three boxes of James Abbarno's personal papers. These are unusual not so much for the p�ace Abbarno served (he �er­ ved mostly in New York State and New York Clty), but because of the tlme period they cover. Abbarno was horn in 1928 in Buffalo, Ne� York. In 19?8 his confreres in the Scalabrinians' Eastern Province elected h1m as one of lts three delegates to a 1 969 Special Generai Chapter called to assist the Scalabrinians meet a cali to reconsider their community life and mission in the light of the documents of Vatican II. . . . Two other Scalabrinians's papers document the h1story of commumty mus1c programs and of liturgica! music. Carlo Rossini (1890-1975) served in parishes in Italy, New York and Pittsburgh. Along with his parochial duties, .he played the organ and composed religious music. CMS collection #070 cons1sts of one box of Rqssini's papers: programs, playbills, brochures, and publications con­ cerned with his musical calling. William Pizzoglio (1904-1973) worked in pari­ shes in New York City and State; CMS collection #071 preserves fìve boxes of his personal papers, some of which concern his interests in music. Pizzoglio's papers are interesting because they also contain a valuable photo­ graphic record. It is not clear how many photographs Pizzoglio himself took, since he appears in a number of them, but he did collect photographs of him­ self, his family and his friends. His personal papers contain two folders of rela­ tives' photographs, valuable because they open a window on ordinary family life. Especially touching are a few snap shots which have no markings or nota­ tions on them but which, to judge by the setting and the costumes, were taken in a family member's kitchen in the late 1940s. Two older men, including Father Pizzoglio, sit at a 1940s kitchen table, with chrome legs and a formica top. A bottle of wine stands between them. A younger man is playing the accordion, an instrument common in Italian folk life. Two adult women are dancing together in the narrow space next to the table, and a little giri is trying both to participate in the adults' activities and to keep out the way. It is a fasci­ nating document showing the preservation of the old (accordion music, recrea­ tional dancing, an evening of wine and conversation with the family) amid the new ice boxes, chrome-and-formica appliances and electric gadgets. . Severa! other collections of Scalabrinians' personal papers may be mentlo­ ned briefly. Remigio Pigato (1900-1986) labored for 60 years among the Italian immigrants in the United States, and left three archival boxes of materia! in CMS collection #066. Louis Riello (1909-1971) carne to the United States in 1936 and lived and worked at various Scalabrinian institutions for the next 35 years; he left two archival boxes of materia! in CMS collection #065. Joseph Berton (1913-1984) served in upstate New York and in Ontario, Canada; he


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left three boxes of archival material in CMS collection #072. CMS collection #068 consists of one box of personal papers belonging to Vincent Paolucci ( 1922- 1963), most of which relate to his studies and his 1948 doctoral thesis. Collection #067 is l box of materials congratulating Caesar Donanzan (1920) on the twenty-fifth anniversary of his ordination.

Arti/ìcial Collectz'ons In archival terminology, an "artificial" collection is one that did not come to the archives as a unit, but was compiled by the archivist. Archives arrange arti­ fidai collections for several reasons. Sometimes it is a choic e between having a large number of collections, each with only a few items therei n, or a single col­ lection with many related items, even if those items carne from rate pla­ ces. Another reason for creating artificial collections is that newdispa items related to the subject's topic and be added easily. CMS has four artificial collections. The first one to developed was collec­ tion #002, Italian American Labor Movement. Thisbebegan a 1973 gift from Local #48 of the Italian Cloak, Suit and Skirt Makewith rs Unio of the International Ladies' Garment Workers' Union. The materials in thisn collec tion divide into three types. There are ten microfilm reels of labor union mee­­ ting minutes, eleven bound volumes of newspapers from the Italian American labor movement, and six boxes of other sorts of publi material. Box #l contains Italian language publication printed by two shed firms , L'Adunata dei Refrattari of Newark, New Jersey, and Il Martello of New York, New York. Box #2 houses the published materials from other U.S. publishers . Box #3 con­ tains some more pamphlets, some back issues of the journals «Novatore» «Il Conferenziere libertario» , «Iconoclasta!», and «L'Università popolare», ,and photocopied excepts from another journal, «Il Pensiero». In Boxes #4 and #6 are the remainder of the published materials printed in the United States and also materials printed in France and Italy. Box #5 holds materials about the Italian-born labor anarchist Carlo Tresca. The type of labor activism that eventually became part American politica! and economie life was the type that accepted the capitaof and used unionization as a means to the end of winning for the workelistrs asystem greate r of the wealth produced. Types ot:1abor activism that critiqued capitalism, share such socialism, communism, and anarchism, were not widely accepted in the Uniteas State s. Activists motivated by these principles operated at the margins d of American public life. Nevertheless, it can be argued that their presence itself

Sources Available at the Center far Migration Studies o/ New York

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of the nineteenth played an important part in American politics. During the end · · ' h.istory century and the beginning of the twentieth, a period known m Amencan attenuo reater g for argued opinion public of shapers Era, rogressive the as P � to . . v10lent act10n mto led be class working that lest , class working the needs Of the by radical labor leaders. Paul Avrich has recently publ'ish ed a b ook l'mk'i� g together the celebrated Sacco and Vanzetti �ase of � 920-1 �27 and anarchist tivity in the United States in the years durmg and lffimediately after World arrested in connection with the robbery �ar I 7 . When Sacco and Vanzettiat awere Massachusetts, shoe factory, poh­ Braintree, officer roll and murder of a pay they acted as th�ugh they because ce suspicions of them were strengthened were conscious of some guilt. Avrich's research supports t�e hy�o�hesis that �he two were indeed conscious of some guilt, but not necessarily guilt m. connectl?n with the robbery and murder; instead, they were deeply involved m anarchist dynamite bombings, and perhaps tho�ght they .had ��lly been caugh� for the�e activities. Carlo Tresca, despised for his anarchist activlty, w�s, at the tlme ?f his rder in 1943 mourned for his leadership of the anti-fascist movement m the ��ited States. Further research may enable scholars to evaluate the influence of radical labor activist and ideologies more precisely. Collection #016, Italian American Writers Publication� , cov�rs t?e dates 1917 to 1975, and consists of eight boxes of materia!. The items m t�is co�ec­ tion are published writings, but most are difficult to find. Some are m Itahan, and not many U.S. libraries collected books in the language. Some cam� fr?m small presses that printed few copies. In other cases, the book pu?h�hmg method used (paper backs with inferior quality paper and glue bi�di� gs) meant few copies lasted over the years. Writers �ith tw? � r m?re publications in the collection are: Giovanni Alifano, Antomo Cahtn, Nmo Car�donna, Riccardo Cordiferro (pseudonym for Alessandro Sisca), Ce� are Crespi, S �lva­ tore Cutina , Vincenzo Fede, Artio Fiamma, the Reverend Nicola Fusco, Pietro Greco, Giacomo Grillo, Giuseppe Incalicchio, Federico Mennella, Rodolfo Pucelli Francesco Saverio Riccio and Maria Vecchione. . covers the Coll�ction #019, Italian Americans and Religion Documentatwn, years 1864 to the present, and consists of six archival boxes .. The core of th� collection is drawn from materia! collected by the Reverend Silva.no M. Toma�i during the process of researching his dissertation on Italian natwnal Cathohc 7 P. AvrucH, Sacco and Vanzetti: The Anarchist Background, Princeton, Princeton University Press, 1991.


Sources Available at the Center /or Migration Studies ofNew York Lydio F Tomasi

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paris.hes in the New York metropolitan area, a work which has since been pu�hs� ed by C�S 8• Roman Catholicism's canon law requires that every see mamtam an archtve,. bu� how much materia! is preserved and how accessible to scholars that matenal 1s are matters which vary considerably from piace to piace . . In. some cases, the materia! at CMS is more accessible than the originai matenal m the see archives. The coliecti?n is divided into three series. Series I is housed in Boxes #l throu­ gh #4. It :onststs of photocopies of primary sources culled from the archives in the foliowmg R�man Catholic Sees: Boston, Brooklyn, New York, Newark, New Jersey, and P:oVldence, Rhode Island. Most of the material is in the form of letters from paroc�1al clergy t� their episcopal superiors. Italian parishes predominate, but B�hemt�s, Hungartans, Poles, and Slovaks are also represented. Ser�es II 1s housed in Boxes. #5 . and �6. It consists of hard-to-find published mater1al, such as ne�spaper chppmgs, Journal articles, book excerpts, unpubli­ sh.ed papers, and �1scelianeous parish publications. Catholic parishes predo­ �mate, but on� will �Iso find articles written by Protestants for denomination JOu�nals �nd .d1scussmg the opportunities for mass conversion presented by Itahan m1grat10n. �eries III prov�des an arc�ival home for materials from parishes which had Ital�an con_gregatwn ?�t whtch did not have Scalabrinian clergy. (Records of panshes w1th Scalabrmtan have their own coliections, and these are described above.) At �resent, tw� parishes' papers are in this series, those of Saint Brigid on Th�mpkins Squar� m Ne_w Yor� City's Lower East Side, and of Mary, Help of Chr�stlans, a Salesta� Itahan natwnal parish on East 1 1th Street. Given the �mali stz.e o� th.e coliectto� at present, it is worth emphasizing how important it 1s to .mamta � tt. As menttoned above, the care with which sees maintain their archtves vanes . greatly; perhaps a bishop or archbishop will not ask parishes to fon:'ard matertals to the �r�ives, and perhaps parish clergy will not think to do 1t themselves. If .a par1sh ts staffed by a religious community, it will have a supplementary arc�1ves system in that the order supplying the clergy willkeep records on the pansh. lf a parish is staffed by secular clergy, though, there is no supplementary system, and there is the chance that records may simply be thrown away. ?ne h �s o�ly to read Saint Brigid's nineteenth century parish h �ndbooks, w1th t�e1r dtrections for helping the parishioners practice their fatth, to see that losmg these records will be a great loss. s S . ToMAsr , Piety and Power: The Role o/ the ltalian Parishes in the New York Metropolitan Area, 1 88O 193 O New y;ori<, CMS, 1975. ·

,

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The most recently processed artificial coliection is #087 , Italian Misceliany, which covers the years 1847 - 1 987 and consists of 23 archival boxes. This collec­ tion gathers under one heading published and unpublished primary and secon­ dary source on Italians in the United States. It has six series: Immigration, Italians in the United States, the Catholic Church Miscellaneous Material Regarding the Protestant Church, Italian History and Literature, and Culture. Within the col­ lections are two sets of personal papers. One is from Cleto Baroni, the editor and publisher of «L'ltalo americano di Los Angeles». The other is from Stefano de Vanne, an artist and author on the subject of evangelica! Christianity. s and Data Banks Other Source Materials: Photographs, Painting

n the written word. It is often noted Traditionally, historians have relied upothe effect of steering scholars toward that in most periods of history, this has also be true in the study of certain the study of the literate elite. This may ugh 1 908 , over one-third of the migrant populations: for the years 1 900ingthro United States could not read Italians over fourteen years of age arriv gersinasthewell . Writing being somewhat in any language 9. There are other dan t they wish to record, and miss troublesome, people record in writing wha to know, whereas even if they intend noting other facts which historians wish cannot help but include in the pictu­ to photograph their family members, they d, what they wore, and where they re some information on how people stoohoa nalyze dreams know, there is mo­ posed. Also, as artists and those who psyc CMS is fortunate in have severa! nonre to human communication than words. exp loit. traditional sources which historians maytograph s. Thanks to a generous arrangeCMS has approximately 1 8 ,000 pho i e amb ientali, the coliection is being ment with il Ministero per i beni cultural placing the reference prints (copies for processed for research. Plans cali forarch boxes, storing the archival and generai viewing) in easily accessible eival ers) negatives safely and copy (from which duplicates can be mad for research preparing a computerized catalog. it has a publishing arm The photographs divide into two categories. Because l 6 does say that o/the Italian Parishes cit., p. 23. Tabe S. TOMASI, Piety and Power: The Role typographical error, an -1904 were illiterate. Either this is a only 16,09 % of those arriving in 1903 e, which was for no figur al a wild fl.uctuation from the norm error in the original data, or there was other year below 42 5 8 % . 9

...


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as well as a research arm, CMS has come into possession of a Iarge number of photographic prints to which it does not itself have the copyright. Some are well-known photographs which have appeared in numerous coffee table books about the Italian American experience. Others deserve to have their stories toid. One. of the most i�teresting in the latter category is a 1909 photograph of a makeshtft morgue, wtth numerous shrouded bodies lying on rough board tabies under a te�t. Obviousiy a bad accident has happened, but what was it? The photograph �s Iabe�ed with a date that allows us to trace it by consulting the «New York T1mes» mdex for the appropriate year. It turns aut to be a pic­ �ure �f the aftermath �f an event called the Cherry Hill (Illinois) mine disaster, . m an underground coal m whtch an explos10n mine (probably caused by a ran­ dom spark igniting accumulated methane gas) shook down the roof so that b�ocked the mine. exi� . Four hundred peopie, many of them Italian miners, dted . Had they dted m a battle, the incident wouid be in ali the textbooks. Becaus� th? died in an industriai accident, they have been negiected - until some htstonan comes across that photograph, fills in the details, and Iinks this event to the laq-?er struggies of immigrant laborers. The pians for the photo­ . a convenient piace to view these photographs and graph catalog will provtde ' some assistance in identifying them. �MS aiso has photographs on which it owns the copyright, and can make coptes !or �esearchers. While there are photographs of numerous subjects, the collecuon 1s most useful .for documenting Italian community religious life. Photographs of the extenors of churches indicate what sort of architecture Italian Catholics preferred. Pictures of interiors show which saint Italians honored and h.ow their arranged the shrines. Wedding snapshots can help reconstruct Italian American liturgical life. Photographs from /este can do the same for devotionai life. Many Americans associate Itaiy and Italians with the visuai arts so it is ap?r?priate �hat CMS has two artists' collections. One is that of Aifred D. Cru�u. Born m San �ratello, Messina, Sicily, in 1900, Crimi emigrated with his family to New Yorl� m 1910. In the United States he became an accomplished easel and murai. artlst. C�S published his autobiography, A Look Back, A Step Forward: My lzfe Story m 1988, and CMS is the repository for Crimi's art books, magazines, exhibition cataiogs, photographs, correspondence, his film on Making and Fascination ofFresco Painting, sketches and oil paintings 10 .

Sources Available at the Center /or Migration Studies o/ New York

The other artist represented at CMS is Antonia Mastrocristino Sirena, who was born in White Piains, New York, in 1929. Originally trained as an opera singer, she also became a published poet and an easel painter.1 1 ,She pioneered the techniques of marbieized painting and transexpressionism Severa! of her paintings hang aiong the corridors of CMS. The numbers of Italians in Canada have become such that they have formed self-sust aining communities with their own social institutions. A survey of Italian Canadian life was conducted in the 1970s, and used for a doctoral dis­ sertation. CMS houses both the originai surveys and the computer input made from the surveys, data which will be usefui for long-range historicai studies of these newest of Little Italies. Recent Re.search at CMS

Researchers entering the CMS library and archives sign a guest register which asks for their names, addresses, and topics of interest. This study used the register for the time period July l , .1992, to July 6, 1993, in order to survey­ research into Italian and Italian American topics at CMS. The list is reprodu ced in Appendix 2; the addresses instead of the names were used partly to show the diverse piaces from which researchers come to CMS and partly to protect the researchers' privacy. Appendix 3 categorizes the research by the most frequently mentioned topic. The categories were drawn from 1976 and 1983 CMS questionnaires regarding Italian American research in the United States 12 • As with the 197 6 and 1983 studies, most researchers interested themselves in United States regional and community studies. Two researchers carne to study the Italians of East Harlem. Other regions and communities mentioned were Brazil; Brockton, Massachusetts; Calabrians in the United States; California; the Genoese of New York City; New Orleans, Louisiana; rural Louisiana; New York, New York; and Princeton, New Jersey. Some researchers carne to study regions in Italy. The second most frequently cited category of topics was that of Itaiy itself. 1 1 «Center for Migration Studies Newsletter», XIV, summer 1985, l . 1 2 D. Ongoing Research in Italian American Studies:

ZIMMERMAN,

10 «Center for Migration Studies Newsletter» XV, summer 1986, 4.

1015

Americans: New Perspectives in Italian Immigration and Ethnicity, CMS, 1985, pp. 173 -192.

A Survey, i n Italian New York,

L. TOMASI ed.,


.

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More specifically, individuals carne to CMS to study Calabrian immigrants, contemporary ltaly, the Genoese, Itri, Sant'Egidio, Trentini, Tuscan y, and an unnamed Sicilian town. Religion attracted the third most researchers. One researcher carne to prepa­ re a paper for the American ltalian Historical Association on the topic of Passion Plays at Our Lady of Pompei in Greenwich Village. Other carne to study ltalian Protestantism, Italian Catholic Adult Religious Educastion, the Italian national parish of Saint Michael the Archangel in New Haven. and Genealogy, the media, and women's studies attracted three researchers each. Those who fell into the media category cited diverse topics: an Italian Media Survey, an American Italian Historical Association book inventory, and an Italian American bibliography. Of those studying women, two simply listed women or gender as topics, and a third had a more specific topic in mind. Students of Asian American migration are familiar with the issue of "mail order brides ", spouses whose families and friends helped arranged their ge, and who "met" each other via letters and photographs. The researchermarria who carne CMS was interested in documenting a similar phenomenon among ltalians. to Biography and family history attracted two researchers. One researcher carne from Italy to look through the Casa Italiana microfilm for letters from Giusep Prezzolini. Mention has already been made of the camera crew consisting ofpea director and two assistants carne to collect photographs of places and persons connected with Mother Francis Xavier Cabrini. Of those who carne family history, one had a specifìc topic in mind: Italian marriage customs.to study Six persons simply listed the generai topic of ltalian American the register. Seven persons carne with topics that did not fall into any category. inThree ­ red topics which had also appeared in the 1976 and 1983 studies: labor, registe lingui­ stics and labor. Another four had entirely new topics. One person to study the "oppression of Italian Americans", another to study the interaccarne tion betwee Italian Americans and racial minorities. A third used the archives to studyn ltalian immigrant aid societies. A fourth was working on the costum an upcoming film set in the Italian neighborhood of South Philadelphia esin for 193 3, and searched the photographs for examples of what people wore for work, for special occasions such as weddings, and for recreation and leisure time. Completed Projects

A number of scholars have incorporated research into CMS collections into dissertations and published pieces. Por example, Edward Claude Stibili used

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, .

Sources Available at the Center /or Migration Studies o/ New York

1017

CMS collection #005, the Saint Raphael Society records, for a dissertation on that immigrant aid institution 1 3. A portion of Stibili's work appeared in a spe­ cial issue of the U.S. Catholic Historian devoted to Italian American Catholicism 14. Mary Elizabeth Brown use collection #019 as part of the source material for a dissertation on how Catholic parishes functioned as agents for continuity and change within the Italian community. A revised version of th� dissertati�n incorporated findings from more recently processed CMS collectwns .. The dts­ sertation is forthcoming from CMS press 1 5. Brown also used collectton #023, the National Catholic Welfare Conference Department of Immigration Papers, for a portion of her dissertation. That chapter has since been published as an artide 16. The collection of records from Our lady of Pompei, New York City, has ·proved especially helpful. One historian used the material to write a book about the parish itself 1 7 . Donald Tricarico used the Pompei materials for a sociology dissertation on continuity and change in the Italian neighborhood of Greenwich Village, a work which has since been published by CMS 18 . Denise Di Carlo used them to write a dissertation on ltalian/este in New York City 19• She has also used them for an American Italian Historical Association paper on Passion Plays 20. At least two works have made extensive use of CMS archives in order to produce books of photographs on the ltalian American experience. Allen Schoener compiled photographs and text for The Italian Americans 21 . CMS 13 E. C. Srmru, The St. Raphael Society /or the Protection of Italian Immigrants, 1998-1923, (Ph. D. dissertation, University of Notre Dame, 1977). 14 ID., The Italian St. Raphael Society, in «U.S. Catholic Historian», VI, Fall1987, 4, pp. 301-3 14. 15 M.E. BROWN, Communities, Churches, and Children: Italian Immigrants in the Archdiocese of New York, 1880-1950, New York, CMS, forthcoming. . 1 6 ID., Competing to Care: Immigrant Aid societies /or Italians in New York Harbor tn the 1920s, in «Mid-America», LXXI, October 1988, pp. 137-15 1 . 17 ID., From Italian Villages to Greenwich Village: Our Lady o/ Pompei, 1892-1992, New York, CMS, 1992. . 18 D. TRICARICO, The Italians o/ Greenwich Village: The Social Structure and Trans/ormatzon of an Ethnic Community, New York, CMS, 1984. 19 D. Dr CAROLO, The History o/ the Italian-American Festa in New York City: 1880's to the Present, Ph.D. dissertation. New York University, 1990. . 20 D. Dr CARLO, Passion Plays at Our Lady o/ Pompei Church, paper delivered at the Amencan Italian Historical Association annual meeting, Washington, D.C., November 14, 1992. 21 A. SCHOENER, The Italian Americans, New York, MacMillan, 1987.


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itself published Images, A Pictorial History o/ Italian Americans, the second edition of which features both Italian and English texts 22. Severa! scholars have made use of more than one CMS collection. Perhaps the scholar who cast her net most widely was Alba Zizzamia, who wrote a nar­ rative history of the Scalabrinians in the United States and Canada for a gene­ rai reading audience 23 . CMS published her book in 1898 as part of the Sca­ labrinians' observance of the order's centennial in the United States. William De Marco used severa! of the collections concerning Boston parishes for his dissertation on Italian Americans in that city's North End. The dissertation was published in 1981 24 . Another dissertation based on severa! CMS collections is Stephen Michael Di Giovanni's, Michael Augustine Corrigan and the Italian Immigrants: The Relationship Between the Church and the Italians in the Archdiocese o/ New York, 1 885-1902 25. According to this dissertation, the Vatican desired that

American Catholics welcome Italian immigrants and provide them with clergy who spoke their language and with parishes where they could worship accor­ ding to their established customs. However, the American hierarchy had no resources for such a program, and pastoral care of immigrants fell upon the ordinaries of the dioceses to which the migrants carne. In the case of Corrigan, Archbishop of New York for the period under study, that meant he had to take some responsibility for the numerous Italians entering his see. Corrigan met his responsibility by recruiting clergy and women religious to staff parishes, paro­ chial schools, and charitable institutions for Italians. The last and longest part of Di Giovanni's dissertation is a detailed description of the early Italian pari­ shes in New York City. A published version of Di Giovanni's dissertation is forthcoming from the United States Catholic Historical Society. Sister Mary Louise Sullivan, M.S.C., used the CMS collections as source materia! for a modern biography of Mother Francis Xavier Cabrini. An artide based on that dissertation appeared in the «U.S. Catholic Historian» special 22 Center for Migration Studies, Images, A Pictorial History o/ Italian Americans, second edi­ tion, New York, CMS, 1986. 23 A. ZIZZAMIA, A Vision Un/olding: The Scalabrinians in North America, 1888-1988, New York, CMS, 1989. 24 W. Dr MARCO, Ethnics and Enclaves: Boston's Italian North End, Ann Arbor, University Microfìlm International [Studies in American History and Culture #3 1], 198 1 . 25 S.M. GIOVANNI, Michael Augustine Corrigan and the Italian Immigrants: The Relationship between the Church and the Italians in the Archdiocese o/ New York, 1885-1902, Ph. D. disserta­ don, Gregorian Pontificia! University, [Rome], 1983.

Studies o/New York Sources Available at the Center /or Migration

1019

Catholicism 26. CMS recently published a revised issue on Italian. American . . . version of the dtssertatlon 27 . for a dtss�rtatton on the clergy Peter D'Agostino used the CMS collections igran lay imm ts, the clergy had to balan­ as a particular type of immigrant. Like of their Italian h.eritag�, �nd :vhat to ce two cultures, deciding what to keepngs. also. , Italtan mtss. tona . American surroundi However . anrtes . . adopt from their d h etr t tles mum com cular rehgtous had to consider the culture of their partihbor y losel o to ng cl :o hood. If they � . � status as Ieaders in Italian American neigrtunities rs on h serve thetr parts � � m Italian tradition s, they might miss oppoAmericantousto to? .enthusta�ttcally, the American setting. If they embraced bers of thetr� comms tttes �ack m It�y. they strained their bonds with the memwas deltv . ered at tmun �e Am rtcan Italtan A pape r base d on this dissertation in 1992, and the dtssertatl�on should be Historical Association annual meeting available soo n 28 •

grants, «V.S. Catholic

26 M.L. SULLIVAN, M.S.C., Mother Cabrini: Missionary to Italian Immi , Historian», VI, (Fall 1987) , 4, PP· 265-280. Century , New y,ork , 27 M.L. SULLIVAN, M.S.C ., Mother Cabrini: "Italian Immtgrant o/ the .

CMS, 1992. . . s .n Cbtcag . . · 1 the studY 0.t �. A. case � 28 P.R. D'AGOSTINO, Italian Ethnicity and ReltgtousnPrtest a! meetlng, annu 1at1on Assoc ncal Histo ltalia rican Servants o/ Mary, paper delivered at the Ame 1992. Washington, D.C. , Saturday, November 14, •


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CollectionTitle

APPENDIX l CENTER POR MIGRATIONS STUDIES PROCESSED ARCHIVAL COLLECTIONS CollectionTitle

Number

Dates

Archive Bound Microfilm Photographs

Covered

Boxes 1 Books

American Committee on Italian Migration 001

1952-1973

221

014

pattially

no

Italian American Labor Movement

002

1900-1972

006

011

no

no

Italian Welfare League, Incorporated

003

1916-1989

243

000

no

few

Juvenal Marchisio Papers

004

1944-1951

007

010

no

few

Saint Raphael Sodety Papers

005

1884-1936

017

000

no

in publications

Vmcenzo Bocchimuzzo Papers

006

1906-1955

002

000

no

no

Thomas Russo Clippings

007

1932

000

001

no

no

American Italian Historical Association

008

1966-1972

012

000

no

no

American Italian Historical Association

008a

1972-1986

008

000

no

no

Giuseppe Zappulla Papers

009

1924-1976

006

000

no

no

Nicholas De Carlo Papers

010

1909-1961

007

000

yes

community

De Biasi Family Papers

011

1852-1963

004

000

no

family, business

Frank De Luca Private Papers

012

1911-1972

001

000

no

no

Casa Italiana of Columbia University

013

1905-1976

006

000

partially no

Intergovernmental Committee 014

195 1 -1975

034

058

no

no

on European Migration

014a

1976-1988

007

000

no

no

Edoardo Migliaccio (Farfariello)

015

1912-1946

002

000

2 reels

theatrical

Italian American Writers Publications

016

1917-1975

008

000

no

no

Luigi Antonini Memorabilia

017

1906-1969

000

no

labor, politics

Il Crociato

018

1933-1973

002

000

no

no

Italian American and Religion

019

1864-present

006

000

no

no

I:Italiano in America

020

1916-1920

001

000

no

no

Holy Ghost, Providence, RI

021

1894-1971

003

000

no

community

St. Bartholomew's, Providence, RI

022

1909-1976

005

000

no

Department of Immigration

023

1920-1970

104

000

no

on European Migration Intergovernmental Committee

003

2

National Catholic Welfare Conference

in publications

few

1 "B oxes " may mean areh'tval boxes, whtch are 10" x 12" x 5 " ' or storage cartons' which are 12" x 15 " x 10". 2 In addition to the three boxes, the Luigi Antonini collection includes oversized items wrapped and stored on shelves. ·

1021

Sources Available a t the Center /or Migration Studies o/ New York

Lydio F. Tomasi

Number

e United States Catholic Conferenc on igrati Department of Imm e National Catholic Welfare Conferenc York Nevt n, gratio Immi of Depattment

Dates

Archive Bound Microfilm Photographs

Covered

Boxes

Books

023a

1920-1973

030

000

no

few

ees 024 Office and Catholic Committee for Refug 025 s Paper nal Perso glia James Visce lic Catho nal Natio ces, Servi Relief War ds 026 Welfare Conference, Miscellaneous Recor 027 tion American Committee on Italian Migra tionl American Committee on Italian Migra

1921- 1965

03 1

000

no

no

1929-1975

002

000

no

no

1944-197 1 1962-1975

006

000

no

no

010

000

no

028

1969-1977

025

000

no

Assistenza Cattolica Lavoratori Italiani Pension Records

Rhode Island Parishes 3 L'Archivio del Commissariato Generale Dell'Emigrazione L'Archivio del Prelato per l'Emigrazione Italiana

Catholic maritime Clubs and National Conference of the Apostleship of the Sea National Conference of the Apostleship of the Sea Records Victor L. Anfuso Papers L'Archivio del Commissariato Generale Dell'Emigrazione SaintJoseph's Church, New York, NY Holy rosary Church, Washington, DC Our Lady of Pompei, New York, NY community Alex Pisciotta Papers Anna Carbone La Padula Papers Giovanni Battista Fontana Papers St. Bartholomew's, Providence, RI

no

no

no in publications

029

1891-1977

005

000

030

1901-1927

000

000

17reels

no

03 1

1920-1950

000

000

27 reels

no

032

1943- 1979

044

000

no

no

032a

1952- 1990

032

000

no

033

1928-1966

033

000

no

034

1902-1937

000

000

66 reels

035

1908-1975

014

000

no

036

1915- 1975

008

000

no

037

1892-1967

061 036

000

no

001

000

038 039 040

1918- 1981 1920- 1979 1908-1945

041 5 1909-1976

002 4 001

000 000 000

no no no no

no politica! no community community 1920s World War I no no no

tion #029 are 3 The Rhode Island parishes represented in collecLady of Loreto of East Providence, Our Lady Saint Rocco of Thornton, Saint

, Our Ann of Providence, Holy Cross of Providence , Saint of Woonsocket, Holy Angels of Barrington ony Anth Saint l. Bristo of el Carm t of Moun of Cranston. Anthony of North Providence, and Saint Mary na Papers includes one oversized box. Fonta ta Battis anni Giov 4 The two boxes of the dum to collection #022. 5 Collection #04 1 , St. Bartholomew's, Providence, RI, is an adden


1022 CollectionTitle

Sources Available at the Center/or Migration Studies o/ New York

Lydio F. Tomasi Number

Dates Covered

Archive Bound Microfilm Photographs Boxes

Books

Church of St. Tarcisius, Framingham, MA 042

1914-1984

002

000

no

church

Church of St. Lazarus, East Boston, MA

043

1906-1979

002

000

no

no

Somerville, MA

044

1910-1986

002

000

no

comrnunity

New Haven, CT

045

1888-1982

008

000

no

church fire

Church of St. Peter, Syracuse, NY

046

1895-1984

008

000

no

clergy

Church of St. Anthony of Padua,

Church of St. Michael the Archangel

Number

047

1925-1986

005

000

no

no

Our Lady of Pompei's Church, Monongah, WV

048

1899-1926

002

000

no

no

St. Anthony ofPadua's Church, Buffalo, NY 049

1889-1986

002

000

no

no

Church of the Holy Cross, San Jose, CA

050

1974-1976

001

000

no

Church of St. Peter, SanJose, CA

051

1947-1982

002

000

no

1970s street fair 1970s

Church of St. Anthony of Padua, Everett, MA

052

1930-1976

001

000

no

1960s-1970s

Church of the Holy Rosary, Kansas City, MO 053

1920-1967

001

000

no

comrnunity

Church of St. Anthony, Fredonia, NY

054

1906-1947

003

000

no

no in

Church of Santa Maria Addolorata,

Chicago, IL 055 Church of Our Lady of Pompei, Montreal 056

1904-1953

001

000

1960-1979

003

000

Church of Santa Maria Goretti, Edmonton 057

1958-1977

001

000

publications no no from early 1960s few no

Records of Various Canadian Churches 6 Records of Various Chicago Churches 7

058

1956-1979

005

000

no

no

059

1920-1982

002

000

no

no

Churches and Institutions 8

060

1941-1977

003

000

no

few

Utica, NY community

061

1912-1971

003

000

no

family

Records of Various Melrose Park, Illinois, Records of St. Mary of Mt. Carme! Church,

Archive Bound Microfilm Photographs Boxes

Books

1920-1983

014

000

no

1899-1977

004

000

no

no

1950-1977

023

000

no

seminary !ife

064

1960-1972

002

000

no

seminary !ife

065

1930-1970

002

000

no

300

066

1976-1986

003

000

no

few

067

1968

001

000

no

few

068

1938-195&

001

000

no

no

069

1901-1928

001

000

no

no

070

1925-1963

001

000

no

no

071

1915-1972

005

000

no

family, clergy

072

1821-1983

003

000

no

few

073

1905-1967

001

000

no

few

074

1876-1984

014

000

no

no

075

1950-1960

001

000

no

no

076

1968-1972

003

000

no

no

Scalarbini Fathers, Miscellaneous Material 077

1890-1980

042

000

no

clergy

Eastern Province, Provincial Headquarters 078

1891-1970

005

000

no

no

Scalabrini Fathers in North America, Eastern Province, Provincial Headquarters 078a

1899-1984

008

000

no

no

006

000

no

no

008

000

no

few

001

000

no

no

Records of St. Mary of Mt. Carmel Church,

061a Utica, NY Church of the Sacred Heart, Boston, MA 062 063 St. Charles Seminary Cornwall, NY Louis Reillo (1909-1971) Papers Remigio Pigato (1900-1986) Papers Caesar Donanzan (1920-) Papers Vincent Paolucci (1922-1963) Papers Giacomo Gambera (1856-1934) Papers Carlo Rossini (1890-1975) Papers William Pizzoglio (1904-1973) Papers Joseph Berton (1913-1984) Papers Pio Parolin (1879-1970) Papers Scalabrini Fathers, Primary Source Materia!, Printed Historical Documents Julio Gragnani ( 1911-1979) Papers James Abbarno (1928-) Papers

Scalabrini Fathers in North America,

Scalabrini Fathers in North America, Eastern Province, Provincial Headquarters 078b 1905-1964 079 1888-1959 Church of St. Joachim, New York, NY 080 1953-1983 Erasmo S. Ciccolella Personal Papers Italian-American Institute to Foster Higher Education S. Eugene Scalia Collection

6 The various Canadian churches represented in collection #058 are Saint Anthony of Padua of Ontario, Our Lady of ali Souls of Ontario, Saint Angela Merici of Ontario, S aint Peter of Ontario, Saint Catherine of Siena of Ontario, Saint Pasca! Baylon of Ontario, and the Mission of Our Lady of the Annunciation in Quebec. 7 The various Chicago churches represented in collection #059 are Saint Anthony, Saint Michael, Our Lady of Pompei, Saint Callistus, and Saint Lucy. 8 The Melrose Park churches and institutions represented in collection #060 are the Italian Cultura! Center, Our Lady of Pompei, Saint Charles, Sacred Heart Seminary, Villa Scalabrini Home for the Aged.

Dates Covered

Novitiate of the Immaculate Conception,

Church of St. Anthony of Padua, New Haven, CT

CollectionTitle

1023

Nicholas J. Falco Personal Papers Records of the Center for Migration Studies, Staten Island, NY Giovanni Ermenegildo Schiavo Papers Peter Di Paolo Papers Italian Miscellany

no

081

1979-1983

016

000

no

no

082

1911-1947

004

000

no

no

083

1971-1985

004

000

no

084

1964-1987

236

000

no

085

1924-1982

081

000

no

no

086

1930-1986

003

000

no

few

087

1847-1987

023

000

no

no

no CMS activities


l'

1024

APPENDIX 3

APPENDIX 2

TYPES OF PAPERS IN CENTER FOR MIGRATION STUDIES PROCESSED ARCHIVAL COLLECTIONS Type of Papers

Number of Collections in CMS Archives

Artifìcial Collections

04

Institutions Canadian Parishes Educational Institutions General Migration Italian Govemment Italian Immigration to United States Newspapers Scalabrinian Community United States Parishes California Connecticut Illinois Massachusetts Miscellaneous States and Cities New York City New York State Rhode Island

03

05 09 04 03 02 08 02 02 02 05 03 03 05 03

Percentage of Collections in CMS Archives 04.2 03.1 05.3 09.5 04.2 03.1 02.1 08.5 02.1 02.1 02.1 05.3 03 .1 03.1 05.3 03 .1

Personal Papers Clergy Scalabrinian Secular Clergy Musidans Private Individuals Public Figures

12 01 02 10 06

12.7 01.0 02.1 10.6 06.3

Total

94

98.9 1

ITALIAN POPULAR PERIODICAL HOLDINGS AT CENTER FOR MIGRATION STUDIES LIBRARY AND ARCHIVE Title

Total does not equal lOO% due to rounding.

Where

Years

Where at CMS

Published l. Abruzzo nel Mondo

Padova

1984-

Periodicals

2. I.:Adunata dei Refrattari

New York

1967-1971

Microfilm

3 . A/ert'mi

New York

1922

Archive

- 4. I.:Agenda

New York

1970-

Microfilm, Periodicals

l

Omaha, NE

1982-1984

Periodicals

Brooklyn New York

1922 1911- 1912

Archive

8. Attenzione

New York

1979-1987

9. Azione Sociale 10. Bollettino dell'Emigrazione

Roma

1984-

Periodicals

1904-1927

JV 813 1 .B2 and .M52

1 1 . Bollettino della Federazione

Roma San Francisco, CA

1974

#087, Box 9

12. Bollettino della Giunta Cattolica... 13. Bollettino Della Sera

Roma New York

1957-1964

BV4406 .I8 U35 Archive

5. American Citizen 6. The American Italian 7. I:Araldo Italiano

#01 1 , Box 13 2 E 184 .18 A81 13

1927

14. Bollettino dell'Ufficio Centrale...

Roma

1966-1969

BV 4406 .I8 U35

15. Bollettino Ufficiale (Figli d'Italia) 16. Il Carroccio

New York

AP 38. 07

New York

1924 1915-1935

17. Il Canguro

Rubano

1983-

Periodicals

18. Il Cittadino

New York

1912

Archive

19. Il Cittadino Canadese 20. Il Cittadino Itala-Americano

Montreal

1971

Microfilm, Periodicals

Youngstown, OH

1926

Archive

21. Il Commerciante Italiano

New York

1936

Archive

22. Communitèf'14 23 . Compare

Lugano

1985-

Periodicals

New York

1976

E 184 . 18 C6

AP 38. C3

24. Controcorrente

Boston Toronto

1959-1963 1980-1981

E 184 . 18 C61

25. Corriere Canadese 26. Il Corriere del Bronx

New York

1924

Archive

27. Il Corriere del Connecticut

New Haven, CT

1948, 1963

l

l

1025

Sources Available a t the Center /or Migration Studies o/New York

Lydio F. Tomasi

Denotes unprocessed archival holding.

Periodicals

5

#047, Box 4

2 Denotes processed archival holding. The number is the collection number. 3 Denotes periodicals shelved as books. The number is the Library of Congress cali number. 4 Denotes Scalabrinian publication. 5 Commas between dates indicate scattered issues from various years.


1 026 Title

Lydio F. Tomasi

Where

Sources Available at the Center /or Migration Studies o/ New York

Years

Where at CMS

Published 28. Corriere degli Italiani

Lucerne

1975-1979

Microfìhn, Periodicals

Toronto

1973-1981

Periodicals

30. Il Corriere Del Popolo

San Francisco

1963, 1964

#12, Boxes l and 9

3 1 . Il Corriere Della Domenica

New York

1917

32. Il Corriere Della Domenica

New York

1917

#019, Box 4 #037, Box 17, Fdr. 204

33. Corriere Itala-Americano 34. Il Corriere Dell'Ohio

Brooklyn

3 5. Corriere Della Sera

Cincinnati Milano

n. d. 1913

38. Il Diavoletto 39. Divagando 40. Domani 41. Domenica del Corriere 42. La Domenica Fiorentina 43. The Echo 44. VEco d'Italia 45. Eco d'Italia 46. Eco Dell'O/anta 47. Emigrazione 48. VEra Nuova 49. Emigrazione Siciliana 50. Esperia, Rivista di Varietà 5 1. La Fiaccola 52. La Fiaccola 53. Fra Noz* 54. Friuli Nel Mondo

1937

t/01 1, Box 13 Archive Archive

Brooklyn

1933-1973

New York unknown

1969 1867

Archive, Microfìhn #087, Box 9 #037, Box 17, Fdr. 204

New York Montreal Milano Firenze

1943-1959

Ap 38 .D5

1966-1967 1937 1892

Providence, RI New Haven, CT Vancouver

1970-1983 1975-1977 1983

Archive Archive Archive Archive, Microfìhn

Italy Roma

1893-1900 1976-1986 1917, 1926

]V 8130 .E4 Archive

1975-1976 1937

]V 8139 .S5 E5 #086, Box l

New York Palermo Boston, MA New York Buffalo, NY

Northlake, IL Udine

E 184 .I8 E2 Periodicals #01 1 , ini folders

Archive 1914, 1916 1909, 1910, 1911 *087, Box 9 Archive, Microfìlm 1960-

Boston

1968 1942

Periodicals archive Archive

57. Giustizia

New York

1971-

Microfìhn

58. Golden Lion

New York

Microfìlm

55. Gazzettino, Attualità, Sport, Teatro 56. Gazzetta Del Massachusetts

Hollis, NY

Where

Years

Where at CMS

Published

29. Corriere Illustrato

36. Il Crociato 37. The Crusader

Title

1027

1981-

69. Italian Americana 70. Italian Bulletin

59. Il Grido Della Stirpe

New York

60. IAm

New York

1977

E 184 .I8 12

61. !}Ideale

Brooklyn

1911

#087, Box 9

62. Identity 63. Impero

New York

1977

E 184 .I8 13

l

New York

1937

#086, Box

64. Incontro

Boston

1971-

Microfìlm

65. [;Indipendente

New Haven, CT

1936

#047, Box 4

66. Insieme

Montreal

1973-

Microfìlm

67. Italt'an American Digest

New Orleans

1977-

Periodicals

68. Italian American Review

Brooklyn

1965-1967

E 184 .I8 181

E 184 .I8 172 Periodicals

Boston, MA

72. Italian Times 73. Italian Tribune

Milwaukee, Wl Newark, NJ

1978-

74. Italian Voice 75. Italiani nel Mondo 76. [;Italiano 77. VItaliano in America

Paterson, NJ

1985

Periodicals

Roma New York New York

1963-1978 1981-1986

]V 813 1 .18 E 184 .I8 187

78. [;Italiano in America 79. Italica Gens

New York Roma

#005, Box 17 ]V 813 .Z82

80. ftalico

Orange, N] Bronx, NY Bronx, NY Bronx, NY San Francisco

1908 1912 1910-1916 1975-1980

81. Italo-american Times 82. Italo-American Times 83. Itala American Times* 84. ntalo Americano di Las Angeles 85. Il Lavoro 86. Lettera dall'Italia 87. Il Mondo Libero 88. Mondo Nuovo 89. New Aurora 90. La Notizia 91. La Nuova Capitale

New York Roma Dearborn, Mi Parlin, NJ Philadelphia, PA

1982-

1964 1972 1970-1978 1971-1978 1916-1930 1972-1979 1956-1974 1972-1973

Archive Periodicals Periodicals

#037, Box 17, Fdr. 204

Periodicals #008, Box 9 t/087, Box 9 Archive, Microfìhn Microfìhn Microfìhn ]V 813l .L44 E 184 .I8 M6 E 184 .I8 M61 Periodicals Archive

92. Il Nuovo Americano

Endicott, NY

19661942 1940-1975 1925

93. Il Nuovo Vessillo 94. VOperaia 95. L'Operaia

New York New York

1925 1914

New York Philadelphia, PA

1915-1919 1906 1909

Microfìlm

96. VOpinione 97. !}Ordine

1976-1983 1962-1963

Microfìhn Archive

99. Osservatore della Domenica

Archive

1974-1983 19861942

71. The Italian News

98. Osia News

19711926

Buffalo Hollywood, FL

lOO. Padovani nelMondo 101. Panorama

Boston, MA Trenton, NJ

Fairmont, WV Worchester, MA Vatican City Padova

Microfìhn Archive Archive #037, Box 17, Fdr. 204 #01 1 , Box 11 H-3 #048, Box 2

1979-

Periodicals

Providence, RI

1941

#087, Box 9

102. La Parola

Toronto

1984-

Periodicals

New Haven, CT

1905, 1906

Archive

104. Parola del Popolo

Chicago, IL

1975-1982

E 184 .I8 P3

St. Louis, MO

1970-

Microfìhn, Periodicals

106. Per Il Bene

New York

1919

Archive

107. Piemontese nel Mondo

Torino

1989

Periodicals

l 08. Il Popolo Italiano

Ventnor, NJ

1971-

Microfìhn, Periodicals

Boston, MA

1973-

Microfìhn, Periodicals

103 . La Parola Cattolica 105. Il Pensiero

109. Post Gazette


1028 Title

Lydio F. Tomasi Where

Sources Available at the Center /or Migration Studies o/New York

Years

1 029

APPENDIX 4

Where at CMS

Published 110. Presenzai'

Santiago

1977-1982

1 1 1 . Pro-/amila 112. Il Progresso Itala-americano

Milano New York

1913-1914 1907

Arch., Micro., & Per. Archive

#01 1 , Box 12

New York

1908

#011, Box 13

114. Il Progresso Itala-Americano

New York

1909

#011, Box 36

115. Il Progresso Itala-Americano

New York

1910

#01 1 , Box 43

116. Il Progresso Itala-Americano

New York

1930

117. The Providence Visitar

1915

118. The Renewal 119. La Riscossa

Providence, RI

#086, Box l

Nyack, NY Italy

1970 1923

BV 2788 .C3 R8 #037, Box 17, Fdr. 204

113 . Il Progresso Itala-Americano

120. La Sentinella Itala-americana 121. La Settimana

#029, Box 2

Archive

New York

1925 1937

123 . Sons o/ Italy Times

Boston, MA Philadelphia, PA

1971- 1984 1973-

124. Supplementeno Straordinario... 125. Terra di Sicilia

San Francisco Firenze

1914

126. Tramonti per Emigrati 127. Trapani Nuova

Salerno Trapani

19891989 1988

128. La Trebbia 129. Trentini nel Mondo

unknown Trento

1921 1979-

130. Trevisani nel Mondo 13 1. La Tribuna Italiana D'America

Treviso Detroit, MI

19871968 1909

Periodicals Archive

1976

Periodicals

122. Sons o/Italy News

132. La Tribuna Canadiana 133. Umbri nel Mondo 134. !}Unione

New York

Toronto Perugia Paris

E 184 .18 S41 Microfìlm, Periodicals Microfìlm, Periodicals Archive Periodicals Periodicals Periodicals #037, Box 17, Fdr. 204 Periodicals

#

Date

Address

Topie

01

07/01/1992

223 E. 4th St., New York, NY

Italian American literature

02

07/01/1992

03 04

07/28/1992 07/3 1/1992

05

08/15/1992

06

08/24/1992

07

09/08/1992

08 09

09/08/1992 09/23/1992

lO

09/24/1992

11

09/25/1992

12 13 14

10/02/1992

09/29/1992 l 10/14/1992 10/20/1992

15

58 Perry St., New York, NY 1250 Hooper St., Tom's River, NJ 53 Oakland St., Brockton, MA

1800 Banning St., Wilmington, DE

1 1505 135 Ave., Ozon Park, NY Via Decio, Fulloni 6, Roma 89 Wirt Ave., Staten Island, NY 8608 Discovery Blvd, Waltersville, MD

Lawrenceville, NY 8066 88th Ave., Brooklyn, NY 1268 E. 93rd St., Brooklyn, NY

AIHA 2 book inventory

150 Court St., Buffalo, NY New York University, New York, NY

10/20/1992

Archive Microfìlm, Periodicals

19

10/21/1992

20

10/23/1992 3

21

10/28/1992

22

1 1/02/1992

23

1 1/06/1992

285 W. 15th St., Brooklyn, NY 118 Ward Ave., Staten Island, NY 13 Hoffman Rd, New Hyde Park, NY

24 4

1 1113/1992

Fordham

1 1/16/1992

New York

1925

Archive

137. La Verità

1916

Archive

138. Vicentini Nel Mondo

Newark, NJ Vicenza

1970-1979

Microfìlm, Periodicals

139. The Vigo Review

New York

1938

#087, Box 9

140. The Vigo Review 141. Vt�toriale

New York New York

1938-1939 1925

E 184 .18 V5 #087, Box 9

142. La Voce

Harwinton, CT

1974

#087, Box 9

143. La Voce dell'Emigrato

New York

1924

#087, Box 9

144. La Voce D'Italia

Caracas

1967

Archive

145. Voce Italiana

Washington

1974-1983

Microfìlm, Periodicals

146. La Voce degli Italiani�<

London

1975-1977

Microfìlm, Periodicals

147. La Voce Del popolo

Dearbom, MI

1967

#063, Box 21

Cleveland, OH

1926

Archive

149. Zarathustra

New York

1925

#087, Box 9

2405 3 1st St., Astoria, NY 466 Washington St., New York, NY 466 Washington St., New York, NY

26

12/01/1992

Trento New York University

27

12/03/1992 5

Fordham

28

12/03/1992

25

l

Italians in the U.S. Contemporary Italy, genealogy

Italians in New Orleans Italian labor, Italian Protestantism

18

Pittsburgh, PA

Itri, Italy Community of Sant'Egidio

Italians in New Orleans

17

135. Unione

Italian history of Princeton

1 15 W. 52nd St., Minneapolis, MN 1 15 W. 52nd St., Minneapolis, MN

10/20/1992

136. United America

Genealogy Italian history of Brockton

Italian marriage customs

10/20/1992

Archive

East Harlem

12 Cromer St., Staten Island, NY

16

1925 1971-1981

148. La Voce Del Popolo Italiano

VISITORS RESEARCHING ITALIAN SUBJECTS AT THE CENTER FOR MIGRATION STUDIES LIBRARY,

JULY l , 1992, TO JULY l , 1993

Brazil

Our Lady of Pompei Passion Plays Italian Americans

Italian Americans Genoese in New York Sociolinguistics Sociolinguistics Italian community in New York Italian Americans Oppression of Italian Americans Italian immigrant aid societies Trentini Tuscany Italian immigrant aid societies Italian immigration to U.S.

Repeat visitar. Visited September 24 and 25, 1992.

2 American ltalian Historical Association. 3 Repeat visitor. Visited Ocotber 2 1 , October 23, and December 18, 1992. 4 In the register, November 16 is before November 13. 5 Repeat visitor. Visited November 13 and December 3, 1992.


Lydio F Tomasi

1030

Sources Available at the Center/or Migration Studies o/New York

#

Date

Address

Topie

29

12/04/1992

123 W. 13th St., NY

30

12/18/1992 12/3 0/1992

466 Washington St., NY 124 Tallman St., Staten Island 200 Village Green, Palm Spring, Florida

ltalian Media Survey Genoese

31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70

01/09/1993 01/12/1993 6 0 1115/1993 01122/1993 01128/1993 0113 111993 02/02/1993 02/10/1993 02/1 1/1993 02/17/1993 01/19/1993 7 02/19/1993 03/04/1993 03/09/1993 03/08/1993 03/09/1993 03/10/1993 03/12/1993 03/24/1993 03/25/1993 03/26/1993 04/08/1993 04/19/1993 05/09/1993 05/1111993 06/02/1993 06/02/1993 06/15/1993 06/2 111993

06/30/1993 71 ]2 9 07/06/1993 73 07/06/1993

8

Italian American Women

285 W. 15th St., Brooklyn, NY

Sicilian town Italian community in New York

285 W. 15th St., Brooklyn, NY 285 W. 15th St., Brooklyn, NY

Italian community in New York

285 W. 15th St., Brooklyn, NY Bage, Brazil

Italian community in New York Italian immigrants to Brazil

401 W. 118th St., New York, NY W. Orange, NJ 285 W. 15th St., Brooklyn, NY

Calabrian immigrants Italians/California studies Italian community in New York

76 Galloway Ave., Staten Island, NY

POB 3087 Yale Station, New Haven, CT 285 W. 15th St., Brooklyn, NY 2 Van Zant St., E. Norwalk, CT Clivo di Cenna 204, Roma 2 Van Zant St., E. Norwalk, CT 285 W. 15th St., Brooklyn, NY 2 Van Zant St., E. Norwalk, CT 2 Van Zant St., E. Norwalk, CT 285 W. 15th St., Brooklyn, NY POB 3087 Yale Station, New Haven, CT POB 3087 Yale Station, New Haven, CT 2142 80th St., Brooklyn, NY 9713 N.E. 13th St. Bellevue, WA 185 W. 15th St. Brooklyn, NY 185 W. 15th St., Brooklyn, NY 447 Hillcrest Rd., Ridgewood, NJ 761 Sheldon Ave., Staten Island, NY 1336 112 Columbia, Albuquerque, NM 944 Bloomfìeld, Hoboken, NJ 201 W. 21st St., New York, NY

Hallel Communications, Sparkill, NY 127 Second Ave., New York, NY

Italian community in New York

Italian family history . Saint Michael's, New Haven Italian community in New York Italian Catholic Adult Education Biography of Giuseppe Prezzolini Italian Catholic Adult Education Italian community in New York Italian Catholic Adult Education Italian Catholic Adult Education

APPENDIX 5 .

'

ITALIAN AND ITALIAN AMERICAN TOPICS RESEARCHED AT CMS JULY l , 1 992 }ULY 6, 1993 -

Number

Percentage

09

19.1

08

17.0

04

08.5

Genealogy

03

06.3

Media

03

06.3

03

06.3

02

04.2

Study Regional United States Brockton, Massachusetts California East Harlem, New York, New York (twice) Genoese in New York, New York New Orleans, Louisiana New York, New York Princeton, New Jersey Rural Louisiana Italian Topics Calabrian immigrants Contemporary Genoese Itri

Italian community in New York

Sant'Egida

Saint Michael's, New Haven Saint Michael's, New Haven Italian immigration Italian American bibliography Italian community in New York Italian community in New York Italian families in rural Louisiana East Harlem Italian Americans, race, gender Italian mai! arder brides Genealogy Mother Cabrini Costume design for film

Sicilian town Trentini Tuscany Religion Italian Catholic Adult Religious Education Italian Protestantism Our Lady of Pompei Passion Plays Saint Michael's, New Haven, Connecticut

American Italian Historical Association Book Inventory Italian American bibliography Italian Media Survey Women Italian American women

6 Repeat visitor. Visited October 28, 1992, January 12, 15, 22 and 28, February 1 1 and 19, March 9, 12 and 24, and May 9 and 11, 1993. 7 Repeat visitor. Visited March 25 and 26, 1993. 8 Repeat visitor. Visited March 4, 8, lO, and 12, 1993. 9 This "visitor" was actually three persons, a director and two assistants.

Italian Americans and gender Italian mail-order brides Biography Francis Xavier Cabrini Giuseppe Prezzolini

103 1


Lydio F. Tomasi

1032 Study Family

Sources Available at the Center/or Migration Studies o/New York

Number

Percentage

02

04.2

Italian American farnily history

Other

06

12.7

07

14.8

Costume design for a movie

M.E. BROWN, Competing to Care: Immigrant Aid Societies /or Italians in New York Harbor in the 1920s, in «Mid-America», LXXI (October 1988), pp. 137-15 1 . ID., From Italian Villages to Greenwich Village: Our Lady of Pompet; 1892-1992, New York, CMS, 1992.

Italian American literature Italian Americans and race

CENTER FOR MIGRATION STUDIES, lmages: A Pictorial Histoi'y of ltalian Americans, New York,

Italian immigrant and societies

CMS, 1981.

Italian labor

W. DE MARCO, Ethnics and Enclaves: Boston's Italian North End, Ann Arbor, University Microfilm lnternational Press (Studies in American History and culture #3 1), 1981.

Oppression of Italian Americans Sociolinguistics Total

APPENDIX 6

BIBLIOGRAPHY OF PUBLICATIONS BASED ON RESEARCH AT CMS

Italian marriage customs

Generai Interest in Italian Americans

1 033

47

99.4

D. DI CARLo, The History o/ the Italian-American Festa in New York City: 1880's to the Present, Ph.D. dissertation, New York University, 1990.

ID., Passion Plays at Our Lady o/ Pompei Church, Paper delivered at the American Italian Historical Association annual meeting, Washington D.C., November 14, 1992.

S.M. Dr GIOVANNI, Michael Augustine Corrigan and the Italian Immigrants: The relationship between the Church and the Italians in the Archdiocese o/New York, 1885-1902, Ph.D. disserta­ don, Gregorian Pontificai University, Rome, 1983. T.

KESSNER B. BOYD CAROLI, ·

Today's Immigrants: Their Stories, New York, Oxford University

Press, 1982.

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TRICARICO, The Italians of Greenwich Village: the social Structure and Trans/ormation o/ an Ethnic Community, New York, CMS, 1984.

A.

ZIZZAMIA, A

Vision Unfolding: The Scalabrinians in North America, 1 888-1988, New York,

CMS, 1989.

A SAMPLING OF PUBLICATIONS BASED ON RESEARCH AT CMS

M.E. BROWN, Competing to Care: Immigrant Aid Societies /or Italians in New York Harbor in the 1920s, in «Mid-America», LXXI (October 1988), pp. 137-15 1.


Lydio F. Tomasi

1034

���� Italian Villages top Greenwich Village: Our Lady o/Pompet; 1892-1992, New York, CMS,

ID., 1

CENTER FOR MIGRATION STUDIES, Images: A Pictorial History of Italian Americans' New York CMS, 1981.

'

FERDINANDO FASCE

Fonti d'impresa ed emigrazione z'talt'ana negli Stati Uniti: di ricerca alla Baker Library di Harvard

un

percorso

W. DE M�co, Ethnics and �n�laves: B�ston's Italian North End, Ann Arbor: University Microfìlm lnternattonal Press (Studies m Amertcan History and culture #3 1), 1981.

o�

D. Dr CARL , be History of the Italian-American Festa in new York City: 1880's to the Present Ph . D. dissertatton, New York University, 1990.

'

·

:

ID., assion P ay: at Our Lady of Pompei Church, Paper delivered at the American Italian Histo­ rtca1 Assoctatton annual meeting, Washington, D.C., November 14, 1992. S.M. Dr GIOVANNI, Michael Augustine Corrigan and the Italz'an Immigrants: The Relationship � " between the Church and the Italians in the Archdiocese o�'New v. ork' 1885-1902, Ph. D. dissertat'ton, G regortan pontt'fìca1 University, Rome, 1983. ·

T.

KESSNER - B. BOYD CAROLI, Today's Immigrants: Their Stories, New York' Oxford University Press, 1982. S.J. LA GUMINA, From Steerage to Suburbs: Long Island Italians, New York, CMS, 1988. J. LINO, Mondo Veggiu-Mondo Nuevo, B.A. thesis, Barnard College, Columbia University, 1989. J. Po� sTio : A. Puccr, e�s., The Italian Immigrant Experience, Thunder Bay, Ontario, Canadian . . ltahan Htstortcal Assoctatlon, 1988.

G.

SALVEMINI, Italian Fascist Activities in the United States, Edited by Philt'p V.. Canmstraro, New . . ·

10rk, Center ror Mtgratton Studies, 1977. " c

SCHOENER, The Italian Americans, New York, MacMillan, 1987. E.C . STIBILI, The St. Raphael Society /or the Protection of Italian Immigrants' .

A.

Dtssertation, University of Notre Dame, 1977.

1998-1923 Ph D '

.

·

ID., The Italian St. Raphael Society, in «U.S. Catholic Historian», VI, 4 (Fall l987), pp. 301-3 14. M.L. SULLIVAN, Mother Cabrini: Missionary to Italian Immigrants, in «U.S. Catholic Historian» ' VI, 4 (Fall l987), pp. 265-280.

M.S.C . , Mother Cabrini: "Italian Immigrant o/the Century", New York, CMS, 1992. D. TRiC�RICO, The Italians of Greenwich Village: the social Structure and Trans/ormation of an . Eth ntc Communzty, New York, CMS, 1984. A. ZIZZAMIA, A Vision Unfolding: The Scalabrinians in North America 1888-1988 New � rk ID.,

CMS, 1989.

'

,

0

,

e modo L'uso di fonti aziendali nell'ambito di ricerche che abbiano in qualchuisizion e un'acq è per oggetto la vicenda migratoria ed etnica negli Stati Uniti lo fa nni recente della comunità scientifica. È vero infatti che già oltre trent'a riviste sulle re insegui a andato era Brody David storico del movimento operaio di che dinami delle tracce le Steel can imprenditoriali e tra le carte dell'Ameri il e durant slava origine di ati adattamento e integrazione dei lavoratori immigr ta Sessan anni degli primo conflitto mondiale l , Così come è vero che alla metà della U.S. un altro storico del labor, Gerd Korman, era ricorso ai bollettini stessi pro­ Steel e della International Harvester per approfondire l'analisi deglie alla fiori­ cessi 2 • Occorreva, però, attendere i primi anni Ottanta per assistererede della tura di una serie di ricerche nelle quali una storiografia bottom up,applicarsi in lezione dei Gutman, dei Montgomery e dei Vecoli, cominciasse ad maniera diffusa a fonti primarie di provenienza aziendale 3 . manoscritti della Baker Desidero ringraziare Florence B. Lathrop, curatrice della Sezione archivio, e Anna Maria in Library, per l'aiuto che mi ha fornito nel corso delle numerose visite ente più propria­ compon la to consiglia e iato Martellone e Rudolph J. Vecoli che hanno incoragg permetto di rin­ mi svolto me da lavoro del dettagli i Per esposta. qui mente "etnica" della ricerca 1985, l , pp. storici», «Studi viare al saggio Immigrazione italiana e fabbrica Usa: il caso Scovill, in America , in a d'impres cultura e guerra 1-25 e ai volumi Una famiglia a stelle e strisce. Grande nell'età Uniti Stati e Italia tra cultura e affari Lavoro, sponde. due Bologna, li Mulino, 1993 e Tra 1993. s, Grapho , Genova ione, della grande emigraz Harper Torchbooks, 1960. l D. BRODY, Steelworkers in America. The Non-Union Era, New York, and Labor Relations tria! «Indus in Gate, Factory the at 2 G. KoRMAN, Americanization RevieW>>, 1965, 3 , pp. 396-419. and Social Contro! in the Ford Motor 3 S . MEYER Il, The Five Voltar Day: Labor Management Press, 1981; T. HAREVEN, Family York New of ity Company, 1908-1921, Albany, The State Univers


1 03 6

Ferdinando Fasce

Ci sono voluti insomma circa due decenni perché le carte padronali cessas­ �ero d1. essere appannaggio esclusivo di una business ht'story resa maggiorenne, e vero, da Alfred Chandler e dalla sua scuola, ma inesorabilmente attestata sull� frontiere tematiche delle attività di pianificazione, regolazione e governo . dell 1mpresa. Solo il consolidamento scientifico e accademico e la maggiore sicurezza di sé acquisiti nel corso degli anni Settanta dai labor ed ethnlc studies così c��e !a g�aduale consapevolezza dell'assoluta necessità per ogni singol� sub-d1sc1pl��· lnc�usa la storia d'impresa, di allargare il rispettivo quadrante . dell� mdagm1, se s1 voleva evitare il rischio di un dissolvimento degli oggetti di . . . studiO nel caleidoscopio d1 comparti specialistici e incomunicanti: solo questo ha trasformato gli archivi d'impresa in un'area potenzialmente franca, nella quale compe�e�ze e sguardi diversi possono convivere e, è augurabile, dialoga­ re tra loro. V1 s1 muovono business ht'storians sempre più interessati alle relazio­ ni indus�riali e all' ?rganizzazione del lavoro operaio, storici della classe operaia che vogliono studiare la fabbrica in maniera diretta e con gli occhi della con­ troparte, e, sia pure in minor misura, ethnic ht'storians che cercano di rendere ragione di ciò che Eva Morawska ha definito !' "inserimento degli immigrati nell'economia americana" 4. Quest'ultimo tipo di sforzi corre parallelo a quelli sviluppati negli ultimi

Time an� Industrial Time, Cambridge, Cambridge Univerity Press, 1982; E. MoRAWASKA, Por Bread u:zth Butter. Lzf. e-Worlds of East Centra! Europeans in Johnstown, Pennsylvania, 1890-1940, Cambndge, Cambridge University Press, 1985; J.H. GILLETTE, Italian Workers in New Haven: Mutu�lzty. �nd Solidarity at the Turn of the Century, in Support and Struggle. Italians and Italian Amertcans zn a Comparative Perspective, a cura diJ.L. TROPEA - J.E. MILLER - C. BEATTIE-REPETTI� State� lsland, American ltalian Historical Association, 1986; B. RAMIREZ, Brief Encounters: Italia Immzgrant Workers and the CPR 1900-1930, in «Labour/Le Travail», 1986, l, pp. 9-27; G.R. �ORMINO - G.E. PozzETTA, The Immigrant World o/Ybor City. Italians and Their Latin Neighbors zn Tampa, 1885-1_98�, Urbana, University of illinois Press, 1987; G. ZAHAVI, Workers, Managers, an� We�are Ca�zta!zsm. The Shoeworkers and Tanners of Endicott Johnson, 1890-1950, Urbana, Um�erstty of llimo1s Press, 1988! D.C. VECCHIO, Italian Women in Industry: The Shoeworkers o/ Endzcott, New_ York, 1914-1935, m <<]ournal of American Ethnic History>>, 1989, l , pp. 20-45; L. C�HEN, Makzng a New Dea!. Industria! Workers in Chicago, 1919-1939, Urbana, University of . Illm01s Press, � 990; R. COMINOLLI, Smokestacks Allegro. The Story o/ Solvay, a Remarkable . Ind:strzal!Immzgrant Vil�age \1880-1920), Trento e New York, Center for Migration Studies, 1990. C.'W. CHEAPE, Famzly Fzrm to Modern Multinational, Cambridge, Harvard University Press, 1985; � Masters to Managers. Hz'storz'cal and Comparative Perspectz'ves on American Employers, a cur� d1 S.M. }A�OB�, New York, Columbia University Press, 1991, pp. 2-3; E. MORAWSKA, The Socz.o�ogy and Hz:tortography ofImmigration, in Immigration Reconsidered. History, Sociology, and Polztzcs, a cura d1 V. YANS-MCLAUGHLIN, New York e Oxford, Oxford University Press, 1990 , pp' 196-2 12.

f' !,�{:

Fonti d'impresa ed emigrazione: un percorso di ricerca alla Baker Library di Harvard l 03 7

sulle stratificazioni e anni da quei segmenti di ethnic studies che, per gettar luce ni fra vari gruppi, relazio sulle e i rapporti verticali interni al singolo gruppo e alle affinità e etnica hanno cominciato a interrogarsi intorno all'imprenditoria he opera tive tra differenze di compo rtame nti, scelte strateg iche e tecnic ratorie, businessmen imprenditori provenienti dalle più recenti ondate immig statunitense nel suo mico econo a sistem nativi o di più antica immigrazione, insieme 5. da dis­ La consapevolezza che si tratta di un terreno ancora in larga misura uno su ione sodare ha suggerito a chi scrive di concentrare la propria attenz ordi­ sione di specifico caso, cercando di fornire suggestioni e materia di discus una mappa izione dispos a e metter di ne più generale. L'obiettivo è quello dell'e­ storico allo se dischiu tunità necessariamente molto sintetica delle oppor di natura la re discute esa, migrazione da un grande fondo archivistico d'impr ti elemen ali questi materiali e indicare come e dove si possano cercare eventu ­ portan integrativi e di riscontro documentale. Occorre sottolineare che i filoni ento al pri­ ti di indagine di cui si parlerà in queste note con particolare riferim carte qui le rso attrave , onditi approf mo quarto del Novecento possono essere di co­ cioè, ilità, possib la con segnalate, almeno sino ai primi anni Cinquanta; rata. immig e origin prire almeno due generazioni di popolazione aziendale di esa L'archivio in questione è uno dei due maggiori depositi di fonti d'impr e Sezion della costa atlantica e, più in generale, degli Stati Uniti. Si tratta della l, la Baker manoscritti della principale biblioteca della Harvard Business Schoo la fon­ nni vent'a quasi di seguì 1926) ( Library. La nascita di questa biblioteca aveva 1916 dal già che e dazione della scuola, che era stata creata nel 1909 di ale materi ale, cominciato a raccogliere, sia pure in modo erratico e inform nel , ancora estrazione aziendale. Fu comunque solo negli anni Trenta e, più guardia secondo dopoguerra che la sezione si trovò a svolgere un ruolo d'avan interes­ all'interno di un crescente interesse per questo tipo di fonti. In questo gli vano spinge che mica, econo se confluivano sia sviluppi interni alla storia

Italy

D. CINEL, From 5 A titolo puramente esemplificativo di una tendenza in crescita si vedano ity Press, 1982; Making It

d Univers to San Francisco: The Immigrant Experience, Stanford,ise,Stanfor Education, and Work Choices, a cura di in America. The Role o/ Ethnicity in Business Enterpr Press, 1986 e A. SANCHIRICO, Sma!l M. STOLARIK - M. FRIEDMAN, Lewisburg, Bucknell University ans, in Italian Ethnics: Their Languages, Business and Social Mobility among Italian AmericConfere o/ the American Italian Historical Literature and Lives. Proceedings o/ the 20th Annua!NO - P.A.nce NO, Staten lsland, American GIORDA GIORDA F.L. Association, a cura di D. CANDELORO Italian Historical Association, 1990, pp. 201-214 .


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Ferdinando Fasce

studiosi, sotto l'influsso del pensiero di Joseph Schumpeter e di Max Weber, ad assumere l'ottica, a lungo sottovalutata, microeconomica e d'impresa; sia una graduale estensione alla pratica corrente della business school di quel "metodo dei casi" (o precedenti storici) che già da decenni era in uso presso la facoltà di giurisprudenza della stessa università e che inevitabilmente esaltava i materiali d'archivio. Oggi la Baker Library conserva oltre 1400 fondi di altret­ tante imprese e funge da archivio regionale del business per il New England e in generale le regioni nord-atlantiche; la stessa funzione che l'altro grande deposito di archivi provenienti da diverse imprese, lo Hagley Museum and Library di Wilmington (Delaware), svolge per le sezioni centrali e meridionali dell'area atlantica 6, li fondo scelto è quello della Scovill Manufacturing Company di Waterbury, Connecticut. Azienda leader nel proprio settore, con una storia quasi bicente­ naria alle spalle, essa sembrava presentare tutte le caratteristiche ideali per un'indagine, qual era in origine la nostra, su relazioni industriali, organizzazio­ ne del lavoro e cultura d'impresa nell'età del taylorismo e fordismo e in parti­ colare negli anni a cavallo di quel tornante decisivo che fu la grande guerra. Scovill aveva svolto un ruolo importante, ma non era un caso pilota come la Ford e perciò pareva capace di riflettere meglio un certo grado di «medietà» della struttura produttiva statunitense. Poteva vantare un vasto fondo archivi­ stico, non privo invero di pesanti lacune (a cominciare dai verbali delle sedute dei consigli di amministrazione), ma dotato di segmenti relativi alla forza lavo­ ro e alle politiche del personale alquanto rari per estensione e profondità. Infine, era inserita in un distretto industriale oggetto negli anni Ottanta di un'i­ niziativa di storia pubblica di grande rilievo, alla quale si potevano attingere informazioni e risorse sul quadro di sfondo. La plausibilità della scelta effettua­ ta da chi scrive sarebbe stata confermata, qualche anno dopo l'inizio di questa ricerca, dal fatto che, in virtù della "tipicità" e ricchezza del materiale, Scovill divenne uno dei tre casi di studio sui quali appuntò la propria attenzione una studiosa del MIT, esperta di comunicazione interna aziendale, per un'accurata indagine sull'evoluzione delle tecniche informative tra Otto e Novecento 7 . 6 F. BARTOSHESKY, Business Records at the Harvard Business School, in «Business History Review», 1985, 3, pp. 475-483 e F. LATHROP, A National Collecting Policy /or Business History: The View /rom Baker Library, in «Business History Review», 1988, l , pp. 134-143. 7 }. BRECHER J. LOMBARDI J. STACKHOUSE, Brass Valley, Philadelphia, Tempie University Press, 1 982; J.A. YATES, Contro! Through Communicatioti. The Rise of System in American Mana­ gement, Baltimore, The Johns Hopkins University Press, 1990. -

Fonti d'impresa ed emigrazione: un percorso di ricerca alla Baker Library di Harvard

Divisa in due sezioni corrispondenti grosso modo, rispettivamente, all'Otto­ cento e al nostro secolo, la Scovill Collection rappresenta indubbiamente uno dei fondi più cospicui conservati a Baker, specie tra le imprese manifatturiere. Ne fanno parte 927 volumi - in larga misura libri di copialettere manoscritti ottocenteschi comprendenti, per il solo periodo 1880-1885, una media di alme­ no cinque copialettere da mille pagine l'uno all'anno 171 buste e 81 casse. Con l'eccezione, come si è detto, delle minute dei verbali dei consigli di ammi­ nistrazione, vi si ritrova tutta la possibile tipologia di un archivio d'impresa: corrispondenza in entrata e uscita da parte dei responsabili finanziari, commer­ ciali e produttivi; documenti di natura commerciale, finanziaria e amministrati­ va a fini interni e di certificazione sull'esterno; comunicazioni interne, dappri­ ma sporadiche, per il prevalere di dinamiche informali e orali, poi, col nuovo secolo e con la guerra, sempre più formalizzate e complesse, distribuite un po' in tutte le direzioni della struttura (alto, basso, orizzontale) ; rapporti e statisti­ che su andamenti produttivi e questioni tecniche; libri paga; documentazione relativa ad assunzioni, orari, presenze della forza lavoro; regolamenti e reso­ conti, qualitativi e statistici, di ordine disciplinare; schede personali dei singoli lavoratori. Il corpus di stretto interesse per lo storico dei processi migratori ed etnici si riduce a 24 buste e altrettante casse riguardanti soprattutto politiche del lavoro e sociali, andamenti produttivi, problemi tecnici. Per quanto disseminate tra le pieghe di materiali assai eterogenei, vi sono contenute informazioni di conside­ revole momento per almeno quattro dimensioni essenziali dell'esperienza degli italiani di Waterbury. Una città, questa, dove nel periodo sul quale più si è con­ centrata la nostra indagine i nostri connazionali vennero a rappresentare ben presto il contingente immigrato più numeroso e dove ancora al censimento del 1981 circa un terzo della popolazione era di origine italiana. La prima delle quattro dimensioni, che separiamo a puri fini analitici, visto che nella realtà si presentano largamente sovrapposte, è quella della costruzione dell' etnicità 8 , ovvero, nella fattispecie, della scoperta della questione dell'immigrazione ad opera dell'establish ment imprenditoriale cittadino wasp. Con l'arrivo delle commesse belliche e poi con la "preparedness " alla guerra, anche ai proprietari e managers della Scovill accadde ciò che innumerevoli altri studiosi hanno documentato per il resto del paese. Si resero conto, cioè, della complessità e ineludibilità del problema dei nuovi venuti anche in un'area come il Connec-

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8 "The Invention o/Ethnicity": una lettura americana, in «Altreitalie», 1990, 3, pp. 4-37.


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ticut per le cui solide e compatte élites yankee gli immigrati non erano mai sembrati, salvo qualche rara eccezione, una minaccia e sopra ttutto un oggetto di possibili interventi sistematici di assimilazione. Va da sé che la ricca docu­ mentazione che emerge dalle carte aziendali sulle politiche di americanizzazio­ ne (resoconti dettagliati dell'attività didattica e formativa rivolt a ai non ameri­ cani, storie di vita raccolte dagli insegnanti e dai capireparto , serie statistiche su iscrizioni e frequenza ai corsi) deve essere verificata e integrata con tutto quanto possa fornire un contrappeso alla forte impressione di un'integrazione unilaterale e senza residuo che la matrice aziendale dei docum enti può ingene­ rare. A questo fine si è provveduto a riscontri con informazioni su simili inizia­ tive condotte in altre aziende (nell'area e sul territorio nazio nale), con materiali provenienti dalla sezione locale e dalla struttura nazionale della celebre Young Men's Christian Association (l'agenzia privata di assistenza sociale e gestione del tempo libero coinvolta in questi progetti); ancora, con documenti prove­ nienti da enti e istituti, federali e locali, che si contendevano la cura spirituale e politica e il tempo libero degli immigrati, quali la parrocchia cattolica italiana cittadina, gli organismi di mutuo soccorso etnico, il Bureau of Naturalization del Department of Labor, le deboli forze sindacali, moderate e rivoluzionarie, presenti sul territorio. Purtroppo a poco o nulla sono servit e in questo caso le numerose testimonianze orali degli ex dipendenti raccolte da Jeremy Brecher e conservate presso il Mattatuck Museum di Waterbury e una decina di testimo­ nianze da noi personalmente raccolte, sempre grazie all'aiu to di Brecher, fra pensionati e anziani della comunità italiana locale. Le medesime fonti orali si sono invece rivelate di grande utilità a proposito della seconda sfera rispetto alla quale le carte Scovill disch iudono elementi conoscitivi di notevole spessore, quella che potremmo defini re di socializzazio­ ne al lavoro 9, ovvero del lavoro come osservatorio privilegiato dal quale guar­ dare ai processi di socializzazione e ai "mondi di vita" più immediati degli stra­ ti subalterni. Su questo punto, pur fra lacune documentar ie non indifferenti, i materiali conservati a Baker consentono anzitutto di approfondi re il tema delle modalità di reclutamento al lavoro e delle loro modifìcazioni nel tempo, secon­ do una logica che vede sovrapporsi e integrarsi ai tradizionali percorsi informa­ li quelli di matrice " razionale" e ingegneristica prop ugnat i dalla direzione aziendale soprattutto dagli anni Dieci in poi. Di particolare interesse la miriade di casi individuali registrati nelle schede personali degli addet ti a partire dagli anni di guerra; casi che, se opportunamente incrociati con i dati tratti dai city

9 G. SARCHIELLI, La socializzazione a! lavoro, Bologna, li Mulino, 1978.

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. tories e dalle schede manoscritte dei censimenti, possono fornire significadtrec . ·tlve indicazioni sulle strategie familiari, di v'iliaggio e di gruppo del. nuov1 . . venud l d eta della celebre ricerca con otta co o n d� linea mat1vo la go ti, lun ?� � . var1 1 lte da stesso le informazioni racc erv1 pprontat tempo Hareven . Al � � � � � ? dall'ufficio del personale per l'assistenza soc1ale e ncreatlva al d1pendent1 fanno emergere elementi non trascurabili riguardo alla struttura interna delle famiglie immigrate, ai ruoli di genere (a Sc�vill p�r tutt� il perio�o considerat� . le donne non scesero mai al di sotto del 20 Yo dell orga01co) , al t1po d1 consum1 e di vita quotidiana (natura delle abitazioni, composizione della dieta, pratiche del tempo libero) dei lavoratori. Senza contare, naturalmente, l'ampio venta­ glio di situazioni ed esperienze che un regolamento, una circolare, un resocon­ to annuale dei casi di infortuni dispiegano dinanzi ai nostri occhi intorno al modo concreto di lavorare degli immigrati italiani, ai loro rapporti con gli altri immigrati e con i ·capi, ai mille, piccoli grandi rituali di adattament� selettivo e resistenza nei confronti della direzione che essi imparano a mettere m atto. Tra i documenti che ci ripropongono in dettaglio la trama dei "rapporti in produzione" occupano un posto di spicco le schede dell'imponente a�parato . spionistico creato dall'impresa durante la guerra e po1 ad essa almeno m �arte . sopravvissuto. Tali schede sono di grande utilità anch� pe� la terza d1�ens10n� . della vita immigrata qui considerata: quella della mobil1taz10ne collettiva. Negh anni in esame essa esplode improvvisamente, sotto i colpi del cortocircuito che si produce fra le attese alimentate dalla guerra e la recessione postbellica, in u� paio di scioperi di massa. Questi conflitti vedono gli italiani e i loro collegh1 superare, sia pure solo temporaneamente, le forti divisioni etniche, abilm�nte alimentate dagli imprenditori e quasi connaturate all'ambiente economlco­ sociale circostante. Integrate nella nostra ricerca con i fondi delle agenzie fede­ rali per la composizione delle dispute di lavo�o e p�r la sopp_ress�o�e del d�s­ . senso politico, con materiali sindacali e opera1, con 1 resoconti del g10rnah clt­ tadini (nativi ed etnici) , le cronache delle agitazioni redatte dai singoli capire­ parto o dal responsabile di stabilimento restituiscono �on pr�o �cupata enfasi �e . strategie di lotta a "macchia di leopardo" maturate nel quartlerl e nelle fam1ghe italiane ' sotto l'influsso delle combattive minoranze militanti presenti soprattutto nelle comunità lituana e russa. L'altra faccia della mobilitazione collettiva che le carte aziendali fanno trasparire, e che la nostra indagine ha solo sfiorato perché si arrestava cronologi­ camente proprio quando questo fenomeno cominciò ad assumere una qu�lche consistenza cioè tra la seconda metà degli anni Venti e la Grande depresswne, è quella della partecipazione alla vita politico-partitica cittadina da parte degli italiani. I casi dei primi capireparto italiani nominati non solo e non tanto per


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le loro skills tecniche, quanto e piuttosto perché sono piccole figure carismati­ che di quartiere, attivamente impegnate a raggranellare voti in cambio di un posto (ambito) alla Scovill per conto di quel partito repubblicano che è anche il partito degli imprenditori, possono forse costituire un suggerimento per le analisi del comportamento politico dei nostri immigrati: in un'ottica che tenga conto degli eventuali rapporti fra macchine politiche urbane, etnicità e "gover­ no della corporation" l O. Lungo una linea non dissimile si snoda la quarta area di interesse per gli studi etnici, quella dei processi di mobilità verticale, individuale e di gruppo 1 1 • Sia pure con numerose smagliature dovute a improvvisi buchi nelle serie cro­ nologiche giunte sino a noi, è indubbio che le carte aziendali riguardanti la composizione dei reparti, i trasferimenti interni, le gratifiche, le promozioni, i pensionamenti possono costituire un indispensabile strumento per verificare e falsificare le astratte categorie occupazionali elaborate dal Bureau of the census o dagli Uffici del lavoro dei singoli Stati e i conseguenti indici di mobilità verti­ cale che talora in maniera troppo meccanidstica ne sono derivati. Più in gene­ rale, associato a testimonianze orali o a documenti in larga parte inediti come ad esempio le inchieste svolte negli anni Trenta dai sociologi della Works Pro­ gress Administration all'interno delle comunità etniche e lavorative, questo tipo di fonti aziendali può costituire un importante sussidio per la ricostruzio­ ne dei processi simultanei di articolazione e differenziazione interna e di aper­ tura su nuove basi di massa (le lotte operaie, la mobilitazione della "buona guerra", i consumi) verso l'esterno che investirono la comunità italiana cittadi­ na tra la Depressione e l'inizio del baby boom. Tutto ciò ci rinvia a un atout di fondo che le carte aziendali, in specie di grandi imprese, se interrogate tenendo conto delle composite (e tutt'altro che innocenti) strutture e funzioni delle istituzioni di appartenenza, possono esi­ bire. Esso consiste nella loro natura di resti di organizzazioni complesse, laboratori sufficientemente ampi da concentrare azioni, individui e interazio-

l O Un interessante aggiornamento rispetto alle ricerche sul comportamento politico degli ita­ loamericani si trova nei lavori di S. LUCONI, Forging a Democratic ma}ority among the Italian­ Americans in Pittsburgh: The role o/ ethnic cogwheels in a party machine, in «Studi emigrazione», 1993, l, pp. 48-61 e ID., Intermediazione etnica e leadership politica in una comunità itala-america­ na, in «Passato e presente», 1993, l , pp. 33-55. 11 Una recente messa a punto della controversa questione della mobilità fornita da K. }ONES­ WOLF, Mobility and Mill Towns: Moving Up or Moving Out?, in «Reviews in American History», 1992, l, pp. 33 1-336.

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ni provenienti dalle più diverse e contraddittorie sfere del reale; laboratori che ci spingono a sciogliere nella concretezza dell'analisi empirica le bussole concettuali che per fortuna ci guidano nei meandri del geroglifico sociale così come in quelli delle banche dati, ma dalle quali è altrettanto opportuno, in certi casi, imparare a staccarsi, anche a rischio di passare per miopi "cercatori di tartufi" .


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U. �.

Ship Passenger Lists as a Source of Social and Demograph ic Hzstory /or Italian Emigra tion to the U.S.

Passenger Lists I� may be an oversimplification to say that one of the difficulties with immi­ . . gratlOn htst ory 1s the elusive character of the migrant. Yet it is also true that most of our information on immigration is based on aggregate data collected by governments or private agencies. Passe?ger lists contain individual level data . They have been used in a number of ways 1n the P ast. �en alogists bave used tbem to find family antecedents and � reconstruct famil. btstone s . Geneticists use tbem to track genetic mut � ations and to study th� genette str� cture of a populat ion. The United States government has used th?m m the 1940 s to document resid ence of foreign nationals in tbe U.S . when aliens wbo w re neither residents nor citiz � under tbe �nen: y alien laws . In tbe past few ens were subject to deportation decades, passenger lists bave been used by htstonans and demograpbers to stud y immigration. Tbe lists bave become useful as es�ar b in migration hist ory bas sbifted from an emphasis on � settl�ment a? ? ass ilatt�on patterns in the receiving countries to social and eco­ � nomtc condttt ns m the sending countries ? , to tbe study of causes of migration . and to analysts of factors affectmg the decision to migrate among particular . . groups of mtgrants. Passenger hsts tben bave been re-discovered as a unique source for the s:u?y of demographic and beh avioral characteristics of migrants. O� the 44 milhon migrants who left Europe between 182 1 and 1925 , about 35 m�g :ated to tbe U.S .: 29 million betw een 1880 and 1925 , and approximately 17 mill10n between 1 892 and 1925 1 . Abo ut 4.5 million Italians also arrived in

� I. FERENCZI - WE WILCOX, International migratz'ons,

l,

Soctal Research, New York 1929-193 1, pp. 183-187, 235-238.

National Bureau of Economie and

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tbe U.S. betwen 1892 and 1925 . If we make allowance for an unknown num­ ber of clandestine arrivals from Europe - for wbich we bave no data, subtract 2 million Europeans wbo arrived through Canada (for wbicb we have no records before 1893 ) , subtract cab in class passengers wbo arrived in tbe 1890's, but wbo were not tben classified as immigrants, and adjust for normal loss and some double counting, tbere are records on about 30 million immi­ grants in the passenger lists 2, Tbe lists tben represent - in combinatio� witb a formidable quantity of passenger lists in the European sender countnes - an important source for migration bistory. Tbe major problem facing tbe bistorian and social scientist is to convert tbis vast quantity of documentation into machine readable form for research and analysis. Given the nature of tbe documentary materia! and the size and com­ plexity of tbe data base tbis involves major tecbnical problems and significant costs. The National Arcbives contains a complete set of microfilms of U.S. ship passenger list records between 1820 and 1954 for ali major ports of arrivai. The Balch Institute is creating from the originai manifests a computerized data base for the Port of New York between 1846 and 1897 , and is working, witb satellite groups and European researcb institutes on a data base for tbe later years, wbich includes Italian arrivals through Ellis Island.

Passenger Lists and Immigration Laws Passenger lists were required by act of Congress and began to be collected in 1820. The master of each ship calling at a U.S. port had to file with the Customs House of the port a list containing the first and last name, age, sex, maritai status, occupation, place of origin and intended destination of every passenger. The lists also contained information on the passenger's status - tem­ porary or in transit, births and deaths at sea, the amount of luggage, also the name of the ship, ship tonnage, captain's name, the port of embarkation and debarkation, the medicai inspector, etc. Passenger lists are arranged chronologically, by date of arrivai. They follow a prescribed form - generally always contain the required information - and are

2 U.S. immigration figures to 1 871-1875 are higher than European emigration figures, except for 1861-1865. From 1876-1880 European figures exceed U.S. figures except for years 1906-1915 and 1921-1924. 1. FERENCZI - W. F. WILCOX, International migrations... cit., p. 185.


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of va�ing shapes and izes. Passen gers were not arranged aiphabetic ally or accor?mg to any prescn�bed sequence on the lists. Families were for the mo st part hsted together. Family relationship s were frequently but not aiways spe ci­ fied (son, � augh er, �ather, mother, etc. � ). Lists were occasionally poorly wri tten and sometunes tllegtbie, - names cou id be misspelled, data entered into the wrong coiumns. They were sometim es written in French or in German mostly in English. ' but ' J? e lists were �ost likely compiled by . the shipping companies at the port of ongm. They contam the names of the pre-paid passengers and then the nam es of ali other passengers ho ca e on board who were added to the list by � . � ship Ierk s etth er before or unmedtately after embarkatio � n. There is evidence for this if we compare U.S . lists with Irish, German, English or Scandinav ian lists where ':e find a c!ose correspondence in the order of names. Similar handwriting on lists from �ifferent ships traveling from the same port and annotations to the lists (born or died at sea) added at the end of the lists previde supporting evidenc e. The Collector of the Customs made copies of the lists that were then tran . s­ mttted to t� e Secreta� of State and reported to Congress. Quarterly and annu­ al summanes of the hsts were publish ed by the Secretary of State («Statemen t of the Number and Description of Passengers Arriving in the United Stat es» ) bet':e �n 1 820 and 1 870 . The rep orts were con tinu ed by the Bureau of Statt�ttcs (Treas ury Dep artm ent ) from 186 7 to 1 895 and by the Office of . . Immtgratton whtch became the Immigration and N aturalization Service after 1895 In Iater years they were publish ed by the Department of commerce and Labor. They contain more informa tion after the 188 0's and 1890's. The lists then previde individuai leve! data on 30 million immigrants. They are . more detaile d than the quarterly and annuai sum maries which were published by the Secreta�y o� Sta e w�ich are abstracts � taken from the passenger lists 3 . �ffictai tmmtgra tton statistics published in the qua rterly and annuai sum­ manes present numerous problems because the definition or classificatio n of the term 'immigran ' changed several times during the 19th century. Betwee � n 182 � and 1 �67 the lists referred to the arrivai of foreign born including visi tors and m-transtts, but after 186 8 to the arrivai of aliens. There is also conside rabie confusion in the published summa ries about nation ality, as nationalit y can refer to country of citizenship, cou ntry of Iast permanent residence, or . (after 1907) country of btrt h. Up to 1 897 aliens were classified by nationality or by ·

3 � HUT�H�NSON, Notes on Immigration Stati stics o/ the United States, in <<Jou Amencan StatlstJcal Association» rnal of the , 1958, 53, pp. 963- 1025 .

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country of birth. Germans, Poies, Italians, R�umanians, Serbians, �ungari�ns, Slovaks, etc. , emigrating from lands belongmg to the old Austnan Emptre, ere classified as Austrian nationals. After 1898 immigrants were classified by ce and religion - Hebrews as Russian, Austrian, or Polish Hebrews, while . . North and South Italians belonged to separate races as dtd the Enghsh, Welsh, Scots and Irish. But there are other problems with the official published statistica! summaries on immigration. . . . Fiscal years were frequently mixed with c�lendar years. � e st�t1st1cal umt that comprised 'immigrant' changed several tlmes. After 1 892 1mm1grants were classified as steerage passengers, but aliens in-transit who traveled steerage were also enumerated as immigrants; cabin passengers who were for the most _ part immigrants, were only counted as immigrants in 1903 ? r 1904. Tounsts and U.S. citizens were counted as immigrants if they traveled m steerage. N?n­ immigrant aliens - immigrants returning to the U.S. for the second or thtrd time - were classified as immigrants between 1 890 and 1905 but excluded from immigrant totals after 1906 4. There is no reliable record of the distribution of arrivals by sex in the pub­ lished summaries for the first half of the 19th century. Classification by age group was changed several times - until 1898 there were three age cohorts; between 1899 and 1917 there were four; between 1918 and 1924 there were three which differed from those reported before 1898. Published summaries, therefore, cannot be used to compile homogenous statistica! series on immigradon. Passenger lists are a much more reliable source. . The lists underwent important changes in quality and in the number of mf? r­ mation fields contained starting in the 1880's. This was due to a more actlve role by federai government in immigration policy and to changes in immigra­ don laws which had formerly been under the control of the individuai states. Immigration acts in 1882, 1893 , 1898, 1903 and 1907 were the most importa?t _ r le � in this respect. U.S. consular officials aiso began to play a more actlve ? the inspection process in the major European ports. As the wave �f old un�t­ gration gave way to the new, government officials wanted mor? 1nformat1on about these mysterious new-comers and greater control o�er th?tr movements . because of a growing national concern with problems of assunilatton.

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4 M.R. DAVIS, Critique o/ 0/ficial United States Immigration Statistics, in l. FERENCZI - W.F. WILCOX, International Migrations. .. cit., II, Interpretations, New York 193 1.


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Beginning in 1893 , passenger lists gave information on who paid for the ticket, how much money the immigrant brought, whether they had been in the country before, the name and address of a relative in the U.S., whether they had ever been in prison, if they were polygamists, whether they carne with a labor contract, and information about health and physical deformity 5 . In 1898 passenger lists gave information on the race and religion of migrants; in 1903 on whether they were anarchists 6; in 1907 information about relatives in the country of origin, physical characteristics on height, complexion, hair and eye color, and piace of birth 7. Ship information now included the name of the ship's medicai offìcer, the names and number of crew, the number of passen­ gers, date of departure as well as arrivai. Between 1917 and 1920 manifests began to by type-scripted. In the 1880's and also before, passengers on the lists were divided by class-tourist, cabin, steerage. In generai, the most reliable data in the passenger lists are demographic data on name, age and sex. Some manifests were compiled more carefully than oth­ ers, but the quality of the data overall is reasonably accurate s . Male names were not generally attributed to females, and ages were not usually rounded to the nearest 5 or O. Nationality data however, in some instances is incorrect. Dutch and Danes, for example, are reported as Germans on English and American ships debarking from Liverpool. The lists are a valuable tool for analysis of structural aspects of migration: family composition, the number of children, sex ratios, the transition from family to individuai migration or from large to small group migration. They are somewhat less satisfactory on social and economie factors. Occupational data are often unreliable though the quality tends to improve in later decades. One may have diffìculty distinguishing agricultural from industrial laborers

5 Act of March 3, 1893 (27 Stat. 569). 6 Act of March, 1903 (32 Stat. 1213). 7 Act of February 20, 1907 (34 Stat. 898). 8 Friedrich Kapp reports that statistica! accuracy on arrivals improved with the Passenger Act

of 1855 which placed Castle Garden under the jurisdiction of the New York Commissioners of Immigration. F. KAPP, Immigration and the Commissioners o/ Emigration o/ the State o/New York, New York 1870, pp. 107-108. Joseph H. Senner observes, however, that in busy seasons at Castle Garden there was little time for Registry Clerks to count returns from passenger lists, so that offi­ da! statistics were often based on guesswork. An investigation in 1873 lead to the new Passenger Act of 1882. Testimony of Joseph H. Senner, October 12, 1 899, in Reports o/ the Industria! Commission, XV, Washington 1901, pp. 174-179.

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or skilled from unskilled workers. Female occupations were often not report­ ed. Literacy was frequently not given, but when reported it can be an accept­ able proxy for education. Data on destinations are uneven as New York tends to be overrepresented as a destination. Yet destination data provide a relatively accurate picture of the geographical distribution among the major areas of set­ tlement. There is little information concerning missing manifests - although undercounting has been reported for the Dutch between 1 865 and 1872. There have not been as yet systematic tests based on internai evidence to determine incon­ sistencies or biases in passenger lists data. It is quite possible that a comparison of U.S. lists with European lists will shed more light here. These caveats, notwithstanding, the documentary materia! appears to be reasonably con:plet.e and the quality of the data quite good, particularly for the new wave of lmffil­ gration which begins in the later 19th century. It is unquestionably the best source that we have on the number, and nativity of immigrants to the U.S.

Passenger Usts and Current Research in Immigration History There is little time to discuss here the growing body of work that has made use of the passenger lists in recent decades. The contributors are well-known: Harold Runblom, Nils Olson, Hans Norman, Sune Ackerman and Lars Goran Tedebrand for Sweden; Kristian Hvidt and Hennig Bender for Denmark; Ingrid Semmingsen and Knut Djupedal for Norway; Robert Swie�enga for the Dutch; Charlotte Erickson and William van Vugt for the Enghsh; Cormac O'Grada and Deirdre Magean for the Irish; Walter Kampho efner for Ger­ mans; Maria Baganha for Portugal; Luigi Favero and Ferdinando De Voto for Italians to Argentina; Luigi Di Comite for Italians to the U.S., and m �ny o.th­ ers. Passenger lists are also an integrai part of research programs at m1grat1on centers at Aalborg, Turku, Hamburg, Bremarh afen, Gronigen, Hamar, London, Vaxjo and Trieste, as well as in Philadelphia and New York. . . There are several basic approaches to research with passenger hsts. Scandl­ navian scholars have been the fìrst to experiment with longitudinal studies that combine passenger lists with other sources - passport registers, police records, manuscript census materia! and dvii registers, to construct linked fìles to track immigrants over time. In this way passeng er lists can be used to analyze changes in the structure of immigrant populations. Swedish passenger lists have very good information on the destinations ?f migrants. Regional analysis of destinations shows a dose correspondence m


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economie structure between areas of emigration and immigration. Thus farm­ ers from Vasternorrlands Ian migrate to farming areas in the Middie West 9. Emigrants from agrarian parishes in Orebro Ian settle in Iowa and Kansas while those from industriai parishes settle in Massachusetts and Pennsyivania 10 . workers from the mining districts of Varmiand move to the iron industries of Worcester, Massachusetts. Emigrants from the Sundsvall, a major saw mill district, settled in the Iumber and industriai regions of the Middie West­ Michigan, Wisconsin and Washin gton. Immigrants in artisan trades from Smaiand and Oiand settled in Chicago 1 1 , Settlement preferences then reflect the economie and occupationai structure of the home districts in Sweden. Passenger list aiso show a connection between occupationai structure, sociai status and persiste nce in the new destination. Busines s men, middie-Ievel empioyees and craftsmen are the most stabie occupational groups in the new destination. Civil status, age and social position piay an important roie in per­ sistence. Married persons are Iess inclined to emigrate from their new homes than unmarried. Oider migrants exhibit the highest persistence rates. Mobility in the new destination declines in direct proportion to rising property owner­ ship 12 . Charlotte Erickson has shown from a cross section analysis of passenger list data for selected years in the nineteenth century, a high incidence of family migration in the 183 0's and 1840's, where migration was closely correlated with the family life-cycle (families emigrating before having more than one child or after children were oid enough to enter the Iabor force) and that the character­ istics of the migrant popuiation (age, sex and occupation) resembied closely those of the census popuiation. Thus passenger lists raise important questions about interpretations of English migration which had been attributed to pover­ ty and deprivation among the more disadvantaged social classes in the past 13 . British emigrants in the first haif of the nineteenth century carne from all

. 9 G.L. TEDEBRAND, Vasternorrland och Nordamerika 1875-1913 . (Studia Historica Uppsalien­ sta, 42). Utvandring och Aterinvandring. Uppsala 1972, pp. 203ff. 1 0 H. NORMAN, Sweden in North America, in From Sweden to America, H. RUNBLON H. NoRMAN eds., University of Uppsala, 1 976, p. 250. 1 1 Ibid., pp. 250-260. 12 Ibid., pp. 266-269. 13 C. ERICKSON, Emigration /rom the British Isles to the USA in 183 1 , in «Population Stùdies», 35, 1981; ID., Who were the English and Scots emigrants in the 1880's? in Population and Social Change, D. GLASS - R. REVELLE (eds.), Arnold 1972.

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sectors of the economy, rural and urban. Emigration was sensitive t o both cyclicai and technoiogicai forces. English immigrants consisted Iargeiy of craftsmen and industriai workers. In 1 83 1 about 10% in her sampie were Iaborers before emigrating, a quarter were farmers (not farm Iaborers) and 35% were pre-industrial craftsmen. Relatively few (16%) carne from modern­ izing industries. Farmers were from the prosperous counties and skilled arti­ sans (hand-Ioom weavers) from the Iarge towns where there were new indus­ tries (Lancashire and Yorkshire) and where the demand for Iabor was rising. Immigrants were not pushed out of England but emigrated to avoid the eco­ nomie and sociai dislocations of industrialization, moving to the U.S. because it was at an earlier stage of industrial development. Relatively few English emi­ grants carne from redundant occupation, or from the declining industries or because of rural poverty. With Engiand's second industriai revolution in the 1880's there were radica! changes in the character of immigration. There was less family migration. Unskilled laborers might travel with families while skilled workers in the mod­ ernizing industries generally left families behind. By the 1880's nearly a third of British emigrants were Iaborers. Emigrants carne from urban areas - 78 per cent in the sample carne from towns with more than 20,000 inhabitants. Urban emigrants were mostly unskilled Iaborers in the Iowest paid occupations. Relatively few carne from the modernizing industries - textiles, iron and steel and engineering. A Iarge number were from occupations which underwent lit­ tle technoiogicai change - construction and mining 14. By the 1880's, then, Erickson shows that there was a sharp increase in the number of Iaborers who emigrated, a decrease in family emigration, a high rate of return migration and an increasing proietarianization of emigrant Iabor. These characteristics of British emigrants in the 1880's were similar in many respects to the 'new' immigrants from southern and eastern Europe; young, singie, footloose, unskilled and with a high propensity to return. Britain entered the phase of 'new' immigration at Ieast fifteen to twenty years before the beginning of mass migration from southern and eastern Europe 15 . Maria Baganha has matched a sampie of Portuguese immigrants from Portuguese passport registers with U.S. passenger lists to study the decision

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14 Ibidem. 15 D. BAINES, Migration in a Mature Economy: Immigration and Interna! Migration in England

and Wales 1861-1900, Cambridge 1985, p. 88.


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making process and the personal characteristies of Portuguese immigrants in the mid and late nineteenth century 16 , Portuguese migration was male dominateci. Over half of the adult males were between the ages of 16 and 29. By 1900 there was a high proportion of fe­ male (4 1 % as against 2 1 percent for Italy and 5 percent for Greece) . Portu­ guese travelled in groups whieh were often related to each other but not as nuclear families.-Delayed migration was common in Portugal as it was in Italy. The typieal Portuguese emigrant in the nineteenth century was an unskilled industria! worker in Massachusetts, an agrieultural laborer in California or an older, married agricultural worker on a sugar plantation in Hawaii. In each case household structure and socio-economie characteristies were different. There were more extended family households and upward social and econom­ ie mobility in California than in Massachusetts or Hawaii. Social mobility among Portuguese depended on these factors: whether they carne as free emi­ grants or as contract laborers, the strenght of the migrant group network and the opportunities (land or jobs) in the regions of settlement. Migrant networks determined the settlement patterns of Portuguese immi­ grants. Although California offered the greatest opportunities for mobility and rising income, the largest number of Portuguese went to Massachusetts and Hawaii. Baganha finds that Portugue se were 'irrational' decision makers. Lacking the material resources to migrate on their own, they had to depend on existing migrant networks in the U.S. to assist them 17 . Robert Swierenga has reconstructed the entire movement o f Dutch emigra­ don to the U.S. in the nineteenth century (estimateci at 80,000 persons) work­ ing with both U.S. and Dutch sources. He has combined the Dutch emigration records (Landverhuizers) for the eleven provinces of the Netherlands between 1845 and 1877 with Dutch arrival records from the U.S. ship passenger lists between 1 82 0 and 1 877 and Dutch househo ld data in the U . S . census manuscripts for the decades 1850, 1860 and 1870 1 8 . The Landverhuizers contain information on 19,000 Dutch emigrants while the ship passenge r lists contain records on approximately 60,000 Dutch arrivals. Dutch records give information on personal and socio-economie char­ acteristie s for househol d heads and single persons who depart from the

16 M. BAGANHA : Portuguese Emigration to the United States 1820-1930, New York 1990. 17 Ibid., pp. 274-3 1 1 . 18 R. SWIERENGA - H . STOUT, Socio-Economie Patterns o/Migration /rom the Nether!ands in the

Nineteenth Century, in «Research in Economie History» l , 1976, pp. 298-333.

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Netherlands - place of birth, name, occupation, age, religion, data on econom­ ie status: whether the emigrant is well-to-do, less prosperous or needy, and social background - number and sex of each person in the household, reasons for emigration and expected destination. Dutch emigration shows significant variation among provinces and regions in its volume, timing and social characteristies. It was never a mass movement like the Irish or Italian emigration which was triggered by rapid population growth and economie dislocation. Dutch emigration had initially a strong reli­ gious bias (Seceders and Roman Catholics) in its early years (1830's and 1840's) and carne to be accepted as normal behavior only after the U.S. Civil War. There were marked differences among provinces and in rural and urban re­ gions in occupations, demographic structure (volume, age, �ex, and family size) . and destination. The largest number carne from the agncultural provmces (Gelderland, Gronigen and Zeeland) where birth rates were rising very rapidly. The more densely settled urban regions (North and South Holland and The Hague) which accounted for a third of the total population of the Netherlands, contributed less than a quarter of the emigration. A third of emigrant heads of families were day laborers, while 22 percent were farmers. White collar workers - professionals, business men and clerks carne from Amsterdam and cities in North Holland, but comprised only 12.3 % of emigrant household heads. Agricultural provinces, by contrast, con­ tributed a third of the day laborers, a fourth of farmers and service workers and a quarter of the village craftsmen. Thus the lack of job opportunities in rural villages and farms was a much greater stimulus to emigration than it was in the cities. Social indicators in the Landverhuizers also show that Dutch emigration was a mass exodus of the rural poor. In Zeeland, 34 per cent of emigrating house­ holds were poor. In the urban areas more poor families left (North and South Holland and Utrecht) than wealthy ones. At the aggregate level 22.8 per cent of the emigrants were 'needy' while 1 1 .4 percent who were 'well-to-do'. North America attracted the largest number of Dutch emigrants in the mid­ nineteenth century (88%). But there were notable differences in destination of migrants coming from rural and urban areas. Immigrants from agricultural areas setded in agricultural states in the Mid -Atlantic and North Central U.S. (Michigan, Wisconsin, Iowa and Ohio). But only half the total number of emi­ grants from the densely populated urban provinces setded in the U.S.: mosdy in the North Atlantic states, New York and northern New Jersey. Swierenga has then created from the Landverhuizers, the U.S. ship passen­ ger lists and manuscript population censuses, a multigenerational, longitudinal


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profile of individuai families, to study the effect of migration on occupational change 19• Immigration is generally associated with Ioss of status over the short term because of Ianguage difficulties and imperfect transferability of skills. Upward or downward mobility in an internationai context, of course, is diffi­ cult to measure. Swierenga, however, has found from an anaiysis of 18,000 Dutch arrivais between 1840 and 1 870 that the Iargest number (80 to 90 per­ cent) either remained in the same occupationai category to which they belonged prior to migration, or improved their status. The Dutch, in effect, inverted the traditionai U shaped modei of short-run downward mobility among non-English speaking emigrants. Cheap Iand in the American West between 1840 and 1870 undoubtediy piayed a Iarge part in immigrant success. Swierenga has not yet compieted this path-breaking study of migration pat­ terns at the Ievel of the individuai immigrant. The finai work will be a compre­ hensive profile that identifies a discrete subgroup of migrants in their native land, follows them to their port of entry in the U.S., traces them to their finai destination and follows their careers as well as that of their first generation American horn descendants into the twentieth century 20. Joseph Ferri has studied Irish, German and English immigrants in the U.S. ship passenger lists between 1840- 1860 2 1 , He starts with the premise that cir­ cumstances differed widely among these nationality groups at the time of arrivai. Immigrants arrived from diverse backgrounds, had differing knowi­ edge of opportunities in the U.S., and different Iabor market skills and finan­ cial resources - factors which piay an important roie in how quickly and suc­ cessfully they assimilate in the new destination. How did these differences in what immigrants brought with them affect their roies in the U.S. economy in the years after their arrivai? Was the successfui German artisan in Milwaukee in 1850 a recent, skilled arrivai, or an early usnkilled arrivai? Was the property­ Iess Irish Iaborer in New York poor because he had come poor and oniy recently arrived, or because he had come with nothing and accumuiated noth­ ing during his years in the U.S.?

Joseph Ferri has Iinked several thousand immigrants from the passenger lists between 1 840- 1850 to manuscript census scheduies for 1 850, to study the effects of migration on settlement patterns, occupationai mobility and wealth accumuiation - where immigrants went, what they did and how well they suc­ ceded . The most recently arrived immigrants were the most Iikely to settle in New York City in 1850. Origin and occupation have the strongest effects on settle­ ment and aiso on when immigrants Ieft New York 22. Five years after arrivai roughiy 90% of arrivais in every national and occupationai group were Iocated outside New York City. Farmers and Iaborers settled quicldy where they intended to work in agri­ culture, or gave up farming entirely for urban empioyment. Most of the Iater movement was clone by professionai, commerciai, proprietary and craft occu­ pations who had been in the U.S. more than 5 years. In rurai areas there is a rise in the number in craft occupations and a drop in the share of Iaborers. Many who arrived in urban occupations and settled in rural areas were employed as Iaborers; over time haif entered craft occupations but in a rurai setting. Ferri has also compared occupations of immigrants in the country of origin and in the U.S. and found considerabie occupationai mobility. Oniy haif the immigrants who were Iaborers at arrivai were still iaborers in 1850. However, more than a third who arrived as farmers or who were in professionai, com­ merciai or proprietary occupations fell to the status of common laborer. Por farmers and non-farmers, oider migrants at arrivai were more likely to recover originai occupations by 1850. There is a positive relationship between age and wealth and duration (time in the U.S.) and wealth. The percentage owning property is significantly higher for the earliest arrivals. This is true of the Irish and early British arrivais who have an advantage over Iater arrivals in the average vaiue of property owned. Early German arrivals were no wealthier but were more likely to have property than Iater German arrivais. Oider immigrants were more likely to be property owners than younger ones. The probability of owning property rose between the ages of 20 and 30 and peaked at 50. Immigrants in rural piaces were nearly twice as likely to own

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19 R. SWIERENGA, Dutch International Migration and Occupational Change: A Structural Analysis of Multinational Linked Files, in I.A. GLAZIER - L. DE RosA, Migration Across Time and Nations, New York 1986, pp. 95-124. 20 R. SWIERENGA H. Srour, Dutch Immigration in the Nineteenth Century, 1820-1877, in «Indiana Social Studies Quarterly», 28, 2, 1975, pp. 7-34. 21 J. FERRI, Settlement Patterns, Occupational Mobility and Wealth Accumulatioin Among European Immigrants to the U.S., 1840-1860, unpublished paper to the Soda! Science History Association, 1990. -

22 In a logistic regression in which the dependent variable is piace of settlement and indepen­ dent variables, age, years since arrivai, occupation, family size, and nationality, coefficients for nationality and occupation bave the strongest effect on settlement patterns, age, and family size.


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property as in urban places. The Irish were half as likely to own property as the Biritsh or Germans . Farmers, miners and urban occupations were most likely to own property while laborers and unskilled workers were least likely to own it. Cormac O'Grada, Joel Mokyr and Deirdre Magean have studied Irish emi­ gration in the pre-Famine and Famine period (1820- 1 848) from the passenger lists. O'Grada has analyzed age, sex, occupation and place of origin of over 30,000 pre-famine emigrants 23 . More children and adults over 35 emigrated before 1845 than later in the century. Fewer single women left than men but women emigrated at an earlier age. Occupational data show a rising propor­ don of laborers and a fall in the number of artisans and skilled (textile) work­ ers in the pre-famine decades whieh supports the theory of a decline in the socio-economie status of Irish emigrants in the decades preceding the Famine. From analysis of passenger lists we fìnd that the structure of Irish emigration changed dramatically over the nineteenth century; from individuals and fami­ lies with more males than females in the pre-Famine period, to the mass move­ ment of families with roughly equal numbers of males and females in the Famine period, to predominantly young married adults with more females than males at the end of the century 24 , These changes in family structure reflect underlying transformations in the Irish economy in the nineteenth cen­ tury. Passenger lists have also been used for the study of mortality rates and port specifie age and sex ratios of Irish emigrants during the Famine years (1846- 185 1) 25 , Finally, passenger lists have been used for studies of Italian immigration to the U.S. in the nineteenth century. Luigi Di Comite has published several stud­ ies based on samples from the passenger lists 2 6. The lists are especially valu­ able for Italy because immigration laws in the U.S. that increased the amount of information in the lists coincided with the great wave of Italian migration at

the end of the nineteenth century. Passenger lists became more like census records after 1900 and offer unusual opportunities for individual level study of social and economie characteristies of Italian migrants. Di Comite has focused on the demographie characteristies of migrants and on their regional distribution. This has special importance because emigration does not have the same impact in all areas of a country. It is partieularly the case for Italy whieh has a dual economie structure because of the backward­ ness of the south. Migratory areas correspond to economically stagnant regions. As labor market conditions deteriorate the number of regions sending out emigrants expands. Thus one might assume that characteristies of Italian emigrants would differ among regions. It is also important to distinguish changes in the different phases in the migration process: the initial phase when a few individuals change their behavior and migrate; a growth phase where an increasing number are drawn into the migration stream; a saturation phase whieh marks the culmination of the migration process; and a regression phase when migration is no longer necessary 27. The passenger lists can make an important contribution because they can be analyzed at the subregional level. We can also observe from the passenger lists the effects of qualitative selec­ tivity, that is the personal characteristies of migrants, by comparing social net­ works of Italians with migrant networks of other groups. Italian migration was almost completely a chain migration. There are also notable differences in the behavior of Italian and Russian migrant networks 28, Emigration provoked controversy in Italy in the last century. On the one side it was felt that migration would benefìt both the migrants and the stable population. On the other, there was an anti-emigration sentiment as it was per­ ceived that Italy might lose her most industrious, strongest, and perhaps most enterprising people - a Gresham's law of population migration. Emigrants in this view were the more likely to succeed because they had drive, endurance, ambition, and access to information 29 , The composition and characteristies of the migrant population therefore has some importance. First because migrants consisted of persons in prime age groups whieh left Italy with a larger than normal proportion of young and old.

23 C. O'GRADA, Across the Briny Ocean: Some Thoughts on Irt'sh emigration to America, 18001850 in LA . GLAZIER - L. DE RosA, Migration Across... cit., pp. 79-94. 24 D. MAGEAN, Prespectives on Irish Migration Studies, in «Ethnic Forum», 4, 1-2, Spring, 1984, pp. 36-48. 25 LA. GLAZIER - D. MAGEAN - B. OKEKE, Socio-demographic Characteristics on Irish Immigrants 1846-1851, in Maritime Aspects o/Migration, K. FRIEDLAND ed., Cologne 1989, pp. 243-278. 26 L. Dr COMITE - LA. GLAZIER - M. DE CANDIA, Aspetti dt//erent.ia!i dell'emigrazione italiana verso gli Stati Uniti: i casi del Piemonte e della Sicilia, in Popolazione, Società e Ambiente. Temi di demografia storica, CLUEB, Bologna 1990; L. Dr CoMrTE - M . DE CANDIA, I.;emigrazione italiana verso gli Stati Uniti: il caso della Sicilia 1880-1914, in «Analisi storica», 10.

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27 S. AKERMAN, Theories and Methods o/Migration Research, in Prom Sweden to America. . . cit., pp. 25-32. 28 LA. GLAZIER - T. KLErNER, Analisi comparata degli emigranti dall'Europa meridionale e orien­ tale attraverso le liste passeggeri delle navi statunitensi, in «Altreitalie», 7, 1992, pp. 1 15-125. 29 E. SoRI, L'emigrazione italiana dall'unità alla seconda guerra mondiale, Bologna 1979, pp. 255-275.


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Secondly because the nature, extent and timing of migration had social and economie consequences. Finally because the origin and occupation of immi­ grants have been shown to play a large role in the assimilation process in the new destination. It is important to study emigration in the context of generai social and eco­ nomie change. For ltaly emigration had devastating social consequences and also a high economie cast 3 0 , It would be interesting to know how significant were the financial losses from .emigration in terms of the size and age structure of the migrant population and of earnings foregone to the ltalian economy in the decades before the first World War. Although the financial losses to those at home were probably outweighed by the gains to the migrants, it is not clear that these gains (in the form of remittances, acquired skills of migrants, etc.) were of much help to the ltalian economy. For a clearer understanding of these costs and of the migratory process we need to know more about the immi­ grants. Possibilities for improving our understanding of demographie and socio­ economie aspects of ltalian migration depend to a large extent on the accessi­ bility of information on immigrants in the passenger lists. The passenger lists must be analyzed, of course, in conjunction with basic ltalian material on migration, much of it in provincia! and communal archives and linked with records on ltalian immigrants in the U.S. manuscript census 31 . Only by analyz­ ing systematie information on individuals and their characteristics in both the sending and receiving countries can we develop a coherent and scientifically valid profile of Italian immigration. Thus passenger lists can make an impor­ tant contribution to future research in ltalian immigration 32 .

30 Life cycle or dependency models of migration estimate the cost of migration by subtracting from the stable population the migrants in prime age groups who produce more than they con­ sume, leaving at home older people who consume more than they produce. 31 R. ScARTEZZINI - R. Gumr - A.M. ZACCARIA, Tra due mondi. I:avventura americana tra i migranti italiani difine secolo, Milano, Franco Angeli, 1994. 32 LA. GLAZIER - P.W. FILBY, Italians to America. Lists of Passenger Arriving at U.S. Ports, 18801899, ]anuary 1880-December 1891, Wilmington, Delaware, 1993-1995, voli. 5.

