ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA - TESTO PARTE PRIMA

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PARTE PRIMA


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DELLA

SCUOLA ALLIEVI UFFICIALI D I ARTIGLIERIA DI LUCCA

LEZIONI

svolte agli Allievi UffiGiali di Artiglieria I

SPECIALITA CAMPAGNA

PARTE PRIMA

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4 · EDIZIONE

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L UCCA INDUSTRIA GRAFIOA C. TORCIGLIANI -

1951-


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INDICE

Cannone da 75/27, mod 1911 .:_ 'l'ipo Dèport . Pag. 3 - Cannone da \527, mod. 1911 - Servizio al pezzo » 27 - Svolgimento de.ile operazioni per disporre il pez. zo per hl tiro e per la marcia . . · . · ·. >> 31 - Formazione della squadra quando il pezzo è in batteria , . .. . . • » 55 , - A.ttribuzoini di servizio per il tiro • . . » 57 - Munizoini impi-egate dal cannone 75, mod'. 1911 ·. » 46 Obi.ce da 1001/1\, mod. 1914 . . .. . » 58 - Obice da 100/17, mod. 14 ....:... Servizio al p,ezzo » 68 - Munizioni impiegate dall'obice da 100/17 . · » 82 Obice da 75/13 .. . , . . » 83 - Composizione della squadra di servizio . . » 99 - Svolgimento d~lle oper azioni per disporre il pezzo per :il tiro e per la .inarcia . . ·. . » 102 Artiglieria a cavallo . · . . . · » · 119 Azione dell'Artiglieria Divisionale . . . » 121 Dati logistici sulle art_iglierie divisionali » 122 138 Preparazione del Tiro » » Condotta del fuoco 186 Armi portatili · . . . . . » 195 Armi portatili automatiche regolamentari italiane 201 » l/Iezzi complementari di offesa e di di-fesa . » .219 Armi ausiliarie leggere » 220 226 Armi ausiliari pesanti · Ga;nnone da 65 . 232 »236 Collegamenti . , . . Impiego deJl'apparato micro:telefonico » 246 Elementi di Ginnastica · » . 261 » 300 Addestramento individuale » 312 . Addestramento all'ordine chiuso 321 Equitazio?e


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' Cannon.e ()a 75/27 Moò . 191_1 Tipo Déport

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'DATI RELATIVI AL MAiTERIALE. Lnghezza anima calibri 27 (m. 2,03) . Lunghezza totale della lfocca da fuoco (2,i3); rigatura ·sinistrorsa righe 2S: Peso della bocca da fuoco senza otturatore 9hilo'/ grammi 284,500. · Peso dell'otturatore Kg.. 20,500. Peso della bocca da fuo_fo ·e otturatore Kg. 305. Peso ·del pezzo a traino Kg. 1750. Peso dell'affusto completo Kg. 771. Ginocchiello m. 0,85. · Massima ·ele:vazione della culatta del cannone 50,0 Massima e1evazione culla d'affusto 15.0 30'. . . . :_ Gittata massima con proietto a percussione Km. 8. Gittata ~assima còn proietto a tempo Km, 6. Corsa totale di rinculo m. 1,30. Adopera congegni di mira tipo n.o 1. CARATTERISTICHE DEL MATERIALE. Affusto a deformazione, freno idraulico e ricuper atore a molla, a lungo rinculo costante, chiusura a vi- "' tone eccentrico monoblocco, congegno di puntamento a linea di mira indipendente, provvisto di sèudi, massima adattabilità ad ogrii terreno (quattro punti di appoggio) . Affusto a cosce divaricate) a fren i coniugati. BOCCA DA FUOCO. E~ di acciaio ~alibro mm. 75; è costituita ,da un tubo d'anima rinforzata in culatta da un manicotto;


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per l'alloggiamento del tallone. Durante -il movimento di rotazione dell'otturator,e, il tallol)e dell'estrattore scorre nell'incavo curvilineo praticato nella faccia piana del vitone e nell'ultimo tratto, contrastando contro · la superficie elicoidale, produce una brusca oscillazio' ne delle branche dell'estrattore intorno al loro asse determinando la espulsione del bosso~o. Si può facilmente scomporre e ricompor-re il meccanismo di. scatto e percussione dell'otturatore ope• 1 . rando nel modo seguente: PER SCOMPORRE. 1) TÒgliere il coperchio prem:.endo col palmo della' mano sul coperchio stesso e farlo girare da destra verso sinistra. 2)" Estrarre la massa battente con .l'avvertenza di mantenerla inclinata ,i n basso. In tal modo viene estratta con essa la molla . antagonista del percussore. 3.) Smontare il grilletto, sfilandone prima il perno a molla e togliere poi la molla del grilletto. :- · 4) Smontar·e la leva di armamento, disponendo prima il nottolino di sicurezza nella posizione di sparo ed inclinando poi la le<và fino ad estrarre i suoi denti ·dai corrispondenti incastr.i della scatola. PER COMPORRE. 1) Montare la leva di armamento e disporre il nottolino n.ella posizione di sicurezza. 2) Montare il grillet to, disporre il nottolino nella posizione di sparo. ' 3) Introdurre nell'alloggiamento della scatola la massa battente con la molla antagonista infilata, con l'avvertenza di inclinare la leva da una delle· due parti. In tal modo sì solleva il becco del grilletto e viene · permesso alla m'assa·battente il passaggio della scatola.

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4) Appli,c are il coperchio alla scatola premendola co1,pa1mo della ·mano destra e girando , da sinistra verso destra.

AFFUSTO. A de.formazione - A ruote - A cosce divaricabili. ,E' costituito di tre parti essenziali: a) Le ruote; 1 / {costituiscono la parte fissa b) Le. cosce; · d.1 deI r.mcu · lo. Il d' ff to ne1· nguar c) L a cu a a us . a) Le ruote (due): costituite ciascuna da un moz1 zo, da u.n cerchione di ferro, da dodici razze e tre gavelli ,di legno. Le ruote sono fissate alla sala e tenute a posto dall'acciarino a forchetta infilato nelle due scanalature del tubo, e di un coperchietto avvitato al mozzo, ed assi.curato a questo con una correggia. b) Le cosce (due)~ sono formate da una lamina di acciaio, ripiegata jn modo da costituire un tubo a sezione rettangolare, che va gradatamente assottigliandosi :verso la coda ~d assum'e ndo la sezione circ0Jare. In ogni coscia notiamo un riparo per lo ster·zo, ed un sedile in legno per i serventi. All'estremità posteriore di ciascuna coscia ,è unita una cassa pentagonale per il vomero. Per il traino le due·. coscie · vengono avvicinate in modo che il maschio conico della coscia destr·a entri nell'apposita cavità conica della coscia sinistra: ven_gono assicurate per mezzo del. nottolino d1 accoppiamento, in modo da: .costituire u,na sola coda, che per mezzo dell'occhione ' portato dalla coscia destra, · viene attaccato al gancio del proprio avantreno. . Le cosce- sono unite alla . sala a snodo per mezzo di due sfere cave i,nvestite a caldo, ai due lati della parte centrale della sala, che è foggiata a telaio per ricevere la culla d'affusto. Verso ciascuna dell'estre-


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-8mità delle cosce è applicato un settore di puntamento, che è costituito da un triangolo avente un vertice. infilato sulla sala, l'altro attraversato qa una vite azionata da una manovella doppia esterna, al terzo vertice, è applicato a snodo una specie di fuso detto traversa oscillante, che mentre è imperniata a snodo colle due estremità sferiche ai due settori di puntamento, colla parte centrale sostiene un perno verticale, che attraversa la parte inferiore del telaio della sala ed .è applicato alla culla d'affusto, di cui costi tuisce l'asse di rotazione. Per la speciale disposizione del perno del telaio di sala rispetto ai settori, risulta evidente che agendo contemporaneamente e nello stesso senso ai due settori, vengono a sommarsi gli effetti delle due azioni individuali, rendendo in tal ·modo piu rapida l'operazione d'abbassare o sollevare la culla dell'affusto. P,e r evitare durante i trasporti il consumo della vite del settore di puntamento, dovuto agli sbattimenti, si unisce rigidamente ciascun settore alla coscia per mezzo di un chiavistello da infilarsi lateralmente. · c) Culla dell'affusto: è imperniata, come si è detto, sopra un asse verticale in un telaio ad U praticato al centro della sala. E' costituita da una .lamiera ripiegata a scatola a sezione rettangolare; anteriormente, nella parte superiore è applicato un sistema di ancoraggio della bocca da fuoco. Nella parte anteriore la culla di affusto è munita di uno sportello a c.e rniera: in prossimità di detto sportello ed internamente alla culla notiamo due alloggiamenti adatti a ricevere la traversa di ritegno delle aste del freno e del ricuperatore. Sulla parte destra è fissato un braccio di puntamento. Nella parte posteriore notiamo la manovella di svincolo del cc.ngegno di direzione. La culla d'affusto contiene l:ln freno a debole re-· sistenza ed un ricuperatore a molla, che regcJano il

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movimento della slitta rispetto alla culla, permettendone il rinculo per circa un metro (cm. 94). SLITTA. E' costituita da un blocco in cui sono ricavati due tubi sovrapposti, i quali sono limitati superiormen~ ed inferiormente da due facce piane scanalate formanti le guide. Il tubo superior,e contiene il freno, a debole resistenza; quello ¡ inferiore il ricuperatore .a molla. La slitta porta inoltre un arco di sito. con piastr.ina graduata da, 9,40 a 13 a cursore scorrevole. Posteriormente la slitta si allarga formando due ali a superfici ricurve, che terminano superiormente con le orecchioniere, entro cui si investe la culla del cannone per mezzo dei suoi orecchioni cavi. CULLA DEL CANNONE. La culla del cannone ,è costituita da una robusta fascia circolare (che porta i due orecchioni di cui sopra), entro cui si infila liberamente il cannone,' e dalla base di due tubi accoppiati. Nei due tubi sono alloggiati rispettivamente: in qu.ello di destra il freno a grande resistenza, e in quello di sinistra il riÊuperatore a molla, che permettono al cannone un rinculo di 36 centimetri. Nella base suddetta sono ricavate due scanalature longitudinali, con guarnizioni di bronzo, in cui scorrono le lisce del ca:nnone. FRENI DI SPARO. Sono due: .uno nella culla del cannone, a corto rinculo, ed uno nella culla d'affusto a lungo rinculo, costituiti schematicamente: da un cilindro con all' interno uno stantuffo e contrasta regolatrice delle luci di efflusso. Sono freni idraulid ad olio minerale incon-


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gelabile. Essi sono muniti di riempitore aU:tomatico, che rifornito una volta tanto, ha per iscopo,, di maritenere Ja cavità del pezzo sempre piena di liquido, . riparando all'e eventuali perdite ' ed all'asciugamen_to, -e di riattare l'eccesso di liquido, quando, dopo, un tiro prolungato, esso venga a dilatarsi p.e r il riscaldamento. Si evita ,con questo· di lasciare nel freno uno spazio vuoto e con ciò l'azione del freno è piu regolare. . Essenzialmente i due .freni. S~)llO sìmili tra di loro: differiscono però nel senso ohe durante il rinculo, nel primo lo stantuffo rincula ed il- cilindro sta fermo, nel secondo accade l'inverso. Le c0ntraste presentano esternamente quattro solcature le quali a due a due diametr almente opposte hanno profondità decrescen- . . te in senso jnverso a quelle delle altre due. Esse danno il funzionamento progressivo del freno: due nel rinculo, due nel ritorno in batteria. In ciascuna di qu~ste due azioni le solcature, che non. devono agire, · sono. chim;;e da un manicotto, che scorrendo per pression~ .. del li9.uido, al principio del rinculo ed all'inizio del ritorno in batteria, costituiscono una vera ·e propria valvola ad' anello che dà alternativaménte il funzionamento dello stesso frenò, .come freno di rinèulo e come fr~no df rito.mo in batteria.

RI CUPERATORI. · Sono due: uno nella culla del cannone e.d uno nella culla d'affusto.' Sono à molla doppia (molla interna e molla esterna). Le due molle sono o teles-copfo e separate da un tubo. Sono ad èlementi di passo inv,erso per annullare -e ffetti di torsione nel' complesso del sistema. L'azione delle due molle (ad elica), è successiva e precisamente nel , rinculo, si comprime prima la molla interpa, le. cui spire vengono quasi ·a contatto, ed indi la molla esterna. Cessata l'azione dei gas cessa la

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compressjone, le molle si distendono e concorrono a riportare il pezzo in batteria. Il ricupera.tò,r e della culla di a':ffusto è costituito, da due serie di sei molle cic;1,scuna: sei molle piccole (tre destre e tre sinistre alternate). Il ricuperatore della culla del cannone è costituito da quattro molle grandi e tre piccole. \ /

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RINCULO . ./

Il rinculd avviene in modo tale, che ai piccoli angoli di elevazione non si ha impennamento, ai grandi il cannone non va ad . urt are contro terra. Infatti I nel primo caso il cannone rincula più' o meno ,parallelamente alla culla d'affusto; agisce prima il freno a debole resistenza, e quarido ·la velocità è molto. diminuita, a~che il freno della culla del cannone, c9sì si ha , a pezzo orizzontale un rinculo rettilineo del cannone di m. 1,30. Di mano in mano che aumenta l'inclinazic~ ne del cannone rispetto alla culla di affusto, il cannone rincula secondo la slitta parallelamente. a s:è stesso e poi anc.he secondo il propr,io a;sse e la culatta si abbassa;. ma anche qua.rido. la ctdla dell'affusto e la culla del cannone hanno la massima inclinazione (rispettivamente 150, 300 e 500), la ·culatta del cannone non arriva a battere a terra. Questa disposizione costituisce, .ciò che .dicesi brevemente « freni coniugati », ed è una deIIe caratteristiche del 75/ 27.

FRENO DI VIA.

E' essenzialmente costituito da due bracci a fo1:. cella e da una traversa che pÒrta Ìe suole di attrito. I bracci, per mezzo di Un occhione, sono investiti nella parte . corri~pondente della sala; per ·azionare il freno. di via si agisce per mezzo di un volantino all'asta di. manovra del freno stesso; tanto dalla parte dell.., cu- ·


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latta che dalla parte della volata. Per mezzo di un dispositivo (catena a rulli, tirante a forcella, chiocciola), si produce il contemporaneo avvicinarsi ed allontanarsi delle suole di attrito dai cerchioni. · SCUDI. 1Sono di lamiera di mm. 4 di -acciaio al cromo-nichel e si dividono in quattro parti. 1) scudo del cannone portato dalla culla del cannone; 2) scudo di dest ra; 3) scudo di sinistra (fissato alla culla di affusto ed alla sala) ; 4) scudo inferiore o pavese (ribaltabile) . Lo scudo di sinistra porta una finestrella con due sportelli scorrevoli per il puntamento. Nella parte inferiore una mensola, sulla quale è fissata la custodia del cannocchiale panoramico. Ha inoltre quattro camerelle per le corregge dell'astuccio dell'allunga. Lo scudo , di destra porta appli.cata alla parte anteriore un seggiolo con cofanetto e cuscino di cuoio, maniglia e pedana.

CONGEGNO DI PUNTAMENTO. Si devono considerare separatamente il cong-egno di direzione e di elevazione. a) Congegno di direzione; Una volta fissati i vomeri delle cosce al terreno, il congegno di direzione permette di s·postare latera.1mente l'asse del cannone di 45000 a. destra ed altrettanti a sinistra. l i movimento di rotazione della culla di affusto attorno al proprio asse, ossia lo spostamento di direzione dell'asse del cannone, è provocato da una vite perpetua, applicata àlla culla dell'affusto, che ingrana ,con un arco dentato con piastrina graduata fis-


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sa alla sala. La vite perpetua ha calettato sulla propria estremità di sinistra un rocchetto dentato su cui ha presa una catena a rulli, che abbraccia pure' un altro rocchetto portato dal braccio tubolare, fissato alla culla, p·e r il cannocchiale panoramico. Tale secondo rocchetto ha il proprio asse infilato in una bronzina eccentrica, la quale convenientemente regolata permette di tenere la catena a rulli nella voluta tensione. La posizione della bronzina è poi mantenuta stabile perchè due dei suoi incavi ricevono i risalti da una corona dentata, che una volta applicata non permette alcun movimento. L'asse del rocchetto può essere fatto girare a mezzo del proprio volantino con manubrio. Ogni giro completo del volante sposta l'asse del cannoc~hiale di circa mm. 32. b) Cong-egno di elevazione: Esso può dare al cannone separatamente o cumulativamente il puntamento in elevazione per mezzo dei settori di puntamento o per mezzo del rocchetto :fissato alla slitta, che ingrana nell'arco di elevazione portato dalla culla del cannone. Qualora si agisca nello stesso senso, ad entrambi i sistemi, si può raggiungere µna massima elevazione di 65.0 (500 ottenuti con l'arco .di eleva.tione e 15.0 con i settori di puntamento) . ed un depressione massima di 15.0 30.0 L'arco dell'alzo graduato in millesimi segna angoli di elevazione corrispondenti a 77 ettometri, quello del sito una g~aduazione in millesimi da 9.40 a 13.oo (la graduazione 10.00 corrisponde ad angolo di sito zero). Spostamento massimo della bocca da fuoco: 450.00 a destra, 450.00 a sinistra a cosce aperte. A cosce chiuse lo spostamento è minore: non supera i 150.00 a sinistra e 90.00 a destra.


-14 ·SUPPORTO DEL CANNOCCHIALE PANORAMICO,

Serve per ·investire il cannocchiàle panoramico. Il ·s upporto non , è 'fissato sul braccio tubolare che lo sostiene, e ciò per ottenere la c0rrezione dello sbandamento e della derivazione mediante unò speciale dispositivo. Questo è costituito da un reggisupporto mobile, scorrevole in basso sul cursore degli sbandamen· ti,· con bottone e terminante in alto con due sporgenz~, che imperniano un asse unito a croce- con un altro asse normale. Questo a sua volta si imperniato. in una ·calotta girev<:>le per . mezzo di un albero nor.i:nale al braccio tubolare e forma col primo un giunto cardanico. L'albero a calotta fa corpo con un parallelograrpma articolato; formato da una leva superiore, una ·biella ed una mano inferiore a p.erno. ' A VAN'J.'RENO. E' di lamier a di acciaio, a cofano. II cofano è costitqitç da un fondo, due fianchi, due testate ed un coperchio. Il coperchio è unito a cerniera al fianco anteriore ed è mun ito di schienale, di due braccioli con maniglie,' e d.ue parafanghi. Il cofano iè çliviso in tre scomrartiment i dei quali due portano dei diafra~nmi, ,•in cui sono praticati 32 alveoli, 16 per compartimento, e servono per il trasporto dei car tocci-proietti. Il terzo compartimento centrale serve per, il tra·sporto degli accessori,, Sul fianco posteriore è appli·cata una piastra con gancio (leva a molla), per l'unione del retrotr eno. L'avantreno è altresì munito di un dispositivo elastico di trazione, col quale i , bilan- ' cini sono i.miti al telaio dell'avantreno. VETTURA C A~SONE .

. Consta di un avantrreno e. 1:etrotreno. Per l'avan-


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treno vale quanto si è detto in precedenza. Il re~rotreno: ad alveare, capace di 64 cartocci-proietto, essenzialmente composto del cofano (testate, fianchi e fondo), 64 fori ad -alveolo rivestiti di gomma, due sportelli, sedile, la coda, la sala, le ruote ed il freno. La testata posteriore, porta superiormente una lamiera d'appoggio corazzata, cui è unito il 'reggigraduatore.

STRUMENTI / DI PUNTAMENTO. C@NOCCHIALE PANORAMIQO DA 75/ 27 À/J50PPIA GRADUAZIONE. / CONGEGNO DI MIRA TIPO N.o 1.

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Notiamo essenzialmente un collimatore con un bottone zigrinato per aizare e abbassare l'asse· ottico del cann0cchiaJe panoramicQ. Compito del collimatorre è quello di mantenere l'asse principale del cannocchiale parallelo all'asse della bocca da fuoco. ,, Due tambuvi girevoli graduati da O a 64; uno superiore per il parallelismo e l'altro per la direzione. Ogni tamburo ha il suo moltiplicator,e per la graduq,zione millesimale. · · • Un oculare. All'interno del cannocchiale si notano quattro linee di fede (due verticali e due in croce): le due verticali ·servono per il puntamento in direzioRe, il punto d'incro.cio delle due rette, serve invece per il puntamento in elevazione. /

LIVELLO REGISTRABILE. Serve per la graduazione e misurazione dell'ang~lo di sito. E' applicato a dei,tra del supporto ·del cannocchiale panoramico, graduabile in ettogradi. Posizione .iniziale 10.00. La bolla dèl livello si centr~ agendo al . bottone del moltiPlic4tore oppure si può centrare agendo é},lle mariovelle od anche ad una sola mano-

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-18 ·_ l'inclinazione di questo finchè la bolla sia centrata; in caso diverso si rettifica trasportando la bolla dl inetà dell'errore mediante la vite della liv.ella. Impiego del livello nel puntamento delle bocche da fuoco. - I casi piu frequenti d'impiego del livello a doppia graduazione, nel puntamen~ delle bocche da fuoco, sono qui appresso indicati: Disporre il pezzo orizzontale. - Si mette il livello nella posizione normale, lo si applica sul piano di culatta e si centra la bolla agendo al congegno di punteria. Per assumere al pezzo l'inclinazione corrispondente ad wna data elevazione e ad un dato angolo di sito. Si gradua il livello per qùella elevazione e per quell'angolo di sito aumentando di 10 ettogradi; o si applica sul piano di culatta e si centra la bolla agendo al congegno di punteria. · Misurare l'inclinazione di un pezzo già pumtato. -Si fa segnare allo strumento l'angolo di sito 10, lo si applircà sul piano di culatta, si centra la bolla agendo al congegno di elevazione, e si legge l'angolo risultante. Misurare l' amgolo di sito d~l pezzo rispetto ad u.n. segno visibile. - Si punta prima il pezzo coll'alzo ordinario dirig·endo la linea di mira naturale al segno, e quindi si mis ura col livello l'inclinazione a.ssunta dal P,ezzo. Verificare l' orizzontal1:tà dell'asse degli ore·cchioni e misurcutne lo sbandamento. - Si mette il livello nella posizione normale e lo si dispone sul piano di culatta perpendicolarmente all'asse del pezzo. Se la bolla risulta centrata, l'asse degli orecchioni è orizzontale; in caso div,erso si misura lo sbandamento di d'e tto asse, agendo al .congegno di elevazione fino a centrare la bolla, e leggendo l'angolo corrispondente.


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PUNTAMENTO, DIRETTO E INDIRETTO.. a) Diretto: E' il puntamento che si esègue dirigen~ do direttamente la linea di mira al segno, quando questo :è visibile. b) lndirettoi: é il pùntamento che si esegue: dirigen,,do la linea di mira fittizia (asse ottico del canocch~ale panoramico), .ad un falso scopo artificiale (gomometro o .palina), o falso scopo naturale (ptmto determ!nato su~ terreno):

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'PUNTAMENTO DIRETTO. Indicato il bérsaglio ci si _assicura che gli istrumen. ti siano in posizione iniziale; ossia del collimatore io.oo rosso), bolla di sbandamento centrata; sito ;I.0.00; alzo O. Livella di puntamento (tiro diretto). · . ' Il puntatore, agendo al volanti110 di direzione . ed alla manovella del settor,e di puntamento della propria · parte (il tiratore lo aiuta. agendo alla manovèlla del settore. di destra), punta direttamente sul bersaglio, traguardando dapprima all'indice ricercatore ed indi all'oculare del cannocchiale facendo coincidere . con questo l'incrocicchio delle due rette ·in croce segnate nel micrometro (elevazione), ed uno dei tratti verticali col bersaglio stesso ( dfrezione). Là linea di mira viene a fare così coll'orizzonte del pezzo un angolo -µguale a quello di sito. Agendo al volantino .di elevazione il tiratore fa· segnare coll'arco dell'alzo (cursore del sito 10.00), la dist3;1,nza ,corrispondente àl. bert,aglio; quif\di il. puntatore ricentra la bolla di sbanda- · mento. Puntato il pezzo il caricatore e l'aiutante éarièatore conficcano. i ,vomeri nel terren·o.. .· Tranne che -Si tr~tt/ di obbiettivò in moto con elementi sparsi così da richiedere una certa indipendenza tra i pezzi della batteria, generalmente, converrà

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un solo puntò di mira per tutti i pezzi. In tal caso, i dati di puntamento saranno: paralleiisma: p = ,64.0000 per il pe~zo bàse: +h p = 64.0000 ...:_ per ciascuno degli altri pezzi;

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essendo h la distanza in metri del pezzo che si ·considera dall'allineamento p~zzo base-punto di mira e D la distanza del punto · di mira in chilometri, (assumendo il segno + O- secondochè ·· il pezzo risulta a , sinistra o a destra di chi, stando al pezzo-base, guarda il punto di mira; direzione (comune a tutti i pezzi): d; essendo ·d l'angolo azimutale tra i due allineamenti che dal pezzo base vanno al centro della fronte da battere ed al punto di .mira. Il puntamento in elevazione sarà bene venga effett uato col livello, in base all'alzo a e al sito s comunicati dal comandante di batteria. Quando lo si eseguisce per .collimazione dir,e tta al punto di mira ( dopo aver fatto segnare l'alzo a sulla relativa graduazidne), il sito 8 viene dato implicitame:r:1te. Ap,p.e na i pezzi sono in batteria; effettuare la prescritta verificazione dei cong;egni di mira e tener conto degli errori, che eventualmente ne risultino, sulle graduazioni di parallelismo..

RIPORTO DI PUNTAMENTO. Eseguito il puntamento diretto ~ utile riportare il puntamento in direzione, -riferendosi· ad . un falso sco. po naturale o artificiale ben visibile. A tale scopo il puntatore, chiusa la finestrella dello scudo di sinjstra, e lasciando fermo il ca1'l!none, (che- è già pm~tato sul bersaglio), agendo al nasello q.i svincolo col congegno di parallelismo del cannocchiale, fa :ruotare l'obbiet. tivo 'e lo rivolge, in direzione del falso scopo scelto.


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Agendo quindi al moltiplicatone a tamburo del congegno stesso per gli spostamenti azimutali ed a bottone del collimatore per gli spostamenti zenitali, porta l'incrockchio dei fili del cannocchiale sul .falso sc@po. Ciò fatto, legge la graduazione di· parallelismo segnata sul tamburo girevole e .sul moltiplicatore a tamb.uro millesimale ,e la comunica al capo-pezzo, che ne prende nota. Centra quindi, agendo al bottone zigrinato, la bolla della livella registrabile e legge la graduazione segnalata (ango\o di sito), ché pure comu nica ~l capo-pezzo. 0

RICERCA DELLA' TRAIETTORIA MINIMA. · Dicesi traiettòria minima quella che sfiora l'ostaco· 10. Alzo minimo iè quello ,corrispondente alla traiettoria minima.

RICERCA DELL'ALZO MINIMO COL 75/27. 1) Si punta alla sommità dell'ostacolo; 2) Si legge sulla livella registrabile (.centrando la bolla), l'angolo di sito dell'ostacolo e lo si riporta sull'arco dentato di sito; 3) Si fa segnare sull'arco delle distanze, la distanza corrispondente all'ostacolo (agendo al volantino di . elevazione); 4.) Si riporta il cursore del. si.to aila graduazione iniziale di 10.00; 5) Sì legge sull'arco delle distanze la graduazione segnata; sarà quello l'alzo minimo corrispondente a quel deter-minato ostacolo in relazione a quella determinata posizione occupata dalla batteria: Alla graduazione lett<1, bisogna però sempre aggiungere 200, per sicurez.za. Quando l'ostacolo sia distante dalla batteria di E.m. 10, all'alzo si può praticamente sostituire un nu-

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mero di millesimi doppio della distanza stessa espressa in Em. ed aumentata di quattro. L'alzo minimo può essere ricavato anche senza avere a disposizione il pezro; praticàmente si fa nel seguente modo: Fatta stazione con un goniometro nel punto P ove si dovrà in seguito portare la batteria, si punta direttamente al ciglio dell'ostacolo O e se ne ricava l'angolo di sito. ' ·· Si misu'r a quindi servendoci della carta topografica e del doppio decimetro o col micrometro del goniometro la distanza PO, e la si aumenta di m. 200. La nuova distanza ottèn11ta, la si ragguaglia in millesimi e si avrà così l'angolo di elevazione o:. Si farà quindi la somma dei due angoli s + a e si avrà così l'angolo di tiro (i) dell'ostacolo O dal punto P. Si dirà allora che per poter colpire dal punto P un qualsiasi punto B, occorre che l'angolo di tiro (i) del bersaglio B sia maggiore dell'angolo di tiro (i) dell'ostacolo O. PUNTAMENTO INDIRETTO. Come nel puntamento diretto, anche in questo caso occorre fare assumere al pezzo l'angolo di sito, di direzione, di elevazione. Se non che, tali dati vengono tutti segnati sui vari strumenti dai serventi, dietro ordine del comandante . della batteria, che li può misurare; come ' vedremo, con il goniometro direttamente, riferendosi al terreno, situandosi in posizione conveniente. Con tali dati segnati sugli appositi congegni viene eseguito il puntamento, facendo coincidere l'incrocicchio dei fili del micrometro del cannocchiale panoramico con il falso scopo. OPERAZIONI DEL PUNTAMENTO INDIRETTO. 1) ·Formare il '.fascio parallelo déi pèzzi, ossia rendere paralleli gli assi dei' pezzi rispetto al piano di


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·base, che. è il piano verticale passante per il cen~ro del cerchio di: direzìone del cannocchiale panoramico ·del cannone sc.e lto come. p'ezzo base e per il falso scopo. · ,· . · 2) orientare iÌ . gÒnion:iétro; 3) d~tèrrriinar~ l'ah-golo. di direzione; · 4)'. . misuraré . l'angolo di ·sito; . 5) determinare' la dist~nza. .. ' l) v FORMARE':IL FASCIO PARALLELO . ·t . . . ··• \. ... •

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All'uopo necessita rendere paralleli gli assi dei pezzi rispetto al piano di base, · occorre qu-indi ·trovare un . ·valure .angolar.e" da fai s·e gnarè ai . pezzi, che p-ren-de il nome di parallélismo scalare. '· · .. Se il falso scopo · è molto distante (oltre i km.' 20 o situato stil -prolunga:mentè, del fronte della batteria), il parallelismo si può ritenere· raggiunto, senza. dare ai pezzi ·· alcurià variazione ·di parallelismo: Bisogna QOnsidèrare due cas,i: che ir •f also 'sèopo ·s ia, - · naturale, ' .· • i artificiale~ A) .FALSO SCOPO NATURALE. ;·,

a), ,Con . la collimazione reciproca:: si chiamano due pezzi (g.ène:ralmente quelli ..di, alà.), .ad ,eseguire-l'operazione. I p,untatori dei due pezzi (graduazioni· in posizioni ·iniziali,,,bolle .entrate), .fanno segnare .l.e rispettive. graduazioni di, 'parat1elism0 16 e.48,: quindi agen~ do al tamhuro :moltiplfoatore ..cli dir.~z.;ione-.per gli spostamenti.-:azimut~li ed. al. ,collimator·e per · gli- sp.ostamenti 1zer1ital.i, 'i, -due pezzi àevono g;iungere a · g,uardarsi vicend_evolmente (sei;iza muovere .il pezzo).. ·Ciò fatto, --prev.io ,svi-nc.010 del nasélh di. arnesto .della. gra-. duae;'ione,ldi parallelismo, puntar.1ct enttambi al ..:fials0 scopo, indicane. e legg·ono così.c-iaseµno t.un-angolo. Dal1' a_ngolo .'m aggiore , si ·sottr-ae---il ,min~re, _· la"'di,ff eFerfza , .. ~ . . ; _. l: · ' ; ; ·.,.. • 'i' ..: · .1 • . .

