LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE VOL I SIDI EL BARRANI - PARTE SECONDA

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PARTE SECONDA



STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

MARIO MONTANARI

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE VOL. I - SIDI EL BARRANI (Giugno 1940 - Febbraio 1941)

PARTE SECONDA 2a Edizione

ROMA 1990

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PROPRIETÀ RISERVATA Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione © By Ufficio Storico SME - Roma - 1a Edizione, Roma 1984 - 2 a Edizione, Roma 1990 -

FUSA Editrice s.r.l. . Via Anastasio II, 95 Roma


PRESENTAZIONE 2 11 Edizione

La prima edizione de "Le operazioni in Africa Settentrionale Sidi el Barrani", volume I, pubblicata nel 1985, è andata velocemente esaurita nell'arco di pochi mesi. Lfi continua e larga richiesta del libro pervenuta in seguito, ha indotto lo Stato Maggiore dell'Esercito a dare corso a questa seconda edizione. Per rendere l'opera più agile e di più facile consultazione, le carte topografiche della prima edizione sono state sostituite da schizzi ideografici, più dettagliati ed uniformi, inseriti opportunamente nel testo.

IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO



INDICE GENERALE

Cap. IV - La ritirata italiana in Cirenaica l. 2. 3. 4.

I combattimenti di Derna-Mechili ........................................ La battaglia di Beda Fomm (5-7 febbraio 1941) ................. L'ultima fase della campagna .. .... ..................................... .... I colloqui militari italo-tedeschi ...........................................

Cap. V -

Considerazioni conclusive

Allegati ............. .............. .................. ............... ................. :.............. ...... .. Bibliografia ...... ............ .......................................................... ................ Indici Indice degli schizzi nel testo ............. ........................... ......... ... .'. Indice dei nomi Indice dei toponimi ................................ ..................................... . Indice dei comandi e unitĂ .............................. .......... ................. Indice d egli allega ti ........................................ .. .... ...................... . Termini topografici .......... ........................... .......... ....................... Fotografie ..........................~......... .......... .......................... ..... .. ......

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p . 423 p. 445 p. 691 p. p. p. p. p. p. p.

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INDICE DEGLI SCHIZZI NEL TESTO

n. 15 Situazione delle forze britanniche stimate dal S.I.R. a fine dicembre 1940 .......... ............................................................... n. 16 La battaglia di Tobruk (21-22 gennaio 1941) ....... ........... .... n. 17 Situazione delle forze britanniche stimate dal S.I.M. attorno a Tobruk il 20 gennaio 1941 ........................................... n. 18 Visione d'assieme della prima offensiva britannica ......... n. 19 L'organizzazione della Cirenaica occidentale il 23 gennaio 1941 ............................................... ........................................... n. 20 Le difese del settore di Derna (23 gennaio 1941) .............. n. 21 Il dispositivo italiano sulle posizioni di Derna il 23 gennaio n. 22 La ritirata della 10a armata dal gebel ................................ n. 23 Situazione alle ore 18 del 4 febbraio 1941 ........... .............. n. 24 La battaglia di Beda Fomm. La situazione alle 15 del 5 febbraio ....... ........ ........... .................... .................... ............... ........ n. 25 La battaglia di Beda Fomm. La situazione alle 22 del 5 febbraio ... ..... ... .. ... .......... ... ..... .................. ..... ..... ..... ...................... n. 26 La battaglia di Beda Fomm. La situazione alle 10 del 6 febbraio ......................... .......................................... ......... ........... .. n. 27 La battaglia di Beda Fomm. La situazione del raggruppamento Bergonzoli il pomeriggio del 6 febbraio ................. n. 28 La battaglia di Beda Fomm. La situazione alle 22 del 6 febbraio .......................... ................................ .. ... ..... ..... ........... .... . n. 29 L' incursione della patt uglia del LRDG dal 26 dicembre 1940 al 9 febbraio 1941 ........ IP.. ................................................. .....

p. 269 p. 295 p. 305 p. 312 p.

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Capitolo quarto

LA RITIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

1. I COMBATTIMENTI SULLA LINEA DERNA-MECHILI Da Tobruk a Derna vi sono 170 chilometri senza alcun ostacolo di rilieyo operativo. Il gradino di el-Gazala, che interrompe l'asse litoraneo elevandosi un centinaio di metri sulla baia omonima, non ha ampiezza né profondità ed è facilmente aggirabile a sud. Da Derna a Bengasi vi sono 243 chilometri su strada. La direttrice costiera si sviluppa sempre sulla via Balbia che attraversa il gebel cirenaico e sfocia quindi nella piana a nord di Bengasi. Essa da Lamluda (ovest di Berta) sino a Barce segue due rotabili: gebelica settentrionale, per Beda Littoria, e gebelica meridionale, per Slonta e Maraua. Una linea ferroviaria collega Barcea Bengasi. L'altopiano di Barce non present,a ostacoli naturali di una certa consistenza che possano essere di valido appoggio alla difesa per imporre almeno un tempo di . arresto alla progressione avversa"ria verso occidente: il ciglione sull'altopiano che domina Derna, lo uadi Dema, il terreno accidentato tra Barce e Slonta, il gradino del gebel ad ovest di Barce prima d.i scendere nella piana bengasina, possono essere considerati solo ostacoli locali, perché non offrono ampiezza né profondità apprezzabili e, comunque, sono superabili a breve raggio. Del resto tutto il promontorio cirenaico può essere aggirato lungo la strada che da Tmimi, sul golfo di Bomba, va a Mechili e continua per el Abiar-Bengasi oppure, a più ampio respiro, lungo la direttrice che da MechiH adduce a Msus, attraversando la regione delle Balte, e poi porta ad Agedabia e ez Zuetina sulla costa sirtica. Da Bengasi· ad el-Agheila vi sono 280 chilometri di rotabile asfaltata, nella regione pianeggiante della Sirtica. Unico appiglio, peraltro molto modesto, per rendere più difficoltoso il movimento avversario può essere dato dalle zone paludose nelle adiacenze della strada ed in quelle sabbiose con dune nell'area tra Agedabia ed el-Agheila. Questo il palcoscenico sul quale i resti della 10• armata stavano per essere distrutti (schizzo n. 19).


Schizzo n. 19 L'ORGANIZZAZIONE DELLA CIRENAICA OCCIDENTALE (23 GENNAIO)

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LA RJTIRATA ITAUANA IN CIRENAICA

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In poco più di un mese, l'organizzazione della Cirenaica occidentale aveva assunto una certa fisionomia. Uno schieramento avanzato, col compito di arrestare sulle posizioni Derna-Berta-Mechili l'ulteriore avanzata britannica. Una fascia intermedia: a nord la zona di Barce, destinata ad assorbire il contraccolpo di un eventuale sfondamento in corrispondenza di Mechili; a meridione il territorio sud-cirenaico, organizzato per impedire possibili puntate dirette ad Agedabia ed infiltrazioni dall'interno. Poi, più ad ovest, la difesa di Bengasi: un settore di copertura per interdire penetrazioni lungo le direttrici Mechili-el Abiar e Mechili-Msus e la piazza di Bengasi, in realtà la fascia costiera da Oriana ad ez Zuetina (circa 120 chilometri),profonda 25-30 chilometri. Lo schieramento avanzato, quello che imprudentemente ed enfaticamente Graziani aveva denominato "il Grappa della Libia", stava ricevendo le maggiori e più urgenti cure. Il 23 dicembre, allorché la situazione divenne tale da confermare la possibilità di un'avanzata britannica verso Bengasi prospettata fin dal 15 al Comando Supremo, Graziani si preoccupò di conferire profondità alla difesa della Cirenaica accelerando la sistemazione del ciglione di Derna, quello che ad avviso di Mussolini poteva costituire "la zona di arresto definitivo dell'avanzata nemica". Tale zona presenta, come caratteristica dominante, due ostacoli naturali: il ciglione dell'altopiano e l'uadi Derna (schizzo n. 20). Il primo, ad andamento equatoriale, alto due-trecento metri, a profilo pressoché verticale, inciso da profondi uidian, vieta il transito fuori strada a qualsiasi tipo di autoveicolo; è ad un tiro di fucile dall'abitato, lascia tra il suo piede ed il mare una sottile striscia costiera su cui sorge la città. Il suo possesso significa il dominio di Derna, a sud-est della quale si estende la piana di el-Ftéjah, povera di appiglì tattici e facilmente controllabile da osservatori impiantati sul ciglione. L'uadi Derna é un fosso profondo, a pareti ripide, con andamento sudovest-nordest. Divide la regione di Derna in due ambienti a morfologia assai diversa: ad oriente, terreno unito, scoperto, pianeggiante, percorribil~ in ogni senso anche da automezzi comuni; ad occidente, terreno rotto, coperto da vegetazione arborea o cespugliosa, punteggiato da spuntoni di roccia viva che impediscono il movimento fuori strada anche a cingolati. Peraltro l'uadi Derna · è aggirabile da sud lungo la direttrice di facile percorribilità Martuba-Berta e, a più ampio raggio, da Mechili. Derna, al cont~ario di Bardia e di Tobruk, non possedeva una cinta fortificata; attorno alla città.esistevano solamente le vecchie mura, i fortini "Rudero" e "Piemonte" sul ciglione orientale ed il fortino


Schizzo n. 20 LE DIFESE DEL SETTORE DI DERNA (23 GENNAIO 1941)


LA RJTIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

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"Lombardia" sulla sponda sinistra dell'uadi Derna con qualche elemento di reticolato . Le costruzioni in muratura di queste opere, fatte per operazioni belliche contro gli arabi, riparavano appena dal fuoco lli fucileria. Dopo l'inizio dell'offensiva britannica, l'incal zare degli avvenimenti e la mancanza di mano d'opera e di materiali da costruzione , aveva consentito semplicemente lavori speditivi del campo di battaglia. Invece il genio d'annata aveva messo in atto le interruzioni stradali sulla via Balbia, specie in corrispondenza dei due ciglioni, ed i campi minati in corrispondenza del bivio per el-Fager e nella zona di F.te Mara. Il sistema difensivo, se così poteva chiamarsi, considerava la seguente articolazione: il caposaldo di Derna sulla costa; la linea dell'uadi Derna; un campo minato di sei chilometri ma di scarsa densità al vertice dell'ansa in cui l'uadi Derna assume il nome di uadi Beddahach; il caposaldo di Berta, arretrato, il cui accesso da sud-est era chiuso da un fosso anticarro, approntato in pochi giorni con mano d'opera non militare ed integrato da uno sbarramento di mine, mentre un altro campo minato da Eluet el-Asel si spingeva fino a Chaulan per ostacolare il momento nemico da est e da sud. In avanti, isolato, c'era Mechili, un incrocio di piste su cui sorgeva una vecchia ridotta, aùorno alla quale vennero stesi alcuni campi minati. In tutta l'area Derna-Mechili furono poste in opera complessivamente 30.000 mine. Per presidiare la zona non esisteva altra possibilità che quella di raccogliere i reparti sparsi nella regione o in arrivo dalla Tripolitania. Il comando di tali truppe venne affidato al gen. Cona, comandante del XX corpo d'armata, con le seguenti direttive: organizzare a difesa il ciglione di Derna con postazioni di batterie di medio calibro; costituire un punto di appoggio a Berta; approntare una_ o più masse di manovra per svolgere contrattacchi lungo le direzioni che dal gebel scendono verso sud e da Mechili si spingono verso nord. Il gen. Tellera, che il 23 dicembre cessò dalla carica di capo di S .M. de1 Comando Superiore per assumere il comando della 10a armata, precisò l'indomani che il complesso delle posizioni avrebbe avuto carattere statico ma sarebbe stata integrata da una reazione dinamica ad opera delle unità situate a Mechili. A ciò si attenne Cona che, in particolare, ordinò di appoggiare la difesa di Derna all'uadi omonimo, assicurando il più a lungo possibile l'utilizzazione del campo di aviazione di el-Ftéiah e di schierare nel ridotto di


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LF. OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONA I.F.

Berta ed in corrispondenza della grande ansa dell'uadi le artiglierie che non potevano essere motorizzate. Circa la massa di manovra dispose la formazione di quattro nuclei da d islocare a Berta, a Chaulan, a Derna, ed a Mechili. Dopo la caduta di Bardia ed a seguito delle direttive impartite per la battaglia d'arresto, Graziani sentì il bisogno di tornare sull'argomento perché comprendeva. il pericolo inc.ombente su tutto lo schieramento. Era probabile - egli scrisse ai principali comandanti in sottordine - che l'avversario, una volta a contatto con la nostra organizzazione nella Cirenaica occidentale, tentasse di scardinarla forzando l'ala destra a Mechili, perché ciò gli avrebbe consentito sia di aprirsi la via su Bengasi sia di penetrare da sud nel gebel. Quindi bisognava orientarsi a fronteggiare tale eventualità ed evitare che in tal modo fossero aggirate· tutte le posizione del gebel. Dando per scontato che Mechili fosse attaccata da forze corazzate, tutte le unità mobili dovevano essere dislocate in modo da poter partecipare alla battaglia: un semplice avviso doveva provocare il loro celere afflusso a Mechili. Oltre a tutte le predisposizioni che il genio e l'Intendenza avrebbero assunto per agevolare tale intento, alla sa squadra aerea era richiesta l'intensificazione delle ricognizioni per la tempestiva scoperta dei movimenti del nemico. Naturalmente occorreva economizzare al massimo i caccia ed i bombardieri in modo da gettare nella lotta, al momento opportuno, il maggiore numero di apparecchi. Ne derivò una modifica nello schieramento delle forze. La posizione difensiva, prima interamente affidata al corpo, venne suddivisa in due settori dipendenti dal Comando dell'armata: il "Derna" ed il "Berta-Mechili" (schizzo n. 21). Il primo, agli ordini del gen. Bergonzoli, era tenuto da un insieme eterogeneo di reparti: 5.000 uomini di varia provenienza, senza un Comando organico, senza fisionomia operat\va, senza affiatamento. Le unità di maggiore consistenza erano il II/86° fanteria della Sabratha, Il XVIII batta_g lione libico, il battaglione libico paracadutisti, un battaglione di formazione del deposito della Mannarica. Tranne il primo, gli altri erano battaglionii solo di nome. Le armi di accompagnamento e le artiglierie di vario calibro erano invece molte. Gli .unici reparti dotati di intrinseca mobilità erano la 60a compagnia bersaglieri motociclisti, un plotone carri M 11 (gli ultimi quattro del I battaglione) e due autoblindo, per la maggior parte spinti sulla litoranea, verso Martuba, a protezione avanzata del campo di aviazione.


Schizzo n. 21 IL DISPOSITIVO SULLE POSIZIONI DI DERNA (23 GENNAIO)

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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRI ONALE

Il secondo settore, affidato al XX corpo, era difeso da forze più omogenee: la divisione Sabratha (gen. Della Bona), la brigata corazzata ed un raggruppamento . motorizzato, per un totale di 14.000 uomini e 25~ bocche da fuoco. Però, a ben guardare, le due ultime unità erano di formazione e per giunta piuttosto recente e la Sabratha, già in Tripolitania, aveva subito non indifferenti variazioni organiche. Per il personale, tra 1'11 giugno ed i primi di settembre 1940 aveva ceduto ben 93 ufficiali (26 in servizio permanente), 59 sottufficiali e 428 graduati e soldati; per converso dalla fine di settembre in poi aveva ricevuto 114 ufficiali (6 in servizio permanente). Per i reparti, tra la fine di giugno ed i primi di agosto aveva ceduto due batterie da 20, una compagnia da 47, una batteria da 65, un gruppo da 100 ed il LX bauaglione carri leggeri; dal 20 dicembre in poi aveva ricevuto una compagnia bersaglieri motociclisti, un battaglione libico, un battaglione mitraglieri, una· compagnia chimica, tre compagnie da 47, sei batterie da 65, un gruppo da 75/27 e quattro batterie da 20. Buona parte di queste unità era stata utilizzata per dare vita al citato raggruppamento motorizzato 1 . La brigata corazzata, sempre comandata dal gen. Babini, era costituita dal III e V battaglione carri M 13 (57 carri in tutto), dal LX battaglione carri leggeri (25 carri) e reparti minori. Rappresentava l'elemento di forza di tutto il settore e su di essa appare opportuna qualche considerazione. Era stata realizzata al preciso scopo di disporre di un complesso capace di tenere testa a simili unità avversarie. Logica vuole, dunque, che la si rendesse il più for::-te possibile, tanto più che fino a quel momento la sua consistenza qualitativa aveva sempre indotto ad evitare il confronto diretto . Mentre Tobruk stava cadendo, la zona di Mechili veniva con sempre maggior convinzione considerata il prossimo inevitabile campo di battaglia tra corazzati, ~ppure il 22 gennaio il Comando Superiore decideva la formazione, quale propria riserva, di un gruppo celere, agli ordini del gen. Bignami, su XXV e XXVII battaglione mitraglieri autoportati, il 10° artiglieria da campagna della Bologna con un solo gruppo nonché il VI ed il XXI battaglione carri medi. Ora, se veramente Graziani pensava di rinnovare la resistenza del Grappa sulle posizioni di Derna, come aveva ordinato, egli doveva dare alla brigata corazzata anche questi due battaglioni. Non solo: poteva pure decidere la riunione della brigata corazzata, del raggruppamento motorizzato e della colonna Bignami in un'unica unità. Forse le cose sarebbero andate nello stesso modo, forse la disfatta sarebbe


LA RITIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

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stata solo ritardata nei tempo, forse sarebbe stata anticipata nello spazio (Mechili invece di Beda Fomm); comunque le disposizioni sarebbero state conseguenziali agli intendimenti. È bensl. vero che il VI battaglione carri, pur se arrivato al completo, aveva ancora bisogno di ambientamento e di amalgama ed il XXI battaglione - costituito dal personale del disciolto ·battaglione carri leggeri e dai mezzi sfusi sbarcati a Bengasi - era addirittura in crisi organica, talché lo stesso Graziani non pensava di impiegarli prima di una diecina di giorni. Ad ogni modo, e lo si vedrà in seguito, l'idea di concentrare tutte le forze corazzate, se esistette, non fu perseguita con convinzione. Sul piano poi dell'articolazione delle forze, tenendo presente che la 10a armata era su un solo corpo d'armata, il XX, e questo su una sola divisione, probabilmente sarebbe stato preferibile affidare al gen. Tellera la condotta qella battaglia in tutta la Cirenaica occidentale, invece di lasciargli semplicemente la fascia più avanzata. In tal caso forse la questione della riserva sarebbe stata vista sotto altra angolazione, tanto più che la difesa sul gebel poteva essere tenuta interamente dal XX corpo. Quanto all'attribuire ad un generale di corpo d'armata quale Bergonzoli il settore Derna, a livello sì e no di una brigata, è provvedimento assai discutibile, né francamente si ravvisano motivi psicologici (perché, in fondo, di essi si trattava) validi. Il disegno italiano di sfruttare il gebel era subito apparso evidente a O'Connor. Secondo le informazioni di cui disponeva, Derna ~ Mechili, affidate rispettivamente alla divisione Sabratha ed alla brigata Babini rinforzata da un reggimento di fanteria, sarebbero state tenute come posizioni avanzate. Il Comando della 10a armata risultava a Cirene, quello del XX corpo a Berta e pareva che tra Cirene e Slonta ci fossero unità delle divisioni Brescia e Pavia. Non era conosciuta la composizione della brigata Babini però sicuramente disponeva di carri medi, forse due battaglioni. Il 23 la 7a brigata corazzata era a contatto con gli elementi avanzati del settore Derna mentre pattuglie della 4a brigata corazzata si approssimavano a Mechili. Il 24 la 19a brigata australiana sostituì la 7a brigata corazzata ed iniziò la sua pressione verso Derna. In un paio di giorni fece retrocedere i predetti elementi avanzati sino al campo d'aviazione e riuscì a mettere in atto un pericoloso tentativo di infiltrazione, che, giunto alla ridotta Rudero, fu infine respinto. Ma le preoccupazioni più vive di Graziani riguardavano la zona di Mechili, non soltanto pei. le possibilità strategiche che . offriva,


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

ma anche perché essa si trovava isolata ad una cinquantina di chilometri a sud di Eluet el-Batna, la posizione più meridionale dello schieramento sul gebel. Il mattino del 23 la ricognizione e le intercettazioni radio avevano suscitata la sensazione di un attacco . . ormai prossimo; nelle prime ore del pomeriggio, ricevuta dal piccolo presidio di Mechili conferma dell'avvicinarsi di elementi della 4a brigata corazzata, il gen. Cona segnalò al Comando dell'armata l'imminenza dello scontro. Tellera ordinò allora lo spostamento del raggruppamento mot. Piana (meno un nucleo, che doveva rimanere ad Eluet el-Batna) e della squadriglia autoblindo (sei mezzi di preda bellica). Il primo doveva tenersi in misura di impegnarsi l'indomani, la seconda aveva il compito, piunosto vago, di sorveglianza, informazione e concorso all'attacco dalla zona di Bir esc Sceteni, una ventina di chilometri ad ovest di Mechili. Graziani, recatosi subito a Berta, rilevò giustamente l'opportunità che anche la brigata corazzata si orientasse a muovere, perciò alle 21,15 il gen. Cona riceveva l'ordine di intervenire l'indomani con la brigata ed il raggruppamento insieme. Il 10" bersaglieri, riserva d'armata, era pronto ad accorrere a sua volta, se necessario. All'alba del 24 la colonna Babini e la colonna Piana procedevano verso sud, collegate a vista attraverso l'uadi er Ramla. Verso le 8, a circa sei chilometri da Mechili, la testa del raggruppamento motorizzato venne fatta segno al fuoco di reparti della 4a brigata corazzata inglese, provenienti da sud. La reazione fu immediata, poi il V battaglione carri contrattaccò ed il nemico ruppe il contatto, ripiegando verso oriente, oltre i limiti di gittata delle nostre artiglierie. Poco dopo, a Mechili, furono avvistati altri elementi britannici in ritirata: l'intervento del m battaglione carri accelerò il movimento retrogrado. Lo scontro evidentemente era stato di limitate proporzioni e si era tradotto in un successo locale, però si erano perduti sette carri contro una diecina di mezzi avversari 2 • Si noti nell'episodio, che non è il primo né -sarà l'ultimo di questo scorcio di campagna, come le forze mobili non pare siano impiegate con un saldo concetto unitario. Le colonne Babini e Piana vennero avviate dal Comando d'armata - mentre dipendevano dal XX corpo - a Mechili, ma non risulta la definizione del comandante responsabile dell'azione tattica. Anche presumendo che il gen. Babini, per ragioni di grado, prendesse sul posto le redini della situazione, è evidente che necessità organizzative e di condotta avrebbero preferito UIJa ben differente struttura delle forze. Né l'armata era in condizioni di dirigere da lontano un'operazione del genere.


LA RITIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

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La perdita di sette carri e la notizia di notevoli concentramenti britannici indussero Tellera a decidere l'arretramento delle sue colonne verso Bir Semander, ·una trentina di chilometri più a nord, ed il ritiro del presidio di Mechili. Messo al corrente della cosa, Graziani scrisse subito una lettera personale assai contrariata. L'abbandono di Mechili - egli rilevò - avrebbe dato via libera al nemico e fatto cadere tutto lo schieramento difensivo, cioè proprio quello che si stava disperatamente cercando di evitare. D'altra parte ritirarsi a Bir Semander - il che avrebbe immediatamente svalutato la portata, quale che fosse, dello scontro del mattino - col proposito di gettarsi alle spalle dell'avversario, una volta avviatosi lungo la direttrice Mechili-Bengasi, era una pia illusione. Quindi occorreva tener ferma la decisione di battersi a Mechili, tanto più che da un lato il nemico avrebbe pur avuto bisogno di un pò di tempo per i rifornimenti di munizioni e di carburante e dall'altro i due battaglioni carri in approntamento a Bengasi sarebbero stati avviati, appena possibile, dove la loro presenza fosse più utile, cioè a Mechili 3 • Però poco dopo (ore 21 circa) il capo ufficio informazioni del Comando Superiore, nel delineare la probabile situazione del giorno dopo, prospettò la probabilità che davanti a Mechili si concentrassero la 4a brigata corazzata con 150 carri e 1'11° ussari con le sue autoblindo. Graziani allora, nel timore di un combattimento accettato in un rapporto di forze troppo sfavorevole, ebbe un ripensamento e fece annullare per telefono (ore 21,30) la lettera appena inoltrata, precisando al Comando d'armata di "ordinare l'arretramento della brigata corazzata fino ad un punto X, dove cioè possa trovarsi ali' alba, fermandosi quindi in modo da poter intervenire offensivamente ed intanto svincolarsi dalla stretta dei mezzi superiori nemici", in altre parole dando ragione a Tellera. Questi, però, il mattino successivo tornò alla carica, probabilmente preoccupato per il fianco destro dell'armata. Non si ha traccia della comunicazione, ma esiste la risposta di Graziani: "Prendo atto del vostro parere circa ritiro indietro della brigata corazzata. Nel mio 01/1100 Op. di ieri sera vi ho chiaramente esposto quali sono le funzion i che la brigata corazzata deve esercitare nei riguardi della penetrazione nemica sulla strada Mechili-Bengasi. Premesso che questo compito est da considerare preminente per la brigata stessa et che voi me ne rispondete personalmente, disponete di essa come meglio credete senza più interpellarmi preventivamente et nei limiti della vostra competenza(.. .)" 4 •


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LE OPE RAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

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Tellera lasciò in posto il presidio di Mechili e definì nei seguenti termini gli orientamenti di impiego per la brigata: "giacché suo compito preminente est quello di ostacolare penetrazione nemica su direttrice Mechili-Bengasi, deve evitare, assolutamente, lasciarsi coinvolgere in unica azione awersaria diretta contro presidio Mechili et conservare invece libertà manovra et massima efficienza per suo compito essenziale". Dal canto suo Graziani spostava la colonna Bignami da Ghemines a Soluch (una ventina di chilometri ad est), ritenendo la località più adatta a sventare puntate nemiche. Il 25 fu giornata calma. Pur essendo stati avvistati dall'esplorazione aerea, fin dalle 8, quattro nuclei meccanizzati sulle varie piste convergenti su Mechili in un raggio da 15 e 45 chilometri, l'attività del nemico si limitò ad azioni di pattuglie e di artiglieria. Graziani scrisse al Comando Supremo che ormai appariva certa l'avanzata della 4a e 7a brigata corazzata inglese verso il ciglione Derna-Berta. Anche attorno a Mechili si notavano unità corazzate di una certa entità, talché "per evitare che le nostre forze corazzate, costituenti unica disponibilità del genere, fossero sopraffatte, ho ordinato entro notte loro ripiegamento verso nord (. ..) et sosta in potenza per riprendere azione offensiva su Mechili (... )". Aggiunse di essere "da 50 giorni con le braccia conserte senza aver potuto svolgere alcun atto controffensivo" e che, sentendosi nelle condizioni di un capitano su una nave in procinto di affondare, aveva ordinato lo sgomber:o dei civili da Derna e Bengasi 5 . In serata, segnalando il prodigarsi della 5a squadra aerea, chiese un paio di gruppi di caccia. Rispose Mussolini assicurando pronti a partire, condizioni mete,o permettendo, oltre cento apparecchi, tra G.50, CR.42 e Macchi 200, e concludendo "Voglio dirvi, caro maresciallo, che noi tutti ci mangiamo letteralmente il fegato da mattina a notte per mandarvi quanto vi occorre nel!'ardua battaglia" 6 • Seguì un breve scambio di telegrammi tra Graziani e Mussolini del tutto retorici, il cui risultato pratico fu probabilmente che Mussolini nutrì qualche speranza di una partita aricora tutta da giocare. Spiace, conoscendo i fatti, leggere che "noi cerchiamo con tutte le forze dell'animo e della volontà di protrarre questa resistenza fino a fermare definitivamente l'avanzata nemica" 7 • Da parte britannica le idee si facevano sempre più chiare. Anzitutto la Royal Air Force, pur risentendo gli effetti di due mesi di duri combattimenti, aveva ormai una posizione di netto vantaggio. Dopo la caduta di Tobruk il 73° ed il 271° gruppo da caccia si trasferirono ad Ain el-Gazala, mentre i gruppi di cooperazione con l'esercito presero base a Tmimi. Fu fortuna, per Collishaw, aver potuto catturare molte bombe per aereo e benzina e questo, ovvia-


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mente, tacilitò sensibilmente le cose. Dal 25 gennaio gli aeroporti di Apollonia, Barce, Maraua e Soluch vennero attaccati con intensità sempre maggiore in parallelo co~ lo sforzo che si voleva esercitare per terra. Vista la presenza a Mechili di un forte complesso di carri e di artiglieria, la rilevante distanza tra Mechili e Derna (più di una ottantina di chilometri in linea d'aria) induceva a ritenere - pensò O'Connor - che più a nord esistessero tratti assai debolmente difesi. In altre parole, supponendo le due locaHtà di preminente interesse italiano, si presentava l'opportunità di affrontare separatamente le due aliquote della 10a armata. Per prima egli decise. di distruggere o catturare la brigata Babini. Ordinò dunque al gen. Mackay di esplicare una forte pressione sul fronte di Derna e di mandare una brigata in rinforzo alla 7a divisione corazzata ed incaricò il gen. Creagh di condurre un'azione a tenaglia verso Mechili in modo che in nessun caso i carri italiani riuscissero a sfuggire. La 7a brigata corazzata, scendendo da nord, doveva attaccare da oriente, la 4a corazzata, già portatasi a nord-ovest della località, aveva il compito di completare l'accerchiamento. Sappiamo già che proprio il combattimento del 24 aveva spinto Tellera a ritirare verso Bir Semander le colonne Babini e Piana, cosicché O'Connor rimase notevolmente sconcertato quando, la notte sul 26 un rapporto di uno squadrone dell'l1° ussari segnalò una grossa colonna meccanizzata italiana in movimento verso nord e, successivamente, pattuglie della 7a brigata corazzata trovarono Mechili"abbandonata dal suo presidio. L'inseguimento della 4a brigata corazzata e l'intervento di squadriglie di caccia si rivelarono insufficienti; il terreno trarotto, le piogge, la carenza di carburante ed i guasti meccanici portarono presto (29 gennaio) ad abbandonare la speranza di agganciare gli italiani. Per quattro giorni la 19a brigata australiana di Robertson attaccò a sud di Derna, allo··scopo di evitare - come da intendimento di O'Connor - che un'aliquota della Sabratha potesse accorrere in aiutò di Babini, e bisogna ammettere che conseguì buoni risultati. Il mattino del 26 l'azione nella piana di el-Ftéjah era contenuta, però, tenendo presenti le difficoltà che stavano profilandosi in corrispondenza dell'uadi Derna, il Comando della 10a armata dispose lo sgombero delle posizioni che controllavano il campo di aviazione, Siret Ben Ameir e fattoria Le Grotte. Rimasero in posto i piccoli presidi delle retrostanti ridotte Rudero e Piemonte 8 che, essendo a portata di tiro della massj delle artiglierie di Derna, apparivano in grado di sostenere ancora una funzione ritardatrice. A sud, sul tratto di fronte di casa Enver Bey, il II/86° fanteria non aveva potuto


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impedire infiltrazioni nella zona boscosa e neppure l'intervento di un piccolo reparto di rincalzo era stato capace di saldare la soluzione di continuità che adesso si presentava nel dispositivo del battaglione. Evidentemente il senso di inferiorità derivante da uno schieramento statico a nuclei troppo intervallati, contro un avversario che aveva a disposizione ampi spazi per infiltrazioni sufficienti a infirmare la saldezza della difesa, pesò sulle decisioni dei capi o forse essi si resero conto che quel sistema difensivo, così com'era stato impiantato, non poteva reggere. Fatto sta che Graziani richiamò l'attenzione di Tellera sulla minaccia di aggiramento a breve raggio di Dema e di separazione di Dema da Berta e lo consigliò di prevedere l'intervento della riserva d'armata. Opinabile questa intromissione nello stretto ambito del livello inferiore, ma forse ancor più opinabile la decisione di rinforzare detta riserva d'armata con il VI battaglione carri. Alle 15 di quello stesso 26 gennaio Tellera si recò al Comando del XX corpo ed incaricò Cona di ristabilire la situazione lungo l'uadi Dema mettendo a sua disposizione il 10° bersaglieri (meno un battaglione) e restringendo alquanto il settore di Dema. Cona organizzò il contrattacco per l'indomani ma la sera stessa, in previsione di circostanze che avrebbero potuto compromettere la libertà di manovra della brigata corazzata, comunicò al Comando d'armata l'intenzione di sgomberare Mechili e di portare le colonne Babini e Piana a nord di Bir Semander. Tellera approvò ed andò oltre, decidendo l'arretramento "per direttrice Gasr Maragh portandosi in un primo tempo in zona Bir Semander". In sostanza, voleva portare le forze in causa decisamente a tergo del sistema difensivo. C'era un motivo preciso. In serata Graziani aveva riconsiderato il possibile sviluppo dell'attacco nemico e preso nuove decisioni. Se esso, come tutto al momento gli faceva ritenere, si fosse orientato principalmente contro la fronte Dema-Berta-Chaulan l'armata doveva dare battaglia ad oltranza su quelle posizioni, impegnando tutto ciò che aveva. "Solo nel caso - egli specificò a Tellera - che il nemico sviluppi in forze il movimento da Mechili su Bengasi - che lo porterebbe ad aggirare tutte le forze del Gebel - nel mentre la Brigata corazzata tenterà con azioni sul fianco nemico di ritardarne la marcia voi, in seguito a mia segnalazione, dovrete sganciarvi tempestivamente dalle attuali posizioni e manovrare per contr astare la penetrazione nemica, appoggiandovi alle posizioni gebeliche successive da voi già studiate e riconosciute.


LA RITIRATA ITA LIANA IN CIRENAICA

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Prendete perciò le necessarie predisposizioni anche per tale eventualità( .. .)" 9 .

Il 27 vedeva travolti i due fortini Rudero e Piemonte, dopo un violento cannoneggiamento. Invece sull'uadi Dema la situazione veniva ristabilita con scontri locali. Più a sud ancora, la colonna Babini si fermava indisturbata à Ras Tcherin, una cinquantina di chilometri a nord-ovest di Mechili, ed il raggruppamento motorizzato si portava nei pressi di Bed Littoria, passando a disposizione del Comando d'armata. In tal modo il mattino del 27 le forze mobili italiane ,a vevano le seguenti dipendenze: la brigata Babini dal XX corpo, il 10° bersaglieri ed il raggruppamento motorizzato dall'armata, il VI ed il XXI battaglione carri dal Comando Superiore. Da notare che ove la battaglia si fosse accesa sul gebel, anche questi ultimi sarebbero stati posti a disposizione di Tellera "tempestivamente". Tempestività sulla quale è lecito nutrire molti dubbi: ormai si era visto con quale velocità potessero mutare gli eventi ed il trasferimento dei due battaglioni carri da Soluch a Beda Littoria (circa 190 chilometri in linea d'aria) non comportava meno di diverse ore, Royal Air Force permettendo per giunta. In compenso un'aliquota della riserva del Comando Superiore (un battaglione mitraglieri, una batteria da 75/27 e cinque autoblindo) era stata avviata subito a Berta a disposizione del XX corpo. I

Il giorno dopo Graziani fu informato dal S.I.M. di alcune indiserezioni affiorate negli ambienti militari del Cairo, secondo le quali il Comando del XIII corpo intendeva limitarsi a fronteggiare il settore di Dema ed agire con la 7a divisione corazzata sulla direttrice predesertica per Bengasi. Le notizie fomite dalla ricognizione aerea mettevano in risalto la presenza di nuclei meccanizzati in varie località della fascia di contatto, ma, per la verità, nessuna di esse appariva . indicativa, perciò avrebbero potuto accreditare o meno qualunque ipotesi. Finché verso le 13,30 giunse la comunicazione che il gruppo di sostegno della 7a divisione corazzata si muoveva verso Ch~ulan. Questo significava l'intenzione di svellere il caposaldo meridionale dello schieramento, con le conseguenze che ne sarebbero derivate. La brigata Babini ricevette allora ordine di retrocedere ulteriormente, portandosi a Gasr el-Maragh (una diecina di chilometri a sud-ovest di Chaulan) in modo da essere in condizioni di contrattaccare sul fianco sinistro l'eventuale mossa del gruppo di sostegno. La situazione appart\ra molto fluida e si rifletteva sulle


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

incertezze dei Comandi. Il 29 mattina, alle 5,30, Graziani si intromise ancora nei problemi dell'armftta, disponendo che la brigata Babini dalla sua nuova dislocazione di Gasr el-Maragh impedisse ogni infiltrazione o, peggio ancorai penetrazione nemica verso De Martino (el Faidia) - Cirene. Secondo un'intercettazione radio, il 6° Royal Tanks inglese alle 7 doveva muovere verso nord-ovest, il che convinse Graziani che O'Connor, avendo incontrato sul gebel una resistenza più tenace del previs~o, si era risolto ad avvolgere da sud tutto il complesso di forze che gli stava davanti - cioè quanto restava della I oa armata - tagliando le due rotabili gebeliche proprio in direzione di Cirene. Diventava inevitabile l'abbandono di Dema, questione però molto delicata che Graziani non volle risolvere senza sentire i principali comandanti in sottordine. La riunione ebbe luogo alle 10,30 presso il Comando del XX corpo. Il maresciallo esordì sintetizzando le notizie sul nemico, poi espose il quesito preliminare: era in grado la brigata Babini di resisteré a Gasr el-Maragh contro la 7a brigata corazzata britannica, rinforzata da un'aliquota della 4a e da tutto l'll O ussari, che forse stava già proiettando le sue pattuglie verso Slonta, cioè ben ad ovest di Gasr el-Maragh? e se la 4a brigata corazzata, al momento a sud-ovest di Martuba 10 , date le difficoltà del terreno nel settore di Derna, si fosse riversata anch'essa sulla direttrice Bir Semander-Gasr el Maragh-De Martino? "Da tutto il complesso - finì Graziani·- giudico difficile che la semplice brigata corazzata possa, oltre un certo limite, resistere a questa pressione". Poste così le cose, la domanda diventava retorica e naturalmente tutti i presenti concordarono. Da tale giudizio derivarono alcune considerazioni. Primo punto: nessun dubbio che se il nemico avesse superato sia la resistenza di Babini a Gasr el-Maragh sia quella del raggruppamento motorizzato al villaggio De Martino tutto lo schieramento sul gebel sarebbe rimasto imbottigliato. Era ovvio. . Secondo punto: in siffatta eventualità diventava opportuno continuare la difesa ad oltranza delle posizioni di Dema o non conveniva, invece, recuperare i quattro battaglioni e le otto batterie ivi impegnate e portarli in due tempi a De Martino per prevenire il tentativo nemico? Tutti concordarono. E allora: poiché lo sgombero del settore di Dema avrebbe lasciato scoperto il fianco sinistro delle difese di Berta, ormai ridotte ad un troncone, era preferibile mante-


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nere ugualmente questo troncone oppure ritirare anche queste truppe (otto battaglioni e sette batterie)? Tutti furono favorevoli "in linea di massima" all'alternativa. Terzo punto: in quale momento ordinare la manovra in ritirata? Facendolo subito, durante la calma operativa in atto, si recuperavano per intero tredici battaglioni e quindici batterie e si poteva organizzare la resistenza su tre posizioni successive (schizzo n. 22), a tergo delle quali erano ancora utilizzabili i punti occupati dai nuclei del settore di copertura di Bengasi. "Contrasteremo cost l'avanzata del nemico ed il terreno palmo a palmo, facilitati dalle agevoli linee di defluenza e dalle interruzioni già predisposte ( ...). Per tutte queste ragioni - concluse Graziani - vale la pena di abbandonare Dema a malgrado del rammarico che tale decisione può provocare". Tutti concordarono e Tellera fu autorizzato ad emanare immediatamente l'ordine di operazioni 11 , Spesso nelle riunioni a carattere consultivo, dall'impostazione del preambolo discende, come un corso d'acqua dalla sorgente, la conclusione. Il ragionamento filava, però nessuno chi~se: "E se gli inglesi mandano una brigata corazzata o addirittura tutta la 7a divisione corazzata, sganciata repentinamente dal gebel, direttamente su elAbiar o più a sud, su M sus, chi la ferma? e cosa succede delle truppe in ripiegamento sul gebel?". Si noti che la ricostruzione del dispositivo avversario era in quel periodo notevolmente lacunosa. Grosso modo, sulla direttrice costiera operava la 6 8 divisione australiana sensibilmente rinforzata, dietro alla quale sembrava fossero in corso di afflusso altre due divisioni australiane o neozelandesi. Nella zona di Mechili, intesa in senso lato, si conosceva la presenza della 7 8 corazzata più un complesso di altre unità appartenenti ad una seconda divisione corazzata, indicata di volta in volta come 78 divisione corazzata bis, 4a divisione corazzata oppure za divisione corazzata; comunque era assodato che i reparti corazzati non facevano difetto all'avversario, se pure, come si tendeva a ritenere, non costituivano addirittura un vero e proprio "corpo corazzato". In definitiva, ammesso che queste notizie rispondessero alla realtà - e nessun Comando italiano sembrava dubitare - non esistevano indizi sufficienti per affermare che "Il nemico tende evidentemente con la massa dei suoi mezzi corazzati ad operare per la direttrice di Gasr el-Maragh e raggiungere le due strade gebeliche tra De Martino e Cirene per aggirare tutte le nostre troppe schierate tra Derna e Gasr el-Maragh ( ...) 12

Ad ogni modo il dado erairatto. Alle 12,30 Te!lera ordinò verbalmente l'arretramènto d el sistema difensivo: il settore Derna doveva


Schizzo n. 22 LA RITIRATA DELLA 10 ARMATA DAL GEBEL 29 GENNAIO· 7 FEBBRAIO 1941 8


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iniziare il movimento retrogrado in serata ed occupare nella giornata dell'indomani la posizione intermedia già riconosciuta; il settore Berta, invece, poteva cominciare subito. Il nemico lasciò fare. Contrariamente alle previsioni, per tutto il 29 si limitò ad azioni di pattuglia ed a tiri di artiglieria, poi il 30 gennaio la 19a brigata australiana si mosse, riattò una grande interru.zione stradale e nel tardo pomeriggio entrò in Derna, ormai vuota, spingendo subito avanti elementi esploranti, mentre pattuglie dell'l l° ussari tenevano il contatto davanti a Chaulan. L'ordine di O'Connor era di evitare che l'attenzione degli italiani si port~sse su Mechili. In realtà O'Connor era ancora piuttosto incerto sulla via da seguire. Non appena conosciuto l'abbandono·di Derna, si rese conto che tutte le truppe della 10a armata, Babini compreso, si trovavano concentrate sul gebel e che perciò molto probabilmente non avrebbero lasciato le loro posizioni senza combattere aggrappandosi al terreno. Per dì più, c'era da attendersi una resistenza ad oriente di Bengasi, dove sembrava fossero sbarcate unità tedesche. In sostanza, un'avanzata lungo la direttrice Mechili-el Abiar-Bengasi non soltanto avrebbe incontrato qualche difficoltà in un terreno considerato non molto adatto all'impiego dei carri, ma avrebbe rischiato di non riuscire ad avv~lgere il fianco destro dell'armata italiana. Quindi era preferibile la direttrice Msus, verso sud-ovest. Su questa convinzione O'Connor abbozzò un piano secondo il quale il grosso della 6a australiana doveva continuare ad esercitare forte pressione sul gebel mentre la 7a corazzata, rinforzata da una brigata australiana, si sarebbe diretta a Msus. A questo punto si presentava un'alternativa: se Graziani avesse deciso di chiudersi in Bengasi, la 7a corazzata avrebbe continuato sino a Soluch, poi tagliato la strada costiera ed investito Bengasi da sud; se invece Graziani avesse proseguito la ritirata, la divisione avrebbe obliquato più a sud e tagliato la litoranea passando da Antelat. I tempi dell'operazione dipendevano dalla possibilità di alimentare lo sforzo attraverso il deserto. Ora, già dal 27 gennaio erano stati apprentati i nuovi depositi campali n. 12 e n. 13 all'incirca all'altezza di Tmimi ed il porto di Tobruk era stato rapidamento rimesso in funzione dalla Royal Navy , tanto che la prima nave fu scaricata il 28 gennaio ed il 1° febbraio le attrezzature portuali consentivano di scaricare 900 tonnellate al giorno. Tutto ciò era di immenso aiuto ma non bastava; occorreva costituire un altro deposito campale (n. 14) ad una cinquantina di chilometri a sud-ovest di Mechili, con dieci giornate di viveri • di fuoco, per complessive 3.000 tone di carburante e due giornate


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nellate . Per realizzare l'ammassamento di questo materiale occorrevano almeno dodici giorni. Forse l'uso del porto di Derna avrebbe potuto far risparmiare tempo, ma la speranza cadde subito non appena fu riscontrata la scarsa potenzialità delle attrezzature locali. Oltre alla questione rifornimenti, c'era il problema delle riparazioni. La 7a divisione corazzata era rimasta con 50 carri medi e 95 leggeri in non buone condizioni. Il 7° Royal Tanks era stato mandato in Egitto via mare per una revisione generale di tutti i Matilda, ma si attendeva l'arrivo in zona, tra il 7 ed il 9 febbraio, di due reggimenti carri medi della 2 3 divisione corazzata. Perciò per il momento si potevano passare i migliori cruisers da lla 4a a lla 7a brigata in buone condizioni di efficienza. O'Connor sperava di riprendere la corsa verso occidente il 10-12 febbraio. Giunto a queste conclusioni dopo molte discussioni al suo quartier generale di Bomba, egli incaricò il gen. Dorman-Smith, invia togli da Wavell il 29 gennaio per studiare la situazione, di recarsi in aereo al Cairo con il progetto per ottenere il beneplacito del comandante in capo. Il 2 febbraio Dorman-Smith fu di ritorno con l'approvazione di Wavell. La sera del 30 gennaio agli occhi di Graziani gli avvenimenti sembravano volgere al peggio: "Dalle intercettazioni e dalle ricognizioni aeree odierne - egli comunicò al Coma ndo Supremo - si deduce che 7a divisione corazza ta nemica si sia spostata nella zona Abiar Bu Sfeia-Bir esc Sceteui-el Mechili, orientata sia verso la pista per Gerdes Gerrari, come su quella predesertica per el Abiar. Questo dimostra sempre più come il nemico eviti di attaccare le nostre posizioni da Berta a Gasr el-Maragh per le forze che le muniscono e per i rafforzamenti che vi sono praticati e cerchi, invece, di far cadere tutto nostro schieramento per effetto di manovra sia con a ggiramento a raggio ristretto, cercando di guadagnare uno sfocio sulla gebelica meridionale et sia at largo raggio puntando su Bengasi. Questo concetto est chiaramente espresso nel notiziario radiofonico di Londra delle ore 18 di questa sera al sesto capoverso. La giorna ta di domani chiarirà la situazionen u .

Poi il 31 giunser:o altre notizie a llarma nti: forti nuclei degaullisti lungo i confini meridionali della Libia miranti all'occupazione del Fezzan; presenza a Murzuk del vecchio capo senusso Abd el Gebil Sif en Nasr in contatto con elementi francesi dissidenti; reparti austra liani affermatisi sulla scarpata ad ovest di Derna, previa l'eliminazione del piccolo presidio di Bir es Sebil; vuoto davan-


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ti a Gasr el-Maragh ed invece presenza avversaria in direzione di Chaulan (la posizione intermedia), di Zauiet el Hammana-el Abiar e di Msus. A questo punto, ore 12,45,"ormai sicuro che nemico tenti aggiramento totalitario per la Mechili-Bengasi" , Graziani emanò l'ordine di ritirata generale su Barce. Contemporaneamente dispose il concentramento dei nuclei mobili del settore di copertura di Ben~ gasi a Regima e l'inserimento del XXI battaglione carri medi nella riserva del Comando Superiore, che stava per entrare in scena: "{. ..) con la mia scarsa riserva cercherò di trattenere Io sbocco nemico nella piana di Soluch. Questa decisione est ineluttabilmente dettata dalla configurazione del teatro operativo e dal criterio che dovendo perdere prima aut poi territorio et truppe, preferisco salvare queste ultime per adoperarle at sbarramento della via per la Tripolitania schierandole nella Sirtica" 14.

Tra gli elementi di preoccupazione non c'erano soltanto le ipotesi su quel che avrebbe fatto l'avversario, bensì anche qualcosa di assai più concreto. Tellera aveva in tutto 850 autocarri. Detratti i 300 della brigata Babini ed un centinaio per i servizi indispensabili, rimanevano :l50 automezzi. Ora, per la ritirata generale occorrevano un migliaio di automezzi; di conseguenza l'armata aveva bisogno di altri 400 autocarri almeno. Con tale rinforzo il movimento retrogrado sarebbe stato compiuto in due notti, vale a dire in quattro giorni. Unico inconveniente: i 450 autocarri già disponibili appartenevano quasi interamente alla riserva d'armata che, in tal modo, sarebbe rimasta a terra ... Mentre Tellera cercava di risolvere in qualche maniera il difficile problema, il comandante superiore ricevette un telegramma di Mussolini: "Comunicatemi disposizioni che intendete dare circa futuro impiego forze Tripolitania compresa divisione leggera tedesca che comincerà affluire primi febbraio. Tenete conto necessità intercettare carovaniere che da Sirtica possono addurre direttamente alla Tunisia et consentire eventuale unione con forze francesi dissidenti" 15.

Se Graziani avesse avuto ancora qualche titubanza, il dispaccio gliela avrebbe fatta passare poiché gli apparve come un esplicito invito a concentrare ogni pensiero sulla Tripolitania. Espose dunque il proprio programma. A Sirte, al momento affidata ad un modesto nucleo della 5a armata, intencfeva riunire le truppe della 10a armata


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in ripiegamento dell a Cirenaica. A Tripoli pensava di r icostituire la sa armata col compito di difendere il campo trincerato e di forn ire la copertura alla frontiera tunisina . Quanto alle nuove <li visioni - Ariete, Trento, e 15" leggera tedesca - le avrebbe trattenu te in Tripolitani a finché fossero complete e poi le avrebbe impiegate "a

seconda necessità che solo futuri avvenimenti potranno determinare" . In conseguenza, appena la ritira ta avesse raggiunto uno sviluppo adeguato , avrebbe lasc iato la direzione d e lle operazioni in Cirenaica a Tellera e si sarebbe stabilito a Sirte col Comando Superiore 16 . Anche a Roma si stava soppesan<lo la situazione , in parte per l'ovvia gravità degli eventi , in parte per la questione del concorso tedesco ormai stabiliLO. Uno studio d ell'ufficio operazioni del Comando Supre mo in ùata 1° febbraio espresse molti d ubbi sulla possibilità di riuscita del ripiegamento s u Sirte perché i reparti corazzati inglesi punta ndo ù irettamente su Agedabia avrebbero inev ita bi lmente preceduto la I ou armata, gravata di un m aggior percorso, di minore velocità di movimento e di un mi nimo di lotta sul gehel. Da to il ritmo assunto dalle operazioni e l'assenza di qualsiasi opposizione lungo la Mechili-Agedabia, c 'era d a rite nere che fors e anche prima dell '8 feb braio il nemico avrebbe raggiunto l'obiettivo . Occupata Agebadia - il cui piccolo presidio non avrebbe potuto opporre seria resis tenza, a m eno che Graziani non vi avesse preceduto g li inglesi - l'avversario sarebbe s tato costretlO a costituire una grossa base logistica. Grazie a l por to d i Bengasi avrebbe potuto contenere il periodo di riassetto del p roprio dispos itivo logistico in una tre ntina di giorni . Comunque, prima del 1° m a rzo non sarebbe s tato in condizioni di riprendere l'avanzata verso la Tri politania. Tenu to conto dei rapporti di distanza (900 chilometri da Agedabia a T ripoli) e della pove rtà di risorse e sopra ttutto di acqua nella zona, ed a prescindere dall'azione rallentatrice svolta dall a R . Aerona utica e dal X Fliegerkorps, non si poteva pensare che Tripo li venisse investita prima di tre m esi, c ioè prima della fine di maggio. In questo quadro e considerate le direttrici adducenti ad occidente, vale a dire la via Ba lbi a e la pista-rotabile interna Marada-Ze ll a-Socna-Misurata/fripoli, si rendeva opportuno presidiare convenientemente Sirte e le oasi di Zelia e di S ocna e rinforzare subito tali presidi con unità della divisione corazzata Ariete e , appena possibHe, della 1sa leggera tedesca.


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LA BATTAGLIA DI BEDA FOMM (5-7 FEBBRAIO 1941)

L'ordine di operazioni n. 1 della 108 armata, diramato il 31 gennaio, fissava le disposizioni per la ritirata dal gebel. Nella notte sul 1° febbraio i settori Derna e Berta dovevano provvedere al ripiegamento a tergo della 1a posizione gebelica di tutti i reparti motorizzati e di quelli che era possibile autocarrare con i veicoli temporaneamente posti a disposizione. La brigata corazzata passava agli ordini del Comando d'armata, riunendosi per il momento nella zona di Ras Fcherin a protezione del fianco destro dello schieramento, ed i nuclei mobili della Zona militare di Barce (forniti essenzialmente dal XXXIV battaglione libico) dovevano concentrarsi a Zauiet en Neian per ritardare l'eventuale avanzata nemica sulla direttrice Mechili-el Abiar-Bengasi. Il movimentò si svolse indisturbato nell'oscurità, ma il mattino seguente la retroguardia della Sabratha, attaccata r epentinamente dalla 198 brigata australiana, venne travolta. Le perdite furono calcolate in 20 ufficiali e 600 sottufficiali e soldati. Non c'è molto da meravigliarsi. Già da diversi giorni il morale delle truppe era in declino per la stanchezza, il difettoso funzionamento dei servizi ed il frammischiamento dei reparti. Il 31 gennaio il comandante della divisione scriveva sul diario storico: "I frequenti e lunghi trasferimenti a piedi con armi e materiali a spalla, senza adegua,to riposo ristoratore e sovente mangiando solo viveri di riserva, hanno alquanto menomato le condizioni fisiche di alcuni r eparti più provati. Il soldato ha ormai capito che i movimenti sono una manovra di ripiegamento: l'ordine di alleggerirsi dell'eq~ipaggiamento individuale gli ha fatto intendere che la nostra situazione non è buona; molti sono ancora i volenterosi ed i resistenti che portano a spalla tutto quello che possono, armi e munizioni comprese, e sovente gli ufficiali sono costretti ad intervenire per farli alleggerire di peso. Sul viso della massa sono evidenti sconforto e depressione morale".

Le direttive per la notte sul 2 prevedevano l'autotrasporto di tutte le unità rimaste in linea: quelle del settore Berta sulla 1a e 28 posizione. La brigata corazzata doveva retrocedere nella zona di Gerrari ed il gruppo Crucillà (formato con i nuclei mobili di Barce) all'incrocio di Charruba. Ancora i movimenti si svilupparono con sufficiente regolarità, disturbati soltanto dall'azione di qualche aereo contro le colonne in marcia sulle rotabili. In queste circostanze Grjziani ritenne il ripiegamento ormai


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bene avviato e giudicò giunto il momento di trasferirsi in Tripolitania, in vista della nuova fase operativa. Impartì pertanto le ultime direttive, verbali, al gen. Tellera per l'ulteriore prosecuzione della ritirata e dispose che questi, a partire dalle ore O del 3 febbraio, assumesse il comando di tutte le forze dislocate in Cirenaica, comprese quelle del territorio sud-cirenaico, col compito di raccogliere nella Sirtica le truppe che stavano defluendo dal gebel. La direzione del deflusso venne affidata al gen. Cona. Tellera, che si era trasferito a Bengasi con il Comando dell'armata, mise allora tutti i reparti (o quasi) alle dirette dipendenze del comandante del XX corpo: la divisione Sabratha, la colonna Bergonzoli, la brigata corazzata e la riserva d 'armata. Poi espose ai principali comandanti in sottordine il programma di larga massima per l'ulteriore ripiegamento dal gebel (schizzo n. 22) e cioè: - notte sul 3 febbraio: sgombero delle truppe dalla 1a posizione alla 3a posizione ed a Barce; - notte sul 4 febbraio: sgombero dalla 2a posizione su Barce e costituzione di una cortina dì protezione sulla linea Regima-el Abiar con la brigata corazzata ed il raggruppamento motorizzato (della riserva d'armata); - notte sul 5 febbraio: sgombero dalla 3a posizione e da Barce su Tocra e possibilmente su Bengasi; - notte sul 6 febbraio: prosecuzione del movimento su Agedabia e possibilmente sgombero delle truppe della cortina di protezione, che avrebbero costituito retroguardia; . - nei giorni 3, 4 e successivi: sgombero per ferrovia su Bengasi dei battaglioni di fanteria e reparti minori che non sarebbe stato possibile autotrasportare. Infine diramò disposizioni per i trasferimenti da effettuare durante la giornata del 2. e nella notte sul 3, precisando che la za e la 3a posizione gebelica dovevano essere fortemente tenute, il movimento retrogrado· delle unità non motorizzate su Barce sarebbe stato svolto per quanto possibile su automezzi e la riserva, raccogliendosi a Maraua, avrebbe provveduto alla sicurezza del fianco destro del dispositivo . Purtroppo si riscontrò subito l'impossibilità dì seguire la pianificazione perché, nonostante la riduzione apportata nei servizi e nelle dotazioni, gli automezzi posti a disposizione del XX corpo furono solamente 190. Di conseguenza, fu giocoforza modificare gli ordini già impartiti - con la ripercussione, assai grave in quelle circostanze, di un profondo disinganno negli uomini della Sabratha - e far svolgere a piedi, in due tappe notturne,


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il movimento sino a Barce: la prima il 3 febbraio, la seconda il 4. I soli materiali pesanti sarebbero stati caricati sugli autocarri. Le deficienze del servizio automobilistico erano molto forti. A parte la carenza di mezzi, si mostravano con aperta evidenza l'insoddisfacente inquadramento e l'insufficente addestramento tecnico-morale. Da aggiungere che i conduttori erano stanchissimi ed assai scossi dal continuo mitragliamento aereo cui erano soggetti. Molti autocarri giacevano abbandonati ai margini delle strade, alcuni per guasti, altri per danni provocati dall'offesa avversaria. Le squadre di soccorso funzionavano male ed i reparti prendevano a rimorchio quello che era possibile. In tali frangenti il sistema dell'accentramento dei mezzi al Comando d'armata stava palesandosi inadatto e provocava perdite di tempo per le richieste, lunghi percorsi a vuoto dei veicoli, sovraccarico di lavoro per i conduttori, deficiente sorveglianza di cui approfittavano i più stanchi ed i meno volonterosi per sottrarsi al servizio. La situazione peggiorò ulteriormente nella notte perché il numero degli automezzi effettivamente utilizzati si rivelò ancor minore del previsto. Fortunatamente gli australiani, rallentati dalle molte interruzioni stradali messe in opera dal genio dell'armata, stentavano a riprendere il contatto con la retroguardia del XX corpo. In compenso la Royal Air Force seguiva i movimenti, mitragliando e bombar-dando le colonne e infliggendo dolorose perdite. Sul gebel alle ore 16 del 3 la 19a brigata australiana raggiungeva Berta, aggirando l'interruzione della strada Derna-Berta in corrispondenza dei tornanti ad ovest della città. Più a sud erano segnalati circa 150 veicoli sulla pista verso Gerrari ed un numero imprecisato di autoblindo ad una quarantina di chilometri ad occidente di Mechili. Tellera, che in mattinata si era spinto verso lo schieramento difensivo per visitare i reparti della brigata corazzata, particolarmente colpiti dall'offesa aerea, così riassunse al Comando Superiore le sue impressioni: "Visitate oggi truppe Maraua. Morale buono. Presumersi che passaggio da seconda at terza linea questa notte avverrà senza inconvenienti. Come sempre lamentasi assenza nostra aviazione mèntre quella avversaria, attivissima, produce perdi te su strada".

Purtroppo, se in _talune unità il morale era ancora soddisfacente in altre appariva visibilmente assai depresso. Le truppe a piedi erano provatissime ed i notevoli fnynmischiamenti complicavano, e non


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poco, il controllo e l'impiego. "La loro efficienza bellica è onnai problematica" è l'amara annotazione che il comandante della Sabratha scrisse sul diario storico della divisione la sera del 3. Inoltre quel giorno l'Intendenza aveva ceduto i magazzini alle autorità civili, cosicché non esisteva più alcun regolare funzionamento dei servizi. Nel pomeriggio il raggruppamento Crucillà, che da Charruba si era appena portato ad oriente dì el-Abiar, ricevette ordine di raggiungere Regima, alle dipendenze del gen. Bergonzoli. In nottata gli spostamenti previsti non trovarono ostacolo da parte britannica. Tutto sommato, le speranze di riuscire a sgomberare l'armata senza danni eccessivi stavano fiorendo, anche se un comunicato Reuter da radio Cairo aveva annunciato: "Presto le truppe britanniche daranno qualche sorpresa agli italiani". Infatti era questione di ore.

Il 4 febbraio. Alle 8 del 4 febbraio la testa della colonna a piedi giunse a Barce. L'allungamento subito durante la marcia era fortissimo. Non soltanto divenne aleatorio il calcolo delle perdite ma l'arrivo dei reparti, dei drappelli, dei gruppetti, degli uomini isolati continuò per tutto il giorno in un penoso stillicidio. Alle 10 il gen. Della Bona convocò a rapporto i comandanti di reggimento e li informò delle disposizioni superiori circa lo sgombero della fanteria. In pratica si congedò da essi sapendo che sulla divisione, come tale, non si poteva più contare: "La stanchezza fisica, l'insufficiente riposo, il nutrimento non adeguato f¼lle circostanze e l'incessante azione aerea nemica hanno reso la massa molto ecéitabile, talché l'ordine e l'azione di comando riescono difficili" 17 •

Erano in programma due treni: uno in partenza alle 18 e l'altro alle 5 del giorno successivo. Con il primo dovevano partire 1'86° fanteria, il LX battaglione mitraglier i ed il LX battaglione complementi; col secondo 1'85° fanteria e gli altri reparti. Poi, date le circostanze, il caricamento fu promiscuo. A Bengasi il Comando d'armata si riservava di dare altri ordini e gli scaglioni sarebbero stati avviati verso sud dall'Intendenza. Nel corso di quel mattino alcuni sintomi - ricognizione aerea spinta verso el-Agheila e bombardamento di en-Nofilia - sembrarono indicare che O'Connor mirasse ad estendere le operazioni alla Sirtica, perciò Graziani ordinò al gen. Gariboldi, vice comandante superiore, di trasferirsi a Sirte con pieni poteri militari e civili


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"per regolare il déf]usso da el Agheila e prowedere alla sistemazione difensiva avanzata". Inoltre incaricò il gen. Mario Aimone-Cat, succeduto al gen. Porro nel comando della sa squadra aerea, di proteggere con la caccia la ritirata dell'armata. Tellera non era in possesso di informazioni specificatamente indicative sulle intenzioni del nemico e soprattuto sulla dislocazione delle sue brigate ~orazzate, tuttavia il concetto generale che presiedeva alla diramazione degli ordini era di far presto, molto presto, per evitare l'accerchiamento a sud di Bengasi. Una serie di provvedimenti aveva condotto ad una particolare articolazione delle forze. Dal gen. Cona dipendevano adesso tre complessi di' forze motorizzate comandati dai generali Bergonzoli, Della Bona e Villanis. La cofonna Bergonzoli era formata dalla brigata corazzata 18 , dal raggruppamento motorizzato Piana 19 e dal nucleo Ci;ucillà 20 ed aveva il compito di assicurare la ritirata del XX corpo da Barce per Bengasi-Agedabia "con la salda occupazione [di posizioni idonee] ed eventuale energica reazione contro ogni tentativo di forze nemiche provenienti da est verso ovest". La colonna Della Bona si basava su tre unità di formazione costituite sin dal 2 febbraio nell'ambito della divisione Sabratha: il raggruppamento Moech 21 , il raggruppamento Colpani 22 ed il nucleo motorizzato Allegri 23 ed aveva il compito di "effettuare il movimento a cavallo della litoranea garantendolo da ogni tentativo nemico che volesse ostacolarlo". La colonna Villanis era rappresentata dalla riserva di corpo d'armata: raggruppamento Pasquali 24, VI battaglione carri medi, 10° bersaglieri e VII gruppo contraerei da 75/46. I compiti predetti erano stati delineati in linea di massima, ma di volta in volta sarebbero stati adeguati alle circostanze. Sta di fatto che la responsabilità della sicµrezza laterale era affidata a Bergonzoli contro provenienze da oriente, cioè da Zauiet el-Hammana su el-Abiar, da Zauiet Msus su Soluch e su Antelat. La sicurezza contro resistenze frontali sembrava affidata a Della Bona, che in pratica avrebbe guidato l'avanguardia. Generiche le intenzioni sull'impiego della colonna Villanis, le cui unità dovevano rimanere per il momento parte sulla 3a posizione (VI battaglione carri e VII gruppo contraerei) e parte a Bengasi (10° bersaglieri). Nella tarda mattinata il gen. Tellera decise l'immediato sgombero dal gebel: le intercettazioni radio lasciavano intendere che 1'11° ussari avesse per obiettivo Soluch e che, riconosciuto lo sbarramento italiano di Sceleidima, ricercasse a nord di tale località, in zona Sidi Brahim, un passaggio piti facile per scendere dal gebel nella


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piana bengasina. Per giunta Graziani aveva segnalato la probabile avanzata di m eccanizzati inglesi da Msus verso Sceleidima. L'ordine inviato al gen . Cona suonava così: "No tte 4 su 5 corrente deflusso tutte truppe gebel per Tocra-Bengasi et el Abiar-Bengasi su Agedabia. Movimento sarà protetto ad el Abiar da brigata corazzata et altre truppe annesse che costituiranno successivamente retroguardia a distanza circa un'ora di marcia da coda del grosso. Movimento dovrà eseguirsi con ferrea disciplina. Coloro che tentassero allontanarsi dai reparti saranno passati per le armi. Per norma truppe gen . Bignami non dico non seguiranno vostra retroguardia avendo particolari compiti. Disponete brillamento tutte interruzioni vostra competenza (.. .)"25 .

Prima di tutto non si comprende come potesse essere ritenuto sufficiente un arco notturno a coprire i quasi 200 chilometri tra la 3a posizione ed Agedabia , conoscendo perfettamente le difficoltà di trasporto 26 • In secondo luogo il compito assegnato alla "brigata corazzata et altre truppe annesse", espressione con la quale evidentemente si voleva indicare la colonna Bergonzoli, modificava sostanzialmente quello disposto dal gen. Cona, da cui dette unità dipendevano: non più sicurezza da est bensì da nord, in qualità di retroguardia. Infi ne non è affatto chiaro cosa si intendesse per "grosso": Presumibilmente si trattava dell'aliquota di fanterie che non era possibile imbarcare a Bengasi, però la questione dello sgombero via mare avrebbe meritato ben maggiore organizzazione o quanto meno l'indicazione dei reparti da avviare al porto di Bengasi. Di fronte a questo ordine, Cona non poté che prospettare l'assoluta impossibilità di garantire il deflusso dei battaglioni di fanteria da Barce a Bengasi nel breve tempo concessogli, ma Tellera insistette: "LA situazione impone che movimento sia assolutamente iniziato questa notte. Assicurate". A dire il vero anche questo telegramma non sembra fatto per illuminare le idee: da un lato c'era l'accenno implicito ad una incombente minaccia nemica (della quale peraltro si taceva l'entità ed il presumibile obiettivo), dall'altro si sminuiva. il peso della minaccia stessa limitando l'ordine al semplice inizio del deflusso nell'arco notturno. In compenso da l dispaccio si desumeva che tutte le truppe appiedate avrebbero potuto fruire del trasporto ferroviario e del successivo sgombero via mare. Cona prese ciò per buono e tornò a battere il chiodo delle tre colonne motorizzate: "Non dico non possibile movimento da attuale schieramento sino


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Agedabia dato eccesso distanza specialmente per unità corazzate cui movimento giornaliero non dovrebbe superare km. 60. Pertanto se non accolta mia proposta cui odierno 774, eseguirò spostamento in zona Bengasi mantenendo per giornata domani l'occupazione el Abiar-Regima a protezione fianco" 27 .

Tellera finì per accettare questo punto di vista: "Sta bene per vostro movimento che deve però spingersi sud Bengasi avvicinandosi Ghemines. Stabilite con nucleo motorizzato protezione immediatamente nord Bengasi contro provenienze Tocra. Tenete presente che notte successiva dovrete assolutamente raggiungere Agedabia. Dislocazione gen. Bignami rimane immutata" 28 .

Forse per questa precisazione, forse per la considerazione che in un dis~ositivo di sicurezza in marcia le parti sono ben definite, Cona decise di sciogliere la colonna Villanis, cioè la propria riserva, e diramò gli ordini per il trasferimento dalla zona di Barcee quella di Bengasi-Ghemines (schizzo n. 23). Anche adesso da parte avversaria si ebbe soltanto un attacco di un reparto autoblindo contro unità di retroguardia schierate sulla 3a posizione, ad est di Barce, a sbarramento della rotabile: l'iniziativa venne respinta ed il nemico subì la perdita di qualche mezzo. Il trasporto ferroviario sino a Bengasi del primo blocco di fanteria avvenne regolarmente. Alle 21 il Comando del XX corpo lasciò Baree a sua voi ta.

Il 5 febbraio. La sera del 4 il Comando d'armata trasmise un inquietante messaggio: "Aviazione segnala 46 autoblindo a Zauiet Msus. Altre informazioni confermano movimento anche carri armati stessa direzione molto pericolosa per noi. Occorre quindi che movimento vostre truppe sia proseguito sino Ghemines et che truppe siano pronte continuare eventualmente sino Agedabia. Seguiranno altre comunicazioni" 29.

In relazione alle prospettive, Tellera dispose nel contempo di tenere saldamente Sceleidima e di mandare ad Antelat un distaccamento da Agedabia ed un reparto del genio per la messa in opera di mine sparse attorno a quel nodo di piste. Cosicché, il mattino del 5, senza sostanziale disturbo da parte nemica - almeno così era ritenuto al Comando d'armata - la nuova situazione poteva


Schizzo n. 23 SITUAZIONE ALLE ORE 18 DEL 4 FEBBRAIO 1941


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essere così riassunta: - raggruppamento Pasquali ad el-Coefia, circa 15 chilometri a nord di Bengasi; - Retroguardia Libia Orientale (nuova denominazione della colonna Bergonzoli) in zona Regima, circa 30 chilometri ad est di Bengasi. Comprendeva anche il gruppo Ferrara 30 . - raggruppamento Bignami 31 , già riserva del Comando Superiore e poi del Comando d'armata, a Sceleidima, ·una trentina di chilometri ad est di Ghemines. Non risulta sia stato diramato un ordine di operazioni organico, ad ogni modo le truppe citate realizzavano una sicurezza sia contro la 6a .divisione australiana proveniente dal gebel (raggruppamento Pasquali e retroguardia Libia orientale), sia contro la 7a divisione corazzata proveniente da Zauiet el Hammana-el Abiar (retroguardia Libia orientale) nonché da Zauiet Msus (raggruppamento Bignami e distaccamento di Agedabia). Infine, ad Agedabia esisteva un presi- · dio di una certa cons.istenza 32 , costituito a suo tempo dal Comando Superiore, che avrebbe integrato il dispositivo di sicurezza. Senonché in questo dispositivo esisteva uno squarcio inopinato. L'ordine di spingersi sino al nodo di Antelat sembra sia stato ricevuto dal col. Aimone-Cat soltanto verso le 1O del 5, così il reparto del genio inviato tardivamente sul posto dovette constatare che la località era già in mano inglese. È assai difficile accettare quella che appare inspiegabile inerzia. Gli ordini per l'occupazione di Antelat, determinante ai fini della protezione del ripiegamento dell'armata, non ebbero certo la pressante incisività dettata dalla situazione. A parte· la considerazione che essi dovevano essere eseguiti entro la notte sul 5 e che il Comando d'armata doveva preoccuparsi di ricevere conferma entro le prime luci dell'alba,_bisogna ammettere che comunque la forza del ~istaccamento inviato (una compagnia motomitraglieri libica) avrebbe consentito una resistenza appena poco più che simbolica. Probabilmente Tellera non ebbe l'esatta percezione di quanto poteva accadere. Solo così si spiega la frase conclusiva del messaggio con il quale nella notte sul 5 informò Graziani dei provvedimenti presi (fra cui l'occupazione di Antelat): "In complesso, malgrado questa minaccia, ritengo situazione ancora buona"33 • Il cosiddetto "grosso" delle truppe in ritirata era qualcosa di estremamente eterogeneo e confuso e la cui sola descrizione è sufficiente ad indicare quanta energia e chiarezza di vedute richiedesse il buon esito dell'operazione. Parte di esso era autotrasportato: i Comandi della 10a armata, ~el XX corpo d'armata e della divisione


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LE OPE RAZIONI IN AFRJCA SETTENTRJONAI..E

I

Sabratha , a lcuni reparti dell'85° e dell'86° fanteria, la colonna Della Bona , il 10° b~rsaglieri ed elementi della piazza di Bengasi e dell'intendenza, per un totale di circa 5.000 uomini. Altri 15.000 uomini era no sparsi tra Barce-Bengasi-Ghemines-Soluch in attesa di mezzi di trasporto: la maggior parte della S abratha, i battaglioni mitraglieri della Brescia e della Savona, elementi vari di supporto e dei servizi della 10a armata, del XX corpo e di Bengasi. Per questa m assa appiedata non sembra sia stato approntato né un piano di sgombero né un or dine di deflusso. Venuta a cadere la possibilità di imbarco a Bengasi, evidentemente il problema dell'evacuazione era diventato irrisolvibile e non restava che sperare di utilizzare in più viaggi gli autocarri a disposizione, dopo aver concentrato tutti a mezzo ferrovia nella zona di Soluch-Ghemines. Questi gli immediati precedenti della battaglia di Beda Fomm34 • Prima di passare all'esposizione degli scontri sembra opportuno un cenno sul luogo ove essi si svolsero. Da Ghemines ad Agedabia corrono 105 chilometri, indicati dalle pietre milia ri con punto oi;igine ad Agedabia e quindi con progressione crescente verso nord. La via Balbia può essere considerata la linea mediana di una fascia di terreno pianeggiante larga dai dieci ai venti chilometri e delimitata ad oriente dal deserto sassoso e a d occidente dal mare. Tra la rotabile e le dune sabbiose costiere si snodava la pista adducente alla ridotta di ez-Zuetina, all'altezza del km 30. Di questa fascia longitudinale il tratto compreso tra il km 70 ed il km 30 costituì il campo di battaglia. In particolare, la lotta infur iò in corrispondenza di due sbarramenti operati dagli inglesi: a sud nei pressi del km 37, a nord più o meno all'a ltezza del km 55. Alle 8 del 5 febbraio il gen . Della Bona si presentò a l Comando del XX corpo in Bengasi per ricevere ordini. Il gen. Cona lo avvertì che pattuglie meccanizzate inglesi erano state segnalate a Msus e dispose che il nucleo Allegri si trasferisse immediatamente a Soluch per sorvegliare le provenienze da oriente. Non si conosce il motivo del provvedimento, ma è da rilevare che a Sceledeima, punto di obbliga to passaggio, si trovava già la colonna Bignami, quindi la presenza del nucleo Allegri a Soluch assumeva scarso significato. Ad ogni modo nel giro di circa due ore le cose cambiarono. Alle 9 Cona comunicò a Bergonzoli - schierato ad el-Abiar- l'imminenza della ripresa della ritirata su Agedabia. Pertanto era opportuno che prima dell'imbrunire egli iniziasse il movimento della sua colonna, nella quale avrebbe inglobato il VI battaglione carri medi , dislocato ad est di Bengasi. "La brigata corazzata sarà la retroguardia


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del corpo d'armata" aggiunse 35 • Poi alle 9,40, dopo un colloquio con Tellera, decise di avviare il nucleo Allegri ed il 10° bersaglieri ad Agedabia. Della Bona si affrettò a spedire un messaggio al col. Moricca, comandante del 10° bersaglieri: "At modifica ordini precedentemente impartiti at nucleo Allegri. D'ordine Comando armata 10° bersaglieri con nucleo Allegri deve trasferirsi subito ad Agedabia. Raccomando attuazione misure sicurezza da offese aeree" 36.

Non bastava. Poco dopo Tellera fece chiamare Della Bona. 37 e, all~ presenza di Cona, ribadì l'ordine precisandogli di assumere il comando della difesa di Agedabia, con i due reparti fronte a nord-est, ma "rispettando la difesa in atto del colonnello Aimone-Cat e le funzioni di sua particolare attribuzione" 38 • I raggruppamenti Moech e Colpani dovevano essere pronti a partire da mezzogiorno su ordine che sarebbe stato impartito direttamente dal Comando d'armata ai due comandanti. Della Bona lasciò Bengasi con il proprio capo di Stato Maggiore ed arrivò a Ghemines prima di mezzogiorno 39 . I reparti erano pronti. Vistili partire mosse a sua volta, risalì l'autocolonna ed alle 14,45 superò il nucleo Allegri. Alle 15 giun~e ad Agedabia, ove trovò il col. Moricca che, d'iniziativa, aveva preceduto il reggimento. Conviene soffermarsi su alcuni aspetti molto significativi dell'azione di comando in generale. Premesso che sicuramente tutti i protagonisti hanno ritenuto di possedere un motivo più che valido per agire come hanno agito, senza alcun dubbio il quadro complessivo appare difficilmente accettabile. Il primo ordine del gen. Cona (ore 8) di trasferire subito il nucleo Allegri da Ghemines a Solluch non sembra sia stato eseguito con molta sollecitudine, visto che il successiyo (ore 9,40) trovò il nucleo ancora a Ghemines. Per contro il secondo ordine fu reiterato personalmente dal comandante dell'armata, probabilmente per ampliarne il panorama, ma Tellera - almeno secondo il rapporto di Della Bona - non soltanto sorvolò proprio sulla questione di competenza del Comando d'armata: armonizzazione dei compiti già assegnati al col. Aimone-Cat con la difesa di Agedabia in funzione della sicurezza della ritirata, ma, peggio ancora, nulla disse circa la minaccia su Antelat. Inoltre avocò a sé la decisione di far partire i due raggruppamenti di artiglieria, senza nemmeno spiegarne il motivo. •


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Quale era il compito della piccola colonna che doveva precedere il corpo d'armata? Secondo gli ordini conosciuti sembrerebbe trattarsi semplicemente di raggiungere presto Agedabia per rinforzarne la difesa. Secondo Cona, invece, essa avrebbe dovuto disimpegnare anche la funzione di avanguardia rispetto alle rimanenti truppe dell'armata 40 • Il gen. Della Bona, dal canto suo, non fece cenno della cosa nella relazione che compilò sugli avvenimenti del 5 febbraio, ma più tardi, in una lettera indirizzata al gen. Roatta , spiegò - indirettamente - perché non avesse prescritto al col. Moricca misure di sicurezza contro offese terrestri. A suo avviso, esplorazione e sicurezza terrestri non potevano esplicarsi che sulla rotabile in quanto gli automezzi impiegati (Fiat 326 e Lancia 3 Ro) erano inadatti a muovere fuori strada con una certa speditezza e, d 'altra parte, "si trattava di far presto per arrivare ad Agedabia prima che vi arrivassero gli Inglesi e non si poteva perciò subordinare la velocità di marcia dell'autocolonna ad una lenta e metodica esplorazione". A corredo di tale tesi, Della Bona affermò che l'unica informazione sul nemico ricevuta dal Comando del XX corpo il mattino del 5 concerneva la presenza di un centinaio di autocarri avvistati proprio quel mattino dall'aviazione nella zona di Msus. I Comandi della sa a rmata e del XX corpo, invece, erano a conoscenza fin dal pomeriggio del 4 dell'arrivo di elementi corazzati a Msus e di movimenti iniziati verso ovest (Sceleidima) e sud-ovest (Antelat), notizia particolarmente importante. La questione appare certamente poco chiara ma, non approfondita a suo tempo, non può essere r isolta adesso. Sta di fatto che la colonna non si ritenne avanguardia di un grosso che l'avrebbe seguita durante il ripiegamento. La mancanza di ordini precisi e la probabile convinzione che fosse da scartare la possibilità pratica di una consistente minaccia avversaria da oriente indussero inoltre il gen. Della Bona a sentirsi, almeno per il momento, esentato dal dover seguire di persona la colonna. Lo stesso dispaccio inviato al col. Moricca: "( ...) J(J" bersaglieri con nucleo Allegri deve trasferirsi subito ad Agedabia" potrebbe far ritenere che egli intendesse affidare la responsabilità del trasferimento al comandante del reggimento. Se questa era l'intenzione, venne assai mal tradotta in ordini. Abbiamo visto come Della Bona abbia fatto sentire la sua presenza sino a partenza avvenuta ma vedremo come non esisterà più alcun contatto di sorta tra le due unità in marcia ed in combattimento. Il movimento anticipato del Comando del 10° bersaglieri, poi, lasciò senza testa la colonna, né risulta che il gen. Della Bona sia intervenuto in merito. L'assenza di commenti nel suo rapporto al fatto di trovare ad Agedabia il col. Moricca sembrerebbe


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confermare l'affermazione di quest'ultimo di aver preceduto il reggimento su beneplacito del superiore. In definitiva i battaglioni, incolonnati sull'unica strada, privi di collegamento radio con il nucleo Allegri, procedettero verso sud come per un trasferimento logistico, senza preoccupazioni dj incontro col nemico. Poco prima delle 15 Tellera segnalò la situazione delle truppe alle 14,30 al Comando Superiore in termini tranquillizzanti: "Gruppo Allegri et 10° bersaglieri nei pressi di Agedabia. Gruppo Moech et gruppo Colpani zona Ghemines pronti a muovere. Gruppo Pasquali presso Bengasi. Truppe Bergonzoli con brigata corazzata jniziano ripiegamento da Regima. Situazione ancora buona".

Per l'esattezza, a quell'ora il nucleo Allegri era ad una quarantina di chilometri da Agedabia ed il 10° bersaglieri a circa cinquanta. Il fonogramma era dunque ingiustificatamente impreciso oppure ingiustificatamente ottimistico. Lo scollamento tra apprezzamento degli eventi e realtà non poteva essere più vistoso. Il nemico aveva raggiunto il campo di battaglia (specchio alle pagine seguenti). Come si è detto, O'Connor contava di riprendere l'avanzata tra il 1O e il 12 febbraio. Già il 1° febbraio la ricognizione aerea gli aveva segnalato movimenti da Barce e da Berta verso ovest, ma era incerto sul loro significato: si trattava di un ripiegamento del solo settore costiero o del preludio ad una ritirata generale? Fu ne l pomeriggio del giorno seguente che ulteriori informazioni lo indussero a pensare ad una ritirata su scala assai maggiore di quantq fino allora si fosse creduto. Si pose allora tre interrogativi pressanti: poteva permettersi il lusso di attendere i due reggimenti carri della 23 divisione corazzata? i mezzi della 73 divisione corazzata potevano essere lanciati attraverso 300 chilometri di terreno desertico? e, in caso affermativo, come poteva rifornire la divisione? O'Connor non esitò a lungo: la 7a corazzata sarebbe andata avanti finché fosse stata in condizioni di procedere. Quanto ai rifornimenti, le px;ime autocolonne caricate a Tobruk stavano arrivando a Mechili e, tutto sommato, riteneva di poter contare su quattro o cinque giornate di autonomia. La stessa sera del 2 il gen. Creagh ricevette il preavviso ed il mattino successivo l'ordine di operazioni per raggiungere Msus, nonché, appena la situazione logistica lo avesse permesso, Soluch e Ghemines. Il compito era chiarissimo: bloccare tutte le forze italian e a nord di dette località, impedendo, nel contempo, qualunque tentati~o di rompere l'accerchiamento da sud.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SEITENTRIO NA LE

ORDINE DI BATTAGLIA DEL XIII CORPO BRITANNICO ALLA DATA DEL4FEBBRAIO

Comando XIII corpo (ten. gen, R.N. O'Connor) 7a divisione corazzata (magg. gen. M. O'Moore Creagh):

4a brigata corazzata (brig. J.S.L. Caunter): 3°ussari 7°ussari 2° RoyalTanks una batteria controcarri una batteria da campagna 7a brigata corazzata (brig. H.E. Russe!): 1° Roya[Tanks una sezione da campagna Gruppo di sostegno (brig. W.H.E. Gott): I btg. King's Royal RifleCorps I btg. francese motorizzato due squadroni dell' 11° ussari 1° artiglieria a cavallo (da camp.) una batteria controcarri una batteria contraerei

Unità divisionali: 11 ° ussari (meno due squadroni dei King's Dragoon Guards) II btg. Rifle Brigade 4° artiglieria a cavallo (da camp.) 2° squadrone genio 141° parco campale 6a divisione australiana (magg. gen. I.G. Mackay): 17a brigata fanteria (brig. S.G. Savige): 2/5° battaglione 2/6° battaglione 2/7° battaglione I btg. Cheshire Regiment


LA RITIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

19" brigala fantc:ria (brig. H.C.H. Roberlson): 2/4° ballaglione 2/8° battagl ione 2/9° bauaglionc: I btg. Ro_val Northu111berla11d Fusiliers una batteria da campagna una batti.:ria controcarri una batteria contraerei un a compagnia g,mio 16" briga ta fanleria (brig. A.S. Alleo} a Tobruk: 2/ r batlaglionc! 2/2° bauaglionc: 2/3° battaglione una batteria controcarri una compagnia g,mio Uni tà divisionali: 51 ° arliglieria da campagna brit . tre ballc:ric: pes . camp. bril. una ba11eria con1rocarri brit. una balleria contraerei brit. 1° artiglier ia aus lraliano 2° artiglieria australiano 3° artiglieria aus lraliano una compagnia genio australiana una compagnia parco comunale auslraliana uno squadrone 11 ° ussari 6° reggimenlo cavalleria aus traliano 7° Royal Tanks (solo persona le a Tobruk) IO" Royal Tanks (falsi carri)

Supporti di corpo d'armata: I04° arliglieria a cavallo (da camp.} una balleria contraerei u-e compagnie genio Aviazione di cooperazione con l'esercito: 6° e 208° squadrone Royal Air Force 5° squadrone Royal Australian Air Force .

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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONA LE

Dal canto suo, la 6a divisione australiana, l'altro braccio della tenaglia, doveva imprimere alla propria avanzata il massimo slancio. L'attività di quel giorno fu frenetica. La ricognizione aerea confermò il deflusso italiano dal gebel e localizzò sia autocolonne dirette verso Bengasi sia formazioni corazzate (la brigata Babini) nella zona di Barce, indirizzando su di esse l'intervento dei Blenheim. Mentre l'abbandono degli aeroporti della Cirenaica occidentale aveva portato inevitabilmente all'assenza dell'aviazione italiana dal cielo della battaglia, squadriglie di Wellington di base a Malta avevano bombardato il porto di Tripoli e la base di Castel Benito. Il commodoro Collishaw poteva così impiegare anche i gruppi di caccia sui resti della 10a armata. Intanto, per fornire appoggio diretto alla 7a divisione corazzata, ordinò il trasferimento a Mechili di tysander e di Hurricane tratti dal gruppo di cooperazione con l'esercito. · Il 4 febbraio O'Connor, che aveva appena portato il proprio Comando a Mechili, si recò a Tmimi per parlare con Wavell, giunto in aereo dal Cairo. Gli espose il proprio pensiero e ne ricevette l'incondizionata approvazione. All'alba di quel mattino era cominciato l'ultimo atto della campagna. Due squadroni dell'l1° ussari ed uno del King's Dragoon Guards, testé arrivato dalla zona del Canale, aprivano la marcia su un terreno che di proposito. non era stato in precedenza riconosciuto per timore di attirare l'attenzione italiana. E quel terreno era veramente difficile, almeno per i primi 80-100 chilometri: spuntoni di rocce affioranti e r ipide pareti di uidian erano tali da provocare non soltanto una certa lentezza di movimento ma altresì avarie ai veicoli. Quando, più tardi, O'Connor seguì la divisione, vedendo continuamente mezzi fermi ai lati della pista, gli sfuggì una domanda ansiosa: "Mio Dio - chiese al gen. Dorman-Smith, che lo accompagnava - .credetechecelafaremo?" 41 . Dietro alle autoblindo procedeva la 4a brigata corazzata con 50 cruisers e 95 carri leggeri, poi l'artiglieria ed il II battaglione della Ri-fle Brigade. Alle 15 lo squadrone di testa raggiunse Msus, poi, mentre il King's Dragoon Guards si fermava in posto, gli ussari proseguirono su Antelat. All'alba del 5 l'intera 7a divisione corazzata si trovava concentrata poco ad oriente di Msus. Ormai sempre più chiara appariva l'intenzione di G~aziani di evacuare la Cirenaica ed O'Connor incitò Creagh ad accelerare al ' massimo l'avanzata per tagliare la ritirata italiana. Creagh decise allora di affidare il compito ad un piccolo complesso tattico interamente ruotato e perciò più veloce dei reparti corazzati. Quindi, dopo aver ricevuto


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ulteriori notizie dalla· ricognizione aerea di colonne in movimento da Bengasi a Ghemines, prese una seconda decisione: di spostare il grosso della divisione su Antelat per sbarrare la rotabile all'altezza .di quella località, lanciando verso Sceleidima-Soluch solo il gruppo di sostegno e la 7a brigata corazzata. Fu la mossa determinante per il successo inglese ed il dramma della 10a armata. La fotza di intercettazione praticamente si costituì quel mattino ad Antelat, quando i due squadroni dell'11° ussari furono raggiunti dallo squadrone del King's Dragoon Guards, dal II battaglione della Rifle Brigade, dal 4° artiglieria a cavallo e da due batterie controcarri del 106° artiglieria a cavallo, cioè, in definitiva, da quasi tutti i reparti divisionali. Essa assunse la denom.inazione di Combeforce, dal nome del comandante dell'l1° ussari, e ben presto avrebbe dato ottima prova di sé. Verso le 12,40 la prima pattuglia proveniente da Bir er Ramtia raggiunse la via Balbia più o meno al km 37 e segnalò "scarso traffico". Alle 14 circa una compagnia fucilieri si dispose a materiale sbarramento della rotabile, mentre gli ussari si tenevano fuori strada per impedire l'aggiramento del blocco. Il resto dei fucilieri formò uno schermo allo schieramento dell'artiglieria. Evidentemente, all'inizio gli ussari non vollero svelarsi: fra i pochi automezzi in circolazione lasciarono passare la vettura del gen. Della Bona; visto però sopraggiungere un reparto di una certa consistenza (il nucleo Allegri) ed essendo segnalato l'affluire di una autocolonna di maggiore entità (il 10° bersaglieri), aprirono il fuoco. Il nucleo Allegri reagì e passò senza alcuna difficoltà. Probabilmente proprio per questo non ebbe dubbi sulla sicurezza del retrostante 10° bersaglieri, di cui costituiva avanguardia, e proseguì su Agedabia. I resoconti sono vaghi e discordanti su ore e fatti. Il gen. Della Bona affermò nella sua relazione: "Alle ore 14.45 circa sorpassai, verso il km 30, il ten. col. Allegri (. ..). Mi fermai a conferire col ten. col. poi proseguii. Alle ore 15 circa giunsi ad Agedabia", però nel messaggio telegrafato al Comando XX corpo alle 16 scrisse: "Autoblindo awersarie fatto azioni di disturbo su rotabile verso km 35 ore 15,30 circa. Gruppo Allegri intervenuto habet catturato una autoblindo e iue prigionieri" 42 • Ora, il km 35 è più a nord del punto in cui aveva avuto luogo il colloquio predetto, perciò il contrasto fra le due segnalazioni è lampante. Si può prendere per buono il dispaccio, ma non per l'ora. Infatti la relazione precisa che il ten. col. Allegri si presentò ad Agedabia alle 15,30. In sostanza, tenendo conto anche delle testimonianze di partlbritannica, il breve combattimento del


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LE OPERAZlONJ IN AFRICA SETTENTRIONALE

nucleo Allegri dovette aver luogo ne·i pressi del km 37, dove la pista di Bir er Ramtia si innesta nella via Balbia, fra le 14,30 e le 15, prima cioè che lo sbarramento inglese avesse assunto consistenza (schizzo n. 24). Ad Agedabia il gen. Della Bona aveva naturalmente preso subito contatto con il comandante del territorio sud-cirenaico, col. Aimone-Cat, la cui giurisdizione si estendeva anche sui presidi di Gialo, Marada ed el-Agheila. Qualora non avesse ricevuto rinforzi, egli spiegò, doveva sgomberare tutti e ripiegare su Sirte. Poi fornì alcuni ragguagli sulla situazione locale. Gli ultimi apparecchi della R. Aeronautica avevano lasciato il campo nella tarda mattinata diretti in Tripolitania, però un ghibli, levatosi poco prima di mezzogiorno per una ricognizione verso nord-est, aveva riferito che i mezzi bri-. tannici nella zona di Antelat erano numerosi "come le formiche". C'era di che preoccuparsi seriamente per la difesa di Agedabia e per la sicurezza della colonna tuttora in movimento. Circa il primo punto Della Bona dette alcune istruzioni al col. Moricca per il dispositivo da assumere a suo tempo; per il secondo, stranamente, non mostrò allarme, come non ne palesò quando, alle 15,25, venne avvertito che un bersagliere motociclista aveva comunicato di aver sentito sparare sulla via Balbia. "Non diedi peso alla cosa" ammise. Poco dopo però arrivò il ten. col. Allegri e questa volta, di fronte alla notizia della sicura presenza britannica sulla litoranea, egli ordinò di rimandare verso nord, incontro al 10° bersaglieri, un'aliquota del nucleo, tenendo il rimanente a disposizione nell'abitato. Infine ribadì per iscritto le disposizioni già impartite al col. Moricca 43 . Sembra che questi abbia sollevato difficoltà che mi disse avrebbe comunicato direttamente all'armata, perciò alle 16,30 Della Bona consegnò a Moricca un nuovo e più formale fonogramma, appellandosi addirittura ;:tgli ordini di·Tellera 44 • L'episodio è molto significativo del senso di provvisorietà di dipendenza e di incertezza che il ricorso continuo a complessi tattici di formazione frequentemente modificati, la carenza di rispetto per le prerogative gerarchiche e la scarsa precisione degli ordini avevano ingenerato nei reparti, in un momento già di per sé difficile e quando attorno alle unità ancora alla mano si stava delineando un penoso clima di disordine se non peggio. In merito lo stesso Della Bona fu sufficientemente eloquente . Dopo aver accennato all'allungamento subito dalla propria colonna durante il movimento da Ghemines, allungamento dovuto a misure di sicurezza antiaerea ma "accentuato dai numerosi autocarri militari e civili che sulla rotabi-


Schizzo n. 24 BEDA FOMM LA SITUAZIONE ALLE ORE 15 DE L 5 FEBBRAIO


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LE OPERAZlONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

le filavano caoticamente verso sud" egli scrisse: "Il Comando della 10a armata, constatato che le fanterie, nelle condizioni in cui erano, non potevano reggere all'urto delle masse meccanizzate nemiche, aveva deciso di sgomberarle sulla Tripolitania, senza farle concorrere alle azioni tattiche di ripiegamento. Perciò, dopo il trasferimento eseguito in due tappe - sotto l'implacabile mitragliamento aereo - da Bir Gandula (Slonta) a Barce, le aveva fatte trasportare in treno da Barce a Soluch, da dove con autocolonne avrebbero dovtlto essere avviate su Sirte. Ma mancando autoreparti organici, il movimento si effettuò solo in parte e in modo inorganico e disordinato. Quando io giunsi ad Agedabia parte di tali truppe erano già passate; qualche autocarro carico fino all'inverosimile di elementi disgregati ed eterogenei era in sosta nella piazza. Altre aliquote erano in viaggio a nord di Agedabia, mentre la massa era ancora ferma a Soluch, per mancanza di mezzi di trasporto. Mi preoccupai di togliere dal presidio ogni elemento atto a creare confusione o ad incrinare la resistenza che avrei dovuto opporre in posto con le truppe ai miei ordini. Feci perciò subito sgombrare gli elementi'scossi, stanchi, disorganizzati e in parte disarmati che erano in sosta ad Agedabia, avviandoli verso sud, come da intendimento della 10a armata. Tali elementi, riordinati, servirono poi per l'organizzazione del caposaldo d i Homs" 45 •

Nell'incertezza di quel momento il nucleo informazioni del Comando armata, già ad Agedabia, avverti che secondo intercettazioni alcune pattuglie dell'l 1° ussari avevano raggiunto la litoranea. Poco più tardi l'aliquota del nucleo Allegri, uscita prima delle 16 incontro al 10° bersaglieri, rientrò portando la notizia che l'autocolonna era stata attaccata e che non era stato possibile raggiungerla. Della Bona, allora, ordinò al ten. col. Allegri di raccogliere tutto quello che gli era rimasto del nucleo, compreso UQ carro M 13, unico esistente in posto, e risalire verso nord per chiarire la situazione e per cercare di rompere il blocco. Fu questo il solo tentativo, effettuato in due successivi tempi, di portare aiuto al 10° bersaglieri. La sorte del reggimento fu triste. Si ignora a quale distanza seguisse l'avanguardia, ma si può supporre un intervallo di tempo non inferiore ad un quarto d'ora, diversamente avrebbe serrato sul nucleo Allegri durante il breve scontro verificatosi verso il km 37. Esso apparve al nemico come apparentemente ignaro della possibilità di un attacco. Il preciso fuoco di fila dei cannoni e delle mitragliatrici della Combeforce che si scatenò sul battaglione di testa, il


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XXIV, fece rapidamente il vuoto. Il battaglione, caduto il comandan-

te, si ridusse ad una sessantina di uomini. Gli altri erano morti o feriti, sbandati o catturati. Gli automezzi, distrutti o in fiamme, giacevano sulla rotabile e qua e là fuori strada. Poco dopo sopraggiunse il resto della colonna: i battaglioni XXXV e XVI con i repar:ti di accompagnamento. Malgrado la sorpresa, allorché il nemico riprese a sparare la reazione fu rapida e deciso il tentativo di forzare lo sbarramento. Il comandante del XXXV battaglione, ten. col. Pisciotta, che aveva assunto il comando del reggimento, fece mettere piede a terra agli uomini e cercò di aprirsi un varco ad ovest della via Balbia. Senonché il comandante del .II battaglione della Rifle Briga.dei accortosi della mossa, portò sulla sinistra della compagnia schierata attraverso la strada una seconda compagnia di sostegno ed i bersaglieri vennero a cadere sotto un efficacissimo fuoco di fanterié} mentre i pezzi inglesi continuavano a tempestare sugli autoqiezzi della colonna. Intanto alle 15,30 Tellera aveva deciso il ripiegamento del grosso e ordinato a Cona di avviare verso sud" a tutta velocità" i raggruppamenti Moech e Colpani e poi il gruppo Pasquali. Anche la colonna Bignami, che alle 15 aveva comunicato di essere a contatto con pattuglie avversarie, venne passata alle dipendenze del XX corpo. Cona, dunque, dispose che i raggruppamenti di artiglieria predetti partissero alle 16 e che il gen. Bignami tenesse Sceleidima sino alle 20, poi ripiegasse per Soluch su Agedabia coprendosi le spalle. Le truppe di Bergonzoli, in retroguardia, dovevano abbandonare Bengasi con gli ultimi elementi alle 19,30. Fu così che alle 17 circa la colonna Colpani-Moech, nella quale si erano inseriti autocarri ed autobus carichi di militari e civili, raggiunse il 10° bersaglieri, ormai in crisi. Qualche batteria riuscì a prendere posizione ma molte trovarono difficoltà a districarsi dall'imbottigliamento che si era creato. Si aggiunga che mancando un'organica direzione della lotta ogni comandante dovette agire di iniziativa. Dopo una mezz'ora di combattimento, il ten. col. Combe chiese l'intervento della 4a brigata corazzata nella zona di Beda Fomm, una ventina di chilometri più a nord. Il gen. Caunter, giunto alle 16,30 ad Antelat, ordinò immediatamente l'intervento del 7° ussari rinforzato da uno squadrone di cruisers del 2° Royal Tanks. L'unità si precipitò lungo la pista di Beda Fomm ed alle 18 irruppe sulla scena press'a poco all'altezza della coda della lunga colonna in ritirata. Nonostante l'indubbio disordine esistente nelle file italiane, l'arrivo del 7° ussari fu tempestivo perché sollevò il gruppo Combe


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

I

da una pressione che si faceva crescente e pericolosa. L'imperversare dei carri inglesi, che muovevano su e giù, parallelamente alla strada, sconvolse la residua aggressività. Solo il cader della notte, introducendo una lunga pausa nel combattimento, consentì un certo riordino. Alle 17,30, dopo aver dato istruzioni e consegne alle autorità civili e religiose di Bengasi, i Comandi dell'armata e del XX corpo lasciavano la città, del tutto all'oscuro di quello che stava succedendo sulla via Balbia, tra i km 60 e 40. Fu alle 19 cht! alcuni ufficiali del Comando divisione Sabratha, tornati indietro, avvertirono il gen. Cona della sorte del 10° bersaglieri. I due Comandi fecero una breve sosta a Ghemines per valutare la situazione, poi ripresero la marcia. Immediatamente apparvero i primi segni del negativo svolgersi degli avvenimenti: una serie di autoveicoli stracarichi di militari e civili che, già diretti ad Agedabia, avevano invertito il cammino per sottrarsi all'accerchiamento. Oltrepassato, poi, il gruppo Pasquali all'altezza di Sidi Ahmed el-Magrum e procedendo tra diecine di carcasse di veicoli in fiamme o abbandonati, verso le 20,30 Tellera e Cona raggiunsero il km 55. Qui si arrestarono contro la coda del raggruppamento Moech, fermo sulla rotabile da circa tre ore perché il col. Colpani si era trovato coinvolto nella mischia. Il gen. Cona cercò di farsi un'idea della situazione. Notizie sul nemico non ne aveva ma arguiva si trattasse di una grossa aliquota del "corpo corazzato" che il S.I.M. aveva dato come presente. Possibilità di sfondamento francamente non ne apparivano in quelle circostanze. Il 10° bersaglieri era semiscomparso, i due raggruppamenti di artiglieria si trovavano imbottigliati sulla rotabile, il morale delle truppe era decisamente depresso, tra reparti ed elementi di varia provenienza esisteva una grande confusione, tutto insomma induceva a considerare con scarsa fiducia un'azione di forza, specie se non manovrata. Però qualcosa bisognava fare e, a suo avviso, forse c'era una buona carta da giocare: parte del presidio di Agedabia poteva effettuare una puntata verso nord all'alba del giorno successivo. Il fattore sorpresa poteva concedere quello che non poteva dare il fattore forza. Invero il tentativo era più bas~to sulla disperazione che sul calcolo. Da Agedabia, di cui si conosceva l'entità del presidio e lo schermo tenuto verso Antelat, non si poteva pensare di veder giungere che il nucleo Allegri (di cui era ignota la consistenza residua) leggermente rinforzato: veramente poco. Ad ogni modo era un tentativo da non trascurare. Senonché, mentre si concretavano le modalità esecutive, perve-


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niva la notizia ché i reparti di Agedabia avevano iniziato il ripiegamento in seguito ad ordine del Comando Superiore. Tale ripiegamento dette origine a durò commento da parte del gen. Cona: "Sull'autenticità dell'ordine del Comando Superiore di ritirata nella Sirtica sono stati espressi fondati dubbi in quanto tale ordine, richiesto più tardi sia.al Comando Superiore sia al Comando presidio di Agedabia non fu mai esibito". Per certo risulta che Graziani - informato dal Comando d'armata della presenza inglese ad Antelat, dell'ordine impartito da Tellera a l col. Aimone-Cat di mandare un forte distaccamento ad Antelat e della situazione alle ore 14,30 (definita da Tellera ,"ancora buona")- orientò il comandante del territorio sudcirenaico sul probabile obiettivo avversario, la litoranea, e gli ordinò di prendere tutte le misure del caso, sorvegliando attentamente le provenienze da nord e da nord-est. · Il gen. Della Bona, dopo aver rimandato incontro al 10° bersaglieri il nucleo Allegri, stava ricevendo informazioni che facevano pensare al peggio. Alle 19,30 un ufficiale del genio aeronautico riferì che tutta la Balbia tra il km 70 e il km 30 era occupata dalle autoblindo inglesi e che per passare aveva dovuto gettarsi sulla pista lungo la costa. Poco più tardi arrivarono altri ufficiali con alcuni automezzi ed informarono che una cinquantina di autoblindo, sbucate d'improvviso a poche diecine di metri dalla strada, avevano aperto un fuoco violento contro la colonna servizi della divisione Sabratha,' nonché corriere civili e mezzi dell'aeronautica. Alcuni veicoli, usciti di strada verso il mare ad una quarantina di chilometri da Agedabia, erano rientrati sulla litoranea verso il km 30 riuscendo ad arrivare ad Agedabia. Alle 21 circa un'intercettazione radio rivelava che ·gli inglesi avevano già catturato più di un migliaio di prigionieri. Infine rientrò il ten. col. Allegri comunicando di essere risalito sino al km 40 senza aver trovato più nulla, né italiani né inglesi, salvo carcasse di autocarri. È estremamente dubbia l'esattezza dell'indicazione "km 40" perché in quella zona erano schierate le batterie a cavallo nemiche, comunque Della Bona rite1me ormai esaurito il proprio compito e lasciò che il col. AimoneCat "si regolasse secondo gli ordini ricevuti dal Superiore Comando". Graziani venne a conoscenza della cosa da un telegramma spedito da Aimone-Cat il mattino del 6: "Intercettazioni nemiche davano ore 20 notizia cattura molti cannoni e armi. Ultimi elementi sfuggiti, abbandonando strada verso mare, transitati Agedabia ore 22. Con i dodici autocarri a disposizione e con autocarri nuclei et squadroni è/ficienti disposto per ritiro cinque batterie su el Agheila. Agedabia


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bombardata violentemente ore 22. Iniziata marcia ore 24. Giunto e! Agheila ore 5. Gen. Della Buna giungerà .... Sirte". In un successivo rapporto, il col. Aimone-Cat precisò che verso le ore 23, vista la situazione irreparabile e dato ~he il gen. Della Bona gli aveva lasciato libertà d'azione, aveva deciso di ritirarsi, inviando a Marada il nucleo di el-Agheila in attesa delle forze di Gialo. Dal canto suo il gen. Della Bona scrisse nella sua relazione: "Prima di dare il via me ne tornai col mio solo capo di Stato Maggiore allo sbarramento posto alle prime case di Agedabia e, constatato che nulla più arrivava a nord, diedi - era passata la mezzanotte - il nulla osta alla colonna Aimone-Ca! per la partenza per el-Agheila". A parte ciò, la situazione appariva realmente assai difficile e non suscettibile di miglioramento immediato perché, tra l'altro, · l'avversario aveva la piena possibilità di manovrare fuori strada, il che gli conferiva un forte vantaggio tattico. Per di più - giova ripeterlo - una moltitudine di~ordinata e spaventata di militari di enti diversi e di civili si era mescolata alla colonna in ripiegamento, provocando confusione e difficoltà: erano militari appartenenti alle più svariate unità, alle compagnie lavoratori ed ai servizi di Intendenza; era personale dell'aeronautica e della marina; erano uomini, donne e bambini fuggenti da Bengasi; era, diciamo anche questo, il risultato di una cattiva organizzazione della ritirata. Verso le 22 (schizzo n. 25), mentre in testa alla colonna alcune batterie fuori strada svolgevano azioni di sbarramento e di arresto, il gen. Cona inviò ordine ai generali Bergonzoli e Bignami di mandare subito avanti un battaglione carri M 13 o, quanto meno, una compagnia. Tellera approvò e prescrisse che se i carri fossero giunti prima delle 4 del mattino si sarebbe attaccato all'alba per aprirsi un varco; in caso contrario si sarebbe assunto un dispositivo di fermata protetta. Detto dispositivo veniva attuato a partire dalle 3,30. Il gen. Bignami, che nel tardo pomeriggio aveva respinto qualche puntata di pattuglie inglesi, alle 20,30 aveva sgomberato Sceleidima e, superata Soluch - anch'essa ormai evacuata - raggiunto verso mezzanotte Ghemines. Immessosi subito sulla litoranea, si accodò al gruppo Pasquali. Però aveva seco\;oltanto il battaglione mitraglieri ed il gruppo di artiglieria: il XXI battaglione carri medi, l'elemento più prezioso, era stato lasciato a sé stesso, su precise disposizioni superiori ricevute a suo tempo, a cagione della sua limitata velocità. Cosicché i carri di Bignami giunsero a Soluch alle 4 ed a Ghemines alle 6. Quanto al gen. Bergonzoli, la sua


Schizzo n. 25 BEDA FOMM LA SITUAZIONE ALLE ORE 22 DEL 5 FEBBRAIO

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LE OPERAZIONI I N AFRICA SETTE NT RIONALE

colonna si era messa in ·marcia al tramonto: il raggruppamento Piana, il gruppo Ferrara e la brigata corazzata 46 da el-Abiar; il Comando della Retroguardia Libia Orientale da Benina; il gruppo Crucillà ed il VI battaglione carri medi da Bengasi. Il ripiegamento lungo la pista el Abiar-Benina era reso difficile soprattutto dai tornanti in corrispondenza del gradino di Regima, ov·e il breve raggio di curvatura obbligava le artiglierie a lunghe e complicate manovre. Stante il disordinato esodo che il frettoloso abbandono di Bengasi aveva provocato, Ghemines fu raggiunta alle 22 dal gruppo Crucillà ed alle 23 dal VI battaglione carri. Le due unità si disposero ad oriente dell'abitato per proteggere il ripiegamento del raggruppamento Bignami da Sceleidima. Passato questo, a mezzanotte, e ricevuto da Cona l'ordine di far subito proseguire i reparti corazzati, Bergonzoli, fino allora privo di notizie, avviò Crucillà ed i carri e rimase ad attendere il raggruppamento Piana, che arrivò verso le 2, e la brigata corazzata ed il gruppo Ferrara, che giunsero alle 10. Da parte britannica, al calar delle tenebre la Combeforce era· sempre schierata attraverso la via Balbia all'altezza di Sidi Gibrin; una quindicina di chilometri più a nord il 7° ussari rinforzato stava sistemandosi in agguato, mentre il resto della 4a brigata corazzata era in movimento verso Beda Fomm; parte del gruppo di sostegno era in attesa di attaccare Sceleidima e la 7a brigata corazzata, cambiata direzione di movimento, puntava quanto più rapidamente possibile su Antelat, comprendendo che anche i carri più logori avrebbero trovato utile impiego il mattino successivo. L'inconveniente maggiore consisteva nella scarsità di carburante. I serbatoi di tutti gli autoveicoli italiani catturati vennero vuotati e perfino i trattori delle batterie a cavallo dovettero cedere la benzina ai mezzi corazzati e blindati. Durante la notte ebbe luogo un rifornimento ma non fu detto quando sarebbe stato possibile il successivo. Nonostante l'euforia per il favorevole esito dello scontro iniziale non era diminuito lo stato di allerta della 7a divisione corazzata, che ormai si aspettava di vedere affluire i resti della 10a armata. Infatti, mentre era ancora in corso lo sgombero di molte centinaia di prigionieri (civili compresi) verso Antelat o in recinti provvisori, era stato avvistato il raggruppamento Colpani. Questo abbozzò un tentativo di reazione, benché lo spettacolo dei caduti e dei mezzi e materiali distrutti o in fiamme fosse sconfortante, ma l'intervento del 7° ussari e di uno squadrone del 2° Royal Tank Regimen,t, che avevano preso a scorrere su e giù a fianco della via Balbia infliggen-


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do perdite e seminando disordine, presto spense ogni velleità. In prossimità della rotabile, all'incirca all'altezza del km 52, si trovava il Rus Ben Hagen, un rilievo allungato ma tondeggiante denominato dagli inglesi the Pimple (il Foruncolo) e poco più lontano una collinetta con una bianca tomba, Sidi Ahmed Bu Lteief, chiamata dagli inglesi the Mosque (la Moschea). Il Pimple consentiva una buona osservazione sul tratto adiacente alla via Balbia che lo attraversava sulla sinistra e per questo fu al centro di aspre lotte. Invece la fascia di terreno circostante era sabbiosa e pianeggiante ma con ondulazioni che davano una certa copertura ai mezzi cingolati di entrambe le parti senza peraltro costituire ostacolo al movimento. · Allo scopo di alleggerire la pressione sulla Combeforce, Caunter risolse di costituire un nuovo sbarramento appoggiato al Pimple. Un'aliquota del 2° Royal Tanks, lo squadrone A già sul posto, si dispose a "scafo sotto" sul rilievo, fronte alla via Balbia, mentre il 7o1 ussari con un cruiser e 29 carri leggeri si portava ancor più a nord per individuare la coda della colonna, cosa, in verità, poco agevole dato il frammìschiamento di reparti e di mezzi. Nella notte buia, agitata da forti raffiche di vento proveniente dal mare e da scrosci di pioggia battente, il tempo scorreva lentamente senza che dall'una o dall'altra parte si cercasse d_i riaccendere il combattimento. Non sopportando più l'impazienza che lo tormentava, il gen. Tellera decise di tornare con la propria vettura verso Ghemines per sollecitare personalmente l'arrivo degli M 13. Trovò il VI battaglione, ma 'ovviamente non poté raggiungere il XXI. Alle 7,30 era dì ritorno al km 55, ove sostava il gen. Cona. I due generali . discussero brevemente, poi Tellera volle rinnovare il tentativo dì forzare il blocco col solo VI battaglione, senza attendere le rimanenti truppe di Bergonzoli, che avrebbero tardato troppo, specialmente la brigata Babini. Il 6 febbraio. Alle prime luci dì quel giorno piovoso il gen. Caunter venne avvisato che "a colossal column, packed on the road, · stretching as far as we could see", una grossa colonna nemica, serrata sulla strada, lunga a non finire, era ·ferma a sette-otto chilometri più a nord: Subito ordinò che lo squadrone A ne bloccasse la testa, il 7° ussari ne attaccasse la coda ed il 3° ussari ne minacciasse il fianco. Alle 9,30 il resto del 2° Royal Tanks arrivò a Sìdi Ahmed. Era un pò tardi. Alle 8,45 il VI battaglione carri sì era portato fuori strada dirigendosi verso il Rus Ben ifagen nella formazione a losanga.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRJONALE

A settecento metri dal rilievo, improvvisamente, la compagnia di testa vide affacciarsi sulla linea di cresta le bocche da fuoco dei cruisers in agguato. In pochi minuti otto M 13 vennero posti fuori combattimento ed altri due, subito dopo, furono colpiti di fianco ed immobilizzati mentre cercavano uno scampo. La compagnia di testa non esisteva più. Mal'attacco continuò minacciando l'avvolgimento da oriente e lo squadrone A fu costretto a ripiegare sul rilievo di Sidi Ahmed Bu Lteief. Aprì nuovamente il fuoco contro una seconda compagnia di M 13 ed ancora una volta il tiro fu micidiale: sette altri carri si arrestarono colpiti. L'abbandono del Pimple però aveva consentito lo sblocco della rotabile e la ripresa del movimento verso sud. Il VI battaglione - o meglio i suoi resti - passato in testa, procedeva in formazione aperta su un fronte di 700-800 metri, ai lati della strada; seguivano il raggruppamento Colpani, i Comandi della 10a armata e del XX corpo d'armata, poi i raggruppamenti Moech e Pasquali. La sicurezza sul fianco sinistro era affidata al XXXIV battaglione libico, che muoveva lungo un'ondulazione del terreno parallela alla rotabile. Non si deve però ritenere che la colonna avesse assunto un dispositivo improntato ad un preciso disegno tattico. Purtroppo la realtà era differente. Il VI battaglione infatti, data la bassa velocità di marcia, era stato superato subito dai mezzi ruotati; i raggruppamenti Colpani e Moech erano frammischiati; permaneva l'inserimento disordinato di gruppi di varia provenienza e la sicurezza fornita dal battaglione libico era assolutamente illusoria. Verso le 1O queste truppe raggiunsero la zona ove il 10° bersaglieri aveva cessato ogni resistenza. Non c'era più nessuno. Solo i segni della sconfitta (schizzo n. 26). Qualche ora prima, all'alba, sotto una pioggia a dirotto, i resti del reggimento avevano fatto un ulteriore sforzo con l'appoggio dei pochi cannoni d'accompagnamento e con parte dei bersaglieri ancora su automezzi. Ma la Combeforce aveva ormai avuto ampio modo di acquisire uno schieramento sufficientemente solido e, soprattutto, le sue batterie a cavallo avevano bene inquadrato il campo di 1:>attaglia. Un fuoco serrato si abbatté sul mucchio di veicoli imbottigliati e sui pezzi ancora schierati e le truppe si sbandarono. Il raggruppamento Colpani, dunque, proseguì lentamente ma bep presto dovette arrèstarsi. Tutto ciò che si trovava tra il km SO ed il km 40 fu avvolto da un t\u-bine di fuoco, che iniziando dalla testa rapidamente avviluppò anche la coda della colonna.


