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ARTE IN ASSETTO DI GUERRA
Continuava l’opera di rimozione. Il 12 agosto iniziò il lavoro in loggetta per l’incassamento della statua di Giovanni Pisano. Dopo quattro giorni di pausa per le vacanze estive, tutti i dipendenti furono impegnati negli straordinari per i pulpiti di Giovanni e Nicola Pisano. In ottobre si dedicarono al Museo e, finalmente, il 14 il capo delle maestranze Bruno Farnesi, richiamato alle armi il 12 giugno, riprese servizio. I suoi registri ci fanno seguire giorno per giorno il fervore dei preparativi per la protezione antiaerea19.
5. Area bombing Il R.D. 2 gennaio 1941, n. 256, autorizzava il ministro dell’Interno e quello dell’Educazione Nazionale a adottare i provvedimenti previsti dalla L. 6 luglio 1940, n. 1041 sulla Protezione delle cose d’interesse artistico, storico, bibliografico e culturale della nazione in caso di guerra, che si rifaceva in più parti alla nota L. 1089/1939. In febbraio, l’Opera del Duomo, «in considerazione del persistente stato di guerra e del ripetersi di possibili incursioni aeree nemiche, chiedeva alla Soprintendenza, nei limiti delle sue possibilità economiche, di continuare nell’opera di protezione degli oggetti compresi nell’elenco che non erano stati rimossi o protetti nell’estate del 1940»20. In aprile continuava la rimozione degli oggetti artistici del Duomo; il 21 Oreste Zocchi riceveva in consegna 7 casse della Primaziale contenenti gli angeli portacandelabro di Giambologna e quelli di Silvio Cosini, le statue in bronzo di Felice Palma e il vaso in porfido di manifattura bizantina. In maggio, poiché a Calci era rimasto molto spazio libero per il mancato invio dalle provincie del Piemonte, era stata prospettata la possibilità di ospitare 800 casse provenienti dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, suscitando la perplessità del soprintendente: «Questo Ufficio fa osservare l’impossibilità di mischiare le casse di opere d’arte insieme con le casse di carte e di libri; tanto più che fra breve sarà indispensabile aprire le casse contenenti pitture per constatarne lo stato di conservazione, e lasciarle probabilmente aperte»21. Era infatti necessario provvedere sia alla verifica delle protezioni in atto, cambiando eventuali elementi danneggiati da agenti esterni e sacchetti di sabbia rovinati dall’umidità, smontando e rimontando parti delle armature, che a quella delle opere radunate nei vari ricoveri, aprendo gli imballaggi, arieggiando tavole e tele, procedendo a piccoli