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-divisa per i.l numero degli intervalli compresi tra i pezzi impiegati nella collimazione, costituisce il parallelismo · scalare da dare ai · pezzi, e precisamente partendo.da un pezzò base tale parallelismo sarà dato in piu o in meno a qù,ei pezzi che si troveranno situati a sinistra o a destra da chi stando al pezzo base g.uarda il falso scopo (tale gradu,azione di parallelismo sarà fatta segnare sulla graduazione di parallelismo del · cannocchiale) . b) Metodo approssiniato. Qmi,ndo il piano di base è normale alla fronte della batteria .e i pezii siano intervallati tra loro a distanza pressochè uguale, il parallelismo a scalare in millesimi si ottiene dividendo l'intervallo medio dei, _pezzi espresso in. 'metri per la ,distanz;:i. batteria falso scopo espresso in Km. Dal pezzo base il paralle1ismo scalare sarà fatto segnare in piu o in meno, come detto al comma precedente.

B) FALSO SCOPO ARTIFICIALE .. Q.uando si impiega il falso scopo artificiai'e, .il parallelismo a scalar e da dàre ai pezzi viene çli regola determinato col goniometro: perciò il comandante di batteria dirige il diametro principale dello strumento (graiduazioni in posizioni iniziali), al c<!,nnocchiale panoramico di uno dei quattro pezzi, che egli avrà scelto come pezzo base; fissa quindi lo strumento ed agendo alla graduazione azimu_tale del piatto, p~nta successivamente ai cannocchiali degli altri pezzi e comunica a ciascuno. di loro gli arigoli di pàrallelis1no letti sul goniometro 'i n corrispondenza dell'indice opposto all'indice pripcipale. Il pezzo base avrà parallelismo 32 e nel contempo il goniometro resterà naturalmente -orientato al piano base. I · pezzi prendono per falso scopo la testa · del goniometro. Può capita:re che ., dall'osservatorio non si vedano i pezzi tutti: allora ~i .sceglie u na stazione ,sussidiaria, ..


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. daUa quale sì vedono tutti i pezzi e che sia ben vista da dove si vuol porre l'osservatorio di batteria. Si porta in cotesta stazione il goniometro e si lascia una palina nel punto dell'osservatorio dove si vòrrà porre il goniometro, e si detern:iina da qui il parallelismo di ciascun pezzo come abbiamo visto · nel caso precedente. Si punta quindi, f~rma la base del goniometro~ ed agendo alla graduazione azimutale, alla palina (N. 1) dell'osservatorio e si legge la direzione corrispondente. Poscia, posta una palina (N. 2), al posto del goniometro, si tras.porta · quest'ultimo all'osservatorio e lo si pone esattamente al posto della palina (N. 1), da qui con la, graduazione -di direzione precedentemente misurata segnata sul piano azimutale- (indice secondario), movendo lo strumento si collima alla palina N. 2. Il goniometr• resterà così orientato ed i-· pezzi ,avranno come falso scopo non il goniometro, ma la palina della stazione sussidiaria (N. 2). ORIENTAMENTO DI UN PEZZO CON UN ALTRO

Per orientare un pezzo con un altro, valgono le ·stesse regole, che vi sono per odentare 11 goniometro con un pezzo oppure due· goniometri tra di loro. ~sempio: Il 2.o, 3.o e 4.o pezzo non vedono il falso s,copo, che ,è visto da1 Lo p.ezzo. Allora si dà il .comando: «2.o, 3.o e 4.o pezzo sul l.g pezzo orientamento». Il puntatore del primo pezzo senza smuovere il pezzo, ma muovendo la testa del cannocchiale, ag,endo al nasello di . svincolo della graduazione di direzione, dirige 1'ocu1are al falso scopo, assiéurandosi che la graduazione ,di parallelismo segni O, e trova l'angolo di paralleli-


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smo che fa il falso scopo col 2.o pezzo, 3.o e .4.o pezzo. I valori opposti (1) determinano il parallelismo de+ 2.o, 3:.ò e 4·.o pezzo, che avranno come falso scopo il , 1.o P,ezzo..'In tal modo avremo i 4 pezzi paralleli" fr;;i di loro a:1 piano .di ba.~è: 1 pezzo f. scopo. · •

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Cannone <)a 75-27, Mo<). 911 Servjzio al pezzo

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Pezzo in b~tteria ,è l'insieme del .r-e trotreno della vettura cannone ~-- di quello . <lillà vettul'.a cassone, af/' fiancati, con la volata del cannone rivolta verso l'ob.biettiv:o pr,eso a bersaglio. Il cannone avrà l'affusto con le code a terra. Il ré\tr,otreno del -cassone sarà ribalta·. to, in modo da poggiare interamente. ·su·l là piastra di appoggio, con la éoda rivolta ,verso l'obiettivo 'e ripiegata a puntello. graduatore disposto su l'apposito .reggi-graduatore. . . . . . ,. Le indicazioni di destra, sinistra,' anteriore, posterior~. vengono riferite a chi, stando dalla p~trte della culatta, guarda la volata, se . il pezzo è in batteria: se il pezzo è attaccato, vengonq' riferite invèce a chi guarda nella direzione dì .mar.eia.. . Durante il sérvizio ìn hatteria, gli uomini stiano senza armi ed in uniforme da fatica:· · ·

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COMPOSIZIONE DELLA SQUADRA DI SERVIZIO . ta squadra di servizio è composta normafmente di un capo,.pezzo e di 6_serventi deno_mi'nati come segué: · Puntatore - tiratore - porgitor~ -. cari:cat~re - ·graduatore - aiutante-caricatore. . Ultimata l'istruzione delle' reclute, il puntatore ed il graduatore devono essere destinati iri. modo fisso, riparten,do OP.POrtuna,mente _fra i. yari pezzi della batteria glf uomini idqnét a tali. importanti. mansioni,


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28 --

FORMAZIONE DI MARCIA. MANEGGIO DEI FRENI DI VIA.

Normalmente il pezzo pronto per la marcia avrà la vettura cannone avanti alla vettura cassone ed i serventi nella posizione dell'a figura n. 5. In casi eccezionali però l'ordine delle due vetture potrà essere in,-. vertito. Ciascuna vettura si mantiene a quattro passi di distanza da quella. che precede-' Quando il pezzo è attaccato e fermo, al comando: « A postò », · il Capo-pezzo, se trovasi a cavallo, ne smonta é rimane a fianco del quadrupede, a sinistra, all'altezza della pariglia di volata della vettura cannone - i serventi si dispengono invece, il piu rapidamente possibile nelle posizioni indicate nella figura 1. Quando si voglia far smontare 1da cavallo i condu- . centi, si dà il comando: « A terra ». A tale comando i .conducenti fanno piede a terra rimamendo ciascuno a sinistra della propria pariglia. Per far montare in sella i conducenti ed il capopezzo, si dà il comando: « A cavallo ». A · tale ,comando, montano in sella: prima il conducente di. timone, poi quello di mezzo, in ultimo quello di volata. Il capo-pezzo si dispone sulla sinistra di quest'ultimo, un passo in fuori, ed in tale posizione rimane durante la marcia. Per far montare i serventi sul pezzo, si dà il comando: « Montate ». A tale comando,· i serventi corrono a sedersi' nei ·posti indicati nelle figure 2-3. Ciascuno di. essi, esclu'so il puntatore, impugna con la mano esterna la rispettiva maniglia. ·

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Fig. 1

Le mani libere vanno tenute appoggiate e distese sul ginocchio.·


- 30 l;:apo Pnzo

Cariaat.oR

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Aiut. Caricatore

'~ Puntatore

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·'Tìr~tore

J?orgitore

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Graduato re

Fig. 2-3 Maneggio del f1•eno. di vri,a.. - Il freno di via del, cannone è maneggiato dal tiratore: durante la marcia, egli agisce al volantino esistente sotto il seggiolo dell'affusto: durante il tiro, agisce al volantino che trovasi posteriormente allo scudo. · Il frèno di via della vettura cassone .è maneggiato

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31 -

dal « graduatore »; durante la marcia, egli agisce al relativo manubrio. Per il maneggio del freno si danno i comandi: « Serrate il freno » oppure _« Aprite il freno».

Svolgimento c>elle operazioni per è>isporre il_pezzo per il tiro e per la marcia 1) METTERE IN BATTERIA. Per far fuoco nella direzione della marcia si danno i comandi: « In batteria - Alt. » Al primo comando, il cassone, accelerando l'andatura, si porta sulla sinistra del cannone a due passi di intervallo da esso. Al secondo comando, le vetture si arrestano. Il capo-pezzo, portandosi rapi,damente a sinistra del cassone, consegna il cavallo al conducente di mezzo del cassone stesso e salta a terra; i serventi disgiungono i treni, operando come è detto in seguito. a) Cannone . - Il conducente di timone del cannone solleva il timone fino al ginocchio, agendo alla correggia alza timone. Il caricatore e l'aiutante caricatore impugnano le maniglie di coda per disgiungere i treni; il puntatore ed il tiratore si dispongono in forza alle ruote, il puntatore a « br ace-avant i », il tiratore a « bracc'indietro », ciascuno dalla propria parte. l'aiutante caricatore, appena la coda del pezzo è sganciata dall'avantreno, dà l'avvertimento: «Mare». L'avantreno eseguisce un dietro front a sinistra e viene .condotto al trotto nella località indicata dal comandante gli avantreni.


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Distaccato l'avantreno, i quattro serventi fan.no eseguire alfaff.usto un dietro front, quindi le code vengono poggiate a terra. Il capo-pezzo consegna al puntatore ll:)- chiave del lucchetto del cassetti-no d'affusto, al · t iratore .quella del lucchetto del congegno di ancoraggio di volata ed al porgitore quella del lucchetto del cofano del cassone. Ad operazioni ultimate ritira le chiavi suddette. Il èarkatore, stando a sinistra, l'aiutante caricatore a destra, disgiungo.no le. cosce dell'affusto. A tale scopo -l'aiutante-caricatore disimpegna il nottolino di accoppiamento, poi preme col piede sul pedale del · nottolino stesso, indi amb.edue i serventi disgiungono · le cosce -e le di'l,:aricano fincblè è possibile. Poscia disimpegnano le casse dei vomeri, spingendo i manubri dei rispettivi chiavistelli verso la ,parte po,. steriore. dopo di che prendono ciascuno la mazza situata dalla propria parte e, battendola sulla testa del · ris~e.ttivo vomero, conficcano questo nel suolo, tenendo presente che il vomero dovrà essere piu o me.no interrato a seconda della minore o maggiore consistenza del terreno. Nei terreni ordinari è sufficiente interrarlo poco piu della metà. · Il puntatore ed il tiratore, ciascuno nella propria parte, rovesciano le cuffie dei settori di puntamento, quindi disimpegnano le viti dei settori stessi, estraendo i rèlativi chiavistelli - poi agendo alle manovelle delle viti -centrano approssimativamente le boile dei · · livelli dei settori. Il puntatr-re toglie la cuffia del supporto del c~mnocchiale panoramico e qµ.ella dell'arco dentato di direzione, quindi apre il cassettino d'affusto e ne estrae il cannocchiale panoramico, il livello registrabile e quello di puntamento dalla cassetta che li contiene ed


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applica i' primi due al supporto, consegnando il terzo _a l t1~t6:re che 1~ mette a_ pos_to. . . . .. Il trrator,e toghe ·la clil.ff1a d1 culatta, qumd1 s1 reca alla volata, ne . toglie -la cuffia, apre il lucchetto e agendo al manubrio del congegno di ancoraggio lo disimpegna dalla culla dell'affusto. Il puntatore disimpegna '1a culla · dell'affusto dal~ l'ar,co dentato del congegno di direzione, e ne assicura bene il manubdo nella posizione di · svincolo. In Ultimo, puntatore e tiratore, abbattono il pave:se, p.remendo ciascuno dalla pi:opria parte sul relati/ vo chiavistello a molla. Le cuffie suçldette vanno tùtte assicurate sul seg· giolo di .affusto. b) Cassarne. - Il conduçente di timone del cassone solleva il timone fino al ginocchio, agendo alla correggia alza timone. . . , . Il porgitore ed; il graduatore disimpegnano l'oechione della coda dal g'aricio dell'avan_treno. Il capo-pezzo in forza ,alla ruota di "sinistra del retrot:ren,ç, impedisce che la vet tur~ retroèeda. Il graduatore, appena la co!la del cassòne è disimpegriata dall'avantreno, dà l'avvertimento: «Mare». L'avantreno ·eseguisce un dietro front a sinistra, quindi segue al trotto l'avantreno del cannone, e si affianca· ad esso quanto è possibile. · Distaccato l'avantreno, il porgitore ed il gradu;:i,tore sollevano lentamente la coda, fino a .c hé il cofano poggia a terra. Il · capo-pezzo, in forza al cofano, impedisce che il ribaltai:nento del cassone si compia violen. temente. I

(I) In terrcni ·molli· potrà occorrere di scavare · il suolo in corrisponden~a

del' g raquatore, a ciò il capo-pezzo provvede non appena possibile.· ,Lezioni di A~tiglieria

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3 .

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-34Il porgitore ripiega la coda dopo aver tolto il relativo chiavistello e, aiutato dal graduatore, solleya il sedile, disimpegnandolo dai 2 manubri d'arresto, apre gli sportelli e la~cia ,c he il sedile appoggi su di essi, fermandoli. Quindi investe sull'apposito supporto · a forchetta il graduatore meccanico, dopo che il grad.uatore abbia tolto la cuffia e l'abbia assicurata a d una maniglia degli sportelli. Il graduatore toglie dal ,cassettino d'affusto il graduatore a mano, riponendone la custodia nel cassettino. Si deve aver l'avvertenza che il retrotreno del cassone sia posto in batteria, il piu vicino possibile all'affusto, 50 centimetri indietro. · Q.uando si deve far fuoco in direzione opposta a quella di marcia, si danno i comandi: « Levate gli avantreni - Alt. » Al primo comando, il cassone si porta sulla destra del cannone a due passi da esso, al secondo comando, la squadra di servizio si regola come è stato detto pre~ cedèntemente, fino all'avvertimento: «Mare. » A questo avvertimento gli avantreni marciano nella medesima direzione al trotto e vengono condotti nella località indicata dal comandante gli avantreni. Partiti gli avantreni, il graduatore e il porgitore, aiutati dal capo-pezzo fanno eseguire un dietro front al r,e trotreno del cassone, spostando la coda dalla parte opposta all'affusto; quindi ribaltano e depongono la coda a terra. Le altre operazioni si svolgono come è detto precedentemente. Per far fuoco di fianco si danno i seguenti comandi:, « A destra (sinistra) in batteria - Alt. » Al primo comando la vettura ,cassone si porta sulla sinistra della vettura cannone, come nel comando in - batteria.


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Al secondo comando la squadra di servizio si regola come ìè detto krecedentemente fino al.l'avverbimento: ' «Mare.» . A questo avvertimento, gli avantreni eseguiscono un a sinistra (a destra), si allontanano al trotto e vengono condotti nella località indicata dal comandante gli avantreni. , Partiti gli avantreni, il cannone vien fatto girare ·sul posto e la volata .viene rivolta dalla parte verso la q_uale si vuole far fuoco - i,J cassone viene oppt>rtunamente affiancato al cannone e ribaltato. Affinchè il movimento per mettere il pèzzo in batteria riesca celere, · è conveniente che al comando di « Alt» il cassone si arresti u,n poco indietro al' cannone ,se si eseguisce l' « in batteria» o l' « a sin~stra in batteria», un poco avanti, inv~ce, se si eseguisce il « levate gli avantreni » o l' « a destra in batteria», Prima di agire ai settori di puntamento per èentrare approssimativamente le bolle dei livelli deì settori, è necessario accertarsi che le ruote non siano · frenate. Qualora invece lo fossero; il tiratore aprirà il freno. · ' . E' -pure necessario che il capo-pezzo si accerti sempre 'che il congegno di al!lcoraggio di volata sia stato aperto e fissato a dovere nella posizione di svincolo, dati i gravi inconvenienti, che potreàbe produr re il far fuoco con la volata anéorata alla culla. . ' In .caso di esigenze particolari, il cassone può es~ sere messo in batter-i a sulla def,,tra del cannone, inve.ce ~he sulla sinistra come d'ordinario. Quando occorre mettere in batteria il pe·zzo senza cassone, questo viene sostituito dall'avantreno del cannone. I ,comandi sono gli stessi di quelli indicati pre. -cedentemente. · · ·


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Pèr levare l'avantreno, il capo- pezzo sgancia la catena del timone; contemporaneamente l'aiutante caricatore ed il cari.catore distaccano le tir.elle dai bilancini e le avvolgono alla braca. Il puntatore ed il tiratore distaccano l'affusto. La muta si reca al trotto nella località che sarà·stata indicata. I quattro· serventi dispongono il cannone in batteria, nella direzione voluta. L'avantreno viene affiancato al cannone dalla parte piu conveniente,. coi mozzi delle ruote a pochi centimetri, col timone a terra, nella direzione del tiro e col coperchio del cofano aperto, all'altezza dello scudo. Il capo-pezzo pren de dal cassettino d'affusto il gradua'.tore a mano e lo impiega personalmente durante il tiro. , . Il pezzo, in casi eccezionali, può anche essere messo in batteria senza disgiungere le cosce. I vomeri però vann,o. piantati come nel caso normale. In caso di assoluta necessità, il 'tiro può anche essere eseguito senza piantare i vomeri. Quando ' le ,cosce sono riunite, se il · puntamento è diretto, conviene sempre assicurarsi, prima di sparare, che il cannone nel rinculo non urti contro le cosce. Se il puntamento è indiretto e la culla d'affusto è orizzontale, il tiro può .eseguirsi con un angolo di ti;o non superiore ai 180 millèsimi. ·. Inclinando la slitta sotto l'orizzonte, si può raggiun, gere l'angolo di tiro di 170 (290 millesimi). 2) MOVIMEN';t'I DEL PEZZO A BRACCIA. Il cannone ed il cassone si fanno avanzare e retrocedere a braccia a seconda delle indicazioni del capopezzo. a) Per muovere il, cainnone: tiratore e puntatore si mettono in forza alle ruote, caricatore ed aiutantecaricatore alle maniglie delle .coso.e.


_ · 37 Occorrendo, il capo-pezzo chiama 'in aiuto gli altri 2 serventi, disponendoli in forza alle ruote o 1alle cosce, a seconda del bisog.no. . Se i vomeri sono stati .conficcati a terra, ·il caricatore e l'aiutante-caricatore sollevano le relative casse per strappare i vomeri dal suolo; indi •traggono indietro il braccio del nottolino del vomero, e fanno risalire questo nel proprio alloggiamento, quanto basti perchè la punta })Ossa appoggiare sul terreno, senza che la coda resti sollevata, dopo di che, abbandonano il braccio stessa, immobilizzando così .il vomero: Se il tratto da percorrere è piuttosto lungo, può essere conveniente riunire le cosce; in tal caso, il -puntatore ed il tiratore, agendo ai manubri dei settori di puntamento, abbassano· completamente la parte posteriòre deUa culla 'd'affusto. Il puntatore, mediante il volantino del co~gegno di direzione, dispone la culla d'affusto nel piano mediano dell'affusto stesso (indice dell'arco dentato a zero), e poscia àncora la culla stessa all'arco _dentato. I Poi puntatore e tiratore sollevano il pavese, assicurandolo coi rispettivi chiavistelli. Il tiratore si reca alla ,volata e l'àncora alla culla dell'affusto. Il caricate.re e l'aiutante-caricatore, dopo aver fatto risalire i vomeri nel rispettivo alloggiamento, spingono innanzi i chiavistelli delle casse, per vincol arle, quindi riuniscono le èosce. b) Per muovere il casscme·: occorrono g·eneralmente sei serventi così disposti: · Graduatore e porgitore alla coda (che viene rialzata ed assicurata al ,cofano dal porgitore); tiratore e pun tatore alle ruote; aiutante-caricatore e Garicatore ar cofano. .


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3) DISPORSI ~ER LA MARCIA. Per disporre il pezzo per la marcia, si dà il comando: « Rimettete gli avantreni ». Indicando col. braccio la direzione nella qual~ si deve riprendere la marcia. Inoltre, se, come di solito, gli avantreni ~i trovano in località lontana dalla postazione, occorre far avvertire il comandante gli avantreni perchè faccia avvicinare gli avantreni stessi alla postazione, indirizzandoli quindi ai rispettivi pezzi. I serventi si regolano intanto come segue: Pel cannone: se non è stato dato in precedenza il comando: « Cessate il fuoco », il cannone viene scaricato. Il puntatore toglie il cannocchiale panoramico ed il livello registrabile e li rimette nella relativa cassetta, insieme al livello di puntamento, che gli consegnò il tiratore dopo averlo tolto dal braccio di puntamento. Chiu'de quindi il lucchetto del cassettino d'affusto, dopo che il graduatore vi avrà riposto il graduatore a mano. H' puntatore, il tiratore, il caricator-è e l'aiutantecaricatore compiono tutte le operazioni indicate al N. 2· per riunire le cosce. Inoltre il puntatore ed il tiratore fissano i settori di puntamento mediante i chiavistelli e rimettono a sito la cuffia relativa; il puntatore rimette la cuffia del supporto del cannocchiale e quella del settore dentato di direzione; il tiratore 'fissa la volata .a lla culla d'affusto mediante il congegno d'ancoraggio, chiude il lucchetto del congegno stesso e rimette le cuffie di volata e di culatta. Il caricatore e l'aiutante caricatore si mettono quindi in forza: alle maniglie di -coda, il tiratore ed il puntatore alle ruòte e dispongono le code nella direzione di marcia.


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Giunto l'aval'ltreno, il conduttore di timone solleva il timone fino al ginocchio, ed i quattro serventi riuniscono i treni. Pel cassone: dopo aver -rimesso a posto le muniziO::ni ed i bossoli vuoti, il porgitore toglie il graduatore meccanico dal relativo supporto e lo ripone nel cofano. Il g-raduatore rimette la cuffia;· quindi aiuta il porgitore a chiudere gli s.portelli. Il porgitore rialza la coda del cassone e l'assicura mediante il chiavistello. Il porgitore ' ed il graduatore fanno forza alla coda .e, coadiuvati dal capo-pezzo, raddrizzano il cassone e ne mettono quindi la coda 'a terra, nella dirèzione di rnareia. Giunto l'avantreno, il ·conducente dì _timone solleva il timor;ie fino al ginocchio; · il porgitore ed il graduatore ,coadjuvàti dal capo-p.ezzo, riuniscono i treni. Occorre tener presente che le code di affusto e quel- · la del cassone, devono esser disposte a terra in senso divergente, in modo da faciljtare l'avvicinamento degli avantreni. I conducenti di questi, allorchè si avvicinano ai rispettivi retrotreni delle vetture, · devono manovrare in modo da passare con .le ruote rasente all'occhione, così da facilitare la manovra per l'aggan, ciamento delle code ai rispettivi avantreni. Riattaccati gli avantreni, i serventi montano sulle v~tture ed il capo-pezzo monta a cavallo. Nel caso che il pezzo sia stato messo in batteria senza cassone, l'avantreno stesso viene riunito all'affusto dai quattro serventi, aiutati dal capo-pezzo, disponendo il timone dell'avantre.no nella direzione indicata. · Il capo-pezzo ripone nel cassettino d'affusto il graduatore a mano. Appena giunta la muta, l'aiutante-caricatore e il caricator,e attaccano le tir-elle delle pariglie di timone ai bilancini, mentre il capo-pezzo aggancia le catene


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del timone ai ganci dei pettorali delle p·ariglie s!esse.

4) TOGLIERE E METTERE LE CUFFIE. Le· cuffie vengono tolte senza bisogno di particolare avvertimento, ai comandi indicati precedentemente: (« In batteria - Alt. » « Levate gli avàntreni Alt. » « A destra (sinistra), in batteria - Alt. ») · Quando, invece, il pezzo si trova già in batteria con le cufl'.ie applicate, prima di riprendere il t iro si dà il comando: «Togliete le' cuffie ». (1) A tale comando, tiratore e puntatore ribaltano le cuffie dei settori di puntamento. H puntatore toglie quindi la cuffia del supporto del cannocchiale e· quella del settore dent ato di direzione: Il tiratore toglie le cuffie di volata e di culatta. Il graduatore toglie le cuffie del supporto 1a forchetta del graduatore. , ·n comando predetto può anche usarsi quando, ,essendo· in posizione di attesa, si voglia rendere piu: spedita la successiva messa in bat teria. Le cu ffie vengono applicate senza bisogno di particolare avvertimento, al comando indicato precedentemente (« Rimettete gli avantreni ») . Quando, invece, rimanendo i pezzi in batteria, si creda opportuno riparare i congegni cc.n le cu ffie, presumendo che la pausa di fuoco sia molto lunga o che si debba abbandonare al piu presto 'la posizione, si dà il comando: « Mettete le cuffie. » (2) ( I) É n~ccssa: io che il C3•Jo-;,ezzo ver ifichi sempre, pri111a di iniziare il tiro che la cuffia d i volata sia stata to lta. T a l.e verifica sarà contemporanea a quella presérit·,a per J'.incoragg io d i vol~ta. (2) Quando ,1 peno è in batteria, non mettere mai le cuffie senza ord ine espl icì to.


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A tale comando il P.untatore e il tiratore rimettono. a sito le cuffie dei' settori di puntamento. Il puntatore mette qu'indi le .cuffie del supporto del cannocchiale e quella del settore dentato di direzione. Il t iratore mette le cuffie di volata ·e di culatta. Il graduatore mette la cuffia . sul supportò forchetta del graduatore. Il comando predetto P.U.Ò anche usarsi quando il pezzo sfa atta:ccato ·e senza le cuffie applicate.

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Formazione <>ella squa()ra quan<>o· il pezzo è i~ batteria .. · Quando il pezzo è. i'n b~tteria, .la ·squadra di s.ervizio si raduna dietro ì1 pezzo, siL due righe. a due passi dai vomeri, al comando:· · 1 « Adunata», dato dal capo-pezzo. .Al comando: · « Al pezzo», pure dato dal capo-pezzo, la 's quadra si dispone nel modo pi4 sollecito wme è indicato ai;>presso, I

/

",org1tor~ ~

J/1 ·~

Gratluatore

CaricatOft

Aiul. Caricatore

Fig:

_1

Capo

P~zzo

•,

,

I.

,


-

42-

Il capo-pezzo si dispone in modo da poter ben dirigere e sor vegliare le operazioni dei serventi, badando a non r:ecare ingombro con la sua persona ed a tenersi · riparat6. Quando ,il eas1,;one è sulla sinistra del cannone, cO:. me d'ordinario, i serventi si dispongono come è indicato nella fig·ura N. 4. Puntatòre e tiratore sul rispettivo .sedile.

'

4

Porgitore

Graduatorc Aiut. Ca ricatore,

Fig. 5 Gli altr.i in ginocchio tenendosi piu che sia po,ssibiie addossati agli scudi ed al cassone. ' Quando invece per circostanze eccezionali il casso' ne è sulla destra del cannone, i serventi. si dispongono come è indicato nella figura N. 5.

Aiut . Caricatore C,i(lo

Fig. 6'

Pezzo


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43 -

. _

Aiut. Caricatore

Fig. 7 Quando il cannone sia stat.o, ;messo in 'batteria af-·. fiancato a:ll'àvantreno, invece che al cassone, 1. serventi si dispong<ono ,come nlla figura 6. oppure come nel-· la figura 7 a seconda che l'avantreno s.i trovi sulla sinistra o destra del .cannone.· . In tal caso il capo-pezzo funge .. anche da grà.dl\atore e l'aiutante èarica:tore adempie anche ai compiti normalmente assegnati al porgitore .

.