Schizzo n. 26 BEDA FOMM LA SITUAZIONE ALLE ORE 10 DEL 6 FE BBRAIO

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LE OPERAZIONI IN AFRICA S ETTENTRIONALE

Il brusco arresto dette luogo ad intasamenti, uscite fuori strada e confusione. Lo sbandamento di elementi non combattenti in cerca di salvezza verso il mare determinò disordine in alcuni reparti, ma qualche batteria riuscì a trarsi dall'ammassamento di mezzi ed a prendere posizione ai lati della rotabile, mentre sopravveniva il VI battaglione carri. Sappiamo che l'unità aveva già subito perdite. Essa comunque mosse decisa al contrattacco. Davanti c'era il gruppo Combe, sul fianco orientale squadroni del 3° e del 7° ussari, a tergo stava scendendo lo squadrone A del 2° Royal Tanks. In ·queste condizioni il VI battaglione carri era condannato in partenza. In breve tempo quasi tutti gli M 13 furono posti fuori combattimento. Fallito questo tentativo non rimaneva che restare in attesa dell'arrivo della brigata Babini con le altre unità di Bergonzoli. Tellera, come aveva già fatto la sera precedente, volle ancora recarsi di p~rsona a sollecitare ed indirizzare l'affluenza della sola forza idonea a risolvere la situazione; montò su un carro armato per risalire la lunga e compatta colonna immobilizzata, ma durante il percorso venne coinvolto in uno scontro e ferito mortalmente. Verso mezzogiorno il nemico riusciva a chiudere anche da tergo il cerchio di fuoco attorno allo scaglione investito. Parte del raggruppamento Pasquali ed elementi del raggruppamento Moech dirottarono allora per la pista di Zuetina, tra il mare e la litoranea. Fu questione di poco: la Combeforce non fece fatica ad arrestarli e disperderli. A cavaliere della strada alcune batterie si battevano accanitamente consumando i colpi rimasti. Una resistenza si localizzava anche attorno alla casa cantoniera del km 45, ove si erano raccolti alcuni generali e militari dei due raggruppamenti di artiglieria, molti dei quali feriti. Tale resistenza cessò verso le 14 e così si conclusero i combattimenti nella zona fra i km 40 e 45. Il nemico poté limitarsi a sorvegliare il campo di battaglia per impedire qualunque eventuale tentativo verso Agedabia. Lo squadrone A del 2° Royal Tank Regiment tornò allora verso nord, giusto in tempo (ore 11,15) per l'appuntamento con un nuovo avversario: il raggruppamento Bignami. Dopo il breve scontro sostenuto nel pomeriggio precedente a Sceleidima, Bignami si era sganciato alle 20,30 ed a mezzanotte aveva raggiunto la via Balbia, accodandosi al gruppo Pasquali. Disponeva, ora, soltanto del 111/~,0" artiglieria e di reparti minori: il XXI battaglione carri, più lènio, era rimasto indietro. Il piccolo complesso incontrò il suo destino fra i km 55 e 60. Eppure per la 4a brigata corazzata inglese il


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momento non era semplice. I pochi pezzi italiani, messi subito in posizione, avevano cominciato a sparare furiosamente contro il Pimple eliminando due o tre carri e solo il ritorno dello squadrone A nonché l'entrata in azione di una batteria da 25 libbre riuscirono ad equilibrare la situazione. Tuttavfa persisteva la grave carenza di munizioni e per coprirla Caunter ordinò al 3° ed al 7° ussari di imperversare come meglio potevano, soprattutto sfruttando i cruisers che ciascuno di essi aveva in rinforzo. Di fronte alla solita scorribanda sulla sinistra, il raggruppamento Bignami perse rapidamente coesione e si disgregò. Era adesso la volta della Retroguardia Libia Orientale. All'alba Bergonzoli aveva con sé a Ghemines gli elementi del Comando ed il raggruppamento Piana. La brigata corazzata ed il gruppo Ferrara avevano appena oltrepassato Bengasi. Ad oriente non era segnalata la presenza del nemico, da sud nessuna notizia. Alle 8 egli decise di iniziare il movimento ad andatura lenta per consentire alla brigata corazzata di serrare sotto. Alle 10 la testa della colonna aveva raggiunto il km 80, fiancheggiata a sinistra dal XXI battaglione carri provenienti da Sceleidima-Soluch. Saputo che il gen. Cona era stato attaccato, il col. Piana accelerò l'andatura. Il primo elemento che si presentò agli occhi inglesi in attesa fu un'autoblindo dell'l1° ussari. Dopo un attimo di stupore fu compreso trattasi di preda bellica e subito ed accuratamente venne tolta di mezzo. Caunter non aveva molte alternative. Lasciò che il 2° Royal Tanks operasse nel proprio ambito, sul Pimple, una perequazione di granate perforanti ed ancora incaricò il 3° ussari di attaccare il fianco della colonna ed il 7° ussari di impegnarne la coda. Le batterie del col. Piana si affrettarono a schierarsi e ad aprire il fuoco sul Pimple. Fu un tiro cosi vivace e preciso che quattro cruisers furono ben presto messi fuori uso ed il 2° Tanks indotto a ripiegare - lasciando sul campo altri tre mezzi corazzati - su Sidi Ahmed, dove nel frattempo era giunto l'attesissimo convoglio di rifornimenti. Però il peso dei cruisers si era fatto sentire gravosamente ed il XXI battaglione carri era assai mal messo. Appena apparso aveva perduto tre M 13, poi, dopo lo scontro con il 2° Tanks, er:a rimasto a fronteggiare in situazione di inferiorità le incursioni degli ussari ed il fuoco delle batterie a cavallo inglesi. Verso le 13 era pressoché annientato. Durante una pausa relativa era arrivata da sud un'autovettura con il gen. Tellera ferito 47 • Bergonzoli decise di continuare lo sforzo con in testa alcune pattuglie 4i motociclisti ed i pezzi controcarri


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

del raggruppamento Piana, in coda il gruppo Ferrara e sul fianco esposto, in doppia fila, il LV battaglione carri leggeri all 'esterno ed il III e V battaglione carri medi all'interno (schizzo n. 27). Tutti gli impedimenti ed i servizi furono invece avviati lungo la pista costiera per Zuetina. Caunter, in quelle che poi definì "thevital hoursn, aveva ripetutamente chiesto l'afflusso del 1° Royal Tank Regiment della 7a brigata corazzata, ancora ad Antelat in riserva divisionale, ma non fu accontentato tanto presto perché il reggimento, rimasto con 11 cruisers, era giunto ad Antelat con molto ritardo per difficoltà di rifornimento di carburante. Alle 14,30 il 2° Tanks, fatto il pieno· di munizioni e carburanti, cercò inizialmente di riprendere il Pimple, caduto in mano italiana, ma dopo un vano tentativo di aggiramento, si schierò a sbarramento della via Balbia un paio di chilometri a sud della collinetta. Il comandante della 4 8 brigata corazzata sentiva crescere la febbre della battaglia. A nord il 7° ussari, che finalmente aveva trovato la coda della colonna e si era gettato su di essa, era stato respinto con la perdita di alcuni carri, i cui equipaggi erano stati catturati. Il 3° ussari, che aveva impegnato il centro, visto il concentrarsi, del III e V battaglione carri, si stava limitando a mantenere il contatto. Le batterie a cavallo si trovavano in difficoltà perché il loro osservatorio era stato colpito e, per contro, l'artiglieria italiana continuava a mostrarsi avversario da tenere in serio conto. In definitiva, c'era pure la possibilità che la colonna di Bergonzoli finisse p er sfondare la barriera col suo solo peso. Anche la Combeforce, d'altronde, nutriva qualche preoccupazione: molte unità italiane avevano e~uso le linee della Rifle Brigade buttandosi attraverso le dune e scivolando rapidamente lungo la spiaggia. Ove i rivoli avessero ricevuto un coordinamento ed una guida potevano diventare un grosso problema alle spalle di Combe . Purtroppo non fu così. Ad ogni modo la risoluzione della lotta doveva venir ricercata all'altezza di Beda Fomm. Il 1° Royal Tank Regiment appena arrivato (ore 15,45) affrontò il contrattacco degli M 13 che, colti di sorpresa, piegarol)o verso il mare. Nel frattempo, tuttavia, i due squadroni del 2° Tanks erano stati forzati a retrocedere di qualche chilometro. Alle 16 una batteria a cavallo entrò in azione a Sidi Ahmed e riusci, con un tiro efficacissimo, a consentire al 2° Tanks di tornare allo sbarramento stradale presso il Pimple. Da parte italiana, il raggruppamento Piana, superato l'ingombro di una grossa massa di autoveicoli sulla strada e neile sue adiacenze, prese posizione anch'esso più o meno all'altezza della collinetta. Si aggiunsero altre batterie


Schizzo n. 27 BEDA FOMM SITUAZIONE DEL RAGGRUPPAMENTO BERGONZOLI IL POMERIGGIO DEL 6 FEBBRAIO

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LE OPE RAZIONI IN AFRICA SF.TTF.NTR IONALE

della brigata Babini ed i pezzi cominciarono a sparare a zero. Il III battaglione carri ripartì all'attacco ad ovest della via Balbia. Di fronte a tale minaccia, dopo una serie di violenti scontri, il 2° Royal Tank Regiment ripiegò al riparo di una cortina fumogena dietro a Sidi Ahmed, anche per rifornirsi di munizioni. Stavano cadendo le ombre della sera e nei ranghi della Retroguardia Libia Orientale era subentrato lo scoraggiamento. Appariva chiaro che la situazione dei resti della 10a armata - scaglionati su una profondità di quasi una quarantina di chilometri, in un caotico succedersi di mezzi imbottigliati, di materiali distrutti, di gruppi di militari e di civili, di Comandi disorientati - era disperata. Bergonzoli, considerando avvenuto l'accerchiamento delle sue unità e reputando minime le possibilità di successo di un'azione di forza sia per la tattica del nemico che riusciva ad immobilizzare senza lasciarsi agg:;tnciare, sia per l'ora ormai avanzata, si risolse a cercare una diversa via d'uscita ed inviò ai comandanti dei tre complessi ancora organizzati il seguente fonogramma a mano: "n. 88. 6 febbraio 1941, ore 17. I combattimenti di oggi mi hanno convinto che il nemico ha tagliato le comunicazioni dirette con Agedabia per la Litoranea. Ogni tentativo di raggiungere l'obiettivo per tale via resterebbe infruttuoso, come ha dimostrato il combattimento del pomeriggio. Ho deciso di raggiungere Agedabia per la pista a mare. Il Raggruppamento Piana schiererà tutte le sue artiglierie sulle attuali posizioni e aiuterà, con azione vivace contro i mezzi meccanizzati e le autoblindo nemiche, l'azione della brigata corazzata che marcerà in testa, iniziando il movimento alle ore 18. Vostra Signoria, assolto il compito, cercherà di raggiungermi per la stessa strada. Generale Bergonzolì •.

Le forze furono articolate in due blocchi. A destra, sulla pista prossima al mare, il III e V battaglione carri, una batteria da 65/17, una compagnia cannoni da 47/32 e due sezioni da 20 mm; a sinistra, sulla rotabile, il 12° artiglieria da campagna. Non è ben chiaro il concetto di impiego delle truppe, ma sembra che il blocco di destra, incontrando il nemico - e certo l'incontro era previsto, diversamente i carri non sarebbero stati immessi su questa direttrice - dovesse aprirsi la strada di forza. Il blocco di sinistra doveva invece tentare di infiltrarsi tra le larghe maglie del dispositivo inglese e procédere verso Agedabia: in altre parole, doveva affidarsi alla fortuna. Mentre il col. Piana rimaneva schierato sul Pimple per appoggiare almeno l'inizio del tentativo, i due blocchi partirono. La


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LA RJTIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

marcia di quello di destra fu oltremodo lenta per il cattivo stato della pista, l'ingombro dei servizi disseminati lungo il percorso, la pioggia ed il buio. Verso mezzanotte, dopo una ventina di chilometri, riscontrata l'esistenza di campi minati, gli elementi di testa si arrestarono. Erano giunti davanti alle posizioni tenute dalla Combeforce. Le incognite della situazione e del terreno, i risultati incerti e contraddittori dell'esplorazione ravvicinata indussero Bergonzoli ad attendere l'alba per affrontare con maggiore cognizione di luogo e di cose l'avversario (schizzo n. 28). Il 12° artiglieria aveva avuto l'ordine da Babini di "mantenere collegamento" con i carri, ma il suo comandante, col. Grande, molto opportunamente ritenne preferibile "affiancare" l'azione dei corazzati. Prese dunque il controllo diretto della batteria da 20 e con nove mitragliere in linea effettuò un'ampia conversione, puntando contro i carri leggeri inglesi, appoggiato dal gruppo da 100 del reggimento che nel frattempo si era schierato ed aveva aperto il fuoco. La mossa fu tanto decisa che l'avversario si ritirò verso nordest. Nella prima oscurità della sera il col. Grande raggiunse la litoranea, occupandola con le mitragliere, alla cui estremità orientale si pose una batteria da 100, fron te a nord-est . Poi mandò un ufficiale a cercare i generali Bergonzoli e Babini per comunicar loro che la strada era libera e chiamò a sé il gruppo da 75, fino allora impegnato contro le offese da oriente. Annottava ed il buio si era fatto ancor più fondo per l'imperversare di un temporale grandine. L'ufficiale inviato non poté raggiungere Bergonzoli né la brigata Babini, ormai avviatasi lungo la pista costiera con il gruppo da 75, né fu creduto dagli ufficiali che incontrò, malgrado li assicurasse di esser passato con un a utocarro pesante e li invitasse a seguirlo. Il col. Grande allora decise di proseguire su Agedabia con il solo gruppo da 100 e la batteria da 20:

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"Dopo pochi chilometri ho raggiunto i primi automezzi e le artiglierie del XX corpo d 'a rmata abbandonati; i pezzi erano ancora attaccati ai trattori. Tra i pezzi e gli automezzi c'erano anche molti carri M 13, autoblindo etc. intatti. Fatto ancora qualche chilometro, abbiamo incominciato a trovare le pr ime truppe c he nei pressi delle proprie anni e mitragliatrici dormivano e fumavano. Alla nostra domanda: "Chi siete?" rispondevano sistematicamente "prigionieri" ed affermavano che quello era un campo di concentr amento di prigionieri . Non un bossolo sparato, non un fori to, non un morto; per contro, grandi, molti lenzuoli bianchi sugli autom!zzi e sugli stess i uomini e molte ban-


I Schizzo n. 28 BEDA FOMM LA SITUAZIONE ALLE ORE 22 DEL 6 FEBBRAIO

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LA R!TJ'RAT,\ ITALLANA IN CIRENAICA

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dierine bianche issate dappertutto. Molto difficile e penoso nel senso morale e materiale è stato per il primo gruppo farsi strada tra l'ammasso dei materiali abbandonati e la passività dei sedicenti prigionieri ( ...). Poiché non potevo perdere tempo e poiché il districarsi tra l'ammasso dei materiali abbandonati era sempre più difficile, ho proseguito con i soli miei e sono passato. Il cosiddetto campo di prigionieri, nel quale non ho incontrato un inglese, era sbarrato da pochi bidoni di catrame messi a sbarramento della strada, da una autoblindo e da qualche mitragliatrice postata a terra. Tanto erano sicuri gli inglesi che non avremmo neppure tentato di passare che contro la mia colonna è stato aperto il fuoèo, disordinatamente e quasi tutto alto, quando già avevo rimosso i fusti d i catrame ed ero già passato con i primi mezzi. Il fuoco delle mie 9 mitragliere che sparavano violentemente ha impressionato e ridotto al silenzio i pochi uomini che guardavano lo sbarramento. Ho avuto 2 morti e 10 feriti, la metà dei quali tra il personale estraneo al reggimento, che si era accodato a lla mia colonna. Dopo una diecina di chilometri ho trovato un nuovo sbarramento consistente in due soli cavalli di frisia guardati da un'autoblinda. Anche qui, malgrado il rumore dei miei automezzi, gli inglesi si sono accorti di noi quando già personalmente avevo rimosso i cavalli di frisia ed ero passato con il primo pezzo da 20. Le mie mitragliere hanno colpito in pieno l'autoblindo; il fuoco inglese è stato così disordinato e tardiv,o che in questo secondo episodio non ho avuto alcuna perdita. Sono giunto verso la mezzanotte ad Agedabia e l'ho trovata deserta. Ho sostato per circa un'ora con la speranza d i essere raggiunto dalla colonna dei gen. Bergonzoli e Babini ( .. .r 48 .

Quanto al raggruppamento Piana, a compito assolto, i pochi pezzi ed autocarri si erano diretti verso il mare per unirsi alla brigata corazzata, ma, arrivati al terreno dunosò, alcuni mezzi si fermarono nella sabbia, altri si persero nell'oscurità e caddero infine in mani nemiche. Molto più a settentrione la 6a divisione australiana avanzava freneticamente attraverso il gebel nonostante l'insistente pioggia di quei giorni a vesse mutato la strada ed il terreno in un mare di fango rossastro e nonostante le interruzioni attivate dal genio della 10a armata. El-Abiar fu occupata senza opposizione. All'imbrunire gli esploratori australiani su Bren carriers entrarono in Bengasi. Il gen. Robertson, avvisato il ~odestà che intendeva fare il proprio ingresso formale in città il mattino seguente, avviò subito verso


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Ghemines il 2/11 ° battaglione con uno squadrone del 6° cavalleria, un plotone autoblindo e una batteria da campagna.

Il 7 febbraio. Le prime luci del 7 febbraio trovarono Bergonzoli nell'incertezza perché le ricognizioni avevano confermata la presenza di campi minati. Scartata allora l'idea di proseguire per Zuetina, egli stabilì di puntare verso sud-est, direttamente contro lo sbarra~ento del gruppo Combe. Disponeva ancora del nucleo comando (un'autoblindò, uno striminzito plotone motociclisti e due sezioni da 20), di sette carri leggeri stranamente sopravvissuti alla facile ecatombe del LX battaglione e di una trentina di carri medi. Il gruppo Combe era ben sistemato e quando, verso le 8, vide i corazzati italiani entrare in azione aprì subito un fuoco concentrato. Ma l'attacco era animato dalla rabbia della disperazione. Senza badare alle perdite l'ondata degli M 13 si avventò sul battaglione della Rifle Brigade e sul primo schieramento di cannoni controcarri. Tutti sparavano: fucilieri, mitraglieri, carristi, artiglieri, in un turbine di sabbia e di fumo. Per gli inglesi era importante resistere in posto, per gli italiani andare avanti sino a sfondare. Gradualmente, ribattendo colpo su colpo, perdendo carro su carro, gli M 13 si avvicinarono alle posizioni avversarie, superarono le trincee, rovesciarono i pezzi. Solo cinque carri riuscirono a superare la barriera. Si diressero verso la tenda della mensa ufficiali, simbolico obiettivo. Un pezzo controcarri inglese, messo in postazione da serventi raccogliticci ma servito da un ottimo e fortunato puntatore, li liquidò tutti in pochi minuti: uno fu colpito alla torretta, tre ai cingoli e l'ultimo fu arrestato a qualche metro dalla tenda dalla morte del suo conduttore. La difesa fu messa a dura prova - commentò il gen. O'Connor - i carri italiani penetrarono fino al Comando della Rifle Brigade prima di essere respinti con gravi perdite, inflitte loro, soprattuto, dalle batterie controcarri. Era veramente la fine " 49. .

Sul campo di battaglia scese il silenzio. Bergonzoli si rassegnò ad ordinare la cessazione del fuoco, ma dopo l'insuccesso della brigata corazzata la resa fu spontanea. Mentre dalle posizioni britanniche l'insieme dei mezzi italiani, che fin dal giorno prima si allungava sulla rotabile e nelle sue adiacenze immobile ed in certo modo ancora minaccioso, era visto con miscuglio di incerta preoccupazione e di consapevolezza della vittoria, apparvero g).la e là alcuni


LA RITIRATA TTALTAN1\ IN CIRENAICA

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fazzoletti bianchi. Alle 9 O'Connor arrivò al Comando della 7a divisione corazzata ed apprese che la battaglia era finita. "Fox killed in the open" (La volpe è stata uccisa in aperta campagna) trasmise in chiaro a Wavell. Quando la testa deHa 19a brigata australiana giunse ad el Magrum, a metà strada tra Ghemines ed il Pimple, all'inizio del lunghissimo campo di battaglia che per più di trenta chilometri si snodava a cavallo della via Balbia, il quadro che si presentò agli australiani non poté non suscitare in loro un senso di ammirata soddisfazione: autocarri abbandonati, rovesciati e incendiati; pezzi di artiglieria contorti o intatti, con le ruote ed i cassoni fracassati o bruciati; carri an;nati fuori combattimento, anneriti dal fuoco; armi individuali, casse di munizioni e di viveri, bidoni di" benzina dispersi per ogni dove, a perdita d'occhio. E, più lontano, la cupa desolazione dei vinti, che a gruppi venivano rastrellati dai vincitori della 7a divisione corazzata. La battaglia di Beda Fomm annientò quel che rimaneva della 10a armata italiana. Riuscirono a riparare in Tripolitania solo 8.300 uomini: 7 .000 nazionali e 1.300 libici 50 . Il nemico annunciò la cattura di oltre 20.000 prigionieri, di 100 carri M 13 (compresi quelli distrutti), 200 pezzi di artiglieria e 1.500 automezzi più o meno utilizzabili, previe riparazioni 51 . Le perdite inglesi ammontarono a 3.000 uomini circa, però più dell'80% dei mezzi ruotati e corazzati erano distrutti o non più ulteriormente impiegabili e del rimanente solo le autoblindo delle King's Dragoon Guards, il rinforzo giunto a Mechili, si potevano considerare in buone condizioni di effitienza. 3.

L'ULTIMA FASE DELLA CAMPAGNA

La conclusione della battaglia di Beda Fomm aprì l'ultima fase della campagna 1940-41. Da parte britannica si trattava di proseguire o meno l'offensiva; da parte italiana di completare l'assetto difensivo della Tripolitania. Ambedue le questioni erano legate a filo doppio con altri problemi fondamentali: l'aiuto da dare alla Grecia da un lato e l'afflusso di rinforzi corazzati dall'Italia dall'altro. Ogni attacco progredendo si esaurisce, affermò il Clausewitz, ed effettivamente il XIII corpo era pressoché allo stremo delle forze. Però aveva il morale alle stelle. Si era appena spento il rumore della battaglia di Beda Fomm che uno squadrone dell'l1° ussari veniva subito avviato verso Agedabia. Qui furono raccolti - è la parola - altri prigionieri poifsopraggiunto un secondo squadrone,


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LE OPc.RAZIONI IN AFRICA SETTEN TRIONA LE

gli ussari proseguirono su el-Agheila, al confine tra Cirenaica e Tripolitania. La sera del 7 il Comando del reggimento si trovava ad el-Agheila, con pattuglie spinte a 70-80 chilometri verso occidente. Ma il contatto con gli italiani non era stato preso. O'Connor non aveva dubbi: ormai in Tripolitania doveva essere rimasta una divisione, incompleta per di più, quindi occorreva insistere e procedere alla conquista integrale della Libia. Potevano essere sbarcati rinforzi dall'Italia, è vero, tuttavia valeva la pena di correre il rischio. Consapevole dell'esistenza della questione greca, egli esaminò con Dorman-Smith tutti gli elementi della situazione. Tobruk era ormai in pieno funzionamento e, se i bombardieri tedeschi fossero stati convenientemente contrastati, presto lo poteva essere anche Bengasi, il che significava disponibilità di rifornimenti non soltanto per le unità attualmente in. campo, ma anche per la 23 divisione corazzata, cui era stato ordinato di recarsi a Mechili, e per un'altra brigata australiana. Tra i provvedimenti organizzativi suggeriti da l nuovo stato di fatto, c'era anche l'amministrazione del territorio occupato. Wavell aveva deciso di affidarla al geo. Wilson, il quale si era già insediato a Barce, quale governatore della Cirenaica. Il 9 febbraio Dorman-Smith si presentò, dunque, · da Wilson. Non fece molta fatica a persuaderlo della possibilità e dell'utilità di continuare nello sforzo, però occorreva il benestare di Wavell e poiché a Barce le comunicazioni funzionavano male, Dorman-Smith si precipitò a Tobruk da dove inviò un dispaccio urgente, poi continuò verso il Cairo per sostenere di persona la proposta. Il mattino del 12 entrò nell'ufficio di Wavell. Tutte le carte della Libia, prima spiegate sulla parete, erano state tolte ed al loro posto ce n 'era ui1a sola: quella della Grecia. "Vedete, Eric - esclamò Wavell - sto programmando la mia campagna di primavera!". Per i comandanti in capo inglesi i nodi da sciogliere erano parecchi. Anzitutto la libertà di movimento nel Mediterraneo centrale. Da novembre la Royal Navy spadroneggiava, ma l'arrivo del X Fliegerkorps in Sicilia e le prime incursioni su Malta (quella del 10 gennaio aveva causato gravi danni alla portaerei Illustrious) ed in Africa settentrionale mostrarono subito che spostare navi entro il raggio d'azione degli Stuka, nelle ore diurne, era diventato assai rischioso. Ne derivarono la necessità di incrementare il numero di ~erei e di sommergib.ili di base a Malta e l'opportt.mità di evitare che le isole del Dodecanneso potessero essere utilizzate dai tedeschi come ponte per portare attacchi sul canale ed in Medio Oriente. L'amm. Cunningham caldeggiò l'occupazione dell'isola di Caso e


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poi di Castelrosso, che avrebbe sostituito quella di Pantelleria (operazione Workshop). Caso avrebbe reso possibile il bombardamento dell'aeroporto di Scarpanto e l'occupazione di Scarpanto avrebbe agevolato il successivo sbarco a Rodi (operazione Mandibles). I capi di Stato Maggiore a Londra finirono per aut.orizzare il progetto, visto che alla fine di gennaio aerei tedeschi avevano lanciato mirte nel Canale, usando Rodi per il rifornimento carburante. Subito la protezione del Canale venne ad acquistare un maggior peso sia per i reparti britannici, indiani ed egiziani schierati in corrispondenza della via d'acqua, sia per i provvedimenti di carattere logistico, sia per le misure di difesa contraerei. Dal giugno 1940 il potènziamento delle banchine ed il miglioramento delle comunicazioni ferroviarie e stradali avevano raddoppiato la capacità del porto di Suez e, nel contempo, erano stati costruiti moli in varie località del Canale, dove le navi potevano scaricare ed il materiale proseguire per ferrovia o per via ordinaria. Adesso diventò urgente aumentare la capacità di scarico di Suez o a sud della città, raddoppiare la ferrovia tra Suez ed Ismailia, sviluppare Aqaba come porto di scarico di autoveicoli a mezzo chiatte, costruire un oleodotto da Suez a Porto Said. Ma tutto questo comportava l'arrivo di ingenti materiali e la disponibilità di tempo. Tanto per bilanciare in qualche modo, almeno per il momento, la chiusura del Mediterraneo al traffico marittimo britannico, l'amm. Somerville, comandante della Forza H, propose un'incursione su Genova. Sembrava vi fosse una nave da battaglia della classe Littorio, ma in ogni caso Ì'effetto di un un'operazione del genere sarebbe stato notevole. Dopo un primo tentativo, abbandonato essenzialmente per avverse condizioni meteorologiche, la Forza H salpò da Gibilterra il 6 febbraio suddivisa in due gruppi. Nelle prime ore dell'8 si concentrò al largo di Majorca ed alle 8 aprì il fuoco su Genova. L'l 1 febbraio la formazione rientrava in Gibilterra indisturbata. A dire il vero vi sarebbe stata la possibilità di intercettarla. L'8 febbraio l'amm. Jachino, che aveva sostituito l'amm. Campioni come comandante in capo della flotta, ricevette ordine di partire da Spezia con tre navi da battaglia e sette cacciatorpediniere, cui dovevano aggiungersi tre incrociatori e tre cacciatorpediniere provenienti da Napoli. Aveva il compito di portarsi nella zona dello stretto di Bonifacio per essere in condizioni di intervenire sia verso nord sia verso sud. Senonché una .serie di contrattempi gli impedì quaJunque mossa se non quando era troppo tardi. Prime tra tutte le cause il deficiente servizio di ricognizione


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LE OPE RAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

aerea sul mare ed il cattivo collegamento tra Supermarina e Superaereo. Poi c'era l'assai complessa questione della Grecia. L'8 febbraio essa confermò di esser decisa a resistere ad un attacco tedesco e chiese di esaminare la portata dell'intervento britannico in tale evenienza. Il giorno 11, dunque, il Comitato di difesa si riuni a Londra per stabilire la politica militare da seguire nel bacino del Mediterraneo orientale. Il primo punto, che esigeva immediata decisione, concerneva la prosecuzione dell'offensiva su Tripoli. A favore dell'occupazione della Tripolitania - probabilmente non difficile - stavano alcune considerazioni: eliminazione degli italiani dall'Africa settentrionale e pratica impossibilità nemica di invadere nuovamente l'Egitto, costituzione di un'ottima base aerea a Tripoli contro la Sicilia, presa di contatto con i francesi. Giocavano a sfavore altri aspetti: assorbimento di risorse, per la difesa della nuova conquista e difficoltà per la sicurezza della lunga linea di comunicazioni marittima. Questi due lati negativi influivano sul discusso intervento nei Balcani. Tenendo conto di ciò Churchill scrisse a Wavell che, pur apprezzando la conquista di Bengasi, effettuata addirittura tre settimane prima del previsto, le precedenti istruzioni erano sempre valide: "( ...) il vostro massimo sforzo deve ora consistere nell'aiutare la Grecia e/o la Turchia. Ciò esclude qualunque serio sforzo- contro la Tripolitania, anche se azioni dimostrative secondarie in quella direzione costituirebbero un'utile finta. Voi dovreste pertanto consolidare la vostra posizione a Bengasi e concentrare tutte le forze disponibili nel Delta, in preparazione del movimento verso l'Europa. " 52 .

Per creare le premesse diplomatiche e concretare le misure militari Eden ed il gen. Dill, capo dello Stato Maggiore Imperiale, sarebbero arrivati il 14 od il 15 e, dopo un riesame dell'intera situazione al Cairo, avrebbero avuto colloqui ad Atene e ad Ankara con gli esponenti greci e turchi. Eden aveva ricevuto ampie ma precise direttive. Alcuni punti interessavano particolarmente Churchill: qual'era l'entità minima delle forze da lasciare in Cirenaica? quali provvedimenti occorreva adottare per rendere Bengasi poderosa base aeronavale? quale l'.amministrazione da introdurre in Libia per separare il popolo italiano da Mussolini? era possibile costituire nella regione del Delta un corpo di spedizione potente e bene articolato? E ancora: l'operazione Mandibles doveva essere eseguita appe-


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na possibile ma a condizione che non interferisse nel raggiungimento dell'obiettivo principale, i soccorsi alla Grecia; tutte le forze terrestri ed aeree del Medio Oriente dovevano essere vagliate con attenzione in rapporto alle missioni ad esse assegnate "per far sì che le tante unità militannente efficienti siano inquadrate in uno schema corrente e facciano sentire immediatamente tutto il loro peso". In breve, Eden aveva il compito e l'autorità di esaminare tutti gli aspetti comunque connessi con il problema del Mediterraneo orientale e di proporre le soluzioni migliori per superare ogni singola difficoltà. Pur avendo caldeggiato l'invio della soa divisione col primo convoglio in partenza dal Regno Unito, il rapporto tra unità di imp.iego e forza alimentata era un chiodo fisso per Churchill: "(. ..) mia impressione circa Medio Oriente - scrisse a Eden, non appena questi giunse al Cairo - è che regni enorme confusione fra forza totale presente e molte formazioni tattiche semiefficienti. Sembra probabile che tanto 6a divisione britannica quanto 7a divisione australiana resteranno poco efficienti per qualche tempo. Vedete cosa possiamo mandare per fame delle vere unità combattenti. Qualche improvvisazione sul posto con trasferimenti da altre unità semiefficienti dovrebbe essere possibile. Organici non sono sacrosanti se successi pratici su basi diverse risultano possibili. Ultime segnalazioni riguar<lanti forza presente Medio Oriente mostrano aumento quasi 50.000 uomini tra 31 dicembre e 31 gennaio. Non salta fuori nulla 1da questi rinforzi sotto forma di unità combl}ttenti? Se formazion i combattenti sono così poche rispetto alla forza presente e se per giunta il trasferimento di queste poche formazioni ad altro fronte è così lento e non si può far nulla per migliorare la situazione, allora dobbiamo riconoscere che le nostre possibilità operative sul continente sono limitate e che l'intero piano per il Medio Oriente deve essere relegato in secondo ordine" 53 .

La spedizione della citata 50a divisione avrebbe comportato l'annullamento della programmata partenza di 15.000 uomini per supporti di vario livello, servizi, ecc.; cosa possibile, secondo il War Office, perché l'utilizzazione del porto di Bengasi avrebbe reso disponibili vari reparti. Senonché Wavell si affrettò a replicare ·che erano assai più necessari i 15.000 uomini di reintegro di quanto non lo fosse la 50a divisione: in primo luogo Bengasi, sottoposta ad attacchi aerei tedeschi, non risultava impiegabile come base logistica e, di conseguenza, permaneva la necessità della lunga linea di comunicazioni attraverso 1,1 Cirenaica; in secondo luogo, i reparti, specie quelli di artiglieria, genio e trasmissioni, dovevano essere


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riportati agli organici di guerra; infine, l'apparato logistico doveva assolutamente esser tenuto ad alta efficienza se si voleva che le grandi unità d'impiego fossero in condizioni di battersi bene . In definitiva, il convoglio partì senza la soa divisione. Gli scambi di vedute preliminari tra Eden e sir John Dill ed i tre comandanti in capo del Medio Oriente furono rapidi. Wavell propose di lasciare in Cirenaica una delle divisioni australiane meno addestrate, una brigata indiana in corso di addestramento ed una brigata corazzata. La 6a divisione inglese, in corso di costituzione con la 16a brigata di fanteria, la guarnigione di Marsa Matruth ed unità varie, dovevano essere impiegate per l'operazione Mandi~ bles. La 4a e la sa divisione indiana erano impegnate in Eritrea e quindi non apparivano recuperabili, invece dal Kenia si poteva forse far affluire in Egitto la divisione sudafricana non appena trovato il naviglio occorrente. Tutto sommato risultavano utilizza bili per la Grecia: un primo scaglione con una brigata corazzata, la divisione neozelandese (di cui però una brigata non era ancora sbarcata in Egitto), due reggimenti di artiglieria di medio calibro e reparti contraerei; un secondo scaglione con una brigata polacca ed una divisione australiana; un terzo scaglione con un'altra brigata corazzata ed una seconda divisione australiana. Il primo contingente poteva esser inviato entro trenta giorni dalla decisione, gli a ltri ad intervalli di tre settimane. In totale si trattava di 100.000 uomini, 32 pezzi pesanti campali, 240 · da campagna, 200 controcarri , 192 contraerei e 142 carri . 54 . Longmore, invece, era perplesso. In Grecia operavano già tre gruppi da caccia e quattro gruppi da bombardamento. Erano inoltre da calcolarsi un altro gruppo da bombardamento per la fine di febbraio ed a ltri due per la fine di marzo; inoltre l'impiego di tre gruppi di Wellington per il bombardamento notturno di base in Egitto. Forse in marzo avrebbe potuto costituire due gruppi di caccia Tomqhawk, di produzione americana, se però fosse giunto l'equipaggiamento. Questo era tutto e, naturalmente, per la Turchia non rimaneva niente. Anche Cunningham rappresentava difficoltà. Gli aspetti critici erano due: le mine magnetiche ed acustiche che potevano esser lanciate da aerei dell'Asse davanti ai porti ellenici e sulle rotte a d essi adducenti e l'entità del naviglio necessario per trasportare il corpo di spedizione. Per la prima esigenza egli considerava indispensabile l'a~ivo di dragamine idonei all'impiego contro qualunque tipo di mine. Per la .seconda, un primo calcolo aveva


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indicato un fabbisogno di una cinquantina di navi che potevano essere racimolate solo trattenendo quelle dei convogli che giungevano in Medio Oriente, con tutte le conseguenze del caso. I colloqui ad Atene, poi ad Ankara e poi ancora ad Atene, furono molto laboriosi e l'accordo finale - preso dopo l'entrata dei tedeschi in Bulgaria - estremamente faticoso 55 . Ad ogni modo fu raggiunto e Wavell si accinse a concentrare tutta la sua attenzione sul nuovo teatro d'operazioni, sicuro che dalla posizione di el-Agheila - porta d'entrata in Cirenaica - si potesse agevolmente controllare qualunque azione di disturbo avversaria. Più di quello non c'era da temere, per qualche tempo almeno: la 10a armata era stata distrutta e da Trip.o li ad el-Agheila correvano 760 chilometri, per buona parte di deserto. Non tutti i generali britannici erano d'accordo sulla bontà della decisione. Pur comprendendo le motivazioni di ordine politico, qualcuno vedeva con estremo rammarico sfumare un'occasione d'oro. Il più dolente fu probabilmente O'Connor. Nella relazione compilata in prigionia egli rimpianse che una campagna risolutiva contro Tripoli non fosse mai stata presa in considerazione. Toccò anche gli aspetti tattici che a prima vista apparivano sfavorevoli per la prosecuzione dell'offensiva: la stanchezza delle truppe, il logorio del materiale e l'eccessiva lunghezza del braccio dei rifornimenti. Ma a suo avviso "le truppe non desideravano altro che di andare avanti. La prima dpmanda che esse ponevano sempre in questo periodo era: «Beh? non si va avanti?»", quindi non si poteva parlare di usura degli uomini. Quanto agli altri due fattori, li r iteneva superabili con un piano basato sulla velocità dell'esecuzione e sull'opposizione aero-navale all'afflusso di rinforzi italo-tedeschi a Tripoli. L'l 1° ussari, con uno squadrone di carri leggeri ed uno del King's Dragoon Guards, seguito dopo ventiquattr'ore dal gruppo di sostegno e da tutta l'artiglieria disponibile, rifornito con tutto il carburante della divisione ed appoggiato dalla Royal Air Force, poteva benissimo muovere l'S febbraio e raggiungere rapidamente Sirte, mentre Royal Air Force e Mediterranean Fleet si sarebbero accanite contro qualsiasi convoglio tentasse di avvicinarsi a Tripoli. Nel frattempo si sarebbe costituito un secondo scaglione di forze corazzate con i carri rimasti alla 7a divisione corazzata più il 3° ed il 5° Royal Tanks. Tale complesso si sarebbe dovuto muovere per Sirte verso il 20. Una volta riunite, tutte le forze avrebbero puntato decisamente contro Tripoli, possi):)ilmente in concomitanza ad uno sbarco effettuato a Tripoli da una •rigata di fanteria. Per la parte logistica,


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la Mediterranean Fleet doveva approntare rapidamente una buona base navale a Bengasi, ove convogli provenienti da Alessandria avrebbero sbarcato i rifornimenti. "Sembra - commentò O'Connor - che tale operazione non solo sarebbe stata possibile, ma avrebbe avuto ogni probabilità di successo, purché tutte tre le forze armate avessero dato il loro massimo appoggio e non fossero state distolte da altre incombenze". E, pur concludendo che" spetta alla. storia dimostrare se l'operazione sarebbe stata realizzabile. È facile la seienza del poi, ma noi tutti eravamo amareggiati che non si fosse tentata l'impresa", della validità della propria tesi rimase profondamente persuaso. Il 6 febbraio il S.I.M. presentò al capo di Stato Maggiore Generale un appunto sulla situazione. Secondo notizie raccolte al Cairo, Wavell era intenzionato a proseguire l'offensiva sino all'eliminazione di ogni presenza italiana in Libia. I probabili motivi di questa decisione erano da ricercarsi nella convinzione che la Germania stesse per intervenire in modo massiccio nel teatro d'operazioni del Mediterraneo e che perciò fosse opportuno precederla, nella convenienza e possibilità di costituire un fronte compatto ,con le forze francesi del Nordafrica, nella convinzione che le truppe impegnate in Africa Orientale fossero sufficienti a risolvere la partita da sole. La valutazione delle disponibilità inglesi in Cirenaica derivava da quella generale compiuta a metà gennaio (specchio pagina seguente) ed era, al solito, ampiamente esagerata: tre divisioni corazzate, nove divisioni di fanteria ed una brigata francese. In Egitto risultavano inoltre sei divisioni di fanteria del Commonwealth e sembravano in arrivo altre tre divisioni. Ciò posto, lo sforzo su Tripoli poteva essere effettuato con un complesso di due divisioni corazzate, una motorizzata e due o tre di fanteria, più o meno largamente motorizzate 56 • Come si è già osservato, l'apprezzamento della situazione avversaria non era assolutamente aderente alla realtà. Da parte italiana si reputavano presenti in Egitto-Cirenaica 350.000 uomini e 1.100 carri, sostenuti da 700-750 aerei, più di un centinaio di apparecchi della Mediterranean Fleet. In effetti a quell'epoca il Comando del Medio Oriente aveva ai propri ordini 340.000 uomini, compresi i rinforzi in viaggio, ma di questi: 70.000 si trovavano in Kenia e ad Aden, circa 30.000 in Eritrea e 40.000 in Palestina. Quindi in Egitto-_C irenaica rimanevano 200.000 uomini, di cui, secondo calcoli di Churchill, un terzo impiegato nelle retrovie per i servizi e per le basi. I 120-130.000 "combattenti" davano vita


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LA. RITIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

Situazione delle :grandi unità britanniche a metà gennaio 1941

Sl•,,mJu il S .I.M.

In realtà (0 )

1. In Cirenaica:

- zona Tobruk: due D.f. australiane una D .cor. inglese una B.mot. francese

I

-

6a D.f. australiana 7a D .cor. inglese

Siwa--Giarabub: una D.f. austraÌiane

- Bardia- Sollum- Sidi Omar: quattro D.f. una D .cor. inglese

-

in arrivo dal Delta: una D.cor. inglese

2. InEgitto: - Marsa Matruh: una-due D.f.

-

16a B.f. inglese

28 D.cor. inglese

truppe pari a una B.f

regione del Delta: za D.f. neozelandese B.f. polacca

tre-quattro D.f. I

- sul Canale: truppe pari a una B.f

tre D.f.

- nell'interno: due D.f. 3. In Palestina e Transgiordània: una D.f. australiana una D.cav. inglese truppe pari a una D.f.

(

0

)

7a e 9a australiane 1a D.cav. inglese

Ricavato da H.F. Joslen, Orders o( Battle cit .

.


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LE OPERAZION I IN AFRICA SETTENTRIONA.LE

ad appena due divisionj corazzate inglesi, una divisione di fanteria inglese ed una polacca. Piuttosto poco come grandi unità. Da questo l'errore del S.I.M., non giustificato tuttavia circa le truppe impiegate nell'offensiva, ed il costante disappunto di Churchill: "Deploro profondamente la cosi risultante composizione dell'armata del Medio Oriente" 57 • Le possibilità italiane in posto erano scarse: i resti della 103 armata e la 5a armata. I primi ammontavano a 20-25.000 uomini, se si fossero salvati tutti; la seconda già ai primi del settembre 1940 era depauperata e nei cinque ultimi mesi era addirittura diventata l'ombra di se stessa 58; totalmente sprovvista di artiglierie da accompagnamento, controcarri e contraerei e pesanti campali; ridotta, come artiglierie da campagna, a due gruppi da 75/27 per divisione e con una · divisione senza nemmeno quelli; sprovvista di ca.r ri armati; quasi del tutto priva di mezzi delle trasmissioni; con gli automezzi strettamente commisurati alle esigenze dei servizi di guarnigione. In definitiva, era assolutamente lungi da pofer compiere una qualsiasi operazione. Il gen. Armellini, addetto al Comando Supremo, aveva subito proposto di considerare un ripristino dell'efficienza dell'armata ed un eventuale invio di intere divisioni dall'Italia per il caso si verificasse una situazione d'emergenza in Tunisia e Badoglio aveva consentito, pur senza molto impegno, annotando l'appunto con un "La situazione della sa armata mi era nota avendola io considerata «deposito di complementi» per la 1oa armata. Studiare il completamento delle unità". Pochi giorni dopo, però, impresse incisività alla nota, telegrafando a Graziani: "Per ogni evenienza intendo al più presto rimettere sa armata in efficienza. Date incarico Gariboldi telegrafare quanto gli occorre". 59 • Lo Stato Maggiore dell'Esercito avviò dunque la programmazione, ma la base del lavoro era inevitabilmente minata dai continui prelevamenti di materiali e mezzi che l'Intendenza Superiore A.S. continuava ad effettuare a favore della 103 armata e dal fatto che Graziani, in cui nome agiva l'Intendente, era anche capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Allora Badoglio i~tervenne vietando l'ulteriore impoverimento della 5a armata, prescrivendo che le necessità dell'armata di Berti dovessero essere soddisfatte con invii dalla madrepatria e chiedendo di vedere il programma di ricostituzione per approvarlo o meno. Il primo esame (24 settembre) aveva portato a concretare il fabbisogno in 10.000 uomini (di cui 360 ufficiali), 1.000 automezzi, 92 carri leggeri, 21 O pezzi di artiglieria, ecc .. Tutto ciò poteva esser spedito dall'Italia entre tre mesi, s,o ttraendo elemen-


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ti dall'insieme delle grandi unità esistenti. Il procedimento avrebbe indubbiamente provocato indebolimento in alcuni settori ma non obbligato a sciogliere qualche divisione. C'era però un punto drammatico: gli automezzi. Nemmeno in Italia ne esistevano a sufficienza, perciò urgeva fare assoluto assegnamento sul ripristino di quelh inefficienti della Tripolitania, circa 900.

. Disiocazione

in ITALIA in ALBANIA

in EGEO in LIBIA

Totali

Situazione automezzi al 17.9.1940 autocarri leggeri pesanti 10.500 1.600

9.200 1.400

120 3.350

100 3.700

15.570

14.400

rimorchi

2.850 150 -

900

Il 30% degli autocarri ed il 70% dei rimorchi erano di requisizione. Quasi tutti regolamentari.

3.900

A dire il vero Graziani aveva sempre avuto qualche preoccupazione circa la Tunisia. Fece compilare dal Comando 5a armata uno studio di carattere difensivo e, in quella circostanza, Gariboldi manifestò il parere che nell'ipotesi di qualche velleità offensiva francese, e tenendo conto delle condizioni di forza della Tripolitania e della consistenza dell'organizzazione permanente alla frontiera occidentale, il compito difensivo potesse molto meglio essere assolto procedendo all'immediata rapida occupazione della soglia di Gabes, larga 22 chilometri, anziché difendersi lungo il confine. Tale soluzione poteva essere realizzata di sorpresa con due divisioni del XX corpo d'armata (incaricato dell'operazione) autocarrate ed una terza da far affluire con un secondo viaggio degli stessi automezzi, più un'altra divisione in riserva. Il fabbisogno si traduceva in 2.000 autocarri circa. Naturalment~ la cosa rimase allo stato di proposta.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

I primi di dicembre il ripristino era ancora in alto mare. Molte unità erano già state approntate in Italia, è vero, ma i trasporti marittimi trovavano serie difficoltà e d'altra parte i rinforzi per la Cirenaica diventarono presto questione di prima priorità. Il 12 febbraio la sa armata comprendeva: la guardia alla frontiera e la copertura al confine tunisino con 15.000 uomini e 300 pezzi, di cui 55 controcarri; il X corpo e la piazza di Tripoli con 50.000 uomini, 280 pezzi di cui 50 controcarri, e 92 carri leggeri (il IV e V battaglione); la divisione corazzata Ariete, appena sbarcata con 6.000 uomini, 60 pezzi di cui 36 controcarri e 117 carri leggeri. Complessivamente Gariboldi disponeva di 80.000 uomini, 160 cannoni da 47/32, 160 pezzi da campagna e 209 carri leggeri. Sulla base della valutazione del S.I.M., delle truppe disponibili in Libia e degli avvenimenti in corso, Mussolini inviò a Graziani le proprie direttive. Le difese della piazza di Tripoli e della frontiera tunisina potevano essere affidate a poche unità, essenzialmente della guardia alla frontiera; la battaglia per la Tripolitania doveva essere data su posizioni quanto più ad oriente possibile, sia per protegger~ più efficacemente le basi aeree, sia per costringere il nemico a combattere col deserto alle spalle. In particolare: "Le unità motomeccanizzate italiane e tedesche dovranno essere impiegate - sin che possibile per intere divisioni e sempre offensivamente - in primo tempo nelle difese ritardatrici della Sirte, profittando di ogni occasione (avorevole per passare all'offensiva a fondo in modo da infliggere agli Inglesi quante più possibili perdite; in secondo tempo quale riserva di manovra della posizione da Voi scelta, per agire sul fianco e sul tergo del nemico" 60 •

· Era appena partita la lettera con queste direttive che da Tripoli giunse un dispaccio disastroso: "Rapporto sugli ultimi avvenimenti al fronte orientale. Come già ebbi at comunicare la minaccia di aggiramento di tutto il nostro dispositivo del Gebel mi determinò ad ordinare lo sgombero di Derna il giorno 29 gennaio et la ritirata totalitaria il giorno primo·febbraio. Lo sgombero si est effettuato senza che il nemico potesse riprendere il contatto nella parte montana at causa delle potenti interruzioni stradali. Le nostre truppe avevano compiuto totalitariamente deflus·so dal secondo gradino del Gebel sul primo nella giornata del qm~ttro e si apprestavano at continuarlo per il sud bengasi90 anzi lo avevano già iniziato nella giornata del 5 protette dal nostro schieramento


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di el Abiar, Regima, Sceleidima, Antelat, Agedabia, Agheila. Il nemico impossibilitato at inseguire da nord si est precipitosamente gettato sulle piste del sud da Mekili su el-Abiar et per Zavia-Msus su Antelat riuscendo at sfociare at Sidi Hhamed el-Magrum ed Agedabia con i primi mezzi corazzati alle ore 16 circa tagliando nostro movimento di deflusso. Da quel momento fino at tutta la giornata di ieri sei la battaglia si est svolta accanita nella pianura del sud bengasino tra Soluk et Ghemines. Altre forze corazzate discese da el-Abiar hanno nella serata del sei occupata Bengasi che aveva ordine di ar;-rendersi senza combattere per non provocare inutile distruzione della popolazione civile. Con questo ultimo atto at due mesi da Sidi Barrani, durante i quali con l'esercito quasi distrutto et con ventimila uomini circa si est resistito alla pressione nemica imbastendo un dispositivo sul Gebel con la speranza di poterlo in tempo saldamente consolidare con gli influssi dalla Madrepatria perché per se stesso debole et campato in aria, la Cirenaica est sommersa. Gli elementi che costituivano la difesa ultima della litoranea ad Agedabia et el-Agheila sono in deflusso su Sirte ove parte delle truppe erano affluite nei giorni scorsi. Dalle intercettazioni si può ancora sperare che parte dei nostri mezzi corazzati siano riusciti a rompere il cerchio nemico et incanalarsi verso Agedabia. Le truppe in deflusso si stanno raccogliendo intorno a Homs. Ne preciserò l'entità . Intanto il nemico insegue sulla litoranea et lungo il mare su Zuetina ove parte dei nostri era diretta. Si prospetta i mminente il problema della Tripolitania sul quale riferisco con rapporto at mario che invierò. Graziani" 61 . I

'

Non che il Comando Supremo si facesse soverchie illusioni sull'esito della lotta, ma questo finale era un pò troppo amaro. A Tripoli, d'altronde, più che parole occorrevano fatti e lo sbarco dei tre battaglioni carri leggeri dell'Ariete aveva stretto il cuore . Graziani dunque, piccato, rispose al Comando Supremo che le direttive inviategli riguardavano una situazione futura e che intanto egli doveva arrangiarsi con quello che gli era rimasto. Perciò aveva deciso di costituire un settore "Sirte" con funzione di primo arresto ed un forte caposaldo ad Homs, sulla linea del Margheb, a sbarramento della litoranea e della strada per Gussabat, con le truppe recuperate dalla Cirenaica. Alla divisione Ariete, unica grande unità di manovra disponibile e per giunta di scarso peso bellico, era affidato il compito di manovrare sul fianco e sul tergo dell'avversario. Le divisioni schierate n el campo trincerato di Tripoli potevano restarvi: erano mal ridotte e così prive di mezzi di trasporto che


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I

sarebbero state costrette, ove si fosse inteso impegnarle più ad oriente, a lunghi spostamenti a piedi. Naturalmente la scelta della linea del Margheb era dettata da un accurato esame del terreno: non esistevano appigli tattici di sorta tra Sirte ed Homs ed il nemico avrebbe potuto percìò facilmente ripetere la ben conosciuta manovra di infiltrazioni e di aggiramento. In sostanza Graziani pensava che se gli inglesi arrivavano ~d Agedabia ancora in forze, sì da essere in grado di puntare subito su Sirte, l'impiego delle tre debolissime divisioni di fanteria equivaleva ad . un inutile sacrificio; se invece fossero giunti ad Agedabia spossati e costretti ad un tempo di arresto per riordinarsi, il dispositivo indicato appariva ampiamente sufficiente. D'altra parte era evidente che l'arrivo delle truppe corazzate tedesche avrebbe condotto a nuove possibilità operative. "Per trattenere intanto il nemico non v'è in questo frattempo altro mezzo che l'aviazione, la quale oggi qui est al contrario al massimo dell'inefficienza" affermò Graziani.62. A Roma queste disposizioni piacquero poco. Un settore di Sirte con funzioni di arresto ed uno sbarramento della via Balbia ali' al tez~ za di Homs, e cioè ad un centinaio di chilometri da Tripoli, con le truppe sfuggite a Beda Fomm e l'Ariete . come riserva mobile, era qualcosa di assai differente da una manovra ritardatrice condotta dalla divisione corazzata nella Sirtica ed anche ad oriente di Sirte. E le tre divisioni lasciate a Tripoli non consentivano una difesa a 200-300 chilometri più ad est, cioè tale da obbligare gli inglesi a battersi con il deserto alle spalle. Inoltre sembrava eccessivamente pessimista il cenno fatto sulle difficoltà di autotrasporto delle fanterie. Comunque, compito immediato della sa armata era quello di consentire lo sbarco dei rinforzi. Ne derivavano l'utilità di ricercare tale guadagno di tempo anche nella Sirtica, a costo di sacrificare qualche unità, e l'inutilità di rid~rsi al campo trincerato di Tripoli. Perciò, 1'11 febbraio Mussolini replicò a Graziani di comprendere bene le difficoltà del momento e di aver disposto per congrui rinforzi aerei, ma poiché le possibilità di difesa della Tripolitania erano subordinate all'affluenza dei predetti rinforzi "confermo mie direttive in data 6 corrente - tagliò corto - . Azioni ritardatrici nella Sirtica dovranno possibilmente essere effettuate anche ad oriente di Sirte. Divisioni sa annata inutile rimangano attorno Tripoli. Insisto necessità schieramento grosso forze disponibili il più avanti possibile, almeno oltre Misurata" ~3. Lo stesso giorno Guzzoni comunicò che l'Aeronautica della Libia avrebbe ripreso la piena efficienza entro


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una diecina di giorni con circa 350 aerei italiani e tedeschi 64 , ma che per intervenire nella Sirtica occorreva disporre dei campi di · Tauorga, Misurata, Tamet e Bir Dufar. Quindi bisognava arrestare il nemico ad oriente di Sirte almeno sino alla fine di febbraio. L'argomento aviazione era dolente. È affiorato nel corso della descrizione degli avvenimenti l'aspro disappunto, per così dire, dei Comandi terrestri nei confronti dell'aviazione, accusata di aver lasciato le truppe alla mercé della Royal Air Force. Che ciò fosse un dato di fatto è incontrovertibile, ma la 58 squadra era veramente con l'acqua a lla gola. Dopo la caduta di Bardia essa era stata costretta a sgomberare in fretta e furia quanto aveva base in Marmarica, conseFVando in Cirenaica due blocchi di campi: Maraua, Apollonia e Barce, i più avanzati, e Benina e Berka, quelli arretrati. La decisione di abbandonare la linea Dema-Berta-Mechili aveva imposto una nuova rapida evacuazione. Questa volta però appariva ormai inevitabile l'abbandono della regione di Bengasi e, di conseguenza, il gen. Aimone-Cat si preoccupò essenzialmente di salvare la maggior parte dell 'organizzazione aeronautica trasportando in Tripolitania i materiali più preziosi, quelli che potevano e dovevano consentire la prosecuzione della lotta. Rimasero un Comando tattico con un gruppo da bombardamento e due da caccia. La caccia fu impiegata per crociere protettive sulla zona di Bengasi; gli S 79, che non potevano avventurarsi di giorno senza scorta, si ridussero ad effettuare minamenti notturni nelle piste desertiche e rapide ricognizioni all'alba ed al tramonto. Gli aeroporti di Benina e Berka vennero tenuti in efficienza sino al 4 febbraio. In particolare, quello di Benina fungeva da ponte per i velivoli da trasporto diretti in Africa orientale e per gli apparecchi del X Fliegerkorps in azione contro il traffico marittimo inglese fra Alessandria e Tobruk. Quello di Berka era riservato allo sgombero dei profughi. Però anche la situazione degli aeroporti della Tripolitania era tutt'altro che semplice. Le necessità di sgombero dell 'ingente materiale ed anche del personale non più utilizzabile per ragioni varie, nonché la difficoltà di appresta re celermente le vecchie e nuove basi, costituivano problemi di non facile soluzione per tre cause distinte: concentramento su poche basi - di cui due (Castel Benito e Mellaha) già in precedenza ingorgate ed altre poco idonee per il fondo del terreno e deficienze organizzative aeroportuali - di tutti i mezzi ed uomini provenienti dalle successive ritirate; arrivo di unità tedesche, che benché preannunciato aveva inevitabilmente


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aggravato lo stato degli aeroporti; mancanza di benzina avio. Furono recuperati molti apparecchi: 35 CR. 42 da revisionare, imbarcati su due piroscafi diretti in Italia; una trentina di caccia con motori in condizioni precarie e riparabili in ditta, rimessi in sesto alla meglio e trasportati in volo; un'altra aliquota fu sgomberata per via ordinaria. Dovettero invece essere sacrificati numerosi S. 79, non trasportabili in volo per la gravità dell'inefficienza né per strada data l'indisponibilità degli speciali mezzi occorrenti per quel tipo di apparecchio. In un campo civetta, predisposto, presso Benina per invitare l'offesa avversaria, furono raccolti numerosi S.81, Breda 88 e Ca. 310 fuori uso o radiati. Tuttavia nonostante gli sforzi molto materiale prezioso dovette essere abbandonato ed altro ancora cadde in mani inglesi durante la battaglia di Beda Fomm. In definitiva, il ripiegamento del XX corpo da Bengasi non fu appoggiato. Graziani aveva disposto che l'aviazione proteggesse il deflusso su Sirte, ma la risposta del gen. Aimone-Cat, che proprio il 5 febbraio sostituì il gen. Porro nel comando della 5a squadra, fu deludente: "Aerei da ricognizione segnaleranno presenza nemica. Tuttavia data provenienza da mare non sarà possibile garantire incolumità colonne in movimento." Il 10 febbraio egli disponeva di tre gruppi caccia (70 apparecchi) e 15 S.79 tra Castel Benito e Misurata. L'azione degli S.79 era utile per la ricognizione ma inefficace ed onerosa per l'offesa contro mezzi sparsi. La caccia aveva anche compiti di scorta convogli e difesa di località, per cui Aimone-Cat avvertì di essere semplicemente in grado di sorvegliare la via Balbia fino ad el-Agheila e di attaccare autoblindo isolate. Mentre là lotta infuriava lungo la fascia costiera della Cirenaica, l'interno non era rimasto a lungo tranquillo. Si è già detto che all'inizio delle ostilità la -:vigilanza della frontiera era effettuata da due settori: Amseat (circa 120 chilometri di fronte), comprendente le ridotte di Capuzzo, Sidi Omar, Sceferzen e Maddalena; e Giarabub (circa 200 chilometri) con le ridotte di Uescechet el-Heiro, Gam el-Grein e Giarabub. Il personale era nella grande maggioranza composto di libici. Ottimi i sottufficiali, ottimi i graduati ed i militari volontari, mediocri qu~lli richiamati che mal sopportavano la coscrizione obbligatoria e che non sempre erano pienamente atti al servizio. Su tutte le ridotte spiccava quella di Giarabub, la più meridionale, per il controllo che era in grado di esercitare sull'oasi di Siwa, oltre frontiera, e per l'importanza che poteva assumere come base offensiva nemica contro Gialo.


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Ancor più a sud si stendeva il Sahara libico o, in termini operativi, lo scacchiere sahariano. Ovviamente era semplicemente guardato con presidi dislocati in punti di obbligato passaggio e collegati da piste con buona manutenzione. L'offensiva britannica, pur non coinvolgendo direttamente i presidi dell'oasi di Cufra, in pieno Sahara, e di Murzuk, nel Fezzan, li aveva resi vulnerabili. Alla mente di Wavell non si erano affacciati grandi disegni in proposito: disponeva di forze limitate e, del resto, non riteneva plausibili grosse azioni lungo direttrici così eccentriche. Però qualcosa poteva fare , se non altro per accrescere i fastidi degli italiani. Nel 1939 gli era stata ,formulata una singolare proposta da alcuni inglesi che negli anni precedenti, per hobby, avevano acquisito profonda conoscenza nel campo dei viaggi attraverso il deserto; sapevano tracciare un itinerario nel mare di sabbia, avevano imparato a guidare un veicolo attraverso le dune senza che questo si rovesciasse o si insabbiasse e conoscevano il modo di determinare la posizione avvalendosi di metodi astronomici. In altre parole, sapevano navigare nel deserto. Ebbene, con simile esperienza non era il caso di dar corso ad una specie di guerriglia con pattuglie ad hoc, nel caso di un conflitto con l'Italia? Wavell, che possedeva immaginazione, colse l'idea e quando venne il momento mandò a chiamare quegli uomini e dispose la costituzione di un reparto di pattuglie a grande distanza (Long Range Patrol Unit). La barriera di dune poteva essere attraversata soltanto in pochl punti ed il terreno non sopportava il passaggio di più di una trentina di veicoli. Perciò le forze da impiegare dovevano essere di modesta entità ma dotate di elevata autonomia. Da ciò l'adozione dell'autocarro da 30 CWT come elemento base, con carburante per 200 chilometri, viveri ed acqua per tre settimane e due o tre uomini di equipaggio. Furono formate tre pattuglie,ciascuna di tre ufficiali ed una trentina di uomini, attingendo ai reparti neozelandesi in Egitto (reputati i più idonei fisicamente e mentalmente per imprese del genere), e sottoposti a serio e duro addestramento . . In settembre 1940 la nuova unità condusse dapprima attività di pattuglia sino a Gialo, Cufra e Uweinat, prese contatto con il presidio francese di Teko, costituì qua e là depositi di c,9rburante e viveri per le esigenze future ed individuò, con l'aiuto di aerei, zone adatte per l'approntamento di strisce di atterraggio. Poi passò ad un secondo ciclo operativo. Questa volta con finalità aggressive: la strada tra Giafo e Agedabia fu minata in alcuni punti, la ridotta


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di Augila (a nord di Gialo) fu attaccata, la pista per Uweinat fu anch'essa minata. Tutto sommato i risultati sembravano giustificare il provvedimento, anche perché diminuivano le probabilità di incursioni italiane contro elementi terrestri dislocati sulla rotta africana di Takoradi, e Wavell propose ed ottenne che il "reparto" diventasse "gruppo" (Long Range Desert Group). Venne così costituita una nuova pattuglia con ufficiali ed uomini tratti dal 2° Scots Guards e dal 3° Coldstream Guards. Il passo successivo fu la presa di contatto con i francesi liberi del Ciad (schizzo n. 29). La visita fatta a Fort Lamy dalla pattuglia del magg . Bagnold (l'ideatore e l'organizzatore dell'unità) dette presto buoni frutti ed il col. Leclerc, quando assunse il comando militare del Ciad, iniziò subito i preparativi per l'occupazione dell'oasi di Cufra. Intanto, alla fine di dicembre una pattuglia neozelandese e ]a pattuglia delle guardie lasciarono il Cairo con lo sceicco Abd el Gebil Sif en Nasr, particolamente ostile agli italiani, come guida. Superati 2.500 chilometri di deserto in una settimana, si congiunsero con un distaccamento francese condotto dal ten. col. d'Ornano. Murzuk era difesa da una compagnia mitraglieri da posizione e disponeva di tre velivoli tipo Ghibli. L'l 1 gennaio fu attaccata. La reazione del presidio divenne subito violenta, ma gli assalitori riuscirono a distruggere gli apparecchi e l'aviorimessa, poi si ritirarono lasciando sul campo alcuni morti, fra cui il ten. col. d'Ornano. Durante il ritorno la piccola colonna nemica attaccò i posti di Traghen e Umm el-Araneb e, il 13, el-Gatrun e Tegerbi. Ebbe successo soltanto a Traghen, ma naturalmente l'operazione fece temere il verificarsi di nuovi tentativi contro le oasi della Tripolitania. Per · giunta Graziani - che dopo la caduta di Bardia temeva per Tobruk - era rimasto colpito dal fatto che elementi inglesi dall'Egitto si fossero potuti recare a dar mano ai francesi del Ciad. Ordinò il rinforzo dei presidi più minacciati e èhiese alla sa squadra di mettersi in condizioni di garantire il controllo di tutto il territorio sud-cirenaico. Al che il comandante della divisione aerea Pegaso, gen. Matricardi, osservò: "Occorre però che sia messo bene in chiaro che fino a quando i comandi militari non disporranno di unità terrestri mobili, sia pure di piccola entità, le scarse forze awersarie degaulliste ed inglesi gironzoleranno a loro beneplacito per tutto il tempo che a loro piacerà, arrecandoci danni morali di grande rilievo, oltre ai danni materiali ben prevedibili". Gariboldi allora decise l'approntamento di due o tre colonne celeri e stabilì che gli elementi in ripiegamento da Gialo e da Augila rimanessero a Hon a disposizione del Comando dello


Schizzo n. 29 INCURSIONE DELLA PATTUGLIA DEL LONG RANGE DESERT GROUP DAL 26 DICEMBRE 1940 AL 9 FEBBRAIO 1941

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LE O PE RAZJONJ IN AFRICA SETTENTRIONALE

scacchiere. Inoltre, non appena possibile, dovevano essere trasportati a Hon anche due battaglioni libici e due batterie da 20. Poco dopo venne tentata da parte avversaria l'operazione contro Cufra. Questa, costituita da un'oasi centrale e da tre minori verso nord-ovest e popolata da 6.000 tuaregh, arabo-berberi e tebù, aveva un presidio di due compagnie mitraglieri da posizione, una compagnia sahariana ed una batteria da 20. L'importanza militare dell'oasi derivava dalla presenza di un'organizzazione aeroportuale per i collegamenti con l'Africa Orientale. Il 31 gennaio un plotone sahariano in perlustrazione verso sud avvistava nei pressi di Maaten Bisciara un distaccamento nemico di undici mezzi: era una pattuglia inglese che effettuava una ricognizione. L'immediato attacco italiano sortì buon esito, tre autocarri furono presi e lo stesso comandante, il cap. Clayton, ferito, venne catturato. Il col. Ledere rimandò allora a tempo migliore la progettata occupazione di Cufra e lasciò in libertà le pattuglie britanniche, che rientrarono al Cairo i primi di febbraio. Per il momento l'attività del Long Range Desert Group fu sospesa: d'altronde in Cirenaica ormai non c'erano quasi più italiani. Gli ultimi, isolati, resistevano a Giarabub. Si era alle battute finali della campagna. Graziani era scosso ed amareggiato 65 . L '8 febbraio aveva chiesto, tramite Guzzoni, l'esonero dal comando: "Ti prego rimettere al Duce il seguente messaggio. Comincia: Gli ultimi avvenimenti hanno fortemente depresso i miei nervi et le mie forze tanto da non consentirmi di tenere più il comando nella pienezza delle mie facoltà. Se per falso sentimento di amor proprio io tacessi mi sentirei grandemente colpevole. Ho cercato di far comprendere la verità. Non sono stato ascoltato. Vi chiedo pertanto di esser richiamato et sostituito. Sono sicuro che una nuova energia potrà rendere assai più di me nella fase risolutiva delle operazioni che qui si prepara. Finisce" 66 •

Mussolini rispose subito: "In relazione alle circostanze personali che mi comunicate, accolgo vostra domanda. Comando Superiore sarà assunto dal Gen. Gariboldi"67 • Due giorni dopo Graziani presentò le dimissioni anche dalla carica di capo di Stato Maggiore dell'Esercito: "Caro Guzzoni, ho orientato Gariboldi su tutto sulla base dello scambio degli ultimi atti. lo mi fermo a Carpi. Ti prego presentare al Duce la seguente mia domanda: «Duce! Vi prego, parallelamente


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alla cessazione delle mie attuali funzioni, di accogliere le mie dimissioni da Capo di S.M. dell'Esercito, avendo assoluto bisogno di un lungo periodo di riposo». Ossequio" 68 .

Poi lasciò Tripoli in volo per rientrare in Italia. Il 16 ed il 17 ebbe due colloqui con Mussolini. Questi, che già aveva conferito l'incarico di capo di Stato Maggiore dell'Esercito a Roatta, prese tempo per accettare le dimissioni da comandante superiore e sembra abbia persino pensato di rimandare in Libia il maresciallo 69 . Comunque fu questione di pochi giorni ed il 24 essa fu definita: "Dopo ulteriore esame della situazione determinatasi in Libia, sono venuto nella determinazione di accogliere le vostre dimissioni da entrambe le cariche da Voi ricoperte di Governatore della Libia e di comandante superiore delle FF.AA. dell'A.S."

4. I

COLLOQUI MILITARI ITALO-TEDESCHI.

Il 20 dicembre, appena uscito da palazzo Vidoni ove era stato convocato da Guzzoni per sollecitare l'invio di una o due divisioni corazzate tedesche, von Rintelen telegrafò a Berlino. La questione era molto dibattuta all'OKW e due giorni dopo von Rintelen si ripresentò al Comap.do Supremo comunicando di aver ricevuto un telegramma da Keitel, nel quale si accennava alla graduale affluenza delle truppe tedesche in Romania e si faceva riferimento alla richiesta italiana. Al riguardo- informò von Rintelen - "le divisioni corazzate potrebbero eventualmente partire tra 10-12 settimane", però l'OKW aveva mostrato qualche perplessità per i trasporti marittimi· soprattutto sull'impiego delle grandi unità in argomento "dato che l'attuale situazione operativa è a carattere difensivo". Guzzoni si premurò di rassicurare l'interlocutore: trasporti del genere venivano effettuati con grossi convogli bene scortati. Circa l'impiego della o delle divisioni _çorazzate non esistevano dubbi sul fatto che esse fossero particòlarmente adatte per l'offensiva. E difatti, aggiunse con una punta polemica, "se oggi ne disponessimo, in Libia ci sarebbe possibile passare alla controffensiva nel momento in cui gli inglesi, prolungando il loro sforzo e grande distanza dalle basi, vengono a trovarsi in crisi di alimentazione". Poi volle introdurre un nuovo elemento: una divisione corazzata a Tripoli sarebbe stata

e


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Lf' Of'f'RIIZIONJ IN IIFRI C:11 Sf'TTf'NTRIONIILE

I

utile non soltanto per operazioni verso la Cirenaica, ma anche per ogni eventuale pericolo che si fosse manifestato ad ovest. Pur comprendendo trattarsi di un semplice discorso informale, tale punto di vista è poco soddisfacente. Se veramente si temeva qualcosa dalla Tunisia, e quindi da tutto il Nordafrica francese, valeva bene la pena di studiare a fondo il problema e prendere le .necessarie misure precauzionali. Si ritornerà sull'argomento, però il cenno è significativo: anche a questo riguardo si attendeva che il nemico - nella fattispecie, il potenziale nemico - prendesse l'iniziativa. Un atteggiamento mentale che si ripeterà sino all'8 settembre. Fin dall'entrata in guerra il vertice politico-militare ha sempre regalato la prima mossa all'avversario o atteso il suo crollo interno. Le poche iniziative sono state repentine o sconsiderate o l'uno e l'altro insieme: la battaglia delle Alpi occidentali, l'invasione della Ciamuria, l'offensiva su Sidi el-Barrani. Ormai il discorso era bene avviato ed una missione militare partì per Berlino. I rappresentanti italiani (i generali Favagrossa, Fautilli e Gandin) furono ricevuti il 30 dicembre da Keitel, che in una riunione preliminare indicò alcune premesse dell'OKW alle trattative. Data la situazione bisognava provvedere subito alle necessità più impellenti, per le altre occorreva redigere un programma a lunga scadenza sulla base delle priorità delle singole esigenze. D'altra parte l'aiuto tedesco in materiali poteva concretarsi"soltanto dopo un certo tempo sia a qusa dei trasporti sia per l'addestramento del personale italiano; perciò conveniva utilizzare sµbito quanto si trovava in Italia e sostituirlo appena possibile con quanto fornito dalla Germania. Questa, beninteso, non era in condizioni di cedere mezzi di fabbricazione tedesca ma semplicemente materiale di preda bellica, in parte, per giunta, non ancora rimesso in efficienza, cosa cui doveva provvedere il destinatario. Ultimo punto: la cessione di materie prime, molte delle quali scarsamente disponibili nel Reich, comportava anche in Italia una rigorosa disciplina d'impiego, col ricorso a processi di fabbricazione tali da consentire di utilizzare surrogati delle materie prime critiche. Per inciso, sarebbe stato sommamente desiderabile che le richieste italiane venissero formulate da un unico organo militare competente, evitando la presentazione di elenchi, inevitabilmente contradittori, da parte di vari enti. All'introduzione di Keitel seguirono conversazioni separate. Il gen: Jodl toccò gli aspetti operativi con il gen. Gandin, presente l'addetto militare Marras. Si espresse, ad onor del vero, con assoluta


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chiarezza su due concetti fondamentali. I tedeschi erano pronti ad intervenire ove ritenuto utile, però desideravano non esser messi in situazioni tali da compromettere il grande prestigio conquistato sui campi di battaglia europei. La Germania aveva la più assoluta certezza della vittoria finale; anche se la guerra fosse durata a lungo, essa non sarebbe morta di fame: prima avrebbe fatto morire di fame le popolazioni di tutti i territori conquistati. Il quadro strategico che egli poi tracciò era ottimo per parte tedesca: la battaglia aerea contro la Gran Bretagna si sviluppava efficacemente, la guerra navale in Atlantico stava mettendo a dura prova l'organizzazione dei rifornimenti all'isola, in Romania tra breve avrebbe avuto inizio la radunata di una ventina di divisioni ed i primi di marzo sarebbe stata sferrata l'offensiva contro la Grecia. Per parte italiana, in Albania occorreva reggere ad ogni costo per non compromettere lo sviluppo delle operazioni tedesche attraverso la Bulgaria. A questo fine, se opportuno, l'OKW era disposta a mandare in quello scacchiere una divisione da montagna. D'altronde l'Italia avrebbe ricavato notevole vantaggio dall'invio del X Fliegerkorps e dal rientro del corpo aereo italiano dal Belgio. Quanto alla Libia non mancò di accennare alla rinuncia di Roma alla divisione corazzata offerta a suo tempo come di "crisi di fiducia", comunque adesso si trattava di non perdere anche Tripoli, diversamente tutta l'Africa settentrionale sarebbe caduta in mano nemica. Il concorso tedesco poteva esplicarsi con reparti di arresto (Sperrverbande) in grado di interdire con poche forze, carri armati e campi minati, lunghi tratti di fronte. Gandin aveva ascoltato senza interloquire. Poi prese la parola ed espose francamente la situazione: in Albania ed in Libia le cose si erano messe male e presto poteva accadere altrettanto anche in Egeo ed in Africa orientale. Perciò l'intervento germanico era urgente e necessario. In Balcania poteva manifestarsi sotto forma di accentuata minaccia attraverso la Bulgaria, ma in Africa settentrionale occorrevano due divisioni corazzate, uniche capaci di respingere gli inglesi con una controffensiva. Jodl si mostrò anch'egli persuaso che semplici unità di arresto non avrebbero sortito molto effetto e che l'entità dell'aiuto dovesse raggiungere il livello del corpo corazzato su almento 250 carri, pur precisando che ogni decisione spettava al Fuhrer, in quei giorni a Berchtesgaden. I primi reparti potevano essere a Napoli entro tre settimane dalla decisione. Per i trasporti di materiale si potevano utilizzare diciotto piroscafi tedeschi disponibili in Italia. mentre per il personale sembrava più sicuro il ricorso a navi da guerra. Ad ogni modo il prolungarsi


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della resistenza di Bardia era considerato tattore di estrema importanza e, secondo Marras, poteva avere grande influenza sulle decisioni. In un secondo colloquio, Jodl si soffermò ad illustrare i rapporti con la Francia. Date le circostanze e l'atteggiamento leale di Pétain, l'Italia non doveva nutrire preoccupazione alcuna. In sostanza Jodl apparve molto cordiale e comprensivo e Gandin, nella sua relazione, mise in evidenza la volontà tedesca di venire incontro alle richieste dell'alleato. 70 Conteinporanèamente il gen. Fautilli aveva una lunga conversazione con il gen. Thomas, che, assistito da numerosi esperti, cercò di soddisfare le necessità italiane precedenti e nuove:

offerte tedesche

richieste complessive italiane 20 batterie da 88 Krupp e.a.

riserva di risposta

100 batterie e.e. da 37 o 47

250 pezzi Hotchiss da 25 e 250 pezzi belgi da 47

10 batterie obici da 149/30 da costa

48 pezzi Schneider da 155 mod. 1917

100 batterie divisionali

100 batterie da 100 Skoda mod. 1919 100 obici da 105 francesi mod. 1935

20 batterie cannoni da 105

indisponibili

300 fucili e.e. da 20 cechi

50 mitragliere da 20 ceche con riserva di risposta per le altre armi.

carri armati

50 carri francesi B 2 da 32 tonn. 50 carri francesi Somua da 23 tono. 350carri Renault da 12 tonn.

autoblindo

indisponibili

800 autocarri

subito 150 poi 650, e forse più, francesi.

stazioni radio

riserva d i risposta

Tutto sommato gli accordi 71 potevano considerarsi soddisfacenti, senonché, come ancor meglio emerse nelle trattative per le materie prime, sorse la grossa questione del pagamento. Il gen. Favagrossa stava discutendo l'argomento con assoluta cognizione di causa perché pochi giorni prima aveva illustrato a Mussolini con un promemoria il punto dopo sei mesi di guerra e la previsione per il


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prossimo avvenire. In quella sede aveva segnalato che la produzione dell'acciaio raggiungeva solo "l'indispensabile per non compromettere la vita del paese"; per lo stagno erano previste "ripercussioni gravissime"; per il vanadio ed il cromo "si viveva alla giornata"; per gli esplosivi la deficienza di approvvigionamento tendeva ad aumentare in maniera preoccupante; per l'armamento della fanteria soltanto nell'autunno del 1942 si sarebbe raggiunta una capacità pari al 30% del fabbisogno; per la gomma "la situazione sta per diventare disperata" e via dicendo 72 • Anche se lo stato dei fatti era stato volutamente descritto con più pessimismo di quanto la realtà non comportasse, si trattava pur sempre di onere finanziario globale rilevandssimo e d'altronde il pagamento era per Berlino conditio sine qua non. A titolo di osservazione complementare, sembrerebbe che taluno fra i componenti della nostra missione non abbia mostrato molto entusiasmo sulle conclusione dell'incontro o sulla possibilità di realizzazione degli accordi, perché il 3 gennaio Ciano scrisse nel suo diario che il principe d'Assia - latore di una lettera di Hitler per Mussolini - "vuol sapere per incarico di Hitler, quale sia il vero stato d'animo del Duce nei confronti del Fuhrer, perché alcuni atteggiamenti di militari hanno dato in Germania l'impressione di una certa freddezza". Marras aveva visto giusto. L'OKW seguiva con attenzione la sorte di Bardia e quando questa cadde, chiese esplicitamente una valutazione italiana. La risposta di Guzzoni 73 evidentemente apparve convincente, perché il 10 gennaio von Rintelen comunicò le decisioni di Hitler. Per il teatro d'operazioni nordafricano aveva disposto l'approntamento di "un'unità provvista di carri armati, adatta per il rinforzo della difesa della Tripolitania". Questa poteva essere trasferita oltremare dopo l'invio delle divisioni corazzata e motorizzata italiane "ove il Comando italiano lo ritenesse ancora desiderabile". Il X Fliegerkorps sarebbe rimasto in Sicilia, tuttavia doveva allestire basi di appoggio in Libia per essere in condizioni di agire contro le basi navali britanniche in Cirenaica. La determinazione di Hitler trovò riscontro ufficiale nell'ordine n . 22 dell'OKW in data 11 gennaio: "La situazione italiana nel Mediterraneo, ove la Gran Bretagna dispone contro il nostro alleato di forze preponderanti, esige per motivi strategici, politid e psicologici l'aiuto tedesco. La Tripolitania deve essere presidiata; il peliicolo di un crollo del fronte in Albania deve venire scongiurato" 74 •


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e nella richiesta di autorizzare l'invio di due missioni militari per ottenere maggiori delucidazioni sulla realtà sui due scacchieri. ·Guzzoni consentì senza difficoltà ed avvisò Graziani, il quale stava sulle spine e replicò immediatamente: "Caro Guzzoni, ho la sensazione che tra progetti, ricognizioni di esperti e relativi viaggi di andata e ritorno fra Berlino e Libia, stiamo perdendo del tempo preziosissimo. Cosicché concorso unità corazzate tedesche est probabile finisca per realizzarsi quando tutto quaggiù sarà liquidato. Cerca con ogni m ezzo di accelerare i tempi (. ..). Molto utile potrebbe riuscire, sempre per far presto, l'assegnazione alla divisione Ariete di un gruppo esplorante tedesco forte di qualche centinaio[!) di autoblindo( ...)" 75 .

Il 19 gennaio Mussolini si recò a B.erchtesgaden. Era scuro e depresso per la caduta di Bardia e la perdita di Klisura, ma si rasserenò quando si vide accolto da Hitler con affabilità e senza "condoglianze nascoste". Mentre i due dittatori si appartavano e lo stesso facevano i due ministri degli esteri, Guzzoni venne ricevuto da Keitel e Jodl. Era la prima volta che un capo militare accompagnava Mussolini, e ciò era accaduto solo su aperta domanda dell'OKW. Poiché Cavallero riteneva il momento in Albania troppe delicato per allontanarsi, lo sostituì Guzzoni. La sua esposizione fu semplice e precisa. In particolare chiese che il trasferimento dell'unità tedesca a Tripoli venisse inserito fra la partenza dell'Ariete e quella della Trento. Jodl non prospettò difficoltà di massima e colse l'occasione per comunicare che la scelta era caduta sulla sa leichte Division agli ordini del gen. Funck, già partito per effettuare una ricognizione in posto. La struttura della grande unità, salvo varianti suggerite da Funck al suo rientro dalla Libia, era la seguente:

Comando divisione: un gruppo esplorante su due compagnie autoblindo, una compagnia motorizzata ed una compagnia armi pesanti; tre gruppi Panzerjaeger, ciascuno su tre compagnie di 9-12 pezzi controcarri da 37 e da 50; due battaglioni mitraglieri con armi controcarri ed una compagnia pionieri ciascuno, ~utti su mezzi semicingolati; un gruppo misto contraerei con pezzi da 37 e da 88;


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quindici colonne rifornimenti; servizi.

Il trasporto, il cui m1z10 poteva aver luogo dal 15 febbraio, sarebbe durato all'incirca 45 giorni 76 • Hitler si riservò la mattinata del 20 gennaio per una vera e propria conferenza politico-militare, tenendo per ultimo argomento l'Africa settentrionale. Al riguardo disse che mandare una divisione corazzata sarebbe stato probabilmente causa di un arrivo tardivo data l~ complessità di struttura della grande unità, ma affermò che la 5a leichte Division sarebbe stata assai più utile - tesi, invero, molto discutibile - e che essa era stata approntata" tenendo presente che l'azione controcarri è essenzialmente un problema psicologico" - tesi, anche questa, piuttosto opinabile - poi passò all'impiego. Sul piano tattico la divisione leggera poteva dar vita a sbarramenti controcarri, beninteso nel quadro di un'operazione offensiva, il che non era proprio il pensiero di Guzzoni e di Graziani, almeno allo stato dei fatti. Quindi insistette sull'importanza della linea DernaMechili "che deve essere tenuta ad ogni costo" 77 • A parte il cenno sulle possibilità tattiche della 5a leggera 78 , non sembra emergere dall'esposizione una conoscenza approfondita della situazione in Libia, oppure tale visione era volutamente sfumata per non urtare suscettibilità, specialmente dopo il rapporto ottimistico di Guzzoni, rapporto accolto dai tedeschi con scetticismo. I colloqui di Berchtesgaden furono importantissimi e non per nulla l'OKW aveva richiesto la presenza di un capo militare italiano: essi avviarono la fine della guerra separata. Mussolini era in difficoltà troppo serie in Albania ed in Libia per poter sottilizzare. Già in dicembre gli si era presentata l'umiliante prospettiva di dover chiedere l'intervento dell'alleato in Albania per evitare il peggio. La nomina di Cavallero e poi la sostituzione di Soddu avevano ridato un pò di equilibrio alla battaglia in corso e adesso si sperava di poter fare a meno anche della divisione da montagna germanica. Guzzoni, tra l'altro, dopo i ~olloqui di Berlino a fine 1940, aveva ' al momento opportuno scritto a Marras affinché lasciasse scivolare in conversazioni private alcune osservazioni "di prestigio". La "crisi di fiducia" cui aveva alluso Jodl era invece stata un eccesso di fiducia sui nostri mezzi e pertanto la questione, "messa in questi giusti termini" non poteva tcx!tare la suscettibilità dell'alleato. Circa


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l'andamento della guerra contro la Grecia "se è vero che sino ad ora, in Albania, si sono avuti degli insuccessi, si ha però la certezza di poter capovolgere molto presto la·situazione" 79 • Tutti discorsi che potevano essere taciuti. Comunque, in Africa il discorso era differente: i carri tedeschi risultavano indispensabili. Sicuramente Mussolini pensava che l'arrivo degli alleati non influisse molto sulla condotta italiana della guerra oltremare, ma Hitler - e Jodl era stato esplicito - non avrebbe mai consentito che unità tedesche fossero messe, ovviamente dagli italiani, in situazioni compromettenti per il prestigio del Terzo Reich. Di conseguenza, avrebbe tenuto sotto attenta sorveglianza quel teatro d'operazioni. Veramente Hitler nutriva ancora più di un dubbio e la caduta di Tobruk fu in un certo modo decisiva. Non in quanto inattesa, ma perché costrinse a guardare in faccia la realtà. Rintelen, che adesso era ascoltato a Berlino, aveva subito avvisato l'OKW che anche la linea di Derna sarebbe caduta e che quindi, iniziando il trasporto della sa leichte Division il 15-20 febbraio, sarebbe mancato il tempo per salvare la Cirenaica. Inoltre, date le circostanze, bisognava pensare a qualcosa di più consistente. Il gen. Funck, giunto a Tripoli il 23, tornò a Berlino a fine mese ed il 1° febbraio riferl a Hitler sulla gravità dell'offensiva britannica e sulla decisione di Graziani di concentrare l'ultima difesa attorno a Tripoli. Anche a suo avviso, solo la disponibilità di un intero corpo corazzato poteva consentire la riconquista della Cirenaica. Hitler ascoltò di malumore: non sapeva fino a che punto lasciar impegnare la presenza tedesca in Africa settentrionale. D'altra parte, se Graziani si limitava a difendere Tripoli, l'in,tera Libia era perduta e c'era perfino il pericolo che l'Italia, mal messa com'era, chiedesse una pace separata con conseguenze incalcolabili per i Balcani (e per l'operazione Barbarossa). Il 2 febbraio von Rintelen presentò al Comando Supremo una lettera tanto secca quanto chiara: "Per incarico del Comando Supremo Gennanico prego di voler rispondere al più presto possibile alle domande seguenti: 1) Quali direttive sono state emanate al Maresciallo GRAZIANI ed in quale modo egli ha l'intenzione di eseguirle per l'ulteriore continuazione della guerra? 2) Per quanto tempo il Maresciallo GRAZIANI crede di poter ancora resistere nella Cirenaica alla pressione inglese?


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3) Entro quale periodo l'arma aeronautica italiana in A.S. che, secondo le notizie pervenute a Berlino, ora pare non abbia più che 80-100 apparecchi disponihili - potrà essere rinforzata in un modo sufficiente? 4) Si avrebbe l'intenzione di ritardare con forze navali di superficie l'ulteriore occupazione di basi navali da parte della flotta inglese? 5) Saranno le divisioni Ariete e Trento e la divisione leggera germanica sufficienti per la difesa della Tripolitania, ove fino alla possibilità del loro impegno gli inglesi non fossero penetrati in quella provincia, ovvero tale difesa non sarebbe possibile affatto senza forze corazzate ingenti?" 80 .

Non si può affermare che il Comando Supremo avesse impartito direttive a Graziani, ad ogni modo Guzzoni fece proprie le idee di Graziani e le completò così: "successive difese con mezzi adeguati per ottenere di ritardare movimento nemico attraverso deserto verso Tripolitania. Questa sarà difesa non già attorno a Tripoli, ma schierando le forze disponibili in modo da obbligare il nemico a combattere con il deserto sirtico alle spalle ed esposto a nostre manovre controffensive con forze mobili sul fianco e sul tergo. Sarà inoltre provveduto copertura frontiera occidentale e difesa sud tripolino da. incursioni francesi dissidenti" 81 • In sostanza, la linea difensiva correva, grosso modo, all'altezza di Sirte. In merito agli altri quesiti, le risposte erano abbastanza semplici: Graziani stava facendo il possibile per non essere aggirato; era da escludere che potesse resistere in Cirenaica a lungo; l'aviazione disponeva al momento di 90 bombardieri e 130 caccia ed era in corso l'afflusso di una quarantina di apparecchi per ogni specialità; la marina aveva le mani legate p~rché la Mediterianean Fleet era preponderante. Però sull'ultimo interrogativo Guzzoni era estremamente cauto. Le forze italo-tedesche di previsto sbarco potevano costituire "una massa mobile ragguardevole per fronteggiare il nemicon qualora questo "intendesse avanzaren verso Tripoli dopo aver superato i 500 chilometri di deserto sirtico 81 . La prudenza sembra eccessiva. Fronteggiare significa opporsi validamente, non arrestare né men che meno distruggere. Ora, poiché, appariva lecito ritenere che O'Connor avrebbe superato il deserto sirtico con un paio di divisioni o poco più, probabilmentè logore, come era possibile non pensare sicura una netta vittoria nella battaglia difensiva? Potevano sussistere dubbi sull'esito di una controffensiva


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a largo braccio, ma non certo su di un successo locale, naturalmente a rinforzi sbarcati. Il messaggio non soddisfece Hitler, il quale, tra l'altro temeva che le unità tedesche non arrivassero in tempo. Cominciò col sostituire il gen. Funck alla testa della sa leggera, perché gli era apparso troppo pessimista, con il gen. Streich. Poi sospese (ma solo per un paio di giorni) i trasporti ferroviari già in atto. Poi infine, benché anche von Brauchitsch prop~nesse l'invio di almeno una divisione corazzata, volle sentire personalmente von Rintelen. Questi si presentò il 6 febbraio alla Cancelleria del Reich e riferì: "Gli inglesi sono in procinto di occupare Bengasi e Agebadia, come anche il resto della Cirenaica: solo poche forze italiane potranno salvarsi in Tr ipolitania. Le cinque divisioni italiane in corso il trasporto non possono da sole difendere Tripoli. Tuttavia il procedere per il deserto completamente privo d'acqua della Sirte tra la Cirenaica e la Tripolitania richiederà agli inglesi gran lavoro di preparazione, ecosì potrà aversi un respiro. La difesa di Tripoli poggia sulla Sirte, ed ha solo possibilità di successo nel caso sia affidata ad un forte gruppo mobilissimo, che possa effettuare la difesa contrattaccando. Senza aiuto tedesco, la Libia è perduta" 82.

A questo punto Hitler si decise e l'OKW firmò l'ordine per l'operazione Girasole. Secondo il pensiero germanico la difesa doveva essere svolta molto ad oriente di Tripoli e basata sulla resistenza statica di una linea di sbarramento ed una reazi'one manovrata delle truppe corazzate. Perciò la sa leichte Division sarebbe stata rinforzata da un reggimento carri. Probabilmente la nuova offensiva britannica non sarebbe stata sferrata prima di due mesi, il che comportava il completamento dello sbarco della divisione entro metà marzo. Non solo ma, tenuto conto della grande importanza rivestita dalla conservazione della Libia, era previsto l'invio di una divisione corazzata che, unitamente alla sa leggera, avrebbe dato vita al Deutsches Afrikakorps agli ordini del gen. Rommel. Il quale Rommel, convocato subito ed informato dell'incarico, uscì con von Rintelen dallo studio di Hitler commentando: "un lavoro dannatamente difficile!". Mussolini si mostrò molto soddisfatto ed accettò il seguente accordo: "Il Comando Supremo delle Forze Armate Tedesche e il Comando Supremo Italiano hanno concordato le seguenti direttive per l'im-


LA RITIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

4 15

piego di truppe tedesche su teatri di operazione italiani: I) Le truppe tedesche in Libia e in Albania saranno tatticamente alle immediate dipendenze del comandante superiore sul posto. Per il resto esse dipendono dal comandante dell'esercito, il quale tiene collegamento con i competenti comandi italiani locali. 2) Esse devono essere impiegate soltanto a unità complete o almeno a divisione completa. Sono ammesse eccezioni solo se, a giudizio del comandante tedesco, le truppe tedesche sono minacciate direttamente prima che abbiano potuto completamente riunirsi, o nel caso nel quale dovesse intervenire una tale crisi che - ove non fosse fronteggiata - potrebbe derivarne la perdita dell'intero teatro di operazioni. 3) Una volta schierata secondo il piano previsto, l'unità tedesca deve rimanere riunita nelle mani del comandante tèdesco e non deve essere ripartita in diversi settori del fronte di combattimento.

