ARTE IN ASSETTO DI GUERRA

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III. 1943: CITTÀ IN FIAMME

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cendio a protezione dei monumenti di Piazza dei Miracoli, e di parafulmini per Duomo e Battistero, sottolineando la propria impossibilità a provvedere alla spesa. Biggini chiederà sovvenzioni in proposito al Ministero dei Lavori Pubblici, e si rivolgerà anche a quello dell’Interno per l’organizzazione di un servizio antincendio nei locali del primo piano delle Logge di Banchi, adibiti ad archivio. Mettendo in evidenza, infatti, l’importanza estetica del monumento, sarebbe stato preferibile realizzare un impianto duraturo e non visibile piuttosto che uno visibile e provvisorio adatto solo alle necessità della guerra. Il 1° luglio 1943 assunse la Soprintendenza Piero Sanpaolesi. Eccettuata una certa difficoltà nei trasporti per la scarsità di carburante, la vita e il lavoro a Pisa, «immobile da secoli tra le città del silenzio» procedevano abbastanza normalmente. «La secolare tranquillità non era stata sovvertita neppure dai primi due anni di guerra, in Pisa. Il suo patrimonio artistico era stato sostanzialmente lasciato al suo posto e le misure di protezione antiaerea prese dal mio predecessore Nello Tarchiani nel ‘40 erano ispirate ad una doverosa ma non del tutto convinta obbedienza agli ordini. La tranquillità se ne andò invece dopo i primi bombardamenti di Livorno»5. Il 28 maggio Livorno aveva subito il primo di una lunga serie di bombardamenti. Il Duomo fu colpito nella parte sinistra del transetto e riportò danni anche l’attigua chiesa di S. Giulia. In seguito alle disposizioni verbali ricevute all’atto dell’incarico, appena arrivato a Pisa Sanpaolesi diede avvio alla difesa degli edifici monumentali e alla rimozione delle opere mobili, cercando nuovi luoghi di rifugio. Solo le opere più famose di tutte e quattro le provincie della Soprintendenza erano state messe in salvo nella Certosa di Calci, mentre i Quattro mori di Livorno erano stati ricoverati nel Cisternino di Pian di Rota ed era in corso il trasporto delle opere della Pinacoteca di Lucca verso la Certosa di Farneta. Fra le priorità c’era anche quella di costituire delle squadre di volontari antincendio e di predisporre depositi di acqua presso i monumenti principali, come era già stato fatto a Firenze per gli edifici che avevano grandi tetti in legno. Ma a Piazza dei Miracoli il progetto non poté essere realizzato.

2. Operazione Husky A parte alcune incursioni in febbraio, nei primi mesi del 1943 le città del nord erano state momentaneamente lasciate tranquille mentre il sud,


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