Attribuzion·i ()i servizio per · il Tiro Capo-pezzo: dirige, sorveglia, e, occorrendo, coadiuva i serventi nelle diverse operazioni; pro:vvede a · migliorare la postazione e il mascher::1,mento del pezzo. durante le pause di tiro. Osserva attentamente il funzion'amento del materiale e.d in particolar.e verifica e co~trolla quello dei cong:egni di :\')'lira, ad ogni cambio, di posizione, e, riscontrandovi degli inconvenienti, ne riferisce al .sottocom~nclante, prima che il tiro venga iniziato; verifica spesso che il rinculo ed il ritorrto in batteria avvengano in modo normale; si assicura ·che · nel rinculo, la bocca· da fuoco non vada ad urtare


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44-

il terreno, e, se necessario, fa eseguire uno scavo di opportona profondità e larghezza, ovvia gli inconvenienti eventuali, finchè può con i mezzi che ha a sua disposizione, altririienti .:ne riferis.ce ,ii.i _sottocomandante; prende nota dei dati di tjro che ri~eve da questi · e li ripete - cqntrolJa le gr~duazioni degli strumenti di puntamento; iii assicura c1ie il primo puntamento sia esatto e che il proi~tto possa oltrepassa;re indisturbato gli eventuali ostacoli vicini - verifica saltuariamente il puntamento per i colpi .successi:vi; fa eseg.uire il riporto di puntamento su adatti falsì scopi, da lui designati, prendendo nota dei dati relati,vi lo ,verifica .di -.tanto in tanto ed è. responsl;l.bile q.ell:1 sua esattezza ,(1); gradua ed impiega perso:oalmente il livello --a doppia gr.aduazione; . controlla la. graduazione delle Spolette; verifica la qualità elo stato degli artifici forniti .al pez1Zo; è .i ncaricato di controllare e regist,rare personalmente il riemritore auto.matico prima del tjro e durante il fuoco. . . . · Pwntatore: grad,ua gli strumenti di puntamento; punta- jl pezzo in direzione; nel puntamento diretto dà anche_)'p.ngolo di sifo, . collimando al segno. ' Tira:torè: apre .è chiude l'otturatore; dà l'angolo di elevazio;ne o que,llo di tiro, secondo che si tratti di p4ntamen,:to diretto o indirett(); agisc~ àl congegno di sicurezza·· d~ll'otturatore; fa partire il coJpo: . ' P01Ygi~o1·e·: Pr~nde le munizioni, pulisce e le ingrq,$sa se occorre; . presenta i proiettili al graduatore e li ·cpnsegna ,:.poi· all'aiutante-caricatore:·· toglie le cuffie 'di protezion,e alle spolette a ~oppip effetto o il tappetto alle spolette· a percussione: è incaricato ael maneggio de_gli strumenti da : zappitore. . . ....... . .

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, (I) Quando in . tale verifica venga a ri-scontrare ·q ualebé ciifferen<za, J\e .avverte. l'ufficiale ai pezzi, il quale p rovvede alla re lativa qnietanza.


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Carioatore: Riceve le munizioni, impugnandole con la mano sipistra all'qgiya e. con la destra al fondello del bossolo, e le introduèe ·n ella camera· tli ca:ricamento; raccoglie i bossoli' vuoti ,e:li,·po1,ge -'all'aiutante caricator.e - è incaricato del maneggio degli strumenti da zappatore. · Graduato,re: Graduq, le spolette a tempo ed a' d. e..; avvita l'innesco alle spolette che ne fanno uso. . , Aiutante-caricatore: Riceve i cartocci-proietti dal porgitore e li consegna al èaricatore, dal quale riceve, invece, i bossoli vuoti che depqne p,resso di sè. È' incaricato del maneggio degl·i strumenti da zappatore.

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Munizioni è>i cannoni t>a 75/27 Moi:>. 906 e Mo<>. 911

PROIETTI. Granata t:orpedine. Granata a grande capacità. Shrapnel. Proiett ili da salve.

·GRANATE TORPEDINE. Di acciaio: si compone di: Un bossolo a bicchiere; Un tappo ogiva; Una carica di scoppio. Il bossolo porta una corona di for zamento ed una fascia ..di centram~nt:o. N ell'inte~no ha una cavità che contiene la carica di scoppio. La carica di scoppio può essere di tritolo ·fuso, o di schneiderite. La granata torpedine è innescata dalle spolette s~ g·uenti: Spoletta a percussione Mod. 910 con innesco M. 910 o coll'innesco di sicurez~a Mod. Cortese. Spoletta a percussione Mod. Guerritore con avvitament:o del fusto per piccoli calibri. Per entrambe le spolette si tmpiega il deto;nat:ore, ·costituito dalla carica di r inforzo Mod. 906 e dalla carica d'infiammazione Mod. 906.


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47 -

La carica di rinforzo comprende: una ·porta carica, un tappetto, una carica di esplosivo. · Carica d'infiammazione, comprende: un involucro due coperchietti - una carica di esplosivo. Peso della granata pronta per lo sparo: Con spoletta M. 910 Kg. 6,300. Con spoletta Mod. Guerritore Kg. 6,370. GRANATA A GRANDE CAPACITA'. Di acciaio, si compone di: Un bossolo a bicchiere; Un tappo ogiva; Una carica di sèoppio. . Il bossolo, chiuso ad un'estremità dal fondello, che fa blocco col corpo del bossolo stesso, presenta: Esternamente, verso il fondello una corona di rame - corona .di forzamento - e alla base della parte ogivale una fascia - fascia di centramento - ricavata nel metallo stesso del bossolo. La carica di scoppio è siper,ite - M. N. D. T. (1) - contenuta direttamente nella cavità del proietto preventivamente verniciata con vernice Kolb, od altra consimile, per isolare l'esplosivo dal metallo. La carica di scoppio ha lungo l'asse un vuoto cilindrico per la carica d'infiammazione. La granata a grande capacità da 75/27 Mod. 906 impiega la spoletta a percussione Modello Guerritore con un detonatore costituito da una carica di rinforzo e da due caPiche d'infiammazione e da un cilindretto di siperite compressa. Granata pronta per lo sparo Kg. 5,200. SHRAPNEL. Di accia i.o si compone di: Un bossolo a bicchiere; Un tappo ogiva; (I Miscela di nitrato di ammonico di nitro·rfaflalina tritolo,


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Un diaframma; Pallette; ' Una ,carie.a di scoppio; , Un tubo di· carica con una cartuccia di oiEndretti. Il bossolo porta corona di' 'forzamento. ed una fascia di centramento. ll tappo ogiva pr''?senta· 'tre . zone: . Una superiore · éilindrica, una intermedia foggiata a segmento di ogiva; l'altra inferiore filettata p~r l'uni'one al bossolo. Il diaframma divide la cavità del bossolo .in due parti. . . , La parte anterior~ contiene le pallette. La parte posteriore - camera posteriore -. contiene la carne~ ta di scoppio. . · · ,. Le pallette di forma sferica, sono co.stitqite da leg~ di piombo ed éj,ntimonio (31°), cementata con colofo,nia fusa, mista a ro.sso 1inglese in polvere. , · · Hanno due diametri · diversi: · ·Le pallette di diametro minore m/m 12, 7 - grammi'. 12>,. in numero di 108 circa, o.ccupano )a parte inferiore della · cç1,v,ità; quelle- di diametro maggiore (m/:rn. 13,4 - gr. 14), ·Qure in numero di 1'08 circa, sopo collocate al disopri . delle precedenti. Il rosso inglese serv~ a dare una colorazione meglìo .visibile alla nuvol~tta di scoppio. L~carica di scoppio è costituita da· polvere nera a grana fin a · regolamentare o ·di modello varfo. Il tubo di carica, di ferro saldato e stagnato, contiene una cartuccia d1.· ciliridretti. -· I cilindretti in numero di. dieci, sono allestiti . con polvere a grana fina N.o 2., o J?Olvere djversa a grana fina del N.9 2. . , : · · .. Compressa e avvolta in fogliio di carta lucida. Peso K;g. 6,500.


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CARICHE DI LANCIO. S'impiegano: quattro cariche di balistite che prendono la denominazione di: La - 2.a - 3.a e carica massima. La prima carica è di grammi 120. v> » » » 120+ 95. L'a 2.a La 3.a » » » » 120+ 95 + 95, La carica massima è di grammi 120+ 95 +-95+95, PROIETTI PER SCUOLE DI TIRO. I cannoni da 75/ 27 Mod. 906 e 901 impiegano per le scuole di tiro gli stessi proietti ifa guerra, ad eccezione della granata a grande capacità, che ·deve essere assolutamente esclusa da tale impiego. PROIETTO DA SALVE. , E' di legno - pioppo o àbetè - bene stagionato, formato _da 24 spicchi tenuti ins_ieme da tJ;-e legature di spago. SPOLETTE. I proietti impiegano le seguenti ,spolette: , Spoletta a percussione Mod. 910. ·Spoletta a percussione Mod. Guerritore. Spoletta a doppio effetto Mod. ·906. La spoletta a percussione Mod: 9l0.'impiega Innesco M. 910. Innesco di sicurezza M. Cortese. SPOLETTA A PERCUSSIONE M,o 1910. S'impiega con la granata torpedine carica di trot1l, è di ottone, si avvita a:ll'ogiv a della granata, ·sì -compone di: · Lezioni di Artiglieria - 4


_:._ 50 ·Un corpo di spoletta; , 1 innesco avvitabife alla spoletta (innesco M. 910) ; 1 porta spillo con spillo e valvola di sicurezza; 1 molla d'alette della valvola; 1 molla d'alette del porta spillo; 1 ghiera del porta spillo; 1 ghiera con risalto per l'appoggio delle alette della valvola; · · 1 fondello a vite con cilindretto di polvere. FUNZIONAMENTO. All'atto dello sparo si arma il porta spillo, perchè retrocedendo per inerzia, la ghiera. vince l'azione della, molla ad alette e va ad investirsi sul porta spillo, di cui rimane séoperto lo spillo. Nell'urto del proietto contro il terreno lo spillo per la forza viva restante del porta spillo, raggiunge la capsula determinandone l'accensione; questa si comunica al cilindretto di polvere e successivamente alla carica di rinforzo, d'infiammazione, di scoppio. SPOLETTA A PERCUSSIONE ISTANTANEA MOD. GUERRITORE. L'organizzazione di 'questa spoletta risulta dalla semplice ispezione della figura appositamente corredata da leggenda... ·Trattandosi però- di una modernissima spoletta, sarà conveniente darne qualche sommario accenno. E' spoletta a percussione a congegno di sicurezza centrifugo, a concussione cinematica e diretta, a funzionamento istantaneo. Viene allestita in due modelli riproducenti le impanature delle spolette Mod. 1910 e 1917 alle quali · può venire sostituita e con le quali può venire inter-


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cambiata,'. senza avvertenza di sorte e senza .nulla variare, ne ·nei proietti, nè negli accend,i tivi coi quali la spoletta deve venire a contatto. · Consta di: un corpo, tappo inferiore, t,appo a per.cuotitoio, diaframma, spillo, segmento di sicurezza con perno a molletta; m~ssa battente, porta capsula, manicotto-ghiera, molla del manicotto, spina di s•icurezza. La spina d'i sicurezza, composta. di una forchetta e di un anello, . deve venire tolta prima di introdurre il proietto nell'anima all'atto della carica, nessun inconveniente però si verifica diimenticando. tale avvertenza, giacchè la spina dimenticatç1, viene· automaticamente espulsa per forza centrifuga all'uscita del proietto fuori dalla bocca del pezzo. 1 I1 corpo porta la impanatura adatta all'uso cui è destinata. Il tappo inferiore, avvitato al corpo inferiormente ed internamente, porta il cilindretto di polvere per comunicare la fiamma agli incenditivi sottoposti. Il tappo a percuotitoio è avvitato al corpo superiormente ed esternamente, consta di una calotta e di un gambo ad esso applicato a compressione, g·ambo che penetra nel foro centrale del diaframma superiore, parte questa che lè avvitata al corpo superiormen. te ed internamente. Sotto il diaframma, su apposito rialzo è messo lo spillo costituito .da un dischetto e da una punta d'acciaio. Fra il diaframma e il cor po è sistemato il perno dei seg·menti di s4curezza. Esso porta imperniato due segménti i quali sono sollecitati da una ·leggerissima n:iolla accavalcata su essi e sul perno. I segm~nti sono tenuti nellà loro p6sìziotie normale dalle ali e dal manicotto-ghiera, il quale appogg,ia sulla rispettiva molla ed · è guidato da due pioli guida,


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avvitati al corpo e penetranti in due scanalature (lungo o·eneratrici opposte), del manicotto-ghiera. La mollà rimane interposta t ra il manicotto-ghiera ed il tappo inferiore. Assestata in apposito incavo del tappo inferiore, avvolta nel manicotto-ghiera, e contrastante con i segmenti in posizione normale, sta lungo l'asse de]]a spoletta la massa battente porta capsula, e nella parte. rivolta allo spillo porta la capsula fulminante, ed al disotto di questa un cilindretto forato di polvere per trasmissione di ·fiamma: tra la faccia superiore della massa battente e lo spillo del porta capsula è situata upa piccola molla antagonista foggiata a spirale conica. Nel funzionamento della spolétta si hanno i seguenti fatti: Percussi,one diretta avviene all'urto sul terreno. ·o contro il bersaglio quan'do l'angolo di caduta sia sufficiente. Tolta a mano od allontanatasi automaticamente,, manca la spina di sicurezza. La calotta è libera di schiacciarsi e si schiaccia. Il ·gambo retrocede guidato dal diaframma, ,i ncide il dischetto dello spillo e porta questo contro la capsula producendone la defla~~ooa · Percussione cinematica appena l'accelerazione del movimento nell'anima acquista valore sufficiente, il manicotto-ghiera r etrocede schiacciando la molla rispettiva e tale sì mantiene durante iil percorso dell'anima. ' I segmenti liberati dalla costruzione delle ali e del :manicotto, obbediscono alla sollecitazione centrifuga, e vincendo la tenue resistenza delle · monette ·si allontanano l'uno dall'altro adagiandosi contro le pareti dèlla cavità del corpo. Cessata la accelerazione di lan~io, il manicotto-ghiera spinto dalla molla rispettiva riprende la posizione avanzata e normale, e le ali,


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insinuandosi fra i segmenti aperti, li bloccano iri po;sizione di funzionamento. Là massa battente rimane allora per inerzia nella p ropria sede, contrastando in quanto riflette le -acc~lerazioni. ne'gativ~ la molla antagonista interpost~ verso la pu:qta dello spìllo. All'urto di arrivo la massa battente, vincéndo fa molla antagonista, avanza vers9 lo spi_llo ,che fa deflagrare lai capsula. Normalmente entrambi i funzionamenti descritti si producono alI'urto di arrivo co.ncorrendo ad assi~urare ed accellerare il funzionamento dell'artificio: · Mancando uno .dei due funzionamenti, aii fini dell'efficacia «1è sufficiente che si verifichi l'altr9». La spoletta è ,di sua natura ·e per costruzione a funzionaménto, istantaneo, ove si vogliano dei: ritard1i, questi potranno es'Sere dj carattere pirico ed ottenuti mediante dispositivi sottoposti al tappo inferiore. E' stato sperimentalmente dimostrato che fimbuto prodotte. nel tiro con proietti impieganti spoletta Gùerritor~, oltre a riuscire assai minore di- quello ottenuto impiegando altre spolette, è identico a quello che si ·produee mediante ,10 scoppio a riposo di proietti ·adagiati, non interrati .nel terreno e con l'asse dispost0 secondo il presunto angolo di caduta. . Lo scoppio contro scudo avviene prima che 'il proietto abbia attrav,e rsato la lamiera, e produce lo spezzamento di questa con profonde lacerazioni ed accorciame:i:i.ti. SPOLETTA A DOPPIO EFFETTO M.o 1906. E' di alluminio ed a forma tale da completare la , forma dell'ogiva dello-shrapnel. La durata di combu·stione è di 19,5 secondi. Viene assicurata al proietto mediante una vite. Si compone di:. 1 Anello inferiore mobile,;


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1 .Anello superiore fisso; .1. Coperchietto; _ 1 Tappo a vite della camera · di scoppio. Esternamente, al corpo di .s poletta è avvitato un anello di .ottone ed ha due incavi per i denti del graduatore, ed un indice. per la graduazione. ' Alforèhè questo indice coincide con la croce dell'anello.mobile, la spoletta lè in posiz,ione normale e pronta per funzionare soltanto a percussione. L'appar e{:chio a perèussione è contenuto in un bossoletto di acciaio e consta di: 1 spillo unito superiormente nell'interno del bossolo, di molla a spirale, di 1 ghiera, d,i I molla ad alette e di 1 porta capsula. L'apparecchio a tempo si compone di un porta capsula con capsula, di una molla ad alette, èli una molla a spirale e di uno spillo, unito superiormente ed ester, namente al bossolo. · · L'anello inferiore mobile investito sul corpo della spoletta ha sulla superfiicie esterna un inca:vo per i ganci a molla del gf:aduatore;: una croce per la pos,izione a percussione, uno sfogatoio ricoperto da una piastrella di alluminio; in corrispondenza dell'origine della miccia inferiore. · . · Nella faccia piana su·p eriore dell'anello un focone corrispondente, come lo sfogatoio, all'origine della miccia inferiore, ,serve per trasmettere a questa l'accensione della miccia superiore. Nella faccia inferiore, è una scanalatura per la miccia inferiore; l'anello superiore ha un tratto che corrisponde all'iri.dice dell'anello di ottone del corpo ed uno sfogatoio in. corrispondenza dell'origine della miccia superiore, in corrispondenza della quale ha un · focone che serve per comunicarè l'accensione alla mie~ eia superiore. · Le miécie come i foconi sono formate di polvere a grana fine compressa. Le miocie non sono lunghe come


-

bb -

ìl giJ?o degli anelli, ma finiscono ad, una determinata distanza dal,la •loro origine. Fra il termine. e l'origine delle miccie intercede il pieno ·del metallo,. deg}i, anelli rispettivi, che in tale tratte ·non -sono seanalati. · FUl~ZIONAMENT,O A PERCUSSIONE.

Si ha quando Ìa croce coin'ciçle .~~m l'in.dièe. . , Su questa posizione il focone °<l'èll' anello.mobile trova:si al ·disotto·dell'a·nello fìss0· ed il:focone della camera di scoppio si tn, va sotto il pieno dell'anello mobile. Pér tale- disposi:tiòhe la combustione nori · si comunica alla miccia inferiore. All'àtto stesso dello sparo si ar- . ma art che il porta'...capsula inferior~; j)oichè, retrocedendo per inerzia 1a·ghiera del congegno a percussione vince l''azione della ·molla ad alette è va ad investirsi sul porta-èapsula:; nell'urtò del proietto contro il, terreno il riorta-capsula, ;vincendo l'azione· della- molla a. spirale, va ad ùrta..re 'con la capsula çontro lò spillo, · determinando l'accensione della capsula, che si comunica alla camera di scoppio del corpo e successiva-· mente alla camera del proietto. ., . FUNZIONAMENTO A _TEMPO.

All'atto dello sparo il porta-capsula del congegno a tempo. retrocedendo per inerzia, vince l'azione della molla ad alette e urtando contro lo spillo superiore, determina, la detonazione della capsula. I gas che si sviluppano pel foro cilindrico incendiano all'origine la miccia superiore nella quale la combustione si pro-· paga nel. senso delle lapcette dell'orologio. Quando la spoletta è graduata per una data distanza, il focone dell'anello mobile sii trova spostato, al dis9tto dell'anello fisso, di un determinato tratto, a sinistra dell'origine della miccia superi9re.


iJU -

Perciò la combustione, dopo aver consumato il trat- • to anzidetto della miccia superiore, e dopo essersi propaga:ta pel focone a quella inferiore, deve percorrere ancora, ma in senso inverso, un tratto eguale al precedente per poter raggiurgere il focone della camera di scoppio. Così è che per ogni distanza la durata di combustione della spoletta iè determinata da quella di due tratti eguali delle miccie. ' FUNZIONAMENTO CON GRADUAZIONE A ZERO ;

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• •

I.

La pooizione della spoletta è quella rappresentata dalla. figura. Corrispondendo il foro cilindrico ed il focone del corpo di spoletta coi rispettivi foconi degli anelli, la combustione si comunica ininterrottamente alla camera di scoppio della spoletta e poi a quella del proietto. Dato il tempo impiegato galla combustione per raggiungere la carica interna del proietto, lo scoppio di questo avviene a circa. 60 metri dalla bocca del can, none.


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Obice {)a 100/17 Mo<)·. 1914

DATI RELATJVI AL MATERIALE. Peso dell'o1>ice con l'otturato.re Kg. 405. Peso dell'otturatore » 37,-500 Luaghezza del pezzo in batteria m. 5,.300 Ginocchiello »· L018 Settore verticale di tiro ' » ' .- 8+48 Settore orizzontale » = 50 20 Gittata massima » 8000. ADOPERA CONGEGNI DI MIRA TIPO N.o 2,' CARATTERISTICHE GENERALI. Materiale a deformazione, freno idr~ulico e .ricuperatore a molla, a rinculo automaticamente variabile. Chiusura a cuneo orizzontale, ad alzo indipendente, provvisto di scudi, per il traino in montagna viene diviso in- tre vetture. ,. E' . di acciaio del calibro di mm•. 100, costituito da un tubo di un sol pezzo, le cui pareti vanno ingrossandosi verso la culatta. Ba una mira .di urgenza verso la volata; un tallone a squadra per il quadrante a livello. La parte posteripre prende il nome di culatta: essa è prismatic;:i,, vi è praticata un'apertura trasversa]e - mortisa - destinata a ricevere l'otturatore. La culatta porta inferiormente un'appendice a manicotto per l'u.nione al, cilindro· del freno, che nel ri-nciilo viene trascinaro daUa boc;ea. da fuoco. Internall).ente l'anima _p,resenta:


- 58 _,: " a) una parte tronco-conica, che prende il nome di eamera del bossolo; b) il cono di raccordamento; c) la parte cilindrica rig;lta. , .1 Le righe dell'obice sono 36; volgono verso destra, hanno la loro origine nel cono di raccordamento, sono elicoidali ed a passo costante di 25 calibri. MECCANISMO DI OTTURAZIONE. E' costituito da un otturatore a cuneo prismatico orizzonta.le con apertura e chiusura ad un sol movimento, munito di · congegno di sicurezza che blocca l'otturatore ed impedisce contemporaneamente la l)artenza del colpo. Ha dispositivi per la ripetizione: chiusura semi-automatica dell'otturatore, ottenuta mediante il congegno ricuperatore, costituito essenzialmente ·da una molla elicoidale, compressa tra due tubi penetranti l'uno contro l'altro a -ca:nnocchiale. Il tubo interno,· unito da un braccio del perno. della leva di maneggio al tubo esterno, unito alla culatta mediante un perno, ,che si arma nell'aprire la ·culatta, si chiude da sè appena _introdott.o il bossolo nella camera. AFFUSTO. . Ha. ruote a lungo rinculo automaticamente . variabile. Si compone essenzialmente: a) affust.o inferiore ; bi culla. L'affusto inferiore è costituito da due fi ancate di lamiera. Esse poggiano mediante .due piastre di unione all'assale dell'affusto, formato a due gomiti' con la parte centrale piu bassa per diminuire così il ginocchiello. Dai gomiti ,piu alti partono i fusi di sala al: l'estremità dei quali·sono imperniate le ruote, che con-

,, ·


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stano di un cerchione di ferro, quattro gayelli uniti tra loro merliante una r;:i,zza di legno e un ;mozzo· di · acciaio .con -bronzina. Le due fiancate dell'affusto inferiore sono collegate verso la coda da una piastra di" éoda con vomero, che può assumere due posizioni: delle .quali una ribaltata. sopra la coda (posizione di traino), l'altra ~posizione di sparQ). . . · .I l dente di roccia, costituàto ·da una piccola piastra sagomata portante un coltello per l'unione al ·tene:no, anch'esso. può assumere posizione ribaltata o abbassata, ·ed ;è tenuto fe"rmo in tutte e due· le posizioni dal eongegno di ritegno del vomero. Pèt abbassare e ripiegare il voméro occorre spingé:re 'in ·alto l'impugnatura del congegno di .ritegno. Pr.i ma però di tale movimento è necessario ribaltare la manovella di mira. Imperniato sulla coda notiamo l'occhione -per l'unione dell'.affusto con l'avantreno; sul lato inferiote notiamo ancora due sedili con braccio girevole per i serventi. Lo scudo centrale porta due seggioli con predellino. Presenta -al centro una cannon~era per il passaggio della culla e dell'obice. Lo scùdo inferiore presenta sulla faccia posteriore due maniglie e due ganci per l'ancoraggio alla . sala. Il freno di via è assicurato allo: ,,. scudo centrale; ed è sopportato dai sostegni centrali· dei seggioli. Si agisce al freno mediante due volantini,. uno posteriore senza manubrio, · ed .'uno anteriore con manubrio, che trovasi sotto il seggiolo anteriore di destra. CONGEGNO DI DIREZIONE.

· E' costitùitç> da un . bracéio a crociera, ~orta-chiocciola, sostenuto .mediante il $UO gambo, infilato nel supportò délla ,fiancata -sin'i stra dell'.affusto, da unà chiocciolà di bronzo sèorrevole nel porta-chiocc'iola. Termina questa chiocciola con due·. ~lee, . che me<Jiàntè


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60 -

apposito freno le unisce a snodo all'alb~ro sinistro del- · l'affustino. Posizione normale 200. 1 • • Il congegno di bloccaggio serve per l'unione rigida della culla all'affusto ·d urante il tra:ino.

CONGEGNO EQUILIBRATORE. E' un congegno elastico a cannocchiale formato dà due elementi paralleli -disposti in un piano normale al' piano di simmetrfa dell'affusto ed interposti tra culla e testata dell'affusto. Gli equilibratori hanno il compito di equilibrare la bocca da fuoco sull'affusto; giac. chè il centro di _gravità è spostato in avanti.

AFFUSTO SUPERIORE O .AFFUSTINO.. E' imperniato sull'affqstino inferiore, sul quale può rotare agendo al volantino di direzione: Gostitµito da due fiancate o. aloni riunite da un fondo. Gli. aloni sono -attraversé!,ti da. un albero dentato dj eleva:z;ione e porta.no ciascuno due orecchioniere, nel centro .il supporto. 'd.ell',equilibratore. ed infine una piastra, a maschio con ritegni a zampa. Sulla fiancata destra ·s i trova un'appendice per fissare il manicotto del regolatore del rinculo e due scatole per gli ingranaggi dei' congegno .di elevazione e il relativo volantino. All'orecchi.o.-, ne sinistro ;è applicato il su,pporto . di alzo. L'affusto porta la culla .e la bo_cca da fuoGO.

CULLA. E' solidale con l'obice nei movimenti di' elevazione e direzione: lo guida nei movimenti di rinculo e di · ritorno in batteria. E' éostituita da una lamina di acciaio fatta ad. u, ·i cui bordi formano le lisce per lo scorrimento dell'obice. Nell'intérno trovasi il freno idrau'lico e il-ricuperatore a molla.


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FRENO IDRAULICO. Miscela di 3/ 4 glicerina e 1/4 acqùa. · Appartiene 1alla categoria dei freni a valvola oscuratrice. E' cer stituito dal cilindro, unito alla bocca da. fuoco. ed all'asta, ,collegate allo sportello anteriore della .culla,, che porta .un e:i:nbolo costituito d~ varii anelli, nel quale si' formano tre ·luci di efflusso di ampiezza variabile nel rinculo, fino ad annuparsi . al . te~mine del rinculo , stesso. · . Per frenare il ritorno in batteria si ha . una v::i,lvola ad anello, la. quale scorre per pressione del Ìiquido sull'asse dell'embolo, determinando nella corsa di ritorno due luci di. efflusso, che rriassime sul principio, vanno ma~ mario diminuendo fino ad annullarsi completamente poçe>' prima del tei·Jl}ine dei còntro-rinculo. . ., .. .

RICUPERATO,RE A MOLLA. E'· costituito da due serie ,di molle, e investite a cannocchiale sopra ·il cilindro del ·freno e separate da un tubo intermedio: duè elementi, di molla nell'interno e due all'esterno di esso. ~a ·compressione e la esten-· sione ·avviene contemporaneamente ·mediante un tubo cÒmpressore avvitato sul cUindro del .. freno, perocchè le molle interne contrastano anteriormente contro un risalto · (anello a sfere)' del tubo compressore, e posteriormente contro · una ghiera avvitata. al tubo intermedio. All'atto dello sparo rincula con la bocca dà. fuoco, ·il ,cilindro del freno, col tubo ce.mpressore, mentre rimane ferma l'asta del freno. Il tubo ,compressore trascina con sè le molle· interne compr,imendole; esse a loro· volta trascinano la molla estexna .·c ontro il calastrello di · culla. La distensione delle molle pl'ovocano il ritorno in batteria. Per ,evitare poi F·u rto del-


-62l'otturatore · contro il terreno (dato il ginocchiello piuttosto basso, mm. 1018, e la inclinazione concessa dell'affusto), il materiale è stato munito di uno speciale congegno detto: .REGOLATORE DEL RINCULO.

Ha la .funzione di ridurre la lunghezza del rinculo · con l'aumentare l'inclinazione della bocca da fuoco:, riducendola da un massimo di mm. 14-00 (bocca da fuoco .orizzontale), ad un minimo di mm. 500 con la massima inclinazione. Tale congegno, che funziona automaticamente a partire da inclinazione superiore a 5.0 e può essere regolato a mano, agisce sul freno aumentandone la resistenza iniziale, riducendo -d bè 'l'ampiezza delle luci <l'afflusso del liquido. Detto congegno è costituito da: a) organi portati dallo sportello della culla (settori dentati, molla e ruota dentata elicoidal:'e con l'asta del freno); b) organi portati dall'orecchione destro della cu.lla (cursore ad alette, ghiera regolatrice, bronzina e tappo); c) di organi, solidali con l?aff,usto (tubo costituito da due mezzi manicotti con scanalature elicoidali contenute in una scatola). Sono collegati questi organi tra loro -da una speciale trasmissione applicata alla culla, in modo che ad una rotazione dell'asse degli orecchioni corrisponda una conveniente rotazione dell'asta del freno, e quindi ·chiusura piu o meno parziale delle luci di efflusso (maggiore resistenza). S-ul- . la scatola del congegno iè incisa una grad,uazione, sulla quale un indice di lettura segno per ogni inclinazione la lunghezza del rinculo, che si deve avere.' ·'Sif fa corsa effettiv:a di rinculo, che si verifica all'atto dello sparo (e èhe è misurata dall'indieatore dell'affusto sull'apposita gr_aduà.ziorie della slitta), differisce sensibilmente, 0ltre mni. 40 di quella teorica che


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si légge sulla 'Scatola del regolatore, si provvede alla regolarizzaziòne del rinculo ·che si omette per diffe, renze inferiori a mm, 40, in quanto che il congegno non ammette correzioni per ·quantità inferiori. Infatti l'apposita ghiera regolatri,ce del rincule, non può essere fissata, che in quattro posizioni e non permette che correzioni inferiori a 1/ 4 di giro, e poichè ·un giro di ghiera corr~gge in piu o in meno 152 millimetri di rinculo, non può dare quindi correzioni per quantità inferiore a mm. 38.