4) Nel caso in cui a lle truppe tedesche venisse affidato un compito la cui esecuzione, per convinzione del loro comandante, potrebbe portare soltanto a un grave insuccesso e quindi la menomazione del prestigio delle truppe tedesche, il comandante tedesco ha il diritto e il dovere, informando il generale tedesco di collegamento del Comando Supremo Italiano a Roma, di chiedere la decisione del Fiihrer, a mezzo del comandante superiore dell'esercito. S) Il X Corpo aereo tedesco rimane alle dipendenze del comandante dell'aviazione, Ma resciallo del Reich Goring. In base alle direttive di questi, il Corpo aereo assolve il suo compito in stretta collaborazione con tut.ti i comandanti italiani interessati."

Le firme di Keitel e di Guzzoni sanzionarono la fine della guerra parallela. I contatti bilaterali non si esaurirono con l'invio del X Fliegerkorps in Sicilia e dell'Afrikakorps in Tripolitania. Anche le due Marine erano orientate a dare un seguito al programma di massima del luglio 1940. L'amm. Riccardi, come si è detto capo di Stato Maggiore e sottosegretario di Stato della R . Marina dall'8 dicembre, si preparò all'appuntamento e quando Raeder, ai primi di febbraio 1941, si dichiarò pronto a venire in Italia, la proposta venne immediatamente accolta. La sede prescelta fu Merano ed i colloqui ebbero luogo nei giorni 13 (due sedute) e 14 (una seduta). L'amm. Raeder prese la parola in apertura• di riunione proponendo che i lavori


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LI'. OPf\RAZIONI JN AFRICA Sf\TTl'.NT RIONALÉ

si svolgessero sulla base delle relazioni che ogni Stato Maggiore aveva preparato circa l'apprezzamento della propria situazione e la valutazione delle proprie possibilità operative. Trovatisi tutti d'accordo su questo punto, fu esposta per prima la relazione germanica. E ssa mise in rilievo le difficoltà affrontate dalla Kriegsmarine per migliorare le condizioni strategiche iniziali nel Mar del Nord e poi, sostanzialmente risolta questa dopo la conquista della Norvegia e delle Fiandre, per dare ampio sviluppo alla guerra contro il traffico mercantile d'importazione versò la Gran Bretagna. Sull'invasione del Regno Unito, Raeder fu piuttosto vago. Precisò che la pianificazione poteva considerarsi pronta, ma che l'operazione era vista con molti dubbi per la difficoltà di poter contare sul fattore sorpresa . Comunque, tenne ad informare che forse non sarebbe stata necessaria, in quanto i bombardamenti della Luftwaffe e l'a ttività dei sommergibili proba bilmente sarebbero stati sufficienti a piegare l'avversario. A questo quadro c'era poco da aggiungere ed il commento di Riccardi fu di circostanza. Quando però si passò all'esposizione italiana fu evidente che i tedeschi avevano studiato bene il problema del Mediterraneo e non erano molto convinti della bontà della linea d'azione scelta da Supermarina. Diciamo subito che la relazione italiana 83 era ispirata ad un notevole pessimismo. In parte era giustificato dalla situazione: perdita della Cirenaica, insediamento della Gran Bretagna a Creta e nei porti greci, dominio inglese nel bacino orientale i:lel Mediterraneo e difficoltà italiane in quello centrale. Però, come giustamente è stato osservato 84 , il tono generale appariva eccessivamente depresso: "Questa situazione, oltre ad inibire praticamente qualsiasi seria minaccia offensiva da parte delle nostre forze aeree e navali contro le posizioni ~nglesi nel Mediterraneo orientale, sottopone al controllo navale e soprattutto aereo dell'Inghilterra il Mediterraneo centrale; gravi sforzi saranno necessari per conservare un controllo sia pur limitato del Cana le di Sicilia, allo scopo di ostacolare per quanto possibile il libero uso di tale passaggio a vantaggio dei convogli di rifornimento e delle forze navali del nemicon,

e a ncora: "(...) in questi mesi di guerra la situazione geografica~strategica dell'I talia nel Mediterraneo ha subito un mutamento profondo, passando dall'essere abbastanza favorevole ad una condizione di netto


LA RITIRATA ITALIANA IN CIRENA ICA

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sfavore, la quale appare sensibilmente aggravata anche rispetto a quella esistente all'inizio della guerra quando il potenziale marittimo francese fiancheggiava quello britannico".

Se poi la possibile occupazione integrale della Libia avesse indotto le autorità francesi del Nordafrica ad entrare in campo, di colpo la pressione sull'Italia sarebbe diventata fortissima sia sotto Faspetto delle posizioni strategiche in mano nemica, sia sotto quello delle forze navali da affrontare. E, a proposito di rapporti di forze, venne data per buona una consistenza della Mediterranean Fleet e della Forza H piuttosto esagerata. Ma dove il tasto si faceva più dolent~ era in merito all'impiego della flotta italiana. La relazione sosteneva che "esistono per noi scarsi e limitati obiettivi strategici per operazioni parziali" e che "il nemico, nelle sue uscite in mare, dispone sempre di un nucleo di unità superiore alle forze italiane che potrebbero intervenire". La prima affermazione era discutibile, la seconda non esatta. In conclusione: "La flotta italiana potrà continuare ad assolvere, come in passato il compito di vincolare nel Mediterraneo importanti forze navali nemiche, anche neìl'ipotesi più sfavorevole di perdita totale della Libia",

ma "per non venire meno alle sue funzioni" aveva bisogno di riprendei re la sicura disponibilità delle sue basi meridionali e di controllare con l'aviazione i movimenti avversari in porto ed in mare. Da parte germanica ci fu naturalmente un apprezzamento per le difficoltà italiane, ma anche un invito, sia pur espresso diplomaticamente, ad una maggiore combattività. Ad esempio, puntate offensive di corazzate veloci contro il traffico inglese tra Alessandria e la Grecia sarebbero state utilissime. A parte tutto ciò, purtroppo non emerse alcun serio sforzo per promuovere e realizzare un'unità d'azione tra le due Marine. Questi i contatti fra gli alleati dell'Asse prima che essi iniziassero a combattere fianco a fianco nelle sabbie del deserto .


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

NOTE CAPITOLO IV 1

Il raggruppamento, posto agli ordini del col. Piana, era formato da due nuclei esploranti, tre nuclei motorizzati (tutti composti da reparti armi di accompagnamento e di artiglierie) e due gruppi di artiglieria motorizzati, per complessivi 2.400 uomini, 62 mitragliatrici, 18 mortai, 10 lanciafiamme, 76 bocche da fuoco, 200 automezzi e 120 moto. 2 Secondo il Playfair, otto carri italiani distrutti ed uno catturato contro sette inglesi. 3

DSCSAS, f. 01/1100/0p. data 21.1.1941, fatto trasmettere per telefono alle

20. 4

DSCSAS, tele 01/1150 Op. data 21.1 .1941, ore 13.

5

DSCSAS, tele 01/1110 Op. data 25.1.1941-allegato 60.

6

DSCSAS, tele 5849, ore 13,35.

7

DSCSAS, tele 01/1213 Op. data 27.1.1941 di Graziani a Mussolini, ore 20,15.

8 Il presidio di ogni ridotta era costituito da un plotone mitraglieri rinforzato da un pezzo da 47/32 e due da 75/27.

9 DSCSAS, f. 10 Ris.mo Pers. data 29.2.1941, con il quale venivano confermate le.direttive verbali impartite nella notte precedente. 10

Non è chiara la ricostruzione del dispositivo nemico fatta dal servizio informazioni del Comando Superiore. 11

DSCSAS, verbale riunione allegato 61.

12

DSCSAS, tele 01/ 1286 Op. data 29.1.1941, ore 20.

13

DSCSAS, tele 01/1328 Op. data 30.1.1941.

14

DSCSAS, tele 01/1344 Op. data 31.1.1941, ore 13, diretto al Comando Supremo.

15

DSCS, tele 5956/0p., dat~ 30.1.1941, ore 23.

16

DSCSAS, tele 01/1376 Op. data 1.2.1941 , ore 15.

17

Diario storico della D.f. Sabratha, data 4.2.1941.

18 Composta da III e V battaglione carri medi, LX battaglione carri leggeri, un plotone autoblindo, una compagnia motociclisti, della Savona su due gruppi, una batteria da 105/28, una da 75 CK per un totale di 2.500 uomini. 19 Composto da un gruppo da 75/27, uno da 105/28 ed un gruppo misto, per complessivi 1.800 uomini.

20 Composto da due plotoni mitraglieri, quattro sezioni da 20, due plotoni da 47/32 per complessivi 600 uomini.


LA RITIRATA ITALIANA IN GIRENAICA

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21

Composto inizialmente dal Comando 20° raggruppamento artiglieria, III e IV/20° artiglieria, I/85° fanteria, una compagnia m itraglieri, quattro batterie da 65/ 17. una compagnia da 47/32, quattro sezioni da 20, elementi del genio e servizi . 22 Composto inizialmente dal Comando 42° artiglieria camp., I/42° artiglieria, III/20° artiglieria, I/86° fanteria, una compagnia mitraglieri, una batteria da 65/17, una compagnia da 47/32. quattro sezioni da 20, elementi del genio e servizi. Il raggruppamento Colpani, come quello Moech, ebbe a subire sin dal giorno 4 forti riduzioni in relazione all'indisponibilità di automezzi. Pertanto molti reparti. specie fucilieri e mitraglieri, sembra che all'ultimo momento siano stati lasciati a piedi con i rispettivi reggimenti. 23

Composto da un plotone motociclisti, una batteria da 75/27, una batteria da 65/17 due plotoni da 47/32·, tre sezioni da 20. Inizialmente il nucleo Allegri fece parte del raggruppamento Col pani. 24 Composto da una compagnia paracadutisti, una compagnia mitraglieri, un gruppo da 75/27, un plotone da 47/32 e due sezioni da 20. 25 Relazione gen. Cona, tele 01 /709 data 4.2.1941, ore 11,10, del Comando 10a armata. 26 A titolo di esempio, i raggruppamenti della colonna Della Bona soltanto da poche ore avevano ricevuto un certo numero di automezzi per il trasporto delle truppe, ma la disponibilità era così esigua da rendere necessario l'accatastamento di due o tre mitragliere da 20 o cannoni da 47/32 con poche munizioni su un solo autocarro e l'abbandono dj tutte le rimanenti munizioni.

27

Rei. Cona, tele 775/0p. data 4.2.1941 del Comando XX co1·po d'armata.

28

Rei. Cona, tele 0117 I 4/0p. data 4.2.1941 , ore 13,25, del Comando 1o• armata.

29

Rei. Cona, tele 01/422 data 4.2.1941, ore 19,30, del Comando 1o• armata.

3

° Composto da una batteria da 75/27, due sezioni da 20 e due plotoni da 47/32.

JJ Composto dal XXI battaglione carri medi, un battaglione mitragliatrici, un gruppo da 75127. 32

La difesa di Agedabia era cos tituita da sei batterie da 75, dislocate lungo sei chilometri di perimetro difensivo, due batterie da 100/17, una compagnia libica, una compagnia motomitraglieri libica ed un nucleo mobile. Un fosso anticarro scavato nella sabbia di quel terreno piatto, in parte interrato, copriva le parti settentrionale ed orientale della località. 33

DSCSAS, tele 01/725 data 4.2.1941.

34 La battaglia di Beda Fomm si è svolta in circostanze così particolari ed i combattimenti dei tre giorni, 5- 7 febbraio, sono stati tanto frammentari che la sua ricostruzione si è palesata assai ardua, anche perché da parte italiana sono mancate relazioni esaurienti e precise. Per di più, troppo spesso i pochi rapporti pervenuti peccano di evasiv.ità o di limitata visione degli eventi. Si è comunque cercato di gi-1gere ad una descrizione quanto più accurata possibile,procedendo per confronti, anche allo scopo di comprendere come le forze


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

residue della 10" armata, pur sempre rispettabili in rapporto a quelle del nemico, non siano riuscite a farsi strada verso Agedabia. Oltre ai documenti ufficiali italiani e britannici, si è tenuto un conto particolare di due opere: The tanks di Liddell Hart e The crucible of war di Barrie Pitt. 35 La frase non è certo felice . Presa alla lettera sembrava ,comportare il passaggio della brigata corazzata alle dipendenze dirette del Comando del corpo d'armata, in quanto retroguardia della grande unità. Nulla però fa supporre che questo fosse il pensiero di Cona in materia di articolazione delle forze. Molto semplicemente, quindi, s'intendeva tenere la brigata in coda al corpo d'armata. La vera retroguardia era, infatti, l'intera colonna Bergonzoli, che non per niente aveva assunto la denominazione di "Retroguardia Libia orientale". 36

Rei. Della Bona e diario storico D.f. Sabratha, fono a mano 476/0p. data 5.2.1941 , ore 9.45. 37 A quell'ora la colonna Della Bona (raggruppamenti Moech e Colpani e nucleo Allegri) si trovava a Ghemines.

38 Piil o meno contemporaneamente il Comando d'armata impartiva al col. Aimone-Cat, comandante del territorio Sudcirenaico, l'ordine di resistere sul posto in attesa del 10° bersaglieri e del nucleo Allegri, che sarebbero giunti verso le 14 e che sarebbero stati seguiti dall'intero XX corpo. 39 Secondo il col. Moricca il geo. Della Bona giunse a Ghemines alle 11,15 circa e • approvò le disposizioni date ad Allegri nonché il mio intendimento di procedere . la colonna per prendere contatto con il col. Aimone-Cat e riconoscere le posizioni attorno ad Agedabia". 40 Però non sembra che il geo. Cona abbia mosso dito per evitare che i raggruppamenti Moech e Colpani, obiettivamente determinanti ai fini della· possibilità di un'azione di forza, fossero lasciati indietro.

41 CoRRELU BARNETI, J generali <kl deserto,

Milano, Longanesi 1960, p. 85.

42 Nella relazione, Della Bona riferl che il ten. col. Allegri, appena arrivato ad Agedabia, gli comunicò di essere stato attaccato da cinque autoblindo, di averne distrutta una mettendo in fuga le altre e catturato due prigionieri. Il telegramma venne spedito pro forma. Della Bona dichiarò infatti che: • Alle 15,30 circa le linee telefoniche fra Agedabia e Ghemines furono tagliate dal nemico (dall'ultima conversazione telefonica da me fatta con Ghemines, per accelerare il movimento dei gruppi Moech e Colpani, seppi che avevano avuto ordine di muovere alle ore 16 da Ghemines per Agedabia). Ho tentato perciò di conispon<kre col Comando della 10" armata a mezzo radio ma inutilmente. Anche la radio di Bengasi non rispondeva (...). Ho cercato allora di collegarmi direttamente a mezzo radio, col Comando Superiore A.S. a Sirte - con Sirte non vi era allora nessun collegamento a f,lo - ma neppure questo mi t stato possibile. Ciò nonostante ho lanciato ugualmente dei messaggi, comunicando la situazione, nella speranza che venissero raccolti" (lettera al gen. Roatta in data 31.8.1941).

43

Fonogramma a mano 477 op. data 5.2.1941, ore 16: "Non appena arriva-anno provvedete a schierare una compagnia pezzi da 47 tra le piste di Sounno e Feus tra le due batterie schierate sulle predettè provenienze. La batteria da 20, invece, dovrà essere schierata tra la pista di Antelat e la rotabile di Bengasi. Avvertesi che sulla direttrice di Antelat opera uno squadrone motomitraglieri <klla piaua di Agedabia".


LA RJTIRATA ITALIANA IN CIRENAICA

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44

Fonogramma a mano 479 op. data 5.2.1941, ore 16,30: "Come da ordini dell'armata dislocate il vostro reggimento con i reparti riuniti fronte at nordest. Rinforzate servizio sorveglianza attorno perimetro piau.a con posti sorveglianza e segnalazione possibilmente prowisti di armi automatiche. Comunicatemi al più presto disposizioni impartite". 45

Citata lettera al geo. Roatta in data 31.8.1941.

46

La brigata corazzata, oltrepassata Regima, doveva far saltare le interruzioni e portare seco il presidio. 47

Accompagnato da un ufficiale medico in autoambulanza al più vicino ospedale da campo, il gen. Tellera vi moriva l'indomani, 7 febbraio, alle 6,30. Il nemico gli tributò gli onori militari a Bengasi. 48

Relazione del col. Ferruccio Grande in data 8.2.1941 presentata al Comando Superiore. 49

Ibidem.

50

Il materiale d'armamento salvato comprendeva 460 fucili mitragliatori e mitragliatrici, 60 mortai da 45 e da 81, 13 mitragliere da 20 mm, 17 cannoni da 47;32, 9 pezzi da 65/17, 20 da 75/27 e 20 da 100/17. 51 Liddell Hart indica in 101 i carri italiani trovati sul campo: 48 colpiti da proietti da 2 libbre, 14 da granate di diverso calibro e 39 intatti. Per la 4• brigata corazzata riporta la perdita di appena 4 cruisers, evidenteménte alludendo a quelli distrutti (The tanks, cit., p. 61.).

52

w. CHURCHILL, op. citata , parte II, voi. I, p . 87-88.

53

Ibidem, p. 93.

54

I.S.O. Pl.AYFAIR, op. citata, p. 375-376.

55

M. MONTANARJ, op. citata, p. 619-627.

56 . DSCS,

promemoria per il capo di Stato Maggiore Generale in data 6.2.1941.

57

Promemoria per ministro della Guerra e capo di S.M.G.I. in data 6.1.1941 · allegato 62. ' 58 Aveva ceduto quattro divisioni e unità minori per complessivi 55.000 uomini, 140 carri armati, 615 pezzi e 2.600 automezzi. 59

DSCS, tele 2406 Op. data 9.9.1940, ore 16,20.

60

DSCS, f. 6239/0p. data 6.2.1941-allegato 63.

61

DSCS, tele 120p. TR.peril Duce.data 7.2.1941.

62

DSCSAS, tele 01/1580 Op. data 9.2.1941-allegato 64.

63

DSCS, tele63300p.data 11.2.1941,ore 13.


422

LF. OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALI'. 64

La comunicazioni: era co nseguente ad un appunlo con il quale Mussolini disponeva di "chiedere all'avia zione uno sforzo immediato e di massa (11011 inferiore a 500 velivoli (ra italia11i e tedeschi) che agisca s ul campo strategico bombardando incessa111eme111e i porti della Cire11aica e sul campo 1/lltico con tre colonne avanzanti" (DSCS, promemoria da l a 11 .2.1 94 1). 6 ~ "OgRi 11el mome1110 più i11opportuno - ldegrafò Graziani al Comando Supremo - si est efreuuato cambio comtmdante squadra aerea" (DSCS AS, lde 6 R.P. da ta 5 febbraio.

66

DSCSAS, tde R .P. da ta 8 .2.1941, ore 16.

67

0SCS, tde62870p.data9.2 . l94l ,ore 13,30.

6

K

DSCS, tele 18 RR .P.dala 11.2.1941 ,ore 13,25.

"

R. Graziani, op. citala, p . 238- 239.

6

70

Doc. Ma rras, f. 2592/A dat a 31.12. 1940- allega to 65.

71

DSCS, verbale dei colloqui allegato 66.

72

C. FAVM;ROSSA, Perché perdemmo la guerra, Rizzali, Mila no 1946.

73

Ci tato allegato 59.

74

E. RINTF.LF.N, op. citala, p . 113.

75

DSCSAS,tele01/457 0p .data 12.1.1941,ore 15,45.

76

DSCS, verbale allegato 67.

77

DSCS, verbale conferenza d i Hitler - allegato 68.

78

Von Rintelen, presente alle riunioni come interpre te di parte tedesca, ebbe a scrivere: "Hitler si perse poi in disquisizioni tecniche sugli assalti corau.ati ed il modo di difendersene. Queste sue spiega zion·i militari fecero grande impressione sui presenti" (op. citata, p . 117) e Ciano annotò, con il distacco un pò sprezzante di chi "sa", che "/ nostri militari ne sono impressionati, Guu.oni (...) rileva con sorpresa la profondità della conoscenza militare di Hitler" (op. citata, p . 501). Probabilmente la sorpresa s i riferiva a lla differenza di fondo negli inte ressi di natura militare dei due dittatori. 79

DSCS, f. 5248 data 7.1.1941 .

so DSCS.f.51 /41 data2.3.1941. 81

DSCS, f. 6088/op. data 3.2.1~41.

82

E. RINTELEN, op. citata, pp. 120-121.

83

Promemoria n. 31 data 10.2. I 941 - allegato 69.

84

A. JACHINO, Tramonto di una grande marina cit, p. 251-257 e 320-332, e Gaudo e Matapan, Mondadori, Milano 1963, 3a edizione, p. 293-298.


Capitolo quinto

CONSIDÉRAZIONI CONCLUSIVE

Il 6 gennaio 1941, in occasione della caduta di Bardia, Eden scrisse a Churchill che "never has so much been surrender by so many to so few" (mai, in egual misura, tanti si sono arresi a così pochi). La frase non fu ripetuta, ma poteva esserlo, a conclusione dell'intera offensiva di O'Connor. Giusto l'orgoglio per la bella e brill~ntissima vittoria, certamente non sognata all'inizio di Compass. Poco generosa, e soprattutto inesatta, l'espressione. Nella storia delle guerre esiste solo l'imbarazzo della scelta per dimostrare come sia pressoché normale che pochi, ma bene armati, abbiano successo su molti, ma male armati. In fondo , la guerra - disse il Fuller - si traduce essenzialmente in una questione di armamenti; in altre parole essa costituisce un problema scientifico ed industriale, problema insieme di qualità e di quantità. Ed aggiunse che il primo ad introdurre un principio nettamente aristocratico nell'esame del fattore tecnico fu Engels, a dispetto del suo socialismo, affermando che la qualità trionferà sempre sulla quantità. A prescindere dall'innegabile bontà di questa tesi, in realtà la cosa era piuttosto nota sin dai tempi antichi, talché, ai giorni nostri, avversari ed alleati - che certo non si sono prodigati in apprezzamenti a noi favorevoli' - hanno giudicato senza esitazione assai ardua la partita della 10a armata contro il XIII corpo britanni· co. E, d'altra parte, iil tasto determinante della debolezza delle forze corazzate sarà frequentemente toccato da Wavell, questa volta a propria giustificazione, durante la prima controffensiva italo-tedesca 1 . Dal canto suo Liddell Hart, che studiò la campagna sotto lo specifico profilo della guerra di corazzati; poté affermare: "In ultima analisi è innegabile che la distruzione di un'intera armata in questa breve campagna di quattro battaglie fu dovuta principalmente all'azione decisiva della 7a divisione corazzata e del 7° Royal Tank Regiment" 2 • Quanto ai tedeschi, nel luglio 1940 Halder ebbe a raccomandare" di cuore" a von-Rmtelen di provocare da Roma la richiesta di unità corazzate tedesche per la Libia, essendosi persuaso sin dall'anno precedente che l'Italia era gravemente carente in questo settore. E lo stesso Rintelen commentò: "Per un successo rapido e strepitoso sarebbe stata coJdizione.indispensabile il possesso di un' ar-


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

mala corazzata e di una sicura linea di rifornimento" 3 . Anche Rommel non ebbe incertezze sulle cause della sconfitta: "Gli insuccessi di Graziani furono causati principalmente dal fatlo che una gran parte dell'armata italiana, non essendo motorizzata, nell'aperta distesa del deserto era in balia dei britannici, più deboli ma completamente motorizzati" 4 . ·

Di questa situazione di partenza nessuno può ignorare il peso fatale né far colpa ai comandanti in Libia. Di essa erano responsabili i ministri ed i capi militari al più alto livello. Sapendo che tutti i dicasteri militari erano in mano a Mussolini da anni e anni è ovvia la conclusione, pur attribuendo una larghissima con-esponsabilità ai sottosegretari, che erano tutti militari e per giunta - a parte Soddu - rivestivano anche la carica di capo di Stato Maggiore di forza armata. D'altro canto occorre assolutamente tener presente che una sola persona, alla lettera, volle la guerra: Mussolini. E la volle nonostante conoscesse le deficienze delle forze armate. Naturalmente era lungi dall'immaginare che stava per buttarsi in un precipizio: era convinto, fideisticamente convinto che il conflitto fosse già guadagnato dai tedeschi. Ritenne di approfittare dell'occasione per salire sul carro del vincitore senza rischio né spesa. Entro pochi mesi, invece, il rischio si prospettò in tutta la sua gravità e la spesa si manifestò insopportabile. Anche a tal riguardo non si possono negare corresponsabilità ai principali esponenti della vita nazionale, nel campo politico come in quello militare, nel campo diplomatico come in quello della finanza. Limitando il cenno all'ambito militare, è doveroso convenire che taluni enormi errori furono meramente tecnici, cioè militari: la concezione di una guerra da condurre rimanendo sulla difensiva, la mancata percezione dell'importanza primaria del teatro d'operazioni del Mediterraneo, l'assenza di un progetto - se non proprio di un piano - per la prosecuzione della lotta contro la Gran Bre tagna dopo il crollo della Francia, la pressoché assoluta mancanza di idee sull'impiego dei corazzati, l'accettazione convinta del concetto di guerra parallela, la carente visione di un Comando Supremo a livello di segreteria, la smobilitazione dell'esercito a conflitto iniziato e quando era ormai lampante che la Germania non aveva affatto vinto la guerra (ottobre 1940), l'inconcepibile avventura in Grecia. Le guerre di Abissinia e di Spagna generarono illusioni e dettero fallaci esperienze. I principali personaggi che da quelle campagne


CONS IDERAZIONI CONCLUSI VI'.

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uscirono con meritati onori e gloria furono Badoglio, Graziani, Berti. Tutti hanno avuto una parte -di primo piano negli eventi svoltisi in Africa settentrionale fino al febbraio 1941. Poiché il naufragio di quelle operazioni fu totale - un'armata distrutta 5 e l'altra ridotta a poco o niente - è naturale chiedersi quali errori siano stati commessi ed in quale misura essi abbiano influito sul risultato. "Bisogna ammettere-è stato scritto su Badoglio-che l'energia, la volontà d'uno tra i massimi artefici di Vittorio Veneto, del vincitore in Etiopia, si erano attenuate, più che per l'età, per la consapevolezza che si era aperto un baratro nel quale l'Italia sarebbe precipitata" 6 • Si ridusse a cercare di evitare il peggio, ma senza la durezza ed il mordente necessari. Quindi il peggio accadde. Quanto a Graziani, probabilmente fu posto davanti ad un compito troppo grande per lui, sia come capo di Stato Maggiore dell'Esercito sia come comandante Sllperiore in Libia, ma il biasimo deve ricadere su chi lo prescelse per tali incarichi, pur sapendo non aver egli conoscenza adeguata né dimestichezza con il massimo organo di comando dell'esercito e pur conoscendo le caratteristiche della sua carriera, essenzialmente coloniale e quindi meno a contatto con l'impiego delle grandi unità complesse metropolitane. Per giunta era noto il dissidio personale con Badoglio, cosicché nel settore della disciplina delle intelligenze non c'era da aspettarsi molto. Tuttavia alla sua azione come coriiandante superiore si ritiene di dover attribuire una colpa sola. l)na sola, ma assai grave. A parte l'impulsività e la subitaneità coli le quali si abbandonò ad entusiasmi e depressioni, Graziani vide abbastanza chiaramente il pericolo di arrestarsi a Sidi el-Barrani, quello di chiudersi in Bardia e Tobruk, quello di essere aggirato da Mechili. Però non si può sostenere che egli abbia agito in ogni circostanza come era convinto di dover agire. Almeno secondo l'impressione ricavata dall'esame della sua corrispondenza con il Corµando Supremo, sembra che abbia volentieri sollecitato, atteso e ricevuto gli ordini superiori prima di muoversi in un senso o nell'altro. È vero che le direttive di Mussolini concedevano poco spazio, comunque Graziani non oppose mai un no reciso, né lottò per imporre il proprio punto di vista. Il suo arrivo a Tripoli per sostituire Balbo fu accolto bene dall'opinione pubblica. La popolazione della Libia, e principalmente quella delle provincie cirenaiche, manifestò un sincero compiacimento allorché Graziani assunse il comando delle forze armate in Africa settentrionale perché riteneva che avrebbe provveduto a porre rimedio alle deficienze 4ilttribuite a Balbo. La grande fiducia in


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LE OPE RAZIONI IN AFRl CA SETTE NTRIONA LE

lui riposta derivava dal fatto che, per quanto ritenuto uomo d'azione, deciso, spregiudicato e ardito, era nota la sua abitudine di preparare con metodo ogni operazione nonché dalla certezza che avrebbe difeso a tutti i costi la Cirenaica, a lui molto cara. Infatti a Derna ed a Bengasi erano rimaste numerose famiglie con donne e bambjni. Dopo la caduta di Bardia questa fiducia venne a mano a mano scemando. Peraltro negli ambienti militari già assai prima Graziani era apparso cambiato rispetto all'idea fornita dalla stampa e da vecchi dipendenti e la sua azione considerata ispirata ad una prudenza perfino eccessiva. Certo si è che anch'egli ignorava le possibilità e le esigenze della lotta meccanizzata nel deserto; pur concedendogli l'attenuante della consapevole inferiorità qualitativa dei mezzi, fu sempre esitante a prendere di petto questo tipo di lotta e finì per orientarsi verso soluzioni di compromesso: l'impiego di carri leggeri e medi durante tutta la campagna lo dimostrò. Terzo personaggio, il gen. Berti. Era un distinto e ben preparato ufficiale di Stato Maggiore, mes.s osi particolarmente in luce nel 1938, nella fase centrale dell'intervento italiano nella guerra di Spagna, prima come vicecomandante e poi come comandante del Corpo Truppe Volontarie . Giunto in Libia per prendere il comando della 103 armata proprio allo scoppio delle ostilità, si trovò ben presto "soffocato" da Graziani, che a sua volta era premuto da Mussolini. Peggio ancora, rapidamente ~ffiorò e prese sostanza un'incompatibilità di carattere col suo diretto superiore. E questo evidentemente non giovò alla tranquillità dell'ambiente. Si potrebbe anche sottolineare come di tutti i capi militari italiani presenti in Africa settentrionale l'unico ad avere una certa familiarità con i corazzati fosse il gen. Babini, il quale in Spagna aveva avuto modo di impiegare reparti carri leggeri, sia pure in un ambiente tattico e naturale molto particolare. È vero che ciò potrebbe avere un peso relativo, in quanto dimostrò subito di possedere quella sensibilità naturale che, nel campo dell'impiego, può superare le conoscenze tecniche e competere con l'esperienza- non affermò Napoleone che la tattica è una questione di tatto, ossia di sensibilità?- comunque in tutta la condotta italiana . delle operazioni sono indubbie la presenza di una timidezza nell'uso dei corazzati, che almeno in qualche circostanza non fu giustificata, ed una concezione di impiego non all'altezza delle circostanze. Infine, un ultimo rilievo. Mancò tra i capi italiani l'uomo in possesso di carisma. Ne aveva Balbo, il quale però scomparve prematuramente· dalla scena; sembrava ne avesse Graziani, che tuttavia in breve tempo deluse. Era popolare Bergonzoli, ma il suo


CONSIDERAZIONI CONCLUSNE

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ruolo dopo Sidi el Barrani fu sempre più limitato. Dell'armamento e dell'addestramento si è parlato in precedenza. Il primo si poteva considerare più o meno soddisfacente per le armi della fanteria, in buona parte superato e comunque inferiore al materiale in dotazione alle truppe britanniche per le artiglierie, nettamente "sbagliato" per i mezzi corazzati 7 • L'addestramento dei quadri e delle unità era nel suo complesso scadente per la fanteria, buono per l'artiglieria, non classificabile perché condizionato dalla pochezza dei mezzi per i carristi. Sulla dottrina d'impiego, poi, è presto detto: le norme in vigore allo scoppio del conflitto si basavano sostanzialmente sul combattimento in terreni collinosi o pianeggianti dotati di appigli tattici, vale a dire consideravano la fanteria appiedata come protagonista della battaglia. L'impiego dei reparti (assai più che delle divisioni) corazzati era visto su un piano molto teorico perché, tra l'altro, la regolamentazione (dicembre 1938) dava per disponibili i carri medi (ancora in fase di allestimento) e quelli pesanti (in progetto). In definitiva, la guerra meccanizzata in Africa settentrionale fu affrontata con uno strumento operativo inadatto. La critica al riguardo è facile, ma non si dimentichi che anche altrove, pur con la realizzazione di mezzi corazzati e blindati degni di questo nome e con dotazione di autoveicoli in linea con i tempi, il conservatorismo e lo scetticismo avevano la meglio sulle idee nuove. Liddell Hart in ogni sua opera sulla seconda guerra mondiale ha tenuto a sottolineare quanta parte del merito I per il successo del XIII corpo britannico vada attribuito al gen. Hobart, comandante della 7a divisione corazzata dalla costituzione in Egitto nel 1938 all'autunno 1939, allorché venne sostituito nel comando per le sue teorie sull'impiego di una forza corazzata in modo strategicamente autonomo rispetto alle forze tradizionali 9 • In Francia il "Vers l'Armée de métier" di De Gaulle era stato seguito più dalle polemiche e dalla non accettazione, invero anche a causa di indubbie eccessività, che da un'analisi obiettiva, con i risultati noti. Ed anche in Germania, quasi tutti i più alti generali erano estremamente dubbiosi sulla concreta possibilità di realizzare in guerra puntate strategiche in profondità con masse corazzate. Guderian dovette sopportare violenti critiche all'arma corazzata, ritenuta incapace di resistere a grandi spostamenti, quando la 2a panzerdivision entrò in Vienna nel 1938 col 30% di carri in avaria per guasti meccanici 10 e, prima della campagna di Polonia, a Halder "le divisioni corazzate non andavano affatto a genio". Il gen. von. Manstein, capo di Stato Maggiore del ~ppo armate A, sul ftonte occidentale,


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U è OPERAZIONI IN AFR ICA Sf.TTf.NTRIONALf.

fu addirittura spedito a comandare un corpo d'armata di fante ria allorché nel novembre I 939 volle sostenere il progetto di sfondamento nel settore di Sedan. Lo stato di fatto di un'armat~ a disagio sin dai primi contatti con autoblindo o piccoli reparti meccanizzati ve nne immediatamente riconosciuto da Balbo ed ammesso da Graziani . Si cercò cli trovare qualcosa da opporre al nemico. Poiché sui carri leggeri era impossibile contare sotto ogni aspetto, <la quello bellico a quello meccanico; poiché i settanta carri M J I con i quali si sarebbe clominata la s ituazione - per usare l'espressione cli Bacloglio - dovevano ancora arrivare, si fece ricorso alle "colonne mobili". Lì per lì sembrò una soluzione acce ttabile, sempre nel campo del transitorio, ma presto emersero gli aspetti negativi : erano ricche cli fuoco, è vero, in quanto composte quasi integralmente <la pezzi cli piccolo calibro e da mitragliatrici, ma proprio la loro costituzione non consentiva - in caso di scontro cliretto con unità avve1·sarie - che 1'arresto frontal e , e ciò nella migliore clelle ipotesi. Una benché minima manovra

di aggiramento da parte nemica era destinata a mettere in difficoltà la colonna perché legata agli automezzi, non adatti al deserto, ed alle strade o buone piste. li ricorso a simili colonne forse raggiunse il massimo graclo clopo la cacluta cli Barclia. A metà gennaio, attingenclo per lo più a lla clivisione Sabratha, il comanclo XX corpo aveva, tra l'altro, provvecluto alla formazione di un raggruppamento motorizzato su un nucieo esplorante (una compagnia bersaglieri motociclisti e due sezioni <la 20 mm), tre nuclei motorizzati (ciascuno mediamente su una batteria da 65/17, una da 75/27, una <la . 20, due plotoni da 47/32, una compagnia mitraglieri , un nucleo radio ed u n n ucleo rifornimen ti) e tre gruppi motorizzati (da 75/27 o da 105/28). Grosso modo i nuclei dovevano agire col fuoco a distanza o con azione controcarri se a contatto con element i meccanizzati avversari; però - questo è da sottolineare - ammessa la necessità del ricorso a formazioni extraregolamentari, non ne fu codificato l'uso, non furono diramate norme orientative e nemmeno vennero illustrati i criteri <l'impiego . Eppure si trattava di utilizzare mezzi assai disparati e su ruote contro la fluidità di p untate corazzate molto pericolose. Necessariamente, dunque, il successo di · questi nuclei diventava legato alla capacità ind ividuale del comandante, designato per l'occasione, il quale, non sorretto da specifico addestramento tecnico né da disposizioni sufficienti, era costretto a fare affidamento sulle proprie personali doti di fantasia, chiarezza di idee, energia . Non solo, ma


CONSIDERAZIONI CONC LUSIVE

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la slessa cornposizìune del nucleo non appare posta in relazione ad un'esigenza media o ad uno specifico compito. Sembra piuttosto che fosse connessa a ll a disponibilità di artiglìerìe e di autocarri, senza rìferimcnto ad un'idea iattica. Il predetto raggruppamento, difatti. partecipò con ìl grosso delle sue forze al combattimento d'incontro dì Mechilì (24 gennaio), insieme con aliquota della brìgata Babini, e poì scomparve, assorbito da nuovi aggruppamenti dì forze creati per la ,·itirata, ·ma anch'essi - a quanto si conosce - non ispirati ad una precisa vìsione operatìva. Non si hanno documenti sulle varianti avvenute in seguito; ad ogni modo ìl 4 febbraio, alla vìgilia della battaglia di Beda Fomm, esìstevano i seguenti complèssi tatticì: raggruppamento Pasqualì e nucleo Allegri (fanterìa e artigl ìcrìa), raggruppamento Bignami (mitraglieri-artiglieriacarrì), raggruppamenti Moech, Colpani e Piana e gruppo Ferrara (artiglieria), raggruppamento Crucillà (mitraglieri e artiglieria). Gli ultimi tre, insieme con la brigata Babini, facevano parte della Retroguardìa Libia Orientale, della cui articolazione francamente non sì ìndividuano i criteri. In qualche caso è probabile che la genesi del provvedimento sia da rinvenire nella determinazione del presidio dì una localìtà o di un'azione partìcolare, ma nell'insieme sì stenta a rìte nere conveniente la totale rottura deì vincoli organici. Questo infatti fu il risultato concreto. Alla battaglia di Bee.la Fomm si presentarono in successione di tempì reparti messì insieme affrettatamente, senza coesione, senza assetto discìplinare, con capi improvvisati, la cuì azione si trovò impedita anche da carenze negli organi di comando e di collegamento. Torneremo. sull'argomento, specìe in rapporto all'intervento della brigata Babini. La campagna 1940-1941 si scompone in due fasì: l'avanzata italiana su Sic.li el-Barrani e la controffensiva britannica. Dell'avanzata si conoscono origini e motivazioni, esitazioni e discussioni. Graziani avrebbe preferito arrestarsi sul ciglione dell'Halfaya ed avrebbe fatto bene. Eseguì l'ordine senza convinzione e lasciò che venisse attuato male. Lo schieramento difensivo assunto a Sic.li elBarrani risentì pesantemente di giudizi prematuri ed ottimistìci desunli dal ·contegno avversario durante la marcia in avanti, di un'erronea valutazione delle forze e delle intenzioni di O'Connor, di un insufficìente apprezzamento delle possibilità dei mezzi corazzati nel deserto, di una deficiente esplorazione aerea e terrestre, di un inadeguato servìzio informazioni, che in qualche caso trasse daglì elementi forniti dall'esplorazione deduzioni del tutto in contrasto con la reale situaziont. Cosicché l"'uscita in tempo" di O'Con-


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

nor travolse il gruppo di divisioni libiche ed il XXI corpo d'armata. Fu il primo errore; però, a guardar bene, il vero sbaglio concettuale forse fu quello di non aver modificato l'ordinamento della 10a armata, ricavato un corpo d'armata quanto più manovriero possibile per giocare la partita con quello, rinunciando alle divisioni appiedate, utilizzabili soltanto come presidio di basi, e nel contempo, di non aver studiato una tattica difensiva contro l'attacco corazzato, facendo leva soprattutto sulle artiglierie e sui campi minati. Né vale obiettare che il risultato non sarebbe cambiato di fronte ai Matilda, visto che da parte italiana si ignorava perfino la loro esistenza, La scorreria dell'operazione Compass si palesò immediatamente redditizia e sfruttabile. Da questo momento Graziani fu preso alla, gola: l'appoggio navale non esisteva, quello dall'aria perse rapidamente quota, le colonne erano incalzate da - secondo il quadro descritto dal servizio informazioni - un paio di divisioni corazzate, un corpo d'armata australiano-neozelandese e da una.seconda schiera di altre cinque o sei divisioni riccamente dotate di autocarri. È probabile che questa convinzione di superiorità non solo qualitativa ma anche quantitativa abbia esercitato una grave pressione psicologica sui capi italiani, creando il senso dell'inutilità degli sforzi. Certo si è che la prima scelta sulle misure da adottare per impedire al nemico di dilagare dopo Sidi el-Barrani fu affrontata sotto l'impressione dell'inarrestabilità di un torrente corazzato. Non riuscendo ad imbastire una barriera sul ciglione dell'Halfaya, si trattava di decidere se far massa su Bardia, su Tobruk o su entrambe. Sappiamo che Mussolini ordinò di tenere ambedue le "piazze", come eufemisticamente venivano chiamate, e che Graziani condivise l'idea. Fu certamente un errore. Bardia come porto non aveva significato né per la 10a armata né per il XIII corpo britannico. Le vere basi valide erano Sollum e Tobruk. Persa la prima, tanto valeva concentrarsi sulla seconda. La difesa di Bardia costituiva solo dispersione di energie, né sembra valido il concetto della battuta di arresto che avrebbe dovuto imporre al nemico: O'Connor poteva limitarsi a bloccarla con poche truppe e puntare su Tobruk. Bardia, isolata e bombardata dal mare e dal cielo, senza prospettive di una controffensiva salvatrice, era condannata. "La loro esperienza delle difficoltà di rifornire, per via terrestre una forza notevole a distanza rilevante-fu commentato dall'avversario-avrebbe dovuto dimostrare agli italiani che il modo migliore di porre un freno all'avanzata britannica sarebbe stato quello di


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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

impedire ai britannici d i occupare il porto di Sollum"

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Invece Sollum non venne mai valutata nella sua reale importanza ed il dirigere la maggior parte delle truppe disponibili su Bardia compromise senza compenso la difesa di Tobruk. Circa la caduta delle due piazze poco c'è da aggiungere a quanto è già stato esposto. Da parte inglese il successo comportò uno sforzo minore del previsto. Diciamo pure che senza i carri pesanti forse le cose sarebbero andate un po' differentemente; non per niente gli australiani entrarono in Tobruk fischiettando "Waltzing Matilda" (Matilda balla il walzer). Ma diciamo anche che forse alla difesa - natùralmente a prescindere dai numerosi atti di reale coraggio di singoli e di piccole unità - mancò la rabbia, la convinzione, quell'animus pugnandi che secondo il Clausewitz è il solo a provocare il coagulo di tutte le energie per il raggiungimento di uno scopo. E forse mancò anche una guida salda. Tra le osservazioni in merito alle operazioni di questo periodo si affaccia il dubbio che la situazione stesse uscendo di mano ai Comandi di livello superiore. È stranissimo, ad esempio, che la consistenza delle bocche da fuoco disponibili in Tobruk alla data del 25 dicembre segnalata dal gen. Pitassi Mannella, il quale tra l'altro era un provetto artigliere, fosse tanto differente da quella in base alla quale effettuava i calcoli per il rifornimento munizioni la delegazione d'intendenza per la Libia orientale:

artiglierie (calibro) 20mm 47;32· 65/17 75/27 100/17 105/28 120/25 149/13 149/35 75/46

secondo il Comando piazza

secondo la Delegazione d'Intendenza

36 43 9 32 62 15 12 48 8 12

7 126 5 88 30 36 16 24 8 24


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LE OPERAZIONI IN AFRICA S ETTENTR(ON ALE

Probabilmente nell'uno o nell'altte éomputo figurano reparti già partiti o di previsto arrivo (per quanto la sola unità in arrivo in quel periodo, il 55° artiglieria, fosse citata a parte in entrambi gli elenchi), comunque è innegabile la perplessità sull'efficienza del rifornimento munizioni. A questo punto, e prima di esaminare la ritirata dal gebel, bisogna toccare l'argomento del morale del soldato e, meglio ancora, l'atmosfera psicologica dell'intera Libia. L'avanzata su Sidi el-Barrani aveva riempito di giubilo la popolazione e non era stato dato ascolto ai pochi che obiettavano trattarsi di un successo di scarso valore, visto che gli inglesi si erano ritirati senza molto impegnarsi. Essere però entrati in territorio egiziano costituiva per tutti motivo di orgoglio e confermava la sicurezza che le città lontane dal fronte non avrebbero subito molestie di sorta neppure da parte della Royal Air Force. Invece proprio la sera in cui veniva festeggiata l'occupazione di Sidi el-Barrani ebbe luogo il primo allarme a Bengasi e nella notte la città subì un'incursione aerea con sensibili danni alle navi mercantili e da guerra presenti nel porto. La cittadinanza, che fino allora aveva pressoché "ignorato" la guerra - come del resto avveniva in Italia - fu presa dal panico e si verificò un affrettato esodo verso il gebel e verso il sud bengasino. La calma tornò quando furono approntati ricoveri antiarei. Al contrario Derna rimase tranquilla malgrado la più frequente offesa aerea. L'offensiva britannica che portò rapidamente il nemico alle porte di Bardia produsse grande sorpresa, ma la gravità della situazione fu avvertita in Cirenaica quando i civili osservarono che i Comandi militari stavano adottando misure precauzionali per un'eventuale ulteriore ritirata. Soltanto alla fine di gennaio la popolazione si rese conto che la minaccia riguardava l'intera regione, però era tardi e molte famiglie non poterono allontanarsi per l'insufficienza dei mezzi di trasporto e la brevità del tempo a disposizione. Fu il momento in cui le critiche cominciarono ad investire sempre più decisamente i Comandi militari e le autorità politiche. Ai primi fu addebitata scarsa capacità nella condotta delle operazioni e scarsa energia: divenne impressione generalmente diffusa che un maggior polso avrebbe potuto evitare i disastrosi avvenimenti in corso. Alle seconde, la cui azione venne giudicata non all'altezza della gravità dell'ora, fu fatto carico di aver trascurato gli interessi di migliaia di nazi_onali, non adottando tempestivamente i provvedimenti opportuni. Anche la propaganda radiofonica era criticata senza mezzi termini per il modo con il quale era effettuata


CO NSIDERAZIONI CONCLUSIVE

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e. soprattutto perché, al contrario di quella inglese (ascoltata di nascosto), trattava argomenti astratti e si dimostrava poco persuasiva. Se Derna copiprese la probabilità di essere coinvolta nella lotta a causa dei lavori difensivi attuati dal 14 gennaio, Bengasi viveva in sostanziale assenza di preoccupazioni: perfino dopo la caduta di Bardia era opinione piuttosto diffusa, anche negli ambienti responsabili, che la città non sarebb~ stata occupata dal nemico e non era stato avviato alcun lavoro difensivo né alla periferia dell'abitato né nelle immediate vicinanze. Solamente negli ultimi giorni di gennaio vennero minate le strade di accesso, i ponti ed i ciglioni del gebel. A Misurata ed a Tripoli si avvertì il contraccolpo con l'arrivo dei primi profughi dalla Cirenaica. Misurata, evidentemente, era in maggior tensione: si cominciavano a vedere i primi soldati disordinati in ritirata, si sapeva benissimo che nella Sirtica non c'era ombra di idea di resistenza e mancavano mezzi per sgomberare verso occidente. A Tripoli, pur nell'apprensione, la notizia di imminenti arrivi di divisiòni corazzate .tedesche teneva accesa la speranza che l'offensiva britannica non sarebbe arrivata fin là. Questo il quadro ambientale descritto dalle questure 12 • Quanto alle truppe, il loro morale fu molto elevato sino al divampare della battaglia di Sidi el-Barrani. La grande massa dei soldati manifestava sentimenti di amor patrio, adesione agli scopi della guerra· (peraltro non bene identificati), antipat ia per "la perfida Albione", però era indubbio che la disciplina non poteva dirsi intimamente sentita né, men che meno, seriamente applicata. In parole povere, il regime disciplinare era rilassato 13 • Naturalmente c'erano dei motivi . Il primo si può rinvenire nella scarsa sensibilità dimostrata dall'Autorità Centrale nei confronti dei sentimenti affettivi del personale durante tutta la guerra. Non solo fu sempre lamentato l'insoddisfacente funzionamento della posta, carenza assolutamente inaccettabile, ma altresì gravemente sentite furono l'assenza di avvicendamento dei reparti in prima linea e la troppo rara concessione di licenze, se non per gravi motivi di fami glia o per convalescenza. Affioravano perciò segni di stanchezza che, a llontanatasi la visione - annunciata e sostenuta da tutti i Comandi - di una ·guerra breve, principiavano a tradursi in insofferenza, depressione e stanchezza fisica. Il secondo motivo risiedeva nel grosso problema dei quadri, che nell'enorme maggioranza erano rappresentati da ufficiali di complemento e richiamati dàl congedo. "Molti di essi - sempre secondo i rapporti delle qu~ture - avrebbero dato prova di poca


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LI'. OPERAZION I IN AFRICA SETTENTRIONALE

istruzione, scarso spirito militare.e limitata capacità di resistenza morale.". Evidentemente il difetto non era facilmente né rapidamente riparabile perché traeva origine dalla selezione e dalla preparazione degli ufficiali: era, in sostanza, questione di "sistema". Si erano visti sintomi fin dall'avanzata su Sidi el-Barrani, si doveva vedere di peggio durante la ritirata da Bengasi. L'operazione Compass, tra le altre circostanze favorevoli, trovò dunque anche una situazione psicologica sostanzialmente poco adatta a sostenere un urto violento. L'insuccesso iniziale venne giustificato con la deficienza di mezzi, perciò in breve tempo si diffuse la convinzione che se non fossero sopraggiunti rinforzi corazzati non sarebbe stato possibile contrastare l'avanzata avversaria: "I soldati perdettero gradualmente la fiducia nelle armi di cui erano dotati ed il carro armato e l'autoblinda del nemico apparvero loro, invincibili. Tale convinzione, portata fra le retrovie dagli sbandati della battaglia della Marmarica, produsse un vero e proprio timor panico dei mezzi corazzati, che contagiò rapidamente tutte le truppe. Da qualcuno è stato rilevato che l'opera di persuasione degli ufficiali fu scarsa, perché non da tutti sentita, e comunque inefficace. È noto che non sono mancati gli episodi di eroismo sia individuali che collettivi, ma si ritiene che le nostre truppe avrebbero potuto opporre una più efficace resistenza( .. .)" 14 •

Prima ancora della ritirata dal gebel cominciarono a trapelare apprezzamenti assai poco favorevoli nei confronti del Comando Superiore e questi apprezzamenti, formulati a caldo (primi di febbraio), meritano di essere riportati senza commento: "1° - anche se voluta da Roma, l'avanzata su Sidi el-Barrani non avrebbe dovuto essere effettuata se i mezzi non erano sufficienti; 2° - la lunga sosta per la costruzione della strada e dell'acquedotto sarebbe stato un grave errore, poiché avrebbe dato al nemico tutto il tempo necessario per effettuare un'accurata preparazione; 3° - nella nota relazione [di Graziani] si asserisce che non vi fu sorpresa. Ed effettivamente non avrebbe dovuto esservi, perché - a prescindere dai servizi informativi e dal! 'osservazione aerea - era noto che convogli di numerose navi avevano attraversato il Mediterraneo ed avevano sbarcato materiali e truppe in Egitto. Ma allora diventa inspiegabile perché non


CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

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vennero adottate misure necessarie per impedire la distruzione di intere divisioni; 4° - anche se non si aveva dovizia di mezzi, i nostri reparti corazzati e le artiglierie - si dice - avrebbero potuto avere un più utile impiego, mentre sono stati sacrificati. Infatti è di dominio pubblico che gli inglesi tra Sidi el-Barrani e Tobruk hanno potuto catturare circa 1.000 cannoni, con i quali avrebbe potuto essere messo in atto un poderoso sbarramento; 5° - in complesso si pensa che, anche se si vuole attribuire parte della colpa a Roma, che non avrebbe lasciato ampia libertà di azione, maggiore e più grave sarebbe la colpa di coloro che avrebbero compromesso le sorti della campagna sul fronte libico, per non aver saputo impiegare le truppe e i mezzi disponibili".

Come ovvia conseguenza "ormai si è creata un'atmosfera di sfiducia verso i Comandanti". Veniamo adesso al penultimo atto: la resistenza sulla linea Derna-Mechili ed il ripiegamento verso Bengasi. Diciamo apertamente che l'impostazione data da Graziani al problema operativo, allorché la Cirenaica apparve aperta alle mire britanniche, non persuade. Ammesso che O'Connor procedesse verso Bengasi lungo le direttrici costiera ed interna, a ridosso delle pendici meridionali dell'altopiano di Barce, si tratt~,va di individuare un'allineamento di posizioni idoneo ad arrestarlo e di intuire dove avrebbe gravitato lo sforzo principale. Secondo Mussolini e Gràziani il cosiddetto ciglione di Derna si prestava alla bisogna e il nodo di Mechili era con esso in rapporti tattici tali da completare la ricercata linea difensiva. In realtà si è già visto che Dema-Berta e Mechili non erano affatto in sistema, comunque accettando questa scelta ne derivava una soluzione rigida: sul gebel difesa in posto, nel deserto battaglia di carri, beninteso da accettare in condizioni di vantaggio. Non c'erano alternative, visto che l'unica realmente esistente - l'abbandono della Cirenaica - era ben difficilmente proponibile per Graziani. Il 24 gennaio accadde _u n episodio favorevole per le nostre armi, il combattimento di Mechili, tra la brigata Babini ed il raggruppamento motorizzato e parte della 4a brigata corazzata inglese, eppure fu l'inizio di molti guai. Tellera si preoccupò per la brigata Babini e con ordini contraddittori - evitare di lasciarsi coinvolgere in un'unica azione nemica a Mechili e conservare la massima libertà di manovra ed efficienza per ositacolare la penetrazione verso Benga-


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LE OPERAZJON I IN AFRI CA SETTENTRI ONALI'.

si - sostituì al concetto generale di difesa ad oltranza, sia pure in parte manovrata, . quello di una difesa statica a nord e di una difesa elastica a sud. In altri termini, fece saltare la soluzione adottata, buona o cattiva, che fosse. Graziani lì per lì reagì seccamente, poi però finì per essere contagiato dal timore di perdere tutti i carri in un colpo solo. Concedendo che tutti i torti non li avesse - e quindi, peraltro, che la tanto cald~ggiata linea Derna-Mechili fosse realmente priva di significato tattico - bisognava riprendere la questione in mano e trovare una soluzione differente: il "Grappa della Libia" non aveva più senso. Si tornava, in definitiva, a quella che in origine abbiamo indicato come soluzione difficilmente proponibile: l'abbandono del gebel e della Cirenaica intera. Invece Graziani il 26 gennaio ordinò a Tellera di sganciarsi e manovrare in r itirata "solo nel caso che il nemico sviluppi in forze il movimento da Mechili su Bengasi". È ovvio che nel momento stesso in cui si fosse raggiunta questa certezza i resti della 10a armata avrebbero perso la possibilità di u·s cire dal gebel per mancanza di tempo. Dopo tre giorni di tentennamenti e senza ·che evento alcuno avesse fornito elementi sicuri sulle intenzioni di O'Connor, Graziani si persuase che il nemico si proponeva di avvolgere da sud tutte le forze di Tellera, si noti bene, tagliando il gebel da Mechili verso Cirene . Perciò nella nota riunione del 29 a_ Berta, presso la sede del Comando del XX corpo, dette il via al ripiegamento attraverso tre posizioni successive, con la brigata corazzata in pieno altopiano a protezione del fianco esposto. L'interdizione della pista Mechili-Bengasi, dalla quale la brigata ormai distava una cinquantina di chilometri in linea d'aria, era lasciata ai piccoli distaccamenti di el-Abiar e Regima. In sostanza, dal 23 dicembre, allorché venne accettata l'idea della battaglia di arresto sulle posizione di Dema-Berta-Mechi:li ove fossero cadute Bardia e Tobruk od anche, più semplicemente, dal 9 gennaio, diramazione delle direttive, al 29 gennaio, allorché fu deciso l'abbandono delle posizioni in causa, nulla accadde di non previsto o temuto. Ma solo in extremis si ammise che aggrapparsi al gebel,con il fianco meridionale "per aria': non aveva significato nella guerra dei corazzati. Questo errore costò la perdita del XX èorpo d'armata o, quanto meno, vi contribuì fortemente . Oltre alle ripercussioni di carattere tecnico, fra cui la difficoltà di organizzare un ordinato ripiegamento dei reparti di fanteria, ve ne furono anche di carattere psicologico, che vennero ad aggiungersi ad un morale già scosso. L'enfasi e la retorica con le quali Graziani aveva organizzato e vantato la difesa sul ciglione di Derna


CONS IDERAZIONI CONCLUSIVF.

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erano state fa tte proprie, per comprensibili motivi di etica professionale, dai Comandi in sottordine. Il risultato fu che "Non sono stati risparmiati dalle critiche gli alti comandi lasciatisi sorprendere dall'attacco nemico - riferì la questura di Bengasi - ed inspiegabile appare tuttora il facile ottimismo di alcune autorità militari che, allorquando il nemico era già alle porte di Derna, asserivano che esso sarebbe stato arrestato e battuto".

Non solo, ma nulla è forse più sconcertante per le truppe di sentire proclamare la volontà incrollabile di "morire sul posto piuttosto che cedere" e poi constatare che dopo i primi scontri il Comando stesso preferisce l'inverso, senza che il nemico abbia nemmeno impostato una vera e propria battaglia. Si è accennato che qualche motivo di perplessità nell'affrontare un combattimento di corazzati Graziani e Tellera lo avevano. In quel periodo essi potevano contare su 138 carri M 13: i vecchi 57 mezzi del III e V battaglione ed i nuovissimi 45 del VI e 36 del XXI, appena arrivati dall'Italia. Di carri M 11 era rimasto appena un plotone che si trovava a Dema; dei carri leggeri non si poteva tenere conto. Ora, una massa di circa 140 carri medi, sostenuta da molta artiglieria e, purtroppo, da poca aviazione, poteva reggere un confronto con la 7a divisione corazzata? Secondo Graziani evidentemente no, perché egli si basava sulle cifre fornitegli dal servizio informazioni: la sola 4a brigata corazzata sembrava disponesse di 150 carri 15 ! In realtà, la 7a divisione corazzata era rimasta con 50 cruisers e 95 carri leggeri, oltre a qualche diecina di autoblindo. Il che significa che O'Connor, se aveva cercato in tutti i modi di agganciare Babini per eliminarlo, una volta avvertito dalla ricognizione aerea della presenza di un'altra ottantina di carri medi, che non poteva sapere essere ancora in fase di amalgama, molto probabilmente avrebbe preferito non affrontare la lotta in campo aperto in quelle condizioni. Non per sfiducia nei suoi logori squadroni; non per timore degli M 13, dei quali già conosceva i difetti, bensl perché intenzionato a sfruttare ogni occasione favorevole ma non a correre rischi inutili. Aspettando una diecina di giorni avrebbe potuto contare su altri due reggimenti di cruisers, quelli della 23 divisione corazzata in arrivo dal Delta, ed allora il successo non gli sarebbe sfuggito. Per inciso, Graziani da tempo insisteva per avere carri decenti. Ben sapendo che i materiali dtlla attesa divisione Ariete non avreb-


438

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE.

bero risolto nulla, egli aveva chiesto almeno il cambio dell'armamento dei carri leggeri, costituito, come è noto, da due mitragliatrici binate in casamatta. Guzzoni gli rispose il 1° febbraio togliendogli anche quella speranza. Le mitragliatrici da 20 non potevano essere applicate perché troppo ingombranti e richiedenti apposita installazione; le mitragliatrici da 12,7 da aereo presentavano il difetto dell'eccessivo riscaldamento; quelle da 13,2 delle navi potevano andare previa la sostituzione della piastra frontale del carro, ma non ne esistevano in quantità sufficiente; i fuciloni Solothum erano anch'essi numericamente indisponibili. Ergo come unica soluzione rimaneva la sostituzione del carro leggero con quello medio, beninteso quando la situazione lo avesse consentito. A fine gennaio 1941 la situazione degli M 13 in Italia era la seguente: 8 carri alla scuola di Bracciano per le necessità addestrative, una diecina a Genova pronti per l'imbarco, 25 in corso di collaudo, 60 in uscita di fabbrica. Il programma completo della produzione annuale prevedeva 65 carri a fine febbraio, 70 a marzo, 80 in aprile, 85 in maggio, 90 in giugno, 95 in luglio e 100 mensili da agosto a dicembre. In totale 1.045 carri nuovi per l'anno 1941. Con un anticipo di appena qualche mese nelle decisioni politiche e con una maggiore chiarezza di idee nel campo strategico, come sarebbero andate diversamente le cose! È vero però che anche in sede di concezioni tecnico-tattiche si era molto indietro. Riferendosi ai carri M 13 - gli M 11 erano subito apparsi del tutto inadeguati - Liddell Hart affermò che l'inferiorità italiana nel confronto con i cruisers dipendeva soprattutto da due fattori: la tendenza a sparare in movimento, con conseguente enorme difficoltà a centrare il bersaglio, laddove i carristi inglesi erano addestrati a sparare arrestandosi per il tempo strettamente necessario e possibilmente a scafo sotto, e l'indisponibilità di radio, con ovvi seri problemi nella più semplice manovra di unità carri 16 . A questo proposito vale la pena di mettere in evidenza come in Italia la questione fosse ancora in corso di definizione, mentre in Gran Bretagna, già dalla costituzione della 1a brigata corazzata (1934) era stato convenuto che l'unico mezzo di comunicazione di una formazione corazzata dovesse essere la radio, fin nell'ambito del plotone 17 • L'ultima tappa della via crucis della 10a armata fu Beda Fomm. Nella sorpresa tattica e tecnica di Sidi el-Barrani, nel cedimento morale a Bardia e Tobruk, nella stessa incertezza operativa sul ciglione di Derna, molto può costituire attenuante. Per la ritirata da Bengasi ben poco pare accettabile come attenuante. Dispiace


CONSlOr. RAZIONI CONC LUSIVE

439

ammetterlo, ma i pochi documenti, i fatti , le testimonianze a vario livello, i commenti del nemico sembrano dimostrare concordemente che detta ritirata ebbe luogo nell'ambito di una grave disorganizzazione. In guerra succede, ma pesarono errori di impostazione ed errori esecutivi: gli stessi fattori negativi che condurranno, secondo Wavell, a l "disastroso episodio"della fase iniziale del non lontano ripiegamento britannico da el-Agheila, durante il quale la 3a brigata corazzata "si liquefece praticamente senza molto combattere, mentre l'inesperto Comando della 2a divisione corazzata sembrava aver perso il controllo. In parte ciò fu dovuto all'inesperienza del personale addetto ai collegamenti" 18 • Sta di fatto che le premesse per la disorganizzazione c'erano ed in abbondanza: morale sempre più basso, frammischiamento di reparti, deflusso disordinato dal gebel, disorientamento circa le mosse dell'avversario, sovrapposizione dei Comandi, carenze nella ricognizione, carenze nelle trasmissioni, carenze nell'azione di comando. Lo sbaglio fondamentale fu que llo di sottovalutare la possibilità che il deserto offriva al nemico di dirigersi da Mechili verso Agedabia per tagliare la ritirata alla 10a armata. Non che fosse ignorata tale eventualità, però fu ritenuto sufficiente presidiare le posizioni di el Abiar-Regima e di Agedabia; le incidenze intermedie sulla Balbia dovevano essere garantite in successione di tempi dalla retroguardia di Bergonzoli. Peggio ancora, furono sottovalutate anèhe l'audacia e la tenacia di O'Connor: evidentemente venne reputato del tutto improbabile che il genera le inglese si buttasse con le sue forze corazzate attraverso 250-300 chilome tri di deserto in una corsa affannosa su Antelat per irrompere sulla costiera quanto più a sud possibile . L'importanza di Antelat fu intravista, ma senza collocarla nel necessario quadro di urgenza e di sicurezza organica. Quella di Agedabia finì per risultare non rilevante e senza valore pratico, sia perché la località non fu tempestivamente raggiunta dalle truppe destinate a potenziarla, sia perché venne a trovarsi priva del fondamentale apporto avanzato del controllo del nodo di Antelat. Tuttavia, il suo prematuro abbandono, per quanto abbia suscitato recriminazioni e polemiche, non si può dire - cosl come sono andate le cose - che abbia influito sullo sviluppo dei combattimenti del 6-7 febbraio. Il problema che si poneva al Comando d'armata più o meno si traduceva in un dilemma: risparmiare, per utilizzarle in tempi migliori, le truppe corazzate ed abbandonare alla propria sorte le fanterie appiedate oppure cet4tare di salvare entrambe? Il dilemma


440

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETIENTRIONALE

si porrà ancora nel deserto da ambo le parti, comunque in quella circostanza fu risolto nel peggiore dei modi: una via· di mezzo. Si cercò di trarre in salvo parte delle fanterie senza sacrificare le rimanenti su una posizione difesa ad oltranza; si cercò di recuperare quanto era su ruote e cingoli senza una rigorosà pianificazione della ritirata. Il tutto pur sapendo che le truppe stavano sfuggendo dr mano per i motivi conosciuti. Diamo ancora la parola a chi in quei giorni assisteva agli avvenimenti: "Negli ultimi giorni la popolazione bengasina ebbe paura perché vide chiaro che non vi era alcuna difesa e che i Comandi militari non prendevano alcuna iniziativa: si osservava infatti che le ~ruppe ripiegavano in disordine( ...). I soldati giungevano dalla prima linea mal vestiti, affamati e sbandati perché senza la guida degli ufficiali. I commenti in proposito dell'uomo della strada sono stati severi e tutti hanno manifestato il loro giudizio di condanna verso gli ufficiali che, abbandonate le truppe, hanno pensato di porre in salvo se stessi, con tutti i mezzi di fortuna. Il soldato non chiedeva che di conoscere dove recarsi, dove fermarsi, dove ricevere il vitto, ma nessuno ha mai saputo dirgli tutto ciò. La disciplina ne ha risentito sino al punto che i soldati guardavano con indifferenza gli ufficiali, anche quelli delle altre Forze Armate, senza neppure accennare ad un gesto di saluto. Soltanto a Misurata il giorno 7 si iniziò un'azione di recupero di militari sbandati. con l'ordine di concentramento ad Homs" 19 .

Anche ammesso trattarsi di ingiusta generalizzazione, quello che conta è l'impressione globale riportata dalla popolazione, perché inevitabilmente riflettentesi negativamente anche sulle truppe tuttora in ordine. Sul piano tattico l'avanguardia doveva essere naturalmente costituita dalla colonna Della Bona. Se questi avesse avuto ordini precisi e conservato tutte le artiglierie; fosse stato diretto ad Agedabia, col co'mpito di impedire ogni interruzione della via di ritirata, oppure, meglio ancora, s~ Antelat (passando da Beda Fomm), dove già era stato segnalato il pericolo, con tutta probabilità le cose sarebbero andate diversamente. Invece la colonna non soltanto non assolse la funzione di avanguardia del corpo~ d'arm.a ta, né quella di garantire sicurezza al movimento retrogrado, ma nemmeno provvide a se stessa. Con ciò, il primo pezzo venne Letteralmente regalato ali' avversario e tolto dalla scacchiera.


CONSIDF.RAZIONI CONCLUSIVF.

441

Sorvolando sull'assenza di un vero e proprio "grosso", in grado di intervenire nel combattimento, da Bengasi in poi si poneva la questione della retroguardia e delle forze corazzate. A dispetto della costituzione della brigata Babini, i battaglioni carri erano sempre stati impiegati essenzia lmente a sostegno della fanteria od alla spicciolata. I primi di febbraio l'armata disponeva di quattro battaglioni M 13: due (il III ed il V) facevano parte della brigata corazzata insieme con il LX battaglione carri leggeri, l'ultimo rimasto; uno (il VI) era con la riserva d'armata ed uno (il XXI) con il raggruppamento Bignami. Complessivamente si trattava a lmeno di oltre un centinaio di carri medi efficienti. Si rinunciò a far massa, così come nel passato, ritenendo preferibile assegnare un'aliquota di mezzi ai raggruppamenti incaricati di assicurare la protezione del fianco esposto (Bignami e Villanis). Il provvedimento si presta a discussione, comunque il fatto che ad ogni movimento i battaglioni carri, ovviamente più lenti, fossero lasciati indietro lascia perplessi quanto meno sulla bontà dell 'articolazione delle forze. Inoltre, poiché il sistema delle trasmissioni risultava palesemente inidoneo a controllare la situazione 20 , non era proprio il caso di sminuzzare tutti i complessi tattici. Cosicché, tra l'a ltro, si vide un comandante di armata recarsi personalmente in autovettura a cercare le preziose unità carriste. Accettando anche un'iniziale divisione dei battaglioni carri , occorreva prevedere e rendere possibile la loro tempestiva riunione nella malaugurata ipotesi di incontro con la 7a divisione corazzata. P.er realizzare questo occorreva svincolare i carri dalla rotabile , almeno da Ghemines. L'incolonnamento, assai più da trasferimento logistico che da atto tattico, di una congerie di mezzi e di unità e di gruppi di civili, creò l'imbottigliamento e l'incomandabilità, cioè il caos. Sarebbe stato possibile sfondare i due sbarramenti della 4a brigata e della Combeforce? Sembra lecito reputare verosimile che un'energica r eazione guidata a redini corfe, con mano salda e idee chiare, avrebbe conseguito il successo. I carri, almeno quelli sopravvissuti; le artiglierie, almeno quelle di piccolo calibro; alcuni reparti motorizzati, almeno quelli ben comandati, sarebbero passati . La massa sarebbe comunque rimasta sulla strada: non era più reattiva. Non può meravigliare questo. Nelle esigue file della 10a armata si era fatto un varco la coscienza dell'insuccesso, con le sue inevitabili conseguenze : "Tutt'a un tratto, a un dato,momento, in uno dei due avversari si vede prodursi una disgregazione rapida (e talvolta, nel caso di


442

LE OPE RAZIONI IN AFRICA S ETTENTRIONALE

timor panico, quasi istantanea) di tutti questi legami sociali. Una specie di strana indifferenza si impossessa dei soldati e li toglie dal loro stato di ebbrezza. Non c'è più, ai loro occhi, né gerarchi né prestigio né disciplina né valori. È uno sconvolgimento totale ( ... )." 21

In Tripolitania il contraccolpo fu fortissimo: "Misurata fino a ieri è stata invasa da truppe provenienti dalla Cirenaica, truppe che hanno dato uno spettacolo p ietoso non solo alla popolazione nazionale ma anche alla popolazione indigena. Truppe disordinate, quasi sempre disarmate, malvestite, affamate, senza meta, sballottate da un Comando all'altro, senza assistenza; rilevata in particolar modo l'assenza degli ufficiali. Solo pochi reparti sono transitati con un certo ordine. Lo spettacolo, poi, degli ufficiali isolati e senza comando di reparto è stato ancor più sconfortante( ...)." 22

Anche gli uomini della divisione Ariete, appena sbarcati, videro il rifluire di coloro che abbandonavano la Cirenaica, ma non ne furono scalfiti. L'8° bersaglieri solo alla partenza da Napoli aveva ricevuto le mitragliatrici Breda 37 in sostituzione delle Fiat 35; il 132° carristi era ancora dotato dei piccoli carri leggeri, "!es plus insignifiants d'Europe" per dirla col Fuller; il 132° artiglieria disponeva di due soli gruppi da 75/27 con sei chilometri di gittata, eppure il loro morale - altissimo - non fece piega. Ben inquadrati, ben preparati, erano decisi a nqn sfigurare né di fronte al nemico né di fronte ai commilitoni dell'Afrikako,ps.


CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

443

NOTE CAPITOLO V 1 Wavell a Churchill in data 17.3.1941: ·(...) Il risultato è che attualmente in Cirenaica io sono debole e che non dispongo di alcuna riserva di truppe corau.ate assolutamente indispensabili (.. .). Non posso tuttavia permettermi per il momento di impiegare le mie esigue forze corazzate cosi audacemente come vorrei(... )" (W. Churchill, op. citata, p. 235). E il 20 aprile scrisse ancora al Premier: "( .. .) Le prospettive per il futuro preoccuperanno ancora per qualche tempo, a causa della mia debolezza in carri armati, specie di carri da crociera. Voi vi rendete conto che la guerra nel deserto dipende in gran parte dalle forze corazzate(. ..) (Ibidem, p . 280-281). 2

B. LIDDELL HART, The tanks, cit., p. 62 .

3

E. yoN RINTELEN, op. cit., p . 94.

4

ERWIN ROMMEL, Guerra senza odio, Garzanti, Milano 1952, p. 113.

5 Non si è in possesso di dati sicuri e completi sulle perdite complessive subite dall'inizio dell'offensiva brit annica. Un calcolo approssimativo, basato anche su un appunto interno dello Stato Maggiore dell'Esercito in data 22 febbraio 1941, darebbe un totale di 140-150.000 uomini, 1.400 pezzi di artiglieria di vario tipo e calibro, 450 carri e 4.500 autocarri. Secondo Wavell, i britannici catturarono 130.000 prigionieri, 1.290 pezzi, 400 carri ed ingenti quantità di materiale bellico. Secondo il Playfair si trattò di 130.000 prigionieri, 845 pezzi da campagna, pesanti campali e pesanti, 180 carri medi e più di 200 leggeri .

6

E. FALDELLA, op. citata, p. 305.

7

Vds. M. MONTANARI, op. citata, pp. 230-252.

8

Ibidem, pp. 255-277.

9 Il gen. Gott, comandante del gruppo di sostegno e poi, dalla fine del 1941, comandante della 7• divisione corazzata, ebbe a commentare più tardi che molte idee tattiche di Hobart si erano dimostrate ·solide e reali" ed anche che le sue disposizioni logistiche erano rimaste pressoché inalterate superando la prova di due anni di guerra (LIDDBLL HART, The tanks cit., p. 62).

10

HEINZ GUDBRIAN, Ricordi di un soldato, Baldini e Castoldi, Milano 1962, p.

11

I.S.0. PI..AYFAIR, op. citata, p . 363.

17.

12 In merito alla ripercussione degli avvenimenti militari in Cirenaica, il documento forse più completo è costituito da una relazione in data 18.2.1941 inviata dal gen. Gazzola, ispettore generale della Polizia Africa Italiana (P .A.I.) in Libia, al gen. Maraffa, comandante generale del corpo della P.A.I ..

13 Ancor prima della battaglia di Sidi el-Barrani l'anna dei carabinieri e la questura segnalavano insistentemente la poca disciplina dei militari di stanza o di passaggio da Bengasi. 14 Promemoria strettamente ~fidenziale, allegato l alla relazione in data · 18,2.1941 dell'ispettore generale della P.A.I., citata nel testo.


444

LEOPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE 15

Non bisogna essere troppo severi nel biasimare gli errori commessi nel calcolo delle forze nemiche. Si pensi che Churchill reputava che la I 5'' pa11zerdivision potesse avere dai 600 ai 650 carri e che la stima di Wavell era di oltre 400 carri, di cui 138 di tipo medio, mentn: la 15" panzer disponeva allora di solo 168 mezzi corazzati (W. CHURCHILL, op. citata, p. 248 e p. 281 ). 16 L1DDF.LLHART,The1anks cit.,p.62. 17

Dei carri medi catturati, gli inglesi utilizzarono cinque M 11 a Tobruk riservando ad essi una funzione puramente complementare . Degli M 13 presi a Beda Fomm sarà previsto l'impiego nell'ambito del 6° reggimento ca1Ti della 3" brigata corazzata, sempre con compiti di secondo piano, previa l' installazione di una radio. I~

w. CH URCHILL, op. citala, p. 251.

19

Rapporto della questura di Bengasi, T .6 di prot. mai-eia da la 12.2.1941, compilato a Tripoli.

°

2 Cii-ca i collegamenti radio basti un esempio: al telegramma MPA (massima precedenza assoluta}/MM PP AA (su tulle le massime precedenze assolute) spedito da Tripoli la sera del 16 febbraio, i I Comando del presidio di Gadames rispose la sera del 18, ma il telegramma di risposta giunse solo in parte la sera del 21. La fine del dispaccio arrivò a Tripoli la sera del 22.

ii GASTON BOUTHOUL, La guerra, Longanesi, Milano 1961, p. 168. 22

Rapporto della questura di Misurala n . 52/9 in data 9.2.1941 .


ALLEGATI

•



447 Allegato l

ORDINE DI BATTAGLIA DELL'ESERCITO ITALIANO ALLA DATA DEL 10 GIUGNO 1940

1. STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO:

Capo di S.M.: maresciallo Graziani Rodolfo

2. GRUPPO D'ARMATE OVEST . .

S.A.R. Umberto di Savoia, Principe di Piemonte

a) J•

-

armata II corpo d'armata

D. f. Forlì . D. f. Acqui D. f. Livorno

D. alp. Cuneense -

III corpo d'armata

D. f. Ravenna D. f . Cuneo . . . .

- XV corpo d'armata D. f. Modena . D. f. Cosseria D. f. Cremona -

b)

gen. Pintor Pietro » » » » »

Bertini Francesco Perugi Giulio Sartoris Francesco Gioda Benvenuto Ferrero Alberto

» » »

Arisio Mario Nebbia Edoardo Melotti Carlo

»

Gambara Gastone Gloria Alessandro Vassarri Alberto Mondino Umberto

» » »

riserva d'armata:

D. f. Pistoia D. f. Lupi di T.oscana . . D f. Cacciatori delle Alpi

» » »

D. alp. Pusteria

»

Priore Mario Bollea Ottavio Lorenzelli Dante De Cia Amedeo

.r armata . . .

»

Guzzoni Alfredo

- corpo d'armata alpino D. alp. Tridentina . D. alp. Taurinense .

»

Negri Luigi Santovito Ugo Micheletti Paolo

» »

- I corpo d'armata D. f. Cagliari D. f. Superga . . . D. f. Pinerolo . . .

» »

-

IV corpo d'armata .

»

D. f. Sforzesca D. f. Assietta . . . . • .

» »

» »

Vecchiarelli Carlo Scuero Antonio Barbasetti di Prun Curio De Stefanis Giuseppe Mercalli Cam.illo Ollearo Alfonso Girlando Emanuele


448

LE OPERAZIONI IN AFRJCA SETTENTRCONALE

-

riserva d'armata: gen. Forgiero Arnaldo ,. Scala Edoardo

D. f. Brennero D. f. Legnano

3. GRUPPO a)

D'ARMATE EST

gen. Grossi Camillo

z• armata

,. Ambrosio Vittorio

-

,. Balocco Riccardo ,. Castagna Giacomo ,. Esposito Giovanni » Belletti Pietro

V corpo d'armata

D. f. Sassari D. f. Lombardia . . D. f. Bergamo

-

XI corpo d'armata

D. f. Re . . D. f. Isonzo b) 6" armata (Po) .

- corpo d'annata celere 1· D. cel. Eugenio di Savoia 2" D. cel. Em. Filiberto . . 3" D. cel. Amedeo d'Aosta - corpo d 'armata corazzato D. mot. Trieste D. mot. Trento D cor. Ariete . D. cor. Littorio - c. d'a. autotrasportato D. aut. Pasubio D. aut. Piave . D. aut. Torino c) S- armata (dal 12-6-1940) -

XIV corpo d 'armata . . . . . . . . - VI corpo d'annata . _D. f. Messina D. f. Parma D. f. Casale D. f. Marche D. f. Puglie

4. GRUPPO D'ARMATE

SUD

a) XII corpo d 'annata

D. f. Aosta . D. f. Napoli

»

Roux Matteo Fiorenzoli Benedetto Romero Federico

»

Vercellino Mario

» »

» Messe Giovanni ,. Ferrari Orsi Federigo » Pizzolato Gavino » Marazzani Mario ,. Dall'Ora Fidenzio » Ferroni Vito ,. Nuvoloni Luigi ,. Baldassarre Ettore ,. Bitossi Gervasio ,. Zingales Francesco » Giovannelli Vittorio » Roncaglia Ercole ,. Manzi Luigi

S.A.R. Adalberto di Savoia, Du-

gen. »

,. ,. »

,. »

ca di Bergamo Vecchi Giovanni Pentimalli Riccardo Marghinotti Mario Rosi Ezio Zani Francesco Grattarola Attilio Navarini Enea

mar. De Bono Emilio gen. Rossi Angelo » D'Arle Federico » Coturri Renato


449

ALLEGATI

b) XIII corpo d'armata

c)

gen. De Pignier Augusto

D. f. Sabauda D. f. Calabria

» »

Scanagatta Ubaldo Petra di Caccuri Carlo

Comando Superiore Truppe Albania (e XXVI corpo d'a.)

»

Visconti Prasca Sebastiano

D. f. Venezia D. f. Ferrara D. f. Arezzo

»

D. alp. Julia D. cor. Centauro

» »

Bonini Silvio Zannini Licurgo Molinari Michele De Giorgis Fedele Magli Giovanni

»

Geloso Carlo

» »

Rossi Camilla Zaccone Ernesto Pedrazzoli Gino Cerio Giovanni

»

»

d) J• · armata

-

IX corpo d'armata

D. f. Bari D. f. Taro . D. f. Piemonte

5. - 7•

» »

S.A.R. Filiberto di Savoia, duca

ARMATA (RIS.)

di Pistoia -

VII corpo d'armata . . . . . . . .

D. f. Firenze D. f. Friuli

-

VIH corpo d'armata

D. f. Siena . . . . D. f. Granatieri di Sardegna 6. FORZE

ARMATE DELL'EGEO

ISOLE

TE

a)

Gambelli Remo Gabutti Gualtiero Orlando Taddeo

gen. De Vecchi di Val Cismon Cesare Maria »

Piazzoni Alessandro

SUPERIORE FORZE ARMA·

A. S . . .

armata X corpo d'armata D. f. Bologna . D. f. Savona D. f. Sabratha

-

D. D. D.

» » »

ITALIANE

D. f. Regina

7. COMANDO

gen. Aymonino Aldo » Negri Paride » Sogno Vittorio

XX corpo d'annata f. Pavia . f. Brescia f. Sirte .

mar. Balbo Italo gen. Garibaldi Italo » Barbieri Alberto » Lerici Roberto » Maggiani Pietro » Della Bona Guido » » » »

Cona Ferdinando Zaglio Pietro Cremascoli Giuseppe Della Mura Vincenzo


LE OPERAZIONI I N AFRICA SETTENTRIO NALE

450

- XXIII corpo d'armata . 1• D. cc.nn. 23 Marzo 2• D. cc.nn. 28 Ottobre 2• D. libica (riserva) b) 10- armata .

gen. Bergonzoli Annibale » Antonelli Francesco » Argentino Francesco » Pescatori Armando

. . .

»

Berti Mario Dalmazzo Lorenzo Tracchia Ruggero Spatocco Carlo

XXI corpo d'armata

»

D. f. Marmarica . . D. f. Cirene

»

-

» » »

XXII corpo d'armata

D .f. Catanzaro

4• D. cc.nn. 3 Gennaio . - 1• D. libica (riserva) c) Scacchiere Sahariano .

8. FORZE

ARMATE DELL'A.0.I.

»

»

Pitassi Mannella Enrico Stefanelli Giuseppe Merzari Fabio Sibille Luigi

»

Gallina Sebastiano

S.A.R. Amedeo di Savoia d1,1ca

d'Aosta, Vicerè d'Etiopia D.f. Granatieri di Savoia D. f . Africa

Scacchiere nord Scacchiere sud Scacchiere est Settore Giuba .

gen. Liberati Amedeo » Varda Giovanni » Frusci Luigi » Gazzera Pietro » Nasi Guglielmo » Pesenti Gustavo


Allegato 2 LE GRANDI UNITA MOBILITATE SITUAZIONE AL IO GIUGNO 1940 COM"6RUP. COMANDI COMANDI CORPI D' ARMATA D I V I I o N I PI O'ARII. ~ARMATA NORllAlE ALPINI AUIOIRAS COIIAIIAI CELERE 01 FANTERIA ALPINE AUIOIRA.51>! M IJOJUIPOUIMOTORIZ!ATEI CORAl/AlEI CELERI IOHIAMILIIIAI LIBICHE

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452 Allegato 3

CENNI GEOGRAFICI SULLA LIBIA 1

CONFINI

Il territorio della Libia è compreso fra Tunisia ed Algeria ad ovest, Egitto ad est ed Africa Occidentale ed Equatoriale Francese a sud. Rispetto alla Tunisia, all'Algeria ed ai possedimenti francesi del. l'Africa Occidentale ed Equatoriale, la linea di confine, all'inizio del secondo conflitto mondiale, partendo da Ras Agadir con direzione generale sud-ovest, lasciava in territorio libico le oasi di Nalut e Gadames; piegava poi a sud, passando fra l'oasi di Gianet (Francia) e quella di Gat (Italia), per dirigere verso sud-est fino a raggiungere Tummo (B. el Uaar) (Italia). Di qui continuava nella direzione di sud-est, attraverso il massiccio montuoso del Tibesti e la piana di Taleha (fra Tibesti ed altopiano di Erdi) per raggiungere la frontiera ovest del Sudan anglo-egiziano, all'intersezione del 24° meridiano est Greenwich con il 18° ,45' di latitudine nord, lasciando in territorio italiano le località di Ozu e di Ghezenti, ed in territorio francese quelle di Bardai e di Tekro. Rispetto all'Egitto la linea di confine partiva dalla costa fra Bardia e Sollum e seguiva all'incirca il 25° meridiano di longitudine est Greenwich, fino al 20° parallelo, lasciando l'oasi di Giarabub all'Italia e quella di Siwa all'Egitto; dal 20° parallelo in poi, seguiva il 24° meridiano fino al 18° 45' di latitudine nord. Entro i limiti suddetti, la Libia comprende le seguenti regioni: - la Tripolitania propriamente detta: corrisponde alla vasta e fertile pianura litoranea fra la Piccola e la Grande Sirte ed abbraccia anche le falde dell'altopiano che la chiude a sud; - la Sirtica: regione di steppe, arida e bruciata dal sole che si affaccia al mare sul golfo della Grande Sirte; - la Cirenaica propriamente detta: corrisponde all'elevata penisola calcarea del Barca che forma il margine orientale della Grande Sirte; - la Marmarica: continuazione, a levante, dell'altopiano cirenaico che, a partire dal golfo di Bomba e fino a quello di Sollum, diventa sempre più regolare ed assai meno elevato;

1 Da USE, In Africa settentrionale. La preparazione al conftitto. L'avan. zata su Sidi El Barrani. Roma, 1955, pp. 9-20.


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- il Fezzan: corrisponde alla parte occidentale degli altopiani che si estendono dietro la fascia delle regioni litoranee sopra nominate; costituisce il retroterra della Tripolitania e di buona pa,.-te della Sirtica; - il deserto libico: corrisponde alla parte orientale della zona degli altipiani e si estende, oltre il confine, sino alla grande vallata del Nilo; costituisce il retroterra della rimanente parte della Sirtica, della Cirenaica e della Marmarica.

CARATTERI MORFOLOGICI GENERALI

Il territorio libico è un vasto lembo della fascia marginale del continente africano. La forma dei rilievi, spiccatamente tabulare, è da attribuirsi, oltre che alla prevalenza di spinte verticali nei movimenti che li originarono, anche allo speciale modellamento a cui queste regioni furono e sono tuttora soggette. Infatti, dove le piogge sono rare e mancano quasi completamente le acque correnti superficiali, l'unico agente del modellamento è l'atmosfera; esso opera fisicamente, con i repentini sbalzi di temperatura che frantumano le rocce anche le più resistenti; meccanicamente, col vento che ne spazza via i detriti. A questo fatto è connessa la morfologia desertica: vi sono deserti elevati, rocciosi e sassosi, denominati hamada (altipiani) in cui le forti escursioni termiche disgregano la roccia in frammenti minuti che sono asportati dai venti; altri denominati edejen sono invece sabbiosi e quindi coperti di dune mobili e si trovano generalmente nelle regioni depresse circostanti alle hamada; altri, i0fine, detti serir, si possono considerare intermedi alle forme precedenti e sono caratterizzati da un suolo abbastanza sodo ricoperto di piccola ghiaia e ciottoli. Nel serir il movimento è molto più agevole che non nelle due prime specie. In esso è possibile l'uso di autoveicoli. Una caratteristica morfologica della regione è rappresentata dagli uidian (al singolare uadi) che di tanto in tanto la solcano: sistema, disseccato e morto, delle grandi valli originate dal drenaggio delle acque nell'antico . periodo fluviale. Tale periodo dovette probabilmente essere breve e con piogge non molto intense neJla regione e ciò spiega lo scarso sviluppo della morfologia fluviale libica. Le acque di scorrimento si riversarono in mare solo nella fascia più settentrionale; la maggior parte di esse si rovesciò invece in bacini costituiti dalle zone depresse del tavolato, accumulandovi grandi ammassi di materiali mobili che concorsero a formare i serir ed originando laghi temporanei interni che vaporarono col sopravvenire dell'aridità e depositarono i sali di cui le acque si erano arricchite lavando le rocce: tale sembra l'origine dei depositi di sali, frequenti nelle depressioni interne, e del salmastro di quasi tutte le acque e dei pozzi. •


LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

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Alla circolazione di acque sotterranee sono infine connesse le «oasi», costituite da località depresse in cui le acque o affiorano naturalmente con sorgenti o sono accessibili mediante pozzi. La vegetazione cl;le spontaneamente vi si forma, quella coltivata ed accorgimenti vari, proteggono queste zone dalle sabbie. Le oasi sono importanti come centri di vita in mezzo al deserto e costituiscono quindi, lungo le linee di comunicazione, i punti di obbligato passaggio e di sosta per chi deve percorrere la regione.

LE REGIONI COSTIERE

Sono le più importanti di tutta la Libia, sia sotto l'aspetto economico, per le loro più immediate possibilità di valorizzazione, sia dal lato militare, perché si affacciano al Mediterraneo e costituiscono quindi base e premessa a qualsiasi penetrazione nell'interno. 1. TRIPOLITANIA. L'altopiano che ne costituisce l'ossatura è formato in prevalenza da un tavolato di calcari secondari (cretaceo).

Vi si distinguono: a) La Gefara, ampia ·pianura che si estende, con lieve ondulazione, dalla costa del Mediterraneo al piede del Gebel; è costituita da terreni di trasporto fluviale ed eolico sovrapposti al tavolato roccioso, qua e là affioran.te, che ne costituisce la base. Gli accumuli eolici, assai estesi lungo il litorale (dune di spiaggia), arrestano il deflusso delle acque al mare, dando luogo nella stagione delle piogge a stagni costieri (sebche), talvolta salmastri per infiltrazioni marine (mellahe). La fascia dunosa litoranea, ricca di umidità, è cosparsa di numerose oasi, mentre all'interno il terreno, apparentemente arido (sahel) è suscettibile di colture ad irrigazione artificiale. Altre oasi più o meno estese sorgono qua e là nella Gefara in taluni tratti del letto degli uidian o dove affiorano falde acquifere (esistenti nel sottosuolo di tutta la Gefara per la presenza di strati argillosi impermeabili intercalati ai calcari) e in vicinanza delle sebche ·e delle mellahe.

La costa, in corrispondenza della Gefara, è costituita da una panchina · calcareo-arenaria, a strati orizzontali, unita e di difficile approdo, anche per i frequenti banchi di sabbia e gli scogli. Le invasioni e regressioni marine, verificatesi nelle epoche passate hanno provocato, insieme al secolare abbandono, l'interramento dei pochi porti naturali esistenti, come ad esempio Leptis Magna e Sabratha. Il porto df' Tripoli fu, con ingenti lavori ~ spese, sistemato ed adattato al traffico moderno; gli altri approdi minori non sono invece adatti ai grandi piroscafi e presentano, specie con tempo avverso, condizioni di accesso assai difficili (Zuara, Homs, Zliten, Misurata)


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b) Il Gebel (in arabo = i monti) vasto altopiano tabulare costituito da terreni più o meno ondulati che digradano verso sud-est e verso sud-ovest. Nel versante nord si presenta come una vera e propria catena montana, molto frastagliata e profondamente incisa da forre e burroni, che cade ripida sulla Gefara, con un fronte caratteristico avente la forma di un grande arco con la concavità a nord. La linea spartiacque del Gebel corre quasi lungo la cresta del ciglione che si affaccia alla pianura. Nella stagione invernale le acque superficiali scorrono negli impluvi (uidian) che solcano le falde settentrionali del Gebel con andamento generale sud-nord ma, prima di arrivare alla pianura, vengono t ompletamente assorbite dal terreno di natura prevalentemente calcarea. La zona è nel complesso nuda e rocciosa, difficile a percorrere. Immediatamente a sud del ciglione del Gebel e parallelamente ad esso, corre una striscia di terreno (terrazzo del Gebel) profonda dai 20 ai 30 km. ricoperta in gran parte di vegetazione, che è la parte più produttiva di tutto l'altopiano e la sola stabilmente abitata (Nalut-Giado-Jefren-Garian). Il Gebel si estende complessivamente (da ovest ad est) per circa 400 km., a una distanza dalla costa variabile da oltre 100 km. nel Gebel Nefusa a circa 20 nel Gebel Tarhuna; nei pressi del confine tunisino (Nalut) ha un'altitudine di circa 600 m. e sovrasta di circa 300 m. la Gefara, col nome di Gebel Nefusa e Gebel Jefren; prosegue col nome di Gebel Garian a sud di Tripoli, raggiungendo la sua massima altitudine (Tigrinna, m. 837), per quindi abbassarsi e avvicinarsi alla costa col Gebel Tarhuna, e seguire infine la costa stessa da Homs a Misurata. e) La Ghibla (regione del sud), versante meridionale del Gebel; è un immenso pianoro ondulato, talora profondamente inciso da erosioni che gli conferiscono un aspetto assai movimentato. E: zona predesertica, arida d'estate, ma verdeggiante di pascoli nella stagione piovosa; nei vasti uidian esistono piccole oasi di palme e qualche pozzo. La Ghibla digrada dolcemente a sud (da 800 a 450 m.) sulla depressione di Mizda, segnata da uidian e stagni salmastri (mellahe), che la separano dalla Hamada el-Hamra, la più vasta Hamada libica (altitudine circa 800 m.), da cui comincia il deserto as})ro e pietroso. 2. SIRTICA. Si presenta come una regione bassa, prevalentemente piatta, nella quale solchi e rilievi, di origine essenzialmente erosiva e di accumulo, sono assai modesti e disposti disordinatamente. La parte occidentale della regione è orlata, a sud, da una zona di altipiani (margini del Gebel es· Soda, Gebel Uaddan, Gebel Bu Hosa) ed è solcata da uidi411 che ne scendono, in senso grossolanamente meridiano; quella orientale cade sul deserto libico e presenta


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LE OPERAZIONI IN AFRJCA SETTENTRIONALE

uidian con direzione equatoriale (uddi el-Faregh e, nella zona meridionale, uadi Marada).

Procedendo dalla costa verso l'interno si possono nella regione distinguere le seguenti zone: a) Zona settentrionale costituita da successive fasce parallele con proprie caratteristiche: - una fascia di sabbie litoranee più o meno mobili, intervallate da qualche sebcha (la parte occidentale è molto più paludosa di quella orientale e mentre in questa le acque potabili abbondano, nella prima scarseggiano); - una fascia di sebche retrostante alla prima, nella quale le sebche si susseguono quasi ininterrottamente, ad eccezione del tratto compreso fra Buerat el-Hsun (dove ha termine la grande sebcha di Tauorga) ed es-Sultan. Notevole nella Sirtica orientale la grande palude salina detta Mugtaa elChebira (dello zolfo) in cui sfocia l'uadi el Faregh; - una fascia di modestissimi rilievi, più o meno continui, intervallati da bassure con vegetazione e cespugli. Tale fascia nella Sirtica occidentale va sempre maggiormente elevandosi da nord a sud fino a confondersi con le propaggini del Gebel es - Soda, Gebel Uaddan, Gebel Bu Hosa, mentre, nella Sirtica orientale, è seguita da una zona pianeggiante, vera steppa subdesertica, che si estende fino all'uadi el Faregh. E' questo un vasto e lungo impluvio che ha origine nel predeserto Marmarico (ed- Deffa) e corre verso ovest prendendo le successive denominazioni di uadi el- Hamin, el-Arad, el-Melah, el-Faregh; presenta linee poco accentuate, non ha ciglioni, e nell'ultimo tratto è completamente aperto sul piano adiacente. Numerosi pozzi sono scaglionati lungo il suo corso, specie nel tratto centrale che è zona di dimora di molti gruppi indigeni. b) Zona intermedia: trovasi soltanto nella Sirtica orientale e presenta l'aspetto superficiale di un tavolato pianeggiante, la cui uniformità è rotta da gruppi di modesti rilievi; è una zona nuda e squallida, priva di acqua e non offre possibili condizioni di vita, è limitata a sud dalla zona delle oasi. e) Zona meridionale o delle oasi, che si estende prevalentemente a nord del 29° parallelo. E' caratterizzata da gruppi di oasi (Socna, ·zella, Abu Naim, Marada) che si snodano anche in Cirenaica ed in Marmarica, e si spingono fin oltre il confine egiziano (Augila, Gialo, Giarabub, Siwa). Notevole in questa zona l'uadi Marada, vasta bassura nella quale una ricca falda acquifera, affiorante in alcuni punti, alimenta una diffusa vegetazione di palme.

3. CIRENAICA. Massiccia penisola calcarea della larghezza di circa 300 km. Il Gebel Achdar ne forma l'ossatura e si estende, lieve-


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mente arcuato, per circa 250 km. dalla zona di Bengasi al golfo di Bomba; ha una profondità di circa 50 km. e raggiunge nei pressi del marabutto di Sidi Mohamed el-Homri (nord-est di Slonta) la massima altitudine di 880 metri. L'altopiano, la cui linea spartiacque si svolge pressoché concentrica all'arco costiero, declina, verso sud con dolce pendìo, nella zona di es-Siruàl, caratterizzata dal fenomeno delle inondazioni invernali e compresa nella vasta steppa predesertica; scende molto più ripido ad ovest e a nord, dove forma tre netti gradini di qualche centinaio di metri d'altezza, racchiudenti due terrazzi intermedi. Il rilievo è profondamente inciso da forre, da grotte, da doline caratteristiche del calcare carsico, ed è coperto da buona vegetazione (coltt.1re mediterranee, macchie, boschi); di qui il suo nome di Gebel Achdar (montagna verde). Il valore vegetativo del terreno è dato dal denso strato di terra rossa che ricopre la roccia e dalle piogge e rugiade sufficienti a fornire l'umidità. La costa è formata da una cimosa sabbiosa, larga presso Bengasi parecchi chilometri e che va man mano assottigliandosi verso nordest, dove la massa rocciosa dell'altopiano cade talora direttamente sul mare. L'andamento complessivo convesso del tavolato e l'uniformità del versante non offrono un sufficiente frastagliamento e le poche insenature sono state colmate dalla cimosa mediterranea: ovunque banchi di sabbia e scogli a fior d'acqua rendono difficile l'app_rodo. I principali porti riattati sono Bengasi, Tolmeta e Marsa Susa. 4. MARMARICA. E' la continuazione, ad oriente, col nome di Gebel Acaba, dell'altopiano calcareo della Cirenaica. Il Gebel Acaba ha un'altitudine media di un centinaio di metri, è stepposo, nella maggior parte squallido e di valore logistico inferiore a quello dell'analogo tavolato cirenaico. Come questo digrada dolcemente verso sud e termina con un gradino, lungo la linea Faregh-Giarabub-Siwa, sulla sottostante depressione Sirtica e sul deserto libico. Ad oriente, il tavolato marmarico si estende, sensa sensibili differenze di carattere e di altitudine, fino verso Marsa Matruh. Esso, per i rialzi scoscesi del ciglione che sovrasta il golfo di Sollum, oppone un relativo ostacolo da superare a chi provenga da oriente lungo la costa. A nord giunge fino al mare o molto prossimo ad esso; di qui le migliori condizioni che la costa .offre alla portuosità. Di particolare importanza si presentano le tre insenature di Bomba, di Tobruch e · Sollum. Migliore di tutte è l'insenatura intermedia di Tobruch, aperta verso est e riparata da una penisoletta rocciosa che cade ripida sul mare e circoscrive un bacino lungo circa 4 km. e largo 1,6 con fondali di oltre 12 metri. •


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

LE REGIONI INTERNE 1. FEZZAN. Si può considerare come la regione di transizione fra l'Africa mediterranea ed il Sahara, di cui geograficamente fa parte. E' un vasto altopiano dai limiti in più luoghi incerti, ma che si può ritenere compreso fra l'allineamento Hamada el Hamra-Gebel es Soda-e! Harug el Abiad, e quello dei massicci cristallini dei Tassili-Tibesti. In . esso i vari tipi di paesaggio desertico si alternano interrotti, qua e là, da numerose e vaste oasi intorno alle quali si raggruppa la vita della vasta zona. Le principali serie di queste oasi sorgono nei tre grandi solchi che, attraversando la regione quasi nel senso dei paralleli, la caratterizzano. Sono questi, procedendo da nord a sud, i seguenti: uadi esc Sciati (oasi di Brach, Sebba, ecc.), uadi el-Agial (oasi el-Abiad, el-Hatia, Ubari, ecc .) , uadi Bergiug (oasi Traghen, Murzuch, ecc.). Oltre alle serie accennate altre oasi esistono nel Fezzan, di primaria importanza; di queste, principali le seguenti: Gadames, Gat, Zuila, Tmessa, el Fugha, ecc. 2. DESERTO LIBICO. E' il vasto tavolato delimitato a nord dalla linea delle oasi predesertiche cirenaiche (Marada-Gialo-Augila-Giarabub-Siwa); ad est, dalla serie delle oasi egiziane immediatamente antistanti alla depressione del Nilo; a sud dalla barriera montuosa del Darfur-Tibesti; ad ovest dalla regione del Fezzan. La superficie di questo tavolato, potentemente lavorata dall'erosione, è in gran parte un serir, cope rto nella parte sud-orientale da una immensa distesa di sabbie di accumulo eolico: il grande ergh libico, costituito da lunghissime dune, disposte tutte nello stesso senso e di altezza variabile da pochi metri fin oltre 100 sul livello del serir. Rompono l'uniformità di questo deserto (il più vasto e desolato di tutta l'Africa) le due zone depresse delle oasi di Zighen e di Cufra e le masse granitiche di Archenu, el-Auenat e Gebel Chissu se si ergono oltre i 1500 m. a sud-est di Cufra. 3. TIBESTI . Fa parte dell'allineamento dei massicci cristallini costituenti l'orlo settentrionale del grande continente arcaico sahariano. E' un immenso massiccio triangolare di circa 500 km. di lato, costituito da un nucleo centrale, da cui partono, in direzione nordest, sud-est ed ovest ire grandi diramazioni che toccano altitudini sui 2500-3000 metri.

CLIMA, IDROGRAFIA,

VEGETAZIONE E COLTURE

Il clima dell'Africa Settentrionale è spiccatamente sub-tropicale, con prevalenza di venti relativamente freschi ed umidi del Mediterraneo nell'estate, e di ponente in inverno.


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A Tripoli ed a Bengasi le medie della temperatura oscillano dai 13° in gennaio ai 27° in luglio ed agosto; nell'intero anno si aggirano sui 20°. L'escursione giornaliera è costantemente di soli 7° al massimo, ma, man mano che si procede verso l'interno si hanno dapprima medie quasi uguali, con escursioni via via crescenti; quindi aumentano anche le medie stesse, e, notevolmente, le escursioni, sì che sulle hamada si hanno sbalzi giornalieri di 30° e più. A Murzuch la media di agosto è di 36°. Le piogge, portate specialmente dai venti di ponente, sono esclusivamente invernali, e pressoché limitate alla regione costiera: a Tripoli ed a Bengasi cadono da 400 a 500 mm. d'acqua all'anno. Con il procedere verso sud, dopo le prime alture, le piogge vanno diminuendo, per diventare rarissime nell'interno dove si verificano in media ogni cinque, se.i anni. Tra i venti è particolarmente molesto il ghibli, che spira dal deserto verso la costa per il formarsi di una depressione barometrica nel Mediterraneo; molto violento, trasporta minuto pulviscolo ed è causa di malattie agli occhi; fa elevare la temperatura ad oltre 45° all'ombra e produce forte evaporazione e siccità. In conclusione, non si può dire che le condizioni climatiche siano cattive nelle città costiere; esse non si presentano però certo come molto · favorevoli alle operazioni militari nell'interno; la siccità, la poca potabilità e scarsità dell'acqua, i forti calori diurni, i freddi notturni, sono cause di facili malattie intestinali; la malaria in talune località e le malattie contagiose, endemiche nella popolazione indigena, concorrono a formare un ambiente climatico difficile che richiede opportune P,rovvidenze di carattere logistico. Il regime climatico, la natura calcarea delle hamada e la grande estensione delle sabbie desertiche e steppiche, provocano la quasi assoluta mancanza di corsi d'acqua e, in genere, di acque superficiali. Negli uidian l'acqua scorre alla superficie solo durante le piogge: essi hanno però generalmente un corso subalveale poco profondo, dove l'acqua si può raggiungere con pozzi, od affiora spontaneamente nelle depressioni. Nella Gefara tripolina il velo freatico non è limitato agli uidian, ma è diffuso su tutto lo strato argilloso che dal piede del G~bel scende al mare; la sua profondità è minima sulla costa e va aumentando a 12-15 m. ed anche più nell'interno. In Cirenaica si verifica la caratteristica circolazione sotterranea carsica delle acque: sull'altopiano, esse scompaiono nel sottosuolo, per ricomparire poi lungo i terrazzi e nella cimosa litoranea. Le sorgenti sono numerose (si calcolano ad oltre 300) e talune di discreta capacità, tuttavia l'esistenza di parecchi grandi serbatoi artificiali (o delle loro rovine) ed i resti di sbarramenti fluviali per la raccolta delle acque piovane (si tratta in genere di costruzioni romane) stanno a dimostrare che esse no11, sono mai state sufficienti per i bisogni dell'agricoltura.


