LA PARTECIPAZIONE DELLE FORZE ARMATE
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ALLA GUERRA DI LIBERAZIONE E DI RESISTENZA 8 settembre
1943 8 maggio
1945 •
COMMISSIO E ITALIAN~ DI STORIA MILITARE
LA PARTECIPAZIONE DELLE FORZE ARMATE ALLA GUERRA
DI LIBERAZIONE E DI RESISTENZA
L'opera è stata realizzata datla CO.MM!SS!ONE fTAUA NA DI 5TORJA M JLITA!W (CJSM)
e cumla 11ella redazione dal CA . GJULJANO MANZARJ
Cotlaborazione editoriale Col. CC Vincenzo Pezzo/et Coordinamento letterario Min11a Conti Fonti doc11111entali Ujjìci Storici: S,111:, s:1,,1,, Sii/A , cc: G'diF Progetto g rc!(ico Remo/a Rossi Pucci Elaboraz ion e cartografica Arnoldo Bmckmann
r:111e Edi!oriale p er l 'Arma dei Carabinieri Via Firenze, 4 1- 00184 Rorna
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Sel/emhre 2003
ENTE EDITORJALE PER L'ARMA DEI
CARABINIERI
PRESENTAZIONE 11 occasione del 60° An11iuersario dell8 sette111bre 1943. la Co111111issio11e ltalia11a di Storia Militare ha redatto questo libro co11 lo scopo di/omire 1111 compe11dio della partecipazione delle Forze Armate cillt1 Guerra di liberaz ione nazionale COllseguente alla caduta del Fascismo. La trattaz ione degli avue11ime11ti, dall '8 settembre 1943 a/18 maggio 1945. è sintetica, ma completa. Non co11siste i11 111,a vera e propria elaborazione storica. ma j)i11ttosto i11 un resoco11to scie11tijìco, storicamente esatto. di quei dra111n1atìcifattì, specialmente utile come stru111e11to c/'in1111edìata co11s11/taz io11e. Il libro 11011 co11tiene valutazioni dì merito o giudizi critici perché si /Jrefigge. anche attraverso una ricca docume11taz ìo11efotogrc!fìca. dì esporre la sequenza delle opemzìo11i che coinvolsero le Forze Ar111ate. Il volume 11011 è agiograj)co 11é nelle intenz ioni né 11ei co11te11uti. ma olfre 1111a pa 11ora111ica del m olo swlto dalle Forze Armate, i11 patria e nl/'estero, per la liberazione d'Italia, sia co11 i reparti regolari che c!f/ìa11caro110 gli Alleati nelle azioni militari, sia co11 la cosriruz io11e, organizz azione e, spesso. guida delleformazio11i partigia11e impeg11ate 11ella lotta clandestina. È 11ecessario. proprio i11_(1111z ione della ricerca della l'erità, richiamare allà11e11zìo11e degli studiosi, e del popolo italiano, che /'espressione '·tutti a casa". adoperata emblemalìcampnte /JPr i11dìcare i11 111odo poco l11sì11gbiero la sìt11azìo11e successìm all'ar111ìstizìo. 11011 trova co111pleto riscontro nella realtà ef(ettim. Nell'incertezz a del momento, specie 11elle prime ore, alcuni reparti. sopra/lutto quelli dislocati fuori dal territorio 11azio11ale, e.f/'etrìva111e111e subirono sba11da me11ti o /ratta rono con i tedeschi 1111a trep,ua esiziale che comportò dolorose deportaz ioni in Germania. Però la maggior parte delle 1111itrì oj)JJose resiste11za e d[/ese gli obiellì1 •i assegnati, co111e proua110 ijàtli riportali 11el volume. Purtroppo sussistono alw11e dì//ìcoltà oggettive. soprattutlo per qualltO riguarda le ci/re relative alle perdite (caduti. dispersi, feriti, i11temati, p rigionieri}, hencbé basate sui dati l![(iciali degli Uj)i:ci Storici e sulle p iù rece11ti acquisizioni. /11 proposito perma11go110 c111cora delle incertezze. come per tutta la Seconda Guerra mondiale. La Commissione Italiana di Storia Militare. massimo organo ìslìt11zio11ale per lo sl'il11ppo degli studi dì storia militare italiana e compamta. e tutte le persone che hanno co11trihuilo ai lavori meritano 1111 11ivo apprezza111e11to per la jJ11bblicazio11e dell 'opera. Questo ej/i"cace libro migliora e ageuola la co11osc:e11za del biennio /Jì1ì tragico della 11ostra storia moderna.
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A NT0 1 TO MARTINO Ministro della Di fesa
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INTRODUZIONE 11esto pregevole ml11111e della Co111111 issio11e 1/alia na di toria 1'vlilitare aj]i-0,1/a 1111 p.eriodo cmciale della storia d'Italia, ripercorrendone gli e11e11ti che videro protagoniste le Forze Armate, l'Arma dei Carahi11ieri e la G11C1rdia di Finanza. Le unità ed i singoli i11divid11i, henché già profo11da111e11/e provati dalle vicende di 1111 protrai/o ed impari sforzo bellico, seppero dare, p11r i11 condizioni psicologiche ed operative estremamente sfauorevoli, 11n 'eccezio11ale prot'a di re~J)onsabilità e di saldezZCJ, he11 CJldilà di q11a11to 1111a certa l'isio11e se111plificC1tC1 di quegli cwvenime11ti sia di~J)osta Cl riconoscere. Di ji-011/e al rCJpido evolvere della crisi susseguita alla proc!C1111azio11e de/l'armistiz io ed alla preponderante minaccia dei reparti tedeschi, diretta anche co11tro /'inerme popolaz ione civile, Soldati, Marinai, Avieri, Camhinieri e Finanzieri risposero pronta111e11te, senza esitazioni e con grande coraggio, nel solco di quegli ideali di amor di Patria e di servizio afcworedella collefliuità naz ionale in cui è racchi11sa /'essenza stessa della loro missione. L'opera. in 111a11iera si11tetica ma efficace. ci permei/e di meglio comprendere il reale ualore di quella decisione. Dopo un hreue esa111e. i11 premessa. delle operazioni dal maggio al seflemhre del 1943, ue11,~0110 descritti nella prima parte gli episodi salienti per.fronteggiare la reaz ione tedesca, perpoi tral/are, nella seco!lda parte, lo ~/òrzo bellico fino alla lihemzio11e, la riorganizzazione delle Forze Armate, la partecipazione dei militCJri alla Resistenza, la prigionia, /'i11tername11to. DoJJo /'8 se/fembre 1943, ejìno Cii termine del conjlillo. aji·o11/e di 650.000 /Jlilitari che jitro110 internati dai tedeschi. 500.000 opemrono inq11admti nei repa11i regolCJri ca-belligera nti. mentre 500.000 prigionieri i11 111c1110 agli .r4lleati optaro110 di coopemre come lavorCJ/ori. Senza te11er co11to di q11C111/i persero la t•i!CJ nei ca111pi di prigionia, il tributo di sangue pagato da coloro che partecijJC11·0110 allo sjòrzo bellico alleatojì, pesantissimo: circa 95.000 111orti e dispersi e 20.000ferifi. !11 queste semplici ma eloq11e11ti ci.fi·e è racchiuso il bilancio di 1111 sacri.fìcio che contribuì in modo essenz iale alle sorti del Paese. F11 i1(!a11i anche grazie a quel sacr!fìcio che l'Italia poté alla/i'ne riconquistare la lihe11cì e I(/ democrazia. oggi 1alori jòndame11tali delle nostre Istituzioni. Quegli uom ini, che gicì aueumw sosten11to co11 dignità ed onore altre impegnalil'e e difficili prove, scrissero pagi11e /11111i11ose di erois1110 ed abnegazione. A tale retaggio di valori e di opere guc1rd;amo con ammirazione e profonda riconosce11za. consci. alla luce delle esperienze e degli c111111wes/rame11/i 111a/11mli dalle Forze Annate dal dopoguerra ad oggi. che si trai/a di 1111 p rezioso patrimonio per il Paese e per il mo11do. Il senso di quel lontano sacri.fi'cio ri/lil'e. infalli, nelle allivitcì che l'Esercito, la t\lari11a, IAerona11tica, l'.4rma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza svolgono. co11 gra11di·si111i rischi e disagi, per la siwrezza, la pace e la stahilitcì. Un impegno per il be11e 11011 solo della collelfivi.'à 11az ionale ma di /111/a la co11111nitcì intemaz ionale. Nella prospelliva di tale co11ti1111ità, di cui gli 110111il1i e le don11e con le stelle/le sono ben consapevoli. f'ojJ<!ra rappresenta 11011 solo 1111 prezioso co11trihuto a far meglio conoscere ed approfondire 1111 le111a se111pre di gra nde ott11alità. ma ancbe 1111 ·i111porta11Je occasione di r(/lessione. Anche per questo esprimo alla Commissione lta/ia11a di Storia /\li/ilare, che ne ha curato la redazione, il 111io viuo apprezzamento.
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Il Capo di Sta to Maggiore della Difesa Gen. ROLANDO MOSCA M OSCI IINI
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LA P,\l(TJ>CLPAZLONE DEI.LE FORZE A RMATE ALLA G UERRA Dl LIBEnAZl ONE E DI RES.JSTENZA
Fante del I Raggruppamento Motorizzato all'assalto di Monte Lungo nel dicembre 1944
PREMESSA
I
I 13 maggio 1943, con la resa dell a P Armata d e l Regio Esercito, a l co-
mando del generale Messe , aveva te rmine la campagna di Tunisia , ultimo atto della guerra in Africa Sette ntrionale, che aveva visto le Fo rze Armate italiane impegnate fin d allo scoppio de lle ostilità, il 10 g iugno 1940, e que lle tedesche, inquadra te nell'~/dka Ko,p, presenti dall'inizio ciel 1941. L'attenzio ne anglo-ame ricana si concentrava , o ra, s ullo scacchiere metropo litano italiano, scelto come base cli p a rten za pe r la riconquista de ll'Europa , tutta ancora in mano alla Germania e cl a i s uo i alleati . Obiettivo iniziale fu la Sicilia , isola che presentava dive rsi vantaggi strate gici: e ra v icina alle basi aero-nava li a ll eate de l Nord Africa e di Ma lta , e la s ua posizione, eccentrica ris petto al più vasto teatro e uropeo, avrebbe costretto le truppe ted esche, se impegna te a cl ifen cl e rla, a mante ne re lung he linee d i comunicazione e cli rifo rnimento con la German ia: lin ee che sa re bbe ro state esposte, come d 'a ltra parte quel le italiane, a ll 'offesa aerea a ngloame ricana. L'eventu ale conqu ista della Sicilia avre bbe inoltre p otuto costituire un g rave problema per l'Italia , consid e rata , ne lla valutazio ne alleata, il pun to d e bole d e ll 'Asse. Come pre messa ad un attacco dire tto, g li Alleati condussero operazioni aeree contro le isole ita liane del Canale cli Sicilia , souo pone nclole a pesanti bombardamenti, che portarono al la conqu ista cli Pantelle ria 1'11 gi ugno e a que lla di Lampe dusa il 12. Circa un m ese piC1 tardi, il 10 lug lio, le forze anglo-americane - e precisame nte il XV G ruppo d 'Armate, a l comando cie l genera le britannico Alexande r; la 7a Armata, gu idata da l generale statun ite nse Patto n, e 1'8a Armata, agl i o rdini cie l generale bri tann ico Montgome ry -, a ppoggiate da un impo ne nte dispos itivo ae reo e na vale , sbarcarono s ulle coste s ud-orientali dell 'isola (Operazione "Husky"), incontrando, a parte la zona cl i Ge la, uno sca rso contrasto inizia le. La difesa della Sic il ia, ne lla quale si trovavano le Piazze Ma rittime cl i Augusta-Sira cusa, Trapani e Messina-Reggio Ca labria, e ra affidata a lla 6" Armata del generale Gu zzoni , che dispo neva di due Corp i d 'Armata ita lian i, il XII e il )(VI , e del XIV Corpo d 'Armata tedesco, in pa rte corazzato. Aci essa contribuirono forze leggere (M AS, m o tosil u ranti e mo tozattere) e s ubacquee de lla Marina e re parti dell 'Aeronautica, che, in particolare, schie rava una sessantina cli velivoli, quas i wtti eia caccia: essi si in,pegnarono durame nte contro le p re po nde ranti forze ang lo-a me ricane che il 9 luglio bombarda rono la sede ciel Coma ndo Aerona utica Sicilia a Catania; i ve livoli e ffi c ie nti furono arretrati sui cam pi del Contine nte , m entre quelli inutilizzabili vennero incendiati. La rapida caduta, il 15 luglio, cie l complesso Augusta-Siracusa e l'anda mento sfavore vole de ll e opera7.ioni terrestri , fo rnì lo s punto alle a lte sfere ciel Partito Nazionale Fascista pe r rived e re le propri e posizion i, cercando cli addossare le responsabilità de lle sconfitte mi litari a ch i ne eserc ita-
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LA l'ARTE<;ll'AZION I! 1>1!1.1.1! F ORZI! ARMATI! , Al.I.A GUElotA DI I.IUBRAZJONJ! Il DI RHSISTl!NZA ;
va il comando, su d elega del Re. Fu così convocato, per il 24 luglio, il Gran Consiglio d el Fascismo, per discutere un Ordine del giorno che prevedeva cli rimettere al Re il comando effettivo delle truppe. Tale Ordine del giorno, dopo lunga discussione, venne approvato, a larga maggio ranza, nelle prime ore del 25, e Mussolini chiese, per il po m eriggio, un colloquio al Sovrano. L'incontro si svolse a Villa Savoia e il Re riassunse il comando d elle Forze Armate, ma, nello stesso tempo, comunicò al Duce che la Presid enza d el Consiglio dei Ministri passava al Maresciallo d 'Italia Badoglio. Mussolini, del quale doveva essere assicurata l'incolumitù, venne preso in consegna dai capitani d ell'Arma Aversa e Vigneri e trasferito dapprima nella Caserma d ella Legione Allievi Carabinieri , quindi, con una nave eia guerra, eia Gaeta a Ponza. Queste azioni portarono, cli fatto, alla caduta del regime fascista. Se ciò costituiva la premessa essen ziale p er il nuovo Governo, formato in prevalenza eia militari e da tecnici, ad intavo lare trattative per ottenere un armistizio dagli Alleati, finì però anche per allarmare i tedeschi, che vedevano confermati i propri dubbi sulle intenzioni italiane cli abbandonare l'Asse e chied ere una pace separata. Tale evenienza rappresentava una minaccia diretta agli interessi della Germania, sia politici , sia militari, tanto più grave in quanto importanti suoi reparti erano impegnati ancora in Sicilia. Il 17 agosto l'isola cadeva in mano alleata: mentre consistenti forze tedesche e alcuni reparti italiani riuscivano ~• trasferirsi in Calabria, sempre tra gli italiani molti soldati venivano catturati e trasportati in Africa e un'altra aliquota di prigio nieri - 67.000, catturati dagli americani era invece lasciata " libera sulla parola" (cli non riprendere le armi). Il Governo italiano, convinto che ormai la guerra non fosse più sostenibile e per evitare più gravi danni alla popolazio ne e al territorio, sottoposti a pesa nti bombardamenti aerei, si impegnò su due fro nti: cerca re cli concludere un armistizio con gli anglo-americani e sostenere la fedelt;ì all'al leanza con i tedeschi, nel tentativo di limitare l'ingerenza cli questi nei propri affari. Mentre il primo tentativo, pur con incomprensioni e diffidenza reciproca , giunse a una conclusione, la presenza d ei reparti germanici sul territorio italiano anelò fortemente incrementandosi, così ch e essi poterono assumere il controllo cli punti strategici di notevole importanz:1 (segnatamente il valico del Brennero) e dei principali snodi stradali e ferroviari. Di pari passo, nelle nazioni in cui erano presenti reparti italo-tedeschi (in particolare in Francia e in Grecia), i ted eschi assunsero il controllo operativo e strategico della situazione. Per evitare allora che essi potessero, con un colpo di mano, procedere alla liberazione cli Mussolini, con gravi conseguenze politiche, fu deciso il suo trasferimento, con una nave eia guerra, a La Maddalena. Intanto il Comandante Supremo alleato, generale Eisenhower, metteva a punto i piani per lo sbarco in Calabria , e per quello nella zona di Salerno, con obiettivo la rapida conquista di Napoli e del suo porto, tenendone all'oscuro il Governo italiano, a cui offriva, peraltro, previa assicurazione ciel possesso cli alcuni aeroporti e il rapido collegamento con unit,ì com-
IO
P R E ~! ESSA
battenti italiane, la p ossibilità di impiego cli parte dell a s2a Di visio ne aviotrasportata ame ricana , per l'Operazione "Giant II", un'azione ne lla zona cli Roma. Mussolini ne l fratte mpo venne trasferito in aereo eia La Maddalena a Vign a cli Valle e quindi, in ambulanza , s ul G ran Sasso, ne ll'albergo cli Campo Impera to re . Spe ra ndo di p o te r m anten e re u na propria a uto n o mia , la famiglia rea le tentò di raggiungere la Sardegn a; a ta le scopo furono te nuti a s ua dis p osizio n e due cacciato rpe dini ere (d apprima a Civ itavecchia e p o i in porti liguri , in a ttesa dì o rdini) e due motoscafi veloci (a Fiu micino). I tedeschi , sempre più al la rmati dall'atteggiam e nto ciel Cassibile (Siracusa), Governo italiano, fin d al m e3 settembre 1943, ore 1 7, 15: la .fìrma se cli m aggio avevano stu d iato e messo a punto un p iade/l'a rmistizio "breve" no o p erativo da attuare in caso di d efezio ne d e ll 'a lle ada pa11e del to, cui fu dato il no n1e d i "Alarico". Tale piano prevegenerale Caslellcm o. deva una serie cli azioni s ussegu enti: "Schwarz", occuIn piedi, il doltor pazio n e e controllo dei principali nodi strad ali e ferroMontanari, inte,prete del generale viari, p er la ne utralizzazio ne d ell e u nità combattenti e d Walter B. Smith, il p ossesso d e i p iù impo rta nti porti ita liani; "Achse", un che.firmerà per il rapido inte1vento contro la base nava le di La Spezia generale Eisenbower per impadro nirsi della flo tta italian a; "Stuclent", occupazio ne cli Rom a e controllo cie l Governo; '·Eiche", liberazio ne di Mussolini . Il p ia no fu attuato impiegando la parola convenzionale "Ac hse". Sempre allo scopo cl i arginare le offens ive d egli anglo-ame ricani, la Regia Aerona utica aveva p rovveduto, ne ll 'estate, a schie ra re i re p arti eia bo mbardam ento e da trasp o rto s ugli aeropo rti dell 'Italia centrale, me ntre quelli d a caccia erano stati dislocati s ia sui campi d e lla Sa rdegna che ne l Centro-Su cl. li 3 settem b re, a Cassib ile, fu firmato un a rmistizio m ilitare , che prese il nome di "breve", da a pplicare alla d ata scelta da l Com ando Alleato (vedi pag. 16). In esso e ran o conte nute istru zio ni pa rtico la ri s ug li s r osta menti delle navi (il cosiclde no "Pro memo ria Dici<'.) e degli aeromobili, no nché
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.j,A l'AHTF.Cll'AZIONE ll l!I.I. E l'O t!ZE AHMATE Al.I.A GurnHA l>I l, llltm AZIONE E ÒI Rt!SISTÌ:NZA '.
pe r il comportamento da tenere nei confronti d ei circa 85.000 prigio nieri alleati in I ta lia (non si fa ceva cenno ai prigio nieri italiani in mano angloamericana). Contemporaneamente, dopo una pesante prepa razione di fuoco aeronava le, unità dell '8a Armata britannica sbarcarono in Ca labria, ini ziando una lenta avanzata , debolmente contrastata dai repa rti dell'Asse, in ritirata verso no rd. I vel ivoli italiani degli Stormi 4° e 5° e del 21 ° G ruppo continuarono ad impegnare quelli anglo-american i nei cieli calabresi, no nostante l'armistizio già siglato, subendo ancora pesanti perd ite, tra cui lo stesso Comandante ciel 5° Stormo , maggiore Cenni, abbattuto d agli SjJi(Jìr e inglesi tra le gole dell 'Aspromonte il 4 settembre. All 'oscuro d elle effettive intenzio ni alleate sulla data cli promu lgazione dell'armistizi o e su lla zona effettiva cli sbarco (entrambe mantenute segrete per m otiv i di sicurezza), il Comando Supremo italiano inv i<> ai Comandi dipendenti, il 6 settembre, il "Prom emoria n. l ", che riassumeva la situ azione d elle forze tedesche in Italia al 1° settembre, e dava istruzioni alle tre Forze Armate su com e comportarsi. Già nei primi giorni di agosto l'Esercito aveva dato istru zioni ai suoi reparti (" Foglio 111 CT" , :IO agosto 1943) sul comportamento da tenere nei confronti d ei reparti tedeschi; il 31 agosto esse era no state completate con la "Memo ria n . 44", sollecitata, il 26, dal gen erale Ambrosia, Capo cli Stato Maggiore Gen erale. Per quanto riguarda l'Ae ronautica, il Comando Supremo aveva stabi lito la concentrazio ne cl i tutta la caccia disponibile negli aeroporti dell 'a rea ro mana e il trasferimento su lle basi della Sardegna dei veli voli da bombardamento, trasporto e ricognizio ne, per contrasta re un'eventuale reazio ne tedesca avente come teatro la ca pitale. Si disponeva inoltre che «nessun apparecchio italiano [dovesse) cad ere in mano tedesca [e c he) in caso cli impossibilità [si provvedesse) alla d istruzio ne». Le istruzioni furono integrate con altri o rdini, sempre in data 6 settem bre, inv iati d al Comando Supremo ( "Promemoria n . 2"), con com p iti particolari p er il G ruppo Armate Est, il Comando 11" Armata ed il Comando Forze Armate Egeo, e dall 'Esercito, con la "Memoria n. 45" . Purtroppo tali istruzioni , coperte da misure cli estrema segretezza per non allarmare i tedeschi, causa la rapida dichiarazione di armistizio non raggiunsero tutti i Comandi interessati , o li raggiunsero quasi contemporaneamente alla notizia dell'avvenuto armistizio. Considerata la situa zione già in atto sul terri torio nazionale con l'occupazione della Sicilia, il Coma ndo Ge nerale d ella G uardia cli Finanza ritenne a sua volta o pportuno determinare, in maniera chiara, l'atteggiamento che le unità dipendenti avrebbero dovuto tenere qualora si fossero trovate in territorio occupato dal nemico. Così, il 28 agosto, dopo l'a pprovazione da pa rte ciel Maresciallo Badoglio , diramò la "Circolare 897 R. O. " ( riportata, come le altre direttive, a conclusio ne della presen te premessa). I n essa si stabiliva che le aliquo te di nnanzieri a d isposizion e dell'Esercito dovevano restare alle dipendenze operative dei reparti e avreb bero eseguito g li o rdini conseguenti; i reparti addeti-i al ser vizio d 'istituto do-
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vevano resta re, a qualunque costo, nelle sedi lo ro assegnate, continuando a disimpegnare i propri compiti , compreso il mantenimento dell 'ordine e della sic urezza pubblica . De tto compo rtame nto , come esplicitamente previ to da ll 'anicolo 56 della Legge cli Gue rra, pro mulgata con il regio decreto n. 14] 5 clell'8 luglio 1938, fu tenuto anche dai Carabinieri e dalle altre forze di Po lizia. Tornando a l 6 sette mbre, p artivano da Gaeta, con la corve tta Ibis, i dodici ufficia li destinati a fungere da collegame nto con il Comando Supremo Allea to di Algeri. Nelle acque cli Ustica avvenne il passaggio sulla cannoniera britannica TB 046, dalla quale furono imba rca ti il gene rale statunitense Taylor e il colo nnello dell 'Aviazione america na Gardine r, inca ricati di discute re a Ro ma , dire ttame nte , i cleuagli dell 'Opera zione "Giant II'". I due giunsero a Gaeta la sera del 7 e furon o trasfe riti a Ro ma in ambula nza. 11 pomeriggio d i que llo stesso giorno, a Ro ma, presso lo Stato Maggiore della Marina, si e ra te nuta una riunione degli ammiragli in Comando navale e cli dipanimento, pe r illustrare a voce il contenuto ciel "Pro memoria n . 1" e dare istru zioni iniziali sul comportamento da tenere; due ammira gli furono inviati a La Spezia per comandare le unità leggere da trasferire al Sud e u n al tro fu inviato a Taran to. Semrre la sera del 7, nelle operazioni pre lim inari allo sbarco anglo-a mericano, il somme rgibil e Veletta veniva affondato, con tutto l'equ ipaggio, da un 'a na loga unità britannica ne lla parte settentrionale cie l Golfo cli Salerno. La fo rza alle armi, la dipende nza de i comand i, le navi e gli aero plani alla data dell '8 sette mbre 1943 sono riportati q ui di seguilo. Va ricordato che i dati nume rici risentono sempre cli un certo grado cl i imprecisione, in parte dovuto a lla perd ita cli documenti a ll'atto de ll 'armisti zio e a seguito degli eventi bellici, pe r cui p ossono esserci va riazio ni anche significati ve; ove pos ibile si è fatto riferimenlo a docume nti ufficia li coevi. SFORZO BELLICO DELL'ITALIA (dati del Ministero della Guerra) 8 settembre 1943
Popolazione 42.918.726 Ufficiali
Esercito compresi: Carabinieri
Sollrt}ficia/i e tmppa
283.055
3.862.542
Totale
4.145597
145 000 di cui 35.000 a/l'esteru ( i11q1radrttli 11ei vari comandi presso le Forze Armate ed i11 28 bat1aglio11i m obilitati).
Guardia cli Finanza
51133 di cui 26.253 impiegabili i11 co111pili bellici (8.868 inquadrati i11 18 ba11aglio11i m obilitati)
Marina
12.000
255.872
Aeronau tica
11.700
24 1.431
Totale
267.872 253. 131
4.666.600
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LA l'AllTECll'AZIONE DELLE F ORZE ARMATE ALLA GCERRA DI LJIIERAZIONE E DI RESISTENZA
UNITÀ DELL'ESERCITO
A fine agosto le forze terrestri italiane erano ripartite in due grossi blocch i, d ipendenti , rispeuivamente: • dal Comando Sup remo: Albania, Herzcgovina, Montenegro, Grecia ed Egeo; • cl,1 110 Stato Maggiore dell'Esercito: forze dislocate in I talia, Sardegna, Corsica , Proven za, Croazia e Slovenia. La forza operativa impiegabile può essere valu ta ta in 1.700.000 uomini; il resto era costituito eia reclute ed elementi della struttura territoriale. Le forze operative comprendevano: • 37 divisioni (cli cui 13 costiere e 7 no n efficienti), stanziate sul territorio nazio nale ( penisola e isole) e suclcliviclibili in tre categorie, più o men o equivalenti: forze cli difesa territoriale (100.000 della contraerea; 200.000 dei battagl io ni territoriali; 76.000 della pro tezione cli impianti e com unicazioni; 10.000 nei 350 nuclei antiparacaclutisti); fo,-.ce territori ali addette al funzionamento logistico-amministrativo; le reclute. • 43 d ivisioni (cli cui 19 costiere) schiera te: 30 nei Balcani, 2 in Provenza, 11 nelle Isole (Sardegna , Co rsica, Egeo e Jonio). Il Comando Supremo attuò allo ra u n nuovo assetro che prevedeva, tra l'altro, l'inserimento delle pia zze marittime nell'orga nizzazione difensiva dell'Esercito, con relativo trasferimento della responsabilità della Di fesa; alla dichiarazione dell'armistizio, per qua lche p iazza tale trasferimento era ancora in corso.
SITUAZIONE DELLE NAVI ALL'S SETTEMBRE Ylpo
Numero IOtllff!
prome
Rimaste
i11 111a110 ila lia11a
11011
MAS
Motosiluranti VAS ( vedette antisom) Mo tozattere Cannoniere
7 13
r_) 31 14 26 57 61 30 41 30 14
6 9 17 18 11 19 37 27 17 21 16 10
sabotale totale
affondare
pro111e
Corazzate Incrociatori Cacciatorpediniere Torpediniere Torpediniere scorta Corvette Sommergibili
Unità c/ai111eggiate tlUIO-
I 4 8 13 3 7 20 34 13 20 14
5 8 11 15 7 19 36 27 15 7 7 2
4
1
1 3 5 4 2 7 4 1 9
3 4 4 1 4 7 2 2 4 4 2
1 4 7 9 5 6 14 6 2
5 13 2
All 'alto dell'armistiz io 205 unità erc1110 i11 costruz ione; /e 1,avi sabotate pilì o m ellO graue111e11te furon o 303; le auto aj]'o 1tdc1te 66.
14
PR EM ESS A
SITUAZIONE DEI VELIVOU DELL'AERONAUTICA ALIA VIGIUA DEll.A DICHIARAZIONE DI ARMISTIZIO Bombardamento
Caccia
in carico
dTicienti
in carico
ellìcicnti
555
266
276
154
Trasporto
in emico
A viaz io ne ausiliaria per l 'Esercilo
cffìdemi
223 133 Tota le
Aviaz i one ausiliaria per la Mar ina (idrovo!a 111 i)
in carico
efficienti
in carico
dfìcienli
230
146
204
104
Veli vo li iu carico
Eff icienti
1.488
803
piiì altri 600 in ca.rico alle Swo!e di \lolo
PERSONALE NAVIGANTE (in equipaggi, esclusi i trasporti) Tipo
Caccia Bombardamento Av iazione ausiliaria per l 'Esercito Av iazione ausiliaria p er la Marina
Tota le eq uipaggi d isp onibi li
Azioni noi/urne
Azioni diurne
82 100
600 154 260
Tolale
682 254 260
94
19
113
1.108
201
1.309
15
LA PARTECIPAZIONE Df.1.1.E FOHZE A R.\I An AL I.A GUERRA DI LlllERA/.10\E E DI R ESISTENZA
Testo dell'Armistizio militare firmato a Cassibile il 3 settembre 1943 I J Cessazio11e immediata d i og11i a!liuitcì ostile da parte delle Forze Armate italiane. 2) L '//alfa Jard ogni -~forzo p er r!fì11tare ai tedescbi 111110 ciò che potrehbe essere adoperato contro le Nazioni Unite. 3) 7i1ffi i prigionieri e gli i11temali e/elle Nazio11i U11 ite saran110 co11Sef!. 11C1fi i111111ediatamente al Co111anda11te i11 Capo alleato e ness11110 di essi p otrcì ora o i,1 qualsiasi m ome1110 essere trasfe rito i11 Cer111a11ia. 4) "/imferi111e11to immediato della jlolla italicnw e dep,li aerei italic111i i11 quelle localitcì cb e sara11110 desig11ate dal Co111a11dc111te i11 Capo alleato, co11 i del/agli di disarmo che saranno fissati da lui. 5) Il 11aviglio merca11tile italiano potrcì essere requisito dal Comandante i11 Capo alleato per supplire alle necessitò del s u o programma militare-navale. 6) Resa immediata della Corsica e di 111110 il territorio italia110. sia delle isole cbe del co11ti11e11te. agli alleati. per essere IIS(lfi come bt1si di operazione e per altri scopi. a seconda delle decisioni degli alleati. 7) Garanz ia immediata del libero 11so eia parte degli alleati di tuffi gli aeroporti e porti navali i11 territorio italimio, se11za ten er conto d ello SJJil11ppo del/"e1•ac11az io11e d el territorio italiano da parie dellejòrze tedesche. Questi p01·ti 11amli e a empori i dovra11110 essere protei/ i dalle Forze Armate italiane jincbé questo com pito 11011 sarcì assunto dagli alleati. 8) !111111ediato richiamo i11 Dalia delle Forze Ar111t1te italiane da og11i partecipaz io11e a lla guerra, in qualsiasi zona i11 cui si trol'a110 a/111alme11te impq~ nate. 9) G"arc111zia da parte del Gouer110 italit1110 cbe. se necessario, impiegber"eì tulle le sue forze dispo11ibili per assic1 11-c1re la sollecita e precisa esec11zio11e di /11/le le co11Cliz io11i de/l 'armistiz io. I O) li Co111a11dc111te i11 Capo delle Forze t1/leate si riserua il diritto di p re11dere q ualsiasi misura cb e egli riterrà 11ecessaria per la protezione d egli i11teressi delle Forze alleate, per la prosecuzione de/1(1 g11erm, e il G'ol'erno italiano si i111peg11a a p rendere quelle misure amministmlil'e e di a ltro caral/ere, cbe potra11110 essere richieste dal Co111a11dn11te i11 Capo. e i11 particolare il Co111a11da11te in Capo stabilirà 1111 Governo militare alleato i11 quelle parti del territorio italiano. ot•e egli lo riten"eì necessario 11ell'il1teresse militare delle Nt1zio11i alleate. I I) li Comandante i11 Capo delle Forze alleate a vrà pieno dirillo di imporre 111is11re di disarmo, di smohilitazio11e e di s111ilitarizzaz io11e. 12) Altre condizioni di camllere politico. econ omico ejìnanz iario, cbe l 'lla lia d o/lrtì i111peg11a1:çi ad eseguire. sara11110 tms111esse i11 sel~llifo. Le co11diz io 11i di qu esto a rm istiz io 11011 sr1m11110 rese p11/JIJ/iche senza l"upp1·01•az io11e d el Co111a11da11te i11 Capo a llea to. li testo i11p,lese sarcì considerato il testo 1(//ìciale. Per il Maresciallo PIETRO BADOG LI O Capo dd Governo Italiano: r.10 Giuseppe Castellano. Gen. di Brigata addetto al Comando Supremo Italiano
Per D\XTIGI 1T EISE 1-10\XIER, Generale dell'Esercito degli Usa, Coma ndante in Capo delle Forze Allcate: f.to Walter H. Smith, l\Iagg. Gcn. dell"Esercito degli Usa e Capo di Stato Maggiore
16
P RE \i r s S.\
Sintesi del "Foglio 111 CT' Stato .M aggiore , le/l'Esercito, prima settinuma di agosto 1943 A seguito e co11/erma d egli ordi11 i l'erlxili p recedenteme11/e doti: • reagire ad eue11111a li l'iole11ze tedescbe: • saluag11arda re da colpi di so,presa e colpi di 111a110 i coma,1di, le centrali di collega111e11to. ecc.: • ri11/orzare la protezicme degli i111pia11/i e delle i11stallazio11i pi1ì importc111ti (ce111rali elellriche. po11fi. ecc.): • sorl'eg!iare a11e11tc1111e11/e i 11101•i111e11ti delle truppe tedesche e f'el'e11/11ale loro .fia11cbep,gia111e11/o da pa rte di ele111e11tifoscisli: • sl11diare e predisporre colpi d i ma110 co11 /ro elementi 1•iloli delle Forze Amwte tedesche (autoparchi, depositi di 1111111iz io11i e di carh11m11ti, o erop o rti, ecc.). L 'a /t11az io11e delle s11ddelle predisposiz io11i C/L'L'errcì su ordi11i dal centro. oppure di i11iziatil'CI, q11a!OJ'CI le truppe tede·cbe procedessero ad alfi di ostililcì collelfil•o 11011 co11Jèmdibili co11 .c1,li ordi11an i11cide11/i. ( L'ordi11e .~i1111se ai Co111a11di desti 11a1ttri.fi-r1 il 10 e /'I I agosto. Le cfoposizio11i awua110 caral/ere pre1•ale11teme11fe d{le11sim; lo scopo em quello di reag ire alle offese tedesc/.?e se e dol'e q11es/e sijè1ssero 111a11ifes/at e, 11011 esc/11r!e11do i colpi di ma no. oue oppor/11110 e 11ecessario).
Si11tesi della "Memoria n. 44" dello Staio lf.1ai!,gi<>re , tell'Esercilo i111 •i ata il 3 1 agosto 1943. a seguito dell'ordi11e del Capo di Staio Jllag~iore Ge11e/'C/le. .r~e11erale A111hrnsio. del 26 agosto 1943. al Capo di Stato Maggiore del/Eserc ito. generale Roatta. di preparar<! clir<!llil'<! per i C<1111r111rli dipe11de11/i, i11 m odo da el'ilare d11hbi s11! co111portw11e11to do /e11ere i11 coso di atli ostili da parte delle Forze Armale ledescbe. La 111e1110ria. d opo 1111a premessa cbe co11fer111aL a come 1110/10 prohobile 1111 colpo di 111ai10 germa11ico p er r istClhilire il re11.i111e .fàscista ed i111possessarsi di /11/te le lel'e di co111a11c!o 111i!itari <! ciL'ili if{l/im1e. r ig11ardal'Ct le prescrizioni del precede11te doc11111ento " I I I CT". che a111plia1•a come segue· • i11/er rompere a c111ci/1111q11e costo. c111che con a/tacchi i11 jè)lza ai rep arti ger111a11ici di protezio n e. leferroJ1ie e lepri11c ipali r otabili C1!pi11e; • agire co11 gra11di 1111ità o raggn1ppa111e11ti 111obili co11/m Il' lnt/)/Je tedesche, .,1Jeci e a ccwallo delle !i11ee d i co1111111icaz icme: • raggm ppare il mal{~io r q 11a 11/ita/il•o possihi/e delle ri11w11e11ti tmppe i11 posizio11i ce11tmli ed oppor/1111 e: • passare ad 1111 'rlzio11e 01;~c111izza /C1 d'i11sic>11,e_ appena cbiorita la sil11azio11e. 0
!11 sos/C111ZC1. le disposizio11i prodolle e gli o rdini particolC1ri le11del'a110 a realizz are i11 pri1110 te111pu: • az io11e delle DiJ1isio11i olpi11e Cu m:cnsc e Tridentina a Clfl)(tllo della / erruuia e
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LA PARTECIPAZIONI: Dl:1.1.F FORZE ARMATE AUA GUERRA DI LIIIERAZIONE E DI RES1STE1'ZA
rotabile del Brennero, per arrecare i maggiori danni possibili ed agire s11iji'anchi delle truppe germaniche che e11trava,10 i11 llalia; • azione della Divisione alpina Pusteria e della Divisione di Fanteria Taro (rimpatriate dalla Francia) dalie valli Rojo e Vermenagna, con compiti analogbi a quelli delle Divisioni alpine Cuneense e Tridentina; • azione del XX Raggruppamento a lpi110 sciatori (rirnpatriante dalla Francia) ai colli del Moncellisio e del Monginevro e da Bardonecchia per sbarrare le rotabili ed interrompere la.ferrovia di Modcme; • blocco di parecchie divisioni della Slovenia e della Venezia Giulia agli ordini del generale Gambara, che, insieme con i partigiani, avrebbe dovuto agire contro le truppe germaniche della zo11a o in transito; • disponibilità di due divisioni a la pez ia per difendere la piazza e la jlolla; • blocco d i otto divisioni per la cl/fesa della capitale; • messa fuori causa di tutti gli elementi germanici isolati; • concentramento e resistenze locali da pc111e delle rimanenti tnippe. /11 1111 secondo tempo si sarebbe passo/i ad u n 'azione phì generale, coordinata con quelle delle Grandi Unitcì anglo-americane. che sarebbero sbarcate, o quanto meno lo si riteneva, sul continente.
Promemoria n. 1 COMANDO SUPREMO
P.M. 21, lì 6 selfembre 1943
Segreto PNOMF.!o /0/l/A N.
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1. - PNF:.!o /ESSA.
la presente Memoria riguarda il caso che forze ,qermanicbe intraprendano di in iziativa alfi di ostilità armata contro gli organi di Governo e le Forze Armate italiane, in misura e con modalità tali da rendere man!festo che non si trai/i di episodi locali, dovuti all'az ione di qualche irresponsabile, bensì d i azione collettiva ordinata . Tali al/i possono consistere in occupaz ione di comandi, centrali di collegamento, staz ioni f erroviarie, porti, aeroporti, ecc., interruz ione delle trasmissioni, discm110 di guardie, accerchiamento di reparti ed intimaz ione di resa, azio11i belliche vere e p roprie. ecc. 2. - St n
lAZI ONF. /)/:/,LE PONZE TEIIJ/cS/711 (,'/:'IWIIIVICI /E IN l'!i lUA Ali.A DA1:4 DH
Jo
SHTmMBI/E
1943: - 44" Divisione e Brigata "Doelha ": Alto Adige- frenlino; - 71" Divisione: s1.1.lleferrovie di Tarvisio, di Piedicolle e di Postumia; - Blocco nord: Divisioni 76", 94", 65", 305":Jì·a Saoona e Lucca e relativi retroterra . Divisioni '1-fitler" e 24'': fra Parma e Bologna; - Blocco centrale: Divisioni 3" motocorazzata (zona del l ago di Bolsena) e 2"' paracadutisti (zona di lido di Ro111a-Ne111111ia); - Blocco campano: Divisioni 15", 16", "Coering ": tra Gaeta ed Eboli; - Blocco calabro: Divisioni 20' e 29<1; - Jt1 Divisione paracadutisti: in movi111e1110 verso la zona di Matera.