GEORGE E. POZZETTA Sou rces far the Study of Italian Immigration to the American South

The history of ltalian immigration to the American South is stili largely untold. The reasons why this is true are not difficult to understand. The num­ ber of ltalians who moved to this region of the United States was small com­ pared to the totals settling in other areas of the country. Perhaps because of their smaller presence, some scholars bave assumed that ltalians in the South have merged more quickly into the host society and rapidly lost their distinc­ tiveness. The attention of researchers, therefore, has tended to focus only on selected aspects of this broad experience, such as the dramatic 1891 lynching of eleven ltalians in New Orleans or the settlement of ltalians in Ybor City. To suggest that the Italian dimension of southern history has not received the attention that it perhaps deserves does not mean that the historical sources far such an inquiry are lacking. Indeed, a broad range of historical documenta­ don necessary to study ltalian migration, settlement, ethnicity, and ethnie group change in the South is available, and these records are accessible to interested scholars. This short essay offers a preliminary survey of these materi­ als as a means of altering researchers to the potential that exists 1 . The availability of oral histories, one of the most immediate and personal of historieal sources, has increased substantially over the past two decades, and there are a number of important collections located in the South. The University

A more generai discussion of immigration history documentation is contained in R.M. F. X. BLOUIN, Jr., Documenting the Great Migrations and a Century o/ Ethnicity in America, in «American Archivist», 39 (July 1 976); CDIE Planning Committee, Documenting Diversity: A Report on the Conference on Documenting the Immigrant Experience in the United States o/America, Minneapolis, University of Minnesota, 1991. l

WARNER

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of Florida Oral History Project is the largest in the region, currently holding in excess of 3 ,000 interviews. More than fifty of these oral histories are with Italians in Tampa and Ybor City, and the majority of them exist in transcribed form. The Ybor City Museum in Tampa also possesses a small number of interviews, in addition to a many artifacts and other forms of material culture documenting the Italian presence in Tampa. The Southern Oral History Program at the University of North Carolina, Chapel Hill, contains nearly as many interviews as the Florida collection, but there are fewer individuai transcriptions dealing with Italians. The strenght of this collection is in its focus on women, and in this sense it is perhaps the most notable such holding in the nation. It is also contains many interviews touching upon the experience of southern workers. Auburn University in Auburn, Alabama, has an oral history collection that focuses on the history of mill workers in the state, and the University of Alabama, Birmingham, has collected many interviews with factory and mine workers in this industriai center. Arkansas State University has gathered interviews with sharecroppers and ten­ ant farmers and they are available far research purposes. The Texas Collection at Baylor University in Waco, Texas, has materials dealing broadly with ethnici­ ty in Texas, including interviews that touch upon the Italian experience. The state of Louisiana has an unusually large number of oral history repositories. The Louisiana State Archives Oral History Collection in Baton Rouge, Loui­ siana, has interviews which explore the working class history of the state. Southeastern Louisiana University in Hammond, Louisiana, has perhaps the best collection covering the rural, agricultural aspects of Italians in this state. Its holdings cover, among many other things, the history of strawberry farming, lumbering, folk medicine, Sicilian ethnicity, handicrafts, and lifestyles. In New Orleans, the American Italian Renaissance Foundation has a small collection of oral interviews 2 , All of the southern states have benefitted from the efforts of the Federai Writer's Project, a New Deal agency which, in the mid-late 1930s, conducted extensive oral interviewing. Although many of these interviews were not con­ ducted by persons trained in proper techniques, and they are certainly dated in their questions and approach, much of this material is extremely valuable. The

2 A published directory of oral history resources for the United States, including those in the South, is available to obtain additional information on each collection See, A. SMITH, Directory o/ Ora! History Collections, Phoenix, Oryx Press, 1988.

Sources /or the Study o/Italian Immigration to the American South

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major problem with the surviving records is not so much the quality of the interviews, however, but their availability. The originai master copies of these interviews uncharacteristically do not seem to have survived in the National Archives, Washington. Hence, researchers must consult the surviving records in the individuai states. If Florida is any guide to the wider region, the results of such a search may well be disappointing. The extant records far Florida exist in scattered locations (mostly in University libraries at the University of Florida, Gainesville and Florida State University, Tallahassee) and the majority of the interviews exist only in thin, tissue-paper, carbon copies, which are often diffìcult to read and in deteriorating condition. No complete set of interviews far the state as a whole are available in a singlr.: location and, indeed, it may not exist at all. A preliminary survey of other states suggests that this situation is not unique 3. In addition to being the home of President Bill Clioton, the state of Arkansas is well known far its encounters with Italian immigrants. The agricultural colonies of Sunnyside and Tontitown have been the objects of public interest and scholarly study far many years. Recently, historians have utilized several new collections of source materials to explore the full story of the Sunnyside experience. The huge Percy Family Papers, held at the Mississippi Department of Archives and History, Jackson, Mississippi, far example, detail the history from the perspective of the owners of Sunnyside plantation. There is volumi­ nous correspondence in the papers covering the recruitment of Italian agricul­ tural workers, working conditions, plantation management, and the resulting federai peonage case brought against the owners 4 . The Sunnyside peonage case can be followed more fully in the Mary Grace Quackenbos files of the Department of Justice, Record Group 60, National Archives, Washington, D.C. Quackenbos was a courageous federai investigator who visited Sunnyside, interviewed its Italian immigrants, and subsequently initiated a federal law suit against the Percy family 5. The peonage fìles of the

3 The New Orleans Public Library contains the best collection ofWPA interviews for Louisiana. 4 For an overview of this materia!, see B. WYATT BROWN, Leroy Percy and Sunnyside Planter

Mentality and Italian Peonage in the Mississippi Delta, in «Arkansas Historical Quarterly», L (Spring 1991), l, pp. 60-84. Some of the materia! culture of the Tontitown ltalian colony is con­ tained in the Tontitown Historical Museum, Tontitown, Arkansas. There are a limited number of historical documents and photographs in the Museum as well. 5 See R. H. BOEI-IEM, Mary Grace Quackenbos and the Federa! Campaign Against Peonage. The Case o/Sunnyside Plantation, in «The Arkansas Historical Quarterly>>, L (Spring 1991), l, pp. 40-59.


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Department of J ustice also contain records on other cases of peonage in the South involving Italian laborers. Not to be missed in any study of southern peonage and Italians in the huge Gino C. Speranza collection held at the New York Public library. Speranza was an activist lawyer residing in turn-of-the­ century New York City (and for a time on the staff of the Italian consulate) who investigated numerous cases of peonage and labor abuse involving Italians. Virtually all of these incidents took place in the South, especially in West Virginia and Mississippi, and Speranza's files reveal a thoroughness of investigation and reporting that was remarkable. Students of Italian immigration are well aware of the utility and richness of the historical records held in Catholic Diocesan Archives. This is true despite the fact that they have seldom been used for the study of Italian immigrants in the South. The present author has found the parish reports from the Catholic parishes in Ybor City, held in the Diocesan archives in St. Augustine, Florida, to be of immense help. Other scholars have reported similar results for a hand­ ful of archives elsewhere in the region, especially the Catholic Diocese of Dallas 6. Although the Catholic archives are the most comprehensive and well­ preserved, investigators should not overlook the records kept by some of the Protestant religions. The Baptist Association of Florida reported annually on its various missions among Italian immigrants, as did the Methodist Episcopal Church, South, among others. These materials, though scattered and often dif­ ficult to find, can be rich lodes of historical information. Italian immigrant business enterprise in the South can be followed through an examination of the R.G. Dun and Company Records (later Dun & Bradstreet Company) located in the Baker Library, Harvard University, for the early years ( 1840s) to 1890, and the National Archives for the later years. Scholars have only recently discovered how useful the extensive assessments of businesses submitted by credit reporters for this mercantile agency can be. Most investi­ gations to date have focused on Jewish businesses and on northern locations, but there is no reason why similar studies cannot be clone for Italian enterpris­ es in the South 7.

6 For a more generai discussion see, R. JULIANI, Church Records as Social Data.

The Italians o/ Philadelphia in the Nineteenth Century, in «Records of the American Catholic Historical Society of Philadelphia», 85 (March-June, 1974). . 7 See D. GERBER, Ethnics, Enterprise, and Middle Class Formation: Using the Dun and Bradstreet Collection /or Research Ethnic social History, in «lmmigration History Newletter», 12 (May 1980), pp. 1-7; G. TULCHINSKY, Said to Be a Very Honest ]ew. The R. G. Dun Credit Reports

Sources /or the Study o/Italian Immigration to the American South

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Just as Italian businesses can be studied in the R.G. Dun files, the creation and incorporation of many Italian organizations can be traced in the records of the Secretaries of State of the various southern states. Many mutuai aid soci­ eties, cooperatives, theater companies, and other immigrant institutions chose to file legai incorporation papers in order to receive certain tax and business credits. The resulting files held in the states' Office of the Secretary of State are often accompanied by documentation describing the organization's purpose ' membership, and goals. On the local city and town level, scholars interested in the Italian experience in the American South can utilize the same range of sources that have proved invaluable elsewhere. The documentation generated and/or held by local gov­ ernn;ental agencies is �normous and of great help in understanding the highly . part1cular1zed adaptatlons made by Italians in specific locations. All county governments, for example, will have extensive marriage records, minutes of county governments, naturalization certificates, voter statistics, and tax rolls s . For cities, city directories, chamber of commerce records, police files, city gov­ ernment records, and birth and death records are typically available. Attempts to reach the micro level of historical analysis can also be greatly assisted by the extraordinary genealogica! records held by the Mormon Church in Salt Lake City, Utah 9, The special coll� ctions departments of virtually every major state university . ID the South contam documentary collections that have material relating to the Italian presence in the southern states, especially for the years of the late nine­ teenth and early twentieth centuries. A few stand out as particularly notable. The distinguished Southern Historical Collection at the University of North Carolina, Chapel Hill has no peer. It contains hundreds of collections, a large, . professtonal staff, and comfortable research facilities. Its materials touch upon all of the southern states. Just a few of its holdings which relate to the Italian presence include the James J. Phillips Papers, the Hentz Family Papers, and

and ]ewish Business Activity in Mid-Nineteenth Century Montreal, in «Urban History RevieW>>, 18 Feb�uary 1990), 200-209; J.H. MADISON, The Evolution o/ Commercia! Credit Reporting Agencies m Nmeteenth Century America, in «Business History>>, 48 (Summer 1974), pp. 1 64-186. 8 For naturalization records see, G.P. KocOLOWSKI, Alternatives to Record Linkage in the Study o/ Urban Migration. The Uses o/ Naturalization Records, in «Historical Methods», XIV (Summer 1981), pp. 140-143 . 9 See W. MULDER, Mormon Sources /or Immigration History, in «lmmigration History News­ letter», lO (1978), pp. 1 -8.

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the Edward M. L'Engle Papers, ali of which deal with the efforts to planters to attract Italian workmen southward in the late nineteenth century. The Perkins Library at Duke University in Durham, North Carolina, has a coliection that is only slightly less distinguished and varied. The materials at Duke also range throughout ali of the South, but perhaps the most striking section of the Duke library is its extensive collection of documents dealing with the American Socialist Party and socialism generally. Both of the Chapel Hill and Duke libraries have published comprehensive catalogues describing their holdings 10 . The P.K. Yonge Library of Florida History at the University of Florida similarly has numerous manuscript collections, some of which touch upon the Italian presence. Of note here are the Henry S. Sanford Papers, the Samuel Swann Papers, and the Ambrose Hart Papers 1 1 • AH of these collections relate to efforts to recruit Italian laborers and settlers to the state in the late nineteenth century. A somewhat different sort of coliection is located at the University of Texas at San Antonio. The Institute of Texan Cultures gathers materials relating to the different immigrant groups which have been settled in Texas. The richest collections pertain to Mexicans, but there are documents relating to the Italian presence in the state. This is especially true of the various Italian agricultur.al settlements that took root in the state, such as the one near Bryan, Texas 111 1 880. By 1 906 there were approximately 2 ,500 Sicilian peasants in Bryan engaged in cotton and wheat production. Dickinson, Texas (near Galveston on the coast) also attracted Sicilian settlers 12 • The University of South Alabama, located in the coastal city of Mobile, Alabama, has a smali library of materials, including a number of photogra�hic representations of Italians in Alabama. These items date from the late nme­ teenth century and early twentieth centuries, and some refer to an agricultural

Guide to the Catalogued Cotlections in the Manuscript Department o/ the Wiltiam R. Perkins Library, Santa Barbara, CA, Clio Books, 1980; The Southern Historical Cotlection: A Guide to manuscripts, Chapel Hill, University of North Carolina Press,

10 DUKE UN!VERSITY LIBRARY,

1970.

1 1 See, A Guide to the Major Manuscript Collections o/ the P.K. Yonge Library o/ Florida History Gainesville, FL, The Library, 1987 , S. KERBER, The P.K. Yonge Library o/ Florida History, manuscript copy, 1980. 12 For a discussion of these settlements see, A.M. MARTELLONE, Italian Mass Emigration to the United States, 1876-1930. A Historical Survey, in «Perspectives in American History», New Series, l (1984), pp. 379-423.

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colony named New Palermo founded near Mobile. In Daphne, Alabama, the Christ King Church is the most significant remnant of an agricultural colony established there 1889. The parish records provide a glimpse into the history of this venture, which resulted from the efforts of Chicago newspaper publish­ er Alessandro Mastro-Valerio to attract northern Italian families to the site. Descendants of these originai settlers still live in area. Occasionaliy, family papers and business records held in southern reposito­ ries yield unexpected insight into the Italian· presence. The records of the Rosasco Brothers, Pensacola shipping agents and lumber merchants, for exam­ ple, are held at the University of West Florida library in Pensacola, Florida. They reveal the extensive activities of this business during the period 18951968. The brothers were immigrants from Genoa who carne to Pensacola near the turn of the century and began a ship brokerage and lumber firm. The records include family correspondence and photographs, and there is an unpublished inventory of the coliection in the library. State government records relating to Italians are especially rich as they touch upon efforts to induce Italians southward in the post-Civil War era. Faced with the formidable problems of reconstruction and development, southerners looked to the future convinced that what the region needed was a rapid augmentation of its population. Most residents believed that the region's problems could most easily be solved by acquiring a class of industrious immi­ grants to populate unused lands, provide a stable labor force, and infuse the state with new ideas and energies. Adding urgency to the desire for immigrants was a pervasive white discon­ tent with the black labor available in the South. In the years after the Civil War, many employers worried about the frequency with which former slaves exer­ cised their new rights to mobility and deserted the plantations and farms. Others claimed that without the coercive powers of the slave system, even those blacks willing to remain on jobs would be unreliable, lazy, and unproduc­ tive. Even more troubling, many whites firmly maintained that blacks lacked the menta! capacity to be trained for diversified and intensive farming or for the use of new farm machinery. Pessimism occasionally reached such propor­ tions that some whites became convinced that under conditions of freedom, the black race itself was retrogressing toward barbarism and would die out. The lesson of these varied messages was clear - for the South to tie its future development to black labor would only result in ruin. Anxious resident urged that if a fraction of the increasing tide of European immigration then flowing into America could be diverted to the region, ali problems would end. The dilemma was how to define and implement a suitable immigration policy to


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achieve this end. Over the course of the several decades after 1865, supporters of attracting foreign immigration attempted several initiatives to answer this question. In every state of the former Confederacy a Bureau of Immigration carne into existence and directed public efforts to advertise and promote the region to prospective immigrants 13 . In addition, there were active and effective immi­ gration activities emanating from private interests. During the late nineteenth century, railroads, farm groups, real estate companies, wealthy landowners, mine operators and industrialists directed an impressive volume of literature outward to distant parts of the globe designed to attract foreign immigrants southward. Although early publications issued an open invitation to ali types of foreign­ ers, Italian immigrants received special attention in these campaigns. The com­ mon view that Italians excelled in citrus horticulture, gardening, and generai agriculture combined to make them appear particularly desirable. Ironically, Italians carne to be regarded as the least acceptable immigrants as the South turned away from immigration by the fìrst decades of the twentieth century. The ongoing dialogue over immigration carne to be marked by acrimonious debate and deep division, and ultimately backers were not able to fashion an acceptable strategy. By 1910 most southerners believed that if the region was to retain its racial integrity, preserve its unique 'American' character, and protect is cherished institutions, it now had no room for large masses of foreign immi­ grants, including most notably Italians. The records generated by these varied efforts are available in many scattered locations. The state archives of each of the southern states contain the records of the Bureau of Immigration. Most of these agencies were short-lived and underwent frequent name changes, but their records can occasionally be very revealing of changing attitudes toward Italians and the various attempts to attract them. Usually, the records are contained in the archives of the Depart­ ment of Agriculture in the various states, (reflecting what interests stood the

13 Overviews of these efforts throughout the southern region are contained in, W. B. GATE­ WOOD Jr., Strangers and the Southern Eden. The South and Immigration, 1900- 1 920, in J. SHOFNER L. V. ELLSWORTH, Ethnù; Minorities in Gulf Coast Society, Pensacola, Gulf Coast History an d -

Humanities Conference, 1979, pp. 1-24; R. Berthoff, Southern Attitudes toward Imniigration, 18651914, in «Journal of Southern History», 17 (August 195 1), 328-60; B.J. LoWENBERG, Elforts o/ the South o/ Encourage Immigration, 1865-1900, in «South Atlantic Quarterly», 33 (October 1934), pp. 363-385.

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most to gain by the immigration efforts), but occasionally, they may be found in other branches of state government 14. Extensive discussion of these activities also exists in the United States Se­ nate, Reports o/ the Immigration Commission (191 1). Although deeply biased and untrustworthy on a number of scores, the forty-two volumes of this mas­ sive report do contain much valuable guidance for fìnding originai source ma­ terials. Rich material can also be found in southern journals and magazines which had an interest in the economie development of the region. Of particu­ lar note on this score are the South Atlantic Quarterly, DeBows Review, and The Manu/acturer's Record. The population movement generated by these promotional efforts can be traced in part by consulting the passenger and ship lists available from the National Archives for the southern Ports of Entry. Although the southern ports never functioned as heavy immigration reception areas, the records they left are important indicators of the composition of the flow that carne to the region. There are Indexes for the passenger, ship, and crew lists covering ports in Alabama (Mobile), Florida (Key West and Tampa), South Carolina (Charleston), Louisiana (New Orleans), Mississippi (Gulfport and Pascagoula), and Georgia (Savannah). The full passenger lists for Key West, New Orelans, and Savannah are available as well 15 . There were occasionai instances in the South o f relatively large-scale settle­ ment of Italian immigration. In these cases, immigrants were able to create a community capable of sustaining a full range of viable ethnic institutions and an enduring immigrant culture. Three such instances were notable. ·

14 Por studies of individuai state efforts see C. SMITH, Official E//orts o/ the State o/ Mississippi to Encourage Immigration, in <<Journal of Mississippi History», 32 (November 1970), pp. 327 -340; J. SCARPACI, Immigrants in the New South: Italians in Louisiana's Sugar Parishes, 1 880-191 0, in «Labor History», 16 ( 1975 ) ; G. E. Pozzetta, Foreigners in Florida. A Study o/ Immigration Promotion, 1 865-1910, in «Florida Historical Quarterly», 53 (October 1 974), pp. 164-80; C. SHANABRUCH, The Louisiana Immigration Movement, 1891-1907, in «Louisiana History», 18 (Spring 1977) , pp. 203-226; C.G. BELISSARY, Tennessee and Immigration, 1 865-1880, in «Ten­ nessee Historical Quarterly>>, 7 (September 1948), pp. 229-248. Each of these studies indicates where the relevant records are located. 15 NATIONAL ARCHIVES, Micro/ìlm Resources /or Research, Washington, National Archives and Records Administration, 1986, pp. 49-50. Por a discussion of the use of these records see R. SWIERENGA, List Upon List: The Ship Passenger Records and Immigrant Registers, in <<Journal of American Ethnic History>>, 10 (Spring 1991), pp. 42-53.


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The earliest chronologically occurred in New Orleans, Louisiana, and a number of repositories hold materials documenting the history of this impor­ tant early community. The American Italian Renaissance foundation (which includes the American Italian Activities Center) has a large collection of Italian American materials. Directed by Mr. Joseph Maselli, the Foundation is dedi­ cateci to documenting the contributions to Louisiana by Italians, and the col­ lec�ions include not only the usual historical sources, but also music, religious arucles, puppets, carts and photographs. The most significant part of the hold­ ings is the Schiavo Collection, which consists of the papers, books, and research materials of the historian Giovanni Schiavo. A published description of the collection is available 16, Also located in New Orleans is the Historic New Orleans Collection, which has photos and a small library of largely secondary materials. The Louisiana State Mu�eum located in New Orleans has a collection of photographs, and a research hbrary that has items relating to the Italian presence in Louisiana. The American Italian Federation of Louisiana, founded in 1 971, unites twenty-one American Italian organizations in Louisiana and publishes a quarterly, The Italian American Digest, which often contains news of historical items collec­ tions, and documents. Greater New Orleans Italian Cultura! Ce�ter has some limited historical holdings. Finally, the New Orleans Public Library holds extensive municipal records, including the New Orleans police depart­ ment files and the local civil court records. Another instance of substantial Italian immigrant settlement occurred in Tamp a, Florida, or more specifically in Ybor City, the city's ethnic quarter. Dunng the years 1885 - 1 924 thousands of Cubans, Italians, and Spaniards �ame to �h� sn:all co�stal village of Tampa and transformed this community mto a thnvmg mdustnal center. Drawn primarily to the cigar industry brought to Tampa by Spanish industrialist V.M. Martinez Ybor, the immigrants quickly made the city into the nation's leading center for the production. of high-quali­ ty, hand rolled cigars. The 'Latins' of Tampa createci a rich associational life that included immi­ grant labor unions, foreign language newspapers, ethnic fraterna! clubs, radica! politica! organizations, and a thriving immigrant theater. Multistory marble and granite mutuai aid club buildings gave impressive physical evidence of the

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16 A Better Lt/e: Italian Americans in South Louisiana, ]. GARDNER ed., New Orleans, American­ ltalian Federation of the Southeast, 1983.

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communities these people manifested. commitment to immigrant cultures and ratives established by Latin immi­ coope So too did the extraordinary medicai with an efficiency and low-cost grants which provided subsidized medicai care that remains remarkable to this day. nity are available Many of the historical materials documenting this commu University of South Florida, in the Special Collections Department of the s of the various immigrant Tampa. Located here, for example, are the record are stili operating of mutuai aid sodeties formed in Ybor City - many which Library also Public today. The Ybor City Historical Museum and the Tampa hold relevant collections of documents 17. piace in The third examp le of larger -scale community formation took s took shape in Birmingham, Alabam a. An identifiable settlement of Italian mines and steel The y. centur this centrai Alabama city in the late nineteenth s documentary Variou milis operating in the area attracted Italian immigrants. gfind, a city records detailing this experience have been collected by Birmin to collect, project which employed professional historians in the late 1970s groups 18 • document, and record the histories of the dty's various ethnic a hand­ Ninety percent of Birmingham's Italians were Sicilians coming from o. By ofranc Camp and , ful of communities such as Bisacquino, Cefalu, Sutera exis­ in es societi 1929 Birmingham had at least thirteen Italian mutua i aid tence. No inquiry into the documentary sources relating to the presence of Italian nt immigrants in the South would be complete without reference to transie in g laborin region the ossed crisscr s work gangs. Isolated work crews of Italian ie econom Other sites. plantation fields, drainage operations, and construction al season ht broug sector, such as sugarcane harvesting and indigo production the in ies influxes of migrant workers and became long term economie strateg well­ region. The presence of Italians in these migratory labor flows has been sity Univer State ana Louisi The ana. documented by Jean Scarpaci for Louisi ed involv ations corpor and Archives contain many collections of businessmen

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records is contained in G.R. The best source of information on the location of Ybor City and their Latin Neighbors Italians City Ybor o/ World nt Immigra The TA, MORMINO - G.E. PoZZET 1987. Press, in Tampa, 1880-1980, Champaign-Urbana, University of illinois d by 18 See K. RoLEN - J. NORRELL, The Italians: From Bisacquino to Birmingham, prepare groups of Bir­ ethnic and rhoods neighbo the on g focusin ect j pro Birmingfind, a local history historical materials. mingham. The Birmingham Public Library has an exhibit and other


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with the sugar harvests and large agricultural operations that sought out Italian labor. The Edward J. Gay and Family papers are two striking examples 1 9. When the Italian presence in the South is studied in light of the distinctive features of the region - its race relations, economie peculiarities, and cultura! characte�istics - :he possibilities exist for understanding the Italian immigrant and ethmc exper1ences from different, and potentially very revealing, perspec­ . tlves. Any such effort will necessarily have to employ many of the sources and repositories mentioned above.

ANDREW M. CANEPA

Fonti sull'emigrazione italiana in California

Alla presente panoramica delle fonti archivistiche esistenti in California atti­ nenti alla storia dell'immigrazione italiana, vorrei premettere che, per ragioni sia geografiche sia demografiche, l'enfasi viene posta sulla zona centro-setten­ trionale dello Stato. Cioè, la mia rassegna privilegia quella parte della Cali­ fornia dove io risiedo e dove, per felice combinazione, si insediò la stragrande maggioranza degli italiani che approdarono su quelle sponde (o meglio che d arrivarono in treno da un porto atlantico). In effetti, secondo il censimento del 1920, delle 88.502 persone nate in Italia allora residenti in California, il solo 16% si trovano a sud della rettilinea ovest-est formata dai confini settentrionali delle contee di San Luis Obispo, Kern e San Bernardino. Un'altra categoria di documenti che non vengono volontariamente trattati in questa panoramica sono quelli riguardanti la California conservati presso archivi dislocati in altre zone degli Stati Uniti. Per pretesa di completezza, però, mi sento in dovere di menzionarne alcuni: l le carte del giornalista Domenico Saudino e dell'organizzatore di cooperative Umberto Lucarini, non­ ché gli archivi dell'ordine fraterno "Sous of Italy" e dell'italian Swiss Sausage Factory di San Francisco, tutti custoditi dall'immigration History Research Center di St. Paul (Minnesota); le carte dell'imprenditore James Visceglia, conservate presso il Center for Migration Studies di New York;

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Por Florida see G.E. POZZETTA, A Padrone Looks at Florida. Labor Recruiting and the Flortda East Coast Railway, in «Florida Historical Quarterly», LIV (July 1975), pp. 74-84.

l Per l'archivio della R.G. Dun & Co., v. G.R. HENNING. The Precursors o/ Dun & Bradstreet and 19th-Century American Business, in «Management Forum», VII, 198 1 , pp. 62-7 1. Utile come guida al materiale raccolto dall'American Folklife Center è il volume a cura di D.A. TAYLOR - J. A. WILLIAMS, Old Ties, New Attachments: Italian-American Folkltfe in the West, Washington 1992.


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l'archivio della nota agenzia di avallo crediti, R.G. Dun & Co., che si può consultare presso la Baker Library della Harvard University Graduate School of Business Administration e che contiene preziose notizie circa le imprese itala-americane della Costa del Pacifico, cominciando dagli anni Sessanta del­ l'ultimo secolo; infine, l'ingente mole di materiale raccolta nel 1989- 1991 dall' American Folklife Center di Washington (D.C.) durante il corso del progetto di ricerca "Italian American in the West" , purtroppo non ancora accessibile al pubblico (si tratta peraltro di 24.000 fotografie, 2.000 pagine di appunti, 300 ore regi­ strate di testimonianze orali). Inoltre, ogni ricercatore degno del nome è in fin dei conti il proprio archivi­ sta, nel senso che scova, registra e utilizza fonti specializzate e necessariamente parziali (nei due significati della parola) , che sono ignote (o appena nebulosa­ mente conosciute) dagli archivisti e bibliotecari di professione. È in questo contesto che nel corso della mia esposizione verranno citate le pubblicazioni di vari studiosi nordamericani e italiani che hanno compulsato i docume nti descritti e che, in molti casi, ne offrono un vero repertorio o guida (a volte l'u­ nica esistente) nelle loro note a piè di pagina. Emerge quindi una convergenza fra storiografia e archivistica che è bene tenere in mente, anche ai fini di non fidarsi troppo delle "pretese di completezza" né degli storici né degli archivisti. Ultima premessa, riguardante soprattutto la comunità italiana di San Fran­ cisco (cioè quella più numerosa e concentrata) , è che, a causa del disastroso terremoto e incendio del 18-2 1 aprile 1906, molte delle potenziali fonti archivi­ stiche, di cui altrimenti potrei parlare nella presente rassegna, furono distrutte o disperse. Questo evento fu talmente completo e spietato che oggi, per rico­ struire la storia del primo mezzo secolo della collettività, lo studioso deve per forza consultare la corrispondenza consolare dell'Archivio storico del Ministe­ ro degli affari esteri, dove sono conservati più giornali, bollettini, opuscoli e documenti coevi, provenienti da San Francisco, che non nella stessa città d'ori­ gine, come d'altronde hanno ampiamente dimostrato le ricerche di Francesca Laverei e di Dino Cinel2 . A questo atto di Dio vanno aggiunte le nefaste conseguenze di azioni e scelte umane, comuni a tutte le comunità. Al riguardo, sintomatiche sono le soluzioni di continuità che si riscontrano, ad esempio, nella serie dei registri battesimali

2 F. LoVERCI, Italiani in Caltfornia negli anni del Risorgimento, in «Clio», XV, 1979, pp. 470547; ID, La Camera di commercio italiana di San Francisco, 1885-1905, ibid., XXV, 1989, pp. 269295; D. CINEL, From Italy to San Francisco: T'be Immigrant Experience, Stanford 1982.

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della chiesa nazionale dei SS . Pietro e Paolo in San Francisco . �er i p:imi c� : que anni di vita parrocchiale (cioè dal· 1 884 al 1888) , non esistono i relat1v1 · al penodo novemb re volumi e non si sa il perché; manca pol il· volume relat1vo 1893/agosto 1898, dovuto ad un furto durante la prima guerra mon?iale a arte si presume, di un renitente alla leva ansioso di cancellare ogm traccia ' ella sua appartenenza ad una delle classi nate in quegli anni; finaln;�nte, c: è una lacuna per il periodo gennaio 1905/febbraio 1906, a causa dell mcendio ricordato sopra. Quale esempio di noncuranza incosciente, ric?�do che, quan­ do nel 1962, gli uffici del quotidiano «L'Italia» vennero trasfentl ad una nuova sede, tutte le annate de «La Voce del Popolo» con il relativo archivio, dalla fondazione nel 1867 fin o alla fusione con la summenzionata testata nel 1943 : furono abbandonate agli immondezzai e dunque "lost and gane forever" . Ne1 primi decenni di vita, «La Voce del Popolo» era il focoso organ� del locale partito mazziniano, quindi fonte di primar a portanza per la �tona o c?ntro­ storia della comunità. In tutta la Califorma si possono ora racimolare si e no una sessantina di numeri sparsi di questo prezioso giornale anteriori al 1906, mentre si deve venire proprio qui a Roma per consultare, presso la Bibliotec� nazionale centrale, una nutrita raccolta di annate per gli anni intercorrenti fra il 1887 e il 1894. Adesso che abbiamo spiegato i limiti e le lacune della presente panoramica, possiamo concentrarci su dò che effettivamente esiste negli archivi californiani riguardante la storia dell'immigrazione italiana. , . . . . . Mi sia permesso di iniziare con il fondo italo-amenca�o dell arch1v10 c1v1co . di San Francisco (Italian-American Collection, San Francisco Archtves) , custo­ dito nella sede centrale della bibliotecà municipale (San Francisco Public Library)3 . Avviato nel 1975 dalla locale sezione dell'America Italian Historic�l Association, fu da essa gestito fino al 199 1 , allorché il fondo fu devoluto m modo definitivo all'archivio civico. Dal 1980 il sottoscritto ne funge da "cura­ tar" , quale opera di volontariato. La Italian-American Collectio� è fin izzata . alla conservazione di ogni tipo di materiale atto a documentare gh aspetti ston­ ci e contemporanei della collettività itala-americana el Nor? Cal f� r�i� . I curatore ha la responsabilità di sollecitare e catalogare 1 reperti archivlstlcl, d1

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3 Per informazioni circa la documentazione conservata presso la Italian-American Collection,

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Guide to The Records o/ the Order Sons o/ Italy in America, a cura di J. ANDREOZZI, St. Paul 1989, p. 171; Italian Americans and Religion: An Annotated Bibliography, a cura di S. M. To AS - E. C. STABILI, New York 1992, pp. 20-21; R. COCCHI, Selected Bibliography o/ Italian Amertcan Poetry, in «ltalian Americana», X, 1992, pp. 242-261.


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diffondere le informazioni relative, e di soddisfare i quesiti dei ricercatori; il quotidiano lavoro di assis.tenza agli utenti viene esplicato dal personale addetto alla biblioteca comunale. Nei suoi diciotto anni di vita, oltre un centinaio di singoli donatori hanno fornito documenti personali e di famiglia, lettere, diari, giornali, pubblicazioni d'occasione, archivi di società disciolte, fotografie e artefatti. Fra i pezzi forti del fondo, vorrei segnalare i seguenti: le carte del tipografo e editore de «La Voce del Popolo» Carlo Andrea Don­ clero ( 1 842- 1 93 9) ,4 del giornalista e attivista comunitario Guglielmo Torchia ( 1889- 1975), del giornalista e romanziere Paolo Pallavicini ( 1881- 1938), del pastore metodista Ettore di Giantomasso (1895-1980), del co-fondatore della Italian Catholic Federation padre Albert R. Bandini (1882- 1973), dell'impren­ ditore e filantropo Frank V. de Bellis (1898- 1968), dello scultore Elio Benve­ nuto ( 1914-1991); gli archivi del Vittoria Colonna Club (1909- 1984), rilevanti per la storia so­ ciale della comunità durante gli anni Dieci e Venti, quando questo circolo fem­ minile era attivamente impegnato nella spinta per !"'americanizzazione" degli immigranti e nel settlement movement; il carteggio di Luigi Figone, ortolano e netturbino ligure, le cui lettere fami­ liari dal 1877 al 1923 offrono una fonte di primissima mano, a tutt'oggi inuti­ lizzata, sulle condizioni social-economiche sia fra gli italiani in California che nell'entroterra spezzino. Nonostante i suoi limiti (per esempio, non sono stati raccolti né archivi com­ merciali né testimonianze orali), la Italian-American Collection rimane l'unico fondo in California specificatamente dedito alla storia dell'immigrazione italia­ na, nonché una delle poche simili istituzioni esistenti in tutti gli Stati Uniti. Inoltre, all'interno dello stesso archivio civico di San Francisco, nel fondo della polizia municipale, c'è una raccolta di documentazione inerente alle attività ricattatorie della cosidetta mano nera intorno agli anni 1 9 15-1917 che, per quanto sia dato di sapere, è stata finora compulsata unicamente dallo studioso Sebastian Fichera5.

4 L'autobiografia inedita di C.A. Dondero, giacente nel fondo in parola, è stata di recente pub­ blicata in una versione ridotta, purgata e severamente rielaborata, con il titolo Go West! An Autobiography of C.A.D., 1 842-1 939, Eugene (Oregon) 1992. Sulla figura di Dondero, v. F. LOVERCI, Un pioniere del giornalismo italiano in California: C.A.D. (1842-1939), in Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli 1985, pp. 453-459. 5 San Francisco Police Department, "Black Hand" Scrapbook (1915-1917), San Francisco Archives, San Francisco Public Library; S. FICHERA, The Meaning of Community: A History o/the Italians ofSan Francisco, tesi di dottorato, University of California, Los Angeles 1981.

Fonti sull'emigrazione in California

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Partendo da un fondo di respiro generale, come può essere quello testè �, a descritto, lo studioso con interessi monografici può sceglie:e fra vari archiv ond1re. seconda dell'aspetto della storia itala-californiana che des1dera approf . . l nmappare raggru 1 d' quindi ò cercher ione, Anche per facilitare la mia esposiz . studio . nenti fondi per specifico argomento di . Un aspetto della storia degli italiani in Ca�ifornia no? suf�cl�ntemente mda­ la �avuta gato, né - secondo me - tanto meno avvicmato .dagh . stud10s1 c?? . 10ne e attenzione e serietà, è la religione con i suoi vari nsvolt1, c?mpres1 1rreh� ne al anticlericalismo. Ironicamente, esiste una ingente mole d1 documentaz10 ssa soppre fu ù Ge di i pag Co la i, � . � �� riguardo. Sulla scia dei moti risorgimental n andaro ml subalp gesmtl ?a negli Stati Sardi e, di conseguenza, una parte del colleg due ono �, a stabilirsi in California, dove già negli anni Cinquanta fondar dme Santa Clara e a San Francisco. La cosidetta "missione californiana" dell'or continuò ad essere amministrata dalla provincia di Torino sino al 1910. Presso chives gli archivi dell'odierna provincia di California della Società di G:esù (A_r �ocu­ l sono c1 , Gatos) Las Jesus, of the California Province of the Society of deno fondo un in �mato menti riguardanti le vicende della missione nonché, che gesmta . "Defuncti" cartelle biografiche (a volte foltissime) su ogni singolo en­ prestò servlzio nello Stato, inclusi naturalment� num�rosi . i�aliani e italo-am . rezl ­ cani. I gesuiti gestirono, inoltre, due parrocch1e naz10nah m San J�se, � � archi­ nell vati conser sono menti incarta sissimo Sangue e Sacra Famiglia, i cui rebbero vio provinciale. Non ancora consultati dai ricercatori, qu�sti fond.i po� stort l! la 1o, � do"!us � rivelarsi di inaspettato interesse storico, come, per esemp latmo m 10ne della chiesa del Preziosissimo Sangue, che ci fornisce una descr1z con­ dello sciopero del 1917 fra i lavoratori italiani addetti alla locale industria serviera6. Pietro � Paolo, A San Francisco, la prima chiesa italiana, quella dedicata ai SS. m Bosco. Giovan S. di i fu fondata nel 1884· dal 1897 è gestita dai padri salesian s?no nare, menzio di Presso l'archivio pa�rocchiale, che abbiamo già avuto modo ch1esa ssa ora custoditi altresì i registri battesimali e matrimoniali della soppre � c n­ nazionale spagnola di Nuestra Sefiora de Guadalupe, che durante il primo � � mta lta­ nio di vita (1875- 1884) ebbe la cura spirituale anche della crescente comu bol­ del a omplet e � ser la vata � liana. Inoltre, presso gli uffici parrocchiali, è conser una re !f o che a santlss � . lettino mensile, pubblicato dal l914 al 1955, fonte interes senso m dettagliata cronistoria dell'affermarsi del cattolicesimo e del clencalismo

6 Historia domus Pretios.mi Sanguinis (1913-1921), Jesuit Provincia! Archives, Los Gatos.


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Fonti sull'emigrazione in California

lat� fra la colonia italia a di North Bea ch. Nell'archivio provinciale della congre­ � . gazione salestan a (Archtves of the San Francisco Provinc e of the Salesians of St. John B�sco), si trovano le cronache ann uali della suddetta parrocchia, l'incarta ­ mento nguardante un'altra chiesa naziona le sanfranciscana (Corpus Christi) , e le cartelle cont:nenti �formazioni biografi che sui confratelli deceduti?. Per quanto . . nguarda la Vita relig tosa del quartiere italiano di San Francisc o, le fonti suaccen­ nat e vanno integrate con ciò che esis te pre sso l'Archivio della arci dio cesi (Cha?ce� Archives of the Archdiocese of San Francisco, Menlo Park), compre sa la mmuztosa relazione compilata nel novembre 191 6 da un assistente sociale intorn? alla situazione e i bisogni s iritu ali di 3 12 famiglie italiane residenti nella p zona ctrcostante la chiesa dei SS. Pietro e Paolo8 . Infine, per il periodo più recen­ . te, il fondo dell :Apostol to radio cris tiana di San Francisco, opera gestita dai padn. francescam, custodt�sce le trascriz ioni dei programmi radiofonici iniziati nel 1954 e una massa di lettere provenient i dagli archivio della scrittura popolare itala-am ascoltatori che costituisce un vero ericana nel p�riodo postbellico9. Per contro, gli archivi della Italian Cathol ic Federation e della chiesa nazionale dell'Immacolata Concezione sono pre hé inesistenti. � marcat? contrasto �on la relativassoc incuria toccata agli aspetti religiosi, cav al­ lo dt battagha della stonografia itala-cal iforniana è sempre stato il contributo apportato dal gruppo allo sviluppo econ omico dello Stato e in misura minore la funzione all'interno della comunità eser citata dalla cosidett� ethnic sub-econo:n y. Sotto questo profilo, l'archivio della Bank of America (Bank of America Cor ­ porate Archives, San Francisco), imp resa fondata nel 1904 quale Bank of Italy (n?�e che �eraltro antenne fino al 192 9), è certamente quello più conosci t;n uto e u�i!i�zato. St tr tta dt un archivio azienda � le privato di sempre più difficile accessi­ b�t� , ma che m passato è stato con sultato, per gli aspetti itala-americani delle ongmt. della banca, da Joseph Giovin co, Patrizia Salvetti e Felice Bonadio lO.

7 Gli archivi parrocchiale e prov le sono stati consultat i per le seguenti pubblicazioni: R. UGUCCIONI, Un missionario di tre contiincia nenti. Don Raffaele Pipern� salesiano , Torino 1949; Sts. Peter & Pau; Church. The Chronicles o/ "The n Cathedral" ofthe West, 1884-1994, San Francisco 1985 . Sts. Peter � Pau! Church, RepoItalia rt (nov. 1916), Chancery Archives, Men lo Park. 9 Per la storta dell ARC, v. M. FARINA, Com e un granello di senape. I.:esperienz amer a E/rem Trettel francescano, Trento icana di P. 1990. 1 0 G. GIOVINCO, Democra cy in Banking: The Bank o/ Italy Cali/ornia's Italians ' in «California Historical Society Qua rterly>>, XLVII, 1968, pp. 195-218;and , P. SALVETTI, La nascita d�lla Bank o/Italy e gli italiani di San Fran (1904-1907), in «Studi Emigrazione», 94, 1989, pp. 150166; F. BONADIO, A.P. Giannini andcisco the Ban k o/ italy: Calt/ornia's

and Success. An Anthology o/ the Itali

Mixed Multitudes,

in Struggle

Immigrant Experience in Californi a, a cura di A. SENSI­ ISOLANI - PH. C. MARTINELLI, New Yorkan 1993 , pp. 107- 123.

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Oltre al proprio archivio commerciale e ai carteggi del f?ndator� �.P. Giann�i e . . dei suoi stretti collaboratori, sono ivi conservati an�he 1 supersti�i fondi archivi­ . stici di tre altri istituti bancari a carattere comumtano che confllilro�o col te�po nella crescente Banca d'Italia (Columbus Savings & Loan Society, It ah�n­ . American Bank, Banca popolare operaia italiana). Inoltre, �el fondo dell'i�alia� Department, si trovano relazioni circa la consistenza numenc� ed econ?mica d� . comunità itala-americane sparse per tutto lo Stato, rel�ztom sull� clil �ase si vagliava se fosse indicata o meno l'estensione della rete di succursali �e s�gole località interessate. Queste relazioni costituiscono dunque una fonte di �articola­ re rilievo per la storia degli insediamenti italiani, soprattutto e�tra-urbant11: • Fra le molte altre imprese originariamente italo-califormane, con�u1t: poi . nel mainstream economico dello Stato, la ltalian Swiss Colon� di Asti, �Zie�da vinicola attiva fra il 1881 e il 1988, viene qui segnalata per diverse ragt�m: la . sua stessa longevità, gli statuti iniziali che prevedevano una co?p�ratlva di ope­ rai (non realizzata), le sue innovazioni enologiche e �om�e�c1ah, e an�he per­ ché esiste una grande quantità di documenta�ione dtspo?tbil� �l suo :�guardo. Anzi, nella sede di Asti, situata nella contea dt Sonoma, l archlVlo dell tmpres �, proprietà ora della Wine World, Inc. (St ' Helena), o �cupa tutta una vecch�a . camera di sicurezza. Ne esiste un dettagliato repertono, corredato dalle testi­ monianze orali trascritte di anziani operailZ. Altri notevoli reperti si possono trovare alla North Baker Research Library della California Historical So �i?ty � San Francisco, specialmente per quanto concerne le ca�pagn� p�bbl�citar�e , . dell'azienda. Infine, presso la Bancroft Library dell Umvers1ta dt �ahfor�la (Berkeley), sono conservate le memorie inedite dell'id?a�ore della l�ah�n Swiss Colony, Andrea Sbarboro ( 1 839- 1923), m�l:iforme �ttivlsta �omumtano, orga­ nizzatore di cooperative e banche popolan, tmprenditore edile e, al volgere del secolo presidente dell'associazione degli industriali dello Stato13• Mentre _J' ar: ' chivio di Asti non è ancora stato sfruttato dagli studiosi, l'autobiografia d1

1 1 Per altre indicazioni circa il contenuto dell'archivio, v. la storia ufficiosa di marquis Ja es e Bessie R. James, Biography of a Bank. The Story o/ Bank o/ America, N.ew York 19�4, e Natt��nal Directory o/ Research Centers, Repositories and Organizations o/ Italtan Culture tn the Untted States, a cura di S.M. ToMASI, Torino 1980, pp. 202-203. 12 Disponibile presso il Public Relations Office, Wine �orld, lnc ' St. �elena. . Pzoneer � 1911), Ba���of� 13 Lzfe o/ Andrea Sbarboro: Reminiscences of an Italzan-Amertcan Library, University of California, Berkeley. Un estratto, con il titolo A.S. "t! re det. Vtnt . �� California, fu pubblicato su «La Liguria illustrata», II, 3, 1914, pp. 145-157. Nello stesso arch1v10 è conservato anche il carteggio di Sbarboro con il governatore George C. Pardee (1902-1906).


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Fonti sull'emigrazione t'n Calzfornia

Andrew M. Canepa

Sbarboro è stata utilizzata, con somma efficacia sebbene con ottiche diverse da ' Deanna Gumina e da Sebastian Fichera14, Stando alla storia economica della comunità, all'interno della stessa Bancroft Library ��zion� il �egional Oral History Office per il Nord California, il quale . negli ultlmi vent anm ha raccolto una serie di testimonianze orali intorno all'evo­ luzione dell'industria vitivinicola dello Stato. Fra gli intervistati ci sono natural­ mente parecchi itala-americani, come, ad esempio, Antonio Perelli-Minetti, che racconta della produzione clandestina di vino su grande scala commerciale in �iena epoc� di proibizionismo15. Ci sono poi dei fondi sparsi e incompleti che nguardano 1mprese a partecipazione maggioritaria o totale italiana celata sotto un nome di convenienza o descrittivo. Sotto questo profilo vanno c�nsiderate le carte della Buena-ventura Mining Company per il 1863 o della San Francisco Gardeners and Ranchers Association per il 1906- 1907, ambedue consultabili presso la biblioteca della summenzionata California Historical Society. È sorpren­ dente constatare che l'unico reperto specificamente itala-americano della �alifornia ?tate Library di Sa.cramento sono le carte della famiglia Campodonico, rig�ardanu la s�a g�stwne di una miniera, di una taverna e di un generai store, . ossia un empono di genen vari, nella cittadina di Hornitos (Mariposa County) dal 1870 al 1900. Purtroppo, con poche eccezioni, gli archivi delle moltissime imprese itala-californiane a gestione familiare rimangono nelle mani dei privati (quando, cioè, non sono stati del tutto obliterati). Per quanto possa esulare dal focus della �r�sente rassegna, non è detto però che, con pazienza e perseveranza, . non sia possibile avere accesso a questo tipo di documentazione, come dimostra­ no egregiamente le ricerche di Mary Grace Paquette sulle vicende imprenditoriali . della famiglia Camiccione nella Gold Country ottocentesca16, �er la s�oria social� della collettività italiana di San Francisco dagli anni Die­ . ci m ava�ti, �lt�e al già accennato archivio del Vittoria Colonna Club, disponia­ m? del n �chissi�o fondo della Italian-American Community Services Agency, . utdizzato m particolare da Dino Cinel17. Fondata nel 1916 con la denominazio-

14 D.P. GUM!NA, A.S. Founder o/ the Italian Swiss Colony Wine Company, in «ltalian Ame­ ric. ��a», II, 1975, pp. 1-17; S. F!C�E�, Th� Meam�g o/Community cit., capp. IV e VI. A Li/e zn Wzn emaktng, Berkeley, Bancroft Library, University of . A.. PERELLI-MINETTI, 1�75, P? · 16-18. Un apposito elenco Calzfornia Wine Ora! History Interviews, è dispo­ c.al�orma, n�bil� presso il .Regwnal Ora! History Office; c'è anche una raccolta di profili biografici degli inter. Vlstatl a cura d1 M.R. SHANKEN, Calzfornia Wz'ne Greats. Pioneers in Building the Wine Industry of Calzfornia, San Francisco 1984. 16 M.G. PAQUETTE, The Seven Sisters, Fresno 1985. 17 D. C!NEL, From Italy to San Francisco. . citata. ...

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fino all'an no scors o quale Italian ne Italian Boar d of Relief e cono sciut a enza sociale contiene car­ Welfare Agency, l'archivio di questo istituto di assist disoccupazione, sovraffolla­ telle documentanti numerosi casi di indigenza, quenza minorile e generale mento residenziale, condizioni antigieniche, delin completo successo e piena sbandamento, atti a ridimensionare l'immagine di californiana. È ovvio che, trat­ integrazione propalata da certa storiografia italauna stretta riservatezza sulla tando di documenti di somma delicatezza, vige ate1 8 . Nello stesso archivio citazione dei nomi di persone e famiglie ivi sched sario di pompe funebri e sono anche custodite le memorie inedite dell'impre filantropo Frank Marini (1862-1952)19 , tura di transizione. Cioè , per A questo punt o, mi sia permessa una forza cappella di famiglia, nel caso, lo stesso Frank Marini è sepolto, in una apposita a a sud di San Fran­ Colm di Cimitero italiano situato nella cittadina-necropoli , conserva i registri Uniti cisco. L'archivio di questa istituzione, unica negli Stati 1899 ; cominciando poi dal delle oltre 50.000 sepolture effettuate li' sin dal sui defunti. Questo fondo 193 3, i registri contengono dettagliati dati anagrafici no desumere nell'archi­ cartaceo è da integrare con le informazioni che si posso cappelle, monumenti e vio all'aria aperta in marmo e granito costituito dalle lapidi tombali. questi due archivi Costantemente consultati da ricercatori genealogici, e preziose fonti di storia dentro e fuori dell'ufficio del cimitero - sono anch erso il tempo) e sociale demografica (mortalità infantile, relativa longevità attrav tale e nelle iscrizioni (usanze funebri, gusti nella commemorazione monumen necrologiche) , poco o punto sfruttate dagli studiosi2°. rali di interesse loca­ Prima di concludere, vorrei soffermarmi sui fondi gene sodety, corrispondente le. In California, ogni contea ha una propria historical . Nelle località dove c'era più o meno ad un istituto storico provinciale in Italia la società storica abbia o c'è una significativa presenza italiana è probabile che o bene organizzate San raccolto dei reperti al riguardo. Per esempio, le molt coloniale italiana 18 Per la storia dell'IACSA, v. L. BAGNATORI, Italian Welfare Agency in Casaguida all'archivio il come e servir Può . 35·38 pp. 1988, fohn F. Fugazz; 1913·1 988, San Francisco e Agency, Wel/ar Italian sco saggio inedito di A. Kelley, Taking Care o/ Their Own: The San Franci 1916- 1946, reperibile presso la stessa IACSA. es Agency, San 19 Autobiography o/ Frank Marini (1946 ), Italian-American Community Servic rnians», 1987, Califo «The Francisco. Cfr. D.P. CUMINA, F.M. and the italians of North Beach, in pp. 21-29. rican Cemetery>>, 20 Su questa istituzione, v. B.C. KASSELMANN, The Italian Cementery, in «Ame 1993, pp. 20-21 , 3 1-34.


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Andrew M. Canepa

Mateo County Historical Association e San Diego Historical Society, ambedue con annessi musei, conservano documenti e fotografie concernenti le locali comunità italiane e le loro tipiche attività economiche (orticoltura a San Mateo, pesca a San Diego). Lo stesso ragionamento vale anche per le biblioteche e gli archivi municipali, in modo particolare poi quando c'è stato un progetto speci­ fico di raccolta di materiale storico riguardante particolari quartieri o gruppi etnici. Questo è il caso della Oakland Publbic Library, che conserva le testimo­ nianze registrate nel corso dell"'Oaldand Neighborhood History Project" del 198 1 . Pure l'archivio civico di Sacramento , in ragione della "Sacrament o Ethnic Communities Survey" del 1983-1984, ha acquisito un notevole fondo di documenti, artefatti e testimonianze orali attinenti alle locali comunità italiana e siculo-albanese2 1 . Torna alla mente ciò che avevamo premesso all'inizio, cioè che ogni ricerca­ tore dev'essere il proprio archivista e deve compilarsi una propria guida, detta­ ta dai suoi interessi specifici e per soggetto e per area geografica. Nella presen­ te rassegna abbiamo cercato di fornire una guida a questa guida. Speriamo, intanto, di avere anche fornito degli utili suggerimenti intorno ad argomenti non ancora avvicinati o approfonditi dagli studiosi di storia itala-californiana.

2 1 Da questo progetto è scaturita la relazione dattiloscritta di Bruce Pierini, Italian History and Demographics of the Greater Sacramento Area, 1850-1970 (1984), Sacramento Archives & Museum

Collection, conservata anche presso la Italian-American Collection, San Francisco Archives.

SHARON DE BARTOLO CARMACK

Italian Emigration to the United States: Research Collections and Repositories in America

One of America's largest immigrant groups, Italians left their native land and arrived in the United States in droves between 1880 and 1920. During that time, they carne primarily from Southern ltaly, while those from the north of Italy have scattered the ports of arrivai since the seventeenth century. In the process of this mass immigration, the United States government created records to keep track of these and other foreign arrivals. To study Italian immi­ grant history patterns in America, there are several public and private reposito­ ries dedicated to preserving historical records. Whether the project is to focus on groups of Italians, as is the interest of the social historian, or on a specific individuai or family, as is the interest of the family historian, the records each researcher would consult are the same. It would be difficult to chart the specific steps of a research project, however, since each researcher has different goals, and the records a social historian might first consult may differ from those the family historian would seek in the initial stages of research. Therefore, this paper will focus on sources pertinent to all researchers interested in Italians in America by grouping records under the appropriate repository and dealing with the time period of mass Italian immigration, 1880- 1920. Regardless of the goals in a project, all researche�s should begin by consulting John Philip Colletta's Finding Italian Roots 1 . Th1s source will assist both family and social historians regarding research methods and sources.

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J.P. COLLETTA, Finding Italian Roots, Baltimore: Genealogica! Publishing Co., 1993.


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Sharon De Bartolo Carrnack

Jtalian Ernigration to the U.S.: Research Collections and Repositories in America

THE NATIONAL ARCHIVES

8th and Pennsylvania Ave., N.W. Washington, DC 20408 Two helpful guidebooks are recomm ended reading when working with records housed at the National Archives: Guide to the National Archives o/ the Uni!ed States and Guide to Genealogica! Research in the National Archives 2 .

Passenger Arriva! Lists Originai passenger arrival lists, 1820- 1957, have been microfilmed and are available through the National Archives . A guide published by the National Archive s, Immigra nt and Passenger Arrivals: A Select Catalog o/ Nationa l Archives Micro/ilm Publications, second edition, details the availability of records and indexes for each port 3. American immigration records begin in 1820, although some individuai ports may predate this. Createci at the port of departure, the early records, known as Customs Lists, from 1 820 to about 1891 were primarily for statistica! purposes, so they contain scanty information for family historian s: name of ship and its master, port of embarkation, date and port of arrivai, each passenger's name, sex, age, occupation, and nationali­ ty. The existing originals of these lists are stored at the Balch Institute for Ethnic Studies, listed later 4 , The records createci after 1891 are referred to as Immigration Passenger Lists and span 1 891 to the present. Because of United States Privacy Laws, however, availability is limited to those records createci before 1957. Information varied over the decades, and as the influx of immigrants became greater, more details were recorded on the arrival lists, such as last residence; final destination in the United States; if going to join a relative, the relative's name and address; personal description; place of birth; name and address of closest living relative in native country, etc. There are several published sources that will assist researchers with the use of passenger arrival lists. For a generai overview of the subject, see John Philip

2 Guide to the National Archives o/ the United States, Washington, DC: National Archives and Records Administration, 1987; Guide to Genealogica! Research in the National Archives , Washington, DC: National Archives Trust Fund Board, 1983. 3 This publication is available by writing to the National Archives Trust Fund, P.O. Box 100793, Atlanta, GA 30384. Cost at this writing is US$2 plus US$3 Shipping. 4 J. COLLETI'A, They Came in Ships, rev. Baltimore, MD: Genealogica! Publishing Co., 19932 , chapters 2-3.

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Colletta's They Came in Sht'ps 5 , If the name of a ship is known and o�ly an approximate date of arrivai at the U.S. Port, consult the Morton Allen Dtrectory o/ European Passenger Steamship Arrivals 6 . . . . Specifically for researchers interested m Itahan 11n�mgrat10n to �er�ca, a ten-volume series of books will be most helpful. Italtans to Amertca: Ltsts o/ Passengers Arriving at U.S. Ports, 1 880- 1899 7, covers the major Ameri� an ports of arrivai, but primarily the port of New Yor�' . the port throu�h whtch most Italians arrived. Data were taken from the ongmal passenger hsts com­ piled at the port of embarkation and filed once. the ship docked in America. Most of the lists deal with ships that left ports m Italy - Naples, Genoa, and Palermo but Glazier and Filby also have included those italians sailing on ships that departed from other European ports. Along with a surname index to every volume, the information contained gives the name of the vessel, port� of departure and arrivai, date of arrivai, name of passenge�, age, sex, occupatton, village or province of origin, and destination (':hen avail.able) . A� already stat­ ed most of the arrival lists for the 1880s contam scanty mformatton; places of orlgin may simply be recorded as Italy. Thus, unknown villages or province of origins are typical. . . This series offers convenient access to a prevwusly umndexed group of records · however, be aware that transcription errors occurred during the com­ ' pilation . For example, in a random comparison of a ship's list transcribed in Italians to America with the original list on microfilm available through the National Archives, several transcription errors were noted 8. For the ship Utopia, which left Naples and arrived at New York on 23 Aprii. 1883 , one finds that the twenty-five-year-old E . Cassiere, a female passenger, ts. recor?ed as a servant in Italians to America, on the original list (National Archtves mtcropub­ lication M 237, roll 464), she is a maid. Ant. Cersosimo is listed in the book as one year old; on the microfilmed list, he is fifteen months old. G. Mennella, a male aged forty-four, is of 'unknown' occupation in Glazier and Filby's work; on the microcopy, his occupation is 'interpreter'. Sav. Rubetro appears as a .

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5 Ibidem. . 6 Morton Allen Directory o/ European Passenger Steamship Arrivals, Baltimore: Genealogtcal Publishing Co., 1980, reprint of the 1931 edition. . 7 A. GLAZ!ER - P. W. FILBY, Italians to America: Lists o/ Passengers Amvzng at U.S. Ports, 18801899 Wilmington, DE: Scholarly Resources, 1992. 8 'see the review on this series in the National Genealogical Society Quarterly, 81 (1993 ), pp. 306-307. .


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Italian Emigration to the U.S. : Research Collections and Repositories in America

Sharon De Bartolo Carmack

forty-eight-year-old laborer on both the transcription and the originai; but the transcription omits his death aboard the Utopia on 2 1 April 1883 of pneumo­ nia. Splitting hairs? Not if the object of one's research is that particular person. Thus, these cases are good examples of the standard rule: the researcher should always to beyond the conveniently published record to verify its accura­ cy against the originai.

Census Schedules An enumeration of America's population has been taken every ten years . smce 1790; however, because of the Privacy Laws, only those schedules that are seventy-two-years old or older may be accessed by the public. Early census­ es ( 1790- 1840) listed only the names of the heads of the household. From 1850 to the present, every individuai in the household was listed by name. As with passenger lists, information varied from decade to decade with the schedules during the peak immigration years containing the mos� information. The schedules for 1 890 were virtually destroyed. Guides to the enumeration sched­ ules and indexes are also available through National Archives publications 9, Beginning in 1900, columns were added to the generai information of name age, sex, maritai status, place of birth for each person enumerateci and parents : etc. that related to immigration. The schedules for 1900 and 1910 provide columns for «if foreign horn, year of immigration an d whether naturalized». In 1920, columns were added for «if foreign horn, year of immigration to the U.S., whether naturalized, and year of naturalization». Abbreviations used in the naturalization column include 'Na' for naturalized; 'Pa' for first papers filed; and 'Al' for alien. Vùas, Passports, and Alien Regùtratz'ons Records of the Visa Office contain records from 1910 to 1940. These are located a t the N ational Archi ves Suitland Branch in Maryland an d are arranged c� ronologically in ten-year groupings and then alphabetically. This . tlme span 1s open for research. Primarily, passports were not required of United States citizens who traveled abroad before World War I; however, for added protection, many people obtained them anyway. The jurisdiction fell

9 ATIONAL CHIVES TRUST FUND BOARO, Federa! Population Censuses, 1790-1890: A Catalog o/Mtcrofilm Copzes of the Schedules; 1900 Federa! Population Census; The 1910 Federa! Population Census; The 1920 Federa! Population Census: Catalog o/ National Archives Microfilm' Washington

DC: National Archives Trust Fund Board.

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under the Department of State, and its records were transferred to the Na­ tional Archives. The passport applications span the period of 179 1 - 1925. Those less than seventy-five years are restricted by Privacy Laws. Applications from 1906 to 1925 include name of applicant, date and place of birth, name and date and place of birth of spouse or children, residence and occupation at time of application, immediate travel plans, physical description, and a photo­ graph . Letters from employers, friends, and relatives may accompany the file 10. Aliens were required to register their current addresses and places of employment annually with the federai government under the Alien Regi­ stration Act of 1929. These records, which are covered by the Privacy Laws, have limited access through the Freedom of Information Act at the Immi­ gration and Naturalization Service (discussed later) 1 1 .

Mzùtary Records Draft registrations for World War I were held in 1917 and 1918. Whether a man was an alien or citizen, he was required to register for the draft. On 5 June 1917 all men between the ages of twenty- one and thirty-one years of age were required to register. An act of 5 June 1918 required all men who had become twenty-one years of age since 5 June 1917 must register. A supplemental regis­ tration was held 24 August 19 18, at which time men who had become twenty­ one years old sin ce 5 June 1 9 1 8 were required t o register. Finally, o n 12 September 1918, there was a registration of all men between the ages of eigh­ teen and twenty-one, and thirty-one to forty-five years old. At the National Archives Southeast Region ( 1557 St. Joseph Ave., East Point, GA 30344), more than 24,000,000 World War I Selective Service records are on file. These are filed by state an d draft board. The full name of the person and his city and/or county at the time of registration is needed. If the registrant lived in a major city, then a street address is also necessary. There is a small fee to obtain a copy of a record. Many of the large cities requiring an exact address in order to locate a specific draft registration are those where Italians most likely settled. To locate someone's address during this time period, consult city directories ( discussed later). Registration for the draft of World War II began 27 April 1877. The records of the fourth draft registration are available through regional branches of the Guide to the National Archives o/ the United States.. . cit., p. 246. 11 THE lMMIGRATION ANO NATURALIZATION SERVICE Washington, DC; L. G. SHERICK, How to Use the Freedom o/In/ormation Act, New York, Arco Publishing Co., 1978. lO


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National Archives for the states in their jurisdiction. men boro between 28 April 1877 and 16 February 1897, or those between the ages of forty-five and sixty-five years old, were included in this fourth registration 12• Italian aliens who resided in the San Francisco Bay area of California were relocated and interred for a brief period during World War II. Primarily these were Italians who had never become United States citizens, even though they may have resided in the United States for half their lives. Records of individuai inter­ ments are difficult to obtain as, once again, they fall under restricted access of the Privacy Laws 13 . lMMIGRATION AND NATURALIZATION SERVICE

Historical Reference Library 425 I Street N.W., Room 1 100A Washington, DC 20536 In order to obtain copies of any of the following records, write to the above address and request the address of the INS district office nearest to where the event occurred. For example, if the person under study was naturalized in or near Philadelphia, Pennsylvania, then one would write to that district office of the Immigration and Naturalization Service. Currently, there is no fee to obtain copies of records; however, if the request is 'large or unusual' researchers will be notified in advance of any charges 1 4 .

Naturalization Records Prior to 1906, an alien could apply for citizenship at any court of law. An immigrant could file 'first papers' or a declaration of intent at one court and 'final papers' or a naturalization petition at a different court. After 1 906, records were forwarded to the Immigration and Naturalization Service and inquiries should be directed to them 15. In the declaration of intention, an alien

12 Certified Genealogical Record Specialist emphasizing twentieth-century American research, P.O. Box 740637, Arvada, CO 80006-0637, USA; S. HARGREAVES - L.D. Szucs, The Archives: A Guide to the National Archives Field Branches, Salt Lake City, UT: Ancestry Publishing, 1988. 13 S. Fox, The Unknown Internment: An Ora! History o/ the Relocation o/ Italian Americans during World War II, Boston, Twayne Publishers, 1990. 14 Telephone conversation with Marian L. Smith, Immigration and Naturalization Service Historian, 8 November 1993. 15 Guide to the National Archives o/ the United States. . . cit., p. 246; The Immigration and Naturalization Service, Washington, DC; and L. G. SHERICK, How to Use the Freedom ... citata.

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«renounced allegiance to foreign sovereignties and dceclared ( ... ) intention to become a U.S. citizen» 1 6. It usually preceded proof of residence. The records created before 1906 primarily contain the applicant's name, country of birth, date of application, and signature. Some list the date and port of arrivai. After 1906, the intention includes the applicant's name, age, occupation, and person­ al description; date and piace of birth; citizenship; present address and last for­ eign address; vessel and port of embarkation; U.S. port and date of arrivai; date of application; and signature. In the naturalization petition, an immigrant who had already filed the intention papers and had met the residency require­ ments now made a formai application for citizenship. Information on the peti­ don includes name, residence, occupation, date and place of birth, citizenship, and personal description of applicant; date of emigration; ports of embarka­ tion and arrivai; maritai status; names, dates, places of birth, and residence of applicant's children; date at which U.S. residence commenced; time of resi­ dence in state; name changes; and signature. After 1930, photographs may also be included. In the deposition that accompanies the petition, witnesses signed in support of the applicant. Prior to 1922 , wives automatically became citizens when their husbands did. «Effective July 17, 1862, citizenship was also granted to any alien, of the age of twenty-one years and upwards, who has enlisted, or may enlist in the armies of the United States, either the regular or the volunteer forces, and has been, or may be hereafter, honorably discharged, shall be admitted to become a citizen of the United States, upon his petition, without any previous declaration of intention to become such; and he shall not be required to prove more than one year's residence» 17. Some naturalization records have been microfilmed and are available through the Family History Library. In their catalog holdings, check under the state and county in which the naturalization took piace.

Deportation 18 Few foreigners to America were turned away before the late-nineteenth cen­ tury, but beginning in 1882, a multitude of new laws specified who would be excluded, admitted, or later deported. 'Undesirables' - individuals whose known or suspected past included criminal activity, menta! health problems, or idiocy and those likely to become a public charge - were denied entrance. By

16 Guide to the National Archives o/the United States. . . cit., p. 63. 1 7 ] . NEWMAN, American Naturalization Processes and Procedures, Indiana Historical Society, 1985.

1 790-1985,

Indianapolis,


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1917 there were many extensions to the 1882 act - specifically barring anyone over sixteen years of age who could not read English «or some other language or dialect» and children under sixteen traveling alone, as well as contract laborers and others known or suspected to be professional beggars, prostitutes and their procurers, offenders of 'moral turpitude', polygamists, anarchists, epileptics, the 'feeble minded', those infected with a 'loathsome' or contagious disease or a physical or mental disorder that would prevent them from obtain­ ing work 1 9. New arrivals deemed to be a member of one of these classes were briefly detained, then sent back to the country of origin on the next returning ship of the same line - that is, they were barred from entry. Other aliens were admitted but were later charged with violation of one or another immigration law; if the charges were proved to the satisfaction of an examining board, they were deported. Once an immigrant was admitted, the statue of limitations varied for discovery of a prior transgression or commitment of a new one, depending on the legislative act then in effect. Beginning in 1 891, deportation was limited to within one year after the immigrant was admitted 2°. The 1917 act, however, stated that «at any time within five years after entry, any alien who at the time of entry was a member of one or more of the classes excluded by law [or] any alien who shall be found in the United States in violation of this act ( ... ) shall, upon warrant of the Attorney generai, be talcen into custody and deported» 21. Another act the following year amended this to remove the five-year limitation 22• Existing records vary according to the situation 23 . In open-and-shut cases involving barred aliens, no special records were ere-

1 8 Information on deportations and resulting records is reprinted from S. DE BARTOLO CAR­ MACK, Panunzio's Deportation Cases of 1919-20: A Neglected Source and an Index, published in the National Genealogica! Society Quarterly, 83 (1995), pp. 293-300. 19 S. KANSAS, U.S. Immigration Exclusion and Deportation and Citizenship of the United States o/ America, Albany, NY, Matthew Bender Co., 19412 , provides the most extensive discussion of the vadous immigration laws prior to World War Il, including transcripts of each act. Por an overview of 1882-1917 legislation, see pp. 4-15; for the 1917 act, see pp. 69-140. 20 lMMIGRATION AND NATURALIZATION SERVICE [d'ora in poi INS], An lmmigrant Nation: United States Regulation o/ Immigration, 1 798-199 1 , Washington, DC: Department of Justice, 1991, p. 12; S. KANSAS, U.S. Immigration Exclusion and Deportation ... cit., p. 6. 21 Ibid., pp. 109-110. 22 J.P. CLARK, Deportation o/Aliens /rom the United States to Europe, NY, Columbia University Press, 1931, pp. 219-220. 23 Telephone conversation with Marian L. Smith, INS Historian, 8 November 1993.

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ated . Only a notation was made on the originai passenger list next to that alien's name. Alternately, his or her name may have been added to a supple­ mental section of the passenger manifest called «Record of Aliens Held for Special Inquiry». These appendixes (when extant) are included in the micro­ film publication of the various ship rolls, and each appears following the pas­ senger list to which it pertains. Details include the name of the detainee, the cause of detention or rejection, the date and time of discharge or return, the number of meals consumed while detained, and - if the rejected immigrant was waiting for someone - the name and address of the American contact. If a case was appealed to the port's Board of Special Inquiry and a hearing file was created, the record of that case willbe found in the regional branch of the National Archives that has the records of the port of entry in question (e.g., for extant Board of Special Inquiry records created at the port of San Fran­ cisco, one should check at the National Archives-San Francisco Region). For an alien who was admitted but later threatened with deportation after identification as a member of an excluded class, a personal file was created. The U.S. Immigration and Naturalization Service (INS) pursued the case amid proceedings that were ruled by the U.S. Supreme Court to be administrative rather than criminal. Some aliens who were arrested and deemed part of an undesirable class were given a choice: they could voluntarily leave America or be deported. If they left of their own accord, and paid for their own trip home or arranged to take a seaman's post to work for their passage, they avoided a record of depor­ tation and could return to America when they no longer belonged to the excluded class. If the government paid travel expenses, however, a deportation record was created; and that deportee was not allowed to return to the United States for at least five years 24. Most deportation case files contain the following information 25 : - the originai affidavit of probable cause, filed by an agent of the Depart­ ment of Justice. - a carbon copy of the originai arrest warrant. - the record of the preliminary examination given the alien at the time of arrest. - a complete official transcript of all the proceedings in the case and of testi-

24 INS, An Immigrant Nation ... cit., p. 15. 25 C. M. PANUNZIO, The Deportation Cases o/ 1919-20, New York: Commission on the Church and Social Service, 1921 pp. 11-12.


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monies given in regular hearing(s) conducted by the immigration inspector. - a summary of findings and recommendations by the Commissioner Generai of Immigration. - actual evidence or record of evidence submitted in the case. - a record of bail when secured. - a brief submitted by the alien's attorney. - letters submitted by the alien's friends and employers. - a memorandum from the Secretary of Labor or his representative, giving a final dedsion on the case - together with instructions for disposition. Deportation files are extant for the period 1906- 1957, and are in the custody of the INS. Since the INS in Washington, DC, has a lengthy backlog, contact with a district office will expedite requests. Addresses for district offices may be obtained by writing to the Reference Librarian at the Washington, DC, address dted earlier. THE FAMILY HISTORY LIBRARY 35 North West Tempie Street Salt Lake City, Utah 84 150 (801) 53 1 -233 1

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Founded in 1 894, the Church of Jesus Christ of Latter-day Saints (Mor­ mons) established the Family History Library in Salt Lake City, Utah, to gather records that would help people trace their heritage: Since then, the library has earned the reputation of having the world's largest collection of records. Through its microfilm and book collections, researchers may search records from throughout the world. Por example, the library has about 450,000 rolls of film from more then 2,000 archives, county courthouses, and other repositories in the United States, including 80,000 rolls of federai sources. Por the British Isles there are 1 18,000 rolls; more than 100,000 from Germany and France, 88,000 from the Netherlands; and 10,000 or more rolls each for Austria, Belgium, Hungary, Italy, Poland, Spain, and Switzerland. The book collection contains more than 225 ,000 volumes of local histories, published genealogies and family histories, periodicals, and other research aids. While a majority of the library's holdings pre-date the 1900s, there are many records available for twentieth-century researchers. Some examples are a statewide death index for California, 1940- 1983 ; United States city directories, 1902- 1935 (with more being added each year) ; World War I draft records; Veteran's Administration pension payment cards, 1907- 1933 ; New York City birth certificate index,

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188 1 - 1965; etc. The Family History Library is open six days a week and is open to the public. There is no charge to use the library and its resources. Por a free copy of the booklet A Guide to Research in the Genealogica! Library write to the address above. In 1964, the library established Family History Centers so that people would have more access to the records. Currently, there are more than 1,500 centers that operate in fifty-five countries. By writing to the address for the main library in Salt Lake City, a list may be otained of worldwide Center locations. Through the Family History Center, researchers may 'interlibrary loan', for a small fee, anything available on microfilm or microfiche. The film may be rented for three weeks, six months, or placed on indefinite loan. It remains at the Center where researchers may view the film anytime the Center is open.

Family History Library Catalog Essentially, this is the 'card' catalog of the entire holdings. The catalog is on microfiche and lists microfilm, microfiche, and published resources divided into categories of locality, author, title, subject, or surname. The computerized version is on compact disc and may be searched by locality or surname. Internatt'onal Genealogica! Index The IGI is a 147 million-name index broken down by localities that lists dates and places of births, christenings, and marriages. It is continually updat­ ed with thousands of new names added each year. Through this index, a refer­ ence number is provided so researchers may access the record that supplied the information. Social Security Death Index This index is available only on compact disc and contains records of deaths reported to the Sodal Security Administration. The Social Security Death Index contains files on more than 42 million deceased people who had Social Security numbers and whose deaths were reported to the Social Security Administration. It covers deaths from 1962 to the present, although there may be some records from as early as 193 7. Gaining access to the Social Security's Death Index is simple. Researchers do not need to know the person's Social Security number. After accessing the Death Index on CD ROM, it gives the options of 'exact surname spelling' or 'similar surname spelling'. When the information is displayed, it will list about fifteen names per screen giving the following information for each: year of birth, state where the Social Security number was issued, year of death, and the last state where the person resided.


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More detailed information may be obtained by viewing an individual's record. This includes complete birth date, Social Security number, month and year of death, state where benefits may have been sent, and ZIP codes for the state of residence at death and the state where the benefits were sent 26. By writing to the Social Security Administration, 6401 Security Blvd. , Baltimore, MD 2 1235, for a small fee, researchers may obtain a photocopy of the deceased's originai Form SS-5 «Application for a Social Security Number Card». This will give the names of the applicant's parents and the name and address of the employer when the applicant applied 27.

State Censuses J ust as the federai government took a count of the population every ten years, some states also took an enumeration in between 'census years'. New York, for example, took state censuses in 1905 , 1 9 15 , and 1925, and these are available through the Family History Library. In New York's 1 925 schedule, there is a column for number of years in the United States, citizen or alien, and if naturalized, when and where. Consult Ann S. Lainhart's State Census Records for a state-by-state listing of what censuses are available 28 • STATE, COUNTY, AND CITY REPOSITORIES

Newspapers Newspapers, usually located on microfilm in city public libraries for which the newspaper pertains, may be accessed through interlibrary loan. They are an excellent source of family and social history, giving accounts from a contempo­ rary viewpoint. Many newspapers are published daily or weekly. Obituaries, marriage and engagement announcements, reports on fifty-year wedding anniversaries, family reunions, 100th birthday celebrations, birth announce­ ments, 'local news' columns, and legal notices will aid the family and social his­ torian. To locate the whereabouts of out-of-print newspapers, consult History and Bibliography o/ American Newspapers, 1 690-1820 by Clarence Brigham

26 Family Search™ tlier, Social Security Death Index, Series FS n. 3. 27 See S. DE BARTOLO CARMACK, Using Social Security Records to Test an Italian-American Family Tradition, in «National Genealogica! Society Quarterly>>, 77 (1989), pp. 256-259, for a case study using these records. 28 A.S. LAINHART, State Census Records, Baltimore, Genealogica! Publishing Co., 1992.

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:till in publication, the Gale Directory o/ Newspapèrs and Periodicals gives the nd American Newspapers 1 821-1936 by Winifred Gregory. Por newspapers

date the newspaper was established, publishing information, the name of the editor, and an address. Current newspapers may also be helpful in locating dis­ tant relatives that may be living in an area 29.

City Directories . . . . . . . A city directory is an alphabetlcal hst of mhabltants m a g1ven locahty. Though it is an invaluable tool to researchers, directories may be f:ust�ating to use since, like many sources, there was no set standard for every c1ty d1rectory. The information contained and their availability varies from city to city and from one time period to another. Most directories are issued annually, but some smaller communities may publish one sporadically. These books list names of adults, including adult children living with parents. A city directory may also give the person's occupation, name of employer, the pers�n's. � ome address, and spouse's name. Although uncommon, cases where an md1v1dual has died, listing the person's date of death, have been found. More comm?nly, however the spouse will be listed as a widow or widower the year followmg a death. I� smaller communities, if the family has moved out of the city, directo­ ries may tell where the family has relocated. The best place to find city directo­ ries is at the local library in the locality of interest. There are also major collec­ tions at the Library of Congress in Washington, DC; the Family History Library in Salt Lake City, Utah; the Allen County Public Library in Ft. Wayne, Indiana; and the New England Historic Genealogica! Society in Boston, to name a few 3 0 , A helpful feature of some city directories is the 'Householder's Index' or 'Criss-Cross Directory'. This may be found in the back of the book, or it may be a totally separate volume. Instead of an alphabetical listing of indi­ viduals, it is an alphabetical/numerical listing of streets followed by the house numbers and inhabitants. This may be used when researching and reconstruct­ ing a neighborhood.

29 C.S. BRIGHAM, A History and Bibliography of Newspapers, 1 690-1820, Worcester, M.A, American Antiquarian Society, 1947, voll. 2; Gale Directory o/ Publications [formerly A.ver Directory o/Publications, Por Washington, PA], Detroit, MI: Gale Research Co., annua!; Amertcan Newspapers, 1821-1936, Gregory, ed., New York: H.W. Wilson Co., 1937. 30 Library of Congress, Washington, DC 20540; Allen County Public Library, 301 West Wayne Street, Ft. Wayne, IN 46802; New England Historic Genealogica! Society, 101 Newbury Street, Boston, MA 02116.


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Voter Registrations Generally kept at tbe county level, some states may bave statewide lists of voters. As a wbole tbese records will reveal politica! preference of Italians in a given area. In order to vote, one bad to be a United States dtizen. Individually, some of tbese records may give naturalization information on non-native-horn Americans. Voter registration records may only be extant for tbe past five to seven years, wbile some counties may bave retained records from tbe turn of tbe century.

ETHNIC COLLECTIONS IN THE UNITED STATES ITALIAN AMERICAN HERITAGE CENTER Catbolic University 620 Micbigan Ave. , N.E. Wasbington, DC 20064 Tbe Italian American Heritage Center is a non-profit organization located at Catbolic University in Wasbington, DC. The Center promotes «interest in the history and culture of the Italian people, the experiences and contributions of Italian immigrants to the United States, and the continuing relationships between the peoples and nations of the United States and Italy» 3 1 . In meeting its goal, the Center will host numerous academic and cultura! programs. Tbe Center also maintains a library/archives, a museum, and seminar rooms. In­ cluded in the Heritage Center Arcbives will be an Italian American Immi­ gration Data Bank to aid in tracing family histories. Data will be gathered in connection with the Ellis Island Restoration projects, and Italian Americans are invited to send their family information to be included in this data bank. Manuscript collections, correspondence, reports, notes, clippings, pamphlets, and photographs pertaining to Italian Americans will make up the arcbival col­ lection. 'i

"

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IMMIGRATION HISTORY RESEARCH CENTER University of Minnesota 826 Berry St. St. Paul, MN 55 1 14 The Immigration History Research Center located at the University of Minne­ sota in St. Paul has a collection tbat focuses «primarily on the experiences of immigrants and generally consists of documentation they themselves generated as opposed to information recorded by government officials or others involved in processing newcomers through American ports or assigning citizenship» 32 , Items found at the IHRC include ethnic newspapers and serials; fraterna! sodety mate­ rials; church records and publications; manuscript collections; oral histories, memoirs, and family bistories; and a reference collection. According to The Immigration History Research Center: A Guide to Collections, «the Italian Ame­ rican collection is one of the IHRC's largest, with ca. 1,400 items» 33, More than 400 different Italian and Italian-American newspapers and serials are available, with many on microfilm. Another large portion of this collection are the records of the Order Sons of Italy in America, about which a separate guide has been published 34. The IHRC is open Monday through Friday, from 8.30 a.m. to 4.30 p.m. Advance notice of research visits in encouraged. The collection does not cir­ cuiate, but many items are available on microfilm through interlibrary loan. ELLIS IsLAND REsEARCH LIBRARY Liberty Island/Ellis Island New York, NY 10004 Ellis Island, the major immigrant receiving center between 1891 and 1957, bas undergone restoration of its main building and is now one of New York's largest museums. It also contains a research library and oral history collection. Among its collection are photographs and periodicals pertaining to the history

32 H. MYRONIUCK ] . WURL, Immigration History Research Center, in «Minnesota Genea­ logist», 22 (1991), 52. 33 S. MOODY - J. WURL, The Immigration History Research Center: A Guide to Collections, NY: Greenwood Press, 1991, p. 181. 34 J. ANDREOZZI, Guide to tbe Records o/ the Order Sons ofItaly in America, St. Pau!: University of Minnesota, 1989. -

31 Information brochure provided by the Italian Amedcan Heritage Center.

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of the island. More than 700 interviews have been collected under the oral his­ tory project. But these are categorized under subject headings and by country of origin rather than indexed by immigrants' names. «lf researcher� wan: to learn if relatives were interviewed, they need to know the date of the mterv1ew. Also, the interview must have been conducted by Ellis Island employees. Interviews by reporters or independent historians are not maintained in the island's collection» 35. Passenger lists for the port of New York are maintained at the National Archives in Washington, DC, and Ellis lsland Board of Special Inquiry records may be found at the Immigration and Naturalization Service New York district office located at 26 Federai Plaza, Room 14-102, New York, NY 10278. CENTER FOR MIGRATION STUDIES

209 Flagg Pl. Staten Island, NY 10304-1 148

The Center for Migration Studies is an educational non-profit institute founded in 1964 to encourage the study of sociological, demographic, histori­ cal, economie, political, legislative, and pastoral aspects of human migration a and ethnic group relations. lt publishes the quarterly journal devoted to immigration and ethnicity; and a bimonthly magazine on migrants that discusses books, monographs, bibhogra­ phies, documents, and occasionai papers. CMS also publishes from five to seven texts annually from conference proceedings, oral histories and mono­ graphs, to bibliographies and organization directories. Write to CM� for a list­ ing of publications. The CMS library has more than 1 , 100 volumes m the field of migration and ethnicity. The archival holdings pertain primarily to the ltalian-American experience and the role of the Catholic Church. A three-vol­ ume outlines the holdings 3 6 . This resource center is open Monday through Friday from 9.00 a.m. to 5.00 p.m.

International Migration Review, Migration _To�ay,

Guide to the Archives

35 S. Mc VETTY - S. DE BARTOLO CARMACK, Ellis Island: A Research Facility /or Genea!ogists?, in «National Genealogical Society» Newsletter 18, (1992), 68. 36 CENTER FOR MIGRATION STUDIES, Guide to the Archives, New York: Center for Migration Studies, 1974, 1977, 1980, voli. 3 .

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BALCH INSTITUTE FOR ETHNIC STUDIES

18 South Seventh St. Philadelphia, PA 19106

The Balch lnstitute is a six-story library/museum with the mission of docu­ menting and interpreting American ethnic and immigration history. «lts pur­ pose is to collect and preserve publications, archival and manuscript materials, photographs, and other sources that provide information on how and why immigrants carne to North America and how they and their descendants adapted and lived after they arrived here». The library consists of «more than 1 ,200 volumes, 40 manuscript collections, and 60 collections of historical pho­ tographs, plus dozens of periodica! titles and other materials documenting the ltalian-American experience». The primary focus of the collection, however, is on Italians in the Delaware Valley. A paper entitled «ltalian-American Re­ sources at the Balch Institute Library» by R. Joseph Anderson is available upon request. Por further information on the collection, contact the reference librarian. The Balch Institute is open Monday through Saturday from 9.00 a.m. to 5.00 p.m. The holdings are cataloged on the international OCLC (Online Computer Library Center) database, and there is a published guide to the manuscript collections 37 . ITALIAN AMERICAN COLLECTION OF WESTERN PENNSYLVANIA

433 8 Bigelow Blvd. Pittsburgh, PA 152 13

Part of the Historical Society of Western Pennsylvania's Pittsburgh Regional Ethnic Archives and Museum Collection, this new collection on ltalian Ame­ ricans has the purpose of collecting, maintaining, and providing access to ma­ terials relating to the history of Western Pennsylvania's ltalian-American com­ munities. They collect the materials of organizations, churches, businesses, individuals and families, and social and professional groups. The Museum and Library are open Tuesday through Saturday from 9.30 a.m. to 4.30 p.m.

37 Information packet provided by the Balch Institute.


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lTALIAN AMERICAN COLLECTION

San Francisco Public Library Civic Center San Francisco, CA 94 102

VITTORIO FAVARETTO

The Genealogica! Society o/ Utah: la ricerca degli antenati italiani

Focusing on the mass influx of Italians to Northern California in the late nineteenth century and early twentieth century, the Italian American Collec­ tion is housed in the San Francisco Room of the main library. The holdings . also 1nclude materials concerning Italians in the West.

·

Other Coltections Other repositories with collections on Italian Americans are New York Public Library, Fifth Avenue at 42nd St., New York, NY 10018; New Haven Public Library, 133 Elm St., New Haven, CT 06510 ; and Providence Public Library, 150 Empire St., Providence, RI 02903 . Also, university libraries such as those at Yale, Columbia, Harvard, and others located where Italians tended to settle will have collections on the Italian immigrant experience. Local histor­ ical society collections should also be checked. Conclusion This is by no means an exhaustive report on the many records one may search in connection with Italian emigration to the United States. Only the most commonly used sources revealing obvious immigration and naturalization data have been discussed. For details on availability of other sources such as v�tal �ecords, church records, cemetery and tombstone records, co�munity . h1stones, busmess records, land and tax records, etc., consult these two guides: The Researcher's Guide to American Genealogy, by VAL D. GREENWOOD' Baitimore, MD: Genealogica! Publishing Co., 1990 2 . The Source: A Guidebook o/ American Genealogy edited by A. EAKLE - ]. CERNY, Salt Lake City, UT: Ancestry Publishing, 1984 3 8.

38 This work is currently being revised under the editorship of Sandra Luebking and Loretto Szucs, to be published by Ancestry Publishing, Salt Lake City, UT, in 1996.

C'è uno stretto rapporto tra l'emigrazione dall'Europa agli Stati Uniti e la Società genealogica dell'Utah. Con lo storico esodo delle comunità mormoni, avvenuto verso la metà del secolo scorso, dagli Stati dell'Est americano alle diste­ se spopolate dell'Ovest allora quasi sconosciute, l'attività missionaria in Europa della Chiesa mormone produsse un notevole flusso migratorio di nuovi convertiti verso quei territori, divenuti più tardi lo Stato dell'Utah, dove c'era adito alla speranza che le opere della fede mormone non sarebbero state ostacolate. Tra queste opere c'era, come c'è tuttora, la ricerca genealogica dei propri antenati. Nel caso della ricerca genealogica tuttavia, l'isolamento, più che risolvere problemi, ne creò, e dal momento che il progresso dell'uomo avviene in pro­ porzione ai problemi che gli stanno davanti, la comunità mormone si organizzò e con il tempo diede vita a questa Società. La copiatura dei documenti di interesse genealogico sparsi in tutto il mondo mediante carta e penna non avrebbe portato la Società lontano, sia per la len­ tezza del lavoro che per il volume del materiale cartaceo prodotto. Infatti, fu l'introduzione della tecnologia micrografica agli inizi degli anni Quaranta che permise alla Società di divenire quello che essa è oggi. La duplicazione di quasi 5.000.000.000 di pagine può senz'altro essere moti­ vo di grande soddisfazione per la Società e i suoi estimatori, tuttavia il saper gestire questa mole di dati in maniera capillare tale da non lasciar nulla di inu­ tilizzato è motivo per la Società di ancor più grande soddisfazione. Il fenomeno emigratorio riferito in precedenza ha solamente sfiorato l'Italia, ma ciò non toglie che l'emigrazione da questo Paese agli Stati Uniti sia stata massiccia e che come tale abbia influito notevolmente sulla mole di attività della Società genealogica dell'Utah sia per quanto riguarda la duplicazione dei documenti che per il volume del servizio offerto presso i suoi centri di consul­ tazione, in particolare la "Family History Library" di Salt Lake City.


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In questo centro genealogico, fiore all'occhiello della Società, è possibile con­ sultare contemporaneamente una varietà di documenti i cui originali si trovano disseminati in archivi spesso distanti uno dall'altro e non sempre accessibili per quanto riguarda la disponibilità del ricercatore. Se questo ricercatore, uno qual­ siasi, magari italiano, si presentasse alla "Family History Library" di Salt Lak:e Ci­ ty e, senza esperienza, volesse ottenere dati relativi alla presenza negli Stati Uniti di un suo antenato emigrato dall'Italia, un membro del personale della "Library" addetto al settore italiano spiegherebbe a questo visitatore che dal momento del­ l'imbarco in Italia del suo antenato a quello della sua dipartita da questa terra sono stati redatti documenti che rappresentano una traccia visibile della sua esi­ stenza. Ha il visitatore intenzione di iniziare la sua ricerca all'istante? ll materiale necessario può essere messo a sua disposizione nel giro di alcuni minuti.

1 10 1

La naturalizzazione e le Dopo tre anni di permanenza negli Stati Uniti, l'immigrato pote�a inizia: mol­ to per pratiche per ottenere l� cit�adin��za statu�itense. Il m�de�o appos1 presenta­ la Dopo . on Intentl of atlon . trare questa richiesta s1 ch1ama Declar var�are. poteva attesa di tempo il ione, intenz di azione dichiar questa di zione alla concl�s10n.e Di solito passavano cinque anni dal giorno del fatidico sbarco a nuo�a clttadl­ � della pratica di naturalizzazione. Molti italiani non ce:carono patna appena nanza. I loro legami con l'Italia li spingevano a voler rltornare m � �rasc�rre� con , vi Tutt aria. necess denaro � � veniva messa da parte la somma di 1mm1grat1 q_uestl d1 h1 parecc casi, re del tempo e l'arrivo dei familiari in molti . ne. hzzazw natura loro decisero di portare a conclusione le formalità per la

La traversata atlantica

La proprietà immobiliare

Quando l'emigrante lasciava la sua terra natia, la sua presenza a bordo veni­ va registrata una o più volte prima di raggiungere le coste della sua destinazio­ ne. Queste liste dei passeggeri ("Passenger Lists") furono introdotte per il con­ trollo amministrativo di milioni di immigranti negli Stati Uniti già nel 1620 e rimasero in vigore fino al 1945. Il loro contenuto varia nel senso che alcune di esse indicavano solamente il nome dell'emigrante, il suo luogo d'origine, la sua destinazione e il nome della nave; altre anche quando e da dove l'emigrante era partito, la sua residenza più recente, il nome di eventuali parenti negli Stati Uniti, le sue malattie e la sua situazione finanziaria.

etario Diventato un cittadino statunitense, l'immigrato poteva essere propri pro­ il dove indica ) di immobili. La relativa documentazione (''Land Records" �.ro­ lla de a prietario abitava, il suo stato di benessere e, nel c�so d'ella. vendit . 1 re 1m­ prietà, il nome dell'acquirente. Questa documentaziOne e utile per segu� il nome migrato nei suoi trasferimenti e per il fatto che a volte compare pure dei familiari.

La nuova parrocchia

. :,i

The Genealogica! Society ofUtah: la ricerca degli antenati italiani

Vittorio Favaretto

Non è difficile immaginare cosa possa aver rappresentato per l'immigrato, spesso solo e spaesato al primo contatto con una cultura estranea, la sua Chie­ sa. In quell'ambiente l'immigrato parlava la sua lingua, stringeva nuove amici­ zie e ricreava quell'atmosfera paesana che spesso allontanava quel senso di soli­ tudine e malinconia. In quella stessa parrocchia, o in un'altra simile, si sarebbe probabilmente sposato, i suoi figli sarebbero stati battezzati e, a tempo debito, sarebbe stato seppellito. Il tutto puntualmente registrato in una maniera simile a quella di casa sua ( "Parish Registers" ). Interessanti sono anche quei docu­ menti particolari relativi alla legittimità dell'unione a venire dei fidanzati ("Fede di Nascita") rilasciati dalla parrocchia di origine e spediti oltremare.

Il voto

e il Diventato un cittadino statunitense, l'immigrato aveva acquisito il diritto ca identifi ") ration Regist ng dovere di votare. La relativa documentazione ("Voti l'immigrato con la data di nascita e la residenza. Il censimento

Il governo federale statunitense censiva la popolazione ogni dieci anni: � al censimento del 1850 in poi veniva registrato ogni membro de� grupp? fa�il1ar� ivi presente in quel momento. Dal 1850 in poi, ciascun cens� ento �nd1cava � nome l'età e il luogo di nascita dell'individuo. Dal 1 880 v1 era r1p� rtat? il ' luogo di nascita dei suoi genitori, e nel 1900 se l'in� ividuo era u� clttadmo naturalizzato. Il censimento federale del 1890 fu quas1 totalmente d1strutto da


1 102

Vittorio Favaretto

un incendio. I censimenti del l880, 1900, 1910 e 1920 hanno acquisito un indi­ ce speciale chiamato "Soundex" che indica le varianti ortografiche dei nomi. Questo indice ha un grado di completezza che varia. Per esempio, nel caso del censimento del 1880, l'indice elenca solamente quei gruppi familiari con bam­ bini dall'età massima di dieci anni. L'indice del censimento del l910 è limitato ad un certo numero di Stati. I censimenti federali statunitensi sono particolar­ mente utili per determinare la composizione di un dato gruppo familiare e dove il medesimo risiedeva in un dato momento. Esistono pure censimenti propri di alcuni stati con informazioni che variano.

r TAPPER MYRON MOMRYK - LAWRENCE

nal Archival sources /or the study o/ Italia n Canadians at the Natio Archives o/ Canada

La confraternita L'immigrato italiano, quale membro di un gruppo di minoranza molto attivo e ben ?efinito, aveva la possibilità di far parte di un'associazione di compatrioti dove d suo nome e la natura del suo contributo sarebbero eventualmente apparsi nei registri della medesima.

Indice genealogico internazionale In questo caso non si tratta più di un duplicato di documenti bensì di un indice di accesso a quasi 200 milioni di nomi provenienti da ogni parte del mondo. Oltre ai nomi, qui compaiono le date degli eventi e i relativi luoghi. Esso indica pure in codice come i dati in questione sono pervenuti alla Società. Questo indice può essere utile per localizzare un nome, o identificare un individuo, in una particolare località in un dato periodo. Il personale della "Family History Library" interviene in media più di mille volte a voce e trecento volte per lettera all'anno in relazione alle richieste di aiuto da parte di ricercatori di origine italiana. In queste circostanze, vengono utilizzati circa 3 .500 microfilm, gran parte dei quali provenienti dall'Italia. Il medesimo personale assiste il visitatore anche nel corso della consultazione dei documenti, in particolare quando sorgono problemi di natura ortografica e lin­ guistica.

A. HISTORICAL INTRODUCTION proportions Although Italian emigration to Canada did not assume major a dose historical until the dosing years of the nineteenth centu ry, Italy has century. At the end association with Canada dating back as far as the fifteenth er trade route to short a g of that century, when European powers were seekin and explo re the ver the Orient, Italian navigators became the first to disco these was Giovanni eastern coast of what is now Canada. The most famous of Canada's Atlantic Caboto (John Cabot) who in 1497 sailed from England to y VII of England in coast. A citizen of Venice, Caboto was sponsored by Henr either Newfound ­ whose name he daimed the territory, believed to have been land or Cape Breton Island, where he landed. of exploration for In 1524, Giovanni da Verrazano made a similar voyage North Carolina, he Francis I of France. Landing on the shores of what is now , possibly as far as explored the coast for a considerable distance northward Cape Breton Island. the CarignanIn the seventeenth century, some of the Italian soldiers from supp ress the to ce Salie res regim ent , whic h has been sent to New Fran and dose River lieu Iroquois, gave up military careers to settle along the Riche soldiers who had ser­ to Montreal. Their example was later followed by Italian regiments in the ved with the de Meuron and de Watteville Swiss mercenary disbanded in were ents regim British army during the War of 1812 . When these e they set­ wher da, 1816, many of the Italian soldiers decided to remain in Cana rio. tled around Drummondville, Quebec, and in Southern Onta n origin. It was Italia of le peop 2000 t By the 1880's, Canda had only abou


1104

Myron Momryk - Lawrence Tapper

not until the late nineteenth century that Italians began to emigrate to the N ew Wo �ld in significant numbers. By then, Italy had become a unified state . Dunng this period, millions of peasants, particularly from the overpopulated south, opted for a new life in South America, the United States and Canada. Stea�ship agents and recruiters promoted the crossing to North America, . where 10tens1ve labour was needed and seasonal work was available on the building of the transcontinental railways, in mining and in industry. Some of the agents �nd recruiters used illegal and questionable methods to persuade . . Italian 1mm1grants to travel to Canada. These arrangements later created diffi­ . cultles for a few immigrants with the Canadian immigration authorities. It is estimated that in 1 904 there were between 6,000 and 8,000 labourers in Montreal alone. Between 1 900 and 1914 about 120,000 Italians arrived in Canada. As rail;vay work g �ve way to interurban and street railway development, mo�e Itahans �tayed 10 the cities. Others returned to Italy or moved to the Umted States 10 search of better opportunities. By the outbreak of the First World War, the migratory nature of Italian immigration to Canada began to change and mi� rants became immigrants. Instead of returning to Italy, young m�n sen� for w1ves or relatives and so the "chain migration" process of close­ . kmt families replaced recruitment as a reason for immigration. A�other 30,000 Italians arrived between 1914 an 1930 when immigration practlcally ceased because of the Depression. The extension of settlement meant that by the outbreak of the Second World War, most Canadian towns had an Italian population. In 193 1 there were 98, 1 73 � a� adians of Italian origin an d in 1 94 1 , the population was 1 12,625 const1tut10g 1.0 per cent of the total Canadian population. The fascist period in Italy and the Second World War were difficult for many Italian Canadians, although the vast majority maintained the best cultu­ ral values of the old country along with loyalty to Canada. A number of Italian Canadians were interned by the Canadian authorities and Italians were consi­ dered to be "enemy aliens". After the Second World War, Canada's need for workers soon overcame the residual hostility to former "enemy aliens " . Official Canadian government encou�agement combined with the tightening of immigration laws in other co�ntn�s and overpopulation in Italy produced a second great wave of ltalian em1grat1o� to Canada. Family chains, long interrupted, were renewed and spons�rsh1p of fr�ends and relatives grew rapidly. In 195 1 , there were 152,245 �anadtans o� ltahan origin, this figure growing to 450,35 1 in 1961 and 730,820 m 197 1. Itahan Canadians were 2 .5 per cent of the total Canadian population

ians at the Archival sources /or the study o/Italian Canad

National Archives o/ Canada

1 105

7 10,000 Canadians of Italian origin and in 1961 . In 1986 , there were almost another 297 ,000 of mix ed Italian origin. Ontario became the largest As a result of the large postwar influx, Toronto, in Montreal, Quebec had the "Italian" city in Canada. The Italian community . There are now Italian commu­ largest Italian population in Canada until 1945 town s. nities in most of the larger Canadian cities and ment in Canada was obser­ settle n ltalia ized In 1964 , the centenary of organ rating the local saints days and ved. Where once there was a tendency for celeb 12 is slowly replacing these other religious feasts, Columbus Day on October events as an Italian Canadian holiday. development of Canada The contributions made by Italian Canadians to the the vitality and energy of the range over a wide variety of fields, reflecting eciation of the arts. In the Italians, their capacity for hard work and their appr transformed from a frontier early years of this century, when Canada was being provided much of the nation to a modern industriai state, Italian Canadians spor tatio n syste ms and man ual labo ur that wen t into build ing the tran Italian labourers invol­ networks and other construction projects. Some of the successful construction ved in these projects later went on to found their own me Cana dian citiz ens, comp anies . Duri ng these year s, Italians have beco l and economie devesocia ica!, playing a major role in man y phases of the polit lopment of Canada. les, Mult icult urali sm [Fro m: The Canadian Fam ily Tree, Canada 's Peop us, Don Milis, Ontario, Directorate, Department of the Secretary of State, Corp ( 1979 ) ]

B. RESEARCH AT THE NATIONAL ARCHIVES OF CANADA nt department that The N ational Archives of Canada is a federai governme records of the federai serves as the national archival institution for historical rs of individuals and government and preserves documents and private pape d to the development of organizations of national interest that have contribute ives Prog ram of the Cana dian socie ty. Thro ugh the Mult icult ural Arch acquires and pre­ ives Manuscript division, begun in 1972 , the National Arch ficance relating to the serves for use by researchers records of national signi unity. individuals and associations in the Italian Canadian comm Wellington Street, 395 ing, Build Staff archivists at the National Archives


1 106

l,

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Ottawa, Onta rio, can be consu lted from 8:30 a.m. until 4:30 p.m. from Monday to Friday. The offìces are closed on offìcial governmen t bolidays. Tbe researcb room is open to registered researcbers every day from 7:00 a.m. until 1 1 :00 p.m. Researcbers are urged to contact tbe arcbivist respo nsible for speci­ fìc fonds prior to tbeir visit to tbe National Arcbives for inform ation regarding access to tbe fonds . Access to certain fonds requires writte n permission from tbe dono rs. Resea rcber s sboul d also note tbat porti ons of tbe Natio nal Arcbives boldings bave been microfìlmed and may be borro wed tbrougb tbe interlibrary loan program witbout visiting Ottawa. Information of particular interest to researcbers in Italian Canad ian bistory can be found among tbe boldings of tbe various divisions of tbe National Arcbives of Canada: Documentary Art and Pbotograpby, Carto grapbic and Audio-Visual Arcbives, Manuscript and Government Arcbi ves. Tbe National Library of Canada is a separate government depar tment loca­ ted in tbe same building as tbe National Arcbives of Canada. Here researcbers bave access to tbe Italian Canadian newspaper collection, tbe Italian music col­ lection and publications and periodicals containing inform ation on Italian Canadians. For information on Italian Canadian newspaper boldings at tbe National Library, researcbers are advised to consult tbe Cbeck list of Canadian Etbnic Serials, compiled by Rutb Bogusis et al., (Ottawa: Natio nal Library of Canada, 1981) . Tbis publication lists over 100 Italian Canad ian newspapers, journals, bulletins and otber serials publisbed in Canada and provid es informa­ don on tbe location of tbese periodicals in otber institutions.

Archival sources for the study o/Italian Canadians at the National Archives of Canada

RG2 - Privy Council Office

Tbe Privy Council Office assists tbe Privy counci� i? tbe transaction of . Cabinet business by drafting Orders in Councll, ass1st1?g tbe wo �k of tbe Prime Minister and coordinating tbe operations of tbe Cabmet Commlttees. RG 2, Series l (Orders in Council) Order in Council Number

997 1230 897 1080 2908 980 2567

C. GOVERNMENT ARCHIVES DIVISION Extensive documentation on Italians in Canada can be found among tbe official departmental records of tbe Government of Canada preserved by tbe Government Arcbives Divis ion. Tbe various recor d group s (RG) contain information pertaining to immigration in generai as well as to particular etbno­ cultural group s. Summary descriptions of tbese boldings are found in tbe publication, Genera! Guide Series: Government Archives Division, compiled by Cyntb ia Love ring, (Otta wa: 1 99 1 ) . Sever al findin g aids listin g sour­ ces of information regarding Italian Canadians in some of tbese records are available.

1 107

Subject

App't Judge J. Winchester, a Commissioner to enquire into statements that aliens are employed surveys etc. Grand Trunk Pacific Rlwy. Italian labourers in Montreal. App't Judge Winchester Return incapacitated Italian Soldiers to Canada. Each case can be subject of special enquiry Immigration regulation waived to permit entry to Canada of Caterina Lonecchia from ltaly N ationals of Italy no longer enemy aliens for immigration purposes Regulations waived to permit entry to Canada from Italy of 50 skilled terrazzo workers Regulations waived to permit entry of 57 Italian stone masons

Date o/ Con/ìrmation

23 May 1904 20 ]une 1904 12 April l918 2 ]une 1933 23 July 1947 l March 1949

23 May 1950

RG 2, Series 3 Subject

O. in C. Number

445

Russian & Italian immigrants in New York -Typhus fever

Date of Co�Jìrmation

19 Feb. 1892 9 Dee. 1 892

RG 2, Series 1 1 Vol.

5

No.

Subject

Date

11

Privy Council. Additional material, 1940. Loyaly pledge of the Order of Italo-Canadians and Italians of Montreal

1940


1 108

Archival sources for the study of Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

Myron Momryk - Lawrence Tapper

RG 2, Series 18 Vol.

14 17 45

File

Subject

0-24-1 Coo�eration with United Kingdom and Allies - Internees & Pr1soners N-10-3 National Status Naturalization Act, Status of Aliens' . refugees m Canada D-15-2 Treatment of enemy aliens & internees

Date

1940-1945 1942-1945 1940-1942

RG 6 - Secretary o/State

�f

This partment which was established at Confederation in 1867 has been r�� ponst e among other areas for the Custodian of Enemy Proper�y citizen s lp and naturalization, multiculturalism and the protection of minorit� rights . RG 6, A l

Subject

. . . Contains many telegrams on deportauon, lmprlsonment, naturalization ' etc ., . . m d'1V1' dual cases of Ital1ans.

R<? 6, E (Chief Press Censor, 1915- 1920) M1crofilm Ree! No. Vol.

T-26 T-27 T-85

Date

Subject

File

14 April 1893 22 Oct. 1900 7 May 1904 29 Dee. 187 1 8 Oct. 1908

da Italian Gov't asks number of Italians in Cana Anarchist Luigi Granotti ration Two naturalized Italian subjects - military deco Consular [?] of Italians in Canada Italian International Exhibition

Generai Secret. Mise. Cir. Telegram RG 7 , G 22

Subject

File

to administer militia affairs in The Department was established in 1 868 h oth er Dep artm ents to form the Can ada . In 1 922 it ama lgam ated wit Dep artment of N ational Defence. RG 9, II A 2

Subject

511 135 Italian reservists, movement of 513 141-15 Hermann Spolm, Censorship of the mails 596 269-1 13 Seventh Day Adventists, Publications of

Date

1915 1916 1918-1919

Vol.

19

File

Subject

nce of coun 1 1995 Memore: active militia called out in defe re-Italians, Hereford Railway

Date

try

1887

RG 13 - ]ustice

RG 6, F Subject

Italian organizations Generai 11 '

nial Office) RG 7 , G l (Despatches from the Colo

RG 9 - Militia and De/ence

RG 6, A 3 Vol.

and exercises ali Her Majesty's powers and authorities in Canada. He is assi­ sted by a Secretary who is responsible for the operations of Government House and also serves as the Governor General's policy advisor.

Subject

Italians dying intestate & leaving property in Canada

216

1 109

'

RG 7 - Governar General's Office The Governor Generai is the senior representative of the Crown in Canada

1 868 to serve as the official legal The Justice Department was created in supervise all legal matters under fede­ adviser to the federai government and to infractions of federal laws . rai jurisdiction including prosecutions for


1 1 10

Archival sources/or the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Vol.

RG 13, A 2 Vol.

File

Subject

116

748 Ludovoic Brunet of Quebec asks for permission to pro�ecute Michael Angelo C. Parente, an Italian subject, charged with attempt to murder 116 793 Arriva� �t �ontreal of Luigi Granotti, suspected of comph�Ity m the assassina don of King Humbert of Italy . 1 16 865 Extradltlon to Italy of Isidora Basso, alias Besso or �esson alias Maurizio , charged with being an accomplice m the murder of King Humbert of Italy 135 50 Dr. Joseph Campanile pleased to accept a judgeship 151 652 Request of R�yal Italian Consul, Montreal, for legislation to prot�ct emigra?ts depositing money with private bankers 151 7 1 1 �esoluu?n of Italians for appointment of an offìcer to mstruct Immigrants re use of concealed weapons 152 1 170 Recommending appointment of P. S.G. Giaina to Dom Police s:a�f to educate Italians not to carry concealed weapo�s, etc. . 197 1608 L�ugatwn of Italians with C.N. railway 223 1022 Right of Italians in Canadian Army as to settling on Canadian land 223 1027 Re�uest of Italians for passports for their families to emigrate to Canada 236 12 12 Por pass�ort to Maria Smaniotto of Arsie, Italy, to join husband m Alberta 246 377 If public sodalist meetings in Italian language may be held now 261 1661 !f Kar� Marx propaganda may be discussed in public m Itahan

Date

1900 n.d. n.d. 1905 1908

1 131 1 13 1 1 137 1 142 1 143 1 145 1 154 1 154 1 154 1 155 1 158

File

tr l l

Subject

44 Licastro, Genialo Wounding 929 C hion , CJ;i seppe Etadl, obstructing construction o nterco oma Railway 2781 Tino, Salvatore, blackmail 395 1 Pantaloni, Antonio - Intimidation 3987 Rossi, Giovanni - manslaughter 4951 Roc�o, Frank unlawful conspiracy 695 1 Ra�Ieri,. Joseph sending threatening letter 7126 Ceirallo, T. Riasing & unlawful assembly 7354 gelo, J?seph riotous destruction of property 7968 Bianca Gmseppe manslaughter 10382 Miccoli Vito murder

1 1 169 12730 14098 17427 27 134 28395 30490 30494 35638 35639 36334 53705 63433

Capelli, F. & Marano, Eugene - murder Monacelli, Dante - manslaughter Montigono, Onofrio - manslaughter Volerio, Andisio - possessing objectionable matters Areno, Sebastiano - murder Trimboli, Frank - manslaughter Miglo, Tony J. - manslaughter Parilla, Adam - manslaughter Rosono, Joseph - manslaughter Sinicropi, Giuseppe - manslaughter Gallo, Giuseppe - manslaughter Morelli, Tony - riot Fernatti, Pasquelle - attempted murder

Date

1916 1917 1918 1920 1921 1925 1926 1926 1928 1928 1929 1935- 1936 1940

n.d. n.d. 1915 1918 1918 1919 1920 192 1

RG 13, C 2 Vol.

1 161 1 163 1 167 1212 1235 1237 1240 1240 1246 1246 1247 1281 1283

Subject

File

1111

Date

1908 1908 1911 1912 1912 1913 1914 1914 1914 1915 1916

RG14 - Parliament The Canadian Parliament was established in 1 867 under the provisions of the British North America Act and consists of an appointed upper house, the Senate, and the House of Commons, elected by universal suffrage. Under the constitution, Parliament is vested with legislative power in Canada. RG 14, D 2 Session

1st Sess, 19th Part 6th, Sess, 2 1st Part 1st Sess, 72nd Part

Document

96C l la 13b

Subject

Order in Council requiring all ItaTians naturalized since 1929 to register Illegal immigration

Date

May-Nov 1940 Feb.-Nov. 1952

Amount spent on immigration facility England, Germany, France, Italy

RG18 - Royal Canadian Mounted Police The North West Mounted Police was established in 1873 to administer justi­ ) ce in the North-West Territories. The Royal Canadian Mounted Police (RCMP agree­ by and now administers the enforcement of all federal laws in Canada and ment enforces criminal and provincial laws in ali provinces except Quebec Ontario. The RCMP reports to Parliament through the Solicitor-General.


:��lft' ·J�-}.�;

1 1 12

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Archival sources for the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

RG 18, A l Vol.

File

Subject

93 2 15-94 Murder of an Italian near Grenfell 207 173-01 Stabbing affray between two ltalians at Honeyville 239 671-02 Maple Creek - crime reports [an alleged murder of seven persons witnessed by ltalian Figlio] 321 611-06 Ivine - strike of ltalians at 322 695-06 Cochrane, Alberta - shooting of two men by Italians at 343 602-07 Manton-trouble between CPR and its employees [Italians] 361 504-08 Shooting of two ltalians at Frank by another named Angelo Monti 453 24 Italian Consul, Montreal, letter to, re murder of D'Anna, Bruno 5 12 325 ltalian Co-operative Associadon; Coleman, Alberta; importation of alien labour by 545 52 Eureka Creek, Yukon Territory, Giovanni Manzini, an ltalian, found dead on

Date

1874 1901 1902 1906 1906 1907 1908

File

1605

Part

133

5

Subject

Strike by Italian labourers employed by the C.P.R. at Manton, Alberta

RG 19 ' E 2 (b) Subject

File

Vol.

Italian consul Halifax, Nova Scotia, re money deposited at Victoria, B .'c . Saving Bank by Giovanni B. Da Giani 3234 14057 Re One Luigi Zarossi, an Italian carrying on a banking business in Montreal 3283 16299 Re Banca Italiana, Vancouver, B.C. 3283 16299A Re improper anldng system among Italian popul�tion, , Montreal "Banco di Napoli" and "Banco Internauonale ' 3070 485 1

Date

1890 1906 1912 1910-1916

RG 19 E 2c '

1914

Vol.

Subject

File

Date

544 135-7 Transmission of money to people in enemy territory [relief to people in enemy territory-ltalians, French who are naturalized Canadians] 544 135-8 Treatment of enemy aliens & enemy alien property [re Italians, etc.] 544 135-8-3 Alien enemy bank accounts, properties [various claims of Italians, etc.]

1907

RG 19 ' E 2 f

1916 1918

RG 18, B l Vol.

1 1 13

[There are other files re strikes in various mines, etc . in this series which may contain references to ltalians .]

Subject

Vol.

Italy, 1940 [includes applications from I�alians and Swiss for permission to make payments to people m Italy]

3433

Date

193 9-194 1 1940-194 1 1932-1952

Date

1940

RG19 - Finance This Department was created in 1869 although its origins pre-date Confede­ ration. The basic function of the Finance Department is to assist the federai government in deciding upon and implementing financial and other economie policies or measures that best accomplish its major financial objectives. RG 19, D 6 (h) Vol.

Page

2582 437

Subject

Re deposit of Giovani Battista Da Giana in the Victoria, B.C. Savings Bank 2583 135-37 Re Supplementary Letters Patent for "the Sicily Asphaltum &167 Paving Company" &182

Date

1850

RG24 National De/ence -

The Department of National Defence (DND) is responsible far the c?ntrol and management of the Canadian Armed Forces and ali matters relatmg to national defence. RG 24, C l Vol.

File

439 HQ54-21-l-124 769 HQ54-21-6-156

1890

Subject

Enquiry from Consul Generai of Italy re: number of Italians in Canadian Expeditionary Force Transportation for Italians resident in Canada who desire to return to Italy

Date

1918-1919 1919


1 1 14

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Archiva! sources /or the study of Italian Canadians at the Nationa! Archives o/ Canada

RG 24 C l (FA 14) Part l Ree!

File

C- 1163 9 S710-234 C-1 1639 TS7 12-234 C-11641 S73 1-234 C-5088 HQS 6669 C-5094 HQS 7346-4 C-5369 HQS 7236-0-10 C-8340 HQS 7352

RG 25 Subject

Italy - Reports, Generai Reports from Embassy and Legation - Italy Foreign Offìce Reports on Italy Anglo.Italian Relations Termination or Revival of pre-war Treaties with Italy Policy Matters, Italians Italian Activity in Canada

Date

1947-1950 1947-1949 1948-1949 1936-1943 1938-1943 1943-1947 1938-1940

RG 24 C5 Directorate of Internment Operations Vol.

File

Subject

6576 1- 1-6 Policy, Canadians, re: Treatment of Italian Prisoners 6577 1-2-10 Employment of Italian P/W's on sugar beet farms 1 1248 9-2-1 Consular - Italian, Genera! 11248 9-2-2 Consular - Italian, re: Consular visits to Camp s 1248 9-2-3 Consular - Italian - Prisoners Complaints 11252 10-3-4 Reports on Italian Camp Collective

Vol.

3034 3038

File

1012-5-27 1 182- 146/20 1 188-146/20

Subject

Policy re: recruiting Germans, Russians and Italians in Royal Canadian Navy Censorship, mail, Italians Consorship, publications & press releases, Italy

Vol.

File

1999 953 1808 384 1999 1279

Date

Subject

193 1- 1942 1937-1939

Fascist movement in Canada Italian British Relations . . Weekly summary of Communist and fascist orgamzatlons in Canada from RCMP

RG 25, A l

1939-1950

Date

Subject

26 Oct. 1886

Spanish & Italian immigration Date

1940-1942 1942- 1944 1940-1942 1940- 1942 1940-1941 1941- 1942

RG 24, D l 381 1

1 1 15

Date

1939-1942 n. d. n. d.

RG 25 - Department ofExternal Af!airs The main function of External Affairs, established in 1909, is the p rotec­ tion and advancement of Canadian interests abroad. The Dep artment sup er­ vises relations between Canada and other countries and Canadian p artici­ p ation in international organizations. It p rovides for Canadian re resenta­ p tion in foreign countries, negotiates treaties and agree ments and collec ts inform ation regarding developments likely to affect Canadian international relations.

RG 25, A 2 Vol.

Subject

File

183 C18/5 Scheme for settlement of Italian emigrants in Manitoba 186 C19/49 Steamship rates and visas for emigrants from Italy 286 C-9-52 Italians, repatriation from Canada

Date

192 1 1922-1924 1919

RG 25, A 2 Ree!

Vol.

File

T-1750 727

81

T-1809 805

567

681 T- 1809 805 569 T-1809 805 T-1809 1442 10-26 T-1809 1465 124-26 T- 1809 1468 245-26 T-1809 1486 172-27 T-1809 1488 193-27 T-1809 1495 524-27

File Title

Italian Consul General's controversia! address to Italians at Ottawa Italy Political and Economica! Situation Diplomatic relations with Canada Italian Diplomats in Canada Italian immigration to Canada British Passports obtained by Italians by fraud Agreement with Italy regulating professional practice of medicai practitioners Imports from Italy for Canada - Treatment of Customs Permission for Col. F. De Pinedo, Italian aviator to fly over Canada Italian Emigration, 1926 Activities of Italian Communists. in Cana?a (The Consul-General of Italy asks for mf�.rmauon a?o�� several "dangerous" anarchists and Commumsts ) _

Date

1935 1926-1942 1940- 194 1 1924-1927 1926 1925-1940 1926-1928 1927 1927 1927-1929


1 1 16 Vol.

Ree!

,

!

