LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE VOL II DOCUMENTI

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

ALBERTO ROVIGHI

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE (Giugno 1940-Novembre 1941)

VOLUME II

DOCUMENTI

ROMA 1995


PROPRIETÀ RISERVATA Tutti i dirilli riservati Vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione

© Ufficio Storico SME • Roma 1988 Ja Edizione. Roma 1988 2a Edizione - Roma 1995

Tipografia Fusa Editrice S.r.l. - Roma Via di Malagroua, 293 - 00050 Ponte Galcria Finito di S1ampare - Ottobre 1995


INDICE DEI DOCUMENTI n.

I - Ordinamento delle Forze Armate dell' A.O.I. del 15. ll.1937(instralcio).

Pag.

3

2 - Testi degli accordi italo-britannici del 2.1.1937 e del 16.4.1938

»

10

3 - F. n. 15044 in data 22.2.1937 del Capo del Governo al Mar. Graziani relativo alla costituzione di una «armata nera» (stralcio) .

»

28

4 - Lettera del Sottosegretario Gen. Baistrocchi al Capo del Governo in data 18 .9. 1936 .

»

29

5 - F. n. 28740 in data 1.12.1937 del Mar. Graziani al Min. A.I. con proposte di ordinamento suppletivo

»

31

6 - F. n. 16314 in data 9.4.1938 del Sottosegretario alla Guerra, Gen. Pariani, al Min. A. I. con parere sugli ordinamenti proposti .

»

34

7 - F. 11. 806989 in data 8.5.1939 del Ministro Teruzzi al Viceré con promemoria circa questioni interessanti la preparazione militare dell'Impero

»

36

8 - Legge 26 luglio 1939, n. 1193 «Organizzazione bellica delle Terre Italiane d'Oltremare» (stralcio) .

>>

38

9 - F. n. 5569 in data 4.6.1940 del Capo di SMG «Costituzione e funzionamento del Comando Supremo delle FF.AA. in caso di guerra» .

>>

40

n. 10 - R. Decreto 27 luglio 1940, n. 1139 « Nomina del Gen. di C.A. Claudio Trezzani a Capo di S.M. del Governo Generale A.O.I.}>

»

43

n. 11 - Appunto del Capo del Governo in data 21.4.1940 per il Gen. Claudio T rezzani

»

44

n. 12 - F. n. 1-D in data 8.6.1940 del Comando Supremo: «Terre Italiane d'Oltremare» .

»

45

n.

n.

n.

n.

n.

n.

n.

n.


Il

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

n. 13 - F . n. 200391 in data 10.5.1940 del Comando Superiore FF.AA. dell' A.O.I.

Pag.

47

n. 14 - Specchio della Forza presente in A.O. alla data dcli' 1.6.1940

>>

57

n. 15 - Situazione approssimativa reparti, automezzi, armi e munizioni, consistenza carburanti, lubrificanti e derrate in A.O.I. alla data del 15 luglio 1940 .

»

58 59

n. 16 - L'Aeronautica in A.O. I. alla data del lO giugno 1940 n. 17 - Notizie sugli organici di reparti italiani, nazionali ecoloniali .

))

60

n. 18 - Una sintesi delle situazioni aeree successive al giugno 1940 .

>>

62

n . 19 - Notizie sugli organici delle unità britanniche .

»

63

n . 20 - Notizie sulle forze britanniche nel Sudan alla data del 20 gennaio 1941

»

66

n. 21 - Notizie sulle forze britanniche nel Kenia alla data dcli' 1 gennaio 1941 .

»

70

n. 22 - Tele 2742 in data 27.1.1939 del C.do FF.AA. in A.O.I. al Capo del Governo .

»

73

n. 23 - Scambio di corrispondenza tra il Governatore dell' Eritrea, Daodiace, ed il Vice Governatore Generale, Nasi, del luglio ed agosto 1939 .

»

75

n. 24 - Foglio 2284 del 15.5.1939 (con due allegali) del Governo Generale in A.O.I. con direttive per studi e predisposizioni di carattere operativo

»

81

n. 25 - F. 4507 del 16.6.1939 del Capo di S.M. Generale al Sottosegretario Teruzzi circa priorità del problema della sicurezza interna nel!' A.O .I. .

»

90

n. 26 - F. 807903 del 4.7.1 939 del Min. A.I. che invia copia del precedente .

>>

91

n. 27 - F. 4672 del Capo di S.M . Generale in data 27.8.1939 «Direttive per la preparazione bellica delle Terre ltaliane di Oltremare» .

>>

92


III

INDICE DEI DOCUMENTI

n. 28 - F. 4691 del Capo di S.M .G. in data 29.8.1939 «Direttive di carattere operativo per le T.1.0. in dipendenza dell'attuale situazione internazionale»

Pag.

95

))

97

n. 30 - Stralci della circ. 4000 in data 1.10.1939 del Governo Generale dell' A.O.I. «Criteri fondamentali sulla condotta della guerra nell'Impero» .

»

99

n . 31 - Tele 23587 in data 29.8.1939 del Viceré al Ministero A.I. «Preparazione operazione Gibuti richiede 30 giorni»

))

101

n. 32 - F. 5414 in data 14.5.1940 del Capo di S.M.G. all'oggetto: «Piani Operativi del Governo Generale A.O.I.»

>>

102

n. 33 - F . 809077 in data 5.9.1939 del Sottosegretario Teruzzi al Capo di S.M.G. con proposte di studiare operazioni su Cassala e Ghedaref .

»

103

))

104

n . 35 - Memoria del Capo del Governo in data 31.3.1940 sulla situazione, con direttive per un piano di guerra .

»

105

n . 36 - Tele 15953 UM del 31.5.1940 del Sottosegretario Teruzzi che ordina attuazione nuova organizzazione di Comando in A.O.I. con attribuzione poteri civili e militari ai Comandanti di Scacchiere

»

109

n. 37 - Tele 15292 in data 18.5.1940 del Capo del Governo al Viceré «Non c'è più un minuto da perdere» .

»

110

n. 38 - Lettera in data 23.5 . 1940 del Qen. Claudio Trezzani al Ministro A.I. Attilio Teruzzi

})

111

n. 39 - F. 5526 in data 1.6.1940 del Capo di S.M.G. al Capo del Governo sulla «Situazione politico-militare» .

»

114

n. 40 - F. 5482 del 28.5.1940 del Capo di S. M. G. «Organizzazione delle Forze Armate dell'A.0.1. per l'emergenza»

»

116

n. 41 - Tele 5500 in data 30.5.1940 deÌ Capo di S.M.G. "Costituzione Comando Supremo et forze pronte dal giorno 5 giugno con compiti strettamente difensivi" .

»

117

n. 29 - Stralci del P.R. 12 in data 18.9.1939

n. 34 - F. 80977 in data 8.9.1939 del Sottosegretario Teruzzi al Viceré perché siano studiate operazioni su Cassala e Ghedaref, oppure soltanto Cassala


IV

LE OPE RAZ IONI IN A FRICA ORIENTALE

n. 42 - Tele 52485 in data 2.6.1940 del Viceré a Capo di S.M.G . con richiesta istruzioni circa operazione Gibuti che richiede 15 giorni preparazione

Pag. 118

n. 43 - Tele 5573 in data 4.6.1940 del Capo di S.M.G. al'Viceré conferma atteggiamento difensivo

»

119

n. 44 - Promemoria del Gen. Armellini al Capo di S.M.G. in data 5.6.1940 all'oggetto: «Piano Operativo S. Azione per occupazione di Cassala»

»

120

n. 45 - Tele 16356/3 in data 7.6.1940 del Capo di S.M.G. a Supercomando A.O .I. «Possibilità operazioni offensive subordinata a situazione politica interna»

»

122

n. 46 - Tele 52984 dell'8.6. 1940 del Viceré a Capo di S.M.G. con sintetica relazione su situazione interna nell' A.O.I.

>>

123

n. 47 - Tele41/0pindata8.6.1940del CapodiS.M.G. " Operazione S potrà attuarsi solo presentandosi condizioni particolarmente favorevoli . Studiare eventuale operazione Cassala"

>>

124

n. 48 - Tele 61/0p in data 9.6. 1940 del Capo di S.M.G . conferma contegno strettamente difensivo

>>

125

n. 49 - Tele s.n. in data 9.6.1940 del Capo di S.M .G informa apertura ostilità at ore 24,00 del 10.6.1940 .

»

126

n. 50 - Tele 6000 in data 10.6.1940 ore 09,40 del Viceré chiede istruzioni circa attività aeree et marittime

»

127

n. 51 - Tele 88/0p in data 10.6.1940 del Capo di S.M .G. conferma non effettuare alcuna azione offensiva ma assicurare possesso territorio

»

128

n . 52 - Lettera in data 28.5.1940 del Gen. Frusci al Gen. T rezzani per raccomandare operazioni nel Sudan anziché su Gibuti

»

129

n. 53 - Lettera in data 18.6.1940 del Viceré al Capo di S.M .G. sulla «Situazion€ politico-militare del!' Impero» .

»

132

n . 54 - Testo della Convenzione armistiziale del 24.6.1940 tra Esercito Italiano ed Esercito Francese per quanto si riferisce a Gibuti

»

B9


V

INDICE. DE.I DOCUMENTI

n. 55 - Tele 1/735 Op del 21.6.1940 del Capo del Governo al Viceré

Pag. 141

n. 56 - F. 330478 in data 26.6.1940 del Supercomando A.O.I. «Operazioni di Kassala»

»

142

n. 57 - F. 331427indata27.7.1940delSupercomandoA.O.l. «Direttive per il fronte del kenia»

»

145

n. 58 - F. 331030 in data 14.7.1940 del Viceré al Capo di S.M.G. «Operazione offensiva per la conquista del Somaliland inglese»

»

146

n. 59 - F. 331305 del 23.7.1940 del Viceré al Capo di S.M.G. «Gibuti-Berbera»

))

150

n. 60 - F. 331756 del 9.8.1940 del Viceré al Capo di S.M.G. con notizie sull'operazione in corso nel Somaliland .

>>

152

n. 61 - Tele 1884/0p del 14.8.1940 del Capo di S.M.G. al Viceré che sollecita le operazioni e l'invio di informazioni

»

155

n. 62 - Tele 1941/0p del 17.8. 1940 del Capo di S.M.G. al Viceré che comunica compiacimento del Capo del Governo e invita a maggiore rapidità .

»

156

n. 63 - F. 332013 in data 19.8. 1940 del Supercomando in A.O.I. «Relazione riassuntiva sulle operazioni per la conquista del Somaliland inglese>>

»

157

n. 64 - Lettera in data 23.8.1940 del Viceré al Mar. Badoglio sulle operazioni nel Somaliland .

))

161

65 - F. 1222 in data 25.8.1940 del Gen. Trezzani al Mar. Badoglio sulle operazioni nel Somaliland

»

162

n. 66 - Relazione del Gen. Nasi sulle operazioni nel Somalìland (stralci)

)>

165

n. 67 -Tele 789727dellaD.G.Affarì Politiciindata3 .8 .1940

>)

171

n. 68 - F. 1622/0p in data 1.8.1940 del Capo di S.M .G. chiede studio di eventuali operazioni alla frontiera sudanese

»

173

n. 69 - Lettera del Viceré in data 2.8.1940 a Badoglio prospetta operazioni nel Goggiam e nel Sudan .

»

174

11.


VI

LE OPE RAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

n. 70 - F.33 1742indata8.8.1940del ViceréalCapodiS.M.G. chiede previsioni sulla durata del conflitto e rifornimenti di gomme.

Pag. 175

n. 71 - F. 1882/0p in data 13.8. 1940 del Capo di S.M.G. al Viceré con indicazioni sull'andamento generale del conflitto e suoi intendimenti per l'A.O.I. .

»

177

n. 72 - Tele 60049 in data 22.8 .1940 del Viceré al Capo di S.M.G. che indica esigenza assoluta di aerei, gomme e carburante per qualsiasi attività offensiva .

>>

179

n. 73 - Tele 2052/0p in data 22.8.1940 del Capo di S.M.G. al Viceré indica impossibilità dei rifornimenti richiesti e conviene su arresto operazioni .

»

179

n. 74 - F. 2105 in data 26.8.1940 del Capo di S.M.G. al Viceré indica la impossibilità di indicare una prossima fine del conflitto, riferisce sui tentativi di attuare rifornimenti per l' A .O.I. , prospetta possibilità operative avvenire

»

180

n. 75 - F. 2201 in data 30.8.1 940 dello S.M. Generale al Ministro Teruzzi «Direttive per le operazioni in A.O.I.».

»

182

n. 76 - F. 332340 in data 2.9.1940 del Viceré al Mar. Badoglio all'oggetto «Previsioni operative» .

»

183

n. 77 - F. 2346 in data 7.9.1940 del Mar. Badoglio al Viceré in risposta al precedente

»

187

n. 78 - F. 332456 in data 11.9.1940 del Viceré al Capo di S.M.G. «Situazione generale a fine agosto XVIII» .

»

188

n . 79 - Lettera in data 30.9.1940 del Viceré al Mar. Badoglio ~ circa motivi della modificazione alla ripartizione militare del territorio .

»

194

n. 80 - F. 333099/0p in data 5.10.1940 del Supercomando A.O.I.: «Modificazioni alla ripartizione militare del territorio» .

»

196

n. 81 - Proposte del Comando Scacchiere nord per operazioni verso Ghedaref o Atbara .

»

199

n. 82 - F. 2831 in data 1.10.1940 del Mar. Badoglio

»

202


· VII

INDICE DEI DOCUMENTI

n. 83 - F. 20/S in data 23.10. 1940 del Viceré

Pag. 204

n. 84 - F. 3479/ 0p in data 30.10.1940 del Mar. Badoglio, sulla situazione operativa e logistica

»

208

n. 85 - Composizione della forza britannica impiegata nel raid contro il presidio di El Uach (16.2.1940).

>>

210

n. 86 - F. 30/S in data 15.11.1940 del Viceré al Capo di S.M.G. «Notiziario»

»

211

n. 87 - F. 496/0p del 18.11.1940 del Viceré al Mar. Badoglio circa deterioramento del morale degli ascari e della situazione economica

»

216

n. 88 - F. 015745/ 0p in data 8.11.1940 del Comandante lo Scacchiere nord ai dipendenti Comandanti delle Truppe perché, a titolo precauzionale, sia studiata la intelaiatura di una difesa arretrata .

»

218

n. 89 - F. 334479/0p in data 22.11.1940 del Supercomando A.O.I. al Comando Scacchiere nord: «Azione difensiva - Dfrettive» .

>>

220

con ulteriori direttive per un'azione difensiva

»

222

n. 91 - F. O16684 in data 27. 11.1940 del Comando Scacchiere nord: «Azione difensiva - Direttive» .

»

225

n. 92 - F. 016921 in data 3.12.1940 del Comandante Scacchiere nord ai Comandanti dipendenti «Direttive segretissime per la difesa in posizioni arretrate» .

»

228

n. 93 - Tele 4664/0p in data 14.12.1940 del Capo del Governo al Viceré che invita alla vigilanza in relazione all'an<lamento delle operazioni in Marmarica .

»

236

n. 94 - F. 42/S in data 16.12.1940 del Viceré al Duce all'oggetto «Offensiva inglese»

»

237

n. 95 - Tele 4881 in data 22.12 .1940 del Capo del Governo in risposta al precedente

»

241

n. 96 - Circ. 335270 in data 24.12.1940 del Supercomando A.O.I. ai Comandanti di scacchiere Aeronautica e Marina, all'oggetto: «Direttive per la difesa dell'Impero»

»

242

o. 90 - F. 35/S in data 27.11.1940 del Supercomando A.O.I.


VIII

n.

l.É OPERAZIONI IN AFRICA OR IENTALE

97 - F. 45/S in data 30. 12. 1940 del Supercomando A.O.I. al Comando Supremo inviando copia delle direttive del 24.12 .1940.

Pag. 247

98 - F. 02/137 in data 6.1. 1941 del Comando Scacchiere sud in riferimento alle direttive del Comando Superiore

»

248

99 - F. 0 1149/0p in data 8. 1.1941 del Comando Scacchiere nord in riferimento alle direttive del Comando Superiore

»

255

n. I 00 - Tele 50/S in data 11.1.194 1 del Supercomando A. O .I. a Comando Supremo chiede consenso a ripiegamento su linea Agordat-Barentù .

»

257

n. 101 - Promemoria 563287 in data 11.1.1941 del Gen. Trezzani a Gen. Frusci circa ripiegamento .

>>

258

n. 102 - T ele 06096 in data 12.1.1941 del Comando Scacchiere nord al Comando Superiore sollecita decisioni di ripiegamento

>>

260

n . 103 - Tele 5393/0p del 12. l. I 941 del Comando Supremo a Comando Superiore A.O .I. autorizza ripiegamento da Cassala .

»

261

n. 104 - F. 53/S in data 15.1. 1941 del Comando Superiore A.O.I .: «Direttive per la difesa dello Scacchiere nord»

»

262

n. 105 - Tele 01563/0p in data 16. 1.1941 del Comando Scacchiere nord a Comando Superiore in risposta al foglio precedente

»

265

n. 106 - F. 44/S in data 26. 12.1940 del Comando Superiore A.O.I.: «El Uach - deficienze e provvedimenti» .

>>

267

n. 107 - F. 205 in data 4.1. 1941 di Supermarina a Comando Supremo circa notizie di sgomberi da Chisimaio .

»

271

n. 108 - Tele 5162 in data 4. 1.1941 di Mussolini a Viceré chiede spiegazioni per notizia di sgomberi da Chisimaio

»

272

»

273

))

275

n. n.

.,

n. 109 - F. 48/S in data 5.1.1941 del Viceré al Comando Supremo all ' oggetto : «Sgombero di Chisimaio» n. I IO - F . 0/1703/0p in data 19.1.1941 del Comando Scacchiere nord: «Atteggiamento truppe nel nuovo schieramento».


IX

INDICE DEI DOCUM ENTI

n. 111 - Circ. 0 1705/ 0 p in data 20.1.1941 del Comando Scacchiere nord: «Contrazione dello schieramento» .

Pag . 276

n. 112 - Tele 0/ 1757 in data 21.1.1941 del Comando Scacchiere nord a Comando Superiore propone arretramento da linea Cherù-Aicotà

»

278

n. 113 - Tele 563546 in data 22. l. l 941 del Comando Superi ore in risposta a richiesta precedente

»

279

n . 114 - Circ. 563718/ 0p in data 30.1. 1941 del Comando Superiore Forze Armate A.O.I. all'oggetto «Creazione dello Scacchiere ovest»

»

280

n. 115 - F. 57/S in data 27. l.1941 del Comando Superiore in A.O .I_. al Coma ndo Supremo sulla situazione

))

282

n. ll6 - Relazione del febbraio l 941 del Col. Lorenzini sulle operazio ni avvenute ad Agordat (stralci)

»

287

n. 117 - Relazione del febbraio 1941 del Col. Delitala sugli a vvenimenti a Barentù (stralci)

))

302

n. 118 - F. 59/S in data 2 .2.1941 del Comando Superiore A,0.1.: «Direttive per la difesa della linea CherenArresà»

))

312

n . 119 - Tele 42563 in data 1.2.194 I del Viceré a Stamage sulla situazione dell'Aeronautica nell'A.0.I.

»

314

n. 120 - Tele 42744 in data 2.2.1941 del Viceré a Stamage: aerei in A.O .I. ridotti a 7 1

»

3 15

n. 121 - F. 97 RP in data 27. l. 194 I del Comandante Superiore Ma rina in A.O.I. a Supermarina circa costituzione Piazza di Massaua e suo probabile investimento in caso di caduta delle difese di Agordat-Barentù

»

316

n . 122 - Lettera in data 6.2.1941 del Viceré al Gen . Frusci con direttive e notizia di invio di rinforzi

»

3 17

n. 123 - Tele 564684 in data 12.3.1 941 del Comando Superiore a Comando Scacchiere nord circa possibilità di dare disponibile il battaglione a lpino

))

319

n. 124 - Tele 06 l 006 in data 12.3.1 941 del Comando Scacchiere nord risponde negativamente a richiesta precedente

»

319


X

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

n. 125 - Tele 061002 in data 12.3.1941 del Comando Scacchiere nord con la situazione operativa alle ore 16,00 e con previsione di prossima ripresa delle operazioni sul fronte Cheren-Arresà . Pag. 320 n. 126 - Forze britanniche operanti contro la Somalia quali risultavano il 22.2.1941 al Comando Superiore FF.AA. dell'A.0.1.

»

321

n. 127 - F. 60indatal4.2. 194ldelViceréaMussolini,Comandante delle Truppe operanti su tutte le fronti, che rappresenta la precarietà della situazione e prospetta l'esigenza di abbandonare Addis Abeba .

»

322

n. 128 - F. 6595/0p in data 20.2.1941 del Capo del Governo al Viceré che ne approva le disposizioni ma invita ad evitare l'abbandono di Addis Abeba .

>>

326

n. 129 - F. 66/S in data 25 .2.1941 del Viceré al Duce riferisce su attacco inglese contro la Somalia, sulla convinzione di poter tenere a Cheren e su prospettive future

»

329

n. 130 - F. 69/S in data 16.3.1941 del Viceré al Duce, all'oggetto: «Riflessi morali degli ultimi avvenimenti dell' Impero» .

»

334

n. 131 - F. 2062/Sv. in data 4.4.1941 del Comando Supremo «Cessazione servizi aerei con l' A.O.I.» .

>)

338

n. 132 - F. 84/S in data 26.4.1941 del Comando Superiore in A.O.I. al Comando Supremo «Situazione generale e possibilità avvenire»

»

339

n. 133 - Letterjl di un uffic.iale del Comando Superiore A.O.I. (Magg. Fallaci) al Col. Ferrara, Capo Ufficio Militare del Ministero Africa Italiana

»

343

n. 134 - Tele 85/S in data 7.5.1941 del Viceré al Duce con situazione a quella data

»

345

n. 135 - Tele 86/S in data 11.5.1941 del Vicerè al Duce con notizie su altri nuclei di forze che resistono in A.O .I.

»

346

n. 136 - Tele 88/S in data 13.5.1941 del Viceré

»

347

n. 137 - Tele 93/87 del Comando Supremo del 14.5. 1941

»

349


Xl

INDICE DEl DOCUMENTI

n. 138 - Tele 30066/0p. in data 13.6.1941 del Capo del Governo a Gen. Gazzera invitante a prolungare resistenza fino at limite umane possibilità

Pag. 350

n. 139 - Forze britanniche sul fronte del Galla e Sidama, quali risultavano al Comando Superiore FF.AA. dell' A.O.I. alla data del 22 febbraio 1941

»

351

n. 140 - Tele 177255 in data 19.5.1941 del Gen. Gazzera a Stamage con sintesi situazione forze nel Galla e Sidama al momento in cui Scacchiere rimane isolato

>)

353

))

356

n. 142 - Tele 177988 del 19.5.1941 c.s.

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358

n. 143 - Bando per la Piazza di Gimma del Gen. Gazzera in data 6.6.1941

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360

>)

362

n. 145 - F. 1605530/0p. in data 22.5.1941 del Gen. Nasi, quale Comandante Truppe Amara, al Gen. Gazzera, quale nuovo Comandante Superiore in A.O.I., con la situazione a quella data

»

364

n. 146 - Successive situazioni del Comando Truppe Amara al Comando Supremo alle date indicate in oggetto: F. 1606917 «Situazione Amara» in data 19.6.1941

»

368

n. 147 - F . 1607474 «Situazione al 5 luglio»

»

369

n. 148 - F. 1608300 «Situazione al 24 luglio»

»

372

n. 149 - F. 400/0p «Situazione al 23 agosto»

»

377

n. 150 - F. 1800/0p «Situazione all'8 settembre»

»

382

n. 151 - F. 2400/0p «Situazione al 18 settembre»

»

386

n. 152 - F. 3094/0p «Situazione al 5 ottobre»

>>

390

n. 153 - Unità e Comandanti citati nei bollettini di guerra del Comando Supremo

»

394

n. 141 - Tele 177317 in data 20.5.1941 del Gen. Gazzera a Min. A.I. e Stamage circa situazione politica nel territorio

n. 144 - Testo delle condizioni di resa delle forze italiane nel Galla e Sidama del 4.7.1941


XII

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

n. 154 - Ricompense collettive concesse per fatti d'arme avvenuti nel corso della guerra in Africa Orientale negli anni 1940 e 1941

Pag. 397

n . 155 - Medaglie d'oro al valor militare

»

399

n. 156 - Comandi ed Unità fino al livello reggimento e brigata coloniale; nominativo dei Comandanti; sede o zona di impiego; altre notizie eventuali

»

404

.,


AVVERTENZA Sono indicati come "Documenti" le riproduzioni dei reperti d'archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, in originale o in copia. La documentazione dai numeri 153 al 156 inclusi è invece una elaborazione dell'autore ricostruita organicamente in base a dati desunti sia dall'archivio e sia da pubblicazioni edite.


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1)0CUMENTI

DOCUMENTO N.

ORDINAMENTO DEL 15 NOVEMBRE 1937 (stralcio). N. 2708. REGIO DECRETO 15 novembre 1937-XVI Ordinamento politico, amministrativo e militare per l'Africa Orientale Italiana. (Pubblicalo nella Gazzetta Ufficiale del 20 aprile 1938, n. 91)

VITTORIO EMANUELE III PER ORAZIA 01 DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

RE D' ITALIA IMPERATORE D'ETIOPIA Visto il R. decreto-legge 1° giugno 1936-XIV, n. 1019, sull'ordinamento e l'amministrazione dell'Africa Orientale Italiana, convertito nella legge 11 gennaio 1937-XV, n. 285; Visto il R. decreto-legge 11 ottobre 1934-Xll, n. 1723, che aggiorna le disposizioni vigenti sull'ordinamento del Regio esercito, convertito nella legge 17 dicembre 1934-XIII , n. 2110, e le successive modificazioni; Udito il parere del Consiglio superiore coloniale; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Ministro Segretario di Stato per l'Africa Italiana, di concerto con i Ministri Segretari di Stato per le finanze, per la guerra, per la marina e per l'aeronautica; Abbiamo decretato e decretiamo: A rt. 1.

È approvato l'unito ordinamento politico, amministrativo e militare per l'Africa Orientale Italiana, vistato, d'ordine Nostro, dal Ministro Segretario di Stato per l'Africa Italfana.

CAPO IH.

FORZE ARMATE Art. SO.

Le Forze militari terrestri dell'Africa Orientale Italiana comprendono: una divisione nazionale in Addis Abeba; sedici brigate coloniali, di cui tre in Eritrea, quattro nell'Amara, tre nell' Harar, quattro nei Galla e Sidama e due nella Somalia Italiana;


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LE OPERAZ IONI IN AFRICA ORI ENT ALE

truppe delle armi di fanteria, artiglieria e genio non inquadrate nella divisione nazionale e nelle brigate coloniali; servizi non assegnati alla divisione nazionale ed alle brigate coloniali. Con separati provvedimenti sono determinati gli ordinamenti delle altre forze militari terrestri e quelli delle forze appartenenti alla Regia marina e alla Regia aeronautica stanziate nel territorio e nelle acque territoriali dell' Africa Orientale Italiana. Art. 51.

La divisione nazionale è costituita da: un comando, retto da un generale di divisione del Regio esercito; due reggimenti di fanteria d'Africa, costituiti da un comando, una batteria d'accompagnamento, tre battaglioni e un deposito; un battaglione di mitraglieri d'Africa; un reggimento d'artiglieria d'Africa, costituito da un comando, due gruppi someggiati e un deposito; due compagnie del genio d'Africa; una sezione di sanità; una sezione di sussistenza. Art. 52.

Le brigate coloniali sono costituite da: un comando, retto da un generale di brigata o da un colonnello del Regio esercito: reparti coloniali delle varie armi per un totale di: • cinquantotto battaglioni di fanteria coloniale; • cinque gruppi di squadroni di cavalleria coloniale; • sedici gruppi di artiglieria coloniale; • sedici compagnie miste del genio coloniale; servizi costituiti da un reparto someggiato di sanità e da un nucleo di sussistenza, per brigata. Art. 53.

Le truppe non inquadrate nella divisione nazionale e nelle brigate coloniali comprendono: a) fanteria:

un gruppo di quattro battaglioni di camicie nere d'Africa, in Addis Abeba;


DOCUMENTI

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nove battaglioni mitraglieri camicie nere d'Africa (motorizzati) di cui uno in Eritrea, due nell'Amara, due nell ' Harar, due nei Galla e Sidama e due nella Somalia Italiana; due battaglioni di fanteria coloniale, di cui uno in Addis Abeba ed uno nella Somalia Italiana; b) cavalle.ria: -

un gruppo di squadroni di cavalleria coloniale in Addis Abeba;

e) artiglieria: quattro gruppi cli artiglieria d'Africa (motorizzati), di cui uno nell' Amara, uno nell 'Harar, uno nei Galla e Sidama e uno nella Somalia Italiana; quattro gruppi d'artiglieria controaerei camicie nere d'Africa, di cui due in Addis Abeba, uno in Eritrea ed uno nell'Harar; un gruppo di otto batterie d'Africa da posizione, in Addis Abeba; sette compagnie cannonieri coloniali, di cui due in Eritrea, una nel!' Amara, una nell'Harar, una nei Galla e Sidama e due nella Somalia Italiana; d) genio:

un reggimento genio speciale d'Africa, in Addis Abeba, costituito da un comando, due battaglioni, una compagnia ferrovieri ed un deposito. Art. 54.

Le truppe indicate nell'articolo precedente, dislocate nel territorio del Governatorato di Addis Abeba, dipendono dal Comando della piazza d i Addis Abeba, retto da un generale di brigata ciel Regio esercito. Art. 55.

Le unità denominate «d'Africa» sono composte esclusivamente dinazionali; quelle denominate <<coloniali» sono composte di indigeni inquadrati da nazionali. Ogni battaglione coloniale (o reparto corrispondente) ha sede fissa; ivi è dislocato il rispettivo centro di mobilitazione, avente anche funzioni di deposito.

È in facoltà del Governatore generale Vice Re d i stabilire che i battaglioni coloniali, pur avendo sede fissa, possano reclutare il personale indigeno con criterio non territoriale.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Art. 56.

Presso ciascun Comando delle truppe e presso il Comando della piazza di Addis Abeba sono costituiti un deposito territoriale ed un deposito coloniale. Art. 57.

Presso ciascun Comando delle truppe e presso il Comando della piazza di Addis Abeba sono costituiti: una sezione d'artiglieria con magazzini e laboratori; un ufficio lavori del genio con magazzini e laboratori; un ufficio di sanitĂ con relativo magazzino; un ufficio di commissariato con magazzini; un ufficio di veterinaria; un tribunale militare. Art. 58.

Per il servizio ospedaliero territoriale ciascun Comando delle truppe ed i Comandi della divisione nazionale e deJia piazza di Addis Abeba si valgono degli ospedali civili all'uopo appositamente attrezzati. Art. 59.

I magazzini dei servizi di artiglieria, del genio, di commissariato, di sanitĂ e veterinaria dislocati nella piazza di Addis Abeba sono attrezzati in modo da funzionare anche quali magazzini centrali di riserva, e da fornire alla divisione nazionale i mezzi indispensabili per costituire gli elementi necessari all'impiego della divisione fuori della sua sede ordinaria. Art. 60.

Il servizio automobilistico comprende: un autoraggruppamento speciale di camicie nere d'Africa, in Addis Abeba, costituito da un comando, tre autogruppi, un deposito con magazzini ed officine; un autoreparto misto del Regio esercito, con officine per ciascun Comando delle truppe. Art. 61.

Per il servizio topocartografico è costituito un ufficio presso ciascun Comando delle truppe.


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OOCUM!lNTI

Gli uffici topocartografici dipendono dai rispettivi Governi. L'indirizzo, il programma e lo sviluppo dei lavori sono stabiliti dal Ministero dell' Africa Italiana. Le disposizioni per il funzionamento tecnico sono impartite agli uffici dall'Istituto geografico militare, il quale deve informarne il Ministero dell'Africa Italiana. Art. 62.

Il Governatore generale Vice Re, in virtù delle disposizioni di cui all'ultimo comma dell'art. 5 del R. decreto-legge l O giugno 1936- XIV, n. 1019, può disporre spostamenti temporanei di comandi, reparti e servizi da un Governo all'altro. Ari. 63.

L'organico complessivo del personale militare e civile delle forze militari terrestri dell'Africa Orientale Italiana appartenente al Regio esercito (esclusa l'Arma dei carabinieri Reali il cui organico è determinato con separato provvedimento) e alla Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, limitatamente agli enti indicati nel presente ordinamento, è stabilito nell'annessa tabella (Allegato 1).

Art. 170.

Le disposizioni del presente ordinamento che si riferiscono alle Forze armate hanno vigore dal 1° ottobre 1936- XIV; l'organizzazione relativa sarà raggiunta gradualmente con disposizioni particolari del Ministro per I' Africa Italiana. L'organico stabilito nella tabella annessa al presente ordinamento sarà sottoposto a revisione non oltre la scadenza dell'esercizio finanziario 1940-1941. Visto, d'ordine di Sua Maestà il Re d'Italia, Imperatore d'Etiopia:

Il Ministro Segretario di Stato per l'Africa Italiana Lessona


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LE OPERAZIONI IN AFRICA OR IENTAL E

Allegato I TABELLA DEL PERSONALE MILITARE E CIVILE DE LLE FORZE MILITARI TERRESTRI DELL'AFRICA ORIENTALE ITALIANA

(art. 63 dell'ordinamento).

Generale di corpo d'armata del Regio esercito (capo di Stato Maggiorè del Governo generale) . Generali di divisione (comandanti delle truppe e comandante della divisione nazionale)

6

Generali di brigata (sottocapo di Stato Maggiore, ispettore di fanteria coloniale, ispettore d'artiglieria, ispettore del genio, direttore superiore dei servizi, comandante della piazza di Addis Abeba, vice comandante della divisione nazionale)

7

Generali di brigata o colonnelli . Console generale delle camicie nere d'Africa (ispettore dei reparti camicie nere d 'Africa) . Colonnelli delle varie armi . Consoli delle camicie nere d'Africa .

17 1 16 2

Colonnelli o tenenti colonnelli .

11

Tenenti colonnelli delle varie armi e corpi .

36

Tenenti colonnelli o maggiori delle varie armi e corpi .

112

Maggiori delle varie arnii e corpi .

69

Primi seniori o seniori delle camicie nere d'Africa

25

Maggiori o capitani delle varie armi e corpi

19

Capitani delle varie armi e corpi .

583

Centurioni delle camicie nere d'Africa .

104

Capitani o tenenti delle varie armi e corpi . Tenenti o sottotenenti delle varie armi e corpi Centurione o capomanipolo camicie nere d'Africa Capimanipolo o sottocapimanipolo delle camicie nere d'Africa Cappellani militari dei vari gradi .

87 1. 174 1 190 17

Funzionari ed impiegati civili di ruolo

125

Marescialli delle varie anni e corpi .

457

Marescialli o sergenti maggiori delle varie armi e corpi Aiutanti delle camicie nere d'Africa . Aiutanti o primi capi squadra delle camicie nere d'Africa

19 236 16


9

DOCUME NTI

segue Allegato i Sergenti maggiori o sergenti delle varie armi e corpi

.

924

P rimi capi squadra o capi squadra delle camicie nere d'Africa .

384

Militari di truppa nazionali e camicie nere d'Africa .

21.145

Militari di truppa indigeni .

43.270

Visto, d'ordine di Sua MaestĂ il Re d'Italia, Imperatore d'Etiopia: li Ministro Segretario di Stato

per l'Africa Italiana Lessona


IO

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 2

TESTO DELLA DICHIARAZIONE ANGLO-ITALIANA DEL 2 GENNAIO 1937 (GENTLEMEN'S AGREEMENT) RELATIVA AL MEDITERRANEO (*) «Il Governo italiano ed il Governo di S.M. del Regno Unito; «animati dal desiderio di contribuire vieppiù nell'interesse generale della pace e della sicurezza, al miglioramento delle relazioni tra di loro e tra tutte le Potenze mediterranee, e decise a rispettare i diritti e gli interessi di tali Potenze; «riconoscono che la libertà di entrata, di uscita e di transito nel Mediterraneo è un interesse vitale tanto per l'Italia, quanto per le diverse parti dell'Impero Britannico, e che tali interessi non sono in alcun modo contrastanti tra di loro; «escludono ogni proposito di modificare, o, per quanto li riguarda, di vedere modificato lo «status quo» relativo alla sovranità nazionale dei territori nel bacino del Mediterraneo; «si impegnano al rispetto dei loro reciproci interessi e diritti in tale zona; «convengono di adoperarsi in ogni possibile modo per ostacolare qualsiasi attività suscettibile di nuocere alle buone relazioni che la presente dichiarazione ha lo scopo di cons._olidare. «La presente dichiarazione è rivolta ai fini di pace e non è diretta contro alcuna Potenza.

«Roma, il 2 gennaio 1937. «Firmato: Ciano - Firmato: Eric Drummond».

(*) Da «Rassegna Seltimanale della stampa estera>> - Fase. 1-2 del 5.1.1937.


DOCUM ENTI

11

TESTO DELL'ACCORDO ITALO - BRITANNICO DEL 16 APRILE 1938, DEI RELATIVI 8 ALLEGATI, E DELLE NOTE CHE ACCOMPAGNAVANO TALE ACCORDO(*) T ESTO DELL'ACCORDO ITALO-BRITANNICO

«Il Governo italiano ed il Governo del R egno Unito di Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord, animati dal desiderio di porre su una base solida e duratura le relazioni tra i due Paesi e di contribuire alla causa generale della pace e della sicurezza, hanno deciso di entrare in conversazioni allo scopo di raggiungere un accordo sulle questioni di mutuo interesse e le dette conversazioni avendo avuto luogo; «S.E. il conte Galeazzo Ciano di Corte/lazzo, Ministro degli Affari esteri, e S.E. il molto on. conte di Perth, G. C.M. G. , C. B., Ambasciatore straordinario e plenipotenziario di Sua Maestà Britannica a Roma, debitamente autorizzati all'uopo dai loro rispettivi Governi, hanno redatto il presente Protocollo ed hanno firmato gli accordi e dichiarazioni che vi sono annessi, ciascuno dei quali dovrà essere considerato come un atto separato e per sé stante: « 1) Conferma della dichiarazione del 2 gennaio 1937, relativa al Mediterraneo, e delle note scambiate il 3 1 dicembre 1936; 2) Accordo relativo allo scambio di informazioni militari; 3) Accordo relativo a talune zone del Medio Oriente; 4) Dichiarazione relativa alla propaganda; 5) Dichiarazione relativa al lago Tana;

6) Dichiarazione relativa agli obblighi militari degli indigeni de/l'Africa Orientale Italiana; 7) Dichiarazione relativa al libero esercizio della religione e al trattamen-

to degli Enti religiosi britannici in Africa Orientale Italiana; 8) Dichiarazione relativa al Canale di Suez.

«Tali atti entreranno in vigore alla data che i due Governi fisseranno d'accordo. Ciascuno di essi, a meno che non contenga disposizioni relativamente alla sua revisione o durata, rimarrà in vigore senza limite di tempo, ma qualora uno dei due Governi in qualunque momento ritenga che un mutamento di circostanze renda necessaria la revisione di taluno di questi atti, i due Governi si consulteranno allo scopo di procedere a una tale revisione. «I due Governi convengono che, immediatamente dopo l'entrata in vigore dei detti atti, saranno aperti negoziati, ai quali il Governo egiziano sarà invitato a partecipare, per quel che riguarda tutte le questioni interessanti (•J Da «Rassegna Settimanale della Stampa estera» - Fase. 16 del 19.4.1938.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA OR IENTALE

l'Egitto o il Sudan anglo-egiziano, in vista di un accordo definitivo sulle frontiere fra il Sudan, il Kenia e la Somalia Britannica da un lato e l'Africa Orientale Italiana dall'altro, nonché in relazione ad altre questioni che riguardano reciprocamente: a) interessi italiani da un lato e interessi britannici, egiziani o sudanesi dal-

l'altro nei territori sopra menzionati; b) i rapporti fra detti territori.

«Questi negoziati includeranno altresì la questione dei rapporti commerciali fra il Sudan e l'Africa Orientale Italiana. I due Governi convengono inoltre che avranno luogo al più presto possibile negoziati fra il Governo del Regno Unito e il Governo Italiano sulla questione dei rapporti commerciali fra l'Africa Orientale Italiana ed il Regno Unito, l'India, le colonie britanniche, i territori di Oltremare, i protettorati e i territori sottoposti a mandato, amministrati dal Governo del Regno Unito, compresa la questione dell'applicazione, in base a condizioni da stabilirsi, del trattato di commercio e navigazione firmato a Roma il 15 giugno I 883 a tutta l'Africa Orientale Italiana. «Questi negoziati saranno ispirati al comune desiderio di sviluppare i rapporti commerciali fra i predetti territori e di assicurare adeguate facilitazioni al commercio. <<Fatto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile 1938 in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà ugualmente fede. Ciano -

Perth» .

Allegato I. - Conferma della dichiarazione del 2 gennaio 1937 relativa al Mediterraneo e delle note scambiate ìl 31 dicembre 1936. «11 Governo italiano e il Governo del Regno Unito, con la presente, confermano la dichiarazione firmata in Roma il 2 gennaio 1937, relativa al Mediterraneo, e le note scambiate fra i due Governi il 31 dicembre 1936 relative allo «statu quo» nel Mediterraneo occidentale. «Fatto a Roma, in duplice esemplare il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Allegato 2. -

Perth».

Accordo relativo allo scambio di informazioni militari.

«Il Governo italiano e il Governo del Regno Unito convengono che nel mese di gennaio di ciascun anno avrà luogo, per tramite degli Addetti militari, navali ed aerei a Londra ed a Roma, uno scambio reciproco di informazioni riguardanti qualsiasi rilevante progettato movimento amministrativo o


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DOCUM ENTI

ridistribuzione delle rispettive forze militari, navali ed aeree. Questo scambio di informazioni avrà luogo nei riguardi di deueforze che hanno stanza o base: « 1) nei possedimenti d'Oltremare di ciascuna delle due parti (questa frase

ai fini del presente accordo sarà considerata come comprendente i protettorati e i territori sotto mandato) che si trovano o che hanno coste sul Mediterraneo, il Mar Rosso, il golfo di Aden; « 2) ·nei territori in Africa non nominati nel precedente paragrafo primo e situati in una zona delimitata all'ovest dal 20° gradù dt longitudine est ed a sud dal 7° grado di latitudine sud. «Tale scambio di informazioni non escluderà necessariamente la comunicazione occasionale di informazioni militari supplementari, qualora una delle due parti consideri che le circostanze politiche del momento la rendano desiderabile. «I due Governi concordano inoltre di notificarsi reciprocamente in anticipo qualsiasi decisione relativa alfa istituzione di nuove basi navali od aeree nel Mediterraneo ad oriente del 19° grado di longitudine est e nel Afar Rosso o nei relativi accessi. «ratto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Allegato 3. dio Oriente.

Perth».

Accordo Italo-Britannico relativo ad alcune zone del Me-

<<11 Governo italiano ed il Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord, essendo desiderosi di assicurare che non vi sarà conflitto fra le foro rispettive politiche in riguardo alle zone del Medio Oriente a cui si riferisce il presente accordo, essendo anzi desiderosi che lo stesso amichevole spirito che ha presieduto alla firma dell'odierno Protocollo, e dei documenti a questo annessi, abbia anche ad ispirare le loro relazìoni in riguardo a tali zone, hanno convenuto quanto segue: Art. 1.

<<Nessuna delle due parti concluderà alcun accordo o intraprenderà alcuna azione che possa in qualsiasi modo comprometiere l'indipendenza o integrità dell'Arabia Saudiana e dello Yemen. Art. 2.

«Nessuna delle due parti otterrà o cercherà di ollenere una posizione privilegiata di carattere politico in qualsiasi territorio che attualmente appartiene all'Arabia Saudiana o allo Yemen o in qualsiasi territorio che ciascuno di questi Stati potrà in seguito acquistare.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Art. 3.

«Le due parti riconoscono che, in aggiunta agli obblighi che a ciascuna di esse incombono in virtù degli articoli I e 2 di cui sopra, è nel loro comune interesse che nessuna altra Potenza acquisti o cerchi di acquistare sovranità o qualsiasi posizione privilegiata di carattere politico in qualsiasi territorio che attualmente appartiene all'Arabia Saudiana o allo Yemen o che ciascuno di questi Stati potrà in seguito acquistare, compresa qualsiasi isola del Mar Rosso appartenente all'uno o all'altro di questi Stati o in qualsiasi altra isola del Mar Rosso su cui la Turchia ha rinunciato ai suoi diritti con l'articolo 16 del Trattato di pace firmato a Losanna il 24 luglio 1923. In particolare, esse considerano come un interesse essenziale di ciascuna di esse che nessuna altra Potenza acquisti sovranità o qualsiasi posizione privilegiata su qualsiasi parte della costa del Mar Rosso che attualmente appartiene all'Arabia Saudiana o allo Yemen o in qualsiasi delle anzidette isole. Art. 4.

« l) Per quanto si riferisce a quelle isole del Mar Rosso sulle quali la Turchia ha rinunciato ai suoi diritti con l'articolo 16 del Trattato di pace firmato a Losanna il 24 luglio 1923, e che non sono comprese

nel territorio dell'Arabia Saudiana.o dello Yemen, nessuna delle due parti: a) stabilirà la propria sovranità; b) erigerà fortificazioni o difese su nessuna di dette isole o nei riguardi

di esse. «2) È convenuto che nessuna delle due parti farà obiezioni: a) alla presenza di funzionari britannici a Camaran allo scopo di assi-

curare il servizio sanitario del pellegrinaggio alla Mecca in con/ormità delle disposizioni dell'accordo concluso a Parigi il 19 giugno 1926 fra il Governo di Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord e il Governo dell'India da una parte, ed il Governo dei Paesi Bassi dall'altra parte; è anche inteso che il Governo italiano potrà nominare un ufficiale sanitario italiano che vi risiederà nelle stesse condizioni dell'ufficiale sanitario olandese secondo il detto accordo; b) alla presenza dijunzionari italiani nella Grande Hanisc, nella Pic-

cola Hanisc e nel Gebel Zita Zucur allo scopo di proteggere i pescatori che frequentano queste isole; e) alla presenza ad Abu Ai/, Centre Peak e Gebel Taìr delle persone che sono necessarie per il mantenimento dei fari in queste isole.


DOCUMENTI

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Art. 5.

« 1) Le due parti convengono che è nel loro interesse che vi sia pace fra

l'Arabia Saudiana e lo Yemen ed entro i territori di questi Stati. Tuttavia, pur esercitando in ogni tempo i loro buoni uffici per la causa della pace, esse non interverranno in alcun conflitto che, malgrado i loro buoni ufficl, avesse a verificarsi tra questi Stati o entro loro territori. «2) Le due parti riconoscono anche che è nel loro comune interesse che nes-

sun 'altra Potenza intervenga in tali conflitti. Art. 6.

«Per quanto riguarda la zona dell'Arabia situata ad est ed a sud degli attuali confini dell'Arabia Saudiana e dello Yemen o di qualsiasi futuro confine che potrà essere stabilito d'accordo fra il Governo del Regno Unito, da una parte, e i Governi dell'Arabia Saudiana e dello Yemen dall'altra: « 1) il Governo del Regno Unito dichiara che nei territori dei capi arabi sot-

to la sua protezione entro tale zona: a) nessuna azione sarà intrapresa dal Governo·del Regno Unito che pos-

sa essere di natura da pregiudicare in qualsiasi modo l'indipendenza o integrità dell'Arabia Saudiana o dello Yemen (che entrambe le parti si sono impegnate a rispettare nell'articolo 1 di cui sopra), in qualsiasi territorio che attualmente appartiene a questi Stati o in ogni altro territorio che potrà essere riconosciuto dal Governo del Regno Unito come appartenente all'uno o all'altro di questi Stati come risultato di qualsiasi accordo che potrà in seguito essere concluso fra il Governo del Regno Unito e il Governo dell'uno o dell'altro di essi; b) il Governo del Regno Unito non intraprenderà, né farà in modo che

sia intrapreso, alcun apprestamento od opera militare all'infuori degli apprestamenti od opere militari di puro carattere difensivo per la difesa dei detti territori o delle comunicazioni fra le differenti parti dell'Impero britannico. Inoltre, il Governo del Regno Unito non arruolerà gli abitanti di alcuno di questi territori, né farà in modo che essi siano arruolati, in alcuna forza militare all'infuori delle forze destinate e atte esclusivamente al mantenimento dell'ordine e alla difesa locale; e) mentre il Governo del Regno Unito si riserva la libertà di prendere

in questi territori quelle disposizioni che potranno essere necessarie per il mantenimento de/l'ordine e per lo sviluppo del paese, esso intende di mantenere l'autonomia dei capi arabi sotto la sua protezione. «2) Il Governo Italiano dichiara che non cercherà di acquistare alcuna in-

fluenza politica in questa zona.


f 16

I.[: OPE RAZ ION I IN AFRICA OR I ENTAU;

Art. 7.

«li Governo del Regno Unito dichiara che entro i limiti del Protettorato di Aden come definito nell'Aden Prorectorate Order, 1937, i cittadini e sudditi italiani (comprese le società italiane) avranno libertà di recarsi con le loro navi e merci, in tutte le località e porti, e avranno libertà di entrare, viaggiare e risiedere ed il diritto di esercitarvi ogni genere di affari, professioni, occupazioni o industrie, in quanto si con/ormino ed osservino le condizioni e i regolamenti che sono o saranno applicabili nel Protettorato ai cittadini e sudditi e alle navi di qualsiasi Paese che non sia un territorio sotto la sovranità (Suzerainty), Protettorato o Mandato di S. M . il Re di Gran Bretagna, Irlanda e dei Domini Britannici al di là dei mari, Imperatore delle Indie. Art. 8.

« I) Se in qualsiasi m omento una delle due parti notificasse all'altra che es-

sa considera che un cambiamento ha avuto luogo nelle circostanze esistenti al momento de/l'entrata in vigore del presente accordo, tale da rendere necessaria una modificazione delle disposizioni dell'accordo stesso, le due parti entreranno in trattative allo scopo di rivedere o emendare qualsiasi disposizione dell'accordo. «2) In qualunque momento dopo spirato il periodo di dieci anni dall'en-

trata in vigore di questo accordo ciascuna delle parti potrà notificare all'altra la sua intenzione di porre fine all'accordo. Tale not(fica avrà effetto tre mesi dopo la data alla quale è stata fatta. «Fatto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Allegato 4. -

Perth» .

Dichiarazione relativa alla propaganda .

«I due Governi colgono con soddisfazione l'opportunità che fornisce loro la presente occasione di registrare il loro accordo nel senso che qualsiasi tentativo da parte di uno di essi di impiegare i metodi di pubblicità o propaganda a sua disposizione allo scopo di arrecar danno agli interessi del/' altro sarebbe incompatibile con le buone relazioni che il presente accordo mira a stabilire e mantenere fra i due Governi ed i popoli dei loro rispettivi Paesi. «Fatto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Perth».


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DOCUMENTI

Allegato 5. -

Dichiarazione relativa al lago Tana.

«Il Governo italiano conferma al Governo del Regno Unito l'assicurazione da esso data al Governo del Regno Unito il 3 aprile 1936, e ripetuta dal Ministro italiano degli Affari Esteri all'Ambasciatore di S.M. britannica a Roma il 31 dicembre 1936, nel senso che il Governo italiano era pienamente consapevole delle sue obbligazioni verso il Governo del Regno Unito nella questione del lago Tana e non aveva la benché minima intenzione di ignorarle o ripudiarle. «Fatto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Perth».

Allegato 6. - Dichiarazione relativa agli obblighi militari degli indigeni dell'Africa Orientale Italiana. «Il Governo italiano conferma l'assicurazione data nella sua nota del 29 giugno 1936 alla Società delle Nazioni che l'ltalia da parte sua era disposta ad accettare il principio che gli indigeni dell'Africa Orientale Italiana non dovrebbero essere costretti ad altri obblighi militari all'infuori della polizia locale e della difesa territoriale. <<Fatto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Perth».

Allegato 7. - Dichiarazione relativa al libero esercizio della religione e al trattamento degli enti religiosi britannici in Africa Orientale Italiana. «Senza pregiudizio di qualsiasi impegno derivante da trattati che possa essere applicabile, il Governo italiano dichiara che intende assicurare ai cittadini, sudditi e protetti britannici nell'Africa Orientale Italiana e che, il libero esercizio di tutti i culti compatibili con l'ordine pubblico e il buon costume; e in tale spirito esaminerà favorevolmente ogni domanda che dovesse pervenire da parte britannica intesa ad assicurare assistenza di carattere religioso ai cittadini, sudditi e protetti britannici nell'Africa Orientale Italiana che, per quanto concerne altre attività di enti religiosi britannici nell'Africa Orientale Italiana nel campo umanitario e assistenziale, le domande che pervenissero al Governo italiano verranno esaminate tenendo presenti le direllive generali del Governo italiano in materia e le norme della legislazione in vigore nell'Africa Orientale Italiana. «Fatto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile l 938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Perth».


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Allegato 8. -

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Dichiarazione relativa al canale di Suez.

«Il Governo italiano e il Governo del Regno Unito riaffermano con la presente il loro proposito di sempre rispettare e uni!ormarsi alle disposizioni della convenzione firmata a Costantinopoli il 29 ottobre 1888, che garantisce in tutti i tempi e per tutte le potenze il libero uso del Canale di Suez. «Fatto a Roma, in duplice esemplare, il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà egualmente fede. Ciano -

Perth».

Ecco il testo delle note scambiate fra il Conte Ciano e Lord Perth a proposito delle forze italiane in Libia: IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI Roma, 16 aprile 1938-XVI

N. 3514

A Sua Eccellenza il molto onorevole Conte di Perth, G.C.M.G., C.B. Ambasciatore di Sua Maestà Britannica

Roma

«Eccellenza, nel corso delle nostre recenti. conversazioni Vostra Eccellenza ha menzionato la questione dell'ammontare delle forze italiane in Libia. Ho l'onore di informare Vostra Eccellenza che il Capo del Governo ha disposto una diminuzione di tali forze. I ritiri sono già incominciati in ragione di l .000 uomini alla settimana e saranno continuati in ragione non inferiore a tale cifra finché gli effettivi italiani in Libia raggiungeranno il piede di pace. Ciò che rappresenterà in definitiva una diminuzione degli effettivi in Libia di non meno della metà delle forze esistenti al momento dell'inizio delle conversazioni. Ciano». AMBASCIATA BRITANNICA N. 112

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza il Conte Galeazzo Ciano Ministro degli Affari Esteri

Roma

<<Eccellenza, ho l'onore di accusare ricevuta della nota di Vostra Eccellenza in data odierna n. 3514, con la quale l'Eccellenza Vostra mi informa delle intenzioni del Capo del Governo italiano relativamente alla diminuzione progressiva delle forze italiane in Libia. Sarò lieto di portare tale informazione a conoscenza del Governo di Sua Maestà del Regno Unito. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione. Perth».


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DOCUMENTI

Ecco le note scambiate fra il Conte Ciano e Lord Perth circa la Spagna: IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI Roma, 16 aprile 1938- XVI

N. 3515 A Sua Eccellenza il molto onorevole Conte di Perth, G.C.M.G., C.B. Ambasciatore di Sua Maestà Britannica

Roma

<<Eccellenza, Vostra Eccellenza ricorderà che nel corso delle nostre recenti conversazioni io detti a Vostra Eccellenza alcune assicurazioni relative alla politica del Governo italiano in connessione con la Spagna. Desidero ora di confermare queste assicurazioni e darne formalmente atto. In primo luogo, il Governo italiano ha l'onore di confermare la sua piena adesione alla formula del Governo del Regno Unito per l'evacuazione proporzionale dei volontari stranieri dalla Spagna e si impegna a dare pratica e reale esecuzione a tale evacuazione nel momento e alle condizioni che saranno determinate dal Comitato di non intervento sulla base della formula suddetta. «In secondo luogo, desidero confermare che, se tale evacuazione non è stata completata al momento in cui avrà termine la guerra civile in Spagna, tutti i restanti volontari italiani lasceranno immediatamente il territorio spagnolo e tutto il materiale da guerra italiano sarà ritirato contemporaneamente. «In terzo luogo desidero ripetere la mia precedente assicurazione che il Governo italiano non ha alcuna mira territoriale o politica, e non cerca alcuna posizione economica privilegiata, nella Spagna metropolitana, nelle isole Baleari, in alcuno dei possedimenti spagnoli d'oltre mare, o nella zona spagnola del Marocco, o nei riguardi dei suddetti territori, e che non ha alcuna intenzione di mantenere qualsiasi forza armata in alcuno dei territori suddetti. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione.

Ciano>). AMBASCIATA BRITANNICA

N. 113

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza il Conte Galeazzo Ciano Ministro degli Affari Esteri

Roma

«Eccellenza, in risposta alla nota odierna n. 3315, di Vostra Eccellenza, ho l'onore di prender nota della conferma in essa contenuta delle assicurazioni che Vostra Eccellenza mi ha già date nel corso delle nostre recenti conversazioni circa la politica del Governo italiano in connessione con la Spagna. Il Governo di Sua Maestà Britannica del Regno Unito, al quale


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LE OPERAZIONI IN AFRICA OR IENTALE

non mancherò di rrasmettere tale comunicazione, proverà, ne sono sicuro, soddisfazione per il contenuto di essa. A questo proposito occorre appena che io ricordi a Vostra Eccellenza che il Governo di Sua Maestà Britannica considera un regolamento della questione spagnola come un presupposto dell'entrata in vigore dell'accordo fra i nostri due Governi. «Ho inoltre l'onore di informare Vostra Eccellenza che il Governo di Sua Maestà, essendo desideroso che vengano rimossi gli ostacoli che possono attualmente essere ritenuti un impedimento alla libertà degli Stati membri relativamente al riconoscimento della sovranità italiana sull'Etiopia, intende compiere passi nella prossima sessione nel Consiglio della Lega allo scopo di chiarire la situazione degli Stati membri a tale riguardo. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione.

Perth». Ecco il testo delle note riguardanti il trattato navale del 1936: IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI Roma, 16 aprile 1938 - XVI

N . 3516

A Sua Eccellenza il molto onorevole Conte di Perth, G.C.M.G., C.B. Ambasciatore di Sua Maestà Br.itannica

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di informare Vostra Eccellenza che il Governo italiano ha deciso di aderire al trattato navale firmato a Londra il 25 marzo 1936, in conformità alla procedura stabilita all'articolo 31 del predetto trattato. Tale adesione avrà luogo non appena gli atti allegati al Protocollo firmato oggi entreranno in vigore. «Nel portare a conoscenza di Vostra Eccellenza quanto precede, desidero aggiungere che il Governo italiano si propone nel frattempo di conformarsi alle disposizioni del trattato predetto. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione. Ciano». AMBASCIATA BRITANNICA

N. 114

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza il Conte Galeazzo Ciano Ministro degli Affari Esteri

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di accusare ricevuta della nota di Vostra Eccellenza in data odierna n . 3516, con la qual~ Vostra Eccellenza mi ha comunicato la decisione del Governo italiano di aderire al trattato navale


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DOCUM ENTI

firmato a Londra il 25 marzo 1936, non appena gli atti allegati al Protocollo firmato oggi entreranno in vigore e di conformarsi nel frattempo alle disposizioni del trattato predetto. Sarò lieto di portare tale comunicazione a conoscenza del Governo di Sua Maestà nel Regno Unito. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione.

Perth». Ecco il testo del!' Accordo di Buon Vicinato Italo-Britannico-Egiziano.

«Il Governo italiano da una parte, e dall'altra il Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord, per il Kenia e la Somalia britannica, ed il Governo del Regno Unito e il Governo egiziano per il Sudan; desiderosi di asssicurare relazioni amichevoli nell'Africa Orientale; si impegnano, oltre che a procedere a tempo debito alla discussione delle questioni particolareggiate connesse con le frontiere tra l'Africa Orientale Italiana ed il Sudan, il Kenia e la Somalia britannica, come stabilito nel Protocollo firmato in data odierna dal Governo italiano e dal Governo del Regno Unito, a cooperare in ogni tempo al mantenimento di relazioni di buon vicinato tra i detti territori e di cercare con ogni mezzo in loro potere di impedire che vengano effettuate incursioni od altri atti illegali di violenza attraverso le frontiere di ognuno dei suddetti territori; convengono che, tenuto conto che, in virtù del decreto italiano del 12 aprile 1936, la schiavitù fu abolita in Etiopia, così come essa era già stata abolita negli altri territori sopra menzionati, nelle relazioni di buon vicinato di cui al paragrafo precedente, rientrerà la cooperazione necessaria ad impedire l'evasione dalle leggi antischiaviste dei rispettivi territori; convengono che i cittadini, sudditi e protetti dell'altra parte non saranno arruolati nelle truppe, bande o formazioni a tipo militare di colore dei territori anzidetti, compresi in particolare i cittadini, sudditi o protetti che siano disertori delle truppe, bande o formazioni dei territori dell'altra parte o rifugiati provenienti da detti territori. In fede di che, i sottoscritti, debitamente autorizzati dai loro rispettivi Governi, hanno firmato il presente accordo. <<Fatto in Roma in triplice esemplare il 16 aprile 1938, in lingua italiana e inglese, ciascuna delle quali farà ugualmente fede. Ciano -

Perth -

M_o stafà El Sadeb> .


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LE OPE RAZIONI J.N AFRI.CA ORIENTALE

IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI N. 3518

Roma, 16 aprile 1938-XVI

A Sua Eccellenza Mostafà El Sadek Bey Ministro d'Egitto

Roma

«Eccellenza, «Ho l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che oggi è stata firmata dall'Ambasciatore di Sua Maestà Britannica a Roma e da me la seguente dichiarazione relativa al Canale di Suez che costituisce l'allegato 8 al Protocollo che Lord Perth ed io abbiamo pure firmato in data qi oggi: «Il Governo italiano e il Governo del Regno Unito riaffermano con la presente il loro proposito di sempre rispettare e uniformarsi alle disposizioni della convenzione firmata a Costantinopoli il 29 ottobre 1888, che garantisce in tutti i tempi e per tutte le Potenze il libero uso del Canale di Suez». «Ho l'onore di comunicare la dichiarazione sopra trascritta all'Eccellenza Vostra quale rappresentante della Potenza territoriale interessata. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia alta considerazione. Ciano».

LEGATION DE S.M. LE ROI D'EGYPTE A ROME N. 37

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza il Conte Galeazzo Ciano Ministro degli Affari Esteri

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di accusare ricevuta della nota n. 3518 in data odierna con la quale Vostra Eccellenza con la quale mi informa della dichiarazione relativa al Canale di Suez firmata oggi da Vostra Eccellenza e dall'Ambasciatore di Sua Maestà Britannica a Roma, e che costituisce l'allegato 8 al protocollo che Vostra Eccellenza e L ord Perth hanno pure firmato oggi. Ho l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che il Governo egiziano, quale Potenza territoriale interessata, prende nota del proposito del Governo italiano e del Governo del Regno Unito, e vi si associa. «Mi valgo della presente occasione per rinnovare all'Eccellenza Vostra l'espressione della mia più alta considerazione. Mostafà El Sadek>>.


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DOCUMENTI

AMBASCIATA BRITANNICA A ROMA N. 1590-38

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza Mostafà El Sadek Bey Ministro d'Egitto

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di informare Vostra Eccellenza che oggi è stata firmata dal Ministro italiano degli Affari Esteri e da me la seguente dichiarazione relativa al Canale di Suez, che costituisce l'allegato 8 al Protocollo pure da noi firmato in data d'oggi. «Il Governo italiano ed il Governo del Regno Unito riaffermano con la presente il loro proposito di sempre rispettare e uniformarsi alle disposizioni della convenzione firmata a Costantinopoli il 29 ottobre I 888, che garantisce in tutti i tempi e per tutte le Potenze il libero uso del Canale di Suez». «Ho l'onore di comunicare la dichiarazione sopra trascritta all'Eccellenza Vostra quale rappresentante della Potenza territoriale interessata. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione.

Perth».

LEGATION DE S.M. LE ROI D'EGYPTE A ROME

N. 38

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza il molto onorevole Conte di Perth, G.C.M.G., C.B. Ambasciatore di Sua Maestà Britannica

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di accusare ricevuta della nota n. 1590-38 in data d'oggi, con la quale Vostra Eccellenza mi informa della dichiarazione relativa al Canale di Suez firmata oggi da Vostra Eccellenza e dal Ministro italiano degli Affari Esteri e che costituisce l'allegato 8 al Protocollo che Vostra Eccellenza e il Conte Ciano hanno pure firmato oggi. Ho l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che il Governo egiziano, quale Potenza territoriale interessata, prende nota del proposito del Governo del Governo del Regno Unito e del Governo italiano e vi si associa. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione. Mostafà El Sadek» .


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LE OPERAZ IONI IN AFRICA ORIENTALE

IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI Roma, 16 aprile 1938-XVI

N. 3517

A Sua Eccellenza Mostafà El Sadek Bey Ministro d'Egitto

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che oggi è stata firmata dall'Ambasciatore di Sua Maestà Britannica a Roma e da me la seguente dichiarazione relativa al lago Tana che costituisce l'allegato 5 al Protocollo che Lord Perth ed io abbiamo pure firmato in data di oggi: «II Governo italiano conferma al Governo del Regno Unito l'assicurazione da esso dato al Governo del Regno Unito il 3 aprile 1936, e ripetuta dal Ministro italiano degli Affari Esteri all'Ambasciatore di Sua Maestà Britannica a Roma il 31 dicembre 1936, nel senso che il Governo italiano era pienamente consapevole delle sue obbligazioni verso il Governo del Regno Unito nella questione del lago Tana e non aveva la benché minima intenzione d'ignorar/e o ripudiarle». Ho inoltre l'onore d'informare Vostra Eccellenza che il Governo italiano per parte sua dichiara che esso è d'accordo 'Che le assicurazioni date al Governo di Sua Maestà Britannica con la sopra trascrilla dichiarazione concernente il lago Tana si applicano ugualmente al Governo egiziano. « Voglia gradire, Eccellenza, i sensi della mia alta considerazione.

Ciano». LEGAZIONE DI S.M. IL RE D'EGITTO

N. 35

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza il Conte Galeazzo Ciano Ministro degli Affari Esteri

Roma

<<Eccellenza, ho l'onore di accusare ricevuta della nota di Vostra Eccellenza n. 3517 in data odierna del seguente tenore: «Ho l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che oggi è stata firmata dall'Ambasciatore di Sua Maestà Britannica a Roma e da me la seguente dichiarazione relativa al lago Tana, che costituisce l'allegato 5 al Protocollo che Lord Perth ed io abbiamo pure firmato in data di oggi: «Il Governo italiano conferma al Governo del Regno Unito l'assicurazione da esso data al Governo del Regno Unito il 3 aprile 1936 e ripetuta dal Ministro italiano degli Affari Esteri all'Ambasciatore di Sua Maestà Britannica a Roma il 31 dicembre 1936, nel senso che il G9verno italiano era pienamente consapevole delle sue obbligazioni verso il Governo del Regno Unito nella questione del lago Tana e non aveva la benché minima intenzione di ignorarle o ripudiarle».


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DOCUMENTI

«Ho inoltre l'onore di informare Vostra Eccellenza che il Governo italiano, per parte sua, dichiara che esso è d'accordo che le assicurazioni date al Governo di Su.a Maestà Britannica con la sopra trascritta dichiarazione concernente il lago Tana si applicano ugualmente al Governo egiziano». «Sarò lieto di comunicare questa informazione al Governo egiziano. «Mi valgo della presente occasione per rinnovare all'Eccellenza Vostra l'espressione della mia più alta considerazione. Mostafà El Safek». AMBASCIATA BRITANNI CA N . 1/591/38

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza Mostafà El Sadek Bey Ministro d'Egitto

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che è stata firmata oggi dal Ministro italiano degli Affari Esteri e da me la seguente dichiarazione relativa al lago Tana, che costituisce l'allegato 5 al protocollo che il Conte Ciano ed io abbiamo pure firmato oggi: «Il Governo italiano conferma al Governo del Regno Unito l'assicurazione da esso data al Governo del Regno Unito il 3 aprile 1936, e ripetuta dal Ministro italiano degli Affari Esteri all'Ambasciatore di Sua Maestà Britannica a Roma il 31 dicembre 1936, nel senso che il Governo italiano era pienamente consapevole delle sue obbligazioni verso il Governo del Regno Unito nella questione del lago Tana e non aveva la benché minima intenzione di ignorarle o ripudiarle>>. «Ho inoltre l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che il Governo di Sua Maestà Britannica da parte sua dichiara che è d'accordo che le assicurazioni ad esso date nella sopra trascritta dichiarazione relativa al lago Tana si .applicano ugualmente al Governo egiziano. «Mi valgo della presente occasione per inviare a Vostra Eccellenza l' espressione della mia alta considerazione. Perth» . LEGAZIONE DI S.M. IL RE D'EGITTO A ROMA

N. 38

Roma, 16 aprile 1938 (traduzione)

A Sua Eccellenza il molto onorevole Conte di Perth, G.C.M.G., C.B. Ambasciatore di Sua Maestà Britannica

Roma

«Eccellenza, ho l'onore di accusare ricevuta della lettera di Vostra Eccellenza n. J/ 591/38 in data odierna del seguente tenore: «Ho l'onore di


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

informare l'Eccellenza Vostra che è stata firmata oggi dal Ministro italiano degli Affari Esteri e da me la seguente dichiarazione relativa al lago Tana, che costituisce l'allegato 5 al Protocollo che il Conte Ciano ed io abbiamo pure firmato oggi: «Il Governo italiano conferma al Governo del Regno Unito l'assicurazione da esso data al Governo del Regno Unito il 3 aprile 1936, e ripetuta dal Ministro italiano degli Affari Esteri a/l'Ambasciatore dì Sua Maestà Britannica a Roma il 31 dicembre 1936, nel senso che il Governo italiano era pienamente consapevole delle sue obbligazioni verso il Governo del Regno Unito nella questione del lago Tana e non aveva la benché minima intenzione di ignorarle o ripudiarle». «Ho l'onore di informare l'Eccellenza Vostra che il Governo di Sua Maestà Britannica, da parte sua, dichiara che è d'accordo che le assicurazioni ad esso date nella sopra trascritta dichiarazione relativa al lago Tana si applicano ugualmente al Governo egiziano». «Sarò lieto di comunicare questa informazione al Governo egiziano. «Mi valgo della presente occasione per rinnovare all'Eccellenza Vostra l'espressione della mia più alta considerazione.

Mostafà El Sadek».

*** Mr. Neville Chamberlain ha fatto pervenire al Duce, dopo la firma degli accordi, il seguente messaggio personale: «Sono molto lieto del felice risultato delle conversazioni fra i nostri due Governi e desidero dirvi quanto sia stato apprezzato da me e dai miei colleghi lo spirito di buona volontà e di collaborazione che è stato portato nelle nostre discussioni da V.E., dal Conte Ciano e da tutti coloro che dal lato italiano vi hanno preso parte. «È per me ragione dì sincera soddisfazione, come ne sono sicuro lo è anche per V.E., che un accordo di così ampia portata sia stato raggiunto fra noi. Spero che quando quest'accordo avrà la sua piena applicazione scompariranno fra noi tutti i punti di divergenza e confido che d'ora innanzi le relazioni fra ì nostri due Paesi saranno di nuovo saldamente basate sulla fiducia e sull'amicizia che per tanto tempo sono esistite nel passato.

Chamberlain». Il Duce ha così risposto: « Vi ringrazio cordialmente del Vostro messaggio. Sono lieto che le conversazioni anglo-italiane si siano felìcemente concluse e che l'accordo raggiunto, per la sua portata ed i suoi intendimenti, sia di piena soddisfazione per Voi come lo è per me.


27

DOCUMIZNTI

«Mi è grato di aggiungervi che ho sinceramente apprezzato la buona volontà e il cordiale spirito di V.E. e l 'opera svolta da Lord Perth e da tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell'accordo. «L'avere regolato in maniera così f ranca e così ampia le questioni che erano aperte fra di noi pone i rapporti fra l'Inghilterra e l'Italia sopra una base ferma e duratura. Sono convinto che potrà aprirsi tra i due Paesi un nuovo periodo di fiduciosa amicizia quale Voi ed io auspichiamo e quale è nelle tradizioni dei nostri rapporti.

Mussolini».


Z8

LE OPERAZIONI IN AFRI.CA ORIENTALE

DOCUMENTO

N.

3

FOGLIO IN DATA 22.2.1937 DEL CAPO DEL GOVERNO AL MARESCIALLO GRAZIANI, RELATIVO ALLA COSTITUZIONE DI UNA "ARMATA NERA" (stralcio) N. 15044. Segreto

Roma, 22 febbraio-XV

Caro Graziani, il programma di riarmo (estero) Ho quindi stabilito che le forze terrestri e presidio dell'Impero salgano dal 1° luglio p.v. a 100 mila uomini dei quali 50 mila metropolitani il cui inquadramento (divisioni, brigate, btg.) e il cui dislocamento sarà stabilito da V.E .. Queste sono le forze che chiamo di carattere verticale. Le forze orizzontali a presidio dell'Impero saranno costituite dalle centurie lavoratori il cui inquadramento ed armamento incessantemente perfezionato e dalle costituende legioni M.V.S.N. che devono essere considerate quali forze di riserva e devono essere regolarmente addestrate e prontamente mobilitabili. A cominciare dal settembre p.v. bisogna cominciare a reclutare, inquadrare ed addestrare i primi 100 mila uomini dell'armata nera: obiettivo è di avere almeno 300 mila mobilitabili per l'epoca nella quale il riarmo sarà completato (1940- 1941). Tenere sempre presente che in caso di guerra la madre patria non chiederà nulla all'Impero ma non potrà dare nulla. Costituisce quindi obiettivo supremo da raggiungere l'autarchia dell'Impero in tempo di pace e soprattutto di guerra. Accusi ricevuta ...

F.to Mussolini


DOCUMENTI

29 DOCUMENTO N. 4

LETTERA DEL GENERALE BAISTROCCHI, SOTTOSEGRETARIO DELLA GUERRA, AL CAPO DEL GOVERNO IN DATA 18 SETTEMBRE 1936 Duce, ho profondamente riflettuto sul Vostro ordine di recuperare quanto di superfluo è in Etiopia di armi e materiali vari. E con la mia abituale franchezza , pur sapendo di non farv i anche questa volta cosa gradita, vi dirò che sarebbe esiziale tale ritorno in Patria di quanto rappresenta, oggi più di ieri, una necessità per l'esistenza di quel!' Impero che Voi avete voluto e fondato. I burocrati della finanza (vedi min. Revel e ragioniere capo dello Stato, Cambi) ritengono così di risolvere un grave problema di preparazione bellica, spogliando l'Impero di quanto non potrà più essergli dato, specie in vista di quella conflagrazione mondiale che voi prevedete e di cui più volte mi avete fatto cenno. lo, invece, considerato che Inghilterra, Francia ed anche l'America (perché ritengo che anche l'America sarà contro cli noi) vorranno farci scontare il nostro grande successo in Africa, considerato che l'Impero, in caso di conflagrazione generale, rappresenta per noi non una forza ma un grave pericolo, soprattutto per la difficoltà, anzi, l'impossibilità di rifornirlo attraverso il mare e l'aria, vi ripeto quanto già ebbi a proporvi nello scorso luglio sulla necessità di completare nel tempo più breve possibile (e mi fo garante cli farlo tra la primavera e l'estate prossima) le dotazioni per 18 mesi, onde far fronte alle esigenze belliche e all'alimentazione dei civili. Nel contempo occorre provvedere alla creazione in Colonia di stabilimenti di produzione per disimpegnare l'Impero dalla Madrepatria. Nella circostanza, Duce, occorre tener presente: I) che la guerra che prevedete sarà lunga, assai lunga - quella "lampo" di cui fanno cenni gli strateghi da strapazzo, gli utopisti, è una gradita aspirazione di tutti, realizzabile sol quando tra i belligeranti vi è enorme discrepanza di forze - vedi Italia con oltre 400 mila armati con 1.200 cannoni , 400 aeroplani contro Abissinia senza cannoni e aerei. Ma nella guerra mondiale, che troverà l'universo in due campi opposti per una lotta senza quartiere, e perciò lunghissima, a ultimo sangue, trionferà chi ha saputo e soprattutto potuto meglio prepararsi, resistere, alimentarsi.


30

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

2) Che il Mediterraneo non è nostro: l'Inghilterra lo domina e perciò in considerazione di quella politica di grande potenza che voi avete deciso debba seguire l'Italia, occorre prepararsi a tutti gli eventi perché oggi siamo impreparati, e una preparazione che affidi richiede tempo, danaro, materie prime, consapevolezza delle necessità della guerra. Caso contrari9, Duce, l'Impero che avete creato, lo perderete. Baistrocchi

Da Emilio CANEVARI in "La Guerra italiana: retroscena di una disfatta" (Voi. I, pag. 381) - Editore TOSI - Roma, 1948


31

DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 5

GOVERNO GENERALE DELL'A.0.1. Stato Maggiore N. ·28740 di prot. O.M. Al Ministero A.I.

Addis Abeba, I dicembre 1937 Roma

Comunico in sintesi le proposte per l'ordinamento suppletivo, ordinate da codesto ministero con n. 71499. Questo nuovo ordinamento suppletivo trae origine dal fatto che l'Impero non è, né poteva essere, pacificato come supponeva l'ordinamento studiato da codesto ministero; ordinamento che mi è stato trasmesso dopo le già avvenute approvazioni delle maggiori competenti autorità dello Stato, di modo che non rimaneva a questo governo generale che prendere atto, salvo qualche osservazione di dettaglio, come è stato fatto. Le ragioni che spiegano la situazione politica attùale dell'impero, dove focolai di rivolta, non spenti e rinnovatisi qua e là, richiedono forze s.ufficienti a saperli dominare, sono: -

atavica abitudine alla razzia ed alla ribellione nelle diverse regioni, specie in quella dell'Amara, ed in modo speciale nello Scioa, che ancora non si sanno rassegnare alla soggezione dopo l'abitudine secolare al comando;

-

influenze straniere accentuantisi sempre più con aiuti diretti ed indiretti; errori da parte di nostri responsabili, nell'opera di previdenza, di organizzazione, di condotta politica.

Ciò porta a due pericoli che si possono sommare: il pericolo della rivolta interna e quello degli appetiti esterni, avviliti dalla nostra conquista, ma non spenti. Sia per l'uno che per l'altro pericolo, che per fortuna ci hanno già, con le recenti manifestazioni, rivelato la loro esistenza e possibilità, le forze attuali non bastano. Dopo ponderato esame della situazione, come si presenta e come potrà presentarsi domani improvvisamente, senza tempo né modo di ricevere ausilio dalla Madrepatria, ritengo sia necessario: a) Per le necessità interne:

I) mantenere tutti i reparti e servizi attualmente nell'impero, siano contemplati nell'ordinamento di pace, contemplandoli negli organici;


32

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

2) assegnare in più: - un comando truppe per il governo di Addis Abeba, data la sua ampiezza; - 6 compagnie cc.rr. e zaptiè (una per governo); - 6 battaglioni, carri armati ed autoblindo, uno per governo (protezione comunicazioni; fare massa ove occorra); - l battaglione cc.nn. d'Africa (completare numero esistente); - 10 battaglioni cc.nn. offerti (radio 71758 di S.E. Capo Governo) per completare la protezione dei cantieri operai avanzati - guardia fissa alle comunicazioni - ed uno per governo per dare ad essi qualche cosa di disponibile per manovrare, in più del poco che hanno; - 24 batterie anticarro (4 per governo). Attualmente non esiste tale arma; - 3 gruppi artiglieria controaerei, per darne 2 ad Addis Abeba ed una per governo (oggi sono 4 in tutto); - 6 plotoni chimici (uno per governo, occorrenti dato notizie preparativi nelle colonie adiacenti); - 4 brigate coloniali, per ottenere il numero ritenuto indispensabile per ogni governo (4 Eritrea - 4 Amara - 3 Harar - 4 Galla Sidama 2 Somalia - 5 Addis Abeba), totale 22 (attualmente 18). b) Per le necessità di difesa frontiera contro minacce esterne.

Oltre ai lavori di organizzazione difensiva già ordinati, occorrono: 3 brigate corazzate, - una per la frontiera dell'Eritrea verso ovest, (di invio urgente);

- una per la frontiera Amara-Beni Sciangul verso Sudan. Sede nel1' Amara con distaccamento Asosa; - una per la frontiera del Kenia. Sede regione Laghi; agisce di fronte o sul fianco di chi avanzando a sud è arrestato dal ·Giuba. Anche i servizi devono essere mantenuti come sono con l'aggiunta di: 6 ospedali militari (uno per governo, oggi unite ai civili); 6 gruppi salmerie con infermerie e depositi quadrupedi (uno per governo); 5 autogruppi (uno per governo, anziché autoreparti. Ad Addis Abeba c'è già); 2 battaglioni presidiari per lavori di intendenza; 7 compagnie presidiarie, per analoghi servizi dei governi (2 Eritrea, 2 Somalia per lavoro porti).


DOCUMENTI

33

In questo modo e con queste forze, bene inquadrate ed opportunamente dislocate, credo si potrà guardare tranquillamente la situazione. Questa la mia opinione che ritengo mio dovere esporre, ma che ritengo sarebbe opportuno sottoporre anche all'esame di S.A.R. il Duca d'Aosta. Se approvato di massima il progetto, lo Stato Maggiore invierà i dati particolari già concretati in diversi allegati riassuntivi e particolareggiati.

Il Governatore Generale Viceré d'Etiopia F.to Graziani


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 6

MINISTERO DELLA GUERRA Gabinetto N. 16314 - Allegati 4 (omessi)

Roma, 9 aprile 1938

Oggetto: Ordinamento suppletivo per !'A.O.I.

Al Ministero dell'Africa Italiana (risposta foglio 807487 del 1° febbraio)

Roma

In merito al progetto di ordinamento militare per l' A.O.I. (suppletivo) compilato da quel governo generale, comunico: a) gli organici per le unità da inviarsi dalla madrepatria (allegato 1). Per quanto concerne la formazione delle briggte corazzate e delle batterie anticarro occorrerebbe che il governo generale del!' A.O.I. facesse conoscere il proprio avviso, avuto riguardo ai probabili terreni di impiego; b) l'ammontare approssimativo della spesa per i materiali degli enti da formare in patria ed in colonia (allegati 2 e 3); c) i tempi di approntamento per le unità da formare in Italia e per i materiali di quelle da costituire in A.O.I. (allegato 4) . In merito sarà da tener presente che: i tempi indicati (da 1 a 10 mesi per approntamento materiali "ex novo" - da 1 a 30 mesi per reintegrare materiali ora in distribuzione alle unità in patria che verrebbero destinati in A .O.I.) hanno carattere di larga massima e sono in relazione: • alla disponibilità di materie prime da parte delle industrie; • agli impieghi delle ditte; soltanto in caso di assoluta urgenza i materiali (esclusi i carri di rottura e gli oggetti di v.e. per indigeni, di cui non vi è disponibilità) potrebbero essere tratti da quelli accantonati per la mobilitazione di altre unità. Indipendentemente da quanto sopra, sono dell'avviso che: 1) il progetto debba limitarsi per ora a ciò che è assolutamente indispensabile per la tutela dell'ordine interno dell'impero; 2) quanto invece occorre per la mobilitazione e la difesa delle frontiere debba essere stralciato dal progetto, per essere esaminato nel quadro generale


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DOCUMENTI

degli apprestamenti bellici dell'esercito (necessità metropolitane e coloniali) sia pure col grado di precedenza consigliato dalla lontananza dell'impero dalla madrepatria; 3) la richiesta di alcuni elementi (brigate corazzate - specie per quanto riguarda i carri di rottura - unità controaerei ed anticarro) debba essere riveduta in relazione alle prevedibili offese e difese avversarie, tenendo anche conto delle note limitate disponiblità dei relativi materiali; 4) debba essere precisato quali degli elementi considerati dal progetto abbiano carattere contingente e quali carattere definitivo, per i differenti provvedimenti organici che ne conseguono; 5) alla spesa debba provvedere codesto ministero mediante preventivo i:imborso a questa Amministrazione. Per norma nelle predisposizioni da attuarsi, gradirò essere informato degli intendimenti o delle decisioni al riguardo.

Il Sottosegretario di Stato F.to Pariani


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LE OPERAZION I IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 7

IL MINISTRO PER L'AFRICA ITALIANA N. 806989 di prot.

A S.A .R. il Duca D'Aosta Governatore Generale e Viceré d'Etiopia

Roma, 8 maggio 1939

Addis Abeba

Altezza Reale, in occasione della abolizione della carica di comandante superiore delle FF.AA. e del rimpatrio di S.E. Cavallero ho ritenuto inviarvi un promemoria nel quale sono accennati gli argomenti di maggiore importanza ed urgenza riguardanti la nostra preparazione militare nell'impero. Vi prego, Altezza, di voler richiamare sugli argomenti da me accennati l'attenzione del Generale De Biase in modo da stabilire un orientamento preciso suo e degli uffici dipendenti intorno alle principali questioni militari che attendono di essere risolte. Vi sarò grato se mi farete conoscere il Vostro pensiero in proposito e se mi darete comunicazione degli ordini che impartirete.

F.to Teruzzi

STRALCIO DEL PROMEMORIA ANNESSO AL FOGLIO 806989 DELL'8.5 .1939

MINISTERO DELL'AFRICA ITALIANA Oggetto: Questioni militari più importanti nei riguardi dell'Impero.

PROMEMORIA PER S.A.R. IL VICERÉ D'ETIOPIA

In occasione del ripristino dello S.M. del Governo Generale in sostituzione del comando superiore forze armate ritengo opportuno pregare V .A:R. di voler chiamare l'attenzione del capo di stato maggiore particolarmente sui seguenti problemi che, a mio avviso, sono fra i più importanti e che per un complesso di cause non hanno ancora avuto una soluzione e, per alcuni di essi, una impostazione adeguata. Ora invece, con la effettiva restituzione ai governatori delle loro attribuzioni militari - che come noto riflettono particolarmente la sicurezza interna - lo S.M. del governo generale non sarà più distolto da compiti


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operativi di dettaglio e potrà svolgere in pieno la sua opera concernente le proprie attribuzioni di carattere generale riguardante la preparazione militare dell'impero: l. PIANI OPERATIVI NELLE VARIE IPOTESI DI CONFLITTO I piani operativi per l'impiego delle truppe dell'impero (armata coloniale) non sono, a quanto mi risulta, stati compilati. Per quanto occorra considerare che essi dovranno essere intonati alle direttive generali che, in base alle linee tracciate dal Duce, emanerà in proposito il capo di stato maggiore generale è bene che lo stato maggiore del governo generale dell'A.0.1. prepari sin d'ora, sulla base degli elementi in suo possesso , i piani d'impiego delle forze nelle varie ipotesi di conflitto sia dal punto di vista difensivo sia nei riguardi offensivi. 2. STU DI E PREDISPOSIZIONI DI MOBILITAZIONE Come è noto la preparazione per la mobilitazione deve inspirarsi alle direttive impartite dal Duce circa la preparazione, entro il 1940, di quanto occorre per costituire una armata coloniale di 300-350 mila uomini (compresi i quadri metropolitani). Codesto governo generale compilò in merito nel 1937, nelle linee generali, gli studi per l'inquadramento della predetta massa e segnalò approssimativamente il fabbisogno di personale e di materiali (f. 25593 ciel 7 luglio e precedenti). Per questioni di bilancio non fu possibile affrontare l'onere che sarebbe derivato dal soddisfacimento delle richieste effettuate; vennero però successivamente presi provvedimenti - in relazione alle situazioni verificatesi - i quali sia pure per altra causa, anelarono incontro alla soluzione del problema, come per esempio: l'accrescimento progressivo delle unità coloniali (che aumentò il personale istruito esistente nell'impero ai fini della costituzione dell'armata coloniale), l'invio di materiali, l'aumento deHe scorte, ecc .. È opportuno perciò rivedere al più presto i predetti studi e fabb isogni in modo da stabilire quanto occorra attualmente in personale e materiali per la costituzione dell'armata predetta, distinguendo le necessità più urgenti da quelle che lo sono meno. Nel contempo occorre compilare il relativo progetto di mobilitazione che secondo le comunicazioni verbali di S.E. Cavallero sarebbe stato preparato per la fine dello scorso anno .

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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 8

LEGGE 26 LUGLIO 1939-XVII, N. 1193 (G.U. N. 198 DEL 25.8.1939) ORGANIZZAZIONE BELLICA DELLE TERRE ITALIANE D'OLTREMARE Il Senato e la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, a mezzo delle loro Commissioni legislative, hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Art. 1

La preparazione bellica delle terre italiane d'oltremare spetta al capo di Stato Maggiore Generale, presi gli ordini dal DUCE e sentito il Ministero dell'Africa Italiana. Le direttive conseguenti sono impartite ai Capi di S.M. dell'Esercito, della Marina e della Aeronautica, ai quali spetta - per mandato del Capo di S.M. Generale - il compito esecutivo della preparazione alla guerra nelle rispettive sfere d'azione. Art. 2

I Comandi superiori delle forze armate ricevono direttamente direttive: per operazioni di polizia ed esigenza di ordine interno, dai rispettivi Governi Generali; per la preparazione alla guerra, dai Capi di S.M. dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, in collegamento col Ministero dell'Africa Italiana; per lo svolgimento delle operazioni di guerra, direttamente dal Capo di Stato Maggiore Generale che ne terrĂ informato il Ministero dell'Africa Italiana. Art. 3

I mezzi finanziari di carattere straordinario stabiliti per la preparazione alla guerra e per lo svolgimento delle operazioni nei territori dell'Africa Italiana sono assegnati direttamente al bilancio del Ministero dell'Africa Italiana e successivamente ripartiti in appositi stanziamenti del bilancio del Ministero medesimo e di quelli dei Governi del!' Africa Italiana distintamente per ogni forza armata. I mezzi finanziari di carattere ordinari riflettenti l'efficienza delle forze militari terrestri dei territori dell'Africa Italiana sono stanziati nei bilanci dei rispettivi Governi.


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Fanno eccezioni i mezzi finanziari di carattere ordinario e straordinario interessanti le unità dell'esercito metropolitano dislocati in Libia e quelle per l'organizzazione difensiva e logistica del territorio della Libia stessa che sono assegnati al bilancio del Ministero della guerra, nonché i mezzi finanziari di carattere straordinario relativi all'efficienza delle forze aeree della Libia che sono assegnati al bilancio del Ministero dell'Aeronautica. I mezzi finanziari di carattere ordinario riflettenti l'efficienza delle forze marittime ed aeree dei territori del!' Africa Italiana sono stanziati, rispettivamente nei bilanci dei Ministeri della Marina e dell'Aeronautica ai quali il Ministero dell'Africa Italiana corrisponde i contributi stabiliti con particolari norme od accordi. L'entità degli stanziamenti di cui al primo comma del presente articolo viene valutata dai Ministeri militari competenti d'intesa coi Ministeri del1' Africa Italiana e delle Finanze. Art. 4

Il Ministero delle Finanze è autorizzato a provvedere con proprio decreto alle variazioni di bilancio occorrenti per l'esecuzione della presente legge. Art. 5

Sono abrogate tutte le vigenti disposizioni in contrasto con quelle della presente legge. DISPOSIZIONI TRANSITORIE Art. 6

Le disposizioni della presente legge saranno applicate nei territori dipendenti dal Ministero dell'Africa Italiana dalle date che saranno stabilite con decreto del DUCE del Fascismo, Capo del Governo. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Data a Sant'Anna di Valdieri, addì 26 luglio 1939-XVII Vittorio Emanuele - Mussolini - Di Revel Visto il Guardiasigilli: Grandi.


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LE OPERAZIONI IN Al'RICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 9

Segreto UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 5569 di prot.

Roma, li 4 giugno 1940

Oggetto: Costituzione e funzionamento del Comando Supremo delle FF.AA. in caso di guerra.

Eccellenza Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani Capo di S.M. de/l'Esercito

Roma

Eccellenza Ammiraglio d'Armata Domenico Cavagnari Capo di S.M. della R. Marina

Roma

Eccellenza Gen. design. d'Armata aerea Francesco Pricolo Capo di S.M. della R. Aeronautica

Roma

e, per conoscenza

Eccellenza Cavaliere Galeazzo Ciano Ministro per gli Affari Esteri

Roma

Eccellenza Generale di C.A. Attilio Teruzzi Ministro per l'Africa Italiana

Roma

Eccellenza Generale di C.A. Ubaldo Soddu Sottosegretario di Stato per la Guerra

Roma

Eccellenza Luogotenente Generale Achille Starace Capo di S.M. della M. V.S.N.

Roma

Altezza Reale Principe Amedeo Savoia-Aosta Viceré d'Etiopia

Addis Abeba

Eccellenza Maresciallo dell'Aria Italo Balbo Comandante Superiore FF.AA. Africa Sett. Eccellenza Cesare M. De Vecchi di Val Cismon Comandante Superiore FF. AA. Isole Italiane Egeo

Tripoli Rodi

È necessario qualche chiarimento e precisazione nei riguardi della costituzione e funzionamento del Comando Supremo delle FF.AA. in caso di guerra. I) Comandante supremo di ognuna e di tutte le Forze Armate, ovunque dislocate è, per delega della Maestà del Re, il Duce.


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2) Tale comando il Duce esercita a mezzo del Capo di Stato Maggiore Generale il quale dispone di un suo Stato Maggiore Generale. 3) Le principali funzioni del Capo di Stato Maggiore Generale sono: a) tenere al corrente il Duce del quadro generale della situazione mili-

tare delle varie FF.AA. e, in relazione anche alla situazione del nemico, delle loro possibilità operative. Prendere di conseguenza gli ordini e le direttive di massima per la condotta delle operazioni; b) impartire ai Capi di Stato Maggiore delle varie forze armate e ai co-

mandanti sup. delle forze armate dislocate oltremare (A.S.I., A.O.I., Egeo) gli ordini e le direttive conseguenti, per lo svolgimento, nel campo strategico, delle dette operazioni; e) seguire lo svolgimento delle operazioni, intervenendo quando se ne manifesta la necessità specie per assicurare il coordinato e tempestivo impiego delle forze armate. 4) Sulla base degli ordini che riceveranno dal duce in quanto Comandante Supremo, o dal Capo di S.M. Generale: a) i Capi di S.M. delle FF.AA. Esercito, Marina, Aviazione esercite-

ranno reale e piena azione di comando sulla rispettiva forza armata dislocata in Patria (Italia peninsulare, Isole, Albania). Tale azione di comando pertanto non deve intendersi in funzione della loro qualità di Alti Comandanti come era stato precedentemente concordato, ma in funzione della loro qualità di Capo di S.M. ; d'ordine e in nome quindi del Duce, Comandante Supremo di tutte le forze armate; b) i Comandanti superiori delle forze armate dislocate nei territori d' oltremare (A. S. Italiana, A. O. Italiana, possedimenti Egeo) eserciteranno reale e piena azione di comando sulle forze poste a loro disposizione in quanto effettivi comandanti di tali fo rze e quindi con piena autorità, iniziativa e responsabilità, direttamente provvedendo al coordinamento dell'azione. 5) Lo Stato Maggiore Generale - Organo del Capo di Stato Maggiore Generale - per adempiere ai compiti spettantigli in relazione a quanto è detto al precedente n. 3, non dispone, e non è previsto l'impianto, di una propria complessa organizzazione, ma si vale di quelle in funzione presso gli Stati Maggiori delle varie FF.AA. ed altri enti: Commissione Suprema di difesa, Commissariato generale fabbricazioni di guerra, ecc .. Occorre pertanto : a) il costante e intimo collegamento fra il Capo di S.M. Generale e i Capi di S.M. delle varie FF.AA. Sarà mia cura ottenerlo con frequenti riunioni e scambi di idee.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

b) la ininterrotta comunicazione di notizie di ogni genere da parte degli

Stati Maggiori delle FF .AA. allo Stato Maggiore Generale. Ciò sì otterrà stabilendo il più intimo collegamento fra gli stati maggiori e gli altri enti e mediante la trasmissione periodica o saltuaria delle notizie secondo verrà man mano stabilito. 6) La organizzazione del Comando Supremo delle FF.AA. italiane diversa da ogni altra, riposa in altri termini, su questi principi : a) concetto unitario e totalitario del Comando delle FF.AA. esercitato

per delega di S.M. il Re, personalmente dal Duce; b) condotta strategica della guerra e coordinamento dell'azione fra le

varie forze armate e fra i vari scacchieri delle operazioni, esercitato, in seguito agli ordini e d'ordine del Duce, dal Capo di Stato Maggiore Generale; e) azione di comando sulle forze armate dislocate in Patria e oltremare, esercitata dai Capi di S.M . o dai Comandanti Superiori delle FF.AA.; d) assoluta dedizione e ubbidienza al Duce e intima fusione di pensiero e di azione in tutti, secondo il costume e lo stile fascista. Le presenti disposizioni - in quanto necessario .:_ saranno sanzionate da opportuni provvedimenti legislativi. Il Maresciallo d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale Badoglio


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D OCUMENTO N. 10

Regio Decreto 27 luglio 1940

N. 1139

NOMINA DEL GENERALE DI C.D' A. C LAUDIO TREZZANI A C::A..PO DI S.M. DEL GOVERNO GENERALE A.O. I.