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LE OPERAZIONI IN APRICA SETTENTRIONALE

Per quanto riguarda vegetazione e colture, i terreni della Libia si possono distinguere in: - terreni desertici (delle tre specie già ricordate) privi di vegetazione (o quasi); - terreni stepposi in cui la vegetazione (prevalentemente spontanea) è limitata alla stagione delle piogge: sono diffusi in tutta la regione costiera della Tripolitania, della Sirtica, e del Barca, e vengono specialmente sfruttati per il pascolo; in qualche località vi si coltiva l'orzo e lo sparto; - terreni vegetali (umiferi, terra rossa carsica, ecc.), in cui la disponibilità costante di acqua sotterranea consente una intensa coltivazione, che, in grazia della naturale fertilità del suolo e della elevata temperatura, è molto rigogliosa e redditizia; questi terreni sparsi nella regione costiera e nelle depressioni interne comprendono: le oasi ed i suani, a colture prevalentemente irrigue (palmeti, agrumeti, frutteti, ortaggi) e i ginàn, a colture prevalentemente asciutte (olivi, cereali) . Vi si aggiungono i boschi e le macchie folte, caratteristici della flora mediterranea, che si trovano in Cirenaica.

COMUNICAZIONI

Le strade vere e proprie percorribili da automezzi sono in Libia limitate alla zona costiera e si addentrano verso l'interno, in genere, solo fino a qualche centro principale viciniore. Nella restante zona del vasto territorio le comunicazioni sono rappresentate da piste automobilistiche e dalle cosiddette carovaniere. Queste, soggette a comparire e scomparire sotto l'azione dei venti, si svolgono lungo linee direttamente congiungenti le singole oasi. Sono da annoverare fra le camionabili: - la grande strada litoranea - lunga 1822 km. - che dal confine tunisino (con un raddoppio nella via gebelica meridionale, da Barce a Lamluda) giunge a Porto Bardia sul confine egiziano (R. Capuzzo); · - alcune strade interne che fanno capo alle principali località costi~re. In particolare: in Tripolitania: la Zuara-Nalut-Gadames; la Tripoli-Mizda-Brach, con diramazioni da el-Azizia e da Garian per Nalut; la Tripoli-Benilid; la Homs-Tarhuna; la Misurata-Beni Ulid; la Misurata-Bu Ngem (che prosegue per Socna fino a Gat con diramazioni per Zella e Murzuch); in Cirenaica: la camionabile Bengasi-e! Mechili-Derna; la ez Zuetina-el Mechili-Tmimi lungo il ciglio meridionale dell'altopiano di Barca, con diramazioni da el Mechili per Tobruch, Capuzzo, Berta, Cirene e Slonta; la Agedabia-Gialo; la Tobruch-Giarabub.


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Le principali piste automobilistiche e carovaniere si trovano in prosecuzione delle strade camionabili. Si ricordano: - le piste e carovaniere della Tripolitania e del Fezzan: Gadames-Gat, donde al bacino del Niger ed al lago Ciad; Mizda-el Hasi, donde a Gat ed a Murzuch e da quest'ultima località, per le oasi di el-Gatrum e Tegerhi, attraverso i monti Tummo, al lago Ciad e al Borcu; - le piste della Sirtica, che mettono in comunicazione la costa (Tmed Hassan, Sirte, en-Nofilia, el-Agheila) con le oasi interne e queste fra di loro e con quelle della Cirenaica, e del deserto libico: Bu Ngem, Socna, Zella, Marada, Augila-Gialo; :--- le piste e carovaniere della Cirenaica che dalla camionabile Zuetina-Derna portano alle oasi di Augila-Gialo e di qui a quelle di Giarabub-Siwa; - le piste e carovaniere del deserto libico che da Zella, Marada, Augila, Gialo portano alle oasi di el- Uabria e di Cufra, donde al Borcu e al Ciad. Rivestono, naturalmente, particolare importanza quelle che, attraversando l'intero deserto, collegano i centri interni del Niger, del Ciad e del Borcu con la costa mediterranea; a questo proposito, non è senza interesse constatare come, per tale collegamento, è proprio la Libia quella fra tutte le regioni dell'Africa settentrionale che offre le linee di più breve percorso e con più frequenti oasi. Le ferrovie, nel periodo cui la presente monografia si riferisce, raggiungevano, in Tripolitania, uno sviluppo di circa 200 km. e comprendevano i seguenti tronchi: Tripoli-Zuara (km. 118); TripoliTagiura con diramazione per Ain-Zara (circa km. 30); Tripoli-e! Azizia (km. 50); era in progetto quello el Azizia-Garian (33 km.). In Cirenaica, l'unica linea ferroviaria esistente collegava Bengasi, per er Regima ad el Abiar, a Barce, con un percorso complessivo di 108 km. (era in progetto il proseguimento da Barce verso la costa per Cìrene e Derna); da Bengasi un tronco conduceva a Soluch. Esisteva inoltre una décauville che dal pontile di ez-Zuetina portava ad Agedabia.

POPOLAZIONE

E' caratterizzata dalla coesistenza di varie razze, più o meno mescolate fra di loro. In particolare: - Libi o Berberi, in maggioranza agricoltori, abitanti in massima parte la Tripolitania occidentale, e specialmente il Gebel Nefusa e Gebel Jefren; se ne trovano anche nelle oasi di Augila, Gialo e ·Cufra; si distinguono dagliit Arabi, oltre che per caratteri somatici, anche per quel che hanno conservato dei loro antichi costumi e della


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loro lingua originaria, e perché seguaci della setta religiosa scismatica detta « ibadita »; - Arabi, discendenti dalle tribù che nel secolo XI si fissarono nell'Africa del Nord; per la più parte nomadi o seminomadi, vivono .abitualmente nella Ghibla, nella Tripolitania orientale, nella Sirte, nella Cirenaica e nelle oasi dell'interno; - Arabo-Libi, in gran parte agricoltori o seminomadi, abitano nella Gefara, nella Msellata, nel Misuratino, n ella Cirenaica. A questi gruppi principali vanno aggiunti quelli minori d'immigrazione (negri, israeliti ed europei), abitanti, per lo più, nei centri e nelle oasi costiere. Complessivamente la popolazione libica al 30 giugno del 1939 assommava a circa 918.000 abitanti di cui 770.000 mussulmani, 30.000 israeliti e 118.000 cristiani (regnicoli e stranieri).


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/ 464

Allegato 5

FORZA EFFETTIVA IN LIBIA AL 10 GIUGNO 1940

Nazionali

Libici

Totale

FRONTIERA OCCIDENTALE

Comando 5• annata

D.f. Pavia

X.X corpo d'a.

{

D.f. Sirte D.f. Brescia

X corpo d'a.

X.XIII corpo d'a.

1.389

1.389

}

56.435

56.435

}

12.155

12.155

}

12.901

12.901

·················································· ···················· .....

{ {

D.f. Savona D.f. Bologna D.f. Sabratha 1• D. CC. .NN. 2• D. CC . .NN.

R.C.T. Libiche e truppe libiche non indivisionate Sbarcati in Tripolitania dopo il 1• giugno 1940

5.807 39.184 122.901

TOTALE frontiera occidentale

5.807 39.184

5.807

127.871

FRONTIERA ORIENTALE

Comando IO" armata XXI corpo d'a .

{ {

D.f. Cirene D.f. Marmarica D.f. Catanzaro

XXIl corpo d'a .

4• D. CC. NN.

} }

186

186

29.775

29.775

13.601

13.601

1• Divisione Libica

5.856

5.856

2• Divisione Libica

5.800

5.800

· Truppe libiche non indivisionate .................................................••.•

5.000

Sbarcati in Ci.r enaica dopo il 1° giugno 1940 ..............................

27.409

TOTALE frontiera orientale ..................................................

70.971

Sahara libico ........................................................................................ TOTALE generale

1

193.035

5.000

27.409 16.656

87.627

6.032

6.032

28.495

221.530

I

Cui bisogna aggiungere : 14.483 uom ini facenti parte delle forze speciali (Marina. Aeron:iut ica, CC. RR .. P.A.l.. Guardia di finanza e M.V S.N.)


465

ARTIGLIERIE ESISTENTI I N LIBIA al 10 giugno 1940

Allegato 6 QUANTITÀ SPECIE DELLE ARMI

UNFOC

Distribuzione Magazzino

Totale

Contraerei. Cannoni da 76/40 C.A.

12

12

8.2

Cannoni da 76/45 C.A.

8

8

11,9

Cannoni da 75/27 C.K.

24

3

27

12,3

Cannoni da 20 m/m

206

3

209

7.6

Totali

250

6

256

Piccolo calibro. 126

Cannoni da 47

127

2,0

124

22

146

5,9

Cannoni da 75/27 - 906

154

61

215

5,9

Cannoni da 75/27 - 911

48

48

I 1.3

Cannoni da 65/17

........................................................ .

Cannoni da 75/27

228

8

236

8.1

Cannoni da 77/28

177

159

336

4.6

Obici da 100/17

156

16

172

9.2

1.013

267

1.280

82

15

97

8,8

12

36

48

3.7

8

29

37

6,7

60

30

90

9,0

3

4.0

Totali ................................ .... .

Medio calibro. Cannoni da .105/28 Cannoni da 120/25

Obici da 149/12

............................................................

Cannoni da 149/35 Mortai da 210/8 .......................... ............................... ..

2

Totali ................................ ................................ .

164

lii

275

1.427

384

I.SII

TOTALE GENERALE

..................................................


Allegato 7

466

VELIVOLI ESISTENTI IN LIBIA 1 alla data 10 giugno 1940 Efficienti Efficienti a scopo per voli Inefficienti bellico !allenamento

S PECIALITÀ

a) Da bombardamento:

s. 79

IO" Stormo B. T.

S. 81

30 9

23

li

8

5

Br. 20

14° Stormo B. T.

{

15° Stormo B . T.

................................................. . 2

s. 79 s. 81

{

12 2

8

Br. 20

s. s.

33° Stormo B . T.

3

79

35

79

31

2

b) Dacaccia

2° Stormo C. T .

Cr. 32 { Cr. 42

36

Cr. 42

27

Ba. 65

li

IO"GruppoC. T.

50" Stormo Ass.

Ro. 41

{

24

25

Ca. 310 ...............................................

57 3

14

18

5

9

21

4

2

23

e) Di presidio coloniale:

I gruppo A.P.C. su Ghibli e av . sahariana II gruppo A.P.C. vari tipi ; battagl. sahariana

.....................................................................................

d) Da osservazione aerea : 64° Gruppo Oss. Aerea

73° Gruppo Oss. Aerea

{

Ro

{

s

I bis

Ro 37 bis

Ro

143° Squadr. Rie. Mar.

8

Ro 37 bis

6

2

I bis

Cant. Z 501

..............................

6

e) Velivoli vari in riparazione presso le officine centrali

di Tripoli e di Bengasi

TOTALI

.................................................................................. .

306

7

48

57

179

Carburanti per velivoli: benzina e miscele di vario tipo: qu intali 87.679, sufficienti per circa 200 ore d i volo per ogni velivolo in forza ai reparti dell'Aeronaut ica della Libia. 1 Dalla situazione in data 1/6/1940 compilata per Mussolini dall 'Intendenza A.S. , completata con i dati di G. Santoro, op . citata. pag. 266. 2 Da sostituire con S. 79.


467 Allegato 8

IL MARESCIALLO DELL'ARIA COMANDANTE SUPERIORE FORZE ARMATE A. S.

N. 01/200.741

Tripoli, 11 maggio 1940-XVIII

Duce! 1en m1 avete detto e stamane mi avete confermato, che per la fine del corrente mese debbo essere pronto in Libia con il minimo indispensabile per entrare in campagna, affermando che il Ministero Guerra entro il corrente maggio mi avrebbe mandato 80 mila uomini, le armi, le munizioni ed i viveri per raggiungere i 6 mesi d'autonomia. Il generale Soddu mi ha pregato di fargli avere subito l'elenco dei materiali che ritengo necessari nel modo più assoluto; ed io gli spedisco copia della presente lettera, nella quale preciso a Voi, perché ne siate informato, che cosa occorra alla Libia per sostenere, con probabilità di contenerlo, l'attacco avversario su due fronti . Nel recente noto promemoria del Capo di S.M. Generale è detto che, con l'aumento di 80 mila uomini, la proporzione fra le truppe ai miei ordini e le avversarie, sarà di uno a due. Potrei rispondere che sarà almeno di uno a tre, ma la cosa ha poca importanza: non è il numero dei nemici che mi preoccupa, ma il nostro armamento. Oggi la più bella legione di Cesare, soccomberebbe innanzi ad una sezione di mitragliatrici. Lasciatemi dire quindi che con grandi unità fornite di limitate e vecchissime artiglierie, prive o quasi di armi anticarro e controaerei, ho assolutamente bisogno di poter contare sugli sbarramenti delle due vie d'accesso alla Tripolitania, sulla cinta di Tripoli e su quelle di Tobruch e Bardia. Avere delle opere fortificate e sguarnite d'anni è un assurdo. La mia richiesta verte quindi anzitutto sulla necessità di mettere in efficienza queste fortificazioni, che rappresentano il primo modesto progetto non ancora completato. Altra necessità alla quale occorre provvedere adeguatamente e al più presto è rappresentata dalla difesa controaerei. I mezzi che abbiamo sono assolutamente insufficienti e per numero e per qualità. Non mancano i progetti, ma non vi sono le batterie e le relative organizzazioni (reti di avvistamento, collegamenti, ecc.). Gli obiettivi da difendere sono pochi, ma appunto per questo la loro importanza è grande. Quanto chiedo, rappresenta, perciò, il minimo indispensabile per dare una certa efficienza alla difesa dei punti più sensibili della nostra organizzazione militare.•


468

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Non mi soffermo a commentare le richieste di armi, di automezzi, di carburanti e di munizioni: sarebbe inutile mandare altre migliaia di uomini se poi non potessimo fornir loro i mezzi indispensabili per muovere e combattere. Per i viveri mi permetto soltanto di farvi presente ancora una volta la necessità che le scorte per i sei mesi siano complete, perché le limitate risorse locali si ridurranno ancora con Io stato di guerra e perché la R. Marina non assicura il traffico fra la Quarta sponda e la Madrepatria. Per quanto riguarda l'esodo delle famiglie coloniche, i dirigenti sindacali e dell'ente di colonizzazione mi hanno fatto osservare che, per non danneggiare la produzione delle aziende, sarà meglio, in un primo tempo, limitare l'esodo ai bimbi ed ai ragazzi non atti al lavoro. Ho già impartito alle federazioni fasciste le istruzioni per l'inquadramento. La spedizione in Patria potrà pertanto essere effettuata con gli stessi piroscafi che porteranno gli 80.000 uomini per le grandi unità. Duce, permettetemi infine di pregarvi di voler vigilare perché il programma che voi stesso avete tracciato e che non è passibile di decurtazioni, sia integralmente applicato per mettere la Libia in grado di assolvere alla sua funzione nel grande quadro della nuova guerra europea.

Il Maresciallo dell'Aria BALBO


469 Allegato 9 .

MINISTERO DELLA GUERRA GABINETTO

Roma, 13 maggio 1940 · XVIII

PROMEMORIA PER IL DUCE

RICHIESTE DI MATERIALI PER

L'A. S.

Ecc. Mar. Balbo mi ha inviato copia della lettera che Vi ha diretto per prospettare le necessità della Libia. L'esposto dà la sensazione che l'organizzazione difensiva e bellica in generale della Libia è ancora insufficiente per fare fronte alla situazione. Vi è noto lo sforzo che Voi avete fatto sinora compiere per la Libia e Vi sono note le condizioni di relatività dell'efficienza dell'esercito in Patria e nelle altre terre d'oltremare. Le richieste del Comando Superiore forze armate Africa settentrionale sembra prescindano dalla situazione generale e tengano conto solo di quella della Libia. Si cercherà di fare tutto il possibile per venire incontro ai bisogni della Libia, ma la situazione reale delle dotazioni e degli allestimenti non molto permette: nel foglio allegato indico ciò che al massimo può essere subito inviato e le previsioni per gli ulteriori invii. E' da considerare che queste spinte improvvise ad agire a fa. vore di vari~settori (A.O.I., Egeo, Libia), come se fossero teatri di operazioni a sé stanti e al cui apprestamento bellico non dovesse provvedere un'unica organizzazione militare, date anche le alte personalità che ne sono a capo, possono finire coll'interferire dannosamente nella situazione generale dell'efficienza bell.ica del Paese. · E' opportuno pertanto che le richieste del Mar. Balbo non siano esaminate come problema a parte, ma considerate da Voi Duce, nel grande quadro generale, interessando in merito l'Ecc. il Capo di S. M. Generale ed il Capo di S. M. dell'Esercito. Sooou


470

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Annesso. MINISTRO DELLA GUERRA GABINETTO

POSSIBILITÀ CIRCA INVII MATERIALI RICHIESTI LIBIA

A) Per sistemazione difensiva frontiere. . Mitr. Fiat 35: richieste 1788. In viaggio 500; altre 900 saranno inviate entro luglio. Totale 1.400. Insieme alle armi, inviate munizioni. Pezzi anticarro da 47 /32: richiesti 390. Ne saranno inviati 120, di cui 50 allestiti per Romania. In tal modo però arrestato temporaneamente aumento dotazioni esercito in Patria. Btr. da 77 /28: richieste 23. Possibile l'invio fra 6-8 mesi traendole da materiali in riparazione. Elementi di corazzatura: invii graduali mensili da terminare, in base produzione prevista, parte entro l'anno e parte (ad es. installazioni per mitr.) entro il 1942.

Munizionamento: - per pezzi anticarro: chiesti 880.000 colpi. In viaggio 13.000 colpi. Solo metà dei reparti in Italia hanno le loro dotazioni. La produzione - causa tritolo è solo di 40.000 colpi mese; - per pezzi da 77 /28: chiesti 437.000 - disponibilità: nulla. D'altra parte non è possibile per ora mandare i pezzi. Cemento. Richiesti: 3 milioni di quintali. Ecc. Balbo aveva già fatto presente che richiesta poteva essere limitata a 1.500.000 quintali. Possono essere inviati 1.275.000 q., traendoli dai pochissimi quantitativi disponibili per le altre esigenze in territorio. B) Difesa controaerei territoriale.

Gruppi mobili di btr. e.a.: richiesti 5 (15 btr;.). Non è pos,sibile mandarne qualcuno. Per l'esercito operante si hanno solo 10 btr. da 75/46 e 14 da 75/C.K. Chieste: 23 btr. da posizione e.a. moderne e SO sezioni da 20. La difesa e.a. territoriale nazionale è già talmente insufficiente ài bisogni, che non sembra possibile diminuirla ancora. C) Dotazioni di reparto G. U.

Sono in viaggio 170 autocarri. Fra un mese ne saranno inviati altri 250.


ALLEGATI

471

Per tutto il resto si potrà provvedere gradualmente non essendovi disponibilità, in base agli approntamenti. D) Dotazioni magazzini intendenza per portarli a 6 mesi di autonomia.

In corso d'invio 10 ospedali da campo (chiesti 12); dotazioni sanitarie per due mesi. Derrate richieste: già in corso d'invio. Vestiario: in corso d'invio materiali per autonomia 2 mesi. Armamento: sarà possibile solo quando completate le dotazioni di reparto e cioè, in base alla produzione, dopo il 1940. Potranno però essere inviati fucili, pistole e parte mitr. richieste. Munizionamento: entro due mesi solo pochi quantitativi da trarre dalla produzione. Materiale automobilistico: entro l'anno automezzi per 6 divisioni. Solo fra 1 mese 20 delle 255 autoambulanze richieste. Carburanti: saranno inviati entro 1 o 2 mesi altre 8.000 t .


,

472

Allegato IO

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE A.S.

At Capo S. M. Gen. Badoglio.

Testo: 018. Marcia. Ore due del 16 giugno. Arrivo ora a Ciirene dove est stabilito un discr eto collegamento con Tripoli et Roma et trovo due tuoi telegrammi quello del 14 che in base situazione politico-militare richiama mia attenzione sopra opportuna manovra mezzi et quello del 15 con l'annunzio spedizione via aerea batterie anticarro et consiglio impiego aviazione at massa. Rispondo: est in via spedizione alla 10" Armata un btg. carri d'assalto et un reggimento artiglieria tratto dalla 5• Armata. Visto che divisione « Centauro » non est giunta ho rinforzato 10" Armata con la 2• divisione libica. Farò urteriori sforzi ma manovra su larga scala ... 1 frontiera distante 1800 km. est resa difficile da deficienza autocarri et carburanti nonché da orisi idrica in Marmarica et deficienza autobotti. Circa impiego aviazione ieri et oggi ... 2 : Pricolo ha detto che aviazione può arrivare ultimo momento dall'Italia et infatti aeroplani arrivano, ma senza aliquote mobilitazione per cui est impossibile impiantare nuovi campi et difficilissimo fare vivere. Aggiungi: oggi ho scoperto che un gruppo di S . 79 giunto ultimamente dall'Italia est completamente disarmato et più ancora ho scoperto che S. 79 porta solo 12 bombe siano esse da 15 che da 100 chili per cui richiedendo lo speciale impiego bombe da 15, un apparecchio porterebbe soltanto 180 chili di bombe! Potrei continuare per tre pagine. M_i accontento di avvertirti che apparecchi nuovi giunti senza prese antisabbia <rimanendo in questi campi malgrado cure (?) polverosissimi si danneggiano con rapidità impressionante. Per fortuna i piloti sono stupendi et gli inglesi lo sanno et agiscono prudentemente. Concludendo la sola divisione corazzata inglese che è in linea ha 360 fra autoblindate e carri armati medi. Il che non può competere con fucili et mitragliatrici tuttavia non molleremo et faremo miracoli ma se io fossi il comandante inglese sarei già sotto a Tobruk. Viceversa voglio arrivare al più presto al ciglione di Sollum, come dal mio primo p rogetto per la prima ora di ostilità, progetto ·rientrato in seguito at ordine esplicito di restare sulla difensiva. BALBO

1 2

Gruppo indecifrato. Diversi gruppi indecifrati.


473

Allegato 11

VERBALE DELLA RIUNIONE TENUTASI PRESSO LO STATO MAGGIORE GENERALE IL 25 GIUGNO 1940

Autorità presenti: Ecc. Maresciallo d'Italia Pietro BADOGLIO. Ecc. Generale di Corpo d'Armata Ubaldo Sooou. Ecc . Ammiraglio d'Armata Domenico CAVAGNARI. Ecc. Generale designato d 'Armata Francesco PRICOLO. Ecc. Luogotenente Generale Achille STARACE. Ecc. Generale di Corpo d'Armata Mario ROATTA. Ecc. Ammiraglio di Squadra Edoardo SOMIGLI. Generale di Divisione Aerea Giuseppe SANTORO. Generale di Divisione Quirino ARMELLINI.

Segretari: Colonnello A.A. Ferdinando RAFFAELLI. Colonnello A.A. Pericle RAVAGLI. Tenente Federico MOHROFF - stenografo. L'Eccellenza Badoglio apre la riunione alle ore 15,40.

S.E. Badoglio - Esaminiamo innanzi tutto due questioni di importanza limitata che interessano essenzialmente l'aviazione: Gibilterra e Malta. Per Gibilterra, bisogna cercare di farci dare dagli spagnoli oltre che il carburante, anche le bombe. S.E. È'ricolo - E' 'già stato fatto. Gli spagnoli ci possono dare bombe per tre, quattro azioni. S.E. Badoglio - Dato che il porto di Gibilterra è piuttosto ristretto e contiene obiet tivi anche di grandi dimensioni, c'è da sperare, arrivando la mattina presto, di conseguire buoni risultati. I piloti li abbiamo e in questi giorni hanno dimostrato massimo ardire e massima buona volontà. Essi, giungeranno su Gibilterra non affaticati da una larga traversata in mare, possono dare una buona lezione agli inglesi. Disponete in questo senso appena potete. S.E. Pricolo potrà agire.

Credo che fra due o tre giorni al massimo si •


474

I LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

S.E. Badoglio - Va bene. Vediamo adesso la seconda questione: Malta. Se dalla Corsica non si leveranno più in volo aerei contro di noi, bisogna che Malta sia «sterilizzata». La prima giornata di bel tempo farete un'azione molto nutrita, affinché gli inglesi capiscano che, anche come ponte, Malta non può servire. Questi sono i due argomenti particolari di cui volevo parlare. Adesso esaminiamo il problema generale. La firma dell'armistizio con la Francia potrà essere seguita da due ordini di avvenimenti. Il primo, che è favorevole a noi, è che il Governo del Maresciallo Pétain riesca ad imporsi. In tal caso, come ha detto il Duce, non avremo difficoltà fino alla conclusione della pace, che si farà alla fine della lotta con l'Inghilterra. Non dobbiamo allarmarci se vi sarà qualche dissidente o qualche nave che contravverrà agli ordini del Governo francese. Il nostro teatro di guerra adesso si sposta. Il Duce, al quale ho presentato questa mattina un promemoria, ha detto: « aspettiamo due o tre giorni per vedere che piega prenderanno gli avvenimenti ». Da una intercettazione radio della Reggenza di Tunisi, ho appreso che Peyrouton avrebbe dichiarato di voler ubbidire agli ordini del Governo Francese. Dato che dalla zona a nord non avremo quasi più niente da temere, occorrerà provvedere ad un nuovo schieramento delle forze, dato che le regioni più vulnerabili sono adesso la Sicilia, la Sardegna, la Calabria ed il Napoletano. Lo S.M. dell'Esercito vedrà se è il caso di rinforzare queste regioni, perché è evidente che dati i cinquanta chilometri di zona militarizzata, basta tenere uno schieramento di sicurezza ed uno scaglionamento indietro di truppe, posto in buone condizioni di vita, pronte, occorrendo, ad andare avanti. Oltre a questo, occorre esaminare la questione della difesa contraerea. I mezzi, compresi le batterie da 88 tedesche, siano concentrati nelle località più soggette ad incursioni come Cagliari, Palermo, Sassari, Trapani. Il nostro teatro di operazioni principale si trasferisce, si può dire, dall'Italia alla Libia. A situazione chiarita, se il Duce approverà, passerò la Libia alle dipendenze degli Stati Maggiori delle FF. AA. data la necessità di un più intimo collegamento e per assicurare una più intensa catena di rifornimenti. Pongo questo quesito allo Stato Maggiore affinché lo faccia studiare subito ai suoi organi competenti, quesito che deriva dalla supposizione - in me molto radicata - c:he la Tunisia rimanga perfettamente tranquilla e ci permetta di agire verso oriente. Ho scritto questa mattina a Balbo, assicurandolo che in questo mese riceverà il materiale richiesto. Gli ho raccomandato di chiudere innanzi tutto le porte di casa: dopo si penserà eventualmente ad agire. Bisogna ricordarsi che in guerra due cose alla volta difficilmente riescono.


ALLEGATI

475

Intanto lo S.M. dell'Esercito studi la possibilità di una nostra offensiva ·verso l'Egitto. E' un problema grosso, perché per arrivare a Marsa Matruk vi sono 220 km. di deserto ed altrettanto ve ne sono di là. I soldati inglesi sono certamente meno adatti dei nostri per superare queste difficoltà. Potrebbe darsi il caso che la situazione divenisse seria per la Gran Bretagna in Egitto ed a noi convenisse fare una puntata decisiva, che servirebbe a dare al Duce quell'elemento di consistenza per le pretese verso l'Egitto. Come ho detto, l'A.S. deve essere . messa · in buona efficienza e quindi il generale Pricolo ricapitoli le richieste fatte da Balbo in materia• di aerei e cerchi di soddisfarlo il più possibile.

S.E. Pricolo - L'invio di aerei è subordinato alla sistemazione delle basi ed alla disponibilità in luogo delle bombe e della benzina. S.E. Badoglio - Bisogna scaglionare gli invii in due tempi. Dapprima si ripristini il numero degli apparecchi e si dia un poco di caccia, poi, si pensi all'incremento delle forze. Il porto di Tripoli è pieno di piroscafi. Non si possono scegliere i più veloci per farli rientrare? S.E. Cavagnari - Una settimana fa il Duce ha autorizzato lo sgombero dei porti di Tripoli, Tobruk e dell'Egeo, formando dei convogli di piroscafi di uguale velocità. I Governatori non hanno creduto di farli partire. S.E. Badoglio - Se voi aveste seguito la via regolare di rivolgervi a me, invec·e di andare direttamente dal Duce, ci avrei pensato io. S.E. Cavagnari - Era una questfone che interessava la Marina mercantile ed il quesito è stato fatto da Host Venturi, perché non era decisamente attinente al Comando Supremo. S.E. Badoglio Supremo.

Adesso è decisamente attinente al Comando

S.E. Cavagnari - Se la situazione si svilupperà a noi favorevole, i trasporti lungo · la costa tunisina potranno riuscire abbastanza sicuri. S.E. Badoglio - Concludendo, per l'A.S., dato che avrà probabilmente un solo fronte, non occorre mandare più uomini: forse ve ne sono abbastanza; occorre invece mandare materiali, munizionamento ed aliquote di aviazione in due tempi. Per l'A.O. ho detto al Duce che è una cosa seria: vedremo se si possono trasportare gli apparecchi. Comunque, credo che Pinna abbia gridato un po' troppo, dato che le azioni no!tre e quelle avversarie si equilibrano.


476

LE OPERAZI ON I I N AF RICA SETTENTRIONALE

L'A.C. manca di benzina e di gomme. Il Duce ha incaricato Cobolli Gigli di iniziare trattative, che sono già in corso, per rifornimenti giapponesi all'A.O. Il possedimento dell'Egeo per ora non lo rinforzo: esso è in condizioni di resistenza migliori fra le terre italiane d'oltremare. Si tratta di vedere se gli si potrà dare un poco di aviazione. S.E. Pricolo - Dato che in Egeo abbiamo una discreta scorta di benzina, sarebbe opportuno mandarvi 18 S.79 i quali, partendo da Rodi, potranno agire su Alessandria. S.E. Badoglio -

Va bene: fare un progetto di rinforzo tem-

poraneo. S.E. Pricolo .....,.. Per gli aerei destinati all'A.0. occorre provvedere che non siano trattenuti in Libia.

Lasciate fare a me. Per la Commissione d'armistizio occorrerà nominare un presidente e numerose sottocommissioni. Occorre che il presidente sia un elemento che oltre alla conoscenza della materia ed alla conoscenza degli usi e delle abitudini dei diversi popoli, abbia un'indiscussa autorità per dirigere le sottocommissioni. Io ho fatto al Duce un nome ed egli deciderà. Quando sarà nominato, lo chiameremo allo Stato Maggiore e gli daremo direttive precise che concreteremo in una apposita riunione. Sin d'ora i Capi di S.M. studino il problema per poter dare i suggerimenti del caso. S.E. Badoglio -

S.E. Cavagnari - Vorrei fare presente la necessità che il presidente della Commissione d'armistizio sia una autorità anche nei riguardi del grado perché io devo mandare ammiragli di squadra i quali devono trattare con ammiragli francesi di pari grado. S.E. Badoglio - Quello che ho proposto ha il grado che conviene. Allora siamo intesi; appena pronti agite nel senso indicato sugli obiettivi di Malta e Gibilterra. S.E. Pricolo -

Aggiungiamo anche Alessandria?

S.E. Badoglio - Alessandria viene in un secondo tempo. Adesso mi interessa neutralizzare, come dice il Duce, Malta ed agire su Gibilterra se possiamo contare sulla sorpresa è quindi sperare in buoni risultati. S.E. Pricolo - Per l'eventuale concorso di forze aeree in Germania che. ne pensate? S.E. Badoglio - Il Duce mi ha detto questa mattina che scriverà a Hitler. Fate lo schieramento come se non doveste mandare nulla. Ad ogni modo ·si tratterà di uno scambio. A · noi farebbero comodo gli Stukas.


ALLEGATI

S.E. Pricolo -

477

Solo apparecchi, perché piloti capaci ne abbiamo.

S.E. Badoglio - Ho detto al Duce le difficoltà incontrate dall'esercito sulle Alpi; della neve nei colli, della necessità di fare delle catene di portatori, ecc. Poi questi dati dovranno essere riuniti e dati a Pavolini perché li illustri. S.E. Pricolo Nell'attuale situazione, possiamo fare ricognizioni fotografiche sull'Algeria e la Tunisia ? S.E. Cavagnari -

Le ricognizioni delle basi francesi riuscireb-

bero utili anche a noi. S.E. Badoglio - Per qualche giorno non si facciano. Per il momento i:on è opportuno andarli a stuzzicare.

La riunione è tolta alle ore 16,15.


478

Allegato 12

VERBALE DELLA RIUNIONE INDETTA IL GIORNO 4 LUGLIO 1940 - XVIII A CIRENE

Presenti: Ecc. il Maresciallo d'Italia GRAZIANI. Ecc. il Generale designato d'Armata GARIBOLDI. Ecc. il Generale designato d'Armata BERTI. Ecc. il Generale di squadra aerea PORRO. Ecc. il Generale di Corpo d'Armata TELLERA. Ammiraglio di divisione BRIVONESI. Generale addetto MIELE (relatore e segretario).

Graziani -

Chiede situazione e compiti delle unità navali di-

slocate in A. S.

Brivonesi - Espone dati e precisa compiti Marilibia (protezione ravvicinata nostre basi; mantenimento delle rotte di sicurezza; pro.tezione dei mezzi adibiti a sgombero mine; scorta e protezione del traffico litoraneo, quando suggerito dalla natura del trasporto). Precisa, a richiesta, che l'eventuale concorso ad operazioni terrestri può essere richiesto direttamente dalle competenti autorità terrestri ai due comandanti di settore marittimo (Tripoli e Tobruch) per i mezzi che da questi rispettivamente dipendono, al Comandante Marilibia pel concorso d'insieme delle forze navali dei due settori. A richiesta, soggiunge che i trasporti via mare di truppa o materiali dalla Tripolitania alla Cirenaica sono tuttora attuabili, con rischi inferiori a quelli provenienti dalla Madrepatria. Graziani - Tenuto conto gravi perdite subite da nostra aviazione per effetto bombardamenti a terra, invita Comandante Aerolibia studiare possibilità maggiore disseminamento apparecchi, ai fini loro occultamento. Porro - Espone provvidenze attuate e in corso, anche nei riguardi degli apparecchi da trasporto in corso di affluenza. Graziani - Riepiloga situazione forze terrestri e conclude che, tenuto conto del depauperamento mezzi di trasporto subito dalla s· Armata, nessun afflusso di rilievo è ormai più possibile da quella alla 10" Armata, all'infuori dei trasporti già in corso di attuazione. Rimangono le possibilità via aerea - in parte già in corso di sfruttamento - e quelle via mare, per trasferimento di truppe.


ALLEGATI

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Berti - Avverte che eventuale afflusso di personale a Tobruch renderebbe più grave il problema dell'approvvigionamento idrico. Graziani - Pienamente d'accordo. Ritiene saturo di uomini il fronte orientale. Ogni ulteriore afflusso inciderebbe negativamente sull'indice logistico. Precisa che il trasporto più urgente dalla Tripolitania sarebbe quello - via mare - di una divisione da dislocare sul margine meridionale del Gebel Cirenaico per costituire un fianco difensivo protettivo sulla linea Tmini-Ezzeiat-Mechili. Invita Generale Gariboldi e Capo S. M. a studiare convenienza e possibilità del trasporto e chiede se vi sarebbero i mezzi adeguati. Brivonesi - Oggi non più, perché i piroscafi vuoti sono stati richiamati in Italia. Potrebbero servire quelli che trasporteranno carri armati, richiamandoli da Bengasi appena scarichi. Berti - A richiesta comunica che, pur essendo a conoscenza di idee o propositi di carattere offensivo accarezzati dal Maresciallo Balbo, non ha mai ricevuto in proposito ordini o altre comunicazioni circa la data di attuazione. Graziani - Precisa che dalle comunicazioni intercorse fra Capo Comandante Superiore A. S. - delle quali ha preso visione il 2 u.s., a Cirene - appare l'esistenza di un concetto offensivo contro l'Egitto, da attuare verso il 15 c.m. e ciò trova conferma nel , telegramma a firma Badoglio pervenutogli ieri sera. Ne dà lettura, in uno con la risposta formulata. Da questa appare che si farà quanto possibile, in relazione all'attuale situazione delle forze e dei mezzi ed alla natura del teatro d'operazioni, senza cioè permettere al di là delle possibilità. Esamina la situazione stessa, e quella che maturerà" con l'afflusso dei carri medi e dei materiali che il Ministero potrà concedere; sintetizza le caratteristiche del terreno d'oltre frontiera dalle quali appare che esiste un'unica strada sulla fascia costiera e che tutto il resto è deserto, per concludere che il 15 potremo é dovremo essere pronti ad operare unicamente sulla direttrice costiera, senza possibilità di manovre laterali.

s·. M. G. e

Berti - Segnala l'esistenza di una seconda strada o pista che cade in zona Sollum: quella proveniente da El Augerin, la quale potrebbe essere sfruttata, senza che ciò costituisca, però, possibilità di manovra. Graziani - Conviene. Se il tempo non facesse difetto, avrebbe pensato ad un'azione in forze da Giarabub per Siwa su una delle direttrici che puntano al litorale rispettivamente a Sidi Barrani, Marsa Matruh e Geràwla, in •oncorso con azione di paracadutisti a tergo del nemico.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Ma specialmente la prima richiede adeguata e minuziosa organizzazione, ciò che fa escludere possibilità attuarla in questa prima fase.

Berti. - Osserva che Siwa risulterebbe fortemente occupata (si parla di 10 mila uomini). Il comandante del presidio di Giarabub non può fornire elementi precisi perché è praticamente bloccato e non ha mezzi idonei.

Graziani. - Premesso quanto innanzi, l'azione non potrà essere che graduale: inizialmente, il 15, attaccheremo le forze nemiche lungo la direttrice costiera con obiettivo Sollum; successivamente (subito dopo, se il nemico dovesse immediatàmente cedere, ovvero ad ulteriore organizzazione attuata, se necessario) si procederà oltre. Tanto di guadagnato se, occupando Sollum, potremo penetrare in forze nel vivo del territorio nemico. Naturalmente ci terremo in grado di profittare ogni situazione favorevole; l'occupazione di Sollum - essenzialmente fatta con truppe a piedi - costituirà l'inizio di una azione il cui ulteriore sviluppo sarà determinato dalle contingenze. Frattanto è sperabile giungano gli altri mezzi dall'Italia, precipuamente gli autocarri, mercè i quali è possibile attuare l'azione manovrata delle unità motorizzate. Berti. disporre.

Chiede di quante unità motorizzate potremo allora

Graziani. - Non può precisare. Le difficoltà di provvista degli autocarri sono forti anche in Italia (cita dei dati relativi al gettito della requisizione). Terremo a base la situazione del momento. Per ora il Comando dell'Armata dovrà studiare appunto le singole possibilità d'azione in base alle diverse situazioni logicamente ammissibili. Sui criteri ora esposti invita S. M., Marilibia, Aerolibia e Comando Armata a compilare d'accordo gli studi, tenendo a base la data del 15 c. m. Berti. - Raccomanda il tempestivo rifornimento mumz1oni a Tobruch (attualmente fra Tobruch e Bardia esistono solo due unità di fuoco) e segnala le gravi difficoltà del servizio idrico, sia come potenzialità, sia come mezzi di trasporto, la cui deficienza è fortemente sentita da tutte le unità, ad eccezione della 2• divisione libica. Ricorda infine la necessità di poter disporre in posto tempestivamente di adeguate riserve carburanti.

Graziani. - Chiede come potrà essere organizzato il servizio idrico ad avanzata compiuta.

Berti e Brivonesi. - Prelevando a Sollum, se gli Inglesi non distruggeranno gli impianti ovvero mediante il concorso di piccole navi cisterna.


ALLEGATI

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Berti. - Raccomanda altresì l'attuazione delle varie provvidenze da lui esposte nel promemoria del 1• luglio raccolto dal ten. col. Sorrentino. Garibaldi - E' ciò che stanno facendo lo S.M. qui e il generale D'Aponte a Roma. Graziani. - Riepifogando. I provvedimenti di immediata attuazione restano così definiti: - trasporto via mare, appena possibile, della divisione destinata a vigilanza del Gebel Cirenaica; - riunione a Derna dei 7 btg. libici da trasportare via area dalla T.ripolitania, quale riserva mobile del Comando Superiore; - studio dell'azione e concorso delle artiglierie, automezzi ecc. da studiarsi come detto innanzi; - afflusso munizioni da Bengasi e provvidenze pel servizio idrico e carburanti. Nel frattempo l'aviazione segni il passo, si riordini, si ritempri in modo che pel 15 possa concorrere con tutte le sue forze in modo schiacciante.


482 Allegato 13

VERBALE DELLA RIUNIONE TENUTASI PRESSO LO STATO MAGGIORE GENERALE IL 2 LUGLIO 1940

Autorità presenti: Ecc. Ecc. Ecc. Ecc. Ecc. Ecc. Ecc. Ecc. Ecc.

Maresciallo d'Italia Pietro BADOGLIO. Generale di Corpo d'Armata Ubaldo Sooou. Ammiraglio d'Armata Domenico CAVAGNARI. Generale designato d'Armata Francesco PRICOLO. Luogotenente Generale Achille STARACE. Generale di Corpo d'Armata Mario RoATTA. Ammiraglio di Squadra Edoardo SOMIGLI. Generale di Squadra Aerea Giuseppe SANTORO. Generale di Divisione Quirino ARMELLINI.

Segretari: Col. A.A. Ferdinando RAFFAELLI. Col. A.A. Delio VECCHI. Ten. Federico MOHRHOFF · stenografo. L'Ecc. Badoglio apre la riunione alle ore 16.10.

Ecc. Badoglio - Il Duce questa mattina ha insistito perché gli siano mandati al più presto gli elenchi nominativi dei morti, feriti e dispersi. Essi dovranno riferirsi alle perdi te del mese di giugno. Vi uniremo poi un elenco delle perdite avute fra i civili, che ci sarà fornito dalle Prefetture, in modo che si sappia il contributo di sangue che ha dato l'Italia in quel periodo. Il Duce desidera anche che entro luglio siano definite le pratiche per tutte le ricompense da assegnarsi per atti di valore compiuti in giugno. A tale proposito, il Duce ha detto di incaricare l'ammiraglio che fa parte della Commissione d'armistizio, di informarsi in amichevole presso il collega francese della Commissione stessa per sapere se effettivamente la Francia ha perduto un C.T. nell'azione in cui il Calatafimi ebbe il nostro scontro. E' ora che ne veniamo a capo, giacché il pubblico ha visto promosso l'affondatore del Calypsus e nessuna ricompensa ancora concessa al comandante del Calatafimi; perciò rimane perplesso.


ALLEGATI

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Ecc. Cavagnari. - Ritengo, che, indipendentemente dai risultati raggiunti, il Brignole possa essere premiato come merita, in consi· derazione dell'atto compiuto. Ecc. Badoglio. - Va bene; comunque, si deve fare luce completa su questo episodio. Malta. velivoli?

Nelle ultime azioni avete osservato la presenza di

Ecc. Pricolo. - Gli aeroporti sembrano deserti, ma può esservi qualche aereo caverna. Non è escluso che gli aerei siano ritirati e vi facciano scalo per compiere azioni come quella di Augusta. Di navi, non si è notato che la presenza di qualche caccia e qualche sommergibile. Bisognerà continuare a battere, magari senza dir nulla nel bollettino, come ho già accennato al Gen. Armellini. Ecc. Badoglio. -

Per Gibilterra quali difficoltà vi sono?

Ecc. Prioolo. - Gli spagnoli hanno rifiutato all'ultimo momento l'assistenza promessa; forse anche in seguito al cambiamento del Ministro dell'aria, avvenuto in questi giorni. Avevano già inviato 20 apparecchi ed erano state preparate le bombe e la benzina necessarie. Poco prima dell'azione hanno cominciato a sollevare difficoltà. Allora abbiamo dovuto far tornare indietro gli aerei. Il generale Bonomi è andato a parlare direttamente con Franco ed abbiamo anche interessato gli Esteri per, chiarire la situazione. Forse ci autorizzeranno la prima azione che avevamo prevista: partenza dall'Italia e, dopo effettuato il bombardamento, atterraggio a Cartagena per il rifornimento per il viaggio di ritorno. Ad ogni modo, non ci daranno la possibilità di adoperare un campo loro come base, non dico permanente, ma neanche temporanea, come era stato già prospettato. Ecc. Badoglio. - Ne. parlerà al Duce questa sera. Cavagnari segnala la presenza ad Alessandria di quadrimotori da ricognizione. Noi abbiamo mandato a Rodi 12 S. 79 che hanno servito benissimo, « pestando » per un giorrio e mezzo un convoglio. Impediamo cosi agli inglesi di scorrazzare in lungo e in largo nel Mediterraneo orientale. De Vecchi insiste che può ospitare altri apparecchi oltre quei dodici. Ecc. Pricolo. - Prima di mandare apparecchi bisogna essere sicuri della sufficiente attrezzatura delle basi, per evitare gli 'inconvenienti che si sono verificati in Libia. L'Ecc. be Vecchi mi ha assicurato che i campi sono pronti ed attrezzati; potremo quindi inviare gli apparecchi per una diecina di giorni. Se invece dovesse trattarsi di una occupazione permanente, ritengo che bisognereT>be mandare altro materiale.


484

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Ecc. Badoglio. Ecc. Pricolo. Ecc. Badoglio. De Vecchi? Ecc. Pricolo. -

Non escludo 'che sia in modo permanente.

In questo caso daremo il cambio. Quanti apparecchi da bombardamento ha Una quarantina.

Ecc. Badoglio. - Ora abbiamo pessimo tempo nel Mediterraneo orientale e ghibli in Cirenaica, quindi aspettiamo prima di mandare altri velivoli. Intanto telegraferò a De Vecchi di iniziare l'azione su Alessandria appena il tempo lo permette e con gli apparecchi che ha; essi sono sufficienti per far un bombardamento molto nutrito. Dall'intercettazione sapremo i risultati che si ottengono; poi manderemo un rinforzo temporaneo all'Egeo, ritirandolo dopo averlo utilizzato. Ecc. Pricolo. - Ritengo che si potrebbe pensare anche al bombardamento di Haifa. Manderemo degli apparecchi usciti da poco, che potrebbero agire anche partendo dall'Egeo. Credo che valga la pena di studiare un'azione di questo genere per gli obiettivi che offre: depositi di nafta, oleodotti, ecc .. Nella peggiore delle ipotesi. un apparecchio in difficoltà potrebbe atterrare in Siria. Ecc. Badoglio. - Va bene. Esaminate la questione. Per quanto riguarda l'Esercito, il Duce è rimasto molto. soddisfatto di quello che ha visto. Le truppe si sono presentate in modo magnifico ed egli ha constatato de visu gli enormi ostacoli superati. Scriverà una lettera all'A.R. il Principe di Piemonte per esternargli la sua soddisfazione. Anche nella visita fatta ai feriti, ha trovato il loro spirito altissimo e ne è rimasto bene impressionato. Il .comportamento della truppa in condizioni così difficili è motivo di grande soddisfazione. Ora bisogna affrettare il decongestionamento delle Alpi, poiché siamo sicuri di non aver più impiego di truppe in quel settore. Ecc. Roatta. - Abbiamo in progetto di lasciare in posizione avanzata una divisione per ogni direttrice ed il resto nelle valli basse per un complesso di 17 divisioni, comprese due divisioni a nostra disposizione nel caso che si dovesse fare l'azione del Ticino. L'armata del Po comincia domani a riportarsi nella sua dislocazione precedente. La 7• armata si ricostituisce su sei' dìvisioni. Vorrei domandare se è prevedibile la necessità di qualche movimento verso l'est. Ecc. Badoglio. -

Per il momento, no. La situazione .nei Balcani

è alquanto turbolenta, perché oltre la nota avanzata russa, vi sono

anche dei movimenti ungheresi e bulgari. Non sono ancora segnalati sviluppi a questa situazione; è però da prevedere che se succede qualche cosa sarà difficile mantenere la pace nei Balcani. Con


ALLEGATI

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la ricostituzione della 7• armata, saremo in grado di far fronte a qualsiasi situazione verso l'est. Vi sarebbero quattro armate complete a dispoPo e 7*.

Ecc. Roatta. -

sizione: 2·,

s•

Ecc. Badoglio. - Più che sufficienti per quel che ci occorre. Né credo necessario rinforzare ulteriormente la Sicilia e la Sardegna, perché non ritengo probabile un tentativo di sbarco in quelle isole. Una questione che preme molto è quella del convoglio che deve portare a Bengasi 70 carri medi, elemento determinante per consentire a Graziani di passare dalla difesa all'offesa. Dobbiamo essere sicuri che questi carri arrivino a destinazione; perciò la Marina mi scorti il convoglio con tutte le unità della flotta. Se gli inglesi vorranno contrastare il viaggio, saremo ben lieti di poterli affrontare, giacché ho perfetta fiducia che in caso di scontro gliele molliamo. Lo S.M. della Marina studi la cosa con la massima cura: si deve andare là da padroni. Ecc. Somigli. - Siamo pronti a marciare in questo senso. Se vi sarà uno scontro fra Candia e Cirene, il convoglio se ne andrà eventualmente a Tripoli. Ecc. Badoglio. - Per quei giorni il Generale Pricolo, che ha sempre dimostrato finora una enorme buona volontà, si metterà completamente a disposizione della . Marina per tutto il servizio di sicurezza; non solo, ma terrà tutte le unità da bombardamento della Sicilia pronte ad intervenire al primo cenno. Non dobbiamo lasciare nulla di inteptato per aiutare la Marina in questa circostanza, sia come esplorazione sia come entità di· bombardamento. Quindi per quei giorni daremo ordini che anche tutte le unità aeree della Libia, meno qualche aliquota, siano pronte ad intervenire. Ho fatto telegrafare a Graziani per mettere degli idrovolanti nella sebca vicino a Bengasi per concorrere all'azione esplorativa Ecc. Somigli. -

Bisognerebbe mantenere l'assoluto segreto su

questo convoglio. Ecc. Badoglio. -

Il segreto lo manterremo non parlandone.

Ecc. Pricolo. - Possiamo togliere gli apparecchi dai campi di schieramento del Piemonte e della Lombardia facendoli rientrare nelle sedi normali? Da questo provvedimento sarebbe escluso il Veneto. Ecc. Badoglio. -

Si. provvedete in tal modo.

(La riunione è tolta alle ore 16.35) .


486 AJlegato 14

MINISTERO DELLA GUERRA GABINETTO

Roma, 10 luglio 1940-XVIII RIFORNIMENTI PER A.S. S.M.R. Esercito, causa nuova situazione Libia (operazioni su unica frontiera, cambio di comandante), h a fatto venire Roma generale intendente d'Aponte, onde concretare bisogni Libia, possibilità e piano invii.

S.M. riferisce, come da accordi presi: - tutte le precedenti richieste fatte da Comando Sup. F. A. dell'A.S. e non soddisfatte al 1° luglio sono decadute; - le richieste in atto e i provvedimenti previsti sono: a) servizio sanitario:

- richiesti 35 ospedali da ·c.: ne saranno inviati solo 28 tratti dagli ospedali approntati in territorio. Pronti imbarco entro il 15 corrente saranno spediti col prossimo convoglio; - richiesti 4 nuclei chirurgici: saranno inviati togliendoli da frontiera ovest (modalità c.s.); - richieste 200 autoambulanze: come già riferito a V.E., saranno inviati solo una sezione di 20 autoambulanze e 40 autobus. Non vi è altra disponibilità; - laboratorio batteriologico per 10' armata: sarà inviato; - richieste 2 navi ospedale - in Paese solo 2 - ne verrà inviata una in Cirenaica, ove già ne è un'altra; - posti letto: la richiesta molto urgente precedente del Mar. Balbo ora non più necessaria: 3000 posti già inviati; se non occorrono, non saranno comunque scaricati e verranno rinviati; - autobagni - chiesti 10 - Causa indisponibilità, saranno inviate 10 docce Blanch, tolte ai C.d'A. in territorio; - verranno inviate 3 dotazioni tipo materiali sanitari per magazzini Armata. b) servizio commissariato:

viveri: - Cirenaica - si hanno dotazioni per 3 mesi (fino a tutto settembre), eccetto vino (T. 1.500), legumi secchi (T. 500), farina (T. 2.500), bottiglie acqua minerale (1 milione), limoni (3 milioni).


487

ALLEGATI

- Tripolitania - si hanno dotazioni per più di 3 mesi, meno carne congelata, cui fabbisogno sarà precisato. Sarà provveduto invio generi mancanti, in parte già organizzato. vestiario ed equipaggiamento: Saranno continuati invii iniziati fino da giugno delle dotazioni di magazzini d'armata. In particolare detti invii riflettono: 200.000 scarpe chiodate, 50.000 uniformi di tela e di panno, 50.000 teli da tenda, 150.000 camicie. c) servizio artiglieria:

armi: - pistole mod. 34 - chieste 400 (molti ufficiali giunti disarmati): saranno inviate; - fucili mitr. 500, mortai da 81: 10 = saranno inviati; - saranno completate tutte le dotazioni di reparto, compresa G.a.F., di pezzi da 47 e da 20; - chiesti 500 mortai d'assalto: ne saranno inviati 432, coi quali possibile èompletare tutte unità delle 5 div. metropolitane e costituire riserva; munizioni: Comando Sup. F.A.A.S. vorrebbe seguente situazione: 14 unfoc per artiglierie mobili; - 15 unfoc per armi fanteria; 6 unfoc bombe a mano. Pertanto, in particolare:

raggiungere

in Cirenaica

ha chiesto

provvedimento deciso

2 milioni proiettili perforanti da

Erano già stati inviati come da precedente richiesta: 600.000 e.a. i quali saranno probabilmente restituiti Inviati già 30.000 perforanti: in corso d'inivio 60.000. Non essendovi altra disponibilità, successivamente sarà provveduto con produzione: 40 o 50.000 mese).

20 - nessuno di tipo contraereo

100.000 perforanti da 65

120.000 granate da 77 /28

Disponibilità scarsissima - disposto per ora invio di circa 4.000 colpi.

Nessuna disponibilità.


488

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRI ONALE

10 milioni cart. per fuc. mitr.

Mancano i caricatori - saranno inviate munizioni sciolte.

9 milioni cartucce Schv.tarzlose

per

mitr.

1 milione cart. perforanti da 8

Non v'è disponibilità - sarà inviata produzione in corso.

Non v'è disponibilità - sarà provveduto appena possibile.

Oltre provvedimenti suddetti, da cui notasi scarsissime disponibilità proiettili perforanti da 20 e calibri minori per lotta anticarro, è stato disposto invio di: 100.000 colpi ordinati e 200.000 perforanti da 47, 350.000 da 75/27, 250.000 da 100, 100.000 da 105, 2 milioni cart. ord. da 8, 100.000 bombe da 45 e da 81, 500.000 bombe a mano. - chiesti: 30.000 razzi illuminanti - causa indisponibilità, saranno inviate 2.000 bombe illuminanti da 81. d) servizio del genio

si continuerà avviamento già in corso di una dotazione tipo per magazzino armata. e) servizio idrico

saranno inviati con urgenza: - 270 serbatoi metallici da litri 1.250, 6 da 2.000, 50 da 500 litri;

-

massimo quantitativo possibile di ghirbe, bidoni, ecc.; già in corso invio di 300 serbatoi da 3 mc., per impianti

fissi e mobili. f) servizio automobilistico

chiesti un migliaio di automezzi Causa deficienza organica delle unità in territorio (circa 40% organici di guerra) e impossibilità attingere armata Po, convenuto invio di solo: - 2 autorep. pesanti e 1 leggero - (oggi già approntati e in partenza col prossimo convoglio) ; - 160 trattori L.37, 41 autocarri pesanti e 72 rimorchi. In totale saranno inviati nel mese 760 automezzi; -

13 autofficine;

carburanti: - non v'è bisogno pel momento di carburanti - Nella sola Cirenaica, malgrado il concentramento di quasi tutti automezzi Libia, vi è autonomia di due mesi e mezzo;


ALLEGATI

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- inoltre già arrivato ieri a Bengasi piroscafo Barbaro con oltre 6.000 T . carburanti, sì che situazione non dà alcuna preoccupazione; - è necessario ricuperare al più presto parte dei 300.000 fusti inviati - pertanto Libia terrà in fusti solo carburanti per 2 mesi, il resto rinvierà in Italia con mezzi vuoti di ritorno.

S.M. ha comunicato quanto sopra anche al comando supremo. Per notizia di V .E.


490 Allegato 15

Segreto COMANDO SUPREMO - STATO MAGGIORE GENERALE UFFICIO OPERAZIONI

Prot. n. 1239/0p.

Lì, 11 luglio 1940-XVIII

Oggetto: Direttive strategiche.

Superesercito. Supermarina. Superaereo. Supercomando A.S.I. Egeomil - Rodi. e, per conoscenza: Sottosegretario di Stato alla Guerra. Supercomando A.O.I. Concluso ed in via di esecuzione l'armistizio con la Francia, la nostra situazione militare rimane sostanzialmente semplificata. Gran parte dell'esercito prima operante sulle Alpi si sta avviando nella parte centrale della valle padana ove sarà in misura di essere sollecitamente diretto e concentrato tan to verso nord quanto verso est, secondo che le esigenze potranno richiedere. Per ora, e non considerato l'Impero che costituisce teatro di operazione a sé, non ci rimane che una sola frontiera terrestre sulla quale agire: la Cirenaica. Il Governatore Generale della Libia ha ricevuto da me direttive precise circa la condotta da seguire. Non rimane ora che inviargli con ogni mezzo tutti i materiali richiesti affinché egli possa essere al più presto in grado di svolgere il compito assegnatogli, compito di fondamentale importanza strategica e politica. Scomparsa la Marina francese resta sola operante la Marina inglese in due nuclei: quello più numeroso di Alessandria e l'altro che si appoggia a Gibilterra. La nostra Marina, occupando una posizione centrale fra i due nuclei, è in buone condizioni per sfruttare questa separazione delle forze nemiche. Occorre pertanto mantenere e sempre più sviluppare un largo servizio di scoperta per essere in grado di poter intervenire al momento opportuno.


491

ALLEGATI

Le nostre forze navali, comprese le due 35 mila che saranno in grado fra poco di prendere parte alle operazioni attive, sono tali da poter vantaggiosamente affrontare sia l'uno che l'altro _dei due gruppi avversari. La nostra aviazione ha ora in Mediterraneo una decisa superiorità sull'avversaria. A parte il servizio di avvistamento per il quale come ho sopra detto devono essere dedicate tutte le cure, la nostra aviazione ha tre obiettivi da battere: Malta, Alessandria, la flotta nemica in mare. Ma l'intervento contro questi obiettivi deve essere fatto da masse di velivoli a ondate successive non da scarse aliquote che non possono produrre che minimi danni. Pèr tutte le forze armate operanti, importa al massimo la decisione e l'audacia, senza di che l'azione rimarrebbe sterile od addirittura negativa. Informate a queste direttive la vostra azione di comando.

Il Duce del Fascismo Primo Maresciallo dell'Impero Comandante Supremo delle Forze Armate MUSSOLINI

•


492 Allegato 16

COMANDO SUPERIORE FF.AA. AFRICA SETTENTRIONALE

At Comando Supremo. 01/206 500/0p. Tt 1299/0p. 15 luglio. Scopi che mi ripromettevo con occupazione Sollum fino a Uadi Halfaya sono seguenti: 1°: togliere at avversario base da cui partono sue giornaliere assillanti offese et per contro portare nostre forze in territorio nemico; 2°: allontanare pressione da linea nostra frontiera rigettandola at Sidi Barrani cioè at 100 km. circa, et riacquistando libertà movimento lungo pista reticolato su Giarabub dove intendo costituire base per occupazione Siwa che potrà in secondo tempo essere punto partenza per minaccia al tergo Sidi Barrani et stessa Marsa Matruh; 3°: avere base partenza da Sollum anziché Tobruch quando si tratterà sferrare azione at fondo con tutti vantaggi; 4°: rialzare morale truppe et popolazione già depresso da scacchi subìti nei primi giorni campagna. Tenuto conto di quanto codesto Comando comunica sospendo per ora azione. · GRAZIANI

Allegato 17 COMANDO SUPREMO At Eccellenza Graziani.

1311 . 15 luglio ore 9,45. Secondo quanto vi comunico voi avrete per giorno 27 a Bengasi sei piroscafi che vi trasportano quasi tutto materiale richiesto. Poiché su detti piroscafi vi è anche una compagnia di scaricatori di porto, voi potrete in breve tempo scaricare e portare a pié d'opera materiali che vi occorono. Ma per quanto presto voi facciate giudico che vi occorrerà almeno una settimana. Così a mio giudizio voi potret~ essere in grado di sferrare l'attacco con obiettivo strategico fra il tre ed il quattro agosto. Ciò posto et approvando in pieno vostre giustissime considerazioni esposte nel telegramma 01/206500.0p. resta soltanto da decidere quale intervallo di tempo sia conveniente che interceda fra creazione nuova base Sollum et inizio operazioni a più vasto raggio. Il Duce al quale ho sottoposto il vostro telegramma approva che voi .facciate l'operazione preliminare nel giorno che sceglierete. Mandatemi per avio notizia sulle vostre decisioni in modo che io possa subito comunicare al Duce. BADOGLIO


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Allegato 18

COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 2023 di prot. Op.

Tripoli, lì 23 luglio 1940-XVIII

Carte annesse: una memoria.

. All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Cavaliere Pietro Badoglio Duca di Addis Abeba - Capo di Stato Maggiore Generale - Roma. Eccellenza, ultimati i compiti che mi ero prefisso recandomi a Tripoli e di cui Vi ho fatto cenno nel mio telegramma 2011 Op. del 20 u.s. desidero metterVi al corrente dei principali provvedimenti attuati in queste tre settimane, dacché ho assunto il Comando Superiore, e darVi un quadro sia pure sommario dell'attuale situazione d'insieme. Vi rimetto pertanto una memoria nella quale ho fissato i punti di maggiore rilievo e, ove necessario, le provvidenze che potrebbero migliorare la situazione stessa ai fini dei futuri compiti assegnati alle FF. AA. dell' A.S.I. GRAZIANI

MEMORIA RELATIVA ALLA ORGANIZZAZIONE DELLE FORZE E DEI MEZZI IN A.S.I. A)

ORDINAM ENTO DELLE

FF. AA.

TERRESTRI.

La situazione determinatasi in seguito all'armistizio italo-francese aveva necessariamente conferito allo scacchiere cirenaico la massima importanza ed aveva posto in primo piano il problema del suo rafforzamento difensivo. La 10" armata era venuta automaticamente assorbendo tutte le forze ed i mezzi che dalla T,ripolitania erano stati trasferiti in Cirenaica, mentre la s· armata aveva assunto il carattere, che tuttora conserva, di serbatoio di alimentazione. Alle 5 divisioni inizialmente dislocate in Cirenaica eransene aggiunte altre 2 (la « 23 Marzo» e la « 2· libica») trasferite dalla Tripolitania, sicché nell'ultima decade di giugno la 10• armata risultava costituita di tre C.d'A. (XXI, XXII, XXIII) con 7 divisioni comples• sivamente.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Le prime operazioni avevano poi dimostrato che i mezzi di fuoco dell'armata, e più particolarmente le artiglierie mobili, erano assolutamente insufficienti a neutralizzare le improvvise e frequenti offese che i mezzi meccanizzati nemici operavano impunemente sulle nostre truppe e sulle nostre comunicazioni, a tergo dell'organizzazione difensiva di frontiera, con gravi conseguenze di carattere morale. Da ciò la determinazione, attuata ancora prima che io raggiungessi Tripoli, di trasferire da occidente ad oriente la maggior parte delle artiglierie mobili della s• armata (batterie da 20 e da 47, l'intiero 20° rgt. di C.d'A. e il 12° rgt. d. f. della « Savona»). L'efficacia di questo rinforzo di artiglierie si è dimostrato pienamente adeguato. Da un paio di settimane infatti il nemico impiega le sue autoblinde con molto maggior cautela e senza apprezzabili successi. Giungendo in A. S., mi preoccupavo subito dell'integrale difesa dello scacchiere, prendendo in esame l'eventualità che un deprecato crollo del sistema Tobruch-Porto Bardia (dov'è tuttora addensata la 10• armata) potesse consentire al nemico di penetrare sull'altopiano cirenaico ancor oggi abitato dalla popolazione civile nazionale e indigena. Trasferivo quindi subito nella zona di Barce la divisione « Sirte» (che è già in posto da una decina di giorni), mentre contemporaneamente facevo organizzare un sistema di controllo volante con CC. RR. lungo la pedemontana: Tmimi-el Ezzeiat-el Mechil-Zauia en Neian-el Charrtiba-Zauia Msus-Saunnu-Sahabi-Maragh-Augila. Assicurata in tal modo la difesa della regione, ed in relazione al diverso compito offensivo che il Comando Supremo a fine giugno aveva assegnato alle forze dell'A. S., ho successivamente dato vita ad un « Raggruppamento delle Oasi Meridionali», agli ordini del generale Maletti, profondo conoscitore della regione, col quale mi prefiggo, come già ho telegrafato, operare da Giarabub su Siwa e di là in direzione del litorale (Marsa Matruh) o della valle del Nilo, a seconda delle circostanze. Di scorcio dirò che questo raggruppamento, costituito da 7 battaglioni libici in maggior parte veterani, da unità di carri leggeri, artiglierie e tre compagnie sahariane autocarrate, è in massima parte già raccolto presso Derna e fra una dozzina di giorni - quando affluiranno qui gli autocarri in corso di spedizione dall'Italia - sarà anche in grado di muovere per la sua zona d'impiego. Nel campo dei mezzi, prowedimenti analoghi avevano già consentito di trasferire in Cirenaica la maggioranza degli autocarri efficienti dislocati in A. S. Con gli ordini da me ora impartiti (motivo principale della mia venuta a Tripoli) questa maggioranza è diventata la quasi totalità. Le G. U: della Tripolitania conservano un numero di automezzi strettamente occorrente per la loro vita giornaliera (per facilitare ciò le ho messe tutte a cavano della ferrovia): tutto il resto è o sta per trasferirsi in Cirenaica.


ALLEGATI

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sia militari sia ciDi pari passo le officine automobilistiche vili - hanno intensificato la riparazione dei ben 1800 autocarri che il logorìo, l'usura, le difficoltà e lunghezze dei percorsi e l'imperizia degli autieri hanno reso inefficienti e il cui ripristino sarà sensibilmente avvantaggiato dall'affluenza del personale specializzato richiesto giorni fa allo Stato Maggiore dell'Esercito (teleavio 2005 Op. del 18 u.s.). · Con queste disposizioni e col concorso degli automezzi civili, che ho spremuto fino all'ultimo, un sensibilissimo apporto sarà dato al funzionamento del servizio automobilistico. La necessità, infine, di poter disporre di artiglieria di distruzione e di ad.eguata controbatteria, quando dovremo affrontare l'organizzazione difensiva semicampale di Marsa Matruh, mi ha indotto ad assorbire, a favore del se ttore orientale, gli ultimi 60 obici da 100/ 17 e 24 cannoni da 105/28 che erano ancora disponibili presso la 5• armata e da oggi queste artiglierie, tutte inquadrate in unità organiche, sono in marcia verso la Cirenaica, dove costituiranno massa di fuoco ai miei ordini diretti. La diversa costituzione che era venuta assumendo la 10• armata per effetto dei primissimi rinforzi, mi aveva già suggerito di dare alle FF. AA. della Cirenaica un ordinamento meglio rispondente alle possibilità di comando e di impiego delle G. U .. L'ulteriore cospicuo afflusso di cui ho fatto ora cenno, unitamente a quello del 4° fanteria carristi dall'Italia, ha reso inderogabile un nuovo ordinamento. Questo è ora in vigore e si riassume nello specchio annesso *. A chiarimento di esso, soggiungo che ho voluto preporre il generale Gallina al « Gruppo divisioni libiche » perché il diverso indirizzo addestrativo dato alle due divisioni e le conseguenze morali risentite in particolare dalla t• divisione libica (in seguito ai dolorosi episodi del periodo 11-16 giugno) rendevano urgente conferire un vigoroso impulso morale e materiale alle due unità, ai fini del loro ulteriore impiego sul campo di battaglia. In tal modo, il Comandante della 10• armata, presso il quale potrà essere decentrato tutto o in parte il gruppo divisioni libiche, potrà anche valersi dell'esperimentata capacità del generale Gallina. Questo diverso raggruppamento di forze trova naturalmente riscontro nella organizzazione dell'Intendenza, la quale, pur continuando a dipendere dal Comando Superiore, costituirà una propria delegazione presso la 10• armata e provvederà direttamente ai bisogni delle altre G. U.. Trova altresì riscontro nell'organizzazione dei CC. RR, il cui servizio sia territoriale che mobile fa ora capo unicamente al Comando Superiore d'Arma, al. quale ho affidato altresì il compito di

* Omesso.


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LE OP.ERAZ!ONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

sorveglianza costiera della Milizia, i cui componenti, quasi tutti agricoltori, ho smobilitato perché attendano più proficuamente agli impellenti lavori della campagna. Sempre in quest'ordine di idee, poiché il richiamo degli appartenenti alla Milizia ordinaria aveva messo in crisi non solo i lavori agricoli, ma anche tutte le altre attività e vitali esigenze della colonia, ho disposto che i quattro battaglioni della M.V.S.N. già esistenti in A. S. (tutti e quattro in condizioni precarie di forza, di armamento e di addestramento) vengano contratti in un unico reparto di formazione, selezionandone i componenti e dotandolo di adeguato armamento. Questo reparto sarà presto in grado di prendere il suo posto fra le unità operanti dell'Esercito. B) DIRETTIVE OPERATIVE.

Ho già esposto i miei concetti operativi di larga massima. Maggiori particolari darò a momento opportuno sullo sviluppo che le operazioni potranno assumere, sia per la parte strettamente terrestre, sia per quanto ha tratto alla difesa dalle presumibili offese che potranno essere dirette contro di noi da forze navali nemiche durante la nostra avanzata. In attesa che sia completata la messa in opera delle forze e soprattutto dei mezzi (subordinata all'arrivo del noto convoglio dalla Italia), la 10• armata è tutta attestata alla frontiera con le sue 5 divisioni organiche. A portata di essa sono le due divisioni libiche. Le due piazze di Tobruch e Porto Bardia in piena efficienza. Le comunicazioni fra esse controllate da noi. Giarabub presidiata adeguatamente, sia pure sotto il controllo, a largo raggio, di forze mobili nemiche. · Gli ordini impartiti alla 10• armata debbono garantirci il saldo possesso della ridotta Capuzzo, alla quale mira tenacemente il nemico nel duplice intento di toglierci la futura nostra base di partenza a carattere offensivo e di completare il sistema di occupazione da esso effettuato nei primi giorni di operazioni lungo la pista di frontiera Porto Bardia-Giarabub (nodi stradali e pozzi di Sidi Omar-Bir esc Sceferzen-esc Scegga-Uescechet ed Heira), occupazioni che esso sfrutta vantaggiosamente quali basi di raccolta e partenza delle sue unità meccanizzate e per interdirci ogni traffico con Giarabub. Al riguardo soggiungo che ho già messo in bilancio la rioccupazione - a suo tempo - di quei nodi che potranno interessarci per le nostre operazioni offensive e che il presidio di Giarabub, finora vettovagliato mediante rifornimento lanciato dall'aereo, può ora avvantaggiarsi di aereo-trasporti in quanto ha potuto ripristinare il campo di atterraggio. L'attività dei nostri reparti - generalmente autocarrati - lungo la fascia di frontiera è costante. Come ho già detto innanzi, questa attività ha paralizzato il molesto stillicidio delle autoblindo inglesi. A ciò ha contribuito essenzialmente l'assegnazione alle nostre colon-


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ne mobili di larghe aliquote di artiglieria da 20, da 47 e da 65/17 autocarrati, il cui impiego immediato e ben coordinato si è dimostrato molto efficace. C) IMPIEGO DELL'AVIAZIONE.

Il problema della difesa contraerea risente, fra tutte le organizzazioni belliche, le maggiori deficienze. Altrettanto è per la difesa navale degli approdi. La difesa di Tripoli, Bengasi, Derna e perfino di Tobruch e Porto Bardia - così di frequente esposte ad incursioni ed offese aeree e navali del nemico - non risponde affatto allo scopo. Basterà citare che Bengasi dispone di quattro batterie da 75/27 su affusto a ruote, occasionalmente postate su parapetti; Derna di poche mitragliatrici e la stessa Tripoli di un'attrezzatura ed organizzazione del tutto impari alle necessità. Queste considerazioni e il fatto che l'approdo di Tripoli non è immune da offese, mi hanno indotto a scartare uno spostamento di mezzi da Tripoli a Bengasi. Mi sono limitato a disarmare Zuara delle quattro batterie da 77/28 di cui disponeva, per armarne Bengasi ma con tutto ciò ritengo che i danni di un bombardamento di Bengasi nelle particolari condizioni di attività in cui oggi il porto lavora e la presenza di cospicui obiettivi militari ecc. sarebbero di una gravità incalcolabile. Conoscendo le difficoltà che in argomento sussistono nella Madrepatria non ho v<iluto formulare particolari richieste. Posso solo concludere che il problema sussiste in tutta la sua gravità e urgenza e che ogni provvidenza che in materia fosse possibile attuare riuscirebbe di vitale utilità. D) PROVVIDENZE VARIE.

In parallelo con i provvedimenti dianzi accennati, altre provvidenze sono state attuat,e o sono in corso di attuazione. Accenno soltanto a quelle che acquistano maggior rilievo, ai fini della efficienza benefica dell'A.S. ovvero richiedono disposizioni da parte dell'autorità centrale. Trasporti via mare.

Il sistema dei convogli offre le maggiori garanzie; ma non è naturalmente il più spedito. Ne è conferma il ritardo con cui riceve presentemente attuazione il convoglio in allestimento in Italia. Non mi sembra da scart~e il sussidio di piroscafi di medio o piccolo tonnellaggio che, raggiungendo Tripoli lungo il litorale tuni-


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

sino-tripolino e quindi senza alcuna scorta, possano costituire un apporto continuo, anche se non ingente, al problema dei rifornimenti. Siffatto sistema viene attualmente seguito fra Tripolitania e Cirenaica e particolarmente da Bengasi a Derna, a Tobruch e Porto Bardia con soddisfacenti risultati.

Utilizzazione dei porti. Unificato il servizio di Bengasi con l'istituzione di un unico Commissario (ufficiale generale), analoga provvidenza è in corso per Tobruch (capitano di vascello). Supermarina ha consentito all'istituzione di una base passeggera a Ain Gazala, da servire unicamente quale approdo a deposito per carburanti.

Oltre la G.a.F. sono attualmente in Tripolitania sei divisioni della s• armata (circa 60 mila uomini). Questa, necessariamente smembrata delle proprie artiglierie e depauperata di automezzi, ha perduto ogni vitalità. Rimane qùindi il peso di alimentare un così contingente, laddove ai fini militari esso potrebbe essere ridotto ad un paio di divisioni, rimpatriando le rimanenti forze. E' questa però una decisione che coinvolge problemi di carattere politico ed anche di sicurezza, ai fini del ritorno in Patria, via mare, di tante diecine di migliaia di uomini. Come tale, esula dalla mia competenza; ho ritenuto ugualmente farne menzione sia per ragioni morali, sia per il beneficio logistico immediato e mediato che ne verrebbe. Analogo problema urge per le migliaia di lavoratori adibiti ai lavori difensivi della Libia occidentale, il cui proseguimento è naturalmente vincolato alla situazione politico-militare che verrà a determinarsi su quella frontiera. Spero risolvere io stesso in posto questo problema, quando sia sicuro che distogliere questi lavoratori dell'attuale attività non si traduca in disoccupazione per essi, ovvero in un assorbimento di autocarri così gelosamente recuperati ovvero, quando li si volesse trasferire in Cirenaica, per lavori stradali od altro, in un agravamento della logistica. La soluzione migliore, però, sarebl:Je quella di rimpatriare al più presto l'aliquota di essi non ulteriormente utilizzabile.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. A. S. R. GRAZIANI


499 Allegato 19

COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE

n. 03/0p.

Bengasi, 29 luglio '40/XVIII

Maresciallo Badoglio - Roma. La vostra lettera 1510 Op. del 26 luglio mi perviene questa sera, Eccellenza, dopo aver già redatto il mio rapporto n. 01/ 206.500 che parallelamente vi rimetto. Esso conclude precisando l'influenza esercitata dalle condizioni climatiche ed idriche della Marmarica, sulla possibilità operativa, con obiettivo strategico, che dovrebbe almeno essere in un primo tempo Marsa Matruh. Un esame, lungo, ed accurato del grave problema mi impone, con rammarico, di precisare il mio pensiero in modo inequivocabile, e cioè che in questa st~gione una simile operazione non può non essere considerata proibitiva dato l'ambiente fisico e topografico nel quale dovrebbe effettuarsi. E cioè: 1) massimo del calore annuale; 2) risorse idriche scarsissime; 3) unica direttrice di marcia tra il mare e il deserto; 4) conseguente impossibilità di manovra nel campo strategico ed assai limitata in quello tattico (tutte le grandi unità mancano completamente di salmerie); 5) importanti masse di nazionali da mettere in movimento motorizzato con conseguente enorme consumo di acqua aggravato dalla scarsezza dei mezzi di trasporto di essa e del caldo torrido. A mio giudizio pertanto una azione del genere può essere solamente attuata (pur presentando sempre gravi difficoltà) al termine della stagione calda, che in Marmarica ha inizio verso la fine di ottobre. Sono a vostra disposizione, Eccellenza; per recarmi a Roma per dare tutti quei maggiori chiarimenti che riterrete opportuni, qualora lo crediate. · I

GRAZIANI


500 Allegato 20

COMANDO SUPREMO IL CAPO DI S.M. GENERALE

APPUNTO PER IL DUCE

Prima dell'armistizio con la Francia la situazione della Libia era delicata, costretti come eravamo ad assumere - in condizioni di palese inferiorità per quanto riguardava mezzi e organizzazione atteggiamento strettamente difensivo. Intervenuto l'armistizio, la situazione radicalmente cambiava. Lo stesso giorno, 25 giugno, scrivevo al compianto Balbo ordinandogli di intensificare la preparazione alla frontiera orientale col concetto di avere in primo tempo ben chiusa la porta di casa e per poter agire oltre di essa. Nello stesso tempo prendevo direttamente in mano la questione dei trasporti che - dopo la dichiarazione di guerra - erano stati interrotti. Il giorno 28 - chiarita la situazione in Tunisia - ordinavo al Comando Superiore A.S.I. di far decisamente fronte a E.; di considerare la 5" Armata come deposito rifornimento della 10"; di acce~ lerare i preparativi per essere pronti a sferrare l'offensiva per il 15 luglio. Subentrato Graziani a Balbo, telegrafavo al primo (giorno 3 luglio): « Duce mi ordina comunicarvi che est interesse vitale per l'Italia che voi siate pronto a sferrare offensiva per giorno 15 ». Intanto intensificavo i trasporti. A tutt'oggi - considerando per giunto il convoglio tuttora in arrivo - alla Libia sono stati successivamente assegnati carri armati medi, batterie autotrasportate contraerei, cannoni, mitragliere, fucili, munizionamento per artiglierie, mitragliere ed armi portatili, automezzi e motomezzi, carburanti e lubrificanti, viveri, equipaggiamento, serbatoi per acqua, medicinali, impiegando n. 6 siluranti, n. 4 sommergibili posamine, n. 22 piroscafi, n. 84 viaggi di aerei da trasporto. Il giorno 13 Graziani rispondeva: « comunico che giorno 15 inizierò movimento oltre frontiera con occupazione Sollum » e pregava: « confermarmi. data inizio tenendo presente che carri armati medi giungeranno solo domani sera a Tobruk e dopo domani a piè d'opera» Gli veniva nello stesso giorno risposto: « Data inizio operazioni è stata indicata come linea di massima; Voi inizierete operazioni quando riterrete opportune; in conclusione voi avete completa libertà d'azione». E il giorno dopo (14) tali comunicazioni venivano confermate in nome vostro: « Duce vi autorizza ritardare nota operazione fino a quando non avrete tutti i mezzi che vi permettano di effettuare una manovra a vasto raggio ed in profondità in modo da


ALLEGATI

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conseguire risultati di notevole importanza. Conquistare Sollum e poi fermarsi non è manovra redditizia e perciò da non effettuare. A tale telegramma Graziani rispondeva (giorno 15) spiegando perché avrebbe voluto effettuare l'azione su Sollum e concludendo: « tenendo conto di quanto codesto Comando comunica sospendo per ora azione ». Lo stesso giorno - a mezzo· teleavio - comunicavo a Graziani lo stato di fatto e le previsioni in quanto a spedizioni di materiali e aggiungevo: « a mio giudizio voi potrete essere in grado di sferrare l'attacco con obiettivo strategico fra 3 e 4 agosto. Ciò posto ed approvando infine vostre giustissime considerazioni esposte nel telegramma 01/206500 resta soltanto da decidere quale intervallo di tempo sia cc:mveniente che interceda fra creazione nuova base a Sollum e inizio operazioni a vasto raggio. Il Duce al quale ho sottoposto vostro telegramma approva che voi facciate l'operazione preliminare nel giorno che sceglierete. Mandatemi per avio notizia sulle vostre decisioni in modo che io possa subito comunicarle al Duce». A questo telegramma veniva risposto il 20 nel seguente modo: Nòn mi è possibile uniformarmi vostro 1311, ho ormai impostato taluni piani in relazione al più ampio raggio operativo ... mi occorre perciò tempo necessario e pure quella libertà d'azione che già mi _avete concessa con vostro precedente». «

« Non ho mai inteso rispondevo lo stesso giorno 20 - non dico togliervi ma neppure limitarvi libertà d'azione. Se vi ho espresso opinione del Duce e mia è per la convenienza di armonizzare azioni di settori diversi. Voi siete completamente libero di agire nel modo e nel tempo scelti». Il giorno 26 giungeva infine la « Memoria relativa alla organizzazione delle forze e dei mezzi in A.S.I. » dalla quale era dato rilevare il notevole e promettente lavoro compiuto dall'Eccellenza il Maresciallo Graziani (e che ha costituito materia per un vostro elogio) che faceva considerare prossimo l'inizio dell'offensiva contro le truppe inglesi in Egitto. Al capo B) direttive operative, il Maresciallo diceva infatti testualmente così: « Ho già esposto i miei concetti operativi di larga massima. Maggiori particolari dirò al momento opportuno sullo sviluppo che le operazioni potranno assumere, sia per la parte strettamente terrestre, sia per quanto ha tratto alla difesa dalle presumibili offese che potranno essere dirette contro di noi da forze navali nemiche durante la nostra avanzata. In attesa che venga completata la messa in opera delle forze e soprattutto dei mezzi (subordinata all'arrivo del noto convoglio dall'Italia), la 10• Armata è tutta attestata alla frontiera con le sue S divisioni organiche. A portata ;i essa sono le due divisioni libiche. Le due piazze di Tobruk e porto di Bardia in piena efficienza.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Le comunicazioni fra esse controllate da noi. Giarabub presidiata adeguatamente, sia pure sotto il controllo, al largo raggio, di forze mobili nemiche». Alla « Memoria » del Maresciallo Graziani ho risposto con la lettera di cui vi unisco copia.

* * * Questi, Duce, sono i precedenti della questione - che ho creduto opportuno qui raccogliere e ordinare - e che non potevano far prevedere in alcun modo le conclusioni alle quali ora giunge il Maresciallo Graziani nella sua lettera n. 03 /Op. del 29 corrente della quale vi ho parlato stamane al telefono e che qui allego unitamente ad una relazione sulla « Situazione alla frontiera orientale» e schizzo relativo, giunti contemporaneamente.

Il Maresciallo· d'Italia Capo di Stato Maggiore Generale BADOGLIO


503 Allegato 21

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF.AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO M/\GGIORE

OPERAZIONE ALESSANDRIA

L'entità della prepa razione perché l'« Operazione Alessandria » possa essere compiuta con successo, è determinata dai seguenti elementi: 1) nemico; 2) terreno e stagione; 3) forze nostre disponibili. 1) NEMICO

Per quanto le notizie al riguardo siano in parte vaghe, tuttavia è accertato che le forze inglesi in Egitto sono state sensibilmente au-

mentate dopo la nostra entrata in guerra, specialmente con l'afflusso di grandi unità dalla Palestina e di elementi indiani, neozelandesi e sud-africani. Le perdite sinora subite possono considerarsi trascurabili. Mezzi ed armi a disposizione, numerosi e moderni: ottimi specialmente i mezzi corazzati, piuttosto scarsa l'artiglieria. Addestramento, aggressività e spirito elevati: ne sono prova i combattimenti sinora sostenuti. Aviazione numerosa, moderna ed attivissima. Oggi, nel teatro di operazioni egiziano-palestinese, si trovano da dieci a dodici divisioni (di cui 6-7 nello scacchiere libico-egiziano) e da 400 a 500 aerei. Schieramento presunto come da schizzo allegato 1 *. In sintesi: Il nemico è in piena efficienza, numeroso e bene armato : può appoggiarsi a fortificazioni di carattere permanente (Marsa Matruh ed Alessandria) ed è sostenuto da un'aviazione potente ed aggressiva.

* Allegato 1 omesso. Le truppe britanniche erano supposte cosl dislocate: La 7• D. cor. alla frontiera, la 4• indiana e fa 6" inglese nella zona di Sidi el-Barrani, una o due divisioni di fanteria tra Marsa Matruh ed il Delta ad altrettante !\ella regione del Delta.


504

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

2) TERRENO E STAGIONE

Il terreno - scoperto, desertico, desolato - non offre possibilità di scelta o di manovra: non vi è che una sola linea di operazioni - la costiera - esposta a tutte le offese dal mare e dall'aria. Queste ultime particolarmente temibili data l'assoluta impossibilità di occultamento e di protezione. La stagione - indubbiamente la più inclemente dell'anno moltiplica le difficoltà dell'ambiente desertico ed obbliga a provvedimenti logistici particolarmente imponenti e ,gravosi, senza contare !'eccezionalmente elevato logorio degli automezzi e dei velivoli. La distanza dalla base di partenza agli obiettivi (250 km. sino a Marsa Matruh e 500 sino ad Alessandria) impone di motorizzare

tutte le forze che debbono partecipare all'operazione. La direttrice di operazioni Giarabub-Siwa-Marsa Matruh, lunga ed asperrima, è da considerare secondaria e di limitato rendimento. Può tuttavia dare qualche aiuto a quella costiera. 3) FORZE NOSTRE DISPONIBILI

Le forze attualmente disponibili risultano dall'allegato 2 *. Nello scacchiere orientale disponiamo di 7 divisioni più molti elementi di rinforzo (carri armati ed artiglierie essenzialmente) tratti dallo scacchiere occidentale. Fra qualche giorno, con la costituzione del « Raggruppamento oasi meridionali » (generale Maletti) e con lo spostamento della divisione Sirte vi saranno 9 divisioni. Nello scacchiere occidentale rimangono 6 divisioni tutte mutilate: prive di artiglierie anticarro e controaerei, di carri armati, di collegamenti e di automezzi.

COSTITUZIONE DEL CORPO DI SPEDIZIONE L'esistenza di una sola linea di operazione, non consente largo spiegamento di forze, dovendo tutte essere alimentate dall'unico st retto budello che la percorre. Pertanto, ritengo che il corpo di spedizione non debba superare le 7 divisioni attualmente in Libia orientale, più il « Raggruppamento oasi meridionali » al quale conto affidare il compito di sfruttare la direttrice Giarabub-Siwa-Marsa Matruh. Queste 7 divisioni, però, già rinforzate con quasi tutte le armi anticarro disponibili, hanno ancora bisogno di artiglierie controaeree e di medio calibro perché, oltre a lottare coi mezzi corazzati nemici,

* Omesso.


505

ALLEGATI

debbono difendersi dall'aviazione nemica e superare le fortificazioni di Marsa Matruh e di Alessandria. Inoltre, come ho già detto, debbono essere motorizzate. Nell'allegato 3 sono riepilogati i calcoli di ciò che ritengo necessario per mettere il corpo di spedizione in condizione di agire. In sostanza il problema si riduce a poche voci principali: artiglierie controaerei e di medio calibro - di cui siamo poverissimi; munizioni perforanti - delle quali è particolarmente sentita la deficienza nella lotta contro i mezzi corazzati; mezzi idrici - di cui è troppo evidente la necessità; au,tomezzi - il cui fabbisogno, che può sembrare a prima vista eccessivo, si rivela dopo i calcoli appena sufficiente per assicurare il movimento sino ad Alessandria.

In conclusione: Nella situazione e nella stagione attuali, l'operazione su Alessandria è impresa assai ardua e che richiede, per avere buone probabilità di successo, adeguata preparazione e disponibilità di mezzi larghissima. Non si possono fare economie specie nel campo degli automezzi perché il logorio di questi - soprattutto per la sabbia sollevata dai venti e per il calore - supera ogni logica previsione basata sulle esperienze di altri scacchieri d'operazione. Occorre, pertanto, poter disporre in ogni momento dei mezzi necessari, senza di che potremo essere arrestati davanti alle fortificazioni nemiche con 250 Km. di deserto alle spalle.

(Allegato 3 alla Memoria)

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF.AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

OPERAZIONE ALESSANDRIA FABBISOGNO PER IL CORPO DI SPEDIZIONE A) FORZE OPERANTI PER LA DIRETTRICE COSTIERA:

7 divisioni (di cui 2 libiche) raggruppate in 2 corpi d'armata, con truppe e servizi relativi. •


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

B) FORZE OPERANTI PER LA DIRETTRICE DESERTICA:

raggruppamento oasi meridionali (pari ad una divisione libica rinforzata). C) PRINCIPALI DEFICIENZE:

Nota: Si suppone che tutti gli accordi del verbale D'Aponte in data 5 luglio 01610/343 di protocollo abbiano avuto completa esecuzione. 1) Artiglierie controaerei - disponibilità complessiva: 6 gruppi: 2 da 75/27 C K (8 btr. in totale); 2 da 75/46 (su 3 btr. ognuno); 1 da 88 (su 3 btr. ognuno). Ritenuto necessario dotare ogni corpo d'armata ed ogni divisione di almeno un gruppo, occorrono ancora 5 gruppi moderni (75/46 o 88) - al completo di personale, automezzi e dotazioni di munizioni. 2) Artiglierie di medio calibro : non disponiamo che di 6 gruppi da 105/28 (non si può pensare certo all'impiego dei pezzi da 149/35). Ritenuto necessario almeno un gruppo da 149/13 per divisione, si ha un fabbisogno di 7 gruppi da 149/13 - al completo di personale, automezzi e dotazioni di munizioni. Meglio se si potessero avere alquante artiglierie pesanti campali moderne. 3) Munizionamento perforante.

Le richieste fatte dal generale D'Aponte sono · state accolte in minima parte: per i cannoni da 20: richiesti 2.000.000 - concessi 90.000 più la produzione mensile (40 + 50 .000): per coprire I'intero fabbisogno occorrerebbe la produzione di 38 + 40 mesi; per i 65/17: richiesti 100.000 colpi - concessi 3.600; per i 47 /32: richiesti 200.000 colpi - non essendo detto nulla, si deve pensare saranno concessi tutti, ma non si sa quando. Le richieste sopradette sono da considerare un minimo, appena sufficiente per i calibri da 20 e da 65/17 - mentre non lo sono affatto per i pezzi da 47/32. E difatti: da 20 - pezzi 220 - colpi 2.000.000 9.000 per pezzo; da 47/32 - pezzi 150 - colpi 200.000 = 1.300 per pezzo; da 65/17 - pezzi 87 - colpi 100.000 = 1.150 per pezzo. Poiché il quantitativo dei pezzi da 47/32 salirà a 200 per effetto degli invii previsti nel verbale predetto, la dotazione si ridurrà ad appena 1.000 colpi per pezzo.


ALLEGATI

507

Bisogna almeno rad doppiarla: richiedo quindi altri 100.000 colpi perforanti. 4) Mezzi idric.i - In base ai calcoli d'intendenza, occorrono ancora, oltre ai mezzi promessi: - 600 serbatoi metallici da 1.250 litri; - se possibile, un'altra nave cisterna. Utilissima sarebbe anche una· compagnia idrici, magan m formazione ridotta, in modo da poterne dare una per ogni corpo d'armata (attualmente ne abbiamo solo due) . 5) Automezzi.

La disponibilità attuale di autocarri efficienti in Libiai orientale è di 2.500 (di cui 216 autobotti ed altri adibiti al servizio idrico).

Aggiungendovi i 700 promessi col verbale sopracitato, si arriva a 3.200 autocarri (autobotti comprese). Dalla Libia occidentale e dal Sahara Libico - che hanno in totale poco più di 800 autocarri fra pesanti e leggeri - ben poco si potrà ancora trarre: calcolo al massimo 800 autocarri. Notevolissimo è il numero di quelli in riparazione: nella sola Libia occidentale oltre 1.400. Il gettito delle officine, per quanto spinto al massimo, basta appena a compensare il logorio normale. Cosicché, in ultima analisi, non si può contare che su un complesso di 3.500 autocarri, autobotti comprese. Secondo i calcoli d'intendenza (annessi A e B) occorrono globalmente: - per le 7 divisioni 1 7.700 autocarri pesanti; - per il raggruppamento oasi meridionali 1.000 autocarri pesanti;

detraendo quelli disponibili

totale 8.700 3.500

5.200 autocarri pesanti. si ha il fabbisogno di Da notare che non sono state considerate le artiglierie controaerei e pesanti campali richieste nel presente allegato nell'intesa che giungano al completo di automezzi. Il quantitativo sopraddetto di autocarri pesanti potrebbe essere diminuito o riducendo il numero delle grandi unità da motorizzare, o diminuendo le dotazioni al seguito e quelle su ruote. Nel primo caso potremmo trovarci a dover sostenere una battaglia con forze inferiori a quelle nemiche, appoggiate alle fortificazioni. Nel secondo caso, la notevole diminuzione di autonomia logistica del corpo di spedizione, potrebbe rendere impossibile di portare a fondo l'operazione per insufficienza di rifornimenti o mancata tempestività di essi. •


508

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

A) LINEA D'OPERAZIONI COSTIERA

FABBISOGNO AUTOMEZZI E CARBURANTI 1) Elementi base dello studio:

- forza 75.000 uomini (di cui 13.000 libici) organizzati in 3 corpi d'armata con 7 divisioni e truppe e servizi relativi; - meta da raggiungere: Alessandria (a 500 Km. dalla base di partenza); - risorse lungo il percorso: nessuna.. 2) Criteri seguiti: a) assegnare al seguito delle truppe, sugli stessi autocarri:

- 3 giornate di viveri a secco, comprese le dotazioni di organico; - 1 unfoc, oltre le dotazioni di reparto; - 2 giornate d'acqua (5 litri al giorno); - carburanti per l'intiero percorso; b) tenere pronti¡ su ruote due rifornimenti completi per tutta l'autocolonna; carburanti solp per carri armati (200) trattori (216) ed autovetture (400).

3) Calcolo degli automezzi pesanti (Lancia Ro) occorrenti.

a) dati unitari: I giornata viveri a secco con vino per 10.000 uomini = autocarri pesanti 1 giornata viveri ordinari per 10.000 uomini = autocarri pesanti 1 unfoc per una divisione = autocarri pesanti 1 unfoc per truppe e servizi di C.d'A. = autocarri pesanti

4 10 45 40

b) per il trasporto delle grandi unitĂ :

7 divisioni (600 per divisione) truppe e servizi di 3 C.d'A. =

=

autocarri pesanti 4.200 autocarri pesanti 800 totale 5.000


509

ALLEGATI

c) per rifornimenti al seguito dei reparti:

1 giornata viveri a secco con vino = autocarri pesanti 1 unfoc per 7 div. e truppe e serv. di 3 C.d'A. = autocarri pesanti

435

totale

465

2 unfoc = autocarri pesanti 2 giornate viveri ordinari = autocarri pesanti 2 giornate acqua (600 taniche da 1.250 l.) = autocarri pesanti carburanti al seguito (solo per carri armati, trattori ed autovetture) = autocarri pesanti

950 75

30

d) per dotazioni su ruote pronte a muovere:

300 10

totale 1.335 e) Riepilogo:

autocarri per grandi unità = per rifornimenti al seguito dei reparti = autocarri autocarri per dotazioni su ruote = autocarri riserva 20% (calcolata su 4.500)

pesanti 5.000 pesanti 465 pesanti 1.335 pesanti 900

totale autocarri pesanti 7.700

-·- -

4) Carburanti e lubrificanti occorrenti.

L'esistenza attuale è di 2 mesi di sufficienza riferita a 3.000 automezzi. Per lasciarla inalterata con l'arrivo degli autocarri ora richiesti, occorre un'ulteriore assegnazione di 10.000 tonnellate di carburante e corrispondente quantità di lubrificante.

B) LINEA D'OPERAZIONI DESERTICA

FABBISOGNO AUTOMEZZI 1) Elementi base dello studio:

- forza 8.500 uomini (di cui 6.000 libici) con 1.500 cammelli e 300 muli, organizzati in un raggruppamento, pari ad una divisione rinforzata con carri armati ed artiglierie anticarro e contraerei; - meta da raggiungere: Siwa e poi Marsa Matruh (a circa 500 Km. dalla base di partenA);


# LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

510

-

base di partenza: giĂ organizzata; risorse lungo il percorso: nessuna.

2) Criterio seguito: trasportare al seguito delle truppe: 8 giornate di viveri, foraggi ed acqua; 3 unfoc; 8 giornate di carburanti'/ (a 100 Km. giorno-automezzo). 3) Calcolo degli automezzi pesanti occorrenti:

per trasporto per trasporto per trasporto per trasporto per trasporto per trasporto scorta 15%

dei reparti viveri (8 giornate) foraggi (8 giornate) acqua (8 giornate) munizioni (3 unfoc) carburanti (8 giornate)

autocarri autocarri autocarri autocarri autocarri autocarri autocarri

pesanti pesanti pesanti pesanti pesanti pesanti pesanti

500 45 30 100 100 70 135

totale autocarri pesanti 1.000


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Allegato 22

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

MEMORIA CIRCA AZIONE OFFENSIVA EGITTO

PRECEDENTI 1) L'azione sull'Egitto è stata sempre ritenuta inattuabile salvo casi di specialissimo favore, tanto dallo Stato Maggiore Generale quanto •dal Superesercito. Tutti i documenti agli atti dello Stato Maggiore lo comprovano. 2) Non solo ma quando il Comando Superiore FF.AA. A.S. rappresentava le deficienze organizzative della Frontiera Orientale gli si eccepiva sempre che non era possibile una offensiva inglese verso la Cirenaica, perché tra Marsa Matruh e Sollum esistevano 250 Km. del più arido deserto. Il ragionamento inverso è dunque lecito per noi e posto a base della nostra ipotesi offensiva. 3) Ci si domanda ora: la caduta della Francia ha modificato le condizioni sfavorevoli preesistenti? Si può rispondere affermativamente per quanto riguarda la disponibilità delle truppe, e dei mezzi che sono stati trasferiti dall'occidente all'oriente ai ,quali si sono aggiunti e si vanno aggiungendo quelli che arrivano dalla Madrepatria. Ma è altrettanto esatto che le condizioni fisiche dell'ambiente operativo rimangano identiche, acuite dal fatto che ci si trova nel periodo del massimo calore in zona desertica e priva di ogni risorsa nonché assai scarsa di risorse idriche. 4) E' stato sempre considerato cardine fondamentale della guerra che un Generale non debba muovere il suo Esercito quando esistano condizioni climatiche più che avverse. Maggiormente questo aforisma è esatto nella guerra coloniale in zona torrida ove il pro- · blema logistico e spede quello idrico assurgono ad importanza che supera ogni altro termine del problema. Bisogna rammentare che i più grandi disastri nelle guerre coloniali di tutte le nazioni si registrano per la sete che è lo spettro ferale e fatale di chiunque si addentri in un territorio torrido e desertico. A questo riguardo è sufficiente ricordare la cura massima che durante le operazioni della guerriglia veniva richiesta dai Comandi Superiori e posta da quelli inferiori per assicurarsi l'acqua. Per avere marciato per anni alla testa di colonne nel deserto- so per esperienza personale che 'ìf)Sa significa l'acqua.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Si può stare anche due giorni senza mangiare o quasi, ma non mezza giornata senza bere. La più agguerrita ed animosa truppa può essere annientata da una crisi d'acqua. 5) Nel caso specifico il problema diventa più grave perché si tratta di muovere masse di varie decine di migliaia di nazionali autocarrati. Quindi duplici necessità idriche: per gli uomini e per le macchine che assommeranno a qualche migliaio. Per contro difettano lungo tutta la direttrice di marcia i luoghi di origine d'acqua ed i mezzi per trasportarla al seguito delle truppe. Nel nostro territorio il quantitativo d'acqua disponibile tra Bardia e Tobruk è di circa mc. milleduecento giornalieri scarsamente sufficiente per quantità e per qualità ad alimentare le truppe nell'attuale situazione di stasi. Si ignorano con precisione le risorse idriche di Sollum e Sidi Barrani e Marsa Matruh e vi è da pensare che gli inglesi ritirandosi facciano saltare gli impianti ed insabbino ovvero inquinino i pozzi. Le autobotti di cui il Corpo di Spedizione dispone ad oggi sono 216, capaci di circa duecentosettanta mc. di acqua. I mezzi testè inviati (serbatoi ecc.), se aumentano il quantitativo di acqua al seguito delle truppe, diminuiscono però il numero degli automezzi disponibili perché debbono essere autotrasportati. Sappiamo che lo Stato Maggiore ha fatto uno sforzo assai considerevole inviando questi mezzi ed il Comando Superiore FF.AA. A.S. si perita di fare ulteriori richieste. Allora si impone di adeguare il fine ai mezzi. Ma il fine che il Corpo di Spedizione dell'A.S. si propone e deve raggiungere non può essere che totalitario. Giungere ad Alessandria d'Egitto e cioè superare i 500 Km. che separano il confine cirenaico da quell'obiettivo tanto importante per la nostra guerra mediterranea. Allora come raggiungerlo dati i termini del problema quali sono stati adombrati? Io pongo i seguenti dati ed elementi basilari: a) le truppe esistenti sono sufficienti, anzi sarebbero esuberanti se una misura prudenziale non consigliasse di mantenere ancora le Div. esistenti in Tripolitania, per quanto ormai prive quasi completamente· di armi e di mezzi. b) Per quanto, stando alle risultanze degli studi e calcoli relativi, gli automezzi necessari per autotrasportare le sette divisioni esistenti ed il raggruppamento Oasi meridionali sarebbero circa 8.700, come appare dal calcolo compiuto dallo Stato Maggiore del Comando Sup., collimante con quellp della X Armata e con gli altri dei singoli comandi di divisione, non siano sufficienti, io ritengo di non dovere chiedere più dopo soddisfatta la precedente richiesta dei mille per cui.sono stati avviati i primi quattrocento. Ciò perché penso di attuare al massimo la manovra dei mezzi.


ALLEGATI

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o)· Neppure faccio piu questione di mezzi di artiglieria salvo qualche rettifica di poco rilievo, (è necessario infatti considerare che giunti a Marsa Matruh occorreranno le artiglierie necessarie per superare e sgombrare quel campo trincerato che risulta assai ben munito di opere e di armamenti) né di carri medi, sapendo quale sia il fabbisogno dell'esercito metropolitano. d) Giudico per contro necessario anzi indispensabile avere al momento dell'avanzata una larga superiorità dell'aviazione che dovrà controbattere l'azione navale nemica sul mio fianco sinistro a mare, completamente scoperto (a meno che non si pensi di fare intervenire la nostra flotta), ma tuttavia anche in questo caso e contemporaneamente compiere tutte le azioni terrestri necessarie per accompagnare le truppe che dovranno marciare su un'unica direttrice e quindi assumere una profondità di qualche decina di Km. su strada priva di qualsiasi riparo alla vista.

e) Infine condizione suprema ed essenziale pongo e cioè quella di non muovere prima della fine del grande caldo che giudico principale ostacolo e nemico per le ragioni dette. f) Intanto la organizzazione appena ora compiuta, anzi in via di compimento, si perfezionerà ed il C.S. è in via di attuare provvedimenti contingenti atti a modificare e che modificheranno certamente le condizioni createsi all'inizio della campagna; ed inoltre studia la possibilità della occupazione dell'Oasi di Siwa che potrà costituire una spina nel fianco assai nociva per il nemico. E' insomma una campagna di guerra coloniale della massima entità ed importanza che il Comando Superiore A.S. appena ora può iniziare a svolgere in modo organico ed in base ad elementi di fatto che la contingenza può rilevare da un giorno all'altro; non un attacco da sferrarsi puramente e semplicemente quale potrebbe concepirsi ed attuarsi in un fronte metropolitano già organizzato nei minuti particolari, come è stato sul fronte occidentale alpino e potrà essere sull'orientale. La posta di questa campagna è assai importante per la Patria, e non sta a me precisare il danno di una sconfitta che quando si riporta in zona desertica è sempre totalitaria ed irrimediabile. GRAZIANI

In volo da Bengasi, a Roma il mattino del giorno 5 agosto 1940-XVIII

Promemoria letto da S.E. Graziani, io presente, al Duce. Ho subito contestata l'es~tezza del n. 1. Ho detto che io sono sempre stato contrario ad una offensiva verso est mentre avevamo


# 514

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

la minaccia francese ad ovest. Che non ho mai affacciato le difficoltà di terreno. Si è infine dopo diverse disgressioni concluso: 1) offensiva da Giarabub verso nord (Maletti) per sopprimere posti inglesi al nostro confine; 2) offensiva al nord del ciglione di Sollum, e se l'operazione prende una buona piega azione sino a Barrani. BADOGLIO


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Allegato 23

VERBALE DELLA RIUNIONE DEI COMANDANTI D'ARMATA, DI CORPO D'ARMATA, DI SQUADRA E DEL GENERALE INTENDENTE INDETTA DAL COMANDANTE SUPERIORE FF. AA. A. S.