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l'HEMESSA
\li sono i11ollre: - i rept1rli d el/et d(/esa e.ti. e della rete di r,11;vislt1111enlo; - 1111 dislt1cca111e11/o al Monce11isio; - Co111t1ndo Gemiti (Cmppo Annette /J); - C<mw11do Ct1slelli Ro111t111i (O.B.S.); - ht1si della Pianura l'ada11a; - altre basi varie; - aeroporti tedeschi e 111isli; - e/e111e11/i in Ro111t1 (per lo pi!ì i11 civile); - in Corsica: I3rigaltl "Neicb4i'ibrer" ed altri e/e111enli 111i11ori; - ili Sardegna: 9<Y' Divisio11e ed (11/ri ele111e11/i 111i11ori.
J. - /17.IONI Oli/ RLil'A l/'11 O/il.I, 'J::s·11NC.'f'IV. A co111p/elamenlo delle nonne generali gitì dira111a/e da S11peresercito (ll!fe111oria 44) circt1 l'impiego delle G.U. si t1ggi11nge q11an10 segue: t1) Difesa della Capitale.
Oltre alle disposizioni .~itì adollale, dovnì i11 particolare essere assicurato che 1111le le strade add11ce11/i a Ro111t1 sia110 hloccate si110 dall 'i11iz io de/l'emergenza . b) Rifornimenti. Dovrc111110 essere prese adegut1/e predisposizioni per assicurare alle truppe i r(/i1rnimenli, specie di ct1rburanle, per il quale si a/lravers(f una crisi gravissima, poiché evidenle111en1e i depositi non sono costituiti in vis/Cl d e/l'ipotesi co11siderC1/C1 e il se1vizioferroviario sarà 1110/10 irregolare. Sartì probabilme nte necessario all1wre subilo i possibili spos1ct111enli di cC1rlmra11/i da/l 'IICl/ia sel/e111rio11a/e a/1'//a/ia ce11/ra/e. e) Collegamenti:
- i11/erro111pere tulle le co11111nicazio11i te/egrc(/<micbe tedesche ricavale sullt1 rete rwziona/e (spegni111e11/o degli ampl(/ìct1/ori, 111c111ovra i11lermllori, isolmnenlo per1111.1/t1/ori); - d(/endere ad ollrt1nza le s/C1zioni a111pl(/ìcatrici delle refi 11azionC11i (socit1/i comprese) e le centrali te/egrc(/Ònicbe urba11e ed inlemrhc11,e, le stazioni R.1: militari e civili; nel ct1so lt1 d(/esa vengt1 soprt!/l'C!lla dovn:111110 essere resi inutilizzahili gli i111jJiC1nli. Occorre11do, rinjòrzt1re ocu/att1111e11tejì11 da ora il presidio d ei vt1ri orgt111i prede/li. d) l3atterie contraeree e rete di avvistamento.
l ger111t1nic i ht1nno ov1111q11e m11ne rose ht1//erie contraeree, che impiegherebbero eJlìct1ce111enle contro di 11oi, ed 1111 'estesa rete di avvislt1111e11/o. Co111pito dei reparti di qualsiasi Forza Armata dovrò essere quello di farji1ori Cli pi,ì presto e dove possibile tali bal/erie: predisporre /11/10 111i1111/t1111en1e. /n oi/re bisognerà ordinare alle nostre hC!llerie contrC1eree di C!prire il jì.1oco co11lro C1erei tedescbi, e invece no11 spC1rare contro gli C1erei C111glo-a111ericani. e) Prigionieri britannici.
Impedire che cada1w i11 mt1no tedesct1. Poicbé mm è p ossibile dijendere q/]ìct1cem e11/e /111/i i CC!lllj}i, si potranno C1nche la sciare i11 liberltì i prigio11ieri bianchi, /ral/e11e11do in ogni m odo quelli di colore. Potrei a11cbe esserefC1cililalo l 'esodo i11 Svizzera, o verso l 'lla/ia 111eridio11a/e, J1e r lt1 cosliert1 adriatict1. I j}r(~i<mieri addelli a lavori potra,1110 a11cb e essere lral/en uli, con t1bilo ho1;~hese, p11rcbé.fìwri della /i11eC1 di ritirala d ei tedeschi. lii prigionieri liberali dovranno, a m omento oppor/11110, essere distribuiti viveri di riserva e date indicaz ioni sulla direz io11e dt1 prendere.
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LA l'AJ!TECll'AZIONU DEI.I.E FORZE ÀRMA'l'll Al.I.A G(II\Hl!A .DI I.JilEU,IZIONli 1i DI Rl!Sl5TliNZ,\ .
.lì Popolazione Alto Adige. Fal'(Ì causa co111111,e co11 i tedeschi e cerchercì di .mprqfl"are i r eparti ilt1lia11i. Questi dovra1111u il />itì /Jossibile essere mp,._iv11JJ{Jali ed of,porsi a civili e 111ilitari, 111a tu loro azio11e sal'(ìji,rteme11/e co11tms/(l/c1; in C(ISO di 11ecessilò ripie,~hel'(/1/110 (I s11d, sulla zona di 'f're11/o. ,{i) Distru zioni tedesche. I tedeschi, lun,{iO l(I loro linea di ri/i/"(//(1 (f,res11 mihilmenle Napoli-No11w-Fire11ze!Jolog11a-!Jre1111ero) dislm.~erc111110 comple/(l11·1e11/e e lellemlmente 111110. Q11es/u hisog11a /e11er/o /Jrese11te per togliere possihi!nten/e i depositi {Jitì impor/c111/i dal loro cammino e cercare di i111pedire e11e1;{iica111e11/e codeste dislmzio11i. l'arliculan11e11/e al/e11zio11e sia posta ai haci11i idroelellrici, che smw1110 certame11/e oggello di /)(11'/icolare dislntzio11e.
4. - 111/.IONH /Jli/.1.A JHAI/IJ\'11: a) 1111ilcì navali da ,{ille1Ta e mercantili ger111a11iche: dehhono essere ca/111/'r,1/e o, 11ell 'i111possihilillì, qfJiJ11date o q11c11110 meno i1111tilizzate, in q11alsiasi porto esse si trovi110, da comr,111di e personC1le della N. Marina col co11co1:ço, ove necessC1rio. di re{JClrli del/ 'F:serci/o; Il) deve essere assol11ta111enle imf,edito co11 qualsiasi 111ezzo che /1(//Ji itC1lic111e dCI ,{i1tenr1 o 111erc(l11/ili cC1da110 i11 111a110 tedesca. No11 {Jo/e11do evitare q11a11/o sopi"(/, le 11r,wi dovm11110 (ll//oc(flimdc11:çi; e ) reparti del/(! M(lri11C1 ,{ier11u111ica disloc(l /i pre.1:m le IJ(ll'ie basi: i co111a1uli di Marina, i11 accordo co11 q11el/i de/l'faercito, li call11re1r11uw o co1111111(111e li 111etten111110 i11 co11diz io11i di 1w11 1111ocere; ti) 1111ilcì da g 11erm iW/ic111e: dehho11<> 11scire al /Ji1ì /Jres/o i11 mare /111/e quelle co1111111(111e in co11dizio11i di 11cw(!Jtll'e, per 1rt!!,gi1111gere i porli della Sarde,{i11c1, della Corsica, dell't:lha opp11re di Sebenico e Callaro; /111/e le 1111ilà 11011 i11 co11dizio11i di 11///()/}l'/'e, 0/J/Jlll'e che ili 111/U dei po,1i di r(/il,{iiO di Clii SO/Jm uer,'(/ 111'/0 (I /J'()/)(1/'Si ili condiz ione di C(ldere in 111a110 gem1c111icu, dovm11no essere (IU/oc(LJimdate; e) 11uui!!,lio m ercantile italimw: ar111r1!0 ed in condiz ioni di 1n11overe dourcì ul pitì presto par/ire /Jer 111g~i1111gere porli i!C1lia11i, c/(111110/i od alha11esi u s11d del f,amllelo di A11cc111a e, i11 'flrre11u, u s11d di l.i11onw. I.e mwi no11 amJ(I/<! o 11c111 i11 cm1dizio11i di 1111wwn' dourc1111w, 111edim11e sC1hola,li.!iio, essere i1111tilizzule /1er 11111,{io tempo; f) i111f,ia11ti logistici, c11-se1wli, lx1ci11i di atre1wggio, ecc., d elle hasi nauoli: dehhc1110 essere mzio11al11,e11/e i1111tilizzati 111edic111/e asportazioni cbe 11e il11/1ediscc1110 la mpidct rimessa i11 1.f!./ìcie11zc1; g) /J(lsi 111arilli11w: doumnno essere poste in isla/u di c/1/esu 011de conse11/ire /'esec 11z io11e dei prouvedi111e11/i di c11i ai /Jomg,r(/i" J,recedenli; (ICcordi co11 i Co111a11di di G'.lf. re.,po11sahili della d((es(I delle hasi; h) reparti vari della N. Marina: o/Je 11011 illl/Jl',{illClli 11ell ·esec11zio11e dei compili di c ui sopm dourc111110 co11coJ"1"ere ai co,11/Jili dei reparti dell'fa·ercilo, /1/"e/Ji precisi accordiji·a i C:0111a11di i11/eressc1/i delle dtte Forze 11/'lll(l/e.
5. - Al:HO,\'A/f/1(.il: a) uero/)()r/i 1utal11u111/e .~er111anic i: dehho110 essere occu/){,f/i ct1//11ra1ulo il pe1~ço-
11ale, dislruggc'lldo il 11w/eriule di oolo 11011cb é i de/msili di C(lrlmra11/c' e 1111111izio11i. Q11C1lo/"(/ 11<111ji1sse il caso di 11w11te11en1e l 'occ11pC1zio11e, d clii aeroporti do/JJ'(/1/llo essere i1111tilizzati. l'er fore q11es/o occorm110 ji1J"ze, q11i11di 11011 sarcì om111q11e possibile di olle111pemre a/l'ordi11e. Doonì i11 og11i modo: - essere datu lo precede11za Ct!!,li t1c•ro/1orli uici11i a Noma; - tender e alla co111pleta al/11azio11e dcll 'ordi11e di i1111tilizzazio11e;
20
PI{ E~I F S,A
b) aemporli misti: dehhono essere occupali ca1t11ra11do il personale e dislmgge11-
do il maleriale di volo, sall'ando q11a11do possibile i 110slri depositi di carh11ra111e. A11cbe i11 q11es/o caso gli aeropo11i che 11011 si rilie11e di doue r impiegare st11i11111u inutilizzali. fl ta lji"ne, e caso per caso. in relaz ione alle caral/erislicbe di op,11i aeroporlo, dovrà essereji"11 da ora gradala111e11/e ed oc11/a1a111e111e disposlu il ri11furzo del personale aero11a11lico ilalia110. Preui accordi con l'Esercito, dourà essere pure rinforz ala la et/fesa flici11a, allo scopo di auere magRiore/orza per l 'azione di cbe /ral/asi, che dovnì essere s!11diala e predisposla i11 ogni parlico/are; e) aemporti :ota/111enle ilaliani: dol'rà essere slahililo il 1111111ero di aeroporli necessari, con 1111a cerla lt11"Rhezza per le 11ecessitcì dellefurze aeree ilalicme (lenendo presente che dowa11110 af/l11irl'i 1111/e le/orze aeree e.f/i"cienti attua/men/e dislocale oliremare): per q11esle basi s i dourcì provvedere alla difesa ad ollra11za: i ri111a11e11/i aeroporli do11ran110 essere i1111!ilizzali. Duurà essere 111c111/e1111/u il saldo possesso, a qual1111q11e coslo, degli aeroporti di Cerueleri, F1trbara, Ce1110celle. G'11ido11ia, Urbe; accordi con /'ié,'serc ilo; d) .fbrze aeree: - caccia: /111/i gli apparecchi e.fficie11li dul'rr111110 affluire agli aeroporli e/ella Capila/e: - ho111ba1·da111e11!0, ricog11iz io 11e ed assai/o: /111/i gli apparecchi e.ffi"cienli c/01•,-r,111110 a[Jluire agli aeroporli della Sardegna: e) repa,ti conlraerei semi/i dalla Aero11a11/ica (1 1edi precede11/e 1111111ero 3 lei/era c); f) ness1111 apparecchio i!alia11u deue cadere i11 111u110 tedesca; in caso di impossihili!à si provveda alla dislmz io11e; g) siano raccolti fin da om 1111/i gli ele111e111i relalivi alle opere di difesa lerreslre predisposle dai ger111a11ici nei loro a eroporli. /110/!re dourcì essere lenuto coslc111/e111en/e aggiorna/o l 'elenco dep,li a ere i tedeschi ne i uari aemporli; h ) làlluctz io11e dei prede/li ordini richiede i111111ediali e compie/i accordi con /"Esercilo.
6. - /111/'/llGO
U IS DA PAl(/7i ( ,"/:"NA/mVICA .
Bisogna precederlo, quindi mettere i11 e.ffi"cie11z a lulti i mezzi disponibili di difesa individuale e collelliua.
7. - le direllive di c11i al presenle Promem oria L'erranno al/11ate in seguilo a diramaz io11e del segue nle dispaccio in chiaro direi/o ai Ire Capi di Staio Maggiore. oppure di imzialiva, qualora i collega111e11li siano in/erro/li e si verifichino le circoslanze di cui al 1111111ero 11110. •Attuale misure cli o rdine pubblico Promemoria n. 1 - Comando Supremo•.
Della prese11/e Memoria, che deue essere resliluila al la/ore. ogni Capo di Sia/o Mag.qiore delle FF.AA. può prendere gli app1111ti rite1111/i i11dispe11sahili. cb e /errcì gelosc1111e 111e c11s1odili sulla propria persona o i11 cassa/òrle. Cli ordini relalivi alla prese n/e J\lfe m oria dehho110 essere i111parliti solo ue rhalmenle. norma che uale p er /111/i i Comandi i11 sol/ordine. Le predisposizioni cbe, per 11ecessilà di cose. dovranno prendere p,/i e nti esec11/i1!i devono essere moliuale come preparativi per il caso di attacco a11glo-america 110. le predisposiz ioni da prendere so1w di assoluta urgenza . Si ten,~a be n presenle che azioni slegale e ;,poradicbe sono d i nessun re11di111e11lo. ma che occorre i11 uece coordina men/o e preparazione mi11111a. 8. - !?iserua di ordini per il Co111a11do Gruppo Armale l::s1. !:'."ueo compreso.
2J
L A PARTECIPAZIONE DELLE FORZE ARMATE ALLA GUEHRA DI L illERAZIONE E DI RESI STENZA
Promemoria
11.
2
CO/l!IAND O SUPREMO P.J\!J. 21,
6 settembre 1943
Segreto - Riservato perso nale PROAIEJ\/01/IA N .
J. -
2
PI/EMESSA.
Pa rticola ri condizio11i di ordine generale possono imporre di dep orre le a rmi indipendentemente da i tedescbi. L'esperienz a recente insegna che quesU reag iranno violentemente. Non è neppure escluso cbe possano commettere atti di violenz a, indipendentemente dalla dicbiaraz ione di armistiz io, per rovesciare il Governo o altro. Con il presente Promemoria si dan no le norme generali da seguir.si dagli scaccbieri op erativi nel/a eventualità di cui sopra (armistiz io italiano). ff. - St nlAZIONE Dé.LL/i
FONZE GE!ùl/A N /0 1/i Nl!GU .SCACC/-/IE/11 0 11, IN'/T:RESSANO 111./.li DA7i I DEI.
] o .SCITEMBRE:
Erzegovina: Montenegro: Albania: G recia: Creta: Ro di:
1 divisione (piìi 1 divisione croata);
1 divisione; 3 divisioni (a p ortata dello scacchiere); 7 divisioni (cli cui una corazzata); 1 divi.sio11e e 2 brigate: ./ divisione .
.III. - COMPJ71 P;U?71COLAIII. Gruppo Armate Est ( VI C A ., XTV C A., 9" Armata).
Concentrare le .forze. riducendo gradatamente la occupazione come ritenuto p ossibile e conveniente, in m odo però da garantire, nella .situaz ione peggiore, il possesso de i porti principali e .specialmente Cattaro e Durazzo. Egeo.
// Comandante Superiore è libero d i assumere verso i germanici /'atteggiamento cbe riterrà più con.forme alla .sil11az io11e. Ove però fossero prevedibili atti di .forza da parte germanica, procedere a l disarm o immediato delle unità tedesche nell'Arcipelago. Nel momento in. cui verrà ordinata la attuaz ione del/a presente emergenz a, S11p eregeo cesserei di dipendere dal Com ando Gmppo Armate E.si e dipenderà diretta mente dal Coma ndo Supremo. G recia e Cr eta.
f · lasciala libertà al Comando d i Anna ta e delle !ruppe di Creta di assumere / 'a tteggia mento generale in con:fi·onto dei germa nici cbe sarà riten uto p ilì opportuno, tenendo prese11le quanto detto in uia di massima nei parag ra:fì .seguenti. Direjirmcamenle ai tedeschi che se 11011 .faranno atti di violenz a annata le In1ppe italiane non prenderanno le armi contro di loro, non.faranno causa comune né coi ribelli né col/e tmppe anglo-americane, che eve11t1talmellte sbarcassero. Le posiz ioni di di.fesa costiera i11 co11.seg11a alle truppe italiane sara11110 mantenute e d/fese per 1m breve periodo d i te mpo (da/issarsi da i Comanda nti)fin o alla sostit11z io11e co11 !ruppe germaniche, e questo eventualmente a nche in deroga agli ordini del Cuven to centrale, se111pre quando, 11al11ra/mente, da parte tedesca. non vi sia n.o atti diforz a.
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PHEMl!S SA
Riunire t1I pitì presto lejèJrze prç/erihil111e11 /e sulle coste in prossimilcì dei fxJr/i. Aviazione. I.e 11ostre j òrze aeree dovrt1111to i111111edit1/C1111e11/e 1"tlgJ.1il1111.wre, a seconda del/li dis/ocazio11e, i cc1111pi della Jltladre Patria, oppure quelli dell 'f:J.ieo. li materiale e g li i111/Jic111/i a lerm domwmo e.,·se,·e dislmlli: il p ersonale SeJ.i11i1'tì la sorte di q uello dell'faercilo. Marina. I mezzi dellt1 Jltlt1rint1 du g11erm ed i piro.1u1/i" dislocllli nei uari porti della Grecia e di Cre/CI dovranno rie11/rare se11z'allro ili l'c11ria. U11iltì ch e fossero i 11 proc i11/o di cadere i11 111c1110 J.ien11c111ica dov ranno t111/oc1/: f ondarsi . Il 11c1ViJ.ilio dislocC/lo 11ei p orli d ell'Egeo ri11u:11nì i11 p osto. Il 11c1ViJ.ilio in nav igazio11e clirige1"tì s11 porli itt1lia11i, o del/'h;~eo. Il p erso11ale seguinì la sorte di quello del/ 'l ~~ercito.
/ \I. - J11dipendenle11ie11/e da dicbiamzio11i di cm11 islizio o 111eno, ed in qualsiasi 1110111enlo 1111/e le tmppe di qualsiasi Forzc, Ar111a/a d ovm11110 reaJ.iire i111111edia/a111e11/e ed energicC1111ente e se11za sp eciale ordi1,e Cld ogni violenzt1 anna/CI J.ier111t111ica e d elle popolt1zio11i i11 modo dt1 evilt1re di essere disar11wti o sopmj/alli. V. - Occorre p r ovvedere a ri111patrit1re (sollo forma di ilw io i11 licenza od t1vvice11dt1111enlo) la 11wggior qua nlilrì p ossibile di p e,:m nale non avente compiti slrellt1111enle operativi. 1110//re i11 relaz ione t11lt1 prevedibile a1111azio1,e di qut111/o d ello precedentemen te, occorre ritoccare l '01"J.it1 nizzaz io11e lo.~ islicu p er re11derlt1 aderente allt1 1111011a possihile e111ergenza. VI. - Le direllive d i c11i a l prese11te l'rome11writ1 11enw11w al/11t1/e in seguilo ti dirc1111t1z io11e i n chiaro del sei11enle dispacc io direi/o a l Co111c111do Gruppo Armate Est, a l Comando 11" A rma ta, a Super e;:eo, oppure di i11izic1tiva qualom i colleJ.itlmenli siano interro/li e si ver{/ichino le circostanze di cui al 11 . 1. •A ccusate ricevuta del Promemoria 11. 2 - Co111c111do S11pre111o•. I Comc111di prede/li rfaJJ011dera11110 te/e;:rq/ìcam en/e: •Ricevuto Prome111orit1 11. 2 - . . . •. 1:ordi11e di a 1111az io11e ti Creta sani dt1/o dt1I C<J111c11nlo I I" 1ln11a/a. La d irettiva J.ienemle di c11i t1I n. IV, bt1 sempre vigore, i11dipendenle111e11/e da qualsiasi ordine. Vll. - li presente Pro111e111orit1 viene i11vit1to a l Co111a11do Gruppo Armate ! {~t, al Co11wndo 11" Armala, al Co111c111do Fl·'.AA. 1::~eo, i quali so110 pregali di pre11der e Rii app11111i ritenuti i11dispe11sabili, cbe 11erra11110 gelost1111e11te c ustoditi. li C'<m ,c11u lo 1.1a Armala invie1"tì il Prome111oria in visio11e al C'<m1ando 'lì'11ppe Creta, cbe lo restituirtì al prede/lo Ccm1C111do di AmlCl/a a m ezzo d ell'lf//ìciale lator e. No11 C1/Jl1e11a presi ,~li t1IJJJ1111ti di c11 i sopra, il l 'romemoria do/JrlÌ esser e distr11/fo col j ì1oco. Gli ordi11i relativi al p resente Pro111e111oria dcn11w11w essere i mpartiti solo verhalme11te, nonna cbe vede p er tu/li i co111m1di i11 sol/ordi11e. I.e predisposiz ioni cb e per 11ecessità di cose dov,r.111110 p re11dere ;:li enti esecutivi dovm ,1110 essere 111otivt1te co111e prepamtivi p er il caso di a /lacco anglo-a111erica110. Le predisposiz ioni da pre11dere so110 di assoluta 11rge11z a . Si lel!J.ia he11 presente cbe azioni sl e;:ate e sporadiche so110 di nessun rendi111e11to, 111a cbe occorre invece coordi11a111e11to e p repa1't1zione 111in11-1et.
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LA l'ARTECll'/IZION I\ DUI.I! FORZE AHMA'l'E
, Al.LA GIJEIIHA 1)1 l.lllrnAZIONE E DI Ri!SIS'l'l! NZA
Memoria n. 45 6 selle111lm! 1943 ... i11dirizzi omessi... 1'111;,111:: w,1.
I.li presenle M e111orill con/iene C1!c1111e 11or111e co111ple111e11/u ri e cbiar//kalrici di quelle ge11erali gili di/'C/11/Clle 11ellll M e111oriC1 44, se111J>re p er il caso cb e l e Forze Ar111llle ger111t111icbe i11/rC1/>re11dc1110 di i11iziativa alti di oslililcì co11/ro il (,'ovenw e le Forze Amwte itC1lia11e.
A. - Co1.1.1:c;11,111,;vn: - i11/erro111j)er e tutte le co1111111icc1z io11i leleg rq/ìcbe /eclescbe ricavale sulla r ete nazionale (s/Jel{llimento d egli c1111J>l!fìcatori, 111t111om'(.1 i11terru/tori, isolt1111e1110 j)em111tatori). (I{ staio i11carica/o il (,'e11emle Nulli, co111m1dan1e superiore delle teleco1111111ic azio11i, di dare islf'llzio11i p er la j)Clrle tec11ica cqli e11/i tec11ici direl 1a111e111e i11ter essa/O; - d!fè11der e ad ol1rc111za le slazio11i m11pl//ìcatrici d elle r eti 11azio1wli (sociali con,prese) e le ce11trC11i lelefo11icbe urhm,e ed i11lef'llrhm1e; le s1az io11i mdio telegn1/ìcbe 111ililari e civ ili; 11el caso ICI d/(esa ve11g a su/J/'l/f/àt1C1 duvran 110 essere r esi iJJ11lilizzahili gli i111pim11i. O ccorre11Clo, ri11/i>rzC1r e oculC11t11nenle .fìn da om il presidio d ei vari cn;f./alli prede/li. /J. - /Jt1'/'11:'/llli CON/11,lliNlili li 11/i'/7 I)/ , IIT /,\"/ i l,11/iN'I D. I ger111a11ic i bc111110 do1m11que 1111111erose hat/er ie cu11trcieree, cb e i111J>iegbem11110 e.f/ìcace111e11te co11/ro di 11oi, ed 111/CI es/esa r ete di ,wvista111enl o. Cu111j>ito dei l'(!j>arli di qua lsiasi Forza Armata dovrei essere quello difC1rejiwri a l p i1i J>reslo, e dove è p ossibile, /ali ha/ferie: jJredisJ1orre 111110 111 i1111/a m e11/e.
C. -
/'l/l(,'/0/\'llill/ llll/'li l N/\'1 0.
l111pedire cb e cC1dano i11 111a11u led esca. l 'oicbé 110 n è possibile d/(e11dere ({fJìcllce111e111e tu/li i ca111pi, n el caso di in1111edilllo p ericolo ch e essi ricculmw ili 11w110 l edesca, si /10/rr.111110 C111cbe lasc iare ili liherlci i prigio11ieri bianchi agevolm1doli con fomit 11rc1 di vi veri di riser vCI ed i11dicC1zio11i di ili11e/'C/rifa vor evoli J>er .~/i1g,gire alle tmjJJ>e ger111a11icbe. /). - l'Ul'UIAZ/ON/i
Ano / IIJ/G/i.
FC1rcì causa co1111111e co11 i l ed escbi e cercherei di soj>l'(.!f7ì1re i rej)C1rli i lalia11i. l'erta,1/0 q11es/i 11ell 'm:mlvi111e11to dei co111j)ili j)er essijìssali dalla Memoria 44 term11110 prese11/e m1cbe l(I n ecessilci di d(/c'11(.le1:~i d(ll/e c!f.J'ese direi/e e suhr/ole ch e verrr.1111 10 te11tate co11/ro di loro do/la Jwedelta pupolazi<Jlle.
H. - /]f.\"/U/17.IONI 'Jl:'/>1::1'0/li. I l ed escbi /e11der(ln110 j>rohahil111e11/e C111cbe ud qfJèt111are distmzio11i, S/>ecie (I CCW(l/lo deRli iti11eruri d(I loro seg11 iti. Cer cC1re di oj)j )()/'/Jisi.
I•: -
(.'o,\'COl?SO , li.I.li 117.IONI mii.I.A JH , 1111.v, 1 li /!lii.I. 'Ali N01\ i l lfl1<.,I.
Si dovrei C1derire, 11el/a 111ussi111t1 misura J>ossihile, a richieste di cu11co1-so de/ICI NL\f./i<.I M a ri11a per su e (IZiCJ11i direi/e Cl: 1° - ca ltumre, c1f.Ji>11dare, od i1111/ilizzare 1111ilà 11r.woli c/(1 l~11en,1 e n1era111tili gen11C1nic i;
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l'HEMESSA
2 ° - cal/umre o 111ellere c;o111111u111e i11 co1Jdizio11e di 11011 1111ocer e r eparti d ella Mari11a g er111a11ica; 3° - j)()rre i11 istatu di d(/èsa le hasi 11wrilli111e. Necij>roca111e11te ai vari reparti della N. Me1ri11a 11011 i111peg11(.fti 11el/a esec11zio11e dei co111j>iti di loro sJ>e/1{.fl/Za, potrcì essere richiesto t11/lo il co11co1:m possihile ai co111piti dei reparti del I<. t::\·e1"Cito. Analo1~m11ente si dourcì aderire, 11el/a 111(.fssinw misura j,m:~ihile, alle richieste di co11co1-so della I<. Aero11m1tica: l O - per le s11e azioni dirl'lle a ca11111,1re j)(!J"SOll(.fle e distn1.~~ere 111e1teriale di uolo e dej)()Siti di carh111w1ti e 1111111izio11i .~em1a11ic i, su aeroporti total111e11te .~er111unici o misti, ri11/orze11ulo Jì11 d 'om lei d(lèsa uici11a di t111esti 11/ti111i allo sw/Jo di aver 111(.f/.~gioriforze p er le uzio11i di c11i trai/asi; 2° - J1er (.fSSic11rare il S(.flc/o possesso degli aeroporti total111e11te italiani.
C. -
/,111'//:"GO GAS / h l /'11//"/7:" <,'/:"N,1/.-1/\'ICII .
lliso.~,w prwederlu, q11i11Cli 111el/ere i11 e_/Jìci<!11za t11/li i 111ezzi cli.lponihili di d(/èsa i11diuid11a/e e collelliuo. I.e J1redisposizio11i d(./ pre11dere sono di C1sso/11ta 11r1w11ze1 e S/Jecie in q11a11to co11cer110110 le C1Zio11i di COIICOl:~o della R. M t ll"illa l' ICI N. Aero11t111tica richiedo/IO coordi11c1111e11to e prepc1r(.fz io11e 111i1111tC1.
f )al!CI J1resente kle111<>rir1, che d eve essere r estit11itt1 Cli IC1tore, og1wno dei co11um dc111/i i11 indirizzo p11rì prendere gli ctj>j)1111ti rite1111ti i11dis/1e11sahili, che terrei g elose1111e11te custoditi s11ll(.f propria pers<JJW o i11 CC/ssq/orte. LCI 111edesi111C1 nor111C1 uetle j)er i co111e111dc111ti i11 sol/ordi11e.
Nota. - I.a f o r11111IC1 di c11i Cli co111111C1 (,' del /JCll"{,tgrq/o 1° della Me111oria 11. 44 (•Alluare misure ordine pubblico i'vlemoria quaranraq11a11ro Superesercilo•) è da co11sidem1-si co111prensi/!C1 a11cb e p er l 'af>J>licazio11e d el!CI presente M emor ia 45.
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LA l'Al!Tl!CIPAZIONH DHI.I.H FOl!ZH AHMA'J'H . Al.I.A Glll!RRA DI Llll l! ltAZIONI! I: DI RliSISTHNZA ,
Ministero delle Finanze Coniando Generale della R. Guardia Finanza Ujfìcio cli Seweterit1
N. 897 R.0.
Ro111t1, li 28 agosto 1943.
OG'GID'IO: Nor111e /x1rticolari per la N.G'11ardia di Fimmzt1 durante l't1/lut1le periodo bellico. - Al COMANDI DI 7-0NA N.GUANW1I /)/ FINANZA - Al COJ\IIANDI DI WG'IONt: 11HN. R.GUIIIW!A DI FINANZA e, per conoscenzt1: - AL COMANDO LHGJONH ALLIHVI R.G'UA Nl)/A DI FINANZA - A l. COilt/ANDO R.ACCADliJ\11/A li SC. DI APPL. R.G.FINANZA - Al. COMANDO SCUOLA S011VFFICIAI.I R.G'UAIWIII FIN1INZA - Al. COMANDO DHLIA R.G.F PRFSSO Il. MIN. PNOIJ./JHLICA - Al. COMANDO N.GUARDIA FINANZA JJRl!:'iSO Il. MINIS'f1il?O Dl:'f.L 'INDUS'f1UA, COMM/:'RC/0 e IA\/ORO
- 1U-/'17 - 1V'J'/7 -ROMA - ROMA - UDO DI NOMA - NOMA -ROMA
RISliR\fA'f'A UNGliN'I7SSIMA 1°) I.a !<.Guardia di Fint1nzt1, .fè>r!e dellt1 s11t1 st1/da coesione disciplint1re e della suu antica lrt1dizione 111ilitare, ba l'obhligo di spiegare /111/e le sue/orze e di dar prova i11tem del proprio ~piri/o di sacr{/ìcio, nei 1110111enli t1//11ali in c11i la JJatrit1 ricbiede il generoso co11trih1110 dei suoi.figli.
2°) I.e t1liq11ote della R.G11ardiu di Fint111za poste ti disposizione del N.faercito 111a11/errt111no in ogni circostt111za la dipendenza operutiva dt1i rept1rti del N.l{~ercilo stesso che le bc111110 i11.fbrza, ed eseg11irc111110, con ogni ab,ie!{azione, gli ordini che st1rcmno per ricevere.
3°) I rept1rli della N.G11t1rdia di Fi11a11za i11ct1rict1/i, nel terrilorio 111etrupolilt1110, del se1vizio d'isli/11/0 11u1111errc1111w co111il111i rc,pporti co11 le t111toriltì 111i/ilari e civili co111pelenli. Ne.,:m11 reparto p11ò !t1scit1re !t1 sede di semizio 11é per sol/rarsi alle o/fèse aeree, 11é per a/ira qualsiasi motivo, se non abbia ricevuto ordine speqjìco dt1! comando superiore i111111edit1lo cbe potrtì e111anurlo previo assenso, qut1ndu q11eslu sia possibile, del commuto dt1 cui direllc1111e111e dipende. 4°) /11 parlicolt1re, e di.fim1te al ver{lìcw:~i di eve11/i hel/ici delermina11ti /'i111111edialo coniai/o col nemico: - te11u/o conio che le cli.\pusiz iu11i della nostra l egge di !{I/erra e di ne111ra/itcì, appro1Ja/t1 con R.decre/o 8 l11glio 1938, 11. 1415- ari. 56, 57 e 63 - rispecchit1no g li accordi internazionali per cui i ji111zio1wri dello Siti/o occupato possono essere 111t111/e11111i ne/l'esercizio delle loro.fi111zio11i e l'occ11pa111e p11ò riscuotere 11el lerrilorio occ11pa10 i trilmli ioi slahilili co11 l'ohhligo di provvedere alle spese dell'a111111i11islrazione del lerrilurio stesso 11ei /i111ili i11 c11i oi em le111110 lo Staio ucc11pa10; - /e1111/o prese11/e cbe a !aie 11on11t1 di dirillo si ispirc1110 le disposizio11i co11/el//1/e nei§ 21, 30 e 3 1 delle "ls1mzio11i relative t1ll'occ11/Jazio1w dei /erri/ori 11e111ici" da parie di lruj)/Je ilt1/ia11e, e111a11a/e dal Co111ando S11pre1110 con de1em1i11az io11e del 3 dicembre 1941;
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PR F \I E,, \
i repa11i della R. Guardia di Finanza 11011 posii per /'impiego agli ordini dei conu:mdi del R.Esercilo per111arrc111110 nella rispellù 1a localilèi di seruiz io nel numero e co11 /'i11quadra111enlo cbe sarèi ri/en11/o indispensabile e cbe deve essere sin dora delerminato dai comandi di legion e e di circolo, previe inlese con la compe!ente au/orilèi finanz iaria (di regola /11/endenza d i Fi11a11z a). Tali reparli co11/in11eranno a d isimpegnare i propri doveri d'isli/1110, e co11correranno a11cb e co11 ogni abnegaz ione al ma11/e11i111e1110 del/ordine e della sicurezza p11bblica i11 conformità di quanlo prescrive l'ari. J lellera d ) del/a noslra lef:!8e isliluz ionale 4 agos/o 194-2. n. 915.
5°) i mi/ilari es1tbem11/i dovrc,11110 i11mce ref.l(Jlanne111e c1ffl11ire ai comandi s11pe1"iori del Corpo cbe sam11110 preve11/ivame11/e slabilili, i11 m odo cbe possano essere impiegali in allri servizi cf'isli/11/0 ed eue11111alme nle coslil11irsi i11 reparli organici a disposiz ione de/l 'a11/orilcì mi/ilare per l'impiego bellico o per se1vizio d 'ordine.
6°) Coma11danti e grep,ari n.011 debbono a/1011/anarsi dal/e rispettive sedi - salvo che per necessilcì di servizio impresci11dibili o per le prescrille ispezioni -, 11é è consenlilo in alc1111 modo cli far pre1 1a lere rag ioni o mo/ivi di qualsiasi specie d'ordinefamiliare o privato sui p repo11dera11li doveri di servizio e di disciplina. Ciascuno, quindi. provveda a /empo alla migliore sisle111az io11e dei propri co11gi11nli. avviando q11esli - ove ciò sia rile1111/o indispensabile - i11 luogo rep111a10 di pilì sirnro asilo. 7°) Ciasc11n comanda11/e ba l'obbligo di man/e11ere cos1a1lle il debito collef:Clmenlo col comando s11periore e coi coma ndi dipende111i, i11 m odo che di og11i evenlo bellico i11/eressa111e il reparlo coma11da10, n on cbé cli o,r;ni evenluale sposta men/o di reparli o 11111/amenlo di compili siano sempre rag_c;11agliali i superiori direi/i. ai quali i11combe- cl'allra parte- l'obbligo di ir111iare immediala parlicolareggia/a informazio11e al coma ndo di zona e al Comando Generale del uerificarsi e/ifa/li g ra vi o di auuenimenli salie11/i. Grave colpa, q11i11di, co11 p ossibili conseg11e11ze di ccirallere d isciplinare e pe11ale deve essere altribuila al comcmdcmle cbe 110n procuri con og11i mezzo (telegrc1/ìco. 1el(!/011ico, espresso a mano) di i1?/ormare, COI! so/leciludi11e e con freq11e11za, il coma·11clo sup eriore s11 OR, ni a vveni111e1110 bellico rig11ardc1111e il prop1·io reparlo. A /al uopo si dispo11e cbe ciasc1111 co111a11cla11/e di legione, ind ipendenleme11/e dalle sopracilale II rgenli segnalaz ioni da farsi a uolla a uolla, faccia perve11 ire a ques/o Co111a11clo Generale e a quello di zona il g iorno cli 111e rcoledT cli ciasc11na setlima,w 1111 rapporlo, a11cb e se 11ega1iuo, su qualsiasi accadimen/o di carallere bellico inleressanle i reparli dipe11de11/i, sT cbe q11es/o Co mc111do Generale possa essere i11Jòrma10 a lempo di ogni a1•1 1e11i111e1110. spostame1110, variazione, soppressio11e o, com 1111q11e, mulamenlo cbe abbia a ver//ìcarsi p er m otivi i11e re11/i allo sia/o di guerra i11 qualsiasi reparlo dipenclenle. 8°) 1 coma11da111i cli legio11e procuri110 che sian o sef:11ile co11 og11i cura le norme clellale col p resen te ordine e ne vigilino personalmente /'o,,:çemc111z a col massimo impegn o e col necessario implacabile n;r.:ore, anche allo scopo di euita re cbe la loro personale responsabililcì ne possa ris11flare implicala o com 1111q11e compromessa. TI comandcmle di co,po, insomma, abbia sempre in p11g 110 i reparli dipendenli e dia sicura e chiara prol'a in questi 1110111e11/i eccezionali della propria capacilcì e d ella propria ene rg ia. Accusare ricevi/la. Il Generale e.li Corpo d'Armata Comandante Generale
Alno
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AYM ONINO
L A PAHTECl l'A/101\E Dl'l,LE FORZE A RMATE
AL!,A GLERRA DI Lllll'RAZIO, r E DI R ESISTENZA
L 'ajfomlame11to della corazzata Ro ma nelle acque sel/enlrio11ali della Sardegna il 9 settembre 1943
LA DJC II L\KAZIO'IF ll'>\R\IISTIZIO E I.A R F\l!,TI \ / \
I\I\IEDL\l'A
LA DICHIARAZIONE D 'ARMISTIZIO E LA RESISTENZA IMMEDIATA co lloq ui fra i generali ita l iani e il generale america no Ta ylor, svoltisi nella notte fra il 7 e 1'8 settembre, co nvinsero quest 'u ltimo ad annullare l'Ope razione " G iant Il", per la quale m ancava no i presupposti essen zial i: controllo ital iano degli aerop orti v icini a Roma e contrasto alle unità tedesche eia parte cli quelle motocora zzate ciel Regio Esercito destinate alla difesa della capita le. Peraltro, in base alle info rmazio ni forn ite eia Taylo r, fu ch iaro che la dichiarazione di armistizio fosse imminente. Di ciò si ebbe confer ma dai ra ppo rti degli awistamenti d i diverse grosse formazion i navali alleate, in na v ig;nio ne nel T irreno me ri dio nale, e d irette verso le coste italiane. (Lo schieramento delle truppe italiane e ted esche nel M editerraneo centro-oriental e è riportato al le pagg. 30-31). Oltre che nel territorio metropo litano, i reparti italiani erano presenti in Germania (con dei somme rg ibili a Da nzica e 2 battag lion i ·'n ebbiogeni .. ne i porti d el Baltico); in Francia ( ne lla base somme rgibi li atlantici di 13orclea ux-Betasom e con truppe d 'occupazione in Provenza, Savoia e Corsica); in Ro m an ia (con rep arti dell 'Esercito ed una base somme rg ib ili a Costanza); in Crimea (sem pre con dei sommerg ib il i); in Ma lesi a e nelle Tndie O l andesi (con somme rg ib ili da trasporto); i n Cina (dove erano dislocati un battaglione e diverse navi); in G iappone (con a lcune navi). In Jugoslavia. G recia, Fran cia e, in misura inferiore, in A lbania, i soldati italiani operava no contro g l i ex alleati in agguerri te unità partigiane, con il supporto cl i missio n i speciali britann iche facenti capo ai Servizi Segreti (Special Operalio11s i:,\:ec11l iue, S01-:, e la sua bra nca o pe rati va, Special farce 1111mber One, srnl). Difficile e ra anche la si tuazione dei re parti sch ierati in Alto Adige, per la presenza di po po lazioni ,illogene, e nella Venezia Giulia, ove agiva no uni tà partigiane sla ve. Alcuni dei reparti ital ian i erano in fase di riordinam e nto, per il rientro delle Grand i U nità d al Fronte O rientale, o in trasferimento verso nuove pos izio ni, v ista la riorganizzazio ne della difesa d el territorio adottata alla fine di agosto. Parecchi altri e rano a ranghi ridotti in quanto avevano forze distaccate pe r il «serv izio cli tutela clell ·orcline p ubblico». In Ca labria reparti tedeschi e italiani fronteggiavano le truppe clell 'ff1 Armata britan nica. G ià nella notte tra il 7 e 1'8 l e Division i tcx.lesche corazzate 2fr1 e 29a Panzer C r e11adierruppc ro il contatto e, ne i limiti d elle pos ·ibi li tà offerte dalla v ia b ilità d ella regione, si ritirarono velocem ente verso no rd . ln ta le movimento compirono sp o radiche uccisio ni cli civ ili e mi litari, in genere p er impossessarsi dei lo ro veicoli; danni vennero arrecati ai ponti e agli assi stradali . I soldati italiani delle Di v isio ni costiere 21 P e 2 12a e della Di v isio ne Mantova si o p pose ro a tali aLLi e ne nacquero brev i scontri a fuoco. La 227' 1 D ivisio ne costiera , posta a d ifesa d ell e coste settentriona l i della r egio ne, respinse le intima zio ni di resa dei tedesch i e si unì alle truppe alleate.