,

ians at the National Archives o/ Canada Archival sources for the study o/Italian Canad

Myron Momryk - Lawrence Tapper File

Date

File Title

T-1809 1504 10-G-28 Italy-Passport regulations T-1809 1505 26-F-28 Jurisdiction ot Italian Consulate Genera! in Ottawa and Consul in Montreal; Appointment of Vice Consuls at Toronto, Winnipeg and Vancouver T-1809 1514 348-28 Italian Airship Expedition to North Pole T- 1809 1522 791 Extradition from Italy of M. Masi and M. Trotta T-1809 1532 72-L Identity certificate for Italian aviators in lieu of passports T-1809 1539 181 Settlement of Roman question between Italy and Pope T-1809 1549 737 Extradition Treaty with !taly - proposals T-1809 1602 532-C Italian Syndical Corporative State .(Foreign Office Print Only) T-1809 16 15 53BN Italian Air Cruise over Canada (File deals with flight to Chicago of 24 Italian Seaplanes) T-1809 1626 450 Double Taxation exemption agreement with Italy T-1809 1685 60-AJ Return to Italy of A. Bonfantis T-1809 1696 170 Italian foreign trade T-1809 1722 927-D Claims against Italy re monies impounded in Italy T-1809 1723 927-F Canadian Trade with Italy-Reports T-1809 1745 357 Complaint of Italian Consul Generai re paper «La Voce Operaia» T-1809 1748 569 Italian Exchange Control and Economie Situation T-1809 1749 612 Complaint against Italian Vice-Consul in Vancouver T-1809 175 1 752 Demonstrations against Italian consulates in Canada T-1809 1751 801 Demonstrations in Italy against the British T-1809 1762 42-J Extradition to Italy of G. Gassisi

1928 1928-1933 1928 1928 193 0 193 0 1929- 1934 193 1 1932-1934 1932-1933 1934 1933-1935

7 7 7 32

6 7 8 l

57

2

97

2

File Title

File

Commerciai relations between Italy and Canada Generai file at 101 17-AJ-40 Information activities of the Canadian Mission Rome - reports 9264-40

Date

1957-1962 1956- 1960

Finding Aid 25-5 , pt-19 , Accession 86-87/414 Box Vol.

File Title

File

1 1320-40 Communism in Italy 101 2 r G. Gronchi, President 122 1-FP 1 1562-70-40 Visit to Canada of Signo of Italy Segni, Prime Minister 127 l 1 1562-1 18-40 Visit to Canada of Signor of Italy Request for an Italian Trade Commis�ioner's 1 1729-40 l 137 Office in Toronto and proposed appomtment of D.A. V. Giaroli as Trade Commissioner

Date

1955-1963 1955-1956 1959-1960 1955

RG 25 Series A3b Accession 1990-91/001 1936-1937 1935 1936- 1939 1935-1936 1935 1935-1936 1936-1937 ·

RG 25, Series A-3b Accession 1 986/87/360 (1955-63) Finding Aid 25-5, pt. 18 Box Vol.

Box Vol.

1 1 17

File

File Title

Date

7543-40 7453-40 7453-40 8600- 1-40

Politica! situation in Italy Politica! situation in Italy Politica! situation in Italy Requests for opening of new Consular offices in Canada by foreign countries - Italy

1955-1957 1958-1959 1959-1962 1955-1963

Box Vol.

File

File Title

Date

1960-1963 Italy-Canada Air Relations 72-AMP-40 22 3 y polic , lation Regu da Immigration to Cana 232-40 29 15 1960-1962 and procedure y polic , lation Regu Immigration to Cana da 232-40 29 16 1962 and procedure y polic , lation Immigration to Canada - Regu 232-40 29 7-FP 1963 and procedure Sudul, Complaints against Italian Vice Cons 5193 -F-40 83 l 1960-1963 bury, Ontario (Dr. E. Taverna) 1962-1963 Politica! situation in Italy 7453-40 161 9 1960-1963 Italian foreign policy 7453-A-40 162 2 countries in Canada 409 l 15000-J-24-14-40 Representation of other 1962-1963 Italy - in Toronto countries in Canada 409 l 15000-J-24-17 -40 Representation of other 1962 rio Onta Italy - in Fort William,


1 1 18 Box Vol.

409

Archival sources/or the study ofItalian Canadians at the,National Archives of Canada

Myron Momryk - Lawrence Tapper File

l

409

l

409

l

409

l

411 411

l l

File Title

Date

15000-}-24-1 8-40 Representation of other countries in Canada 1'962 Italy - in Timmins, Ontario 15000-J-24-19-40 Representation of other countries in Canada 1962 Italy - in Sault Ste. Marie, Ontario 15000-}-24-2 1-40 Representation of other countries in Canada 1962 Italy - in Windsor, Ontario 15000-J-24-22-40 Representation of other countries in Canada 1962 Italy - In Niagara Falls, Ontario 15001-}-22-40 Italy - Heads of Post 1962 15001-}-22-1-40 Italy - Politica! Advisors 1962-1963

Finding Aid 25-2, Part 22, Accession 1989-90/292 Box

Vol.

File

File Title

Date

38 F.P. only 4697-G-240 Implementation of the Peace Treaty with Italy 61 l 7453-D-40 Italy - Foreign Service 1951-1963 l 61 7453-E-40 Monthly reports from the Canadian Embassy, 1952 Rome on developments in Italy l 61 7453-F-40 Italy - Agriculture in Italy 1952-1962 110 F. P. only 12216-A}-40 Extradition between Canada and Italy RG 25 Series A 3C (1963 Series) Accession 1980-81/022 - F:inding Aid 25-6 Part 1

l

l l !

Box

Vol.

2517

l

32 32

l 2

File

File Title

Date

22-9-2-ltaly Diplomatic Representation - Canadian Representatives Abroad - Consular Offìces - Italy 1963- 1970 20-ltaly-9 Politica! Affairs-Visits-Italy 1965- 1967 20-ltaly-9 Politica! Affairs - Visits - Italy 1967-1969

RG 25 Series A 3 d (Small "s" series) Accession 1989-90/029 27 28

21-A-(s) 2 1-G-l (s)

l l

l '

Part

l l

File

File Title

20-5-3-BA Ita/1 Country Program: Italy 20-5-3-BA-Ita/2 Country Program: Italy

Date

1972-1976 1977- 1978

1942-1953

Morale in Italy Economie and Financial Aspects of the Peace Treaty with Italy

1945-1948

RG 25 , A 6 Vol.

File

Part

407

M/207

2

407

M-207

3

Date

Subject

Immigration [corr. with, C.P.R. re Italian immigration, etc.] Immigration [re Immigration from Italy, etc.]

1923-1924 1923-1924

RG 25 Series E-la-Canada House Vol.

12 14 42

Date

File Title

Immigration Policy, Southern Europeans Spanish and Italian immigration Publications for Italian Government

27 June, 1885 29 October, 1885 30 November, 1886

RG 25 Series B-1 b Vol.

File

183 286

C/8/5 P-9-50

File Title

Scheme for settlement of Italian Emigrants in Manitoba Italians-Repatriation from Canada

RG 25 Series A 3C (1963 Series) Accession 1 980-81/022 - Finding Aid 25-6 Part l Vol.

Date

File Title

File

Box Vol.

RG 25 F6(b).

3519 3519

1 1 19

File Title

Italy

Date

192 1 1919


!

l

l "' '

1 120

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Archival sources /or tbe study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

RG 25 C-3 Treaties Ree!

File

M-837

148

M-845 M-845

13 1 133

M-845 M-845

135 136

File

Vol. File Title

Peace (Italy) - Treaty between the Allied and assodateci powers of the one part and Italy of the other part Italy - Air Agreement Italy - Convention regarding legal proceedings in dvil and commercia! matters Italy - Cultural Agreement Italy - Air Services Agreement

Date

1947 193 1 1935 1954 1960

2779-90 621-EX-40 (Vol. l) Payments by Italian government to Italian nationals interned in Canada and their dependents 2780-90 62 1-FJ-40 (Vol. l ) Educational facilities for Italian Prisoners of War in Canada

Vol.

File

File Title

2220 99-01-AJ-40 (Vol. l) CBC/IS (International Service) transcription, Services to Italy 2220 1 1747-K-40 (Vol. l) CBC/IS, Italian Language Section, Correspondence and Scripts 1 1747-K-1-40 2220 CBC/IS Italian Service-Weekly Program Reports 2396 564-40 Activities of ltalian Trawlers off grand Banks of Newfoundland 241 1 102-AUW-40 Reports re: Activities of Italians in Canada 10463-Q-40 Annual review of politica! and other events in 2492 Italy compiled by Canadian Ambassador-Rome

Date

1946-1961 1953-1956 1955-1958 1940 1943-1963 1948-1963

Vol.

2752

File

545-90

File Title

Date

Enlistment of Italians in Canadian Armed 1940 Forces 2774-90 62 1-CE-40 (Vol. l) Letters and complaints from Italian prisoners of war and dvilian internees addressed to re1942-1943 presentative of the Argentine Government 2774-90 621-CE-40 (Vol. 2) Letters and complaints from Italian prisoners of war and civilian internees addressed to re1943- 1944 presentative of the Argentine Government 2779-90 62 1-EN-40 (Vol.l) Return to Great Britain Italian civilian 1942 internees transferred to Canada

1943-1944 1943

File

File Title

Date

1943-1944 Status of Italian Prisoners of War 1944-1945 Status of Italian Prisoners of War 1940 Statistics of Italian population of Canada Arrest of L. Ricciardelli, E. Goggio, 1940 G. Speropani 2796-32 7 15-F-7-40 (Vol. l) Extension of Canadian conscription laws to enemy aliens (other thanJapanese) - discussions 1943-1945 2799-32 773-J-40 (Vol. l) Treatment of Italians in Canada - general file 1942-1943 2823-90 1285-40 (Vol. l) Transfer to Canada of Italian merchant seamen 1940- 1943 interned in Newfoundland

2782-90 62 1-HU-40 (Vol. l) 2782-90 62 1-HU-40 (Vol. 2) 2788-90 689-40 (Vol. l) 2788-90 699-40 (Vol. l)

Finding Aid 25-5 , Part 7 Vol.

2857 RG 25 Accession 83 -84/233 Finding Aid 25-5-Part 6

Date

RG 25 Accession 83-84/233 Finding Aid 25-5 Part 6 Vol.

RG 25 G2 Accession 7 1/690

File Title

1 12 1

2857 2859 2897

File

File Title

Italian prisoners of war and civilian internees in Canada - situation re: 1643-A-40 (Vol. l) Status of Italian merchant seamen 1692-40 (Vol. l) Free Italian Movement - general file 2295-BE-40 (Vol. l) Unrra activities in ltaly

Date

1643-40 (Vol. l)

1941-1945 1943-1945 1941- 1945 1944-1947

Finding Aid 25-5, Part 7 Box

203 211

Vol.

File

l

3542-40 3799-40

l

File Title

Date

1940-1942 Employment of enemy aliens in Canada Postal censorship reports on Italian language 1940- 1942 newspapers published in US


1 122

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Finding Aid 25-5, Part 7 Box

238 254

Vol. l l

276

l

276

l

277 277 282 282 294

l

297 303 3 16 330

l

l

l

l l l l

l

File

Box File Title

4697 -G-2-40 Implementation of Peace Treaty with Italy 5 176-40 Reports re: Italian newspaper in Canada «La Vittoria» 557 1-40 Free Italian Movements - Policy and general organization 5576-40 Free italian Movements - Vittoria Group (Canada) 6501-40 Surrender of Italy 5612-40 Mail service to liberated Italy and Sicily 5844-40 Canadian correspondents in Italy 5847-40 Italian declaration of War on Germany 6185-40 Wheat and food supplies for Army distribution in Italy 6373-40 Relief for Italy 6788-40 Labour situation in Italy; revival of Trade Union institutions in Italy 7453-40 Politica! situation in Italy 9676-40 Diplomatic relations between Italy and Canada - general file

Date

1943- 1948 1943-1944 1943 1942-1944 1943 -1945 1943- 1949 1943 1943 1943-1944 1944-1949 1944-1963 1944- 1948 1944-1949

RG 25 Series A3b, Accession 84-85/019 Box

Vol.

3 23 102 103 191

10-DA-40 l 72-AKD-40 l 4697 -G-2-40 2-FP 4697 -G-2-40 l 7350-N-40

192 192 244 294 294

l

2 3 l

1-FP l

File

File Title

294 341 408

Date

1947 Italy - Passports and visa regulations Civil aviation in Italy - general file 1946-1963 Implementation of the Peace Treaty with Italy 1943-1948 Implementation of the Peace Treaty with Italy 1948-1955 Relaxation of trading with the enemy 1945-1947 regulations with respects to Italy 7453-40 Politica! situation in Italy 1948- 1949 7453-40 Politica! situation in Italy 1949- 195 1 8615-40 Peace Treaty with Italy - protests and 1946 resolutions by various persons 9264-40 Commercia! relations between Italy and Canada 1946-1957 9264-A-40 Commercia! Agreement between Italy and Canada; most favoured nation treatment (post war) 1947-1948

408

Vol.

File Title

File

9264-B-40 Wheat for Italy from Canada 1-FP 9908-A}-40 Visitors to Canada from Italy l 12214-AR-40 Procedure re: Service of Documents, Taking of Evidence, Letters of Request and Rogatory Commissions in Canada and Italy 122 16-AJ-40 Extradition Procedure, Convention Treaty l and Agreement between Canada and Italy l

1 123

Date

1946-1949 1947- 195 1 1949- 1963 1947-1963

RG 25 Series A3b (1940 Series) Box

16 17 62

Vol.

File

File Title

Date

2-FP 4697 -G-2-40 Implementadon of the Peace Treaty with Italy 1948-1955 232-AF-1 -40 Italian Immigration to Canada - Travel Bureau l Activities of (2) cases of allegedly fraudulent 1950- 1963 dealings in Immigration applications 1947-1963 l 122 16-A}-40 Extradition between Canada and Italy

RG 25 Series A3b (1940 Series) (Central Registry) Accession 1984-85/150 Box

62 98 98 98 98 98 13 1 2 14

Vol. l

4 5 l l

l

2 l

File

5872-AJ-40 7453-40 7453-40 7453-A-40 7453-B-40 7453 -J-40 935 1-40 1 1320-40

File Title

Press in Italy; reports Politica! situation in Italy Politica! situation in Italy Italian foreign policy Italy - disasters Religious discrimination in Italy Economie and fìnancial situation in Italy (post war) - general file Communism in Italy

Date

1950-1962 1952-1955 1953-1955 195 1-1960 1951-1954 1953 - 1959 195 1 -1957 1950-1955

Finding Aid 25-5, Part 16, RG 25 A3b Accession 1986-87/160 Box

3 9 9 19 1 10

Vol. l

l l

l

l

File

48-GW-40 72-AMP-40 72-AMX-40 939-F-2-40 9803-23-40

File Title

Date

1950- 1954 Canada/Italy, Customs Arrangements 1950-1958 Italy-Canada, Air Relations Air Transportation of Immigrants-General File 1950-1956 1953 Italy - Departmental Immigration Policy 1953-1963 Canada-Italy Double Taxation Agreement


1 124

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Box

Vol.

1 16 170

l l

File

File Title

1 1563-S-4-40 Visit of Prime Minister abroad - Italy 1 1813 -40 Canada-Italy Shipping Agreement

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives of Canada Date

1953-1954 1953-1961

1 125

ted practices by the Government of Canada, sponsored technical education, en couraged workplace s afety and operated a women's bure au . The Department also published the Labour Gazette which contained statistica! iuformation on industry, manpower and employment.

Finding Aid 25-5, Part 17 Accession 86-87/3 3 6 Box

Vol.

21 33

2 2

File

Fzle Title

Date

72-AMP-40 Italy-Canada, Air Relations 1959-1960 232-AF-40 Immigration and entry to Canada from Italy 1955-1963

RG 26 - Citizenship and immigration The actual operational records of the Immigration Branch have been preser­ ved in RG 7 6, the records of the larger Departments of Immigration an d Colonization, 19 17- 1936, and Citizenship and Immigration, 1949- 1966, are preserved in RG 26. These records relate not only to immigration but also to other responsibilities of these departments. RG 26

RG 27 Vol.

File

287 289 289 289 290 290 290 290 290 999 999

1-26-33 1-26-52- 1 1-26-52-2 1-26-52-2-2 1-26-52-3 1-26-52-4 1-26-52-5 1-26-57-2 1-26-58-2 2-1 14-6 2-114-20

Part

1-4 1-3 1-2 1-2

l

Subject

Date

Polish ex-servicemen with Italian wives 1948-1950 Immigrants from Italy 1949-1950 Italian immigrants, farm wv�kers 1949-1959 Italian immigrants, farm workers (placement problems) 195 1 Italian immigrants, miners 1950-1952 Italian immigrants, domestics 1949-1953 Italian immigrants, skilled workers 1950- 1955 Argentina, Italian immigration 1950-1952 Venezuela, Italian immigration 1950- 1954 Employment of released Italian internees 1943 Aliens, Italians 1943-1945

RG 27 M3 International Affairs Branch; Labour Attache Reports Finding Aid 27-43

Vol.

File

128 147

3-33-18 3-41-26

Part

1&2

Subject

Immigration from Italy Admission of 400 farm workers from Italy [for employment in Province of Quebec]

Date

File

1948-1965

9-36-1 1

1950- 1952

RG 26 El Series A 5d - Divisional Records - Library Microfilm Ree!

C-7761 C-776

File Name

Italy Italy

File Title

Immigration Policy-Italy

RG 27 N l National Selective Service; Centrai Registry Files Vol.

File Title

File

998

2-1 14-6

999

2-1 14-20

Date

National Selective Service, Employment of Released Italian Internees 1943 1943-1945 National Selective Service, Aliens, Italians

RG 27 N2 National Selective Service Finding Aid 27-46

RG 27 - Department o/Labour From 1909, the Department of Labour has overseen working conditions, promoted consultation through joint labour-management committees, regula-

Vol.

3022

File Title

Imp. Document no. 38 Readmission from Italy OtPersons of Italian race horn in Canada who served in the Italian Forces during the World War II

Date

1949


r - ··_i�.

Myron Momryk - Lawrence Tapper

1 12 6 Vol.

File Title

3022 3022

Imp. Document no. 45 Admission of Enemy Aliens Imp. Document no. 9 Admission to Canada of Persons who have served in Enemy Forces during the War Imp. Document no. 12 Admission to Canada of persons who have served in enemy forces during the war

3028

Date

1949 1947

Vol.

File

289 290 290 290 290 290 290

File Title

Immigrants from Itaiy (Generai) Immigrants from Itaiy Immigrants from Itaiy Immigrants from Itaiy Italian Immigrants - Farm Workers Italian Immigrants - Farm Workers Italian Immigrants - Farm Workers Italian Immigrants - Farm Workers (Piacement Probiems) 1 -26-52-2-2 (Vol. 2) Italian Immigrants - Farm Workers (Piacement Probiems) 1-26-52-3 Italian Immigrants - Miners 1-26-52-4 Italian Immigrants - Domestics 1-26-52-5 (Vol. l ) Italian Immigrants - Skilled workers 1-26-52-5 (Vol. 2) Italian Immigrants - Skilied workers 1-26-57-2 Argentina - Italian immigration 1-26-58-2 Venezuela - Italian immigration

1 127

RG 30 (Devlin Papers) Vol.

File

563 1

5 148-1

5687

G5 175

5698

H-5 175

5708

J-5175

1947

RG 27 Q l Immigration and Farm Piacement Branch, Centrai Registry Files Finding Aid 27-52

1-26-52-1 289 289 1-26-52-1-(Vol. 2) 289 1-26-52-1 (Vol. 3) 289 1-26-52- 1 (Vol. 4) 289 1-26-52-2 (Vol. l ) 289 1-26-52-2 (Vol. 2) 289 1-26-52-2 (Vol. 3) 289 1-26-52-2-2 (Vol. l )

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

Subject

Date

Italian immigration 1926-1928-correspondence re: reguiations imposed by Italian Gov. on emigrants 1926-1928 limited to them with immediate family in Canada Italian immigration - piacement of families, lists prospective nominees in Itaiy (aiso Istrian immigrants) 1957-1958 Italian immigration - recruiting from Itaiy; C.N.R. 1958 track workers agreement 1959 Italian immigration - distribution of circuiars

Date

1949-1950 1950- 1951 1951- 1952 1952-1956 1948-195 1 195 1 1952-1959 195 1 1951- 1952 1950-1952 1949- 1953 1950- 1952 1952-1955 1950-1952 1950-195 1

RG 33 - Royal Commissions The records of federai government Royal Commissions include exhibits, submissions, hearings, correspondence, files, working papers, newspaper clip­ pings and final reports. RG 33 Series 80 (Bilingualism & Bicuituralism Commission) Vol.

File

47

740-284

48

740-308

1 15 1 18

122E 528E

Date

Subject

Association des éducateurs Canadiens d'origine italienne. Quebec. Memoires CanaC!!an Italian Business & Professionai Men's Association of Quebec, Inc. Brief Correspondence Italian Immigrants Aid Society Report on Private Meetings. Toronto Italian Community

n.d. 1/12/65 10 Jan. 1964 12 Nov. 1964

l

RG 33, Series 99 (Royai Commission on Immigration of ltalian Labourers to Montreal)

RG 30 - Canadian National Railways The Canadian N ational Railways was established to operate and manage a national system of railways and other transportation and related enterprises.

Vol. l

Subject

"Miscellaneous" - A. Cordasco, Italian Iabour agent, contracts etc. with empioyers and with workers, list of evidence compiled re A Cordasco's operation, etc. "Letters to Alberto Dini, Agent" - re Italian Immigration; Anonymous Society of Immigration, "Switzerland" "Documents re Ontario Cordasco, Agent" "Cordasco's Correspondence" re «Corriere del Canada», etc.

Date

1903-1940


r 1 12 8

Myron Mòmryk - Lawrence Tapper

Vol. l

2

Subject

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada Date

"Newspaper accounts of proceedings" "Judge Winchester's Papers" "Declarations against Agents" Poster-printed, double-sided - Presentiamo la Fotografia dei Foreman che Organizzano la Grande Festa in Onore del Signor Antonio Cordasco, il 23 gennaio 1904 "Newspaper clipping re immigratìon" (Italian) "Notice re sailing dates of immigrant ships" - advertising leaflets "Papers re Italian Aid Society" - copy of constitutìon, etc. "Canadian Newspapers in Italian" - copy «Corriere del Canada>> and «La Patria Italiana» "American Newspaper in Italian, Giuseppi Garibaldi" Newspapers - Italian - «La Patria Italiana» Anno II (1904) nos. 17 & 24 Newspapers - Italian - «Corriere del Canada»; Anno II (1904), Nos. 9 & 28

2

File

Vol.

l

Vol. 2

Subject

RG 43 , Al (a)

Subject

4

785

Subject

Napierville Junction Railways, Quebec - Italian Labourers have not been paid

Date

1891-1897

Date

This collection consists of records created by a wide variety of non-conti­ nuing boards, offices and commissions.

File

File

The Department of National War Services was established in 1940 to coor­ dinate the activities of voluntary war organizations to permit useful individuai contributions to the war effort.

RG 36 - Boards, offices and commissions

34-1-to 34-175 Generai correspondence with info on Italians

Vol.

RG 44 - National War Services

Transcripts of Hearings - bought before Judge Wallace app't by Royal Commission re false certìfìcates of naturalization. Cases Mostly Jewish and some Italians. Alphabetically indexed - Vol. l has A-K Transcript of Hearings - continuation of Vol. l , cases of people with names beginning L to Z

RG 36, Series 3 1

RG 43 - Railways and Canals In 1879, the Department of Railways and Canals was made responsible for the construction, operation and maintenance of government railways and canals and the construction of bridges and tunnels in Canada.

RG 33 Series 100 (Royal Commission on Naturalization) Vol. l

1 12 9

RG 44 Vol.

246 36 36 53 53 53 53

File

Subject

Date

578816

Labour conditions and the unemployed, Banff, Alberta; complaints re hiring of foreigners; Italians & Latins Foreign Section "Italian Element in the Americas" German & Italian unemployable in Canada Canadian Aid to Italy Fund Canadian Aid to Italy Fund Canadian Aid to Italy Fund - generai Canadian Aid to Italy Fund - generai

1914-1918 1941-1942 1940-1942 1944-1946 1947 1947-1948 1948

RG 64 - Wartz'me prices and trade board The Board which was established in 1 93 9 an d existed until 195 1, ha d responsibility to provide safeguards against unfair price increases in food, fuel


1 13 0

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

Myron Momryk - Lawrence Tapper

and other necessities of life. The Board also had the responsibility to ensure an adequate supply and distribution of these goods during wartime.

various Departments. The Branch administers the recruitment, selection and settlement of immigrants and prior to 1967 carried out deportation orders.

RG 64

RG 76 Department o/Immigration Subject

Ree!

Volume

File

Part

Subject

Date

Aid to Italy [Corres re Canadian Aid to Italy Fund, etc.]

C-4792 C-4793

129

28885

l

Immigration from Italy statistics Immigration from Italy (copy of report of Royal Commission) Immigration from Italy Immigration from Italy Immigration from Italy Immigration from Italy Immigration from Italy Immigration from Italy Immigration from Italy Immigration from Italy Immigration from ltaly Investigation by the Royal Canadian Mounted Police of the name of Thomas Geley (Division Commissioner of Immigration and Colonization, Winnipeg, Manitoba) ltalian Immigration case Italian emigration cases ltalian emigration cases John H. Clark, Commissioner, U.S. Immigration Service, Montreal, Quebec. Clipping from Italian newspaper in New-York, N.Y., U.S.A., called «Il Bollettino della Sera» regarding agency of A. Gianetti at Fort William, Ontario (G. Schyns, Antwerp, Belgium, Booking Agent) (lists) James A. Smart, Montreal, Quebec. Restricting undesirable Italian emigration Le directeur général de la statistique ltalienne, Rome, Italy, Annual Report of Immigration Branch (requests) The President, International Institute of Agriculture, Rome, Italy. Immigration literature (pamphlets)

1900-1902

RG 68 - Registrar genera! Th� R�gistrar Generai registers ali instruments of summons, proclamations, commtsswns, letters patent and other documents issued under the Great Seal of Canada.

592 596 360 724

4 5 6 7 8 9 10 11 12

C-4793 C-4793-4 C-4794 13 1

Page

493

2

130

RG 68 Subject 1908-1918 Genera! Index

Charter of Incorporation granted to "Italian Canadian Soldiers Aid"

Date

C-10249

340

357484

1918

1919-1929 Genera! Index

Charter granted to "Italian War Veteran Cooperative Limited" Charter granted to "Italian War Veteran's Association of Canada" Charter granted to "L'Italia Publishing Company, Ltd" Supplementary Letters Patent to "L'Italia Publishing Corporation"

l

192 1 192 1 1925

2 3 C-10399

458

699035

C-10426

491

761900

-

C-10635

55 1

806032

-

C-10640

559

808054

-

1929

1955 - Index to Documents Recorded i '

:1 l' l

1 13 1

Charter of Incorporation to "Association Medicale ItalaCanadienne Inc." Charter to "Italian Costumes & Folldore Ballet of Canada" Charter cancelled of "l'Italia Publishing Company Limited"

May 1960 22 Sept. 1961 Oct. 1956

RG 76 - Immigration branch Established in 1893 , the Immigration Branch has been the responsibility of

l

1904-1907 1908-1914 1914-1922 1922-1923 1923- 1927 1927 1927- 1938 1938-1949 1949-1950 1950- 1953 1928-1929

1929 1929-193 1 1907-1914

1919 1908- 1910 1908-1910 1914-1915 1917 1909-1913


1 132

Archival sources for the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

Myron Momryk - Lawrence Tapper

Ree!

Volume

File

Part

2 560

3

C-1064 1 C-10650

4 572

815-661

l

2 C-10440

622

93 1 108

-

C- 10602-3

669

C39309

-

C-10676-7

674

C92655

-

C-10677 C-10677

C926-72

l

675 C926-72 3

Subject

The President, International Institute of Agriculture, Rome, Italy. Immigration literature (publication) Immigration literature (publication) The President, International Institute of Agriculture, Rome, Italy. Immigration literature Possession of Penai Certifìcates by Italian immigrants (passports) (copies) Passport and Penai Certifìcates necessary to enter Canada (reports) Return of reservists to Canada (Italian, French) Canadian Travel Agency Montreal, Admission of Italian Farmers (lists) Admission of group of 400 Italian farm labourers (lists) Farm labour from Europe (Germans, Italians etc.) Farm labour from Europe (lists) (Germans, etc.)

Date

1914-1917 1917-1919 1921-1923 1923

802 808

File

547-5-575 548-12-575

Part Subject -

l

2 3 823

552-1-575

l

2 3 838 837 84 1 865

552-1-620 553-33-575 55 1-5 1-575 l 555-54-575 �55-54-575-1 �55-54-575-2 -

-

-

-

Security examination of immigrants in Italy Processing of applications of Italian Nationals Processing of applications of Italian Nationals Processing of applications of Italian Nationals Immigration from Italy-policy and instructions Immigration from Italy-policy and instructions Immigration from Italy-policy and instructions Immigration from San Marino Movement of domestics from Italy Movement of farm workers from Italy Inspection of refugees in Italy Refugees from Italy (Istrian Peninsula) Refugee families and single male refugees from Italy-special movement (W.R.Y)

913

556-1-575 569-9-575 569-9-639 569-30-575 569-36-575 569-36-620 580-17-15

-

-

-

-

Immigration laws and regulations-Italy Passport regulations-Italy Passport regulations-The Vatican Issuance of Canadian Visas to persons from Itaiy Passport-visa agreements -Canada-Italy Passport-visa agreements-Canada-San Marino "Costi" Italian Community Education Centregrant for reception and care of Immigrants

1950-1965 1928-1965 1929-1964 1958-1966 1949-1965 1961-1963 1964-1966

1909-1913 1913-1917 1915 1918- 1922 1949-195 1

RG 76 Series B l (c) Ace. No

83-84/346

Box

File

6 5175-4-1-575

1950-195 1

(11) 5429-1-575 (16) 5850-3-575

1950- 1952

83-84/349 14 5000-25-575

1953

RG 76 Series I-6 Volume

868 899 901 905 907

Date

Part Subject

File

Volume

1 13 3

Date

1949-1966 1950-1959 1959- 1961 1961-1965 1953-1960 1960- 1963 1963-1966 1951- 1960 195 1-1963 195 1-1964 1947-1966 1956-1960 1959- 1961

Vol. -

979 989 l

1028 (2) 3 4 5 ( 18) 5003-1-423 1035 5003-1-438 (28) 5 1 10-2-423 1035 (29) 31 (33) 38 40 41 80

5 1 10-2-438 1053 l 400-0-3 5 175- 1-575 1060 5180-2-1/575 5 195-1-575 5230-1-575 5425-13-575

82 5450- 1-575 85 5450-2-575 96 5500-11-2-6034

-

-

-

-

-

l

Subject

Date

illegal Entry-Smuggling of persons to 1969-1973 U.S.A. - Italians 1952-1973 Examination-stage "B" - Itaiy Selection and Processing 1960-1973 Immigration from Italy Immigradon-Generai Series-Italian Canadian Meetings of Immigration 1967-197 1 197 1-1972 Itaiian Canadian Meetings 1972 Italian Canadian Meetings 1973-1974 Italian Canadian Meetings 1974-1975 Italian Canadian Meetings 1970- 1972 Ports and Posts, Milan, Italy 1970-197 1 Ports and Posts, Milan, Italy Assisted Passage Scheme-Warrant 1966-1973 Reports-Milan, Italy 1966-1972 Warrant Reports-Rome, Itaiy 1983 Italy-ICM Seminar of Immigrants 1970- 1972 illegal Entry-Italians Lost + invalidated passports-Italy 1972-1976 1959- 1964 Travel agencies-Italy 1955-197 1 Deportation-Italy Exchange agreements with foreign 1966-1975 countries-Italy 1968-1973 Foreign Countries-Italy Immigration to Foreign Countries-Itaiy 1970- 1975 Monthly operational reports-Rome 1969-1976


Ace. No.

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada

Myron Momryk - Lawrence Tapper

1 134

Box

File

Vol.

Subject

Date

95 5500-11-2-6028 l Monthly operational reports-Milan 1969-1978 102 5630-1-575 1966-1973 Medieal Examination-Italy - Refugees-Italy 1 1 1 5780-1-575 1966- 1976 - Refugees-Activities in other countries-Italy 1974-1976 1 17 5781-8-575 138 5850-3-525 2 Immigration from Italy 1973-1975 138 5850-3 -575-1 l Immigration from Italy 1968 (Earthquake victims) 2 Immigration from Italy 1968-1976 (Earthquake victims) - Processing of applications-Italy 83-84/349 159 5855-1-575 1967-1976 166 5855-9-11438 - Overseas Area Offices - Rome, Italy 1968- 1976 178 5865-3-2-5 l Centro Organizzation Italiano N.D. 180 5865-3-2-44 l Italian Immigration Aid Society 1973- 1976 180 5865-3-2-47 - Italian Community Centre Hamilton 1975 182 5865-3-2-94 l Costi - Italian - Passports and Visas - Italy 206 5965-1-575 1974- 1976 181 5865-3 -2-65 l National Congress of Italian Canadians, 1975 - 1976 or Foundation N.C.I.C. - Passports and Visas-San Marino 207 5965-1-620 1974 - Passports and Visas - Vatican City 207 5965-1-639 1974 209 5965-5-1-639 - Canadian Visas-Vatican - San Marino 2 1 1 5965-7-620 1967-1968 -

!,

'

!l

1 13 5

chers in making the best use of the various resources in the Documentary Art s and Photography Division and the Cartographic and Audio-Visual Archive Division. If necessary, the researchers are encouraged to contact the archivists responsible for each record group or archival fond to confirm the call number and file numbers of each entry. In certain cases, the volume numbers and file numbers may have been updated and changed.

MG 28 V 17

MG 28 V 29

D. MANUSCRIPT DIVISION

MG 28 V 3 1

The Manuscript Division has custody of non-published textual materials of national significance that have been received from individuals and corporate bodies. This Finding Aid includes only a portion of the files and fonds that contain ? isto �i ��l information on the Italian Canadian community. In the Ma?�s cnpt D1v1s1o�, the papers of former prime ministers, governors-general, . �ohuc.lans and . pubhc servants and also the papers of individuals and organiza­ twns mclude mformation that may be of interest to researchers in Italian Canadian studies. Incidental but important information on Italian Canadians can be found in many other fonds in the Manuscript Division and the Government Archives Division. Also, reference staff will gladly assist resear-

MG 28 V 39

Subject Famee Furlane Association

Date

The Famee Furlane Association (Toronto) is a mutuai aid society founded by Friulani in Canada who desired to ameliorate the economie conditions of their members 1932 and to perpetuate the customs of the Friuli region ofltaly. finanks, yearboo ll.da, Correspondence and memora cial stateme nts, ledgers and receipts, minutes and 193 1- 1974 issues of La Cisilute the � of booklet ative commer and eport Constitution 1974 Founding Congress of Fogolars Federation of Canada. Two tapes of Christmas messages from relatives in Italy to Friulani living in Canada were transfered to Sound Archives. 1970 Giuliano - Dalmata Club 1970, in The Giuliano-Dalmanto Club was founded as a charitable organiza tion. Contain s minutes of 1970-1973 executive. 1970-1973 Photocooies 3/4 inch. 1905 Società Italiana Di Mutuo Soccorso "Cristoforo Colombo" Charitable Society. The Societa Cristoforo Colombo is a mutuai aid organization founded for the protection of its members against personal calamities. Contains information on Italian Canadians in British Columbia. 1905-1948 Microfilm, l reel, M-3264 1974 National Congress o/Italian Canadia ns. Ottawa, Ontario Ariella by Contain s handwr itten notebo oks kept Hostetter, former executive director of the National Congress of Italian Canadians (NCIC), relating to the daily operations of the organization. They document the NCIC's reconstruction effort in the aftermath of the


1 13 6

Myron Momryk - Lawrence Tapper Su}?,ject

MG 28 V 56

MG 28 V 59

' li

t---

MG 28 V 62

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives o/ Canada Date

1980 Southern Italy Earthquake, dealing with the operation and activities of the Southern Italy Earthquake Fund (vol. 3 ) . 1982-1984 Origina[, 0. 100 m . 1976-1984 Order of the Sons o/Italy of Ontario . 1926 Mutual Aid Society The Order of the Sons of Italy of Ontario was founded � 1926 �nd is affiliateci, with the Order of Sons of Italy m Amenca. The Order s primary objects are to encourage the dissemination of Italian culture in Canada and to establish benevolent and social welfare institutions for the protection and assistan ce of its membe rs ' dependents and the needy in general. Correspondence. Originals, 2 1 cm (Volume 1). 1946-197 1 General correspondence sent by Grand Venerable and Grand Administrative Secretary is arranged chronologically. �he rest of the correspondence is arranged alphabet1cally by author; circulars sent by executive offìcers and headquarters. Administrative Records. Originals, 5 cm (Volume 2). 1957-1960 Agenda s, minutes, memoranda on constitutions and fìnandal statements. Subject Files. Originals, 7 cm (Volume 2). 1957-1960 Files relating to resolutions, speeches, briefs and reports on immigration and the fìnancial status of the Order; and other subjects Publications. Originals, 5 cm (Volume 2). 193 1-1968 Offìcial publications of the Order, commemorative booklets, newspaper clippings and published constitutions. «Giornale di Toronto» (IL). Italian language newspaper. 1967 «Il Giornale di Toronto» is an Italian weeldy founded by Giuseppe Didon. Issues of «Il Giornale di Toronto» with accompanying correspondence, press releases, published articles and notes used.!2J?.�are articles. Issues of «Il Giornale» for 1972 is also available on microfilm, reel C-9233 Originals, 2.13 m. 1972-1973 Tripod� Vincenzo. Italian Week in Ottawa. 1975 Professar V. Tripodi initiated Italian Week at the University of Ottawa in 1975. Events included round table discussions, showing of films, folkloristic performances, theatrical presentations, displays and a social evening. Originals, 2 cm. 1975

.. Subject se Itala-Canade Progresso

-:-::::-:. --- .. i--:-

..

_____ ____

MG 28 V 69

MG 28 V 84

MG 28 V 134

MG 30 B 84

MG 30 C 94

_Qq,e ----41929 l

-------

The <.Progresso Itala-Canadese» was published in Toronto. Contains bound issues of 12 «Progresso Italo-Canadese». -Origmals, 10 cm. Società Dante Alighieri, Windsor Chapter. Cultura[ Organization. The Dante Alighieri Sodety, a non-politica[ and nonsectarian society was established in Italy. Its main aims are the advancement of the Italian language and culture throughout the world. There are more than 250 chapters of the Society outside Italy. In Canada, there are several chapters: Ottawa, Toronto, Sarnia, Vancouver, Winnipeg, Edmonton, Hamilton, Guelph, Thunder Bay and Quebec City. The Windsor Chapter was founded in 197 1 and its records illustrate the activities in which Canadian chapters engage. Contams correspondence, programmes, memoranda, clippings, and minutes of the Dante Alighieri Society of Windsor kept by the founding president. Originals, 7 cm. Italian Society Principe di Piemonte, Thunder Bay, Ontario. Benevolent Society. Originals, 10 cm. -

Pocaterra, George W Explorer and rancher.

1 13 7

_

1929- 1933 1889- 197 1 1929-1932 1889- 197 1

1889

958,1971-74 1943 n.d., 1943-1973 1882-c. 1970

George W. Pocaterra was horn in Ferrara, Italy and immigrateci to Canada in 1903. He explored the Kananaskis Valley in Alberta had extensive contact with the Indians. He is best remembered as a rancher and founder of Buffalo Head Ranch. Collection contains a manuscript, namely a biograpny of Mr. Pocaterra written by bis wife, a scrapbook containing clippings, photographs and letters regarding bis activities among the Indians, and three photo albums 1937-1967 illustrating bis exploration of the Kananaskis Vallev. 1904-1970 Microfìlm, reel M-4294 1880- 1973 D'Angelo, Eugenio. Secretary to the Italian Consul. Eugenio d'Angelo was one of the fìrst Italian immigrants to arrive in Toronto, namely in 1889. A musidan with nine years of formal training, bis career included solo violin performances at Massey Hall in Toronto. From 1 907 to 1 9 1 8, D'Angelo was secretary to the Italian Consul from 1907 to 1918 and was treasurer of the Italian Red Cross during WWI, for which he was awarded a gold medal by the Italian government.


1 13 8

Myron Momryk - Lawrence Tapper Subject

MG 30 C 96

MG 30 C 99

MG 30 D 203

MG 30 D 236

MG 3 1 D 55

MG 3 1 , D 205

MG 3 1 H 47

Archival sources /or the study o/Italian Canadians at the National Archives of Canada Date

This collection contains notes on Italian Consuls in Toronto. Grittanz; Giuseppe. Insurance Broker. b. 1907 Giuseppe Grittani was born in Mudugno, Italy, whereupon he immigrated to Toronto to found the Italian Canadian Economie Board. Originals, 2.5 cm. 1930-1967 Missorz; Marco 1890-1970 Marco Missori was born in Montecomparti, Italy and immigrated to Canada. Contains information on Italian Canadians in Toronto. 1926-1970 Lambertz; Carlo. Marble Cutter, Musician. b. 1 882 Carlo Lamberti was born in Italy and after travelling to severa! countries, he immigrated to Canada at the turn of the century. He settled in Toronto, he was involved with composition and singing instruction and was politically active with the CCF. Originals, 6 cm. 1930-1974 Gaggio, Emilio. Professar. b. 1 885 Emilio Goggio was born in Italy, and immigrated to North America at the age of 14. He became Professar Emeritus at the University of Toronto. Contains information on Italian Studies at the University of Toronto. 1906- 1977 Grohovaz, Gianni Angelo (]ohn). Journalist. b. 1926 Born in Fiume, Italy, Mr. Grohovaz was displaced because of the Second World War. He arrived in Canada in 1 950 and became an active community member. He was the cofounder of severa! organizations including the Catholic Action, the Immigrant Aid Society, the Italian Orphan Fund, the Itali,an Veterans Day and «Il Corriere Canadese». Cicerz; Leo. Actor 1924-1970 Leo Ciceri was born in Montreal, joined the RCAF in 1943 and in 1948 went into acting. Finding Aid No. 1738. Originai, 0.350 cm. 1943-1978 Toppan, Mario. Union Organizer. 1954-1974 Mario Toppan emigrateci from Italy to Toronto where he became actively involved in the organization of various construction unions. Contains information on Italian Canadians.

Date

Subject

MG 3 1 H 48

MG 3 1 H 62

MG 3 1 H 146

MG 32

1939-1974

Di Giulio, Donald.

Born in Pisticci, Italy. He arrived in Canada in 1920, and became one of the founders of the group known as the Order of Italo-Canadians. Contains information on the Federation of ltalo-Canadian Associations (F.A.C.I .). 1958- 1974 Serio Nicola. Maintenance Man. Cato ated immigr and Italy in born was Nicola Sergio nada in the 1950s. He was active in the Italian community; includes an Italian Canadian Commerciai Directory. Vincellz; Frank

.

Born in Montreal, had a long career in the .ca� adtan steel industry. In addition, he was very acttve m the Italian Canad ian commu nity as co-fou nder of :he Federation of Italian Associations of Quebec, whtch later became the National Congress of Italian Canadians. He served as the NCIC President from 1980 to 1984 as well as President of the 1980 Southern Italy Earthquake Relief Committee. 1979-1985 Papers presented by Mr. Vincelli in 1985 . CaItahan of ss Congre l consist of tree series: Nationa nadians; Southern Italy Earthquake Fund; and Subject Files. Subject

MG 3 1 H 153

1 13 9

DzLuca; Primo I. . Born in Italy, Mr. DiLuca emigrated to Canada tn 1954. As one of the community's leading activists, he served on the Board of Directors of Cost-Iias (1984-1 985) and the Italian-Canadian Benevolant Corporation ( 1 9771983). He also held positions in the Nati�nal Congress of Italian Canadians and served as co-ordmator for .th� Buildi ng and Techn ical Comm ittee of the Frwlt Earthquake Relief Project. Paper s presen ted in 1 986 relate to the Friuli Earthquake Relief Project ( 1976-19 86). Carletto Caccia Collection. Economist. Member of Parliament. Toronto, Ontario. Carletto Caccia graduateci in the Economics of Forestry at the University of Vienna and in 1955 carne to Canada. He was one of the founders of Costi and a member of the Board of Trustees of the Toron�o General Hospital. He was elected member of Parhament (Davenport) in 1968.

Date

1930


1 140

hives o/ Canada Italian Canadians at the National Arc Archival sources /or the study o/

Myron Momryk - Lawrence Tapper Subject

SELECTED BIBLIOGRAPHY

Date

1955-1962 Papers presented by Mr. Caccia in 1974 consist of newsp�per clippings; «Canada, 1960»; a play ?roduce? and d1rected by Luigi Petrucci; a two page 1m J? ress10n of electoral campaigning by Re. Caccia ent1tled "la campagna elettorale-impressioni di un girovago," b. 1895 Banadai, Hubert MG 32 C 17 Born in 1895 at Azzano Decimo, Italy. He immigrated to Canada in 1903 . Contains information on Italian Canadian politicians. 1908- 1975 Martinz; Quinto A. M.P. MG 32 C 22 Born in Hamilton, Ontario of Italian parents, Martini was first elected as a Progressive Conservative member of the House of Commons in 1957 and was re-elected in 1958. Includes cor�est;>ondence, memoranda, speeches and newspaper chppmgs relating to bis politica} career. 1961-1963 Originals, 2.5 cm. 1 908 MG 55/30 no. 1 14 Baroni, Bernado. Farmer. Contains information on Passports issued by the Italian Royal Government. 1924 Originals, 8 pages in total. MG 55/3 1 no. 33 Italo-Canadian Perspective - A One Day Con/erence Contains information on Italian Canadian Children relations with the Roman Catholic Church and on I�jured Italian Canadian Workers. The following papers were presented at the Italo-Canadian Perspective: Anthony W. Grande, «The ItaloCanadian Perspective», Terra Rosa, «The Italo-Canadian W�man», Luciano Filippetto, «The Role of the Church m t�e Italo-Canadian Community of Toronto», Odoardo D1 Santo, «The Italo-Canadian Worker and La?our Unions», Angelo Principe, «The Italo-Canadian Injured Worker and the Workmen's Compensation Board», Fred Zorzi, «The Italo-Canadian Professional and his Community». 1975 Originals, 41 pages.

1 14 1

Can a da,

Canada and Italy, AFFAIRS, Relatio ns between DEPARTMENT OF EXTERNAL

. cember, 1965). . External A!fairs, 17 , No . 12 (De Appoznted to Inquzre tnt? the sion mis Com al Roy The , UR ABO dulent Practtce o/ Canada, DEPARTMENT OF L to Mo.nt�eal and the J}-lleged Frau Immigration o/ Italian Labourers aw Ott , � 1905: Commzsszoner and Evzd�nce Employment Agencies, report o/ nce tn Canada , erze Exp nt zgra Imm Italian RINO (eds .), Arrangiarsi: The .

R. PERIN F. STU Montreal 198 9. nder Bay 198 8. Italian Immigra nt �xperience, Thu J. PoTESTIO - A. PUCCI (eds .), Theada, Canada's Ethnlc Groups, Booklet No. 14, CanaB. RAMIREZ, The Italians in Can 198 9. dian Historical Society, Ottawa re», 2 (1 982 ). , Québec, in «Questions �e cult� ID., La rech erch e sur les Italiens du du Que,bec, Montreal ze Ital te Petz la ines de _

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1 988 .


Fonti vaticane per la storia della presenza italiana in Canada e negli Stati Uniti GIOVANNI PIZZORUSSO - MATTEO SANFILIPPO"<

Fon �i va �i�ane per la storia della presenza italiana in Canada e neg!t' Statt Umtt, 1 815-1922

l. Negli ultimi quindici anni alcuni progetti di ricerca canad esi e statunitensi hanno portato alla catalogazione della maggior parte delle carte relative al Nord Am�rica ??ll'Arc?ivio segreto vaticano, nella Biblioteca apostolica vaticana e nell Arch1v10 stanco della Congregazione "de Propaganda Fide" . Ques ricer­ che hanno pr.o�ott? un �umero ragguardevole di saggi e inventari 1 , neitequali trovano molt1 nfenmentl alla presenza italiana nel Nord America sin dal secolosi XVI�I. In particolare gli studi di Luca Codignola hanno portato alla luce c��ns � onden� � tra Prop agand a e i mercanti livornesi Filippo e Anto la Fihccht, che nstedono negli Stati Uniti rispettivamente nel 1785- 1794 e nio nel 18?4-1.806 2 · Le lettere del primo rivelano gli inizi di una presenza italiana non ep1�0�1ca e sopratt�tto llevano la questione dell'assistenza religiosa ai cattol i­ ci, ltaham. e no, em1grat1��m America. Nei pr�i �e enni de� XIX secolo Propaganda intrattiene scambi epistolari con .eccles1ast1c1� e fedeh del Nord America per discu questo problema e corn�po�dere con sac�rdo�i italiani che si sono recatitere nel o mondo per , contnbu�re ali evan�ehzzazwne delle popolazioni autoctonenuov o per proteggere l� fe�e d1 quelle emtgrate. Verso la metà del secolo si comincia a pensa re all'in­ vio d1 un alto prelato romano e così nel 1853- 1854 Gaetano Bedini, nomi nato

eh� se il testo è stato discusso insieme, sono opera di Matteo Sanfìlippo i paragrafi 1 e 3 e . usso 1. paragrafi 2 d1. G10vanm P1zzor e 4. Vedi Appendice bibliografica. 2 L. CoDIGNOLA, Religione e a/fari tra Italia e Stati Uniti, 1 785-18 47: alla ricerca dei Filicchi in «Il Veltro», XXXVI, (1992), 1-2, pp. 121-13 3. ' *.An

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nunzio in Brasile, si ferma per alcuni mesi negli Stati Uniti e nel Canada 3. Bedini entra in contatto con i vari aspetti dell'emigrazione e ne ricostruisce i tratti per i suoi superiori romani. Segnala la presenza italiana a Montréal e a New York, ma soprattutto rivela quelli che a parer suo sono i pericoli della propaganda protestante e delle calunnie messe in circolazione dagli esuli politi­ ci italiani. Infine conclude che la Chiesa deve preoccuparsi perché rischia di perdere i due terzi dei cattolici emigrati nel nuovo mondo. In poco tempo le affermazioni di Bedini divengono moneta corrente nelle riunioni romane e pongono il dilemma delle parrocchie "etniche", cioè servite da sacerdoti dello stesso paese degli immigrati ivi raggruppati. Si tratta di un espediente che angoscia le autorità romane, perché lo stesso Bedini ne ha indi­ cato i limiti: a suo parere infatti i sacerdoti tedeschi, francesi, irlandesi e italiani hanno fatto miracoli negli Stati Uniti, ma la loro presenza ha ritardato l'inseri­ mento dei connazionali nella società d'accoglienza. Di ritorno dal viaggio in Nord America Bedini suggerisce di creare una dele­ gazione apostolica permanente negli Stati Uniti che informi con tempestività la Santa Sede di ogni nuovo sviluppo e che coordini le iniziative dei vescovi loca­ li. Anche questo suggerimento viene discusso per anni e nel 1876 è mandato negli Stati Uniti monsignor Germano Straniero che deve valutare la fattibilità del progetto di una delegazione stabile e le perdite tra le file degli emigranti, vittime della propaganda protestante. Straniero, da un lato, si dichiara favore­ volissimo alla fondazione di una delegazione negli Stati Uniti; dall'altro, mini­ mizza il pericolo protestante 4. A suo parere si sono persi soltanto quei francesi e quegli italiani che già in Europa praticavano poco la religione. Secondo lui l'emigrazione in America ha invece permesso alla Chiesa cattolica di divenire la più importante denominazione religiosa degli Stati Uniti. Quest'impresa, conti­ nua Straniero, è merito, però, degli irlandesi e dei tedeschi, mentre gli italiani hanno fatto ben poco. Essi non partono per restare nel nuovo mondo, come quegli altri due "popoli", ma vogliono soltanto raggranellare alla svelta qualche soldo e poi tornare a casa. Non sono quindi interessati alle sorti della chiesa

3 M. SANFILIPPO, Questa mia missione così piena di rose e di spine: il viaggio negli Stati Uniti di Monsignor Gaetano Bedini, in «Miscellanea di storia delle esplorazioni», XVII, 1992, pp. 169-188; ID., Monsignor Gaetano Bedini e l'emigrazione verso le Americhe, in «Studi emigrazione», 106,

1992, pp. 277-285. 4 Il rapporto di Straniero è in ARCHIVIO SEGRETO VATICANO [d'ora in poi ASV], SS, 1902, rubr. 280, fase. lO. Per il suo viaggio, cfr. G.P. FoGARTY, The Vatican and the American Hierarchy /rom 1870 to 1965, Stuttgart, Hierseman, 1982, pp. 38-40 e 116-117.


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na in Canada e negli Stati Uniti Fonti vaticane per la storia della presenza italia

Giovanni Pizzorusso - Matteo Sanfilippo

locale, non sono disposti a spendere per essa e per giunta sono assistiti da sacerdoti inviati o scappati negli Stati Uniti per far dimenticare malefatte com­ messe in Italia. Straniero conclude comunque su una nota di speranza e ricor­ da gli sforzi dei vescovi di New York, Baltimora, Filadelfia e Cleveland per mettere in riga gli emigrati italiani. Consiglia quindi di coadiuvare tali tentativi, di creare un ufficio italiano per la cura dei migranti e di affidarlo, se possibile, a don Bosco. In pochi decenni le tesi di Straniero divengono realtà. Dopo altre missioni esplorative vengono fondate le delegazioni di Washington (1892) e di Ottawa (1899). Inoltre numerosi organismi, dalla Congregazione dei missionari di San Carlo alle associazioni San Raffaele e Italica Gens, cercano di assolvere i compiti che Straniero voleva demandare a don Bosco. Gli archivi delle congregazioni vaticane e quelli delle due delegazioni (oggi confluiti nell'Archivio segreto vati­ cano) si arricchiscono quindi di numerosi dossier sugli italiani in Nord America e ci presentano una fonte di straordinaria importanza per il loro studio.

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2. Dopo la riorganizzazione della sua attività susseguente al periodo napo­ leonico, la Congregazione "de Propaganda Fide" è in contatto con molti mis­ sionari italiani che agiscono in Nord America. Questa presenza può essere di per sé considerata un piccolo flusso migrato­ rio che si interseca con la presenza degli italiani immigrati soprattutto nella seconda metà del XIX secolo. A partire da quest'epoca nuclei di immigrati ini­ ziano a chiedere parrocchie tenute da sacerdoti connazionali. Negli anni 1 8501860 la documentazione scambiata tra Roma e le diocesi d'immigrazione italia­ na riguarda le proteste delle comunità italiane di New York e Filadelfia contro il vescovo e in difesa dei religiosi italiani (come Antonio Sanguinetti a N ew York e Gaetano Sorrentini a Filadelfia) che si recano in America, esercitando la loro opera in favore dei connazionali 5 , L'archivio contiene molti dossier su questi personaggi, che spesso sono costretti a passare da una città all'altra o addirittura da un paese all'altro, come capita al cappellano della cattedrale di Pisa, Cosimo Antonio Della Nave 6.

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5 ARCHIVIO STORICO DELLA CONGREGAZIONE "DE PROPAGANDA FIDE [d'ora in poi APFJ vol. 17, ff. 873-875; vol. 18, ff. 117, 120, 283-285, 325-326, 1269: 1270, 1278-1279, 1426, 1468-1476, 1524-1538, 1606-1607; vol. 22, ff. 295-325, 437-438, 448-449, 700-703; APF, Udienze, vol. 159, f. 1292; APF, SOCG, vol. 997, ff. 96-97; APF, Lettere, vol. 360, f. 874, 1232-1233, e vol. 361, f. 670. 6 APF, Congresst; America Centrale, vol. 23, ff. 721-724, 725-728, 729-779, 781-789, 792-794 ' 796-802. "

Congresst; America Centrale,

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aganda ricorre ai centri di Per far fronte all'esigenza di preti italiani Prop no e il Collegio genovese Bri­ reclutamento missionario come il Collegio urba � pastorale nelle �o�uni�à immi­ gnole Sale 7. Questo riorientamento all'attivi� stretta��nte m1ss1o�arto prova grate di religiosi preparati per uno scopo pm lo dec1Slonale, dell lmportanz� che la Chiesa cattolica sta prendendo atto , a livel conseguenza, del suo ruolo decldell'immigrazione nella realtà americana e, di a. . . sivo nel progetto di espansione della Chiesa stess ne s1 accresce. aziO greg Con della e part da rica Ame d Nor La conoscenza sul da aree diverse dai grandi centri Petizioni e richieste di italiani arrivano anche ova nel Mi�higan 8: e informa� urbani, come, ad esempio, dalla colonia di Gen della gerarch1a �mertc �na, qu�h zioni giungono anche da esponenti italiani al 1872 , che d1venta m segu1to Ignazio Persico, vescovo di Savannah dal 1870 segretario di Propaganda 9, o della Santa S �de per orga� Nel corso degli anni 1880 si concentra lo sforz immigrati in Amertca. I vescov1 nizzare e controllare il fenomeno dei cattolici zi ne apporti n�i �uali, descrivo � degli Stati Uniti sottopongono alla Congreg� � : e md1 can� le d1ff1co� ta che essl no la situazione spirituale degli immigratl comprens10ne d�lla l�gua, �an­ incontrano nel mantenimento della fede (non iosa , differenze h�urg1che .e rt�ua­ canza di istruzione generale e di dottrina relig igrata tra membrt provementl da li differenze all'interno della comunità imm one degli a�ni d �l � 883 al ,, 887 v�rie regioni d'Italia) . Nella documentazi sciute dagh stud10s1 - dell mterriscontriamo le fasi fondamentali - ben cono

3 19-325, 1028; vol. 24, ff. 62, 274, 388, 421,l. 7 APF, Congressi, America Centrale, vol. 22, f. 162, ; vol. 366, f. 846; v� f. 670; vol. 362, f. 743; vol. 363, ff. 59-60 1081 -1084; APF, Lettere, vol. 361, f. 114. Sul Colleg1� 180, vol. nze, Udie f. 589; APF, 368 ff 841 1067 -1068 1187 · vol. 369, Cong Negront ressz; Collegi d'Italia, '? · Brig�ole _Sale Bri�noÌe saie Negroni �edi a�che APF, _ da, cfr. Cana il e glO Colle il , 1869. Sui rappor_u tra _ . », 8 (1992) (Genova) (1846-1901 )", ff. 970, 998-999, 1007 dtana Cana an «ltah m ), -1901 L . PAUTASSO, The Genoese Connection in Toronto (1879 PP · 65-81 . 23, f. l 67; APF, Lettere, vol · 8 APF, Congressi, America Centrale, vol. 22, ff. 1316-13 17, e vol. . dt. Kenne lly e 362, ff. 1142 -1143 , e vo\. 363, ff. 66, 220 e 237. co a Propaganda cfr. l,.mventano � . 9 Per i numerosissimi documenti su Persi ret�'re des Kongragatwn m � Se und kten Prafe LER, METZ J. , figura _ Debevec (v. Appendice); sulla sua aganda Fzde - 1 9 1 8), in Sacrae Congregattonzs de Prop Zeitalter der neueren Missioniira (1818 e 30-66 , Rom-Freiburg-Wien, Herder, _ 197� , pp. ;oron R.o, Memoria Rerum, III/l , edidit J. METZLER � dian Affairs in the Late Vz�torza� Age, PERIN, Rome in Canada. The Vatican andSiCana co dall Amertca Perst dt e letter delle e anch lano segna m. passi , 1990 , University of Toronto Press CAPPUCCINI, Roma, Cartella H 10, in ARCHIVIO GENERALE DELL'ORDINE DEI FRATI MINORI "America Sept. USA - saec. XIX" .


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Fonti vaticane per la storia della presenza italiana in Canada e negli Stati Uniti

Giovanni Pizzorusso - Matteo Sanfilippo

vento di Propaganda, che si concretizza nella fondazione dell'ordine scalabri­ niano e nell'adesione al principio delle parrocchie nazionali (1887) 1 o . L'aumento della presenza italiana alla fine del secolo porta un ulteriore incremento delle informazioni in arrivo a Propaganda 1 1 , Le relazioni dei vescovi sulle loro diocesi abbondano di statistiche sulla composizione etnica della popolazione e del clero. Inoltre Propaganda ordina due inchieste speciali, una sulla nazionalità dei cattolici nel 1904 e una sulla lingua parlata nelle varie diocesi nel 1907 12 . I sacerdoti americani formatisi al Collegio urbano di Roma, che assistono gli italiani grazie alla loro conoscenza della lingua, inviano ogni due anni rapporti nei quali descrivono la loro opera 13 . Proseguono inoltre le petizioni di singole comunità e di sacerdoti italiani in rotta con il loro vescovo.

10 APF, Acta, vol. 252, ff. 1080- 1 108, "Relazione con Sommario e Nota d'archivio circa la pre­ sente condizione della Chiesa cattolica"; ibid. , vol. 257, ff. 507-529, "Rapporto sull'emigrazione italiana con Sommario"; ibid. , vol. 257, ff. 187-2 17, "Relazione con Sommario e Voto intorno all'e­ lezione di quasi-parrocchie distinte per Nazionalità negli Stati Uniti d'America". I documenti di Propaganda sono stati utilizzati da M.L. VANNICELLI, I:opera della Congregazione di Propaganda Fide per gli emigrati italiani negli Stati Uniti (1883-1887), in I:emigrazione calabrese dall'Unità ad oggi, a cura di P. BoRZOMATI, Roma, CSER, 1982; M. FRANCESCONI, Giovanni Battista Scalabrinz; vescovo di Piacenza e degli emigrati, Roma, Città Nova editrice, 1985; S. Dr GIOVANNI, Michael Augustine Corrigan and the Italìan Immigrants: The Relationship between the Church and the Italians in the Archdiocese o/ New York, Roma, Università Gregoriana, 1983 (tesi di dottorato); lo., The Propaganda Fide and the "Italian Problem", in Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo, a cura di G. RosoLI, Roma, CSER, 1989. I documenti sugli scalabriniani vennero inizialmente raccolti in un'apposita sottoserie Congresst; Collegi d'Italia, vol. 43 , dossier n. 5 "Collegio di Piacenza. Per gli emigrati italiani in America dal 1887 al 1892", confluita poi - per la riorganizzazione dell'archivio del 1893 - nelle rubriche 8, 15 e 153 della Nuova Serie. La maggior parte di questa documentazio­ ne è ora riunita in dossier "Collegii di S. Carlo in Piacenza. Regole" (APF, Nuova Serie, vol. 42 1 , ff. 332-648); "Società S. Raffaele per gli emigranti agli S. [tati] U. [niti] d'A. [merica] " (ibid. , vol. 429, ff. 452-490); "Addebiti a carico de' missionari Piacentini e loro opere. Reclami italiani negli Stati Uniti" (ibid. , vol. 332, ff. 1-398); "Emigranti italiani. Reclami" (ibtd. , vol. 461 , ff. 348-627). I documenti su singoli missionari scalabriniani sono egualmente organizzati in dossier: "Bandini Rev. P." (APF, Nuova Serie, vol. 30, ff. 658-665) e "Gibelli D. Antonio, per abbandonare la Cong.[regazio]ne" (ibid., vol. 52, ff. 590-609). 11 Su questo periodo cfr. G. PIZZORUSSO, La "Nuova Serie" dell'Archivio di Propaganda Fide e la storia degli italiani in NordAmerica, in «Il Veltro», XXXIV, (1990), 1 -2, pp. 67-85. 12 APF, Nuova Serie, voli. 396 e 397, passim, e vol. 397, ff. 504-606. 13 Su M. Carroll di Halifax e H. MacPherson, D. Chisholm, D. MacDonald e A. Thompson di Antigonish (Nova Scoria): APF, Nuova Serie, vol. 77, ff. 613-614; vol. 1 98, ff. 164- 165; vol. 220, ff. 173- 175; vol. 337, vol. 361-362; vol. 4 1 8, ff. 460-46 1. Su G. Giglinger, di Kokuk, lowa, diocesi di Davenport: ibid., vol. 124, ff. 279-280; vol. 372, ff. 42 1 -422; su L.F. Sharkey, J. Hennessey e J. MacMahon di Buffalo: ibid. , vol. 370, ff. 463-465; vol. 372, ff. 77-79; vol. 494, ff. 389-391. ·

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Tali petizioni contengono spesso raccolte di firme molto utili per la ricostruzio­ ne anagrafica della comunità 1 4. Un altro tema centrale nella documentazione è quello dei matrimoni che gli italiani contraggono oltreoceano. Le irregolarità canoniche, la minaccia del ricorso ai ministri protestanti, la bigamia sono i rischi che Propaganda si trova subito ad affrontare. Già nel 1 892 la Congregazione promuove un'in­ chiesta tra i vescovi di Canada e Stati Uniti per evitare i matrimoni civili o il concubinaggio. Inoltre, altri elementi del rito cattolico sono spesso occasione di controversie tra italiani e irlandesi che giungono sui tavoli della Congre­ g azione 15. Nel 1908 il Nord America cessa di dipendere da Propaganda. Il flusso di informazioni in precedenza dirette ad essa viene deviato verso le altre congre­ gazioni romane secondo le rispettive competenze. L'unica fonte, che abbiamo qui citato, che continua a arricchire l'archivio di Propaganda sono le lettere dei missionari usciti dal Collegio urbano, il cui numero in Nord America tende progressivamente a diminuire. Si conclude dunque intorno al 1910 la possibi­ lità di utilizzare in misura cospicua l'archivio della congregazione per la storia degli italiani in Canada e Stati Uniti. 3 . La prima documentazione nell'Archivio segreto vaticano sugli italiani nel Nord America è contenuta nei già citati rapporti di Bedini e Straniero. Il loro interesse per i connazionali emigrati è condiviso anche dai primi delegati stabili a Washington 16 e a Ottawa 17 , In seguito l'attenzione dei rappresentanti ìn !oca è

14 Si vedano i casi dei sacerdoti Serafino De Santi di Brooklyn (APF, Nuova Serie, vol. 2, ff. 668-675, dossier "De Santi Serafino. Circa sua espulsione"), degli scalabriniani Pietro Bandini di New York e Antonio Gibelli di Cleveland (v. supra, nota 1 1 ), di Michele Karam di Elizabeth NJ (APF, Nuova Serie, vol. 123, ff. 137-189), di Guglielmo Cavallo di Coalgate, Indian Territories (ibid., vol. 267, ff. 408-420), di Aloysius Pozzi di Trenton (ibid. , vol. 336, ff. 960-976), di Lancelot Minehan di Toronto che solleva la questione italiana in polemica con il vescovo (ibid. , vol. 370, ff. 19-35). 15 APF, Nuova Serie, vol. 157, ff. 192-247, dossier "Episcopato S. [tati] U. [nitil Circolare sulla Fede di Stato Libero per gli Italiani"; vol. 254, ff. 735-749; vol. 437, ff. 84 1 -842, dossier "Morano Pasquale e Musto Maria. Causa Matrim. [oniale] ". Sulla questione dei riti si veda il già citato dos­

sier "Emigranti italiani. Reclami". 16 Vedi per esempio ASV, Delegazione apostolica negli Stati Uniti [d'ora in poi DAUS] , Il, fase. 1b/1-2 (sugli italiani negli Stati Uniti fra il 1893 e il 1900) e C.J. BARRY, Tour o/ His Eminence Cardinal Francesco Satollz; Pro-Apostolic Delegate through the United States (o/ the North) /rom 12 February to 13 March 1896, in United States Catholic Historical Society, «Historical Records and Studies», XLIII (1955) , pp. 27-94.


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Giovanni Pizzorusso - Matteo Sanfilip po

Fonti vaticane per la storia della presenza italiana in Canada e negli Stati Uniti

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stimolata dalle richieste della Santa Sed e 18 e dalle proposte di sacerdotl. che . . Am . S sono recati o vo liono ecarsl. m en�a p�r assistere gli emigranti. In particol l � are le carte della l g zlon negll' Stat i Unltl_ raccolgono lettere di monsign � � or Scalabrini e del. missionari� se alabriniani . 19 di Ernesto Coppo 20, d1' mons1g nor Gia? 1acomo cocco1o, wnd ' c atore della Società dei missionari d'emigra zione per l' ass1stenza Il permanente degli em1grant1 po1 conflmt. o nell'opera scalabriniana 21 e . , infine de a So cleta S . Raffaele per l'ass istenza agli emigranti 22 Le carte dell' _ a delegaztone ne1 Canada (ma anche alcum· doss1.er dell a Segreteria · di Stato e della delegaz10ne a W:ash mgt ' on) documentan . . o mvece 1 due viaggi di studio in Nord . . . Amenea d'1 mons1g _ ni nonch . ., . nor Pte tro P1sa e, la sua att1V 1ta pnma nell'associazio' n "Itali G " ��o1. m sostitut o della Congregazione concistoriale 23. In �� � q:est'ult o ; lo 1s 1 m' a ne� � 912 un questionario per i vescovi canadesi : �h� frutt u�a e�:e � d1 datt s gh italiani nelle diocesi di Cha -f � tham, St. John · s, �n �r��l, Chico uti i, J:lat; ilton, � l{ Kingsto �: n, Ottawa : � . n To: n , V c ona . Sempre Ptsa n1 1sp1r a nel l915 una nuova tor'

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17 ASV, Delegazione apostolica del Can ada [d 'ora m. pol. DAC] , scatola 26, fase. l; 50, fasce. 8 e 13; 88, fase. 39 · 157 ' fase l · ASV , DAC, Letter Book ol' Mg••· Fa•com 1 o [d' m· po1· LBF] , lettere nn. 267, 315, 478, 614, 668-669 706 71 725 825 • 886• 96o , 1009, 1032,ora 1254- 1256, 1269- 1270, 1387, 1356, 1448, 1451, 1455, 14 84 _ ;48?, · • 18 ASV, DAUS, II, fase. 169/ 1-3. 1 9 Su Scalabrini e la dele one negli Stat ed'1 ASV' DAUS, l, fase. 3a, nonché i docu­ menti dell'Archivio generalegazi .i Unitdei'. vmiss dell a C ongr egaz tone . ionari di s. Carlo (Scalabriniani) analizl zati da S.M . TOMASI, s�al ,, ,,abrt' _ vescovz Nord Am · · tra.. . ctt· . , pp. 453-467. p· erzca · m,· tn· . s�aw1 brmz l'attività degli scalabriniani,ntinepart . di Little Rock Per icola ' d tro e Bandt nella . m dtocesi Vittorio Gregari a Boston cfr ASV DAU;\x!' �l e Rock di , fase. 3 e 34, nonché ASV, Segreteria di Stato [d'ora in poi SS], 19i l, �ubr. l 2 fase. ' 11 ft. ��-68, e 1914 , rubr. 9, fase. 2, ff. 25-26. 2o ASV DAUS II f s 186 XIX ' ' a l l ' ' S , 21 Per l'attività di c:c�olo �=gli � � �� �� ; . ����i S 1905, rubr. 100, fase. 2, ff. 22 -27 . r ' US, XIX, fase. 687. 22 ASV DAUS IX N w y;o k St . .' c fase. r , v ecch ta s r te, 1 �9, e IX, Providence, fase. 50, nonché ASV SS, 1914 , ;ubr. 18 ' fa;c· �2 • ff· 2 l -55 · Questt� documentl vanno mquadratt ne1 contesto studiato da' E.C. STIBILI The ftalt'an St Raph :� l S :�� t y fior th e Protection o/ Italian fmmigrants in the United Sta;�s, in Scdlabrini tra .. ci�., pp. 9Per le carte canadesi cfr. M SANF!��P��· pMo szgno . «Annali accademici canadesi» 6 1990, pp. - . er�a restar Pisani il Canada (1908-1913), in docu azione, .v. ASV, X, fase. 595' e ASV' SS 1914 rub' DAUS ' · ment r. 18 , fasc. 8-9 . Altr.a do�um nte 1 · . è anali nt ztone ' "ftal re attva a Ptsa ta in G. RosoLI, La fede' razione m � � " ' ica Gens e l emzgrazzone ztalzana oltreoceano 1909-1920, inzzaVeltro», XXIV «Il X (1990) 1-2 e S.M. TOM_ASI, Fede pa�ria: the "ftalica Gens" in the United States and Canad� 190�-�9;;-�·otes em��razione", 103 (199 1) : pp. 3 19-340. /or the hzstory of an emzgration association, in "Studi ASV, DAC, scatola 131, fase. 2. '

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nata di indagini sugli italiani in Canada e ottiene risposte da Québec, Montréal, Hamilton, Sault Ste. Marie, Antigonish, Temiskaming, Vancouver, St-Albert 25 , Nel corso del XX secolo le due delegazioni si interessano della situazione degli italiani a varie riprese e non soltanto per influenza di sacerdoti o di organizzazioni esterne al Nord America. Le stesse comunità di immigrati stimolano a più riprese l'intervento o la raccolta di documentazione da parte dei rappresentanti di Roma. Da un lato, infatti, i delegati combattono le conseguenze della penetrazione prote­ stante 26 e di quella dei movimenti sindacali, anticlericali, socialisti e anarchici 27. Dall'altro, le comunità locali richiedono in continuazione scuole, parrocchie e soprattutto sacerdoti di origine italiana. Grazie a un accurato catalogo di Claudio De Dominicis del materiale della delegazione apostolica negli Stati Uniti abbiamo un quadro esauriente di questa attività e possiamo seguire gli interventi dei dele. gati nelle diocesi di Albany, Alton, Altoona, Baltimore, Belleville, Boston, Brooklyn, Buffalo, Burlington, Cheyenne, Chicago, Cincinnati, Cleveland, Columbus, Dallas, Denver, Detroit, Duluth, Erie, Fall River, Fort Wayne, Gal­ veston, Grand Rapids, Great Falls, Harrisburg, Hartford, Helena, Indianapolis, Kansas City, La Crosse, Leavenworth, Little Rock, Los Angeles, Louisville, Marquette, Milwaukee, Mobile, Monterey, Nashville, Natchez, New York, Newark, New Orleans, North Carolina, Oklahoma, Omaha, Oregon City, Peoria, Filadelfia, Pittsburgh; Portland, Providence, Richmond, Rochester, Sacramento, St. Augustine, St. Louis, St. Paul, Salt Lake City, San Antonio, Santa Fe, San Francisco, Scranton, Seattle, Sioux Falls, Spokane, Springfield, Superior, Syracuse, Trenton, Wheeling, Wichita, Wilmington 28 , Il materiale canadese è invece più frazionato, tuttavia permette di ricostruire i problemi religiosi degli emigrati nel Québec (Montréal) e nell'Ontario (Toronto, Hamilton, Ottawa, Fort William), nonché quelli di alcuni nuclei impegnati nelle praterie (St-Boniface e Winnipeg) , nella costruzione delle ferrovie della Colombia Britannica e nelle miniere di carbone sulla costa atlantica 29,

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25 fbid , scatola 129, fase. 14. .

26 ASV, DAU S, IX, Helena (Montana), fase. 41; DAUS X, fasce. 183 e 445; ASV, SS, 1912, rubr. 12, fase. 3, ff. 34-37; ASV, DAC, 16, fasce. 12-13 e 16, 19, fase. l, 24, fase. l, 29, fase. 3 1. 27 ASV, SS, 1905, rubr. 251, fase. l, ff. 23-33; ASV, DAUS, IX, Baltimora, fase. 52, e Scranton, fase. 57; ASV, DAUS X, fase. 82 e 51lb; ASV, DAC, scatola 3, fase. 6-7 e 9-11, scatola 4, fase. 20, e scatola lO, fasce. l e 4; ASV, S. C. Concistoriale. Relationes, fase. 219 (Chicago). 28 C. DE DoMINICIS, ftalian Immigrants in the Archives o/ the Apostolic Delegation o/ the United States, Ne York, Center for Migration Studies, 1992. 29 M. SANFILIPPO, La delegazione apostolica a Ottawa e gli immigrati italiam; 1899-1922, in «Il Veltro», XXXIV, (1990), 1-2, pp. 45 -65. w


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Giovanni Pizzorusso - Matteo Sanfilippo

La maggior parte di questi documenti riguarda problemi di ordine religioso, tuttavia le valutazioni di delegati, vescovi e sacerdoti contengono elementi di ordi­ ne sociale e politico. Inoltre in varie occasioni le delegazioni agiscono come cen­ tro di informazione per gli emigranti e per i loro familiari rimasti a casa. Durante la grande guerra si intrecciano così le richieste di Sante Colussi da Sandusky, Ohio, che vuole sapere dove siano finiti i parenti evacuati da Casarsa 3°, e quelle della famiglia Minatta di Como che ha perso di vista il congiunto Giuseppe, emi­ grato in California e scomparso dopo aver imbucato l'ultima lettera a New Orleans nel 1914 31. Queste ricerche, cui i rappresentanti vaticani si assoggettano di buon grado 32, non danno sempre buoni risultati, ma talvolta rivelano improv­ visi squarci di vita. Ugo Cangelmi, che non dava più notizie, si è arruolato nell'e­ sercito per evitare guai (donnaiolo e ubriacone aveva provocato alcune risse) ed è di stanza in Francia 33. Tommaso Canizza ha tentato la stessa via, ma è finito in carcere ed è rinchiuso a Leavenworth, Kansas, per "serious offense" 34. 4. Da questa rapida scorsa alla documentazione conservata negli archivi della Santa Sede emergono alcuni @oni tematici che ci sono sembrati degni di segnalazione. L'intervento della Chiesa cattolica per l'assistenza degli emigranti e, in generale, il suo interesse verso il fenomeno sono stati rilevanti e hanno anticipato quello dello Stato, ma non si sono svolti secondo un percorso rettili­ neo: hanno invece seguito i differenti e talvolta contrastanti suggerimenti offer­ ti da coloro che erano deputati ad informare Roma. L'esistenza di canali informativi già ben avviati facilita, alla metà del XIX secolo, l'analisi preoccupata di Gaetano Bedini, che teme gli effetti della pro­ paganda protestante. In seguito l'opposizione a quest'ultima si stempera nella consapevolezza, incoraggiata dalle notizie degli inviati pontifici, dell'afferma­ zione della religione cattolica. Le comunità immigrate divengono allora prezio­ si strumenti per il successo del cattolicesimo. Nell'ultimo quarto del XIX seco­ lo abbiamo dunque l'adesione al principio delle parrocchie etniche, la partico­ lare attenzione del papa verso la presenza italiana,. la fondazione della congre­ gazione scalabriniana, la creazione delle delegazioni apostoliche. A fronte di questa politica dei vertici istituzionali stanno le multiformi espe-

3 0 ASV, SS, 1919, rubr. 25 1, fase. l, ff. 20-27. Altri casi simili ibid. , fase. 2, ff. 13-27. 31 ASV, SS, 1917, rubr. 25 1 . 32 Per ricerche d i individui dal l92 1 i n poi vedi ASV, DAUS, l, fase. 14la- 14 1k. 33 ASV, SS, 1918, rubr. 25 1, fase. 9, ff. 88-94. 34 ASV, SS, 192 1 , rubr. 25 1 , fase. 15, ff. 199-206.

Fonti vaticane per la storia della presenza italiana in Canada e negli Stati Uniti

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rienze sul campo che emergono prepotentemente dalla documentazione. Dai ricorsi delle comunità italiane contro il vescovo americano, da quelli degli stes­ si religiosi, dai contrasti sulle forme della ritualità e della devozione tra italia�i e irlandesi, dalle necessità concrete degli immigrati in occasione dei matrimonl, emergono le difficoltà della Chiesa di gestire, in paesi in maggioranza prote­ stanti, la risorsa rappresentata dagli italiani a vantaggio della propria politica espansiva. Gli immigrati infatti si spostano frequentemente, vivono quasi sem­ pre al di fuori di un controllo rigido della parrocchia e sono pronti ad andare incontro alle varie denominazioni protestanti per soddisfare i propri bisogni spirituali o per l'educazione scolastica dei figli 35. Inoltre il clero italiano emi­ grato in America è spesso inaffidabile. Risulta spesso evidente che molti sacer­ doti italiani si spostano da una diocesi all'altra e da uno Stato all'altro perché coinvolti in questioni di soldi o per altri motivi di dubbia moralità religiosa 36; Di conseguenza anche i buoni preti italiani incontrano molte difficoltà per ottenere ascolto dalla gerarchia locale: gli scalabriniani, per esempio, devono superare un notevole scetticismo da parte dei vescovi americani. Sembra, però, indubbio che la presenza di figure di alto rilievo, quali gli inviati temporanei e poi i delegati permanenti, abbia costituito per le comunità italiane una �ia pre� ferenziale di accesso alla gerarchia ecclesiastica. Inoltre la frequentazione dt Roma e la conoscenza dell'italiano da parte di un buon numero di preti e vescovi americani ha offerto altre possibilità di mediazione. La documentazione conservata nell'Archivio segreto vaticano e presso l'Ar­ chivio storico della Congregazione "de Propaganda Fide" apre dunque degli specifici settori d'indagine nel campo dell'emigrazione italiana in Nord Ame­ rica. Soprattutto si devono mettere in evidenza due elementi precipui di questo materiale. In primo luogo esso permette di tenere contemporaneamente sotto osservazione la situazione degli italiani in tutte le diocesi nordamericane. In secondo luogo, la presenza italiana può essere esaminata nel contesto di tutti gli altri gruppi etnici emigrati oltreoceano 37, Grazie a tale visione complessiva l'utilizzo di questi archivi costituisce un approccio originale e complementare a quello dei fondi presenti nelle varie diocesi americane.

35 Cfr. M. SANFILIPPO, La delegazione apostolica... cit., pp. 60 e 66, nota 106. 36 ASV, DAUS, IX, Burlington, fase. 18b, Newark, fase. 10 e Santa Fe, fase. 21; DAUS, X, fase.

620, e XVI, fase. 99; ASV, DAC, scatola 16, fase. 25; scatola 49, fase. 6; scatola 80, fase. 6 e 8; scatola 88, fase. 39; scatola 90, fase. 9 e 17 e scatola 181, fase. 13; ASV, LBF, Lettere nn. 1350, 1448, 1455. 37 G. PIZZORUSSO M. SANFILIPPO, Inventario delle /onti vaticane per la storia dell'emigrazione e dei gruppi etnici nel Nord America: zt Canada (1878-1922), in «Studi emigrazione», 1 1 6 (1994) , pp. 605-649. -


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Giovanni Pizzorusso - Matteo Sanfilippo APPENDICE BIBLIOGRAFICA

Fonti vaticane per la storia della presenza italiana in Canada e negli Stati Uniti

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G. PIZZORUSSO-M. SANFILIPPO, Inventaire des documents d'intérét canadien dans l'Ar­ chivio Segreto Vaticano sous le pontifica! de Pie X (1903-1914), Ottawa-Rome, Archives

nationales du Canada - Centre académique canadien en Italie (in preparazione). M. BENOIT-G. ScARDELLATO, Inventat're de documents d'intéret nord-américain dans la

série Francia, Archives du Secrétaire d'Etat du Saint-Siège, Archivio segreto vaticano, I-II, Archives publiques du Canada, 1983 (dattiloscritto su microfiche). ID., Un z'nventat're de documents d'intérét Nord-Amérz'caz'n dans dz'verses séries et collec­ tions de l'Archivio Segreto Vaticano, Ottawa, Archives publiques du Canada, 1984 (dat­ tiloscritto su microfiche).

M. BENOIT, Inventaire des princz'pales séries de documents intéressant le Canada, sous le Ponti/icat de Léon XIII (1878-1903), dans !es Archives de la Sacrée Congrégation "De Propaganda Fide" à Rome, 3 volumes, Archives nationales du Canada, 1986 (dattiloscrit­

to su microfiche). L. CODIGNOLA, Guide to Documents relating to French and British North America in the Archives o/ the Sacred Congregation "de Propaganda Fide" in Rome, 1 622-1 799, Ottawa, Archives nationales du Canada, 1990 (l vol. di introduzione a stampa e 5 voli. di inven­ tariò su microfì.ches; edizione inglese e francese). ID., Calendar o/ documents relating to Canada in the Archives o/ the Sacred Congregation "de Propaganda Fide" in Rome, 1 800-1830, Ottawa, Archives nationales du Canada Saint Paul University, 1993 (dattiloscritto su microfiche). ID., Calendar o/ documents relating to Canada in the Archives o/ the Sacred Congregation "de Propaganda Fide" in Rome, 1831-1846, Ottawa, Archives nationales du Canada Saint Paul University (in preparazione). A. DEBEVEC, United State Documents in the Propaganda Fide Archives. A Calendar (seconda serie, voli. 8- 1 1), Washington D.C., Academy of Franciscan American History, 1980- 1987. F. KENNEALLY, United States Documents in the Propaganda Fide Archives. A Calendar, (prima serie, voli. 1 -7 + vol. di indice), Washington D . C . , Academy of American Franciscans History, 1966-1981 38. G. PIZZORUSSO, Inventaire des documents d'intérét canadien dans !es Archives de la Congrégation "de Propaganda Fide", 1904-1914, Ottawa-Rome, Archives nationales du

Canada - Centre académique canadien en Italie, 1993 (dattiloscritto su microfiche) ID., Documents d'intérét canadien dans !es Archives du Collège Urbain de Propaganda Fide à Rome (1829-1922), Ottawa-Rome, Archives nationales du Canada-Centre acadé­ mique canadien en Italie, 1992 (dattiloscritto su microfiche).

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3 8 Gli inventari di Kenneally e Debevec non seguono un rigido ordine cronologico. Approssi­ mativamente la documentazione inventariata arriva al 1875 con qualche eccezione per alcune serie minori.

ID., Inventaire des documents d'intérét canadien dans l'Archivio Segreto Vaticano et les Archives de la Congrégation "de Propaganda Fide" sous le pontificat de Benoit XV (19141922), Ottawa-Rome, Archives nationales du Canada - Centre académique canadien en

Italie (in preparazione).

M. SANFILIPPO, Inventaire des documents d'intérét canadien dans l'Archivio segreto vati­

cano sous le Pontifica! de Léon XIII (1878-1903): Délégation apostolique du Canada, Délégation apostolique des Etats-Unis, Epistolae ad Principes et Epistolae Latinae, et autres séries mineures, Ottawa, Ottawa-Rome, Archives nationales du Canada- Centre

académique canadien en Italie, 1 987 (dattiloscritto su microfiche). ID., Inventaire des documents d'intérét canadien dans la série "S. C. Concistoriale. Relatio­ nes" de l'Archivio Segreto Vaticano (1909-1922), Rome-Ottawa, Archives nationales du Canada - Centre académique canadien en Italie (in preparazione). N. SERIO-L. BRUTI LIBERATI, Inventaire des "Canadiana" dans !es Archz'ves du Saint-Siège, 1878-1903, Ottawa, Archives nationales du Canada, 1988 (dattiloscritto su microfiche).


Per lo studio delle emigrate italiane negli Stati Uniti

MADDALENA TIRABASSI

Per lo studio delle emigrate italiane negli Stati Uniti

i:

Dopo oltre due decenni di studi sulle immigrate italiane negli Stati Uniti, che hanno consentito di ricostruire molti aspetti della storia del loro insedia­ mento nel paese, emerge con forza la necessità di colmare una lacuna sul ver­ sante italiano della ricerca. Dobbiamo riscontrare infatti che abbiamo scarsissi­ me conoscenze su chi fossero le donne che emigravano, su coloro che restava­ no a casa in attesa del ritorno degli emigrati o di partire al loro seguito. La poca attenzione di gran parte degli studiosi del fenomeno migratorio - italiani e statunitensi - nei confronti dei paesi di partenza, l'isolamento della storia della famiglia italiana, scarsamente utilizzata negli studi sull'etnia statunitensi, una certa carenza di ricerca sulla storia delle donne dei ceti subalterni in Italia stanno alla base di questa incompletezza del quadro. Peraltro, la ricerca in que� ste aree si è sviluppata solo negli ultimi anni e si può supporre che l'integrazio­ ne dei suoi risultati nelle analisi del fenomeno migratorio italiano giunga ad eli­ minare alcuni degli stereotipi che hanno dominato il campo (Corti, 1992; Di Giorgio, 1992; Barbagli et. Al., 1990; Livi Bacci, 1980; Tirabassi, 1993 , 1994). Per lo studio dell'emigrazione che getti luce in primo luogo sul versante fem­ minile, può essere utile partire dalla famiglia italiana al momento del grande esodo. La famiglia migrante è infatti un momento centrale nell'analisi ma dob­ biamo essere consapevoli che molto spesso, troppo spesso negli studi sull'emi­ grazione italiana negli Stati Uniti, si è assunto un modello di famiglia stereoti­ pato che non corrispondeva alla realtà italiana costruendo su questo ipotesi di continuità e mutamento (Tirabassi, 1990). L'immagine "americana" della famiglia italiana, specie meridionale, a ca�allo del secolo è ancora quella di una famiglia estesa, patriarcale, legata da saldissi­ mi vincoli familiari. L'impatto dell'emigrazione negli Stati Uniti sulle donne e sulla famiglia italiana del Sud acquisisce un significato più complesso se si esa­ minano le condizioni di vita e i rapporti familiari nella popolazione rurale

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prima e durante l'esodo migratorio. In questa prospettiva molti dei comporta­ menti che sono stati letti come frutto dell'americanizzazione in senso "cultura­ le" risulteranno invece essere avvenuti per realizzare ideali di vita che già appartenevano alla cultura di origine e che solo le condizioni di estrema indi­ genza e ignoranza avevano impedito in Italia. Paradossalmente in quest'ottica i rapporti familiari estremamente coesi che caratterizzano la famiglia italoameri­ cana costituiscono una novità rispetto al paradigma pre-migratorio: essi risulta­ no infatti essere il prodotto del miglioramento delle condizioni di vita in America uniti agli ideali familiari italiani, più che una semplice sopravvivenza della cultura italiana. Molto schematicamente si può affermare che il primo cambiamento nella famiglia italiana in America avvenne proprio per realizzare ideali di vita, materiali e familiari, italiani. Inoltre, la storia delle donne in Italia e quella delle emigrate vanno costantemente confrontate per cogliere le diffe­ renze tra il mutamento dovuto all'inserimento in una società straniera e quelle frutto della modernizzazione destinata, seppur in tempi e forme non rigida­ mente parallele, a prodursi anche in Italia. Un ritorno alle fonti italiane consente poi di includere nella storia dell'emi­ grazione l'impatto del fenomeno sul paese di partenza. Le donne costituiscono l'anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo mondo, in particolare nella prima fase migratoria quando a partire erano principalmente gli uomini. Parlare di emigrate italiane negli Stati Uniti vuole dire parlare prevalente­ mente di contadine italiane, per lo più meridionali. Per poter uscire dalla gene­ ricità della categoria "contadina meridionale" esaminerò qui due fonti italiane particolarmente ricche e che offrono uno spaccato della società agricola italia­ na nel suo complesso. Si tratta delle due inchieste agrarie dirette rispettivamen­ te da Stefano Iacini, per l'inchiesta condotta tra il 1877 e il 1884, e da Eugenio Faina nel primo decennio del Novecento. Le due inchieste sono già state am­ piamente utilizzate da economisti e storici dell'emigrazione, mentre sono inve­ ce scarsi gli studi che le hanno utilizzate per la storia delle donne italiane e delle emigrate: tuttavia le potenzialità di una ricerca in questo senso sono evi­ denti (Noether, 1978; Gabaccia, 1982; Reeder, 1995 ; Teti, 1987). LE INCHIESTE

L'inchiesta Iacini consente di esaminare la condizione femminile nel decen­ nio di inizio dell'emigrazione italiana verso gli Stati Uniti, attraverso un'indagi­ ne articolata per regioni e per province. I vastissimi materiali disponibili si rive­ lano assai utili per uscire dalla genericità di categorie come "donna contadina"


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Maddalena Tirabassi

Per lo studio delle emigrate italiane negli Stati Uniti

o "fa�ig�ia patriar�ale" ricorrenti a ogni piè sospinto nella storia dell'emigra­ . ZIOne ltahana. Partlcolarmente proficui ai fini di questo tipo di indagine sono i capitoli Condizioni morali e sociali della classe agricola e Delle condizioni fisiche '

L'inchiesta � aina, condotta negli anni dieci del Novecento, quando l'emigra­ . ziOne era nel p1eno del suo sviluppo, ripercorre per molti versi la prima inchie­ sta, r�stringendo il c�mpo Ile regioni meridionali, ma include nella propria � . . anah�1 1� fenomeno m1gratono. Oltre a fornire dati quantitativi disaggregati per provmc1a e per sesso, prende in esame l'impatto del fenomeno migratorio sulle zone di partenza, dal punto di vista economico e sociale. Attraverso un'analisi dei dati delle inchieste che riguardano le sfere che più �occa?o la v�. ta delle donne - assetto domestico, lavoro, rapporti familiari, lstruziOne - s1 cercherà quindi: di determinare le condizioni di vita delle donne in Italia meridionale negli anni della grande emigrazione e di riconsiderare l'impatto dell'emigrazione sulla vita delle donne degli emigrati restate in Italia ' dando alcuni cenni sul momento del primo insediamento negli Stati Uniti. morali, intellettuali ed economiche del lavoratori della terra.

LA FAMIGLIA CONTADINA NELL'ITALIA DEL SUD

La casa

Per comprendere l'assetto familiare è necessario esaminare le condizioni- di v�ta materiale dei contadini dell'Italia del Sud negli anni della grande emigra ­ zwne 1 • Verranno a questo proposito riportate alcune testimonianze dell'ep oca effettuate dai relatori dell'Inchiesta agraria Iacini. Gli strati più poveri della popolazione rurale vivevano molto spesso in abitu­ ri ove erano ignote le più elementari norme igieniche; composti da un'unic a stanza di circa venticinque metri quadri, senza pavimento, senza intonac a o lle pareti, con un'unica apertura che fungeva da porta, finestra e camino: così ven­ gon� descritte le abitazioni dei braccianti siciliani (Damiani, 1884, 56-57; Ga­ baccla, 1982). Anche in Abruzzo c'era una sola stanza per l'intera famigli a in cui spesso erano tenuti anche gli animali, il maiale e i polli. Per letto della pa­ glia. In Puglia le condizioni abitative erano ancora peggiori: oltre alla sporciz ia

. 1 Ver7anno prese in esame le regioni del Sud dato che esse offrirono il maggior contingente m1grator10: d�1. 4.097 emigrati negli Stati Uniti negli anni 1880-19 14, 3.273.299, ovvero il 79,9 per cento, provemva dalle regioni meridionali (De Candia e Di Comite, 1988).

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viene denunciata la presenza di un solo letto per tutti i membri della famiglia, col "maiale quasi sempre nella stessa stanza" (Angeloni, 1885, 469 -47 1 ) . La si­ tuazione era la stessa in Campania quando, come nella provincia di Salerno, i contadini non vivevano in pagliai (de Siervo, 1882) e in Calabria dove in una o due stanze in cui vivevano anche il maiale e l'asino, lo stesso letto era condiviso da genitori e figli (Branca, 1 883 , 63 ). Quale modello abitativo trovano questi contadini nelle città statunitensi di destinazione? La gran massa dell'emigrazione italiana si diresse nelle città del­ l'Est (Rosoli, 1989, 10- 14) attraverso la migrazione che a catena portò alla costituzione nelle principali città industriali statunitensi delle little italies: interi quartieri abitati da italiani nelle cui strade la lingua corrente erano i vari dialet­ ti dei paesi di provenienza, con negozi in cui si vendevano prodotti di importa­ zione italiani. Spesso quartieri una volta residenziali si svuotarono per lasciare il posto ai tenements, definiti, secondo la descrizione della Immigrant Commis­ sione nel 1900: edifici di cinque o sei piani, a volte sette, lunghi poco più di sette metri e larghi tren­ ta, con uno spazio libero di tre metri sul retro, per dare luce e aria alle stanze su quel lato. Ogni piano è generalmente diviso in quattro appartamenti, essendoci sette stanze su ogni lato dell'ingresso, che si estendono sulla strada verso il retro. Delle 14 stanze su ogni piano solo quattro ricevono luce ed aria diretta dalla strada o dal piccolo cortile sul retro. Generalmente lungo le pareti laterali dell'edificio vi è quello che viene chiamato "condotto dell'aria " cioè un'incavatura della parete profonda 70 centimetri e lunga da 15 a 18 metri e alta quanto l'edificio. Questi condotti funzionano come trasmettitori di rumori, odori e malattie e quando scoppia un incendio diventano una cappa infiamma­ bile rendendo spesso difficile salvare l'edificio dalla distruzione (Cetti, 1984).

Da un'ispezionè in un tenement abitato da siciliani effettuata da Jacob Riis risultò che in ognuna delle stanze abitava una famiglia, la cucina era in comune (Gabaccia, 1989, 65; Tenement Times, 1993 ) . A New York, la città con più tenements degli Stati Uniti nel 1909, secondo i dati della stessa commissione c'erano 102.897 tenement houses con una popolazione di 3 .775.343 : vi abitava oltre il 79 per cento della popolazione di New York. Come osserva Donna Gabaccia in From Sicily to Elisabeth Street: «l tene­ ments non rispecchiavano certo gli ideali abitativi dei siciliani ma non erano certo peggiori delle città agricole siciliane, e in molti casi erano migliori» (Gabaccia, 1989, 66). Il passaggio ai tenements statunitensi, se visto alla luce delle precedenti esperienze abitative, può essere visto persino come un miglio­ ramento.


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Maddalena Tirabassi

LE CASE DEGLI "AMERICANI"

Il cambiamento più visibile apportato dall'emigrazione alle regioni di par­ tenza sembra quello delle abitazioni. «Il contadino calabrese, non appena ritor­ na dall'America, pensa all'abitazione e la vuole pulita, bella e civettuola. In tutti i paesi si vedono queste casette, che fanno tanto contrasto con le vec­ chie ... » (Ernesto Marenghi Berterio, Calabria, 507). Le abitazioni degli "ameri­ cani" spiccano per le pareti bianche e la pulizia, Cesare J arach il relatore del­ l'inchiesta per l'Abruzzo e il Molise osservava in questo senso «un notevole progresso ( ... ) nei comuni d'antica emigrazione» (J arach, Abruzzi e Molise, 187 ) . Anche in Calabria il miglioramento nelle abitazioni «è dovuto quasi esclusivamente agli "americani"» (Eugenio Azimonti, Calabria, 57). L'ALIMENTAZIONE

La dieta dei contadini alla fine del XIX secolo era molto povera, composta prevalente da legumi e cereali. In Calabria essa era composta da pane, olio d'o­ liva e verdure a mezzogiorno, a cena polenta, fagioli o patate, la carne presente solo nelle grandi occasioni. Pane di farina di lenticchie ed erbe selvatiche scon­ dite negli anni carestia (Branca, 1883 ) . In un anno un contadino siciliano con­ sumava: quattro ettolitri di frumento, trecentosessanta litri di vino, quaranta chili di formaggio (ricotta), 80 chili di pasta, quindici chili di riso, un chilo di carne (Damiani, 1884) . Anche in Puglia la dieta era composta da cereali, olio d'oliva, fagioli, mais, carrube. Per condire gli alimenti acqua di mare giacché il sale era molto costoso (Angeloni, 1884, 465 ) . In Campania uno dei relatori dell'Inchiesta !acini ci fornisce un computo calorico: centotrenta grammi di sostanze albuminoidi giornaliere, ritenute sufficienti dal relatore (de Siervo, Campania, 1882, 335). La dieta di un giornaliero a Monteleone, Calabria, era composta da «un chilo e due etti di pane di mais, una sardina sotto sale, patate o verdure bollite, un soldo di sale e olio» (Morabito, 1883 , 422). La dieta degli uomini era di solito migliore di quella delle donne e dei bam­ bini, dal momento che quando lavoravano lontani da casa una parte della retri­ buzione era costituita dai pasti. In un paese vicino ad Avola, il relatore, esami­ nando i rapporti all'interno della famiglia, notava che le donne «devono rivol­ gersi ai loro mariti col voi» e servirli a tavola; aggiungeva poi: il lunedì quando il capofamiglia parte per andare a lavorare nel latifondo dove si tratterrà fino alla domenica: «insacca tutto il pane che trova lasciando la famiglia a nutrirsi di crusca» (Damiani, 1 884, 672).

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Phyllis H. Williams, sociologa di Yale, in uno studio del 1938, South Italian Folkways in Italy and America, che esamina le condizioni di vita degli italiani prima e dopo l'emigrazione negli Stati Uniti, descritta la dieta italiana, passa ad illustrare le condizioni alimentari statunitensi introducendo il discorso con le seguenti parole: «Solo tenendo conto di questi particolari si può valutare la rivoluzione che l'emigrazione negli Stati Uniti effettuò nell'economia domesti­ ca» (Williams, 1938, 61). Anche Sophonisba Breckinridge nel suo classico studio, New Homes /or Old, scritto nel 192 1 , che riporta le diete degli immigrati dei diversi gruppi etnici, testimonia il cambiamento avvenuto, pur dando maggior peso alle conti­ nuità. Per gli italiani descrive la dieta di una famiglia siciliana di Palermo. La famiglia è composta da quattro bambini che vanno dai dieci mesi ai sette anni. L'autrice afferma: «sono stati in America per più di venti anni (si può presume­ re che vi siano giunti alla fine dell'Ottocento) ma la loro dieta è cambiata di poco» (Breckinridge, 192 1, 335). Se paragoniamo la dieta americana a quelle appena riportate notiamo invece che ci furono degli enormi cambiamenti, anche se i cibi e gli ingredienti sono gli stessi che in Italia. Per quello che riguarda l'alimentazione, in America era festa tutti i giorni: in primo luogo c'era la colazione composta da caffè, cioccolata, toast, biscotti italiani «per i bambini pane e latte o fiocchi d'avena e latte», carne, insalata, pane e frutta per pranzo, spaghetti, peperoni ripieni, pane e frutta per cena troviamo elencati nel menu estivo del lunedì. La dieta cambiava ogni giorno e comprendeva sem­ pre carne o pesce e frutta, più varie verdure. La domenica era più ricca: mac­ cheroni fatti in casa con salsa di pomodoro, vitello stufato, pannocchie di gran­ turco, melanzane, pane, macedonia (Breckinridge, 192 1 , 335-340). Una delle lamentele più diffuse delle assistenti sociali americane nei confronti degli italia­ ni era che la loro dieta fosse troppo costosa, sebbene salutare, poiché utilizza­ vano molti prodotti di importazione come l'olio d'oliva e i formaggi (Tirabassi, 1989, 90-91). I relatori dell'inchiesta Faina, condotta nel primo decennio del Novecento, quando l'emigrazione era un fenomeno di grandi dimensioni nell'Italia del Sud, notarono che nelle regioni a maggior emigrazione la dieta era migliorata: era comparsa la carne nel sugo dei maccheroni alla domenica e si era avuto un aumento di macellazione di maiali (Presutti, 1909, 480). Gli effetti economici dell'emigrazione si facevano sentire e l'alimentazione costituisce un buon esem­ pio di come si realizzarono le aspettative attraverso l'emigrazione pur senza allontanarsi dalla tradizione. O meglio, come acutamente notava Williams: «l cambiamenti che si verificarono rappresentavano un tentativo di imitare le classi agiate italiane piuttosto che gli americani» (Williams, 193 8, 62).


1 160 IL LAVORO

Probabilmente il contributo principale dell'Inchiesta !acini alla storia delle donne italiane è quello di aiutare a rendere visibile il lavoro delle donne conta­ dine anche se, in verità, occorre sforzarsi a leggere tra le righe; ogni relatore cerca infatti di quantificare il lavoro svolto dalle donne nei campi, che spesso viene calcolato un terzo di quello degli uomini; in altre sezioni dell'Inchiesta si trovano elencate numerose altre attività svolte dalle donne: la coltivazione del piccolo orto domestico, il governo degli animali da cortile, per non parlare della preparazione dei cibi, del bucato, della filatura e della tessitura. Un discorso a parte meriterebbe l'allevamento dei figli: vengono forniti dati per regione e pro­ vincia sulla durata dell'allattamento, del puerperio, sulla mortalità infantile, sulle modalità di allevamento dei figli nei primi anni di vita. Dall'Inchiesta Iacini emerge bene che il diverso assetto economico in cui si esercita il lavoro (piccola proprietà, latifondo, o mezzadria) influisce sulla struttura familiare (nucleare o estesa) e sulle attività e i ruoli esercitati dalle donne. IL LAVORO DELLE DONNE DURANTE L'ESODO MIGRATORIO

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In quasi tutte le regioni di grande emigrazione si riscontra un aumento del lavoro femminile che va a sostituire quello degli uomini. In Campania il dele­ gato tecnico dell'Inchiesta, Oreste Bordiga, osserva: «donne e ragazzi concor­ rono anche troppo largamente ai lavori campestri ( ... ) dove l'emigrazione ha diminuito notevolmente la popolazione maschile, le donne hanno sostituito l'uomo anche nei lavori più faticosi sono bestie da soma che sostengono fatiche incompatibili col loro sesso, col fisico e colle funzioni della maternità e dell'al­ lattamento» (Bordiga, 1909, 259) . Giungono a portare pesi di 60-70 chili sulla testa. Oreste Bordiga nota l'invisibilità del lavoro femminile nelle statistiche quando, descrivendo la coltivazione degli orti da parte delle donne, afferma: «eppure se noi esaminiamo le statistiche del censimento ( ... ) vediamo segnate cifre minime di donne addette ai lavori dei campi, mentre nelle stesse famiglie di coloni anche in buona condizione economica, ogni componente, appena è in grado di lavorare, concorre al guadagno comune» (Bordiga, 1909, 262). In Abruzzo e Molise «l'imprenditore agricolo sostitul largamente al lavoro maschile il lavoro delle donne. A ciò corrisponde spesso un aumento della mortalità infantile causata dall'eccessivo lavoro delle madri. Nella regione la mortalità infantile passa dal 3 ,70 per mille nel 1 895 al 4,37 del 1904» (Jarach, 1909, 192). E la causa viene indicata nella «maggior frequenza di lavori gravosi

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compiuti dalle gestanti negli ultimi periodi di gravidanza» (Ibidem, 193 ) . Le conseguenze dell'esodo migratorio in molte province campane si riscontrarono nella femminilizzazione e nell'invecchiamento della manodopera: «nelle comi­ tive di operai due terzi forse sono di donne e ragazzi, ed il resto di uomini, fra cui prevalgono i vecchi» (Bordiga, 1909, 267). I RAPPORTI FAMILIARI La mortalità

Particolarmente utili per una comparazione tra la famiglia in Italia e quella emigrata negli Stati Uniti sono i capitoli delle inchieste che toccano anche le sfere del privato quali i rapporti familiari, la religiosità e la moralità. Uno degli aspetti che più colpisce chi ha studiato la famiglia italiana negli Stati Uniti, e si è nutrito quindi di un'immagine fatta di estrema coesione dei vincoli familiari in particola­ re nel Sud, è la frequente denuncia della «rilassatezza dei costumi» «che spinge i figli a negare gli alimenti a padri vecchi e infermi» o il «poco o niuno rispetto dei figli ai genitori e la stima di questi verso i figli» (Damiani, 1885, 3 89). «li villico piange più l'asino che la moglie» è la frase adottata dal relatore per descrivere i rapporti coniugali in Sicilia. Analoghe osservazioni le compie il relatore per le regioni Basilicata e Calabria, Ascanio Branca ( 1 883 , 2 14). Le condizioni di profonda miseria vengono indicate come responsabili di questo tipo di rapporti. In tutte le regioni toccate dall'esodo migratorio si riscontra generalmente una diminuzione della criminalità ma si nota da parte del delegato degli Abruzzi e Molise che «sono aumentati i delitti contro il buon costume e l'ordine delle famiglie, e fra questi particolarmente gli adulteri. Di questo aumento, secondo il giudizio dei magistrati e in genere di tutta la popolazione, si deve incolpare l'emigrazione: l'abbandono delle mogli per lungo tempo da parte degli emigrati avrebbe affievolito notevolissimamente i vincoli coniugali» (Jarach, 1909, 271).

La relazione continua con la denuncia della scoperta di un traffico di neona­ ti. Anche in Campania si osserva la negativa influenza dell'emigrazione sui vin­ coli familiari: «Numerose risposte accampano dubbi sul contegno che serbano le giovani mogli degli emigrati, durante l'assenza dei loro mariti. Lasciate sole dopo poco tempo dal matrimo­ nio, circondate da mille tentazioni, talvolta da quella del bisogno, altre volte non distratte dal lavoro, perché il marito lontano le sovviene del necessario, sono nelle condizioni meno


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favorevoli per conservarsi illibate ( ... ) un buon quinto delle risposte lascia dubitare un po' di rilasciatezza di costumi» (Bordiga, 1909, 536).

Più avanti il relatore mitiga il suo giudizio sulle mogli degli emigrati denun­ ciando molti casi in cui le famiglie non hanno più notizia «del loro capo» e non vengono soccorse in alcun modo (Ibidem, 612). All'emigrazione viene anche imputato lo sviluppo della piccola famiglia di tipo borghese che va a sostituirsi a quella patriarcale: i numerosi matrimoni celebrati poco prima della partenza, allo scopo di tenere separati i propri risparmi di coppia, conducono alla formazione di tante piccole economie distinte e si perdono «quegli speciali vincoli morali che la famiglia patriarcale induceva» Uarach, 1909, 27 1). Anche se la famiglia patriarcale stava scompa­ rendo e la maggioranza delle famiglie italiane nel Sud era nucleare, nei ceti subalterni la famiglia moderna, fondata su scelte sentimentali e non su interessi economici era ancora di là da venire. In Campania Fedele de Siervo osservava: «Quivi la famiglia è un bisogno non creato dal sentimentalismo, ma dal reci­ proco interesse» e proseguiva: «i vincoli di affetto ( ... ) non sono né il movente principale né la base della loro società coniugale» (de Siervo, 1882 , 1 8 1 , 332). Per quello che riguarda gli strati più poveri della popolazione italiana del Sud a cavallo dell'Ottocento anche il concetto di unità familiare era più un ideale da perseguire che si sarebbe attuato attraverso l'emigrazione o col miglioramento delle condizioni economiche alcuni decenni più tardi in Italia, che una realtà. Le lunghe assenze degli uomini che lavoravano lontano da casa a volte per più giorni, l'impossibilità delle donne, impegnate, oltreché nel lavo­ ro dei campi quando questi erano abbastanza vicini a casa, in ogni sorta di industria domestica - orto, tessitura filatura e così via - ad accudire i propri figli, le stesse condizioni abitative impedivano ogni sorta di intimità. Si può affermare che emigrando uomini e donne realizzarono ideali di famiglia che in Italia la povertà e l'ignoranza avevano impedito. Nella maggioranza degli studi sugli immigrati negli Stati Uniti, la coesione familiare viene data come una continuità, le fonti italiane dimostrano che invece costituì un cambiamento rispetto al passato. Solo alcuni studi che hanno usato fonti che offrivano testimonianza sulle condizioni di vita degli immigrati più poveri, relazioni di assistenti sociali, casi dei tribunali, la famiglia italiana è emer­ sa più vicina a quella italiana che abbiamo appena esaminato che allo stereotipo "delle cinque dita di una mano" (Gordon, 1 986; 1988; Tirabassi, 1979, 199-203 ; Yans MacLaughlin, 1970) non solo scarsamente dominata dagli affetti, ma affetta da violenza, stupri, incesti. Ora possiamo affermare che queste patologie non furono create dalle cattive condizioni di vita nei tenements americani, che come abbiamo visto erano una sistemazione abitativa talvolta migliore di quella italia-

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na, ma potevano essere una sopravvivenza di abitudini primordiali. Nell'In­ chiesta Iacini si cercò di quantificare il numero degli adulteri, incesti, stupri, pro­ stitute, nascite illegittime. Al di là dei dati che furono raccolti ciò che colpisce è che erano presenti in numerosissime provincie. Prima dell'inizio dell'emigrazio­ ne di massa la dissolutezza familiare era attribuita alle terribili condizioni abitati­ ve che costringevano alla promiscuità, (il letto comune non era una rarità), e all'i­ gnoranza; l'Inchiesta Faina denuncia l'emigrazione che allontana per anni gli uomini dalle loro famiglie come causa principale della dissolutezza familiare. LE PARTENZE

«Prima di partire i celibi contraggono matrimonio colla donna del loro cuore, per allontanarsi da lei dopo poco più di una settimana di vita coniugale. n contadino, deter­ minato già ad abbandonare la donna in patria, si lega (a lei) da un lato, come mi spiega­ vano i contadini stessi, per assicurarsene il possesso, dall'altro per avere in paese chi gli conservi i risparmi mano a mano accumulati, evitando che nella famiglia paterna essi vadano facilmente consumandosi» (Jarach, 1909, 244).

Dopo due o tre anni, a volte cinque o più, raramente oltre i dieci anni gli emi­ grati ritornano, non di rado per riemigrare dopo un anno o due. Nell'Inchiesta si trovano anche cenni sul processo decisionale rispetto alla partenza. Un contadino siciliano affermò: «lo me ne andai in America, anzi, me ne scappai colà per fame; e d stetti nove mesi. Or sono tornato per prender la famiglia, ma essa non vuol venire sicché tornerò in America da solo» (Loren­ zoni, 1910, 279) . «Alcuni vanno in America con le figlie o le sorelle, perché le zitelle trovano laggiù facile occasione di maritarsi coi loro compaesani» (Lorenzoni, 1910, 309). L'ISTRUZIONE

Interessanti sono le considerazioni che compaiono in tutte le regiòni oggetto dell'inchiesta sugli effetti dell'esperienza migratoria sull'istruzione: «la necessità dell'istruzione fu sentita soltanto allorché il contadino sperimentò al contat­ to dei popoli più civili la sua inferiorità, allorché alla separazione dalla famiglia fu. conforto lo scambio di corrispondenze epistolari. La coscienza di quella necessità attestano le vive raccomandazioni degli emigrati alle mogli perché curino la frequenza dei figli alle scuole»,

notò il delegato degli Abruzzi, Cesare Jarach Uarach, 1909, 270).


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Anche in Basilicata e Calabria l'istruzione venne incentivata: «frequenti sono le raccomandazioni che vengono dagli emigrati affinché i fratelli o i figli, o i nipoti siano mandati a scuola» (Azimonti, 1909, 64) . «Il fanciullo viene manda­ to a scuola perché il padre scrive dall'America che suo figlio deve crescere istruito» (Scalise, 1909, 95). Per la Sicilia Giovanni Lorenzoni osservava: «Un effetto indubbio dell'emigrazione e misurabile anche statisticamente è l'aumentata frequenza delle scuole da parte dei figli degli emigrati ( ... ) abbiamo mostrato come dopo soli quattro anni di intensa emigrazione l'iscrizione dei ragazzi alla scuola sia aumentata di un terzo, e come questo effetto fosse dovuto per l'appunto alle esortazioni degli emigrati, i quali ordinano alle loro mogli di mandare i propri figli a scuola» (Lorenzoni, 1910, 85 1).

L'esodo migratorio ebbe un immediato impatto positivo sul paese di parten­ za almeno in due settori: quello dell'istruzione e quello abitativo. L'analfabetismo era una delle peggiori piaghe che affliggevano le popolazio­ ni contadine, specie quelle del Sud. La lotta per l'istruzione aveva costituito uno dei principali obiettivi del neonato stato italiano, senza peraltro riscuotere grandi successi. I bambini frequentavano le scuole, quando lo facevano, solo durante le stagioni morte per il lavoro dei campi. I tassi di analfabetismo delle donne furono sempre superiori a quelli degli uomini poiché questi ultimi veni­ vano istruiti durante la leva. Inoltre, fino al 1 888 anche gli alfabetizzati spesso sapevano leggere ma non scrivere poiché questa seconda attività non rientrava nei programmi delle prime classi elementari. Nel 1 86 1 il 28 per cento delle donne "istruite" sapeva solo leggere, contro il 12,8 per cento dei maschi (De Giorgio, 1992, 437; Cappelli, 199 1 , 177-191). Nel 1 87l la percentuale di analfabetismo era del 72,96 per cento (67 ,04 per cento maschi e 78,94 femmine); nel 191 1 era del 67,25 con il 61 ,03 per cento di analfabeti maschi e il 73 ,52 di femmine. ANALFABETISMO NELLE REGIONI MERIDIONALI ITALIANE PER SESSO

(valori in percentuale) pop. tot. ,, 'u l

Abruzzi e Molise Campania Puglie Basilicata Calabrie Sicilia

maschi

187 1-1881 femmine

1871

1881

1 871

1881

1871

1881

86,83 82,45 86,52 89,62 88,77 87,22

(83 ,32) (78,41) (83 , 1 1) (87,32) (87,02) (83,97)

79,69 76,40 81,64 83,62 82,06 83 ,03

(74,82) (7 1,61) (77,63 ) (80,67) (79,79) (78,85)

93,63 88,82 91,24 95,33 95,44 92,2 1

(91,26) (85,05) (88,4 1) (93,56) (93,96) (89,53)

Fonte: Stefano Iacini, Atti della giunta per l'inchiesta sulle condizioni della classe agricola, Sicilia, XIII, 1884, pp. 13 2-l 33 .

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In Calabria, la regione con la più alta percentuale di analfabetismo, si rileva: In questi ultimi tempi si nota però un risveglio, un desiderio d'imparare. Laddove l'emigrazione è avvenuta su vasta scala ed ha migliorato le condizioni economiche della povera gente, le scuole, da spopolate che erano, diventano un anno più dell' altr� fre: quentate. Bisogna vedere lo zelo che mettono le mamme popol�ne p�r fa: accoghere l . . figli a scuola e nel vigilarne i piccoli progressi! Il f�ncmllo vtene n? uhto, vestlt� a . . nuovo, accompagnato a scuola e raccomandato con vtva espressione dt calore alla dth­ genza del maestro, perché il padre scrive dall'America che suo fi�lio deve crescere istruito, perché ora soltanto si accorge del danno del non sapere (Scahse, 1909, 567).

e emi­ Un ritorno alle fonti italiane permette, a chi studia le comunità italian di stili degli e ioni grate all'estero nell'ottica mutamento/continuità delle tradiz paese a del vita, di verificare se molti di quei tratti di solito ascritti alla cultur italiana one tradizi della a vivenz soprav una che d' origine non siano invece più ità di svolgere un prodotto dell'emigrazione. In altre parole emerge la necess venute a crea­ o fosser si non ulteriori ricerche per verificare se negli Stati Uniti che in Italia vita di re le condizioni che permisero di realizzare il proprio ideale la miseria e l'ignoranza impedivano.