IL GIORNO 18 AGOSTO 1940 • XVIII PER L'ESAME DELLE POSSIBILITÀ OPERATIVE

Presenti: Eccell. il Eccell. il Eccell. il Eccell. il Eccell. il Eccell. il Generale Generale Generale

gen. designato d'armata I. GARIBOLDI. gen. designato d'armata M. BERTI. gen. di squadra aerea F. PORRO. gen. di corpo d'armata G. TELLERA. gen. di corpo d'armata R. DALMAzzo. gen. di corpo d'armata S. GALLINA. divisione incaricato C.A. E. PITASSI. divisione incaricato C.A. A. BERGONZOLI. divisione incaricato C.A. E. GIORDANO.

1. SITUAZIONE NEMICA:

V.

allegati schizzi

2. QUANTITÀ DI TRUPPE a) Fanteria: esuberante. b) Artiglieria: sufficiente (compresi mezzi assegnati dalla Libia ocddentale e dall'Italia). c) Mezzi meccanici: inferiori per numero e qualità a quelli avversari, salvo i carri M idonei ai propri compiti, ma tuttora deficienti di mezzi di trasporto, mezzi collegamento e di riparazione; nel complesso insufficiente organizzazione tecnica dei reparti. Si provvede ad ovviare con sistemazioni di ripiego delle armi anticarro, artiglierie etc.

3. MORALE

DELLE

TRUPPE

Ottimo s.otto ogni aspe1to per spirito di sacrificio, desiderio di affrontare la lotta, fiducia nei Capi.


516 4.

LE OPERAZIONI I N AFRICA SETTENTRIONALE

TERRENO

Si presta all'azione in quasi tutte le direzioni, ma sempre a grandi distanze. Carattere desertico, sempre più squallido verso levante. Comunicazioni sempre percorribili per truppe a piedi: qualche limitazione per gli au tomezzi fuori delle piste. Elemento proibitivo : il ciglione, con pochi e non sempre transitabili passaggi. Nessuna possibilità di copertura dall'aviazione. L'apparente orizzontalità del terreno, date le larghe ondulazioni, può rendere possibili sorprese da parte di poccoli reparti, specie celeri. Col vento, per le nubi di polvere sollevate, facile il disorientamento. Nella fascia costiera, ai pie di del ciglione da Sollum ad est, unica mediocre comunicazione (fino a Sidi Barrani); terreno antistante difficile, spesso proibitivo per automezzi, faticoso per truppe a piedi: condizioni che rendono penosa la marcia di unità col mare a nord e il deserto a sud. 5. CLIMA

Torrido nel periodo luglio-settembre (si raggiungono i 50°) con conseguenti provvedimenti per la vita delle truppe (uomini e macchine). Nel settembre il calore è aggravato dall'umidità e dal ghibli. In ottobre la temperatura diminuisce fino a diventare in seguito realmente fredda. 6.

COMUNICAZIONI

Rotabile buona ma tmica fino al confine; pista in non buone condizioni fino a Marsa Matruh, da dove è accompagnata anche da ferrovia fino ad Alessandria. 7.

RISORSE

Nessuna di nessuna specie. Da sottolineare l'assoluta assenza d i acqua. 8.

MEZZI DI TRASPORTO 1

In media ogni divisione per vivere e per la quotidiana attività operativa necessita di 220 autoe:arri. Analogamente i comandi di

1 Il computo dei mezzi è fatto tenendo presente l'eventualità che per eseguire azioni di movimento o di manovra, scavalcamenti, sostituzioni ecc. possa rendersi necessario muovere contemporaneamente autocarrate - tutte le unità della Libia orientale.


ALLEGATI

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Corpo d'Armata (XXI e XXIII) hanno bisogno di 220 autocarri ciascuno, per le truppe a disposizione e per rinforzare l'eventuale azione delle divisioni stesse. XXII Corpo d'Armata: fabbisogno 80 autocarri (attualmente nella piazza di Tobruch). Piazza di Tobruch (54 km. di sviluppo): 80 autocarri. Bardia (36 km. di sviluppo): 50 autocarri. Truppe e servizi di armata: nel complesso 200 automezzi. Raggruppamento Maletti: 160 autocarri. Riserva del Comando Superiore (D. f. «Sirte» - D. cc.nn. « 28 Ottobre» - 10° raggruppamento artiglieria C. A. e minori unità): 150 autocarri. Totale unità operanti: 2700. Servizi intendenza (da Bengasi verso levante) per rifornimento unità, costituzione scorte etc.: 1.000 autocarri. Da notare che il sussidio dei trasporti via mare da Bengasi verso levante andrà sensibilmente diminuendo col peggiorare delle condizioni del mare, obbligando ad aumentare i trasporti via terra. Ne consegue che il calcolo degli autocarri occorrenti per la vita normale nella situazione attuale è di 3.700 autocarri. Attualmente esistono in Cirenaica 3.787 autocarri efficienti. Quindi l'esistenza è strettamente adeguata al fabbisogno delle truppe in stazione per la vita normale e per l'attività delle colonne céleri delle divisioni di frontiera. E' però da tener conto del logorio giornaliero, attualmente superiore al ricupero delle officine; differenza che tende a migliorare, senza però poter mai raggiungere il pareggio. In caso di operazioni, il fabbisogno di automezzi aumenterebbe nella misura già indicata nella memoria per l'operazione offensiva «A» compilata dallo Stato Maggiore del Comando Superiore F. A. Nelle cifre suindicate non si tiene conto dei logorii, delle perdite provocate dall'azione nemica e dello squilibrio che verrà a prodursi fra il maggior ·numero di autocarri in circolazione ed gettito delle officine. 9.

SCORTE

Condizioni essenziali è la sicurezza di avere a combattere. Se questo è vero in ziale nel nostro caso per

perché si possa operare con tranquillità portata le scorte occorrenti per vivere e genere per · tutti i rifornimenti è essenl'acqua, le munizioni, carburanti e viveri.

Acqua. Nessuna difficoltà per quanto riguarda la dotazione di due giornate in partenza; possibile il rifornimento normale di circa 60.000 uomini e macchine relative da Bardia e, occorrendo, da Tobruch. Munizioni. E' ritenuto necessario all'inizio di un'operazione avere a disposizione in Cirenaica, opportunamente dislocate, le unfoc già concertate fra lo S.M.R.t. e il generale intendente, e cioè:


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

14 u nfoc per tutte le artiglierie mobili (escluse quindi quelle della G.a.F.); 15 unfoc per le armi della fanteria; 6 unfoc per le bombe a ~ano. Attualmente esistono: Bardia: 3 Vi unfoc per 5 divisioni (di cui due libiche); Tobruch: 2 unfoc per tutte le unità della Cirenaica. Con gli arrivi e le richieste in corso si spera di raggiungere di massima il fabbisogno su indicato per tutte le specie di armi e bocche da fuoco, ad eccezione dei noti proiettili perforanti da 20, 47 e 65.

Carburanti. Per i consumi normali degli automezzi esistenti si dispone oggi di 9.000 t. di b enzina sufficienti per tre m esi e 3.300 t. di gasolio sufficienti per un mese circa. In caso di operazioni, impiegando i soli mezzi oggi esistenti, la sufficienza si riduce ad un terzo di quella indicata, prescindendo da perdite per eventi bellici. L'intendente ritiene indispensabile, anche in tempi normali, poter sempre disporre di una giacenza a terra costante, pari almeno a 15.000 t, di benzina e 15.000 di gasolio. Viveri. Occorre all'intendenza aver giacenti a terra e tenute al numero derrate per tutte le truppe della A. S. pari ai bisogni di tre mesi. In genere le disponibilità esistenti sono sufficienti salvo per alcune voci, fra cui, principale, quella della farina, la cui disponibilità è oggi di 20 giorni per la Cirenaica e 60 per la Tripolitania; vino, che scarseggia, e altre derrate di minor rilievo. 10.

A VIAZIONE

La situazione dell'Aeronautica è sufficiente per le n ecessità operative dell'attuale periodo. Nel caso dell'azione prevista e di un eventuale prolungarsi di essa nel tempo e n ello spazio, occorre assicurare la padronanza del cielo, non solo per poche ore del giorno ed in talune ristrette località, ma per l'intera giornata e su tutta la fronte della battaglia. Tale dominio è poi indispensabile qualora gli sviluppi della operazione portino le divisioni ad incolonnarsi su l'unica strada Sollum.Sidi Barrani. Come minimo, perché la V Squadra aerea possa dare con i m ezzi delle diverse specialità la necessaria collaborazione per assicurare la protezione delle nostre colonne e svolgere azione offensiva di sicuro rendimento, occorre prima dell'inizio dell'operazione: a) assegnare un terzo stormo da caccia al completo 1; 1

12 ore di volo; 2 voli per gruppo; ogni volo un'ora sul nemico.


ALLEGATI

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b) completare gli organici dei due attualmente in Libia;

e) assicurare i complementi in piloti ed apparecchi ai tre stormi durante il periodo delle operazioni per sopperire immediatamente alle perdite; d) assegnare per la durata dell'operazione due stormi da bombardamento cui affidare le operazioni offensive sul mare contro le unità navali inglesi; e) completare gli organici dei quattro stormi da bombardamento in equipaggi ed apparecchi che, per le perdite subite, sono ridotti notevolmente di forza;

f) assegnare ai due gruppi da A. O. apparecchi che per caratteristiche di volo e di armamento permettano a questa specialità di assolvere il suo compito importante senza bisogno della protezione continua diretta;

g) assicurare i complementi in piloti ed apparecchi dell'aviazione d'assalto, sulla quale si fa grande assegnamento per l'attacco di mezzi corazzati e delle colonne nemiche; h) aumentare il numero degli apparecchi da trasporto per le maggiori esigenze derivanti da un periodo operativo in zona desertica, con un minimo di un gruppo di aeroplani S. 75 ovvero S. 82; i) inviare il numero di automezzi necessari per lo spostamento in avanti dei reparti (150 automezzi pesanti); l) aumentare la potenzialità di lavoro delle squadre riparazioni o recuperi; m) assicurare i rifornimenti dei materiali occorrenti per l'intensa attività di volo e di offesa.

I dati di dettaglio per gli ultimi tre paragrafi verranno indicati in apposito studio già compilato dal Comando S" Squadra aerea. CONCLUSIONI

A conclusione di quanto sopra detto, all'unanimità affermiamo che nelle condizioni attuali non è possibile un'offensiva degna di questo nome, ma solamente svolgere piccole operazioni tendenti a mantenere il prestigio sull'avversario, allo scopo di marcare il predominio su di esso. Al quesito posto dall'Eccellenza il Comandante Superiore, e c10e « quale organismo risulterebbe costituito in modo totalitario, concentrando tutti i mezzi a favore di un certo numero di divisioni, escluso sempre il fabbisogno del raggruppamento 0.M., e cioè quante divisioni complete di tutto potrebbero essere messe in movimento, affiancate da tutti . i mezzi ileccanizzati ed artiglierie disponibili » riteniamo che:


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

1) in considerazione di quanto è stato provato dal computo dei mezzi n ecessari alla vita normale rispetto a quelli esistenti (differenza in più di 80 autocarri) e sussistendo la dislocazione e le necessità operative attuali, non sia possibile la costituzione di nessuna G. U. completamente motorizzata; 2) modificando la dislocazione e cessando le necessità operative (colonne mobili, distaccamenti, etc.) si potrebbe recuperare un numero di automezzi tali da poter motorizzare al massimo un Corpo d'Armata su due divisioni e la progettata colonna corazzata, pur garantendo il fabbisogno per il raggruppamento O. M. L'Intendente avverte in proposito che le unità suindicate (C. A. e colonna corazzata) potrebbero muovere solo dopo che fossero costituite le necessarie dotazioni presso le b asi di partenza. GARIBOLDI

(segue Allegato 23)

IL MARESCIALLO D'ITALIA RODOLFO GRAZIANI

04/ 0p.

Cirene, 18 agosto 1940 - XVIII

All'Eccellenza il Capo di Stato Maggiore Generale - Roma. Il giorno 11 agosto, appena rientrato a Bengasi, in una riunione 1v1 tenuta, ed alla quale parteciparono il Comandante la 10• Armata Eccellenza Berti, il Generale designato d'Armata Comandante la s· Armata Eccellenza Gariboldi, il Generale Giordano Intendente, l'Ecc. Porro Comandante l' Aerolibia; esposi le risultanze delle conversazioni da me avute a Roma e cioè: « la decisione presa di operare al più presto possibile, in un ristretto raggio d'azione con obiettivo Sidi el Barrani » giusta le direttive ricevute dall'Eccellenza il Capo di Stato Maggiore Generale il giorno 5 agosto a Palazzo Venezia, e confermatemi il successivo giorno 6 al Palazzo delle Ricerche. Essendo ormai ultimato l'afflusso dei m ezzi dall'occidente, e terminata altresl la discarica di quelli inviati dall'Italia a mezzo convoglio, ho riunito ieri a Cirene il Comandante la 10· Armata, il Comandante Aerolibia, tutti i Comandanti di Corpo d'Armata ed il Generale Intendente ed ho posto sul tappeto per l'esecuzione, il tema operativo in questione.


521

ALLEGATI

Senonché il parere unanime di tutti i convenuti, tra i quali figurano uomini di diverso temperamento, ma tutti comandanti di primo ordine, provati e riprovati in pace ed in guerra, è stato unanimemente e decisamente contrario ad ogni possibilità di azione offensiva sia pure ridotta nei limiti indicati, in dipendenza della dislocazione nemica da Sidi el-Barrani a Sollum (assai diversa da quella del 15 luglio), ma soprattutto per la persistente insufficienza dei mezzi di trasporto a nostra disposizione (anche a prescindere dalla inclemenza della stagione e dalla estrema scarsità d'acqua). Di fronte al parere di uomini responsabili e di insospettato spirito patrio e bellico, nonché di elevatissima capacità tecnica sperimentata in guerra, non mi è rimasto di chiedere, do1:5o minuziosa ed esauriente discussione contraddittoria, la messa a verbale degli argomenti trattati come le conclusioni relative. Di esso verbale invio copia dell'originale controfirmata da tutti i presenti. Data la situazione che emerge e di fronte alla mia personale impotenza a ripianare la deficienza dei mezzi, mentre tante aspettative si nutrono dalle superiori gerarchie e nella Madrepatria, per una azione risolutiva a breve scadenza su questo fronte, mi si impone il doloroso compito: 1) o di ricevere delle direttive di azione adeguate allo stato di fatto descritto, ch e tolgano me e tutti gli altri comandanti da una incertezza assai penosa per soldati che in tutta la loro vita hanno dato con estrema usura ogni audacia quando questa potesse apparire foriera di Vittoria; 2) o un soi:lralluogo superiore che giudichi direttamente nel merito di quanto nel verbale è sancito. E' infine ovvio e doveroso per me, in una tale contingenza, mettere la mia persona a completa disposizione delle Superiori Autorità, qualora questo possa essere ritenuto utile.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A.S.

R.

GRAZIANI


#

522

Allegato 24

IL GOVERNATORE GENERALE DELLA LIBIA MARESCIALLO D'ITALIA RODOLFO GRAZIANI

N. 07/0p.

Bengasi, 23 agosto 1940-XVIII

All'Eccellenza il Capo di S. M. Generale - Roma. Ho ricevuto il telegramma 1990-1991-1992 Op. a firma del Duce incrociatosi col mio rapporto 04/0p. del 18 agosto con annesso verbale della riunione dello stesso giorno - portato a Roma dal maggiore dei CC. RR. Scivicco. Al telegramma 1990-1991-1992 Op. ho risposto col mio 3031 Op. (che mi risulta consegnato allo Starnage alle ore 10,30 del 20 agosto) assicurando che gli ordini in esso contenuti saranno eseguiti. Lo stesso gio.r no 20 ho dato gli ordini contenuti nell'allegato n. 1 all'Eccellenza il comandante della 10• Armata nell'intento che egli mi presentasse un concreto dispositivo di manovra (n. 05/0p. del 20 agosto 1940). Ne ho invece avuta la risposta involuta ed indeterminata contenuta nell'allegato n. 2 (n. 01/6684 Op. del 21 agosto). Non era questa che io dovevo attendermi da un comandante di armata il quale sembra voler riportare le cose nel campo della discussione già esaurita col verbale del 18. Ho allora redatto l'ordine di operazione n. 06 del 22 agosto (allegato n. 3) che il comandante della 10" Armata ha ricevuto questa mattina 23 agosto. (Vedi carta della Cirenaica al 400.000). Ho ragione di ritenere che nessun'altra eccezione venga da lui mossa.- Intanto ho ricevuto il giorno 21 il telegramma 2036 Op. del Duce (allegato n. 4 *). Questa sera ho avuto una lunga conferenza sul terna aviatorio con l'Eccellenza Porro ed il Sottocapo di S. M. della R. A. reduce dal suo giro di ispezione. In fatto di aviazione noi non abbiamo affatto la superiorità sul nemico e neppure la parità.

* Omesso.


ALLEGATI

523

Mi è superfluo ripetere che una azione delle truppe nel terreno di frontiera verso il territorio nemico sarà martellata dal primo istante dall'aviazione avversaria, che occorre assolutamente mettere in condizioni di tacere o di inferiorità se si vuole che la marcia a terra possa procedere in avanti sia pure con obiettivo così ridotto.

Perché questo avvenga è necessario: I) inviare i mezzi che mancano; 2) non impegnare nemmeno un apparecchio per i giorni del movimento per azioni che non siano di terra, in ausilio delle truppe. Premesso e fatto noto quanto sopra, domani parto per stabilirmi in Tobruch e sorvegliare direttamente i preparativi relativi, attendendo colà da codesto comando ulteriori comunicazioni circa il giorno di inizio dell'azione.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S. RODOLFO GRAZIANI

Allegato 24/1

GOV,ERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 05/0p.

Bengasi, 20 agosto 1940-XVIII Ore 9,35

All'Eccellenza il Comandante la 10• Armata - Posta Militare. Come io chiaramente prevedevo ed enunciavo nella riunione del giorno 18, il Duce, con telegramma del 19 giuntomi stamane, ordina perentoriamente di iniziare l'attacco contro le truppe inglesi che difendono alla frontiera il territorio egiziano. Non prefissa limiti ed obiettivi territoriali da raggiungere. Determina invece in modo tassativo che l'inizio . del movimento . coincida con quello dell'offensiva terrestre tedesca in Inghilterra che può essere tra sette giorni come tra venti. In conseguenza bisogna subito determinare il primo tempo del nostro movimento in avanti.•


LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

524

Sono a vostra completa disposizione le truP..pe dell'armata più il gruppo divisioni libiche.

1

Tenete presente che questa mattina stes sa io ho inviato a Roma copia del verbale del giorno 18 che determina la disponibilità dei mezzi e la conseguente relatività operativa. · Al più presto io mi stabilirò a Tobruk ove m i sottoporrete le le vostre conclusioni per la mia approvazione.

Comandante Superiore Forze Armate A. S. Il Maresciallo d'Italia RODOLFO GRAZI AN I

Allegato 24/2

COMANDO 10• ARMATA UFFICIO STATO MAGGIORE • COMANDO TATTICO

N. 01/6684

21 agosto 1940-XVIII

Oggetto: Direttive. - Risposta al foglio 05 Op. del 20 agosto c. a.

All'Eccellenza il . Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani - Bengasi. Nella situazione attuale, com'è noto: - il XXI corpo d'armata è in condizioni di muovere e di agire offensivamente, con la fanteria a piedi, m a in raggio d'azione limitato per impossibilità di provvedere coi suoi mezzi al trasporto di tutte le armi e munizioni ed ai rifornimenti della piazza di Bardia; - il XXII corpo d 'armata non è in condizioni di muovere perché le sue divisioni mancano di mezzi di trasporto; - il XXIII corpo d'armata manca delle sue truppe di corpo d'armata e di mezzi di trasporto. Le sue divisioni hanno rispettivamente 190 e 80 automezzi; - il gruppo Gallina ha una ricca dotazione di autocarri, può muovere con la fanteria a piedi, ma con insufficienti rifornimenti dato l'itinerario da percorrere; - non si conoscono le possibilità dell'intendenza. Dato il terreno, il nemico, le condizioni di cui sopra e i provvedimenti che si potranno attuare, la linea che sarebbe possibile raggiungere con una nostra azione offensiva oltre confine va da un minimo - ciglione di Sollum - ad un massimo - meridiano di Sidi el Barrani.


ALLEGATI

525

Con ciò non si considerano le estreme ipotesi eccezionalmente sfavorevoli o favorevoli. A seconda della situazione iniziale nemica e nostra e dei provvedimenti di cui appresso, gli obiettivi potranno essere raggiunti, o con le sole divisioni del XXI corpo d'armata, o con le truppe del XXI e XXIII corpo, oppure con le precedenti e col gruppo Gallina. Provvedimenti da prendere in qualsiasi caso: I) Dare all'armata un'aviazione di osservazione oggi non esistente. Il combattimento motorizzato si svolge con tale rapidità in questo terreno che il comando ha bisogno di essere subito informato di ciò che accade per poter intervenire tempestivamente ed efficacemente. 2) Concorso dell'aviazione. All'armata interessa, in modo particolare, la protezione e l'assalto. La prima, perché in questo terreno piano e scoperto l'aviazione nemica - se non ostacolata - può ottenere risultati decisivi contro le truppe marcianti in battaglia. La seconda perché si deve impedire che reparti corazzati nemici, combattendo contro reparti in gran parte su autocarri o a piedi, possano compiere un attacco in massa compatto. Provvedimenti da prendere in relazione agli obiettivi che si vogliono raggiungere ed alle truppe che si intendono impiegare: 1) Completamento del comando e delle truppe del XXIII -corpo d'armata e del comando gruppo divisioni libiche, come da foglio 03/2395 del 15 corrente. 2) Provvedimenti di carattere organico, logistico e addestrativo di cui allo stesso foglio. 3) Completamento fino ad un massimo di 400 automezzi per divisione (200 pesanti e 200 leggeri) con le fanterie a piedi ridotte a 4 btg. e portando al seguito dei reparti 2 « unfoc ». 4) Rifornimenti affidati all'Intendenza fino alle sezioni sussistenza, sanità e posti D.A.M. di corpo d'armata. 5) Servizio idrico affidato all'Intendenza. 6) Data la dislocazione, situazione e compiti del gruppo. Gallina, considerarne la sua completa motorizzazione.

n

Generale Comandante

M.

BERTI


526 Allegato 24/3

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

Bengasi, 22 agosto XVII

N. 06/0p. Risposta al foglio 01/6684 del 21 c. m . Argomento: Direttive per l'offensiva.

All'Eccellenza il Comandante la 10• Armata - P. M. e, per conoscenza:

All'Ecceilenza il Comandante la V Squadra Aerea - P. M. Al Generale Intendente - P. M. Tenuto conto di cioè che, comunque, mente a partire dal clusioni esposte nel

quanto vi ho comunicato con mio 05/0p. - e dobbiamo essere pronti a muovere offensiva27 corrente - e preso conoscenza delle convostro foglio 01/6684 - stabilisco:

1) L'obiettivo assegnato in primo tempo all'armata è il costone di Sollum fino all'altezza di Suani el Augerin. 2) Forze inizialmente destinate all'attacco:

a) XXI corpo d'armata su tre divisioni (Cirene, Marmarica e t• Camicie Nere); · b) gruppo divisione libiche rinforzato con l'aliquota del II battaglione · carri M · a disposizione di questo Supercomando e con il gruppo da 105/28 del XXII corpo d'armata - oltre a quegli altri mezzi anticarro e controaerei che riterrete opportuno assegnargli. 3) Direttrici di attacco:

XXI corpo d'armata: Capuzzo-Sollum e Ghirba-Gabr bu FaresSuani el Areighib; Gruppo divisioni · libiche: Gabr Saleh-Sceferzen-Bir ChreigatSuani el Augerin. Poiché è assai probabile che la maggior resistenza sarà opposta dale forze nemiche dislocate fra Gabr bu Fares e Bir el Chreigat, è della massima importanza che ]'ala destra dell'armata sia molto forte in mezzi' di fuoco ed anticarro.

Esplorazione aerea strategica: provvederà il Comando Superiore con i mezzi a disposizione; codesto comando è pregato di segnalare tempestivamente le zone da esplorare e gli obiettivi da tenere sotto controllo.


ALLEGATI

527

5) Concorso dell'aviazione: sarà concesso nella misura più larga possibile: codesto comando mi precisi, dove, quando e come. 6) Rifornimenti: affidati all'Intendenza fino alle sezioni sussistenza e posti D.A.M. di corpo d'armata. 7) Servizio idrico: affidato all'Intendenza. 8) Provvedimenti vari di carattere organico e logistico: si sta provvedendo con la maggiore larghezza possibile consentita dalle limitate disponibilità; resta, però, inteso che le eventuali deficienze in questo campo non debbono affatto ritardare l'inizio e lo sviluppo delle operazioni. 9) Preparativi per l'attacco: debbono iniziarsi immediatamente - qualora non lo fossero già - ed essere sviluppati con la massima celerità. In particolare importa: a) rendersi padroni del terreno interposto fra Capuzzo-Sidi Azeiz e Gabr Saleh, come ordinato con mio 01/ 277440 del 19 corr. in modo da eliminare ogni infiltrazione di mezzi motorizzati nemici; b) spingere ricognizioni verso Ghirba-Sidi Omar e Sceferzen allo scopo di saggiare la resistenza nemica e, se possibile, determinare lo schieramento avanzato delle forze nemiche; c) occupare con un forte distaccamento il terreno fra Marsa er Ramla e Capuzzo. 10) Voi ben comprendete che se il nemico accetta battaglia, impegnando la massa ·delle sue forze fra Bir Chreigat e Gabr bu Fares il nostro schieramento consente i più favorevoli sviluppi: infatti, noi possiamo all'occorrenza concentrare all'ala destra forze preponderanti, soprattutto in artiglieria. Né escludo l'intervento della 4• divisione Camicie Nere che, pertanto, dovrà tenersi pronta ad intervenire. Per l'eventuale trasporto di essa a mezzo autocarri provvederà questo Comando Superiore: a tal uopo l'Intendenza accantonerà a Tobruch 300 autocarri, riserva intangibile a mia disposizione. 11) Per custodire il segreto è necessario ridurre al minimo, in questi giorni, tutto il traffico radio. Ritengo superfluo aggiungere che conto totalitariamente sulla più ampia cooperazione di tutti - comandi, truppe e servizi - perché ogni difficoltà sia superata ed ogni sacrificio serenamente affrontato per raggiungere l'immancabile vittoria.

Comandante Superiore Forze Armate A. S. Il Maresciallo d'Italia

RODOLFO GRAZIANI


528 Allegato 24/4

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 0/10 di prot. Op.

Lì, 25 agosto 1940

Argomento: Direttive.

A Ecc. il Comandante la 10• Armata - P. Militare. e, per conoscenza: A Ecc. il Comandante la V Squadra Aerea - P. Militare. Al Generale Intendente - P. Militare. Preso atto dei due vostri fogli 01/6776 del 24 agosto e 6350 del 25 1, determino come segue le direttive per l'azione da svolgere. A) 5 divisioni sono sufficienti per l'azione:

Gruppo di ·sinistr~: 2 in prima schiera (« Cirene » e « Marmarica »); 1 in riserva (« 23 Marzo »); (1 solo Comandante da destinarsi: lo fisserò io). Gruppo di destra: gruppo divisioni libiche rinforzato nella massima misura di artiglieria, carri armati medi, carri armati leggeri, cannoni da 47 e da 20; massima autonomia di viveri, munizioni, acqua, massimo numero di automezzi. Raggruppamento Maletti a mia diretta disposizione per compiti particolari che determinerò al momento opportuno. B) l° tempo della manovra. Giorno x, la 1• libica serra sulla 2• e successivamente il gruppo divisioni attesta sulla fronte Sidi Omar-Sceferzen. Movimenti da compiersi in limiti di tempo adeguati alla necessità degli automezzi disponibili o della marcia a piedi e a seconda delle circostanze (basarsi su tre giorni). Mentre le divisioni libiche compiono i movimenti per l'attestamento, colonne motorizzate di forza rilevante formate dal gruppo di sinistra debbono proteggerne il fianco sinistro. 1 Detti fogli non figurano fra gli allegati al diario del Comando Superiore A. S. e neppure fra gii allegati alla relazione del generale Berti.


ALLEGATI

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Alla protezione del destro il gruppo divisioni libiche dovrà provvedere da sé - con i propri mezzi - ed è essenzialmente per questo che bisognerà dotarlo di artiglierie, ecc. come ho detto, in misura adeguata. Il giorno x + 1 del movimento dei libici le due divisioni metropolitane di prima schiera inizieranno anch'esse il movimento e si attesteranno nella frontiera Capuzzo-Ghirba, per suturare più che possibile il vuoto col gruppo divisioni libiche. 2° tempo della manovra. Nel giorno x + .. . da determinarsi in base alla reintegrazione logistica, si inizierà la manovra per raggiungere gli obiettivi determinati dall'ordine di Op. 06 del 22. Perno la sinistra. Ala marciante in celerità per la manovra tesa a tagliare la ritirata nemica, la destra.

C) L'aviazione concorrerà a seconda delle necessità per la protezione dell'ala sinistra o destra sul mio diretto ordine. D) L'intendenza attuerà la manovra dei mezzi al massimo grado.

E) I Comandanti di divisione debbono marciare nel dispositivo delle proprie unità. I Comandanti di corpo d'armata seguire a stretto contatto. Il Comandante dell'armata propenderà colla sua presenza sulla sinistra. Io mi riservo di intervenire dove.credo, ma ritengo di dover meglio appoggiare la destra colla mia presenza materiale. F) Curare i collegamenti nel senso della fronte e della profondità. G) Sfruttare il successo al massimo grado e, presentandosi l'occasione favorevole, puntare . su Sidi el Barrani. Una battaglia così imbastita e condotta con la massima audacia da parte di tutti, e con la massima decisione al momento opportuno non può che portare ad una sicura vittoria, sempre che non manchino la fede e la volontà da parte di comandanti e gregari. H) Sulla base di queste direttive l'Ecc. il comandante dell'armata compiti senz'altro gli ordini di operazione relativi; al più pres't o li illustri in riunioni alle quali dovranno partecipare i comandanti di corpo di armata e di divisione, il comandante la V Squadra Aerea, il generale Intendente, il capo di S. M., il generale addetto, i capi ufficio operazioni e servizi del Comando superiore che si rappresenteranno.

Desidero ricevere al più presto copia degli ordini di operazione che darete.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S. •

RODOLFO GRAZIANI


530

~

Allegato 25

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 01/ 207-914 di prot. Op.

5 settembre 1940-XVIII

Risp. 2308/1 Op. 4 corr. Argomento: Sviluppo operazioni offensive.

All'Eccellenza il Capo di Stato Maggiore Generale - Roma. Rispondo categoricamente ai vari punti del vostro telegramma 2308/1 Op. pervenutomi oggi. I 600 automezzi cui mi riferisco nel mio foglio 01/207.850 in data 2 corrente mese sono effettivamente compresi fra questi indicati nella lettera 04617/343 in data 27 agosto dello Stato Maggiore Esercito, con l'unica variante che, ai fini dell'autocarramen to delle unità, essi si riducono in effetti a 500, dal momento che i rimanenti autoveicoli elencati costituiscono mezzi in distribuzione a reparti organici (gruppi contraerei, compagnia idrici, battaglioni carri M 13, ecc.) ovvero sono rappresentati da automezzi speciali, quali autovetture, autoambulanze, ecc.. 1) Il primo blocco di 200 autocarri è giunto a Tripoli il 2 settembre con i piroscafi Gritti e Vittor Pisani. Per la malaugurata collisione da essi subita all'entrata del porto, ho inviato subito in volo sul posto il generale Intendente e mercè il suo intervento è stato disposto che 100 di essi proseguano via terra (essendo il Vittor Pisani impossibilitato a muoversi) , mentre gli altri 100 proseguiranno per Bengasi col Gritti, poiché fino a ieri vigeva la sospensiva al movimento impartita dalla Difesa del traffico. 2) I 100 Lancia 3 RO che partono oggi dall'Italia giungeranno presumtbilmente a Tripoli il 7 corrente. Conto farli proseguire subito via mare per Bengasi, salvo imprevisti. 3) Analogamente i rimanenti 360 autocarri previsti in arrivo a Tripoli per il giorno 13: proseguiranno subito via mare per Bengasi. 4) Ignoro con precisione il carico del quarto scaglione, il cui arrivo in A. S. si presume entro il 20 prossimo venturo, ma poiché tutti i mezzi e le dotazioni precisate dallo S.M.E. nel suo foglio già citato 04617/343 sono indispensabili ai fini delle future operazioni conto su esso per gli imminenti bisogni.


ALLEGATI

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·Da tutte queste· considerazioni si può dedurre che il complesso dei mezzi preannunciati o in corso di affluenza potrà giungere a pie' d'opera soltanto alla fine di settembre o entro la prima decade di ottobre.

Conclusioni. Come ho già rappresentato col ricordato mio foglio 01/207.850, la situazione attuale dei mezzi a mia disposizione non consente di puntare inizialmente sull'obiettivo di Sidi el Barrani, sviluppando la duplice manovra di avvolgimento, poiché l'attuale disponibilità di automezzi non permette autocarrare integralmente il gruppo divisioni libiche, destinato ad agire sulla destra. , L'azione dovrebbe essere limitata all'occupazione della linea Sollum-Hàlfaya-Gabr bu Fares-Bir Chreigat, dove le truppe dovrebbero sostare, in attesa dell'afflusso dei mezzi atti ad assicurare l'ulteriore sviluppo della manovra. Una tale sosta, però, oltre ad obbligarci ad un oneroso servizio di sicurezza sulla nostra destra e di protezione delle retrovie, atte, nuerebbe di certo i vantaggi della sorpresa e consentirebbe al nemico di fare affluire sul campo di battaglia le unità e i mezzi retrostanti, con le conseguenze relative. Da ciò, la convenienza che l'azione venga iniziata e sviluppata senza soste, in piena potenza di mezzi e con piena libertà di decisione fino alla conclusione. Calcolando che la messa in opera alla frontiera egiziana dei mezzi predisposti dallo S. M. potrebbe essere completata, come appare dalla risposta data ai quesiti mossi, entro i limiti di tempo indicati, ritengo che dal punto di vista strettamente operativo converrebbe senz'altro differire l'azione offensiva al termine suddetto. Questo differimento non riuscirebbe inoltre inutile anche all'Intendenza, perché le consentirebbe di accantonare nelle basi avanzate qi Tobruch e · Bardia le dotazioni che sono tuttora in gran parte ancora scaglionate molto all'indietro e il cui inoltro incontra non lievi difficoltà per la scarsità di automezzi e per l'aleatorietà dei trasporti via mare. Vi è inoltre da considerare l'interpretazione cui si presterebbe l'inizio di una nostra offensiva così limitata nello spazio. Certamente il nemico sarebbe indotto a proclamare che essa sia esaurita appena al di là del confine per la no~tra insufficienza logistica o, peggio, per averla arrestata e stroncata. Per ogni maggiore chiarimento al riguardo invio, latore del presente rapporto, il generale Miele. Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S. RODOLFO GRAZIANI


532 Allegato 26

IL COMANDANTE SUPERIORE FF. AA. A. S.

Lì, 7 settembre 1040-XVIII

3/0p. Graziani per Eccellenza Badoglio (.) Decifri da se (.) At vostro 2319 del 5 corrente mese (.) Sono spiacente Eccellenza, di non poter accettare Vostro rilievo (.) Fino da 18/ 0p. del 2 luglio scorso et cioè del giorno successivo at mio arrivo qui ho chiesto l'invio di un minimo di mille automezzi (.) Questa richiesta ho ancora ribadita nel colloquio del 5 agosto scorso in Roma et inserita senza risultato promemoria lasciato at Duce et at Voi mentre i calcoli di questo Stato Maggiore determinavano una necessità assai più forte di automezzi et cioè 6.000 (.) Dei 1.000 richiesti solo 400 sono stati inviati con primo et secondo convoglio nel mese di agosto (.) Gli altri 600 solamente ora sono in arrivo et giungeranno nei limiti di tempo stabiliti nel rapporto 01/207914 Op. del 5 settembre corrente consegnato Vi dal Generale Miele (.) Richiesta non ha pertanto nessuna nuova origine dal piano operativo esposto, il quale est conseguenza dello studio di tutte le circostanze et dati sulla viabilità et sul terreno che appunto in due mesi di indagini si sono .potuti . determinare con esattezza (.) Qualunque fosse concetto operativo i mille automezzi sarebbero cioè sempre ugualmente occorsi (.) Nel rapporto inviato mezzo Generale Miele sono nuovamente precisati i limiti delle necessità et delle conseguenti possibili (.) Premesso ciò non è senza profondo rammarico che io constato di essere così mal compreso (.) Ritenevo che la precaria situazione al mio giungere qui et conseguente vita ridata ad un corpo pressoché esangue fossero at perfetta conoscenza di codesto Comando et ciò mi autorizzava at una ben diversa ragione di tranquillità (.) Spero che il Generale Miele abbia tutto chiarito (.) GRAZIANI


533

Allegato 27

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

Bengasi, 6 settembre 1940-XVIII

Duce! I vincoli gerarchici imposti dal giorno della costituzione del Comando Supremo mi hanno vietato e mi vietano tuttora di corrispondere direttamente con Voi. . La esposizione dei miei giudizi in merito al grave ed importante compito che mi avete affidato Vi giunge perciò per via indiretta. Non posso tuttavia dimenticare che la vittoria al « fronte sud » durante la guerra etiopica fu conseguita perché rompendo il diaframma degli intermediari, io mi diressi personalmente a Voi. Mi sembrerebbe perciò colpa se non osassi di parlarvi direttamente come oggi mi induco a fare. Voi siete il Capo e giudicherete come meglio credete questo mio atto. La mia persona ~ sempre pronta a scomparire ed è perciò che trovo il coraggio necessario a farlo. · Voi nelle direttive strategiche che avete emanato il giorno 11 luglio dite esattamente: « Per ora, e non considerato l'Impero che costituisce teatro di operazioni a sé, non ci rimane che una sola frontiera terrestre sulla quale agire: la Cirenaica. Il Governatore Generale della Libia ha ricevuto da me direttive precise circa la condotta da seguire. Non rimane ora che inviargli con ogni mezzo tutti i materiali richiesti affinché egli possa essere al più presto in grado di svolgere il compito affidatogli, compito di fondamentale importanza strategica e politica ». Le circostanze speciali che imposero la mia partenza improvvisa dalla Madre-patria, mi impedirono tuttavia di poter avere anche un semplice colloquio, con Voi, Duce, e con lo stesso Capo di Stato Maggiore Generale. Giunto qui trovai ·alla frontiera orientale una tale situazione che sotto ogni punto di vista si poteva definire precaria e pericolosa. Assenza di organizzazione ed insufficienza di mezzi. Morale bassissimo in tutq. per la sensazione della inferiorità di fronte al nemico.


534

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Il Comando Superiore delle Forze Armate A.S. non aveva mai infatti ritenuto che gli inglesi avessero potuto attaccare sul fronte orientale a causa della assoluta inospitalità di quel teatro di operazioni. Aveva perciò assegnato tutti gli scarsi mezzi spediti dall'Italia al fronte occidentale, dove era ritenuta certa una offensiva francese. Caduta la Francia, pur nella: gioia del sollievo che ne derivava, il Comando fu bruscamente richiamato alla realtà verso la fronte orientale ove gli inglesi, contrariamente a tutte le previsioni fatte, iniziarono subito i loro attacchi con la divisione corazzata infliggendo alle nostre truppe, impari assolutamente a tenergli testa per mezzi, alcuni gravi e dolorosi e deprimenti scacchi. Al mio giungere la voce di essi propagatasi tra metropolitani .ed indigeni fino a Tripoli aveva prodotto un senso di panico veramente rimarchevole e pericoloso. Se in quei primi giorni di ostilità gli inglesi avessero saputo osare essi sarebbero arrivati sicuramente a Tobruk, il che avrebbe significato la rottura del nostro debolissimo fronte, e la conseguente perdita di tutta la Cirenaica, a malgrado della caduta della Francia. Mio primo pensiero il 1° luglio, appena giunto a Tripoli, fu quello di impartire ordini perentori perché tutti i mezzi della V Armata affluissero verso oriente vincendo tutte le riluttanze e le resistenze che al riguardo ancora venivano fatte. Ma da Tripoli a Tobruk-Bardia corrono circa 200 km. di strada e gli automezzi per i trasporti erano molto scarsi. L'afflusso di questi mezzi che si verificava sotto gli occhi di tutti, metropolitani ed indigeni, incominciò a risollevare gli spiriti ed infondere la fiducia che era completamente perduta. Giungeva intanto a Bengasi il primo convoglio dalla: Madrepatria e questo accrebbe il senso di. ripresa che è poi andato sempre progressivamente aumentando. Lo Stato Maggiore Generale mi ordinava di tenermi pronto ad attaccare per il 15 luglio. Esso non poteva ignorare che i mezzi di cui io disponevo non potevano assolutamente essere sufficienti a compiere uno sbraccio strategico. Limitai perciò le mie previsioni al semplice balzo su Sollum ed hinterland possibile - operazione che in quel momento sarebbe riuscita di sorpresa, con certezza, e che avrebbe ridato alle nostre truppe la sensazione della forza, ed allontanato le minacce inglesi dalla soglia della nostra frontiera. Lo Stato Maggiore Generale dichiarò non redditizia questa operazione e perciò da non effettuarsi. Avrei dovuto invece rimandare alla prima decade di agosto, in cui si presumeva che sarebbe giunto il primo convoglio, e compiere una operazione sempre però con sbraccio strategico. Un calcolo elementare dei mezzi, anche fatto da lontano, avrebbe dovuto ancora far ritenere proibitiva questa possibilità.


ALLEGATI

535

Mi decisi allora, il 29 luglio, a parlar chiaro e mettermi a disposizione per maggiori chiarimenti con una mia venuta in Italia - come Voi sapete - che avvenne il giorno 5 agosto. Potetti solo riprendere la via del ritorno il 9 agosto per le condizioni atmosferiche proibitive. In una conversazione avuta col Capo di Stato Maggiore Generale il pomeriggio del giorno 6 agosto questi mi indicava la data del 14 o 15 agosto p er iniziare l'operazione, ciò che era materialmente impossibile ad effettuarsi perché i mezzi appena allora in partenza non avrebbero potuto giungere in tempo a piè d'opera delle truppe operanti anche se fossero stati sufficienti, cosa che non era affatto. Stretto da un lato dalle pressioni fattemi e dall'altro dalla realtà e conseguente impotenza a m uoversi, riunii il giorno 18 tutti i comandanti di armata e di corpo d'armata per udire il loro parere. Ne derivò il verbale inviato a Roma. Questo invio si incrociò col Vostro telegramma, e poiché in esso Voi mi domandavate un minimo e non uno sbraccio strategico come fino ad allora aveva fatto lo Stato Maggiore Generale, io risposi che i Vostri ordini sarebbero s tati eseguiti. Il richiamo alla realtà indusse tuttavia lo Stato Maggiore Generale a far partire il resto dei mezzi che appena oggi cominciano a giungere. E' infatti arrivato in porto un'ora fa il Gritti, mentre l'altro con esso collisionato a Tripoli è costretto a sbarcare colà il suo carico. Si attendono gli altri piroscafi che si presume non possan6 arrivare per intiero se non alla fine di settembre. fel contempo porta tomi a Tobruk a contatto con l'armata sono riuscito finalmente a formare tra i comandanti uno stato d'animo di convinzione, ed ho formulato un preciso piano di manovra del primo tempo su Sidi Barrani che ho inviato all'esame del Capo di Stato Maggiore Generale. Premesso quanto . sopra, Duce, debbo dirvi con m ia consueta franchezza alla quale ·1a Vostra grande e comprensiva benevolenza m i autorizza: 1) che sono ben felice d i aver saputo resistere alla pressione che mi giungeva dallo S. M. Generale, al quale evidentemente era sfuggita la imponenza del problema che abbiamo innanzi e che non autorizza assolutamente qualsiasi comandante a cor rere una pericolosa avventura; 2) che ritengo con questo di avervi reso un grandissimo servizio e con Voi al popolo italiano che attende da me il miracolo, mentre io di miracolista non ho, p er mia disgrazia, che conseguita la fama essendo sempre stato il mio successo frutto di preparazione prima e di azione auda<!t ed a fondo poi;


536

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

3) che la conquista dell'Egitto è come ho detto un problema da prendersi con la massima serietà e niente affatto con faciloneria; 4) che l'attuazione di una tale conquista richiede mezzi considerevolissimi e soprattutto in fatto di autrotrasporti e corazzati; 5) che quelli in arrivo ci permetteranno appena appena risicamente di poter effettuare la manovra su Sidi Barrani, senza che nelle mani del Comando Supremo rimanga. la possibilità di disporre di una riserva qualsiasi. .Cioè: una volta messo in moto l'organismo stentatamente montato o questa arriva e va bene - o questo non gliela fa ed il Comando non avrebbe modo di sostenerne neppure la ritirata o di rinvigorirne l'azione con la sua riserva. Bisogna infatti considerare che qui facciamo sì una guerra coloniale, ma contro un esercito metropolitano bene armato e non contro gli abissini o le forze inglesi del Somaliland. Da scartarsi quindi a priori qualsiasi paragone con la guerra etiopica o con la conquista della Somalia inglese se comunque qualcuno volesse o pensasse di poterlo fare. 6) Che la condotta della campagna una volta in possesso di tutti i mezzi realmente sufficienti, non può compiersi che in due sbalzi strategici più che possibile ravvicinati nel tempo (in un sol tempo se le condizioni favorevoli lo permetteranno): 1) occupaziòne di Marsa Matruh; 2) marcia su Alessandria. Ed è per questo necessario un calcolo in profondità che conduca a predisporre prima, ed eseguire poi con la massima celerità. Questo è stato sempre il mio stile. Ed allora io mi domando: se realmente questo piano è di primissima importanza come Voi avete detto nelle Vostre direttive strategiche, perché non compiere uno sforzo veramente degno di questo nome e non inviare qui i mezzi veramente necessari per dar vita ad un corpo operante che tutto schiaccerebbe e travolgerebbe una volta messo in moto? Il computo di questi mezzi è chiaramente precisato nei calcoli rimessi al Superesercito e dai quali anche io credetti di potermi svincolare, riducendo le cifre, per amore di generosa volontà di andare incontro alle possibilità e di rendermi conto delle difficoltà del centro. Ma la realtà è ben altra e si impone a qualunque diversa considerazione e grave colpa sarebbe per me il tacerla. Questa campagna non si può totalitariamente condurre a termine se non con ricchezza di autotrasporti e, come Voi stesso precisate nella riunione di Roma, di aviazione. (Superfluo che accenni ai mezzi corazzati).


ALLEGATI

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Un altro lato del problema occorre esaminare. Quello occidentale. I n Tripolitania sono rimaste ormai cinque divisioni prive di mezzi da fuoco e di automezzi. Se domani convenisse comunque inviare delle truppe in Tunisia io non saprei come fare a muovere neppure un reggimento. E non bisogna dimenticare che le sette divisioni francesi che la presidiavano hanno sgomberato la linea del Mareth in armi e bagagli completo, portando via anche le postazioni fisse, perché la nostra Commissione d'armistizio è giunta in Tunisia 49 giorni dopo la data di esso. Ho oggi inviato in occidente, l'Eccellenza Gariboldi per l'esame della sit~azione colà determinatasi a seguito di tutte le detrazioni di armamenti e mezzi per l'oriente.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S. RODOLFO GRAZIANI


I

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Allegato 28

GOVERNO GENERALE DBLLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N : 0/29 di prot. Op.

7 settembre 1940-XVIII

Argomento: Operazione offensiva su Sidi Barrani.

Al Al Al Al Al

I

Comando 10• Armata Comando V Squadra Aerea Posta Militare Comando raggruppamento Maletti . a ½ staffetta ufficiale Comando carri armati della Libia ~. Generale Intendente

A conferma ordini verbali. 1) L'operazione offensiva su Sidi el Barrani sarà iniziata il 9 corrente. 2) A modifica mio 0/10 Op. del 25 agosto, intendo fare massa con tutte le forze sulla sinistra e puntare il più rapidamente possibile su Bug Bug e Sidi Barrani per la linea di operazioni costiera. 3) SCHIERAMENTO DELLE FORZE:

a) gruppo divisioni libiche in prima schiera, fra Capuzzo e Ghirba, rinforzato al massimo di artiglierie e carri armati; b) XXIII corpo d'armata in seconda schiera fra Marsa RamlaSidi Azeiz e Capuzzo, con la 1• divisione cc. nn. (« 23 Marzo») in riserva di armata (autocarrata); e) raggruppamento Maletti che rimane a mia diretta disposizione - inizialmente a Sidi Omar. Sarà rinforzato dalla compagnia carri M 11 (ora assegnata al gruppo divisioni libiche) e dal VI gruppo da 75/27 C. R. (attualmente impiegato nella difesa di Derna);

d) il comando carri armati (generale Babini) passa con tutti i suoi mezzi a disposizione della 10• Armata, tranne le unità assegnate al raggruppamento Maletti. 4) SVILUPPO DELLA MANOVRA.

r

tempo: - gruppo divisioni libiche si sposta dalla zona Gabr SalehBir Gobi sulla fronte assegnata; - XXIII corpo d'armata, assume lo schieramento stabilito;


ALLEGATI

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- nel frattempo si attua lo schieramento delle artiglierie previsto nella zona a nord-est di Capuzzo; - raggruppamento Maletti si sposta lungo l'itinerario Tobruch-Bir Bobi-Gabr Saleh-Sidi Omar. Il movimento deve iniziarsi subito. 2° tempo: - gruppo divisioni libiche punta rapidamente su Sollum ed Halfaya e dilaga nella piana proiettandosi su Bug Bug e Sidi Barrani, seguito dalle divisioni del XXIII corpo d'armata; - raggruppamento Maletti da Sidi Omar verso Gabr bu Fares a protezione del fianco destro dell'armata, pronto a lanciarsi avanti per sfruttare ogni occasione favorevole. Devé osservare specialmente le provenienze da Scerfezen e da Bir Chreigat. 5) AVIAZIONE: agirà a massa in armonica aderenza con l'azione delle forze terrestri, sempre alle mie dirette dipendenze. I° tempo: - protezione dei movimenti di raccolta dell'armata nella zona Bardia-Sidi Azeiz-Capuzzo-Sidi Omar; - azioni di bombardamento su campi di aviazione, centri logistici e comandi nemici. 2° tempo:

- protezione del movimento da Capuzzo-Ghirba-Sidi Omar su Bug Bug ed oltre; - assalto contro truppe e mezzi meccanizzati nemici; - bombardamento obiettivi che mi riservo di precisare. 6) PROTEZIONE DELLE RETROVIE. Resta affidata al XXII corpo d'armata che vi provvede: - con la divisione «Catanzaro», già dislocata lungo la litoranea ed il Trigh Capuzzo; - con la 4• divisione cc. nn. (« 3 Gennaio») che invierà a Bir Gobi e G_abr Saleh distaccamenti forti soprattutto in artiglierie. 7) SERVIZI. Nella fase iniziale l'Intendenza assicurerà il funzionamento dei servizi fino alla Piazza di Bardia; per i tempi successivi riserva di ordini. Predisponga in ogni caso una riserva di acqua autocarrata a Bardia. Come è noto non ho altri automezzi da assegnare. 8) Posto di comando: riserva di comunicazioni. Ricevuta. Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S . • RODOLFO GRAZIANI


540

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

COMANDO 10• ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01/7351 di prot.

C. T., lì 8 settembre 1940-XVIII

Oggetto: Operazione offensiva su Sidi Barrani. Carte: 1: 1.000.000; 1: 100.000.

All'Ecc. il Comandante XXII C. A. All'Ecc. il Comandante XXIII C. A. All'Ecc. il Comandante gruppo div. libiche Al Sig. Generale comandante art. Jo• Armata Al Sig. Generale comandante genio 10· Armata Al Sig. Gen. comandante carri armati della Libia Al Sig. Col. comandante 4° rgt. f tr. carrista

C. Tattico C. Tattico C. Tattico

C. Tattico C. Tattico C. Tattico C. Tattico

e, per conoscenza:

Al Comando Superiore FF. AA. A. S. All'Ecc. il Comando V Squadra Aerea Al Sig. Generale Intendente A. S.

C. Tattico C. Tattico C. Tattico

A conferma ordini verbali. 1) L'operazione offensiva su Sidi el Barrani sarà iniziata il 9 corrente. 2) A modifica mio 01/6836 Op. del 27 corrente, intendo far massa sulla sinistra e puntare il più rapidamente possibile su Bug Bug e Sidi el Barrani per la linea di operazione costiera. 3) SCHIERAMENTO INIZIALE DELLE FORZE:

a) gruppo divisioni libiche in prima schiera tra Capuzzo e Ghirba; b) XXIII corpo d'armata (meno la divisione cc. nn. « 23 Marzo») in seconda schiera, inizialmente dietro il gruppo divisioni libiche, propendendo, come indicato verbalmente, leggermente verso la destra; c) divisione cc. nn. « 23 Marzo » e I battaglione carri M inizialmente in zona Sidi Azeiz, a mia diretta disposizione. 4) Il raggruppamento Maletti, a diretta disposizione del Supercomando, sarà inizialmente in zona Sidi Omar. Verrà rinforzato dalla compagnia carri M 11 che gli verrà ceduta dal Comando gruppo divisioni libiche. Accordi diretti fra i due comandi.


ALLEGATI

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5) Il comando carri armati (generale Babini) passa a mia disposizione a Bardia. I battaglioni carri L agiranno di massima con le G. U. cui sono attualmente assegnati. Mi riservo precisare. 6)

SVILUPPO DELLA MANOVRA:

l° tempo, giorno x (9 settembre):

- gruppo divisioni libiche. La 1• div. libica si trasferisca a Gabr Saleh affiancandosi alla 2• libica; - XXIII corpo d'armata. Procede all'occupazione delle previste lo~alità tra Marsa er Ramla e Capuzzo e al previsto schieramento avanzato delle artiglierie; giorno x + I, giorno x + 2: tutte le unità raggiungono le loro zone di schieramento assegnate, di cui al n. 3, con le avvertenze indicate verbalmente. Il movimento del XXIII C. A. si completa dopo che il gruppo divisioni libiche è passato. 2° tempo, giorno x

+

3 e seguenti:

- il gruppo divisioni libiche muove con la sua divisione di sinistra in direzione Musaid (lasciata a sinistra) - Sollum-Bug Bug, a cavallo della litoranea e con la divisione di destra in direzione Ghirba-Uadi Halfaya, per scendere successivamente fra il ciglione ed il mare e procedere affiancata all'altra divisione. Tener presente il tempo occorrente e la possibilità che le due strade siano interrotte. Il movimento, in particolare· quello della divisione di sinistra, sarà appoggiato dallo schieramento delle artiglierie del XXIII C.d'A.; - il XXIII C.d'A. si schiera tra Capuzzo e Gabr Asceram, pronto a muovere, sia verso Sollum, sia verso l'Uadi Halfaya, per scendere poi tra il ciglione ed il mare, non appena il gruppo libico abbia guadagnato spazio in avanti oltre l'Uadi Halfaya. La sua divisione di destra deve essere pronta ad intervenire a protezione della 2• divisione libica nel suo movimento di avanzata versd l'Uadi Halfaya. La divisione « 23 Marzo» ed il I battaglione carri M 11 si porteranno dietro lo schieramento del XXIII C.d'A. Il battaglione carri deve essere in ogni momento pronto ad intervenire a favore del gruppo divisioni libiche. · Il raggruppamento Maletti da Sidi Omar punta verso Gabr bu Fares, a protezione del fianco destro dell'armata. 7) AVIAZIONE.

Nulla di variato circa i compiti e le intese di cui al mio precedente ordine n. 01/6836 Op. e.01/6917.


LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

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Per domani, giorno x, ho chiesto che: - controlli il cielo tra Gabr Saleh e Bir el Gobi e quello tra la ridotta Capuzzo-Marsa er Ramla e Sollum; - inizi le azioni di bombardamento delle note raccolte di truppe e di mezzi meccanizzati tra Sidi Barrani-Bir Dignash e Sollum. 8) Nulla di variato per quanto riguarda i collegamenti (mio foglio 01/7010). Il gruppo divisioni libiche provveda a stabilire il collegamento col raggruppamento Maletti non appena raggiunta la zona di schieramento. 9) PROTEZIONE DELLE RETROVIE:

Resta affidata al XXIII C. A., che vi provvederà con la dislocazione e le disposizioni già in atto. Invierà un distaccamento forte di artiglieria nella giornata di domani (giorno x) a Gabr Saleh, oltre quello già inviato a Bir el Gobi. 10)

SERVIZI:

Nella fase iniziale l'Intendenza assicurerà il funzionamento dei servizi fino alla piazza di Bardia; per i tempi successivi riserva ordini. Per l'acqua il gruppo divisioni libiche si rifornirà alla Capuzzo con precedenza sugli altri reparti. 11) Il mio comando funzionerà a Bardia dalle ore 18 di oggi. Ricevuta.

Il Generale Comandante M. BERTI


543 Allegato 29

COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE A. S.

18 settembre 1940

At Stamage N. 01/660/0p. (.) At 2561 Op. (.) Primitivo disegno operazioni prevedeva essenzialmente attacco aggirante per la destra (,) da integrare al momento opportuno con duplice azione avvolgente su Sidi el Barrani (.) Poiché (,) nel frattempo (,) situazione forze nemiche andava accentuando addensamenti elementi meccanizzati at portata direttrice esterna (Bir Chreigat-Der el Brug-Bir Dignash (,) che avrebbe dovuto essere seguita da nostra ala destra (,) decidevo di cambiare radicalmente disegno operativo (.) concentrando tutte nostre forze su sinistra et puntando fulmineamente su Sidi el Barrani per direttrice costiera (.) In tal modo le strombazzate e realmente potenti forze corazzate nemiche operanti nel deserto sarebbero state tagliate fuori da loro base et costrette at ripiegare per piste · malagevoli e prive di ogni risorsa (_) Impartivo subito ordini (:) in sintesi (:) gruppo divisioni libiche da Bir Gobi-Gabr Saleh in prima schiera tra Capuzzo et Ghirba (.) Ventitreesimo corpo armata in seconda schiera dietro divisioni libiche (.) Con suo poderoso schieramento avanzato artiglieria medio et piccolo calibro doveva appoggiare attacco libici (;) in riserva due elementi celeri (.) Raggruppamento misto Maletti at destra (,) pronto a sfruttare direttrice esterna predetta (,) divisione « 23 Marzo » tutta autocarrata a sinistra (.) Sviluppo manovra previsto in due fasi (.) Prima (:) movimento per raggiungere posizioni partenza (.) Secondo (:) attacco at sbocchi Sollum et Halfaya et rapida avanzata verso Barrani (.) In base at situazione mi riservavo di decidere circa momento di lanciare colonne celeri (.) Movimenti prima fase si svolgevano con qualche difficoltà nelle asprezze del deserto da parte raggruppamento Maletti (,) sottoposto anche a ripetuti bombardamenti aerei (.) Ritenendo impossibile affidargli ancora compito agire isolatamente per direttrice desertica (,) lo spostavo più a nord (,) a Ghirba (,) at stretto contatto destra decima armata (.) Rendevasi anche necessario un giorno di sosta per riordinamento e ricostruzione dotazioni logistiche (.) Avanzata in forze su Sollum et Halfaya (.) iniziatasi giorno 13 (,) et prosecuzione verso est coglievano di sorpresa nemico che attendeva nostre colonne principali più at sud (,) da Sidi Omar at Sceferzen (.) At sera 14 divisioni libiche (,) travolta resistenza nemica (,) avevano .raggiunto Tidan el Khadim at circa 25 km. da Sollum (.) Giudicavo giunto momento decisivo et ordinavo immediatamente che riserva (,) costituita da colonne celeri « 23 Marzo » et Maletti (,"f- scavalcando divisioni libiche puntasse


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

#

decisamente su Barrani (.) Benché difficoltà momento (,) date pessime condizioni piste et imperversare ghibli (,) non abbiano consentito di occupare Sidi Barrani nella giornata del 15 (,) ma solo giorno successivo (,) tuttavia manovra può ritenersi perfettamente riuscita (.) Divisione corazzata inglese (.) infatti (.) appena accortasi della minaccia su Barrani (,) si est affrettata at ripiegare precipitosamente lungo piste desertiche (.) inseguita senza posa (,) bombardata et mitragliata da nostri ìnstancabili stormi (,) che hanno seminato nelle sue file distruzione et disordine (.) Gran parte suoi mezzi sono rimasti abbandonati lungo piste (.) Molti sintomi hanno rivelato crisi rifornimenti (,) specie benzina et acqua (.) nonché disorientamento et nervosismo nei comandi nemici (.) Comportamento (.) valore et spirito sacrificio tutte forze armate (,) terrestri et aeree (.) est stato superiore ad ogni elogio (,) specie tenendo presenti condizioni terreno (.) stagione ritenuta proibitiva da nemico et soprattutto imperversare ghibli soffocante durante giornata decisiva (.). Prime ad entrare in Barrani sono state cc. nn. ,, 23 Marzo» (.) In perfetta comunione spirito con esercito et milizia rivoluzione (.) superba prova hanno dato unità libiche (.) In soli otto giorni hanno percorso at piedi circa 250 km. di deserto (.) combattendo et subendo serenamente offese aeree et bombardamenti artiglieria (,) sfatando così leggende diffuse da propaganda nemica che libici non si sarebbero battuti (.) Operazione (.) in complesso habet superato ogni aspettativa perché est riuscita at realizzare sorpresa in un teatro di operazioni che questa sorpresa at .priori escludeva (.) Dal punto di vista logistico si sono fatti miracoli (.) Stampa egiziana (« Ahram » 11 agosto) giudicava che fra mare et deserto avrebbero potuto transitare at massimo 15 o 20 mila uomini e che passaggio autocarri et autoblinde era difficilissimo (.) specialmente da agosto at metà ottobre (.) Et concludeva testualmente (:) « Una simile spedizione avrebbe quindi 5 probabilità di successo su 100 et soltanto nella stagione da novembre at marzo» (.) Finisce (.) Nemico (.) dopo fatta tutta resistenza possibile (.) contrastando palmo a palmo terreno (.) est infine stato travolto dalla manovra che lo attanagliava et si est precipitosamente ritirato su Marsa Mafruh (.) distruggendo et incendiando depositi et baraccamenti et interrando pozzi (.) Si può calcolare che esso abbia perduto più della metà dei suoi mezzi corazzati (.) tra quelli colpiti da aviazione et quelli sperduti nel deserto at seguito disordinato ripiegamento (.) Aviazione prodigatasi instancabilmente con azioni bombardamento avversario (,) gettando fra sue file il terrore (,) et con protezione colonne marcianti nel nudo deserto con crociere della caccia (.) di fronte alle quali le foqi formazioni dei Gloster nemici hanno costantemente voltato le spalle (,) Laddove il critico inglese già citato opinava che non sarebbero potuti passare che pochi automezzi (,) durante l'azione (,) ve ne sono transitati circa duemila (.) dimostrazione palese di uno sforzo logistico di tale potenza (.) che certamente non poteva essere né concepito (.) et tanto meno realizzato dalla mentalità britannica (.) che avrebbe forse preferito compiere questa · avanzata metodica facendosi seguire dalla costruzione di una ferrovia (.) come quella di Lord Kitchener di buona memoria nel Sudan (.)


ALLEGATI

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Pari allo sforzo delle macchine est stata la resistenza dei nostri fanti (,) delle cc. nn. e delle truppe libiche che (,) sotto un calore di SO gradi et nel turbine delle sabbie sollevate dal ghibli ardente (.) si sono contentati del consueto litro d'acqua di Neghelli (.) Ci si domanda quando gli Inglesi cominceranno a capire che hanno a che fare col piĂš attrezzato esercito coloniale del mondo et quando finalmente imperaranno a conoscere il valore del soldato italiano (.) Lo apprenderanno quanto prima (.) * GRAZIANI

•

* L'ultimo paragr afo non venne a suo tempo pubblicato.


546 Allegato 30

Il Primo Ministro al min. della Guerra e al capo dello S.M. Imperiale DIRETTIVE GENERALI PER IL COMANDANTE SUPREMO NEL MEDIO ORIENTE

PARTE

I

16 agosto 1940

1. L'invasione su vasta scala dell'Egitto da parte della Libia deve essere attesa ormai a ogni istante. E' quindi necessario raccogliere e distribuire le più grandi forze possibili lungo e verso la frontiera occidentale. Ogni considerazione di carattere politico e amministrativo dovrà essere debitamente subordinata a questa necessità.

2. L'evacuazione della Somalia ci è imposta dal nemico, ma è tuttavia strategicamente opportuna. Tutte le forze stanziate in Somalia, o destinatevi, devono essere mandate a Aden, nel Sudan via Port Sudan, o in Egitto, secondo venga ritenuto più opportuno. 3. La difesa del Kenia deve p assare in seconda linea rispetto a quella del Sudan. Ci dovrebbe essere il tempo, superata la crisi in Egitto e nel Sudan, di rafforzare il Kenia per mare e per ferrovia prima che un grosso corpo di spedizione italiano possa raggiungere il fiume Tana. Potremo sempre rinforzare il Kenia prima che gli italiani possano trasferirvi truppe dall'Abissinia o dalla Somalia italiana. 4. Di conseguenza, o le due brigate dell'Africa Occidentale o le due dei « King's African Rifles » devono essere trasferite a Khartum. Si sta chiedendo al generale Smuts che la « Union Brigade », o una gran parte di essa, passi nella zona del Canale o nel Delta a scopi di sicurezza interna. Si deve provvedere a continuare l'addestramento. Si sta chiedendo all'Ammiragliato un rapporto sulle possibilità del naviglio mercantile nell'Oceano Indiano e nel Mar Rosso. 5. fn vista dei crescenti attacchi aerei che si possono prevedere nel Mar Rosso in seguito alla conquista italiana della Somalia britannica, è importante che la difesa aerea di Aden venga rafforzata. 6. Le due brigate, l'australiana e quella di regolari, tenute pronte in Palestina, devono ora passare nel Delta allo scopo di sgomberare le comunicazioni della Palestina per i movimenti di altre riserve, appena possano venire equipaggiate per il servizio attivo o · ·organizzate per quello della sicurezza interna.


ALLEGATI

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7. Tuttavia, tre o quattro reggimenti di cavalleria britannica appiedati devono prendere servizio nella zona del Cagale, svincolando i tre battaglioni regolari che vi si trovano come riserva generale delle Forze del Delta. 8) Il resto degli australiani in Palestina, comprendente 6 battaglioni, sarà così in grado di potere con un preavviso di cinque giorni passare nel Delta per provvedere alla sicurezza interna o ad altri servizi d'emergenza. La brigata polacca e l'unità « Volontari Francesi» dovranno essere trasferite nel Delta dalla Palestina per far parte della riserva generale. 9. I movimenti della divisione indiana devono essere accelerati al massimo. A meno che alcune delle truppe evacuate dalla Somalia e non necessarie a Aden siano ritenute sufficienti a rafforzare la difesa del Sudan, oltre ai rinforzi provenienti dal Kenia, questa divisione al completo, com'è necessario, dovrà spingersi fino a Suez per unirsi alle Forze del Delta [chiamate poi Esercito del Nilo]. Oltre alle suddette, almeno tre batterie di artiglieria britannica, anche se ippotrainate, dovranno essere imbarcate subito in India per Suez. All'Ammiragliato spetta di predisporre il trasporto. 10. La maggior parte di questi trasferimenti dovrà essere ultimata fra il 15 settembre e il 1° ottobre, e pertanto le Forze del Delta dovranno comprendere : a) le forze corazzate britanniche in Egitto; b) i quattro battaglioni britannicì di Marsa Matruh, i due di Alessandria e i due del Cairo, totale, otto battaglioni; e) i tre battaglioni della Zona. del Canale; d) la brigata britannica di riserva proveniente dalla Palestina, cioè 14 battaglioni fanteria di truppe regolari; e) la brigata neozelandese; f) la brigata australiana della Palestina; g) la brigata polacca; h) parte della « Union Brigade » proveniente dall'Africa Orientale; i) la 4a divisione indiana ora alle spalle j) la nuova divisione indiana; k) gli 11.500 uomini in arrivo a Suez;

di Marsa Matruh;

l) tutta l'artiglieria (150 cannoni) ora nel Medio Oriente o in viaggio dall'India; m) l'esercito egiziano in tutto ciò in cui può venire utilizzato come servizio attivo. 11. I suddetti corpi dovranno formare, per il 1° ottobre al pm tardi, 39 battaglioni, insieme con le forze corazzate: un totale, cioè,


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Lll OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

di 56.500 uomini e 212 cannoni. Indipendentemente dalle truppe di sicurezza interna. PARTE

II

12. Si spera che l'Ammiragliato faccia passare la brigata corazzata di tre reggimenti di carri armati attraverso il Mediterraneo. Se ciò dovesse rivelarsi impossibile, si dovrà prevedere il loro arrivo lungo la rotta del Capo nella prima quindicina di ottobre. L'arrivo di queste forze in settembre deve essere considerato così importante da giustificare un considerevole grado di rischio per il loro trasporto. PARTE

III

Impiego tattico della forza suddetta. 13. La posizione di Marsa Matruh deve essere fortificata completamente e a l più presto. Il settore tenuto dai tre battaglioni egiziani va rilevato dai tre battaglioni britannici, così da rendere omogenea quella forza. Ciò dovrà essere fatto anche ove il Governo egiziano voglja ritirare l'artiglieria ora in mano a questi tre battaglioni. La possibilità di rifornire di truppe per mare la posizione di Marsa Matruh e di tagliare le comunicazioni nemiche, quando gli italiani siano passati oltre, diretti verso il Delta, deve essere studiata col comandante supremo della Flotta del Mediterraneo. Diversamente si potrà preferire una calata sulle comunicazioni di Sollum o anche più a ovest. 14. Tutte le scorte d'acqua tra le difese di Mersa Matruh e di Alessandria devono essere « depotabilizzate ». Nessun tentativo deve essere fatto di lasciare dei drappelli a difesa dei pozzi presso la costa, in questa regione. La 4• divisione indiana dovrà ritirarsi su Alessandria, quando necessario, o essere evacuata per mare. La strada da Sollum a Marsa Matruh e ancor più quella asfaltata da Marsa Matruh a Alessandria deve essere resa intransitabile, quando abbandonata, dalle mine a scoppio ritardato o dal trattamento chimico della superficie d'asfalto. 15. Una linea difensiva principale, che dovrà essere tenuta da tutto l'esercito del Delta, con le sue riserve opportunamente distribuite, deve essere apprestata (come già da molto tempo si sarebbe dovuto fare) da Alessandria lungo il margine della zona coltivata e dei canali d'irrigazione del Delta. A questo scopo vanno costruite, o completate, le più forti difese in cemento armato e sacchetti di sabbia, con nidi di mitragliatrici, dal mare fino alla zona coltivata e al canale principale d'irrigazione. Il condotto di petrolio davanti a questa linea deve essere prolungato con la massima velocità possibile. La zona del Delta è il più efficace ostacolo per carri armati d 'ogni genere e può essere facilmente tenuta con sbarramenti di sacchi di sabbia, per la difesa dell'Egitto e la costituzione di un


ALLEGATI

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saldo fianco sul fronte di Alessandria. Una striscia di territorio, larga quattro o cinque miglia, deve essere inondata dalle acque del Nilo, controllate da Assuan. Entro, o dietro, questa cintura deve essere costruita una serie di postazioni munite d'artiglieria. 16. In questo modo l'armata del Nilo attenderà l'invasione italiana. C'è da prevedere che il · nemico avanzerà con grandi forze, rallentato soltanto, ma aspramente, dalla scarsità d'acqua e carburante. Disporrà certamente di notevoli forze corazzate per contenere e respingere le nostre più scarse, a meno che queste non vengano migliorate in tempo dal reggimento corazzato proveniente dalla Gran Bretagna. Coprirà, se non potrà distruggerla, Marsa Matruh. Ma se la linea principale del Delta diligentemente fortificata e saldamente tenuta, · il nemico sarà costretto a mettere in campo un esercito i cui rifornimenti d'acqua, petrolio, viveri e munizioni saranno molto difficili. Quando questo esercito fosse seriamente impegnato, l'azione contro le sue linee di comunicazione da Marsa Matruh, per bombardamento del mare, per attacco a Sollum, o anche molto più a ovest, costituirebbe un colpo mortale per esso. 17. La campagna per la difesa del Delta si compendia in: salda difesa con l'ala sinistra dal retrote1-ra di Alessandria e un ampliamento di quella destra, usando la nostra superiorità marittima contro le sue comunicazioni. Nello stesso tempo è sperabile che i nostri rinforzi con base a Malta impediscano l'invio di ulteriori rinforzi - italiani o tedeschi - dall'Europa in Africa. 18. Tutto ciò potrebbe essere attuato per il 1° ottobre, purché ce ne sia dato il tempo. Diversamente, dobbiamo fare quello che possiamo. Tutte le unità addestrate o di regolari, pienamente equipaggiate o no, dovranno essere impiegate nella difesa del Delta. Tutte le unità armate di bianchi, anche stranieri, e pure quelle indiane devono essere utilizzate per la sicurezza interna. L'Esercito egiziano dovrà fare la sua parte in sostegno del fronte del Delta. Prego far provvedere per quanto detto sopra e per discuterne con me particolareggiatamente il 16 agosto alle 4.30 pomeridiane.


550 Allegato 31

VERBALE DELLA RIUNlONE TENUTASI PRESSO LO STATO MAGGIORE GENERALE IL 25 SETTEMBRE 1940

Sono presenti: Ecc. gen. di C.A. Ubaldo Sooou - sottosegr. stato per la guerra; Ecc. amm. d'A. Domenico CAVAGNARI - capo di S.M. della R. Marina; Ecc. gen. des. d'A. aerea Francesco PRICOLO - capo di S.M. della R. Aeron.; Ecc. luog. gen. Achille STARACE - capo di S.M. della M.V.S.N.; Ecc. gen. di C.A. Mario RoATTA - sottocapo di S.M. del R.E.; Ecc. gen. di sq. aerea Giuseppe SANTORO - sottocapo di S.M. della R.A.; Gen. Quirino ARMELLINI - generale addetto.

Segretari: Col. A.A.R.N. Ferdinando RAFFAELLI - capo uff. oper. del com. supremo; Ten. Federico MOHRHOFF - stenografo. La riunione ha inizio alle ore 9.

Ecc. Badoglio. - Vi ho convocati qui per esporvi la situazione politico militare che si è andata creando in questi ultimi giorni. Incominciamo da ciò che abbiamo preparato. Jugoslavia - Mantenere lo schieramento, piuttosto in profondità anzi molto in profondità, perché non è probabile un intervento in quel paese. Sarebbe prevedibile solamente nel caso che vi fosse un rivolgimento interno in Jugoslavia, ipotesi che non si ritiene prossima. Pur tenendo questo schieramento molto in profondità nella valle padana - abbiamo del resto schierato forze in ottima posizione - saremo in grado di poter poi serrare sotto. Interesse nostro ed interesse degli alleati tedeschi è quello di non alterare per ora la situazione in Jugoslavia, dato che questo paese ci fornisce molte materie prime. Grecia - Alla fine del mese noi avremo ultimato il trasporto delle 3 div. in Albania. Avremo quindi in Albania 8 div. più truppe non indivisionate, tra le quali 3 rgt. di cav., pari ad un'altra divisione.


ALLEGATI

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Parlando a Visconti Prasca, che è venuto qm, 10 ho detto che non occorre che queste forze siano addensate tutte al confine all'Epiro, perché si verrebbero a creare alle truppe difficili condizioni di vita. In Albania, bisogna anche tener conto di un'altra necessità: quella di evitare i fondi valle a causa della malaria. Ho quindi detto: incominciate da due o tre giornate di distanza dal confine greco e scaglionate le truppe, mettendole nelle migliori condizioni di vita e possibilità di istruzione. Queste truppe, così come sono state concentrate in Albania, sono - a parere del Duce - sufficienti per tener a posto la Grecia, la quale non ha nessuna intenzione di venirci ad attaccare, perché ha una grandissima paura sia nei riguardi della Bulgaria che di noi. Uria volta messe a posto queste tre divisioni, consideriamo la situazione come stabilizzata, essendo il problema greco, così come il problema jugoslavo, uno di quei problemi che verranno risolti al tavolo della pace, volenti o nolenti gli interessati.

Veniamo adesso al Mediterraneo. - Qui ci troviamo di fronte ad una situazione quanto mai oscura e caotica, perché abbiamo il movimento di dissidenza, fomentato da De Gaulle, che non si sa - nessuno lo può giurare - se sia voluto o non voluto dal Governo francese. Non si può giurare che le autorità che sono nel Nord Africa e quelle che sono ìn Siria siano pro o contro questo movimento. Ad ogni modo, sta di fatto che ferì era stata segnalata un'azione navale fra le truppe inglesi con De Gaulle, o senza De Gaulle, contro Dakar, una resistenza da parte delle truppe francesi a Dakar, una ritorsione su Gibilterra da parte di aerei francesi. Vedremo, fra giorni, che cosa si potrà sapere su questa situazione, ma certo è che si tratta di una situazione che da un momento all'altro potrà maturare ed obbligarci a pigliare delle determinazioni. Senza voler entrare nel campo delle ipotesi, ma per quello che sappiamo tutti quanti, già non è esclusa una azione ispano-tedesca contro Gibilterra. Il Duce si è preoccupato molto di questa questione ed ieri appunto mi ha detto: può darsi che di fronte alla puntata decisa sopra Gibilterra, gli inglesi cerchino di crearsi qualche altra base nel Mediterraneo, e precisamente la Corsica o Biserta. Per quanto riguarda la Corsica, io ho potuto assicurare il Duce che lo Stato Maggiore dell'Esercito aveva già compiuto lo studio dell'invasione della Corsica dal nord e dal sud, mediante due divisioni, una provenient,e dalla Sardegna, l'altra proveniente da Livorno, in modo che in poco tempo la Corsica poteva venire occupata da noi. Resta da stabilire solo la quantità di trasporti necessari. E per questo si potranno requisire, oltre le navi già requisite dalla R. Marina, tutte le navi che sono nei nostri porti. Ecc. Cavagnari. - Cred~ che ve ne siano poche da requisire, perché fra la Marina e l'Esercito, sono tutte nelle nostre mani.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Ecc. Badoglio. - Per adesso, io pregherei lo S.M. dell'E,s ercito, che ha già fatto il suo studio, di prendere contatto con lo S.M. della Marina e dell'Aviazione, per quanto, per l'Aviazione la cosa sia semplice, perché dai campi della Sardegna, gli aerei passeranno facilmente ai campi d'aviazione della Corsica. Debbo dire al Duce: dal giorno in cui mi date l'ordine, occorrono tanti giorni per la requisizione dei mezzi e per la risoluzione. Ecc. Roatta. - Il nostro piano è già stato fatto d'accordo con la Marina. Si tratta soltanto di fissare i giorni occorrenti. Ecc. Badoglio. - Questo problema non mi impensierisce, perché abbiamo i mezzi e la possibilità di svolgerlo rapidamente. Più complicato, invece, è l'altro problema che il Duce mi ha detto di esaminare, cioè quello dell'occupazione della base navale ed aerea di Biserta. Lì ci t roviamo in presenza di due soluzioni: 1) occupazione di Biserta dalla parte della Tripolitania, mediante l'afflusso di forze dalla Tripolitania stessa. D'altra parte sappiamo che la s· armata è già stata spogliata e che il problema di metterla a posto con tutti i mezzi che richiede il Generale Garibaldi importa tre mesi di tempo. Evidentemente è una soluzione da scartare. In tre mesi chi sa quanti avvenimenti accadranno! 2) Truppe della ·Madrepatria imbarcate e trasportate dalla R. Marina occupano di forza Biserta. Questo è lo studio che affido allo S.M. dell'Esercito, pregandolo di portarlo avanti sollecitamente, vedendo per esempio quali truppe può prendere dalla Sicilia, che sono quelle più vicine e che si prestano meglio, quali sono i provvedimenti che la R. Marina può prendere in questo campo e quanti giorni occorrono. Per l'Aeronautica il problema è ancora una volta semplice, perché gli aeroplani dalla Sicilia potrebbero andare al campo d'aviazione di Biserta; dopo si penserebbe ai rifornimenti. Come sapete, abbiamo dato alla Commissione d'Armistizio queste direttive: fino al 31 dicembre, l'esercito francese dell'Africa del Nord può sommare a cento mila uomini. Siamo costretti a concedere questi termini ai francesi perché se le unità, specie quelle di colore, fossero immediatamente congedate, le avremmo sotto forma di bande armate contro di noi, il che è peggio. Nella precisazione delle dosature fra le varie Colonie, abbiamo detto: il minimo in Tunisia, un poco più in Algeria, il resto nel Marocco, ossia tendere a distaccarle sempre più da noi. Il Generale Pintor, che studia questa questione alla Commissione d'armistizio, stabilirà poi esattamente coi francesi la consisenza vera delle varie unità. Nel medesimo tempo si sono già cominciati a disarmare tutti i forti di Biserta, secondo il rapporto che ho letto questa mattina dall'Ammiraglio Farina. Quindi, possibilità di resistenza da parte loro, se viene fatta una puntata decisa, non credo che ne trovere-


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mo, ma può darsi anche un altro caso. Può darsi che in seguito a qualche occupazione inglese sulla costa dell'Atlantico - che io non escludo affatto - il Governo nostro imponga al Governo francese l'uso della base per conto nostro e quindi in seguito alla imposizione, non vi sia resistenza. Faremo però sempre bene a supporre la resistenza, perché così sarà più facile risolvere la situazione. Ritengo quindi che questo problema, per la celerità con cui deve essere affrontato, non può essere risolto diversamente che con una spedizione dalla Sicilia verso Biserta. Vi illustrerò un altro punto della situazione. I tedeschi non hanno ancora abbandonato l'idea di fare lo sbarco, prima della metà di ottobre. Mi permetto esprimere un parere mio personale: lo sbarco non sarà fatto. Il -perché non lo saprei dire. E' un'impressione che forse s'è creata in me per avere troppo allungato il collo dal luglio fino adesso. Se avviene lo sbarco non c'è che da aspettare la soluzione degli avvenimenti. Se non avviene, e la guerra si prolunga nel periodo invernale, allora il baricentro di essa si sposterà dal nord al Mediterraneo. In questo caso avrà luogo una riunione fra lo S.M. Generale italiano e lo S.M. Generale tedesco per determinare esattamente il modo ed i limiti di questa nostra azione, che io intravvedo così nelle sue linee generali: azione su Gibilterra per togliere quell'appoggio alla flotta inglese da quella parte; un'ulteriore nostra avanzata nella Marmarica per avvicinarci al porto di Alessandria verso Marsa Matruh e forse più in là di ,Marsa Matruh, in modo da stabilirvi dei campi d'aviazione; un intervento della nostra aviazione e dell'aviazione tedesca dalla Marmarica verso Alessandria per rendere intenibile quel porto. Se noi rendiamo impossibile la vita nel porto di Alessandria, non so se la flotta inglese potrà resistere nel Mediterraneo; sarà quindi costretta ad attraversare il Canale di Suez ed abbandonare completamente l'Egitto. Non vedo altra soluzione che questa, perciò di quel lungo telegramma, mandato questa mattina dal Generale Graziani e che voi avete letto, Roatta ...

Ecc. Roatta. -

.. :·non ancora.

Ecc. Badoglio. - ... in cui egli espone il problema logistico delle operazioni, che è il più interessante, vi prego di prendere visione con tutta calma e vedere quello che possiamo fare per mettere Graziani nelle migliori condizioni, come abbiamo fatto fino adesso. Ma, ripeto, queste non sono che supposizioni che bisognerà poi discutere con lo Stato Maggiore tedesco per vedere se è della stessa idea. Io - ripeto - non vedo altra possibilità di agire, che agendo alle due branche, rendendole intenibili alla flotta inglese. Se noi riusciamo ad allontanarla dal Mediterraneo, dominiamo il Mediterraneo e non vi è più niente che ci possa fermare. Come conclusione di questa esposizione che vi ho fatto, dovete sapermi dire: 1) quanti giortlti dal preavviso sono necessari per una


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

eventuale azione nella Corsica; 2) quanti giorni dal preavviso sono necessari per un'azione su Biserta; 3) quanti giorni sono necessari per le due operazioni, se queste vengono fatte contemporaneamente.

Ecc. Pricolo. - Per l'azione su Biserta si potrebbe chiedere l'uso di qualche campo d'aviazione in Tunisia per averlo fin d'ora in via pacifica tramite la Commissione d'armistizio. E' una mia vecchia idea: servirebbe anche per le comunicazioni con Tripoli. Ecc. Badoglio. - Lo chiederò al Duce. Io sarei però contrario a mettere un campanello d'allarme laggiù, perché la cosa, se la dobbiamo fare, dovremo farla di sorpresa. Ecc. Pricolo. - Questi campi potrebbero essere adoperati come transito per la Tripolitania. Ecc. Cavagnari. - Mi ricordo un precedente: avete chiesto l'uso della ferrovia Biserta-Sfax per il trasporto di materiali pesanti per treno e vi hanno risposto che non ve la davano, p erché così avrebbero preso posizione contro gli inglesi. Ecc. Badoglio. - Ora è da aspettarsi tutto. Ripeto che nessuno di noi può giurare che il Governo di Vichy non sia d'accordo con De Gaulle. Io non lo giurerei. Nonostante che quelle siano delle persone rispettabili, quando uno ha in animo di servire il proprio paese fà anche il ·baro. Per adesso vediamo questa situazione che si va maturando, diventa sempre più imbrogliata in seguito al ritardo delle operazioni al nord ed è resa ancora più difficile a capire per la difficoltà di orientamento fra tutte le contrastanti informazioni, che vengono da ogni parte anche non autorizzata, sicché qualsiasi italiano, che prima non si era mai ricordato dell'Italia, adesso si sente in obbligo di scrivere, di mandare delle lettere al Duce, dicendo: succede questo e quest'altro. Il più delle volte non è vero e si viene così solo a turbare la situazione. Ecc. Pricolo. - La eventuale collaborazione tedesca contro Alessandria in che cosa consisterebbe? Come esercito ed anche come aviazione? Ecc. Badoglio. - I tedeschi hanno offerto due divisioni corazzate. Roatta che ha studiato subito la questione ha visto che per il trasporto di una sola divisione corazzata occorreranno tre mesi. Noi dobbiamo tener presente che abbiamo a dovizia uomini e che questi uomini in Africa sono superiori ai soldati tedeschi. Quindi, se io dovrò trattare la questione, tratterò per la cessione prevalentemente di materiali non di uomini. Invece non posso dire: datemi i vostri apparecchi da affidare ai nostri; non ce li darebbero mai. Per l'aviazione quindi si tratterà probabilmente di riparti organici.


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ALLEGATI

Ecc. Pricolo. - Se saremo a Marsa Matruh non avremo bisogno di apparecchi tedeschi per raggiungere lo scopo. Saremo a 270290 km. Ecc. Badoglio. - Tutto al più potremo chiedere una aliquota pari a quella che abbiamo mandato lassù: un'ottantina di Stukas e un centinaio di Messerschmidt. Ecc. Pricolo. - Se poniamo il problema logistico - trasporto di bombe e materiali - queste stesse difficoltà che dovremo poi superare per far vivere i tedeschi, le potremo superare per aumentare le nostre possibilità. Ecc. Badoglio. - Queste sono, però, questioni di dettaglio, perché prima di tutto bisognerà vedere se i tedeschi aderiscono a questa nostra linea di condotta, perché non è gente con la quale si possa facilmente trattare! In linea generale, io ho questa opinione e la manifesterò.

La riunione termina alle 9,30. BADOGLIO


556 Allegato 32

IL GOVERNATORE GENERALE DELLA LIBIA Maresciallo d'Italia RODOLFO GRAZIANI N. 01/1500 op.

Cirene, 15 ottobre 1940-XVIII

Alla Eccellenza Badoglio Capo di Stato Maggiore Generale ROMA Insieme allo invio degli elementi dimostrativi dello S.M. mi permetto, Eccellenza, rivolgerVi questa lettera al fine di meglio chiarire il mio pensiero in merito alla operazione per la occupazione di Marsa Matruh. 1. Se può ritenersi certo che gli inglesi ci attendono sul Delta per la battaglia definitiva, non può escludersi a priori che essi intendano contrastarci- con forze adeguate, appoggiate al campo trincerato, la occupazione di Marsa Matruh, di evidente importanza per le due parti. Le stesse ragioni che inducono noi a volerla effettuare, spingeranno il nemico a volerla impedire. Ad ogni modo chi muove all'attacco non può evidentemente basare il suo concetto operativo sulla presupposta fuga del nemico. Anzi deve considerare il contrario, e presentarsi in forze superiori a quelle avversarie, dopo aver predisposta una organizzazione logistica che gli permetta di dar vita al corpo operante ed alimentarlo, e che, specie nel deserto, assurge ad importanza capitale (e nel nostro caso in modo specialissimo) dato l'impiego di masse; per cui il fattore logistico coloniale-desertico si assomma al tattico di carattere continentale-europeo.

2. Quali le forze che il nemico ci opporrà, appoggiate ad un ben munito campo trincerato, è dato ormai presumere .dal suo schieramento, dalle nostre informazioni e ricognizioni aeree, dalle stesse notizie che fornisce il S.I.M. (documenti allegati). Esse sono: a) la divisione corazzata ormai certamente ricostituita e che tutto lascia prevedere si ritiri all'inizio del nostro movimento per raccogliersi a ridosso del campo trincerato ed offenderci a massa nel momento in cui lo abborderemo; b) la divisione indiana scaglionata tra Matruh e Fuka; e) la divisione neozelandese tra Fuka e Daba.


ALLEGATI

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Le ultime ricogmz1oni aeree notano, infatti, un fitto susseguirsi di accampamenti sulla direttrice Fuka-Daba, comparsi in questi giorni. Da aggiungere eventuali minacce da Siwa per la ottima strada Siwa-Bir Kenays-Matruh. 3. Quali siano le forze mobili c]?e è possibile ed indispensabile a noi mettere in campo risulta dai documenti allegati. 4. Quale sia la nostra situazione logistica e delle retrovie appare anche dai documenti allegati. Al nemico, che dispone di una ferrovia e di una strada bitumata per l'affluenza degli effettivi sul supposto campo di battaglia, noi opponiamo una unica direttrice, che potrà essere scarsamente sussidiata da movimenti laterali fiancheggianti. Incide in sommo grado, sulla situazione logistica, la disponibilità idrica. L'acqua, all'infuori della scarsa quantità (150 mc. al giorno che in effetti può essere raccolta nelle gallerie filtranti dunose di Bug-Bug, proviene ancora da Capuzzo e cioè da una distanza di 100 Km. circa da Barrani su strada di assai difficile percorso, in genere, e che diventa dunosa ed onerosissima nel tratto ~ug-BugBarrani (Km. 45), dove gli insabbiamenti permettono un traffico stentato ed assai logorante per le macchine. Le dotazioni di acqua al seguito ' delle truppe saranno al limite allorquando queste giungeranno ad abbordare gli speroni montani, che cingono e proteggono il campo trincerato di Matruh. Da quel momerito le colonne di rifornimento idrico dovranno compiere tra andata e ritorno: 400 km. circa se attingeranno a Bug Bug; 280 km. se a Barrani. Per la soluzione del problemé'.!- idrico non è perciò da basarsi solo sul fatto che la stagione meno calda consenta un minor consumo, ma anche e specialmente sui luoghi di attinzione che non mutano per l'aumentare della distanza dagli attuali, anzi se ne allontanano. 5. Le ipotesi che possono farsi nel campo tattico sono due: a) o si riesce a sfondare d'impeto e ad occupare subito il campo trincerato dopo aver battuto le forze nemiche, che saranno in posizioni preparate; b) o invece si sarà arrestati sugli speroni antistanti ad esso, ciò che stabilizzerà l'azione su linee contrapposte da superare poi con una battaglia di rottura preparata. Nel primo caso l'indice idrico sarà comunque risolto e superato anche se rìmarrà oneros.i per il dopo, data la scarsità di acqua intorno a Marsa Matruh. ·


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Nel secondo caso graverà pericolosamente sulle truppe combattenti dato il grande percorso da compiere per i rifornimenti, come ho sopra precisato. Debbono aggiungersi a questo gli altri rifornimenti, per cui il traffico dovrà svolgersi sulla stessa unica arteria. Per quanto riguarda l'utilizzazione dei rifornimenti da aerei la questione è subordinata all'affluenza degli aerorifornitori, scaglionata nel tempo (circa 1300 per fine oil:tobre; tutti 5000 per la prima decade di dicembre). Attualmente si dispone di solo 100 (cento) esemplari e quindi solo di essi si potrà far calcolo per eventuale rifornimento via aerea in sussidio da terra. 6. La mancanza di automezzi per autotrasportare le truppe operanti annulla ogni possibilità di sorpresa perché il nostro movimento sarà subito avvistato ed il nemico avrà tutto il tempo per assumere il proprio schieramento difensivo e controffensivo. 7. Si verificherà perciò la seconda ipotesi di quelle enunciate al comma 5° e cioè la stabilizzazione con tutte le pregiudiziali sfa-

vorevoli data la difficoltà di alimentare la battaglia stabilizzatasi di fronte a Matruh con l'afflusso di nuovi effettivi e mezzi logistici. · 8. E' ad ogni modo da escludersi la eventualità di far marciare a piedi le truppe nazionali, sia perché mancano di salmerie e sia perché non è possibile assegnare loro quel minimo di autocarri per il trasporto delle artiglierie, delle mitragliatrici, delle munizioni e di quelle poche dotazioni al seguito, soprattutto di acqua, strettamente indispensabili per farle vivere e combattere. Bisognerebbe, infatti, dare ad ogni divisione metropolitana almeno 300 autocarri, quanti cioè ne ha una divisione libica che dispone di un gruppo di artiglieria in meno ed è, nel complesso, logisticamente meno pesante. Dopo 140 km. di marcia a piedi con questo clima e terreno le truppe metropolitane giungerebbero fiaccate. Né è da pensare di poter investire il campo trincerato di Matruh con le sole due divisioni libiche anche esse a piedi ed il Raggruppamento Maletti perché con ciò si correrebbe l'avventura. Questa disamina degli elementi operativi mi porta a giudicare sulla impossibilità di effettuare ora l'operazione, ed alla necessità di rimandarla fino a che non sfano soddisfatte le condizioni che ne annullino le prospettive negative e cioè: a) sistemazione della strada già in alacre attuazione fino a Barrani; b) la conduttura dell'acqua da Sollum a Barrani anche essa iniziata e che .potrà essere compiuta con i mezzi che ho già requisiti in Tripolitania e Cirenaica, senza bisogno di afflusso dalla Madrepatria.


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ALLEGATI

Disponiamo infatti già di circa 120 km. di tubature da portare a piè d'opera (altra esigenza di trasporto; segue un progetto già compilato per il prolungamento a Matruh); c) organizzazione in via di effettuazione dei treni Katerpillar di cui ho requisito 60 (sessanta) unità tra Tripolitani-a e Cirenaica, anche essi in via di afflusso, raccolta, e sistemazione dei rimorchi, e che darebbero un apporto di grande importanza alla soluzione del problema logistico; d) completare le spedizioni in automezzi nel quantitativo indicato nella « Memoria ». Questa organizzazione, intensificando al massimo gli sforzi, potrà essere realizzata nel termine di un paio di mesi e ci metterebbe in contlizioni di agire con le garanzie imposte dallo specialissimo teatro di operazioni e di cui non è possibile non tener conto nel formulare un concetto operativo, considerando che un insuccesso avrebbe ripercussioni enormi per tutto l'andamento della guerra.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A.S. R. GRAZIANI

Annesso al f. 01/1500 op. GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF.AA. AFRICA SETTENTRIONALE I

STATO MAGGIORE

li, 15 ottobre 1940. - XVIII

Memoria sull'operazione per la conquista di Marsa Matruh 1) I TERMINI DEL PROBLEMA

A) Da parte nemica (situazione accertata): - 1 divisione corazzata (circa 400 carri armati ed autoblinde) nel quadrilatero Bir Kamsa - Zaviet Tarfaia · Zaviet el Rakam Bir Gellaz. · (Benché duramente provata a Sidi Barrani, la divisione ha potuto reintegrare perdite di personale e materiali: notizie confermate da intercettazioni); - 1 divisione indiana, dislocata fra Marsa Matruh e Fukà; - 1 divisione (neozelandese?) scaglionata fra Fuka e Daba e cioè pronta ad affluire su ~rsa Matruh · per ferrovia e per camionabile.


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LE OPERAZIONI lN AFRICA SETTENTRIONALE

Da non escludere il concorso di unità celeri e autoblinde da Siwa.

Da parte nostra (colonna operante): - 2 divisioni libiche: fanteria a piedi, artiglieria e servlZI autocarrati; una piccola salmeri,a di 300 muli per divisione 1; 1 divisione fanteria autocarrata, senza salmerie (div. ftr. Sirte); 1 raggruppamento misto autocarrato (Maletti) di 3 btg. e 5 btr., delle quali 2 contraerei; - 1 raggruppamento d'artiglieria di distruzione e controbat teria (2 gr. da 149/13; 3 gr. da 100/17 e 2 gr. da 105/28); - 1 raggruppamento di 70 carri M/11 e 6 carri M/13 2; - 1 divisione metropolitana (autocarrata) di riserva. B) Rapporti di distanza e viabilità.

Nemico: - Truppe e depositi già sul posto o a portata di mano della ferrovia e della camionabile; - 1 strada e 1 ferrovia da Alessandria d'Egitto; - 2 autopiste da Siwa (una asfaltata). Noi: - Massa delle forze a 140-160 km. da Marsa Matruh (e eroe a distanza che potrà essere percorsa in 6 giorni al minimo, - uno di riposo - tenendo a base la velocità di marcia delle truppe libiche a piedi). Depositi: ~ di maggior mole a Bardia e Capuzzo o più indietro; - di minima entità a Bug Bug (deposito acqua di circa 150 metri cubi); - ancora nulla a Sidi Barrani (troppo esposto a tutte le offese). Strade (una sola, costituito da due distinti tronchi): - pista in pessime condizioni da Sollum a Bug Bug; - inesistente, ossia ridotta ad un mare di sabbia, da Bug Bug a Barrani; - camionabile da Barrani a Marsa Matruh, già interrotta in più punti con tagliate e tratti minati.

1 Una sola giornata d'acqua per l'intera divisione richiederebbe 450 muli. 2 I rimanenti 31 carri M/13 sono tuttora indisponibili per la mancanza dei rimorchi a tre assi.


ALLEGATI

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2) CARATTERISTICHE DELL'OPERAZIONE. a) Mentre per la conquista di Sidi Barrani siamo partiti già a contatto delle basi (Capuzzo e Bardia), oggi dobbiamo iniziare l'avvicinamento ad oltre 100 km. da esse. Non solo, ma il maggior percorso di oggi rispetto allora è rappresentato dal t~atto Capuzzo. Sollum · Barrani, il cui tronco terminale, come si è detto, è micidiale agli effetti del logorio delle macchine e della durata del percorso (velocità massima delle autocolonne: 8 km. orari). b) I libici dovranno avanzare a piedi. Da ciò un movimento lento, che viene ad escludere la sorpresa, e logisticamente oneroso: i bisogni durante l'avanzata diventano sei volte tanto di quelli necessari ad un movimento autocarrato. e) Ogni sosta, sia per difficoltà di movimento sia per resistenza del nemico, si traduce in un onere logistico, che diventa sempre più grave per le perdite naturali e di carattere bellico che subiranno gli automezzi. d) Questo onere non cesserà nemmeno quando avremo conquistato Marsa Matruh, dal momento che là non troveremo risorse di alcun genere e la stessa disponibilità globale di acqua - unica risorsa che potremo trovare, se non sarà inquinata dal nemico - si riduce al gettito di 5 pozzi, in ciascuno dei quali sono dai 60 ai 100 cm. d'acqua. 3) DEDUZIONI E CONCLUSIONI.

Le caratteristiche con cui si presenta l'operazione e la necessità da parte nostra di sopperire alle disparità di condizioni in cui l'urto dovrà avvenire, impongono quindi tre ordini di provvedimenti: 1) autocarrare al massimo le nostre forze per attenuare quanto più possibile la crisi dell'avvicinamento; 2) impiantare preventivamente a terra i necessari depositi di acqua, carburanti e munizioni, atti ad alimentare la massa operante, in un limite di distanza tale dalle nostre truppe da assicurare la continuità dei rifornimenti; 3) approntare, in parallelo, una o più colonne idriche su ruote, in modo da sopperire alle eventuali interruzioni dei rifornimenti che fossero imposti dall'azione del nemico 1• Tutte queste necessità s'imperriiano su due possibilità: - poter disporre di una cifra globale di 3227 autocarri (vedi documento C); - attuare con questi la manovra dei mezzi Ìn fase di preparazione e, nei limiti del possibile, anche durante l'azione. 1 Una giornata d'acqua per l'intera· colonna operante assorbe 80 autocarri attrezzati con due sefbatoi da 1.250 litri.


LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

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Per utilizzare tali possibilità, questo Stato Maggiore ha preso in esame la disponibilità di automezzi efficienti sia dell'armata (allegato 1 al documento C), sia d'Intendenza (all. 2) e i provvedimenti intesi a ridurre tutte le esigenze non strettamente connesse all'operazione. • In tale ordine di idee ha computato i recuperi possibili: - lasciando alle unità dell'armata non destinate ad operare lo stretto necessario per la vita giornaliera e per la sicurezza immediata della linea di comunicazione e delle basi; - contraendo al massimo i servizi normali d'Intendenza (scarico e deflusso dai porti; reintegri dei magazzini; trasporti di retrovia, ecc.); - sospendendo sia i lavori stradali da Sollum a Sidi Barrani, sia la messa in opera della conduttura idrica; - attuando la manovra di tutti i mezzi di trasporto d'armata e d'intendenza per la costituzione dei depositi avanzati. I risultati di tali computi sono riassunti nell'allegato 3 al documento C. Da essi si deduce che il quantitativo massimo di automezzi disponibili per la colonna operante - 1903 autocarri - è inferiore ai 2/3 del fabbisogno globale - 3227 unità - , il quale rappresenta il minimo strettamente commisurato alle necessità operative. · Resta quindi scoperta una deficienza di 1324 automezzi, il cui ripianamento costituisce condizione indispensabile per l'attuazione della progettata azione offensiva: deficienza che aumenterebbe a 1924 unità, ove si volesse autocarrare al completo le due divisioni libiche, e cioè fanteria inclusa.

Il Generale di C. d'A. Capo di S.M. G. TELLERA GRAZIANI

Documento C

FORMAZIONE COLONNA OPERANTE E FABBISOGNO AUTOMEZZI con 3 allegati: 1. Situazione autocarri 10" Armata al 5 ottobre (specchio). 2. Situazione automezzi ·efficienti a disposizione Intendenza A.S. (copia lettera 00/1101/12 del 12 ottobre). 3. Impiego previsto per gli autocarri disponibili.


ALLEGATI

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FORMAZIONE COLONNA OPERANTE E FABBISOGNO AUTOMEZZI

Automezzi Formazione colonna operante

occorrenti

NOTE

ulteriore fabbisogno

disponibili

Comando XXIII C. d'A. con aliquo-

ta truppe e servizi ridotti al minimo - divisione Sirte (autocarrata) - div. metropolitana in riserva - rappruppamento carri M. (con mezzi propri) Comando Gruppo divisioni libiche

-

1• divisione libica

-

2' divisione libica

83(A) 114(1)

83 600 600

(a piedi con art. autocarmte) (a piedi con art. autocarrate)

(A) Fomiti. dall'Armata. (I) Fomiti dall'Intendenza.

486

600

9

9(A)

300

300(1)

300

300(2)

440

440(3)

186

186(A)

(1) 241 in proprio e 59 forniti dal-

l'Intendenza. (2) 267 in proprio e 33 fomiti dall'Intendenza. (3) 291 in proprio e 149 forniti dall'Intendenza.

i.Raggruppamento Maletti · rinforza.

to da 1 btr. da 105/28 e con au. tonomia idrica di 15 giorni . tutto autocarrato Raggruppamento artigl.

-

d'armata:

-

2 gruppi da 149/13

-

2 gruppi da 105/28

-

3 gruppi da 100/17 (con 2 unfoc complessivam.)

In complesso l'Intendenza fornisce i seguenti autocarri: alla div. Sirte 114 alla l" libia 59 alla 2' libia 33 al ragggr. Maletti 149 355

Dotazioni al seguito

-

2 giornate di acqua 120 120(A) 2 giornate di viveri 10 IO(A) (4) Volendo autocarrare al completo 1 unfoc 194 194(A) entrambe le divisioni libiche - cioè fanterie incluse - la deficienza di4 unità e.I. (200 km . autonomia) 1_ ___:_92=--- f--9;..:2:;..:(;..:A.:..)_ 1_ _ _ _ _1 venta di 1.924 autocarri. Totali 2.934 1.848 1.086 riserva 10% _ _ _2_93_ _ ,_ _5_5...(_A"")_ _ _ _2_38__ 1

1

Totale

3227

1

1.903

1

1.324 (4)

In sintesi: al fabbisogno della colonna operante - 3227 - non si può provvedere che per meno di 2/3 - Mancano ancora ben 1.324 automezzi.


LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

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Documento C . Allegato 1

COMANDO 10" ARMATA SITUAZIONE AUTOCARRI AL S OTTOBRE 1940 · XVIII NON EFFICIENTI

EFFICIENTI

Grandi Unità

"a"

'ii

"

<>.

~

Truppe e serv. di A. Truppe e serv. XXII C.A. 64• D.F. « Catanzaro » 4• div. CC.NN. « 3 Genn. • Piazza di Tobruk Trup. e serv. XXIII C.A. 62' D.F. « Marmarica » 63· D.F. « Cirene » 1• div. CC.NN. « 23 Marzo» Piazza di Bardia Truppe e serv. raggrupp. libico 1• D.F. libica 2' D.F. libica

64 24 15 32 17 128 101 113 98 2 5 146 136

58 4

TOTALI Raggruppamento «Maletti » TOTALI GENERALI

...,"...

~

"""" " o""

...

::

::;

"

<>.

~

::e"

"""" "~

... .,

o

~

2 3 27 24 12

-

19 14

76 117

881

446

160

202

1709

328

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565

ALLEGATI

Documento C - Allegato 2

00/1101/12

P.M. 34 C., lì 12 ottobre 1940-XVIIII

Situazione degli automezzi efficienti a disposizione dell'Intendenza (da est verso ovest). 1) BARDIA - N. 196 autocarri militari, di cui n. 121 fanno parte delle note 5 colonne idriche. Con i rimanenti n. 75 e non n. 55 della 4• e 5• colonna idrica, temporaneamente disattrezzata, si provvede a: a) rifornimenti viveri da Bardia a Bug-Bug per le truppe della zona occupata; b) servizio del porto di Bardia; e) servizio dei magazzini d'Intendenza di Bardia; d) rifornimenti dei presidi da Bardia a Giarabub; e) raccolta legna ecc. 2) TOBRUCH - n. 134 autocarri militari. Si provvede essenzialmente a: a) servizio del Porto di Tobruch; b) servizio dei magazzini d'Intendenza di Tobruch; e) trasporti da Tobruch a Bardia; d) servizi del ,presidio di Tobruch e località viciniori; e) trasporti carburanti da Ain el Gazala a Tobruch. 3) DERNA - n. 200 automezzi civili - n. 330 autocarri militari (compresi ex colonna Cufra) n. 156 autocarri militari al Genio. A. Con gli autocarri civili si provvede essenzialmente a: a) trasporti per i normali rifornimenti da « Bengasi-Derna » a « Tobruch-Bardia»: viveri - munizioni - carburanti - materiali del genio ecc.; b) serv.izio della legna. B. Con gli autocarri militari si provvede essenzialmente a: a) servizio del Porto di Derna e - eventualmente di Ain el Gazala; b) servizio dei magazzini d'Intendenza di Derna; e) rifornimenti depositi e distributori carburanti di tappa; d) trasporti per gli Enti del Presidio di Derna e presidi viciniori (Berta, Martuba ecc.); e) trasporti feriti ed ammalati (in sussidio alle autoambulanze) nelle retrovie; · f) rifornimenti straorclinaii ed urgenti verso la zona avanzata; g) saltuariamente: trasporti di reparti di tuppa e militari isolati.


566

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

4) BENGASI . n. 92 autocarri militari. Si provvede essenzialmente a: a) servizio del Porto di Bengasi; b) servizio dei magazzini d'Intendenza di Bengasi; e) servizi del presidio di Bengasi e dintorni; d) trasporti vari (di solito; con carattere d'urgenza) da Bengasi a Dema ed oltre. L'Intendenza, inoltre, si serve di 35 autocarri civili di portata limitata e di scarsa efficienza esclusivamente per servizi nell'interno di Bengasi. 5) In corso di arrivo da Tripoli (IX Autogruppo), e da Barce (Katerpillar). GiĂ arrivati a Derna: - n. 62 autocarri del IX Gruppo; - n. 11 trattori Katerpillar con 26 rimorchi. 6) In totale: autocarri militari 970 autocarri civili 200 (esclusi i pochi di Bengasi) totale 1.170

Il Generale di Divisione Intendente E. GIORDANO


567

ALLEGATI

Documento C - Allegato 3

IMPIEGO PREVISTO PER GLI AUTOCARRI DISPONIBILI

dìsponìbìlìtà complessìva (come da allegato n. 1) a) Occorrenti per le unìtà che restano in posto: (scaglionati da Cirene a Sidi Barrani) b) Pç.r autocarrare elementì colonna operante Com, truppe e serv. XXIII C. d'A. 83 Gruppo div. libiche - com. 9 1• divisione libica 241 2• divisione libica 267 Raggruppamento Maletti 291 Raggruppamento artigl. d'armata 186

2.000

A) 10" ARMATA -

c)

Per trasporto dotazìonì al seguito (escluso raggruppamento Maletti che ha autonomia idrica di 15 giorni) 2 giornate di acqua 2 giornate viveri 1 unfoc 4 unità e.I. (200 km. di autonomia)

120 10 194 92

d) riserva TOTALE

452

1.077

416 55 2.000

B) INTENDENZA A. S.

Il generale Intendente, dopo accurata disamina della situazione e delle varie esigenze cui deve far fronte (vedasi lettera 00/1101/12 allegato 2) ha fissato in 355 il numero massimo di automezzi che può mettere oggi a disposizione del Comando Superiore, purché riceva in restituzione i 155 automezzi ceduti al Comando Superiore genio per i lavori della strada e dell'acquedotto Capuzzo - Sidi Barrani, e purché sia esonerato dai trasporti relativi alla costituzione dei depositi avanzati, ai quali dovrebbe provvedere l'Armata. L'impiego previsto per i 355 autocarri di cui sopra è il seguente: 59 - per completare il fabbisogno 1• div. libica - per completare il fabbisogno 2• div. libica 33 - per completare il fabbisogno raggr. Maletti 149 - a disposizione divisione Sirte 114

Totale

.355


568 Allegato 33

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF:AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

lì 24 ottobre 1940 - A. XVIII N. 01/1740 di protocollo Op.

Risposta al foglio N. 3198 Op. del 18 ottobre Carte annesse N. 1 ARGOMENTO:

Operazioni offensive in Egitto. All'Ecc. il Capo di Stato Maggiore Generale Roma

I. Prendo atto di quanto mi avete comunicato con foglio 3198 Op., del quale ho già segnato ricevuta. Poiché è materialmente impossibile, per il momento, l'invio dalla Madrepatria dei 1300 autocarri occorrenti, cercherò con ogni ripiego di organizzare tutti i . mezzi esistenti in Cirenaica e quelli di cui mi è annunciato l'arrivo, in modo da trarne il massimo rendimento sì da raggiungere al più presto possibile un grado di preparazione tale che mi consenta di riprendere le operazioni offensive in E.gitto. La disponibilità concessami del fattore tempo, mi faciliterà intanto la soluzione delle tre premesse fondamentali della preparazione: strada, acquedotto e caterpillar. I lavori stradali e dell'acquedotto fra Capuzzo e Sidi Barrani procedono con ritmo sempre più intenso, per quanto disturbati quotidianamente dall'aviazione nemica: sono state prese misure adeguate di difesa controaerei e crociere di protezione dei nostri caccia. La raccolta dei treni caterpillar locali è in corso; una volta completata con l'invio di quelli che si stanno raccogliendo in patria e che è necessario accelerare al massimo - mi consentirà di economizzare qualche centinaio di autocarri, che sommati agli invii in corso e dai ricuperi - di cui è sperabile aumenterà il gettito per effetto dei provvedimenti relativi alle riparazioni ed all'invio di parti di ricambio - spero mi diano il modo di motorizzare una intera divisione.


ALLEGATI

569

Inoltre la creazione di depositi avanzati - alla quale s1 e già posto mano - alleggerirà sensibilmente il peso logistico al seguito delle unità operanti e mi darà una certa elasticità anche nella manovra dei mezzi d'intendenza.

II. I ntanto, poiché nel problema della preparazione si sta inserendo un altro elemento - il progettato invio in Cirenaica di una unità corazzata germanica - desidero rendervi noto il mio pensiero al riguardo. Premetto che durante la visita del generale von Thoma - effettuata a tempo di record - non si è potuto approfondire il problema, né discuterne a fondo i vari aspetti concreti. Il von Thoma, richiesto da me di percorrere in auto la litoranea da Bardia a Sidi Barrani - perché mettesse i piedi a terra e vedesse H terreno, come gli ho precisamente detto - si è recisamente rifiutato, accampando impellenti ragioni che lo richiamavano. Si è limitato, perciò, a dare un'occhiata al terreno dall'alto, solo fino a Bardia. Se avesse aderito al mio invito, avrebbe ritardato - è vero di un giorno il suo rientro, ma avrebbe avuto la possibilità di vedere non un solo carro armato, ma tutto il raggruppamento carri medi, che proprio in quel giorno si trasferiva da Bug Bug a Barrani, percorrendo zona prettamente dunosa. Ad ogni modo, nelle brevissime ore che si è fermato a Cirene - orologio alla mano - gli ho fatto considerare soprattutto il problema logistico e prima di ogni altro quello idrico e dei carburanti al seguito, preferendo che, al caso, diminuisse qualche mezzo di fuoco pur di aumentare le autobotti e le autocisterne. Intanto, esaminando la costituzione della divisione corazzata in parola, una cifra salta subito agli occhi, quella degli automezzi: 2250 per soli 13.000 uomini - press'a poco - quanti ne abbiamo, in totale, fra 10• armata e intendenza! Sembra eccessivo il numero dei motociclisti: oltre 800; si potrebbe ridurre, aumentando invece le autoblindo, del cui ottimo rendimento in questo speciale ambien te fisico si sono avute luminose prove da parte nemièa. A parte ciò, l'esame approfondito del programma tracciato dalle varie commissioni, ha messo in luce alcune questioni di cui ho riassunto i termini essenziali nel promemoria qui unito. In sostanza, l'unica vera, grande difficoltà è quella degli sbarchi, dato il limitato rendimento dei porti libici - che si ridurrà ancora di più durante l'inverno - e che inciderà notevolmente non solo sull'epoca in cui potremo avere a p iè d'opera la divisione corazzata tedesca, ma anche sui rifornimenti per le nostre truppe. III. Non vi ha dubbio che l'impiego in Cirenaica della divisione corazzata in parola - così ~ ca di mezzi - costituirà l'elemento più forte di rottura, specie se impiegata per Marsa Matruh. Perché,


570

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTEN TRIONALE

io penso, che essa sia soprattutto necessaria proprio per la marcia su Matruh, per la quale noi manchiamo appunto di una unità del genere. E' facile quindi, prevedere fin d'ora che il merito ·principale del successo dell'operazione sarebbe di questa divisione corazzata. Mi sono allora chiesto se, politicamente, non fosse conveniente evitare tale concorso od almeno limitarlo alla fase ultima della campagna. Ho quindi studiato la possibilità di costituire una qualche unità similare con i mezzi corazzati già in Cirenaica. Infatti, con i mezzi qui esistenti ed in arrivo, si potrà dar vita ad una unità corazzata avente una certa consistenza. Per completarne l'efficienza, però, bisognerebbe dotarla ancora di due elementi: un reggimento di tre battaglioni fanteria autoportati ed un reparto di autoblinde. Non ho modo di provvedervi con i mezzi a mia disposizione: i tre battaglioni autoportati assorbirebbero molti degli automezzi che serviranno per motorizzare una divisione, come ho detto sopra. Propongo pertanto che mi sia inviato, togliendolo dall'Armata del Po, un reggimento di fanteria autoportato - al completo (possibilmente rinforzato da qualche reparto di fuciloni anticarro Solothurn, che si sono dimostrati molto efficaci). Per le autoblindo penso che non dovrebbe essere difficile ottenere dai tedeschi qualche centinaio di macchine, limitando a questo il loro concorso. IV. Non entro ancora in merito al quantitativo di mezzi indispensabili per la spinta ulteriore, da Matruh in avanti, quando si tratterà di portarsi sul Delta, dove ci attenderà una massa di circa 15 divisioni; su posizioni preparate, con ponti da gettare e con la necessità di farsi seguire dall'acqua. - Perché la conduttura idrica che si sta faticosamente costruendo da Ca puzzo a Barrani non potrà arrestarsi qui, né a Marsa Matruh, ma dovrà seguirci per tutta la marcia. A questo riguardo il comandante superiore del genio sta facendo i relativi calcoli, che diventano iperbolici come impiego di mezzi di ogni genere e specie. Invio, intanto, oggi stesso il progetto relativo all'acquedotto Ridotta Capuzzo - Sidi Barrani - Marsa Matruh, e pregoVi vivamente, Eccellenza, di ottenere la materia prima indispensabile per realizzarlo: il ferro. V. Concludendo: 1) Assicuro V.E. che ogni sforzo sarà fatto p.e r utilizzare al massimo il tempo ed i mezzi a mia disposizione ai fini della preparazione per l'avanzata su Marsa Matruh.


ALLEGATI

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2) Per fare a meno, in questa fase delle operazioni, del concorso tedesco chiedo soltanto l'invio di un reggimento di fanteria autoportato, al completo, e di un reparto con qualche centinaio di autoblindo. 3) L'ulteriore prosecuzione delle operazioni offensive è problema complesso in tutti i suoi termini, di evidente eccezionale importanza e la cui soluzione potrà essere ottenuta solo se disporremo di mezzi adeguati per infrangere le resistenze nemiche e per domare le centinaia di chilometri di deserto che ci separano dall'obiettivo.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S. RODOLFO GRAZIANI

Allegato al foglio n. 01/1740 Op. del 24-X-940-XVIII

PROMEMORIA RELATIVO AL PROGRAMMA DI MASSIMA CONCRETATO A ROMA PER L'INVIO DI UNA UNITA' CORAZZATA GERMANICA IN A. S

1) Non vi sono sensibili difficoltà per quanto concerne la costituzione dell'lntendenz.a Germanica, delle sezioni di sbarco di Tripoli ed eventualmente di Bengasi, delle basi di rifornimento a noi affidate e di quelle avanzate. Anche la panifièazione non sembra richiedere provvedimenti di particolare rilievo: l'invio dall'Italia di una ventina di forni, con relativo personale, sarà sufficiente ad assicurare tale servizio. 2) Particolare considerazione meritano, invece, le seguenti questioni:

- manovalanza. Ritengo opportuno che i lavori di carico e scarico nei porti, piuttosto che a reparti lavoratori siano affidati a maestranze locali libiche, integrate da lavoratori portuali civili. Ciò sia per non mettere nostri militari alle dipe~enze dei tedeschi, per lavori di fatica, sia anche per evitare l'impressione sfavorevole al nostro prestigio


572

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

che il fatto non mancherebbe di produrre nell'elemento indigeno. E' da tenere presente inoltre che a causa delle non floride condizioni del corredo, i nostri lavoratori non farebbero buona figura. Nulla invece da osservare circa l'assegnazione alle basi di rifornimento di nuclei bene inquadrati e in condizioni di bene figurare . Rendimento dei porti libici. E' noto che in questo periodo i porti dell'A.S. non riescono a soddisfare tutti i nostri bisogni con la desiderata celerità. Coll'inoltrarsi della cattiva stagione è da prevedere una maggiore contrazione del rendimento. L'aumento sensibile del traffico dovuto all'afflusso della divisione corazzata tedesca e dei relativi rifomimenti, porterà inesorabilmente un ritardo negli sbarchi, meno sensibile per Tripoli, più accentuato per Bengasi, sia per il minor grado di prestazione, sia per la maggiore probabilità di offese aeree nemiche contro i convogli e le opere portuali. Comunque nulla sarà trascurato per ridurre al minimo, anche nelle operazioni di sbarco, i ritardi conseguenti ad un maggiore afflusso di piroscafi.

Difesa porto Tripoli. Va poi tenuto presente che non sono affatto da escludere offese navali ed aeree contro il porto di Tripoli, specie quando l'avversario verrà a sapere che vi sbarcano truppe germaniche. El' quindi necessario pensare al rafforzamento della difesa controaerei e di quella navale (quest'ultima affidata a 2 sole batterie da 190 con munizionamento molto limitato e di cui non vi è disponibilità neppure in patria). Per la difesa e.a. occorrono almeno altri due gruppi da 88/56, ortre quello in arrivo; per la difesa navale parrebbero assai convenienti artiglierie su navi (tipo S. Giorgio a Tobruk) .

Officine stabili. Non è possibile impiantare officine fisse a Bardia, località molto esposta alle offese nemiche e priva di risorse; Bengasi risponde assai meglio allo scopo. Ad ogni modo, sarà esaminata la possibilità di sistemare qualche officina a Tobruk o in altra località vicina.


573 Allegato 34

MINISTERO DELLA GUERRA S. I . M. Roma, 23 ottobre 1940

RINFORZI AFFLUITI DOPO LA META' AGOSTO A TUTT'OGGI IN EGITTO, SUDAN E KENIA

EGITTO

Tra la metà di agosto e la metà di ottobre sono giunti in Egitto - via Mar Rosso o via Mediterraneo - diversi convogli. Altri convogli sono in navigazione con probabile destinazione Egitto. I. Convogli giunti via Mar Rosso.

Secondo le risultanze di questo Servizio, sono finora giunti in Egitto 7 convogli p er un numero complessivo di circa 180 piroscafi tra i quali circa un quarto di medio e grosso tonnellaggio. Secondo calcoli attendibili i citati convogli hanno sbarcato nei porti egiziani non meno di 132.000 uomini così approssimativamen,te distinti: 40.000 britannici, 45.000 Anzac, 43.000 indiani e 4.000 sudafricani. Per i dati di dettaglio vedasi lo specchio allegato * in cui per ciascun convoglio sono riferite le date di arrivo, il numero degli uomini ed i quantitativi di materiali sbarcati. Le notizie di cui sopra e i dati per la compilazione dello specchio sono stati desunti oltre che dalle segnalazioni pervenute da varie fonti, anche dall'esame delle osservazioni aeree, dallo studio delle rotte, dal calcolo delle distanze e dal computo dei tempi. Per quanto riguarda il totale delle truppe e dei materiali sbarcati, le cifre segnalate sono da considerarsi approssimate per difetto anziché per eccesso, in quanto di diversi piroscafi sono stati computati solo le truppe ed i materiali osservati allo sbarco mentre la reale capacità di trasporto poteva considerarsi superiore. Inoltre qualche convoglio può essere s~ggito all'osservazione degli informatori e dell'aviazione.

* Omesso.


574

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

/

II. Convogli giunti via Mediterraneo.

Non si hanno al riguardo notizie precise; si ritiene però che ai primi di settembre siano giunti, tra Alessandria e Porto Said, 17 piroscafi presumibilmente carichi .di truppe, e che:e il 29 settembre siano state scaricate ad Alessandria, da 6 piroscafi, circa 45 mila tonnellate di materiale bellico. III. Convogli in navigazione.

A metà ottobre erano segnalati in navigazione 4 convogli e preci.samente: 1) un grosso convoglio, verosimilmente partito a fine agosto dai porti della Scozia con a bordo contingenti imprecisati, ma notevoli, di truppe britanniche, diretto in Egitto via Capetown. Tale convoglio potrebbe identificarsi in quello di 40 piroscafi, rilevato dalla nostra aviazione il 20 corrente in Mar Rosso con rotta 330° e attaccato poi, il giorno successivo, con azione aereo-navale; 2) un importante convoglio di numero imprecisato di piroscafi carichi di truppe e materiale bellico, partito il 15 corrente da Bombay ~e diretto probabilmente a Suez dove, seguendo la rotta Socotra-Aden, dovrebbe giungere ai primi di novembre. E' da ritenere che tale convoglio trasporti contingenti indiani valutati da qualche fonte a 30-40 mila uomini; 3) un grosso convoglio di 47 piroscafi che ha lasciato Gibilterra il 9 ottobre con rotta ponente. Lo stesso convoglio si trovava il giorno 11 corrente ·a 150 miglia a sud di Capo S. Vincenzo con rotta a sud; 4) un convoglio di 2-3 piroscafi, dei quali 2 di 15.000 tonnellate, con a bordo circa 8.000 inglesi o scozzesi partito da Gibilterra il 19 ottobre e diretto probabilmente in Egitto via Capetown. Computo approssimativo delle forze presenti in Egitto. Tenuto conto delle truppe affluite in Egitto via mare tra metà agosto e metà ottobre e considerando che in Egitto ai primi di agosto - con l'afflusso delle forze della Palestina - gli effettivi erano valutati a 130.000 uomini, si può dedurre con sufficiente approssimazione che attualmente non meno di 260.000 uomini (egiziani compresi) presidiano il paese. A tali forze si debbono aggiungere i contingenti attualmente in navigazione a bordo dei succitati 4 convogli, comprendenti oltre 100 piroscafi di vario tonnellaggio ..


575 Allegato 35

IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE lì, 27 ottobre 1940

Promemoria per il Duce Nel prossimo incontro che avrò con il Maresciallo Keitel, l'argomento che assumerà importanza principale sarà l'azione verso l'Egitto. ' Sarà bene prevedere i limiti di questa azione in modo da poter presentare il problema perfettamente inquadrato senza che vi sia poi la possibilità di sorprese e di rammarichi da entrambe le parti. 1) Situazione della forza.

Noi abbiamo presentemente in Libia 230.000 uomini. Una parte di essi, e perfettamente organizzata, dovrà rimanere fronte alla Tunisia. La situazione nel nord-Africa è talmente instabile specie dopo la presa di comando del Generale Weygand, nostro nemico dichiarato, che richiede di essere sempre pronti a qualsiasi evento. Ritengo che un'armata di almeno 80.000 uomini debba gravitare verso la frontiera libica-occidentale. Rimangono quindi disponibili 150.000 uomini per le opera~ioni contro l'Egitto. Data l'enorme lunghezza delle nostre linee di comunicazione, il personale adibito ai servizi assum~rà proporzioni impressionanti· ed è quindi prudente fissare nella cifra di 120.000 uomini, la disponibilità di veri combattenti sulla frontiera orientale. E questa disponibilità diminuirà ancora man mano che procederemo verso est, per la necessità di convenientemente proteggere le nostre linee di rifornimenti. Secondo le più recenti informazioni gli inglesi hanno radunato in Egitto 250.000 uomini. Dato che essi possono trarre truppe dai loro numerosi possedimenti (India - Sud-Africa - Australia) e che la loro linea di comunicazione del Mar Rosso può essere sottoposta a disturbi, ma non essere interrotta, è naturale ammettere ché alla fine dell'anno essi avranno in Egitto non meno di 300.000 uomini, pur facendo astrazione dalle forze egiziane. Gli inglesi avranno quindi ammassate nel delta del Nilo forze sicuramente doppie di quelle di cui noi disponiamo attualmente in Libia Orientale. In tale situazione l'apporto di forza che i tedeschi vorrebbero dare - ossia una divisione ridotta di carri armati - non .sposta gran che il rapporto. •


576

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

#

Occorrerebbe l'invio nostro di almeno 200.000 uomini per alterare detto rapporto a nostro favore. 2) Situazione difensiva e degli armamenti.

E' oramai noto che gli inglesi pur avendo provveduto da tempo alla costituzione di un campo trincerato del quale possediamo rilevamenti fotografici, a Marsa Matruh, stanno alacremente lavorando a fortificare i margini occidentali del delta. E poiché per questo lavoro hanno avuto tempo, materiali a piè d'opera e maestranze a disposizione, è evidente che ci troveremo di fronte ad una o più linee difensive che necessiteranno l'impiego di numerosa artiglieria pesante con abbondante munizionamento. L'artiglieria pesante in Libia, consistente in qualche gruppo da 140, da 105 e da 100 non è né numericamente né per potenza di calibri sufficiente per il compito che le si prospetta. Occorrerebbe perciò l'invio di artiglierie il cui numero e calibro dovrà essere determinato dopo studio delle fotografie delle linee inglesi. 3) Situazione del teatro d'operazioni.

Attualmente essendo noi a Sidi Barrani la situazione in riguardo allo speciale teatro d'operazioni desertico, è favorevole per noi. Quando occuperemo Marsa Matruk la situazione sarà pressoché pari. Avremo cioè tanto noi che gli inglesi da percorrere 250 km. di deserto per giungere alle prime linee. Da notare però che gli inglesi hanno una ferrovia -che facilita loro i rifornimenti. Ogni passo che noi faremo oltre Marsa Matruk, è per quanto riguarda il terreno a nostro svantaggio. Né si può concepire una marcia di almeno 300.000 uomini con numerose artiglierie, carri armati ed altri copiosi materiali, senza prima aver stabilito a Marsa Matruk e successivamente a 100 km. da detta località veri magazzini deposito che consentano con brevi viaggi i rifornimenti alle truppe. 4) Possibilità dell'invio dei rinforzi in Libia.

Urge in modo assoluto che vi sia la possibilità di inviare in Libia la forza ed i materiali sopra accennati. Manca a noi il naviglio occorrente. per trasporto - manca l'attrezzatura e la sicurezza dei porti per_effettuarne lo sbarco, manca il naviglio da guerra leggero per le. scorte. L'alimentare poi una forza così cospicua in Libia è compito superiore alle nostre attuali disponibilità e che ad ogni modo sarebbe sempre molto aleatoria data la presenza della flotta inglese nel Mediterraneo.

Conclusione. 1) Il problema di attaccare le forze inglesi nel delta del Nilo, date tutte le considerazioni fatte, non è da noi risolvibile.


ALLEGATI

577

2) L'aiuto che ci possono dare i tedeschi non può risolvere in alcun modo la questione dato che le deficienze più gravi riguardano naviglio, porti, scorte di sicurezza. 3) Il compito che ci possiamo proporre e risolvere è quello di occùpare Marsa Matruk, allo scopo di permettere alla nostra aviazione adeguatamente scortata dalla caccia, di rendere difficile la so~ta della flotta inglese ad Alessandria. 4) Giunti a Marsa Matruk, prima cura dovrà essere quella di sistemare difensivamente quella base e la retrostante linea di comunicazione in modo da essere sicuri contro ritorni offensivi del nemico. ' 5) L'aiuto che può essere dato dai tedeschi è da ricercarsi essenzialmente in aviazione in picchiata con relativa caccia. Se i tedeschi insistono per darci anche la divisione corazzata occorrerà prima spiegare bene loro i limiti e gli scopi della nostra azione, nei termini che ho sopra prospettati.

Queste le considerazioni che ho ritenuto necessario esprimere a Voi Duce, e resto in attesa delle Vostre decisioni. BADOGLIO


578 Allegato 36

MINISTERO DELLA GUERRA S.I.M. Roma, 25 ottobre 1940

« Si sono manifestati, in questi ultimi tempi, sintomi ed indizi positivi che fanno ritenere avere lo Stato Maggiore imperiale intenzione di assumere iniziative offensive. « Tali operazioni, condotte principalmente nel Mediterraneo, dovrebbero tendere a battere l'Italia prima che l'altra potenza dell'Asse abbia preso più saldo piede nell'Europa sud-orientale e sopra tutto prima che le incerte amicizie della Turchia, Grecia ed lrak, si cambino in effettive neutralità suscettibili di sviluppi ostili. « I sintomi che danno forma e sostanza alla prospettata ipotesi di prossima offensiva britannica possono così elencarsi: - l'aumento in uomini e materiali (specie meccanizzati ed aerei) delle forze in Egitto i cui effettivi raggiungeranno quanto prima i 300.000 uomini e 7-800 aerei; - la presenza al Cairo del Ministro della guerra britannico che - coincidendo con l'arrivo nei porti egiziani di una nuova Divisione australiana - è intesa ad influire sulla opinione pubblica egiziana per provocare un pronunciamento del mondo arabo contro l'Asse;

- lo spostarsi - una volta tramontato il pericolo dell'invasione della Gran Bretagna - dell'epicentro della guerra dal Mar del Nord al Mediterraneo; - la nomina di nuovi capi militari: i comandanti dell'aviazione, della flotta e delle forze metropolitane, ritenuti - secondo la versione ufficiale - come i più adatti a mettere in atto i nuovi piani offensivi;

- le relazioni dei fuorusciti etiopici raccolti nel Sudan con i ribelli dell'Impero; - l'afflusso di nuovi rinforzi nel Sudan e nel Kenia che fanno elevare le forze presenti nel Condominio a 80.000 uomini e quelle del Kenia a circa 90.000 uomini. « Secondo quanto risulta da varie fonti, le direzioni probabili dell'eventuale prossima con~roffensiva britannica potrebbero essere: 1) contro le nostre forze di Sidi el Barrani per ottenere un primo successo terrestre;


ALLEGATI

579

2) contro l'A.O.I. dove gli Inglesi contano sulla ribellione interna e più ancora sul progressivo esaurimento delle nostre risorse ritenute di non facile reintegro; 3) contro Casablanca, oltre che per impossessarsi della base atlantica che fa sistema con quella di Freetown, per dar vigore al movimento De Gaulle in Africa Settentrionale; 4) è infine da considerare certo uno sbarco britannico a Creta, nell'eventualità di occupazione da parte delle potenze dell'Asse di basi greche dell'Egeo. « I progettati intendimenti offensivi britannici possono collegarsi con l'ai;nbiguo atteggiamento delle autorità francesi del Nord-Africa dove la presenza del Generale Weygand è destinata, come già è stato segnalato, a potenziare la volontà di resistenza. « A conferma di ciò si segnala che il Generale Weygand, tenendo rapporto a Tunisi ai capi civili e militari della Reggenza, ha pronunciato il 15 corrente un discorso tendente ad eccitare gli animi, rappresentando le tristi condizioni della Francia occupata che soffre sotto il giogo tedesco ed è sistematicamente spogliata e rapinata dall'invasore.


580 Allegato 37

IL GOVERNATORE GENERALE DELLA LIBIA Maresciallo d'Italia Rodolfo GRAZIANI Bengasi, 29 ottobre 1940 - XVIII n. 50 R.P.

DUCE!

La Vostra lettera del 26 corrente mi viene consegnata al mio giungere qui stamani, per una breve visita, dal colonnello Castriota, comandante dei CC.RR. Essa è trasmessa d al Ministero della Aeronautica con n. 26/ 1040. Mi si offre perciò l'occasione di rispondere con la massima sollecitudine. Non Vi nascondo, Duce, che il documento mi giunge come un colpo di folgore, quando cioè la lettera del Maresciallo Badoglio del 18 corrente, in risposta al mio ultimo rapporto, mi aveva ormai ridata la tranquillità circa il fattore tempo necessario per la preparazione delle future operazioni. Tuttavia, forte della mia serena coscienza, io cercherò di rispondervi nel modo più preciso che la complessità dell'argomento possa concedere. Sento innanzi tutto, Duce, la necessità di respingere in modo netto ed assoluto il dubbio che io mi sia mai sentito o mi senta ingiustamente qui confinato od accantonato. Da qualsiasi fonte questa volgarissima e vigliacca insinuazione possa esserVi pervenuta, può trovare da mia parte, solo tutela dello anomino. E' vero bensì il contrario, e cioè che io mi sono sentito investito di una missione di altissima importanza e responsabilità che ho affrontata con mia consueta fierezza. Ho anche detto a più d'uno con la precisa intenzione che venisse riferito, che mai di fronte· ad un compito così delicato io avrei potuto accedere per falso amor proprio, o per ambizione, o per sentimenti men che nobili, ad arrischiare una qualsiasi posta senza essere convinto quale giudice sul posto, che essa fosse ben misurata. Se tale affermazione è stata deturpata, questo rientra nel campo di quella umana ed interessata contorsione della Verità che


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non per la prima valta nella vita ho dovuto incontrare, come è comune retaggio di ogni uomo d'azione. Con l'aggravante per me che il temperamento mi fa respingere sdegnosamente, per istinto, tutto quello che è frutto di raggiro e di menzogna, per continuare invece solo a combattere con le armi della lealtà e della sincerità. Armi deboli invero contro i maestri del metodo contrario. Voi conoscete, Duce, che dei 16 mesi di preparazione cui accennate, me ne competono, quale attore diretto, solo quattro. Gli atti di ufficio potranno sempre mettere in evidenza quale fosse lo stato delle cose alla frontiera orientale libica sotto tutti i punti di vista tecnici, organizzativi e morali, quando io ho assunto il Governo ed il Comando Superiore della Libia. In ,questi quattro mesi la situazione si è completamente invertita trasformando una atmosfera di sconfitta in un auspicio di Vittoria. . Vittoria però raggiungibile secondo un ben preciso programma da attuare e che io mi sono visto ben chiaro e netto dinanzi, .fin dal primo giorno. Avendo vissuto per venti anni circa la vita del deserto non potevano infatti non apparirmi in modo evidente le difficoltà di una impresa senza precedenti nella Storia, quale quella di muovere masse metropolitane di diecine e diecine di migliaia di uomini, in terreno assolutamente desertico, priv9 di ogni risorsa. Il fattore logistico coloniale che ha sempre gravato in modo preponderante anche nelle piccole operazioni di polizia, avrebbe inciso in sommo grado sulla esecuzione di un piano quale quello della invasione dell',Egitto, da occidente, contro un altro esercito metropolitano, forte ed agguerrito. Tutto ciò messo in rapporto con la scarsezza dei mezzi a nostra disposizione per l'autotrasporto delle truppe. Questi termini del problema se potevano sfuggire ad un comandante profano dello speciale teatro d'operazioni, non era certo possibile che questo avvenisse per me e che quindi non incidessero nel determinare il mio concetto di condotta della campagna, le cui difficoltà a me apparvero evidenti fin dall'inizio. Duce! in un mio foglio del 29 luglio scorso, diretto al Capo di Stato Maggiore Generale, io, sostenendo l'opportunità di rimandare l'inizio delle operazioni, indicavo infatti come primo obiettivo Marsa Matruh. Voi conoscete la genesi attraverso la quale si andò a Barrani, prendendo le mosse quando la potenzialità per raggiungere Matruh non esisteva e l'arresto su Barrani si rese ineluttabilmente necessario con la conseguente necessità di una preparazione lunga quale quella in corso, per procedere innanzi senza correre avventure. Questo io ho messo esattamente in evidenza nel mio ultimo rapporto, ed oggi, a mio giudizio, •non vi è altro da fare che continuare


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su questa via tenendo conto appunto della importante preparazione avversaria. Per quanto alla questione dei mezzi ho messo in evidenza nei documenti inviati quale sia la realtà, che oggi è quasi immutata. Non ritengo quindi in questa sede di scendere a dimostrazioni di dettaglio. La verità è, Duce, che la guerra che qui si conduce è durissima per tutti i fa ttori che la caratterizzano (mare · distanze iperboliche - mancanza di ogni risorsa - perfino la legna si deve trasportare dal Gebel cirenaico a Barrani) e che, in relazione a queste difficoltà, va considerato il termine relativo: tempo. I tedeschi che· mostrano di sorprendersi non direbbero diversamente se fossero qui, essi che nella organizzazione sono metodici e meticolosi fino all'inverosimile. Essi, che, richiesti di concorso sulla valle dell'Arq, si affrettarono subito a far presente da Grenoble, che altra cosa era avanzare con le unità corazzate lungo la pianura, altra infiltrarsi nelle valli alpine. Altra, .a ssai più dura, è l'azione desertica. Chi, Duce, Vi ha detto che il morale delle truppe risente di questo ritardo, nel muovere, mente sapendo di mentire, e non sa apprezzarne lo spirito. Le truppe sanno che se io non muovo, ho le mie buone ragioni. Esse hanno la più assoluta fiducia in me, loro comandante. Questa fiducia io non posso tradirla, né la tradirò mai, a rischio di qualsiasi sacrificio di ·me stesso. E permettetemi anche di dirVi, Duce, come il mio posto di comando non sia arretrato. E'ssò è nel punto giusto per spingere innanzi chi è alla fronte, e chi vi affluisce dalle retrovie. Esso è posto in località ove, date le distanze, è consentito pienamente di esercitarlo. Quando l'ho tenuto per quindici giorni a Tobruk, il suo funzionamento riusciva per contro assai più difficile e monco. Tutte le truppe veramente disponibili per la frontiera orientale (sei divisioni metropolitane più le due libiche: totale otto) meno la Sirte in riserva a Beda Littorio, sono dislocate ormai tra Tobruk e Barrani. (Sulle divisioni della Tripolitania non si può fare assegnamento per la frontiera orientale (V Armata) per le note esigenze di quella occidentale). Il comando di armata è e non può essere che a Bardia. I comandanti di corpo d'Armata e di divisione sono nel dispositivo immediato delle loro unità, cioè in pieno deserto sotto la tenda. La rete dei collegamenti è la chiave della funzione di comando ed io da Cirene posso parlare con Barrani, come da Cirene, colle-


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gato con le unità più avanzate, ho diretta e comandata fino nei particolari l'operazione di Barrani. Nessun giovamento trarrebbe dunque l'azione di Comando Superiore se io ne trasferissi la sede a Tobruk o Derna, con l'aggravante della minore serenità per il lavoro. Giunto a questo punto, Duce, io debbo dirVi che in trenta anni di rischio e di guerra non ho mai receduto né dal pericolo, né dalla responsabilità. Ma poiché Voi, se non erro, mi ponete nella Vostra lettera un chiaro dilemma: - o affrettare la marcia, -,- o chiedere di essere richiamato; io debbo rispondervi con la massima serenità: 1) che se vedessi comunque la possibilità di soddisfare alla prima condizione, nessun dubbio può esservi che lo farei senz'altro. Ma io ho fatto le m ie deduzioni e tirate le conclusioni su elementi del problema che non sono mutati, sì da permettermelo prima dei limiti di tempo indicati.

2) ma poiché ciò può essere conseguenza di una errata valutazione che io non posso percepire, allora, Duce, il mio dovere è uno solo, e cioè quello di chiedervi di essere richiamato e sostituito. Chi verrà al mio posto, esaminando il problema ex novo o ne vedrà possibili sviluppi che a me sfuggono ed agirà in conseguenza; o, questo non essendo, erediterà la organizzazione cui io sto dando vita e la'. impiegherà sapientemente, otterrà con certezza i mezzi che a me non sono stati concessi, opererà al momento opportuno e vincerà. . In ambedue i casi a me sarà sufficiente soddisfazione aver sacrificato tutto me stesso, il mio passato, il mio amor proprio al bene della Patria. D'altra parte una missione quale quella che mi è affidata non può essere serenamente assolta se non con la certezza di riscuotere la fiducia piena ed assoluta del Capo. Allego uno specchio delle perdite reali subite dalla divisione corazzata inglese durante il movimento su Barrani, quale risulta dalle intercettazioni nemiche.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A.S. GRAZIANI


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lì, 13 ottobre 1940 . XVIII

COMANDO GENERALE DE LLA LIBI A COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE S TATO MAGGIORE

Ufficio Informazioni militare

Specchio dei mezzi meccanizzati messi fuori combattimento durante il per iodo 11 settembre . 8 ottobre 1940 . XVII I. (dati desnnti da intercettazioni)

TIPO

Distrutti

Evacuati

Immobil. o guasti

13

11

17

78

5

12

1

22

-

11

1

1

Carri armati

10

40

4

Motocicli

-

1

Au tomezzi di tipo imprecisato

-

1

1

48

25

25

Totale

-

Autoblindo

Autocarri

Dispersi

-

1

-

2

18

116


585 Allegato 38

VERBALE DELLA RIUNIONE TENUTASI PRESSO LO STATO MAGGIORE GENERALE IL 1° NOVEMBRE 1940

(stralcio del verbale)

Sono presenti: Ecc. Ubaldo Sooou - Gen. di C.A. - sottosegretario di Stato alla Guerr~. Ecc. Mario ROATTA - Gen. di C.A. - sottocapo di S.M. dell'Esercito. Ecc. Edoardo SOMIGLI - Amm. di sq. - sottocapo di S.M. della R. Marina. Ecc. Giuseppe SANTORO - Gen. sq. aerea - sottocapo di S.M. R. Aeronautica. Ecc. Quirino ARMELLINI - Gen. di div. - generale addetto ..

Segretari: ~ Col. A.A. r.n. Ferdinando RAFFAELLI - capo ufficio operazioni. Ten. Federico MOHRHOFF - stenografo.

La seduta inizia alle ore 9,30.

Badoglio - Apre la seduta per trattare dello sbarco a Corfù e dell'invio di rinforzi in Albania. Ecc. Roatta - Circa l'acceleramento dei trasporti in Albania, la situazione è la seguente (legge la relazione). Supermarina e Superesercito si propongono di migliorare la situazione impiegando tre motonavi armate, alcuni piroscafi germanici esistenti nei nostri porti... Ecc. Somigli - Li dobbiamo mettere in ·ordine ed avrebbero dovuto servire per il trasporto della div. rnot. tedesca per la Libia, di cui non si parla più. Però i tedeschi vogliono preparare i loro piroscafi, che sarebbero armati con personale tedesco. Dovremmo domandare alla Germania di poterli utilizzare. Ecc. Badoglio Duce.

Questo lo faremo in seguito, appena arriva il

Ecc. Roatta - Se vogliamo accelerare i trasporti, dobbiamo dirottare altri trasporti dirett~ all'A.S.I.


LE OPERAZlONI IN AFRICA SETTENTRI ONALE

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Ecc. Badoglio - Che l'avanzata su Marsa Matruh si faccia in dicembre o in gennaio, oggi come oggi, importa poco. Per adesso il problema più urgente e importante è la Grecia.

...

( )

Ecc. Badoglio -

Il problema è tutt'altro che semplice.

Io prego Soddu di riferire al Duce quanto segue: noi avevamo promesso un congruo aumento di autocarri all'A.S.I. per la marcia su Marsa Matruh; propongo al Duce che queste spedizioni siano sospese per ora e sia fatto affluire tutto in Albania. In Albania inoltre verrà subito sbarcata la div. Bari; per ora non ci occuperemo di Corfù; dedicheremo invece tutto quanto possiamo a sovvenzionare i servizi logistici e ad inviare altre truppe in Albania.

...

( )

(omissis)


587 Allegato 39

COMANDO SUPREMO - STATO MAGGIORE GENERALE Ufficio Operazioni - Sez. 1 N. 3368 di prot. segreto

7 novembre 1940 - A. XIX All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Rodolfo GRAZIANI

Comandante Superiore delle Forze Armate dell'A.S.I.

Oggetto: Operazioni in A.S.I. Dopo l'inizio delle operazioni contro la Grecia la linea di condotta strategica della guerra · si può ritenere così definita: 1) dall'Albania azione offensiva aereo-terrestre a fondo per l'integrale occup·azione della Grecia; 2) dalla Madre Patria azione offensiva aerea di concorso alla azione offensiva in Grecia, rivolta specialmente contro gli impianti terrestri e navali dei nemico; 3) dalla Libia azioni aeree terrestri limitate alla conquista di Marsa Matru11, da dove poi, sistemati saldamente a difesa, svolgere una attiva vivace azione aerea sul porto di Alessandria per rendere impossibile la vita alla flotta inglese; 4) nell'Egeo azione difensiva aereo-terrestre-marittima, intesa al mantenimento del possedimento ed azione offensiva aerea e navale contro le flotte inglese e greca; 5) nell'Impero azione aereo-terrestre intesa essenzialmente a durare; 6) per la Marina protezione del traffico con l'Albania e l'Africa Settentrionale e forze navali in potenza per opporsi alle eventuali offese da parte delle forze nemiche. Da quanto sopra risulta: - che la principale operazione da condurre è quella che ha per obiettivo l'occupazione integrale della Grecia, la quale assorbirà una grande quantità di t11Uppa (da 20 a 25 divisioni) e di ma-


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teriali ed impegnerà la maggior parte dei mezzi navali, da guerra ed onerari, per effettuare i trasporti ed assicurare i collegamenti; - che le operazioni in Egitto, con obiettivo limitato alla occupazione di Marsa Matruh, dovranno essere adeguate alla nuova situazione. A seguito e conferma del mio foglio 3542 Op. in data 2 corrente mese, Vi prego pertanto, Eccellenza, di voler rivedere i Vostri progetti, adeguando le richieste alle nuove piÚ limitate esigenze di carattere operativo e tenendo presente che gli avviamenti di automezzi indicatiVi dallo Stato Maggiore dell'Esercito con foglio 09600/ 341 in data 1° corrente mese non subiranno varianti in conseguenza dell'attuale situazione. Anche i progetti operativi relativi alla frontiera tunisina (mi riferisco al Vostro foglio 01/1775 in data 25 ottobre u.s.) dovranno essere adeguati ai limitati mezzi disponibili per quello scacchiere.

Il Capo di Stato Maggiore Generale BADOGLIO


589 Allegato 40

IL GOVERNATORE GENERALE DELLA LIBIA Maresciallo d'Italia Rodolfo GRAZIANI 14 novembre 1940 - XIX n. 69 R.ta Personale All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Pietro BADOGLIO Capo di Stato Maggiore Generale Roma

Vi ho accusato, Eccellenza, ricevuta del n. 3668/0p. e Vi dò assicurazione che tutta la volontà mia, degli Stati Maggiori, delle truppe è protesa verso l'obiettivo che ci viene additato. Noi tutti siamo compenetrati del grave momento che si sta traversando e pronti a dare tutto di noi stessi per concorrere a conseguire risultati positivi. Le truppe marceranno a piedi con il minimo di autocarreggi, senza salmerie, senza autocarrette per i rifornimenti dai centri alla periferia degli schieramenti. Tutto sarà ridotto al minimo indispensabile ma per dar vita alla battaglia occorre avere la certezza di realizzare la testa dello schieramento con una massa di fuoco imponente per il primo arroccamento su Gebel che domina Marsa Matruh ed il suo campo trincerato; insieme ad una brigata corazzata ed almeno una divisione motorizzata da gettare parimenti subito innanzi. Per ottenere questo i mezzi ora disponibili non sono sufficienti. Ci occorre che giungano qui non oltre la fine del mese gli automezzi indicati dallo S.M. dell'Esercito di cui al foglio 09600/341 in data 1 corrente che Voi citate nel Vostro 3668/0p. Ci occorrono i Katerpillar di cui allo stesso foglio che già risulterebbero su banchina a Napoli. Ci occorrono le parti di ricambio e le autofficine di cui lo stesso Direttore della Motorizzazione, colonnello AMIONE, ha dovuto riconoscere la ineluttabile necessità nel verbale che Vi allego e che fa il punto definitivo su questa vexata quaestio degli automezzi qui disponibili. Ci occorre tutto quel mwimo altro indispensabile per muovere una così imponente massa di uomini nel deserto.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Ci occorre l'invio dei tubi per l'acquedotto oltre Barrani che la Dalmine sta approntando. La strada e l'acquedotto per Barrani vanno avanti. Per realizzare queste due inderogabili necessità sono stati fatti sforzi e sacrifici di ogni genere: Dalla lontana Tripolitania alla Cirenaica sono stati dissepolti e trasportati a piè d 'opera 120 chilometri di tubazioni dalle concessioni, dagli acquedotti, ovunque. Tubi di vario diametro con tutte le difficoltà relative alle giunture, ecc. Sono stati requisiti senza pietà katerpillar, autotreni, rulli compressori, frantoi. Si è paralizzato pressoché ogni altra forma di attività locale. Le popolazioni seguono in silenzio gli ordini, mentre la fame batte più che in un luogo alle porte a causa della difficoltà dei trasporti di viveri dalla Madrepatria. Metropolitani ed indigeni danno un esempio magnifico di disciplina, sacrificio ed obbedienza. Una nostra vittoriosa avanzata risolleverà il morale di tutti e contribuirà anche a tener desto quello della Madrepatria. Io Vi prego, Eccellenza, di far sl che i mezzi appr.ontati o in approntamento a Napoli siano al più presto caricati su due o tre piroscafi speciali ed immediatamente dirottati su Tripoli. Io Vi rammento (è lecito anche far questo quando è in giuoco il supremo interesse della Patria, che Voi tutelate) il grido che Voi mi avete lanciato nella Vostra marcia su Addis Abeba, al quale facendo sforzi inauditi per venirvi incontro io non rimasi sordo per completare la Vostra Vittoria che fu solo allora totalitaria. Vi mando il generale GIORDANO che ha l'incarico di presiedere all'imbarco dei mezzi. Egli potrà dirVi a voce tutto quello che Voi vorrete chiedergli senza riserve da parte mia come ho sempre autorizzato a fare da parte di tutti gli ufficiali di S.M. inviati latori dei miei documenti. Con questa mia lettera ho detto l'ultima mia parola. Il mio sforzo non può andare oltre i limiti del possibile, dell'umanità e della Volontà la più decisa. Io non vorrei trovarmi al tragico momento di aver realizzato con sforzo immane strada ed acqua, e dover ancora procrastinare per il resto. Allora certamente la responsabilità degli avvenimenti non potrà ricadere solo su di me di fronte alla Patria che solo è immortale.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A.S. Rodolfo GRAZIANI


591 Allegato 41

COMANDO SUPREMO IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE

24 novembre 1940-XIX

4156/0p.

Eccellenza il Comandante Superiore FF. AA. Africa settentrionale italiana Rispondo al foglio 69 in data 14 corrente mese in cui chiedete vi giungano: .- gli automezzi e i caterpillar segnalati in avviamento nel foglio 9600/341 in data 1° corrente dello Stato Maggiore R. Esercito; - i mezzi per riparazioni automobilistiche indicati nel verbale 10 novembre, costì compilato; - i tubi per l'acquedotto oltre Barrani. Ho voluto rendermi esatto conto del modo come vengono soddisfatte le vostre richieste ed ho accertato che: - gli automezzi e i .caterpillar in questione già sono stati inviati o caricati sui piroscafi, ma la loro partenza ha subìto ritardi anche notevoli, in attesa della vostra autorizzazione all'invio nei porti della Libia (v. foglio 22082 in data 14 novembre della Direzione Superiore Trasporti); - a complemento di quanto già inviato in precedenza, lo Stato Maggiore R. Esercito ha inviato gli operai specializzati, le officine e le macchine operatrici ora richiesti; - tutte le richieste per l'acquedotto sono state accolte e si sono trovati i fondi e le materie prime occorrenti: le relative forni0 ture in massima parte sono già state compiute ed in particolare, dei 230 Km. di tubazioni, una parte è già caricata sui piroscafi, una parte è ai porti in attesa di carico. Mentre osservo ·che, anche prescindendo dagli invii in corso, la disponibilità automezzi efficienti in Libia orientale al 10 novembre, secondo i dati da voi trasmessi (3180 unità) , appare già molto prossima al fabbisogno da voi segnalato nella memoria 01/1500 del 15 ottobre u.s. (3227 unità), non posso fare a meno di rilevare che l'unico campo in cui appaiono necessari ulteriori sforzi è essenzialmente quello dei trasporti marittimi per la parte da voi dipendente scarico nei porti della Libia ed acceleramento nella restituzione alla Madrepatria dei piroscafi vuoti. Richiamo al riguardo la situazione rappresentatavi nel citato foglio 22082 della Direzione Superiore Trasporti e raccomando ogni attività in questo campo. Il Capo di Stato Maggiore Generale •

BADOGLIO


592 Allegato 42

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 3300/V di prot.

P.M. ll-C 3 dicembre 1940-XIX

All'Eccellenza il Capo di Stato Maggiore Generale POSTA MILITARE 21

Rispondo punto per punto al Vostro n. 4156 del 24 novembre u.s.: 1) Con foglio n. 22082 del 14 novembre lo S.M.R.E. comunicava, fra l'altro, che erano fermi a Napoli a quella data in attesa di partenza ben 11 piroscafi e cioè: - Amsterdam e Capo Orso: come risulta dalla nota A) allo specchio annesso al foglio predetto, l'autorizzazione alla partenza era stata da me data sin dal giorno 8 novembre. I piroscafi sono giunti a Tripoli il 17 novembre. - Giovanna Maria: l'autorizzazione alla partenza fu data sin dal 2 novembre. Il piroscafo arrivò a Tripoli il 17 novembre. - Marangona: non venne inoltrata alcuna richiesta di avviamento perché fu segnalata in partenza direttamente allo S.M.R.E. come nave inviata a rilevare il carico di altro piroscafo incagliatosi. - Col di Lana, Bosforo, Caffaro: l'autorizzazione alla partenza fu data il 14 novembre. I piroscafi Bosforo e Caffaro, sono giunti il 25 novembre; il Col di Lana deve ancora arrivare. - Maria e Aquitania: ne ho richiesto l'avviamento il 21 novembre; ancora non sono arrivati. - Capo Vita e Gritti: ho dato l'autorizzazione solo in questi giorni perché pensavo che dovessero giungere quelli richiesti in precedenza e non volevo congestionare il porto di Tripoli. Inoltre faccio presente che tra il 6 e il 29 novembre ho chiesto, oltre ai precedenti, anche l'avviamento di 8 piroscafi con carichi per civili e di altri 4 con carichi militari. 2) Non ho ancora notizia dell'arrivo degli operai specializzati, del.le officine e delle macchine operatrici. Rappresento la necessità di sollecitare al massimo l'invio di tale personale e materiale.


ALLEGATI

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3) Nei riguardi dei materiali per l'acquedotto, ringrazio per quanto è stato fatto ed attendo l'arrivo dei piroscafi « Tripcovich », «Sabaudia», « Scaroni » sui quali il materiale è imbarcato. 4) Per quanto ha tratto alla disponibilità complessiva di automezzi, ritengo necessarie alcune precisazioni. Il fabbisogno segnalato con la memoria 01/ 1500 in data 15 ottob re - 3227 unità - si riferisce soltanto alla colonna operante allora prevista. Dal documento C, annesso alla memoria predetta, si rileva, infatti, che il totale degli automezzi efficienti era di 2970 e cioè: 2000 della 10• Armata (allegato 1 al documento C) e 970 dell'Intendenza A.S. - oltre 200 civili (allegato 2) - in totale 1903 (2" colonna del documento C), dacché la differenza 1067 più i 200 civili rappresentavano, come rappresentano tuttora, l'aliquota minima necessaria ed appena sufficiente per assicurare la vita delle unità che restano ferme ed il normale funzionamento dei servizi d'intendenza. Emergeva così la cifra dell'ulteriore fabbisogno per la colonna operante in 1324 automezzi (3227 - 1903). Al 10 novembre il totale degli automezzi efficienti, 3180, era di appena 210 unità superiore a quello del 15 ottobre, quindi il fab bisogno ulteriore per la colonna operante da 1324 al 15 ottobre si riduceva al 10 novembre a 1114 automezzi. Come vedete eravamo ancora ben lontani dalla mèta. Per quanto riflette poi i nuovi arrivi di automezzi, segnalo che una parte degli autocarri che giungono è di requisizione e di essi parecchi sono inefficienti. Cito il caso dell'Amsterdam che ha sbarcato 120 automezzi dei quali solo 84 efficienti; i rimanenti dovettero essere avviati in officina per essere riparati. 5) Per quanto riguarda infine ,l a parte dei trasporti marittimi da me dipendente, assicuro che tutto il possibile si sta facendo e sarà fatto p er accelerare al massimo lo scarico e la restituzione dei piroscafi vuoti. Faccio presente però che tali operazioni potrebbero essere di molto affrettate se i carichi fossero fatti nei porti di partenza con maggiore cura, essenzialmente, evitando di frammischiare i generi che debbono essere scaricati a Tripoli con quelli destinati ai porti della Cirenaica. Si è verificato anche recentemente che gli automezzi - che come è noto vengono tutti scaricati a Tripoli - giungessero col piroscafo Amsterdam sotto tonnellate di altri materiali destinati alfa Libia Orientale.

* * * Ho richiesto col telegramma n. 3261cV del 2 c.m. l'avviamento dei piroscafi seguenti, in ordinè di prec~denza: Col di Lana, Foscarini, Castelverde, Gritti, Maria, Capo Vita, Aquitania, Norge, Fenicia. •


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Confermo la richiesta; ma poiché nel frattempo ho avuto notizia che si sta approntando un nuovo piroscafo - il Venier - sul quale prende imbarco il V battaglione carri M 13/40, che è bene giunga qui al più presto, ho inserito nella lista dei piroscafi di cui sopra anche il V enier ponendolo fra il Gritti ed il Maria. Come ho comunicato col telegramma sopra citato nessuna difficoltà si oppone al ricevimento anche contemporaneo di tutti i piroscafi richiesti. Occorre quindi soltanto che il Ministero della Marina li faccia partire al più presto. Non ho compreso nell'ordine di successione i piroscafi trasportanti unicamente personale (quali l'Esperia e il Marco Polo) perché, richiedendo il loro scarico poco tempo, l'avviamento può avvenire in qualsiasi momento e senza particolari autorizzazioni. Non accenno nemmeno ai tre piroscafi (Sabaudia, Tripcovich, Scaroni) trasportanti il materiale e le macchine per la costruzione del noto acquedotto perché ritengo i primi due già in viaggio per la Libia e ,l o Scaroni tuttora sotto carico a Napoli. Ad ogni modo ho oggi stesso segnalato telegraficamente allo S.M.R.E. l'ordine di avviamento per tutti i piroscafi non ancora partiti. Nei riguardi del materiale che non risulta ancora imbarcato chiedo che sia seguito nel carico il seguente ordine di precedenza: - autocarri pesanti (102) del 143° autoreparto; - rimanenza autocarri dovunque del 112° autoreparto; - autoserbatoi per acqua con rimorchio (35); - autocisterne carburanti (15); - autofficine (6); - trattori L 37 (79) e trattrici (Caterpillar); - autobus (20) e autoambulanze; - autofurgoncini (60); - automezzi per il XII battaglione movimento stradale; - rimorchi.

Comandante Superiore FF. AA. A.S. Il Maresciallo d'Italia GRAZIANI

P.S. Cause di ritardo nell'afflusso dei piroscafi ai porti libici sono anche le non infrequenti sospensioni del traffico marittimo disposte per ragioni di sicurezza dal Ministero della Marina.


595 Allegato 43

IL MARESCIALLO D'ITALIA RODOLFO GRAZIANI 4 dicembre 1940-XIX

Alla Eccellenza il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE

ROMA

In relazione al foglio 4156 Op. del 24 novembre Vi ringrazio, Eccellenza, dell'interessamento personale posto alla questione dell'invio degli automezzi. Col foglio 3300 V del 3 corrente, questo Comando risponde in merito dettagliatamente. L'invio dei piroscafi da Napoli a qui dipende da un complesso di cause che purtroppo sono legate ad elementi di forza maggiore non sempre imputabili a trascuratezza di chicchessia. E' il problema di per sé stesso che presenta difficoltà di ogni genere. La permanenza del Generale GIORDANO in Italia ha giovato a risolvere una quantità di ragioni contrarie ed un celere avviamento dei bastimenti già caiichi, ed il S. Comando Marina di cui è pronto a ricevere tutti quèllì che arriveranno. Prima sarà dato il via da Napoli meglio sarà. In tutto il complesso l'organizzazione procede col massimo sforzo consentito dalla disponibilità dei mezzi e delle grandi distanze per portarli a piè d'opera, per il completamento della strada e dell'acquedotto per Sidi Barrani. Le truppe sono ormai tutte serrate sotto tra Bardia e Barrani stessa. I depositi in corso di completaniento. A vivificare tutta la organizzazione non mancano che questi automezzi in arrivo. Mio criterio fondamentale rimane sempre quello di non dare il via se non quando tutto è predisposto, preparato ed organizzato. Sono sicuro di trovare in questo il Vostro pieno consenso. GRAZIANI


596 AJlegato 44

REGIA AMBASCIATA D'ITALIA Berlino UFFICIO DELL'ADDETTO MILITARE

Berlino, 3 settembre 1940

Eccellenza, Mi riferisco alla lettera di V. E. in data 21 agosto. Ho prospettato oggi la questione al Comando delle forze armate. In assenza del Maresciallo Keitel, ho parlato col Gen. Jodl, suo sostituto, presentando le vostre richieste nel loro carattere di necessità e di urgenza. Il Gen. Jodl mi è sembrato persuaso e ha assicurato che la questione sarà subito presa in esame. La risposta dovrebbe essermi data fra qualche giorno. Successivamente il Gen. Jodl mi ha detto che desiderava espormi il suo pensiero in merito alla funzione militare del Mediterraneo. Le sue considerazioni - egli ha tenuto a notare - hanno un valore personale e non ufficiale, ma potrebbero essere prese in esame e dare luogo eventualmente a uno scambio di idee in via ufficiale. Il Gen. Jodl - e questo conferma gli elementi già noti - considera l'ipotesi che le operazioni tedesche contro l'Inghilterra possano non venire · condotte a termine entro il prossimo autunno. In ques~o caso converrebbe utilizzare l'inverno - stagione di limitato rendimento per le operazioni contro le Isole britanniche, per liquidare la situazione nel Mediterraneo, ossia occupare Egitto e Palestina, distruggere o cacciare via le forze navali inglesi dal Mediterraneo, occupare Gibilterra. L'eliminazione della flotta inglese di Alessandria (la quale potrebbe, secondo J odl, cercare di sfuggire per il Mar Rosso) avrebbe conseguenze politiche e militari di primo ordine. Tra i vantaggi sarebbe il possesso delle comunicazioni nel Mediterraneo con. evidenti utili riflessi nei riguardi del Nord Africa francese e dei rifornimenti della Spagna, che potrebbe così essere indotta ad intervenire. Liberato il Mediterraneo, le forze navali italiane potrebbero agire nell'Atlantico, insieme con quelle tedesche, soprattutto per impedire i rifornimenti dell'Inghilterra, affrontando anche le forze navali inglesi. Il Gen. Jodl calcolçt che le forze navali italiane sommate con quelle tedesche sarebbero in buon rapporto rispetto a quelle inglesi. Per le operazioni in Egitto la Germania potrebbe concorrere con proprie forze terrestri. oltre che con l'invio di materia,li. Il Gen. Jodl


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pensa, a mò di esempio, che potrebbero venire inviate, anche a breve scadenza (pronte nei porti d'imbarco italiani entro sei settimane dalla decisione) una o due Divisioni corazzate. Queste porterebbero il contributo della loro esperienza e, operando fuori dell'estate, non sarebbero ostacolate dai forti calori. Naturalmente - aggiunge Jodl - è questione che va pesata da chi ha la decisione delle operazioni, anche in rapporto ai trasporti ed ai rifornimenti. Egli ha accennato infine all'ipotesi che le unità tedesche possano portare il loro concorso in un secondo tempo, dopo che le forze italiane abbiano compiuto un primo balzo in Egitto. Ho assicurato il Gen. Jodl che avrei riferito, ma ho insistito perché il concorso richiesto venga fornito indipendentemente dal problema ora posto e quanto più presto possibile. Il Gen. Jodl ha convenuto su questa necessità, osservando però che, stabilito il concorso di unità tedesche, anche il problema deU'invio di materiali sarebbe sato facilitato. Su quanto precede osservo: 1) Le proposte del Gen. Jodl hanno anzitutto un aspetto politico, il quale dà occasione a evidenti considerazioni in vario senso, sulle quali ritengo superfluo soffermarmi. E' da mettere in rilievo che le proposte si riferiscono all'ipotesi che non si verifichi a breve scadenza un nostro successo risolutivo in Egitto. Si può anche osservare che Jo Stato Maggiore tedesco riconosce tutta l'importanza dello scacchiere mediterraneo, ma vedrebbe con favore anche un intervento diretto della Germania nel Mediterraneo. Comunque, se il concorso tedesco venisse accolto, esso potrebbe venire considerato com e uno scambio del nostro concorso con aviazione e sommergibili, in limiti equivalenti e tenendo bene in mano le unità tedesche. 2) Le necessità logistiche delle unità germaniche devono essere attentamente pesate. Si tratta di unità pesanti, dotate di mezzi abbondanti, abituate a larghi consumi ed a vivere largamente sulle risorse Jocali. Ove questo concorso venisse rifiutato, le considerazioni logistiche sarebbero le più adatte a giustificare il ~ifiuto. 3) Conviene tenere distinte le due questioni della cessione di materiali e del concorso di Grandi Unità tedesche, sottolineando l'urgenza dei primi. A queste linee mi atterrò anche nei futuri contatti. 4) Il problema del concorso di forze tedesche per le operazioni in Egitto dovrebbe ven~e esaminato anche nei riguardi di un contributo dell'aviazione tedesca durante .la stagione invernale.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Pregherei V. E. di volermi fare conoscere: 1) quale risposta possa darsi in merito alle idee del Gen. Jodl. Proporrei di rispondere per ora che essa verrĂ presa in esame, ma che intanto urge ricevere i materiali richiesti;

2) quali materiali in aggiunta ai 5.000 autocarri e alle autobotti indicate da V.E. siano indispensabili fra quelli compresi nella nota trasmessa dallo Stato Maggiore Generale con foglio 875.A del 17 u.s .. Vi prego, Eccellenza, di accogliere i miei piĂš deferenti ossequi.

Gen. E.

MARRAS


599 Allegato 45

COMANDO SUPREMO IL CAPO DI STATO MAGGIORE GJ,lNERALE

Roma, 31 ottobre 1940-XIX

Carissimo Marras, ho ricevuto la Vost ra lettera in data 26. Vi rispondo per orientarvi bene - giacché scopo di questa riunione non è altro che precisare bene la situazione. Premetto che la scelta di Innsbruk fu fatta da Keitel. A me è perfettamente indifferente. Ieri Rintelen mi disse che sarebbe venuto solo Keitel con Voi, ed io con Rintelen. Informatemi se ciò è esatto - che, se viene anche Jodl, io porto con me un altro -. Ed ora eccoci alla questione Egitto. Noi abbiamo in Libia 230 mila uomini. Di essi una armata deve stare parte verso la Tunisia - data la situazione molto incerta del Nord-Africa - e parte nel sud - dove siamo in contatto con l'Africa equatoriale francese, che è in dissidenza e agli ordini di De Gaulle. Calcolo che 80 mila uomini saranno impegnati in queste due missioni. Ne rimangono 150 mila per l'est. Date le enormi distanze, i servizi as.sumono proporzioni gigantesche e quindi è evidente che dei 150 mila ve ne saranno sì e no 120 mila veri combattenti. Gli inglesi hanno attualmente 250 mila uomini in Egitto, e sono in 9orso altri trasporti dall'India, dal Sud-Africa, dall'Australia. E' da ammettersi che alla fine dell'anno saranno sui 300 mila; ossia il doppio di noi. Data tale sproporzione l'aiuto della divisione corazzata tedesca è pressoché nulla. Esso non altera il rapporto delle forze. Gli inglesi hanno un campo trincerato a Marsa Matruk del quale possediamo rilevamenti fotografici. Ma non è alla Marsa che essi intendono fare la resistenza principale. E' ai margini del Delta che essi preparano da tempo le linee difensive. Noi quindi, per procedere oltre Marsa Matruk ed attaccare queste linee difensive - percorrendo cioè 500 Km. nel deserto - dovremmo aver una forza almeno un po' superiore a quella inglese, sia per numero sia per potenza di artiglierie. Occorrerebbe quindi inviare in Cirenaica altri 200 mila uomini con cannoni potenti ed abbondante munizionamento. Ora due cose sono certe: 1) che noi non abbiamo né i piroscafi per trasportarli - tanto più con l'azione in corso nell~ Grecia - né i porti per sbarcarli, Iié


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naviglio sottile per le scorte di questi convogli che sommerebbero ad almeno 200 piroscafi; 2) che dato pure che riuscissimo a trasportarli, nessuno sarebbe in grado di fare avanzare e mantenere attraverso 500 Km. di deserto una simile massa di armati. . Conclusione. L'impresa contro l'Egitto non è possibile a meno di sovvertimenti tali della situazione che obblighino gli inglesi a trasportare altrove le loro forze. Che cosa si può fare? Andare sino a Marsa Mat ruk. Il deserto sarebbe così diviso in due: 250 Km. per gli inglesi ed altrettanti per noi. Giunti a Marsa Matruk e sistemati bene contro possibili contrattacchi inglesi, noi saremo in linea d'aria a 250 Km. dal porto di Alessandria d'Egitto. Se a tale momento potremo disporre di una buona aviazione in picchiata e di una massa da caccia per la scorta, noi potremo rendere impossibile la vita alla flotta inglese nel porto di Alessandria, ossia nel porto ove ha i suoi bacini ed i suoi mezzi di vita. Qui sarebbe utile l'aiuto tedesco, in tanta aviazione, Stukas e caccia, almeno eguale a quella da noi inviata nel nord. Questo, e non altro, è il programma che noi abbiamo. Che se i tedeschi non si sono sentiti in grado di superare 40 Km. di mare per sbarcare in Inghilterra, non potranno pretendere che davanti ad una flotta più forte della nostra noi trasportiamo 200 mila uomini ad 800 miglia dall'Italia - e che poi facciamo traversare 500 km. di deserto per una sola pista carovaniera per andare a prendere per il collo gli inglesi. Ognuno vede facile quanto deve fare l'amico, diffidle quanto deve fare egli stesso. Ecco perché ho sollecitato questo incontro: per mettere bene i punti sugli i. Della divisione corazzata non si sa proprio cosa farsene. Mi occorre aviazione, con bombe grossissime per il porto di Alessandria, e non altro. Che se poi i tedeschi non vedono altra soluzione della guerra che l'azione in Mediterraneo, io la vedo invece non con il martellamento aviatorio dell'Inghilterra ma con lo sbarco nell'isola. Circa la Grecia era forse meglio evitarla, date le scarsissime disponibilità nostre e dato il nessun aiuto in materiali che finora ci hanno dato gli alleati, ma nella situazione che si è determinata l'operazione è apparsa inderogabile. Così credo di avervi messo bene al corrente. Vi saluto ed arrivederci in Innsbruk.


601 Allegato 46

RESOCONTO DEI COLLOQUI TENUTISI AD INNSBRUCk NE I GIORNI 14 E 15 NOVEMBRE 1940 tra il Maresciallo Keitel ed il Maresciallo Badoglio (stralcio)

Riunione del giorno 14 Il Maresciallo Keitel espone, per primo, la situazione della Germania nell'attuale momento della guerra. Circa la guerra in Africa il Mat. Keitel tiene a dichiarare che esporrà le idee che il comando tedesco si è fatto di lontano. Il generale von Thoma è stato sul posto e anche con l'approvazione del Duce si è convenuto che senza l'aiuto tedesco è possibile che ai primi di dicembre la prosecuzione dell'attacco per un successivo sbalzo avanti, con sicurezza di successo. Gli inglesi non accetteranno mai una grande battaglia nel deserto. . (Il Mar. Badoglio fa osservare come gli inglesi abbiano capito che non conviene loro combattere col deserto alle spalle; aspetteranno gli italiani al Nilo) . Raggiunta Marsa Matruch sarà possibile portare l'offesa su Alessandria d'Egitto non solo con Stuka ma anche con aerei posamine. E tali mine, di nuovo tipo, potranno essere collocate anche sul canale di Suez. Crediamo, perciò, utile un concorso di Stuka. (Il Mar. Badoglio dichiara di essere perfettamente d'accordo. Fa osservare come sia inevitabile una pausa a Marsa Matruch per fare quanto si sta ora facendo per Sidi Barrani: la strada e la conduttura dell'acqua, per una lunghezza di 100 Km .. Già a causa che dobbiamo portarla, ~on potendo usufruire di quella sul posto). Per la terza fase· della campagna in Egitto occorrerà assumere una fronte più vasta contro le forzQ inglesi che saranno sempre più aumentate. Secondo il comando tedesco l'invio di carri armati in Nord Africa non ha scopo adesso. (Il Mar. Badoglio dichiara che è in grado di raggiungere Marsa Matruch senza bisogno di concorsQ tedesco e aggiunge che ha tenuto che il generale von Thoma andasse sul posto. Chi non ha visto il deserto non può immaginarlo. Combattere nel deserto è terribile. L'organizzazione logistica ha tale importanza che, se non è perfetta, la battaglia è sicurament<! perduta). Il Mar. Keitel prega fare conoscere se il Comando italiano vuol continuare le operazioni fino ad Alessandria e ciò per avere un quadro esatto della situazione ~trategica generale e prepararsi adeguatamente.


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(Il Mar. Badoglio risponde che nella prossima riunione farà una esposizione precisa). Il Maresciallo Keitel passa, quindi, a parlare della Spagna. Ora la guerra nel Mediterraneo orientale è divenuta più difficile mentre è divenuta più facile quella nel Mediterraneo occidentale. Se la Spagna si decidesse a scendere in campo a favore dell'Asse, la guerra potrebbe essere prontamente decisa. Gli spagnoli temono però che, entrando in guerra, possano venire loro meno i rifornimenti, i quali provengono in gran parte dall'America. Già il Comando tedesco ha fatto fare ricognizioni nei riguardi di una eventuale azione contro Gibilterra e si è convinto che questa è possibile. Si stanno già preparando le truppe. Tutto ciò col permesso di Franco, ma molto prudentemente per impedire che altri possa precedere. Bisogna evitare, cioè, che gli inglesi si mettano in Spagna e nel Marocco. (Il Mar. Badoglio · fa osservare che anch e delle Canarie occorre preoccuparsi, perché qui potrebbero porre piede gli inglesi anche se trascurassero la Spagna) . I tedeschi invieranno artiglierie pesanti in Spagna per proteggere la costa. Quando sarà occupata Gibilterra sarà chiusa la porta occidentale del Mediterraneo per gli inglesi. Questa azione la preparano i tedeschi, anche perché l'Italia è impegnata nel Mediterraneo orientale; si tratta di una piccola azione che richiede in definitiva un reggimento di fanteria. (Il Mar. Badoglio espone le sue idee nei riguardi dell'azione su Gibilterra, indipendentemente da chi debba effettuarla. Quello che necessita è vincere. Per lui la questione è connessa con quella del Nord Africa) . Il Mar. Keitel osserva che anche il Portogallo può offrire punti d'appoggio agli inglesi. Il Mar. Badoglio dichiara che il Portogallo è una colonia inglese. Il Mar. Keitel dice che non vi sarebbe motivo per i tedeschi di entrare in Portogallo; è però possibile che vi entrino gli inglesi. Il Mar. Badoglio osserva che essi hanno già una base alla foce del Tago. Se il Portogallo rimane fermo, tanto meglio. Se no sarà attaccato.

* * * Riunione del giorno 15 (mattina) Nella riunione del mattino del 15 novembre (dalle ore 9 alle ore 12) prende la parola il Maresciallo BADOGLIO ( ...) Africa Settentrionale Allo scoppio della guerra non era ultimato l'approvvigionamento del N. Africa ma, nonostante la flotta inglese, 76 piroscafi sono riusciti a raggiungere la Tripolitania e la Cirenaica. Solo un piroscafo vuoto è stato silurato. Attualmente abbiamo 230.000 u. in tutta la colonia: una parte (50.000-60.000 u.) di fronte alla Tunisia e verso il


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Sud per tenere a bada il movimento di De Gaulle; il resto (80.000 u.) a disposizione sulla fronte est. Data la lunghezza delle linee di comunicazione questa cifra è notevole. Fra il nostro confine cirenaico ed il Delta del Nilo vi sono 500 Km. del più desolato Deserto. Gli inglesi hanno tenuto solo forze motorizzate alla nostra frontiera, conservando il resto indietro. L'avanzata sino a Sidi Barrani è avvenuta con una sola pista che veniva arata addirittura dal passaggio degli automezzi. Siamo obbligati ora a fare la strada e portare l'acqua sino a Sidi Barrani. Bisogna ricordare anche che nel deserto il consumo di materiali è enorme. I motori degli aerei e degli automezzi, a causa della sabbia, daranno la metà. Gli inglesi sono con la massa delle loro forze al Delta del Nilo. Secondo le ultime notizie, le forze inglesi in Egitt9 assommano a 250.000 u. che diventeranno probabilmente 300.000 prima della fine dell'anno perché molte unità affluiscono dal Sud Africa, dall'India ed anche dall'Australia. Così stando le cose, possiamo andare fino a Marsa Matruch. Ringrazio vivamente il Mar. Keitel ma per questa operazione non ho bisogno della divisione corazzata tedesca. A Marsa Matruch è stato costruito un campo trincerato inglese. Noi lo attaccheremo e .Jo conquisteremo. Allora avremo tanto deserto alle spalle quanto ne hanno gli inglesi. Arrivato a Marsa Matruch intendo sistemarmici bene, perché non si può fare un passo indietro. Da Marsa Matruch ad Alessandria vi sono 250 Km. Con l'aviazione da bombardamento, scortata dalla caccia, posso bombardare di giorno il porto di Alessandria. Il Mar. Keitel ricorda che è possibile con appositi aerei deporre anche mine ad Alessandria e nel canale di Suez. Il Mar. Badoglio, afferma che, sistemata Marsa Matruch, chiederà un concorso di stukas. Questo è l'aiuto che mi possono utilmente dare i tedeschi. Il Mar. Keitel annuisce. Il Mar. Badoglio continua affermando che parlando ad un maresciallo troppo esperto dì guerra trova inutile soffermarsi a dimostrare che con 150.000 uomini non ne può attaccare 300.000; avendo alle spalle questi ultimi i rifornimenti ed egli il deserto. Il Mar. Keitel trÒva tutto ciò chiarissimo. Il Mar. Badoglio aggiunge che anche se volesse portare maggiori forze per impegnarle contro l'Egitto non le potrebbe fare vivere mancando i mezi di trasporto necessari per giungere attraverso il deserto fino al Delta del Nilo. Il Mar. Keitel è dello stesso avviso. Ma - prosegue il Mar. Badoglio - io non voglio mai chiudere le porte alla fortuna. Se si verificasse qualche fatto nuovo, come un rivolgimento interno in Egitto o altro, e un atto di audacia fosse comunque giustificato, lo compiremo. Ma questa è una probabilità sulla quale non può basarsi alcun calcolo. 11 Mar. Keitel chiede quanqp il Mar. Badoglio crede che il nuovo sbalzo si possa fare e ciò non per sollecitare, naturalmente.


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Il Mar. Badoglio risponde premettendo che il Mar. Graziani è un suo allievo, che è stato 5 anni alle sue dipendenze in Libia e poi nella guerra in A.O.I., cosicché egli ha imparato a preparare tutto meticolosamente. Perciò non lo sollecita né vuole perturbarlo. Appena avrà la notizia che lo sbalzo in avanti si può fare, la comunicherà. Crede, però, che questo sia possibile in dicembre. Il Mar. Keitel prende atto con soddisfazione di questa dichiarazione. Il Mar. Badoglio passa a trattare della situazione alla frontiera occidentale della Libia. Qui ci si riallaccia a quanto già detto al Mar. Keitel circa la necessità assoluta di una chiarificazione con la Francia. Se no sarà sempre in sospetto per il N. Africa, data la presenza di generali come Noguès e Weygand, dei quali non è sicuro e non è sicuro nemmeno il governo di Vichy che ha nominato governatori degli ammiragli. E' perciò assolutamente necessario che i due capi di governo risolvano la questione dei rapporti con la Francia. E spiega ancora più chiaramente il suo pensiero. Egli è disposto a concedere per l'Algeria ed il Marocco tutte le forze che fossero richieste ma non vorrebbe trovarsele poi contro se i patti non fossero conclusi tra i due governi. Quindi raccomanda al Mar. Keitel se può parlare al Fiihrer perché sia risolta la questione con la Francia, nella quale non vede chiaro. Darà ordini al generale Pintor di alleggerire il più possibile le clausole dell'armistizio per il N. Africa, ma dentro di sé avrà U sospetto. Qui egli vuole dire le cose precisamente così come la pensa: altrimenti non è possibile intendersi. Parte delle truppe alla nostra frontiera libica occidentale sono nel Fezzan contro De Gaulle. Il Mar. Keitel dice di essere di ciò molto soddisfatto. Il Mar. Badoglio continua affermando che nei paesi mussulmani non bisogna cominciare mai con uno scacco anche se piccolo. Egli conosce bene i mussulmani avendoli governati per 5 anni; se la situazione si chiarisce con la Francia, qualunque concessione le può essere fatta per il rimanente impero coloniale. Il Mar. Badoglio chiede al Mar. Keitel se è soddisfatto sull'argomento e se ha qualche domanda da r ivolgergli. Il Mar. Keitel chiede un chiarimento circa le forze francesi nel N. Africa. Poiché secondo i dati in nostro possesso tali forze ammonterebbero in totale a 12 divisioni, il Maresciallo Keitel afferma che secondo i suoi dati le divisioni sarebbero dieci. Il Mar. Badoglio si riserva di far verificare, per quanto ritenga ciò difficile. Il Mar. Keitel esprime il desiderio, se possibile di avere al riguardo dati più precisi ed il Mar. Badoglio promette di farli avere. Il Mar. Keitel si dichiara completamente d'accordo ed assicura che saranno richieste ai francesi garanzie e misure certe per evitare complicazioni.


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Il Mar. Badoglio ancora sull'argomento richiama l'attenzione sul sul fatto che i francesi nel Nord Africa non hanno avuto la sensazione della sconfitta del paese e nel fondo sono per De Gaulle. C'è anche un altro fattore. Un generale, nominato governatore, avendo sotto di sé una massa mussulmana non può deprimerla e deve quindi far balenare ad essa la speranza di una ripresa e creare l'atmosfera favorevole ad un.a ribellione. Mar. Keitel trova questo giusto. Il Mar. Madoglio nota ancora un altro fatto. Il generale Weygand in un suo discorso ha fatto cenno a quanto era avvenuto in Francia. Ciò ha prodotto subito un'impressione tale che egli ha dovuto cambiare ,l inea, altrimenti avrebbe perduto ogni autorità. Il ~far. Keitel si dichiara soddisfatto ed afferma che noi possiamo chiedere a Vichy che si impegni e dia solide garanzie. Il Mar. Badoglio conclude dicendo che si tratta di problema di interesse vitale. Passa poi a trattare della Spagna. E' convinto anch'egli che il colpo su Gibilterra sarà un gravissimo colpo per il prestigio inglese. Se i tedeschi non lo fanno, non lo fanno certo gli spagnoli. Il Mar. Keitel dice che questi da soli non potrebbero farlo . Di più la preparazione svolgendosi in Francia si attua con tutta tranquillità. Il Mar. Badoglio afferma che se ~li inglesi perdono Gibilterra non vanno alle Baleari. Bisogna quindi pensare alle Canarie per potere essere in misura di far fronte ad una eventuale occupazione inglese. La Spagna ha inviato rinforzi alle Canarie. Il Mar. Keitel conferma che Franco lo ha assicurato al Fuhrer. Il Mar. Badoglio risponde che sarebbe più tranquillo se due occhi tedeschi ci andassero a vedere. Quanto all'occupazione del Portogallo la ritiene poco probabile perché gli inglesi sarebbero colà afferrabili per terra. Il Mar. Keitel ricorda che, come ha detto, nella precedente riunione, tutto è pronto per agire fulmineamente in Portogallo, ma la azione avrà luogo solo se vi sarà la minaccia inglese. Il Mar. Badoglio crede che, salvo questa eventualità, non varrebbe la pena occupare il Portogallo.


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Allegato 47

COMANDO 10" ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01/10266 di prot.

C.T. lì 5 dicembre 1940

Oggetto: Schieramento delle forze.

Al Comando Superiore Forze Armate A.S. Comando tattico

Trasmetto quanto propone il Comando XXI corpo d'armata in relazione all'ordine di codesto Comando n. 01/2806 del 27 novembre u.s. circa la costituzione di un nuovo caposaldo fra gruppo « Maletti » e Divisione « Cirene >;: - giuste le considerazioni di azione e reazione del nemico; -

giusta la valutazione del terreno;

-

.la quota di Bir Enba è certo meno soggetta della 192: pun-

ge però nel vivo lo schieramento avversario; - nella impostazione dell'azione, mentre opportunamente approfitta dell'occupazione della « Cirene », trascura quella pure valida e forse più efficace del Gruppo « Maletti ». Questi due capisaldi potrebbero non solo .limitarsi a tenere pronte autocolonne, ma spostarsi temporaneamente in dentro di qualche chilometro in modo da diminuire l'intervallo ad essere in migliore condizione per proteggere la sistemazione del nuovo caposaldo; - le forze richieste mi sembrano abbondanti di fanteria e un po' scarse di mezi anticarro. In primo tempo specialmente occorreranno molti mezzi di fuoco; - ritengo, così com'è abbozzata l'azione, possibile il successo. Però osservo: - dato lo spostamento delle forze meccanizzate nemiche sull'alto nel noto allineamento Bir Enba - Bir Mella - Bir Abu Gureimisc - Bir Kenays (e cioè sulla nostra naturale linea di avanzata) la azione verso Bir Enba dà l'allarme a tutto il sistema e può darsi sia interpretata come inizio d'avanzata con conseguente possibile intenzione di apporvisi decisamente;


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- occupato il nuovo caposaldo si imporrà un problema per i rifornimenti che dovranno almeno in un primo tempo svolgersi verso il Raggruppamento « Maletti » o la Divisione « Cirene » (esposti); - la situazione attuale, specie se migliorata con occupazione di qualche punto più avanzato. mi sembra tale da garantire le infiltrazioni, che di giorno sono viste e di notte devono percorrere parecchie diecine di chilometri in terreno difficile e complicato. Così stando le cose è da chiedersi se convenga eseguire ora l'occupazione in parola che richiede tempo (specie per l'assestamento) e mezzi non tutti disponibili (non ho disponibili i 105 richiesti) per ottenere una sistemazione temporanea transitoria capace però di indurre il nemico a rafforzare sempre più una direzione che a noi interessa, mentre lo scopo della sicurezza si può ottenere migliorando la situazione attuale. Riconosco, per contro, che l'operazione proposta ha il vantaggio di ambientare nel clima di guerra una Divisione nuova alla linea e che la reazione sopra accennata può entrare nella veduta del piano generale. E' a mio avviso specialmente questione di tempo. Se si deve rimanere molto nella situazione generale, durante l'occupazione può essere utile perché salda il nostro schieramento. Se deve essere situazione transitoria, potrebbe convenire rinunciarvi, per ora, per agire a fondo a momento opportuno.

Il Vice Comandante Superiore FF.AA. A.S. Gen. Italo GARIBOLDI


608 Allegato 48

ARTICOLAZIONE E DISLOCAZIONI DELLA 10• ARMATA AI PRIMI DI DICEMBRE 1940

10" ARMATA, comandante: gen. Italo GARIBOLDI (aveva sostituito definitivamente il gen. Mario BERTI). a) Settore: Sidi el Barrani (gen. Sebastiano GALLINA). COMANDO GRUPPO DIVISIONI LIBICHE. l" DIVISIONE LIBICA (gen. Giovanni CERIO), all'Uadi el Maktila, . con un battaglione a Sanyet Abu Gabeira: 1• e 2° raggruppamento fanteria libica su tre btg. ciascuno, una compagnia cannoni da 47/ 32, 1° raggruppamento artiglieria libica su due gruppi 77/ 28, II battaglione misto genio, un gruppo da 75/27 della 28 ottobre (in rinforzo), ·due batterie da 65/ 17 (in rinforzo}, una batteria da 105/ 28 (in rinforzo), una compagnia cannoni da 47/32 (in rinforzo).

2· DIVISIONE LIBICA (gen. Armando P ESCATORI), ripartita fra i capisaldi di Ras el Dai ed Alam el Tummar: 3° e 4° raggruppamento fanteria libica su tre btg. ciascuno, un battaglione libico (in rinforzo}, una compagnia cannoni da 47/ 32, 2° raggruppamento artiglieria libica su due gruppi da 77/28, I battaglione misto genio, IX battaglione carri L (in rinforzo), un gruppo da 75/27 della 28 ottobre (in rinforzo), un gruppo da 105/28 (in rinforzo), due batterie da 65/17 (in rinforzo) una compagnia cannoni da 47/32 (in rinforzo).

4• DIVISIONE cc.nn. 3 gennaio (gen. Fabio MERZARI) a Sidi el Barrani 1 : 228" e 250" legione cc.nn., ciascuna su tre btg., una btr. da 65/17, una cp. mortai da 81, 1 Nei giorni 2, 3 e 4 dicembre la divisione cc.nn. 3 Gennaio aveva sostituito la divisione cc.nn. 23 Marzo a Sidi el Barrani trattenendone parte delle artiglierie (6 pezzi da 47, 3 mitragliatrici da 20 mm. e 3 fuciloni anticarro).


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un battaglione mitraglieri, una compagnia cannoni da 47/32 un reggimento ar tiglieria su due gruppi da 75/27 ed un gruppo da 100/17,

un battaglione misto genio, un gruppo d'artiglieria da 105/28 (in rinforzo), un gruppo d'artiglieria da 75 C.K. e.a. (in riposo). b) Il Settore: Bug Bug (gen. Carlo SPATOCCO). COMANDO XXI CORPO D'ARMATA. X~ battaglione carri L, XLIII battaglione carri L, X gr. squadroni mitraglieri, una compagnia motociclisti. RAGRUPPAMENTO LIBICO (( MALETTI el Nibeua e Alam el Iktufa 1 :

»

(gen. Pietro MALETTI) ad Alam

I, V, XVII e XIX battaglione libico, I battaglione sahariano, II battaglione carri M 11, un gruppo artiglieria su 3 btr. da 65/17, un gruppo da 75/27, due compagnie cannoni da 47/32, una compagnia mortai da 81, un btr. art. da 105/28. 63· DIVISIONE Cirene (gen. Alessandro DE GUIDI), in zona Alam el Rabia - Bir Bofafi: 157° e 158° reggimento fanteria, ciascuno su tre btg., una cp. mortai da 81, una btr. da 65/17, 63~ compagnia cannoni da 47 /32, LXIII battaglione mitraglieri, 45° reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75 /27 ed 1 da 100/17, LXIII battaglione misto genio, I/21° gruppo artiglieria da 105/28 (in rinforzo), III/12° gruppo artiglieria da 100/17 (in rinforzo), III/21° groppo artiglieria da 75/27 (in rinforzo), due batterie da 65/17 (in rinforzo), 202" compagnia cannoni da 47 /32 (in rinforzo). 1 Alla fine di novembre il raggruppamento « Maletti » già dipendente dal Comando gruppo divisioni libiche - passava alle dipendenze del Comando XXI c. a. Nella no~e sul 9 dicembre tornò alle dipendenze del gen. Gallina.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE 64' DIVISIONE Catanzaro (gen. Giuseppe AMICO), in zona Alam Samalus (sud-est di Bug Bug) 1 : 141° e 142° reggimento fanteria, ciascuno su tre btg., una cp. mortai da 81, una btr. da 65/17, LIV battaglione mitraglieri, 64· compagnia cannoni da 47/32, 203° reggimento artiglieria su due gruppi da 75/27 ed uno da 100/17, LXIV battaglione misto genio.

c) III Settore: Sollum (gen. Annibale BERGONZOLI). COMANDO XXIII CORPO D'ARMATA.

1" DIVISIONE CC.NN. 23 Marzo (luog. gen. Francesco ANTONELLI) a Bardia: 219• e 233* legione cc.nn., ciascuna su tre btg., una cp. mortai da 81, una btr. da 65/17, un battaglione mitraglieri, una compagnia cannoni da 47/32, 202° reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/27 ed uno da 100/17, XLI battaglione carri L (in rinforzo), un battaglione genio. 2· DIVISIONE CC.NN. 28 Ottobre (luog. gen. Francesco ARGENTINO in zona Sollum-Halfaya 2 : 231' e 238° legione cc.nn. ciascuna su tre btg., una cp. mortai da 81, una btr. da 65/17, 1 La divisione Catanzaro era stata dislocata nella zona di Bug-Bug, ai primi di dicembre, proveniente da Gambut-Bardia. 2 La divisione cc.nn. 28 Ottobre, disseminata fin dai primi di ottobre per lavori stradali da Sidi el Barrani a Berta, si raccoglieva ai primi di dicembre a Sollum. · A partire dal giorno 5 incominciarono ad affluire a Sollum i reparti da Tobruch e il battaglione genio, poi quelli da Sidi el Barrani. Al mattino del giorno 8 erano giunti: il Comando della 238· legione cc.nn., il 138° btg. cc.nn.; due cp. ridotte del 140" btg. cc.nn.; il Comando della 231' legione; il 131° e 132° btg. cc.nn.; il 202° btg. genio (meno la cp. artieri); il 202° btg mtr. divisionale; il III gruppo da 100/17; il 135° e 45° btg. autoportato da Sidi el Barrani raggiungeranno Sollum il 9; la cp. mitraglieri (meno un plotone attaccato da mezzi corazzati ad est di Bug-Bug) verrà trattenuta a Bug.Bug per rinforzare, in posto, una improvvisata difesa. Non rientreranno alla divisione neppure i due gruppi da 75/27 distaccati fin dall'avanzata su Sidi e1 Barrani presso le divisioni libiche né il battaglione cc.nn. alle dipendenze della divisione Sirte.


ALLEGATI

61)

una comp. mortai da 47/82, un battaglione genio. 62" DIVISIONE Marmarica (gen.

Ruggero Tracchia), in zona Sidi

Omar - Gabr du Fares: 115° e 116° reggimenti fanteria ciascuno su tre btg., una cp. mortai da 81, una btr. da 65/17, LXII battaglione mitraglieri, 62° compagnia cannoni da 47/32, 44° reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/27 ed 1 da 100/17,

LXII battaglione misto genio, due compagnie cannoni da 47/32 (in rinforzo), due batterie da 65/17 (in rinforzo), LXII battaglione carri L (in rinforzo). d) Presidi della Cirenaica. FORZE DELLA « PIAZZA » DI TOBRUCH:

g.a.f. (fanteria): 2300 uomini, due reparti misti del genio, due raggruppamenti artiglieria g.a.f., XXI battaglione costiero libico, R. N. « San Giorgio », due gruppi da 20 mm., 10 batterie della Marina. FORZE DELLA « PIAZZA» DI BARDIA:

g.a.f. (fanteria): 2500 uomini, un gruppo squadroni mitr. da pos1z1one, tre compagnie cannoni da 47/32, un raggruppamento artiglieria g.a.f. (17 batterie), . V gruppo da posizione costiero e e.a., XVII gruppo da 75/27, due batterie da 75/27. PRESIDIO DI GIARABUB:

una compagnia libica automitragliatrici, una compagma fucilieri, quattro compagnie libiche mitr. da posizione, due pezzi da 65/Ì7, quattro da 20 mm., • sei pezzi da 47/32.


I LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

612

PRESIDIO DI EL GARN UL GREIN: elementi della g.a.f. PRESIDIO DI BIR ESC SCEGGA: elementi della g.a.f. PRESIDIO DI BIR ESC SCEFERZBN: elementi della 4• Divisione cc.nn. 3 Gennaio.

e) Sahara libico (schizzo 10). SETTORE CUFRA: due compagnie libiche mitr. da posizione, una compagnia sahariana, una compagnia sahariana da 20 mm. SETTORE

GIALO:

un battaglione mitraglieri, un battaglione libico complementi, una compagnia sahariana, una compagnia da 47/ 32, una batteria da 20.

f) Alle dirette dipendenze del Comando Superiore A.S. COMANDO XXII CORPO D'ARMATA (gen. Enrico Pitassi MANNELLA).

61· DIVISIONE SIRTE (gen. Vincenzo DELLA MURA), dislocata sulla Lito,ranea, all'altezza di Gambut:

69° e 70° reggimento fanteria, ciascuna su 3 btg ed 1 btr. da 65/17, 43° reggimento artiglieria su 2 gruppi da 75/ 27 ed 1 da 100/ 17,

LXI battaglione misto- del genio, due battaglioni paracadutisti a Barce (in rinforzo). COMANDO ARTIGLIERIA DI MANOVRA:

10° e 20° raggruppamento artiglieria di corpo d'armata.


ALLEGATI

613

CORAZZATA SPECIALE (gen. Valentino BABINI), in radunata nella zona tra Marsa Lucch e la litoranea, quale massa di manovra formata da:

BRIGATA

I battaglione carri M 11, III battaglione carri M 13, XXI battaglione carri L, LX battaglione carri L, un battaglione bersaglieri motociclisti, un gruppo artiglieria da 75/27, un gruppo artiglieria da 100/17 .

•


Allegato 49

CONVOGLI ARRIVATI IN EGITTO VIA MAR ROSO DALLA METADI AGOSTO ALLA META DI OTTOBRE 1940

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615 Allegato 50

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

17 dicembre 1940

N. 3 di prot. R.P.

Argomento: Situazione militare. · Al Duce

ROMA

I. Dopo nove giorni di offensiva nemica, le operazioni segnano un tempo di arresto, come da mio odierno 01/3460 Op. Ma la sosta, certo di breve durata, non può che essere il preludio di altre azioni intese ad eliminare le piazzeforti di Bardia e di Tobruch per procedere poi alla conquista integrale della Cirenaica.

II. La nostra . situazione generale è la seguente:

a) Piazza di Bardia, occupata da forze piuttosto numerose; Divisioni Marmarica (quasi intatta), 23 Marzo (ridotta di circa 1/4), 28 Ottobre (poco più della metà), Cirene (molto provata e priva di molti mezzi anticarro), Catanzaro (in condizioni ancora più precarie), oltre agli elementi della guardia alla frontiera. La cinta fortificata, avente una trentina di chilometri di sviluppo, è poco robusta specie in fatto di ostacoli e di armi anticarro. Come segnalato con mio odierno 01/3458 Op. la piazza è bloccata da navi nemiche che martellano continuamente e distruggono le dotazioni esistenti. Da terra le comunicazioni con Tobruch sono pur esse tagliate, per quanto ancora non definitivament~. b) Piazza di Tobruch, Un quadro della efficienza di essa potete averlo dalla .lettera del Comandante dell'Armata 01/10599 che Vi unisco in copia, unitamente alla risposta da me data (01/3454 Op.)(*). In sostanza: . cinta fortificata poco efficiente, con sviluppo complessivo di oltre 50 km., . guarnita assai debolmente (Divisione « Sirte», più elementi G. a. F. ed alcuni gruppi di artiglieria) .

* Lettera omessa.


616

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

!Il. .La difficoltà di rifornimento della piazza di Bardia e la possibilità che ha l'avversario di concentrarvi l'offesa dei suoi mezzi terrestri, navali ed aerei, portano a ritenere che, malgrado la decisa volontà di resistere, anche questa piazza, in un tempo più o meno lungo, sia destinata ad essere sopraffatta da un attacco a massa di mezzi corazzati, preparato ed accompagnto da intensa azione aerea e navale. In questa situazione è da chiedersi se non convenga tentare di raccogliere le truppe di Bardia su Tobruch, in modo da conferire a questa ultima piazza una maggiore robustezza. Nel caso Voi foste di questo parere, Vi pregherei di darmene subito autorizzazione prima che l'intercettazione delle comunicazioni con Tobruch sia definitiva ed inifrangibile. IV. Con questo, però, non mi illudo di arrestare l'offensiva nemica davanti alla piazza di Tobruch; riusciremo solo a prender tempo, elemento preziosissimo, che potrebbe consentire di far affluire i mezzi donei a bloccare ulteriori progressi. Caduta Bardia è infatti da prevedere che l'avversario, ripetendo lo stesso procedimento - blocco del porto, interçettazioni delle comunicazioni ed attacco combinato da terra, dal mare e dall'aria possa infrangere qualche tratto della lunga cinta fortificata e penetrare nella piazza. Né, allo stato attuale è da prevedere che le nostre· spàrute forze mobili · residue, possano contrastare l'azione nemica in maniera tale da stroncarla. La dura esperienza di queste giornate amarissime ci porta infatti a concludere che, in questo scacchiere, una Divisione corazzata è più potente di una intera Armata, Di fronte al mezzo corazzato le truppe più salde ed agguerrite non reggono: l'armamento anticarro non è sufficiente ad arrestarne l'attacco, specie se preparato dall'azione massacrante del bombardamento aereo. Né si può invocare a paragone l'operazione per la presa di Sidi Barrani, perché essa fu effetto di manovra sul rovescio dello schieramento n~mico, che lo obbligò a . retrocedere per sottrarsi .. alla minaccia. V. Per queste considerazioni, come Vi ho già comunicato, ho predisposto la organizzazione a difesa del ciglione di Deina, sul quale vanno affluendo tutti i mezzi ancora disponibili in Cirenaica oltre alla Divisione « Sabratha » chiamata da Tripoli e ·di cui oggi è giunto il primo scaglione. Questa posizione, fortissima sulla fronte per la presenza di un fosso anticarro naturale, potrebbe essere aggirata per 'la fascia di terreno facile, percorsa da una buona pista, che da Martuba adduce a Berta. Perciò, come appare dallo schizzo annesso, a sud di questa ultima località si dislocano forze importanti e per ·questo la Brigata corazzata (che in realtà si riduce a due compagnie. carri


ALLEGATI

617

M 13, a due battaglioni di carri leggeri e due gruppi di artiglieria) si è schierata a sud di Derna. VI. E' però tutt'altro da escludere che l'avversario, invece di affrontare un osso così duro, decida di trascurare il ridotto Derna · Berta e punti decisamente su Bengasi· Soluch · Agedabia per le buone piste che vi adducono da Tmimi per Mechili (carta allegata). Oggi quest'operazione potrebbe sembrare ancora assai lontana e poco probabile. Ma quando l'avversario avesse occupato Bardia e Tobruch facendone basi per la sua avanzata su Bengasi avvalendosi largamente del mare, le difficoltà dell'operazione diminuirebbero considerevolmente. Per prevenire eventualità del genere ho appunto rinforzato il settore Agedabia · Gialo · Augila fin da quando si verificò l'incursione su Augila, ed ora ho anche occupato in forze i bivi per Marada sulla Litoranea. Inoltre, ho fatto m ettere qualche arma anticarro a Mechili, dove esiste una vecchia ridotta, ed ho disposto che le unità affluenti da Tripoli - ad eccezione della « Sabratha » - si raccolgono intanto a Bengasi. Si tratta, però, di forze esigue e tutte, tranne il nuovo battaglione carri M. 13, non adatte a sostenere il combattimento contro mezzi meccanizzati. I nfatti, quasi tutti i mezzi anticarro di cui disponeva la s· armata furono passati alla 10• compresi quelli della Sabratha. VII. Stando così le cose mi sembra perfettamente inutile far venire altri uomini dalla Tripolitania. S'impone, invecè, l'invio di mezzi idonei a sostenere il confronto con quelli inglesi e cioè: 1) autoblindo e carri medi in misura adeguata alla bisogna; 2) mezzi di fuoco anticarro numerosissimi. So bene che degli uni e degli altri abbiamo poca disponibilità in Patria. Mi si dice però che presso la casa costruttrice vi sia un notevole quantitativo di carri M 13 non riuniti in reparti organici per deficienza di personale addestrato. Sarebbe assai opportuno che tale materiale venisse qui avviato per poterlo distribuire fra i b attaglioni carri leggeri, trasformandone se possibile qualcuno, o parte di essi, con carri medi. Comunque, la posta in gioco - la salvezza della Libia - è tale da imporci ogni sforzo per cui concentrare quello che occorre. Il momento è grave e, per quanto possa riuscirci amaro, penso che si debba passare sopra a giuste fierezze di altri momenti, ricorrendo all'aiuto della Germania. Se noi potessimo avere una o due Divisioni corazzate, faremmo sicuramente ripassare al nemico il ciglione di Sollum. Ove, però, si entrasse iii. quest'ordine di idee una cosa soprattutto è necessaria: la tempestività.


# 618

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Nel programma d'inivio della Brigata corazzata, auspice il von Thoma, era previsto per l'afflusso un tempo inverosimile. Bisognerebbe che ci si mettesse su una strada diversa, anche spezzando il tradizionale rispetto all'organica. A me quaggiù occorrono autoblindo, carri armati, armi anticarro ed automezzi. Se possono affluire raggruppati organicamente in Divisioni corazzate tanto meglio, purché giungano in tempo. Altrimenti vengano pure in blocchi e si costituiscano dopo le Divisioni, quaggiù, se ne avremo tempo. VIII. All'ultimo momento il S.I.M. mi informa che sarebbe imDJinente l'estendersi dell'offensiva alla zona di Siwa: unico obiettivo di essa non può essere che di tagliare alla base il bastione Cirenaica isolandolo dalla Tripolitania. Come vedete, le mie previsioni sono aderenti alla realtà, per quanto fantastiche possano apparire. Duce, mandateci presto i mezzi corazzati ed i soldati d'Italia salveranno la Libia.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S. Rodolfo GRAZIANI


619 Allegato 51

COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

M.P.A. su tutte le MM.PP.AA. Cifrato Stamage

Cirene, 18 dicembre 1940

ROMA

« N. 4 R.mo Pers. Per Eccellenza Guzzoni. Come andrai consta· tando dalle mie comunicazioni che rappresentano gli avvenimenti genuinamente conseguenziali le cose si vanno facendo ogni giorno più gravi. Bardia est oramai isolata da terra et dal mare nonché bersagliata dal cielo. Potrà resistere fino al sacrificio totalitario dei difensori ma est destinata at essere sommersa prima aut poi. Sarà successivamente la sorte di Tobruch. Il nemico sempre più padrone del mare sul quale scorazza liberamente andrà stringendo la morsa inesorabile contro di essa et l'aggirerà da terra. Come risulta dal rapporto inviato oggi al Duce la Piazza non est munita sufficiente· mente di mezzi di fuoco et di truppe né mi est concesso di dar· gliene. Sto infatti raccogliendo tutti i mezzi possibili sulla linea Derna · Berta - El Mechili dove si giuocherà l'ultima partita. Ma il nemico ha una carta formidabile nelle mani. Questa consiste nella possibilità di aggirare tutto il Gebel per le strade Mechili · El Abiar et Mechili . Sceleidima che in qualunque stagione sono percorribili dai suoi mezzi corazzati et dalle autoblindo gommate in modo spe· ciale per il deserto. Attraverso dette strade si punta direttamente su Bengasi che non offre combinazioni adatte ad una difesa ad oltranza. Se non si riuscirà dunque ad arrestare il nemico sulla linea Derna · Berta - El Mechili la sorte della Cirenaica sarà segnata. Per la Tripolitania ho confermato ordine che tutte truppe mobili entrino nel campo trincerato di Tripoli mantenendo in atto solo la linea di copertura occidentale. Sto traendo da quelle Divisioni le ultime disponibilità di artiglierie. Occorre perciò che siano reintegrate dalla Madrepatria. Questa est la situazione vista con la massima freddezza. Abbiamo fatte presenti costà le nostre necessità. Stiamo facendo et faremo qui tutto quanto est possibile fare per opporci al nemico che da tutte le notizie che ci pervengono est decisamente orientato at raggiungere la occupazione della Libia. In questo momento si impone sempre più avere at disposizione una aviazione potentissima. Io non drammatizzo ma non mi faccio illusioni dannose. Solo l'invio di potenti mezzi terrestri et aerei preventivo al serrare sotto del nemico può ancora salvare la situazione ».