Art. i. Il generale di corpo d'Armata del Regio Esercito Claudio Trezzani è nominato Capo di stato maggiore del Governo generale dell' A.O.I. e gli è conferito «ad personam» il rango di vice governatore generale, con diritto all'indennità coloniale da determinarsi con le norme comuni in relazione allo stipendio del grado militare e all'indennità annua di rappresentanza di Lire 150.000 (centocinquantamila) al netto delle riduzioni di cui ai RR. DO. LL. 20.11.1 930 n. 1491 e 14.4.1934 n. 561 e 14.8.1934 n. 1038. Art. 2.

Durante lo stato di emergenza e di guerra e con l'osservanza della legge 26.7. 1939 n. 1193 sull'organizzazione delle terre d'Oltremare, sono precipue attribuzioni del predetto generale, nella sua qualità di capo di Stato maggiore del Governo Generale del!' A.O.I. : a) di studiare e curare l'attuazione della mobilitazione civile e militare nell' A.O. I. ; b) di provvedere ali' organizzazione bellica dell' A. O . I.; c) di coordinare l'impiego di tutte le Forze Armate nazionali e coloniali stanziate nell'A.0.1. medesima. In relazione a tali compiti egli può - presi gli ordini dal Governatore Generale Vice Re - impartire le necessarie disposizioni esecutive ai Governatori e ai comandanti delle Forze Armate dell' A .O. I.. Art. 3. Il presente decreto ha vigore dal 15.5.1940.


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LI; OPERAZ ION I IN ,\FR IC'A O RIENT/\LE

DOCU tv1ENTO N. 11

IL DUCE DEL FASCISMO CAPO DEL GOVERNO Caro Trezzani, vi confermo quanto vi ho detto nel nostro incontro del 20 aprile presenti T eruzzi e Soddu. a) Vi ho scelto per il posto di C. di S.M . delle F .A. dell'A.O. I. perché ho piena stima in voi, nella vostra capacità professionale, nel vostro coraggio, nel vostro carattere. b) i vostri compiti e le vostre responsabilità sono nettamente definiti. e) Obiettivi di carattere generale: tutelare all'interno e difendere all'ester. no l'integrità politica e territoriale dell'Impero . E ricordarsi che a guerra iniziata, la Madre Patria, non potrà più aiutare l'Impero. Roma, 21 aprile XVIII Mussolini


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DOCUMENTI

D OCUMENTO N. 12

COMANDO SUPREMO IL DUCE N. 1-D di prot.

Roma, 8 giugno 1940-XVlll

Oggetto: Terre italiane d'oltremare.

Al Capo di Stato Maggiore Generale

Roma

e, per conoscenza:

Al Al Al Al

Ministero Ministero Ministero Ministero

Guerra - Gabinetto Marina - Gabinetto Aeronautica - Gabinetto Africa Italiana - Gabinetto

Roma Roma Roma Roma

Vista la necessitĂ di applicare integralmente la legge 26 luglio 1939-XVII n. 1193 (organizzazione bellica delle terre italiane d'oltremare), onde ottenere, specie nell'attuale stato di emergenza, un migliore coordinamento dell'azione militare nell'ambito dell'impero , impartisco le seguenti norme esecu tive: I ) Spetta al capo di S.M. generale, d'ordine mio e sulla base degli art. 1

e 2 della legge 1193 estesa, per mio ordine, anche alle isole italiane dell'Egeo: a) di organizzare la preparazione bellica delle terre italiane d'oltremare: A.S.l., A.O.I., Egeo; b) di emanare le direttive strategiche per lo svolgimento delle operazioni di guerra. 2) li capo di S.M. generale: a) esercita le funzioni di cui alla lettera a) del precedente n. I servendosi dei capi di S.M. delle varie forze armate ai quali impartisce le proprie .direttive d'ordine organico, disciplinare, addestrativo, operativo, logistico, ecc.; b) esercita le funzioni di cui alla lettera b) del precedente. n . 1:

impartendo le direttive di carattere strategico, direttamente ai comandanti superiori delle FF.AA. dell'A.S., dell'A.0.l. e dell ' Egeo, in pari tempo, però, tenendo informati gli S.M. delle FF.AA. e i m inisteri interessati;


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LE OPERAZIONI IN A FRICA ORIENTALE

ordinando l'inizio e seguendo, quindi, lo sviluppo delle operazioni, in esse intervenendo quando ciò gli risulti necessario. 3) Sulla base di tali direttive: a) i capi di S.M. delle FF.AA. esercitano le loro specifiche funzioni con unità di indirizzo e di azione, rispondendo al capo di S.M. generale della preparazione bellica delle terre italiane d'oltremare, la quale deve continuare a perfezionarsi anche ad operazioni iniziate; b) i comandanti superiori delle FF.AA. - esercitando la loro azione di comando su tutte le forze armate poste ai loro ordini - iniziano e svolgono - sotto la propria responsabilità - le operazioni di guerra, che venissero ordinate, rispondendone dell'esito al capo di S.M. generale, che agisce d'ordine mio. Le forze armate poste agli ordini diretti dei comandanti superiori saranno quelle organicamente assegnate o, di volta in volta, indicate. Specie per quanto riguarda marina e aviazione si dovrà tener conto che il loro impiego potrebbe, in talune circostanze, e fatta eccezione per l' A.O.I., rientrare nel quadro operativo delle forze metropolitane. 4) Con l'attuazione delle precedenti disposizioni, mentre la preparazione bellica delle terre italiane d'oltremare, seguendo le direttive del capo di S.M. generale, viene realizzata sotto la direzione dei capi di S.M. delle FF.AA. su di un piano organico e unitario, le operazioni, ordinate e co0rdinate, d'ordine mio, dal capo di S.M. generale, con ampia visione e sul vasto campo strategico metropolitano e d'oltremare, si svolgono nel quadro generale dell'Impero. 5) Le FF.AA. dislocate nelle terre italiane d'oltremare, per il tramite dei comandi superiori avranno dipendenza dai rispettivi ministeri e stati maggiori delle FF.AA. secondo la competenza di ognuno, ferma tuttavia restando la facoltà del ministero dell'Africa Italiana, attraverso i governi generali, di impartire ai comandi superiori delle FF.AA. le direttive per le operazioni <:ii polizia e per le esigenze di ordine interno (art. 2 legge citata). 6) I ministeri delle FF.AA. e dell' A.I., d'accordo tra loro e sentito il capo di S.M. generale, disporranno per la pronta attuazione delle disposizioni che precedono e alla eventuale emanazione dei provvedimenti legislativi che risultassero necessari per sanzionarle. Mussolini


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 13

IL VICE RE D'ETIOPIA N. 200391 - Segreto

Addis Abeba, IO maggio 1940- XVIII

Allegati: 1 memoria con due annessi (omessi)

All'Eccellenza Generale di C. d'A. Gr.Cr. Attilio Teruzzi Ministro per !'A.I.

Roma

Eccellenza, riuniti i Governatori militari, esaminata la situazione nella probabile eventualità di una nostra entrata in guerra e concretato quanto a nostro avviso era necessario attuare subito in fatto di organizzazione e articolazione del comando e di preparazione militare, avevo chiesto a Voi, Eccellenza, di poter venire io stesso a portarvi le conclusioni. È ben vero che nella loro linea generale i provvedimenti che Vi propongo avevano già ottenuto la Vostra approvazione e quella del Duce, ma la mia presenza, o per lo meno quella del Generale Gazzera, poteva essere utile per discuterne ·e sostenerne i dettagli importanti di formulazione e accelerarne quindi l'attuazione, in quanto investono una responsabilità d'ordine eccezionale per l'isolamento in cui potrà trovarsi l'Impero. Mi sono reso perfettamente conto della non opportunità di assentarmi in questo momento e pertanto, con corriere speciale, Vi invio gli uniti documenti, sicuro che nella Vostra conoscenza del problema dell'Impero e nella Vostra squisita sensibilità di Capo, mi vorrete dare tutto il Vostro appoggio per ottenere che siano attuate queste proposte che mirano a collocare me e i miei collaboratori militari, nelle migliori, anzi nelle sole condizioni rispondenti a doveri e responsabilità che senza dubbio possono considerarsi d'eccezione. Naturalmente io non ho e non posso avere sulla situazione internazionale gli elementi di giudizio che Voi potete avere, ma ho l'impressione che non vi sia un minuto da perdere nell'organizzazione del comando che è politico e militare insieme, onde fornire ai comandi il modo di raggiungere al più presto tutta la preparazione mentale che è necessaria, e tutta quella materiale che sarà possibile. Consentitemi dirVi che i comandi di Armata, sulle frontiere della Patria e in Libia, da mesi hanno fatto quello che si potrebbe dire "mente locale"


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LE OPE RAI.IONI IN AFR ICA ORIENTALE

per quello che potrà essere il teatro d'azione, le loro truppe e i loro compili. Qui, quelli che saranno i miei comandanti principali, non conoscono ancora oggi quale sarà il loro fronte, le loro truppe, il loro compito, ad eccezione di quel poco che poteva rientrare nella sfera delle loro attuali ordinarie attribuzioni. In relazione a quanto prescritto dal foglio del Comando del Corpo di Stato Maggiore n. 6152 del 18 settembre 1939, all'oggetto: "Direttive per le operazioni nel teatro d'operazioni dell' A.O. I.'', avrei forse dovuto inoltrare queste mie proposte (che riflettono piani operativi in quanto concernono l'organizzazione del comando, che ne è la più squisita prefazione), anche al Capo di Stato Maggiore Generale ed al Capo di Stato Maggiore per l'Esercito. Non l'ho fatto perché qui l'organizzazione del Comando si riflette anche su quella politica, su cui Voi, Eccellenza, dovete preventivamente portare il Vostro esame e giudizio. Comunque se Voi Io riterrete doveroso, vorrete, Vi prego, inviare poi copia alle Autorità sopracitate. F. to Amedeo di Savoia


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ALLEGATO N. I AL FOGLIO 200391 SEGRETO IN DATA 10-5-1940

Annessi: uno schema di ordinamento; una richiesta di personale e materiale. ORGANIZZAZIONE DELLE FORZE ARMATE DELL' A.O.I. I) Esaminata la situazione politica internazionale; esaminata sulla base dei pareri dei Governatori Comandanti delle truppe, la situazione militare dell' A.O. I. ; riconosciuta la necessità di trarre dalle forze, dai mezzi ora disponibili e da quelli segnalati necessari e che si confida ottenere, nonché dal territorio il massimo rendimento possibile per conseguire gli scopi fissati dal Capo di S.M. Generale e cioè: a) assicurare l'integrità dell'impero;

b) svolgere rapidamente delle azioni offensive e controffensive là e quan-

do ne apparirà l'opportunità e la possibilità; tenuto presente l' attuale ordinamento politico-amministrativo. Reputo mio stretto ed urgente dovere addivenire alle proposte che seguono: 2) - a) al momento dell' ordine di mobilitazione è necessario che il Governatore Generale dell' A.O .I. Viceré d'Etiopia abbia tutti i pieni poteri politici, amministrativi e militari, per l'adozione di ogni provvedimento che richieda immediata attuazione. Questo provvedimento di eccezione, che estende alquanto i poteri previsti dal Regolamento sul servizio di guerra - edizione 1939, n . 52 - è reso necessario dalle particolari condizioni di isolamento rispetto alla Madrepatria in cui verrà a trovarsi l' Impero e dall'urgenza dell'attuazione dei provvedimenti di natura bellica per far fronte alle prevedibili ed imprevedibili eventualità; b) autorizzazione ad attuare immediatamente i provvedimenti di cui appresso, onde non creare al momento del bisogno una insuperabile crisi di dipendenze, giurisdizionali, comunicazioni, collegamenti, ecc.; e) il comando Superiore di tutte le FF.AA. dell'Impero è tenuto da S.A.R. il Viceré che ha a sua disposizione un Capo di S.M. Generale, il quale esercita le sue attribuzioni di Capo di S.M . verso tutte le FF.AA. esistenti nell'Impero; d) le forze militari dell' A.O.I . verranno così raggruppate: l . una armata coloniale del Nord, fronteggiante il Sudan settentrionale e comprendente gli attuali governi dell'Eritrea, meno la Dancalia - e dell'Amara - meno i Commissariati di Dessiè e Uorra llù;


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LE OPE RAZ IONI IN AFR ICA OR IENTA I.E

2. una Armata coloniale del Sud, fronteggiante il Sudan meridionale ed il Kenia settentrionale comprendente l'attuale terriforio del Galla e Sidama e i territori: della Residenza di Coffolè; del Commissariato di Gobà; della Residenza di Magalo; del Commissariato Uebi Gestro e Commissariato Ganale Daria, fino alla Residenza di Dolo compresa; 3. una Armata coloniale dell'Est fronteggiante la Costa Francese dei Somali ed il Somaliland Britannico e comprendente l'attuale territorio del Governo Harare dello Scioa, la Dancalia, il Commissariato di Dessiè e quello di Uorra Ilù, i Commissariati dell'Ogaden, del Midugh, del Nogal e della Migiurtinia; 4. un C.A. coloniale del Basso Giuba fronteggiante il Kenia e comprendente i rimanenti territori della Somalia; 5. un Comando di Aeronautica in A.O.I.; 6. un Comando di Marina in A.O.I. e) Il provvedimento proposto ai comma 1., 2., 3. e 4. della precedente

lettera cl) è reso necessario per trasformare l'attuale organizzazione statica di pace del territorio e delle forze in esso stanziate in una organizzazione bellica mobile come deve essere atta alla offensiva, alla difensiva, ed alla controffensiva. Basti pensare che l'Impero disporrà, a mobilitazione avvenuta, di non meno di 200 battaglioni, e cioè di oltre 50 brigate coloniali, e che questa massa di battaglioni e di brigate deve essere articolata in numero congruo di unità di ordine superiore. È bene avvertire subito che questo non si propone di nominare dei Comandanti, perché come si vedrà nella proposta particolareggiata, qui non si fa questione di gradi ma di capacità personale e soprattutto di possibilità di ordini in territorio addirittura immenso quale è quello dell'Impero con una popolazione disomogenea, non della nostra razza e talora infida, dell'ordine di grandezza di 15-16 milioni. Il nome di Armata coloniale, di C.A. coloniale, di Divisione coloniale, è reso necessario non solo per conseguire chiarezza di linguaggio, ma anche per poter conferire ai comandi quegli ampi poteri che la situazione di guerra richiede e per conferire loro il prestigio necessario. Questi Comandi avranno una formazione ridottissima e varia ed adatta alle condizioni locali, ma tale da consentire il funzionamento della gerarchia per l'azione; f) ai Comandi di cui ai punti 1., 2., 3. e 4. della lettera cl) vengono preposti:

al)' Armata del Nord: il Gen. di C. d' A. Gr.Cr. Luigi Frusci; -

all'Armata del Sud: il Gen. d'A . Gr.Cr. Pietro Gazzera;


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ali' Armata dell'Est: Gen. di C. d' A. Gr.Cr. Guglielmo Nasi; al C. d' A. del Basso Giuba: il Gen. di C. d' A . (da nominare) e per il quale si fa sin d'ora il nome dell'Ecc. il Generale Pesenti; g) i sopradetti Comandanti Militari assumono nel territorio di propria

giurisdizione anche tutti i poteri politici e amministrativi; h) essi restano titolari dei Governi che attualmente reggono ed assumo-

no la reggenza dei Governi che entrano a far parte del territorio di giurisdizione del proprio Comando Militare, e precisamente: Gen. di C. d'A. L. Frusci resta titolare del Governo Amara - meno i Commissariati di Dessiè e Uorra Ilù - ed assume la Reggenza del Governo dell'Eritrea - meno la Dancalia; il Gen. d' A. Pietro Gazzera resta titolare del Governo dei Galla e Sidama, aumentato dei territori: della residenza di Coffolè; del Commissariato di Gobà; della residenza di Magalo; del Commissariato Uebi Gestro e Ganale Doria fino alla Residenza di Dolo compresa; il Gen. di C.A. Guglielmo Nasi resta titolare del Governo dello Scioa - aumentato dei Commissariati di Dessiè e Uorra Ilù ed assume la reggenza del Governo di Harar - aumentato dei territori della Dancalia e dei Commissariati dell'Ogaden del Mudugh, del Nogal e della Migiurtinia; il Comandante del Corpo Armata del Basso Giuba assume la Reggenza del Governo della Somalia, ridotta nel territorio come innanzi detto; i) tutti i comandanti militari innanzi detti esercitano le funzioni di governo ad essi devoluti, valendosi degli organi di governo attualmente esistenti; /) l'azione di comando verrà svolta attraverso una articolazione molto leggera di comandi minori che richiederà per la sua realizzazione, l'assegnazione ali' A.O.I. degli ufficiali generali e di Stato Maggiore, indicati nell'annesso schema dì ordinamento; m) i Governatori civili attualmente in carica verranno da oggi e per tut-

ta la durata della guerra, sollevati dalle loro funzioni e: l'Eccellenza Daodìace nominato Vice Governatore Generale dell' A.O .I.; le Eccellenze Caroselli e Cerulli comandati presso il Ministero dell'A.I.;


52

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

n) naturalmente gli attuali statici Comandi Truppe dei governi verran-

no assorbiti negli istituendi Comandi mobili sopra proposti; o) per l'autosufficienza complessiva di un anno occorre assegnare una

somma di J 2 miliardi di lire di cui uno venga messo subito a disposizione del Governo Generale dell' A.O .I..


DOCUMENTI

ANNESSO N.

alla memoria sull'organizzazione delle Forze Armate del!' A.O.I.

SCHEMA DELL'ORDINAMENTO DELLE FORZE TERRESTRI DELL'IMPERO ARMATA COLONIALE NORD

-

Comandante: Gen. di C.A. Luigi Frusci Capo di Stato Maggiore: Colonnello di S.M. Giuseppe Pizzorno

CORPO D'ARMATA GOGGIAM -

Comandante (l) Capo di S.M.: Colonnello Polverini J a Divisione: - Comandante (3) - Capo di S.M. (1) 2° Divisione: - Comandante: Gen. Brigata Martini - Capo di S.M.: Maggiore Rossi Mario

CORPO D'ARMATA ERITREO -

Comandante (2) Capo di S.M.: Ten. Colonnello di S.M. Petracalvina 3 a Divisione: - Comandante: Gen. Div. Tessitore - Capo di S.M .: Capitano Gargiolli 4 a Divisione: - Comandante: Gen. Brigata Bergonzi - Capo di S.M.: (2)

DIFESA COSTIERA ERITREA (2 battaglioni) -

Comandante: Colonnello

ARMATA COLONIALE SUD

-

Comandante: Gen. d' A. Pietro Gazzera Capo di S.M.: Colonnello Adolfo Zauli 3° Corpo d'armata - Comandante (4) - Capo di S.M.: Ten. Col. S.M. D'Amico

53


54

I.E OPERAZIONI IN Af RI C,\ ORIENTAI.E

5 a Divisione: - Comandante: Gen. Tissi - Capo di S.M.: Maggiore Piacentini

6a Divisione: - Comandante: Gen. Brig. Muller - Capo di S.M.: (4) 4° Corpo d'Armata - Comandante (5) - Capo di S.M.: (3) r Divisione: - Comandante: Gen. Brig. Van den Heuwel - Capo di S.M.: Capitano Gasparro sa Divisione: - Comandante: Gen. Brig. Caffaretti - Capo di S.M.: (5) ARMATA COLONIALE DELL'EST Comandante: Gen. C.A. Guglielmo Nasi Capo di S.M.: Ten . Col. Di Marco 5° Corpo d'Armata - Comandante: Gen. Div. De Simone - Capo di S.M.: (6) 9a Divisione: - Comandante: (6) - Capo di S.M.: Maggiore Carraglia 10a Divisione: - Comandante: Gen. Brig. Nam - Capo di S.M.: Cap. Salbitani 6° Corpo d'Armata - Comandante: Gen. Brig. Santini - Capo di S.M.: Ten. Col. di S.M. Menzio 11 a Divisione: - Comandante: Gen. Brig. Tosti - Capo di S.M.: (7) 12 a Divisione: - Comandante: Gen. Brig. Bertello - Capo di S.M.: Cap. Starace


DOCUMENTI

55

CORPO ARMATA BASSO GIUBA Comandante: (7) Capo di S.M.: Cap. Bussetti

13 a Divisione: - Comandante: Gen. Br. Carnevali - Capo di S.M.: Cap. Gandolfi 14° Divisione: - Comandante: (8) - Capo di S.M.: (8) DIFESA COSTIERA SOMALIA (3° battaglione) -

Comandante: (colonnello)

DIVISIONI NAZIONALI

Divisione Granatieri di Savoia - Comandante: Gen. Br. Liberati - Capo di S.M.: Magg. Tramonti Divisione Cacciatori d'Africa - Comandante: Gen. Div. Ettore Scala - Capo di S.M.: Ten. Col. Guarini

NOTA: Complessivamente mancano: -

Otto generali (numeri in rosso) dei quali cinque per Comando di C.A. e tre per comando di divisione.

-

due colonnelli per comando difesa costiera.

Sarebbero graditi: Generali C.A. MANCA Etlore, BERTOLDI Sisto, TESTA Umberto, P ESENTI Gustavo, Generali di divisione DELtA BONA, NICOLETTI Leonida, MORENO Mario, RIDOLFI Edoardo. Generali di Brigata MERZARI Manlio, ANELLI Livio, GUASSARDO Mario, ZANBON Bortolo, CERIO Giovanni, MAROTTA Pasquale, SALADINO Amleto. Inoltre mancano 8 ufficiali di S.M. (numeri in nero) . Sarebbero graditi colonnelli PRINCIVALLE Aldo, SERA· GLIA Alberi.o ; tenenti colonnelli RI CCI Prospero, FLORIO Di San Cassiano, MANGILI , TORTI F rancesco, SCALA Alessandro; Maggiori STRATA Giovanni, BOTTAI Bruno. Infine occorrono: per ogni armata: due ufficiali medici, due ufficiali commissari; -

per ogni C. A .: un ufficiale medico, un ufficiale commissario.

Complessivamente 13 ufficiali medici e 13 ufficiali commissari di grado adeguato a ricoprire le cariche a cui dovrebbero essere preposti.


SPECCHIO DELLA FORZA PRESENTE DISLOCATA IN Al · Ufficiali

GOVERNI

Sottufficia

M.V.S .N

R. E.

M. ,

R.E.

Comando FF.AA. A.O.I. .

420

29

727

Governo dell'Eritrea .

802

116

956

l

Governo dell'Amara .

925

285

786

-'

Governo dello Scioa .

1.140

246

1.1176

-

700

74

583

J

j

Governo Galla e Sidama . Governo dell'Harar .

. .

686

73

563

Governo della Somalia

.

458

35

437

5.131

858

5.228

Totali. Totali Generali

1

6.667

5.989

ALTRE Ufficiali Carabinieri Reali » R. Guardia di Finanza: R. Marina A.O.I. » )) R. Aeronautica » Polizia Africa lt.

Totali:

>>

811 76 Sottufficiali )) 174 41 1.143 » 356 791 499 » )} 349 90 1.062

»

3.268

'


DOCUMENTO N. 14

FRICA ORIENTALE ALLA DATA DEL 1° GIUGNO 1940 Totale

Truppa nazionale

i.li V.S.N.

R.E.

M.V.S.N.

R.E.

Coloniali

Totale generale

M.V.S.N.

49

4.824

65

5.97 1

143

1.468

7.582

184

6.350

3.1 11

8.108

3.411

30.342

41.861

539

5.393

12.667

7.104

13.491

39.684

60.279

377

11.336

4.250

13 .652

4.873

35.056

53.581

138

3.503

1.931

4.786

2.143

23 .886

30.815

112

3.944

1.735

5. 193

1.920

31.001

38.114

40

1.704

586

2.599

661

20.458

23 .718

.439

37.054

24.345

47.413

26.642

181.895 255.950

74.055

61.399

181.895 255.950

ARMI

Truppa nazionale

2.085 Coloniali

6.086 Totale

9.058

799

))

83 1

))

1.845

» »

5.721

»

2.994

))

10.214

2.872

»

3.566

))

7.728

»

))

1.341

))

4.601

))

6.381

»

))

12.818

))

18.078

))

35126

»

))

» ))

V'I

-..J


56

LE OPERAZ IONI IN AFRICA ORIENTALE

ANNESSO N. 2

a) Richiesta di Materiale di Artiglieria.

Oltre quelli già concessi per l'esigenza "G" * (cioè: 14 batterie da 20 e 8 batterie da 81) e in aggiunta a quelli di cui al foglio di codesto Ministero n: 904046 dell'aprile u.s. (e cioè: 38 pezzi da 105/28, 8 pezzi da 75/46, 24 carri armati M, 24 carri armati L), occorrerebbero: -

2 gruppi da 149/13, autotrainati, completi di personale, gruppi di rifornimento, caricamenti, carrelli, trattori e 10 unfoc; 2 gruppi da 100/17, autotrainati, completi dì personale, gruppi dì rifornimento, caricamenti, carrelli, trattori e 10 unfoc; 2 gruppi da 75/46, autocarrellati, completi dì personale, gruppi di rifornimento, caricamenti, carrelli, automezzi e 10 unfoc; 6 compagnie da 47 /35 (più 6 pezzi quale riserva), completi di personale, gruppi di rifornimento, caricamenti, automezzi e 10 unfoc.

Necessiterebbe inoltre fosse accelerato l'invio in A.O.I. dei materiali di artiglieria dì cui all'allegato foglio dì codesto Ministero n. 878238/S del 27.12.1939, dando la precedenza ai seguenti: fucili mitragliatori, mortai da 45, mortai da 81, pezzi da 20, pezzi da 47 /35 (in più di quelli sopra accennati). b) Richiesta Personale.

Per il completamento Divisione Granatieri di Savoia occorrerebbe l'urgente invio del sottonotato personale: bersaglieri 400, alpini 450, artiglieri 200. Per completare gruppo controaerei CC.NN. occorrono 150 CC.NN. Detto personale approntato d'urgenza dovrebbe sbarcare ad Assab.

• "G" sta per Gibuti .



SITUAZIONE APPROSSIMATIVA REPARTI, AUTOMI

CARBURANTI, LUBRIFICANTI E DERRATE IN A.

REPARTI - Esercito: Divisioni nazionali (Savoia-Africa) 2 - Btg. r Sp. autoblinde 1* - Gr. art. nazionali 10 - Briga Gr. sq. cav. col. 8 - Gruppi bande 22. AUTOMEZZI al 1° ottobre 1940: Autocarri 6.286 - Autovetture 590 ARTIGLIERIA Tipo

Obici 149/ 13 Cannoni 120/45 )) 120/25 )) 105/28 )) 104/ 32 Obici 100/ 17 Cannoni 77 / 28 )) 75/ 46 )) 75/27 CK AV. )) 75/ 13 )) 75/ A )) 70/ 15 )) 65/ 17 37/40 >> )) 20 mm. Mortai 81 mm. )) 45 mm.

ARMI PORTATILI

Pe1.2i N.

4

4 26

59 4 14

216 16 24 32 8 92 312 31 24 71 57

Munizionamento N.

27.600 900 38.400 147.000 8.400 100.000 508.500 39.000 58.000 420.000

Tipo

Mitragliatrici Fucili Mitragliatori . Fucili e mosch. tipo vario Pistole varie Bombe a mano .

Numer,

3.31 5.31 672.80 33.50

-

390.000 560.000 67.250 844.000 84.000 130.000

• Totale: 24 carri M; 39 carri L; 126 autoblinde (o aucocarri aurezzati con appositi scu


DOCUMENTO

N. 15

VI 00

EZZI, ARMI E MUNIZIONI, CONSISTENZA .O.I. ALLA DATA DEL 15 LUGLIO 1940 nazionali 16 - Cp. carri armati 2 - Cp. Carri veloci 1 1te coloniali 29 - Btg. col. autonomi 17 - Gruppi art. col. 2 Automezzi speciali 998 - Motocicli 397. /""

m

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.3 .3 ~

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idi).

Munizionamento N.

82.206.600 40.299.000 158.700.000 6.272.000 1.813.000

CARBURANTI E LUBRIFICANTI Consistenza in tonn. al IO luglio 1940

CONSISTENZA DERRATE (Sufficenza fino a)

Benzina 91.500 Pasta Gasolio 27.000 Farina . Petrolio . 2.800 Riso Lubrificanti 4.700 Formaggi Nafta pesante 5.200 Olio oliva Olio Diesel 2.430 Olio semi The Zucchero

settembre 1940 novembre 1940 novembre 1940 gennaio 1941 marzo 1941 settembre 1940 marzo 1941 1941 marzo

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59

DOCUMENTI

DOCUMENTO N. 16

L'AERONAUTICA IN A.O.I. ALLA DATA DEL 10 GIUGNO 1940 Al 10 giugno, giorno della dichiarazione di guerra dell'Italia alla Francia ed all'Inghilterra, le forze di linea dell'Aeronautica (gruppi 8, squadriglie 5) erano composte così come segue: 10 - Linea: 14 squadriglie Ca. 133 con 6 apparecchi ciascuna 7

»

s.

2

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S.

Ro. Cr. Cr.

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2

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2

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»

32

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9

42

))

9

» »

81

))

))

»

))

)) ))

»

Totale apparecchi

183

Totale apparecchi

61

20 - Apparecchi in magazzino efficienti: 35 Ca . 133 1 S.

81

4 s. 2 Ro.

79 37

5 Cr.

32

14 Cr.

42

30 - Apparecchi in riparazione alle S.R.A .M. e ditte: 48 Ca . 133 16 2

s. s.

81 79

2 Ro. 37 11 Cr.

32

2 Cr.

42

Totale apparecchi

81

Totale generale

325


60

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 17

COSTITUZIONE ORGANICA E DATI NUMERICI RELATIVI AD ALCUNE DELLE UNITÀ lTALIANE, NAZIONALI E COLONIALI IMPIEGATE IN A.O.I.

-

Divisione "Granatieri di Savoia": • 10° rgt.gra. su 2 btg.gra. e btg.alp. "Uork Amba"; • 11 ° rgt.gra. su 2 btg.gra. e btg.bers.; ogni battaglione, su 3 cp.fuc. e I cp.mtr., disponeva di: 23 Uff.; 723 Sott. e Tr. naz.; 99 quadr.; 27 f.m.; 9 mtr.; 9 m.45; • btg.mtr. su 4 cp. di nove armi ciascuna (36 mtr.); • XV btg.CC.NN. d'Africa, sostituito poi dalla XI Legione CC.NN. su 2 battaglioni; ogni btg. su 16 U ff., 487 Sott. e Tr., 18 f.m., 6 mtr.; • Gruppo sqd.cav. "Neghelli" su 2 sqd.cav. ed 1 sqd. carri veloci; • 60° rgt.a. su due gruppi, ciascuno di 3 btr. di 4 pezzi da 65/17; • cp. Artieri e cp. Trasmissioni; • Aliquote Servizi. Complessivamente la Divisione disponeva di: 272 Uff.; 8.080 Sott. e Tr ., 1.704 quadr., 66 automezzi; 20 moto; 162 f.m.; 104. mtr.; 54 m.45; 24 pezzi da 65/17.

-

Divisione "d'Africa" (costituita per mobilitazione): • 210° rgt.f. su 2 btg. (ciascun battaglione: 23 Uff.; 723 Sott. eTr.; 27 f.mtr., 9 mtr., 9 m.95); • 211° rgt.f. su 2 btg.f. (ciascun battaglione: 23 Uff.; 723 Sott. e Tr.; 27 f.mtr., 9 mtr., 9 m.45); • III· btg .CC.NN. (della X Legione) su 3 cp. (16 Uff.; 487 Sott. e Tr., 18 f.m., 6 mtr.); • XV btg.CC.NN. (della X Legione) su 3 cp. (16 Uff.; 487 Sott. e Tr., 18 f.m., 6 mtr.); • XVIII btg. misto genio d'Africa (su I cp. Artieri e l cp. Trasmissioni); • Aliquote dei Servizi; - Gr.art.mot. d'Africa su 3 btr. da 77/28 di 4 cp. ciascuna (8 Uff., 317 Sott. e Tr., 31 automezzi; 12 cp. da 77/28; 2 mtr.; - Gr.btgg.CC.NN. d'Africa su 4 btg. a presidio di Addis Abeba (68 Uff., 1.973 Sott. e Tr.; 262 quadr., 22 automezzi, 72 f.m., 24 mtr.);


DOCUMENTI

61

- Btg.mtr.CC.NN. d'Africa, a presidio di Addis Abeba: su 2 cp.mtr., 1 cp. carri leggeri, 1 cp. autoblindo; complessivamente: 19 Uff., 690 Sott. e Tr., 16 mtr. , m.45 , 15 carri L; 26 autoblindo; 4 moto; 55 veicoli leggeri, 12 veicoli pesanti; - Autoragg. Speciale d'Africa: a disposizione del Governo Generale in Addis Abeba per grandi trasporti di manovra: 41 Uff.; 1.365 Sott. e Tr.; 1.07 1 automezzi di vari tipi, 12 mtr .. - Brigata Coloniale (normale O)) su 4 btg.col. e 4 btr. da 65/17: 81 Uff.; 86 Sott. e Tr.naz., 2.611 col.; 527 quadr.; 9 auto; 72 f.m .; 26 mtr.; 16 pezzi da 65/17; 11 stazioni R.T.; - Btg.Col. su 3 cp.fuc. e 1 cp.mtr.: • costituzione di pace: •• 15 Uff., 3 Sott. e Tr.naz.; 1.024 col., 100 quadr.; •• 18 f.m., 6 mtr., 1 staz.R.T.; • costituzione di guerra (2): •• 17 Uff.; 3 Sott. e Tr.naz.; 1.024 col., 100 quadr.; •• 18 f.m., 9 mtr.; I staz.R.T .. - Gruppo bande dubat su 3 bande: 4 Uff., 316 Col., 31 quadr ..

(I) Le brigate "speciali" erano costituite con numero inferiore di battaglioni (due o tre) e di bauerie (una o due); in tempo di pace, delle 16 brigate: 11 erano "normali" e 5 "speciali" o ridoue. (2) La forza media di un btg.col. era di 800 uomini.


LA RAPIDA CADUTA DELLE POSSIBILITÀ OPERATIVE DE

p

TIPO DI AEREI Al 10/6/1940

Al 10/1/1941

Fiat CR 32

18

17

Fiat CR 42

18

26

SM 81

42

16

SM 79

12

Ca 133

84

28 64

Ro 37

9

6

183

158

Totale . Inoltre:

40

Inefficienti ai reparti . Alle grandi riparazioni

81

In riserva.

61

Totale aerei esistenti .

325

80

278

Affluiti durante il conflitto: 71 aerei, di cui 51 CR 42 (1) da G.

SANTORO:

"L'Aeronautica Italiana nella 2a Guerra Mondiale",

DANE:


DOCUMENTO

N. 18

~LL' AERONAUTICA NEI PRIMI MESI DEL 1941

(I)

\.EREI EFFICENTI Al 10/2/1941

Al 15/3/1941

Al 15/4/ 1941

11

8

1

13

15

5

7

3

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9

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66

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18

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63

DOCUMENTI

D OCUMENTO

N. 19

ORGANIZZAZIONE "STANDARD" DI UNA DIVISIONE BRITANNICA

(I)

(organizzazione che avrebbero dovuto assumere tutte le unità costituite in Gran Bretagna o nei Dominions, secondo le direttive del 9 ottobre 1939, che subirono qualche minore variante il 20 febbraio 1940). - Comando Divisionale, con una Sezione Intelligence; - 3 Brigate di fanteria, ciascuna su: • Comando; • 3 battaglioni fanteria, ciascuno su: •• •• •• ••

Cdo btg.; Cp.Cdo; 3 Cp.fucilieri; 1 Cp. Armi di Accompagnamento;

• Brigata di artiglieria leggera su: •• Cdo; • • l gruppo cannoni e/e da 2 libbre (6 pezzi) (successivamente riuniti in una brigata art.e/e divisionale); •• 3 gruppi obici da 3,7 pollici (6 pezzi) oppure 3 gruppi mortai da 3 pollici (su 12 mortai); • • • • • •

Cp. genio su Cdo e 3 Sezioni; Cp.Trasm. su Cdo e 3 PI.; Reparto Servizi con Sezione Commissariato e Sezione Carburanti; Reparto Trasporti con Officina e Sezione Munizioni; Reparto Ambulanze; Distaccamento Sanitario.

- Unità Divisionali; • Artiglieria divisionale su: • • 3 Brigate di artiglieria campale, ciascuna su: ••• Comando; • • • 3 Gruppi di 6 pezzi da 25 libbre;

(I) da Ncil 0RPEN - South African Forces in W.W.II East African and Abyssynian campaigns CapeLOwn - Sud Africa, 1968.


64

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

•• I Brigata di art.e/e su: Comando e I Gruppo art.e/e di 6 pezzi da 2 libbre; • • 1 Brigata di art.e/a su: ••• Comando; ••• 3 Gruppi art.e/a ciascuno di 8 pezzi da 3,7 pollici e/a; ••• 1 Cp. di 18 proiettori; • • I Brigata di art.e/a leggera su: ••• Comando; • •• 3 Gruppi di 6 pezzi c/a da 6 libbre; •• 1 Batteria leggera someggiata su 6 obici da 3,7 pollici (oppure di mortai). - Unità Divisionali di cavalleria (mounted) costituita da una Brigata di cavalleria (motorizzata) su: • Comando; • 3 Reggimenti Fucilieri, ciascuno su: • • Comando e Squadrone Comando; • • 3 Squadroni motorizzati. - Battaglione Blindato su: • Comando; • 3 Compagnie Blindate, ciascuna su: •• Comando; • • 3 Plotoni, su Comando e 2 Sezioni di 3 mezzi. - Genio Divisionale su: • 1 Squadrone campale di 3 Sezioni;

• 1 Compagnia Parco Campale;

• I Battaglione Lavori su 3 Compagnie Lavori. - Trasmissioni Divisionale, su: • Cp. Comando; • Squadrone per la Brigata Cavalleria su 3 reparti. -

Unità Divisionali dei Servizi di Commissariato. Unità Divisionali dei Servizi dei Trasporti. Unità Sanitarie. Unità Veterinarie.

- Unità Compagnia di Polizia (Provost Company). - Una Unità Divisionale Postale.


DOCUMENTI

Complessivamente i reparti britannici disponevano: - la D.f. (su 3 rtg.f. e 3 rgt.art.camp.), di 13.659 uomini, 72 cannoni da campagna, 75 pezzi c/c; - la Brg.f. (su 3 btg.f.), di 2.525 uomini, 9 pezzi c/c; - il btg.f., di 780 uomini; - il rgt.a.camp., di 583 uomini e 24 pezzi camp.; - il rgt.c/c, di 543 uomini e 48 pezzi c/c; - il genio divisionale, di 916 uomini; - il reparto trasmissioni, di 491 uomini; - ¡i servizi divisionali, di 1.124 uomini.

65


66

I.E ()PE RJ\Z IONI IN AFRICA ORI ENTALE

DOCUMENTO

N. 20

NOTIZIE SULLE FORZE BRITANNICHE NEL SUDAN SETTENTRIONALE ALLA DATA DEL 20 GENNAIO 1941, CHE PARTECIPARONO ALL'ATTACCO ALLE FORZE ITALIANE IN ERITREA

(Non sono comprese le forze operanti nel Sudan Meridionale 0 )). l. Dal Comando Forze nel Sudan (Magg.Gen. W. Platt) dipendevano, es-

senzialmente: - la 4a Div. anglo-indiana; - la 5a Div. anglo-indiana; - la "Gazelle Force"; - le Forze di Difesa del Sudan; - le Forze di Teatro (Force Troops). 2. 4° Div. Indiana (Magg.Gen. N.M. de la Beresford-Peirse). - Comando Div.;

- 5° Brg.f. indiana (gen.brg. W.L. Lloyd): • Comando Brg.; • Sz.T rasm.; • Cp.c/c; • Sz.Sa.; • l O Btg. Fucilieri Reali; • 3° Btg. del I O Rgt. Punjab; • 4 ° Btg. del 6° Rgt. Rajputana Rifles. - 7° Brg.f. indiana (gen.brg. H.R. Briggs): • Comando Brg.; • Sz.Trasm.; • Cp.c/ c; • Sz.Sa.; • I O Btg. del Royal Sussex; • 4° Btg. del Rgt. Sikh; • 4° Btg. del Rgt. Punjab; - Il O Brg.f indiana (gen. brg. R.A. Savory): • Comando Brg.; • Sz.Trasm.; (I) Notizie da:

B ARK ER:

"Eritrea 1941 ".


D()<.:UME:NTI

• Cp.c/c; • Sz.Sa.; • 2° Btg. del Rgt. Scozzesi del Cameron; • 1° Btg. del Rgt. Rajputana Rifles; • 3° Btg. del Rgt. Punjab. - Reparto Comando Divisionale; - Artiglieria Divisionale: • Comando; • 1° Rgt. Campale; • 25° Rgt. Campale; • 31 ° Rgt. Campale. - Comando Genio Divisionale: • n. 3 Cp. campali (4a, 12a, 18"); • n. 1 Parco campale (I 1•). -

Reparto Trasm.Div.; Reparti Rifornimenti e Trasporti Divisionali (n. 8 reparti); Reparti Ambulanze e Sanità (n. 5 reparti); Officine Mobili (n. 5); Uffici Postali (n. 5); Unità Polizia Militare.

3. 5 a Div. Indiana (Magg.Gen. L.M. Heath): - Comando Div.; - 9° Brg.f. indiana (Gen .Brg. A.G .O. Mayne): • Comando Brg.; • Sz.Trasm.; • 2° Btg. del Rgt. West Yorkshire; • 3° Btg. del Rgt. Fanteria Leggera Mahratta; • 3° Btg. del Rgt. Forza di Frontiera;

- 10° Btg.f. indiana • Comando Brg.; • Sz.Trasm.; • 2° Btg. del Rgt. • 4° Btg. del Rgt. • 3° Btg. del Rgt.

(Gen.Brg. S.W. Slim):

Fanteria Leggera Scozzese; Baluchi; Fucilieri Garhwal;

- 29° Brg.f. indiana (Gen.Brg. J.C.O. Marriott): • Comando Brg.; • Sz.Trasm .;

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LE OPERAZ IONI IN AFRIC,\ ORIENTALE

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• 1° Btg. del Rgt. Worchester; • 3° Btg. del 2° Rgt. Punjab; • 6° Btg. del Rgt. Fucilieri Forze di Frontiera;

- Reparto Comando divisionale: - 5 • Cp.c/c divisionale; - Artiglieria divisionale: • • • • •

Comando; 144° Rgt.camp.; 28° Rgt.camp.; n. 2 gruppi di art.mon.; Reparto Munizioni;

- Genio: • Comando; • n. 3 Cp. campali (2•, 20", 21 "); • n. 1 Cp. Parco (44 3 ); - Reparto Trasm.Div.; - Reparti Rifornimenti e Trasporti (n. 8 reparti); - Reparti Ambulanze e Sanità (n. 5 reparti); - Officine Mobili (n. 5); - Uffici Postali (n. 3); - Unità Polizia Militare. 4. Gazelle Force (Col. F.W. Messervy). - Comando; - 1° Rgt. Cavalleria; - 1 btg. "P" del Gruppo Art. a cavallo;

- 1 btr. del 28° Rgt.Art.camp. (da 18 libbre); - 4a Sz. Officina; - 170 3 Sz. Ambulanze Cav.; - 1 Raggruppamento Mitraglieri Motorizzati della Sudan Defence Force (su 3, poi 5, ed infine 6 compagnie). 5. Unità di Teatro. - Fanteria: • 2° btg. del Rgt. Fanteria Leggera Mahratta; • 2° btg. del Rgt. Fucilieri Africani del Re (dal Kenia);


DOCUMENTI

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- Brigata francese d'Oriente costituita da: • 3° battaglione di marcia del Tchad; • 14° battaglione della Legione Straniera; - 51 ° Comando del Medio Oriente; - Cavalleria: • Squadrone B del 4° Rgt. Reale Carristi; • 1 Sqd . Spahis francese; - Artiglieria: • Batteria Difesa costiera; • 4° Rgt.a.camp.; • 68° Rgt.a.pes.camp. (meno 1° gruppo); • Rp. Topografico; • Comando Difesa e/a con: •• 25° Gruppo art.e/a pes.; •• 41 ° Gruppo art.e/a leg .; • • 1° Gruppo mtr.c/a Breda; • • 2° Gruppo mtr.c/a; • • n. 5 Compagnie difesa c/a Sud-Africana. - Genio e Lavori: Reparti vari (10 reparti di vario tipo e 8 compagnie Lavori); - Trasmissioni: Reparti vari; - Rifornimenti e Trasporti: Reparti vari (n. 34, fra cui 2 reparti mulattieri ciprioti); - Sanità: • Ospedali (n. 9); • Reparti ambulanze (n. 5); • Reparti vari (n. 14). - Ordnance: Reparti e Depositi (n. 5); - Reparti vari, logistici ed amministrativi, di sicurezza e censura; fra essi due Sezioni di collegamento con le forze aeree.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 21

NOTIZIE SULLE FORZE BRITANNICHE NEL KENIA ALLA DATA DEL 1° GENNAIO 1941 (i) 1. J a Divisione Sud Africana. - Comando e Cp.Trasmissioni; - 2a Brigata Fanteria Sud Africana: • • • • •

Comando Cp.Trasmissioni; 1° btg. Fucilieri a cavallo del Nata! (Nata! Mounted Ritles); 1° btg. Forza Campale (Fanteria); 2° btg. Forza Campale (Fanteria); 2a Cp. Autoblindo S.A.;

- 5 a Brigata Fanteria Sud Africana: • • • • •

Comando e Cp.Trasmissioni; 1° btg. Irlandesi del S.A. (S.A. Irish); 2° btg. del rgt. Botha; 3° btg. del rgt. Scozzesi del Transvaal; 13 Cp. Autoblindo S.A.;

- 35 a Brigata Fanteria Africa Orientale: • • • • •

Comando e Cp.Trasmissioni; 2° btg. del 3° Rgt. KAR (King's African Rifles); 2° btg. del 4° Rgt. KAR; 27° Gruppo art. da montagna Indiano; Distaccamento di Autoblindo del Corpo Camellato del Somaliland;

• Reparti minori; - Truppe Divisionali: • 3a Brigata artiglieria campale Sud Africana (su 3 Gruppi); • • • • • •

3° Gruppo art.e/e del S.A.; 1 Sz. del 6° Gruppo art.e/a del S.A.; PI. mitraglieri del 1°/3° KAR; Reparti vari dei Servizi Divisionali (Sud Africani); 2a Cp. Irregolari Abissini; 5a Cp. Irregolari Abissini.

(I) da Neil Town, 1968.

ORPEN:

South African Forces - World War li · Voi. I, Purnell, Cape


DOCUMENTI

2. I I a Divisione Africana.

- Comando e Cp.Trasmissioni; - 21 a Brigata Est Africana: • Comando e Rp.Trasm.; • 1° btg. 2° rgt. KAR; • 1° btg. 4° rgt. KAR; • 1° btg. Rhodesia del Nord; • Reparti minori; - 23 a Brigata Nigeriana: • Comando e Rp.Trasm.; • 1° btg. del rgt. Nigeria; • 2° btg. del rgt. Nigeria; • 3° btg. del rgt. Nigeria; • 52° Gr.art. leggera Nigeria; • Reparti minori; - Reparti divisionali: • 3° Squadrone del I O Rgt. Autoblindo Est Africano; • 7a Brigata art.camp. Sud Africana (su 3 gruppi); • 1° Gruppo art.e/e; • 1a Sz. del 6° Gruppo art.e/a; • Reparti minori; • Distaccamento della 4a Cp. Irregolari Abissini. 3. 12° Divisio'}e Africana.

- Comando e Cp.Trasmissioni; - 1a Brigata Fanteria Sud Africana: • • • • •

Comando e Rp.Trasm.; 1° btg. del rgt. Reali Carabinieri del Nata!; btg. Fucilieri del Duca d'Edinburgo; 1° btg. del rgt. Scozzesi del Transvaal; 3a Cp. Autoblindo del S.A.; • 4a Brigata art.camp. Sud Africana (su 3 gruppi); • Reparti minori;

- 22a Brigata Fanteria Est Africana:

• • • •

Comando e Rp.Trasm.; 1° btg. del 1° rgt. KAR; 1° btg. del 5° rgt. KAR; 1° btg. del 6° rgt. KAR;

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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

• 22° Gruppo art.man. Indiano; • Reparti minori; - 24a Brigata Fanteria della Costa d'Oro:

• • • • • •

Comando e Rp.Trasm.; I O btg. del rgt. Costa d'Oro; 2° btg. del rgt. Costa d'Oro; 3° btg. del rgt. Costa d'Oro; 51 ° Gruppo art.camp. Costa d'Oro; Reparti minori;

- Unità divisionali: • 2° Squadrone del 1° rgt. Autoblindo Est Africa; • I O Gruppo art.camp. Sud Africa; • 2° Gruppo art.e/e Sud Africa; • J Sz. del 6° gr.art.c/a S.A.; • I Cp.Mitr. del 1°/3° KAR (meno I pl.); • Reparti minori; • I a Cp. Irregolari Abissini; • Distaccamento della 4a Cp. Irregolari Abissini. 4. Altre Unità. - I O btg. Reggimento Autoblindo Est Africa (meno 2 Squadroni); - 1a Brigata artiglieria e/a (Sud Africa); - 2 3 Brigata artiglieria c/a (Sud Africa); - 13 Compagnie Genio S.A. (strade, lavori, idrici, forestali, ecc.); 3 Reparti S.A. di Ricognizione Topografica, Geologica e riproduzione; - 26 Reparti Trasporti Auto; 8 Reparti Rifornimenti (viveri, auto, POL); - 22 Reparti Servizi Sanitari (tra cui un Ospedale); 6 Ordnance; 9 Reparti vari. Affluirono nel Kenia, dopo il 1° gennaio I 941, altri 30 reparti minori Sud Africani di vario tipo portando il totale degli uomini del Sud Africa che servivano in Africa Orientale alla cifra massima di 43.730 uomini alla data del 21 aprile 1941.


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

2742 - Forze Armate

Da Supercomando A.O.I. A

S.E. Capo del Governo

N. 22

27.1.1939

Addis Abeba Roma

Esame eventuale azione su Gibuti compiuto da Comando Forze Armate in collaborazione con Comando Truppe Harar e Superaereo ha portato a seguenti conclusioni che ho in massima approvate: 1) Di fronte progressiva preparazione Comando avversario è da escludere pura e semplice azione sorpresa. È per contro da prevedere azione contro linee resistenti predisposte da lunga mano. 2) Impiego forze terrestri da parte nostra trovano limitazione nella natura territorio e povertà risorse specialmente acqua. 3) Scopo avere sicuramente e prontamente ragione difese predisposte necessita perciò richiedere complemento potenza necessaria per azione distruttiva a bombardamenti aerei mentre di fronte a progressivo affluire Gibuti aviazione avversaria si impone assicurarci decisa superiorità anche nella caccia. 4) Starà a nostro vantaggio, attuale superiorità aviazione Impero per molteplicità e dislocazione basi armate di fronte aviazione avversaria concentrata in unica base armata. Tenuto conto di tutto ciò, scopo assicurarci supremazia cielo e così sfruttare anche massa attuale apparecchi tipo sorpassato e inibire eventuali azioni offensive avversario nostro territorio, segnalo essere indispensabile tempestivo invio A.O.I. seguenti forze aeree: 4 squadriglie caccia tipo moderno; 4 squadriglie bombardamento S 79 o BR 20, preferibilmente S 79 avendo dato ottima prova quelli già in A. O. I.; una squadriglia IRO 37. Reparti dovrebbero raggiungere A.O.I. a completo personale e forniti congrua scorta materiale ricambio. Arrivo forze richieste metterà aviazione A.O.I. condizioni garantire più imprescindibili necessità operative esterne e interne. Probabile ipotesi contemporaneità entrambe esigenze operative suddette sarà possibile con reparti richiesti schierare oltre 100 unità verso Gibuti, quasi tutte moderne e pari a più del doppio di quelle che avversario è prevedibile


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORI ENTA LE

possa mettere in linea, mentre 150 apparecchi di tipo sorpassato resterebbero disponibili per esigenze operative interne che bisogna prevedere saranno a quel momento intensificate. Inoltre, indipendentemente dalla situazione considerata, rappresento necessitĂ che aviazione Impero sia dotata subito e permanentemente reparti caccia pari almeno a un gruppo su tre squadriglie. Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO

N. 23

Corrispondenza del luglio-agosto 1939 tra: il Governatore dell'Eritrea, G. DAODIACE; il Vice Governatore Generale, gen. NASI; ed il Sottosegretario per l'Africa Italiana, Attilio TERUZZI, circa l'opportunità di un' azione offensiva verso il Sudan e di una occupazione di Cassala.

DOCUMENTO

N. 23 - a

IL GOVERNATORE DELL'ERITREA N. 155 Riservatissimo

Asmara, 11 luglio 1939-XVII

A S.E. il Generale di Corpo d'Armata Guglielmo Nasi Senatore del Regno Vice Governatore Generale dell'A.0.l. Addis Abeba Riservatissima Personale Caro Nasi, non ho fino ad ora rivolta molta attenzione alla situazione in cui si troverebbe l'Eritrea qualora dovessimo venire coinvolti in un conflitto, ma credo sia giunto ora il momento di cominciare a preoccuparsi. Tu conosci ormai il nostro confine verso il Sudan e le nostre scarse possibilità difensive: possiamo però dire che gli inglesi dall'altra parte hanno meno di noi. Si dice anzi - e questa è l'opinione anche dì Gasparìni - che essi abbandonerebbero Cassala per costituire una linea difensiva sulla direttrice della ferrovia Port Sudan - Chartum. Sorge allora un primo quesito: <<Siamo in grado di compiere una azione offensiva rapida in territorio sudanese? E con quali precisi obiettivi? Abbiamo qui i mezzi?». Secondo quesito: <<Possiamo giungere fino ad interrompere la ferrovia Port Sudan - Chartum ed arrivare a Port Sudan?». Chi ti scrive è l'uomo della strada, il borghese che deve preoccuparsi anche di situazioni militari.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Ti prego quindi di dirmi, con due righe, come tu consideri il problema, e darmi tutti quei suggerimenti che credi per illuminarmi e per indirizzare la mia attività in questa materia. CONFINE GIBUTI

lo sono tranquillo per il Sultano; egli è con noi nel modo più assoluto, ha le popolazioni nelle mani, gode di grande prestigio fra i suoi dipendenti. Se Gibuti fosse rimasta indifesa, come era alcuni mesi or sono con pochi uomini, il Sultano avrebbe potuto con i suoi armati compiere un colpo di mano ed occupare Gibuti. Oggi le cose sono diverse. Tessitore mi scrive: «Desidero conoscere quanti uomini può riunire il Sultano ed in quanti giorni». Posso dare la risposta già data dal Sultano a me e collaudata da esperimenti, e cioé: in otto giorni possiamo riunire ad Abroborifaghe duemila uomini. Il Sultano aggiunge che può fornire altri quattro o cinque mila uomini in venti giorni, ma io questa assicurazione non posso ·darla a Tessitore perché non ho mai fatto la prova. D'altra parte, questi armati potevano costituire un apporto utile quando noi avevamo di fronte pochi armati e nessuna opera di difesa: oggi vi sono a Gibuti truppe regolari ottimamente inquadrate ed istruite, reticolati, fortini, artiglieria, mitragliatrici, etc .. Possiamo calcolare che un'accozzaglia di gente, tipo dancalo, porti un aiuto effettivo in operazioni militari da compiersi in un settore estremamente difficile e contro un nemico così agguerrito?

Io non credo, e quindi, mentre ieri il fattore dancalo poteva avere un valore decisivo, oggi dobbiamo calcolarlo di un valore nullo. Gli armati del Sultano potrebbero avere solo un carattere sussidiario, secondario, per razzie, per molestie a villaggi, a retrovie, a gruppi di popolazione. Che te ne pare? Sulle due questioni che ti ho accennato gradirei conoscere il tuo parere ed il tuo punto di vista, e gradirei che tu mi facessi conoscere se hai già un programma e quale, avvertendo che si dovrebbe fin d'ora, per ciò che si riferisce al confine sudanese, scegliere l'eventuale comandante ed i reparti che devono concorrere alla difesa dell'Eritrea o alla penetrazione nel Sudan. Molti affettuosi saluti. F. to G. Daodiace


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 23 -b

IL VICE GOVERNATORE GENERALE DELL'A.O.l. 2971 Op.

Addis Abeba, 15 luglio 1939-XVII

A S.E. Daodiace Governatore dell'Eritrea

Asmara Riservatissima Personale

Caro Daodiace, ho attentamente esaminata la tua lettera R.ma Pers. 155 in data 11 corrente mese riguardante problemi di carattere operativo. AI riguardo ti comunico il mio punto di vista: 1) per quanto concerne l'eventuale operazione offensiva verso il Sudan, una

recente direttiva di S.E. il Capo di Stato Maggiore Generale, che è stata inviata dal Ministero dell'Africa Italiana e che è ora all'esame di S.A.R. il Viceré per le decisioni definitive, stabilisce che: «per ora quello che interessa è che l' A.O.I. sia in grado di tenere a freno il paese contro sollevazioni che subito si produrrebbero non appena scoppiate le ostilità in Europa». Il Ministero, nel comunicare tale direttiva, ha disposto di mantenere in vigore, salvo ulteriori comunicazioni, le direttive date da questo Governo generale con i fogli 2170 e 2281 Op . Segr. È però da ritenere che per ora - fino a decisione definitiva dell' Autorità Superiore - ci si debba preoccupare soltanto della sicurezza del territorio. 2) Per quanto concerne il contributo all'operazione di Gibuti, sia dei dancali sia dei galla, concordo nelle considerazioni da te fatte, pure non ritenendo opportuno di rinunciare al contributo predetto. È sorto invece il convincimento nel Governo dello Harar, condiviso da questo Governo Generale, che durante il periodo delle piogge e quello successivo dei conseguenti allagamenti, non sia possibile che le previste masse dancala e galla passino attraverso la zona prevista fra i laghi Goum e Abbè. Sarà quindi necessario esaminare se le masse predette possano, radunandosi nella zona Sardò - Abroborifaghe, passare l' Auasc ad Abroborifaghe o più a monte ed essere poi concentrate verso la zona di Aiscia per fare massa con le truppe regolari .


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Ove neppure ciò sia possibile, occorrerà esaminare se le masse stesse, radunate nella zona di Sardò ed a nord, possano trovare sicuro passaggio nella zona a nord del lago Goum e da qui, per il lago Assai, puntare su Gibuti. Su questo argomento viene scritto a parte, d'ufficio, a codesto Governo per gli studi conseguenti da attuare con massima urgenza. F.to Nasi


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UOCUMENTI

DOCUMENTO

N . 23 - e

IL GOVE RNATORE DELL'ERITREA N. 197 Riservatissimo

Asmara, 26 agosto 1939-XVII

A S.E. il Generale di corpo d'armata Cav. di GR. CR. Attilio Teruzzi Sottosegretario di Stato per /'A.I. Roma Riservata Personale Eccellenza, le istruzioni ricevute dal Governo Generale stabiliscono che, in caso di conflitto internazionale, l'Eritrea deve concorrere all'azione offensiva da compiersi su Gibuti, mentre verso il confine sudanese il nostro compito deve limitarsi alla difesa. Senza addentrarmi neJl'esposizione di quel programma che era stato ventilato nei primi anni della nostra occupazione dell'Eritrea, mi permetto ricordare che il Baldissera - che aveva inteso come doveva venire risolto il problema del nostro assetto nell'Africa Orientale - aveva prospettato che l'influenza italiana avrebbe dovuto espandersi verso ovest , e che probabilmente allora con pochi colpi di fucile e qualche tallero l'Italia avrebbe potuto occupare buona parte del Sudan. Ma, a parte queste considerazioni di carattere storico e che servono solo a dimostrare come l'occupazione del porto di Massaua doveva fatalmente portare all'occupazione di quelle regioni che a Massaua facevano giungere buona parte dei loro prodotti, io devo far presente come la difensiva che si vuole imporre all' Eritrea costituisca un compito ben difficile e grave, data la grande estensione della linea di frontiera verso il Sudan, completamente priva di fortificazioni, e considerato che la lunga fascia confinaria occidentale si presta ovunque a rapide improvvise incursioni anche di automezzi. Se la difensiva si può attuare nella zona settentrionale di frontiera, e cioè lungo la fascia costiera e nella regione che da Carora scende verso Nacfa e Cheren, a me sembra che potremmo creare notevoli imbarazzi agli Inglesi tentando un colpo di mano su Cassala, fino ad oggi poco difesa, dove vi è un campo di aviazione con hangar, e dove passa la ferrovia. Ma, giunti a Cassala, dovremmo essere in condizioni di mantenervisi e cioè, è necessario che le nostre truppe abbiano al seguito buone artiglierie e quei materiali che occorrono per l'immediata organizzazione di qualche modesta opera di fortificazione.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Le popolazioni del Sudan non ci vedono di malocchio, ed i continui contatti con le nostre autorità , la conoscenza che hanno dei nostri metodi di governo, la continua affluenza verso l'Eritrea di loro nuclei che vi vengono a cercare lavoro, sono elementi che devono far ritenere che esse non ci sarebbero ostili. Sottopongo queste mie considerazioni a Vostra Eccellenza in forma del tutto confidenziale, allegando una mia lettera confidenziale indirizzata recentemente a S.E. Nasi sulla situazione militare eritrea e la risposta avutane. Vi sarò assai grato se riterrete di farmi conoscere il Vostro pensiero al riguardo e Vi prego di voler gradire i sensi della mia costante devozione e del mio affezionato ossequio. F. to Daodiace


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DOCUMENTO DOCUMENTO

N. 24 N . 24-a

GOVERNO GENERALE DELL' A.O.I. STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni N. 2284 Op. Segreto (2 allegati - 1 fascicolo)

Al Ministero dell'Africa Italiana

Addis Abeba, 15 maggio 1939-XVII

Roma

PROMEMORIA PER S.E. IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO Con riferimento al promemoria di V.E. n. 806989 dell'8 maggio e.a. e a seguito del mio teleavio n. 00317052 del I 3 maggio u.s., trasmetto nel fascicolo qui unito, copia di due ordini impartiti in materia operativa: I) Con il primo ordine riprendo alla mano studi operativi già disposti da S.E. Graziani. Si tratta di studi: a) di carattere difensivo, nei riguardi della sistemazione (sicurezza e difesa) delle frontiere e delle grandi vie interne di comunicazione; b) di carattere offensivo, nei riguardi di eventuali operazioni nella Somalia inglese, nel Kenia e nel Sudan. Quelli di cui alla lettera a) saranno coordinati e armonizzati dal mio Stato Maggiore (dopo avere constatato il già fatto e stabilito quanto rimane ancora da fare) in un piano difensivo generale dal quale ogni Comando interessato ricaverà il suo piano difensivo parziale. Quelli di cui alla lettera b) serviranno come elementi base di studio, per la compilazione di piani offensivi definitivi da compilarsi come dice V.E. nel suo citato promemoria - quando si saranno ricevute le direttive di S.E. il Capo di Stato Maggiore Generale. Aggiungo che in più di quelli accennati alla lettera b), il mio Stato Maggiore sta anche studiando, nelle sue linee generali, la possibilità e la convenienza, verificandosi determinate condizioni, di una spedizione sulle coste dello Jemen con obiettivo Aden. 2) Con il secondo ordine impa~tisco delle direttive per i compiti che le Forze Armate dell'Impero dovranno assolvere in caso di improvviso conflitto e prima che siano pronti il progetto generale di mobilitazione e i piani difensivi e offensivi di cui al precedente capo I).


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

In base a dette direttive i Comandi interessati compileranno degli studi che, coordinati e armonizzati dal mio Stato Maggiore, serviranno alla compilazione di un piano operativo provvisorio che dovrĂ servire di guida nel1'ipotesi sopra accennata di improvviso conflitto . Faccio riserva di trasmettere a seguito del presente, in comunicazione a V.E., il piano operativo per l'operazione offensiva nella Somalia francese .

Il Governatore Generale VicerĂŠ d'Etiopia F.to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N . 24- b

GOVERNO GENERALE DELL'A.0 .1. STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni N. 2170 di prot. Op. Segreto

Addis Abeba, 15 maggio 1939- XVII

O ggetto: Studi di carattere operativo.

A S.E. il Governatore dell'Eritrea

Asmara

A S.E. il Governatore dell'Amara

Condor

A S.E. il Governatore dello Scioa

Addis Abeba Gimma

A S.E. il Governatore del Galla Sidama

Harar

A S.E. il Governatore del Harar A S.E. il Governatore della Somalia A

S.E. il Comandante dell'Aeronautica A .O.I .

Mogadiscio Addis Abeba

Al Signor Comandante Superiore della Marina A.O.I.

Massaua

e, per conoscenza:

Al Ministero dell'Africa Italiana - Ufficio Militare

Roma

S.E. il Maresciallo d'Italia Graziani, con i suoi fogli 14030, 18622 e 20350, rispettivamente in data 5 gi1.1gno, 15 ottobre e 30 novembre 1937 (annessi in copia per S.E. il Governatore dello Scioa), ordinava che fossero compiuti degli studi circa: a) la sistemazione difensiva dei territori e la sicurezza delle principali vie di comunicazioni interne; b) la sistemazione difensiva e la sicurezza delle frontiere; c) eventuali operazioni offensive oltre confine. Per quanto riguarda gli studi difensivi di cui alle lettere a) e b), prego le LL.EE. il Governatore di volermi comunicare al più presto, in modo particolareggiato, quanto è stato fatto, allo scopo di coordinare e armonizzare il già fatto e stabilire il programma di ciò che rimane da fare. Circa gli studi relativi ad eventuali operazioni offensive nella Somalia inglese, nel Kenia e nel Sudan (escluso la Somalia francese per la quale è già pronto un piano di operazioni), desidero mi siano comunicate, anche al più


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

presto, le conclusioni alle quali sono giunti i Comandanti delle truppe in conseguenza dell'approfondimento e dell'aggiornamento, sin qui compiuti, degli studi stessi. Questi, come è detto nei fogli n. 14030 e 20350, sopra ricordati, hanno per sé stessi, soltanto carattere orientativo; saranno coordinati dal mio Stato Maggiore, e serviranno di base ai piani operativi definitivi da compilarsi secondo le direttive delle Superiori Autorità. Il Governatore Generale Viceré d'Etiopia F. to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO

N. 24 -c

GOVERNO GENERALE DELL'A.O.J. STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni N . 2281 Op. Segreto

Addis Abeba, 15 maggio 1939-XVII

Oggetto: Direttive per l'azione delle Forze Armate dell'Impero in caso di improvviso conflitto.

A S.E. il Governatore dell'Eritrea A S.E. il Governatore dell'Amara A S.E. il Governatore dello Scioa A S.E. il Governatore del Galla Sidama A S.E. il Governatore del Harar A S.E. il Governatore della Somalia A S.E. il Comandante dell'Aeronautica A. O.I. Al Signor Ammiraglio Comandante Sup. Marina A.O.I.

Asmara Condar Aba Gimma Harar Mogadiscio Aba Massaua

Al Signor Comandante M. V.S.N. A .O.I.

Aba

Al Signor Comandante CC.RR. A.O.I.

Aba

Al Signor Comandante R. Guardia di Finanza A.O.I.

Aba

e, per conoscenza:

Al Ministero dell'Africa Italiana - Ufficio Militare

Roma

Nella eventualitĂ che gli avvenimenti internazionali debbano condurre ad un improvviso conflitto, e in attesa che il mio Stato Maggiore concreti e dirami il progetto generale di mobilitazione e i piani operativi difensivi e offensivi, occorre che le Forze Armate dell'Impero abbiano una conoscenza dei compiti che iri detta eventualitĂ dovranno assolvere, sia in proprio, sia in cooperazione. Premetto che l'Impero deve fronteggiare qualsiasi situazione facendo soltanto assegnamento sulle proprie forze e sui propri mezzi. Cio posto, occorre che i comandi interessati (Comandi delle truppe - Comando dell'aeronautica - Comando superiore della marina - Comando della M.V .S.N. - Comando dei CC.RR . - Comando della R. guardia di finanza)


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

pongano sollecitamente allo studio, ciascuno per la parte di propria competenza, le prime predisposizioni necessarie a fronteggiare una situazi<?ne di guerra e a iniziare le ostilità secondo le direttive impartite: nel foglio allegato n. I per le forze terrestri; nel foglio allegato n. 2 per le forze aeree e nel foglio allegato n. 3 per le forze marittime. Le direttive per iniziare le ostilità si riferiscono soltanto ai primissimi giorni del conflitto. Lo svolgersi degli avvenimenti e delle situazioni fornirà elementi determinanti per stabilire l'ulteriore condotta delle operazioni. Desidero che gli studi richiesti con il presente ordine mi siano trasmessi al più presto per coordinarli in un piano operativo provvisorio in attesa dei piani definitivi di cui al mio precedente ordine 11. 2170 Op. Segreto pari data. Prego segnare ricevuta telegrafando la parola «STUDIO».

Il Governatore Generale Viceré d'Etiopia F. to Amedeo di Savoia


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Allegato n. 1 al foglio n. 2281 Op. Segreto in data 15 maggio 1939-XVII del Governo Generale dell' A. O. I - Stato Maggiore GOVERNO GENERALE DELL' A.O.I. STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni DIRETTIVE PER LE FORZE TERRESTRI 1) Le truppe dislocate lungo le frontiere, mentre esplicano la più attiva vigilanza, debbono mettersi in condizione di prontamente rintuzzare, con la massima aggressività, eventuali tentativi di incursioni avversarie. 2) Le truppe disponibili in ogni Governo, sopprimendo anche presidi non indispensabili, debbono frattanto raccogliersi - in potenza e forniti delle necessarie aliquote di automezzi per eventuali trasporti celeri o a grandi distanze - nei maggiori centri serviti dalle grandi strade. 3) Occorre assicurare, con opportune misure di vigilanza, l'integrità delle grandi comunicazioni stradali. 4) Per l'operazione offensiva nella Somalia francese vedasi piano operativo trasmesso ai Governi interessati.


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I.E OPE RAZIONI IN AFRICA ORIENTAL E

Allegato n. 2 al foglio n. 2281 Op. Segreto in data 15 maggio 1939-XVII del Governo Generale dell' A .O.I - Stato Maggiore GOVERNO GENERALE DELL'A.O.I. STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni DIRETTIVE PER L'AVIAZIONE Deve: iniziare immediatamente la sua azione; cooperare con la Marina, che inizia essa pure immediatamente le ostilitĂ con energica guerra di corsa, effettuando ricognizioni per avvistamento di navi da guerra o mercantili avversarie o neutrali e agendo offensivamente, nel Mar Rosso e nel golfo di Aden, contro navi da guerra avversarie di superficie e sommergibili; operare diretti interventi offensivi, diurni e notturni, a massa, contro obiettivi aereo-marittimi delle basi di Gibuti e di Aden; effettuare ricognizioni offensive, o non, su tutti i settori di frontiera; assicurare la protezione aerea delle basi di Massaua, Asmara, Assab, Dire Daua e Addis Abeba; preparare il concentramento dei mezzi per la cooperazione aerea alla prevista operazione nella Somalia francese, come da piano operativo trasmesso a parte; predisporre eventuali operazioni a massa contro le linee di comunicazione affluenti a Kartum e Atbara, nonchĂŠ contro gli obiettivi di Cassala e Porto Sudan.


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Allegato n. 3 al foglio n. 2281 Op. Segreto in data 15 maggio 1939-XVII del Governo Generale dell' A.O.I - Stato Maggiore GOVERNO GENERALE DELL' A.O.I. STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni DIRETTIVE PER LA MARINA Deve iniziare immediatamente la guerra di corsa, senza economia di forze, contro il traffico marittimo avversario nel Mar Rosso e sulle coste dell'Arabia e della Somalia, particolarmente fra Aden e Gibuti, con obiettivo la cattura di tutti i piroscafi nemici e neutrali, che si trovassero ancora a navigare su quelle rotte all'apertura delle ostilitĂ . SarĂ in atto la cooperazione dell'aviazione. Per l'operazione offensiva nella Somalia francese vedasi piano operativo trasmesso a parte.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIEf,ffl\LE

DOCUMENTO

N. 25

UFFICIO DI S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE Roma, 16 giugno 1939

N. 4507

A S.E. il Generale di C.A. Attilio Teruzzi Sottosegretario Generale per l'Africa Italiana (risposta al foglio 807333 del 3 giugno I 939)

Roma

Ringrazio per quanto comunicatomi in relazione ai piani operativi per l'Africa Orientale Italiana. Faccio, però, presente che, per ora, quello che interessa è che I' A.O.I. sia in grado di tenere a freno il Paese contro sollevazioni che subito si produrrebbero non appena scoppiate le ostilità in Europa. Il Maresciallo d'Italia

Capo di S.M. Generale F. to Badoglio


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DOCUMENTO N. 26

MINISTERO DELL'APRICA ITALIANA Ufficio Militare Prot. 807903

Roma, 4 luglio 1939-XVII

Oggetto: Piani operativi.

Al Governo Generale dell'A .0 .1. Stato Maggiore

Addis Abeba

(rif. suo f. 2284 del 15 maggio u.s.) Informo che il Capo di S.M. Generale, presa visione delle direttive emanate da codesto Governo Generale circa gli studi operativi di carattere difensivo ed offensivo e per l'impiego delle forze armate dell'Impero in caso di improvviso conflitto, ha risposto con la lettera n . 4507 del 16 giugno che allego in copia. Perciò pur mantenendo in vigore salvo ulteriori comunicazioni le direttive predette codesto Governo darà l'assoluta precedenza agli studi ed alle predisposizioni tendenti ad assicurare anzitutto la sicurezza e la solidità interna dell'Impero . Resto in attesa di conoscere quanto sarà predisposto a riguardo .

Il Sottosegretario di Stato F.to Teruzzi


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L E OPERAZION I IN AFRICA ORI ENT ALE

DOCUMENTO

N. 27

UFFICIO DI S .E. IL CAPO DI STAT O MAGGIORE GENERALE Roma, li 27 agosto 1939-XVII

N. 4672 di prot. S.

Oggetto: . Direttive per la preparazione bellica delle Terre Italiane di Oltremare. A S.E. il Generale d'Armata Aerea Giuseppe Valle

Sottosegretario di Stato e Capo di S.M. della R. Aeronautica A S.E. l'Ammiraglio d'Armata Domenico Cavagnari Sottosegretario di Stato e Capo di S.M. della R. Marina A S.E. il Generale Desig. d'Armata Alberto Pariani Sottosegretario di Stato per la Guerra e Capo di S.M. del R. Esercito

Roma Roma

Roma

e, per conoscenza:

A S.E. Galeazzo Ciano Ministro Affari Esteri

Roma

A S.E. il Generale di C.A . Attilio Teruzzi Sottosegretario di Stato per l'Africa Italiana

Roma

A norma dell'art. l della Legge n. 1193 del 26 luglio e.a., trasmetto le direttive, approvate dal Duce, per la preparazione bellica delle Terre Italiane di Oltremare: ciò a conferma e completamento delle direttive, al riguardo, di volta in volta emanate e già in atto. PREMESSA

La preparazione bellica delle Terre Italiane d'Oltremare deve avere come presupposto fondamentale il mantenimento dell'integrità dei territori, anche nel caso di un possibile isolamento dalla Madre Patria. Primo e particolare obiettivo da prefiggersi è quello di mettersi in grado di tenere a freno i territori contro sollevazioni che potrebbero prodursi non appena scoppiate le ostilità in Europa. Il conseguimento dell'integrale disarmo delle popolazioni faciliterà il raggiungimento di detto scopo. Devesi altresì non trascurare misura alcuna atta a consentire azioni offensive, verso quegli obiettivi il cui possesso potrebbe imporsi.


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I. - DIRETTIVE DI CARATTERE ORGANICO E LOGISTICO

1) Considerata la difficoltà di eseguire grandi trasporti via mare durante un conflitto che coinvolga il Mediterraneo, occorre: a) Fissare il quantitativo di forze da dislocare nelle Terre Italiane d'Ol-

tremare, tenendo ben presente la difficoltà e, forse, l'impossibilità di trasportarvi grandi masse di uomini durante il conflitto. Venga studiata anche l'opportunità di effettuare trasporti per via aerea. b) Dare alle Forze Armate delle Terre Italiane d'Oltremare una orga-

nizzazione ed una attrezzatura logistica tale da consentire .Joro di bene assolvere i propri compiti, anche in caso di guerra improvvisa, e per un periodo di tempo non inferiore ai 12 mesi. Particolarmente curati devono essere impianti idrici, vie di comunicazioni, porti e collegamenti. 2) I lavori di fortificazione debbono consentire l'attuazione del concetto operativo che verrà adottato. 3) Le difese contraerei e costiera, nonché la protezione antiaerea, siano studiate ed attuate, mercè accordi tra i singoli stati maggiori, secondo un' concetto unitario. H. - DIRETTIVE DI CARATTERE OPERATIVO 1) Valgono i criteri di volta in volta comunicati ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate dal Capo di Stato Maggiore Generale, sulla base degli ordini del Duce. 2) P er le operazioni terrestri è da tenere in considerazione il legame esistente tra gli scacchieri dell'Africa Settentrionale e dell'Africa Orientale, mentre lo scacchiere dell'Egeo avrà carattere autonomo. Per le operazioni navali ed aeree, è da tener presente che le forze navali ed aeree della Libia e dell'Egeo vanno incluse nel quadro delle operazioni metropolitane, mentre per quelle dell'Africa Orientale si dovrà prevedere un'azione a carattere autonomo. 3) Ciascun Comando Superiore delle Forze Armate, in ogni territorio di oltremare, in base alle direttive ricevute dai Capi di S.M . delle Forze Armate, terrà sempre aggiornati i piani di copertura e di radunata per le varie ipotesi di guerra.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Di tali piani dovrĂ essere inviata copia ai Capi di S.M. delle Forze Armate ed al Capo di Stato Maggiore Generale.

III. - DIRETTIVE DI CARATTERE ADDESTRATIVO Le direttive di carattere addestrativo saranno emanate dai singoli Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate.

Il Maresciallo d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale Badoglio


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D OCUMENTO N. 28

UFFICIO DI S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 4691 di prot.

Roma, li 29 agosto 1939- XVII

Oggetto: Direttive di carattere operativo pér le T erre Italiane d'Oltremare in dipendenza dell'attuale situazione internazionale.

A S.E. il Generale d'Armata Aerea Giuseppe Valle Sottosegretario di Stato e Capo di S.M. della R. A eronautica Roma A S.E. l'Ammiraglio d'Armata Domenico Cavagnari Sottosegretario di Stato e Capo di S.M. della R. Marina Roma A S.E. il Generale Desig. d'Armata Alberto Pariani Sottosegretario di Stato per la Guerra e Capo di S.M. del R. Esercito Roma e, per conoscenza: A S.E. il Cavaliere Galeazzo Ciano Ministro Affari Esteri A S. E. Generale di C.A. Attilio Teruzzi Sottosegretario di Stato per l'Africa Italiana

Roma Roma

Come previsto dalle «Direttive per la preparazione bellica delle Terre Italiane d'Oltremare» (foglio n. 4672 del 27 agosto u .s., capo II, comma I) e con l'approvazione del Duce, comunico le seguenti direttive di carattere operativo per le Terre Italiane d 'Oltremare in dipendenza dell'attuale situazione internazionale, a integrazione di quelle, già emanate, riflettenti l'intero nostro teatro di guerra. I) Libia: Garantire l'inviolabilità delle frontiere, mediante azioni difensivecontroffensive: la disponibilità del massimo numero possibile di truppe libiche costituirà, a tale scopo, elemento di facilitazione. 2) A.O.I.: Assicurare l'ordine interno e l'integrità delle frontiere. Tenere aggiornato lo studio dell'operazione offensiva contro Gibuti, non trascurando di considerare l'eventualità di azione simultanea, o successiva, contro la Somalia inglese. Studiare la possibilità di un indiretto concorso aJJa difesa della Libia orientale, per vincolare forze anglo-egiziane, a mezzo di operazioni partenti dalla frontiera nord-occidentale.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Il raggiungimento degli scopi anzidetti sarĂ indubbiamente facilitato dalla massima utilizzazione delle risorse umane dell' A.O.I .. 3) Egeo: Assicurare l'integritĂ del Possedimento, considerandone, quale ridotto centrale, il sistema Lero-Coo-Rodi.

IL Maresciallo d 'Italia Capo di Stato Maggiore Generale Badoglio


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DOCUMENTO N. 29

MINISTERO DELLA GUERRA COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE Ufficio Operazioni II - Sez. 3° (A.O.) Segreto

Roma, 17 maggio 1939-XVII PROMEMORIA SULLE

"DIRETTIVE PER LO SCACCHIERE DELL' AFRICA ORIENTALE"

Le unite direttive riguardano i compiti militari che possono essere assegnati allo scacchiere A.O.I. nel P.R. 12. Le forze avversarie disponibili o rapidamente mobilitabili nelle regioni contermini all'A.O.I. non sono di grande entità: comunque sono notevolmente inferiori alle forze dell'Impero e devono difendere obiettivi sparpagliati e divergenti. Nei riguardi, però, delle nostre forze si ritiene opportuno rappresentare: I. La forza alle armi in A.O.I. comprende, per quanto riguarda fanteria, 54 btg. nazionali, 97 battaglioni coloniali, 17 gruppi di bande e 58 bande irregolari; cioè un complesso di circa 168 battaglioni, calcolando fra questi anche i gruppi di bande. Il grosso delle forze suddette è oggi impiegato in operazioni di polizia, in dipendenza della situazione politica interna non ancora tranquilla, ed è da prevedere che, in caso di conflitto, tale situazione peggiorerà per la propaganda franco-britannica. A titolo orientativo di larga massima si può ritenere che la tutela del1'ordine interno e la copertura alle frontiere difensive richiedono - nèl P.R. 12 - l'impiego di una massa non inferiore ad un centinaio di battaglioni, più le bande irregolari. Resterebbero perciò disponibili per operazioni offensive non più di 50-60 btg. con i quali potrebbe essere intrapresa la conquista di Gibuti e - in secondo tempo - qualche azione a raggio limitato nel Sudan. Perché l'Impero possa far sentire - in caso di conflitto - tutto il suo peso svolgendo contemporaneamente le operazioni militari previste nel piano contro le due Somalie e contro il Sudan, bisognerebbe che esso fosse in grado di mobilitare rapidamente almeno altri 30-40 battaglioni. Il problema riguarda essenzialmente dotazioni (che sono però in gran parte sul posto) e quadri (dei quali vi è deficienza).


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

2. Esistono in tutto l'Impero 24 pezzi contraerei (I) {12 mobili e 12 della Dicat). L'assegnazione sembra insufficiente in relazione agli obi~ttivi da difendere e tenuto conto che l'avversario dispone già di una massa di circa 200 apparecchi. Vi sono nell'Impero 15 carri veloci. In dipendenza anche dei compiti offensivi assegnati allo scacchiere, si riterrebbe opportuno portare l'assegnazione di tali elementi ad I battaglione <2>. Mancano completamente i mezzi anticarro, nè i battaglioni coloniali, a differenza di qualche btg. delle colonie confinanti, ne hanno

in dotazione. Si riterebbe opportuna l'assegnazione organica di qualche reparto anticarro, tenuto anche conto che i franco inglesi dispongono già - in Somalia e nel Sudan - di una quarantina di carri armati. Infine si ritiene necessario accennare anche alla questione della autonomia dell'Impero in caso di conflitto, poiché pochi rifornimenti potranno giungere d'oltre mare nei porti dell'Oceano Indiano e pochi altri, di contrabbando, attraverso le frontiere terrestri. Sono in corso provvedimenti per accantonare 10 unfoc per artiglierie e 20 per armi portatili: quantitativi che si ritengono sufficienti sul complesso delle armi disponibili. Per gli altri materiali e derrate, l'autonomia dovrebbe essere portata a: - 1 anno, per carburanti e viveri; - 6 mesi, per materiali vari.

Annotazioni del Capo di SME, gen. Pariani: (I) Occorrono mobili. (2) Poco, se il terreno si presta; inutili se non si presta .


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DOCUMENTO

N. 30

GOVERNO GENERALE DELL'AFRICA ORIENTALE ITALIANA STATO MAGGIORE N. 4000 Op.

Addis Abeba, 1 ottobre 1939-XVII

CRITERI FONDAMENTALI SULLA CONDOTTA DELLA GUERRA NELL'IMPERO (Stralcio) PREMESSA

1. L'importanza strategica dell'Impero, nel campo terrestre, aereo e navale, deriva dalla minaccia che esso esercita sulle linee di comunicazione del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano, sull'Egitto e sulle colonie confinanti dell'Inghilterra e della Francia. 2. Data tale minaccia, è lecito supporre che in caso di guerra con l'Inghilterra, la Francia e l'Egitto alleati, le ora dette potenze cerchino di eliminare o compromettere il nostro dominio: - fomentando e alimentando la ribellione interna; - agendo direttamente con azioni offensive. Tale supposizione vale anche nel caso che una delle Potenze dette sopra resti inizialmente neutrale. 3. Il concetto fondamentale al quale - pertanto - deve essere informata la . nostra condotta in caso di guerra, è di: -

mantenere l'integrità del territorio dell'Impero, anche nel caso di un completo isolamento dalla Madre Patria.

4. Il primo obiettivo da prefiggerci, di conseguenza, è di: tenere a freno i territori contro le rivolte interne; garantire la sicurezza delle frontiere con le colonie contermini. 5. Si deve, però, nel tempo stesso, non trascurare la possibilità, in determinate circostanze, di compiere azioni offensive oltre i confini dell'Impero, contro quegli obiettivi il cui possesso sarebbe certamente utile e potrebbe anche imporsi.

6. Nel presente fascicolo sulla <<condotta della guerra nell'Impero» sono esposti i criteri fondamentali per la difesa del territorio dell'Impero e per azioni offensive oltre i confini in base alle direttive impartite da S.E. il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

VI - NOSTRE EVENTUALI AZIONI OFFENSIVE 1. Nel quadro generale della condotta della guerra non deve essere esclusa la possibilità di nostre azioni offensive oltre i confini dell'Impero ( vedi Premessa, n. 5). Tali azioni offensive sono, però, da considerarsi eventuali e subordinate alla situazione del momento ed alle forze che potranno rendersi disponibili. Gli ordini per la loro attuazione saranno, in ogni caso, emanati da S.E. il Capo di Stato Maggiore Generale. 2. Le azioni offensive che, con la collaborazione delle forze militari marittime e delle forze militari aeree, potrebbero essere di maggiore rendimento sono: a) in un primo tempo, l'azione per l'occupazione della Costa francese

dei Somali e della Somalia inglese.

È da prevedere che tale azione possa esser simultanea o limitata ad una sola delle due colonie, in relazione alla situazione internazionale del momento; b) in un secondo tempo, l'azione per penetrare nel Sudan e raggiungere

la linea Porto Sudan-Atbara, rompendo in due il territorio anglo egiziano. 3. La prima. azione ha importanza preminente sulla seconda. Ove la prima azione fosse limitata, in relazione alla situazione internazionale del momento, alla sola occupazione della Somalia inglese, la seconda azione potrebbe assumere importanza preminente sulla prima. 4. Sia l'una azione che l'altra sono intese all'occupazione di not~voli obiettivi (Gibuti, Zeila, Berbera, Porto Sudan, Atbara) con forti ripercussioni nel campo strategico e in quello politico; a sopprimere possibili minacce per l'integrità dell'Impero (azioni avversarie nell'Hararino, in Eritrea e nel1' Amara); a sopprimere, in pari tempo, dei centri di propaganda antitaliana e di contrabbando di armi (Gibuti) ed infine ad apportare un concorso diretto e indiretto alle nostre operazioni nell'Africa settentrionale (Porto Sudan - Atbara).


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Da Viceré At Ministero Africa Italiana

N. 31

29.8.1939

Addis Abeba Roma

Preparazione operazioni Gibuti per sola radunata truppe e mezzi logistici richiede 30 giorni circa e impiego oltre 2.000 tonnellate carburante. Condizioni successo è guadagnare massimo tempo possibile per prevenire ulteriore arrivo rinforzi franco inglesi . Prego comunicare se posso iniziare subito movimento radunata da regioni più lontane e cioè Somalia e Galla Sidama, che concorrono con loro forze. Amedeo di Savoia

Nota autografa di S.E . il Sottosegretario "Per ordine Duce soprassedere" T . (Teruzzi)


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 32

UFFICIO DEL CAPO DI S.M. GENERALE Prot. n. 5414

Roma, 14 maggio 1940-XVlll

Oggetto: Piani operati\/i del Governo Generale A.O .I. nn. 1, 2, 3, 5, 6, e per la difesa costiera.

All'Eccellenza Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani Capo di Stato Maggiore del R. Esercito (rif. f. 2399 del 16 aprile 1940)

Roma

e, per conoscenza: A S.A.R. Principe Amedeo di Savoia-Aosta Viceré d'Etiopia - Governatore Generale dell'A.0.1. Addis Abeba (rif. f. 5250 del 19 gennaio 1940 e f. 5350 del 21 gennaio 1940) I piani seguenti, del Governo Generale A.O .I.: «Piano n. I per la copertura e la radunata» interessante il territorio dell'Eritrea; «Piano n. 2 per la copertura e la radunata» interessante il territorio del1' Amara; «Piano n. 3 per la radunata» interessante il territorio dello Scioa; «Piano n. 5 per la copertura e la radunata» interessante il territorio dei Galla Sidamo; «Piano n. 6 per la copertura e la radunata» interessante il territorio della Somalia; «Piano per la difesa costiera»; sono stati da me esaminati. Di massima, nullà ho da obiettare: solo confermo quanto già comunicato con foglio n. 5057 del 27 dicembre 1939-XVIII e, cioè, che tutti i piani relativi ad azioni offensive partenti dall'Impero debbono avere carattere di studio e di orientamento, perché il compito delle truppe dell' A.O.I. è, nell'attuale situazione, essenzialmente difensivo: operazioni offensive potranno essere attuate solo in casi specialissimi.

Il Maresciallo d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale F. to Badoglio


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DOCUMENTO

N. 33

MINISTERO DELL' AFRICA ITALIANA Ufficio Militare N. 809071

Roma, 5 settembre 1939-XVII

Oggetto: Piani operativi per !'A.O.I..

A S.E. il Capo di S.M. Generale

Roma

S.A.R. il Viceré d'Etiopia ha prospettato l'opportunità di studiare e preparare anche un piano di azione su Cassala e Ghedaref. Di quanto sopra è anche stato fatto cenno al DUCE che ne ha riconosciuto in linea generale la utilità subordinatamente si capisce allo studio concreto delle possibilità e alle circostanze. In realtà le operazioni: sarebbero (specialmente quella su Cassala) a «non grande raggio»; non richiederebbero presumibilmente - salvo notevoli futuri aumenti nelle truppe anglo-sudanesi - troppe forze; (per quella su Cassala non occorrerebbe neppure un eccessivo sforzo logistico); ci darebbero il possesso di obiettivi di notevole importanza logistica in quanto taglierebbero la ferrovia di «arroccamento)) Port Sudan - Cassala - Ghedaref - Nilo; concorrerebbero a facilitare la difesa della nostra frontiera nord occidentale perché attirerebbero verso di noi quasi tutte le popolazioni d'oltre confine che risultano già a noi favorevoli e che graviterebbero così nuovamente su Massaua come già avveniva in passato prima dell'artificioso deviamento provocato dall'Inghilterra su Port Sudan. Le operazioni predette inoltre rientrerebbero nell'orbita delle Vostre direttive di carattere operativo per le terre italiane d'oltremare, del 29 agosto u.s., in quanto, vincolando forze anglo-egiziane, concorrerebbero indirettamente alla difesa della Libia orientale. Per le anzidette considerazioni ho interessato il Governo Generale A.O .I. perché studi al più presto i piani predetti, prendendo come obiettivi sia Cassala-Ghedaref, sia soltanto Cassala per il caso che le circostanze consigliassero di limitare l'ampiezza delle operazioni. Mi riservo di sottoporre il tutto alla Vostra approvazione. Il Sottosegretario di Stato F. to Teruzzi


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LE OPE RAZ IONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 34

MINISTERO DELL' AFRICA 1TALIANA Ufficio Militare N. 809077

Roma, 8 settembre 1939- XVII

Oggetto: Piani operativi.

A S.A.R. il Governatore Generale Viceré d'Etiopia

Addis Abeba

In relazione a quanto mi accennaste circa una eventuale azione su Cassala-Ghedaref, azione che, certamente, in determinate circostanze potrebbe apportare vantaggi notevoli e che dall'altra parte rientrerebbe nelle direttive impartite dal Capo di S.M. Generale per la difesa delle terre italiane d'oltremare, Vi prego di far portare a compimento con cortese urgenza gli studi relativi da concretarsi in apposito piano, completo e dettagliato. Sarà opportuno che il piano preveda due ipotesi a secondo che l'obiettivo comprenda sia Ghedaref sia Cassala oppure soltanto Cassala e ciò nelle considerazioni che le circostanze potrebbero consigliare una azione a raggio più limitato.

Il Sottosegretario di Stato


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DOCUMENTO N. 35

MEMORIA DEL CAPO DEL GOVERNO IN DATA 31.3.1940 SULLA SITUAZIONE, CON DIRETTIVE PER UN PIANO DI GUERRA IL DUCE DEL FASCISMO CAPO DEL GOVERNO In una situazione quale l'attuale che potrebbe chiamarsi di estrema fluidità, è qifficile - se non impossibile - fare delle previsioni sullo sviluppo degli eventi e sulle fasi avvenire della guerra. Bisogna dare larga parte all'imprevisto (vedi guerra russo-finlandese) e tenere conto di quanto può accadere nella politica di paesi lontani come gli Stati Uniti o il Giappone. PACE NEGOZIATA DI UN COMPROMESSO.

Allo stato degli atti, tale possibilità è da escludersi. È vero che forti correnti pacifiste si agitano pubblicamente in Inghilterra e sotterraneamente in Francia, ma gli obiettivi di guerra degli Alleati, sono tali - oggi che un compromesso é impossibile. Esso non potrebbe che partire dall'accettazione del «fatto compiuto» delle conquiste tedesche e russe a nord-est, ma questo non si concilia con la proclamata volontà di ricostituire la Polonia, la Cekoslovacchia e persino l'Austria. Una pace di compromesso può essere più agevolmente accettata dalla Germania, non dalle grandi democrazie, le quali tuttavia non sarebberò aliene dall'accettare il «fatto compiuto» del bottino polacco fatto dalla Russia, se la Russia «mollasse» la Germania. Il Signor Welles ha - dopo il suo pellegrinaggio una pace negoziata i tempi non sono ancora maturi.

concluso che per

OPERAZIONI MILITARI TERRESTRI.

È prevedibile che i Franco-Inglesi assumano l'iniziativa delle operazioni, cioè di un attacco al Westwall su fronte occidentale? Allo stato degli atti, è da escludere. Le forze terrestri inglesi in Francia sono molto esigue; la situazione demografica della Francia non è tale da consentire le perdite gravissime che un attacco al Westwall imporrebbe. Quanto al morale dei soldati francesi è difensivo, non o(fensivo. I Franco-Inglesi sono alla ricerca di un fronte terrestre, meno incomodo di quello occidentale e a tale scopo è stato preparato l'eserdto di Weygand. Ma questo famoso fronte non si delinea ancora dal punto di vista geografico. Balcanico? Caucasico? Libico?


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALI;,

I Franco-Inglesi continueranno quindi: a) a non assumere iniziativa di operazioni su terra; b) a operare più controffensivamente che offensivamente sul mare e nell'aria; c) e soprattutto a rendere più ermetico il blocco attorno alla Germania. OPERAZIONI GERMANICHE.