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L A PAnECIPAZIONE D ELLE F O RZE A RMAT E
ALLA GUERRA D I LlllERAZIONE E DI R E'>IHE,ZA
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8 SETTEMBRE 1943 SCHIERAMENTO DELLE TRUPPE ITALIANE E TEDESCHE -
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L A D I CII I A R AZIO'IE D'AR~II ST I Z I O E L A R ES I STENZA IM M ED I A T A
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(1) o croate o bulgare per la Balcania (2) rinforzate (3) non in Albania, ma ad immediata portata
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31
L A l'ARTl(Cl l'AZIONI\ IJHI.E FonZE ARMATE Al.I.A G Ul'.ltltA DI I.IIIEllAZIONE ll DI H HSISTENZA·
La situazione degli aeroporti si presentava pa rticolarmente d ifficile per la presenza nella maggior parte di essi, specie nell 'llalia del Nord , d i forze germaniche; le basi dell 'Aeronautica non avevano ino ltre un'autonomia cli difesa delle loro installazioni, essendo questa affidata all'Esercito. L'annistizio concordato con gli Alleati impo neva il trasferimento immediato degli aerei italiani verso basi controllate dagli anglo -ame ricani. In mancanza dell'ordine cli attuazione d el "Promemoria n. l " eia parte del Comando Supremo, il grosso della caccia non era stato concentrato, diversamente d a quanto previsto, intorno a Ro ma, e nei giorni 9, 10 e 1 I scuembre - più che in ottem peranza alle clausole armistiziali, nella necessit;ì cli evitare la cattura degli aerei eia parte dei tedeschi - cominciò l'afflusso dei velivoli verso pmti del territorio nazio nale fu ori dal controllo dell'ex alleato, principalmente in Puglia, Sicilia e Sardegna . Haggiunscro le basi meridio nali e sarde 203 aerei (cli cui circa la m et;ì efficienri sollo l'aspetto bel lico) su 246 d ecollati: alcuni, infatti, furono attacca ti dai tedeschi e abb:11tuti o dalla caccia o dalla contraerea. Molti fu rono i trasferimenti isolati effelluati da p iloti che, autono mamente, d agl i aeroporti elci Centro-nord si portaron o a Sud , spesso con velivoli al limite clell 'afficlabilit:ì. In particolare, il gio rno 11 sellembre i reparti d a bo mbardamento della lii Zona Aerea Terri torial e di stanza a Perugia-Sant'Egidio ( in totale .30 C(,/1'//.Z ! 007e 4 SB2) decollarono alla volta di Alghero, m a prima cli giungere nella base sarda, all'altezza delle Bocche di Bo nifacio, 2 C(,//1.f .Z. furono ahhalluti d alla contraerea tedesca. Il giorno precedente il 132° G ruppo aerosiluranti si era trasferito eia Littoria ( Latina) ad A mpugnano (Siena) , riuscendo ad evitare la catlura degli aerei da pa rte dei tedeschi che occuparono l'aeroporto laziale poco tem po dopo. Da Ampugnano , il 132°, insieme ad altri due Grup pi aerosiluranti, il 41° e il 104°, si p ortò in Sardegna. Nei giorni successiv i, comunq ue, ci fu un parziale rispetto dei dettami armistiziali e una quarantina di vel ivoli, tra i q uali gli aerosiluranti d ello stesso 132° Gruppo e i caccia dell'8° Gruppo , fu consegnata agli anglo-am ericani e porlata in Africa d el Nord , sa lvo po i essere " riconsegnata" ai Com andi italiani ai primi di ottobre. Verso mezzogio rno d ell'8 settembre i B - 17 d ella ·12a Air Force statu n itense effettuaro no il b ombard amento cl i Frascati , dove era posto il Q uartier Generale ciel feldmaresciallo Kesselring , Comand ante, in I ta lia, del G ru ppo di Armate Sud ; il Comand o tedesco subì pochi dann i , mentre la popolazione ebbe circa ] .000 m orti : un quinto d el suo rotale. I frenetici tentativi italiani di co nv incere il Coman dante Suprem o alleato, genera le Eisen hower, a rinviare la comunicazio ne dell'armistizio falliron o per l'impossib ili t:ì di fermare la com plessa macchina bellica d egl i sba rchi. Alle ore 18 Rad io A lgeri ne d iram<'> la dichiarazione. Il Maresciallo IJadoglio , a sua volta , alle 19.42 , trasm ise dai m icro fo ni dell 'E1A1( la comunicazione italiana d ell'avvenuto ar m istizio: .. 11 Covcrno i1:1li:111<>. r icc>11<>sL·iu1:1 l' i111possihi li1 :'1 Lii crn 11i11u:1 rl' l'imp:tri 1<>11:t n>1\l ro la s0Vl'l'l'hia1 11c po1e111.:1 a,·vcrsari:i. nl'll'inlL'lll <> d i risp:1rmi:t rl' uhe riori L.' p iù gr:1vi Sl' iagun.: :tll:t N:1zio11l', h:t c hil'sl o u 11 :1rn 1is1i zio :ti g l'lll'ralc Eisenhmn·r. Crn11:111cl:1111c in Capo cll'lk· forzl' :1llc:tlL.' :1 11glo-:1 m eric11w. I.a richit·s1:1 i.: s1:11.1 accolta. C:onsq~uvnte-
LA D JC lil AHAZIONH D'All~I ISTIZ I O E I.A R l!S JSTl!NZA I MM!èD I ATA
J1H.:111e. ogni allo di ostilit:·, contro il' lùrz,: anglo-:1111l'ri,·;111,: dcvc ccssar<.: d:1 parte delll' for1.l' italht nL' in ogni luogo. Essl', pl'rù, reagira11111> ad L'ventu;tli :111:,n·lti di qualsiasi altra provcnicnza•.
Pochi minuti dopo le truppe germaniche ricevettero da Hitler l'ordine cl i attuare il Piano "Achsc": conflitti a fuoco scoppiarono quasi sub ito. Contatti si ebbero fra comandanti itali:mi e tedeschi , per concordare le moclalit:ì d i applic;1zione dell 'armistizio: in Italia, in genere, i tedeschi intimarono la resa ai repa rti ita liani; al l'estero, i comandanti italiani cercarono cl i evitare gli scontri armati e pu ntarono a raggiungere accord i che prevedessero il rientro in Patria dei reparti dipendenti. Spesso gli ex alleati accettarono tali richieste, ma poi non le rispenarono, e procedettero al disarmo e alla ca ttura degli uffici:tli e dei militari. In situazio ni d i rapporto di forze netta mente sfavorevole, attuarono ino ltre tattiche dil:ttorie intese a g uadagnare tempo. Nel corso di scontri armati, gli italiani invia ro no parlamentari con bandiera b ianca per trattare tregue, ma contro cli essi cli frequente i tedesch i no n esitarono ad aprire il fuoco. Alle 0.20 del 9 settembre il Comando Supremo inviò il seguente messaggio:
Coma,ulo Supremo Rl'parto I - l lllic io <)perazioni l·:sl'rc i to - Scacchi,·rv Orientale
"i 2·U0210p. S11/1eresC'rc.:i tu - S11per111<1ri11<1 - S11/1er1wrc'u 011111111(/u <,'rlfj)j)o 1lr1110/c' /~,·t - (,(JI/IOlltln I I" .'lr111u/o Cullll/11(/o SII/Jl'l'ÌOl'l' Fl·:,l/ 1. t:;i.:eo
8 SL'llem hrL' I 'J·U telescriV<.:n1,· radio
Est dirt'llo :Il Sup e resercilo - Stq)L•rrnarin:1 - Supl'raerl'O - Com ando Cruppo 1\rr11a1 e l:st - Comando I I" /\rrnal :r - Cornamlo S1qwriorc IT.At\. l·:gl'<> I .i 1\ Sl'gui to pnxlam:1 Capo del c;ovl'rno rd:11ivo cess:11.iorw (>Stilit:'1 preciso / :i 1° ) Co111:1 11do C ruppo /\rrnalL' Est Cl lllt'L'lll ri le forzv riducl'nd(>grada t:111JL'lll<' o ccupazione come r itenuto possihill' L't CC>lll'L'niL·n ll' in modo per<> d :1 garantire n>rnunque possl'sso porti principal i cl spcc iallllL'll lc C;111:1ro c l Dur:1zzo /./ l>are prl'av,·iso tici 1110,·i111c111i ai Co111an di gL·rman ici /./ 2° ) Comando Supc r iorl' FF.AA. Egeo l'Sl lih v ro :1ssu111ere VL·rso ger111:111ici alleggia,11,·nl() chl' r iterr;ì pi ù conforme al si tuazirnll' / .i Qua lor:1 pl'rù fossl'ro pn..·vl·tiihili alti tii forza d:1 partL' gl'rrn:1nica pr()cedcr:·, al tiis:tntt() i111mcdia10 tielle 1111itù ted esd it· dell'arcipelago /., l ):tll:1 rin·zirn1L' tid prL'St·ntL' dispaccio EgL'<>111il Cl'SSL'r,ì d i dipl'IKkre d :1 Co111antio e; ruppo /\rmatL' Est l'l tiipv11dl'rÙ dirl'll,1111L·ntL' da C:0111:mclo Supremo i./ .1°) Per l;i C recia e t Cret:1 gi:'1 e111:1nati ord ini dirclli .'./ •i0 ) Forze :tl'rce dovr:11 1110 raggiungere i111111edia1a111l'rllt' i ca m pi tiella Matirl' - Pa tria oppure q uv lli dell'l·:gco / .: Materiall' l'l impianti :r IL' IT:t dl'l lc z1111c di o cnrp:rzio nv dovranno essert· distrulli /./ l'ersonak · scg11ir:·1 son, · di quello l·:sL'll'ito / ./ 'i" ) Mezzi dvlla Marina da guerra et pirosc11ì dislornti llL'i vari p1>r1i G rl'cia et Creta dov ranno rientrare subito in Patria i .:' I init:ì d1,· stessero per cadere in 111:tn() gL"mtanic:1 tiu\Tanno a11l()aflùnd:1rsi .'.; N:l\·iglio dislocato in pllrli Egeo rirn:irr:·, i n posto / ..' N:idglio in n:l\·igazione diriger:', s11 poni ital iani o dl.'IITgeo .: l'c rsor 1alv scg11ir;ì S()J'lC d i quello Esercito /./ 6° ) T u tt e le 1ruppv di qualsiasi ar rn:1 do\T:111no re:,girc i1rn11,·<lia1:1111c111c L'l c nerg ica111,·nrc· ,·t SL·nza speciale ordinl' :11 ogni violl'1w.a arr11:11a gvrm:111 ic:1 l'l del la popol:1 z iolll.' in 111ud1> da evi tare d i essere dis:1 r 111:11 i e sopra llalli /./ Non deve pe1ù <.:SSL'rl' prl's:r i11izi:11iva di atti o si ili contro gern 1anil'i. ( ,'e11eral<' / lmhmsio / / 00.!009
33
LA l'ARTECJPAZIONE DELLE FORZE AR MATE ALLA GUERRA DI Li llRHAZIONE E 01 RESISTENZA
SITUAZIONE DELLE FORZE CONTRAPPOSTE ITALO-TEDESCHE IN ITALIA • Klagenfurt
2D
Firenze
e Arezzo
Siena Orvieto
Grosse!
• 1 ~ Pz.Gr.
B
I
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Divisioni tedesche • Elementi tedeschi non indivisionali
Divisioni italiane efficienti in ricostituzione escluse le Divisioni costiere e quelle in trasferimento Territori occupali dagli anglo-americani
Avveni.m.enti sul territorio nazionale Tprigio nieri d i guerra anglo -am ericani, jugoslavi, g reci, eccetera, fu rono lasciati liberi. Q uelli trattenuti nei ca mp i p ug liesi , ca m pani e calab ri furo no con segnati ai Comandi all eati n o n appena le truppe li raggiunsero; quelli presenti negli al tri ca mpi, in vece, si compo rtarono in maniera diversificata: la maggior parte rim ase ad attendere nei campi stessi, com e sem b ra fosse
34
LA
DIC ll !A RAZ I ONE D'A R~IIS T !Z I O E LA RE SISTENZA I M~I ED I AT A
stato loro consigliato dalle auto rità britanniche, altri invece si allontanarono sub ito, cerca ndo di arri vare, con ogn i mezzo, alle linee alleate o clirigenclosi verso la costa ad riatica o il confine svizzero. Chi non riuscì a fa rl o, rimase nelle zone raggiu nte (in par ticola re A bruzzo, Lazio, Marche, Um bria, Emilia Romagna), assistito, in gen ere, dalla popolazion e rural e. Oltre ai prigionieri di guerra erano p resenti in Italia alcune migliaia cl i irnernati po litici e militari jugoslavi (per lo più oppositori del regime o elem en ti della guerriglia) che a loro vol ta cerca rono cli raggiungere la costa, sp ecie nei pressi cli Ancona, per poi attraversare, con m ezzi cl i fortun a, l'Adriatico. Molti d ei p rigionieri e degli internati ebbero l'appoggio delle nascenti form azion i pa rtigi ane, e in parecchie migliaia si un iron o ad esse. Qua nti r imasero nei campi (circa 59.500) fu rono n uovam ente catturati d alle trupp e tedesche, ch e li tra sfer irono nei lo ro lager. Lazio e città d i Roma I tedesch i miraron o a neutrali zza re i forti contingenti cli truppe i ta liane p resenti nella zon a cl i Ro m a e ad impossessarsi della città, mettendo in staro cl i arresLo il Governo ed il Re. D alle 20.30 clell'8 settembre, tentarono cli p rendere il controllo delle m aggiori vie d 'accesso atto rno alla ca p itale ( i n particolare Aurelia, Cassia, Laurentina e Ostien se). I reparti de ll a 2" D iv isione p aracaduti sti s'impadroni ron o degli impo rtanti d epositi di ca rburan -
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• 8 settembre: semovente da 75/78 del Reggimento Lancieri cl i Montebello
a Porta Sa11 Paolo contrasta il tentativo dei tedescbi di prendere la capitale
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I L1 PARTECIPAZIONE llEI.I.E FOUZE AHM,ITE Al.I.A G UE RH A 1)1 Li Il ERAZIONE E 0 1 R ESISTENZA
ti cli Mezzocamino e Vallerane llo, s ulla v ia Ostie nse. Alle 21.10 a ltri paracad utisti della stessa Divisione cerca rono di fa re proprio con l'ingan no il ponte de lla Magliana, controllato eia re parti del 1° Reggime nto Granatieri di Sardeg na. Te nacque un confl itto a fuoco, in c ui morirono 8 granatieri. T combattime nti intorno a l ponte, a i qual i presero parte unità ciel Reggime nto Lancieri di Jl!Jontebello della Divisio ne corazzata Ariete, una compagnia de l II Battaglione Allievi Ca rabinie ri, un contingente ciel Gru ppo Squad ro ni Ca rabinie ri a cavallo Pastrengo ed una compagnia della PA1 (Po lizia Africa Italia na ), durarono fino a l mattin o. Verso mezzanotte si estese ro al l'O stiense, alla "Casetta Rossa" delle Tre Fo ntane, e a ll'intero asse de lla Laurentina. Sempre i pa racadutisti tedeschi ebbero scontri con le Divis ioni costie re 220" e 22P lungo il litorale lazia le e, ne lla zona meridionale d ei Colli Albani, con i repa rti della Divisio ne Piacenza. Alle 5 cie l 9 sett1:rnbre, vista sva nire la sp eranza e.l i una rapida ritira ta tedesca da Roma, il Governo e la fam ig lia rea le d ecisero d i lascia re la città in a utomobile. Po iché il p iano inizialmente predisposto - raggiu ngere Civitavecchia e Fiumicino - non poteva essere attuato per la presenza cli truppe ge rmaniche nella parte ovest della città , e ris ultando invece libera la v ia Tibu rtina , il convoglio, composto da c irca 60 a utovetture , d iresse verso Pescara; qu i doveva n o confluire le corvette Baionetta, partita alle 10.30 da Pola , e Scimitarra, uscita eia Brindis i a lle 14.25, e l'incrociatore Scipione Africano c he , p a rtito a ll e 12.27 eia Tara nto, procedeva ad alta velocità . Per sottra rsi alle ingere nze tedesch e o alleate, il Governo inte n deva s posta rsi in una parte ciel territo rio n aziona le sic ura mente in mani ita liane; fu scelto un po rto pug liese: dapprima Bari, q uind i Brindisi. A Roma rimasero alcun i Ministri, fra c u i q ue llo della Gue rra , e i Sottocapi di Stato Maggiore delle tre Forze Armate, con il compito cli coord inare le azioni dei re parti d ipendenti, fino a quando il Governo e i quattro Capi cli Stato Maggiore militari ch e avevan o lasciato la ca pitale n o n avessero potuto ripre nd e re il coman do d alla nuova sed e raggiunta. Intanto, il già o perante Comitato Unitario Antifascista si trasfo rmò in Com itato d i Liberaz ion e Nazionale (CLN). Alle 5.15 il gene ra le Roatta, Capo cli Stato Maggio re d e ll 'Esercito, o rdinò a l Corpo d 'Armata motocorazzato che difendeva la capitale di esclu de re tale d ifesa e ripiegare o rdinatamente su Tivoli, fronte a est. I reparti italiani che p residia va no il ponte della Magliana ripiegarono a loro volta, raggiungendo, attra ve rso i campi, le postazioni della Cecchignola e d ella Montagnola ; s ul terreno rimasero 18 italiani e 22 te deschi. Gli scontri a rmati interessaron o anche a ltre p a rU d ella città: cli essi furono pro tagonisti pure dei civili ai quali , ne lla notte, e rano state d istribuite arm i da d ue grossi autocarri cie l Serviz io Info rmazio ni Militari (S1M). Paracadutisti tedeschi attaccarono nella zona cl i Monterotondo, s ulla Salaria , dove in preced e nza si trovava il Comando d e llo Stato Maggiore dell'Esercito. La posizione fu difesa dalla Division e Piaue e d alla 2a Comp ag nia Ca ra binieri SMRE. Si trattò di uno d egli scontri p iù sang uinosi: circa 125 i caduti ita li a ni e 300 i tedesch i.
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LA DICIIIARAZIOI\E D'ARillSTl7.10 E LA RE,!Srl''lZI lil~IFDIATA ~--
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Fin d al primo m auino la 3'1 Divisione Panzer Cre11adieravanzò lungo la Cassia e la Claudia, contenuta dalla Divisione corazzata Ariete. Negl i scontri di M onterosi, Bracciano e Manziana cadd ero 35 italiani e 110 furono i feriti. Alle 17, a Roma, iniziaro no le trattative fra i tedeschi e gli italiani su lla consegna delle armi da pa rte cli questi ultimi. Per le forze ita liane esse furono condotte dal colo nnello G iaccone, Capo cli Stato Maggio re della D ivisione CentC/uro, guidata dal generale Calvi cli Bergolo, il p iù anziano Comandante italiano della zona e genero del Re. Le trattative. alle quali prese pane anche il colonnello del Genio Corclero Lanza cli Montezemolo, proseguirono fino a notte inoltrata. Fu proposta una tregua, e vennero ripresi il progetto della dichiarazione della '·città aperta .. (va le a dire senza comandi o repa ,t i militari tedesch i), ed il manten im enlo formal e di Roma sotto auto rità ita liana, affiancata da un comandante tedesco, con l'unico presid io della Divisione PiClue, priva delle artiglierie. La sicu rezza e l'ordine pubblico, all'interno della città, sareb bero stati assicurati da 9 .000 carabi11.ieri, 2.600 finan zieri e 1.300 uomini della Polizia Africa l tal iana, agli o rdini d i un generale della stessa PA1. Gli ex alleati si impegnavano a non catturare i militari ita liaBiglietto reperito nel ni che appaneneva no a re7943 lungo la strada parti schierati entro 50 chilometri dalla ciLtà. f errata verso il Nord: Alcuni ca mpi d 'aviazione intorno alla capitale eran o «Siamo stali/alti stati occupati d ai ted eschi. A Cerveteri e alla Marcipl'igion ieri, i Carabinieri della gli ana, d ove erano p resenti veli voli del 3° Stormo e Capitale. Speriamo di d ei Servizi Aerei peciali, il persona le li rese inutili zritornare presto. zabili per evitarne la requ isizione eia pane d elle Cordiali saluti da tutti. truppe germaniche. \liva il Re•. ti 7 ol/obre I ntanto, il convoglio delle alte personalità, dopo di quell'anno, circa una sosta al castello cli Crecchio, d iresse per Ortona 3.000 carabinieri in serviz io a Roma Porto. Badoglio e de Cou rten anelarono a Pesca ra , f11rono disarmali e imbarcarono sul BC1ionettC1, che g iunse alle 20.30, e deportali i11 Ger111a 11ia procedettero p er O rtona. dove la nave d ette fondo
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LA P/\RTECll'/\ZIONE DEL.LE F OHZt A RMATt Al.I.A G UE RRA 0 1 L111 EHA7 10NE l, DI R ESISTENZ/\
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Mattino del 10 settembre, a bordo del Baionetta. Da sinistra: il p rincipe Umberto, Vittorio Ema nuele III e la regina Elena
a 500 metri d alla testata d e lla diga, a lle 23.40. Dieci min uti do po l'una ciel 10, il Baionetta, una volta imbarca ta la fa m iglia re a le con varie persona lità militari (in tutto 57 p e rsone), lasc iò il p orto di O rtona. Alle 4.30 lo Sciniitarra arrivò a Pesca ra, ma n o n trovò nessu no che l'attend esse; ripartì a lle 11.15 d irige nd o pe r Taranto, dove g iunse il g io rn o successivo , a lle 11.40. Il 10 sette mbre, a Ro ma , le trattative, in parte stravolte dai tedeschi dop o la loro conclus io ne , tanto che essi pre tesero l'insta llazione cli un p rop rio coma ndo in città, portaron o alla firma cli un accorcio . Nel pome riggio venne d ira mata la dich iaraz ione cli "Roma c ittà ape rta ", co n il gene rale Ca lvi cli Be rgolo Coman dante d e lla Piazza . T granatieri, p rote tti su l fianco eia re pa rti della Divisione corazza la Ariete, si sga ncia ron o da lla /Vlaglia na ripiegando su Po rta San Paolo , ne l q uartie re Ostiense, dove si svolsero accaniti scontri che continuarono fi no a lla tarda serata; g li ultimi si svil upparono atto rno e dentro la Stazio ne Te rmini . Complessivame nte, ne i combattimenti per Roma, cadde ro 414 militari e 159 civili; i fe riti furono o ltre 700, d i cui 24 c ivili. Il 12 sette m bre paracad utis ti te deschi libe ra rono Mussolin i, c he venne trasfe rito in aereo a P ratica cli Mare e , qu indi , a Mo naco di Ba viera , in Germa nia. Ligu ria
Subito dopo la dic h ia ra zione de ll 'armistizio , come p ia n ificato in precede nza , fu d a to l'o rdine a i cacciato rpe d inie re Da N oli e Vivaldi cli salpare dai p o rti liguri e d irigere verso Civitavecch ia. 38
LA DI C I-IIAHA Z I ONE n'AHMI ST I Z I O E Ì.A RES I STENZA IMMEDIAT A
Nelle vicinanze cli La Spezia le Divisioni Alpi Graie e Rovigo, con la loro resistenza in punti strategica m ente importanti, rallentarono l'azione delle truppe tedesche, consentendo alla Forza Nava le eia Battaglia (FN11), nella notte tra 1'8 e il 9, di lasciare la rada. Altre unitù sa lparono eia Genova e si uniro no alla F"IB, così da costituire un complesso cli 3 nav i da battaglia, 6 incrociatori, 8 cacciatorpediniere, una torpediniera, preceduto cli qualche miglio da una squadriglia torpediniere. La formazione, in applicazio ne a quanto disposto nel " Promemoria Oick", diresse a po nente della Corsica, verso La Maddalena . Numerosi m ezzi leggeri (torpediniere e VAS) lasciarono a loro volta La Spezia diretti verso i porti della Toscana , in particolare a Portoferraio. Intorno a mezzogiorno La Spezia fu occupata dalle forze germaniche che si impossessarono della Base Navale e d ell'Arsenale, ma tutte le navi in condizioni cli o p erare era no giù s;tlpate e le altre erano state danneggiate o autoaffonclate.
Campania e Napoli Fin dalla sera clell '8 settembre i tedeschi condussero azioni intese a prend ere il controllo clireuo delle zone costiere e dei nodi stradali e ferroviari della Ca mpania. Il generale Gon zaga del Yodice, Comandante d ella 222a Divisione costiera, schierata fra Eboli e Battipaglia, rifiutò cli arrendersi ai repa rti della 16a Divisione cora zzata e, verso le 20.45, fu ucciso d a una raffica cli mitra sparatagli a bruc iapelo da un militare nemico che voleva disa rmarlo . Alla mezzanotte gli Alleati iniziarono con i preliminari di sbarco nel Golfo cli Salerno, ciancio il via all'Operazione " Avalanche". Due o re più tardi iniziava anche lo sbarco della 5a Annata, al com ando del gener;tle statunitense Ciarle L'obiettivo era quello di sconfiggere rapidamente le fo rze ted esche e costringerle a ritirarsi verso il Nord Italia, sulla linea difensiva La Spezia-l{imini, puntando nel contempo alla conquista del porto cli Napoli, essenziale per il ri fornimento delle truppe alle;1te. Scontri a fuoco si verifica ro no nelle zone cli Aversa, Avellino e Villa Literno fra italiani e tedeschi. A Napoli azioni sporadiche cli questi ultimi, che spa ravano all 'impazzata da autoveicoli in corsa, provocarono la risposta dei militari italiani e della po p olazione civile: in v ia Fo ria furono cattu rati alcuni ufficiali e 15 soldati, una autoblindo, due autovetture e quattro autocarri. Il tentativo tedesco cli impossessarsi della 13ase Navale fu frustrato dal rapido intervento dei reparti della Marina. Si ebbero m orti e feriti da ambo le parti. La reazione d elle Forze Armate italiane non era supportata eia alcuna dichiarazione ufficiale ciel Governo, il che le po neva, rispetto agli ex alleati, in una posizione ambigua. Se a questo si aggiunge la presenza di civili armati, diviene plausibile la conv inzione dei tedeschi che gli italiani agissero contro cli loro a titolo indiv iduale, e quindi fossero d a considerarsi " franchi tiratori". Pertanto, e in cic'> confortati anche eia precisi ordini cli Hitler, si sentirono autorizzati a fu cilare i militari italiani cattu rati con le armi in pugno. È ciò che avvenne a Pomigliano d'Arco, a 2 ufficiali e 7
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L A l'A RTECl l'AZ IONF DEI.I.E F OHZE A RMATE A l.LA G L rn RA D I L IBERAZIONE E D I R E~ISTENZA
sold ati ; a Bellona-Villa Li terno (Caserta), a u n capitano della Guardia di Finanza; a Sa n Giovann i a Tecluccio e a Castel Voltu rno, a due finan zieri e, in seguito, quasi ovunque. L'azione dei ted eschi a Castellamma re di rabia ebbe due scopi: il p rimo, impossessa rsi ciel munizion amemo cl i lo ro pro prietà presente a bordo del merca ntile Maddaloni; il secondo, p rendere il Ca ntiere e la Corderia, p er neutralizza re le navi in allestimento, eventualmente farl e proprie ed occupare il litorale, situa to poco a settentrio ne della zona dello sb arco an glo-american o. Ma l'energi co intervento ciel capitano cli corvetta Baffigo, che coordinò la difesa ciel Cantiere e delle navi, in flisse lo ro delle perdite. I combattimenti si svilu pparono, sporad ici, fino al l'l l , quando il Coman dante ciel Presidio, colonnello O livieri, con il suo Aiutante Maggiore, e .13affigo, con un altro ufficiale cli Marina che fu ngeva da interp rete, fu rono in vitati da i ted eschi a parlamentare. Catturati prod itoriamente, e sembra o ttoposti a un processo sommario, i quattro ufficiali furono in segu ito trucidati: i loro corpi n on sono mai sta ti ritrova li. 1 tedeschi si impadron irono delle navi in al lestimento, ma, per la vicinanza alla zona dello sba rco alleato, decise ro d i distruggerle sul posto. A alerno, invece, le unità germaniche cerca rono cl i occupa re il porto della città, ma furon o contrasta te ancora una volta dalla 222" Division e costiera italiana. La loro 10<1 Ar mata impiegò la 16a Div i si one corazzata ciel XIV Corpo d 'Annata per conte nere le operazioni anglo-a m ericane: fu rono fatti affluire altri rinforzi, e sfumò così la possi bilità di una ra pid a ava n zata degli Al leati verso Nap o li. Nei gio rn i successivi , il generale Clark prenderà seriamente in considera zione la possibilità cli reimbarcare, ma il con trattacco ted esco sa rà fermato dal tiro naval e. Il 10 settembre, a apoli, si verificarono scontri nei quali rimasero uccisi un sottufficiale e due soldati ita liani . l tedeschi attaccarono Castel clel l'Ovo, sede ciel Comando Autonomo Regia Marina, e furono respinti perdendo un ufficiale e tre sol dati. Una forte resistenza si sviluppò sia auorno alla Caserma d ell 'Arma "Pastrengo", d ifesa da 51 tra sottufficiali e carabinieri , sia attorno al Palazzo delle Poste e d ei Telefoni e alla Galleria "Umberto l ", anch 'essi difesi da ca rabin ieri. Lo stesso giorno a Maddal on i giunsero repa rti della Divisione corazzata H errnann Goering, veteran a della Sici lia: si veri ficarono episodi di fu ci la zioni isolate e cli presa cl i ostaggi. A ola si trovavano i d ep ositi ciel 12° e 48° Artiglieria. Alle 15.30, da un 'autoblinda ted esca giunta nell a Piazza d 'Armi, fu intimato a tre ufficia li cli consegn are le armi individual i; ne nacque una discussio ne che attirò l'attenzione cl i civili e militari e dall 'autobl inda si in iziò a sp arare; immediata fu la reaz ione dei militari d ella vicina caserma e d ei civili armati. Intervennero altri mezzi blin dati e ne scaturirono va ri ep isodi d i fuoco, nei quali perse la v ita al meno un tedesco. G li italiani tentarono di parlamentare, ma l'ufficiale che procedeva con la band iera bia nca venn e ucciso a sua volta. Lo scontro si andò affievolendo con il cala re d ell a sera. Alle 10.30 clell'l 1 settembre, reparti della D ivisio ne corazzata Goering, al comando cl i un maggiore mutila to cli un brac-
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I.A DI C IIJ AHAZ JONE D ' A HM I STIZ IO I! LA RE S I ST ENZA I MMl!DI ATA
cio, ad d ucendo pretesti, con dei carri armati riusci ro no ad entrare nelle locali caserme m entre era in corso un rapporto ufficia li, e le occuparono : i soldati fu rono fatti riunire nel cortile e po i nella Piazza d 'Armi. I tedeschi effettuarono una spietata decima zio ne d egli uffici ali e ne fu cilarono 10, tra cui il Comandante ciel Presidio e il Com andante ciel deposito ciel 48° A rtiglieria , davanti alla truppa . Altri 40 ufficia li furono avviati alla deportazio ne, m a mo lti riuscirono ad allo ntanarsi dura nte il trasferimento. I soldati furono lasciati liberi. La brutale aggressione da parte delle truppe germaniche presenti a Napo li si sviluppò in una serie di saccheggi effcuuati eia singoli o eia p iccoli grupp i cl i soldati tedeschi a m agazzini militari , ma anche a negozi p rivati , con veri e p ro pri furti e rap ine. Tale comportamento esasp erò i militari e anche alcuni civ ili italiani, che no n esitaro no ad intervenire con le armi per scoraggiare gli aggressori. La reazione tedesca fu feroce e portò all'esecuzione immed iata d ei catturati: fu questo il caso cli 9 militari delle tre Armi , che, p resi nei p ressi cli Castel clell'Ovo, vennero fu cilati davanti al Comando in Cap o della Marina e, sorvegliati eia una sentinella armata , lasciati insepo lti per qualche giorno . Successivamente, cli fro nte ad una folla cli civili prelevati a forza dalle case circostanti, la stessa sorte toccò a 2 finanzieri e 2 m arinai, uccisi a colp i cli mitrag liatrice, sulla scalinata davanti al p ala zzo della Bo rsa; e ad altri ancora nei pressi clell 'Universitù, che fu data alle fiamme. Alle 12 clell 'l l settembre forze blindo -corazzate tedesche si impadronirono ciel porto cli Nap oli: unitù dell a G'uerinp, entrarono in città e la occuparo no. TI giorno seguente, 14 carabinieri c he avevano contrastato l 'occupa zione ciel Palazzo delle Poste fu rono trasferiti a Tevero la e fucilati alla presenza cli diversi militari rastrellati, che, comunque, dop o l'esecu zio ne vennero rilasciati. In totale, nei tre gio rni cli lo ll a, a Nap oli si ebbero 75 mo rti e 60 feriti fra gli italiani e 70 m o rt i e 200 feriti fra i tedeschi. Pugl ia e /3asilicata In Puglia e Basilicata erano presenli reparti della 1a Divisione paracad utisti e cl i altre unitù ted esche. Q uesti si ritirarono rapidamente dalla p enisola salentina, mentre o pposero resistenza agli anacchi nel resto della Puglia. La m attina del 9 settembre piccole unitù si impadro nirono cli alcuni edifici pubblici cli Bari, ma, quando tentarono cli occupare le Poste, furono respinti eia clementi della Milizia. Paracadutisti penetrarono nel p orto at:trn verso l'edificio d ella Dogana e ini ziarono a far sa ltare ca riche esplosive sui mercantili presenti, colpendo ne alt ri con il canno ne di una delle navi. l fin anzieri in serv izio al po rto apri rono il fuoco con i lo ro m oschetti dando, nel contempo, l'allarme alla vic ina Caserma ciel Comando cl i Circolo. Il generale Bello mo , Coma ndante d ell a X II Zona della M ilizia, ;1ccortosi della incerta azio ne ciel Com ando cli Corpo d 'A rmata, assunse personalm ente la guida cl i un reparto rnccogliliccio (2 ufficia li e 40 legionari , 15 gu ardie di Finan za, alcuni m arinai, un p iccolo distacca mento ciel 9° Genio) e attaccò i tedeschi ciel porto. La prima azione no n ebbe successo e
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L A l'AlffECll'AZIO'-I· DELLf i'ORZi AR'1 ATE /\I.I.A GUERRA DI LlllERAZIONf E DI R ESIST ENZA
il rep arto lamentò alcune p erdite. Pur se personalmente ferito, Bellom o riuscì a fare affluire altri rinforzi (48 legiona ri , una dozzina cli genieri, qualc he fante, un plotone cli fin anzieri , vigili urbani e un civile) e reiterò l'attacco, avendo stavolta ragio ne degli avversa ri. G li italiani ebbero 4 morti (u n ufficiale, un se rgente cli Marina, un finanziere e un legio nario) e vari feriti ; i tedeschi 7 mo rti , 45 ferili e va ri prigio nieri. L"inter vento cli rinforzi italiani fece cessa re i combattimenti : g li ex alleati si arresero e furono disarmati. Successivamente, per intervento dei Com andi Su perio ri italiani. vennero condotti alla stazio ne ferroviaria, riarmati e fatti all ontanare in treno. ella zona di Bari si ebbero ulterio ri scon tri che portarono alla perdita di un ufficiale e 23 tra sottufficiali e soldati italiani (oltre a 9 ufficiali e 56 uomini feriti), mentre i ted eschi lamen tarono 24 uom ini tra mo rti e feriti , o ltre alla perdita di molte armi e cli 33 autom ezzi. Per porre fine agli atti terroristic i m essi in atto dai tedeschi lungo la BariBitetto furo no inviati repa rti del d eposito 48° Fanteria che intervennero con d ecisione, tanto che ebbero 18 morti ; l'azion e fu interrotta per manca nza d i munizioni, ma gli avversari si ritiraro no. Scontri si ebbero anche a Franca villa Fontan a e Putignano, con 8 morti e 7 feriti. Altri soprusi fura no compiuti a Rod i Ga rganico, Foggia, Lucera, Cerig nola, Apricena , provoca ndo la reazio ne clei reparti iwl iani. Alle 16.30 una formazione nava le alleata g iunse a Taranto, iniziand o lo sbarco d ella P Divisio ne Airhonze britannica, e con esso l'O perazio ne "Li pstick "; sba rcò anche il geA rmata. nerale Montgomery, Comandante della Alle 14 ciel 10 il Baionetta, dopo aver incontrato lo Scipione Aji"icano, procedette per Brindisi, che risultava libera. el [)rimo pomeriggio la nave raggiunse la città e le alte personal ità sbarcarono. L' 11 settembre, nuclei motocorazzati tedeschi, provenienti eia Andria e Corato, cercaro no di p enetra re a B arletta, m a furono respinti d alle unità p resenti: il IX Battaglione mitraglieri, il XLVT Battaglione costiero, la 132a Baueria del CIL Gruppo d 'Artiglieria costiera, il Deposito Misto Egeo. I tedeschi ebbero 30 m orti, 31 feri ti, 30 prigio nier i e persero 4 autoblindo. li gio rno 12 il colonnello D alla Ch iesa, Coma ndante d ella Legione Ca ra b inie ri cl i l3ari, i cui mil itari avevano già partecipato agli scontri del 9, costituì il Comando Carabinieri I ta lia Meridio nale, comprendente i reparti della Puglia, d ella Cal abria , della Basilicata e dei territori a mano a mano liberati . Il pom eriggio cli quello stesso g io rno truppe britann iche en trarono a Bari. l tedeschi, con nuove forze e l'appoggio aereo, attaccarono ancora Barletta e la occuparono: per rappresaglia alla reazione italiana, fucilarono 12 g uardie municipali e 2 civili. Il DXLI Battaglio ne costiero li affrontò a Can osa d i Puglia e fece 50 p rig io nieri . Scontri isolati si ebbero a Matera, Potenza e Monopoli. 1 ci giorni immediatamente successiv i all"armistizio i reparti dell 'Aeronautica p resenti sulle basi pugliesi controllarono la ritirata d elle colonne tedesche verso orci . I ncidenti si ebbero presso l'aeroporto cli Gioia ciel Colle, dove la Germ ania aveva ancora consistenti forze, ma il ferm o at-
sa
LA DI L 111 A Il A I I o, F D ' A R~I IS T I ZIO E I.A RE~l'>T F I\ZA J \J\JEDIATA
13 settembre, aeroporlo d i Brindisi: il Re passa in rassegna uelivoli della Regia Aero11a11/ica
teggiamento del Comand ante del 4° tormo ita liano, col on nello François, riuscì a scongiu rare lo scontro. Il grosso degli aerei fu fatto afnu ire, n el frattempo, ve rso le più sicure basi d el Brindisino e ciel Leccese. I tedeschi ca usa ro no danni all 'aeroporto cli G io ia del Colle e una compagni a d el DXXXVIT Battaglio ne costiero li attaccò, ca uurand on e una cinq uantina. Il gio rno 13, accompagn ato dal Minist ro clell'Acronautica, generale and alli, il Re passò in rassegna i reparti schierati sull'aeroporto di Brindisi nella sua prima "uscita " ufficiale dopo l'arrivo nella città p ugliese. Il mattino del J4 un'unità corazzata germanica intimò la resa al p residio di Tra ni: la ri chiesta venne respinta. I nizi ò , quind i, l'attacco con l'appoggio dell e forze ae ree. l reparti locali ( il CCIX Battaglio ne mitraglieri e le truppe d ei d epositi del 207° Fanteria e d el 9° Genio) res istettero vigorosamente, ma i nfine d ovettero soccom bere. Caddero 2 ufficiali , un souufficiale, 3 fanti e 7 genieri; 12 furono i feri ti. l tedeschi occuparono la città distruggendo le caserme e gli impianti telegrafici e telefonici. Lo stesso gi orno si costituì a Bari il LI Corpo d'Armata. A Tran i , il 16, si verificarono nuovi scontri fra truppe ita lo-bri ta nniche e tedesche. Queste ultime si allonta naron o , m a il 18 si ri p resentarono in ci ttà e prel eva ro no 50 ostaggi per fu cilarli. Il misfatto ru impedito grazie all'intervento dell 'A rc ivescovo e del Sindaco. A risl:.lbilire la situ azio ne fu il 235° Reggimento f anteri a P i ceno. Contatti con le auto rità militari allea te permisero di definire il raggio d 'a-
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LA l'ARTEC ll'AZIOI\E DELLE FORZE AR\IATI: ALI.A GUERR.~ DI Llllf.RAZIO'I' l• DI R i;~"TENZA
zio ne degli aerei italiani , che no n d oveva andare oltre il settore Isole Jonie-Alhan ia. Il 17 settem b re truppe britannich e del V Corpo d'Armata occuparono Gioia d el Colle. Fra il 17 e i l 23 i ted eschi vennero respinti a nord dell 'a llineamento Corato-Potenza. A lle o perazion i tra i l 18 e il 20 presero parte la Di visione Piceno, ciel 11 Corpo d 'A rmata, due battaglioni dell a Di visione Legnano e il LJ Battagli one d 'istru zio ne. Il 19 forze italiane raggiunsero l'allineamen to Marti na Franca-Fasano, ma la loro azio ne fu fermata per ordin e delle auto rit~ì b ritan niche, che applicarono con fisca lità le clausole d 'armistizio, impedendo così ai comandi italiani cli impiega re le irrisorie risorse militari a loro disposizione in aiuto d elle uni tà che ancora resisteva no sulla sp onda o rientale dell 'Adriatico e d ello Jonio. Lo stesso g iorno i tedesch i attaccarono u n grande dep osito cli munizioni fra Andri a e Corato e vennero ricacciati d al 336° Reggimento Fanteria Piceno. Ebbero 45 morti e 40 feriti , mentre gli i taliani conta rono 2 morti e 5 feriti. A Matera, il 21, i finan zieri del loca le Comando ciel Corpo , unitamente a militari ciel p residio, intervennero contro alcun i militari tedeschi intenti a saccheggia re i nego zi della città. e nacque un conflitto a fu oco che si estese per l 'intervento di reparti o rganici , sempre ted eschi, ch e furon o, però, res p inti, lasciando sul terreno numerosi mo rti e feriti. TI 28 le truppe britanniche occuparono Foggia , togliendo alle forze della Germania uno dei principali aerop o rti impiega ti per il contrasto aereo allo sb arco alleato a Sal erno.