GRAZIANI


620 Allegato 52

COMANDO SUPERIORE FF.AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

MPA/MPA 631-1770-21-1300 21 dicembre 1940 Diretto: At Comando Supremo Testo: 01/3686 - per Duce. Dal giorno successivo alla presa di Sidi Barrani in obbedienza alle vostre direttive si est iniziata la complessiva preparazione per l'ulteriore sviluppo delle operazioni su Marsa Matruh. In effetti lo stato delle comunicazioni di assoluta povertà idrica della zona occupata non consentirono l'immediata prosecuzione dell'offensiva. Dopo la conquista di Sidi Barrani si dovette mettere mano immediatamente alla costruzione dell'acquedotto ,e deJla strada da Capuzzo a Sidi Barrani per circa · 120 km. di sviluppo. Contemporaneamente si andava effettuando la raccolta delle truppe e la radunata dei mezzi e delle dotazioni logistiche per assumere lo schieramento offensivo. Per economizzare sui mezzi di trasporto alcune unità compirono trasferimenti di centinaia di km. a piedi, tutte anelando sempre alla battaglia. Come risulta ampiamente dalla censura postale ai primi di dicembre l'organizzazione era in gran parte compiuta superando difficoltà di ogni genere. L'acquedotto, opera imponente costruita a tempo e tecnica di primato utilizzando tutte le tubature comunque esistenti in Libia fin dal 3 dicembre, portò a Sidi Barrani 4 litri di acqua al secondo che equivale a 335.000 litri al giorno, mentre la strada anch'essa costruita sfruttando tutto quanto era possibile trarre dalla Libia era ultimata come fondo ed in gran parte rullata. Nei depositi avanzati di viveri di munizioni e di carburanti erano ,già concentrate quasi tutte le dotazioni previste, mancava solo il completamento degli automezzi che come voi sapete stavano affluendo dalla Madrepatria. Nel frattempo la nostra aviazione svolgeva sistematicamente opera di demolizione sulle retrovie e sugli impianti logistici et altrettanto faceva il nemico concentrando le sue offese sulle nostre basi arretrate et specie su Bengasi. Le nostre truppe avanzate allo scopo di saggiare la resistenza nemica et di conoscere l'efficienza batterono il terreno antistante al nostro schieramento impegnandosi in combattimento entro i mezzi meccanizzati nemici e constatavano nell'azione di questi un crescendo di aggressività e di audacia culminato nel fatto d'arme del 19 novembre sulla fronte del raggruppamento Maletti. Mentre le Grandi Unità assumevano lo schieramento previsto per l'imminente avanzata su Marsa Matruh provvedevo a far presidiare adeguatamente con elementi di fuoco la base di partenza da Halfaia at Rabia et Sidi Barrani per garantire le colonne marcianti da eventuali offese nemiche sul fianco meridionale. Fin dai primi di· ottobre intanto le ricognizioni aeree rilevavano un continuo addensamento di forze e di mezzi nella regione ad oriente di Marsa Matruh addensamento che poteva essere attribuito alla intenzione di opporsi in forze alla nostra prevista spinta offensiva. Il 7 dicembre da un prigioniero catturato durante un tenta-


ALLEGATI

621

tivo notturno contro la divisione « Cirene » ad Alaro Rabia si ebbe notizia che un attacco contro cli noi sarebbe stato sferrato entro una decina di giorni; per quanto la notizia potesse sembrare tendenziosa tuttavia non fu trascurata che anzi immediatamente ne diedi conoscenza all'armata che a sua volta mise tutte le truppe in allarme. Nella giornata dell'8 da vari sintomi (aumento delle ricognizioni aeree sulle nostre retrovie, ripetute segnalazioni di forti nuclei meccanizzati nemici fra Bir Enba et Bir Mella) ebbi la sensazione della imminenza dell'attacco nemico et rinnovai ai comandi l'avviso et l'incitamento a tenersi pronti a sostenere qualora si fos se pronunciato. Anche l'aviazione fu orientata ad intervenire a massa. Come vedete non vi est stata alcuna sorpresa. Tutti sapevamo del probabile attacco nemico, come esso si sia pronunziato all'alba del 9 dicembre et come abbia travolto le divisioni dello schieramento avanzato appare da quanto segue. Contro i capisaldi occupati dalle nostre truppe in terreno desertico, piatto, percorribile privo di qualsiasi appiglio tattico il nemico ha avuto buon gioco impiegando masse di mezzi corazzati, autoblindo et carri armati medi et pesanti sostenuti da batterie mobilissime e coll'efficacissimo concorso delle forze aeree. Generalmente la preparazione di brevissima durata veniva affidata all'artiglieria ed all'aviazione et appena cessato il massacrante bombardamento aereo i mezzi' corazzati irrompevano da tutte le direzioni contro le nostre truppe e così malgrado la più strenua resistenza i capisaldi nel giro di qualche ora venivano ad uno ad uno sommersi. Il primo ad essere investito est stato il raggruppamento Maletti che iniziò un ordinato ripiegamento finché travolto trascinò la seconda divisione Libia che gli aveva inviato una forte colonna celere in soccorso. Contro la massa corazzata infatti operante da ampia fronte concentricamente poco effetto potevano avere le· armi anticarro et le artiglierie delle nostre divisioni costrette a disperdere il tiro su numerosi bersagli mobilissimi et puntati decisamente sull'obiettivo. Nella superiorità schiacciante del mezzo corazzato impiegato a massa deve ricercarsi perciò la ragione essenziale del fulmineo successo iniziale riportato dal nemico. Le nostre divisioni nazionali et libiche hanno anche in questa sfortunata battaglia mantenute alte le tradizioni di valore et di eroismo del nostro esercito. Comandanti et truppe hanno scritto nelle desolate distese del deserto occidentale pagine del più fulgido eroismo; episodi di epica grandezza si sono svolti nella lotta impari fra il nudo petto dei soldati d 'Italia e la ben munita corazza dei soldati dell'Impero Britannico. Brandelli delle nostre divisioni isolati circondati da ogni parte. hanno resistito fino all'ultima cartuccia finché stretti attorno al sacro simbolo della Patria immortale hanno dovuto ripiegare davanti alla strapotenza nemica. Eliminate le truppe dell'eroico generale Maletti, caduto romanamente alla testa dei battaglioni libici e quelle della seconda divisione libica la marea corazzata si est avventata su Sidi el Barrani dove la ferrea divisione Camicie Nere « 3 Gennaio» bombardata anche dal mare et dall'aria ha offerto una muraglia di petti resistendo valorosamente per due giorni. La prima libica che da Uadi Maktila, dove era stata pur essa sottoposta ad intensi bombardamenti della flotta inglese, aveva tentato raccogliersi su Sidi Barrani si trovava la strada preclusa dalle autoblindo et teneva testa a lungo pur sapendo la sua sorte segnata. Questa situazione che cli momento in momento si andava aggravando per le infiltrazioni segnalate già sulla strada di Bug Bug minacciava cli travolgere anche le divisioni di seconda schiera « Catanzaro » et «Cirene ». Se anche fosse stato possibile lanciarle al contrattacco contro le autoblindo sarebbe stato votarl~a sicura distruzione. Per cui approfittando


622

LE OPERAZIONI I N AFRI CA SETTENTRI ONALE

#

della resistenza offerta dalle truppe asserragliate in Sidi Barrani, decisi di sottrarre tali divisioni alla stretta nemica e t riportarle indietro sulla linea Halfaia-Mare-Sollum-Capuzzo dove intanto aveva imbastito una difesa con le divisioni arretrate. Il pomeriggio del 10 ne ordinai pertanto l'arretramento. Questo si svolse abbastanza regolarmente per la « Catanzaro » fino all'altezza di Tishdida, quando, ripresa la marcia, venne pur essa circondata, bersagliata dalle autoblindo ·et scompaginata. L'eroico sacrificio di alcuni reparti che resistettero fino al giorno 12, consentì ai due terzi della divisione di raggiungere le nostre linee di Sollum. La divisione « Cirene » invece si sottrasse meglio alla stretta nemica ma giunse assai stanca ad Halfaia con il nemico alle calcagna. Alla sera del 12 mentre i residui difensori di Sidi el Barrani et di Maktila accerchiati da tre giorni et sfiniti opponevano le ultime accanite resistenze le avanguardie delle colonne corazzate nemiche serravano già da presso le nostre truppe di Halfaia tentando di avvolgerne il fianco destro. Durante i giorni 13, 14 et 15 si combattè accanitamente nell'interno del quadrilatero Halfaia-Sidi OmarCapuzzo-Sollum dove le truppe dell'imperterrito gener ale Bergonzolli contrattaccando vigorosamente riuscivano ad eliminare minacciose infiltrazioni nemiche che tentano di tagliare in due il nostro schieramento et distaccarlo dalla Piazza di Bardia. Alla sera del 15, mentre nuove colonne meccanizzate serrano sotto con manovra concentrica verso SollumGabr bu Fares et Sidi Omar ed un gruppo appare già a Sidi Azeis, tutte le truppe del Generale Bergonzoli ripiegano in perfetto ordine sulla piazza di Bardia dove tengono testa tuttora all'attacco nemico con valore pari alla decisa volontà di resistere fino all'ultimo. Per avere un quadro completo della battaglia occorre inserirvi l'azione della flotta et dell'aviazione nemiche; la prima ha tenuto costantemente sotto la sua potente offesa le nostre colonne operanti lungo la linea litoranea accanendosi con particolare violenza contro Sollum et Bardia. La seconda evidentemente rinforzata da nuove unità che ha continuamente bersagliato le nostre colonne in marcia, i capisaldi occupati dalle nostre truppe, le retrovie, le nostre basi logistiche et specialmente i campi di aviazione et le piazze di Tobruk et Bardia. Per fatali avversità atmosferiche, sollevamenti di sabbia sui campi prima ed allagamenti dovuti poi alle piogge eccezionali, la nostra aviazione non ha potuto fare sentire tutto il suo peso nella battaglia. Tuttavia prodigandosi come sempre oltre ogni limite, superando difficoltà di ogni genere, si est gettata nella lotta con inesauribile ardore et audacia senza pari, seminando la morte et la distruzione far le colonne nemiche. Qualche dato statistico basterà a darvi un'idea del contributo da essa dato alla battaglia in Marmarica: a) ore di volo: 900 da bombardamento e 1.300 da caccia; b) esplosivo lanciato: 2 siluri, 13.000 fra bombe e spezzoni con totale di quasi 2.000 tonnellate; e) colpi di mitragliatrice sparati 17.000; d) apparecchi nemici abbattuti sicuramente 42 et probabili 20. Est certo prematuro fare previsioni sugli sviluppi di questa lotta titanica nella quale il nemico ha concentrato le migliori truppe di quattro continenti. Tuttavia posso fin d'ora dirvi che se oggi, a 12 giorni dall'inizio dell'offensiva, le sue divisioni corazzate segnano il passo davanti Porto Bardia ciò est dovuto esclusivamente al valore dei soldati d'Italia di terra e dell'aria che pur ,in palese e grave inferiorità di mezzi, hanno saputo tener testa fieramente al nemico immolandosi senza risparmio. Ancora una volta vi confermo in maniera categorica


ALLEGATI

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che tutti quaggiù hanno compiuto il proprio dovere fino al limiti del possibile. Se il numero di coloro che hanno avuto la sventura di essere fatti prigionieri est elevato ciò non deve farvi dubitare del loro valore: essi hanno tenuto fino all'ultimo con la volontà di r,esistere fino allo spasimo et fino all'ultimo momento davanti al nemico che inesorabilmente avanzava ben protetto verso la preda sicura hanno lanciato con l'ultima scintilla dalla radio il grido di « Viva· l'Italia ». Di fronte questi fatti l'ignobile canea scatenata dalla propaganda nemica non è che un cumulo di menzogne che fa solo vergogna a coloro che osano scrivere et che dimostrano così di aver perduto financo quel senso di dignità et di rispetto verso il valore anche se sfortunato che est stato sempre caratteristico dei popoli d'alta civiltà.

a

Il Maresciallo d'Italia Rodolfo GRAZIANI


#

624

Allegato 53

COMANDO 10• ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01/10599 di prot.

C. T. li 16 dicembre 1940

Oggetto : Necessità inerenti alla nuova situazione.

Al Comando Superiore Forze Annate A.S. Comando tattico

Orientandomi sull'attuale situazione ed in conseguenza del telegramma di cotesto Comando 01/3420/0p. di oggi, credo opportuno fare il punto circa la consistenza della difesa della piazza di Tobruch, dopo aver sentito il Comandante delia piazza stessa. Faccio astrazione della piazzaforte di Bardia, che ormai, rafforzata dalle truppe mobili del Generale Bergonzoli, è nelle migliori condizioni possibili per resistere. La situazione nella piazza di Tobruch dal lato fortificatorio è nota. Essenzialmente: · - manca per larghi tratti il fosso anticarro, i cui lavori furono sospesi per ordine superiore. Esso viene ora sostituito da campi di mine; - manca qualsiasi profondità nell'organizzazione difensiva essendo, come è noto, all'inizio delle ostilità ancora in progetto la costituzione dei grossi centri sia avanzati che arretrati. Dal lato presidio, mentre è possibile con la G.a.F., con le truppe della Div. «Sirte» e btg. cc.nn. della Libia guarnire le opere, è appena possibile costituire con le forze disponibili i presidi di settore (2 di un btg. ciascuno) i quali però sono privi di artiglieria e di armi anticarro, che sono necessariamente destinate al rinforzo delle opere data la scarsità complessiva di talune armi. Quale riserva a disposizione del Comandante della piazza esiste un solo battaglione di ftr. rinforzato da una btr. da 20. Data l'ampiezza del perimetro della piazia, le possibilità di intervento e l'efficacia di questa riserva sono del tutto aleatorie. Nel complesso si hanno, per un perimetro da difendere di 54 km., 22.000 uomini, pari a circa un uomo per 2 I/i m. lineari, e '198 pezzi


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(esclusi 149 e 120 e comprese le mitragliere da 20), pari a circa 3 pezzi a Km. E' nel campo delle artiglierie, soprattutto, dove è sentita la deficienza perché, trattandosi di arrestare l'attacco dei mezzi corazzati impiegati a massa, è con le armi anticarro e coi cannoni di p.c. che ci si può opporre all'irruenza del nemico. Nella piazza di Tobruch, sia per la particolarità del terreno, sia per le ampie lacune esjstenti nel fosso anticarro, è necessario avere una densità quasi uniforme lungo tutto il fronte. Inoltre, data la mancanza di un ridotto centrale, l'ampiezza della piazza, la rapidità con cui la battaglia meccanizzata si risolve, è necessario che i due Comandi di settore e quello della piazza abbiano una forte riserva autoportata. In questa situazione sarebbe quindi necessario che venissero assegnati alla piazza: - n. 100 pezzi anticarro da 47/ 32 e da 20, sia per completare l'armamento della cinta fortificata, sia per abbozzare l'organizzazione di un sìstema difensivo arretrato; - n. 4 gruppi da 75/27 e due gruppi da 105/ 28, necessari a completare lo schieramento nei tratti del fronte più deficitari (ad es. sul fronte dell'Uadi Sahel non ci sono artiglierie); - un reparto meccanizzato della forza di un rgt. di ftr. ed adeguata aliquota di artiglieria anticarro di p.c. e contraerei; · - due cp. da 47/32 e due btr. da 20 m/m autotrasportate, a disposizione dei comandi di settore. Per quanto si riferisce agli automezzi per i servizi della piazza e per il funzionamento della Delegazione Intendenza, la situazione odierna venne già comunicata stamane a codesto Comando Superiore (dei 150 autocarri lasciati dal col. Nicolardi ve ne sono circa 50 inefficienti). Per assicurare tale funzionamento sono necessari almeno 80 automezzi efficienti a parte naturalmente quelli da assegnare in proprio al rgt. ftr. motorizzato, ed alla compagnia da 47 e alle batterie da 20. In conclusione credo che, se si vuole che la piazza adempia alla consegna del Duce, occorre concentrare tutti i mezzi necessari, altrimenti la resistenza - a malgrado della volontà e del valore degli uomini - non potrà essere di lun~a durata. Evidentemente l'azione terrestre sarà integrata dall'azione aerea, e quanto possa fare l'aviazione lo dimostrano i combattimenti di questi giorni. Però, quanto maggiore sarà il numero degli aerei che l'autorità centrale potrà mettere a disposizione, tanto maggiore sarà la probabilità di resistenza.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Infine, qualora si intendesse di costituire una massa di manovra per operare all'infuori della piazza, ritengo che occorrerebbe potere disporre di almeno 2 divisioni completamente autoportate e ricche di armi anticarro e cioè possibilmente costituite con le formazioni prima accennate, ossia: - per ciascun btg. di ftr. una cp. da 47 su 8 pezzi; - per ciascun rgt. di ftr. due btr. da 20 su 8 pezzi. Quanto sopra rappresento a codesto C.S. per quanto riterrà possibile di fare per venire incontro alla situazione; pur compenetrandomi, naturalmente, delle difficoltà che si oppongono alla realizzazione integrale delle necessità suesposte.

Il Generale Comandante M. BERTI


627 Allegato 54

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

17 dicembre 1940 All'Eccellenza Berti TOBRUCH

01/3454/0p. 17 dicembre ore 12. Quanto Voi, Eccellenza, mettete così bene in evidenza nel vostro 01/10599 del 16 corrente nei riguardi delle necessità per la difesa della piazza di Tobruch est quanto esattamente a m_ò di esempio poteva essere già calcolato dal giorno in cui detta piazza fu costituita e cioè, credo quattro aut cinque anni fa. Ma nell'attuale momento il recriminare per le deficienze est questione che può solo servire at mettere at posto le vostre .personali responsabilità del momento. Ora che questo lo avete fatto non vi rimane che tener presenti queste conclusioni: 1) la piazza di Tobruch deve essere mantenuta ad oltranza; 2) non avete perciò che da adoperarvi per lo sfruttamento migliore delle disponibilità attuali et far lavorare tutti per migliorare la sistemazione difensiva; 3) tener presente che questo Comando Superiore farà quanto possibile per sussidiarvi in base alle d isponibilità et alla necessità che gli incombe di provvedere alla tutela di tutta la Libia; 4) tener ancora presente che dalla Madrepatria si est chiesto èt viene inviato tutto ciò che est possibile per l'insieme delle difficoltà che at voi certamente non sono ignote.

Prego ricevuta. GRAZIANI


628 Allegato 55

COMANDO 10" ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 01/10623

18 dicembre 1940

Oggetto: Questioni relative nuova situazione.

All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani Comandante Superiore Forze Armate A. S. Comando tattico

Ho preso conoscenza del fonogramma 01/3454 Op. Desidero vivamente, Eccellenza, chiarire che tra gli scopi della mia lettera non vi era quello di mettere a posto la mia personale responsabilità e mi duole che le mie parole possano essere state in tal senso interpretate. Il momento che viviamo vuole che l'interesse personale scompaia di fronte a quello della Patria! Il mio intendimento era solo quello di prospettare una situazione della piazza di Tobruch che, se poteva essere nota per quanto si riferisce alla sistemazione fortificatoria, per quanto ha tratto, invece, .al personale, alle armi e al materiale, poteva anche non essere conosciuta nei suoi dettagli. Naturalmente nel rappresentare tali deficienze non mi ripromettevo di potere subito ottenere tutto quanto richiesto poiché, come affermo nelle mie conclusioni, mi sono note le difficoltà che vi si oppongono, ma, bensì, di prospettare un quadro complessivo di orientamento affinché il Comando Superiore possa tenerne conto a misura che si presentino disponibilità di truppa e di mezzi. In questo particolare momento, Eccellenza, posso assicurarvi che il mio vivo desiderio è quello di cooperare alla vostra azione in tutti i modi e con tutte le mie possibilità. Ed è perciò che mi permetto di esprimervi - anche se non richiesto - il mio pensiero sulla attuale situazione - anche se questo possa oltrepassare il limite della mia competenza. A mio parere ta:le situazione, per quanto grave, non è disperata. Indubbi segni del comportamento del nemico, varie informazioni intercettate, non escludono che vi possa essere una sosta sia pure di non lunga durata - nell'offensiva nemica.


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ALLEGATI

Si tratta di vedere come e dove organizzare durante la sosta la nostra resistenza e, conseguentemente, quale potrà essere l'impiego delle scarse forze disponibili, in attesa di quanto potrà venire in rinforzo dalla madrepatria. Sono ora intervenute precise direttive del Duce: « resistere ad oltranza nelle piazze di Bardia e di Tobruch » . Ritengo che tali direttive rispondano nel modo migliore all'attuale momento, perché sono convinto che, fino a quando queste piazze rim arranno nelle nostre mani, assai difficilmente l'avversario - salvo infiltrazioni dannose, ma non risolutive - potrà avanzare in profondità ed in forza nell'interno della Cirenaica. E' perciò che m i sono prospettato il problema se, data la modesta efficienza della piazza di Tobruch - visto che Bardia ha una soddisfacente sistemazione - convenga concentrarvi tutte le forze e tutti i mezzi disponibili, invece che scaglionare le forze in profondità per cercare di arrestare il nemico su linee di difesa successive, che in questo territorio sono in genere poco idonee e facilmente aggirabili. lo sono decisamente per la prima soluzione ed è perciò che ho prospettato il quadro completo delle necessità più urgenti della piazza di Tobruch, con l'intendimento di cominciare a concentrare nella piazza, visto che non vi sono le forze e i mezzi necessari, almeno tutte quelle disponibili. Mantenendo come vuole il Duce le piazze, esse - verificandosi determinate eventualità - potranno in avvenire costituire base di partenza per la riconquista del territorio. Questo è il mio pensiero che, quale vostro più diretto collaboratore credo mio dovere di prospettarvi. Tengo però ad assicurarvi nel modo più formale che, qualunque siano i . vostri intendimenti, mi adopererò con tutte le mie possibilità per venirvi incontro con piena fiducia in voi, Eccellenza, e nel successo finale.

Il Generale Comandante M. BERTI


630 Allegato 56

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 1 di prot. Ris.mo Pers.

Z.d'O., lì 1° gennaio 1941-XIX

Argomento: Situazione militare in Cirenaica.

All'Ecc. il Capo di Stato Maggiore Generale ROMA Il prolungarsi della sosta delle operazioni in Marmarica se ha concesso un certo respiro alla nostra organizzazione difensiva, non ha tuttavia modificato la situazione generale che conserva nella sostanza tutto il carattere di gravità cui ho accennato nei miei rapporti precedenti. Essa, infatti, si presenta nei termini seguenti: 1) Piazza di Bardia, presidiata da 4 divisioni con circa 45.000 uomini e 430 pezzi di vario calibro. dal 20 m/m al 149 /35. a cinta fortificata ha un perimetro di 32 km., di cui circa 20 protetti da ostacoli anticarro. La situazione logistica oggi può dirsi soddisfacente, in quanto i viveri sono sufficienti per un mese, con congrue dotazioni di munizioni. I rifornimenti, però, diventano ogni giorno più difficili: i nostri motovelieri cui è affidato tale servizio, sono controllatissimi dalla costa (specie fra Marsa Lucch e Ras Azzas) e soggetti alle offese del naviglio sottile nemico che incrocia al largo e che blocca praticamente il porto di Bardia. In questi ultimi giorni ben 5 motovelieri non sono giunti a destino. Da terra la piazza è completamente circondata. Rifornimenti via aerea - a parte l'esiguit~ dell'apporto - non sono possibili perché l'unico campo (Menastir) è fuori della cinta. Nell'interno di questa vi è un solo campo di fortuna dove possono atterrare solo apparecchi da ricognizione o da caccia. In complesso, la piazza ha forze sufficienti per contrastare un attacco nemico, ma non ha possibilità di azioni manovrate fuori della cinta e quindi, a scadenza più o meno lunga, è destinata a cadere "non fosse altro per esaurimento. 2) Piazza di Tobruk - è in condizioni sensibilmente inferiori a quelle di Bardia. Il perimetro è di 54 km. circa, di cui solo una ventina protetti da ostaéolo anticarro (artificiale e naturale). E' presidiata da soli 27.000 uomini con 300 cannoni di vari càlibri (dal 20 m/m al 149/35). La densità dell'occupazione della cinta


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è qui assai debole. Le piccole colonne celeri, che si è riuscito a lanciare fuori per contrastare l'attività esplorativa dei mezzi meccanizzati nemici, non possono che avere scarsissima efficienza e limitato raggio di azione. Inoltre, vengono a sottrarre mezzi di fuoco a quelli assai scarsi di cui la piazza dispone. 3) Settore di Giarabub - La situazione è ben nota, per averne comunicati i dati ieri l'altro. 4) Zona di schieramento Derna-Berta-Mechili - Funzione delle truppe dislocate in questa zona è di arrestare - con la manovra dei nuclei mobili appoggiati a zone di ostacolo ed a punti fortificati - la eventuale penetrazione verso il Gebel cirenaico e la piana di Bengasi. Le forze che si sono potute raccogliere sono ancora molto esigue - all'incirca una divisione rinforzata da qualche gruppo di artiglieria e la brigata corazzata - e di efficienza limitata per scarsa mobilità dipendente dai pochi automezzi disponibili. La brigata corazzata ha di veramente efficienti appena 25 carri M 13. Ho dovuto dislocarla a Mechili, con nuclei esploranti ad Ain Gazala e Tmimi, essenzialmente per metterla in condizioni di contrastare eventuali infiltrazioni nemiche ad ovest di Tobruk. Naturalmente ben poco potrebbe fare contro un attacco a massa di mezzi meccanizzati. Né ho potuto spingerla avanti per agire in concorso con le truppe di Tobruk per non togliermi l'unico mezzo di manovra nella zona di Mechili da cui si minaccia direttamente Bengasi. 5) Organizzazione difensiva del Gebel cirenaico e degli sbocéhi sulla piana di Bengasi. Sto dando corso all'organizzazione difensiva del Gebel cirenaico mediante la creazione, nei punti di obbligato passaggio e di vita, di piccoli presidi fissi e mobili, incaricati di contenere, ingabbiare e distruggere eventuali infiltrazioni di mezzi meccanizzati nemici. Questa organizzazione fa capo al « Comando Zona Militare di Barce », affidato ad un valorosissimo ufficiale praticissimo dei luoghi e di guerre coloniali, il colonnello Piatti del Pozzo. Ho già accennato anche alla creazione del settore di copertura Bengasi, incaricato di. presidiare saldamen.te gli sbocchi del Gebel sulla piana bengasina: uadi Bacur, Regina e Sceleidima. Anche questa organizzazione è già a buon punto.

6) Organizzazione difensiva del sud cirenaico.

In relazione alla eventualità di operazioni provenienti da Siwa, è stata potenziata la difesa di Agedabìa (mediante l'assegnazione

di un gruppo da 75/27, oltre a due batterie da 100/17 che già vi erano dislocate) nonché degli sbocchi da Marada sulla iitoranea, ad El Agheila e ad ovest. ·


# LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

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Lo schieramento nemico, quale risulta alla data di oggi, è riportato nella· carta qui allegata *. E' particolarmente minacciosa la dislocazione della 7" divisione corazzata, che potrebbe preludere ad un eventuale movimento avvolgente della piazza di Tobruk. E' anche preoccupante la mancanza di notizie di un elemento di tale divisione, 1'11° reggimento ussari (tutto autoblindo) che nelle operazioni sin qui svolte, ha sempre costituito la punta dell'armata nemica. Mentre ieri risultava in zona Gambut, nella notte è stato sostituito dalla brigata corazzata (tutta di carri armati) e si è spostato non si sa dove. In questa situazione, poiché una puntata in forze sulle retrovie di Tobruk non potrebbe essere contrastata dall'esiguo nucleo esplorante di Ain Gazala, ho disposto l'invio di tutto il 10° reggimento bersaglieri e del V battaglione M 13, che partono stanotte da Bengasi. Ho dovuto prendere questa decisione - che mi priva dell'unica riserva - per impedire che il nemico tagliasse le comunicazioni fra Tobruk e Derna e soprattutto piombasse sui campi di aviazione di Ain Gazala e Tmimi - dove sono dislocat~ gran parte delle forze della s· squadra - e che sono i soli campi ormai rimasti dai quali i nostri aerei possono partire per essere presenti nel cielo di Bardia. Da quanto precede appare evidente come nell'attuale situazione, malgrado tutti gli sforzi, malgrado tutte le previdenze, siamo costretti a subire passivamente la iniziativa del nemico esclusivamente per la mancanza di una poderosa massa di forze corazzate per contrattaccare. Se noi oggi disponessimo di tale elemento potremmo agire ancora controffensivamente dalla fronte Tobruk-El Adem verso Bardia e schiacciare contro le difese di questa le forze nemiche che assediano la piazzaforte. Se questo elemento di forza non giungerà in tempo, il nemico minaccia di sommergere le piazze di Bardia e Tobruk con 70.000 uomini e 700 cannoni. E' l'ultima speranza di salvezza della Libia sarà affidata alle poche truppe che si batteranno fra Derna-Berta e Mechili. Questa crudele realtà sento il bisogno di rappresentare e rammentare perché la sosta attuale non induca a ricadere nel falso ottimismo che da più sintomi traspare vada stabilendosi nella opinione pubblica della Madre Patria. E' superfluo aggiungere che la consegna per Bardia-Tobruk e per tutti è quella di non cedere fino all'estremo · e di durare.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. S. Rodolfo GRAZIANI

* Omessa.


633 Allegato 57

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

N. 2 di prot. Ris. Pers.

lì 6 gennaio 1941

Carte annesse n. 2 (*) ed 1 specchio. Argomento: Situazione militare dopo la caduta di Bardia. Al Duce

ROMA

Faccio seguito al mio rapporto 1 Ris.mo in data 1° gennaio, diretto all'Ecc. il Capo di Stato Maggiore Generale, ed al telegramma n. 01/156/0p. di ieri. La caduta di Bardia, malgrado l'eroico sacrificio delle truppe del Generale Bergonzolì, per quanto prevista fin dall'll dicembre, quando cioè si profilò nella mia mente il quadro completo degli sviluppi che avrebbe potuto avere l'offensiva nemica, ha dato ancora una volta la misura della impossibilità di resistere, con i mezzi e le armi di cui disponiamo, alla valanga di acciaio che il nemico ci oppone, sostenuta e potentemente coadiuvata da una aviazione e da una flotta aventi, in questo scacchiere, schiacciante superiorità. Se Bardia, difesa da 45.000 uomini con oltre 400 cannoni, schierati su 30 km. di fronte, è stata sommersa completamente al terzo giorno dell'attacco, non è da pensare che Tobruch possa resistere meglio e più a lungo. I 27 .000 uomini e i 300 cannoni che ne presidiano i 54 km. della cinta, non possono infatti che ripetere l'eroico sacrificio dei difensori di Bardia. Né, è da pensare che l'avversario sosti nella sua spinta offensiva, che anzi da molti sintomi si deduce la tendenza ad accelerare il ritmo delle operazioni per liquidare al più presto la partita. Fin da ieri infatti, l'aviazione nemica ba esteso le sue esplorazioni fino zona di Cirene e di Mechili. Da intercettazioni risulta già in corso lo schieramento verso ovest di tutta la 7• divisione corazzata, compresi gli elementi che hanno partecipato all'attacco di Bardia. * Omesse.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Stamane si è iniziato l'investimento della Piazza da par.te dei mezzi corazzati n emici. Dopo di che i vari episodi del nuovo dramma sono facilmente prevedibili. Stando così le cose, l'ultima partita dovrà essere giocata, a scadenza probabilmente molto prossima, nella · zona compresa fra Derna - Berta e Mechili. Perché possiate valutare le nostre possibilità operative in questa even tualità che, ormai, solo un miracolo o un potente diversivo su altri fronti potrebbe evitarci, Vi preciso gli elementi di forza sui quali possiamo contare e sulla loro dislocazione. Come già detto nel mio rapporto 1 Ris.mo Pers. e come meglio risulta dalle carte qui unite, le forze che a tutt'oggi è stato possibile schierare fra Derna - Berta e Mechili, ivi compresi gli elementi dislocati ad Ain Gazala e Tmimi, ammontano complessivamente ad appena 15.000 uomini con 250 pezzi di artiglieria - dal 20 m/ m al 105/28 - e 60 carri medi. Con gli elementi in arrivo dalla 5• Armata (4 btg. mitraglieri, due gruppi da 75/27 ed una dozzina di batterie da 20, da 47 / 32 e da 65/ 17) e sempre che giungano in tempo, potremo mettere insieme 20.000 uomini, 350 cannoni e 60 carri medi. E ques to è tutto, in quanto non è possibile trarre altre forze dalla 5• Armata, già indebolita al massimo, né posso ancora fare assegnamento sul tempestivo afflusso di forze dalla Madrepatria. Se Voi ora date uno sguardo alle carte topografiche e Vi soffermate a considerare la vastità della zona in cui queste truppe saranno chiamate ad agire, Vi convincerete quanto sia arduo il compito loro affidato e come le speranze di arrestare in questa zona l'offensiva nemica siano assai tenui. Voi rileverete, · infatti, come la zona di ostacolo rappresentata dall'Uadi Derna e dall'Uadi Beddahach che lo prolunga verso ovest, sia aggirabile a b reve raggio, attraverso la striscia di facile percorribilità Martuba - Berta sfociante nella Litoranea nord ed a raggio più ampio per l'altra zona di terreno relativamente facile che dal nor d di Mechili punta su Ghegab, sboccando sulla Litoranea meridionale. Da Mechili poi, per le piste predesertiche, si aggira tutto il Gebel e si sbocca su Bengasi. Il terreno ad occidente di Tmimi non è certo quello p iatto e senza appigli della Marmarica e consente buone possibilità di manovra. Queste però, come è ovvio, sono proporzionate all'entità delle forze in campo. Se nel punto e nel momento in cui si pronunzierà l'attacco dei mezzi meccanizzati nemici, noi non riusciremo a realizzare· una superiorità di mezzi di fuoco_ e corazzati, è da ritenere probabile che ques te ultime difese, anche se manovrate e scaglionate in profondità, saranno scardinate. Ed allora la Cirenaica sarà perduta. Perché le forze arretrate presidi della zona militare di Barce, sbarramenti del settore di


ALLEGATI

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copertura di Bengasi (Uadi Bacur-Regima e Scheleidima) e dei territori del Sud Cirenaico (Agebadia-Gialo-Agheila) hanno poca consistenza - come potete rilevare dalla carta all'l: 1.000.000 e possono solo contrastare infiltrazioni di piccoli nuclei meccanizzati e non certamente un attacco a massa. Pertanto, ripeto, la salvezza della Libia è affidata alle truppe schierate nel sistema Derna-Berta-Mechili. · Di fronte ad esse l'avversario potrà concentrare - in brevi giorni, qualche settimana al massimo - truppe notevolmente superiori, imbaldanzite dal successo, alimentate dalle nostre stesse basi di Bardia e di Tobruch, e rincalzate da numerose riserve. Se sono vere, come purtroppo lo sono, le notizie date dal S.I.M., le forze inglesi in Egitto, ammontanti a ben 17 divisioni, hanno ricevuto e stanno ricevendo, da tutte le parti del mondo, rinforzi in mezzi corazzati e meccanizzati, tali da compensare largamente le perdite subite (vedasi riepilogo allegato). Di fronte a questa nuova valanga di acciaio che avanza che cosa potranno opporre i nostri 20.000 uomini con 350 cannoni e 60 carri? Un altro aspetto della situazione che diventa di momento in momento più grave, deriva dalla sproporzione fra i mezzi aerei contrapposti. La s• squadra aerea, dopo l'intenso, logorante sforzo sostenuto, non è più in grado di svolgere azioni offensive. Questo ha ieri dichiarato il suo Comandante, l'Ecc. Porro. Essa non può mettere in linea oggi, fra caccia e bombardall?-ento, che una ottantina di apparecchi con caratteristiche notevolmente inferiori a quelli nemici. La massa di questi - che secondo il bollettino del S.I.M. del 29 dicembre ammonta a 700 apparecchi di prima linea ed a 400 di riserva - senza con.tare quelli delle 5 navi portaerei dislocate in Mediterraneo - si accresce ogni giorno di più per l'afflusso di nuovi aerei, tutti dei tipi più moderni. Come lo stesso S.I.M., segnala, altri 477 apparecchi sarebbero già arrivati o in arrivo in Egitto (come da riepilogo allegato). In questa situazione mentre l'offesa aerea diventa ogni giorno più poderosa, si affievolisce per contro ogni possibilità reattiva della nostra aviazione. Per cui, quando si scatenerà l'offensiva su Tobruch - praticamente già cominciata - dovremo assistervi passivamente anche nel cielo, oltre che per terra e per mare. Né la situazione potrà cambiare quando l'avversario si deciderà a procedere contro il sistema Derna-Berta-Mechili. Questa, o Duce, è la dura realtà, senza veli e senza attenuazioni; quella realtà che a me è apparsa e balzata innanzi dal primo giorno dell'offensiva nemica, per qutlle leggi inesorabili che dominano la


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

guerra nel deserto, dove uno scardinamento iniziale del sistema, non è rimediabile ed una disfatta è sempre totalitaria. So che il mio telegramma 01/0318 del 12 dicembre ha provocato facili critiche da parte di molti e mi ha procurato la taccia di chi avesse « perduto la testa». Esso, al contrario, rappresentava una realistica visione del dramma che si sarebbe conseguenzialmente svolto. Se un mio ordine non avesse fatto sì che le Divisioni « 23 Marzo», « 28 Ottobre», « Marmarica » e « Cirene » si sottraessero in tempo alla stretta nemica ritirandosi in Bardia, questa, che era rimasta semplicemente presidiata da un velo di G.a.f. sarebbe allora stata travolta immediatamente, e la marea dei mezzi corazzati nemici si sarebbe gettata su Tobruch appunto nelle giornate del 13 e 14. In quel momento da Tobruch a Bengasi non vi erano che nuclei di truppe e nessun altro sistema difensivo imbastito. Era dunque giusto che io parlassi di Tripoli quale estremo ridotto dappoiché da Bengasi a Tripoli ugualmente non esisteva alcuna difesa. Oggi, come già illustrato sopra, le cose sono presso a poco le stesse. Scardinata Tobruch, vi è tuttavia una organizzazione difensiva in profondità che in unione ai lavori di mina, interruzioni, etc., potrà miracolosamente forse arrestare l'avanzata nemica tra Derna e Berta; o in caso diverso ritardarla su Bengasi-Agedabia ma non più fermarla. Tra Bengasi e Tripoli nulla più esiste di difese fisse o mobili se non il campo trincerato di Tripoli stesso. Ripeto: rotta quindi la linea Derna - Berta la Cirenaica deve da quel momento considerarsi perduta. Per parte nostra potete esser certo che si contrasterà il terreno palmo a palmo. Lo spettacolo che in questi giorni stanno dando le truppe e le popolazioni dell'Africa Settentrionale è semplicemente commovente e degno di essere additato all'ammirazione del mondo. Percorrendo le vie di questa terra bagnata da tanto generoso sangue italiano, Voi sentite lo spirito fiducioso di questo nostro popolo che, pur con l'animo stretto dall'angoscia, serenamente affronta ogni sacrificio, ogni fatica, ogni privazione con piena comprensione del suo dovere ed attende con calma mirabile gli eventi. Mai l'ordine, la disciplina, la serenità sono stati più palesi e più sentiti come in questi giorni. Concludendo, Duce, la salvezza della Libia è oggi legata alla volontà del nemico. Vorrà esso spingersi oltre Tobruch, o si arresterà volontariamente .su questo obiettivo una volta raggiunto? Vorrà diluire i suoi contingenti nella conquista e mantenimento di tutta la Libia, o preoccupandosi di una eventuale complicazione balcanica, preferirà mantenere tutte le sue forze dirette ad oriente?


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() ritardare e sospendere per il momento l'avanzata in Libia per riprenderla a cose colà chiarite? A questi sottili fili del destino, Duce, è oggi legata la sorte della Libia. E pertanto a noi non rimane che approfittare di ogni ora, di ogni giorno, di ogni mese (se a questo limite di tempo arriveremo) per consolidare le nostre posizioni sulla linea Derna - Berta, la quale potrebbe divenire realmente imprendibile ed insuperabile se invece di 20.000 uomini io potessi schierarvi 4 o 5 divisioni munite di artiglierie mobili e di mezzi corazzati per poter al momento opportuno forse anche riprendere le mosse e rigettare il nemico oltre frontiera. Queste forze io non posso trovarle più in Libia perché da Tripoli non si può più togliere nulla, anzi bisogna rifondere il tolto, per mettere quel campo trincerato in condizioni di resistere ad una eventuale sorpresa da occidente. Esse dunque non possono che provenire dalla Madrepatria e su questo punto il mio giudizio si arresta per devolverlo allo Stato Maggiore Generale che di tutta questa vicenda, dal luglio in poi, io ho tenuto minutamente e costantemente informato come risulta dagli atti di ufficio, sicché la genesi di causa ed effetto sarà facilmente precisabile e con essa il computo delle responsabilità sulle quali io Vi chiederò di inquirire iniziando dalle mie, a suo tempo.

Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate A. . S. Rodolfo GRAZIANI


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Annesso alla lettera N. 2 Ris. Pers. del 6 gennaio 1941

GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE

Riepilogo delle truppe e dei mezzi segnalati giunti o in arrivo in Egitto dal 1/12 al 6 gennaio Segnalazioni del S.I.M.

Automitr.

Auto· Carri blindo armati

Aerei

1------------------·1-----------so

6/12 . transitati da lrak

10

85

14/12 · sbarcati 15.000 inglesi 250

22/12 - sbarcati Porto Said

25/12 · probabile sbarco 1 Div. inglese 31/12 . confermato sbarco 1 Div. austr. dal 29-12 al 4-1 affluirebbero

163

so

1/1 · giunti 6.000 ebrei 3/1 - attesi per il 2-1 20 pi~os<;:afi. (4 btg, 1 rgt. art. pes., 3.600 md1am) .: . - attesi per il 12-1 23 piroscafi (con 12.000 uomini) 4/1 - in viaggio da Bassora 10.000 ind.

so

172 70

200

80

150

250

140

605

140

5/1 . giunti ad Alessandria 8.000 inglesi

Totali

477


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STATO MAGGIORE GENERALE

lì 7 gennaio 1941 Appunto per il Duce

Per parare agli avvenimenti manifestatisi in Libia, dopo aver ordinato la ritirata delle Divisioni dislocate in Egitto ed aver organizzato per espresso Vostro ordine, Duce, la resistenza ad oltranza di Bardia, che tanto bene ha risposto ai Vostri intendimenti, il Maresciallo Graziani - come è noto - ha altresì predisposto successive difese a Ain el Gazala; sulla linea di Derna, Berta; a Barce, a Bengasi e ad Agedabia. La capacità difensiva di questo sistema improvvisato di successive resistenze, inevitabilmente deboli e basate sull'impiego a spizzico delle forze, se può ripromettersi lo scopo di rallentare lo slancio nemico, non pare possa consolidare soverchie illusioni sulla sulla sua capacità di arrestare definitivamente l'offensiva inglese. E ciò per un triplice ordine di ragioni: - la massa considerevole di forze meccanizzate e motorizzate che gli inglesi hanno messo in campo e la sua capacità di rapido spostamento, dimostrato, anche dopo la caduta del porto di Bardia, con l'avvicinamento di taluni mezzi a Tobruk; - la possibilità di manovrare tale massa, data la natura del terreno che permette quasi ovunque di aggirare le predisposte difese; - la quasi assoluta padronanza del mare e la possibilità conseguente degli Inglesi di sfruttare le basi marittime. In tale situazione sembra sia il caso di porci il quesito se convenga continuare a proiettare a spizzico forze verso l'est o se non convenga invece cercare di costituire attorno alla s· Armata, con gli elementi che saranno inviati per la sua ricostituzione e con le grandi unità nostre e tedesche che sono in procinto o in progetto di esserlo, una massa di manovra. Compito questo certo difficile per la quantità di mezzi che occorre inviare, per la difficoltà dei trasporti e per la scarsa potenzialità del porto di Tripoli. E' infatti da considerarsi che il trasporto di una Divisione dall'Italia a Tripoli potrà 'richiedere all'incirca 15-20 giorni e la necessità di aumentare la potenzialità di quel po~to.


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LE OPERAZIONl IN AFRICA SETTENTRIONALE

Comunque sia, pensare alla costituzione di una massa di manovra sembra conveniente, per avere poi la possibilità di impiegarla nella sua composizione organica che esclude a priori ogni impiego a spizzico e, anche solo perciò, poco redditizia. Come e con quali modalità · avverrà l'impiego, potrà essere deciso in prosieguo di tempo, senza premature ipotesi, a seconda delle circostanze e della situazione che si verrà delineando. Varie ipotesi possono infatti essere fatte: - impiego verso la Cirenaica nel caso la resistenza opposta dalle successive linee ce ne dia il tempo e lo consenta la situazione delle forze del nemico e quella della vicina Reggenza di Tunisi; - impiego in Tripolitania per salvare quella colonia nel caso si renda necessario l'abbandono della Cirenaica; - impiego, allo scopo di impedire il congiungimento tra le forze inglesi e quelle francesi della Reggenza di Tunisi, la quale - non è pessimismo il prevederlo - può presto o tardi distaccarsi dal Governo di Vichy. Nel caso in cui si renda necessario l'abbandono della Cirenaica, ho esaminato con i rispettivi Capì di Stato Maggiore la sitUazione della Marina e dell'Aviazione. L'abbandono di Tobruch sposterebbe indubbiamente il problema strategico-navale nel Mediterraneo. Gli Inglesi, infatti, disponendo della base di Tobruch, migliorerebbero notevolmente la loro situazione col sistema Alessandria, Candia, Tobruch, Malta. La loro posizione · generale nel Mediterraneo Cen trale e Orientale risuìterebbe rafforzata ed il controllo del Canale di Candia sicuramente garantito. Non pare invece radicalmente mutato il problema tattico rifletten te l'impiego, nella considerazione che, qualora dovessimo ridurci a Tripoli e ci mancasse così la possibilità di dislocare colà in modo permanente unità navali, non disponendo all'uopo di una base attrezzata, ci sarebbe tuttavia ugualmente consentito l'impiego di unità leggere di superficie e subacquee. Tripoli in altri termini potrebbe diventare una nuova Tobruch più ravvicinata alla Madrepatria e ad essa appoggiantesi. Con l'abbandono della Cirenaica l'aviazione sarebbe in grado di ricostituire nello spazio di un mese la sua efficienza. Nei campi esistenti e in quelli in via di armamento nella Tripolitania .potranno infatti essere schierati sufficienti mezzi aerei affluenti dalla Madrepatria. E ciò anche nel caso più sfavorevole che dovessero essere sacrificati, per la sua estrema r esistenza, tutti quelli attualmente dislocati in Cirenaica. All'azione in Tripolitania potrà inoltr~ concorrere, dai campi della Sicilia e dalla base di appoggio di Pantelleria, l'aviazione metropolitana. Importante e confortante constatazione questa, perché è ovvio che anche disponendo di una massa di manovra, scarse sarebbero


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le nostre possibilità qualora ci mancasse una potente massa di aviazione che non solo si opponesse a quella avversaria, ma battesse i mezzi terrestri per rallentare la marcia e le basi navali, per ostacolare i rifornimenti di materiali di ogni genere e l'afflusso di truppe. Gravi difficoltà si avrebbero solo per quanto riguarda la linea dell'I mpero: lo scalo di Bengasi dovrebbe organizzarsi infatti a Rodi con il conseguente serio problema dei rifornimenti. Ove in tale ordine di idee conveniate, Duce, potrebbero essere date precise direttive al Maresciallo Graziani, secondo la bozza di telegramma qui acdusa.

Il sottocapo di Stato Maggiore Generale · A. GuzzoNI


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STATO MAGGIORE GENERALE

SITUAZIONE TERRESTRE

Con la caduta di Bardia, in Libia rimangono all'incirca 5 divisioni di fanteria, forze corazzate in via d'afflusso e pari ad un'altra divisione, truppe varie non indivisionate; tutte queste forze sono dislocate in successive linee di resistenza: - piazza fortificata di Tobruk: una divisione più elementi vari (27 mila uomini) e circa 300 bocche da fuoco; - zona di schieramento Derna - Berta - Mechili: una divisione (rinforzata da alcuni gruppi di artiglieria) e una brigata corazzata; totale 20 mila uomini, 250 bocche da fuoco, 60 carri medi; - organizzazione difensiva di Barce ·Bengasi· Agedabia: con poche forze e scarse artiglierie. - zona di Tripoli: 3 divisioni di fanteria non complete, 1 divisione corazzata in via di costituzione. Le forze inglesi dislocate in Egitto si possono valutare a 350 mila uomini. Di questi: - 2 divisioni corazzate e - 3 divisioni di fanteria sono dislocate attorno a Bardia, tra Sollum, Sidi Omar, Bir el Hamza, Bir Belafara, Marsa Lucch, con elementi spinti ad est, a sud e a ovest di Tobruk il cui investimento può considerarsi in atto - 2 divisioni a Bug Bug, - 2 divisioni a Marsa M~truh, - 1 divisione a un centinaio di chilometri ad est di Marsa Matruch, le rimanenti ancora in Egitto. Indipendentemente dalle difficoltà dei rifornimenti - d'altra parte suscettibili di notevole miglioramento in seguito alla eventuale caduta di Tobruk - l'avanzata inglese potrà essere rallentata, ma assai difficilmente arrestata in Cirenaica. Non è tuttavia da escludere che gli inglesi, giunti a Tobruk, e spintisi eventualmente a Bengasi, siano costretti ad interrompere la loro avanzata : nella considerazione dell'enorme prolungamento


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della loro linea di tappa aggravata dalla nuova zona desertica (circa 600 chilometri da Agedabia a Misurata) che dovrebbero attraversare e dalla mancanza di porti fra Bengasi e Tripoli (circa 650 chilometri) che possano loro consentire l'organizzazione, per via marittima, dei rifornimenti. Anche però se gli inglesi giungessero a Bengasi con il proponimento di proseguire, sarebbero costretti ad un lungo tempo d'arresto dovuto appunto alla natura del terreno ed alle enormi difficoltà logistiche da superare. A Tripoli stanno ora affluendo abbondanti mezzi per rimettere in completa efficienza le tre divisioni attualmente colà dislocate e per costituire la divisione corazzata; a giorni inoltre avrà inizio il trasporto di una divisione corazzata (Ariete) però provvista di soli carri armati leggeri, e di una divisione motorizzata (Trento) che potranno essere in posto verso il 20 febraio. Avremo allora una discreta massa di manovra da impiegare offensivamente contro gli inglesi, tanto nel caso in cui si siano arrestati in Cirenaica, tanto in quello in cui proseguano contro la Tripolitania; inoltre essa impedirà il loro congiungimento con le forze della Reggenza di Tunisi che si dichiarassero dissidenti da Vichy. Situazione nel complesso grave, ma che non può togliere, né la volontà di affrontarla, né la speranza di superarla. SITUAZIONE NAVALE

La perdita di Bardia e la probabile prossima perdita di Tobruk aggraveranno naturalmente la situazione strategica navale nel Mediterraneo. Tobruk - per quanto di non grande importanza - costituirà infatti una base intermedia nel senso dei paralleli tra Malta ed Alessandria e sistema con Creta e Alessandria. Gli inglesi avranno con ciò maggior possibilità di manovrare per congiungersi con la flotta di Gibilterra. Nella valutazione delle possibilità della flotta inglese bisogna però tener conto delle possibilità della nostra aviazione, la quale con l'ausilio del X Corpo Aereo Tedesco potrà ~ partendo dalle basi della Tripolitania, della Sicilia e appoggiandosi ove occorra a Pantelleria - rendere difficile la vita della flotta inglese nelle sue basi e problematica la sua libertà di movimento. Se la nostra situazione strategico-navale è quindi nettamente inferiore e tale da costringerci a subire l'iniziativa navale inglese, è da prevedere che il traffico attraverso il canale di Sicilia sarà, per quanto insidiato, tuttavia, sia pure con qualche cautela e limitazione, sempre possibile. Migliore sarà la nostra situazione quando in marzo od aprile potranno rientrare in squadra due nostre corazzate e qualora si rendesse possibile l'occupazione di Gibilterra che capovolgerebbe addirittura la nostra situazione.


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LE OPERAZ lONI l N AFRICA S ETTENTRIONALE

SITUAZIONE AEREA

I campi esistenti in Tripolitania, quelli in via di armamento e la maggiore disponibilità di apparecchi - resa possibile con l'arrivo del C.A.T. ed il rientro del C.A.I. - consentiranno uno schieramento della aviazione tale da ritardare l'avanzata degli inglesi. Si è già disposto p er l'aumento di 100 apparecchi; altri 100 verranno inviati a giorni ed ulteriormente 100 al ritorno del C.A.I.. Il compito della aviazione sarà tuttavia molto duro perché, oltre all'azione sul mare, dovrà in buona parte sostenere il peso della lotta - agendo contro le colonne corazzate per rallentare l'avanzata e le basi navali per ostacolare l'organizzazione dei rifornimenti. Ciò comporterà una notevole usura che si potrà compensare con la produzione, ma non aggraverà, nel suo complesso, il problema strategico aereo.

In conclusione, come è stato già detto , la situazione è grave; non è disperata, ma neppure tale da escludere che la Cirenaica, ed in prosieguo di tempo anche la Tripolitania possano essere occupate dagli inglesi. Circa il tempo occorrente è difficile fare previsioni. Pertanto sembrerebbe opportuno che da parte dell'O.K.W. fosse disposto l'approntamento del Corpo Corazzato Tedesco: approntamento al quale seguirebbe l'invio in r elazione alla s itua:lione che si delineerà tra un mese: tempo presumibilmente occorren te per la preparazione del corpo stesso. Che se la situazione migliorasse e l'approntamento del Corpo Corazzato fosse più sollecito, almeno per una divisione, potrebbesi inserire anche il trasporto di questa tra quello sopra accennato della dJvisione corazzata Ariete e quello della divisione motorizzata Trento; e si otterrebbe al più presto una unità corazzata fornita di carri armati di potenza tale da fronteggiare quelli inglesi. li, 8 gennaio 1941-XIX

A.

GUZZONI


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COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE

Dispaccio in arrivo a mezzo telecifra. Trasmesso il 25-1-41 - Ore 12,20 Pervenuto il 25-1-41 - Ore 13,45 Decifrato il 25-1-41 - Ore 14,30 Da: Sr,tpercomando A.S.J. Diretto: Comando Supremo 01/1110/0p.-1 25 gennaio · ore 11. Seguito mio 01/1056/ 0p. Situazione et mio 01/ 1064/0p .di ieri. Da ricognizioni aeree et intercettazioni risulta sempre più evidente che l'avversario con Brigate corazzate 4" et 7• si spinge risolutamente avanti pur in mezzo at difficoltà derivanti dal terreno (che ha mutato caratteristiche piste desertiche) per abbordare ciglion~ Derna - Berta. Non si può oramai nutrire più alcun dubbio che obiettivo nemico sia occupazione totalitaria Cirenaica. Nel settore Mechili comparsa ieri nostre forze corazzate habet richiamato da quella parte affluenza di quelle nemiche in numero preponderante per giornata di oggi. Per evitare che le nostre forze corazzate, costituenti unica disponibilità del genere, fossero sopraffatte, ho ordinato entro notte loro ripiegamento verso nord strada per Chaulan et sosta in potenza per riprendere azione controffensiva su Mechili. Non ancora ho notizie al riguardo. Nostra formazione G. SO in crociera protezione su Brigata corazzata habet questa mattina abbattuto 4 Gloster nemici che la stavano mitr~gliando. Continueranno loro azione in giornata. Se avessi disposto in questo momento di potenti unità corazzate avrei manovrato da Mechili su Tmimi aggirando forze nemiche proiettate innanzi tra ciglione Derna et Berta; così come avrei manovrato da Tobruch su Bardia al momento dello sfocio del nemico · su di essa da Sollum; et così ancora da Derna su Tobruch al momento della marcia su di essa del nemico da Bardia. Sono invece da 50 giorni con le braccia conserte senza avere potuto svolgere alcun atto controffensivo per mancanza di mezzi idonei et subendo iniziativa nemico che habet compiuto sue successive manovre indisturbato come sopra un tavolo di scacchi. Oramai sono nelle condizioni di un capitano che comanda la sua nave in procinto di affondare, perché presenta falle da ogni


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

parte, et che cerca farla galleggiare fino all'ultimo momento. Senza produrre impressionismi ho provveduto in questi ultimi giorni at sgombro da Derna et Bengasi nazionali su Tripoli. Ho preso tutte le disposizioni perché prefetture di Dema et Bengasi et istituti di credito provvedessero sgombrare atti et archivi. Ho per contro disposto che direttore Ente Colonizzazione r imanga sul posto con tutte famiglie coloniche che non sarebbe assolutamente possibile sgombrare per mancanza di mezzi. I Podestà et i Vescovi rimarranno in luogo per tutela nazionali secondo ·leggi guerra et religiose. Prego ad ogni modo darmi eventuali diverse direttive at riguardo tenendo però presente che nazionali rifiutano sgombro via mare et che (ripeto) non ho mezzi per sgombro totalitario via terra. Per contro un migliaio circa fra donne et bambini sono pronti a partire via aerea ma impossibilitati per mancanza aerei trasporto ridotti al minimo per esigenze interne. Se possibile prego inviarmene altri. Superfluo aggiungere che questa precaria situazione non diminuisce affatto spinta dei comandanti et delle truppe che sono decis~ ovunque resistere all'ultimo, et che ovunque regnano calma, ordine, disciplina che habet provocato sensi ammirazione Missione tedesca. Ho sospeso ulteriori invii truppe et mezzi dalla Tripolitania ordinando invece alla s· armata di provvedere alla difesa di Sirte con i mezzi di cui può disporre. GRAZIANI


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GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE UFFICIO DEL COMANDANTE 29 gennaio 1941

R~assunto delle comunicazioni verbali fatte dall'Eccellenza il Maresciallo, comandante superiore delle Forze Armate A.S., nella riunione tenuta a Berta il 29 gennaio 1941, ore 10,30. Sono presenti: Eccellenza TELLERA - comandante 10• armata, Eccellenza CONA - comandante XX corpo armata, Eccellenza BERGONZOLI - comandante Settore Derna, Generale MoLINARI - comandante superiore Genio, Colonnello SORRENTINO - capo ufficio operazioni Supercomando, Colonnello MATRICARDI - capo ·s. M. XX C.A. L'Eccellenza il Maresciallo dà lettura del telegramma 01/1264/ Op. diretto allo Stamage e premesso che conosce bene tutta la situa· zione, così continua:

Mio giudizio sulla situazione ad oggi: Il nemico coi mezzi corazzati operanti sulla direttrice Mechili Gars Mragh - De Martino cerca evidentemente di sfociare sulla gebelica sud coll'intenzione di poter costituire un fianco difensivo sul raccordo De Martino - quadrivio Luigi di Savoia - Cirene (profondità 15 km. circa da Cirene a De Martino) col che verrebbe a tagliare le due strade gebeliche, nord e sud, chiudendo completamente tutto il nostro schieramento del Gebel. Ripete con questa mossa, su un campo d'azione assai più vasto, quello che ha fatto in primo tempo a Bardia sul meridiano di ~arsa Luk e che ha ripetuto a Tobruk sul meridiano di Ain Gazala. Perché questo obiettivo gli sia impedito noi opponiamo ad oggi la semplice occupazione di Gars Bragh con la Brigata corazzata ed il punto di appoggio di De Martino con le ridotte forze in via di affluenza. Per contro il nemico potrà esercitare la sua pressione con tutta la VII brigata cor,a zzata·, rinforzata già da una unità corazzata della IV brigata, forze ieri stazionanti in regione Bir Semander, più tutto l'undicesimo ussari (autoblindo) che ha già proiettato innanzi i suoi


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LI! OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

tentacoli in esplorazione nella Chaulan - Gars Mragh e forse - cosa non ancora accertata - sull'altra direttrice Abiar bu Sfeia Gerrari - Slonta. Non è affatto da escludersi che tutti i rimanenti elementi della IV brigata corazzata attualmente in zona sud-ovest Martuba, data la difficoltà del terreno verso Derna e nel settore Uadi Beddahach possano al momento opportuno essere proiettati anch'essi sulla direttrice Semander - Gars Mragh - De Martino. Da tutto il complesso, giudico difficile che la semplice Brigata corazzata possa, oltre un certo limite, resistere a questa pressione. L'Eccellenza Maresciallo interpella singolarmente i comandanti presenti a cominciare dall'Ecc. Tellera: condivide o non condivide questo apprezzamento? · Ecc. TeUera risponde: condivido pienamente questo apprezzamento. Ecc. Cona: . risponde anche lui che condivide questo apprezzamento. Ecc. Bergonzoli: non avendo vissuta la situazione e non conoscendo l'ambiente tattico nel settore meridionale non può pronunziarsi.

L'Eccellenza il Maresciallo continua il suo giudizio:

Prima considerazione. Se in un tempo più o meno relativo (dato che il Gen. Babini ha avuto ordine tassativo di non muoversi più da Gars Mragh e di resistervi ad oltranza, ordine ripetutogli anche da me questa mattina verbalmente, per telefono) il nemico riesce ad attuare la sua manovra superando anche la difesa di De Martino, tutto lo schieramento del Gebel sarà imbottigliato, avendo precluse ambedue le vie gebeliche di deflusso. Chiede quindi l'apprezzamento su questo punto. Ecc. Tellera risponde: indubbiamente. Anche Ecc. Cona risponde affermativamente. Ecc. Bergonzoli è dello stesso avviso. Gen. Molinari è anche lui dello stesso parere.

Seconda considerazione. fo conseguenza di questa eventualità - che sarebbe mortale mi domando : é opportuno continuare a tenere ad oltranza l'occupazione di Derna che immobilizza 4 battaglioni ed S batterie mobili? O non conviene deciderne in tempo !'evacuazione, sottraendo alla sicura perdita queste forze, con le quali invece si potrebbe rafforzare in primo .tempo il settore di Berta ed in secondo temp0


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farle affluire sul _raccordo quadrivio sud di Cirene-De Martino per prevenirvi la manovra nemica, finché siamo in tempo? Considerando che formalizzarsi a voler tenere un determir.iato punto, in guerra, sia cosa da non accettarsi e considerando che le interruzioni già praticate sui tornanti el Fteiah - Derna e quelle da praticare sulla strada interna Sidi Garbaa - Derna sotto la ridotta Lombardia ed ancora quella da praticarsi nei tornanti risalenti verso Berta, costringerebbero il nemico ad un .sicuro tempo di arresto che, a parere del Comandante superiore del genio, a questo punto interpellato, può giudicarsi uguale a circa una settimana per quanto riflette transito di mezzi meccanizzati, per non influenzare col mio parere preve:ntivo chiedo prima il giudizio dei presenti. Ecc. Tellera risponde: concordo pienamente. Ecc. Cona risponde: tutto considerato sono anch'io di questo parere. Ecc. Bergonzoli risponde: concordo pienamente ed avev<? già considerato per conto mio questa eventualità. Il Gen. Molinari risponde: senza dubbio, vi vedo pochi fattori negativi e molti fattori positivi. Tuttavia, continua l'Eccellenza il Maresciallo, prima di sanzionare col mio giudizio, sottopongo la considerazione del riflesso che . questa decisione porterà sul troncono Berta - ridotta Camporosso che verrebbe ad avere il suo fianco sinistro esposto dal momento in cui il nemico, riparata l'interruzione deUa ridotta Lombardia, potrà sferrare l'attacco sul fianco di esso. E cioè chiedo: dovrà mantenersene l'occupazione o ritirare le truppe che vi sono scaglionate in un tempo parallelo o relativo? Premesso che in questo settore gravitano otto battaglioni più 5 batterie di artiglieria e 2 di accompagnamento, chiedo innanzi tutto un giudizio di massima . .Ecc. Tellera risponde: in linea di massima bisogna sgomberare anche il troncone. Nei riflessi del tempo lo si può tenere fino a quando il nemico non possa esercitare una seria minaccia sui fianchi del troncone oppure che altre circostanze non consiglino !'.utilizzazione altrove delle truppe numerose che presidiano il troncone stesso. Ecc. Cona interpellato risponde: come criterio di massima ·sono favorevole al ritiro delle truppe del ciglione. Come criterio relativo al tempo, credo che debbano essere ritirate subito, e cioè contemporaneamente alle forze di Derna, le truppe del troncone più ·orientale sino a quel punto dove dovrà essere costituita, fuori del contatto nemico, una fronte difensiva - fronte ad est, fra Berta e Dèrnà. Perché ritengo che le interruzioni . non costituiscano ostacolo per grandi unità di fanteria che possono avanzare anche se le interruzioni non .sono completamtnte riattate.


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Ecc. Bergonzoli: favorevole in linea di massima. Per il tempo concordo col parere dell'Bcc. Cona, aggiungendo che, data costituzione delle unità australiane mancanti di salmerie, il XX C.A. ritengo avrà maggiore tempo disponibile per effettuare il movimento. Gen. Molinari risponde: il ripiegamento, rispetto al tempo, è più in funzione della minaccia alla nostra destra (el Mragh - Gerdes Gerrari) che non al riattamento della interruzione. Quindi valutata la situazione, non soltanto locale, il ripiegamento deve gradualmente farsi con una certa celerità. La manovra deve essere in funzione della manovra nemica che minaccia la nostra destra. Eccellenza Maresciallo così continua:

Mio giudizio: in linea di massima, senz'altro decisivo. Per il tempo concordo con quanto dice l'Ecc. Cona. In fondo, o per una o per altra considerazione, siamo tutti d'accordo su questo punto. Terza considerazione. Mi pongo il quesito che grava soprattutto sulla piena responsabilità e cioè: in che momento ordinare la manovra? Non c'è dubbio che in quel settore il tempo d'arresto provocato per il nemico a causa, soprattutto delle difficoltà di terreno e la tregua quasi noncurante del momento, siano subordinate allo sviluppo della sua penetrazione verso De Martino e che questo fattore sia a noi favorevole per sottrarci in tempo utile, ritengo che il movimento debba essere effettuato senza ritardo. Si ricupereranno 13 battaglioni e 15 batterie che, nell'economia scarsa delle nostre forze, rappresentano un valore assai considerevole. Si conseguirà un accorciamento della nostra fronte Berta - Eluet el Asel - Chaulan - Gars Mragh. Si potrà garantire con precedenza sul nemico H possesso dell'asse De Martino - quadrivio Luigi di Savoia - Cirene. Avremo la possibilità di far defluire eventualmente con facilità lungo l'asse delle due camionabili che offrono successive linee di attestamento quale la Sidi Abd el Nahed - Mameli - Slonta e la Gars Benigden - Bir Gandula - Gars el Megiair, sul quale ultimo punto il Comando dell'Armata potrà predisporre e prevedere fin d'ora l'afflusso - in tutto od in parte a seconda delle circostanze - dei nuclei mobili del Comando zona di Barce. Avremo la linea el Garib - Tecniz - Gerdes· el Abid ed infine ancora l'altra uadi Bacur - el Abiar - Regima - Sceleidima per opporre l'ultima resistenza sul primo ciglione del Gebel appoggiando la difesa a punti già prestabiliti ed occupati dai nuclei del settore copertura di Bengasi. Contrasteremo così l'avanzata del nemico ed il terreno palmo a palmo, facilitati dalle agevoli linee di defluenza e dalle interruzioni già predisposte che dovranno ritardare l'afflusso nemico il ·quale,


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intanto, andrà sempre pm allungando pericolosamente :le sue linee logistiche. La riserva a disposizione del Comando Superiore già dislocata a Soluk sarà entro domani costituita da un battaglione mitraglieri, un gruppo da 75/ 27 su 2 btr., un btg. carri armati e dal 2° rgt. artiglieria celere, con la quale riserva il Comando Superiore può essere in condizioni di contrastare l'avanzata nemica su Agedabia. Per tutte queste ragioni vale la pena di abbandonare Derna a ma'lgrado del rammarico che tale decisione può procurare. Chiedo se qualcuno ha da far presente ancora qualche cosa. Tutti - Ecc. Tellera, Ecc. Cona, Ecc. Bergonzoli e Gen. Molinari - . rispondono negativamente. In conseguenza di che, conclude l'Eccellenza il Maresciallo, il Comando dell'Armata è autorizzato ad emanare i suoi ordini di operazione da questo momento stesso, ore 12,10 del 29 gennaio. Innalzo a nome di tutti il pensiero alla Patria lontana di cui qui con un pugno di, uomini difendiamo e difenderemo fino all'ultimo momento l'onore!


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Il Primo Ministro al ministro della Guerr-a e al capo di S. M. Generale Imperiale. 6 gennaio 1941

1. W.S. 5 A. è già partito e il ~< B » parte immediatamente. Perciò questi non c'entrano. Essi trasportano complessivamente 55.000 uomini dei quali 12.000 sono per l'India, ecc., e 43.000 per il Medio Oriente. Dei 43.000 per il Medio Oriente, circa 22.000 sono per le unità combattenti e reclute è 21.000 specialisti, truppe traspor ti e personale vario, dei quali circa 4.000 della marina e dell'aviazione. Così l'armata nel Medio Oriente riceve 22.000 combattenti e 17.000 altri uomini. 2. La presente composizione dell'armata nel Medio Oriente (escludendo i quasi 70.000 del Kenia e di Aden) ammonta pertanto a 150.000 uomini di truppe combattenti. Seguono 40.000 uomini della truppa addetta alle linee di comunic.azioni e 20.000 alle basi, ed altrove ... cioè 150.000 più 60.000. A questi si aggiungeranno ora i 22.000 combattenti e 17.000 di altro genere, trasportati dai W .S.5. A e B, per cui si avrà un totale di 172.000 combattenti e 77.000 impiegati nelle retrovie. 3. Il convoglio W.S.6, ora sotto carico, contiene 8.500 combattenti più 4.000 reclute, una parte dei quali - diciamo 2.500 - porta il totale dei combattenti a 11.000, escludendo la base navale mobile, composta di 5.300 uomini (della quale si fa cenno in seguito), la RAF (ivi compresa -la scuola di pilotaggio per Città del Capo) e la Marina, con 7.000 uomini, 2.000 francesi liberi e circa 9.000 dei servizi di altro genere. Dopo l'arrivo di questo convoglio le forze complessive nel Medio Oriente comprenderanno 183.000 combattenti e 85.000 addetti ai servizi: cioè, si avrà una proporzione di 15 a 7. A questo punto si deve notare il progressivo peggioramento nella proporzione tra truppe combattenti e i servizi nelle retrovie. 4. Ma la categorie « truppe combattenti » richiede un'altra analisi accurata. Siamo informati, per esempio, che la 7• divisione australiana, di 14.800 uomini, non è addestrata e in gran parte non equipaggiata; poi c'è la divisione di cavalleria di 8.500 uomini la cui meccanizzazione non ha fatto ancora progressi e che in realtà


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non può essere considerata truppa combattente se non per il compito che ha di mantenere l'ordine sul posto. Vi sono altre unità che potrei citare e che non sono truppe combattenti nel vero senso della parola: diciamo 6.000. Così 29.000 uomini dovrebbero essere sottratti dal totale dei combattenti, riducendolo da 183.000 a 154.000 per aumentare in compenso il numero di coloro che fanno parte dei servizi nelle retrovie, che da 86.000 sale a 115.000. L'armata del Medio Oriente (esclusi i 70.000 nel Kenia e ad Aden) dispone perciò di 154.000 combattenti e 115.000 uomini nelle retrovie, nei servizi ed inefficienti (ad eccezione dei servizi di presidio). La proporzione dei non efficienti appare troppo elevata. Bisogna ricordare che sarebbe possibile ridurre ulteriormente il numero dei combattenti effettivi poiché ogni divisione o gruppo di brigata dispone della propria organizzazione avanzata di trasporti ed è considerata un'unità che vive con i propri mezzi. Inoltre non bisognerebbe dimenticare che per nutrire tutte queste truppe nelle retrovie, non organizzate o comunque inefficienti, è stato necessario ridurre sensibilmente le razioni del popolo britannico, che ulteriori tagli sono in vista e che ogni uomo e ogni tonnellata di rifornimenti devono compiere il periplo del Capo di Buona Speranza con gravi rischi per la minaccia dei sommergibili, degli attacchi dall'aria e di quelli delle navi da guerra nemiche, su navi il cui viaggio di andata e ritorno richiede, con le relative operazioni di carico e scarico, non meno di quattro mesi. E' perciò dovere di tutte le persone oneste, in patria o nel Medio Oriente, di tentar di aumentare il numero dei combattenti e di tenere il più basso possibile quello dei servizi nelle retrovie. E' qui che si potrebbe ottenere una brillante affermazione di carattere organizzativo la quale potrebbe portare a risultati nella economia della guerra paragonabili a quelli ottenuti con una considerevole vittoria sul campo. 5. Se mi potesse assicurare che la pletora di uomini destinati ai servizi, trasportata dai predetti convogli W.S.S A e B e W.S.6, servirà a rialzare il morale e rendere efficienti i 29.000 combattenti inefficienti, citati al paragrafo 4, sarei contento. Potrà, per esempio, la 7• divisione australiana ricevere ora i servizi necessari per metterla in grado di operare non solo sul posto? La divisione di cavalleria di 8.500 uomini diventerà un'unità meccanizzata, capace di operare sotto forma di brigate o almeno reggimenti, contro il nemico? In tal caso, pur restando la proporzione delle truppe non combattenti, che ora affollano i convogli, ancora troppo elevata, l'armata del Medio Oriente acquisterebbe un maggior potenziale offensivo ed il ritardo nell'invio della so• divisione diventerebbe sopportabile. Può darsi che qualche notizia consolante ci arrivi in proposito. La questione se conveniva di più mandare la I brigata della so• divisione anziché la Base Navale Mobile con il convoglio W.S.6 non è stata risolta. Tuttavia preparativi si trovano in uno stadio

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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

troppo avanzato per rendere conveniente un mutamento del piano. Questa faccenda dovrà essere presa in esame domani (giorno 7) dal Comitato dei capi di S. M. tenendo presente che la divisione rimarrà inattiva per quasi tre mesi. 6. Altrimenti è necessario approvare la spedizione del W.S.6 (ridotto a 34.000 o meno) come ora proposto. Deploro profondamente la così risultante composizione dell'armata del Medio Oriente. Quando tutti questi convogli saranno arrivati, il totale di uomini da esso trasportati ammonterà a 240.000 più 43.000 più 20.000 complessivamente oltre 300.000 ai quali bisogna aggiungere i 70.000 di Aden e nel Kenia - totale: 370.000 uomini da pagare e nutrire. Di quest'enorme esercito le sole unità militari riconoscibili come combattenti, sono le seguenti: 6· divisione australiana; una divisione neo-zelandese, comprendente due gruppi di brigata; 4• divisione indiana; s· divisione indiana; XVI brigata di fanteria; 2• divisione corazzata; 7• divisione corazzata (incompleta); 6· divisione britannica (incompleta). A ciò si aggiungano le unità combattenti formate con i 70.000 uomini nel Kenia e ad Aden: ciò due brigate sud-africane, due brigate dell'Africa Occidentale e forze locali dell'Africa Orientale. Si spera che a quèste si aggiungano presto: a) il completamento delle sopracitate unità incomplete; b) una settima divisione britannica, composta dagli uomini che non trovano altro impiego e da quem ricuperati setacciando i servizi nelle retrovie;

la 7" divisione australiana e una divisione di cavalleria meccanizzata. Con questo si arriverà a circa dieci divisioni tra fanteria, corazzate, cavalleria, più, poniamo, una divisione dal Kenia: totale 11 divisioni. Ma anche questo sarebbe un raccolto misero per un campo così vasto.


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COMANDO SUPREMO I L DUCE

6 febbraio 1941

Al Maresciallo Rodolfo Graziani Comandante Superiore FF.AA. dell'A.S.l. SIRTE

Mi riferisco al vostro 01/1376. Op. del 1° corrente e vi preciso le mie direttive di massima. 1) La difesa della Tripolitania dovrà essere effettuata, non già attorno a Tripoli, ma avanti il più possibile, sia per tenere gli Inglesi lontano dal porto ove devono sbarcare i rinforzi a voi necessari, sia per proteggere più efficacemente le basi aeree. Darete quindi battaglia su posizioni da Voi scelte, sufficientemente lontane da Tripoli e ta1Ii da costringere gli Inglesi a combattere con il deserto alle spalle.

2) Lasciate poche truppe (essenzialmente G.a.F. ed elementi poco mobili) nella piazza di Tripoli ed in copertura alla frontiera occidentale, impiegherete le unità di fanteria, meno mobili, per la difesa in posto, su dette posizioni da voi prescelte a sbarramento della Litoranea e delle sue adiacenze. 3) Le unità motomeccanizzate italiane e tedesche dovranno essere impiegate - sin che possibile per intere Divisioni e sempre offensivamente - in primo tempo nelle difese ritardatrici della Sirte, profittando di ogni occasione favorevole per passare alla offensiva a fondo in modo da infliggere agli Inglesi quante più possibili p erdite; in secondo tempo quale riserva di manovra della posizione da Voi scelta, per agire sul fianco e sul tergo del nemico. 4) Tenete presente nella Sirte l'importanza delle Oasi di Zella e di Socna, per l'azione che attraverso esse gli Inglesi potrebbero sviluppare sul fianco e sul tergo del nostro schieramento. 5) Non considerate un'azione in forze proveniente dalla Tunisia o da sud perché, nonostante la situazione interna francese, ritengo improbabile che i degaullisti possano rivolgere grosse offese contro di noi, e ciò specie in considerazione della pressione che la Germania e l'Italia sono in ~rado di esercitare sul suolo francese.


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Qualora, poi, grosse offese degaulliste dovessero verificarsi, e solo in tale caso, potrete distrarre una parte delle forze meccanizzate (sempre a unità intere) per dare reattività alle difese che predisporrete in vista di possibili piccole infiltrazioni da sud e da ovest su Tripoli. 6) Vi prospetto, infine, la possibilità che gli Inglesi tentino sbarchi; è necessario perciò curare la sorveglianza e la difesa costiera e disporre sbarramenti di mine specie nel tratto MisurataHoms. 7) Le più importanti basi della Cirenaica dovranno essere battute dalla aviazione quanto più intensamente e contiriuamente sarà possibile. Ciò recherà un contributo efficacissimo al rallentamento dell'avanzata degli Inglesi, i quali, per poter proseguire nell'offensiva verso ovest, si trovano nella imprescindibile necessità di utilizzare le basi di Bengasi e Derna. 8) Resto in attesa di conoscere gli ordini che impartirete per la difesa della Tripolitania sulla base delle presenti direttive. MUSSOLINI


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COMANDO SUPERIORE FF.AA. AFRICA SETTENTRIONALE

At: Comando Supremo

01/1580/0p. 9 febbraio ore 21,00. Ricevuto foglio n. 6239/0p. Le dir;ettive in esso contenute riflettono soprattutto la situazione che si avrà allorché saranno giunte le grandi unità in affluenza. Intanto tenuto conto dei mezzi di cui oggi si dispone ho impartito le seguenti disposizioni già in atto. 1) Settore Sirte con funzione di 1° arresto et contatto. 2) Riunione sulla linea del Margheb ad Homs di tutte le truppe in deflusso dalla Cirenaica per costituirvi un forte caposaldo at sbarramento delle vie per Tripoli et Kussabat. 3) Unica grande unità di manovra oggi est la Divisione « Ariete» di scarsa efficienza che avrà in caso H compito di manovre sul fianco et sul tergo del nemico da Tarhuna per Kussabat aut da Beni Ulid per Zliten. 4) Le Divisioni che muniscono attualmente il campo trincerato non hanno come noto salmerie et non hanno possibilità di essere autotrasportate per mancanza di automezzi. Dovrebbero perciò fare spostamenti at piedi su lunghi percorsi senza mezzi adeguati di trasporto. 5) Debbo far considerare che terreno da Sirte ad Homs non presenta alcun appiglio tattico sul quale saldamente potersi appoggiare, esso si presta perciò benissimo alla consueta manovra di infiltrazione et aggiramento in zone predesertiche neUe quali ormai il nemico est sperimentato possedendo tale organizzazione di collegamenti che partendo dal Comando Superiore si dirama in basso ad ogni singola autoblindo et carro armato che vengono così azionati come sopra una tavola da gioco. D'altra parte non si può contare sulle difficoltà logistiche perché come hanno dimostrato anche ultime esperienze con la larghissima disponibi'lità di mezzi meccanizzati di cui nemico est dotato _h abet possibilità superare centinaia di chilometri. Sirte topograficamente può paragonarsi at Sidi el Barrani. Stabilire un forte schieramento avanzato significherebbe esporlo pericolosamente alla stessa fine. Verso Misurata et Zliten terreno non muta di molto caratteristiche ma ad ogni modo per appigli offerti dalle oasi (se• vi fossero aut se vi saranno in tempo


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i mezzi autoblindati) esso offre buone possibilità per guerrigliare. Una linea per contro di sufficiente robustezza naturale sulla quale appoggiarsi è perciò solo quella del Margheb su citata. Intorno a questo perno potrà a mio parere realmente svolgersi la nostra azione di contromanovra aut di manovra a seconda che nemico intenda aggirarlo aut investirlo, per il complesso stradale Tarhuna-Homs. In base a queste considerazioni fin dal giorno 5 ho ordinato al Comando della Divisione « Ariete » di compiere le relative ricognizioni del terreno et stradali. In conclusione mio concetto operativo est seguente: trattenere nemico fino a che possibile nella Sirtica non preoccupandosi al caso di dover perdere alfine Misurata et Zliten. Attrarlo sotto il caposaldo di Margheb. Attaccarlo nel tergo aut sul fianco allorquando lo abborderà contrattaccarlo qualora intendesse invece aggirarlo per il complesso stradale sopra indicato. Questa manovra se compiuta coi mezzi motorizzati di cui oggi si dispone (Divisione «Ariete») offre scarsa possibilità di · riuscita. Se invece si potrà compierla allorquando il corpo corazzato sarà tutto pronto, darà certezza di successo. Per trattenere intanto il nemico non v'è in questo frattempo altro mezzo che l'aviazione la quale oggi qui est al contrario nel massimo dell'inefficienza. GRAZIANI


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REGIA AMBASCIATA D'ITALIA BERLINO UFFICI() DELL'ADDETTO MILITARE

Berlino, 31 ottobre 1940-XIX N. 2592/A.

Oggetto: Trattative per concorso tedesco alle operazioni nel bacino mediterraneo.

Al Ministero della Guerra Gabinetto

ROMA A completamento delle notizie già inviate per telegramma riferisco con maggiori particolari sullo sviluppo delle conversazioni sui tre gruppi di questioni che formano oggetto delle attuali trattative, ossia: - invio di unità corazzate tedesche in Libia; - fornitura di materiali d'armamento; - fornitura di materie prime. Le conversazioni con le autorità militari sono state iniziate con una breve riunione nella quale il Maresciallo Keitel ha esposto alcune considerazioni di carattere generale come base delle trattative. Ho già riferito al riguardo con telegramma. Metto ora in rilievo alcuni punti: - necessità programma a lunga scadenza graduato in ordine di urgenza; - tempo occorrente perché il cbncorso di materiali tedeschi possa giungere ai reparti; tale tempo è in gran parte in funzione dei trasporti; - necessità che vengano inviati alla fronte, per primi, tutti i materiali comunque disponibili in Italia. Le unità che rimanessero prive di materiali verrebbero riarmate con i materiali forniti dalla Germania, per il cui impiego occorre un conveniente periodo di addestramento; - limitazione delle riso.se tedesche, per effetto dei consumi subiti e per le esigenze dell'ampliamento e del riordinamento;


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- necessità che vengano applicate anche in Italia tutte le misure restrittive nei riguardi di alcune materie prime già attuate in Germania e vengano impiegati, nella più larga misura, prodotti di sostituzione trasformando per quanto è possibile i processi cli fabbricazione. Le maggiori difficoltà riguardano il rame, alcuni correttivi del'l'acèiaio, la gomma e i combustibili liquidi; - assegnamento per le nostre forniture su materiali di preda bellica, i quali peraltro sono in parte non ancora rimessi in efficienza e in parte richiedono lunghi trasporti. Eventualità che il riordinamento dei materiali e il trasporto debbano essere eseguiti a cura dell'Italia; - difficoltà che si presentano per i trasporti ferroviari.

Invio di divisioni corazzate tedesche in Libia. Le conversazioni a questo riguardo sono state affidate dal MaresciaHo Keitel al Generale Jodl. Questi ha accennato anzitutto, con molto tatto e dichiarando . ché le questioni sono ormai oltrepassate: - che, in passato, si è verificata fra Italia e Germania una certa « crisi di fiducia » per la quale non fu possibile inviare in Libia la divisione corazzata che era stata promessa dalla Germania; - che il Comando tedesco considera che l'aver dichiarato la guerra alla Grecia abbia costituito un grave errore militare, tanto più che esso ha condotto ad un insuccesso. Ciò premesso il Genera:le Jodl ha dichiarato: 1) nessun limite verrà posto al concorso tedesco, salvo quelli che possono derivare dalla considerazione del vero comune interesse militare; 2) il Ftihrer desidera evitare ad ogni costo che unità tedesche siano messe in condizioni di subire non un insuccesso ma una perdita di prestigio, che deve invece rimanere intatto quale esso si è affermato dopo i grandi risultati ottenuti in questa guerra; 3) la Germania è sicura della vittoria. Non vi è alcuna possibilità che la Germania sia battuta, né per crisi interne, poiché mai la Gern;iania è stata nella storia così unita come adesso, né per fame perché la Germania prima di soccombere per fame affamerebbe i cento milioni di abitanti dei paesi occupati. La Germania è militarmente inattaccabile, a prescindere da qualche distruzione che potrebbe subire per effetto dell'offesa aerea; 4) se la Germania vince, vince anche l'Italia, la quale può essere sicura di ricevere quanto deve avere.

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Successivamente il generale Jodl ha rappresentato la situazione militare nel modo seguente : La guerra aerea e marittima contro l'Inghilterra viene proseguita incessantemen te. L'aviazione continua ad agire a massa contro gli otto grandi aggregati industriali. Gli effetti sono straordinariamente grandi: Gli incendi distruggono ancor più delle bombe esplosive; particolarmente le officine sono sensibili agli incendi. Le perdite del naviglio inglese aumentano conlinuamente. La guerra al traffico viene condotta non soltanto con sommergibili ma anche con navi da battaglia; due di queste agiscono attualmente nell'Atlantico. La situazione dei rifornimenti è per l'Inghilterra molto grave; gli inglesi stessi lo confessano. Per quanto riguarda le operazioni previste contro la Grecia, il Generale Jodl informa che due divisioni, delle quali una corazzata ed una motorizzata, trovansi già in Romania. E' previsto l'impiego di venti divisioni circa, delle quali 2 da montagna; comandante designato delle truppe op eranti è il Maresciallo List. I trasporti richiederanno circa 2.000 treni e si svolgeranno intensivamente a partire dal primo gennaio, in ragione di 50 (cinquanta) treni al giorno. E' previsto il gittamento di 2 grandi ponti sul Danubio, per effettuare il trasferimento dalla Romania alla Bulgaria. Il gittamento di questi ponti richiederà da due a tre settimane e verrà iniziato a fine gennaio, salvo impedimenti provenienti dal ghiaccio. Le operazioni contro la Grecia, attraverso la frontiera greco-bulgara, non potranno avere inizio che nella prima quindicina di marzo, ma è certo che la pressione sulla Grecia si farà sentire molto prima, non appena saranno evidenti i primi concentramenti in Romania. La costruzione dei ponti, in particolare, non mancherà di destare apprensioni nel Comando greco. Notizie al riguardo sono già trapelate. Così, ad esempio, l'United Press ha già pubblicato notizie da Budapest, secondo le quali da 300 a 350.000 tedeschi verrebbero concentrati in Romania e altre notizie, secondo le quali, 18 divisioni tedesche dovrebbero trasferirsi in Bulgaria. Le cose, saranno condotte in modo che l'entità· delle truppe tedesche dovrà essere valutata in modo molto superiore alla realtà. Tutto sommato è da concludere che lo Stato maggiore greco dovrà abbastanza presto essere indotto ad alleggerire il fronte albanese. Il generale J odi ha fatto qualcl:ìe accenno alla situazione generale delle forze tedesche, dicendo che tutte le divisioni per la Romania sono già pronte ed in piena efficienza, altre forze sono pronte per l'even tuale completamento dell'occupazione della Francia, mentre gran parte delle divisioni non sono attualmente impiegabili perché hanno dovuto cedere una parte delle loro forze come nucleo per la costituzione delle nuove unità. Così, ad esempio, per la fanteria è stato ceduto un , eggimento su tre; vengono così ,ipquadrati i nuovi contingenti chiamati alle armi. Le nuove divisioni


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saranno pronte, a scaglioni successivi, per il primo di ciascuno dei prossimi mesi. Tutte le divisioni saranno pronte entro il 30 aprile p.v. Nella Francia meridionale, sono pronte, ed in corso di addestramento, le forze predisposte per l'occupazione di Gibilterra. Il compito principale è affidato ad un reggimento cacciatori da montagna e 2 battaglioni pionieri, con numerosa artiglieria. Si calcoia che l'occupazione di Gibilterra possa venir compiuta in 3 giorni. La Spagna per altro non si decide ancora. Franco è preoccupato e vuole attendere, per l'intervento, migliori prospettive. Un ulteriore tentativo diplomatico, presso Franco, dovrebbe essere svolto prossimamente. Un cenno particolare è stato fatto alle divisioni da montagna disponibili, delle quali: 2 sono destinate in Romania, 1 è in corso trasferimento, una (la prima divisione da montagna) è stata frazionata per l'operazione contro Gibilterra e le rimanenti sono in Norvegia. Per quanto riguarda gli scacchieri italiani, il Generale Jodl ha premesso che il 10° « Flieger-Korps » (Corpo aereo), inviato ora in Italia, deve portare un notevole contributo per l'azione contro l'Inghilterra nel Mediterraneo. Questo Corpo aereo comprende squadriglie Stuka (Ju 87), di apparecchi Ju 88, Me 110, Me 111 e Fn 200; complessivamente circa 180 apparecchi più un gruppo di aeroplani da trasporto. Per ora il, Corpo aereo non agirà contro la Grecia ma soltanto contro l'Inghilterra. Il Comando tedesco ritiene che l'Albania non debba venire perduta in nessun modo. Valona non deve essere ceduta. La perdita dell'attuale situazione verrebbe a compromettere lo schieramento delle truppe tedesche contro la Grecia. Interessa pertanto al Comando tedesco di conoscere se il Comando Supremo italiano ritenga di poter garantire il possesso dell'attuale fronte in Albania. Il Generale Jodl ha osservato che le truppe più indicate per l'impiego · sull'attuale fronte sono le truppe alpine. Conosce già che si trovano in Albania 4 divisioni alpine italiane. Domanda se non si pensi di togliere dalle frontiere occidentali anche la divisione alpina 'Faurinense, dato che dalla Francia l'Italia nulla deve temere, perché la Germania interverrebbe al primo cenno ed occuperebbe tutta la Francia in 3 giorni. Ciò premesso domanda di conoscere se il nostro Comando ritenga di aver bisogno del concorso di truppe tedesche in Albania. Tale concorso dovrebe essere rappresentato da truppe alpine, delle quali attualmente è disponibile soltanto un reggimento rinforzato, perché le rimanenti truppe della 1• divisione sono tenute pronte per Gibilterra. Peraltro il Fiihrer è contrario all'impiego di deboli unità


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e perciò verrebbe preso in considerazione l'impiego di una divisione alpipa, il quale sarebbe particolarmente possibile ove l'azione contro Gibilterra dovesse venire rinviata. In conclusione il Generale Jodl domanda di conoscere dal Comando Supremo italiano se ritenga indispensabile il concorso di una divisione da montagna tedesca. Con riserva delle decisioni da parte del Fi.ihrer, aggiunge che la divisione verrebbe inviata solo se necessario, ma ch e conviene evitare che si ripeta il caso già verificatosi per l'invio di una divisione corazzata in Libia. Passando all'esame della situazione in Libia il Generale Jodl premette che secondo l'O.K. occorre assolutamente impedire che gli inglesi possano riunir si col Nord-A{ rica francese. Viene riconosciuta la gravità della situazione confermata da quan to il Generale Gandin ha esposto al riguardo. Il Comando tedesco aveva inizialmente pensato che il concorso militare potesse limitarsi a:ll'inviio di reparti di arresto (Sperrverblinde), che avrebbero potuto comprendere, ad esempio due battaglioni mitraglieri motorizzati, due gruppi anticarro, alcuni battaglioni pionieri, alquanta artiglieria, un reparto esplorante motorizzato. Tali reparti potrebbero essere in condizione, con abbondante impiego di mine, di assicurare il mantenimento di fronti assai estesi. Esaminata e discussa la situazione Jodl ha dovuto riconoscere che tali reparti non sarebbero sufficienti e che per gli scopi rappresentati dal Comando italiano si renderebbe indispensabi:le l'impiego di unità corazzate. · Il Generale Jodl si riserva di fare le conseguenti proposte per il Fi.ihrer ed accenna alla possibilità dell'invio di un Corpo corazzato comprendente reparti corazzati e motorizzati, con una forza di almeno 250 carri, i quali in aggiunta ai 150 carri, dei quali disporrà prossimamente il Maresciallo G11aziani, potrebbero rappresentare una forza adeguata. Nell'esame della questione è stata presa in considerazione l'ipotesi che il corpo corazzato tedesco venga t rasportato inizialmente nella zona di Tripoli, salvo poi a trasferirlo in Cirenaica ove la situazione venisse stabilizzata. Il Generale Jodl basandosi sull'esperienza delle operazioni in Norvegia ritiene molto utile ricorrere all'impiego delle navi da guerra per il trasporto del personale, come mezzo più sicuro per l'incolumità del pesonale stesso. Per mia parte prospetto, accennando semplicemente alcune questioni che molto interesseranno il Comando tedesco al momento dell'attuazione e precisamente: - la difesa aerea delle zone d'imbarco e di sbarco; - ila sicura protezione dei convogli, che garantisca il mm1mo rischio di perdite, particolawiente in uomini, le quali sarebbero molto sensibili per il Fi.ihrer;


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LE OPERAZIONI IN AFRJ.CA SETTENT RIONALE

- il buon regolamento delle dipendenze, che rispetti le evidenti suscettibilità del Comando tedesco. Il Generale Jodl ha dichiarato essere implicito l'impiego del naviglio mercantile tedesco giacente nei porti italiani, il quale comprenderebbe attualmente 18 navi efficienti, fra le 3 e le 4 mila tonn. Riassumendo su questa questione ho avuto l'impressione che Jodl si sia personalmente persuaso deHa necessità del concorso di truppe corazate tedesche in Libia e che pertanto egli presenterà favorevolmente la proprosta. Questa peraltro, verrà presa in esame minutamente nei suoi vari aspetti, così c11e è da prevedere che non sarà presenta~a al Flihrer se non fra tre o quattro giorni. La risposta pertanto si farà ancora attendere per qualche giorno.

Fornitura materiali d'armamento Ho già telegrafato i risultati sommari. Un rapporto particolare . viene inviato dall'Ecc. il Generale Fautilli.

Forniture materie prime Mi risulta che su tale questione il cui esame durerà ancora qualche giorno, l'Ecc. il Generale Favagrossa ha già ottenuto alcuni sensibili . risultati. Nel complesso ho avuto la netta impressione che le attuali trattative si svolgono da parte tedesca con molta comprensione, franchezza, cordialità e con risultati assai più larghi di quanto si era finora manifestato. Occorre peraltro sempre attendere Ia risposta definitiva.

Il R. Addetto Militare (Generale E. MARRAS)


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VERBALE DEI COLLOQUI CON LA PARTE GERMANICA PER LA RICHIESTA DI MATERIALI BELLICI PER L'ESERCITO

I colloqui riferentisi alla ces·s ionc di materiali bellici per l'esercito italiano sono stati iniziati il 30 dicembre e.a. con un discorso tenuto dal Generale Keitel ai quattro Generali italiani. Il Generale Keitel ha "m esso in evidenza che non è vero vi sia molto materiale bellico in Germania. Lo stesso giorno hanno avuto inizio i colloqui con il generale Thomas, contornato da numerosi esperti. 1) In merito alle richieste precedenti nulla è stato eccepito per quanto segue: - completamento delle 21 batterie da 88 e.a.; - fornitura di 100 pezzi anticarro da 37 con 100.00 colpi; - fornitura di 10 batterie obici da 149/ 30 con 120.000 colpi. Riguardo a: - 800 autocarri promessi a suo tempo al colonnello Girola e per i quali il Generale Marras aveva confermata la richiesta, il Generale Thomas ha dichiarato che poteva darne subito soltanto 150. Il Generale Thomas ha aggiunto però che nella Francia non occupata vi sono circa 17.000 autocarri francesi p.b. e che fra questi circa 3.000 autocarri sono da ritenersi in ottime condizioni, gommati. Occorre pertanto che apposito personale si rechi nelle località dove si trovano gli autocarri per la necessaria scelta. - venti batterie ar tiglieria semoventi. E' stato risposta in modo esplicito che non è possibile dare nulla. - dieci batterie di grosso calibro. Questa richiesta è stata trasformata come segue: artiglierie a lunga gittata, per la difesa delle coste, di calibro non inferiore a 149. Alla richiesta di batterie pesanti da 149 tedesche, il Generale Thomas ha risposto che non poteva darne nessuna. Il Generale Thomas ha offerto, invece:

a) 48 pezzi del cannone francese da 155 Schneider mod. 917 gittata massima 17 km. - con complessivi 74.000 colpi. Si tratta di materiale già j doperato per la difesa costiera, ma senza installazioni speciali né centrali di tiro.


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Il materiale si trova ad Augsburg. Occorre andarlo a vedere. Consegna subito; b) al posto di 300 fucili anticarro da 20 della Cekoslowenska, il generale Thomas offre 50 mitragliere da 20 mm.: l'esistenza di munizioni deve essere accertata. Fa riserva di riferire sulle altre 250 armi e relativo munizionamento. 2) Si è passati in seguito aU'esame delle richieste dell'ultima nota. - Conto batterie divisionali. Non possono essere fornite batterie someggiate né carrellate, né l'obice da 105 tedesco. Il Generale Thomas offre: - cento batterie di obici Skoda da 100 mod. 14/19 con 266.000 granate e 240.000 granate shrapnel, con un bossolo ogni due colpi; - cento pezzi dell'obice da 105 mod. 35 francese; mancano però dati sul munizionamento e sui disegni costruttivi. Consegna subito. Materiale trovasi a Braunschweig. Perfetto stato d'uso, pronto per l'impiego.

- Artiglierie di corpo d'armata Sono state richieste: - 10 batterie obici da 149/30 uguali a quelle già concesse; - 20 batterie cannoni di corpo d'armata da 105. Il Generale Tbomas ha rifiutato per le batterie cannoni da 105; per quelle di obici ha detto che avrebbe potuto darle prevedibilmente solo nell'estate (inizio da luglio) con 3.000 colpi per pezzo. Sono subito disponibili 120 (e forse anche più) cannoni corti da 155 Schneider mod. 15-17, con 3.000 colpi per pezzo. Peso del pezzo in batteria 2.300 kg., gittata massima 12.000 m. Il materiale si trova in Baviera, pronto per l'impiego. - Batterie contraeree da 88 Krupp Riserva di risposta dell'O.K.L. -

Cento batterie anticarro

Pezzi anticarro da 37 mm. e da 47 mm. non disponibili. Il Generale Thomas offre invece: - 250 pezzi da 25 mm. Hotchiss (Vo - 950 m/s); - 250 pezzi belgi da 47 (Vo - 720 m/s circa); con 300.000 colpi comuni e perforanti per il 47; 320.000 colpi per il 25. Non si sa se si dispone di disegni costruttivi. Materiale pronto per la consegna.


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- Carri armati Non possono essere ceduti carri tedeschi. Il Generale Thomas offre: - 50 carri armati francesi tipo B2 peso 32 tonn. lunghezza m. 6 larghezza m. 2,60 altezza m. 2,80 corazzatura da 11 a 60 mm. velocità oraria 25 km. armamento: 1 pezzo da 75; 1 pezzo da 47; 2 mitragliatrici; 5 uomini autonomia 120 km. Consegne: 30 il 15 gennaio senza radio; 20 il 15 m arzo con radio. Per i primi 30 carri successivo completamento del materiale radio; - SO carri Somua peso 23 tonn. lunghezza m. 5,20 larghezza m. 2,10 altezza m. 2,30 corazzatura da 25 a 50 mm. autonomia 200 km. velocità oraria 30 km. armamento: 1 cannone da 47 ed 1 mitragliatrice abbinati; 6 uomini. Consegne: 25 metà febbraio 25 metà marzo completi di radio. - 350 Renault tipo 35 peso 12 tonn. lunghezza m. 4 larghezza ·m. 1,90 altezza m. 2,03 corazzatura da 10 a 45 mm. autonomia 200 km. velocità oraria 20 km. armamento: 1 cannone da 37 mm; 1 mitragliatrice; 2 uomini. Consegne: 76 subito da febbraio 25 al mese senza radio. Il munizionamento esiste in quantità imprecisata. Il materiale trovasi a Pirigi. Occorre che una commissione si rechi a vederlo.


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Autoblinde. Risposta negativa . .

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Stazioni radio. Risposta negativa.

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Proiettori ed ascoltatori e.a. Riserva di risposta dall'O.K.L.

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Mine anticarro. 50.000 « T mine» tedesche; 200.000 « S » tedesche; Riserva di comunicare il numero di mine anticarro di preda bellica francese. Possono essere forniti, inoltre, i seguenti quantitativi di mine francesi di p.b.: Mod. 36 Nr. 116.000 Nr. 86.000 Mine anticarro legg. Nr. 3.000 Mod. 37 Campioni giungeranno a Berlino. 3) Materiali sui quali occorre assumere informazioni: -

materiale da 75 francese con installazioni di circostanza; riserva di risposta;

-

esplosivi - nitrocellulosa: Il Generale Thomas non aveva elementi di risposta;

-

materiali di collegamento: * cavi da 14 linee, nulla; * cavetto da 4 linee, nulla; * apparati radio e telefonici, esistono di preda bellica riserva di rispostà; * dotazione di materiali di collegamento per batterie di c. d'a., nulla; * materiali radio per carri armati, nulla oltre quello previsto con i carri francesi.

-

materiali vari: * 20.000 tonn. filo spinato, è possibile fabbricarlo in poco tempo; * 500.000 paletti ferro, nulla; * 10.000.000 sacchetti terra, solo in carta bitumata; * 500 tende da campo per comando e servizi, nulla; * cucine da campo, nulla; * pistole mitragliatrici per paracadutisti: 2.000 pistole mitragliatrici da 9. mm., tipo St~yr - Solothurn, oppure pistole mitragliatrici tedesche 18/ 1.


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Possono anche essere forniti: * 100.000 fucili calibro 6,5 Mannlicher; * 2.700 mitragliatrici leggere Lew:is cal. 6,5; * 820 mitragliatrici pesanti cal. 6,5 Schwarzlose; * 820 Hotchiss mod. 14 francese cal. 6,5. Predette armi con 62 milioni complessivi di munizioni. * 400 lancia bombe pesanti (analoghe all'81 Brand) con munizionamento sul quale si fa riserva circa quantitĂ . * 1.000.000 di colpi anticarro Rheinmetall da 20 mm.; * 2.000.000 di colpi cannoni Rheinmetall da 80. Del presente verbale sono stati redatti 3 esemplari in lingua italiana ed in lingua tedesca. Berlino, il 30 dicembre 1940-XIX.

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670 Allegato 67

COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE

Argomenti trattati nelle riunioni del 19 gennaio 1941 a Berchtesgaden, tra il sottocapo di S. M. Generale italiano Generale Guzzoni e il Maresciallo Keitel e il Generale Jodl del Comando Supremo tedesco.

Il Gen. Guzzoni espone la situazione italiana nei 4 teatri di operazioni: Albania, Afrièa Settentrionale Italiana, Africa Orientale Italiana, Dodecanneso. Accenna poi a problemi di armistizio con la Francia e di munizionamento. ALBANIA - La situazione attuale, pur non essendo ancora perfettamente consolidata, è tale, per il quantitativo di forze inviato nel territorio albanese, da darci la certezza che i greci non raggiungeranno gli obiettivi di Berat e Valona che essi si prefiggono. Se non si è potuto ottenere di più, ciò è dovuto essenzialmente alla scarsa capacità dei porti albanesi i quali, complessivamente, non consentono di sbarcare, in media, più di 2.500 T. al giorno. Questa cifra fa comprendere senz'ahro come sia assolutamente impossibile pensare all'invio in Albania di più di una divisione tedesca come è stato offerto da parte germanica. Per una divisione convenientemente alleggerita sarà fatto il possibile onde inserirla nel quadro dei nostri trasporti. Circa le nostre intenzioni offensive, tenuto conto della situazione e del tempo relativamente breve che ormai ci separa dall'inizio dell'azione tedesca dalla Bulgaria contro la Grecia, non sarà possibile che riunire una massa di 10-12 divisioni, tra le quali le 4 divisioni alpine, oppl)rtunamente ricompletate, 3 divisioni di nuovo invio, la divisione da montagna tedesca e alcune altre divisioni di fanteria da riorganizzare in Albania. Tale massa agirà in direzione di Korcia e quindi di Florina e di Kastoria. Questa direzione risulta la più redditizia in quanto è più aderente all'azione tedesca verso Saionicco e ha influenza risolutiva su tutto il settore meridionale, attraverso la strada di arroccamento Erseke-Kalibaki, mentre ciò non si verificherebbe nei riguardi del settore settentrionale, qualora si presciegliesse come direzione di attacco quella dell'Epiro. · Il Maresciallo Keitel concorda pienamente.