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Maddalena Tirabassi APPENDICE

FONTI PRIMARIE

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Madre Cabrini e le sue missionarie negli Stati Uniti MARY LOUISE SULLIVAN

negli Stati U� t'ti: fonti esistenti �::::zfc:!:l�z�� � 7{egemdisz�Rionadarie no�; Pennsylvanza 0

Introduction

Cabrini College is a universt't Y 1eve1 e . . ducatlona l lnstitution granting both . b a ch e l or an d m aster ,s degr e � . n ave r th 1tty f'l� lds of stud y. Loc ated an Philadelphia's "Main Line" in l t; : ; 18. but a short dista?ce from center city historic:l ��d : : ;s n e n dvances i� libra ry science, with omputer : : net . wo c st t c s u e o e e r;r ;i:: = '� sma research cent : . er m the college's centrai eli. m �t� controlled hbr a�y houses information concerning Mot her Cabrini and the m1ss1onary works whtch, beginning m . . · 18 89, she lnau gura ted m response to the educational, health care, pastoral and soci al service needs of Italian immigrants . across Amene a. The purpose of this pap er is threefold: . l) to b ' f of h ass stance provi ed to Italians in the United M e er slsters, t e � aJotl. ty of whom were Italian immigrants themselves or d ghte rs of th ese 1mm1grants; . 2) to glVe · , 1. � so�e det ad, a description of the holdings of the C · · a bnman research collectton m Radnor, p ennsyl . vam; a, and lts orga niza tion and utilization ,· ' p r s e , erp r et � our�es per tam tng t thei r imm igrant roo ts and service to their .? r spe ctl.ve tmmtgrant commumu es.

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Mother Cabrini's work o n behal/ of Italian immigrants in the Unt'ted States,

1889-19 1 7 Between her arrivai in New York in 1889 and her death at Chicago in 1917, Mother Francis Xavier Cabrini, although repeatedly beset with illhealth, criss­ crossed the country, assessing the needs of Italian immigrants. Her ability to respond to their needs was extraordinary. Schools, orphanages, hospitals and social service outreach programs involving family visitation in both urban and rural areas, religious instruction in numerous parishes, recreational programs far children, industriai arts lessons far young women, visits to city hospital wards, jails, prisons, mines and plantations absorbed the energies of Cabrini and her Missionary Sisters. Together they established institutions in New York, New Jersey, Pennsylvania, Louisiana, Mississippi, Illinois, Colorado, Washington State and California. Pairs of sisters were sent to scout aut Italians and recall them to the practice of their Catholic faith. These journeys were also fund raising expeditions to sustain institutional commitments. They ranged from day trips to neighboring cities and suburbs to extended trips of a few months crossing several states. At Mother Cabrini's request, Mother Ignatius Dossena left Chicago with another sister on December 26, 1902, and traveled across Illinois, Missouri, Kansas, New Mexico, Arizona, California, Oregon and Washington. She arrived at Seattle on May 8, 1903 . Mother Cabrini herself seized every opportunity to visit areas where there were large concentrations of Italian immigrants, far example, Cincinnati, Pittsburgh and Buffalo. She was indefatigable in her efforts to locate scattered groups of immigrants, particularly in the western United States where she once spent seventeen days visiting various places between Seattle and Denver. Mother Cabrini's nine missionary journeys to America were marked by prodigious accomplishments - the foundation, development and consolidation of a network of educational, health care and social service institutions and pro­ grams. She was always developing the missions, and seeking to consolidate her various works by frequent visitations and attention to details of operation. Each Cabrinian institution became a center where the socioreligious needs of the immigrants could be met and from which extensive outreach programs were launched l ,

M. L. SULLIVAN, MSC, Mother Cabrini: "Italian Immigrant o/ the Century", New York, Center for Migration Studies, 1992, pp. 106, 107, 115. l


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First Journey: March 3 1-July 20, 188 9

1

Est abl ish me nt of Ho ly Ang els ' O rp h an age , Ma nha ttan ; dir ect ion an d staffing of Saint Joachim's paroc h'la sehoo Manhattan. ' Second Journey: April 28- Augus t 17, 1890

1

Transfer of orphanage to w, t p ark first American novitiate at w:: p : U1ster County, New, York; opening of t ark, transfer of orp hans reception house from 59th Street to 43rd Street, M anh attan. Third Journey: September 13- 0c tober 15, 189 1 Review of staffing of Cristofor o Colomb Hospitai . , Ma nhattan; supply of personnel for established orphan age and sch�ol.

Fourth Journey: April 12, 1892-c a. September 28, 1 892 Visit to New Orleans subsequen . t to ynchmg s tf Itah. ans there; deployment of sisters to New Orleans· form ' l t bllsh pendent establishment of new ��f � ment � New Orleans' mission; inde­ u bus Hospltal, Manhattan; agreem open Saint Charles Scho ol, Bro ent to oklyn; transfer of orphans' recept ion house to Italian quarter 14th Street , M an h attan . ' Fifth Journey: September 25, 188 4-May 24, 1895

1

Visitation of reception house . . 0r purchase of Post Graduate H ' . h�nage, novltlate and Bro oklyn school; p a ' ast 2 t St et, Man� attan; plans for renovation of 20th Street facili . ter 0f � �m us. Hosp1tal and addition of dis pen sar y; vis itat ion of ' New r ean s mis siO n; first visit to Ap ost olic Delegation, Washington, D.C .

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Sixth Journey: November 12, 189 8 September 2, 189 9 Foundation of Our Lad of M Carmel Ne ark ), Assumption Sch (Ch ica go) , Tra nsfigu rat i :n Sch ool L (Bronx) - ali schools for Italian . . ow er . an atta� ' ) and Sai nt Rit a's _mm " scu ola di lavoro " and str u t �grant �h �dren; ass1gnment of sisters to IOn In Chrtstlan doc trin e a t Ou r Lad y of Pompeii in Greenwich v age, anhattan; purchase of Sacred Heart Villa at

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1 90th Street (Manhattan), transfer of orphans' reception house and initiation of private school classes there; visited area around Scranton, Pennsylvania, and planned school in what became Saint Lucy's pdì:ish; visitation of existing hous­ es New York and New Orleans; arranged opening of summer home at Long Beach, Mississippi, for New Orleans' orphans; formai incorporation as Mis­ sionary Sisters of the Sacred Heart in New York State. Seventh Journey: september 2, 1902-May 10, 1906 Opening of Mount Carmel School (Denver), foundation of Denver orphan­ age, and visit to mines; founding Saint Anthony's Orphanage in Arlington, New Jersey; visited Chicago to plan for an orphanage, but archbishop request­ ed hospital instead; inaugurated Columbus Hospital and nurses' training school in Chicago; planned nurses' training school for New York; establish­ ment of Mount Carmel School and Sacred Heart Orphanage in Seattle; visited Spokane, Salt Lake City, and Butte; inaugurated new orphanage and expanded schools in New Orleans; established Los Angeles foundations - Saint Peter's parochial school, Holy Angels Kindergarten, Queen of Heaven orphanage and purchased property in Burbank for site of orphanage; celebrated twenty­ fifth anniversary of the founding of the Missionary Sisters. Eighth Journey: March 17, 1909-ca. April lO, 1910 Visitation of all houses established in eastern United States; visitation of Chicago, New Orleans, Los Angeles, Seattle, Denver (back and forth to New York, Chicago, Denver and Los Angeles a second time); establishment of sum­ mer house in Golden, Colorado, for Denver's Regina Coeli Orphanage; planned second hospital in Chicago for poorer Italian immigrants; accepted administration of Cathedral School, New Orleans; formai separation of acade­ my from orphanage at l 90th Street, Manhattan. Ninth Journey: April 6, 1912-December 22, 1917

Establishment of Saint Donato parochial school and Sacred Heart Orphanage in Philadelphia; visitation of New York, Chicago, Denver, and Los Angeles; purchase of property on Lake Washington for Sacred Heart Orphanage in Seattle; plans for extensive expansion of Columbus Hospital in New York; inauguration of house at Dobbs Ferry, Westchester County, New York, for orphanage, celebration there on July 4, 1914, of twenty-fifth anniver-


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sary of Mis sion arie s of the

Sac red He art in �h.ica�o; establishment in Seattle of sanitarium

the Uni ted Stat es · retu rn to whi ch later becam; a hospital; . vtsttatwn of ali houses tn western Uni ted States; extended stay in Los Ang eles for health reasons; purchase of farm in Park Ridge, Illinois 2 .

�issionary Sisters o/ the Sacred Heart: serving

sznce 1 9 1 7

the zinmigra nt colony be/ore 1 9 1 7 '·

Only � little is known about the six wom en who were Mother Cabrini's first compantons :o the U�ited States in March, 1 889 . Ali were relatively you ng Nor�hern Italtans, ra�gtng in age from twenty-one to thirty-six. Their socioec o­ nomtc status, determmed by their levels of education, ranged from peasan try to upper class. Although her religious community exp and ed in numbers in the United Sta:es by the entrance of young wom en of Italian American and other nati . onal hertt g s, these tncreases in per nel did not keep pace with needs. Mother �abr�tnt,� ther�fo�e, continued toson bring sisters from Italy, where here congrega­ tton was flourtshtng 3 . Ins pir ed b y the ard ent zea l and tire less god d works of the ir Mo the r Fou ndr ess, t� e Mis sion ary Sist ers of the Sac red He art ma de pos sibl e the sm?oth runntng of the varied works initiated for Italian immigrants in the Umted States. They learned many of the dialects of the Southern Italians visi t­ ed homes, hospitals and jails; taught in schools and oratories; worked in Ì10sp i-

2 Ibid ., P 1 15 - 1 2 1 . Discrepancies exis t in the various chronologies com p· . piled by the Mtsstonary Stste rs, but by comparing these chro nologies with Cabrini's corresponden r port to the ol See, the highlight ce and s of each of these missionary journeys can be mor e accurately tnpo tnte d. , Arnvt. e p ar enze della nost ra Ven . Mad re Gen eral e " , man uscr ipt, Rad nor; Chron lo y of th7 Fo n at ons by Very Reverend Mother Frances Xav ier Cabrin i", typeset copy, Radnor, Ct quant annz dt Vtta 1880 - 1930 , Milan, L'Istituto delle Miss . ionarie del Sacro Cuore, 1 93 1; Dtot tt, "Cenni ... Viaggi, Fondazioni. .." in Positio, pp. 676-696; [Mother Filo . mena MSC] untttled summary Cab rini's activ ities 1 902- 1916, manuscript, Rad . nor; "Fondazioni " ndate manuscrtpt, Rome; Mothe Ignatiu Dossena, MSC , Chicago, May 1918 , typescript in S. adre, vol. l , Rome; Memorte Memorie di [Sac red Heart Villa ], New York , 1 889- 1917 ", typescript . a rtdgem nt, Radnor; Le Mtssiona rie del Sacro Cuore negli Stati Unit i d'America, U.S. A., Mis­ swnary Ststers of the Sacred Hea rt, ca. 1 905; "Relazione Triennal e. . 1 907 al 1910 " , Radnor1 . · ue annz· dt' attzv R0me,· Settantacmq itd Cabriniana 1880-1955, Rome, L'Ist ituto delle Missionarte Sacro Cuore, 1956 . · de1 3 M.L. SULLIVAN, Mother Cabrini: "Ita!ian Imm igrant... " cit., pp. 70-1 08. •

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tals; cared for orphans; assisted those stricken with yellow fever in New Orleans; and went about seeking Italian immigrants in urban and rural areas to try to alleviate their spiritual and temporal sufferings. Motivated by the love of God the Missionary Sisters sought to bring the salace of religion to immi­ gran�s who felt alienated by the Catholic Church in many parts of the United States. Following Mother Carbini's death in 1917, the sisters continued to carry on the good works she had begun. They expanded schools and health care facili­ ties and set about providing varied pastoral and social services for second and third generation Italians. The legacy of love which Frances Cabrini left continue� t�day to �spi�e �he . Missionary Sisters, their lay collaborators and those who )Otn Cabrtnt Mtsston Corps to serve as volunteers in outreach to the needy, now of va�ious natio�ali­ ties both in traditional institutional settings in the U.S.A. and tn foundattons est;blished by Mother Cabrini in Centrai and South America and Europe and those subsequently inaugurated by the Missionary Sisters in Asia, Mrica and Australia. Sources at Cabrini College: Radnol) Pennsylvania

A preliminary finding list has been compiled for archivai materia�s, held at the Cabriniana Room of the Cabrini College Library in Pennsylvama. In one sense this collection is a stepchild of the Centro Cabriniano at the Curia Gene�alizia of the Missionary Sisters of the Sacred Heart in Rome 4• Many Iet­ ters and documents were photocopied at Rome for inclusion in the Cabrini College collection . However, dose to one-third of the co ? tents of the . American research center are originai documents produced tn the Untted States or received and retained by the sisters in the U.S.A. Three important points need to be made regarding sources at Cabrini College: l . A major effort continues to provide "first draft" English transiations of the writings of Mother Cabrini and of other important Italian language Cabrinian documents preserved at Radnor. To date practically all of

4 The Centro Cabriniano is located at Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, Viale Cortina d'Ampezzo, 269, 00135 Roma. Also located at this address are the Archivi Missionarie del Sacro Cuore.


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Mother Cabrini's personal correspondence, numbering over 5 ,000 pages ( 1 870- 1 9 17 ) , has been rendered in English by Sister Ursula Infante, M.S.C., who continues this laudable task in her 97th year of life and her 79th year as a Missionary Sister 5, 2. Interest in Mother Cabrini as an ethnic American and as a saint has resulted in numerous contemporary articles concerning Frances Xavier Cabrini. These English language sources are available to researchers at Cabrini College. Additionally, as many of the Missionary Sisters' founda­ tions in the United States celebrate their centennials, public relations pieces and newspaper clippings marking the lOOth anniversaries find their way to Radnor. 3 . It must be noted, however, that the Cabriniana Room remains an informai archive. Many documents have stili to be entered in the collection. Photographs remain to be identified. Classifications have to be recorde­ red. Provision has to be made for acid free folders and boxes. It will be interesting to take note of just a few of the holdings unique to the Cabrini College collection: l. a manuscript letterbook entitled "Lettere e Commendatizie ( 1 892- 1 902 ) " ; 2. the manuscript "Memorie" of the Missionary Sisters in New York ( 1 8941 9 1 7 ) and ( 1 92 7 - 1 949); in Denver ( 1 902- 1 909 and 1 9 10- 1 9 1 8 ) ; and in Seattle ( 1 903 - 1 962) ; 3 . an originai pamphlet dedicated to Mother Cabrini an d printed by the inmates of Sing Sing Prison in New York State ( 1 907 ); 4. souvenirs and memorabilia which belonged to Mother Cabrini - articles of clothing, reliquaries, papal commemorative coins, travel cutlery, a silver cross which she had worn; 5. originai photos - before retouching - of Cabrini's 1 905 portrait and of her last photo taken on July 4 , 1914, at the opening of Sacred Heart Villa in Dobbs Ferry, New York; 6. scrapbooks with clippings preceding the Beatification ( 1 938) and Canon­ ization ( 1 946) of St. Frances Xavier Cabrini;

5 Anna Lawrence Infante began to attend the Missionary Sisters' St. Charles School in Brooklyn in 1903. She met Mother Cabrini on several occasions before being received into the community by her in 1915 in New York. An esteemed teacher and educational administrator, Sister Ursula founded Cabrini College, Radnor, Pennsylvania, in 1957. Currently she serves as Curator of the Cabriniana Room in Radnor where she continues daily to translate Cabrinian writ­ ings into English.

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s: "Th� Missionary English summaries drawn from Itali�n �anguage s.ource real, m New York Mont m e, Sisters in China " , in Lebanon and Tums , m Franc State; "The Foundress State, Colorado, Illinois, Pennsylvania and Washington s" ; "An Outline of the and Cofoundresses" and "Prominent Missionary Sister Sa red He�rt". . History of the Institute of the Missionary Sisters of the � relatmg to the hfe als maten of n rvatio prese the to ibuted contr s factor Three and works of Frances Cabrini 6 , that her weaken First was the foresight of Mother Cabrini herself. Sensing ational trave�, Mother ing state of health would probably curtail future intern , personally mspected Cabrini, before departing once again for America in 1 9 1 1 the first fou�da­ Italy, gno, Codo of and rearranged documents in the archives preservatl?n, the e ensur to tion of her order. This personal attention helped ts deahng repor and s not only of ecclesiastica! and legai papers, but of letter s. e �e State . directly with the plight of Italian immigrants to the Uni: 1an data was the met1c­ Cabrm of n rvatio prese the The second factor relating to days following Cabrini's ulous concern of her religious contemporaries. Thirty-six unication from the comm i forma death at Chicago on December 22, 1 917, a of the Missionary ute Instit Motherhouse at Rome was sent to all convents of the communique, dated Sisters of the Sacred Heart. In very precise language the to inaugurate th� col­ February 4, 1918, outlined several specific steps to be taken ment of her .life by lection of data relating to the life of Frances Cabrini and assess nal recollectlons of those who knew her. Each sister was asked to write her perso to be �ade of were Lists ss. Cabrini with strict attention to absolute truthfulne , g1vmg the sisters iduai letters from Cabrini which were in the possession of indiv n rs writte to Cabrini exact date and place from which each letter was sent. Lette forward to Rome �xact by public figures were to be copied. Each convent was to talcen by the s1sters information regarding its history, location, the works under to annually. The tered minis ns and statistics on the number and category of perso tion regarding collec data communique of February, 1918, served as a catalyst for Cabrini and the multifaceted works she had undertaken. n pertaining to The third factor to be consi dered regarding infor matio ization proce ss. The Moth er Cabr ini is the exhaustive Beatification/Canon the life and works into ry inqui Roman Catholic Church inaugurated a formai of Mother Cabrini in 1928. Ursula, M.S.C ., containing 7. numerous typed booklets compiled by Sister

6 M.L. SULLIVAN, Mother Cabrini: "Italian Immigrant

...

" cit., pp. 287, 292.


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Sisters, clergy, Catholic and non-Catholic doctors, lawyers, and men and women of affairs, who had dealt with Mother Cabrini on both religious and secular matters, were called to testify before a canonica! tribuna! delegateci by George Cardinal Mundelein, Archbishop of Chicago, the diocese where Mother Cabrini had spent much of her later years and where she died. Similar inquiries were also held in Lodi, Italy, the native diocese of the Cabrini family ' and in Rome. From the outset of Mother Cabrini's missionary endeavors in the United States, formai requests for financial assistance for her missions in American were directed to the Vatican's Sacred Congregation for the Propagation of the Faith (or "Propaganda Fide", now known as the Congregation for the Evan­ geli�atio� of Peoples_) . The spedal needs of the ltalian immigrants are clearly deplcted 1n these petltions for monetary aid. After 1900, when ltalian government emissaries attested to the good work Mother Cabrini and her sisters were doing for ltalians in the United States annu al subsidies for continuance of their work were requested, often b ; _ Cabr1n1_ herself. This correspondence contains some of the strongest language ever employed by Frances Cabrini. She was not slow to castigate Italian offì­ cials for their lack of interest in the plight of the immigrants, or the bureaucrat­ ic handling of her requests 7. Whe� �he lnstitute of the Missionary Sisters of the Sacred Heart was grant­ ed defìmuve approvai by the Holy See in 1907, it became necessary to file for­ mai periodic reports with the Vatican concerning the active works of the order. These reports give a clear picture, diocese by diocese, of the help being given to ltalian immigrants in the United States by Mother Cabrini and the Missionary Sisters s. The practice of keeping letterbooks with handwritten copies of Cabrini's reports to ecclesiastica! and civil offìcials has preserved these materials to the

7 See Mother F�ances X. Cabrini Leone Reynaudi, Commissioner Generai of Emigration, July _ M. L. SULLIVAN, Mother Cabrini: "Italian Immigrant o/ the Century", 20, 1907, Append1x B l� . New York, Center for M1grat10n Studies, 1992, pp. 254-257. Also Cabrinj "To the Commissioner Generai of Emigration in "Reply to a Note of the Consul of New Orleans to the Commissariato" ��pendix C in ibid., pp. 259-261, and "Cabrini to Luigi Bodio, May 8, 1910", Appendix H i� tbtd., pp. 282-284. 8 One example: Cardinal De Lai to Cabrini, }anuary 29, 1913 (Vatican Request for Information Regarding Work in �ehalf of Im�igrants) [Cabrini] to his Eminence, the Cardinal Secretary of _ the Sacred Conslstonal Congregatwn, March 10, 1913, Appendix D in M.L. SULLIVAN, Mother Cabrini ci t., pp. 262-272.

...

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1 17 9

present. Some letterbooks are held by the Missionary Sisters at Rome, others have been retained in the Unitede States.

Writings o/Frances Cabrini

to 1917 pro­ The manuscript letters of Frances Cabrini, dating from 1870 resea rch 9 . nian vide the single most notew orthy sourc e for any Cabri character and Comprising over 5,000 pages, these writings reveal much of the ess acumen, personality of the woman, her concern for individuals, astute busin ice. spirituality, sense of humor and even an occasionai petty prejud or phrase in word onai occasi an The letters, composed in Italian, contain y trans­ readil not did English when Cabrini wanted to convey a thought which ly to entire ed late . into her native tongue. While no one of the letters is devot ation inform immigration or ltalian immigrants in the United States, some such , places names the with ar famili is one if s can be garnered from the manuscript nce. refere g passin a and circumstances to which Cabrini made pondence Apart from and decidedly distinct from the aforementioned corres es 10 • voyag ocean her are longer letters which Mother Cabrini wrote during of ness aware These diaries of Mother Cabrini's travels demonstrate an acute

logically Cabrini, at Rome have been chemically treated and chrono s. volume thirteen in bound opies, photoc of arranged in ten bound volumes. There exist two sets S. he c /i Xerogra Lettere title the under lvania Pennsy , Radnor One is at Rome and the other at originals imperative. Approximately Cabrini; however, graduai fading makes consultation of the di S. Francesca Saverio Cabrini, Lettere as one-third of the letters have been published in Italian , MSC, trans. Infante Ursula Sister : English in Milan, Editrice Ancora, 1968, and 1970). A first draft of the com­ , printed ly private p.: (n. , Cabrini Xavier Francis Letters o/ Saint Sister Ursula. by English in d plete collection of over 5,000 letters has been rendere Cabrini's lifetime: Terzo during lets pamph as ed publish y 10 Some of these letters were formall Gesù in America, Genova, Tipografia viaggio delle Suore Salesiane Mt'ssionarie del S. Cuore di Cuore nel Pacifico attraverso la Cordi­ Sacro Arcivescovile, 1894; Viaggio delle Suore Missionarie del 1898; Fondazione di una casa delle na, Salesia afica Tipogr gliera e nell'Atlantico , Roma, Scuola Tipografia Cooperativa Sociale, 1903; Missionarie del S. Cuore di Gesù in Denver Colorado, Roma, alle alunne del magt'stero superiore, Lettera della Superiora Generale M. Francesca Saverio Cabrini ed posthumously in Italian as publish were letters these of Roma, Tipografia A. Befani, 1906. Ali Ed. Internazionale, 1922, and in Viaggi della Madre Francesca Saverio Cabrini, Torino, Società Xavier Cabrini, Exeter, England, Frances English, Giovanni Serpentelli, trans., The Travels o/Mother Sacred Heart of Jesus, 1944. the of Sisters ary Mission Giovanni Serpentelli, 1925 and Chicago, and Radnor, Pennsylvania. Rome t a le availab ions translat ed) (abridg French Spanish, Portuguese and

9 Lettere Manoscritte S.


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international life far beyond the societal constraints of her day. While passages from her travel accounts which relate directly to Italian immigrants are few and far between, they are perceptive an d of value to immigration historians. �orres�ondence between Frances Cabrini and various popes, bishops and . c1Vlc offictals, such as Italy's Commissioner of Emigration and consular repre­ sen� ati�es U: the United States, touched more frequently upon the problems of Itahan tmmtgrants and the need for financial resources to help provide solu­ tions by means of education, health care and social services, which Cabrini saw as necessary to raise the level of well-being of her conationals in America. Annals o/ the institute o/ the Missionary Sisters o/ the Sacred Heart

The Italian word "Memorie" is used to denote the written accounts of events in each convent/mission of the Missionary Sisters. While emphasis is placed upon religious affairs and the celebration of liturgica! feasts, these records are also treasure traves for everyday happenings in the lives of women adjusting to late nineteenth - and early twentieth - century urban American culture and society. The earliest "Memorie" from Codogno and Rome, preserved in Rome con­ ' tain valuable information regarding the background to Mother Cabrini's deci­ sion to undertake work on behalf of Italian immigrants in the United States. The "Memorie" of New York chart the development of the first institutions founded by Cabrini to benefit the immigrants. Other American "Memorie" range from a few scattered pages for Philadelphia and Scranton to full docu­ mentation from the time of foundation to the death of Cabrini for New Orleans, Denver and Seattle. There are some few scattered "Memorie" for Los Angeles, Newa:k, and for parish schools in New York City. The typed sum­ . manes of the htstory of each American mission, which were prepared in 1918, compensate a bit for the deficit of information caused by the lack of several manuscript "Memorie" 1 1 . The "Memorie" of the Missionary Sisters of the Sacred Heart in the United States were generally written in Italian. However, even the earliest "Memorie" �rom New. York City contain verbatim English accounts of bylaws and legal mcorporauons. Interspersed with the Italian narratives are phonetic spellings of English words or expressions which had no equivalent in Italian. These add

1 1 Certain of these typed summaries are available at Rome, others at Radnor, Pennsylvania.

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ts of the assassina­ a certain piquant charm to the entries. "Memorie" accoun in the " Little don of an Italian pastor in Denver, yellow fever epidemics in Seattle give ice prejud Italian Palermo " section of New Orleans and anti inestimable value to these annals. Vatican inquiry preceding Beatification/Canonization

and The compr ehensive invest igation s preliminary to the Beatification ses witnes sixty er Canon ization of Frances Xavier Cabrin i broug ht togeth some made whose testimony was summarized in 1 ,340 pages. Most witnesses States, cit­ reference to Cabrini's work among Italian immigrants in the United she took to ing her perception of the needs of the immigrants and the means on to her attenti called well her respond to such needs. Those who remembered and in streets city on y personal outreach to Italian immigrant families, initiall orga­ in later ca, the tenement hovels which were their first homes in Ameri rn conce i's nized institutions of charity on their behalf. They told also of Cabrin for Italian for downtrodden Italian inmates in American jails and prisons and patients in city hospitals. are con­ These eyewitness accounts of Mother Cabrini's immigration work cation/ Beatifi the during tained in the volumes which the Vatican published eas­ are si, Canonization investigations. The most accessible of these, the Proces to uted ily recognizable red-covered books, which were published and distrib 1 Several sets of cardinals and officials of the Sacred Congregation of Rites 2. of the Sacred Sisters nary Missio the of these volumes remain in the possession are in Italian es volum d Heart in Rome and in the United States. The printe endation in comm of and Latin with very few exceptions - an occasional letter to Cabrini French or medicai information in English regarding cures attributed ony given and deemed to be miraculous. The vast majority of the originai testim . at Chicago is also transcribed in Italian

12 Processus Beati/icationis et Canonizationis Servae Dei Franciscae Xaverio Cabrini Fundatricis et Primae Antistitae Generalis Congregationis Sororum Missionariarum a S. Corde Jesu, Roma, 193 1 - 1943. Approximately fifteen vols. ranging in size from a few pages to over 1,000 pages.


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Mary Louise Sullivan APPENDICE

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File E

Miscellaneous Documents - Photocopied from M.S.C. Rome Archives 99 Folders Organization of holdings at Cabrini College The Cabrinian research collection at Cabrini College is organized as follows: FILES

Twelve large file drawers are arranged to house typescripts, manuscripts, photocopies, pamphlets, etc. File A

Frances Xavier Cabrini and Missionary Sisters Sacred Heart Chronological 131 Folders File B

Generai Information and History: Cabrini and Sisters U.S.A. Chronological 1 15 Folders Fz'le C

Miscellaneous Correspondence to and from Cabrini; Letters to Cabrini from Sisters; Cabrini to Sisters, Prelates, Popes; Episcopal Commendations; Papal, Civic Cor­ respondence; Miscellaneous Correspondence Chronological 145 Folders File D

History of the Missionary Sisters - Emphasis on U.S.A.

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Chronological Geographical 96 Folders

File F

Letters of M.S.C.s to M.S.C.s; Superiors Generai; Printed Articles 133 Folders File G

Post Vatican II M.S.C. Constitutions; Centennial Materials 61 Folders an d several loose leaf binders File H

Cabrini Eulogies; Letters Relating to Beatification/Canonization; Anniversary Journals and Articles 61 Folders and looseleaf binders File I

English Transaltions Cabrini Letters, 1870-1887 File ]

English Translations Cabrini Letters, 1888-1899 File K

English Translations Cabrini Letters, 1900-1917 File L

Miscellaneous Materials ARCHIVAL BOXES

Thirteen Archival Boxes contain:


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Mary Louise Sullivan

Box 1

a) "Memorie" Columbus Hospital, N.Y. 1891-1892 b) "Memorie" Columbus Hospital, N.Y. 1918-1926 c) Mother Cabrini Memoria! Hospital, N. Y. 195 1-1964

Madre Cabrini e le sue missionarie negli Stati Uniti Box 1 1

a) "Memorie" New Orleans 1892/1942 Box 12

Box 2

a) Lett. Commend. Documenti 1892/1902

a) "Memorie" Villa, Seattle 1903-1962 b) "Memorie" Hospital, Seattle 1918-1922-1936

Box 13

Box 3

a) Incorporation M.S.C.s Washington State 1920 Box 4

a) Incorporation M.S.C.s New York 1892 b) Meetings 1892/1932 Box 5

a) "Memorie" Mother Cabrini Hight School, NYC 1917/1949 Box 6

a) "Memorie" Scranton 1928/1967 b) Relazioni Scranton 1908/1933 Box 7

a) "Memorie" Denver 1902/1918 Box 8

a) "Memorie" West Park 1933/1944 Box 9

a) "Memorie" Philadelphia 1912/1940 b) Incorporation M.S.C.s Pennsylvania 1920 c) Meeting 192 111960 Box 10

a) "Memorie" Villa, NYC 1894/1917

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a) Letters of Cabrini 1889/1895 b) Lettere e Commendatizie 1889/1900 c) Miscellaneous Letters 1889/1895 BLUEPRINT FILES

Drawer 1 : Cabrini Photos Drawer 2: Artistic Renderings of Cabrini Drawer 3 : M.S.C. Photos Drawer 4: Mission Photos Drawer 5: Cabrinian Music/Hymns Drawer 6: Scrapbooks: Beatification/Canonization Drawer 7: Popes and Prelates Drawer 8: Miscellaneous Drawer 9: Posters Drawer 10: Artifacts BOOKCASES

Bookcase 1

Religious History Italy/USA; Scalabrinian Materials; Immigration; MCS Spirituality; Miscellaneous Ledgers Bookcase 2

Early M.S.C. Constitutions; Anniversary Journals; Le Mammole della Madre Cabrini: 1930-1941; 1950- 1964; Circolari; Vatican Volumes Beatification/Canonization Bookcase 3

Biographies of Mother Cabrini; Academic Theses on Cabrini/�is�ionary Sisters; Unpublished Papers; Pamphlets; 13 vols. Lettere Xerografiche S. Cabrtnt 1870-19 1 7


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VIDEO COLLECTION

St. Cabrini; MSC Foundations!Works (12 videos) CASSETTE COLLECTION

Interviews with Sisters; Musical Presentations (16 audio cassettes) RECENT PUBLICATIONS

M.S.C. related It alian-American Immigration (generai) EXHIBIT CASES

l. Photographs Cabrini - Early Sisters U.S.A. - Copies: Birth Registration, Cabrini's

Teaching License, Certificate of Naturalization 2. Signed checks; Miscellaneous Memorabilia MISCELLANEOUS

l . Severa! uncataloged boxes of materials relating to Mother Cabrini, Missionary

Sisters, Foundations, Discourses. 2. Mounted wall photos Mother Cabrini 1880-1917 3. Mounted World Map of Cabrinian Foundations Uttlization o/ holdings at Cabrini College

The materials housed in the Cabrinian research center at Cabrini College, although not yet fully catalogued, have already served multiple uses. Sister Mary Louise Sullivan, M. S.C., wrote a doctoral dissertation on Mother Cabrini for Bryn Mawr College based on these materials. This was later developed into a 3 18 page study of Cabrini and the Missionary Sisters of the Sacred Heart and their work among Italian immigrants in the United States. Additionally, Sister Mary Louise, utilizing these sources, composed numerous articles (some of which have been published), and lectures and dis­ courses which were presented nationally and internationally.

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In her role as Curator of the Cabriniana Room, Sister Ursula Infante, M.S.C., has responded to over one hundred inquiries from authors and graduate students both in the United States and abroad who have some interest in Mother Cabrini, the Missionary Sisters and Italian immigration. She also serviced requests from Cabrinian institutions for information necessary to the publication of public rela­ tions pieces and anniversary joumals and compiled booklets already described. Talks, both by Sister Mary Louise and Sister Ursula, have broadened the knowledge of Cabrini College faculty and students, MSC workshop partici­ pants, Mission Development personnel, Formation Committees and Cabrini Mission Corps volunteers. Two video productions have used the facility for .filmed interviews. Recent archival development by religious sisterhoods in the United States

During the Second Vatican Council the renewal of religious life was addressed in keeping with the generai "aggiomamento" of the Roman Catholic Church. In the conciliar decree "Perfectae Caritatis" (Decree on the Renewal of Religious Life, 1965), religious were urged to look to the founders/ foundresses of their orders and seek to determine and interpret in a contemporary manner the "charism" or driving force and reasons for their founding. This began a movement, which continues today, in which historical, theological and sociolog­ ical scholarship is applied to researching the "roots" of the various orders. In the United States, women religious, in particular, have produced numer­ ous studies of their founder!foundress, histories of the development of their orders and scholarly articles and papers which have been published in reli­ gious and academic joumals bringing the heretofore unknown lives of valiant women into the mainstream of scholarly literature. Those orders fortunate enough to have remained relatively stable geographi­ cally could mine the well kept archives of their religious communities at Motherhouses and Provincialates of their orders. In addition to institutional histories, numerous books and articles focused upon specific aspects of the life and works of religious woman 13 .

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Some examples of these works include: G. DoNOVAN, S.U.S.C., Immigrant Nuns: Their Participation in the Process o/ Americanization: Massachusetts and Rhode Island, 1880-1920, paper delivered at the Conference on the History of Women Religious, St. Pau!, Minnesota, June, 1989; M. EWENS, O.P., The Role o/ the Nun in Nineteenth-Century America: Variations on the International Theme, New York, Arno, 1979; T. }AMES - J.N. }AMES, eds., Notable American


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Help in this work was afforded by archival workshops sponsored by the Smithsonian Institute in Washington, D.C. and the establishment of the Con­ ference on the History of Women Religious in 1988 and its Newsletter in 1989. Subsequently CHWR has provided a forum for the presentation of research fìndings by sponsoring conferences in Minnesota in 1989 and in New York in 1992. These mettings were attended primarily by sister archivists and historians. Orders which were specifically missionary or who had come to the United States to serve poor immigrants while their Motherhouses were maintained abroad have found their research more tedious. In the case of Mother Cabrini and the Missionary Sisters of the Sacred Heart, the Beatification/Canonization processes brought to light historical documents of inestimable value and facili­ tated research. Other groups of religious who had journeyed to America specifically to work with Italian immigrants have sent members to European Motherhouses to research their history and are in the process of establishing Heritage Rooms and exhibits of their history in the U.S.A. at Provincialates. Some examples follow: Apostles o/ the Sacred Heart o/Jesus (A.S.C.J.) formerly known as "Mission­ ary Zelatrices, "responded to the needs of Italian immigrants by coming to the United States in 1902 , going first to Boston and later to New York. Their archives in Rome have been supplemented by a Heritage Room containing photos, memorabilia and an historical time line at their Hamden, Connecticut, Provincialate. They are in the process of developing historical archives pertain­ ing to work with Italian immigrants in the U.S.A. An Historical Commission has been appointed to prepare a written history for the centennial of their province in 2002. The letters of their foundress, Mother Merloni, are in the process of being translated into English. Sisters o/ St. fohn the Baptist (C.S.J.B.) originally the "Baptistine Sisters of the Nazarene" , arrived in the United States in 1904 from Angri in the Province of Naples. They went directly to Newark to assist Italian immigrants at St.

Women, 3 vols. , Cambridge, MA Harvard/Belknap, 1971; M. CAMPION KUHN, C.S.C., The Americanization o/ the Sisters o/ the Holy Cross, paper delivered at American Catholic Historical Association annual meeting, Washington, D.C., December 30, 1990; M.]. 0ATES, C.S.]., The Development o/ Catholic Colleges /or Women, 1895-1960, in U.S. Catholic Historian, VII, 4, Pali 1988, pp. 413-426; ID., The Good Sisters, The Work and Position o/ Catholic Churchwomen in Boston, 1870-1940, in R.E. SULLNAN - ].M. O'TOOLE, editors, Catholic Boston: Studies in Religion and Community, 1870-1970, Boston, Roman Catholic Archbishop of Boston, 1985; U. STEPSIS, C.S.A. - D. LIPTAK, R. S.M., eds. Pioneer Healers: The History o/ Women Religious in American Health Care, New York, Crossroads, 1989.

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Lucy's parish. In 1978, on the occasion of the 100th a�niversary o� their fou�d­ ing, a background history of work in the U.S.A., ma�ly educ.atton and child care was cited in the Anniversary Journal. A commlttee of ststers taped the r�collections of older members on audio cassettes and gathered historical pho­ various U.S.A. ��graphs in albums. A Heritage �oom �ou�ing a.rtifacts fromNew York. Purchase, m te Provmc1ala the1r at developed also was ons missi "Pallotine as known familiarly (C.S.A.C.) Apostolate Catholic the o/ Sisters Corrigan Archbishop by 1889 in York New to Rome from invited were Sisters" in Street 6th 1 1 to directly went They . immigrants Italian to lab ;r among estab­ being was Carmel, Mount as known be to church, Manahattan where a lished for the service of Italian immigrants. The sisters commemorated the 150th anniversary of their founding by St. Vinceru: Palloti i� 1985. The Ame�ic �n province celebrated the centennial of arriv� in the �SA m � 989. The Provmc1al Archives in Harriman, New York, contam mater1als of mterest for further research . A "History of the Pallotines in the U.S.A" was written by one of the sis­ ters as a Master's thesis. In 1991 an international group of the sisters spent a year in Rome studying their foundation and the developn:ent of their spirituali�y. An American sister is being considered to do a full scale h1story of the commumty. Daughters o/Mary Help o/ Christians (F.M.A.) - " Salesian Sisters of St. John Bosco" left Turin for America in 1908 to continue their apostolates of educa­ don and youth work among Italian immigrants at St. Michael's in Patterson, New J ersey. Other early foundation s in the United States . included St. Michael's parish in Atlantic City, New Jersey, and Transfig�ratl.on and Ma�y Help of Christians in New York City. Archives are mamtamed at thetr Provincia! House in Haledon, New Jersey. in 1983 a Jubilee Book commemo­ rated the 75th anniversary of their arrivai in the United States. A member of the community is in the process of writing a complete illustrated history of the Sisters' presence in the U.S.A. before the centennial in 2008.14 Given the impetus of Vatican II and the interest and capability of women religious in the United States, belonging to religious orders who� e initial t?r�st was to reach out to Italian immigrants, it is assured that Amencan Provmc1al Archives will be upgraded to serve researchers who wish to document an important phase of Italian American history.

14 The author is grateful to the following individuals for providing information concerning their religious orders: Sister Rosemary, A.S.C.J. Sister John Agnes, C.S.J.B. Sister Grace Gabriel, C.S.A.C. Sister Regina Dunn, F.M.A.


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Mary Louise Sullivan

CLAUDIO TORRISI - LINDA REEDER

Le donne degli emigrati comprano la terra: ipotesi di ricerca su fonti catastali *

1 . 1 Il travagliato percorso del superamento della feudalità in Sicilia, seppure formalizzato dalla costituzione del 1812 e ribadito nel 1816 all'atto della for­ mazione del Regno delle due Sicilie, nel corso dei primi decenni del secolo XIX, per dirla con il Bianchini, si svolgeva «più in diritto che in fatto» dato che non si avviavano a soluzione i nodi relativi ai diritti promiscui della pro­ prietà ed alla divisione delle terre comuni l. In questo contesto si inscrive la definizione del sistema di contribuzione fondiaria e di conseguenza l'istituzio­ ne e l'avvio del sistema catastale. Il decreto dell'8 agosto 1833 mirante a fissare la «rettificazione del catasto fondiario della Sicilia, affin di fissarsi con certe norme la contribuzione fondia­ ria da gravitare su' fondi di quella parte de' Reali domini» è alla base del cata­ sto siciliano. Il sistema dei "riveli" , di fatto modulato sull'omonimo precedente dell'età da ancien régime, fissato dalla legge del 28 settembre 18 10, che intro­ duceva il "contributo fondiario" in Sicilia, continuava a fondarsi sulla "confes­ sione degli stessi proprietari" solo a volte sottoposta a verifica e aveva dato luogo a continue divergenze oltre che a inattendibili dichiarazioni. Occorreva pertanto rimettere ordine nel sistema impositivo fondiario imponendo che «ogni terra colta o incolta [fosse] soggetta a contribuzione per l'intera sua estensione» e alla stessa stregua che le case di abitazione. fossero «al pari delle terre, tassate per la loro rendita netta calcolata in ragione degli affitti del decennio per essa statuito». Il modello di riferimento continuava ad essere

Mother Frances Xavier Cabrini * paragrafi 1 . 1 e 1 .2 sono attribuibili a Claudio Torrisi; il paragrafo 2 a Linda Reeder.

l l L. BIANCHINI, Della storia economico-civile di Sicilia, II, Palermo 184 1 , p. 95.


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Claudio Torrisi - Linda Reeder

costituito dalla formazione dei Catasti provvisori napoletani, cioè relativi ai ter­ ritori al di qua del Faro, risalente al 1809 e regolamentata dalle Istruzioni del 22 ottobre 1 809 2 . Ancora nel l833, era intento ribadito del legislatore di pervenire ad un cata­ sto geometrico "di tutti i fondi stabili così di pubblica che di privata proprietà" conseguenzialmente affidato alla rappresentazione grafica ottenuta a seguito di opportuni rilevamenti topografici - da qui le mappe - che superassero legitti­ mamente la " confessione" del proprietario. Tuttavia in attesa di pervenire a tale definizion,e compiuta, anche per il territorio al di là del Faro del Regno delle Due Sicilie si ribadiva l'opportunità di predisporre i catasti sulla base dei criteri finora adottati per la parte continentale del regno meridionale. Dal che l'accezione di provvisorio attribuita dal legislatore al catasto siciliano intrapre­ so nel 1833 , così come provvisorio era stato qualificato il Catasto napoletano del 1809 3 . I n definitiva, si dava vita in tutto il regno meridionale a forme d i catasto descrittivo pertanto non fondate su rappresentazioni grafiche bensì sulla sem­ plice descrizione del sito e dell'immobile. I catasti si compilavano per ogni comune. Alla così detta "rettificazione" avrebbero provveduto in ogni provin­ cia delle apposite commissioni locali, istituite d'intesa fra l'intendente e il diret­ tore delle contribuzioni dirette, e presiedute da appositi "controllori" . La base di calcolo della rendita fondiaria veniva fissata, assumendo a riferi­ mento, relativamente ai fondi rustici, il decennio 1800- 18 10; per i fondi urbani, invece, il decennio di riferimento fissato era il 1820- 1830. Restavano esclusi dalla contribuzione fondiaria per quanto andassero riportati sui catasti "per semplice memoria" : i "suoli ed edifizi" di chiese, sagrestie e cimiteri; gli edifici o le parti di essi di pertinenza dello Stato, destinati ad uso pubblico e pertanto non produttivi di rendita; le "case esistenti" nei comuni con numero di abitanti al di sotto delle 2 .000 unità, insieme a quelle degli ordini dei mendicanti, ovun-

2 Per una sintetica descrizione del Catasto provvisorio napoletano si rimanda a P. PETITTI, Repertorio sull'Amministrazione civile del regno delle Due Sicilie, II, Napoli 185 1 , pp. 6-7. li testo del decreto 8 agosto 1833 , ibid., pp. 99 e seguenti. Le istruzioni per la rettifica catastale, datate 8 agosto 1 833, ibid., pp. 126 e seguenti. 3 La scelta delle mappe non fu ritenuta conseguenziale e vincolante, come è confermato dal rescritto del 27 novembre 184 1 che stabiliva «essere utile per dsparmio di tempo, e di spese, far a meno delle piante, e sostituire dei semplici schizzi», ibid., p. 174. Un ulteriore rescritto dell'8 feb­ braio 1843 fissava apposite Istruzioni sulla formazione degli schizzi, e per potersi anche ad occhio assicurare l 'estensione dei latifondi, criterio esteso anche all'abitato, ibid. p. 186.

Le donne degli emigrati comprano la terra: ipotesi di ricerca suifondi catastali

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que situate, purché non date in locazione; "le case a pianterreno" esistenti in tutti i comuni della Sicilia con abitazione superiore a 2.000 abitanti, fatta ecce­ zione per i comuni di Palermo, Messina e Catania a cui non si estendeva la suddetta norma 4. Stante l'indicazione di provvisorietà del catasto ed anche alla luce delle norme relative al contenzioso amministrativo - pur nella specificità dell' organizzazione giudiziaria riguardante la Sicilia - il decreto del 1 833 ren­ deva possibile, una volta compilati i catasti, avviare forme di ricorso al fine di pervenire alla rettificazione del catasto. I criteri fissati dal decreto del 1833 furono ampiamente contestati, specie per quanto atteneva al periodo di calcolo riguardante i fondi rustici. I proprietari, sia direttamente sia attraverso i Consigli provinciali, fecero pervenire numerose vibrate proteste miranti a rimarcare come il decennio 1800- 1810 avesse determi­ nato delle evidenti alterazioni del mercato siciliano «a causa dell'affluenza degli emigrati, e de' forasteri nella Sicilia, della permanenza in essa, e del frequente arrivo delle flotte Britanniche, non che delle vicende politiche, e commerciali, che ebbero luogo in quell'epoca» 5, Ne derivò l'abrogazione delle istruzioni del 1833 e la emanazione di nuove Istruzioni per la rettificazione del Catasto Fon­ diario di Sicilia emanate il 17 dicembre 1838 6 ; altro decreto di pari data fissò per la valutazione sia dei fondi rustici che di quelli urbani il decennio 1821 - 1830. L'istituzione del catasto siciliano viveva un momento di stimolo e di fattiva accelerazione nel corso dell'ultimo scorcio del 1838, caratterizzato dalla visita autunnale effettuata nell'isola da Ferdinando II e conclusasi con l'emanazione, il 19 dicembre, del decreto di scioglimento della promiscuità. Il sovrano, rece­ pendo i "reclami" della popolazione siciliana, decideva di accelerare il proces­ so di riconoscimento della proprietà che trovava nel catasto la più conseguen­ ziale rappresentazione: ... l'agricoltura non può prosperare senza la proprietà assoluta di ogni fondo che dia diritto di vietarne ad altri lo ingresso; che le terre non acquistano valore, dove non esi­ stono molti agiati coltivatori, che l'amore della proprietà affeziona al suolo, che le vaste contrade nude deserte e mal coltivate che si incontrano in Sicilia, non ostante la loro feracità naturale ed il favore del clima, non potranno essere migliorate finché durerà la esistenza di più padroni sullo stesso fondo 7 .

4 R.d. 8 ago. 1833, artt. l, 6. 5 Vedi il preambolo al decreto 17 dicembre 1838, ibid., p. 133. 6 Ibid., pp. 134-170. 7 L. BIANCHINI, Della storia economica. .. cit., p. 97.


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Claudio Torrisi - Linda Reeder

Al di là dell'impegno del sovrano, tuttavia, il percorso verso l'attivazione del catasto continuò ad essere lento. Pur sempre nell'intento di «accelerare la retti­ fica del catasto fondiario» un nuovo decreto, in data 29 ottobre 1842, fissava la proposizione in ciascuna provincia siciliana di specifica Direzione delle contri­ buzioni dirette, composta da un direttore e da un congruo numero di «contro­ lari» rapportato alle necessità del servizio. Compito dei direttori delle contri­ buzioni dirette era la gestione di «tutto il servizio della rettifica catastale della provincia» e, una volta definito il catasto, la gestione del «servizio della tassa fondiaria» 8• Le difficoltà non cessavano se, definite ed ampliate le organizza­ zioni funzionali di riferimento, si doveva fare ricorso ad un ulteriore rescritto datato 29 ottobre 1842, che mirava a fare «proced(ere) in perfetta armonia (.. .) tutte le nuove disposizioni», ancora una volta al fine di «dare un maggiore svi­ luppo alle vigenti istruzioni catastali». Di fatto nel 1845 si completavano le fasi preparatorie e si avviava la stesura dell'impianto catastale siciliano, in definitiva descrittivo e con estimo a rendita per qualità e classi. 1 .2 La documentazione catastale siciliana si compone: delle Matricole dei possessori, specifici registri in cui si elencavano in stretto ordine alfabetico i

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titolari intestatari delle singole partite catastali con a fianco la relativa rendita imponibile; dei Registri delle partite o partitari. Questi costituiscono il cuore della documentazione catastale in quanto per ogni singolo comune è possibile seguire l'andamento della proprietà; i primi registri, risalenti all'impianto, pro­ cedono in ordine alfabetico e di partita mentre i successivi procedono esclusi­ vamente secondo l'ordine di partita. Ogni singolo foglio partitario - altrimenti detto foglt'o di mezzo del catasto provvisorio - riporta in testa il numero di parti­ ta nonché l'intestatario della stessa. Segue, nella prima parte del modulario, la "designazione delle sezioni" in cui era stato suddiviso il territorio ed il "nume­ ro d'ordine dello Stato di sezioni" ed ancora: la "natura delle colture o delle proprietà"; la "denominazione delle proprietà o dei luoghi in cui sono situate". Alla parte descrittiva fa seguito quella relativa alla valutazione della rendita sta­ bilita sulla base della "estensione delle terre", secondo una specifica classifica­ zione a tre livelli, e quindi l'indicazione della "rendita netta" in carico e scarico cui si aggiunge un'apposita colonna di riporto intitolata "bilancio" , in cui si iscriveva la rendita effettiva così come calcolata. Alla parte descrittiva e di indicazione di rendita segue un'ulteriore partizio-

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8 P. PETITTI, Repertorio sull'Amministrazione civile ... cit., pp. 176-179.

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ne del prospetto capace di divenire utile strumento di agibilità delle informa­ zioni fornite dalla fonte. Si tratta della colonna relativa al "numero di chiamata del venditore o del compratore" attraverso cui è possibile risalire alla partita d'origine ovvero a quella successiva - mutazioni intervenute a seguito della modifica dell'intestatario della partita ovvero della variazione di rendita di que­ st'ultima -. Segue una colonna intitolata "motivi di carico e scarico" che forni­ sce informazioni sull'evento giuridico che sta alla base della nuova imputazione di partita. L'arco cronologico di incidenza del catasto siciliano, nella fattispecie per la provincia di Caltanissetta, abbraccia, senza soluzioni di continuità, pressoché un secolo dall'età dell'impianto. Infatti il nuovo catasto terreni, geometrico e particellare, disposto con legge l o marzo 1886, divenne attivo nel l943 , relati­ vamente ai distretti di Caltanissetta, Gela e Mazzarino; nel 1933 esso si era avviato nel distretto di Mussomeli in cui rientra il comune di Sutera, qui preso in considerazione. Similmente avveniva per il catasto urbano. Infatti, le norme relative a riformulare l'impostazione del catasto fabbricati non più sulla base delle denunce di parte, per quanto seguite da accertamenti, bensì in relazione a elementi tecnici di concreta valutazione, sono da fare risalire al l939. Dal che consegue la possibilità offerta dalla documentazione catastale sicilia­ na di potere seguire, in termini di rendita o patrimoniale, ovvero secondo tipo­ logie di coltivazione o per qualità del terreno, le modificazioni intervenute nel­ l' arco di un secolo - dalla seconda metà del XIX alla prima metà del XX seco­ lo. Si tratta, peraltro, di un contesto cronologico che vede avanzare modifica­ zioni istituzionali in una con processi sociali ed economici di innovazione ed anche di modernizzazione, per quanto contrastata e di difficile diffusione. 2. Nel l908 Rosario M. lasciò Sutera, paese della provincia di Caltanissetta, e si imbarcò per Birmingham, Alabama. Paolina, sua moglie, incinta all'ottavo mese del loro primo figlio, rimase a Sutera. Entrambi vedevano nell' emigrazio­ ne il mezzo per migliorare le proprie condizioni di vita: quanto Rosario avreb­ be guadagnato a Birmingham sarebbe servito per comprare un appezzamento di terra e una nuova casa a Sutera nonché per consentire ai loro figli di non essere essi stessi braccianti. Due anni dopo la partenza di Rosario, Paolina fu in grado di comperare una casa a due piani; venti anni dopo i due coniugi costruivano una nuova casa nello stesso quartiere: soltanto risultò più difficile trovare del terreno soddisfacente; infatti solo nel 1923 i coniugi comperavano un pezzo di terreno collocato ai margini del paese. Agli inizi del Novecento, la migrazione siciliana era inestricabilmente colle­ gata ai beni immobiliari, ai terreni in particolare. I catasti di fabbricati e terreni


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costituiscono una fonte importante al fine della valutazione del ruolo di tali ben� nel processo di �igrazione transatlantico. Le tendenze al possesso dei bem ha?�o modulato l andamento della partenza, il ritmo del rimpatrio e la compos1z10ne delle catene di migrazione. La fonte catastale inoltre fornisce ' informazioni sullo stato economico degli emigrati oltre che sulle m�dalità di finanziamento del loro viaggio della speranza. Nel corso della ricerca, sono state utilizzate le fonti catastali come strumento di �nalisi del m o �o in cui le donne, pur rimaste nei paesi d'origine, hanno par­ . tecipato alla dectstone relativa all'emigrazione, al finanziamento del viaggio olt;e c�e a�a scelta delle modalità di investimento delle rimesse. Tale indagine . . st mscrt�e 1n una ncerca più vasta relativa al ruolo delle donne nel processo . mtgrat�rto oltre che agli effetti determinati sulla loro vita dalle migrazioni tran­ soceantche. In questa prospettiva, i catasti sono stati utilizzati per analizzare l'andamento della proprietà dei beni raffrontando le proprietà intestate a donne sposate a degli emigrati con quelle di donne i cui mariti erano rimasti in paese. Un'ulteriore fase della ricerca in corso comprenderà il raffronto delle proprietà intestate a donne e a uomini. Sutera è un piccolo centro interno della provincia di Caltanissetta, sito alla base del monte San Paolino. Agli inizi di questo secolo, la popolazione - inclu­ sa �a fr�zione di �ilocca (oggi Milena, comune autonomo) - raggiungeva 5 .892 abttantl, la maggtoranza di essi lavoravano come agricoltori. L'emigrazione da Sutera e Milo �ca verso l'America del nord non ha raggiunto livelli significativi se non dopo 1905, quando una frana staccatasi dall'omonimo monte ha distrutto le miniere di zolfo di San Paolina. Per quanto solo pochi abitanti di Sutera lavorassero a tempo pieno nella miniera, l'industria zolfifera contribuiva a �osten�re l' �conomi� locale. Quando la miniera fu chiusa iniziò il processo , mtgratorto del suterest verso l America del nord, la maggioranza scelse come propria meta Birmingham. Se agli inizi del secolo il tasso di migrazione risulta­ va non significativo già nel 1910 raggiungeva il 10 per cento 9 , Pressoch� tutti gli emigranti di Sutera hanno fatto ritorno al loro paese; il . . ha raggiunto il 70 per cento prima della seconda guerra rltmo del rtmpatrto . mondtale' Questo fenomeno riflette la composizione della popolazione emi­ . grant� . Ptù della metà degli e�igranti di età superiore ai 15 anni erano sposati e lasciavano a Sutera la moghe e i figli. Solo pochissime donne hanno fatto la

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La proporzione degli uomini coniugati, scelta di emigrare insieme al coniuge. me al livello basso delle migrazio· all'interno della popolazione migratoria, insie molti emigranti. ni femminili spiegano il ritorno a Sutera di era alto e richiedeva gli sforzi di nord del Il costo del viaggio verso l'America rollassero in generale le entrate tutta la famiglia. Benché le donne siciliane cont he furono effettuate d'intesa familiari, la maggior parte delle scelte economic che gli uomini trascorrevano la fra marito e moglie. In considerazione del fatto idiane erano demandate alle settimana lavorativa nei camp i, le decisioni quot proprie attività domestiche. donne che rimanevano in paese ad attendere alle re i soldi era determinante al Così la capacità delle donne di risparmiare e gesti comunità. Le spese più rile­ fine di misurarne la rispettabilità all'interno della io verso il Nord America, vanti, come l'acquisto di un mulo ovvero il viagg 1 0. richiedevano l'assenso di entrambi i coniugi ulare i soldi necessari a Malgrado gli sforzi di una casalinga frugale, accum difficile. Molte volte i fu o garantire il pass aggio navale verso l'America spess banche ufficiali. Se i prestiti futuri emigranti dovevano rivolgersi a usurai o alle si ricorreva alla vendita dei disponibili non risultavano sufficienti alla bisogna furono messi all'asta. Nella beni: le case, i muli e anche piccoli tratti di terra sua inchiesta del 1910 , il Lorenzoni notava che ia e coraggio e volontà, sposa­ alcuni che non posseggono nulla tranne due forti bracc nso della moglie e lasciaconse col no prima di emigrare, vendono o impegnano la dote no questa a casa. 1 1

che le donne rimaste nel Da parte di alcuni studiosi si è sostenuta l'ipotesi posseduti per finanziare il paese d'origine fossero costrette a vendere i beni dagine sui catasti di Sutera viaggio transoceanico del coniuge. Tuttavia un'in ibile, accadesse di rado. evidenzia come ciò, per quanto sia da ritenersi poss o in dote al matrimonio. avan Le donne siciliane controllavano i beni che port tuire un fattore determinante Benché in alcuni casi la coercizione potesse costi

ini nelle 10 G. LoRENZONI, Vinchiesta parlamentare sulle condizioni dei contad casa, la vita del popolo la ia, amigl G. PITRÈ La f dionali e nella Sicilia , VI, Roma 1910, p. 463; n Village, �ambridge Sicilia a ca: Miloc , OWER siciliano, Palermo 1913, p. 33. C. CHAPMAN-G c and Australia, Chtcago 1970, 1971, pp. 37 -38; C. CRONIN, The Sting o/ change: Sicilians in Si ily pp. 98-99. 11 G. LORENZONI, Vinchiesta parlamentare .. . cit. p. 737. provincie meri­

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9 I dati sugli emigranti di Sutera sono ripresi dai Registri dei passaporti e dai censimenti 1900 e 1910. I registri di nascita e di matrimonio si ritrovano presso l'Archivio storico del comune di

Sutera.

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nella decisio?e delle donne di alienare la propria dote, in generale il diritto di . una donna di disp orre della sua proprietà non fu violato 1 2. I catasti di Sutera indicano che le donne vend evano la propria dote trattan­ dola come beni acquisiti seco ndo modi diversi. Tra le donne che avevano acquis� ato �eni terrieri immobili come parte della propria dote, prima del � 1930 , il 20 Yo ne aveva rtvenduto almeno una parte. Mentre il 25 % dei beni acquisiti tramite atti di successione o di com pravendita furono successivamente v�nduti 13 . Prima che si sviluppasse il proc esso migratorio, vi era la possibilità di un �ercato per terreni e fabbricati acce ssibile alle donne, tuttavia la maggior p art� di esse non aveva ritenuto di utilizzar lo . Al culmine del periodo d'emi­ gra�lOne le donne on si erano indirizzate in modo netto verso questo mercato. � SI regi. stra un Unico caso di una donna di Sute ra che abbia venduto un tratto del proprio terreno prima della partenza per Tunisi del marito, cui si ricon­ giunse solo pochi mesi dopo. Nessuna dell e moglie degli emigranti verso il . Nord Amenc a ha venduto anche una piccola parte dell a proprietà prima della partenza del coniuge. L'unica vendita di terreni dotali riguarda il caso di una don?a che ven? ette un piccolo tratto di terreno ma solo tre anni dopo che il manto era partito. Le fonti catastali mostrano che le donne spes so acquistavano beni nello stes­ so anno in c�i i mariti si accingevano all'a vven tura migratoria. Significati­ vament�, quasi un quarto delle donne spos ate con emigranti hanno ricevuto un tratto di terra o una casa entro il biennio precedente la partenza del coniuge. . La maggiOranza dei beni immobili registra ti prima della partenza del marito sono stati acquisiti tramite atti di matrimo nio o di successione. Era assai raro �he una famiglia, ancora meno una donna da sola, potesse comprare una casa 1n epoca antecedente il viag gio del coniuge. Dal catasto terreni al con trario si evU:ce come circa il lO% delle donne spos ate con emigranti, at;ive nel merc�to ternero, avessero comperato dei terreni poc o prima della partenza dei mariti. La tend�nza non a vendere bensì ad acquistar e beni prima della partenza del . manto emigrante potrebbe indicare come tale scelta patrimoniale fosse una esi2

1 C �HAPMAN-GOWER, Milocca. . cit., p. 97; ]. SCHNEIDER, Trousseau as treasure: Some Contradtcttons o/ late Nineteenth Cent ury Change in Sicily, in Beyond the Myth s o/ Culture, New York 1980, p. 327. 1 Q�est dati stat stici preliminari si fond 3 ano su un campione di 650 donne regis . trate nei cata­ Sti fab ncatl e terrenl d1. Sutera. Il can; pione include le donne in possesso di . . beni propri, insieme al ma�lto �· ove rJcavabile, le donne In possesso di beni insieme ai fratelli. Nel : campione sono state ln IVIduate 70 donne sposate con emigranti (il 34% di tutte le donne degli emigranti ). Un'ultenore fase della ricerca utilizzerà un campione più ampio. .

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genza familiare alla base anche della deci�i�ne d� ��nsenti:e c?e u� memb :� . della famiglia si recasse all'estero. In effetti l acqu1Slzione di tah beni immobili poteva rappresentare un m�imo d� livello �i sicurezza per le donne che re�ta: vano da sole in paese. Cosi come il dato di donne che comper�vano tra;tl �I terreno indica come le famiglie che avessero optato per la soluzione dell emi­ grazione possedevano delle risorse in grado �i consentire la sistemazione della famiglia stessa prima della partenza del congiunto. <?�esta tendenza p �treb?e . . contribuire a spiegare il motivo per cui le donne siciliane, a Sutera In Ispecie, non avessero scelto il ricorso al lavoro nei campi nel periodo in cui i loro uomi­ ni erano lontani dal paese a cercare fortuna in terra straniera. Le fonti catastali contribuiscono a mostrare delle donne non vittime bensl partecipi attive del processo migratorio. Tale considerazione contribuisce a sostener� la tesi che �a migrazione, verso il Nord America in partico�are, facesse pa�t? di una strategia . familiare per la sopravvivenza piuttosto che di una scelta mdlViduale. Le fonti catastali, inoltre, forniscono informazioni sugli effetti �ell'emig:a­ zione nel paese d'origine. Le rimesse del coniuge, frutto del lavoro 1n Amene� del nord furono inizialmente utilizzate per pagare i debiti in sospeso contratti per sost:nere il viaggio. L'eccedenza fu utilizzata per :�staurar� la � as� fan:ili�­ re ovvero per ampliarla e acquistare della nuova n:obilta. Ragg�unt1 tali obte�tl­ , . . vi di base le rimesse furono gradualmente mvest1te nell acqUlsto dt terren1. I dati catas;ali ancora una volta forniscono indicazioni sul ruolo attivo delle don­ ne rimaste a Sutera in fase di investimento delle rimesse, particolarmente per la costruzione e l'acquisto di fabbricati. Tale presenza attiva delle donne di Sutera nel mercato dei fabbricati dur? costante sino alla prima guerra mondiale. Agli inizi del secolo le �onne cost�­ . tuivano il 25 % del mercato; dopo il 1915 il livello della partecipazione femmi­ nile scendeva al 15 % . Fra le donne sposate con emigrati vi era una tendenza crescente ad acquistare beni immobiliari o accedere a nuove costruzioni, come dimostrano gli atti di compravendita. Fra le donne rimaste in paese ed attive nel mercato immobiliare 1'80 % ha costruito case nuove o comprato delle case; fra le donne i cui mariti non hanno partecipato al processo migratorio solo il 58% ha comprato o costruito nuove case. La differenza è ancora p �ù si�nific�­ tiva ove si considerino le nuove costruzioni: fra le donne spose di emtgrantl, infatti, il 22 % ha costruito delle nuove case mentre solo il 9% delle donne spose di suteresi non emigrati ha ampliato o costr_oito delle n�ov� c�se. Le case delle donne di emigranti erano più grandi, di soltto su due plani pmttosto che su uno solo, rispetto a quelle delle altre spose. La volontà di dim�st�are il senso del sacrificio dell'emigrato attraverso la definizione della propneta della casa trovava le donne in prima linea.


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Le fonti catastali forniscono informazioni riguardanti le rimesse dall'estero e sul loro utilizzo. Si apprende, infatti, che le donne sposate ad emigrati hanno utilizzato le rimesse per comperare o costruire le case ancor prima che i loro mariti facessero ritorno in paese; il 30% delle transazioni, si evince dal catasto, furono effettuate da donne i cui mariti erano occupati all'estero. Le donne ave­ vano il diritto di utilizzare le rimesse senza richiedere il formale parere del coniuge a dimostrazione di una sinergica azione familiare. In definitiva, lo scopo principale della decisione di emigrare era mirato al possesso della terra; le donne siciliane risultavano più attive nelle transazioni di case che sul mercato dei terreni. Nel catasto terreni le donne costituivano il 13 % delle matricole dei possessori; nel catasto fabbricati la proporzione di donne intestatarie di partite catastali saliva al 33 % . Questi dati sembrerebbero confermare la convenzione culturale che porrebbe l'abitazione quale ambito specifico della donna al contrario del terreno che si qualificherebbe in termini di specificità maschile. Va tuttavia ricordato che non risulta isolato il caso di donne proprietarie di terreni. I catasti terreni mostrano le diverse modalità di accesso alla proprietà terrie­ ra fra le donne spose di emigrati e le donne spose di suteresi non emigrati. Queste ultime risultano aver comperato un quarto delle terre possedute da donne; fra le prime la percentuale di acquisto mediante formali atti di vendita ascende al 50%. Dai dati esposti, per quanto ancora in termini di ipotesi di ricerca, si evince la potenzialità della fonte catastale capace di fare luce in particolare sul ruolo delle donne di emigrati che hanno scelto di restare nel proprio paese d'origine piuttosto che seguire il coniuge. Le donne di Sutera non furono vittime di una scelta non partecipata bensì protagoniste attive della decisione di emigrare e della gestione delle conseguenze successive. L'ulteriore approfondimento della ricerca potrebbe consentire di comprendere come il processo migratorio abbia modulato le tendenze al possedimento di beni terrieri e immobiliari sia tra gli uomini che tra le donne. Le fonti catastali potrebbero fornire ulteriori dati circa l'emigrazione di ritorno sì da rispondere ad alcuni interrogativi: gli emi­ grati sono riusciti, e secondo quale proporzione, ad affermare il diritto alla proprietà terriera? Essi, dopo il rientro nei paesi d'origine, delusi hanno deciso dopo pochi anni di fare ritorno nei paesi di prima emigrazione, l'America del nord nella fattispecie, come sostengono alcuni storici? In ogni caso il rapporto con la casa e la terra risulta elemento centrale nell'esperienza degli emigrati.

SERGIO MELLINA

and': sto La realtà psichiatrica del ({sogno americ

ria di una emigrata

ia d�ll'eminel monumentale edificio della stor 1� sono abituato ad entrare . . onta le storle della e psichiatra che racc . grazlOne. da.lia porta d'1 servlzlo. Com . r, un 1mmigrato ospite e per un Gastarbezte · · f011.1a, del m1grantl', sono a mia volta . . a ch e un po' clandestino nel palazzo de11e scienze stonch e. . , . dl pm � . · alti è più dettata dalla necessita di con La m1a pretesa po1, d'1 sall're al piani uffi fi: ti della �i�razione con 1a sto�:o;r� frontare le mie b iografie dei perden t dal� : a rson amblZlO e � da ta en sost che , one razi � mig la del dale �' �u�enti" da � s i r t d e t � �� % r: r:a �r:, � htb:non � : : � : ��� �� d a a van a storico della mlgrazwne, c e gia storica. estri inimitabili degli An naque. sta. dl'fficile materia ci sono i ma Per. trattare · . . ti del quotidiano, gl'1 storlcl oral'1. les ' gh st�dl�Sl de pl�col'1 documen storia tà ' sem licemente la particolari di costruire Alle m�e �lcerc � �1Vendlco di stenza � l'esi ocumento vivente, ancorché - semmal sla p�ss�bile .- . con un uno che è a rag�atel. a della sicosi. Il fatto questo vivente s1a 1mpt1gl�nata nell r ti ui non difetti passione e psichiatra cl�nico , uno pslcopatolog�, � sso, � l rigorismo scientifico spemlO . egno soclale ( che forse sono un p . ile) a 1 d'b ere o poc o fin per e ltar risu da accato . , �altro così asettico e dist eli ah na n ? ioso stud o un di � i p di a lcos qua è , �odo di sentire ora�e, � r� � �a . dei enso egli è un bwgrafo, uno storico In st' uluma a follia, in special modo se que compr s �h vi della memoria dell . la. affiora dalla sofferta esperienza migr ?� uto consisterà nel che il mio contrib lro . - che si è ammaFatta questa doverosa premessa . grata - Teresma na emi raccontare la storia di una giovane don i t lata mentalmente lavo rando a :nash n� ? racconto nsle e nel fatto che attraverso il d a n vlce La particolarità di questa

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Sergio Meltina

e la testimonianza della protagonista - nel quad ro di quella grande metafora che è la malattia mentale - è possibile vedere in controluce circa ottanta anni di emigrazione italiana negli Stati Uniti. Otta nt'anni che sembrano sfiduciare profondamente, nel loro complesso, la gran de illusione, l'ambiguo mito del­

l 'American dream.

Teresina è nata nel 1947 in un paesino sperduto delle montagne abruzzesi. Da dieci anni viene a curarsi da noi per una forma di psicosi schizofrenica insorta in America e ormai cronicizzata. Vive con la madre e il padre, pensio­ nato delle Ferrovie dello Stato, a Cocullo, in provincia dell'Aquila, poco più di 600 abitanti, quasi 1 000 metri d'altezza. Isa, la sorella più piccola di quattro anni, lavora a Roma. All'età di 2 1 anni, dopo aver ottenuto il diplo ma di maestra alle magistrali di Sulmona, emigra negli Stati Uniti. È il 1 968, e Teresina raggiunge i nonni materni a Washington, dove trova lavoro presso un'agenzia di stampa. Passano quattro anni e comincia ad avvertire disagio e fatica nel lavoro; non sa cosa le stia acca dend o: «Le cose non andavano bene , io non andavo bene , forse cominciava l'esaurimento e non lo sapevo». Guarda la gente angosciata e il cibo con sospetto. Prende a mangiare sempre meno, fino a che i parenti - dopo sei mesi di vani tentativi di cura - decidono di farla salire su un aereo che la riconduce in Italia . Allo sbarco la madre, che era andata a pren derla all'aeroporto, si trova di fronte ad un quadro che gli specialisti diagnost icheranno poi come "psicosi schizofrenica ". Pallida, sofferente, emaciata, Tere sina parla con i suoi fantasmi: «Don Attilio va dicendo in giro che mi deve viole ntare, ma lo metto a posto io, ora che sono tornata! » Aggredisce i genitori: «Che siete venuti a fa'? Voi siete negri! ». Anche con la sorella Isa è fredda e sgarbata. Esprime, insomma, ran­ core e risentimento verso quelli della famiglia che sono rimasti in Italia. Dal 1972 al l974 , accompagnata dalla madre, compie un triste pellegrinag­ gio da una clinica psichiatrica all'altra, da uno specialista all'altro, ricevendo anche numerosi elettroshock. Diviene bulimica, mangia cioè in maniera smo data, e ingrassa molto in pochi mesi. Quando non è aggressiva con don Attil io, il parroco del paese, o verso i familiari, passa molte ore a letto con gli occhi socchiusi e la bocca atteggiata a una smorfia amara. Talvolta parla tra sé, dice cose incomprensibili in una lingua che, osserva la madre, «non è più niente: né italiano, né americano, né dialetto». Quando viene al Servizio Teresina è assente, distratta, disinteressata a ciò che le viene domandato. Parla poco e rapidame nte, come se dovesse liberarsi in fretta del fastidio di rispondere. Nel l977 ottiene una pensione dalla "Social

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S ecurity" americana la quale vuole sapere da noi minuziosamente in quali con­ ' dizioni di salute mentale fosse prima della partenza e quale sta il suo stato. a1 presente. Da parecchio tempo conduce una vita confina�a a� suo paese, da dove s1· . muove, periodicamente, per venire a Roma a farsi vtsit��e, sempr� acco�pagnat a dalla madre Di tanto in tanto Teresina ha. delle. . cnst . alcune m relazwne al ciclo mestruale, altre connesse ad avvemmenti familiari. .. . Uno dei personaggi che entra spesso nei suoi deliri pe�s�cuton e don A�tilw, al quale gli emigrati di Cocullo scri:ono per ave:e notizie, p� r sposarsi, p � r chiedere consiglio e per inviare oboh per la festa; msomma, «tiene commerc10 con gli emigrati», spiega Teresina. La madre dice c�e �ue�t� pre:e � una b rava . persona, ma Teresina insiste: «Fra quattro m�struazwm lm ric�mmcia, :na io lo . metto a posto ! Va chiedendo sempre soldi per le amme dei defunti, per le messe ( ... ) intanto io non vado più in chiesa». . . A volte appare irritata e aggressiva perché ode voci �inacc1� se � rovemre dal telefono. Si saprà poi che le comunicazioni coi parenti amencam sono abbastanza frequenti. , . . . Dopo la morte del nonno Tino, che l av�va ospitata in �enea, �vvenuta a . . Cocullo nei primi mesi del 1985, Teresma s1 fa triste, pensie�os a, rapita �a fan­ . tasie inaccessibili. La madre riferisce che per circa due m�si si er� svegliata la mattina presto e affacciandosi alla finestra emetteva stram f?ne�1 a voce alta: . «ghi, ghe, go, come se avesse di fronte una scolaresc� 1mmagmana, ma �el �or­ tile c'erano solo le galline». Sappiamo ancora che si reca spesso da un am1ca, Ermida che ha una figlia in Canada. A casa di Ermida trascorre molte ore a inform�rsi di questa donna che vive nel continente americano � a leg�ere �e let­ tere che ella scrive alla madre: «Quella se ne muore di nostalgta per l Itaha e la madre per essa che sta lontana». . La storia di Teresina è anche quella di una famiglia dove vecc�1a � nuova . migrazione americana si intrecciano in un viluppo cos� ante e mestncabil� , teso ad alimentare e a strangolare l'American dream. Teresma, a suo mod? , t1ene le effemeridi delle migrazioni di Cocullo, è la rendicontista degli espatn d�lla su� famiglia e di quelli di molti abitanti �H quest? pae�i� o arroccato su� � on�i d'Abruzzo. La sua risulta anche una v1cenda p1ena dt mteress� �tnopsichiatn­ co, poiché la mente non guida più il pensiero quando la tra�izlOn� P��ola�e . non è più in grado di parlare all'individuo il ling�ag�10 s�gge�tivo de1 mtti anti­ . chissimi, carico di pàthos, di elementi rassicuranti, di radtci di ap?artenenz� . . A questo proposito è significativo rilevar� come s1 �os� a cogh?re una diffe­ rente posizione della madre rispetto alla figha allorche, il discorso mveste la leg­ genda di San Domenico Patrono di Cocullo. ·

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. a ed è presente nel seta mad.re San. Domemco s1 matena. hzz . Perc bocca dell s ::�:o �::�:: �:\��ora�oh sono alte�nati agli aneddoti: «quella volta che ha un lupo, quell'altra che s'inginocchiò sul sasso dove c' ' . asta /Ilaprobocntaca. Qd1uando si tolse un dente per salvare un uomo dalla rabb1�a-nmLa figlia�mvece tace · va sorp Teresina muta' distratta, assente, rltro · .r1cord renden.temente . la parola per are m·vece nom1 date luo hi avvenlm . · · entl d e li a m1g razw ne, con la precisione e la pignoleria dl un n�tai:. ' Ci racc onta così che n paterno Sante era em1.grato a Boston all'età di q.uind'1C1. anm. . «pensate, ild�non » -interviene ridendo la madre - «che lui uomo S1 era adattato a lavorare tto'una ' pe:' da .»; ma sub1to ' Teresina la interrom «Una volta andò fino alla Calitorn_1fil. ana trov are la cognata Marì che era malata di nervi» Madre e figli oncerta o 1 �oro racco ti viaggiando su un doppio binario:. la. �rima parla d:ll:as�etto 7avoratlv. o dell�emi grazione, la seconda si mostra , ;:�o�tet�:�:t;:�ed�alattle. Quest? Sante, come molti emigranti dell'inizio del fa.re fi�li; i suoi so;gi�::���::a��;i�o���u�t�::e�! c1��!e�:posa��i, .per t la me�te in�inta: �����r :�à ���: l: �:c:::������rie�et: �tg�l1·i� ;ranc �� ���::��: esco Gmseppe, Mana e Domenico' il padre d1' Tieresma - solo quest'ultimo sopravv ive; gli altri m uoiono neonati. ·

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«Nelle faccende dei miei suoceri . . ci sta u� p o ' dl' mlst e�o» - dlce la mamma di Teresina - «io ho provato a chiedere . an.;he a mlo marlto, ma diVentavano nerv osi. Certo che mia suocera si pigliava la passl'on' e. .t'l.<l_ ccontano le donne che quando il man . to partiva essa p1an geva come se lui andasse alia gu�rra. Fo�se ?er questo i bambini morivano . neonati. Domenico, mio marito mve ce campo perche mlo suocero quella volt ' a si fermò per un anno».

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«Tornò nel 1967 qua morì nonna AnnunZlat . .nre al paese; teneva 93 a» - precisa Teresina - «e poi ancora nel 1981 'a mondo anni» no ricc o di con tenu ti mig rato ri è � il ram �aterno della famiglia di Te ��an;; a e a o e se ave se s ampato onella mente l'albero geneaf� 1 : : � � � � ; P 1� :amma s1 ch1amava logico. Anc San . te, . 1900' em1gra a Washmgton nel 1923 e torna al paese a detto Tin. o: nato .nel dopo otto mesi: 11 decesso, avvenuto nel marzo del 1985 84 anm per monrvi pro a in Teres ' i vo.calizzi gutturali cferesivoc n a era stata p:� ��:o�t���bs�!1�ue;antotee ilqueperg�ilOsdtran o am enc ano ) Nonno Tino parten Amen·ca, lasc1.a la moglie, Elisabetta, incinta di . Dl'ona pochi mesi: n�scerà Mdoanaper ta Angela, la futura mamma di Teresina . ·

La realtà psichiatrica del "sogno americano": storia di un'emigrata

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Anche lui torna in Italia tre volte e nasceranno altrettanti figli: Maria Filomena, Tonio, che muore bambino, e Gaspare. Elisabetta, contrariamente a nonna Annunziata, non si adatta a fare per sempre la "vedova bianca", e nel 1949 rag­ giunge il marito a Washington, portandosi dietro Maria Filomena e Gaspare. La mamma di Teresina, che nel frattempo si era sposata e le aveva dato la luce, resta in Italia. «Nonna Elisabetta è morta in America con la pressione alta e il diabete. Zia Maria Filomena, poverina, da ragazza fu un po' sfortunata: a diciott'anni si fidanzò a Roma con un ubriacone, vagabondo e fannullone; si prese un bell'esaurimento nervoso, tornò a Cocullo e il medico del paese la curò con le vitamine. Era ancora innamorata, ma nonna Elisabetta la costrinse ad emigrare in America per dimenticarlo quando aveva ventun'anni e lì sposò uno di origine polacca dal quale ha avuto due figlie. Due anni fa a questo zio gli è presa una paralisi, proprio quando zia Maria Filomena era venuta a Cocullo per la festa di San Domenico. Poverina ! È dovuta ripartire in fretta, ma ha fatto in tempo a vedere la festa. Lo sa che era venuta con la sorella del marito?».

Quando Teresina racconta queste storie, è inarrestabile: «Quest'anno, per partecipare alla festa di San Domenico è tornata zia Dolores, che sta a Wa­ shington, ma è nata in provincia di Avellino . È una zia d'acquisto perché ha sposato zio Gaspare, il fratello di mamma. Il medico le ha fatto fare un elet­ troencefalogramma perché soffriva di mal di testa». La madre la contesta un po', ma è piacevolmente sorpresa dalla loquacità della figlia. «A casa non parla mai: qui invece si trasforma. Voi, l'ascoltate, le parlate e pare che il male ce lo levate con le mani. Teresina parla giusto e si ricorda anche di cose che io avevo dimenticato . A sentirla così, pare una perso­ na normale!» . In realtà, l'unica particolarità dell'intervento consiste nel fatto che nessuno domanda a Teresina notizie della "sua" malattia, ma il nostro interesse per i suoi racconti significa che lei sa di poter essere pensata da noi. Le storie della migrazione altrui hanno il magico potere di dissolvere, per un po', i fantasmi della sua psicosi; di farla diventare, per un po', normale. «Vedo che lei prende appunti. Perché le interessano tanto queste cose? Le deve rac­ contare a qualcuno? Se vuole, gliene posso dire tante altre che conosco». E così, durante i nostri incontri, Teresina si trasforma in una sorta di ufficia­ le sanitario di un immaginario dipartimento dell'emigrazione di Cocullo. At­ tenta, precisa, pignola, faconda, le parole giuste, una dopo l'altra, il pensiero corretto, ordinato, le notazioni puntuali, pertinenti, snocciola una casistica im­ pressionante; solo il tema non cambia mai, ed è un tema scottante che le sta a cuore: l'emigrazione e la malattia mentale.


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Sergio Meltina

«Betty, una Filippi che lavorava con mel .n . , dovette Am�nca perché ebbe un 'nervona re rimpatriata � us bre ak dow n' ( ... ) Ah o ca�tsce anche let?. esse ( . .. ) A me l'inglese me lo insegnò a scuola il professar Espostto la curarono bene (. . . ) . Gt'osue, uno come: md:e,1 Napoh (. . ). Betty ritornò e al suo paese Sulmona, è tornato dal Venezu�la ( ! · il padre �a a far� il. Moditen dep6t al CIM* di Antonto, accompagnato dal figlio si è ven uto a fare l'elettrosh qut' e pot··· se ne sonodttorn · canada ( . . . ) . Ehs. a, la mog ' dl. un figlio di un cuginoock . .e a, emigraat"tal 1ll di ma mm a, ragw in Belgio, a Lovanio, ha avulie tre figli e tutte e tre le volte dopo il parto, Te e: ven to uto l'esaurimento nervoso ' . . . ».

La madre, un po ' allarmata, . . , la interr Teresina; non c 'entrano con la f� . " om P� · «M a �ono parentl d acquisto, mlgl1�, dot�o ». Te esma replica sub ito: «Bea­ trice, una sorella di nonna Elisa _r . etta, s �e, SUlclda ta ln ospedale all'America». E la madre, di nuovo· «Ma ehe , c entra, .teresì, quella era artenos . · . · clerotlca ragionava per la vecchiaia». , non Teresina seguita implacabile. . . «Franeesco DI Cerchw , venditore ambulante a Pescara, è morto pazzo dopo . , c h e s1 e separato dalla moglie ( ) . M · . cooperativa è usc ita paz za d ana della p l a � orte deI marito in Bra· ·· sile (. Tu dina, un'amica di mia sorel ) anche � �a,. sl e, fatta I ,elettroshock perché a. .Ro era esaurita . . . ». La madre cer ma si ca d1 frenare q ues t a tns · te 1ltam · · a, sen za ma i comunque sconfessarla:

«Ma che vuoi che ressino al dottore que e st�rle,. . Teresl!, Vedete, in America, quando l'uomo crolla, inte è tutto finito. ( .. . ) S apet , � � otto , chl è che si trova bene all'Ame­ rica? Sono quelli che ilo non avevano n1ente, �e�m meno il pane. Quelli asopCocu o di terra, neroportano bene anche l� umlliaz - l nt�nodel�ncappezz l'America, d sono questi cap ocd , perché lì, al­ occi arrogantl' che t1 strillano �rorte». l

Teresin� ad ogni seduta sgrana il suo rosario di ton. e di. �olore, . . di angoscia, di separazione dal paese, di � . . morte · antl con:e lel che si succedono nella sua m ente in una sequenz �: � . a in a della m1graz1on e malata; storie come la sua, che , proprio nel . . . . farsl della rammem orazwne, tlvl vono, svelano, denunciano, insegnano, e la fan . no sent1re " no rm · 1 a e " . N · Ol stes si, e la madre, in questa relazione, la pensiamo "normale " . La severità della malattia e del . la prognosl contrasta con que le l . che, in apparenza, erano sembrate buone . p temess c, era una parte della sua fami " , e al suo prog:tt0 m1gratono. In America glla, c erano nonno Tmo e nonna Elisabetta. Lei

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* Centro d'Igiene Mentale pub

bl'tco d'l competenza delle Am ministrazioni Provinciali.

La realtà psichiatrica del "sogno americano": storia di un'emigrata

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stessa era partita adulta e con un diploma di maestra; anche il lavoro presso un'agenzia di stampa era vantaggioso e, soprattutto, in linea col suo livello cul­ turale. Conosceva la lingua, insegnatale dal «professore d'inglese Esposito di Napoli». Evidentemente, tutto ciò non è bastato. Forse non è bastato perché, come dice la madre, «in America si trovano bene solo quelli che a Cocullo non ave­ vano nemmeno il pane». Forse non è bastato perché l'incoraggiamento dei genitori verso quella strada non era sincero, celava un inganno; dopo tutto, loro non l'avevano percorsa la strada dell'emigrazione, mentre i parenti se n'e­ rano andati tutti, nessuno escluso. Quella che le veniva presentata come una prospettiva fortunata, la realizzazione dell'American dream, era andata in fran­ tumi dopo appena quattro anni. Teresina, ci aveva creduto, nessuno l'aveva avvertita delle insidie. Perché la madre non le aveva raccontato prima, e solo adesso ricordava, che nonna Annunziata «si pigliava la passione» e piangeva quando nonno Sante partiva per l'emigrazione «come se andasse alla guerra»? C'è, è vero, un piccolo risarcimento, la pensione della "Social Security", che è un po' come i "tremila dollari" dell'assicurazione americana di quel tale Fac­ cialorda, il cafone gaglianese del romanzo di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli. Tuttavia, mentre Faccialorda aveva simulato la sua sordità, in America, per due anni, per Teresina la follia era vera e se l'era portata a Cocullo. Questa vittima della "guerra" dell'emigrazione che parla un linguaggio che «non è più niente: né italiano, né americano, né dialetto», come dice la madre, oppure resta muta rispetto alla propria sofferenza, accetta invece di parlare di quella di altre vittime («come me», sottolinea Teresina) ; tiene le effemeridi di tutti quelli del suo paese che si sono ammalati lungo la strada dell'emigrazione. Teresina rappresenta un archivio vivente della patologia migratoria, quasi a voler ricordare a se stessa e agli altri il tributo psicopatologico pagato all'emigra­ zione. Quel suo elencare nomi, luoghi di migrazione, malattie, cure, esiti, tra­ scende la pura dimensione del ricordo: diventa terapia o, meglio, autoterapia. Teresina si trasforma, si fa "normale", guarisce un po'. Raccontando la mi­ grazione altrui, «il male gli si leva con le mani», esorcizza il suo American dream e quello di tanti altri. Forse il sogno di Teresina era quello, più accessibile, di insegnare, ma non ha potuto mai esprimerlo né realizzarlo. Adesso, con la sua medaglia al valore migratorio (la pensione della "Social Security"), insegna alle galline del cortile di casa sua e quando le va di parlare, ammonisce che di migrazione ci si può ammalare.


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Sintesi delle ricerche neglz' Archivt' di Stato

LEA CUFFARO

Sin �esi �elle rù:erch e negli Archivi di Stato sulle fonti per la storia , merica del Nord del! emzgrazzo. ne nell'A

Il discorso iniziato nel I loquio sulle fonti per la storia dell'emigra zione �edicat� all'emigrazione italiCol ana nell'America Latina, sviluppatosi in successivi mcontn sempre centrati sull'emigrazion e verso altri continenti a partire dal 1870 , trova la sua conclusione nell'attuale Colloquio dedicato ai flussi migrato­ d verso l'America del Nord. Per raccogliere sul tema proposto i dati ricavabili dalla documentazione d' archivio, è stata ichies a la collaborazi one di tutti gli Istituti archivistici per ­ : � _ che segnalassero l fon d1, le serie contene nti not izie sull'emigrazione verso l'America del Nord con l'indicazione deg li estremi cronologici e con una sinte­ tica descrizione del contenuto. I da�i pervenu i ur presentando una mancanza di uniformità per diversità � ? di estremi cron?log1c1, per incompletezza della documentazione, per versamenti non effettuati o per perdita di atti a causa di eventi bellici o naturali (il fond o Prefettura conservato presso l'Archiv io di Stato di Firenze, che comprende do­ . cumentazlOne fino al 1952 , ha perso, in seguito all'alluvione del 1966 oltre il 65 % della propria consistenza) consent ono tuttavia di avere un quad;o abba­ stanza comp!eto e articolato del fenomen o. L'ufficio dal quale è possibile ricava­ re una m�gg10r uantità di dati è la Pref ettura, in quanto per competenza tratta �� proble�m relatlvl al flusso migratorio della popolazione. La documentazione appartiene prevalentemente alla serie Gab inetto: si tratta per lo più di corri­ spon? �nza c�n altri u:�ci in materia di emi grazione, come il Ministero degli . este�1, � Mm �st.ero , de� mterno, �a q�estur� , i comuni delle province; si trovano fasc�coh relatlv1 � ass1 t nz agli em1gran t1 e alle loro famiglie, richieste di rim­ �� � . . pat:lo, nch 1este d1 suss1d1, ncerche da parte di emigrat . i nel Canada o negli Stati Unltl, pra�iche �i �d neità fisica dei lavo ratori aspiranti ad emigrare: così ci se­ � gnalano gli Arch1v1 d1 Stato di Varese, di Padova, di Treviso, di Catanzaro.

Tra le serie (sempre della Prefettura) più segnalate emergono le statistiche dell'emigrazione all'estero dalle quali si può ricavare l'entità del fenomeno che appare a volte di modesta entità, come ci dicono i dati forniti alla prefettura di Cagliari dai comuni della provincia relativi agli anni 19� 0- 19�� · �tre volte : . invece, il fenomeno è più consistente, come Cl segnala l ArchiViO l tato l Caserta che nel fondo Prefettura, anni 1861- 1927, conserva le stat1st1che trl­ mestrali per l'intera provincia redatte in base ai dati perven�ti d� tutti i �o�u : . ni: mese per mese ciascun comune segnalava il numer� degh em:gra?tl d1�tm�1 per sesso, età (maggiore o minore di 14 anni), professione, destmaz10ne, mdi­ cando se l'emigrazione si presumeva definitiva o temporanea, legale o clande­ stina se avveniva via mare (specificando i porti di imbarco) o via terra, infine dist guendo coloro che partivano isolatamente dai gruppi familiari. Pro� petti simili li troviamo nel fondo Sottoprefettura di Acireale (1860-1926) da cm sap­ piamo, ad esempio, che nell'ultimo trimestre del 1893 emigrarono dal circon­ dario di Acireale negli USA 25 persone, nel 1895 47 persone; vale la pena ricordare che nel fondo Sottoprefettura di Acireale, si trovano i prospetti rela­ tivi alla statistica effettuata da Leone Carpi sull'emigrazione clandestina per il triennio 1874-1876. Le disposizioni di carattere generale, norme e circolari, sull' e�i� razione rin: tracciabili nel grosso nucleo del Gabinetto, ci forniscono le not1z1e sulle grav1 difficoltà incontrate sui disagi da affrontare e gli ostacoli da superare da parte ' degli emigranti. Al riguardo alcune disposizi�ni possono essere luminanti: l'Archivio di Stato di Foggia ha reperito una circolare del 18 genna10 1873 del Ministero dell'interno indirizzata ai prefetti del Regno nella quale si sottolinea la necessità di denunziare alle autorità giudiziarie gli emissari delle agenzie estere che favoriscono l'emigrazione illecita; l'Archivio di Stato di Avellino segnala una nota della prefettura del 18 gennaio 1908 avente per oggetto "Emi­ grazione negli Stati Uniti" indirizzata al sindaco di Forino con la quale �i �vver­ te che in seguito alla crisi monetaria negli Stati Uniti gli operai stramen non trovano una occupazione sicura, spesso sono costretti a ricorrer� a società di . . beneficenza perché molte imprese edilizie, minerarie e di costruz1on1 ferrovla­ . rie hanno sospeso i lavori; tra gli atti di Gabinetto della sottoprefettura d1 Lan­ ciano ( 1860-1907), conservati presso la Sezione dell'Archivio di Stato, una pre­ fettizia del 2 1 gennaio 1884 riporta una nota del Ministero dell'interno eh� riferisce di notizie apparse su un giornale canadese relative ad una truffa a1 danni di 150 operai italiani, giunti nella città di Buffalo, perpetrata alla fine del 1883 , da un falso agente arruolatore il quale, qualificandosi come vice �ansale italiano e promettendo una immediata occupazione, ave;a estorto a c�as�uno di loro 150 lire per il viaggio, somma di gran lunga super10re a quella nch1esta

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Lea Cui/aro

Sintesi delle ricerche negli Archivi di Stato

agli emigranti dalle società ferrov . . . iarie. N�tura1ment gm . ntl a destlnazton non avendo trovato alcun lavoro ee � . d ? mille pertp zte av vano rag giunto To­ ronto da dove, tramite il consola � � � i �?o, eran� ltornatl al punto di parten­ za, Buffal o. La nota del Minister d\ � � e � 4 genn io 188� , reperita anche nel fondo Questura conser vato e r 1Vl. dt Stato d1� Catama , concludeva affermando che simili fro d'1 erano frequenu� ed era op por . t uno , qut.n d'1, mettere 1n guardia gli interessati tramt. te 1. gto . rnali dan do la maggiore pubblicità all'evento. ' Le difficoltà incontrate da li . . · ran:l d erlva vano anche dalla stessa leg slazione dei paesi di immi ra�on: e mtr�:ano fren are o almeno a con ilare le immissioni. Così si pprend � trai­ r �, da un tndagtne condotta dall'Archivio di Stato di Enna sui ron d'1 conserva t! nello ste sso Areh . . . lvlo, ch e 1n una lettera della sottoprefettura di Piazz a . . A rme nna del 2 1/9 /18 87 Sl dà notizia di . . legge del 26/2/1 885 entrata 1n una v1gore · · con la quale era stata proibita l'immigrazione di la�ora . negl't St. atl· , Umtl ton arruo a:l ali estero per contrat to. Con la nuova legge il segretario del eso ro era autonzzato a fare indagini sull a condizione dei passeggeri che sbarcav . . . ano nel ternto no dell'Umo ne, accord andost. a tale scopo con le autorità dei d'ft . . 1 ere�tl S tatt, e a fissare le norme per il rinvio delle per son e alle quali a t erm . me 1· legge, era vietato lo sbarco . Sem pre l'Archivio di St ato d'1 Enn' a segnal . a una nota d el 24 magglO l 891 , proveniente dal Ministero dell'interno che m · forma suIle delibe razto · m· prese ' da1 Congresso degli Stati Uniti che mir . . av no ad a�s� tgl tare le cor ren i mig ratorie verso gli USA. In particolare con la : . gge 26 e r lo 189 1 non vten e per messo l'in� gresso nel territorio dell'Unt'ane agl'1 «stranten. paz zi m · fe rmt, poven· o che possano cadere a carico della ' . p bbl' seanti o pericolose per motivo � lca b. eneflcenza, affettl da malattie nau ­ d . . . 1 contag10, condannati per reati infamanti o turpi ai poli 1l 0 per contratto h e abbiano ricevuto dena;o da al;r: �: c: : : .� ? . f Vengono stabihu , mfine, regolamenti per l'ispezione delle navt' che rec ano orestieri e Ie sa z10m . · · a can· co de1 pro prietari o comandanti dei bastim � en t'1 che non ottempenn o alle leggi americane sull'emigrazione. Sempre nell'Archivio di Stato di Enn a una n ta della s t oprefe ttura di Piazza Armerina del 22/ 12/ 189 � �: 2 ind ica l e nuo ve mts ure rest tltt 1Ve . ado ttate dal governo degli Stati Um't'L. m par . t1colare era viet ato lo sbarco a pas segg eri che non si trovavano in una delle s . . . guentt condtzt m. : l ) essere citta dino � ame no, 2) risiedere ne li Stati Un'ltl,� rica­ �) ave�e acqmstato il. proprio biglietto prim del l o settembre 892 , 4) recars a 1 negl1 USA p r Vlsl . · 't �re pa ent1. o am1. c1,. 5) intraprendere un viaggio negli US � A sen�a �vere mtenztone dt stab ilirvisi definitivamente. Inoltre non venivan o rilasclatl passaporti. se non era prim a esibito

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il certificato di imbarco vistato dall'autorità di P.S. d i uno dei porti di Genova, Napoli, Palermo. Dei contrasti sorti tra vettori ed emigranti si occupavano le Commissioni ar­ bitrali dell'emigrazione, istituite, con legge 3 1 gennaio 1 90 l n. 23, in ogni capoluogo di provincia, competenti a giudicare le controversie, come ci segnala l'Archivio di Stato di Como che conserva gli atti della Commissione della pro­ vincia di Como. Le commissioni arbitrali, soppresse con legge 2 agosto 1913 n. 1075 sulla tutela giuridica degli emigranti, furono sostituite da commissioni, collocate nelle città sedi dei maggiori porti d'imbarco; ad esempio, alla com­ missione arbitrale di Genova furono attribuite con r.d. 30 novembre 1913 le competenze sulla circoscrizione comprendente le province del Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Emilia e Sardegna. Le precarie condizioni di vita, le difficoltà alle quali andavano incontro gli emigranti erano attestate anche da pubblicazioni coeve come quelle segnalate dall'Archivio di Stato di Varese che ha in deposito la Biblioteca civica: una rivi­ sta locale «La cronaca prealpina», fondata nel 1888, contiene un numero con­ siderevole di articoli sull'argomento dai titoli a volte pittoreschi, come quello «Raccapriccianti sofferenze degli emigrati in America. Cinquanta moribondi di fame» II, (24 marzo 1 889) , 3 2 oppure insolito «Scalpellini non andate in America del Nord» VIII, ( 1 o marzo 1895), 133 1 e questo nel periodo che va dal l888 al l 900. Il foglio periodico - «Bollettino» - della prefettura di Como, conservato nella biblioteca dell'Archivio di Stato di Varese, per gli anni dal l873 al 1895 , riporta molteplici disposizioni relative all'emigrazione ed in particolare all'emi­ grazione dei minorenni, alle condizioni degli emigrati nel Canada e nel Texas, all'emigrazione di minatori per gli Stati Uniti d'America. Una notizia curiosa contenuta nelle segnalazioni dell'Archivio di Stato di Catania ci induce a pensare che non sempre l'emigrazione era legata a motivi di lavoro. Il fondo Prefettura, serie Emigrazione, anni 1870- 189 1 , conserva una nota del Ministero dell'interno, Direzione dei servizi di pubblica sicurezza, del 16 settembre 1879 n. 1 1900 con la quale si chiede «se consti che da alcun tempo abbia incominciato una sensibile emigrazione di regni­ coli alla volta degli Stati Uniti, collo intendimento di recarsi al Lago Salato dell'Utah per far parte della comunità Mormorita colà stabilita» e ((per conoscere se risulti che emissari mormoni siano giunti nel Regno per fare propaganda religiosa e (. .. ) per indur­ re gli emigrati a rivolgersi al Lago Salato».

Passando ora all'analisi del fondo Questura, risulta che le segnalazioni perve­ nute riguardano per lo più disposizioni di massima e circolari che ci consento·


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Lea Cu!faro

no di vi�ualizza�e il fenomeno per grandi linee. L'Archivio di Stato di Cagliari nella sene Uffic10 PS, 1848- 1893 , ha rintracciato, nelle cartelle relativ e all'emi­ grazione, per gli anni 1873 -1881 delle circolari del Ministero dell'in terno ri­ guard�nti l'emi? ra�io� e negli USA e contenenti l'indicazione del numer o degli . espatrlatl: 750 �taham erano giunti a New York nel 1880 col vapore "Italia" della Compagma Anchor Line, e 350 italiani nel l881 col piroscafo "Vincenzo Fl?r�o". �n'altra circolare fa riferimento alla traversata durata 40 giorni di ope­ rar drrettl m Texas per costruire una ferrovia. A volte la ric�rca su! �ondo evidenzia la direzione del flusso migrat orio pecu­ . . hare del ternto no: cos1 1 dau. segnalati dall'Archivio di Stato di Catanzaro rica­ vati dal fondo Questura �erie Emigrazione Canada, riguardano il flusso �er gli . anni dal 1900 al 1969; s1 tratta di circolari dei primi del Novecento del Mini­ �tero dell :inte.rno ��iri�z.ate ai �ue�tori � relative ad un'inchiesta circa i gravi mconveme� tl venftc at1s1 per l emrgrazwne nel Canad a; di segnal azioni di arruolamenti clandestini proposti dall'Agenzia "The Transatlantic" di Londra p�r �onto �ella "Dominion �teel Coorporation " di Sidney in Canada 1'8/12/ 1918; . dr circolari del Commrssana to generale dell'emigrazione anni 1915- 1924 re­ canti notizie sull'esistenza nel Canada di una vera indust;ia di atti di chia�ata a�quist�ti n �l Regno dietro forti compensi; di disposizioni relative all'emigra­ . zrone dr agncolton nel Canada, compresa quella clandestina, gestita da una . dma con sede a Parigi; di norme relative ai contratti di lavoro alle istruzioni ' me�Hche, alle procedure per i visti. E sempre possibile poi investigare nella serie Passaporti dove si trovano ol�re alla documentazione relativa alle richieste e concessioni di passap orti rila � . scrau d�lla questura dopo l'accertamento dei requisiti richiesti per l'espatrio . . der nchredenu,. anche i modelli 2A relativi al «Movimento della popol azione. Pr�getto dell' emigrazi�ne all'estero». L'Archivio di Stato di Pisa li segnal a nella . ser�e Ufficio centrale dr P.S. (1865- 1901) e li descrive: nel prospetto sono indi­ . cau la professwne esercitata in Italia dagli emigranti, i porti di imbar co i conti' nenti e le nazioni di destinazione. Fonte indiretta del fenomeno dell'emigrazione è costituita dai ruoli matrico­ lati e dalle liste di leva. Nei ruoli matricolati il dato emerge dall'in dicazione relativa all'eventuale espatrio con l'annotazione della concessione del nulla osta �er il ��ssa� orto pe� l'estero e la destinazione degli emigranti (così ha rilevat o l Ar�h1Vlo �1 � tato dr Tre iso per gli anni 1874-1 905). Nei registri di leva, com­ � �re.sl quelli dr mare c�e sr .trovano nei fondi delle Capitanerie di porto, il dato s1 rileva come causa dr remtenza. Interessante al riguardo il raffronto effettuato dall'A�chivio di Stato di Como sui volumi delle liste di leva, anni 1884-1 916: i volumi contengono i nominativi e gli esiti delle visite eseguite tra i chiamati

Sintesi delle ricerche negli Archivi di Stato

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residenti nei comuni del circondario su cui si estendeva la giurisdizione del­ l'Ufficio leva. Le liste hanno rilievo se si pone attenz\one agli " arruolati al­ l' estero" presso consolati o ambasciate del Regno, ai sensi dell'art. 86 comma 1 o della legge sulla leva del 1888. A titolo esemplificativo: per la classe 1888, chiamati a visita nel l908, 2 142 giovani del circondario, dei quali 2 17 arruolati all'estero di cui 1 6 negli USA. Gli emigrati negli USA risultano arruolati presso le rappresentanze diplomatiche italiane di New York (8), S. Francisco (5 ) , Boston (1), Los Angeles ( l ) , Cincinnati ( l). Si rileva anche l a professione svolta dai connazionali emigrati arruolati negli USA, sempre per la classe 1888, 4 tes­ sitori, 1 giardiniere, 2 muratori, l vetturale, l bracciante, l tipografo, 6 professione sconosciuta. Da un'elaborazione, effettuata dall'Archivio di Stato di Novara, dei dati raccolti esaminando le liste per le classi 1876, 1886, 1896- 1898, 1905- 1908, sia per il Comune di Novara che per i tre mandamenti dei paesi dell'Alto Novarese caratterizzati da un'economia povera, è stato possibile un confronto ai fini del­ l'emigrazione tra la città industriale e le valli povere dal quale è emersa la preponderanza del fenomeno tra i valligiani. Le indagini effettuate e qui riportate a titolo esemplificativo indicano l' approccio possibile a questa tipologia di fonti per rilevare non solo l'entità del flusso migratorio ma anche la qualità di lavoro esportato: in prevalenza conta­ dini, muratori, braccianti, pastori, come rileva la ricerca effettuata dall' Ar­ chivio di Stato di Cagliari sui ruoli matricolati del distretto militare di Cagliari e Oristano (a campione per le classi dal 1880 fino al 1945) , che ha evidenziato punte massime di emigrazione negli anni 1906-1907 e 1912-1914 per i giovani sui 20-30 anni. L'Archivio di Stato di Catanzaro, concentrando la ricerca per gli anni 18811885 ha rinvenuto 2860 richieste di espatrio per l'America del Nord, destina­ zione quasi sempre New York. Una schedatura sistematica effettuata dall'Ar­ chivio di Stato di Bergamo per le classi 1870, 1872 e 1890, ha evidenziato l'au­ mento, sia in assoluto che in percentuale, dei giovani diretti verso l'America del Nord che passano dall' l % dei nati nel 1870 al 5,6% dei nati nel 1890. Abbiamo prima indicato che l'occupazione prevalente prima dell' emigrazio­ ne era il lavoro manuale come emerge anche in un interessante prospetto ela­ borato dall'Archivio di Stato di Messina sui fogli matricolati per gli anni 18841885, 1889, 1891- 1893 , 1899: prevalentemente il lavoro dei campi. Tuttavia sembra che anche altre classi sociali non fossero aliene dal tentare l'avventura oltreoceano. È quanto si riscontra nel Bollettino del Ministero Affari Esteri del luglio 1897, segnalato fra gli atti della sottoprefettura di Piazza Armerina dall'Archivio di Stato di Enna, che riporta, a proposito dell'emigra-


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zione in Canada, un rapporto del console generale a Montreal nel quale si sconsigliano medici, farmacisti, avvocati, ingegneri, architetti e in genere gli esercenti le libere professioni a recarsi in Canada in cerca di fortuna perché le professioni liberali sono, in proporzione, esercitate in Canada come in Europa e quindi mancano i posti disponibili specialmente se non si dispone di fondi sufficienti per superare le difficoltà iniziali legate all'avviamento della profes­ sione e alla conoscenza della lingua inglese e francese. Le fonti fin qui illustrate non esauriscono certamente la tipologia di atti con­ servati negli Archivi di Stato ma ne rappresentano la parte più significativa per delineare il fenomeno migratorio nelle sue linee generali; se scendiamo nel par­ ticolare e ci rivolgiamo alle realtà locali sono utili i dati che provengono dagli archivi vigilati, primi tra tutti quelli comunali. Sono fonti preziose in quanto d permettono il riscontro con le disposizioni generali delle amministrazioni cen­ trali. La risposta alle sollecitazioni venute dal centro ci illumina sulla dinamica e sulla consistenza del fenomeno come si realizzò a livello locale. Sappiamo così, come ci comunica l'Archivio di Stato di Rieti che conserva alcuni archivi comunali della provincia, che vi furono presso il comune di Rieti molte richie­ ste di emigrazione e fu costituito un "comitato comunale di emigrazione" come previsto dalla legge 3 1 gennaio 1901 n. 23, nato appunto allo scopò di sorve­ gliare l'emigrazione locale; analoghi comitati furono costituiti presso altri co­ muni della provincia, come Fiamignano e Borbona. Negli atti dell'Archivio storico comunale di Treviso troviamo il verbale di costituzione del Segretariato provinciale dell'emigrazione del 13 febbraio 1913 e la relazione per il biennio 1913-1914 con i dati delle partenze dalla provincia di Treviso per l'America del Nord; o ancora il fascicolo relativo all'istituzione del Comitato pro-emigranti della diocesi di Treviso del 1908. Le categorie nelle quali sono ripartiti gli atti comunali da investigare sono quelle che per competenza trattano anche il fenomeno migratorio: la categoria XII, stato civile, censimento, statistica; la categoria XIII, Esteri; la categoria VIII, Leva e truppa; la categoria VI, Governo, in relazione alla revisione delle liste elettorali. L'Archivio di Stato di Treviso, che conserva l'archivio storico comunale (sec. XIII-XX), segnala una ricca documentazione �ull'argomento riscontrata nelle categorie suddette: corrispondenza del comune con altre amministrazioni quali la prefettura, il distretto militare per il rilascio del nulla o sta all'espatrio dei militari in congedo; le richieste di rilascio per il rinnovo dei passaporti con informazioni sul luogo di destinazione dei richiedenti. Sono reperibili anche molte circolari dei primi anni del Novecento della prefettura di Treviso, relati­ ve all'emigrazione in Canada, all'espatrio di minorenni negli Stati Uniti, all'ar-

Sintesi delle ricerche negli Archivi di Stato

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ruolamento per le regioni meridionali degli Stati Uniti, oltre a segnalazioni tra­ smesse dalla prefettura ai comuni riguardanti i rappresentanti locali dei vettori d'emigrazione autorizzati; o alla comunicazione dell'apertura di �n ufficio di assistenza legale per i nostri connazionali emigrati nello Stato dt New York (eire. n. 856 del 24/3/1906). Un'insospettabile fonte di notizie sull'emigrazione è costituita dai registri di classe degli istituti scolastici. L' indagine compiuta su alcuni registri presi a campione per gli anni scolastici 1908-1909, 1914-1915, 191? -1916, 19� 7-19� 8 dall'Archivio di Stato di Varese che conserva la documentazwne del pr1mo cir­ colo didattico di Busto Arsizio, ha individuato alunni nati negli Stati Uniti ver­ so la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, quindi figli di emigrati, poi rimpatriati come attesta la presenza del loro nominativo nei registri di classe esaminati. Proficua è l'indagine che sta svolgendo l'Archivio di Stato di Sassari sugli oltre 1000 registri delle scuole elementari conservati nell'Archivio di Stato per gli anni 1860-1933 che, ad inventariazione ultimata, potrebbe portare a risulta­ ti senz' altro interessanti. Le fonti finora esaminate e delle quali abbiamo cercato di tracciare una rapi­ da panoramica, citando quelle a nostro giudizio più significative, sono relative all'emigrazione fino alla vigilia della II Guerra mondiale. Dopo tale evento l'emigrazione venne gestita dalle istituzioni pubbliche sia italiane che americane come assistenza alla popolazione colpita dalla guerra. L'Archivio di Stato di Padova conserva nel fondo Prefettura una nota della pre­ fettura di Padova del 26 febbraio 1949 che riporta, affinché ne sia data comu­ nicazione mediante affissione negli albi comunali, un comunicato del Ministero dell'interno relativo a quanto diramato dal Ministero degli affari esteri sulla ria­ pertura del termine a decorrere dal 1 o m� rzo 194 � fino al 30 giugno �ello stes­ , so anno, termine poi prorogato a tempo mdetermmato, per l accettaztone delle domande di espatrio negli USA "in quota non preferenziale" (isolati). Alla nota è allegato anche il comunicato stampa del Ministero degli esteri dal quale si rileva oltre all'esiguità dei posti disponibili, qualche centinaio all'anno, le condizioni richieste per l'espatrio: condizione di particolare bisogno materiale e morale come profughi e vittime di guerra, minori orfani di entrambi i genito­ ri con l'indicazione dei consolati americani per ottenere i visti di Genova, Na­ p�li, Palermo. L'autorizzazione all'espatrio era comunque il presupposto per la registrazione nelle liste di attesa dei consolati americani in Italia ai quali spetta­ va l'effettivo rilascio del visto. L'emigrazione negli Stati Uniti era seguita anche dall'IRQ (l'Organizzazione internazionale per i rifugiati), di cui troviamo un comunicato nella serie Gabinetto della prefettura di Padova, relativa alla pro-


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cedura per l'emigrazione dei profughi negli Stati Uniti in base alla legge del 1948. La nota contiene interessanti notizie relative all'individuazione dei profu­ ghi (dovevano essere giunti in Germania, Austria o Italia non prima del l o set­ tembre 193 9 e non dopo il l o gennaio 1949 o vi si dovevano trovare già il 1 o gennaio 1949); particolari disposizioni riguardavano i profughi della Venezia Giulia e i profughi orfani. Anche il CIME (Comitato intergovernativo per le emigrazioni europee) svolgeva l'assistenza ai profughi che intendevano emigra­ re provvedendo alle spese per l'espatrio, come segnalato in una nota del 7 mag­ gio 1954 della prefettura di Avellino, serie Ufficio provinciale assistenza pub­ blica conservata nell'Archivio di Stato di Avellino. Le descrizioni sui tempi e le circostanze del viaggio si possono ricavare dagli atti conservati nel fondo Capi­ taneria di porto. Tale testimonianza ci è comunicata dall'Archivio di Stato di Trieste che conserva il fondo dal l919 al 1960. Per il periodo successivo al se­ condo dopoguerra conserva i fascicoli di atti e tabelle ciascuno dei quali si ri­ ferisce a un viaggio delle navi adibite al trasporto di emigranti in servizio tra Trieste e l'America del Nord (Stati Uniti e Canada: porti di New York e Bali­ fax) ; si conosce così il numero degli emigranti, talvolta distinti per sesso ed età; i verbali delle visite sanitarie agli emigranti e di ispezioni ai piroscafi in parten­ za; gli estratti dai diari di bordo; le segnalazioni sulla sistemazione dei passeg­ geri e sul vitto loro offerto. Il territorio di provenienza, sulla base di elementi a disposizione, è per lo più la provincia dell'Italia nord-orientale (in primo luogo Friuli e Venezia Giulia), solo in piccola parte dalle regioni del Mezzogiorn o. Nel periodo 1955-1960 una parte degli emigranti era costituita da cittadini profughi dai territori ceduti alla Jugoslavia dopo la II Guerra mondiale. Fonti indirette per la storia dell'emigrazione relativa a questo periodo, sono quelle fornite dagli archivi di quegli enti che, a livello locale, prestavano assi­ stenza alle famiglie bisognose tra le quali quelle che non ricevevano più rimesse dai loro congiunti emigrati all'estero; gli ECA, Enti comunali di assistenza, che oltre ad amministrare i beni delle confraternite, assistevano i bisognosi. L' Ar­ chivio di Stato dell'Aquila che ha recentemente acquisito l'archivio ECA in seguito allo scioglimento dell'ente, descrive il carteggio dal quale emerge che il problema dell'emigrazione era costituito non solo dai disagi affrontati dal lavo­ ratore in relazione all'inserimento in un nuovo ambiente diverso per lingua, abitudini, consuetudini di vita, ma anche da quelli della famiglia che rimane, spesso ridotta alla più completa miseria quando veniva a cessare il sostegno materiale a causa della guerra. Dallo spoglio delle buste del fondo ECA sono stati rilevati numerosi fascicoli di emigrati all'estero in particolare in America del Nord con le pratiche dei familiari per avere l'assistenza. Altre fonti indirette utili ad arricchire la storia dell'emigrazione sono quelle

Sintesi delle ricerche neglz' Archivi di Stato

12 17

rintracciabili nella documentazione delle camere di commercio, come segnala l'Archivio di Stato di Bergamo che nel relativo carteggio individua una tabella di emigranti del 1902, classificati per paesi di destinazione, con l'indicazione del numero delle persone dirette stabilmente nell'America del Nord che ammonta ad oltre 150.000 unità. L'indagine sulla documentazione degli U.R.L.M.O. (Uffici Regionali Lavoro e Massima Occupazione), istituiti nel 1945, può essere fatta ancora presso gli uffici di appartenenza e il risultato potrebbe essere confortante in quanto da queste carte il fenomeno migratorio emerge in modo rilevante come attesta il risultato della ricerca effettuata dall'Archivio di Stato di Cagliari: attraverso l'e­ same degli atti di tipo contabile come rendic onti, liquidazioni di compensi a medici o enti per prestazioni sanitarie, rimborsi per il viaggio e l'alloggio dei lavoratori presentatisi per le selezioni, la distribuzione dei pasti ai lavoratori e familiari emigranti è stato possibile ricostruire la procedura di espatrio con i luoghi di destinazione; dai dati statistici relativi all'emigrazione (anni 195 11965) è stata rilevata la partenza di 75 lavoratori per il Canada, mentre più contenuta è risultata quella per gli Stati Uniti. Ad integrare le fonti finora descritte soccorre la documentazione conservata nell'Archivio centrale dello Stato, sicuramente abbondante laddove l'ente pro­ duttore dell'archivio era istituzionalmente indirizzato alla gestione e al control­ lo del fenomeno migratorio: è il caso del Ministero del lavoro e della previden­ za sociale. La serie intestata agli accordi di emigrazione verso paesi extracomu­ nitari e di oltremare, per gli anni 1943 -1957, contiene informazioni sull'emigra­ zione italiana in un determinato Stato rilevabile dalla corrispondenza con il Mi­ nistero degli esteri, con gli organi statali dei diversi paesi, con le organizzazioni internazionali che si occupano di emigrazione; la serie relativa ai centri di emi­ grazione contiene relazioni semestrali con dati e notizie sull'attività dei centri di Genova, Messina, Milano, Napoli. La documentazione dell'Archivio centrale dello Stato consente inoltre di in­ quadrare il problema dell'emigrazione da un punto di vista generale inserendo­ lo in un quadro istituzionale che è premessa indispensabile per la comprensio­ ne del fenomeno. Citiamo ad esempio i fondi della Real Casa (1865-1946) o quelli della Presidenza del Consiglio dei ministri ( 1876- 1976) , per la parte rela­ tiva all'attività di coordinamento amministrativo in cui si trovano provvedi­ menti legislativi, disposizioni relative alle società di navigazione, a trattati, a comitati: gli atti della Segretaria particolare della presidenza De Gasperi (1945195 3 ) dai quali emerge il coordinamento delle attività dei centri e dei comitati competenti su affari diversi relativi sempre all'emigrazione. Gli atti delle amministrazioni centrali si rivelano spesso utili a colmare vuoti


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di archivi non recuperabili: così nel fondo del Ministero della marina mercanti­ le, serie Direzione generale personale e AA.GG. per gli anni 1863 -1958 ritro­ viamo, ad esempio, le relazioni di comandanti di navi su viaggi di lunga naviga­ zione effettuati dagli emigranti che si recano in America del Nord, o anche le relazioni quadrimestrali delle capitanerie di porto sul movimento dei passegge­ ri articolate sulla base delle linee di navigazione. La presenza degli italiani all'estero e in particolare negli USA si riscontra anche nelle carte dell'IRI, nel periodo 1933- 1972, che documentano una forte partecipazione azionaria dell'Istituto nell"'Italian Superpower corporation" so­ cietà costituita negli Stati Uniti nel 1929 con l'emissione di obbligazioni in par­ te sottoscritte da cittadini italiani residenti in America. Questi rapidi accenni non esauriscono la ricchezza di dati segnalati dai colle­ ghi dell'Archivio centrale dello Stato, che ringraziamo per il prezioso contribu­ to, ma vogliono solo essere segnalazione di una documentazione che merita descrizioni più analitiche di quelle ora tracciate ed esami più approfonditi. Nel concludere si segnala un'altra tipologia di fonti da cui è possibile ricava­ re dati per la storia dell'emigrazione: quella costituita dagli archivi privati. Mol­ ti ne ha segnalati l'Archivio centrale dello Stato appartenenti a personalità che per motivi professionali o politici si occuparono o ebbero relazioni con emigra­ ti; alcuni sono stati segnalati dagli istituti archivistici. L'Archivio di Stato di Rovigo conserva l'archivio Adolfo Rossi ( 1857- 192 1) giornalista e poi ispettore viaggiante del Commissariato per l'emigrazione; la Soprintendenza archivistica per l'Abruzzo segnala l'archivio d'Ascanio ( 1908- 1979) per quella parte relati­ va ai rapporti che l'ing. D'Ascanio ebbe con gli Stati Uniti; l'archivio Emilio Lussu, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivi­ stica per la Sardegna il 22 gennaio 1985, contiene abbondante corrispondenza con gli italiani residenti negli Stati Uniti.

