IV. 1944: LA LINEA DELL’ARNO
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dei depositi di Poppiano, benché fosse stata estratta dalla cassa. Altre opere provenienti dalla Mostra del Cinquecento, ricoverate nel castello e nella villa Guicciardini, furono meno fortunate. Il deposito era stato saccheggiato dai tedeschi, e le opere trattate «somewhat roughly»39, piuttosto duramente, dalle truppe alleate. Era stato inoltre colpito direttamente dall’artiglieria, causando la caduta del soffitto, che investì rovinosamente, con tutto il suo peso, la Visitazione di Carmignano del Pontormo, lasciata sul pavimento, senza protezione, dalle truppe alleate. L’opera fu quindi calpestata dagli scarponi dei soldati alleati, che rimossero considerevoli zone di colore. Danni subì anche la Deposizione di Volterra di Rosso Fiorentino, coperta di graffi e di calcinacci40. Il fronte continuava a stazionare sull’Arno, ma, nella notte, le truppe alleate e quelle tedesche osavano rapide perlustrazioni nella sponda opposta del fiume. Verso la fine di agosto il Comando tedesco fece sgomberare la zona intorno all’Arno in procinto di essere minata. Gattai organizzò la revisione del tesseramento alimentare, mentre il teatrino del Seminario era stato trasformato in magazzino viveri. Il 25 agosto quattro colpi di artiglieria caddero sul Seminario, provocando un grande spavento fra gli sfollati che dormivano nel corridoio. Il Monte dei Pegni fu preso d’assalto e saccheggiato anche da donne e ragazzi. Dalla chiesa di S. Rocco furono asportati gli oggetti d’oro che i fedeli avevano offerto alla Madonna. I tedeschi stavano lasciando la città. Alcuni rimanevano ancora sul Lungarno Regio, dove sparavano dall’Albergo Nettuno – ora pensionato studentesco – a chi cercava di passare il fiume a nuoto. La popolazione iniziava a lasciare le case e ad avventurarsi sui Lungarni, rimanendo vittima delle mine. Il 2 settembre gli Alleati entrarono a Pisa.
7. Devastazione La scena che si presentò ai loro occhi era quella di una completa devastazione. “Da un visitatore oculare della città di Pisa, apprendiamo precise notizie sulla luttuosa situazione della città di Pisa. Tre quarti della città sono distrutti o minati; la popolazione è rarissima. Appena 15 mila abitanti sono riaffluiti nella città, che è quasi integra nei suoi quartieri da Piazza Cavalieri ai villini di Porta Lucca. Borgo Stretto per la prima metà verso i Lungarni è ostruito dalle macerie. La vita comincia da Borgo