INDICATORE DEL RINCULO. E' assicurato mediante una catenella al lato destro della culla, e può scorrere entro una guida dell'indicatore del rinculo, fissata con viti al fianco destro della culla. La lunghezza massima del rinculo della bocca da fuoco è superior,e alla lunghezza della guida. Perciò nella misurazione del rinculo 'si impiegano due-talloni del misuratore del rinculo. Il tallone posteriore serve per misurare il rinculo corto; il tallone anteriore è impiegato per il lungo rin° culo. La lunghezza teorica del rip.culo si legge sulla scatola del rego1atore di rinculo portata dall'orecchione destro <lella culla ed è variabile secondo l'elevazione. Prima del tiro, si dispone· l'indicatore del rinculo cop. la patte che porta la dicitura: ,l ungo: rivolto in alto a seconda che si tratta di angolo di elevazione, contro al quale ,c orrisponde il rinculo lungo. Dur·a nte il tiro il tallone anteriore trascina l'indicatore del corto rinculo, e fa corsa di quest'ultimo è misurata dalla graduazione superiore inferiore' incisa sulla guida dell'irrdicatore. PUNTAMENTO DIRETTO. 1). Ci si assicura che i vari-strumenti di puntamento e 1~ graduazioni siano in posizione iniziale. ·


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Nel· cannocchiale: direzione 0-0; parallelismo 0 -0; indici del collimatore 0 -0; graduazione del sito 0-0; livella di sbandamento ,con bolla centrata. 2) Si fa segnare sul tamburo delle distanze, in co.rrispon denza della carica indièata, la graduazione della distanza necessaria. 3) Agendo al volantino di direzione (per i piccoli movimenti), o alla manovella· di mira per i ·grandi movimenti), si porta l'incrocicchio dei fili del micro. metro del cannocchiale al segno. i!) Agendo al volantino di elevazione si fa coincidere gli indici mobili del braccio porta-indici dell'alzo con l'indice fisso dell'alzo stesso. 5) Si ricentra la bolla del livello di sbandamento onde correggere la derivazione.

RIPORTO DI PUNTAMENTO. Eseguito · il puntamento diretto è utile per qualunque evenienza riferirsi, per i colpi successivi al primo, ad un falso scopo per il puntamento in direzione, ed all'angolo di ·sito del bersagliò per il puntamento· in elevazione. A tal fine, fermo il pezzo e la graduazione di parallelismo, si mira al falso scopo prescelto agendo con il congegno di direzione, dopo aver preso nota dell'angolo segnato sulla relativa graduazione (etto.. gradi e millesimi). Indi, fermo il pezzo e il congegno di direzione, si agisce al congegno di parallelismo (ghiera graduata, per gli ettogradi; moltiplicatore a tlamburo, per i millesimi), fino a che gli indici di direzione segnano le stesse quantità di prima, e si legge l'angolo che r isu lta sulla graduazione di parallelismo, ( ettogradi e mill esimi), questo rappresenta il parallelismo relativo al nuovo falso scopo.. Lo stesso risultato si può. ottenere come segue: dopo aver mirato al falso ·scopo prescelto, si legge l'angolo di direzione risultante e si fa la differenza numerica tra il primo e


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quest'ultimo. Questa differenza si aggiunge o toglie al p,araI1elismo relativo al primo punto di mira e falso scopo, secondochè il secondo angolo di direzìone è magg·iore o minore del primo (se il risultato finale supera 64.0000 o è negativo, togliere o aggiungere (64.0000). ll riporto di pwntarnento in ~levazùY1ie potrà essere utile nel tiro di. nottè, quando si voglia evitare accensioni di luci in batteria (per vedere i livelli). Esso si effettua dopo il primo puntamento, simultaneamente al riporto in direzione, spostando l'asse ottico in senso verticale, col pezzo fermo, fino a mirare ad un punto ben distinto o ad una linea orizzontale ben definita, del falso scopo prescelto. Questo però deve risultare poco discosto dalla 'direzione del tiro. ALZO MINIMO. 1) Fatto segnare sul t arhburo delle distanze .l'alzo relative. alla distanza dell'ostacolo corrispondente alla carica voluta e agendo al volantino del sit-0 e a quello di direzione, si punta alla sommità dell'ostacolo. 2) Agendo al volantino di elevazione si fanno coincidere i due indici (mobile e fisso dell'alzo). 3) Agendo al volantino del sito si· centra la bolla del congegno del sito (graduazione iniziale 10 0-0.). · 4) Si centrano i due indici dell'alzc., agendo al volantino delle distanze (alzo). 5) Si leg·ge sul tamburo dell'alzo la graduazione risultante, e questo costituirà l'alzo minimo. PUNTAMENTO INDIRETTO. E' quel puntamento che noi facc iamo dirigendo l'asse ottico a un punto di riferimento che si chiama falso scopo il quale può essere: A) Falso scopo naturale. B) Falso scopo artificiale. Tanto nell'un caso che nell'altro, nel puntamento indiretto occorre fare le seguenti operazioni: Lezioni di Artig lieria -- 5


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1) Parallelismo dei pezzi;

2) 3) 4) 5)

Orientamento del goniometro; Ricerca dell'angolo di direzione; Ri.cerca dell'angolo- di siJ;o;, Ric~rca dell'angolo di elevazione.

9) PARALLE~ISMO DEI PEZZI. Nel caso che il falso scopo sia naturale possono rendersi gli assi dei pezzi paralleli col mete.do approssimativ0, con il metodo della collimazione rec!ìproca. Quando il piano normale di base è no1'male alla fronte della batteria e tra gli ihtervalli dei pezzi non vi ~ molta differenza, il ·parallelismo scalare in millesimi si ottiene dal rapportc.: intervallo medio dei pezzi in M. Distanza P. B-ase Bersaglio in Km. Il pezzo b ase avrù paraUelismo O, ,e gl i altr i pezzi a seconda che sono alla sinistra ·oppure alla destra del pezzo base, per chi stando in batteria guarda il falso scopo, avranno parallelismo a scalare in piu o in meno. b) Metodo della collimazione reciproca. Si eseguisce come. il riporto di puntamento. I valori appesti degli angoli che ne risultano rappresentano i dati di parallelismo dei pezzi stessi quan. do· questi assumono come falso scopo il congegno di mii'a del pezzo già puntato.

ORIENTAMENTO DEL GONIOMETRO CON L'OBICE. ·. a) Metodo speditivo.. b) Metodo approssimativo. c) Collimazione col pezzo base. . .Quando la stazione goniometrica non è molto distante dalla batteria, e urge aprire il fuc.co, per orien-


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tare ìl goniometro basta dir.igere il diametro principale (0-32), a deqtra .o a sinistra del falso scopo di quanto il goniiometro 'è a destra o a sinistra del piano d'i base. b) Metodo approssimative.. Si divide la distanza goniometro-piano di base espressa in metri per la distanza falso-scopo-goniometro espressa in Km. U quoziente ottenuto sarà la differenza da fare segnare s.ulla graduazione di direzione del goniometro, in piu o in meno, a seconda ·che il goniometro trovasi ·a sinistra o a destra dei piano di base per chi guarda il falso scopo. Movendo quindi tutto lo strumento, si dirìge (agendo alla base del goniometro), l'asse otti'co al falso scopo: il diametro principale risulterà così parallelo al' piano di ·base del. la batter ia. ,c) Metodo per collrmazione col pezzo hase Il pezzo chiamato <1,d e.seguire l'operazione, dopo av,er centrato la holla, le livelle, ed aver. messo a O, il · sito, punta a fé:J,lso scopo. Agendo. alla ghiera ed al tamburo. moltiplicatope del parallelismo, mette la direzione O. Ciò fatto, sempre agendo a.Ila testa · del cannocchia,le, ~oliima al goniòmètro. L'angolo letto di qirezio:ne viene comuri·icato all'op~ratore del_ gc.niometro, il quale sottrae da 32 oppure da 96, a seconda che l'angolo di dir_ezione letto sia minore oppure maggiore di 32, oppure il puntatore dopo essersi assicurato che il parallelismo sia O, punta al falso i,copò, . leggerà un angolo. di direzione che annoterà, collima al goniometro, r ipo.rta le graduazioni di direzione a quella · che era prima, legge il valore del par allelismo risultante, che comunica al goniomet rista che fa segnare l'angolo opposto. . . La graduazione che si ottiene si fa segnare al goniometro, indi agendo alla base di questo, si punta al pezzo sul quale si è collimato.


................................................................................ Obice <)a 100/ 17 Mo<'.>. 14

Servizio al pezzo GENERALITA'. Pezzo attaccato è l'insieme della vettura obice e della vettura cassone.. La vettura obice precede di norma la vettura cassone; ma può anche seguirla . ' Pezzo in batteria 1è l'insieme del retrotreno della vettura dell'obice verso l'obbiettivo preso a bersaglio e del retrotreno della vettura cassone. L'obice avrà l'affusto con la coda a terra e la manovella cli mira nella posizic.ne di tiro, il retrotreno del cassone affian, cato all'affusto, ,con lo scudo di riparo della testa, sollevato, lo sportello del cofano ribaltato in basso, i puntelli a snodo abbassati. Per le vetture a treni riuniti, le indicazic.nì di destra, sinistra, anteriore, posteriore, vengono riferite a chi, seduti su un cofano, guarda il timone; per il pezzo in batteria, ,esse ·si riferiscono a chi stando dalla parte della coda dell'affusto, guarda la volata del-· /}'obice. Per il servizio del pezzo occorrono: Capo pezzo 1, Serventi 6. I serventi prendono i seguenti nomi corrispondenti alle funzioni di ciascuno: Aiutante puntatore; Puntatore; Tiratore; CaricatQre; Graduatore; Porgitore.


-69 MOVIMENTI A TRENI RIUNITI.

Posto dei serven.ti. - Il capo-pezzo si colloca a sinistra della pariglia di volata della vettura di testa. éatoi'e

p--.

Aiut. Puntatore

·

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FlG.

s

I ·serventi, al princip\O dell'istruzione, si dispongono dietro la vettura obice e la vettura cassone, come appare dalla figura 9. ' · lY Montare e discendere: a) al comando. « Montate» i serventi si seggono sul · pezzo come indica la figura 8. Ciascun servente impugna le maniglie e le impugnature relative al proprio posto. · b) al comando: << A posto», i serventi saltano atei-·· . ra e s·i· dispongono dietro le vetture come la figura se-· guenti

FIG!-

9

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.

2) Togliere le cuffie - Rimettere· le cuffie. Le operazioni del comando« Togliete le. cuffie» ven- . gono fatte senza bisogno di particola-re avvertimento ,· I .


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al comando di: « In batteria - Alt », « A destra (si-: nistra) - Ìn batteria - Alt ». «Levate gli avantreni - Alt ». Quando il pezzo si trova in batteria con le cuffie applicate, prima di riprendere il tirc. si dà il comando « Togliete le cuffie». Il comando può anche usarsi, quando essendo in posizione di attesa si voglia rendere piu spedite le successive messe in batteria. · Le cuffie vengono applicate, senza bisogno di par.: ticolare avvertimento al comando: « Rimettete gli avantreni». Quando invece rimanendo i pezzi in batteria si crede opportuno riparare i pezzi con .le cuffie,. si dà il comando: « Rimettete le cuffie. » a) al comando << Togliete le cuffie », il capo-pezzo consegna le chiavi dei lucchetti ai serventi che devono aprirli, le ritira a, operazione ultimata. Il tiratore te.glie la cuffia di culatta e l'assicura all'estremità del tirante sinistro della scudo, ,toglie la cuffia . di volata e l'assicura all'impugnatura del seggiolo d'affusto di sinistra, dispone per .il tiro ,il proprio sedile d'affusto. Il puntatore toglie la cuffia d'alzo e l'appende alla sommità del tirante destro dello scudo, apre il cassettino d'a ffusto, ripone in esso il lucchetto, e si dispone pé il tiro il proprio sedile d'affusto. Al comando «Rimettete le cuffie» si fanno le operazioni inverse. Maneggio del ftreno di via. - Il freno di via dell'obice è maneggiato <lal tiratore; durante la marcia egli agisce al volantino esistente ·sotto al seggiolo di sinistra dell'affusto, e durant.e ·il, tiro agisce al volantino che trovasi posteriormente al}c. scudo. Per il maneggio del freno si hanno i seguenti comandi: «Serrate il freno», « Aprite il freno ». Quando il pezzo è in batteria, le squadr~ di servi-


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zio si radunano dietro al pezzo, su due righe, a due passi dai vo.meri, al comando « Aàunata ». Disporsi per far fuoco. . a) Per far fuoco in direzione àella marcia si danno i comandi: « In batteria», « Alt». Al primo comando il cassone accel1erando l'andatura si porta sulla sinistra del cannone a due passi d'intervallo da esso, al secondo comando, le vetture si arrestano, i serventi saltano a terra. Il capo-pezzo portandosi rapidamente alla sinistra del cassone salta a terra, i serventi disgiungono i treni operando come '1è detto in segu,ito. a) Vettiura obice il conducente di timoné dell'obice solleva il timone sino al ginocchio con la correggia alza-timone. Il caricatore e l'aiutante puntatore impugnano le maniglie di coda; il puntatore eà il tiratore si dispongono in forza alle ruote1 il puntatore a braccia-avanti, il tiratore a. braccia-fodi etro; l'aiutante puntatore dopo aver sollevato l'estremità della nottola a molla e disimpegnando col .c aricatore l'affusto dall'avantreno) dà l'avvertimento: « Mare. »

.,,

~-

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o I

L'avantreno eseguisce un dietro-front a sinistra e al trotto si porta alla località precedentemente indi-


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cata. Distaccato l'avantreno, i quattro servent i fanno · esegu·ire all'affusto un dietro-front,· quindi il capo-pezzo agende. sull'impugnatura del congegno di ·mira del vomero, lo disimpegna; l'aiutante puntatore ed il tir ator,e lo ribaltano. La coda viene messa a terra. . Il puntatore solleva il mezzo scudo superiore di sinistra, prende l'alzo dalla cassetta, prend,a il cannocchia}e panoramico e lo Ìnveste nel porta cannocchia-., le, il tiratore sollev,a il mezzo scudo superiore di destra, sblocca la culla dal pezzo, gira in avanti il nasello di sicurezza della leva di scatto e lo mette in posizione di sparo, pr,e nde il calcatoio e si appende al collo la cordicella di sparo. L'aiutante puntatore toglie il coperchio di protezione del por ta alzo e lo ripone al posto dell'alzo, dispone la manovra di mira ,in posizione di sparo. Al comando « Al pezzo», il capo-pezzo si dispone in modo da meglio dirigere le operazioni dei servent i.. I serventi si dispongono: (vedi fig. N . 10) . Jil tiratore a cavallo del sedile di affusto (fronte a1la culatta; il puntatore seduto sul sedile, fron te · alla volata), addossati il più possibile allo scudo: Caricatore sulla sinistra della coda del pezzo. Aiutant e puntatore al ve.mero. Porgitore .indietro ed a sinistra del cassone. Graduatore in dietro ed a destra del cassone. b) Vettura cassone: il conducente di timone del cassone, solleva il t imone fi no al ginocchio cc.n la correggia alza timone. Il porgitore ed il graduatore disimpegnano .l'occhione dal gancio; il capo-pezzo, in forza alla ruot a di sinistra del retrotreno, impedisce , che h vettura retroceda: il graduà tore solleva l'estremità della nottola . a snodò anteriore, dà l'avv.ertimento: «Mare. » , Distaccato l'avanfreno il porgitore solleva lo scudo di_ riparo della testa e r ibalta versò il b.asso lo sportello del cofano del r etrotreno. ·

,!


.:_ 73 Si deve avere !'.avvertenza che il retrotreno del . cassone sia posto. in batteria il piu vicino possibile all'affusto; 50 centimetri indietro. (1) L'avantreno eseguisce un dietro-front a sinistra, segue al trotto l'avantreno dell'obice e si affianca ad esso quanto è possibile. b) Per far {'uoco in direzione opposta a quella di marcia si danno i comandi: « Levate gli aJTantrerii: r- Alt. » I ,Al primo comando ,il cassone si porta sulla de.s tra dell'obice, a due passi da esso. . ' Al secondo comando, il capo-pezzo ed i ·serv~nti si , regolano come 11el movimento precedente, . fino all'avvertimento: « Mare. » · ·, A questo comando gli avantreni marciano nella medesima direzione' al trotto., e vanno nella località che sarà stata indicata.· · Le · altre operazioni si svolgono come nel preceden, te movimento. ' . c) Per fwr fuoco di fiam,ico si danno i seguentii comandi: « A destra (s·inistra); in batteba - Alt. » Al primo comandc. la vettura cassone si portc1.. sulla sinistra della vettura obice ·come nel comando in batteria. Al secondo comando serventi e capo pezzo si regolano come è detto precedentemente fino all'avvert{·mento.: «Mare.» · A questo avvertimento gli avantreni eseguiscono uno a sinistra (a destra), si allontanano al tr9tto, si ?,ffiancario quanto ,è possibile e vanno nella località designata. ,· Levati e partiti glì avantreni, l'obice viene fatto girare sul poste. e là volata viene rivolta dalla parte · (1) Per arrestare un eventuale .ribalt~nento del cassone il grac;luatore ed il , porgitore debbono a~sicurarsi che la posiz i" ne dei punteJI P a snodo posterio re sia· verticale..


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verso la quale .si vuo1 far fuoco; il cassone viene affiancato all'obice. Affinchè i movimenti per mettere il pezzo in batteria riescano celeri,' è conveniente che a.I comando Alt, il cassone si arrest{ ùn poco indietro all'c.bice, se si eseguisce l'« in batteria» o . r«·a sinist_ra in batter ia », un poco avant i, se invece si eseguisce · il « levate gli avantreni», o « a destra in batteria». I

MOVÌMENTI A TRENI DISGIUN'I'I. L'obice' ed il cassone si fanno avanza~e e ret1:Òcedere a braccia, a seconda delle indicazioni del capopezzo. Per mµovere l'o:bice: tiratore e puntatore si applica.no in forza alle r pote, aiutante puntatorè e caricatore alle maniglie di coda dell'affusto. . . Occorrendo, ii capo pezw chiama aiutq gli · altri due serventi ~isponibili, disponendoii in forz~ alle funi dà traino da applicarsi ?,i gànci della sala. . Per il cassone occorrono ·gene'r almente sei . seì·venti così disposti : graduat9re e porg·itore .alla coda, tiratore è puntatore alle ruote; aiutante puntatore e ·c aricatore - . al cofano.

in

( ·

- DISPORSI PER LA MARCIA. Al comando rimettete gli avantreni, i-ndicando con il braccio. là direzione sulla quale si deve· riprendere la marcia, i serventi si regolano nel modo seguente: a) Vettura obice. - Il puntatore age11do. al volantino di direzione, mette l'affusto nelia· posizione mediana (graduazione zero della chiocciòÌa), . toglie successivamente il . cannocchiale panoramico, .l'alzo, e li ripone nelle· rispettive cassette, ripiega il mezzo scudo di sinistra.

l


I

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Il tiratore gira il nasello di sicurezza defla leva dì . scatto, blocca la culla ·dell'affusto, solleva lo scudo. inferiore, ripiega il mezzo scudo di destra, rimette ·a posto la cordicella di sparo. L'aiutante puntatore dispone la manovella di mira in posizione di mar.eia; coadiuvato. dal caricatore r ipiega· il vomero. Investe il coperchio di protezione sul porta-alzo. Se non è stato . dato ìn prec<:ldenza il comando <l'i cessatè i l fiwco, l'obice viene scaricato. Si fan no inoltre tutte le operazioni inerenti al comando « r imettete. le cuffie». Il ca·r icatore e l'aiutante puntatore si dispc.ng0no qufr1di alle maniglie di coda, il tiratore e il p untatore alle ruqte e -fanno compiere un dietro fronte all'affusto. · Giunto l' avantreno ' il conducente di timone solleva il · t imone fino al gino-cchio e i quattro serventi riuniscono i treni. · B) Vettura cassone. - Il porgitore ·ab}?atte lo s_cudo di riparo della testa; chiude lo sportello del cofano. Graduatore e porgitore sollevano la coda, il porgitc,re solleva i puntelli a ·snodo; fìssa:ndoli al teìaio per mezzo di catene; quindi mettono la coda· a térra.' Giuntò 1'av~ntréno, .il cònducent~ di"timone solleva il timone fino al ginocchio, il porgitore ·ed il graduato- . re coadiuvati dal capo' pezzo, r'iùniscono i t reni, il graduatore solleva la nottola a ·molla del ganèio'·di unione. Riuniti ,gli ~v~ntre~i, i's'~ r~inti ~~nta~o sulle vet, ture e il capo pezzo monta a cavano. . Occorre tener presente · ia· coda ·dèll'affùsto e quella del cassone vengono però collocate-.a terra in sensc. divergente in.odo da fa:cilitare l'avvicinamento degli avantreni. · · ·, · ·

che

per


76 -

Nel caso che il pezzo sia stato messo in batteria col ,cassone sulla destra, i serventi si dispongono come nella. figura N. 11.

cò. PR. ]?,. PVNTATORE

'

'r = Tl"-A1.0RE è,P, K

CAPO PE.2.ZO

è.,. C.AA.ICATO~E A.1?.: AIVT. PVNT. ~ " 61>.AOVATOA.E

PR., PORGITORE.

Fig. 11 Se il pezzo è stato messo in batteria senza cassone, l'avantreno stesso viene riunito all'affus to dai quattro serventi, aiutati dal capo pezzo disponendo ìl ti' .mone dell'avantreno nella direzione indicata. Alé>pena giunta · la muta, l'aiutante ca;icatore il caricatore attaccano le tirelle delle parigliè di timone · ai bilancini, mentre il capo pezzo aggancia")<? catene ·del time.ne .ai ganci _dei . pettorali delle pariglie stesse.

e

FUNZIONI DEI SERVENTI. .

n

capo pezzo sorveglia le operazioni dei serventi, ed occorren,do.,li coadiuva; v_erifica i1 puntamento e le · · · cariche.


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L'aiutante puntatore dà la direzione approssimativa al pezzo. Il puntatore punta l'obice. , \. Il t iratore dà l'.inclinazione, apre, chiude la culatta, fa partire il colpo, maneggia il freno di via. · Il graduatore prende le munizioni e gradua le spolette. · ' Il porgitore allestisce i cartocci, prende le munizioni, fa graduare le spolette e le cons·e gna al cari. catore. Il porgitore ed il caricatore sono anche incarkati del maneggio degli attrezzi da zappatore. ISTRUZI ONE INDIVIDUALE.

Prenderre e portare le 1nuniJzio//'l,i, - Il porgitore c~:iadiuvato dal graduatore, prende daHo scompar_timento . superiore del cassone la cassetta della specie di munizioni comanda.te e le depone sul terreno in modo che il lato lungo della cassetta sia rivolto verso il cassone e l'apertura in fuori; toglie, occorrendo, la ,cuffia di protezione delle spolette degli Shra:pnels ·e delle granate-shrapnels. Il graduatore osserva che le cassette per munizic.. ni . vengono prelevate simmetricamente a cominciare dallo s~compaJ timento superiore e che siano introdotte nel r-etrotréno di cassone col coperchio disposto in · avanti. · Nel tiro a percussione il po1:gitore deve regolare il prelevamento delle munizioni in modo che il caricatore e l'aiutante puntc!,tore abbia sempre· un bossÒk ed un proietto. Quando il fuoco cessa, si ricollocano a posto i proietti e i bossoli rimasti' nelle rispettive cassette, e queste . nel cofano del ·cassone.


-78 Gradiiare i proi.eUi. - Per graduare i proietti il porgitore presenta il proietto al graduatore . Quindi introduce il piuolo della chiave per spoletta nel foro relativo dell'anello mobile della spoletta e le. gira fino a quando la divisione corrispondente alla graduazione comandata coincide con l'indice della graduazione sul corpo' della spoletta. Le spolette a doppio effetto usate per i proietti dell'obi"ce da l00/ 17 (meno il proietto per scuola di tìro e la granata Mod. 914/ 9), portano normalmente incise sull'anello mobile, oltre la graduazione in Ettometri, tre tacche contraddistinte dalle lettere A-K-V. Sul corpo della spoletta è segnata la linea di fede. Graduando sulla lettera A il proietto scoppia a percussione. Graduando sulla lettera K il proietto scoppia a mitraglia, da zero a trecento metri dalla bocca da fuoco. Graduando sulla lettera V il proietto scoppia cla 300 a 500 metri· dalla bocca da fuoco. Nòn· sparare mai proietti muniti di spolett a a doppio effetto con a·n ello mobile lento; il movimento. del proietto potrebbe produrre la rotazione dell'anello e lo scoppio prematuro del proietto stesso. Allestire 'i ccirtoo'o?°. ~ L'obice da 100~17 impiega 6 cariche di pò]vere grafitata contenute in W1 bossolo metallico. · .-, · Esse cariche· prendono il nome di l.a, 2.a, 3.a, 4.a, 5.a e massima e sono cc.stituite da vari elementi, ciascuno .deir quali è contenuto in. un sacchetto di seta. Gli elementi sono contraddistinti dai numeri dall'l al 5, ed il• 6.o, detto elemento supplementare, dalla dicitura tedesca « Susatzladung· ». Essi sono disposti nel bos?,olo su.ççes~iyamente a .cominciare dal N. 1 e con la numerazione in aJto; i ' primi due elementi sono forati per l'adattamento sull'innesco.


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79 -

Una qualsiasi carica è formata con gli elementi dal N. 1 al numero che denota la carica stessa; <la carica massima è · costituita: da tutti i 6 elementi. (Normalmente non si- adopera) . Per allestire i cartocci secondo la carica comandata, il porgitore toglie il cappelletto superiore del bossolo, la ctociera di cartone sotto il nastro, .il cappelletto inferiore e poi, se è necessario, tanti elementi di cari·c a finchè leggerà il numero relati vo alla carica comandata. Ciò fatto rimetterà la crociera di cartone ed i cappellet.t i nel bÒssolo riponendo infine ~li elementi di carica da non adoperarsi nelle cassette delle "' munizioni. Per l'impiego della carica massima, il porgitore toglierà dalla cassetta una carica supplementare e la . introdurrà nel bossolo dopo aver tolto il cappelletto superiore, la crociera di cartone ed il cappelletto inferiore. Ciò. fatto rimetterà nel bossolo i due cappelletti e. riporrà poi, se è necessario, tanti elementi di carica finchè legger,à il numero r elativo alla carica ç:omandata. Ciò fatto rimetterà la crociera di cartone e.I i cappelletti nel bossolo, riponendo infine gli elementi di carica da non ado.perarsi nelle cassette delle munizioni. . . . 1 Per l'impiego della carica massima,. il porgitore toglierà_ dalla cassetta una carica supplementare e la. introdurrà nel bossolo dopo aver tolto il capi)elletto superiore, la crociera di cartone ed i] cappellette. inferiore. . . . . . Ciò fatto rimetterà nel bossolo i due cappelietti e riporrà la crociera di cartone nella cassetta di munizioni . .I11;p,iegand9.. la .carica N. 5 i~ porgitore consegnerà senz altro il bossolo al caricatore. . ;lprfre e chiudere la. culatta. - Il tirato~e, a ca~


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80- ' f

vallo ò.el proprio sedile mett~ ìl nasello del congegno di sicure~za in posizione di sparo, impugna con la mano destra il manubrio della leva di maneggio e, disimpegnata in tal modo dal dente di arresto, fa ruotare ·verso la volata la leva stessa :fino a che l'otturatore non si arresti nella posizione di car1camento. La chiusura dell'ottur:atoré, nella carica, avviene automaticamente. Per chiudere la culatta col pezzo scarico, occo.rre spingere in avaati le branche dell'estrattore fino; a quando l'otturatore si chiude automaticamente, poi si gira il nasello nella posizfone di sicurez.za. . - · Impiego del vo1nero e del dente di roccia. - Pet abbassare il ve.mero: ripiegare se non lo è già, la manovella di mira, sollevare la coda, disimpegnare il vo- · mero intorno alla vite perno fino a che non faccia nuovamente presa il congegno di ritegno del vom'ero. Per ripiegare il ve.mero: svincolarlo dal congegno di ritegno e farlo ruotare fino al ribaltamento· della coda. In ' terreno 9rdinario, "l'interramento de.I vomero avviene generalmente da sè, dopo il primo c9lpo. Quando si voglia interrarlo in precedenza, il capo pezzo, fatta spostare -la coda, fa scavare un solco di forma e di ampiezza conveniente nel quale introduce poi, · facendovi fare presa, il vomero. In terreno duro o gelato, dpve il vomero non si interra: senza praticare il foro, si adopera, in mancanza· di tempo, il dente di roccia. · :n capo pezzo, per impiegare il den te di roccia, d-ar à il comandc.: « Dente di roccia» . A tale comando il caricatore e l'aiutante puntatore ripiegano il vomero e dispongono per l'uso il denti? di -roccia. Caric'are l'obice,. - Il caricatore ricevuto il _proietto lo introduce con mano destra nella camera del bos-· solo, poscia mediante il cakatoio lo sp{ng_e fjno ad im- . 1

la


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pegnarlo nell'origine della rigatura, introduce quindi · il cartoccio a bossolo che spinge risolutamente col pugno chiuso nella relativa camera fino a provocare la chiusura automatica della culatta. Ad evitare lo schiacciamento delle dita, il caricatore deve adoperare sempre ia mano fatta a pugno.. Se il movimento dell'otturatore non è compiuto in guisa che la .c ulatta chiuda perfettamente, il tiratore esercita una leggera pressione sulla leva di maneggio tanto da agevolare la chiusura. Il tiratore dietro indicazione del capo pezzo; infila nella propria guida l'indicatore del rinculo. Quando si tira con forti angcili d'inclinazione, la carica deve effettuarsi disponendo l'obice pressochè orizzontale. Far partire il colpo,. - La culatta deve essere chiusa, il nasello di sicurezza nella posizione di sparo, la cordicella di sparo agganciata alla leva di scatto. Al comando: « Fuoco », il tiratore tira vigorosamente a sè la cordicella fino a che non si produca lo. scatto e poi l'abbandona, in caso .di scatto a vuoto ripete. il. movimento. Se la coda dell'affusto non è interrata o se è interrata in terreno molle, per il primo colpo, il puntatore ed il tiratore si devono tenere in fuori dalla direzione delle ruote. Avvenuto l'interramento della coda, per i colpi successivi, i serventi possono rimanere seduti ed il t iratore può adoperare la cordicella _di sparo corta. A vve1rtenze. - Quando, per forti angoli d'inclinazione si preveda che il pezzo e la culatta possa nel rinculo toccare il ~erreno, si deve praticare un fossetta di sotto alle fiancate dell'affusto. E' conveniente, in caso che s i verifichi un forte dislivello fra le ruote, di scavare un solco nella direzione del tiro sotto la ruota piu alta. -.-,---

Lezioni di Artiglieria -

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Munizioni <>eil' obiee da 100/17 Mo<>. 914-916

Gli obici da 100/ 17 impiegano i seguenti proietti: Granata da 100. Granata a d. c. da 100 (si impiegheranno fino alla consumazione) : Granata shrapnel da 100. Shrapnel da 100. Proietti con caricamento speciale per scuola di tiro. Proietti da salve. GRANATA DA 100.