Corsica e ardegna TI Comando tedesco, dato l o sfavorevole rapporto di forze esistente in Sa rdegna (circa 30.000 uomini contro i 95.000 ita lian i), decise cli far p assa re al p iù p resto in Corsica - d ove erano presenti la Brigata motocora zzata N.eichsfiihrer e altre unità - la 90a Divisio ne Panzer Grenadier e i due Reggimenti autonomi: un eventuale rientro in Italia cli tal i reparti rendeva necessa rio il controllo dell'asse Sa rdegna (a rcipelago della M addalena) Corsica - I ·ola d 'Elba - Piombino. , i spiega no così le azioni immediatam ente condo tte con tro le truppe ita liane pre ·emi. Attorno alla mezzan oue clell '8 settembre combattimenti si svilupparono a Bastia, in Corsica, dove i tedeschi riuscirono ad impossessarsi ciel porto e delle navi italiane lì dislocal e: la torpediniera Ardito e il MAS 543. G razie però all'intervento cl i reparti cli bersagl ieri , fanti e sem oventi , il porto venne sub ito riconquistato e i prigionieri furono liberali. Nei combattimenti i soldati italiani ebbero 5 mo11i e 51 feriti. T marinai (quasi tutti clellArdito) tra motti , feriti e dispersi contarono 70 uomini . Rientrati comunque a bordo d elle navi, pur se gravemente danneggiate, riuscirono a porta rle a Potto ferraio. Dal 9 settembre le tru ppe tedesche presenti in Sa rd egna iniziarono i movimenti per concentra rsi nell a parte settenLrio nale d ell ' isol a. Qua ndo le lo ro unità nava li, all 'a lba cli quel gio rno , tentaro no cli lasciare Bastia, l'avv iso scorta Aliseo, uscito dal porto la sera precedente, e la corvetta Cor-
LA DIC H IARAZ I ONE l)'AHM I ST I Z I O E I.A R ESISTEN7. .A IMMED I A T A
Corsica, 1943: un semovente da 47/32 nel Porto d i Bastia appena riconquistato dalle truppe italiane
morano, al largo in pattugliamento , apriron o il fuoco e le affondarono o l e costrinsero a cerca re scampo in costa. Fra le 10 e le 12.25, a La M aclclalena, i tedeschi cercaron o di im possessa rsi d ell'isola e, in particol are, delle sue batterie costiere: riu sciro no a b lo ccare m o lti degl i ufficiali , riuniti dall'ammirag lio comandante per comunicazio ni e o rdini. La reazio ne immediata d elle altre forze italiane sul posto , con l'aiuto ciel dragam ine R.D.28 della Guard ia cli Finanza , impedì u lteriori occupaz ioni. Si ebbero 2 morti e 9 feriti fra gli italiani e 4 m o rti e diversi feriti fra i ted esch i . N onostante il raggiungimento cli un accordo per m anten ere la situa zio n e, vi furono ulteriori scontri. Intanto, in Corsica , p er fa cilitare il passagg io delle truppe germanich e d ella Sa rd egna, la Brigata Reicbsfùbrer occu pò Bonifacio . Nel p omeriggio cie l 9 , la Fo rza :"\lava le da Battagl ia italiana , m entre stava mano vrando per en trare ne ll 'estua ri o della Maddale na , ricevette la notizia dell 'occup azio ne d ell'isola da pa rte degli ex allea ti. La form azione accostò per uscire d al Go lfo d ell'Asinara: subito do p o arrivarono aerei ted eschi che attaccaro no le navi; verso le 16 la co razzata Roma, nave ammiraglia, fu colpita da due bombe g uidate sp eciali e affo ndò in breve tempo. Scomparvero con la nave l'ammiraglio B ergam ini, l 'intero suo Comando, e buo na parte d ell 'equipaggio: in Lo tale almen o 1.393 uomini. I numerosi superstiti f u rono raccol ti eia alcune de lle imbarcazion i che diri-
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LA PARTECIPAZIONE DEI.I.E FORZE AR~IATF Al.I.A G1 •rR!lA DI L ILIEl!AZIONE E Ili RE,JSTiiNZA
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9 settembre: quattro fotogrammi presi dal velivolo tedesco Do.217 cbe mostrano la corazzata Roma inquadra/a e poi colpita alle ore 15,52 da una bomba radiocomanda/a. Le linee tratleggiate evidenziano la traietroria dell'ordigno
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LI D I C 11IAHA Z IO N E D ' Al<JIII S T I ZIO E LA R ES ! ST FNZA I\IM E D I ATA
L'ammiraglio Bergamin i, che perù'à insieme con /.'intero suo Comando e parte del/.'equipaggio a bordo cl.ella corazzata Ro ma (a sin istra), affondata dai tedeschi nel Goffo clel/.'Asinara
gevano per le Baleari. Poco dopo, nell e stesse acq ue, affonda ro no, su mine posate dai tedeschi e in scontri con le batterie costie re della Co rsica, i cacciato rpe diniere D a Noli e Viva ldi, anch'essi con g ravi pe rdite umane . PERDITE NAVALI NELLE ACQUE SE1ì'ENTRIONALI DELLA SARDEGNA Repctrlo Corazza ta Roma Forze Navali da Bart~1gl ia su lla Roma Cacciato rpediniere Da Noli Cacciatorpediniere Vivai.d i
Tota le
Sollocapi e co1111111i
Totale
l!f/i cictli
Soli 1(!/i'c ic,li
57
171
965
1.193
28
60 22 4
112 198
200
8 2
54
60
95
257
1.329
1. 681
228
In Corsica, il 12 sette mbre, e fin o al 19, si sv iluppa ro no com batti menti fra forze ita liane e tedesche lungo la fascia costiera o rie ntale, che queste ultime intendevan o mantenere libe ra per fa r transitare le proprie truppe
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L A PAllTECIPAZIONE DEI.I.E FORZE ARMATE ,\LLA GurnRA DI L111ERAZION/i E DI RESISTENZA
provenie nti dalla Sard egna. Elevate le perdite italia ne, con o ltre 2.000 prig io ni eri. A La Maddalen a, fra le 9.30 e le 15.30 ciel 13, re parti costie ri ciel CCCXCI Battagli o ne e marinai (guida ti d al Coma ndante d e lla Base , capitano d i vascello Avegno), rinforzati d a m il ita ri d e lla locale Compagnia Cara binieri, ebbero cli nuovo scontri con i tedeschi, che venn ero resp inti n el porto: fu rono libe rati il Coma ndo Marina e la stazione rad io te legrafica. Gli ita liani conta rono 24 mo rti (fra c u i il Comanda nte Avegno) e 46 feriti; i ted eschi 8 mo rti e 24 feriti. L'attacco no n fu risolutivo, ma si raggiunse un accordo con il q ua le i tedeschi s i impegnarono a sgombra re l'isola una volta avvenuto il trasferime nto d elle loro truppe in Corsica. Scontri fra reparti italiani (Divisio n i Bari e Calabria) e retroguardie germaniche si verifica rono a Oristano, Macomer e Mores. Alle 19.30 del 13 i tedeschi occuparon o Bastia. Il 16, com e eia accorcio, sgombe raron o La Mad dale n a. Il 18, in Sard egna , le truppe italiane presero Santa Teresa d i Gallura , catturando 356 prigionie ri, molti materia li e a uto mezzi. Anche pe r il contro llo degli aeropo1ti si fronteggiarono militari italiani e tedeschi. Q uesti ultim i riusciro no, prima cli ritirarsi verso il nord dell'isola, a danneggiare nume rosi campi d i avia zio ne. Da Alghe ro e Decimo mannu , ancora agibili , i velivoli ita liani potero no p e rò operare p e r contrastare le forze ne miche . Il giorno 16 c inque bombard ieri Cant.Z.1007 bis effettuaro no un'azione offe nsiva all'altezza de lle Bocch e di Bon ifac io contro motozattere tedesche . Il mattino del 19 a ltri quattro Canl.Z. 1007 bombardaro no Porto Vecchio, in Corsica. Pe rd ite di u omini e velivoli s i la me ntaron o nelle azion i condotte contro
â&#x20AC;˘
Velivoli MC.202 e 205 in revisione presso il Serviz io Tecnico Caccia a/l'aeroporto di Galatina (Lecce)
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I.A D I C I-II AJCAZ I ONE D 'ARMIS TI ZIO 11 I.A RE SI STHNZA IMMlrnlA T A
le basi italiane in Sardegna dalla Ltf/twajf e: il 19 i suo i aere i colpirono g li aeroporti cli Elmas, Decimo mannu , Alghe ro , Milis e O ristano. Il 22 sette mbre un primo nucleo cli mo tosiluranti britanniche giunse ne ll'isola, scelta come base per operazioni contro la costa italia na, al fine cli inte rrompe re le linee cli comunicazione tedesche. Il 25, ne l te ntativo cli contrastare l'offe nsiva ae rea ne mica , si alzarono in volo da Ajaccio gli unici velivo li eia caccia presenti in Corsica , tre biplani CR.42 ciel 160° Gruppo, che ingaggiarono il combattime nto con una formazione germanica. Un aereo ne mico fu abbattuto , ma il giorno dopo la stessa sorte toccò a due dei CR.42. Il caccia italia no superstite anelò distrutto a l s uo lo durante il bo mba rda me nto tedesco de ll'aeroporto cli Ca mpo dell 'Oro. Nella campagna cli Sardegna i te deschi e bbero 50 mo rti, 100 fe riti e 395 prigionieri; persero, inoltre, 30 aeroplani, 6 batterie contrae ree, un carro armato, 300 a utomezzi, 2 motozattere, 24.000 casse cl i viveri. Gli italiani contarono 40 mo rti e 80 feriti.
Toscana Nella zona cli Ca rrara il Battaglio ne Val Fassa resistette agli attacchi ted eschi e mante nne il contro llo cie l transito sull'Aure lia. Po i, cli fro nte alla crescente pressio ne, il re parto si ritirò le ntame nte ve rso le mo ntagne. La resistenza ne lla zona continue rà fino al ] 4 settembre. A Stagno, vicino Livo rno, ne lla notte tra 1'8 e il 9 sette mbre , si svilu ppò un aspro combattime nto fra re parti cli Artiglie ria e forze germaniche . Gli italiani ebbero 13 mo rti e 40 fe riti. Nel porto cli Pio mbino erano presenti una decina cl i unità te desche da sbarco e costie re . All'atto della dichia razio ne de ll 'armistizio, il Comanda nte de lla DICAT (Difesa ContrAerea Territoriale) fece prigionieri i 7 o 8 marinai della stazione radar e alle rtò la difesa . Q uando, poco più tardi, ci si accorse che i tedeschi, scesi da lle unità navali , stavano procede ndo al disarmo de lle sentinelle italiane , il Com,tnclante locale de lla Marina inviò un re parto cli mitraglie ri per intimare agli ex alleati cli salire a bo rdo e lasciare il porto ; cli fro nte all'atteggiamento aggressivo cli questi, o rd inò cli aprire il fuoco, il che venne fatto anche dal personale de lle batterie con i suo i canno ni. Il combattime nto cessò solo qua ndo i tedeschi rie ntrarono a bo rdo, lasciando a terra parecchi prigionie ri. G razie all 'inte rvento d e l Comando de lla 215" Divisione costie ra e ciel gene ra le comandante il Pres idio, essi poterono poi recupera rli ins ieme a i morti e ai fe riti, e rie bbero indie tro le armi loro requisite dagli ital ia ni. Ve rso mezzogio rno de l 9 le forze german iche lasciarono il porto, avendo pe rso alme no 4 motozatte re (un 'altra affondò poco dopo per i danni subiti), e contando parecchi mo rti e fe riti; tra gli italia ni i fe riti furon o 3. Nelle acque tra Gorgona, Livorno e Castiglio ncello s i verificarono scontri navali fra posa mine , mo tosiluranti e mo tozatte re te desche e navi italiane in transito dirette al Sud ; alc une cli q ueste ultime furo no costrette con la forza a raggiungere Livorno. Sulla VAS 234, cluranle un conflitto a fuoco 49
LA PA!lTECIPAZIONE DEI. I.E FORZE ARMATE Al.LA Gurnl!A f)J LIREl!AZIONE E f)I RESISTENZA
nei p ressi dell'isola d i Gorgona, fu colp ito a morte l'a mmiraglio Martinen go; l 'unità sa ltò in aria. Nelle acque a sud cli Livorno affonda rono l 'incrociatore ausiliario Pietro Foscari e il pi roscafo Valverde; gra vemente danneggiata fu la nave traspo rto muni zion i BLf{f oluto. La stazione ferroviaria cl i Chiusi, già presa eia truppe germanich e, flt rioccupala da elementi della D ivisione Ravenna. Alle 4.30 del 10, un convoglio di navi tedesche (due torped iniere che scortavano un grosso m ercanti le armato) si presentò davanti a Piombin o chiedendo cli entrare in po rto per rifornirsi di acq ua e com bustibile. Non ostante il parere contrar io ciel Comandante di Marina, il Comandante del Presidio accordò il p ermesso: la popolazione, fra cu i m ol ti o perai degli stabi limenti e delle acciaierie, in iziò a rumo reggiare e ad armarsi con mezzi cli fortuna. Il convoglio diresse verso la zon a commerciale: qui prese sotto tiro 4 VAS italiane p rovenienti da I mperia, costringendole ad entrare in porto a loro volta. I ted esch i chiesero che ven isse interro tto il servizi o cli traghettamento con l'isola d 'Elba e continuaro no, con ogni pretesto, a far sbarcare uomin i armati. A lle 11 .30 istituirono un doppio posto cl i guardia fra il m o lo d elle acciaierie ed il pono, dove, a mezzogiorno, giunse ro altre lo ro p iccole unità. Per contrastare tale traffico intervennero tre corvette itali ane da Porto ferraio, dove si trovavano ancora, in attesa di o rdin i, le torpedi niere e le unità leggere giunte d a La Spezia. Cio no nostante, fino a sera continuaron o ad attracca re piccole unità germaniche. Sotto la pressio ne d ella popolazio ne, il Comandante del Presidio fu costretto ad inti mare ai tedeschi di la sciare Pio mbino . Prendeva nel frattempo p osizione anche il XIX B attaglione corazzato , con 20 carri armati M/42 e 18 se moventi, ma tu tti sen za il muni zion am en to per i ca nnoni. I tedesch i, da parte l oro, m etteva no a terra molti reparti e, alle 21 , invece cli lasciare il porto, effettuavano il p rimo attacco contro i carri . La difesa, ass icurata anche da personale ci vile, reagì prontamente, e la battaglia coinvolse j carri armati, le batterie costiere della Marina e dell'Esercito, marinai, fin anzieri di servi zio al Po rto vecchio e civ ili. Il fuoco term inò solo verso le 3 del mattin o ciel 12. Gli italiani, ai quali furono affondate le 4 VAS, ebbero p ochi morti ( fra cui 2 marinai) e una decina di feriti . I tedeschi persero una to rpediniera, 2 d ragamine, 7 unità da sb arco, e molle al tre loro im barcazioni rimasero danneggiate; contarono o ltre 100 m o rti , e da 150 a 250 prigionieri. Le lo ro nav i superstiti, mo lte d elle quali con incendi a bordo, si allontanarono. Certo si trattò di uno dei maggiori scontri fra gli ex alleati dell 'Asse attorno al la data d 'armistizio. La si tuazione in città riman eva incerta poiché le b atterie costiere erano a con o cli munizionamento. Essendo nel frattempo caduta in mano nemica qu asi tutta la costa circostante, si ritenne opportuno, su ordine ciel Comandante la Divisione costiera, rilasciare i prigionieri germanici. I Comandi liberarono i propri uo mini e, il 12 m attina, q uando i tede chi iniziarono il bombardamento di Piombino dal mare, i clifensori la abbandonarono. L' l l settembre le truppe germanic he, con d elle colonne motorizzate p ro-
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I.A DICl·IIARAZIONE D'AHMISTIZIO E I.A RESI S TE NZA I MMED I ATA
venienti dalla Statale e.li Lucca ed una corazzata scesa dal Passo della Futa, occuparono Firenze. La lotta ora si spostava sull'Isola d'Elba. All'alba del 10 le batterie della parte orientale dell'isola respinsero un te ntativo cli sbarco dei tedeschi. Il 13 mattina un violento fuoco incrociato fece fallire il primo attacco condotto dai loro bombardieri. A questo punto gli inglesi chiesero che le navi da guerra italiane proseguissero per Palermo, mettendo ulteriormente in crisi la difesa dell'Elba. Un ultimatum tedesco fu respinto dai militari sostenuti e spronati dal Comitato e.li Resistenza e dalla popolazio ne. Il 16, allora, poco prima cli mezzogiorno, le forze germaniche effettuarono un pesante bombardamento aereo che causò o ltre 100 morti e 150 feriti, con gravi danni alla rete cli comunicazione fra le batterie. A quel punto cambiò l'atteggiamento della popolazione, spaventata per i danni subiti e sotto la minaccia cli ulteriori bombardamenti. L'intimazione cli resa fu accettata, e il 17 i tedeschi effettuarono sbarchi dal mare e dal cielo, occupando l'isola.
Italia Settentrionale e Orientale Già la sera clell'8 settembre la 44a Divisione cli Fanteria tedesca , rinforzata eia mezzi corazzati, attaccò la caserma cli Colle Isarco, e Vipiteno venne occupata. I combattimenti prosegu irono per tutta la notte a Bressanone; alcuni reparti della Divisione alpina 'fridenlina cercarono cli raggiunge re il Sarentino e la Val cli Non. Il 14° Comando della Guardia alla Frontiera bloccò il transito eia Tarvisio dei treni tedeschi diretti in Italia. Incide nti si verificarono, ne lla notte tra 1'8 e il 9, alla stazione ferroviaria cli Fortezza, d ove i finanzieri reagirono all'intimazione cli disarmo: uno cli essi fu ucciso. Pe r diverse ore resistette il caposaldo cli Monte Forno, presidiato eia due compagnie ciel Battaglione alpino lV!orhegno, aiutate dai finanzieri ciel distaccamento, uno dei quali cadde in combattimento. Le unit;ì germaniche iniziarono il movimento verso Trieste. La Divisione Cuneense ricevette l'ordine cli portarsi a Menclola per operare in Val d'Adige e su Bolzano. In questa città ingenti forze tedesche attaccarono il Comando ciel XXXV Corpo e.l 'Armata, difeso eia un Nucleo Carabinieri rinforzato; immed iata e tenace la resiste nza, che dovette però cessare cli fronte alla superiorità nemica: i Carabinieri contarono 6 morti e 11 feriti; il Comandante e il Comando furono catturati. Contemporaneamente, con l'appoggio cli ca rri armati, fu attaccata anche la caserma dell'Artiglieria. Alle 4 de l mattino i tecl<:schi chiesero cli fermare l'azio ne della Cuneense. A mezzanotte cle ll'8 fu intimata la resa al Presidio cli Verona, che respinse la richiesta. Nella notte vennero attaccati il ponte cli Parona, la chiusa di Ceraino e l'aeroporto cli Iloscomantico: qui gli avie ri resistettero e la situazione fu ristabilita grazie all'arrivo cli rinforzi. Le forze germaniche si impossessarono invece cli Merano. Distaccamenti del Settore, isolati, si difesero a lungo, alcuni accanitamente, come a Prati cli Gufra , Resia e Pian de i Morti. All'a lba ciel 9, un reggimento corazzato tedesco attaccc) il Presidio cli Trento, 51
I.A l'A HTl:Cll'AZ IONi: Dlll.1,1: FOlt ZE AHMATI, Al.I.A Glll!H l{A DI l.1111:HAZ IO NE I: DI RESISTENZA
che resistette fino a quando gli fu possibile, considerata la sproporzio ne di forze. Le p erdite italiane furono gravi: 2 ufficia li, 2 carabinieri e 39 uomini tra sottufficiali e truppa morirono; 2 ufficiali e 250 militari rimasero feri ti, 132 elci quali vennero ricoverati in ospedale, d ove mo rirono ancora sette u omini. Data la particolare importanza che ri vestiva, per la Germania, la zona nord-o rientale nei collegamenti con l'Austria e la Sloveni;, , immediata e improvvisa fu l'azio ne per occupare, se mpre all'a lba ciel 9, i Presidi cli Tolmino (che resistette fino alle 15.30) e lungo la Val 13accia e la Val Fella. L'intervento dei reparti della 'l 'or ino hlocc<'>, allo sbarramento cli Salano, l'attacco lungo l'Isonzo, chiudendo, da quel lato, l'accesso a Gorizia e Udine. Cerca ndo di aggirare la resistenza della Divisione, le forze d egli cx allea ti diressero su Gorizia da Postumia, m a furono contrattacca te alla Sella cli Prcvallo : gli sbarramenti d ella Div isio ne alpina Julia tennero . G li italiani contarono 19 morti e 61 feriti; i ted eschi 30 morti e 102 feriti. Occupata la stazione ferroviaria di Tarvisio, alle 5.20 le unit;ì germaniche iniziarono l 'attacco contro la locale Caserma "It;tlia": tagli arono le condutture dell 'acqua e d ell 'en ergia elettrica e incendiaro no il tetto. Finite le mun izioni, b Caserma fu costretta a trattare la resa: agli ufficiali fu concesso l'ono re delle armi. Nelle zone limitro fe si svilupparono altri combattimenti. Tra gli italiani v i furono 26 morti e 47 feriti ; trn i ted eschi 50 morti e 70 feriti. Falliti i tentativi d i ottenere lo schieramento d ella D ivisione Julia al loro fianco, i tedeschi ini ziarono le o perazio ni o ffensive e occu paron o il dep osito munizio ni cli Casa rsa cli Sa nta Lucia d 'Isonzo. Alcuni loro b attaglioni , attaccati anche dai partigian i, si sga nciarono e ripiegarono verso AidL!ssina, Ci vidale e Gorizia. Le intimazio ni a ced ere le armi provocarono la reazione dei finanzieri cli Villa Opicina e cli Trieste. Q uando, alle 6.30, i reparti germanici occuparc)l)o il po rto giuliano e catturarono i pi rosca fi presenti , la corvetta Beren ice cercò di allo ntanarsi, ma fu colp ita dal fu oco cli una ba tteria della Milizia posta su un m o lo e catturata : la nave affo ndò con numerosi morti e dispersi. Riuscì invece ad allo ntanarsi il naviglio d ella Guard ia cli Finanza, che diresse verso Venezia, con l'ord ine di auto affo nclarsi in caso cli rischio cli cattura; così, giunte le unit;\ nei pressi ciel Lido ciel Cavallino e visto che la costa era gi;ì in ma no tedesca, i comandanti affo ndarono le pro prie navi. Alle 7.30 la D ivisione Cuneense ricevctle l'ordine cl i tornare a Mendola. Dopo lu nghe trattative fu deciso il suo disarmo, ma alcuni reparti riuscirc)l)o a sganciarsi e, allraverso il Passo del Ton ale, raggiu nsero il Piem o nte e la Valtellina. Q ui costituirono nuclei di resistenza e si unirono alle neonate fo rmazioni partigiane. Altri reparti, isolati, con tinumono invece ;1 resistere in ;u)l)a: il Bauaglio nc Pieue d i Teca, in Va lle I sa rco; il Ceua a Cardano; il Coma ndo 2° Reggimento alpini a Egna, per tutta la notte tra il 9 e il 10; il Battaglio ne Saluzzo e il Nucleo sussistenza reggirnent;ile a O ra, fino all 'esauriment o delle munizio ni. Sempre il 9, a Verona, d opo vari rifiuti it aliani ad accettare la resa, i tede-
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LA DICMIARAZIO NE D'A RMI STIZIO H l,A RE SIST ENZA l~l~IEDIATA
schi attaccarono le caserme con ca rri e artiglierie. Aspra resistenza si ebbe da parte delle truppe al de posito del Reggimento Lancieri di Novara e clell'8° Reggimento Artiglieria. Gli italiani ebbe ro 10 morti e 23 fe riti; i tedeschi 12 morti e 7 feriti. Lo stesso giorno vennero rapidamente occupate Trieste e Bolzano, me ntre a Rovereto, dove pure forze corazzate tedesche si scontrarono con i re parti italia ni, compreso il Comando de ll'8° Reggimento bersaglieri, l'attacco fu respinto. Poi però il Presidio dovette arre ndersi per esaurimento de lle munizio ni. Alle 7.30 ciel 10 te rminò la resistenza nella città: gli italiani ebbero 15 fe riti; i tedeschi 2 ufficiali e 43 tra sottufficiali e soldati morti , e 32 feriti. A Mantova, il 9, reparti germanici presero la stazio ne ferroviaria dopo aver ucciso il Comandante e fe rito 5 soldati de lle truppe che la presidiavano . Altri reparti occuparono i posti cli blocco sulle rotabili, le centrali telefoniche e te legrafiche; furono attaccate le caserme che resistettero fino al pomeriggio. Venne concluso un accorcio, che prevedeva di consegna re le armi e cli rimanere in caserma , riprende ndo il servizio cli ordine pubblico. Ma la mattina del 10, a ritiro delle armi ultimato, i tedeschi catturarono tutti gli ufficiali. Il 10, dopo un breve scontro a fu oco, Brescia venne occupata. Cremona cadde invece in seguito a combattimenti attorno alle caserme dei depositi: almeno un ufficiale rimase ucciso. Ancora il 10, forze cora zzate della Divisione SS Ado(f'Hitlerentrarono a Milano, occupandola. L'l 1 settembre la situazio ne alla frontiera orientale fu ulteriormente complicata per la presenza cli sbandati che rie ntravano dalla Slovenia e dalla Croazia provocando disordini, nonché cli partigiani slavi. A Gorizia, questi ultimi, senza scontrarsi con i tedeschi, s i impadronirono de i magazzini militari e dei depositi munizioni italiani, appropriandosi delle armi degli sbandati e, quindi, presero il controllo della stazio ne ferroviaria. Alle 18 truppe corazza te germaniche e ntrarono a Padova, dove il gio rno successivo fu occupato il Comando de lla II Squadra Aerea , il cui titolare, genera le Porro, per aver rifiutato ogni rapporto cli collaborazione, venne arresta to e successivamente avviato a lla prigio nia. Nella Regione Orientale i Comandanti italiano e tedesco raggiunsero un accorcio: le truppe italiane dovevano continuare a mante ne re l'ordine pubblico nelle province cli Gorizia e Ud ine; que lle tedesche non avrebbero compiuto atti ostili, né avrebbero supe rato gli sbarramenti tenuti dalle DivisioniJulia e Torino. I reparti clellaJulia si ritirarono dagli sbarramenti, poiché, in base agli accordi stipulati, le unit,ì dovevano radunarsi a Udine, in una zona libe ra . Alcuni altri s i sbandarono. Alle 18.30, g iunse in città una colonna motocorazzata tedesca proven iente eia Treviso, che bloccò tutte le caserme. Il 12 settembre unità de lla 'l'orino ripristinarono la situazione a Gorizia, mantene ndo il suo controllo e quello dello sbarramento sull'Isonzo. La sera una divisione corazzata tedesca diresse sulla città e, catturato il Comandante cie l XXIV Corpo d'Armata, la occupò il mattino seguente. Il 14, infine, colonne motorizzate prendevano Fiume. 53
LA PARTECIPAZIO.~ E DELLE FORZE ARMATE ALI.A G UEHRA DI LIUERAZIONE E D I RESl '>Tl'/\ZA
Eni ilia Alle 5.30 de l 9 sette mbre le caserme e i comand i d i Reggio Emil ia o pposero resiste nza all'azione tedesca , ma dovettero cedere. Si registrarono perdite da a mbo le parti. Il pomeriggio de llo stesso giorno conflitti a fu oco si ebbero a Forlì e Pavu llo-Lama Mocogno, ad opera di due Battag lion i e uno Squadrone degli Allievi de ll'Accademia delle Armi cli Fanteria e Cava lleria di Modena, e a Sassuolo, da parte dei frequentatori ciel Corso Accertamento Sottufficia li. A Fidenza le truppe italiane si aprirono la strada combattendo pe r raggiungere Parma. Qui si svilup parono violenti scontri, anche in pie no centro della città, con impiego di carri armati e artiglie rie . Caddero 2 ufficiali e 3 soldati; 21 furono i feriti. Unità germaniche occuparono la città . Il 10, dopo accanita resistenza lu ngo le rive del Trebbia e le diverse rotabili, e q uindi attorno alla caserme, cadde Piacenza. Gli italiani persero 3 ufficiali, 24 militari e 5 civil i; i tedeschi contarono 33 uomini tra morti e feriti. Dopo scontri attorno al gazometro e alla p olveriera cadde anche Pavia. La sera, oltre 200 ferrovie ri ciel Reich furono insediati per assicurare la manovra degli impianti ne lla stazio ne cli Bo logna. Al cuni carristi resistettero. Un ufficiale ca tturato fu fucil ato. A Imola e Rim ini, 1'11, truppe corazzate tedesch e bloccarono gli ultimi convogli fe rroviari della Divisione di Fanteria Legnano, prove nienti da Bologna e diretti in Puglia . Alle 10 ciel 16, a Imola, il Comando della Y Divisione Celere, che aveva trattato per un o rdinato scioglime nto delle truppe dipendenti, ormai isolate, venne circondato da re parti blindati tedeschi e costretto a cede re le armi; gli ufficiali furo no catturaci e avviaci a ll'inte rname nto . Marche e A bruzzo Il 12 sette mbre a Ascoli Piceno v i fu una violenta reazione al tentativo tedesco di impossessarsi della città . Gli italiani contarono 8 morti e 18 feriti, ma respinsero le forze germaniche che subirono numerose pe rdite, ed ebbero alcuni prigionieri. I combattim enti atto rno alla città si protrassero fi no al 4 ottobre . Pescara fu occupata . A Teramo invece si sviluppa ro no scontri ai qua li parteciparono anche prig ionieri anglo-americani libe rati. Nella zona i militari di alcu ni re parti costituirono delle bande partigian e, che raggiunsero la forza cli circa 300 uomini; la loro presenza p ortò ad una forte controffensiva de i tedeschi, con aspri combattimenti. Una volta avuta ragio ne de lla resistenza, essi effettuaro no una rappresaglia, fucilando ere carabinieri e un sottufficiale degli alpini. Piemonte el pomeriggio clell'8 sette mbre due compagnie tedesche attaccarono il caposaldo d el Frejus, difeso da re pa rti di forma zion e ch e comprendevano anche pe rsonale della Gua rdia alla Frontiera: fu rono respinte . TI 10 combattime nti si svilup paro no al Colle ciel Moncenisio, difeso dal Battaglione Moncenisio e d a batte rie della Guard ia alla Frontiera, che va-
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I.A DI C HIAR AZ I ONE l>'AII.III STIZI O E I.A RE SI STE N ZA IMMEDIATA
nificarono l'attacco dei tedesc hi, infliggendo loro gravi perdite (72 uo mini fra morti e feriti): il Colle restò sotto controllo italiano. Lo stesso gio rno il I Gruppo ciel Reggimento Piemonte Reale caricò i tedeschi tra Saluzzo e Savigliano . Scontri a fuoco si ebbero anche tra le truppe germaniche e i reparti cli formazione, comprese le Guardie alla Frontiera, che difendevano il Ponte di Nava, e che, alle 18.30, le respinsero. Altri combattimenti si svilupparono allo sbarramento cli Ormea, sulla strada che eia Val cli Tanaro porta ad Imperia: qui a respingere i tedeschi furono truppe cli formazio ne italiane della 4" Armata . Gli italiani ebbero 2 m orti e 3 feriti , i tedeschi 150 uomini fra morti e feriti. L' l 1 settembre unitéì delle SS provenienti eia Milano g iunsero nei pressi cli Torino; il Comando della città ritenne inutile la resistenza e Torino cadde in mano tedesca. I reparti che tenevano il Colle del Moncenisio ricevettero l 'ordine cli ripiegare in Piemonte, manovra resa difficile dalla presenza cli numerose forze nemiche. Molti uomini riuscirono p erò a sfuggire alla cattura e nuclei cli essi daranno vita alle prime bande partigiane piemontesi. Una parte ciel l3attaglione Moncenisio si rifugerà in Svizzera , dove verrà internata. Nella notte trn l 'U e il 12 il generale Verccllino ordinò lo scioglimento della 4a Annata , nonostante le unit,ì cli questa continuassero a controllare importanti posizioni, quali il Colle cli Tenda: molte città ciel Piemonte e della Liguria erano infatti ormai in mano ai tedeschi.
La Resistenza dei t·eparti all'estet·o Francia La sera clell '8 settembre unità tedesche iniziarono ad occupare la Piazza Marittima cli Tolone, presidiata dalle truppe italiane della 4a Armata . Da metà agosto questa era in trasferimento dalla Francia (dove doveva conservare il solo Nizzardo e Tolo ne) al Piemonte e alla Liguria; alcuni suoi reparti erano gi;ì stati prelevati e inviati, o ltre che in Liguria (per la Piazza Marittima cli La Spezia), in Emilia e in Puglia. Le forze d ell 'Armata, iso late fra cli loro perché frammiste alle forze germaniche, che le stavano sostituendo sulle posizioni, trovarono clifficolt.ì a resistere agli attacchi cli quelle, che presero subito il controllo dei ponti sulla rotabile costiera. I tedeschi svilupparono offensive anche a Grenohle, a Nizza e a Gap. Nella prima citt;ì essi occuparono il Comando della Divisione Pusteria, che venne però immediatamente riconquistato eia una compagnia ciel Baltaglione Bassano e dai carabinieri della 419" Sezione mobilitata. A N izza invece, alle 23, tentarono cli impossessa rsi della stazione ferroviaria: il reparto italiano che la difendeva combatté eroicamente . In modo partico lare si distinse il sottotenente Bono, che rimase ferito in modo grave. A Gap fu 1'11 ° Reggimento alpini della Pusteria a resistere ai loro attacchi, che si protrassero dall 'l .30 ciel 9 fino alla sera . Sul ca mpo rimasero 7 morti e 40 feriti italiani, e 18 morti e un'o ttamina di feriti tedeschi.