LUIGI DI COMITE - PIETRO IAQUINTA

Fonti statistiche italiane per lo studio dell'emigrazione italiana verso gli Stati Uniti d'America e il Canada *

1 . Premessa

Nel corso del secolo 1870- 1970 il movimento migratorio si è manifestato in modo variegato e strettamente correlato al periodo storico. e socio-demografico in cui era inserito. Cronologicamente, l'evolversi dei movimenti emigratori italiani si concretiz­ za in almeno tre fasi distinte che si caratterizzano come segue: a) una prima fase che va dal 1870 sino all'inizio della prima guerra mondiale, fase in cui le emigrazioni dall'Italia - in concomitanza con la fase di esplosione demografica 1 che, proprio in quegli anni, caratterizzava l'evoluzione della popolazione del nostro paese - erano contraddistinte da cospicui flussi orienta­ ti in maniera particolare verso le Americhe;

'' Lavoro svolto nell'ambito del programma di ricerca su "L'emigrazione italiana verso le Americhe", finanziato dal MURST (quota 60% ) e coordinato dal prof. Luigi Di Camite. li lavoro è dovuto alla collaborazione dei due Autori, ai quali vanno congiuntamente attribuiti la Premessa e le Conclusioni, mentre il punto 2. è da attribuire a L. Di Comite ed il successivo punto 3. a P. Iaquinta. l Secondo la teoria della transizione demografica - teoria che, per spiegare l'evoluzione di lungo periodo di una popolazione, si basa sulla osservazione empirica del livello raggiunto dai quozienti di natalità e dai quozienti di mortalità - il decorso di una popolazione che passa da una situazione in cui è ridotto lo sviluppo sia economico che sociale (popolazione cosiddetta naturale) a uno sta­ dio in cui tali parametri raggiungono valori elevati (popolazione cosiddetta moderna), avviene in almeno tre fasi distinte (o quattro a seconda delle formulazioni) . Nel corso delle prime fasi, la con­ comitanza della contrazione dei quozienti di mortalità ed il ritardo dell'inizio della contrazione dei quozienti di natalità, induce, fra gli altri, un processo per mezzo del quale la popolazione subisce un generoso incremento quantitativo che va proprio sotto il nome di "esplosione demografica".


1" ,

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Luigi di Camite - Pietro laquinta

b) una fase intermedia in cui, anche a causa della politica adottata dal regi­ me �asc�sta, i movimenti migratori con l'estero si contraggono fino a raggiunge­ . re livelh dectsamen te contenuti. Questa fase è riconducibile al periodo inter­ corrente tra i due eventi bellici della prima metà del secolo in corso; c) una fase di riacutizzazione dell'evento migratorio che avviene in concomi­ tanza, e solo apparentemente in contraddizione, con la ripresa economica 2 p�stbelli�� e si � rotrae sino agli anni Settanta, quando, pur in presenza di flussi �mgraton m usctta ancora notevoli, incomincia a fare la sua comparsa in Italia il fenomeno dell'immigrazione, consacrando il nostro paese fra quelli economi­ camente sviluppati. I caratteri fondamentali e la direzione dei flussi migratori aventi origine dal nostro P aese si sono estri? secati in tipologie e destinazioni alquanto eterogenee . fra loro m accordo al penodo storico in cui erano inserite, per cui nella "prima fa�e", quella che va dall'inizio del periodo considerato fino alla scoppio della prtma grande guerra, la massa più consistente degli emigranti italiani si è orien­ tata verso le grandi migrazio ni transocea niche, precipua mente verso le Ameri�he e preferendo nell'ambito del nuovo continente dapprima Argentina e Brasile ed in seguito gli Stati Uniti d'America. Le emigrazioni di quest'epoca sono dei veri e propri "viaggi della speranza" che, ne� a maggior parte dei casi, comportano un taglio netto con il luogo di proventenza producendo lacerazioni nell'ambito familiare che lasciano un segno indelebile. Spesso per poter affrontare il "viaggio" l'emigrante vende t�tto �uell? che possie��· se può porta con sé la sua famiglia con un progetto dt �mtgraz��ne per lo pm a carattere definitivo. Se a tutto questo si aggiungono . , nel. trasporti e nei mezzi le mnegabilt dtfficolta di comunicazione che caratte­ rizzavano quell'epoca, il quadro dell'emigrante italiano di fine Ottocento-inizio Novecento è completo. Di tutt'altra specie sono, invece, le emigrazioni italiane del periodo postbel­ . hc� , quando Sl. afferma un modello di migrazione geograficamente più circo­ scntto c�n pre�erenza come zone di destinazione per i paesi europei che in quel penodo s1 avvantaggiano nello sviluppo economico (Svizzera Francia ' ' Belgio, Olanda ed in seguito anche Germania).

2 La contraddizione è solo apparente, in quanto, pur in presenza di un trend di crescita econo­ mica positivo, nel periodo immediatamente seguente alla seconda guerra mondiale il differenziale di sviluppo rispetto agli altri paesi europei è andato aumentando, anche per effetto del ritardo accumulato dal Mezzogiorno d'Italia nell' iniziare la fase di crescita economica.

Fonti statistiche per lo studio dell'emigrazione verso gli Stati Uniti e il Canada

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I nuovi migranti hanno provenienze diverse (sono essenzialmente meridio­ nali al contrario dei loro predecessori che erano molto presenti anche fra i set­ tentrionali) ed hanno un progetto migratorio, almeno inizialmente ed intenzio­ nalmente, contenuto e temporaneo; non vendono tutti i propri averi per affrontare il "viaggio", ma considerano la migrazione un'occasione per svilup­ pare la propria economia familiare in attesa del rientro in patria qualora le con­ dizioni economiche lo consentano. In questa tipologia classica dell'emigrante italiano, diciamo così "postbelli­ co", si inserisce, comunque, un filone di emigranti che ancora prediligono le migrazioni ad ampio raggio con destinazione transoceaniche verso l'Australia e le Americhe. Di quest'ultimo filone di destinazioni una cospicua porzione di emigranti si è indirizzata verso il Canada, nuova frontiera per chi proveniva da zone depresse e senza speranza di sviluppo a breve-medio termine.

2. I:emigrazione italiana verso gli Stati Un t'ti d'America ed il Canada Come si è già detto in precedenza, i flussi migratori che partendo dall'Italia si sono indirizzati verso il Nord-America si sono estrinsecati in due epoche ed altrettante connotazioni differenti. La prima parte di questi flussi migratori è avvenuta fra il 1870 e la prima guerra mondiale, contando complessivamente oltre 13 milioni e mezzo di espa­ triati, di cui oltre 1'80% di sesso maschile. Fra questi, quasi 8 milioni si sono indirizzati verso il nuovo continente e sono ben oltre i 4 milioni quelli che si sono indirizzati vero gli Stati Uniti d'America, mentre solo 150,000 sono quelli orientati verso il Canada. La Tab. l , tratta con opportune elaborazioni dall'Annuario statistico dell'e­ migrazione italiana fra il l876 ed il 1925 , edito dal Commissariato generale del­ l'emigrazione, mette chiaramente in luce il peso dei due paesi del nuovo conti­ nente nel contesto totale delle emigrazioni italiane dell'epoca. Assunto che, inevitabilmente, sono le aspettative comuni ai grandi squilibri economici esistenti ad innescare la spirale dei flussi migratori, senza peraltro sottovalutare le pressioni demografiche come contributo all' acuizione del feno­ meno, nel periodo di tempo considerato gli emigranti italiani, almeno fino all'i­ nizio di questo secolo, orientano il flusso delle partenze verso destinazioni diverse anche nell'ambito del nuovo continente. Sono infatti inizialmente privi­ legiati come paesi di destinazione Argentina e Brasile: con l'avvento del XX secolo, invece, il protrarsi delle difficoltà sodoeconomiche riscontrate in


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Luigi di Camite - Pietro laquinta

Fonti statistiche per lo studio dell'emigrazione verso gli Stati Uniti e il Canada

America del Sud 3, fa spostare l'interesse verso gli Stati Uniti che, nei primi del Novecento, assorbono sistematicamente il 60-70% del flusso verso le Americhe ed il 30-40% dell'intero flusso in uscita dal nostro paese. Se i valori percentuali hanno un significato eloquente ancor più lo sono i numeri assoluti: per farsi un'idea dell"'esodo" che colpisce l'Italia basta osservare le cifre riferite agli ultimi anni (vedi Tab. l) per rendersi conto che gli espatri viaggiano su una media di 700 mila persone l'anno. Ovviamente nel coacervo delle partenze non tutte le regioni offrono lo stesso contributo così come, allo stesso modo, non tutte le fasce d'età contribuiscono in egual misura alle emigrazioni.

TAB. l - ESPATRI DI CITTADINI ITALIANI PER DESTINAZIONE, 1 880- 1 9 15 ;' l ,

Anni

Canada

1880 1881 1882 1883 1884 1885 1886 1887 1888 1889 1890 1891 1892 1893 1894 1895 1896 1897

45 26 76 81 265 611 1720 1632 1347 447 67 163 211 382 805 783 397 139

Stati Uniti d'America

Americhe

5711 1 1 842 18593 2 1256 10582 12485 26920 37221 32945 25434 47952 44359 42953 49765 3 1668 3785 1 53486 47000

33080 4087 1 59695 63388 55467 72490 82 166 129463 204264 123 181 1 13027 186472 1 13807 138299 1 1 1459 183919 192998 17 1294

Totale USA Canada Emigrazioni Americhe Americhe

1 19901 135832 161562 169101 147017 157 193 167829 2 15665 290736 2 184 12 2 15854 29363 1 223667 246751 225323 293 181 307482 299855

0,14 0,06 0,13 0,13 0,48 0,84 2 ,09 1,26 0,66 0,36 0,06 0,09 0,19 0,28 0,72 0,43 0,21 0,08

17,26 28,97 3 1, 15 33,53 19,08 17,22 32,76 28,75 16,13 20,65 42,43 23,79 37,74 35,98 28,4 1 20,58 27,7 1 27,44

USA Totale

4,76 8,72 1 1,5 1 12,57 7,20 7,94 16,04 17,26 1 1 ,33 1 1 ,64 22,22 15,11 19,20 20,17 14,05 12,91 17,39 15,67

3 Pur disponendo di un enorme potenziale di sviluppo economico il Brasile e, soprattutto, l'Argentina stentavano a decollare sotto questo profilo, rivelandosi in breve tempo, agli occhi del­ l'emigrante italiano, un pessimo investimento. Inoltre le indubbie facilitazioni di inserimento det­ tate dal parlare una lingua molto più simile alla loro non ha sortito gli effetti attesi e non era suffi­ ciente a colmare lo svantaggio rispetto all'attrattività dell'economia statunitense. Si aggiunga che soprattutto gli italiani in Brasile non hanno goduto di una particolare "fortuna sociale" circa l 'in­ serimento nella comunità indigena. ,

,

l

l

(Segue TAB. l) Anni

Canada

Stati Uniti d'America

Americhe

1898 1899 1900 1901 1902 1903 1904 1905 1906 1907 1908 1909 1910 1911 1912 1913 1914 1915

328 102 1 1686 3497 295 1 2528 4748 5930 10032 10436 5988 8786 10209 9094 18991 30699 1 1589 761 14847 1

56375 63 156 877 14 12 1 139 193772 197855 168789 316797 358569 298124 13 1501 280351 262554 191087 267637 376776 167481 5 1720 4 149420

135 193 139934 165627 278176 282586 280413 249574 444724 509348 414303 237405 3 97666 400852 260372 3 997 13 556325 230765 65877 7524193

Totale

USA Canada Totale Emigrazioni Americhe Americhe

283715 30833 9 352782 533245 53 1509 507976 47 1191 726331 787977 704675 486674 625637 651475 533844 7 1 1446 872598 479152 146019 13603577

0,24 0,73 1,02 1,26 1,04 0,90 1,90 1,33 1,97 2 ,52 2,52 2,2 1 2,55 3,49 4,75 5,52 5 ,02 1 ,16 1,97

4 1,70 45,13 52,96 43,55 68,57 70,56 67,63 7 1,23 70,40 71,96 55,39 70,50 65,50 73,39 66,96 67,73 72,58 78,5 1 55,15

1223

USA Totale

19,87 20,48 24,86 22,72 36,46 38,95 35,82 43,62 45,5 1 42,3 1 27,02 44,81 40,3 0 35,79 37,62 43,18 34,95 35,42 30,50

Fra le regioni che complessivamente contribuiscono in maggior misura alle partenze in quest'epoca, il Veneto conquista il primato con oltre 3 milioni di persone espatriate. Di queste, però, solo 600.000 circa si indirizzano verso il continente americano e solo poco più di centomila vanno nel Nord-America (con un rapporto di l a 4 fra Canada e Stati Uniti) , dopo il Veneto seguono la Campania, il Piemonte, la Sicilia ed anche la Lombardia. In particolare, le regioni che offrono il maggiore contributo all'emigrazione verso i paesi nordameric ani (che equivale poi a dire verso gli Stati Uniti d'America, visto l'esiguo contributo fornito dal Canada in questa fase dei movimenti migratori internazionali) sono la Sicilia, la Campania ma anche l'Abruzzo, la Calabria e la Basilicata, regioni che data la loro esigua dimensione demografica (in particolar modo la Basilicata), hanno subìto un vero e proprio depauperamento della popolazione 4.

4 Si consideri che, ad esempio, il contributo della Basilicata alle emigrazioni fino alla prima guerra mondiale si aggirava intorno alle 3 80mila persone, pur avendo al censimento del 1911 una


Fonti statistiche per lo studio dell'emigrazione verso gli Stati Uniti e il Canada

Luigi di Camite - Pietro Iaquinta

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100000

10000

1000

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1885

l --Canada

1890 •

1 895

U.S.A.

1900

1905

1910

- - - Americhe -rotaie

1915

Fig. 1 - Evoluzione degli espatri dall'Italia per destinazione, 1880-1915

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uscita si indirizza verso aree dove il rapporto costi/benefici risulta ottimale, ed ecco che dal Mezzogiorno cominciano ad apparire interessanti il Nord del­ l'Italia ed i Paesi europei che meglio avevano approfittato della fine della guer­ ra per rilandare la propria economia. In questo contesto, che vede sfavorite le grandi migrazioni transoceaniche a favore di spostamenti a più breve raggio, magari con un progetto migratorio transitorio in attesa del rientro in patria 5, si inseriscono alcuni casi anomali che meritano di essere segnalati: uno di questi riguarda il Canada. Infatti, in un'epoca in cui le migrazioni internazionali hanno soprattutto il sapore di un mero trasferimento di breve periodo, un grosso flusso migratorio, proveniente in particolar modo dalla Calabria, ha interessato questo paese tanto che in alcuni anni gli espatri e le cancellazioni anagrafiche verso il Canada hanno superato persino quelle dirette verso gli Stati Uniti d'America. 3. Le fonti per lo studio dell'emigrazione verso gli Stati Uniti d'America e verso il Canada

Anche per quel che concerne la distribuzione per sesso e classi d'età, l'intui­ zione trova conferma nei numeri e, difatti, sono i maschi d'età compresa fra i venti e i quarant'anni quelli maggiormente rappresentati. Di tutt'altra natura sono invece le migrazioni dell'ultima fase, quelle del secondo 1 dopoguerra; esse sono diverse perché sono differenti le condizioni essenziali che provocano lo svilupparsi dei flussi migratori. Innanzitutto, c'è da sottolineare che le migrazioni internazionali degli anni Cinquanta-Settanta vanno inserite in un contesto a più ampio raggio che inte­ ressa la redistribuzione territoriale della popolazione anche nell'ambito della stessa penisola; va sottolineato, inoltre, che anche se le condizioni economiche delle zone di partenza erano talora ai limiti della sussistenza, il nuovo emigran­ te aveva le idee molto più chiare sul suo futuro anche perché toccava con mano la fase di espansione economica che si stava preparando e che ha portato al "boom economico" degli anni Sessanta. A causa di quanto appena esposto, evidentemente il flusso degli emigranti in

3. 1 I fenomeni migratori, soprattutto quando interessano nel loro svolgersi due Stati diversi (migrazioni con l'estero), determinano una serie di difficoltà di classificazione in ordine ai diversi elementi che li caratterizzano. Una prima concreta difficoltà sorge già al primo approccio allo studio del fenomeno e riguarda la stessa definizione di migrante che, anche se apparente­ mente potrebbe sembrare semplice, in realtà riserva non poche sorprese anche perché questa può essere concretamente differente in ambiti spazio-temporali simili. In ordine a questi problemi, almeno in Italia, la definizione è stata modificata diverse volte nel corso del tempo. In più di un'occasione, per accordarsi al pen­ siero del legislatore dell'epoca che legiferava in materia di migrazioni, introdu­ cendo di volta in volta concetti nuovi, e così fino al 1901, la Direzione generale della statistica per definire il migrante si rifaceva alla discriminazione dell' espa­ trio per motivi di lavoro: è considerato emigrante "colui che sprovvisto di mezzi si recava all'estero per tentare fortuna" . Questa definizione, alquanto aleatoria, poneva diversi problemi in ordine alla quantificazione dei "mezzi" necessari alla

popolazione complessiva di 474mila abitanti: la Puglia, regione confinante con la Lucania, nello stesso periodo ha contribuito alle emigrazioni all'incirca in egual misura pur avendo alla stessa rilevazione censuaria una popolazione quasi quintupla di quella della Lucania (2.13 1mila perso­ ne); stesso identico discorso va sottolineato anche per gli Abruzzi e Molise e per la Calabria.

5 Sulla definizione di emigrante e la conseguente implicazione sulla transitorietà o meno del progetto mlgratodo si veda nel paragrafo seguente, a proposito dell'utilizzo delle statistiche sugli espatri e sulle cancellazioni anagrafiche.


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classificazione, per cui dal 1901 in poi per individuare statisticamente l'emigrante si ricorreva all'enumerazione di coloro che facevano richiesta del passaporto a tassazione ridotta 6 , conseguentemente una definizione affine considerava emi­ granti coloro che viaggiassero in terza classe (o classe equiparata) ed avessero come meta paesi posti al di là dello stretto di Gibilterra o del canale di Suez, pur­ ché in quest'ultimo caso fossero almeno in gruppi di 50 persone. La legge n. 1075 del 2 agosto 1913 , legge che metteva ordine in materia di emigrazione, introdusse criteri più sostanziali per la definizione dell'emigrante, considerando tale chi si recava all'estero per esercitarvi un lavoro manuale o un piccolo traffico ed, in aggiunta a quanto prima esplicitato, era contemplata anche la figura dell'emigrante per ricongiungimento familiare. Successivamente alcune disposizioni di legge del 1919 e del 1925, pur ri­ mixando le definizioni precedentemente adottate, si rifacevano formalmente alla condizione sociale ed economica non agiata di colui che effettuava l' espa­ trio, fin quando una circolare del Ministero degli affari esteri del l928, la n. 5 1 del 3 maggio, introduceva due novità sostanziali: sostituiva il termine di "emi­ grante" con quello di "lavoratore", e soprattutto riconosceva e ricomprendeva nella definizione anche chi si recasse all'estero per effettuare un lavoro non strettamente "manuale". Q�esta definizione di " emigrante" è stata mantenuta sino al 1947 quando, pur nmanendo ancorata alle precedenti formulazioni, è stata rivista e rappre­ senta l'attuale definizione che utilizza il nostro Istituto nazionale di statistica. Ai fini delle attuali rilevazioni sono, quindi, considerati emigranti tre tipolo­ gie di soggetti in ordine alle motivazioni che sono alla base dell'espatrio e cioè: a) coloro che si trasferiscono all'estero per esercitarvi una professione ovve­ ro un'arte o mestiere in proprio o alle dipendenze altrui, costituiscono la figura degli emigranti lavoratori; b) coloro che si trasferiscono all'estero per seguire un emigrante lavoratore (emigranti familiari) o a seguito di chiamata da parte di familiari già emigrati o residenti all'estero (ricongiungimenti); c) coloro che si trasferiscono all'estero per stabilirvi la residenza ovvero a seguito di chiamata da non familiari e per motivi diversi dal lavoro (in breve, emigranti per altri motivi). L'altra difficoltà formale che si incontra nella classificazione della figura del migrante riguarda la natura "temporale" del trasferimento, in quanto la logica

6 Una disposizione del secolo scorso concedeva uno

"sconto" sulla tassa di concessione del passaporto a coloro che ne facevano uso per recarsi all'estero per motivi di lavoro.

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di questo tipo di eventi lascia ampio spazio ad interpretazioni che possono es­ sere anche sostanzialmente diverse tra di loro. Le prime classificazioni in ordine a quest'altro problema possono riguardare definitiva o temporanea del trasferimento, ma sia in un caso che nel­ natura la l'altro è difficile definire queste caratteristiche se non con la stretta collabora­ zione del migrante, che però, spesso, non è in grado di rispondere. Tutto quanto sinora esposto dà un quadro delle oggettive difficoltà di quan­ tificazione e classificazione dell'evento migratorio; si aggiunga che a differenza di altri fenomeni demografici che possono contare su una certa stabilità nel tempo dovuti all'inerzia con cui l'acquisizione di un comportamento si trasferi­ sce sui grandi numeri della popolazione, i fenomeni migratori possono subire grosse modificazioni anche in tempi brevi, modificazioni che riguardano sia la struttura e la quantità che il verso 7, Inoltre, non è da sottovalutare la circostanza che esistono almeno tre tipolo­ gie di identificazione di movimento migratorio ossia: a) sono considerati migranti coloro che escono o entrano nel territorio dello stato aventi nazionalità diversa (è il caso ad esempio della Germania, della Francia, del Belgio, ecc.); b) sono migranti coloro che hanno come ultima residenza una nazione diversa (è il caso degli Stati Uniti); c) la classificazione di migrante dipende dalla "cittadinanza" (concetto es­ senzialmente giuridico), questo è il criterio adottato dall'Italia. In Italia, attualmente, i movimenti migratod con l'estero, e nella fattispecie con i paesi extraeuropei, sono oggetto di due distinte statistiche: una, condotta con periodicità mensile, che utilizza come fonte le liste nominative di bordo ed i documenti di espatrio raccolti dalle compagnie aeree nei voli con rotta interna­ zionale; l'altra, avente periodicità annuale, che raccoglie di concerto con i comuni le cancellazioni anagrafiche dal comune stesso con destinazione un paese estero e le iscrizioni anagrafiche nel comune di immigrati provenienti da paesi stranieri. La necessità di disporre di due distinte statistiche sorge per via della classifi­ cazione di migrante citata in precedenza che in Italia adotta il concetto della cittadinanza, per cui la prima statistica conosciuta come movimento degli espa­ tri e rimpatri enumera solo i cittadini italiani che attraversano la frontiera (i rimpatriati sono solo ed esclusivamente cittadini italiani precedentemente

7 È giusto il caso dell'Italia, che nel corso degli anni Settanta ha visto drasticamente mutare il

verso dei fenomeni migratori che la riguardavano, divenendo già a partire dagli anni Ottanta terra ' d 'immigrazione, soprattutto ad opera di cittadini provenienti dal sud del bacino mediterraneo.


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espatriati) e che rientrano nella citata definizione; la seconda, invece, riguarda i trasferimenti di residenza (iscrizioni e cancellazioni anagrafiche) quando queste interessano Stati esteri, prescindendo dalla cittadinanza di cui è in possesso il soggetto enumerato. 3.2 La rilevazione del movimento migratorio con l'estero ha subìto attraver­ so il tempo notevoli trasformazioni anche per quanto concerne la tecnica im­ piegata per l'accertamento del numero degli espatri e rimpatri e delle cancella­ zioni ed iscrizioni. Le prime elaborazioni statistiche ufficiali furono effettuate dalla Direzione generale della statistica mediante la registrazione dei nullaosta che le autorità comunali rilasciavano per la concessione del passaporto. Naturalmente, tali statistiche non presentavano una completa attendibilità in quanto il rilascio del nullaosta non implicava la necessaria concessione del pas­ saporto né, peraltro, la avvenuta concessione implicava l'effettivo espatrio da parte del potenziale emigrante. Un importante miglioramento della tecnica delle rilevazioni per via maritti­ ma, e quindi di particolare interesse per i movimenti extraeuropei, si ha nel 1 901 con l'istituzione obbligatoria delle liste nominative di bordo, secondo quanto recitava l'art. 150 del Regolamento della emigrazione divenuto legge n. 375 del lO luglio 1901. La legge imponeva, a tutte le navi battenti bandiera sia italiana che straniera, iscritte e non iscritte in patente di vettore, che effettuavano trasporto di passeg­ geri da e per l'estero, di compilare una lista nominativa dei passeggeri sbarcati e provenienti dall'estero ed una lista dei passeggeri imbarcati con destinazione estera. La lista doveva comprendere i passeggeri di qualunque cittadinanza e dovevano essere compilate per ogni scalo che la nave effettuasse nel territorio del regno. Ambedue le liste consentivano (e consentono attualmente) di raccogliere una serie di informazioni utili a fini statistici delle caratteristiche dei passeg­ geri 8 , ed in modo particolare, richiedevano di specificare il motivo del viaggio

8 La lista degli imbarcati doveva contenere per ogni passeggero: il luogo di rilascio o di rinnovo del passaporto, il cognome e il nome, la data di nascita, la cittadinanza, lo Stato di destinazione, la condizione professionale e non (nel primo caso la professione) ed il motivo del viaggio. La lista degli sbarcati, allo stesso modo, doveva contenere le medesime informazioni previste dalla lista degli imbarcati, ed inoltre lo stato di provenienza e l 'indirizzo, possibilmente completo di destina­ zione (almeno il comune).

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al fine di individuare, secondo la più volte citata classificazione, gli emigranti che venivano estratti dalla lista nel caso in cui, in fase di spoglio, si verificasse la triplice classificazione: cittadinanza italiana, motivo dell'espatrio indicato in "lavoro" o "ricongiungimento familiare" (o altri secondo la disamina prece­ dentemente effettuata) e la destinazione per uno stato extraeuropeo. Le trasformazioni tecnologiche del XX secolo hanno imposto, in seguito, un aggiornamento delle tecniche di rilevazione, in quanto fino a prima della se­ conda guerra mondiale il traffico aereo con rotte transoceaniche era pratica­ mente inesistente e quindi le emigrazioni avvenivano solo per via marittima. Lo sviluppo, nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, del traffico passeggeri an­ che per via aerea ha indotto gli addetti ai lavori a prevedere l'estensione del­ l'obbligo della redazione delle liste di bordo anche alle compagnie aeree. Attualmente, però, quest'ultime non redigono più le liste di bordo e, in sostituzione di queste, propongono dei modelli individuali (i modelli F1) per ogni concessione di biglietti a tassa ridotta 9, questa tecnica consente uno spo­ glio automatico più rapido e preciso in quanto le schede sono redatte dalla compagnia aerea e fanno riferimento ad ogni singolo passeggero, quindi ogni scheda equivale ad un emigrato. L'utilizzo delle liste di bordo per quantificare i movimenti migratori con gli Stati Uniti d'America ed il Canada non rappresenta l'unica fonte disponibile: infatti, a partire dal 192 1 vengono istituite delle cedole statistiche annesse al passaporto, dapprima in numero di due (una per l'espatrio ed una per il rimpa­ trio) , numero, in seguito, aumentato più volte per enumerare più passaggi nel­ l'intervallo di validità del passaporto: la statistica di queste schede ha rappre­ sentato per molti anni una base di rilevazione per la quantificazione del movi­ mento migratorio. Infine, a partire dal 1958 e con successive riorganizzazioni ed aggiornamenti (tra cui quello principale del 1964), a prescindere dal mezzo utilizzato per il trasferimento verso i paesi extraeuropei, viene istituito lo "Schedario degli emi­ grati ed emigranti per l'estero" basandosi su una tecnica complessa ma sicura­ mente più efficace di quelle fino a questo momento passate in rassegna. Lo schedario degli emigrati e dei potenziali emigranti, istituito prima presso la sede dell'Istituto centrale di statistica a Roma (1958) e poi decentrato presso

9 Anche per quanto riguarda le tariffe praticate dalle compagnie aeree gli emigranti potevano contare su una riduzione del prezzo che però non era contemplata per il viaggio di ritorno (vedi anche nota 6), ciò quindi non consentiva (e non consente) di trattare i rimpatri alla stessa stregua degli espatri.


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i singoli comuni (1964) con aggiornamenti sostanziali nella tecnica di rilevazio­ ne, era suddiviso in tre sezioni 10 e raccoglieva tutte le schede trasmesse dalle questure e dalle rappresentanze diplomatiche all'estero che rilasciavano o con­ cedevano il rinnovo del passaporto. Per creare lo stock di base dello schedario ogni comune entro la fine del luglio del 1 964 doveva compilare la scheda (modello AP/5a) per ogni nomina­ tivo indicato in un elenco precedentemente trasmesso dall'ISTAT e comprensi­ vo di tutte le persone residenti nel comune alle quali era stato rilasciato o rin­ novato il passaporto tra il l o gennaio 1958 ed il 3 1 dicembre 1963 . I successivi aggiornamenti dello schedario sia nel suo ammontare complessi­ vo che per la ricollocazione delle schede presenti, dovevano effettuarsi entro il 3 1 marzo di ogni anno, tramite visite personali presso il domicilio dei familiari dell'emigrato, i quali, a loro volta, avevano l'obbligo di comunicare eventuali rimpatri e nuovi espatri che l'emigrato potesse avere compiuto nell'anno tra­ scorso. La tecnica descritta, per quanto capillare e precisa (almeno sulla carta), dà un'idea della macchinosità e delle difficoltà che si incontravano per mantenere aggiornato lo schedario, soprattutto per i comuni più grandi nei quali il con­ trollo annuale diventa difficile se non impossibile da realizzare. Una volta raccolte le informazioni sulle schede dello "schedario" (modelli AP/5a), queste venivano trasferite sui modelli P27 dell'ISTAT 11 e quindi uti­ lizzate come confronto con i "modelli F1 " desunti dalle "liste di bordo", tutto ciò avveniva sino al 1969 quando anche il movimento extraeuropeo veniva desunto dai dati rinvenienti dallo schedario 12.

10 Le tre sezioni dello schedario contenevano rispettivamente: a) le schede relative a persone ancora presenti sul territorio nazionale, in pratica coloro che avevano fatto richiesta di passaporto e/o di rinnovo, e quelli che erano rimpatriati a seguito di un precedente espatrio; b) le schede di coloro che erano già espatriati ma risultavano ancora iscritti in anagrafe fra la popolazione residente; c) le schede di coloro che avevano stabilito la propria dimora abituale all'estero, con relativa cancellazione dall'anagrafe comunale del Comune di precedente residenza. 11 I modelli "ISTAT P27 " fanno riferimento esclusivamente ai movimenti migratori con paesi extraeuropei (che ci interessano in questa trattazione) per il movimento con i paesi europei i modelli erano gli "ISTAT P26", peraltro analoghi agli altri per qualità e quantità di informazioni. 12 Per il movimento con i paesi europei la statistica era già stilata per mezzo dei dati desunti dallo schedario, in quanto non esisteva la possibilità materiale di disporre di liste di bordo per i movimenti con i paesi per cui il traffico era possibile solo via terra.

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3.3 È giusto il caso, a questo punto, di ribadire la differenza logica tra la stati­ stica degli espatri e rimpatri e quella degli iscritti e cancellati (da e per l'estero) per sottolineare l'assoluta impossibilità di eguaglianza dei risultati in intervalli di tempo uguali. Un espatrio può avvenire con contemporaneo trasferimento di residenza, oppure, come avviene più diffusamente, la seconda parte dell'evento può esse­ re completata in un momento successivo, o al limite potrebbe non avvenire mai perché il progetto migratorio è di durata talmente limitata da indurre l'emi­ grante a non cancellare la propria residenza dal comune di partenza. Ora, se la procedura di espatrio si esplica completamente, e quindi con relativo e conte­ stuale trasferimento della residenza, l'emigrante sarà enumerato sia tra gli "espatri" che tra i "cancellati", di converso, nella seconda ipotesi, l'emigrante entrerà nel computo degli espatri ma non in quello dei cancellati, almeno fin quando anche la residenza non sarà trasferita all'estero il che, come detto, potrebbe anche non avvenire mai. Per parlare in termini di schedario, la prima situazione (contestuale trasferi­ mento della residenza) comporta il trasferimento della scheda del potenziale emigrante dalla prima sezione (quella in cui si ritrovano tutti i soggetti a cui è stato rilasciato o rinnovato il passaporto) alla terza (cioè in quella degli espatri definitivi) ; il secondo tipo di procedura (cioè l'espatrio non accompagnato dalla cancellazione anagrafica) dà luogo al transito della scheda nella seconda sezione, cioè in quella degli espatriati ancora iscritti in anagrafe. Se si aggiunge a questo stato di cose la circostanza che la statistica degli espatri e rimpatri riguarda solo le persone munite di cittadinanza italiana, men­ tre la statistica delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche non tiene, ovviamen­ te, conto di ciò ben si comprendono i principali motivi delle divergenze nume­ riche che hanno sempre riportato le due statistiche.

4. Conclusioni In conclusione, riassumiamo brevemente le tecniche utilizzate per quantifi­ care il movimento emigratorio dall'Italia verso gli Stati Uniti d'America e verso il Canada nel secolo che intercorre tra il 1870 ed il 1970, sottolineando le diffi­ coltà oggettive insite in qualunque rilevazione statistica dei fenomeni migratori. La prima tecnica approfitta del fondamento giuridico che impone alle compa­ gnie di navigazione, anche per motivi diversi da quello statistico, di redigere una lista nominativa che raccoglie una serie di caratteri ad personam, sia all'atto del­ l'imbarco che al momento dello sbarco dei passeggeri. La circostanza che a parti-


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re dal 1870, data di inizio dell'osservazione del fenomeno per questo simposio, e fino alla seconda guerra mondiale il movimento degli emigranti extraeuropei avvenisse solo per via mare, consentiva di avere dalle "liste di bordo" un buon margine di affidabilità statistica. La tecnica delle "liste passeggeri" è stata estesa, in seguito, anche alle com­ pagnie aeree che nel secondo dopoguerra hanno incrementato notevolmente il proprio peso nei confronti del mezzo via mare, contribuendo in maniera preci­ pua all'emigrazione verso il nuovo continente. Molto probabilmente il flusso migratorio che ha caratterizzato il Canada negli anni Sessanta nasce come sintesi di due circostanze distinte: la prima discernente dalla favorevole congiuntura economica che attraversava quel paese in quell' epo­ ca, la seconda è la disponibilità di un mezzo di trasporto rapido che accorciava le distanze in termini di tempo e quindi consentiva l'esplorazione di nuovi mercati del lavoro anche a quell'emigrante che avesse comunque un progetto migratorio di breve durata 13 . L'altra fonte di dati per l a quantificazione del movimento migratorio con Stati Uniti e Canada è rappresentata dallo "Schedario degli emigrati ed emi­ granti", una sorta di panacea di informazioni sui potenziali emigranti, istituito presso tutti i comuni e basato essenzialmente sulla richiesta di rilascio del pas­ saporto. Prima di concludere una piccola considerazione politico-statistica: nel l968 negli Stati Uniti entra in vigore l'Immigratt'on Act, una specie di legge quadro sull'immigrazione che regolarizza in modo "vigoroso" il flusso di lavoratori proveniente dai paesi al di là dell'oceano Atlantico riducendo drasticamente il numero di ingressi (170.000 per ciascun paese per ogni anno fiscale) e di visti (20.000 sempre per ciascun paese ad anno fiscale). Ora, la circostanza che, sia per quanto riguarda la legislazione statunitense che per quella canadese, le modalità di ingresso siano regolate in base a delle percentuali assegnate in funzione della richiesta e che, per esempio per gli Stati Uniti, la quota assegnata ai lavoratori (compresi i professionisti) non può supe­ rare il tetto massimo del 20% degli ingressi nel paese, potrebbe fungere da ele­ mento di distorsione delle statistiche in quanto molto probabilmente l'emi­ grante che intenderebbe indirizzarsi verso questi paesi, potrebbe essere dispo-

1 3 La conferma di ciò potrebbe essere ricercata nel fatto che sia U saldo espatri/rimpatri che quello iscritti e cancellati vede un saldo positivo per diverse osservazioni negli anni che seguono (Settanta e Ottanta), e comunque l'interscambio migratorio risulta sufficientemente elevato.

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sto anche ad entrare in qualche altro gruppo pur di veder accettata la propria richiesta. Si aggiunga che l'ingresso, in ambedue i paesi, è automatico e non è. s�ggett� né a criteri selettivi (Canada) né a limitazioni numeriche o preferenz1ah (Statl Uniti) per alcune categorie di soggetti: coniuge, figli minori a carico (anche maggiori se inabili al lavoro) , genitori e nonni con età superiore a 60 anni; ed inoltre che i rifugiati politici rappresentano dei "fuori quota" da determinare volta per volta in funzione delle mutate esigenze del "resto del Mondo " , per capire che, probabilmente a partire dall'entrata in vi�ore ?�ll' �mm�gratio� Act: le statistiche sull'emigrazione riflettano più le scelte d1 politica 1mm1gratona del due paesi nordamericani che una reale situazione di fatto.


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Alcuni casi di emigrazione ''nobile" dalle carte della Consulta araldica

GIOVANNA ARCANGELI

Alcuni casi di emigrazione ((nobile)) dalle carte della Consulta araldica conservate nell'Archivio centrale dello Stato

Premessa

Francesco Saverio Nitti in un articolo del l93

e: «È venuta o è tornata in alcuni paesi di America ( ... ) il desiderio anzi la9 scriv smania della nobi

ltà ( ... ) . In Italia vi è stato in passato raramente conferimento di titoli nobilari: negli ultimi anni questa pratica si è largamente diffusa» Incur iositi da questa battuta e spinti a verificarne la consistenza, abbiamo perlustrato le carte della Consulta araldica del regno d'Italia conservate presso l'Archivio centrale dello Stato e abbiamo constatato che l'emigrazione, benché fenom eno eminentemente "pro ­ letario" , ha lasciato tracce significative anche nelle carte di un organo consulti­ vo competente in una materia tanto diversa. Così pare - e, in un certo senso, non avrebbe potuto essere altrimenti - perché la Cons ulta riflette, a suo modo naturalmente, le vicende politiche e le strategie statu ali dell'Italia unita, sia in età liberale, sia durante il regime fascista.

r.

La Consulta araldica

Non si vuole qui delineare la pur interessante evoluzione istituzionale della Consulta, quale organo concettualmente assimilabile ai consigli superiori delle

1 ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO [d'ora in poi ACS], Archivio F S. Nitti, b. 69, fase. 223, s.fasc. 23. L'articolo, intitolato Commedia in tempi di tragedia. La speculazione dei titoli di nobiltà e destinato al giornale «Estado de S. Paulo», fu scritto a Parigi nel luglio del 1939.

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amministrazioni statali più importanti. Questa è una storia in gran parte ancora da scrivere e che darà un senso a ciò che questo organo ha lasciato di sé, relati­ vamente al proprio dispositivo (massime, verbali), all'attività parlamentare che ha generato, alla tipologia e frequenza della circ?lazione d�ll'inf�rmazion� a� suo interno e fuori con particolare attenzione al contenuti ed al curatori dt essa. Una storia che suggerisce un riesame dello stato delle fonti, ed un appello non meramente anagrafico dei componenti della Consulta. Il reperimento e l'esame dell'organizzazione dei provvedimenti disp?sitivi di questo organo sono risultati indispensabili per comprendere la logtca d�l�a produzione e stratificazione dei documenti riferiti ai singoli personaggi prest m esame per il nostro tema. Raggiunta l'unità, le norme giuridiche riguardanti l'appartenenza a�la � o­ biltà divengono precise e particolareggiate, la procedura della loro apphcazto­ ne complessa e accurata nello specificare i requisiti necessari per far part� del­ l'ordine nobiliare, con l'obiettivo di eliminare tutti coloro che, senza suffictente titolo volevano esservi inclusi. Viter normativa era iniziato il lO ottobre 1869 con l'�manazione del r.d. n. 53 18 con cui si istituiva la Consulta araldica presso il Ministero dell'interno. Essa, quale organo tecnico, doveva coadiuvare il re nell'esercizio della sua prerogativa in materia di titoli gentilizi, stemmi ed altre pubbliche onorificenze. Con la riorganizzazione effettuata nel 1887 � r. d . 1 1 . . dicembre 1887 , n. 5 13 8) si stabiliva che a presiedere la Consulta fosse il mmt­ stro dell'Interno; venivano elevati a dodici il numero dei consultori, erano anche introdotti i membri corrispondenti. Nel 1889 un regolamento concreta­ va un obiettivo fondamentale dei primi anni di vita di questo organo che lo richiama e lo assimila ad analoghe strutture di altre monarchie europee: l'iscri­ zione d'ufficio di tutti coloro che ne hanno diritto in appositi registri di nobiltà con modalità precise riferite alla situazione dei cessati governi preunitari. La successiva creazione delle commissioni araldiche regionali con la norma del 2 luglio 1896 (r. d. n. 3 13 ) , non è che un atto di delega ad un � art�cola�i�m� forse . un po' anden régùne, ma indispensabile nel valutare sttuaztom nobilian P!-'e�­ nitarie, garantendone i fondamenti. Il sistema previsto �� questo �ecreto l�pl­ . rerà - e nello stesso tempo ne è il riflesso - tutta la pohttca araldtco-nobiltare dell'Italia liberale. È un sistema duplice con la Consulta quale organo centrale deputato sia a dare pareri, sia a corrispondere con le autorità statali e con le commissioni regionali che in periferia e con maggior pertinenza e competenza locali verificano le singole situazioni. Obiettivo generale è dar �ita ad un el:�c� . generale della nobiltà italiana frutto di un riscontrato riconosclffiento det dmttt storici. . Da un esame della normativa in materia prodotta in questi primi anm, appa-


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re evidente l'iniziale e travagliata formazione che ha ispira to l'attività dell'Italia liberale in materia araldico-nobiliare. La cesura che il regim e fascista ha opera­ to non poteva non investire anche questo aspetto. Esplicito si faceva l'intento di rivalutare le famiglie del passa to, cercando di considerar e, con criteri di opportunità, l'allargamento dei vecchi ruoli. Si cercava di favorire nuove ambi­ zioni ed interessi prima non concretati e considerati. Non a caso le commissio­ ni araldiche regionali, ereditate dal vecchio dispo sitivo, si arricchivano di nuovi membri, diventavano cellula di un vero potere locale, coniu gando vecchio e nuovo con il recupero dei rappresentanti dell'aristocrazia locale del direttore d �Il' Archivio di Stato e di istitu ti di ricerc a presi eduti da u� magi strato . , L unportanza della struttura araldico-nobiliare statuale come possibile instru­ mentum re�ni è subito compresa da Mussolini che, pochi mesi dopo la marcia su Roma , si occupa della riorganizzazione della Consulta 2, stabilendo come proponente dei provvedimenti nobiliari di vario tipo il presidente del Con­ siglio dei ministri che è chiamato anche a presiedere la stessa Consulta. Seguire le � app� di que�ta ristr ttur zione è comprendere ed a volte � anticipare gli obiettivi del regune fascista; si� pensi ad esempio alla strate gia politica che ha ispirato il riconoscimento dei titoli pontifici concessi dopo il 1870 in vista del concordato del 1929. In virtù di essa si poteva richiedere l'uso di tali titoli direttamente alla Presidenza del consiglio dei ministri. Fonti e metodo

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I contenuti di alcune serie della Consulta araldica la caratt erizzano come fonte privilegiata per la storia familiare: presentando la propria richiesta di riconoscimento di titolo e relativo stemma, una famiglia doveva allegare docu­ mentazione sufficiente e storicamente valida ad illustrare quanto richiesto. Necessario era così un riesame della propria storia, delle proprie armi gentili­ zie, rivis�tando criticamente i propri archivi e la propria memoria, liberando entrambi da arbitrarie definizioni, attribuzioni ed interp retazioni. Per queste caratteristiche il fondo è stato fino ad ora consultato solo per ricerche personali l�gate �I. legittimo, ma forse circoscritto desiderio di ricost ruire la propria sto­ na familiare. Numerose invece sono le possibilità di studio che esso offre di cui questo sull'emigrazione nobile è solo un esempio.

2 Cfr. r.d. 11 febbraio 1923, n. 325.

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Analizziamo ora il tipo di operazione che è stata compiuta sulle carte della Consulta per sviluppare il nostro tema: esse sono state vagliate privilegiando la serie dei fascicoli personali di famiglie, in cui è confluita documentazione pro­ dotta da ciascuna di esse in epoche diverse a riprova del titolo o stemma di cui si chiedeva conferma, concessione o riconoscimento. Accanto ad essa si sono sedimentate le carte prodotte o richieste dalla Consulta per conseguire i propri fini, secondo una normativa ovviamente mutata nel corso degli anni. Nella scel­ ta dei fascicoli familiari è stato seguito un criterio cronologico, cercando di coniugare la figura del personaggio "emigrato" con la tipologia delle carte che lo riguardano e che risultano essere esemplificazione di un determinato perio­ do e di un adeguamento ad una legislazione specifica. La ricerca, non esausti­ va andrebbe condotta con sistematicità sulle migliaia di fascicoli della Con­ suÌta, con il conforto di altre fonti archivistiche e non. Giova qui forse richiamare i criteri di scelta di questi "emigrati" nobili. Per individuare un certo numero di nominativi su cui svolgere l'indagine, ci era sembrato utile l'elenco fornito dai consolati italiani negli Stati Uniti 3. In queste serie di nomi l'unica forma di distinzione, e non poteva essere altrimenti secon­ do le norme costituzionali americane, era data dalla diversa professione o mestiere esercitati dall'emigrato. Ovviamente sono stati presi in considerazione soltanto i professionisti di un certo livello, verificando l'esistenza di carte al loro riguardo nella serie dei fascicoli familiari della Consulta. L'esito negativo di que­ sti sondaggi-campione ci ha spinti ad orientare la ricerca, conducendo uno spo­ glio sia di vecchie annate dell"'Annuario della nobiltà italiana" , ricco di partico­ lari biografici, sia di alcuni volumi del "Libro d'oro della nobiltà italiana", sia di più accessibili e complete fonti bibliografiche 4. Già questi primi sondaggi dava­ no il loro esito in una riscontrata ed alta frequenza di matrimoni " americani" in molte famiglie aristocratiche italiane, anche di grande nobiltà, in periodo post­ unitario ed oltre; sembrano evidenziarsi i principi di una strategia familiare molto realista e diffusa, disposta a mettere da parte l'orgoglio di casta 5. L'in­ sieme di alcuni nominativi scaturiti da queste verifiche iniziali ha consentito di

3 ACS, Esposizione universale di Roma. E42, bb. 1083-1084, fase. 10559 "USA". 4 A questo riguardo ci è stata utile la consultazione della biblioteca dell'USI (Servizio informa­ zioni degli Stati Uniti) presso l'ambasciata degli USA a Roma. 5 Per citare alcuni dei numerosi matrimoni americani: un Patrizi Naro Montoro sposò nel 1894 una Lee Cooper, Revedin di San Martino nel 1939 una Trimble di New York; è del 1903 un matri­ . casa monio di una Theodoli di San Vito e Pisoniano con un de Lucca Kennedy di New Orleans; ln Spinola nel 1919 e nel 1922 si succedono due matrimoni: il primo di un cadetto con Helen Bull, il secondo di una Orietta con un Gelardin di New York.


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interrogare i migliaia di fascicoli della Consulta in mod o più mirato con esito più preve dibile. Ben presto l'indagine, coagulatasi intorn o ad alcuni personaggi, _ _ anche altri fond ha mves tlto i, istituzionali e non, conservati presso l'Archivio centrale dello Stato, primo fra tutti il Ministero della real casa (Divisione I; Se­ greteria reale; Gabinetto Mattioli Pasqualini; Divisione II; Casa di s.a.r. il princi­ pe di Napoli; Serie speciali), ed alcuni archivi privati di personalità che poteva­ no aver prodotto o ricevuto documentazione relativa al nostr o tema. Non è stata trascurata l'indagine nei fondi dell'Archivio segreto vatic ano che in un caso spe­ �ifico ha arricchito ed ampliato il profilo e l'attività di un personaggio, facendo mtravedere possibilità di ricerche più vaste. Ne è scaturito un insieme di schede relative a "emigrati " che in varie epo­ che, per motivi diversi, richiamando meriti personali e familiari, con motivazio­ ni disparate, hanno sollecitato l'interesse del corpo consu ltivo araldico-nobilia­ re del regno d'Italia, invocando provvedimenti sovra ni che li riguardassero. Questo primo sondaggio, per i risultati che ha conseguito , sembr11 evidenziare le scelte emigratorie di una nobiltà cadetta attratta da opportunità inesistenti in patria. Approfondimenti successivi potrebbero delin eare le componenti di questo fenomeno alimentato, come qui si esemplifica, sia dalla nobiltà di gran­ �e tradizione, sia da quella provinciale, sia da classi emer genti in seguito nobi­ litate. I personaggi

Il primo esempio riguarda un diplomatico, Annibale Raybaudi Massiglia, che e_ stato co�preso nella nostra scelta non come emigrante, ma come testi­ mone del gradunento americano per i titoli e predicati europei. Nelle sue memorie si trovano interessanti considerazioni che si riferiscono all'epoca della sua prima permanenza negli Stati Uniti, precisamente a Phi­ ladelphia, in qualità di console generale del regno d'Italia. Egli lamentava la mancanza di un titolo da poter esibire per un più efficace inserimento nella inospitale società americana: «di grave nocumento ci fu eziandio la mancanza di un titolo nobiliare, in un posto occupato per vent'anni da conti e baroni» 6, In quella occasione dovette recuperare, facendoselo stampare sulla sua carta da

6 ACS, Archivio Raybaudi, b. 2, fase. l. Per una sintetica biogra fia di Raybaudi cfr. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI LECCE, DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE E SOCIA LI, La formazione della diplo­ mazia nazionale (1861- 1915), Roma 1987, pp. 612-6 14.

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visita, l'onorificenza di cavaliere e questo suo "cav. " - come egli stesso afferma piacque molto agli americani. Il Raybaudi non era certo un emigrante, si tro­ vava in America per assolvere compiti d'ufficio; questa sua considerazione, tut­ tavia, oltre ad aver ispirato la richiesta di concessione di un titolo con relativa produzione di documenti, testimonia il fas�ino che esso �sercitav� sulle élites americane. Potrebbe risultare di qualche 1nteresse segmre lo svlluppo della documentazione prodotta e sollecitata dal Raybaudi al fine di ottenere il rico­ noscimento, prezioso viatico nella ostile società d'oltreoceano. La pratica per l� concessione comitale, priva della iniziale e dovuta domanda dell'interessato, s1 apre con un parere della Giunta permanente araldica che nella seduta del 7 dicembre 1898 afferma non esservi «ostacoli per esplorare la volontà sovrana per la concessione del titolo di conte, con un decreto a favore del console gene­ rale Raybaudi» 7. Un appunto di Antonio Manno s, allora commissario del re presso la Con­ sulta, giustifica l'assenza di documentazione probatoria (prevista dali� legge) con le seguenti misteriose parole: «non d fu incartamento per la dehcatezza dell'affare» ed allude a due lettere contenenti «notizie delicate della nascita di sua madre Murialdo 9». Assolti tutti i pagamenti di rito l'affare conobbe un buon esito (r.d. 19 luglio 1899) . Mancavano però la spedizione delle regie lette­ re patenti ed un provvedimento per lo stemma. Di regola il po�tulante doveva produrne il disegno con le motivazioni storiche. Il re poteva ovv1amente soppe­ rire alla eventuale mancanza concedendone uno del tutto nuovo. A tale propo­ sito il Raybaudi in una lettera inviata al presidente della Giunta afferma di ricordare uno stemma di famiglia, ma che esso «sparl ( ... ) con tanti_ altrl_ docu­ menti che comprovano la nobile discendenza di mia madre» 10 , allude�do cos� ad un'arma che non era dei Raybaudi, ma di altra famiglia totalmente d1versa, 1 de Ligny, da cui la madre discendeva. Nella stessa lettera il postulante si improvvisa creatore di insegne araldiche, avanzando il desid�rio che la pr��ria arma rechi una ghirlanda di agrifoglio intorno ad una testa d1 cane. Per facilita­ re il lavoro del miniaturista che doveva poi nel caso eseguirne il disegno, allega _

7 ACS, PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI [d'ora in poi PCM], Consulta araldica, Fascicoli "Raybaudi Massiglia Annibale" · 8 A. Manno fu commissario del re presso la Consulta dal 1880. 9 Di questa famiglia si è trovato notizia nel The royal house o/ Stuart, London, Ch. Sk�. ton, 1971, vol. II, p. 56, dove viene riportato un matrimonio di un Poma Murialdo con una Leprl nel 1931. Tacciono i repertori generali più noti ed anche quelli locali. lO ACS, PCM, Consulta araldica, b. 391, fase. 2942 "Raybaudi Massaglia Annibale", lettera d1. Raybaudi al presidente della Giunta permanente araldica, 15 dicembre 1899.

nobiliari e araldici delle singole famiglie, b. 391, fase. 2942


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una foto del proprio cane Holly, tracciando, in corrispondenza del collo dell'a­ nimale, una linea per indicare che la testa nell'arma doveva comparire "strap­ pata", secondo un preciso termine di descrizione araldica. La Giunta perma­ nente araldica nella seduta del 6 febbraio 1900, con parere conforme del com­ missario del re, afferma non esservi difficoltà per la concessione dello stemma (cosa che awiene con r.d. 25 febbraio 1900). Quella concessa sembra essere un'arma del tutto nuova: un riscontro con lo stemma de Ligny non ci ha fatto rawisare né uguaglianze, né similitudini con l'arma del Raybaudi; spesso acca­ de che in una famiglia con ascendenze particolarmente illustri si richiami il loro stemma in tutto o in qualche particolare, anche esterno allo scudo. Nel fascicolo aperto per Raybaudi si è rawisata documentazione particolare che propone i fascicoli personali della Consulta, fonte assai privilegiata per la storia familiare; vi sono infatti allegati i capitoli matrimoniali del padre del postulante (Serafino) con Maria Murialdi (in data 22 marzo 1846). Consideriamo ora la figura di un "emigrato" di fine Ottocento che negli USA ebbe modo di esprimere la sua vera vocazione: si tratta di Luigi Palma di Cesnola, cadetto di una famiglia piemontese awiato, secondo tradizione, alla carriera militare 11 • Alcune osservazioni sulla famiglia e sul contenuto del rela­ tivo fascicolo che essa aprì alla Consulta potranno tornare utili per comprende­ re l'importanza della casata, la considerazione di cui essa godeva nell' aristocra­ zia piemontese, il ramo di appartenenza di Luigi. La famiglia Palma appare inserita nell'elenco delle famiglie nobili e titolate delle provincie piemontesi pubblicato nel 1895 in esecuzione al r.d. 15 giugno 1889, che prevedeva l'iscrizione "d'ufficio" degli aventi diritto a titoli di no­ biltà i� app� siti registri della Consulta. Era necessario, per esservi compresi, avere il leg1tt1mo possesso di titoli nobiliari già registrati dai governi pre-unitari o anche dimostrare di essere ascritti negli elenchi di comuni che godevano di nobiltà civica o decurionale. È in virtù del citato decreto che la famiglia Palma o �iginaria di Rivarolo, compare iscritta negli elenchi nobiliari delle provinci� . p1emontes1 nella persona del nipote di Luigi, Eugenio. Il fascicolo della Consulta risulta essere stato aperto a nome del nipote ex /ratre del nostro Luigi, un Giulio figlio di suo fratello Flaminio che, avendo avuto a differenza dei suoi due fratelli maggiori, Aierino e Luigi, una discen­ denza mascolina, era il continuatore della famiglia. Il postulante Giulio non fornì alcuna "provanza " perché di nobiltà già riconosciuta e consolidata.

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Assai scarsa in questo caso la documentazione nel fascicolo della Consulta: in soccorso quanto rinvenuto in un altro fondo archivistico 12 . Come viene ci cadetto Luigi fu awiato alla carriera militare e frequentò la scuola militare di Cherasco; partecipò alla guerra contro l'Austria ed era presente alla battaglia di Novara nel 1848. Personaggio certo singolare al quale ben presto risultò sco­ modo l'angusto ambiente militare piemontese. Nel 1860 infatti emigrò negli Stati Uniti awiando varie attività. Aprì a New York una scuola privata di tatti­ ca militare per i volontari americani che intendevano superare un esame di ido­ neità per essere arruolati con il grado di ufficiali nell'esercito statunitense, impegnato nella guerra di secessione. La scuola ebbe un gran successo; e mag­ gior successo e maggiori gratificazioni personali portò al Cesnola la sua parteci­ pazione diretta alla guerra; essa gli fruttò, oltre al grado di brigadiere generale, la nomina a console degli Stati Uniti a Cipro. In questa isola risedette dal 1865, potendo scoprire e coltivare la sua vera vocazione: l'archeologia. Le numerose e fortunate campagne di scavo furono oggetto di numerose pubblicazioni che gli permisero di acquisire meriti e fama particolari. A coronamento di questa sua attività fondò il Metropolitan Mu­ seum di New York. Tutto questo successo non lo portò a recidere il legame con la patria, fu socio corrispondente della Accademia delle scienze di Torino, in stretto contatto con la casa reale. Non dimenticò inoltre di inviare copia delle proprie opere al re ed al principe di Napoli, ricevendone segnali di apprezza­ mento e addirittura medaglie coniate per celebrarlo 1 3. Si tratta di un intellettuale che gode prestigio in entrambi i paesi; tornando in Italia per brevi periodi non dimentica di rendere omaggio personale all'allo­ ra principe ereditario e poi re Vittorio Emanuele III. Si trova per l'appunto in patria al momento del regicidio di Umberto I; in una vibrante lettera dell'ago­ sto 1900 14, il nostro, in procinto di tornare negli Stati Uniti, spinto forse dalla costernazione per il delitto di Monza, riconferma la propria fedeltà alla casa sabauda affermando che «al di là dell'oceano vi sono mostri umani noti in Italia» 15 che però non vengono identificati in tempo e che certo una legislazio­ ne più restrittiva nello Stato di New York, «dove è il focolare degli anarchici

1 2 ACS, Ministero della rea! casa, Divisione I Segreteria reale, 1903, b. 13, fase. 2302. 13 Ibid lettera di Luigi Palma di Cesnola a Filippo Terzaghi (primo aiutante di campo del principe ereditario), N ew York 28 aprile 1897. . . . 14 Ibid , lettera di Luigi Palma di Cesnola a "generale" (probabilmente il Pnmo aiutante d1 campo), Gressoney-St.Jean, Valle d'Aosta 18 agosto, 1900. 15 Ibidem. . ,

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11 P . er notizie biografiche cfr. L. ROVERSI, Luigi Palma di Cesnola e il Metropolitan Museum of art dt New York, New York 1898; ed il più recente R. DAMILANO, Luigi Palma di Cesnola, Ivrea 1992.

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italiani», potrebbe prevenire episodi così gravi. Il suo sdegno lo porta a pro­ porre che il governo italiano, al pari degli altri governi europei, abbia «agenti segreti nello Stato di New Jersey e in quello di New York» 16 per sorvegliare gli anarchici italiani residenti in quegli Stati. La particolarità della sua condizione di emigrato lo spinge a suggerire soluzioni e comportamenti da adottarsi nei confronti di altri emigrati suoi connazionali, ma di diversa estrazione sociale. Di suoi pari il Palma, che nel frattempo aveva sposato una facoltosa americana, si occupò in occasione del matrimonio della propria nipote Maria Reid, figlia della sorella della moglie 1 7. Questa Maria, dopo aver ottenuto il divorzio dal primo marito, aveva sposato in seconde nozze il principe Giuseppe Rospigliosi; Luigi Palma si trovò ad intercedere per lei presso il cardinale Martinelli di Washington per favorire il buon esito della dichiarazione di nullità del primo matrimonio della Reid, contratto con un non battezzato. In questo contenzioso è di contrasto monsignor La Chapelle, ministro del culto del primo matrimo­ nio, che egli sostiene essere valido. Il Cesnola, informato dell'intenzione del prelato di gettare discredito sulla famiglia sottolineando l'umile origine della Reid, allega ad una sua lettera del 3 0 novembre 1901 un dettagliato rapporto sull'ascendenza paterna e materna della nipote, delineando positivamente la figura del nonno della futura principessa Rospigliosi, il capitano Chester Reid della marina federale americana, che tra l'altro disegnò nel 1818 la bandiera americana in seguito approvata dalla Conferenza americana. La figlia di questi

16 Ibidem. 1 7 Le notizie relative al ruolo di Luigi Palma nella vicenda Reid-Rospigliosi sono state ricavate dalla documentazione della delegazione apostolica negli Stati Uniti conservata presso l'Archivio segreto vaticano (ARCHIVIO SEGRETO VATICANO, Archivio della Delegazione apostolica negli Stati Uniti d'America, Sez. IX, Diocesi di Battimare, 1 7). Essa, integrandosi con quella statale, ci restitui­ sce ricomponendoli, gli elementi di una emigrazione nobile che entra in stretto contatto con rap­ presentanti di famiglie autoctone già socialmente affermate. L'archivio della delegazione apostoli­ ca raccoglie documentazione prodotta da un osservatorio particolare, dando un'immagine diretta della vita dei cattolici italiani emigrati negli Stati Uniti e del ruolo svolto tra essi dai delegati tutti italiani dal 1893. (Si ricorda che la rappresentanza pontificia negli Stati Uniti fu istituita da Leone XIII il 21 gennaio 1893). Nei numerosi fascicoli, divisi ovviamente per diocesi, gli aspetti così detti religiosi non sono gli unici ad essere considerati: rapporti statistici registrano quanti emigrati ita­ liani nati in Italia siano presenti in un determinato anno, o quanti nati da genitori italiani; spesso vi sono proposte di politica dell'emigrazione al fine di regolarne i flussi in base alla necessità di mano d'opera italiana. La pastorale si somma e si coniuga con la politica della Santa Sede e delle autorità italiane. Per notizie dettagliate sul fondo della Delegazione apostolica negli Stati Uniti cfr. C. DE DOMINICIS, Gli immigrati italiani nell'archivio della Delegazione apostolica negli Stati Uniti, in «Il Veltro», XXXIV (1990), 1-2, pp. 17-43.

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aveva sposato il Cesnola che si sentl parte in causa nella controversia, tanto più che sua moglie, come ricorda nella stessa nota, sostenne madre Francesca Ca­ brini, occupandosi in particolare dell'orfanotrofio italiano di New York. Una breve considerazione " araldica" sull'arma dei Palma d sembra oppor­ tuna per sottolineare quanto la documentazione della Consulta sia fonte privi­ legiata anche per una storia degli usi araldici indicati ed applicati dalla monar­ chia sabauda. Il re infatti poteva, oltre ai titoli, riconoscere o concedere uno stemma, il cui uso era tutelato dalla legge, la sua correttezza era garantita dalla preventiva indagine di organi statali di cui il re si avvaleva. I Palma potevano alzare la propria arma che è d'oro al palmizio al naturale; si tratta di un'arma definita in termine tecnico agalmonica o parlante, perché la figura della palma allude direttamente al nome della famiglia 18, Passiamo ora alle sorti di un personaggio al quale l'approdo negli Stati Uniti non ha portato la stima ed il ricordo dei compatrioti, stando almeno alle vaghe tracce presenti nelle carte della Consulta. Si tratta di Roberto Asinari di San Marzano, appartenente ad una illustre ed antica famiglia piemontese di Asti. In uno dei fascicoli intestati a membri di questa famiglia 1 9 si rinviene una genea­ logia della stessa stilata da Antonio Manno. Roberto risulta esserne il titolare, spentasi nel fratello Filippo la linea primogenita: egli per di più ha discendenza maschile. Con un garbato promemoria inviato dalla vedova di Roberto Asinari dagli Stati Uniti si riafferma il suo diritto al titolo con la promessa di produrre le carte necessarie, cosa che non avvenne. Forse questa negligenza o autorevoli sollecitazioni spinsero il Manno a liquidare la faccenda annotando nella sua relazione che l'unico maschio della linea secondogenita è il «marchese Ro­ berto, il quale però abbandonò l'Italia senza il proposito, né possibilità di tor­ narvi. Manca quindi il rappresentante primogenito di questa illustre casata»20• Flebile traccia di questo depennamento resta vergato a matita in margine alla richiesta: «chiesti e non presentati i documenti» 21. L'istanza non datata è sigla­ ta da Clara Asinari di San Marzano 22 per il marchese Roberto suo secondo

18 Si osservi per inciso che in araldica non tutti gli alberi esistenti in natura sono utilizzati, fra essi l'albero più "nobile" per eccellenza è proprio la palma. 1 9 ACS, PCM, Consulta araldica, b. 246, fase. 2072 "Asinari di San Marzano Filippo e Britannio". 20 Ibid. Il voto del commissario del re Antonio Manno è del 7 gennaio 1893. 21 Ibidem. 22 Si tratta di Clara Horne di Ranzier, seconda moglie di Roberto. Molte notizie relative alla com­ plessa genealogia Asinari ci sono state fornite con benevola pazienza dal dottor Paolo Tournon.


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marito. Clara sopravvisse molti anni al marito deceduto nel 1845 , morendo ella stessa nel 1902; fu madre di un Roberto che sposò una statunitense Elena Gillander generando due maschi Roberto ( 1 880- 1 9 1 1 ) ed Augusto ( 1883 1937); dal primo nacque un altro Roberto (1910) . La genealogia di pugno del Manno contenuta nel fascicolo della Consulta riporta i due fratelli Roberto ed Augusto, seppur non citati per nome, e anche la loro sorella Clara Elena. Destino singolare, misconosciuto diritto quello di Roberto Asinari che pure compariva a pieno titolo quale capo della casa nell'annuario della nobiltà del 1886. Esaminiamo ora un caso verificatosi durante il ventennio fascista e che riguarda un emigrato lucano, Antonio Campagna. Nella lusinghiera forma del sovrano motu-proprio il 3 1 marzo 1930 23 egli ottiene il titolo di conte trasmissi­ bile per linea maschile. Questa l'auspicata conclusione di una vicenda che vede al suo nascere l'interesse ed il sostegno diretto di Pietro Fedele, allora commis­ sario del re alla Consulta. In una lettera indirizzata a Beer 24 egli delinea i meri­ ti del suo " antico discepolo" 25, sottolineando l'autorevole opera di propagan­ da di cui il Campagna si era fatto promotore ed interprete presso la società sta­ tunitense. Il Campagna corroborava questi meriti di paladino di italianità finanziando direttamente varie opere assistenziali e culturali: asili, il restauro di monumenti napoletani, sovvenzioni per gli scavi di Ercolano, fondi per l'Isti­ tuto storico italiano. Egli, emigrato di umili origini, si era affermato nell'im­ prenditoria edile americana, legato ad alto livello alla complessa rete di interes­ si itala-americani. Sente il bisogno di ricevere il titolo comitale a coronamento di tutti i suoi successi. Il buon esito della pratica viene conseguito con il soste­ gno diretto di Pietro Fedele, che nella relazione al capo del governo specificava il concreto supporto ad opera del regime messo in essere dal postulante. Le carte relative all'al/aire Campagna tuttavia ci restituiscono traccia di un iter non proprio tranquillo; in difformità con quanto auspicato dal Fedele si espri­ mono l'ambasciatore italiano a Washington e il console generale a New York in

due rapporti pervenuti alla Presidenza del consiglio. In quello del console si fa esplicito cenno alla inopportunità della concessione, soprattutto per le riper­ cussioni che essa «avrebbe in seno alla comunità italiana» 26, infatti, a suo dire, il Campagna, avendo avuto nel breve spazio di tre anni numerose onorificenze, questo «ha già provocato ( .. . ) il malumore di altri notabili di questa comunità italiana» 2 7, che, avendo sostenuto con altrettanta generosità opere in patria, non ne hanno ricevuto alcuna distinzione. Nel rapporto dell'ambasciatore De Martino viene rilevato un altro aspetto: �<la concessione di titoli nobiliari a cit­ tadini americani è contrarissima allo spirito democratico di questo paese, tanto è vero che nessun precedente del genere esiste né da parte del r. governo ( ... ) né da parte di altri governi stranieri» 28• L'ambasciatore inoltre sottolinea un particolare non secondario, ricordando che il «signor Campagna non avrebbe modo di trasmettere legalmente il titolo alla sua discendenza. Ciò è tanto vero che i nobili stranieri qui immigrati e divenuti cittadini americani hanno cessato di portare il loro titolo» 2 9. Il primo ostacolo cui accenna il De Martino viene disinvoltamente superato con l'estensione del titolo agli eredi del postulante; il secondo argomento evidenziato dall'ambasciatore richiamava le norme della costituzione statunitense che vietavano l'utilizzo di qualsiasi distinzione. Probabilmente il Campagna pensava di fregiarsi del titolo solo in patria. Il nostro ottiene titolo, stemma 30, e addirittura l'aggiunta di predicato al cogno­ me (r.d. di motu-proprio 25 febbraio 1 935), potendo siglarsi Campagna di Castelmezzano. Riscontrando la storia delle infeudazioni di questa località, essa non risulta mai infeudata alla famiglia Campa.gna, ma prima possesso della famiglia de Leonardis, poi, con titolo ducale, infeudata alla famiglia Lerma 3 1 a partire dal 1788. Il nostro Antonio Campagna non aveva altro legame con Castelmezzano se non quello di esservi nato. Il suo è il tipico caso di persona

23 Si osservi che, come ribadito dall'Ordinamento dello stato nobiliare italiano incluso nel r.d. 21 gennaio 1929 n. 61 all'art. 7, per i provvedimenti emanati con motu-proprio del re non è neces­ sario il preventivo parere della Consulta o della Giunta, per essi sarà previamente sentito il com­ missario del re al quale verrà partecipato del motu-proprio stesso. 24 ACS, PCM, Consulta araldica, b. 1044, fase. 9497 "Campagna Antonio". La lettera di Pietro Fedele a Guido Beer è del 14 gennaio 1930. Guido Beer era il capo di gabinetto della Presidenza del consiglio dei ministri. 25 Ibidem.

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26 Ibid. , rapporto di Grazzi a Giacomo De Martino, New York, 21 febbraio 1930. 27 Ibidem. 28 Ibid. , rapporto di Giacomo De Martino al Ministero degli affari esteri, 2 aprile 1930. 29 Ibidem. 30 Lo stemma fu concesso con r.d. 22 maggio 1930. Si tratta di uno stemma agalmonico in cui la figura principale allude al nome della famiglia che lo possiede, esso si descrive secondo il lin­ guaggio araldico: campo di cielo, alla campagna erbosa di verde, sormontata da una cometa d'oro ondeggiante in palo. Si noti lo smalto del campo che riflette un uso araldico tutto italiano. 3 1 Cfr. G. GATTINI, Note storiche sulla città di Matera, Napoli, Stabilimento Tipografico A. Perrotti, 1882, p. 140; C. PADIGLIONE, Dizionario delle famiglie nobili italiane o straniere portanti predicati di ex feudi napoletani, Napoli 1901, p. 6; F. BONAZZI, Le ultime intestazioni feudali regi­ strate nel cedolario di Basilicata, Napoli, Libreria Detken e Rocholl, 1915, ad vocem.


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Alcuni casi di emigrazione "nobile" dalle carte della Consulta araldica

nobilitata per meriti di regime, testimonianza di una linea politica evidenziatasi nella riforma della Consulta operata nel 1 924. La concessione di un titolo era certo un'ambizione non nuova, con essa già F. S. Nitti, nel periodo della sua presidenza ( 1 9 19- 1 920) aveva dovuto misurarsi. Lo statista lucano racconta 32 di essere stato letteralmente assediato da persone che richiedevano un titolo. Fra esse, provenienti da ogni parte d'Europa e d'America, richiama il caso di un signore nordamericano disposto a donare ben dieci milioni di lire in opere filantropiche in Italia in cambio di un titolo. Non si tratta certo del Campagna, in quanto l'episodio riportato dal Nitti risale a qualche anno prima, ma sponta­ nea è l'assimilazione dei due casi. Nello stesso decennio un altro personaggio aveva avuto la concessione di titolo comitale. Anch'egli aveva generosamente sostenuto opere del regime. Si tratta di Francesco Maria Guardabassi che, al contrario del Campagna, poteva vantare la discendenza da una famiglia umbra piuttosto antica ed illustre 33. Il fascicolo della Consulta intestato a suo nome 34 contiene, oltre la documenta­ zione canonica, una interessante memoria storica della famiglia minuziosamen­ te preparata e prodotta dal postulante ricca di molti particolari. Tra l'altro vi sono allegate copie di lettere di Roosevelt indirizzate al Guardabassi, foto di quest'ultimo accanto a sue opere pittoriche. Egli, cadetto di famiglia di tradi­ zioni risorgimentali e massoniche e nato nel 1867, scopre ben presto la sua vocazione per la pittura; poco più che ventenne si reca negli Stati Uniti, seguendo le fortunate sorti del ritratto di Leone XIII da lui stesso eseguito. Il quadro era presente con lusinghieri consensi all'Esposizione mondiale di Chi­ cago, e fruttò al suo esecutore, che nel frattempo si era stabilito a New York, la committenza di numerosi ritratti di personalità politiche (fra cui il presidente Mac Kinley) e di facoltose dame della società americana. I successi avuti negli Stati Uniti non lo trattengono dal partecipare con distinzione alla prima guerra mondiale. Subito dopo Caporetto viene però d'urgenza richiamato dal fronte per essere inviato in missione speciale negli Stati Uniti per propagandare la causa italiana. ( Si noti che questo incarico gli viene affidato poco prima della missione italiana nel Nord America guidata dal duca d'Aosta, cui partecipò anche il Nitti.) Si intendeva mettere a frutto la conoscenza ad alto livello della società americana, la pratica di oratore ed il fascino personale del Guardabassi.

A queste doti sembra far riferimento Paolo De Vecchi in una lettera inviata da New York a Ugo Brusati 35, Egli, apprezzando l'operato del Guardabassi, af­ ferma che «era stato in America come artista e vi conosceva molta gente. De­ corato al valore, nella ritirata di Caporetto, buon parlatore e bell'uomo, fece bene la sua parte di propagandista». Prosegue lamentando l'effetto negativo ed il rammarico che il compimento della missione e il suo rientro in Italia hanno prodotto nell'alta società americana. «Prominenti americani gli dettero un pranzo, lo colmarono di regali, di lettere di protesta per il suo richiamo» 3 6, prosegue la lettera di De Vecchi, elencando alcuni di questi eminenti personag­ gi: dalla signora Vanderbilt all'ex presidente Roosevelt. Il generale Guardabassi tornava per poco in Italia; una volta terminato il conflitto si ristabiliva negli Stati Uniti dove rifiutava, con significativo gesto, la cittadinanza americana che gli era stata offerta. È durante questa seconda fase che la sua attività in favore dell'elemento italiano si fa più intensa e tesa verso la legittima rivendicazione della dignità e considerazione degli italiani emigrati. Sostenuto dal patrimonio della moglie, Rosalinda Wood, figlia di un industriale di Boston, decide di interrompere la vita di emigrato "speciale" e torna in patria ispirando il suo impegno alle direttive del governo nazionale, a sostegno di opere del regime. Forte di questo e dell'illustre passato della famiglia, chiede attenendola la con­ cessiqne del titolo comitale trasmissibile. Con questi alti meriti, tutti richiamati nel suo fascicolo, non fu certo difficile per il commissario del re Pietro Fedele stilare la relazione inviata al capo del Governo (in obbedienza all'art. 75 del r.d. 2 1 gennaio 1929, n. 61). La pratica viene conclusa in via d'urgenza con l'e­ missione del decreto di concessione (r.d. 10 dicembre 1934 3 7 ) , La rapidità della procedura della sua pratica non consentiva di richiedere le informazioni prefettizie su di lui 38, Si assolve a tale mancanza richiedendo quanto necessa­ rio soltanto qualche mese dopo l'emanazione del decreto di concessione.

32 ACS, Archivio P.S. Nitti, citato. 33 Cfr. V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare, Mihmo, 1931-1935, vol. VIII (appendice), pp. 174-175. 34 ACS, PCM, Consulta araldica, b. 1213, fase. 12086 "Francesco Maria Guardabassi".

35 ACS, Archivio Ugo Brusati, b. 12, VIII, 15.59, c. 514, lettera di Paolo De Vecchi a Ugo Brusati, New York 19 settembre 1918. Ugo Brusati era all'epoca primo aiutante di campo del re. 36 Ibidem. 37 Con lo stesso decreto veniva concesso anche lo stemma. In esso viene recuperato nel secon­ do punto del troncato l'antico stemma della famiglia che allude al nome della stessa nella positura dell'animale che guarda verso il basso. La descrizione araldica dello stemma è: Troncato: nel primo sbarrato d'argento e di rosso, al leone uscente dalla partizione, al naturale, linguato e arma­ to d'oro; al secondo d' azzurro, alla pecora che guarda basso, passante su una campagna di verde, accostata da due alberi d'olivo, l'albero di destra accompagnato da una stella d'argento (6) al can­ tone destro. 38 La relazione prefettizia era prevista dall'art. 112 del r.d. del 1929.


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Alcuni casi di emigrazione "nobile" dalle carte della Consulta araldica

Un altro personaggio emigrato si faceva diffusore di italianità; si tratta di Luigi Criscuolo che, attraverso la Italy American Society, nel 1917- 1918 soste­ neva la patria d'origine impegnata nella guerra. Fondava nello stesso periodo il Comitato italiano per i prestiti nazionali americani. N el 1920 ricevette da Gabriele D'Annunzio la medaglia di Fiume, quale riconoscimento per un intervento presso il Senato statunitense in favore della questione fiumana. Attiva è la sua opera in preparazione della missione del conte Volpi di Misurata, svoltasi nel 1925. Il viaggio aveva l'obiettivo di raccogliere fondi per i debiti di guerra; in questa occasione egli esplica opera di propaganda italiana in campo economico e culturale. Alla fìne degli anni Trenta Luigi Criscuolo 39 chiedeva il riconoscimento del titolo di nobile e l'uso dello stemma, motivando la sua richiesta di riconoscimento del titolo di nobiltà in adesione alle direttive del governo italiano acché tutti i membri di antiche famiglie, anche se residenti all'estero, si mettessero in regola con le leggi nobiliari del paese d'origine. Nel copioso materiale da lui prodotto spiccano varie onorificenze italiane, il raro Gran cordone dell'ordine di Danilo I del Montenegro ed altre decorazioni montenegrine per le quali aveva il trattamento di eccellenza (il nostro si fece sostenitore della causa del Montenegro negli Stati Uniti) . Il personaggio era attivo ed autorevole, sostenuto da forti legami con la patria; forse meglio avrebbe fatto a non appoggiare la propria richiesta al precario legame di discendenza dai Crisconio, antichissima e nobile famiglia di Amalfi che, a suo dire, nella seconda metà del Settecento mutò il proprio nome in Criscuolo. Altri meriti poteva far valere, se non proprio la nobiltà di sangue. Ad essi si fa cenno in una lettera del Filangieri 40 , allora soprintendente del Regio archivio di Napoli. Il Criscuolo appare coinvolto con il recupero di alcune lettere auto­ grafe dell'ammiraglio Nelson, a suo tempo sottratte da ignoti all'archivio napo­ letano e individuate in America proprio dal Criscuolo. Questi, secondo quanto afferma Filangieri, è in contatto con un ufficiale della marina americana che sta per acquistarle e donarle al re d'Italia. Interessanti per il nostro tema sono alcune considerazioni di Filangieri: egli, anche in mancanza di prove sufficien­ ti, propone di ricompensare sia l'ignoto ufficiale sia il Criscuolo con un titolo o altro riconoscimento, sottolineando che queste cose «a noi non costano nulla» 41. Queste ed altre pressioni tutte documentate nel fascicolo non valgono il rico­ noscimento che non arrivò.

Passiamo ora a considerare a chiusura di queste esemplificazioni tratte dalle carte della Consulta, il raro caso di uno statunitense insignito di un titolo italia­ no. Si tratta di Friederic Thorne-Rider nato nel New Jersey nel l875 e residen­ te a Los Angeles; egli ottiene il titolo comitale trasmissibile (r.d. 24 aprile 1934) e il diritto di fregiarsi di stemma (r.d. 4 febbraio1935). Concessioni a cittadini statunitensi non erano certo nella prassi, ma qui interessa rilevare, oltre la rarità del fatto in sé, anche le motivazioni che sembrano riallacciarsi per simila­ rità ai casi Campagna e Guardabassi. Rispetto a quest'ultimo legami di altro tipo lo uniscono alla città di Perugia di cui la famiglia Guardabassi era origina­ ria. Come risulta dalle dettagliate missive del rettore dell'Università per stranie­ ri di Perugia contenute nel fascicolo della Consulta 42, il Thorne-Rider era membro dell'Italy American Society, contribuendo largamente alla fondazione e sviluppo di istituzioni italiane di beneficenza e di cultura. Per i suoi generosi lasciti all'Università per stranieri di Perugia e per la competente collaborazione viene nominato consigliere d'onore dell'università, carica che ricopre dal l932 al 1937; nel 1940 risulta compreso negli elenchi dei benemeriti della stessa. I legami con la città umbra si fanno particolarmente stretti, tanto che egli ne diviene cittadino onorario. Da un riscontro sulle carte dell'archivio dell'Uni­ versità per stranieri di Perugia 43 non è emersa documentazione che giustifichi in modo chiaro la presenza del Thorne-Rider nel consiglio direttivo dell'ate­ neo; mentre è stata rilevata l'entità della cospicua somma da lui donata all'ente stesso nel l935, pari a centomila dollari, cioè unmilionecentosedicimila lire del­ l'epoca. Essa veniva utilizzata per ristrutturare il palazzo Gallenga in cui l'uni­ versità ha tuttora sede. Il Thorne anche negli Stati Uniti aveva dedicato le pro­ prie attenzioni all'Italia, donando una villa sulle colline di Los Angeles per la sede della "Dante Alighieri" . La proposta per il riconoscimento nobiliare al Thorne era partita dal rettore dell'università; titolo e stemma furono concessi con una procedura molto rapida della pratica. Le motivazioni per il primo sono ovvie ed emergono dalla sequela dei numerosi meriti di questo mecenate non opposto al regime. Per il secondo, lo stemma, numerose sono le perples­ sità di natura araldica, considerando soprattutto che è l'organo statale compe­ tente in materia ad avallarle. Si riporta la descrizione araldica che compare sul decreto: Partito: al l o troncato, sopra d'oro alla fiaccola accesa, posta in palo;

39 ACS, PCM, Consulta araldica, b. 1330, fase. 13029 "Luigi Criscuolo". 40 Ibtd., lettera di Riccardo Filangieri de Candida Gonzaga a "eccellenza" del 24 febbraio 1940.

42 ACS, PCM, Consulta araldica, b. 1203, fase. 1 1 999 "Friederic Thorne-Rider" . 43 Questi riscontri sono stati resi possibili per la cortesia del direttore della biblioteca dell'Uni­ versità per stranieri di Perugia, dottor Paolo Ottaviani, che qui si ringrazia.

41

Ibidem.


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sotto, d'argento caricato di cappa e spada (concessione di cappa e spada di Sua Santità il pontefice); al 2° d'azzurro, all'arco etrusco, con sotto la chiave d'ar­ gento, posta in fascia, con l'ingegno in giù. Motto "Pro fide et sdentia" . Cimiero: il cavallo nascente al naturale. Confrontando questa blasonatura con il disegno dello stemma numerose sono le omissioni descrittive, dagli smalti dei lambrecchini, alla forma e particolari dell'arco, alla positura della spada nel secondo punto; inoltre molte riserve suscita la composizione generale dello stemma che contro una delle regole auree dell'araldica, ha accostato metallo con metallo, ed ha accolto come figura principale la divisa che competeva al Thorne quale insignito di una onorificenza. Quest'ultima non dava adito a modifiche o ampliamenti di qualsiasi genere dello stemma di chi l'aveva ricevu­ ta 44. Questo stemma era stato suggerito dal Thorne 45 stesso; egli, proponendo la fiaccola del primo punto voleva ricordare il proprio impegno per la cultura, con la cappa del secondo l'onorificenza pontificia, per il terzo punto aveva pro­ posto il "grifo" perugino, con chiara allusione alla cittadinanza onoraria rice­ vuta. Ma proprio questo animale araldico per eccellenza, che avrebbe conferito una certa armonia all'arma, non poteva comparire in uno stemma familiare per le disposizioni allora vigenti in materia nobiliare e araldica. L'inserimento di stemmi comunali in quelli gentilizi e viceversa era vietata per legge. Nessun cenno a queste ovvie considerazioni traspare nella relazione che Pietro Fedele, come commissario del re, presenta al capo del governo e presidente della Consulta. Al contrario in essa si conclude che «non essendovi difficoltà araldi­ che la richiesta dell'istante potrebbe essere accolta» 46. Lontani sembrano esse­ re i tempi del maggiore scrupolo e della maggior competenza araldica del Manna. La disinvolta disattenzione di Fedele per aspetti non certo secondari per un organo di consul�nza araldica sembra forse coniugarsi con la pressione di una emergente imprenditoria di estrazione borghese, desiderosa di essere accolta nei ranghi nobiliari, ricevendo anche così favori per il proprio consenso.

44 Cfr. «Acta apostolicae Sedis», annus XXIII, vol. XXIII, n. 3, 5 marzo 1931. n Thorne-Rider risulta cameriere di spada e cappa soprannumerario con investitura del 5 febbraio 1931. 45 ].B. RIEDSTAP, Armorial général, London 1972, Tomo II a d vocem. n Riedstap cita una fami­ glia Thorne in Inghilterra ed una negli Stati Uniti; il loro stemma è d'argento alla fascia d'azzurro accantonata da tre leoni dello stesso. Non sembra probabile il legame con il nostro, in quanto nes­ sun riferimento viene fatto allo stemma della famiglia inglese che certo avrebbe agevolato il lavoro degli araldisti italiani. 46 ACS, PCM, Consulta araldica, b. 1203, fase. 1 1999 "Friederic Thorne-Rider".

ERMINIA CICCOZZI

I viaggi degli emigranti nella documentazione degli archivi del Ministero della marina mercantile e del Ministero delle comunicazioni

Nel vasto ambito che il tema dell'emigrazione offre all'indagine storica, que­ sto lavoro espone i risultati di una ricerca svolta entro i confini del materiale documentario conservato nell'Archivio centrale dello Stato e prodotto dai Ministeri della marina mercantile e delle comunicazioni in relazione all'emigra­ zione diretta verso l'America settentrionale l. Consapevoli del fatto che, come ci ricorda Zanni Rosiello 2, il passato non può mai essere integralmente ripro­ dotto o ricostruito, la disamina della documentazione vuoi essere anche un ten­ tativo di portare a conoscenza del ricercatore le diversificate tipologie della documentazione conservata per fruirne quale "memoria-fonte" per le più varie esigenze d'uso, in rapporto alla ormai sempre più differenziata articolazione delle tematiche di indagine storica. Individuata e circoscritta l'area della ricerca, l'impostazione del lavoro più che storico-istituzionale è stata repertoriale seguendo il filo di un discorso teso a sottolineare ciò che si riferiva ai momenti immediatamente precedenti l'im­ barco, alla nave, alla permanenza a bordo, da cui emergono le problematiche che il fenomeno migratorio, legato alla realtà delle comunicazioni e dei traspor­ ti, poneva allo Stato unitario.

1 Per una panoramica delle fonti documentarie afferenti l ' emigrazione conservate all'ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO [d'ora in poi ACS], si veda il contributo di P. FERRARA, Rapporto

sull'Archivio centrale dello Stato, I Colloquio sulle fonti per la storia dell'emigrazione: l'emigrazione italiana in America Latina (1870-1970), Roma 19-20 settembre 1989, in questo volume. 2 I. ZANNI RosiELLO, Archivi e memoria storica, Bologna, Il Mulino, 1987.


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Erminia Ciccozzi

È noto che le condizioni del trasporto per mare degli emigranti erano carat­

terizzate da un grande disagio riconducibile sia alla mancanza di un'organica legislazione sull'emigrazione 3, sia alle speculazioni che accompagnano, soprat­ tutto nella prima fase, il manifestarsi del flusso migratorio. A ciò si aggiungeva la realtà dell'amministrazione marittima che, fino al primo decennio del nuovo secolo 4, si presentava frazionata tra diversi ministeri: l'intrecciarsi delle varie competenze non aveva un effetto favorevole sullo sviluppo e sull'efficienza dei servizi. Il servizio della marina relativo alla navigazione sovvenzionata dipendeva dalla Direzione generale delle poste presso il Ministero dei lavori pubblici; passò poi al Ministero delle poste e telegrafi, Ispettorato per i servizi postali e commerciali marittimi 5; l'Ispettorato servizi marittimi, competente in materia di servizi sovvenzionati, passò nel 1910 al Ministero della marina 6 e successiva­ mente al Ministero delle comunicazioni 7. Il trasporto marittimo si effettuava mediante navi libere e navi che percorre­ vano linee regolari. Le navi di linea, sia quelle impiegate per il trasporto di posta e passeggeri che quelle da carico avevano, rispetto alle altre, la caratteri­ stica di essere di qualità migliore, di velocità più alta e di mantenere un servizio regolare e costante. La nave regolare imbarcava generalmente merci di valore per cui era essenziale che il trasporto fosse veloce. Le navi libere o vagabonde, chiamate in gergo marinaro "carrette" o "volan­ dieri", di prevalente costruzione estera e generalmente piuttosto malandate, erano adibite al trasporto di merci pesanti e di valore inferiore (cereali, carbo­ ni, minerali, zucchero) effettuato a basso costo e in maniera variabile in conse­ guenza delle vicende stagionali e di tutte le eventuali altre cause che potevano influire sulla produzione e sul consumo. Questo tipo di nave veniva comprata ed utilizzata da coloro che esercitavano la marina libera da trasporto e non usufruivano di alcun beneficio statale. Gra­ zie alle possibilità di lucro che tale attività consentiva, vi si indirizzavano anche

3 In materia di emigrazione ci si atteneva al Regolamento della marina del l879 e al Regolamento di sanità marittima del 1895 per quanto riguardava la tutela sanitaria; la legge Crispi del 30 dicembre 1888 n. 5866 «portante disposizione sulla emigrazione» riguardava soprattutto la patente di agente. 4 Con la legge Sonnino-Bettòlo 2 gennaio 1910 n. 2, ci si avvia verso l'unificazione dei servizi marittimi nel Ministero della marina. 5 Cfr. r.d. lO marzo 1889 n. 5973. 6 Cfr. r.d. 9 giugno 1910 n. 3 18. 7 Cfr. r.d.l. 30 aprile 1924 n. 596.

I viaggi degli emigranti nelle carte dei Ministeri della marina mercantile e delle comunicazioni 1255

gruppi armatoriali che gestivano linee di navigazione sovvenzionata per il tra­ sporto di emigranti. Infatti, nonostante che l'incremento degli espatri favorisse anche lo sviluppo delle costruzioni dei piroscafi, per il grosso guadagno che ne derivava, le com­ pagnie di navigazione nazionali privilegiavano il trasporto transoceanico degli emigranti a scapito di quello delle merci, ma lo effettuavano con naviglio sca­ dente. Fino agli inizi del secolo, sia le compagnie libere che quelle sovvenziona­ te come la Navigazione generale italiana-Società riunite Florio e Rubattino, costituita nel 1881, utilizzavano per il trasporto degli emigranti materiale sca­ dente affollando ai limiti del possibile la terza classe con conseguenze igienico­ sanitarie disastrose 8• Il culmine della speculazione sul fenomeno migratorio si raggiungeva tuttavia con i noleggiatori, imprenditori marittimi minori che pren­ devano a nolo i piroscafi solitamente stranieri e sempre con requisiti tecnici al limite della legalità. Normalmente si trattava di noleggi fittizi e il vettore aveva solo la funzione di fornire il carico di emigranti a compagnie straniere. Inoltre veniva ancora praticato, nel corso del primo decennio del nuovo secolo, il tra­ sporto misto di merci e passeggeri, e a rendere ancora più gravi le condizioni del viaggio concorreva la prassi di utilizzare in qualità di personale i «marinai di obbligazione», cioè emigranti che si pagavano così il viaggio in America. Si comincia ad andare verso una svolta nella qualità del trasporto dagli inizi del secolo, sia perché l'intensificarsi del flusso migratorio e i profitti che esso rappresentava stimolò il rinnovamento della flotta transatlantica italiana, che tra il 1 904 e il 1909 fu quasi totalmente rinnovata con la conseguente elimina­ zione dei vettori occasionali 9, sia per la normativa che dall'emanazione della legge del 1 901 in poi provvede a disciplinare il flusso migratorio. A tutela dell'emigrante si istituisce il Commissariato generale dell'emigra­ zione 10 , un organo a cui si attribuiscono via via le competenze per tutto ciò

8 Si veda L. DE COURTEN, La marina italiana nella politica di espansione (1860-1914), Roma, Bulzoni, 1989. 9 Cfr. la legge sull'emigrazione del 3 1 gennaio 1901 n. 23 («Gazzetta ufficiale», 4 febbraio 1901, 29), art. 13: «Nessuno può arrolare o accaparrare emigranti, promettere o vendere biglietti d'imbarco se non ha ottenuto dal commissariato la patente di vettore di emigranti, più una specia­ le licenza dello stesso commissariato, subordinata a opportune garanzie, quando trattisi di emi­ granti con viaggio gratuito o sussidiato, o in qualsiasi modo favoriti o arrolati». l O Cfr. Regolamento per l'esecuzione della legge 3 1 gennaio 1901 n. 23, titolo II «Commissa­ riato ed uffici dipendenti». li Commissariato generale per l'emigrazione viene soppresso con r.d.l. 28 aprile 1927 n. 628 art. 2. Per questo istituto si veda M.R. OsTUNI, Il fondo archivistico del Commissariato generale dell'emigrazione, in «Studi emigrazione», XV (1978), 51, pp. 411-440; Io.,


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che si riferisce all'emigrazione e in cui gradualmente si concentrano tutti i ser­ vizi relativi; in seguito, nella necessità anche di coordinare e unificare in un corpo organico i provvedimenti legislativi in vigore sui servizi dell'emigrazio­ ne e sulla tutela dell'emigrante si approva il testo unico di legge sull'emigra­ zione 1 1 . Direttamente inerente a queste problematiche è la documentazione prodotta dall'Ispettorato dei servizi marittimi 12. Essa riguarda la disciplina dei servizi sovvenzionati, l'intensificazione delle linee di navigazione, le condizioni e le tariffe dei trasporti. La corrispondenza tra i vari uffici interessati rivela la ramificazione delle competenze e degli interessi: emergono le proposte di apertura di nuove linee di navigazione tra l'Italia e gli Stati Uniti e l'esigenza di rendere regolare e fi�sa la linea di navigazione con New York perché l'emigrazione è in aumento ed è necessario rendere migliori le condizioni di viaggio degli emigranti 13 ; le richie­ ste da parte delle società di navigazione di sussidi e sovvenzioni per la linea del Nord America. Le sovvenzioni alle linee di navigazione erano regolate dalle convenzioni dei servizi postali e commerciali marittimi stipulate nel 1877; in seguito ai risultati dell'Inchiesta parlamentare sulla marina mercantile (1881- 1882) guidata da P. Boselli, si adottò anche lo strumento dei premi di costruzione e di navigazione come mezzo per incrementare la flotta mercantile e «specie dopo le leggi pro­ tettive del 1885 e 1896 1 4, l'industria marittima italiana finì in gran parte per vivere sulle provvidenze statali che giovavano 'soprattutto ai dividendi e alle

I fondi archivistici del Commissariato generale dell'emigrazione II e della Direzione generale degli italiani all'estero, ibid., XVIII (1980), 59, pp. 360-372.

11 Alla legge 3 1 gennaio 1901 n. 23 sulla emigrazione, seguono: la legge 17 luglio 1910 n. 338, che stabilisce alcuni provvedimenti riguardanti l'emigrazione; la legge 2 agosto 1913 n. 1075, recante provvedimenti per la tutela giuridica degli emigranti; la legge 24 gennaio 1915 n. 173, che modifica la precedente per la tutela giuridica degli emigranti; il D.L.Lgt. 29 agosto 1918 n. 1379, che demanda alla competenza degli ispettori dell'emigrazione tutte le controversie contemplate nella legge 2 agosto 1913 n. 1075, per la tutela giuridica degli emigranti; il D.L.Lgt. 18 maggio 1919 n. 1093, che stabilisce l'obbligo del passaporto per i cittadini che sono considerati o si presu­ mono emigranti; i DD.LL. luogotenenziali 7 novembre 1918 n. 1723 e 30 giugno 1919 n. 1 185, che portano modifiche all'ordinamento del Commissariato dell'emigrazione; con il D.L. 13 novembre 1919 n. 2205, convertito in legge 17 aprile 1925 n. 473, si approva il testo unico di legge sull'emigrazione e la tutela giuridica degli emigranti. 12 ACS, Ministero delle comunicaziom; Direzione generale marina mercantile, Ispettorato servizi marittimi [d'ora in poi MC, ISM] , la serie ha una consistenza di bb. 1229 e si riferisce ad un arco di tempo che va dal 1861 al 1930. 13 Cfr. la corrispondenza con il console d'Italia a New York, ACS, MC, ISM, b. 141 (1880). 14 Cfr. la legge. 6 dicembre 1885 n. 3547 e la 23 luglio 1896 n. 3 18.

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speculazioni degli azionisti, sostenendo le dispendiose amministrazioni di gran­ di società di navigazione» 15. Gli oneri che lo Stato si assumeva trovavano ragione in due punti essenziali della politica post-unitaria: la necessità di espandere gli spazi commerciali sal­ vaguardando nello stesso tempo l'industria dei trasporti marittimi dalla con­ correnza estera, e la possibilità di utilizzare il naviglio mercantile in caso di necessità belliche per cui la marina mercantile, oltre che essere una forza eco­ nomica, era considerata anche un'ausiliare dell'armata. L'intervento statale si realizzava quindi mediante l'erogazione di premi e sovvenzioni alle compagnie e veniva considerata una conditio sine qua non nel­ l' opportunità di istituire nuove linee. A questo proposito si cita la proposta avanzata dal consolato d'Italia in Seattle (Washington) del 24 settembre 1923, di istituire una linea di navigazio­ ne diretta fra l'Italia e i porti nord-americani del Pacifico, quale fattore di pro­ sperità per le compagnie di navigazione nazionali. Nella proposta stessa del consolato 16, a cui sono allegati i rapporti mensili sul movimento commerciale del porto �i Seattle, si prosp�tta l'opportunità di un intervento gover� ativo per , . rendere pm agevole l attuaziOne del progetto e assicurare la successiVa conti­ nuità della linea. Dello stesso parere è il direttore generale il quale, trasmettendo la documen­ tazione ricevuta dal Ministero degli affari esteri al Servizio linee sovvenzionate commenta che «l'iniziativa privata non accederebbe alla proposta se non � patto di una congrua sovvenzione» 17. Complementare è la corrispondenza riguardante le società di navigazione: accordi della Navigazione generale italiana con altre società sia nazionali che straniere in merito al costo dei noli; trattative delle società di navigazione con l'amministrazione marittima a proposito della determinazione dei noli 18 o dei provvedimenti di radiazione dei piroscafi non ritenuti idonei al trasporto degli emigranti; relazioni su rendiconti e bilanci di esercizi, relazioni dei consigli di

15 Cfr. L. DE CoURTEN, Marina mercantile e finanza. Il credito navale dall'Unìtà alla seconda guerra mondiale, in «Clio», XX, 2 (1984), pp. 233-260, p. 236. 16 Per le fonti consolari si veda F. GRASSI, Le relazioni consolari come fonti per la storia dell'emi­ grazione e del movimento operaio italiano all'estero (1861- 1915), in Fonti diplomatiche in età moderna e contemporanea, Atti del Convegno internazionale, Lucca, 20-25 gennaio 1989, Roma,

MBCA, 1995, pp. 274-298. 17 Cfr. ACS, MC, ISM, b. 898, fase. N53 «Servizi marittimi con gli Stati Uniti». 1 8 In base all'art. 14 della legge sull'emigrazione 1901, i prezzi dei noli dovevano riportare l'ap­ provazione del Commissariato dell'emigrazione.


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amministrazione delle società di navigazione, statuti. La documentazione è arricchita da una serie interessante di opuscoli e da vari numeri di quotidiani che, in tema di trasporto emigranti, riportano gli avvenimenti e le polemiche sorte dai contrasti tra le varie strutture coinvolte, facendosi portavoce di inte­ ressi contrapposti. Ma quali erano i requisiti del bastimento adibito al trasporto dei passeggeri in viaggi di lunga navigazione, cioè i viaggi fatti oltre i limiti di Gibilterra, Porto Said e Costantinopoli? Innanzitutto venivano considerati addetti al trasporto dei passeggeri tutti i bastimenti a vela e a vapore, nazionali ed esteri, che imbarcassero più di un passeggero ogni cinquanta tonnellate di stazza 19. Tuttavia per poter esercitare tale trasporto era necessario provvedersi di tutti gli attrezzi, corredi e strumenti prescritti dal regolamento stesso. Era comunque vietato l'imbarco di passeggeri per viaggi di lunga navigazione su bastimenti che non avessero sotto coperta almeno un «tavolato posticcio soli­ damente costruito formante corridoio» la cui altezza non fosse inferiore a un metro e sessanta 20 e non si potevano imbarcare passeggeri su più di due ponti. Lo spazio assegnato a ogni passeggero alloggiato nel corridoio superiore va­ riava da un metroquadro a uno e quarantacinque a seconda delle caratteristi­ che del piroscafo, e si aumentava del 10% per i passeggeri del corridoio infe­ riore, in mancanza di finestrini 2 1. L'aerazione veniva garantita da trombe a vento in lamiera di ferro innalzate per almeno due metri al di sopra del tavolato del ponte scoperto e nella pro ­ porzione da una, per il locale che contenesse fino a cento passeggeri, a quattro per il locale che ne ospitasse più di duecento. Per quanto riguardava le cuccette, esse non potevano essere inferiori a cen­ tottanta centimetri di lunghezza, sessantacinque di altezza e cinquantasei di lar­ ghezza, dovevano essere corredate da un materasso di lana o di crine, d'un guanciale e di una coperta; ciascuna cuccetta doveva servire per un solo indivi­ duo: si faceva eccezione nel caso di due ragazzi di età inferiore ai dodici anni e appartenenti alla stessa famiglia.

Si permettevano fino a tre ordini di cuccette 22, Ogni passeggero, per i propri ef­ fetti d'uso, poteva occupare uno spazio non superiore a un decimo di metrocubo. Nel numero dei passeggeri non venivano computati i bambini di età minore di un anno e due fanciulli da uno a dodici anni venivano computati per un pas­ seggero; le donne alloggiavano separate dagli uomini. Si prevedeva un locale adibito ad ospedale in ogni bastimento che imbarcas­ se più di cinquanta passeggeri, con in media una cuccetta ogni venticinque; anche il numero delle latrine, l'illuminazione notturna degli alloggi e di tutti gli altri locali ad uso degli emigranti, realizzata mediante fanali ad olio sospesi o con candele (era vietato l'uso di altri combustibili), veniva rapportata al nume­ ro dei passeggeri 23 . Non tutti potevano essere ammessi a bordo. Si affidava al «prudente arbitrio dell'autorità marittima assistita da medici sanitari» di vieta­ re l'accesso a bordo a persone affette da maJattia contagiosa o che comunque potessero arrecare danno agli altri passeggeri. Più precisamente si stabiliva che, per compiere un viaggio di lunga navigazione, gli individui compresi nella fascia d'età da un anno e mezzo ai sedici anni, dovessero presentare un regola­ re certificato di vaccinazione o di sofferto vaiolo. Si poteva imbarcare bestiame vivo, trasportato entro stalle costruite in coperta; era permesso anche collocarlo nei corridoi a condizione però che fosse separato dagli alloggi dei passeggeri e dell'equipaggio per evitare che le esalazioni del bestiame suddetto potessero arrecare fastidio. Era vietato però imbarcare sotto coperta maiali e caproni. Si prescriveva che i viveri fossero di buona qualità e in quantità corrispon­ dente alla durata del viaggio. Ogni passeggero o capo-famiglia era informato della razione dei viveri che veniva indicata nella ricevuta del prezzo del nolo; la qualità e la quantità giornaliera dei viveri era stabilita dal regolamento (tabella n. 7) e rapportata all'età dei passeggeri: infatti ai ragazzi compresi fra i quattro e dodici anni veniva computata mezza razione, ai minori di quattro anni un quarto di razione 24 , Per gli ammalati, il trattamento relativo ai viveri e ai medi­ cinali doveva essere determinato dal medico oppure, in mancanza di quest'ulti­ mo, dal capitano.

1 9 Cfr. art. 543 del Regolamento per l'esecuzione del testo unico del Codice per la marina, appro­ vato con r.d. 20 novembre 1879 n. 5166. 20 La successiva normativa permette di alloggiare emigranti nel primo e secondo corridoio, purché abbiano un'altezza di almeno due metri e non siano formati con tavolati posticci. Cfr. art. 98 del Regolamento per l'esecuzione della legge sull'emigrazione del 1901. 21 In seguito, con l 'art. 99 del Regolamento legge 1901 «Se il piroscafo avesse un secondo cor­ ridoio, è assegnato a ciascun emigrante che ivi alloggi lo spazio di metri cubi 3».

22 Con la normativa del 1901 non si permettevano più di due ordini di cuccette, qualunque fosse l'altezza del corridoio. Cfr. art. 104 del Regolamento. 23 Con la normativa del 1901 si passa alla luce elettrica, tranne il lume di sicurezza che rimane ad olio (art. 113 del Regolamento). 24 Successivamente avrà diritto alla razione intera chi avrà compiuto l'età di 10 anni (cfr. art. 132 del Regolamento della legge 1901).


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Fondamentale era la provvista dell'acqua; calcolata in ragione di tre litri e �e�z� per in�i�iduo �l giorno (successivamente dal 1901 aumenterà a cinque litn), 1n quantlta sufficiente per la più lunga durata probabile del viaggi o, dove­ :a esse�e �onservata per almeno due quinti in casse di ferro, e per il rimanente m bottl d1 legno. Solo nel caso in cui il piroscafo disponeva di un distillatore riconosciuto in buono stato, era possibile partire con la metà della provvista d'acqua necessaria. Tutti i bastim�nti, nazionali o esteri, che trasportavano passeggeri per viaggi . . d1 lunga nav1ga z10ne, dovevano assoggettarsi a una particolare ispezione effet­ tuata da una commissione di cui facevano parte un ufficiale e un medico di por�o, a�o sc�po di acce�tare che le condizioni del bastimento, dei passeggeri e dell eqmpagg10 fossero Idonee al viaggio. Qualora il bastimento non si fosse trovato nelle condizioni volute dal regolamento, la commissione poteva ritarda­ re o addirittura sospendere la partenza. Il servizio di sanità marittima, avente per oggetto la vigilanza sui porti e sulle navi ancorate, sugli arrivi e sulle partenze via mare, per tutto quanto aveva atti­ nenza all'igiene e alla sanità pubblica e al regime di difesa contro la trasmissione delle malattie infettive dipendeva dal Ministero dell'interno, col concorso del Ministero della marina. Il servizio veniva disimpegnato dai prefet ti per mezzo delle ca�ita?erie e uffici di porto, delle stazioni sanitarie marittime e del perso­ nale samtar10 addettovi. I medici di porto addetti al servizio di sanità marittima ven�van� �ominati dal Ministero dell'interno per gli scali principali; negli altri scal1 le v1s1te alle navi e le altre incombenze tecnico-sanitarie veniva no disimpe­ gnate da un medico appositamente delegato con decreto del prefet to e scelto di preferenza fra i periti medici igienisti. Il servizio del medico di porto veniva regolato dal prefetto, su parere del medico provinciale e del capo dell'uf ficio di porto: l'esecuzione di tale servizio era sotto l'immediata vigilanza del capo del­ l'ufficio stesso. Il medico di porto, quale ufficiale sanitario govern ativo, doveva vi?ilar� su?e condizioni igieniche del porto e delle navi ancorate, esegui re visite e 1�pez1om, stendere verbale �d ogni visita, verificare qualunque fatto che potes­ s� mteressare !a s�lute pubbhca nel porto o a bordo delle navi, e ogni trasgres­ sione alle legg1 o a1 regolamenti sanitari, proponendo i provvedime nti del caso. Anche l'autorizzazione a viaggiare in qualità di medico di bordo veniva con­ cessa dal Minister? �ell'interno o dai prefetti da esso delegati 25. Ad essi spetta­ . . va il controllo dell 1g1ene e della sanità di bordo.

. t1. erano pm . , d1' settecento, . del commis 25 se gll' em1gran su ordme di concerto con il Ministero dell'interno, doveva essere assunto per il servizio sanitario unsariato secondo medico, scelto

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Con la normativa del 190 l si definiscono ulteriormente le mansioni del medico di bordo a cui è affidata la direzione del servizio sanitario; gli si richie­ de anche la tenuta del «giornale sanitario» in cui annotare tutti i fatti che riguardano l'igiene e la sanità di bordo, e la stesura di «relazioni» in cui espor­ re le osservazioni su tutto ciò che interessa lo speciale servizio sanitario dell'e­ migrazione e dei rimpatrianti nonché sulla geografia medica, sulla medicina esotica, sull'igiene navale o altri argomenti che il Ministero della marina o la Direzione di sanità commettessero al suo studio. Al ritorno dal viaggio egli do­ veva consegnare il giornale e le relazioni, per mezzo della capitaneria di porto, al medico provinciale il quale, dopo l'esame di sua competenza, lo trasmetteva al servizio sanitario militare marittimo, facendo pervenire contemporaneamen­ te una copia alla Direzione di sanità presso il Ministero dell'interno. Oltre alla direzione del servizio sanitario, spettava al medico governativo l'ufficio di «vigilanza» nell'interesse degli emigranti, durante il viaggio. Quan­ do l'amministrazione della marina non poteva fornire al commissariato il medi­ co della marina militare per un determinato viaggio, il vettore assumeva un medico civile di nazionalità italiana, scelto tra quelli abilitati; tale scelta doveva essere approvata dal commissariato. In tale caso il medico civile aveva la dire­ zione del servizio sanitario, ma il servizio di vigilanza a bordo veniva affidato a un ufficiale di porto designato dal Ministero della marina oppure a uno specia­ le delegato scelto dal commissariato fra i funzionari da lui dipendenti, col titolo di «commissario viaggiante». Nel disimpegno dell'ufficio di vigilanza il medico militare o il commissario doveva tenere con la massima regolarità un giornale di viaggio sul quale anno­ tare gli inconvenienti rilevati e le disposizioni date, i reclami ricevuti e i provve­ dimenti adottati, le contravvenzioni accertate, l'ora esatta dell'arrivo e della partenza nei vari scali, le comunicazioni ricevute dal capitano relative alla velo­ cità del piroscafo 26. Entro le ventiquattro ore che precedevano la partenza, la nave doveva essere munita della patente di sanità marittima rilasciata dagli uffi­ ci di porto e valida per un solo viaggio. Essa attestava lo stato sanitario del luogo di partenza, le condizioni igieniche della nave e del carico, lo stato di

dal vettore tra quelli ammessi ad esercitare, e sotto la direzione del medico governativo. Se poi gli emigranti erano più di millecinquecento il commissariato poteva imporre l'assunzione di un terzo medico. Cfr. gli articoli 124 e 126 del Regolamento. 26 La velocità media normale del piroscafo addetto al servizio di emigrazione doveva essere di l O miglia all'ora. Se il piroscafo per due volte, anche non consecutive, nei viaggi dall'Italia ai porti transoceanici di destinazione non avesse raggiunto la suddetta velocità media normale, sarebbe stato escluso dal servizio di trasporto di emigranti. (Cfr. art. 56 Regolamento legge 1901.)


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salute dell'equipaggio e dei passeggeri all'inizio del viaggio e ad ogni approdo. La patente di sanità marittima era obbligatoria per tutte le navi nazionali ed estere che partivano da un porto dello Stato e doveva menzionare il fatto che la nave trasportava emigranti 27. La patente si definiva "brutta" quando vi era fatta menzione dell'esistenza di una malattia infettiva e diffusiva nel luogo di partenza o dintorni o negli scali intermedi dove la nave si fosse fermata. Le malattie più comuni che rendevano brutta la patente erano: vaiolo, scarlattina, morbillo, difterite, colera, febbre gialla 28 , I piroscafi nazionali ed esteri, prima di essere addetti al trasporto degli emi­ granti, dovevano essere sottoposti alla visita di idoneità (ispezione speciale) eseguita da una commissione composta dal capitano di porto, da un medico di porto, un ingegnere del genio navale, un ispettore dell'emigrazione, un ufficiale di porto. Nel giorno in cui si procedeva alla prova di velocità veniva aggregato alla commissione un ufficiale macchinista della regia marina. Dopo aver superato con esito positivo l'ispezione speciale, i piroscafi, ogni volta che intraprendevano un viaggio di trasporto di emigranti, dovevano sot­ toporsi a due visite, una preliminare intesa ad accertare che il mezzo si trovasse nelle condizioni prescritte dal regolamento riguardo all'assetto interno, alla provvista dei viveri ecc.; l'altra definitiva relativa specialmente agli emigranti in partenza, ma estesa anche ai passeggeri delle altre classi. La visita definitiva poteva essere fatta sia a terra che sulla nave, ma prima che gli emigranti fossero ammessi all'imbarco i loro effetti d'uso personale dovevano essere sottoposti a disinfezione in un locale apposito, nel porto di partenza. In questo stesso locale si curava la pulizia personale degli emigranti che ne avessero bisogno, median­ te bagno tiepido. La visita definitiva doveva soprattutto accertare il buono stato di salute dell'equipaggio e di tutti i passeggeri e verificare che le persone comprese tra uno e 16 anni fossero munite di regolare certificato di vaccinazio-

ne o di sofferto vaiolo. Si poteva tuttavia permettere l'imbarco di pochi ragazzi non muniti di certificato a condizione che fossero vaccinati entro i primi giorni di viaggio 2 9. Vari sono i problemi posti dal fenomeno migratorio. Gli emigran­ ti «arrivano dall'interno del paese laceri, consunti, sudici e con germi di malat­ tie epidemiche. Messi a bordo, senza previa disinfezione, lavaggio sciorino dei loro effetti e visita medica, infetteranno sempre la nave, sviluppando maggiori malattie» 30, Si fronteggia il problema mediante l'attività della stazione di disin­ fezione, ma ciò comporta delle spese che sono a carico del fondo per l'emigra­ zione. Di qui i conflitti tra il Commissariato dell'emigrazione, che chiede di contenere le spese, e le autorità marittime, che in dettagliate relazioni descrivo­ no la mole di lavoro che sono chiamate a svolgere e le difficoltà che incontrano a causa di attrezzature insufficienti, di locali che si rivelano esigui rispetto al numero degli emigranti. Spesso si dovevano espletare queste attività con i con­ dizionamenti che derivavano dalle esigenze dei locandieri e delle compagnie di navigazione e nell'intento di evitare ogni danno derivante da ritardate partenze dei piroscafi. Si rendeva necessario, infatti, nel caso di partenza contemporanea di due piroscafi, effettuare nel tempo dovuto le visite mediche agli emigranti mediante l'opera di due distinte commissioni, mentre si doveva provvedere anche alla disinfezione degli effetti d'uso e la visita ai bagagli. Non mancano le difficoltà che «crescono in ragione maggiore che il numero degli emigranti e ciò per difetto di ampiezza di locale e deficienza degli apparecchi di disinfezione, i quali furono costruiti pel servizio ordinario di sanità marittima che richiede mezzi molto minori» 31 , Tutte le autorità erano comunque concordi nel riconoscere la necessità di queste operazioni per diminuire il sudiciume ed attenuare «quel tale odore caratteristico, il quale non si potrebbe meglio definire che odor d'emigrante

27 Ai sensi della legge 30 dicembre 1888 n. 5866. 28 Poteva accadere che, in circostanze eccezionali in cui la rigorosa applicazione del regolamen­ to di firmare e rilasciare le patenti caso per caso, poteva danneggiare il commercio e la navigazione marittima, si concedessero delle agevolazioni. Infatti specialmente durante la stagione agrumaria, il Ministero dell'interno non aveva alcuna difficoltà a rimettere agli uffici di porto una certa quan­ tità di patenti sottoscritte in bianco, anche in considerazione dello stato delle comunicazioni postali fra porti e capoluoghi di provincia e della conseguente mancanza di tempo materiale per la richiesta, il rilascio e la consegna della patente. Cfr. la lettera del 15 aprile 1902 dell'Ispettorato generale di sanità pubblica al prefetto di Salerno, in merito alle disposizioni concernenti le patenti di sanità marittima, ACS, Ministero dell'interno, Direzione generale della sanità pubblica, Atti Am­ ministrativi (1882-1915), b. 988,

29 Per quanto riguarda l'aspetto sanitario dell'emigrazione, complementare alla documentazio­ ne prodotta dalle autorità marittime, è quella del Ministero dell'interno, Direzione generale sanità pubblica, Atti amministrativi (d'ora in poi DGSP-Atti amministrativi), distinta in quattro versa­ menti: anni 1867-1900, bb. 725; 1882-1915, bb. 1308; 1896-1934, bb. 90 (interessa soprattutto per i giornali di bordo); 1910-1920, bb. 747. 3 0 Cfr. copia della relazione inviata al prefetto di Genova dall'Ispettore di pubblica sicurezza Natale Malnate in data 15 giugno 1896, in ACS, DGSP-Atti amministrativi (1882-1915), b. 989. 3 1 Cfr. la lettera del 20 aprile 1902 del capitano di porto di Napoli al prefetto in relazione alle spese di disinfezione. Nel dispaccio del prefetto erano contenute osservazioni sull'uso eccessivo della stufa. ACS, DGSP-Atti amministrativi (1882-1915), b. 989.