Di' acciaio, si compone di: Un bossolo; . ' Un tappo ogiva; Un ¡ tappo di raccordo; Una ,c arica di scoppio. Il bossolo e il tappo ogiva sono riuniti mediante avvitatura e fissati con vite di ritegno; formano un complesso cilindro-o.givale smussato alla punta con superficie piana. Il bossolo presenta una corona di forzamento, esteriormente verso il fondello ed' alla base della parte ogivale una fascia di centramento, r icavatà dal metallo stesso del bossolo. Il tappo ogiva presenta assialmente un foro a chiocciola (boc'chino), ove si avvita il tappo di raccordo.


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Il tappo di raccordo pres,e nta una zona inferiore filettata pe,r avvitarsi al bocchino. Assialmente ha un foro a chiocciola ove si avvita il detonatore e la spoletta. Carica di sèoppio: miscela di ·M.A.T. oppure M.B.T. Impiega spoìetta a per,cussione IVI 910 oppure innesco di sicurezza Mod. Cortese ed il detonatore Modello 918. Il detonatore Mod. 918 consta 'di una carica di rinforzo ed una carie.a di infiammazione. La carica di rinforzo comprende: un bortacarica ed una ·carica di esplosivo. La carica di esplosivo è costituita da un polverino infume al 40% di nitro· glicerina, leggermente compressa. · La carica d'infiammazione comprende un bossolo ed una carica di esplosivo ch'è costituita da balistite grafitata in grani del N. 2. I due elementi del detonatore si avvitano l'uno all'altro formando un artificio sole,, indip.e ndente dalla spoletta e dal proietto. · .Peso medio della granata i)ronta· per lo sparo Kg. 12,730. GRANATA A D.E. DA 100.

La granata a doppio effetto sta di : Un bossolo; Un tap,po ogiva; Una carica di scoppio. . Il tappo ogiva internamente le: alla chiocciola superiore si l'altra il .detonatore. . Il detonatore consta di una . una carica d'infiammazione.

da 100 di acciaio con-

presenta due chioccioavvita la spoletta, alcarica di rinf9.rzo ed


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Carica di rinforzo: risulta di_ un porta carica ed una carica di esplosivo di 5 grammi di polverino infume al 40% di nitroglicerina. La carica d'infiammazine comprende un bossolo ed una carica di esplosivo di 63 grammi di balistite grafitata. La carica di scoppio è una miscela di M.A.T. o M.B.T. La granata a d. e. da 100 ,è innescata dalla spoletta a d. e. da 149 A. comp. Peso medio della •granata pronta per lo sparo Kg. 12,930. GRANATA-SHRAPNEL DA 100.

Comprende: Un bossolo o bicchiere; Un tappo ogiva; Un diaframma; Pallette; Due cariche di scoppio; Un tubo di carica. Il bossolo e il tappo ogiva sono uniti fra di loro a semplice forzamento e formano un complesso cilindrcogivale, smussato alla estr,e mità anteriore con superficie piana. Il bossolo presenta una corona di forzamento, ed una fascia di centramento. Il tappo ogiva che rappresenta la granata, presenta internamente una gra.nde cavità cilindrica limitata da un fondo. Il fondo •ha un foro ove si avvita l'appendice ·della spoletta e verso l'esterno un incastro circolare per il tubo di carica. Le pareti esterne della spoletta e quelle interne del tappo ogiva costituiscono una camera che racchiude la carica di scoppio della granata.


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Il diaframma divide la cavità del p roietto in due parti: la parte anteriore contiene le pallette; quella posteriore - camera posteriore - contiene la carica di scoppio dello shrapnel. Le pallette, di forma sferica, sono costituite di piombe>, oppure di ferro o di ghisa, cementate fra lord con tritolo fuso o ,con colofonia .fusa, ed anche con colofonia fusa e tritolo fuso negli strati superiori. Le granate shrapnel, con le pallette cementate con colofonia fusa, si impiegano solo éon graduazione della spoletta a tempo; quella con le pallette cementate eon colofonia fusa e tritolo fuso negli strati superiori, si impiegano preferibilmente con -graduazione della spoletta a tempo; quelle con le pallette cementate con tritolo si impiegano preferibilmente con graduazione della spoletta a percussione. Le cariche di scoppio -'-- una ante·riore, l'altra posteriore ·_ sono costituite di: Tritolo- fuso per ·il funzionamento della granata. Polvere nera a grana fina per il funzionamente- dello shrapnel. . Il tubo di carica di ferro contiene polvere nera sciolta oppure éilindretti di polvere nera compressa.. La granata-shrapnel impiega la spqletta a doppio ~fretto M.. 914 per granate shrapnel con detonatore costituito di un detonante o carica di rinforzo e delle cariche d'infi ammazione. · La carica di rinforzo, formata di fulminato di mercurio, è conten.uta in una capsula. di rame. La. carica d'infiammazione, di tritolo compresso, è allogata nella cavità anulare del cor po della spoletta e racchiusa da un cappellozzo avvitato al fusto della spoletta stessa. Tanto la carica di rinforzo che quella d'infiammazione sbrio portate dalla ·spoletta: Peso:· con pallette di ferro Kg, 11,400; con pallette di piombo Kg. 13;400.


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SHRAPNEL DA 100. Comprende: a) lo shrapnel derivato dalle granate shrapnel. b) lo shrapnel derivato dallo shrapnel M. 914, ottenuto utilizzando parti di shrapnel austriaco M. 914 provenienti da scaricamento. c) lo shrapnel Mod. 914 originale trasformato per l'applicazione delle spolette a d. e. da 149 camp. · E' innescato dalle spolette a d. e. da 149 H camp. Il peso dello shrapnel pronto per lo spare. Mod. 914 trasformato per l'applicazione delle spolette a d. e. pesa Kg. 11,600. PROI ETTI SPECIALI PER SCUOLE DI TIRO. Per le scuole di tiro gli obici da 100/ 17 impiegano le granate da 100 con caricamento speciale per scuple di tiro costituito da: 1:Jn caricamento inerte (miscela di sabbia e pece dura di catrame) . Un car icamento scoppiante - · di polvere prog1~essiva del N. 1 e polvere a grana grossa - con un miscuglio f mpogeno. . Il miscuglio fumogeno s'impiega per aumentare la visibilità del punto di scoppio. ' . La granata suindicata impiega spoletta a percussione M. 910 con innesco Mod. 910 od il detonatore M. 918. Peso Kg. 1'2.730. AVVERTENZE. Le granate da 100 possono essere lanciate dagli obici da 100/ 17 impiegando i sistemi di carica e le tavole di tiro relative alle granate M. 915 tenendo presente:

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1) E' escluso il tiro colle cariche l.a e 2.a non essendo con esse assicurato il funzionamento della spoletta. 2) La granata dev'esser~ impiegata soltanto pe:1' il tiro nel l.o arco essendo risultata inesatta per 11 t iro. nel 2.o arco. 3) L'elevazione necessaria per colpire un bersaglio posto a distanza X è quella che nelle tavole di tiro corrisponde alla distanza diminuita od .aumentata per ,ciascuna carica delle quantità percentuali in dicate nel seguente specchio: Cariche: III IV V Massima +2% +2% -8 o/o - 4 ?'o 4) Per quanto riguarda gli altri elementi (scostamenti - str iscie) si possono ritenere pressochè uguali a quelli forniti dalle tavole di tiro, in corrispondenza delle distanze, .corrette dalle percentuali sopra accennate.

PROIETTI DA SALVE. Proietti di legno, pioppo o abete, formati da 48 spicchi tenuti insieme da 4 legature di spago. Cariche di lancio di balistite infume, perchè avvenga la combustione completa delle cariche stesse. Peso Kg. 1,350.

SPOLETTE DI INNESCHI IMPIEGATI. Spolette a doppio effetto M. 914 per granate shrapnel, spolette a percussione M. 910". Spolette a percussione M. Guerritore. Spolette a doppio effetto da 149 A. camp. Spolette a percussione M. 910; impiega innesco M. 910 e innesco di sicure'zza Cortese.


:-- 88CARTOCCI. Gli obici da 100/17 impiegano per le cariche di lancio cartocci a bossolo; Bossoli: Lo tipo di un sol pezzo di ottone; - 2.o tipo bossoli bimetallici di ottone con fondello di ferro. I NNESCHI PER BOSSOLI. . '

a) innesco con petardetto avvitato; b) innesco M. 912.

CARICHE DI LANCIO. N. 6 cariche di b alistite in piastrelle di millimetri 12x 12x 12. N. 1 carica di balistite in fili compressà in formella. L e cariche di balistite in piastrelle sono costitu ite ad elementi contenuti ciascuno in involucro di filaticcio garza. Gli elementi sono numerati con 1-2-3-4.•5-6. La carica N. 1 è formata da un solo" elemento distinto col N. l. La carica 2 ·è formata di due elementi distinti col N . 1 e 2. Le successjve 3-4-5-6 (ma~sima) sono ciascuna formate da 3-4-5-6 elementi.


I .................................................................................. '--""~~...._........__~~------

Obice <)a. 75/ 13

DATI · NUMERICI RELATIVI AL MATE_R IALE.

Lunghezza to_tale_ Lunghezza della parte rigata Lunghezza della parte liscia · Numero delle righe Passo destrorso costante della rigatura · Peso della bocca da fuoco con otturatore · Peso dell'òtturatore Peso della slitta

mm. 1155 » · 802.5 » · '187.5 28 · cal. 20 Kg. 106 . » 13,50 >> 95

GENERALITA' .

. E' ,il mate~iale' nominato 'nell'es~rcito Austro,Ung;),1'ico 75 '~m. M.o 15 Gebirge Kan9ne'. t cioè cannon.e da montagna atjottato .nel 1915 ~ lungo in totale 15 calibri 'dal,vi,,o culat~a, ,a l vivo ç:li v~lata. !)i .questQ materialè ne abbiamo 60p esemplar;i . A .d~f9rm.azionr , a rinculo automaticamente variabile;·con çhiusura a cuneo orizzontale, alzo· e linea di .'m fra 1ndipendenti, scudo per .affusto, 'scùdo 'rno,b'ilè per i' sèrven'ti . alfè rnunìzioni. • ·' · ··· · ' Caregg'iatà ni:' 0.90; •: ·,.

BOCCA DA FUOCO.

Di acciaio calibro 75 - Lunghezza 15-13 - Peso 106. E' composta di un tubo d'anima, un manicotto fissato al tubo d'anima con due viti perchlè 'i'1on i 1jossa r uotare, una ghiera di volata. L'anima è solcata da .28 righe «on. passe costante d{20: càJ.ibri ,v9Ìg~nti yei:so d.~stra. ];,a culatta porta jn:feriormente 1.m'appen~ioe alla!quale vien# , «ollegàto


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~U- .

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il gambo dello stantuffo del freno. Avanti alla culat-

ta la bocca' da fuoco porta esteriormente e inf erior, mente tre nervature destinate al collegamento con la slitta., cilindro del peso di Kg. 95, e che ricopre la, , bocca da fuc.co dalla fascia dì volata al prisma dì culatta e serve per aumentare la massa . rinculante e per guidare la bocca da fuoco sulla culla. Il congegno di chiusura è a cuneo scorrevole orizzontale, con apertura e chiusura ad un sol movimento ottenuto mediante una leva dì maneggio che è imperniata al . piane. superiore di ,c ulatta, congegnò dì accensione a percussione, otturazione a bossolo, estrattQre a forchetta:. Lo $Catto ha luogQ agendo alla leva di sparo imperniata sul.la destra nella parte poste-' r iore della culla del freno. Un congegno di sicurezza impedisce sia la parten';m del colpo che l'apertura dell'otturatore; un altro congegno di sicurezza d'unione del freno impedisce la partenza del colpo se la bocca da fuoco non è sicuramente collegata al freno, ed' infine l'apèrtura spontan~a 'dell'otturatore è impedita durante lo sparo da un piolo di sicurezza della bocca da fuoco, che si. annoda in un incavo della leva di maneggio. L'otturatore .è anche provvisto di un dispositivo per ottenere automaticarpente dallo st~sso congegno di armamento e scatto l'a ripetizione dello scatto (armamento del percussore), senza bisogno di organi speéiali.

AFFUS'.I'O. E' a ruote, maticamente d~lla culla e ta, coda, sale

a deformazione, a lungo r·in.cÙlo, autovarial:>ile, e si compone essenzialmente dell'affusto propriamente detto (testae ruote) .

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tJ.1.

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La culla contiene 'il freho idraulico, il ricuperatore a molla (investito sul cilindro del freno), ed il ·cong,egno regolatore del · rinculo.· E' collegata alla testata di affusto mediante gli orecchioni, che sono col. legati nella parte postèriorè della culla e dei due settori dentati del cong-egno di elevazione. Il freno idraulico è costituitò sommariamente da un éilindro unito alla bocca da fuoco e dall'asta collegata allo spc.:t;- tello anteriore della culla, che porta un embolo (costituito da vari a;nelli), nel quale .si formano nel rinculo, per effetto della rotazione di un manicotto regolatore,' portato dall'embolo stesso, provocato da tre nervature che entfano in tre scanalature, elicoidali, praticate nell'interno del cilindro del freno, luci di afflusso d'ampiezza variabile, nel rinculo, fino ad annullarsi al termine del rinculo stesso. Appartiene perciò alla categoria dei freni a valvola oscuratrice. ·Per frenare il ritorno in batteria si ha una valvola ad anello (ri. corda i-1 manicotto del freno 75/ 911), la· quale scorre per inerzia . e -per pressione del liquido sull'asse del1',embolo determinando nella corsa .di ritorno, insieme c?lla rotazione inversa del :manicotto ·regolatore; luci d1 afflusso che, massime sul principio, vanno gradatame1:te diminuendo fino ad annullarsi . complet amente prima del contr()..rinculo. Quindi il manicotto O'irevole funziona sia regolando il r inculo che il co;trorinculo; la valvola ad anello, solo scorrevole · ~ attiva unicameqte nel ritorno in batteria ·e non' ostacola nel rinculo il normale funzionamento del freno.' Il ricuperatore, è costituito da due serie di move ad elementi investiti a cannocchiale, sopra il cilindro -d.el freno e separate da un tubo intermedio (due elementi all'interno e due all'esterno di esso) . La eompressione e l'esclusione dei due ordini di molle avviene quasi contemporanea:mente -m~diante un tubo compressore avvitato esternamente al cilindro del freno.


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All'atto dello sparo rincu.lano colla. bocca. da fooco il cilindro .del freno col tùbo compressore' mentre rimane .ferma. l'asta del freno. ll tubo compressore trascinçt coÌ1 · sè le moll~ interne comprimendol-e. Esse a loro volt~ trascinano il tubo intermedio, che ri;ncula anch'esso- comprimendo le molli~ esterne conÙo il calasfrello di culla. J,,a . distenzi~me delle molle provoca i1 _ritornb in batteria. ,Il rinculo è, a bocca da htoco . onz.~ontale, di . mm,. 900. Con: le · maggiori · inclinazioni concesse dall'affusto (da ~9 a + 59) , si sarebbe avuto ·l'inconveniente che la massa r incl!llante sarebbe andata ·ad urtare contro il ·terreno. , E' stato perciò adottato uno speciale -congegno (brevetto Enr hardt' Dusseldors), detto regolatore ·del rinculo, ·avénte la funzione di regolare e di •ridurre la lunghezza· del· rinculo di mano in mano ohe aumenta l'inclinazione della bocca. da :fuoco fino a portarlo a mm. 400 .quan do la .bocca da. fuoco ha !;indi.nazione massima. Tale congegno, c.he funziona: automati,c amente, ·a · partire ·da inclinazione supe:ri0.re a 5.0 agisce nel freµo ·aumenta,ndone la 1~esistenza1infaia,le-,. riducendo cioè .l'ampiezza delle-luci di afflusso del liquid9 attraverso un risalto:·.deH'asta del freno· e del ,manicotto · regolatore: E' ·perciò · cost ituito '.d a: a) ,,organi· portati dallo sportello · della cuna (settore denta:tò a ruota dentata- ·solidale all'àS't a · del frenò), ·a: cuH è ,fissata ,Pasta del frem); b) organi portati dall'orecchione destro . della culla · k11rsore ad alette, gl:J.ier:a' regolatrice) .; contenuti •i-n m~a: -s-c~tola; c} organi portati dall'affusto (tubo costituito .da: dué mezzi m<1,nico.tti collegati tra di· _loro . da µna: speciale .trasmissione· ·apwlicé.\,ta alla culla-~lbero .longitu.dinale con ;manovella .. eçtcentrica, biella e1,forceUa) ; in. ;modo che.,a.çl un81. .-rotazione -delJ'ai:Jse. ,degli or.eGchimù cor·l'ispol!ld-e, ,una cç,nvenient e rotazi.one dell'asta del· freno attqrno al su0 asse. . S:ul.la· scatola . del. congegno


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93 -

regolatore del rinculo, fissata all'orecchione destro, è incisa una graduazione sulla quale un indice di lettura segna per ogn i inclinazione, la lunghezza del rinculo che si deve avere. Se la corsa effettiva del rinculo che si verifica all'atto dello sparo e che è misurata dall'indicatore trascinato dalla bocca da fuoco. e scorrevole sull'apposita graduazione della culla, differisce sensibilmente -da quella teorica che si ·1egge sulla scatole del regolatore, si procede alla regolazione del rinculo, che si omette per differenze inferiori a mm. 20 in quanto che il congegno non permette, per costruzione, correzioni per quantità inferiori (poichè un giro di ghiera corregge mm. 33 di rinculo, non si può dare correzione per quantità inferiore a mm. 17) . Il freno è riempito da una miscela di 3/ 4 di gli~ cerina e cli 1/ 4 d'acqua alla densità media di J s.o Beaumè. TESTATA. Porta la culla, i congegni cli direzione e di elevazione, il congegno equilibratore avente per scopo di controbilanciare la forte preponderanza in volata del sistemà bocca da fuoco slitta, culla; imperniato da una estremità, permette agevolmente il sollevamento cli detto sistema nei movimenti in elevazione.

CONGEGNO DI DIREZliONE. La rettifica del puntamento in direzione e 1o spostamento laterale clcl tiro in ampia fronte sono stat i ottenuti in questo materiale ren dendo scorrevc.le in senso laterale la testata sulla sala rettilinea. Manovrando apposito manubrio del congegno di direzione portato da un braccic. fiss ato alla fi~ncata ~inistra dell'affusto, si agisce da un albero d1 trasmissione a giunto cardanico e si fa scorrere il cannone sulla sala.


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94 -

Il congegno concede un settore orizzc.ntale di tiro di 120 millesimi per parte; un indice portato dal_ coperchietto sinistro per manicotto a piastra, indica su di una graduazione incisa sull'assale, l'ampiezza dello spostamento angolare rispetto alla posizione mediana, contradistinta dalla graduazione O. CONGEGNO DI: ELEVAZIONE.

E' manovrato. da un volantino portato da un braccio fisso alla fiancata destra dell'affusto, e la trasmis- , sione del movimento. ai rocchetti, che ingranano ai settori dentati della culla, ,è fatt a mediante un albero con giunto cardanico. Il settore verticale di tiro è compreso tra - 9 e +59 (totale 68.0). CONGEGNO EQUILIBRATORE.

E' un congegno· elastico a cannc,cchiale formato da due · elementi paralleli disposti in un uiano normale al pi-ano di simmetria dell'affusto ed \nterposti tra cul];a e testata d'affusto (molla a spfrale, tubi, guida, 1isco, coppa, tirante). Le testata port a anche due seggioli girevoli' per i serventi. Pesa Kg. 110, e cc.n le manovelle di mira costituisce il carico di un -mulo (151.38 bardatura compresa). Altri t re muli portano rispett ivamente la slitta (carico completo Kg. 146,68), la culla (Kg. 148,08), il cannone (Kg. 150,25). Un quinto mulo. porta coda e ruote (Kg. 144,67). La coda porta il dente di roccia e il vomero ribaltabile imperniato sulla pia- · stra di coda su cui può assumere due posizioni, di sparo e di via. L'unione colla testata è fatta nella parte inferiore mèdiante incast ri a dente, nella partè-'superiore mediante chiavistello. Le ruote hanno il , diametro di mm. 0,80 e pesa~o ciascuna Kg. 25.


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Il peso del pezzo in batteria è di Kg. 613 e si p uò trainare con timonella (peso al traino Kg. 616, carreggiata m. 0,90). :U materiale prqvvisto, da uno scudo di affusto portato da un sesto mulo (Kg. 148,64), costituito da due parti che si fissan.o all'affusto e dallo scudo mobile per munizioni portato da un settimo mulo (Kg. 148,55),., cc.stituito da due mezzi scudj uniti a cerniera, che si dispongono in prolungamento dell'affusto dalla parte sinistra per proteggere i serventi e le mumz1om.

APPARECCHI DI PUNTAMENTO. Per il puntamento del pezzo si impiegano normalmente l'alzo da 75/ 13 mod. 915 ed il carinè.cchiale :oanoramico da 75/ 13 mod. N. 1. L'alzo è a tamburo indipendente, ed a linea di mira indipendente,· provvisto di livello di sito e dispositivi per la correzione automatica della derivazio,ne e dello sbandamento. E' costituito da due parti: una detta porta-alzo portante l'indice fisso di elevazione, ed una detta corpo-d'alzo composta da una scatola cilindrica a cerniera. contenente -il congegnc. di elevazione delFalzo e da una appendice porta-cannocchiale e congegno del sito. Il corpo d'alzo è unito al porta-alzo intorno àd un asse parallelo all'asse dell'anima, ed è dotato. anche di movimento di rotazione attorno all'asse del tamburo di elevazione, vincolato 'al porta-alzo, asse cilindrico di 400 rispetto -alla normale all'asse dell'appendice porta cannocchiale. La prima unione a cerniera permette di correggere automaticamente lo sbandamento. L'inclinazione dell'asse del tamburo di elevazione consente di cor-· reggere automaticamente la derivazione. Le due correzioni so.no . compiute simultaneamente dopo il pun-


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tamento in altezza mediante il centramento della bolla del livello trasversale. Con tali operazioni il livello cli sbandamento che è normale all'appendice porta cannocchaile, non descrive nello spiJzio, una superfi~ cìe cilindrica, ma una superficie sghemba, inclina.ndosi tanto maggiormente rispetto all'orizzonte quanto · maggiore è l'inclinazione. Centrando il livello di sbandamento prima di puntare in direzione, .sì sposta l'asse ottico del cannocchiale (ossia la linea di mira), angolarmente nello spazio dì un angolo presso a poco uguale all'angolo di direzione (angolo tra il piano di tiro ,e d il piano dì dirèziòne), dice presso a poco, perchè l'inclinazione di 40.0, data per costruzione all'asse del tamburo dì elevazione, corrisponde al valor e dell'angolo di direzione alle medie dist anze, e ne consegue che lo strumento alle piccole distanze corregge troppo, alle gran di poco. La scatola cilindrica dell'alzo porta anche il congegno per il movimento del tamburo di elevazione, trasmesso, amplificato, al tamburo delle graduazioni, in modo che le divisioni a distanza corrispondenti ·alle varie cariche risultano distribuite sull'intera circonferenza e quindi piu distanti tra di loro. e più facilmente leggibili. Le graduazioni del tamburo sono quattro (tre cariche ordinarie e una rinforzata aggiunt~), e sono visibili attraverso finestre, che possono venire cc-perte da altrettante lastrine a scatto. Le due parti dell'alzo (corpo e porta alzo) sono manterrnte insieme da una bronzina a camma del porta-alzo, che si investe sull'orecchione sinistro del1a cu lla e serve a collegare l'alzo alla. culla, obbligando la bronzina a seguire il movimento zenitale del cannone. Perciò la bronzina porta nel suo interno una scanalatura nella quale si impegna allorchè si unisce <


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l'alzo al pezzo, una chiavetta sporgen.te sul supporto d'alzo dell'orecchione sinistro. L'indice mobile è portato anch'esso da un braccio porta indici di elevazione del porta-alzo. La posizione normale dell'indice di elevazione 1è individuata dall'indice :fisso di elevazione, portato da una piastrina. Sulla parte superiore dell'alzo è fissato un supporto del cannocchiale panoramico. Ciò premesso, se si fa segnare alla graduazione del sito la graduazione in millesimi, e si agisce al volantino del dispositivo del sito, ruotano l'alzo, il cannocchiale e l'indice fisso portato da un braccio porta-alzo, mentre la bòcca da fuoco rimane f erma (alzo indipendente). A bolla di sito centrata, l'indice fisso è ruotato dell'angolo i .. Se ora supposta la graduazione del tamburo di ·elevazione all'origine (O,oo) si agisce al volantino di ,elevazione dell'affusto (volantino che trovasi dalla parte destra e che maneggiato dal tiratore), e si porta l'indice mobile di elevazione a coincidere coll'indice fisso, la bocca da fuoco assume l'inclinazione << e » rispetto all'orizzonte. Se poi il puntatore agendo al volantino d'elevazione dell'alzo che si trova dalla sua parte (sinistra dell'affusto), fa segnare sul tamburo della graduazione dell'alzo l'angolo di a (millesimi), il corpo · dell'alzo ed il cannocchiale ad esso collegato rimangono fermi nello spazio e ruotano invece di un angolo o: il tamburo di elevazione, il porta-alzo e l'indice fisso di elevazione (la bocca da fuoco rimane ferma). Se infine il tiratore agisce al volantino di elevazione dell'affusto sino a far coincidere i due in dici, la bocca da fuoco assume l'inclinazione a + E mentre il cannocchiale è rimasto inclinato all'orizzonte soltanto dell'ang·olo E • In pratica le operazioni detté vengono celermente eseguite mediante le azioni indipendente e simllltanea dei due serventi, il puntatore a sinistra, che agisce jal volantino del dispositivo del Lezioni di Artiglieria ~ 7


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sito ed al volantino dell'alzo, ed il tirator·e a destra che agisce al volantino di elevaz ione dell'affusto.. CANNOCCHI ALE PANORAMICO DA 75, 13 MOD. N. 1. Appartiene al tipo Goertz ed ha due tamburi, indipendenti l'uno dall'altro, entrambi graduati in 64 ettogradi millesimali convenzionali. Per i grandi movimenti si ha lo svincolo eccentri co a leva ed a molla, per i piccoli movimenti di ciascuno dei tamburi si ha un bottone zigrinato, che dà le unità con graduazione da O a 100 millesimi (nonio centesimale) . Il tamburo inferiore serve per la direzione, quello superiore per la correzione di parallelismo. Le due g1;aduazioni originali austriache portavano come origine la divisione 32,00 ed erano crescenti in senso inverso. Per mettere d'accordo questi cannocchiali col nostro goniometro si è invertito il senso delle graduazioni e si è posto per origine 0,00. Sicchè anche in questi cannocchiali la graduazione origine di parallelismo segna 0,00 ovvero 64,00; Quella d i direzione segna 0,00 ovvero 64,00 e quella dell'ecclimetro del portaobbietti'liO segna 10,00 (prima era 2,00). La linea di mira ottica è per costruzione parallela alfasse del pezzo e costituisce la linea di mira naturale. Lateralmente al porta-obbiettivo è applicato un cercatore, la linea di mira del quale, è per costruzione parallela all'asse del sistema obiettivo, il quale è contenuto ed imperniato in una scatola, nella quale può ricevere moYimenti zenitali per una ampiezza totale di 400 millesimi convenzionali. · Ecclimetro: costituito da graduazione in hm. da O a 40 modificata poi da 8 a 12 per avere origine 10,00 portate. dal cercatore, da un indice di 1ettura, portato dalla scatola é da un nonio centesimale. Sono impiegatii profetti italiani (granata e shrapnel da 75).


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Obice <>a 75/ 13

COMPOSIZIONE DELLA SQUADRA DI SERVIZIO La squadra di servizio è composta normalmente di un capo-pezze, di sei serventi e due aiutanti, denominati come segue: 1) puntatore; 2) tiratore; 3) porgitore; 4) caricatore; 5) graduatore; 6) artificiere; 7) l.o aiutante; 8) 2.o aiutante.