Da parecchi mesi si parla di una offensiva germanica contro la Maginoto contro Belgio e Olanda per arrivare alla Manica. A rigore di logica anche questa offensiva sembra doversi escludere per i seguenti motivi: a) perché la Germania ha già raggiunto i suoi obiettivi di guerra e può quindi attendere l'attacco avversario; b) perché è troppo rischioso giocare il tutto su una carta, poiché se l'offensiva fallisse del tutto o si concludesse con un insuccesso e ci fossero perdite rilevanti, una crisi interna nella Germania sarebbe inevitabile, dato che anche il morale del popolo tedesco è complessivamente mediocre e in taluni grandi centri come Berlino e Monaco meno che mediocre. È quindi probabile che fra la guerra di attacco e quella di resistenza, la Germania sceglierà l'ultima e cioè: I O - metterà tutto in opera per resistere al blocco; 2° - assumerà l'iniziativa di operazioni marittime e aeree sempre più vaste di controblocco. L'offensiva terrestre avrà luogo nell'eventualità di una certezza matematica di schiacciante vittoria o come carta della disperazione se il blocco a un certo momento non consentisse altra via di uscita. POSIZIONE DELL'ITALIA.

Se si avvererà la più improbabile delle eventualità - cioè una pace negoziata nei prossimi mesi - l'Italia potrà - malgrado la sua non belligeranza - avere voce in capitolo e non essere esclusa dalle negoziazioni; ma se la guerra continua, credere che l'Italia possa rimanersene estranea sino alla fine, è assurdo e impossibile. L'Italia non è accantonata in un angolo d'Europa come la Spagna, non è semi-asiatica come la Russia, non è lontana dai teatri d'operazione come il Giappone o gli Stati Uniti, l'Italia è in mezzo ai belligeranti, tanto in terra quanto in mare. Anche se l'Italia cambiasse atteggiamento e passasse armi e bagagli ai Franco-Inglesi, essa non eviterebbe la guerra immediata colla Germania, guerra che l'Italia dovrebbe sostenere da sola: è solo l'alleanza colla Germania, cioè con uno Stato che non ha ancora bisogno del nostro concorso militare e si contenta dei


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nostri aiuti economici e della nostra solidarietà morale, che ci permette il nostro attuale stato di non-belligeranza. Esclusa l'ipotesi del voltafaccia che del resto gli stessi Franc?-lnglesi non contemplano e in questo dimostrano di apprezzarci, rimane l'altra ipotesi cioè la guerra parallela a quella della Germania per raggiungere i nostri obiettivi che si compendiano in questa affermazione: libertà sui mari, finestra sull'oceano. L'Italia non sarà veramente una nazione indipendente sino a quando avrà a sbarre della sua prigione mediterranea la Corsica, Biserta, Malta e a muro della stessa prigione Gibilterra e Suez. Risolto il problema delle frontiere terrestri, l'Italia se vuole essere una potenza veramente mondiale, deve risolvere il problema delle sue frontiere marittime: la stessa sicurezza dell'Impero è legata alla soluzione di questo problema. L'Italia non può rimanere neutrale per tutta la durata della guerra, senza dimissionare dal suo ruolo, senza squalificarsi, senza ridursi a livello di una Svizzera moltiplicata per dieci. Il problema non è quindi di sapere se l'Italia entrerà o non entrerà in guerra perché l'Italia non potrà fare a meno di entrare in guerra; si tratta soltanto di sapere quando e come: si tratta di ritardare il più a lungo possibile, compatibilmente con l'onore e la dignità, la nostra entrata in guerra: a) per prepararci in modo tale che il nostro intervento determini la decisione; b) perché l'Italia non può fare una guerra lunga, non può cioè spende-

re centinaia di miliardi come sono costretti a fare i paesi attualmente belligeranti.

Ma circa jl quando, cioè la data, nel convegno del Brennero si è nettamente stabilito che ciò riguarda l'Italia e soltanto l'Italia. PIANO DI GUERRA.

Premesso che la guerra è inevitabile e che non possiamo marciare coi Franco-Inglesi, cioè non possiamo marciare contro la Germania, si tratta di fissare sin da questo momento le linee della nostra strategia, in modo da orientarvi gli studi di dettaglio. Fronte terrestre. Difensivo sulle· Alpi Occidentali. Nessuna iniziativa. Sorveglianza. Iniziativa solo nel caso, a mio avviso improbabile, di un completo collasso francese sotto l'attacco tedesco. Una occupazione della Corsica può essere contemplata, ma forse il gioco non vale la candela: bisognerà però neutralizzare le basi aeree di questa isola. A.d Oriente, verso la Jugoslavia, in un primo tempo, osservazione dif0 fidente. Offensiva nel caso di un collasso interno di quello Stato, dovuto alla secessione, già in atto, dei Croati.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Fronte albanese: l'atteggiamento verso nord (Jugoslavia) e sud (Grecia) è in relazione con quanto accadrà sul fronte orientale. Libia: difensiva tanto verso la Tunisia, quanto verso l'Egitto. L'idea di una offensiva contro l'Egitto è da scartare, dopo la costituzione dell'Esercito di Weygand. Egeo: difensiva. Etiopia: offensiva per garantire l'Eritrea e operazioni su Ghedaref e Kassala; offensiva su Gibuti, difensiva e al caso controffensiva sul fronte del Kenia. Aria. Adeguare la sua attività a quelle dell'Esercito e della Marina: attività offensiva o difensiva a seconda dei fronti e a seconda delle iniziative nemiche. Mare. Offensiva su tutta la linea nel Mediterraneo e fuori. È su queste direttive che gli Stati Maggiqri devono basare i loro studi ed il loro lavoro di preparazione senza perdere un'ora di tempo, poiché, malgrado la nostra volontà di ritardare - per le ragioni già dette - il più a lungo possibile la nostra attuale non-belligeranza, la volontà dei FrancoInglesi o una complicazione impreveduta potrebbe metterci, anche in un avvenire immediato, di fronte alla necessità di impugnare le armi. Roma, lì 31 marzo XVIII Mussolini

Post-scriptum. Di questa memoria - segretissima - sono state fatte otto copie destinate: a S.M. il Re Imperatore; a S.E. il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio; a S.E. il Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani; al Ministro degli Esteri; al Ministro del!' Africa Italiana; al Capo di S.M. della Regia Marina; al Capo di S.M. del!' Aeronautica; alla mia Segreteria Particolare, unitamente all'autografo <1>.

(I) Nota dell'Ufficio Storico: La memoria sarebbe stata inviata anche al Sottosegretario alla Guerra e al Segretario del Partito. Da processo verbale della riunione dei Capi di S.M. in data 9 aprile 1940.


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 36

TELEGRAMMA IN PARTENZA N. 904833

Roma, 31 maggio 1940-XVIII

Da Ministero dell'Africa Italiana - Ufficio Militare At Governo

Roma Aba Cifrato-Tabellato

15953. UM/ ./ Riferimento miei 15291 maggio 18 et 15898 maggio 30 prego provvedere senz'altro attuazione disponendo che noti comandanti militari assumano data due giugno anche reggenza governi et territori assegnati/. I Prego assicurare/./

F.to Teruzzi


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 37

TELEGRAMMA IN PARTENZA N. 204491/S

Roma, 18 maggio 1940-XVIII

Da Ministero dell'Africa Italiana - Gabinetto At Altezza Reale Viceré M.PA. su tutte MM.PP.AA.

Roma Aba Cifrare-Segreto

15292 Gab././18/5/Segretol./ Rispondo a Vostro rapporto circa provvedimenti in caso emergenza e premetto che tale caso può profilarsi come se non imminente/,/ prossimo per cui non c'è più un minuto(-) dico un minuto(-) di tempo da perdere alt Primo: trovo superfluo un provvedimento che vi conferisca altri poteri oltre quelli che avete che considero più che sufficienti ad ogni obiettivo alt Approvo sostituzione governatori civili coi comandanti militari alt approvo la ripartizione dei settori e i nomi di coloro che li comanderanno alt Trovo superfluo nominare Daodiace a Vice Governatore Generale carica che considero implicitamente devoluta al Generale Trezzani/ ,/datolo stato di guerra in cui verrà a trovarsi totale territorio Impero/./ Vi saranno mandati i personali richiesti alt Quanto ai materiali si farà il possibile ma(-) dato il ritmo delle operazioni militari in Europa occidentale(-) i tempi stringono alt Vale la pena di far conoscere con ogni mezzo alle masse indigene le vicende della guerra alt Accusate ricevuta del presente colla parola in chiaro anello Mussolini


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 38

GOVERNO GENERALE DELL'A.0.1. STATO MAGGIORE - Il Capo di Stato Maggiore Addis Abeba, 23 maggio 1940-XVIII

Allegati 2 (omessi) All'Eccellenza Generale di C. d'A. Attilio Teruzzi Ministro dell'Africa Italiana

Roma

Eccellenza, affinché siate perfettamente informato di quanto qui succede anche se non risultante dal carteggio ufficiale, vi comunico quanto segue: a) Appena giunto mi fu dato in visione il progetto di ordinamento delle

Forze terrestri in A.O.I. che mi era stato mandato mentre io raggiungevo l' Impero. Due cose mi saltarono immediatamente agli occhi: 1) La vastissima incastellatura sproporzionata alle forze disponibili che richiede elementi ausiliari (Stati Maggiori, Collegamenti, Servizi ecc.) non disponibili, la simmetrica uniformità, il rigidismo e l'apriorismo della uniforme ripartizione delle forze tra i tre scacchieri, mentre non è probabile che essi siano attaccati contemporaneamente con uguale intensità. 2) La mancanza assoluta di una riserva nelle mani di S.A. R. per fronteggiare l'imprevisto. Questi due difetti io feci senz'altro presenti al Duca. b) Poco dopo giunse il telegramma di V .E. che pur approvando di massi-

ma il progetto di cui sopra, chiedeva il mio parere in materia. Mi è stata comunicata la risposta di S.A.R. a questo telegramma per la parte, diciamo così, politica e ad essa mi sono associato. Per la parte militare invece, in data diciasette corrente mese presentavo a S.A.R. un promemoria in cui ribadivo quanto gli avevo detto a voce (vedere comma a.) e concludevo con il telegramma annesso da spedire a V .E. in esito alla richiesta fattami (allegato n. 1). e) Questo telegramma non fu spedito a V.E. (e non ne fui informato) ma fu mandato ai tre comandanti di scacchiere perché su di esso esprimessero il loro parere. Frusci e Nasi approvarono. L'Eccellenza Gazzera (inspiratore se non compilatore del primo progetto) rispose con un promemoria insistendo sul suo punto di vista.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

d) Di tutto ciò ho avuto conoscenza soltanto il 19 insieme al telegramma contenente le decisioni del DUCE in merito all'ordinamento delle forze ed alla questione dei Governatori. Di esso due punti mi interessano più da vicino: l'approvazione dell'ordinamento; - la mia designazione ad una eventuale sostituzione dell'Eccellenza Nasi nel compito di Vice Governatore Generale. In merito a questi due punti ho espresso a S.A.R. chiaramente il mio pensiero e ci.o è: ORDINAMENTO - Le forze che si possono mettere a disposizione degli scacchieri sono quelle che sono; che i raggruppamenti in cui esse saranno raccolte si chiamino armate, corpi d'armata, divisioni, oppure comandi di scacchiere, comandi di raggruppamento brigate, brigate non ha eccessiva importanza. Al contrario è importantissima la costituzione della riserva e su questo punto S.A.R. mi ha dato perfettamente ragione e così pure Nasi e Frusci, presenti. Perciò la riserva la costituiremo sottraendo, naturalmente, battaglioni agli scacchieri. Mentre Nasi e Frusci non vi fanno obiezione, prevedo una vivace reazione dell'Eccellenza Gazzera. Su questo punto per me capitale non intendo cedere neanche di un palmo. L'altro punto è quello della mia designazione ad eventuale sostituto di Nasi. In tutta la mia carriera non ho mai rifiutato nessun incarico per quanto grave di responsabilità esso fosse. Ma ogni volta ho commisurato le mie forze al compito. Ho fatto anche oggi questo confronto ed ho concluso che materialmente impossibile che io possa accettarlo. E questo per tre ragioni: l) perché il lavoro che sto svolgendo come capo di S. M. è enorme ed assorbe tutta la mia capacità di lavoro; 2) questo lavoro di per sè difficile e grave è anche delicato per i continui attriti che devo superare; 3) le funzioni di Governatore sono per me completamente nuove e finirei per dover firmare ad occhi chiusi tutti i fogli di carta che mi mettessero davanti. E questo fatto, che non è nelle mie abitudini diventerebbe molto grave per il valore politico-amministrativo e finanziario che tali firme verrebbero ad assumere: ora addossarsi responsabilità gravi a ragion veduta, sta bene, ma assumerle incoscientemente, no. Perciò ho pregato S.A.R.: 1) di mandarvi il mio parere che non vi era stato mandato prima; 2) di dirvi che non posso accettare la eventuale designazione a Vice Governatore Generale.


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Credevo così risolta la questione ed il mio parere telegrafato a V.E. quando il 20 mi chiamò Nasi per pregarmi di modificarlo, se non nella sostanza, nella forma . Ne feci una seconda edizione che unisco in copia (allegato n. 2). Ieri io e Nasi fummo convocati da S.A.R. per giungere ad una decisione. Ho compreso che ogni mia resistenza non avrebbe fatto altro che procrastinare la sanzione ufficiale di un ordinamento che è basilare ed urgentissimo, non ho voluto impuntarmi ancora e perdere un tempo prezioso ed ho accettato la soluzione che fondamentalmente è la mia con qualche variante di forma più che di sostanza e cioè: 1) dosamento iniziale delle forze in vari scacchieri non uniforme ma adeguato alle prevedibili necessità del momento. 2) ordinamento in: - battaglioni; - brigate; - divisioni (corrispondono al gruppo di brigate); - scacchieri; - quindi niente corpi d'armata e armate. 3) Costituzione di una riserva nelle mani di S.A.R .. Questo il mio parere che spero vi sia stato telegrafato. Ad ogni modo questa è lii sostanza delle cose sulla quale non cederò. *

*

*

Qui la situazione non è allegra, ma neanche gravissima. Lavoro a tutt'uomo: 1) per convincere tutta questa gente, che fin qui visse in uno stato di inesplicabile euforia, che la guerra può scoppiare da un momento all'altro; 2) per non perdere un'ora nella preparazione che mi sforzo di spingere àvanti il più alacramente possibile. Il lavoro .procede con quella rapidità che è consentita dalla natura dell'ambiente e dalle enormi distanze. Oggi, ripeto, la situazione non è allegra; se avremo tempo un mese sarà buona. Vi terrò, se me lo permettete, ulteriormente informato del mio lavoro. Vi prego di passare, se credete, la seconda copia a Soddu. Vi porgo il mio deferente saluto . F. to Trezzani

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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 39

UFFICIO DEL CAPO DI S.M. GENERALE N . 5526 di prot.

Roma, .1 giugno 1940-XVIII

Oggetto: Situazione politico-militare.

Al Duce del Fascismo Capo del Governo

Roma

Ho molto meditato sulla situazione e sono venuto alle conclusioni seguenti: 1) Gli Anglo-Francesi hanno dalla Siria, dal Marocco e dall'Algeria trasportato in Francia circa 5 divisioni. Per contro, hanno rinforzato la Tunisia di aviazione e concentrato a Briançon carri armati e rinforzato con I reggimento la Corsica. Dunque il nostro stato di minacciosa non belligeranza ha sortito in pieno l'effetto che ci proponevamo: più di 1 milione di uomini è trattenuto da noi. 2) I Tedeschi, secondo le informazioni dateci da loro stessi, contano fra pochi giorni di scatenare l'offensiva in Francia. Prevedono che in 6 o 7 settimane metteranno a terra la Francia. Dopo si rivolgeranno contro l'Inghilterra. 3) La previsione tedesca sull'azione in Belgio è stata errata; la completa riduzione delle sacche richiede un tempo doppio del previsto e gli uomini di circa 4 divisioni fino ad ora sono riusciti ad imbarcarsi e a sfuggire alla cattura. Potrebbe, quindi, anche darsi che, avendo i Francesi avuto tempo di riprendersi, come del resto lo ha dimostrato la valorosa resistenza in Belgio, il tempo previsto dai Tedeschi per l'annientamento della Francia si prolunghi di qualche settimana. Dopo di che, a successo completo, vi è ancora la lotta contro l'Inghilterra. 4) Abbiamo, quindi, davanti a noi tempo disponibile per intervenire senza fare la figura dei corvi. 5) Secondo l'esposizione di Balbo, prima di avere in Libia, a pié d'opera, i materiali indispensabili per una onorevole resistenza, occorre tutto il mese di giugno. 6) Sono in viaggio preziose materie per le industrie beliche: in giugno esse giungeranno e ci daranno un apporto grandissimo.


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7) Entrando prematuramente in azione noi potremo, forse, ottenere qualche successo coi nostri sommergibili ma, per contro, offriremo la possibilitĂ agli Anglo-Francesi di ottenere successi in Libia, che sarebbero contro-producenti per noi. 8) Secondo il mio convincimento dobbiamo cercare, ad ogni costo, di guadagnare tutto il mese di giugno. CosĂŹ avremo anche norma dai successi piĂš o meno rapidi che i Tedeschi otterranno in Francia. li Maresciallo d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale Badoglio


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LE OPERAZIONI IN AFR ICA ORIÉNTALE

DOCUMENTO N. 40

UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 5482 di prot.

Roma, 28 maggio 1940-XVIJI

Oggetto: Organizzazione delle Forze Armate del!' A.O.I. per l'emergenza.

Eccellenza Generale di C. d'A. Attilio Teruzzi Ministro dell'Africa Italiana (Risp. foglio n. 904718/1)

Roma

e, per conoscenza:

Eccellenza Generale di C. d'A. Ubaldo Soddu Sottosegretario di Stato per la Guerra

Roma

Eccellenza Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani Capo di Stato Maggiore del R. Esercito

Roma

Faccio seguito al mio foglio n. 5464 del 25 maggio 1940-XVI. Nulla osta da parte mia che per la nuova organizzazione delle Forze Armate dell' A.O.I. vengano adottate le denominazioni proposte dall' A.R. il Viceré d'Etiopia con telegramma 50713 del 22 c.m .. Ma più delle denominazioni, importa la sostanza. Necessita, cioè, creare colà una organizzazione rispondente agli scopi da raggiungere i quali sono, in questo momento: conservazione integrale del territorio e, in casi specialissimi, svolgimento di azioni offensive e controffensive. Bisogna, quindi, raggiungere una organizzazione settoriale, con riserve mobili, pronte a funzionare sia contro nemici interni, sia contro nemici esterni, offensivamente o controffensivamente.

Il Maresciallo d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale Badoglio


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DOCUMENTO

N. 41

UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 5500 di prot.

Altezza Reale Viceré

Roma, 30 maggio 1940-XVIII Addis Abeba Tripoli

Eccellenza Balbo

Rodi

Eccellenza De Vecchi

e, per conoscenza: Eccellenze Teruzzi e Ciano Eccellenze Soddu - Graziani - Cavagnari - Pricolo - Torna

Roma

Costituito da oggi Comando supremo Forze Armate - Comandante DUCE - Capo Stato Maggiore Generale: Badoglio - Capo Stato Maggiore Esercito Graziani - Capo Stato Maggiore Marina Cavagnari - Capo Stato Maggiore Aeronautica Pricolo -. Da oggi tutte le informazioni riguardanti situazione forze armate ed operazioni siano trasmesse direttamente al Capo di Stato Maggiore Generale. DUCE ordina che per giorno 5 giugno tutte forze armate alle vostre dipendenze siano in assetto di guerra assumendo dislocazione stabilite. DUCE si riserva di informarvi a tempo a partire dal 5 giugno del giorno che verrà scelto per apertura ostilità. Fino a nuove disposizioni compito forze armate ai vostri ordini est strettamente difensivo. Prego ricevuta. Capo di Stato Maggiore Generale F. to Badoglio


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 42

TELEGRAMMA IN ARRIVO 52485 DTS Stato MAggiore Operazioni

2 giugno 1940

Da Comando Superiore A.O.I.

Aba

At Ministero Africa Italiana

per Eccellenza Badoglio

Roma

Riferimento Vostro 5500. PR 12 prevede Gibuti. 5500 esclude fino a nuovo ordine Gibuti. Perciò sospendo preparazioni relative avvertendo che fra arrivo eventuale Vostro ordine per Gibuti e inizio operazioni occorrono non meno 15 giorni.

Prego benestare. Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO N. 43

UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 5573

Altezza Reale Viceré e, per conoscenza: Eccellenza Teruzzi

Roma, 4 giugno 1940-XVII

Addis Abeba

Roma Assolutamente Segreto

Risposta Vostro 52485 alt Prego attenersi mio telegramma 5500 del 30 scorso mese alt Segnare ricevuta Badoglio


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LE OPERA:llONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 44

UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE Roma, 5 giugno 1940-XVIII Oggetto: Piano operativo "S" - Azione per occupazione di Cassala. PROMEMORIA PER L'ECCELLENZA IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE Il Piano operativo "S" si prefigge lo scopo di raggiungere la linea Porto Sudan-Atbara, linea di grande valore economico politico-strategico. II disegno operativo prevede: una minaccia di invasione del Sudan per 5 direzioni, lasciando credere che l'obiettivo sia Cartum; un'invasione del Sudan nord-orientale su tre linee di operazioni, compiendo lo sforzo principale lungo la linea che apparirà la più conveniente. Forza occorrente 35.000 u. - Forza nemica prevista 40.000 u. (probabilmente aumentabile). Nel suo insieme il Piano "S" appare ampio e complesso e di poco probabile attuazione: a meno che non si presentino condizioni tanto favorevoli da ridurre l'operazione ad una semplice occupazione. Per contro - dato anche che il piano "S" potrà non attuarsi - potrebbe essere utile eseguire un'azione su Cassala che dista pochi chilometri dalla frontiera (35 km. da Sabderat) e 270 km. (in linea d'aria) da Asmara. Si verrebbe così a tagliare le comunicazioni ferroviarie tra Porto Sudan e Sennar. Tale azione non dovrebbe essere di difficile attuazione e perseguirebbe i seguenti scopi: infliggere uno scacco all'Inghilterra, aumentando in pari tempo il nostro prestigio che si potrebbe vantaggiosamente ripercuotere sulla ribellione; occupare una buona posizione difensiva nei riguardi dell'Eritrea in genere e del campo di aviazione di Tessenei in ispecie; tagliare la ferrovia P . to Sudan-Sennar.


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li pericolo potrebbe essere la reazione, la quale dovrebbe essere seriamente considerata per studiare il modo onde evitarla . Se Voi, Eccellenza, lo riterrete opportuno, si potrebbe comunicare d'urgenza al Governo A.O. I. che studi anche questa azione di carattere limitato e che ne comunichi i dati essenziali.

II Generale di Divisione Addetto Armellini


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 45

TELEGRAMMA IN PARTENZA Roma, 7 giugno 1940

Da Capo di Stato Maggiore Generale At Governo Generale

Roma Aba

e, per conoscenza:

Ministero Guerra

Roma

Ministero Africa Italiana

Roma

Eccellenza Graziani

Roma

16356/3/ ./ PER COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE/./ Riferimento mio 5500 data 30 maggio scorso/./ Possibilità operazioni offensive fuori territorio che est mia competenza ordinare/,/ est subordinata at situazione politica interna/./ Oltre notizie carattere operativo est pertanto necessario conoscere esattamente/,/ senza cioè ottimismi aut pessimismi ma secondo pil'l stretta obiettiva verità/,/ tale situazione/ . / Prego pertanto inviarmi brevissima sintetica telegrafica relazione et successivamente notizie che dovessero modificarla Badoglio


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 46

MINISTERO DELL' AFRICA ITALIANA TELEGRAMMA IN ARRIVO 8936 prot. Serv. Cifra Decifrato - Ufficio Militare

Addis Abeba, 8.6. I 940- XVIII - ore 15,45 Roma, 9. idem - ore 23,40

Eccellenza Capo di Stato Maggiore Generale 52984 Stato Maggiore. -

Roma

Operazioni.

Situazione Eritrea - Harar - Galla e Sidama - Somalia buona. In Amara oscura per aggressioni notevoli anche recenti contrastanti con numerose piccole sottomissioni forse per sfiducia forza oltre confine piĂš probabilmente per ingannarci. Scioa incerta per capi decisamente ostili e formazioni che sbandate si ricostituiscono. Nostre operazioni offensive fortu nate ass~curercbbero ordine interno. Se sfortunate potrebbero fare divampare incendio. Per mantenimento ordine in Uolcait 3 battaglioni, per Amara 5 brigate scaglionate lungo principali arterie. Per mantenimento ordine Scioa 11 battaglioni dislocati lungo crociera stradale FiccĂŠ-Adama e Debra Sina-Asba Littoria. Inoltre potrei intervenire con mia riserva generale di 25 battaglioni circa dislocata lungo asse Adigrat-Addis Abeba-Sciasciamanna. Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N.

47

UFFICIO DI S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE Ufficìo Operazioni Roma, 8 giugno 1940-XVIII

Copia di telegramma cifrato in partenza. COMANDANTE SUPERIORE FORZE ARMATE A.O.I. N. 41 Op/./ Operazione "S" potrà essere attuata solo presentandosi condizioni particolarmente favorevoli Alt Pare invece più facilmente attuabile operazione su Cassala che permetterebbe/,/ occupando buona posizione at difesa Eritrea/,/ ottenere vantaggi ordine morale et materiali considerevoli Alt Prego studiare possibilità effettuare tale operazione et riferirmi Alt Badoglio


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DOCUMENTI

DOCUM EN TO

N. 48

STATO MAGGIORE GENERALE Ufficio Operazioni Roma, lì 9 giugno 1940-XVIII

Comando Superiore Forze Armate

Addis Abeba

e, per conoscenza:

Ministero Guerra - Gabinetto Ministero Africa Italiana - Gabinetto Eccellenza Graziani N. 61 Op / ./ Situazione politica internazionale in sviluppo ma non completamente definita / . / Duce intende primo tempo non prendere iniziativa contro Francia ma solo et eventualmente contro Inghilterra/./ Azioni Impero subordinate gran parte situazione interna di cui mio n. 3 /. / Concetto generale / : / garantire possesso Impero / , / operando essere sicuri successo I, I successo sia reale et non effimero I . I Su tali basi direttive sono queste/:/ l O contegno strettamente difensivo/;/ 2° tenersi pronti at reagire subito et violentemente /;/ 3° studiare varie possibilità offensive da attuare dietro mio ordine/./ Tenermi corrente situazione/. I Badoglio


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LE OPERAZIONI .IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 49

9 giugno 1940

Da Stamage At Viceré

Roma Aba

Perché Vostra Altezza Reale abbia tempo dare ordini navi dipendenti informo che dichiarazione guerra avverrà domani dieci ore 17 et apertura ostilità ore 24. Badoglio


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DOCUM ENTI

DOCUMENTO

N. 6000

Da VicerĂŠ At Capo S.M. G.

N. 50

10 giugno 1940 - ore 09,40 Aba

Roma

Parola eventualmente del vostro 61 operazioni inducemi at seguente domanda: mentre starò fermo con forze terrestri chiedo se at mezzanotte per prevenire inglesi come sarebbe indispensabile posso attaccarli per cielo et per mare Alt Urgemi risposta esplicita Alt Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 88/0p Da Capo di S.M Generale Al Viceré

N. 51

I O giugno 1940 Roma Aba

Risposta Vostro 52984 et 6000. Non Effettuate alcuna azione offensiva ma assicurate possesso territorio. Badoglio


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 52

LETTERA DEL COMANDANTE DELLO SCACCHIERE NORD, GEN. FRUSCI, AL CAPO DI S.M. DEL GOVERNO GENERALE, GEN. TREZZANI, IN DATA 28 MAGGIO 1940 CIRCA L'OPPORTUNITÀ ED I LINEAMENTI DI OPERAZIONE VERSO IL SUDAN ANGLO-EGIZIANO Gondar, lì 28 maggio 1940-XVIII Caro Trezzani, ad Addis Abeba mi dicesti che presto sarebbero stati affidati concreti studi operativi ai nuovi alti comandi. Non da adesso ho cominciato a far mente locale sul problema offensivo che riguarda il mio Scacchiere. Dico offensivo perché a tutte le ipotesi occorre pensare, ma il nostro orientamento deve essere risolutamente teso all'offensiva, perché solo l'occupazione del territorio avversario può condurci a risultati definitivi. Lo Stato Maggiore del Governo Generale aveva approvato tempo addietro il piano "G" ed il piano "S": tali studi, forse, sono in parte superati nelle predisposizioni esecutive, dato l'evolversi della situazione. Rimane sempre una questione di relatività fra i due obiettivi e ricordo che tu stesso mi hai esternato dubbi sulla convenienza di attuare il piano "G. I.". A questo proposito io vorrei dirti il mio parere e sono certissimo che tu non attribuirai a scopi personalistici le mie parole. È soltanto per collaborazione cordiale che io scrivo e sempre con il concetto di esaminare ogni singolo problema in una visione d'insieme. Ti espongo perciò brevissimamente nell'unito promemoria alcune idee che reputo utili tener presenti per la soluzione del problema operativo, elaborando naturalmente il piano dopo conosciuto il dosamento delle forze.

F.to Frusci


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

ALCUNE IDEE SUL PIANO OPERATIVO NEL TERRITORIO DELL'IMPERO Gli obiettivi di maggior rilievo che richiamano la nostra attenzione sono Gibuti ed il Sudan nord orientale. L'importanza di Gibuti non ha bisogno di essere illustrata, se non altro per i suoi riflessi politici, poiché esso rappresenta una delle rivendicazioni dell'Italia poste sul piano internazionale e che han dato luogo all'incrudimento delle nostre relazioni con la Francia. L'opinione pubblica italiana si è impadronita di questo nome e se ne deve tener conto . Ma un'azione verso tale obiettivo presenta diverse incognite particolarmente per l'aumentata potenzialità della difesa, rispetto al momento in cui era stato elaborato il piano "G. I.". Agire in quella direzione, verso cioè territori costieri di cui non è assicurata una assoluta superiorità marittima, e dove è possibile un rapido afflusso di forze avversarie terrestri (India e Madagascar), marittime (India e Australia) e aeree (Aden) significherebbe impegnare il meglio delle forze dell'Impero verso un compito probabilmente molto duro, col rischio di logorarle, mentre su tutte le frontiere dell'Impero verrebbero intanto accumulandosi minacce, nel tempo stesso che le nostre forze corrispondenti sarebbero temporaneamente decurtate. Di queste minacce, quella che più deve tenersi all'erta proviene dal Sudan nord orientale, servito da un porto attrezzatissimo, capolinea ferroviario con magazzini e depositi di vasta mole, dove è possibile il rapido afflusso· di forze dall'imponente serbatoio che gli alleati hanno costituito in Siria ed altrove. Neutralizzare, offendendo, tale minaccia, significherebbe avviarsi verso il collegamento con i nostri territori del Mediterraneo, ed eventualmente operare in concomitanza con forze della Libia, per infliggere un fiero colpo alla coalizione Anglo-Francese nel bacino orientale di quel mare. D'altra parte si asseconderebbe l'orientamento che va manifestandosi da parte della Germania, e quindi dell'asse, verso l'inasprimento della guerra contro l'Inghilterra piuttosto che contro la Francia. *

*

*

La preminenza pertanto della condotta della guerra mi pare dovrebbe darsi al piano "S" facendovi concorrere a scopo risolutivo la maggior parte delle forze, senza lasciarsi attrarre dall'obiettivo territoriale di Gibuti, né tanto meno dare al concetto òperativo un indirizzo legato alla maggiore o minore difficoltà di esecuzione.


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Se l'operazione nel Sudan nord orientale venisse decisa occorre tener presente che l'obiettivo di Port Sudan sarà certamente difeso dalle forze esistenti ed occorrenti, e dal probabile concorso che alle forze regolari potrebbero dare le tribù montanare dei Begià. Operando da Cassala si darebbe il tempo di guarnire le branche - in particolare la branca nord (Atbara Haiya Junction - P. Sudan) della tenaglia a_vversaria, ed allora il movimento delle colonne non potrebbe avvenire con la rapidità e facilità di mosse ed esito previsto dal piano "S".

È lecito consentire agli Inglesi un certo ritardo mentale nel concepire le vedute altrui in materia operativa; sarebbe un errore abusarne. Cassala è meno importante di Haiya Junction; la caduta di questa posizione porterebbe, quasi automaticamente quella di Cassala; l'occupazione del passo di Sinkat è militarmente più importante dell'occupazione materiale di P. Sudan;

-

Haiya Junction e Sinkat sembrano dunque gli obiettivi più redditizi.

Rig1:1ardo al momento più opportuno per le operazioni occorre tener presente che mentre in Europa la scelta del momento in rapporto alla stagione può avere una importanza più o meno sentita, in questo particolare teatro di guerra ha invece un valore decisivo. Nel mese di giugno la terra nera è asciutta e permette il percorso più o meno agevole agli autocarri. Nel mese di luglio e per il periodo delle piogge il movimento è assai ostacolato. La rottura della diga Macquar (vedi studio del Governo Amara - Segreteria - "il Sudan A.E." nota a pag. 23), ed eventualmente di quella di Gebel Aulia a mezzo di bombardamento aereo con bombe ad alto potenziale, permette di paralizzare completamente la vita ed il movimento nella Gazira, non solo sulle strade, ma sulla stessa linea ferroviaria, SennarShendi-Atbara. La rottura della diga Macquar, le cui conseguenze verrebbero aggravate a partire dal mese di luglio per le piogge, (vedi pag. 67-68 del citato studio), e la rapidità dei movimenti non consentiranno all'avversario di raccogliere tempestivamente le forze atte alla difesa. Tolto di mezzo Porto Sudan; le forze potranno dirigersi su Atbara a cavallo della linea ferroviaria o con colonne secondarie attraverso la fascia stepposa, se le condizioni di terreno e se la sorpresa iniziale sarà riuscita in pieno rapidamento.

Il Generale di Corpo d'Armata Comandante lo Scacchiere Nord Luigi Frusci


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 53 GOVERNO GENERALE DELL' A.O.I. IL CAPO DI STATO MAGGIORE Addis Abeba, 18 giugno 19..tP

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All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale e, per conoscenza: All'Eccellenza il Generale di Corpo d'Armata Attilio Teruzzi Ministro dell'Africa Italiana SITUAZIONE POLITICO MILITARE DELL'IMPERO Approfitto del ritorno di un apparecchio in Italia per inviarvi una relazione se non dettagliata, completa, della situazione politico-militare del!' Impero cosa che non ho potuto, come volevo, fare prima per tema di una decifrazione nemica e per non ingorgare vieppiù il traffico·radio già in crisi. SITUAZIONE MILITARE - Come è noto le forze nemiche che ci fronteggiano sono raggruppate in tre grandi nuclei: Gibuti - Kenia - Sudan nordoccidentale. Il problema di Gibuti sta per essere risolto con la capitolazione della Francia. Teoricamente a noi non resterebbe che spingere fino al mare le nostre truppe per l'occupazione della colonia francese. Ma questa presa di consegna sarà certamente ostacolata dagli inglesi del Somaliland con le truppe in posto eventualmente rinforzate da oltre mare {Aden-Mombasa), oppure, volendo considerare un caso non probabile ma possibile, con le stesse forze francesi di Gibuti passate più o meno velatamente dalla loro parte. Anche escludendo quest'ultimo caso si deve prevedere che gli inglesi non assisteranno passivi alla nostra occupazione, ma subito oppure in seguito cerchino di attaccarci sul nostro fianco destro. Perciò, è mio intendimento affiancare la marcia su Gibuti con un attacco su Zeila da completare in seguito con altro su Berbera. Le forze che ho nel settore di Dire DauaAiscia-Giggiga me lo consentono se quelle nemiche non subiranno repentini aumenti. Risolta così la situazione sul fronte orientale ci saremo tolti una spina dal fianco e acquisiremo la disponibilità di un nucleo sensibile di forze prezioso per altri compiti.


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Sugli altri due scacchieri la situazione si può così riassumere. Nell'imminenza delle ostilità e nei primi giorni di queste gli inglesi, che ci credono o ci credevano più forti di quanto siamo, si aspettavano una nostra grande offensiva sia nel cuore del Kenia sia diretta su Kartoum e alfeggerirono al massimo l'occupazione lungo il confine dando l'ordine alle poche forze lasciatevi di ripiegare davanti alla nostra avanzata. E così nel Kenia si era constatato uno schieramento prettamente difensivo fatto di nuclei più o meno grossi dislocati (carta 1: 1000000) ai Colli Hur (est lago Rodolfo) Moyale-Buna-Wajir-Habbas-Wein con una grossa riserva ad Isiolo. Al contrario in questi ultimi giorni la situazione sembra si sia completamente capovolta con una avanzata complessiva delle forze di cui sopra che a quanto si afferma da più fonti si sono spinte contro il confine a Furolli - Moyale e Mandera (notevole al riguardo il fatto che in primo tempo il saliente di Mandera era stato completamente sgombrato). Queste forze complessivamente assommano ad una brigata il cui comando è a Wajir, con oltre 7.000 uomini al confine e con forze imprecisate fra Marsa Bit e Wajir. Diff, località in cui la strada Wajir-Chisimaio taglia il confine è stato da loro occupato. Più a sud a Mombasa è segnalata un'altra brigata con elementi avanzati lungo il Tana e il grosso fra Mombasa e Malindi. Infine una riserva generale nella regione Isiolo-Narynki. Nel loro complesso le forze al confine non sembrano sufficienti per una azione su vasto raggio verso i Galla Sidama (scacchiere sud) e contro la Somalia (Settore Giuba) . A ogni modo la linea del Giuba è forte ed il terreno dei Galla Sidama è profondo talché vi sarà tempo, nella peggiore ipotesi, di far accorrere forze per attaccare il nemico dopo che penetrato si trovi in crisi logistica aggravata anche dalla difficoltà delle strade ora quasi impraticabili dalla stagione piovosa. La fedeltà delle popolazioni delle due regioni ci consente questa manovra elastica senza pericolo di gravi ripercussioni interne. Questo nel caso di un'offensiva nemica di cui non abbiamo ancora certezza perché le notizie che la farebbero supporre derivano da poche fonti e mentre l'aviazione continua a dire che nelle località segnalate il terreno appare pressoché deserto. Non si può neanche escludere che questo accentuarsi di pressione non costituisca un preludio di offensiva ma una semplice minaccia per attrarre nostre forze da questa parte e per agganciarvi quelle che ci sono ed impedirne l'impiego su altri scacchieri. Sul fronte nord-occidentale (dal Mar Rosso fino al Uolcait - Settore Frusci) le cose si sono all'incirca ripetute. In primo tempo nemico ha lasciato pochissimi elementi al confine e si è ritirato sulla linea ali' Atbara e lungo la ferrovia Atbara-Porto Sudan.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Anche qui in questi ultimi giorni si segnala una ripresa avversaria con un rinforzo a Cassala e due nuclei a Khashin el Girba e a sud-est di Derudeh (sulla ferrovia Cassala-Atbara). Nel complesso dai 12 ai 15 mila u01nini. Le notizie non sono ancora accertate perché mentre gli informatori sono concordi l'aviazione non riesce a vedere nulla. Le forze complessive e soprattutto la loro dislocazione farebbero pensare a una azione controffensiva in risposta ad una nostra avanzata su Cassala piuttosto che a un intendimento offensivo contro l'Eritrea. Più a nord lungo la direttrice Karora - Porto Sudan non si segnalano forze notevoli né si ha l'impressione di intendimenti offensivi avversari. Ad ogni modo il nostro settore nord è molto delicato sia per la relativa poca distanza dal mare a Cassala sia per la convergenza di due linee di operazioni nemiche Cassala-Keren e Karora-Keren, sia per gli importanti obiettivi materiali e morali che il settore offre al nemico. Perciò da questa parte teniamo più che mai gli occhi aperti, e per ora grossi pericoli non sono in vista. Da questo breve sguardo può apparire che oggi come oggi la situazione prettamente militare-difesa dei confini contro forze più o meno regolari inglesi non sia eccessivamente preoccupante. Si aggiunga, che, come ho detto, l'occupazione di Gibuti ci consentirà disponibilità di un nucleo di circa 15.000 uomini che si potranno eventualmente mandare a rinforzo dello scacchiere sud e del settore Giuba. SITUAZIONE INTERNA - Tutte le notizie che pervengono da varie fonti stanno a confermare che la propaganda anti italiana fra l'elemento indigeno è stata intensificata in questi ultimi tempi, e specialmente dal principio di maggio. L'azione degli emissari nemici, e specialmente dei fuorusciti nelle contermini colonie inglesi tende a far credere alle popolazioni indigene che presto gli inglesi agiranno per penetrare nel nostro Impero e conquistarlo sfruttandone la ribellione interna. Ciò provoca molta effervescenza nelle popolazioni a noi devote e fedeli, e in quelle sottomesse per timore o per tornaconto: ed è causa di un intensificarsi di atti aggressivi e di ribellione da parte di gruppi di predoni e ribelli, i quali non si limitano solo più a razzie o a vendette o a punizioni, ma osano anche assalire presidi e reparti. I più recenti e sintomatici episodi sono i seguenti: Primo maggio: regione Bugnà (Socotà-Lasta): un migliaio armati con mitragliatrici provenienti dal Beghemeder effettuano incursioni nel Bugnà distruggendo villaggi sottomessi.


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Primo giugno: Engiabara (Danghila): forti formazioni ribelli attaccano reparti in movimento. Cinque giugno: Guraghe (Goggetti): formazioni di Sciacca Baccalè e valutate a 800-1.000 armati attaccano fra Malca Condurras e Contaldit autocolonna con comando XXIII Brigata (Casabassa). Undici giugno: Geldù (Settore Ambò): sorpresa da parte formazione ribelle (300-u.) del presidio e fortino di Geldù. Tredici giugno: Debra Sina-Boronà: un migliaio armati provenienti dal Beghemeder passano il Nilo e sconfinano nel Lasta punendo popolazioni a noi sottomesse e fedeli. Dall'esame di essi, dal modo e dal tempo in cui sono avvenuti, sembra di poter intuire una direttiva organica perché questi atti di ribellione siano il più dannosi possibile, nel senso di obbligarci a destinare molte forze alla tutela dell'ordine interno, a detrimento naturalmente di quelle che vorremmo destinare ai confini. Dalle direttrici secondo le quali si estende la irrequietudine dell'orientamento generale che hanno i movimenti dei gruppi nelfo Scioa sembra già che questi tendano alle grandi strade che fanno capo ad Addis Abeba:

-

i provenienti dal Beghemeder e dal Lasta alla strada imperiale a sud di Dessiè. Le formazioni del Guraghe alla strada per il Gimma e a quella dell' Harar. Quelle del Settore Ambò (Geldù) alla strada Ambò-Lekemti. Le formazioni di Abebè Aregai, poi, sebbene appaiano sfaldate e demoralizzate e propense alla sottomissione, potrebbero rianimarsi e rinvigorirsi e tendere alla strada imperiale presso Debra Berhan.

Tutto ciò potrebbe avverarsi quando necessità belliche ci imponessero di togliere in tutto o in parte i battaglioni che ora presidiano lo Scioa, dei quali ben 14 fanno parte della mia riserva generale. Lo Scioa è indubbiamente la Regione più infida e più subdolamente irrequieta e la stessa città di Addis Abeba è da considerare se non un focolare da mina, un focolare di infezione. Mentre le altre regioni dell'Impero sono da considerarsi in gran parte normalizzate - almeno per ora e se non subiamo alcun rovescio ai confini - in condizioni analoghe, se non peggiori di quello dello Scioa si trova


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LE Ol'ERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

l'Amara: ma la maggior eccentricità della regione, la mancanza di importanti obiettivi territoriali mi preoccupa per ora meno, anche nella eventualità di una ribellione accesa e diffusa, che ritengo sarebbe colà più facilmente incapsula bile. È certo però che la propaganda avversaria, ricca di mezzi ed efficace presso le irrequiete popolazioni, facilmente impressionabili, se agisce all'interno e dall'esterno, con provenienza da ogni colonia contermine, è special-

mente penetrante dai confini dell'Amara, estesi e di difficile sorveglianza, specie nel tratto corrispondente al Goggiam. Sopratutto la propaganda si manifesta fra i rifugiati oltre çonfine ed attraverso i fuorusciti che hanno possibilità di rientrare nell'Impero. Le autorità inglesi, sfruttando abilmente l'animosità contro di noi degli abissini fuorusciti , offrendo loro il miraggio dì grandi vantaggi e di grande autorità qualora si riuscisse a sloggiare gli italiani dall'Impero, facendo continuamente balenare la restaurazione del Negus, consegnando ai rifugiati armi (delle quali essi sono famelici e che finora erano loro vietate) ed elargendo molto denaro, hanno costituito lungo tutti i nostri confini una specie di antemurale, richiamando dalle zone di concentramento i fuorusciti, armandoli ed eccitandoli contro di noi. La situazione dei fuorusciti risulta la seguente:

Kenia - Un nucleo di circa 1.400 fuorusciti etiopici distesi lungo la fascia confinaria di fronte al nostro «Oltre Giuba» con centro di gravitazione intorno a Garissa. -

Un nucleo di un migliaio a Buma. Un nucleo di forza imprecisata a Marsabit. Un nucleo di circa 800 uomini a Isiolo.

-

Un nucleo di circa 400 uomini in zona Mariaskani (Mombasa).

Sudan - Un nucleo di circa 450 nella zona di Gambela-Kurmuk. Un nucleo di forza imprecisata (300?) di nuovi rifugiati nella zona di Roseires. Un nucleo di forza imprecisata nella zona di Ghedaref. Un nucleo di forza imprecisata nella zona di Kartoum. In complesso si ritiene che i fuorusciti in addestramento milit;ue in questo Settore ammontino a circa 3 .000 uomini armati.

Costa francese dei Somali - Un nucleo di circa 300 uomini concentrati per ora nei pressi di Gibuti.


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Somaliland - Un nucleo di circa 600 uomini dislocati lungo la fascia confinaria. In totale -

circa 8.000 uomini.

Il numero di questi fuorusciti - che mi pare eccessivo - dà certo da pensare: sono elementi mobilissimi, liberi da ogni vincolo, eccitati contro di noi, desiderosi di vendetta, che hanno molte intelligenze (parentele - interessi, ecc.) nell'interno dell'Impero, e che, perfetti conoscitori del terreno e dei confini, nonché dei nostri posti di confine, possono in qualunque momento infiltrarsi nel paese, trovare appoggi e sostegno, e fomentare la ribellione .

.

Se sarò costretto, per necessità operative ai confini - od oltre - a sottrarre molte forze dal territorio dello Scioa, probabilmente l'inwrrezione avvamperebbe: ciò non potrebbe succedere immediatamente né all'improvviso; ed io ho già disposto per la costituzione di pochi presidi piuttosto forti che valgano di attrazione e tutela per le popolazioni che si volessero mantenere a noi fedeli, e di monito per quelle dubbiose o pencolanti; provvederei poi a mantenere il territorio con bande di irregolari molto bene inquadrate, assai mobili e svincolate da ogni base o vincolo territoriale. Penso che nelle regioni più tipicamente Scioane o Amara, mi potrei avvalere di qualche temuta formazione di Azebù- Galla. Per risolvere la incerta situazione del Guraghe ho già in formazione una banda di musulmani che confido varrà a punire quelle popolazioni, tutte conniventi con i nuclei ribelli, e a ripulire la regione. CONCLUSIONE Dal breve quadro tracciato evitando ogni ottimismo si possono trarre queste conclusioni: 1) Si devono attendere offensive inglesi dal Kenia e dal Sudan non ·occi-

dentale. 2) Queste offensive saranno scatenate contemporaneamente o successivamente a seguito e corollario della rivolta interna. 3) Questa rivolta avrebbe per asse ~ll'incirca la congiungente MetemmaDebra Marcos-Addis Abeba; si svilupperebbe perciò attraverso ali' Amara ed allo Scioa con obiettivo la conquista della capitale e col risultato di tagliare in due l'Impero. I due monconi sarebbero poi attaccati da sud e da nord dalle forze inglesi. Evidentemente il piano è grandioso oltreché logico; ma è da noi previsto e le nostre forze sono già schierate in vista di esso.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Poiché premessa e pregiudiziale di esso è la rivolta interna, di questa mi preoccupo più di ogni altra cosa e la fronteggerò con ogni energia e non dispero di tenerla a freno. Mi conforta l'imminente occupazione di Gibuti sia per le sue ripercussioni morali in tutto l'Impero sia per la disponibilità di forze che essa mi consente e che dedicherò·per tenere a freno i riottosi conservandole a relativa portata dei due scacchieri minacciati.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale dell'A.0.1. Comandante Superiore delle Forze Armate Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO

N. 54

TESTO DELLA CONVENZIONE ARMISTIZIALE DEL 26.4.1940 TRA ESERCITO 1TALIANO ED ESERCITO FRANCESE, PER QUANTO SI RIFERISCE A GIBUTI (Stralcio) APPENDICE

Il

CONVENZIONE D·' ARMISTIZIO FRA L'ITALIA E LA FRANCIA Convenzione di armistizio fra il Capo di Stato Maggiore Generale Italiano, incaricato dal Duce, Comandante delle truppe italiane operanti, ed il Capo della Delegazione francese per l'armistizio. Art. I

La Francia cesserà le ostilità contro l'Italia nel territorio francese metropolitano, nell'Africa francese del Nord, nelle colonie, nei territori protetti e sotto mandato. Cesserà ugualmente le ostilità contro l'Italia per mare e per aria. Art. II

Le truppe italiane si manterranno, all'entrata in vigore della presente Convenzione di Armistizio, e per tutta la durata dello stesso, sulle loro linee avanzate, in tutti i teatri di operazione. Art. III

... Finché dureranno le ostilità dell'Italia contro l'Impero Britannico e per la durata dell'armistizio, il territorio della Costa francese dei Somali sarà smilitarizzato per intero. Per la durata dell'armistizio l'Italia avrà pieno e costante diritto di usufruire del porto e delle installazioni portuali di Gibuti, e della ferrovia GibutiAddis Abeba nel tratto francese, per trasporti di qualsiasi specie. Art. V

... Nel territorio della Costa francese dei Somali tutte le armi mobili e relative munizioni in più di quelle in consegna alle truppe che sgomberano il territorio, verranno depositate entro il medesimo termine di quindici giorni nelle località che saranno stabilite dalla Commissione italiana di Armistizio, di cui in seguito ...


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LE OPERAZIONI IN AFRJCA ORIENTALE

Art. IX

... Per quanto concerne i territori dell'Africa del Nord francese, della Siria e della Costa dei Somali, la Commissione italiana d'Armistizio, nello stabilire le modalità di smobilitazione e di disarmo terrà conto dell'importanza particolare del mantenimento dell'ordine in detti territori ... Art. XIV

Il Governo francese oltre ad obbligarsi a non intraprendere in qualsiasi luogo qualsiasi forma di ostilità contro l'Italia, si impegna ad impedire agli appartenenti alle sue forze armate ed ai cittadini francesi già all'estero che intraprendessero collettivamente o singolarmente atti di ostilità contro l'Italia, il trattamento riservato ai combattenti fuori legge. Art. XV

Il Governo francese s'impegna ad impedire che navi da guerra, aeroplani, armi, materiali bellici e munizioni di qualsiasi specie di proprietà francese coesistenti in territori francesi o comunque controllati dalla Francia, vengano avviati in territori dell'Impero britannico o in altri Stati esteri. Art. XXV

La presente Convenzione di Armistizio entrerà in vigore all'atto della sua firma. Le ostilità cesseranno, in tutti i teatri di operazione, sei ore dopo il momento in cui 11 Governo italiano avrà comunicato al Governo tedesco l'avvenuta conclusione del presente Accordo. Il Governo italiano notificherà detto momento al Governo francese per via radio . Art. XXVI

La presente Convenzione di Armistizio rimarrà in vigore fino alla conclusione del Trattato di pace. Potrà essere denunciata dall'Italia in qualsiasi momento, con effetto immediato, ove il Governo francese non adempia agli obblighi assunti. I sottoscritti plenipotenziari, debitamente autorizzati, dichiarano di approvare le condizioni sopra indicate.

Roma, 24 giugno 1940-XVJ!l, alle ore 19,/5. Il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio

Le Général d'armée Huntzinger


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DOCUMENTO

N. 55

TELEGRAMMA IN PARTENZA N. 1/735 Op

Per Viceré

Roma, 21 giugno 1940 - Ore 19,40 Addis Abeba

Poiché nel Vostro interessante rapporto concludete che eventuali offensive inglesi dal Nord e dal Sud sarebbero concomitanti o successive alla rivolta interna est precisamente questa che Voi dovete contenere et soffocare con ogni mezzo mantenendo lo schieramento difensivo alle frontiere.nella attesa degli sviluppi della situazione europea/ . / Fate diffondere in tutta Etiopia notizia capitolazione francese et richiesta armistizio ad Italia/./ Quanto alla situazione aeronautica sarà fatto il possibile per mandarVi gli apparecchi richiesti/./ Mussolini


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 56

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE DELL'IMPERO STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni N. 330478 di prot. Op.

Addis Abeba, 26 giugno 1940- XVIII

Oggetto: Operazioni di Kassala.

All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale

Roma

Mi riferisco al vostro telegramma n. l/910 Op. del 24.6.1940-XVIII. I vantaggi di una nostra azione offensiva per la conquista di Kassala sono, come è noto: -

chiudere il principale accesso all'Eritrea;

-

impadronirci di un nodo stradale indispensabile per eventuali azioni offensive a più largo raggio;

-

tenere alto il morale tra le truppe ed il nostro prestigio fra le popolazioni.

In nessun atto di guerra si può avere la certezza, al cento per cento, della vittoria; si possono avere molte probabilità favorevoli, ma vi è sempre un margine di rischio; volendolo evitare si finirebbe per rinunziare ad ogni iniziativa. Perciò non si può andare a colpo sicuro ma unicamente in base al minimo di probabilità favorevoli e queste, a parte i fattori imponderabili, dipendono dal rapporto fra le forze in contrasto. Sotto questo punto di vista esamino tanto la conquista quanto il mantenimento di Kassala. 1° - CONQUISTA DI

KASSALA.

Kassala dista di una trentina di km. dal confine; il terreno intermedio è facile; la stretta di Guisa è aggirabile. A Kassala vi sono oggi queste truppe: 1 compagnia sudanese;

1 sezione cannoncini anticarro; -

6 carri leggeri;

-

circa 35 autocarri più o meno attrezzati e armati con mitragliatrici; Totale circa 300-350 uomini.


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A queste forze noi contrapponiamo 4.800 coloniali, 1.500 cavalieri, 2 gruppi da 75, 12 carri medi e 12 leggeri, più il concorso dell'aviazione che probabilmente, in questa prima fase, non sarà controbilanciata da quella avversaria. Ciò posto, per la conquista il rapporto sarebbe di 20 contro 1 e perciò larghissimamente esuberante. 2° • MANTENIMENTO DI KASSALA.

Si può logicamente pensare che gli inglesi perduta Kassala non abbiano intenzione di prenderla perché se così non fosse: -

non avrebbero lasciato Kassala con un presidio così esiguo (300 uomini);

-

non avrebbero sgomberato da Kassala la quasi totalità della popolazione civile, i magazzini e gli archivi.

Ad ogni modo volendo fare l'ipotesi peggiore ed ammettere un ritorno offensivo su Kassala bisogna considerare le forze di cui l'avversario può servirsi.

Si esclude un intervento delle truppe più lontane (vedi schizzo)<·) quello cioè di Kartoum (complessivamente 15-20.000 uomini) perché: sono molto lontane, da Kartoum a Kassala 430 km.; da Atbara a Kassala 362 km. di pista camionabile resa difficile dalla attuale stagione delle piogge; questo intervento lascerebbe completamente scoperti gli altri settori (all' infuori di Porto Sudan) cosa che non sembra probabile data la situazione in Egitto e le sue ripercussioni nel Sudan dove il prestigio dell'Inghilterra sembra alquanto scosso. Escluso l'intervento delle truppe più lontane resta quello delle truppe più vicine (vedasi schizzo 2) <>. Fatta astrazione di quelle lungo l'Atbara fra Gaz Redel e Sarsareib perché poche (650 uomini) e largamente disseminate, resta il nucleo di circa 3.000 uomini segnalato in località varie attorno Khashm El Girba la quale località dista da Kassala 60 km .. Perciò queste truppe potrebbero intervenire a partire dall'alba del giorno successivo a quello della occupazione. 0

Con l'intervento di queste truppe il rapporto di forze sarebbe di due italiani per la difesa contro un inglese per l'attacco e perciò rapporto ancora per noi fa· orevole. (*) Schizzi e lucido omessi.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Concludendo sembra si possa affermare: nessun dubbio circa la possibilità della conquista di Kassala; buona, se non ottima, possibilità di mantenimento della posizione contro ritorni offensivi .avversari; ritorni che non sembrano probabili e che non sarebbero facili sia per difficoltà di movimento sia per lo spezzonamento della nostra aviazione. Perciò tutto considerato sembra che la percentuale degli elementi favorevoli sia sufficiente per ammettere che l'operazione possa essere tentata con buona probabilità di riuscita. Per dare un'idea sintetica, ma sufficiente in linea di massima, unisco un lucido (allegato n. 3) (*l dal quale risultano le linee direttrici dell'azione e la ripartizione tra di esse delle forze. Esposti obiettivamente tutti i termini della questione, resto in attesa delle decisioni di codesto Stato Maggiore Generale. Il Viceré d'Etiopia F. to Amedeo di Savoia

(*) Schizzi e lucido omessi.


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DOCUMENTO N. 57

COMANDO SUPERIORE DELLE FORZE ARMATE DELL'IMPERO STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni N. 331427 di prot. Op.

Addis Abeba, 27 luglio 1940- XVIII

Oggetto: Direttive per la fronte del Kenia.

All'Ecce/lenza il Generale designato d'Armata Gr. Cr. Pietro Gazzera

Gimma

Ho preso visione del vostro foglio 02/4561 di ieri e in linea di massima approvo. Resta inteso pertanto: 1) che le puntate offensive attualmente in corso le quali hanno portato i nostri elementi esploranti su Corondil - Hammama - Ajau e Batalo non devono costituire il preludio di una azione offensiva di più largo stile, ma hanno semplicemente lo scopo di spingere verso il nemico elementi esploranti leggeri col duplice scopo di cercare notizie, di dare l'allarme e di molestare un suo eventuale ritorno offensivo. Inutile aggiungere che se questi elementi leggeri fossero attaccati dovranno resistere o disimpegnarsi da soli senza che le forze retrostanti abbiano ad accorrere in loro aiuto facendo il giuoco nemico di attirarci in battaglia da noi non voluta e sul terreno da lui scelto; 2) che l'impiego a massa dei grossi (di cui al comma c) del foglio vostro) va inteso con impiego a massa a scopo controffensivo da effettuarsi soltanto nell'ipotesi, non probabile, che il nemico attacchi in forze con l'intenzione di violare il nostro confine e non la sola linea raggiunta dai nostri elementi leggeri; 3) che questo atteggiamento difensivo che per ora dovete tenere potrà forse in un avvenire non vicino subire un trapasso o un atteggiamento offensivo su vasta scala. Ma resta chiaramente stabilito che questo trapasso dalla difesa all'offesa non può essere assolutamente fatto di nostra iniziativa (e tanto meno dai comandi da voi dipendenti) ma sarà deciso esclusivamente in seguito ad ordine del DUCE e sarà effettuato soltanto se la disponibilità dei mezzi e la situazione interna, che permane sempre più preoccupante, lo consentiranno. Prego un cenno telegrafico di assicurazione.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale dell'A.0.1. Comandante Superiore delle Forze Armate F. to Amedeo di Savoia

6. Le Operazioni in Africa Orientale · Voi. Il


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 58

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE DELL'IMPERO STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni N. 331030 di prot. Op.

Addis Abeba, 14 luglio 1940-XVIII

Allegati: 1 (omesso) Oggetto: Operazione offensiva per la conquista del Somaliland inglese (carta dell'Impero 1:1.000.000)

All'Eccellenza Pietro Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale

I-

Roma

VANTAGGI DELL'OPERAZIONE:

Sono noti e si possono così riassumere:

-

impedire ogni possibilità di sbarco di forze inglesi ed eliminare il pericolo di una loro offensiva verso Harar; togliere il contatto diretto fra inglesi e francesi di Gibuti e se del caso consentire in secondo tempo un'azione su Gibuti da sud, oltre che da ovest e da nord; ridurre la fronte da guardare da 1.150 km. di frontiera terrestre a 720 km. di frontiera marittima, con possibile di ricupero di forze notevoli per altri impieghi; profonde favorevoli ripercussioni sulla situazione interna.

Il -

PERICOLI DELL'OPERAZIONE:

Sono costituiti: dalle forze nemiche di notevole entità (vedi successivo n. III) bene attrezzate, ma, forse, non solidissime moralmente; dall'offesa aerea partente da Aden alla quale le truppe di colore sono particolarmente sensibili, e che avrebbe, per il numero di forze che dobbiamo impiegare e relative impedimenta, ottimi bersagli mentre noi siamo pressoché privi di mezzi controaerei e la nostra caccia ha perduto molto della sua efficienza; dalla profondità a cui deve spingersi l'operazione (260 km. dal confine a Berbera) con conseguenti difficoltà di carattere logistico; dalla lunghezza dell'operazione che per la sua durata terrà ipotecate per un tempo notevole un'aliquota sensibile delle nostre forze; dall'usura dei mezzi che in essa saranno impiegati.


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Ili. - LE FORZE NEMICHE:

L'entità di queste forze e la loro dislocazione risultano dallo Schizzo annesso (*l; la loro natura e costituzione dallo specchio ad esso allegato. II nucleo e) per la sua dislocazione e per il suo sparpagliamento può essere trascurato. I nuclei a) e b) sono notevolmente lontani dal grosso delle forze, non hanno strade di arroccamento per raggiungerlo e infine saranno impegnati dalla nostra colonna di sinistra (vedi n. IV - a)). Restano da considerare i nuclei d) e c) che sono i più forti. Notizie recentissime farebbero credere a un ripiegamento del nucleo d) sul c) cioè a un concentramento di forze nella regione più alta (fra passo Karrin e passo Jerato) e più facilmente difendibile del territorio attraversato dalla nostra direttrice principale di azione. Da ciò si può arguire: non probabilità di arrivo di rinforzi da oltre mare; intendimento di difesa passiva; poca fiducia di vittoria. In questa regione avverrà l'urto decisivo. Se il nemico si lega al terreno, come tutto fa supporre, avremo a nostro favore i seguenti. vantaggi: iniziativa delle mosse, da cui scelta del momento per sferrare l'attacco; possibilità di azione manovrata con impegno frontale delle forze nemiche e azione decisiva per virtù di avvolgimento dalle ali. Questi vantaggi, uniti al rapporto delle forze in campò di cui al seguente numero, ci danno delle buone possibilità di successo. IV -

LE NOSTRE FORZE:

Le forze che, senza pregiudicare gli altri scacchieri, possiamo dedicare all'operazione sono: a) gruppo di sinistra: Generale Bertoldi: 10 battaglioni (di cui due di cc.un.), 2 gruppi artiglieria, 1 batteria motorizzata; per:

- presidiare il confine con la colonia di Gibuti, nella previsione che neanche il Generale Germain riesca a indurre Legentilhomme a migliori propositi; - per formare la colonna con obiettivo Zeila; - per fiancheggiarla a destra con una colonna secondaria sulla direttrice Go baha-Silil-Zeila; - per guardare a cose fatte il confine francese da Gialelo al mare. (*) Schizzo omesso.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

b) gruppo di centro: Generale De Simone: IO battaglioni, un gruppo Dubat, una banda motorizzata P .A.I. - 3 gruppi da 65, un gruppo da 100, 2 batterie da 20, una compagnia mortai da 81, mezza compagnia carri M, uno squadrone carri L., due squadriglie autoblindo; per: - battere il grosso delle forze inglesi disl_ocate a cavallo della strada Hargheisa-Adadleh e spingere in seguito su Berbera elementi leggeri. c) gruppo di destra: Generale Bertello: 4 gruppi di bande Dubat, per: - operare sulla direttrice Davegoriale-Oadweina sia a protezione del fianco destro del gruppo del centro sia per convergere a favore di esso puntando su Adadleh. d) riserva a disposizione del Generale Nasi: 4 battaglioni della brigata Lorenzini. e) concorso dell'aviazione: 15 apparecchi da caccia, 20 da bombardamento, 7 da ricognizione. V-

CONCETTO D'AZIONE E MODALITÀ ESECUTIVE.

Spingere avanti i gruppi di sinistra e di destra per fissare le ali nemiche a sollievo della colonna principale; lanciare questa contro il grosso nemico per impegnarlo frontalmente ed avvolgerlo. La colonna di sinistra servirà inoltre per costituire fianco difensivo dalla parte di Gibuti; quella di destra, ove non trovasse grosse resistenze come è probabile, potrà cadere sul tergo o sul fianco sinistro del grosso nemico. L'azione, salvo varianti imposte da cambiamenti di situazioni dell'ultimo momento, si svolgerà in due tempi: 1 ° tempo: - avanzata della colonna Bertoldi (sinistra) su Zeila e presidio del confine franco-inglese;

- avanzata della colonna Bertello (destra) su Oadweina; - sbalzo avanti della colonna centrale su Hargheisa e organizzazione di essa come base logistica sussidiaria e base aerea di appoggio perché col procedere dell'azione quella di Giggiga verrebbe ad essre troppo arretrata soprattutto per i caccia. 2° tempo: - la colonna di sinistra continua a guardare Gibuti e compie incursioni verso sud-est; - la colonna di destra punta per Burao su Sheikli oppure direttamente su Adadleh; - la colonna centrale per il passo Karrin attacca Adadleh.


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Il primo tempo potrebbe iniziarsi a partire dal 22; il secondo fra il 24 e 25 di questo mese. L'azione è di vasto respiro, comporta l'usura di forze notevoli e contiene una sensibile somma di rischi; d'altra parte essa appare necessaria anche per il contegno sempre piÚ ostile del comandante di Gibuti. Ho fornito tutti gli elementi di giudizio per le decisioni di Vostra Eccellenza, e resto in attesa degli ordini che in conseguenza mi vorrete dare.

Il VicerĂŠ d'Etiopia F.to Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 59

GOVERNO GENERALE DELL' A.O.I. IL CAPO DI STATO MAGGIORE N. 331305 di prot.

Addis Abeba, 23 luglio 1940-XVlll

Oggetto: Gibuti-Berbera.

All'Eccellenza Pietro Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale

Roma

I. - Il giorno 18, c.m. ha segnato la fase più critica della questione Gibuti. E di ciò Vi informavo con mio telegramma 57016 del successivo giorno 19. Da allora la situazione è venuta sia pure lentamente migliorando e dalle ore 24 di ieri 22 si presentava in questi termini (come da comunicazione di · Germain a Pralormo). Sbarco inglese a Gibuti non sembra da prevedersi almeno fino a che noi non passeremo frontiera. Secondo assicurazione Governatore situazione sarebbe migliorata. Ribellione ufficiali sarebbe anche da escludersi. Legentilhomme ha ordinato ritiro truppe francesi da Somaliland inglese. È stata nominata commissione presieduta da colonnello Guillom per trattare con nostra delegazione. Da telegramma intercettato in data 2 1 c.m. ore 24 abbiamo appr~so che Lemery (Ministro colonie francesi) ha ordinato a Dechamps di cedere i poteri a Germain che li terrà fino all'arrivo nuovo titolare col quale arrivo Dechamps dovrà ritornare in Francia. Questo telegramma è confermato dal seguente a noi trasmesso per l'inoltro a Germain. «Gouvernement français vous prie da prendre à Gibuti jusque à nouvel ordre tous pouvoirs civils et militaires afin assurer execution convention armistice Lemery» . Infine alle ore 16 di oggi nostro S.I.M. comunica: «Nella costa francese somala è stato tolto oggi stato d'assedio. Comandanti circoli riprenderanno loro funzioni anteriori guerra. Sembra che tale disposizione sia ultima data da Dechamps prima di cedere sue funzioni a Germain recatosi Gibuti». Dato che Germain è uomo intelligente, energico e tutto fa pensare che sia animato dalle migliori intenzioni, si può credere che la situazione di Gibuti vada lentamente risolvendosi e che si possa arrivare ad un modus vivendi se non di completo disarmo ed evacuazione almeno di neutralizzazione del presidio che potremmo contròllare attraverso alla somministrazione dei viveri da farsi a piccoli blocchi. Messe le cose a posto e giunto il nuovo Governatore, Germain dovrebbe ritornare in Francia, ma per essere certi


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che alla sua partenza le acque non ritornino ad intorbidarsi è indispensabile che Germain si porti via Legentilhomme e qualche altro degli ufficiali francesi più scalmanati. Il Governo Franc.ese dovrebbe dare questo ordine. II. - La crisi di Gibuti mi ha indotto a rallentare la preparazione per l'azioi:ie di Berbera; rallentare ma non interrompere e tanto meno sospendere perché la crisi stessa invece di eliminare rende anche più evidente la necessità della operazione di Berbera. Compiuti gli ultimi preparativi, prima del passaggio del confine si rende necessario un preambolo di cinque giorni tanti quanti ne occorrono alla banda Bertello per raggiungere dalla dislocazione attuale il punto di partenza sul confine. Né posso avvicinarlo fin d'ora per assoluta mancanza d'acqua che vieta a Bertello di fermarsi dal momento della partenza dalla dislocazione attuale fino all'arrivo ad Cadweina. Avrò così tempo di informarvi con precisione sul nostro atteggiamento. Ad ogni modo il mio programma è questo: lasciare passare tre o quattro giorni per avere la certezza che la soluzione del problema Gibuti è in via di risolvimento; dopo di ciò dare il via a Bertello; quando questo passa il confine dare il via a Bertoldi (colonna sinistra) e a De Simone (centro); fra il terzo e il quarto giorno di operazione conto di avere: Bertoldi a Zeila, Bertello a Cadweina e De Simone ad Hargheisa; dopo un paio di giorni indispensabili a Bertello per riposarsi dopo otto giorni consecutivi di marcia e a De Simone per organizzare la base di appoggio di Hargheisa, incomincerà la fase decisiva dell'azione: conquista dell'altopiano Odadleh-Sheikh; dopo di che lancerò su Berbera soltanto elementi leggeri. La sproporzione di forze da Voi notata fra colonna di sinistra e centro è dipesa, come avete intuito, dal punto interrogativo di Gibuti; lo potremo forse cancellare ma qualche dubbio resterà sempre. In ultima analisi a Zeila arriveranno due battaglioni o poco più. D'altra parte non posso aumentare le forze di De Simone. già logisticamente molto pesanti mentre delle varie difficoltà quella del mitragliamento degli aerei di Aden è la più preoccupante. Mi si dice che ad Aden ci sono quattro battaglioni di bianchi (australiano o nec..:elandesi?) se verranno di qua e se non potrò fermarli in viaggio con l'aviazione li aspetterò sul ciglio est dell'altipiano di Adadleh e nell'attesa tempesterò Berbera.

Il Viceré d'Etiopia F. to Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

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N. 60

GOVERNO GENERALE DELL' A.O.I. N. 331756 di prot. Op.

Addis Abeba, 9 agosto 1940- XVIII

All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Cavaliere Pietro Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale

Roma

Approfitto della partenza di un apparecchio per l'Italia per darvi qualche maggiore notizia sulla operazione in corso. In questo momento (ore 18 del 9 agosto) la situazione è questa: Bertoldi non ha trovato davanti a sé resistenza alcuna e perciò la sua colonna di sinistra (Agosti) è giunta a Zeila che ha occupato senza colpo ferire. Gli inglesi l'hanno sgombrata di quanto vi poteva essere di utile per noi ma non l'hanno danneggiata. La colonna di destra poiché veniva ad essere sorpassata e chiusa da quella di sinistra fu fatta ripiegare sulle basi di partenza. In questo momento in quel settore occupiamo le seguenti località: Loy Ada - Zeila - Takkushih - Warabilek - Warabod - Lehelluc. A Loy Ada, i nostri, accolti con cortesia, sono venuti in contatto con un battaglione francese. Ho ordinato che si ritirino a un paese (Durmar) a cinque chilometri da Loy Ada per evitare contatti che potrebbero dar luogo ad inconvenienti. Farò discutere da Pralormo per decidere se Loy Ada, che le carte portano sul confine, sia di pertinenza inglese e perciò nostra oppure francese. In questo settore tutto è tranquillo e ci basta occupare i pochi posti d'acqua per tenere tranquilla tutta la popolazione che ad ogni modo si dimostra a noi favorevole. A destra Bertello ha occupato dopo breve scaramuccia Oadweina; vi si è fatto raggiungere dai rifornimenti ed attualmente sta marciando su Adadleh per concorrere alla battaglia decisiva. Al centro De Simone progredisce senza sosta ma lentamente. Ha occupato il passo Karrin e oggi alle ore 13 dopo breve combattimento contro elementi ritardatori è giunto con la testa al passo Godajere che ha occupato (Godajere è in linea d'aria a 7-8 km. da Adadleh). La situazione nemica si può riassumere così: gli inglesi che occupavano inizialmente varie località (Jirreh-Dobo-Hargheisa-Oadweina) al primo sentore della nostra avanzata si sono rapidamente ripiegati (in genere elementi cammellati) sull'Acrocoro centrale dove hanno concentrato tutte le loro forze che tutto fa credere occupino la linea di altura passante all'incirca per Argan-Adadleh-forse M. Mirso-Seikh e sembra che qui intendano


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accettare battaglia. A quale scopo non saprei dire: o per dar tempo di sgombrare su Berbera e di qui ad Aden oppure per guadagnare tempo in attesa di rinforzi. In ogni caso due sono gli elementi per noi fondamentali: fare presto e mettere le mani su Berbera. Sotto il primo aspetto ho spinto Nasi fino ai limiti del suo amor proprio ma devo convenire che non ha tutte le colpe. Le grandi piogge violentissime su tutto l'altipiano abissino si protendono sull'Acrocoro centrale del Somaliland (M. Mirso è alto quasi 2.000 m.) con una serie di violenti acquazzoni che rendono per molte ore impraticabile l'unica strada a nostra disposizione che è una semplice pista possibile con tempo asciutto, impossibile con la pioggia. Poiché da questa parte le cose non possono, soprattutto per ragioni logistiche, andare così rapide come vorrei il secondo problema «Berbera» diventa anche più urgente. Che serva per l'afflusso di rinforzi o per la fuga degli inglesi in posto è sempre una porta e perciò bisogna chiuderla. Avevo organizzato una banda di 300 spregiuc;licati (volontari tratti da tutte le forze armate) e pensavo di portarli in aeroplano nelle vicinanze di Berbera. Ma all'ultimo ci accorgemmo che l'unico campo di atterraggio possibile era stato occupato dagli inglesi. Dovetti bruscamente organizzare un'altra spedizione ed in giornata di domani, od al più tardi di dopodomani, spero di far partire via Zeila - strada costiera - una autocolonna costituita oltre che dalla banda di cui sopra da un battaglione cc.nn. e da uno indigeno ed una batteria da 20 che lancerò a fondo perduto alla conquista di Berbera. Penso che il grande vantaggio materiale e morale che ne potrei avere compensi il rischio. Su tutto il rimanente fronte la situazione è straordinaria. Notizie non accertate darebbero un aumento di forze nemiche tanto nel Kenia quanto nel Sudan ma per ora niente che faccia credere imminente un intendimento offensivo. Dove invece l'attività nemica è diventata molto vivace è nel campo aereo. Forse gli inglesi cercano a ogni costo materia per i loro bollettini, forse vogliono tenere impegnate le nostre forze aeree perché non accorrano nel Somaliland; non lo so, ma è certo che in questi giorni è evidente un acuirsi della loro attività e si è notato un aumento sensibile delle loro forze sia dal punto di vista quantitativo sia da quello qualitativo. La nostra difesa antiaerea fa quello che può; la nostra aviazione battaglia accanitamente ma non può evitare perdite dolorose. Noi giorno per giorno diminuiamo in potenza; quelli giorno per giorno l'aumentano (ad onta delle perdite) e perciò lo squilibrio tra le due forze si rende sempre più sensibile e se continua così finiremo per essere disarmati o quasi.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Io non conosco la situazione sugli altri scacchieri, le loro esigenze e le loro disponibilità della Madre Patria, ma è certo che la necessità di rinforzi di apparecchi per noi è evidente ed imperiosa ed un aiuto in questo campo è indispensabile sia per non essere in balia di facili prodezze degli inglesi sia per non dare all'intera popolazione una prova evidente della nostra inferiorità proprio in questo campo che tanto evidentemente impressiona le masse. Il Viceré d'Etiopia F. to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 61

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE - Ufficio Operazioni N. 1884/0p.

Per Supercomando A.O.I.

14 agosto - ore 12,10

Aba

Per VicerĂŠ Duce mi ordina telegrafarvi quanto segue. Fate affluire Somaliland tutte riserve disponibili per rinvigorire azione. Fate concorrere tutta aviazione Impero specie contro navi a Bulhar et a Berbera. Se ritenete opportuno inviate Trezzani per esaminare sul posto situazione. Per conto mio soggiungo: siate piĂš espliciti nelle informazioni; azione brigate sulla destra nemico arrestata per ragioni varie non est chiara. Non avete mai parlato intervento nostra aviazione. Navi inglesi hanno portato rinforzi? Vostra Altezza Reale tenga presente grandissima importanza questa azione et ansia con la quale Duce segue vostre operazioni. Badoglio


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LE OPERAZIONI IN APRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 62

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE - Ufficio Operazioni N. 1941 Op.

Per Supercomando A .O.I.

17 agosto - ore 08,15 Aba

Per Viceré Duce mi dà gradito incarico di far giungere a voi generale Nasi a tutti Ufficiali et Truppa espressione suo vivissimo compiacimento per condotta valorosa e tenacissima che ha avuto ragione delle difese da tempo organizzate dal nemico. Successo odierno che riempirà di gioia tutta Italia et susciterà ammirazione degli Alleati deve incitarvi a proseguire con raddoppiato vigore per vincere in brevissimo tempo ogni ulteriore resistenza. Badoglio


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N . 63

GOVERNO GENERALE DELL'A.O.I. IL CAPO DI STATO MAGGIORE N. 332013 di prot. Op.

Addis Abeba, 19 agosto 1940-XVIII

Oggetto: Relazione riassuntiva sulle operazioni per la conquista del Somaliland inglese.

Comando Supremo - Stato Maggiore Generale (risposta al foglio n. 1800 Op. del 9.8.1940)

Posta Militare

Conquistata Berbera tutto il Somaliland inglese è nostro . L'operazione fu lunga, cruenta et onerosa ma chiudesi pienamente in attivo avendo eliminato un intero scacchiere d'operazione ed una minaccia continua per possibilità sempre aperta di afflusso di forze oltremare; ci consente inoltre disponibilità di truppe agguerrite per altre operazioni. L'operazione presentavasi particolarmente difficile perché per l'entità delle forze nemiche e la robustezza qi opere fortificatorie semi permanenti richiedeva molta truppa, mentre la lunghezza della linea d'operazione (dal confine a Berbera vi sono 270 km .) in zona torrida e desertica, imponeva di ridurle al minimo per non correre il rischio di un disastro logistico. Notizie contraddittorie sulla percorribilità delle piste e sulle risorse idriche, rendevano ancora più oscuro il problema. L'azione fu preparata di lunga mano con afflusso di buona parte delle truppe e di forti quantità di materiale da località lontane oltre mille chilometri per strade rese difficili dalla stagione delle piogge. Essa fu imperniata su questo concetto base: Berbera è la chiave del Somaliland; bisogna, trascurando ogni altro obiettivo, conquistare Berbera. Una sola pista camionabile porta dal nostro confine ad Hargheisa e qui si sdoppia in due tronchi affluenti a Berbera uno per Adadleh (km. 168) l'altro per Sheikh (km . 283), entrambi sbarrati nella parte più alta (quota 1.500 circa) da solide opere semi permanenti, la cui costruzione fu iniziata fin dal 1936. Si ingannò il nemico fingendo procedere per entrambi gli itinerari e si scelse il primo che è il più breve. In previsione della impossibilità di sfondare la linea fortificata si studiarono due aggiramenti: uno larghissimo (km. 343) per Zeila lungo la costa, l'altro più breve ma più difficile fra questo e la strada di Adadleh.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

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L'azione, che si svolse nello spazio e nel tempo come da piano, può dividersi in tre fasi: preliminare, attacco della linea fortificata, sfruttamento del successo . Prima fase: dal 3 al 6 agosto. Gli inglesi convinti che non sarebbero stati battuti finché fossero restati padroni di Berbera, sicuri che per arrivarvi avremmo dovuto passare per Adadleh o per Sheikh, certi che qui avrebbero potuto fermar.ci per poi contrattaccarci in crisi morale e logistica, raccolsero su queste posizioni tutte le loro forze più quelle affluenti da Aden. Perciò la prima fase, che fu di avvicinamento, non incontrò resistenze e col solo superamento di gravi difficoltà logistiche potemmo occupare Zeila Dobbo - Hargheisa - Oadweina costituendo un semicerchio da cui partire contro l'obiettivo finale: Berbera, che ne costituiva centro di figura.

In questa fase l'aviazione portò il suo efficace contributo proteggendo la radunata e la marcia delle nostre colonne. Il compito fu assolto con azione indiretta mercè reiterati bombardamenti delle forze aeree di Aden e con l'interdizione dei campi d'appoggio nel Somaliland. L'aviazione nemica dovette sempre partire dai campi lontani per azioni saltuarie e non tempestive e quasi sempre trovò nel cielo d'azione nostri caccia in protezione diretta che ne frustravano i tentativi di offesa sulle nostre truppe. Seconda fase: dal 7 al 15 agosto. AI .centro la colonna principale marcia su Adadleh; a sinistra una colonna formata da un reparto volontari di tutte le forze armate, un battaglione cc.nn. ed un battaglione ascari inizia l'aggiramento per Zeila; a destra i fedelissimi dubat dopo otto giorni di marcia senza trovare una goccia d'acqua giungono a Oadweina e di qui convergono sulla colonna principale per proteggerne il fianco destro.

Il dieci agosto la colonna centrale giunge in contatto con sistema fortificato; nei giorni successivi si svolge una serie di attacchi locali per accertarne la continuità e la consistenza ed una serie di spostamenti laterali per trovarne le estremità. Si constata che il sistema difensivo nemico si estende per 20 km. appoggiato a monti intransitabili e costituito da una serie di fortini reciprocamente appoggiantisi con incrocio di fuochi. Si decide di sfondarlo alle due estremità. A sinistra con una serie di colpi di mano, vecchi battaglioni eritrei si impadroniscono di alcuni fortini; a destra previo violento bombardamento aereo ed efficacissima preparazione di artiglieria, gli ascari del!'Harar .e dello Scioa conquistano il fortino chiamato numero uno, formidabile per conformazione topografica, per doppio ordine di reticolati, per moltissime postazioni in caverna. Tredici ufficiali ed altri militari inglesi sono fatti prigionieri. Nell'interno del caposaldo si contano oltre 200 morti di un battaglione rodhesiano.


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Nella notte il nemico fugge abbandonando tutte le opere intermedie e retrostanti; la fronte scardinata crolla, la nostra avanzata riprende. In questa fase lamentiamo il massimo delle nostre perdite oltreché per l'efficacia del fuoco nemico e anche e soprattutto per l'incontenibile slancio dei nostri ascari che fiutato il nemico vi balzano contro furiosamente disprezzando ogni accorgimento e riparo. Restano nelle nostre mani molte armi, munizioni, materiali e viveri (di cui le truppe, dovendo proseguire nell'azione, non hanno potuto fare l' esatto inventario). Intanto la colonna aggirante costiera prosegue superando con selvaggia energia gravissime difficoltà di temperatura e di terreno. La pista lungo il mare cede sotto il peso delle autocolonne; le prime macchine pas.s ano, quelle che seguono sprofondano nella sabbia; occorre disincagliarle a braccia con temperature che arrivano ai 50°. Ad onta di ciò la colonna giunge a Bulhar cioè a 126 km. da Zeila. La colonna aggirante intermedia si avvia per una malcerta pista nella speranza di giungere direttamente su Berbera. Ma la pista nella boscaglia, sul fianco tormentato del monte è intransitabile agli stessi muletti abissini e diventa impossibile portarsi al seguito le tre giornate d'acqua indispensabile. È giocoforza rinunziare al tentativo e bisogna convergere sulla colonna principale. Anche in questa fase il contributo dell'aviazione è stato continuo e si è concretato con la sorveglianza del campo di battaglia e con l'attacco con bombe, spezzoni e mitragliatrici della posizione del nemico e delle sue colonne in marcia con risultati efficacissimi.

Terza fase: crollato il sistema difensivo nemico le nostre truppe riprendono la possibilità di movimento. L'unica strada praticabile porta ad urtare in pieno contro l'avversario. Ma questi ha forse il solo compito di guadagnare tempo per consentire ai grossi di presidiare la seconda linea difensiva che si sviluppa sulle alture racchiudenti la conca di Lafaruk. La loro resistenza non regge a lungo; appena si sentono minacciati alle ali si danno a fuga precipitosa. In poco più di un giorno si riesce a percorrere, pur combattendo, altri 30 km. Nel pomeriggio del 17 le nostre truppe sono in contatto con il secondo sistema difensivo anch'esso munitissimo di reticolati, trincee e caverne. Portati dallo slancio alcuni nostri battaglioni attaccano senz'altro ma sono fermati. La posizione nemica attaCCf1ta di fronte e di fianco non regge e viene sfondata; battaglioni indiani con accaniti contrattacchi cercano di liberarsi dalla pressione dei nostri per poi fuggire in direzione di Berbera.


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lE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Dopo breve riposo, nello stesso giorno 18, la marcia viene ripresa e lungo la strada appaiono evidenti i segni della disordinata fuga inglese: a Darabek vengono trovati circa 100 autocarri quasi tutti intatti. Gli ultimi fuggiaschi incendiata la parte europea di Berbera (e dopo questa magnifica prodezza) si salvano precipitosamente sull'ultima nave da guerra restata in porto. Le nostre avanguardie entrano in Berbera. Anche qui l'aviazione cooperò con l'abituale slancio bombardando ripetutamente, di giorno e di notte, il porto di Berbera e le navi che tumultuosamente imbarcavano i fuggiaschi. Le operazioni per la conquista del Somaliland furono condotte quasi esclusivamente da battaglioni ascari di tutte le regioni dell'Impero. Tutti si comportarono con slancio irrefrenabile e con altero coraggio, dimostrando non solo le loro virtù guerriere, ma la loro fedeltà alla Bandiera italiana. Il Viceré d'Etiopia F. to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO

N. 64

IL VICERÉ D'ETIOPIA Addis Abeba, 23 agosto 1940-XVIII Eccellenza e caro Maresciallo, Vi sono profondamente grato per le vostre gentili parole che hanno commosso il mio animo di soldato e di vostro antico collaboratore. Le cose sono andate bene anche se duramente! L'importante era di non mollare! Ora nondimeno le truppe e soprattutto i servizi ricuperando persino i chiodi e facendo tesoro delle esperienze fatte questi giorni per le operazioni future. Queste sono guerre con caratteristiche sahariane ed europee combinate insieme. Le truppe si sono portate magnificamente ed i quadri hanno pagato un generoso contributo di sangue alla Vittoria. L'Aeronautica fa miracoli! Fatto degno di rilievo è che le prime truppe ad entrare a Berbera sono state quelle di Lorenzini il quale aveva 60/100 di scioani nei suoi battaglioni! Vi sono profondamente grato per l'opera di persuasione svolta per spiegare le nostre difficoltà e l'apparente lentezza delle operazioni. Chi non ha pratica di questi paesi è difficile che possa farsi una idea delle cose e delle situazioni che si creano. Ricevo ora i vostri telegrammi con le promesse di rimpolpamento logistico. Come vi ho detto ora metto in ordine il fronte sud riordino le truppe e penso (sulla carta) al nord ovest preparando i piani in attesa dei rifornimenti. Vi ringrazio pure delle affettuose parole e del consiglio che mi date circa le notizie da dare ed alla firma dei telegrammi. La disgrazia è che Trezzani ed io siamo ugualmente negati per lo scrivere. Curerò in ogni modo anche questa parte. Ed ora Cara Eccellenza vi invio i miei più cordiali affettuosi saluti.

Vostro aff.mo Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 65

IL GOVERNO GENERALE DELL'A.0.1. IL CAPO DI STATO MAGGIORE N. 1222

Addis Abeba, 25 agosto 1940-XVIII

Eccellenza, mentre si chiude un capitolo della nostra attività e se ne apre un altro credo non inutile alcune notizie che per essere strettamente confidenziali possono essere se non più sincere, più spontanee. Quanto vi è stato riferito circa Berbera risponde esattamente a verità; due punti restarono un pò in ombra: l'usura del mezzo e la scarsità del bottino. Il primo punto si spiega con quattro constatazioni; due positive: grande spirito aggressivo delle truppe ivi compresi i battaglioni formati in buona parte di scioani e di amara. Questo slancio a volte inconsulto, fu quello che ci causò le maggiori perditè (potete calcolare 4-500 morti e 1.200-1.300 feriti). Voi conoscete meglio di me il modo di combattere degli indigeni; contrapponetegli un rosario di mitragliatrici in fortini bene organizzati e spiegherete il molto sangue versato; l'ammirevole abnegazione dei nostri quadri ai quali nessuno ha mai avuto ragione di dire «en avant les épaulettes»; e due negative: la grandissima incapacità tecnico professionale di questi quadri. Finché si tratta di arrischiare la pelle sono ammirevoli; quando invece occorre aprire gli occhi, ragionare, decidere a mente fredda, non ci siamo più. In materia di esplorazione, sicurezza, presa di contatto, preparazione col fuoco, movimento coordinato etc., sono pressoché analfabeti. Gente che di tutto ciò ha mai sentito parlare (ufficiali di complemento) ç,ppure che tutto ciò ritiene superfetazione scolastica (ufficiali in S.P .E.) convinti che tutta la guerra consista nella guerriglia contro i briganti di casa. La soverchia prudenza del comandante della colonna centrale che ha sempre voluto marciare in formazione carré anche quando non sapeva neanche dove fosse il nemico ed anche quando fu certo che questo si era dato alla fuga. Quando io l'ho raggiunto in linea, avevo in tasca un siluro pronto a scattare, ma proprio in quel momento la caduta del fortino n. 1 e lo sgretolamento della fronte nemica, lo hanno salvato. Tutto serve per imparare: la prossima volta prenderemo noi direttamente il mazzo in mano ed agli incitamenti sostituiremo gli ordini dirett(


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Molti camminano spediti solo quando non hanno sulle spalle il fardello pesante della responsabilità e questo lo porteremo noi. E vengo al secondo punto: il bottino in prigionieri non fu quale avremmo voluto: la colonna costiera sulla quale contavamo molto per chiudere lo sportello di Berbera e prenderli in trappola si arenò; molto per fatalità di cose: ci fu chi giurò che la pista era ottima; in realtà era ottima solo in alcuni punti e pessima in altri. Ma molto dipese anche dagli uomini. Avevamo messo alla testa dei due scaglioni uomini che sapevamo in antagonismo tra loro, sperando che questo mettesse loro le ali ai piedi; al contrario sembra che ciascuno dei due si sia preoccupato essenzialmente di impedire al1' altro di arrivare. Altro ammaestramento: le truppe bianche per operazioni come le nostre servono poco: hanno troppi bisogni e sono troppo delicate; lo sapevamo ma ... si cominciava a mormorare che di partito preso le tenevamo lontane dalla lotta e ... dalla gloria.

E non solo mancò il grande aggiramento costiero, ma fallì anche quello più interno della 2a brigata e qui esclusivamente per il terreno: un comandante in gamba, il Lorenzini, ed una brigata di ferro (quattro vecchi battaglioni eritrei) hanno dovuto dichiararsi vinti di fronte al terreno infernale. Ma ciò non fu di tutto danno perché, piegando più a destra capitarono sul fianco dei difensori di Lafaruk e li misero in fuga. Il bottino fu relativamente scarso perché gli inglesi cominciarono a metterlo in salvo fin dalla sera del 15; la nostra aviazione non potè far molto a Berbera per la difesa controaerea delle navi: in una spedizione di tre apparecchi uno ci restò e due tornarono indietro per miracolo ma avranno bisogno di lunghe riparazioni. Non potendo aggirare si dovette avanzare frontalmente vincendo successive resistenze; volevamo agguantare le teste delle colonne in ritirata, dovemmo accontentarci di afferrarne la coda. Ad onta di ciò i prigionieri avrebbero potuto essere di più, ma come voi mi insegnate gli ascari non riescono a capire bene come basti alzare le mani per aver diritto alla salvezza. Ad ogni modo è bene quello che finisce bene; attualmente stiamo facendo tre cose: ritiro immediato dei nove decimi della forza per risparmiare trasporti di rifornimenti: studio della organizzazione militare della colonia (forze da lasciarvi e loro dislocazione): risolveremo il problema con gli Hilaloes che vengono a presentarsi consegnando le armi, li inquadreremo con ufficiali e graduati somali e ne faremo degli ottimi elementi come i Dubat; terzo: risanamento del campo di battaglia e rastrellamento del bottino e soprattutto delle armi. Per curiosità: abbiamo trovato anche dei cannoni da 47 Breda!


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LI; OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Fin qui il passato che ormai non ha più importanza: quello che conta è l'avvenire. Siamo partiti con un programma minimo: conservare la integrità dell'Impero: cioè stretta difensiva. L'idea di stare passivi in attesa che il trascorrere del tempo ci portasse la pace non ci è mai andata a genio. Abbiamo cominciato ad allungare le mani, prima con precauzione poi sempre più sfacciatamente. Tutto ciò ha messo i buoni italiani in appetito: prima morivano di paura di perdere l'Impero; un altro pò e finiranno per dire: «che fanno quelli laggiù? O perché non conquistano tutta l'Africa?» Mai come in questo caso vale il proverbio «l'appetito vien mangiando». Abbiamo ricevuto la vostra lettera: alla faccenda avevamo già pensato e l'idea ci tenta maledettamente. Ma per andare a festa occorre almeno un paio di scarpe decenti e le nostre sono molto sdrucite. Ci avete promesso un bel paio di scarpe nuove: se verranno saranno le scarpe delle «cento leghe». In attesa stiamo studiando il più silenziosamente possibile la strada da fare e preparando la colazione da portarci al seguito: ma questi benedetti italiani capiscono troppo e chiacchierano come portinai. Si lavora molto ed in silenzio (anche troppo dite voi). Voi che siete un piemontese del Monferrato capirete benissimo un piemontese delle Langhe, che sarei poi, io. Se stesse in me semplificherei tutto: alla fine della guerra presenterei due carte geografiche: i confini dell'Impero prima e dopo la cura. Ma forse è troppo poco. Personalmente sto bene e tengo testa alla situazione: dalle proteste dei civili pronti a morire per la patria, ma non ... a rinunziare all'automobile e agli allarmi di oltre frontiera. Ogni tanto devo ingoiare qualche rospetto, ma ogni volta mi domando: «se cedo comprometto l'Impero?» se la risposta è negativa lascio correre badando al sostanziale. D'altra parte quando si tratta di cose grosse e relative responsabilità tutti sono concordi. .. «prego fate voi». Ed io faccio come meglio posso e so, sorretto da una grande fiducia. La vostra scherzosa benevolenza mi è di grande conforto. Con vecchia e costante devozione F. to Trezzani


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DOCUMFNTI

DOCUMENTO

N. 66

COMANDO SCACCHIERE EST DELL'A.0.1. STATO MAGGIORE RELAZIONE SINTETICA SULLA CAMPAGNA DEL SOMALILAND (3-19 agosto 1940- XVIII) Concluso l'armistizio colla Francia si pose mano allo studio ed alla preparazione di una operazione per la cònquista del Somaliland inglese. IL NEMICO A metà luglio le forze inglesi costituite da truppe locali, truppe indiane e rhodesiane, ammontavano a circa m1dìcimìla uomini che salirono poi a tredicimila per l'arrivo di altri rinforzi d'oltre mare, fra cui un battaglione scozzese. Si sapeva, in generale, che gli inglesi avevano concentrato le loro forze e preparato successive linee di resistenza a cavallo della rotabile GiggigaHargheisa- Berbera. Nel fatto, queste linee di resistenze!,, furono riscontrate molto più solide ed estese di quel che si conoscesse e sì pensasse. Soprattutto la prima linea di resistc-nza, quella dell' Argan, distesa a cavallo deIJa rotabile su un fronte di venti chilometri, organizzata in profondità con capisaldi naturalmente forti e potentemente armati, appoggiantesi coi suoi fianchi alle due regioni dell' Asa. e del Gan Liban praticamente ìnaggirabili, costituì per noi una sorpresa. Insieme a questo, un grave errore della nostra carta che riportava il tracciato della rotabile, proprio nel tronco che costituì l'asse della battaglia, spostato dì quasi venti chilometri ad oriente, rispetto alla realtà, portò a un sensibile ritardo di quelli che dovevano essere gli effetti immediati della manovra di aggiramento, che fu necessario allargare a contatto col nemico e quindi a prezzo di tempo e sacrifici di sangue. LE NOSTRE FORZE Il corpo d'operazione ai miei ordini fu costituito con 26 battaglioni (23 coloniali e 3 nazionali) 21 batterie di v;,trio calibro (IO nazionali e 11 coloniali) con una forza complessiva dì: -

4.800 nazionali (ufficiali, sottufficiali e truppa);

-

30.000 coloniali;


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

così articolati: 1) - Colonna di sinistra (Gen. Bertoldi) 8 battaglioni e 4 batterie; base di partenza: Agin- Bio Gurgurè; obiettivo : Zeila. Questa colonna darà poi origine, in secondo tempo, alla:

Colonna costiera (L.Ten. Gen. Passerone) 2 battaglioni e 1 sezione artiglieria; base di partenza: Zeila; primo obiettivo : Bulhar. 2) - Colonna di centro (Divisione Speciale dell'Harar - Gen. De Simone) 11 battaglioni e 14 batterie; base di partenza: Giggiga; obiettivo finale : Berbera. 3) - Colonna di destra (Gen. Bertello) -

3 battaglioni e 1 batteria; base di partenza: Curati; primo obiettivo : Oadweina.