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LA PARTECIPAZIONE f>ELI.E F OHZE A R~IATE ALLA G t ' F HJtA DI LIBERAZIONE E 1)1 R E5t~n:l\;u,
Jugoslavia
Drammatica a ppa riva la situazione della 2a Armata italiana, che presidiava la lovenia, pa1te della Croazia e la Dalmazia. La presenza di aggu errite formazioni pa rtigiane, di forti repa1t i Ledeschi e di truppe croate costrinse i coma nda nti a fronteggiare mo lte plici minacce. I partigia ni, a nche qua ndo appa rtene nti a formazioni favorevoli agli ita lian i, assunsero u n atteggiamento infido, prete ndendo il disarmo e la consegna delle armi e dei materiali. Le unità dislocate in Sloven ia e Croazia ricevette ro l'ordine d i ripiegare verso la Venezia Giulia e di restringere le a ree occu pate raggiungendo le Piazze cli Se be nico, Za ra e Spa lato. I comandi furono incerti sul da fa rsi, e ciò portò ad un progressivo d issolvime nto de i re p a rti da lo ro dipendenti. Molti solda ti del V e XI Corpo d 'Arma ta furo no disarmati da pa rtigiani jugoslavi. Migliore fu la situazione su lla costa d almata me rid iana! , dove le truppe tedesche e ra no più lonta ne e mancavano q uelle croate. Alle 3 del 9 sette mbre, un ità della 7a Divis io ne mo tocorazzata SS PrinzEugen, su due colo n ne, attacca ro no Ragusa Vecchia, d ifesa dalla Divisione Messina. Anche la Divisione Marche resiste tte agli a ttacchi tedesch i, d isarmando tra gli altri un reggimento croato. Al le 5 fu effettuato un attacco tedesco-croato contro il Coma ndo della Divisio ne Lombardia a Karlovac: tenace fu la resistenza, con perdite da ambo le parti, ma alle 13 colon ne motorizzate germaniche conq uista ro no la ci LLà . In Montenegro la 118a Divis ione tedesca, dopo aver intimato la resa alle truppe ita lia ne , circondò il Gruppo Aosta de lla Divisione alpina Taurinen.se, a Niksic. TI Gruppo, rimasto isolato co n il Coma ndo ciel 4° Reggimento alpin i in u na zona p resid iata eia cclnici, p ur assediato eia preponderanti forze pa rtigiane e german ic he , oppose un 'accanita difesa, che si protrasse fino a lla fine cli o uo bre. A Spalato , d ove e ra no presenti re pa rti ciel XVIII Corpo d 'Armata e la Divisione Bergamo, o ltre ai contingenti ripiegati d ai pres idi vicini sgombrati (i n totale circa 20.000 uo mini), all'atto della dic hia razio ne dell'armistizio s i e bbe ro ma nifestazio ni popolari in favore de i pa rtig iani, che assaltarono i magazzini cli armi e cl i ma te riali. Alle 16.30 de l 9 pervenn e l'ord ine di fa r partire le navi militari e me rcanlili. A sera , aere i tedeschi bombardarono viole nte me nte il po rto. Frattanto i tenenti colon nell i dei Carabin ie ri Vene rand i e Venosta costitu irono una formazione d i mili tari dell 'Anna e cli altri soldati che si unì all'esercito jugoslavo, a fianco del q uale combatte rà s ino al termine della gue rra , con il no me cli Battaglio ne Carabinieri Garibaldi, al comando del tene nte colonne llo Venera nd i: fu il primo repa rto italiano a combattere contro i tedeschi con formazio ni di un altro eserciLo. Il 10 sette mbre il presidio d i Ploce venne evacuato verso l'ILa lia . All'alba di quello stesso g io rno i ted eschi ripresero il loro movime nto in Tie rzegovina, dirigen do verso la costa su tre colonne , che attaccaro no le posizio ni tenute dalle Divisioni Messina e Marche: q ueste resistettero, ritirandosi verso la costa. La colonna settentriona le , contrastata dalla Divisio ne Messina, p roced etLe a sud cli Me tkovic, verso Ploce e Siano. Q uella centrale,
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L A O ! Cll l ARAZ I Oi': E l)'A R ~IIST l Z I O E LA R ES I S TE NZA li\l ~I EO I ATA
I tenenti colonnelli partita da B ileca, n ella zona e.li Trebinje, fu fermata Venerandi e Venosta: da reparti d ellJ Div isio ne Marche e d al Battaglio ne costituirono il Battaglione Carabinieri alp ino Pinerolo, ai q uali, dopo ave re aspramente Garibaldi, che combatté combattuto, giunse però l 'o rdine cl i ritirarsi: il 55° a .fia neo dell'esercito Reggimen to Fanteria Nlàrche ripiegò su Ragusa ( inj ugoslavo di liberaz ione tanto sottoposta a vi o lento bombardamento ae reo) , il Pinerolo marciò verso Cattaro, p er riunirsi al prop rio Reggimento , m a al confin e fra IJe rzegovina e M o ntenegro fu attaccato da aerei nem ici e perdette 4 u fficiali e 70 alpini. L'l l truppe tedesche occuparono Sebenico. A segui to e.li accord i cessarono anche le ostilità a Ragusa . ella notte, però , co n u n colpo cl i mano , g li ufficiali italiani vennero cattu rati e le truppe disa rmate. Vi furono scontri a fuo co con reparti d e lla Marche e si ebbero morti e feriti d a ambo le parti. In Montenegro la Div isio n e Tauri11e11se, agli ore.l in i e.lei genera le Vival cla, in iziò a spostarsi da ll'interno verso la costa. Alle 6 d el 12, i reparti cli Curzola, circa 2.600 solda ti , imbarcarono su un convoglio che giu nse a B rindisi il giorno successivo; ad esso ne segu irono altri due, che permise ro a loro volta di mettere in salvo 5. 500 uo mini, sbarcando li a Vieste e a Bari. Sem pre il 12, a Ragusa, i tedeschi prelevarono il gene rale Am ico, Comandante de lla D iv isio ne Marche, ma l'intervento cli u n Comandan te cl i Battag lio ne riu scì a libera rlo. Am ico assu nse allora il comando d elle tru ppe pre-
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LA PARTECTPAZIONE DE I.I.li F O RZE AR MATE Al.I.A G UERRA DI LIBERAZIONE E DI R ESISTENZA
senti e attaccò la città vecchia. Ai combattimenti partecipò anche una compagnia de l XIV Battaglio ne d e lla Guardia d i Finanza, che perse un ufficiale, un sottufficiale e 4 finanzieri. L'afflu sso d i altre forze germaniche da Mostar e la presenza cli aere i convinse il Comandante del VI Corpo d'Armata italiano a parlamenta re . Alle 10 fu deciso il cessate il fu oco. Alle 14, il Comando cli Corpo d'Armata fu fatto p rigio niero e trasportato a Mosta r per essere inviato in Germania pe r l'internam ento . La sera del 13 settembre il gene rale Amico fu ucciso con un colpo a lla testa mentre ven iva trasferito verso l'inte rno in autovettura. Mo lti militari italiani, sfuggiti alla cattura, si affia ncarono ai partig iani. In Mon tenegro, il 14, dopo una serie cli accordi iniziali sul mantenime nto dell a situazio ne, di fronte a lle notizie degli atti ostili dei ted eschi, la Divisio ne Eniilia, presi accordi con il Comando Marina d i Teodo, decise cli effe ttuare un a ttacco contro cli ess i per consolidare le proprie posizio ni. Alle 5 interve niva con tro le unità d ella Divis ione Prinz Eugen, affluite da lla vicina He rzegovina, a Cobila, Teodo e a ll'aerop o rto di Gruda, men tre i reparti della Marina, unitam ente ad alcuni militari della Com pagnia Ca rabinie ri d i Teodo, atta ccavano le forze sba rcate, concentrate a Le petane. La gio rnata fu favo revole a lle truppe ita lia ne . Il 15 la Divisio ne Taurinense, inte rrotti i ponti sulle ro tabili per iksic e Poclgorica, cercò cli raggiungere la Divisio ne Emilia alle Bocche cli Cattaro. Lo stesso g iorno ripresero i combattime nti in Monte negro. I tedeschi ricevettero un sostanzia le a ppo rto dalla loro aviazione, s pecie con l'impiego d i aerei Stukas, ma alla sera 500 cli essi dovettero arrendersi. Alle 20, sotto la protezione d e i Battaglioni alpin i E.x:illes e Fenestrelle e cl i un reparto cli fo rmazio ne (200 fra fi nanzieri, alpin i e anigl ie ri), com andato da un capitano della Guardia di Fina nza, iniziò l'imba rco s u navi militari e me rcantili della maggior parte d elle rimanenti forze de lla Divis ione Emilia, del 3° Reggime nto alpini, del G ruppo Aitiglie ria Susa, del p e rsonale delle batterie de lla Marina. Le navi lasciarono il porto d i Teoclo alle 23, raggi ungendo regolarmente l'Italia, mentre g li a lpin i dei due battaglio ni, impegnati in retrogua rdia, si rifugiaro no sulle montagne. In questa sola giornata i tedeschi ebbero 75 morti, 31 feriti e 67 prigio nie ri; invece ne i combattimenti tra il 14 e il 15 la Divisione Emilia contò 597 morti, 963 fe riti e 1.020 dispersi; le fo rze dipe nde nti dalla Ma rina pe rsero 50 uom ini , fra mo rti e fe riti. Gli ufficiali ita liani catturati dai tedeschi furono passati per le a rmi il 18 settemb re. A Spalato, il 16, si prese contatto con la Missione militare b ritannica, per assic urare i viveri a i civili ed il trasferimen to in Italia cli quei militari che no n inte ndevano pre ndere pa rte a lla lotta partig iana (a lla q ua le invece avevano ade rito circa 1.500 uomin i). Lo stesso gio rno la Divisione Ta11ri11enseattaccò i tedesch i a Ceka nje e Kresta, occupando le due località. Vista la situazio ne che si e ra ve nuta a creare in Mo ntenegro, tutti i reparti dispers i d ella Divisione Emilia s i a rroccarono s u p osizio ni dife nsive. Il 18, i 704 uo mini c he componevano le truppe d i Traù cedettero le armi ai pa rtigiani e si imbarcarono s u 4 motovelieri diretti in Italia: uno cli essi fu diro ttato dai tedesch i, g li altri 3 raggiunsero Pescara. 58
LA DICHIARAZIONE D'ARMISTIZIO E I.A RESISTENZA IMMEDIATA
Il giorno seguente, nell'area cli Spalato, aerei tedeschi bombardarono e mitragliarono le zone cli Spinut e Cappuccini, ove si trovavano forze italiane. Le perdite furono notevoli: secondo il Comandante della Bergamo, 205 morti e circa 300 feriti; secondo altri molte cli più. Dall'Italia, il 23 successivo, giunsero a Spalato cinque piroscafi, che sbarcarono viveri e presero a bordo 2.940 uomini della Divisione lJergamo e ciel Presidio. Il convoglio salpò il 24 alle 3.20 per for ritorno in Patria. Il generale Comandante della Divisione imbarcò sulla torpediniera Aretusa. Le cinque navi vennero sottoposte ad attacchi aerei che causarono circa 40 morti e 50 feriti: approdarono a Bari il 25 alle 2. In Montenegro, a Ledenice-Grkovac, il 24 settembre, un reparto ciel Battaglione lvrea della Divisione 'l'aurinense, con la Compagnia Comando ciel 4° Reggimento alpini, sostenne contro le forze germaniche accaniti combattimenti, che si protrassero fino al 2 ottobre. Le truppe italiane ebbero 21 morti, 53 feriti e 102 dispersi. Il 26 furono attaccati dai tedeschi altri reparti della stessa Divisione, che dopo tre giorni di scontri riuscirono a respingere il nemico. La Divisione italiana fu però costretta a ripiegare nella regione cli Gornje Polje (a nord cli Niksic), già controllata dai partigiani. Sempre il 26 si anelò accentuando la pressione tedesca su Spalato, dove erano ancora presenti circa 8.000 soldati italiani. All'alba ciel giorno seguente truppe della 7a Divisione corazzata eia montagna SS Prinz Eugen entrarono in città e la occuparono. Il Comandante della Divisione sottopose a Corte Marziale, eia lui presieduta, gli ufficiali italiani catturati. Dopo un sommario interrogatorio, furono inflitte varie condanne a morte. Il 1° ottobre, a Signo, finirono davanti al plotone cli esecuzione i generali Cigala-Fulgosi, Pelligra e Policarcli, mentre a Trily fu effettuata l'esecuzione in massa, con mitragliatrici, cli 46 ufficiali della Divisione Bergamo. I superstiti furono internati in Germania e in Polonia.
Albania L'8 settembre un migliaio cli soldati tedeschi sbarcarono a Cattaro dal piroscafo Città di Milano. Il 9 una brigata cornzzata tedesca , diretta a Janina, in Grecia, intimò la resa ai reparti della Divisione Perugia, che presidiavano Gjorgucati, Argirocastro e Tepeleni. Ricevuto un rifiuto, proseguì nella sua marcia, ma lasciò distaccamenti per controllare i reparti con l'aiuto cli bande cli collaborazionisti albanesi. A loro volta le unità della Divisione Parma, isolate e frazionate, che controllavano i settori cli Valona e Porto Eclcla, sostennero numerosi combattimenti contro quelle germaniche e contro i nazionalisti albanesi, finendo però per soccombere, in gran parte trucidate, in varie località, specie a Drakovica. Stessa sorte toccherà alle unità della Divisione Puglie, che presidiavano il settore Scutmi-Kossovo. Sempre il 9, alle 6, i tedeschi attaccarono le unità della XVIII 13rigata costiera nella zona Vrgorac-Visici. I reparti italiani ripiegarono verso Metkovic, e eia qui, poi, si concentrarono nell 'isola cli Curzola. Alle 12, truppe della 100" Divisione Cacciatori tedesca occuparono Elhasan. Molti milita-
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I.A l'AHTl!C ll'AZION I! DEI.I.I! Fonzl! Anil ATH Al.I.A GUEIIHA D I LillEltAZIONI\ E DI i{ l!~JSTI\NZA
ri italiani raggiunsero le bande partigiane albanesi con l'intenzion e di unirsi ad esse nella lotta contro le forze germaniche, mentre altri furono disa rmati. Va lona venne occupata. La Divisio ne Firenze, che presidiava il vasto settore ciel Dibrano, ricevelte l'ord ine d i concentrarsi a Burreli. li 10 ad Arg irocastro i tedeschi si scontrarono con i reparti della Perug ict, che ebbero 18 feriti e qualche disperso. Lo stesso giorno loro forze mo to ri zzate entrarono a Durazzo e cerca rono cli occupare il porto e cli impossessarsi delle navi c he v i si trovavano: nonostante l'immediata reazione cli un I3auaglio ne mitraglieri e delle lxmerie della Marina, ebbero il sopravvento. Gli ital iani contarono 20 uo mini tra morti e feriti, i tedeschi 15. Si giunse ad un accordo: le navi italiane no n dovevano lasciare il porto o autoaffondarsi e i tedeschi si sa rebbero fermati. Anche alla Stretta della Vojussa si svilupparono combattimenti fra reparti della Divisione Per ugict e i tedeschi. Gli italiani eb bero 11 uomini tra morti e feriti. I circa 350 superstiti dires:;ero per Va lona, dove feriti e amma lati furono cariGtti su un pirosca fo che però non giunse mai in Italia, perché, danneggiato da batterie tedesche a Saseno , dovette invertire la rotta e fu affondato eia un sommergibile, anch 'esso tedesco. I ribelli albanesi occuparono Argirocastro e chiesero la consegna d elle armi. La Divisio ne Firenze, con un Battaglio ne della Brennero, due della A r ezzo, varie unità dei Carabinieri , ddla Guardia alla Frontiera e della G uardia di Finanza, raggiunse 13urreli: nel suo lungo movimento fece sa ltare i po nti d i Dihra, Mogorce e Topiani. Il suo Comandante, genera le Azzi, respinse due proposte, ava nzate dalla M issione di collegamento bri tannica , di cedere le armi ai partigiani cli A.xbi Uescbi ( Esercito naziona le albanese) e, fra il 16 e il 18, raggiunse Qafa Shtames per effettua re un attacco coordinato con la Brennero, allo scopo di liberare Tirana . li mattino cie l ·14, la Divisione J1erugict ricacciò i ribelli albanesi dalla cittù di Argirocastro con gravi perdite. li Comando della Divisio ne tedesca intimò al generale Chiminello, Comandante della Perug ia, di raggiungere Tepeleni, occupata dalle truppe germaniche: I' lf.llimcttum scadeva alle 17. Il generale interpellò i reparti, compresi il I Gruppo ciel 14° Reggimento Artiglieria della D iv isio ne Ferrctra e contingenti della Pctrmct, e ru deciso cli muovere verso la costa, a Po rto falda (Sa nti Quara nta), che risultava libero. Venne dato ordine alle forze cli Argirocastro cli ripiegare verso Valona. li 19 settembre, da Brindisi, il Comando Supremo incilò la Perugia, forte cli 400 ufficiali e 6.000 uomini, in sosta a Dclvino, presso Po rto Edda, a raggiungere ta le porto e difenderlo: la Divisio ne rispose che non disponeva cli v iveri e che le restava scarso munizionamenlo. Mentre il 20, a Valona , 500 superstiti del 130° Fanteria, dopo una disperata resbtenza, :;tremati e senza rifornimenti venivano catturati e deportati, il 22 le unit;ì agli ordini ciel generale Chiminello raggiungevano Porto falda e si sistemavano a difesa. A :;era giunsero dall'Italia due piroscafi che imbarcarono circa 2.000 sbandati. Il 23, dopo accord i con l'Esercilo nazionale albanese, l:t Div isione Firenze, su clue colo nne, punte> su Kruja, d ove fu accolta clall 'inLenso fuoco dell 'artiglieria tedesca. Si svilupparono asp ri combattimenti - sp ecie a Giu raj, in
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LA DI C HI AHAZ I ONE D'AHM I ST I Z I O li I.A Rl'. SIS T ENZA IMMEDIATA
cui si distinsero le batte rie ciel 41° Reggimento Artiglieria eia campagna che si protrassero fino al 24. L'attività dell'Aeronautica in Albania iniz iò a partire dalla metà ciel mese cli settembre. Furono effettuate nume rose missio ni, soprattutto al fine cli stabilire collegamenti con i reparti de ll'Esercito là schierati, sfidando ogni volta l'avia zione e la contrae rea tedesche. Nel corso di una cli queste missioni, il gio rno 21 , due MC.205 ciel 4° Sto rmo , decollati eia Brindisi alla volta cli Coritza per portare messaggi destinati alle truppe italiane, furo no fatti oggetto cli tiro da parte de lla contraerea nemica. Uno dei due caccia, quello ciel sottotenente Negri, venne colpito; il pilo ta, riuscito acl atterrare, proprio mentre cercava cli consegnare il messaggio ai soldati italiani venne catturato, e pochi g io rni d o po fucilato. Il 24, a Durazzo, i rimane nti repa rti della Divisione Brennero furono disarmati dai tedeschi. La Divisione Firenze, dopo aver subito g ravi perdite, ripiegò in direzione cli I3arbanesk e, quindi, su Qafa Shta mes, d ove, per ragioni logistiche, si divise in quattro blocchi. Alle 21.30 tre piroscafi portarono viveri e munizioni dall'Italia a Porto Eclcla. All'alba cie l g iorno segue nte ripa rtirono con a bordo 2.000 soldati. Una delle navi fu attaccata e affondata. Alle 19 cie l 25 cinque mercantili catturati dai ted eschi, diretti nell 'Adriatico settentrionale , scortati dall'incrociatore ausiliario Arborea e dalle torpediniere Missori e Rosolino Pilo, sotto il coma ndo nem ico lasciarono Durazzo con a bordo reparti d e lla Divisione Br ennero, diretti in Italia. Durante la navigazione l'equipaggio della Pilo sopraffece gli 8 uomini della scorta tedesca presente a bo rdo, uccid e ndone 4, e diresse pe r Brindisi, d ove giunse il 26. Il pomeriggio dello stesso gio rno, bande cli collaborazionisti albanesi, su natanti che inalberavano bandiera bianca, opera ndo in appoggio alle forze germaniche si avvicinarono a Porto Eclda e aprirono il fuoco. Immediata fu la reazio ne italiana: gli attaccanti furono respinti , uo mini e armi catturati. Alle 16 un aereo italia no la nciò un messaggio, avverte ndo che i mercantili adibiti al traspo1to de lle truppe verso l'Ita lia sa re bbero affluiti a Po rto Pale rmo anziché a Porto Eclcla, troppo esposto dopo la caduta cli Corfù. In seguito ad accordi intercorsi con la Missione cli collegamento britannica, il 28 settembre il generale Azzi costituì il Comando Truppe Ita liane de lla Montagna (TtMo), con sede ad Arbona, in gran parte formato eia reparti de lla Divisione Firenze. Vi e ra inquadrato a nche personale dell'Aeronautica, e precisamente ciel 38° Stormo, che, dopo essere stato costre tto a lasciare la base cli Scjak, aveva seguito il Coma ndante, tenente colo nne llo Barbi Cinti, nella sua volo ntà cli opporsi ag li ex alleati. Into rno al T IMO si raccolsero o ltre 25.000 uomini, che combatterono contro i te d eschi per quasi tutta la durata della guerra. Alle sue dipendenze furono costituiti i Comandi cli Zona Militare cli Dibra, Peza, F.lhasa n, Dajti e Berat, tutti affiancati ai corrisponde nti Comandi partigiani. TI 9 novembre, in aspro combattimento contro la 100a Divisione Cacciatori, ne lla zona cli Pez;1, vennero catturati il tene nte colonnello Zignani, giù Capo di Stato Maggiore ciel TIMO ed o ra Comandan61
LA PARTECIPAZIONI! DEI.I.E PO ltZE AUMATE Al.I.A GUEllltA DI Lllll:HAZIONJJ E DI R HSISTl!NZA
te cli un I3attaglione da lui costituito, e il Comandante della Zona Militare, colonnello Raucci, che furono successivamente fucilati dai tedeschi. Le forze residue della Perugia, aprendosi la strada tra i collaborazionisti albanesi, raggiunsero Porto Palermo e furono impegnate a fronteggiare, a Borsch, una colonna motorizzata tedesca che già controllava la località: avendo dovuto cedere le armi pesanti ai partigiani, subirono gravi perdite e furono costretti ad arrendersi. Il 1° ottobre il generale Chiminello fu fatto prigioniero con quasi tutte le forze che avevano preso parte al combattimento cli I3orsch: le truppe vennero disarmate. Il 5 e bbe luogo, a Porto Edda, una esecuzio ne in massa cli ufficiali e sottufficiali, che furono mitragliati e gettati a mare. In to tale vennero assassinati 120 ufficiali de i reparti e tutti quelli ciel Comando della Divisio ne Perugia. Le salme dei fucilati a te rra furono cosparse cli benzina e bruciate. Prima de lla resa, molti ufficiali e soldati italiani si erano dati alla montagna; i tedeschi effettuarono rastrellame nti e il 5 catturarono, presso Kalarat, alcuni ufficiali, che trucidarono nel vallone cli Kucj. Nel frattempo, a Porto Palermo, insieme ad altri, furono fucilati il colonne llo La nza, Comandante del 129° Reggimento Fanteria Perug ia, e il tene nte colonnello Cirino, c he avevano contestato la legittimità delle fucilazioni. In totale risultano giustiziati 137 ufficiali della Divisione, ma probabilmente furono molti cli più. Circa 3.000 uomini sfuggirono ai rastrellamenti; altri riuscirono a raggiungere le Truppe della Montagna, segue ndone le sorti. Gr ecia
In Grecia la situazione si presentava particolarmente complicata perché l'l P Armata italiana, con Comando ad Ate ne , si trovava, dal 28 luglio, alle dipendenze operative ciel Comando tedesco Gruppo Armate cie l Sud-Est, a Salonicco, e tutti i Corpi d 'Armata da essa dipe ndenti avevano al loro interno divisioni degli ex alleati. Le truppe italiane erano schie rate a cordone, frantumate in piccoli e numerosi presidi, mentre quelle germaniche erano concentrate, e schierate in posizioni cli particolare importanza strategica. Inoltre, dalla caduta del regime fascista, tutto il movime nto partigiano era anelato intensificandosi, pur essendo costituito eia organizzazioni cli dive rsa connotazione politica, spesso in lotta fra di loro. Alle 21.30 cle ll '8 settembre, ad Ate ne, il Comando lP Armata inviò alle truppe dipendenti (7.000 ufficiali e 165.000 uomini) l'ordine di «non attacca re i tedeschi , non far causa comune con i partigiani né con le truppe anglo-americane, in caso queste sbarcassero; reagire a qualsiasi tipo di attacco». I repa rti tedeschi effettuarono colpi cli mano contro i campi cli aviazione italiani cli Kalamaki, Tatoi e Ate ne, impadronendosi d egli aerei. Con loro vennero iniziate trattative, intese a lasciare le truppe italiane in difesa costiera per 14 giorni e , quindi , a rimpatriarle con armamento da definirsi. Alle 4 del 9, sempre ad Atene, il Comando tedesco comunicò l'accettazione ciel rimpatrio dell'Annata italiana, ma con il solo armamento leggero. Scontri a fuoco si ebbero nell'aeroporto di Larissa, con una quindicina cli feriti
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LA l)I CII IAHAZI ONE Q'AHMIST I ZIO E I.A RESISTENZA !~!MEDIATA
fra i tedeschi e 13 avieri italiani catturati. Tra le 9 e le 10, all'l l" Armata furono diramati degli ordini, concordati con rappresentanti tedeschi, per radunare le truppe dipendenti in vista del loro successivo trasfe rimento in Italia e per le modalità cli cessione de ll'armamento pesante e collettivo. Alle 10, in Tessaglia, fu ingiunto ad alcuni reparti della Divisione Pinerolo cli consegnare le armi: il Comandante, generale Infante, rifiutò cli ubbidire. Nel primo mattino ciel 10 giunsero a Larissa altri reparti tedeschi. Il generale italiano pensò cli concentrare le proprie truppe alle pendici ciel Pindo e, dalla Missione britannica in Grecia , si mise in contatto con la resistenza locale. Nel pomeriggio incontrò, o ltre al colonne llo I-liii, il generale Sarafis e il colo nne llo Raptopulos, rispettivamente rappresentanti delle formazioni partigiane ELAs (Etbnikos Laikos Apel~/ìberotikon Stratos, Esercito Nazionale Popolare cli Liberazione) e EDES (Ethnikos Diniokratikos Ellinikos Syndesmos, Lega Democratica Nazionale Greca). Vi fu un accorcio per il quale le truppe italiane, disp oste a combatte re contro i tedeschi, che avessero raggiunto la montagna avrebbero mantenuto il proprio armamento e sarebbero state rimpatriate non appe na possibile . Il patto fu sanzionato il 25 settembre dal generale Wilson, coma ndante le Forze Alleate nel Medio Oriente. Nella notte ciel 10 iniziò il trasferimento delle truppe della Pinerolo (oltre 20.000 uomini) verso zone controllate dai partigiani clell'EnEs. I tedeschi effettuarono voli cli ricognizio ne aerea per inclivicluarle. Il 16 settembre si verificarono scontri al passo cli Kalabaka fra uno squadrone dei Lancieri di Aosta, appoggiati eia una batteria, ed ele me nti moto rizzati germanici: gli scontri si protrassero anche p er il giorno successivo . Il 20 il generale Infante costituì, con i reparti della Pinerolo rimasti con lui, il Comando Forze Armate Italiane in Grecia: in totale circa 8.000 uo mini , compresi carabinie ri e guardie cli finanza e 1.000 quadrupedi. Il 22, a Beletzi, una colonna motorizzata tedesca attaccò le posizioni difese dal Gruppo appiedato Lancieri di Aosta, e dal I e III Battaglione ciel 313° Fanteria Pinerolo, una Sezione cannoni ed una autoblindo. I tedeschi contarono un centinaio cli uomini fra morti e feriti. Il 23 nuovi scontri avvennero a Kalabaka. Intanto, 1'11 settembre, il primo scaglione cli uomini clell'l 1a Armata aveva raggiunto le stazioni ferroviarie cli Ate ne ed era stato imbarcato su tre nitradotta per il rimpatrio in Italia. Lungo il tragitto quei convogli furono deviati, come i successivi, verso lontani ca mpi di concentrame nto. Gradualmente tutto il territorio greco passò sotto il controllo tedesco. Alle truppe italiane venne posta l'alte rnativa: affiancarsi a quelle germaniche (arruolandosi in esse o cooperando in reparti ausiliari o cli lavoratori) o essere internati. Entro la prima decade cli ottobre rimanevano sul territorio continentale greco circa 25.000 uo mini unitisi ai reparti partigiani, e 35.000 nascosti alla macchia o presso fam iglie amiche. Molti cli questi, senza più mezzi di sussistenza, dopo grandi privazioni dovettero presentarsi ai tedeschi, che li trasferirono in campi cli concentramento o li adibirono a lavori gravosi. Circa 60.000 uomini dell 'Armata, delle Divisioni Cagliari, Casale, 63
ronzi:
' - LA l'AHT!:Gll'AZIONE OELl,E A1\~1A,'iE , Al.I.A GÙEl!RA Ili LlllERAZIONE E D I_RIISISTENZ,I ,
Forti~ Modena e Piemonte, sottrattisi alla cattura, crearono isole cli resistenza contro gli ex a lleati.
Isolejonie All'alba ciel 9 settembre, a Cefalonia, reparti della Divisione Acqui, agli ordini ciel generale Ganclin, p resero posizione per fermare i movimenti cielle truppe tedesche dell'isola, che avanzavano verso la città cli Argostoli per bloccare il Comando Divisione. Il generale Ganclin informò il Comandante tedesco delle direttive clell'l 1a Armata , pervenutegli tramite !'VIII Corpo d 'Armata. Alla sera g iunsero le ulteriori comunicazioni, relative alla cessione dell'armamento pesante, che Ganclin ritenne apocrife. Cominciarono i colloqui con il Comandante tedesco, con rifiuto cli cessione delle armi e tentativi , fa lliti, cli prende re contatto con altri comandi italiani in Grecia, che continuarono anche i giorni 10 e 1 L Il 10 settembre, il colonnello Lusignani, Comandante cie l Presidio cli Corfù - costituito eia! 18° Reggimento cli Fanteria e reparti del 33° Artiglieria della Divisione Acqui, da e lementi della Marina e dell'Aeronautica , eia una compagnia cli carabinieri e un battaglione cli finanzieri-, dopo aver preso gli opportuni provvedimenti, respinse la richiesta ciel Comandante delle forze germaniche di cedere i poteri e liberò i prigionie ri politici greci. Le unità dipendenti furono opportunamente schierate, Alle 13 clell'll giunse a Corfù un motoveliero con bandiera bianca, con a bordo parlamentari tedeschi che, alle 16, vennero incontrati eia Lusignani: le loro richieste furono respinte e venne specificato che non sarebbe stato consentito alcun movimento ai loro reparti presenti nell 'isola. Il mattino ciel 12 venne dato l'ordine alle batterie italiane cli non autorizzare l'atterraggio cli aerei e l'approdo cli natanti tedeschi. Nel pomeriggio giunse un nuovo motoveliero con parlamentari della 1a Divisione eia montagna e ciel Comando Gruppo Armate Sud-Est: le loro richieste furono ancora una volta respinte. La sera, i reparti tedeschi dislocati nella parte occidentale cli Cefalonia sopraffecero il personale cli due batterie e i carabinieri e i finanzieri delle stazioni presenti nella penisola cli Lixuri. Nella notte tra il 12 e il 13 il colonnello Lusignani informò il Comando clel1'Acqui cli aver respinto le richieste degli ex a lleati, i cui aerei, all'alba, bombardarono il porto e la citt,ì cli Corfù, nonché le navi che stavano traghettando il presidio cli Porlo Eclcla. Alle 7.45 Lusignani elette o rdine cli attaccare i tedeschi prese nti nell'isola: un loro tentativo cli atterraggio cli aeroplani fu sventato e 4 aerei furono abbattuti. Alle 10 g iunse un altro motoveliero con parlamentari, che non ottennero nulla cl i nuovo. Alle 11.30 fu avvistato un convoglio cli motove lie ri e motozattere diretto verso Coritza. Dopo averlo fatto avvicina re, le batterie italiane aprirono il fuoco affondando una motozattera e 2 motovelieri e danneggiandone a ltri 3, con gravi perdite fra il personale trasportato. Un secondo convoglio, che segu iva il primo, invertì la rotta. Continuò invece lo sbarco cli personale proveniente eia Porto Eclcla: 5 battaglioni, dei quali uno della Divisione Parma e uno della Brennero, un
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LA DICHIAI\AZIONE D 'A ll~IISTIZIO E I.A RESISTENZA IMMEDIATA
gruppo cli Artiglieria, un ospedale eia campo, reparti minori con personale della Marina e della Guardia cli Finanza; in to tale circa 3.500 uomini, cosicché il presidio cli Corfù salì ad oltre 8.000. A sera, buona parte delle truppe tedesche si arrese. Contemporaneamente giunsero, eia Brindisi, le torpediniere Sirtori e Stocco, per cooperare alla difesa. Il colonnello Lusignani comunicò al generale Ganclin cli aver sopraffatto e catturato il presidio tedesco cli Corfù. Nell'isola giunsero sbandati eia Santa Maura, che comunicarono l'avvenuta sua conquista eia parte delle truppe germaniche: i reparti della Divisione Casale e della stessa Divisione Acqui lì presenti, dopo una resistenza nella quale era caduto il Comandante ciel 12° Reggimento Fanteria Casale, colonnello Oualevi, erano stati catturati. Da questo momento, le azioni tedesche contro le truppe italiane saranno c1ratterizzate dall'impiego cli aerei (caccia, bombardieri e Stukas) senza incontrare contrasto eia parte dell'aviazione alleata, ma solo da quella italiana. All'alba ciel 13 settembre, a Cefalonia, due motozattere tedesche cariche cli soldati e artiglierie, che dirigevano verso Argostoli, furono prese sotto tiro dalle batterie della Acqui: una fu affondata e l'altra, con 5 morti e 8 feriti, si arrese. Presente nell'isola era anche una Compagnia semoventi tedesca ed il tiro proseguì contro cli essa: venne sospeso quando la Compagnia chiese cli riprendere le trattative, che continuarono anche con il generale Lanz, Comandante ciel XXII Corpo da montagna, giunto in idrovolante a Lixuri. Il 14 gli ultimi reparti germanici dislocati a Corfù si arresero: caddero così in mano italiana 12 ufficiali e 414 militari. Alle 9 cominciò un nuovo bombardamento aereo e la torpediniera Sirtori venne colpita in modo grave; l'unità, sbandata fortemente, fu portata ad incagliare. La torpediniera Stocco uscì dal porto e, dopo aver incrociato per tutto il giorno a sud dell'isola, rientrò a Brindisi, assumendo il compito cli scortare i convogli fra la costa albanese e la stessa Brindisi. A Cefalonia si optò, da entrambe le parti, per la lotta armata. La difesa italiana abbatté due idrovolanti nemici. Aerei tedeschi sorvolarono ripetutamente l'isola: il 15 settembre effettuarono una manovra avvolgente contro Argostoli, con violenti bombardamenti. Si svilupparono attacchi e contrattacchi, anche all'arma bianca. Alla sera il Monte Telegraphos, che ern stato occupato, fu riconquist:1to dagli italiani. A sua volta Argostoli, occupata con l'appoggio ciel Gruppo semoventi , venne riconquistata con la cattura, alle 23, ciel Gruppo Fautb e della 202" Batteria semoventi. I tedeschi ebbero morti e feriti, oltre a 470 uomini fotti prigionieri, ai 6 semoventi catturati, all'abbattimento cli un aereo e all'affondamento cli circa 15 mezzi eia sbarco. Gli italiani persero quasi 2 compagnie distrutte eia attacchi aerei, oltre a una sezione cli Artiglieria. Sempre il 15 si ebbe a Corfù un nuovo tentativo cli sbarco delle forze germaniche, con una quindicina cli navi, respinto dal tiro delle batterie. I marinai della Sirtori, non necessari all'uso delle artiglierie contraeree cli bordo, furono impiegati a terra. Per tutto il giorno si susseguirono i bombardamenti aerei. 1 feriti furono sgombrati impiegando velivoli clell'iclrosoccorso.
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L A PARTECI PAZIONE DELLE FOHZE AHMATE ALLA G U F.UHA D I L IBERAZIONE E DI RES l oTEi\'ZA
Il 16 i tedeschi sbarcarono a Cefa lo nia 3 battaglio ni di cacciato ri da mo n-
tagna e 2 batterie d i obici del TU Gru ppo del 9° Reggimento di artiglieria da montagna . Intanto le lo ro forze già impegnate in combattime nto si sganciarono e si ridislocarono: i bombardamenti aerei continua rono per tutto il giorno su e ntrambe le isole . A Corfù si accentuò la care nza di generi alimentari. Il colonnello Lusig nani completò la distribu zione di anni ai partigiani greci in funzio ne antiparacadu tista e rischierò le proprie unità per presidiare le zone di possibile approdo. Si rinnovaro no le richieste al Comando Supremo di inviare missio ni aeree per contrastare l'offensiva aerea nemica , oltre che mun izio ni e viveri. Per tutto il 17 a Cefa lo nia continuarono l'arrivo di truppe tedesche e i bo mbardamenti ae re i su quelle italiane. Le prime attaccarono le posizioni del III Battaglione del 317 ° Fa nte ria Acqui, che e bbe circa 100 morti . Il contrattacco italiano ripristinò la s ituazione. Il 18 il generale Lanz o rdinò l'Operazione "Ve rrat" (trad imento), che prevedeva l'attacco e la distruzione ciel Presidio ita liano di Corfù. L'operazione fu però differita fino alla caduta di Cefalonia. I tedeschi, con violen to appoggio aereo, ripresero allo ra l'offensiva contro tale isola: il I Battaglione del 317° Reggimento italiano e bbe 400 uo mini fra mo1t i e feriti e perse varie armi. Poiché continuava l'afflusso di truppe germaniche, l'Aviazione italiana , a partire dal 17, cond usse ricognizioni aeree per proteggere il Presidio e colpire i mezzi da sbarco nemici. Nella tarda mattinata del 18, velivoli RH.2002 ciel 5° Stormo bombardarono ripetutamen te tali mezzi n el porto di Igoumenitsa. Il RE.2002 de l tene nte Vale nza venne colpito; il pilota, costretto all 'atterraggio sull'isola, fu fatto prigioniero. Il gio rno successivo, il primo caduto: il tenente Fox, che , dopo aver sganciato le due bombe del suo RE. 2002 sulle imbarcazio ni tedesche, proseguì la propria azione con le mitragliatrici sul campo di Paramith ia, ma fu centrato dalla contraerea nemica. Il 19 continuò il bombardamento aereo di Corfù. L'Aero nautica italiana e ffe ttuò una missio ne di ricognizione e una d i bomba rdamento a tuffo . Si ebbero anch e scontri di artiglieria con le batterie tedesche poste sulla costa greca e giunse segnalazio ne ciel concentrame nto di mezzi navali nella baia di Igoumenitsa, di fronte a Corfù. Ne ll 'isola arrivarono da Brindisi la MS 33, con medicinali, e la moto nave Probitas, scortata dalle torpedinie re Clio e Siria, le quali prosegu iro no per Santi Qua ranta, dove imba rcaron o 1.760 soldati che trasportarono a Brindisi. Il 20 una missio ne inglese cli collegamento fu paracadutata su Corfù , ma il contatto radio con Il Ca iro non riuscì. Velivoli dell 'Aeronautica italiana bombardarono con spezzoni e mitragliarono le imbarcazioni presenti nella baia cli Plataria. Alle 5.45 del 21 fo rti formazioni aeree tedesche impegnaro no in combattimento le posizioni de ll 'artiglieria italiana a Cefalonia, prevenendo il loro programmato attacco. Questo fu pa nato ug ualmente, ma fallì, e vi furono anche gravi perdite, pe rché gli avversari erano di fesi da truppe fresche. In soccorso di quelle ita liane vi furo no spo radici inte rventi aere i, il cui scop o
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L A D I CH I AHAZIO\I E D'AIL\11!> '1 I Z I O E I. >\ R ES J ~ TF '\Z/\ J \ I \I ElllATA
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Cefalonia, settembre .1943: un gruppo di i1[ficiali sosia alla "Casetta Rossa " prima dei comballimenti
era d i battere e sor vegliare la penisola d i Lix uri, Cap o Manta e la baia d i Vazza ; nel pom eriggio vennero effettuate azioni di m itragliamento e di lan cio d i spezzon i, specialmente su l nodo stradale a no rd dell 'aeroporto d i Bliote. I tedeschi contrattaccarono e occupa rono, di sorpresa, Plaraklata e Phra nkata, dove liberarono i propri soldati, fatti prigionieri in precedenza. Tniziaro no le uccisio ni dei sol dati italiani cauura ti . elio stes o giorno furono condoni v iolenti bo mbardamenti aerei su lle postazion i meridion ali dell 'isola di Cor fù. La torpediniera Sagittario, inviata a richiesta delle autori tà britanniche, contribuì validamente alla difesa antiaerea e antisba rco. Alle 18 si interruppero i collega m enti radio con Cefalonia. Sempre a Cefalonia, il m attino ciel 22, si veri fica ro no gli attacchi cli tre colo nne tedesche, appoggiate da Stu kas, contro i resti d ella Acqui: alle 11 gli obiettivi fu rono raggiunti e i supersti ti ca tturati furon o trucidati su l posto. A nulla servì l'intervem o degli aerei italian i, con spezzon i, n ella zona cli Kardakata. Il generale Ga nclin chiese la resa. Te rminava, così, la battaglia. I caduti italiani nei combattimenti sono stati ca lcolati in 65 ufficiali e 1.250 soldati. In bas agli ordini cli H itler clell 'l l settembre e alle d irettive clell 'OKw ( Obe1Kommanclo cler Wehnnacht, Comando Supremo delle Forze Armate tedesche) ciel 15 successivo. gli ufficiali che aveva no resistito agli ex alleati dovevano essere passati per le armi , i sottufficia li e i soldati avviati nelle re-
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LA PART ECll'AZIO!'<F OHI.E F ORZE ARMATE ALLA GLERRA DI L lllERAZIOI\E e DI R ESJSrnl\'ZA
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San Teodoro, C(t(alonia. Un 'immagine della "Casetta Rossa ", nei pressi della quale il 24 selfembre vennero ji,cilati 129 ufficiali ilalia11i
gioni orientali del Reicb per essere arruolati nel servizio ciel lavoro. el corso dei combattimenti 155 ufficiali e 4.750 sottufficia li e soldati furono uccisi su l posto, dopo la cattura, con le arm i in pugno; poco più di 5.000 uomini furono catturati al termine della lo tta. Il 22 continuò invece il bom bardam ento aereo e lo spezzonamento delle posizio ni meridionali cli Corfù . Il giorno successivo, mentre a Cefa lonia il genera le Lanz disponeva per la fucilazione cli tuui gli ufficiali della Acqui, ad eccezione di •fascisti, altoatesini, med ici e cappellani», su Corfù proseguiva per tutto il giorno il bombard amento aereo, in vista dell 'imminente azion e contro l'isola. Poco dopo mezzanotte sba rcarono, infatti, nella sua parte sudoccidental e, il TI Battaglio ne del 98° Reggimento Cacciatori tedesco, con una batteria cli arliglieria eia mo ntagn a. Nonostante la reazi one, a sera le p ostazioni di aniglieria i taliane, soLto poste a intenso bo mbardamemo aereo, erano ridotte al silenzio. Le loro p erdite ammo ntaro no a circa 500 uomini. A Cefalo nia cominci arono le eliminazion i dei cattu rati dopo la resa. Per primo fu fucilato il generale Gandin, quindi, nei pressi della "Casetta Rossa ", gl i altri ufficiali , compresi quelli della Marina e della Guardia cli Finanza, e alcuni medici. elle prime o re ciel 25 settembre altri due gruppi tattici tedesch i sbarcarono nell a pa rLe sudorientale di Corfù. D opo l'alba si ebbe un intervento aereo italiano, con spezzonamento e bombardamento di natanti. Per contrastare lo sbarco, la to rpediniera Stocco fu d istaccata da un convoglio
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LA
DICHIARAZIONE D'ARMIST I ZIO E LA R ESIS T ENZA !M ,\ I ED!ATA
PERDITE A CEFALONIA
Forza iniziale presente ne ll 'isola Caduti in combattimento Trucidati sul posto ne l corso d ella lotta Fucilati dopo la resa (fra il 24 e il 28 settembre) fra cui: • Marina • Esercito (batterie dipendenti dall a Marin a) • Carabinieri • I Battaglio ne mobilitato Guardia di Finanza
U.fJiciali
S011uf/ìcictli e truppa
525 65 155
11.500 1.250 4.750
225
17
10 su 17
29 su circa 200
9 su 12 4
17
4 su 8
49 su 257 (comp reso perso 11ale p resente a 1/aca)
• 44a Sezione s~ nità Totale fucilati Vittime 28 settembre - 13 ottobre
75 circa5.000
380 3.000
(morii 11e/ 1,a11ji1;1g io delle navi cbe li /rasporlavm10, prigio n ieri. in Grecia )
Totale perdite
9.695
che scortava . Qua ndo però g iu nse in zona lo sbarco e ra già ultimato e no n vi erano unità navali germaniche : d iresse a llo ra pe r ricongiungersi al convoglio, ma fu attacca ta a più rip rese da aerei ne mici; non ostante ne abbattesse qualcuno, la nave alle 17 .15 fu affo ndata , con g ravi perdite umane. Dall 'isola partirono , in due mo tovelie ri , con scorta , tutti i prigionieri tedeschi in mano ita lia na, raggiungendo p rima Le uca e poi Brindisi. Il gio rno 24 caccia M C.205 e bom bardie ri a tuffo RE.2002colpirono ripetutamente mezzi navali ted eschi. Un RE2002, pilotato dal sergente maggio re Zaffagnini , impegnò in com battime nto 6 aere i .fu .87, riuscendo ad abbatterne u no ne i pressi di Corfù città . Il 25 d ue Macchi ciel 4° Sto rmo, durante un attacco a mo to zattere ne miche, vennero a lo ro volta attaccati da alcuni Messerschni itt; uno dei due piloti italiani , il capitano Anno ni , riuscì ad abbattere un caccia nemico . L'appoggio de ll 'Aeronautica ai presidi di Cefalo nia e Corfù si concretizzò in o ltre 100 m iss io ni , con 3 velivoli tedeschi abbattu ti e 6 p e rsi. L'intervento si ri velò certo insufficiente, ma esso va giudicato an che in relazio ne alla scarsa cons istenza nume rica e alla qualità de i mezzi dis po nibili. La s uprema zia aerea garantita dai velivoli de ll a Liff iwajfe pe rmise ai tedeschi l'ava nzata verso la parte centro-sette ntrionale dell 'isola cli Corfù. L'attacco decisivo in iziò subito do po mezzogio rno . Alle 17 essi giunsero all'altezza cli Corfù città, catturarono il colo nnell o Lusignani e lo fu cil arono. A mezzano tte l'isola era ne lle lo ro mani . Gli ital ia ni , nei combattime nti,
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LA PARTECIPAZJOXE DE I.LE FOJU.E ARMATE ALI.A G U ER l1A DI LIButAZfONE E Dl RESISTE.\'ZA
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Un RE.2002 del 5° Stormo in m issione di guerra. Questi velivoh pa1·teciparono attivamente alle operazioni in soccorso ai presidi italiani nelle Isole Jonie
e bbero 625 morti e p arecchie centinaia cli feriti . I tedeschi 40 morti e 160 feriti, e p ersero 17 aerei. I 280 ufficiali catturati furono rinchiusi ne lla fortezza della città; la truppa fu concentrata nell'aero porto . Il 26 settembre i re parti germanici completarono l'occupazione dell'isola. Alla fi ne dei combattimenti risultarono fucilati o dispersi 28 ufficiali italiani. Alcu ni altri (65 secondo qualche fo nte) furono trucidati una vo lta trasportati a lgoumenitsa, sulla costa greca, e gettati in mare e ntro sacchi di tela.