FORMAZIONE DI MARCIA. Quando il pezzo è someggiato, i muli vengono. condotti in una colonna nel seguente ordine, normalmente a distanza di un passò l'uno dalraltro: Porta-obice; Porta-testata; Porta-coda e r uote; Porta-culla; Porta-si itta; Porta-scudo d'affusto; Porta-scudo· per muni zioni; Porta-munizioni. Il capo-pezzo marcia a sinistra del conducente del mulo_ porta-? bice o, quando ciò non sia possibile, dinanzi a questo. · I serventi marciano disposti uno per mulo, sulla destra del quadrupede, all'altezza del basto ed un passo in fuori, nell'ordine seguente: P untatore; Tiratore; Graduatore;


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Artificiere; Caricator-e; Porgitore; l.o. Aiutante; 2.o Aiutante. . Il mulo di testa di ogni pezzo deve risultare a quattro passi di distanza dall'ultimo mulo del pezzo che pr,ecede. . In terreno vario, si terranno le distanz.e imposte dalla pendenza, dalle curve e dalle speciali condizioni (copertura o~erta dal terreno, visibilità, fuoco nemico, ecc.) . Su strada piana e sufficientemente larga, conviene far uso della timonella, che -viene applicata al cc:r m~~ . «Attaccate», dato dal capo-pezzo. ( A tale ,comando, se il pezzo è in batteria si procede al. someggio del cofanetto per alzo, delle munizioni e ' d~llo scudo per munizioni (come è· detto nel capo segueJJ.te), ed il pezzo viene, invece, disposto per il traì,no scaricando e componendo la timonella ed infilandone quindi il gambo nel bossolo di coda, assicurandovelo mediante l'apposito chiavistello. Se il pezzo è, invece, caricato sui m·uli, a tale comando si procede allo scarico dei soli primi sei quadrupedi e si compone 11 pezzo appli,candovi quindi la timOnella. Alle stanghe viene quindi attaccato un· mulo mentre un altro mulo viene messo di punta. Ciascuno di detti muli è guidato dal proprio conducente. Normalmente, all'inizio del traino, conviene mettere il mulo porta-culla alle stanghe; quello porta-coda e ruote di punta.


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Il tiratore a,gisce al volantino. di elevazione così da" dare .la massima inclinazione verso terra alla volata def p~zzo per bilanciare nel miglior modo possibile il carico sulle ruote. · Al gancio di traino viene attaccata una funicella o una fune di traino. Quando il per.corso sia lungo, oltre ad usare l'avvertenza di ingrassare abbondantemente i fusi di sala e le bronzine delle ruote, sarà opportuno cambiare ad ogni alt i due muli di traino, utilizzando naturalmente i sei muli rimasti scarichi, i quali vengonc. così suddivisi ·in tre mute disti'nte. · Quando iJ pezzo marciar · attaccato, il capo-pezzo prec~de di due 'passi ·il . mulo di punt a del proprio pezzo. I due serventi .che, coi pezio someggi:a.to, avrebbero do:vuto marciare al lato dei due muli attaceati, seguono invece il pezzo e regg~mo la funicella attaccata al ga,ncio .di traino in modo da potervi.s i porrè Ìn ritenuta nelle discese. . A due passi da tali serventi, seg:uono i muli restanti, disposti in colonna, per due;:-fianeheggiati dal proprio conducente a sinistra e dal solito servente a destra/ · I quattro muli scuichi ·preoedono, lasciando in coda il mul6 porta-scudi per ·munizion:i ed i muli porta..munizionL · · · : ··· Durante lé fer:rn<tte, qùa'.ndo ·n peho ;è trai'nàto con fa timonella, è opportuno· hlettere un ··puntello· a forchetta sotto il .·gambp. della t imonella:; stessa éosì· da evitare al irnilo· di :stingà· un 'inutile· sforzo. · : Duranfo ·'il 'traino, ' 0 .: quarid9 '.i l :.j)~zzo è someggiato, · t<'!,le P,q!'ltello 'può.esser~ ternito ,n'èlla ca-:i~~ cor.ìipref?à tr~ lefiancaté della coqa. del , pézio:: · · .. · I.


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Svolgimento <>elle operazioni per <>isporre il pezzo per il tiro e per la marcia DISPORSI PER IL TIRO. Giunti nei pressi della postazione fissata per il pezzo, per arrestare la mar cia si dà il coman do: « Alt ». Qµindi, per disporsi per il tiro, se il pezzo è someggiato, si dà il comando: «A destra (o a sinistra), scaricate i muli.» A tale comando i serventi si regolano come è detto nel successivo apposito paragrafo. Se invece il pezzo è trainato, si dà il comand::i: « Distaccate. » A tale comando il conducente del mulo di punta sgancia le tirelle del suo mulo e le -aggancia al basto del mulo di stanga. Il' conducente del mulo di stanga sgancia le tirelle della timonella e l;.e assicura al basto del pro;prio mulo. I serventi che seguono immediatamehte il pezzo sganciano la funicella attaccata al gancio di traino. I due aiutanti staccano la timonella, la scompongono e la caricano sul mulo porta-scudi per munizioni. Il tiratore toglie le cuffie di volata, e di culatta e le assicura al tirante di destra dello scudo di affusto. Il graduatore, l'ar tificiere, il caricatore ed il porgitore, scaricano e mettono a posto gli scudi per munizioni ed il cofanetto per alzo come è detto nel paragrafo successivo al ,comma e) e comma f ). Il puntatore ed il tiratore scaricano le cassette per munizioni deponendole dietro l'apposito scudo, aiutati in ciò da tutti i serventi, ,c he man mano si rendono disponibili.


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SUNTO DELLA MANOVRA PER COMPORRE IL MATERIALa.

« A destra (o a sinistra), scaricate i muli», si scaricano prima le ruote, la coda e la testata d'affusto; quindi la culla e la slitta e poi l'obice, il cofano per alzo, gli scudi e le munizioni.. a) scaricare le ruote, 1a coda e la testata d'affusto; il graduatore, il caricatore, l'artificiere ed il porgitore, dopo aver sfibbiato le corregge e sganciato le catenelle di sospensione, scaricano le ruote che il g-raduç,tore ed il porgitore porteranno a quattro passi dal mulo porta-coda e ruote o nel posto eventualmente indicato dal capo-pezzo. Il caricatore e l'artificiere rallentano intanto le viti doppie disimpegnandole dai ganci di someggio. Nel frattempo il puntatore, il tiratore ed i due aiutanti si portano al mulo porta-testata e si dispongono: puntatore e tiratore ai fusi di sala e i due aiutanti alla manovella, fronte alla groppa del mulo, dc.po aver allentati e disimpegnati i tiranti dai ganci di someggio. I quattro serventi al comando:

«Forza», dato dal puntatore, sollevano la testata per disimpegnar.e i pioli di someggio dall'armatura e la trasportano vicino alle r uote. Il capo-pezzo sostiene allora la testata, mentre il puntatore ed il tiratore, prese le ruote e toltone gli acciarini, le investono sui fusi di sala, rimettendc. quindi a sito gli acciarini stessi. Appoggiate le ruote a terra, il capo-pezzo apre il chiavistello dell'arco dentato. Il primo aiutante estrae la manovella di mira, do-· po aver tolto il relati"'.O chiavistello.


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Il secondo aiutante apre i sopra-orecchioni e 1e·mezze ralle dei supporti di scudo. Contemporaneamente a tale manovra, gli altri quat, tro serventi impugnano le maniglie della coda e disimpegnano questa dall' armatura del basto, al comando: «Forza», dato dal graduatore, la trasportano vicino alle ruote: . Il graduatore ed il porgitore abpandonano. allora le maniglie ed impug'nano la parte posteriore della testata, sollevandola, per permettere al caricatore ed a:ll'a-rtifi.ciere, che avranno fatto intanto ribaltare la codq., di unire questa alla testata assicurando,}a coll'introdurr.e e· girare i chiavistelli di unione. b) Scaricare la culla: il puntatore, il tiratore ed i due aiutanti si recano al mulo porta-culla, e, ·mentre il titatore ed il puntatore liberano la. culla dalle corre·gge, i due. aiutanti si provvedono delle stanghe di batteria ,e le dispongono in modo ,da far entrare i pioli di maneggio nei relativi ganci. . Ih12untatore ed il.tiratore impugnano·quindi la stan-· ga .ant~r.iore ed i.due aiutanti quella posteriore, frona te alla groppa. Al comando: ·· «Forza», dato dal puntatore, i quattro. serventi sollevano la culla, la tolgono dal basto e la portano all'aff~sto, disponendo gli orecchioni nelle o,.recchi.oniere. I due aiutanti tolgono infin e· le ?t;mghe, ·1~ COl1segnanò al conducerite del muio porta-culla. . ·Il ca,po-pezzo chiude il chiavist(;)llo· di unione della cùlla · il settore ...dentato. ·Il puntatore: chiude i sopra orecchioni ' ed i relatiyi chiavistel1i. e) Scaricare · la slittà: il graduato.re, il caricatore, l'artifieiere ed il porgitor·e ii portano al · mulo pottaslitta, e. inèntrP," i! gra.d:iatore e l'artificièr'e liberano la slitta dalle corregge, il c·a rièatore ed il ,po~g;i,tore


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si provvedono di una stanga di batteria. ciascuno e la 'dispongono in modo da far entrare i pioli di maneggio nei g·anci. . · ' Il graduatore ed il porgitore impugnano la stanga anteriore, il caricatore e l'artificiere quella posterio)'e, fronte alla groppa. Al comando: «Forza», dato dal graduatore, i · quattro serventi sollevano la slitta, la scaricano e la portano presso l'affusto. Giunti colà i serventi che si trovano dalla parte opposta a quella dove sono i muli, appog·giano le estremità delle stanghe a terra, . per girare la slitta, in modo che le lisce vengano a trovarsi in basso. Quindi fotti i quattro, impugnate di nuovo le stanghe, sollevano la slitta e la investono col mirino davanti, sulla culla, la fanno scorrere sulle lisce e tol.· gono infine le stanghe. d) Scaricare l'obice: il puntatore, il tiratore ed i due aiutanti si recano al mulo porta-obice. Il tiratore tog_lie la cuffia di volata e quella di culatta e le depone a terra. Quindi puntatore e tiratore antcr- i•.'rmente ed i due aiutanti · posteriormente, fronte alla groppa del mulo, impegnano i ganci ·delle stang·he di batteda nei pioli di maneggio. Al comando: · «Forza», dato dal puntatore, sollevano l'obice, lç> trasportano . presso l'affusto. e l'introducono nella slitta. Il puntatore ed il.tiratore girano quindi l'obice in modo che l'appendice del freno venga a trovarsi in basso. Otte.nuta così l'unione fra obice e slitta, le due parti cosi collegate vanno. spinte in avanti, finchè l'estremità del cilindro del freno entri completamente nella relativa appendice. · n capo-pezzo, agendo all'asticolo di bloccaggio ckìl a. copp.a d'trnione, fa ruotare quest'uitima verso Qestr~


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ed intrc.duce, nel corrispondente alloggiamento di .destra, ì' asticolo. I due aiutanti consegnano ciascuno la pr.opria strurga di batt~ria al ~onduc.en_te del mulo port~-sli~ta: \ e) · Scancare gli scudi: 11 graduatore e l artificiere · da Ul'). lato, iì caricatore ed il porgitore dall'altro sca\ ricano quindi, gli scudi d'affusto e li mettono a sitò.. Il eapo-pezzo dispone il chiavistello a molla degli ~ equilibratori nella posizione di « aperto » e mette a sito la manovella di mira. f) Scarica.re il cofan_etto per alzo e le munizioni: il graduatore e l'artificiere scaricano il cofanetto per \ alzo rallentando i tiranti e disimpegnandoli dai ganci di someggio e lo trasportano quindi al pezzo disponendolo a terra a sinistra. Il caricatore ed il porgitore scaricano intanto le \ prime cassette per munizioni e le tra's portano vicino al pezzo sulla sinistra. · . Il tiratore raccoglie le cuffie di volata e di culatta e le' -assicura al tirante destro dello scudo d'affusto. Appena completata la composizione del materiale, i conducenti conducono vi9- i muli portandosi nella località preced'entemente indiata dal sotto-comandante e riella quale si troverà il comandante i mùli scarichi. Occorre far procedere i muli nel modo piu sollec.ito, sia nell'avvicinarsi che nell'allontanarsi dal materiale. MOVIMENTO DEL PE ZZO A BRACCIA o· CON LE FUNI. '

Nel caso che non convenga o non si possa arrivare éoi 111uli esattamente fino al punto scelto per la piaz~ zo.la, dopo aver composto il pezzo, lo si porta in bat-


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teria con le fu ni, se il movimento è di una certa enti,.. tà, oppure a braccia ·se si tratta di un movimento di pochi passi. Analogamente si opera, in tal caso, quando si debba abbandonare la posizione e procedere quindi alla scomposizione ed al someggio del materiale. Qualunque sia la direzione di marcia, la coda deve sempre essere rivolta verso la parte piu bassa del ter- . reno, allo scopo di poter arrestare o fermare il movimento, mediante il vomero, o il dente di roccia. Per far avanzare il pezzo colle funi il capo pezzo dà il comando: « Pezzo avanti ». A tale comando, il porgitore e l'artificiere prendono le funi di traino e le agganciano alle camere di traino dei fusi di sala, distendendole poi verso la volata, mentre il caricatore ed il graduatore sollevano gli scudi inferiori e il puntatore ed il tiratore tolgono e ripongono il cannocchiale ,e l'alzo, qualora questi fossero già investiti sul relativo supporto. Quindi il tiratore dispone la bocca da fuoco inclinata in alto, per evitare che sollevando la coda, la volata possa urtare il terr.eno. Il puntatore ed il tiratore si mettono . uno per lato in forza alle funi già tenute dal porgitore e dall'artificiere. Il caricatore ed il graduatore si dispongono invece all'altezza del vomero, fronte alla culatta. Quando i serventi sono a poste. nel modo anzidetto, il capo-pezzo dà il comando: «Forza», A tale comando i servent i alla coda impugnano le maniglie di coda, sollevando questa. Tutti fanno quindi avanzare il pezzo seguendo il capo-p~zzo, che deve procedere indicando la strada.


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Quàndo si idebba far arr,estare il pezzo, il capopezzo dà' il comando: «Alt». A tale· comando i serventi in forza alla coda mettono questa a terra; gli altri sospendono lo sforzo di traino. Per far retroce_g.ere il pezzo colle funi il capo-pezzo d~ i cc.mandi: « Pezzo indietro .-- .Forza». A tali comandi i serventi compiono le operazioni indic~te per il çaso precedente. Le funi :vengono però distese indietro, ed i due serventi alla coda si dispongono in modo da volgere le spalle alla bocca da fuoco. Tutti fanno quindi retr:ocedere 'il pezzo seguendo il capo-pezzo, che deve precedere indicando la strada. Al comando:· << Alt >}, . . . · . · • ·."1r',· . .tutti si regolano come n.el caso. precedente. , P~i:. far,,'a:vanzare il pezzo · fl, bracçia, il cal:)o-pezzo dà iL coina~do: . . ..,'«,AJ?,r açcia, avanti ». · A ..tafo 1c9mar.1.do il · caricatore ed il · graduatore sollevano,: gli: se-udi inferiori e si portano- quindi all'altezza. del. vomero,:. frqnte alla culatta; il ' puntatore ed il tiratore si portano alle ruote, fronte• al pezzo; il porgitor.e e l'artificiere si portano all'altezz·a· della cut

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'

Al successivo comando: << For.za », . · , : , : . dato dal capo,,pezzo..,.puntatore e tiratore agiscono alle razze; ca-r icatore e g:raduatore sollev.ano la coda ·del ,pezzo; porgitore ed artificiere sping9no ,il J:!)ezzo te11endo una mano alla' culatta e l'altra allo scudo. In tal modo il pezze. verrà spostato in avanti, il,- capo-peizo : .· , precede ì~·41canao ·Ja" stràdp,. '.AJ.:cpi:nan,do: . <<

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dato dal capo-pezzo, tutti cessano di far forza. . La cc.da viene deposta a terra. Per far retrocedere ·n pezzo a braccia, il capo-pezzo dà il comando: « A braccia, indietro. » . A tale comando tutti i serventi si dispongono come per il comando « a braccia, avanti». Il caricatore e il graduatore volgono però le spalle alla culatta. Al successivo comando: « Forza», Si solleva la coda e si fa ret rocedere il pezzo regolandosi in modo analogo a quello indicato sopra. · Così al successivo comando: « Alt », tutti si regolano come è detto precedentemente.

METTERE IN BATTERIA. Per disporre il pezzo per far fuoco si dà il cc.mando: « In batteria », indicando, -coll a mano o con brevi parole, il verso nel quale deve essere rivolta la volata di ciascun pezzo. A tale comando si raggiunge, a braccia o con le funi, la posizione prescelta e si dirige la volata nella direzione indi,cata dal sotto-comandante. Il porg·itore e l'artificiere staccano, se del caso, le funi di traino e le rimettono a pooto. Le cassette per munizioni vengono scaricate o portate sulla sinistra del pezzo. Il puntatore-ed il tiratore dispongono ognuno il proprio seggiola d'affusto in posizione per il tiro. Quindi ribaltano in basso gli scudi inferiori. Il puntatore togli(f,il tappo di protezione del suppor,, to déll'alzc.. Il caricatore apre _il cofanetto, ne estrae l'alzo ed il cannocchiale panoramico che consegna al puntatore, dal quale ritira invece il tappo di prote-


-110· zione, che ripone nel ,cofanetto. Il puntatore fissa l'alzo sul suo supporto ed infila il cannocchiale nel porta cannocchiale, verifica inoltre il funzionamento delle varie parti degli strumenti di puntameI'lto e del cong'egno di direzione. . Il tiratore veri,fica il buon funzionamento delle parti di otturazione, di ;:i,rmamento, e di scatto,· non che quello del congegno di elevazione; apre l'otturatore, lo pulisce con uno straccio .e lo lubr ifica con olio, se necessario. Verifica inoltre che, non vi siano corpi estranei nell'anima del pezzo. 'J_'utti i serventi disponibili mettono in ordine le mun.izioni sulla sinistra del pezzo, accatastando le cassette in luogo possibilmente riparato, ·e tenendo ben distinti: granate, shrapnels ed artefizi vari. · Ultimate le operazioni, ciascuno occupa il proprie. ·posto di servizio.

DISPORSI PER LA MARCIA. Quàndo si debba ·a bbandonare la _posizione, si fanno avvicinare alla piazzola i muli, ,incolonnati nell'c.rd1ne normale. · · Se il terreno attor:no alla piazzolç1, non si presta per {le manovre da compiersi, .o qualora altre condiiic~1i (tiro, visibilità, ecc.), lo impongano, si fa spostare il pezzo a braccia o con le funi in posizione adatta, dove si faranno trovare i: muli. ' Per passare dalla posizione di tiro a quella di marcia quando si voglia someggiare il pezzo si dà _iì comando: «A destra (o sinistra), caricate i muli. >> A tale comando i muli scarichi vengono fatti avanzare per uno dalla parte indicata e si arrestano in modo che il mulo porta-coda e ruote risulti all'altezza

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del pezzo. I serventi quindi procedono al someggio del materiale come è indicato nel successive. apposito pa. ragraio. « Attaccate ». A tale comando il graduatore, l'artificiere, il caricatore ed il porgitore caricano gli scudi per munizioni ed il cofanetto per alzo sul mulo pc.rta-scudi per munizioni, regolandosi secondo quanto è detto nel paragrafo apposito. Gli aiutanti scaricano la time.nella dal mulo porta.scudi d'affusto, la compongono e l'applicano alla coda del pezzo. Il puntatore ed il tiratore sollevano, se son::i ancora abbassati, gli scudi inferic-ri, assicurandoli coll'apposito g·alletto. Il tiratore mette le cuffie di volata e di culatta. I serventi, che man mano si rendono disponibi li, caricano le cassetti di munizioni rimaste nella piazzuola. Tutti, quindi, si regolano come è dette. precedentemente. SUNTO DELLA MANOVRA PER SCOMPORRE IL MATERIALE .E CARI CARLO SUI MULI. Prima si caricano gli scu di, il cofanetto per alzo, il cannone e la slitta, poi la culla, la coda e le ruote

la testata e le munizioni. a) Caricare gli scudi: il capo-pezzo toglie la ;nanovella di mira; mette nella pc.sizione di « chiuso » il chiavistello a molla · del congegno equilibratore d'affusto, fa abbassare se occorre, il vomero dai due aiutanti, e si porta quindi alla volata del pezzo. ! due aiutanti, il primo a sinistra, il secondo a destra sollevano gli scudi inferiori e li assicurano con gli appositi galletti. Il puntatore ed il t iratore liberano i mezzi scu-di dai galletti a vite girevole e dalla spran-


-

112-=-

o·a di unione, agendo alla maniglia ,del piolc. a molla, :prono il supporto a forcella, ribaltando le spran~hette del braccio di scudo, e supporto a ralla .del tirante, sollevano quin·di gli scudi, passando l;:t spa;l.la sotto il tirante, li disgiungono dall'affusto, e aiutati ciascuno da un aiutante li trasportano a fianco del mulo ciascuno dalla propria parte. · Quindi dispostili a .terra, fissano il tirante ( di sotto), ed il braccio ( di sopra), con l''a pposita corre~gia dopo di che sempr-e con l'ausilio dei due aiutanti, li appendono ai ga.nci delle travers-e del basto; il mezzo scudo inferiore verso l'avanti e la. mezza -cuffia in alto posteriormente. Il porgitore, il caricatore, il graduatore e -1' arti ficiere trasportano gli scu.di per munizioni presso il mulo porta-scudi per munizioni, assicurano i puntelli co.n le correggie e quindi fi, caricano. Il gradu-atore e l'artificiere quindi assicurano gli scudi inferiormente, mediante la correggia apposita _facendola pas·s are nelle . camerelle dello scudo. . . b) Cari-c are il cofanc. per àlzo: ,il caricatore e ìl. porgitçire portano H cofanetto per alzo al mulo portascudi per munizioni, e lo caricano, appoggiandolo sull'armatura, iri :rp.odo che i pioli di someggio entrino · negli appositi fori delle traverse del basto e lo assicurano con i tiranti a vi.tè doppia del basto attaccondoli ai ganci del cofanetto. Quindi tornando al pezze~ · prendono una stanga di batteria per ciascuno dal conducente del mulo portaculla. · c) Caricare l'obice: · il tiratore dà la necessaria d~pressione alla culla, .finchè il capo-pezzo possa girare il chiavistello a molla de.I congegno, equilibratore d;affusto mettendolo nella posizione di « chiuso»; quindi rimette la culla orizzontale. Il capo-pezzo, agendò all'asticolo di bloccaggio, lo introduce nel forp. di sinistra


-113 -

fa

dell'appendice e qui•ndi scorrere indietro di circa cm. 50 l'obice e la slitta, in modo da disgiungere la bocca da fuoco dal fr.eno. Successivamente fa r uotare verso destra l'otturatore, in modo che l'appendice risulti a sinistra. r·dtte aiutanti, tornando verso il pezzo, ·dopo aver caricato gli scudi d'affusto, prendono una stanga di batteria per ciascuno dal conducente det mulo porta· slitta. Si dispongono quindi: puntatore e l.o aiutante a sinistra, tiratore e 2.o aiutante a destra, in modo che gli aiutanti risultino piazzati tra il puntatore ed· il tiratore e le ruote. Il puntatore ed il tiratore impegnano allora i ganci di una stanga di .batteria nelle camere di maneggio della culatta, e facendo forza éontemporaneamente tirano_l'obice fino a che non ne siano comparsi i.pioli di maneggio., nei quali i due aiutanti impegnano i ganci dell'altra stanga di batteria. Allora i 4 serventi, voltano le spalle alla volata e con la stanga avanti al corpo liberano completamente l'obice dalla slitta e lo trasportano al mulo-porta-obice, dalla parte della groppa, rivolti verso di essa. Al comando: « Forza», ·· · ·· dato dal puntatore, i quattro serventi car i,cano l'obice sull'armatura, culatta in avanti, .appendicc a destra, facendo entr are il piolo di r.µaneggio nell'apposita camera dell'armatura. Il puntatore e il tiratore assicurano quindi l'obice con le apposite correggie. Il ·t iratore mette a sito le cuffie di volata e di culatta. d) Caricare la slitta: il graduatore e il caricatore, l'artificiere ed il porgitore si dispongono al di fuori delle ruote; graduatore e porgitore dalla par~e della coda; caricatore -ed artificiere da quella della volata. Lezioni di Artiglieria -

8


-

114 -

.

Agganciano quindi i ganci delle stanghe ai pioli di maneggiò della slitta, e, facendo forza contemporaneamente, aiutati dal '.capo-pezzo, sfilano dalla culla la slitta e la portano dietro il pezzo.· . - Ivi giunti, i due serventi che si tro_vano dalla p~rte dei muli, dèpongono a terra le estremità delle stanghe di batteria da' essi ,impugnate. Gli. altri due serventi, ribaltano il carico e passano loro le estremità opposte, sollevano, quindi, quelle prime poggiate. a terra dagli altri. ' Tutti e quattro trasportano quindi il carico dietro la groppa de1 mulo porta-slitta, facendo fronte ad es· .s a. Al comando: «Forza»; dato dal graduatore, sollevano la slitta e la· depongono sull'armatura, guide in · alto, la parte posteriore avanti, éòn la mira d'urgenza intrqdotta nell'apposita -c amera dell'armatura. Il caricatore ·e il porgitore sistemano stille trav·e rse · del, basto 1e stanghe di batteria, assicuranaole con le apposite ·éorreggie. . e) Caricare la culla: it pu·ntatore, il tira,tore, ed i due aiutanti si portano a:l pezzo disponendosi: · puntatore .é tiratore dalla. parte della volata .e,d i due aiutanti" da_lla parte della culàtta all'infuori delle ruote. Il tiratore, quando il capo-pezzo, aiutato dal puntatote abbia sfilato il ' chiavistello d'unione dèl sèttore dentato, rimette la culla òrizz.o ntale ed apre il sopra orecchione dalla sua parte. ' ' I quattro serventi predetti a;gganciano quindì i ganci delle stanghe di ·batteria ai pioii di :maneggio e, volg~nçlo le spalle alla volata, sollevata la cul1a, la trasportano dietro la groppa del mulo porta-culla, fronte ad essa. Al ,cc.mando: «Forza»,


-115 dato dal puntatore, sollevano la culla e la caricano, con le lisce iri alto, gli orecchioni in avanti introd.ucendo il tallone di someggio nelle camere dell'armatura. · I due serventi rimettono a posto le stanghe di batteria sulle traverse ·de'l basto~ àssicùranèiore con le apposite correggie. f) Caricare la cod~, le ruote, e la testata d'affusto: il graduatore ed il porgitore impugnano la parte posteriore della testata, dopo aver aperto i chiavistelli d'unione, in modo da permettere al caricator·e ed al1'artificiere di liberare la coda che essi a:vranno impugnata alle maniglie anteriori. Il caricatore e l'artificiere fanno quindi ribaltare la coda, in modo che il vomero (abbassato), risulti in alto, poscia la impugnano alle maniglie piu vicine al vomero, mentre il graduatore ed il porgitore, deposta la testata a terra, impugnano le altre due maniglie. I. quattro serventi portano allora la coda dietro la groppa del mulo porta-coda e ruote, fronte ad essa, ed al comando: «Forza », dato dal graduatore, la sollevano, caricandola sull'armatura, vomero in alto e dalla parte anteriore in modo -che i pioli di someggio, e.ntrino negli appositi fori . della t raversa dell'armatura. Intanto il puntatore ed il tiratore, ·mentre il .capopezzo solleva la te·s tata, tolgono le ruote, dopo averne tolto gli acciarini e le depongono a terra ed all'infuori. Così, mentre il caricatore e l'artificiere assicurano la coda ,con le viti doppie del 'basto, agganciandole ai ganci di someggio, il graduatore ed il porgitbre possono recarsi a prendere le ruote e portarle dalla rispettiva parte del mulo. · · I quattro serventi caricano allora le ruote con l'acciarino in fuori, appendendole alle catenelle di sospen-


-116sione (che devono abbracciare due raz1.e pressochè ori~zon~alì) :e~ assicm;andole con le ,cc;ir:r~ggie fisse, latera.lmente .ai CPSGini de~ basto.. . . I due aiutanti chiudono tutti i chiavistelli, i supporti ed i sopraorecchioni; uniscono la manovella di mir ~ alle ali di unjone della coda, in modo che le svasature. delle ,co,rrispondenti :alie della manovella • siano a contatto della testata ed essa risulti posteriormente, e, quindi, impugnano il braccio della manovella dalla loro, pa:r;te, mentre il puntatore .ed..il tirator,e impugnano i fusi di sala,·, ciascuno dalla. p;roprfa parte. I quattro serventi, volti verso la· parte ·a nteriore della testata, la trasportano dietro la groppa del mulo porta-testata, fronte ad essa. Al comando: · «-Fòrza>>;·· · ·· · · dato dal puntatore, sollevano la teit'ata, disponendcla sull'armatura <::on la parte alfa verso l'avanti, in modo che. i pioli dì so-zyieggio entrino 'nei corrispondenti fori ,delle traverse, del1'armatura e l'assicu.r ino coi ganci a vite doppia. . ·. .. · · · · g) Caricare le munizioni: il gradua.tore, il porgitore, il caricatore e l'artificiere, si recano al mulo portamunizi<;mi, tras~qrtano le cassette che sistemano nelle apposi~e armahff~, .é disponendosi due pe,r parte (graduatore ~ .carica_to:,;e sinistra, porgitore e artificiere a destra), sollevano l'armatura porta7cassette per munizioJ'!i, con la, ipano ~sterna sotto l'armatura e I'intern'.1 µ,Il a ça~ep~lla di ,sospe1;1sione che,agganciane, ai ganci qel basto. . . , . . " .· A carico ultimat@,-si dispongono nell'ordine .di marcia descritto pre.cedentemente.

a

TOGLIERÈ E'·METTERE LE CUFFIE. : Le cuffie vengono tolte, senza bisogno di partico-


'

-117 ·' '·

lare avvertimento, ai comandi indicati nei. paragrafi precedenti. Quando invece il pezzo si trova già in batteria con le cuffie applkate,··p.r-ima· di riprendere il tiro ·si dà il _, .... .:, . •. ,., • ·· · · comàndo: « Togli~te; -le cu-:ffii,e;~>. ·:- :·. · A tale ~orna~dQ il tiratore togl-ie le. cuffie di' volata e di culatta é le assiçur,a, al.hrante dello s.cu:do d'affusto. · ' · .., r. · .. , .. ,· · · Il·c6mando predetto· ~uò a~che usarsi quando, es- . sendo· in posizione di attesa, col pezzo ancora someggiat@,- si- vogliono-rendere piu- celeri"le successive op·erazioni di scarico e coìnpdsizione ·del · materiale.· ., ' Quando invece iimahendo pézzi in '. batttii-ià, si crede 0pportuno·rip·a rare l 1obic-e ·con·le '"cuffie, presu, mendo che ·l a pausa di fuoco sia ·mòltò -lungçi,, si _dà il comando: . ' · · i. --· « Mettete le cu'ffie.».. . .... _ . ... A tale ,comando· il tir:atore applica le cuffie di volata e di culatta. ;. ',·' · ' . ' ·' ·, . , ·., ' .. .. . , Se il pezzo è soméggiafo 'e n~n.. b.a .1~ cu.ffie e.le c~i per~e applica_te, al c~m~pdo pl;~d~tt? ~engono compiu-• te m senso- mvers~ le ,opetazi?ni indicate . in · prece' denza. . · , , ., i . 1 ,L e · cuffie v_engono a:pplicate -·all'obice; · senza: 'hiso:. gno di . partkolare avv,ertirriento, a'ì comandi 'indicati . · ·, ' · · · · · ·, precedertt~mente.