4) - Riserva del Comando Scacchiere

-

1 brigata coloniale su 4_battaglioni e 2 batterie.

5) - Aviazione a disposizione:

27 apparecchi da bombardamento; 23 apparecchi da caccia; 7 apparecchi da ricognizione. SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI Chiarita solo il 27 luglio la situazione di Gibuti, il cui Governo in primo tempo, dopo l'armistizio, si era orientato verso gli inglesi, fu stabilito che l'invasione del Somaliland avesse inizio la sera del 3 agosto. L'avanzata si è svolta in tre tempi che, ben inteso, si succedettero senza altra pausa che quelle necessarie per le provvidenze logistiche che dovevano alimentarla e per riordinare lo schieramento in ordine ai successivi concetti d'azione.


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DOCUMENTI

I O tempo (3-6 agosto). Sono raggiunti, quasi ovunque senza resistenza, i primi obiettivi prestabiliti di: Zeila (Colonna di sinistra); Hargheisa (Colonna del centro); Oadweina (Colonna di destra). 2° tempo (7-16 agosto). La colonna del centro (Div. Spec. del Harar), col concorso della Colonna di destra (Gen. Bertello) e della 2 3 brigata coloniale (riserva di Scacchiere), indirizzate dal Comando Scacchiere ad avvolgere, rispettivamente, l'estrema sinistra e l'estrema destra del fronte nemico, prosegue l'avanzata a cavallo della rotabile Hargheisa- Lefarug. Il giorno 11 agosto urta contro la linea di resistenza dell' Argan che riesce a sfondare, solo dopo cinque giorni di dura lotta (battaglia dell'Argan: 11-15 agosto). La Colonna costiera partita da Zeila il giorno 11, occupa Bulhar il giorno 16 agosto, senza resistenza.

3 ° tempo {17-19 agosto). La Divisione Speciale del'Harar proseguendo l'avanzata a cavallo della rotabile urta a Lafarug, contro una forte resistenza di retroguardia, appoggiata a difese organizzate, che supera con un breve ma violento combattimento, soprattutto per il tempestivo intervento, sul fianco destro del nemico, della II brigata, riserva di Scacchiere (battaglia di Lafarug: 17 agosto). Le truppe inglesi ripiegano ovunque verso Berbera, ove si imbarcano precipitosamente, abbandonando armi e impedimenta. Il 19 sera le nostre truppe occupano Berbera, che trovano già completamente sgombra. LE NOSTRE PERDITE E QUELLE DEL NEMICO -

nazionali morti e feriti (di cui 62 ufficiali) coloniali morti, feriti e dispersi

161 1.868

Totale perdite 2.029 così suddivise per tempi: 1° tempo occupazione Zeila -Hargheisa 2° tempo battaglia dell' Argan 3° tempo battaglia di Lafarug

59 1.445 525

A queste si devono aggiungere le perdite subìte dall'Aviazione che come risulta dalla relazione del Comando Aeronautica ammontano a 13 morti, 3 feriti, 7 dispersi.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Le perdite subìte dal nemico non possono precisarsi che in quelli dei prigionieri fatti: -

inglesi bianchi (di cui 11 ufficiali)

26

di colore

38

Come noto i nostri ascari non hanno l'abitudine di fare prigionieri e questo ne spiega il numero relativamente esiguo. Quanto ai morti la maggior parte fu certo seppellita dai reparti inglesi, ma molti ancora e quelli cioè dei reparti che ripiegarono sotto la nostra diretta pressione, furono poi seppelliti a cura di nostre squadre incaricate della bonifica del campo di battaglia. La preda bellica più importante è costituita da: -

cannoni lanciabombe mitragliatrici anticarro mitragliatrici varie fucili

-

qualche milione cartucce carri armati 3 automezzi efficienti o riparabili 128 75 mila circa derrate varie quintali 50 mila circa materiale genio quintali

5 5 30 71 5.396 (oltre quelli ancora detenuti dagli ex ascari inglesi)

CONSIDERAZIONI I) - In questa campagna il problema logistico coloniale derivante dal teatro d'operazioni desertico, si è sommato a un problema tattico squisitamente europeo derivante dalla forza nemica armata e addestrata all'europea e per di più appoggiata ad una organizzazione difensiva di tipo europeo. 2) - II nostro strumento militare era strumento di guerriglia più che di guerra, non preparato quindi, neanche per temperamento, ad affrontare il problema tattico complesso che si trovò di fronte. Come anche le perdite subìte stanno a dimostrare, la lotta è stata dura anzi in taluni momenti durissima, sì da far dubitare di poterla spuntare, senza un rinforzo di truppe fresche. Se il nostro strumento non aveva capacità di penetrazione possedeva però in confronto del nemico, quella capacità di manovra che, in


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scacchieri coloniali dove la manovra è lunga e faticosa, deriva dalla capacità di resistenza alla marcia, al clima, alle privazioni. E in questo la nostra truppa coloniale è insuperabile. Vincemmo in definitiva perché volemmo e sapemmo tenere, in confronto del. nemico, quel minuto di più che è sufficiente a determinare la vittoria. 3) - La campagna del Somaliland costituisce un record di velocità per una grande unità di truppe indigene. Le brigate che il tre sera varcarono il confine, il diciannove sera erano alle porte di Berbera. Tenuto conto dei sei giorni di combattimento, le brigate hanno superato, in soli dieci giorni, i duecentosettanta chilometri che misura il nastro stradale dal confine a Berbera, con una media che, per unità che marciavano in formazione, di notte, fuori strada, in boscaglia, può calcolarsi molto superiore ai trenta chilometri al giorno. 4) - Vettovagliare 35 mila uomini portando spesso l'acqua anche per i quadrupedi a cento chilometri di dis!anza (Colonna Bertello a duecento chilometri), rifornirli di munizionr e quanto altro necessario, autotrasportare riserve che dovevano affluire d'urgenza, sgomberare feriti, in una regione desertica, talora torrida, senza strade propriamente dette, con poche piste camionabili spesso impantanate o insabbiate, marciando in genere di notte per sfuggire ai bombardamenti aerei nemici - e il tutto naturalmente a tempi comandati - ha rappresentato uno sforzo logistico che sa di miracolo. 5) - Questa vittoriosa campagna, mentre ha costituito il collaudo della fedeltà delle nostre truppe indigene, specie amara e scioane, di cui la propaganda franco-inglese profetizzava invece il tradimento, per le sue favorevoli ripercussioni in tutta l'Etiopia, ha portato un grande contributo alla resistenza del fronte interno . La conquista del mare etiopico ha toccato una corda sensibile delle popolazioni indigene più evolute che, in Vittorio Emanuele lii Imperatore d'Etiopia, riconoscono il realizzatore del sogno secolare dei negus neghesti.

Il Generale Comandante Guglielmo Nasi


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

COMANDO SCACCHIERE EST ST ATO MAGGIORE

TABELLA DELLE PERDITE SUBITE DURANTE LA CAMPAGNA DEL SOMALILAND

MORTI

FERITI

UFFICIALI . .

16

46

SOTTUFFICIALI

6

11

TRUPPA NAZIONALE .

17

64

TRUPPA COLONIALE.

426

1.409

Harar, lì 22 settembre 1940-XVIII

DISPERSI

-

1 33'


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DOCUMENTO

N.

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GOVERNO GENERALE DELL' AFRICA ORIENTALE ITALIANA Direzione Superiore Affari Politici TELEAVIO N. 789727 di prot.

Addis Abeba, 13 agosto 1940-XVIII

Al Ministero dell'Africa Italiana

Roma

e, per conoscenza:

Al Comando Superiore FF.AA. - Stato Maggiore

Sede

Bilancio di due mesi di guerra è soddisfacente su tutta la linea. Fronte interno ha in tutti i settori dimostrato una buona efficienza ed il risultato di due anni di politica indigena improntata ad equilibrio, assistenza e giustizia, è stato ormai collaudato dal successo. Non può certo asserirsi che Impero abbia solidità dell'Eritrea e della Somalia, tale da affrontare ogni contraria vicenda; ma tuttavia è da registrare con viva soddisfazione il fatto che nei primi due mesi, nonostante le catastrofiche previsioni formulate dalla propaganda nemica sull'influenza che il possibile ritorno del Negus avrebbe causato fra le popolazioni, l'Impero abbia potuto compiere azioni offensive oltre i propri confini coronate da brillanti successi. La vittoriosa attività che si svolge alle frontiere si ripercuote con i migliori effetti propagandistici all'interno e paralizza la possibilità di estensione della ribellione. La graduale soluzione del problema di Gibuti comincia ad essere conosciuta e valutata, mentre le azioni su Moiale, Kurmuk, Gallabat e Cassala e l'occupazione del saliente di Dolo, hanno avuto le più ampie ripercussioni interne e, nello Scioa, hanno lasciato un senso di sorpresa per lo sfatato mito del1'invincibilità britannica. L'azione in corso nella Somalia britannica è seguita dalla popolazione indigena con ansia non minore di quella degli italiani. Quasi tutte le formazioni ribelli hanno ormai adottato una politica di attesa cauta e guardinga; ciò risulta rispondere anche ad una parola d'ordine giunta dall'estero. Nel Beghemeder, in conseguenza della morte del noto capo Asfau Boggalè, la vèdova ed i sottocapi hanno preso contatto con autorità governo, dimostrando l'intendimento di sottomettersi. Nello Scioa, oltre alla cattura di undici fuorusciti provenienti da Gibuti di cui ho dato notizia e riferito a parte, si sono avute soddisfacenti azioni locali fra cui, con risultati notevoli, un bombardamento aereo sulle formazioni di Abebè Aregai.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

In complesso: è stazionario il fenomeno delle diserzioni, sensibile quello delle sottomissioni, normale la situazione della città di Addis Abeba e dei grandi mercati, il prezzo dei cereali è inferiore a quello del corrispondente periodo dello scorso anno per effetto oltreché del favorevole andamento delle coltivazioni anche della soddisfacente situazione interna. In lieve rialzo il prezzo del tallero. Il Governatore Generale Viceré d'Etiopia F.to Amedeo di Savoia

VISTO dal Duce il 27 Agosto 1940-XVIII


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DOCUMENTO

N. 68

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE N. 1622 Op.

1 agosto 1940-XVIII

Al Supercomando A.O.I. TESTO: La situazione interna dell'Impero - che nel complesso si è mantenuta buona in queste prime settimane di. guerra - potrebbe essere influenzata dall'arrivo dell'ex Negus nel Sudan. È infatti da prevedere un intensificarsi della propaganda anti italiana e non è da escludere il tentativo di operazioni offensive per la rioccupazione di quanto è stato da noi occupato alla frontiera del Sudan anglo-egiziano. L'imminente inizio dell'azione su Zeila-Berbera - che certamente si concluderà favorevolmente - avrà notevoli ripercussioni, costituirà un altro colpo inferto al prestigio inglese nell'Impero e, nello stesso tempo, la migliore misura da prendere. Tuttavia la questione della frontiera del Sudan merita attenzione. Qualora, sviluppando le operazioni che hanno portato alla occupazione di Cassala, Gallabàt, Curmuc e Ghezan si potesse occupare tutta la striscia confinaria che si affaccia alla zona semidesertica, potremo costituire un cuscinetto fra noi e l'occupazione inglese sulla li.nea Atbara, Chartum, Sennar, che offrirebbe una certa garanzia di sicurezza ai nostri territori dell'ovest dell'Impero. Prego studiare la questione e riferirmi al riguardo. Il Maresciallo d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale F. to Pietro Badoglio


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 69

IL VICERÉ D'ETIOPIA Addis Abeba, 2 agosto 1940-XVIII Eccellenza, rispondo soltanto ora alla Vostra lettera 1514 del 26 luglio poiché essa mi è giunta con notevole ritardo. Convinto che la conquista del Somaliland sia pur nei sotto a molti aspetti utilissima ho sempre aspettato con impazienza il momento opportuno per sferrare l'attacco. Questo momento dipendeva dalla situazione di Gibuti. Non appena ebbi, se non la certezza, la sensazione che questa situazione si andava risolvendo in nostro favore, ho dato il «via». Ma avevo dovuto tenere molto indietro le truppe sia per ragioni logistiche e sia per non svelare innanzitempo agli inglesi l'entità la.natura e soprattutto il raggruppamento delle nostre forze sulle varie direttrici.

In conseguenza, dal «via» al momento del passaggio del confine mi sono occorsi 5 giorni completi. Come vi ho telegrafato oggi (telegramma 331605) stanotte le tre colonne hanno raggiunto e sorpassato il confine, come da nostro piano. Questa sera riprenderanno la marcia e domani spero possano raggiungere il primo obiettivo: Girreh e serrare contro Hargheisa. Ho vivamente sollecitato S.E. Nasi a far presto perché tanto più rapidi saremo tanto più facile sarà l'azione. Mentre è in corso questa azione penso al Goggiam e al Sudan e mi sorriderebbe molto un'azione nel triangolo Godaref-Singia-Roseires; mi riservo di prospettarvi i vantaggi e gli svantaggi di questa nuova operazione non appena sarà fatto il bilancio consuntivo di quella a Berbera e raccolti tutti i dati necessari. D'altronde la cosa non è urgente perché anche laggiù piove e il terreno è tutto impantanato. Qui il morale è alto e in tutti è la volontà di lavorare utilmente per il Paese però la logistica ha le sue esigenze. Vi invio i miei più cordiali saluti.

Vostro Aff.mo Amedeo di Savoia


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 70

GOVERNO GENERALE DELL'A.0.I. IL VICERÉ D'ETIOPIA N. 331742 di prot. Op.

Addis Abeba, 8 agosto 1941-XIX

A/l'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Cavaliere Pietro Badoglio - Capo di S.M. Generale

Roma

Solo ieri ho ricevuto il Vostro teleavio 1622/op. del 1° agosto e sono lieto perché esso si è incrociato con la mia risposta alla Vostra lettera autografa 1514 del 26 luglio. Come appare dalla mia lettera mentre Voi pensavate al Goggiam ed al Sudan anch'io vi pensavo e comune era il concetto che per risolvere la situazione dell'intero Amara in modo completo e relativamente duraturo, bisogna isolare questa regione dal Sudan: in parole povere: prima togliere la causa dell'infezione e poi disinfettare la piaga. Penso, come già vi ho detto, che la soluzione migliore per ottenere questo scopo sia quella di occupare il triangolo Ghedaref-Singia-Roseires il quale con la sua base: Ghedaref-Roseires copre tutto il nostro confine dal Setit al Nilo mentre col suo vertice: Singia minaccia Khartoum. Partendo poi da Cassala completerei questo lavoro con l'occupazione di Khashm el Girba. A nord ovest dall'allineamento Cassala-Khashm el Girba-Ghedaref vi sono popolazioni che si professano a noi favorevoli, come starebbero a dire i contatti già presi con il Mahdi e con il Capo del Sukrai. Se a suo tempo si riuscisse a trarre completamente dalla nostra parte queste popolazioni, potremo avere, a cavallo dell' Atbara, se non un aiuto, una certa garanzia di sicurezza che ci permetterebbe di scendere con le forze regolari per Nilo e puntare su Khartoum. Come vedete il progetto ha una certa grandiosità; ma il desiderio di fare non deve essere un velo alla possibilità di fare; e qui occorre ragionare molto pacatamente. Le difficoltà da affrontare sono di tre ordini: 1) - la resistenza del nemico; ritengo questa difficoltà superabile perché se il nemico ci è superiore per numero, mezzi ed armamento, ci è certamente inferiore per morale e capacità combattiva; 2) - la sicurezza della nostra base di partenza, cioè l'ordine interno della regione dell'Amara perché non è da pensare di imbarcarci in una spedizione di tanto respiro senza avere le spalle più che sicure;


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

3) - le difficoltà logistiche aggravate dal fatto che le strade di afflusso alle basi di partenza delle varie colonne (all'ingresso Gubba-Metemma) sono poco redditizie e molto rovinose per i mezzi di trasporto e sopratutto molto lontane dal centro dei rifornimenti Addis Abeba. Conquistato il Somaliland e pacificato Gibuti da questa parte possiamo essere tranquilli perciò sposterò il centro di gravità delle mie forze al di là del Nilo facendovi concorrere da nord, se la situazione del settore nord resterà tranquilla, anche la riserva di Adigrat. Con il peso di queste forze metterei a posto la situazione interna e subito dopo punterei verso il Nilo. Ma prima di quest'ultima decisione dovrei sapere o l'una o l'altra di queste due cose: quali sono le previsioni sulla durata della guerra? oppure posso contare su grossi rifornimenti di gomme? Perché se la guerra dovesse durare molto è chiaro che bisogna rinunziare ad ogni sforzo non indispensabile per conservare le forze il più a lungo possibile. Se non arrivano le gomme devo rinunziare ad ogni movimento non assolutamente necessario per conservare quel poco che ho, perché un guerriero paralitico può essere battuto anche dagli inglesi. Per queste ragioni vi sarei molto grato se poteste darmi una risposta sia pure approssimativa a queste due domande; sulla base di esse mi affretterò a prospettarvi in concreto le possibili soluzioni di questo nuovo e simpatico problema al quale penso già da tempo. F.to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 71

COMANDO SUPREMO IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 1882 Op.

13 agosto 1940-XVIII

Altezza Reale il Viceré d'Etiopia Ho ricevuto la vostra lettera del 2 agosto. Seguiamo con grande interesse le Vostre operazioni nella Somalia britannica, sicuri del pieno successo. La conquista del possedimento inglese ha una notevole importanza, specie nel campo morale; avrà quindi una grande ripercussione e costituirà un grave colpo inferto al prestigio inglese. Qui sarà sfruttato il successo per crearci nell'Egitto e nel vicino oriente un ambiente favorevole. Avrete indubbiamente pensato di fare altrettanto per il Sudan e per l'interno dell'Impero: sarà la migliore risposta al fallace tentativo inglese di sollevarci difficoltà a mezzo del detronizzatissimo Negus Ailè Selassiè. In questi giorni il maresciallo Graziani inizierà una offensiva la quale però - date le attuali condizioni di clima pressoché materialmente proibitive per i nazionali - è da prevedere abbia un limitato sviluppo: la conquista dell'importante base inglese di Sollum e dell'oasi di Siwa, da servire come basi di partenza per una ulteriore offensiva ad assai più vasto raggio. Tale offensiva potrà avere inizio alla fine di settembre o principio di ottobre. Si prevedono per allora tangibili risultati perché avremo decisa superiorità di forze, perfezioneremo intanto la preparazione logistica ed opereremo in ambiente abbastanza favorevole. L'Egitto infatti - per quanto sia retto ora da un governo imposto dall'Inghilterra e a lei favorevole ci è tutt'altro che contrario. La propaganda che stiamo facendo e che Voi pure farete - sfruttando la conquista della Somalia britannica - migliorerà certamente una tale già buona situazione. Salvo i conti che, come giustamente dite, dovrete fare dopo le operazioni in corso per riguardo alla situazione logistica, io penso che la Vostra futura linea di condotta potrebbe essere la seguente: I) - mettersi sulla difensiva a sud per essere in grado di fronteggiare un eventuale attacco proveniente dal Kenia; 2) - migliorare la situazione all'ovest ponendo fra noi e gli inglesi il cuscinetto rappresentato dalla zona predesertica, col quale ostacolare un

7. Le Operazioni in Arrica Orientale . Voi. JI


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTAI. E

intensificarsi della propaganda e conseguente ripresa della ribellione. Mi riferisco a questo riguardo al mio teleavio 1622 in data 1° agosto pur avendo notato con compiacimento che la situazione nell'Amara pare non dia soverchie preoccupazioni; 3) - avviare gli studi e pensare a concentrare i mezzi e gli sforzi per una offensiva verso il Sudan, riprendendo il·vecchio progetto «S», nella considerazione che è da ritenere si verifichino le condizioni particolarmente favorevoli di cui al mio telegramma 41 dell'8 giugno. Tale offensiva dovrebbe svilupparsi in concomitanza con quella che il maresciallo Graziani sferrerà alla fine settembre - primi ottobre, tendendo al Canale di Suez. In definitiva dunque: I) - concludere le fortunate operazioni in Somalia britannica; 2) - svolgere un'attiva propaganda antinglese, sfruttando il nostro successo;

3) - chiudere le porte verso il sud e l'ovest; 4) - prev~dere un'azione verso il Sudan e pensare a concentrare tutti i mezzi necessari; 5) - agire infine in tale direzione, in concomitanza con l'azione che svolgerà Graziani verso l'Egitto. Su tutto ciò prego farmi conoscere il Vostro pensiero e le Vostre possibilità. La situazione generale è buona. L'appli~ione dell'armistizio con la Francia procede, sia pure con qualche difficoltà dovuta a quella I).On chiarissima situazione interna. Il governo Pétain, specie per le notevoli correnti filoinglesi che tuttora permangono, non è assolutamente solido e, specie nell'impero, non è spenta ogni idea di rivincita. La situazione nel sud-est dell'Europa è in via di più o meno sincero orientamento verso l'asse; viene seguita e si prendono le conseguenti misure precauzionali per essere pronti ad ogni evento. La Germania con l'azione del giorno 11 corrente avrebbe iniziato una serie di colpi di maglio che dovrebbero farsi sentire con una sempre maggiore pressione. Spererebbe così di provocare la caduta del Governo inglese e di giungere alle trattative di pace. Se fallisce tale progetto passerebbe alla offensiva totalitaria sbarcando nell'isola. Prevede in tal caso una azione di sei settimane che ci porterebbero verso la fine di settembre - primi di ottobre, epoca in cui daremo noi stessi il nuovo colpo. F. to Badoglio


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DOCUMENTI

DOCUMENT O

Supercomando A.O.I. per Comando Supremo (in arrivo ore 14,40 del 22.8.1940)

N.

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Aba Stamage

60049 Stato Maggiore. At vostro 1882. Condizione assolutamente indispensabile per fare quanto proponete est l'invio entro il 15 settembre di cento aeroplani, 10.000 gomme et 10.000 tonnellate carburante.

Amedeo di Savoia

DOCUMENTO

N. 73

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE - Ufficio Operazioni

per Supercomando A.O.I.

Aba

N. 2052/0p. 22 agosto ore 17,30. Per Viceré. At vostro 60049. Se mi fosse possibile vi manderei il doppio di quanto richiedete. Sto tentando tutte le vie ma finora senza successo. Perciò state fermo finché non possa rimpolparvi. Badoglio


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 74

COMANDO SUPREMO IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 2105

26 agosto 1940-XVIII

All'Altezza Reale il Viceré d'Etiopia Comandante Superiore Forze Armate dell'A.O.I.

Addis Abeba

Rispondo alla Vostra n. 331742 Op. dell'8 corrente. E comincio dalle due domande che mi fate. 1) - Determinare a priori la durata della guerra è cosa praticamente impossibile. Vi posso dire che i tedeschi ritengono di poter condurre felicemente a compimento lo sbarco in Inghilterra e quindi concludere la guerra entro il mese di ottobre prossimo venturo. Con ciò non si nascondono le difficoltà dell'impresa, che dopo aver accuratamente studiata e preparata, perfezionano continuamente in tutti i particolari. I nostri programmi Ve li ho comunicati co~ la mia precedente lettera 1882 in data 13 agosto. Credo si possa concludere così: speriamo che la guerra termini realmente entro ottobre, ma prepariamoci all'idea che duri più a lungo . 2) - I rifornimenti di gomme del Giappone pare finalmente si stiano bene avviando. Quelle autorità militari - secondo una comunicazione giunta il 24 corrente - hanno infatti deciso di effettuare la nota spedizione per l' A.O.I.. Il carico prevede principalmente 3.000 tonnellate di benzina e 400 di alcole, 11.000 copertoni e camere (32x 6 per S.P .A., Ford e simili) ed altro materiale secondario. Il piroscafo partirebbe a metà settembre. Speriamo che non intervengano nuove difficoltà e che tutto proceda regolarmente. Comunque qui non ci si basa e ci si fida di questa sola via, ogni altra viene studiata e tentata. Il vostro rag. Pericoli verrà pure probabilmente impiegato. Per l'aviazione Vi ho già dato notizie con mio telegramma 2045 in data 22 corrente. Anche questo è un problema difficile che si sta risollevando. Si studiano, tra l'altro, speciali accorgimenti per poter inviare in volo gli aerei da caccia CR 42. In quanto a condotta di operazioni siamo, mi pare, perfettamente d'accordo.


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Con la mia 1882 Vi avevo esposto un piano organico, che aveva lo scopo principale di orientarci sulle idee di non disperdere sforzi. È naturale che l'attuazione di qualsiasi piano sia subordinata alle possibilità. li Vostro telegramma 60049 data 22 corrente ed il mio 2052 stessa data hanno messo il punto su questa questione. Sempre in tema di idee io Vi pongo una domanda: assicurato il triangolo Cassala-Ghedaref-Roseires per le note ragioni di sicurezza al fianco, è più conveniente - potendolo - puntare su Cartum o su Port Sudan? Tenete presente che il nostro ultimo obiettivo sono il canale di Suez e le comunicazioni del Mar Rosso. Ma poiché voci continue di rinforzi al Kenia giungono da fonti diverse, bisogna ora mettere la fronte sud in condizioni di poter resistere ad una forte pressione. Come giustamente Voi avete affermato in un Vostro telegramma, prima esser~ sicuri delle porte di casa e poi pensare ad uscire fuori. La felice riuscita dell'operazione in Somalia ha avuto una grande risonanza in tutto il mondo. È il primo mattone che viene tolto all'edificio imperiale inglese. Gli stessi inglesi, sebbene abbiano camuffato come vittoria la loro ritirata, ne sono stati profondamente colpiti. Stiamo lavorando il Jemen e l'Hadramot perché si decidano a muovere su Aden. Se ciò avvenisse occhio su Perim.

Il Maresciallo d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale F.to Pietro Badoglio


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DOCUMENTO N. 7 5

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE lì 30 agosto 1940-XVIII

N. 2201 Oggetto: Direttive per le operazioni in A.O.I..

All'Eccellenza il Generale di C.A. Gr.Cr. Attilio Teruzzi Ministro Segretario di Stato per /'A.I. Alla Persona Dopo la felice riuscita delle operazioni per la conquista della Somalia già britannica l'Eccellenza il Capo di S.M. Generale ha dato le seguenti direttive per la condotta delle operazioni future in A. O. I.: 1) - sfruttare i successi ottenuti, in particolare con la conquista del Somali-

land, per svolgere un'attiva r.ropaganda antinglese. 2) - Mettersi sul fronte sud nelle condizioni di poter contenere anche una forte pressione dal Kenia (ove, secondo fonti diverse, continuerebbero ad affluire rinforzi). 3) - Migliorare la situazione sul fronte ovest, conquistando il triangolo della zona predesertica: Ghedaref- Singa- Er Roseires. Ciò allo scopo di porre tra l'Impero e gli inglesi un cuscinetto desertico, con il quale ostacolare un eventuale intensificarsi della propaganda inglese e una ripresa della ribellione. 4) - Avviare gli studi per concentrare mezzi e sforzi per una offensiva verso il Sudan, in concomitanza con quella della Libia verso l'Egitto. In particolare, esaminare se, dopo la conquista del triangolo suindicato, è conveniente puntare su Cartum o Porto Sudan, tenendo presente che ultimi obiettivi italiani sono il Canale di Suez e le comunicazioni col Mar Rosso. d'ordine Il Generale di Divisione Addetto F. to Q. Armellini


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 76

IL VICERÉ D'ETIOPIA N. 332340 di prot. Op.

Addis Abeba, 2 settembre 1940-XVIII

Oggetto: Previsioni operative.

All'Ecc. il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale

Roma

Ho letto attentamente il vostro 2105 op. del 26 u.s. e rispondo: 1) - prevedevo che anche a voi sarebbe riuscito impossibile vaticinare con certezza il termine della guerra e comprendo che quanto mi comunicate in materia è il massimo che si può dire. Esso mi è servito come orientamento che, se bene ho compreso, si può riassumere così: prima di ottobre la pace è impossibile; dopo ottobre vi sono delle probabilità. Dire in che percentuale è forse più che altro questione soggettiva ed anche relativa. Infatti dal mio punto di vista pace significa non solo caduta della Inghilterra ma crollo dell'impero britannico; perché solo con questo conquisteremo il dominio del mare dal quale dipende la sicurezza definitiva del nostro impero; per queste ragioni ed esaminando il problema esclusivamente dal mio punto di vista - cioè sotto l'aspetto del compito primitivo e fondamentale: garanzia dell'integrità politica e territoriale dell'impero - dovrei concludere indicando come unica soluzione possibile il completo raccoglimento per consumare il minimo di energia sì da conservare le forze il più lungo possibile. Dico di più: poiché è mio dovere prevedere lontano e guardare in faccia la ipotesi peggiore mi sto già preparando al caso di non poter più, per mancanza di autocarri, manovrare le mie forze e perciò studio un decentramento delle mie riserve e delle risorse così da disporle in corrispondenza delle principali linee di irruzione nemica tanto da resistere a lungo nella speranza di aver tempo di far affluire a piedi rinforzi tratti dagli altri scacchieri. È una situazione a cui mi rassegnerò quando proprio vi sarò costretto perché comprendo benissimo che essa mi porterebbe fatalmente ad un atteggiamento passivo che è il peggiore al quale può essere ridotto un comandante in guerra. 2) - Queste sono le conclusioni alle quali devo addivenire accettando l'ipotesi peggiore di una guerra molto lunga ed esaminando il problema


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dal mio esclusivo punto di vista. Ma se la difesa dell'impero è un aspetto importantissimo della nostra guerra non è ancora tutta la guerra e non devo escludere che quello che posso chiamare il mio interesse debba cedere il passo ad un interesse più vasto e superiore. Voi stesso mi avete accennato all'offensiva dell' Ecc. Graziani in Egitto alla quale un concorso, sia pure indiretto e lontano, delle mie forze potrebbe riuscire utile. È chiaro che questo concorso sarà tanto più efficace quanto più immediato nel tempo e soprattutto più vicino nello spazio. Di qui una prima conclusione: difensiva fronte a Sud (Kenia); esame di possibilità offensive in direzione di ovest o di nord; per essere più espliciti: obiettivo Kartum oppure obiettivo Porto Sudan. Quando vi ho parlato della conquista del triangolo Ghedaref-SingaRoseires più che ad una grande offensiva verso Kartum pensavo al cuscinetto che voi mi suggerivate di frapporre fra il Sudan ed il Goggiam per meglio tenere questo a freno. Poiché creare una striscia a cavallo del confine è pressoché impossibile per la natura del terreno impervio e desertico al di qua e paludoso al di là di esso, avevo pensato al noto triangolo non tanto come pedana per Kartum quanto per copertura del confine anche se non escludevo di potere poi, in secondo tempo, spingere il vertice verso Kartum. Ma se si astrae da questo risultato di copertura che sarebbe implicitamente assicurata dall'offensiva su Kartum, ni sembra che tutti gli altri fattori del problema propendano per l'azione verso il nord. A Kartum è pressoché impossibile arrivare direttamente da Kassala marciando diritto verso ovest; sono oltre 400 km. di deserto e noi non potremo mai avere i mezzi - aviazione ed autocarri - per superare una simìle difficoltà logistica. Molto più facile sarebbe arrivarci scendendo a cavallo del Nilo anche se la strada è molto più lunga (oltre 560 km . in linea d'aria); ma per questa soluzione dovrei crearmi una grossa base logistica nel Goggiam. Ma qui ho il solo materiale logistico necessario per le truppe in posto; dovrei portare tutto dall'Eritrea e dallo Scioa; sono, tanto da una parte quanto dall'altra, dai 6 ai 700 km. di trasporti da fare per una strada che al di là di Gondar e di Lekemti è pessima. Inoltre partirei da un territorio che non sarà mai così sicuro da assicurarmi che tutti i traffici vi si possano svolgere senza molestia alcuna. D'altra parte penso che indirettamente padroni di Kartum potremmo essere anche senza mettervi materialmente i piedi. Kartum è la punta dell' Egitto n~l Sudan; la sua vita gravita sull'Egitto al quale è ottimamente collegato per acqua e per terra, dal quale riceve ordini e risorse.


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Se noi tagliamo questo fascio di comunicazioni praticamente siamo padroni di Kartum e dell'alto Sudan . E questo credo si possa ottenere con la conquista del paese di Atbara. Atbara è un grande nodo stradale al quale convergono le comunicazioni provenienti dall'Egitto, dal Mar Rosso e dall'alto Sudan. Forse la conquista di Atbara avrà dal punto di vista politico una risonanza mondiale inferiore a quella di Kartum ma dal punto di vista strategico ha una importanza notevolmente superiore. Se del caso quando fossimo padroni di Atbara ed i mezzi ce lo consentissero potremmo sempre puntare su Kartum. Oltre al grande valore strategico dell'obiettivo l'azione su Atbara offre questi vantaggi: parte dall'Eritrea, sicura all'interno, solcata da ottime strade e fin d'ora dotata di una aliquota di mezzi - autocarri, munizioni e viveri - ali' incirca sufficiente senza che occorrano grossi trasporti da altri scacchieri; -

-

Atbara è l'obiettivo più vicino; da Kassala ad Atbara vi sono 360 km. mentre da Kassala a Kartum ve ne sono 41 O e da Metemma a Kartum via Ghedaref 520 e 560 da Kurmuc lungo il Nilo; il grosso delle truppe operanti su Atbara paese marcerebbe lungo l' Atbara fiume con notevole semplificazione del grave problema rifornimenti idrici; infine e, forse più importante, l'azione su Atbara è quella che ci porta più vicino all'azione di Graziani e perciò è quella che meno indirettamente la aiuterebbe.

Atbara rappresenta l'obiettivo principale e su di esso occorre convogliare la massa principale delle forze, ma questa colonna non può essere unica. Occorre garantire e fiancheggiare l'azione principale con altre sussidiarie e precisamente: -

per garantire la base di partenza Sabderat-Kassala-Tessenei occorre occupare Chascim el Ghirba; per fiancheggiare la colonna principale è necessaria una puntata da Karora su Porto Sudan per Tokar per occupare un porto importante sul Mar Rosso ed una porta di afflusso di notevoli rinforzi. E se anche non potessimo arrivare sino a Porto Sudan attireremmo da questa parte forze non disprezzabili a favore della colonna principale. Infine allo scopo di distrarre l'attenzione nemica si potrebbe tentare qualche incursione offensiva molto più a sud; ad esempio da Kurmuc in direzione di Roseires e da Gallabat in direzione di Ghedaref.


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Riassumendo l'azione potrebbe avere questa impostazione generale: a) azioni dimostrative diversive: puntate in direzione di Roseires e di Ghedaref; b) conquista di Chascim el Ghirba a garanzia della base di partenza; c) puntata contemporanea da Karora su Porto Sudan ed azione a fondo su Atbara. Le forze tattiche per queste operazioni le avrei e potrei inviarle sulle basi di partenza _senza depauperare gli altri scacchieri cioè lasciando 20 battaglioni nell'Harar; 17 nel settore Giuba; 36 battaglioni nello scacchiere sud; 45 battaglioni nell'Amara e 31 nello Scioa. Ma queste forze sono solo una parte di quanto mi occorre; per in~raprendere a ragion veduta questa azione molto più poderosa di ogni altra mi sono indispensabili: aeroplani, gomme e carburanti. Ho richiesto 100 apparecchi (di cui 70 da bombardamento e 30 da caccia), 10.000 gomme, 10.000 tonnellate di carburante. So che voi Eccellenza vi adoperate a tutt' uomo per farmele avere e ve ne ringrazio. Ma è mio dovere dirvi con la massima sincerità e con tutta chiarezza che fino a quando non avrò ricevuto questi rifornimenti io non mi posso assolutamente muovere altro che per difendermi ed anche questa difesa, senza rifornimenti, diventerà col tempo sempre più difficile ed aleatoria. F. to Amedeo di Savoia


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DOCUMéNTI

DOCUMENTO N. 77

N. 2346

7 settembre 1940-XVIII

All'A. R. il Comandante Superiore delle Forze Armate dell'A.0.1.

Addis Abeba

Ho ricevuto il vostro foglio 332340 del 2 corrente. Lo studio è molto ben fatto, chiaro e convincente. Scopo del mio foglio 2105 op. del 26 agosto u.s. e dei precedenti, era quello di giungere ad un preciso orientamento sulla più conveniente condotta delle operazioni nello scacchiere di capitale importanza dell'impero. L'orientamento è ora raggiunto e si può considerare definitivo, poiché io mi associo in pieno alle vostre conclusioni. Siamo altresì perfettamente d'accordo che l'esecuzione del vostro piano è subordinata alla possibilità logistica e che - di conseguenza - se non si riesce a superare le difficoltà inerenti non c'è che da assumere atteggiamento, che non voglio dire passivo, ma che definisco di attesa.

Il primo rifornimento dal Giappone è avviato, il contratto è concluso, verso la metà del mese dovrebbe partire il piroscafo «Jamayuri Maru» il quale trasporterà: -

benzina avio tonn. olio « coperture e camere d'aria n. zucchero tonn.

- riso « - olio di ricino

2.500 200 6.000

500 1.000

Approdo a Chisimaio. Speriamo arrivi felicemente in porto; non avrete tutto quello che vi occorrerebbe, ma una parte non disprezzabile. L'esperienza che faremo servirà di guida per tentare nuove spedizioni. È inutile vi dica che su questa via di rifornimento è indispensabile mantenere il più assoluto silenzio e garantire il più rigoroso segreto.

Il Capo di Stato Maggiore Generale F. to Badoglio


1~.s_ _ _ _ _ _ _ _ __ LE_ OP_E_R_Az_.r_o N _J_I_N_A_F_RI_CA _ O_R_lE_NT_A_t_E_ _ _ _ __ __ _

DOCUMENTO

N. 78

IL VICERÉ D'ETIOPIA N. 332456 di prot. Op.

Addis Abeba, 11 settembre 1940-XVIII

Oggetto: Situazione generale a fine agosto XVIII.

All'Ecc. il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale

Posta Militare

La conquista del Somaliland segna una svolta notevole nella nostra strada. Giova fare il punto in corrispondenza di essa per determinare la futura linea di condotta in rapporto alle possibilità che ci sono cosentite.

I -

SOMALIA EX BRITANNICA

È in corso il rientro della maggior parte delle truppe che hanno partecipato all'azione. Laggiù resterà in definitiva il Generale Bertello col gruppo bande somale. Ma per qualche tempo gli lascerò in rinforzo una brigata perché dopo la fuga inglese la presentazione dei loro soldati indigeni, dopo un inizio favorevole, segna ora un tempo di arresto. Come noto gli inglesi prima di partire hanno sciolto le unità del Kamel Corp e le bande Hilalos - tutte formate di gente del luogo - lasciando a ciascuno l'armamento e, forse, tre mesi di soldo, con la promessa di ritornare nel frattempo e con l'ordine di farci la guerriglia. Su nost~o invito nei primi giorni alcune centinaia di questi armati si sono presentati consegnando le armi e chiedendo di essere arruolati da noi. Ma in seguito l'afflusso è notevolmente diminuito ed in questi giorni continua con gettito minimo. Prima dell'attacco le forze indigene comprendevano all'incirca 6.000 uomini. Detraendo da essi i morti, i feriti e le poche centinaia di individui presentatisi restano nell'ex Somalia britannica circa 4.000 armati che possono dare delle noie. È necessario impedire che si diano alla macchia costringendoci anche ad operazioni di polizia coloniale lunghe, snervanti e poco concludenti.

In materia ho ordinato di ripristinare le unità già del Kamel Corp sulle basi preesistenti e con nostro inquadramento; di ritirare i fucili in distribuzione corrispondendo fino al settembre un indennizzo per spese di presentazione; di sviluppare larga propaganda per l'arruolamento nelle nostre bande.


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Per la parte civile ho dato queste direttive: cambiare il meno possibile rispetto al passato ordinamento; rendersi conto delle abitudini e degli interessi in atto e per ora adattarsi ad essi salvo modificarli in seguito e molto gradualmente; sostituire esattamente gli scomparsi organi inglesi senza crearne dei nuovi; ridurre al minimo il personale da inviare colà così da non superare nel comples~o le cifre globali inglesi; accentrare l'amministrazione politica, giudiziaria, tributaria, commerciale nelle mani dei comandanti militari fiancheggiandoli, per quanto indispensabile, con tecnici dell'amministrazione dell'impero. L'insieme della popolazione è in atteggiamento di attesa più o meno fiduciosa, occorre procedere guardinghi e con molta calma per trasformarla in adesione completa. Il -

FRONTI ESTERNI Sono ridotti a due: Kenia e Sudan.

a) Kenia. La situazione è caratterizzata da due fatti fondamentali ed apparentemente contrastanti: progressivo ma costante aumento delle forze; atteggiamento sempre più difensivo. Alla data odierna le forze del Kenia - regolari ed irregolari, bianche e di colore - si possono valutare a circa 74.000 uomini, .154 cannoni, 66 aeroplani, 6.000 autocarri, ripartiti in tre divisioni, una fronteggiante il nostro scacchiere sud, uno contro il nostro settore Somalia e la terza in riserva: la fronte tenuta dalle divisioni in linea passa all'ingrosso per questi punti: Turbi - Habbasa Wein - Garissa - Lamu; la riserva, all'ingrosso, attorno a Isiolo ~ Nakuro - Nairobi - Moschi. Oltre a queste forze, notizie varie davano, nei giorni scorsi, la presenza di altre unità nella regione ad ovest-nord-ovest del lago Rodolfo, (forse dell'Equatorial Corp) che vi sarebbero state trasportate dal Sudan (circa 4.000 uomini); stiamo facendo indagini ma, finora, senza giungere ad accertamenti concreti. L'entità complessiva di queste forze è in contrasto con il loro atteggiamento, nettamente difensivò. Di fronte all'intraprendenza delle nostre bande Dubat gli elementi più avanzati nemici cedono facilmente terreno; la loro unica attività si svolge con rapide puntate di piccole colonne autocarrate; ma i nostri somali dopo qualehe incertezza iniziale hanno imparato come comportarsi di fronte ad essi; come dimostrano alcuni piccoli episodi per noi nettamente favorevoli di questi ultimi giorni.


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Ma tutto ciò ha valore di dettaglio; la domanda fondamentale: che cosa gli inglesi intendono fare col grosso delle loro forze non trova per ora, una risposta che non sia una semplice ipotesi. Si può credere che: -

sopravalutandoci temano una nostra irruzione intesa a cacciarli dal Kenia e che in questa previsione organizzino forze e terreno per accettare battaglia difensiva nella parte centrale e più elevata del territorio (vedi quanto avvenne nel Somaliland) avendo noi il deserto alle spalle; oppure che attendano il momento buono per attaccarci in forze su Chisimaio - Mogadiscio sia nel settore laghi e Gimma od anche in entrambe le direzioni.

E può darsi che pensino che questo momento buono sia per verificarsi quando abbiano raggiunto il massimo di efficienza numerica e qualitativa; quanqo, per progressivo esaurimento, noi si sia al minimo di capacità reattiva; quando, per lo scoppio della rivolta interna, le nostre forze siano assorbite da altri compiti. Ad ogni modo, appunto per la contraddizione fra atteggiamento e possibilità, la situazione in questo settore non è chiara e la sorveglio attentamente. Per ora ho dato l'ordine di non spingere l'occupazione più a sud perché la fascia di sicurezza che abbiamo oltre confine è più che sufficiente. Al massimo tollererò qualche scorreria per tenere alto il morale dei somali che, come tutte le nostre truppe di colore, non comprendono la stasi ed annoiandosi si avviliscono; ed anche per dare al nemico l'impressione che da un momento all'altro noi si voglia avanzare e renderlo incerto e titubante; in altre parole per conservare l'ascendente morale.

b) Sudan. Su questo scacchiere si ha, da qualche giorno, l'impressione che la situazione vada lentamente modificandosi. Le forze nemiche sono nel loro complesso alquanto aumentate. Soprattutto per l'afflusso di forze bianche (forse australiane); non solo, ma si hanno notizie di continui sforzi degli inglesi per aumentare l'arru<?lamento degli indigeni; corrono notizie di arrivi di nuove forze dai possedimenti francesi ma probabilmente si tratta di voci premature. L'elemento nuovo più importante sta in questo: che mentre prima le forze inglesi erano tutte al di là dell' Atbara oggi qualche nucleo è passato al di qua; più notevole che notizie, in corso di accertamento, darebbero fra Goz Regeb e Manan (a nord di Kassala) forte di 4.000 bianchi e 1.000 indigeni. È da questo gruppo che partono saltuarie scorrerie di piccole colonne motorizzate che sembrano abbiano essenzialmente scopo di riconoscere il terreno e la dislocazione delle nostre forze. Di queste fa parte


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l'episodio di Adardè dove dopo una giornata di lotta una nostra banda restò padrona della posizione - su cui gli inglesi lasciarono 20 morti - dopo di aver perduto 100 uomini su 130. Questi risultati gli inglesi ottengono facilmente perché noi siamo assolutamente privi di armi anticarro. Nel Somaliland abbiamo preso una quindicina di fucili anticarro - ma le cartucce sono poco più di tremila -. Con questi fucili sto costituendo squadre anticarro che metterò nei punti più battuti; ma si tratta sempre di gocce nel mare. Complessivamente si può ritenere di avere in corrispondenza del nostro fronte ovest e nord circa 40.000 uomini (più 2.500 fuorusciti) con non molte artiglierie ma con molti carri ed autoblinde. Queste forze sono ripartite in due scaglioni: uno avanzato di circa 25.000 uomini più o meno lungo il confine; l'altro di 15.000 uomini arretrato a cavallo del Nilo fra Atbara paese ed Old Sennar (a sud di Kartum). Fra Porto Sudan e Kurmuk si può credere a uno scaglione avanzato di 20-22.000 uomini in appoggio dei quali può affluire il 2° scaglione, per cui dal Mar Rosso a Kurmuk si può calcolare su una forza nemica di circa 35.000 uomini. Anche su questo fronte l'atteggiamento nemico è nel suo complesso statico, salvo piccole puntate a scopo di ricognizione; la dislocazione nel.suo insieme farebbe pensare ad un atteggiamento difensivo; ad ogni modo lo seguiamo attentamente e gradatamente ci prepariamo all'ipotesi peggiore; un attacco convergente da nord e da ovest contro l'Eritrea. III -

FRONTE INTERNO

Situazione pressoché invariata. Giù in Dancalia gli Isa hanno fatto grosse razzie (ispirati dai francesi di Gibuti per avere carne senza dovere ricorrere a noi?) in corso di repressione e di ricupero. Nello Scioa: la solita saltuaria attività contro nuclei di predoni, più che ribelli, con risultati favorevoli; nel complesso situazione in nostra mano; notevole il fatto che essa non è peggiorata anche con l'alleggerimento di qualche brigata inviata per l'operazione del Somaliland. Nell'Amara situazione sempre incerta e delicata. Grosso lavorìo propagandistico degli inglesi (l'eco sta giungendo anche nello Scioa) con tendenza a galvanizzare la rivolta in una guerra di indipendenza sbandierata dall'ex Negus. Non credo che possano arrivare a tanto; credo piuttosto che i singoli capi - fra i quali capeggia Ras Mangascià - fingano di aderire a questa concezione nazionalista per accaparrarsi quanti più aiuti possono salvo poi adoperarli per rendersi indipendenti da noi e dal Negus o per


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crearsi dei feudi più o meno vasti con i quali soddisfare cupidigia ed ambizioni. Comunque sia, l'Amara rappresenta il punctum dolens del fronte interno; il luogo di attacco della miccia che dovrebbe accendere la mina della rivoluzione al seguito della quale marcerebbero le forze inglesi d'oltre confine. Seguo attentamente questa azione e mi accingo a fronteggiarla. IV -

AVIAZIONE

In questo mese le forze aeree nemiche sono notevolmente aumentate oltre che per numero per qualità. Sono entrati in linea gli apparecchi Handley Page «Hampdem> che hanno una velocità di 430 km. e una autonomia di circa 2.300 km .. Mentre prima potevamo salvarci tenendo gli apparecchi nei campi più interni ed adoperando quelli periferici come campi appoggio, oggi tutti i nostri campi, compresi quelli segreti, sono alla mercè del nemico. A queste offese non possiamo agevolmente sottrarci perché i campi sono allagati e gli apparecchi sprofondano nel fango perciò trattili dalla rimessa bisogna scaglionarli lungo le piste ed il pericolo di perderli diminuisce di poco. Se il nemico è libero di impunemente fare tutto quello che vuole, abbassarsi a 10 metri per mitragliare un autocarro isolato o un gruppo di fusti di benzina è chiaro che la difesa passiva diventa pressoché inutile. Per salvarsi non c'è che la reazione attiva tanto è vero che nei pochi luoghi dove noi abbiamo dei caccia o non vengono o se vengono quasi sempre lasciano qualche penna. Oggi in tutto l'impero (che è vasto quattro volte l'Italia e dove gli obiettivi da difendere distano a volte migliaia di km. gli uni dagli altri) noi abbiamo sei batterie antiaerei (4 antiquate) e 4 batterie da 20 m/m. E di caccia efficienti ne abbiamo si e no una trentina. Il nemico che se ne è accorto e che cresce giorno per giorno in attività e baldanza, scorrazza sull'impero mitragliando e spezzonando e le nostre perdite aumentano con inesorabile progresso e la popolazione indigena sgomenta invoca inutilmente protezione; a neutralizzare l'effetto delle bombe vicine non basteranno più le notizie di vittorie lontane. Le conseguenze materiali e morali di tutto ciò sono troppo evidenti perché occorra commentarle. Il passare del tempo conferma sempre più le previsioni iniziali sulla complessiva linea di condotta inglese: attendere il progressivo esaurimento delle nostre risorse; affrettandolo con persistenti martellamenti aerei intesi in primo luogo ad eliminare la nostra scarsa aviazione, poi a colpire i depositi principali (benzina e munizioni) ed infine attraverso alle azioni sulle città principali terrorizzare le popolazioni per prepararle alla rivolta se nere, per ridurre all'accasciamento se bianche. Debilitato così il nostro organismo essi pensano di sconquassarlo con il propagarsi di una rivolta in grande stile dall'Amara per Io Scioa, fino ad Addis Abeba e dopo averci così paralizzati attaccarci con le grosse forze che intanto si vanno raccogliendo ed organizzando oltre confine.


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Riuscirà questo piano tipicamente inglese? Non Io credo; ma non mi nascondo il pericolo che esso può contenere, pericolo che col progressivo esaurirsi delle nostre possibilità si farà sempre più grave. Noi abbiamo forze armate numerose (siamo sui 350-360 mila uomini) solide e battagliere. L'armamento e munizionamento è sufficiente; l'equipaggiamento ha attraversato una notevole crisi ma va lentamente migliorando con Io sfruttamento di tutte le risorse locali; i viveri non ci mancano e perciò nel complesso si potrebbe non solo reggere ma reagire. Ma tutta la nostra forza, che pure è grande, è minata da alcune deficienze che si fanno sempre più acute e dolorose e che in tempo più o meno lontano finiranno per metterci molto a mal partito. Ritengo mio dovere, a costo di apparire noiosamente insistente, rinnovare le richieste già fatte di quelle poche cose che ci sono indispensabili e che elenco in ordine di importanza: gomme; aviazione; carburanti; armi automatiche controaerei; armi anticarro. Dateci, nella misura strettamente necessaria, questi mezzi e l' impero a guerra finita sarà più vasto e più solido; ma se la guerra si protrae e se questi mezzi non ci potranno arrivare noi con tutti i ripieghi, con tutte le economie e con tutta la nostra volontà non potremo che prolungare la resistenza. E non sempre resistere significa vincere.

F.to Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N . 79

IL VICERÉ D'ETIOPIA Addis Abeba, 30 settembre 1940-XVIII Eccellenza e Caro Maresciallo, Vi invio in copia l'unito foglio riguardante le decisioni che la situazione mi ha consigliato nei riguardi della ripartizione territoriale fra gli scacchieri e della sfera di influenza e di azione di alcuni comandanti. Aggiungo qui qualche maggiore precisazione che per la sua natura non poteva trovare posto nell'ordine. Il Generale Martini, che attualmente comanda tutte le truppe del!' Amara è molto ottimista sulla situazione; per conto mio, pur senza essere pessimista debbo constatare: che la propaganda inglese sostanziata di armi e di danaro diventa ogni giorno più attiva:. Che la popolazione dell'Amara e soprattutto del Goggiam sia molto irrequieta ed infida è altrettanto sicuro, non solo, ma informazioni, che nel loro complesso possono essere ritenute attendibili, darebbero come imminente un attacco contro GallabatMetemma. (Sette btg. oltre ad un imprecisato numero di fuorusciti sembrano certi lungo la direttrice Ghedaref-Gallabat); aumenterebbero inoltre concomitante la rivolta del Goggiam capitanata da Ras Mangascià, che sarebbe stato, a quanto si dice, investito dal Negus del comando di tutte le forze. Si può pertanto pensare ad un piano di questo genere: attacco di Gallabat- Metemma e suo ulteriore sviluppo con obiettivo Gondar. Questo attacco sarebbe come un tizzone lanciato nel pagliaio del Goggiam. Di qui due necessità: rintuzzare l'attacco di Gallabat ed impedire l'incendio nel Goggiam. Ho già rinforzato quel presidio (un btg. e un gruppo bande) con due cp. armi pesanti portatevi in aereo e con due btg. che stanno raggiungendo Metemma, altri due btg. più la banda Farello. Con questi procedimenti conto di essere sicuro da quella parte ove ogni attenzione ed attività di Martini verrebbe assorbita impedendogli così sia per distanza sia per difficoltà di strade di interessarsi come necessario del Goggiam in modo efficace. Dopo aver lungamente studiato il problema avrei deciso: 1) - lasciare che per Metemma-Gondar provveda, a mezzo di Martini, Frusci perché Gondar è molto meglio collegata con l'Eritrea;


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2) - affidare il Goggiam ad un comandante che, meno impegnato in altri settori, possa più liberamente dedicare la sua ininterrotta attività al Goggiam. Fra i Generali disponibili non ho nessuno che mi dia sicuro affidamento di sapere svolgere proficuamente la delicata e complessa azione politicomilitare che quella regione richiede. Mi sarei pertanto indotto ad affidarla al Generale Nasi che, avendo anche lo Scioa ed il Uollo, potrà manovrare le sue forze militari e politiche in modo più razionale, dato anche che le retrovie del Goggiam fanno capo allo Scioa. Prima però di prendere una definitiva decisione in proposito mi sarebbe sommamente caro avere il conforto della Vostra opinione. Vi pregherei perciò di telegrafarmi d'urgenza se tale spostamento del Generale Nasi incontra la Vostra approvazione. Vi ringrazio per tutte le affettuose premure che avete sempre per l'Impero e per me e Vi invio i miei più cordiali saluti.

Vostro ajf.mo Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N . 80

COMANDO SUPERIORE DELLE FORZE ARMATE DELL'A.O .l. STATO MAGGIORE GENERALE - Ufficio Operazioni N. 333099 Op.

SEGRETO

Addis Abeba, 5 ottobre 1940-XVIII

Oggetto: Modificazioni alla ripartizione militare del territorio.

All'Ecc. il Generale di C.A. Frusci Luigi All'Ecc. il Generale di C.A. Nasi Guglielmo e, per conoscenza: Al Comando Supremo - S.M. Generale (2 copie, di cui I per il M.A.I.) All'Ecc. il Generale Designato d'Armata Gazzera Pietro All'Ecc. il Generale di C.A. Pesenti Gustavo I) La situazione, quale si è venuta delineando nel mese scorso, si può rias-

sumere così: SCACCHIERE EST: -

Gibuti

: lento disarmo; incerta partenza del grosso delle forze francesi;

-

Somaliland: in via di organizzazione in un ambiente di tranquilla attesa;

-

Harar

: condizioni di normale tranquillità;

-

Scioa

: atti sporadici di brigantaggio ma nel complesso, se nulla di grave succede nel!' Amara, situazione in nostra mano.

SCACCHIERE NORD: -

Eritrea

: situazione interna ottima: - all'esterno progressivo addensarsi di forze nemiche lungo tutto il confine con particolare densità intorno a Cassala.

-

Amara

: situazione interna delicata: - all'esterno progressivo addensarsi di forze lungo tutto il confine con prevalenza sulla direttrice Ghedaref Metemma;


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- notizie ripetute di un imminente attacco di notevole forza (da 65.000 a 11.000) contro Gallabat-Metemma; - attività di elementi minori a cavallo del Nilo a monte di Roseires. II) Da questo stato di cose emerge: la minore importanza attuale dello Scacchiere Est; la necessità di attenta vigilanza nell'Eritrea dove occorre essere pronti a rintuzzare qualunque attacco nemico; la necessità di un'azione di comando unitario nel Goggiam pronto

aprevenire ogni tentativo di rivolta o quantomeno a reprimerla violentemente ove riuscisse a scoppiare;

la necessità di vigilare attentamente nel settore di Metemma per stroncare l'attacco nemico e per impedire che nei territori retrostanti si diffonda la rivolta. III) Poiché è materialmente impossibile che l'Eccellenza il Generale Frusci possa ad un tempo padroneggiare la situazione nell'Eritrea e fronteggiare quella che si va delineando nel Goggiam, ho deciso: 1°) il territorio del Goggiam ed il settore di frontiera Amara sino al 12° parallelo circa (Dinder compreso e fiume senza nome che vi confluisce sulla destra a nord di Dongur - carta 1: 1.000.000) passano, agli effetti politico militari e per l'impiego delle truppe, alla dipendenza dell'Eccellenza il Generale NASI, comandante dello Scacchiere Est. Pertanto l'Eccellenza il Generale NASI avrà alle sue dipendenze: a) il Goggiam diviso come ora nei sottosettori settentrionale (Dan-

ghila) e meridionale (Debra Marcos). In detti sottosettori rimarranno le truppe che vi sono attualmente dislocate: - XXII brig. col. - 6 btg. T.Col. Torelli

- Danghila

- III

»

» - 5

»

Col. Maraventano - D. Marcos

- XIX

»

»

»

Col. Durante

- 3

- Buriè.

Inoltre dipenderanno dalla prefata Eccellenza le bande di Danghila, di Adiet, di Buriè e di Debra Marcos; i btg. CC.NN. I d'Africa (Danghi_la), X d'Africa (Dembeccià), XI d'Africa (Debra Marcos), XIV d'Africa (Bahar Dar), la banda irregolare di Alefà, quella di Engiabara e le altre minori formazioni dislocate nel territorio;


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

b) il settore di frontiera, ridotto come sopra accennato, dove è at-

tualmente dislocato (Gubba) il 2° gruppo bande (Maggiore Caselli); e) le truppe di rinforzo che sono state inviate nel Goggiam (gruppi

bande «Altopiano» e «Uollo Ambasel»). 2°) Agli effetti amministrativi, territoriali e logistici il territorio sopra specificato (Goggiam più la parte meridionale del settore di frontiera) rimarrà alle dipendenze del comando truppe Amara. 3°) L'Eccellenza il Generale Nasi si trasferirà temporaneamente nel Goggiam; per la costituzione del suo comando si avvarrà del personale del comando truppe Scioa. 4 °) Il comando scacchiere Est rimane costituito in Harar e tenuto, in qualità di vice comandante dall'Eccellenza il gen. Bertoldi.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale de//'A.0./. Comandante Superiore delle Forze Armate F. to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO N. 81

COMANDO SCACCHIERE NORD STATO MAGGIORE lì 11 agosto 1940-A. XVIII

N. D12342 Op. Oggetto: Sviluppo occupazione di Cassala. Al Comando Superiore FF.AA. dell'A.0./ .

Addis Abeba

La riconquista di Cassala - ritardata rispetto alla data da me proposta - non ha potuto avere a suo tempo il necessario sviluppo che avrebbe dovuto condurci con estrema facilità fino ali' Atbara. E questo perché l'inizio delle piogge (il primo diluvio si ebbe la sera del giorno 4, poche ore dopo il raggiungimento degli obiettivi) ci ha messo nella condizione di limitare la nostra occupazione alla testa di ponte sul Gasc. È chiaro, però, che con il sopravvenire della stagione secca (metà set-

tembre) ci troveremo a Cassala in una situazione assai difficile, esposto se non ad un vero proposito di riscossa da parte inglese, certo alla mercè di frequenti azioni di molestia, che senza incidere sulla efficienza della difesa, avranno sfavorevoli riflessi morali sulle truppe e specialmente sulla popolazione. È indispensabile dare a Cassala un più largo respiro, non soltanto per assicurarci la base di future eventuali operazioni a largo raggio, della cui opportunità è giudice il Comando Superiore, ma per ottenere:

-

nel campo militare, una maggiore sicurezza dell'occupazione; nel campo politico, la necessaria normalizzazione del territorio atta a consentire agli abitanti la ripresa dei traffici; il ritorno alla terra per provvedersi del necessario per vivere senza gravare sull'Eritrea, che di per sé stessa poco produce.

*

* *

A richiesta di codesto Comando Superiore, io ebbi già a compilare uno studio di massima per operazioni a largo raggio da effettuarsi in condizioni particolarmente favorevoli . Ma indipendentemente da questo caso, non ho mancato di studiare l'ampliamento dell'occupazione che dovrebbe portarci: -

a ovest sull' Atbara (Sarsareib e Kashm El Ghirba);


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Tale piano consente i seguenti vantaggi: a) ottenere uno schieramento delle forze non suscettibile di facili tentativi di aggiramento e nel contempo idoneo per possibili sviluppi offensivi; b) allontanare a grande distanza le basi avversarie eliminando i campi di aviazione nemici esistenti nella zona (di particolare importanza quella di Aroma e di Ghedaref); c) stroncare definitivamente ogni possibilità di contatto fra gli inglesi e i dissidenti con l'evidentissima immediata ripercussione politica sulla situazione dell'Amara e dell'Uoalcait, e neutralizzare la propaganda che parte da Cartum ove risiede l'ex negus; d) dare sicurezza al settore del Barca facilmente raggiungibile da Maman con minaccia nelle nostre retrovie di Agordat. Tenuto conto del regime delle piogge l'operazione dovrebbe eseguirsi in due tempi: l a metà settembre: sull'arco Kashm El Ghirba-Goz Regeb-Maman; 0

)

2°) a metà ottobre: obiettivo Ghedaref. Per l'attuazione del piano oltre le forze già disponibili nello Scacchiere, ritengo necessario: l'assegnazione allo scacchiere dei nuclei di riserva di Adigrat Senafè e Dessiè (battaglioni già appartenenti a questo Scacchiere) e dei rispettivi gruppi da 77/28; il ricupero, se possibile, dei battaglioni 32° e 107° dell'Eritrea dislocati in Dancalia se la situazione derivante dall'armistizio con la Francia consentisse la sostituzione di essi con bande della Dancalia; la disponibilità di due battaglioni CC.NN. che potrebbero essere tratti tra quelli dislocati nell'interno dell'Eritrea (per esempio: 150° e 170°) sostituendoli però con bande regolari da costituirsi con complementi disponibili presso il deposito di Asmara. Parlo di bande e di non di battaglioni per limitare le esigenze di inquadramento e ridurre le erogazioni di materiale; l'assegnazione di due mezze compagnie carri armati «L» ed «M» per completare le due mezze compagnie già in posto; l'apprestamento logistico delle basi di Cassala - Om Hager e Metemma. Io penso che non appena ultimate le operazioni in corso nel Somaliland, sarà possibile a codesto comando portare l'attenzione sui problemi di questo Scacchiere. Ma frattanto ciò che interessa è il lavoro di preparazione che non può essere improvvisato e cioè: - graduale avvicinamento, via ordinaria, delle unità di rinforzo per acclimatare le truppe nel bassopiano, allenarle alle marce e orientare gli ufficiali;


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inizio dell'organizzazione logistica autorizzando ad effettuare gradualmente lo spostam ento delle dotazioni, con piccoli successivi trasporti, a llo scopo di non dare allarme a ll'avversario e realizzare economia di carburante e carbone col massimo sfruttamento dei t reni ordinari fino ad Agcrdat; costituzione, fin d'ora, dei comandi intermedi per il preventivo studio dei rispettivi compiti. Occorrerebbero possibilmente due generali e due coloniali (segnalo: oltre il Generale Baccari, il Generale Varda e i ColonnelJi Raugei e Timossi). Le operazioni non si improvvisano e quindi nessun lavoro preparatorio può considerarsi «prematuro» specie se si vuole attuare una organizzazione .«in silenzio» che ci garantisca la sorpresa. Esprimo ancora una volta il convincimento che, come accaduto in a ltri casi, possa giungere da un momento all'altro l'ordine perentorio di agire. Non è la prima volta che leggo sui giornali (vedi n. 190 del «Corriere delJ' Impero» : Sudan 1940) accenni a ulteriori sviluppi operativi nel Sudan. E siccome la stampa è controllata, non è azzardato pensare che un tale orientamento risponda alle vedute superiori. Farsi cogliere alla sprovvista, quando venisse dato l'ordine di operare, sarebbe a mio avviso imperdonabile.

li Generale di Corpo d'A rmata

Comandante lo Scacchiere Nord Luigi Frusci


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 82

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE N. 2831

Roma, 1 ottobre 1940-XVIII

Cara Altezza Reale, Anzitutto alcune informazioni. 1° Sembra che i tedeschi abbiano smesso per quest'anno l'idea di uno sbarco in Inghilterra. Il che vuol dire che la guerra sarà prolungata nel 1940. 2° L'intervento del Giappone è ormai assicurato con la firma del noto patto. Servirà forse a tenere a freno gli Stati Uniti. 3° Sarà firmato un patto segreto con la Spagna per l'intervento di questa a momento opportuno (riservatissima). · 4° Ho mandato Marras da Keitel per il permesso al piroscafo tedesco. Appena avrò la risposta ve la segnalerò. 5° Vi mando per semplice orientamento uno studio del generale Geloso. La sosta a Sidi Barrani si manterrà per tutto l'ottobre, per dar tempo all'invio di tutti i materiali a Graziani. Il secondo sbalzo, che prevedo ai primi di novembre, avrà come obiettivo Marsa Matruk. Raggiunta questa località sarà possibile inviare il bombardamento potentemente scortato dai caccia per rendere impossibile la vita alla squadra inglese nel porto di Alessandria. V.A.R. potrà studiare un'azione dimostrativa verso il Sudan, in modo

da non lasciare che reparti aerei si trasferiscano in Egitto. Azione da compiere con massima economia. Un'azione in più grande stile è bene sia studiata quando da Marsa Matruh muoveremo verso Alessandria. Per questa avete tutto il tempo per concretarla. Intanto speriamo che vi arrivi il rifornimento giallo. Io continuo a mandarvi per aereo tutto quello che posso. Per l'ufficiale aviatore francese catturato Vi ho telegrafato il procedimento da seguire. De Gaulle dopo l'insuccesso clamoroso di Dakar sembra in molto ribasso.


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Datemi informazioni del modo come procede la sistemazione della Somalia conquistata. Quando avrò altre notizie, ve le scriverò. State bene, cara Altezza Reale. Vi prego di salutarmi quel grasoun di ·Trezzani. Con grande affetto F. to Badoglio


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 83

IL COMANDANT E DELLE FF.AA. DELL'A.0.I.

N. 20/S.

Addis Abeba, 23 ottobre 1940-XVIII

All'Ecc. il Capo di Stato Maggiore Generale Eccellenza, Vi ringrazio della vostra lettera n. 2831 del 1° c.m .. Da essa, nei riguardi dell'impero, tre punti essenziali emergono: a) prolungamento della guerra nel 1941; b) opportunità di una azione dimostrativa in concomitanza con l'azione di Graziani su Marsa Matruk per i primi del mese venturo; c) studio di una azione offensiva di più grande stile in concomitanza con l'azione di Graziani su Alessandria. Questi tre punti e soprattutto il primo richiedono un attento esame della situazione logistica. A) -

SITUAZIONE LOGISTICA

Il prolungamento della guerra nel 1941 mette in primo piano il problema dell' autosufficienza dell'impero in genere e delle risorse militari in specie. Le voci di cui siamo deficienti sono note; so che costì si fa ogni sforzo per sopperire ad esse ed i risultati sono tangibili. Ma i consumi ordinari sono notevoli e per quanto io non trascuri anche i minimi provvedimenti per ridurli, gli afflussi dall'Italia non bastano a colmarli. A maggior ragione non basteranno a compensare quelli straordinari derivanti da azioni belliche offensive. E si noti che le grandi distanze, la povertà delle strade, la mancanza assoluta di risorse locali - a cominciare dall' acqua e dalla legna - la necessità, data l'entità e l'armamento del nemico, di agire con forze notevoli, rendono molto onerose le operazioni anche di raggio non grande. Inoltre non bisogna dimenticare: che gli inglesi capiscono in ritardo ma o prima o poi finiscono per capire; che hanno il dominio del mare; che dispongono di risorse incalcolabili. Perciò se finora sono stati.fermi in attesa del loro grande alleato: il tempo; potrebbero un bel giorno decidersi ad attaccare e di fronte a questo attacco noi non dobbiamo farci trovare esauriti. Tutto ciò ho voluto dire non per amore di lamentele tanto noiose quanto inutili, ma per spiegare quanto dirò qui di seguito.


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B) -

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AZIONI OFFENSIVE a) azione dimostrativa del novembre; b) azione di più vasto stile in secondo tempo.

a) Azione dimostrativa del novembre. - Non ritengo conveniente una azione dimostrativa nel significato tecnico della parola, non solo perché difficilmente riuscirebbe a trarre in inganno il nemico, ma anche, e più ancora, per le ripercussioni fra le truppe coloniali e soprattutto fra le popolazioni indigene che con l'aiuto della propaganda inglese finirebbero per crederle, se non sconfitte vere e proprie, almeno azioni offensive abortite. Perciò dovendo dare un contributo, sia pure indiretto, all'azione di Graziani penso che, più che una azione dimostrativa pura e semplice, converrebbe una azione offensiva per la conquista di un obiettivo utile in sé e soprattutto nei confronti della situazione interna. L'unico tratto di fronte dal quale conviene agire è quello occidentale (a nord del Nilo) perché azioni partenti dal fronte sud sarebbero troppo lontane e divergenti e quelle partenti dal fronte nord (fra Barca e mare) richiedono forze notevoli di cui, finché perdura l'incertezza sull'Amara, non posso disporre. Appunto in vista di questa situazione interna mi giova agire a non grande distanza dall'Amara affinché la notizia del successo esterno possa in esso immediatamente ripercuotersi. Così la nostra azione finirebbe per conseguire due risultati: trattenere il nemico esterno, deprimere quello interno. Perciò il campo d'azione va ricercato fra il Nilo e Cassala. Qui giova scegliere un obiettivo costituito da un centro abitato perché il successo deve concretarsi in un nome noto a tutti e non in un punto qualunque di impossibile identificazione topografica e di nessuna risonanza pubblica. Inoltre questa località dovrebbe essere relativamente vicina al confine per non essere costretti ad uno sforzo, soprattutto logistico, eccessivo rispetto alle nostre scarse risorse. In corrispondenza del tratto prescelto le località di un certo rilievo si riducono a due: Roseires e Ghedaref. Escludo la prima perché dovrei partire da una base lontana e poco accessibile (Kurmuc - Nilo) e per di più infestata, in questi mesi, da grave malaria e da mandef. E neanche potrei agire per la destra del Nilo perché a Gubba non si può arrivare con autocarri e per di più dovrei passare per il Goggiam infido. Resta Ghedaref dove potrei arrivare per tre strade: da Metemma, da Om Ager, da Cassala. Distanze da percorrere rispettivamente 150, 120,


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I.E OP ERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

200 km .. Conviene scegliere la centrale perché molto più breve di quella partente da Cassala e perché può essere molto più facilmente rifornita di quella partente da Metemma. Credo che l'azione potrebbe essere impostata in questo modo: 1°) una colonna principale sulla direttrice Om Ager-Ghedaref; 2°) una azione sussidiaria partente da Metemma con obiettivo limitato (Ras el Sii) per trattenere da questa parte le forze nemiche scaglionate sulla Metemma-Ghedaref e per dare respiro a Metemma occupando il semicerchio coJJinoso ad ovest del paese; 3°) una azione sussidiaria partente da Cassala in direzione di Chascim el Ghirba per trattenere forze da questa parte e se possibile occupare questa località. Le forze nemiche che possono contrastare questa azione sono, grosso modo, raccolte in tre masse: una gravitante attorno a Cassala di circa 6.500 uomini; una a cavallo della congiungente Ghedaref-Metemma anch'essa di 6.500 uomini circa; una terza forse con carattere di riserva fra Showah e Metemma di circa 2.000 uomini. Sono nel complesso circa 15.000 uomini; pure ammettendo che non tutti siano combattenti e pure tenendo conto che un nostro battaglione vale molto di più che un battaglione inglese, bisognerà pur sempre mettere in azione una quindicina di battaglioni più gli elementi di contorno: perciò in cifra tonda 20.000, il grosso dei quali dovrebbe spingersi a 120 km. dalla base di partenza. Di qui uno sforzo logistico - non indifferente rispetto alle nostre risorse - che mi riservo di precisare esattamente. Potrei ridurlo limitando l'azione ali' Atbara così da raggiungere la linea Gallabat- Showah- Chascim el Ghirba-Sassareib-Aroma-co~fine. È alquanto meno profonda ma è parecchio più estesa e non so se sia di molto più economica della precedente. Ad ogni modo ho dato ordine di studiare in dettaglio l'una e l'altra e mi riservo di decidere in merito, considerando anche che nel Sudan gli inglesi hanno su di noi una schiacciante superiorità aerea. b) Azione di più vasto stile in secondo tempo. - Potrebbe essere quella che vi ho prospettato con mio foglio 332340 ma, ora che tutto fa prevedere che la guerra vada per le lunghe, forse ci porterebbe ad uno sforzo eccessivo che comprometterebbe la nostra ulteriore capacità di resistenza.


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Perciò se proprio si dovrà fare qualche cosa e sempre che arrivino le gomme e gli aeroplani richiesti si potrebbe tentare una azione offensiva su Porto Sudan (fiancheggiata a sinistra da una colonna minore). Essa sarebbe utilissima perché, riuscendo, chiuderebbe la porta principale di rifornimento del Sudan, conquisterebbe un obiettivo di grande risonanza, mentre, se le cose non mutano, non dovrebbe incontrare resistenze fortissime e partirebbe da territorio sicuro per quanto logisticamente molto difficoltoso. Ho già esaminato questa azione come sussidiaria di queJla (foglio sopracitato) su Atbara. La riprenderò in esame considerandola a sé stante. Ma per ora non posso dare alcun affidamento perché dovrò, prima di decidere, non solo vedere esattamente quanto costi ma anche considerare le condizioni generali in cui ci troveremo al momento deJla sua esecuzione. D'altra parte tutto mi fa credere che per questa azione si abbia tempo davanti a noi e perciò mi riservo di ritornare in argomento in sede più opportuna.

F. to Amedeo di Savoia


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l.E OPERA ZION I IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 84

COMANDO SUPREMO IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE N. 3479/0P

. Roma, 30 ottobre 1940-XVIII

Cara Altezza Reale, È un pezzo che non vi scrivo. Ora che si stanno delineando nuove situazioni, Vi espongo quanto io so sino ad oggi. I O - Situazione con la Francia - Hitler ha deciso di addivenire ad una chiarificazione con la Francia così da poter fare una pace reale con essa. Nell'incontro Hitler Pétain, e Hitler Duce si sono gettate le basi. A quanto mi ha detto il Duce le nostre richieste sono state definite modeste da Hitler e sembra che siano sembrate tali anche a Pétain e Lavai che forse temevano di più. In sostanza noi chiediamo Nizza-Corsica -Tunisia-Gibuti. Si garantisce alla Francia il suo impero coloniale. Se le cose vanno avanti, come il Duce ritiene, la Francia farà la pace, distaccando la sua sorte da quella dell'Inghilterra - restando però elemento passivo nella guerra - . 2° - Si tende alla costituzione di un blocco europeo anti-inglese. 3° - Poiché la Grecia costituiva una vera colonia inglese, abbiamo iniziato le ostilità contro di essa. - Obiettivo primo la conquista dell'Epiro - Visconti Prasca opera con undici divisioni - altre sono in approntamento. 4° - In Libia obiettivo finale Marsa Matruk. - di là ci sarà possibile con l'aviazione da bombardamento scortata dalla caccia rendere dura la vita della flotta inglese ad Alessandria. Si richiederà alla Germania un contributo di Stukas e caccia pari a quelli da noi inviato nelle Fiandre. 5° - Non ancora definito l'intervento Spagnolo perché danno poco e richiedono cose enormi. - Hitler ha apostrofato Franco con un tono di voce che si sentiva in tutta la stazione ferroviaria ove ha avuto luogo il colloquio in treno. 6° - Continua sempre più accanito il bombardamento contro l'Inghilterra. Di sbarchi non se ne parla più.


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7° - Turchia e Jugoslavia nonché Russia stanno ferme.

8° - Guerra lunga che non è prevedibile quando pos_sa finire. 9° - Compito essenziale per V.A.R.: durare - Tutto il resto è da trascurare. L'impero ha già fatto di più di quanto era lecito aspettarsi. Ora sostate e durate. Non vi posso dire di più perché non ne so di più. Gradite i miei più affettuosi saluti.

8, ) .e O~ra1inni in Africa Orientalt: . Voi. 11


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LE OPERAZ.IONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 85

COMPOSIZIONE DELLA FORZA BRITANNICA IMPIEGATA NEL RAID CONTRO IL PRESIDIO DI EL UACH (16.12.1940) (•) Colonna Dikfo ree

C.do 24a Brigata Costa d'Oro I O btg. del rgt. Costa d'Oro 3° btg. del rgt. Costa d'Oro btg.fuc. del Duca d'Edimburgo I a Cp. del l O /6° Fucilieri K.A.R. I Squadrone Autoblindo (Sqd. «A» I O Rgt. Armoured Car) l Cp. Carri Leggeri (1 a Cp. Carri Leggeri Sud Africa) 4 a Brigata d'Artiglieria campale (meno un gruppo obici da 37 pollici) I Sezione del 6° Gruppo Art.e/a Reparti vari dei Servizi -

Colonna Pinforee

Comando I a Brigata Sud Africana I O btg. Scozzesi del Transvaal Btg. Reali Carabinieri del Nata) 3a Cp. Autoblindo Sud Africana (meno due Plotoni) Gruppo da 3,7 pollici della 4a Brigata d'artiglieria campale Servizi Truppe divisionali

l Plotone della 3a Cp. Autoblindo Sud Africana I Sezione del 6° Gruppo Art.e/a l Cp. del l O /6° K.A.R. Reparti vari dei Servizi Trasporti, Sanità, Munizioni, idrico.

(*) da Nei! Orpen «East African and Abyssynian Compaigns» South African Forces

World War II - Voi. I - Purnell - Capetown . 1968.


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DOCUMENTO N. 86

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL'A.0.1. Addis Abeba, 15 novembre 1940-XIX

N. 30 S. Oggetto: Notiziario

All'Ecc. Il Capo di Stato Maggiore Generale

Roma

SITUAZIONE GENERALE I recenti avvenimenti danno l'impressione che la situazione generale stia per subire un nuovo orientamento in quanto gli inglesi, dopo quasi quattro mesi di passività assoluta, stanno assumendo un contegno, se non aggressivo, certo molto più attivo forse a preludio dell'intendimento di assumere, in un avvenire più o meno vicino, l'iniziativa delle operazioni. Tutto ciò può essere un riflesso della situazione generale europea: qui nell'impero trova un appoggio: a) nell'aumento delle forze nemiche all'esterno;

b) nella situazione interna sempre più irrequieta. 1. Aumento delle forze nemiche.

Al 1° settembre nel Sudan vi erano circa 45.000 uomini prevalentemente locali con molti mezzi logistici e poca artiglieria con grossi a cavallo della linea Porto Sudan - Haiya -J unction-Aroma-Chascim el Ghirba-Ghedaref dove praticamente moriva. Fra questa linea e la nostra, incursioni saltuarie di piccole colonne motorizzate. Apprestamenti difensivi in costruzione nei centri principali ed ai guadi sull' Atbara. Perciò, nel suo complesso, atteggiamento difensivo. Dal 1° settembre ad oggi sono arrivati, via Porto Sudan, circa 19 mila uomini (due btg. inglesi, 4 brigate anglo-indiane - 12 battaglioni) ed elementi vari imprecisati. Altri 15 .000 uomini, fra cui molti fuorusciti, furono reclutati in sito. Totale oggi nel Sudan: dai 75 agli 80 mila uomini largamente dotati. L'atteggiamento nemico tende a mutare. Infatti se a nord le forze, circa 15.000 anglo-indiani, restano passive fra Porto Sudan-Haiya-Junction, di qui ad Aroma si ha una spinta in avanti di forze nel complesso valutate dai 6 agli 8 mila uomini in prevalenza autotrasportate o cammellate.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Fra Goz Regeb-Sarsareib-Chascim el Ghirba 4.500; notevole rafforzamento degli apprestamenti difensivi alla testa di ponte di El Butana. A Sciouac (confluenza Setit-Atbara) creazione di una testa di ponte ed arrivo di forze sensibili: dai 5 ai 7 battaglioni (prima poche centinaia di uomini). A Ghedaref ed a cavallo della strada Ghedaref-Gallabat forze di fanteria pressoché hnmutate, probabile sostituzione dei battaglioni'sudanesi con battaglioni anglo-indiani e notevole aumento di artiglieria e di carri. Su tutto il fronte una sensibile intensificazione di piccole ma numerose incursioni di motorizzati probabilmente a scopo informativo. Nel Goggiam e nell'Amara larga diffusione della voce di una imminente offensiva inglese. E questa, o meglio il preludio di questa, si è effettivamente avuto a Gallabat. ATTACCO A GALLABAT Durante le pioggie a Gallabat avevamo un solo battaglione ed un gruppo bande di confine. A fine settembre giunsero le prime voci di attacco per dopo il Mascal. Accertata la presenza di forze sensibili a portata di Gallabat e data la delicatezza della direttrice Metemma-Gondar si rinforzò Gallabat con mezzo battaglione mitraglieri mandato in volo e con due battaglioni della 4a brigata inviati da Gondar. L'attacco nemico non fu effettuato e l'intensificarsi di lavori difensivi ad El Otrub ed a Monte Rejian fece credere ad un falso allarme. Al çontrario l'attacco si scatenò improvviso il mattino del 6 novembre. Ottenne un primo successo; ma poi fu contenuto ed infine la situazione fu completamente ripristinata. Sembrò in primo tempo che il nemico ripiegasse; poi si constatò che era restato a contatto e da allora continua a bombardare giornalmente le nostre posizioni forse in attesa di rinforzi per riprendere l'attacco. Noi attualmente nella regione Gallabat-Metemma abbiamo 5 battaglioni coloniali, I gruppo bande, 2 compagnie mitraglieri nazionali, aliquote di artiglieria e lungo la strada Gallabat-Gondar 1 gruppo bande, 3 btg.cc.nn. ed a Gondar 1 brigata, la VI, mandata dalla riserva generale. In sostanza in questo settore: situazione non risolta e che permane delicata; le nostre contromisure sembrano adeguate.


DOCUMF.NTI

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EPISODIO DI MONTE SCIUSCEIB È di importanza notevolmente inferiore. Avevo fatto notare al Generale Frusci come l'occupazione di Cassala (4 btg.col. - 2 btg.cc.nn.) fosse notevolmente rinserrata suggerendogli di allargarla gradatamente con piccole azioni locali. L'Ecc. Frusci cominciò spingendo un btg. a M. Sciusceib. L'occupazione fu facile, ma il nemico finì per circondare il distaccamento. Tentò qualche attacco ma senza convinzione. Mantenere questa posizione con rifornimenti aerei non era conveniente; rinforzarla neanche; poiché il btg. da solo non poteva rientrare lo feci sbloccare e ricondurre nelle nostre linee. In sostanza la situazione dello scacchiere nord è quella che appare, per ora almeno, più delicata per la presenza di forze sensibili che a nord potrebbero tentare di tagliare Cassala partendo da Aroma e da Chascim el Ghirba ed a sud cercare di eliminare Gallabat-Metemma per aprirsi la strada su Gondar e dare una mano alla rivolta. Questa seconda eventualità è la più pericolosa. Ad ogni modo ho rinforzato lo scacchiere nord con 4 brigate ed un gruppo bande e penso di poter fronteggiare ogni eventualità. Anche in corrispondenza del settore Giuba e scacchiere sud si ha un progressivo aumento di forze ma molto più lento e modesto; da 74.000 uomini circa siamo saliti a 85.000 circa. Qui all'infuori di qualche irrequietezza a NW del lago Rodolfo (valle dell' Acobo) la situazione appare calma. Forse il nemico per agire aspetta che si maturino gli avvenimenti a nord. 2. Situazione interna. Va progressivamente peggiorando in tutto l'Amara. Epicentro il Goggiam con zone di irradiazione nel Gaint, nel Beghemeder, nell'Ermacciò e nel Uolcait e punte isolate verso lo Scioa. Per brevità e chiarezza ho fatto riassumere la situazione nello schizzo annesso. Ho mandato nel Goggiam l'Ecc. Nasi e rinforzato le truppe in posto che oggi ammontano a circa 26 btg .. - Perciò numericamente le forze apparirebbero più che sufficienti ma occorre tenere conto dei seguenti fattori negativi:

-

il terreno montuoso, intricato e povero di strade;

-

la popolazione bellicosa, insofferente, subdola, falsa;

-

la propaganda inglese intensissima e molto efficace non tanto per lo sbandieramento del Negus quanto per apporto sempre crescente di armi, munizioni, materiale e danaro (noi lire carta loro talleri argento);


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

-

lo stato di nervosismo anche delle popolazioni sottomesse e fin qui fedeli che incerte sull'avvenire assumono sempre più un contegno ambiguo pronte a buttarsi dalla parte che sarà per prevalere;

-

dubbi, per gli stessi motivi, sulla fedeltà delle bande irregolari ed accenni di dubbio in qualche reparto regolare specialmente dove sono numerosi gli elementi locali. I

In complesso una situazione oscura e non priva di pericoli, dove potrebbe bastare anche un piccolo incidente per fare scoppiare un grosso incendio. In tal caso dovrei limitarmi ad isolare senza cercare di soffocare, perché per spegnere dovrei buttarvi sopra buona parte delle mie riserve facendo il giuoco del nemico esterno che, forte e preparato, non aspetta che questo momento per attaccarci da sud e da nord.

Ho considerato anche la convenienza di una azione di forza preventiva per dare un buon colpo che mettesse tranquilla quella gente fino alla futura stagione delle pioggie, ma ho dovuto rinunciarvi perché questo mi avrebbe portato ad un fortissimo logoramento di forze senza ottenere probabilmente risultati concreti e duraturi. Quella gente, praticissima dei luoghi, assistita dalla omertà palese ed occulta della popolazione, non legata al terreno od a posizioni, mobilissima perché priva di impedimenti è molto difficilmente agganciabile. Pronta \ ad attaccare piccoli presidi o carovane male scortate sfugge all'urto decisivo di forze notevoli per cui, come avvenne in passato, ogni grossa colonna (dai 4 btg. in su) può andare dove vuole con la sola molestia di fuci leria lontana; raggiunto l'obiettivo deve ritornarsene lasciando in sito un presi- . dio più o meno piccolo; questo presidio finisce per autodichiararsi assediato; non esercita nessuna influenza sul territorio e rappresenta un punto debole di più per continui allarmi e per periodiche necessità di rifornimenti. Perciò ho dato al Generale Nasi queste direttive: a) ridurre i presidi al minimo e concentrare le forze;

b) garantire il transito sulla arteria principale del Goggiam: Usciater-Debra

Marcos-Buriè-Alefà; e) lungo questa linea sforzarsi di isolare il grosso dei ribelli dalle provenienze dal Sudan; d) partendo, verso est e nord-est, da questa linea sforzarsi di rinserrare con-

tro il Nilo i ribelli. Come risulta dallo schizzo, negli altri territori abbiamo tutta una serie, più che di ribelli, di briganti. Solo in alcune regioni si trovano nuclei più


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forti comandati da capi di qualche autorità che vorrebbero coprire i loro istinti di rapina sotto la bandiera di indipendenza. Questi sono contenuti dalle truppe in posto; i briganti sono perseguiti di volta in volta in reazione alle loro malefatte quasi con buon successo. Per quanto resistere sia molto più difficile che attaccare, io in obbedienza ai vostri ordini ed in rispondenza con la situazione, ho adottato uno schieramento ed un atteggiamento rispondente al concetto di non assumere iniziative ma di poter rapidamente reagire alle iniziative nemiche. E così continuerò a fare fino a che la situazione generale non mi consenta un contegno più facile, più utile e soprattutto più desiderato.

F.to Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 87

IL VICERÉ D'ETIOPIA N. 496 Op.

Addis Abeba, 18 -XI-1940-XIX

Eccellenza e caro Maresciallo, Vi sono molto grato dellli vostra lettera 3479, del 30 u.s .. Non vi ho risposto subito perché quando mi giunse tutta la mia attenzione era rivolta agli avvenimenti della frontiera del Sudan. Ora tutto è tranquillo o almeno temporaneamente tranquillo. Sulla situazione complessiva vi informo con la relazione annessa; come al solito essa è quanto mai obiettiva. Voi ci date la consegna di «Durare)) e noi dureremo sebbene il compito sia molto più difficile di quanto a prima vista si possa credere. Se si trattasse solo del nemico esterno non avrei preoccupazioni; ma la situazione interna col passare del tempo mi dà da pensare sia dal punto di vista specifico dell'Amara e sia generale. Le cause principali sono due: 1° - morale degli ascari; 2° - condizioni economiche della popolazione. Come voi ben sapete gli ascari sono gente ottima per buttarla allo sbaraglio. Chiamati a fare la guerra sono accorsi volenterosi; sono passati ormai sei mesi e di guerra alla loro maniera si è fatto ben poca cosa. Diverse brigate non hanno ancora visto il nemico né io posso mandarle all'attacco per far loro piacere. Così dicono: «o facciamo la guerra o torniamo a casa». A questo motivo fondamentale altri se ne aggiungono. Viveri sempre più cari, vestiario sempre più a brandelli, lontananza dalle famiglie sempre più iunga. Altra ragione di pensiero è la situazione economica. Il necessario per vivere c'è ed anche con una certa larghezza. Mancano i trasporti e quindi gli scambi per cui deficienza in alcune regioni di certi generi i cui prezzi salgono in modo pauroso. A questo si aggiunge la sempre crescente riluttanza ad accogliere la moneta di carta. Un biglietto da IO lire viene cambiato con 6 pezzi da una lira metallica. Il tallero oscilla dalle 15 alle 30 lire a seconda le regioni ed è difficile trovarlo.


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Cerco di fronteggiare la situazione politica-militare-economica nel migliore modo possibile chiudendo le crepe che incominciano a vedersi nell'edificio. Oggi preoccupazioni ma non timori domani? Questo è il punto nero. Vi rinnovo i miei più vivi ringraziamenti e vi invio i miei più cordiali saluti.

Vostro Affmo Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 88

COMANDO SCACCHIERE NORD STATO MA.G GIORE N. 015745/0p. di prot.

Asmara, li 8 novembre 1940

Oggetto: Direttiva segreta. Al Generale Tessitori

Cheren

Al Generale Martini

Gondar

La situazione determinatasi in questi ultimi giorni con le azioni di Gallabat e Monte Sciusceib deve essere riguardata con serena visione. Per quanto dure possano apparire le prove in atto, quanto accade manifesta, da parte dell'avversario, una tendenza a carattere offensivo, determinata da una abbondanza di mezzi della quale sempre ha goduto, e che ora profonde nella lotta allo scopo di ottenere un qualsiasi successo che ne risollevi lo scosso prestigio. Ma non si deve dimenticare che punto debole e tallone di Achille del1' organismo militare avversario è stato sempre quello di sopravvalutare il mezzo meccanico trascurando in modo notevole i valori morali . Ove fegato e cuore difettino, come nella eterogenea compagine che abbiamo di fronte, il successo non può avere salde radici; è destinato a fallire prima o dopo. Quindi calma valutazione dei fatti. Quindi reagire alla tendenza ossessionante, manifestatasi attraverso alcune richieste in questi giorni pervenutemi, di voler proiettare tutto in avanti. Io ho disposto concedendo tutto quanto era possibile ed anche di più, ma non -intendo sentire più grida di allarme che appaiono sproporzionate ed ingiustificate. Non è il caso, e mai non lo dovrà essere, di lanciare degli S.O.S. Solo guardando con calma e con giusta valutazione le cose, solo eliminando tutte le esagerazioni che talvolta sono determinate dal nervosismo di chi trovasi direttamente sul campo della lotta, si riesce ad avere una concreta idea della situazione con la possibilità di adeguare ad essa i provvedimenti necessari. Ciò non vuol dire nutrire quell'ottimismo che, se soverchio, confina con l'incoscienza. Ché anzi occorre invece tutto prevedere, anche il peggio .


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E pertanto dobbiamo cominciare a considerare, non solo come orientamento ma come pratico studio di carattere precauzionale, la intelaiatura di una difesa arretrata; nell'Eritrea la linea dei vecchi forti rappresenta di già una base da considerarsi; nell'Amhara la piazza di Gondar con lo sbarramento delle comunicazioni al margine dell'Altipiano. Questa organizzazione che potrebbe considerarsi quale ridotto centrale di difesa, ed il cui impiego deve essere tenuto presente solo in deprecabili circostanze che, per ora, non hanno basi di fondata giustificazione, non deve formare solo oggetto di studio. Su di essa dovranno già fin d'ora essere concentrate quelle forze e quei mezzi alla mano che, costituendo riserve impiegabili in varie direzioni, possono già contribuire ad un impianto di lavori - semplice triangolazione di punti essenziali - e nel contempo assumere la conoscenza pratica di posizioni sulle quali potrebbero in qualche modo operare. E, in proposito, rammento che la conoscenza del 1\!rreno non è quella approssimativa e teorica che può essere fornita dalle carte topografiche; occorre percorrerlo perché praticamente costituisce un ausilio; altrimenti, può rappresentare un ostacolo, se non un nemico. Ribadendo ancora il carattere di orientamento precauzionale di detto studio, sarò grato ai Signori Comandanti le truppe se vorranno trasmettermi più presto i risultati di quanto avranno in merito concretato. Frusci


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORI ENTAI.E

DOCUMENTO

N. 89

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE A.O.I. IL COMANDANTE N. 334479 Op.

Addis Abeba, 22 novembre 1940-XIX

Oggetto: Azione difensiva - Direttive. All'Eccellenza il Generale di C.d' A. Gr. Cr. Luigi Frusci Comandante dello Scacchiere Nord

Asmara

Notizie non controllate ma ripetute da più fonti e che, essendo logiche, possono essere attendibili dicono: a) l'Inghilterra ha assoluto bisogno di un successo clamoroso;

b) questo successo è impossibile in Inghilterra, in Grecia ed in Africa set-

tentrionale dove se non hanno la forza di attaccarci ne hanno tante da paralizzare la nostra offensiva. Perciò unico scacchiere dove è possibile tentare l'impresa è l'Impero; e) in vista di quest'azione tutti i rifornimenti disponibili in uomini e mate-

riali vengono avviati su Porto Sudan; d) l'offensiva sarà sferrata nel mese di dicembre; obiettivi Asmara e Mas-

saua. Come po detto, finora non si hanno prove della veridicità di queste affermazioni che potrebbero essere anche state messe in giro per trarci in inganno e distogliere l'invio di nostri rinforzi nell'Amara. Tuttavia non mancano elementi indiretti che potrebbero confermarle, quali: a) i frequenti arrivi di piroscafi a Porto Sudan;

b) gli accaniti bombardamenti aerei dell'Eritrea; e) l'intensificato servizio di spionaggio attraverso il fronte eritreo; d) ricognizioni di ufficiali nemici in nostro territorio per riconoscere so-

prattutto itinerari. Vera o non vera la notizia, esagerata o meno essa non deve lasciarci indifferenti e conviene prendere, per fronteggiarla, tutti quei provvedimenti che non importino consumo di mezzi e che non compromettano la nostra libertà d'azione, se non altro, per evitare la sorpresa spirituale che si avrebbe se venissimo a trovarci all'improvviso di fronte ad un fatto non previsto.


