ARTE IN ASSETTO DI GUERRA

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ARTE IN ASSETTO DI GUERRA

5. La guerra continua Il 2 settembre suonò ancora l’allarme dalle 10.00 alle 14.00. Le batterie della difesa contraerea – chiamata Tosca dai pisani perché, come la protagonista di Puccini, non fece mai male ad anima viva – spararono, colpendo una colonna della Torre, al sesto piano. Come annotava nel registro Bruno Farnesi, una parte rimase sul ballatoio, un’altra cadde sul prato, e precipitò anche il capitello sfondando alcune lastre alla base della Torre. Appena cessato l’allarme si provvide a sistemare un’armatura per assicurare il mensolone e i soprastanti archi. L’anno seguente, quello stesso giorno, l’esercito americano avrebbe fatto il suo ingresso a Pisa. La colonna così spezzata sarebbe diventata un souvenir per i soldati, che ne staccavano piccoli frammenti da riportare in patria. L’8 settembre Badoglio ufficializzò l’armistizio già divulgato da Radio Londra e Radio Algeri. Quella notte gli Alleati sbarcarono a Salerno. Dopo l’8 settembre, nella maggioranza dei casi, l’area bombing strategico lasciò il posto ad operazioni aeree connesse con l’avanzata terrestre degli Alleati. Si costituì, a partire da queste date, il reparto italiano del Kunstschutz, per ordine di Kesserling. errata corrige: Kesselring Il 23 e il 24 settembre Pisa fu nuovamente attaccata. Il 23 suonarono le sirene di notte e cominciò il lancio dei bengala da parte degli aerei inglesi per illuminare la zona da colpire. Le bombe caddero sul centro storico, Borgo Stretto, le Case Dipinte, una zona priva di obiettivi militari. Il giorno seguente, invece, l’attacco avvenne di giorno, da parte dei quadrimotori americani. Nel corso delle incursioni riportò danni il Camposanto Monumentale, che fra il bombardamento del 31 agosto e quelli di settembre subì la caduta della parte centrale dell’affresco della Resurrezione, lo scollegamento di gran parte delle capriate del tetto e lo spostamento del materiale di copertura. Il tetto del Camposanto presentava lesioni di tale entità «da compromettere seriamente la integrità degli affreschi esistenti nella parete Nord Est»26, ed era quindi necessario provvedere urgentemente alle riparazioni, anche per evitare gli eventuali danni arrecati dalla imminente stagione piovosa. Era quindi prevista una generale revisione dell’armatura del tetto, con la rimessa in sede dei cavalletti sconnessi per effetto dello spostamento d’aria, e della copertura in piombo, con relativo ricambio dei pezzi di lastra forati dalle schegge o strappati dallo spostamento d’aria. Nel Duomo si ruppero le vetrate moderne poste a sostituzione di quelle antiche, già rimosse, e il tetto subì vari danni. Anche le porte della facciata furono leggermente scheggiate.


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9. Ricostruzione

16min
pages 101-108

Bibliografia

8min
pages 109-114

7. Devastazione

7min
pages 91-94

Indice dei nomi

7min
pages 119-124

8. Sgombero macerie

10min
pages 95-100

6. Coprifuoco

4min
pages 89-90

5. Il Trionfo della Morte

4min
pages 86-88

4. L’ assedio

2min
pages 84-85

3. Diari di guerra

10min
pages 77-83

7. Natale di guerra

8min
pages 61-64

6. Bullette e truciolini

2min
page 60

3. Damnatio memoriae

6min
pages 48-50

5. La guerra continua

5min
pages 56-59

4. La cieca furia nemica

8min
pages 51-55

2. Operazione Husky

6min
pages 45-47

5. Area bombing

8min
pages 38-42

2. Mille sacchi di sabbia

4min
pages 16-17

Introduzione

6min
pages 11-14

2. L’ opera dell’OIM

3min
pages 30-31

3. Elenchi e progetti

1min
page 32

4. «Per un alto senso di ospitalità»: l’ aiuto di Pisa

12min
pages 20-26

3. Caporetto

4min
pages 18-19

Abbreviazioni

0
pages 9-10

4. Monumenti blindati

7min
pages 33-37
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