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118-:-

MANOVRA PER CARICAR~ IL MATERIALE ' DA 75/13:. I serventi opera110 in due gruppi. Ciascun gruppo co~sta di du,e GOppie. 1.o Gr~pp'o: La coppi9-, ·punt atore-tirato:r;e. » 2.a ,coppia, l.ò aiutante-2.o ·aiutante: 2.o Gruppo:·· 3.a còppia, porgitore-caricatore. •' ' )> 4,a. coppia, gra:duatore~artificiere, . ... I,

,

,

La ·m anovra si può dividere in3templ ,

1. tempo

' ' ,,

.

,,

Serventi '

i.

» . );)

3. tempo, ' Muli occorrent i per le manovre

'

N , O TE

'

. } · Grup.po

-

~

Caricano gli Caricano scudi scudi .pezzo , .munizioni

2: · te'rtlpo · ,.

Gruppo

:•

I

Serventi

..

»

.

, Ope;ano Pun~~t~~~. · a 1 Atutan., · · " p org1·t·ore ' :sinistra ' obice , » slitta · .· . ' del » cofano culla · t6'1~.01é ruote 2 A1utaqt1 · ., , · ' pezzo

testata

1 p. obice

carie. code ·» ruote •» muniz.

5 P orta slitta 6 Scudo,d'af. 2 " testata 3 ,. coda ruotè 7 muniz. " muniz. 8 porta 4" culta

Operano

ì ·Tiratore ;

a

2 aiutanti",

destra··

Caricator.

del pezzo

'

Artig)jere I

Lo sèarico avviene m senso inverso con gli stessi serventi. '

'


r

· Artiglieria a · cavallo

~

• ,

- ,

,,

Cannone da. 75127 mod. 912. E' artiglie; ia -c ostituita dal materiale da 75/ 27 modello 906 con le seguenti principali varianti,: ginocchiello maggiore (mm. 990 anzichè 950); setto.re di tiro verticale. · maggiore (i) ( - 12°. 18° }- invece di - 10°, + 16°) affusto senza seggioli per serventi; vomero rigido ma ribaltabile e sotto .esso un dente di roccia; parte superior~ dello scudo non ri,b altabile; freno di sparo non a v.alvola rotante ma a contrasto, regolatore -èon valvola a molla. . Poichè del materiale da . 75/27 mod. 906 non si è parlato, vi si . accennerà quì molto sommariamente. - Bocca da fuoco: di acciaio al nichel; rigatura sinistrorsa con 28 righe. Camera unica per b0ssolo. Otturatore a cuneo prismatico azionato da leva di maneggio. con un solo movimento. . Affusto a deformazione, a ruote, a lungo rinculo costante. E' costituito essenzialm'ente da: affusto inferiore, porta culla. Dell'affusto inferiore fan.no parte: un corpo di affusto, la sala e le ruote. Il porta culla è situc:to sopra la sala, alla quale è coUegato con un mamcotto che permette la rotazione intorno alla sala stessa. . La culla, che sostiene e guida il cannone, contiene il freno idraulico a valvola oscuratrice (rotante) ed il ricuperatore a mopa..

+


-.-

120 _ ·

La culla è collegata al porta culla, mediante perno che permette gli spostamenti laterali per mezzo di congegno di direzione•manovrato ·aà,volantino disposto sulla sinistra dell'affusto. ];>eso in batteria: Kg. 1015. Peso al traino: Kg. 1700. Gittata massima: m. 6900.

. .,

'

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'

''

I

.

I

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~

121:-

Offensiva

I. Preparazione · 2. Attacco 3. Sfruttamento del SQCCRSSO t Inseguimento

· S. · \ p1anamento I

~

-

I

e .e ntro di resistenza

g1

u

Appoggio .Per

Ostacoli naturali

sostenere azioni di !a.nteria

. Protezione - per paralizzare

.

eventualmente

azioni di fanteria nemica

Confio batteria - in -sostitu~

zione dell'Art. di Cor. Ar.

, Difensiva ·

.

'

1. contropeparauoue

I

2. Resistema_ . . 3..tontrattacto_

- che, può essere arretrata sulla nostra . posizione

r Protezione

'Spianamento sui , lavori offe~sivi . eve~tltalmente : Appog_gio - ~ favor~ d1 , puntate aggressive dt trupp~ . ·celeri : . .

l

.

ri


-

·,

122 -

Obice .<)a 100/17 CA~ICHE

Proietti

Peso

Granala 915

13.600

Granale da 100

12.700

l .

'

- -V -X -V - --V X V X -v--l vx - - - - - - -- - - I

Il

IV

lii

I

V

VI

~

199 3aOO 225 4000 261 5100 305 6300 371 7800 397 8100 . 279 5400

Shrapnel da 100 · 11.100· ·225 3900i

. Cann.one

/\

...

6tana1a da 75 Shrapnel da 75

<)~·

75/27

'

.usoo . 333 6500 ~ 7400

6.300 '

258

6.500

248 4500 ' 323 62-00 397 7400 464 8200

Granala ìnod. 14 Granala shr. Shrnp. motl.15 ·apello !erro.

-

id. apalle plom~o

2381~000

l·~

.

l

.,

59001350,6500

265 4900 312 6000 360 6700 '-i.

24-0f4000 ,

.

272 4700 326 5800 383 6700

. '\ .

..

6.500

'

i

220!3500 ~6814800 309 6.300

475 8000

..

,,

·oranala da·75

382 7800 409 8200

402 74001

248 4500 285 5300 333 6200

- Oh.i ce <>a 7$/13

-

32? 6700

.. .

..

.

'

224 3800 256 4600 300 5800 350 7000 I

,

..

·-· .-·

-

Dati ogistici sulle Artiglierie .Mvisionaie . Bocca ' da fuoco Avapt~no

'·

··r · ··,-

Cassone. ,.

..

..

Rep. M. V. lTOl'AlE 85-86

157-158

100-17

15

57

75-27

32

96

144

272

75-13

-

-

159

255


-123 -

IN

LUNGHEZZA

MARCIA

Comando reggimento ai:'tigliéria divisionale· Grnppo da 75-27 oppure 100-i7. .. · Gru-ppo da 75-13 (muli per due) . Totale ass. art. div.. •\

m. 140 » 1200 » ,1400 » 5140

I

POSSIBILITA' DI TIRO-SICUREZZA· Pos~ibilità di tiro per 1~ p,resenza çli ,un ostacolo occ~r:re: /

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>Lo.+ .?o.

Tale verifica·;,~i i~ò' fare impiegando le t avole·· di tiro rtumèri.che o ·una ·tavola di traiettorie grafiche. ,

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~ICUR.~ZZA ·PER LE ,NOSTRE TRUPPE--·· .. Per lè. truppè che ·occùriàno il .ciglib di un ostacolo: L' ;lzp :d.éÙ~ traì~ttoria' med.ii...che sfior~:l'p~t~~Òlo dovrà essere .am:nentato 9-i. s· Li- iF, · · · ·. Per .le trqppe presso l'bbbietl;iv~ ak bat.tere.' In media. iÌ. _ce.ni~o della: r<?'s.a. ·di tir~ çlovr,à dist,a rè ~ani.nostre t}i'uppe.:. , •grarrata ·apercu~sìone ' ,. ' ·.: ,::': •:, ·. ', n~l tiro frontale ~ of a ,tempò : ' ·.: '; . · m. 150-200 · a shrapnel' · : · . . '" 1 »·· ·20'0

··· · . ·'. J '

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· t. . d.i· 'fil' t , I a · granata' ' : . · ne1 iro·.· , · m .a a l .a· sh..i1a·p...ne. . ·. : 1

' . ~·, '

. !.... m. »

50-70 ;' 80 .


-

124 .-

GONIOMETRO. '

(per batteria da, campagna 75/ 911) Il goniometro si compone ,di: a) un ,corpo del goniormetro, bj wn. cannocchiale a prismi

c) un orientatore magnetico d) wn cuneo con guide di scorrimento e) .,wn treppiedi del goniometro.

ILCORPO DEL ·GONIOMETRO è costituito da: Un maschio cilindrico sormontato da un piatto a tarmburo porta indici con alloggiamento per il disco della direzione o azimutale. Al piatto sono applicati: un ccm,gegno di direzione.. con moltiplicatore a tamburo :rp.iJlesimale e svincolo, due indici principali e secondario per le letture degli ettogradi e uno per la lettura dei g;radi di direzione. . ~ disco àzim,u;tal,e ruotante nell'alloggia~ento del p_ia_tto,.coassi~lmente ad ·esso, portante nella parte in:. feriore una cqrona dentata in cui ingrana la ,vite tangente del congegno di di,rezione, sulla periferia un cerchio graduato in ettogradi, da O a 64, e nella parte centrale unp zoccolo foggiato superiormente a culla, in cui ruota l'eclimetro. ' . , Una mensola con guide di scorrimento per. l'unione dell'orientator-e. Il cer,chio graduato, col corrispondente moltiplicatore a tamburo, dà gli angoli di direzione o. azimutali, e. ruota nel senso delle lancette dell'orologio. · Gli indici sono fissi: Un congegno eclimetro co:stituito da un « congegno di èleva,zione con bottcme zigrinato a tamburo » applkato alla: culla corr irrdice per l'orizzontalità, e che superiormente termina con una testa con guida ed arresto a molla del cannocchiale.


125 -

Il cannocchiale porta a destra una livella a bolla d'aria ed una lastriaa graduata ·d a 6 a. 22 e anterior- · mente un moltiplicatore a tamburo. · Dt;ltta livella éol corrispondente n;ioltiplicatore a: tamburo dà gli angoli di elevazione o zenitali' (sito). Qualora la graduazione non fossé sufficiente, data l'ampiezza delfangolo da ·misurarè, si interpone 'fra eclimetro e cannocchia-· le il « cwneo con guida d.i scorri.mento » formante un angolo di 6 ettogradi, in ' modo da portare la graduazione massima a: 22 + 6=28 ettogradi.' Il ·cart/lnocdhiale a· prismi iè costituito essenzialmen-. te da ·un obbiettivo, un oculare, un sfatema 'di prismi,· ed un micrometro. (Fig. N. l2). Su quest'ultimo sono

Fig. 12

incise delle graduazioni diametrali, ciascuna dell'ampiezia di cento millesi:µi i; .qyella orizzontale è trac-ciata e numerata da sinistra a destra di 10 in 10 millesimi.: quella verticale è tracciata e numerata di 2 in 2·millesimi e numerata dal basso in alto di ·1,0 in 10; il centro del micrometro corrispondente a:l 50 delle due graduazioni. Il cannocchiale porta inferiormente uno zoccolo per la sua unione alla testa dell'eclimetrc.;


-

126 -

lateralmente una finestr,ella per l'illuminazione notturna del micrometro. L'orientatore è .costituito da un tubo nel quale è racchiuso un a,go{mÀ,gnetico, -che porta applicato un iridice sul polo nord; il tubo è munito lateralmente di uno zoccolo a coda di rondine, per l'applicazione dell'orientat.ore allo strument.o; in èsso è allogato un arresto a le'Va dell'ago magnetico, anteriormente il tubò è chiuso da un disco, su cui è i'ncisa una graduazione verticale con linea di f ede centrale per la direzione dell'ago e posteriormente da una lente d'ingrarn..d'imento; sulla superficie esterna è incisa una freccia indicante la direzione del polo nord dell'ago. Il tre'P'[Yiede si compone di tre gambe e di una piattafor'rn;a;, portante nel suo interno una sfera cava, oscillante, entro la quale scorre verticalmente un tubo, terminante con un alloggiannento per il maschio 'cili'l'1Klrico porta strumento. MONTAGGIO, SMONTAGGIO E TRASPORTO DEL GONIOMETRO.

Per unire il goniometro al treppiede si introduce il maschio cilindrico porta-strumento nell'alloggiamento del tubo stringendo opportunamente la-vite di fissaggio coll'apposita ,chiave sorretta da catenella. I ndi si applica il cannocchiale sulla testa dell'in-. climetro, e l'orientatore, facendoli scorrere nelle rispettive guide. Lo ~taggio si effettua operando in senso inverso. . . .. . Per il trasporto il goniometro si scompone nelle seguenti 'parti: Cannocchiale, orientatore, cuneo con guide di scorrimento, 'corpo del goniometro, treppiedi. Ciasçu;n gr uppo di parti viene disposto in apposito astuccio con correggia.


-

127 -

ADATTAMENTO DEL CANNOCCHIALE ALLA VISTA.

L'adattamènto del cannocchiale alla vista si ottiene facendo ruotare il portaoculatore in modo da allontanare .od avvicinare l'oculare all'obbiettivo, tanto di quanto basti pe~.c hè risultino ben visibili contem. poraneamente, le graduazioni del' micròmetro e gli ogg.e tti esterni su cui si vuole effettuare la collimazione. Questa si ottiene dirigendo al punto voluto l'asse ot- : tico del cannocchiale, cioè la visuale passante per l'in.- · crocicchio · dei fili del micrometro. ·LettÙre delle g.raduazioni. Gràduétzio:ne di direzione (angoli azimutali) . Il piatto a tamburo porta indi~i. porta incisi due .indici diam13tralmente opposti. . L'indice ché si trova dalla parte. dell'osservatore, si dice «indice principale» e dà i «valori dii:,etti». . Quello diametralmente op,posto si di.ce «indice secondario» e dà «valori. opposti». Quindi il valore diretto di una gfadudJZixme di direzione segnata dallo strumento è dato dai due numeri letti successivamente sul cerchio graduato (ettogradi), · e sul moltiplicatore a tamburo (gradi,). ' ' Così per es., se l'indice principale degli ettogradi segna 24 s1:1l ,èerchio graduato e quello dei gradi se- , gna 37 sul moltiplicatore, la graduazione di direzìone è 2437,00. . In pratica i due numeri 24 e 37 si pronunci-ano di- . staccati come si leggono, cio'è si dìce Direzione 24 e 37. · Graduazioni di ele.vazio:ne ( angoli zenitali)'. La lettura .di una graduazione di elevazione lè data dai numeri letti sulla graduazione appli.cata al cannocchialé e' relativo moltiplicatore, '


-

128 -

MODO DI FAR SEGNARE UNA DATA GRADUAZIONE. Per far segnare allo strumento una data graduazione di direzione, si fa ruotare il disco azimutale, agendo al ~ongegno di direzione, finchè i, due indici di lettura segnino rispettivamente sul cerchio graduato e sul moltiplicatore · a t amburo gli ettogradi ed i gradi della ·g raduazione voluta. Per i grandi movimenti si svincola prima il disco azimutale del piatto e lo si fa ruotare a mano; posc;ia, abba.ndonando· lo svincolo, si agisce al tamburo. Per far segnare una data graduazione di elevazione si porta l'indice applicato al cannocchiale e del relativo moltiplicatore, a segnare la graduazione voluta. 2) ORIENTAMENTO ·DEL GO~IOMETRO. . Un goniometr9 in stazione dicesi.orientato quando il piatto porta-indici, debitamente livellato, è in una ' dete1'iµinata posizione fisso sul supporto. I n questa posizione: Direzione di 01"ietntatrn,emÌ,o - è la"direzione che assume il diametro principale (costituisce direzione origine per.la misura degli ·angoli azimutali). Ve,rso di orientamento - è il verso in cui è rivolta la freccia dell'indice principale. Piano di orientamento - è il piano verticale contenente il diamet ro principale (co,stituisce posizione origine per i piani di collimazione). L'orientamento d'un goniometro è dunque sempre individuato da una direzione e da un verso~ Questi possono essere arbitrari ,e prestabiliti. Nel primo caso l'orientamento .si effettua fissando il piatto porta-indici (mediante la ghiera di arresto), in una ·posizione qualun que, con un angolo azimutale arbitrario segnato sul disco.


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129-'-

Nel se·dond6: caso 'si applicano ·procedimenti secondo ·che l'orientamento si deve ,effettuare: ' ' .,. , ~ ·.. · .a) :nella ditezron:e e rit3l Vex'SO dì ·un cappsaFdO' lon1 tano· ·· · · ··,: . :!, ,, · b) nella direz1one e nel verso del nord· magneticò; c) nella direzione e -nel verso de,l, nord geografico; d) parallelamente e nello stesso verso ad un determinato allineamento sul terreno, fuori del punto di stazione. ·. · A) Orientamento a. un caposaldo lorntano: mettere la graduazione azimutale del disco a zero. Collimare approssimativamente coh il filo V·e rticale al caposaldo prescelto muovendo tutto :il corpo del goniometro. · Serrare la ghiera d'arrestq per mezzo della vite di pressione. · Precisare la collimazione agendo al congegno micrometrico. B) Orientamento al Nord magn'etico: Applicare l'or ientatore. Far segnare 0.00 al disco azimutale. Ruotare dolcemente il piatto finchè la punta dell'ago magnetico venga a disporsi in corrispondenza alla linea di fede. Serrar,e la ghiera di arresto. Rettificare ·1a posizione del piatto per ·mezzo del congegno micrc.metro. · .. . '.: ·, . ,.. ·~ C) Orientarrnento .al N01·d, .ge:ografico.:, 1) Pe:ç:.collimazione ad un caposaldo -a ,.terra (si eseguisce ce.n ,l'a,usilio della carta e di un .rapportatore). Individ:uare il .punto di. stazione .G .sulla carta (figura 13). Misurare su qu~sta per. mezzo del · rapporta-' tore, orientato' con lo zero a Nord g.eografico, l':angolc, foi:m.a to dal meridiano del punto.Ai stazione (tracci-ato ,parallelamente ·ai lati della quadrettatura), con la retta .G F. che unisce lo stesso pl,mto ad un capo~ saldo qualunque F segnato sulla carta e visibile dalla Lei.ioni ·di Artiglieria - 9


. Far

-130 -

stazione. segnare l'angolo dall'indice principale del gòniorriet110, collimare al caposaldc, F muovendo. tutto il cor_po ·del goniometro. Serrare la ghiera di arresto.. Fermo il corpo . del goniometro rimettere la , graduazione a 0,00. . . ,I

f

r. Fig.13

D) Per me~o 4ell'orienta.tore magrvetico. E' necessario conoscere la declinazione magnetica del luogo.. · La declinazione magnetica in un punto è l'angolo acu- · ,. to che la direzione dell'ago fa col meridiano geografico in quel punto. La declinazione magnetica varia dia luogo a luogo, da anno ad anno. · · · Nelle nostre regioni, essa è attualmente occidenta- · le. Quindi la succèssfone delle operazioni è la seguentE): far segnare dal disco azimutale la differenza' fra 64.00 e il valore della declinazione magnetica locale (espressa in millesimi). Ruotare dolcemente il pia,tto finchlè la punta dell'ago. magnetico venga a disporsi in corrispondenza della linea di fede.


-

131 .-

Serrare lç, ghiera di arresto. Rettificare la posizione del piatto per mezzo del congegno micrometrico. :Riportare il disco alla graduazione 0,00. L'asse ottico risulta diretto al Nord geografico. ·. E) Per mezzo del sole. Col goniometro èomunque orientato collimare prima di mezzogiorno al sole col filo verticale del micrometro al lembo di sinistra e col filo orizzontale al lembo inferiore. Leggere l'angolo a segnato sul disco azimutale. Portare la collimazione (filo verticale del micrometro), al lembo di· destra e tenendo invaria'ta la. posizione del piatto (oioè l'o- · rientamento del goniometro), e l'inclinazione dell'asse ottico f, seguire il disco fino a che col lembo inferiore torni ad essere tangente al filo orizzontale del micrometro. Leggere il nuovo angolo azimutale. Facendo segnare al disco l'angolo 32.00°0

+

+

(a + f,)

l'asse ottico sarà rivolto al Nord geografico. Si materializza allora sul terreno l'allineamento che vi corrisponde. - F) Orientamento al Nord geografico pèr collimazione alla polare. L'orientamento si basa sulla conoscenza dell'azimut della polare. Quando esso sia noto, si orienta il goniometro per -collimazione alla polare, con angolo uguale a detto · azimut. L'azimut della polare si determina con tabeUe numeriche o abbachi, in funzione della latitudine del giorno e dell'ora in cui si opera. Approssimativamente si trova, in funzione della latitudine e dell'angolo · azimutale, della stella eta, . dell'Orsa Maggiore rispetto alla Polare, angolo misurato con il goniom~tro. ·


-

i32 -:-

_Gi) , Orien,tam_en~o; parallelo e. .nello:,stesso 1~erso ..acl

un d.ete~in,q,t,o allin.r;a1'fl,ento sul . t erreno. . f:i4o~·i del. punto' 'd",t st/j,ziqne, .(In .partico\are: orientameiito per

collegamento. parallelo. 'q:m·, alfro strumento già. orientato).. . . · . . , . '· ·· · ., · · .:s( i>uò' ,eiie#~ar~:· . . . ,· . . . 1)_ ·,collimazione , ,reci-proca .. Con ! goniometro o str;umento G,. gj_à. orientato, :.collimare . sul 1tMiometro o strul:f.l,e nto G;;; leggerè !'-angolo "(valore 1 opp0sto}, ' segna,to:-.dal disco orizzontale. del. gonio.metro ,o strumento ·G·,·e comunicar.e ·tale -:angolo .al . goniometro ò - strume~tp G'. FéJ,r ség-nare sul. disGo ,-azimutale di G'· il val_orE}: di quest'angolo .e ..collimare; rrill'ov-endo tutto · il corp.o . dello ,st:rumento al · goniometr.o ; o , strumento G. Le operazioni, di . cui ..sop: a possono anche. .servire ·per

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.or,e,ntan:,e ,,[o .;G,-' n4111? :.,.. d _, . · . o t'rC.1'1.laHIC"L"

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133 -

orientare ·piu ·strun:ienti parallelarrrerite.' atfuno già oriéntato. ' · · · · · · · ,. ' ' · · · · · .....,,.·

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Si può ,&eg.ufre :il :s istema· a y.~ntaglio: ossia.,. con lo . strumento .già •or,ientato si :comrna , a ciascuno degli strumenti da ,_or;ien.t ~re c;h~ si· ·regolaBo- come sopra è detto; oppur;e il, (3js~ema a. cal;~na ossia con Jo. ·strumen,to già ori~ntatq ._si:. co\lima ad èlno qualsiasi degli altri, il qu.ale ,si l.'egola · come . nel caso p,re.c edentè e · guindi c9.llima a.d Uff altro ancora, il .quale segue il . medesimo procedimento e così via.


-

134 -

Un caso .,particolare si ha quando occorra collegare parallelamente due .strqmenti che non si vedono fra loro. La successione de1 le operazioni è la seguente: (fig. 14). · . Ricercare un punto S dal quale si vedono ·G e G', e · ~arsi stazione provvisoria ,con goniometro (stazione sussidiaria), orientare il goniometro in S. in modo qualsiasi ,e collimare a G e G'. Leggere i corrispondenti angoli (1. e s' e comunioarli a G e G'. Far segnare dai goniometri in G ,e G' i valori letti e collimare ad S. Allora G e G' risultano orientati nella stessa, direzione -di S ma nel verso opposto. Volendoli orientare neilo stesso _verso del goniometro in S, bisogna far segnare in G ·e G' i valori opposti in quelli letti in S. 2) Per collimazione ad un caposaldo lontano: a) Falso scopo sull'allineamento (circa), degli strumenti. 'F'ar, segnare sul disco azimuta1e degli strumenh da orientare parallelamente, · un angolo uguale di òrientamento (arbitrario) - collimare al falso scopo. b) Falso scopo molto lontano. - Collimare al falso scopo dopo aver fatto segnare 0,00 sul disco azimutale. · 3) Mediante la misura della parallasse.· .(Fig. 15). Si·a PQ la direzione data e si voglia orientare il goniometro G parallelamente e nello stesso senso di PQ, puntando a Q (P può essere il pezzo e .Q il falso scopo) .. Se si. suppone n pr,oblema risolto e·d è GA' parallela a PQ, il 'diametro principale deLgoniometrcGQ è l'asse ottico del cannocchiale; l'angolo che risulta segnato sul goniometro !è l'angolo A,GQ misurato in senso diretto a partfre da GA'; cioè l'arigol0 64,00


-135 - '( oppure '( dove' '( = PQG secondo che il goniometro è à destra o a sinistra di PQ. Bisogna quindi ,conoscere l'angolo '( : noto. '( basta puntare il goniometro G in Q dopo aver fatto segnare ,sul disco azimutale l'angolo 64 ·'( o Y.: secondo . quantp si è 'detto ' prima. · P.er misurare ·~ , se è piccolo, si può ricorrere alla for:i;nola

ON tg '(=o Q

. \

e apprpssimativamentc: · ' · ON metri ''(00 O' Q chilometri o piu esattamente: sen '(

=.B

sen f, D do,ve

B, è la distanza GP che si mis:ura col goniometro (metocfo, della stadia) . . D, iè. la distanza PQ che si misura .sulla .carta o si stima a ·vista. . . f, è l'angolo PGQ, che si misura col goniometro. Se in P vi è un pezzo, l'angolo '( si può calcolare con la formula '( 00 3200°0 - ( cx 00 + p,00 dove. f, . l'angolo precedente . ed 'l. è l'angolo Q~G che si misura ,col cannocchiale del pezzo. H) Pe.r mezzo .dell' ori~ta',/m;ento 1nag.n.etico: Far segnare al disco azimutàle degli strumenti che si voglipno orientare para11elam~nte un angolo (arbitJ;ario) uguale di· orientamento. Far .e seguire aq. ogni · stru~ento (ciascun0 per proprio conto), le operazioni · già descritte nel caso dell'orientamento prestabilito ·.indipendente ~l nord magneti-co.

=


-

136 -:- .

'3) DETERMINARE L'ANGOLO DI DIR.EZIO NE

.. DA DARE AI . PEZZI· PER BATTERÈ 'UN DE. TERMINATO BÉRSAGLIO: ' ' ;

.

.

'

1

. ~,'. c~mpi~,t~,.le ·©perazion.i.: di, paràlleli,smQ .e.,di, or1en.t amento del g,Qniomefro, dov~ndo pnmara:rèi a b.a ttere un determinato bersaglio, occorre dete11:1ninare la dirE3z.i.one ,.r:is.p etto .ai pez~j, perciò muov~n~o ) 1 can.n0,cchiale del goniometro (dopo che è stato ori.e'ntato) , si collima al punto del bersaglio sul quale deve ,' èssere diretto il pezzo base, si legge sul piatto azimutale la graduazione di direzione, del bersaglio, r ispetto al goniometro. Questa gractuazione va corretta di una quantità detta convergenza, chÈÌ'1 si ·ottiene dividendo la distanza in metri, gon1Dmetro-piano, di direzione, che dovrà assumere, il pezzo base pér la distanza del bersaglio espressa in Km. '.I'ale quoziente andrà in aumento o in diminuzione a seconda che la batteria sarà a sinistra o a destra ·di chi èlalì'osservatorio guarda il bersaglio. . . Mètodo approssimativo sp,~ditivo. . . 'Quan,èlo il goniometro sia mo1tp distante dai 'p·~zzi ed urg·a apri.re il fuoco, .si possono compiere in modo sommario sia l'orientamento del goniometro sia l'angolo di dire.zione ... Per ,l'orient,pnento a.J?prossimativo del goµfométro ~asta dirigere il diametro principale a destra· o a ·sinistra del falso scopo di . quanto il'gonioinetro è spostato a destra o a sinistra del pezzo base. Per :1a ;dèterminazione approssimativa dell'angolo di dfr.ezione si dirige l'asse ottico de'l goniometro ·a destra o. a sinistra del ·bersaglio di qua-nto. il gonioìn,etro .iè sp.o stato dalla batteria.. ·· AD:ATTAMENTO ··INIZIALE DEL FASCIO DEI ' PIANI· DI TIR0. . . (

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·,··

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.,:f:~r 1'ada:tt~me.nt9 fniziale:delfru;;ciq dei piani di ti-

ro, il comandante di batteri~ comunica -al sotto .coman-


· '''- 137 _;_

dante: la direzione del pezzo di sinistra (Lo. pezzo); l'ampiezza fin metri del tratto assegnato ad ogni pezzo; se del caso, i pezzi che dovono battere lo stesso tratto; la dista11z~ orizzoDtale D in ,Km:-dell'obbicttivo. Il sottocomandante, dalla pianta di batteria o con misura diretta, riicava quale ò la distanza h, in metri, tra ogni pezzo e quello di sinistra, misurata perpendicolarmente alla direzione del tiro, e fa .i rapporti = nf-h 1-- ·erenza 'f ra 1. ·numeri. "d'ò-rd:1- essen don l a d'ff

0

ne dei due pezzi considerati. Dette quantità rappresentano, col prop'rio. segno, in millesimi; · le correzioni da applicare · alla direzione del pezzo di sinistra per ottenere quel] a degli · altri pezzi. ..: .. ·· ·, , ·· •.· ' ,

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MISURA DELL'ANGOLO DI -SITO. ,

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', ,

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l. 1

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1

Esso viene generalmente misurato dall'ùsservatoric dirigendo l'asse ottico del cannocchiale del g0niometro al segno, .e-. c,e ntrando. poi ,la, bolla., L'ango.lo si legg·e sulla graduazione .posta di fianco al Jivello, Se fra osservatorio. e patteria vi è , un. s~nsibie dislivello, bisogna t enerne col)to applicando la ,segu ente regola: quando. l'osservatorio è · piu alto d~lla batteria, l'angolo di sito sarà quello letto sulla gr,il,duazjone del goniometro aumentato della quantità: dislivello- osser.vatori.o bdtteria es.presso in m. diviso per la. distanza batteria, bersaglio im lùn. ' . ,. . · Se l'o~servatorio è più ba~so .l'angolo di sito va. diminuite. della stessa quantità... •

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I,

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4) DÈTER1VUNAZ.I0NE DELLA DISTANZA. (alzo) a) A vista; b) col mi.crometro del Q;on iometro; e) con la carta topografica.