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In conseguenza prego !'E.V. di voler con tutta sollecitudine esaminare, risolvere o propormi la soluzione dei seguenti problemi: a) direttrici probabili e possibili dell'azione nemica e relativi obiettivi; b) misure per sorvegliare l'imbocco; opere o lavori a sbarramento di esse

soprattutto nei confronti dei mezzi meccanizzati nemici; e) piano generale di manovra per lo sviluppo di una azione difensiva es-

senzialmente imperniata su questo concetto: fermare frontalmente contromanovrare sui fianchi e sul tergo; d) predisposizioni per evitare la sorpresa e per impedire lo spionaggio; e) predisposizioni, giuocando sulla fedeltà delle nostre popolazioni, per una

vivace guerra sulle retrovie; f) eventuale arretramento di magazzini e depositi di materiali particolar-

mente utili ed esposti. Ditemi quali mezzi ritenete indispensabili in più di quelli che avete tenendo ben presente che, qualora si verificasse l'ipotesi sopra considerata, sarà quasi certo che l'avversario si muoverà anche sulle altre fronti e perciò non potrò darvi molto perché la mia riserva e le mie disponibilità sono molto limitate.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale dell'A.0.1. Comandante Superiore delle Forze Armate Amedeo dì Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 90

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL'A.O.I. N. 35 S di prot.

Addis Abeba, 27 novembre 1940-XIX

All'Eccellenza il Generale Gr. Cr. Luigi Frusci Comandante dello Scacchiere Nord e, per conoscenza: All'Eccellenza il Generale Gr. Cr. Guglielmo Nasi Comandante dello Scacchiere Est All'Eccellenza il Generale Gr. Uff Pietro Pinna Comandante dell'Aeronautica dell'A.O.I.

Asmara

Debra Marcos Addis Abeba

A conferma degli ordini verbali dati ieri al vostro Capo di S.M .. I) Tutte le notizie e gli indizi raccolti vengono a confermare che le previsioni di cui al foglio 334479 op. del 22' c.m. stanno per avverarsi. Il) La grande offensiva nemica non solo appare quasi certa, ma di effettuazione molto prossima se non immediata. Potrebbe scatenarsi fra il 5 ed il 10 del mese venturo se non prima. III) Le notizie avute collimano con la conformazione del terreno, con l'orientamento delle strade, con la logicità degli obiettivi e fanno pensare ad una duplice offensiva: a) da Ghedaref su Gallabat obiettivo Gondar;

b) dal fronte Chascim el Ghirba-Goz Regeb su Cassala e Tessenei obiettivo Agordat. È possibile che la prima preceda la seconda di qualche giorno.

IV) È molto probabile che queste azioni siano condotte con forze notevolmente superiori a quelle che noi possiamo immediatamente contrapporre ed anche alle poche che potremo fare affluire in seguito. Il nemico ha su di noi una grande superiorità numerica e soprattutto in mezzi tecnici, carri armati od attrezzati, artiglieria, autocarri. È decisamente inferiore a noi dal punto di vista capacità combattiva ed aggressività dei reparti. V) È necessario impostare la lotta sfruttando gli elementi della nostra superiorità ed in conseguenza: a) stabilire una località od un~ linea, sulla quale dovremo resistere ad oltranza, da organizzare a caposaldi largamente intervallati facendovi affluire tutti i mezzi di fuoco e tutte le forze, meno mobili, disponibili;


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b) fra queste località o linee ed il confine raccogliere tutte le forze mo-

bili - di massima brigate coloniali - tenere con forze minime alcune località facendone non dei centri di resistenza ma dei perni di manovra partendo dai quali muovere ad azioni controffensive sui fianchi e sul tergo delle colonne nemiche. In sostanza non aspettare da fermi la battaglia difensiva contro il grosso rtunito delle forze nemiche, ma contrattaccare le colonne parziali avversarie in marcia od in stazione prima che siano giunte in misura di attacco contro i punti e le località di cui al precedente capoverso. VI) Per l'applicazione in concreto del concetto di azione di cui sopra valga quanto segue: A) Settore di Gallabat a) lasciare sulla posizione di Gallabat un minimo di forza (circa un battaglione) per far credere al nemico che la località è sempre fortemente presidiata e far convergere su di essa il grosso del tiro dell'artiglieria nemica e la massa dei suoi carri; b) raccogliere tutte le restanti forze fuori e a tergo. di Metem-

ma in due masse a sud ed a nord della strada e così distanti da essa da non essere avvolte dalle colonne laterali nemiche che convergeranno sulla strada per circondarci, ma in misura da piombare sul fianco esterno di queste colonne. Le località di attesa di queste due masse siano accuratamente scelte al coperto e le direzioni in cui da esse partire al contrattacco analiticamente studiate. Queste posizioni di attesa abbiano il carattere non di posizioni difensive ma di vere e proprie posizioni di agguato; e) nella dannata ipotesi che la superiorità nemica non ci consenta di fermare l'avversario sulle posizioni di confine scegliere lungo la strada posizioni idonee a sbarrarla con ogni mezzo passivo e difenderle con poche forze ma solide. Tutto il resto deve continuare a restare fuori della strada per agire sui fianchi e sul tergo nemico; d) mettere alacremente in stato di difesa il ridotto di Gondar

per quivi resistere ad oltranza. B) Settore di Cassala - (si intende con questo nome il settore compreso nel triangolo Om Ager -Adardè -Agordat): a) linea di resistenza ad oltranza: quella passante per Biagundi-

Barentù-Agordat per poi proseguire fronte a nord per KerenKub Kub-mare (Audellai);


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORI ENTALE

b) lasciare presidi minimi a Cassala, Tessenei e Sabderat per la difesa ad oltranza di queste località; e) considerare le località di Uaccai - Kerù - Aicotà - Biagundi come perni di manovra dai quali dovranno partire le azioni controffensive delle brigate destinate a contrattaccare sui fianchi e sul tergo le colonne nemiche; d) il presidio di Om Ager se, come presumibile, poco impegnato po-

trà avere la stessa funzione di contrattacco sul fianco destro di colonne dirette su Aicotà. VII) Metto a vostra disposizione la 2a brigata (5 battaglioni) ed il 25° gruppo da 105 (3 batterie). Per i primi di dicembre avrò riunito a Dessiè le brigate 11a (4 battaglioni ed 1 gruppo) e 61 a (3 battaglioni ed 1 gruppo) che potrei poi mettere a vostra disposizione sia per l'impiego sul fronte Eritreo sia su quello Amara. VIII) Per concorso aviazione ordini a parte che mi riservo comunicare. IX) Resto in attesa di conoscere i vostri ordini in conseguenza delle presenti direttive. Accusare ricevuta telegrafica.

Il Viceré d'Etiopia Comandante Superiore delle Forze Armate Amedeo di Savoia p.c.c. Il Generale di Corpo d'Armata Capo di Stato Maggiore delle FF.AA . Claudio Trezzani


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C)OC UMENTI

DOCUMENTO

N. 91

COMANDO SCACCHIERE NORD STATO MAGGIORE N. 016684 di prot. Op.

27 novembre 1940-XIX

Oggetto: Azione difensiva - Direttive.

Al Comando Superiore FF.AA. dell'A.0.I.

Addis Abeba

La situazione come viene prospettata nel foglio a cui rispondo, pur non essendo allarmante, è certamente seria, sia nei riguardi delle intenzioni dell'avversario sia nei riguardi dell'interno in conseguenza della incrinatura dell'equilibrio che si basava sul nostro prestigio, oggi alquanto compromesso per effetto degli effimeri successi greci e dalla diffusa convinzione dell'esaurirsi delle nostre risorse. Dato il costante incremento delle forze avversarie e la manifesta minaccia offensiva, avevo impostato sin dall'8 corrente, con direttive segrete ai Generali Comandanti delle Truppe dell'Eritrea e dell'Amara, a titolo precauzionale, il problema della intelaiatura di una difesa arretrata: Nell' Eritrea la linea dei vecchi forti di Cub-Cub, Cheren, Agordat Barentù, con appoggio sul Setit a Biagundi, da considerarsi come perni di manovra per la difesa ad oltranza; Nell'Amara la Piazza di Gondar con sbarramento delle comunicazioni sul margine dell'altopiano a Debarek, Colle Chech, Celgà, con appo&gio al lago. Tale studio è in corso di sviluppo, non soltanto come orientamento mentale dei più elevati gradi ma anche nelle predisposizioni pratiche. Mentre mi riservo di comunicare il piano completo di difesa nel quadro della sicurezza dello Scacchiere, rispondo in linea generica ai quesiti postimi col citato foglio 334479. A) Le direttrici probabili e possibili dell'azione nemica sono: I 0 ) da Tokar per Carora su Cheren; 2°) da Aroma per la valle del Ghirghir su Cherù

e da Khashm el Ghirba su Tessenei per puntare a Barentù, allo scopo di convergere su Agordat, obiettivo materiale e morale di grande rilievo;


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

3°) da Showak su Om Ager allo scopo di abbattere lo schermo che divide gli inglesi dalla regione non normalizzata del Tseghedè e dell'Uolcait; 4°) da monte Rejan su Gallabat-Metemma per affacciarsi all'altopiano, non tanto allo scopo di puntare immediatamente su Gondar, quanto a quello di provocare una decisione nell'atteggiamento dei ribelli dell'Amara e facilitare gli sviluppi successivi. In ordine di tempo ritengo che l'attacco in forza su Gallabat, possa aver la precedenza, per essere seguito da quello convergente su Agordat e probabilmente su Om Ager, quando noi avessimo sul fianco sinistro la grave minaccia dell'Uolcait in ribellione e la perdita delle comunicazioni tra il Tacazzè e Gondar, il che faciliterebbe l'isolamento di Gondar. B) Le misure per sorvegliare l'imbocco di tali linee di penetrazione possono darci una certa sicurezza mercè lo schieramento in atto che ci consentirà di fermare ed arrestare il primo impulso avversario. Se la prevedibile nuova battaglia di Gallabat dovesse risolversi, come fermamente credo, in un nostro nuovo successo, ritengo che i propositi inglesi sarebbero fermati o quanto meno differiti. C) Il piano generale di manovra per l'azione difensiva, secondo direttive

che comunicherò successivamente, è imperniato sul concetto c;li dar battaglia di arresto manovrata, sulle posizioni attuali. Nel caso deprecato di cedimento in qualcuno dei tratti di schieramento, l'avanzata nemica dovrà essere contenuta su successive linee di attestamento, che qui di seguito enuncio, contromanovrando sui fianchi dell'attaccante fino a raggiungere i perni di manovra di cui alla lettera A): Le linee di attestamento sono: per la via di penetrazione Tokar-Carora: • passo Ismet-Regione Ambucalaid • Nacfa-Monte Cingei • Cub Cub; per la via di penetrazione della valle del Ghirghir: • Uaccai; Cherù; monte Occherè - Pozzi Sciaglet; gli scogli difensivi di Sabderat, per le truppe della piazza di Cassala; per la via di penetrazione di Tessenei il bivio di Aicotà e Barentù; per la via di penetrazione di Om Ager: • i monti di Bighisci è Biagundi; per la via Metemma-Celgà: • le posizioni di Uacnè (monti Ciaccò); Ammannit; Celgà.


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La densità dell'attuale schieramento potrebbe sembrare eccessiva rispetto al prevedibile ma non desiderabile movimento di ripiegamento . Ma poiché non intendo rinunziare all'alea di una vittoria sulle posizioni attualmente tenute, vittoria che non sarebbe possibile ottenere riducendo le forze, preferisco la soluzione di dare battaglia con tutte le truppe di cui dispongo nell'attuale schieramento. Penso tuttavia di aver la possibilità di guarnire efficacemente le posizioni arretrate per dare consistenza all'intelaiatura difensiva. D) Senza dare alcun allarme per non deprimere anzi tempo lo spirito delle truppe, ho opportunamente orientato i comandi minori per evitare ogni sorpresa. Non credo di poter far molto per stroncare lo spionaggio che è sempre possibile in via normale, ma che è facilissimo nelle attuali condizioni di schieramento che presenta larghe soluzioni di continuità e offre il modo agli agenti indigeni di penetrare dovunque. E) L'ausilio delle popolazioni per la guerriglia sarà certamente sfruttato a suo tempo, ma è un tasto che non ritengo opportuno oggi ancora toccare per non concorrere indirettamente a deprimere lo stato morale delle popolazioni. F) L'Intendenza ha già dato disposizioni per alleggerire i magazzini e depositi avanzati di materiali. Ciò che è in posto sarà consumato e rifornito in piccole misure. Ho messo allo studio l'arretramento delle scorte in posto al momento del bisogno. Codesto Comando mi ha già dato tutto ciò che poteva dare ed io non chiedo altro in considerazione delle esigenze - giustamente messe in rilievo da codesto Comando medesimo - che potrebbero verificarsi su altri fronti. Chiedo soltanto che gli elementi destinati a questo Scacchiere e specialmente le artiglierie da 105 affrettino quanto è possibile il movimento. Chiedo infine che la XI Brigata a disposizione di codesto Comando e destinata a Dessiè sia spinta ali' Asmara al posto della II che si disloca a Cheren. Da Asmara la XI sarebbe in misura di essere spinta più facilmente a Gondar date le migliori condizioni stradali, e sarebbe più a portata di mano del settore eritreo che riveste oggi la maggiore delicatezza per ovvie ragioni morali, militari e di vita, nel quadro generale della situazione dell'Impero. li Generale di Corpo d'Armata Comandante Luigi Frusci


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LE OPERAZIONI IN AFR ICA ORIENTA LE

DOCUMENTO

N. 92

COMANDO SCACCHIERE NORD STATO MAGGIORE N. 016921 /Op . di prot.

3 dicembre 1940-XIX

Oggetto: Direttive segretissime per la difesa in posizioni arretrate.

A l Generale Tessitore Vincenzo

Asmara

Al Generale Martini Agostino

Gondar

Al Generale Baccari Alfredo

Agordat

Al Generale Bergonzi Angelo

Tessenei

Al Generale Carnimeo Nico/angelo Al Generale Rizzo Antonio

Nacfa Adi Remoz

Al Colonnello Polverini Alberto

Metemma

Al Colonnello Borghesi Alberto

Metemma

Al Ten. Colonnello Postiglione Carlo

Om Hager

Al Ten. Colonnello Petti Onofrio

Asmara

Al Colonnello Gabrielli Amedeo

Asmara

Al Maggiore Gargiolli Adalberto

Asmara

Queste direttive debbono essere personalmente custodite dalle autorità in indirizzo. SITUAZIONE

L'atteggiamento palesemente offensivo assunto dall'avvers~rio, ed avvertito fin dalla prima decade del mese di novembre, va accentuandosi: indice preciso il costante incremento delle forze e dei mezzi, la notevole attivit~ di pattuglie, apparentemente incaricate di studiare itinerari. Da un momento all'altro possiamo quindi trovarci di fronte ad un'azione nemica, sulle direttrici seguenti: la - Tocar - Carora - Cheren;

2a - Aroma - Val Ghir Ghir - Cherù - Agordat;

3a

-

Khashm el Ghirba - Tessenei - Barentù - Agordat, obiettivo materiale e morale di grande rilievo;


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4a - Sciouach - Om Hager - Biacundi; nell'intento di abbattere lo schermo che divide gli avversari dalla regione solo parzialmente normalizzata del Uolcait e Tzeghedè; 5a - Ghedaref - Monte Rejan - Metemma; con obiettivo lontano Gondar ed obiettivo vicino provocare una decisione nell'atteggiamento dei nuclei ribelli dell'Amara e facilitare quindi gli sviluppi successivi.

Le azioni che si profilano sulle direttrici Agordat e Gondar sono quelle più probabili ed, in ogni caso precedenti le altre in ordine di tempo; forse precedente quella di Gondar. È probabile che tali azioni siano condotte con forze ~ mezzi superiori a quelli che noi possiamo immediatamente contrapporre; l'avversario si è però rivelato inferiore a noi in ogni occasione per capacità operativa e per aggressività di reparti.

DIFESA IN POSTO

È nostro preciso dovere e pegno d'onore, mantenere l'integrità di tutto il territorio dell'Impero. Conto quindi di dar battaglia con tutte le truppe di cui dispongo nell'attuale schieramento, in quanto penso che ad un nostro successo, nel quale credo fermamente, i propositi inglesi verrebbero arrestati sul rimanente del fronte o, quanto meno, differiti ad epoca indeterminata. La battaglia manovrata d'arresto deve essere impostata sulla base dei seguenti concetti: occupazione avanzata leggera delle zone di presumibile attacco, allo scopo di tenere alla mano quanto più è possibile unità solide ed organiche; scaglionamento in profondità ed in blocchi di manovra delle altre forze disponibili; fermare frontalmente il nemico con il minimo dei mezzi di fuoco indispensabili e manovrare col grosso delle forze sui fianchi e sul tergo dell'avversario; azione tempestiva di contrattacco non appena si avverta indecisione od arresto avversario; controffesa delle riserve ove si manifesti un inizio di cedimento nemico.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

CONTRAZIONE DELLO SCHIERAMENTO

È tuttavia necessario pensare fin d'ora alla possibilità di dover addivenire ad una contrazione dello schieramento su posizioni arretrate, difensivamente più idonee per fattori geografico-militari e meglio rispondenti alla quantità delle nostre forze.

L'ordine per la contrazione dello schieramento deve partire solo da me. Tale problema implica lo studio: della scelta di posizioni arretrate di difesa; preventiva imbastitura della stessa, mediante perni di manovra, solidamente guarniti di artiglieria da posizione e che servano di base per la difesa manovrata; -

direzioni di ripjegamento e deflusso dei reparti; linee successive di attestamento, rispondenti sempre a possibilità di manovra.

DIFESA ARRETRATA

Eritrea. a) Delimitazione di settori.

Settore Cub Cub - dal mare alla val Anseba esclusa, approssimativamente ad una linea che congiunga la confluenza dei torrenti Adobaha e Sala per M. Enghersatù al passo Chelamet. Settore Cheren - dalla linea dianzi accennata ad una linea congiungente M. Debelai-Degà. Settore Agordat - dalla linea precedente alla linea Adaruba-Ad Casub-M. Terchinat. Settore Barentù - dalla linea precedente al Gasc. -

Settore Biacundi - compreso fra Gasc e Setit.

( vedi Schizzo) (omesso) b) Perni di manovra.

L'intelaiatura della difesa è data dalla linea dei forti di Cub Cub Cheren - Agordat - Barentù, con appoggio al Setit (Tacazzè) in zona Biacundi, armati parte con batterie già in posto, parte di imminente assegnazione.


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Il perno di manovra di Cub Cub ha la funzione di sbarrare le due direttrici che, partendo da Alghena, si congiungono a Cub Cub stes~a. La difesa manovrata deve essere portata quindi a nord-est, a Cam Ceua, ed a nord-ovest all'altezza di passo Armas e M. Amba per dare lo spazio necessario al movimento. Il possesso dell'incrocio delle piste di Cam Ceua tende ad evitare un eventuale aggiramento della stretta di Cub Cub, per passo Chelamet. Il perno di manovra di Cheren ha funzioni di controllo delle provenienze dalla valle dell 'Ansebà e di ridotto centrale e zona di raccolta delle riserve. Il perno di manovra di Agordat ha per compito lo sbarramento della val del Barca e delle provenienze da Cassala-Sabderat sulle direttrici di Cherù e dell' Algheden. Il perno di Barentù ha funzione di sbarramento dell'arteria principale che da Tessenei adduce ad Agordat e di controllo delle provenienze da sinistra del Gasc. Esso favorisce la manovra controffensiva sia verso nord per alleggerimento di eventuale pressione su Agordat, sia verso sud-ovest in direzione di Biacundi. Il perno di Biacundi sbarra le provenienze da Om Hager e controlla i guadi dal Tacazzè (Biacundi - Sittona).

Amara. BASE DI MANOVRA:

Piazza di Gondar.

Essa collega a mezzo di una linea di presidi il ridotto dell'Amara con quello dell'Eritrea. Le particolari condizioni interne del territorio portano però alla necessità di provvedere non solo alla minaccia dall'esterno, ma anche a quelle che possono sorgere da complicazioni interne, acutizzate da un eventuale ed inizialè successo avversario ai confini. La base quindi è costituita da una piazza cintata e con difesa regolare e permanente. Verso il bassopiano provvede allo sbarramento della pista camionabile, con organizzazione difensiva stabilita al margine del ciglione Celgà e che appoggia la sinistra alle rive del lago; a nord le posizioni di difesa, verso


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I.E OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

i territori in rivolta, si svolgono sul ciglio M. dei Camanti e Colle Chec per sbarrare le provenienze dalla valle dell' Angareb, e a Debarech. Ma nell'eventualità deprecata di un successo avversario nel bassopiano che riesca a dare ai diversi malcontenti del Semien e Beghemeder-Belesà un minimo comune denominatore, ed isoli il ridotto dell'Amara da quello dell'Eritrea con la interruzione della linea dei presidi, è necessario pensare alle possibilità di dover creare una difésa anche verso le zone interne. La difesa dovrebbe in tal caso essere portata da Amba Ghiorghis sul ciglio orientale dell'altipiano di Gondar, per le testate degli affluenti del Mennà fino ad Ambaciara, ripiegando quindi ad ovest a raggiungere le rive del lago Tana.

2°)

ATTUAZIONE DELLO SCHIERAMENTO CONTRATTO

Le predisposizioni devono considerare: lo sgombero rapido ed ordinato di tutte le impedimenta, da effettuarsi in anticipo sul movimento dei reparti; la scelta di guide perfettamente pratiche del paese, in grado di portare i reparti di giorno e di notte su itinerari ben definiti ed anche fuori itinerario, con la sola indicazione del punto di arrivo, sia per possibilità di manovra, che per sottrarsi ad incalzante pressione avversaria. I a DIVISIONE Direzione di movimento. a) Principale: Carora - Alghena - Cam Ceua - Cub Cub.

b) Sussidiaria: Alghena - Madruiet - P. Ismet - Nacfa. e) Principale : Nacfa - Cub Cub.

La direzione sussidiaria Alghena Nacfa, più coperta, meno agevole, in zona chiusa montana che avvantaggia la difesa contro automezzi armati, si presta per lo sgombero delle impedimenta ed alleggerisce la marcia della colonna di brigata che, costretta a seguire la direzione a, ne sarebbe appesantita nell'azione da svolgere per imporre all'avversario successivi arresti. Le caratteristiche particolari del terreno e la scarsezza di risorse idriche non consentono infatti alla truppa ripiegante sulla direzione principale a altra manovra che quella di arrestare su linee successive d'attestamento la marcia avversaria.


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-

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Linee d'attestamento. Passo Ismet - Tallim Amadei; Nacfa

- R. Ghedumrasset;

M. Amba

- P. Armas - Ticcanabal.

Elementi parziali della 5a Brigata dislocati verso Mersa Teclai, ripiegano in tempo su Alghena riunendosi alla Brigata; il reparto camm.ellato costiero segue tale movimento fino ai pozzi Rehib; e di qui prosegue, per la pista pedemontana, fino a pozzi Emit. Elementi della P.A.l. da Hagar Nusc per la valle Adobaha e Madruriet, appoggiano a passo Ismet. 4a DIVISIONE

(e raggruppamento forze di Sabderat, dopo il deflusso delle forze della piazza di Cassala). -

Direzione di movimento. a) Principale:

Sabderat - Uaccai - Cherù - P. Sciaglet - Agordat. b) Sussidiaria:

Sabderat - Alghena - Biscia - P. Sciaglet - Agordat. Linee d'attestamento. Tellai - Uaccai; Monti di Cherù; Biscia - M. Ocherè - Barca. La Banda Barca da Mac Marit segue nel ripiegamento la valle omonima fino a Carcabat, quindi per la valle Ombul su Agordat.

za

DIVISIONE Direzione di ripiegamento. a) Principale:

Tessenei - Aicotà - Barentù. Le truppe della piazza di Cassala, a seconda delle circostanze, potranno seguire tale via assegnata alla za Divisione o, eventualmente, la via


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lE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Sabderat-Cherù della 4• Divisione, passando in taJ caso aJle dipendenze tattiche di questa. b) Sussidiaria: Gullui - per valle Sobi - stretta fra M. Ameli - M. DaJele - P. Ellassuma - P. Curcuggi. Linee d'attestamento: Aicotà - alture Elit; Piana di Eimasa. 43• BRIGATA Direzione di ripiegamento : Om Hager - Biacundi, lungo la valle del Setit (km. 65). Linee d'attestamento: M. Bighisci - M. Teb. La zona trarotta che si affaccia al Setit, priva di piste utilizzabili da automezzi, povera di risorse, può offrire a piccoli nuclei il modo di recare costante disturbo aJ nemico che avanza sull'unica strada lungo la valle. TRUPPE DEL UOLCAIT:

Direzione di ripiegamento su Biacundi, attraverso itinerari da studiare dal comandante in posto, per riunione alla 43 • Brigata. TRUPPE DELL'AMARA

II movimento dei presidi interni deve essere predisposto dal Comando Truppe Amara con concetto di raccogliere le forze nelle posizioni precedentemente indicate, ed attuare a seconda lo sviluppo della situazione interna .

..

*

*

Sulla traccia delle direttive sopra indicate i comandi dipendenti studino le predisposizioni di dettaglio con' particolare riguardo: 1°) Alla designazione dei comandi di settore;


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2°) All'organizzazione di ogni singolo perno di manovra col criterio dicomunicare la profondità della difesa alla disponibilità delle truppe, le quali debbono essere prevalentemente impiegate per la difesa manovrata; 3 °) Allo studio deì movimenti.

La pi:ese!1te circolare deve essere comunicata soltanto agli ufficiali di grado elevato, cui debbono essere affidati compiti relativi all'attuazione delle direttive.

*

*

*

Concludo queste direttive ripetendo che tutto quanto si riferisce alla temporanea contrazione, è indicato allo scopo di doverosamente tutto prevedere. Ma, ripeto ancora, la difesa dello scacchiere nord si effettua e si consolida con la vittoria sulle attuali posizioni. Accusare Ricevuta Il Generale di Corpo d'Armata Comandante lo Scacchiere Nord Luigi Frusci


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N . 93

IL DUCE DEL FASCISMO CAPO DEL GOVERNO TELEGRAMMA IN PARTENZA

N. 4664 Op. Da Stamage At Viceré

Roma, li 14 dicembre 1940 - Ore 13,30 Roma Aba

Est chiaro che quanto è accaduto in Marmarica avrà in tempo non remoto il suo seguito ai confini etiopici alt sono sicuro che avrete disposto per la massima vigilanza onde evitare la sorpresa, per la resistenza ad ogni costo nei caposaldi e per la contromanovra alt credo che avrete già disposto per l'armamento di tutti gli italiani civili alt conto su di Voi, sui vostri collaboratori, sulle vostre truppe Mussolini


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DOCUMENTI

DOCUMENTO N. 94

IL COMANDANTE DELLE FF. AA. DELL'A.O.l. N. 42 S.

Addis Abeba, 16 dicembre 1940-XIX

1 (omesso) (risponde al telegramma 4664 del 14 u.s.)

ALLEGATI:

Oggetto: Offensiva inglese.

Al Cavaliere Benito Mussolini Duce del Fascismo Primo Maresciallo dell'Impero

Roma

Nel notiziario 30 S. del 15 novembre adombravo la possibilità di una offensiva nemica di vasta portata contro l'impero; il 25 stesso mese riferendo sulla situazione d'oltre confine ho trasformato tale possibilità in una probabilità per non dire in una certezza. Tutti gli avvenimenti e le notizie dell'ultima decade di novembre hanno contribuito a confermare tale previsione. Le uniche incertezze che sono rimaste vertono su questi due punti: a) linee generali del disegno operativo nemico;

b) momento dell'offensiva avversaria. a) Linee generali del disegno operativo nemico.

È fuori dubbio che l'offensiva nemica si sferrerà sul fronte ovest dal Nilo al Barca. Secondo un gruppo di notizie l'urto principale si abbatterebbe contro il fronte Om Ager - Monte Maman (nord-est Cassala) obiettivo prima Agordat poi Asmara; questa seconda fase (da Agordat ad Asmara) sarebbe sussidiata da un attacco da nord su Keren via Karora. Questo attacco principale verrebbe sussidiato, e probabilmente preceduto, da un attacco sussidiario sulla direttrice Gallabat - Gondar. Un altro gruppo di informazioni sarebbe invece: attacco principale Gallabat-Metemma con obiettivo Gondar mentre l'attacco contro il fronte eritreo avrebbe scopi impegnativi e dimostrativi limitandosi alla riconquista di Cassala e della regione Sabderat-Tessenei. L'esame della dislocazione nemica attuale, che porta il centro di gravità delle forze avversarie nel triangolo Ghedaref - Gallabat-Showak con tendenza a spostarsi verso sud, confermerebbe la seconda delle due ipotesi


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

prima fatte, e farebbe credere ad un attacco principale su Gallabat sussidiato da due laterali secondari: uno di poca entità su Gubba, l'altro di maggiore portata su Om Ager. Notizie varie non controllabili segnalavano l'attacco nemico verso la fine della prima decade di questo mese, quando, pressoché all'improvviso, l'atteggiamento nemico ha subito un deciso cambiamento. Mentre prima la pressione era costante e progressivamente in aumento, ora essa, pur restando in atto, è diminuita di intensità; gli stessi quotidiani bombardamenti di Gallabat, pur persistendo, sono diventati meno rabbiosi e per quanto ci risulta l'afflusso delle riserve verso l' Atbara è rallentato. L'azione aerea permane ma le singole spedizioni sono fatte soltanto con pochissimi apparecchi. In sostanza dai preparativi affrettati dell'ultimo momento siamo passati ad una pausa di attesa. Dati gli avvenimenti che si svolgono in A.S.I. sembra logico concludere: gli inglesi vogliono ributtare lontana la minaccia delle nostre truppe in A.S. ed a questo scopo hanno trasportato lassù buona parte della loro aviazione e sospeso lo schieramento delle truppe destinate ad attaccarci sul fronte ovest. Tolto ogni carattere di minacciosità alle nostre truppe del nord Africa, far convergere sul nostro fronte tutta la loro aviazione e probabilmente buona parte delle loro unità motorizzate per un colpo a fondo contro di noi che, riuscendo, segnerebbe il principio della fine dell'Impero. Come si vede tutto fa credere che le poco liete previsioni da me formulate fin dal mese scorso minaccino di avverarsi.

b) Momento dell'offensiva avversaria. Esso dipende dallo svolgimento delle operazioni in Africa Settentrionale. Se quivi dopo l'arretramento in corso sarà possibile muovere alla riscossa, le forze inglesi resteranno agganciate ancora per qualche tempo dalle nostre e l'attacco contro di noi sarà prossimo ma non imminente. Se al contrario raggiunti i loro scopi, gli inglesi saranno liberi dall'impiego delle loro forze, l'attacco contro di noi potrà sferrarsi nell'ultima decade del corrente mese.

II Di fronte al delinearsi di questa grave eventualità ho preso tutti i provvedimenti che potevo prendere; e precisamente:

a/

ho rinforzato lo scacchiere nord con quattro brigate della mia riserva (2 8 - 11 • - 16" - 41 ") le quali sono già in sito con un btg. tolto da Assab; ho mandato in Eritrea anche un gruppo di 105 e vi ho mandato fino all'ultimo fucile anticarro di P .B. che avevo;


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b) ho rinforzato il settore di Gallabat con la sesta e la 61 a brigata, con un

gruppo bande e con altri elementi minori (un gruppo da 100, una batteria da 20, un plotone anticarro, una compagnia mitraglieri); anche queste truppe sono giunte in posto. Sommando le forze in posto con quelle mandate in rinforzo la situazione è questa: Settore eritreo: da Carora ad Om Agcr (agli ordini diretti dell'Eccellenza Frusci): -

2 36 27 2

btg. cc.nn. btg. coloniali gruppi di artiglieria compagnie carri ed una mortai da 81

Settore Gallabat-Metemma (alla dipendenza dell'Ecc. Frusci ed agli ordini diretti del Generale Martini): - 4 btg. nazionali (3 cc.nn. ed 1 mitraglieri) - 12 btg. coloniali - 2 gruppi bande (corrispondenti a .tre btg.) - 5 gruppi di artiglieria - 3 batterie (1 da 20, 1 da 104, 1 da 120) Infine nel Goggiam, per tenere a freno quelle popolazioni vi è il Generale Nasi e.on 4 btg. cc.nn. e con 19 btg. coloniali. Dagli altri scacchieri: Sud e Giuba e dal territorio dello Scioa, in crescente fermento, non posso togliere neanche un uomo, perciò le forze che mi restano a disposizione si riducono alle seguenti: nell'Hararino due brigate che mi sono indispensabili per rinforzare eventualmente il settore Giuba, per difendere il Somaliland ed eventualmente la Costa Francese dei Somali; ad Addis Abeba: quattro btg. della div. cacciatori d'Africa per la difesa del presidio ed immediate vicinanze, e la div. granatieri di savoia (9 btg. di cui 3 cc.nn.) per contribuire a tenere a freno lo Scioa, col concorso di altre sette btg. cc.nn. e per l'ultima difesa della capitale. Gli ordini che ho dato in corrispondenza con i miei intendimenti difensivi segnalativi con mio foglio 34 S. risultano dalle direttive contenute dall'allegato al foglio 35 S. in data 27 novembre, che ritengo rispondenti alla situazione, che seguo ora per ora nel suo progressivo delinearsi.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

La nostra aviazione si prodiga in un quotidiano contributo generoso ed utilissimo, le sue possibilità ad onta delle capacità ed eroismo degli equipaggi trovano un limite nella disponibilità materiale dei mezzi. Questi, come ho ripetutamente detto, sono insufficienti per quantità e per qualità (noi combattiamo ancora con i Ca 133 radiati da ben 5 anni dalle file dell'aeronautica). Quando saranno ritornati gli apparecchi nemici probabilmente inviati a rinforzo nel nord Africa e se con essi verranno anche quelli che là si trovano, la nostra aviazione sarà messa fuori causa in breve tempo. Poiché il nemico manovra i suoi mezzi aerei dalla Marmarica al Sudan, io penso che potremmo fare altrettanto noi se, ad offensiva inglese, finita, non si potesse passare subito alla controffensiva. Previsioni.

Non posso fare previsioni né dare affidamento all'infuori della promessa di batterci fino all'ultimo sangue. Se riusciremo a tenere duro ed a fermare l'attacco nemico senza consentirgli grandi progressi, gli animi si rinfrancheranno e potremo reggere ancora per qualche mese. Se al contrario dovessimo cedere sotto l'urto di forze preponderanti non so che cosa potrà succedere perché tutta la nostra forza è imperniata sui btg. indigeni. Di questi gli eritrei ed i somali di vecchia fedeltà si batteranno fino all'ultimo; gli altri, e sono la maggioranz~ potranno reggere ac·canitamente, ma quando cominceranno a cedere crolleranno in pieno e ci abbandoneranno se pure non passeranno dalla parte del nemico. Realtà oscura e minacciosa che guardiamo in faccia senza iattanza e senza timore come vogliono la nostra dignità e_la nostra fierezza di soldati italiani. Per l'armamento degli italiani non richiamati sotto le armi ho già provveduto fin dal principio della guerra. Ora sto facendo eseguire i controlli per assicurarmi che gli ordini dati abbiano avuto piena ed integrale esecuzione. F. to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO N. 95

IL DUCE DEL FASCISMO CAPO DEL GOVERNO T ELEGRAMMA IN PARTENZA N . 4881

Da Stamage At Viceré

Roma, 22 dicembre 1940 - Ore 20,40

Roma Aba

Ricevo vostra in data 16 dicembre alt concordo con quanto esponete alt data et soprattutto ampiezza azione nemica sarà determinata da quanto succederà nel prossimo tempo negli scacchieri del mediterraneo libico e greco che impegnano imponenti forze nemiche alt Dislocamento in atto di ingenti forze aeree tedesche nel mediterraneo non permetterà almeno per qualche tempo rapida manovra verso Etiopia forze aeree inglesi alt nel frattempo faremo quanto possibile per rafforzare aviazione A.O. alt Sono assolutamente sicuro che Voi e tutti, sul vostro esempio, terrete fino all'ultimo alt est necessario fare quanto è possibile dal lato morale e materiale per assicurarci lealtà truppe indigene e soprattutto per evitare la sorpresa Mussolini

9. le O~w1uoni in Afrk:\ Olie111alt • Voi. 11


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 96

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE DELL'A.0.I. STATO MAGGIORE Ufficio Operazioni

N. 335270

Addis Abeba, 24 dicembre 1940-XIX

Oggetto: Direttive per la difesa dell'Impero.

All'Eccellenza il Generale Gr. Cr. Pietro Gazzera Comandante dello Scacchiere Sud

Gimma

All'Eccellenza il Generale Gr. Cr. Luigi Frusci Comandante dello Scacchiere Nord

Asmara

All'Eccellenza il Generale Gr. Cr. Guglielmo Nasi Comandante dello Scacchiere Est All'Ecce/lenza il Generale Gr. Uff Gustavo Pesenti Comandante dello Scacchiere Giuba All'Ecce/lenza il Generale Gr. Uff Pietro Pinna Comandante dell'Aeronautica dell'A.O.I. All'Ammiraglio Comandante Superiore di Marina I -

Debra Marcos Mogadiscio Addis Abeba Massaua

SITUAZIONE GENERALE

La situazione generale è caratterizzata: a) dalla progressiva, lenta diminuzione del nostro potenziale bellico per gra-

duale consumo di risorse, per logorio truppe indigene, per diffuso malcontento fra le popolazioni per difficoltà economiche; b) dal rapido aumento, soprattutto in mezzi tecnici, delle forze nemiche

e loro morale molto alto per successi su altri fronti da cui passaggio dal1' atteggiamento difensivo a quello offensivo col vantaggio dell'iniziativa delle operazioni. II -

SCHIERAMENTO NEMICO

Notizie accertate danno contro di noi una forza valutabile dai 210 ai 230 mila uomini così ripartiti: -

da Mombasa al lago Rodolfo circa 100.000 uomini in condizioni di attaccare tanto lo Scacchiere Giuba quanto quello Sud;


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dal lago Rodolfo al Nilo numero imprecisato (forse 5.000) di elementi irregolari e di fuorusciti inquadrati da inglesi; dal Nilo a Porto Sudan una massa di forza imprecisabile perché in continuo aumento valutabile dai 100 ai 110 mila uomini; ad Aden una massa dai 10 ai 20 mila uomini in attesa, molto probabilmente, di tentare uno sbarco nel Somaliland oppure a Gibuti o in entrambe le regioni. III -

PROBABILI INTENZIONI AVVERSARIE

Dobbiamo pertanto aspettarci in un tempo più o meno imminente: 1°- Un attacco a fondo dal Nilo a Porto Sudan:

Sulle sue modalità esecutive si possono fare queste due ipotesi: a) attacco a fondo sulla direttrice di Gallabat-Gondar (primo obiettivo Gondar) sussidiato da due azioni concomitanti su GubbaUomberà a destra, e su Om Ager a sinistra; questo attacco sarebbe preceduto od accompagnato da una azione dimostrativa sul fronte Om Ager (escluso) - Monte Maman (compreso); b) attacco a fondo contro l'Eritrea sul fronte Tessenei-M. Maman con primo obiettivo Agordat; questo attacco sarebbe sussidiato da quello su Gallabat in direzione Gondar e più tardi potrebbe essere rinforzato da un attacco su Carora-Cheren. Allo stato attuale delle cose, la prima ipotesi appare più probabile della seconda. · 2° - Attacco a fondo contro il fronte sud: È probabile che esso preceda nel tempo l'azione precedente ma non si può neanche escludere che esso si svolga dopo la riuscita vittoriosa di essa. Dallo schieramento nel Kenya non si possono desumere le linee generali del piano avversario. Come semplice induzione si può credere: a) una azione sussidiaria El Uach Bardera e forse Lugh Ferrandi per

creare un fianco difensivo e per interrompere la strada Mogadiscio Neghelli; b) in seguito attacco da sud e da ovest su Chisimaio per eliminare la possibilità di una nostra azione controffensiva sul loro fianco destro nel caso di attacco della fronte Mandera-Lago Rodolfo. 3°- Sbarco Somaliland-Gibuti, nel caso di sviluppo vittorioso dei due attacchi precedenti, con obiettivo Harar. Non è neanche da escludere un'azione in Migiurtina a scopo impegnativo.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

IV.

NOSTRE POSSIBILITÀ

Il rapporto numerico assoluto fra le nostre forze e quelle avversarie dà a noi una certa superiorità numerica; ma bisogna tenere conto: a) che una aliquota sensibile delle nostre forze è impegnata per tenere a

freno la rivolta interna; b) che il nemico avendo l'iniziativa può fare massa dove vuole, e pur essendo complessivamente più debole può, nel punto voluto, raggiungere una schiacciante superiorità; e) che il nemico ci soverchia per carri armati, autoblindo, artiglieria auto-

portata, per autocarri, per armi antiaeree e per aviazione; cioè proprio là dove noi siamo più deboli per mancanza quasi assoluta di armi anticarro e antiaeree, per grande deficienza di carburante e gomme, per inferiorità quantitativa e qualitativa di apparecchi. Noi possiamo contare sulle migliori capacità combattive delle nostre truppe e sul più alto valore della nostra aviazione. d) che la. quasi totalità delle nostre forze è costituita da truppe indigene ot-

time per l'attacco, meno buone per la difesa, irruenti non tenaci, facili allo sgomento se le cose si mettono male. Molte di esse sono costituite da elementi di fedeltà tutt'altro che provata, pronti ad abbandonarci, se non a rivoltarsi, quando vedano che la vittoria è degli inglesi. V -

PROVVEDIMENTI PRESI

Convinto che il primo urto sarà a nord del Nilo e che se riuscissimo a rintuzzarlo, anche sugli altri fronti l'offensiva sosterebbe dandoci qualche mese di respiro e forse consentendoci di arrivare alla stagione delle pioggie, ho concentrato nel settore nord tutte le forze che avevo a mia disposizione e credo che vi potranno resistere. Il Generale Frusci sa che buona parte delle sorti dell'Impero è nelle sue mani. Egli ha fiducia; se terrà duro anche gli altri scacchieri potranno resistere; se egli sarà travolto tutto crollerà. VI -

DIRETTIVE PER L'AVVENIRE

Bisogna avere fiducia e sperare bene, ma è anche doveroso prospettarsi le ipotesi peggiori; se non si avvereranno tanto meglio, se si realizzeranno saremo preparati ad affrontarle. Se noi fossimo sfondati dall'attacco nemico avremo contro non solo le popolazioni ribelli ma anche quelle oggi incerte che si butteranno sulle nostre retrovie rendendole imp.ercorribili; molte delle nostre truppe indigene si sbanderanno durante la lunga ritirata. Non solo, ma perderemmo progressivamente tutto l'Impero per ridurci ad un unico ridotto centrale nel quale dovremmo concentrare tutta la popolazione bianca che non potremo alimentare.


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È pertanto assurdo pensare ad un fronte unico semicircolare progressivamente restringentesi sulla capitale.

Per evitare i mali di cui sopra è necessario formare in ciascuna delle più importanti regioni del!' Impero un ridotto nel quale ogni Scacchiere dovrà resistere ad oltranza con i propri mezzi. Si allega un lucido - da sovrapporre alla carta al 1 : 1.000.000 - dal quale appare a puro titolo orientativo l'andamento generale che potrebbero avere i ridotti di ogni regione: Eritrea, Amara, Goggiam, Dessiè, Scioa, Galla Sidamo, Mogadiscio, Harar. I Comandanti in indirizzo mi diranno entro il 10 gennaio p.v. il loro parere in materia con l'indicaziorie delle linee esterne e dei capisaldi dei ridotti e l'andamento della cintura del nucleo centrale.

È sottinteso che a questi ridotti bisogna venire solo quando ogni difesa più ampia e più continua fosse materialmente impossibile.

VII -

In caso di attacco nemico le truppe di ciascuno Scacchiere dovranno impegnarsi a fondo per respingerlo non irrigidendosi nella difesa passiva di posizioni che potrebbero sempre essere accerchiate o sfondate, ma tenendo testa con poche forze per poi contrattaccare accanitamente sui fianchi. Ciò non è difficile perché risponde allo spirito delle nostre truppe, perché le strade utili sono poche e ben determinate, perché al nemico sono indispensabili molti automezzi, e distruggerli vuol dire fermarlo. Il largo uso di interruzioni stradali e l'impiego su vasta scala dei pezzi da 65 in funzione anticarro saranno parte eminente della nostra tattica. VIII - Mentre, verificandosi l'ipotesi che si considera, le truppe di terra saranno costrette a frazionarsi nei singoli ridotti e svolgervi azione isolata, l'aviazione continuerà ad avere un impiego accentrato in base agli ordini che darò all'Eccellenza Pinna di volta in v·olta. Decentrati invece resteranno i mezzi sia per avere un maggiore contatto con i Comandanti di Scacchiere che continueranno ad impiegare la rispettiva aviazione con le norme attuali sia per. non dover agglomerare i mezzi su pochi campi. Cio non toglie che di volta in volta si possa far massa a favore di questo o quell'altro Scacchiere.

IX -

Alla Marina oltre al compito attuale - molestare il traffico nel Mar Rosso - competerà la difesa di Massaua.

X - Ove per assoluta prevalenza numerica dell'avversario non si potesse fermarlo al confine e se anche i successivi contrattacchi durante la sua avanzata non riuscissero, ciascun Comandante di Scacchiere provvederà a raccogliere tutte le forze utili nei ridotti di cui al numero VI, ed in essi e per essi resisterà ad oltranza anche se completamente circondato ed isolato.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

In questi ridotti si raccoglieranno tutte le truppe regolari; le bande di sicura fedeltà resteranno fuori per agire sulle retrovie nemiche e per organizzare ed appoggiare l'azione analoga delle popolazioni restateci fedeli. Tutta la popolazione nazionale dovrà essere raccolta nei ridotti. I Comandanti di Scacchiere provvedano fin d'ora e con le dovute cautele, per non destare un panico prematuro, a raccogliere nell'ambito del rispettivo ridotto tutte le risorse per vivere e combattere. XI - Per conto suo questo comando provvede ad organizzare un ridotto centrale costituito da: una serie di capisaldi avanzati all'incirca nelle regioni di Dessiè - Debra Berhan - Ficcè - Ambò - Uolisò - Moggio; una serie di capisaldi arretrati nelle regioni di Sendafà - Sulultà - Olettà Sabatà - Acachi - Ciaffedenza. un ultimo ridotto costituito dalla attuale cinta di sicurezza di Addis Abeba. XU - Nel dettare queste direttive ho voluto di partito preso considerare l'ipotesi per noi sfavorevole, ma ciò non significa affatto che io la consideri fra le più probabili; semplicemente essa non è impossibile. Ma quand'anche avesse una sola probabilità tutto quanto è predisponibile perché, se per sciagura dovesse verificarsi, animi e mezzi siano pronti a fronteggiarla.

XIII - Queste direttive si rivolgono esclusivamente ai Comandanti in indirizzo. Proibito darne comunicazione anche solo parziale a qualsiasi Ufficiale od Ente dipendente. Esse servono esclusivamente per loro orientamento, perché studino fin d'ora le decisioni che dovranno prendere, perché possano attuare i provvedimenti esecutivi possibili senza gettare nelle truppe e nelle popolazioni il panico e senza che esse indeboliscano la resistenza che dobbiamo oppòrre al nemico sul confine lottandovi con tutta l'energia e con tutta la fede. Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale de/l'A. O.I. Comandante Ssuperior delle Forze Armate Amedeo di Savoia p.c.c. Il Generale di Corpo d'Armata Capo di Stato Maggiore delle FF.AA. F. to Claudio Trezzani


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DOCUMENTO N. 97

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL'A.0.I. Addis Abeba, 30 dicembre 1940- XIX

N. 45/S di prot.

Oggetto: Direttive per la difesa dell'Impero Al Comando Supremo - Stato Maggiore Generale ALLEGATO

Posta Militare

N. 1 (omesso*)

Numerose persistenti notizie et indizi pressoché giornalieri confermano l'imminenza di un attacco in grande stile contro l'Impero. Da quanto si può presumere non è illogico pensare che esso si inizierà con un attacco locale inteso alla conquista di Kisimaio. Contemporaneamente, o poco dopo, si sferrerà quello principale del Sudan. Finora non si hanno ragioni per modificare, nei confronti di esso, le ipotesi formulate e rese note a codesto Comando Supremo con foglio 42 del 16 Dicembre. Ho preso tutti i provvedimenti che ho ritenuto utili e che mi sono consentiti dalle condizioni complessive dell'Impero e nutro fiducia che si potrà reggere all'urto nemico. Ma lo stato di fatto esistente nell'Impero - morale di molta parte delle truppe indigene, stato latente di ribellione della popolazione crea una situazione militare diversa da quella che potrebbe verificarsi in uno scacchiere europeo. Qui o si regge in pieno o tutto finirà per crollare con progressione geometrica. Ho ritenuto necessario considerare anche quest'ultima ipotesi perché se per nostra sciagura dovesse verificarsi, i provvedimenti che si potrebbero prendere all'ultima ora e sotto l'assillo del precipitare della situazione sarebbero certamente tardivi, forse caotici, indubbiamente inefficaci. Ho pertanto diramato esclusivamente ai miei diretti dipendenti le direttive di cui unisco copia (allegato n° 1) che ho concretato dopo matura riflessione e credo che, nella ipotesi considerata, possano fronteggiare la situazione sulla base di questa concezione basilare: "poiché salvare tutto l' Impero è impossibile, salviamo almeno le parti fondamentali di esso". Il Viceré d'Etiopia Comandante Superiore delle Forze Armate Amedeo di Savoia • Trattasi di copia del documento n. 96.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 98

RISPOSTA DEL COMANDO SCACCHIERE SUD ALLE DIRETTIVE DEL COMANDO SUPERIORE (N. 335720 del 24 dicembre 1940) Foglio n. 02/137 in data 6 gennaio 1941. Ho attentamente studiato le direttive per la difesa dell'Impero, contenute nel foglio del Comando Superiore Ufficio Operazioni, n. 335720 in data 24 dicembre 1940 e, riferendomi al colloquio concessomi da V.A.R. il giorno 26 dello stesso mese e a quanto richiesto nel foglio stesso esporrò integralmente il mio pensiero. È lontano da me ogni intendimento di critica negativa così come ogni lontana pretesa di insegnamento; come pure, se i concetti che esporrò non venissero accettati, si voglia sempre considerare l'espressione del mio pensiero come semplice desiderio - e dovere - della maggiore possibile collaborazione.

So bene che il contenuto del foglio 335720 vuole riferirsi soltanto ad una deprecatissima ipotesi, esaminandola cercherò di tenermi sullo stesso piano ipotetico, considerato soltanto nell'intento di una doverosa maestrema preveggenza. Prima di entrare in argomento, devo però far rilevare che i nativi più intelligenti sono alquanto perplessi dinnanzi al contegno strategicamente inattivo che noi teniamo da qualche mese a questa parte, in così vivo contrasto con l'immagine formatasi nella loro mente di un Governo italiano potente e dinamico. Essi hanno la percezione che l'Impero è diventato come una grande fortezza assediata, la cui guarnigione non si oppone per terra ai lavori di approccio del nemico e la cui aviazione (riferendosi a quanto essi vedono qui) è scarsa e poco attiva, mentre la difesa contraerea è quasi inesistente. I. - Il contenuto del foglio 335720 può a mio avviso, essere idealmente diviso in due parti. a) La prima parte consiste in un mutamento profondo delle direttive ini-

ziali pel nostro contegno. Infatti, all'ordine di «mantenere la integrità territoriale dell'Impero ... » è sostituito ora quello - militarmente più agevole - di cercare di battere il nemico, indipendentemente da frontiere e da «posizioni» . Criterio che agevolerà l'abbandono di qualche località tenuta a titolo molto oneroso, per semplice questione di nomi molto noti, a danno del buon impiego di mezzi.


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Ho disposto subito per l'attuazione di tali direttive sulla fronte del Kenja, dove il nemico ha forze più che quadruple delle mie e dispone di mezzi meccanizzati che io non ho ed ai quali non posso opporre alcuna arma specificatamente idonea. Dei provvedimenti presi ho già riferito con foglio 02/8758 in data 30 dicembre 1940. Nei riguardi della fronte del Kenja, è doveroso rilevare come il Comando Superiore ammetta ora (sia pure per solo inciso al capo III, lettera b, ultima frase) che sulla fronte del Kenja l'attacco principale possa essere condolio tra Mandera e Lago Rodolfo. E allora riesce difficile a spiegarsi perché - ammesso che il nemico abbia ne~ Kenja 100.000 uomiru, ammesso che possa attaccarci a fondo, ammesso pure che, «se noi fossimo sfondati dall'attacco nemico ... perderemmo progressivamente-tutto l'Impero» - lo scacchiere sud sia lasciato in tanta inferiorità di forze e di mezzi, a tutto vantaggio (a mio avviso sproporzionato) dello scacchiere nord. Sorge così spontaneo il dubbio che il Comando Superiore non abbia tenuto conto delle possibilità che, con l'inferiorità tanto marcata delle forze nostre a sud, lo sfondamento tanto temuto a nord possa invece avvenire, con maggiori ragionevoli probabilità, proprio a sud. Dubbio tanto più fondato se ba consistenza l'ipotesi del Comando Superiore che l'attacco alla fronte sud possa precedere nel tempo l'attacco nord (capo li, n. 2). Sulla fronte Sudan invece non ho ancora introdotto sostanziali mutamenti nello schieramento, sia perché tra Lago Rodolfo e Nilo Azzurro più che al nemico esterno occorre ora fare fronte alla rivolta interna che quale scaltra avanguardia nemica tende, sia pure con non grandi forze ad interromperci la comunicazione vitale Bonga-Magi; sia perché su tutta la fronte siamo in condizioni di terreno vantaggioso rispetto alle possibilità di impiego di mezzi meccanizzati. Richiamo però l'attenzione sul fatto che, mentre il Comando Superiore valuta che tra Lago Rodolfo e Nilo Azzurro il nemico abbia circa 5.000 uomini, qui ne risultano invece almeno 13.000 (e cioè 1.000 regolari del IV btg. K.A.R. a Lokintang, 5.000 irregolari e fuorusciti amara lungo il confine, 7 .000 più indietro tra Kosti e Sennar). A conclusione di questo primo argomento, rinnovo la richiesta già fatta con foglio 02/8576 in data 24 dicembre u. s. della urgente necessità di avere l'assegnazione o di due brigate coloruali o di almeno 6 battaglioni cc.nn ..

Il provvedere sotto pressione degli avvenimenti sarà più oneroso, più pericoloso, forse tardivo. b) La seconda parte invece del foglio 335720 consiste nella valutazione del-

la situazione presente, delle previsioni per l'avvenire, del conseguente progetto di contegno nostro.


f 250

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

II. - Questa seconda parte mi sembra informata talora ad un eccessivo pessimismo, tal altra ad eccessivo ottimismo; tutto subordinato a due preoccupazioni, che vincolano sensibìlmente l'azione militare e anche politica. Cercherò di esporre in particolare questa mia interpretazione. a) Non riesco anzitutto a condividere la convinzione espressa nelle diretti-

ve che qualora il nostro fronte - e specialmente quello nord - sia sfondato, tutto sia perduto e destinato a crollare. Abbiamo anche sugli altri fronti buoni comandanti e buone truppe da battaglia. Ci sono nell'Impero estese e prospere regioni, nelle quali vivono popolazioni numerose, laboriose, tranquille perché ricche, abbastanza legate a noi - sia pure in parte da poco tempo - perché abbiamo assicurato loro benessere e tranquillità; popolazioni che ben sanno quanto dovrebbero attendersi da un ritorno del Negus. Tali sono le popolazioni della vecchia Eritrea e della vecchia Somalia e credo parte di quelle dell'Harar: tali ritengo le genti Galla e Sidama (Sidama, Ometo, Gimma, Gore, Uollega, Beni, Sciangul, Lieca). Perché non avere in esse alcuna fiducia ed essere invece disposti ad abbandonarle senz'altro per auto-assediarci in ridotti più o meno estesi, simili ai tanto deprecati presidi? b) Trovo invece eccessivo ottimismo allorquando -

ammesso che molte truppe siano così poco fidate come le ritiene il foglio n. 335729 (capo IV, lett. d, ultime righe); ammesso che le popolazioni siano così poco sicure come è detto al capo VI, comma 2° ; previsto che le truppe, come viene prescritto, debbano impegnarsi a fondo - si ritiene possibile che queste truppe possano poi raccogliersi nei ridotti di ciascun scacchiere, ridotti che per lo scacchiere sud sono previsti dal foglio 335720 a non meno di 250-300 km. dal presumibile terreno della battaglia a fondo; e che le bande irregolari (di popolazioni di cui non ci si fida) possano restare a battagliare per noi fuori dei ridotti.

L'esperienza di tutte le guerre passate e for e anche di quella presente in Francia, in Albania e in Africa Settentrionale, dice che le truppe che ripiegano dopo combattimento in campo aperto non sono in grado di fermarsi e svolgere efficace difesa, specialmente contro un nemico più celere, se non esiste già una sistemazione difensiva almeno embroniale in atto, ma soprattutto se non vi sono altre truppe fresche già in posto, attorno alle quali le prime possano riannodarsi. Ora queste condizioni non possono, in quelle attuali, ottenersi per questo scacchiere, che dispone di pochissime forze per la battaglia e per l'ordine interno, e che non dispone di truppe per i ridotti.


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e) Prima preoccupazione delle direttive in argomento benché non espressa esplicitamente, appare quella della sorte della popolazione nazionale. Questa preoccupazione è da tutti noi naturalmente e perfettamente compresa: però mi sembra che sia da chiarirsi bene che la popolazione nazionale non sotto le armi è divisa nettamente in due categorie: uomini, che tutti indistintamente, opportunamente raccolti, possono e debbono concorrere alla difesa mobile èd in posto: li abbiamo tutti appositamente dotati di un'arma ed è stata creata una apposita organizzazione, la Milizia Speciale; donne e bambini, che devono essere raccolti in zone dove sicuramente nulla abbiano da temere dalle popolazioni locali (zone cioè dove il nemico se vi giungesse, giungerebbe da «nemico regolare» e non quale selvaggio ribelle) ed abbiano possibilità di ricovero e di nutrimento. A me pare che siano adatte le zone: per la parte nord dell'Impero, l'Eritrea, ove del resto già sono; per la parte centrale e meridionale, la Somalia tra il Villaggio Duca degli Abruzzi ed il mare, dove (a quanto mi ha accennato l'Ecc. l'Alto Commissario Gasparini) il nutrimento sostanzialmente non man·cherebbe e dove, per dati altrove uditi, non riuscirebbe difficile un alloggiamento «di guerra». Se si viene in tale ordine di idee, il provvedimento è da attuarsi, a mio avviso, subito: attuato ora, il concentramento potrebbe essere compiuto con calma ed ordine: imposto dall'urgenza, potrebbe diventare tragico. Per quanto riguarda questo scacchiere, riterrei molto utile anche per esso l' adozione di un tale provvedimento: se non si addivenisse, provvedereio stesso .ad un graduale concentramento di donne, bambini e invalidi a Uondo, Soddu, Gimma, Ghimbi, dove la popolazione locale, è da ritenersi non farebbe del male anche in caso di rovesci militari. Resterebbe però sempre il pericolo delle infiltrazioni di altri elementi più sanguinari ed il peso, influenzante in modo sfavorevole le operazioni ed il morale dei combattenti padri, mariti, figli, fratelli, di queste donne e di questi fanciulli lasciati in zone non perfettamente sicure. d) L'altra evidente preoccupazione è quella di conservare nella sua attrezzatura attuale, ad ogni costo, Addis Abeba. È essa che deve aver suggerito il concetto di una difesa dell'Impero frazionata. In applicazione di questo concetto, ad un accentramento strettissimo di tutto - quale è tuttora in vigore e contro il quale da tempo ho subordinatamente spezzato molte lance, vedendone ogni giorno tutto il danno militare, politico, economico - si verrebbe a sostituire improvvisamente, nel momento del maggior pericolo, quando più utile sarebbe un'azione unitaria di comando, quasi un (absit injuriia verbis) «si salvi chi può».


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Ciò mentre tutti sappiamo che nessuna delle regioni dell'Impero (neanche questa, che è notoriamente la più ricca di risorse) può vivere, combattere, resistere da sola. Ora Addis Abeba - centro di figura geometrica, centrale di comando, ma anche centro di una regione che per ora poco produce e che è permanentemente minacciata da una popolazione poco fidata, esterna ed interna, agglomerato urbano che racchiude un eccesso di donne e bambini - una volta sistemata a ridotto avrebbe i giorni della sua sopravvivenza stabiliti dal numero di razioni accantonato in precedenza. Mentre da altra parte sottrae un rilevante numero di battaglioni, di armi e di mezzi, che a mio avviso potrebbero più utilmente venire impiegati nel complessivo sistema militare dell'Impero; se non erro, oggi per Açldis Abeba sono impegnate forze pari alla metà di quelle dello scacchiere sud, che deve difendere un territorio più grande dell'Italia, con 1.800 km. di frontiera, con 120.000 nemici di fronte a sé, che ha anch'esso le sue agitazioni interne. Non mi sfuggono le considerazioni politiche, ma se si avverassero le previsioni disperate del foglio 335720, si sarebbe obbligati a superare queste ed altre considerazioni non strettamente militari. Stando così le cose, mi pare convenga esaminare la possibilità di prevedere lo spostamento tempestivo ed ordinato da Addis Abeba, di quanto si penserebbe di tenere custodito nell'ultimo ridotto costituito dall'attuale cinta di sicurezza, in località meno minacciata e mantenendo soprattutto il Comando Superiore libero da ridotti e da cinta: Addis Abeba potrebbe allora, come anello del più vasto ed unitario sistema militare, essere tenuta a difesa da ben minori truppe, e cioè senza essere di peso eccessivo pel resto della difesa dell'Impero. III. - Dopo tutto quanto sopra, mi si chiederà forse come io veda invece la soluzione del problema. Sono decisioni queste da lasciarsi a chi ha tutti gli elementi e la responsabilità e che conosce a fondo le direttive impartite o sanzionate dallo Stato Maggiore Generale: io non posso che adombrare concetti, non definirli pienamente. A me insomma sembra - e so di non dire nulla di nuovo - che geografia, storia, politica, etnografia, stiano ad indicare che l' Impero ha due grandi centri di gravità, due grandi fronti: uno settentrionale (Eritrea ed Amara Settentrionale): uno meridionale (Harar, Galla e Sidama, Somalia). Lo Scioa resta un pò a sé ma tutto considerato gravita in buona parte verso il blocco meridionale. Ammesso questo, anziché prevedere un impiego delle forze frazionate all'estremo ed una difesa fratturata in otto o dieci ridotti


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isolati, io vedrei tutte le forze ed i mezzi disponibili articolati in due grandi frazioni di esercito, una settentrionale ed una meridionale, ambedue col compito di combattere ad oltranza il nemico esterno, soprattutto con il movimento e con la manovra, sfruttando al massimo il terreno e gli ostacoli naturali, senza abbandonare (e senza cioè far passare dalla parte del nemico esterno od interno) le popolazioni che ci sono fedeli. L'idea di abbandonare volontariamente territori ricchi e fedeli apparve già in passato: ho avuto occasione di dimostrarne i più gravi inconvenienti in un promemoria al Capo di Stato Maggiore del Governo Generale [foglio 02/1441 in data 5 aprile u .s.; che allego in copia (I)]. IV. - Non posso nascondermi, con mia grande preoccupazione, che col foglio 335720 si dichiara che, anche nella migliore delle ipotesi, avremo soltanto «qualche mese di respiro>> in modo «di arrivare forse alla stagione delle pioggie». Ma che avverrebbe dopo? Se così fosse, l'Impero sarebbe in uno stato preagonico, lasciandone passivamente e fatalmente determinare la durata dai quantitativi di derrate da raccogliersi nei ridotti e dalla iniziativa del nemico esterno ed interno. Ma questa passività, che non mi sembra ammissibile, abbrevierebbe anche la fine . Chiudersi nei ridotti, significherebbe rinunciare ai raccolti della prossima stagione, rinunciare a mantenere efficiente una preziosa rete di comunicazioni, rinunciare quindi fin d'ora ai rifornimenti dall'una all'altra regione perché ciascuno dovrà provvedere subito ad ammassare per proprio conto quanto più possibile di derrate e di altri mezzi. V. - Nella situazione attuale, salvo nuove direttive, mi proporrei di attuare nello scacchiere sud, quanto segue: · a) predisposizione a Uondo, Gimma, Ghimbi e forse anche Soddu - com-

patibilmente con i mezzi, col personale e col tempo disponibile - di qualche sistemazione difensiva che dia qualche sicurezza contro colpi di mano alle principali scorte di derrate, carburanti, munizioni, mezzi di ogni genere: tali lavori hanno già avuto inizio; b) graduale concentramento di donne e bambini se non venissero inviati in Somalia: anche questo provvedimento ha avuto un qualche inizio di attuazione con lo sgombero di Neghelli; e) combattere il nemico il più a lungo possibile in campo aperto, cedendo

volontariamente il meno possibile di territorio; (i) Omesso.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

d) resistenza manovrata fino all'ultimo, con l'appoggio delle popolazioni

fedeli, dei maggiori fiumi, delle foreste, della guerriglia; e) ad ogni modo, se la sorte delle armi dovesse esserci avversa, piuttosto pieno sbaraglio in campo aperto che non mortificante ricovero ed inevitabile capitolazione in un ridotto, senza alcuna speranza di ripresa e di soccorso. Ed in questo credo di essere fedele interprete del sentimento di queste truppe, che conservano intatta la fiducia nella vittoria finale delle armi nostre, dell'Impero agli ordini dell'Altezza Reale il Duca d'Aosta e dovunque sventoli la nostra Bandiera. Il Comandante Scacchiere Sud Gen. Pietro Gazzera


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DOCUMENTO

N. 99

COMANDO SCACCHIERE NORD STATO MAGGIORE 01149/0p.

8 gennaio 1941

Oggetto: Direttive per la difesa dell'Impero. Al Comando Superiore FF. AA. dell'A.0.1. Stato Maggiore - Ufficio Operazioni

Addis Abeba

Mi riferisco al foglio 335270 del 24 dicembre u.s .. Le direttive in esso tracciate per la difesa dell'Impero trovano la mia completa adesione, non solo, ma corrispondono a provvedimenti da tempo in corso di attuazione nel mio scacchiere. Il progressivo addensarsi di forze nemiche, ha determinato un mutamento nel concetto iniziale della battaglia sulla fascia di frontiera; esso venne sostituito da quello di sottrarre la massa dei reparti, scarsi - per non dire privi - di mezzi meccanizzati, alle conseguenze di un potente urto iniziale. Da ciò un graduale ed oculato alleggerimento di forze e di mezzi sulla linea marginale di frontiera e conseguente rafforzamento d'ei nuclei di manovra retrostanti. Tale alleggerimento è già in corso (Cassala, Serobatib, Adardè) ed, a seconda delle circostanze, sarà continuato, se necessario. Il problema della difesa arretrata, già preso in esame nel mese di novembre e successivamente sviluppato e perfezionato, venne reso noto nelle linee generali a codesto comando con i fogli 016084 del 27 novembre e 016921 del 3 dicembre. ERITREA La linea esterna e i capisaldi del ridotto sono allegati nel lucido allegato 1 <1>. L'ala destra, sbarrando gli accessi dalla costa all'altopiano, si appoggia al mare sul torrente che sfocia a Marsa Cuba. L'ala sinistra deve invece appoggiarsi a Biacundi, sul Setit, almeno fino a quando non saranno decise le sorti dei presidi dell'Uolcait. In seguito, se le minacce da oltre Setit (I) L'Ufficio Storico dello S.M.E. non è in possesso dei lucidi e schizzi cui fa riferimento il presente foglio.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

fossero incalzanti, la linea esterna del ridotto, dal M. Doborò sul Gasc, dovrebbe ritrarsi a sinistra fino al ponte di Mai Timchet sul Tacazzè ove esiste un ridotto già presidiato. Lo schizzo allegato 2 indica la cintura del nucleo centrale intorno ali' Asmara, e l'allegato 3 il fronte a terra, esterno, della piazza marittima di Massaua. Reparti nazionali ed aliquote genio stanno lavorando per l'apprestamento dei capisaldi del ridotto; le artiglierie assegnate, come prima imbastitura della difesa, sono già in posto (allegato 4). Le interruzioni stradali e gli sbarramenti sono già a buon punto: per il 20 gennaio saranno completi con la posa in opera di oltre un migliaio di mine (allegato 5). AMARA

Linea esterna e capisaldi del ridotto (vedi allegato 5). I lavori per la sistemazione difensiva del ridotto sono in corso.L'Amara beneficia di un'organizzazione difensiva preesistente, per il nucleo centrale Azozò-Gondar, che viene ora riveduta e migliorata nel dettaglio (allegato 6). Le interruzioni stradali, sia disposte dal Comando Superiore genio, sia attuate direttamente, risultano dall'allegato 7. In corso d'attuazione altre previdenze di minor conto per la difesa e quelle riguardanti la popolazione nazionale dispersa sul territorio. Generale di Corpo d'Armata Comandante lo Scacchiere Nord Luigi Frusci


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DOCUMENTO

Tele 50IS

Da Supercomando A.O.I. At Comando Supremo

N. 100

11.1.1941

Addis Abeba Stamage

11 gennaio ore 16 I.I Da Gallabat at Monte Maman ho a stretto contatto circa 60.000 inglesi divisi in due masse l:I massa sud 20.000 uomini gravitanti su Gallabat I .I Massa nord orientata su Agordat I .I A Gallabat potrei resistere ma malaria decima truppe I ,I perciò le ripiegherei gradatamente su Ammanit fra Celga et Metemma I .I Ripartizione massa nord fa chiaramente intuire intenzione nemico aggirare nostre ali puntando per Tessenei su Azbi et da Monte Maman su Cherù per poi proseguire su Agordat I .I Terreno piatto I ,I unito I ,I facilita manovra del nemico prevalentemente motorizzato che boscaglia copre senza ostacolare I.I Data ampiezza fronte ho fin qui tenuto mie forze divise in nuclei di qualche battaglione su principali linee irruzione ma essi erano soggetti avvolgimento con grave pericolo essere battuti isolatamente I .I Ho pertanto fatto ripiegare massima parte forze sulla fronte bivio est Tessenei-Sabderat-Cherù il che importa in tempo più o meno vicino abbandono Cassala- Tessenei I.I Su questa linea potrei accettare battaglia con non molta probabilità vittoria l;I se battuto non escludo di dover ripiegare su Cheren abbandonando parte occidentale Eritrea I.I Da punto di vista esclusivamente militare converrebbe considerare linea Tessenei-Sabderat-Cherù come posizione intermedia transito per ripiegare sulla linea Agordat-Barentù ove terreno limitando azione automezzi ci darebbe maggiore probabilità di vittoria I .I Ma questa soluzione importa il gravissimo inconveniente dell'abbandono non solo Cassala et Tessenei ma intero territorio ad ovest della linea Agordat- Barentù et il ripiegamento da Om Ager con quasi sicuro isolamento settore vecchia Eritrea da quello Amara con gravissime ripercussioni interne et soprattutto sulla situazione internazionale I: I queste sfuggono mio apprezzamento I .I Perciò prima di orientarmi su questa soluzione chiedo vostro consenso I.I Amedeo di Savoia


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LE OPBRAZIONI IN AFRICA ORIBNTALB

DOCUMENTO N. 101

COMANDO SUPERIORE FF. AA. DELL' A.O.I. STATO MAGGIORE 563287. Teleavio Promemoria per Eccellenza Luigi Frusci

11 gennaio 1941 Asmara

Trasmetto per conoscenza il telegramma mandato a Roma in merito alla situazione del vostro scacchiere. Con riserva di più precisi ordini quando sarà arrivata la risposta al te: legramma di cui sopra l'A.R. vi prega di disporre come segue: a) circa il ripiegamento di Martini su Ammanit l' A.R. vi lascia libero di

decidere secondo la situazione; b) lasciate per ora in posto i battaglioni di Mesfintò e Amba Zaul; al ri-

guardo potete fare ulteriori proposte; c) Postiglione imbastisca la difesa di posizione retrostante all'attuale che

meglio gli consenta di sbarrare la strada Om Ager Biacundi; tenga tuttavia Om Ager per coprire l'imbocco della strada di Adi Remoz fino a che non si decide lo sgombero del Uolcait; d) potete sgombrare Cassala di tutto lo sgombrabile lasciandovi però un

presidio tale da impedire un colpo di mano precedente ancora all'inizio dell'offensiva, predisponendo ogni cosa per ritirare questo presidio all'ultimo momento e in blocco. Sta bene per lo sgombero di Tesse.nei lasciando, non sulle posizioni attuali, ma oltre il paese un battaglione con compito di zona sicurezza e di osservazione; e) tenete sul fronte bivio Tessenei-Sabderat un minimo di forza' unicamente

a scopo di sorveglianza e segnalate in tempo non probabili irruzioni nemiche da questa parte; f) raccogliete tutte le altre forze in due masse; una a sud (regione ad est

di Tessenei) con compito di opporsi a un attacco nemico che proveniente da Kashm e! Girba punti in corrispondenza della Tessenei- Barentù; l'altra a nord fra Sabderat e Cherù per fermare un attacco proveniente da nord-ovest con obiettivo la strada Cassala-Agordat; g) costituite una riserva da trarsi da Agòrdat dislocandola in modo che possa

aiutare l'una o l'altra massa;


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h) sostituite le truppe tolte ad Agordat con altre prese a Cheren e tenete

la posizione di BarentĂš; i) in caso di attacco nemico non distendetevi su una fronte difensiva ma

impegnate le truppe a blocchi in controffensiva; /) questi ordini valgono in attesa della risposta di Roma; non appena questa ci sarĂ giunta e in conformitĂ del suo tenore vi daremo ordini definitivi. D'ordine Il Generale di Corpo d'Armata Capo di Stato Maggiore delle FF.AA. Claudio Trezzani


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LE OPERAZ IONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 102

COMANDO SCACCHIERE NORD Ufficio Operazioni Telegramma in partenza - Sopracifrato 06096

Comando Superiore Forze Armate

12 gennaio 1941

Addis Abeba

Ricevuto promemoria 563287 (.) Disposizioni nel quadro direttive superiori sono già in atto (.) Est doveroso però precisare che mio parere est fermo per la soluzione totalitaria che consente di sottrarre in primo tempo alla sicura gravissima usura di una battaglia in bassopiano, la maggior parte delle forze et quasi tutte le artiglierie mobili(.) Questo concetto di economia delle forze mi pare sia l'unico che consenta di «durare» in attesa di favorevoli eventi su altri teatri di operazione che possano disimpegnare l'Impero da questa crescente pressione (.) Comunque (,) il dispositivo che sto attuando deve considerarsi indispensabìle base intermedia per giungere alla soluzione totalitaria(.) Debbo però insistere sulla necessità di affrontare decisamente il problema del Uolcait che è in stretta relazione con quello di Gallabat et di Om Hager (.) Sgombero Uolcait non porterebbe a mio avviso conseguenze di eccessiva gravità et del resto est soluzione a cui prima aut poi, aut di nostra volontà aut per pressione, dovremo arrivare (.) Meglio ricuperare quelle truppe che sarebbero perdute at aggravarsi situazione specialmente se presidio Om Hager venisse premuto il che comporterebbe impossibilità rifornimenti Uolcait (.) In attesa decisioni insisto per ritiro immediato presidi Mesfintò et Amba Zaul la cui funzione nella situazione odierna non habet alcuna logica ragione di essere (.) Frusci


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DOCUMENTO N . 103

12. 1.1941

N . 5393

Da Comando Supremo At Comando Superiore N. 5393/0p.-J

Roma Aba

Ore 13.30 del 12 gennaio. Premesso che decisioni di carattere operativo devono partire da premesse et relative conseguenze di carattere strettamente militare - cioè dalle maggiori o minori probabilità di vittoria - vi prego di non preoccuparvi delle ripercussioni di carattere internazionale che potrà· avere abbandono località di confine da voi segnalate. Quanto alle ripercussioni di carattere interno, intendo sulle popolazioni locali, adottate i provvedimenti del caso la cui efficacia sarà in relazione all'andamento più o meno propizio delle operazioni militari. Venendo alla situazione approvo vostro progettatoripiegamento truppe su posizioni fra Celga e Metemma. Essenziale est conservare le truppe per il combattimento, non perderle per la malaria. Per quanto riguarda settore nord-est approvo ripiegamento su linea Tessenei-Sabderat-Cherù anche se ciò importa abbandono Cassala-Tessenei. Su questa linea impegnerete la battaglia più o meno a fondo a seconda delle circostanze di tempo, di luogo, di forze. Nella peggiore delle ipotesi battaglia ritardatrice, che dovrebbe permettervi di concentrare le forze sulla linea Agordat-Barentù dove resistenza dovrebbe farsi ad oltranza et dove, dato terreno e spazio, vi è possibilità di manovra da parte nostra e difficoltà di impiego di forze meccanizzate nemiche. Abbandonare territori est sempre doloroso, ma quando si preservano le forze vi è la probabilità di riconquistarli attraverso la vittoria; quando le forze sono menomate o sconfitte il riacquisto dei territori diventa problematico. Non bisogna dimenticare che il destino dell' Africa sarà deciso da quello che si farà in Europa e convincersi che l'Asse vincerà poiché non vi è altra alternativa. Riassumendo trovo le vostre disposizioni attuate e quelle che mi preannunciate logiche, ispirate dal buon senso et adeguate alla situazione. II compito che vi attende è arduo ma non superiore alle vostre qualità di capo e di combattente e soprattutto alla vostra volontà; alla capacità dei vostri collaboratori e al valore delle vostre truppe. Mussolini


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 104

COMANDO SUPERIORE FF. AA. DELL' A.O.I. 53 S.

Addis Abeba, 15 gennaio 1941

Oggetto: Direttive per la difesa dello scacchiere nord. All'Eccellenza il Generale Luigi Frusci Comandante dello Scacchiere nord

Asmara

e, per conoscanza All'Ecce/lenza il Generale Guglielmo Nasi Comandante dello Scacchiere est

Debra Berhan

1°- Le notizie sul nemico continuano a confermare le previsioni fin qui fatte: attacco in forze contro l'Eritrea con primo obiettivo Agordat; non si può ancora dire se questo attacco sarà preceduto, accompagnato o seguìto da altro sulla direttrice Carora - Nacfa- Cheren, probabilmente sussidiato, ad est, da altro lungo la fascia costiera. Meno decisa sembra la volontà di attacco per Gallabat su Gondar anche se le forze su questa direttrice permangono imponenti; da qualche indizio si può pensare all'intenzione di un aggiramento attraverso ali' Ermacciò. Fra queste due direttrici di attacco vi è la terza intermedia su Om Ager per quanto per ora essa appaia meno direttamente minacciosa. 2°- L'attacco più importante appare, allo stato attuale delle cose, quello del settore di Agordat e dallo schieramento avversario si può pensare ad un disegno operativo attuantesi attraverso a due tenaglie una interna all'altra. Quella più interna, che è anche la più potente, ha una branca nord partente dalla zona Serobatib-Goz Regeb -Eriba con probabile obiettivo la recisione della strada Cassala-Agordat in regione Uaccai; l'altra branca partente da Kashm el Girba e Sasareib con obiettivo la recisione, passando a sud di Tessenei, della strada Tessenei-Barentù. Dopo di ciò le due forze potranno darsi la mano a sud di Uaccai o proseguire indipendenti su Agordat e Barentù. La tenaglia più esterna, meno forte, ha le due branche partenti dalla regione Monte Maman Derudeb (a nord) e Showach (a sud) che possono con più largo giro puntare sugli stessi obiettivi Barentù-Agordat.


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3°- Restando noi nella situazione attuale si ha per certa conseguenza la caduta di Cassala e Tessenei e la cattura dopo la lotta più o meno accanita delle truppe ivi dislocate. Si impone pertanto lo sgombero di quella località. Si potrebbe ripiegare per accettare battaglia sulla linea Cherù-SabderatBivio Tessenei ma questa linea fortissima al centro ha i fianchi molto deboli, soprattutto il destro fra Sabderat e Cherù in corrispondenza del quale tutto fa credere che il nemico voglia fare lo sforzo principale. Il terreno a cavallo della cortina fra Sabderat e Cherù è favorevolissimo ai mezzi meccanizzati nemici. Perciò la posizione Tessenei - Sabderat Cherù se è migliore dell'attuale Cassala -Tessenei non si può dire certamente ottima. 4°- Molto migliore di questa appare quella retrostante Cherù-AlghedenAicotà che non solo è molto meno estesa (circa la metà) ma ha il grande vantaggio di mandare completamente a vuoto la mossa principale nemica (Serobatib Uaccai); di evitare tutto il terreno di facilitazione per il nemico (fra Cherù e Sabderat); di svolgersi quasi ovunque in terreno a rilievi montuosi mentre alla sua estrema sinistra l'aggiramento è meno facile potendosi appoggiare attraverso al Gasc di Gabiscialai. 5°- Vi prego pertanto disporre per un ordinato ripiegamento delle vostre forze sulla posizione di cui sopra (capo 4°). È inutile che richiami la vostra attenzione sul grosso pericolo che questo ripiegamento può correre per opera di una offensiva nemica da Serobatib su Uaccai che taglierebbe fuori le truppe di Cassala e Sabderat; bisogna pertanto sbarrare fortemente questa direttrice. Ciò fatto il presidio di Cassala potrà fare uno sbalzo autocarrato su Cherù; dopo potrà ripiegare Tessenei, dopo ancora Sabderat e per ultima la cortina difensiva di M . Tellai. 6°- Occupata la linea Barca -Carcoè-Cherù-Algheden-Aicotà la nostra situazione sarà notevolmente migliorata e potremo attendere gli eventi e giudicare se ci convenga accettare su di essa (cosa che mi sembra più conveniente) la battaglia oppure ripiegare ancora sulla linea Agordat - Barentù. 7°- Ad ogni modo, nei riguardi di quest'ultima, considerate il pericolo di una irruzione nemica in regione del Tarchinà (nord di Barentù) che tagliando Barentù da Agordat elimina il sistema difensivo per creare due capisaldi isolati in condizione di non potersi reciprocamente aiutare. Per avere un sistema è indispensabile la libera percorribilità della strada Agordat-Barentù; perciò la battaglia dovrebbe essere impegnata sulla linea: alture a nord di Agordat-Ocherè-Uadei-Ceref- Logodat-Curcuggi con un raddoppio da Logodat alle alture a sud di Barentù .


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTAlE

Ad ogni modo quanto è detto ai paragrafi 6° e 7° ha un puro valore orientativo restando fermo che, per ora almeno, la parte esecutiva si limita al ripiegamento ed alla occupazione della linea Barca-CherùAicotà (vedi capoversi 6° e 5°). 8°- Resta la questione Om Ager e di riflesso l'occupazione del Uolcait; a me sembra che, per ora almeno, anche con il ripiegamento sulla linea CherùAicotà non si imponga il ripiegamento da Om Ager su Biacundi e, di conseguenza, l'abbandono del Uolcait che importerebbe la recisione in pieno della strada Tacazzè-Gondar ed il netto isolamento fra Eritrea ed Amara. So che di massima non siete di questo parere e che propendete per un abbandono completo di Om Ager e Uolcait. Desidero avere conferma di questa vostra concezione e conoscere le ragioni che la suffragano. In base ad esse mi riservo di decidere. Per ora ad Om Ager (salvo arretramenti tattici) e nel Uolcait lasciate le cose come si trovano. 9°- Resta confermata l'autorizzazione dello sgombero, da farsi con grandissima oculatezza, di Gallabat e Metemma per occupare le posizioni di Ammanit.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale dell'A.0.l. Comandante Superiore della Forze Armate Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO

N. 105

COMANDO SCACCHIERE NORD Ufficio Operazioni Telegramma in Partenza 01563/0p.

At Comando Superiore Forze Armate

16 gennaio 1941

Addis Abeba

06133. Rispondo al foglio 53 S. (.) Inizio i movimenti per assumere lo schieramento sul fronte CherùAicotà secondo Vostre direttive(.) Prevedo esecuzione in 8 giorni salvo disturbi avversario(.) Invierò con aereo di venerdi schema dei movimenti predisposti(.) Riservami comunicazioni per ripiegamento Metemma ancora in studio(.) Per quanto riguarda questione Uolcait confermo necessità sgombero per seguenti ragioni (:)

Primo

(:) Funzione militare dei presidi Uolcait nell'attuale situazione est assolutamente negativa (.)

Secondo(:) Immancabili riflessi dei ripiegamenti in corso accentueranno pressione ribelli rendendo precaria situazione presidi stessi (.) Terzo

(:) Presidio Om Hager con nuovo schieramento rimane eccessivamente isolato et, gravitando sulla stretta di Laebà non può assicurare sicurezza comunicazione per Uolcait che si biforca a ovest della stretta stessa (.)

Quarto (:) Rifornimenti Uolcait saranno difficoltosi se non impossibili et certamente sottoposti a crescenti insidie (.) Quinto (:) Non est perciò da escludersi onerosissimi rifornimenti aerei(.) Sesto

(:) Se pressione nemica dovesse farsi sentire su Om Hager sgombero Uolcait sarebbe irrimediabilmente compromesso con sicura perdita battaglione nazionale, artiglierie et buona parte coloniali.

Settimo (:) D'altra parte non est detto che sgombero Uolcait favorisca Inglesi che probabilmente troverebbero resistenza in quelle popolazioni.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Ottavo (:) Col mantenimento Uolcait non si assicura neppure indirettamente protezione strada Tacazzè-Gondar che può essere facilmente insidiata dall'Ermacciò et Quollo Vogherà da dove più agevolmente si può raggiungere predetta comunicazione (.) Nono

(:) Per quanto riguarda sicurezza della strada Tacazzè-Gondar est più facile conseguirla con protezione diretta rinforzando presidi còn truppe che si ricuperano da Uolcait (.)

Comunque provvedimento può essere attuato dopo perfezionamento nuovo schieramento et cioè fra una settimana quando percepiremo prime reazioni nostro ripiegamento (.) Insisto però per immediato ritiro presidi Amba Zaul et Mesfintò (.) Frusci


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DOCUMENTO N. l 06

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL'A.0 .1. Oggetto: El Uach - deficienze e provvedimenti N. 44 S.

Addis Abeba, 26 dicembre 1940

Al Comando Supremo - Stato Maggiore Generale

Posta Militare

Ho attribuito all'azione che portò alla perdita di El Uach una notevole importanza non per il fatto in sé e per sé che resta nei limiti di un normale episodio, ma perché esso ha permesso di constatare alcune gravi deficienze di comandanti che non sono occasionali e fortuite, ma investono tutta la loro azione di comando. Le notizie sugli avvenimenti di El Uach e sopratutto sulle sue conseguenze mi giunsero così tardive, incerte, confuse che per avere una nozione precisa della situazione dovetti prima mandare laggiù un ufficiale del mio stato maggiore ed in seguito andarvi io in persona. Solo attraverso lunghi interrogatori potei farmi una opinione oltre che dei fatti anche delle deficienze di comando da parte del Generale Pesenti e di alcuni suoi dipendenti. I. I FATTI Il nemico attaccò El Uach alle 6,30 del 16 c.m. non di sorpresa perché notizie dell'attacco erano giunte al presidio fin dalla sera prima.

L'attacco fu condotto su due colonne motorizzate, una della forza accertata di due battaglioni una batteria e venti carri, l'altra presumibilmente di forza identica, entrambe agli ordini del Generale inglese Dickinson comandante la 2a Divisione su-africana. Si svolse non frontalmente da ovest verso est ma contro il nostro fianco sinistro da sud-ovest a nord-est. Ad El Uach vi erano: il 191 ° battaglione coloniale - comandante il Maggiore di complemento Saviotti;

-

il 1° gruppo bande dubat (meno due sottogruppi) - comandante Capitano Sbicego; il gruppo bande di confine agli ordini del Commissario di Governo Berardelli; 3 batterie di cui due da posizione (70/ l 5 affusto rigido) ed una da 65/ 17 cammellata. (Dall'ultima situazione mandata dal settore ne risultano 2).


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Il 191 ° aveva dato da un paio di giorni il cambio al 73° battaglione coloniale. Sul posto si trovava (e l'ho saputo solo in seguito) il colonnello Garino comandante della 92a brigata da cui dipendono i due battaglioni coloniali che si erano scambiati in quei giorni. Pel fatto della sua stessa presenza il Colonnello Garino diventò al momento dell'attacco comandante della difesa. L'attacco fu preceduto dall'irruzione di 40 carri armati che, non avendo noi armi anticarro e non potendo impiegare le batterie perché i carri avanzavano coperti dalla boscaglia, ebbe subito un facile successo. Due compagnie del 191 ° (estrema sinistra della difesa) nel timore di essere tagliate fuori dalla strada di Bardera ripiegarono lungo questa strada scoprendo lo schieramento delle batterie sulle quali puntò l'attacco nemico. Qui la lotta si svolse accanita fino al pomeriggio, quando gli artiglieri, tolti ai pezzi gli otturatori, ripiegarono col resto delle truppe in direzione di Lugh Ferrandi essendo in mano al nemico la strada di Bardera. Il nemico si fermò ad El Uach e le nqstre truppe non mantennero il contatto come prima mi era stato assicurato. La cosa si può spiegare col fatto che nella regione non vi sono che pochissimi posti di acqua per cui non potendo rioccupare il primo di essi (El Uach) bisognava ripiegare sul secondo lontano molti chilometri, e poiché questi era insufficiente, su quelli retrostanti sempre più lontani. Le nostre perdite finora accertate furono: tre ufficiali del 191 ° battaglione ed un subalterno di artiglieria, due sottufficiali e due militari nazionali, 200 militari coloniali fra morti e dispersi, 12 pezzi (8 da 70/15 e 4 da 65/17) senza otturatori, una stazione radio R.F.O.C. 15 Watt, più munizioni e viveri in quantità non ancora accertate . . II. LE DEFICIENZE DI COMANDO Posso così ricostruirle sulla base di quanto ho personalmente constatato e di quanto mi riferì un mio ufficiale mandato a Bardera ed a Lugh Ferrandi. a) Sembra che le truppe ed i comandanti in sito fossero genericamente orientati all'idea di non dovere opporre tenace resistenza in posto ma di dovere, sotto la pressione soverchiante nemica, cedere terreno fino alla linea del Giuba su cui si doveva resistere ad oltranza. Ma ordini precisi in materia il Generale Pesenti non aveva dato . Nasce così il dilemma o si intendeva ripiegare sul Giuba, ed allora le forze di El Uach, sopratutto in artiglierie, erano eccessive; una banda irregolare era sufficiente;


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o si intendeva opporre accanita resistenza ed allora bisognava precisare ben chiaramente questo intendimento in modo che non fosse possibile dubbio alcuno; b) circa il modo con cui fu condotto il combattimento dai comandanti in posto: Col. Garino, Magg. Saviotti, Capitano Sbicego, Commissario Berardelli e Comandante dell'artiglieria mi riservo di giudicare e provvedere in seguito quando questi ufficiali potranno essere interrogati in modo specifico; c) circa gli avvenimenti successivi è emerso: che il Comandante il Sottosettore Alto Giuba (Gen. Carnevali) e dello scacchiere Giuba (Gen. Pesenti) restarono pressoché al buio degli avvenimenti per più giorni. È bensì vero che perduta la radio di El Uach unico mezzo per trasmettere notizie era il porta ordini e che le distanze da El Uach a Bardera ed a Lugh Ferrandi (le due più vicine sedi stazioni radio) vi sono rispettivamente 160 e 200 km. in linea d'aria, ma ciò non toglie che si dovesse mandare da Bardera pattuglie ufficiali in autocarro. Queste furono mandate ma con molto ritardo ed incertezza, tanto che riportarono notizie molto vaghe ed inesatte. Era evidente che non avendo notizie il Comandante dovesse andare sul posto a cercarsele, ma né il Comandante di Sottosettore (Carnevali) né quello del Settore (Pesenti) sentirono questa necessità. Il Carnevali scusabile perché in quei giorni era degente per un acuto attacco di malaria ma il Pesenti non ha attenuante alcuna. Poteva in un'ora giungere in volo a Bardera ed in meno di due ore a Lugh Ferr.andi, e non si mosse, da Mogadiscio; privo di notizie e preoccupato da una situazione che in primo tempo immaginò più grave di quanto fosse, il Generale Pesenti non seppe fare di meglio che chiedere consiglio a questo Comando proponendo di raccogliere le forze, che supponeva in ritirata da El Uach su Bardera, (mentre al contrario il grosso si ritirava su Lugh Ferrandi) a Sidimo (120 km. dietro) e a Fafadum (a sud-ovest di Sidimo) quello di Gherille che non erano state attaccate. Emerge pertanto a carico del Generale Pesenti: prima dell'attacco: cattiva dislocazione delle forze, mancanza di ordini precisi ad esse; assenteismo per la loro situazione tanto vero che in questi sette mesi non fu neanche una volta ad El Uach; dopo l'attacco: ignoranza della situazione; provvedimenti, ispirati ad una impressione su di essa troppo pessimista; contegno personale passivo o quasi rassegnato non avendo sentito la necessità di avvicinarsi alle sue truppe per orientarsi, decidere, rinfrancare, comandare;


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

senso generico di sfiducia circa le sorti della lotta che da un giorno all'altro può essere duramente impegnata nel suo settore. In conseguenza ho deciso: di togliere il comando del settore al Generale Pesenti e di rimpatriarlo e di sostituirlo con il Generale De Simone. Questi come è noto, non è privo di lati negativi ma è indubbiamente personalmente coraggioso, dinamico, instancabile, energico fino alla rudezza. È ambizioso ed anela ad una rivincita per lo smacco personale subìto nel Somaliland. D'altra parte è il migliore di quelli sui quali posso disporre qui nel momento attuale; né posso richiedere un ottimo Comandante in Italia perché se anche mi fosse concesso - e ne dubito - giungerebbe qui solo fra qualche tempo mentre la situazione in corrispondenza del Giuba è tale da fare prevedere un urto a fondo - obiettivo Chisimaio - da un giorno all'altro. Come ho accennato prima, le deficienze di comando non si limitano al Generale Pesenti; sono chiare anche nel Generale Carnevali, nel Colonnello Garino o nei loro dipendenti. Non appena mi giungeranno dall'Italia gli altri tre colonnelli da tempo richiesti e sollecitati provvederò a sostituirli salvo ulteriori provvedimenti ad indagini compiute.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale dell'A.0./. Comandante Superiore delle Forze Armate F. to AMedeo di Savoia


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DOCUMENTO N. 107

SUPERMARINA Prot. n. 205/SRP

4 gennaio 1941-XIX

Segreto - Urgentissimo Oggetto: Sgombro merci e combustibili da Chisimaio.

Al Comando Supremo

Stamage

È pervenuto da Marisupao Massaua il seguente telegramma: «3.1.1940 - n . 52705 - Decifri da solo - Stato Maggiore ha ordinato sgombro da Chisimaio materiale merci et combustibile alt In atto ritiro nafta Pensilvania alt Previsto successivamente ritiro combustibile R.M. alt Lentezza trasporti lascerà contare sufficiente residuo combustibile per eventuale rifornimento alt Prego comunicare vostra decisione per prospettare Stato Maggiore prima di iniziare trasporto materiale R. Marina - 163003». Non si hanno elementi per giudicare la situazione, però si deve far presente che Chisimaio è l'unico porto a mezzo del quale si possa ancor sperare di far pervenire qualche rifornimento all'Impero. Inoltre sulla base navale di Chisimaio conta molto la Marina Tedesca per lo sviluppo delle sue operazioni di corsa nell'Oceano Indiano. Pregasi codesto Stato Maggiore Generale di voler comunicare con cortese urgenza le proprie direttive al riguardo, prima di dover rispondere a Marisupao di dare senz'altro esecuzione agli ordini ricevuti.

Il Capo di Stato Maggiore


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 108

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE Telegramma in partenza N. 516210p.