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Oltre Florina non sarebbe possibile proseguire senza un concorso di automezzi: già occorrono, infatti, ripieghi logistici per spingere a Florina poco più di 10 divisioni. Per ulteriori sviluppi delle operazioni necessiterebbe perciò, preventivamente risolvere il problema logistico, sfruttando all'uopo la stazione di Florina, cui dovrebbero far capo trasporti da effettuare attraverso la Jugoslavia. Il Maresciallo Keitel trova che questa soluzione non appare possibile e si dimostra dubbioso circa la possibilità di rifornimenti per noi da Salonicco, una volta conquistata dai tedeschi. La nostra preparazione per l'offensiva richiederebbe oltre due mesi: però, essa verrà fatta per gradi, per modo di avere la possibilità di · marciare prima, non per dare battaglia ma per sfruttare il tracollo che potrebbe verificarsi in Grecia anche prima dell'effettiva entrata in azione dei tedeschi. Il Gen. Jodl fa presente che in relazione all'azione su Salonicco (a fine marzo potrà essere ultimato il gittamento dei ponti sul Danubio) il comando tedesco aveva pensato di inviare in Albania più di una divisione e precisamente un « Corpo da montagna » su 2 divisioni da montagna, ciascuna su due reggimenti e 4 gruppi artiglieria: 1· e 4•; la r una delle migliori, costituita da elementi bavaresi, e la 4• di nuova costituzione ma con reggimenti di vecchie costituzioni. Con :le truppe di corpo d'armata (artiglieria, carri armati, contraerei) si sarebbe raggiunta la forza complessiva di 36.000 uomini, 9.200 muli, 4.000 veicoli (di cui 2.000 automezzi). Treni occorrenti per il trasporto: 300. Sarebbero stati messi a disposizione 9 piroscafi tedeschi. Durata del trasporto: 33 giorni. La t• divisione sarebbe pronta subito. Il trasporto dovrebbe essere iniziato a fine febbraio per averlo ultimato a fine marzo. Il generale Jodl chiede se tale trasporto potrebbe effettuarsi senza impedire il normale rifornimento dell'Albania. H generale Guzzoni risponde che la quantità di truppe indicata è troppo forte; che sarebbe molto utile poterne disporre, ma che non si potrebbe assorbirla se non rinunciando a completare e rifornire le nostre divisioni in Albania. Bisognerebbe, quindi, limitarsi ad inviare in Albania una sola divisione da montagna e con servizi ridotti. Verso metà febraio potrebbe avere inizio il trasporto. Il generale Jodl fa pres.ente che occorre, sull'argomento, una nuova decisione del Fiihrer. AFRICA SETTENTRIONALE - In Cirenaica è imminente l'attacco a Tobruk, presidiata da una divisione rinforzata. H maresciallo Graziani ha deciso di attuare l'estrema difesa della Cirenaica sulla linea Derna-Mechili dove è schierata 1 divisione rinforzata da 1 brigata corazzata, in via di costituzione all'ala sud, e da unità d'arti-


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glieria, di mitraglierie, di armi anticarro e di accompagnamento tratte dalle divisioni di Tripoli. Successive difese sono organizzate a Bengasi ed Agedabia. Anche Giarabub resiste bravamente a forze superiori inglesi. Sono, inoltre, già in -atto trasporti pe,r dmettere in efficienza le 3 divisioni rimaste a presidiare il campo trincerato da Tripoli e per l'invio colà della divisione corazzata Ariete (munita però di carri leggeri) e della divisione motorizzata Trento. Il trasporto per l'unità tedesca prevista per la Libia sarebbe opportunamente inserito tra quello dellla divisione Ariete e quello deHa divisione Trento. Il generale Jodl precisa che l'unità tedesca è una divisione leggera « 5• leichte Division » agli ordini del generale Funk, già in Libia per le ricognizioni. Si tratta di una speciale unità creata apposta per combattere i carri armati: 9.300 uomini, 200 autoveicoli, 111 pezzi anticarro. Per il trasporto occorrono 240 treni e saranno disponibili 12 piroscafi tedeschi che si prevede possano partire 4 al giorno. Il trasporto durerà approssimativamente 45 giorni. L'unità sarà pronta a imbarcarsi dal 15 febbraio in poi. La composizione della divisione è la seguente: Comando divisione; Gruppo esplorante (2 compagnie autoblinde, 1 compagnia motociclisti, 1 compagnia armi pesanti) ; 3 Gruppi « cacciatori di carri » ciascuno su 3 compagnie, di 9-12 pezzi anticarro (da 50 o da 37 mm.) ciascuna. (In totale 30 carri armati mod. 3 con carrelli adatti per trasporto in terreni sabbiosi); 2 battaglioni mitraglieri motorizzati, con adatte armi anticarro, con 1 compagnia pionieri per battaglione, tutti su mezzi di trasporto corazzato; 1 gruppo antiaerei misto (pezzi da 88 e da 37); 15 colonne di rifornimento. Il generale Jodl afferma che tale unità potrà essere ulteriormente modificata ed anche ampliata a seconda di quanto eventualmente proporrà il genera:le Funk di ritorno dalle ricognizioni in Libia. Egli rappresenta il desiderio del Fiihrer che la divisione leggera venga subito portata al fuoco in Libia, là dove il maresciallo Graziani riterrà più opportuno. Inoltre prega che la stampa non parli del movimento di questa divisione specialmente mentre sono in corso i trasporti. Il generale Guzzoni Hlustra, infine, la situazione della nostra aeronautica in Libia per le grandi perdite subite in Cirenaica, e segnala l'opportunità di dislocare altre forze aeree tedesche in Libia, soggiungendo che si è stati contrari a spostare colà forze aeree


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tedesche dalla Sicilia, perché in tal modo queste avrebbero ritardato l'inizio delle loro azioni, la cui necessità era urgente specie nel canale di Sicilia, dove, infatti, hanno avuto occasione di operare brillantemente. Da parte tedesca si fa presente che è prevista l'azione di aerei tedeschi dalia Libia previo approntamento di campi che il generale Guzzoni assicura già in corso di attuazione. AFRICA ORIENTALE ITALIANA - Nonostante la superiorità nell'insieme delle nostre forze terrestri (330.000 u. circa) su quelle dell'avversario (circa 230.000 u.), la situazione nell'Impero è grave sia perché le nostre forze sono schierate difensivamente su fronti immense,. senza possibilità di rapidi spostamenti perché difetto di automezzi, sia perché il nemico dispone di un'assoluta preponderanza di carri armati e di aviazione. In previsione di questa offensiva che muoverebbe dal Su<lan su Massaua e Gondar., e dal Kenia verso la Somalìa con probabili sbarchi nella Somalia ex britannica, a Gibuti e anche sulla costa Eritrea, i:1 Viceré ha predisposto ,l'occupazione di posizioni più arretrate rispetto a quelle di confine, ma meglio adatte, per natura di terreno, a contrastare l'azione di forze corazzate. Data la situazione dei collegamenti con l'Impero, basati sull'invio giornaliero, di un aereo, non è ormai più possibile influire sulle operazioni laggiù se non in misura minima. DODECANNESO - Le isole del Dodecanneso sono bene apprestate a difesa e attendono l'attacco nemico che sembra in preparazione. La loro importanza aumenterà appena la prevista azione tedesca si delineerà in Tracia. Se la capacità degli apprestamenti e la possibilità dei rifornimenti lo consentissero, l'invio di Stukas tedeschi colà riuscirebbe assai utile per battere specialmente i convogli inglesi in movimento tra l'Egitto e la Grecia. FRANCIA - L'attacco di forze degaulliste nel sud della Tripolitania non ha sorpreso ed è stato contenuto dai nostri presidi. Saranno fatte nuove concessioni alla Francia nel sud algerino per poter fronteggiare le minacce di De Gaulle. E saranno fatte soprattutto perché non si avrebbe la possibilità di impedire trasgressioni in materia. Ma per la Corsica non si intende di far alcuna delle concessioni richieste. II Maresciallo Keitel si associa pienamente a questo punto di vista. In merito all'eventuale occupazione della Francia tuttora non occupata, non sarebbe possij;,ile all'Italia occupare tutta la zona che è sotto il suo controllo lino al Rodano.


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In ogni caso però occuperebbe quei territori che rientrano nelle sue rivendicazioni. Il Maresciallo Keitel trova perfettamente giusta tale asserzione. Circa le questioni del controllo delle comunicazioni francesi e della libertà delle comunicazioni della nostra Commissione d'Armistizio con le Delegazioni nei territori francesi, il Maresciallo Keitel si esprime decisamente favorevole: le due Commissioni di Armistizio, d'accordo, esigeranno dalla Francia 1a piena osservanza di quanto stabilisce la Convenzione d'Armistizio in questo campo. MUNIZIONI - In fatto di munizioni la situazione italiana è assai difficile specie per i pezzi controaerei, pei cannoni da 37 e da 20, e per le bombe a mano. Il generale Jodl fa presente che la questione deve essere segnalata al generale Thomas a Berlino. La richiesta è, quindi, consegnata al generale Marras perché provveda a segnalarla a Thomas.


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COMANDO SUPREMO STATO MAGGIORE GENERALE

Berchtesgaden, 20 gennaio 1941-XIX

ESPOSIZIONE DEL FUEHRER SULLA SITUAZIONE POLITICO MILITARE

1)

Schieramento forze politiche nei Balcani.

Oltre alle forze destinate contro la Grecia si dovrà mettere un forte nucleo a disposizione dei Bulgari per dare loro sicurezza verso Turchia. Un altro gruppo dovrà dare tranquillità ai Romeni. Per l'avanzata in Tracia sono previste notevoli difficoltà per la scarsezza delle comunicazioni e per fa presenza di terreni paludosi. Nel corso del mese di marzo si prevede di avere sufficienti forze per dare protezione verso la Turchia ed attaccare la Grecia. Difficile si presenta il passaggio del' Danubio, che ora è gelato e su cui la costituzione dei ponti richiede tre settimane. Con il passaggio del Danubio è da prevedere la entrata in azione della aviazione inglese, sui punti di passaggio e sui pozzi petroliferi rumeni: la Germania dovrà quindi schierare molte artiglierie controaeree e molta aviazione, perché i rumeni sono molto deboli in questo campo. La difesa controaerea dei pozzi petroliferi costituisce il compito più preoccupante. 2)

Albania.

La presenza di una unità tedesca che non venga subito impiegata, mentre gli italiani combattono, sarebbe poco gradita. D'altra parte la presenza di una unità tedesca in Albania autorizzerebbe gli inglesi ad attaccare subito i pozzi petroliferi romeni. Perciò, in considerazione anche delle gravi difficoltà di trasporto che esistono tra l'Italia e l'Albania, appare opportuno tenere le forze approntate salvo mandarle in caso di bisogno. Sembra molto difficile riuscire ad allontanare completamente gli inglesi dalla Grecia, . essendosi essi installati a Creta, dove possono avere delle buone basi aeree e la pratica dimostra che la distruzione totale degli aeroporti è impossibile. Vi è poi da considerare Ja possibilità che hanno gli inglesi di utilizzare gli apparecchi americani di grande autonomia (sui 400


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km.). Dobbiamo così con tare per fine marzo su di una azione mglese di alleggerimento contro la zona di Ploesti. Il Fiihrer non r itiene attendibile la notizia di un progettato sbarco di importanti forze inglesi a Salonicco. Esse rischierebbero di andare in bocca ai tedeschi. Inoltre occorrerebbe all'Inghilterra un rilevante numero di navi da trasporto ed il trasporto dovrebbe a ffrontare la offesa delle forze aeree dell'Egeo. A questo riguardo H Filhrer si sofferma ad esaminare le possibilità che potrebbero avere unità da bombardamento tedesche in Egeo con caccia italiana. 3)

Russia.

E ' da premettere che una seria minaccia russa sarebbe assai poco desiderabile. E' vero che con le forze tedesche a nord sarebbe possibile effettuare una forte azione di alleggerimento, ma gravi sarebbero le difficoltà per mantenere un grande esercito alla fronte orientale, data la scarsità delle comunicazioni. Con la Russia i nostri rapporti sono stati regolati sulla base dei trattati, però la migliore garanzia è data dalla presenza delle nostre truppe; Stalin è intelligente e prudente, ma il pericolo sta nel fatto che i russi considerano i trattati unilateralmente. Perciò occorre essere prudentissimi: si s piega così come noi destiniamo grandi forze a quel lato. Se non vi fosse il fattore russo tutti i problemi sarebbero fa. cilmente risolvibili in Europa. Il pericolo maggiore di un intervento russo starebbe soprattutto nelle possibilità della aviazione russa. 4) Turchia.

Il Filhrer non crede che la Turchia possa attaccare anche perché è pronta solo in parte. Inoltre essa sa che dopo 24 ore dalia entrata in guerra Costantinopoli sarebbe distrutta dal bombardamento tedesco. Il pericolo maggiore è quello che essa metta delle basi a d isposizione dell'esercito inglese. Ma tutto è legato agli sviluppi della azione in occidente. 5) Inghilterra.

Premessa indispensabile per l'attacco all'Inghilterra è la conquista della superiorità aerea. Bisogna considerare anche che questa azione contro l'Inghilterra qualora non riuscisse non si potrebbe ritentare. Perciò bisogna attendere che si verifichino tutte le condizioni indispensabili per il successo. Tra queste importantissima è quella di un minimo periodo di bel tempo (almeno cinque giorni). Nello scorso anno non si sono avuti mai tre giorni di tempo favorevole. Grande sarà anche l'apporto delle potenti batterie tedesche schierate sulle coste continentali. La Germania inoltre


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ha la possibilità di attacchi concentrici da basi molto più vicine di quelle che aveva nella passata guerra. Tuttavia fa impresa è ardua: gli inglesi si batteranno molto bene dato che la posta della lotta è immensa. La Germania si preoccupa anche di proteggere le coste atlantiche, data la presenza in corrispondenza di esse di basi aeree e di punti d'appoggio per sommergibili. Particolarmente si preoccupa del Portogallo, esposto all'insidia inglese. · E' importante chiudere il canale di Sicilia. Peccato che non appaia possibile per ora eliminare Gibilterra. Se si riuscisse a muovere la Spagna, ed in questo il Ftihrer chiede l'appoggio del Duce, Gibilterra sarebbe sicuramente conquistata in pochissimo tempo. Il complesso della operazione richiederebbe tuttavia tempo in quanto che, pure avendo le forze a portata nel sud della Francia, bisogna tener conto del ritardo che deriva ai trasporti per la diversità di scartamento della rete ferroviaria spagnola. E' stato calcolato che per tale trasporto occorrono una ventina di giorni. L'ideale sarebbe che questa operazione potesse essere fatta in gennaio-febbraio: essa porterebbe un alleggerimento dovunque e permetterebbe di economizzare 60-80 divisioni. Anche la situazione in Francia migliorerebbe a nostro vantaggio. II Ftihrer non crede che vi sia pericolo di un diretto intervento dell'America. Comunque questo non potrebbe modificare sostanzialmente la situazione che si delinea a noi favorevole, nei riguardi dell'Inghilterra, per la vicinanza delle basi, che ci consente ad esempio di rovesciare su Londra in un solo attacco aereo 600 tonnellate di bombe e 600.000 ' bombe incendiarie. Agli Inglesi fare tutto ciò contro di noi non è possibile. E' di somma importanza intensificare l'azione contro il naviglio inglese sia da guerra sia commerciale 'e soprattutto contro quest'ultimo perché si realizza così un doppio vantaggio: di paralizzare le loro operazioni e di togliere loro disponibilità di tonnellaggio. Si può infatti rinunciare a tutte ma non al pane ed alla carne. Ad ogni modo la decisione della guerra non può venire se non ci si impadronisce delle isole britanniche. 6) Francia.

Nei riguardi della Francia non si. vede possibile in questo momento che esercitare una minaccia sul governo francese, ricorrendo anche alla stampa di Parigi e sfruttare anche la concorrenza che esiste tra le varie tendenze: quelle del governo di Vichy, quelle di Weygand e · quelle di De Gaulle. 7) Romania.

Nei riguardi della Romania il Ftihrer· afferma la sua fiducia nel generale Antonescu, per quanro riconosca che la sua opera si svolge in mezzo a gravi difficoltà.


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8) Africa Settentrionale Italiana.

L'unità speciale che si sta approntando per la Libia viene costituita tenendo presente che l'azione anticarro è essenzialmente un problema psicologico. L'esperienza della lotta in Francia ha dimostrato come delle unità anticarro bene addestrate possano distruggere molti carri anche se potenti come quelli francesi, che sono stati immobilizzati facendo fuoco sui cingoli. H Fi.ihrer ritiene che questa unità speciale sarà assai più utile in Libia di vere e proprie grandi unità corazzate, le quali in ogni caso per la loro pesante composizione non avrebbero potuto giungere che troppo tardi. Invece questa unità di sbarramento, con elementi particolarmente addestrati al tiro contro i carri (addestramento che richiede da 4 a 6 mesi di tempo) può rendere previsioni servizi. Essa dovrà essere subito impegnata, perché i tedeschi non vogliono che si dica di essi quello che si diceva degli inglesi in Francia: che combattevano sino all'ultimo francese. Non dovrà essere impiegata nella difensiva, ma deve avere il compito di attaccare i carri armati nemici. Lo stesso nome di « panzerjager » (cacciatori di carri) dice qua·l e è il compito di queste speciali truppe. Le mine hanno anche un grandissimo valore contro i carri: esse sono state molto adoperate alla fronte occidentale ed hanno dato risultati preziosi, specie là dove si intendeva garantire la sicurezza di punti delineati. Il collocamento delle mine richiede anche poco tempo: in quattro giorni alla fronte occidentale sono state coNocate 60.000 mine. Il toglierle è opera quanto mai difficile e richiede dei veri eroi. Il Fi.ihrer chiede se non sia possibile portare a Tobruk mine con un piccolo piroscafo o sommergibile. Il maresciallo Keitel si dichiara disposto a metterne a disposizione, qualora occorrano, dietro semplice richiesta telegrafica. H Fi.ihrer insiste sulla importanza della fronte Derna-Mechili, che deve essere tenuta ad ogni costo. Anche nei riguardi della questione di Gibilterra e della Francia ha molta importanza mantenere le posizioni italiane in Libia, che potrebbero costituire basi per eventuali azioni verso ovest.


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SUPERMARINA

10 febbraio 1941 - XIX Promemoria N . 31 per il convegno di Merano

I SITUAZIONE GEOGRAFICO-STRATEGICA 1. Fino al mese di novembre 1940 la relatività geografico-strategica fra l'Italia ed Inghilterra era rimasta in Mediterraneo sostanzialmente quella determinatasi dopo l'armistizio con la Francia. Questa situazione poteva considerarsi di massima favorevole, in quanto le basi principali dell'avversario (Gibilterra ed Alessandria), situate alle estremità dei bacini del Mediterraneo, per la loro stessa eccentricità, non offrivano al nemico larghe possibilità di manovra nella zona focale del Mediterraneo centrale, dove la posizione di Malta era sufficientemente neutralizzata per impedire che gli inglesi potessero servirsene come importante base operativa. In queste condizioni permaneva ·inalterata l'importanza della posizione strategica del Canale di Sicilia: esso, come elemento geografico di separazione fra il bacino orientale e quello occidentale del Mediterraneo, concedeva alla nostra Marina possibilità di manovra strategica anche quando il controllo del Canale non potesse essere mantenuto in modo rigoroso e continuo.

2. Nel novembre u.s. la situazione geografico-strategica in Mediterraneo è varia. Le forze navali ed aeree inglesi hanno avuto infatti la possibHità di insediarsi a Creta, nelle isole dell'Egeo e nelle numerose posizioni utilizzabili lungo le coste della Grecia. La posizione del Dodecanneso, la quale aveva già veduto ridotta la propria importanza per le difficoltà di rifornimento, è risultata ulteriormente svalutata, mentre si andava accrescendo la minaccia di· una azione offensiva diretta ad eliminarla. Ma, soprattutto, il nemico ha potuto sottrarsi all'inferiorità geografico-strategica, alla quale lo condannava in Mediterraneo orientale la disponibilità della sola base eccentrica di Alessandria, ed ha avuto la possibilità di avvi· cinare le proprie offese aero-navali a:l Mediterraneo centrale, ed in particolare allo Jonio: esso ha così acquistato ·notevoli capacità potenziali sia contro le basi navali e aeree dell'Italia meridionale, sia contro le linee militari traffico nel. Basso Adriatico.

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3. L'inizio deH'offensiva inglese contro la Libia ed i suoi rapidi imprevisti sviluppi hanno già ora (avvenuta occupazione della Cirenaica) creato· un ulteriore aggravamento nella situazione geografico-strategica nel Mediterraneo. La base di Tobruk è venuta a mancare; il nemico potrà disporre fra qualche tempo anche del porto di Bengasi. I due pilastri dell'accesso al Mediterraneo orientale sono in possesso delle forze navali ed aeree dell'avversario; il Mediterraneo centrale, nel quale finora il nemico disponeva solo del precario punto di appoggio di Malta, è controllato dal suo bastione orientale ed in parte da quello meridionale. Questa situazione, oltre ad inibire praticamente qualsiasi seria minaccia offensiva da parte delle nostre forze aeree e navali contro le posizioni inglesi del Mediterraneo orientale, sottopone al controllo navale e soprattutto aereo dell'Inghilterra il Mediterraneo centrale; gravi sforzi saranno necessari per conservare un controllo sia pure limitato del Canale di Sicilia, allo scopo di ostacolare per quanto possibile il libero uso di tale passaggio a vantaggio dei convogli di rifornimento e delle forze navali del nemico. 4. Ma deve purtroppo essere prospettata l'eventualità che il nemico riesca ad estendere la propria occupazione anche alla Tripolitania. Si prescinde per un momento dalle conseguenze politiche e militari di questo avvenimento nei riguardi dell'atteggiamento della Francia e del Nord Africa. Limitando l'esame alle ripercussioni dell'occupazione integrale della Libia sulla situazione geografico-strategica in Mediterraneo, appare che il èompletamento dell'occupazione delle sponde meridionali del Mediterraneo centrale porterà allo sbloccamento del Canale di Sicilia da parte dell'avversario. Questi, valendosi delle proprie posizioni e della propria superiorità di mezzi navali ed aerei, sarà sempre in grado di svolgere con ampia libertà d'azione i suoi traffici fra i bacini estremi del Mediterraneo, per quanto intensi possano essere i nostri sforzi intesi ad ostacolargli il libero uso delle acque del Canale di Sicilia. 5. Da quanto è sopra esposto risulta che in questi mesi di guerra la situazione geografico-strategica dell'Italia in Mediterraneo ha subito un mutamento profondo, passando dall'essere abbastanza favorevole ad una condizione di netto sfavore, la quale appare sensibilmente aggravata anche rispetto a quella esistente all'inizio della guerra, quando il poteqziale marittimo francese fiancheggiava quello britannico. La profonda trasformazione della situazione geografico-strate~ gica in Mediterraneo è la conseguenza dell'avvenuto concentramento di tutti i mezzi e di tutta la potenza offensiva dell'Impero bri~ tannico contro l'Impero coloniale italiano, ancora giovane e non completamente preparato: razione contro la Grecia era stata appunto iniziata con l'obiettivo di neutralizzare a priori gli effetti di questa gravissima incombente minaccia, ricuperando nella parte


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settentrionale del Mediterraneo orientale e nella parte orientale dello Ionio una aliquota di quella libertà d'azione, che si paventava andasse perduta con le posizioni deH'Africa de'l Nord. Solo la conquista delle coste greche e delle isole dell'Egeo (compresa Creta) potrà infatti ristabilire la situazione, permettendo da un lato la ripresa delle azioni offensive contro il Mediterraneo orientale ed offrendo d'altro lato la possibilità di attaccare di fianco le linee di traffico mediterraneo della Gran Bretagna, minacciandole in tutto il tratto compreso fra la Sardegna ed i loro punti di approdo. 6. Si è accennato alle possibili conseguenze politiche e militari dell'ocoupazione integrale della Libia da parte dell'Inghilterra e della stabilita contiguità territoriale fra le terre occupate dalle truppe inglesi ed i territori francesi del Nord Africa. Le ripercussioni militari di un mutato atteggiamento politico della Francia investono un duplice ordine di elementi: posizioni strategiche e forze navali. L'apporto di queste ul time, date le larghissime concessioni fatte alla Francia dalla Commissione d'Armistizio (contro le quali la Marina italiana non ha mai mancato di sollevare le più fondate obiezioni e le più energiche proteste), è assai notevole, soprattutto nel campo delle forze siluranti e del naviglio subacqueo. Sarebbe veramente deplorevole che le potenze dell'Asse dovessero trovarsi di nuovo di fronte a cospicui nuclei di forze navali, riorganizzati e rimessi in efficienza col loro stesso consenso. Ma le ripercussioni - più deplorevoli e più esiziali sarebbero quelle derivanti dalla rinnovata disponibilità di posizioni geografiche, come quelle dell'Africa del Nord e della Corsica. Il golfo di Genova e il Tirreno sarebbero di nuovo gravemente mfnacciati e dovr ebbero essere difesi con forze aeree e navali (di superficie e subacquee), sottratte ad altri settori: il Canale di Sicilia sarebbe sotto il completo controllo nemico: la pressione nemica sull'Italia, da levante a ponente, assumerebbe tale gravità da non potere essere più compensata neppure dal ristabilimento della situazione in Grecia e in Egeo. 7. La concentrazione delle forze e dei mezzi imperiali b ritannici contro le posizioni italiane in Africa ha annullato anche i vantaggi derivanti, nel settore del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano, dalla posizione di Massaua, fiancheggiante le linee di traffico inglesi in Mar Rosso, e dalla base oceanica di Chisimaio. Da tali posizioni era stato finora operato contro il nemico entro i limiti consentiti dalle poche forze leggere di superficie e subacquee disponibili e con le restrizioni imposte dalle particolari condizioni climatiche. L'offensiva inglese in atto contro l'A.O.I. ha già obbligato a prevedere lo sgombero di Chisimaio ed ha posto Massaua in una condizione di sicurezza mol~ precaria.


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II ECONOMIA BELLICA E LINEE DI TRAFFICO 8. L'Italia, nonostante la quasi totale cessazione dei suoi traffici marittimi internazionali, ha · conservato necessità di traffico che impegnano tutto il naviglio che si è trovato in Mediterraneo allo scoppio delle ostilità. E infatti: a) Il movimento costiero, sia in Tirreno che in Adriatico, ba dovuto essere intensificato in relazione alla configurazione geogra. fica della penisola ed alla necessità di integrare il traffico longitudinale ferroviario, già molto assorbito per altre ragioni. b) L'importazione del carbone e dei minerabili della Sardegna crea una notevole corrente di navi attraverso il Tirreno. e) Le necessità militari e civili della Libia hanno dato origine ad una intensa corrente di traffici _nei due sensi, che si è svolta e si svolge senza interruzione lungo il Canale di Sicilia e lungo le coste dell'A.S.I. per una lunghezza (sino a questi ultimi tempi) di circa 1200 miglia. d) ,Le esigenze belliche in Albania hanno creato una nuova ed imponente corrente di traffico, la quale, per quanto si svolga su tragitto molto breve, è molto onerosa. Ma tutti questi traffici non danno nessun apporto alla riserva di combustibili liquidi e di materie prime esistenti nel Paese; la Marina opera consumando le proprie scorte, che non sono rilevanti e impongono limitazioni all'impiego delle forze. 9. Questa situazione di fatto ha prodotto due conseguenze: a) Le esigenze del traffico hanno costretto ad aumentare gradatamente l'entità dei servizi di scorta, i quali, dopo aver assorbito le unità mercantili armate previste per questo scopo e le torpediniere antiquate, hanno richiesto successivamente l'impiego di torpediniere moderne e di cacciatorpediniere delle Squadre, a detrimento di altri compiti di carattere militare; b) Alla Marina inglese (navi di superficie - sommergibili -forze aeree) sono offerti numerosi ed importanti obiettivi di attacco, dispersi su una -zona molto estesa. 10. Dal punto di vista dell'economia bellica, la situazione inglese in Mediterraneo si presenta come segue: a) La posizione principale dell'Egitto è stata finora rifornita essenzialmente via Mar Rosso. b) Fino all'inizio delle operazioni contro la Grecia, l'Inghilterra aveva mantenuto qualche traffico, assai limitato come entità, fra l'Egeo ed Alessandria, con periodici piccoli convogli, il cui trasferimento coincideva con la formazione a Malta di convogli secon-


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dari di pochi piroscafi formati sul posto, ed era sempre protetto dal grosso della flotta britannica in mare. e) Non si erano, fino al novembre 1940, praticamente verificati passaggi attraverso il Canale di Sicilia di convogli (o di navi mercantili) diretti dal Mediterraneo occidentale a quello orient-ale o viceversa; i pochi trasferimenti avvenuti si riferivano ad unità militari, protette da forti nuclei di corazzate da levante e da ponente. d) L'apertura delle ostilità con la Grecia ha prodotto l'intensificazione dei traffici fra l'Egitto e l'Egeo, appoggiandoli alle basi eventuali create in Grecia, ed ha indotto l'Inghilterra a tentare il passaggio del Canale di Sicilia da parte di importanti convogli di materiali e di truppe, che sono stati localizzati da parte delle forze navali ed aeree di vigilanza alla zona del Canale. e) Le operazioni in atto nell'Africa settentrionale hanno già creato una sensibile corrente di traffici costieri dall'Egitto verso ponente, per il rifornimento rapido dal mare delle truppe operanti. f) E' verosimile che la nuova situazione geografico-strategica, creata dall'occupazione parziale o totale della Libia, indurrà l'Inghilterra a trarre profitto delle più favorevoli circostanze per dare uno sviluppo sempre maggiore al passaggio di convogli dal Mediterraneo occidentale a quello centrale ed orientale attraverso il Canale di Sicilia, tanto più che questo implica una fortissima economia nell'impiego del naviglio mercantile, economia della quale certamente la Gran Bretagna sente la· necessità. 11. Concludendo, nei riguardi dell'economia bellica, la situazione in Mediterraneo appare alquanto diversa da quella esistente in Atlantico, ove la Gran Bretagna offre il massimo degli .obiettivi di carattere vitale, mentre la Germania non ha linee di traffico imprescindibili. Qui l'Italia ha linee di traffico militarmente ed economicamente molto importanti, mentre la Gran Bretagna aveva per lungo tempo praticamente interrotto qualsiasi traffico: solo recentemente sono state create correnti di movimento, che andranno certamente sviluppandosi, ma che non possono definirsi di carattere mercantile, giacché, per le loro stesse caratteristiche, avranno sempre aspetto sussidiario militare e, come tali, saranno certamente coperte da operazioni in forza dei reparti maggiori britannici.

III RELATIVITA' DELLE. FORZE 12. Sempre trascurando il periodo iniziale del conflitto, quando la Francia era ancora belligerante, l'esame della relatività delle forze navali nelle sue diverse fasi porta alle segue,nti conclusioni: a) Fin dall'inizio la flo~ta italiana ha assolto la sua prevista funzione di fissare, per il fatto stesso della sua ~ntità e della sua


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dislocazione, un nucleo di forze avver sarie di potenza assai superiore a quella propria; b) per quanto riguarda le corazzate, si può calcolare che la flotta italiana abbia sempre vincolato da 6 a 7 unità similari avversarie, ossia praticamente tutte le corazzate efficienti delle classi W arspite ed una parte delle corazzate della classe Resolution o degli incrociatori da battaglia; la relatività di forze in questo campo è passata da una inferiorità manifesta nei primi mesi (quando vi erano solo due Cavour) ad uno stato di progressivo equilibrio (collegato alla crescente efficienza bellica dei 2 Littorio e dei 2 Duilio), rotto in novembre per effetto della fortunata azione aero-silurante inglese nel golfo di Taranto, la quale ha eliminato tre delle nostre corazzate per un periodo di alcuni mesi. Tuttavia la Marina inglese è sempre costretta a tenere immobilizzati due nuclei di forze, uno a Gibilterra ed uno ad Alessandria, ciascuno dei quali è commisurato alla necessità di affrontare da solo il combattimento con le nostre corazzate; e) la superiorità iniziale italiana nel campo degli incrociatori e meno marcatamente in quello dei c~cciatorpediniere è andata graduatamente riducendosi perché la Gran Bretagna ha potuto, grazie alla quasi completa smobilitazione della stazione dell'Estremo Oriente ed alla entrata in servizio di nuove unità, rinforzare le sue forze leggere e sottili in Mediterraneo, quantitativamente e qualitativamente; · d) nel campo delle navi portaerei non si può purtroppo parlare di relatività delle forze, ma solo constatare che da 3 a 4 navi portaerei inglesi sono vincolate in maniera ormai . permanente al Mediterraneo; e) per quanto si riferisce ai sommergibm, è ben noto che la cessazione di qualsiasi traffico in Mediterraneo, le forme assunte dalla guerra in questo mare e la conseguente mancanza di obiettivi suscettibili di assorbire la massa del nostro naviglio subacqueo, nonché la disponibilità di una base sulle coste francesi dell'Atlantico, hanno portato alla decisione in inviare le unità oceaniche italiane in Atlantico, lasciando in Mediterraneo solo le unità antiquate e quelle moderne di minore dislocamento. I sommergibili inglesi impegnati in Mediterraneo non sono stati in passato molto numerosi: sono stati tuttavia necessari frequenti invii di nuove unità dalla Madre Patria per effetto delle perdite relativamente elevate da essi subite (11 accertate e 3-4 altre probabili); di recente essi sono stati invece notevolmente aumentati.

f) in sintesi, l'incremento delle forze inglesi in Mediterraneo nei primi sei mesi del conflitto appare dal confronto tra i due specchi seguenti:


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ALLEGATI

SITUAZIONE FORZE NAVALI INGLESI IN MEDITERRANEO I

1° luglio 1940

Mediterraneo Occidentale Mediter raneo Orientale

n.b. incr. n.p.a. Ct. 20 2 2 1 1 4 7 16 6

Totale (Mediterraneo)

9

smg.

1 7

2

36

8

1° febbraio 1941 Mediterraneo Occidentale Mediterraneo Orientale

3 3

2

2

20

12

15

2

27

9

Totale (Mediterraneo)

6

17

4

47

21

g) le nostre perdite in tutti i teatri oper ativi, computando anche quelle per incidenti di navigazione e per altre cause, sono state le seguenti (escludendo le n.b.): 1 incrociatore da 5000; 9 cacciatorpediniere; 4 torpediniere moderne; 3 torpediniere antiquate; 22 sommergibili. La Marina britannica ha subito le seguenti perdite accertate: 2-3 incrociatori; 7 cacciatorpediniere; 14-15 sommergibili; 3 navi pattuglia. Rilevanti danni sono stati da noi inflitti a : 3 navi da battaglia, 2 navi portaerei, 6 incrociatori, 5 cacciator pediniere, 7 sommergibili.

13. Forze aeree Si fa menzione delle forze aeree soltanto in rapporto al loro impiego nella guerra marittima. Si deve constatare una netta inferiorità dell'Aeronautica italiana nel campo aereo-navale, per le seguenti ragioni, dipendenti da fattori che in gran parte sfuggono a lla competenza della Marina: a) mancanza di aerei da ricognizione a grande raggio di azione del tipo dei Sunderland; b) fortissima deficienza quant itativa e qualitativa della nostra aviazione da ricognizione marittima, la quale è insufficiente alle necessità giornaliere e non in grado di resistere agli apparecchi da caccia partenti dalle n.p.a.; e) limitata efficienza offensiva dei reparti aero-siluranti nazionali in confronto con quelft nemici, per quanto essi dispongano


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LE OPERAZIONI JN AFRICA SETTENTRIONALE

di migliori siluri; il fatto deriva dall'essere i nostri reparti tuttora in corso di costituzione ed addestramento; d) impossibilità di poter fare sicuro assegnamento sulla aviazione da bombardamento, per ragioni di carattere generale (dipendenza - assegnazione dei compiti) e di carattere particolare (difficoltà di riconoscimento adeguato - munizionamento di caduta); e) inidoneità dell'aviazione da caccia nazionale di operare in alto mare; f) mancanza di navi portaerei che consentano di controllare · l'aviazione da caccia e da bombardamento nemica, come le navi portaerei nemiche controllano le nostre e di spingere la ricognizione nei settori estremi del Mediterraneo nelle acque delle basi ne-. miche. Questa deficienza si è fatta più sentita con la perdita delle basi aeree della Cirenaica. La venuta in Italia del X Corpo Aereo Tedesco con il compito principale aero-marittimo ha recato un sentito miglioramento alla situazione, sopra tutto nei riguardi delle azioni di contrasto all'attività navale nemica. Rimane però ancora sentita la deficienza nel campo della ricognizione marittima.

IV MODALITA' D'IMPIEGO DELLE FORZE NAVALI 14. Le modalità d'impiego delle forze navali di superficie in Mediterraneo sono state determinate dai seguenti elementi, i quali si sono venuti man mano appalesando e precisando: a) esistono finora per noi scarsi e limitati obiettivi strategici per operazioni parziali; b) il nemico inesplicabilmente non ha ancora compiuto operazioni di guerra di corsa contro le nostre linee di comunicazione, le quali potrebbero infliggerci gravi perdite, ma offrire il destro ad operazioni di contrattacco; e) il nemico, nelle sue uscite in mare, dispone sempre di un nucleo di unità superiore alle forze italiane che potrebbero intervenire; ne è prova la cura con la quale, prima di ogni sua uscita, esegue esplorazioni su tutte le basi navali nazionali, per dosare conseguentemente la entità dei propri reparti operanti. 15. Da quanto sopra esposto, e dalle esperienze fatte, risulta

che: a) i tentativi di eseguire azioni offensive nella sfera di azione dei nostri mezzi con reparti isolati di incrociatori, di siluranti, di Mas sono sempre caduti nel vuoto, percµé normalmente non vi sono né piroscafi, isolati od in convoglio, né reparti nemici staccati;


ALLEGATI

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b) quando tali tentativi non cadono nel vuoto, è perché le forze navali nemiche sono tutte in movimento, ed allora, date le caratteristiche del teatro di operazioni, non è possibile pensare ad azioni suscettibili di dare risultati concreti se non si è pronti ed in grado di contrapporre il grosso al grosso; e) le modalità di impiego delle forze navali di superficie in Mediterraneo sono quindi senstbilmente diverse, se non opposte, a quelle esistenti nel teatro operativo Atlantico, come sono diverse le premesse strategiche; d) è possibile che, in un prossimo avvenire, per le considerazioni già esposte, si realizzino condizioni più favorevoli ad azioni offensive di reparti minori, ma tale possibilità, essendo la conseguenza della peggiorata situazione geografico-strategia, sarà controbilanciata nei suoi effetti dalla mutata situazione strategica. Una pressione costante sarà data invece dalla presenza attiva della flotta italiana, la quale, come ha fatto finora, non tralascerà mai nessuna occasione, in cui il nemico è in mare, per uscire e cercare di impegnarlo in condizioni favorevoli; e) si impone di essere realistici nella valutazione delle condizioni favorevoli per impegnarsi giacché, se un eventuale successo sul grosso nemico avrebbe ripercussioni morali enormi, ma effetti materiali relativamente limitati (data la capacità del nemico di rimpiazzare le unità perdute con altre provenienti da altri settori e per la mancanza di effetti sul traffico marittimo), un insuccesso delle forze navali italiane avrebbe le più gravi ripercussioni sulla situazione nelle fronti operative terrestri di oltremare, che potrebbero rimanere tagliate fuori dalla Madre Patria, con tutte le conseguenze; f) ad ogni modo la premessa fondamentale per poter impegnare i reparti nemici in condizioni favorevoli è quella di poter conoscere sempre, con sicurezza e con continuità, la loro posizione, la loro potenza, i loro movimenti, il che allo stato attuale delle cose non è ottenibile; g) è necessario, inoltre, mantenere sempre attivo ed in efficienza il controllo del Canale di Sicilia, per conservare integra la compartimentazione del Mediterraneo, e per rendere sempre rischioso il transito attraverso il Canale stesso. Questa necessità è molto contrastata dall'assorbimento di unità sottili per i servizi di scorta; non riesce facile trovare una soddisfacente soluzione del problema; h} per quanto si riferisce al naviglio subacqueo, si è riscontrato che nel Medite:rraneo, per la chiarezza delle acque e· della atmosfera, per le dimensioni del teatro operativo che ne permettono il controllo aereo in maniera persistente e completa, per la superiorità aerea dell'avversario, per le possibilità offerte alla ricerca metodica ed alla cac!ia da parte delle siluranti apposita-


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

mente attrezzate, l'impiego offensivo diurno del sommergibile contro formazioni navali, generalmente scortate, non dà un rendimento proporzionato al rischio. L'azione subacquea è nel Mediterraneo impostata sull'impiego notturno, il quale peraltro offre buone prospettive di successo soltanto nelle zone di pasaggio obbligato e quando il nemico vi transita. V

POSSIBILITA' OPERATIVE La flotta italiana potrà continuare ad assolvere, come in passato, il compito di vincolare nel Mediterraneo importanti forze navali nemiche, anche nell'ipotesi più sfavorevole di perdita totale della Libia. In questa ~ventualità, oltre ad assicurare le comunicazioni con l'Albania e lungo le coste nazionali, essa potrà agire offensivamente contro il traffico inglese transmediterraneo e contro le forze navali destinate a difenderlo. Se la Tripolitania potrà essere conservata, l'obiettivo di difendere le comunicazioni di questa con la Madre Patria presenterà difficoltà non lievi perché contro di esse potranno agire forze navali ed aeree appoggiate alla Cirenaica e perché il porto di Tripoli potrà essere sottoposto a frequenti attacchi aerei. Alla sicurezza delle comunicazioni con l'Albania è legata la possibilità di concludere vittoriosamente la partita con la Grecia, compensando con la conquista di basi greche la perdita delle posizioni libiche e rivalutando il Dodecaneso. Comunque sia, per non venire meno alle sue funzioni, la flotta italiana ha bisogno di: a) riprendere in sicurezza la sua dislocazione nelle sue principali basi operative (Taranto - Augusta - Messina - Napoli) con reparti leggeri permanentemente o saltuariamente dislocati a Palermo, Trapani e Cagliari; b) c.ontrollare con l'aviazione i movimenti del nemico in porto e in mare. La dislocazione della flotta nelle basi meridionali è tanto più necessaria, in quanto che, con la perdita della Cirenaica, è diminuita notevolmente la possipilità di controllo dei movimenti delle forze nemiche durante la loro marcia da Alessandria verso ponente, e perciò il tempestivo intervento non può essere ottenuto che avvicinando le navi alle linee di operazione avversarie. La base meglio ubicata sarebbe Augusta, ma la sua vicinanza a . Malta ne .vieta l'utilizzazione per il grosso delle forze,' finché Malta non sarà efficacemente neutralizzata. Quanto più la flotta italiana manterrà capacità operative, tanto minore sarà sugli oceani la disponibilità di forze inglesi.


ALLÈCATI

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VI NECESSITA' DI CONCORSO DA PARTE DELLA GERMANIA

Affinché le attività sopra menzionate possano essere esplicate con un grado di intensità che ne assicuri la efficacia è necessaria la cooperazione alleata per sopperire alle deficienze cui non è possibile far fronte con le risorse della nazione, deficienze che da quanto si è esposto risultano essenzialmente di mezzi contraerei per la difesa delle basi, di mezzi aerei per la vigilanza sul Mediterraneo, di combustibili . liquidi e di materie prime e semilavorati per le nuove costruzioni. L'ausilio in questione risulta del seguente ordine di grandezza: a) mezzi contraerei: Sono in costruzione presso l'industria nazionale numerose artiglierie e mitragliere contraeree; la loro produzione è però lenta per vari motivi. Occorrerebbe poter disporre al più presto, anche in cessione temporanea, di circa 25 batterie contraer!=!e e di circa 100 mitragliere contraeree di calibro non inferiore a-i 2.0 mm, per assicurae la difesa delle basi. Occorrerebbero inoltre mezzi di ascoltazione aerofonica, stazioni fotoelettriche e centrali di tiro per le armi stesse. b) idrovolanti da ricognizione a grande raggio: per assicuradere la vigilanza al largo delle basi nemiche e sulle rotte di più probabile transito in Mediterraneo si ritiene necessaria una · disponibHità di circa 50 apparecchi per tener conto dei turni e delle riparazioni;

e) combustibili liquidi: il consumo mensile di nafta della Marina da guerra italiana, pur tenendo conto delle rigide economie imposte, si aggira sulle 100.000 tonnellate. Le riserve sono modeste. Occorre pertanto aumentare al massimo la quota di combustibili che l'Italia già riceve dalla Romania, e che viene ora utilizzata esclusivamente ai fini civili e dell'Esercito; d) Materie prime e semilavorati: gli elementi relativi a queste richieste formano oggetto di comunicazione a parte. La Marina italiana sa che l'accoglimento di queste richieste, che concordano in massima con quelle già presentate al Convegno di Friedrichshafen esula dalla diretta competenza dell'Oberkommando; ma essa lo prega ancora -una volta di intervenire perché è conscia della pratica impossibilità di assolvere bene la sua funzione, cosl importante nel quadro generale della guerra, se non possa disporre di tutti i mezzi che le sono necessari.



FOTOGRAFIE

•


li maresciallo dell'Aria Italo Balbo Governatore della Libia.


Il maresciallo d' l talia Rodolfo Graziani Comandante Superiore Forze Armate A.S.


Il Generale Archibald P. Wavell comandante in capo del Medio Oriente.


Il Generale Italo Gariboldi comandante della 5a armata.


Il Generale Mario Berti comandante della I oaarmata.


Il Genera.le Giuseppe Tellera ultimo coma.n.da.nte della. 1O'! a.rma.ta.


Il Generale Felice Porro, comandante la 5" Squadra Aerea.


• Il Generale Annibale Bergonzoli comandante del XXlll Corpo d'armata.


Il Generale Sebastiano Gallina comandanLe del gruppo divisioni libiche.


Il Generale Pietro M aletti comandante del raggruppamento M aletti.


#

La ridotta Capuzzo

La baia di Sollum vista dal passo H alfaya.

Sollum bassa ed il suo golfo.

Lavori per prolungare la strada asfaltata verso Sidi el Barrani.


Autocolonna nel deserto della Mannarica .

Autocolonna sulla Via Balbia.

I caterpillar.


Sidi el Barrani - Il centro abitato.

Sidi el Barrani - Il fortino.

Resti di aerei distrutti al suolo da un bombardamento della RAF.


Attendamento del battaglione Sahariano del raggr. M aletti.

Trincer(Jjnenti del raggr. Maletti.


Batteria contraerea da 75/46 in postazione.

Bardia - Pezzo contraereo da 75146 in azione.




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INDICI

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700

INDICE DEI NOMI citati nel testo

ABD EL GEBIL Sif EN NASR, capo senusso, 344, 402. AIMONE-CAT Antonio, colonnello, 355, 357, 364, 369, 370. AIMONE-CAT Mario, generale, 352, 400, 401. ALFIERI Dino, ambasciatore d'Italia a Berlino, 63, 94. ALLEGRI Cristoforo, ten. colonnello, 363, 364, 366, 369. ALLEN A.S., generale australiano, 204. AMICO Giuseppe, generale, 191, 206, 215, 228, 279. AMIONE Carlo, colonnello, 151. ANTONELLI Francesco, generale M.V.S.N., 33, 112, 114, 190. ARESCA Pietro, colonnello, 105. ARGENTINO Francesco, generale, M.V.S. N. 32, 191. ARMELLINI Quirino, generale, 144, 177, 394. ASSIA Filippo, principe d', 408. BABINI Valentino, generale, 105, 19 I, 248, 332, 333, 337, 381, 383, 426, 429, 437. BADOGLIO Pietro, maresciallo d'Italia, 7, 18, 20, 21, 33, 60, 62-64, 66-79, 81-86, 88, 90-92, 94, 97, 98, 102, 122, 124, 127, 129, 132, 134, 137, 140-141, 144-150, 153, 154, 174-176, 178-180, 182, 183, 226,251, 259, 284,394, 425, 428. BAGNOLO R.A., maggiore inglese, 402. BALBO Italo, maresciallo del1'Aria, 18, 20, 28, 31-33, 35, 60, 64-77, 81-86, 88-92, 94, 97, 98 102, 122, 124-127, 129-132,

134-137, 141, 144, 150, 153, 154, 174-176, 178-180, 182, 183, 226, 251, 259, 284, 394,425, 428. BARBERIS Umberto, generale, 292, 293. BARBIERI Alberto, generale, 33. BAUDOUIN Paul, ministro degli esteri francese, 57. BERESFORD PEIRSE Noel, generale inglese, 42, 203, 219, 223, 244. BERGONZOLI Annibale, generale, 33, 98,106, 108, 110, 112-119, 232, 244, 246, 257, 264, 275, 279, 281, 330, 333, 350, 351, 358, 370, 372, 376, 381, 383, 384, 426, 439. BERTI Mario, generale, 19, 48, 67, 68, 75, 76, 97, 98, 103, 106, 108, l 10, 113, 114, 117-119, 147, 187-189, 196, 197, 199, 240, 241, 246-248, 256, 257, 259,260,261,394,425,426. BERTRAND René, generale francese, 22. BIGNAMI Mario, generale, 332,252, 353, 367, 370. BISMARCK Otto von, consiglier d'ambasciata tedesca a Roma, 63. BLANC, generale francese, 23. BRAUCHITSCH Walther von, felci-maresciallo t edesco, 178, 254,417. BRIVONESI Bruno, ammiraglio, 22, 75. BOUTHILLIERS Yves, ministr o delle Finanze francese, 58. BURNOL, generale francese, 25.


INDICE DEI NOMI

CAILLOT, generale francese, 44. CAMPIONI Inigo, ammiraglio, 79, 80, 88, 181-183, 387. CAPPA Umberto, generale, 88. CA VAGNARI Domenico, ammiraglio, 63, 71, 88, 89, 182-184, 251. CAVALLERO Ugo, generale, 226, 251, 254, 255, 410, 4 11. CAUNTER J.S.L., generale inglese, 40, 203, 367, 373, 377, 378. CAZABAN, generale francese, 44. CERIO Giovanni, generale, 191, 205, 22 1. CHAMBERLAIN Sir Neville, Primo ministro inglese, 132. CHEVALIER, generale francese, 25. CHURCHILL Winston, Primo ministro inglese, 195, 201, 256, 287, 288, 300, 302, 304, 388, 389, 392, 394, 423. CIJ\NO Galeazzo, ministro degli Esteri, 7, 31, 62, 80, 91, 94, 95, 97, 131, 132, 134, 13p, 137, 226, 230, 231, 236, 409. CIRILLO, console M.V.S.N., 279. CLAYTON P.A., maggiore inglese, 404. CLOUET DES PERRUCHES, generale francese, 25. COLLISHAW Raymon, generale inglese, 44, 198, 336, 362. COLPANI Gustavo, colonnello, 363. COLSON, generale francese, 55. COMBE John, ten. colonnello inglese, 367, 368. CONA Ferdinando, generale, 33,237, 259, 329, 334, 348, 351-353, 356-358, 367-370, 372, 373, 377. CREMASCOLI Giuseppe, generale, 33. CRUCILLA Nicolò, ten. colon-

701

nello, 372. CUNNINGHAM Arthur B., ammiraglio inglese, 11, 22, 42, 43, 61, 79, 80, 121 , 181, 183, 184, 302, 386, 390. DALLA MURA Vincenzo, generale, 20, 33, 191, 292, 296. DALMAZZO Lorenzo, generale, 48, 65, 119. D'APONTE Alberto, generale, 76, 79, 90. DARLAN François, ammiraglio, 55, 57, 61. D'AVANZO Lorenzo, colonnello, 62, 64. DE COURTEN Raffaele, ammiraglio, 62. DE GAULLE Charles, generale, 56, 244, 427. DE GUIDI Alessandro, generale, 191, 205, 279. DELLA BONA Guido, generale, 33, 259, 332, 350, 351, 356-358, 363,364,366,369,370,440. DILL Sir John, generale inglese, 201, 388, 390. DORMAN-SMITH Eric, generale inglese, 344, 362, 386. DOUHET Giulio, generale, 14. EDEN Anthony, ministro degli Esteri inglese, 194, 196, 388-390, 423. ESTEVA, ammiraglio francese, 25. FAUTILLI Ubaldo, generale 393, 395. FAVAGROSSA Carlo, generale, 393, 395. FLANDIN Pierre Etienne, ex presidente del consiglio francese, 237. FRANCO Francisco, 176. FRANçOIS PONCET André, ambasciatore di Francia a Roma, 7, 23. FULLER J .P.C., 423, 442. FUNCK, generale tedesco, 410, 412, 414.


702

LE OPE RAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

GALLINA Sebastiano, generale, 34, 84, 113, 156, 157, 205, 211, 215, 217, 218, 220, 221. GANDIN Antonio, generale, 406-408. GARIBOLDI Italo, generale, 33, 67, 74, 91, 124, 189, 205, 207, 218, 220, 227, 232, 233, 235, 240, 350, 394-396, 402, 404. GEORGES Alphonse-Joseph, generale, 60. GIORDANO Edoardo, generale, 103, 110, 272. GIULIANO Giuseppe, generale, 77, 220. GOERING HERMANN, maresciallo del Reich, 63, 415. GOTI W.H.E., generale francese, 40, 108, 109, 203. GOUDARD, genera le francese, 23. GLORIA Alessandro, colonnello, 215, 216. GRANATA, colonnello, 290. GRANDE Ferruccio, colonnello, 381. GRAZIANI Rodolfo, maresciallo d'Italia, 33, 71-76, 78, 80-86, 88. 90, 95, 97, 98, 101-03, 105, 106, 108-110, 114, 115, 119, 121, 122, 124-127, 129-139, 141-144, 146-153, 175, 178, 187-189, 190, 201, 207, 210, 222, 226-229, 231-233, 235-242, 244, 246, 251, 254-257, 259, 268, 270, 271, 273, 279, 282-284, 286, 288, 290, 292, 309, 310, 326, 330, 332-336, 338-347, 350, 352, 355, 369, 394-398, 400, 402, 404, 411-413, 424, 426, 428-430, 434-437. GUDERIAN Heinz, generale tedesco, 427. GUIDI Francesco, generale, 19. GUZZONI Alfredo, generale, 226, 250, 255, 270, 273, 284, 285, 29~ 39~ 40~ 40~ 409-412, 414, 415, 426.

HALDER Franz, generale tedesco, 178, 423, 427. HITLER Adolf, 7, 31, 62, 63, 78, 80, 97, 127, 132, 135, 173, 174, 176-179, 408-412, 414. PITASSI MANNELLA Ennio, generale, 19, 48, 191, 233, 260, 291, 292, 307, 309, 431. PLATT William, generale inglese, 260, 380. PORRO Felice, generale, 21, 67, 103, 105, 118, 139, 192, 233, 239,272,273,290,291,309, 351, 400. HOBART Percy, generale inglese, 427. HUNTZINGER Charles-Léon, generale francese, 61. ISMAY Hastings, generale inglese, 288, 302. JACHINO Angelo, ammiraglio, 181, 184, 387. JACOMONI DI SAN SAVINO Francesco, Luogotenente del Re in Albania, 94. JODL AUr ed, generale tedesco, 174, 175, 406, 408, 410, 412. KEITEL Wilhelm, feldmaresciallo tedesco, 62, 124, 144, 174, 176, 178, 179, 254, 405, 406, 410, 415. KIRCHEIM Heinrich, generale tedesco, 176. KITCHENER lord Horatio Herbert, feldmaresciallo inglese, 146. KOELTZ Louis, generale francese, 57-59. LECLERC Jacques, colonnello francese, 402-404. LERICI Roberto, generale, 20, 33. LIDDELL Hart Basi!, 423, 427, 438. LLOYD W.L., generale inglese, 203, 218. LOMAX C.S.N., generale inglese, 203, 223.


INDICE DEI NOMI

LONGMORE Arthur, generale inglese, 40-44, 194, 195, 302, 303, 390. LORAINE Sir Percy, ambasciatore di Gran Bretagna a Roma, 7. MACKAY Yven, generale inglese, 204-245, 262, 275, 277, 314, 337. MACKENSEN H ans George von, ambasciatore di Germania a Roma, 31. MAGGIANI Pietro, generale, 33. MALETTÌ Pietro, generale, 84, 90, 103, 106, 110, 111-115, 154, 189, 200, 206, 207-211, 215-217, 220, 231. MANCA DI MORES Ettore, generale, 281. MANSTEIN Erich von, 427. MARRAS Efisio, generale, 63, 72, 124, 173-176, 178, 254, 406, 408, 411. MASSIET, generale francese, 44. MATRICARDI, generale italiano, 402. MERZARI Fabio, generale italiano, 48, 191, 205, 207. MESSE Giovanni, generaUe italiano, 136. METAXAS Giovanni, presidente del consiglio greco, 303. MIELE Alighiero, generale italiano, 119, 256. MITTERLHAUSER Eugène, generale francese, 44. MOLINARI Michele, generale, 143. MORICCA Oreste, colonnello, 357, 358, 364. MUSSOLINI Benito, 7, 9, 20, 22, 31-33, 62, 63, 67, 68, 70, 74, 76-78, 80, 86, 91, 94, 95, 97, 125, 130-132, 134-137, 140-142, 144, 147-150, 175-178, • 226, 231, 233, 235-238, 240,

703 247-249, 253-255, 270, 282-290, 326, 336, 345, 388, 396, 398, 404, 405, 408-412, 414, 424-426, 430, 435. NICCHIARELLI, console M.V.S.N., 279. NOGUÈS Charles-Auguste, generale francese, 22, 23, 28-30, 56, 59, 60. O'CONNOR Richard, generale inglese 42, 108, 121, 122, 188, 196, 200, 203, 219, 220, 229, 238-240, 302-304, 333, 337, 340, 343, 344, 350, 359, 362, 384-386, 391,392,413, 423, 429, 430, 435-437, 439. OLIVAS, console generale M.V.S.M., 112, 114. O'MOORE CREAGH Michael, generale inglese, 40, 122, 337, 359, 362. ORNANO d', ten. colonnello francese, 402. PALADINI, ammiraglio, 79. PAPAGOS Alessandro, generale greco, 303. PARIANI Alberto, generale, 21, 75. PENES, generale francese, 25. PERINO, generale italiano, 62. PESCATORI Armando, generale, 28, 191, 205, 209, 211, 215-218. PETAIN Henry-Philippe, maresciallo di Francia, 56, 57, 61, 132, 337. PIANA Mario, colonnello, 377. PIATTI DEL POZZO Umberto, colonnello, 259. PISCIOTTA, ten. colonneJJo, 367. PORTAL Sir Charles, marescial- · lo dell'Aria inglese, 198. POUPINEL, generale francese, 25. PRICOLO Francesco, generale, 21, 22, 71, 78, 98, 105, 118, 239, 251, 273, 300.


704

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

RAEDER Erich, grande ammiraglio tedesco, 415, 416. RANZA Ferruccio, generale, 149. REYNAUD Paul, presidente del consiglio francese, 56, 57, 61. RIBBENTROP Joachim, ministro degli Esteri tedesco, 94, 174. RICCARDI Arturo, ammiraglio, 251, 415, 416. RICHARD, generale francese, 44. RINTELEN Enno von, generale tedesco, 176, 178, 180, 254, 290, 405, 409, 412, 414, 423. ROATTA Mario, generale, 62, 63, 71, 79, 81, 123, 126, 132, 140, 141, 150, 174, 175, 251-253, 255, 358, 405. ROBERTSON H.C.H., generale inglese, 204, 314, 336, 383. ROCHAS, generale francese, 25. ROMMEL Erwin, generale tedesco, 414, 424. ROOSEVELT Franklin Delano, 61. RUSSEL H.E., 38, 203, 228 SARRADE, generale francese, 44. SAVIGE S.G., generale inglese, 204. SAVORY Reginald A., generale, inglese, 203, 215. SELBY A.R., generale inglese, 204, 221, 226. SIBILLE Luigi, generale, 18, 48. SODDU Ubaldo, generale, 19, 26, 31-33, 75, 77, 90, 123, 132, 144, ISO, 226, 251, 411, 424. SOMERVILLE James, ammiraglio inglese, 79, 181, 387. SOMMA Umberto, generale, 19. SORRENTINO Rosario, colonnello, 114, 119.

SPATOCCO Carlo, generale, 48, 119, 188, 189, 205, 207, 215, 221. SPINEUJ Venceslao, generale, 48. tedesco, 414. TELLERA Giuseppe, generale, 67, 75, 119, 188, 233, 256, 260, 329, 333-339, 341, 345, 346, 348, 351-352, 355, 357, 359, 367~70, 373, 37~ 37i 435-437. THOMA Wilhelm von, generale tedesco, 141, 177-179. THOMAS, generale tedesco, 408. TRACCHIA Ruggero, generale, 19, 48, 191, 280. TRIVIOLI Antonio, colonnello, 105. TUR Vittorio, ammiraglio, 129. VALLE Giuseppe, generale, 251. VERCELLINO Mario, 136. VERGES, generale francese, 25. VIETINA M.; ammiraglio, 310-314. VILLANI$ Virginio, generale 351. VISCONTI PRASCA Sebastiano, 351. WAVELL Archibald P., generale inglese, 37, 38, 42-44, 64, 115, 116, 120, 121, 146, 147, 180, 190, 194-201, 238, 241, 243, 245, 260, 283, 286, 301-304, 344, 362, 385, 386, 388-392, 402, 403, 423, 427. WEYGAND Maxime, generale francese, 44, 55-57, 59-61, 66, 144. WILSON Henry Maitland, generale inglese, 42, 44, 194, 197, 199, 203, 245, 303, 304, 386. ZAGLIO Pietro, generale, 33. ZANIBONI Ugo, maggiore, 219.


INDICE TOPONIMI

705

INDICE DEI PRINCIPALI TOPONIMI citati nel testo · Acroma, 48, 50, 296. Aden, 392. Agedabia, 185, 187, 237, 250, 270, 325, 345, 348, 351-353, 355-359, 362, 363, 366-370, 376, 380, 381, 383, 385, 397, 398, 401, 414, 439, 440. Ain el-Gazala, 123, 233, 235, 244, 248, 270-272, 277, 296, 325, 336. Alam Abu Hileiuat, 156. Alam Battuma, 227. Alam el-Heilif, 156. Alam el-lktufa, 191, 207, 215, 227. Alam el-Tummar (vds. Tummar). Alam er Rabia, 191, 207, 215, 227. Alam er Rimth, 215, 227. Alam es Samm, 115. Alam Samalus, 227, l64. Alessandria, 11, 12, 15, 35, 37, 38, 42, 69, 71, 73, 78-80, 87-91, 95, 120, 126, 127, 131, 137, 145, 147, 150, 178-180, 182-184, 194, 252, 300, 391, 398, 414. Algeri, 25, 26, 56, 57, 60, 62. Amseat, 48, 66, 139, 460. Ankara, 388, 391. Antelat, 353, 355, 358, 362-364, 367-369, 372, 378, 397, 439, 440. Apollonia, 185, 337, 399. Aqaba, 387. Atene, 286, 303, 388, 391. Auenat, 18, 34. Augila, 250,402. Azizia, 33. Barce, 228, 259, 325, 327, 337, 345, 347-353, 356, 359, 362, • 366, 386, 435.

Bahariya, 37. Bardia, 32, 34, 45-48, 65, 66, 70, 75, 77, 85, 91, 102-105, 115, 123, 147, 153, 154, 185, 186, 189, 191, 202, 207, 211, 222, 223, 232, 233, 235, 237, 242-250, 254-257, 259, 268, 270-274, 276, 277, 279, 282, 283,285, 28~ 291,293, 29~ 300-302, 304, 308-310, 327, 330, 399, 402, 407, 409, 410, 423, 425, 426, 428, 430-433, 436, 438. Beda Fomm, 242, 333, 347, 356, 367, 372, 378, 385, 398, 400, 429, 438, 440. Beda Littoria, 324, 338. Ben Gardane, 23, 26, 29. Bengasi, 18, 19, 28, 48, 66, 70, 72, 73, 75, 78, 80, 82, 86, 102, 104, 123, 129, 148, 154, 185-187, 222, 229-230, 232, 233, 235, 237, 250, 254, 259, 260, 270, 271, 273, 285, 290, 291, 301-304, 325, 327, 330, 333, 335, 336, 338, 339, 341, 343-348, 350-353, 355-357, 359, 362,363,368,370,372,377, 385,388,389,392,397,399, 400, 414, 426, 432-435, 437, .438, 441. Berlino, 61, 63, 72, 80, 94, 124, 128, 131, 142, 176, 177, 254, 256, 406, 411, 412. Berka, 261, 399. Berta, 228, 247, 248, 250, 259, 279, 283, 288, 289, 325, 327, 329, 330, 333, 334, 336, 338-340, 343, 344, 347, 359, 435, 436. Bir Dufar, 399. Bir Gandula, 366. Bir Ghirba, 104.


706

LI;. OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

Bir Habata, 191. Bir Hacheim, 48. Bir el-Azzaziya, 200, 219, 222. Bir el-Bhera, 34. Bir el-Chamsa, 100. Bir el-Chreigat, 102, 103, 11 O, 147, 248. Bir el-Gib, 112, 113. Bir el-Gnem, 30, 33. Bir el-Gobi (più correttamente Bir el-Gubi), 46, 48, 103, 104, 291. Bir el-Kenays, 201, 202, 261. Bir Enba, 98, 113, 154, 188, 207, 209, 215, 227, 239, 248. Bir er Rabia, 98, 100, 101, 109, 154, 197. Bir er Ramtia, 363, 364. Bir es Sebil, 344. Bir esc Sceferzen, 48, 66, 98, 103, 232, 233, 247, 248, 400. Bir esc Scegga, 35, 42, 64, 100. Bir esc Sceteni, 334. Bir Qasim, 221 Bir Semander, 335, 337, 338, 340. Bir Sofafi, 109, 185, 191, 197, 200, 207, 221, 222, 230. Bir Sultano, 28. Bir Tafaui, 245. Bi r Thidan el-Khadim, 108, 109. Bir Tishdida, 113, 227, 228, 230. Biserta, 15, 25, 55, 112, 125. Bomba, 185, 187, 325, 344. Bona, 23, 26. Boì:deaux, 55, 58. Brest, 61. Bug Bug, 67, 69, 77, 98, 103, 105, 106, 109, 113, 154, 189, 191, 197, 200, 207, 215, 218, 219, 221, 222, 243, 244, 262. Cagliari, 79, 80. Cairo, 15, 35, 37, 87, 194, 266, 286, 302, 339, 344, 362, 386, 388, 404. Capuzzo (ridotta), 45, 48, 64-66, 82, 93, 98, 123, 139, 141, 142, 186, 189, 222, 229, 232, 235, 245-247, 261, 262, 275, 276,

278, 292, 303, 400. Casabianca, 62. Caso, 387. Castel Benito, 34, 73, 201, 261 , 273, 362, 399, 400. Castelrosso, 387. Charruba, 347, 350. Chaulan, 329, 330, 338, 339, 343, 345. Cirene, 67, 73, 83, 84, 95 102, 103, l 19, 122, 136, 143, 151, 185, 222, 229, 233, 260, 266, 270, 290, 333, 341, 436. Costant ina, 23-26. Corfù, 125. Creta, 43. Dahar el-Azazi, 306-307. De Martino (villaggio), 340-341. Der el-Hammra, 108-110, 147. Der el-Brug, 11 O. Delta del Nilo, 15, 18, 42, 77, 86, 101, 141-146, 148, 178, 179, 211, 252, 267, 437. Derna, 18, 19, I06, 123, 133, 135, 137, 185, 186, 222, 228, 235, 237, 248, 250, 256, 259, 260, 270-272, 277, 283, 288, 289, 291, 302, 325, 327, 329, 330, 332, 333, 336-344, 347, 349, 396, 399, 411, 412, 426, 432, 435-438. Driana, 327. Dunquerque, 71. Ed Dada, 35, 42, 77, 87. El Abiar, 325, 327, 341-345, 347, 348, 350-353, 355, 356, 372, 383-396, 439. El Adem, 45, 48, 50, 64, 66, 70, 187, 229, 272, 273, 296, 297, 299, 304, 307-309. El Agheila, 185, 235, 237, 271, 325,339,340,364, 369,370, 385, 391, 396, 400, 439. El Alamein, 15, 103. El Assa, 28 El Coefia, 356 El Fayum, 37 El Ftèjah, 327, 328, 337.


INDICE TOPONIMI

El Maktila, 35, 42, 115, 191, 200, 202, 220, 221, 261. El Mansur, 36, 38. El Qatar, 207 El Qauasa, 100. El Qattara, 15, 37, 190. Eluet el-Batna, 334. En Nofilia, 350. Ez Zauia, 33, 237. Ez Zuetina, 325, 326, 356, 376, 378, 384, 397. Farafra, 37. Faya, 34. Fuka, 101. Gabes, 23-26, 28, 395. Gabr Bu Fares, 98, 102, 108, 110, 147, 229, 248. Gabr Bu Raydan, 154. Gabr Saleh, 65, 66, 70, 103, 104, 106. Gafsa, 23, 25. Gambut, 235, 292, 304. Garian, 30, 33 Garn ul-Grein, 66, 247. Gasr Maragh, 338-341, 344. Genova, 387, 438. Gerawla,76, 201. Gerrari, 347, 349. Ghemines, 336, 353, 356, 357, 359, 363, 364, 368, 372, 373, 377, 384, 385, 397, 442. Giado, 33. Gialo, 185, 186, 235, 250, 364, 370, 400, 402. Giarabub, 18, 35, 48, 65, 76, 82, 90, 186, 187, 247, 272, 400, 404. Gibilterra, 14, 70, 71, 78, 79, 121, 125, 126, 174, 176, 179, 286, 387. Gibuti, 62, 63. Haifa, 18. Halfaya (passo di), 69, 74, 77, 98, 100-102, 104, 106, 108, 109, 112, 113, 188,191,222,227, 230, 232, 235, 268, 291, 430, 431. Homs, 366, 397, 398. Hon, 34, 402, 404.

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707

Innsbruck, 179, 180. Ismailia, 38, 387. Jefren, 30,33. Lamluda, 325. La Spezia, 384. Londra, 61, 120, 184, 195, 302-304, 344, 387, 388. Luigi di Savoia (villaggio), 260. Maaten Baggush, 201, 260, 303. Maaten Bishara, 404. Maddalena (ridotta), 45, 48, 64, 66, 82, 247, 400. Malta, 7, 11, 14, 62, 70, 71, 78-80, 88, 121, 122, 180-184, 261, 273, 362, 386. Manqabad, 37. Maraua, 325, 337, 348, 349, 399. Mareth, 23, 25, 28, 29. Marsa el-Btega, 237. Marsa Lucch, 222, 235, 242, 292. Marsa Matruh, 15, 35, 37, 38, 42, 44, 69, 70, 73, 76, 77, 82, 87, 89, 91, 101, 108, 115, 118, 120-122, 124-126, 128-131, 133-138, 141-150, 152, 178-190, ¡ 185-187, 189-191, 194-197, 199-201, 221, 231, 239, 268, 292, 390. Marsiglia, 60, 277 Martuba, 277, 327, 330, 340. Mechili, 187, 237, 247-248, 250, 251, 259, 270, 271, 288, 289, 302, 304, 325-327, 329, 330, 32, 339, 341-347, 359, 362, 386, 397, 399, 411, 425, 429, 435, 436, 439. Medenine, 23, 33. Mellaha, 34, 399. Menelao, 50. Merano, 415. Messina, 10 Misurata, 18, 345, 398-400, 433, 442. Mombasa, 196. Monaco, 11, 62, 63. Msus 325, 327, 341, 342, 344, 351-352, 355, 358, 362, 397. Murwuk, 344,401,402.


708

LE OPERAZIONI IN AFRlCA SETTENTRIONALE

Mut, 37. Nalut, 28, 30, 31, 33. Napoli, 10, 79, 139, 151, 153, 387, 442. Narwik, 237, 247. Nibeua, 156, 188, 191, 197, 199, 200, 202, 207, 209-210, 215-218, 275. Norimberga, 180. Orano, 25, 62. Otranto, 184. Palermo, 10. Parigi, 56. Plymouth, 61. Porto Said, 35, 387. Porto Sudan, 87, 94, 196. Portsmouth, 61. Qara, 15. Ramla, 91. Ras Agadir, 25. Ras el-Dai, 210, 217, 219, 220, 226. Ras el-Medauuar, 296, 304, 306, 307, 314. Regima, 344, 348, 350, 353, 355, 359, 372, 397, 436, 439. Rethondes, 61, 63. Rodi, 303, 387. Roma, 10,13, 18, 19, 31, 33, 62, 63, 72, 73, 76-79, 82, 83, 86, 90, 91, 93, 102, 122, 124, 130, 132, 136, 143, 150, 151, 176, 177, 180, 237, 254, 266, 284, 285, 290, 346, 399, 415, 423, 434, 435. Rus Ben Hagen, 373. Saint Nazaire, 61. Salisburgo, 97. Salonicco, 286, 303. Scarpanto, 387. Sceleidima, 351, 353, 355, 356, 358, 363, 367, 370, 372, 376, 377, 397. Sfax, 23-26. Sanyet et-Sabid, 109. Sidi Ahmed el-Magrum, 368, 397. Sidi Ahmed Bu Lteief, 372, 373, 377, 378, 380.

Sidi Azeiz, 64, 66, 70, 93, 104, 232, 233, 235, 239, 246, 247. Sidi Brahim, 351. Sidi Bu Amud, 235. Sidi Cheiralla, 306, 314. Sidi Daud, 279, 291, 306, 308. Sidi el-Barrani, 15, 36, 42, 44, 67, 69, 73, 74, 76, 77, 82, 87, 90-92, 94, 98, 100-106, 109, 110, 112-119, 121, 122, 123, 131, 133, 135,' 139, 141, 142, 145-148, 153, 154, 156, 175, 180, 183, 185-191, 196, 197. 200, 202, 207, 210, 215-220, 222-226, 228, 238,' 242, 254, 255, 260-262, 270-272, 275, 292, 300, 397, 406, 425, 427, 429, 430, 432-435, 438. Sidi Gibrin, 372. Sidi Omar, 48, 64-66, ~7, 103, 104,106,191,222,232,233, 242, 243, 245, 248, 400. Sirte, 345, 346, 364, 366, 370, 398, 400, 413, 414. Siwa, 15, 36, 76, 82, 87, 89, 110, 186, 187, 201 , 400. Slonta, 325, 333, 340, 366. Socne, 346. Soluch, 250, 336, 337, 339, 342, 344, 351, 356, 357, 359, 363, 366,267,370,377,397. Sollum, 15, 36, 38, 40, 42, 44, 47, 48, 67, 69, 73, 74, 76, 77, 81-83, 86, 87, 89-92, 95, 97, 98, 100-102, 106, 108, 112, 139, 148, 154, 185-189, 191, 199, 200, 222, 227-230, 232, 242, 244-247 ,250, 262-265, 292, 303 304, 430, 431. Sorman, 30, 34. Stilo (Punta), 80, 84, 88, 181, 183. Suani al-Augerin, 100, 101, 109. Suani el-Dirin, 220, 222 Suani el Khur, 207 Suda, 184 Suex (canale di) 11, 15, 35, 38, 43, 94, 127, 143, 173, 251, 287, 387.


INDICE TOPONI.M I

Tagiura, 33. Takoradi, 198, 402. Tamet, 399. Taranto, 10, 89, 180, 183, 184. Tatahouine, 29. Tauorga, 399. Teko, 401. Terni, 140. Tirana, 149, 226. Tlemcen, 25. Tmimi, 187, 270, 277, 325, 336, 343, 362. Tobruk, 32, 35, 45, 46-48, 64, 65, 67, 68, 70, 75, 77, 81, 85, 102-104, 122, 123, 128, 186, 187, 191, 222, 229-233, 235, 237, 242, 244, 246-250, 256, 257, 259-261, 265, 270-273, 275, 277, 279, 282, 283, 285, 286, 288, 291 -293, 296, 299, 300-304, 309, 31 o, 325, 332, 336, 343, 359, 385, 386, 399, 402, 412, 425, 435, 436, 438. Tocra, 352, 353. Tolemaide, 185.

•

709

Tolone, 60. Trapani, 128. Tripoli, 18, 19, 28-33, 55, 57, 73, 75, 83, 85, 101, 12~ 12~ 128, 129, 136, 139, 153, 229, 230, 232, 237, 255, 260, 267, 271, 272, 285, 346, 362, 388, 391, 396, 397, 405,407,410, 412-414, 425, 433. Tummar est, 217, 218. Tummarovest, 115,191,199, 200, 209, 216-221. Tunisi, 23, 26, 60, 63. Uescechet en Neira, 66. Uweinat, 401, 402. Valona, 122, 150, 301, 302. Vichy, 237. Vittorio Veneto, 425. Zante, 182. Zauiet el-Hammana, 345, 351, 355. Zauiet el-Neian, 347. Zavia, 397. Zelia, 346. Zuara, 30, 31, 33, 124.


710

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

INDICE DEI PRINCIPALI COMANDI E UNITÀ citati nel testo

FORZE ARMATE ITALIANE

R. ESERCITO

Comando Superiore Forze Armate A.S., 18, 48, 55, 68, 69, 73, 77, 90, 103, 104, 125, 128, 129, 143, 150, 153, 189, 227, 233, 239, 240, 246, 329, 332, 335,339,345,349,404. Intendenza Superiore A.S., 67, 103, 104, 248. Armate: 1 a armata, 9 2a armata, 9 4a a rmata, 9 5a armata, 9, 19, 29, 33, 34, 61, 74, 233, 237, 267, 284, 285, 345,346,358,394,395,398. 8a armata, 9. 10a armata, 9, 19, 33, 61, 64, 65, 67, 69, 75-77, 79, 81, 84, 85, 87, 90, 93, 96, 97, 103-105, 110, 121, 124, 126, 130, 141, 145, 147, 153, 154, 157, 175, 177, 189-191, 197, 205, 209, 217, 239, 240, 243, 245, 247, 255, 260, 261, 262, 273, 280, 329, 333, 337, 343, 345-347, 355, 356, 362, 363, 366, 372, 374, 380, 394, 423 430, 436, 438, 439, 441. Corpi d'armata:

X corpo, 74, 396. XX corpo, 33, 48, 67, 74, 259, 260, 329, 332-334, 347, 348,

351, 353, 355, 356, 358, 363, 367, 368, 373, 381, 395, 400, 428, 436. XXI corpo, 48, 65, 70, 75, 104, 119, 143, 188-191, 205, 207, 215, 221, 222, 232, 238, 243, 244, 291, 430. XXII corpo, 75, 104, 144, 191, 222, 291, 292, 294. XXIII corpo, 33, 67, 75, 98, 101, 103-105, 108-110, 113, 115, 119, 189, 222, 228, 229, 232, 244, 246, 256, 257, 264, 277, 280, 281, 292. Gruppo divisioni libiche, 84, 100, 103, 110, 154, 189-191, 205, 209, 215, 222, 243. Divisioni:

17a D.f. Pavia , 33, 333. 25a D.f. Bologna, 20, 33. 27a D.f. Brescia, 33, 333, 356. 55a D.f. Savona, 33, 356. 60 3 D.f. Sabratha, 33, 229, 235, 237, 248, 259, 283, 332, 333, 337, 348, 350, 351, 356, 368, 369, 428. 61 a D.f. Sirte, 20, 33, 76, 84, 90, 104, 138, 191, 222, 283, 292, 294, 314. 62a D.f. Marmarìca, 19; 48, 65, · 66, 70, 84, 104, 105, 108-110, 112, 191, 222, 227, 229, 230, 232, 244, 245, 249, 264, 265, 277. 63 3 D.f. Cirene, 48, 70, 84, 104, 105, 108-110, 112, 118, 143, 154, 232, 227, 229, 230, 222, 244, 245, 249, 264, 265, 277.


I NDICE COMANDI E UNITÀ

64a D.f. Catanzaro, 48, 84, 119, 188, 191, 206, 207, 215, 220-222, 227-230, 244, 249, 264-267, 292. 101 a D.mot. Trieste, 66, 78 102a D.mot. Trento, 66, 78, 268, 290, 346. 131 a D.cor. Centauro, 33, 66, 104. 132 3 D.cor. Ariete, 78, 255, 268, 290, 346, 396-398, 437, 442. 133 3 D.cor. Littorio, 78, 255. 1 a D.libjca, 19, 48, 65, 66, 70, 108, 109, 112, 115, 143, 205, 220, 226. 2 a O.libica, 48, 66, 70, 105, 108, 109, 112, 115, 143, 154, 156, 191, 20~ 202, 20~ 20~ 21~ 217, 220, 221, 226, 249.

711

8° bersaglier i, 442. 10° bersaglieri, 248, 271, 289, 290, 334, 338, 339, 351, 357, 358,359,363,364,366,368, 369, 374. 10° artiglieria Bologna, 332. 12 ° artiglieria Savona, 104, 381. 43° artiglieria Sirte, 294. 44° artiglieria Marmarica, 265. 45° artiglieria Cirene, 205, 265, 278. 55° artiglieria Brescia, 67, 294. 132° artiglieria Ariete, 443. 203 ° artiglieria Catanzaro, 206. 201 ° artiglieria 23 marzo, 265. 202° artiglieria 28 ottobre, 265. 204° artiglieria 3 gennaio, 205. Raggruppamenti tattici:

Brigate: Brigata cor. Babini, 191, 229, 232, 235, 242, 248, 270, 271, 289, 332, 335, 337-340, 345-348, 351, 352, 356, 362, 372, 376, 430, 436, 442. Reggimenti: 69° fanteria Sirte, 293, 296. 70° fanteria Sirte, 294, 296. 85° fanteria Sabratha, 350, 356. 86° fanteria Sabratha, 350, 356. 115° fanteria Marmarica, 265, 278, 279. 116° fanteria Marmarica, 265, 276, 278. 141 ° fanteria Catanzaro, 206, 227. 142° fanteria Catanzaro, 206, 227. 157° fanteria Liguria (D.f. Cirene) 205, 264, 265, 279. 158° fanteria Liguria (D. f. Ci rene) 205, 264, 265, 279. 4 ° carristi, 79, 296. • 32° carristi, 84. 132° carristi, 442.

Raggruppamento Maletti, 90, 100-106, 109, 112, 115, 117, 138, 154, 156, 188, 190, 200, 206, 207, 220, 221, 242. Raggruppamento motorizzato Piana, 332, 334, 337-339, 348, 351, 372, 377, 380, 383, 429, 435. Raggruppamento Bignami, 332, 336,355,356,367,372,376, 429, 441. Raggruppamento Colpani, 351, 357, 359, 367, 372, 376, 429, 441. Raggruppamento Moech, 351, 357, 359, 367, 368, 374, 376, 429. Raggruppamenti d'arma: 10° artiglieria di C.A., 191, 294. 20° artiglieria di C.A., 191, 222. 21 ° artiglieria di C.A., 265, 276. 22° artiglieria di C.A., 294. 25° artiglieria di C.A., 222, 294. 1° carristi (Aresca), 104, 105, 108, 109, 112, 115, 117, 154, 202.


712 2° 1° 2° 3° 4°

LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE

carristi (Trivioli), 105. libico, 64, 205. libico, 205. libico, 205. libico, 205

Settori guardia alla frontiera: XXXI settore, 47, 293, 294. XXXII settore, 47, 294.

R. MARINA

Comando Marina Libia, 22, 129. Squadre navali:

1 a squadra, 10, 79, 181. 2a squadra, 10, 79, 181. Divisioni navali: 2 a divisione incrociatori leggeri, 10. 3 a divisione incrociatori pesanti, 10. 4a divisione incrociatori leggeri, 10. 5a divisione navi da battaglia, 10. 7a divisione incrociatori leggeri, 10. 8 a divisione incrociatori leggeri, 10. 9a divisione navi da battaglia, 10.

R. AERONAUTICA

238, 272, 273, 291, 330, 336, 350, 399, 402. 4a zona aerea territoriale, 13.

Divisioni aeree: 1a divisione caccia, 13. 2a divisione caccia, 13. 3a divisione bombardamento, 13. 4a divisione bombardamento, 13. 6a divisione bombardamento, 13. 8 a divisione bombardamento, 13. 13a divisione bombardamento, 105, 192, 193, 402. Brigate aeree: 9 a brigata, 192, 193. 1P brigata, 13. 14 3 brigata, 105, 192.

Stormi: 2° stonno caccia, 67, 105. 9° stormo bombardamento, 105, 193. 10° stormo bombardamento, 50, 105. 14° stormo bombardamento, 50, 105, 193. 15° stormo bombardamento, 34, 105. 33° stormo bombardamento, 34, 105. 41 ° stormo bombardamento, 193. 50° stormo d'assalto, 22, 34, 67, 105.

Squadre aeree: 1a squadra, 13 2 a squadra, 13 3 a squadra, 13 5a squadra, 21, 25, 93, 105, 110, 139, 191, 192, 209, 222, 237,

M.V.S.N.

Divisioni: 1a D.camide nere 23 marzo, 33,


INDICE COMANDI E UNITÀ

100, 101, 138, 389, 390. 50 8 D.F. britannica, 389. 1a D.cav. britannica, 35, 38, 393. 2a D.cor. britannica, 196, 301, 302,344,386,393,437. 7a D.cor britannica, 37, 39-42, 64, 77, 87, 100-102, 108, 121, 138, 153; 195, 197, 200, 202, 207, 222, 228, 229, 233, 247, 261, 263, 268, 274, 275, 283, 301, 303, 313, 337, 339, 340, 343, 34~ 35~ 35~ 361, 37i 383, 391, 393, 423, 437, 441. 4a D.f. indiana, 37, 39, 42, 77, 87, 100, 101, 139, 195, 197, 199, 203, 215, 216, 219, 245, 260, 268, 274, 390. 5 8 D.f. indiana, 196, 260, 390. 2a D.f. neozelandese 37, 39, 101, 139, 274, 393. 1 a D.f. sudafricana, 196. 6 8 D.f. australiana, 35, 39, 195, 201, 203, 245, 246, 261, 262, 268, 273, 274, 277, 279, 280, 28~ 298,301,303, 30~ 31~ 341, 342, 355, 360, 361, 393. 7a D.f. australiana, 389, 393. 9a D.f. austaliana, 393.

84, 100, 103, 104, 106, 108, 109, 112-117, 187, 191, 207, 229, 230, 232, 243-245, 249, 265, 276, 278. 2a D.camicie nere 28 ottobre, 33, 67, 104, 143, 191, 222, 228, 232, 244, 245, 249, 263, 265, 276, 278, 280, 281. 4a D.camicie nere 3 gennaio, 48, 86, 104, 191, 205, 207, 220, 222-226, 264. Legioni: 219a 231 a 233 a 238 8 250a 270 8

legione, legione, legione, legione, legione, legione,

112, 265. 265. 112, 265. 265. 205. 205.

FORZE ARMATE TEDESCHE

Deutsches Afrikakorps, 260, 414, 415, 442. X Fliegerkorps, 290, 346, 386, 399, 407, 409, 415. sa divisione leggera, 346, 411, 412, 414.

Brigate:

FORZE ARMATE BRITANNICHE

Forze terrestri Western Desert Force, 42, 101, 119, 190, 196, 197, 237, 250, 261, 273. XIII corpo d'armata, 273, 275, 303, 313, 314, 339, 383, 423, 427, 430. Divisioni: 6 8 D.f. britannica, 37, 39, 87,

713

14a B.f. britannica, 39, 42. 16a B.f. britannica, 38, 195, 203, 204, 222, 223, 245, 262, 274, 313, 390, 393. 1a B.cor. britannica, 196. 3 a B.cor. britannica, 196, 439. 4a B.cor. britannica, 40, 77, 203, 219, 229, 242, 246, 274, 313,334,337, 34~ 34~ 36~ 361, 372, 376, 378, 435, 437, 441. 7a B.cor. britannica, 40, 42, 77, 203, 219, 222, 229, 242, 246, 274, 283, 304, 313, 314, 333, 336,337,340,344,360,363, 372, 378 . 2° gruppo sostegno brit., 196.


714

LE OPERAZIONI IN AFR1CA SETTENTRIONALE

7° gruppo sostegno brit., 40, 42, 77,203,242,275,304,313, 360. sa B.f. indiana, 42, 203, 218. 7a B.f. indiana, 204. 11 a B.f. indiana, 42, 203, 223, 315. 6 3 B. australiana, 245. 16 8 B. australiana, 274, 275, 27~ 278,304, 30~ 361. 17 a B. australiana, 204, 27 4, 275, 277, 304, 308, 313, 360. 19 3 B. australiana, 210, 273, 275, 278, 304, 313, 333, 337, 343, 347, 349, 361. Raggruppamenti tattici:

Division i: 81 a D.f. 25, 27. 82 3 D.f. 27. 33a D.f. 25, 27. 34a D.f. 23, 27. 85 8 D.f. 23, 27. 86 3 D.f. 27, 44. 87a D.f. 27. 88a D.f. 25, 27. 180 8 D.f. 25, 27. 181 a D.f. 25, 27. 183a D.f. 25, 27. 191 a D.f. 44. 192 a D.f. 44. 6 8 D. cav. leggera, 1 a D. marocchina, 2 a D. marocchina, 3a D. marocchina,

25, 27. 27. 27. 27.

Combeforce, 363, 366, 372, 374, 276, 378, 383, 441. Selbyforce, 200, 203, 219, 221, 223, 224, 268.

Brigate:

FORZE NAVALI

4a B. cavalleria, 25, 27. sa B. cavalleria, 25, 27.

Mediterranean Fleet, 79, 121, 128, 173, 177, 181, 182, 184, 200, 252, 281, 391, 392, 413, 417. Forza H, 79, 121, 181, 386, 417. FORZE ARMATE FRANCESI

19 3 Regione militare, 23.

Complessi di forze: Raggruppamento forze mobili del Levante, 64. Raggruppamenti tattici: Raggruppamento CIMO, 25, 27. Raggruppamento Nord, 25, 27


715

INDICE DEI DOCUMENTI ALLEGATI n. n. n. n. n. n. n. n. n.

2 3 4 5 6 7 8 9

n. 10 n. 11 n. 12 n. 13

Ordine di battaglia dell'esercito italiano alla data del 10 giugno 1940 .. .................................................................................. Le grandi unitĂ mobilitate alla data del 10 giugno 1940. Cenni geografici sulla Libia .................................................. Forza effettiva in Libia al l O giugno 1940 .................. ....... Forza effettiva in Libia al 10 giugno 1940 ......................... Artiglierie esistenti in Libia al l O giugno 1940 ................. Velivoli esistenti in Libia al 10 giugno 1940 ...................... F.01/200.741 in data 11.5.1940 di Balbo a Mussolini ........ Promemoria per il duce in data 13.5.1940 del sottosegretario per la guerra "Richieste di materiali per l'A.S." ........ Tele 018/marcia data 16.6.1940 del Comando Superiore A.S. al capo di S.M. Generale ....................................................... Verbale riunione dei capi di Stato Maggiore in data 25.6.1940 .................................................................................. Verbale riunione comandanti in Libia in data 4.7.1940 ... Verbale riunione dei capi di Stato Maggiore in data 2.7.1940

n. 14 Sintesi riunione sui rifornimenti per A.S. in data 10.7.1940 n. 15 F.1239/op. data 11.7.1940 del Comando Superiore "Direttive strategiche" ....................................................................... . n. 16 Tele 01/206.500/op. data 15.7.1940 del Comando Superiore A.S. "Occupazione Sollum" .......................................... ...... .. n. 17 Tele 1311 data l 5.7.1940 del Comando Superiore A.S. "Occupazione Sollum" ............................................................... .. n. 18 F.2023/op. data 23.7.1940 del Comando Superiore A.S. "Memoria operativa" .. .... ..... ......... .......... ..................................... . n. 19 F.03/op. data 29.7.J 940 di Graziani "Offensiva su Marsa Matruth" ...................................................... ................................. n. 20 Appunto Âľ,er il duce data 30.7.1940 di Badoglio .............. . n. 21 Studio data 17.7.1940del ComandoSuperioreA.S. "Operazione Alessandria" ............ ........... .............. ............................ . n. 22 Memoria circa azione offensiva Egitto data 5.8.1940 di Graziani ............... ..... ............. ............. .......................................... .. n. 23 Verbale riunione comandanti in Libia in data 18.8.1940 per l'esame delle possibilitĂ offensive e sua lettera di trasmissione al capo di S.M. Generale .................... .... ..... ................ n. 24 Direttive per l'offensiva in Egitto .............. ........................ .. n. 25 F.01/207.914/op. data 5.9.1940 del Comando Superiore A.S. "Sviluppo operazione offensiva" ........................................ .. n. 26 Tele 3/op. data 7.9.1940 di Graziani .................................. .. n. 27 Lettera s.n. data 6.9.1940 DI Graziani a Mussolini .......... . n. 28 F.0/29 op. data 7.9.1940 del Comando Superiore A.S. "Operazione offensiva su Sidi I!arrani" e relativo ordine d'operazione del Comando delTa 10 3 Armata ............................. .

p. p. p. p. p. p. p. p.

447 451 452 463 464 465 466 467

p. 469 p. 472 p. 473 p. 478 p. 482 p. 486

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716 n. 29 Tele 01/660/op. data 18.9.1940 del Comando Superiore A.S. "Occupazione Sidi Barrani" ................................................. n. 30 Direttive generali di Churchill per il comandante supremo nel Medio Oriente data 16.8.1940 ..................................... ... n. 31 Verbale riunione dei capi di Stato Maggiore in data 25.9.1940 .................................. ......................... ....................... n. 32 F.01/1500 op. data 15.10:1940 del Comando Superiore A.S. "Memoria sull'operazione per la conquista di Marsa Matruh" ......................................................................................... n. 33 F.01/1740 op. data 24.10.1940 del Comando Superiore A.S. "Operazioni offensive in Egitto ............ ........ .. ...................... n. 34 Promemoria del S.I.M. data 23.10.1940 .............................. n. 35 Promemo-ria per il duce in data 27.10.1940 di Badoglio .. n. 36 Promemoria del S.I.M. data 25.10.1940 ...... ........................ n. 37 F.50 R.P. data 29.10.1940 di Graziani a Mussolini ..... ....... n. 38 Verbale riunione dei capi di Stato Maggiore in data 1.11.1940 . ..... ........ ........ .. ... .......... ........ ... ........ .. ..... .............. .. .. . n. 39 F.3368 data 7.11.1940 del Comando Supremo "Operazione in A.S.I." ........................................................................ ..... ..... n. 40 F.69 R.P. data 14.11.1940 di Graziani a Badoglio ... ......... . n. 41 F.4156 data 24.11.1940 di Badoglio a Graziani .................. n. 42 F.3300N data 3.12.1940 del Comando Superiore A.S. "Rifornimenti per l'A.S." ............................................................ n. 43 F.s.n. data 4.12.1940 di Graziani a Badoglio ...................... n. 44 Lettera s.n. data 3.9.1940 del gen. Marras ................ .... ..... n. 45 Lettera s.n. data 31.10.1940 di Badoglio a Marras ........... n. 46 Resoconto dei colloqui di Innsbruck (14-15.11.1940) fra Keitel e Badoglio .......................................................................... n. 47 F.01/10266 data 5.12.1940 del Comando 10a armata "Schieramento delle forze" . ...... ... ... ..... ... .. ........... ... . ..... .. .......... ..... .. n. 48 Articolazione della 10a armata ai primi di dicembre 1940 n. 49 Convogli britannici arrivati in Egitto da metĂ agosto a metĂ ottobre 1940 ........................................................................ n. 50 F.3 R.P. data 17.12.1940 di Graziani "Situazione militare" n. 51 Tele 4 R.P. data 18.23.1940 di Graziani "Situazione militare" ........... ... ..... ..... ... ..... ..... ........ .. ........ ...................................... n. 52 Tele 01/3686 data 21.12.1940 di Graziani "Relazione battaglia .di Sidi el-Barrani" .. ........ .......... ..... ..... ...... ..... .... ..... ........ n. 53 F.01/10599 data 16.12.1940 del Comando 10a amiata "NecessitĂ inerenti alla nuova situazione" .... ..... ...................... n. 54 Tele O1/3454 data 17.12.1940, di Graziani "Di fesa Tobruk" n. 55 F.01/10623 data 18.12.1940 del Comando 10a armata "Questioni relative nuova situazione" ......................................... n. 56 F. 1 Ris. Pers. data 1.1.1941 di Graziani "Situazione militare in Cirenaica" ....................................................................... n. 57 F.2 Ris.Pers. data 6.1.1941 di Graziani "Situazione militare dopo la caduta di Bardi a" .. .... .......... ..... ..... ............. ........ n. 58 Appunto s.n. data 7.1.1941 di Guzzoni (sottocapo di SM Generale) per Mussolini .... ... ......................................................

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717 n. 59 Memoria pe l'OKW data 8.1.1941 di Guzzoni sulla sitazione strategica ....... ............. .... .................................................... n. 60 Tele 01/1110 data 25.1.1941 di Graziani "Situazione in Cirenaica" ................................................................................... n. 61 Verbale riunione comandanti in Cirenaica in data 29. l.l 941 a Berta ..................................... ....... .................. ....................... n. 62 promemoria per ministro della Guerra e capo di Stato Maggiore Generale Imperiale data 6.1.1941 di Churchill ........ n. 63 F.6239 Op. data 6.2.1941 di Mussolini "Direttive di massima per la difesa della Tripolitania ............ :.......... ............... n. 64 Tele 01/1580 Op. data 9.2.1941 del Comando Superiore A.S. "Disposizioni per la difesa della Tripolitania" .................. n. 65 F.2592/A data 31 .1 2.19940 di Marras "Trattative per concorso tedesco alle operazioni nel bacino del Mediterraneo" n. 66 Verbale colloquoi per materiali bellilci data 30.12.1940 a Berlino tra gen. Fautilli e gen. Thomas .................... .......... n. 67 Verbale colloquio data,19.1.941 a Berchtesgaden tra Guzzoni e Keitel .............................................................. .............. n. 68 Verbale esposizione Hitler data 20.1.1941 a Berchtesgaden n. 69 Promemoria n. 31 data 10.2.1941 di Supermarina per il convegno di Merano .....................................................................

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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETIENTRIONALE

TERMINI TOPOGRAFICI PIÙ COMUNI IN CIRENAICA

AGFA = buca, grotta. AGHIRA = piccola conca coltivata, davanti a un nome dipendente si pronuncia aghiret o aghirt. AGLA opp. Ogla = riunione di piccoli pozzi. AIN = sorgente, fontana, pozzo. Letteralmente significa occhio. ALEM = confine, montagna o collina elevata. ALG opp. Algh = canale, pertugio, strozzatura del Uadi. ARGUB pl. Araghil = collina, costa, contrafforte di montagna. BAHAR o Bahr, pl. J:3uhur = mare, baja, lago, fiume. BATEN = suolo depresso, larga vallata piana; depressione fra due scarpate. BIAR, lo stesso che Abiar (pl. di Bir pozzo). BU = padre, luogo dove abbonda il ... la ... vedi la parola Umm. BIR = pozzo profondo, pl. Abiar. BUER = piccolo pozzo, diminutivo di Bir. BURG opp. Borg, dal latino burgus = forte, castello, casa fortificata, solida costruzione in pietra. CHEF, pronuncia volgare di caf = roccia a picco, cresta a picco, grotta. DAHAR = dorso, schiena di montagna larga, pianoro, pianura. DAR = tenda, abitazione, casa, palazzo, residenza, ecc. ecc. (pl. diar aduar e dor). ELUET = altura, collina, terreno elevato. Si adopera per collina ... per es. Eluet Abdalla = Altura di Abdalla. GABR = sepoltura, tomba; pl. gbur, pronunciata anche gobur. GADIR opp. Ghedir, pl. Ghedran = pozza d'acqua, stagno (anche molto vasto), bassofondo, pantano, palude, serbatoio, raccoglitore d'acqua piovana. GARA = altura, collina isolta in mezzo alle sabbie. GASR = castello, casa fortificata, villaggio circondato di mura e simi}i; pl. gsur, dim. gser. GEBBANA = cimitero, pl. gebaden o gebbanat. GEBEL = montagna, catene di montagne; pl. Gebal. GESIRA o .m eglio gezira = isola, in senso molto esteso, perchè può indicare anche una penisola, o un isolotto di canne in mezzo ad una palude, o un isola di palme. GOT, pl. Guat opp. aguat = terreno spazioso incassato; vallata bene


TERMINI TOPOGRAFICI

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irrigata e fertile; piccolo ripiano messo a coltivazione; piccola oasi. In Cirenaica significa specialmente pianoro, ripiano e si pronuncia gaut. GUBBA = cupola, piccola cappella a cupola, eretta sulla tomba di qualche marabutto. Talvolta significa «arco». HAGFA = buca, grotta, pl. hagheifat (Hagfet et-Tarada = G.r otta dell'inseguimento). HAGIAC e non agage = collina, ondulazione del terreno, duna (Hagiag er-Rih = Colline del vento, dune di sabbia ammassate dal vento); Hagiar er-Ramla = Colline della sabbia. HALGH = (gorguzzolo) = canale, pertugio, restringimento dell'Uadi.' HOSC = casa, recinto, fattoria, pi. Hiscìan e Hiasc (Hosc er-rih = La casa al vento). HISCET = rovi, pruni, «fitto di un bosco», terreno con vegetazione folta. MAATEN, pl. Maaten = luogo di riposo per il bestiame presso l'abbeveratoio; abbev,e ratoio. MARSA = porto, ancoraggio. Può essere pure un punto lontano dalla costa che comunica col mare per mezzo di un determinato approdo. Così Marsa Soluch = Portò di Soluch; è un punto della costa cui fa o può fare capo il traffico da Soluch verso il mare (Marset el-Hilal = Porto del novilunio; El-Mresa o El-Mreisa = Il piccolo porto). MENGAR = pozzo pieno d'acqua con l'orifizio stretto; bacino serbatoio. MENGAR = punta, promontorio. MERG, pl. Murg = prateria, padule e palude. MERGHEB = collina, altura; pl. Mragheb (significa anche sentine!. la). MOFSEL, pl. Mafasel = passo. MOGARA, pi. Mogair = caverna, tana. RAHEIBA = spazio vasto e largo, terra coltivata, conca, piazza (Ra· heibet Bèlgardan = Conca dei B . ...). RAMLA = deposito di sabbia, cumulo, mucchio (Ramletat o erRamletat = I mucchi di sabbia, le piccole dune). RAS, pl. Rus = testa, capo,. sommità; picco, punta, capo, promontorio, principio, punto di qrigine e simili. Si dice quindi anche del punto in cui principia un Uadi. ' RUES, dim. di ras = piccola collina, piccolo colle roccioso, pl. ruesat (Ruesat el-Gsir = Co,linette del piccolo castello).


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LE OPERAZIONI IN AFRICA SETTENTRJOiNALE

SANIA, pl. Suani = letteralmente significa «pozzo a noria, pozzo a bilancia, spesso circondato da un giardino 6 da un orto, d'onde in toponomastica il significato di orto, giardino, podere; dim. Suenia (Saniet Zeinuba = Orto di Z....). SCIAABA = corso d'acqua fra le sabbie; burrone, crepaccio, crepaccio inciso in una montagna; pl. Sciaab. SEBCHA = lago, stagno salato; bassofondo sommerso durante l'inverno e d'estate in parte disseccato e ridotto a laguna salmastra. Volgarmente viene chiamato Sbocha. SEIED (opp. es-seied, es-saied, as-saied) = ha lo stesso valore di sidi. SENIET = lo stesso che santet. SIDI = parola composta di due elementi: std, signore, capo, padrone et, pronominale possessivo «di me»; significa «mio signore». Si trova spessissimo premesso al nome di qualche marabutto. Sta a significare luogo dove è sepolto il marabutto... Qualche volta invece di stdi s'incontra es-seied, opp. es-sated. Stdt nel linguaggio comune è usato come in francese «monsieur». SILCH = «filo», quindi «linea», via sentiero; pl. Siluch. SIRA = via, cammino, strada. In Cirenaica ha il significato di mucchio, collina di pietre o pietrosa «collina» (Sira el-Hamra = La collina rossa). SUANI, pl. di Santa = orto, giardino, podere. SUENIA, dim. di Santa = orto, giardino, podere. SUERA = dim. di Sira. SULBIA o es-Sulbta = «il petto», il versante, il dorso di un monte. SOLUCH = «le vie», punto in cui convergono diverse vie. TARIGH, opp. Trigh = strada, cammino, via; pl. Trugh, o Tergano Tergat. UADI = dal significato originale di «vallata», «letto di un corso d'acqua» (quasi sempre secco, tranne nella stagione delle piogge), passa a quello di «fiume, corso d'acqua». Altri significati: «cammino, via, vallata di defluvio dell'acqua piovana». Plurale: Uidtan, opp. Uutdian; dim. Udet; in luogo di udet si usa spesso scetib, che significa appunto «piccola valle, piccolo corso d'acqua durante le piogge». UIDIAN (per uidan opp. utdtan) = una .d elle forme del pl. di Uadi. UMM, termine quasi sinonimo di bu, il suo vero significato è «madre», e in toponomastica prende quello di luogo da ... , luogo abbondante in ... (Umm el-Hagel = Luogo delle pernici; Umm Sala = Luogo delle roccie).




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