Egeo Alle 23 dell '8 settembre il Comando Superiore de lle Forze Annate dell'Egeo passò a lle d ire tte dipe ndenze ciel Comando Sup remo. L'ammiraglio Campioni, che rivestiva anche la carica di Governatore del Dod ecaneso, sorp reso dalla d ichiarazio ne dell'armistizio, ordinò alle truppe italiane , molto frazionate e senza una riserva generale, cli concentrarsi e prepararsi ad interventi manovrati. I tedeschi aveva no truppe a Rodi e Scarpanto che, con Coo, e rano le uniche isole a disporre di aerop orti. Me ntre l'ammiraglio Campio ni trattava con il Coman dante della Sturmbrigade Rhodos, rep arti d i quest'u ltimo si portarono ne lle vicinanze degli aeroporti dell'isola cli Rodi e chiesero agli italiani cli non effettuare spostamenti e lasciare a loro la difesa costie ra de ll 'isola . Il mattino d el 9, a Rod i, il Comandante della Divisione Regina, mentre rientrava al s uo Presidio dopo una riunione con i comandanti dipenden ti, fu catturato da mezzi blindati degli ex alleati. Sfruttando la sorpresa e la loro superio rità in m ezzi motorizzati e corazzati, i tedeschi condussero attacchi contro i rep arti italiani e si impadroniro no de lla parte centrale dell'isola. A Samo e a Nicaria le truppe della Divisione Fan teria Cuneo fu rono a lle prese con forti formazioni partigiane , che tentarono cli imposses70
LA
DICHIARAZIOf'!)è D'A R MI S T IZ I O . E 1, ;\ RE S I S TEN ZA IMMEDIATA
sarsi della seconda isola; la situazione fu ripristinata con l'invio eia Samo cli e lementi della Milizia. Durante la notte a Rodi fu paracadutata una missione alleata per prendere contatto con Campioni; i colloqui furono deludenti perché gli Alleati dichiararono che no n dispo nevano cli forze, né aeree, né terrestri, immediatamente impiegabili. Alle 10.30 ciel 10 settembre una colo nna motorizzata tedesca attaccò le posizioni italiane ne i settori cli San Giorgio e cli Calato. Queste, sostenute dal tiro de lle batterie, resistettero strenuamente, ma dovettero ripiegare verso nord, dove vennero sopraffatte dall 'improvviso attacco cli un'altra formazione cli autoblindo e se move nti tedeschi. Alle 16 la resistenza, che fu accanita anche in altri settori dell'isola , cessò in que llo cli San Giorgio . Nella notte tra il 10 e 1'11 i tedeschi , con un violento bombardamento aereo, attaccarono le batte rie italiane cli Monte Paradiso, cli Monte Filere mo e nel settore Calitea, riducendole al sile nzio . Fra le 7 e le 10.30 furono effettuate altre due incursioni aeree, che inflissero gravi perdite alla difesa . L'ammiraglio Campioni, vista la difficile situazione e non potendo attendersi aiuti esterni, decise cli trattare. Gli fu intimato un ultimatum, ma venne accettato che mantenesse la carica cli Governatore Civile ciel Dodecaneso. Alle 17 cessarono le ostilità a Rod i e Scarpanto . Nei combattimenti a Rodi gli italiani ebbero 8 ufficiali e 135 sottufficiali e soldati uccisi, e oltre 300 feriti. Si verificarono anche qui proditorie uccisioni cli ufficiali do po la cattura . Quasi tutte le unità nava li presenti raggiunsero altre isole (Le ro e Caste lrosso). La vedetta Postiglioni, de lla Guardia di Finanza, raggiunse Haifa, dove fu impiegata dagli Alleati fino alla fine della guerra in Oriente. L'l 1 settembre arrivò a Vathy (Samo), sede cie l Comando Italiano delle Cicladi, una missione britannica . Il Comandante dell 'Aeronautica dell 'Egeo, generale Briganti, d o po aver invitato il personale dipendente a mantenere fede al giurame nto prestato al Re e a non aderire al bando e manato dai tedeschi, fu fatto prigioniero insieme agli altri ufficiali generali e portato in campo cli prigionia in Polonia. A Creta le truppe germaniche e rano decisamente supe riori ai reparti italiani, che si trovavano, principalmente, nella parte orientale dell'isola. Nell'impossibilità cli raggiungere il contine nte senza l'aiuto sostanziale degli ex alleati, fu scelta la via de lla trattativa , sulla falsariga cli quanto fatto dal Comandante dell'l P Armata. I militari italiani rimasero inizialmente sulle loro posizioni , e po i ricevettero l'ordine cli concentrars i, cedendo l'armamento pesante; in seguito i ted eschi procedettero al loro disarmo e al loro trasporto verso la Grecia. Non tutti i comandanti seguirono questa via . Il 12 settembre, il colo nnello Lodi, Comandante cie l 265° Reggime nto Fanteria della Divisione Siena, con le pro prie truppe e un battaglione de lla Guardia cli Finanza, raggiunse la zona montana cli Kanclras, per resistere ai tedeschi. Fallito il tentativo di collegarsi con il Comando ciel Medio Oriente, non sostenuto dalla po polazio ne loca le, fu costretto a desistere e a cedere le armi. Comunque, ne lla grande isola, molti furono gli italiani che scelsero cli rimanere in mo ntagna , sempre braccati dai tedeschi e alla mercé cli collabo razionisti loca li, per continua re la lotta armata. 71
LA PARTECIPAZJON E DEI.I. I: F ORZE AR."1ATE ALLA GL"ERRA DI LIIJERAZJO, J: E l)J RFSl~fE!\'ZA
Il 13 una missione britannica fu pa racad ulata a Coo. Il giorno dopo cominciarono ad arrivare rinforzi, anch'essi brita nnici, per contribuire a ll a difesa contraerea dell 'isola e sfruttarne l'aeroporto, costruendo pure un'altra pista. In totale, entro sette mbre, g iunsero oltre 1.000 uomini. Il 18 i tedeschi iniziarono a bombardare difese e p iste di a tterraggio . Dieci gio rni dopo le piste furono ne ulralizzate : andarono d istrutti, in combattimenlO o al suolo , i velivoli italiani CR.42 e G.50 della 396a Squadriglia caccia ciel 154° Gruppo. Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre forze germaniche provenienti dalla Grecia e da Creta sbarcarono in tre punli diversi dell'isola di Coo, appoggiate da intensi bombardamenti aerei e dal la ncio di paracadutisti che p resero te rra sull 'aeropo rto di Anlimach ia , impossessa ndosene . La sera i contingenti britannici presenti nell'isola furo no autorizzati a cercare di raggiungere la costa turca con ogni mezzo; le truppe ita liane resistettero fino alla sera de l 4. Molti uomini del presidio ri uscirono a sfuggire alla cattura riparando in Turchia. I britannici catturati a Coo fu rono conside rati prigio nieri di guerra, gli italiani traditori dell'alleanza: fu rono pe rciò rinchiusi nel casLello e concentrati sul ca mpo di aviazione. G li ufficiali, divisi dai soldati, furono in gran parte trucidati dopo la cattura ; eia otto fosse comuni son o stati riesumati i corpi di 66 di essi, ma secondo fonti britannich e gli ufficiali fucilati furono 90, compreso il co lonne llo Leggio, Comandante delle forze italiane dislocate nell'isola e de l 10° Reggime nto Fanteria Regina. Il 18 ottobre i tedeschi fecero p artire un convoglio con 700 prigionieri , che venne attaccato da aere i britannici e rie ntrò ne ll'isola avendo p erso 160 uomini. Il 7 ottobre cadde n elle mani degli ex alleati l'isola cli Calino; parte delle truppe lì presenti, con varie imbarcazioni, raggiunse la costa turca. Lo stesso gio rno i tedesch i decisero di impadronirsi anche del piccolo presidio cli Simi che, composto di circa 150 uomin i, aveva accolto altrettanti bandati provenienti dalle isole vicine e dove, il 17 settembre, era arrivato anche un rinforzo britannico. Coperte da un violento bombardamento aereo, le forze germaniche vi sbarcarono con le stesse modalità adottate pe r Coo. Q ui però la difesa e bbe la meglio ed esse dovettero ripiegare avendo avuto almeno 8 mo rti , una trentina di feriti e 6 prigionieri. D 'ordine del Comando del Medio Oriente, il presidio lasciò comunque Simi: il 23 ottobre partiro no i britann ici, il 24 gli italiani che, con armi e vestiario, su alcuni motove lieri raggiunsero Castelrosso, l'unica isola a non essere stata presa dai tedeschi. L'isola principale de ll'Egeo, dopo Rodi , era Lero, con un'importante Base Navale, comandata dal cap itano di vascello Mascherpa, e difesa da un battaglione ciel 10° Reggime nto de lla Divisio ne Regina. Il presidio dell'isola e ra costituito in totale da circa 9.500 uomini: 7.203 della Marina, 717 militarizzati , circa 1.200 de ll 'Esercito, compresi carabinieri e guard ie cli finanza , e 400 avieri. La difesa e ra appoggiata da numerose batterie anti nave e antiaeree. 72
LA DICHIARAZIONE l)'AR~IISTIZIO E I.A R ESISTENZA !~!M ED IATA
Con la cadu ta di Rodi, il generale Soldarelli , Comandante della Divisione Fanteria Cuneo, che presidiava le Sporad i settentrio na li e le Ciclacli (con sede ciel Comando a Sa mo), assunse il Comando Superio re in Egeo e Mascherpa il Comando delle Forze Mili Lari Marittime. Fra il 12 e il 14 settembre si alternarono nell'isola ben tre missio ni militari britanniche . Il 13 i tedeschi effettuarono un p rimo bo mbardamento aereo cli Lero. Il 14 Siros, ne lle Cicladi, si arrese. Fra il 16 e il 20, a Lero, sbarca ro no co nsiste nti forze britanniche : onde non dove r lascia re lo ro il governo de ll 'isola , all 'arrivo del gene rale Brittorous, Mascherpa si auto no minò conLrammiraglio . Dal 26 settembre i tedeschi scate naro no una impo rtante offensiva aerea contro Lero, ca usando g ra vi danni a ll e difese (ed ifici, comand i, batterie) e alle navi, anche allea te; nel corso de i bombardamenti affondò il cacciatorpediniere Euro, oltre ad uno brita nnico e uno g reco. Lo stesso 26 vi fu lo sbarco ad Andros e la sua occupazione. Le Cicladi meridiona li cadde ro una dopo l'altra. Il presidio de ll'isola cli Le ro era stato rinfo rzato eia o ltre 3.000 soldati britannici; il generale Brittorous fu sostituito dal b rigadiere generale Tilney, che assunse direttamente il comando de ll 'isola, in p ratica esautorando le forze italiane che, a parte le batte rie della Marina , furono poco impiegate e mal coordinate con quelle britanniche. L'offensiva aerea tedesca venne conclotLa con inLensi uornuanJa111enLi, intesi a lìaccare le difese, in special modo le batterie costie re. Lo sbarco delle truppe germaniche che dovevano p rocedere alla conquista di Le ro fu ritardalo per la distruzione, ad o pera di navi alleate, del convoglio che le trasportava: soste nuto eia pesanti bombardamenti e da l lancio cli paracadutisti, esso avvenne il 12 novembre. Dopo cinque giorni cli aspri combattimenti, i tedeschi riuscirono a tagliare in due l'isola ed e bbero ragio ne delle difese; Ti lney si arrese e provocò anche la resa cli Mascherpa e de lle truppe italiane, le cui perdite furono inferiori a quelle britanniche e tedesche : 12 ufficiali, distintisi nelle azioni di difesa, che vennero fu cilati do po la cattura. Molte centinaia cli uomini riuscirono a salvarsi raggiungendo, con mezzi diversi, la costa turca . SITUAZIONE A LERO presenti
dispersi
morti
ferit i
prigion ieri
18
5 351
italiani Esercito Marina Aviazione
1.200 7.203 400
I circa 3.000
15 72
167 britannici
600
2.251 tedeschi 520
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LA PARTECIPAZIONF DELLE i'ORZE ARMATE Al.LA Gl.ERRA DI LI IIERAZIO'<F I' Ili RESISTENZA
A amo il genera le Soldarelli, dopo la cadu ta di Rodi, si adoperò per m igliorare la situazione con i partigiani locali , nel comune intento di contrastare i tedeschi. A fine settembre sba rcò nell 'isola un prim.o contingente b ritannico, circa 600 uomini, con il generale Baird, che insediò sub ito un Governo provvisorio ellenico; in seguito giu nsero d ue compagnie di paracadutisLi. Dopo un primo periodo di sLasi, caratteri zzato dalla mancanza di viveri, a metà o ttobre ne iniziò un secondo, reso d ifficile d agli attacch i aerei tedeschi e dal pe ricolo cli sbarchi . A fin e oLLobre gli inglesi raggiunsero la forza di circa 2.000 uomini. L'l l novembre arri vò nell'isola, da Lero, il generale britannico H all, comanda nte le Forze Alleate dell'Egeo. La caduta di Lero dette un serio colpo alla difesa, poiché il generale Soldarelli si re e conto della mancan za di volontà da parte britannica d i impegnarsi ser iam ente nella d ifesa delle isole dell'Egeo. TI 17 novembre un violento bombarda mento aereo Ledesco si abbaué su l Comando Divisione e distrusse buona pane delle case lungo il porto; il genera le Hall lasciò l'isola. Avuta confer ma dell'impossibilità degli inglesi di aiu tare la guarnigione e dell 'ordine da essi ricevuto di evacuare l'isola, Solclarelli si p ortò in Turchia e, con i generali britannici Baird e Arnold (che lì era Addetto M ilitare), riuscì ad ottenere l'autori zzazio ne al transito attraverso quello Stato delle sue truppe armate, per raggiungere la Siria. La pa rtenza dei reparti iniziò la notte Lrn il 20 e il 21, con sbarchi a Scala nova (Kusaclasi) e a Punta Ca napizza. Le o perazioni si svolsero regolarmente fino al mattino del 22, qu ando siluranti tedesche giunsero a Sarno e intimarono la resa alla circa metà del p residio ancora sul posto. Alcuni m ili tari, che in preceden za avevano chiesto cli passare dalla M ilizia all'Esercito, furono fucil..iti. La z4a Legione della Milizia si unì ai tedeschi. Nonosta nte ciò, circa 4.000 soldati della Divisione C,111eo (8c Fanteria , 27° Ar tiglieria, Battaglione arditi, Comando Division e ed elementi vari) arrivarono in Turchia enLro il 23. Fino al 3 dicembre 2.320 uomini parti rono in treno per la Si ria, eia dove furono inviati in Palestina e in Egitto; qui giunti, contrariamente a quanto assicu rato dai bri tannici, gli italiani non furono impiegati come combattenti, ma com e cooperatori in compagnie pionieri (a lla sLessa sLregua dei prigionieri collaboratori) . Le Sporad i m eri d io nal i, d o po la resa cl i Lero , furan o abbandonate a se stesse. L'ultima isol a a cadere in mano ted esca fu Santorini, occupata il 27 novembre. Alcune migliaia di uomini, a piccoli gruppi o isolatamente, riuscirono a lasciare le isol e greche dell'Egeo arriv ando sulle coste della T u rc hia: in p ar te poterono prosegu ire per basi brita nniche, in particolare cli Cipro o del Medio O riente; altri furo no intern ati in Turchi a. Pa recchie m igliaia cli uomini raggiunsero le montagne delle va rie isole o ciel continente, unendosi ai partigi ani. Gli ammiragli Campioni e Mascherpa furono rapidamente tras porta ti ad Atene e, quindi, in Germania, nel campo cl i concentramento per ufficiali generali cli chokken (64/ Z). Agli inizi del 1944 vennero trasferiti in Italia e co nsegnati alle autorità della Rep ubbl ica Socia le, che, a Parma, li sottoposero a processo. Cond annati a mo n e, i due ammiragli furono fu cilati il 24 maggio.
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LA DICIIIAl!AZIONE O'AllMISTIZIO E I.A RE S I S TE NZA IMMEDIATA
Basi sommergihili all'estero A Betasom (Bordeaux) e Gammasom (Danzica) non vi fu resistenza. Nella prima base i 2 sommergibili italiani presenti, non pronti , furono ceduti ai tedeschi; n ell'a ltra i 9 sommergibili tedeschi, appena ceduti all'Italia, furono restituiti. La m aggior parte ciel personale decise cli continuare a combattere a fianco d ei tedeschi, così com e gli elementi d ei due battaglioni "nebbiogeni"; ridotte minoranze non accettarono e furo no internate in campo cli con centramento. Diversa la situazione in Romania, dove il p ersonale italiano, dell'Esercito e della Marina, resistette ai soprusi tedeschi e, con l'aiuto elci rumen i, venne internato. Gli equipaggi cli 5 piccoli sommerg ibili dislocati in Crimea d ecisero, inizialmente, cli continuare la guerra a fianco d ei tedeschi. Successivamente i mezzi rientraro no a Costanza e, entro novembre, non essendo più i loro equipaggi intenzionati a collaborare, furono ceduti ai rumeni. Il personale rimanente raggiunse il campo cli internamento. I 3 sommergibili eia trasporto che si trovavano in Malesia e nelle Indie Olandesi occupate furono catturati, con l'inganno, dai giapponesi e ceduti ai ted eschi: la maggior parte ciel perso nale e della base cli appoggio decise cli collaborare con questi ultimi; una mino ranza decise di non farlo e fu considerata come prigioniera, nonostante non vi fosse stato cli guerra fra l'Italia e il Giappone. La nave coloniale Eritrea, in mare al mo mento della dichiarazione di armistizio, riuscì ;1sfuggire alla caccia aeronavale giapponese e raggiunse Colombo (Ceylon).
Estremo Oriente Le navi militari italiane presenti a Shanghai si autoaffonclarono assiem e al transatlantico Conte Verde: atto ch e i giapponesi considerarono un affronto, p erché sminuiva la lo ro p osizio ne n ei confronti dei cinesi , cosicché sottoposero a Corte Marziale il personale italiano implicato . Do p o un p erio do cli duro ca rcere tale personale, assiem e a quello che decise cl i n on collaborare, fu inviato in campi cli concentramento in Cin;1 per essere poi , con il procedere delle o perazioni , trasferito in Corea e quindi internato in Giappone. Il personale presente a Shanghai e Tientsin fu rapidamente isolato d al resto della città e assediato nei propri insed iamenti; solo una minora nza decise cli non collaborare e fu avviato nei ca mpi cli concentramento . Lo stesso accadde al personale delle nav i militari presenti in G iappo ne, mentre quello della Lcga;,.ione cli Tokyo seguì la sorte dei membri d ella rappresentanza italiana (Ambasciata e Conso lati) , e venne internato.
Nel corso clei combattimenti iniziali contro i tedeschi caddero tra i 22.000 e i 26.000 uomini, ma fino ag li ultimi giorni cli settembre fu possibile trasportare dalle coste orientali dell 'Adriatico a quelle pugliesi circa 25.000 militari. Anelarono p erse ingenti quantitù cli materiale, e Ìn particolare una corazzata, 4 cacciatorpediniere e altro naviglio sottile.
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LA PA RTECll'AZIO~E DELLE F ORZE A RMATE ALLA GUERRA DI LlllEl!AZJO'\f E DI RES IHl'NZ,I
1944: volo in Jormazio11e di aerei P.39 Airacobra del 4° Stormo
PRlM! CONTATTI C O N GLI ALLEATI E l, A C OBELLIGERANZ A
I PRIMI CONTAITI CON GLI ALLEATI E LA COBELLIGERANZA entre quasi in tutti i p osti dove si trovavano dislocate le truppe italiane erano in corso combattimenti con le forze te desche , a Taranto e Brindisi iniziarono a giungere i primi ufficiali anglo-americani della Missione militare alleata e i primi ufficia li d i collegamento. Fin dall'inizio fu chiaro che vi e rano due diverse visioni della situazione : gli italiani - anche in base al documento che accompagnava l'armistizio, e che prometteva un trattame nto miglio re, dipendente dal comportame nto e dall'aiuto che avre bbero forn ito alle forze a lleate - ritenevano cli dover continuare a combattere e , considerata la condotta tedesca, di dover impiegare le notevoli forze ancora dispo nibili in Sardegna, Puglia e altre regioni del Meridio ne, per contrastare l'ex alleato; gli anglo-ame ricani facevano riferimento ad una "resa senza condizio n i" più che ad un armistizio . I loro obiettivi erano que lli d i impossessarsi dei te rrito ri p er ammin istrarli direttamente, disarmare le forze italiane, impiega re le navi (militari e mercantili) per i propri scopi, utilizzare i soldati (e i prigionieri italiani in loro mano) come manodope ra , abbo ndante e a basso costo; sfruttare la presenza di pe rsonale militare fedele al Re in territo ri rimasti in mano tedesca per otte ne re informazioni e poter contrastare i movimenti tedeschi lungo le vie d i comunicazio ne. Essi no n inte ndevano impiegare in combattime nto re pa1ti armati italiani e tanto meno, anche alla luce dei gravi problem i politici incontrati in Jugoslavia e in Grecia, volevano avere a che fare con movimenti di resistenza po liticizza ti, eia armare e sostenere. La situazione mil itare a Salerno cancellò ben presto l'illusion e che i tedeschi si sarebbero rapidamente ritirati a no rd cli Ro ma . Le lo ro forze mo tocorazzate contrastaron o d uramente le truppe sba rcate, così come la loro aviazione impegnava le navi e infliggeva pe rdite alle m arine alleate, impegnate ne l sostegno logistico e nell'appoggio cli fuoco d ella testa cli sbarco. Intanto avveniva l'o rdinato trasfe rimento delle navi eia g uerra italiane che, in applicazio ne degli o rdin i ricevuti (trasferirsi in porti controllati dagli Alleati o, se non in grado cli farlo, autoaffo ndarsi) si portarono a Malta . Ciò rese rapidamente dispo nibili unità alleate che, altrimenti, avrebbero dovuto controllarle e che, invece, poterono essere inviate tutte sul fronte cli Salerno . Il fuoco n avale fe rmò i carri armati tedeschi. L'azione concomitante clell'Sa Armata britann ica in Cala bria, Basil icata, Campania e Puglia alleggerì la pressione su lla zona di sbarco e finalmente, il 1° o ttobre, le truppe americane poterono raggiungere l'agognato porto d i Napoli. In questa città, per tutto il p e riodo della aspra occupazio ne tedesca, si erano svolti scontri e rappresaglie che portarono alla morte per fu cilazione cli quanti aveva no resistito con le armi. Il comportamento tedesco esasperò a tal punto la popolazio ne che a fine settembre vi fu un'insurrezione armata, alla qu ale presero parte numero-
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LA PARHCJPA/10 ,\fE DELLL! FORZE AR.~IATE ALLA GLIFHRA DI LI IJERAZIO'> E E DI R ESISTENZA
si militari. J combattime nti , scoppiati in forma spo radica il 27 sette mbre , si protrassero fino al 30, giorno in c ui i tedeschi lasciarono la città, n on senza avere causato gravi danni (al po rto, alle fabbriche, alla zona costiera, alle centrali ele ttriche e all'appro vvigioname nto d 'acqua), che s i aggiungevano a q uelli altrettanto gravi inferti dai precedenti bombardamenti anglo -americani. Quando gli Alleati, il 1° ottobre, come detto, raggiunsero la città, Napoli era già in mano agli italiani. Data la situazione che si e ra verificata in Corsica (le forze tedesche rido tte, una compo nente significativa partigiana ed una considerevole di forze italiane), g li Al leati , per inviare ra pidamente nell'isola francese re parti celti senza distrarre le loro navi impegnate a Salerno, sfruttarono la p resenza cli q ue lle italiane a Malta. Fu così che , il 13 settembre, venne richiesto all'ammiraglio Da Zara , il p iù a nzia no ufficiale lì presente , di impiegare i d ue cacciatorpediniere Oriani e Legionario pe r tale trasporto. L'ammiraglio italiano diede il suo assenso e le navi, il 14, lasciarono Malta pe r Bise1t a e, p o i, pe r Algeri , dove g iunsero il 15 alle 11.45. Il 18, alle 2.30, imbarcati 200 uomini delle tru ppe s peciali statunitensi, d i origine italiana, e 30 to nne llate di munizio ni per le truppe italian e sul Legi onario, p roseguirono ad alta velocità per Ajaccio , pe r giungervi il 19 all'l. 10; alle 2.30 rip artirono pe r Algeri, dove arrivarono alle 22.15. TI 28 le navi lasciaro no nuovamente Algeri , con a bordo i na ufrag hi cie l Vivaldi e de l Da Noli, salvati dal somme rgibile britannico Sp ortman . TI mattino del 29 rientrarono a Ma lta. I na ufraghi proseguirono per Taranto , d ove giunsero il 30, a bordo de l cacciato rpe diniere Riboty . In Corsica, dal 13 settembre, iniziarono ad a rriva re reparti colo niali fra ncesi. Furono messi a p unto p iani congiunti franco-ita lian i da attuare a sierne alle forze partigiane : terminato il tra nsito delle truppe tedesche da lla ardegna , appariva evidente la loro inte nzio ne di abbando nare a nche l'altra isola . Il 29 settem bre le forze italo-francesi iniziarono l'offe nsiva dall'inte rno della Co rsica verso la costa. Le o pe razioni si inte nsificarono nei gio rni 1° e 2 o tto bre, con l'impiego d i 6 battaglio ni di fanteria delle Divisio ni Cr emona e Friuli e larg he ali quo te cli artiglie ria. Il mattino de l 4 Bastia fu riconquistata. PERDITE ITALIANE DURANTE LA CAMPAGNA DI CORSICA 8 settembre - 4 o ttobre 1943
Ufficiali Sonufficiali e truppa Civili
Totale
morti
dispersi
34 598 5 637
95 2.057
feriti
32
161
524
3.179
2.152
556
3.345
totale
5
Circa metà delle perdite si riferiscono alla fase finale della campagna.
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. I ]'RIMI CON TATTI CON GLI ALI.EATI
I! l,A COIIELI.IG EHAN ZA
Fra il 9 ottobre e il 25 novembre 1943 le truppe italiane sgomberarono la Corsica passando in Sardegna, e cedendo ai francesi ingenti quantità cli armi e materiali , inclusi i muli delle salmerie. ***
Intanto ebbero inizio i colloqui dire tti fra alti ufficiali italiani e Alleati. Il 23 settembre il Comandante in Capo della Mediterranean Fleet, ammiraglio Cunningham, giunse a Taranto a bordo dell 'incrociatore Hu1yalus ed ebbe un incontro con il Ministro e Capo cli Stato Maggiore della Marina italiana, ammiraglio De Courte n. Aci esso partecipò anche il comandante Giuriati, che ne aveva coordinato il documento cli lavoro presso il Coma ndo Alleato. Si pervenne acl un gentlemen agreement sull'impiego delle navi militari e mercantili italiane. 13en diverso fu l'esito dell'incontro cli Malta, a fine settembre, a bordo della corazzata Nelson, dove il Maresciallo Badoglio, giunto con l'incrociatore Scipione Africano assieme ai Capi di Stato Maggiore de ll'Aeronautica e della Marina, firmò il cosiddetto armistizio "lungo", molto più simile alla resa senza condizioni. Badoglio non informò gli altri alti ufficiali italiani sulle durissime condizioni contenute nel documento, sostanzialmente poi messe in atto ne l Trattato cli Pace. Nei successivi colloqui con la Commissione Alleata cli Controllo, fu chiaro che gli italiani doveva no desiste re dalla loro idea cli contribuire alle operazioni belliche con un notevole numero cli truppe . Gli Alleati acconsentirono (27 settembre) alla costituzione, in Puglia, cli un unico reparto, de nominato I Raggruppamento Motorizzato, formato con unità prelevate dal LI Corpo d'Armata e dalle Divisioni Legnano, Piceno e Mantova, de lla forza cli 2 reggime nti, oltre a 2 battaglioni e due sezioni Carabinieri. Il 13 ottobre, considerata la situazione e il comportamento delle truppe tedesche, il Governo italiano dichiarò formalmente guerra alla Germania. Da questo momento, almeno da un punto cli vista giuridico, i combattenti regolari italiani rientravano ufficialmente nella legalità, a tutti gli effetti: ciò non portò mo lti benefici a quanti cli essi combattevano ancora a Lero e in Egeo. Il 16 ottobre l'Italia ottenne il riconoscime nto dello stato di "cobelligerante": una situazione giuridicamente nuova, cli dubbia interpretazione. Nel frattempo il fronte si e ra rapidamente spostato a nord di Napoli, stabilizzandosi su una linea che anelava dalle foci ciel Garigliano a quelle del Sangro, attraverso il sistema della Maiella. In linea d 'aria e rano circa 130 chilometri, divisi in due dalla zona cli Cassino, distante soli 30 chilometri dal Tirreno. Data la natura accidentata e impe rvia dei 100 chilometri cli fronte da Cassino fino alla costa adriatica, al maresciallo tedesco Kesselring fu sufficiente apprestarne a difesa un breve tratto lungo i fiumi Garigliano e Rapido, la cosiddetta Linea "Gustav", per avere buone probabilità di successo in una manovra difensiva o, pe r lo me no, ritardatrice. La 5a Armata statunitense procedette ne l settore tirrenico e l'sa Armata britan-
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L A PAHTEC IPAZ l01'E DEI.LE rORZF. AR ~!ATE ALLA GUERRA DI L lll l: RAZION l, E DI Rt;SISTliNZA
nica su quel lo adriatico. Il fro nte tedesco e ra te n uto eia circa 6 d ivisio ni , cli cui una cli riserva: dietro la prima linea ne era stata allestita una seconda, la "Hitler", tra Fo ndi e Pico. Conte mpo raneame nte, ne ll'Italia occupa ta d alle forze germaniche, dove il 23 settembre e ra sorto il governo de lla Re pubblica Sociale Italiana , si svilu ppava il movimento partig iano, a l qua le ade rirono anche mo lti m ilitari , sia individ ualmente che in piccoli re parti. Nel corso dei ven ti mesi cli lo tta su ccessiva, la sua o rganizzazio ne risentì sempre più dell'influe n za dei partiti politici, passati dalla clandestinità a lla luce ciel sole, che crea rono diverse formazioni. Inizial me nte la resiste nza partigiana fu condo tta da re parti di ridotta consistenza, articolati in bande. Spesso la reazione tedesca alla presenza cli civili che attuavano azioni cl i sabotaggio e/ o cli a ppoggio ad ex prigionie ri e pilo ti anglo-americani abbattuti dietro le linee, fu cond otta con la cons ueta brutalità, applica ndo le disposizioni ricevute dai comandi e procede ndo a fucilazio ni di ostaggi e innocenti in nume ro proporzio na le a lle pe rdite avute. Non mancarono i casi cli sublime sacrificio individ ua le , in cui rappresentanti delle Forze dell 'Ordine italiane (in particolare ca rabinie ri) offri rono la lo ro vita a l p osto cli q uegli ostaggi: fra gli altri, quelli del vice brigadie re Salvo D'Acquisto a Palicloro (settembre 1943); de i ca rabinie ri Marandola, Sbarretti e La Rocca a Fieso le (agoslo 1944); del 11 1a rescia llo d ella Guardia di Finanza Vincenzo G iudice a Bergiola Foscalina cl i Carra ra (settembre 1944). Gli Allea ti iniziarono a costituire, attraverso i propri Servizi Segreti ( OE, Sp ecial Operations Executive, de lla Gra n Bretag na , e Oss, Qffice qf Strategie Seruices, degli Stati Uniti), e in collabo razio ne con il Servizio Informazioni MiliLari (S1M) italiano e e ntità politiche, una rete informativa , valendosi cli piccoli nuclei (da 2 a 4 pe rsone) con alme no un radiotelegrafista dietro le linee tedesche . In poco te mpo a tale aspetto si aggiunsero azioni cli sabotaggio delle linee cli com unicazio ne, s pecie ferroviarie , e cl i organizzazio ne delle bande a rmate, media nte invio d i istrutto ri. Il S1Ma pprofittò della siLUazione per posizionare dietro le linee proprio personale. Inizialme nte l'infiltra zione avven ne con l'impiego cl i unità veloci (MAS e motosiluranti) e sonrn1erg ibili, s pesso italia ni , p a rte ndo dalle basi pug lies i, corse e ciel nap o letano. Le prime missio ni fu rono inviate ne l Vene to, nel Trentino e nella Venezia Giulia (territori de i quali i tedeschi avevano l'amministrazione diretta), con compiti pre vale ntemente info rmativi. In seguito esse e b bero compiti ancora info rmativi (Vene to, Emilia e Romagna, Toscana e suo a rcipe lago, Lazio e Ro ma), ma an che organizzativi (Roma, Milano, Lig uria) e cli sa botaggio (Liguria, Lazio, Abruzzo). Alle missio ni condotte nell'Adriatico centro-me ridionale fu s pesso accoppiato un a ltro compito, che per g li ang lo-a me rican i ricopriva un notevole interesse: il recupero di p rigionieri libe rati che, in p iccoli g ruppi, con l'aiuto cl i partigiani locali, cercavano d i e ntrare ne lle lince alleate. A tali attività presero parte a nc he velivoli dell'Aeronautica. Oltre a paracadu tare militari delle missio ni speciali , g li aere i svolgevano un'azione informativa o rga nizzata d al Governo ita liano, disseminando volantini e 80
P RI MI CONTATTI CON GLI ALLEAT I E 1, A COBE L LIGERANZA
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Da sinistra, in enso orario: il vice brigadiere Salvo D'Acq11isto, che, il 23 settembre 1943, presso la Torre di Palidoro, q/fi-i la propria vita i11 cambio di quella di ve11tid11e ostaggi ingi11stame11te rastrellati per 1111 pres11nto allentato. ~ - - - - - - - - -- -- -- - - - -- - - - -- - - La classica valigetta con radiotrasmittente in dotazione alfe missioni informative. li sommergibile Platino, che effettuò ci11que missioni cli traspo110 operatori da injìltrare dietro le liuee tedesche
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L A l'ARTECIPAZION E DEI.LE fOHZE ARYIATE Al.LA GUERRA 01 LIBERAZIONE E DI RESloTENZA
giornali, editi a Ba ri , c he intendevano fa r conoscere a lle popola zio ni d e i te rritori occupa ti quanto stava avvene ndo, pe r contrastare la propaganda fascista. Una delle più sp e ttacolari d i q ueste missio ni fu q ue lla compiuta il 6 ottobre eia due MC.205 d el 4° Sto rmo, p il ota ti dai m aggiori Mariotti e Ruspoli , ch e lancia rono manifestini su Roma.