4 gennaio 1941-XIX - Ore 21.15

Per Supercomando A.O.I. (Cifra-Radio)

PER IL VICERÉ I.I

Risulta che est stato ordinato sgombero Chisimaio materiali I,/ mezzi et combustibili I.I Ordine dato est certamente in relazione a una situazione che prego farmi conoscere I .I

Mussolini


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DOCUMENTO N. 109

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL' A.O.I. N. 48 S.

Addis Abeba, 5 gennaio 1941-XIX

Oggetto: Sgombero di Chisimaio

Al Comando Supremo - Stato Maggiore Generale

Roma

Rispondo al 5162 Op. del 3 c.m. Credo che le spiegazioni che mi chiedete col telegramma 5162 vi siano ormai giunte attraverso le direttive per la difesa dell'impero che vi ho mandato con mio 45 S. del 30 dicembre. Ad ogni modo a seguito e complemento di esse comunico quanto segue. Allo scoppio .delle ostilità si trovavano o si rifugiarono nel porto di Chisimaio 15 navi (10 italiane - 4 tedesche - 1 jugoslava). Data la nostra grande necessità di materiali ho fatto da tempo riconoscere il carico di questi piroscafi per constatare se in essi vi fossero merci utili per la difesa dell'impero. E così si accertò che, oltre a materiali vari in parte inutili ed in parte utili, vi erano a bordo della nave cisterna Pensilvania circa 8.000 tonnellate di nafta per caldaie di piroscafi. Prelevati i campioni e fatte le analisi si vide che questa nafta miscelata con benzina poteva trasformarsi in ottimo gasolio. Ne veniva che utilizzando il carico del Pensilvania la nostra disponibilità di carburante risultava aumentata di circa 8.000 tonnellate. Ma il carico del Pensilvania era ipotecato per eventuali rifornimenti per conto della R. Marina. Mi rivolsi pertanto fin dall'ottobre u.s. all'Ecc. Badoglio chiedendo di poter devolvere l'uso della nafta del Pensilvania ai bisogni dell' impero. Dopo un certo tempo, 14 novembre, l'autorizzazione mi fu concessa e diedi ordini per il trasporto della nafta in parte su Mogadiscio via mare, ed in parte su Addis Abeba, via terra. Mentre mi accingevo al lavoro arrivò il noto piroscafo giapponese e poiché il carico di esso era per noi più prezioso, fu sospeso lo scarico del Pensilvania per dare ad esso la precedenza. Messo in salvo questo materiale si iniziò lo scarico del Pensilvania ed ho ordinato fin dal 13 dicembre u.s. che esso procedesse nel modo più rapido possibile sia per poter al più presto usufruire del carburante, sia per metterlo al sicuro da possibili bombardamenti nemici dal cielo e dal mare, sia infine perché non era da escludere un attacco in forze su Chisimaio. A questa ipotesi mi richiamo oltre che nelle direttive prima citate anche nel foglio col quale espongo le ragioni che mi hanno indotto all'esonero dal comando del Generale Pesenti.

LO. Le O;,e,azioni in Afric3 OricnMle . Voi. Il


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Allo stato attuale la situazione di fronte al settore Giuba è questa: è certo che il nemico sta schierando forze considerevoli sul basso fiume Tana traendole dalle unità schierate fra lago Rodolfo e Waijr fronte nord; che lavora attivamente a riattare la carovaniera Garissa Liboi; che ha sgomberato le popolazioni in corrispondenza di Chisimaio. Aggiungasi, prova indiretta, che il nemico non ha mai bombardato Chisimaio come agevolmente avrebbe potuto fare. Queste le ragioni che mi inducono a credere ad un attacco contro Chisimaio che, riuscendo, avrebbe per il nemico questi, notevoli vantaggi: -

conquista di una località di notevole risonanza; cattura od affondamento di un numero sensibile di navi mercantili; occupazione dell'unico porto attraverso al quale abbiamo qualche probabilità di ricevere aiuti dall'estero;

-

operazione non difficile essendo Chisimaio l'obiettivo più a portata di mano delle loro forze (200 km.); operazione che può anche essere sussidiata dalla flotta.

-

Per'tutte queste ragioni ritengo molto probabile se non certo l'attacco in questione. Come dicevo nelle direttive già citate - Capitolo: probabili intenzioni avversarie - il dubbio permane sul momento di esecuzione: l'attacco potrebbe precedere quello a fondo contro lo scacchiere nord a titolo di azione preliminare e diversiva oppure potrebbe anche seguirlo a titolo di sfruttamento del successo e di preparazione per il successivo attacco contro lo scacchiere sud. In vista di queste possibilità ho preso tutti i provvedimenti che erano in mio potere e cioè:

-

ho con la massima urgenza provveduto a sostituire il comandante del settore Giuba visto che il Generale Pesenti non mi dava il necessario affidamento; ho rinforzato - spostamento in corso - quel settore con una brigata della riserva; ho dato al Generale De Simone queste direttive: in caso di attacco nemico in forze non irrigiditevi in una difesa del confine praticamente impossibile ma cedete terreno fino.al Giuba. Difendete ad oltranza la linea del Giuba; difendete ad oltranza Chisimaio con le truppe materialmente in posto e contrattaccando con altre il fianco sinistro dell'avversario; ho infine ordinato lo sgombero di tutto quello che vi può essere di utile a Chisimaio - a partire dalla nafta - sia per usufruirne al più presto sia per salvare - in ogni dannata ipotesi - il salvabile. F. to Amedeo di Savoia


2/)

llO(;lJMENTl

DOCUMENTO N. 110

COMANDO SCACCHIERE NORD N. 0/1703 Op.

19 gennaio 1941- XIX

Oggetto: Atteggiamento truppe nel nuovo schieramento

Al Comando Truppe Eritrea Al Comando Truppe Amhara

Asmara Gondar

Con l'attuazione del nuovo schieramento che offre tutte le garanzie di robustezza, di coesione e reciproco appoggio delle masse di manovra, il nostro atteggiamento deve assumere carattere aggressivo e di netta superiorità sull'avversario . Deve essere assolutamente impedito che il nemico stabilisca un contatto stretto ed aderente al nostro schieramento e prenda l'iniziativa di azioni locali. In attesa che si delineino gli sviluppi circa la prevista offensiva, che ci troverà pronti ad una reazione risolutiva, noi dobbiamo parallelamente alla metodica opera addestrativa e morale di riordinamento delle unità tenere i reparti in costante movimento per imporre soggezione al nemico e perfezionare la nostra preparazione alla guerra di movimento. Il settore di Om Hager deve conservare l'attuale tono di dinamica attività. Nel settore di Barentù-Aicotà le ricognizioni e le azioni di pattuglie debbono essere spinte ad ovest fino al bivio di Tessenei e, a sud-ovest, oltre il Gasc, dai° pozzi di Curcuggi per le provenienze di Gullui. Nel settore Agordat- Cherù le ricognizioni debbono spingersi ad ovest fino a Uaccai e le provenienze dal M. Tellai ed a nord sull' Auasciait. Nel settore di Alghena fino al M. Aitarbà e lungo la fascia costiera. Salvo il caso di addensamento di grandi forze nemiche, che possa considerarsi segno di imminente azione a fondo, dovrà corrispondere, ad ogni tentativo di avvicinamento, un immediato contrattacco. Linea di condotta che deve attingere forza anche dalla certezza di operare in zona abitata da popolazione a noi fedele e pronta a collaborare in ogni tempo. Frusci


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 111

COMANDO SCACCHIERE NORD Ufficio Operazioni N. 01715/0p.

20 gennaio 1941

Oggetto: Contrazione dello schieramento.

Al Comando Truppe dell'Eritrea

Asmara

e, per conoscenza:

Al Comando Truppe dell'Amara All'Ecc. Segretario Generale dell'Eritrea All'Ecc. Segretarioi Generale dell'Amara Al Federale dell'Eritrea Àl Questore di Polizia dell'A.l. Eritrea Al Comando Gruppo CC. RR. Eritrea

Gondar Asmara Gondar Asmara Asmara Asmara

È stata effettuata in questi giorni la contrazione dello scltieramento sul fronte ovest e, malgrado la sua delicatezza e difficoltà, l'operazione è stata condotta a termine senza inconvenienti.

Il merito è dovuto alle oculate disposizioni e preveggenze dei comandi, allo spirito ed alla prova di alta disciplina dei reparti, ai quali rivolgo il mio elogio .

Desidero ora, che questi siano messi al corrente dei motivi determinanti l'arretramento, ad evitare che qualsiasi forma di propaganda, non esclusa la facile critica di «sapienti» incida minimamente sullo spirito di essi. Il nostro schieramento avanzato, fino a poco tempo addietro era giustificato dalla volontà di condurre, pur in condizioni non facili, guerra offensiva. L'avversario, accumulando giorno per giorno uomini e mezzi, soprattutto meccanizzati, ci aveva messo nella condizione: di accettare una lotta in stato di inferiorità strategica, con i blocchi delle nostre forze distanziati uno dall'altro e col pericolo di essere circondati, . sopraffatti uno dopo l'altro, mercè l'impiego di mezzi meccanizzati, per cui anche una vittoria ottenuta a prezzo di sangue - e sarebbe stato possibile ottenerla in virtù pello spirito dei nostri reparti - ci avrebbe lasciati spossati ed in condizioni da non poter reagire ad eventuali successive riprese avversarie;


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o arretrare verso il margine dell'altipiano per raccogliere le nostre forze, là dove i mezzi meccanizzati, sui quali principalmente fonda le sue speranze l'avversario, non possono avere buon giuoco, mentre il pericolo dell'isolamento ed accerchiamento dei nostri blocchi di forze scompare, per dar luogo a masse compatte, reciprocamente appoggiantisi. Delle due soluzioni del problema, è stata preferita la seconda. Essa esige l'abbandono doloroso di territori e popolazioni a noi fedeli; ma ci mette in condizioni piÚ favorevoli per battere l'avversario. Territori e popolazioni saranno riscattate con la nostra vittoria, compensando queste ultime dell'amarezza del momentaneo abbandono. Sia ben chiaro ad ognuno: Non per sfuggire alla lotta è stato deciso l'arretramento, ma anzi per affrontarla nelle migliori condizioni. E, ne/l'attesa, gli ufficiali affinino il loro spirito, si tengano pronti e preparino i loro uomini, mantenendo alto il morale e, spiegando ad essi le attuali circostanze, ne coltivino lo spirito aggressivo al massimo grado, in modo da trovarli a posto, spiritualmente, al momento dell'immancabile vittorioso cimento. Della presente comunicazione si deve fare oggetto di commento morale a nazionali e coloniali. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante lo Scacchiere Nord F. to Luigi Frusci


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L.F OPF.RAZIONI IN A F RICA ORlf'NTA l F

DOCUMENTO N. 112

N . 0/1757/0p.

Da Comando Scacchiere Nord Al Comando Superiore FF. AA . A.O.I.

21 gennaio 1941-XIX

Asmara Aba

Sereno esame situazione mi induce a ritenere non garantito attuale schieramento masse di manovra a Cherù et Aicotà troppo esposte al gioco di rilevanti mezzi meccanizzati dell'avversario. Data grande estensione terreno piatto, avversario potrebbe eludere battaglia che noi vorremmo dare, tenendo solo impegnate masse di manovra per giungere a contatto perni di Agordat e Barentù che distano rispettivamente tre o due buone tappe da masse di manovra, cui azione resterebbe diminuita se non neutralizzata. Perciò sono di avviso, permettendo la situazione, di appoggiare la massa nord alle colline di Ocherè e la massa sud alle colline di Alemalè, con la riserva a Terchinà, tra Barentù ed Agordat, allo scopo di poter svolgere la manovra a non più di una tappa dai perni ed in terreno meno favorevole all'impiego automezzi. Poiché schieramento attuale est stato ordinato da codesto comando, chiedo benestare. Pregherei risposta telefonica. Frusci


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f)O<:UMENTI

DOCUMENTO N. 113

N. 533546

Da Comando Superiore FF. AA. A.O.I. Al Comando Scacchiere Nord

22 gennaio 1941 - XIX

Aba Asmara

Ritengo in momento attuale vostro progetto troppo pericoloso. Occorre fermare nemico a Cherù-Algheden, impiegando tutte le forze necessarie. Quando lo avrete respinto, liberandovi da sua pressione, potremo esaminare possibilità del ripiegamento, del quale vi lascio arbitro, potendo voi valutare situazione meglio di me lontano. In ogni caso occorrerà prima di tutto far occupare saldamente punti più importanti della nuova linea con truppe retrostanti. Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA OR IENTALE

DOCUMENTO N. 114 COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE A.O.I. STATO MAGGIORE - Ufficio Operazioni N. 563718/0p. di prot.

Addis Abeba, 30 gennaio 1941

Oggetto: Creazione dello scacchiere ovest.

All'Ecc. il generale di C. d'A . Frusci Luigi All'Ecc. il generale di C. d'A. Nasi Guglielmo All'Ecc. il generale di C. d'A. Berto/di Sisto

Asmara Addis Abeba Harar

e, per conoscenza:

Al Comando Supremo - Stato Maggiore Generale

Roma

Al Ministero dell'Africa Italiana - Uff. Militare

Roma

Al Governo Generale A.O.I. - Gabinetto Al Comando dello Scacchiere sud Al Comando dello Scacchiere Giuba Al Comando della R. Aeronautica dell'A.0.1. Al Comando superiore della R . Marina dell'A.0.1.

Addis Abeba Gimma Mogadiscio Addis Abeba Massaua

I. - Il progressivo evolversi della situazione impone graduali ritocchi ai compiti e alle sfere di azione dei più diretti collaboratori di questo Comando. II. - Due fatti di rilievo segnano la situazione attuale: l'offensiva delle forze regolari inglesi contro l'Eritrea; l'offensiva di un cosiddetto esercito del Negus contro l'Amara. Quest'ultimo si impernia sulle forze ribelli sparse nell'Amara che nella intenzione nemica dovrebbero fare massa agli ordini del Negus, ributtarci dalla regione per poi marciare contro lo Scioa e Addis Abeba e quindi ripristinare la capitale dell'impero negussita. Un'offensiva delle truppe inglesi su Gondar dovrebbe servire come preludio e spinta alla marcia dì questo cosiddetto esercito del Negus. III. - Di fronte a questa situazione un'azione unitaria di comando e di manovra da Gallabat al Mar Rosso è prossoché impossibile. Diverse sono le forze avversarie, diversi i loro obiettivi, eccessivamente esteso lo scacchiere di operazioni.


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Non solo, ma il nemico agisce in due settori distinti con forze diverse. Sarebbe errore contrapporgli nel settore Amara le nostre forze divise perché in parte dipendenti da Asmara e in parte da Debra-Marcos. Aggiungasi che in questo settore l'azione politica si compenetra e quasi si sovrappone a quella militare. IV. - In conseguenza sono venuto in queste determinazioni: a) il limite dello scacchiere nord, che continua a restare alle dipen-

denze dell'Ecc. il gen. Frusci, viene stabilito alla linea Setit-Tacazzè fino al torrente Meri; b) viene costituito uno scacchiere ovest agli ordini dell'Ecc. il gen. Nasi comprendente i territori dell'Amara e dello Scioa, più l'Uolcait; e) tutte le forze dislocate attualmente in questi territori passano alle dipendenze dell'Ecc. il gen. Nasi; d) lo scacchiere est resta negli attuali limiti; unicamente viene dimi-

nuito di tutto il territorio dello Scioa. Esso sarà agli ordini dell' Ecc. il gen. Bertoldi; e) nulla di mutato nei riguardi dei rimanenti scacchierL V. - Le presenti disposizioni entrano in vigore a partire dal giorno 4 febbraio 1941.

Il Comandante Superiore FF.AA. A.O.I. Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 115

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL' A.O.I. N . 57/S.

Addis Abeba, 27 gennaio 1941-XIX

Al Comando Supremo - Stato Maggiore Generale

Roma

Riferisco su situazione Scacchiere Nord. 1. Gli avvenimenti successivi all'inizio del ripiegamento dalla linea Cassala-

Tessenei-Om Ager hanno confermato l'opportunità di esso e la sua tempestività. Se le truppe fossero restate ancora qualche giorno su quelle posizioni sarebbero state distrutte e la strada Agordat-Cheren-Asmara si sarebbe aperta al nemico. Conferma di ciò si ha nel comunicato radio inglese del 24 corrente, ore 21,30, mentre una riprova della tempestività si ha nel fatto del debolissimo intervento dell'aviazione nemica probabilmente ancora impegnata in Africa Settentrionale. 2. Tecnicamente il movimento è riuscito. Esso ci costò la perdita di parte della XLI brigata col suo comandante gen. Fongoli. 3. Il sacrificio della brigata può rientrare nelle previsioni di operazioni del genere. La retroguardia è spesso destinata a sacrificarsi a favore del grosso della colonna. A parte ciò, due fatti intervennero a peggiorare la situazione: uno inevitabile, l'altro accidentale. Il primo dipende dal fatto che il nemico agisce esclusivamente con automezzi: carri armati, autoblindo e le così dette camionette. Queste sono le più numerose (furono contate a centinaia) e sono costituite da autocarri leggeri a otto ruote espressamente costruiti per muovere nel deserto, blindati tutto a torno, coperti da una rete metallica elastica contro le bombe a mano, che annulla l'unica arma efficace finora adoperata audacemente, ed armati con una mitragliatrice da 12 che agisce anche in tiro antiareo. Equipaggio cinque persone; ogni macchina ha un radiotelefono. Sono velocissime e, forti della loro invulnerabilità, molto intraprendenti. I battaglioni, preceduti dalle camionette, muovono esclusivamente in autocarro. Ne viene che noi non possiamo che contrapporre una manovra a 5 km. all'ora ad altra manovra a 30 km .. Anche se operando in tempo e di sopresa riusciamo a guadagnare un pò di spazio, immediatamente lo perdiamo per la maggiore velocità del nemico. Alla fine del secondo giorno di ripiegamento avevamo due tappe di vantaggio sul nemico: alla fine del terzo eravamo sopravanzati.


UOl. UMl:N l I

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L' altra causa fortuita fu il mancato funzionamento della radio. È incidente frequente e grave dovuto alla vetustà del materiale che in condizioni normali di stabilità riesce ancora a funzionare, messo in movimento quasi sempre si guasta. Mancata la radio si cercò invano iJ collegamento con i i:notociclisti; finalmente, un ufficiale con una camionetta, presa in passato alli inglesi, riuscì a raggiungere la brigata, ma era troppo tardi. 4. Il ripiegamento ha provocato nei quadri un senso di amarezza e di sconforto (per quanto la necessità di esso fosse da tutti sentita) e nelle truppe indigene un senso di demoralizzazione. Vi contribuisce la intraprendenza delle camionette inglesi e soprattutto il senso della nostra impotenza di fronte ad esse. Poiché esse puntano decise sulla nostra retrovia, costituiscono fonte di preoccupazione anche per i comandi. Reagisco in ogni modo a questo senso di smarrimento. Ho incominciato con ordinare che per ora non si faccia più un passo indietro. Retrocedendo ancora noi potremmo forse tecnicamente migliorare la nostra situazione, ma questo vantaggio sarebbe scontato con una ulteriore depressione morale. Ho destinato al comando di Agordat il col. Lorenzini, uomo solido , volitivo che ha un grande ascendente sugli ascari. Non trascuro anche i più piccoli elementi che possono tonificare gli animi. Se il nemico ci da ancora qualche giorno di respiro spero che la crisi sarà superata. Situazione attuale nei vari scacchieri e settori, previsioni. A. Scacchiere Nord - L'attacco a fondo è contro lo scacchiere nord e si sviluppa e si svilupperà in tre settori, presumibilmente:

- settore principale: a cavallo della strada Cassala-Agordat- Cheren -Asmara; prima fase (già avvenuta) nostro ripiegamento sulla congiungente Agordat Barentù, tallonato dal nemico; seconda fase (in preparazione) avanzata e ammassamento robusto di forze inteso all'accerchiamento di Agordat, azione meno a fondo contro Barentù per ributtarne le forze in direzione di Adi Ugri; - settore di destra: se ottenuti questi risultati, azioni in forze da nord su due direttrici: costiera obiettivo Massaua ; montana per convergere all' attacco di Cheren che sarebbe portato qualora fosse riuscito lo sfondamento di Agordat; - settore di sinistra: direttrice Om Ager - valle del Tacazzè, azioni secondarie di agganciamento delle due nostre colonne che ripiegano da Om Ager e Uolcait per raggiungere la strada Gondar - Adua.


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LE OPÈRAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Di fronte a queste previsioni ho dato i seguenti ordini (a partire da nord): a) settore Nord (Karora): le truppe in posto (due brigate) non si muovano;

rintuzzino tutti i più piccoli tentativi di infiltrazione nemica; difendano a oltranza la direttrice di Cheren e in quanto possano (la fascia costiera larga 30 km.) la direttrice di Massaua. L'ammiraglio Bonetti assume il comando di Massaua, fronte a terra e fronte a mare per impedire, organizzando iutte le forze di terra e di mare disponibili, l'attacco da terra e da mare di Massaua. b) settore Ovest (Agordat): resistenza a oltranza ad Agordat e Barentù; in-

tanto sto facendo affluire un reggimento granatieri a Cheren che con una brigata in posto mi deve chiudere assolutamente questa porta. e) settore Sud-ovest (Om Ager): le due colonne (provenienti da Om Ager

e da Uolcait) risalgano la valle Tacazzè, raggiungano la strada Gondar Adua. Dopo di ciò la colonna gen. Rizzo (3 btg.) proveniente dall'Uolcait resti a difesa della strada; la colonna ten. col. Postiglione (3 btg.) sarà portata ad Asmara come ultima riserva dello scacchiere nord. d) settore Metemma: avevo già autorìzzato il ripiegamento da Gal!abat ad

Am_manit -Celgà che per ragioni di sicurezza e di strada (pista camionabile malagevole infestata da ribelli) si presèntava particolarmente laborioso e delicato. Ieri sera ho sospeso temporaneamente quest'ordine perché notizie certe mi dicono che gli inglesi, subodorando la cosa, hanno pronti in prima linea carri armati e camionette ed hanno rinforzato le truppe in posto con altri due battaglioni di nazionali inglesi. Perciò presumo impossibile lo sganciamento di sorpresa. Mancando questa, il ripiegamento fatto subito molto probabì!mente si tradurrebbe in un rovescio. Non appena possibile ritenteremo l'operazione. B. Goggiam - Situazione è per ora calma di attesa dominata da gen. Nasi con l'aiuto di ras Hailù . Se dovessimo subire grossi rovesci Jutto il Goggiam divamperebbe; non credo che l'incendio dilagherebbe in pieno sullo Scioa perché i capi locali combattono per sé e non per la gloria del Negus o a vantaggio degli inglesi e i ribelli mal volentieri si allontanano di molto e per tempi lunghi dai loro paesi. A ogni modo, se la situazione dovesse precipitare, parte delle forze dì Nasi andrebbero a Gondar a rinforzo di quel ridotto; il rimanente ripiegherebbe per Debra Marcos al Nilo, per impedire, con l'aiuto del fiume , l'avanzata del nemico dal Goggiam allo Scioa. Più a nord mi sforzerò a tenere aperta la strada Dessiè-Gondar per alimentare questo ridotto che nella peggiore delle ipotesi dovrebbe resistere a oltranza per proprio conto.


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C. Scacchiere Sud - Settore Sudan (dal Nilo al lago Rodolfo): è un settore di scarsa importanza e che molto difficilmente potrà essere investito con forze notevoli. In passato di assoluta tranquillità, oggi dà segno di vita con formazioni di regolari inquadrati da inglesi, specialmente nella vallata di Acobo. Settore Kenia: le truppe del Kenia sono molte: si possono valutare dai 90 ai 100.000 uomini, come sempre molto bene attrezzati. È certo che prima o poi entreranno in azione; presumo che il loro intervento attivo potrebbe avvenire dopo che si fossero assicurati il loro fianco destro, avendoci respinto fino al Giuba e avendo conquistato Chisimaio e quando altri successi al nord e all'ovest ci avessero messo in dure difficoltà. In previsione di ciò lo scacchiere sud ha lasciato lungo la linea di contatto con gli inglesi deboli forze e ha ritirato i grossi sul ciglione passante per Malca -Guba-Arero-Javello-Gundile-Meta-Amar Cocche, linea indubbiamente più idonea per la difesa. D. Scacchiere Giuba - Tutto conferma le previsioni fatte. In un avvenire più o meno lontano gli inglesi tenteranno di conquistare Chisimaio e di raggiungere la linea del Giuba. Non credo che vogliano spingersi a est di questa linea sia perché essa è molto difficile da sorpassare sia perché l'unico obiettivo di importanza (Mogadiscio) è molto lontano . I tentativi di questi giorni a El Dif e a Colbio confermano l'intenzione di puntare su Chisimaio e danno fiducia nel contegno dei nostri dubat. E. Settore Est - In questi ultimi giorni è cessata l'attività lungo la costa delle navi nemiche intesa più che altro a mantenere contatti con la popolazione del Somaliland e ad assumere informazioni. Questa calma può far credere che gli inglesi, compiuti i preparativi, sperino di addormentarci con un periodo di inazione oppure che ai loro progetti abbiano trovata un'altra soluzione: quella di Gibuti. Gibuti - La situazione può così riassumersi: il governatore e il suo seguito immediato sempre fedeli al governo di Pétain e perciò decisi a opporsi agli inglesi; popolazione e quadri inferiori sempre più orientati verso l'Inghilterra; la prima perché con una occupazione inglese vedrebbe rifiorire i suoi traffici e il benessere, i secondi per un accanito rancore verso l'Italia e perché convinti che solo con una vittoria inglese saranno salvate le sorti della Francia. Solo un notevole miglioramento della nostra situazione generale, che induca i francesi a credère che i vincitori finali saremo noi, può temperare questo stato d'animo.

In particolare poi non mancano notizie, non ancora accertate, che possono fare pensare che il governatore di Gibuti tenda a mettere il piede in


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

due staffe. Si dice di contatti di ufficiali francesi e inglesi a Tagiura; si può pensare a un riattamento del cavo Gibuti- Perim -Aden; si parla di esportazione clandestina di bestiame su Aden, si dice di rifornimenti di benzina inglese, di arruolamenti da parte dei francesi nel Somaliland, ecc .. Tutte voci incontrollate che nel loro insieme devono far pensare. Ho provveduto per fare vigilare da questa parte la situazione che è molto delicata e che potrebbe diventare critica perché se i francesi passando dalla parte degli inglesi facessero testa di sbarco a questi, non so come potrei, in questi momenti, contenere un attacco in forze anche da questa parte. Ho fatto tutto il giro dell'orizzonte e ovunque l'ho trovato ingombro di nuvole; oscure e dense di imminente bufera in Eritrea e nell'Amhara; non ancora minacciose ma già esistenti nel Giuba-Kenia e a Gibuti. Dopo sette mesi di assedio è chiaro che le nostre energie sono notevolmente diminuite sia nel campo materiale, sia nel campo morale, e tanto più sensibilmente se confrontate col potenziale inglese in continuo aumento. Questa sensazione si diffonde tanto tra i nazionali che tra gli indigeni dei quali i fedeli tentennano, gli incerti passano dall'altra parte, i ribelli aumentano in baldanza. Attaccato sui vari fronti, in mezzo a una popolazione in parte ribelle e in parte infida, con truppe stanche e rammaricate per la grande deficienza di mezzi di ogni genere, il problema si fa di giorno in giorno più grave. È certo che nel quadro generale della guerra le sorti dell'impero si decidono in Europa, questo non alleggerisce né il nostro compito né la nostra responsabilità di fronte al Paese.

Devo impormi il pessimismo nelle mie previsioni come già in passato, ma riconfermo il nostro sacro impegno: resistere fino all'ultimo. Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO N. 116

COMANDO II BRIGATA COLONIALE N. 8 di prot./M

Cheren, febbraio 1941-XlX

Oggetto: Battaglia di Agordat.

Al Comando Scacchiere Nord

Asmara

e, per conoscenza:

Al Comando truppe Scioa

Addis Abeba Cheren

Al Colonnello Lamborghini PREMESSA

Pur non intendendo dare alla relazione sulla battaglia di Agordat tono di critica o di polemica, mi è indispensabile precisare alcuni punti che valgano a inquadrare la situazione da me ereditata alle ore 23.30 del 25 gennaio 1941. Sorvolo sui precedenti immediati che attraverso una serie di marcie e contromarcie, di ordini e contrordini, portarono i battaglioni - mi riferisco soprattutto a quelli della Il Brigata, alla vigilia della battaglia, in condizioni fisiche assai menomate e scossi nella loro baldanzosa sicurezza dai contatti avuti coi fuggiaschi della XLI Brigata. I quali tutti, ufficiali e truppa, facevano resoconti terrificanti delle possibilità e dei mezzi del nemico. Rientrato la notte del 24 da Sciaglet ad Agordat fu mia cura affiancarmi subito al generale Baccari per orientarmi immediatamente sul nostro apprestamento difensivo e su quelle che sarebbero state le disposizioni e le intenzroni del mio superiore circa la nostra azione difensiva e controffensiva. Il mattino stesso del 24 mi recai col generale Baccari a Tocolai dove da Sciaglet aveva appoggiato il IX battaglione e, rilevando il nessun valore difensivo di quelle posizioni, proposi l'immediato ritiro del battaglione ad Agordat. Tale proposta rinnovata per iscritto nel pomeriggio unitamente a quella di rastrellare e allontanare gli sbandati della XLI Brigata che costituivano uno spettacolo deprimente, fu accolta quando il battaglione, tagliato fuori da Agordat e da Barentù, aveva già dovuto iniziare il ripiegamento che, attraverso l'arco montano Sargat-stretta di Entraieb, lo portava ad Agordat tre giorni dopo (27 gennaio).


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Nessun ordine verbale o scritto, nessuna istruzione, nessuna predisposizione o norma orientativa fu data nei giorni 24 e 25 mentre da Sciaglet e dal Tocolai continuava l'afflusso di autocolonne nemiche dietro il colle di Abermannà e nei palmeti di riva destra e sinistra del Barca (altezza di Itaberrè nusc') e negli impluvi dell'Entraieb. Immutata da parte nostra la dosatura dei reparti di linea 151 - IV 101 - III - 35 - 150 cc.nn. - compagnia volontari Tedeschi - ripartiti in misura pressoché uniforme sui 22 km. che costituivano la linea difensiva dal Cochen al Taninai per Laquotat, l'Itaberrè e il Caianaic. Tra i km. 4 e 12 della strada di Cheren ammassati in una caotica confusione: due battaglioni della XII Brigata, elementi della XLI e XLII Brigata, il Raggruppamento P .A.I., il X battaglione coloniale, la compagnia carri «L>). Immutata la dislocazione dei carri «M» che dalla riva destra del Barca, ove continuavano a rimanere tranquilli, avrebbero impiegato una mezza giornata per portarsi nel tratto di loro più probabile impiego, che non poteva non apparire anche ad un estraneo di cose militari, il varco piatto - km. 3.5 - tra il Cochen ed il Laquotat, ove gli ascari del 151 ° si logoravano a scavare fosse e buche che avevano più l'apparenza di giochi da ragazzi che di ostacoli anticarro veri e propri. Immutata, né previsto alcuno spostamento e arretramento, la dislocazione dei servizi e depositi (munizioni - viveri - carburanti - ospedale), tutto esposto all'artiglieria avversaria. Basta rilevare che il maggiore quantitativo delle munizioni giaceva a terra e nei vagoni alla stazione ferroviaria ancora ingombra di materiali mentre arrivavano le prime cannonate. Ma, più preoccupante di ogni assenza di disposizioni e predisposizioni, una strana/orma mentis per la quale tutti apparivano restii ad adeguarsi alla situazione che si stava delineando. In altra sede non sarà inopportuno che io lumeggi fatti e circostanze atti a rivelare questa strana mentalità che mi colpì subito e per la quale, ad esempio, si rifiutava inviare ai reparti in linea reticolati ed attrezzi da zappatore, abbondantemente accantonati nei magazzini, e mal ci si adattava ad adottare quei provvedimenti che il rapido incalzare degli eventi rendeva di momento in momento necessari. Preoccupante anche la deficienza dei collegamenti pressoché nulli con il settore di destra (XLII brigata) dove esisteva un solo telefono, spesso interrotto, che collegava col Comando del III battaglione dal quale gli ordini venivano poi irradiati a mezzo di portaordini. Un solo telefono collegava col caposaldo del Laquotat. Assunto il comando della Piazza, mi preoccupai di assegnare qualche collegamento sussidiario impegnando le stazioni R 3 della II Brigata, dato che le altre - XLII e XII - non ne disponevano affatto.


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Trascurato anche il funzionamento dei servizi in linea per cui ad esempio, gli ascari, dopo una intera giornata di lavoro e di guardia, erano obbligati ad andare a rifornirsi di acqua con la bor.:accia ad Agordat o nei pozzi del Barca. Anche a questo inconveniente, assunto i: 2omando della Piazza, cercai di ovviare rifornendo le truppe in linea a mezzo carri botte prima costantemente negati. Fu nel vivo di questo quadro che, ripeto, mi aveva sfavorevolmente colpito, e mi era apparso gravissimo nei contatti che io avevo cercato di prendere con tutti nei giorni 24 e 25, che alla sera di questo giorno alle ore 3.30 fui chiamato - dal km. 6 della strada di Cheren ove mi trovavo - al Comando di divisione per sentirmi dire dal generale Baccari stesso che dal quel momento io assumevo il comando della divisione e della Piazza militare di Agordat.

26 GENNAIO -

Alle ore 7, mentre l'artiglieria nemica spara sul Laquotat, sulla stazione e sulla Sussistenza, ha luogo un commovente saluto di commiato del generale Baccari che strappa molte lacrime e lascia il colonnello Lorenzini in una situazione dallo stesso generale definita tragica, insediato nel palazzetto del Comando dove tutto procede normalmente in mezzo alla indifferenza dei componenti il comando, esasperatamente inconsci della situazione. Partito il generale, riunisco immediatamente i Comandanti di brigata, del Raggruppamento P.A.l., dei carri armati e dei battaglioni non in linea per orientarli nel mio concetto d'azione che è il segt:ente. Tenere duro coi reparti in linea, costituirmi una forte riserva con il X V battaglione, carri «M», carri «L», per contrattaccare in quei punti dove il nemico avrebbe fatto certamente il suo sforzo principale, cioè tra LaquotatCochen o lungo l'ampio alveo del Barca, se non contemporaneamente attraverso i due varchi. Per questo ordino che per il 27: V battaglione e carri «L>> si dislochino dietro il Laquotat; X battaglione e carri «M» a ridosso dei bassi speroni boscosi del Cochen, dietro la sinistra dello schieramento. Ordino che il II Gruppo artiglieria porti le sue batterie sulle gobbe antistanti quota 726 con funzione principalmente anticarro. - Avvicino i due battaglioni della XII Brigata (43 e 36) dietro il Comando di Divisione per agire sia controffensivamente lungo il Barca, sia per appoggiare l'azione della riserva dislocata nella sinistra. - Ordino al Comandante del Raggruppamento P .A.I. di sostare al km. 10 e distaccare elementi sulle alture del Damtai per vigilare l'afflusso delle autocolonne nemiche trasportanti truppa segnalate in valle Entraieb.


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L.E OP[i RAZIONI IN AFRICA 0Rl fiNTALE

Quest'ordine ebbe però una esecuzione monca da parte dei reparti della P.A.I. che, un pò perché scossi dagli eventi precedenti, un pò per indolenza, contennero la loro missione in un raggio troppo ristretto. Accortomi di ciò, ordino che il giorno successivo un nucleo al Comando di un Ufficiale, cui fornisco anche una stazione R.3, si porti a M. Deghesiè per sorvegliare i movimenti del nemico in valle Entraieb e Tocolai, movimenti che da informazioni pareva tendessero ad allargarsi sempre più ed a raggiungere il Barca. Nel rapporto tenuto ai comandanti di battaglione e reparti autonomi per impartire le mie direttive ebbi il piacere di constatare come queste incontrassero la generale approvazione, come tutti si mostrassero soddisfatti degli orientamenti precisi ricevuti e come gradita fosse stata da parte di tutti la mia assunzione di comando. 27 GENNAIO - Mentre si intensificano i tiri di disturbo dell'artiglieria avversaria molti automezzi attraversano il Barca tra l' Abermannà e l'Itaberrè nusc', spingendo elementi in ricognizione verso il Caianaic. La reazione delle nostre artiglierie e delle nostre pattuglie ed il terreno non percorribile dagli automezzi arrestano il movimento . A notte un informatore riferisce che circa due battaglioni avversari sono accampati nei palmeti tra il Barca e l'Itaberrè nusc', notizia confermata da nostri ascari sbandati della XLI Brigata che non visti hanno attraversato l'accampamento . Nel pomeriggio rientrava il IX battaglione che fermo al torrente Damtai per dargli riposo e per tenerlo in riserva per eventuale azione verso ·la stretta di Entraieb. Nel pomeriggio riunisco i comandanti di Brigata e reparti autonomi cui ribadisco i miei concetti d'azione, faccio opera animatrice e ordino che comandanti e ufficiali dei reparti di riserva e rincalzo effettuino la ricognizione dei settori di loro probabile impiego. Ordino che si prendano contatti stretti e si stabilisca il più completo affiatamento possibile tra gli equipaggi dei carri «M» ed «L» e i reparti destinati all'azione controffensiva in loro unione (X e V battaglione). Assicuro i comandanti e la truppa dei carri, che visito nel pomeriggio, che non capiterà più loro, come capitato finora , di trovarsi ad agire isolati senza appoggio di fanteria . La fiducia rinasce di ora in ora e con essa la certezza della Vittoria. A sera ritorna dall'Asmara il generale Baccari; da principio si crede da tutti, me compreso, per riprendere il comando; poi non si capisce bene il perché; infine si capisce che il generale è ritornato per far sapere che il suo allontanamento non è stato un siluro ma una prova di fiducia in quanto è stato incaricato di studiare la difesa di tutta la colonia Eritrea.


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A sera, verso le ore 22, presente il generale Baccari, giunge uno sbandato il quale riferisce che passando da valle Entraieb ha notato molta truppa che scendendo dagli autocarri risaliva verso la testata degli impluvi dell' Entraieb tra Cochen e Damtai. Tale notizia inaspettata e preoccupante faceva cadere il mito della inaccessibilità del Cochen che era stato scelto come pilastro di estrema sinistra della linea di difesa, tanto pilastro che per presidiarlo si era ritenuta sufficiente una pattuglia distaccata dal 151 ° battaglione e disposta neppure sulla cima ma a metà costa. La notizia faceva cadere anche il mito che l'avversario combattesse esclusivamente con automezzi, legati alla strada ed al terreno percorribile agli stessi. Ma la notizia che provocò, ricordo, un'animata discussione tra me ed il generale Baccari, rivelò anche che non si era neppure letta la relazione, esistente agli atti, del Ten.colonnello Luziani che d'ordine del generale Baccari aveva riconosciuto il settore che ora appariva minacciato, e che, non solo non escludeva l'accessibilità del Cochen e Damtai, ma ammetteva anche che, sia pure con qualche difficoltà, autocarri armati avrebbero potuto risalire la stretta dell'Entraieb. 28 GENNAIO - Mattino - Durante la notte stessa mando a chiamare il Tenente Guillet del Gruppo Bande Amara e gli ordino di portarsi alle prime luci sul torrente Damtai, risalire con pattuglie le pendici del Damtai e Cochen, informare del suo movimento, passando dal Damtai, il comandante del XX battaglione che doveva, in caso di necessità, dargli manforte, e riferirmi su quanto avesse notato. Al matti.no riunisco nuovamente i comandanti di Brigata e reparti non in linea che oriento sulla situazione, prospettando anche, per la prima volta, ipotesi di un eventuale ripiegamento, per rendere più solida la nostra linea, nelle alture tra M. Cochen e Carobel, lasciando fuori l'abitato di Agordat. Per questo stabilivo anche quali sarebbero state le linee di ripiegamento e le posizioni che ciascuno avrebbe dovuto occupare. Precisavo che tale ipotesi, per ora da escludersi poteva prospettarsi improvvisamente e non doveva trovarci impreparati. Ordinavo anche al Comandante delle Artiglierie di studiare un arretramento delle batterie e specialmente dei 105 e 120, arretramento che poteva anche essere attuato subito indipendentemente dall'arretramento o meno di tutta la linea. Ma il comandante dell'artiglieria bofonchiando dei «come si fa», «ormai impossibile», etc. rÌon si mosse né si mosse i giorni successivi. Si mosse solo, come dirò in seguito, il giorno 31, cruciale dell'azione, durante il quale si rese irreperibile.


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Pomeriggio - Il tenente Guillet, che, partito all'alba, solo nel pomeriggio,

disse per stanchezza della truppa, aveva raggiunto le pendici del DamtaiCochen, trovò queste fortemente occupate da pattuglie con mitragliatrici e bombarde che lo investivano obbligandolo a ripiegare. Alla sparatoria accorre con ammirevole slancio il IX Battaglione, del quale, in assenza degli Ufficiali in ricognizione sulla linea, prendono il comando gli Sciumbasci; sostiene la band.a, incalza le pattuglie nemiche e la situazione appare per il momento di stabilità.

Mi reco subito al Damtai, dò ordine al Comandante del IX battaglione di sostare la notte sulle posizioni raggiunte; gli assegno anche una sezione di artiglieria con l'ordine di riprendere all'alba l'azione e di occupare le quote più elevate. Al comandante del Raggruppamento P .A.I. ordino di occupare le guglie del Damtai che non aveva ancora raggiunto.

Comprendo in un ordine scritto - inviato per conoscenza anche a codesto Comando - le disposizioni verbali impartite direttamente agli interessati, dispongo che, entro la notte sul 29, sia completato lo sgombro dei magazzini e depositi, sia impiantato l'ospedale da Campo n. 0601 al km. 1Odella strada di Cheren, sia spostata con tutto il materiale ferroviario rotabile, la stazione testa di linea da Agordat ad Unfutat. . Durante tutto il giorno è andato intensificandosi il tiro di disturbo e distruzione dell'artiglieria avversaria, controbattuta dalla nostra con relativa efficacia per l'impossibilità di individuare le batterie che si spostano con sorprendente rapidità. L'aviazione nemica ha sorvolato quasi in permanenza il cielo del nostro schieramento. 29 GENNAIO - All'alba il nemico sferra un attacco in forze sul caposaldo del Laquotat. L'attacco preceduto da violento bombardamento frutta al nemico l'occupazione di alcune quote che vengono in parte,riconquistate dal contrassalto subito sferrato dai reparti del 151 ° battaglione Amara. Nel pomeriggio altro violento attacco ed altro immediato contrattacco che ci frutta la cattura di varie armi, munizioni e tre prigionieri di razza inglese. Il nemico che ha attaccato impiegando reparti australiani e inglesi ha subito evidenti e sensibili perdite. Diventa sempre più intenso il tiro di disturbo e controbatteria dell'artiglieria avversaria, mentre continua l'afflusso di automezzi da Sciaglet all' Abermannà ed alla valle Entraieb, dove l'aviazione esegue efficaci bombardamenti e mi segnala forti concentramenti di automezzi e truppa a piedi (telefonate del generale Piacentini).


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Intanto, mentre pare che il IX battaglione ed il Raggruppamento P .A.I. abbiano ristabilito la situazione ricacciando gli elementi che avevano occupato la displuviale del Damtai, nel pomeriggio, recatomi presso il X battaglione, riserva divisionale con i carri «M», apprendo che elementi di sorveglianza e osservazione distaccati dal battaglione sulle pendici del Cochen sono stati investiti da fuoco di fucileria e obbligati a ripiegare. Ordino immediatamente al Maggiore Maglioni di occupare il Cochen, impiegando tutte le sue compagnie, risalendo l'aspro massiccio da direzioni diverse e convergenti. A sera tarda mi perviene la confortante notizia che il Cochen è stato occupato di slancio dalla 4a compagnia del X battaglione che ha subìto e sta subendo gravi perdite dal fuoco di artiglieria e bombarde, mentre le altre compagnie serrano di rincalzo. Come rilevo però da ulteriori comunicazioni pervenutemi nella notte il nemico conserva il possesso della cima ovest del Cochen, uno dei tre spuntoni costituenti la quota I I 5 I, sopra il quale fa affluire i suoi rincalzi da valle Entraieb.

Decido pertanto di agire a fondo per assicurarmi il possesso del massiccio Cochen - Damtai che costituisce per me chiave di volta di tutta la posizione. In conseguenza ordino al Maggiore Gallelli, comandante interinale della XII Brigata, di portarsi nella notte coi suoi due battaglioni (43 e 36) e con

una batteria al torrente Damtai per attaccare all'alba, col concorso anche del IX battaglione che già trovavasi sulle posizioni e che mettevo a sua disposizione, le pendici orientali del Cochen fino a prendere contatto con il X battaglione sulla quota 1151 e col Gruppo P .A .I. sul Damtai. Era mio intendimento, ocçupate saldamente le posizioni, lasciarvi tutti gli elementi della XII brigata e del Raggruppamento P .A. I. e ricuperare il IX e X battaglione per ricostituire una riserva di manovra. Intanto però, di fronte alla nuova situazione di cui non mi nascondevo la gravità ed alla tattica finora mai usata dall'avversario che disponeva di truppa particolarmente addestrata alla montagna, prospettavo a codesto Comando l'opportunità di un arretramento che non veniva approvato . 30 GENNAIO - L'azione per la conquista del Cochen-Damtai, condotta con esasperante fiacca e lentezza dal maggiore Gallelli, si protrae con alterne vicende per tutta la mattinata.

li maggiore Gallelli che è stato fornito da me di una stazione R.3 per assicurare un rapido e costante collegamento, pone il suo posto di comando presso l'artiglieria, dove cioè non gli è possibile seguire l'azione dei battaglioni lanciati all'attacco, in modo che tardivamente giungono i miei ordini in linea, dove il maggiore Gallelli si limita ad inviare portaordini che giungono


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sempre a situazioni superate, senza preoccuparsi di pagare di presenza, cosa che suscita anche sfavorevoli commenti da parte dei vari comandanti, abbandonati a se stessi. Avuta finalmente alle ore 14 la situazione dei reparti, ordino al Gallelli di riprendere al più presto l'azione sfruttando il successo del X battaglione che ha occupato le quote più elevate, ma che si trova in difficoltà se non sostenuto. Gli ordino anche di spostare il suo posto di comando sulla linea in modo da seguire l'azione dei battaglioni e di portare al seguito la radio per tenersi costantemente collegato con me. Alle ore 18.30 il maggiore Gallelli fa riprendere l'attaco ai suoi battaglioni, ma anche questa volta, come dichiara anche nella sua relazione, invece di restare in linea arretra e si porta presso l'artiglieria con lo svantaggio di non poter seguire da vicino l'azione e di non assicurare il collegamento con me. Intanto per sostituirmi il X battaglione, che fortemente impegnato sul Cochen non posso ricuperare quale riserva divisionale con i carri «M» e «L», sposto di riserva al posto del X, il V battaglione e predispongo perché il III battaglione coloniale, due compagnie del 150° battaglione cc.nn. (450 uomini) e la compagnia volontari Tedeschi (150 uomini), con una sezione mortai si spostino dal settore di destra al posto di blocco della strada di Cheren. Per lo stato, già accennato, dei collegamenti quest'ordine emanato alle ore 16 del 30 non aveva ancora avuto piena esecuzione alle ore 8 del giorno 31. Nel pomeriggio sul fronte del 151 ° battaglione, nella piana tra Laquotat e Cochen e sul caposaldo del Laquotat, il nemico sferra un nuovo, violento attacco con largo impiego di artiglieria, carri leggeri e autoblindo. L'attacco è contenuto dal superbo slancio degli Amara del 151 ° battaglione impareggiabilmente condotti dal tencolonnello Poddigue. A sera tardi, intuito attraverso le comunicazioni del comandante del X battaglione, (il maggiore Gallelli non si era fatto più vivo) che la situazione del X e del IX battaglione si faceva grave per le perdite subite, specialmente ad opera delle bombarde avversarie, e per la stanchezza degli Ascari, mentre il nemico impiegava nuovi rincalzi , ordino al V battaglione di risalire il Cochen a sostegno del X e mi preoccupo di affrettare il movimento delle CC.NN. della compagnia Volontari Tedeschi e del lll battaglione per ricostituire una riserva nel punto che appariva ormai, come del resto preveduto fin da principio, il più minacciato: il tratto Cochen-Laquotat. 31 GENNAIO - Mentre durante tutta la notte continua accanita la lotta sul Cochen, lotta nella quale restano duramente provati soprattutto il X, il


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IX ed il V battaglione, che subiscono forti perdite, specialmente per le bombarde d'assalto e pesanti che l'avversario ha in gran numero piazzate dietro gli alti picchi rocciosi della quota 1151, all'alba un fuoco di artiglieria più violento del solito si abbatte sulla linea del CLI, dal Laquotat al Cochen. Alle ore 7 si delinea un primo attacco in forze di fanterie, carri armati medi e autoblindo sulla sinistra del CLI. Dopo una prima leggera inflessione, l'attacco viene contenuto e respinto grazie anche al preciso tiro di repressione del gruppo da 105. Il nemico però non desiste e poco dopo il tiro di artiglieria riprende più violento mentre il comandante del CLI mi comunica che nuove forze e sedici carri armati, di dimensioni mai viste fino ad ora, si stanno raccogliendo in anfratti boscosi sulla sinistra del suo schieramento che, duramente battuto dal fuoco ha l'impressione abbia sensibilmente arretrato . Ordino, tramite radio, già assegnata al gruppo manovra e rimasta alle pendici del Cochen, di tenerci pronti a contrattaccare al Comandante delle CC.NN. che avrebbe dovuto trovarsi in posto fin dalla notte. Sono circa le 9. Mi porto subito in linea nel punto minacciato. Giunto al Km. 2 circa della strada di Cheren, scopro a nord della strada alcune CC.NN. che stanno costruendo muretti. Le chiamo ed apprendo che si tratta delle due compagnie del 150 battaglione che con la Compagnia Volontari Tedeschi, il III battaglione coloniale ed i carri armati, dovevano costituire la massa di manovra. Fatto chiamare il comandante, che mi si presenta subito, lo investo ed incito, un pò con le buone un pò con minacce, il battaglione che poco alla volta sbuca dai ripari e lo avvio là dove doveva trovarsi fin dalla notte. Cerco orientare comandante e Ufficiali ma le facce che fanno non mi soddisfano. Raggiungo al Km. 4 il III e gli ordino di retrocedere e portarsi senz'altro in linea, occupando intanto le ultime propagini del Cochen che hanno dominio sulla piana e sulla strada, dietro la massa di rincalzo costituita da carri armati e CC.NN .. Faccio raccogliere nazionali e coloniali dei vari reparti e servizi dislocati fra il Km . 4 e il Km. 10 e faccio occupare le alture che dominano la strada, avendo notato che qualche mitragliatrice avversaria si è affacciata sugli spuntoni del Cochen che ritenevo occupati dai reparti agli ordini del maggiore Gallelli. Il quale, giova ricordarlo ancora una volta, come egli stesso ammette nella sua relazione, durante la notte, nel momento cioè culminante dell'azione, si era allontanato ancora di più dal suo posto di comando, già lontano dalla linea di fuoco, portandosi in fondo valle a raccogliere notizie dei feriti, come egli stesso afferma nella sua relazione.


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Impartite le disposizioni e ritenendo momentaneamente ristabilita la situazione, nel quale compito mi coadiuvava efficacemente il tenente dei CC.RR. Satta, che mi aveva raggiunto in linea, mi accingo a ritornare al comando quando sono raggiunto da un motociclista dei carri <<M» che mi riferisce come il Cap. Chisari, che aveva contrattaccato alcuni carri nemici avvicinatisi alle nostre posizioni, avesse trovato gloriosa morte nel suo carro andato distrutto insieme ad altri carri di cui non precisava il numero. Per lo stesso motociclista invìo ordine al tenente Gentile di assumere egli il comando di tutti i carri rimasti, M. ed L. ordine che poi confermo per radio, e incito ancora il comandante delle CC.NN. a raggiungere la compagnia volontari Tedeschi a fare subito massa intorno ai nostri carri armati, due dei quali che arretravano, non gravemente danneggiati, rimando in linea. La situazione appare gravissima; il fuoco di artiglieria sta riprendendo. Rientrato al comando di Divisione - circa ore IO - chiamo il tencolonnello Luziani comandante della XLII Brigata, non impegnata, e gli ordino di portarsi subito nel posto minacciato, di prendere subito alla mano la riserva Divisionale (carri - CC.NN. Compagnia volontari tedesca - III battaglione - etc.) della quale gli affido il comando, contando su tutta la sua dedizione, sul suo provato spirito di soìòato valoroso, per ristabilire la situazione in modo da consentirmi di avere almeno libertà d'azione fino a sera per l'attuazione delle decisioni che mi era necessario prendere. Il tencolonnello Luziani parte subito e gli leggo negli occhi che il mio ordine sarebbe stato eseguito fino in fondo. Avevo già fatto chiamare al comando divisione il maggiore Vannetti che con l'assenza del tencolonnello Luziani assumeva il comando interinale della XLII brigata e, dato ordine perché il 35° battaglione, dalla estrema destra dove era schierato, si portasse il più celermente possibile al posto di blocco Cheren, dietro la collina 726 (osservatorio della II brigata), per contenere, in unione alla riserva divisionale l'infiltrazione avversaria che progredendo avrebbe tagliato fuori tutti i reparti della destra dal Laquotat in poi. Verso le ore 11,30 mentre riprendeva con maggiore intensità il fuoco dell'artiglieria avversaria, mai sufficientemente controbattuta dalla nostra anche per la crisi che si era creata nel comando a causa dell'allontanamento del comandante, tencolonnello Petti, il tencolonnello Poddigue mi comunica che i carri pesami e le truppe che mi aveva già segnalato raccolti sul davanti delle sue posizioni nella piana antistante il nostro campo d'aviazione, avevano iniziato l'attacco. Mi avverte anche che la sua compagnia di sinistra per le perdite subite, ha lasciato una falla attraverso la quale ha l'impressione si siano già infiltrati elementi nemici.


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Ordino al tencolonnello Luziani di tenersi pronto per il contrattacco; al tencolonnello Poddigue di rinforzarsi traendo elementi dal IV battaglione dislocato sulla sua destra e di tenere sempre duro. Mi risponde che il CLI morirà ma non piegherà. Dalle ore 12.30 alle ore 14 l'azione di attacco nemica e di contrattacco nostro raggiungono il loro culmine. Un ordine dato al maggiore Gallelli di far scendere per le pendici Nord Ovest del Cochen il V e il X battaglione, per prendere l'attaccante di fianco e alle spalle, subisce la sorte degli altri ed arriva agli interessati alle ore 18, quando le sorti della giornata sono già decise. L'eroico sacrificio dei nostri carri armati che gli avversari, più protetti, meglio armati e di tonnellaggio tre o quattro volte superiore mettono in breve e senza subire perdita fuori combattimento nella quasi totalità, lo strenuo ardimento del tencolonnello Luziani che seguìto da pochi, troppo pochi militi e Hitleriani, cerca arginare l'impero nemico, non può ormai mutare le sorti della giornata. Dalle pendici del Cochen e dalle alture del Laquotat (tencolonnello Poddigue), da quota 726 (tencolonnello Moj) si tenta ostacolare ancora l'avanzata nemica. Ma i carri armati, alcuni dei quali incassano senza risentirne danno alcuno colpi da 77 /28, sono ormai padroni della piana e raggiungono la strada Agordat-Cheren verso il km. 2, seguiti subito da reparti di fanteria. Sono le ore 14 - Aerei nemici padroni incontrastati del cielo, mitragliano e bombardano il comando di divisione. La battaglia di Agordat è perduta. Al comandante non resta che di prendere, e subito, le disposizioni necessarie perché la ritirata, che si impone sollecita, non si converta in fuga disordinata. Alle ore 14.30 impartisco i seguenti ordini: 1°) All'artiglieria di sparare tutti i suoi colpi nella piana dalla quale dilagano i carri pesanti e medi. Risponde all'appello solo una batteria da 105. 2°) Al tencolonnello Moj, comandante interinale della II brigata ed anche della artiglieria della Piazza per l'allontanamento del comandante titolarè: a) di procedere subito al ripiegamento del gruppo da 77 /28, del II gruppo da 65/ l 7 e se fosse possibile, del gruppo da 105 e avviarsi attraverso il terreno rotto a est dell'abitato di Agordat al Carob sulla vecchia strada Agordat-Cheren, che avevo fatto riconoscere il giorno precedente e che appariva ancora percorribile, sia pure con qualche difficoltà;


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tE OPERAZION I IN ,\PR!CA O RIENTALE

b) di cercare di prendere contatto col V e X ancora sul Cochen (la radio assegnata al gruppo manovra non rispondeva più) e di ordinargli di ripiegare per le alture verso il Damtai. 3°) Al tencolonnello Luziani di tenere i bassi speroni a cavallo della strada di Cheren - Km. 4 - (ordine non pervenuto ma che ebbe ugualmente attuazione per l'intelligente iniziativa d,ell'Ufficiale superiore stesso). 4°) Al maggiore Vannetti, convocato al comando di Divisione, detto i seguenti ordini che furono trascritti dal capitano Ferro aiutante di campo della XLII Brigata:

a) affrettare il movimento del 35° battaglione coloniale che non aveva ancora dato inizio di esecuzione all'ordine delle ore 10 di portarsi al Km. I - posto di blocco di Cheren -; b) raccogliere anche il III e dislocare i battaglione sulle alture tra strada Cheren Km. 4 e Carobel, collegandosi a sinistra con il tencolonnello Luziani. 5°) Al tencolonnello Poddigue, comandante il caposaldo del Laquotat, di ripiegare col CLI-IV e batteria da 65 della XII Brigata, portandosi sulla destra del Barca e appoggiare a Carobel. A tutti precisavo che mentre i battaglioni dovevano sostare sulle posizioni in attesa di miei ordini che mi riservavo di impartire da Carobel, le artiglierie avrebbero dovuto proseguire per Unfutat. Avuta assicurazione (meno da parte del tencolonnello Luziani la cui radio - come già detto - non rispondeva più) che gli ordini impartiti erano in corso di esecuzione, raccolto il comando e quando era possibile caricare sui pochi mezzi a disposizione, mi avvio a Carobel, mentre l'aviazione nemica rinnova i suoi bombardamenti e il mitragliamento a bassa quota ed i primi carri entrano in paese. Al passaggio del Barca trovo schierata la batteria da 105 che aveva sparato fino all'ultimo, mi rivolgo agli uomini e grido loro «Ragazzi la battaglia continua, andiamo a riprenderla su posizioni a noi più favorevoli»; mi risponde un grido poderoso di W L'Italia - W il Re. Unico raggio luminoso in quell'ora di tenebrosa angoscia. Giunto al Carobel un esame sommario della posizione mi convince subito che sarebbe follia tentare una nuova resistenza a così breve distanza dalla linea perduta, con i reparti in piena crisi. Lasciati pertanto elementi del mio comando al Carobel per avviare tutti i sopravenienti ad Unfutat, proseguo con tutti i mezzi che mi capitano e che man mano si sfasciano per Unfutat, ponte del Barca, Km. 4 della strada Cheren Agordat, per cercare di prendere collegamento con il tencolonnello Luziani e con i reparti rimasti nel settore di sinistra.


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Incontro il IX - il V- il X battaglione dai quali apprendo i particolari dell'azione sul Cochen di dove i tre battaglioni avevano dovuto iniziare il ripiegamento tra le ore 12 e 14. Nessuna notizia del maggiore Gallelli. Ordino ai tre comandanti di battaglione di portarsi al ponte sul Barca dove è mio intendimento organizzare un'altra resistenza. Incontro il Centurione Orofino che con le macchine vuote aveva arretrato precipitosamente e gli ordino di tornare, con il numero di macchine necessarie, ai Km. 7 e IO per caricare quanto possibile di derrate di carburanti e di autocarrare l'ospedale che era stato lasciato impiantato. L'ospedale fu poi caricato a cura del tenente Morselli. Raggiungo al Km. 4 il comandante del lil battaglione, capitano Marotti, che è collegato col tencolonnello Luziani dal quale dipende. Il battaglione è in linea ed ancora solido. Faccio avanzare il tenente Ciappelloni coi carri armati rimastigli perché protegga il deposito viveri, mentre alcune macchine effettuano il carico delle derrate. Sono le ore 21 circa. A mezzo del comandante del III mando un biglietto al tencolonnello Luziani che ringrazio per la cooperazione datami in quella giornata e lo informo del mio concetto d'azione per il giorno I febbraio: organizzare una resistenza al ponte sul Barca per dar tempo ai reparti di arretrare, tenendosi fuori strada, che non sarebbe stato ormai possibile contendere a lungo all'avversario anche per il mancato crollo del ponte. Dati qu~sti ordini ritorno al ponte del Barca dove incontro il Colonnello Lamborghini che mi coadiuvava nel predisporre la difesa alla quale egli fa concorrere anche una sezione del XII gruppo che aveva agito sul Cochen col maggiore Gallelli. Assicuratomi che gli ordini avessero esecuzione, ritorno per Unfutat al Carobel per rendermi conto di come procedesse il ripiegamento dei reparti lungo questa direttrice. Alle ore 4 del I O febbraio ero di nuovo ad Unfutat.

l ° FEBBRAIO - Riordinati alcuni reparti e sbandati e fatti distribuire i viveri, assicuratomi dell'arrivo e proseguimento delle artiglierie delle Brigate II - XLII - e XII, saputo che il IV e CLI si trovavano sulla sinistra del Carobel e continuavano il ripiegamento, alle ore 7, dopo aver ordinato a due compagnie del 36° battaglione (capitano Zamboni) che avevo chiamato dal ponte sul Barca di disporsi sulle alture di Unfutat a protezione dei reparti ancora in ripiegamento: CC.NN. del 150° (si trattava delle due


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compagnie rimaste in linea nel settore di destra con la XLII Brigata) e di alcuni sbandati e ritardatari e di assicurare lo sgombero dei viveri, mi porto nuovamente al ponte sul Barca ove trovo già in linea, come da me ordinato la sera precedente il V - il X - una sezione artiglieria. Non vi trovo il Raggruppamento P.A.I. che, contrariamente all'ordine ricevuto, aveva proseguito per Cheren. Alle ore 9.30 si presentano i primi elementi avversari: autoblindo, carri armati medi, e qualche camionetta. La sezione da 65/ 17 apre il fuoco ed il nemico si arresta uscendo di strada. Carri armati si spingono fino al Barca e scompaiono nei palmeti. Pochi minuti dopo inizia il tiro di artiglieria avversaria che individuati prontamente i due pezzi riesce in breve a centrarne e metterne uno fuori uso. Per circa due ore e mezzo dura la resistenza con fuoco di fucileria e mitragliatrici, mentre il nemico cerca palesemente di passare il fiume con mezzi leggeri e puntare sulla sinistra dello schieramento (V battaglione). Verso le ore 12 compare un carro pesante che imbocca senza alt il ponte e sebbene battuto ripetutamente ed a breve distanza dal pezzo da 65/ 17 rimasto efficiente, forza il passaggio, e si porta all'altezza dei nostri reparti che, scossi ormai cominciano ad arretrare; ordinatamente il X, meno ordinatamente il V. Non vi è ormai più nulla da fare se non portarsi fuori strada e cercare raggiungere Cheren per le alture. Mi ritiro anch'io e incontrato a Mai Adardè il Capo di S.M. Colonnello Pizzorno (ore 14) lo metto al corrente della situazione che consiglia di mettere in atto subito la difesa già predisposta a Cheren. A Cheren, nel giorno stesso 1° Febbraio, e nei giorni 2 - 3 e 4 si raccolgono gli elementi delle brigate Il e XLII e parte di quelli della XII. Tutti i gruppi di Artiglieria vi rientrano al completo (meno la sezione sacrificata sul Barca). La compagine dei reparti è certamente scossa, specialmente di quelli nei quali è mancata l'azione dei quadri. Ma dove i qµadri conservarono il dominio di loro stessi è sollecita la ripresa. Non è orgoglio di comandante ma obiettiva constatazione di fatti se affermo che prova di questa rapida ripresa ha dato la Il Brigata che il giorno 4 ritornava in linea col suo gruppo artiglieria al completo il giorno 6 e 7 col IX e X battaglione e nei giorni immediatamente successivi con tutti gli altri, arresta il nemico e riconquistando quote che reparti più freschi ma meno agguerriti avevano ceduto all'imbaldanzito avversario. Le giornate del 5 - 8 - 12 - 13 in cui rifulse la saldezza del li gruppo artiglieria e dei battaglioni IV Toselli - CLI - X - possono costituire motivo di orgoglio per qualsiasi reparto anche di tradizione gloriosissima.


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CONSIDERAZTONT Mi astengo da quelle che esorbitano dalla mia competenza e mi limito a due soltanto : 1°) Se anche 11011 fossimo partiti. dal presupposto errato che il nemico non attaccasse che a cavallo delle rotabili e in raggio limitato alla servitù di queste ed avessimo occupato saldamente il massiccio del Cochen Damtai, sarebbe stato possibile resistere ad Agordat? La resistenza avrebbe potuto forse protrarsi qualche giorno di più ma non sarebbe stato assolutamente possibile contenere, senza mezzi adeguati, l'irruzione dei carri pesanti attraverso i varchi Laquotat-Cochen e Laquotat- Itaberrè. 2°) Se, come da me proposto, la difesa fosse stata arretrata e portata sulle alture Cochen-Carobel lasciando fuori l'abitato di Agordat, sarebbe stato possibile tenere? Il nemico certamente avrebbe subìto un maggiore logorio, la difesa avrebbe potuto durare più a lungo; ma l'avversario avrebbe sempre potuto come dimostrò essere suo piano fino dai primi giorni, aggirare le nostre posizioni per il solco Tocolai- Barca, il che avrebbe reso impossibile, senza adeguata nostra azione da tergo (Cheren), salvare tutto quello che . delle truppe e dei mezzi impiegati ad Agordat è stato possibile salvare con il ripiegamento deciso il giorno 31.

TI Colonnello già Com/te la IV Divisione Orlando Lorenzini


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LL Of>liRA1/. IONI IN A r RICA ORJENTAl. E

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N. 117

RELAZIONE DEL COMANDANTE DELLA PIAZZA DI BARENTÙ* Il giorno 19 gennaio il Comando di Piazza di Cassala costituisce la Piazza di Barentù. Sono sul posto il gruppo Squadroni Autocarrato, il 103° btg.Col., due compagnie del Genio Artieri, il Gruppo motorizzato Misto Eritrea, una batteria da 105/28, una batteria da 75/13, una sezione da 70/15 e servizi Vari (Sanità, Sussistenza, Artiglieria, Genio). Lo stesso giorno giungono a Barentù il 170° btg.CC.NN., la 2 3 btr. 70/15. TOPOGRAFIA DELLA PIAZZA - Al centro è una collina, ai piedi della quale si stende l'abitato di Barentù e ha sulla dorsale le abitazioni e gli uffici residenziali. A raggio medio di circa 4 km. sulle fronti ovest e nord si sviluppa una serie di alture, di altitudine media di 1.000 metri, che recingono completamente senza interruzione la conca di Barentù. Sulla fronte est, terreno piano, piatto, senza nessun appiglio. A sud invece terreno piano fino a qualche chilometro oltre il bivio di Tessenei- Biacundi, indi si succedono lievi ondulazioni. Sulla fronte nord, con provenienza da Agordat tagliano le colline la grande strada Agordat-Barentù; a occidente di questa, una carreggiabile di raccordo e, a oriente della stessa rotabile, a circa 2 km., la vecchia pista per Agordat. A est della piana il terreno torna piano, piatto verso Suzenà. Sulla fronte sud della Piazza corre la strada che ha circa 7 km. da Barentù piega a occidente verso Tessenei. A circa sei km. invece della stessa strada si immette la carreggiabile per Biacundi. Ai piedi delle alture della fronte nord passa la pista per Suzenà-Tolè. SITUAZIONE DEL GIORNO 19- 1-1941: a) fronte nord libero movimento per Agordat sulla strada sorvegliata da elementi. motorizzati; b) fronte sud-ovest, sulla strada di Tessenei, due brigate della 2° divisione a cavallo della rotabile; e) fronte sud-est, sulla via di Biacundi e precisamente a Dasè, Ducambia, al ponte sul Gasc verso Ugarò, elementi del Genio che predispongono l'interruzione del ponte.

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Allegali omessi.


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L'atteggiamento del nemico fa prevedere non lontana la interruzione della strada di Agordat e la pressi.o ne che esso esercita sulla seconda divisione lungo l'itinerario di Tessenei, fa sentire prossimo il ripiegamento di questa. DISLOCAZIONE DEI REPARTI - Il giorno 19 il Gruppo Autocarrato presidiava con uno squadrone M. Aliscià (fronte ovest), con uno squadrone la fronte sud a cavallo della rotabile presso il bivio di Tessenei - Biacundi. Altri due squadroni a disposizione presso la collina di Barentù. Batteria da 105/28 sulla piana della fronte est. Batteria da 75/13 tra Barentù e l'altra di Aliscià. Sezione da 70/15 sul versante ovest delle colline di Barentù. Sopraggiunti il 170° btg. CC. NN. e una batteria da 70/15 è stata assegnata a ·essi la fronte sud a cavallo del bivio Tessenei- Biacundi. Il 103° btg. Col. invece tenuto in secondo scaglione a sud di collina Basalì. Il Gruppo Squadroni, meno lo squadrone dell' Aliscià, riunito a est di Barentù a disposizione del Comando di Piazza. Il giorno 21 una compagnia del 103° btg. Col. è dislocato al ponte di ferro sul Gasc a sud del bivio di Dasè, passando alla dipendenza del capitano dei CC.RR. Levet, per il mantenimento della linea Tellinà-Ugarò- Ducambia. Il giorno 24, dietro ordine del Comando Truppe, il 170° btg. CC.NN. passa sulla fronte nord a cavallo della rotabile Barentù-Agordat, con il compito di impedire infiltrazioni. Il 103 ° btg. Col. lo sostituisce suita fronte sud. Il 25, proveniente da Agordat, arriva la compagnia carri L, non seguita dai suoi automezzi di trasporto, perché, partiti in ritardo sulla compagnia, furono attaccati lungo la rotabile da elementi nemici. Così rimasero anche tagliate le comunicazioni fra Agordat e Barentù. LA BATTAGLIA GIORNO 27 GENNAIO 1941 - Nella mattinata del 27 profilandosi minaccia nemica sulla fronte nord dispongo per l'occupazione di quella posizione con due squadroni del Gruppo Squadroni Autocarrato. Gli altri due squadroni, dei quali uno ancora sull' Aliscià, rimangono a mia disposizione. Metto alle dipendenze tattiche del Comando di Gruppo la seconda compagnia del Genio (all. 1). Alle ore 13, previa intensa preparazione di artiglieria, il nemico attacca la fronte del 170° btg. CC.NN. mentre alcuni elementi nemici risalgono il vallone a est della strada di Agordat con l'intento di aggirarla a est del btg .. Sulla fronte attaccata si ha un lieve cedimento che viene subito riparato con l'intervento di rincalzi locali, mentre al tentativo di aggiramento si contrappone un plotone della compagnia di destra del battaglione.


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A rincalzo del 170° btg. CC.NN. viene messa la seconda compagnia del Genio (ali. 2). Il combattimento sulla fronte del 170° btg. CC.NN. si protrae fino alla sera quando all'imbrunire sosta. Le posizioni sono mantenute. Poiché la minaccia contro la fronte hord viene assumendo precisa consistenza occorre guarnire adeguatamente quelle posizioni. Il Comandante del Gruppo Squadroni assume il comando del settore ricevendo a sua disposizione una compagnia del 103° btg. (ali. 3). Sulla vecchia pista di Agordat viene dislocato il Gruppo Misto Motorizzato Eritreo. A presidio di Ugarò e Ponte Gasc, d'ordine superiore, viene mandato -il 47° Btg. Col. della 16° brigata. Rientra pertanto la compagnia del 103° btg. che viene posta a rincalzo del Gruppo Squadroni, settore nord. GIORNO 28 GENNAIO 1941 - La mattina del 28 alle ore 5,45 il nemico riapre il fuoco di artiglieria sulla fronte del 170° btg. CC.NN. e sul settore nord tenuto dagli squadroni. Il primo di questi, sopraffatto, cede, ma il 2° squadrone, spinto al contrassalto, ristabilisce la situazione. Nel frattempo sono affluiti due battaglioni della 16a brigata in ripiegamento dalla rotabile di Tessenei. A essi viene affidata la difesa del fronte ovest, alture dell' Aliscià, il che consente di ritirare il 3° squadrone ivi dislocato, che rimane a mia disposizione. I battaglioni 53 e 33 prendono posizione sulle alture dell' Aliscià tra la linea tenuta dal 170° btg. CC.NN. fronte a nord e la piana dove sta il 103° btg. fronte a sud (ali. 8). Il gruppo della 16a brigata viene inquadrato nelle artiglierie della Piazza attribuendogli come settore normale quello ovest della sua brigata e settore eventuale i settori nord e sud (ali. 4-7-11). L'attacco sulla fronte del 170° btg. CC.NN. è nettamente stroncato dalla pronta reazione delle truppe in linea. Ma il battaglione non ha rincalzi. Gli viene data una compagnia del 3J0 btg. Col.. Con l'occasione costituisco un settore ovest comprendente la 16a brigata e il battaglione CC.NN .. L'arrivo della 16 3 brigata con battaglioni in ordine permette di poter parare anche ad alcune falle. La batteria da 75/13 sottoposta a intenso fuoco. di artiglieria subisce perdite e danni, e durante la giornata ha potuto dare un lento appoggio. Nella notte sul 29 dovrà cambiare posizione (ali. 9).


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Nel pomeriggio il nemico attacca la fronte ovest con l'intendimento di occupare una importantissima altura-osservatorio. Al primo urto l'attaccante riesce a impossessarsi dell'altura. Un contrassalto pronto e violento lo ributta. Ma la posizione ha grande valore quindi il nemico ritenta il colpo preparandolo con intenso fuoco di artiglieria. A cagione di questo, anche il nuovo colpo al primo tempo riesce. Un violento combattimento si accende sulla vetta del monte fra reparti del 53 ° btg. e il nemico accanito nella intenzione di non mollare il boccone. Ma gli vien tolto di bocca.

A sera la situazione è ristabilita. Il tentativo è costato molto caro al nemico. Infatti nei giorni successivi non è più tornato contro lo stesso obiettivo. Sulla fronte del settore nord, verso le 11, il nemico attacca la posizione centrale, ove un'altura ha particolare importanza come osservatorio. La linea traballa. Il 1° squadrone, vergine al combattimento, non resiste alla violenza del tiro di artiglieria. Mando al suo posto il 3 ° squadrone che tenevo a mia diretta dipendenza (all. 21-22). Nel frattempo dispongo che due compagnie del 33° btg. muovano a completare l'occupazione della fronte dello stesso settore (ali. 23). La lotta su quell'altura si fa serrata. La posizione è perduta e ripresa più volte. Intanto viene segnalato che il nemico fa largo uso di pallottole esplosive. Pazienza. Niente da fare. Usi quello che vuole ma non passi. La resistenza è accanita (all. 24-25-26-27) ma alfine a sera tutte le posizioni rimangono in nostro potere (ali. 38). Ma altra minaccia incombe nell'estrema destra della Piazza e, proprio al termine della catena montana del fronte nord, ove si apre la piana di Suzenà. Il reparto ivi dislocato (gruppo motorizzato misto eritreo) non può da solo contrastare l'avanzata di mezzi meccanizzati che sono riusciti a risalire per la vecchia pista di Agordat. Vi mando la compagnia Carri L. Nello stesso tempo il comando della seconda divisione invia in quel settore la Sezione Autocorazzatà. La situazione è temporaneamente ristabilita. Il nemico ripiega. Nella stessa giornata viene ritirato il presidio di Ugarò e di Ponte Gasc e alle ore 12.35 il ponte viene fatto saltare. GIORNO 29 GENNAIO 1941 - Alle ore 5.45 del 29 la lotta riprende sullo stesso Settore nord e sulla fronte del 170° btg. CC.NN .. Si ripetono le situazioni locali come nel giorno precedente. I reparti attaccati, dopo tenace resistenza sotto violento tiro di artiglieria, in qualche punto cedono, ma ripresi dal proprio comandante vengono rilanciati al contrattacco. Altri reparti urge mandare in quel Settore (due compagnie del 47° btg.col.) ove la situazione è critica. La sera si chiude con il ristabilimento della situazione su tutta la linea.

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Intanto arrivano reparti dell'Sa brigata Col. i quali vengono dislocati alla fronte sud in sostituzione del 103 btg.Col.. Questo viene spostato con le compagnie sulla vecchia pista di Agordat unitamente e una sezione da 70/15. Così il 103 btg.Col. viene a costituire un prolungamento del Settore nord, verso est e a collegarsi con le sue compagnie già impegnate in quel Settore. Ivi durante la giornata si hanno fugaci comparse di elementi nemici che non osano agire con risolutezza. I battaglioni dell'8a brigata però arrivano in forza assai ridotta e in condizioni non molto soddisfacenti. Infatti due battaglioni non arrivano neanche a sommare un centinaio di uomini e il più forte, di circa 350 uomini, costituiti in gran parte di Cunama, perde, subito appena giunto, una settantina di ascari della regione che si allontanano. La posizione assegnata all'8a brigata è tutta in piano, coperta e sotto la minaccia di azioni dello stesso nemico proveniente dalla strada di Tessenei, fronte amplissima per cui il solo servizio di osservazione richiede impiego di interi reparti. Anche il gruppo dell'Sa brigata viene inquadrato nelle artiglierie della Piazza con settore normale quello della brigata ed eventuali gli altri. Le due brigate ga e 16a vengono così inserite nella difesa della Piazza di Barentù. Con l'arrivo di esse si completa il cerchio di fuoco in cui si chiude la Piazza. Così il Comando di Piazza sente di poter contrastare a lungo le offese nemiche. Strette in quel cerchio, solo e libero nel giudizio delle situazioni sempre mutevoli, solo e libero nelle decisioni, solo sotto la responsabilità dell'ora che volge, il Comando di Piazza sull'osservatorio centrale di Barentù tiene le redini della battaglia già ingaggiata. Naturalmente sul corso di questa vengono date periodiche notizie al Comando 2a divisione. La Compagnia del Genio in rinforzo al 170 btg.CC.NN. viene ritirata e sostituita con una del 33° btg.Col.. GIORNO 30 GENNAIO 1941 - La mattina del 30 si accende il fuoco sui Settori nord e sud, mentre altri tentativi il nemico fa sulla vecchia strada di Agordat. Da tutte le parti si chiedono rinforzi. È un momento nel quale non più per informazioni ma per sensazioni si può provvedere. La posizione delicata è quella qell'8a brigata perché, come detto, tutta in piano, tranne una piccola altura alquanto avanti alla linea tenuta da un buluk con mitragliatrici. Inoltre la forza insufficiente a coprire tutta la fronte lascia al nemico la possibilità di manovrare liberamente con mezzi meccanizzati.


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Durante la prima mezza giornata il nemico esegue puntate di assaggio facilmente respinte ma nel pomeriggio attacca l'altura avanzata previo concentrato tiro di artiglieria. Dapprima l'attacco è frenato ma successivamente l'altura cade in mano al nemico. Verso le.15 l'attacco si estende a tutta la fronte dell'8a brigata, Settore sud. È un succedersi di assalti e contrassalti. Alfine la linea rimane integra in nostro possesso eccettuata l'alturaosservatorio. Il nemico sfoga la .s ua rabbia con tiri di artiglieria sul rovescio della posizione producendo sensibili perdite. Se la giornata si chiude con il ristabilimento quasi totale della linea, rimane pur sempre difficile la situazione in questo Settore onde decido di ritirare la compagnia carri L dalla vecchia pista di Agordat per lanciarla sul Settore ove il nemico ha potuto respingere la prima resistenza e ove tre dei quattro pezzi anticarro sono stati resi inservibili. Tengo ancora a mia disposizione un plotone carri L. Le artiglierie della Piazza distribuiscono il loro fuoco sui settori attaccati mentre contrassalti di rincalzi contengono l'irruzione avversaria. Nello stesso tempo però alla fronte. nord crolla la difesa della posizione principale. Ho un bel propormi di essere prodigo di fuoco e avaro nel concedere uomini, ma le artiglierie non possono bastare a far fronte a tutte le esigenze della Piazza su ogni direzione. Il pericolo rappresentato dal cedimento sulla fronte nord, per la minaccia che essa determina su tutta la posizione, impone di impiegare l'unico battaglione gelosamente tenuto in serbo (il 22° btg.Col.). Con rapida azione e magnifico slancio il battaglione contrattacca, ricaccia l'avversario, riprende la posizione, l'oltrepassa, cattura materiali abbandonati dal nemico in fuga. La notte dà un pò di tregua. GIORNO 31 GENNAIO 1941 - La mattina del 31 si riaccende la lotta sulle fronti nord e sud. Qui il nemico è riuscito a impossessarsi di un'altura nei pressi del bivio di Tessenei-Biacundi che gli consente l'osservazione immediata del campo di lotta ove può concentrare violento fuoco dell'artiglieria e sferrare un attacco. Verso le 10 riesce a penetrare nelle nostre posizioni nei pressi del bivio Tessenei - Biacundi. Il pronto intervento della compagnia carri L, a sostegno di una compagnia coloniale lanciata al contrassalto, mette in fuga l'avversario. Ma il tenente Astengo, comandante della compagnia, insofferente della clausura del carro, per meglio condurre la sua azione, si erge fuori dalla torretta, viene falciato e cade eroicamente sul suo carro.


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Durante il pomeriggio sulla fronte sud assalti e contrassalti si succedono, alimentati da parte nostra con spostamenti di piccoli rincalzi. A sera la linea nostra è un pò arretrata ma tiene. Sulla fronte nord riprendono gli attacchi nemici che si rinnovano durante la giornata a ogni contrattacco che li stronca. Per tamponare qualche falla ho dovuto trarre elementi dalla fronte Ovest, rimasta relativamente tranquilla. Contemporaneamente sull'estrema destra della fronte Nord, vecchja pista di Agordat, la posizione viene attaccata da mezzi meccaruzzati. Le truppe in posto resistono, ma il nemico tende a dilagare. Mando in quella direzione il plotone carri L, tenuto a disposizione, così è possibile frenare l'attacco. All'imbrunire torna la calma, ma durante la notte sul l O febbraio, alle ore 1,- il nemico sferra un attacco sulla fronte Nord, preceduto da intenso fuoco di artiglieria. Alle ore 3,30 la situazione è ristabilita. La situazione si fa sempre più difficile ma bisogna resistere. Il limite alla resistenza dovrà essere dato dall'assolvimento del compito che i Comandi Superiori avevano attribuito alla Piazza di Barentù. Quale fosse nel tempo il limite della resistenza non era possibile determinare e perciò anche il limite della resistenza umana doveva essere protratta con ogni sforzo. GIORNO 1 FEBBRAIO 1941 - All'alba del 1° febbraio tutta la Piazza di Barentù è sotto il fuoco della artiglieria. Mentre nei giorni precedenti la mancanza di osservatori diretti non consentiva all'artiglieria nemica che tiri sbandati, incerti, il 1° febbraio, per la conquista di una buona posizione sulla fronte Sud, può bene aggiustare i suoi tiri. La fronte dell'8a brigata è particolarmente delicata. Il comandante del Settore informa di avere avuto aggirata la sirustra del suo schieramento. Per l'ala minacciata da quella stretta sposto una compagnia dalla fronte occidentale verso la direzione pericolosa. Il contrattacco vale a f~r ripiegare il nemico. L'8a brigata può ancora resistere. Sulla fronte Nord invece la situazione è molto sensibile. Per fronteggiare gli attacchi su certi tratti ordino la costituzione di rincalzi con reparti tratti dai Settori non fortemente impegnati. Durante tutta la giornata le posizioni sono tenacemente tenute, ma nel pomeriggio inoltrato, verso le 19 per collasso la fronte cede, ed è necessario contenere l'irruzione nemica. Già il Comando della 2 a Divisione aveva comunicato con ordine diretto ai Comandi di Brigata e di reparti autonomi l'ordine di ripiegamento. AI Comando Piazza rimaneva il compito di stabilire l'ora di inizio. La fissa per le ore 19. Ma l'attacco prima ricordato sulla fronte Nord,


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sviluppatosi proprio a quell'ora, costringe a spostarla e nello stesso tempo impone l'assoluta necessità di fermare il nemico per non compromettere l'operazione di ripiegamento. Per l'intervento del comandante del Settore Nord, il quale con i suoi disponibili, raccogliendo alla meglio coloro che retrocedevano e conducendoli al contrassalto fu possibile trattenere il nemico. Per regolare il deflusso dei reparti ho dato ordine a ciascun Comando di Settore di mandare propri ufficiali presso il comando del Settore contiguo onde avere notizie dei rispettivi movimenti. COSÌ CESSÒ IL FUNZIONAMENTO DEL COMANDO PIAZZA DI BARENTÙ È da mettere in rilievo la particolare difficoltà nella quale si sono trovati i vari elementi di servizi per effettuare le operazioni di sgombero.

Aerei nemici con spezzonamenti e mitragliamenti, artiglierie con tiri sul centro, sulle vie, sui depositi, ostacolarono fortemente le operazioni di caricamento e di sgombero che si protrassero fino a notte mentre i reparti defluivano. La semplice esposizione obiettiva delle operazioni svoltesi durante la battaglia di Barentù dà l'idea della violenza assunta in certi momenti dalle azioni di attacco e contrattacco. Mentre da parte inglese l'arrivo di automezzi sulla via di Agordat durante gli ultimi giorni avvertiva il rinnovarsi delle forze in sostituzione di quelle duramente provate, i reparti della Piazza di Barentù erano sempre gli stessi che martellavano spostandosi da un punto all'altro ove più urgente era il bisogno. Tutti i reparti meritano riconoscimento del loro alto valore ma in modo particolare citerò il Gruppo Squadroni Autocarrato. Se nel primo momento lo Squadrone per primo impiegato, nuovo alla tempesta del combattimento, ebbe un attimo di smarrimento, subito all'intervento degli altri squadroni, riprese la sua forma e tutto il Grµppo durante i 5 giorni ininterrottamente attaccato e ininterrottamente contrattaccando, ha saputo fino all'ultimo istante mantenere le posizioni affidategli. Come rilevasi dal corso della relazione, molteplici compiti aveva l'artiglieria della Piazza, resi più difficili dalla contemporaneità di azioni su fronti opposte. I due Gruppi someggiati coloniali da 65/17 (8° e 16°) hanno aderito alle molteplici richieste di fuoco in modo efficacissimo. La batteria motorizzata nazionale da 105/28 si è comportata magnificamente prodigandosi su tutti i settori nei tiri di controbatteria e concorrendo anche alle varie azioni di fuoco delle altre artiglierie della Piazza. Tale batteria rimasta con


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LÈ OPERAZIONI IN AFRICA ORIENT/\l.E

soli due pezzi efficienti dopo i primi due giorni di combattimento ha fatto ugualmente sentire i suoi sensibili effetti. La batteria coloniale da p~sizione da 75/13 ha attraversato un periodo di crisi e proprio nei momenli particolarmente attivi. Perdita di personale e azioni nemiche di controbatteria hanno reso talvolta tardivo l'intervento nei primi giorni di combattimento, ma nella ripresa ha risposto prontamente ed efficacemente. Anche i pezzi da posizione da 70/15, esclusi quelli della fronte Sud che fin dai primi attacchi vennero eliminati, hanno concorso all'appoggio delle fanterie e hanno svolto efficace tiro anticarro. Le compagnie Artieri del Genio , durante il periodo preparatorio, hanno lavorato per predisporre interruzioni e un campo minato sulla fronte Sud, oltre al compimento di tanti altri lavori di carattere logistico. A cominciare della battaglia furono tenuti a disposizione. ln certo momento in cui nessuna disponibilità avevo, mentre la fronte del 170° btg. CC.NN. era seriamente minacciata, fu mandata in rincalzo. Ma il giorno successivo, giunti a Barentù i battaglioni della 16a Brigata Coloniale, fu sostituita da una compagnia di coloniali. Devo alfine porre in evidenza la condotta del personale del Comando Piazza. Il personale tutto, senza limite di tempo e di sforzi, senza tema di pericolo, si è prodigato in una collaborazione affettuosa e generosa. Già prima della battaglia gli ufficiali avevano percorso in ogni senso tutte le posizioni della Piazza, per avere cognizione del terreno di eventuale attacchi nemici, per avere piena conoscenza della percorribilità del terreno a tergo delle posizioni. In frequenti visite avevano conosciuto la dislocazione di tutti i reparti e si erano tenuti al corrente di ogni spostamento. Sapevano dove stavano gli organi di servizio, come ciascuno di essi funzionava. Così essi erano pronti in ogni evenienza a compiere un servizio qualsiasi su qualunque Settore. Così durante la battaglia ho potuto disporre di essi per far guida ai reparti spostati da un Settore all'altro. Così ho potuto ottenere il rapido, tempestivo arrivo dei rinforzi a l punto giusto, e talvolta gli stessi ufficiali- guide hanno partecipato ai contrattacchi svolti dai reparti che essi guidavano. In tutti gli altri servizi sono stati sempre orientati, pronti e sicuri. Parlando del personale della Piazza tengo presente quello del Comando di Artiglieria, il quale in intima cooperazione, alle più accurate predisposizioni ha fatto seguire il più pronto efficace intervento. E dicendo personale non trascuro i sottufficiali sempre pronti a offrire la loro opera in ogni occasione, né dimentico i soldati e gli ascari, specie


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motociclisti. Questi specialmente, erano soltanto tre, non ebbero tregua né di notte né di giorno, ché le distanze erano lunghe e le linee telefoniche si interrompevano come sempre al momento buono. Né a rimetterle valse l'opera ininterrotta e non facile dei guardafili condannati al lavoro di Sisifo. SERVIZI

Sanità: L'Ospedale da campo 0502 si trovava impiantato sul versante Sud di un'altura della fronte Nord, si che all'inizio della battaglia venne a trovarsi sotto l'azione dell'artiglieria nemica. Fu d'uopo spostarlo verso l'abitato. Ma anche qui veniva colpito dalle artiglierie e dagli aerei nemici mentre i feriti vj affluivano numerosi. Nella notte del 31, dietro ordine superiore fu mandato a Suzenà. Rimase a Barentù quella che era stata infermeria di presidio. All'atto dello sgombero i feriti furono caricati su autocarri. I pochi medici si sono prodigati per apprestare la loro opera ai numerosi feriti.

Sussistenza: Quando il tempo cominciò a stringere, ordinai al consegnatario del magazzino di largheggiare nelle distribuzioni. Lo stesso ordine venne anche dai Comandi Superiori. Poco rimase di viveri a Barentù. Nulla poi.

Artiglieria: Durante la battaglia il Deposito munizioni ebbe un bel da fare per assicurare il rifornimento ai reparti . Il Deposito era forte . Delle munizioni di artiglieria, per le bocche da fuoco impiegate, la massima parte furono sparate, delle altre molte rimasero; fu disposto a seconda della località l'interramento e la distruzione. Chiudo questa relazione rivolgendo una parola di lode e di riconoscenza a tutte le truppe della P iazza. Nei miei contatti con i reparti, tutti, dai Comandanti di Settore alla semplice camicia nera e al semplice ascari che balbettava la lingua italiana fecero offerta e promessa del più assoluto adempimento al dovere. LA PROMESSA È STATA AMPIAMENTE MANTENUTA

Il Comandante della Piazza di Barentù Col. Oreste Delitala Adi-Ugri, febbraio 1941


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 118

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL' A.O.I.

N. 59/S.

Addis Abeba, 2 febbraio 1941-XIX

Oggetto: Direttive per la difesa della linea Cheren-Arresà

All'Eccellenza il Generale Gr. Cr. Luigi Frusci Comandante dello Scacchiere Nord

Asmara

Bisogna mettersi bene in testa questi concetti fondamentali: I 0 ) è inutile pensare alla difesa materiale di Asmara; qualunque cosa si faccia se ci riduciamo a difendere la città vi potremo resistere pochi giorni se non poche ore; 2°) Asmara la si difende sulla linea Cheren -Arresà; o qui si resiste ed Asmara è salva, o qui si cede ed Asmara è perduta e con essa tutta l'Eritrea. Quindi togliersi assolutamente di testa la possibilità di un ulteriore ripiegamento; 3°) la linea da difendere è estesissima e si appoggia a due capisaldi estremi; non bisogna credere, come sembra si sia fatto per la Agordat-Barentù, che tenuti questi tutta la linea tenga. Gli inglesi tenteranno di infiltrarsi al centro anche perché qui la linea è più vicina all'obiettivo finale. Ma non dimentichiamo che là il centro era debolissimo mentre qui anche se non è un bastione materialmente insormontabile è tatticamente assai forte; 4°) data l'estensione della linea è assurdo pretendere di guarnirla saldamente in ogni suo punto. Basterà presidiare i varchi più facili, sorvegliare gli altri e tenere quante più truppe si può alla mano per buttarle dove si delineerà l'attacco. Avete automezzi ed una buona strada di arroccamento. Voi dite le truppe sono esauste ed in parte è vero, ma avete ben dieci battaglioni che ancora non hanno combattuto. Da questi potete trarre una riserva, sia pur piccola, per manovrare e per questi due o tre giorni può bastare perché neanche gli inglesi possono immediatamente fare sforzi notevoli. · Possono venire in autocarro contro Cheren per quivi fermarsi in attesa del grosso; non possono avanzare sulla direttrice di Arresà perché è una mulattiera e vi sono i battaglioni di Postiglione. Possono avanzare fra le due località ma non con grandi forze e neanche immediatamente perché la strada è lunghissima e non transitabile ad autocarri mentre gli inglesi mancano di salmerie.


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Se volete giudicare esattamente la situazione capovolgete il problema e mettetevi dalla parte degli inglesi; vedrete che dal loro lato è forse più difficile che dal nostro. 5°) A .costo di compromettere le sorti di tutto l'Impero vi ho dato, anzi offerto, tutti i rinforzi possibili. Dopo la brigata che verrà a Selaclacà non potrò darvi neanche un uomo. Ma penso che se anche potessi aiutarvi ancora sarebbe inutile perché o c'è l'animo per resistere ed i rinforzi non sono necessari o quest'animo non c'è ed allora sono inutili. 6°) Sono profondamente convinto che a voi personalmente l'animo degno della situazione non manca. Trasfondetelo nei vostri dipendenti e avrete vinto la più bella battaglia che un comandante possa affrontare.

Il Viceré d'Etiopia Comandante Superiore delle Forze Armate Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

Tele N. 42563

Da Viceré A

Stamage

N. 119

febbraio 1941

Aba

Roma

«Nelle operazioni tuttora in corso, iniziatesi il 17 gennaio, aeronautica Impero ha subìto seguenti perdite: apparecchi per azioni di guerra, ivi compresi velivoli distrutti al suolo, n. 17, per incidenti di volo n. 3; inoltre n. 24 apparecchi, danneggiati per incidenti di volo, non potranno essere efficienti che entro il mese di marzo venturo. In totale n. 44 velivoli durante 13 giorni di operazioni sono andati distrutti o si sono resi inefficienti per lungo periodo di tempo. «Efficienza apparecchi al 31 gennaio è: S. 79, n. 7; S. 81, n. 6; Ca 133, n. 37; Cr. 32, n. 14; Cr. 42, n . 15; Ro 37, n. 2; S. 82, n. 1; totale n . 82. «Pongo pregiudiziale rilievo che attualmente su tutti i fronti vengono impiegati dal nemico in numero assai rilevante velivoli da caccia tipo Hurricane et Gloster. Impiego Ca 133 è divenuto pressoché impossibile senza forte scorta di caccia. Considerata tale situazione, faccio osservare che, proseguendo operazioni e qualora impiego aeronautica conservasse ritmo mantenuto attuale periodo, è prevedibile che entro 15 giorni aeronautica Impero dovrà considerarsi priva di apprezzabile efficienza bellica. «Richiamo pertanto nuovamente attenzione sulla urgente necessità di inviare subito adeguato numero di apparecchi in A.O.I. per fronteggiare situazione resasi assai difficile. Di fronte a tale stato di fatto informo avere allo studio costituzione di una divisione azzurra che sarà composta di militari nazionali e indigeni appartenenti alla Regia Aeronautica. La divisione verrebbe impiegata in operazioni terrestri a fianco camerati forze armate di cui sarà fiera condividere le sorti. Amedeo di Savoia


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DOCUMENTI

D OCUMENTO

Tele N. 42744 Da Viceré A

Stato Maggiore Generale

N. 120

2 febbraio 1941 Aba

Roma

Tele n. 42744 del 2 febbraio 1941. Seguito 42563. Nella giornata ho perduto 8 Ca. 133 e 3 CR 42. Rimanenza odierna 71 apparecchi di cui 29 Ca. 133 cui efficienza è ben nota; tuttavia personale continuerà imperterrito a battersi fino estremo sacrificio. Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 12 l

N. 97 R.P.

27 gennaio 1941

Da Comando Superiore Marina in A.O.I. A Supermarina

Massaua Roma

«Ieri 26 corrente mi sono recato ad Asmara dove era presente l'Eccellenza Trezzani Capo di Stato Maggiore delle FF.AA. in A.O .I., il quale desiderava parlarmi. Erano presenti l'Ecc. Frusci, comandante dello Scacchiere Nord, e l'Ecc. Pinna, comandante dell'Aeronautica in A.O.I.. «Riassumo brevemente i fatti: La situazione della Colonia Eritrea può precipitare da un momento all'altro. Qualora non sia possibile resistere efficacemente ad Agordat e Barentù, completando il ripiegamento disposto , è da presumersi che sia eseguito un attacco in forze su Massaua. «Il Comando Scacchiere Nord non ha truppe disponibili per rinforzare questa base, che potrà disporre di circa 3.000 uomini. Le truppe schierate per la protezione degli sbarramenti sulle pendici fronteggianti la fascia costiera sono molto limitate. «A me è affidato il compito della difesa ad oltranza di Massaua. Dispongo con tutti gli scarsi mezzi disponibili per la massima possibile resistenza e prendo tutte le misure per distruggere opere e mezzi qualora la resistenza divenga impossibile. «Vi assicuro, Eccellenza, che tutti faremo qui il nostro dovere e anche di più, fino all'estremo.