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che li accompagna sempre e sparisce da bordo non appena è sbarcato l'ultimo di essi» 32. Nel procedere alla stesura della relazione il medico di bordo non manca mai di fare riferimento alla normativa e a quanto è riportato sul giornale sanitario, dichiarando che tutto è stato fatto secondo le norme. Si descrive la vita a bordo e si segnalano normalmente casi di disturbi gastro-enterici, spiegati con le diverse abitudini alimentari e climatiche e a volte anche con lo stato d'ansia causato dall'abbandono del luogo di origine, l'incertezza del futuro, i disagi causati dalla permanenza al porto, dalle visite mediche e dalle disinfezioni, e non ultimo il mal di mare. Si fa menzione di reclami verbali da parte degli emi­ granti riguardanti generalmente il vitto e la possibilità di avere più spazio in coperta dove poter trascorrere le ore del giorno 33. Si riportano osservazioni sul numero dei passeggeri spesso eccessivo rispetto alle capacità del bastimen­ to, sulle dotazioni dell'infermeria, sulla percentuale dei bambini; si danno anche notizie qualificanti i rimpatrianti dal Nord America che generalmente sono malati di affezioni croniche specie dell'albero respiratorio, invalidi, molti neurastenici, sfiduciati e "spostati". Si esprime anche la necessità di personale infermieristico specializzato. Le relazioni sanitarie hanno una tipologia molto varia: si va da quelle piutto­ sto sintetiche, che danno notizie più generali a quelle molto particolareggiate che si rivelano di grande interesse soprattutto quando cessano di essere un atto di routine e rilevano con competenza i tanti problemi che sorgono per disinfor­ mazione o scarso interesse verso i disagi che riguardano gli emigranti e che potrebbero essere evitati. Si evidenzia il problema dei respinti per malattie che impediscono lo sbarco nei porti nord-americani e i cui segni sono riconoscibili già alla partenza, il ben noto e costante problema di locali ben isolati per le malattie infettive, l'esigenza che al servizio sanitario siano ammesse solo perso-

32 Cfr. la relazione sul viaggio compiuto dal piroscafo Calabria della società Andror Line da Napoli a New York e viceversa in servizio di emigrazione, dal gennaio a febbraio 1902; ACS, DGSP-Atti amministrativi (1882-1915), b. 989. 33 Un esempio può essere dato dalla relazione del dottor Giovanni Del Re medico di bordo sul piroscafo Aller nel viaggio Genova-New York-Genova avvenuto nel novembre del 1901, in cui si espone l'opportunità di fornire una maggiore quantità di frutta, verdura, legumi, ghiaccio e acqua ghiacciata, di dare caffè tutti i giorni e aumentare la quantità delle acciughe (da grammi 30 a 50); oltre a ciò che riguarda il vitto si richiede uno spazio maggiore in coperta a disposizione degli emi­ granti e la necessità che sia imbarcato personale infermieristico proveniente dalla regia marina. Cfr. il fascicolo sulle relazioni sanitarie dell'anno 1901, ACS, DGSP-Atti amministrativi (18821915), b. 989.

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ne con competenza tecnica; la necessità di dotare l'infermeria di soluzioni steri­ lizzate dei più richiesti farmaci; modifiche da apportare alla tabella che deter­ mina la qualità e la quantità del cibo. Nelle relazioni sono riportati anche fatti che non riguardano direttamente la vita degli emigranti 34, Oltre alle relazioni sanitarie utilissima è la corrispondenza intercorrente tra le prefetture, le autorità marittime, la Direzione generale di sanità e il commissa­ riato dell'emigrazione, in cui si evidenziano sia conflitti e intrecci di competenze che le diverse modalità di fronteggiare le situazioni più disparate, come il seque­ stro a bordo e la successiva distruzione a terra di commestibili deteriorati; i ser­ vizi speciali contro l'infrazione della contumacia nei porti, da cui risulta che nonostante gli sforzi delle capitanerie e dell'ufficio di pubblica sicurezza dello scalo marittimo: «locandieri, faccendieri, venditori ambulanti e altri, continuano ad assaltare i piroscafi in arrivo con passeggeri, arrampicandosi lungo i fianchi dei bastimenti a mezzo di cavi muniti di uncini di ferro lanciati da galleggianti che li trasportano fuori il molo» 35; le immancabili vaccinazioni, con dettagliate descrizioni di ciò che accade quando si tratta di vaccinare gli emigranti trovati sprovvisti di certificazione (urla, resse, insofferenza da parte di quelli già vacci­ nati, ritardi nelle operazioni sanitarie regolamentari); varie istanze affinché si informassero i medici condotti o gli ufficiali sanitari dei paesi di origine degli emigranti, che chiunque volesse emigrare doveva avere «l'attitudine fisi�a a emigrare», cioè essere esenti da malattie quali la tigna favosa, tracoma, erme. S1 chiedeva di raccomandare ai medici locali di sconsigliare tali individui di intra­ prendere un inutile viaggio perché, se pure fossero stati ricevuti a bordo, non sarebbero comunque stati ammessi dal governo nord-americano.

34 Cfr. la relazione sanitaria del viaggio Genova-New York e viceversa (9 settembre-21 ottobre 1901) a bordo della Città di Torino, in cui il medico di I classe della marina Nicola Rana, dopo le consuete annotazioni, riporta un episodio insolito: «faccio in ultimo menzione di �na signora c�e da Genova viaggiava in classe distinta in qualità di uomo sotto il nome di Carlo Wmslow-Hall e compagnia della signora Giuseppina Boriani dichiarata sua moglie. Era affetta da alcolismo croni­ _ aN co, laringite e bronco-alveolite tubercolare, si aggravò a bordo e morl a bordo dopo l'arriVo : York quando si effettuava ancora la libera pratica. Erano stati notati dai primi giorni i lineamenti femminei, la voce tenue e afona, mentre mostrava bene abitudini maschili; indossava perfettamen­ te abiti maschili, fumava spesso e beveva molto (nei primi 5 giorni 3 bottiglie di cognac)». Con l'aggravarsi delle condizioni di salute la sedicente moglie è costr��ta a chi��are il medi�� e la visit� rivela che si tratta di una donna; già da vari anni indossava abttt maschilt per comodtta e perche «amante di vita libera e di caccia». Muore a bordo per tubercolosi. ACS, DGSP-Atti amministrati­ vi (1882-1915), b. 989. 35 Cfr. ACS, DGSP-Atti amministrativi (1882-1915), b. 989. m


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Si tentava in vari modi di eludere le leggi americane, come ad esempio il tentativo di far sbarcare a New York come componente d'equipaggio una emigrante affetta da tracoma, complice il medico di bordo. Non sempre infatti la condotta di quest'ultimo era irreprensibile; la corrispondenza delle autorità marittime con la prefettura e il commissaria to dell'emigraz ione riporta, tra l'altro, episodi di vendita di medicinali, cure pagate, favori di vario genere resi dietro compenso. Emergono anche notizie di incidenti nel servizio medico a bordo dovuti a conflitti tra il medico militare e il medico civile. Al medico civile (scelto dal vettore tra quelli autorizzati), si addebitano spesso modi rudi, inurbani, incompatibili con la disponibilità e l'umanità che dovrebbe essere caratteristica di ogni medico, specialmente dell'emigrazione, ma soprattutto il fatto di fare eccessivamente gli interessi della compagnia a scapito dei passeggeri. Alle relazioni sono a volte allegate delle tabelle che rappresentano il movimento degli emigranti: in esse, dopo il nome del piro­ scafo e la bandiera, si riporta nella colonna relativa al viaggio di andata il numero di emigranti distinti in uomini, donne, bambini 'da cinque a dieci anni, bambini al di sotto dei dieci anni. Per ognuna di queste categorie si distingue il numero dei malati (non mancano i malarici), dei guariti, dei malati sbarcati non guariti, dei morti; nella colonna relativa al viaggio di ritorno si riportano gli stessi dati con l'aggiunta di quelli relativi ai respinti, con la motivazione. La corrispondenza riguarda poi anche le innumerevoli richieste al Commis­ sariato dell'emigrazione di dati per un'indagine conoscitiva dei lavori a cui si dedicano gli emigranti, delle condizioni climatiche ed igieniche delle varie regioni di destinazione, delle malattie predominanti. Notizie utili per conoscere i termini reali dell'intervento statale nell'ambito del fenomeno migratorio si trovano nella cospicua documentazione prodotta dalla Direzione generale della marina mercantile 36 . Vi si trovano i fascicoli relativi alla revisione dei giornali sanitari dei piroscafi che trasportano emigranti; ogni fascicolo è relativo a un piroscafo; il giornale veniva restituito al capitano del porto competente dopo che era stato esamina­ to dalla Direzione generale della sanità pubblica: spesso si riportano delle osservazioni relative alla poca "pratica" del medico di bordo, a volte alla sua

3 6 La serie del Ministero della marina,

Direzione generale della marina mercantile, divisione gente di mare, proprietà navale e polizia della navigazione, ha una consistenza di bb. 1378 e copre un arco cronologico che va dal 1886 al 191 O .

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poca diligenza nel caso che le notizie fossero insufficienti. Per i giornali sanitari dei piroscafi stranieri si allegava una traduzione in italiano 37• . Il viaggio in mare comportava vari disagi che non sempre vemva�o soppor­ tati con rassegnazione da parte degli emigranti, e nella documentazione emergono continui reclami rig�ardanti .sopratt�tto il vitto. , . . . La documentazione nguarda moltre 1stanze per l em1graz10ne gratmta a causa di condizioni d'indigenza e per invio gratuito di effetti d'uso lasciati in deposito nei porti; pratiche di rimborso di so.n:me. dov�te alle vari� societ� d� navigazione per il rimpatrio di connazionali md1gent1, naufraghi o marma1 malati: i fascicoli sono ordinati per porto di provenienza e contengono le richieste del regio console che promuove il rimpatrio, la comunicazione della Direzione generale della marina mercantile al Ministero affari esteri perché disponga i rimborsi; a volte si aggiunge la richiesta della società di navigazione che sollecita la liquidazione del dovuto. Vari sono i fascicoli relativi a reati comuni commessi a bordo dei bastimenti. Si hanno notizie di risse con ferimenti, sottrazione di beni dal carico della nave, insubordinazioni accompagnate da violenze, ingiurie e minacce, eccessi com­ messi in stato di ebbrezza. Molti sono i fascicoli relativi al reato di diserzione con varie notizie in merito agli imputati, ai reati, agli interessi degli imputati verso i bastimenti (creditore/debitore). Sono presenti autorizzazioni di vario genere in deroga alle disposizioni normative, co�� a? ese��io ad usare mate­ rassi di crine vegetale «purché in buone cond1z1ont». V1 s1 possono trovare anche richieste di poter esaminare per motivi di studio i giornali sanitari dei piroscafi addetti al trasporto emigranti, come ad esempio da parte di Giuseppe Sormani, professore di igiene nella Regia università di Pavia, più �arament� l� liste dei passeggeri utilizzate fra l'altro per verificare l'imbarco del clandestm1; le liste dei passeggeri venivano richieste anche dai consolati stranieri e pertanto era necessario che le capitanerie fossero autorizzate dalla Direzione generale della marina a rilasciarne copia. Si trovano i fascicoli relativi alla «Refezione offerta alle Commissioni visitatrici delle navi in partenza pei viaggi di lunga navigazio� e», co� unicazion� delle capitanerie di porto al Ministero in merito al carico d1 agrum� che le nav1 addette al trasporto emigranti imbarcavano in presenza del presidente della 37 Cfr. ad esempio U fascicolo relativo alla trasmissione del giornale sanitario del piro.scafo

tedesco Kaiser WUhelm II nel viaggio da Genova a New York e ritorno (15 novembre - 13 d1cem-. bre 1894), ACS, Ministero della marina, Direzione generale marina mercantile, Divisione gente dt mare, (d'ora in poi MM, Divisione gente di mare), b. 391, fase. 327.


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Erminia Ciccozzi

commi�sion� sa�ita:ia, ?opo che era stata ultimata la visita agli emigranti. Ci . sono d1spos1Z1om d1 vano genere, tra cui quelle relative al rifornimento di vac­ cino animale per le immancabili vaccinazioni da doversi eseguire a bordo. Si eseguono le disposizioni della circolare ministeriale n. 12989 del 23 novembre 18� 1 c?e obbliga le navi in partenza a rifornirsi di vaccino animale dal dispen­ sano �1 �enov�. A questo proposito è interessante il carteggio tra il prefetto di �apoli e il �l.?lstero della marina. Infatti il prefetto di Napoli richiama l'atten­ zione del m1n1stro su quello che ritiene un torto fatto al comitato vaccinico di Napoli nel voler privilegiare il dispensario di Genova. La risposta del ministro spiega che le ragioni che hanno condotto ad una tale decisione non sono state ispir�te dalla volontà di dare preferenza ad uno piuttosto che ad un altro degli uffic1 dello Stato, ma da autorevoli pareri di medici, e chiarisce le origini della di�cussa �is� osizione ricordando che, al momento della partenza, moltissimi m1norenm s1 tr�va:�no sprowisti della certificazione necessaria e impedire la lo�o parten� a s1?mflc�va lo s �a �co di tutta la famiglia: per owiare a questa . spiacevole situaZione l allora mm1stro della Manna, Acton 3 8 , richiese il compe­ tente parere del medico ispettore dell'Ufficio centrale di sanità marittima il qu�le prop�se e raccomandò che, per le lunghe navigazioni, durante le quali si venficava d1 frequente la necessità di vaccinazioni e rivaccinazioni si dovessero fornire i bastimenti di una sufficiente prowista di «detrito animai� vaccinico in tubi distribuito dal comitato medico ligure» poiché esso, sciolto nella glicerina e conservato in appositi tubi, era il migliore dal punto di vista della conserva­ zione e dell'efficacia. Tra la documentazione si trovano anche gli elenchi dei soggetti vaccinati con l'indicazione dell'età. La corrispondenza delle capitanerie con il Ministero è utile inoltre a cono­ scere le difficoltà di applicazione della normativa e indirettamente evidenzia i �isagi. a .cui l'emigrante deve sottostare prima ancora di partire. Si tratta di t1tard1 d1 partenza dovuti alle cattive condizioni igieniche rilevate dalla com­ missione di visita per cui i passeggeri, già imbarcati, sono costretti a scendere a terra per permettere 1� at�ività di pulizia, o per altri motivi che ponevano la . nave fuon dalle cond1z1om volute dalla normativa; ma per mettersi in regola e otte�e �e l'autorizzazione a partire occorreva del tempo e spesso accadeva che: «pro1b1re la partenza non sarebbe conveniente, visto i gravi danni che ne acca-

38 Act�n nob. Ferd nan , contr'ammiraglio, nominato senatore 1'11 gennaio 1880, fu ministro della �arma durante il mm1stero Cairoli (25 novembre 1879 - 29 maggio 1881) e il ministero Dep�etls 29 magg o 1881 - 25 maggio 1883 ) Cfr. M. MISSORI, Govern� alte cariche dello Stato, alti magzstratz e pre/ettz del Regno d'Italz'a , Roma, MBCA, 1989.

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drebbero, per la qual cosa, dopo varie promesse fatte dall'armatore ed inserite nel verbale, si lascia partire il bastimento» 39, Spesso il bagaglio al momento della partenza giace in stazione oppure non è ancora arrivato, per cui è neces­ ata sario spedirlo successivamente, e qualora la capitaneria non fosse inform del ca, in ritardato arrivo del bagaglio, «solo i passeggeri, al loro giungere Ameri potrebbero awedersene» 40. Oltre alle relazioni delle capitanerie di porto alla direzione generale della ate marina, sono di particolare interesse le relazioni delle commissioni nomin ­ di morta cause alle e presso le capitanerie per raccogliere informazioni relativ per ni lità, specialmente infantile, durante i viaggi; le relazioni delle ispezio 41, richie­ accertare la navigabilità e sicurezza della nave; reclami di emigranti nei casi esi" "borgh i medic di era dell'op ste di autorizzazioni per poter fruire are la assicur ad ente suffici fosse in cui il personale medico a disposizione non z­ autori enti; bastim più visita agli emigranti, per la partenza contemporanea di li bagag dei a zazioni alle capitanerie stesse affinché disponessero la vendit nono­ etari abbandonati e per i quali era stato impossibile rintracciare i propri sapere di fatto o avevan stessi etari propri i e stante le ricerche consolari, oppur one Direzi della za onden corrisp porto, rinunciarvi. Ordinanze dei capitani di oi icavan comun si l'altro tra generale della marina mercantile con i consolati: nei catisi imbar i dati relativi al numero e alla destinazione di emigranti italian gen��ale d� porti stranieri 42; invio di pubblicazioni da pa.rte della dire�ione ctvile de1 statistica del Ministero dell'agricoltura, industna e commerc10; stato passeggeri nati e deceduti in corso di navigazione. risultasse Accadeva anche che di queste persone si conoscesse solo il nome e e, ad awien o quant È . non attendibile quanto riportato sui registri di bordo il York New da i esempio, sul piroscafo italiano S. Giovanni di ritorno a Napol 2 1 settembre 1908: «scompare in mare, si ritiene a scopo di suicidio, il passeggere contro indicato [Giuseppe Morelli]. Poiché dall'atto di scomparizione egli risultava nato e domiciliato a Noto, l'atto stesso fu rimesso alla Regia Procura di Siracusa per la regolarizzazione dello

39 Cfr. ACS, MM, Divisione gente di mare, b. 56, fase. 13. . 40 Cfr. ACS, MM, Divisione gente di mare, b. 56, fase. XXI/3. anche sui quotidiani: cfr. ad esemp1o 41 I reclami degli emigranti trovavano ampia diffusione MM, Divisione gente di mare, b. 54: . «li lavorò» quotidiano di Genova, 24 settembre 1908, ACS, alla Direzione gener�le ella �arm� ica 42 li consolato generale d'Italia ad Amburgo comun go nel 1907 d1rett1 negh Statl Ambur e Brema a ati imbarc mercantile che n. 170 italiani si sono ità 2. Uniti. Cfr. ACS, MM, Divisione gente di mare, b. 542, special


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stato civile ed in pari tempo, per le pratiche relative alla successione del Morelli, venne informato del fatto il municipio di Noto. Ma sia la Regia Procura che il sindaco di Noto, hanno dichiarato che lo scomparso era sconosciuto in quel comune».

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Il Ministero di grazia e giustizia e dei culti-affari civili, insiste nella richiesta di informazioni, ma la Divisione gente di mare non può rispondere altro che: «il nominato Giuseppe Morelli lasciò solo una vecchia giacca ed alcuni dollari, senza documenti o carte private da cui si possa rilevare la sua identità ed il luogo ove nacque e dai registri di bordo risulta solo quanto è anche indicato nell'atto di scomparizione» 43 . Si possono trovare anche schemi riassuntivi delle partenze dei piroscafi in servizio di emigrazione distinti per anno e le relazioni delle commissioni di visi­ ta con le osservazioni delle commissioni stesse sui rilievi riferiti dai medici addetti al servizio dell'emigrazione: le osservazioni riguardano specialmente ciò che attiene all'igiene e costantemente richiamano all'osservanza di quanto sta­ bilisce il regolamento: si stigmatizzano i ritardi, a volte di anni, con cui si prov­ vede alla giusta collocazione dell'ospedale e delle latrine; emerge la consuetudi­ ne per cui vari piroscafi, pur non rispondendo alle direttive del regolamento, riescono a prolungare il loro servizio nel trasporto emigranti, promettendo sempre ad ogni partenza che al ritorno sarebbero stati ritirati dal servizio emi­ grazione. Si evidenzia anche la conflittualità tra i vari uffici chiamati a gestire il fenomeno migratorio: in particolare quello che riguarda la Direzione generale della marina mercantile e il Commissariato dell'emigrazione sia a proposito delle commissioni di visita speciali, dipendenti dal Ministero della marina e che il Commissariato generale dell'emigrazione vorrebbe inglobare nelle proprie competenze, sia per la determinazione dei noli 44. Conflitti di attribuzioni con l'autorità marittima e con quella di pubblica sicurezza si verificavano anche nelle iniziative sulla questione degli accessi a bordo per cui nelle polemiche spesso si sottolinea l'interpretazione troppo restrittiva che il Commissariato generale dava dell'articolo 148 del Regolamen­ to e che poteva nuocere all'interesse dei traffici 45.

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43 Cfr. ACS, MM, Divisione gente di mare, b. 542 ( 1908). 44 Sull'opposizione all'operato del Commissariato generale dell'emigrazione vedi anche M.R.

OSTUNI, Ilfondo archivistico del Commissariato generale dell'emigrazione... , cit. 45 L'articolo 148 riguarda sostainialmente la visita definitiva degli emigranti; nell'ultimo comma dell'articolo si precisa che: «Durante lo stesso tempo non potranno farsi operazioni d'im­ barco o sbarco di mercanzie, né potranno accedere a bordo persone estranee, salvo le eccezioni che la commissione crederà di ammettere, caso per caso, sotto la sua responsabilità».

eri della marina mercantile e delle comunicazioni

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azione, una �aria . opu­ Anche in questa serie si trova, allegata alla document a c�e s�lo �itagh, che scolistica e non mancano numeri di quotidiani e � volte � do i disagi e nflettendo , danno voce e diffusione alle polemiche strumentalizzan ondizion� dell'emigrante, mascherati da preoccupazione e compassio?e per la � categone che �u�tano e sostanzialmenete il conflitto tra gli interessi delle vane azione, locandieri, comprosperano intorno a questa realtà (compagnie di navig . mercianti vari ecc.) . steri di .origm � .(cioè mini i so pres sta rima ne tazio men docu alla e Oltr na mercantile e Mmistero Ministero della marina, Direzione generale della mari t ta dalla doc.un:enta­ delle comunicazioni) , un'altra area di ricerca è rappresen � manna mercanti!� m se: zione che fu trasferita negli uffici del Ministero della ione fa parte la s �ne degh guito alla sua costituzione 4 6. Di questa documenta� e mter�ssan.te pe�c�e co� se�: Atti amministrativi 47, che si rivela particolarment degli emi�ranti m anm pi� te di indagare l'evoluzione della realtà del trasporto o relativo a un arco d1 quell recenti in quanto il carteggio più consistente è . . . tempo che va dal 1920 al 1940 . . . . v1. gg . o compilati dal capiÈ in questa serie che si trovano i rapportl di �me � � a di p rt competente � tano comandante della nave, presentati alla capitanen . ? � no tutti. gh si ri�ensc� trasmessi quindi alla Direzione generale. Nel rapporto o sia la vita a b.or?o rdan ngua avvenimenti accaduti durante il viaggio e che è allega�a una .dlstln­ orto . sia gli scali nei vari porti stranieri. Alla fine del rapp rifen��nto .m p�rtlcolare ta delle personalità trasportate nelle traversate. Si fa al servizio di vlgilanza, . a: alla condotta morale e politica dell'equipaggio, �e a .que�lo. delle au�ont� comportamento dei passeggeri in genere, ma anc Itah� . Si nportano i dati estere e alle impressioni degli stranieri sulle cose d ntorno . .Nel rapporto che ta numerici del movimento passeggeri sia in anda . alla h� ea Genova­ ivo relat del comandante del piroscafo Conte di Savoia, ta, d esempio, �he nella Nord America-Genova, del 2 giugno 1940 , si ripor � ggeri, mentre al �itorno se traversata di andata si ebbe un totale di 1 065 passe New Y?rk, orgamzzata d�l ne ebbero soltanto 1 6 1 ; inoltre durante lo scalo a razwne d.el 24. maggi� Regio consolato d'Italia, si effettuò a bordo la celeb . Tra i ille � onna:i? nah» . «con una patriottica e auste ra adu�ata di o�tre � New di ne siziO o dell espo presenti si notava l'ammiraglio Cantu, commissan . . . 46 Cfr. il d.c. p.s. del 3 luglio 1 946 n. 26. . . . . dt u/fict dt�erst, J?n:ezto�� genera�e 47 Cfr. ACS, Ministero della marina mercantile, Mtsceinllanea poi MMM, Attt ammtmstrattvt); la serle

(d'ora del personale e affari generali, atti amministrativi dal 1863 al 1958. tempo di arco un copre e 501 bb. di tenza consis ha una


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York 4 8 . Si riportano i casi di decesso a bordo a causa di infortuni ed altro ma s� ri��tte in ques�i rapp� rti anche la nuova realtà determinata dalla guerr� e qumd1 il nuovo chma del rapporti internazionali; sono frequenti i casi di sequestro di corrispondenza da parte delle autorità inglesi che controllano regolarmente le liste passeggeri, il carico e la posta all'approdo a Gibilterra; si espongono osservazioni sull'atteggiamento della stampa nord-americana. Non mancano anche in questi anni, nei viaggi di ritorno, casi di suicidio di emi­ granti, che le inchieste fatte a bordo descrivono come persone «non mental­ mente perfette» oppure «un po' squilibrate» 49 , Per i rapporti con le compagnie di navigazione si possono trovare le conven­ zioni per i servizi marittimi sovvenzionati, i decreti di concessione delle linee alle varie società di navigazione, i prospetti relativi ai servizi indispensabili, ser­ vizi utili, nuovi servizi, in cui si riportano la compagnia concessionaria la linea ' di navigazione, l'importo del contributo statale. Nel capitolato per i servizi

48 n Commissariato generale d'Italia per l'Esposizione universale di New York del 1939 venne c�st tuito con decre�o minist�riale del capo del governo del 3 aprile 1937. Con designazione del . mm1s�ro deg l Es�erl el 6 d1cemb �e 1937, �ssume la carica di commissario generale Giuseppe Cantu, amm1ragho d1 squadra designato d Armata in ausiliaria, succedendo all'ambasciatore Orazio Pedrazzi. L'organizzazione della partecipazione italiana, come anche l'amministrazione dell'apposito stanziamento, è affidata al commissariato. n tema dell'esposizione è «La creazione del mondo di domani» e l'Italia vi partecipa con un Padiglione d'onore costruito dal comitato americano ma decorato a cura del commissariato italiano con opere di vari artisti nazionali e con un Padigli��e merceol��ico, opera dell'atchitetto M. Busiri-Vici, nel quale si rappresenta u a sin­ . . tesi_ della pm t1p1ca e pm scelta produzione italiana in tutti i campi per incrementare le esportazio­ ni e polarizzare l'attenzione dell'industria e del commercio mondiale sulla futura Esposizione di Roma. n successo del padiglione italiano, e in particolare del ristorante e bar "tipo bordo" realiz­ zato dalle compagnie di navigazione italiane controllate dalla Società finanziaria marittima (Fiumare), apprezzatissimi, non ebbe riscontro sul piano economico, risultato addirittura "disa­ stroso" . Pertanto il Ministero delle comunicazioni, direzione generale della marina mercantile, con lett�ra del 15 o�tobre 1939, fa presente alla Presidenza del consiglio dei ministri che «qualora . . . d1 mantener m ven1sse dec1so � ef clenza la parte del Padiglione italiano che riguarda la navigazio­ . ne � er 1940-:XVIII (. .. ) s1 ravviserebbe la convenienza di non fare impegnare le Compagnie di nav1gaz10ne ( ... ) Se invece ragioni politiche possono indurre il nostro Governo ad aderire alla richiest� del Commissario amedcano della Fiera di New York, si desidererebbe che, almeno, fosse consentito al gruppo delle compagnie di navigazione, l'esonero dal fortissimo canone che viene corrisposto per la gestione del ristorante». L'Esposizione, realizzata per celebrare il 150° anniver­ sario della costituzione d�gli Stati Uniti d'America, è inaugurata il pdmo maggio dal presidente Roosevelt. Cfr. ACS, Preszdenza Consiglio Ministri, 1937-39, fase. 14.1.4250; MMM, Atti ammini­ strativi, b. 25 «Rapporti di fine viaggio sulle navi». 49 Cfr. l'estratto del giornale nautico, I parte, del piroscafo Conte di Savoia (viaggio da New York l aprile 1940), ACS, MMM, Atti amministrativi, b. 25.

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da assegnare alle linee sov­ marittimi sovvenzionati si richiede che i piroscafi e perizie ufficiali siano venzionate siano solo quelli che, in seguito alle visite l'obbligo di mantenere con 50 no italia stati iscritti alla prima classe del Registro speciali autorizzazio­ Salvo . tale classificazione per tutta la durata del contratto raggiunto l'età di ano avev ni del Ministero delle comunicazioni, i piroscafi che i, che il concessionario 25 anni dovevano essere sostituiti, e i piroscafi nuov essere costruiti nei cantieri aveva l'obbligo di destinare al servizio, dovevano ro il concessionario dove­ italiani 5 1. Inoltre sulle linee per le colonie e per l'este nali indigenti che rimpa­ va concedere il viaggio gratuito in terza classe ai nazio vi, su richiesta delle auto­ triavano per prestare servizio militare o per altri moti no alla loro residenza dopo rità coloniali o consolari, e a quelli che ritornava rità militare. La disponibi­ aver prestato servizio militare, su richiesta dell'auto ritorno. Altri 10 posti, sem­ lità era di 10 posti per ogni viaggio di andata o di aufraghi rimpatria_n:i. . . ni pre in terza classe, erano riservati ai marinai itali� ? e generale . degh ltaha�l Nella corrispondenza intercorrente tra la Dtrezton a Genova, Tneste, Napoh, all'estero 52, gli Ispettorati dell'emigrazione (sedi capitanerie di porto, si trova­ Palermo) la Direzione generale della marina e le dei noli per il trasporto dei no , tra l' �tro , notizie riguardanti la determinazione . . passeggeri di terza classe. d1rez10ne genealla e etter trasm a te tenu o eran o port di ie aner Inoltre le capit dei passeggeri e delle merci rale delle relazioni quadrimestrali sul movimento Ogni relazione reca anche il articolate sulla base delle linee di navigazione. i e merci dell' anno in corso e confronto tra la situazione del traffico passegger te. Nelle relazioni si espriquella dello stesso quadrimestre dell' anno preceden

898, al Registro italiano sono

giugno 1921 n. 50 Costituito ed eretto in ente morale con r.d. 9cazion e delle navi e dei galleggianti di qualsiasi

classifi devolute le funzioni concernenti la visita e la e all'e­ codice per la marina mercantile; perizie relativ bandiera· accertamenti e ispezioni previste dal sci­ ricono uisce costit o italian tro ato di classe del Regis sercizio elle industrie marittime. n certific mari­ della e favor a nti edime provv i per ti ai casi previs mento di buono stato di navigabilità e oltre e al tra­ ia per tutte le navi nazionali quando siano adibit na mercantile la classificazione è obbligator di Suez canale il o terra Gibil di a viaggi oltre lo stretto sporto di pas eggeri, ai servizi sovvenzionati, 1926 n. bre novem 1 1 r.d.l. il Cfr. mare. alto chio in 0 destinate al servizio di salvataggio o al rimor navi. tro italiano per la classificazione delle 2 138 concernente il riordinamento del Regis i maritb. 2 1 , fase. N2 «Nuovo ordinamento dei serviz tivi, nistra ammi 5 1 Cfr. ACS, MMM, Atti timi sovvenzionati». o il Ministero degli affari e.steri _ la 52 Su proposta del capo del Governo si istituisce press mlgraz!Oe si sopprime il Commissariato generale dell'e Direzione generale degli italiani all'estero ne. Cfr. r.d.l. 28 aprile 1927 n . 628.

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mano anche commenti e ipotesi sulla situazione riportata e vi sono allegati i prospetti statistici dei dati rilevati. I! cos�o �el nolo si trov dichiarato nel prospetto che le comp agnie di navi­ . � gazl��e �v�ano alla D1reu�ne generale della marina e alla Direzione generale , de?h l�aliam ali estero pe l approvazione dei noli emigranti dei vari quadrime­ � stn. S1 osserva ad esemp1o che per il secondo quadrimest re dell'anno 1934 i noli praticati per gli Stati Uniti variavano da /2, 2 100 della nave Rex a f2, 1850 della nave Colombo. Si precisa poi che nel prezzo non è comp resa la tassa di sbarco di 8 dollari 53 . Non mancano le consuete relazioni di fine viaggio: a distan za di oltre un trentenn�o manifestano una particolare attenzione alla profe ssionalità del per­ sonale d1 bordo, al servizio di guardia, alle manovre, alla discip lina e alla con­ �ot� a � orale dell' �q� ipaggio , alla manu tenzi one delle macc hine e degli 1mp1ant1; la parte p1u, mteressante per l'oggetto di questo lavoro è quella che riguarda i servizi relativi alla vita quotidiana degli emigranti trasportati. Oltre che all'ampiezza e all'aerazione dei locali, all'igiene e alle strutture sanitarie a�� qualità e quantità del cibo, si fa particolare attenzione al comportament� plu o meno corretto del personale addetto agli emigranti. Si descrivono anche i . serv!zi a disposizione dei passeggeri: oltre all'indispensabile servizio sanita­ . rw, s1 dispone del servizio religioso, di un'agenzia posta le, di un ufficio di cambio e di un servizio turistico che provvede alla vendita di biglietti per qua­ . lu�qu� destm �zione sia � arittima che ferroviaria, alla spedizione dei bagagli, all �sslste� z� al passeggen, alla propaganda turistica 54. Non si affolla più fino , a� 1mposs1bile la �erza classe, ma lo spazio a disposizione degli emigranti con­ tmua a essere lesmato. A questo proposito si riportano alcune osservazioni fatte dal r. commissario del piros cafo Rex nel viaggio Napo li-New York-Ge­ nova nell'ottobre del 193 3 , e gli accertamenti effettuati dalla commissione di visita preliminare: «Nella distribuzione generale dei locali a disposizione della terza classe bisogna rile­ vare che quando l� c�ndizioni tmosferiche non permettono la permanenza in coperta, � a prora, nello s� azto riservato at passeggeri di terza, esiste certam ente una certa angustia . . dt locah copertt, se la classe è completa e cioè con 858 person e, come ad esempio, era

53 Cfr. ACS, MMM, Atti amministrativi, b. 332, fase. Q4. �4 Cfr. la «�elazlone sui servizi di bordo M/N Vulcania della Società Anonima

di Navigazione It la» del captt no A. herubini, r. commissario viaggia nte durante il viaggio Trieste-New York­ Trteste, 20 maggro-20 gmgno 1937, ACS, MMM, Atti amministrativi, b . 335, fase. Q l .

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nel viaggio di andata». La commissione accerta che per i passeggeri di terza esiste un totale di 791 posti a sedere oltre ai corridoi e non ritiene necessario effettuare trasfor­ mazioni per l'ampliamento dei locali anche «nella considerazione che il carico completo non sempre coinciderà con le condizioni di tempo e di mare pessime» 55.

Sempre interessante è la corrispondenza intercorrente tra le capitanerie di porto, la Confederazione nazionale fascista della navigazione marittima e aerea, gli Ispettorati dell'emigrazione, che si rivela utile anche per conoscere le norme che disciplinano l'immigrazione nei vari stati americani; ricorrono le richieste di patente di vettore da parte di compagnie straniere per il trasporto degli emi­ granti italiani da e per gli Stati Uniti 56; si riflette la realtà dei vari piroscafi stra­ nieri che imbarcano emigranti italiani a New York senza munirsi delle previste licenze consolari e, giunti nei porti di Napoli e Palermo imbarcano passeggeri italiani o stranieri diretti negli Stati Uniti, in classe unica, sfuggendo al "conge­ gno" migratorio; non· ultimo si ripresenta il problema dello sbarco degli indi­ genti o dementi, spesso sprovvisti dei documenti richiesti, connesso all'obbligo del trasporto. Inoltre per la conoscenza di un altro aspetto del fenomeno migratorio è utile la corrispondenza con l'Istituto nazionale per i cambi con l'e­ stero relativa alle rimesse e alle facilitazioni a favore degli emigrati e dei rimpatriandi. Ad arricchire la tipologia della documentazione ci sono i giornali di viaggio, trasmessi al Ministero dalle capitanerie di porto dopo che erano stati riconse­ gnati dal commissario che li riceveva al momento dell'imbarco 57• I giornali di viaggio offrono informazioni sul mezzo di trasporto e su tutti gli aspetti della permanenza a bordo per tutta la durata del viaggio (il giorno

55 Cfr. ACS, MMM, Atti amministrativi, b. 332, fase. Q l . 56 Con il r.d. l marzo 1926 n . 43 1 s i sospende ogni nuova iscrizione in patente d i vettore di

emigranti di piroscafi italiani od esteri diretti al Nord America. Tale provvedimento viene emanato nella considerazione che il numero degli emigranti verso tale destinazione è andato diminuendo in seguito alle leggi restrittive dell'immigrazione e «alle migliorate condizioni interne del paese»; inoltre le compagnie autorizzate al servizio di emigrazione, in conformità alle direttive del Commissariato generale dell'emigrazione, hanno apportato ai propri piroscafi migliorie notevoli negli alloggi, nelle istallazioni e nel trattamento degli emigranti: pertanto non sarebbe giustificato incoraggiare una maggiore ripartizione del traffico che si risolverebbe soprattutto in un aumento delle spese generali. Si sospende anche la facoltà di rilasciare la licenza o patente per singolo viag­ gio a destinazione del Nord America, a piroscafi che non abbiano viaggiato periodicamente dai . porti italiani in regolare servizio di emigrazione durante tutto l'anno 1925. Questo decreto viene abrogato, a datare dal 1 luglio 1927, con il r.d. 15 novembre 1928 n. 3494. 57 Cfr. ACS, MMM, Atti amministrativi, b. 482, «Giornali di viaggio».


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e l'ora della part enza , il numero delle persone imba rcate suddivise in tre gruppi distinti a seconda che siano passeggeri di prima, seconda o terza clas­ se). Si segnalano gli incidenti durante le operazion i di imbarco, si annotano le distanze percorse, la media oraria, la forza del vento, le condizioni della nave e del cielo . Seguono i dati relativi alla visit a ai locali della nave, alla si. tuazione sanitaria, alle condizioni dei passegger i. Si riportano notizie dei vari incidenti che accadono sia tra il personale dell' equipaggio che incidenti tra passeggeri e dovuti a cause accidentali, a persone squilibrate o a eccessive at­ tenzioni di alcuni componenti dell'equipaggio vers o le viaggiatrici. Ci sono casi di incidenti più gravi e nefasti come può esser e lo scoppio di un incen­ dio che provoca varie vittime e pertanto viene riportato anche il resoconto delle indagini svolte sull' acca duto . Durante il viaggio non si dimentica la celebrazione delle ricorrenze della stori a patria. Alla data 28 ottobre 193 6, il commiss ario di bordo, dopo aver annotato i dati tecnici relativi alla naviga­ zione, descrive la cerimonia di commemorazione del «14 o annuale della Ri­ voluzione fascista» alla presenza dell'ufficialità, del personale e di molti p as­ seggeri 5 8 , Alcune ore prima dello sbarco nel porto di desti nazione, si svolge la ceri­ monia del saluto agli emigranti, regolarmente annotata come l'ora prec isa dello sbar co e il fatto che spesso vari passeggeri di terza class e sono tratte­ nuti all'Ufficio immigrazione in attesa di rego larizzare i documenti. Con ­ clude la firma del r. commissario, il visto del consolato con il timbro e la firma del console. Iniziano quindi le annotazio ni sul viaggio di ritorno, con le esercitazioni generali di passeggeri ed equipagg io di «abb andono nave», le visite in tutti i locali per accertare che non si verifi chino attività di contrab­ bando o non vi siano clandestini; si riportano i tentativi di suicidio ma anche nascite di bambini e intrattenimenti danzanti orga nizzati dal dopolavoro di bordo.

Al giornale sono a volte allegati gli elenchi mediante i quali il prim

o ufficiale di bordo rende nota al r. commissario l'entità e la qualità delle merci che si caricano a bordo e si possono trovare le "distinte" dei rilievi fatti dai commis­ sari viaggianti e i provvedimenti adottati (ad esem pio relativi ad installazione di ventilatori, funzionamento cloache, infestazioni di scarafaggi ecc.) . Si poss ono cogl iere nella docu men tazio ne vari aspe tti del proc esso di

58 Cfr. i l Giornale di viaggio della motonave Vulcania in viaggio di emigrazione da Trieste a New York e ritorno (16 ottobre-15 novembre 1936), ACS, MMM, Atti amministrativi, b. 482.

I viaggi degli emigranti nelle carte dei Ministeri della marina mercantile e delle comunicaziont' 1 277

ammodernamento e di ristrutturazione dei servizi che si pone con urgenza durante la crisi post-bellica. Infatti, accanto alle �icerche dirette ad aumenta� . re il rendimento dei combustibili, allo studio dt nuove forme dt scafo e dt materiali adatti a ridurre il peso della nave senza perdere in robustezza, si dà impulso all'industria marittima con il compenso di n�vigazion� (già previst? . . dalla legge 13 luglio 191 1 n. 745) e con sovvenzwm hss� r er hnea: una �oh­ tica che non si distacca dai criteri precedentemente segmtl dal Governo libe­ rale 59. Parallelamente per gestire in modo più economico i servizi si attua�a, com� . . già avveniva all'estero, la conc�ntrazio�e d?lle g ��ndi compag�te nazt�nah dt . navigazione sovvenzionata 60. St costttmsce tnfattt il gru�po �taha con l app or­ . to delle flotte riunite Cosulich, Lloyd Sabaudo e Nav1gaz10ne generale ttaliana. . . . Il progresso tecnologico, oltre che sull'economia dei servizt, st npercuote anche sulla sicurezza della navigazione con lo sviluppo della radiotele�rafia 6 1 . Si rinnova il naviglio sovvenzionato e soprattutto quello tr�nsatlanttco �he, ridotto notevolmente il traffico di emigrazione sul quale st e �a appoggtat� . . soprattutto nel periodo pre-bellico, aveva bisogno di carattertsttche supertort

59 Cfr. a questo proposito: r.d. del l febbraio 1923 n. 2 1 1, recante provvedimenti a favore dell' ­ dustria delle costruzioni navali mercantili; r. d.l. del 26 aprile 1923 n. 1045 , che approva le c�nvenzto­ ni stipulate con le società esercenti i servizi marittimi sovvenzionati e reintrod�ce la s�vvenzt�ne fissa . per !inea,. il r. d. 1. del 30 ottobre 1924 n. 223 1 concernente l'ordinamento det serviZI postali e com­ ' · merciali marittimi sovvenzionati; il r.d.l. del l 6 maggio 1926 n. 865 riguardante la concessione d'l agev01aZl'ont' doganali e fiscali e compensi di costruzione «ritenuta la necessità di emanare norme . re olamentatrici del regime di protezione dell'industria delle costruzioni navali m�rcantili»; il r.d l . d 10 marzo 1938 n. 330, la cosiddetta "legge Benni" sempre con misure proteztomste. . 0 6 Sull'intervento statale per lo sviluppo dell'industria italiana e sul protezionismo ve�so l'mdu­ Castello, stria marittima vedi tra l'altro E. CORBINO, Il protezionismo marittimo in Italia Citt� dt : ti p. L. da Vinci, 1922; U economia italiana dal 1860 al 1960, Bologna, Zamchel!t, l 62; FLORE, /}industria dei trasporti marittimi in Italia, Roma, B.I.M., 1966-1973, voll. 3; L econo�ta italiana dopo l'Unità, a cura di A.A. MOLA, Torino, Paravia, 197 1 ; G. ARE, Economt.� e poltttc� nell'Italia liberale, Bologna, Il Mulino, 1974; G. BARONE, Lo Stato e la marina mercanttle tn Italta (1881-1894), in «Studi storici», 1974, 3 , pp. 624-659. . . 6 1 L'Italia aderisce alla Convenzione internazionale per la stcurezza della vtt� umana m mare . . ma�stmo cartco de le (firmata a Londra il 3 1 maggio 1929) e alla Convenzione per la linea navi mercantili (firmata a Londra il 5 luglio 1930) che dettano norme umf�rmt p �r q�anto attl�­ ne alle navi e disciplinano l'uso della radiotelegrafia: le navi che compiono ;taggl oltr� Gt� . bilterra e Suez hanno l'obbligo che almeno una delle imbarcazioni di s alvataggt� s�a mumta dt . impianto di radiotelegrafo e, qualora trasportino più di 400 persone, le tmbarcaztom cosl dotate dovranno essere almeno due.

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per acquistare la clientela più elevata che viaggiava oltre oceano. Nel 193 6 si riorganizzano le linee di navigazione in quattro settori di traffico: il primo, rela­ tivo alle linee da passeggeri e da carico con le Americhe viene assegnato alla Società Italia con sede a Genova, che nell'esercizio delle linee impiega anche le grandi navi passeggeri Rex e Conte di Savoia, oltre alle grandi motonavi delle società che la costituiscono 62.

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i 62 Si veda anche il r.d.l. 7 dicembre 1936 n. 2081 «Nuovo assetto delle linee di navigazione di preminente interesse nazionale».

MARGHERITA MARTELLI

La vita degli italiani emigrati o in viaggio negli Stati Uniti d)America attraverso lettere) note e diari conservati negli archivi privati

La documentazione riguardante l'emigrazione italiana in Nord America con­ servata tra le carte di personalità che, a vario titolo, sono state acquisite dal­ l'Archivio centrale dello Stato, è assai eterogenea per il contenuto e copre un arco cronologico che spazia dal 1860 al 1990. Date tali premesse, ho scelto di rivolgere la mia attenzione a quei documenti relativi a personalità politiche, della cultura, dell'arte, della scienza che per motivi diversi si erano recati negli Stati Uniti e che avevano deciso di stabilirvisi definitivamente o che vi avevano trascorso periodi più o meno lunghi. Questa selezione di documenti natural­ mente è legata solo da un itinerario ideale, quello di emozioni che provengono dal confrontarsi con italoamericani o quello di percepire l'Italia con i suoi eventi come qualcosa di vivo e presente nella quotidianità anche se geograficamente così lontana. È un'ottica del tutto particolare seguendo la quale è impossibile dare un quadro organico del fenomeno migratorio negli Stati Uniti. Questi documenti raccontano infatti frammenti di storie personali e le profonde impressioni e riflessioni suscitate da incontri e da eventi riguardanti gli emigrati. Ho rivolto la mia attenzione, del tutto arbitrariamente, su alcuni eventi meglio documentati o meno conosciuti anche se sono da segnalare interessanti documentazioni riguardanti i rapporti-resoconti di missioni politiche di Paolo Boselli e Vittorio Emanuele Orlando; i «SUCCESS» soggiorni di Guido Calogero, Arturo Carlo Jemolo, Giuseppe Antonio Borgese; l'azione sindacale di Luigi Antonini, Giuseppe Lupis, Serafino Romualdi; le lunghe permanenze di Francesco de Pinedo, di un diplomatico "stanziale" come Giovanni Alberto Blanc, di alcuni antifascisti, come Carlo Sforza, che furono un punto di riferi­ mento per tutta l'emigrazione politica italiana. Per gli eventi presi in esame fornisco un indicativo itinerario archivistico che permetta un inquadramento più ampio e un approfondimento degli eventi e dei personaggi.


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Inizio ricordando una figura singolare di emigrato, Paolo De Vecchi l, Nato ad Asti nel 1847, laureato in medicina a Torino, per alcuni anni esercita in cli­ niche italiane e straniere. Si trasferisce poi a San Francisco in California dove fonda l'ospedale San Giuseppe che dirige come capo chirurgo per quindici anni; contemporaneamente pubblica importanti studi di medicina. Nel 1905 ritorna in Italia e, dopo un breve soggiorno, decide di stabilirsi definitivamente a New York dove fonda la Italy-American Society e la Italian Welfare Legale. Nelle lettere inviate ad Ugo Brusati 2 dal 1916 al 1919 traspaiono tutte le ama­ rezze di un emigrato che ancora si sente molto partecipe delle vicende italiane in un periodo così difficile come quello della prima guerra mondiale. Da esse emerge anche come egli sia critico verso una certa politica governativa, che danneggia essenzialmente gli interessi degli emigrati e la stessa immagine dell'Italia. Si potrebbe dire che quella di De Vecchi è una guerra combattuta lontano da casa non al fronte ma di fronte ad un Paese neutrale cui si chiede comunque una serie di aiuti. Per gli italiani in USA è difficile porsi in antagonismo con l'etnia tedesca dotata di mezzi finanziari e di comunicazione che le permettono di influenzare fortemente l'opinione pubblica americana. Al contrario la stampa italiana è formata essenzialmente da diverse testate che hanno soltanto un carattere nazionale e che sono diffuse quasi esclusivamente tra le comunità italiane. Dei tedeschi-americani, invece, sono proprietari di alcuni dei giornali di lingua inglese tra i più diffusi e, attraverso una sapiente e ben orchestrata campagna di stampa, catturano in un primo momento le simpatie degli americani. ,rf In una lettera del 18 febbraio del 1918 De Vecchi scrive a Brusati: Carissimo amico, lo spettacolo triste che dà il nostro parlamento in questo periodo critico per la patria 3, non è certo una raccomandazione per il popolo americano, dal

l Fra gli scritti di Paolo De Vecchi ricordiamo: Come ho trovato l'Italia dopo quindici anni di assenza, Firenze, Barbèra, 1895; Italy's civilizing mission in A/rt'ca, Firenze, Barbèra, 1911; Modern Italian Surgery, New York 1921; Discourse on divorce, New York 1928. È autore inoltre di scritti di carattere scientifico sulla medicazione antisettica, sul rene, sul rachitismo. 2 ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO [d'ora in poi ACS] , Archivio Ugo Brusati, b. 12, fase. VII 15.59 "Lettere di De Vecchi da New York".

3 Dopo la sconfitta di Caporetto viene a crearsi in Italia una situazione assai confusa. I socialisti esprimono il loro dissenso e i moderati assumono posizioni più intransigenti. Si forma il Fascio parlamentare di difesa nazionale, cui aderiscono 150 deputati e 90 senatori. Nascono inoltre una serie di associazioni patriottiche che propongono una resistenza ad oltranza e lamentano una inefficienza del governo e denigrano tutto il suo operato. Anche in Parlamento come nel paese si assistono a scontri tra socialisti neutralisti e interventisti.

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quale si aspetta aiuto materiale e morale. I giornali degli Stati Uniti sono pieni di com­ menti poco favorevoli per la nostra disunione, per la mancanza di orientamento politi­ co, per la mancanza di direttive responsabili e si domandano chi sia il governo in Italia? E così purtroppo la pensano a Washington, dove il rappresentante del governo italiano 4, ed il suo seguito, tutto composto da noti clericali, sembrano più rappresentanti del Vaticano che del Quirinale.

De Vecchi ha una grande attenzione per tutto quanto riguarda l'immagine dell'Italia e nelle sue lettere ricorda un episodio poco noto, quello di una possi­ bile nomina di Guglielmo Marconi ad alto commissario per gli Stati Uniti. Scrive sempre De Vecchi il primo ottobre 1918: ... Dopo la nomina del commissario generale sono disgustato col governo di Roma che non pare comprendere l'importanza grandissima presente e futura dei nostri rap­ porti con questo Paese politicamente, materialmente, commercialmente ( ... ) è un pecca­ to che Marconi non sia lui qui arbitro, perché solo lui, che capisce questo paese potreb­ be salvare una situazione veramente disastrosa.

Marconi è certamente una stella del panorama mondiale. Fin dal tempo della traversata del 1903 dall'Europa agli Stati Uniti, a bordo dalla nave Lucania, durante la quale ha dato corso all'esperimento di un giornale compi­ lato e stampato a bordo, su informazioni pervenute dalle due sponde dell'Atlantico, è considerato uno degli italiani più rappresentativi negli USA tanto che gli viene tributato l'onore di fissare per il 2 ottobre il Marconi day. Non va dimenticato che Marconi ha creato negli USA una serie di società che sfruttavano l'applicazione delle sue invenzioni. Marconi ha inoltre una notevole conoscenza non solo degli ambienti scientifici ma anche di quelli finanziari, motivo questo che lo avrebbe reso un credibilissimo alto commissa­ rio italiano negli Stati Uniti. In una lettera che egli invia a Boselli 5 in data 18 agosto 1917 scrive: Eccellentissimo presidente 6, se l'Eccellenza vostra crede nell'interesse nazionale che

4 De Vecchi fa riferimento a Vincenzo Macchi di Cellere, ambasciatore italiano in USA dal 1914 al 1919. 5 Archivio Paolo Boselli, b. 3, fase. 28. 6 Paolo Boselli è nominato presidente del Consiglio dei ministri il 18 giugno 1916 e si dimette il 29 ottobre 1917, con lo stesso decreto viene nominato presidente Vittorio Emanuele Orlando.


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io mi rechi negli Stati Uniti nella qualità di alto commissario per rltalia accetterei l'ono­ rifico e responsabile incarico ma riterrei necessario si convenisse quanto segue: l L'accettazione sarebbe soltanto per un periodo da 4 a 6 mesi. 2 Pieni poteri amministrativi ed economici alla dipendenza diretta di S.E. o del Regio Governo. 3 Subordinazione dei regi delegati di tutti i ministeri. 4 Libertà di scelta di comune accordo con il R. Governo, dei propri funzionari ed assistenti. 5 Rinunzia da parte mia a qualsiasi stipendio od indennità, salvo pagamento da parte del Regio Governo delle spese necessarie al buon andamento della nuova organizzazio­ ne. Sarei lieto di poter spiegare poi sommariamente e più chiaramente a V.E. il mio con­ cetto in riguardo all'importante questione. Con rispettosi ossequi di vostra eccellenza obbligatissimo affezionatissimo Guglielmo Marconi.

Marconi, nonostante la sua disponibilità a diventare alto commissario, trova una grande opposizione sia da parte del ministro degli esteri e soprattutto da parte dei diplomatici di carriera che vedono in questa nomina uno scardina­ mento di certi privilegi consolidati e forse paventano anche un confronto con l'attivismo marconiano. In effetti Marconi era ritornato dagli USA da poco tempo a seguito di una missione guidata da Ferdinando di Savoia, principe di Udine, e composta da Enrico Adotta, Luigi Borsarelli, Augusto Ciuffelli, Francesco Saverio Nitti. E si tratta della prima vera missione di carattere uffi. dale a scopo di propaganda per ottenere aiuti economici e sostegno morale da parte degli americani. Marconi 7 trova calorosa accoglienza non solo da parte di emigrati di origine italiana ma anche appoggio e stima di uomini della finan­ za e della cultura. Questo scatena gelosie da parte dei diplomatici e soprattutto dell'ambasciatore italiano a Washington, Vincenzo Macchi di Cellere, che con l'appoggio di Sonnino, ministro degli Esteri, fa naufragare questa iniziativa 8 • Spostiamo adesso la nostra attenzione su due emigrati politici, Gaetano Salvemini e Giuseppe Emanuele Modigliani. Modigliani, esponente socialista emigrato in Francia da alcuni anni, è invita­ to a New York dalla Local 89, organizzazione di mestiere che ha questo nome in ricordo dell'anno della rivoluzione francese. Modigliani è sollecitato pres-

7 Per l'approfondimento di tale vicenda vedi in ACS gli archivi Francesco Saverio Nittz;

Ugo Brusati, Paolo Bosellz; Presidenza del consiglio dei ministri.

8 Alto commissario è nominato lo stesso Macchi di Cellere.

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santemente a recarsi negli USA da Giuseppe Lupis, Serafino Romualdi e Luigi Antonini per tenere una serie di conferenze di carattere politico-sindacale e per raccogliere del danaro per sostenere la lotta antifascista. In un primo momento Modigliani non è convinto della bontà dell' operazio­ ne sia per la sua età che per la fatica fisica da sostenere. Si prevedeva, infatti, che nei quattro mesi di permanenza avrebbe dovuto tenere circa 300 conferen­ ze spostandosi da un capo all'altro del paese. Non era certo un viaggio agevole ed egli cerca di dirottare la scelta su Pietro Nenni più giovane di lui e anch'egli buon oratore. Il 22 ottobre 1934 Romualdi e Lupis gli scrivono: ... questi nostri compagni conoscono soltanto te; sanno già che tu saresti venuto; hanno manifestato grande interesse per la tua venuta, ti aspettano; quando noi sapem­ mo del tuo rifiuto telegrafammo a Buozzi, come tentativo, ma il tuo telegramma non ha fatto l'effetto che ci proponevamo. Antonini pensa che Buozzi, non essendo conosciuto, e dovendo andare in giro per presentarlo e spiegare chi è, non potrebbe fare quello che faresti tu solo con la tua presenza. In quanto a Nenni, per il momento è bene non accennare affatto. Egli è in simpatia presso la direzione del Socialist Party americano, ed è considerato dai sinistri come uno di loro. Ma nelle unioni di mestiere c'è animosità contro i sinistri, i quali poi nella sezione di New York sono in assoluta minoranza. Gli uomini come Panken e Cahan i quali furono all'ultimo congresso internazionale, sareb­ bero molto freddi con Nenni, mentre accoglierebbero te a braccia aperte. E questi sono uomini che hanno influenza sulle Unioni operaie di qui, sono essi che possono determi­ nare il successo o l'insuccesso della venuta di un compagno dall'Europa avente come scopo la raccolta di fondi.

Modigliani accetta ma vuole accanto a sé la moglie Vera. All'arrivo a New York c'è una gran folla ad accoglierlo oltre Antonini, Lupis e Romualdi. Questi gli ha organizzato un vero tour de force . Da quanto scrive nelle lettere inviate agli amici in Francia emerge come questi mesi in America costituiscono una possibilità di conoscere, anche se attraverso una panoramica veloce, quasi tutti gli insediamenti più importanti di comunità italiane o d'origine italiane negli Stati Uniti. Anche nelle memorie di Vera Modigliani appare chiaro quanto il viaggio sia una immersione in una Italia lontana, una Italia che raccoglie e compatta emi­ granti delle varie regioni. Vera Modigliani lamenta addirittura di non aver mai visto degli "americani" . N eli' archivio Modigliani sono moltissime le lettere che riguardano questo viaggio, in una di queste Modigliani scrive a Nenni e ad altri compagni:


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Seattle 27 gennaio 1935, Carissimi, io sono ormai a Seattle, sulle rive del Pacifico! (. .. ) continuo a scoprire il nuovo mondo. Veramente nuovo in confronto al nostro vec­ chio e impotente; mentre questo sarà il mondo di domani per i nostri figli più che per noi. Oh! Non è tutto splendore, non tutto è ricchezza nemmeno qui. Tutt'altro. Ma c'è una forza di vita che gonfia questo ricchissimo paese e questi uomini, non trattenuti da tradizioni inceppanti e che ne farà il realizzatore primo di una società ben più progredi­ ta di quella europea. uno straniero se ne accorge più facilmente e di un aborigeno (ma ci sono aborigeni in America? ! ! ! ) ; se si tratta più di una intuizione (da buon ebreo non rinuncio a fare il profeta) che di fatti precisamente e matematicamente allineabili. Ma la cosa è, che per me, talmente sicura che mi mangio le mani a non essere in grado (età, ignoranza della lingua, delle leggi, dei costumi) di buttarmi a capofitto nella lotta, qui, in questo momento - che impressione, è veramente decisivo. ( ... ) Essere qui a utilizzare, unire, rimettere in moto gli ottimi elementi sparsi che il colonialismo socialista (beghe, egocentrismi, rigidezze ecc ecc) ha lasciato disperdere sterilizzandoli. ( ... ) Chicago potrebbe essere un faro del socialismo non dico italiano ma all'italiana.

Modigliani seguita augurandosi che alcuni giovani socialisti si trasferiscano negli USA e li incita scrivendo: Tutti voi siete, tutti, non solo più giovani, ma anche dei giovani. Sarete sugli altari, se non ci siete stati. Se vi scegliete un campo di battaglia un po' più lontano si dirà, in Italia, che avete sete di vita e di lotta; se scendo dall'altare o dall'altarino europeo, si dirà: quel santo (santone meglio) ha lasciato in asso i suoi fedeli ( ... ) Per tener su la ban­ diera degli esuli non domi, basto io. Per allineare qui i reggimenti italiani dell'esercito del lavoro americano, occorrono più giovani di me: ma chi viene?. Atlantic City 8 gennaio 1935. Per tutti ma ( . . . ) personale. Comincia la seconda fase: il viaggio che ci farà traversare gli USA in tutta la loro larghezza. Saremo di ritorno a New York il 27 febbraio. Finora, facendo centro a New York, ho parlato nei dintorni di Philadelphia e Boston una venti­ na di volte, di cui quattro alla radio. Ho l'impressione che non sia andata troppo male perché quella rinascita di Menè 9 di un tempo di cui vi parlai, è continuata. E spero che tutto si tradurrà in dollari che saranno sonanti, saranno chèques da ( ... ) far cambiare in buoni franchi per buona causa. Così sia. Le impressioni continuano ad essere di entu­ siastica sorpresa per questa gente nostra veramente rinata di qua dal mare. Sono qui sul mare e nel sole un po' per riposarmi ma anche per avvicinarmi a due centri di italianità emigrata, e ieri, a un'ora d'auto, trovai a Vincland 14 mila abitanti una sala con 500 udi-

9 Menè era il diminutivo famigliare di Modigliani.

La vita degli italiani emigrati o in viaggio negli Stati Uniti d'America

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tori in parte miei ex elettori di Toscana e persino di Livorno. Poveri cari italiani non ascoltavano bevevano quel che sentivano ( ... ) Le tre o quattro volte anzi otto o nove, ho parlato a un pubblico misto (in conferenze, cioè aperte a tutti) quale sensazione di cameraderie ! . Sì e no qualche violoncello comunisteggiante che formulava cortesemente domande di male informato, che si illude di mettere in imbarazzo. Ma tutti gli altri (anarchici in prima fila) fraternamente accoglienti e persino brindanti all'inevitabile banchetto dopo il discorso. ( ... ) Ah se avessi vent'anni di meno! Ah se fossi venuto qui nel 1927 ! Fra un anno parlerei inglese da oratore e poi ( ... ) ma non è più per me. E forse sarei un vero disertore se come ultimo avanzo di una stirpe infelice disertassi la trincea europea per un campo di battaglia nord americano. Modigliani.

Tra le lettere conservate nell'archivio Modigliani, riguardanti i suoi rapporti con italiani d'America, le minute delle sue lettere, le lettere inviategli al ritorno in Francia dopo i quattro mesi di permanenza tra gli emigranti italiani, sareb­ bero da riportare quasi tutte. Traspare quanto importante esperienza è per lui quella di essere venuto a contatto di comunità generose che tangibilmente manifestarono il loro aiuto tanto da creare un Fondo Modigliani destinato ad aiutare gli antifascisti italiani, di attivare una propaganda antifascista lì dove ancora non era penetrata e di avere rapporti privilegiati con gli ebrei residenti in USA. L'archivio Modigliani conserva oltre la sua corrispondenza, la stampa relativa a questa permanenza anche molte foto del viaggio, delle riunioni sinda­ cali dei comizi, e anche di qualche banchetto 10• Molto diverso fu il soggiorno americano di Gaetano Salvemini che si reca negli USA nel 1926. Un impresario americano gli propone di fare una serie di conferenze sul fascismo ed egli parte per gli USA nel dicembre di quello stesso anno. Dopo lo sbarco è condotto davanti al Consiglio direttivo del Foreign Policy Association per spiegare i motivi che lo conducono in America. Sal­ vemini ricorda nelle Memorie dt' un /uorz'usdto: Dissi francamente che avevo bisogno di guadagnarmi la vita facendo conferenze, ma nello stesso tempo mi proponevo di dare al pubblico americano informazioni oneste sulle condizioni dell'Italia sotto il regime fascista.

E seguita Non facevo l'esule. L'esule è persona sacra, ( ... ) neanche il termine rifugiato mi andava

lO Per un approfondimento del personaggio vedi anche in ACS, Ministero dell'in!e�no, Direzione generale di pubblica sicurezza, Casellario politico centrale, fascicolo G.�. Modtgham, e i fascicoli relativi alla pubblica sicurezza per questi anni, serie F4 stampa stramera.


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a fagiolo, esso mi faceva pensare ad un derelitto che fosse fuggito nudo e scalzo e innanzi a chissà quale chiedesse pietà e ricovero. Quando Turati dové lasciare l'Italia d teneva a dirsi evaso, evaso da quella grande prigione che era l'Italia. Io ho sempre preferito dirmi fuoriuscito facendo mio un termine che i fascisti usavano per obbrobrio: Fuoriuscito, cioè uscito fuori dal mio Paese per continuare coi mezzi, di cui potevo disporre, la resi­ stenza che mi era divenuta impossibile nel mio Paese. Non soffrivo di nostalgia. Vivevo sempre con lo spirito in Italia: mi facevo arrivare una mezza dozzina di riviste italiane. Confrontavo le notizie e cercavo di indovinare quali realtà circolassero dietro alle con­ cordie e contraddizioni. Questo era vivere in Italia non esule in America 11 .

N elle lettere di Salvemini a Egidio Reale 12 pochi sono gli accenni all' Ame­ rica, brevi ed essenziali le notizie sui corsi universitari, sui colleghi professori o su discussioni di carattere storico. Sembra però che sia «ben contento di stare in America e non in Italia» come scrive a Reale nel settembre del 1946 13. Que­ sto soggiorno gli permette di vedere le cose italiane con lucida passione. Dopo un breve ritorno in Europa dal dicembre 1928 all'estate del 1929, è di nuovo negli USA dove resterà quasi ininterrottamente fino al 1948. Salvemini in un primo momento ritorna in America con il proposito di avvi­ cinarsi all'emigrazione italiana ma una serie di considerazioni lo fanno desistere dal progetto. A suo avviso generalmente l'italiano emigrato, orgoglioso di esse­ re italiano, si sente offeso da qualunque accusa possa ledere il prestigio dell'Italia fosse anche l'Italia mussoliniana. Salvemini inserito nei circuiti intellettuali americani, assolve ad un altro compito che è quello di dare una immagine vera dell'Italia e di sfatare alcuni luoghi comuni sulla bontà del fascismo. Gli viene offerta ad Harvard la cattedra di politica estera italiana, poi inse­ gna alla Yale University di New Haven nel Connecticut ed infine di nuovo a Cambridge alla Harvard come professore di storia della civiltà italiana. La presenza del "famigerato Salvemini" come apostrofato in un memoriale

11

È stato qui riportato questo brano delle memorie di un fuoriuscito perché in ACS,

Archivio Egidio Reale, b. 6, fase. 154 "G. Salvemini" sono conservate un corpus di circa 200

lettere, in cui sono pochi gli accenni all'America e spesso ci si chiede se Salvemini non si trovi in Italia tante sono le notizie che gli pervengono e i fatti a lui noti della situazione italia­ na. Lo stesso aspetto emerge dalla lettura del carteggio americano. 1 2 Egidio Reale, esponente repubblicano emigrato in Svizzera nel 1928, è non solo amico di Salvemini ma anche un esperto giurista a cui egli si rivolge per chiedere pareri sulla legittimità di eventi a cui invia i suoi scritti per sottoporli alla sua esamina prima della pubblicazione. 13 ACS, Archivio Egidio Reale, b. 6, fase. 154 "G. Salvemini".

La vita degli italiani emigrati o in viaggio negli Stati Uniti d'America

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per il duce da uno degli appartenenti alla Lega fascista americana è molto fasti­ diosa per l'immagine che il regime vuole dare di sé. Così come Salvemini, Giuseppe Antonio Borgese, Carlo Sforza, Lionello Venturi 14, Arturo Toscanini creano un fronte di resistenza alla propaganda fascista. In quello stesso anno, durante la primavera Carlo Levi è negli Stati Uniti per un breve periodo e vi ritorna tredici anni più tardi per scrivere una serie di articoli. Levi percepisce questo Paese con un entusiasmo, con un'attenzione tutta particolare; nei suoi appunti, nei suoi articoli, nelle sue lettere dall'America, se da una parte egli dimostra e crede di appartenere ad una comunità soprannazionale che è quella degli artisti, dall'altra guarda con una sensibilità "speciale" questi uomini e donne emigrati di cui alcune volte conosce spesso i luoghi di origine specie se quelli della Lucania. In un articolo scrive: New York. Mi trovai, una notte, rientrando in città per vie nuove, veloci, passate distrattamente conversando, in una atmosfera che d'un tratto mi parve famigliare, con certi ricordi remoti che rinascono improvvisi nella memoria al giungere di un suono in un altro tempo udito. Vidi che stavo correndo sulla Seconda Avenue. Avevo vissuto tre­ dici anni fa, per molte settimane, in quella zona popolare intermediaria, dove si affolla­ no e si mescolano italiani, messicani, giapponesi ( ... ) Ecco all'angolo della cinquantano­ vesima la pizzeria di Frank Ancora, ma diversa da quella che avevo lasciata, più elegan­ te, più illuminata, tanto da tenermi in dubbio se fosse veramente quella. Entro, per la porta nuova, incerto. Mi viene incontro un uomo dagli occhi neri, dal viso bruno e pal­ lido sotto i capelli grigi, che non riconosco; ma egli mi chiama per nome: "Carlo ! " Prima che io abbia il tempo di guardarmi attorno e ricostruire in me la vecchia immagi­ ne. "Carlo sei tornato! " Mi dà del tu alla maniera lucana, parla con l'accento a me fami­ liare e mi saluta con la cordiale naturalezza di chi mi avesse visto ieri. È il padrone, è lui Frank Ancora di Matera. Molto più svelto di me nel riconoscere un amico, chiama i suoi camerieri lucani, quelli di un tempo, a risalutarmi, e subito mi costringe a bere un caffè col brandy. Qui venivo qualche volta a mangiare, tredici anni fa. ( ... ) li padrone si ferma a conversare con me, mi racconta antiche storie e leggende di Matera, del conte Tramontano, delle rivolte contadine. A Matera era nato, in una famiglia numerosa, da più di quarant'anni non era tornato mai, serbando intatto il dialetto natio.

Levi poi conclude: Ho in bocca il mio toscano, ma Frank mi offre un sigaro americano, e insiste perché io lo fumi invece del mio. Ormai ha cambiato clientela. Non è più il tempo di quelli che

14 Con questi personaggi egli fonda la Mazzini Society che propaganda un antifascismo anticomunista ed è contro una restaurazione monarchica in Italia.


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Margherita Martelli

venivano fumando De Nobili. I clienti sono americani, e vivono in un altro fumo. Frank è un vecchio emigrato, un piccolo capo della sua generazione di italiani. La Guardia giocava a carte con lui, e Corsi era suo amico. Gli italiani potevano avere in mano il municipio, la polizia di New York: ma i tempi sono cambiati, e gli italiani non sanno camminare insieme, "gli italiani " dice Ancora "sono come le papere". Parliamo a lungo. Malgrado tutto, qualcosa della desolata amorosa Lucania rim ane, non so come, nell'aria di questa stanza.

MARIA LETIZIA SAGÙ

La Casa reale: tra cerimoniale e rapporti con le comunità italiane del Nord America

E in un altro articolo sempre Levi scrive: Quanti ne ho visti, quanti ne ho conosciuti, quanti ne ho descritti nei miei libri di questi vecchi emigranti scomparsi nel deserto del mondo o tornati con la loro vicenda, identificati per sempre in essa. Per alcuni l'emigrazione non è che una pena, una con­ danna, un male, una tragedia contro cui non c'è altra difesa che quella individuale: né è possibile una soluzione vera. Ma per una nuova coscienza tutto il problema prende forma e si cambia in un problema universale.

L'interesse e la comprensione di Levi per il fenomeno emigrazione non si conclude in questo esprimere e raccontare l'emigrazione; egli era membro della FILEF e promosse diversi convegni e studi sull'emigrazione. Nell'archivio Carlo Levi è inoltre conservata una bozza manoscritta di un famoso libro di Mario Soldati, America primo amore, in cui anch'egli descrive l'impatto con un famiglia di emigrati di origine italiana. Carlo Levi ebbe anche il merito di strut­ turare e scrivere i testi di una serie di conferenze radiofoniche destinati agli emi­ granti in generale in cui racconta la storia d'Italia ai figli degli emigranti. In una sua conferenza tenuta nel gennaio del 1970 sull'emigrazione dice fra l'altro: li grande popolo degli emigranti è in movimento. Una nuova coscienza è nata dall'e­ sperienza quotidiana di vita e di lotta; una coscienza che rifiuta l'accettazione dell'esilio come una necessità o destino; che ne scopre le cause e che è pronta a combatterle, che sa la propria condizione umana, se da un lato è la più infima, la più sacrificata ed arre­ trata, è dall'altro canto, la più avanzata e rivoluzionaria perché ha in sé la capacità e la necessità di rovesciare quelle strutture. Non più esiliati ma protagonisti è la volontà espressa dal mondo dell'emigrazione. ( ... ) Un modo per fare di milioni di sorti e di volontà sparse nei Paesi del mondo una forza coerente, un potere operante.

La documentazione dell'archivio del Ministero della real casa raccoglie atti ufficiali che testimoniano dei vari aspetti del fenomeno migratorio verso l'America, con particolare attenzione per le procedure formali e burocratiche o i momenti celebrativi. Insieme agli atti strettamente ufficiali contiene carte per­ venute da oltre oceano, inviate da innumerevoli istituzioni e associazioni di ita­ liani d'America. Proprio attraverso la lettura di queste ultime è possibile rico­ struire in modo verosimile le vicende degli emigrati, le situazioni locali, i biso­ gni e le reazioni a un ambiente tanto diverso rispetto a quello di provenienza. Consideriamo per primi gli atti ufficiali. Nel suo insieme, la documentazione del Ministero della real casa - strutturato in direzioni e divisioni così come gli altri Ministeri dell'amministrazione dello Stato - rispecchia l'attività dei singoli uffici che lo compongono. Attraverso diverse riforme, sopravvenute nel tempo, questi uffici sono andati configurandosi come un puro e semplice apparato amministrativo di supporto della casa reale. Ciò conferisce naturalmente un crisma di ufficialità marcato agli atti che compongono i relativi archivi. È il caso perciò di parlare di "fonti alte". La documentazione contenuta nel fascicolo della Segreteria reale dal titolo "Movimento del Corpo diplomatico" , rappresenta un campione significativo degli atti contenuti nei fondi della real casa, in quanto attesta l'avvicendamento delle alte cariche diplomatiche, sia italiane che estere l, Molti altri sono i fasci-

1 ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO [d'ora in poi ACS], Ministero rea! casa, Segreteria reale 1931-1935, b. 20, fase. 33 "Movimento del Corpo Diplomatico". TI fascicolo contiene il carteggio fra Mussolini e Mattioli Pasqualini circa l'aggiornamento dei movimenti dei regi ambasciatori e le rispettive destinazioni fra il 4 gennaio 1932 ed il 23 giugno 1935.


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coli corredati da lettere credenziali che accompagnano le proposte di nomina degli ambasciatori o forniscono informazioni sui singoli diplomatici. La corri­ spondenza della Segreteria reale con il Ministero degli affari esteri costituisce, poi, una ricca fonte per quanto concerne gli aggiornamenti della situazione economica di singoli Stati esteri e contiene, come vedremo, significativi carteg­ gi attestanti i rapporti dei sovrani con istituti o personaggi eminenti sia italiani che stranieri. Il fascicolo intitolato a Breckinridge Long, designato da Roosevelt ambascia­ tore straordinario e plenipotenziario degli Stati Uniti presso la real corte, nel 1933, contiene il carteggio fra Mussolini, allora ministro degli affari esteri, e Mattioli Pasqualini, ministro della real casa, circa la richiesta di gradimento da parte del re per la nomina avanzata dal governo degli Stati Uniti d'America. Alla istanza formale si accompagna un profilo della personalità che indubbia­ mente fornisce elementi utili al ricercatore che voglia fermarsi a valutare i crite­ ri di scelta del plenipotenziario ed i rapporti che la presupposero z . Altra documentazione di interesse specifico in questa sede è quella pervenuta all'Ufficio del primo aiutante di campo generale del re, circa l'attività dell'ono­ revole Myron Taylor, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, incari­ cato di organizzare l'assistenza americana per l'Italia nell'aprile del 1944 3 . Il fascicolo intitolato ad Alexander Kirk, ambasciatore sempre degli Stati Uniti, testimonia, invece, del significativo processo di recupero delle relazioni diplomati­ che fra gli Stati Uniti ed il nostro paese nel dicembre dello stesso anno 4.

2 Ibid., b.9, fase. 4 "Stati Uniti. Breckinridge Long Ambasciatore". Nella lettera del 18 aprile 193 3 inviata da Mussolini a Mattioli Pasqualini è contenuto, oltre alla richiesta di gradimento della nomina da parte del re, un profilo del plenipotenziario. 3 Cfr. la relazione sul "Meeting of Italian workshop" del 21 novembre 1945, pp. 6, in ACS, Ministero rea! casa, Ufficio del Primo aiutante di campo generale di sua maestà il re e imperatore 1941-1945, b. 778, fase. 16/4 "Stati Uniti - Ambasciata presso la Santa Sede - Taylor Myron Ambasciatore S.U.A.". Vedi anche in ACS, Ministero della rea! casa, Segreteria reale, b. 18, fase. 33 "Diario americano ", contenente copia delle memorie edite dall'Ufficio storico diplomatico del Ministero degli affari esteri (novembre 1938-giugno 1939). 4 ACS, Ministero rea! casa, Segreteria reale, b. 2, fase. 44 "America. Kirk S. E. Alexander Ambasciatore degli S.U.A. ". Nel telegramma inviato a Umberto di Savoia, luogotenente generale del regno d'Italia, Roosevelt motiva così la scelta del nuovo ambasciatore: «persona di estrema fiducia del governo americano e bene informata riguardo i relativi interessi dei due Paesi». Accanto a questo, altri sottofascicoli d'interesse ripercorrono poi i rapporti della Corona con gli Stati Uniti nel corso di vari momenti celebrativi come la "Festa Nazionale (4 luglio) ", la delezione del presidente "Roosevelt Franklin Delano", o ancora la "Morte di S. E. F.- D. Roosevelt". Vedi anche b. 6, f. 4 "Stati Uniti. Rielezione a Presidente di S. E. Roosevelt".

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Sorvolo su altre testimonianze pur significative, in quanto non entrano nel vivo della materia del convegno. Attinenti in senso lato all'emigrazione sono, invece, le carte raccolte nel fascicolo relativo alla Esposizione universale di New York del 1939. Nel radiomessaggio di inaugurazione del padiglione italiano, pronunciato il 12 marzo 1939, Ciano, in veste di ministro degli affari esteri, esordiva così: Io ho visitato alcuni anni or sono gli Stati Uniti dalla costa del Pacifico a quella dell'Atlantico e conservo nell'anima viva e profonda l'immagine dell'opera grandiosa che il popolo americano ha compiuto, nel corso, che a noi italiani sembra così breve, di tre secoli: una opera nella quale la volontà, il lavoro e il genio degli uomini hanno raggiunto la loro più alta espressione. A questa opera non è solo legato il nome glorioso di quegli audaci italiani, che primi posero il piede nel nuovo mondo e portarono l'America a con­ tatto con l'Europa, ma di quei milioni di miei concittadini, che alla grandezza degli Stati Uniti, hanno dato il prezioso contributo della loro intelligenza e della loro industria.

E più volte, nel proseguo del discorso, Ciano tornava a ribadire il ruolo di «una civiltà di lavoro» ed esaltava «l'imperi tura energia del Popolo Italiano» 5. Fra le carte del re è stato possibile rinvenire a riguardo solo la pratica concer­ nente l'invio della fotografia reale, sollecitata da Ashley T. Cole, commissario dell'Esposizione internazionale, incaricato di raccogliere una collezione di fotografie con firma autografa dei capi di Stato esteri, da esporre nel padiglione dello Stato di New York 6, Traccia più significativa ci è pervenuta, invece, del messaggio inviato dal re all'American Legion, in occasione della cerimonia di inaugurazione del World's War Memoria! Building, avvenuta nel 1924 a Indianapolis 7 , Mussolini, sempre

16, fase. 33 "Scritti e discorsi di S. E. il Conte Galeazzo Ciano Ministro degli affari esteri". Ci interessano in questa sede soprattutto la Inaugurazione del padiglione italiano all'esposi­ zione di New York e la Prefazione al Catalogo del Padiglione italiano all'Esposizione di New York storico contenuti nella citata pubblicazione n . 9 della serie "Documenti diplomatici" dell'Ufficio atteg­ dell' efficace assai ma generale, quadro un Per esteri. affari degli diplomatico del Ministero e giamento della propaganda dell'epoca circa l'emigrazione italiana negli Stati Uniti interessant l'o­ ancora ed 252 pp. 1937, Treves, Milano, anche il volume di A. RUGGIERO, Italiani in America, 235puscolo di O. FANTINI, Italiani in America, estratto da «Universalità fascista», 1942, 8-9, pp. 242 in ACS, Segreteria particolare del duce, Carteggio ordinario, fase. 17 15/509.310 . 6 ACS, Ministero rea! casa, Segreteria reale, b. 84, fase. 2285 "Esposizione Universale di New ricco di York, 1939, Ashley T. Cole, New York". Il fascicolo contiene anche un opuscolo a stampa, GENERA­ IATO COMMISSAR del cura a 1939 ork, Y New di Universale Esposizione alla I:Italia notizie, LE PER L'ITALIA, Roma, 1 settembre XVI, pp. 4 1 . 7 Ibid., b. 8 7 , fase. 1490 "American Legion. Reduci di guerra. Indianapolis". Vedi anche b . 80 fase. 1438 "Visita in Italia della American Legion. Roma" .

5 Ibid., b.


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come ministro degli esteri, paragonava idealmente l' American Legion alla As­ sociazione combattenti italiana e perciò sollecitava il sovrano ad inviare un testo in quanto: «Importanza politica dell'associazione e della cerimonia rende­ rebbero opportuno a mio avviso corrispondere alla richiesta, anche perchè suppongo altri Capi di Stato invieranno messaggi» B , E, invece, nella lettera di rU:g� aziamento inviata dalla regia agenzia consolare d'Italia di Indianapolis al mtn1stro della real casa leggiamo: «Il messaggio del nostro Re fu l'unico fra i Cap! de�le Nazioni Alleate, e provocò numerose espressioni di simpatia e di grat1tudtne da tutte le autorità presenti ( ... ) in quanto confermava la convlOzio­ ne ( ... ) che l'Italia è una Nazione particolarmente amica degli Stati Uniti» 9, Rimaniamo in tema di Associazione nazionale combattenti e passiamo al fascicolo della sezione dei Combattenti di Montclair nel New Jersey 10 . Il suo presidente, Giuseppe Balestrieri, richiese la concessione di una fotografia con autografo del sovrano, nel l934, in occasione della inaugurazione ufficiale della sezione. In quella sede, Balestrieri pronunciò un discorso celebrativo e nello stesso tempo programmatico in cui in un roboante crescendo faceva appello a: L'entusiasmo che animò noi combattenti nei giorni della gloria e che spinse genero­ samente i nostri fanti ad immolarsi sorridenti per i più grandi destini della Patria quello entusiasmo che ormai è la nota caratteristica di tutta la gioventù italiana, questo �ntusia­ smo lasciatemelo dire, vive ancora anzi vive con ritmo crescente nell'animo nostro ex combattenti italiani all'estero, poichè, anche essendo lontani dalla terra natia, noi, al di sopra di ogni lavoro, di ogni passione, di ogni cosa vogliamo rimanere sempre i combat­ tenti di Vittorio ,Veneto, vogliamo sempre essere gli apostoli del capo supremo, Vittorio Emanuele, voghamo sempre essere spiritualmente le sentinelle fedeli all'altare della Patria, dove il Milite Ignoto, simbolo purissimo del supremo sacrificio veglia sul cam' mino che l'Italia superbamente percorre. Noi abbiamo trasportato anche all'estero tutta la nostra passione e, per quanto depo­ sta, �ors� provvisoria!Jlente, la grigioverde che fu il nostro orgoglio e la nostra gloria, ci cons1denamo sempre mobilitati e combattiamo con l'esempio e con il lavoro fecondo ' la nobile battaglia per il prestigio del nome italiano in America. Costituimmo in Italia, noi combattenti, l'aristocrazia della nostra gioventù; costituia­ mo oggi all'estero l'aristocrazia del numeroso esercito dei connazionali che sotto tutti i cieli del mondo, lottano e vincono portando sempre nel cuore e nella ment� una passio­ ne suprema: "l'affetto della Patria", avendo sempre negli occhi un'immagine incancella-

8 Ibid., b. 87, fase. 1490, Telegramma di Mussolini a Mattioli, 11 settembre 1924. 9 Ibid., Lettera del Regio Agente Consolare di Indianapolis a Mattioli, 15 settembre 1924. 10 Ibid., b. 37, fase. 91 " Montreal. Associazione ex combattenti italiani. Balestrieri ing.

Giuseppe".

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e, la nostra Italia che cam­ bile: "l'Italia diletta " , divinamente bella superbamente grand abile binomio: il Re e il super dall'in ta mina sicura verso i più gloriosi destini, guida Duce. comunità; ricordatevi però, compaÈ vero che costituiamo l'aristocrazia delle nostre i, ricordatevi che in noi sono gni di trincea, che ogni privilegio è accompagnato da dover da noi aspettano l'esempio, la fissi gli occhi dei nostri connazionali d'America e che i all'estero, raggruppandoci in guida e la parola d'ordine. "Noi ex combattenti italian di svolgere, e potrei dire che sezioni, riunendoci in una sola famiglia, ci proponiamo ità. Far si che le virtù della stiamo già svolgendo, un attivissimo programma di italian zionali d'America, alimentare la stirpe siano sempre vive nel cuore di tutti i nostri conna diffondere la luce della nostra passione per la Patria nostra nell'animo dei nostri figli, a lingua, dare esempio di ogni cultura, fare amare ai giovani italo-americani cosl la nostr ne, aiutare moralmente e Nazio e virtù ed abnegazione, rispettare le leggi di questa grand ex combattente sven­ un sia vi ue materialmente i camerati bisognosi e far sl che ovunq ex combattenti italia­ noi che amma toli il tricolore e sia presente l'Italia" - Ecco il progr . (. .. ) E voi, Signor animo nostro del sità ni in America svolgiamo con tutta la neces ando un giorno a Roma, potete Console, degno rappresentante dell'Italia nuova, ritorn i in America sono sempre i com­ testimoniare ai fratelli nostri lontani che i combattent i a offrirsi per la Patria. E un battenti di Vittorio Veneto e sono sempre i soldati pront che oggi, come allora, la nostra messaggio ancora più nobile è quello di dire al Duce per la gloria della nostra diletta parola d'ordine è "Presenti" per il bene supremo e Italia. 11• Concludeva il tutto un "combattentistico saluto" sindaco di New York, Tutt' altro tono ha il telegramma inviato al re dal ama i giorni trascorsi insie­ Fiorello La Guardia, il 20 maggio 1940 , in cui richi pace. Riferendosi poi agli me nel 1918 e il ricordo del comune desiderio di fa appello alla posizione attuali sforzi per la pace del presidente americano il mantenimento della pace strategica dell'Italia nell'opera di cooperazione per ramente spera che l'Italia e conclude affermando che il popolo americano since , anzi, a proposito come : non sacrifiche rà i suoi figli per Hitler. Sottolinea s and all of their children «Millions of your former subjects now loyal American Republic» 12 • rican native born Americans stand solidly behind the Ame

1 1 Ibid., Copia del discorso del Presidente dell'Associazione, G. Balestrieri, 29

settembre 1934 . .

New York" , telegramma d1 12 Ibid, b. 17, fase. 33 "La Guardia Fiorello Sindaco di New York.essiva ascesa degli italo-ame­ progr Sulla 1940. o maggi La Guardia al re Vittorio Emanuele III, 20 a vedi C. BELLERI DAMIANI, L'emigrazione italian ricani alle posizioni politiche chiavi del paese 1978, PP li», aziona intern i social · ri durante il periodo fascista, estratto da «Mfa

negli Stati Uniti 105- 123.


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Infine facciamo cenno agli italiani naturalizzati e stiamo parlando ormai del­ l'anno 1940. È possibile individuare attraverso le carte della real casa elementi in grado di fornirci un quadro più realistico e meno ufficiale della vita degli italiani d'America? Per rispondere occorre tentare di "tradurre" documenti istituzionali in testi­ monianze di vita vissuta. L'istituzione, infatti, può rappresentare un filtro, e solo leggendo attraverso questo filtro si può "vivificare" molta della documen­ tazione da essa prodotta superando anche l'ostacolo del linguaggio tecnico ed istituzionale. Prendo spunto da un saggio di Claudio Pavone che, trattando della "moralità" nella Resistenza, ha scritto: L'obiettivo della ricerca venne così spostandosi dai programmi agli uomini: alle loro convinzioni morali, alle strutture culturali presenti in esse, alle preferenze emotive, ai dubbi e alle passioni sollecitati da quel breve intenso giro di avvenimenti: Su che cosa gli uomini avevano fondato il loro agire quando le istituzioni nel cui quadro erano stati abi­ tuati ad operare scricchiolarono o si dileguarono, per poi ricostituirsi e pretendere nuove e contrapposte fedeltà? 1 3 .

Le parole di Claudio Pavone sono evidentemente rivolte a momenti ed avve­ nimenti storici precisi e diversi. Tuttavia, forse, la situazione in cui dovettero trovarsi gli emigrati italiani in America non fu, seppure per altri aspetti, altret­ tanto sconvolgente e problemati ca? 1 4 Nella ricerca di "moralità", intesa - secondo Pavone - come sforzo di ridise­ gnare il territorio su cui si incontrano e si scontrano la politica e la morale, è il caso di dedicare maggiore attenzione alle fonti cosidette "basse". Andare cioè a guardare come le direttive generali venissero recepite e vissute ai vari livelli adattandosi così a una ricca gamma di esperienze individuali e collettive. Proviamo allora a rileggere gli atti della Divisione II del Ministero della real casa riguardanti le richieste di elargizione inoltrate da oltreoceano da parte di istituti e fondazioni di beneficenza, e così pure le domande per la concessione di protettorati, patronati o sussidi ai poveri.

1 3 C. PAVONE, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Torino, Bollati Boringhieri, 1991, pp. XII-825. !4 Per un quadro significativo a riguardo ancora validi i lavori di E. SORI, Emigrazione all'estero e migrazioni interne in Italia tra le due guerre, in «Quaderni storici», 1975, 29-30, pp. 579-598 e ancora dello stesso autore il volume Uemigrazione italiana dall'unità alla seconda guerra mondiale, Bologna, Mulino, 1979, pp. 293-336, 4 10-440.

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Passato il filtro burocratico, che rende a prima vista tale documentazione asettica e livella situazioni più variegate, il ricercatore attento comincia ad apprezzare una serie di elementi estremamente significativi al fine di ricostruire una verosimile rappresentazione della vita degli emigranti taliani in territorio americano. Per potere cogliere l'aderenza alle piccole realtà che queste carte testimoniano occorre, però, molto spesso fermarsi proprio dove a un primo esame non sembra esserci documentazione di particolare rilievo. Ciascuna istanza avanzata al Ministero da parte delle singole istituzioni e società è corredata da un insieme di atti destinati a fornire elementi di valuta­ zione per la concessione da parte del re di quanto di volta in volta viene solleci­ tato. I competenti uffici della real casa sono incaricati di raccogliere notizie sulle singole società ed i loro membri, sugli eventuali precedenti per rassicurare il sovrano circa la serietà, l'affidabilità e la moralità dei rispettivi presidenti, prima di intervenire in loro favore. Tale precauzione, peraltro, sembra più che giustificata, se si guarda ad alcuni comportamenti eccessivamente disinvolti assunti da individui che si facevano scarso scrupolo di avviare oltre oceano iniziative quanto meno spregiudicate, se non addirittura illegali. Esemplificativo il caso del fallimento della Banca nazionale del reduce avvenuto nel 1923 15. Dovette essere davvero imbarazzante la posizione del sovrano che compari­ va pubblicamente, sulla stampa, fra i primi azionisti della banca - così come testimonia il comunicato dell'Agenzia Stefani del 23 marzo 1920: Sua Maestà il Re avendo appresa la costituzione di un Istituto denominato "Banca Nazionale del Reduce" avente per iscopo di rimettere in valore le attività civili dei redu­ ci della guerra, mediante il credito od altre agevolazioni, desiderando dimostrare il Sovrano interessamento per la provvida istituzione, ha disposto l'acquisto di 500 azioni della Banca predetta, pari a f,. 50.000 destinando le azioni stesse in proprietà all'Opera Nazionale degli orfani di guerra 16.

Non a caso il Re tenne a sottolineare, in un nuovo comunicato per la stam­ pa, di aver agito a seguito di premure della Presidenza del Consiglio dei mini­ stri. Soltanto in data successiva arrivarono notizie circa il comm. Alfredo Caloro, amministratore delegato di detta banca: nel suo rapporto, l'ispettore

1 5 ACS, Ministero rea! casa, Segreteria reale, Archivio riservato 1921-1925, fase. 1442 "Roma. Banca Nazionale del Reduce. Caloro Com. Alfredo". 1 6 Ibid., Comunicato "Agenzia Stefani", 23 marzo 1920.


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generale di pubblica sicurezza presso la real casa dipinge il Caloro come perso­ . na d1 passato alquanto dubbio e di moralità in affari molto discussa 17. D'altra parte, molto più frequenti sono le manifestazioni che attestano il profondo e sentito legame degli emigranti per la madre patria e rivelano il biso­ gno di mantenere vivo il rapporto, anche affettivo, con l'Italia - fosse pure sol­ tanto attraverso un simbolo, quale la bandiera o la fotografia del sovrano. Da� canto lo�o : essi non si stancavano di inviare in Italia anche tangibili con­ . tnbuu econom1c1. Sono moltissime le iniziative promosse dalle innumerevoli associazioni e comitati intese alla raccolta di fondi da spedire in patria. Il "Ponte d'argento" , costituisce un efficace esempio delle operazioni lanciate dal "Comitato dei Mille" di New York a sostegno delle famiglie degli ex combat­ tenti che si recavano in Etiopia per la colonizzazione 18, Un'altra significativa espressione di solidarietà si concretizzò nell'invio di �igliaia .d� c�rt�l�e impr�ziosite da una sbarretta o un cuore d'argento, omag­ glO degh ltaham 1ll Amertca come: «aiuto per la neutralità italiana e segno di devozione per la patria d'origine e per la patria di adozione» . L'iniziativa parti­ va anc? ra d �l " � ?mi: ato dei �il!e" di New York - come attestano i lunghi . . elenchi nom1nat1v1 del m1ttent1 stilatl dalla Segreteria reale per inoltrare i rin­ graziamenti, tramite il consolato di New York. La Società di mutuo soccorso Vittorio Emanuele III di Reading, Pensilvania, devolveva nel febbraio del 1936 a beneficio della Croce Rossa italiana un asse­ gno di /:.. 2.000. E questo in nome del "dovere verso la Madre Patria" 19, Numerose sono poi, le informazioni sulle associazioni che si costituirono nelle "piccole Italie" sorte non come amorfi e casuali insediamenti di concittadi­ ni ed a�ici, ma come spo�tanea risposta ad un naturale bisogno di aggregazio­ . ne, assai forte 1ll un ambiente nuovo e difficile, risposta, peraltro, tesa più o

. 1 7 Ibt'd , "Copta d'l lettera d eli'Ispettore Generale dt P. S. presso la real casa circa informazioni ·

.

sul conto del Cav. Alfredo Caloro", 8 settembre 1920. 18 ACS, Ministero rea! casa, Segreteria reale, b. 68, fase. 400 " Omaggi di cartoline metalliche. Ponti d'argento. Cuori di rame". Nella lettera di accompagno dell'assegno si legge anche testual­ mente che ess� vie�e sf� ito i� nome della "riconoscenza in cui l'Italia del suo passo dato, alla . . . conq� sta dell Abbtssmta . Vedt a nguardo anche in ACS, Ufficio del Cavaliere d'onore, b. 9, fase. 334 6 Leto Carmelo New York. Comitato dei Mille". Per avere maggiori elementi sulla organiz­ : . zazione delle comuntta, oltreoceano molto utile il volume di G. FREDIANI, Pionieri italiani nell'agri­ coltura americana, Milano, Pan editrice Milano, 1976, pp. 1 4 1 . 1 9 L�ttera el Presiden�e della S?cietà d i mutuo soccorso Vittorio Emanuele I I a S . M. Regina len� Savota, 5 febbrato 1936, m ACS, Ministero rea! casa, Segreteria reale, b. 67, fase. 353 . Socteta M. S. V. E. II. Readmg. Pa (Pensilvania)".

��

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meno consapevolmente a supplire alla mancanza di una coerente azione di guida da parte del ceto dirigente italiano in materia di politica dell'emigrazione. Tale esigenza contribuisce a spiegare la forte vitalità di quelle tante istituzio­ scimenti da ni socio-culturali che sollecitavano animatamente patronati e ricono parte dei sovrani italiani. e a Una testimonianza esemplificativa rimane nelle carte d l " Tiro segno o in premi nato" "agog un di nazionale italiano" dove si sollecita la concessione atti negli a 20. ancor E occasione della Gara di tiro annualmente organizzata chie­ si cui in relativi alla Società di mutuo soccorso Regina Elena di Rochester per il festeg­ ato patron del ssione conce alla de, invano, il consenso della regina giamento del 34° anniversario della società 21. y" di D'altra parte, nella documentazione relativa alla "Margherita Societ , ington Wash di iatore New York, in un rapporto informativo dell'a mbasc Suvich, si legge: iva della mar­ La Margherita Society sorta nella prima metà dell'anno 1936 per iniziat te a New residen ora chesa delle Chiuse, americana sposata a un cittadino italiano ed a, di etiopic guerra la York, con l'intento di controbattere la propaganda inglese, durante ane americ e signor singole penetrare negli ambienti americani servendosi dell'opera di più erano , Regno nel to che, per essere mogli di italiani o per aver lungamente risiedu gruppo un ito costitu così Fu . adatte a svolgere opera di chiarificazione e di informazione enze, sia con riunio­ numeroso di signore americane che in varie occasioni, sia con confer evitare tuttavia che Per a. italian anda propag ni sociali, fecero attiva ed efficace opera di ani, la Margherita americ ti ambien degli nza la sua azione potesse incontrare la diffide zione di benefi­ associa di nte nteme appare re caratte Society assunse fin dal principio un continua a mantenere cenza e assistenziale. Tale carattere detta società ha continuato e americane fra le quali tutt'ora. Alla Margherita Society hanno aderito numerose signore essa Boncompagni. la signora Gould, la duchessa Torlonia, la signora Gerard e la princip già conosciuto e sul Dopo il mio arrivo in America, la marchesa delle Chiuse che avevo a mia moglie di conto della quale non posso che esprimermi favorevolmente, offriva to tale offerta. accetta diventare Presidente onorario della Società, l'ambasciatrice ha Sua Maestà la che a rio Dato quanto precede, ritengo che non vi sia niente in contra autografo 22. con afia fotogr Regina Imperatrice invii in dono alla Margherita Society una

20 Ibid. , b. 49, fase. 1 1 9 "New York. Tiro a segno Nazionale" . ter N. Y." Lettera 2 1. Ibid. , b. 79. fase. 1313 "Società di mutuo soccorso 'Regina Elena'. Roches Un'altra istanza in 1935. ottobre 2 , d'Italia regina alla Elena" a "Regin del presidente della Società 29 marzo 193 7. tal senso, contenuta nello stesso fascicolo, fu inoltrata in data York" , telespresso dell'ambasciato­ New Inc. 22 Ibid. , b. 83 , fase. 1885 "La Margherita Society Ancora pieno di spunti a tale 1938. marzo 8 1 esteri, affari degli re d'Italia Suvich al Ministero


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Maria Letizia Sagù

nulla valse, invece, l'insistenza del maestro Benelli, presidente del Coro d'Italia presso la Casa italiana della Columbia University, che pur sollecitò ani­ mosamente il console generale d'Italia di New York: A

Sono sicuro che Le farà piacere se nuovamente mi rivolgo a Lei per aver direttamen­ te dalle Mani Auguste della Nostra Amata Regina il sacro simbolo della Nostra Patria. Il mio Coro è composto di !taio-Americani figli di quegli italiani che in massima parte sette o otto anni indietro non si occupavano né conoscevano la nostra Patria il suo bel­ l'idioma. Lei può immaginare quanto, molti volenterosi e fra questi modestamente io, abbiamo faticato e lottato per giungere a quello che abbiamo oggi, ma che non è tutto. Il mio Coro che in buona parte non parla italiano, canta però in italiano, tutti i nostri canti patriottici e le canzoni folkloristiche delle nostre regioni. La bandiera donata dalla Nostra Sovrana è un in citamento di italianità che incoraggia ed entusiasma questa mia balda gioventù. Ecco perchè io insisto ( . . . ) Ho molta fiducia che Lei riesca a farmi otte­ nere ciò che mi sta tanto a cuore 23.

Il console generale non poté rispondere altro che: Duolmi doverLe dire che la risposta giunta dall'Italia in merito alla bandiera che ella aveva richiesto per il Coro d'Italia, è negativa. La risposta tuttavia si esprime in termini assai lusinghieri per la di lei iniziativa e per i di lei collaboratori. Quanto al diniego, esso è basato sulle consuetudini che tassativamente stabiliscono gli scopi cui devono essere devoluti gli eventuali concorsi pecuniari, e cioè scopi di beneficenza 24.

E così, ancora, moltissimi altri fascicoli, che in questa sede non è chiaramente possibile citare ad uno ad uno, riletti attentamente, forniscono chiare attestazio­ ni di un bisogno sostanziale di aggregazione in terra straniera e significative

riguardo il saggio di L. BERTELLI, Cultura di "élite" e cultura di massa nell'emigrazione italiana degli Stati Uniti (Dai rapporti Consolari e da altre testimonianze del periodo 1901-1928), in Gli italiani negli Stati Unitz; Firenze, Istituto di studi americani, 1972, pp. 4 1 - 109. 23 Carteggio fra il maestro Sandro Benelli e il console d'Italia Grossardi, maggio-dicembre 1934, in ACS, Ministero rea! casa, Segreteria reale, b. 94, fase. 2901 "Il Coro d 'Italia. New York. Benelli Sandro". Il rischio della perdita dell'identità linguistica - cui accenna anche il Benelli nella sua istanza era effettivamente assai vivo. A riguardo cfr. il saggio di M. CIACCI, Note sul comporta­ mento linguistico di emigrati italiani negli Stati Uniti, in Gli italiani negli Stati Uniti. . . cit., pp. 1 1 1-138. A proposito di tali tematiche assai utile l'intervento di D . BLOT, Problemi posti dalla sco­ larizzazione deifigli di migranti, in Atti della Conferenza internazionale sulle migrazioni, Roma 131 6 marzo 199 1 , Roma, Editalia, 1991, pp. 587-598. 24 Lettera del console d'Italia al maestro Benelli, 14 dicembre 1934, in ACS, Ministero rea! casa, Segreteria reale, b. 94 , fase. 2901 "Il Coro d'Italia. New York. Benelli Sandro".

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La Casa reale: tra cerimoniale e rapporti con le

comunità italiane del Nord America 1299

ita· n1· d'1 un umano desiderio e di un costante tentativo, da parte degli espress1o · · . 1gme d' o terra a 1 il co�tatto con . . � liani d'America, di mantenere comunque vivo d1 este e, mvece, a queste r1ch� com ente evid sì altre re appa tura rilet tale Da con una propaganda che r1petev� solidarietà non si sapesse rispondere se non tipo: «Questo oceano che non c1 martellanti quanto improbabili messaggi del divide ma ci unisce». ' fonte come quella degl'1 are,h'1v1· de11a rea1 , ev1'dente, dunque , che anche una E · · d'1t� f� rm�1e e a1 ata ad u?a r1g1 . casa per sua natura particolarmente impront a una . nv1s.1taz10ne da tarsi ' pres può , iti · defin te men 1 sa · prec m · nspetto d'1 cano . . .1 nuovi. elementi d'1 ncerca. N �n . arte de li studiosi capace di fornire moluss1m ette e �ltre la �acc�ata �ostru1t� . difficil� individuare, al di là di canoni ed etich ne, gh pohuca dell em1graz10 . perme a copertura de11a mancata Scelta di una coerente �l sto te oltreoceano . Que elementi utili a ricostruire tante vicende vissu realtà - attraverso le �tter� , � alla te di ricomporre con maggiore aderenza une - molte delle s1tuaz1on1 · ze, 1e suppl'lehe e g11· omaggi della gente com . . 1stan d'America, l qual'1 � ev1'dentemente, assai problematiche che vissero gli italiani �n av no a considerare �ome. un ur lontani e troppo spesso dimenticati, cont � � 1. e fra queste, m pnmo 1St1tuz10n unto di riferimento la madre patria, le sue luogo la figura del re.

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La propaganda fascista: le associazioni e gli istituti di cultura italoamericani in Nord America

NORA SANTARELLI

Come punto di partenza pu o' esse . . re uu· 1e n'fenr si a una osservazione di' . Phill'p C anm. straro m . . quant illd'lrett m te mdica lo stratificarsi graduale, nel � ?� tempo, della docu�entazio:e h � � r s � a rav rso l'attività di «Un apparato propagandistico raffi:at� c e e �e a sua. comparsa solo dopo il consolidamento del p otere . mussoh. man o e div enne sistematico non prima del 192 6»1 . tale s c�po contribuirono le stesse isti tuzioni di govern o. . . u o e, a it :;�� 9 to, nel 19�3.' un Ufficio stampa alle df e � sue i� op o la cns1 provoc ata dal delitto . ' Matteotti assunse il nome d1· 'Uffic1o stam pa del capo d'l governo, cm. succedet' te, con r.d. 6 settembre 193 4 il S otto segretan. ato per la stampa e propagand . . a che divenne nel 1 93 5 , l'l M'Ints ter o sta mp a e pr opagan d a e, ne . . . ' 1 l 93 7, Il Mmtste ro della cultura popolare.2 L'istituzione di un organismo ri'vol . to esclustv . amente alla prop aganda era sm. tomattc a dell'esig enza di Mussolin'� d'l ft�rzare e con . solidare sempre di più la sua immagine e quella del regime Sia . a lve o politlco che «emozionale».3 Nel corso degli anni' fu real'tzzata una ver · a e pr o p · zaz1. 0ne» delle rla « f ascl· st1z strutture culturali e isti'' tuzl.onal'1 attr averso l a stampa, �l'l a1tn· orgam. d' . 1 mfo rmazione e i nuovi mass media quali . ra d'Io, telev1. s10n e, cmema. '

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1 Cfr. Ph. CANNISTRARO La Fab 2 Cfr. UFFICIO CENTRAL� PER I Bb:��· a d�l consenso. Fas�ismo e massmedia, Bari 1975, p . 71. AR HIVISTICI, Guzda generale degli Archivi Roma 1981 , p . 106 di Stato italiani, 3 Cf . Il Ministero della cultura popolare e . . '{ Mzmstero delle poste e teleg rafi, a cura di P. FERRARA, Bologna 1992, p. 27. r

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1301

Questo fenomeno si sviluppò e fu esportato anche oltreoceano. La politica estera italiana verso gli Stati Uniti era piuttosto complessa: si col­ locava su più livelli sostenendo, da un lato, l'emigrazione come transitoria (senza perciò considerarla come definitiva) in risposta all'indirizzo restrizioni­ sta americano, e, dall'altro, mantenendo buoni rapporti politici, economici, finanziari. Il fascismo si pose il problema di influenzare e orientare le comunità itala­ americane già insediate negli USA; in questo senso poté raccogliere l' esperien­ za e l'eredità del nazionalismo. «L'idea di unificare propaganda e cultura nelle mani di un unico organismo sarebbe divenuta nel corso degli anni Trenta il principio basilare della politica culturale fascista fornendo il fondamento teorico all'opera del Ministero della cultura popolare»4 che intensificò attraverso i suoi organismi la creazione e il potenziamento di centri di attività italiana all'estero. La Direzione generale stampa e propaganda del Ministero della cultura po­ polare, sotto la direzione di Dino Alfieri (già titolare del Ministero stampa e propaganda) fu assai attiva. La Direzione generale propaganda era costituita da quattro sezioni: Ufficio I, propaganda generale; Ufficio II, Ufficio NUPIE e AntiKomintern; Ufficio III, radio; Ufficio IV, propaganda artistica e cinematografica. Alla Direzione generale propaganda erano affidati i Servizi politici e cultura­ li dell'Ispettorato per la radio diffusione e la televisione, data l'importanza no­ tevolissima assunta dalla radio quale strumento di propaganda nel corso degli anni. Le sue competenze investivano tutti i settori dell'informazione e della cultura, seguendo in questo una linea di continuità istituzionale e politica colla precedente esperienza. Al suo interno operava appunto l'Ufficio NUPIE (Nuclei di propaganda in Italia e all'estero), creato nel 193 55, con competenze sul territorio nazionale ed estero, le cui finalità erano quelle di interessarsi del servizio della propaganda all'interno e all'estero in caso di mobilitazione. Tale ufficio organizzò gli organismi destinati a presiedere allo svolgimento della propaganda tra le popolazioni civili, soprattutto nell'eventualità dello scoppio della guerra.

4 Cfr. Ph. CANNISTRARO, La Fabbrica del consenso ... cit., p. 98. 5 Cfr. ACS, Ministero cultura popolare, b. 177, fase. 4 "Relazioni sull'attività della D.G. propa­ ganda", sf. l "Relazione svolta dalla Direzione generale propaganda negli anni 1937-1938-1939".


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Nora Santarelli

Oltre a questa attività compito dell'Ufficio NUPIE era di provv edere soprat­ tutto alla propaganda anticomunista. Le modalità con cui questa veniva svolta si rilevano dalla docum entazione pro?ott � dallo stesso fficio e dalle numerose relazioni period iche che i funzio­ � . na m�1�v�no al Gab etto del ministro, ricche di informazioni � e dati statistici. attlvtta svo!ta dat NUPIE negli USA, fu impostata tenendo presenti due . esigenze e�senztali:. l necessità di fiancheggiare nel modo miglio � re gli sviluppi . ella p ol�tlca est�ra, �ustra do opportunamente al pubblico ameri � cano le rea­ tzzazwn� del reg�e m ogni settore e la necessità di procedere ad un'opera di penetraztone contmua ma «spersonalizzata». Pe: agi�e in �orm� «spersonalizzata» la Propaganda negli ambit i giornalistici . Sl ser;tva dt alcune agenzie di inform azione quali l'Agenzia d'Itali ae . mpero, l Agenz�a Le Colonie e l'Agenzia Informundus, oltre alla più fa­ . mosa Agenzia Stefanl. P��tanto il �ucleo ce trale della propaganda si scindeva in vari servizi: un ?. . . s�rvtzlO artico li, un serviZIO bibliografico, un servizio mostre, un servizio foto­ cmematografico. Dali� r�lazioni periodiche che i funzionari del Ministero inviav ano al Gabi­ netto �1 rileva che a �età degli anni Trenta i programmi radiofonici avevano . acquisito un � parte r�evante. I notiziari venivano radiodiffusi in diciotto lin­ . gue, :nentre l bollettmt radio telegr afici veniv ano lancia ti in cinqu e 6. . P�u complessa �a prep arazione dei programmi speciali radiof per i (uali una larga schter� dt esperti collaboratori sceglieva e redigeva laonici, parte par­ ata - confe�enze, �adwcronache - diversa dal semplice notiz iario. . Infme e�tstev� il servizio intercettazione effettuato da un corpo . di steno­ . mterpr�tl, l quali �a tavano le trasmissioni straniere mettendo � in grado il mini­ �tero dt a�ere �gni giOrno tradotti in italiano tutti i notiziari trasmessi dalle più Importanti stazioni. radiofoniche. Ci�scun nucl�o o�er�va attraverso un certo numero di confe renzieri scelti tramite le � rg���zz�z1?n1 e l. centri di cultura fascista del PNF che promuoveva­ . . no una sene dt mtzta tlve e mterventi culturali. La Sez�o�e della �tampa e propaganda estera fu assai poten ziata con l'au­ mento �el dtp�ndentl, funzionari, giornalisti e traduttori. I uol ��mp1t1. consistevano nella raccolta di articoli relativ i all'Italia e noti. � Zie d1 politica estera. '

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6 Ibidem.

La propaganda fascista: le associazioni e gli istituti di cultura italoamericani in Nord America 1 3 03

Una profonda modificazione si ebbe in seguito all'entrata in guerra dell'Ita­ lia, quando la Direzione generale propaganda fu divisa in settori geografici affi­ dati ai funzionari del Ministero degli affari esteri, (MAE) coi quali collaborava periodicamente, per ciò che concerneva le questioni di stampa e i quesiti posti dagli inviati stranieri in Italia. Compiti di propaganda culturale e politica che si traducevano, per lo più, in forma di conferenze, mostre e lezioni, furono assolti dall'Istituto di cultura fascista, così come un'importante funzione di propaganda sociale fu svolta direttamente dal PNF attraverso il Dopolavoro e i gruppi giovanili. La documentazione conservata presso l'Archivio centrale dello Stato, relativa al­ la propaganda esercitata dal Ministero della cultura popolare attraverso i NUPIE negli Stati Uniti, investe un arco cronologico di circa dieci anni ( 1933 -1943 ) . Comprende una prima parte relativa all'Ufficio NUPIE ( 1932-1944 ) sezione II - propaganda all'estero 1937-1943 contenente i fascicoli relativi classificati per città, ambasciate, legazioni e consolati.7 Mentre la documentazione precedente relativa all'Ufficio stampa di propaganda presso gli stati esteri per gli anni 193 3 - 193 6 è classificata per anni. Ciascun anno comprende una serie di fascicoli, identici nell'intestazione, relati­ vi al materiale di propaganda: «Articoli - Giornali>> , «Invio di films e pellicole cinematografiche», «Invio di pubblicazioni». A partire dal 1938 in poi i fascicoli sono classificati per città, le medesime che ritroviamo nella parte relativa alle sedi diplomatiche ed anni, ad esempio: «Washington 1940 e precedenti», e «Washington 194 1- 1942- 1943», suddivisi a loro volta in sottofascicoli relativi a diversi argomenti uguali sia per gli anni Quaranta e precedenti sia per gli anni 194 1- 1943 . Una notevole mole documentaria attesta la diffusione e l'attività capillare della Propaganda e dei NUPIE che si esplicava in concreto coinvolgendo tutta una rete di pubblicisti, scrittori, oratori italiani che si recavano in USA. 8 La Direzione generale della propaganda inoltre orientava opportunamente la stampa estera rappresentata in Italia dai corrispondenti fissi e dagli inviati spe­ ciali, mantenendo i contatti con le rappresentanze diplomatiche estere, e con i loro addetti culturali, che rivestivano un ruolo rilevante in quanto trait d'union e filtro di notizie e informazioni tra il governo di Roma e il governo americano .

7 Cfr. ACS, Ministero cultura all'estero, b. 61 "Stati Uniti" . s

popolare, Dir. gen. propaganda NUPIE,

Ibid., Dir. Gen. Propaganda, bb. 439-453

" Stati Uniti".

Sez. II, Propaganda


1 3 04

Nora Santarelli

Assumerà nel tempo un notevole ruolo l' «attaché culture!» in quanto mediatore e veicolo, il più possibile neutrale, della propaganda in America. L'a�ione ne�li Stati Un�ti era diretta principalmente ad illustrare all'opinione pubbhca amencana «la v1ta operosa dell'Italia» per contrastare eventuali cam­ pagne diffamatorie. Si era deciso che la propaganda non dovesse svolgersi con eguale criterio ed intensità nelle varie sedi consolari e che fosse intensificata in direzione di quelle dove necessità politiche contingenti lo esigessero e dove si fossero manifestate nei confronti dell'Italia ostilità e incomprensioni. Le sedi più attive furono Washington e New York. Bisogn�va adattare i mezzi consueti di propaganda - pubblicazioni, confe­ . ren�e, �rt�coli, film, fotografie - al gusto e al modo di pensare degli americani. �rtlcoli p1ù brevi, ricchi di dati statistici, senza retorica; conferenze poche, ma mteressanti, tenute possibilmente in madrelingua da persone autorevoli e com­ petenti del paese. Si dovevano dare informazioni sull'Italia che illustrassero alle comunità di emigrati i progressi compiuti negli anni dall'Italia per quel che . riguardava gli aspetti essenziali della vita: opere di costruzione strade abita' ' zioni, mezzi di trasporto9. In obbedienza appunto a tale concetto furono mandati negli Stati Uniti d'America per svolgervi cicli di conferenze sull'Italia e il fascismo conferenzie­ ri per lo più di nazionalità inglese o che almeno conoscessero pe�fettamente la l��ua. Si in�oraggiò in tutti i modi la pubblicazione di volumi e opuscoli (che s1 ritrovano 1n numero cospicuo all'interno della documentazione) scritti da scrittori stranieri e pubblicati da alcune case editrici locali, o dallo stesso mini­ stero. A tale scopo furono favoriti viaggi in Italia di singole personalità ameri­ cane o comitive alle quali fu offerto di osservare direttamente le realizzazioni del regime in tutti i campi, sollecitandole poi a riferire con conferenze lo, J?alla seconda metà degli anni Venti e nella prima metà degli anni Trenta il reg1me, aveva cercato di utilizzare, come strumenti di politica estera le sedi istituzio� ali già esistenti, cioè le sedi dell'apparato diplomatico, amb �sciate e consolati, attuando al loro interno una lenta opera di fascistizzazione. La politica culturale agì parallelamente: le sedi consolari e le ambasciate da una parte e, dall'altra, una lenta penetrazione nelle comunità di italiani emigra­ ti attraverso l'operato dei Nuclei di propaganda. È infatti attraverso il coordi9 Ibidem. 1° Cfr. ACS, Ministero cultura popolare, Gabinetto, b. 177 fase. 4 "Relazioni sull'attività della D.G. Propaganda" , sf. l "Relazione svolta dalla D.G. Propaganda negli anni 1937-1938-1939".

La propaganda fascista: le associazioni e gli istituti di cultura italoamericani in Nord America

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namento esercitato dalle ambasciate sui diversi organismi attivi in USA che la propaganda passa e si diffonde. Ciò poté avvenire nella misura in cui furono superate le polemiche e le divergenze tra l'ambasciata, che rifletteva l'opinione corrente del governo ame­ ricano e l'opinione del governo italiano, sui rapporti tra i consolati e i fasci all'estero, che avevano impegnato nei primi anni Venti esponenti degli italiani delle varie comunità. Come testimoniano le note informative dell'ambasciata a Washington del l8 giugno 1923 l'ambasciatore Caetani si preoccupava di non entrare in conflitto cogli Stati Uniti. Scriveva a Mussolini: «La circolare n. 42 Fasci all'estero del 7 maggio pervenuta a questa ambasciata e ai consolati dipendenti risolleva il problema dell'opportunità o meno della costituzione dei fasci negli Stati Uniti ( ... ) . Apparirebbe che l'ambasciata e i consolati debbano consigliare, sorvegliare, anche difendere i fasci che si vanno costituendo. Al tempo stesso questi dovrebbero apparire come del tutto indipendenti dalle Regie rappresentanze ( ... ). Data la particolare psicolo­ gia americana e la iper suscettibilità di questo popolo, le regie rappresentanze non deb­ bono in alcun modo o forma ingerirsi di organizzazioni politiche negli Stati Uniti. Ciò è specialmente vero per i fasci. Dirò anzi - proseguiva Caetani - che se mi risul­ tasse che tale ingerenza è voluta, o semplicemente approvata dal regio governo, la rea­ zione del pubblico americano sarebbe tanto forte da causare la disfatta del fascismo negli Stati Uniti ed un perturbamento nelle reazioni amichevoli con l'Italia».