L'Unità Aerea Radunate le risorse umane e i materiali disponi b ili , il Ministero dell'Aeronau tica, trasferito a Bari, provvide ad un rio rdinamento o rganico della Fo rza Armata. Da l 15 ottobre 1943 la parte o perativa fu concentrata ne lla neocostituita Un ità Aerea, con Comando a Brindisi (dal dicembre a Bari), affidato prima al gene rale Tessore, poi a l generale Piacentini, me ntre le forze ancora in Sardegna andarono a fo rmare il Comando Aeronau tica Sa rdegna. Fu riportato in Italia materiale ancora disponibile in Africa Settentrionale dopo lo sgombe ro delle trupp e italian e e fu così possibile rimette re in uso mo lti velivoli con apparati di bordo, m otori e altri pezzi recupe rati. In tale fase, ris ulta rono e fficienti 165 velivoli, su circa 300 in carico. L'Unità Aerea all'inizio era così strutturata: il Raggruppamento Caccia, al comando d el colonnello Franço is, s u d ue Stormi (4° e 5°) e d ue Gruppi Autonomi (8° e 21 °); que llo Bombardamento e Trasporto, al comando del colo nne llo Cigerza, su quattro Gruppi (1 ° e 2° Gruppo Trasporto, 88° e 132°); q ue llo Idro, al comando del colo nnello Bonino , su due Gruppi (1 ° e 2° G ruppo Idro). Il 1 ° genna io 1944, il Raggruppamento Caccia passò a tre Stormi, con la ricostitu zione de l 51° (sui Grupp i 20°, 21 ° e 155°). Anch e il Raggru ppamento Bombardamento e Trasporto, dai primi cli lu g lio, ven ne strutturato su tre Stormi : Notturno, Tras po rti , Baltimore. Quest'u ltimo pre ndeva no me d al velivolo eia bombardame nto Baltimore c he gli Alle ati aveva no cominciato a consegna re alla Regia Aeronautica . Il Raggruppamento Idro passò, sempre d a l lug lio 1944, a quattro G ruppi (82°,83°, 84°, 85°). In o ttemperanza agli accord i con gli Alleati, alla cui definizione aveva partecipato an che il gene rale Sa ndalli, i caccia italian i fu rono impiegati in un p rimo te mpo soprattutto per battere o bietti vi aeroportuali e via ri in G recia, Albania e Monte n egro. I re p ,1rti eia trasporto, o ltre ~dle n orm,1li
missioni ne ll'a rea b alcanica, furono protagonisti di un'inte nsa attività d i collegamenti n o n solo tra l'Italia contine ntale e le Isole, m a anche, p e r conto degli ang lo-america ni, con le basi in Africa Settentrio na le e Ma lta. Il Raggruppam e nto Idro, ch e o perava dalle sedi d i Taranto, Brindisi ed Elm as, si d istinse n ella sorveglia nza costie ra, ne lla lo tta an tisomme rgibile e, in particola r modo, ne lla ricerca e ne l soccorso naufraghi, con tribuendo a salvare numerose vite umane. A pa rtire dal g iugno 1944 furono consegnati, o ltre ai già citati Ba/timore per i repa1t i eia bombardamento, i P.39 Airacohra per la caccia e poi, da settembre, g li Spitfire Mk. v; con cu i fu equipaggiato il 20° Gruppo Caccia . 82
< o , GI.I ALLFA1 I E LA C.OIIEI.I IGl'ltA,zA
[ l'Rl\11 CO'ITATI I
Velivoli italiani e alleati sulla base d i Lecce. In primo p iano: un S.79 in dotazione al 2 ° Gruppo Trasporti
Si trattava però in genere di velivoli che già avevano con osciuto un'intensa vi ta operativa, e non pochi problemi di edero ai piloti italiani per la diversità nei coma ndi e n ella tecn ica di volo , tanto che si registrarono delle p ~rdite durante i voli d'addestramento anche tra il personale più esperto. E il caso del maggiore Buscaglia, asso degli aerosiluranti d urante la guerra 1940-'43, e d el sergente maggi ore Martinoli, il pilota della caccia italiana con il maggior numero d i abbattimenti di tutto il conflitto mondiale ( 22), entrambi p eriti per incidente presso la cuoia di Campo Vesuv io ( ap oli) , risp ettivam ente il 24 e il 25 agosto 1944. el mese di agosto le unità caccia vennero risch ierate nel Leccese, mentre a Campom arino, dall'autu nno , ru dislocato lo Stormo Ba/timore. cl frattempo era stata costituita dagli Alleati una grande unità multinazio nale, la Balkan Air Force, appositamente per op era re oltre Adriatico: in essa confluirono i G ruppi 1°, 10°, 12°, 20°, 28°, 88° e 132°, che si trovar ono distribui ti tra gli aeroponi d i Campo m ari no, Canne e Lecce.
La Marina Mentre p oche navi rimasero sotto il diretto controllo itali an o, il grosso d ella flotta (79 unità) si concentrò a Malta e in altr i purli in m ano allea t::1. N ella p rima d ecade di o ttobre gran parte d i tale flo tta pa rtì per rientrare a Tara nto e tre sommergibili raggiunsero Napoli appena liberata p er forn i-
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LA P,\RTECIPAZIONE llFI.I.E f ORZE ARMATE Al.I.A GUEllHA D I LLIJ EHAZLONE E Lll R ESJSTENZA
re ene rgia elettrica alla zona ciel porto, v itale per il prosieguo ciel.le operazioni belli che alleate. L'attività o perativa fu ripresa in Aclriatico-Jonio e nel Tirreno e Mediterraneo occide ntale con o ltre 120 na vi: in particolare, 1'83 Divisio n e su tre in crociatori (Abruzzi, Garibaldi e Duca dAosta) fu impegnata in Atlantico, a Freemantle, dal n ovembre 1943 al marzo 1944. Nel corso cli cleLta aLtiv ità, intensa e di versa mente arLicolaLa, che con tinuò anche dopo la fine d elle operazion i m ilitari, furono effettuati: 1.525 scorte ai convogli; 1.468 trasporti veloci cl i uomini (truppe, m alati, feriti, prigionieri italiani cli r ientro in Patria) e materiali vari ; 209 missioni cli g uerra; 335 mission i speciali. Navi e sommerg ibili furon o inoltre impiegati p er addestrare l e n avi e l e aviazion i alleate (3.551) in Mediterraneo e nell'Ocean o Atlantico (con 8 sommerg ibili di slocati nelle B ermu cle), in Mar H.osso e nell'Oceano Indiano, e cluranLe L;cile aui viLà , il 15 n ovembre 1944, il somme rgibil e Settembrini fu affondato eia un cacciatorpediniere statuniten se che lo scorta va, con perdita cl i q uasi tutto l'equipaggio. Onerosa e p roLrattasi a lungo fu anche l 'opera di dragaggi o di bonifica de lle principali v ie d i navigazione e d i accesso ai porti e delle aree minare, p er un totale d i 13.140 mission i.
Il I Raggn1ppamento Motorizzato I l I Raggruppamento fu posto al le cl i pendenze statunitensi della 5a A rmata , II Corpo d 'Armata. Il reparto fu inviato su lla Linea "Gustav·· e messo agli o rdini della 36a Divisi one cli Fanteria. Questa, il 6 dicembre, stabilì per il gio rno 8, al le 6.30, l'in izio ciel l'attacco e al I Raggruppamento f u affidato il com pito cli conquistare e mantenere M o nLe Lungo, una dorsa le rocciosa che fiancheggiava la ferrov ia, con l'ap poggio ciel 146° Reggimento Fanteria america no. TI Raggruppamento g iunse sul fronte la sera ciel 7 e le truppe presero posizio ne. l n un 'alba cli nebbia fitta iniziò l'attacco, po rtato dal 67° Reggimento Fanteria (su du e battaglio ni di Fanteri a e il LI BaLLagl ione bersaglieri), diretti verso la prima cima (quoLa 343), seguendo la linea dorsa le. Alle 8.10 l'anticimzi fu catturata, non senza grav i perd ite, poiché in rea ltà la posi zio ne no n era d ifesa eia truppe che dovevano costituire un velo difensi vo, come era stato assicurato e.lai Comando allea to, ma si trattava cli p ostazioni numerose e ben armate, tenute eia reparti della 29a Panzer Grenadiere d ella D ivision e Coering. Q uando la nebbia si diradò, i tedeschi , appoggiali da intenso fuoco cl i artig lieria e di mortai , contrattaccaron o . Mancò il previsto e concordato intervento delle unità statunitensi e g li italiani fu ro n o costretti a ripiega re sulle p osizioni cli partenza . Il 16 dicembre l 'azione fu ripetuLa con successo. Nei due combattimenti le perdite ripo rtate da l TRaggruppamento furono eleva te: 82 morti, 160 d ispersi, 195 feriti . I com battenti cli Monte Lungo furono consapevoli d ell'importanza della battag lia , che trascendeva il ristretto campo d ell'azione militare per entrare in quello c.lell,i n ecess ità cli dimostrare ag li Allea ti la cred ibilità d ell'impegn o anti-teclesco d ei sol dati italiani. Contem po ranea me nte in iziò l"im-
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G l.l ALLEATI
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Dicembre 1943:
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Il campo di battaglia di Monte Lungo sulla Linea "Gustau'·
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L A PA RTECI PAZIONE DE LLE F O RZE ARMATI; Al.LA GUERHA D i Ll àF.HAZIONE E D I R ES lo'l'llNZA
piego d i unità ausiliarie italiane per il rifornimento del fronte e per i lavori logistici di suppo rto. In parcicolare, la 210a Divisione costiera fu trasformata in Divisione cli Fanteria a usiliaria, passando alle dipendenze dirette della 5a Armata. Da Monte Lungo, il 21 dicembre, il Raggruppame nto si trasferì a Sant'Agata de' Goti; ai p rimi cli gennaio del 1944 passò sotto il diretto controllo della 5a Armata; in fe bbraio raggiu nse la forza cli due reggimenti (su tre battaglioni) o ltre a un battaglione controca rri e in marzo, infine, si trasferì ne lla zona di Scapoli. Contin uava, intanto, il re clutamento cli personale per le Divisioni ausiliarie , che svolsero compiti estremamente importanti di supporto logistico alle unità combattenti, sia in linea, che nelle retrovie . Nel corso del conflitto, all'iniziale 210a, furo no aggiunte altre sette unità c20sa, 209a, 227a, 228a, 230a, 23P e il Comando ita liano 2 12). Le otto Divisioni raggiunsero, a fine 1944, una forza complessiva di circa 160.000 uomini. A queste occorre aggiungere anche le unità ausi li arie delle Divisioni di Sicurezza interna, Calabria, in Sard egna, e Aosta e Sabauda, in Sicilia: nell'aprile 1945 esse e bbero la loro forza massima: in totale circa 195.000 uomini. GRANDI UNITÀ AUSILIARIE E Dl SICUREZZA INTERNA Dipendenza/dislocazione
Forza (approssimata)
210a Division e 5" Armata UsA 12.000 231" Divisione 5" Armata (XTTT Corpo d'Armata b ritan nico) 13.000 sa Armata britannica 228" Divisione 12.500 I Distrecto b ritann ico 16.000 209" Divisione 230a Divisione lIT Distretto britannico (Puglia-Lucania) 23.500 5.000 205" Divisio ne Fo rze Aeree USA III Distre uo britannico (Ca mpan ia) 15.000 227" Division e Basi logistiche : 2. ]30 ufficia I i Comando italiano 2 12 Civitavecchia, Piombino, 50.507 Livorno sottufficiali e tru ppa totale 52.637 490 ufficiali Palermo e Sicilia Divisio ne Sicurezza inte rna Sabauda 10.732 sottu fficiali e tru ppa totale 11. 222 2.000 Palermo e Sicilia Divisione Sicurezza inte rna Aosta Sassa ri e Sardegna Divisio ne Sicurezza 524 ufficia li 8.845 inte rna Calabria sottufficiali e truppa totale 8.969 Unità lavoratori e guardie 5000 Tol'a le g ene rai.e 176. 82 8
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l'lllMI C O N TATTI CON G l, I AI.I. EATI E L A CO B EI. I.I G El!A NZ A
Alle dipe nde nze degli Alleati o pe raro no anche, ne i porti di maggio r interesse, battaglio ni cli scaricato ri. Re parti di carabinie ri e guardie cli finanza furono ricostituiti, man mano che le regio ni riconquistate dalle truppe combatte nti venivano passate dal controllo de l Gove rno Militare Alleato al Governo italiano. A questo proposito, già dal 15 novembre 1943 il Coma ndo Carabinie ri Italia Me ridio nale era stato trasformato in Comando Carabinie ri Italia Li berata , con funzio ni cli Comando Gene rale d e ll 'Arma , agli ordini del gene rale di Divis io ne Pièche . Q uesti fece leggere al colo nnello Bianco, dai microfoni cli Radio Bari, un messaggio che esortava i militari rimasti in te rritorio no n ancora libe rato a combattere i tedeschi , fatta sa lva la sicurezza de lle po po la zioni.
Il Cot·po Italiano di Liberazione ( C1t) Ne lla zona di Sca poli , il I Raggruppame nto Moto rizzato si trasformò, dal 22 marzo 1944, in Corpo Ita liano di Libe ra zio ne (Ci i.) su tre reggime nti (68° Fa nte ria, 4° be rsaglie ri, 11° Artiglieria), con circa 3.650 uo mini; tre battaglio ni (paracadutisti, alpini, arditi) , con circa 1.650 uo mini; due sezio ni Carabinieri, unit,ì de l Genio e de i Servizi. In tota le circa 6.000 uo mini. Esso fu posto alle dipe nde nze de lla 2" Divis io ne cie l Corpo cli Spedizio ne francese. Il primo a e ntrare in combattimento fu il Battaglio ne alpini Piemonte, che e bbe il compito cli occupare Mo nte Marrone (1 .806 me tri), conquistato, con un ardito colp o cli mano, il 31 marzo. La reazio ne tedesca fu vio lenta, con un'attacco condo tto il 3 a prile, respinto do po stre nui combattimenti. Il C!L poté avanzare in direzio ne cli Atina, aggira ndo dall 'alto la posizio ne cli Cassino : o rmai ta le fro nte era inde bolito e il Corpo di Spedizione francese riuscì a procede re sfo ndando verso il mare sugli Ausoni. Finalme nte fu possibile realizzare il disegno tattico previsto con lo sbarco cli Anzio (Operazio ne "Shing le", 22 genna io 1944). Sfruttando il successo francese, la 5" Armata procede tte lungo l'Appia, mentre il Corpo d 'Armata di Anzio puntava verso Latina e i mo nti Albani. Visto che 1'8" Armata incontrava una forte resiste nza e procedeva le ntamente, il generale Clark decise cli sfrutt:1re anche l'asse stradale della Ca.silina . Il 4 giugno le ava ng uardie a lleate e ntrava no a Ro ma . Inta nto le tru ppe italiane erano state dirottate verso la costa ad riatic:1, a Lancia no, all 'estre mitù della Linea "G ustav", cosicché fossero d istanti dalla ca pita le al mo me nto della sua libe razio ne. Come conseguenza de lla buona prova da esse dimostrata, e per sopperire alla care nza cli truppe sul fronte italiano, dal q uale e rano state pre levate molte unit,ì inviate in r rancia pe r l'Ope razio ne "Overlo rd" e per la successiva Operazio ne "Anvil", gli Allea ti acconsentirono a potenziare il C11. e gli effettivi saliro no a circa 25.000 uo mini. Fu necessario appo rta re de lle modifiche orga nizzative e prevede re anche de i comandi o pe rativi intermedi. 87
LA PAlll'ECIPAZ IONE DELLE FORZE ARMATE ALLA GUERRA 01 LIBERAZIONE E DI RESISTENZA
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Il generale statnnitense Clark, Comandante della 5a Armata, decora il capitano della Guardia di Finanza Vincenzo Sciuto
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I l'l!l ,\11 CO\,T\TII C.0'1 Gtl ALl. l·ATI E I.A <.Olll'i.l.lGl'l(A "2 I
el giugno 1944 il 01. fu rio rganizzato su due b rigate, u na d ivision e e un comando A1tiglieria. La I Briga ta fu costituita dal 4° Reggimento bersaglieri , dal 3° Reggimento alp ini, dal CLXXXV Reparto paracadutisti e eia un Gruppo Alt iglieria someggiato; la II Brigata dal 68° Reggimento Fanteria, dal Reggimento Marina San /11!.arco (dapprima su un o e po i su due battaglio ni), dal IX Reparto arditi , d a uno Squadrone volontari, da un Gruppo A rtig lier ia someggialo; la Divisione paracadutisti Nembo, sui Reggimenti pa racadutisti 183° e 184°, sul 184° Reggimento Artiglieria e sul CLXXXIV Battaglione guastatori. Il Com ando Artiglieria disponeva dell 'l l O Reggimento. L'8 giugno ini ziarono le o perazioni sul fronte ten uto dal LXXXVT Corpo d 'AI·rnata ted esco, ch e attuò una lenta manovra in ri tirata. Lo sfondamen to d elle difese nemic he p o rtò alla p resa cli G uardiagrele e Orsogna. La II
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LE OPERAZIONI DEL CORPO ITALIANO DI LIBERAZIONE
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LA PARTFC:l l'AZIO\ E DELLE F O RZ E ARMATE ALLA Gt FRllA D I LIBERAZ IONE E 0 1 R f.~l~TENZA
Brigata ehbe il com pito cl i presidiare il settore, m entre i paracadutisti liberavano Chi eti (9 giugno) e la TBrigata arrivava a Bucchianico. 1 '11 giugno fu raggiunta Sulmona, il 13 L'Aquila , il 15 Teramo. Superato il Tronto, l'avanzata fu arrestata tempo ranea m ente d all 'en rgica resisten za avversaria sul fiume Chienti. A fin e giugno il fiume fu su perato, e il 30 furo no liberate To lentino e Macerata. Per g iungere ad Ancona occo rreva attaccare la forte posizione difensiva cli Filo ttrano. Essa fu in izialmem e sotLova lutata, e quando i tedeschi con trattaccarono con ca rri armati e intenso fuoco d i artiglieria, gravi furono le perdite inflitte ai paracadutisti italiani impegnati nell'a zi o ne; l'attacco fu rip etuto con successo e il paese fu raggiunto il 9 luglio. I l 18 il Corpo Po lacco, schierato sulla costa , liberava Ancona , m entre il Crt d eviava verso l'interno, liberando, in success ione, Jesi, Ostra Vetere, l3elveclere 0strense, Pergola, Corinaldo, Cagli, U rbino e U rban ia (20 agosto) , poco oltre la Linea "Gotica", raggiungend o il fiume Meta uro. A questo p unto il CIL, dop o tre mesi di operazioni, necessitava cli un periodo di riposo e rio rdino, anche perché aveva per ·o, per azio ne nemica e p er l ogorio, buona pane dei suo i m ezzi meccan ici. Decisa l a costituzi on e d ei G ruppi cl i Combattim ento, il 25 settembre il C1 t fu ritirato dal fron te e sciol to. Nel period o interco rrente fra il riti ro ciel C!L e l'i mpiego in linea d ei G rupp i di Combattimento, in zona d i ope ra zio ne ri masero solo i circa 50.000 uo m ini di tre Divisio n i ausiliarie: la 22sa_ al le dipendenze clell'8" Armata. e le 210a e 23P, con la 5a A rmata .
I Gruppi di Combattimento Il 31 luglio 1944 la Commissione Alleata d i Controllo autorizzò la preparaz io ne di sei Gru ppi d i Combattimento italian i ( Cr emona, Friuli, Folgore, Legnano, Mantova e Piceno). Ognuno d oveva avere due reggimenti di Fanteria e uno di Artiglieria, o ltre a un gruppo canno ni controcarri e u no contrae rei, un battaglione misto ciel Genio, due o tre sezioni dei Carab inieri, una sezione di Sanità con due ospeda li d a campo, un rep arto logistico con officina. Complessiva mente, un organico cli circa 9.500 uomini p er Gru ppo cli Combatti m ento. L'addestramen to d ei quadri all 'imp iego tattico e all'uso dell'arma mento, entrambi secondo criteri e tecn iche britannici , avvenne nel ann io e nel B eneventa no. Il Piceno assunse il compito di centro cli addestramento per l'istruzio ne d ei complementi. Quattro Gruppi cli Combattimento furono impiegati in linea, mentre il Mantova agiva come riserva strategica del À'V G ruppo cli Armate. L'8 gennaio 1945 il Gru ppo Cremon a iniziò il trasferimento poita nclosi nella zon a d i Ravenna, alle dipendenze del T Corpo d 'Armata canadese, cli cu i sostitui va la P Divisio ne, fra l'Adriatico e la ferrov ia A lfonsine-Ravenna. Con esso operò la 28a Brigata partigiana Cordini (agli o rdini di B11low, Arrigo Bo ldri ni), che aveva efficacemen te collaborato con le truppe al leate alla li-
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PRl~II CO'lTAT J"l CO'l GLI ALLEA T I E I.A COll ll.l.lGEHA ZA
li principe Umberto a--=,......~--:-~..-:r- - - - - - - -- - - - - - - - - - -
ispeziona le truppe del Gruppo di Combattimento Piceno
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7945: carabinieri motociclisti delle ezioni Mobilitate i11 zona operaz ioni
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L A l'A ltllCIPAZIO\E Df.l.LE F ORZE ARM.\TE ALLA GL rRR \ DI LfllERAZIO'sE E Ili RES l,1TN7.,1
AZIONE DEI GRUPPI DI COMBATTIMENTO VICENZA .___,,, VERONA
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l'Rl~II CON TA T T I C O N GL I Al.l, EAT I E LA COBEL LI GERA:'-IZA
Primavera 1945, \la/li di Comacchio:
berazione cli Ravenna, avvenuta il preced erne 5 d i1111a poslaz ione cembre. A sin istra fu schierato il Friuli. A fine febbraio ital ia na /ro11tegg ia il Folgore, assegnato al XIll Corpo d 'Armata britannile linee !ed escbe co in sostituzione clellél sua 6a Divisio ne corazzata, prese posizio ne sulla sinistra ciel Friuli, in Val SenioVal Sa nterno, con alla si nistra la 10a Div isio ne inclian:1. li Gruppo Leg nano raggiunse il fronte il 19 marzo 1945, alle d ipendenze della 5a Armata, costituendo l'unità cl i saldatura con l'Sa A rmala , fra la 9P Div ision e U SA e la 10a D ivisio ne indiana. Tmesi fra gennaio e marzo furo no caratterizzati da un'intensa attività di pattuglie e colpi di m ano tedeschi , ben contenuti dalla rro nta ed efficace reazione dei reparti in linea. li 2 marzo il Cremona cffclluò un·azione offensiva, aprendosi un va rco ne lle linee nemiche in corrisponden za d el Po e.li Primaro e incuneandosi in p rofo ndità nello schieramento avversario. Riprese, quindi, l'atti vità d elle pattug lie tedesche, fino al 10 arrile, quando ebbe inizio l'offensiva alleata, eone.lotta da entram be le Armate. L'azio ne partì dall'estrema destra dello schieramento alleato, con il Cremona che forzò il fiume Senio , liberando Fusignano e Al fonsine. Tale manovra aggirante tendeva a scardinare le posizio ni difen sive tedesche a sbarramento della Statale n . 16. Contempo ranea mente anche il Friuli superava, non sen za perdite, il Senio, g irando a sinistra verso lmola. li nem ico ri piegò, consenrenclogli cli libera re Imo la, Dozza e Castel Sa n Pietro. Nel setto re te-
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LA PARTECIPAZIONE DELLE F ORZE ARM,ITE Al.I.A GUERRA DI LJBERAZl01"E E DI RESISTENZA
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Api·ile 1944: carabinieri e bersaglieri entrano a Bologna liberata
nuto dal Folgore, ap pen a i tedeschi arretrarono verso Tossignano , i paracadutisti italiani p untarono, il 12 aprile, verso Mira ndo la. Intanto i ma rinai d el Reggime n to San J\1arco impegnava no le re Lroguarclie avversarie a Monte Mercati e Monte del Re . Più ad ovest il Legnano impiegava i suoi alpini e bersaglieri pe r conquistare impo1tanti quote, costringendo i tedeschi ad abbandonare le lo ro posizio ni e rip iegare verso Bologna . Il 14 il Cremona s upe rò il fiume Sa nte rno, libe rando il tra nsito s ulla Statale n. 16 e consentendo il p assaggio lungo cli essa alle a ltre Grandi Unità impegnate n e ll'offe nsiva . Il Gru ppo aggirò le Val li cl i Comacchio, e quind i, s upe rando in s uccessione i fium i Po, Ad ige, Bacchiglio ne e Bre nta, puntò verso Adria e Ve nezia , che fu libe rata il 29 aprile . Il Friuli, a s ua volta , s i diresse verso Bologna, c he raggiunse a ll 'a lba del 21 aprile, contempo raneamente ai be rsaglieri cie l Battaglio ne Coito cie l Legnano. O rmai i tedeschi e ran o in piena ro tta. Questa fu accele ra ta da ll'inizio dell'ins urrezio ne de lle città ciel Nord , così che a lcune si liberarono prima che vi arrivassero le Lruppe alleale ed iLaliane (24 aprile, La Sp ezia ; 25, Gen ova e Impe ri a). TI Legnano, s upe rata Bo logna, procedette con più colonne moto rizzate n e lla Pia nura Padana, in direzio ne d e lle varie città, che venne ro raggiunte in ra pida su ccessio ne: 22 a prile, Modena; 27, Mantova; 28, Bergamo; 30, To rino. Il Folgore procedette in direzione di Verona, libera-
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I
PR IMI CONTATTI CON G LI ALL EAT I E LA CO fl ELL I GEKANZA
ta il 26 aprile, e poi risalì la valle dell'Adige, giungendo a Bolzano il 4 maggio. Vi fu anche, il 25 aprile, un significativo aviola ncio sulle retrovie tedesche di elementi dello Squadrone F, costituito subito dopo 1'8 settembre, e del Folgore, che prese il nome di Operazione "Ha rring". GRUPPIDICOMBATIIMENTO Nome
Data entrata in linea 0,ficiali
Cremona Friuli Folgore Legnano Mantova
469 481 516 478 486
8.775 9.216 8.911 9.313 8.522
9.244 9 697 9.427 9.791 9.008
2.43 0
44. 737
47.167
14 gennaio 1945 3 febbraio 3 marzo 23 marzo in addestramento
Totale
Totale
Forza Sottufficiali e truppa
Il 29 aprile le truppe tedesche in Italia si arrendevano, ma la cessazio ne ufficiale delle op erazioni, firmata a Caserta, fu stabilita per il 2 maggio . I combattimenti, peraltro, proseguiro no oltre tale data . Le truppe tedesche in Europa cessaro no le operazioni 1'8 maggio 1945. NAZIONAIJTÀ E NUMERO DEI PRIGIONIERI CATTURATI DALLE FORZE ARMATE ITALIANE (dati del Ministero della Guel?"a, 1946) Data
Tedeschi
8.9.43 - 25.8.44 1.096 26.8.44 - 31.1.45 1.2.45 - 30.4.45 3.981 1.5.45 - 30.6.45 6.005 161 1.7.45 - 30 9.45 1.10.45 - 31.12.45 11 Totale 11.25 4
Italiani (Rs1)
Russi
Altre
Totali
1.096 232 104 16
699 388
1 353
1.087
3 2
4.925 6.497 180 14
18
12. 712
13
Nonostante la cessazione ufficiale delle operazioni, piccoli repai-ti continuarono a ~fuggire alla callura.fino alla fine del 1945.
La Resistenza ell 'Italia occupata dai tedeschi, la presenza cli moltissimi militari in grado di condurre opera zioni di g ue rriglia consigliò il Comando Supremo italiano ad inviare direttive intese a dare disposizio ni per guidare unitariame nte il movimento cl i resisten za . Il Comando Supremo diffuse, q uindi, il 10
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L A l'AHTECIPAZIONE DHLE F ORZE ARMATE ALLA GUERRA DI LIBERAZIONE r, DI R ESISTENZA
â&#x20AC;˘
1944: finanzieri e partigiani nei giorni della liberazione
dicembre 1943, le Direttive per l'organizzazione e la condotta della guerriglia ("Lettera 333/ 0P'"), che prevedevano la suddivisione ciel territorio ita liano in mano tedesca in sette Comandi Bande Militari: Piemonte-Liguria, Lo mbardia , Veneto, Emilia Romagna-Toscana, Umbria-Marche, Lazio-Abruzzo, Roma; le direttive si riferivano anche all 'organizzazione delle Bande, ai collegamenti e all 'amministraz io ne. Sul la base cli quanto in esse contenuto, il Comando Supremo fornĂŹ sostegno morale e materiale al movimento e, in seguito, istituĂŹ anche una speciale sezione dei Servizi Segreti per appoggiarlo. Di fatto il movimento di resistenza assunse diversi aspetti: in parte fu controllato dai partiti politici (specie eia que llo Comunista e da quello d'Azione), pur se con indirizzi militari; in parte fu apolitico; in parte fu controllato da militari. Questi e ntra ro no in tutte le o rganizzaz ioni partigiane, spesso rivestendo posizio ni cli rilievo al lo ro interno. Nella prima parte de lla ca mpagna d 'Italia, notevole importanza aveva la simazione nel Lazio e a Roma , immediate retrovie del fronte di Cassino. Particolare c ura fu q uind i posta da l Comando Su premo nell'organizzare la resistenza in tale area. Furono inviati agenti, apparati radio e ope ratori per real izzare una a rticolata rete informativa e d i sa botatori che contribuissero ad individuare i bersagli eia colpire (anche nei bombardamenti aere i) e a danneggiare le vie cli comunicazione (ferroviarie e stradali) tedesche. A Roma e nel Lazio, a latere rispetto alle organizzazioni che facevano ca po al Comitato di Liberazione Naziona le (CL ), il quale agiva in prevalenza
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I
l'H I M I CONTATTI COI\ GLI A LL EATI E I.A COl3E L L I GFRA'IZA
avendo a mente scopi politici, sorse il Fronte Clandestino Militare (FcM), facente capo al colo nnello ciel Genio Cordero Lanza cl i Montezemolo, in stretto rapporto con il Comando Supremo italiano e con il Comando Alleato. A ta le Fronte erano collegati quelli clandestini della Marina, dell'Aerona utica, dei Carabinieri e delle Fia mme Gialle, da cui d ipendevano le bande della Pilotta e ciel generale Filippo Ca ruso, e anche le bande cli Montesacro-Sant'Agnese, de i Caste lli, del Soratte e del Gran Sasso. Il Fronte coordinava le proprie azioni con quelle militari e ad esse le subordinava: tale atteggiamento fece sorgere d ivergenze con la cond uzione politica, la q uale riteneva il comportamento de i miliIl colonnello del Genio tari attendistico, mentre i po iitici Cordero Lanza pensavano di poter provocare il di Montezemolo, al qualefaceva capo crollo tedesco con atti cli guerriglia , anche urbana. lo FcM, il Fronte Non fidandosi delle o rganizzazioni indipendenti, gli Clandestino Militare Alleati destinaron o propri agenti a Roma per controlla re e guidare i movime nti cli resistenza, mentre continuavano l'opera cli invio di missioni speciali in Liguria, Toscana, Emilia e Venezia Giulia, a llo scopo di costituirvi gruppi cli partigia ni, principa lme nte con scopi informativi (Otto, Franch i, eccetera). ell'Italia e tte ntrio nale operava poi il VAJ (Volonta ri Armati Italiani) , di ispirazione governa ti va, che, contrastato anche dal CLN, fu smantellato dai tedeschi a segu ito di delazione , e i suo i dirigenti fu rono fu cilati. Fra le formazio ni partigiane ve ne erano alcu ne tipicamente militari, come le Brigate Ma uri , in Piemonte, e le Fiamme Verdi nel resto dell'Italia Settentrionale. In previsio ne dello s barco ad Anzio- ettuno lo FcM e i partigiani furono invitati dagli Allea ti ad agire contro le linee cli comunicazio ne dei tedeschi. Questi, fa llito lo scopo de llo sbarco per il ma ncato sfondamento cie l fronte principale d i Cassino, ebbero una reazione violenta: non po teva no infatti consentire a i partigiani di agire impunemen te in una zona o ra diventata an cora piĂš importante da un punto cl i vista strategico. In lo ro mano caddero numerosi appartenenti allo FcM e ad altre orga nizzazioni collegate. otevole fu comunq ue il contributo informativo forn ito dal Fro nte agli Allea ti, che permise cli ne utralizzare numerose azioni nemiche contro la testa di sba reo cli Anzio.
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L A l'A l{TECIP~Z IO~c Dei.I.li FORLE AHIIATE Al.I.A GUERRA DI Llll l:RAZIONf· I' Ili RE,ISH\ZA
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I PRIM I CONTA'ITI CON GLI ALI.F.ATI E I.A C013El.l.lGEHA'IZA
L'attentato cl i via Rasella rese frenetica la reazio ne tedesca, e fra g li ostaggi presenti nelle d ive rse carceri vennero scelti m o l ti militari che furon o fra le vittime alle Fosse Ardeatine: dei 335 cadu ti, 47 fu rono q uelli appartenenti all 'Esercito, cli cui 12 carabinieri, 6 alla Marina e 11 all'A ero nautica . D e i 72 fucilati a Forte Bravetta, b en 22 appartenevan o allo FcM . D o p o la liberazio n e cli Ro ma, e in seguito alla ridu zione delle Lruppe in Italia per l 'inizio d ell 'O p erazio ne "O verlo rd '', maggio re spazio fu dato ai soldati italiani e al movimento partigiano. Per mantenerne il conIl generale Cadorna, trollo sul p iano o perati vo e politiprima Comandante co, vennero paracad utate in tutto il della Divisione di Nord ciel Paese numerose missio n i militari, costituite Cavalleria corazzala da personal e alleato e itali ano, sempre dotate cli apAriete e poi del Co1po di Volonlctri della parato radio, che avevano il compito cli coordinare Libertà, che venne l'azione d elle truppe con q uella d ei partig iani e cli costituito nel 1944 fornire a questi ultimi l 'appoggio logistico necessario (a rmi, munizioni, esplosi vo. vesLiario, v iveri, denaro): ogni importante unità part ig iana ebbe la sua missione militare. Nel p eriodo d icembre 1943 - luglio 1944, secondo d ati pubb licati dall'Esercito, furon o inviate o ltre le linee da l S1M e dai Servizi Segreti britannici: 96 missioni operati ve e cli coord inamento (48 con personale italiano, 23 con personale inglese, 25 con person ale misto): 44 missi oni acldestrative con scopi cli sa botaggio; 39 missioni info rmative. 11 compito loro affidato fu po rtato a termine co n il sacrificio cli numerosi o perato ri caduti, feriti e catturati . Con il nuovo Gabinetto B o nomi (1 8 giugno 194-4) maggiore importan za venn e data al Comitato cli Libera zio n e azion ale Alta Italia (CLNAI), vero rappresentante politico cie l Govern o in te rrito rio occupato; p er mantenerne un certo contro llo fu d eciso che il com ando del suo braccio armato, il neocostituito Corpo Volo ntari d ella Libertà, fosse affidato al generale Cadorna, già Comandante d ella Divis io n e di Cavalleria cora zza ta Ariete, che venne paracadutato al Nord nell'agosLo ciel 1944. Egli fu coadiu vato, nella sua opera, eia due ufficiali cli Stato Maggio re già inv iati al CLNAI. Molte furono, eia questo momento, l e operazioni condotte in coordinamento fra le truppe a lleate e le fo rma zio ni partig iane attive di etro la linea cie l fronte. M oltissim i fra i compo nenti cli q ueste ultime potevano contare su una precedente esperien za militare , cli carriera o di leva; e tra cli essi numerosi erano quelli ch e avevano preso parte ad o p erazio ni cli controgue rri glia in Africa e nei Balca ni.
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LA PA RTECI PAZIONE DEI.I.I: f O RZE ARMATE A LI.A G U ERRA DI Ll i3ERAZ IO NE E DI R ESISTENZA
•
26 aprile 1945, Milano: repa1·t i della Guardia di Finanza partecipano alla sfilata per la Liberazione della dttà e, sotlo, mentre scortano una colonna di prigionieri ledescbi da Loro catturati
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I PRl~II CONTA'! l'I CON GLI ALLEATI E LA CO U E l.I I GERA 'IZ.~
Il movimento p artigiano ebbe una sua evoluzione, dalle bande iniziali a lle brigate e alle divisioni su dive rse brigate, seppure con organici d iversi da quelli delle Forze Armate regolari. umericamente esso passò dalle poche migliaia di uomini d e l 1943, alle decine cli miglia ia del 1944, favorilo anche dalla politica della coscrizione obbligatoria adottata dalla Re pubblica Sociale, ch e spinse molti giovani di leva alla reniLenza e, pe r sfuggire alle pesa nti misure repressive conseguenti, che prevedevano anche la fucil azio ne, a recarsi in gran numero sulle montagne e unirsi alla resistenza. Nell 'imminen za dell'insurrezione, il numero dei partigiani passò dai circa 80.000 de ll 'inverno 1944 agli oltre 200.000 dell'apri le successivo. Nel marzo 1945 le missio ni speciali (costituite anche da personale italiano) attive o ltre le linee de i soli Servizi Segreti americani (Oss) e rano 45 : ave vano carattere informativo, op erativo e tattico. In con comitanza con lo sfondame nto de l fro nte e del passaggio ciel Po eia parte delle Armate alleate, ne l Nord Italia i Comitati d i Liberazione azionale cli parecchie città insorsero e ne assunsero il controllo. Ciò accadde, ad esempio, a La Sp ezia, il 24 aprile; a Genova e a avona, il 25; a Vero na e a Vicenza, il 26; a Vercelli, il 28; a Cuneo e a Treviso, il 29, e a Torino, il 30. A Mii.ano essenziale fu l'azione della Guardia cli Finanza, agli ordi ni de l colonne llo Malgeri, il q uale fin da l 23 aprile predispose un piano che prevedeva da un lato il controllo de lla frontiera con la Svizzera, dall'altro l'impiego del personale clipe nde nle p er occupa re i principali centri ciel potere (Prefeuu ra, Municipio, Stazio ne radio, Provincia), neutralizzare le truppe e le formazioni italiane repubblica ne m il itari (G uardia aziona le Repubblicana , Muti, Decima MA , Brigate Te re) presenti nelle principali caserme cittadine, proteggere g li stabi li me nti industriali per evitare i danni dei pianificati sabotaggi te deschi . Alle 3 del mattino del 26, reparti della Gu ardia cl i Fi nanza , con un'azione fulminea, occuparono la Prefettu ra, e poco dopo i Ledcschi si arresero.
La prigionia e l'internamento All'atto della dichiarazione d 'a rmisti zio, la forza d egli italiani alle armi ammontava a circa 4 milioni d i uo mini, appartene nti , in gran parte, all e classi più attive e valide della p o p o lazione . Una massa ingente cli soldati, poco p iù di un mi lio ne , fu catturata dai tedeschi, in Italia e all 'este ro, e disa rmala. A questi uo mini essi posero, d i fatto, tre alternative: arruo lars i ne lle loro Fo rze Armate (come soldati o come ausiliari), collaborare come lavoratori-obbligati, essere cletenuLi in campi di prigionia. Secondo i dati del Coman do Gene rale tedesco, Q uarlie r Generale delle Truppe di Te rra, circa 42.000 furono gli italiani che accettarono di rimanere a combattere con le trupp e germaniche; circa 810.000 furono q uelli fatti prigionieri e 716.000 vennero tras portati in almeno una novantina d i 101
L, PAHTFCIPAZ I O~E DELLE FORZE ARMATE Al I.A GLERRA DI LlllERAZIO\F. E l)J RFS l~Tl!i'iZA
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1944: militari italiani in un campo di internamento tedesco
lager principali tedeschi de lla Polonia, d ella Cecoslovacchia , de ll'Austria e della Germania'' . Gli equipaggi delle navi m ilitari ( un incrociatore, 3 cacciatorped inie re, 3 torpe diniere) che avevano recuperato i naufraghi superstiti della corazzata Roma, raggiunte le Baleari, furono internati in Spagna; due delle torpedinie re, per scelta dei loro comandanti, si autoaffondarono. e l corso del trasferime nto dalle isole greche Uonie e dell'Egeo) alla Grecia continentale, e levato fu il tributo cli morti pagato dai prigionieri italiani stipali su navi in mano tedesca, che furo no affondate durante il viaggio . Alla massa di italiani da lo ro catturati, i tedeschi non riconobbero la cond izio ne d i prig io niero di guerra, ma die de ro lo stato, non contemplato da lle convenzioni internazionali , cl i Tnte rnato militare italiano (IMt), che non prevedeva né la tutela de lla Croce Rossa lnternazionale, né quella di una qualche nazione. L'obiettivo de lla Ge rmania era di sfruttare questi uomini come forza lavoro a basso costo e senza diritti. La maggior parte d eg li inte rnati m ilitari, ai q ua li fu offerta la possibilità cli • Diventa opportuno a questo punto precisare ch e i dati relativi a p erdite, internati, prigion ieri per il periodo successivo all'S seuembre 1943 vanno considerati com e p uram ente indicativi. Si tratta , in fatti , p iù di stime che di cifre precise, poiché, per effetto d elle vicende bell iche, molta documentazio ne è andata persa e m olti dei d ati stessi sono stati ricostruiti. Per alcuni reparti impiegati in Balcania è difficilissim o poter fa re d istinzione fra resistenza immediata e perdite successive.