Il Contrammiraglio Comandante Superiore di Marina in A .O.I. Mario Bonetti»

Da " La Marina Italiana nella 2° Guerra Mondiale" - Voi. X - Le operazioni in Africa Orientale.


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DOCUMENTI

D OCUMENTO

N. 122

Asmara, 6 febbraio 1941 -XIX - Ore 19

All'Eccellenza Frusci Comandante Scacchiere Nord

Asmara

Vi preciso il mio pensiero circa le direttive di larga massima che Vi ho dato a voce: l 0 ) Confermo che sulla linea Cheren-Arresa (località a titolo indicalivo) la resistenza deve essere ad oltranza. 2° ) La resistenza non deve essere intesa nel senso statico, ma orientata a tutte le possibilità di manovra sui fianchi e sul tergo dell'avversario. 3°) Per questa ragione attuate al più presto possibile l'azione da Voi progettata per la valle del Gulà, che varrà ad alleggerire la pressione frontale sulle posizioni di Cheren. 4°) Riorganizzate le forze disponibili in modo da formarvi una riserva mobile in grado di poter essere lanciata dove se ne manifestasse la necessità. 5°) Nella deprecata ipotesi che avvenga in qualche settore un cedimento le truppe non devono ripiegare su Asmara m a organizzare in posto azione di guerriglie contro le infiltrazioni avversarie. Per "truppe" non intendo reparti organici o rdinatamente ripiegati che possono venire reimpiegati in successive azioni, ma quelle frazioni che, tagliate fuori devono non arrendersi ma inferire più che possono sulle retrovie dell' avversario. 6°) Assistete più che potete, nel campo materiale e soprattutto in quello morale, le valorose truppe di cui disponete, per far loro comprendere che il ripiegamento effettuato è stata una necessità strategica ma non una imposizione di superiorità nemica. Con frequenti visite in linea con la presenza animatrice vostra e dei vostri capaci coadiutori fra i reparti in ricostituzione potrete sicuramente ridare alle truppe di colore l'ascendente morale sull'avversario e la fiducia che la virtù guerriera degli eritrei e di tutti gli etiopici è tale da superare qualsiasi momentanea difficoltà di mezzi.

Il Vice Re Comandante Superiore delle FF.AA. Amedeo di Savoia


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Vi ho fatto venire dall'Amara la 6a brigata. Ho già disposto che da Celgà affluisca il 31 ° gruppo da 105/28. Potete, come mi avete detto, disporre del gruppo contraereo di Gura. Vi manderò al più presto possibile ancora un battaglione nazionale (battaglione alpini del 10° reggimento granatieri), ed un gruppo di tre batterie da 65/ 17 del 60° reggimento artiglieria. In seguito organizzerò una brigata coloniale di formazione di tre battaglioni ed un gruppo artiglieria, sottraendoli alle abbastanza serie necessità dello Scioa. Con questo avrò fatto quanto mi è umanamente possibile fare per venire fin che posso incontro alle vostre necessità tutt'altro che semplici. Confido anzi sono sicuro che le vostre virtù guerriere, la vostra provata capacità di Comandante, la vostra sicura fede nella nostra capacità e volontà di resistenza, varranno a frantumare la temporanea tracotanza avversaria e a ripristinare una situazione attualmente delicata ma che io giudico non compromessa, sicuro come sono della virt4 dei capi e dell'eroico valore delle truppe. Ad esse vogliate far pervenire il mio elogio più vivo. Amedeo di Savoia


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

Da Comando Superiore FF. AA. A

Comando Scacchiere Nord

N. 123

Aba Asmara

564684 I.I Operazioni I .I Ditemi se potete mandarmi battaglione alpini del 10° / ./ Amedeo di Savoia

DOCUMENTO

Da Comando Scacchiere Nord At Comando Superiore Forze Armate

N. 124

Asmara Aba

N. 061006 I.I 12 marzo ore 20,30 I.I Battaglione alpini est in linea in tratto assai delicato schieramento Cheren / ./ Tutte le altre truppe sono anche in linea I .I Come ho segnalato con odierno notiziario ore 16 atteggiamento avversario tende a trasformare in fronte operativo tutto il margine ovest dell'altopiano et fra poco prevedo che altrettanto accadrĂ sul ciglio orientale I .I Formazioni ribelli I ,I inquadrate da inglesi /,/ minacciano molto da presso Tigrai / :/ Se non paro a tali minacce rischio di rendere vana la resistenza di Cheren / ./ Pur compenetrandomi pienamente della situazione altri Scacchieri/,/ prego vivamente non sottrarmi truppe/./ Frusci


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LE OPERAZ IONI IN AFRICA ORIENTALÉ

DOCUMENTO

N. 125

UFFICIO DEL CAPO Dl S.M . Telegramma di Stato in partenza

Da Comando Scacchiere Nord At Comando Superiore Forze Armate Stato Maggiore Ecc. Nasi Comando Scacchiere Ovest

Marisupao

Asmara Aba Gondar Massaua

N. 061002 I.I 12 marzo Situazione ore 16 I.I Sosta nelle operazioni da parte avversaria da non interpretarsi quale rinunzia at obiettivi prima accanitamente perseguìti / ,/ ma dovuta solo at ricerca di una diversa soluzione del problema tattico / ./ Accertato concentramento mezzi sul fronte nord di Cheren l;I creazione di una base in val Derconò a monte Terer Bilò che per Surtò et valle Cumbrarebà sinistra sembra ripetere tentativo aggiramento nostro schieramento verso Habi Mante! /;/ afflusso di colonne talora di qualche centinaio automezzi nelle valli Gulà et Ghergher con pattuglie ufficiali spinte fino a M. Tocaità et monte Zobollo per rilievi carattere topocartografico che possono preludere intenzione piazzamento artiglierie in grado di battere rovescio schieramento Cheren et ferrovia fino Abrascicò et continuati lavori per apertura piste nel settore di Arresa I :I costituiscono elementi che rivelano volontà nemico non desistere da suoi propositi et trasformare ampio fronte osservazione fra Cheren et Arresa in fronte operativo / ./ Da aggiungere spinta impressa at forze ribelli dello Tzeghedè-Uolcait verso il Tacazzè I.I Fra Debra Abbai et Addì Aitecheb nuclei rìbelli hanno intercettato comunicazioni et preso contatto con nostri reparti in sito/,/ isolando - sembra/,/ presidio Debra Abbai I.I Generale Rizzo con reparti settore in sito per chiarire situazione et rastrellare zona I .I Frusci


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 126

FORZE BRITANNICHE OPERANTI CONTRO LA SOMALIA QUALI RISULTAVANO IL 22.2.1941 AL COMANDO SUPERIORE FF. AA. DELL'A.0.1. Alla data del 22 febbraio 1941 le forze britanniche operanti contro la Somalia risultavano al Comando Superiore FF.AA. dell' A.O.I. così dislocate e raggruppate:

Zona Wajir: I brigata imprecisata, meno I battaglione; comando I brigata motorizzata metropolitana sud-africana (assegnata alla 12a divisione indigena); I battaglione della I brigata metropolitana; l gruppo di artiglieria; 1 batteria. (Elementi meccanizzati non accertati). Zona Buna-Debel: l battaglione della brigata imprecisata di Wajir e I batteria, non accertati. Zona Gherille: V battaglione KAR; elementi meccanizzati (I banda somala e I batteria non accertati). Zona Gelib: Comando avanzato 12a divisione indigena;.XXII brigata indigena; XXIV brigata indigena meno I battaglione; I battaglione motorizzato della I brigata metropolitana; l battaglione pionieri; l gruppo artiglieria divisionale; 2 batterie d'accompagnamento; elementi meccanizzati. Zona Giumbo: Comando avanzato 11 a divisione indigena; XXIII brigata indigena (11 a divisione); 1 battaglione motorizzato del «Kenia Regiment»; 1 battaglione pionieri; 1 reggimento artiglieria divisionale; I batteria d'accompagnamento; elementi meccanizzati (XXI brigata indigena e I batteria d'accompagnament;0 non accertati). Zona Garissa-Afmadù: Comando 12a divisione indigena; III battaglione KAR; 2 battaglioni motorizzati della I brigata metropolitana; 1 battaglione della XXIV brigata indigena (Non accertati: 2 battaglioni motorizzati australiani; l battaglione del «Carnei Corps»; 1 gruppo artiglieria divisionale; elementi meccanizzati; l banda somala). Zona Bura Colbio: Comando 11 a divisione indigena; 1 brigata della Rhodesia Nord (indigena); l batteria d'accompagnamento (Non accertati: l battaglione della XXI brigata indigena; III battaglione KAR; I gruppo artiglieria australiano).


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 127

IL COMANDANTE DELLE FORZE ARMATE DELL' A.O.I. Addis Abeba, 14 febbraio 1941-XIX

N . 60

Al Comandante delle Truppe Operanti su tutte le fronti

Posta Militare

La situazione complessiva che si va gradatamente delineando conferma in pieno le previsioni già fatte fin dal mese di novembre. Il piano politico - strategico degli inglesi può essere così sintetizzato. Gli inglesi tendono: alla riconquista in proprio nome delle due vecchie colonie italiane, Eritrea e Somalia, e alla conquista del Somaliland; considerando l'ex Negus come loro alleato lo stanno aiutando soprattutto con denaro, armi e aeroplani affinché possa, coi ribelli delle varie regioni, costituirsi un così detto esercito nazionale e riconquistarsi l'Impero . A cose fatte avremo: gli inglesi padroni in proprio delle due nostre colonie e per interposta persona (il Negus) dell'Etiopia. Ciò corrisponde anche alla mentalità inglese. L'attuazione di questo disegno si sta sviluppando attraverso le seguenti fasi di cui alcune in atto, altre in potenza. 1. FASI IN ATTO Attacco contro l'Eritrea, attacco contro la Somalia, attacco contro il Galla Sidama.

e

A. L'attacco contro l'Eritrea in corso da venticinque giorni e continua accanito. Fallita, per il nostro ripiegamento da Cassala -Tessenei, la loro manovra a tenaglia (da documenti trovati doveva scatenarsi all'alba del 19 e noi ripiegammo la sera del 17) si buttarono furiosamente contro le posizioni di Barentù e di Agordat. Le truppe di Barentù ressero a onta delle gravissime perdite senza cedere di un passo; anche quelle di Agordat ressero bene, ma il· territorio a sud della posizione, da noi ritenuto intransitabile, risultò invece accessibile ai loro automezzi, talché si andò delineando una grave minaccia di avvolgimento della nostra sinistra per tagliarci l'unica via di ritirata. Ordinai pertanto il ripiegamento da Agordat su Cheren. Abbandonata Agordat, Barentù non aveva più ragione di essere perciò feci ripiegare quelle truppe non appena i battaglioni provenienti da Om Ager furono sfilati dietro questa posizione.


DOCl.JMENTI

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Il ripiegamento avvenne con tutto l'ordine possibile in simili frangenti; tutti i battaglioni subirono gravi perdite, ma restarono alla mano dei capi e nessuno andò perduto. Più gravi furono le perdite di artiglierie e di materiali: ad Agordat per l'incombente minaccia sulla strada, a Barentù per il fatto che la linea di ritirata era costituita soltanto da una mulattiera. Il nemico si buttò decisamente allo sfruttamento del successo facendo convergere tutte le sue forze sulla direttrice di Cheren. In previsione di ciò avevo già fatto occupare queste posizioni da truppe fresche rapidamente affluite (un reggimento granatieri da Addis Abeba e una brigata indigena già in posto). Il giorno 3 febbraio il nemico attaccò per la prima volta la posizione di Cheren e fu respinto; da allora i combattimenti si succedono accaniti senza risultati pratici da parte dell'avversario. Le perdite nostre sono gravi; quelle del nemico gravissime tanto che ha portato in linea tutte le riserve, infatti a sud di Cheren fino ad Adi Ugri non abbiamo ancora pressione sensibile. Ma all'avversario continuano a giungere rinforzi; a Porto Sudan in questi giorni hanno scaricato 11 piroscafi di cui 8 sopra le 10.000 tonnellate. Un altro convoglio è segnalato con rotta nord. Intanto la pressione da nord (settore Karora) si è notevolmente accentuata. Tutto ciò rende molto probabile (se non sicuro) a breve scadenza un attacco concentrico contro l'Eritrea, da ovest su CherenAsmara, da nord anch'esso su Cheren -Asmara e forse da est o con l.' attacco di Massaua da mare lungo la fascia costiera o con sbarchi a nord e a sud del porto. Ho mandato al settore nord fino all'ultimo rinforzo che potevo a costo di sguernire pericolosamente Addis Abeba - dove sono circa 20.000 fra donne e bambini, in una regione dove la ribellione scoppierebbe con manifestazioni di estrema barbara violenza, e sto studiando di sgombrarli su Harar - ma con tutto ciò dubito molto che si possa, di fronte a un triplice attacco ·concentrico e in forze, reggere a lungo. B. L'attacco contro la Somalia (era previsto; unicamente non si sapeva se avesse preceduto, accompagnato o seguito quello a nord) è anche esso in atto e il nemico si trova per ora nell'Oltre Giuba che, come è noto, ho ordinato di non difendere a oltranza. Qui esso procede metodicamente creandosi successive basi logistiche. Dai suoi movimenti nasce ora il dubbio che la sua azione punti non direttamente su Chisimaio, ma che forzato il Giuba si proponga di arrivare per Gelid al mare tagliando fuori questa piazza costringendola, prima o poi, a cedere per isolamento. Mentre attendo a sgombrare alacremente


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Chisimaio e a fare partire i piroscafi in grado di viaggiare ho ordinato di difendere a oltranza la linea del Giuba in corrispondenza di Gelid e delle altre strade. C. Attacco contro il Galla Sidama. L'azione è alla sua prima fase e si pro-

nuncia su Oboe in direzione del lago Ruspoli, forse con obiettivo la fronte Soddu-Dalle. Forse questa mossa è diversiva per obbligarci a sguernire o per minacciare da tergo la direttrice Moiale-Neghelli che sarà forse la principale. Accompagnano queste azioni da sud altre da ovest, soprattutto a cavallo della valle del Baro in direzione di Gambela e di Dembidollo, mentre più vicino al Nilo, in corrispondenza di Kurmuk Ghezan, si stanno accumulando forze irregolari di fuorusciti e, a quanto sembra, truppe francesi e belghe. Probabilmente queste truppe aspettano per avanzare il divampare della rivolta fomentata dell'arrivo nel Belaia dell'ex Negus e del fitaurari Burru. Nella regione di Lechemti è già in atto e si sta reprimendo. Questa direttrice Gheza-Lechemti-Ambò è quella che più mi preoccupa perché giunge nello Scioa evitando il Nilo. 2. FASI IN POTENZA

Scacchiere est - Si parla di sbarchi nel Somaliland, a Gibuti, a Assab per la fine del corrente mese. Si tratta di voci insistenti ma contraddittorie. La versione che mi sembra più probabile è quella di uno sbarco a Zeila e dintorni con obiettivo Aiscia e successivamente Dire Daua e in fine Harar. Essa, evitando la possibile reazione francese, isolerebbe, specialmente se sussidiata da una azione su Assab, la Costa francese dei Somali che non potendo più essere rifornita da noi dovrebbe accettare l'occupazione inglese. Scacchiere ovest - Per ora è tranquillo, ma si hanno molti sintomi che la ribellione sta per scoppiare violenta soprattutto nel Goggiam. Spero che il generale Nasi possa fronteggiarla con le forze a sua disposizione. Ove ciò risultasse impossibile, a seconda degli avvenimenti, ordinerò o di resistere in posto o di ripiegare sulla linea del Nilo. Come si vede la realtà sta confermando, purtroppo in pieno, quelle che in novembre chiamavo previsioni pessimiste. Di fronte a un attacco concentrico condotto con forze e soprattutto con mezzi di una superiorità schiacciante (per ogni tonnellata di aiuti giunta a noi ne sono giunte più di 5.000 al nemico) la nostra situazione è molto critica. Senza ufficiali, senza autocar.ri, senza armi idonee, senza aviazione ogni concetto di manovra appare ineseguibile, ogni volontà di lotta si affievolisce di fronte alla sensazione precisa della inutilità del sacrificio. Come ho detto altra volta per reggere bisogna reggere ovunque; se un solo pilastro cede tutto l'edificio crolla quasi di colpo.


IJOCtlMENT I

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Di fronte a questa realtà non chiedo aiuti che so non potrebbero essermi dati o se concessi arriverebbero troppo tardi. In un solo modo è possibile aiutarci: con l'aviazione. Le nostre perdite nel campo aereo a umentano col diminuire delle forze in modo impressionante. Se non saremo aiutati subito e in modo poderoso fra pochi giorni non avremo più neanche un apparecchio e non potremo sapere nulla dell'avversario e saremo in sua completa balìa. Di fronte alla dura realtà informerò la mia azione a questi concetti: finché in ogni regione dell'impero vi sarà la nostra bandiera, un comandante ed un gruppo di soldati l'impero non potrà dirsi perduto e questo avrà grande importanza quando si discuterà la pace; in conseguenza non potendo reggere alla pressione nemica non ci irrigidiremo nella difesa d i posizioni destinate in tempo più o meno breve a cadere, ma in ogni scacchiere si raccoglieranno le ultime truppe nelle regioni a popolazione fedele per attaccare di sorpresa quando si è forti, evitare il combattimento quando si è più deboli con un unico proposito: essere presenti ed operanti fino alla fine della guerra. In relazione a questi concetti quando sarà assolutamente indispensabile sgombrerò la popolazione bianca della capitale su Harar e Gimma (lo sgombero di Gondar è in corso); quella delle altre regioni, non avendo da temere dalla popolazione indigena, resta in posto. Quindi abbandonerò Addis Abeba per portarmi nella regione degli Arussi - che mi consentirà di tenere il contatto con l' Harar, la Somalia, il Galsida O> e con lo Scioa - e quindi continuerò a esercitare la mia azione di governo e di comando fino alla fine. Avrei poi bisogno di essere tenuto al corrente, nella misura che crederete opportuna, della situazione generale e sulle previsioni che si fanno della guerra in Europa. Dalla fine di ottobre non ho avuto più nessun orientamento né direttive in proposito, salvo quelle tratte dal giornale e dalle intercettazioni radio.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale dell'A. O.I. Comandante Superiore delle Forze Armate Amedeo di Savoia

(I) Intendasi Galla e Sidama.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA OR IENTALE

DOCUMENTO N . 128

COMANDO SUPREMO N. 6595/0p.

A

S.A.R. il Viceré

20 febbraio - XIX

Addis Abeba

Come annunciatovi per telegramma rispondo immediatamente alla vostra lettera che reca la data del 14 andante. 1. Concordo pienamente con Voi nella vostra valutazione degli obiettivi nemici. Gli inglesi tendono a Massaua e a Mogadiscio, per toglierci ogni possibilità di respiro. Quanto al resto lasceranno fare al Negus, aiutandolo con denari, armi, quadri. 2. In relazione a questi obiettivi nemici oramai palesi ci sono due problemi che bisogna affrontare e lo state facendo e cioè: a) evacuazione graduale dai settori più pericolosi delle donne e dei

bambini; b) utilizzazione dei ras per la seconda fase negussita della guerra. 3. Gli inglesi contano di fare un bottino navale di 150.000 tonnellate e spe-

rano - invano - che noi glielo lasceremo fare onde permettere loro di renderci il servizio di trasportare altrove i nostri nazionali. 4. Approvo completamente criterio direttivo operazioni militari e cioè: a) dare spazio là dove ogni resistenza sarebbe un inutile spreco di forze; b) resistere a oltranza laddove le condizioni sono favorevoli;

e) guadagnare tempo nell'attesa degli avvenimenti sugli altri scacchieri della guerra, scacchieri che per quanto lontani sono dal punto di vista morale e da quello militare assolutamente interdipendenti. 5. Quanto al progettato abbandono completo di Addis Abeba bisogna fare ogni sforzo per evitarlo. La perdita della capitale equivarrebbe politicamente alla perdita dell'impero. 6. L'attività dell'aviazione è essenziale ed è l'unico aiuto che la madrepatria vi può fornire. Pricolo ha messo a disposizione di questi collegamenti 18 S 81, coi quali conta di trasferire un Cr 42 al giorno: cioè circa 30 al mese, più gli S 79 dei quali nove aspettano il tempo favorevole per partire. Perduta Bengasi il viaggio è diventato più lungo e difficile.


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7. Essendo, come vi ho detto, i nostri scacchieri di guerra interdipendenti, voglio - ora - ragguagliarvi come desiderate sulla situazione generale. I propositi della Germania sono i seguenti: a) intensificare l'azione contro il traffico mercantile nemico coi sotto-

marini, gli aerei, le navi di superficie; b) intensificare gli attacchi aerei sul territorio della isola; e) sbarcare in Gran Bretagna quando le due attività precedenti abbia-

no dato i risultati voluti; d) intervenire in Grecia - attraverso la Tracia - verso la fine di marzo. A tale scopo saranno concentrate in Romania-Bulgaria da 30 a 35 divisioni delle quali alla data di oggi almeno 20 sono già sul posto. Prima di passare ai nostri teatri di operazione desidero dirvi che la collaborazione tra Italia e Germania è assolutamente cameratesca e totale in ogni campo.

Grecia - Considero la situazione nostra grandemente migliorata. I greci hanno tenuto per oltre tre mesi l'iniziativa, ma ormai sono al limite delle loro possibilità anche umane, poiché le loro perdite sono veramente gravi. Fra qualche tempo prenderemo noi l'iniziativa e scendano o no i tedeschi a Salonicco, mandino o no in Albania la divisione alpina che essi hanno approntato, credo che riusciremo a liquidare da soli la Grecia entro la primavera. Questo fatto non mancherà di avere ripercussioni di carattere politico-strategico vicine e lontane. L ibia - Anche per suggerimento germanico ci siamo schierati sulla Sirte per difendere Tripoli. Linea precaria in un primo tempo, ma ogni giorno più consistente per l'arrivo di una divisione tedesca e per l'arrivo di nostre forze corazzate della divisione Ariete, la quale con gli M 13 diventerà corazzata sul serio. È previsto l'invio di una seconda divisione corazzata germanica e di una nostra divisione motorizzata, la Trento.

Fra 15-20 giorni un attacco inglese troverebbe la nostra difesa molto solida. Nell'attesa il dispositivo è protetto da un forte schieramento di aviazione al quale partecipa il C.A.T. <1> ulteriormente rinforzato e che ha già trasferito aliquote dalla Sicilia alla Tripolitania. Ci siamo schierati a Sirte anche per partire più da vicini nella controffensiva per riprendere la Cirenaica. Interno - Desidero dirvi che il popolo italiano è naturalmente rammaricato di quanto avviene, ma è tranquiJJo, lavora, crede nella vittoria e

(1) Corpo Aereo Tedesco.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

sa che abbiamo oggi sulle spalle tutto il peso dell'impero inglese. Sa inoltre che la Germania è un alleato leale, fedele, che la sua potenza militare è gigantesca e che il suo proposito è di finire la guerra a qualunque costo nel 1941. L'aiuto americano non può modificare i termini del problema, poiché l'Europa intera, direttamente o indirettamente, lavora per la Germania. Bisogna tenere conto di questo fattore continentale europeo per valutare la situazione. Credo di avervi detto tutto o quasi. Sento il bisogno di aggiungere che noi tutti seguiamo l'opera vostra e dei vostri collaboratori con interesse, ammirazione e certezza che tutto sarà fatto e tentato per salvare l'impero. Ricevete, Altezza, i miei personali, cordiali saluti. Mussolini


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D OCUMENTO

N. 129

IL COMANDANTE DELLE FF. AA. DELL'A.0.I. N. 66 S

Addis Abeba, 25 febbraio 1941-XIX

Oggetto: Attacco inglese contro la Somalia.

Al Duce - Primo Maresciallo dell'Impero Comandante delle truppe operanti su tutti i fronti

Posta Militare

L'offensiva contro la Somalia era prevista da tempo; si sapeva anche con quali forze probabilmente sarebbe stata condotta (due divisioni di tre brigate ciascuna notevolmente rinforzate da mezzi meccanici); si conoscevano le direzioni del suo sviluppo. Di fronte a questa azione nemica non restava che decidere: o rifiutare la battaglia e sgomberare tutta la Somalia, Mogadiscio compresa, o affrontare la lotta su quella linea di terreno che poteva in qualche modo aiutarci, vale a dire sul Giuba, pur sapendo che nell'attuale stagione di massima magra esso non è un vero e proprio ostacolo, potendo essere guadato anche con automezzi in moltissimi luoghi. Perdere la Somalia senza colpo ferire non era possibile; a parte tutto avremmo perduto anche le truppe per lo sbandamento inevitabile dei somali che non avrebbero abbandonato le loro case per seguirci. Decisi di resistere sul Giuba. Il nemico passò il confine in parecchi punti a partire dal 22 gennaio. Fu contrastato fino al fiume con bande irregolari che attaccavano di sorpresa autoblindo e camionette con fiaschi di benzina seguiti da bombe a mano, l'unica arma a nostra disposizione. Si trattava solo di ritardare e queste forze potevano essere esigue e mobili e sottrarsi pertanto alle incursioni aeree anche se fatte a poche decine di metri dal suolo. Ad onta di questo ritardo, il nemico arrivò a contatto col fiume il 13 febbraio, si può dire in quasi tutti i punti utili per il passaggio fra Gobuen e Gelid cioè per un fronte di circa 100 km. difeso da una delle divisioni dello scacchiere Giuba. II nemico forte della sua superiorità numerica seguì la tattica degli attacchi multipli contemporanei su molti punti e fu in primo tempo validamente contenuto. Allora cambiò sistema spostando - naturalmente in au-


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

tomezzo - le forze lungo la riva destra del fiume per passarlo di sospresa travolgendo gli elementi di sorveglianza prima che le nostre scarse riserve potessero, faticosamente a piedi, correre alla parata. Con tutto ciò nei primi giorni la lotta fu accanita e i primi successi furono contenuti a costo di gravi perdite subìte soprattutto per opera dell' aviazione avversaria alla quale potevamo contrapporre in tutto e per tutto due (dico due) apparecchi da caccia. La nostra capacità di resistenza di fronte alla inutilità evidente della lotta andò rapidamente scemando finché il giorno 22 uno sforzo più violento dell'avversario ci costò la perdita del presidio di Gelid e praticamente anche quella delle truppe più a sud. Apertosi finalmente un varco su Torda il nemico vi lanciò tutti i suoi mezzi meccanizzati (circa un centinaio di autoblindo); a sera del 22 erano a Torda, ieri sera erano a Modun avendo percorso in poco più di 48 ore oltre 210 km. È in atto un'azione su Vittorio d'Africa dove sono raccolti tre battaglioni e tre batterie che per non essere accerchiati stanno ripiegando scoprendo Mogadiscio. Conviene ora esaminare le possibilità avvenire dell'azione nemica. La gravità della crisi ha rotto tutte le reti di informazioni organizzate in quel territorio, non posso far compiere esplorazioni aeree per non perdere gli ultimi apparecchi che mi restano e quindi manco di notizie precise su.I nemico. Devo perciò procedere per ipotesi e cioè: a) che il nemico prosegua immediatamente verso il nord puntando su Harar -

Dire Daua per aggirare i difensori del Somaliland che saranno impegnati contro sbarchi provenienti da Aden; b) che il nemico lasci in Somalia le truppe che vi hanno combattuto e impie-

ghi quelle non ancora impegnate per puntare dapprima sulla grande strada Mogadisco-Addis Abeba nel tratto Lugh Ferrandi-Dolo e di qui marciare contro il fianco sinistro di Gazzera impegnato frontalmente da sud; e) che il nemico occupata la Somalia si fermi .

Scarto senz'altro la terza ipotesi perché allo stato attuale delle cose gli inglesi hanno tutto l'interesse a spingere a fondo per eliminare definitivamente l'impero e così poter disporre delle forze che vi hanno impegnate (oltre 268.000 uomini) nel bacino del Mediterraneo. Restano le altre due che potrebbero anche verificarsi contemporaneamente; a ogni modo in questo momento non potrei credere all'una piuttosto che all'altra; a fil di logica dovrei ritenere il concorso all'attacco contro Gazzera più probabile. L'altro punto sensibile del mio teatro di operazioni è lo scacchiere nord. Qui la situazione alla data odierna si può così riassumere: contro Cheren il nemico ha rallentato, ma non rinuncia all'attacco; è sempre in contatto, preme e sta raccogliendo forze fresche;


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a sud di Cheren cerca affannosamente vie di sbocco e sta riattando strade, soprattutto verso Arresa (la strada più diretta verso Asmara), contrastato da nostre pattuglie e da nuclei di indigeni fedeli; ma per quanto anche qui abbia impegnata una intera divisione rinforzata penso che in questo settore sia per ora in attesa pronto a sfruttare l'attacco a nord o ad appoggiarlo; a nord di Cheren il nemico ha portato in linea truppe fresche (una divisione più un reggimento di liberi francesi provenienti da Ismailia). Questa direttrice procede unica da Karora ad Alghena poi si biforca: un ramo scende a Massaua e l'altro punta su Cheren. Tutto mi fa credere che la punt3,ta principale si diriga su Cheren a sussidio dell'attacco proveniente da ovest. A ogni modo si è provveduto, tanto a guarnire il fronte nord di Cheren, quanto a rinforzare il presidio di Massaua. Un serio ufficiale mandato lassù mi assicura che il morale è ottimo, i reparti riordinati e in parte rinsanguati; qualche elemento che non diede buona prova fu allontanato. Credo che lassù si possa tenere. Nello scacchiere ovest la situazione è per ora fronteggiata. Per non fare il gioco dei ribelli, timorosi dei forti blocchi e pronti a lanciarsi sui piccoli distaccamenti, ho provveduto a raccogliere le forze in tre grossi nuclei: uno a Gondar per la difesa di quel ridotto; uno nella regione di Debra Marcos per coprire la strada su Addis Abeba e il terzo fra i due a sud del lago Tana (Bàhar Dar) per concorrere all'azione tanto del primo che del secondo. C iò mi è costato l'abbandono di alcune località - esempio Danghila - che occupate dai ribelli furono strombazzate dalla propaganda inglese come grandi successi mentre le loro ripercussioni furono puramente locali. Oltre confine su questo scacchiere vi sono circa 15.000 inglesi i quali stanno cercando strade per avanzare attraverso la zona montuosa su cui ci siamo ritirati. Se queste truppe concorreranno direttamente all'azione del sedicente esercito del Negus la lotta in questo scacchiere sarà dura; se invece verranno impiegate altrove - come sembra volere lo Stato Maggiore inglese in contrasto con Eden - la situazione potrà essere fronteggiata. Lo scacchiere sud è già stato impegnato e il grosso delle sue forze fu riportato indietro sul ciglione dell'altopiano in omaggio alle direttive di accettare battaglia solo dove il terreno ci è favorevole. In questo ripiegamento il presidio di Mega è stato tagliato fuori e preso dal nemico; quello di Moiale, secondo ultime notizie, sta ripiegando sul Dau Parma. Le forze nemiche schierate contro questo settore sono notevoli e se rinforzate dalla riserva di Nairobi sarebbero sufficienti per un'offensiva a grande profondità. Secondo la dislocazione attuale esse gravitano a cavallo del


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LE OPERAZION I IN AFR ICA ORIENT ALE

lago Rodolfo con direttrice generale il solco dei laghi. Il fatto che dopo una serie di progressi iniziali ora segnino il passo mi fa dubitare che aspettino il concorso per la direttrice di Neghelli di buona parte delle forze che stanno operando in Somalia. Di fronte a un'offensiva che potrebbe essere condotta con una massa fra i 50 e i 70.000 uomini a noi non resta che ripiegare successivamente senza accettare battaglia a fondo per guadagnare tempo nella speranza di arrivare alla stagione delle piogge che paralizzerebbe ogni attività nemica. Un'altra direttrice che mi preoccupa in questo settore è quella Asosa Lechemti-Addis Abeba a sud del Nilo. Non è eccessivamente lunga, è servita da una buona strada, non è sbarrala da ostacoli naturali e passa in territori non sicuri per noi. Per ora in corrispondenza di questa direttrice sono raccolti 15 .000 uomini (non tutti accertati), perciò allo stato attuale delle cose devo considerarla come direttrice sussidiaria rispetto a quelle provenienti da sud. Fra queste due, lungo la frontiera sudanese, vi sono nuclei di 8- 10.000 uomini in complesso che considero di valore locale e diversivo. Lo scacchiere est, che finora non aveva che da preoccuparsi delle provenienze dal mare, ora, per il fatto dell'occupazione della Somalia, deve fronteggiare anche una grave minaccia da sud, che, dati i mezzi motorizzati nemici, potrebbe essere molto vicina. Si può pensare che gli inglesi seguendo la grande strada puntino su Giggiga per poi, aggirando da est le montagne di Harar, giungere sulla ferrovia di Gibuti per quivi dar mano alle truppe sbarcate a Zeila. In questa circostanza non vedo come le scarse nostre forze dislocate nel Somaliland potrebbero opporre una accanita resistenza senza esporsi al pericolo di essere lagliate completamente fuori, prese come sarebbero di fronte e alle spalle. Anche qui sarà giocoforza mollare terreno e ridursi sui monti ad ovest di Harar per minacciare sul fianco la direllrice Aiscia - Addis Abeba. · CONCLUSION E Da questo rapido giro di orizzonte appare chiaro come quell'attacco concentrico dell'impero previsto da lempo sia ora in allo. Contenere questa pressione che si manifesta su quasi tutto il perimetro è impossibile. Numericamente le forze contrapposte si pareggiano all'incirca, ma noi siamo privi di tutto mentre gli inglesi hanno larga disponibilità di ogni cosa; noi siamo costretti a parare sempre e ovunque mentre quelli possono attaccare quando e dove vogliono; noi dobbiamo, infine, fronteggiare una situazione in terna che per le ripercussioni degli avvenimenti di guerra, per la crescente crisi economica, per la svalucazione del nostro prestigio e delle nostre forze va sempre facendosi più grave.


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Se come credo di leggere al primo punto del vostro teleavio 6595 Op. (documento n. 128) gli inglesi, prese Mogadiscio e Massaua, desistessero dallo sforzo contro di noi e per il resto lasciassero fare al Negus potrei sperare con fondamento di reggere fino alle piogge, cioè fino all'autunno, e salvare buona parte dell'impero. Ma temo che questa previsione non sia per avverarsi. Gli inglesi, oramai lanciali , sono decisi a finirla con l'impero per avere mano libera in altri fronti e perciò attaccheranno a fondo su tutti i fronti ed allora la pressione finirà per schiantarci. Che cosa io intenda fare in simile frangente come ultima ratio ho già detto nella precedente relazione. Comprendo le ragioni che dissuadono dall'abbandono di Addis Abeba tanto che me le ero già prospettate, ma devo fare presente che una difesa della capitale che possa andare più in là di due o tre giorni mi appare pressoché impossibile. Resisterò accanitamente al nemico ali' Amba Alagi, a Gondar, sul Nilo, ad Ambò, sui laghi e sulle montagne del!' Ararino, ma prevedo che prima o poi sarò sopraffatto. Allora dovrei chiudermi in Addis Abeba e accettare l'assedio. Il terreno attorno alla città è abbastanza forte a nord, completamente libero e spianato nel rimanente. Per potere resistere dovrei includere nella città le sorgenti di acqua cioè dare ad essa uno sviluppo di oltre 40 km. Per difendere 40 km. di fronte disporrò al 11\assimo di 15.000 bianchi, compresi i riformati (di truppe indigene non vi sarà più un battaglione). Verrei perciò ad avere neanche un uomo ogni tre metri di fronte. Si aggiunga che avrei in casa 40-50.000 indigeni forse pronti alla rivolta e al saccheggio. In queste condizioni come è possibile pensare a una resistenza che non si concluda in brevissimo tempo o in una resa pietosa o in un inutile massacro? Date queste constatazioni di fatto terrò Addis Abeba fino che non avrò il nemico nel raggio tattico della città, dopo l'abbandonerò lasciandovi, se avrò sgomberato le donne e i bambini, i soli reparti P .A.I., se al contrario lo sgombero non sarà stato ultimato raccoglierò la popolazione in località idonea della città, vi lascerò quanta truppa è indispensabile per proteggerla dagli indigeni fino all'arrivo del nemico e col resto delle forze prenderò il largo per combattere fino all'ultimo in mezzo alle montagne. Amedeo di Savoia


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LE OPE RAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. I 30

IL COMANDANTE DELLE FF. AA. DE LL' A.O.I. N. 69/S.

Addis Abeba, 16 marzo 1941-XIX

Oggetto: Riflessi morali degli ultimi avve·nimenti dell'Impero.

Al Duce - Primo Maresciallo dell'Impero Comandante delle Truppe operanti su tutti i Fronti

Posta Militare

I. - Lo sgombero del bassopiano occidentale eritreo e l'abbandono della Somalia hanno confermato molte previsioni e messo allo scoperto alcune dure realtà che è bene individuare non tanto quale spiegazione del passato quanto quale previsione per l'avvenire. Lo sgombero del bassopiano ha importato un ripiegamento di circa 230 km . dei quali 160 (fino ad Agordat) in terreno pianeggiante, i restanti in zona montuosa. Fu liberamente deciso; si svolse all'insaputa del nemico e, nella prima parte, fuori della sua pressione. Si effettuò, nel complesso, con i reparti alla mano e secondo gli ordini. Tuttavia provocò un grave danno materiale ed una pericolosa crisi morale. Il primo costituito dalla perdita di uomini sia pel fatto dei combattimenti sia, ed in maggior misura, per l'abbandono dei reparti da parte di quasi tutti gli ascari originari dei territori sgombrati. Si aggiunga la perdita di molti materiali tanto ad Agordat, perché la rotabile per Cheren fu tagliata dalle forze meccanizzate nemiche, quanto a Barentù perché il ripiegamento su Arresa dovette farsi per mulattiere. La crisi morale, che non ebbe conseguenze disastrose solo perché si era pensato ad occupare Cheren preventivamente con truppe della riserva generale, è dipesa dalla mediocrità dei quadri - di cui dirò in seguito - e dal temperamento delle truppe indigene ottime per andare avanti mediocri o scadenti nei ripiegamenti e dalla nota nostra deficienza di mezzi. L'abbandono della Somalia assunse aspetti e conseguenze molto più gravi in derivato delle più difficili contingenze ambientali. Il ripiegamento del Giuba ci fu imposto dopo dura lotta della soverchiante preponderanza nemica. Con il Giuba andò completamente perduta la fiducia nella possibilità di resistere perché dietro non vi era una linea montuosa come Cheren ma una pianura di oltre 1.000 km. dove gli inglesi potevano scorazzare liberamente; perché i quadri erano più scadenti di quelli del nord se non altro moralmente dato che sette mesi di tranquillità li avevavo completamente estraniati dall'idea della lotta e dei suoi sacrifici; perché le truppe somale


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sul cui valore e fedeltà fino allora nessuno aveva avuto motivo di dubitare crollarono di colpo e ci abbandonarono in massa anche dove non avevano combattuto - la 101 a divisione si sfasciò al completo senza vedere il nemico-. Infine si aggiunga, fatto importantissimo, che al nord l'aviazione pur con gravissimi sacrifici potè dare un aiuto efficacissimo mentre al sud per mancanza materiale di mezzi potè fare poco o nulla. II. - Gli avvenimenti del nord svelarono, e quelli del sud confermarono, le conseguenze, del resto previste fin dal principio della guerra, della mancanza di mezzi motorizzati, di armi anticarro, di aviazione. Tutta la superiorità degli inglesi consiste nella schiacciante disponibilità, quantitativa e qualitativa, di mezzi meccanizzati, esempio: quasi tutti i nostri carri medi impiegati nel Somaliland andarono fuori uso per fusioni di bronzine, i nostri carri leggeri sono battuti dalle camionette inglesi più veloci, meglio corazzate e con armi più potenti. I nostri carri medi sono letteralmente schiantati dai corrispondenti inglesi. Noi siamo costretti ad impiegare gli autocarri soltanto per i rifornimenti a grande distanza e per lo spostamento urgente di qualche unità, gli inglesi, salvo che sul terreno di combattimento, non marciano mai a piedi. Di fronte al larghissimo uso di mezzi meccanizzati nemici noi non disponiamo di armi anticarro; contro di essi adoperiamo il fiasco di benzina provocando spesso lo scherno dell'avversario. All'inizio della guerra avevamo in tutto 24 mitragliere da 20 senza munizioni e 4 cannoni da 47 senza munizioni. Mentre scrivo due plotoni anticarro (in tutto sei fucili anticarro presi agli inglesi) viaggiano da Cheren ad Harar (1.679 km.) come manovra di riserva strategica. La deficienza dell'aviazione vi è nota. Oggi gli aviatori inglesi si permettono il lusso di mitragliare anche i singoli autoveicoli, noi salvo rari casi dobbiamo consentire alle loro pesanti autocolonne di viaggiare impunemente da Mogadiscio verso Harar. Quando i comandi dipendenti invocano l'aiuto dell'aviazione io posso mandare, e non sempre, uno o due od al massimo tre apparecchi. III. - Altro fattore negativo: le gravi deficienze più che quantitative qualitative dei quadri. Vi sono onorevoli eccezioni ed in loro corrispondenza i reparti sono solidissimi, ma la massa è scadente talvolta per qualità morali - ho deferito alla corte marziale tre ufficiali superiori per codardia - quasi sempre per capacità professionali. Gli ufficiali, venuti dall'Italia, se in S.P.E., costituiscono spesso lo scarto dei reggimenti italiani; se di complemento rappresentano lo scarto della vita civile trattandosi, salvo onorevoli eccezioni, di gente senza arte né parte


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LE OPERAZIONI IN AFRICA OR IENTALE

venuti giù per trovare da vivere. Molti di quelli mobilitati nell'Impero non hanno gran fondo morale - prova ne sia la fatica che devo fare per stanare gli imboscati. IV . - Come è noto i quattro quinti delle nostre forze sono costituiti dagli indigeni che hanno un proprio temperamento ed una propria psicologia. Noi dobbiamo difenderci e queste truppe sono buone essenzialmente per attaccare, vedendo istintivamente nella difesa una prova di inferiorità e debolezza. Quando si tratta di agire offensivamente, cioè andare al di là del proprio territorio , seguono entusiasti. Quando sia pure per sole ragioni di manovra bisogna venire indietro si demoralizzano. Quando poi si deve sgombrare il territorio in cui furono reclutati ci abbandonano perché credono che se ci seguissero le loro case sarebbero di.s trutte e le loro famiglie massacrate; nelle regioni in cui agiscono i ribelli sanno anche che per salvare la loro vita devono non solo desistere dal combattere per noi ma combattere contro di noi. Perciò molte volte ci troviamo di fronte a questo tragico dilemma; restare in posto e perdere unità che, circondate, sarebbero condannate alla resa se non altro per fame; venire via e non solo sacrificare buona parte delle nostre forze ma vedere aumentate quelle avversarie per il passaggio al nemico di chi era con esse. Aggiungasi che l'indigeno, che in fondo è un mercenario, s,egue di solito il più forte per orgoglio e per interesse ed in questo momento solo i più ingenui credono alla nostra superiorità sugli inglesi. Anche sotto questo punto di vista la situazione è grave; avrebbe potuto esserlo anche di più. Sta di fatto che in queste condizioni viene a mancare la base principale di computo per decidere l'impiego delle forze. li battaglione non è un battaglione ma un punto interrogativo perché il suo rendimento nella lotta può essere cento o zero senza che si possa fa re a priori una qualche valutazione. V. - Nei riguardi dei battaglioni bianchi la situazione è più confortante. Anche q ui vi sono notevoli diversità fra u nità ed unità, alcune ottime, altre buone, altre mediocri tutto in funzione della bontà dei quadri. Dove il comandante e parte almeno dei quadri sono ottimi i reparti sono ottimi, dove scadenti scadenti. Il male si è che i migliori ufficiali sono i primi ad andare perduti. Non potendo avere rifornimenti dall'Italia sono costretto a sfruttare quello che ho in si to stanando gli imboscati , ma anche mandati a comandare un reparto lo animo loro non cambia ed invece di rappresentare un apporto di forza costituiscono molto spesso una causa di debolezza. VI. - La popolazione bianca che, nella grande maggioranza viveva nella illusione che la guerra non avrebbe imposto gravosi sacrifici, si trovò di


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colpo di fronte ad una dura realtà richiedente, nonché sacrificio degli averi, financo quello della vita. Molti, venuti nell'Impero con il miraggio di far denari comunque al più presto e di ritornare poi comodamente in Italia, colpiti ora nel loro egoismo e sconvolti dalla disperazione e dalla paura, sono stati e sono portati ad inveire freneticamente contro chi, secondo loro, non ha saputo tutelare anche i loro equivoci interessi, con accuse insensate di vigliaccheria e di disorganizzazione civile e militare. Questa grave forma di disfattismo viene intensamente perseguita e punita severamente; oltre che per salvaguardare la capacità morale di resistenza dell'Impero, anche per giustizia verso chi ha compiuto e compie fino all'ultimo il suo dovere. Tutto ciò ho ritenuto opportuno segnalare a Voi, Duce, per darvi conto, il più possibile esatto, della presente oscura situazione che ha tuttavia delle luminose schiarite, in particolar modo sul fronte nord, le quali rinvigoriscono la fede e l'orgogliosa fierezza anche dei tepidi e degli incerti.

Il Viceré d 'Etiopia Governatore Generale dell'A .0 .1. Comandante Superiore delle Forze Armate F. to Amedeo di Savoia


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LE OPER,\Z IONI IN AFRICA O RI ENTAI.E

DOCUMENTO

N. 131

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE - Il Reparto Ufficio Servizi N. 2062 di prot./Sv .

P.M. n. 21 -

4 aprile 1941-XIX

Oggetto: Cessazione servizi aerei con !'A .O.I.

indirizzi omessi... Ăˆ definitivamente sospeso con l' A.O .I. il servizio del trasporto per via aerea di personale, posta e materiali.

Si pregano i Ministeri e gli Stati Maggiori interessati di disporre il ritiro dall' Aeroporto di Guidonia dei materiali colĂ inviati e la definitiva sospensione dell ' afflusso di quelli in approntamento, considerando tutti i materiali disponibili per altri scacchieri. Il personale militare di cui era stata predisposta la partenza sia assegnato ad altre destinazioni.

Saranno impartite agli Enti direttamente interessati istruzioni per la sospensione del servizio postale e per la restituzione della posta ufficiale e privata.

Il Sottocapo di Stato Maggiore Generale F.to Guzzoni


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DOCUMENTO

N. 132

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE DELL'A.O.I. STATO MAGGIORE - Ufficio Coordinamento Zona Operazioni, 26 aprile 1941-XIX Oggetto: Situazione generale e possibilità avvenire.

Al Comando Supremo Stato. Maggiore Generale

Posta Militare 21

Riassumo la situazione complessiva dell'Impero quale si è venuta delineando in questi giorni e soprattutto prospetterò quali potranno essere le nostre possibilità avvenire allo scopo di dare delle nostre condizioni un quadro esatto ed aggiornato.

I. -

Conquistata l'Eritrea gli inglesi hanno notevolmente alleggerito le loro forze: si può credere che due divisioni siano partite via terra verso il nord e che molti carri armati ed artiglieria siano a Massaua pronti all'imbarco non appena il porto sarà liberato dalle ostruzioni. In Eritrea sembra siano restate all'incirca due divisioni formate dalle unità più provate a Cheren ed a sudanesi; una (o parte di una) sulla direttrice di Gondar, una su quella dell'Amba Alagi. Le loro punte sono a contatto coi nostri capisaldi di Uolchefit ed Amba Alagi ma per ora non premono soverchiamente. Più che altro cercano vie di aggiramento accessibili agli automezzi. II. - Nel ridotto di Gondar la situazione, di riflesso degli avvenimenti europei, è sensibilmente migliorata ma permane pur sempre incerta e delicata. Nasi ha forze notevoli (circa 40.000 uomini) ma quasi esclusivamente battaglioni coloniali e bande. Un rovescio può far crollare ogni cosa di colpo, un successo può galvanizzare gli animi e rendere queste truppe capaci di sforzi notevoli. Preoccupante la situazione viveri che può durare poco oltre maggio. III. - Gazzera ha abbandonato tutte le regioni periferiche ed il margine del suo ridotto passa per i seguenti punti: Nilo-Dembidollo-Magi-BacoGardulla-Burgi -Alghe -Socorà-Lago Algato-Monte Mengò-Abaltì-Grande Ghibiè-Bacò-Nilo. È premuto a sud ed a ovest da colonne più o meno regolari di non grande entità ed intraprendenza; nell'interno scorrerie di ribelli noiose più che pericolose. A nord forze regolari inglesi provenienti da Addis Abeba non premono, anzi tutto fa credere che abbiano compito


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

difensivo per coprire le spalle delle truppe che agiscono su Dessiè. Gazzera ha forze notevoli (14 battaglioni nazionali, 32 coloniali e 46 batterie oltre gli elementi minori) nel complesso solide. Abbonda di tutto meno che di carburanti. IV. - Da parecchi giorni le posizioni di Dessiè sono premute dal nemico, circa due brigate con artiglierie di medio calibro e fiancheggiate da formazioni notevoli di ribelli. La necessità di coprire il bivio per Assab mi costrinse a portare molto a sud di Dessiè la nostra linea difensiva che aveva il centro abbastanza solido ma le ali campate in aria. Vi agiscono alcuni reparti nazionali, alcuni organici e fra essi brilla il 3° battaglione cc. nn., altri formati di raccogliticci di tutte le provenienze (marina -aviazione carabinieri) di solidità molto discutibile e dai relitti di unità indigene di scarso affidamento. Per defezione dei reparti indigeni più che per il valore del nemico si dovette abbandonare la prima posizione, scoprire il bivio per Assab e ridurci su una posizione più forte a cavallo della strada a pochi chilometri a sud di Dessiè. Questo ripiegamento ha portato ad una crisi che credo potrà essere superata se il nemico, che ieri e stamane non ha premuto, ci dà un pò di fiato. Ad ogni modo sulla resistenza prolungata di Dessiè non si può fare molto assegnamento salvo che la situazione nemica si modifichi notevolmente. A nord sto organizzando il ridotto di Amba Alagi. Vi ho raccolto oltre 4.000 nazionali e tutte le artiglierie che ho potuto ricuperare, vi ho fatto affluire tre mesi di viveri e ve ne stò tuttora portando; l'acqua è scarsa ma può bastare con qualche sacrificio. La posizione è fortissima ma ristretta e completamente esposta da ogni parte alle artiglierie nemiche; ci stiamo incavernando compatibilmente con le disponibilità di esplosivo e di attrezzi da lavoro. Ora io sono col mio comando accampato nei pressi di Mai Ceu e vi resterò fin che tiene Dessiè; poi mi porterò sull'Amba ed in mezzo ai nostri soldati vi resterò fino alla fine. V. -

Restano due nuclei isolati.

Il primo comandato dal Generale Alberghetti con una quarantina di ufficiali e circa duecento nazionali che è stato tagliato fuori a Minne dai ribelli arussi. Resiste ma finirà per cedere per mancanza di rifornimenti che gli potrei mandare solo per via aerea mentre mi mancano assolutamente gli apparecchi. L'altro è agli ordini del colonnello Maraventano forte di due battaglioni indigeni ed uno nazionale. Attardatosi per peso di colonna nella marcia dal Nilo a Dessiè è giunto a sud di Addis Derà. Lo aiuto come posso con qualche apparecchio che gli porta i rifornimenti più urgenti.


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VI. - Da quanto posso argomentare il piano inglese è questo: guardarsi a sud dal Galla Sidamo, completare ad ovest l'occupazione dell'Amara, aprirsi la strada su Assab per superare una grave crisi logistica derivante dal fat to che, non potendosi valere di Gibuti, i loro rifornimenti vengono da Mogadiscio: 1.800 km. di cattiva strada che con le piogge sarà impraticabile. Aprirsi la strada di Asmara (spina dorsale dell'Impero) sia per ragioni logistiche, sia a quanto sembra per sgombrarvi la popolazione bianca di Addis Abeba: fatto ciò consegnare la capitale al Negus, lasciarlo pressoché solo nel suo ex impero e tenere l'Eritrea, l'Harrarino, la Somalia con presidì minimi. VII. - Per conto mio faccio di tutto per mantenere chiuse le due strade: per Assab e per Asmara. Dubito per la prima, sono certo di riuscirvi per la seconda. VIII. - Questo è il programma minimo che mi propongo e vi lavoro come meglio posso; ma un altro più bello ne vagheggio: quello della riscossa. Se, come sono certo, nel Mediterraneo le cose continueranno a volgere in nostro favore, due grossi vantaggi ne avrà l'Impero; diminuzione notevole di forze inglesi (soprattutto aviazione e carri armati) cambiamento di spirito della popolazione indigena. Tutta la nostra crisi deriva in primo luogo dal tradimento delle truppe indigene. A dimostrarlo cito solo due casi; in Somalia la 101 a divisione si sfasciò in pieno senza aver mai visto il nemico e le quattro solidissime brigate (quelle che conquistarono il Somaliland) si ridussero senza quasi aver combattuto a 700 fuggiaschi. Gli indigeni ci tradiscono perché di fronte alla nostra evidente inferiorità di mezzi tecnici ebbero netta la sensazione della nostra sconfitta ma se per lo sviluppo complessivo della guerra si convinceranno che i vincitori finali saremo noi ritorneranno dalla nostra parte tradendo gli inglesi come ci hanno tradito. IX. - Ciò posto, io vagheggio due soluzioni: con Nasi da Gondar e con le poche truppe che mi restano dal!' Amba Alagi, puntare su Asmara e liberare l'Eritrea oppure con Nasi da ovest e con Gazzera da sud puntare nello Scioa e riconquistare Addis Abeba. Non dico che siano cose facili né di attuazione immediata; sono possibilità che non trascuro; mi preparo, aspetto con calma e non dispero. L'azione su Asmara è forse più difficile perché le mie forze sono scarse e quelle di Nasi sono territoriali e non so se potremo allontanarle dalle loro regioni; ha però il vantaggio di puntare sulla vecchia fedele Eritrea e di avere il concorso di Nasi soldato generoso oltre che coraggioso. Quella su Addis Abeba è più facile perché Gazzera ha forze molto più robuste di Nasi, perché potrei farvi concorrere anche Nasi da ovest. Anche lo Scioa in fondo non è quella regione irriducibile che finora si è creduto.


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L E OPERAZIONI IN AFRICA ORIE NTALE

L'ostacolo più grave è forse rappresentato dalla personalità del Generale Gazzera. Ufficiale di grande capacità professionale, di attività instancabile, di volontà inflessibile egli ha il grave difetto di un egocentrismo esasperato che pervade e domina, sia pure inconsciamente, ogni suo pensiero ed azione. Di fronte al suo spirito non vi è che una idea quasi ossessionante, il suo successo personale e la sua carriera. Del Galla-Sidamo, egli ha fatto quasi una cosa esclusivamente sua di cui è furiosamente geloso. Si perda l'Impero purché si salvi il Galla-Sidamo; meglio ancora se perduto l'Impero sarà il Galla-Sidamo o più esattamente il Generale Gazzera a riconquistarlo. È questo temperamento egocentrico che fa del Generale Gazzera un dipendente di difficilissimo comando; in lui non ho una forza convergente e collaboratrice ma una forza centrifuga se non contrastante. In guerra non basta l'obbedienza più o meno forzata ma occorre la collaborazione devota e dal Generale Gazzera questa non ho mai avuta.

Nel colmo della crisi, quando il nemico marciava su Addis Abeba venne a consigliarmi di proporvi di chiedere un armistizio per l'Impero nella illusione di salvare il salvabile. Avendo io sdegnosamente rifiutato mi sottopose per la firma una specie di verbale inteso a distaccare, nel campo militare, la sua dalla mia responsabilità; risposi che coi miei dipendenti davo ordini e non firmavo concordati. Ultimamente gli chiesi di fare una puntata su Adama o Moggio che minacciando la linea di comunicazione nemica avrebbe di riflesso alleggerito la pressione su Dessiè. Fece un mucchio di difficoltà tanto che dovetti dargli ordini perentori. Rispose con un telegramma indisciplinato in cui fra il resto lamenta che, mentre prima gli avevo dato ordine di difendere il Galla-Sidamo, ora gli chiedo anche di contribuire alla difesa dell'Impero. Più di una volta ho pensato di provocarne il rimpatrio, non l'ho mai fatto né Io faccio, soprattutto ora, perché se anche potessi avere dall'Italia un G7nerale tecnicamente a posto come lui provocherei una crisi di comando che in questo momento potrebbe essere deleteria. Tutte queste cose ho voluto dire non per uno sfogo che potrebbe anche essere considerato inutile, ma per lumeggiare esattamente tutte le difficoltà che devo superare, non per farmi un merito o per crearmi a priori un'attenuante, ma unicamente perché chi ha il sommo comando conosca tutte le possibilità dei suoi dipendenti e da questa conoscenza possa trarre norma per i suoi ordini e per le sue direttive.

Il Viceré d'Etiopia Governatore Generale de//'A.0.1. Comandante Superiore delle Forze Armate F. to Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO

N. 133

Lettera di un ufficiale del Comando Superiore A.O.I. (Magg. Fallaci) al Col. Ferrara, Capo Ufficio Militare del Ministero Africa Italiana. Caro Ferrara, nella speranza che questa lettera ti arrivi ti mando per l'ultima volta nostre notizie dettagliate. L'Impero è finito! Con profondo dolore dopo dieci mesi di lotte accanite abbiamo dovuto sgombrare Addis Abeba e lasciarla agli inglesi. Per le previdenze prese (abbiamo lasciato per la tutela della popolazione bianca oltre 4.000 uomini) non si è verificato nessun incidente e donne e fanciulli ora stanno bene. Noi siamo in boscaglia tra Dessiè e l'Amba Alagi e qui resteremo fino a quando gli eventi ci costringeranno a chiuderci nella montagna per vendere cara la nostra pelle. II tracollo finale è stato precipitoso: l'impero così come era organizzato era un organismo che una volta perduto un pilastro sarebbe crollato. Purtroppo i pilastri crollati sono stati due: la Somalia e l'Eritrea cioè le due vecchie colonie. Ma mentre la maggior parte degli ascari Eritrei ci sono stati attaccati fino all'ultimo momento, i somali una volta perduta la linea del Giuba hanno mollato in pieno ed hanno disertato in massa. Non parliamo poi degli ascari harrarini i quali senza aver combattuto hanno disertato non solo, ma si sono appropriati di salmerie, materiali etc. defezionando proprio quando stavano per iniziare i combattimenti e quindi nei momenti più critici. Ora anche i battaglioni eritrei non tengono più. Si regge ancora in piedi il Galla Sidamo e Gondar perché ancora non sono stati attaccati. Il giorno che saranno attaccati si sfasceranno in poche ore perché anche qui gli ascari defezioneranno. Quali le ragioni di questo sfacelo? 1°) La grande superiorità in mezzi dell'avversario: dirai che sono noioso nel ripetermi, ma posso giurarti che se avessimo avuto l'aviazione che tante e tante volte abbiamo richiesto non avremmo perduto la linea del Giuba e non avremmo perduto Cheren. Nell'uno e nell'altro settore l'avversario quando non ha potuto aver ragione della nostra resistenza con attacchi di forza ha lasciato la parola all'aviazione che si è accanita dalla mattina alla sera a rovesciare bombe sulle truppe causando perdite notevoli (609 in un giorno a Cheren) mentre la caccia mitragliava da bassa quota e dava la caccia a tutti gli automezzi che circolavano per le strade. Tutto ciò assolutamente indisturbati perché. noi non eravamo in condizioni di affrontare la caccia o di rendere la pariglia col bombardamento. Frase tipica degli ascari: «Noi non arruolati per fare guerra contro aeroplani, ma per fare guerra contro uomini» . Inoltre l'assoluta


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I.I • ( Jl>El<,'\ i'.l ()NI I N AfKICJ\ ORl c NTAI.E

deficienza di mezzi anticarro tante volte richiesti e mai ricevuti. Gli inglesi fanno la guerra con le camionette autocarri a leggera blindatura blindatura ma pure imperforabili dal nostro proiettile calibro 6. In compenso essi sono armati con mitragliatrici da 12 che passano l'acciaio dei nostri carri armati leggeri e medi come se nulla fosse. Quindi per fermarle non c'era altro che impiegare armi anticarro, ma ... non c'erano. Le altre artiglierie specialmente i 65/17 hanno fatto quello che hanno potuto, ma hanno finito per non sparare più per il logorio subito. Del resto le batterie indigene si sono comportate come i battaglioni e sono rimaste con i pezzi e gli ufficiali. A Passo Marda (Harar) battaglioni e batterie mandati in linea la sera al completo erano al mattino dopo ridotti ai soli ufficiali, ai pezzi ed alle mitragliatrici. In queste condizioni cosa si può fare! Ti assicuro che è una disperazione.

2°) La propaganda inglese fatta a base di talleri - gettati a centinaia di migliaia - che ha ridotto la nostra moneta senza alcun valore. Con la lira s ui mercati indigeni non si compra più nulla. O talleri o non comprare. Si arriva al punto che gli ascari rinunziano alla paga e dicon di metterla sul libretto asserendo che tanto a loro i nostri denari non servono a nulla e che ci servono gratis. Ma le difficoltà che essi trovano nel rifornirsi di generi per mangiare per sé e per la famiglia si ripercuotono sul morale e creano dei malcontenti fortissimi che poi sboccano nelle diserzioni. 3°) L'attaccamento dell'ascari al proprio paese. Una volta che questo è stato conquistato dal nemico non v'è più ragione di combattere, quindi se ne tornano a casa loro.

Ecco le ragioni principali del nostro sfacelo. Ora attendiamo la nostra sorte. Ti mando le ultime lettere per le famiglie, ti prego di farle recapitare.

F. to Maggiore, Fallaci


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DOCUMENTO N. 134

Trasmesso 1'8 maggio 1941 -XIX - Ore 18.00

Da Supercomando A.O.I. At Stamage. 85/S./l/./Stato Maggiore Operazioni/./8 maggio, Ore 12/./ PER DUCE/./ 1 a parte / ./ At seguito mio 84/S spedito aereo Pellizzari I .I Riassumo situazione data odierna / ./ Essa va rapidamente aggravandosi per diserzioni in massa di coloniali passanti in gran maggioranza ad ingrossare formazioni capi ribelli spinte da inglesi contro di noi / ./ Abbandono nostre fila dovuto at convinzione che ormai non possiamo più resistere et convenga essere at lato nuovi dominatori I .I In particolare/:/ A) - Galla Sidamo (scacchiere sud) regge ancora perché non attaccato da grosse forze regolari per quanto siano segnalate tre colonne motorizzate convergenti verso Sciasciamanna I .I Premuto da formazioni miste inglesi et abissine su tutti i fronti / ,/ est turbato da ribellione interna con grave pregiudizio movimento retrovie I .I B) - L'Amara (scacchiere ovest) tiene i pilastri esterni di Uolchefit I ,I Debra Tabor I ,I Celga et colJe Cech I ,I ed ha interno ridotta di Gondar spazio per circa 50 chilometri / ./ Est attaccato solo da formazioni ribelli guidati et armati da inglesi / ./ All'interno situazione relativamente buona / ,/ benché si diffonda diserzione coloniali et scarseggino viveri / ./ C) - Il ridotto dell'Amba Alagi est ormai stretto da ogni lato/:/ attaccato da nord et da ovest I ,I investiti da est I ,I chiusi a sud ove risulta che formazioni regolari inglesi et quelli di Ras Seium siano giunte at Mai Ceu I .I Disertati altri militari coloniali /,/compresi zaptiè I ,I artiglieri et perfino attendenti (in tutto 891) rimangono ali' Alagi circa 4 battaglioni nazionali (di cui 2 formati da autieri/,/ avieri /,/carabinieri/ ,/ genieri) con poche batterie di piccolo calibro con limitato munizionamento et impotenti controbattere medi calibri nemici sempre più tormentosi I .I Dal 29 aprile al 7 maggio sono caduti nel ridotto oltre 12.000 colpi di artiglieria/;/ le perdite (60 morti 158 feriti) sono relativamente limitate solo per i ripari che in tutti i modi si stanno costruendo I .I L'aviazione nemica domina indisturbata et in 9 giorni ha compiuto nel nostro cielo più di 100 ore di volo in azioni di bombardamento I ,I mitragliamento / ,/ spezzonamento I .I Danni materiali già notevoli I .I Viveri razionati possono durare circa tre mesi I.I Scarsità et difficoltà per acqua et legna / ./ Gravissimo problema quello sanitario per


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

materiale impossibilità di ricoverare et curare altre malattie e numerosi feriti che avremo quando saremo attaccati a fondo I .I Questa est forse nostra maggiore debolezza anche per azione depressiva sui superstiti I.I D) - Le difficoltà materiali di ogni genere diverranno di giorno in giorno più gravi I .I Lo spirito delle truppe se non sostenuto dalla visione di una possibile vittoriosa resistenza sia pure a costo di estremi sacrifici non può umanamente durare a lungo inalterato I .I Occorrerebbe fossero alimentati da qualche sperànza di non lontano aiuto I.I In ogni modo tutto quanto è possibile sarà fatto con ardente volontà I .I Amedeo di Savoia

DOCUMENTO N. 135

Trasmesso l' 11 maggio 1941-XIX - Ore 18.00

Da Supercomando A.O.I. At Stamage

86/S .I ./Stato Maggiore Operazioni/./ I O maggio/./ PER DUCE I.I Seguito 85/S I .I Esistono nell'Impero nuclei tagliati fuori et isolati che ancora resistono alle formazioni indigene et alle colonne inglesi lanciate alla loro cattura / ./ In Somalia fra Bender Cassim et Dante elementi dubat agli ordini del colonnello De Maria affrontano in boscaglia privazioni di ogni genere per mantenere innalzata la bandiera italiana I .I In Dancalia fra Tendaho et Assab fra il confine Costa Francese Somali et. .. bande dancale mantengono il possesso del territorio col favore del sultano dell' Aussa I .I Nell'Amara fra Nilo I,/ Uacit et Bolo il colonnello Maraventano l,I proveniente dal Goggiam con una leggera formazione si è chiuso su una forte posizione et resiste con scarse munizioni alla aggressività degli indigeni I .I Fra l'Uagh et l'Amara paesani armati agli ordini del colonnello Anderson fronteggiano dissidenti del Beghemeder e gli armati di Ras Seium giunti at Socotà del Lasta I .I Amedeo di Savoia


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 136

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE

Da Supercomando A.O.I. At Stamage 88/S././Operazioni/./13 maggio/./Ore 11/./ PER DUCE/./ Rappresento situazione ridotta Amba Alagi alla data odierna/./ I Per scarsità forza nostra occupazione si riduce at parte più alta del!' Amba all'incirca lungo curva di livello passante per passo Toselli quota 3.000 I.I Per ripidità detta/,/ spazio in nostra linea est minimo et non offre angoli morti aut zone defilate perché essendo completamente accerchiati artiglierie nemiche ci martellano tutti i versanti mentre mitragliatrici tirano efficacemente da est et da ovest / ./ Solo entro poche caverne vita est possibile/./ 2°) - Dopo attacchi respinti at Mukundai (fronte ovest) at Amba Uoghele (sud ovest) et Corarsi (porta fronte est) nemico non preme con fanteria/./ Esso agisce essenzialmente con bombardamento artiglieria che più o meno violento dura giorno et notte con media di 2.000 colpi al giorno in gran parte medio calibro / ./ Si aggiunga speronamento et mitragliamento aereo et molestia mitragliatrici / ./ Queste azioni fuoco arrecano gravi danni at deposito munizioni et viveri per cui non bastano caverne mentre perdite uomìni / ,/ rannicchiati nei ripari più o meno improvvisati sono relativamente limitate at circa il 6.<1/o I .I 3°) - Con tuttociò si potrebbe ancora resistere a lungo se non insorgesse problema ricovero et cura feriti / ./ Avevo improvvisato un ospedale fuori ridotta su falda sud Amba affidandone difesa at formazione autieri / ./ Per incursione ribelli et tiri artiglieria nemica questi hanno defezionato in massa ufficiali in testa I .I Ospedale vuoto in mano ribelli che lo hanno rispettato et sgombrano feriti verso sud forse per poi ripiegare impianti et toglierci possibilità sgombero I .I Ad ogni modo nostri feriti sono per ora praticamente consegnati al nemico I .I Cerco prendere contatti con inglesi tramite Ras Seium per continuare affidare loro feriti / ,/ ma non credo essi giungeranno ad accettarli / ./ Se così / ,/ dovrei tenerli ammassati su Amba sotto il tiro nemico et nostro / ,/ senza poterli assistere/:/ ciò incide profondamente su morale soldati consci loro dovere di combattere ma anche diritto essere curati se possibile I .I Già si affacciano casi coscienza in medici et cappellani/;/ animo comandanti turbato/,/ spirito soldati/,/ informato da porta feriti/,/ si va deprimendo I.I 0

)

-


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Cerco provvedere et reagire come meglio posso I ,I ma tragicità situazione si impone ogni giorno più evidente / ./ Se inglesi mi impediranno di sgombrare dal ridotto feriti dovrei lasciarli massacrare sull'Amba dall'artiglieria nemica et se anche volessi lasciarli at questa inumana decisione forse non potrei attuarla perché essa provocherebbe cedimento morale truppe / ./ Amedeo di Savoia


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DOCUMENTO

N. 137

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE

N. 938710p.

14 maggio 1941 - Ore 20.30

Da Stamage At Viceré

Africa Orientale

Circa ulteriore resistenza Amba Alagi l,I se non Vi riesce sgombrare feriti l,I fate l,I a un dato momento ciò che la Vostra coscienza di uomo e di soldato Vi detta I .I Tutti conoscono e ammirano la Vostra tempra e tutti avranno piena comprensione per quanto deciderete I.I Mussolini


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

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N. 30066 Op.

N. 138

13 giugno 1941 - Ore 21,35

Da Comando Supremo Per Eccellenza Gazzera

Superiori ragioni politiche et militari impongono prolungare resistenza Impero fino at limite umane possibilità. Approvo quanto avete disposto per Gimma. Ogni singolo presidio deve resistere fino a che truppe siano in condizioni di combattere. Fate ricordare agli inglesi che responsabilità per popolazione bianca spetta ad essi. Magnifica prova che avete sostenuto fino ad oggi mi dà sicurezza che fino all'ultimo nostre truppe sapranno imporsi al rispetto et all'ammirazione del nemico. Bene inteso avete piena libertà decidere in ciascun caso in base at elementi situazione a voi soltanto note. Mussolini


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DOCUMENTO

N. 139

FORZE BRITANNI CHE SUL FRONTE DEL GALLA SIDAMA, QUALI RISULTAVANO AL COMANDO SUPERIORE FF. AA. DELL'A.0.1. ALLA DATA DEL 22 FEBBRAIO 1941

Zona Roseires-Kurmuk: -

tra Ghezan e Belfodio: 2 battaglioni (in parte montati e in parte autotrasportati); mezzi corazzati; tra Kurmuk e Sergole: 4 battaglioni muniti di automezzi e quadrupedi, circa 200 cavalieri, aliquote di artiglieria, mezzi corazzati.

Zona Ajungmir- Jokau Post (ovest di Gambela): 1 battaglione bis, VI K.A.R. rinforzato da elementi australiani; 1 battaglione non precisato, proveniente dall'Uganda; 2 bande irregolari «Nuern; 1 compagnia di regolari sudanesi; 2 compagnie di polizia; aliquota d'artiglieria; mezzi corazzati.

-

-

Zona Boma-Torit (ovest Magi): a Neum: 1 banda irregolare di 200 uomini; a Boma: 1 compagnia del Corpo Equatoriale; reparti imprecisati nuovi arruolati Toposa; una sezione d'artiglieria e.a.; di fronte a Zilmami: 2 compagnie del Corpo Equatoriale; bande irregolari Amara; a Lothagum: 1 compagnia mitragliatrici del Corpo Equatoriale; a Sevat Amba: l compagnia del Corpo Equatoriale; 1 banda regolare; reparti imprecisati nuovi arruolati Toposa; a Torit: compagnia comando del Corpo Equatoriale, compagnia trasporti del Corpo Equatoriale.

Zona Turkana (ovest lago Rodolfo): 4° bis K.A.R. (25a br.); 1 battaglione del Carnei Corps; elementi meccanizzati; 2 batterie autotrasportate; gruppo bande Turkana; banda fuorusciti etiopici. (Non accertati: 2 battaglioni australiani o neo-zelandesi; I battaglione indiano). Zona Sibilet (est lago Rodolfo): 4° quater battaglione K.A.R. (25a br.). (Non accertati: elementi meccanizzati; banda fuo rusciti etiopici). Zona Mega: 2 3 batteria motorizzata sud-africana (1 a divisione metropolitana); 1 batteria d'accompagnamento; elementi meccanizzati. (Non accertati: 5° ter battaglione K.A.R. (25 3 br.); 1 battaglione del reggimento etiopico).


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Zona El Dukana (ovest di Mega): comando avanzato I a divisione metropolitana sud- africana; 3 • brigata motorizzata sud-africana (I• divisione metropolitana); 1 batteria d'accompagnamento; l O bis battaglione K.A.R. (25• br.). (Non accertati: elementi meccanizzati; I gruppo artiglieria divisionale).

Zona Marsabit (sud di Mega): comando I• divisione metropolitana sudafricana: 5a brigata motorizzata sud-africana (l • divisione metropolitana); 1 batteria d'accompagnamento. (Non accertati: I battaglione Nata! Mounted Rifles; l gruppo artiglieria divisionale). Zona Kampala (nord lago Vittoria): 1 battaglione K.A.R .. Zona Kigtum (nord lago Vittoria): forze non accertate: 2 battaglioni australiani o neo-zelandesi; altre forze imprecisate. Zona Kitale-Eldoret (nord-est lago Vittoria): forze non accertate: batteria motorizzata australiana; l battaglione indiano.

Zona Manyuki-lsiolo (nord-est di Nairobi): l O battaglione Irish South Africa motorizzato; I battaglione fanteria leggera del Kenya Regiment. (Non accertati: l brigata imprecisata; 2 battaglioni del reggimento etiopico; l gruppo artiglieria).

Zona Kitui (est di Nairobi): 1 brigata imprecisata; 1 batteria d'accompagnamento. (Elementi meccanizzati non accertati). Zona Nairobi-Nakuru: 2 reggimenti inglesi di fanteria; 2 reggimenti di fanteria del Congo belga. (Non accertati: l brigata indigena imprecisata; I battaglione det'Kenya Regiment; I battaglione indiano; 2 gruppi artiglieria; elementi meccanizzati). Zona Ma/indi: 3 battaglioni indiani; I batteria da costa. (Non accertati: 2 battaglioni arabi; 2 compagnie mitragliatrici indiane). Zona Mombasa: I brigata (4a?) motorizzata metropolitana sud - africana; I compagnia di difesa costiera; 1 compagnia arabo-indiana; I batteria d'accompagnamento; 2 batterie da costa. (Non accertati: 2 battaglioni di indiani; 2 compagnie mitragliatrici indiane; 2 compagnie sudanesi).


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DOCUMENTI

DOCUMENTO

N. 140

COMANDO SUPREMO Trasmesso il 19 maggio 1941-XIX - Ore 11.00

Da Gimma At Stamage 177255 I. I Nel momento in cui scacchiere sud diventa grande unità isolata ritengo dover esporre situazione militare quale est senza eufemismi I .I I 0 ) - Data primo aprile scacchiere teneva saldamente testa at nemico su fronte complessiva 1. 100 chilometri dopo avere volontariamente sgombrato per tempo bassopiano et essersi trasferito su ciglio altipiano in zone obbligate passaggio I .I Nemico non pensava addentare et era tenuto in rispetto da attività esplorante largo raggio I.I 2°) - A partire da primo aprile si aprì imprevista enorme falla fianco sinistro et tergo per cedimento levante et Scioa I.I Avevo circa 50.000 uomini dei quali solamente una parte combattenti I.I Ne affluirono circa 30.000 già molto scossi et minati di morale et che ben poco avevano portato con sé et gravati da fortissima aliquota di enti territoriali et amministrativi et di alti gradi non impiegabili in compiti operativi I.I 3°) - Con queste poche forze provvidi sicurezza mie spalle et fianco I ,I eliminai fronte con tratto debole ... a cavallo strada a Nord Sciasciamanna favorevole penetrazione et offese aeree I .I 4°) - Ricevetti ordine eseguire giorno 30 aprile da Sciasciamanna puntata su Moggio I .I Dovetti destinare stesse truppe che guarnivano linea non ancora consolidata I.I Nemico accorreva con forze triple et notevole aviazione incontrastata arrestando puntata I./ Giorno -13 maggio sfruttò nostra debolezza attaccando due rive lago Sciala con molti carri armati I .I Preceduti I ,I fiancheggiati et guidati da capi ribelli sono riusciti facilmente a penetrare attraverso nostra lacunosa fronte I .I Giorno 17 nemico occupò Sciasciamanna et proseguì minacciando tergo divisione 21 a et 24 3 costrette pertanto abbandonare Alghe et Uadarà et Afrara finora ostinatamente difese I .I Movimento et azione in corso I.I 5°) - Da tempo ho sezionato lo scacchiere in 3 grandi zone l :I zona a sinistra Omo l ;I zona centrale l;I zona Didessa l,I Desalù I,/ Dabus I .I


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LE OPE RAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Sfruttando ostacoli naturali et creando ostacoli artificiali ho dato at ciascuna zona autonomfa di vita e di lotta / ./ At scopo che cedendo una / ,/ le altre possono ancora reggere / ./ Ad oggi territorio Galla Sidama in nostro pieno possesso è di oltre 150 mila chilometri quadrati et est la parte migliore del Governo I.I 6°) - Oggi zona sinistra est seriamente minacciata da rapide et profonde penetrazioni nemiche / ./ In zona centrale respinto nella prima decade maggio pericoloso tentativo di tutti gli irregolari Gherasu et Cadiro et Sciacca Becchelè tergo et fianco Abbai ti / ./ Ma tentativo potrebbe ripetersi territori di confine che sono facili essere contagiati I.I Paratia tra zona centrale et Diddessa-Dabus meno individuata da terreno est più debole / ./ Zona est insidiata da potente propaganda Debraid Aregai I.I 7°) - Non dispongo di nessun ... /,/ aeroplano bensì oltre 1000 militari aeronautica con 4 generali et circa 35 ufficiali superiori I.I Con parte di essi costituito un battaglione azzurro più 2 compagnie / ./ Munizioni per artiglieria complessivamente 2 unfoc I .I Munizioni per fanteria ridotte at circa unfoc nei depositi et 2 presso reparti / ./ Autonomia carburante bisogno normale speso per 2 mesi / ./ Da tempo nulla più in fatto di equipaggiamento / ./ Restrizioni vettovagliamento vanno crescendo / ./ Nazionali ufficiali et soldati sopportano con consapevolezza / ./ Pei militari coloniali sono causa diserzioni et indebolimento fisico / ./ Stagione piogge attarda avanzata nemico regolare ma rende anche a noi movimenti difficili et vita dura I .I Salmerie ridotte at metà solo per una parte truppe et non reintegrabili I.I 8°) - Con pochi automezzi / ,/ poco anche munizioni / ,/ nativi comprendono che noi per quanto numerosi ma senza aerei senza carri armati senza anticarro senza contraerei siamo soccombenti e che nostra presenza soltanto costituisce prosecuzione ordinario stato di guerra / ./ Anche vecchi et provati graduati coloniali ci abbandonano at malincuore soltanto per sfuggire at temuto eccidio quando noi non dovessimo esserci più et per acquistare benemerenze presso nemico/./ Le truppe nazionali hanno tuttavia condotto già per oltre undici mesi lotta incessante contro nemico sempre superiore senza possibilità di riposo e di avvicendamento con particolare penuria di quadri et di mezzi I.I Et combatteranno ancora I.I 9°) - At Gimma circa 3000 tra donne/,/ bambini et invalidi nazionali intuiscono accrescimento pression~ ribelli con legittima preoccupazione I.I Questa massa di combattenti costituisce palla di piombo che vincola molto decisione et impedisce le poche iniziative possibili / ./


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DOCUMENTI

I 0°) - Personalmente guardo alla situazione con mente fredda et animo sereno cercando infondere in tutti fermezza et speranza / ./ Ci sostiene sempre la speranza aiuti aerei et in seguito anche terrestri attraverso Egitto per Sudan I.I 11 °) - Rappresento questa situazione anche Ministero Africa Italiana / ./ Gazzera


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 141

Trasmesso il 20 maggio 1941-XIX - Ore 17.00

Da Gimma At Ministero Africa Italiana e, per conoscenza:

Comando Supremo 177317 Politici. Riassumo situazione politico-militare complessiva scacchiere sud data odierna. Ancora buona al centro nonostante restrizioni sale e tela e zucchero e nostra visibile povertà mezzi moderni che nessuna propaganda o notizia successo europeo può mitigare. Sguardo nativi più lungimirante giunge appena a Egitto. Un rapido progressivo peggioramento al margine dopo arrivo Negus per ribellione che va prendendo piede lungo fronti battaglia e immediate retrovie. Esso è di origine esogena provocato da inglesi e alimentato da minoranza Amara e tribù armate con fucili lasciati o dati distribuzione nelle zone confinanti dell'Harar e Scioa vigilia abbandono e disertori altri territori e ora anche nostri. Ribelli terrorizzano indigeni per loro ferocia. Sinistra Omo mentre truppe effettuano previsto movimento gente pacifica e... mantengonsi fedeli malgrado razzia dei ribelli. Nel Ciamò aumentate infiltrazioni predoni e ex fuorusciti ma è in corso sgombero per ragioni militari. Baco sinora tranquilla tanto che sgombero dovuto essere imposto a quel commissario. Caffino lusingati e minacciati da dissidenti Scianghilla del Ghemira sono tuttora fedeli. Zona Dembidollo Dabus Nilo situazione normale. Blocco centrale gente Galla continua così collaborare e capi concorrono mantenimento ordine e difesa territorio verso Nilo. A 11ord est Lechemti gruppo ribelle Maconenne rinforzato da Goggiamiti e Scioani aggirasi foreste prossime Scioa minacciano attacco in appoggio prossima azione a sopravvenuta inglesi. Limmù orientale situazione poco chiara per forti infiltrazioni continue predoni provenienti Dorenni che da anni è vero deposito armi e focolaio infezioni. Nord est Gimma situazione politica migliorata seguito batoste inflitte a Gherasu Tedelle tentato aggiramento nostre difese Abaltì. Così buona parte migliore territorio Galla e Sidama è tuttora sotto nostro controllo e popolazioni rispondono ancora sopportando conseguenze guerra di durata e armamento per esse senza precedenti. Quattro anni di governo con fermezza e giustizia e rispetto economia indigena hanno


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DOCLJMENTI

legato a noi queste genti con vincoli devozione e ora pur non comprendendo nostra tenacia nella lotta cui assistono danno loro collaborazioni fiduciose in vittoria finale Italia. Popolazione metropolitana non combattente raccolta Gimma è bene guidata da gerarchi partito. È fiduciosa e comprende e spera. Paventa però arrivo abissini. Predisposta difesa vicino Gimma con apposito generale comandante con predisposto presidio con postazioni e con reticolati che recinge interamente città. Gazzera


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 142

Trasmesso il 30 maggio 1941-XIX - Ore 08.00

Da Gimma At Comando Supremo e Ministero Africa Italiana 177988 I .I 29 c.m. sera I .I Situazione politica odierna territorio sotto nostro controllo I .I Scacchiere sud I: I durante lunga battaglia zona circostante laghi parecchi capi e popolazioni Gambatta Sidama Ometo dato commovente prova attaccamento I.I Successiva evacuazione sinistra Omo avuta scarsa ripercussione ignorando nativi rimanente territorio I .I Situazione politica complessiva nucleo centrale mantienesi buona l;I popolazioni Galla musulmane son in massa con noi I.I Con intensa propaganda diffondesi notizia vittoria Mediterraneo e sorreggonsi animi e alimentasi speranzé aiuti Italia aerei e terrestri I .I Complicata invece al margine fra Galla amarizzata e cristiana I .I Lechemti da 7 giorni combattesi tenacemente contro masse organizzate ribelli guidate da inglesi ... chiese Billo Baco Egu e rincuorate da Negus che recatosi apposta Scioboca I.I A tergo nostre truppe state attaccate da Banti Aggeta capo improvvisamente traditore I.I Nord ... fermate per suggestioni venute da oriente I .I Così pure regione Alga che è stata evacuata I.I Formazioni ribelli Ghedà e di fronte AbaJti demoralizzate per perdite subìte I.I Negus recatosi a Uolchite per incitarle rinnovare attacco assicurando concorso inglesi I .I Caffa Chimira situazione controllata malgrado gruppi briganteschi I.I Sud Gore e Bure tentativo ribelli stroncato I.I Uollegà e Dabus Didessa situazione buona I.I Nazionali concorrono rafforzamento difesa vicinanze di Gimma e hanno seguito sinora con fiducia avvenimenti adattandosi restrizioni e prestazioni I .I Resa Amba Alagi ha fatto credere a taluni fine resistenza Impero e ispirato dubbio sulla utilità ulteriore resistenza I .I Sintomo pernicioso viene combattuto energicamente sulle retrovie e in linea con cordiale collaborazione Gerarchi Partito I .I Scacchiere ovest 1:1 ... rivalità fra capi impedisce azione concorde contro Uolchefit premuta da nemico e bombardata da aerei inglesi I.I Ras Aialeu già ostile I.I Dispone 2.000 fucili e pretende supremazia senza ottenerla I.I Oppositore Negasc Uorkene protesta fedeltà e intanto intima resa a Debarek I .I Ras Amòrànonè sicuro aiuti inglesi ora mantiene atteggiamento attesa I.I Zona circostante Gondar tranquilla I.I Distretto Dancaz minacciato da ribelli Beghemeder e da emissari inglesi I .I Celga sola popolazione c'è stata fedele I.I Ribelli Ermacci.ò hanno partecipato 16 corrente mese Beghemeder aumentano defezioni compreso degiac Mesfun che sembra in


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DOCUMENTI

rapporti con ribelli Liecà I.I Deggiac lggigu Chidanè non ostile I.I Titolo precauzionale è stato disarmato I.I Ha assicurato resterà fedele attenderà ... I.I Anche Alecà T egga esponente clero defezionato I .I Situazione politica generale è di attesa I .I Masse seguiranno chi vincerà guerra I .I Ribelli preferirebbero indurci resa senza combattere per evitare rappresaglie nostro ritorno I.I Difficoltà principale è scarsezza viveri sufficienti metà luglio I .I A Uoghiddi ove colonna Maraventano arresasi con onore armi trovansi formazioni Ras Cassa e Belai Zellechè con 2.000 armati I.I Con resa colonna Anderson e distruzione presidi Agibar e Cent nostra occupazione riducesi a ridotta Gondar I .I Settore Dancalia l :I Situazione politica buona I.I Popolazioni Da ncalia e Aussa mantengonsi fedeli I .I Aliquota predoni Calla Uoggerat I,/ Zebul e Cercer I.I Bande dancala e eritrea inflitto serie perdite I.I A Batiè fitaurari Jusef Burrù con 600 Amara attende benché incitato assalirci I .I Inglesi sembra intendano attaccare Assab con una colonna Amara poco entusiasta e una Galla di razzia tori I .I Sembra che inglesi intenzionati sostituire sultano Aussa con fratello già confinato Agordat e ora a Combolcià I .I Popolazione decisa difendere suo territorio I .I Colonnello Raugei con 68 nazionali e 2.800 coloniali difenderà strada fra stretta Tendehò e Assab ove trovansi 300 donne e bambini nazionali I.I Qualche diserzione fra gregari eritrei I .I Migiurtinia I :I da intercettazione radio risulterebbe a Gardò nostro piccolo presidio col quale si cercherà comunicare I .I Da Eil commissario comunica che a Garoe colonnello inglese con 100 ascari attende automezzi per scendere valle Nogal e occupare Eil I.I Strada è fangosa causa piogge I .I Gazzera


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 143

BANDO PER LA PIAZZA DI GIMMA Noi, Pietro Gazzera generale designato d'armata comandante superiore delle forze armate dell' A.O.I. reggente del governo generale dell' A.O.I. VISTI gli articoli 251 C.P.S. e 17 della legge di guerra; ORDINIAMO Art. 1

A datare dalle ore 10 del giorno 6 giugno tutti i poteri militari e civili nella piazza di Gimma sono assunti dal generale di brigata Bisson comm. Emilio. Art. 2

A datare dallo stesso giorno nessun cittadino nazionale estraneo alle truppe potrà circolare entro il perimetro del reticolato che cinge la città di Gimma prima delle ore 7 e dopo le ore 19. I militari nazionali potranno circolare anche oltre detti limiti se muniti di speciali documenti d'identificazione. Art. 3

A datare dallo stesso giorno 6 giugno nessun nativo potrà circolare entro il perimetro del reticolato della città prima delle ore 8 e dopo le ore 18. I militari coloniali che dovessero circolare oltre detti limiti dovranno essere muniti di speciali documenti di permesso. Art. 4

Ogni cittadino nazionale che sia trovato in circolazione nella città di Gimma contro il divieto di cui all'art. 2 sarà immediatamente tratto in arresto e punito con la reclusione da due a cinque anni. Ogni nativo che sia trovato in circolazione nella città di Gimma contro il divieto di cui all'art. 3 potrà essere immediatamente passato per le armi dagli organi di polizia.


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DOCUMENTI

Art. S

Sarà immediatamente passato per le armi qualunque nativo che sia sorpreso in flagranza di saccheggio, incendio, distruzione, furto, violenze di qualsiasi specie contro le persone o che sia trovato in possesso di armi senza giustificato motivo o che tentasse di penetrare nella piazza di Gimma abusivamente attraverso i reticolati della città. Art. 6

I cittadini nazionali che fossero sorpresi in flagranza di saccheggio, incendio, distruzione, furto, violenze di qualsiasi specie come coloro che fossero sorpresi nell'atto di attraversare abusivamente il reticolato della città saranno immediatamente tradotti davanti al Tribunale straordinario in stato di arresto e saranno giudicati per direttissima. Art. 7

I reati commessi nelle condizioni di cui all'articolo precedente potranno essere puniti con la pena di morte. Art. 8

Tutti i reati commessi dai cittadini nazionali e dai sudditi, militari ed estranei alla milizia, saranno sottoposti alla giurisdizione penale militare. Art. 9

Per i giudizi preveduti nel presente bando è costituito un tribunale militare straordinario il quale siederà in permanenza. Dato a Gimma il 6 giugno 1941, ore 4 Gen. Pietro Gazzera


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L E OPERAZ.l()NI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 144

TESTO DELLE CONDIZIONI DI RESA DEGLI ITALIANI NEL GALLA SIDAMA (4-VII-1941)

Conditions de cessation des hosti/ités des forces armées italiennes opposées aux Jorces belges et anglaises opérantes dans le Galla Sidama. Suite à l'offre de cessation des hostilités faite par le général Gazzera commandant supérieur des forces armées italiennes de l' A. O. I. et tenant compte de la vaillance montrée par !es troupes itaiiennes dans la campagne du Galla Sidama, le général Gillieart, commandant supérieur des troupes du nord-est, a accordé les conditions suivantes qui ont été acceptées par: le major général de la Justice MilitaiR, gr. uff. Francesco Guasco; le colone! d'Etat Major, comm. Augusto D'Amico; le conseiller de gouvernement, comm. Cesare Lepori; délégués par le général Gazzera: 1. Cessation des hostilìtés dans le Galla Sidama, au sud du Nil Bleu, le 4, à deux heures;

2. Les honneurs militaires, analogues à ceux accordés lors de la reddition d'Amba Alagi, seront rendus au drapeau et aux troupes italiennes. 3. Autorisation pour les officiers de conserver leurs armes. 4. Entrée en fonction à Saio, dès le 6 juillet 1941, d'une commission de

désarmement composée: de 3 officiers belges, un officier supérieur et officiers subalternes; de 3 officiers italiens: un officier supérieur d'État Major, un officier intendant et un officier subalterne. 5. Occupatio de Saio, de Magi et de Burci par les troupes belges à partir du 6 juillet à 6 heures. 6. Livraison des armes, des munitions, du matériel et de l'équipement. 7. Autorisation pour le commandant supérieur des forces armées italiennes de l' A. O. I. de conserver ses aides de camp, et pour les officiers généraux italiens de conserver un officier d'ordonnance de leur choix. 8. Autorisation pour !es officiers italiens de disposer des valeurs personelles et d'une malie d'effets (2 pour !es officiers généraux), d'une tente et d'un lit de campement. Autorisation pour les officiers généraux et supérieurs de conserver leurs serviteurs.


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9. Le commandant supérieur des troupes du nord-est s'engage à obtenir la cessation des hostilités par Jes patriotes abyssins luttants aux còtés des forces belges. IO. Le commandant supérieur des troupes du nord-est s'engage à faire respecter dans son secteur l'honneur, la famille et !es biens des nationaux et des coloniaux italiens. 11 . Les fonctionnaires militaires seront considérés comme prisonniers de guerre. Des mesures seront prises pour soustraire !es civils à l'hostilité de la population indigène.

Commandant Supérieur des Troupes du Nord-Est Le général Gillieart Pour le général Gazzera comrnandant supérieur des forces armées de l' A.O. I. -

le rnajor général gr. uff. Francesco Guasco

le colone! comrn. Augusto D'Amico le conseiller comrn. Cesare Lepori


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LE OPERAZ IONI IN AFRICA ORIENTAI. e

DOCUMENTO

N. 145

COMANDO TRUPPE DELL'AMARA Ufficio Stato Maggiore - Operazioni N. 1605530 Op.

Gondar, 22 maggio 1941 - XIX

Oggetto: Situazione Amara.

All'Eccellenza Generale Gazzera Comandante Superiore FF.AA.

