ARTE IN ASSETTO DI GUERRA

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ARTE IN ASSETTO DI GUERRA

me io stesso ebbi a constatare dalle finestre della mia abitazione, quando erano frequentissimi i contrabbandi. E già che sono a parlare della sicurezza della piazza del Duomo, richiamo l’attenzione della S:V: Illma: su di un fatto denunciatole fino dall’anno decorso: ed è, che mentre ossequiente agli ordini della S:V: Illuma: io ho fatto mettere completamente allo scuro la piazza, nascondendo anche le lampade nell’interno della Basilica, invece dalle finestre della Farmacia dello Spedale prospettanti la piazza del Duomo, fino si può dire a notte emanano tali fasci luminosi da poter essere indizzianti della piazza dei Monumenti a qualsiasi Velivolo»16. Oltre ai magazzini, dove fu ricoverato anche il Paride di Canova, l’Opera, declinando ogni responsabilità, aveva messo a disposizione della Soprintendenza anche i capannoni retrostanti al Camposanto, che però, privi di vigilanza continua, furono sgombrati poco tempo dopo. D’altra parte anche i monumenti di Pisa potevano essere in pericolo, tanto da indurre il Ministero ad avanzare la proposta di proteggere le opere più importanti presenti nel Duomo e nel Battistero. A tale proposito, il presidente dell’Opera richiamava l’attenzione del soprintendente sulla statua di San Giovanni sulla cupola del Battistero, sul tabernacolo della porta del Camposanto, sulle statue che coronavano la facciata del Duomo e sul giro delle campane della Torre pendente. Il 22 marzo 1918 Bacci inviò quindi al Ministero una nota urgente sottolineando l’opportunità di provvedere alla tutela delle più importanti opere della Primaziale, data l’eventualità di un’incursione aerea nemica17.

4. «Per un alto senso di ospitalità»: l’aiuto di Pisa La Real Casa aveva concesso le sale del piano terra e del primo piano di Palazzo Reale al Ministero come ricovero per le opere d’arte e per i manoscritti degli archivi e delle biblioteche del Veneto, in seguito alla rinuncia delle autorità militari di adibire i locali disponibili ad ospedale militare di riserva. L’afflusso dei feriti, infatti, era molto intenso. Per facilitarne l’ingresso in ospedale era stata allargata una porta nelle mura di Piazza dei Miracoli – presso Porta Nuova –, destinata a far passare i treni della Croce Rossa. Dalle zone di guerra i treni giungevano alla stazione di San Rossore, dove il binario si diramava, e concludevano la corsa dietro la clinica chirurgica18. In un sopralluogo del gennaio 1918, Peleo Bacci aveva raccomandato al Ministero la scelta dei locali di Palazzo Reale: «Mentre i saloni poco si


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