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PR I M I COi\TATT I COI\ t;LI AI.LF~I I E I.A COllFLL I GERANZA
...,
AFFONDAMENTI, NEL MEDITERRANEO CENlRO-ORIENTALE, DI NAVI IN MANO TEDESCA CON PERDITE DI PRIGIONIERI ITALIANI Nave
D011ize t1i
Ardena Mario Rosei/i Marg11e rita
S(/i10s
Causa
Luogo di partenza
23 settembre 1943
Rod i
1.584
1.800
28 11 ottobre l3 18
Cefalonia Corfù Cefalonia Creta
720 1.302 544 1.850
800 1.000 544 5.000
na vi da guerra britanniche mine d'aereo attacco aereo mina s ilu ro aereo
Scarpa mo
100
100
attacco aereo
Cefalonia Creta Rodi Creta
300 2.670 ' Ì 169 59
1.000 6.000 4.094 59
attacco aereo somme rgibile incaglio aerosil urante britannico sconosciuta
Si11/ra Agios Antonius Ka/ 89 19 novembre SA 38 (Consta11ti11os) Alma 6 genna io 1944 Petrella Oria
Perdite Perdite seccmdo i da/i secondo della \'(lebr111acb1 oltre.fonti
Data di q[!ò11da111ento
8 febb raio 12 febbraio 4 ma rzo
ignota ignora Total e delle perdite dal 23 settembre 1943 al 4 ma1·zo 1944
1.000 13.298
2 1.397
tornare in I ta lia, arruo landosi n elle Forze Arma te della Repub blica Sociale, rifiutò tal e o pportu nità scegliendo di resta re nei cam p i, facendo una vita cli stenti pur d i non contribuire allo sforzo bellico dei ted eschi: sicuramente una scelta d i resistenza alle loro pretese. Molti cli q uesti internati furono comunque avviati al lavoro coa uo, che fu subìto, ma non accettato. D alla Germania rientrarono 6 13. 19 1 persone (14.033 ufficiali e 599. 158 tra sottu fficiali e truppa). I m o rti in tale prigionia furono 40.510. Più cl i 15.000 soldati (1. 149 ufficiali e 14.351 tra sottuffici ali e truppa) trovarono rifug io in Svizzera, d ove vennero internati in o ltre 200 campi; circa 640 fu rono gli internati in Romania, nel campo d i Oesti ; 3.228 i m il itari sfuggiti alla cattura tedesca nel Doclccancso che raggiunsero la Turchia, e qui furon o a lo ro volta internati in tre campi. ln Estrem o O riente circa 800 uomini vennero catturati d ai giapp onesi: solo un centinaio scel sero di non coop erare e furon o considerati prigionieri cl i g uerra in Malesia, Cina e Giappone. Verso l a fine ciel conniuo i prigionieri in Cina furono trasferiti in G iap pon e, dove vennero usa ti come scudi umani in campi d i p rigio n ia posti all 'interno cli grandi complessi industriali. Occorre tenere presente, ino ltre, che la prigionia i n mano alleata (Gran Bretagna e nazioni del Commonwealth, StaLi U niti, Francia) continuò, Lrasformandosi però, p er la m aggior parte dei prigionieri italiani, anch e d o-
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LA r.~ irrHC:l l'AZIO\/E l)~LJ.1' F ORZE ARMATE Al.I.A GUERRA Dl LIB ERAZIONE E DI R HSISTE/\'ZA
po i ripetuti inviti del Governo italiano, in collaborazione come lavoratori inq uad rati in battaglio ni speciali. Nei campi cli concentrame nto de ll 'URSS, secondo i dati dell 'Unio ne Naziona le Ita liana Redu ci di Russia ( NIRR), si continuò a morire . PRIGIONIERI DECEDUTI IN URSS Anno
1943 1943 1943 1943 Totale 1943 1944 1945 1946 1947 1948 1949 1950 Totale generale
Mese
Prigionieri
settembre ouobrt: novembre
462 424 259 501
dicem bre
1.646 777 1.398 39 6 3 3
3.872
Al termine delle operazion i, e ancora per lung hi mesi, fino al 1947, continuò il rientro cli prigionieri italiani da i Paesi occupati e da q uelli detentori. I rientri individuali di prigio nie ri libe rati, specie dall 'Ut{SS, dove diversi cli essi e rano stati condannati come crimina li cl i g uerra, continuarono fino a quasi la metà degli anni Cinquanta. RIENTRI DEI PRIGIONIERI E DEGLI INTERNATI ITAUANI Ufficiali
Germania I3alcania Francia Grecia e Isole greche Romania e Bulgaria
S0ll1t}Jiciali e truppa
Totale
14.033 838 1061 802
599.155 63.161 29. 120 34.818
1.149
14.351
613.188 63.999 30.181 35.620 2.527 12.513 15.500
URSS
Svizzera Gran Bretagna e Commonwealth Stati Uniti d 'Am erica Giappo ne
408.000 125. 173 325
J04
[
PR I M I çQN T ATT l çQN G LI AL LE A T I E L A COBE L LfGE RANZ 1\
Trimotori S.81 della Regia Aeronautica sul campo di Berane, in Montenegro
La Resistenza all'estero
Numerosi furono i militari che, sfuggiti alla cattura in Francia, in Grecia, in Albania e in Jugoslavia , ripararono presso locali famiglie o si unirono a formazio n i p artigiane, ne lle quali lo ttarono p er la liberazione di quelle Nazio ni. La Divisione di Fanteria da mo ntag na Venezia, al comando del gene rale Oxilia, disponeva di due Reggimenti Fanteria , un Reggimento Artiglieria, un Battaglione Camicie Nere, un Battaglione Genio , una Compagnia canno ni controcarri, due Battaglioni (VI e XV) della Guard ia di Finanza, due Sezioni Carabinieri, oltre a unità mino ri. A11'8 sette mbre era dislocata in Mo ntenegro, in zona interna. Il 9 ricevette l'o rdine di portarsi a Podgorica e si schierò a difesa contro ogni possibile attacco. Il 16 fu attuato uno dei primi contatti diretti con la madrep atria: il capitano pilota Gusmaroli riuscì ad atterrare con il suo CR.42 sul campo di Berane, e il generale Oxilia poté finalmente far recapitare un messaggio al Comando Supremo, dopo averlo scritto appoggiandosi a ll 'ala infe rio re dell'aereo italiano. La permane nza a Podgorica si prolungò fino al 9 otto bre, quando il generale Dapcevic, comandante del II Corpo Partigiani jugoslavi del ovj (Narodn o Oslobodilacka Vojska]ugoslavje) , attaccato dal 14 al 20 settembre da reparti tedeschi e costretto a ripiegare, informò il generale Oxilia che la Divisione Taurinense, comandata dal generale Vivalda, si era unita ai partigiani e lo invitò a fare altre ttanto . Oxilia accettò. A metà ottobre la Taurinense, quasi priva di viveri e di munizioni, si era sganciata diri-
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L A PARTECI PAZIONE DEI.LE FORZE ARMATE
Al.LA Glll;R~A DI Li BEl{AZIONE E DI RES ISTEXZA
gendo verso le posizioni della Venezia, che raggiunse il 15 ottobre, ne lla regione di Kolascin. La Taurinense si riordinò su du e Brigate: la I, su tre Battaglioni alpini, agli ordini del maggiore Reyneri; la II , comprendente i resti del Gruppo Aosta, agli ordini del maggiore Ravnich. A partire dal 20 novembre le due Divisioni costituirono il Corpo d'Armata del Montenegro, su 9 brigate della Ven ezia (circa 9.500 uomini) e 3 brigate della Taurinense (circa 1.100 uomini, oltre a circa 2.000 cli altre unità, in gran parte disarmati). Da ottobre l'Aerona utica italiana intervenne in appoggio de ll e unità con rifornimenti aerei, bombardamenti, ricognizioni e sgombero feriti. Una delle missioni più riuscite fu effettuata il 29 novembre, quando ben 12 velivoli da trasporto 5.81 riuscirono ad atterrare sulla striscia di Pljevlia, scaricando materiale e riportando in Patria feriti ed ammalati. In altre zone della J ugoslavia nucle i di soldati isolati si unirono alle formazioni partigiane combattendo con loro per rutta la durata del conflitto . Il 28 novembre, con il personale delle d ue Divisioni italiane Venezia e Taurinense, fu costituita la Divisione Garibaldi, al comando del generale Oxilia , con Vice Comandante il generale Vivalda; in relazione alla cospicua presenza di finanzieri, la 2a Brigata della Divisione venne posta al comando del capitano della Guardia di Finanza Bereté. La Divisione non e bbe vita facile, a causa de lle perdite subite e d i provvedimenti escogitati dal Comando jugoslavo p er evitare qualsiasi eventuale influenza psicologica sulle popolazioni di origine ita liana. Essa, successivamente, fu ridotta a 4 brigate di 1.500 uomini; con il personale esuberante vennero costituiti 11 battaglioni di lavoratori, con forza variante fra 300 e 500 uomini. Parecchi degli appartenenti alla Garibaldi, nonostante le concrete prove di decisa volontà di combattere il tedesco , furono assassinati o infoibati dagli jugoslavi durante il durissimo periodo di lotta in comune. Vennero così: e liminati: il generale Isasca, Vice Comandante della Venez ia; il tenente colonnello Scoparelli, Capo di Stato Maggiore della stessa Divisione; il tenente colonnello Castagnero; i maggiori Fe rroi e Monsani; i capitani Capursoi, Carotti, Carpi, Mo ngilardi, Panicucci, Redolfi; il tenente cappellano Mo ra; il tenente Negri; i sottotenenti Guazzini, Malsoni e Rolla. Complessivamente la Divisione ebbe 2.1 90 morti e 7.931 dispersi. DMSIONI VENEZIA E TAURINENSE
(dal 28 novembre 1943 Divisione Garibaldi) Forza
Data
8 settembre 1943 entro 8 marzo 1945 8 marzo 1945
rimpatriati per ferite e malattie rimpatriati rie ntrati da lla prig ionia caduti accertati dispe rsi
106
circa 22.000 2.500 3.800 4.600 3.900 7.200
I
Plll M I C ONTAT T I cor,. G L I ALL EATI E I.A C O B EL LI GERANZ A
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Jugoslavia: l([/idali a cavallo della Brigata d'Assalto lralia
In Dalmaz ia il Battag lio n e Garibaldi, costituito da circa 200 carabinieri e altrettanti mil itari, in gran pa rte d e lla D ivis io ne Bergamo e de i re parti della zon a d i Sp alato, iniziò, fin dal 17 sette mbre 1943 , i combattimenti a fianco de l Nov.1 (in italian o: Ese rcito Popo lare cli Liberazio ne Jugoslavo, EPq). Il 4 o tto b re il Battagl io ne fu inquadrato ne lla I Brigata P role taria dell "EPl,J come 5° Battaglio ne . Il 15 a lcuni ufficiali inferio ri d e lla Bergamo costituirono un secondo Battaglione ita liano , il Matteotti, con fo rza oscilla nte fra i 300 e i 380 uo mini. Negli u ltimi tre mesi d el 1943 i due Battaglio ni , i cu i coma ndanti cambiaro no p iù volte, sosten nero d ive rs i as pri comba ttimenti ed ebbe ro pe rd ite, comp resi alcuni ufficiali. Fra il 3 e il 5 aprile 1944, il Garibaldi fu severa mente impegnato a MagaljDo le : p e r il s uo compo rta mento in combatti me n to, fu citato nell 'o rd in e del gio rno della P Divis io n e Proletaria. Fra il 2 e il 3 giugno il Matteotti p artecip ò a lle operazio n i d i difesa d e l Comando Supre mo partigia no a Mijnista. Q u indi, iniziò lo s postame n to d alla Bosn ia verso la Serbia e i due Battaglioni p arteciparon o , fra il 14 e il 20 o ttobre, a lla battaglia di Be lgrad o . Ve nne p oi costitu ita la B riga ta d 'Assa lto Italia, in c u i, a i precedenti Battag lio ni, s i unì il neocosti tu ito !'Vfameli; il coma ndo d e ll a Brigata fu assunto dal sotto tenente d e i bersaglier i Maras. Il continuo affl usso cli italiani provenie n ti d ai campi cli p rig io nia e d i lavoro te d esch i in Jugoslavia consentì, il 18 n ovembre, di costituire il Battaglio n e Fratelli B andiera e di ripian a re an ch e le pe rdite subite d agli a ltri battaglio ni .
107
LA PARTECIPAZIONE DELLE F ORZE ARMATE ALLA GUERRA DI Llllf.RAtlO:SE F Ili RESISTENZA
el gennai o d el 1945 la Brigata flalia fu ritirata d al fronte e inviata n ella zo na cl i Calma, per approntare op ere cam pali sulla principale li nea di resistenza; grazie all 'afflusso di altri uomini, furo no co stituite la Com pagnia Arm i cl i acco mpagnamento e la Co mpagnia Genio . ei primi giorni cli febb raio tutti i battaglioni p arteciparo no ai combattimenti n ella zona di Tova rnik. Spostata nella zona di Sa rengrad , eia m età marzo a m età aprile la Brigata d ifese il fian co d estro d ell a P Division e. Il 12 ap rile i tedeschi sfondaro no il fro nte tenuto dalla III Brigata , che fu ripristinato dall'intervento ciel 1° B attaglione (Ga ribaldi) e del 2 ° Battaglion e (M a tteotti). Fra il 20 e il 22 aprile la Briga ta l tcilia fu severamente impegnata in zona Lipovac. Fra il 25 e il 27 i Battag lio ni Ma meli e Fratelli B andiera pre ero pa n e, co n la I B rigata Proleta ria, alle o perazion i verso 1o vsk a. A i primi d i maggio la Brigata Italia ava nzò , co mbattendo, verso Zagabria; 1'11 le forze italiane sfilaro no per la città croata. TI 26 giug no la Brigata Ita lia , concentrata a Ozalj , ricevette l'ord ine di rientra re in I talia e il 28 si trasform ò in Div isione su quattro b rigate. A luglio rientrò in I talia dove, progressivame nte, fu smobil itata. CADUTI DELIA BRIGATA D'ASSALTO ITALTA Reparto 13aLtagl ione Ga ribald i Batt agl ione /lllatteotti 13attaglione 11!/ ameli Battaglione Fratelli B andiera
Se11e111bred ice111bre 1943'
Gennaioollobre 1944•
24 20
8 2
Compagnia Armi accompagnamento Compagnia Comando Intenden za Salme non identificate
Totali
Novembre 1944- Totale jìne conjlillo"
36 39 39 32
68 61 39 32
3 2
3 2 3
3
5 44
10
159
5 213
• 111 quel periodo operativo la forza del Garibaldi era di 400-500 nom ini, quella del Maneoni oscillava dai 300 a i 380 uomini. •• In quel periodo operativo la f orza di og11i hallaJ!lio11e ere, d i circa 1.000 uomini.
G li aerei d el Raggruppamen Lo Caccia furo no severamente impegnati co ntro le basi tedesche in A lbania e Jugoslavia , dalle quali partiva no i velivo li che and avano a colpire le tru p pe italiane in Mon tenegro. Le operazio n i di av io rifornimen to per i sald ali italiani fu ro no garantite d ai veli voli S.81, S.82, Cant .Z.1007 de1 Raggruppamento Trasporti, ch e solitamente effeu uava no so rtite con atterraggi p er po ter permettere l'evacuazione dei feriti, non so lo ital iani m a anche alleati e jugoslav i. Molte missio ni infatti furo no co mpiute p er suppo rtare l'Esercito d i Liberazione Jugoslavo. Fu -
108
PRIMI COI\T/\TTI COI\ GLI ALI.EATI E LA C:OllEl.l1Gl'. RANZ 1\
- -- - - - UO ..... tOOl • l'\,C,IOl • l'\,C, IOIN,
•
- - ·-·-·-•,Or.. ,i.c.lOJ S..P.N
Zona d'operazioni
. . .. . . . . . . . . M H
•470«.. (~PITFIIU e raggi d'azione dei ___:____:_...::.::.~' - - - - -.,__ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ reparti da caccia
...
L _ _ __
dell'Aeronautica dall'B settembre 1943 all'B maggio 7945
109
i·, I.A l'AH'l'EGll'AZIOtrn Dlll.l,E FOHZI! AH~IA'l'E AÙA GumrnA n1 L1mm AZ10Nll E 1)1 R1:s 1sTF.NZA !
rono effettuate, in tutto, dagli aerei eia trasp orto italiani, oltre 500 azioni e po rtate a destinazione oltre 1.800 tonnellate cli materiale. Si registrarono numerose perdite, come quelle avute il 14 maggio 1944, quando una formazione cli 12 Cant.Z.1007, con una sparuta scorta caccia, venne attaccata eia una ventina cli Me.109tecleschi che, sfruttando l'effetto sorpresa, riuscirono acl abbattere 5 velivoli italiani; 26 furono i caduti e numerosi i feriti. Le operazioni della Regia Aeronautica in Jugoslavia non si limitarono alle azioni in sostegno ai reparti dell'Esercito, ma diedero un notevole contributo all'offensiva contro le forze germanich e. Il 27 dicembre cadeva in azio ne a Mojkovac il maggiore Mariotti, Comandante ciel 4° Stormo. I due Gruppi dello Stormo Ba/timore, inquadrati nella Balkcm Air For ce, 28° e 132°, a partire dal novembre 1944 effettuarono numerose missioni cli bombardamento su obiettivi tedeschi sulla costa ( Montenegro, Dalmazia, I stria) e nell 'interno (Bosnia, Croazia, Slovenia). Nel corso cli una cli queste missioni, il 21 febbraio 1945, cadeva sul bacino dell'Arsa (Istria) , abbattuto dalla contraerea nemica, il Comandante ciel 132° Gruppo, maggiore Erasi. Il mattino del 5 maggio una formazione cli Baltiniore, sempre del 132° G ruppo, mentre era in volo per anelare a colpire gli impianti ferroviari cli Sisak, fu richiamata alla base prima cli giungere sull 'obiettivo, in quanto la guerra in Europa era terminata. *
*.
G ruppi cli sbandati delle Divisioni Casale e ForH e ciel presidio in Eubea si unirono alla Pinerolo. Finanzieri dei battaglioni dislocati in Grecia o ptarono per la resistenza filomonarchica (EDES). Tra cli essi si distinse il sottoten ente Corrubia, g iustiziato dai tedeschi sulla piazza cli Ejon. L'inizio della lotta interna fra le forma zioni partigiane cl ell'ELAs e clell'EDES coinvolse anche i reparti italiani. li 5 ottobre alcuni cli essi, dislocati nella zona cli Karpenision, furono indotti , con la falsa pro messa cli rimpatrio, a cedere le armi. L'l l altri si scontrarono con i tedeschi a Karclitza. Il 14, con il pretesto cli evitare che la propaganda fascista convincesse le truppe italiane, in grave situazione per il mancato arrivo dei promessi rifornimenti britannici, a riunirsi agli ex alleati, il comando ELAS o rdinò, improvvisamente, di disarmarle. Alcuni reparti opposero resistenza; i Lancieri di Aosta combatterono a Chiana e Pirgos, avendo 19 morti e 39 feriti. Nonostante le proteste ciel generale Infante e della Missione britannica, circa 8.000 italiani furono inviati n ei ca mpi cli con centramento cli Grevenà, Neraida e Karpenision. A Laspi, nei pressi cli quest'ultima località, fu rono concentrati circa 800 uomini cli un battaglione costiero clell'Eubea che aveva combattuto, a parte, con i partigiani. Il trattamento fu duro e crudele: in quattro mesi oltre 700 dei prigionieri morirono, Fra l 'estate ciel 1944 e il marzo 1945, avvenne il rimpatrio, a scaglioni, d elle truppe italiane. Le p erdite della Pinerolo possono riassumersi in 1. 150 caduti, 2.250 feriti e 1.500 dispersi.
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Parecchie migliaia di militari presero pan e anche alla resistenza in Franci a, inquadrati nelle formazio ni dei maquis. Ton mancarono i soprusi e le angherie eia pan e cli una popo lazione che consid era va l'entrata in guerra clell 'Ttalia a fianco della Germa nia un 'azio ne orn piuta contro u n popolo già agonizzante. DATI RIASSUNTIVI *
Forza m edia alle armi 11e l p e rio do 1943 - 1945 ( dati cirrotontlati) Esercito, Marina, Aero nautica Carabinieri
Comandi territo riali
442.000 - 452.000 55.000
Comp iti cli istituto
29.000
Guardia cl i Finanza Militari nel Corpo Volontari della Libertà (compresi 6.065 combattenti cli Lero)
80.000
Totale
606.000 - 616. 000 Mi litcw i caduti, disper s i e f eriti (8 s ettembre 1943 - 25 dicembre 1947)
Caduti/dispersi
in combattimento contro le forze tedesche prigion ieri in mano tedesca nelle for111~7.ioni partigiane italiane
Totale ( caduti/ disp ersi) Feriti Totale gene rale
37.254 40.5 LO 8.91'1
86. 6 75 1.662 88.337
• I dati riassuntivi so110 quelli co11111nicati al Senato dal Miuistro Berlinguer il 2 giugno 7998. fn generale. quelli relativi ai morti e dispersi se111hrerehbero congrui con altri studi in merito, che i11dicano in circa 95.000 le villi me delle Forze Armate 11el periodo. Per q11a11to i11 vece al/iene i feriti, l 'i11dicazione di l .662 s i riferisce solo alle unità di combattimento e ad altri dati dispo11ibili, ma è largamente lacunosa e deve essere integrata considerando quanto riporla/o dal Ministro della Guerra 11el febbraio 1946. E cioè cbe, per il solo &ercito, ijèriti in Balcania ed Egeo (4.818), in Corsica (55 7) e nella Ca111pag11a d 'flalia (6.287) ammonta110 a 11.662. A q11esli andrebbero inol/re aggi11n1e le c((re disponibili circa iferili della Marina (1384) e dei Carabinieri (6.527 ), per 1111 totale. a11cora incompleto, di 19. 567.
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• IL TEATRO OPERATIVO DEL MEDITERRANEO CENTRO-ORIENTALE - · - · - Confini di Stato all'inizio del 1941 -------- Ripartizioni territoriali Reich tedesco Territorio soggetto all'amministrazione civile tedesca Territori occupati dal Reich tedesco Territori sotto la sovranità italiana Territori annessi all'Italia nell'aprile-maggio 1941 "" Territori occupati dall'Italia Stati alleati all 'Asse Territori soggetti all'amministrazione civile bulgara Territori occupati dagli anglo-americani 112
e
Sicilia
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ROMANIA IA
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113
L A PARlECIPAZIONE 01:LI.F f'ORZ F AR~IATE ALLA G UERRA Dl LlHERAl lO\ F I' 1>1 RESISTE NZA
Cronologia degli avvenimenti principali 1943 11 gi ugno
Resa dell'isola cli Pantelleria
12
Resa dell'isola cli Lampedusa
10 lug lio
Sbarco anglo-americano in Sicilia (O pera zio ne "I lusky")
18
B ombardamento aereo anglo-americano cli Roma (quartiere San Lo renzo)
24
Convocazio ne elci Gran Consig lio ciel Fascismo
25
Votazione dell'Ord ine ciel g io rno Gra ndi 09 favorevoli e 8 contra ri), caduta del Fascism o. Governo Bad oglio Mussolini trasferito , in ambulanza, alla Caserma '·Podgora' dei Carabinieri
26
Mussolini nella Caserma della Legione Allievi Carabinieri
27
Mussolini trasferito a Gaeta
28
Mussolini trasferito con la corvetw Persefonea Ventorene-Ponza
4 agosto
I nizio dei contatti diplo matici per le trallative cli armistizio Bo mbardamento aereo cl i Napoli e Livorno
7
Mussolini trasferito eia Ponza a Lll M~1clclalena sulla FR22
8
Bombardamento anglo-americano di Genova
10 13
Lo Sta to Maggiore dell 'Esercito invia il "Foglio 111 CT"
14
li Governo Badoglio dichiara unilateralmente Ro ma "città aperta", cioè sgom-
Secondo bombardamento aereo ;1nglo -america no cli Ro ma Bo mbardamento cli Milano bra eia comandi e impiami militari
16
uovo bombard amento aereo e.li Milano
17
Fine della campagna di Sicilia Bo mbardamento a nglo-americano di Torino
28
Trasferimento cl i Mussolini eia La Maddalena a Vigna cli Valle in aeroambulanza e, r,oi, ad Assergi (Abruzzo)
30
Trasferimento cli Mussolini a Camr,o Impera to re
31
Lo Srato Maggio re d ell 'Esercito invia la "Memoria n. 44" Bo mbardamemo aereo di Pisa
3 seuemb re Firma , a Cassibile, clell'armi~tizio militare (o ·'breve") Sbarco clell'Sa Armata britannica in Calabria (Operazione "Baytown '")
6
Il Comando Sup remo invia il "Promemoria n. l " e il "Promemo ria n. 2" Lo Stato M aggiore dell 'Esercito invia la "Memo ria n. 45" La corvetta Jbistraspo na nelle acque cl i Ustica g li ufficial i italiani cl i co llegamen to con il Comando Sup remo Alk:ato di Algeri e imbarca il generale Taylor e il co lo nnello Garclincr
7
Riunio ne degli ammiragli a Ro ma. Taylor giunge a Ro ma; nella no tte colloqui con il Maresciallo Badoglio La sera il Comando d ella 1 i" Armata (Grt:cia) riceve a mano il '·Pro mem oria n. 2 1 '
8
T ru ppe an glo-ame ricane occupano le Isole Po ntine Dichiara zio ne d ell 'arm istizio Inizio delle op erazioni tedesche comro gli ital iani a Roma ; comb allimenti atto rno ai principali nodi ferroviari e strada li e a i r,assi alpini e appenninici
114
CHONOI.OGIA DEG LI A VV ENIMENTI l'ltlNCll'All
9
IO
11
Sbarco anglo-alllericano a Salerno (Operazione "Avaland1e") Trasferimento cli pane del Governo e della l;11niglia reale eia Rollla a l'escara Comhaltimenti si sviluppano in lulla Italia, principalmente a Roma, Napoli, La Spezia, Piombino, I.a ìvlaclclalena, Castellammare cli Stabia, Bari, Bastia, acque allorno alla Sardegna e all 'arcipelago toscano Truppe tedesche occupano, fra l'altro, I.a Spezia, Bolzano, Trieste, Livorno. Azioni ll'cleschc in Morncnegro, in Albania, in Grecia e a Rodi. Aerei tedeschi affondano la corazzata Ro111u nd Goll<> clell'Asinara. l'oco lontano ai'foncla il cacdatorpeclinil're !)a Noli Aci Alenl' e a Hodi contalli fra i comanclanli italiani e quelli tedeschi Inizia il trasferimento elci velivoli della Regia Aeronautica verso le basi del Sucl Imbarco del Governo e della fallliglia reale a Onona l'orlo sulla co1vella /3uionella, pl'r trasferirsi a Brindisi, clove le alte personalitù arrivano alle 14.45 Termina la rcsis1enza a Roma, che i:: dichiarata "cill,Ì aperta" in accorcio con i tedeschi Padova, Pa v ia. Piacenza, Hoverclo sono occupale I tedeschi e I' I I " Armala si accord,1no per uno sgolllbro progressivo delle !ruppe italiane Ordine ciel Comando Suprl'mo, dalla nuova sede, cli applicare la "Memoria 11. 44" e considerare i tedeschi collle nemici Hcsa cli Rodi. Le truppe ilaliane sgolllbrano il Colle ciel Moncenisio. Nuovi aspri scon1ri a Piombino. Traltali vc a Spalato con i panigiani I tedeschi occupano Firenze, Napoli, Udine, Sebenico
12
Scioglimento della 4" Arlllata. Violenti c0111bauimen1i acl Ascoli Piceno. lkpani britannici entrano a Bari. Milano e l'escara occupate Resa cli Scarpanlo. Iniziano gli scontri a Ccfalonia l'aracaclutisti tedeschi liberano Mussolini !'rime o perazioni aeree contro i tedesch i
13
Continuano i comhallime nti in Sarcll'gna (Oristano, l'vlacolller, Mores, La Maddalena). I 1ccleschi occupano Gorizia
14
Dircuiva elci Comando Supremo per la collaborazione co n le truppe alleale. lksa degli uhimi 1edeschi presenli .i Corfù . A Ilari si costiluisce il I.I Corpo cl'Arlllala. I tedeschi occupano Fiullle
15
Direttive elci Colllanclo Suprelll<> per la ricoslruzionc delle G randi Unit;ì !'rimi contali i fra i Capi cli Stato Maggiore delle tre Forze Armale con la Missione lllilitarc all eata
16
Sbarco cli rinforzi tedeschi a Ccfalonia. I ll'cieschi sgomberano I.a Maclclalcna. Cessa la resistenza della 3" I )ivisione Celeri' a I mola. lksa dell'isola d'Elba
17
I.e truppe clella 5" Annata (sbarcale a Salerno) e quelle clclla 8" Armata (provenie nti dalla Ca labria) si incon1rano a Vallo in Campania Truppe bri1annil'he occupano Cioia ciel Colle
18
lksa clclle ullime truppe 1cdesd1e in Sardegna
20
Costituzio ne del Colllanclo Fori.e Annate Ila liane in Grecia
21 22
Divieto alleato alla partecipazione cli truppe itali.mc acl operazioni belliche
23
A Taranto, sull ' incrocia1ore h'l11yu/11s, l'irllla cldl'accorclo fra gli ammirag li Cunning halll e l)c Courten sull'impiego delle nav i ila liane ne lla lolla contro l:1 Germania i\ Cefa lonia iniziano le fuci lazioni cli uffici;lii
24
Disarmo della D ivisione /Jrc'111wru a Durazzo
Resa cli Ccfalonia. Continuano g li scontri in G recia
115
. LA l'AltTECll'AZIONE DEI.I.E ·FOHZE AitMATE ' Al,J.A· Gu 1(1t1tÀ b, t;rnr;n,1 hoNH H R1:s1Ùi!NZ,I ;
·ti
26
Resa di Corfù. Iniziano p esanti attacchi aerei su Lero
27 28
Resa di Spalato Nascita del I Raggruppamento Moto rizzato italiano Costitu zione del Comando Truppe Italiane della Montagna (TIMO)
29
Conferenza di Malta e firma della resa (o ;11mistizio "lungo"), comprendente 44 clausole politiche, economiche e finanziarie, da parte del Maresciallo nacloglio Concessione agli italiani di costituire, con propri mezzi, divisioni d'élite
li ottobre
Cessano le o pera zio ni in Corsica L'isola di Coo, dopo lunghi bombardamenti, v iene occupata
13
Dichiarazione cli guerra dell 'Italia alla Germania Inizia l'attiv it;ì aerea italiana in appoggio alle truppe ita liane in Montenegro Costituita l'Un it;ì Aerea su tre !{aggruppamenti (Caccia, Bo mbardamento e Trasporto, Idro)
15 16
All'Italia viene riconosciuta la condizione di cobelligeran za U n CN.42 della Regia Aeronautica atterra a llcrane e stabilisce il primo contatto diretto con la Divisione Venezia
17
La Milita,y Mission.J<Jr !tafian An11islice (MMIA) concede cli ponarc in linea il solo I Raggruppamento Motorizzato. Richiesta di salmerie per il fronte e lavorato ri per i porti e le retr ovie
22
Resa di Stampalia
24
Ricostituzione, a Bari, del Ministero dell'Aeronautica 1° novembre Primo aviolancio, eia parte dell'Avia zio ne italiana , di materiali alla Divisione Venezia
l7 18
Resa di Lcro Cambio dei vertici militari (Capo cli Stato Maggiore Gen erale: maresciallo Messe; Capo di Stato Maggiore dell'Esercito: generale Berardi) Costituzione del Fronte Clandestino l'vlilitare di resistenza, a Ro ma
2·1
Inizio sgombero del Presidio di Samo verso la Turchia
8 dicembre
Prima azione del I Raggru ppamento Motorizzato a Monte Lungo. Per varie rag io ni concomitanti, l'azione risulta sfortunata e sanguinosa
10
Lo Stato Maggiore Generale invia le Direffive per f'organizzazhme e fa co11dof/a deffa guerriglia ("Lettera 333 OP")
16
Seconda azio ne del I Raggruppamento Motorizzato a Monte Lungo, coronata da successo
21
Trasferimento del I Raggruppamento ;1 Sant'Agata elci Goti
1944 22 gennaio
Sba rco anglo-americano ad Anzio-Nettuno (Op erazione "Shing lc")
6 febbraio
Consenso alleato a portare a 12.000 gli uo mini delle unic;ì combattenti italiane
17
Limite posto alle Forze Armate italiane attraverso le razioni viveri: 12.000 per le unitù combattenti, 20.000 per la sicu rezza interna, 268.000 per g li ausiliari
marzo
I Raggruppamento nella zona di Scapoli Nuovo Gove rno Badoglio con inserimento di esponenti politici (compreso Togliatti) lnizi:i la trasformazione del I Raggruppamento Motorizzato in Corpo Italiano cli Libera zio ne
22
11 6
Cl!ONOI.OGIA D EGI. I AVVENIMENTI Pl!IN C IPA I.I
24
31 marzoIO aprile 17 aprile 4 g iugno 8 giugno28 agosto
S1rage delle Fosse Ardeatine Occupazione di sorpresa cli Monle Marrone e sua difesa li I Haggruppamento Mo1ori zza10 assume la d enominazione di Corpo Italiano di Liberazione (01.) Liberazione di Roma Il Cli. partecipa alle operazioni sul fronle adriatico, dal fiume l'escara a Urbino-Cagli; con vari stratagemmi la fo rza è portala a circa 30.000 uomini
I Gabinetto Bo nomi 18 giugno giugno-luglioAerei americani 1,.39 Airucohru e /Jalli111ore assegnali all 'Aeronautica 31 lug lio La Commissione Alleala di Controllo, d 'inlesa con lo Staio Maggiore dell'Esercito, aulorizza, previo scioglimento del C11., la costituzio ne di 6 G ru ppi di Comhaltime nto (57.000 uomini circa), armati ed equipaggiati con materiale hrilannico 22 agosto
Liberazio ne di Firenw
settembre
Assegnazione all'Aeronaulica di velivoli .SìJi(/ire
l8 sellemhre Inizia l 'attiv ità degli Airucuhra 25
Il Cli. v iene ritiralo dal fronte e sciolto
23 o llobre
Inizia l'attiv ilà d egli ,SìJi(/i're
19 novembre Inizia l'altività dei Bt1l!i111orecontro obiellivi tedeschi in Jugoslavia
12 dicembre Il Gabinello llo nomi
1945 En1rano in li nea i Gruppi di Comballime nto Cr emona, Friuli, LeJ.illCll/0 e Folgore 22 febbraio Terminano le operazioni di rifornimenlo aereo de lla Divisione Garibaldi in llalcania
gennaioaprile
23 marzo
Inizio d el rimpalrio della Divisione Garihaldi
'IO aprile 21 25
Inizia l'offensiva alleala Il Gruppo di Comballimenl<> Friuli libe ra Bologna O rdine del Comitato di Liberazione Nazionale Alta llalia (Ct.NAI) di insurrezione armala Liberazio ne di Genova
26
La Guardia cli Finanza occupa i princi pali edifici pubblici a Milano, che v iene libe rata . Liberazione di Verona Inizio dcll'aerorifornimcnl<> delle formazioni dell'El'1,1
29 2 m aggio
Firma de lla resa d elle Fo rze Armale tedesche in llalia Liberazione di Torino Fine delle ostililà in llalia
4 5
Il G ruppo di Comballimenlo Fo(r.:ore raggiunge Bo lzano Ultima missio ne d e i /Jal!i111ore in Jugoslavia
8
Fine delle ostililà in Europa
21 giugno
Governo l'arri L'llali;1 dichi;1ra guerra al G iappo ne
15 luglio
18 settembre J-lanno term ine ufficialmente le opera zio ni belliche dcll'llalia
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LA l'ARTE<.ll'AZIOJ\E DELLE F ORZE AR ~l,\TE ALI.A G1 rn RA DI LIBERAZI OJ\ E E DI R ESISTENZA
Bibliografia Opere pubblicare dalla Commissio ne Italiana di Storia J\ililitare ( Cis,1 ) , dagli U ffici St o rici e da Emi militari • l e op eraz ioni d elle 1111itd italia11e nel set/e111hre-ollobre 1943 (LJSSM E) • L'op era d ella Jllari11a dall '8 sel/e111hre 1943 alla fine del co11/li1to ( ~w1, voi. XV ) • Ce.falo11ia (UsS~IE) • Auve11i111enti i11 !~geo d op o l 'ar111isliz io (Us~,~,, voi. XVI) • Il Primo Raggmppamenlo J\llotorizzato (UssME) • Il C'o1po flalit1110 di Liheraz i o11e (aprile-selle111bre 1944) ( U\s)IE)
• I Cmppi di Cumballime11/o ( Uss,1F) • l e Unità Ausiliarie clell 'l"isercilo lla/ia11u 11el/a Guerra di Uheraz io11e ( UssME) • La Guerra di liberaz io11e. Seri/I i 11e/ I re11te1111ale ( Uss.\lE) • I rapporli./i'CI italia11i e Alleali 11ella cobell(~era11za (U ssw:) • la riscossa dell'/isercilo (Uss~1E) • La Nesisl e11z a dei 111ililari ita/ia 11i a/l'estero ( Hivista 1\li litare) • La cobelligert111z a italia11a nella lolla di libem z io11e dell'J::uropa ( Ministero d ella Difesa) • Ollo sette111bre 1943. LAm,istiz io italiano, 40 a 1111i d opo (Ministero della Dif<.:sa) • L A ero11autica Jllililare nella Guerra di libem z io11e ( U ss,, 1,, ) • Dalmaz ia, 111w cro1wca per la storia 19 43-44 ( Lb SME) • L 'az ione dello Staio Afaf!,p,iore Ge11era/e per lo suiluppo del A!o11imento di liheraz io 11e ( Uss~1E) • La Brig ala d'Assalto Italia ( UssME) • J militari nella g uerra partig ia11a in Italia. 1943- 1945 ( Uss~1 E)
• JI !?ap,gmppa111enlo Ca ccia 11ella Gu erra di Liberaz ione ( Us~,1A)
• J Carabinieri 11ella Nesiste11z a e 11e/la Guerra di Libem z io ne (Ente Editoriale.: per l'Arma dei Carabinieri) • J Carahi11ieri. ! 8 J4- ! 980 ( Ente l:dito ria le per l 'Arma d ei Carabinieri) • La Gua rdia di Fi11a 11za 11ella Seco11da Guerra ,\/on d i a /e (1940- 7945) (Museo Storico della Guardia cli Finanza) • La Guardia di Finanza 11ella Nesiste11za e p er la liberaz io11e (Scuo la cli Polizi a Tributaria) • J }l11ct11z ieri 11el/a Resisle11za ( Ufficio Stampa della Guardia e.li Finanza) • L ·occupaz ione di /\li/a110 e la Liberazione (Co mune cli Milano ) • La Guardia di Fi11a11za nella Nesiste11z a ( Co ma ndo Generale della G ua rd ia di Finanza) • J 111ilitctri italia11i i11/emali 11ei rnmpi di co11ce11trame11to d el Terzo Reicb 19 43-194 5 (Ussw :) • L'flalia i n Guerra: 1943: 19 44; ! 945 (Cts~,)
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!11dice
PRESE TAZTO E
5 1 TROOUZLONE
7 PREMESSA
9 LA DICHIARAZIO IE D'ARM TSTTZTO E LA RESISTENZA lMMEO LATA Avvenimenti sul territo rio nazio nale La Resisten za d ei rerarti all 'estero
29 I PRIMI CO TATTI COI GLI ALLEATI E LA COBELLI GERA TZA L' Cnità Aerea La M~tri na li I Raggruppamento J\lo to rizz:ito Il Corro Italiano di Lilx :ra zione I Gruppi di Combattimerno La Rcsist<.:nza La prigio nia e l'inte rnarrn.:nro L:1 Re.-;istenza ;rll'estL'ro
77 Cro no logia degli avvenimenti princi pali
114 l3ibl iogr:r fia
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In copertina: Le truppe italiane dei Gruppi di Combattimento sfilano a Bologna il giorno della Liberazione A pag. 2: Bersaglieri del Gruppo di Combattimento Legnano in marcia durante le fasi finali della .guerra
Stampa: I.G.E.R. srl Istituto Gmfico Editoriale Romano di Pieraldo Vola & Figli Viale c:r. Odescalchi, 67/ A 00147 Roma Jtis1:1mpa dkcml,rc 2008
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