Ecco dunque il nascere della polemica sulla creazione dei fasci in USA, polemica tra le sedi consolari e gli organi di governo a Romal l . Polemica che anche se soffusa sottenderà sempre ai rapporti tra l'ambasciata e il governo di Roma. Ancora Caetani scrivendo a Bastianini, direttore dei fasci all'estero, nel set­ tembre dello stesso anno, confessava le sue perplessità, poiché «La costituzione dei fasci negli Stati Uniti è stata un errore politico perché urtante la suscettibi­ lità e le consuetudini americane» 12. Caetani cercherà di mantenere durante tutto il suo mandato una politica svincolata e autonoma dalle ingerenze del governo di Roma e dalle basse infil­ trazioni di partito, così come pure faranno i suoi successori.

I l Cfr. ACS, Ministero cultura popolare, Cab, b. 12 Ibid., sfasc. "Fascismo negli Stati Uniti " .

105,

fase. 18 "Stati Uniti 192 1-1938".


ifr'. .

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Nora Santarelli

La polemica tra Agostino De Biasi, direttore del «Carroccio» rivista di una cer­ ta diffusione e intonazione fascista e nazionalista, e l'ambasciata, è sintomatica. È un vero e proprio attacco quello che De Biasi �ferra nel 1926, opponendo­ si alla creazione di un nuovo periodico «L'ltalian Digest»: «respingerò immediatamente l ' attacco e quindi tengo a prevenire V.E. che nello stesso momento in cui apparirà il «Digest», la raccolta del pensiero americano fascista che si fa uscire come un'insulsa sfida al «Carroccio», per turbare l'opera genuinamente fascista ch'esso svolge - sarà mia cura di pubblicare un altro Digest - la raccolta del pensiero americano antifascista. Sarà cosa perfettamente diversa dal Carroccio che rimarrà fascista se non altro per insegnare ai fascisti di nulla o falsa coscienza - insinua­ tisi all'ultima ora nelle file nostre - come il fascismo debba comprendersi e servirsi»l3.

Ed è proprio intorno a questo nucleo di pensiero che si dipanerà nel corso degli anni la politica culturale propagandistica del regime. La tradizione politica democratica americana non accettava nessuna intro­ missione di governi stranieri nella vita interna del paese. La politica dell'amba­ sciata rimarrà sempre fedele a questo principio di non ingerenza, cercando di non creare attriti e di non ingenerare conflitti. Ma in seguito lo sforzo di penetrazione e propaganda tra gli italoamericani si venne istituzionalizzando e si concretizzò nelle opere promosse dal PNF: poten­ ziamento delle scuole italiane all'estero, azione della Dante Alighieri, enti a favo­ re dei figli degli italiani all'estero, Opera nazionale dopolavoro, la Casa d'Italia, tutti veicoli di trasmissione culturale e assistenziale incentivati e «sponsorizzati» con particolare cura dai fasci all'estero e dalle rappresentanze diplomatiche. Si è impressionati dalla capillarità e dalla frequenza degli interventi nei con­ fronti di centri di potere, giornali, singole personalità, che erano in grado di determinare l'immagine pubblica del regirlle . A tale scopo venivano usate le tecniche più svariate. Obiettivo era quello di mantenere buoni rapporti cogli USA e di presentare in ogni occasione il regi­ me sotto una luce favorevole e che il suo potere apparisse forte e godesse di un consenso di massa14. La stampa svolse una funzione assai rilevante in tal senso. Gran parte dei giornalisti si basavano per le informazioni sui dispacci di cor-

13 Ibtd., b. 163, Report 71 e 71A "Attività dei fasci italiani in USA e propaganda italiana negli Stati Uniti 1920-1926". 14 Cfr. G. MIGONE, Gli Stati Uniti e ilfascismo, Milano 1980, p. 67.

La propaganda fascista: le associazioni e gli istituti di cultura italoamericani in Nord America 1 3 07

alme�t� favo: rispondenti stranieri e di agenzie che nei primi anni eran� gener dei giornali parte or revoli a Mussolini e al nuovo regime. Soprattutto la maggi i. Stefan in lingua italiana riceveva la propria corrispondenza dall'Agenzia ati sugli avveni­ Oltre che dalla stampa quotidiana gli americani erano inform con l'avvento del menti italiani dai settimanali popolari e dalle riviste mensili. Se ciata d'I: a�ia . a mbas dell'a a regime, come testimoniava il Capo ufficio stamp del n�tlzi�no ta assolu i Washington, Guido Buggelli, vi era «la mancanza qua� Press e dell Untted italiano» che giungeva quasi tutto a mezzo della Associated assai più variegato. Press 15, negli anni Trenta il panorama della stampa appariva favorev�le �é .contra:ia al «La grande stampa americana non può considerarsi né tutto ne�h ult1�1 ten:p1 co� regime fascist a. Essa accoglie nelle sue colonne - soprat cerc �nd� d1 dare al sum lettori grande larghezza - numerose notizie relative all'Italia, Ed�tortaln:en�e. essa s �gue con un quadro completo di quanto avviene nel nostro paese. . gentale att1v1ta m ognt can:po; ammirazione la personalità del duce ed approva la sua o contrastano con le tdee però non nasco nde che i principi fondamentali del fascism 16• cana» democratiche che sono alla base della costituzione ameri

esteri per l'ufficio È quanto si legge in un appunto del Ministero degli affari

stampa, e ancora:

al News Service» (Hearst) «L' Assoc iated Press», «l'United Press» , l' «lnternation � loro .s�rv.izi .dall'Italia e? :nente erevoi consid hanno in questi ultimi tempi aumentato avventmentl ltaliant senza espn­ inviano in America un notiziario ampio ed esatto degh che questa documentazione gior­ mere alcun giudizio sugli avvenimenti stessi. Può dirsi naliera è la migliore propaganda per il Regime». E ancora:

«La stampa italiana è nella stragrande maggioranza favorevole al fascis�o; il «Pro­ . . gresso itala-americano» massimo organo italiano di New York, se non puo dirst com-

15 Le maggiori riviste mensili italiane che si pubblicavano all'epoca erano «Il Carroccio>> diretto da De Biasi e il «Columbus» diretto da Vincenzo Campora, oltre a molte altre pubbh­ cazioni, settimanali e opuscoli di ogni genere, ritenuti da parte governativa poco rilevanti e non irreggimentati, anche se, sicuramente utili, cfr., ACS, Mi� istero �ultura popo � re, Gab., b. 105, fase. 18, sfasc. l "Ministero stampa estera, Conferenza dt Washmgt�n, 192 1 ' . . 16 Ibid. , b . 161 (ex 163), Report 78/3 "Atteggiamento della pubbhca opm1one e della stampa americana nei confronti dell'Italia".


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pletamente ligio al regime, come era il «Corriere d'America» diretto da Barzini, tuttavia permeato da un grande senso di italianità»t7.

La propaganda fascista: le associazioni e gli istituti di cultura italoamericani in Nord America

è pur

li governo di Roma, poi, promosse la fondazione di pubblicazioni dichiara ­ tamente fasciste come il «Grido della Stirpe» e «Giovinezza», settimanale di propaganda, diretta da Giannetta Bottero e Francesco Macaluso, ed esercitò pesanti e continue pressioni sulla stampa itala-americana affinché seguisse le sue direttive politiche. Erano sorti ad esempio a Boston, «La Notizia »; «L'Italia» a Chicago . Ovunque si fosse formata una colonia di emigrati italiani, apparivano giornali, bollettini, notiziari, periodici vari, i quali cercavano di riprodurre i giornali ita­ liani e in parte imitavano quelli americanils . Alcune di queste pubblicazioni riuscirono a diventare influenti centri di potere e efficaci mezzi di propaganda. Si strinsero e si rafforzarono legami economico-finanziari tra i due paesi che furono determinanti per l'appoggio ed il sostegno portati al regime attraverso la creazione di un'opinione pubblica ad esso favorevole. La banca Morgan, all'epoca, contribuì notevolmente coi suoi finanziamenti di ingenti somme a promuovere iniziative per la stampa. Le relazioni economi­ che politiche e culturali tra i due paesi si intensificarono fino a quando l'amba­ sciatore De Martino, uomo di ampie vedute, sollecitato dal signor Lamont, della «Italy America Society», nel 1928 intervenne presso lo stesso Mussolini, circa l'opportunità di creare un ufficio stampa a New York. Sosteneva di prefe­ rire « ... sinceramente che il lavoro politico presso la stampa fosse fatto dalla Italy America piuttos to che direttam ente dal Consol ato generale di New York» 1 9. Era la soluzione in termini positivi e indiretti del problema posto anni prima da Caetani, anche se una sottile intransigenza si manifesterà sempre da parte delle ambasciate verso le organizzazioni fasciste di partito. Ve ne sarà sempre un cenno nella documentazione presa in esame. In seguito l'intervento diretto e l'opera dei consolati e delle ambasciate fu affiancato dall'attività di numerose organizzazioni di partito.

17 Ibidem.

18 P. Russo, La stampa periodica itala americana in Gli italiani negli

Stati Uniti, Istituto di studi americani, Università degli studi di Firenze, p. 507. 19 Cfr. ACS, Ministero cultura popolare, Gab., b. 161 (ex 163 ), Report 79/A "Ufficio stam­ pa della Italy America Society. Attività e finanziamento".

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I Nuclei di propaganda si rivolgevano maggiormente alle masse di emigrati e alle comunità italiane avvalendosi della collaborazione di organismi come i fasci, la Lega fascista del Nord America (poi Federazione del littorio), che avevano un orientamento espressamente politico, l'ENIT ed altre organizzazioni varie. Mentre nell'ambito di iniziative culturali e nell'ambiente intellettuale ameri­ cano e politico-finanziario l'opera di propaganda venne introdotta da enti e istituzioni di indirizzo culturale. La già citata Italy America Society, fondata nel 19 18, attiva per tutti gli anni Trenta, grazie ai finanziamenti della Banca Morgan, svolgeva un'attività preva­ lentemente culturale ma era finalizzata a scopi politici. Al suo interno vari esponenti del mondo finanziario e politico di New York. Aveva avuto come presidente Paul Cravath, noto avvocato di New York, che curava gli interessi della casa Morgan. Nel 1929, il governo fascista dispose il versamento di un contributo annuale. Tale contributo trattato infatti direttamente fra Thomas W. Lamont (a quel tempo presidente della società) e l'ambasciatore e venne fissato in dollari, pagati regolarmente dal Ministero delle finanze per il tramite dell'ambasciata a Washington2o. È importante rilevare a questo punto il legame economico e finanziario in­ stauratosi tra Roma e Washington. Legame che influenzerà la penetrazione della propaganda negli ambienti dell'«intelligentia» americana. Verranno chia­ mati a collaborare col governo americano intellettuali non di netta matrice fa­ scista. Un esempio per tutti: la Casa d'Italia della Columbia University fu diret­ ta a partire dal 193 0 da Prezzolini21 , che già operava con l'Italy American Society insieme ad altri intellettuali e personalità del mondo politico culturale. Le fila di queste varie istituzioni erano rette a Roma, dalla Direzione italiani all'estero nata nel 1928 al posto del soppresso Commissariato generale dell'e­ migrazione. La Associated Press, l'Hamilton Wright, il sindacato giornalistico nord ame­ ricano, tramite cui fu possibile raggiungere tutti gli ambienti del Nord Ame­ rica, riuscirono a penetrare sia nella stampa quotidiana e periodica, che nell'or­ ganizzazione radiofonica e cinematografica degli Stati Uniti.

fu

20 Ibid., b. 161 (ex 163), Report n. 81 "Propaganda italiana negli USA - Sindacato ameri­ cano Hamilton Wright". 21 Sulla Casa d'Italia della Columbia University cfr. D. FREZZI BrcoccHI, Propaganda fasci­ sta e comunità italiane in USA: la Casa italiana della Columbia University, in «Studi storici» 1970, 4, pp. 661-697.


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La propaganda fascista: le associazioni e gli istituti di cultura italoamericani in Nord America

Nora Santarelli

Il servizio cinematografico si rivelò essere sempre più l'arma migliore di pro­ paganda, anche nei momenti di disagio e di difficoltà per la situazion·e bellica. La produzione «Luce» fu assai attiva coi suoi cortometraggi sul duce e sul regime esportati e proiettati un po' ovunque nelle sedi culturali. Anche le mo­ stre e le esposizioni ebbero una notevole influenza sulla propaganda, vedasi la Mostra permanente del libro, la Mostra leonardesca di New York e la mostra architettura moderna sempre a New York. Molti italiani emigrati infatti non sapevano né leggere né scrivere; ecco dun­ que l'affermarsi dei programmi radiofonici e delle immagini, che avevano un maggior impatto sull'opinione pubblica, e il sorgere e il diffondersi dei corsi di lingua italiana promossi dalla società «Dante Alighieri». Tale società, fondata nel 1890, aveva conosciuto un notevole sviluppo dei suoi programmi durante la guerra abbandonando così lo schema tradizionale dell'attività, centrato sullo studio della lingua, e optando gradualmente a favo­ re di una propaganda nazionale intesa in senso più ampio. Nel suo Consiglio d'amministrazione furono chiamati a collaborare alla for­ mazione delle attività culturali rappresentanti del PNF e dei ministeri dell'edu­ cazione nazionale e della stampa e propaganda, ma la voce decisiva era sempre quella di quest'ultimo. In una lettera del 26 dicembre 1 93 6 Alfieri scriveva a Bottai per incentivare la collaborazione e l'intensificarsi delle relazioni tra i due ministeri: « ... per dare ogni possibile impulso alla diffusione e alla propaganda all'estero ... ». I due ministeri potevano creare una specie di Commissione interministeriale, chiamandovi a partecipare anche la Direzione italiani all'estero (attraverso il Ministero degli esteri) ed altri Enti (Federazione editori; Confederazione pro­ fessionisti e artisti; Società Dante Alighieri; Istituto fascista di cultura, Reale accademia ecc.) per il sollecito e approfondito esame di tutti i problemi relativi alla diffusione della cultura italiana all'estero. Detta Commissione doveva perciò studiare il modo di servirsi degli enti all'estero già esistenti (Istituti di cultura; letterati; Dante Alighieri; AGIL, ecc.) soprattutto per quanto riguardava la divulgazione e la vendita del libro italiano politico, scientifico e letterario, in lingua originale o tradotto all' estero22. Organizzazione e programmi della Dante Alighieri erano ormai divenuti quasi un doppione dell'attività dell'Istituto di cultura fascista.

La gamma delle sue attività comprendeva la distribuzione di libri, opuscoli, riviste, pubblicazioni, conferenze sulla letteratura e la lingua italiane, spettacoli tratti da opere di famosi autori italiani; corsi di lingua per adulti e infine l' attri­ buzione di premi agli scolari che eccellevano in italiano. «Malgrado il gran numero degli iscritti - in maggior parte iscritti «obbliga­ ti», « ... l'autonomia della Dante nella definizione dei propri programmi era rigorosamente limitata. Tuttavia non diversamente da quanto avvenne in tutte le istituzioni culturali analoghe che non furono mai assorbite ufficialmente dallo Stato, tale autonomia rimase sempre labile»23. Si cercava, coordinando le istituzioni, di rafforzare fra le comunità italiane un clima politico-sociale analogo o corrispondente a quello della madre patria dove la politica culturale del regime poteva ormai usare abbondantemente i canali istituzionali. Si sottolineava quindi che «All'interno della comunità italo americana la propaganda dei rappresentanti di governo sostenesse che il regi­ me si identificava collo Stato e che quindi l'amore per la patria lontana non potesse che tradursi in sostegno al regime»24, Questo crescente prevalere del momento della propaganda di massa sulle diverse attività culturali assunse gra­ dualmente aspetti totalizzanti. L'ambasciatore Suvich nel l93 7 dichiarava: «La propaganda italiana negli Stati Uniti non può essere considerata semplicemente come un problema tecnico, di mezzi, da adottare e di piani da svolgere. Essa deve esse­ re esaminata come un problema di natura essenzialmente politica e come tale inquadra­ to nello sfondo più vasto della politica estera italiana».

E aggiungeva: «... È vero che l'Italia fascista ha avuto fino a quattro anni fa un ambiente relativa­ mente favorevole in una parte della popolazione, ma la situazione è oggi fondamental­ mente mutata: Quello che ha messo l'opinione pubblica americana contro l'Italia fasci­ sta è stato il sorgere del nazionalsocialismo con le sue manifestazioni in America e la guerra etiopica»25. In seguito alla conquista dell'Etiopia e poi all'intervento in guerra dell'Italia nel 1940, l'opinione pubblica americana cambiò atteggiamento nei confronti

23 Cfr. Ph. CANNISTRARO, La Fabbrica del consenso . cit., pp. 122-123. 24 Cfr. G . MIGONE Gli Stati Uniti e ilfascismo. . . cit., p. 98. 25 Cfr. ACS Minlstero cultura popolare, Cab., b. 161 (ex 163), Report 78/3 "Atteggia­ .

22 Cfr. ACS, Ministero cultura popolare., ganda estera 1 937- 1943 ".

Cab.,

b.

120 bis,

fase. 5 "Appunti per la propa­

13 1 1

.

mento della pubblica opinione e della stampa americana nei confronti dell'Italia" .


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Nora Santarelli

del governo di Roma, anche se un primo mutamento nell'opinione pubblica americana nei confronti del governo italiano si era già manifestato nel 1925 , dopo la crisi per il delitto Matteotti. . Confidenzialmente nel 193 5 l'ambasciatore Rosso confessava a Ctano: «Non posso fare a meno di riconoscere onestamente che l'attitudine americana _verso l'Italia e il fascismo è oggi molto meno favorevole di quello che non fosse ad ese pto nel 1933 ( ... ). La sola cosa che si poteva fare era continuare pazientemente e etod c me t l'azione di propaganda culturale del fascismo ed è ciò che è stato fatto col mezzt dt cut st disponeva, raggiungendo un certo successo negli ambienti intellettuali»26•

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Gli stessi addetti culturali riconoscevano le carenze nell'organizzazione della propaganda. . . . . Bergamaschi, inviato in USA al tempo della cns1 etloptca, affermav� che.. «quel che manca è la propaganda intesa come azione tecnicamente orga�tzzata, rispondente alle peculiari necessità locali ( .. . ) ora il problema che non � natu­ ralmente soltanto di ordine culturale ma politico, andrebbe affrontato m que­ sto momento»27• Fu costituito in data l o luglio 1 93 8 l'Italian Library Information, nuovo Centro d'informazioni italiano a New York, sotto gli auspici del Minculpop, diretto da Ugo Veniero D'Annunzio, fratello di Gabriele28 . . Il centro si proponeva di creare fra gli americani una migliore comprenstone dei problemi, degli obiettivi e delle attività dell'Italia fasc�sta, di �fatare per quanto possibile i molti preconcetti e pregiudizi, nei riguardt �el �egtme. . La sua azione mirava a migliorare ed intensificare le reaztom economtche, politiche sociali e culturali tra i due paesi. . . . . L'Italian Library of Information curava la compilazione e dtstnbuzton� d� monografie informative adatte alla mentalità americana; diramava comumcatl stampa; si diffondeva negli ambienti finanziari. Per la sua attività nel 194 1 l'Italian Library Information riceveva quale con­ tributo straordinario la cifra di quindicimila dollari pari a 285 . 000 lire da parte del Minculpop. «Sono noti infatti gli sforzi e sacrifici fatti da questa amministrazione per

26 Ibid., b. 2, fase. 8 "Rosso Augusto 1935" . 27 Cfr. ibid. b. 166 fase. 1 14 "Relazione di Bergamaschi al Min. stampa e propaganda" · 28 Cfr. ACS , Mini;tero cultura popolare, Dir. Gen. Propaganda, b. 443 "Stati Uniti", fase.:

"Contratto di annessi. Ufficio informazioni di N.Y.-U. D'Annunzio".

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intensificare l a nostra propaganda proprio negli Stati Uniti d'America attraver ­ so il contratto concluso con il sindacato di pubblicità Hamilton Wright e con l'istituzione della «ltalian Library of Information». Si riteneva quindi sommamente utile affidare alla Italian Library of Infor­ mation di New York le cessate attività della Italy American Society. «Aggiungesi che per la distribuzione delle pellicole Luce la Italian Library dovrebbe continuare ad avvalersi dell'opera dell'avv. Alberto Garabelli, segretario della Italy American Society, versandogli un compenso sui maggiori fondi così ottenuti, da 150 a 200 dollari mensili», scriveva Alfieri nel 193929,

Questi sono alcuni esempi tratti dalla mole documentaria, prodotta dagli organismi della propaganda all'estero, che possono dare un'idea dell'impegno di venti anni di attività svolta fra gli itala-americani dal regime fascista.

29 Cfr. ACS, Ministero cultura popolare, Cab., b. 161 (ex 163), Report 81 "Propaganda ita­ liana negli USA. Sindacato americano Hamilton Wright".


I:organizzazione della propaganda per l'Esposizione universale del 1 942

VALERIA GIDARO - ANNALISA ZANUTTINI

L'organizzazione della propaganda per l'Esposizione universale del 1 942: una mappa di persone, attività e associazioni itala-americane

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Alla fine dello stesso mese, 3 1 marzo 193 8, l'Ente scrisse a tutte le ambascia­ te, ai consolati e alle agenzie consolari all'estero una lettera circolare in cui chiedeva non solo di rispondere a un questionario allegato, ma anche di inseri­ re tutti quegli elementi che riterrete conveniente aggiungere, tenendo presente che la raccol­ ta di nominativi e indirizzi suddetti occorre oltre che per uno studio accurato delle pos­ sibilità propagandistiche a favore dell'Esposizione universale di Roma fra i nostri con­ nazionali all'Estero, anche per la costituzione di un completo indirizzario per il prossi­ mo invio di pubblicazioni sull'Esposizione stessa 3 .

In occasione dell'Esposizione universale di Roma del 1942 gli organizzatori si posero il problema di raggiungere in maniera capillare tutte le comunità ita­ liane all'estero per propagandare l'iniziativa e spingere i connazionali a visitare l'E42 1 . In questo senso il Servizio propaganda dell'Ente Eur inviò l' 11 febbraio 1938 una lettera al Ministero degli affari esteri, Direzione generale degli italiani all'estero, con la richiesta di un elenco aggiornato e completo delle sedi dei fasci, delle scuole e degli insegnanti italiani all'estero, nonché di tutte quelle organizzazioni sportive o culturali che raccolgono nuclei di nostri connazionali. In particolare modo sarebbe gradito avere un elenco delle varie Logge dell'Ordine dei figli d'Italia e i nomi­ nativi delle personalità più in vista dell' Ordine stesso. Tali dati accorreranno a quest'Ente per la costituzione del suo indirizzario necessario per l'invio diretto di materiale di p ropaganda dell'Esposizione universale di Roma, interessando grandemente tale manifestazione l' ambien­ te degli italiani all'estero 2.

Nel mese successivo, 7 marzo 1938, la Direzione generale degli italiani all'e­ stero rispose di avere già inviato tutte le istruzioni necessarie alle regie rappre­ sentanze all'estero, alle quali l'Ente Eur poteva rivolgersi direttamente.

l Di tale attività vi è ampia documentazione, soprattutto per quanto riguarda gli Stati Uniti, nell'Archivio storico dell'Esposizione universale di Roma E42, depositato presso l'Archivio cen­ trale dello Stato [d'ora in poi ACS]. 2 ACS, Esposizione universale di Roma [d'ora in poi E42] , b. 1064, fase. 10.23 1 "Ministero affa­ ri esteri, Direzione generale italiani all'estero".

Il questionario chiedeva informazioni sui fasci italiani (indirizzi, numero degli iscritti, nominativi dei dirigenti e di personalità aderenti o simpatizzanti al fascio) , scuole italiane (indirizzi, nominativi degli insegnanti, di professori incaricati di insegnare la lingua italiana nelle scuole locali) , industriali, com­ mercianti, professionisti italiani o figli d'italiani, giornalisti e giornali italiani con gli indirizzi, la tiratura di ogni pubblicazione e infine il numero complessi­ vo degli italiani nel territorio di competenza di ogni consolato. Come si può notare le richieste sono molto dettagliate e precise, dirette a raccogliere informazioni solo su un certo tipo di emigrazione, cosiddetta di élite, capace per cultura e per mezzi finanziari di rispondere positivamente all'invito di visitare l'Esposizione universale. Solo in seguito, come sarà rilevato alla fine della comunicazione, l'Ente Eur, su proposta di compagnie di viaggi e di singole persone, si pose il problema di trovare formule convenienti anche per i meno abbienti nelle varie comunità italiane. Alla richiesta dell'Ente risposero in molti fra i consoli e gli agenti consolari degli Stati Uniti e del Canada. I dati contenuti nelle varie risposte non sembra­ no però il frutto di una ricerca capillare e accurata, infatti in alcune occasioni i consoli si limitarono a inviare copie dei bollettini delle varie Camere di com­ mercio italiane, contenenti gli elenchi richiesti. Nonostante questi limiti la documentazione è interessante perché contiene elenchi e dati numerici sulle comunità italiane presenti nelle varie città americane. Il nostro tentativo, sebbene coscienti della parzialità e non esaustività della documentazione, è stato quello di costruire una mappa delle comunità italiane in USA, muovendoci dalla costa atlantica a ·quella del Pacifico, toccando alcuni Stati del Sud e arrivando fino in Canada.

3 ACS, E42, b. 1083, fase. 10.559, s.fasc. 5 "Stati Uniti d'America".


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Valeria Gidaro - Annalisa Zanuttini

Partendo da New Haven nel Connecticut, i dati riportano la presenza di circa 250.000 italiani in tutto lo Stato, con 550 società e associazioni culturali, 12 scuole italiane, sebbene la lingua italiana fosse insegnata anche nelle princi­ pali scuole secondarie e università locali. Non sono arrivati gli elenchi dei pro­ fessionisti e delle personalità, ma sappiamo che il giornale italiano più impor­ tante era «Il Corriere del Connecticut» con circa 6.000 copie settimanali. Passando allo Stato di New York, mancano i dati relativi alla capitale, che sicuramente contava una delle comunità più numerose e importanti di tutti gli USA, ma sono arrivate le notizie su alcune città dello Stato: Rochester, in cui erano presenti circa 90.000 italiani, 23 associazioni culturali, nessuna scuola italiana, ma 5 insegnanti, probabilmente incaricati di insegnare italiano nelle scuole locali, circa 70 "prominenti", cioè i leaders naturali delle stesse comu­ nità, divisi tra medici, avvocati, commercianti e industriali; tra i giornali vengo­ no nominati due settimanali, «La Stampa» ( 1 .000 copie) e «The I t ali an Weekly» (500/700 copie). Per quanto riguarda Albany, cittadina dello stesso territorio, in una comunità di 40.000 italiani, l'associazione più presente era quella dell' Ordine dei figli d ' Italia in America. Nel New Jersey vi era una comunità di circa 400.000 italiani divisi tra arti­ giani, operai, impiegati e diversi professionisti, di cui circa 100.000 abitavano nella sola città di Newark, dove non esistevano scuole italiane, ma la lingua veniva insegnata in appositi corsi nelle scuole americane; venivano pubblicati tre giornali «L'Itala americano», il «Tribune» e «Il Corriere della Domenica». Dello Stato della Pennsylvania abbiamo diverse informazioni, per esempio a Filadelfia, di cui manca il dato sulla consistenza numerica dell'intera comunità, erano presenti ben 178 associazioni, tra cui primeggiava l ' Ordine dei figli d' Italia con 55 logge. I Sons o/Italy erano nati nel 1905 con lo scopo di favorire l 'integrazione degli italiani nella società americana, cercando di far conoscere la cultura italiana. Durante il fascismo l ' associazione appoggiò apertamente il regime. L'elenco segnalava anche 16 parrocchie, che erano quasi sempre un importante punto di riferimento per le comunità italiane, 153 personalità, di cui ben 149 ricoprivano impieghi pubblici come guardie municipali, consiglie­ ri, assessori e anche un senatore. Nella stessa città venivano pubblicate 6 testa­ te con la presenza di 18 giornalisti. Nell' intero territorio di Pittsburg gli italiani erano circa 200.000, venivano segnalate circa 200 logge, divise tra l ' Ordine dei figli d' Italia, l' Ordine dei figli d' Italia in America e quello dei Figli di Colombo, circa 250 società, tra cui molte quelle di mutuo soccorso, 32 parrocchie, 6 scuole di lingua italiana. La lingua italiana veniva insegnata anche in due università, la Carnegie Institute of Technology, e la University of Pittsburg, nonché in molti corsi serali. Venivano

r:organizzazione della propaganda per l'Esposizione

universale del 1942

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inoltre segnalati 5 giornali, tra cui «L'unione», settimanale di circa 6.000 copie, diretto da Muzio Freghiani. Dell' Ohio abbiamo dati che si riferiscono ad alcune città come Cleveland, in cui venivano segnalati circa 150 professionisti tra medici e avvocati, un giornale «La voce del popolo italiano». A Steubenville vivevano 25.000 italiani, tra cui erano segnalati i nomi di 26 commercianti, vi era una sola scuola e una associa­ zione culturale. Ad Akron vivevano circa 300.000 italiani, tra cui la documenta­ zione segnalava 20 "prominenti" , una scuola e una sezione della Dante Alighieri. A Cincinnati esisteva una comunità italiana di circa 25.000 persone, in prevalenza minatori, operai e commercianti di frutta, questi ultimi quasi tutti di origine siciliana. I professionisti erano circa una settantina, esisteva una sola scuola italiana, ma la lingua veniva insegnata anche in alcune università locali. Continuando sulla costa troviamo il distretto consolare di Baltimora, che comprendeva anche il Maryland, la Virginia e la Carolina, con una popolazione di circa 100.000 italiani, 72 associazioni e circoli culturali, ma solo tre scuole che potevano contare su 2 1 insegnanti. À Savannah, in Georgia, per una picco­ la comunità italiana di circa 3 00 abitanti, essenzialmente pescatori e piccoli commercianti, esistevano due associazioni ma nessuna scuola e non si pubbli­ cava nessun giornale. Andando verso sud si arriva nello stato della Florida, probabilmente allora poco toccato dalla emigrazione italiana. I dati, infatti, parlano di 4 associazioni per tutto il territorio con circa 40 personalità divise tra avvocati, medici, indu­ striali e commercianti, un banchiere a Tampa, un solo insegnante e tre sacerdo­ ti. Sempre a sud, a New Orleans, in Louisiana, abbiamo notizie di 22 profes­ sionisti, 16 sacerdoti, 18 commercianti, 23 associazioni, venivano inoltre segna­ lati due giornali «La Voce coloniale» e <<Il Messaggero». Nel vicino Texas abbiamo i dati aggregati di Huston e Dallas: 26.200 nomi­ nativi di personalità e due giornali, «La tribuna italiana», settimanale di Dallas con una tiratura di 8.000 copie e «La Voce della patria» che usciva a Sant' An­ tonio. Risalendo verso il centro troviamo Saint Louis, il cui consolato inviava i dati relativi agli Stati del Missouri, del Tennessee, dell' Oklahoma e dell' Arkansas, fornendo sia i dati complessivi di tutto il distretto che quelli delle più impor­ tanti città: la comunità italiana contava circa 60.000 persone, le scuole erano complessivamente 4, gli insegnanti 6, gli industriali 20. Passando alle singole città: Saint Louis contava 36 associazioni e l giornale, «Il Pensiero», con una tiratura di 2000 copie. A Memphis, una comunità di 18.000 italiani, tra cui venivano segnalati circa 200 tra industriali e commer­ cianti, vi era una sola scuola e un giornale, «The American Citizen», che tirava


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circa 1 .000 copie. A Kansas City, infine, figuravano 20 associazioni e un giorna­ le, «Là Stampa italiana», con circa 2.000 copie. Spostandosi verso nord, nello stato del Michigan, troviamo Detroit, con una comunità di circa 80.000 italiani, 95 associazioni e istituzioni culturali, una sola scuola, la Dante Alighieri e tre giornali tra cui «La Tribuna italiana». A Chicago, nell'Illinois, una comunità italiana di circa 200.000 persone, una scuola, la Dante Alighieri, 1 1 associazioni, 14 parrocchie e la Camera di com­ mercio. Erano presenti circa 130 professionisti, tra cui un impresario teatrale, 7 gior­ nalisti, 7 radio e 2 giornali, «Il Progresso dell'Italia» e <dl Chicago». Nel Wisconsin la comunità italiana contava 75.000 persone. I dati relativi alla città di Milwaukee parlano di 64 associazioni, un mensile «Il Corriere ita­ liano», con 2.000 copie. Nel Nebraska vi erano 24 società, 27 personalità e un giornale, «The American Citizen». Continuando nella zona centrale degli Stati Uniti incontriamo il Colorado, in cui la capitale Denver e il territorio limitrofo contava circa 1 00.000 italiani, tra cui 130 professionisti, 33 società e 2 giornali «The Trumpet» e «Il Risveglio». Nello Utah, Salt Lake City e le cittadine vicine ospitavano 5 .000 italiani, 3 associazioni e un giornale «Il corriere d'America», che usciva nella capitale. Facendo un salto a nord-ovest, nel Montana e precisamente a Butte, si incontra una comunità italiana di 6.000 persone, la cui composizione è diversa da quelle ricordate fino ad ora: mancano infatti i professionisti, mentre viene segnalata una nutrita presenza di commercianti, proprietari di negozi ben avviati, di muratori, terrazzieri e agricoltori. Per quanto riguarda il distretto consolare che comprendeva gli stati di Washington e dell'Oregon, i dati riguardano solo la città di Seattle, dove vive­ vano 30.000 italiani, tra cui 10 professionisti, circa 20 associazioni, 9 scuole e 2 giornali. Concludendo con la California, possiamo notare la scarsità dei dati inviati, rispetto all'importanza della comunità italiana in questo Stato, specialmente per quanto riguarda San Francisco. Occore però sottolineare che nella stessa documentazione dell'Ente Eur, è evidente la mancanza di due parti del que­ stionario (B e C) che avrebbero dovuto essere contenute nelle risposte del con­ sole. Questo spiega in parte la scarsità delle informazioni pervenuteci; del resto in un altro fascicolo che contiene notizie sulla stampa italiana negli USA, i dati sulla California sono più completi. Le frammentarie informazioni riguardano Los Angeles, San Francisco e Sacramento. Per quanto riguarda la prima gli ita­ liani erano circa 42.000, venivano segnalati i nomi di 88 professionisti, 2 asso­ ciazioni culturali, un dipartimento d'italiano presso le 2 università locali e un

I: organizzazione della propaganda per l'Esposizione universale del 1942

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giornale «L'Italo americano» con 6.000 copie. Per San Francisco i dati si limi­ tano al numero complessivo degli italiani in tutto il distretto consolare (circa 270.000), alla presenza di una scuola e di 6 associazioni. A Sacramento viveva­ no circa 10.000 italiani, tra i quali venivano nominati 30 esponenti di rilievo della comunità, 13 associazioni, 2 settimanali, «La Capitale» (3 100 copie) e «La Concordia» (850 copie) . I dati del Canada sono forniti sia per provincie che per singole città, ne citia­ mo solo alcuni come esempio: secondo la relazione consolare in Canada vive­ vano circa 97.500 italiani, di cui 25.000 nella zona dell'Ontario e delle province marittime, 18.000 nell'Ontario del Nord e 30.000 nell'Ontario del Sud, 8 .500 nei territori del Manitoba, Saskachewan e Alberta, e infine 16.000 nella Columbia britannica 4 .

La stampa itala-americana Non è questa la sede per ricostruire una storia della stampa periodica itala­ americana, saranno sufficienti alcuni brevi cenni con particolare riferimento alla documentazione citata. Abbiamo già visto come nelle risposte dei consoli al questionario dell'Ente Eur, apparissero spesso nomi di giornali, quotidiani o periodici, pubblicati nelle varie città degli Stati Uniti, dove risiedevano colonie di italiani. La stampa italiana negli USA conobbe il suo maggior momento di crescita a partire dal 1880, data in cui nacque a New York «Il Pregresso itala-america­ no», che fu a lungo il giornale più popolare tra gli italiani in America; da allora fino alla prima guerra mondiale l'incremento dei giornali seguì quello dei flussi migratori sempre più consistenti. Alla fine della guerra e in seguito alle leggi americane del 192 1 e del 1924, che stabilivano quote annue di emigrazione per ogni paese, e che in pratica bloccarono fortemente il flusso migratorio italiano, anche la stampa itala-ame­ ricana risentì della crisi pur mantenendo una buona quota di lettori. Un ele­ mento importante per i cambiamenti successivi fu la lenta ma costante «ameri­ canizzazione» della seconda generazione di emigrati (favorita anche dal gover­ no statunitense), che portò alla progressiva scomparsa della lingua italiana, in favore di quella inglese, rendendo precaria l'esistenza di testate, già fragili, che, o sparirono, o furono costrette ad adottare sempre più l'inglese nei loro testi.

4 ACS, E42, b. 1076, fase. 10.500, "Canada".


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Valeria Gidaro - Annalisa Zanuttini

Ma che tipo di pubblicazioni fiorivano nelle comunità italiane? Il panorama era abbastanza vario: alcune erano bisettimanali, altre mensili, alcune volte, specie nelle grandi città, quotidiane. Alcune riprendevano temi e argomenti dalla stampa italiana, anche se con qualche attenzione a quella americana, altre avevano un carattere più prettamente locale e seguivano da vicino gli avveni­ menti della vita quotidiana della comunità (nascite, matrimoni ecc.). Come esempio possiamo ricordare «The American Citizen», che usciva a Omaha nel Nebraska, citato nella risposta consolare 5 . Durante il fascismo generalmente la stampa "coloniale" italiana appoggiò il regime, soprattutto perché ciò rispondeva alla esigenza molto sentita di alimen­ tare lo spirito nazionalista, mantenendo unita la comunità e fornendo allo stes­ so tempo una identità più precisa in un ambiente che, almeno per la prima generazione, era stato spesso molto ostile. In questo senso, come sottolineato nella relazione di Nora Santarelli, fu molto intensa l'attività dei consolati nell'appoggiare i giornali vicini al regime, affiancati in questo dalle varie associazioni italo-americane, come l'Ordine dei figli d'Italia, che patrocinava varie pubblicazioni, tra cui «Il Leone» di San Francisco. Come esempio della presenza del fascismo sulla stampa italo-americana, possiamo citare alcuni titoli di articoli pubblicati in lingua inglese e italiana dalla «Rassegna commerciale», organo della Camera di commercio italiana in California, del 1935 e conservati nella documentazione citata: Fundamental ideas o/ Italian Fascism (tratto da uno scritto di Benito Mussolini); Lo storico appello di Mussolini all'Italt'a e al mondo (del 20 ottobre 1935) ; The sacred rights o/Italy in the Italo-Ethiopian conflict a firma di E. Branchi 6. In alcuni elenchi delle comunità italiane inviati dai consoli sono nominati i giornalisti, sette a Chicago, tre a Pittsburg, diciotto a Filadelfia. In realtà i gior­ nalisti italo-americani erano relativamente poco numerosi rispetto al numero delle testate, accadeva che le stesse persone gestissero pubblicazioni diverse, questo, come sostiene Pietro Russo nel suo saggio sulla stampa· periodica itala­ americana 7, dipendeva sia dalla vita incerta delle pubblicazioni, sia dalla scar-

L'organizzazione della propaganda per l'Esposizion e universale del 1942

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sità di veri professionisti, sia dal carattere "artigianale" di tutta la struttura edi­ toriale di questo tipo di stampa. Tra il materiale documentario esaminato è interessante un elenco di giornali in lingua italiana pubblicati in California nel 193 7; accanto al nome di ogni testata l'estensore della lista aveva aggiunto la nota "fascista" o "favorevole" al fascismo per «L'Italia» e «La Voce del popolo», quotidiani di San Francisco. «L'Italia» era diventata quotidiano nel 1890 e aveva acquisito un carattere sem­ pre più conservatore fino ad appoggiare apertamente il fascismo, specialmente sotto la direzione di Ettore Patrizi, che professava apertamente la sua adesione al regime s. Il console continuava le sue osservazioni sugli altri giornali pubblicati a San Francisco, definendo " cattolico " «L'Unione» o " antifascista" «La Cultura popolare», un mensile che si occupava prevalentemente di temi politico-econo­ mici e che tirava appena alcune centinaia di copie; mentre «Il Corriere del popolo», settimanale di circa 1 .500 copie, libertario e antifascista, diretto dal 1935 da Carmelo Zito, si meritava addirittura la definizione di "antifascista vio­ lento" 9. In una società come quella americana, in cui i mezzi di comunicazione di massa erano assai diffusi, tanto che nel 1938 gli apparecchi radiofonici in USA erano 3 3 milioni, come riferiva nella sua relazione il segretario della Camera di commercio italiana di Chicago, John Ugolini, la radio era assai seguita dalle comunità italiane, sia i programmi mandati in onda da stazioni radio america­ ne, sia stazioni proprie come la Italian Radio Review che trasmetteva da Providence-Rhode Island, raggiungendo circa 500.000 ascoltatori anche negli stati vicini. Un esempio di programma italo-americano, trasmesso da stazioni radio americane, si può trarre dallo specchietto delle trasmissioni radiofoniche in italiano a Chicago nel luglio del 1938: sette conduttori italiani, tra cui anche una donna, gestivano degli spazi telefonici per circa 3 0 ore settimanali, divise tra cinque diverse stazioni radio, mandando in onda musica, annunci commer­ ciali, notiziari, nonché «bozzetti drammatici con occasionale canto con talento locale» l o .

5 ACS, E42, b. 1083, fase. 10.559/2 "USA-Stampa". 6 Jbidem.

7 P.

Russo, La stampa periodica itala-americana, in Gli italiani negli Stati Uniti. L'emigrazione e l'opera degli italiani negli Stati Uniti d'America. Atti del IIISymposium di studi americanz; Firenze, 27-29 maggio 1969, Firenze Istituto di studi americani, Università degli studi di Firenze, 1972, pp. 493-546.

8 P. SALVETTI, La comunità italiana di San Francisco, tra italianità e americanizzazione negli anni Trenta e Quaranta, in «Studi emigrazione», XIX ( 1982), 65, pp. 3 -39. 9 ACS, E42, b. 1083, fase. 10.559/2 "USA stampa". lO Ibid. , s.fasc. 3 "Radio".


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I:organizzazione della propaganda per l'Esposizione universale del 1 942

Valeria Gidaro - Annalisa Zanuttz'ni

Alcune proposte di viaggi economici per visitare l'E42 Visit � re l'Esposizione universale nel 1 942 rappresentava per gli italiani d:�enea da un lato la possibilità di ritornare in patria, dall'altro un'occasione d1 nscatto da antiche umiliazioni all'ombra di un evento così prestigioso. Negli Stati Uniti, sia all'interno delle stesse comunità italiane che tra i citta­ dini �mericani, c� furono persone che seppero cogliere in nticipo questi umon, tentando d1 trasformarli in possibilità pratiche e commercialmente red­ ditizie. Dalla d�cumentazione abbiamo tratto alcuni esempi interessanti: nel 1938 . Gmo �ana Rossati, un italiano che viveva a N ew York, persona molto attiva e versatile che aveva lavorato a lungo all'estero, si era posto il problema di allar­ gare la propaganda per la visita all'E42 a larghi strati di italiani che vivevano ?egli �SA, c�rcand� soluzioni che potessero rendere meno costoso il viaggio e il sogg10rno m Itaha, come quella di piccoli versamenti settimanali vincolati ' fino al raggiungimento di una certa somma utile per il viaggio. A tale scopo Rossati aveva creato nell' aprile del 1 93 9 la "Roma 1 942 Exposition Tour Jnc." con sede al Rockefeller Center di New York e venne appositamente in Italia per cercare appoggi per la sua iniziativa chiedendo aiuto al direttore generale del turismo (Minculpop) , Probo Ma�rini. Alcuni mesi più tardi Rossati inviò una vasta documentazione all'Ente Eur) chiedendo . . un nco?os�lmento per la sua organizzazione, già molto apprezzata, a suo dire, dalla D1rez10ne generale del turismo. L'Ente nella sua risposta prendeva tempo: da un lato plaudendo generica­ mente all'iniziativa, dall'altro cercando di saperne di più. Chiese infatti con­ temporaneamente informazioni più precise a Francesco Monotti, commissario italia�o per l'E��osizione universale di New York del 1939, e a Probo Magrini . c1rca 1 rapporu mtercorsi tra il suo ufficio e Rossati, sostenendo che il nome dell'organizzazione dell'intraprendente personaggio poteva creare equivoci, in qua�to ug�ale al nome dell'Ente stesso. Le notizie poco rassicuranti di Mo­ nottl e la nsposta non chiara di Magrini, il quale pur mostrandosi favorevole all'iniziativa, sosteneva di non aver dato alcun riconoscimento ufficiale alla stessa, portarono a una netta presa di posizione dell'Ente con la lettera del commissario Vittorio Cini a Rossati, in data 29 luglio 193 9. Cini nella lettera manifestava la sua sorpresa per un riconoscimento richiesto solo a iniziativa già avviata, sottolineava l'ambiguità del nome scelto da Rossati e lo diffidava: «a continuare l'uso della sopraddetta denominazione» e concludeva che

in ogni caso non sarebbe stato possibile accordare un riconoscimento ufficiale) come

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da Voi richiesto perché il nostro Ente non ha alcun interesse di creare, nel campo dei viaggi a rate, dei diritti di esclusiva, non intendendo vincolare l'azione dei vari Enti, che si dedicano a questo genere di attività indubbiamente utile per l'Esposizione.

La documentazione successiva, che si estende fino al gennaio del 194 1 , evi­ denzia l'ambiguità dei rapporti fra i vari interlocutori: da un lato Rossati che non si arrendeva, avendo già investito molto danaro nell'iniziativa, rincorrendo in vari modi l'agognato riconoscimento in Italia e spendendolo come già otte­ nuto in America, nella pubblicità e sulla stampa; dall'altra parte la Direzione generale del turismo che non andava oltre un'ufficiosa approvazione, e infine l'Ente Eur, seccato per un'iniziativa che non poteva controllare, ma che non poteva sconfessare completamente, perché negli USA aveva già ottenuto una certa risonanza. Rossati continuava ad andare avanti, chiedendo addirittura l'appoggio del Vaticano. Il 12 luglio 1940, infatti, informava la segreteria generale dell'Ente che il comitato centrale dell'"Opera Peregrinatio Romana ad Petri Sedem" aveva stabilito di dare la sua collaborazione esclusiva all'iniziativa 1 1 , L'Ente Eur, colto alla sprovvista, chiese informazioni il 12 agosto 1940 e ancora nei mesi successivi alla Presidenza del consiglio dei ministri, che passò tutta la pratica al Ministero delle comunicazioni, che rispose solo il 23 ottobre di non saperne nulla. La documentazione in nostro possesso non offre dati sufficienti per chiarire se il contatto tra Rossati e il Vaticano ci sia stato effettivamente. La guerra e le difficoltà economiche chiusero definitamente l'avventura 12 . Oltre alla "vicenda Rossati" , che è la più complessa e documentata, tra le varie proposte di agenzie o di singole persone che, venute a conoscenza della manifestazione, offrivano il loro contributo, un esempio è il caso di George

11 La "Peregrinado Romana ad Petri Sedem", risaliva alla chiusura del Giubileo straordinario del 1903 , quando l'Azione cattolica italiana aveva proposto che il Comitato centrale dell'Anno Santo fosse trasformato in Ente permanente per i pellegrinaggi a Roma e nei vari santuari italiani, assumendo il nome suddetto. «La Peregrinatio» aveva ricevuto dalla S. Sede <<il compito di eccita­ re e dirigere questo costante afflusso mondiale che risponde all'invincibile attrazione di Roma, Cattedra della verità, sede del Vicario di Cristo» (copia di lettera circolare del 5 aprile 1935, a firma di G. Pizzardo, assistente ecclesiastico generale dell'Azione cattolica). Questo ente nel gen­ naio del 1935 ottenne la concessione di rilevanti ribassi ferroviari per i pellegrinaggi. (ACS, Presidenza del consiglio dei ministri, 1940-1943, fase. 3 .2 . 1 .286 "Peregrinatio Romana ad Petri Sedem per l'organizzazione dei pellegrinaggi cattolici".) 12 ACS, E42, b. 1 135 , fase. 1 1 .218, s.fasc. 2/1 "Roma 1942, Exposition Tour Inc. Rossati Gino".


. 1324

Valeria Gidaro - Annalisa Zanuttini

Durst, un cittadino di New York, che, preoccupato che anche la classe operaia potesse avere l'opportunità di visitare l'E42, invitava l'Ente Eur a emettere spe­ ciali bollini da viaggio, venduti a 25 cents e incollati su un apposito libretto per arrivare alla somma necessaria. Infine, tra le varie proposte, Durst pensava anche all'utilizzo di pattini a rotelle per gli spostamenti nelle città 13. Per finire, nel maggio del 1939, il segretario generale dell'Ordine dei figli d'Italia a New York chiedeva all'Ente Eur notizie e preventivi di spese per un viaggio a Roma di circa 500 soci. L'Ente rispondeva di rivolgersi alla CIT. Cini, infatti, con lettera del 12 febbraio 1942 a Michele Oro, direttore generale della CIT, nominava la compagnia, agente generale di turismo per l'Esposizione uni­ versale 14,

MARINA MESSINA

Gli archivi delle Camere di commercio e delle Esposizioni universali per lo studio dell'emigrazione in Nord America tra il l 870 ed il 1 920

Il problema emigratorio ha attraversato, dall'Unità ad oggi, alterne vicende di vichiana memoria: le direttive seguite dall'Italia, almeno sino alla seconda guerra mondiale, hanno affermato il prevalere di sentimenti operanti in senso nazionalistico ed hanno creato orientamenti di politica anti-emigratoria. Si pensi al periodo crispino ed alla legge 30 dicembre 1888, che subordinava a un'apposita autorizzazione l'emigrazione di uomini dai 18 ai 32 anni. Eppure dal 182 1 al 1914, come si legge nelle Statistiche della popolazione e censimento del Regno d'Italia dal 1863 al 1920 l , emigrarono negli Stati Uniti circa quattro milioni d'Italiani, la massima parte dei quali tra il 1870 ed il 1890 e tra il 1901 ed il 1910, ovvero prima delle restrizioni e poi nel periodo di massima libera­ lità. Infatti il 3 0 gennaio 1901 si ebbe finalmente la dichiarazione della libertà d'emigrazione con clausole per i minori, con la protezione degli emigranti e l'organizzazione del movimento emigratorio grazie all'istituzione del Consiglio per l'emigrazione e del Commissariato per l'emigrazione. Neppure l'accentuato processo d'industrializzazione dal 1890 al 1914 fermò l'emigrazione transoceanica, anzi, poiché la crescente industrializzazione era comunque inferiore al ritmo di aumento della popolazione, nel 1906 si toccò la punta di settecentomila espatri. La stessa proletarizzazione industriale, creata dal progresso dell'industria, finiva per essere una spinta all'emigrazione. Per l'intera Lombardia tecnica ed imprenditoriale gli anni Ottanta si apriva­ no all'insegna dell'Esposizione nazionale del 1881, che tanto doveva contribui-

13 ACS, E42, b. 1 136. fase. 1 1 .218 "Viaggi a rate" , s.fase. 4/8 " Durst George".

!4

ACS, E42, b. 1 135, fase. 1 1 .2 18 "Viaggi a rate" , s.fase. 2/4 "Ordine dei figli d' Italia" e b. 1 136, fase. 1 1210 "CIT".

l ARCHIVIO STORICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO, Sezione VIII, A Statistica, I

Censimento, b. 354, fasc.l


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Gli archivi delle Camere di Commercio e delle Esposizioni universali

Marina Messina

re al ��to di Milano capitale morale. L'ultima Esposizione universale, tenutasi a Pang1 nel 1878, era stata dominata dalla frenetica ricerca di nuovi mercati· quell� del 1881 doveva, �o�e affermava il Comitato esecutivo dell'Esposizione: «fo�m�: element�. a�a mtghor� sol zion delle questioni d'ordine economico, � � ogg1 � tu che mat dtvenuta d1 capitale Importanza, se il risveglio già altrove avvertlto verra, anche fra noi ad inaugurare un'era nuova e più duratura di pro­ . . . spenta, per le IDdustne e per i commerci» 2, L'Esposizione doveva riflettere la reale capa�ità pr?dutt�v� nazio? ale e nel contempo supportare l'opera del legi­ slatore, gh sforzt �egli �ndustnali e dare consistenza al lavoro degli operai, il . hvello culturale det quah era decisamente insufficiente. L'espansione della grande industria aveva determiòato effetti sociali trauma­ tici, tra i quali l'emig�azione in m ssa, mentre le innovazioni tecnologiche � . avrebbero potuto favonre la ptccola IDdustria ed il lavoro a domicilio, che ave­ vano sempre avuto un ruolo economico rilevante nel nostro paese. Ora invece ?elle zone non industriali la spinta all'emigrazione veniva dal mirag io, no� IDf�ndato, del benessere, ma anche dalle zone industrializzate si tendeva ad . emtgrare alla �tcerca �i una vita ancora migliore. Quindi l'emigrazione era frut­ to non solo d1 necesstta, ?emografica, non solo di miseria, ma in parte di una confusa tendenza al megho. Biso�na distinguere i periodi. Fino allo scoppio della prima guerra mondiale la m �gg1or parte dell'emigrazione italiana si dirige verso l'America ed è un'emi­ graztone a carattere definitivo , la soluzione politico- sociale ai tanti problemi . che ass�an� uno Stato ancora troppo giovane; unmilionesettecentottantamila connazwnah negli Stati Uniti secondo le statistiche ufficiali volute dal Nitti nel 1910, « ... c�nnazionali dei quali una gran parte - si legge in una lettera indiriz­ zata al prestdente della Camera di commercio di Milano - non torna oltre ed è così perduta per l'Italia.»3 . E come condannarli dal momento che

in Italia esiste la procreazione in eccedenza ai decessi, se la pletora del braccio lavoro . arreca la dtsoccupazione e il deprezzamento della mano d'opera, (... ) se i contadini del Mantovano, nei mesi f�eddi, de ono passare all'altra sponda del Po a raccogliervi le ; tuberose nere, per bolltrle ed ahmentarsi con esse; se i mandatari di riso della bassa . Lom�ardt� sudano per ore ed ore per una lira, alla sferza del sole, colla febbre nelle ossa, m u� acqua melmosa che li avvelena, per campare di polenta, di pan muffito e di lardo ranctdo; se nel Pavese i contadini ipotecano le proprie braccia per vestirsi e rinno-

: Ib�d. , Sez�one III, Commer�t'o .estero, B Espo:izioni efiere, I Esposizioni, b. 185, fase. 8a-b.

Ibtd. , Sezzone IL Commercto mterno, A Legzslazione, IV Legislazz'one sociale, b. 68, fase. 15.

se, riducendosi così ad vano ad ogni anno la locazione a condizioni sempre più onero che con la fuga o la altro rsi una schiavitù affamata, dalla quale non possono libera morte 4,

diato dop�guerra � Allo scoppio della grande guerra e negli anni dell'imme esulando da cto, la capi­ fenomeno emigratorio si trasforma in temporaneo, non rivano costantemente talizzazione prodotta dai risparmi che gli emigrati trasfe . ai parenti in madre patria. . . . 1ll espan ­ rma trasfo st ne grazw l'emt te, recen più epoca in Infine, ma siamo sione del lavoro all'estero. itiva, il con� e�so �?ani­ N el primo periodo, quando l'emigrazione era defin Assoctaz.wm IDdu­ me degli sforzi, da parte delle Camere di commercio e delle che st occupas­ nati, patro i i, striali era individuare le istituzioni, le commission lo c��facent� er rend da sero d i regolare l'espatrio dei connazionali, in modo to i, quan agh IDteresst tanto agli interessi generali delle amministrazioni local . " particolari degli espatriati. o gt pro�tste dt un Delle nove province lombarde, ben sette n�l 19 � 1 er�� � fftcl emtg�aztone presso Segretariato provinciale dell'emigrazione e dt van l! avevano il loro segreta­ Pavta enti morali di assistenza; nel 1917 anche Como e gli emigranti edite dal dato 5 . Ancora nel 19 1 1, a parte le guide speciali per licazioni dell'o norevole Commissariato dell'emigrazione di Roma e due pubb ed Angelo Cabrini dal titolo nte «agh emtgr�ntl .utili alme annu dava solo la Società Umanitaria, a Milano, _9 15 tal� pub?hcaz:one 1 il 6, Con indicazioni sui Paesi ai quali essi si dirigono>� dali Ufficto emigra­ edtto , diventa un bollettino di corrispondenza settimanale zione della stessa società. 7 a a favore .degli emi­ Attività di propaganda e di istruzione era quella svolt li dov? mag.gt� re �ra �a granti dalle istituzioni sopra ricordate per indirizzar ah spectah�za:wnt. richiesta di mano d'opera e per sfruttare al meglio le event� era costttutta da rtca Ame . La maggior parte dei primi emigranti nel Nord ma, del Texa s, sylva Penn minatori che lavoravano nei bacini carboniferi della e sempre più, affluiva del Colorado e della California, ma, poco alla volta .

Il maestro degli emigranti Emigrazi?ne �d em�gra��

ti,

4 Ibidem. 5 Ibidem.

6 Ibidem.

· nza aglt' . · tazct· · dt' asszste arzatt

7 SociETÀ UMANITARIA, Ufficio dell'emigrazione centrale dei segret

emigranti, Corrispondenza settimanale, 1915,

n.

l.


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Gli archivi delle Camere di Commercio e delle Esposizioni universali

verso le città industrializzate: New York, Boston , Chicag o, Philadelphia . ' Detro1t. La l:gge 2 agosto 1913, n. 1075, che istituiva la Commissione centrale d'e­ . m1grazwne, p �evedeva anche la tutela giuridica degli emigranti e stabiliv a norme per «gh arruolamenti di operai italiani per conto d'imprese estere di lav?ro». N :lle �or� dell'emanazione del regolamento d'attuazione, il Comm is­ sanato dell em1graz10ne presso il Ministero degli affari esteri diffonde una cir­ colar� a tutte le Camere di commercio del regno e italiane all'estero, per evi­ denziare che si fa obbligo �ile imprese ester , he intendano fornirsi di nostra mano d'opera � � , di . . esporr� le �ondtz10 n1 offe�te � dt. rtchtedere la regolare licenza di arruolamento a questo Commts� artat? Prego �umdt la S. V. di voler dare istruzioni perché sia tenuta presente ·. questa d1spos1z10ne e dt trasmettere al Commissariato le domande di operai che fossero eventualmente presentate a codesta Camera da imprese estere8.

La ris?ost� delle C�mere di Commercio lombarde è pressoché identica: non . sono ��l � rn�ate nchtes te di operai italiani da parte d'imprese estere, in quan­ . to altn l�tlt�tl s� occ�pan? del collocamento della mano d'opera all'estero, que­ . . gli stess1 1stltut1, ag�mngtamo noi, citati in precedenza. Sarà bene ricordare, a . t�e proposito, che l segretariati dell'emigrazione di tutta Italia avevano un uffi­ cio centrale pr:sso la Società Umanitaria in Milano, che fungeva da coordi na­ , mento per l assistenza da offrire agli emigranti. s re . :�� .nel l91? , in California, fu votata una legge per migliorare le condi­ ztom 1g1emc he de1 quartieri operai, tenendo conto del fatto che le statistiche ?avan?, al l o. g�nnaio dello stesso anno, che oltre la metà degli operai residen � que1 quart1er1 er�o emigranti. Il Parlamento della California, in effetti, il 12ti �1ug�o 1 � 15, approvo una le?ge con cui veniva nominata una Commissione per l em1gra�1one, composta da cmque membri, con l'incarico di vagliare la situazi o­ ne � ve�ificare le reali possibilità di lavoro di tutti gli emigranti già insediatisi nel terntono dello Stato o che stessero per arrivare. Dunque il problema della man? d: op��a e �ella s_ua utilizzazione, tenendo conto delle attitudini e delle qualtta, md1v�duah degh perai, era tanto sentito in California quanto da noi. � Altrettanto s1 potr�b�e d1re della lotta all'analfabetismo, dell'istruzione civica, così da estendere l az10ne educatrice tra le mura domestiche, insegnando alle

8. AR�HIVIO STO�CO CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO, Sezione Il, . sociale, b. 68, fase. 15. Legzslaztone, IV Legzslazzone

Commercio interno, A

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mogli e alle figlie degli emigranti la lingua inglese e l'economia domestica, secondo il disposto del The home teacher act del l915. In Italia si dà ampio risal­ to all'iniziativa; ancora alcuni anni dopo, nel 1918, il «Bollettino dell'emigrazio­ ne» ripropone per esteso gli articoli salienti della legge e del Teacher Act 9. La situazione in California, però, resta a margine di quella riscontrabile negli altri Stati. In California c'è abbondanza di terre coltivabili, clima mite ed è faci­ le trasformare gli emigranti italiani in coloni, soprattutto gli emigranti dal sud dell'Italia. Diversa è la situazione per gli emigranti lombardi. Prima di tutto, se consi­ deriamo i dati statistici sull'emigrazione nell'anno 1915, prima dello scoppio d el conflitto mondiale, elaborati dall'Ufficio centrale di statistica presso il Ministero dell'industria, del commercio e del lavoro, notiamo subito che i mag­ giori contingenti migratori lombardi sono diretti verso i paesi europei per 3/4 e solo 1/4 verso i paesi transoceanici, fra questi ultimi i prescelti sono gli Stati Uniti. Se poi scendiamo ancor più nel dettaglio possiamo osservare che la stra­ grande maggioranza degli emigranti lombardi sono operai addetti all'industria mineraria, metallurgica, tessile, pur non mancando gli agricoltori, i muratori, i calzolai, ecc. 10. Dalla documentazione consultata appare chiaro che in Lom­ bardia si lavorava alacremente ad un progetto di coordinamento di attività tra gli istituti, pubblici e privati, che in patria o all'estero si occupavano di tutelare gli emigranti, d'ingaggiarli per conto di datori di lavoro stranieri. Ciò facendo, spesso si scavalcavano i compiti precipui del Commissariato dell'emigrazione, ma, come abbiamo già visto, i segretariati e gli altri enti di assistenza operavano da più tempo in questo campo e fungevano da punto di riferimento per gli operai e per i datori di lavoro. Anche quando il Commissariato dell'emigrazione invita in Italia, nel 1918, i maggiori esponenti della Federazione americana del lavoro, perché «potesse rendersi conto del posto che la nostra Nazione ha saputo ( . . . ) raggiungere nell'industria, nel commercio, nell'agricoltura» e soprattutto per avviare i contatti «per la soluzione di problemi specifici, riguardanti l'emigrazione ita­ liana per gli Stati Uniti», un'intera giornata viene dedicata ad un convegno indetto a Milano presso l'Umanitaria, dove si discute sull'opportunità d'isti­ tuire una rappresentanza dell'organizzazione americana a Milano ed una

9 SociETÀ UMANITARIA, Ufficio dell'emigrazione centrale dei segretariati laici di assistenza agli emigranti, Corrispondenza settimanale, gennaio 1918, pp. 5-6. lO ARCHIVIO STORICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO, Sezione Il, Commercio interno, A Legislazione, IV Legislazione sociale, b. 68, fase. 15.


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Marina Messina

Gli archivi delle Camere di Commercio e delle Esposizioni universali

13 3 1

dell'immigrazione sulla coincidenza degli interessi del proletariato nei Paesi che danno e nei Paesi che ricevono man d'opera, Abbiamo due categorie di emigr t'. l't ���a� . zzatl. e 1. non niz�ati; ?li �rganizza­ ti li indirizzeremo a voi perc hé fac��t:�! l . tn� �r�sso nelleorga orga ntzzaztont, creando rapporti più stretti tra voi e loro · zzatl e.vono anche essere prot solo per il loro interesse ma anch i non ,�rgam non esse d�gt operai .ame�ica?i, perchetti, i é non organizzati deprimono i �alari ed o:t�����:ot�;oper e e organtzzaztont. Dunque, dob­ biamo unirei: come? Noi eduche�emo gh. emt.grantt,� cerc . ciazioni, ma anche vot dovete aiutarci· B'tsog erebb e, phere,mo di spingerli nelle assoUmanitaria, che rappresentiamo !,organo tecm?co dell'emi�ro, per questo, che fra noi com. e fidudari dell 'organizzazt'one p rofesstonaie e voi organt· zzat grazione italiana amencant,. st. strin ga un accordo più intimo E 1a mta· proposta prat ' tca . è' questa.. not· on deremo d'1 qm. un uomo nostro, una specie di addetto all'Umantt. arta, . p resso la man ederazione .Americana del Lavoro, al vostro fianco,. e vot. uno vostro a fianco nostro,Fper rapporti, ottenere informazt'ont', d'tsct.pl'mare le corrent'l · affiatarct a mantene . rentii mt�rato.rte, da:e sugg�nme sul mercato del lavoro, acciò possiamo inflmre . sulle c rren esercitare un controllo su esse, secondo il vostr dest'deno. , a beneficto� degtt . emtgratone, h operai. 1 1 ·

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A Roma il Commissari · lon · � �hle· �e pm. , o meno la stessa cosa agli americani: stabilire accatoordidelldir'e::r:�pec missariato, tramite gli uffici federali ali ta 1 ��1 com� etenti uffi.c� del Comn a una regolare segnalazion� dei merc�ti d�tf:!�o, 1d��:���; ;ri : ��� � s;:e t � l�voratori italiani, come di tutte le altre notizie d� �:���t��:�����:7coonafavvprotare fess ale, che potessero risultare utili all'avviament0' l Ilocame��o, controlloiondell correnti emigratorie italiane. �0��st� �e l tnsl.stenza da partee ital necessità di disciplinare le mtg. razt. om �l connazionali, facendole pasianasaresullattra ave rso gli uffici di coIlocamento,

così come si vanno disc . . . ali 'mt 1e �tgra�tont ' �no, u a base delle reali condizioni dei mercati di lavoroiplindaand � �� rile � med tante rgan gli interessi impegnati nel fa�to econ��:co e mca . rd�mandtomlacut s��no rappresentati tutti pohttca dell'emigrazione e

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11 SOCIETÀ UMANITARIA Ufficio dell'em . . � azton e centrale det. segretariati laici di assistenza emigranti, Corrispondenza s ttimanal agli e' 25 0 0bre 19 1 8 n. 237, pp. 1 2

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-.

nonostante l'insistenza, dicevo, la delegazione americana continuò ad insistere sul diritto ed il dovere dell'operaio americano di difendersi dall'immigrazione in genere, «ma più specialmente da quella dei Paesi dell'Europa meridionale», perché la «politica della porta aperta in fatto d'immigrazione - date le condi­ zioni degli Stati Uniti - si risolverebbe in un disastro per le nostre classi lavora­ trici» 12, Le prime avvisaglie di siffatta politica sono già riscontrabili alcuni anni prima della visita dei rappresentanti della Federazione americana del lavoro : un telegramma trasmesso da Washington il 7 luglio 1913 alla Camera di com­ mercio di Milano, avvisa che: «Il Ministero del lavoro domanda al Congresso una revisione delle leggi d'immigrazione per limitare principalmente quelle del Sud Europa. Intervistato disse che il fine del Governo era impedire il flusso tremendo di elementi pregiudizievoli» 13 . In effetti in quegli anni era forte il timore di una propaganda bolscevica, fatta tra le masse da elementi che avrebbero potuto infiltrarsi nell'emigrazione. È curioso notare come gli emigranti, raggiunta una consolidata e agiata posi­ zione all'estero, suggeriscano alle Camere di commercio d'Italia una soluzione imprenditoriale, fattiva, di fronte alla graduale, ma progressiva chiusura delle frontiere statunitensi. Si legge spigolando qua e là fra la corrispondenza: ... se il braccio lavoro è ricchezza e se è dovere imprescindibile d'una nazione saper­ lo utilizzare ( ... ) per farlo basta rivolgere lo sguardo ai consumi mondiali, basta darsi ragione dell'aliquota di mercato che, volendo, l'Italia potrebbe conquistare. (. . . ) prendano le Camere di Commercio l'iniziativa per la raccolta dei mostruosari (sic) degli articoli di produzione non italiana che all'estero si consumino la corredino d'informazioni intorno ai luoghi d'origine, ai prezzi di costo, agli sconti, agli imballaggi, ai noli, alle sicurtà, ai diritti d'internazione, alle condizioni generali di vendita, ai consu­ mi annuali, affinché l'industriale nazionale abbia il mezzo d'estendere le produzioni sue e la gioventù di buona voglia possa studiarvi e convertirsi a sua volta in gioventù mani­ fatturiera ed esportatrice. E ancora col lavoro gli Stati Uniti d'America accaparrarono, in meno di cent'anni, la terza parte dei consumi mondiali. Che percentuale ha accapar­ rato in confronto l'Italia? 14 l2 Ibid. , 8 febbraio 1919, n. 240, p. 2.

13 ARcHIVIO STORICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO, Sezione II, Commercio interno,

A Legislazione, IV Legislazione sociale, b. 68, fase. 15 .


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Marina Messina

Sarebbe interessante poter leggere le osservazioni, i confronti che i tecnici di grandi imprese it�ane, qua� !a Ern esto Breda o la Pirelli, mandati, agli iniz i di questo secolo, negli Stati. Umtt a visitare i più importanti stabilimenti loro affini fanno sull'organizzazione, sui sistemi di produzione· cosa notano di nuovo I �rovved�ent� eh� prop?ngono � 'introdurre nella pr�pria azie nda. Si dà ampio rtsalto ali applicazione diffusa det met odi di organizzazione scientifica del lavo­ ro e, con una port t ben più ampia e profonda, degli indirizzi mentali e �� pratici eh� ne sono �c tuntt e che vanno pro gressivamente acquistando un vero � e pro­ pn� valore di ststema filosofico. L'ammir azione per i metodi ed i risultati ame ri­ cani non fa loro credere in una pura e semplice trasposizione di essi nel nos tro p�ese, perché reste ebbe sterile a cau sa delle condizioni socio-ambientali trop � po dr�erse. I problemr della tecnica, si sostiene, non possono essere risolti senza u? adeguat� onoscenza e comprensio � ne dei fattori politici, economici e soc iali. Cio, n�n elimr?a, anzi consiglia, uno sforzo di perfezionamento che cancell io attenm le deficienze e cerchi di sfru ttare al meglio le qualità 15. Anche se all'alba del XX secolo l'Ita lia era poc o dotata di strutture form ati­ ve tecni�o-sc�entific he e profession ali, i segni di un notevole cambiamen to erano evide�tl nelle ree più evolute nord-occidentali e del Milanese in parti­ colare. Un srstema dr� scuole, differen ziato per livello e genere d'insegnam . . enti e In rapporto alle esig enze dei destinatari e alle caratterist ich e eco nom iche dell; zone, si estendeva su larga par te del territorio lombardo. Già alla fine d�ll Ottocento le scuole profession ali che ricevevano il sussidio dalla Camera di commercio di Milano erano tren taquattro, di cui la metà a Milano . Oltre alla Scuol a d'incoraggiame to d'arti e mestieri e l'Umanitaria, secondo gra , . � . nde centro d rs truzrone professionale, c'er a il Politecnico che avviava la . sez � ion e e et�rotecmca e quella chimica; la Boc coni, che formava operatori econom ici di tl�o nuovo, con insegnamenti mer ceologici, che implicavano lo studio . della chtmica 16, , Insomma, la diffusione della cultura tecnico- scientifica e la sperimentazio ne attuata da quelle energie intellettive che procurarono la maturazione dell a cul­ tura �dustriale ilanese e lombarda � di fine XIX secolo, alla rincorsa dei pro­ gressi che avvemvano nei paesi più industrialmente progrediti, doveva forgiare 14 Jbidem.

. 15 Ing. ERN�STO �REDA C., Le locomotive in America e in Europa. Osservazioni Milano, Stab. Ltto·Ttpografìco G. e confrontz; Abbiati 1900. ' 16 AR:�IVI? STORICO DELLA CAM ERA DI COMMERCIO DI MILANO, Sezione XII, Scuole e tstttutt, b. 794. Istruzione' C e

Gli archivi delle Camere di Commercio e delle Esposizioni universali

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operai più colti e qualificati. La maggiore abilità delle maestranze avrebbe . aumentato la qualità del prodotto, rendendolo concorrenziale . Si poneva la grande alternativa: emigrazione o indus�ri�lizz�zione. Nat� ral­ mente per un periodo ancora abbastanza lungo indust�Ializzazrone ed emr� ra­ zione dovevano camminare di pari passo per risolvere il problema della p1ena occupazione delle forze di lavoro dell'Italia. . . . . . In effetti l'industria per crescere ha bisogno di caprtah ed 10 un pnmo momento i capitali affluivano dagli Stati Uniti al ritm� di mezzo m�ia��o !' �n­ . . no, pur aumentando la ricchezza e la produzione negh USA dr drec1 m�1�rd1, � quei soldi erano il frutto di una vita condotta con temperanza e fr�gaht� dagh emigranti italiani, che spesso, durante la grande �uerra, av�va�o r�un�iato al guadagno di intere giornate di lavoro a favore der profug�1 dai te�rrton occu­ . pati, degli orfani. Senza quei capitali, utilizzati per l' acqmsto dr piu, moderne attrezzature per aziende agricole o industriali, il lavoro non sarebbe stato assor­ bito e non si sarebbe giunti alla produzione di merci competitive per l'esporta­ zione senza dover ricorrere al protezionismo amministrativo e doganale. Q�ando le restrizioni messe in atto dagli Stati Uniti nei confronti del feno­ meno emigrati si fecero più aspre, fino a limitare al 2% la quota a� nu�le p�r ogni nazionalità, si pensò ad esportare capitali organica�ente comb10at1 con il . fattore lavoro in imprese che dovevano operare all estero. Nel 1 9 1 9 , 10 Lombardia, l'Unione delle cooperative per i lavori pubblici all'estero intendev� finanziare le imprese in grado di esportare il proprio �now_-how: le � asse dr . risparmio si occupavano di raccogliere il risparmio degli emigranti e di capita­ lizzarlo per futuri utilizzi a carattere imprenditoriale. così facendo, �oco all� . volta, il capitale andava aumentando nel paes�, pr?sc10 �endo dagh afflussi esteri, si poteva pensare ad una diversa forma dr emigrazione, attuata co� tra­ . . propri, ma sferimento all'estero di organici complessi aziendali con capitah siamo ormai in una fase successiva, che esula dai limiti temporali imposti per questa relazione.


Fonti sull'emigrazione presso l'Archivio della Cgil

TERESA CORRIDORI

Fonti sull'emigrazion e p resso l'Archivio dell a CGIL (194 8-1957)

Nel l 980 la Segreteria della CGIL decideva di trasferire il proprio archivio storico nella sede della Biblioteca nazionale della Confederazione, dopo un lungo lavoro di ricognizione e di primo riord inamento avvenuto nel seminter­ rato della sede confederale, dove l'archivio si era stratifìcato e conservato per decenni. Negli stessi anni l'archivio era stato dichiarat o di notevole interesse storico da parte della Sovrintendenza archivistica del Lazio. I documenti raccolti sono compresi nell'arco temporale che va dalla ricosti­ tuzione della CGIL unitaria ai giorni nostri; la consistenza ammonta a circa 3 .500 buste, suddivise all'interno in fascicoli e sottofascicoli. I registri di proto­ collo sono presenti dal l947 ad oggi. L'archivio è strutturato sulla base di due titol ari: il primo, che porta la data del 1944 , fu impiantato molto probabilmente nel 1 946, anno in cui è stato anche elaborato un prontuario di archiviaz ione. I documenti raccolti fino al 1946 sono compresi nella prima classe del titol ario, fra gli atti cioè degli organi centrali confederali. Il secondo titolario del l967 è un aggiornamen to, senza rilevanti modifiche, del precedente. In esso le strutture nazional i di categoria, quelle territoriali e i rapporti sindacali con l'estero configurano classi proprie. I due titolari coniu­ gano il criterio di suddivisione delle carte per titoli (uffici della confederazione, strutture della CGIL e rispettive competenze e attività) e quello per materia (affari trattati che hanno richiesto generalm ente un'azione integrata di diffe­ renti uffici e strutture ) . Le sottoclassi che si riferiscono agli uffici centrali e periferici si articolano in categorie che rapp resentano di anno in anno in modo diverso le attività trattate e a cui corrispondo no fascicoli numerati progressiva­ mente. Un documento quindi dell' ufficio cont ratti e vertenze sul collocamento può, ad esempio, ritrovarsi nella sottoclasse "Organi centrali" o nella sottoclas �

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se "Collocamento" . La documentazione, la cui varietà e ricchezza rendono dif­ ficile una descrizione sintetica, comprende gli atti degli organismi dirigenti confederali ed unitari, di convegni, seminari e conferenze (nella maggior parte dei casi mai stampati) ; comprende inoltre la produzione nazionale, regionale e provinciale relativa all'attività sindacale, note intern� delle sezioni di lavo�o confederali e delle strutture periferiche, circolari, comspondenza e manoscnt­ ti. Rilevanti sono gli atti relativi ai rapporti con gli organi istituzionali ed in particolare con i governi, i Ministeri del lavoro e dell'industria, le commissioni della Camera e del Senato e gli enti pubblici. I primi anni dell'archivio confederale sono particolarmente interessanti per due ragioni: da un lato la CGIL unitaria - di cui si consumerà la scissione nel 1948 - raccoglie in sé le componenti politiche e sindacali fondamentali de�a rinascita postbellica, dall'altro, proprio in ragione della sua natura e �o�posl­ . . zione, la CGIL partecipa in quegli anni attivamente anche nelle sedl lstltuzw­ nali alla ricostruzione economica e politica del paese. Le carte che nell'archivio storico della CGIL si riferiscono all'emigrazione testimoniano questo ruolo nella sua ricchezza ma anche nella sua dif�coltà. . . Nel titolario la classe emigrazione 1 .7 è collocata nel titolo l Probleml sociali e del lavoro ", ed è in generale suddivisa in sotto fascicoli relat�vi ai singo­ li paesi o più tardi, come vedremo, a singoli casi o persone trattatl. La c:asse . compare nel 1948 in concomitanza con l'istituzione di un Ufficio em1g:az10ne. Fino a quel momento le carte relative all'emigrazione fanno parte d1 quelle della Segreteria generale, le cui competenze ed attività si diversificheranno pro­ gressivamente negli anni successivi. . . Oltre all'Ufficio emigrazione confederale è competente m questo settore il Servizio emigrazione dell'INCA (Istituto nazionale confederale di assistenza). Quest'ultimo, come da statuto approvato con decreto ministeriale il 29 dicem­ bre 1947, è l'organo della CGIL per le politiche a�sistenzi�li e previdenziali �d , . in particolare si occupa di svolgere per i lavoraton le p�auc?e per l en:1�ra�10 : . ne e quelle relative ai diritti assicurativi e previdenz1ah del lavoraton ltaham all'estero (art. 3, comma 5). Abbondante la documentazione che riguarda la definizione e le competenze dei due uffici non sufficientemente chiare e con il rischio di sovrapposizione. La soluzione � arà cercata nel 1948, a scissione avvenuta, nella proposta di uni: ficare i due servizi, riorganizzandone le funzioni. Dall'esame dei documenu emerge chiaramente il ruolo diverso svolto: l'INCA ha rappo �ti co� gli int�rlo­ . cutori istituzionali e costituisce sedi proprie direttamente nel paes1 d1 emlgra­ zione per svolgere i suoi compiti di assistenza e previdenza; stipula inoltre con­ venzioni bilaterali con i singoli paesi. L'Ufficio emigrazione confederale ha


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soprattutto una funzione interna di predisposizione di dati, analisi, statistiche, note e resoconti, cioè tutto il materiale preparatorio che serve alla definizione delle politiche del settore. L'esame dei fascicoli riguardanti l'emigrazione è stato limitato al periodo 1 945 - 1 957. Non è stata prescelta una destinazione geografica in particolare, perché è la prima volta che vengono presentate al pubblico le fonti docu­ mentarie sull'emigrazione presenti nell'archivio storico della CGIL. Jl termi­ ne del 1 957 è stato scelto in quanto da quel momento mutano sensibilmente il carattere e la struttura dell'emigrazione (come fa notare tra gli altri U. Ascoli) 1 , che si rivolge di più all'Europa che ai paesi transoceanici, con un carattere di "spontaneità e temporaneità" , come testimonia nell'archivio l'ampia corrispondenza con singoli emigranti, pressoché assente per il perio­ do precedente. Fino alla metà degli anni Cinquanta il fenomeno emigratorio si caratterizza in modo diverso non solo rispetto alla destinazione ma anche alla sua organiz­ zazione: basti pensare che il sindacato stesso viene in quegli anni chiamato a collaborare con i Ministeri del lavoro e degli esteri alla definizione delle quote di reclutamento e di invio di emigranti, sulla base delle richieste dei diversi paesi, e alla organizzazione dei servizi di informazione e di assistenza alla par­ tenza e all'arrivo (Casa dell'emigrante, posti di ristoro nelle stazioni, conversio­ ne delle monete per i rimpatriati ). Nell'archivio resta abbastanza costante negli anni la tipologia dei documenti raccolti; altrettanto costante è l'intreccio per la classe emigrazione tra i docu­ menti e gli atti strettamente sindacali e quelli che provengono dalle istituzioni, a sollecitazione o in risposta alle posizioni e alle attività della CGIL. Attraverso la serie delle relazioni periodiche dell'Ufficio emigrazione (che comprendono anche prospetti riassuntivi e statistici) e quelle degli addetti sin­ dacali, poi osservatori sociali CGIL, che operano all'estero (particolarmente importanti per la grande quantità di informazioni quelle di Mario Baldelli dall'Argentina, di Gino Boscherini dalla Francia, di Salvatore Innamorati dal Belgio), è possibile ricostruire con una certa continuità le questioni più impor­ tanti e talvolta drammatiche legate all'emigrazione e le risposte e le azioni che il sindacato pone in essere per risolverle. Gli addetti sindacali e poi gli osservatori sociali provenivano dalle file della CGIL, ma la loro nomina era richiesta dal Ministero degli affari esteri. I loro resoconti ben rappresentano le difficoltà di operare in situazioni ostili alla loro

1 U. AscoLI, Movimenti migratori in Italia, Bologna, TI Mulino, 1979.

' Fonti sull'emigrazione presso l'Archivio della Cgil

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azione e di ricoprire un ruolo spesso difficile, dovendo tutelare i lavoratori ita­ liani verso le aziende e con l'appoggio delle autorità diplomatiche. La serie degli accordi bilaterali stipulati a partire dal 1946 con i diversi paesi è corredata da rapporti e corrispondenza che denunciano le continue violazio­ ni di essi alle autorità competenti. L'attività dei rappresentanti sindacali spesso si conclude, dopo lunghe e difficili vicende e talvolta persecuzioni, con la defi­ nitiva espulsione. Nel 1 949, nel mutato clima politico e sindacale, sarà il Ministero degli affari esteri a nominare direttamente gli osservatori sociali. Oltre ai rapporti periodici si trovano nei fascicoli numerosi atti provenienti dal Ministero del lavoro e degli affari esteri, in particolare circolari, provvedi­ menti, note informative, anche riservate, ed esplicative della normativa, corri­ spondenza. Due tappe importanti documentate nell'archivio sono costituite dai primi due incontri nazionali realizzati sui problemi dell'emigrazione: la Conferenza sulla mano d'opera, organizzata a Roma nel febbraio 1 948 dal Ministero del lavoro e il Congresso nazionale per l'emigrazione indetto dalla Camera di com­ mercio di Bologna nel febbraio 1949. Altre importanti occasioni di esame delle questioni più scottanti legate al lavoro italiano all'estero sono rappresentate dagli incontri nazionali svolti nei paesi di emigrazione, per esempio, la Conferenza nazionale dei lavoratori italiani emigrati in Cecoslovacchia nel dicembre 1 949. In queste occasioni viene documentata la partecipazione dei nostri emigrati agli scioperi e alle azioni sindacali indette all'estero. La CGIL è infatti in quegli anni pienamente corresponsabilizzata nell'orga­ nizzazione dei flussi migratori e partecipa ai progetti e alle attività di formazio­ ne professionale dei lavoratori destinati all'emigrazione. Vi sono per esempio richieste del Ministero dell'industria per l'invio di tecnici in Norvegia e del Ministero del lavoro per lavoratori agricoli in Canada; vi si trova l'accordo itala-argentino del gennaio 1 948 per un piano di corsi professionali preparatori con uno schema di impostazione didattica e di preventivo di spesa per le diver­ se categorie; e così via. Ultima importante questione che si trova ampiamente documentata nell'ar­ chivio di quegli anni riguarda il rientro degli ex-prigionieri dalla Germania ed in generale il ritorno in Italia di lavoratori che sono stati prigionieri nei paesi coinvolti nella guerra. Per quanto riguarda i reduci dalla Germania, oltre al reinserimento molto problematico nei luoghi di origine, vi è la difficoltà a riconvertire i marchi in lire per le resistenze delle autorità finanziarie italiane. Molte e complesse le questioni poste dalle rimesse degli emigrati, risolte di volta in volta con accordi speciali che arrivano a includere, come nel caso della


i

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Cecoslovacchia, lo scambio di beni alimentari o, come nel caso del Belgio, in carbone. Per concludere, è opportuno ricordare che questa relazione presenta solo nelle sue linee generali e per un breve, anche se fondamenta le, periodo, la documentazione sull'emigrazione presente nell'a rchivio storic o della CGIL, con l'evidenziazione delle questioni più rilevanti che in esso si trovano docu­ mentate. È allegato alla relazione un indice dei fascicoli e dei sottof ascicoli per il periodo considerato, che permetterà di farsi un'idea più precis a e circostan­ ziata del tipo e delle caratteristiche dei documenti.

Archivio storico nazionale della CGIL Titolo l Problemi sociali e del lavoro Classe 1.7 Emigrazione Indice dei fascicoli e dei sottofascicoli 1948-1957 1 948 gen. 2-dic. 22 cc. 121

fase .l Lettera del rappresentante della CGIL in Cecoslovacchia sulla situazi one dei lavora­ tori emigrati (Praga, gen. 2) Lettera della Segreteria CGIL da parte del Servizio emigrazione sulla Convenzione internazionale riguardante gli uffici di collocamento a pagamento (Roma, gen. 16) Appunto del Servizio emigrazione per la Segreteria CGIL sulla Conferenza della mano d'opera (Roma, feb. 11) Appunto del Servizio emigrazione per la Segreteria CGIL sulla riunione presso la Direzione generale dell'emigrazione per la situazione in Cecoslovacch ia (Roma, mar. 18) Competenze e funzioni dell'INCA e del servizio emigrazione della CGIL (apr. 5-ott. 26) INCA, Rilevazione dati sul transito degli emigranti dalla stazione Termini e Tiburtina ai paesi di destinazione nei giorni 26 aprile, 10 e 16 maggio Circolari del Ministero del lavoro, Direzione generale dell'oc cupazione interna e delle migrazioni, dirette a tutti gli Uffici regionali e provinciali del lavoro su proble­ mi vari attinenti l'emigrazione nei paesi europej ed extraeuropei (ago. 13 -dic. 22) Corrispondenza tra la Camera del lavoro di Monopoli, la CGIL e la Presidenza del consiglio sul cambio dei marchi in possesso dei lavoratori rimpat riati dalla Germania (1946 lug. 30-1946 ott. 18) Costituzione della Casa dell'emigrante a Messina: corrisponden za tra la Camera del lavoro e la CGIL (set. 27 -ott. 18) Lettere della Segreteria CGIL al Ministero degli esteri e del lavoro sull'attività dell'a­ genzia "Argentina Express" di Buenos Aires (ago. 13)

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Corrispondenza tra la Segreteria CGIL e Gino Bosc?er�ni ad��tto si� da�ale in Fran­ . . cia sulle misure prese dalla polizia francese contro 1 mmatorl ltaham comvoltl � ello sciopero generale in atto nelle zone minerarie francesi; lettera della Segretena al Ministero degli affari esteri e al Ministero del lavoro (ott. 22-nov. 6) CGIL Confederterra, accordo doganale italo-francese (ago. 13). Sottofascicoli 1.7 . l . INCA, istituzione di un posto di assistenza e di ristoro per emigranti nella stazione Termini (mag. 12-nov. 16) . . . . 1.7.2. Espulsione dalla Francia dell'addetto sindacale Gmo Boschenm: cornspo� . denza tra la Segreteria CGIL, il Ministero degli affari esteri e l'addetto smdacale 111 Francia (dic. 10- 15) 1949-1948 feb. 12-1949 dic. 23 cc. 315

fase. l . Corrispondenza tra la CCdL (Camera confederale del lav� ro) di ?orizla: l' INCA, la Segreteria CGIL e il Ministero del tesoro sul problema del march1 versatl e non con­ . vertiti da parte di lavoratori ed ex-internati rimpatriati dalla Germania (1948 ott. 281949 ago. 28) Circolari del Ministero del lavoro (feb. 1 1-dic. 16) Conferenza nazionale dei lavoratori italiani in Cecoslovacchia. Risoluzione del primo convegno dei lavoratori italiani in Cecoslovacchia (d� c. 23). . Situazione dell'emigrazione italiana in Cecoslovacchia (Praga, feb. 5-dlc. 23) INCA, Circolare sull'assistenza ai lavoratori emigranti (mag. 2 1-nov. 15) Emigrazione in Kenya: contratto di lavoro (feb. 11) . . . Nomina dei rappresentanti della CGIL alle trattative con la m1ss1one francese per la stipula dell'accordo bilaterale sull'emigrazione (1946 gen. 26) . Lettera della CGIL al Ministro degli affari esteri sulla rappresentanza smdacale presso il centro emigrazione di Milano (ago. 5) . . . . . Ufficio emigrazione, progetto per la formazione professional� del lavoraton lt�han1 . destinati all'emigrazione in Argentina. Piani di corsi profess10nah e accordo !taioargentino (1948 gen. 26- 1949 giu. 16) .. . . I.N.A.P.L.I., opuscoli sul progetto per la preparazione � rofess10�ale dl lavo:aton ita­ . . liani destinati all'emigrazione in Argentina. Schema d1 1mpostaz10ne d1datt1ca e preventivi di spesa per varie categorie di lavoratori (s : d. ma 1949 . . . Camera di commercio di Bologna, congresso naz10nale per l em1graz10ne: partec�pa­ zione della CGIL (feb . 24). Opuscolo nota informativa n.2 e intervento d1 E. Graziadei al congresso (gen. 30) . . . . Arresto del delegato CGIL in Francia S. Filippo in seguito allo sciopero del mmatorl (Parigi, gen. 19) , . . . .. . . , Costituzione a Bologna di una FondaziOne degli ltahan1 all estero per l assistenza al bambini mutilati (gen. 24) , . . . Lettera del Ministero dell'industria alla CGIL, Bisogno d1 tecmcl e d1 mano d opera in Norvegia (nov. 28)

:

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Ufficio emigrazione, nota sul movimento migrato rio da e per l'estero nel periodo gennaio-dicembre 1948; prospetto riassuntivo 1946-1948; emigrazione in Svizzera 1946-1948; trattamento degli emigrati in Venezuela (set. 2 1 ) Ministero degli affari esteri, emigrazione italiana: situazione, prospettive, problemi (mar. 3 1, riservato) Relazione alla Segreteria CGIL sulle condizioni dei lavoratori italiani in Cecoslovac­ chia (marzo 1949); I Convegno dei lavoratori emigrati in Cecoslovacchia (nov. 27) R. BITOSSI, L'emigrazione nella sua realtà, relazione al II Congresso della FSM (Federazione sindacale mondiale) (lug. 10) Corrispondenza con singoli lavoratori in attesa di emigrazione. Elenchi e loro suddi­ visione professionale (s. d. ma 1949) Sottofascicoli 1 .7.2. Situazione previdenziale dei lavoratori rimpatriati dalla Germania. Carteggio tra l'INCA, la CGIL e il Ministero del lavoro ( 1948 feb. 12- 1949 ago. 25) 1 .7.3 . Officine Fondazione degli Italiani all'estero, licenziamenti: carteggio tra il Ministero degli affari esteri, la CGIL e la F.I.E (mar. 8-mag. 19) 1 .7.4. Espulsione del sindacalista Salvatore Innamorati dal Belgio. Relazione sulla situazione dei lavoratori italiani in Belgio. Carteggio tra la CGIL e S . Innamorati. Carteggio tra il Ministero degli affari esteri e la CGIL sull'espul­ sione di S. Innamorati e nomina del successore. «La Voix», settimanale del P.C.B. (Partito Comunista Belga), 12 giugno (mag. 20-lug. 17) 1 .7.6. Lavoratori italiani in Eritrea. Sciopero di protesta per gli assassini ed i maltrat­ tamenti. Carteggio con il Ministero degli affari esteri (nov. 1 1 -28) 1950-1949 giu. 22-1950 dic.

cc.

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fase. l Lettera della Segreteria CGIL al Ministero del lavoro sui problemi dell'emigrazione (lug. 10) Lettere del Ministero del lavoro alla CGIL sui problemi dell'emigrazione (lug. 6set. 18) Contratto nazionale di lavoro per il trattamento spettante ai lavoratori emigrati in Germania del 3 1 marzo 194 1 e del 3 1 dicembre 1942. Commento CGIL inviato alla Fiom (Federazione impiegati operai metallurgici) provinciale di Piombino (mar. 2 1) Lettera dell'INCA alla CGIL, svincolo ratei di pensione per i lavoratori italiani in Lussemburgo (feb. 20) Convenzione italo-belga per la previdenza sociale (lug. 6-ott. 9) Relazione e statistica dell'assistenza prestata nel 1949 della commissione sindacale ai lavoratori emigrati in Cecoslovacchia (24 luglio) Corrispondenza tra l'Ufficio emigrazione e il Ministero degli affari esteri sugli accor­ di itala-francesi per il pagamento degli assegni familiari (giu. 9-27) Relazioni settimanali inviate alla Segreteria generale della CGIL dal rappresentante in Argentina Mario Baldelli su problemi vari concernenti gli emigrati italiani (mag. 5 lug. 28)

Fonti sull'emigrazione presso l'Archivio della Cgil

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Situazione e contratti di lavoro degli operai italiani in Cecoslovacchia (feb. 9) Servizio emigrazione CGIL e INCA, relazione sull'emigrazione italiana (gennaio) Appunti per il Servizio emigrazione della CGIL sull'organizzazione, la raccolta e lo smistamento degli emigrati per l'America del Sud (s.d. ma 1950) Notizie utili per l'emigrazione in Argentina (opuscolo, s.d. ma 1950) Cenni sulla situazione dell'emigrazione italiana in Europa e nei paesi extraeuropei (s.d. ma 1 950) Ministero degli affari esteri, promemoria sulle attuali possibilità per l'emigrazione nei vari paesi (1950) "Italia Libera " , Comitato centrale, lettera all'INCA sulla revisione degli accordi na­ zionali per i minatori in Belgio (1949 apr. 7) Corrispondenza tra le camere del lavoro e l'INCA sulle disposizioni relative degli ita­ liani in Africa (gen. 7-30) Accordi italo-francesi sugli assegni familiari (giu. 27) Relazione dell'Ufficio emigrazione sulla situazione dei lavoratori emigrati in Francia; situazioni dell'emigrazione italiana (luglio) Carteggio tra la CGIL e il Ministero del lavoro sull'emigrazione di lavoratori agricoli in Canada (lug. 2 1-set. 29) fase. 2 Ente colonizzazione Libia, Situazione dei dipendenti: carteggio con la CGIL (1947 mag. 9-1950 dic. l ) Associazione profughi della Cirenaica i n Tripolitania, statuto e circolari: carteggio con la CGIL (feb. 14-set. 6) Sottofascicoli 1 .7.5. Fondazione figli italiani all'estero, situazione contrattuale dei dipendenti: car­ teggio con la CGIL e il Ministero del lavoro (giu. 22- lug. 15) 1951-1948 gen. 1 0-1951 dic. 19 cc. 565

fase. l Relazione alla Segreteria CGIL sulla nostra emigrazione e cenni sulla situazione eco­ nomica e politica in Francia (giu. 18) Nota dell'INCA alla CGIL sugli accordi di emigrazione itala-francesi-belgi da discu­ tere al Senato e alla Camera (nov. 3 ) CGIL-INCA, Convenzione itala-austriaca sulle assicurazioni sociali; nota sul disegno di legge; relazione ed esecuzione della convenzione (ottobre) Richiesta della Segreteria CGIL del testo degli accordi stipulati tra il Ministero degli affari esteri ed i paesi di immigrazione (set. 27) Inps, testo della convenzione italo-belga del 30 aprile 1948: modifiche in materia di prestazioni per la disoccupazione (ago. 20) R. Bauer, discorso sull'emigrazione, estratto dal «Bollettino quindicinale dell'emigra­ zione» (mar. 26) INCA-CGIL, lettera di protesta inviata ai Ministeri degli affari esteri e del lavoro sul problema dell'emigrazione (gen. 18-feb. 6)


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Ministero del lavoro, impiego di donne italiane in Gran Bretagna, modalità e condi­ zioni (gen. 3 ) «Notiziario emigrazione», patronato assistenziale emigrati italiani, S. Paolo Brasile, nn. 4 e 5, gennaio-febbraio 195 1 Commissione coordinatrice per l'emigrazione della Camera di commercio di Bologna, «Bollettino» n. 21 gennaio 195 1 Reclutamento dei minatori in Belgio: corrispondenza tra l a Segreteria CGIL e il Ministero del lavoro (mar. 8-apr. 20) Unione nazionale protezione antiaerea di Tripoli, liquidazione spettante per il servi­ zio prestato (1948 giu. 4-1950 nov. 29) Sottofascicoli l . 7 .l. Associazione lavoratori italiani all'estero: corrispondenza tra la CGIL, l'As­ sociazione e i sindacati uniti di Trieste (195 O gen. 20-195 1 gen. 8) 1.7.2. Liquidazione ex-dipendenti F.I.E. di Cattolica: corrispondenza tra la Camera del lavoro di Forlì, la CGIL e la Fondazione ( 1949 mag. 30-195 1 mag. 5) l . 7.3. Crediti di lavoratori italiani in Germania: richiesta del Ministero del lavoro all'INCA relativa all'importo medio dei salari corrisposti a lavoratqri civili in Germania durante la guerra, per stabilire l'entità dei crediti dell'Italia verso la Germania (mag. 15-set. l ) 1.7.4. Argentina. Relazioni periodiche dell'osservatore sociale Mario Baldelli alla Segreteria generale della CGIL sulla situazione dell'emigrazione italiana (gen. 30-nov. 5) 1.7.5. Corrispondenza tra la CGIL e il Ministero degli affari esteri sull'emigrazione italiana in Belgio, sulle inadempienze contrattuali da parte degli charbonna­ ges, sulle violazioni degli accordi vigenti (ago. 5- set. 29) 1 .7.6 Corrispondenza tra la CGIL e il Ministero degli affari esteri sull'emigrazione agricola e le condizioni di lavoro in Lussemburgo (ott. 2-nov. 13) 1 .7 .7 Corrispondenza tra la CGIL e il Ministero degli affari esteri sugli emigrati italiani in Francia: premi di cambio, denuncia dell'accordo del 26 marzo 1949 (set. 27-nov. 22) 1 .7 .8./1 Eritrea, situazione e sistemazione dei dipendenti italiani della B.A.E. (British Administration of Eritrea): corrispondenza tra la CGIL e l'Unione sindacai� dei dipendenti dell'amministrazione coloniale e le TUC (Trade Unions Congress) (1948 gen. 10- 1952 mar. 8) 1.7 .8./2 Sistemazione contrattuale del personale dipendente dello Stato che presta servizio in Africa: corrispondenza tra la CGIL, il Ministero dell'Africa italia· na e l'Unione sindacale dei dipendenti dell'Amministrazione e degli Enti pubblici dell'Eritrea (1949 ago. 30-1950 feb. 14) 1 .7 .8./3 Eritrea, rivendicazione del personale insegnante e premio di presenza: corri­ spondenza tra la CGIL, il Ministero dell'Africa italiana e l'Unione sindacale (mar. 2-mag. 18) 1.7.8./4 Eritrea, rivendicazioni del personale delle ferrovie eritree (giu. 17-27) 1 .7 .8./5 Eritrea, situazione dei guardafili provenienti dall'Italia (feb. 17)

Fonti sull'emigrazione presso l'Archivio della Cgil

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1.7 .8./6 Eritrea, richieste dei medici coloniali distaccati in Eritrea in servizio presso la B.A.E.: corrispondenza tra la CGIL e il Ministero dell'Africa italiana (1949 dic. 30-1950 mar. l ) 1 .7 .8./7 Eritrea, trattamento d i previdenza dei lavoratori già occupati nell'Africa italiana: carteggio tra la CGIL, il Ministero degli affari esteri e l'Unione sin­ dacale (1948 nov. 27-1952 mar. 26) 1 .7.8./8 Eritrea, eccidi di lavoratori italiani: corrispondenza tra la Segreteria CGIL, il Ministero degli affari esteri e l'Unione sindacale (1949 dic. 6-1950 giu. 20) 1 .7.8./10 Problemi del lavoro in Eritrea: situazione sindacale e contrattuale ( 1950 nov. 20-195 1 set. 20) l . 7. 9. Centri di emigrazione: assistenza ai lavoratori e ai familiari in transito per l'espatrio. Funzioni dell'INCA CGIL: corrispondenza tra la CGIL e il Ministero del lavoro (nov. 10-dic. 19) 1 952-1951 gen. 1 1-1952 dic. 30 cc. 240

fase. l Situazione dei lavoratori italiani in Gran Bretagna: reclutamento, trattamento, espul­ sione, corrispondenza con singoli lavoratori (mag. 3 1-lug. 8) Corrispondenza con singoli lavoratori sulle condizioni di emigrazione per i paesi europei ed extra-europei; richieste di emigrazione (feb. 8-dic. 5) INCA CGIL, emigrazione italiana in Francia e in Belgio (apr. 17) Corrispondenza tra la CGIL, il Ministero degli affari esteri e l'INCA sui lavoratori italiani in Argentina (feb.) O.d.g. dell'Assemblea generale della Camera del lavoro di S. Giovanni in Fiore (CS) sulle condizioni dei lavoratori emigrati in Brasile (gen. 26) Reclutamento di emigranti per il Madagascar: carteggio tra la CGIL e la Camera del lavoro di Belluno (1951 gen. 1 1-1952 gen. 23) Sottofascicoli 1 .7 . l . Argentina, relazioni di Mario Baldelli (195 1 dic. 17-1952 mar. 3 ) 1 .7 .2. G.B. Alloatti: rimborso del deposito cauzionale in lire sterline; corrispondenza tra la CGIL, il Ministero degli affari esteri e G.B. Alloatti emigrato in Sud Africa ( 195 1 gen. 5-1952 lug. 22) 1 .7.3 . Rimpatrio dei minatori italiani dall'Inghilterra: corrispondenza tra la Segreteria CGIL e il Ministero degli affari esteri (mar. 1 8-giu. 13) 1 .7 .4. Sciopero dei lavoratori italiani edili in Australia: corrispondenza tra la CGIL e il Ministero degli affari esteri (feb. 22-mar. 29) 1 .7.5. Reclutamento dei lavoratori per la Francia: corrispondenza tra la Segreteria generale CGIL e il Ministero del lavoro (feb. 29-apr. 8) 1 .7.6. Argentina, delegati osservatori sindacali. Sostituzione degli osservatori sociali presso l'ambasciata italiana a Buenos Aires: corrispondenza tra la Segreteria CGIL, il Ministero del lavoro e Mario Baldelli (feb. 2-dic. 16) 1 .7.8. Rappresentanza della CGIL in Cecoslovacchia: corrispondenza tra la CGIL e il Ministero del lavoro (feb. 14-nov. 12)


Teresa Corridori

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l . 7. 9. Situazione dei connazionali emigrati in Australia: corrispondenza tra la Segre­

teria CGIL e l'Italo-Australian Club (giu. 3 1-dic. 12)

1953 gen. 31- dic. 12 cc.297

fasc. 1 Corrispondenza tra la CGIL, il Ministero del lavoro, l'INCA e le Camere del lavoro riguardante casi di singoli lavoratori emigrati nei paesi europei; richieste di emigra­ zione, licenziamenti di lavoratori italiani, situazione nei paesi di emigrazione europei ed extraeuropei (gen. 3 1-dic. 12) Testo della convenzione itala-austriaca sulle assicurazioni sociali stipulata a Vienna il 30 dicembre 1950 Camera del lavoro di Udine, convegno provinciale sull'emigrazione: corrispondenza con l'INCA e la CGIL (gen. 3 1-apr. 4) Relazione di Fernando Santi, segretario confederale CGIL, sui risultati del viaggio, effettuato in Belgio per conoscere la situazione dei minatori italiani, dal 24 novembre al 2 dicembre 1953 (s.d.) Condizioni di vita e di lavoro degli emigrati in Australia: corrispondenza fra la Camera del lavoro di Cremona e la CGIL (feb. 2-mar. 23 ) INCA. Servizio assistenza lavoratori all'estero: corrispondenza con la CGIL (giu. 27ott. 24) Contratto di ingaggio per il Madagascar: corrispondenza tra l'INCA e varie camere del lavoro (giu. 5-13 ) Sottofascicoli 1.7.1. Espulsione di Mario Abbiazzi, esponente dell'associazione "Italia Libera", dal­ l' Australia; lettere di Giuseppe Di Vittorio al ministro degli Affari Esteri e al Presidente della Camera dei deputati (gen. 8-mar. 26) 1.7 .3 . Albania: rimpatri, interventi per la liberazione dei detenuti, pratiche individua­ li di lavoratori internati, elenchi dettagliati dei lavoratori trattenuti in Albania (1948 giu. 29-1953 apr. 10) 1954 1953 /eb. 20-1954 dic. 13 cc. 129

fase. l Assistenza emigranti e rimpatriati: corrispondenza tra la CGIL, l'INCA e varie came­ re del lavoro (feb. 4-dic. 13) Sottofascicoli 1.7.1. Trattative itala-belghe per l'emigrazione dei minatori: corrispondenza tra la Segreteria CGIL e il Ministero degli affari esteri (gen. 10-feb. 1 1 ) 1.7 .2. Situazione dei connazionali emigrati i n Brasile: corrispondenza tra la Se­ greteria CGIL e il Ministero degli affari esteri (1953 feb. 20-1954 apr. 2) 1.7 .4. Assegni familiari per le famiglie dei lavoratori emigrati in Francia: corrisponden­ za tra la Segreteria CGIL, il Ministero del lavoro e l'INCA (feb. 1 1-lug. 9)

Fonti sull'emigrazione presso l'Archivio della Cgil

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1955 gen. 19-dic. l cc. 151

fase. l Assistenza ai lavoratori emigrati: corrispondenza tra la CGIL, il Ministero degli affari esteri e l'INCA (feb. 7-nov. 17) Sottofascicoli 1 .7 . 1 . Rimborso contributi assicurativi ai lavoratori rimpatriati dall'Argentina: corri­ spondenza tra la CGIL e il Ministero degli affari esteri (feb. 19-dic. l) 1.7.3. Lavoratori italiani detenuti in Argentina: corrispondenza tra la Segreteria CGIL e l'ambasciatore della Repubblica Argentina (apr. 29-mag. 18) 1 .7 .4. Assunzione personale per la colonia della F.LE. (giu. 3 0-ago. 26) 1956/eb. 4-ott. 3 cc. 484

fase. l Relazione per la Segreteria CGIL sulla situazione dei lavoratori emigrati in Olanda e in Belgio (s.d.) Agenzia internazionale per lo sviluppo dello scambio merci e lavoro: corrispondenza tra la CGIL e la Camera del lavoro di Bologna (feb. 4-13) Controversie in materia di assicurazioni sociali con l'estero (lug. 2-20) Tassa di soggiorno per i minatori in Belgio: corrispondenza tra la CGIL, l 'INCA e la Camera del lavoro di Avellino (ago. 1-set. 8) Comune di Taranto, lettera inviata alla Segreteria CGIL con allegato il verbale di deli­ berazione del consiglio comunale sulla tutela dei lavoratori italiani all'estero (ott. 3 ) Sottofascicoli 1 .7 . l . Personale delle amministrazioni municipali in Eritrea: corrispondenza tra Giuseppe Di Vittorio, il Ministero degli affari esteri, il Ministero del tesoro e l'amministrazione municipale di Asmara; testi dei disegni di legge sul tratta­ mento giuridico ed economico (1952 giu. 16-1956 mar. 8) 1 .7 .2. Disastro minerario di Marcinelle: telegrammi, o. d.g. di protesta e corrispon­ denza tra la Segreteria CGIL, il Ministero degli affari esteri e la Federation Générale du Travail Belgique Ministero degli affari esteri, documentazione sui lavori della Commissione mis�a d'inchiesta per la sicurezza del lavoro nelle miniere di carbone belghe. Attl del processo della Corte d'appello belga sul disastro (apr. 10-set. 24) 1 .7.3. Servizio assistenza dell'INCA all'estero: corrispondenza tra la CGIL, l'INCA e il Ministero del lavoro ( 1 954 mar. 17-1956 lug. 20) 1957 1956 /ug. 2-1957 nov. 22 cc. 40

fase. l Corrispondenza tra la CGIL, l'INCA e singoli lavoratori sulle richieste di emigrazio­ ne e di informazione sui vari paesi, nonché sulle discriminazioni patite dagli emigran­ ti (1956 lug. 2-1957 nov. 22) Documento della C.G.T. (Confédération Générale du Travail) sulle rivendicazioni dei lavoratori italiani emigrati in Francia (mar. l)


Ordini e congregazioni religiose per l'emigrazione italiana

GIANFAUSTO ROSOLI

Ordini e congregazioni religiose per l'emigrazione italiana

Espansione missionaria, istituti religiosi ed emigrazione nel secolo XIX Il tema della Chiesa ha acquistato oggi un particolare interesse in vari campi di studio, anche per effetto del mutamento di indirizzi e di mode culturali, nonché per la caduta di alcune barriere ideologiche e preclusioni verso temi di carattere religioso confinati ad ambiti ristretti o marginali. Tra i tanti aspetti rilevanti, quello dell'espansione missionaria della Chiesa cattolica, già in epoca controriformistica e poi ottocentesca, si presenta assai ricco di aspetti ancora da approfondire sul piano storico, antropologico e pastorale, anche a seguito del dibattito sugli esiti del confronto con il "nuovo mondo" , sollecitato dal quinto centenario delle Americhe l , È noto come i grandi ordini religiosi abbiano sostenuto, già fin dal primo Medioevo, il peso della missione, dapprima in Europa e poi in tutto il mondo con l'affermarsi dell'Occidente a livello mondiale. In seguito alla creazione del dicastero apposito di Propaganda Fide (1622), i grandi ordini dei francescani (dei vari rami), dei gesuiti e dei domenicani, non senza contrasti di indirizzo e scarso coordinamento per difendere i rispettivi privilegi, hanno rappresentato la struttura portante della diffusione missionaria della Chiesa cattolica nei nuovi contesti americani, asiatici e africani. Ma ancora all'inizio dell'Ottocento, dopo

Cfr. Il significato storico della scoperta dell'America, in «Civiltà cattolica», III, q. 3414, 1992, pp. 463 -474; F. CANTÙ - M. SIMONE, La prima evangelizzazione in America Latina, ibid., q. 3406, pp. 365-377. Non intendiamo qui passare in rassegna la letteratura italiana ormai vastissima sul V Cente­ nario delle Americhe. Un primo bilancio è stato fatto da G. PIZZORUSSO, Pagine dal Nuovo Mondo, in «STORIA E DossiER>>, VII, 1992, 64, pp. 7-13.

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un ristagno missionario a seguito della crisi illuminista, sotto papa Gregorio VI (183 1 - 1846), furono di nuovo i vecchi ordini religiosi a dedicarsi con nuovo slancio alla propagazione della fede. Tuttavia ben presto, in tutti i paesi europei, a cominciare dalla Francia, si svilupparono nuovi ordini e congregazioni, maschili e femminili, in forme di vita e in campi di lavoro originali e in numero talmente elevato che un computo preciso non è nemmeno possibile 2, Quello degli istituti religiosi di "tipo nuovo" , cioè di vita attiva e a prevalen­ te indirizzo missionario, è quindi un capitolo pressoché inesplorato della storia della Chiesa contemporanea, sulle cui motivazioni e caratteristiche non possia­ mo certo qui soffermarci. Ancor meno esplorato appare il rapporto tra espan­ sione missionaria ed assistenza agli emigranti, dal momento che l'emigrazione di massa, come uno dei fenomeni che ha maggiormente caratterizzato le società europee nel secolo XIX, si è oggettivamente trovata ad affiancare, e qualche volta forse a confondersi, con il fenomeno dell'espansione missionaria. Le cifre parlano di circa 60 milioni di europei recatisi oltre Atlantico, specie in America e in Oceania, tra 1830 e 1930. Non tutti i paesi cattolici sono stati ugualmente interessati, né tutti i gruppi hanno sperimentato i medesimi pro­ blemi dal punto di vista religioso, almeno non allo stesso livello. Tra le nazioni emigratorie primeggiano Irlanda, Germania, Italia e Polonia. Gli irlandesi si sono segnalati per una regolare presenza di clero insie�e ai fedeli emigranti, e così pure i polacchi. Gli spagnoli sono stati avvantaggiati dal fatto che, fino al 18 10, non era permesso di regola ai sacerdoti stranieri (anche se esistevano eccezioni, specie tra i religiosi) di entrare nei territori dell'America iberica 3 .

2 Come afferma J. METZLER, La Santa Sede e le missioni, in Storia della Chiesa, vol. XXIV, Dalle missioni alle Chiese locali (1846-1965), Milano, Ed. Paoline, 1990, p. 44. Cfr. anche l contributi stori­ ci e documentari più importanti di ampio respiro: cfr. J. METZLER, America Pontificia primi saeculi evangelizationis, 1493-1592. Documenta pontificia ex registris et minutis praesertim in Archivo Secreto Vaticano existentibus, 2 vo!l., Città del Vaticano, 1991; PONTIFICIA COMMISSIO PRO AMERICA LATINA, Historia de la evangelizacion de America. Trayectoria, identidad y esperanza de un continente. Historia da evangelizacao da America. Trajetoria, identidade e esperanca de un continente. Simposio internacio­ nal, Ciudad del Vaticano, 11-14 de mayo de 1992, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1992 (che raccoglie gli atti di un importante convegno internazionale che illumina molti aspetti della prima evangelizzazione e della presenza di tanti ordini e clero in America Latina) e La evangelizacion del Nuevo Mundo, Actas del Simposio Internacional, Roma, 6-8 de abril del 1992, Roma, 1992. 3 L'America Latina manca di una storiografia adeguata in questo campo, anche se le iniziative promosse dal CEMLA tentano ora un valido recupero. Cfr. CEMLA, Inmigracion y religion en America Latina (1848-1930), Buenos Aires, 14-16 luglio 1988; El patrimonio religioso de la coleciti­ vidad italiana en Argentina, Buenos Aires, 21-22 agosto 1989; Iglesia e inmigracion, Buenos Aires,


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I primi gruppi etnici europei che sono emigrati sono stati anche i primi ad organizzarsi sul piano religioso: nonostante contrasti e qualche scisma (tra i polacchi); i cattolici irlandesi, tedeschi, polacchi, olandesi e spagnoli hanno tra­ sferito nelle Americhe le loro capacità e sensibilità religiose ed organizzative, provvedendo quasi dovunque clero sufficiente e preparato, sia secolare che regolare, dagli antichi ordini fino alle moderne congregazioni di vita attiva: un trasferimento che spesso ha costituito l'ossatura delle nuove diocesi. Perfino i religiosi e i monaci orientali, basiliani in particolare, hanno trapiantato all'estero i loro riti, tradizioni e i centri di spiritualità; di conseguenza già all'inizio del Novecento, erano varie le diocesi di rito bizantino nelle Americhe con giurisdi­ zione separata (nel 1907 , per gerarchia e fedeli ruteni negli Stati Uniti e, per il Canada, nel 1913) 4, I gruppi etnici emigrati dall'Europa centro-settentrionale sono stati ampiamente studiati, particolarmente nel caso degli Stati Uniti, e costituiscono un valido esempio di riferimento per approfondimenti di ricerca 5. Le difficoltà maggiori per l'assistenza religiosa sembrano essere esistite pro­ prio per quei gruppi che, come gli italiani, si trovavano ad attraversare un mo­ mento particolarmente difficile della vita istituzionale, sociale e religiosa: un'u­ nità politica raggiunta sotto l'egemonia di forze anticlericali, la sfida del movi-

20-22 maggio 1991. Cfr. ora i numerosi contributi editi in N.T. AuzA - L. FAVERO, Iglesia e inmi­ graci6n, Buenos Aires, CEMLA, 1991. L'opera di E. DussEL, Storia della Chiesa in America Latina (1492-1992), Brescia, Queriniana, 1992; La Chiesa in America Latina, 1492-1992 . Il rovescio della storia, a cura di E. DUSSEL, Assisi, Cittadella Ed., 1992, pur pregevole per il periodo più recente, non è esente da lacune, imprecisio­ ni e cadute ideologiche, particolarmente nel lavoro a più mani del CEHILA su specifici temi e paesi; in particolare il contributo di }. MEIER, Gli ordini religiosi in America Latina (pp. 638-660), oltre che viziato da luoghi comuni, non apporta grandi novità alle conoscenze già acquisite. 4 Lettera Apostolica (per gli USA) Ea semper, in «Acta Apostolicae Sedis», 4 1 , 1908, pp. 3-12 e (per il Canada), Fidelibus ruthenis, ibid., 5, 1913, pp. 393-399. Cfr. la raccolta di tutti i documenti della S. Sede relativi ai problemi migratori in Chiesa e mobilità umana. Documenti della Santa Sede dal 1883 al 1983, a cura di G. TASSELLO - L. FAVERO, Roma, CSER, 1985. 5 Cfr. i contributi più significativi sui vari gruppi: E.H. RoTIIAN, The German Catho!ic immi­ grants in the United States, 1830-1860, Washington, The Catholic University of America Press, 1946; Ph. GLEASON, The conservative re/ormers. German American Catholics and the social arder, N otre Dame, N otre Dame Univ. Press, 1968: J.P. DOLAN, Immigrants in the city. New York's Irish and German Catholic, 1815-1865, Baltimore, The Johns Hopkins Univ. Press 1975; V. GREENE, Por God and country. The rise of Polish and Lithuanian ethnic consciousness in America, 1860-1910, Madison, 1975; D. LIPTAK, The immigrants and their Church . The Bicentennial history o/ thè Catholic Church in America, New York, McMillan, 1989 e la raccolta di G. PozZETIA, The immi­ grant religious experience, New York, 1991.