Gimma

Riassumo nelle sue linee essenziali la situazione dell'Amara a questa data. NEMICO Gli inglesi sono a nostro contatto con forze regolari e artiglierie solo sul fronte del ridotto di Uolchefit e del caposaldo di Celgà, che mirano ad occupare col concorso di formazioni ribelli. Per ora però le forze regolari inglesi non sono di grande entità. Oltre a questo; ovunque ormai, nel territorio, specie nella regione di Debra Tabor, si sono infiltrati ufficiali inglesi, alla testa di reparti sudanesi, che cercano di inquadrare e spingere i ribelli all'att,acco delle nostre posizioni o quanto meno a disturbare le nostre linee di comunicazione. Quanto ai ribelli, si può calcolare dispongano di oltre trentamila fucili, Goggiam escluso. I vari capi non sono però molto d'accordo e finora non hanno dimostrato molta volontà di attaccare i nostri presidi, secondo le pressioni inglesi, limitandosi solo a interrompere le comunicazioni. LE NOSTRE FORZE Le truppe regolari ammontano a: 17 .000 nazionali e 23.000 coloniali - 40.000 uomini, costituite in: 12 btg. nazionali; 15 btg. (o gruppi bande) coloniali; 3 squadroni; 4 batterie someggiate; 3 sezioni contraerei (6 mitragliere da 20 mm.);


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16 batterie da posizione, oltre a Comandi, Depositi, Genio, reparti vari di fanteria e di mortai, e servizi. Il morale delle truppe coloniali è ancora discreto e gli ascari si battono bene. Le diserzioni si sono accentuate in queste ultime settimane, ma non ancora in forma preoccupante. Naturalmente però, non possiamo farci molte illusioni, perché man mano che pervengono agli ascari notizie sulle nostre capitolazioni, le ripercussioni sono inevitabili. ORGANIZZAZIONE MILITARE DEL TERRITORIO La difesa del territorio si appoggia ai seguenti ridotti (vedi carta allegata: omessa) (vds. schizzo n. 53): a) Ridotto Uolchefit-Debarech, che sbarra la strada del Tacazzè. Questo ridotto (a 110 Km. da Gonfiar), ormai tagliato fuori, è presidiato con circa 4000 uomini e cioè: due battaglioni cc.nn.; due gruppi bande; sette cannoni; una sezione di due mitragliere da 20 mm.; quattro mortai da 81 mm.; dodici mitragliatrici, oltre quelle in organico ai reparti. Il ridotto non ha cintura reticolata. È, naturalmente, molto forte sul fronte nord; debole invece sugli altri fronti. b) Ridotto di Debra Tabor, che sbarra la strada di Dessiè. Questo ridotto (a 150 Km. da Gondar), ormai tagliato fuori, è presidiato da quasi seimila uomini e cioè: tre battaglioni cc.un.; un battaglione coloniale; un gruppo bande; sei cannoni; due mortai da 81 mm.; mitragliatrici pesanti (quelle in organico ai reparti). II ridotto ha una cinta reticolare di circa sette chilometri di sviluppo. La posizione non è però naturalmente forte, in quanto fu scelta, a suo tempo, con criterio politico, più che militare.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

c) Piazza di Gondar, costituita da: le cinte reticolate di Gondar e Azozò; i caposaldi esterni (in un raggio di circa 40 chilometri da Gondar) a sbarramento delle provenienze rotabili: a Celgà, Tucul Dinghià, Amba Gheorghis (con carattere di occupazione mobile), Sella Culqualber. Complessivamente la Piazza di Gondar, coi suoi capisaldi esterni, è presidiata con: -

sette battaglioni nazionali; sei battaglioni coloniali; tredici batterie; due sezioni contraerei (4 mitragliere da 20 mm.).

Oltre a questo è dislocata nei pressi di Gondar la riserva generale di cinque battaglioni coloniali o gruppi bande. LOGISTICA Viveri. - Colla riduzione della razione, da tempo attuata, che và, per i vari generi, dal venti al quaranta per cento (razione farina da 550 ridotta a 350 grammi), collo sfruttamento dei cereali locali che sfarinati vengono mescolati con farina grano, sperando di poter continuare ad i~tegrare il necessario giornaliero con acquisti sui mercati locali, di cereali e carne, si calcola di avere l'autonomia viveri assicurata fino a metà luglio.

CARBURANTE Autonomia, sulla base del consumo medio mensile dei mesi precedenti, assicurata solo a tutto giugno. AVIAZIONE Nessun apparecchio. Benzina avio 50 tonnellate. PREVISIONI È probabile, che colla caduta di Amba Alagi, gli inglesi riversino le forze che là avevano concentrate, sul ridotto dell'Uolchefit (Tacazzè) e sul ridotto di Debra Tabor.


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DOCUMENTI

Evidentemente la resistenza di questi ridotti (tagliati fuori da ogni possibile soccorso), sottoposti a tormento di artiglieria e aviazione, investiti sui 360 gradi, non potrà essere molto lunga (Amba Alagi informi). Le pioggie, già iniziate, potranno influire in senso favorevole. c .aduti i ridotti periferici la resistenza si ridurrà alla Piazza di Gondar coi suoi caposaldi esterni, dei quali quelli occidentale (Celgà) e quello settentrionale (Tucul Dinghià), che non hanno antemurali, possono essere attaccati direttamente e senz'altro, come è avvenuto nei giorni scorsi per Celgà. Comunque, se le truppe coloniali tengono, si potrà dare ancora molto filo da torcere agli inglesi. Se non tenessero (e non possiamo farci molte illusioni), dovremo ridurci alla difesa della cinta di Gondar e Azozò colle truppe nazionali già in posto e con quelle che ripiegheranno dai caposaldi esterni. Esauriti i viveri la cui autonomia è assicurata, come detto, fino a metà luglio, la situazione sarebbe preoccupante, perché pure con ogni maggiore spirito di sacrificio, sarebbe difficile vivere su quello che può offrire il paese, in una regione ribelle e di limitata estensione controllata. Comunque, il problema logistico non è ancora contingente e possiamo attendere lo sviluppo degli eventi, per studiare le possibili soluzioni.

Il Generale Comandante F.to G. Nasi


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LE OPERAZIONI IN AFRICA OR!ENTALE

DOCUMENTO N. 146

COMANDO TRUPPE DELL'AMARA Ufficio Stato Maggiore - Operazioni N. 1606917/0p. - Allegati I (omesso)

Gondar, 19 giugno 1941-XIX

Oggetto: Situazione Amara.

Ai Comando Supremo

Roma

e, per conoscenza Ai Ministero A.I. - Ufficio Militare

Roma

Approfittando dell'aereo preannunciato, ritengo opportuno trasmettere copia della relazione che, in data 22 maggio u.s., ebbi ad inviare al Comando Superiore Forze Armate, per renderlo edotto della situazione di questo territorio. A distanza di circa un mese, poco ho da aggiungere o da modificare. Nelle sue linee generali, la situazione è oggi quella che era allora. In linea particolare, debbo rettificare quanto previsto nella precedente relazione, in fatto di autonomia viveri e carburanti. I primi, per le ulteriori restrizioni, che ci siamo imposte e grazie a qualche acquisto sui mercati locali, ci consentiranno una autonomia fino a metà agosto (viveri di riserva esclusi). Per i secondi, riducendo ulteriormente e ferocemente i consumi, e trattando opportunamente con oli pesanti le disponibilità di carburante che abbiamo, contiamo di arrivare a tutto luglio p. v. Un'altra rettifica riguarda l'Aviazione. Attualmente possiamo fare assegnamento su due apparecchi C.R.42, rifugiatisi qui dal Gimma, e che hanno già partecipato efficacemente a combattimenti, in brillante cooperazione con i reparti impegnati. Detti apparecchi però mancano di munizionamento, che abbiamo richiesto e che ci è stato preannunciato in arrivo. Una voce, non accennata - perché frustranea - nella precedente relazione, è quella dell'autonomia radio. I materiali relativi, e particolarmente le pile, vanno rapidamente esaurendosi. Non è certo che oltre il 30 luglio p. v. le nostre stazioni possano ulteriormente funzionare. Per il resto, anche per quanto concerne le previsioni, vale ancora quanto da me accennato nella relazione allegata. Il Generale Comandante F.to Nasi


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D0CUM 13NTI

D OCUMENTO N. 147

COMANDO TRUPPE DELL'AMARA Ufficio Stato Maggiore - Operazioni Oggetto: Situaziorre 5 luglio. N. 1607474 - Allegati 1 (omesso)

Gondar, 5 luglio 1941-XIX

Al Comando Supremo

Roma

e, per conosçenza: Al Ministero Africa italiana

Roma

I. RIDOTTI ESTERNI

Debra Tabor. - Come comunicato, comandante ridotto, colonnello Angelini, ha concluso, di sua iniziativa, armistizio e capitolazione che, in base a impegni da lui presi, deve avere esecuzione domani 6 luglio. Ho già fatto delle riserve circa l'azione di comando di questo Ufficiale, che potranno essere vagliate nel dopo guerra. Fin d'ora trasmetto tutto l'incartamento che lo riguarda. Il presidio di Debra Tabor era costituito da: 105 ufficiali; 2.365 nazionali; 3. 350 coloniali circa. Di questi ultimi 1.650 avevano disertato od erano stati congedati perché infidi durante questi due mesi di blocco.

Uolchefit. - Dopo la legnata inflitta il 22 giugno alla formazione di Ras Aialeu, la pressione dei ribelli sul fronte sud si è molto allentata. Sul fronte nord, viceversa, gli inglesi hanno rinforzato la loro artiglieria che giornalmente martella le nostre posizioni con sei-settecento colpi. Gli effetti materiali (distruzioni e vittime) per ora non sono però preoccupanti. Il presidio ha viveri quasi per tutto agosto, eccezione fatta per la carne che è stata già esaurita. Il presidio ha tentato qualche razzia a largo raggio , ma nulla ha trovato perché le popolazioni hanno fatto il vuoto.

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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

Per i nazionali, si macellano muli delle salmerie. Per i coloniali, si distribuiscono due razioni settimanali in più di zucchero e thè. Ma pure con questi ripieghi, la mancanza di carne è molto sentita e preoccupa. Il presidio è costituito da circa 2.000 nazionali e 2.000 coloniali. Il morale della truppa è ancora molto elevato e questo si deve al comandante, tenente colonnello Gonella, ufficiale di prim'ordine, che spero sarà promosso per merito di guerra, secondo proposta inoltrata.

2. PIAZZA DI GONDAR La piazza di Gondar, come è descritto nella mia relazione del 21 maggio (già inviata) t rova un largo respiro in virtù dei quattro capisaldi di Celgà, Tucul Dinghià, Culquaber o Sella dal km. 20 (sulla strada per Asmara) che sbarrano le principali provenienze. Con la caduta di Debra Tabor è da prevedere che le forze anglo-ribelli, che la bloccano, si riverseranno verso Gondar. La rotabile è sbarrata da caposaldo di Culquaber. Dietro a questo sto riunendo una brigata di quattro battaglioni ed un gruppo squadroni, non solo per puntellare quel modesto caposaldo, ma soprattutto per opporsi a formazioni anglo-ribelli che, aggirando il caposaldo stesso, puntassero direttamente su Azozo e Gondar. 3. LOGISTICA L'autonomia viveri, con gli acquisti di cereali che si sono potuti fare, può giungere fino alla fine di agosto, viveri di riserva compresi e carne esclusa, per cui si vive alla giornata con gravi difficoltà, anche perché l'area di incetta è ormai piccola e già molto sfruttata. La razione viveri che ora si distribuisce risulta dall'allegato. È un minimo sotto il quale non si può andare, perché i medici già la ritengono scarsa per uomini che vivono sotto la tenda, alle intemperie, lavorando duro. Nel campo del corredo, lamentata soprattutto la mancanza di scarpe, ormai a brandelli, e'la mancanza di teli da tenda. Si sta provvedendo con ripieghi ingegnosi, ma che evidentemente non soddisfano completamente alle esigenze. 4. MORALE TRUPPE

Nazionali: per quanto siano in genere uomini anziani, sopportano serenamente disagi, fatiche e privazioni e, compresi dei doveri del momento, conservano morale buono.


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Coloniali: nonostante tutto morale ancora discreto. Il fenomeno diserzioni, tranne che a Debra Tabor, conserva ancora carattere sporadico. Nel mese di giugno si sono avuti 550 disertori (su 23.000 uomini, due terzi a Debra Tabor) . 5. PERDITE MESE GIUGNO nazionali morti 6, feriti 36; coloniali morti 74, feriti 276.

6. PREVISIONI È presumibile che date le grandi piogge, che pare finalm ente stiano cominciando, gli inglesi non potranno pensare a grossi attacchi sul fronte di Celgà (da Metemma) e di T ucul Dinghià (da Om Ager). Viceversa, nonostante le piogge, potranno agire in forze sulle direttrici dell'Uolchefit e di Debra Tabor, sia perché dispongono in quelle regioni di forti formazioni ribelli, sia perché sono servite da strade. II grosso delle mie forze è ormai dislocato nel campo trincerato di Gondar, che ha un raggio medio di 30 chilometri. Se non si avranno attacchi contemporanei sulle quattro direttrici, e per le ragioni sopnidette non sembra probabile, la manovra delle forze per linee interne può avere buon gioco. Naturalmente la durata della resistenza trova un suo limite nella autonomia viveri (massimo fine agosto), che sembra molto difficile potere aumentare; e trova un punto interrogativo nella fedeltà delle truppe coloniali, sulle quali la caduta del Galla Sidama e soprattutto di Debra Tabor, aggiungendosi alle altre avvenute, avrà una influenza negativa. In ogni modo, tutto sarà fatto per protrarre la resistenza fino ai limiti delle umane possibilità. Nasi


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 148

COMANDO TRUPPE DELL'AMARA Ufficio Stato Maggiore - Operazioni N. 1608300 prot.

Gondar, 24 luglio 1941-XIX

Oggetto: Situazione al 24 luglio.

Al Stamage

Roma

e, per conoscenza: Al Ministero Africa Italiana

Roma

Allegati n. 1 : memoria per rinforzi all'Uolchefit; n. 2: schizzo dislocazione forze Amhara al 24 luglio; n. 3: schizzo piazza Gondar. (Allegati omessi) PRIMO. Nemico. A. Provenienze Debra Tabor. Per quanto siano già trascorsi 18 giorni dalla caduta del ridotto di Debra Tabor, la pressione sul caposaldo di Culquaber (che copre Gondar da quella parte) non si è ancora pronunciata in modo sensibile. Le forze regolari inglesi sarebbero rappresentate da poche compagnie sudanesi. 1:-,e forze ribelli sarebbero comandate dal noto fitaurari Burrù, ex ministro guerra, rientrato in Etiopia col Negus. B. Provenienze Gallabat. Gli inglesi hanno mantenuto sul fronte di Celgà circa tre battaglioni regolari fino ai primi di luglio, lasciando ritenere che volessero ripetere l'attacco fallito il 17-18 e 19 maggio. Iniziate però le grandi piogge, quasi tutte le forze regolari sono state ritirate e sembra siano avviate sul fronte dell'Uolchefit. Sul fronte di Celgà sono rimasti solo pochi elementi per inquadramento dei ribelli. C. Provenienze da Om Ager. Le grandi piogge e conseguente stato della

pista escludono, per ora, una seria pressione da quella parte, tanto più che il nostro caposaldo di Tucul Dinghià trova un buon appoggio nelle fedeli popolazioni Chemanti.


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D . Provenienze Tacazzè. Dal martellamento di artiglieria e aviazione cui giornalmente è sottoposto il ridotto di Uolchefit, dall'afflusso di truppe indiane con le quali abbiamo già preso contatto (combattimento del 14 corrente), dall'afflusso verso Dabarek di tutte le formazioni ribelli dell'altopiano di Dabat è lecito supporre che gli inglesi vogliano prossimamente tentare la liquidazione di quel nostro ridotto. E. Ovunque, poi, intorno a Gondar, piccole formazioni ribelli controllano i mercati e le piste che conducono alla città per impedire l'afflusso di derrate. Quasi giornalmente la città è bombardata da aerei nemici. SECONDO. Nostro schieramento. Impostato sempre sullo stesso concetto: la piazza di Gondar c?n i suoi quattro caposaldi esterni a sbarramento delle principali provenienze. Il ridotto dell'Uolchefit con funzione di scoglio ritardatore, a difesa di quella grande interruzione stradale. È da prevedere che prima o poi l'eroico presidio di Uolchefit sarà travolto, soprattutto per il cedimento delle truppe coloniali. Comunque, quel ridotto avrà assolto alla sua funzione di scoglio ritardatore. La sua caduta porterà all'investimento diretto di Gondar, tanto più grave in quanto, riattata l'interruzione (si calcola 15 giorni), gli inglesi potranno facilmente avanzare le artiglierie. D'altra parte, non si ritiene possibile, e in definitiva neanche utile, inviare rinforzi a quel presidio per prolungare la resistenza (vedi in proposito memoria allegata n. 1). TERZO. Costituzione nuove unità. Colla riduzione dei servizi resa possibile per la diminuzione del territorio occupato, o imposta dalla mancanza di materie prime per il loro funzionamento, colla chiusura di tutti gli uffici amministrativi, di revisione, controllo, ecc., si sono costituiti: due battaglioni nazionali R.E.; un battaglione coloniale; dieci compagnie autonome coloniali .


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LE OPERAZ.IONI IN AFRICA ORIENTALE

Se questi reparti formati di elementi eterogenei (autieri, sanità, sussistenza, operai d'artiglieria e genio, scritturali piantoni, ecc.) non hanno un grande valore materiale e morale, pure hanno servito discretamente per guarnire le opere della cinta di Gondar, liberando altri e tanti battaglioni di vecchia costituzione. QUARTO. Logistica. A . La nostra autonomia, a razioni ridotte, quali risultano dagli specchi inviati col precedente corriere, arriva a tutto agosto (anche pel presidio di Uolchefit). Intanto, sia pure con crescenti difficoltà (anche per esaurimento di risorse), è ancora possibile acquistare cereali e carne specie nella ricca regione di Guramba, a nord del lago Tana, ancora controllata da noi. Abbiamo così già accantonato un migliaio di quintali di cereali che portano la nostra autonomia al 10 settembre sopprimendo, bene inteso, daIIa razione riso, pasta e formaggio che col 31 agosto saranno già esauriti o quasi. Per la pasta si sta provvedendo alla fabbricazione di un tipo speciale, costituito per il 75% di farina di grano e per il 250/o di farina di ceci; ma non ne potremmo ottenere in apprezzabile quantità per deficienza di farina di grano. B. La benzina è già completamente esaurita. Si è ricavato, di ripiego, gasolio dal trattamento di lubrificanti e grassi; e questo ci consente di provvedere ai trasporti indispensabili fino alla fine di agosto . Si stanno facendo prove per ottenere altro carburante dal·trattamento di carbolineum e del liquido L per lanciafiamme. Gli automezzi, ora impiegati, sono tutti a gasolio, poiché si è dovuti eliminare quelli a benzina per mancanza di tale carburante; di conseguenza, le possibilità di trasporto sono ora sensibilmente diminuite. C. Per l'armamento e il munizionamento, non vi sono preoccupazioni . Apposito laboratorio effettua il lavoro, non indifferente, di riparazione e di conservazione. D. Vestiario ed equipaggiamento . Si sono utilizzate tutte le specie di stoffa in carico al commissariato e quelle requisite nella piazza, per la fabbricazione degli oggetti di corredo più necessari. Fodere da pagliericcio sono state impiegate per sopperire alla mancanza di teli da tenda, dopo essere state sottoposte a un particolare trattamento, a base di vernici, per renderle più o meno impermeabili. Tutte le coperte in carico ai vari enti civili o militari, sono state ritirate e distribuite alla truppa.


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Scarpe. Se ne fabbricano ìn discreta quantità presso apposito laboratorio, espressamente organizzato per l'intero ciclo produttivo: dalla concia delle pelli (mediante impiego di materia in uso presso gli indigeni) al taglio e cucitura delle tomaie e delle suole. Lo stesso laboratorio provvede anche alle riparazioni. E. Grassi, saponi ed alcool. I sottoprodotti della macellazione vengono utilizzati, con opportuno trattamento, per la produzione di grassi e di saponi. Il processo dì distillazione di alcunì prodotti locali, fornisce qualche apprezzabile quantitatìvo di alcool. QUINTO. Consistenza morale e materiale delle truppe. A. Nazionali. Per valutarne la consistenza occorre tenere conto che i battaglioni cc.nn., costituenti il grosso delle nostre forze, furono formati in Italia con elementi di tutte le età e di tutte le provenienze. Comunque, se ben comandati, rappresentano ancora un buon strumento, nonostante abbiano una razione molto ridotta; che vino e tabacchi siano finiti da un pezzo; che abbiano avuto e ancora ìn parte abtliano scarpe a brandelli e teli da tenda come veri e propri scolabrodo. B. Coloniali. Voglio dire ancora che fanno miracoli e spesso ci si domanda come possano continuare a servire la nostra Bandiera uomini che hanno oramai tutti i loro interessi dall'altra parte. Vero è che lo strumento va affievolendosi giornalmente, come dimostrano le diserzioni (in numero di 378 dal 1° al 25 luglio) e in genere Io spirito e la disciplina delle unità. Anche in linea materiale, la mancanza di molte cose, l'assottigliamento quotidiano della forza e delle salmerie, hanno tolto ai nostri battaglioni la capacità offensiva e l'attitudine alla marcia, che era loro caratteristica. In conclusione, le truppe coloniali sono uno strumento fragilissimo, che va maneggiato con estrema delicatezza, per non avere sorprese o per averle il più tardi possibile. Tragìca situazione per comandanti grandi e piccoli che devono impiegare uno strumento che non sanno come potrà reagire in mano. Fino a qualche tempo fa nell'offensiva reagiva in modo positivo. Ora si ha qualche prova del contrario. Di questi, soprattutto, dovrà tenere conto la critica e la storia per giudicare sulla condotta delle operazioni e sulla nostra resistenza in A.O ..


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

SESTO. Previsioni. Come già detto, sembra che gli inglesi vogliano mettere fuori causa il ridotto di Uolchefit. Ma comunque essi contano che Uolchefit dovrà cedere, come Gondar, per dissolvimento delle truppe coloniali e per fame. Allo scopo le forze anglo-ribelli stringono il cerchio più per tagliarci ogni rifornimento che con l'intenzione di attaccare propriamente le nostre posizioni. SETTIMO. Perdite (fino al 24). nazionali: morti 11, feriti 43; coloniali: morti 28, feriti 78 . OTTAVO. Aviazione. È ridotta a un CA 133 (utilissimo per qualche lancio a Uolchefit) e due caccia. Ora però il Caproni e un caccia sono in riparazione per danni subiti da mitragliamento nemico.

Il Generale Comandante Guglielmo Nasi


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DOCUMENTO

N. 149

COMANDO TRUPPE DELL'AMARA Ufficio Stato Maggiore N. 400 Op.

Gondar, 23 agosto 1941-XIX

Oggetto: Situazione al 23 agosto.

Al Comando Supremo

Roma

e, per conoscenza:

Al Ministero Africa Italiana

Roma

1. NEMICO

Ovunque le forze anglo-ribelli hanno stretto il cerchio intorno ai nostri capisaldi. Le forze regolari inglesi, e i mezzi di guerra in genere, a quel che risulta, sono però di scarsa importanza, eccezione fatta, forse, per il settore di Uolchefit, ove secondo gli informatori sarebbero affluite unità indiane (circa 3.000 uomini) e 18 carri d'assalto leggeri. Queste notizie possono essere esagerate ad arte e vanno accolte con riserva. Sul fronte di Culqualber è ormai accertata la presenza dei nostri antichi ascari fatti prigionieri a Debra Tabor (79° btg. e gruppo bande Uollo) che per amore o per forza sono stati arruolati dagli inglesi (oltre 2.000 uomini). Una ventina di questi ascari, in parte con le armi, hanno disertato dagli inglesi e si sono presentati al colonnello Torelli, comandante brigata riserva (resta da vedere però se non siano propagandisti inviati espressamente). In queste ultime settimane il nemico ha sviluppato una intensa azione aerea di bombardamento, specie su Gondar e Uolchefit. A Gondar i danni agli immobili sono piuttosto gravi, ma nulla è stato colpito, fino ad ora, che infirmi seriamente la difesa. Neanche il morale dei nazionali ha sofferto di questi bombardamenti, perché in virtù di una buona organizzazione di difese passive le vittime sono state poche. Sia i capi ribelli, sia .gli ufficiali inglesi preposti ai vari settori hanno iniziato un'offensiva di pace inviando lettere ai comandanti dei nostri ridotti con inviti a trattare la resa e lettere del genere sono anche pervenute a me direttamente.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

A tutti è stato naturalmente risposto negativamente e ad evitare che l'arrivo e partenza di nuovi. corrieri possa fare credere alle nostre truppe che sono in corso trattative di. resa, ho ordinato a tutti di respingere chi si presentasse agli avamposti, con missive a chiunque dirette. Anche il generale comandante delle forze inglesi in Etiopia, Sir William Platt, il 14 agosto mi ha fatto pervenire un telegramma (tramite maggiore Ringrose, comandante inglese settore Uolchefit) col quale si offriva, nel caso desiderassi iniziare trattative, di inviare a Gondar in volo il suo capo di stato maggiore. Per la stessa via ho risposto: «Non desidero intavolare negoziati». 2. DISLOCAZIONE E ATTIVITÀ NOSTRE FORZE Nessuna variazione importante rispetto alla dislocazione, ~i cui al precedente foglio del 24 luglio. Bene inteso, le unità di riserva vengono spostate, caso per caso, in relazione alle situazioni contingenti e a particolari azioni offensive da condursi sul fronte dei vari capisaldi . Come risulta dai notiziari giornalieri, l'attività offensiva e controffensiva di tutti i capisaldi è continua, per quanto limitata in quel raggio ristretto che le forze consentono . L'organizzazione difensiva e lo spirito dei presidi di tutti i capisaldi è tale da ispirare la maggiore fiducia per poco che reggano le truppe coloniali. 3. LOGISTICA Per giudicare dei miracoli che il generale Martini (a lui va il merito) ha saputo fare nel campo specialmente dei viveri, portando l'autonomia dal 31 maggio (quale era sulla base delle consistenze di magazzino) al 25 settembre, farò compilare una memoria dettagliata che invierò col prossimo aereo. Qui basti dire che la nostra autonomia viveri giunge oggi quasi alla fine di settembre, pure senza insopportabili riduzioni nella razione. E intanto le incette continuano, si che si spera di prolungare ancora. Qualche preoccupazione vi è per l'Uolchefit, che tagliato fuori e senza possibilità di rifornimenti aerei, potrà al ma_ssimo arrivare a fine settembre e solo a prezzo di veri sacrifici, sopportati - del resto - con uno spirito che non ha l'eguale.


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4. MORALE DELLE TRUPPE A. Nazionali. Buono, direi quasi migliore di un mese fa. Sembra che in tutti si sia trasfusa la passione e l'orgoglio di durare. B. Coloniali. Il morale è ancora discreto, per quanto peggiori sempre perché la yropaganda è tremenda e si vale di tutti i mezzi . Le diserzioni sono in aumento (dal 1° al 22 agosto , 446 disertori di fronte a 378 in tutto il mese di luglio); e, quel che è peggio, anche parecchi graduati eritrei sono passati al nemico. Si sono avuti anche due episodi di aperta rivolta contro ufficiali, circoscritti però a pochi uomini. Come dato statistico dirò che dal l O febbraio (ripiegamento di Metemma) a tutt'oggi, queste truppe coloniali hanno avuto meno di tremila disertori. Poco più, cioè, del 10% della forza . Se si tiene conto che dal 1° febbraio ad oggi si è perduto l'impero, dobbiamo onestamente convenire che queste truppe mercenarie hanno tenuto, é tengono, al di là di quanto si potesse credere: (Federico Il, dopo la disfatta in Slesia, ha perduto - per diserzioni - il 50% del suo esercito). Questo è bene stabilire perché non si formino poi leggende pericolose sulla fedeltà di queste truppe. So io quale fatica si è dovuta sostenere allorché riconquistammo la Tripolitania, per ristabilire la fiducia degli ufficiali nelle truppe libiche, sulle quali era sorta la falsa leggenda del tradimento. 5. PERDITE MESE AGOSTO nazionali: morti 32, feriti 68, dispersi 12; coloniali: morti 23, feriti 84, dispersi 9; oltre le perdite dei civili nazionali: morti 5, feriti 13; e sudditi: morti 7, feriti 27, per bombardamenti aerei. 6. PREVISIONI Secondo gli informatori, specie di Uolchefit, gli anglo-ribelli si preparerebbero ad un attacco risolutivo su tutti i fronti. Ma, fino a prova contraria, io credo che queste voci siano messe in giro per appoggiare l'offensiva


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

di pace, mentre in realtà non vi sono serie intenzioni, per ora, di attaccare le nostre posizioni che gli inglesi sperano invece prendere presto per fame. Questa mia ipotesi si appoggia al fatto che per ora, a causa delle piogge, le comunicazioni inglesi con Dessiè sono interrotte (almeno per gli autocarri) e l'accesso a Uolchefit per mulattiere è, in questa stagione, quasi proibitiv_o anche per i quadrupedi. Circa la·durata della nostra resistenza, prevedo potremo tenere, quasi certamente, fino alla fine di settembre. Dopo tale data, le possibilità di resistenza sono subordinate: alla quantità di cereali e carne che riusciremo ancora a trovare nel piccolo territorio che ancora controlliamo; allo sforzo maggiore che, con la fine delle piogge e il riaprirsi delle comunicazioni potranno esercitare gli anglo-ribelli, e - naturalmente sempre alla saldezza delle truppe coloniali. Ché, se prima della fine di settembre le nostre forze della Libia potessero arrivare ad Alessandria, si riaprirebbero subito, anche qui, orizzonti politico-militari di portata incalcolabile. 7. CARRI ARMATI

È in corso di costituzione un plotone di carri armati. All'uopo è stata applicata una forte corazza a due trattori Caterpillar (e ad altri se sarà possibile), che, se non avranno un grande valore militare, costituiranno un apporto morale positivo per le nostre truppe e negativo per gli anglo-ribelli.

8. AVIAZIONE Siamo ridotti a due caccia CA42 che per miracolo sfuggono sempre ai bombardamenti ed ai mitragliamenti dell'aviazione inglese, sul campo di Azozo. Dato però che la scorta di cartucce per le loro mitragliatrici è ridotta a due azioni e che i bombardieri inglesi sono sempre scortati da Hurricane, l'impiego di questa nostra caccia è fatto con estrema prudenza. Contiamo invece di potercene servire, con l'applicazione di un dispositivo speciale, per il lancio su Uolchefit di qualche chilogrammo di materiale sanitario od altro, fra il più indispensabile.


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DOCUMENTI

9. NOSTRE NECESSITĂ€ Come risulta eia mie richieste telegrafiche è indispensabile, perchĂŠ la resistenza possa durare, mi siano inviati dall'Italia: a) fondi per la paga delle truppe e l'acquisto di derrate locali;

b) materiale radio per assicurare i collegamenti;

e) materiale sanitario; d) materiale e munizionamento avio; e) talleri e tabacchi.

Il Generale Comandante Guglielmo Nasi


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L,E OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO N. 150

COMANDO TRUPPE DELL'AMARA STATO MAGGIORE N. 1800 di prot. Op.

Gondar, 8 settembre 1941-XIX

Oggetto: Situazione all'8 settembre.

Al Comando Supremo

Roma

e, per conoscenza: Al Ministero de/l'Africa Italiana

Roma

l. NEMICO

Nel Settore di Uolchefit il giorno 26 Agosto u.s. glì anglo-ribelli hanno attaccato di sorpresa il Passo Ciank riuscendo a catturare l'intero presidio (una Compagnia CC.NN.). Sul rimanente fronte del nostro ridotto l'attacco è stato nettamente stroncato. In questo attacco le forze regolari inglesi erano scarsamente rappresentate. Si può quindi ritenere che la notizia dell'arrivo di forte contingente indiano, fosse stata messa in giro ad arte, come avevo previsto. Nel Settore di Culqualber, nei giorni 24 e 25 Agosto, il nemico ha tentato invano di arrestare una nostra autocolonna di rifornimento per quel presidio. Anche qui gli inglesi non hanno mostrato di avere forze in proprio. Il loro miglior nerbo nel duro combattimento del 24 agosto era rappresentato dai nostri ascari dell'ex Gruppo Bande Uollo, fatti prigionieri a Debra Tabor e, per amore o per forza, passati al loro servizio. Come comunicato, una ventina di questi hanno disertato e sono ripassati nelle nostre linee. Nel settore Guramba (la regione a nord del lago Tana), particolarmente importante perché è il nostro unico granaio, dove finora eravamo riusciti a mantenere l'ordine quasi perfetto, sono arrivate, da fuori, alcune formazioni ribelli con lo scopo preciso, appunto, di interdirci i rifornimenti. Nella regione abbiamo dislocato tre battaglioni e un Gruppo Squadroni per riprenderne il controllo e assicurare il transito sulla strada AzozòGorgorà.


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L'attività aerea nemica, dopo l'intensa azione di agosto su Gondar durata 13 giorni consecutivi, è alquanto diminuita. Perdura invece quotidiana su Uolchefit. Tutto l'insieme, mi conferma ancora che gli anglo-ribelli non abbiano, per ora, né la volontà né la possibilità, di svolgere azioni offensive a fondo e che aspettino di prenderci per fame. 2. LE NOSTRE POSSIBILITÀ a) Ridotto Uolchefit. Forza: 78 Ufficiali - 2.000 nazionali - 1.600 coloniali - 500 donne e bambini degli ascari. Ha ormai quasi esaurito la sua capacità di resistenza. Il presidio è ormai, si può dire, alla fame, e la denutrizione già si rivela con alcuni casi di scorbuto e altri fenomeni. Ultimato riso, pasta, olio, caffè, zucchero, legumi: la razione giornaliera è ridotta a 300 grammi di farina d'orzo e a scatolette di carne in conserva, alternate con carne fresca proveniente dalla macellazione dei muletti. Col 25 settembre sarà esaurito l'ultimo chilo di farina. Esclusa la possibilità di rifornimento con aerei (occorrerebbero 12 quintali al giorno solo di farina), esclusa la possibilità di rifornimenti via terra perché il mio strumento tattico e logistico non é più capace di simile sforzo (e pregiudicherei la mia ulteriore resistenza), esclusa la possibilità di una sort~ta e di un ripiegamento su Gondar che, per le condizioni morali e materiali di quel presidio, si tradurrebbe in un disastro vergognoso più della resa (ben pochi coloniali ci seguirebbero), Uolchefit, verso il 25 Settembre, dovrà forzatamente capitolare. Se, come dubito, il Comandante del Presidio nel comunicare la sua au'tonomia, non ha tenuto conto dei viveri di riserva, la resistenza potrà prolungarsi di qualche giorno. b) Caposaldo di Ualag. (tra il 16° ed il 25° Km della strada GondarTacazzé). È in via di potenziamento, perché, caduto Uolchefit, dovrà probabilmente sopportare l'urto maggiore degli anglo-ribelli. È da prevedere però che, dopo la capitolazione del presidio di Uolchefit, occorreranno agli inglesi 15 giorni almeno per riattivare l'interruzione stradale e portare avanti le artiglierie e gli altri mezzi che hanno a Debivar. Sul caposaldo di Ualag conto di resistere ad oltranza, perché dopo non resta che la cinta reticolata di Gondar, cinta a ridosso della città, costruita ai fini di polizia della rivolta, più che con criteri tattici.


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LE OPERAZ IONI IN AFRICA ORIENTALE

Sul caposaldo di Ualag conto di poter resistere fino all'esaurimento delle mie risorse in viveri di cui dirò appresso. c) Caposaldo di Culqualber. Il Colonnello Ugolini ne ha fatto un baluardo morale e materiale che potrà tenere fino all'esaurimento dei suoi viveri (15 ottobre). d) Capisaldi dì Celgà e Tucul Dinghià. Non è da prevedere, almeno fino alla stagione asciutta, una seria pressione. Solo occorre controllare fortemente la regione a Nord del lago Tana per mantenerci aperto quell'eccellente granaio. 3. LOGISTICA a) Viveri. Cogli acquisti quotidiani, abbiamo portato la nostra autonomia al 10 ottobre e confido, se i mercati non ci saranno preclusi dalla pressione nemica, di protrarla a tutto ottobre. A questa data avremo però ultimato sale, olio, caffè, zucchero, pasta, riso, etc. etc.; e allora il problema della alimentazione non sarebbe facilmente risolubile colle sole risorse locali. b) Carburanti. Benzina già da tempo ultimata. Stiamo ricavando nafta da diversi prodotti (carbolineum, per esempio, di cui si aveva una certa scorta), e per i trasporti indispensabili potremo tirare avanti, salvo imprevisti, fino a metà ottobre (gli autocarri impiegabili a nafta sono una cinquantina in tutto). c) Inutile che accenni a tutto il resto, meno indispensabile, che giornalmente si esaurisce (colle salmerie, per esempio, siamo quasi a terra). Il nostro organismo è come un uccello che ogni giorno perde una penna, ma finché tengono le ali, se pur non vola, si regge in aria.

4. MORALE DELLE TRUPPE a) Nazionali. Se si esclude Uolchefit, ove per forza di cose si intravede che il morale va scendendo, in tutti gli altri presidi è ancora buono. Pare anzi di sentire che tutte le volontà sono tese a durare, nella speranza che qualche cosa succeda, prima che le nostre risorse siano esaurite.


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anzi di sentire che tutte le volontà sono tese a durare, nella speranza che qualche cosa succeda, prima che le nostre risorse siano esaurite. b) Coloniali. Morale discreto. Se si deve misurarlo dalle diserzioni, direi che in questi ultimi dieci giorni è migliorato perché le diserzioni (Uolchefit escluso) sono molto diminuite. Attribuisco questo a due fatti: -

chi voleva andarsene, ormai se ne è andato; alcuni nostri antichi ascari di Debra Tabor, che hanno disertato dagli inglesi e sono ripassati nelle nostre file, hanno divulgato notizia che nelle file anlo-ribelli mancano i viveri, la paga è irregolare, i feriti e malati sono abbandonati senza cura, che i nostri disertori sono pentiti del passo fatto.

Un giro di propaganda che ho fatto fare a questi ascari, presso tutti i Battaglioni, sembra stia portando buoni frutti. 5. AVIAZIONE

Siamo ridotti a un solo caccia con scarso munizionamento. Ho chiesto avere d'urgenza parti ricambio per il Caproni (che fu avariato da bombardamento aereo) per tentare rimetterlo in efficienza onde rifornire Uolchefit.

Il Generale Comandante (G.C. Nasi)


, I. E Of'ER,\ZION I IN 1\FRICA ORIENTALE

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DOCUMENTO

N. 151

COMANDO TRUPPE DELL'AMARA STATO MAGGIORE N. 2400 di prot. Op.

Gondar, 18 settembre 1941-XIX

Oggetto: Situazione al 18 settembre .

Al Comando Supremo

Roma

e, per conoscenza:

Al Ministero Africa Italiana

Roma

I.· NEMICO Rimarchevole attività aerea su Uolchefit e Culquaber, fino ad ora però con scarsi risultati materiali. Nostri informatori riportano voci di una offensiva in preparazione su tutti i fronti (con partecipazione di mezzi e truppe inglesi specie contro Uolchefit e Culquaber) , che dovrebbe avere inizio prima del Mascal (27 settembre). La notizia però non è controllata e va accolta con riserva.

2. LA NOSTRA RESISTENZA A. Uolchefit. Come già detto, col 25 settembre, il presidio avrà esaurito ultimo chilo di farina, mentre tutti altri generi (scatolette carne escluse) sono già esauriti. Intanto però miracolosamente si è potuto rimettere in efficienza il Caproni e dal 16 settembre si è incominciato a lanciare quelle derrate che erano già esaurite (pasta, riso, olio, berberè, zucchero, caffè) e la cui mancanza aveva molto inciso sul fisico e sul morale del presidio. Se quella vecchia carcassa del Caproni terrà duro e sfuggirà alle insidie del nemico, confido potere (con lancio farina) prolungare l'autonomia viveri di Uolchefit di qualche giorno rispetto alla data del 25 . Per quanto riguarda la «sortita» che dovrebbe chiudere degnamente la strenua resistenza di Uolchefit, il colonnello Gonella mi assicura (in data 16), che mentre si riserva cli sondare circa la direzione più opportuna,


DOC UM ENTI

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riteneva il bel gesto possibile con impiego forze adeguatamente selezionate che avessero la capacità e la volontà di seguirlo. Presumo, per esclusione, che la sortita possa avere come obiettivo la rioccupazione di passo Ciank (come ho suggerito). Sul fronte sud (verso Dabal) e fronte est del ridotto, la sortita andrebbe nel vuoto o su formazioni esclusivamente ribelli. Sul fronte nord (verso Debivar) il terreno, se proibitivo per il nemico, lo sarebbe anche per noi perché è una scarpata rocciosa quasi a picco (disseminata di nostre mine), battuta da artiglieria e mitragliatrici di Debivar, senza ripari e copertura alla vista. La sortita chiuderà poi probabilmente e senz'altro la partita che dura dal 15 aprile. Se avessi avuto prima disponibili un paio di aerei avrei potuto rifornire il presidio (16 quintali al giorno) e prolungare la resistenza di qualche giorno. Ma non di molto comunque, perché anche Gondar non ha tali scorte da poterne concedere ad altri, Quello che dà, va poi a detrimento della sua autonomia, soprattutto per quelle derrate che le risorse locali non possono fornire. La forza del presidio Uolchefit, a rettifica di quanto avevo comunicato nella relazione cieli' 8 settembre, è la seguente: ufficiali 71, sottufficiali 136, truppa nazionale J.570, coloniali l.559. B. Culquaber. È l' altro caposaldo che il nemico ha bisogno di sfondare per aprire la strada su Gondar alle artiglierie e mezzi meccanizzati in genere. Culquaber ha vettovaglie a tutto il 15 ottobre. Qualche giornata potremo guadagnarla con rifornimenti via lago per Farcaber. Ma anche qui quel tanto che consentono le scorte di Gondar, perché evidentemente sarebbe inutile che i caposaldi potessero durare a tutto novembre (poniamo) quando il ridotto centrale di Gondar dovesse cedere prima per fame. Delle disponibilità di Gondar, cui ho già accennato nelle precedenti relazioni, parlerò appresso. C. Sottoseltore Tana. Per noi particolarmente importante perché è il migliore granaio che abbiamo. E per tenerlo aperto ho dovuto dislocar~, in quella regione, gran parte della mia riserva generale. Come noto, la nostra colonna del Tana (ten. col. De Sivo) si è inoltrata, il giorno 13,


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LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

con le formazioni ribelli inviate dagli inglesi appunto per impedirci di continuare ad incettare viveri in quella zona. Per fortuna una di quelle formazioni (degiac ... 2.000 uomini) fa solo atto di presenza; non ha combattuto e non intende combattere contro di noi, come mi ha comunicato a mezzo di un ... il deciac ... D. Caposaldo di Ua/ag. Allego una carta approssimativa al 50.000, per una migliore conoscenza di questo caposaldo (in corso di rafforzamento) che potrà diventare un punto nevralgico dopo la caduta di Uolchefit.

E. Altri capisaldi, per ora, situazione invariata. 3. LOGISTICA Colle incette, a tutt'oggi, l'autonomia di farina e carne arriva al 17 ottobre (galletta compresa) e si confida di poterne ancora acquistare. Per tutti gli altri generi (sale, zucchero, olio, pasta, riso, caffè, ecc.) a razioni, bene inteso, ultraridotte, l'autonomia, come ho detto altre volte, arriva a tutto ottobre.

4. MORALE DELLE TRUPPE Nazio,:zali: Buono. Colla verdura che in questa stagione è abbondante, col ripristino della razione carne a 350 grammi, che ho potuto fare in compenso di altri generi deficienti (pasta razione ridotta 50 grammi e farina a 300 grammi), se pure manca Bacco, Tabacco e Venere, tutti mangiano a sazietà e non vi sono più malumori per la fame (bene inteso, escluso Uolchefit che trovasi in una situazione particolare). Coloniali: mistero dell'anima nera; il morale migliora proprio quando sembrava dovesse peggiorare dato che ci avviciniamo alla fine. I disertori sono ridotti a un quinto di quello che erano nel mese di agosto. Attribuisco questo miglioramento ai seguenti fatti: i malcontenti, per una causa o per l'altra, se ne sono andati; notizie sul cattivo trattamento dei nostri ascari nel campo avverso; ripresa di fiducia nel governo italiano che doveva cadere in giugno e si regge ancora;


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pagamento del soldo con moneta normale (a tutto luglio si era pagato con banconote A.O.I.); paghe, titoli, gradi, ricompense al valore. 5. NOSTRE PERDITE DAL I O AL 15 SETTEMBRE: Morti: 6 ufficiali, 7 nazionali e 62 coloniali; Feriti: Il ufficiali, 36 nazionali e 241 coloniali; Dispersi: N.N.; Totale: 363 .

Inoltre: I morto nazionale civile e 1 morto e 3 feriti sudditi, causa bombardamenti aerei. 6. PLOTONE CARRI ARMATI Nel notiziario sul combattimento del 13 .corrente nel settore Tana, è accennato che vi ha preso parte un plotone carri armati. Trattasi di due Caterpillar agricoli cui abbiamo applicato una corazza. Naturalmente mancano molte caratteristiche dei carri armati (velocità massima 6 chilometri all'ora), ma ne hanno una che mancava ai carri medi e leggeri (e alle autoblindo) che erano nell'impero e cioè la imperforabilità (anche a 200 metri) al tiro delle normali mitragliatrici. E questo si è ottenuto facendo la corazza con bale.stre di autocarro di cui ne abbiamo un cimitero (allego fotografie). Nei combattimenti del 13, hanno reso buoni servizi per quanto, per il caldo ed esalazioni di gas, tutto il personale abbia sofferto di deliqui. li Generale Comandante

Guglielmo Nasi


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LI: Of't'.RAZ ION I IN AFR ICA ORlf: N f"AI.E

DOCUMENTO N. 152

COMANDO SCACCHIERE OVEST STATO MAGGIORE - Operazioni N. 3094 di prot. Op .

Gondar, 5 ottobre 1941-XIX

Oggetto: Situazione al 5 ottobre.

Al Comando Supremo

Roma

e, per conoscenza: Al Ministero Africa Italiana

Roma

I. NEMICO Riferiscono gli informatori, che sotto la pressione di agenti negussiti sarebbe in corso presso la popolazione dell'Amara una mobilitazi(ine generale di tutti gli armati, mentre sarebbe preannunciato l'arrivo di altre formazioni scioane. Il comando sarebbe assunto dal principe ereditario. Appena schierate le forze, sarebbe poi intenzione degli anglo-negussiti di fare uno sforzo decisivo per prendere Gondar. Per quanto gli anglo-negussiti possano facilmente mettere in campo venti o trentamila ribelli, non è con queste forze irregolari che possono sperare di fare cadere le opere della piazza di Gondar e dei suoi capisaldi esterni. Pertanto, gli inglesi dispongono di forze regolari adeguate (battaglioni, artiglierie, carri) e allora una offensiva è probabile; o non ne dispongono e allora lo schieramento in corso delle formazioni ribelli ha l'unico scopo di tagliare i viveri e prenderci per fame. Fra un paio di settimane, riparata l'interruzione dell'Uolchefit, avranno il transito aperto, si vedrà di quali e quante forze regolari dispongano gli inglesi e se vogliano e possano prendere Gondar di viva forza. 2. LA NOSTRA RESISTENZA A. Uo/chefit . Dopo 160 giorni di blocco, esaurito l'ultimo chilo di farina, ha dovuto cedere alla fame .


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Non al nemico che poche ore ancora, prima di chiedere l'armistizio, veniva deliberatamente attaccato e inseguito fuori del ridotto. Atto offensivo finale che, se non costituisce una sortita vera e propria, testimonia però che l'Uolchefit è caduto colpito al ventre e non al cuore indomito . Ho rif!ettuto a lungo sulla possibilità di riuscita che poteva avere un ripiegamento di quel presidio su Gondar, coll'appoggio, naturalmente, di una colonna che da Gondar avrebbe dovuto spingersi almeno fino a metà strada. Ho dovuto concludere che l' operazione non presentava quel percento di probabilità di riuscita che potesse consigliarla, mentre poteva dare luogo a episodi che avrebbero finito per nuocere al nostro prestigio più della resa per fame. Episodi come quelli della defezione, strada facendo, della maggioranza delle truppe coloniali e della forzata rinuncia a proseguire, per stanchezza delle truppe nazionali (oltre cento chilometri). Se lo spirito delle truppe era ancora buono, lo strumento materiale, però era così logoro da non dare garanzie per uno sforzo prolungato oltre qualche decina di chilometri. Mancanza di quadrupedi, che sono stati quasi tutti macellati per sfamare gli uomini, scarpe a brandelli, impossibilità di trasportare mitragliatrici, munizioni, viveri , ecc .. Ho così rinunciato alla sortita classica e ripiegato su di un gesto offensivo, con carattere di colpo di mano, ai fini esclusivamente morali e per l'onore di Uolchefit. B. Ualag. Per quanto la mancanza di materiali (filo di ferro soprattutto) non abbia permesso di creare ostacoli passivi, pure il terreno, naturalmente forte e difficilmente accessi?ile ai carri d'assalto (salvo che lungo e immediatamente a cavallo della strada dove abbiamo creato interruzioni) consente una buona resistenza, per poco che regga il morale d~i difensori. C. Culquaber. Caposaldo che vorrei considerare ormai inviolabile, dato soprattutto lo spirito che si è creato nei difensori. Colla fine delle piogge si sta presentando però, in quella regione, il problema del rifornimento idrico di una estrema difficoltà. È in corso un sopralluogo di un ufficiale del genio per vedere la soluzio-

ne da adottare (auto-cisterne dal lago).


f 392

LE OPERAZIONI IN Af-RICA ORIENTALE

D. Se1tore Tana. L'avanzata combinata, da ovest e da est, delle formaz ioni ribelli non è riuscita a chiuderci ancora quell'eccellente granaio, perché le operazioni della colonna De Sivo (13 settembre) e della colonna Miranda (18 settembre) hanno stroncato sul nascere la manovra avversaria. Naturalment.e il controllo della regione è subordinato alla presenza di tre battaglioni della riserva che vi sono dislocati. Che, se quei battaglioni fossero in avvenire necessari altrove si dovrebbe rinunciare allora a quel granaio prezioso unico rimasto. E. Nulla di rilievo, per ora, sugli altri capisaldi.

3. LOGISTICA

A. Viveri. Abbiamo assicurata l'autonomia di carne e alcune altre derrate insostituibili fino al 15 novembre. Per i cereali l'autonomia arriva solo al 25 ottobre, mentre con gli acquisti giornalieri si fa fronte solo alla metà del fabbisogno. Questa diminuzione di rendimento delle incette è dovuta soprattutto all' esaurimento delle risorse. Si fa ogni sforzo per arrivare alla sutura col nuovo raccolto (novembre). B. Carburanti. Salvo imprevisti di grossi trasporti tattici, si calcola arrivare a tutto ottobre (abbiamo ancora 450 quintali di una miscela carburante con cui far fronte non solo ai trasporti, ma anche alle necessità della centrale elettrica e della stazione radio). C. Quadrupedi. Più volte decimati dalle malattie, fiaccature, eventi di guerra e ora dal mandef (peste equina) che imperversa, fanno grave difetto. La mobilità dei battaglioni, degli squadroni e batterie è quindi molto compromessa e ridotta.

4. MORALE DELLE TRUPPE Confermo quanto dissi nella relazione d el 18 settembre. Morale buono sia nei nazionali, che coloniali Negli ultimi combattimenti il comportamento dei coloniali è stato magnific_o . E a questa truppa, che nonostante la perdita dell'Etiopia ha sempre


393

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fiducia nella vittoria finale dell'Italia, si potrebbero ancora chiedere miracoli per poco che intravedesse delinearsi la possibilitĂ di un soccorso esterno sia pure lontano.

5. PERDITE SUBITE NEL MESE DI SETTEMBRE: morti

6

feriti

15

dispersi -

T otale 21

Nazionali: morti

12

feriti

43

dispersi 3

Totale

dispersi

Totale 374

Ufficiali

Coloniali: morti 130

feriti 244

Inoltre: 2 feriti nazionali civili; 3 morti e 4 feriti sudditi. 6. [ ... ] li Generale Comandante

Guglielmo Nasi

58


394

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

DOCUMENTO

N. 153

UNITÀ E COMANDANTI CITATI NEI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO

Unità

Bollettino n.

Brigata Agosti

( 78 del 24/8/1940, Somaliland)

I

( »

»

»

)

Brigata Coloniale

XIII

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XIV

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xv

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LXX

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Colonna Bertello

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)

Colonna Bertoldi

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)

Colonna De Simone

( »

»

»

)

10° Rgt. «Granatieri di Savoia»

(297 del 31/3/1941, Ad Teclesan 348 del 19/5/1941, Amba Alagi)

11 ° Rgt. «Granatieri di Savoia»

(257 del 19/2/1941, Cheren)

Gruppo Carabinieri Amba Alagi

(348 del 19/5/1941, Amba Alagi)

Gruppo Carabinieri Culquaber

(505 del 20/10/1941, Culquaber 539 del 23/ I 1/1941, Culquaber)

XIV Btg. CC.NN.

(505 del 20/10/1941, Culquaber)

CCXL Btg. CC.NN.

(505 del 20/10/1941, Culquaber)

Btg. Mitraglieri del 10° Rgt. «Granatieri di Savoia»

(348 del 19/5/1941, Amba Alagi)

14° Gruppo Sqd. Col.

(448 del 26/8/1941, Gondar 468 del 15/9/1941, Gondar)

3° Btg. Col. «Galliano»

(468 del 15/9/1941, Gondar)

4 ° Btg. Col. «Toselli»

(257 del 19/2/1941, Cheren)

25° Btg. Col.

(494 del 9/10/1941, Ualag-Gondar)

41 ° btg. Col.

(257 del 19/2/1941, Cheren)


395

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67° Btg. Col.

(505 del 20/ 10/ 1941, Culquaber)

77° Btg. Col.

(448 del 26/ 8/ 1941, Gondar)

81° Btg. Col.

(

Btg. Alp. «Uork Amba»

(257 del I 9/2/ I 941, Cheren)

Gruppo Bande Altipiano

(384 del 24/ 6/ 1941, Uolchefit)

Gruppo Bande Amara

( »

Gruppo Bande Confine

(448 del 26/8/ 1941, Gondar)

Il/60° Rgt. Art. «Granatieri di Savoia»

(348 del 19/5/ 1941, Amba Alagi)

III/ 60° Rgt. Art. «Granatieri di Savoia»

( »

»

))

)

XLIII Gruppo Art. Col.

( »

»

»

)

Compagnia Arditi «Toselli»

( »

»

))

)

Compagnia Mortai 81 della Div. «Granatieri di Savoia»

( »

»

»

)

44 • Batteria Coloniale

( »

»

»

)

Unità della Polizia Africa Italiana

(78 del 24/8/ 1940, Somaliland)

»

))

»

»

)

»

)

Comandanti S.A.R. Principe Amedeo di Savoia Aosta

(342 del 13/ 5/ 1941 , Amba Alagi) (347 del 18/ 5/ 1941, Amba Alagi) (348 del 19/5/ 1941, Amba Alagi)

Magg. AGOSTI Tito

(78 del 24/ 8/ 1940, Somaliland)

Gen. BERTELLO Arturo

»

»

»

Gen. BERTOLDI Sisto

»

»

»

Col. BORGHESI Alberto

(297 del 31/3/1941 , Ad Teclesan)

Col. DE CICCO Adriano

(357 del 28/5/ 1941, Galla e Sidama)

Ten. Col. DE SIVO Giulio

(468 del 15/9/1 941, Gondar)

Ten. Col. GONELLA Mario

(348 del 24/6/1941, Uolchefit) (425 del 3/ 8/ 1941, Uolchefit)

Ten. Col. LIUZZO Carmelo

(494 del 9/10/ 1941, Ualag-Gondar)


396

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENT ALE

Gen. LORENZINI Orlando

(284 del 18/3/1941, Cheren)

Col. MARAVENTANO Saverio Michele

(354 del 25/5/ 1941, Uogghidì-Amara)

Ten. Col. MIRANDA Domenico

(473 del 20/9/1941, Celgà-Gondar)

Gen. NASI Guglielmo

(78 del 24/8/1940, Somaliland)

Luogot. Gen. PASSERONE Giovanni

Col. TORELLI Adriano

(538 del 22/ 11/1941, Celgà-Gondar)

Col. UGOLINI Augusto

(433 dell' 11/8/1941, Culquaber-Gondar) (461 dell'8/ 9/I 941, » » ) (505 del 20/10/ 1941, » » )

»

))

)


DOCUMENTI

397

DOCUMENTO N. 154

RICOMPENSE COLLETTIVE CONCESS E PER FATTI D'ARME AVVENUTI NEL CORSO DELLA GUERRA IN AFRICA ORIENTALE NEGLI ANNI 1940 E 1941

Decorazioni alle Bandiere di Reparti. Alla Bandiera dell'Arma dei Carabinieri, per il I Gruppo Carabinieri Mobilitato in A.O .. Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l'impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell'intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate d'alterne vicende, a segnare, per l'ultima volta in terra d'Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un solo eroico blocco simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni del1' Arma. - Africa Orientale, agosto - novembre 1941. (Decr. 7 aprile I 949). Alla Bandiera del Comando Truppe Amara. Affrontava nella granitica solidità dei reparti nazionali e nella incrollabile fedeltà delle unità coloniali, le vicende di una guerra densa di incognite. Sosteneva ed infrangeva, oltre confine, poderosi attacchi sferrati con grande superiorità di forze e con largo impiego di nuovi mezzi di lotta mantenendo, finché volle, il possesso del bassopiano occidentale. Raccolto successivamente in vasto ridotto, batteva reiteratamente con grande bravura, grazie alla geniali iniziative dei capi e dell'irrefrenabile slancio delle truppe, forti formazioni nemiche. Rimasto isolato e senza rifornimenti, con inadeguata disponibilità di mezzi per il combattimento e per la vita, s'impose le più dure limitazioni e restrizioni, sacrificando ai più puri ideali dell'onore militare e dell'amor di Patria ogni sua necessità pur di continuare la guerra fino alle estreme conseguenze. Mutilato di alcuni presidi esterni, caduti per fame e strenuamente combattendo, fece del ridotto centrale estremo baluardo


f 398

LE OPE RAZ IONI IN AFRICA ORI ENTALE

di resistenza, consacrando in un'aureola di gloria una bella pagina di valore delle armi italiane. - Territorio dell'Amara - Gondar (A.O.), 10 giugno 1949 - 27 novembre 1941. (D.P. 11 aprile 1951). Al Gagliardetto del IV Battaglione Eritreo «Toselli». Salda unità di guerra, in prolungata aspra battaglia contro preponderanti forze terrestri ed aeree, si prodigava con indomito valore riuscendo nella tenace difesa sostanziata da audaci contrattacchi, come nell 'offensiva ardita e violenta, a contenere sempre l'aggressività dell'avversario agguerrito. Superbo nel valore come nel sacrificio teneva fede alle sue gloriose tradizioni. - Africa Orientale, 4 febbraio - 27 marzo 1941. (Decr. 5 marzo 1949).


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DOCUMENTO N. 155

MEDAGLIE D'ORO AL VALOR MILITARE SERAFINO Gualtiero, nato 1919 Roma, S.Ten.cpl.ftr. (bers.), LXVI Btg. Col., Lafarug 17 agosto 1940 (a.m.). MAGLIANI Luigi, nato 1914 Napoli, Ten.spe.ftr. , XXVII Btg. Col.; Netemmà, 6 novembre 1940 (a.m.). BENINI Corrado, nato 1908 Forlì, Capomanipolo, XI Legione CC.NN.; Piana di Dungulà, 26 dicembre 1940 (a.m.). TOGNI Renato, nato 1913 Frascati (Roma), Ten.spe.cav., Gruppo Bande a Cavallo Amara, Amasciamoi Cherù, 21 gennaio 1941 (a.m.). CIRIACI Dino, nato 1914 Lanciano (Chieti), S.Ten.spe.ftr., XCVII Btg. Col.; Cheren, 5-10 febbraio 1941 (a.m .). VIANELLO Roberto, nato 1907 Venezia, Ten.cpl.ftr. (bers.), 11 ° Rgt. "Granatieri di Savoia", Cheren, 10 febbraio 1941 (a.m.). GIARDINA Aldo, nato 1912 Alessandria (Egitto), S.Ten.cpl.ftr., IV Btg. Col. «Toselli»; Cheren, 6-12 febbraio 1941 (a.m.). GUANCIAROSSA Roberto, nato 1899 Roma, Cap.cpl.ftr., CXCX Btg. Col., Cheren, 14-18 febbraio 1941 (a.m.). PORCELLI Tommaso, nato 1916 Bari; Ten.cpl.ftr., LXXXIII Btg. Col. ; Daharboruk (Somaliland), 11 agosto 1940 (a.m.). MAJANI Mariano, nato 1899 Orbetello (Gr.); Cap.spe.ftr., Comando Divisione Speciale Harar; Daharboruk, 11-12 agosto 1940 (viv.). COLETTA Renato, nato 1914 Barletta, Ten.spe.ftr., LXIV Btg. Col. Daharboruk, 11-12 agosto 1940 (a.m.). GALLUCCI Federico Angelo, nato 1898 Sant'Angelo dei Lombardi (Avellino); Cap.spe.ftr. (bers.); X Btg. Col.; Daharboruk, 12 agosto 1949 (a.m.). SAVARÈ Manlio, nato 1885 Milano, Cap.cpl.ftr., II Brg. Col.; Daharboruk, 12 agosto 1949 (a.m.). ORECCHIONI Luigi, nato 1911 Arzachena (Sassari); Vicebrig. PAI, l8 Banda P.A.I. dell'Amara, Lafarug (Somaliland), 17 agosto 194-0 (a.m.). TESTI Pietro, nato 1904 Casape (Roma), Ten.cpl.ftr., CXII Btg. Col.; Cheren, febbraio 1941 (a.m.).


400

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTAI.E

VOLPI Pietro, nato 1911 Treviglio (Bergamo), Ten.cpl.ftr., XI Btg. Col.; Cheren, 6 marzo 1941 (a.m.). SATTA Giovanni, nato 1892 Ozieri (Sassari), Ten.cpl.CC, Gruppo CC Eritrea, Agordat e Cheren, 24 gennaio - 15 marzo 1941 (viv .). BARZON Angelo, nato 1893 Padova, Ten.Col.spe.ftr., 11 ° Rgt. «Granatieri di Savoia», Cheren, 2 febbraio - 16 marzo 1941 (a.m.). BASSO Attilio, nato 1901 Pravisdomini (Udine), Brigadiere CC, Compagnia di formazione CC Eritrea; Cheren, 13-16 marzo 1941 (a.m.). CASTELLANI Bortolo, nato 1905 Belluno, S.Ten.cpl.ftr., 10° Rgt. «Granatieri di Savoia», Btg. alp. «Uork Amba»; Cheren, 11 febbraio - 16 marzo 1941 (a.m.). LORENZINI Orlando, nato 1890 Guardistallo (Pisa), Gen .Brg., Comandante II Brg. Col., Cheren, 2 febbraio - 17 marzo 1941 (a.m.). AGOSTINI Erno, nato 1893 Fossombrone (Pesaro), Magg.cpl.ftr.; CV Btg. Col.; Cheren, 5 febbraio - 17 marzo 1941 (a .m.). BRUSCO Bruno, nato 1914 Verona, S.Ten.cpl.ftr.alp. , Btg. alp. «Uork Amba»; Cheren, 11 febbraio - 18 marzo 1941 (a.m.). DI MARZIO Gioacchino, nato 1913 Spoltore (Pescara), Ten.cpl.ftr., IV Btg. Col. «Toselli»; Cheren, 2 febbraio- 21 marzo 1941 (a.m.). CODEMARA: Mario, nato 1914 Trieste, Ten.spe.ftr. (alp.), XX Btg. Col.; Passo Mardà (Somalia), 18-22 marzo 1941 (a.m .) . GIORDANO Salvatore, nato 1890 Nocera Inferiore (Salerno), T en.Col. spe.ftr.; LXI Brigata Col.; Cheren, 18-25 marzo 1941 (a.m.). MANCUSO Francesco, nato 1894 Platania (Catanzaro), Magg.spe.ftr. (bers.); Comandante II Btg. Col.; Barentù, Cheren, Massaua; 30-31 gennaio, 1 febbraio, 25-26 marzo 1941 (viv.). ZANNONER Dino, nato 1910 Vicenza, Ten.cpl.ftr. , 10° Rgt. «Granatieri di Savoia», Ad Teclesan, 29 marzo 1941 (a.m.). BORDONI Amedeo, nato 1882 Senigallia (Ancona), Cap.cpl.ftr.; 11 ° Rgt. «Granatieri di Savoia»; Cheren, febbraio-marzo 1941 (viv .). PERSICHELLI Siro, nato 1890 Montereale (L'Aquila), Col. (ris.) ftr., IV Btg. Col. «Toselli», Il Brigata Col.; Cheren, febbraio-marzo 1941 (viv.).


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VITRANI RUGGERO, nato 1908 Barletta, Cap.ftr. (bers.) spe.; lll Brg. Col., LXXXI Btg. Col.; Sardò Mesghì (Goggiam Settentrionale), 2 aprile 1941 (a.m.). MARTIN! Archimede, nato 1913 Riva del Garda (Trento), S.Ten.spe.cav., VI Gruppo Squadroni Cav. Col., Harar, 4 aprile 1941 (a.m.).

CHELOTTI Dante, nato l 912 Salerno, Ten.cpl.art., IV Gruppo «d' Africa», Dessiè, 16 aprile 1941 (a.m.). BITOSSI Gian Carlo, nato 1909 Roma, Ten.cpl.art., Commissario di Governo a Socotà, Socotà, 26 aprile 1941 (a.m.). ZINCONE Manlio, nato 1899 Casalvieri (Frosinone), Cap.spe.ftr.; Comandante Presidio Socotà; Socotà (Amara), 26 aprile 1941 (a.m.). D'AGOSTINO Antonio, nato 1913 Collarmele (L'Aquila), Soldato; 10° Rgt. «Granatieri di Savoia>>; Amba Alagi, 4 maggio 1941 (a.m.). PEPE Gabriele, nato 1896 Civitacamporomano (Campobasso), Ten.Col. spe.ftr.; CXC Btg. Col., Ghemira, 9 maggio 1941 (a.m.). LILLI Egisto, nato 1895 Perugia, Cap.cpl.art., XVI Gr. Art. Col.; Amba Alagi, 4 aprile 1941 (a.m .). ROCCELLA Gustavo, nato 1909 Piazza Armerina (Enna), S.Ten.spe.art.; XVI Gruppo Art. Col.; Amba Alagi, 4 aprile - 12 maggio 1941 (a .m.). AMEDEO di Savoia Duca d'Aosta, nato 1898 Torino; Generale d'Armata Aerea, Viceré e Governatore Generale, Comandante Superiore delle Forze Armate dell'A.0.I.; A.O.I. 10 giugno 1941 (viv.). DE CICCO Adriano, nato 1888 Napoli, Col.spe.ftr. Comandante 25 a Divisione Col.; Fiume Billate (Gimma), 19 maggio 1941 (a.m.). REALI Giuseppe, nato 1916 Pistoia, Ten.spe.ftr., I Gruppo Bande di Confine, Celgà (Gondar) maggio 1941 (a.m .). DEODATO Pierluigi, nato 1899 Catania, Magg.spe.ftr. (alp.), VI Btg. Col. Eritreo; Billò, Lechemti (Galla e Sidano); 22 maggio - 5 giugno 1941 (a.m.). BAZZANI Francesco, nato 1890 Pieve del Cairo (Pavia), Col.spe. Genio; Comando Truppe Harar; Orde Mulè, Lechemti , 12-15 giugno 1941 (a.m.).


402

LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE

BASTIAN! Sante Angelo, nato 1913 Lìcciana Nardi (Massa Carrara) Serg. Magg.ftr.Col.; Comandante Banda Irregolare «Bastiani»; Uolchefit (Amara), 22 giugno 1941 (viv.). BERAUDO di Pralormo Emanuele, nato 1887, Pralormo (Torino); Gen.Brg.spe.; Comandante 243 Div. Col.; Sidana Uollamo, maggio-giugno 1941 (viv.). CA VALLERI Antonio, nato 1911 Dronero (Cuneo), Cap.spe. Genio; Comandante Cp . Genio Trasm.; Galla e Sidama, 2 luglio 1941 (a.m.). MAZZAGLIA Giuseppe, nato 1898 Catania, Magg.spe.Art.; Presidio Uolchefit; Uolchefit (Amara), 4 luglio 1941 (a.m.). UNATÙ Endiscian, nato 1917 Teruboccò Delontà (Amara); Muntaz, LXXIX Btg.Col.; Debra Tabor, Sella Culquabert, luglio 1941 (a.m.). GAVAZZI Luciano, nato 1898 Cortona (Arezzo), 1° Seniore MVSN; CLXIV Btg. CC.NN., Presidio di Uolchefit, aprile - 10 agosto 1941 (a.m.). CALENDA Enrico, nato 1914 Napoli, Ten.spe.ftr. (bers.), Gruppo Bande Amara; Passo Cinà - Uolchefit, 22 giugno - 25 agosto 1941 (a.m.). PASTORE Vincenzo, nato 1908 Roma, Ten.i.g.s.spe.cav., XIV Gruppo Sqd. Cav. Amara; Barghim 24-25 agosto, Maghec (Amara) 13 settembre 1941 (a.m.). ROSSO Giuseppe, nato 1907 Roma, Cap.spe.cav., XIV Gruppo Sqd. Cav. Col. Barghim, 24-25 agosto, Maghec (Amara) 13 settembre 1941 (a.m.). STELLA Ruggero, nato 1914 Barletta, Serg.Magg.c.c., 10° Rgt. Genio, XL Btg. Speciale, Culquabert (Gondar), 21 novembre 1941 (a.m.). VITALE Vincenzo, nato 1908 Atripalda (Avellino), Serg. Magg. XIV Btg. CC.NN. d'Africa; Fercaber di Culquabert (Amara), 21 novembre 1941 (a.m.). SERRANTI Alfredo, nato 1896·Roma, Magg.spe.CC; I Gruppo Carabinieri mobilitato in A.O.; Culquabert (Gondar); 12-13 novembre 1941 (a.m.).


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PENZO Poliuto , nato 1907 Chioggia (Venezia), Carabiniere I Gruppo CC mobilitato; Culquabert, 13-21 novembre 1941 (a.m.). UGOLINI Augusto, nato 1887 Padova, Col.spe.ftr., Comando Truppe Amara; Comandante Presidio Culquabert, ottobre-novembre 1941 (viv.). TORELLI Adriano, nato 1887 Castiglione del Lago (Perugia); Col.spe.Art., Comandante XXII Brg. Col.; FaguttĂ , Dangila, Gondar; marzo 1940 - novembre 1941 (viv.). GARBIERI Carlo, nato 1895 Nervi (Genova), Magg.cpl.ftr., LXVII Btg. Col.; Culquabert-Gondar, ottobre-novembre 1941 (a.m.).


COMANDI ED UNITÀ FINO AL LIVELLO REGGIMENTO E BRIGATA COLONIALE

...

(*)

~

COMANDANTI; SEDE O ZONA D'IMPIEGO; ALTRE NOTIZIE EVENTUALI COMANDO O UNITÀ

COMANDANTE

A. Comando Superiore Forze Armate A.O.I.

- Comandante e Governatore Generale • Viceré d'Etiopia

Capo di Gabinetto Capo di S.M. con rango di Vice Governatore Vice Governatore per gli Affari Civili Sonocapo di S.M. Capo Ufficio Opera1.ioni Capo Ufficio Informazioni Capo Ufficio Ordin. e Mob. Capo Ufficio Personale Direttore Superiore Servizi/Intendente Generale Comandante Aeronautica A.O.I. Comandante Settore Aeron. Centro

SEDE O ZONA DI IMPIEGO; ALT RE NOTIZIE EVENIU AU

Addis Abeba fino all' 1.4. I 941; quindi Amba Alagi fino al 17.5.1941; Gimma e poi Dembidollo dal 19.5 al 7.7.1941; Gondar da11'8.7 al 27.1 1.1941 Gen. Sq.A. Amedeo di Sa\•oia Aosta

Gen. b. (Aer.) Volpini G. Battista Gen. C.A. Trezzani Claudio S.E. Daodiace Giuseppe Gen. B. Mainardi Odoardo Col. (poi Gen.) Cordero di Montezemolo Alberto T.Col. Bruttini Alessandro T. Col. Ferraris Giuseppe T. Col. Gualdi Michele Gen. B. 13crardi Umberto Gen. Sq.A. Pinna Pic1ro Gen. B. A. Collalti Renato

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Fino al 17.5.1941; Dopo tale data il Comando è assunto dal Gen. C.A. des. A. Gazzera Pietro, Comandante dello Scacchiere Sud con sede a Gimma fino alla sua resa a Dembidollo il 7.7. 1941; il Comandan1e dello Scacchiere Ovest, Gen. C.A. Nasi Guglielmo. con sede a Gondar, ne prosegue le funzioni ma non ritiene opportuno di assumere il titolo.

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Addis Abeba Addis Abeba (dal 7.11.1940 diviene settore Oves1)

(•) Nota bene: sono indicali nominativi e no1izie quali risultano all'Ufficio Storico dello S.M. Eserci10; mancano nO(izie circa molle ,·ariazioni dei nomina1ivi dei Comandami, successive al 10.6. 1940.

6 z V,

°'

....


COMANDO O UNITÀ

COMANDANTE

Comandante Settore Nord Comandante Settore Sud

Col. pii. Piacentini Pietro Gen. B. (A.) Sàbatini Arnaldo, poi Col. Aer. Porcelli Guido

Comandante Settore Est Comandante Superiore Marina A.O.I. Comandante Superiore Navale

C.A. Balsdmo Carlo, fino al gen. 1941, poi C.A. Sonetti Mario C.V. Moscatelli Umberto, poi C.V. Gasparini Andrea C.F. De Fraia Filippo C.F. Bolla Guglielmo C.V. Fucci Ugo Gen. lsp. Mambrini Renzo Gen. B. Cerica Aiigelo, poi Ben. B. Taddei Leonello Col. Bagordo Giuseppe Luogo!. Gen. Passerone Giovanni Cons. Gen. Bonaccorsi Arconovaldo

Comandante Marina Massaua Comandante Marina Assab Comandante Marina Chisimaio Ispettore Generale PAl Comandante CC.RR. - A.O.I. Comandante G. di F. - A.O.I. Comandante M.V.S.N. Ispettore Btgg. M.V.S.N.

SEDE O ZONA DI IMPIEGO; ALTRE NOTIZIE EVENTUALI

Asmara Mogadiscio Gimma Dire Daua (costituito il 7.11.1940) Massaua Nave Eritrea; poi CT Tigre; poi CT Pantera Massaua Assab Chisimaio Addis Abeba Addis Abeba Addis Abeba Addis Abeba Addis Abeba

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B. Comandi di Scacchiere - Scacchiere Nord Comandante Capo di S.M.

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Gen. C.A. Frusci Luigi Col. Pizzomo Giuseppe

il 4.2.1941 le Truppe Amara passano alle dipendenze dello Scacchiere «Ovest>>, in tale data il C.do Scacchiere assume il C.do diretto delle Truppe Eritrea. Dopo la caduta di Asmara il Gen. Frusci assume il C.do dello Scacchiere Alagi-Dessié

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COMANDO O UNITÀ • Truppe Eritrea: Comandante Capo di S.M. • Truppe Arnara : Comandante Capo di S.M.

COMANDANTE Gen. D. Tessitore Vincenzo T. Col. Petracalvina Leborio Gen. B. Martiru Agostino

Magg. Rossi Mario

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SEDE O ZONA DI IMPIEGO; ALTRE NOTIZIE EVENTUALI

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fino al 4.2.1941 dall'll.J0. 1940 le truppe del Goggiarn passano alle dipendenze del Gen. C.A. Nasi dal 4.2.1941 l'Amara con il Goggiarn e lo Scioa costituìscono lo Scacchiere Ovest alle dipendenze del Gen. C.A. Nasi

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- Scacchiere Est

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Comandante

Gen. C.A. Nasi Guglielmo, poi Gen. C.A. Bertoldi Sisto, poi

• Truppe Scioa : Comandante Capo di S.M.

Gen. D. De Simone Carlo Gen. De Rosa, poi T. Col. Piacentini Osvaldo Gen. C.A. Scala Ettore Ten. Col. Guarini Filippo

• Truppe Harar : Comandante

Gen. D. De Simone Carlo

Capo di S.M.

Capo di S.M. - Scacchiere Ovest Comandante Vice Comandante Capo di S.M.

Ten. Col. Menzio Clemente

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dal 26.12. I940 Comandante lo Scacchiere Giuba e dal IG.3.1941 Comandante dello Scacchiere Est costituito il 4..2.1941

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Gen. C.A. Nasi Guglielmo Gen. B. Martini Agostino Magg. Rossi Mario Gen. C.A. des. d'A. Gazzera Pietro

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- Scacchiere Sud Comandante

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dal 4.2.1941 va a comandare lo Scacchiere Ovest, già Vice Comandante dal 4.2.1941, rimane come Comandante fino al 10.3.1941 dal 10.3. 1941

dal 19.5.1941 assume il Comando Superiore FF.AA. A.O.I.

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COMANDANTE

COMANDO O UNITÀ

Capo di S.M.

SEDE O ZONA DI IMPIEGO; ALTRE NOTIZ IE EVENTUALI

T. Col. D'Amico Augusto

- Settore Giuba (dal!' 1.1.1941 - Scacchiere) Comandante

Capo di S.M.

Gen. C.A. Pesenti Gustavo, poi Gen. D. De Simone Carlo

fino al 26.12. 1940 dal 26.12.1940 al 10.3.1941, quando assume il Comando dello Scacchiere Est

Col. Di Marco Luigi Dante

C. DiYisioni e raggruppamenti operativi fino al livello reggimento NOMINAT IVO UNITÀ

PRINCIPALI UNITÀ COSTITUTIVE

COMANDANTI

ZONA O LOCA LITÀ D'IMPIEGO; EVENTUALI ALTRE NOT IZIE

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- Scacchiere Nord

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Divisione ,<Granatieri di Savoia» 10° Rgt. g.

Il Rgt. g. Btg. mitr. 60° Rgt. a. Xl Legione CC.NN. O

Divisione d'Africa

Gen. B. Liberati Amadeo

Sede: Addis Abeba; non operò riunita

Col. Borghesi Albeno

Se. Nord: Ad Teclesan, su due btg.; il III btg. alpini «Uork Amba» operò con 1'11° Rgt. a Cheren, quindi a Massaua Se. Nord: Cheren; su due btg.g. e lll btg. bers. Se. Nord: Metcmma e poi Cheren Se. Nord: Cheren, Ad Teclesan, Amba Alagi Se. Nord: Chcren

Col. Corsi Corso Magg. Mariani Marino Ten. Col. Amerio Francesco Console Greselc Ugo Gen. B. Varda Giovanni

210° Rgt. f.

Ten. Col. Cherosu Alberto

Sede: Addis Abeba; non operò riunita; al Gen. Varda fu affidata la difesa di Oessié Se. Est: F. Auasc; C.do Rgt. e Il ripiegarono su Dalle; I Btg. e altri su Sciasciamanna

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NO MI NAT IVO UNITÀ

PRINCIPALI UNITÀ COSTITUTIVE

COMA"IDANTI

211° Rgt. f. (su 2 btgg.)

Ten. Col. Dall'Ara Guglielmo

I' Div.

lii/X Legione CC.NN. Brg. col. V e XLIV

I• Sen. Ba noli Gcn. Carnimeo Nicolangelo

2' Div.

Brg. col. Vili e XV I

Gcn. Bergonzi Angelo fino al 9.2.1941 Col. Dclitala Oreste fino al 16.3.1941 Gen. Vallcui Borgnini Marino fino ai primi aprile '41

Se. Nord: Tcssenei, Aicotà, Barentù, Arresa; costituisce poi il Senore «Seraè» alle dipendenze del Col. Delitala, cui succede successivamente il Gen. 8. Valletti Borgnini; questi sarà successivamente designato a comandare la difesa all'Amba Alagi

Brg. col. VI e Xli

Gen. Bergonzi Angelo

Se. Nord: Costituita il 10.2.1941 , le viene affidato il senore «Hamasicn», fra Chcren ed Arresa.

Brg. col. Xli c XLI

Gen. Baccari Alfredo; Col. Lorenzini Orlando

3' Div. 4' Di v.

Settore Uolcait

Varie

Gen. B. Rizzo Antonio; Col. Delitala Oreste dal 16.3. 1941

Difesa Massaua (fronte terra)

Varie

Col. Oliveti Ferdinando

Settore Dancalia

Varie

Col. Raugei Uberto

Difesa Dessié

Varie

Gcn. Varda Giovanni

Difesa Amba Alagi

Varie

Gen. Valletti Borgnini Marino

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ZONA O LOCALITÀ D'IMPIEGO; EVENTUALI ALTRE NOTIZIE Da Addis Abeba avviato nell'aprile ali' Amba Al agi Da Addis Abeba avviato a Dessié Se. Nord: Seuorc Alghena; ai primi di febbraio 194 1 le unità sono trasferi1e alla piazza di Cheren di cui il Gcn. Carnimeo assume il Comando l'l.2.1941

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z Se. Nord: Cassala, Cheru, Agordat ove riceve le brg. Il e XLII; dopo la bauaglia di Agorda1 le unità superstili ripiegano su Cheren e passano a disposizione di quel Comando Piazza; disciolta il 4.2.1941 Se. Nord: a fine gennaio 1941 ripiega per Barem ù e Arresa e costituisce il settore «Tigrai Occidentale>> affi dato alla XL V Brg. col. di nuova costituzione

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Se. Es1: Assab; Dessié; Dancalia

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NOMINATIVO UNITÀ

Difesa di Chcren

PRINCIPALI UNITÀ COSTITUTIVE

Com.te Com.te Art. Com.te Genio

COMANDANTI

ZONA O LOCALITÀ D'IMPIEGO; EVENT UALI ALTRE NOTIZIE

Gen. Carmineo Nìcolangelo Col. Lamborghini Renato Col. Gabrielli Amedeo

Unità impiegate nella difesa di Cheren - I tempo - Fase iniziale (dal I O al 6 febbraio 1941) 11 ° Rgt. (<Gra. di Savoia» Xl Brg. col. III e XV Gr. Sqd. Cav. col.

Col. Corsi Corso Col. Prina Francesco

I e Il btg. «gra», III btg. «bers.», I Cp. M. 81 battaglioni LI, LII, LVI, LXJII o

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il XV Gr., successivamente ritirato, tornerà ad affluire nel secondo tempo

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CIV e CVI Gr. a. 77/28 (naz.) Il e V Gr. a. 65/17 (col.) 1• btr. da posiz. da 75/ A 3' btr. da posiz. da 75/ 15 1• Cp. genio

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I tempo . Fasi successive (dal 7 al 13 febbraio 1941), in aggiunta alle precedenti

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Btg. alp. <<Uork Amba>>

T.Col. Pcluselli Luigi

del 10° Rgt. «Granatieri di Savoia»

Il Brg. col.

Col. Lorcnzini Orlando

btgg. IV, V, IX, X, CLI

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V Brg. col.

Col. Oliveti Ferdinando

btgg. XCVII, CVI, «Tipo»

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XLIV Brg. col. Il Gr. Sqd. Cav. col. 1/60 Rgt. a. 65/ 17 (naz.)

Col. Ossoli Vincenzo

btgg. CV, CVII, CXII

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della Div. «Granatieri di Savoia»

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Unita' impiegate nella difesa di Cheren

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XXXVI Gr.a. 105/28 (naz.) Cli Gr. misto (I b1r. 77128; I btr. 75/27 CK cc) (naz.)

provenienie dall'Amara proveniente dall'Amara

I b1r. e.a. da 20 mm I b1r. e.e. da 47132 VI, Xl e XII Gr. a. 65/17 som. - Il tempo (dal 14 febbraio al 14 marzo 1941), in aggiunta alle preceden1i 11 • Legione CC.NN. XLI V Btg. CC.NN. 81g. Mitr. (meno I Cp.) 3' Cp. RR.CC. di formazione Raggruppamento PAI di formazione VI Brg. col. Xli Brg. col. IV Gr.a. 100/17 (naz.) Clii Gr.a. 77/28 (naz.)

provenien1e dall'Amara Gruppi su due batterie delle rispenive Brigate coloniali rn Console Gresele Ugo

LXI Brg. col. XVI Brg. col.

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del 10° Rg1. <<Gra. di Sa\'oia>•, proveniente da ~1etemma (Amara)

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Col. Bonelli Livio Col. Rocco Federico

Proveniente dall'Amara; btgg. XIX, XXIV, XXXI, XXXIV btgg. XXXVI, XLI, Xllll, cm proveniente dall'Amara provenienic dall'Amara su 2 baueric

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lii tempo (dal 15 al 27 marzo 1941), in aggiunta alle preceden1i

CL e CLXX btg. CC.NN. XLI Brg. col.

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XX IJ Gr.a. 75/ 46 e.a. (naz.) -

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su due bauaglioni

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T. Col. Badi Tito T. Col. Giordano Mario Col. Vancui Manlio al 10.6.1940

uni1à comple1ameme ricostituita dopo le perdite subi te nel comba1timemo di Cherù (23.1.1941); btgg. IC, CXXXI, CXXXII proveniente dall'Amara; b1gg. L, LVII proveniente dal seuorc di Arresa e ricostituita dopo le perdite subite a Baremù; b1gg. XXII, XXXIII, XXXV (già della VIII Brg. col.)

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DENOMINAZIONE

PRINCIPALI UNITÀ

COM ANDANTI

ZONA O LOCALITÀ D'IMPIEGO; EVE NTUA LI ALT RE NOTIZIE

- Scacchiere Sud Gruppo Divisioni «Sinistra Omo»

Divisioni 21 •, 24', 25', 101'

Gen. B. Tissi Antonio

Costituito il 24.4.1941 per il coordinamento delle azioni nella regione «Sinistra Omo>i

Zona «Centrale»

22' Div. Fronte N.E. Presidi varie località

alle dirette dipendenze del C.te dello Scacchiere, Gen. des. A. Gazzera Pietro

Coordina il ripiegamento delle unità a Sud di Gimma e la resistenza sul F. Omo nei riguardi delle provenienze da Addis Abeba

Gruppo Divisioni «Didessa-Dabus»

Divisioni 23 • e 26'

Gen. D. De Simone Carlo

Costituito il 24.4.1941, coordina il ripiegamento delle unità della regione seuemrionale verso la regione di Dembidollo ove si conclude la resistenza nel Gimma (8.7.1941)

21' Divisione

Brigate col. IX e xvm

Gen. B. Tissi Antonio fino al 23.1.1941, poi Gen. B. Zauli Adolfo fino al 4.5.1941 , poi Gen. B. Caffaratti Euore fino al 27.5.1941

Zona «Sinistra Omo» regione Sud Orientale: Moiale, Javello, Fincioà, M. Giabassirè, Umbo (27.5.1941)

Gen. B. Caffaratti E1tore fino al 30.4.1941, poi Gcn. B. Pialorsi Guido fino all'&.7. 1941

Zona «centrale,,. merid. - Magi-Bonga-Gore (8.7.1941)

Gen. B. Van den Hcuvel Giulio

Zona nord-occidentale e poi zona Didessa · fronte occidentale: Ghimbi - Asosa - Bure· Dcmbidollo (8.7.1941)

22' Divisione

I Brg. col. e varie

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23' Divisione 24 • Divisione

25 • Divisione

X Brg. col. e varie Brigate XXV e LXXXV

210' rgt. f. e Unità Varie costituenti i Settori: «Laghi, Centrale o Subissa M. Muggo»

Gen. B. Zauli Adolfo fino al 10.1.1941, poi Gen. B. Beraudo di Pralormo Emanuele

«Sinistra Omo» regione sud orientale: Neghelli • Uadarà Uondo • Soddu (1 7.6.1941)

Gen. B. Liberati Amadeo Col. Agosti Tito Col. De Cieco Adriano Col. Buselli Giuseppe

Sinistra Omo, regione nord orientale; costituita il 20.3.1941 nella zona dei Laghi, sostiene i combauimenti di M. Fiché e Godidò F. Omo (27.5.1941)

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DENOM INAZ IONE

26• Divisione Truppe: Settore «Nord Est» Settore Limmu Ennaria

P RINCIPALI UNITÀ

COMANDANTI

ZONA O LOCALITÀ D'IMPI EGO; EVENTUALI ALTRE NOTIZIE

VII Brg. col. e unità varie

Gen. B. Berardi Umberto

Zona Didessa, fronte orientale; costituzione nell'aprile 1941 in zona di Léchemti, sostiene duri combauimemi sul Didessa

Varie

Gen. C.A. Scala Ettore Gen. Zauli Adolfo; Gen. Tissi Antonio Col. fratta Mario Gen. Mainardi Odoardo

Difesa F. Omo da provenienze da Addis Abeba, costimzione a fine aprile 1941 con forze ripiegami da quella località e successivamente dalla zona di Sinistra Omo; Soddu ed altre località; ripiegano, quando possono su Gimma, la cui resa i: concordata 21.6.1941

Gen. Bisson Emilio (già C.te del Rgpt Dubat dello Scacchiere Giuba)

Zona Centrale (21.6.1941)

Gen. Bertello Arturo

Zona Centrale; costimzione temporanea nell'aprile 1941 per esercitare una azione controffensiva da Soddu verso Addis Abeba, che si esaurì rapidamente senza risuhati.

Settore Abal tì Seuore Dacano Comando Piazza di Gimma

Varie

Colonna «Fede»

Varie

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- Scacchiere Giuba

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101• Divisione (già Cl Brg. col.)

9.2. 1941, poi Gcn. Saccari

Gen. Carnevali Italo, fino al

- Sonosettore Bardera

XX Brg. col.

Alfredo Col. Azzolini Giuseppe

- Sottoseuore Lugh Dolo I02' Divisione (già Cli Brg. col.)

XCII Brg. col.

Col. Giaume Mario

- Souoseuore Giumbo

Varie

:'>.1edio Giuba; a seguito dell'offensi"a britannica ripiega su Dalle (Scacchiere Sud); alla 101' Di\·. •iene poi affidata la difesa della zona di Baco; Giarso (Sinistra Omo), dalla quale ripiega su Soddu ed Esciò ove cessa la resistenza (27 .5. 194 IJ

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Gen. Santini Gino

Col. Bernardi Tu Ilio

Basso Giuba; inves1ita ira il 13 ed il 22 febbraio 1941 dall' offensiva britannica. Elementi residui ripiegano su Mogadiscio e poi su Dagabur, Gìggiga, e Harar

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DENOMINAZIONE

PRINCIPALI UNITÀ

COMANDANTI

- Souoseuore «Margherita» - Sottosettore Gelib

XCI Brg. col.

Col. Bivona Pietro

Varie

Col. Mazzi Alberto

Riserva Se. Giuba

XV Brg. col.

Gen. Brunelli Giulio

Rgpt. Dubat

Geo. Bisson Emilio

ZONA O LOCALITÀ D' IMPI EGO; EVENTUALI ALTRE NOTIZIE

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Dislocata a Brava, posia a disposizione della 102• Div. e ne segue le sorti Dislocato a Dinsor, trasferito a Modun, quindi disperso

D. Brigate Coloniali NU MERO

COMANDANTI AL GIUGNO 1940 E SUCCESSIVI QUANDO NOTI ALL'UFFICIO STORI CO DELLO S.M.E.

ZONA O PRINCIPALE LOCALITÀ D'IMPI EGO; EVENTUALI AL TRE NOTIZIE

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a. Di vecchia cosliluzione

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Col. (poi Geo. B.) Pialorsi Guido

Magi, Ghimira, Bonga, Belletta, Gore

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Col. Lorenzini Orlando, Col. Polverini Alberto, T. Col. Pcrsichelli Siro Col. Maraventono Saverio Col. Bonelli Livio, Col. Polverini Alberto, T. Col. Liuz:zo Carmelo Gen. B. Bergonzi Angelo, Col. Ossoli Vincenzo, Col. Oliveti Ferdinando T. Col. Magrini Agostino; Col. Bonelli Livio Col. Rean Tiburzio Col. (poi Gen. B.) Rino Antonio Col. Orrigo Flaminio Col. Cloza Giuseppe Col. Prina Francesco

Ancober, Somaliland, Chereu, Agordat, Chercn Dcbra Marcos, Ficcc, Adanacciò, Uoggidi Gondar, Gallabat, Celgà, Ualag Karora, Alghcna, Chclamet, Cheren Dessiè, Metemma, Cheren Ambò, Chedò, Billò, Orde Mulè, Jubdo Tessenei, Aicotà, Barenui, Arresa, Adi Ugri Javello, Giarsò, Gardulla, Soddu Ghimbi, Gambela, Dembidollo Debra Berhan, Le Keruth, Asmara, Cheren

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IV V VI Vll VIII IX X

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NUMERO XII Xlll XIV

xv XVI XVII XVIII XIX

xx XX I XXII XXIII

COMANDANTI AL GIUGNO 1940 E SUCCESSIVI QUANDO NOTI ALL'UFFICIO STORICO DELLO S.\4.E. Col. Tabellini Ugo, Col. Rocco Federico Gen. Nam Cesare, Gen. Sirigaui Fernando Col. Siliprandi Giorgio, Gen. Tosci Carlo, Gen. Alborghecti Federico Magg. Romano Luigi, Col. Siliprandi Giorgio, Col. Graziosi Antonio, Gen. Brunelli Giulio Col. Vanetti Manlio Col. Focanti Ettore, Col. Agosti Tito Col. Minola Banolomeo, T. Col. Rolandi Giorgio Col. Durante E., Col. Natale Leopoldo Gen. B. Carnevali llalo, Col. Azzolini Giuseppe Col. Angelini Ignazio Col. Torelli Adriano T. Col. Casabassa Gerolamo, Col. Buselli

Sabderat-Tessenei, Cassala, Uaccai, Massaua, Cheren Dire Daua, Somaliland, Passo Marda, Auasc, Arbà Harar, Somaliland, Dire Oaua, Auasc, Gololcià Giggiga, Somaliland, Harar, Giuba Tessenei, Gogni, Barentù, Arresa, Cheren, Massaua Lassar (Harar), Zeila, Bio Gurgurè, Dire Daua, Auasc Gimma, Rosanna, Dacano Engiabara, Buriè, Debra Marcos, f iccè, Adanacciò, Uoggidù Baidoa Debra Tabor Danghila, Bahar Dar, Gondar Uolisò, Gimma Cr.

b. Di Nuova costituzione

xxv XLI XLII XLI II XLIV XLV LXI LXX

T. Col. Rolandi Giorgio, Col. Minola Bartolomeo Gen. Fongoli Ugo, Col. Badi Tito Col. Luz.iani Gino Col. Postiglione Carlo Col. Ossoli Vincenzo Gen. Rizzo Antonio T. Col. Giordano Girlando Gen. Mullcr Giuseppe, Gen. Graziosi Antonio, Magg. Micheli Aristide

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ZONA O PRINCIPALE LOCALITA D'IMPIEGO; EVENTUALI ALTRE NOTIZIE

Addis Abeba. Dolo, Neghelli, Uadarà, Soddu Adigrat, Cassala, Cherù, Cheren Massaua, Agordat, Cheren, \lassaua, Ad Teclesan Om Ager, Barentu, Arresa, Seraé, Amba Alagi Cub-Cub, Cheren costituita nel marzo 1941 a presidio del Tigrai Occidentale, ripiega su Adigrat Gondar, Metemma, Cheren Massaua, Somaliland, Berbera Passo Godayere, Harar, Miesso

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NUMERO

COMANDANTI AL GIUGNO 1940 E SUCCESSIVI QUANDO NOTI ALL'UFFICIO STORICO DELLO S.M.E.

ZONA O PRINCIPALE LOCALITÀ DTv1PIEGO; EVENTUALI ALTRE NOTIZIE

Col. Lannuti Sebastiano T. Col. Fenoglio Agostino

Sciasciamanna, Dalle, Ficcè Gimma-Ghimira

Gen. Benelio Art uro

costituito per le operazioni offe nsive nel Somaliland nell'agosto 1940; successivamente disciolto

XCI Brigata Dubat

Col. (poi Gen.) Carnevali Italo

XCII Brigata Dubat

Col. Giaume Mario

Alto Giuba; costituisce successivamente la 101 • Divisione Basso Giuba; costituisce successivamente la 102' Divisione

LXXXV LXXXVI

Raggrupp. Dubat

-E. Altre maggiori formazioni Presidio Metcmma

T. Col. Castagnola Alessandro, Col. Polverini Alberto

Se. Nord, Comando Truppe Amara; ripiega su Celgà a fi ne gennaio '41

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Presidio Gondar-Azozò

Col. Martinelli Fortunato

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Presidio Ualag Presidio Celgà Presidio Tucul-Dinghià Presidio Uolchefit Presidio Culquaber Presidio Debra Tabor

Col. Polverini Alberto T. Col. Miranda Domenico T.Col. Casalone Riccardo T. Col. Gonclla Mario T. Col. Ugolini Augusto Col. Angelini Ignazio

Se. Ovest; costituiti nel marzo 1941 quali elemcn:i del ridotto di Gondar; Debra Tabor si arrese il 6 luglio '41; Uolchefit cadde il 28 agosto '41; Culquaber cadde il 21 novembre '41; Ualag e Celgà si arresero, dietro ordine, il 28 novembre 1941, il giorno successivo alla caduta di Gondar

Colonna «Maraventano»

Col. Natale Leopoldo, sostituito il 14.3. 1941 dal Col. Maravemano Saverio

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e Dembeccià, Dcbra Marcos, Usciater, Adanacciò, Derrà, Uoggidì (23.5.1941)

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