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mento socialista, la "questione romana" che divideva i cattolici anche sul piano della partecipazione politica, un fenomeno migratorio che subito assunse carat­ tere di massa e inarrestabile (con oltre mezzo milione di partenze l'anno già a fine Ottocento), la crisi di alcune strutture ecclesiastiche, specie meridionali. Eppure, dopo le leggi abolizioniste delle antiche congregazioni di carità (�86�) e la dispersione dell'asse ecclesiatico, nacque più forte nella base ecclesiale il bisogno di rispondere con nuovi mezzi e rinnovate energie alle sfide lanciate alla Chiesa. Proprio la nascita e sviluppo di tanti istituti religiosi operanti nel campo sociale e della carità, secondo forme assistenziali sia tradizionali che più moder­ ne, rappresenta uno dei segni della vitalità della Chiesa da Pio IX in po�. . . Tra i tanti problemi nuovi del mondo del lavoro quello delle mtgraz10m risultava uno dei più angustianti. Infatti masse crescenti di contadini ed operai abbandonavano le zone di tradizionale e fiorente vita e cultura cristiana per insediarsi in luoghi dove le difficoltà per una regolare pratica religiosa erano enormi, sia per ragioni ambientali che istituzionali e culturali. . La questione che si poneva, in sostanza, era la stessa sopravvivenza della fede in masse ormai incontrollabili e che si temeva diventassero preda dell'irre­ ligione e dell'"apostasia collettiva", come ben presto si incominciò a dire anche nel linguaggio ufficiale della Chiesa 6. . Del resto i pericoli erano reali e rilevati anche dai primi osservaton delle cose americane, come dal nunzio Bedini 7 , E anche se alcune valutazioni pote­ vano risultare un po' esagerate - come del resto nel caso della propaganda pro­ testante in Brasile (ma non certo negli Stati Uniti) o nel caso del furente e "dia­ bolico" anticlericalismo nel quartiere La Boca di Buenos Aires 8 e perfino nella valutazione delle perdite dei cattolici negli Stati Uniti - sta di fatto che i r�sulta: ti finali non erano certo facilmente prefigurabili. Essi non sarebbero statl quah li conosciamo, se non ci fosse stata la costante reazione di tante forze, sponta­ nee e organizzate, all'interno della Chiesa. In effetti, nonostante alcune perdite e scissioni, per effetto della grande

G. RosoLI, I movimenti di migrazione e i cattolici, in Storia della Chiesa, vol. XXII/l, La Chiesa e la società industriale (1878-1922), a cura di E. GUERRIERO - A.. ZAMBARBIERI, Milano, Ed. Paoline, 1990, pp. 497-526, e ID., Movimenti migratori e nuove forme dt carità e di assistenza, in Storia della Chiesa, vol. XXIII, I cattolici nel mondo contemporaneo (19221958), a cura di M. GUASCO - E. GUERRIERO - R TRANIELLO, Milano, Ed. Paoline, 1990, pp. 454-471. 7 Cfr. Propaganda Fide, Rapporto sull'emigrazione italiana con sommario, novembre 1887, Arch. Propaganda Fide, Acta, vol. 30, pp. 685-689. 8 Cfr. il contributo di M. SANFILIPPO, Monsignor Gaetano Bedini e l'emigrazione verso le Americhe, «Studi Emigrazione», 1992, 106, pp. 277-286. 6 Per una panoramica generale, cfr.


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Gianfausto Rosoli

mobilitazione delle forze dei credenti, le Americhe hanno visto salvaguardata e accresciuta la religione cristiana grazie all'apporto della massa degli immigrati. Proprio per il loro contributo, l'America Latina è diventata il grande continen­ te cattolico 1 0 e gli Stati Uniti hanno visto i cattolici passare, nell'arco di alcune generazioni, da Chiesa di minoranza a Chiesa, quale oggi, di maggiora�za: sol� . . tra il 1860 e il 1920 i cattolici statunitensi sono passati da 3 a 18 mll10n1 d1 fedeli e le diocesi si sono raddoppiate 1 1, Le risorse delle chiese locali, all'inizio, erano modeste; soprattutto erano gravi le difficoltà culturali, non solo linguistiche, e di personale per far fronte a esigenze tanto differenziate e di immigrati così numerosi. Le iniziative più significative per avviare a soluzione i problemi e per trovare una adeguata impostazione, adatta ai tempi, sono state promosse e in larga parte soste�ute, non solo nella fase iniziale, dai religiosi, anche se il loro contributo non va mte­ so come separato da quello del clero secolare. L'apporto dei religiosi non è stato decisivo solo sul piano quantitativo, per la loro presenza già consolidata in tutti i continenti dagli antichi ordini e per la spontanea espansione delle nuove fondazioni, ma soprattutto sul piano qualitativo per tipo, varietà e ampiezza di risposte offerte a livello religioso, pastorale e sociale.

Alcune indicazioni di ricerca il

caso italiano, al quale intendiamo !imitarci, pur non mancando di impor-

9 F. DEVOTO, Catolicismo y anticlericalismo en un barrio italiano de Buenos Aires (La Boca) en la segunda mitad del siglo XIX, in «Estudios rnigratorios latinoamericanos», 1994, 14, pp. 182-210. IO Sul Brasile in particolare cfr. 0. BEOZZO, Il clero italiano in Brasile, in FONDAZIONE GIOVANNI AGNELLI, Euroamericani. La popolazione di origine italiana in Brasile, III, Torino 1987, pp. 219-244. Cfr. ID., Decadencia e morte, restauraçao e multipliçao das ordens e congregaçoes religiosas no Brasil 1870-1930, in A vida religiosa no Brasi!. Enfoques historicos, a cura di R. AZZI, Sao Paulo 1983, pp. 85-129. Per il Rio Grande del Sud vedi il lavoro fondamentale G.M. BALEN, Opera di sacerdoti e congregazioni italiane nel progresso religioso, nello sviluppo dell'arte, dell'istruzione e dell'assisten:a dello Stato, in Cinquantenario della colonizzazione italiana del Rio Grande do Sul, Porto Alegre, LJV. do Globo, 1925, pp. 55-192. Cfr. anche A. RUBERT, Clero secular italiano no Rio Grande do Sul 1815-1930, Santa Maria, Ed. Pallotti, 1977. Sull'Uruguay, cfr. C. ZUBILLAGA, Religiosità, devozioni popolari e immigrazione ìtaliana in Uruguay, in I:emigrazione italiana e la formazione dell'Uruguay moderno, Torino, Ed. Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 1993, pp. 121 -170. 1 1 Per un quadro generale, cfr. J. HENNESEY, I cattolici degli Stati Uniti dalla scoperta dell'Ame­ rica ai nostri giorni, Milano, Jaca Book, 1984; R.M. LINKH, American Catholicism and European immigrants (1900-1924), New York, The Center for Migration Studies- CMS, 1975.

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tanti contributi sul ruolo della Chiesa tra gli emigrati 12 , è ancora mancante di una diligente ricerca nel campo specifico degli istituti religiosi. In questo con­ tributo, che riveste necessariamente funzione piuttosto orientativa, è forse opportuno indicare alcune piste di ricerca archivistica e storica per un'indagine più puntuale ed esaustiva. Un primo aspetto da tenere in considerazione è la vitalità "demografica" degli istituti religiosi, specie del tipo "nuovo", cioè di comunità religiose con voti semplici e di vita attiva: secondo G. Rocca, tra il 1866 (leggi anticongrega­ zioniste) e 1920 sono state oltre 100 le nuove fondazioni in Italia. Lo sviluppo dei membri è stato vistoso, soprattutto per gli istituti femminili: le religiose in Italia (appartenenti per la maggior parte al tipo nuovo) erano 28 mila nel 1881, saranno 40 mila nel 190 l e 7 1 mila nel 192 1 13 . L'espansione è stata tale da indirizzare fuori della patria molte forze esuberanti, spesso le più qualificate, lungo catene di "solidarietà interna", espresse dai bisogni delle chiese in for­ mazione e dalle indicazioni della S. Sede, e non lungo le direttrici del coloniali­ smo, come ha mostrato Elisabeth Dufourcq nel caso delle 240 congregazioni femminili di origine francese diffuse all'estero 1 4. Le partenze per l'estero si susseguivano a decine ogni anno per ogni nuovo istituto, e con particolare solennità e risonanza, come prova il caso dei salesiani 15 . Mary Ewens ha rilevato che 91 delle 1 19 congregazioni religiose attive negli Stati Uniti nel XIX secolo erano di origine europea. Nel 1900, 3 . 8 1 1 scuole parrocchiali in buona parte, specie quelle appena create, sostenute dalle par­ rocchie nazionali, erano in mano quasi esclusivamente a suore della medesima

12 Vedi la bibliografia curata da S.M. TOMASI - E. STIBILI, Italian Americans and religion. An annotated bibliography, New York, CMS, 1978 (2• edizione notevolmente ampliata nel l992), e il n. bibliografico curato da G. TASSELLO, Religione ed emigrazione: una selezione bibliografica, 1984, 76, pp. 439-523 . S. TOMASI, Piety and power. The role o/ the Italian parishes in the New York metropolitan area (1880- 1930), New York, CMS, 1975. Per un bilancio delle ricerche in Italia e all'estero sui rapporti tra Chiesa ed emigrazione italiana, vedi i contributi di S. TRAMONTIN per il Veneto, di M.A. CoLOMBO per Milano, di F. RrccoBONO per la Sicilia, di L. FAVERO e R. COSTA per l'America Latina e di]. l-IENNESEY, S. DIGIOVANNI, S. TOMASI, G. PozZETIA e]. Zuccru per il Nord America Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo. Atti del convegno storico internazionale (Piacenza, 3-5 dicembre 1987), a cura di G. RosoLI, Roma, CSER, 1989. 13 G. RoccA, La vita religiosa da/ 1878 a/ 1922, in Storia della Chiesa . . . , cit., XX/2, Milano, Ed. Paoline, 1990, pp. 140-141. Cfr. i voli. coordinati dallo stesso Autore in Dizionario degli Istituti di perfezione, Ed. Paoline. . 14 E. DUFOURC , Approche démographique de l'zinplantation hors d'Europe des Congrégations religieuses /éminines d'origine /rançaise, (43 ) , l , 1988, pp. 45-76. 15 Memorie biografiche di San Giovanni Bosco, XI, 1875, Torino, SEI, 1 930, pp. 384-386.

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provenienza 16. Secondo R. Gonzalez tra il 1854 e il 1914 sono entrati in Ar­ gentina 28 ordinl e congregazioni maschili e 3 8 femminili di origine europea, tra cui spiccano le istituzioni italiane in campo missionario e quelle francesi nel campo dell'insegnamento 17. N. Auza, sottostimandole, indica almeno 7 con­ gregazioni di origine italiana in Argentina 18. L'assistenza religiosa e sociale ai connazionali è stato uno dei canali privilegiati della diffusione dei nuovi istituti religiosi all'estero, non solo per rispondere a bisogni impellenti e disattesi, ma anche per ragioni di solidarietà ai "più prossi­ mi". li legame di solidarietà etnica, sia verso i connazionali che espresso nel coin­ volgimento di istituti della medesima nazionalità - motivato da presupposti antro­ pologici - non rompeva, in sé, l'unità cattolica e una visione più ampia dell'azione pastorale; va riconosciuto, tuttavia, che storicamente non sono mancate evidenti cadute nei pregiudizi correnti e concessioni nazionalistiche da parte di congrega­ zioni europee all'estero, specie nei momenti di violente tensioni politiche. Un ulteriore aspetto, degno di nota, riguarda lo stretto legame creatosi tra congregazioni maschili e femminili della stessa provenienza, bisognose, specie quest'ultime nella fase iniziale, di orientarsi nel difficile nuovo campo di apo­ stolato all'estero, secondo le forme più adatte alla propria ispirazione. Erano ragioni di affidabilità, di reciproca conoscenza e fiducia a coinvolgere nello stesso campo apostolico congregazioni o istituti similari, anche se gli ambiti di intervento si sono poi estesi e diversificati. Solo per fare degli esempi, si spiega cosl, anche per i naturali richiami alla medesima spiritualità, la diffusione ini­ ziale delle salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice accanto ai salesiani, delle fran­ cescane accanto a francescani e cappuccini, delle cabriniane, Apostole del S. Cuore e scalabriniane accanto ai missionari scalabriniani. Ma solo attraverso diligenti ricerche sulle fasi della fondazione di ciascun istituto sarà possibile rintracciare i segni più profondi dei reciproci legami tra congregazioni. Valga una esemplificazione nel lungo periodo, relativa alla emblematica vitalità etnico religiosa dei polacchi negli Stati Uniti 19.

16 M. EWENS, The leadership o/ nuns in immigrant Catholicism, in Women and religion in America, I: The Nineteenth Century, a cura di R.R. RUETHER - R.S. KELLER, San Francisco, Harper & Row, 1981, p. 103. 17 R. GoNZALEZ, Iglesia e inmigraci6n en la Argentina, 1810-1914, in La inmigraci6n en la Argentina, Tucuman, Universidad Nacional de Tucuman, 1979, pp. 89- 121, in particolare p. 1 13 . 1 8 N.T. AUZA, La lglesia y la evangelizacion de la inmigracion, i n «Estudios Migratorios Latinoamericanos», 1990, 14, pp. 104-137. 1 9 In questi decenni, 769 parrocchie polacche (ancora nel 1958) e 17 congregazioni religiose fem­ minili di origine polacca (con oltre lO mila suore) erano attive negli Stati Uniti in un prezioso servizio, connesso al gruppo etnico, di tipo educativo, assistenziale e caritativo in 690 scuole elementari, 85

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Se, quindi, vogliamo intendere per dedizione all'assistenza degli emigranti, forma temporanea o stabile, l'impegno a favore dei giovani e delle classi popolari che costituivano il grosso delle parrocchie di nuova formazione nelle Americhe (che, ad esempio, si triplicano nei decenni di fine secolo in USA), dovremo desumere, in linea generale, che buona parte degli istituti religiosi, che si sono recati nei paesi dove esistevano forti comunità di emigrati italiani, si sono concretamente impegnati a loro favore. 1ll

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I precursori di una pastorale specifica per gli italz'ani Le comunità italiane all'estero, nel secolo scorso, si presentavano, sul piano religioso, assai problematiche per la loro consistenza numerica e dispersione sul territorio, oltre che per altri aspetti culturali (la radicata conflittualità tra Chiesa e Stato) e '?rganizzativi, come la scarsità di clero dedicato all'assistenza degli emigranti. E bene ricordare che dal 1876 (inizio delle rilevazioni statistiche ita­ liane sull'emigrazione) fino alla prima guerra mondiale sono emigrati all'estero ben 14 milioni di italiani, con una progressione costante e preoccupante (da superare le 870 mila unità nel solo 1913). Tipica degli italiani è stata la loro dif­ fusione nei vari continenti, con consistenti comunità in tutti i paesi industriali dell'Europa (dove la loro presenza era piuttosto temporanea) e delle Americhe. Eppure la sensibilità iniziale della Chiesa italiana, di fronte a questo nuovo massiccio fenomeno, era assai scarsa nel suo complesso e, nonostante i richiami della S. Sede, ad esempio, ai vescovi dei principali porti italiani ad assistere gli emigranti in partenza, non esisteva neppure alcuna istituzione specifica, para­ gonabile alle società di patronato straniere (sul tipo della Raphaelverein, 187 1 ) e mancava un coordinamento della presenza ecclesiastica. Soprattutto in alcuni grandi paesi americani, gli italiani erano completamente abbandonati da un punto di vista religioso e l'opinione sui sacerdoti secolari italiani ivi presenti ­ trasmessa alla curia romana in memoriali severi - era talmente negativa da pro­ vocare da parte della S. Sede richiami e misure restrittive al loro espatrio 20.

high schools, 518 centri catechistici e 51 ospedali. Cfr. M.T. DoMAN, Polish American sisterhoods and their contribution to the Catholic Church in the USA; Z. PESZKOWSKI, List o/ Polish Roman Catholic parishes in the United States, in Sacrum Poloniae Millenium, VI, 1959, pp. 371-308 e 255-369. 20 La circolare della Congregazione del Concilio del 27 luglio 1890 riduceva la stessa facoltà dei vescovi italiani di concedere le lettere discessoriali ai propri sacerdoti per la partenza per l'America, senza licenza della suddetta congregazione; tale decisione fu poi estesa, nel 1902, a tutto il clero europeo: decreto Clericos Peregrinos, in «Acta Apostolicae Sedis», l, 1909, pp. 692-695.


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Pioniere dell'assistenza agli emigranti è stato san Vincenzo Pallotti, che, già nel 1 844, inviò a Londra un suo sacerdote, Raffaele Melia, per assistervi gli italiani: costui vi fondava la chiesa italiana di S. Pietro, che conservò a lungo il carattere di parrocchia nazionale 21. I pallottini si mostrarono sensi­ bili alle esigenze degli emigranti, inviando ancora nel 1884 a New York altri religiosi per l'assistenza agli italiani; nel 1886 si recavano anche nel Brasile meridionale, a Vale Veneto, in Rio Grande del Sud, e anche in Argentina. In Europa furono presto attivi, dal 1 865, a favore degli emigrati italiani anche i barnabiti a Parigi, i lazzaristi italiani e, da fine Ottocento, i dehoniani a Mar­ siglia e altrove. Originale interprete dell'assistenza agli emigrati italiani è stato don Giovanni Bosco, che iniziando la sua espansione missionaria nel 1875, indirizzata all'e­ vangelizzazione della Patagonia in Argentina, non volle trascurare i 30.000 ita­ liani di Buenos Aires e quelli sparsi nella pampa , su esplicita sollecitazione di Pio IX e del vescovo F. Aneiros: si trattava di «numero grandissimo di fanciulli e anche di adulti che vivono nella più deplorevole ignoranza del leggere, dello scrivere e di ogni principio religioso» 22. L'impegno religioso ed educativo dei salesiani a favore degli italiani riuscl ben presto a trasformare quella colonia industriosa di Buenos Aires, temuta come covo di anticlericali e di anarchici, in una comunità fervente: la chiesa italiana della Mater Misericordiae (anche questa una sorta di parrocchia nazionale), le due parrocchie in quartieri italiani, l'avvio di scuole, di istituti professionali per i ragazzi, oltre a giornali, società di mutuo soccorso e, più tardi, l'istituzione di un segretariato del popolo per gli emigranti ( 1905), testimoniano la dedizione dei salesiani nell'assistenza agli italiani in numerose località dell'Argentina. Per i salesiani, l'assistenza agli emigrati rientrava nel più ampio disegno missionario, con una sua specificità e con metodi che miravano alla penetrazione nella lea­ dership comunitaria e alla diffusione della cultura religiosa e civile e della forma­ zione professionale tra i giovani. Più tardi, su sollecitazione di don Rua, i sale­ siani si dedicheranno anche all'assistenza degli emigrati italiani in Brasile (San

21 F. AMOROSO, S. Vincenzo Pallotti romano, Roma, 1962. 22 Memorie biografiche di San Giovanni Bosco . . cit., p. 385; P.

STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica, vol. 3 . Roma, LAS, 1979-1981; G. RosoLI, Impegno missionario e assi­ stenza religiosa agli emigranti nella visione e nell'opera di don Bosco e dei Salesiani, in Don Bosco nella storia della cultura popolare, a cura di F. TRANIELLO, Torino, SEI, 1987, pp. 289-329. Don Bosco ha inviato in Argentina gli elementi più validi, tra cui don Cagliero, don Lasagna e altri, ben presto creati vescovi nelle zone di missione. .

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Paulo, Rio Grande del Sud), negli Stati Uniti (a New York e a San Francisco) , in Europa (in Svizzera e Francia) e nel Medio Oriente 23 . L'inizio dell'assistenza agli italiani negli Stati Uniti data dall'iniziativa di san Giovanni Nepomuceno Neumann che istituì a Filadelfia, nel 1 854, la prima chiesa nazionale italiana, S. Maria Maddalena de' Pazzi, più tardi retta dai ser­ viti 24 . Singoli religiosi e sacerdoti erano attivi a favore degli italiani di New York, del New Jersey e di Boston. Ma, ancora nel 1 883 , mons. de Concilio segnalava a Leone XIII che esisteva una sola parrocchia per gli italiani e che i francescani si dovevano occupare più degli irlandesi che dei connazionali 25. Anche nell'America del Sud, soprattutto in Brasile, le condizioni degli italia­ ni era alquanto difficili, specialmente per la loro dispersione in territori vastissi­ mi e isolati, per le resistenze dei /azendeiros negli Stati centrali alla regolare pratica dei loro salariati, la scarsità estrema di clero, l'apatia della gerarchia e l'ostilità dei parroci locali, più preoccupati dei diritti di stola. Le iniziative di singole comunità religiose, chiamate da qualche vescovo ad assistere gli italiani, apparivano, dunque, occasionali e mancavano della dovuta stabilità ed organi­ cità di impostazione. Di fronte alla scarsa collaborazione dell'episcopato americano - chiaramente espressa in occasione della riunione romana del Concilio di Baltimora ( 1884) ­ non rimaneva a Propaganda Fide che sollecitare l'intervento dei vescovi italiani più sensibili. L'intento riuscì con mons. Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, che di comune intesa con Propaganda istituì, nel 1 887, una con­ gregazione religiosa appositamente per l'assistenza spirituale e sociale degli ita­ liani emigranti in America. ll breve di approvazione (1887) e la lettera di pre­ sentazione ai vescovi americani del nuovo e singolare istituto religioso, nel 1888, costituivano un programma generale e davano ragione della specificità di un apostolato difficile che mirava a mantenere i figli della Chiesa nel suo grem­ bo o, nel caso, a "riconquistarli" ad essa 26. Scalabrini comprese il significato naturale e, in certo senso, "provvidenziale"

23 La letteratura su don Bosco e l'opera dei salesiani nel mondo è ormai assai ampia; rimandia­ mo ai carteggi pubblicati dei primi missionari e al volume di orientamento edito in occasione del I Centenario di don Bosco: Don Bosco nella storia, a cura di M. MIDALI, Roma, LAS, 1990. 24 N. FERRANTE, S. Giovanni N. Neumann C. SS.R., pioniere del Vangelo, vescovo di Filadelfia, Roma, M. Pisani, 1977. 25 G. DE CoNCILIO, Su lo stato religioso degl'Italiani negli Stati Uniti d'America: alcune riflessio­ ni, New York, Tip. Carbone, 1888. 26 Quam aerumnosa, in «Acta Sanctae Sedis», 2 1 , 1888, pp. 258-260.


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delle grandi trasformazioni demografiche in corso che avrebbero dato nuovi spazi naturali all'espansione della fede e nuove esperienze attraverso la mobi­ lità dei cattolici. È noto come l'intervento di Scalabrini a favore degli emigranti si sia articolato in un progetto organico espresso attraverso un pubblico dibat­ tito politico in merito alla nuova legge di emigrazione (e nella forte opposizio­ ne all'approvazione governativa del 1 888 degli agenti di emigrazione), attraver­ so l'istituzione concreta di un patronato cattolico (la società S. Raffaele italiana collegata con le omonime a livello internazionale), e infine attraverso l'istituzio­ ne di una congregazione religiosa dedicata specificamente all'assistenza religio­ sa e morale degli emigrati italiani 27. In questo nuovo apostolato sociale la con­ servazione dei caratteri etnico-culturali del gruppo, lingua inclusa, era vista in funzione della difesa e del mantenimento di quella fede "popolare" , così tena­ cemente legata alle tradizioni e valori di origine e così grandemente compro­ messa nei nuovi contesti. Erano le finalità religiose quelle qualificanti l'istituzione di Scalabrini che, forte dell'approvazione di Leone XIII e di Propaganda Fide, si affrettava a promuovere l'opera di "evangelizzare i figli della miseria e del lavoro" , awian­ do quella che egli chiamava una "guerra di riconquista delle anime sperdute nelle sterminate regioni del nuovo mondo" . Meritano una sottolineatura le caratteristiche spirituali dell'associazione scalabriniana, non solo per il profilo ascetico-pastorale dei missionari, ma anche per il linguaggio nuovo, rispetto ad altre congregazioni, con cui si proponevano prospettive di vita religiosa, soprattutto nella prescrizione ai missionari di preservare la pietà popolare degli emigranti, di curare anche il "benessere morale, civile ed economico degli emi­ grati e diffondere il buon odore di Cristo e predicare più coll'esempio che colla parola" 28, La preoccupazione maggiore di Scalabrini, nell'inviare nel 1888 i suoi primi dieci missionari e catechisti negli Stati Uniti e nel Brasile, era squisi­ tamente religiosa. Il suo istituto doveva essere una sorta di appendice di Propa­ ganda Fide e i suoi sacerdoti dovevano ispirarsi a uno stile missionario, con vita comune e indipendenza nel ministero. L'arrivo di sacerdoti italiani nel 1 888 nei quartieri poveri di New York e nelle zone di colonizzazione del Paranà e Spirito Santo segnò l'inizio di un grande risveglio religioso, soprattutto nelle zone agricole, dove pur in mezzo a

27 Cfr. la fondamentale ed esauriente biografia ad opera di M. FRANCESCONI, Giovanni Battista Scalabrini vescovo dì Piacenza e degli emigrati, Roma, Città Nuova, 1985. 28 Regolamento della Congregazione dei Missionari per gli emigranti approvato dalla S. C. di Propaganda Fide nel 1888, in AGS, 127/1.

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contrasti e difficoltà incominciava una regolare vita religiosa. La possibilità di avere propri e autonomi luoghi di culto, costruiti con grandi sacrifici ma con l'orgoglio tradizionale delle plebi contadine, aiutava grandemente le espressio­ ni religiose nella propria lingua e il mantenimento delle proprie tradizioni, favorendo una identità di gruppo. Le spedizioni missionarie di Scalabrini si susseguirono a ritmo più che annuale: una cinquantina di missionari nell'arco di pochi anni, indirizzati alle varie missioni del Brasile (oltre San Paolo e Paranà, gli scalabriniani entreranno nel 1896 anche in Rio Grande del Sud) e negli Stati Uniti, prevalentemente nella costa atlantica e più tardi negli Stati centrali, specie a Chicago, e in Canada 29 . I:espansione

cento

degli istituti religiosi tra glt' emigrati italiani all'inizio del Nove­

Le dimensioni preoccupanti e inarrestabili, che il fenomeno migratorio ita­ liano assumeva all'inizio del secolo (quando le partenze incominciarono a su­ perare il mezzo milione ogni anno), rendevano insufficienti, e perfino ineffica­ ci, gli interventi già awiati per l'assistenza dell'emigrazione italiana. Si spiega così la più vasta mobilitazione che religiosi e clero secolare, sia in Europa che in America, hanno realizzato al riguardo, anche se con un certo spontaneismo e non per tutte le località ed esigenze. Il clero tra gli emigranti diventava, come poi a distanza di tempo hanno dimostrato molte ricerche, un fattore essenziale di continuità istituzionale e devozionale nella Chiesa. Per quanto riguarda gli italiani in Europa, come noto, l'iniziativa più impor­ tante venne assunta dall'Opera Bonomelli, fondata nel 1900 (come Opera di assistenza agli operai italiani emigrati in Europa e nel Levante) su iniziativa dell'Associazione nazionale per soccorrere i missionari italiani, e diretta da mons. Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona. I sacerdoti impegnati - alcune decine nel complesso - erano, salvo poche eccezioni, del clero secolare e riusci­ rono a realizzare, nell'arco di pochi anni, numerose iniziative religiose ed assi­ stenziali (il segretariato del popolo accanto alla missione cattolica) nelle mag­ giori concentrazioni di italiani in Svizzera, Francia e Germania 3°.

29 M. FRANCESCONI, Storia della Congregazione Scalabriniana, 6 voli. Roma, 1969-1982. 30 G. RosoLI, I:emigrazione italiana in Europa e l'Opera Bonomelli (1900-1914), in Gli italiani fuori d'Italia, a cura di B. BEZZA, Milano, F. Angeli, 1983, pp. 163-201.


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Il contributo degli istituti religiosi a favore degli italiani in Europa era porta­ to avanti da numerosi istituti: dai barnabiti a Parigi (a periodi alterni a motivo delle leggi anticongregazionist e), dai dehoniani a Marsiglia (che era la città con maggior concentrazione di italiani: oltre 1 00.000) , dai salesiani in Francia (Lione) e in Svizzera (Zurigo, Sempione), dai cappuccini genovesi per le mis­ sioni volanti nel sud della Francia, dai pallottini a Londra e da presenze spora­ diche e saltuarie di altre congregazioni e singoli religiosi o società di sacerdoti (l'Opera card. Ferrari, ad esempio, sarà attiva per vari anni a Parigi dopo la prima guerra mondiale ). In molti casi, le presenze avviate all'inizio del secolo sono rimaste attive, nelle medesime località, fino ai giorni nostri. Il caso delle Americhe è quello che ha coinvolto il maggior numero di clero italiano e di religiosi. La presenza della componente dei religiosi italiani è ancora da ricostruire in maniera adeguata attraverso diligenti ricerche; tuttavia, in buona parte esse sono già state avviate negli Stati Uniti (si veda il caso dei francescani italiani che arrivarono a costituire una provincia sulla costa atlanti­ ca) 3 ! , ma non sono del tutto carenti neppure in America Latina (nel caso del Rio Grande del Sud si dispone di un elenco abbastanza preciso del 1925) 32, Ripercorrendo, ad esempio, la rivista «ltalica Gens» (1909- 1914), si possono rintracciare vari istituti religiosi italiani, allora attivi a favore dei connazionali. Infatti con l'intensificarsi dei flussi transoceanici, numerosi ordini e congrega­ zioni, avevano inviato i loro membri in America, su sollecitazione di singoli vescovi o di comunità, per assistere gli immigranti. Un tentativo di coordina­ mento di questo impegno a favore dell'emigrazione transoceanica italiana fu tentato, nel 1909, dall'Associazione nazionale per soccorrere i missionari. An­ che se diretta da un laico, il prof. Ernesto Schiaparelli, attivissimo nel sostegno alle missioni all'estero, l'«<talica Gens» nasceva, in realtà, come federazione delle congregazioni maschili e femminili che si interessavano degli emigrati ita­ liani in America. Ad essa aderivano salesiani, gesuiti, francescani, cappuccini, scalabriniani, serviti, conventuali e numerosi altri con i rispettivi rami femmini­ li. Lo scopo del promotore Schiaparelli non era tanto di natura pastorale, lasciato ai singoli istituti, ma piuttosto culturale e politica, mirante a valorizzare con la conservazione della fede anche quella dei "caratteri nazionali ", attraver-

3 1 L. DRAGONI, I Francescani italiani negli Stati Uniti dal 1855 al 1925, New York, Catholic Polyglot Pubi., 1926. 32 G.M. BALEN, Opera di Sacerodoti e Congregazioni italiane nel progresso religioso, nello svilup­ po dell'arte, dell'istruzione e dell'assistenza dello Stato, in Cinquantenario della colonizzazione ... cit., pp. 55-192.

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so le direttrici di un potenziamento della scuola italiana, le possibili iniziative di colonizzazione agricola e una maggiore tutela e protezione legale 33. I religiosi italiani dediti all'assistenza degli emigrati negli Stati Uniti erano rappresentati, oltre che dagli scalabriniani, dai gesuiti a New York 34, nello Stato di Washington, Florida e altre sedi, dai serviti, soprattutto a Philadelphia, dai francescani, in particolare a New York e Boston, dai salesiani, conventuali, passionisti e altri. All'epoca della prima guerra mondiale i religiosi italiani che si dedicavano all'assistenza degli italiani negli Stati Uniti erano 223 , mentre i sacerdoti secolari erano 487 e le chiese e parrocchie italiane 590, a cui vanno aggiunte alcune centinaia di scuole, di ospedali, enti di assistenza 35 . Per quanto riguarda l'Argentina, il clero nazionale continuava ad essere scarso (secondo il censimento del 1895, dei 1 . 190 sacerdoti presenti meno del 40% erano argentini) 36, Circa il contributo dei religiosi, abbiamo già accenna­ to alla massiccia presenza dei salesiani, nella capitale e nelle principali città, anche a favore degli italiani, con parrocchie, scuole, istituti di formazione pro­ fessionale, giornali e istituzioni di patronato (quale il Segretariato del popolo per gli immigrati, 1905) 37, In Argentina vi è sempre stata una consistente e qualificata presenza di gesuiti e francescani italiani. All'inizio del Novecento, vi si sono aggiunti barnabiti e giuseppini e soprattutto le istituzioni di don Orio­ ne (egli stesso vi dimorò per alcuni anni): i Figli della divina provvidenza e le Piccole sorelle della carità e della Piccola opera della divina provvidenza, tutte istituzioni caritative ed assistenziali a favore dei diseredati 3 8•

33 G. RosoLI, La Federazione "ftalica Gens" e l'emigrazione italiana oltreoceano, 1909-1920, (34), 1990, 1-2, pp. 87-100. 34 M. E. BROWN, The making o/ Italian-American Catholics: Jesuit work on the Lower East Side, New York, 1890's-1950 's, in «Catholic Historical RevieW>>, 73, 1987, pp. 195-2 10. 35 Cfr. i dati dall'Official Catholic Directory in A. PALMIERl, Il grave problema religioso italiano negli Stati Uniti, Firenze, Lib. Ed. Fiorentina, 192 1 . 36 R. GONZALES , Iglesia e inmigraci6n . . cit., p . 94. 37 S. TR!ONE, I:Opera di don Bosco all'estero. Tra gli emigrati italiam: Torino, 1906. Cfr. anche E. SCARZANELLA, Italiani d'Argentina. Storie di contadini, industriali e missionari italiani in Argentina, 1850-1912. Venezia, Marsilio, 1983; G. RosoLI, Le organizzazioni cattoliche italiane in Argentina e l'assistenza agli emigrati italiani, 75 , 1984, pp. 381-408; J.E. BELZA, En la Boca del Riachuelo. Sintesis biografica del sacerdote salesiano Don Esteban Bourlot, Buenos Aires, Lib. Don Bosco, 1957, p. 158. 38 Vedi anche M. C. GIULIANI BALESTRINO, !.:Argentina degli italiani, Roma, Istituto della enci­ clopedia italiana, 1989. Sull'opera dei salesiani e di numerosi altri religiosi, cfr. N.T. AuzA - L. FAVERO, lglesia . . cit. Cfr. F. DEVOTO, Catolicismo y anticlericalismo en un barrio italiano de Buenos Aires (La Boca) .

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Ordini e congregazioni religiose per l'emigrazione italiana

Per il Brasile, come noto, il grosso dell'emigrazione italiana si è diretto e insediato nello stato di San Paolo nelle migliaia di fazendas di caffè, tra le quali si recavano a turno i missionari scalabriniani; a favore degli orfani degli italiani, lo scalabriniano P. Giuseppe Marchetti istitul nel 1895 il grande orfanotrofio "Cristoforo Colombo" 39. Nel Brasile la presenza dei religiosi italiani risalta attraverso la struttùra portante dei grandi ordini, gesuiti e soprattutto cappuc­ cini: basti pensare che questi ultimi, dall'inizio del Settecento alla fine dell'Ot­ tocento, hanno inviato ben 636 religiosi dall'Italia 4 0, dedicati prevalentemente all'evangelizzazione delle popolazioni indigene (sulla cui religiosità popolare lasciarono una impronta indelebile) , ma con presenze anche a favore degli emi­ grati italiani. Nella città di San Paolo si stabilirono, fin dal 1885 , i salesiani che di fatto seguirono la comunità italiana non solo attraverso le scuole, ma con i servizi in italiano presso la loro chiesa del S. Cuore. Nel 1883 don Luigi La­ vagna aveva fondato a Niteroi il collegio S. Rosa, ben presto dotato di scuole professionali. Come in Argentina, dove i salesiani furono di fatto i grandi evan­ gelizzatori e civilizzatori della Patagonia, anche in Brasile i salesiani esercite­ ranno un influsso decisivo nella penetrazione missionaria 'tra gli indios, della cui conoscenza si resero benemeriti anche in campo scientifico. I religiosi in Brasile sono passati da 180 nel 1889 a 7.309 nel 1964 (di cui il 53% di stranie­ ri) 41. Del resto, osserva lo storico O. Beozzo, i sacerdoti italiani hanno sempre costituito l'apporto determinante tra il clero straniero e sul totale, secondo un trend secolare, per cui ancora oggi l'Italia contribuisce da sola per un terzo del personale religioso in Brasile 42.

La popolazione italiana insediata negli Stati meridionali di Paranà, Santa Catarina, Rio Grande del Sud, attraverso il sistema della colonizzazione agricola in lotti di proprietà, ha potuto ricreare in quella realtà una particolare saldatura tra società e religione popolare degli emigrati, per la comunanza di lingua, costu­ mi e tradizioni religiose, e per la centralità che la Chiesa (non solo come edifici) assumeva negli insediamenti di nuova fondazione 43. Anche qui la presenza dei religiosi italiani è stata importante; dal 1 888 attraverso gli scalabriniani nel Paranà, nelle colonie italiane attorno a Curitiba, in cui si è segnalato lo zelante ministero di P. Pietro Colbachini. Nel Rio Grande, oltre ai già menzionati pallot­ tini (a Vale Veneto, 1888) e agli scalabriniani, giuntivi nel 1896, si segnalarono i cappuccini della provincia di Savoia, arrivati lo stesso anno per assistere gli italia­ ni, i monaci camaldolesi, che nel 1899 crearono Nova Camaldoli, i giuseppini di Murialdo e i passionisti, giunti ambedue nel 1915 per le colonie italiane 44 . Per quanto riguarda gli aspetti più propriamente archivistici sarà sufficiente richiamare quanto realizzato in questo campo dalle ricerche sugli archivi eccle­ siastici, realizzate dal Centro studi emigrazione-Roma (CSER) e tendenti a repertoriare quanto ivi disponibile sull'immigrazione e sui gruppi etnici, con particolare attenzione all'Archivio segreto vaticano e a quello di Propaganda Fide. Finora l'indagine si è concentrata sul Nord America, ma non ha mancato di inventariare, almeno schematicamente, quanto esistente nei principali archi­ vi degli ordini (gesuiti, domenicani, cappucccini) e delle nuove congregazioni, quali i salesiani e scalabriniani 45. Letture affrettate e confuse si hanno in R. Azzi O catolicismo da emigraçao, in «Estudios Migratorios Latinoamericanos», 1990, 14, pp. 5-32. Una valutazione storica attenta alla comples­ sità della molteplice realtà latinoamericana si ha nel documento di lavoro della IV Conferenza del CELAM (Santo Domingo, 1992: Nuova evangelizzazione, promozione umana, cultura cristiana) nella prima parte del documento "Sguardo pastorale alla realtà latinoamericana", ai nn. 8-59. 43 R. COSTA (et al. ) , Imigraçao italiana no Rio Grande do Sul, Porto Alegre 1975; A.I. BATTISTEL, Colonia italiana, religiao e costumes, Porto Alegre, 1981; V.B. PISANI MERLOTTI, O mito do padre entre descendentes italianos, Porto Alegre, 1979; cfr. anche le raccolte documentarie sulle tradizioni religiose a cura di R. COSTA, Assim vivem os italianos, Porto Alegre, 1982-1984; R. CosTA, Il culto di Maria fra i discendenti degli italiani nel Rio Grande do Sul, in La presenza italiana nella storia e nella cultura del Brasile, a cura di R. COSTA - L.A. DE EONI - A. TRENTO, Torino, Fondazione Giovanni Agnelli, 1991, pp. 221-237. 44 Cfr. anche R. COSTA, Il contributo del clero italiano alla colonizzazione rio-grandense, in Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo . . . cit., a cura di G. Rosou, pp. 4 1 1 -429. 45 Cfr. in particolare i numeri archivistici a cura di M. SANF!LIPPO-G. PIZZORUSSO, Inventario delle fonti vaticane per lo studio dell'emigrazione e dei gruppi etnici nel Nord America: il Canaeùl (1878-1922), in «Studi Emigrazione», 1994, 1 16, pp. 605-752 e Fonti ecclesiastiche per la storia dell'emigrazione e dei gruppi etnici nel Nord America: gli Stati Uniti, 1893-1922, ibid. , 1995, 120, pp. 603-768. ,

en la segunda mitad del siglo XIX, 14, 1994, pp. 182-2 10, ora anche in Io., Estudios sobre la emi­ graci6n italiana a la Argentina en la segunda mitad del siglo XIX, Napoli, ESI, 1991, pp. 199-229. 39 M. FRANCESCONI, Giovanni Battista Scalabrini. . . cit., pp. 1067-1073 . 40 METODIO DA NEMBRO, Storia dell'attività missionaria dei Minori Cappuccini nel Brasile (1538?-1889), Roma, Istituto Storico Fr. Min. Cap., 1958. 4! W. HENKEL, La Chiesa in America Latina, in Storia della Chiesa, vol. XXIV, Dalle missioni alle chiese locali. . . ci t., p. 630. Cfr. anche N.T. AuzA, Aciertos y /racasos del catolicismo argentino. I-Grate y la estrategia social. II-Mons. De Andrea. Realizaciones y con/lictos, Buenos Aires, Ed. Docencia, 1987; D. SANTAMARIA Estado, Iglesia e inmigracion en la Argentina moderna, in «Estudios Migratorios Latinoamericanos», 1990, 14, pp. 139-181. 42 Vedi J.O. BEOZZO, Il clero italiano in Brasile, in Euroamericani. La popolazione di origine ita­ liana in Brasile, vol. 3 . Torino, Fondazione G. Agnelli, 1987, pp. 229-240. F. DEVOTO, Elementi per un'analisi delle ideologie e dei conflitti nella comunità italiana d'Argen­ tina (1860-1910), in «Storia contemporanea», 1986, 2, pp. 279-292 e Io., La primera élite politica italiana de Buenos Aires (1852-1880), in «Studi Emigrazione», 1989, 94, pp. 168-194. ,

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Gianfausto Rosoli

La fioritura degli istituti relt'giosi/emminili tra gli emigrati

Ordini e congregazioni religiose per l'emigrazione italiana

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Forse uno dei meriti maggiori di mons. Scalabrini è stato l'aver intuito e sol­ lecitato, in varie forme, il valido contributo degli istituti religiosi femminili nel campo dell'emigrazione: senza le suore, affermava egli stesso, «l'opera dei mis­ sionari sarebbe incompleta» 46, La loro presenza è rilevante non soltanto sotto il profilo quantitativo, tanto sono state numerose le loro iniziative, ma soprat­ tutto dal punto di vista qualitativo per i nuovi ambiti di intervento (quali scuo­ le femminili, orfanotrofi, ospedali), in cui la presenza della donna era indispen­ sabile e più adatta. Fin dalla prima spedizione dei suoi missionari, Scalabrini si adoperò per . aggregarvi alcune suore della recente fondazione delle Missionarie del S. Cuore di Gesù di madre Francesca Saveria Cabrini, di colei che sarebbe poi diventata la prima santa degli Stati Uniti. Le insistenze di Scalabrini e l'approvazione di Leone XIII valsero a indirizzarla verso questo nuovo campo di apostolato alla conquista dell'America. Ella infatti si dedicò con zelo alla catechesi, alla costru­ zione di scuole, orfanotrofi e ospedali per gli italiani, a fianco dei missionari scalabriniani e poi in forme sempre più autonome, date le sorprendenti doti organizzative della dinamica fondatrice. Madre Cabrini, arrivata a New York nel marzo 1 889, iniziava subito il catechism o nella chiesa italiana di S. Gioacchino, poi passava a dirigere un ospedale fondato da uno scalabriniano e che diventerà poi il grandioso Columbus Hospital, successivamente si recò a New Orleans, a Chicago, Denver e in tante altre città; anche in America cen­ trale e meridionale il suo impegno a favore degli italiani non venne mai meno: lasciò alla sua morte, nel 1917, 6 7 fondazioni e circa 1 .3 00 missionarie 47. Nel 1895 mons. Scalabrini fondò in Brasile, con la decisiva cooperazione di

p. Giuseppe Marchetti e della sorella suor Assunta, l'istituto allora denominato delle "Ancelle degli orfani e dei derelitti all'estero", radunate dal fondatore dell'Orfanotrofio Cristoforo Colombo in San Paolo, poi chiamate Missionarie di S. Carlo Borromeo per gli emigrati (scalabriniane). La congregazione si dif­ fuse soprattutto nel Brasile meridionale con numerose scuole, ospedali, ma più tardi si sviluppò anche in Italia, Stati Uniti ed Europa con oltre un centinaio di case e varie centinaia di suore 48. Nel 1900 mons. Scalabrini inviava anche in Brasile un gruppo di suore, le "Apostole del S. Cuore di Gesù" , fondate da madre Clelia Merloni, che dopo qualche anno di convivenza con le suore scala­ briniane riprendeva vita autonoma e si diffondeva rapidamente nelle Americhe soprattutto nelle parrocchie nazionali italiane 49 . Numerose altre congregazioni femminili italiane hanno operato all'estero a favore degli emigrati italiani. Tra le tante (essendo assai difficile un repertorio puntuale) ricordiamo, per l'Europa, le Figlie della carità a Parigi (dal 1885), le Figlie di Maria Ausiliatrice, le oratoriane, le Suore giuseppine di Cuneo, le Suore di carità dell'Immacolata Concezione di Ivrea, le Suore operaie e le Suore delle poverelle: le prime attive nelle istituzioni assistenziali delle sedi bonomelliane (e anche tra gli italiani in Medio Oriente) , le ultime due giunte successivamente in Francia. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, oltre alle cabriniane, alle Apostole del S. Cuore e alle salesiane, vanno ricordate le Maestre pie Filippini 5°, le battistine del can. Alfonso Fusco presenti a Newark, N.J. con case per l'assistenza agli italiani, le pallottine, le suore di S. Dorotea (di S. Paola Frassinetti) , le france­ scane di Gemona, le terziarie cappuccine di suor Rabatto di Genova, le suore Venerini e varie altre . In Argentina ed Uruguay 51 , oltre al consistente gruppo delle Figlie di Maria

46 Relazione di Scalabrini del 10 agosto 1900, in M. FRANCESCONI, Giovanni Battista Scala­ brini. . . cit., p. 1050. Per una valutazione dell'impatto delle congregazioni femminili nella società contemporanea è fondamentale il riferimento all'opera informata e dettagliatissima di G. RoccA, Donne religiose. Contributo a una storia della condizione femminile in Italia nei secoli XIX-XX, Roma, Claretianum, 1992, oltre che al lavoro di P. BoRZOMATI, Le Congregazioni religiose nel Mezzogiorno e Annibale Di Francia, Roma, Studium, 1992. 47 F. DE MARIA, La Madre Francesca Saveria Cabrini, Torino 1928; N. VIAN, Madre Cabrini, Brescia, Morcelliana, 1938; G. DALL'ONGARO, Francesca Cabrini, la Santa che conquistò l'America, Milano, Rusconi, 1982. Cfr. anche M.L. SULLIVAN, Mother Cabrini: Missionary to Italian immi­ grants, 6, Fall 1987, pp. 265-279; S . DIGIOVANNI, Mother Cabrini: early years in New York, 77, l , 1991, pp. 56-77.

48 M.L. SIGNOR, Il progetto pastorale di Scalabrini e la fondazione delle Suore Missionarie Scala­ briniane in Scalabrini tra vecchio e nuovo mondo. . cit., pp. 349-370; Le Suore Missionarie di S. Carlo B rromeo. Note storiche, a cura di M. FRANCESCONI, s.d.; M.L. SIGNOR, Giovanni Battista Scalabrini e l'emigrazione italiana. Un progetto socio-pastorale, Roma, CSER, 1989. 49 Vita di Madre Clelia Merloni, Roma 1954; Una vita e un'opera. Nel centenario della nascita di madre Clelia Merloni, fondatrice della congregazione delle Suore Missionarie Zelatrici del S. Cuore di Gesù (1861-1961), Roma 1961. 50 M. MARCHIONE, Religious teachers Filippini in the United States, in «U .S. Catholic Historiam>, 6, 1987, pp. 35 1 -372. 5 1 Sull'opera delle suore e delle congregazioni italiane in Uruguay, cfr. D. Ruocco, I:Uruguay e gli italiani, Roma, Società geografica italiana, 1991, pp. 304-3 13. Sulla catena dei D'Elia, cfr. C. ZUBILLAGA, Religiosità, devozioni popolari. cit., pp. 139-141.

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Gian/austo Rosoli

Ausiliatrice, vanno menzionate le suore della Misericordia di Maria Rossello di Albisola, le Figlie di nostra signora dell'Orto di Chiavari, fondate da S . Antonio Maria Gianelli ( giunte a Montevideo nel 1 85 5 ) , l e suore della Misericordia di Carlo Steeb di Verona, le cabriniane e le Piccole sorelle della carità di don Orione. Per quanto riguarda il Brasile, oltre a numerose di quelle già menzionate, soprattutto scalabriniane, apostole del S. Cuore e cabriniane, vanno ricordate le suore di S. Giuseppe di Chambéry chiamate dai cappuccini nelle colonie ita­ liane del Rio Grande del Sud negli anni Novanta. Si è trattato di presenze sem­ pre consistenti e diffuse sul territorio, nonché ben presto confortate da un'alta fecondità vocazionale, tipica di quelle zone di immigrazione europea. Per quanto riguarda un solo altro Stato, il Maranhao, vi troviamo, anche se più spesso attive nell'apostolato missionario, le Figlie di S. Anna di Rosa Gattorno di Piacenza dal 1887, le Dorotee di Frassinetti dal l894, le suore cappuccine di madre Rubatto dal 1899 (e, tra quelle più recenti, le oblate del S . Cuore di Ge­ sù di Teresa Casini, le orsoline di Somasca e le minime del S. Cuore) 52, Nel complesso, mentre all'inizio del secolo XX esistevano in Brasile solo 5 congre­ gazioni femminili con 2 .462 suore, le congregazioni sono salite, negli anni Sessanta, a 325 con 4 1 .309 religiose 53. Non sono mancate neppure le congregazioni femminili legate alla stessa espe­ rienza migratoria: tra esse va segnalata quella delle Piccole suore dell'Immacolata Concezione, fondate nel l890 dalla beata Paolina del cuore di Gesù agonizzante (Amabile Visintainer), un'emigrata trentina trasferitasi nel 1875, a dieci anni, in Brasile con i suoi paesani negli anni della grande emigrazione e ben presto tra­ sformatasi in infermiera ed insegnante verso i più bisognosi. La fondatrice è stata beatificata da Giovanni Paolo II a Florianopolis nel 1991 54 , Per quanto riguarda l'Argentina, l'italiana Antonia Cerini fondò nel 1889 le suore di S. Antonio di Padova, mentre il francescano Quirico Porreca collabo­ rò fattivamente alla fondazione delle francescane missionarie (1878) e il dome­ nicano Davide Ghiringhelli alla fondazione dei missionari catechisti di Cristo Re (1895) 55,

52 Vedi anche M. CELLA - S. CADORIN, A presença dos italianos no Maranhao, in A presença ita­ liana no Brasi!, II, a cura di L.A. DE EONI, Porto Alegre-Torino, EST-Fondazione G. Agnelli, 1990, pp. 81- 105. 53 W. HENKEL, La Chiesa in America Latina . . . cit., p. 630. 54 G. LORENZI, La Beata Madre Paolina fra carisma e obbedienza, Milano, Ed. Ancora, 1991. 55 R. GONZALEZ, Iglesia e inmigraci6n . . . cit., p. 1 14.

Ordini e congregazioni religiose per l'emigrazione italiana

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La strumentalità degli istituti religiosi nella vita dell� Chie�� è d�v�nt�ta . ancora più esplicita e positiva nel secolo XX per e�fetto d1 nuovl m�1r1zz1 mis­ sionari. Data la molteplicità e diversità delle forze m campo, e or� a1 totalmen­ te superata qualsiasi ipotesi di "patronato missionario" l�gato a mfluenze stra­ niere anche per effetto delle nuove direttive missionarie �ate soprattutto da Benedetto XV , gli istituti religiosi si indirizzeranno m�gg10rmente v� rso u� inserimento nella Chiesa locale nonché verso la promoz10ne � f�r�az10ne d1 _ . clero locale. Ma la loro varietà tipologica e "fermentaz10ne etmca , sta sul pla­ no operativo che della pietà 56, non ha mancato di arricchire enormemente fino ad oggi il vissuto delle chiese di accoglimento. _

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zio del secolo a Bue�os Aires in Religion e 56 Vedi un elenco delle tradizioni devozionali dell'ini esta isti�o:, �ue�os Aires 1907 : Cfr. pure G. inmigracion en la Arquidiocesis de Buenos Aires. Datos. emtg�att ttaltant oltre .oceano, m. MINI RosoLI, Devozioni popolari e tradizioni religiose deglt . martnato. La fede e t! mare net segm e del ra preghie La PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, afico dello Stato, 1992, pp. 872-893. Chiesa e nelle tradizioni marinare, Roma, Istituto poligr LIO DELLA PASTORALE PER I IG CONSIG Per gli aspetti relativi all'attualità, cfr. PONTIFICIO del III Congres�o Mondtale e . a Atti ioni migraz . nuove E GLI ITINERANTI, Solidarietà per le bre-5 ottobre 1991), Vaticano 1992; cfr. 1n Pastorale per i migranti e i rifugiati (Vaticano, 30 settem particolare il documento finale, pp. 199-22 1 .

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Storie di emigrazione temporanea e itinerante: archivi pubblici e documenti privati

PATRIZIA AUDENINO

Storie di emigrazione temporanea e itz'nerante: archivi pubblici e documentt' privati

l . Come ritrovare e inseguire nei suoi spostamenti un piccolo gruppo di

emigranti, partiti per lo più al tempo della "grande emigrazione", da una valla­ ta alpina del distretto di Biella in Piemonte e diretti verso gli Stati Unitil? Questo è stato il punto di partenza di una ricerca che disponeva, al suo ini­ zio, di un breve elenco di nomi e di alcune destinazioni che non lasciavano tra­ pelare le ragioni per cui erano state scelte. Negli elenchi dei cessati dall'anagra­ fe di un paio di comuni ritornavano con insistenza alcune località degli Stati Uniti, il West Virginia, soprattutto, e il New England. Le interviste condotte in

1 Per i risultati di questa ricerca da parte di chi scrive cfr. P. AUDENINO,

Séparations et solidarités dans le� communautés d' émigrants saisonniers de la région de Bielle, in «Le monde al p in et Rhodamen», 1994, Familles. Destins. Destinations, pp. 69-87; ID., Le custodi della montagna: donne e migrazioni stagionali in una comunità alpina, in Societa rurale e ruolifemminili in Italia tra Ottocento e Novecento, a cura di P. CoRTI, Istituto "Alcide Cervi" Annali 12/1990, Bologna, il mulino, 1992, P?· 265-288; ID., The alpine �aradox: exporting builders to the world, in The Italian diaspora: Migra­ tzon acro:s the globe, a cura d1 G.E. POZZETIA - B. RAMIREZ, Toronto, Multicultural History Society of Ontano, 1992, pp. 3-20; D. ALBERA - P. AUDENINO - P. CORTI, I percorsi dell'identità maschile nel­ l'emigrazione. Dinamiche collettive e ciclo di vita individuale, in «Rivista di storia contemporanea», 1, 1991, pp. 69-88; P. AUDENINO, Mobzlità geografica e mobilità sociale: percorsi di emigrantz; in Studi sull'emigrazione. Un'analisi comparata, Atti del Convegno storico internazionale sull'emigrazione, . Bzella, Palazzo La Marmora, 25-27 settembre 1989, a cura di M. R. OSTUNI, Milano, Electa, 1991, pp. 16 1-168; ID., �n mestiere per partire. Tradizione migratoria, lavoro e comunità in una vallata alpina, . M ano, geli, 1990; ID., Emigrazione e mestiere: il caso di un gruppo di edili piemontesi, in «Studi di emlgrazwne», 1987, n. 87, pp. 326-344; ID., The paths of the trade: a group o/ stonemason s in America, in «lnternational migration review», vol. 20, winter 1986, pp. 779-798; ID., Tradizione e mestiere nelle migrazioni dalla valle Cervo, in I:emigrazione biellese /ra Ottocento e Novecento a cura di V. CASTRONOVO, vol. I, tomo I, Milano, Electa, 1986, pp. 77-159; ID., Storie dipietra: gli sc lpellini di Barre e l'Aldrich Public Library, in «Movimento operaio e socialista», IX, 1986, 3 , pp. 425-432.

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un paese mi informavano di alcune presenze, sparpagliate in alcune località del West Virginia: Beckley, Welch, Fayetteville. Altre testimonianze, raccolte in una frazione dello stesso comune, menzionavano Barre, in Vermont, e Fitz­ william, in New Hampshire. La più esaustiva storia del luogo, opera di un erudito locale, dava rilievo ad un gruppo di famiglie ad Avondale, in Pennsylvania2, Esistevano dei legami fra queste destinazioni? In altre parole erano esse casuali o il risultato di scelte individuali? Esisteva infine un raccordo fra di esse ed altre destinazioni conosciute dell'emigrazione biellese negli Stati Uniti3? Si poneva in definitiva il problema di come inseguire le tracce di questo pic­ colo gruppo di famiglie. Si doveva cercarle fra gli insediamenti piemontesi sparpagliati nel continente, in base a quella logica di specializzazione regionale che ha dimostrato di presiedere a gran parte dell'esodo italiano? Oppure si doveva partire dal nudo dato di fatto di pochi nomi, e dall'indicazione di un paio di località che non risultavano tuttavia fra le destinazioni privilegiate del­ l'emigrazione piemontese? La ricerca era complicata dal fatto che la maggioranza di quanti erano partiti erano tornati alla comunità di partenza prima di morire. Si trattava in definitiva di un gruppo di emigranti che avevano trascorso molti anni negli Stati Uniti, spostandosi spesso, talvolta assieme alle famiglie, e che ad un certo punto ave­ vano per lo più deciso di tornare fra le montagne da cui erano partiti. 2. Negli Stati Uniti in un primo tempo ho lavorato inseguendo il miraggio di arrivare a queste famiglie attraverso successivi restringimenti dell'attenzione, dall'emigrazione italiana a quella piemontese, da questa a quella biellese. Ma le fonti disponibili sull'emigrazione piemontese non mi avvicinavano ai percorsi

2 R. VALZ BLIN, Le comunità di Biella e Andorno, Biella, Centro Studi Biellesi, 1966; ID., Memorie sull'alta valle d'Andorno, Biella, Ramella, 1959. 3 Sull'emigrazione biellese cfr. L'emigrazione Biellese /ra Ottocento e Novecento, 2 tomi, Milano, Electa, 1986; I:emigrazione biellese nel Novecento, Milano, Electa, 1988; C. GRASSI - M. PAUTASSO, Prima roba il parlare... Lingue e dialetti dell'emigrazione biellese, Milano, Electa, 1990; Identità e integrazione. Famiglie, paesz; percorsi e immagini di sé dell'emigrazione biellese, Milano, Electa, 1990; P. AUDENINO - P. CoRTI - A. LONNI, Imprenditori biellesi in Francia fra Ottocento e Novecento, Milano, Electa, 1997; M.R. OSTUNI, La diaspora politica biellese, Milano, Electa, 1995; Studi sull'emigrazione. Un'analisi comparata, Atti del Convegno storico internazionale sull'emigrazio­ ne, Biella 25-27 settembre 1989, a cura di M.R. OSTUNI, Milano, Electa, 1991; G. BARBERIS - M.P. CASASSA, Dizionario biografico, I, Milano, Electa, 1987; ID., Dizionario biografico, II, Milano, Electa, 1993; P. CORTI, Paesi d'emigranti. Mestierz; itinerarz; identità collettive, Milano, Angeli, 1990.


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Patrizia Audenino

Storie di emigrazione temporanea e itinerante: archivi pubblici e documenti privati

di questo esiguo - ed evanescente - gruppo di emigranti4. Non era attraverso l'emigrazione piemontese che li avrei raggiunti. Nessuna traccia di loro compa­ riva nelle comunità minerarie del Colorado e dello Utah, e nemmeno nei distretti tessili del New Jersey, dove si affollava la gran parte dell'emigrazione biellese. Il filo di Arianna sarebbe stato fornito direttamente dai loro cognomi. Non solo erano cognomi in usuali, poco frequenti nell'ono mastica italiana, ma, come spesso capita per le comunità montane più isolate, si trattava di un numero ristretto di nomi, tanto che le famiglie si differenziavano con secondi cognomi aggiunti, e gli individui con immancabili soprannomi. Il Soundex - il sistema che partendo dal cognome identifica il censimento federale in cui questo compare, e lo Stato e la contea - risultò quindi uno stru­ mento utile. Effettivamente l'appello lanciato attraverso i cognomi mi riportò nel West Virginia, nel New Hampshire e nel Vermont. La consultazione degli elenchi dei censimenti, disponibili presso i National Archives di Washington risultò fruttuosa5. Gli emigranti con i cognomi della valle si trovavano raggruppati nel censi­ mento del 1900 per lo più nella stessa casa, o nella medesima strada. Erano gruppi di uomini soli, spesso imparentati fra loro - come i registri di nascita del comune mi avrebbero confermato in Italia. Le loro occupazioni erano defi­ nite come Nel successivo censimento del 1910 accanto ai gruppi composti da soli uomini comparivano anche delle famiglie e il numero di località dove risultava­ no censiti gli inconfondibili cognomi della valle si era ampliato. Le fonti locali,

mason, stone mason, brick-layer.

4 I sondaggi condotti sulla vasta documentazione bibliografica e archivistica dell'Immigration History Research Center di Minneapolis, con il prezioso aiuto del professar Rudolph Vecoli, ave­ vano permesso di identificare le destinazioni privilegiate dell'emigrazione da questa regione, ma non quelle della corrente biellese. Sull'emigrazione italiana negli Stati Uniti la bibliografia è ormai sterminata, e non pare utile ricordarla in questa sede. Quella sull'emigrazione piemontese, pur avviata a cura della Regione Piemonte, non è invece ancora disponibile. Le più aggiornate indica­ zioni bibliografiche risultano pertanto al momento quelle in G. PIZZORUSSO M. SANFILIPPO, Rassegna storiogra/ica sui fenomeni migratori a lungo raggio in Italia dal Basso Medioevo al secondo dopoguerra, in «Bollettino di demografia storica», 13, 1 991; E. FRANZINA, Gli italiani al nuovo mondo. [}emigrazione italiana in America 1492-1992, Milano, Mondadori, 1995. 5 UNITED STATES DEPARTMENT OF COMMERCE AND LABOR, BUREAU OF THE CENSUS, Twelfth Census o/ the Population, 1900, Population Schedules; Io., Thirteenth census o/ the Population, 1910, Population Schedules. Sull'utilizzo dei censimenti statunitensi a partire dal Soundex cfr. C. STEPHENSON, The methodology o/ historical census record linkage: A user's guide to the Soundex, «Journal of family history>>, vol. 5, 1980, l , p. 1 12. -

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nei comuni del West Virginia e del New England avrebbero fornito notizie più dettagliate.

3 . Negli archivi comunali di Fayett�ville, �i Bluefi�ld e .di Welch, i? We.st Virginia, comparivano numerose prauche d1 naturahzzaz10ne, . comp1�ate l� epoche diverse, a partire dal primo decennio del secolo fmo agh an ? l di Beckley, capoluogo della contea �m, Quaranta. Inoltre la meridionale dello Stato, riportava alcuni nomi di famiglie della valle a part1r� dall'inizio degli anni Trenta. Ero arrivata alle famiglie di coloro che p�r priml avevo intervistato a Piedicavallo, prima di partire. Qualcuno era stato m grado di raccontarmi l'epopea della sua famiglia e di n:ostrarmi g�i edifici .r� a.liz�ati: testimoni di una tradizione di lavorazione della pietra che gh scalpellm1 1taham avevano portato fino a quelle montagne. Alcune foto ris �lenti d�gli anni Tre� ta fino agli anni Cinquanta testimoniavano l'esistenza d1 una piccola coloma, sparpagliata fra le varie contee dello Stato. . . . In New England le fonti erano più ricche e diversificate: gh em1grant1 della valle, pochi individui, erano stati parte della comunità di sc�lpellini � di . sculto­ ri attiva nella lavorazione del granito6. Su di essa molte mformaz10m erano offerte da una storiografia già ricca, e le fonti di archivio, e anche qualche testi­ monianza orale, mi permettevano di ricostruire gli spostamenti del piccolo gruppo su cui si appuntava la mia attenzione. Sia nel Ver�ont. che �el �ew s1 ag­ Hampshire alle interviste, ai dati di naturalizzazione, �Ile u fort e il � I� bambm1. de1 giungevano i ruoli delle tasse, le pagelle scolastiche . � . relat1v1 edil1z1a, nato reperimento dei registri completi di una piccola 1mpresa al primo decennio del secolo mi informava su molti aspetti d�l lavoro: . dall'en­ tità del volume di affari, fino alla composizione del gruppo de1 lavorant1.

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Czt� J?zrectoru;s

6 C. BRUSA, Barre Vermont: il granite center o/the world e l'immigrazione italiana, Prima parte, in «Lombardia Nord Ovest», 3, 1992, pp. 21-45; Io., Barre Vermont. . . cit., Seconda parte, ibid. , l , 1993, pp. 27-4 3 ; Quando in Valcerisio si emigrava (1861 - 1 915), a cura di C. �RUS�, V�re�e, . Comunità montana Valcerisio, 1990; E. VEZZOSI, Il socialismo indzf/erente. Immzgratz ttalzanz e Socialist Party negli Stati Uniti del primo Novecento, Roma, Edizioni Lavoro, 1991; E. FENTON, Immigrants and Unions: a case study: Italians and American a or 1870� 1920, New York, Arno Press, 1975; P. DEMERS, Labour and the social relations o/ granzte mdustry tn Barre, Barr�, Goddar College, 1974; M. Mc DONALO, The granite years: Barre, Vermont 1880 to 1900. A soct�-eco�omtc history using quantitative methods, Burlington, Faculty of Graduate Coll.ege of the Umve�s1ty .of Vermont, 1976; R. S. FoERSTER, The Italian emigratt'on o/ our times, Cambndge, Harvard Umv�rs1ty Press, 1919; A.W. BRAILEY, History o/ the granite industry o/New England, vol. I, Boston, Nat!onal Associatian of Granite industries of the United States, 1913.

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Patrizia Audenino

Disponevo a questo punto di una mappa abbastanza dettagliata della distri­ buzione di questa corrente migratoria, ma alcuni nomi rimbalzavano da una località all'altra, anno dopo anno. Quale logica presiedeva a questi trasferimenti? Le informazioni sulla moda­ lità di spostamento degli uomini sul territorio mi sarebbero venute dall'incro­ cio di due altre fonti. 4. La prima era «The granite Cutter's Journal», organo del sindacato degli scalpellini e degli scultori in granito, così potente e coeso da disporre, già in quegli anni, del regime del closed shop. In virtù di questo fatto ogni spostamen­ to dei suoi aderenti coincideva con una notificazione alla sede locale. Il giorna­ le dava quindi notizia degli arrivi e delle partenze degli scalpellini e ospitava inoltre sulle sue pagine i messaggi che gli aderenti all'associazione si scambia­ vano fra di loro. Non di rado notizie di carattere personale giunte dall'Italia a un componente del gruppo rimbalzavano agli altri sulle pagine del foglio di categoria. Il periodico offriva una serie di indicazioni cruciali. Innanzitutto riportava i nomi delle località dove operavano gli aderenti all'as­ sociazione, e poiché esse erano sempre ricorrenti permetteva di comprendere che si trattava di un vero e proprio circuito del granito, che si estendeva fra il Vermont, il New Hempshire e la Pennsylvania. Inoltre riportava i nomi degli iscritti al sindacato, anch'essi ricorrenti, e in tal modo permetteva di capire la composizione etnica del gruppo degli scalpellini. Si poteva inoltre dedurre l'im­ portanza della componente italiana dal fatto che alcune pagine erano redatte nella nostra lingua. Infine il giornale permetteva di capire l'organizzazione del lavoro. Gli uomini lavoravano infatti riuniti in gruppi, - le gang - che si riforma­ vano ad ogni ingaggio e si scioglievano quando il lavoro era terminato. Si confermava quanto mi era stato descritto dalle testimonianze orali sulla composizione dei gruppi. Questa oscillava fra le 8 e le 12- 13 persone e la ragio­ ne di questa formazione era che il numero dei componenti era determinato dalla quantità di lavoro del fabbro che ogni giorno doveva risistemare gli attrez­ zi. In nessun caso una gang poteva superare le capacità del proprio fabbro. Ma la descrizione più accurata delle modalità di spostamento sul territorio sarebbe venuta da un epistolario, raccolto in una soffitta della vallata di parten­ za degli uomini. Nelle sue lettere a casa uno degli scalpellini, negli Stati Uniti dal 1892 al l914, offriva giorno dopo giorno il diario degli spostamenti suoi e dei suoi compagni. Diventavano così chiari i meccanismi della mobilità sul ter­ ritorio e, attraverso le parole inviate in privato alla moglie, diventavano chiare anche le ragioni che presiedevano alla scelta delle successive tappe dello scal­ pellino.

Storie di emigrazione temporanea e itinerante: archivi pubblici e documenti privati

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Quello che i fogli dei censimenti non erano stati in grado di comunicarmi era che essi fotografavano, fissandolo nell'immobilità, un gruppo che invece altre fonti mi mostravano come continuamente sospinto da un luogo all'altro. Pochi giorni dopo la data del censimento il gruppo registrato si sarebbe dissol­ to, e ciascuno dei suoi componenti avrebbe fatto, forse, parte di qualche altro gruppo. Gli spostamenti che ancora sfuggivano al controllo e alla possibilità di spie­ gazione erano quelli che intervenivano a un certo punto e facevano scomparire gli individui anche quando risultavano molti segni di integrazione, quali l' ac­ quisto di una casa, l'avvio e il funzionamento di una impresa, l'incremento regolare dei redditi, l'avanzamento nella carriera scolastica dei figli. Le fonti archivistiche italiane dimostravano che si trattava di rientri in patria. Quale motivo spingeva a questi ritorni? Questa domanda si associava ad un'altra che era quella relativa alla scelta, per una parte di esponenti di questo gruppo, di stabilirsi in West Virginia. Non si trattava in questo caso di una località all'interno del circuito del granito, ma di un'area mineraria dove il nerbo dell'immigrazione italiana era costituito dai minatorF. Cosa attirava in queste remote montagne gli scalpellini e i muratori della vallata piemontese? 5. Era chiara a questo punto la scelta degli spostamenti e degli insediamenti degli scalpellini all'interno del circuito del granito: essa risiedeva nella .specia­ lizzazione artigianale di questo gruppo. Gli uomini della valle disponevano di un mestiere che per essere esercitato imponeva il ricorso all'esodo temporaneo. in Ma le partenze erano guidate da un sistema di connessioni internazionali era grado di controllare in continuazione i segmenti di mercato del lavoro dove possibile impiegare nel modo più vantaggioso le proprie capacità. di Il mestiere era quindi la bussola che guidava questi uomini, le possibilità scelte le anche ano affermazione e di ascesa sociale offerte dal mestiere spiegav e capacità di insediamento. Fin dall'età moderna, ad alcuni valligiani le propri ario. impres avevano permesso di passare dalla posizione di salariato a quella di comune Le fortune anche vistose di qualcuno erano di esempio a tutti. Il sogno era quello di mettersi in proprio. o cono­ Nelle cittadine del New England, che alla fine dell'Ottocento avevan lavoraalla e ne sciuto una improvvisa esplosione di ricchezza grazie all'estrazio

Richwood, West Virginia, 7 Sull'emigrazione italiana in West Virgina cfr. West Virginia heritage, ale», agosto- settembre coloni «Italia 1968; G. MICHELI, Lavoratori italiani nel West Virginia, in vol. LXXIV, 7, 1903. 1903; G.C. SPERANZA, Forced labor in West Virginia, in «Outlook»,


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Patrizia A udenino

zione del granito, era possibile realizzare questo sogno. Molti degli emigranti che inseguivo erano diventati proprietari di cave, di laboratori, di piccole imprese, in accordo con una tendenza generale dell'industria del granito che permetteva di fondare una propria impresa con scarso o nullo impiego di capi· tali e confidando solo sulla propria abilità e voglia di lavorare. L'aspirazione al mettersi in proprio forniva una risposta anche al perché della scelta di convergere verso il West Virginia. In questa zona mineraria i muratori piemontesi appaltavano i lavori edilizi relativi alla costruzione delle gallerie. E poiché lo facevano in proprio, i nomi di quanti lavoravano distri­ buiti nelle contee dello Stato non comparivano sul giornale del sindacato. Le remote montagne della Mac Dowell, Releigh e Mercer County offrivano a quanti avevano scelto la strada dell'America la possibilità di soddisfare il sogno di fondare una propria impresa come imponeva il sistema di valori della valle. La comprensione di quest'ultimo aspetto di questa esperienza migratoria permetteva di spiegare anche i ritorni misteriosi, attuati quando sembravano raggiunti tutti gli obiettivi che la storia dell'emigrazione mi aveva insegnato a considerare come quelli dell'emigrante. Le partenze erano dettate dall'impera­ tivo di rientrare nella comunità da cui gli emigranti erano partiti, poiché il rien­ tro, e non la sistemazione definitiva all'estero, era stato lo scopo della partenza e solo con esso si poteva concludere felicemente l'esperienza migratoria. Era all'opera un noto modello migratorio, assai diffuso nelle Alpi, che consi­ steva nell'allontanarsi dalla comunità di origine per reperire i mezzi che per­ mettevano di ritornarviB. In conclusione, le fonti degli archivi pubblici combinate con le carte private permettevano di accedere alla descrizione di un complesso sistema di sposta-

8 Non è sfuggita alla ricerca storica l 'importanza del ritorno nell'esperienza migratoria piemon­ tese. Cfr. P. AUDENINO - P. CORTI, Le prospettive di una ricerca bibliografica sull'emigrazione pie­ montese, in Dal Piemonte allo stato di Espirito Santo. Aspetti della emigrazione italiana in Brasile tra Ottocento e Novecento, a cura di M. REGINATO, Torino, Regione Piemonte, 1996, pp. 243-258; M. DOSSETTI, Emigrazioni temporanee e proprietà in una comunità piemontese tra '700 e '800, in «Bollettino di demografia storica» 19, 1993, pp. 135-143; Io., Tra le Alpi piemontesi e Marsiglia. Scelte e adattamenti di una comunità di emigranti nella prima metà dell'Ottocento, in Dai due ver­ santi delle Alpi. Studi sull'emigrazione italiana in Francia, Alessandria 1991, pp. 81-100; G. LEVI, Centro e periferia di uno stato assoluto, Torino, Rosenberg e Sellier, 1985; P.P. VIAZZO, Upland communities. Environment, population and social structure in the Alps since the sixteenth century, Cambridge, Cambridge University Press, 1989 (trad. i.t. Comunità alpine. Ambiente, popolazione, struttura sociale nelle Alpi dal XVI secolo ad oggt; Bologna, Il Mulino, 1990).

Storie di emigrazione temporanea e itinerante: archivi pubblici e documenti privati

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menti, la cui comprensione chiariva nei particolari il funzionamento dei mecca­ nismi del mestiere. Inoltre i documenti privati svelavano i progetti e le aspira­ zioni che avevano guidato alla partenza e, successivamente, al ritorno. Essi per­ mettevano anche di addentrarsi nella cultura delle comunità di origine, il cui mondo di valori restituiva logica e razionalità a scelte di itinerari e a comporta­ menti altrimenti inspiegabili.


I:emigrazione

ANNA MARIA MURAGLIA Vemigrazione italiana in Colorado: le fonti

Introduzione

L'Italia è uno tra i paesi oggi più industrializzati caratterizzato da una lunga e massiccia emigrazione all'estero: dal 1861 al 1 960, infatti, oltre 25 milioni di italiani sono emigrati in altri paesi. Il ciclo migrato rio italiano verso gli Stati Uniti d'America, iniziato nella seconda metà del secolo scorso, è proseguito, con intensità diverse fino al secondo dopoguerra. Nell'arco di meno di cento anni ( 1 861-1957), 5 milioni di persone hanno portato i loro sogni, le loro speranze e le loro paure in terre in massima parte sconosciute, per assicurarsi un futuro migliore ed una vita più dignitosa. Il gigantesco mercato del lavoro statunitense esercitava grande attrazione sui lavoratori italiani, particolarmente quando, all'inizio di questo secolo, l'esplo­ sione dei processi di urbanizzazione e di industrializzazione produceva una forte richiesta di manodopera con basse qualifiche e a bassi salari. L'emigrazione è stata un fattore di grande trasformazione della società ame­ ricana, lasciando un'impronta indelebile nella struttura demografica e sociale della nazione. Essa ha comunque segnato profondamente anche le società d'o­ rigine, incidendo non solo nel tessuto sociale e demografico ma anche nelle loro strutture economiche. Indubbiamente le crisi, la miseria, le tensioni politiche, il surplus demografi­ co e il deficit alimentare, hanno rappresentato la molla per gli espatri di massa. Una tale chiave di lettura, però, non spiega compiutamente il perché dei flussi migratori da certi luoghi verso altri: una relazione univoca fra miseria ed emi­ grazione non è sostenibile particolarmente per l'emigrazione transoceanica, che per compiersi richiede un minimo di capitali, per cui la miseria è molto spesso un ostacolo più che un motore all'emigrazione stessa.

italiana in Colorado: le fonti

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Un'attenta analisi della strutturazione sociale, politica ed economica di que­ ste realtà rivela l'importanza del patrimonio culturale, del retaggio, che gli uomini e le donne hanno inevitabilmente portato con sé lasciando i loro paesi d'origine. Allora un'accurata ricognizione effettuata su comunità omogenee, dei luoghi di provenienza, dei luoghi di primo insediamento e di quelli successivi, dei mestieri, dello stato civile e di quant'altro di significativo, fornisce una lente speciale per tornare con lo sguardo a questa sponda dell'Atlantico e apportare ulteriori elementi a completamento del quadro, ancora in parte non chiaro, della nostra storia nazionale, particolarmente suggestivi in questa fase di rapidi mutamenti. Studiare le caratteristiche dell'emigrazione italiana in Colorado è quanto si propone la ricerca che si sta conducendo, il primo passo della quale presuppo­ ne evidentemente il reperimento delle fonti. L'indagine è stata svolta presso i National Archives di Washington, D.C. e di Denver, Colorado, gli Archivi dello Stato del Colorado, le Public Library di Denver e Pueblo in Colorado, gli archivi dell'Arcidiocesi di Denver, presso il Center for Migration Studies di New York, presso le Corti di Walsenburg e Trinidad in Colorado, presso la biblioteca dell'Università di Boulder, Denver e Pueblo in Colorado, e presso associazioni di italiani in Colorado. l Naturalt'zatt'on Records, conservati presso i National Archives e provenienti dalle Corti distrettuali di Denver e Pueblo sono già stati schedati, mentre è in corso la scheda tura di quelli conservati presso l'Archivio di Stato del Colorado, e le Corti di Walsenburg e Trinidad. l Census Records relativi al Colorado sono anch'essi in corso di schedatura, e a questo punto è forse utile ricordare che le pubblicazioni statunitensi dei cen­ simenti forniscono solo dati complessivi, dai quali non è possibile evincere la condizione degli italiani, per cui è indispensabile esaminare le singole schede. l Registri di matrimoni, battesimi e dei defunti conservati presso l'Archivio il dell'Arcidiocesi relativi agli anni compresi tra la metà del secolo scorso e 1960 sono stati riprodotti a mezzo microfilm e sono anch'essi in corso di sche­ datura. Per la sistemazione e l'elaborazione di questi dati e per renderli accessibili in maniera automatizzata con la creazione di una banca dati si è utilizzato il pro­ gramma applicativo "File Maker Pro" in versione compatibile con i sistemi di elaborazione Macintosh. Tale software, come gli altri dello stesso tipo disponi­ bili, consente la sistemazione dei dati in schede di ordinamento, costituite da campi appositamente definiti dallo studioso. Il software permette la gestione delle informazioni e la loro elaborazione successiva secondo criteri che posso-


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no essere prestabiliti. Inoltre questo programma applicativo consente la facile esportazione dei dati verso altri programmi per eventuali ulteriori e differenti elaborazioni. In questa sede si riferirà esclusivamente della documentazione conservata in Colorado, la parte più cospicua della quale è costituita dalle "naturalizzazioni" e dai "censimenti della popolazione" . Il Colorado s i colloca nella regione centro-occidentale degli Stati Uniti d'America. La maggior parte dell'attuale territorio fu acquisita dagli Stati Uniti nel 1803 , unitamente alla Louisiana, acquistata dalla Francia. La prima esplorazione americana fu effettuata dal colonnello Zebulon Pike nel 1806. Egli attraversò lo Stato da nord a sud, e proprio al sud costruì una difesa nel territorio ove ora sorge Pueblo. Il grosso degli insediamenti si ebbe con la scoperta dell'oro. Nell'estate del 1858 esso fu trovato nelle colline ad ovest di Denver. La notizia si diffuse e migliaia di cercatori si diressero verso le Montagne Rocciose. Città fatte di tende e campi minerari fiorirono come funghi, e sorsero le città di Denver, Golden e Boulder. Nel 1864 si scoprì l'argento in altre aree e sorsero altre città. Si costruirono le ferrovie: Denver Pacific, Denver e Rio Grande, Kansas Pacific, Santa Fé, Denver e South Park, Colorado Centrai. Il Colorado divenne Stato nel 1 876, esattamente dopo cento anni dalla Dichiarazione di indipendenza. Alla fine del XIX secolo, e precisamente dal censimento effettuato per l'an­ no 1890, il Colorado risulta avere una popolazione totale di 4 13 .249 abitanti, di cui 83 .299 nati all'estero. Di questi 3 882 sono nati in Italia (i tedeschi sono 15 . 15 1 , gli inglesi 14.406 e gli irlandesi 12.352). Nella capitale, Denver, vivono 25 .464 persone nate all'estero, di cui 608 italiani. Anche qui i gruppi europei più numerosi sono i tedeschi, gli irlandesi e gli inglesi. Naturalization Records

La prima legge relativa alla naturalizzazione (cittadinanza) fu emanata dal Congresso il 26 marzo 1790 e stabiliva che ogni straniero libero, adulto, bian­ co, maschio o femmina, che avesse risieduto negli Stati Uniti per un periodo di due anni, poteva presentare richiesta di cittadinanza presso le Corti federali, statali e locali, fornendo prova di buona moralità e giurando fedeltà alla Costituzione. La cittadinanza, una volta ottenuta, era automaticamente estesa anche ai figli minori di 2 1 anni. La legge del 29 gennaio 1795 portò a cinque gli anni di residenza necessari

I:emigrazione italiana in Colorado: le fonti

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per poter richiedere la cittadinanza, stabilendo anche che i richiedenti dovesse­ ro rinunciare all'obbedienza alle leggi e alla sovranità del loro paese di origine tre anni prima di poter presentare domanda di naturalizzazione, nonché rinun­ ciare ad ogni titolo nobiliare. La legge del 14 aprile 1802 demandò alle Corti distrettuali e locali dei luo­ ghi d'ingresso il compito di raccogliere le informazioni relative ai richiedenti e cioè i dati anagrafici, la nazionalità, lo Stato da cui emigravano, e il luogo in cui intendevano stabilirsi. Queste Corti rilasciavano, poi, un certificato che poteva essere esibito quale prova della data di arrivo negli Stati Uniti. Questa fu la normativa più completa emanata nel XIX secolo. Solo poche revisioni furono operate: la più importante delle quali nel 1 855 per estendere automati­ camente la cittadinanza ai coniugi (mogli) dei cittadini americani, nel 1870 per estendere la cittadinanza ai discendenti delle persone di origine africana, in pratica gli ex schiavi, nel 1875 per proibire l'ingresso negli Stati Uniti a galeot­ ti e prostitute e nel 1882 ai colpevoli di reati politici, ai minorati mentali, e a coloro che non erano in grado di dimostrare di poter provvedere al proprio mantenimento. Nel 1891 fu creato il Bureau of Immigration (attualmente Immigration and Naturalization Service) presso il Segretariato del Tesoro; nel 19Q3 passò al ministro del Commercio e del Lavoro; dal 1913 al 1940 gran parte delle sue funzioni erano sotto la direttiva del Ministero della giustizia, e nel 1940 diven­ ne parte del Ministero stesso. Il 27 giugno 1906 il Congresso emanò una legge che attribuì al Bureau of Immigration ogni competenza relativa alla naturalizzazione degli stranieri. Essa stabiliva anche la procedura da seguirsi per ottenere la cittadinanza. Il primo atto consisteva nel compilare una dichiarazione (Declaration of In­ tention) che conteneva anche il giuramento reso al funzionario della Corte relativo all'intenzione di divenire cittadino americano, di risiedere permanen­ temente negli Stati Uniti e rinunciare alla lealtà dovuta a qualsiasi altro paese (in pratica rinunciare all'obbedienza alle leggi del proprio paese d'origine). In un periodo compreso tra i due e i sette anni successivi a questa dichiarazione­ giuramento il richiedente poteva presentare alla Corte una petizione (Petition and record) per ottenere la cittadinanza, corredata dalla testimonianza di due persone che conoscevano direttamente il richiedente e dichiaravano che egli era residente negli U.S.A. da almeno cinque anni ed era di provata moralità. Il Bureau doveva procedere ad un esame preliminare e poi sottomettere alla Corte i risultati ed i suggerimenti. Successivamente il richiedente compariva avanti alla Corte, che, se riteneva soddisfacenti gli atti prodotti, gli faceva giu­ rare fedeltà alla Costituzione e rinunciare a qualsiasi altra sovranità, emanando


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Anna Maria Muraglia

le disposizioni favorevoli alla concessione della cittadinanza. Il giudice poteva anche ordinare un'ulteriore indagine o negare, motivando, la concessione della cittadinanza. Questa procedura restò praticamente invariata fino al 1952, quando l'Immigratz'on and Nationality Act del 24 dicembre eliminò le Decla­ ratz'ons o/ Intention.

Il 9 maggio 1918 il Congresso emanò una legge che concedeva a coloro che avevano servito nelle forze armate americane per tre anni la possibilità di pre­ sentare richiesta di naturalizzazione senza provare la residenza di cinque anni, ed esentava i combatt�nti della prima guerra mondiale dalla compilazione della declaration o/ intention .

Questa legge riprendeva quella del 17 luglio 1862, esentava dalla compila­ zione della dichiarazione coloro che erano stati congedati con onore dall' eser­ cito, seguita il 24 luglio 1 894 da una analoga disposizione che estendeva il beneficio ai congedati dalla marina o dal corpo dei marines. 11 22 settembre 1922 il Congresso emanò una legge che modificò la procedu­ ra di naturalizzazione per le donne sposate. Prima di tale data le donne sposate a cittadini americani o a cittadini naturalizzati acquisivano automaticamente la cittadinanza in seguito al matrimonio. La nuova legge richiese che ogni donna sposata che desiderasse divenire cittadina americana dovesse farne richiesta. Non era, però, necessario compilare la declaration ed il periodo minimo di resi­ denza era ridotto da cinque ad un anno. Altre due leggi modificarono la procedura. La prima del 1924 (Immigratlon Act) emanò disposizioni relative alle quote d'immigrazione. Essa determinò il numero di stranieri cui era consentito di richiedere la cittadinanza ogni anno legandolo alla percentuale tra la popolazione totale statunitense e il numero di immigrati di stessa nazionalità residenti. Il risultato di questa legge fu che colo­ ro che emigravano dai domini inglesi, dalla Germania e dall'Irlanda ottennero più dei due terzi della quota annuale. La legge del 1 952 (Immigration and Nationality Act) nota come McCarran Act, modificò quella del 1924 determi­ nando la quota annuale sulla base di una percentuale della popolazione ripor­ tata dal censimento del 1920. Ma, cosa più importante, essa rimosse ogni bar­ riera di razza per la naturalizzazione assegnando una quota non inferiore a cento persone alle nazioni i cui cittadini erano stati precedentemente dichiarati ineleggibili per la naturalizzazione. Presso i National Archives di Denver sono conservati i Naturalization Records provenienti dalle Corti distrettuali di Denver e Pueblo. Il fondo comprende: Declarations of Intention, Naturalization Dockets, Petitions and Records e Miscellanea. Le serie sono ordinate cronologicamente. La documentazione relati­

va alla Corte di Denver va dal 1877 al 1952, quella di Pueblo va dal 1883 al 1949.

r;emigrazione

italiana in Colorado: le fonti

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Le dichiarazioni, ad eccezione di quelle contenute nel primo volume (pro­ dotte prima del 1906) , contengono i dati anagrafici del richiedente, la sua descrizione fisica, il mestiere, il luogo di nascita, l'ultima residenza negli Stati Uniti, la città d'imbarco, la data e il porto d'arrivo ed il nome del vettore. Le dichiarazioni successive al 1912 includono anche il nome del coniuge, la sua data e luogo di nascita e la residenza dei figli. Le dichiarazioni contenute nel primo volume contengono solo il nome del richiedente, lo Stato di provenienza e la data di compilazione, in quanto prodotte secondo uno schema creato dalla Corte distrettuale, e non dal Bureau of Immigration and Naturalization. I Naturalization Dockets ( 1 906- 1916) sono in pratica elenchi cronologici relativi alle richieste di cittadinanza compilati dai funzionari della Corte. La serie Petitz'ons and Records (1906- 1950) contiene le richieste di cittadi­ nanza. Ogni richiesta si compone di quattro parti: la petizione ver� e propria, la dichiarazione sotto giuramento (affidavit) del richiedente e dei testimoni, la rinuncia alla fedeltà ad altra sovranità, e la decisione della Corte relativa alla cittadinanza. Nella prima parte si registra il nome, il luogo di residenza, l'occupazione, la data ed il luogo di nascita, il luogo e la data di emigrazione, città d'arrivo negli Stati Uniti, nave, luogo e data della declaration o/ intentlon, data di residenza negli Stati Uniti, dati anagrafici del coniuge e dei figli e loro residenza all'atto della petizione, nonché la cittadinanza di provenienza. La seconda parte con­ tiene nome, indirizzo ed occupazione dei due testimoni che dichiarano la resi­ denza prevista di cinque anni del richiedente e ne affermano le doti morali. La terza parte è in pratica il giuramento di fedeltà alla Costituzione america­ na e la rinuncia ad ogni altra sovranità. La quarta parte è firmata dal giudice e contiene la data di concessione della cittadinanza. Se il giudice non intendeva concedere la cittadinanza ordinava ulteriori indagini oppure i motivi che lo spingevano a negarla. Sono, inoltre, registrate le richieste presentate al fine di modificare il cognome. Interessante è, nell'ambito di uno studio condotto sull'emigrazione da un determinato paese, incrociare i dati tra declaration e petition, oltre che, ovvia­ mente, con i censimenti della popolazione e le liste dei passeggeri. La documentazione relativa a Pueblo (area sud dello Stato) si suddivide in: Declarations o/ intention ( 1 906- 1 949) formulate analogamente a quelle di Denver; Petition and Record (1912-1949), anch'esse simili a quelle di Denver; e Soldiers' Petition and Record (1918- 1 928). Questa serie contiene le richieste di cittadinanza presentate da coloro che avevano servito nelle forze armate ameri­ cane. I dati contenuti in queste petizioni sono gli stessi delle petizioni di cui s'è detto innanzi. L'unica differenza fra le due serie consiste nel fatto che a quelle


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dei militari è allegato lo stato di servizio, al fine di ottemperare a quanto previ­ sto dalla legge del 9 maggio 1918. L'ultima serie è quella relativa alla naturaliz­ zazione vera e propria, e segue lo schema di quella di Denver. Le richieste di naturalizzazione presentate alle Corti dello Stato o delle con­ tee sono conservate rispettivamente presso l'Archivio dello Stato del Colorado e presso le singole Corti. Alcune serie sono anche presso la Società storica del Colorado. Da un'indagine svolta si è potuto, però, appurare che i registri con­ servati dalle Corti locali presentano notevoli lacune in quanto molta documen­ tazione è andata perduta. Presso i National Archives di Denver sono conservati anche i censimenti della popolazione eseguiti negli anni 1860, 1870, 1 880, 1900, 1910 e 1 920. Quelli dell'anno 1890 sono andati distrutti, a causa di un incendio, nell'anno 192 1 (restano solo i dati contenuti nella pubblicazione curata dall'Ufficio del censimento). Bisogna ricordare che i Census Records non sono consultabili prima che siano trascorsi 72 anni, sicché le ultime schede disponibili sono quelle relative al censimento del 1920. Queste schede, oltre a fornire i dati anagrafici relativi ad ogni individuo e nucleo familiare, e la razza di appartenenza, riportano anche i dati relativi ai genitori e ai loro paesi d'origine, il grado d'istruzione, l'occupazione, l'eventua­ le datore di lavoro, l'indicazione relativa all'abitazione, se, cioè, essa è di pro­ prietà o in affitto, l'indicazione relativa al servizio militare e l'eventuale presen­ za di minorazioni fisiche. Nel 1920 viene anche indicato se la persona ha già ottenuto la cittadinanza, se ha soltanto iniziato il processo per richiederla, o se è straniera. La Società storica del Colorado conserva un'interessante raccolta di fotogra­ fie, molte delle quali relative agli scioperi nelle miniere degli inizi del secolo, e alle condizioni di vita e lavoro nei campi minerari. Ad esse vanno aggiunte le raccolte di alcune annate di quotidiani italiani. La raccolta, però, più consistente di quotidiani italiani si trova presso la biblioteca pubblica di Pueblo, città che ebbe una forte presenza italiana, e in cui si stampò dal 1897 fino agli anni immediatamente precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale il quotidiano «L'Unione», che fu il più impor­ tante giornale italiano presente nello Stato e quello più a lungo pubblicato. Anche a Pueblo si conserva una raccolta fotografica consistente, e molte delle foto si riferiscono ad italiani. Presso la biblioteca pubblica di Denver si conservano alcune interviste, tra­ scritte, ad emigranti di origine italiana ed una raccolta non molto cospicua di articoli di quotidiani americani relativi alla presenza italiana nello Stato.

italiana in Colorado: lefonti

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L'Arcidiocesi di Denver conserva i registri di battesimi, matrimoni e defunti provenienti dalle parrocchie dello Stato ed un solo registro dell'orfanotrofio fondato da Madre Cabrini. Sono state, poi, rinvenute varie raccolte private di famiglie ed associazioni di italiani in Colorado. Conclusioni

Al fine di fornire un esempio di utilizzazione delle fonti indicate si riporta la

strutturazione dell'emigrazione italiana in Colorado suddivisa per regioni di provenienza. Tale analisi è stata effettuata elaborando un numero di circa 2000 schede di Declarations o/Intention.

Dalla figura allegata si evidenzia che il gran numero di richiedenti nati in Abruzzo in Molise' in Basilicata ed in Calabria non segue, statisticamente, la ' struttura complessiva dell'emigrazione italiana. Vi sono evidentemente delle connotazioni originali nel flusso migratorio verso il Colorado che vi fanno giungere in maggior numero emigranti da un gruppo di regioni definito. Comprendere le ragioni di questi insediamenti è quanto si prefigge questa ricerca.


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o

...... o o

N o o

MARIOLINA PANSINI

Fonti per lo studio dell'emigrazione polt'tt'ca della provincia di Bari (1890-1943): lo schedario politico provinciale Basilicata Calabria Campania

Friuli V. G.

Lombardia Marche

Piemonte

Sardegna Sicilia Toscana Trentina A.A. Umbria Valle d'Aosta Veneto

Nell'ambito della collaborazione, già ampiamente collaudata per altri settori di ricerca, tra sezione Didattica dell'Archivio di Stato di Bari e Istituto pugliese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea, a partire dal 1992 si è costituito un gruppo di lavoro, finalizzato alla formazione di un Laboratorio delle fonti sull'emigrazione, formato da Mariolina Pansini, Maria Rosaria Sicoli, Renata Zingarelli e Gilda Blasi dell'Archivio di Stato di Bari, da Ignazio Pansini e Maria Padovano della Biblioteca provinciale De Gemmis di Bari, da Vito Antonio Leuzzi e Ornella Bianchi dell'Istituto pugliese. Tale gruppo ha iniziato lo spoglio sistematico delle fonti conservate presso l'Archivio di Stato di Bari, presso alcuni archivi comunali e parrocchiali, presso le Capitanerie di porto di Bari e Molfetta e presso associazioni di emigranti (Mola di Bari e Molfetta). Prime utilizzazioni a fini didattici delle fonti già censite sono stati un ciclo di seminari, al secondo dei quali, cui ha partecipato Maria Rosaria Ostuni, intito­ lato I:emigrazione italiana tra politica e lavoro (1890-1940), fa riferimento la presente comunicazione, e una ricerca didattica con la Scuola media Pascoli di Bari dal titolo I:emigrazione italiana tra '800 e '900 (1876-1925), su cui è stata presentata a questo convegno una comunicazione a nome di Maria Rosaria Sicoli e Renata Zingarelli. Del lavoro presentato al seminario sopra menzionato, che abbracciava ne­ cessariamente tutto il fenomeno dell'emigrazione politica, sono esaminate in questa sede solo la parte relativa ai dati censiti per l'America del Nord; in ogni caso i dati relativi all'America del Sud, Africa e Europa, paesi trattati nei prece­ denti convegni, che è stato possibile acquisire solo recentemente, spero possa­ no trovare una giusta collocazione in un lavoro organico. Le fonti censite per la ricerca sono: i tre versamenti del Gabinetto del pre/et-


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Mariolina Pansini

to (il primo per gli anni 1 890- 1913; il secondo e il terzo per gli anni 19251948), l'Archivio generale della Prefettura (Serie Affari generali e I, II e III ver­ samento, la serie Sanità pubblica e l' Ufficio Albania limitatamente all'immigra­ zione politica albanese a Bari) , l' Ufficio provinciale del lavoro, la Leva, la Ca­ mera di commercio di Bari, gli Enti comunali di assistenza di Barz: Molfetta e Mola di Bari, gli Archivi storici dei comuni di Bar� Carbonara, Loseto, Trani, Modugno, Sannicandro, Valenzano, Alberobello, Mola di Bari (di cui i primi tre depositati presso l'Archivio di Stato di Bari), le serie Schedario politico provin­ ciale, Massime, A4A/A4B (EbreO, Commissariato di P.S. presso le FF.SS. del fondo Questura; infine del Partito nazionale fascista la serie delle Relazioni

riservate del federale e dei Fasci di combattimento. Queste che seguono sono prime considerazioni ricavate esclusivamente dal­ l'esame della serie, considerata fonte privilegiata per lo studio del lavoro politi­ cizzato all'estero, cioè lo Schedario politico provinciale del fondo Questura di Bari. Istituito fin dal secolo scorso (la data precisa di istituzione dello Sche­ dario provinciale di Bari non è nota poiché la documentazione più antica della Questura è andata dispersa, ma abbiamo 28 fascicoli contenenti carte il cui ter­ mine a qua risale al 1892-1895) , lo Schedario politico provinciale - dicevo - rac­ coglie in 4647 fascicoli la documentazione relativa a persone ritenute pericolo­ se per l'ordine pubblico e le istituzioni dello Stato l . A seguito delle "Istruzioni" 2 emanate dalla Direzione generale di pubblica sicurezza nel 1896, che istituiva un "Ufficio di schedario degli affiliati a partiti sovversivi maggiormente pericolosi", il Casellario politico centrale, dotato di archivio autonomo, provvide a coordinare ed accentrare la documentazione prodotta, già da tempo, a livello provinciale, dall'attività di sorveglianza e sche­ datura degli individui ritenuti politicamente pericolosi. Ma non tutta la documentazione prodotta e raccolta nello Schedario provin­ ciale veniva spedita a Roma: si riteneva opportuno da parte delle autorità di P.S. di segnalare al centrale solo i casi dei sovversivi più pericolosi. Per cui la consultazione del fondo conservato presso l'Archivio di Stato di Bari con i 4647 fascicoli - che mi risulta (in relazione ai dati riferiti dalla Guida degli Archivi di Stato rispetto agli stessi fondi) tra i più cospicui a livello pro-

I L'inventario curato da Linda Giuva, Daniela Lallone, Gilda Blasi, Angela Bruno e Renata Zingarelli, in particolare Introduzione di Linda Giuva. 2 "Istruzione sull'impianto di un ufficio di schedario degli affiliati a partiti sovversivi maggior­ mente pericolosi nei rapporti dell'ordine e della sicurezza pubblica" emanata con circolare del Gabinetto della Direzione generale di P.S. del Ministero dell'interno n. 5343 del l giugno 1896.

Fontiper lo studio dell'emigrazione politica della provincia di Bari (1890-1943)

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vindale - consente di conseguenza, rispetto al Casellario politico centrale, la ri­ costruzione di una mappa più articolata e dettagliata del sovversivismo in Terra di Bari, e quindi anche del fenomeno migratorio. Lo schedario, che è stato ver­ sato nel 1982 dalla Questura di Bari in perfetto ordine (alfabetico), abbraccia un arco di tempo che va dal 1892 al 1945; i fascicoli si riferiscono prevalente­ mente al fenomeno del sovversivismo a partire dagli anni Venti e subiscono un netto incremento dal 1926 in seguito all'approvazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che annullava ogni forma di espressione e di orga­ nizzazione del dissenso e ampliava il potere di controllo degli organi di polizia. Da quella data inizia in modo massiccio l'emigrazione politica, a ondate suc­ cessive a piccoli gruppi, verso la Francia, luogo privilegiato, e verso i paesi del­ l'America del Nord e del Sud. L'inventario che, su analogia del fondo conservato presso l'Archivio centrale dello Stato di Roma, è informatizzato, ha mirato non a riprodurre un riordina­ mento, in quanto l'ordine vi era già (alfabetico), ma a fornire agli utenti una serie di notizie e dati informativi utili non solo per l'identificazione del soggetto (paternità o maternità, data e luogo di nascita) ma anche per la ricostruzione della sua identità politica e sociale (colore politico, luogo di residenza, mestiere). Vi sono poi altri campi di ricerca che consentono di individuare il materiale allegato al fascicolo: foto segnaletica, scheda biografica, materiale a stampa sequestrato o altro materiale non riconducibile alla documentazione, processo di riabilitazione, sanzioni inflitte (confino, tribunale speciale, ammonizione, internamento, diffida). Di questi ultimi dati assai interessanti per ricostruire la vita degli emigrati all'estero sono le lettere e la stampa censurata o sequestrata. L'elaborazione dei dati desunti dai fascicoli dei sovversivi ha consentito: 1) individuazione di soggetti emigrati (rilevazione dei soggetti con residenza all'estero); 2) individuazione dei flussi migratori (rilevazione del paese di provenienza e rapporto paese di destinazione/paese di provenienza); 3) rilevazione della periodizzazione: a) 1890- 1925 b) 1926- 1943; 4) individuazione della "rete di sostegno" tra emigrati (rilevazione dei me­ stieri); 5) individuazione di eventuali " catene migratorie" (rilevazione di interi nuclei familiari o gruppi di consanguinei) . Dalla provincia di Bari, 760 individui dichiarati "sovversivi" di vario colore politico, emigrano all'estero: 376 scelgono l'Europa e di questi ben 323 la


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Francia (da un esame dei paesi di provenienza si è rilevato che ben 177 prove­ nivano da Corato, 44 da Barletta, 12 da Bari e 10 da Trani); 138 scelgono l'America del Sud, di cui 1 12 l'Argentina; 2 17 l'America del Nord. È necessario qui ricordare che in sede di schedatura e inventariazione dei fascicoli, i dati relativi al paese di provenienza, al paese di destinazione e alla professione oltre agli altri dati di ricerca sono desunti dalla documentazione e quindi sono assolutamente attendibili; altrettanto non si può dire per il dato del colore politico che è invece un dato di rilevazione (dalla copertina del fasci­ colo) e quindi risente del grado di preparazione dell'archivista della Questura. Quanto alla periodizzazione, dalla documentazione si rileva che solo in pochissimi casi l'emigrazione è collocabile tra il 1890 e il 1925 ; in tutti gli altri l'esodo avviene tra il l927 e il l943 , quindi dopo le leggi liberticide, anche nel caso di soggetti (soprattutto anarchici) sui quali il controllo degli organi di polizia inizia sin dagli ultimi anni dell'Ottocento (in questi fascicoli gli estremi cronologici della documentazione sono assai ampi) . Dei 217 emigrati in America del Nord, solo quattro erano donne; nessun sovversivo scelse il Canada, i più si concentrarono nella zona orientale degli Stati Uniti comprendente lo Stato di New York, New Jersey, Ohio, Illinois, Michigan, Pennsylvania, Massachussets, Connecticut; solo poche unità si distribuirono tra la California, il New Mexico, il Nebraska e la Florida. Luo­ ghi privilegiati furono lo Stato di New York con 140 presente sulle 2 17 cen­ site, e il New Jersey con 28 presenze; seguono 1 1 in Illinois, 10 in Ohio, 7 in California, 5 in Massachussets, 3 in Rhode Island e Michigan, 2 in Pennsyl­ vania, l unità rispettivamente in Florida, Nebraska, Connecticut, Washing­ ton e New Mexico. L'elaborazione dei dati riferibili alla località di partenza permette di evidenziare un forte flusso migratorio (64 unità) di "sovversivi" di Molfetta verso i tre Stati contigui di New York (40 unità) New Jersey (22 unità) e Pennsylvania (l unità), mentre solo l unità emigra in California. Seguono Bisceglie con 13 unità (9 New York, 3 Massachussets e l Rhode lsland), Bari 1 1 unità (5 New York, 4 Illinois, l Michigan e l Washington), Corato 9 unità (8 New York e l Rhode Island), Conversano 6 unità (4 New York e 2 Ohio), Bitonto 6 unità (4 New York, l Ohio, l Nebraska), Ruvo 6 unità (tutte nello Stato di New York) , Gravina 5 unità (tutte New York) , Giovinazzo 5 unità (4 New York e l Michigan), Acquaviva delle Fonti 5 unità (3 New York, l New Mexico, l California) , Monopoli 5 unità (4 New York e l New Jersey) , Cassano Murge 3 unità (tutte in Ohio), Castellana Grotte 3 unità (2 Illinois, l New York) , Grumo Appula 3 unità (tutte New York) , Trani 3 unità (tutte New York), Alberobello 2 unità ( l New York e l New Jersey) , Andria 2 unità ( l New York e l California), Altamura 2 unità (tutte New

Fonti per lo studio dell'emigrazione politica della provincia di Bari (1890-1943)

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York), Adelfia 2 unità ( l New York e l California) , Casamassima 2 unità ( l New York e l Pennsylvania) , Canosa d i Puglia 2 unità ( l New Jersey e l Illinois), Spinazzola 2 unità ( l New York e l Massachussets), Triggiano 2 unità ( l New York e l Illinois), Toritto 2 unità (tutte New York) , Terlizzi 2 unità ( l New York e l Massachussets) , Castellaneta, fuori provincia, 2 unità (tutte New York), l unità rispettivamente i comuni di Bitetto (California) Sannicandro (New York) , Turi (New York), Trinitapoli, fuori provincia (New York). Il totale è di 195 unità: il dato invece di 2 17 emigrati in USA comprende al­ tri soggetti ivi emigrati ma non provenienti dalla provincia e inseriti nello Schedario politico provinciale a vario titolo (molti fascicoli sono infatti intestati a individui che entrarono in rapporti con sovversivi locali o dimorarono tem­ poraneamente in provincia). A voler riassumere i dati fin qui citati, i sette paesi costieri della provincia di Bari (Monopoli, Mola di Bari, Bari, Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie) ebbero, con 1 12 unità, più della metà degli emigrati in USA e di questi 100 si concen­ trarono negli Stati della costa orientale. Dall'elaborazione dei dati relativi ai mestieri, risultano legate al settore della pesca solo 20 unità, che andarono ad alimentare quella forte "fishing commu­ nity" costituitasi nei paesi della costa orientale tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Invece la maggioranza dei soggetti emigrati indivi­ duati (59 unità tra contadini, agricoltori e braccianti) è legata al mondo agrico­ lo e della trasformazione (6 pastai). Altrettanto forte è la comunità degli addetti alle attività di servizio (45 unità tra negozianti, commercianti, barbieri, sarti, tintori, librai, bottai, sellai, frutti­ vendoli, ambulanti, vetturini) e quella degli addetti all'artigianato dell'edilizia (36 tra meccanici, muratori, carpentieri falegnami, operai manovali) e della pie­ tra (14 tra marmisti e scalpellini). Pochissime le élite intellettuali (solo 6 unità tra professori, avvocati, impiega­ ti, religiosi). Delle quattro donne due sono dichiarate casalinghe, una è censita come libraia, della quarta non è accertato il mestiere, ma parte al seguito di un nucleo familiare: evidentemente cerca lavoro o marito. I dati relativi ai mestieri sembrerebbero confermare quella interpretazione del fenomeno migratorio della provincia di Bari 3 come prevalentemente legato

3 Per un'analisi puntuale del fenomeno migratorio di Terra di Bari cfr. il saggio di O. BIANCHI, Emigrazione e migrazioni interne tra otto e novecento, in L. MASELLA - B. SALVEMINI, Le regioni dall'Unità ad oggi. La Puglia, Torino, 1989 pp. 5 19-558.


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Mariolina Pansini

al mondo urbano, considerando ad esso strettamente connesse le attività legate all'agricoltura (penso alla caratteristica dell'agricoltura della fascia costiera) , ivi compresa l'attività di trasformazione agro-alimentare (pastifici) che fu un setto­ re emergente dell'imprenditoria di fine secolo specie a Molfetta 4, Un'ultima riflessione merita il fenomeno delle "catene migratorie" : queste sono state rile­ vate soprattutto per gli emigrati in Francia (ben 28 nuclei familiari per un tota­ le di 64 unità), 4 nuclei (tot. 8 unità) in Argentina, solo 7 nuclei (tot. 20 unità) in USA. Questo dato a mio avviso conferma la forte 5 rete di solidarietà già esistente in USA che era veicolante per la nuova emigrazione mentre si costruisce ex nova per la Francia a partire dagli anni immediatamente successivi l'avvento del fascismo (e quindi i nuclei familiari sono più cospicui e compatti). Queste prime considerazioni tratte da un fondo per così dire "politico" come lo Schedario sono suscettibili di approfondimenti, verifiche e mi auguro conferme dall'esame degli altri fondi che ho citato e che è in via di completa­ mento.

4 Sul fenomeno dell'emigrazione molfettese cfr., tra l'altro, B. SALVEMINI, Comunità "separate" e trasformazioni strutturali. I pescatori pugliesi tra metà Settecento e gli anni trenta del Novecento, in «Mélanges de l'école française de Rome», 1985, l; O. BIANCHI, Emigrazione e modernizzazione in un comune dell'Italia meridionale: Molfetta tra i secoli XIX e XX, in AA. VV., Studi sulla emigrazio­ ne. Un'analisi composta, a cura di M.R. OSTUNI, Milano 1991, pp. 243-262. 5 Alla data del 1925 risultavano emigrati dalla Puglia soprattutto in America del Nord più di 350.000 unità; cfr. l 'Annuario statistico dell'emigrazione italiana dal 1 876 al 1 925, a cura del Commissariato generale dell 'emigrazione.

PIERLUIGI PIANO

Breve nota sulle trascrizioni degli atti immobiliari come /onte per l'emigrazione

Nel dicembre 1992, a seguito delle decisioni della Commissione di sorve­ glianza presso l'Ufficio della Conservatoria dei registri immobiliari di Varese, venivano versati all'Archivio di Stato di Varese i registri di trascrizione di anno­ tazione e di iscrizione dal 1866 al 192 1 , per un totale di 746 registri. In una prima ricognizione dei titoli di trascrizione ( 1 866- 1 92 1 ) sono stati rinvenuti atti che si è ritenuto utile segnalare. Per l'emigrazione verso l'America del Nord si sono trovati: due atti di vendi­ ta e una procura speciale, rispettivamente del 1902, 1907 e 1915. Questi atti non sono certo isolati o sporadici; sono stati rilevati altri atti rogati da notai stranieri o presso consolati o agenzie consolari del regno d'Italia all'estero (nell'America del Sud: in Argentina: due atti rogati a Buenos Aires; in Europa: in Francia: tre a Parigi, uno a Besançon; in Austria: uno a Vienna e uno a Saarbriicken; in Svizzera: uno a Zurigo e uno a Walzenhausen, vicino a Zurigo; ed infine, uno in Lussemburgo) . Nella fattispecie, i documenti considerati per l'emigrazione in America sono - come detto - due vendite e una procura speciale, nulla di particolare se non che le due vendite sono rogate da notai americani di origine italiana, in presen­ za di testi italiani e con contraenti italiani. La procura speciale, invece, avviene presso l'agenzia consolare d'Italia in Detroit, Michigan. La prima vendita è rogata nella città di Boston, Stato di Massachusetts, Stati Uniti d'America, dal notaio Michele Nasca, che si dichiara: «Notaio Pubblico per la Contea di Suffolk Stato di Massachusetts, nell'anno 1902, nel giorno 8 del mese di aprile. Sono presenti quali testimoni: Cerutti Alfieri, di Giuseppe, cappellaio, nato e domiciliato a Sagliano Micca, provincia di Novara [oggi Vercelli] e Luigi Bertolo, fu Giuseppe, meccanico, nato e domiciliato a Torino, entram­ bi - afferma il notaio - qui residenti [Boston] . I contraenti sono Felice Rizzi, fu


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Pierluigi Piano

Bernardo, scalpellino, di anni 49, nato e domiciliato in Viggiù, e Margherita Desolina Bianchi, fu Giovanni, casalinga, di 40 anni, nata a Bisuschio, e domiciliata a Viggiù, entrambi residenti nella città di Barre, Stato del Vermont e, come risulterà dall'atto, marito e moglie. li marito cede e trasferisce alla moglie tutto quanto possiede in Viggiù in frazione Molino Bevera: casa con rustici al Molino Bevera di due piani, vani otto e terreni a prato, orto, bosco ceduo misto, aratorio e pascolo, livellati alla Fabbriceria della Parrocchiale di Viggiù, e due pezze di aratorio vitato livellati ad Annoni Giovanna. Dichiara di aver ricevuto già prima d'ora dalla compratrice lire italiane novecento».

L'atto sottoscritto dal notaio porta il sigillo impresso dell'ufficiale rogante in carta arancione e tutte le autentiche richieste, consolato, Ministero degli esteri. La vendita del 1907 è rogata il giorno 27 del mese di dicembre nella città di Meriden Conn, County of New Haven. Davanti al notaio Vito Giorgio St. Georges compare Egidio Triacca fu Carlo da Barasso, il quale vende a Carlo Bregonzio fu Tranquillo da Barasso e residente in questa città, «per considera­ zione di Lire Mille Italiani ed altre considerazioni di benefici ricevuti» una casa di abitazione a tre piani posta nel Comune di Barasso (provincia di Como) nella via Alemagna, con annessi rustici per stalla, portico e cascina, pervenuta­ gli dalla divisione ereditaria del proprio padre. Sono presenti quali testi: Ales­ sandro Tamborini e Francesco Elia. Segue la sottoscrizione notarile e le auten­ tiche di rito. Un'altra caratteristica estrinseca di questi atti è che sono rogati su "moduli continui" , ossia su fogli lievemente più stretti dei fogli della carta bollata e uniti tra di loro, di modo che il recto e il verso della carta sono scritti in conti­ nuità, nel caso del primo, l'atto fu tagliato al momento della rilegatura dei documenti in registro, per cui la seconda facciata risulta capovolta rispetto alla prima. Il terzo atto invece è una procura speciale a vendere inserita come allegato ad una vendita avvenuta a Besano rogata in una cucina terrena della casa alla Ravella appartenente a Giovanni e Riccardo Franzosi il 18 febbraio 1915. La procura vera e propria fu rogata il giorno 9 dicembre 1914 nella cancelleria dell'agenzia consolare d'Italia in Detroit, Michigan, alla presenza «di Angelo Bianchi fu Ferdinando, muratore nato a Lovinate [Luvinate] (provincia di Como) ( ... ), e di Arioli Domenico di Giuseppe, muratore, nato a Besano (provincia di Como) ( ... ) ; entrambi ( ... ) residenti [a] ( ... ) Detroit, testimoni. Riccardo Franzoni fu Andrea, scalpellino, da Besano, provincia di Como ( ... ) nomina suo procuratore specia­ le il fratello Giovanni con facoltà di vendere un prato ed un castagneto di sua pro­ prietà».

Breve nota sulle trascrizioni degli atti immobiliari come/onte per l'emigrazione

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Oltre al formalismo del linguaggio notarile, s i intravvedono fatti velati dal dubbio. Una certa presunzione di miseria ci sembra di scorgerla nella seconda vendita con quei "benefici" ricevuti e sottaciuti. Non meno drammatica la prima. Di fronte - forse - alla silicosi, che colpì tanti dei nostri scalpellini, que­ st'uomo provvede a dare una sistemazione alla moglie, e le intesta quanto ancora possiede nel paese natio, e nella dichiarazione di aver già ricevuto il prezzo pattuito per la vendita, vi è la memoria - forse - dei soldi portati in dote dalla moglie e spesi per il viaggio verso la speranza e verso la fortuna. La vendita di ciò che si possedeva in patria dovette rappresentare un taglio del cordone ombelicale non certo facile. Purtroppo le fonti dei nostri archivi, o almeno quelle da noi prese in considerazione, sono mute, al di là delle cifre e dei dati statistici, e possiamo solo riflettere sui drammi, sulle rinunce, sulle spe­ ranze tradite, disattese o sulle gioie, sulle fortune; altre sono le fonti a cui attin­ gere e che purtroppo in molti, troppi, casi sono state disperse.


INDICE DEGLI AUTORI ARCANGELI GIOVANNA, Alcuni casi di emigrazione "nobile" dalle carte della Consulta araldica conservate nell'Archivio centrale dello Stato, 1236 AUDENINO PATRIZIA, Storia di emigrazione temporanea e itinerante: archivi pub­ blici e documenti privati, 1366 BALDISSARRO LIA DoMENICA, L'archivio del Reparto liquidazione pensioni­ Settore convenzioni internazionali dell'INPS quale possibile fonte per la sto­ ria dell'emigrazione europea, 391 BECHERUCCI ANDREA, vedi J aitner Klaus BIRINDELLI ANNA MARIA, La rilevazione delle migrazioni in Argentina, 74 BocciNI FLORIANO, L'Opera nazionale combattenti e l'emigrazione in Africa orientale, 638 BosWORTH RrcHARD J. B . , Reading the Italo-Australian Press in the Era o/ Post1945 Mass Migration, 745 Bozzi CoLONNA MARIA LUISA, J;emigrazione verso l'Argentina e il Brasile negli

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