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,C::,C;>~~~~ ~...........+a+.. ~..................~ ........................

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Preparazione òel tiro

GENERALITA'. Qualunque ::;ia la missione affidata ad un re1:,arto di artiglieria (senza distinzione di specialità e calibro), esso deve mettersi :rapidamente in cc.ndizioni dì far fuoco, tenendosi poi in grado di bat tere non appena il suo interyento sia necessario, qualunque obbiettivo comprese. nel campo d-i azione dei propri pezzi. Per questo è indispensabile effettuare preventivamente una serie di operazioni compendiate nell'espres. sione gener~ca di «preparazione del ti-ro » il cui sviluppo dovrà. essere s·e mpre subordinato _al tempo, ai mezzi disponibili ed, in genere, alla situazione tattica. La preparazione del tiro per un reparto, devè avere inizio fin dal primo momento in cui il reparto riceve ' una data missione, e pur assumendo in un primo tempo quella forma semplice che si ritiene adeguata alle possibilità. ed esigenze immediate, dc.vrà in seguito completarsi e perfezionarsi, grado per grado, . profittando di ogni indugio nelf eff~ttiva entrata in azione e di ogni sosta, nello svolgimento dell'azione stéssa. La prepa:ra~ione del tiro richiede: . "-. · a) l'esecuzione di operazioni goniometriche per disporre il complesso dei pezzi di .una batteria, in una <;lirezione prestabilita detta direzione base (fascio parallelo base) . b) la determinazìone di elementi topografici ne~ cessari 'per il calcolo dei dati dì tiro, da farsi per mez- '


-·139 -

zo di operazioni dirette sul terreno, sussidiate o meno dall'impiego della carta topografica (1). c.) la ricerca dei dati di tiro e la correziont ·?i essi in base alle condizioni dei momento, opp1.1re 1a determinazione di essi mediante inquadramenti fatti . col tiro. d) infine la compilazione di tutti quei documenti (elenchi di opbiettivi, carte di zone battute, piani di batterie e di/ gruppi, piani di osservatorio, ecc.), che valgono a favorire l'apertura rapida di un fuoco efficace sopra i var, probabili obbiettiv_i. Le operazioni dei co:i:nma a e b e la compila.zione dei relativi documenti (comma d) costituiscono nel loro insieme la preparazione topografica del tiro; le operazioni del ,com.m a e e la c9mpilazione dei relativi documenti (comma d) éostitqiscono nel I.o ro insieme la preparazione bàlistica ·del. tiro; La preparazione si svolge determi_nando dapprima gii ·elementi strettamente indispensabili per la pronta apertui:a del fuoco; con l'impiego.di qµei· procedimenti che - eseguibili nei limiti di tempo a disposizione, - offrono la maggiore possibile précisione (preparazione immediata) . · . · Non. appena possibile. o anche contemporaneamente si inizia e si sviluppa il rilevamento di apposita rete di appoggio allo scopo di assicurare la massima precisione nella determinazione degli elementi topografici occorrenti. In c.g·ni caso l'~rtiglieria deve essere in grado di aprire senza indugio il fuoco al momento opportuno e spesso (per le batterie' leggere speci<J,lmente) poco d0. po essere giurit9- in posizione c,d anche immed,iatamente. · '::. ;

(I) Molti di tali ,elementi topografici· debbono possibilmente e.s sere detenninati durante· n periodo di ricognizione e cosi- pnre dicasi per alcune delle successive operazion i di batteria che possono essere esegu ife prima che i pezzi gfungano in posizione. · -


_,_ 140 -

te

op~~azio~i. inerenti alÌa prep~razione topografica si dis~i~1;;uopo Jn opcra~ioni: da e:segµ i~si dalla batteria ed in ope;r,azion_i da eseguirsi çlaJ comando·di gruppo.ed even1~u,almente cl~ co;m~ndi di repar.tQ. sµperiore ~~~~

.

Quando la b.atteria è is,o lat,a, anche ,I;) OPElrazioni del gr'ùppo, in ,q,qanto siaro necessarie, sono eseguite dalla batteria s~e~sa. . . . "Talor,a, ç/q.,a ndo ~ possibil.e,. .le .oper:az~c-ni ·del gruppo precedono quelle di b,\ttei'ia, talora possono essere contemporanee, tal'aitr~ possono. seguirle.· QtJesto ultimo caso pofrà v~rifiéarsi specialmerit~ .per le artiglierie leggere ' nel ·combattimento in terreno libero. . . 'I diversi atti ,deJ}a · preparaz1one del · tiro per una data ~att.eria che d.e,b,J:?a ent~·are. in azione ne-I piu breve tempo possibHe sono: · .. · . . . ,. , . sceita deµa çlirezione _base (quando non ò fissata dàl ,comandò di gr,uppQ),;· , .. . , , ;, · ,·.. 1 ' cle.terminazione d~·i d~ti per il collègame1,.t-O parallelo déi cong~gni di m _ irsi, ~ del. gòniometro; ' 'fo rmaiione ~e) fa.S{!\9 parallelo bas~; . dét ermihazic,ne dei dat i di· tiro per ,il punto di r iferimel).to o senz'altro per 1'0bbiettivo assegnato; eventuale compila,zione dei documenti per il .tiro. No1:i 'app'e:n?, lEl circoI3ta~e della lotta lo co.nsentano, i primi elementi, determinati per soddisfare ·alle esigénzé immediatè; devono essere rettificati mediante gli elementi for niti dal comando superiore (rete di appo~gio), per· -~~tt_e r~ la ç,a ~teria. in gràdo, di rispondere 'al~e I 1~i•~.énzè ,della rna.novra di fuoco. L~ , .o:p.er~zioni , ·d a eseg_uit:-si dal gruppo riguardano unicamente la preparazione . topografica. Il comando del g ruppo assegna anzitutto alle singole batterie una dfrezione d'orierttam~rrto ··ù'nica é'Ja direziC.ne base'. ' Le operazioni ~relative alla ,préparazion~· topografica del gruppo sono le seguenti:


-

141 -

~.o)· ~jleva~~qt9 .~~Ila rete di 'd_PP?gl?i)t~e!le, zone batterie-osservatori; .. ' · . · . · . 2.0) ·: b etermìnazio~e . dr' p'u nti di' rifedmehto od obbiettivi situati nella zona di azione ael 'gruppo;· 3.q) p~;ter,mi,n.~~ne µe i peizi bas~· .~èll~ bà~tet·i'~; 4.o) Còmpilazione della carta per il tiro. Vediamc. qJ;a l>arti!'.!olarmente le v~rfe oper~ii~ni per la prepar'azione·topografìca del tiro; .della i;>re'parazione balistica ci ocçuperemo i_n seguito.· · ·. · ·: · La prepa.r azionè topografica del tiro cqnsiste dunque nel determinare le . relazioni di posizione (.in direzione, 1ii~(anz(e \>ito), f.ri ie, batte:rie . conyenienti punti di .rifèdm'e nto situati, I).elle di azione delle batterie' s'tesse per modo' di avere. su'bito, per qualsiasi obbiettivo che si 1:irese.n ti ·in dètte zone, ·· gli elementi topografièi che interéssa conoscere' ti'er il ca.1-,c do dei dati ·iniziali di tiro. · · Essa serve di base alla pr~para_Z()~e ·balistica.' e ren=de possibile la manovra di fuòèo; però deve essere fatta nei limiti di tempo a dispcsizione' e' rioh deve in nessun caso e ·per n'èssun motivo ritardare la pronta apertura del fuoco; può quindi anche essere fatta in un .secondo tempo e per fasi: successive: ' Ha per scopo.la determinaz.ion·e d'i angoli a·zjmut~li o direzioni ~ Funti - Distanze - Quote. Prima di isamina:r:e in qu.a} modo è ,po~~ìb.iie, ottenere la ·pr~parazio:1e. tdpogra,fica .d~l tiro, ~sa.miniamo i principali ·mezzi occorrenti ed i sistemi da seguire per le determinazioni ad essa necessarie. Mezzi. Un ufficiale particolarmente ·specializzato in lavori topografici. · · · Una squadra di lavoro (costituita da u·n· sottufficiale goniometrista, due gon iometristi, due scritturali, 4 portastadie) . ·

e

zone

'•1

••


-142 -

Goniometro, stadia, rotelle metriche, segnali diversi, tavoletta topografica per artiglieria, ,tabelle varie '(tabelle di riduzione delle distanze all'orizzonte e del calcolo delle quote; valori naturali e logaritmi delle funzioni ·trigonometriche; tabelle dei valor:i della declinazione magnetica, ecc.), ed eventualmente un telemetro monostatico. Documenti cartografici (carte- topografiche a grande e piccola scala); Documenti topografici (fascicoli degli elementi geometrici contenuti nei fogli della carta d'Italia pubblicati dall'I. G. M.; cataloghi degli elementi topografici delle reti di artiglieria, rilevati a cura delle sezioni .topografièhe dei comandi superiori dell'arma). Sistemi da seguire per le determinazioni topografiche. - Det erminazione di angoli o direzione. - Può essere fatta con uno dei seguenti sistemi: . con misure dirette sul terreno; con misure o riporti grafici; col calcolo. Determinazione di angoli zenitali o di sito. - Può essere fatta: per mezzo degli istrumenti, di puntamento dei pezzi; per mezzo del goniometro; per mezzo della carta topografica (calcolo) . Determinazione dei punti..- Si applicano procedimenti diversi secondo che si tratti di determinare il punto di stazione o un punto dove non si può o non si vuole fare stazione. · La determinazione del punto di stazione può effettuarsi,: per autodetermil').azione; per intersezione; per irradiamento; per camminamento o poligonale.


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La d~terminazione di un punto dove non ,si" puè o non si vuole fare stazione può effettuarsi con pr_ocedii:nenti analoghi ai precedenti esclusa l'autodeterminazione: • Detemninazione delle distanze.i. - Si può effettuare: · con misure dirette sul terreno; con misure grafiche; · col calcolo. / . Determinazione di quote. - Si può fare: per mezzo della carta; partendo da un punto di posizione nota in piano o quota con procedimento topc.grafico o con procedimento barometrico. · . · (I mezzi occorrenti ed i sistemi da seguire per le determiµazioni topografiche sopra esposte, ·saranno detfç1,gliatamente trç1,tt-ati agli allievi in apposite lezioni del .corso di topografia). Opera'Zi®i per la p1·eparazùxlie topografica.:· RETI DI APPOGGIO. Si' possono considerare cÌue casi tipici di rilevamenti della rete: ' Lo Quando non si dispone di elementi di partenza. 2.o Quando si dispone di elementi di par tenza. Primo caso: Non si possiede nessuna carta. Si esegue _la ricognizione della zona delle batterie e di quella degli osservatori e si scegli-e una base d'appoggio per pote-r determinare punti ed allineamenti. Conviene che la base ·d'appoggio sia scelta lungo i rettifili stradali, approfittando delle pietre miliari o chilometriche, pèr poter misurare facilmente la base stessa. La misura della base può anche effettuarsi. col telemetro monostatico o dirèttamente (a passi, con canne metriche, ro~elle m~triche o mezzi di circostan-


-

144--'-

za), c:oHe stadie.o .per c:ammfoamento/ o eon:;il,'m.etoclo della. base .au$iliare, la,. cui lunghezza .deve , essere almenc,1un , quart0 della lunghez.z.a, da dete1'minare. ' La lunghezza della base- d'appoggio deve essere rido~ta-all'.orizzonte fatta,.eceeziohe •di quella che si ricava con costruzione g1:afica. Quin:di ·su ·'d,i · un foglio s i riporta in scala-grande (1: 5000;, · l: 2000)'; la 'base d'appoggio, segnando, in posizione arbitrarìa;' ma conveniente risP.~tto. ~ll~ dimensioni del. .foglio, un'·e stre-· mità della base. · . .. · ·. 1 RJp~rt~ta)a, bq,~E?,. si ,çletermina,no·pe.:r i-ritersezione o pe;f . ç~ip:ininamento· i p.uQtL convenienti nella zona bafterià-o's servatori, parten·do dagli estremi ·deH.a base; o.ppure determinand9 altri punti a .cui ,appoggiaxsi pà rilèvaf e- ciuèl!i p'i f,inrP,Q+tanti.,. . .. . ".. ' '.:tè quote sì qet~rmihano)n ba.s e al Vfl.lore..dell'angolo di sito· determinato da un . estièmo deUa ba~e, la cui q1,1ota sarà n9tç1, O po.trà.,misu,rar~~ C0n un b~rometFO. Si orienta"qùii1di ·il foglio e si otterrà là rete con tutti · i punti determinati, i' rispettivi ,angoli azimutàli o azimut (se la direzione origine è il nord geografico) e 1~ .d ,s p,ettive , q:uo.te. ·. . · Seoon~cu~ . Si dispone 'della·A:aittj. 'topografica a .ica1a· conveniente. In •essa ' sono segnati i · punti trigonométriéi e · ·· quelli topografici. ·servendoc-F..di essi 's i·'ha: già 'là hàsé·: di appoggio. Sullà·;cart-à: ·si potràrino riportare tutti ~li elementi cbe interessartò e ;èhe non sono segnati (pezzo base, osserv·atori, obiettivi, ecc:}. La direziorie 'òrigirrè iè in gènere· quèll?, del Nord geografì.co.' '_' ' ... · '. : . ' · '.. :· . La dir~ziòne , base è quella che porta a·d un punto di riferimento, ad un ,obiettivo, o al cèntro del settore assegnato al gruppo a alla batteri'!-· 1


- ·145 -

DOCUMENTI AUSILIARI PER IL ·TIRO. , =\ . A complemento. dei g,rafici· citati · che soRo -.obbliga~ tori si possono compilare tutti quei documenti che pur non essendo indispensabili per la preparazicne del tiro, hanno carattere .di _gratica utilità. I principali sono: 1.o Pianta di batteria; 2.o Piano di batteria; 3.o Piano di gruppo (Regg.; Raggrupp.; Settore); 4.o Piane di osservatorio; 5.o E lenco dei capisaldi; 6.o ~Elenco delle· batterie; 7.o Elenco dei bersagli; 8.o Elenco degli osservatori; 9.o Abaco per prc.:filam~nti; 10.o Fascio quotato di traiettorie; 11.o Schizzi panoramici; 12.o Quaderno di tiro. Lo) Piwnta di batteria. - Consente di desumere speditamente le correzioni di parallelismo, .. convergen. za e di tener conto nel calcolo dei dati iniziali di tiro, della differenza di distanza, 'del dislivello e dell'interasse dei pezzi stessi, secondo le varie direzioni. Esso ripraduce a grande scàla (p. es.:· 1/ 2500), la posizione· relativa in piano· e in quota dei singoli pezzi della batteria e dei principali falsi scopi di puntamento; la direzion'e origine (I!)eridiano geografico del pezzo base), e la direzione base (fig. 16). 2.o) Piam,o di batteria.·~ Serve:. \ · per rilevare rapidame:i:ite se µ_n,:_d,a to bersaglio può essere battuto e quale ·c arica conviene impiegare; per r icavare gli elementi océorfenti per il calcolo dei dati iniziali di tiro. Lezioni d'Artiglieria -

10


-146-

Si eseguisce su di un foglio di ,c arta o meglio su di ·u n calco pallido della carta topografica; in entrambi i casi deve essere convenientemente quadrettato. ~n ess:o vengono riportati:

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-a) la posizione del peizo base e il relativo meridiano geografico; b) la direzione base; c) un cerchio rapportatore riferito al pezzo base (perno di rotazione) con lo zero in direzione del Nor d geografico; d) i limiti laterali e longitudinali delle zone di azione assegnata alla batteria; e} i limiti di gittata del :µezzo base con ciascuna <:arica e c6n bascun proietto Per mezzo di essi è facilitata al Comandante della batteria la ricerca deìla carica occorren te per battere un determinato bersaglio,. · I limiti di gittata. di una traiettoria c9l terr,eno nelle vari.e dirl:lzioni si possono determina.re cercando per ciascuna dire~iqne i punti 'di uguale quota della traiettoria data e dei terreno. Tali · punti si trovano agevolmente sulla carta topo.grafica per me2:zo della proiezione quotata della traiett9ria o listello quotato. Per ricercare la. proiezione quotata da una data traiettoria è nec€Ssario avere le tavole di tiro che danno la rappresentazione grafica vertical@ delle varie traiettorie. Non a.vendo a disposizione le tavole di tiro grafiche, si può facilmente effettuare la costruzione grafica approssimata di una data traiettoria, con vari metodi, di cui il piu pratiéo e usato è quello del Mag· . giore Bruno. Il procedimento sostituisce due archi di parabola, .ai due rami ascendE?nte e disçendente della traiettoria; perciò la costruzione grafica di quest'ultima si riduce alla costruzione graficc1: di due rami di parabola. l.o Mod.o. - Costruzione per punti' (fig. 17). Si tracciano le rette OA e CA ,che forma.no in O e· in C angoli uguali a quelli di proiezione e di caduta e si determina il vertice della, traiettoria pi·endendo il punto di mezzo del segmento AB condotto. perpendicolarmente alla OC. Dal vertice V si conduce l'orizzontale


· - .148

VD ~no.a:cl ineontrare.la verticale passar.1te per C. Si dividono i ·segmenti VD e DC in uno stesso numero di

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parti uguali e' si 'numerario le prime a · pùtire da V, le seconde a · partire 'da D: Si· ·congiµngono i diversi punti del segmento DC col v·e rtice V e- dai diversi punti di VD si abbassano le verticali fino all'incontro delle congiungenti anzidette di pari numero. I punti di intersezione ottenuti come risulta dalla figura, appartengono all'arco di parabola che costituisce il ramo.. discendente dèUa ·traiettoria. Può ess·e re prolunnato ove occorra al di sotto di C. Analogamente si pro-cede pei:: il ramo ascendente. 2.o Modo. - Costruzione' per 't angenti (fig. 17) . Si tracciano le rette OA e CA ·e l'orizzontale VM come nel primo modo e si dividono i segmenti OM e MV in uno st~sso numero di parti uguali che vengono numerate a partire da O e da M. Si congiungono quindi i punti contrassegnati collo stesso numero. Le rette così ottenute sono altr,e ttante tangenti all'arco di parabola che rappresenta il ramo ascendente della·traiettoria; analogamente si produce per il ramo discendente. Con una suddivisione del segmento OM e MV in un grandissimo numero di parti, si può tracciare un numero suffidentemente grande di tangenti, il cui sviluppo fornisce senz'altro l'arco di parabola richiesto col vantaggio di evitare il tracciamento della curva. Per costruire il listello quotato della traiettoria OC .· · (fig. 18) , occorre diségnare su un foglio di carta da disegno, ·nella stessa scala della carta topografica un tratto della traiettoria data, prossimo al punto. di caduta. . Sulla perpendicolare i·n C ad OC si portano sopra e sotto a partire da C in scala le quote multiple di 25 a partire dalla quota di C di 650. Da tali punti si conducono le parallele ad OC, fino ad· incontrare la traiettol'ia; dall:'intersezioùe con la traiettoria si conducono le perpendi?olari a OC. I piedi 'di queste


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150 -

perpendicolari si numerano con le quote dei corrispon-: deriti punti., La retta OX cosÏ graduata iè il listello

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Fig. 18

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151-

quotato dalla fraiettoria. Si dispone quindi il listello OX sulla carta topografica con l'origine O sul pezzo base e lo si fa ruotare attorno al punto O; i punti di uguale quota del listello e della carta topografica per ogni posizione del listello, rappresentano le intersezioni del -terreno con la·traiettoria data; riunendoli con una linea èontinua si ha il li)l1ite della gittata. della traiettoria considerata. f) 'Il cantm'no delle zone now battute. ,- Le zone non battute sono dovute alla presenza.. di ostacoli e di forti depressioni nel campo di tiro. Il contorno di tali zone è definito dal ciglio dell'ostacolo (limite vicino) e dei punti in cui la traiettoria minima, che lo . ·oltrepassa, incontra il terreno (limite lontano). Il limite vicino s-i determina tracciando sulla carta (direttamente od eseguendo il profilo del terreno), il ciglio delfostacolo. · Il limite lontano si determina trovando per -·diversi angoli di direzione (per esempio per angoli di direzione varianti di 10000 in lOOOO), l'intersezione della traiettoria minima col terreno. Se a è l'alzo corrispondente, per una data direzione, alla distanza pezzo base ostacolo, ed s l'angolo di sito del ciglio dell'ostacolo, la traiettoria minima è quella il cui angolo di tiro è i= r1. + a + 8 F. . Per tale traiettoria si costruisce il listello quotato, lo Gi dispone sulla -carta lungo la direzione considerata e si trova il punto di ugual quota del listellÒ e della carta. Ripetendo l'operazione per vari angoli di d.irèzione e riunendo i punti così determinati con una linea continua si ha il ·limite lontano della zona non battuta. , g) Gli obbiettivi piu probabili (reali o p resu,nti). h) Gli obbiettivi a,usiliari o di fede. ,. Per impiegare il piano quad:çettato per la ricerca dei dati di tiro: si riporta su di esso la posizione del 1


- :152 -

bersag:lio (Glefinifa., mediamte 1. :quadretto . coordinate è qu0.ta~. ·S1 ,vede .allora -immediatamentè- se il beFsaglio ,p uò· esseré battùto oppu.re ·no·,e. quali cariche ·si ·debJJ@rio· impiegar-e, · . ·i. -. ·. · , -.. : . ·- Si, misura , co,n' la ,uig;a, graduata a d.istanza, la distanza topografi.ca X. · : ,:. Si misura eon l'arco rappòrtatore, la àirezièm.e, Si calcola l'angolo di sito dovuto at ··àislivello· h ·fra batteria e bersaglio con la, formula: _ .. , .· .. · -h . ~bo ~ .11 ··m~tri.. tag a . ,::Y . . " .- X·- Km. . 3.0.) Piano di: gru.ppo. - (Reggimento ~· -Ra:gÙu,ppamento; s·e ttore). Si compila rip9rtahdò, sù'urio stes··so ,piano quadrettato, i· piani quadr_ettàtì deUe batterie (gruppi', reggimenti o t aggruppatnenti) -' Serve di base alla preparazione ,e allo sviluppo della manovra · · · di fuoco. . .· 4.o) . Piano d:i -osservata,rio. - Rappres-é nta if · ter reno visto clall'osservatorio e serve per facilitare' l'indi\hiduazione dei bersagli,. ' 8ontiene: · :· · · a) la posizione dell'osservatorio e : relativo meridiano;.· ' . b) ., il cerchio di direzione . (ra:ppcrtatore come si è detto p·e r il piano di ·batteria); ' · e) I,e. linee isogon_e, ciolè il' luog-o dei punti del. terreno · visti dall'òssei:'vatorio sottò Io stesso· ·angolo ' d1 ,sito. Le Iirìee isoitone sono determinate dall'ifltersezione del teir,eno con · 1e rette pàrtenti daìl'c.sservatorio· e·d · ,. i'nclinate di· un dato· angolo ·di sito. Per tracdare l'isogona :Y. occorre costruire il listel'lo quotato OX rappresèritahte la proiezione· qùotata del- . la retta.pA inclinata. sull'orizzo,nte. 'dèlI'àngolo a. . (figur.a ·19). AU'.uopo· su:l a perpendicolare QA ad OX riportane>° nella scala della carta a partire· da Q, ·s egnato .

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-153 con la quota dell'osservatorio, le successive quote mul.t iple -di ·25, .d a ·tali .punti si ,conducono le parallele ad

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-154 -

Si dispone quindi il listello sulla. carta e lo si. fa ruotare intorno all'oi-igine O posta sulla posizione dell'osservatorio, e' si segnano i punti di ·ug.ual quota del listellò e della carta. 'Riunendo tali punti con una linea continua si ha l'isogona a . L'isogona zero è la curva di livello passante per l'osservat.orio. I tratti di isogona passanti per zone non viste si segnano punteggiati. (Si può ottenere direttamente il listello, specialmente per angoli piccoli, considerando che l'intervallo costante fra i piedi delle .perpendicolari alle OX (se il listello è alla scala di 1/25.000 e la differenza di quota è 25 m.), è ·1 mm. X cotg et. L'intervallo è quindi espresso in mm. del numero stesso che rappresenta .la cotg. trigonometrica dell'angolo a). I' listelli possono essere costruiti in precedenza. e . servire pér qualsiasi ~unto di osservazione. Si prepara · una serie di listelli per ~ngoli gi sito varianti, ad es. di 2-000 in 2000, senza numerare le divisioni: all'atto dèU'impiego, in base alià quota dell'osservatorio, si determinano le quote delle varie divisioni, e si ha così la serie dei listelli per quel dato osservatorio. Ultimato il lavoro si cancellano le quote segnate sui listelli e questi p0ssono ulteriormente essere utilizzati per qualsiasi altro osservatorio. E' chiaro· che il listello ottenu'to per un angolo positivo et, serve ugualmente per lo stesso angolo negativo a cambiando·opportunamente le quote. . cl) Settore orizzorntaJ,e di vista e contorno delle zo.ne non viste'. - Il settore orizzontale di vista si segna misurando ,col goniometro e riportando ·sql pia.no quadrettato le due _direziémi estreme ·a destra e .a sinistra. I contorni delie zone non viste sono: determinati dai .· . cigli apparenti ·<:legli ostacoli rispetto all'osservatorio ed alle intersezioni ·coi-terreno delle v.isuali, che li sfio-


-155 -

rano. Per disegnarli occorre tracciare ~ulla carta, ·direttamente od es~guendo qualche profilo del terreno, tall cigli apparenti; determinare poi sulla carta i.pun- , ti corrispondenti delle intersezioni col terreno delle rette che li sfiorano (costruire i relativi listelli quotati), e riunire con una linea i punti trovati. Un metodo pratico per determinare le intersezioni · · delle visuali ·lè il seguente: Su un foglio di carta lucida si tracciano tante rette para1lele equidistanti fra loro di s + 10 mm. e normale a ,queste si traccia poi una retta dalla parte sinistra del foglio. Al momento del bisogno si quotano i punti di intersezione di tale normale -con le rette parallele, numerandoli progressivamente di 25 in 25 m. a par- · tire da una conveniente quota iniziale (in base alla quota dell'osservatorio e dei possibili dislivelli). Si fissa. con uno spillo il foglio di carta lucida sulla carta topografica nel punto C da cui si vogliono disegnare le zone non viste, aV'endo cura che lo spillo si trovi sul punto della retta normale aveµte quota egua,le a quella della località suddetta e si lega un filo allo · spillo (figura 20) .

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156 -

IJ\dì'si fa r uotare rnto~n:o allo spi'l1o .-il foglfo :di carta luèida fino a 'èh'.e·la quo.fa· del cig·lio dell'ostaéolo A che si.'cons'i'dè.fa 'coincida colla rètta ·di 'uguale- quota del · foglio·lùcido. Si fa passare il fiio,·tendendolo per detto punto, 'e·si' va a 'i~i,c ercaté , h1Ìigo il filo' il pr'iino pui1to X della carta topc.grafica che çoincida e.on una retta <li'-egù~Iè quota ·del ' foglio lucido. 'Si segna sulla carta topografi.ca tale :p unto; questo è 'il primò punto che ~ · ctall'osservatoriO' $Ì p.uò v,e dère nena· direzione ,del filo, oltre l'ostacòlo; rip'etendo l'operaiione· si ottengono altri punti .c he riuniti fra loro for mano' il' contorno delle zòhe ndn ' viste. · · 'è)' ·Qù'adrettatura· 4guale çi. 'quella delià carta topogr<!,fièa. . . . ;. . . . Ii'.'piano .di osservatoric. oltre ,che dare subitd una idea del. settore di ' soryèg;liania 'dell'osservatorio stesso, permette la 'de~erminazione, piano .e' in quota. deg1i, obbiettivi che si presentano. nel tèireno visto dall'O.$Se'rvatorio. Basta per oip1'i obbi,e ttiv9 ,poter dèterJ;Ujnare .la direzione ed .i1 sito. Giò .fatto si traccia sul ' pfrtno' di osservatorio una retta ,<l'a l -punto .di osserva~ zione· passante per la graduazione del c.erchio di direzione di · ct:1i· alla· lettera;- b)· ,·çorrispondente allà direzione trovata, e se ne· determina l'intersezione con l'isogona distinta ,dall'angolo; ugua1e': a1. sitù trovato. Questa è la ·posizione planimetr~ca_defl'obbi~ttivo. Nota. così la dista,,nza si ' può deteFm4nàre· a:né.hè- la quota. Allora :in:ediante l'i11dicaz_ione del quadretto e delle. coordinat~, · si pu~ .ind'icare aUe · batterìe · il' bersaglio determinato in· piano-e in q_µòta. La ·direzione ·e il sito . . possono ,;ess.ere· ·t rovati col _goniometro · oppure per riferim~nto ad uno schizz6,.panoramico· com~ · diremò in seguito. . : . . .. ' 5.o)' Ab'acò per -i profùr4nienti. ~ E' -qn foglio di carta ~1:+P·a i;ìa che porta·; due scale verticali graduate in millesimi -{angoli zènitali) e nel cui interno sono

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-

1§7 -

tracciate delle curve - quotate ·ad equidistanza di 25 mm. -n,ella scala 1125,000; Le intersezioni delifascio ;di curve cori un'orizzontale qualunque, . per esem,Ji)io,q1,1el..: la ché passa per la gratluazion-e .t:J. 00 ·delLe 'S.Cale.•verticali, rappresentano la proiezione quotata dalla ·retta inclinata sull'orizzonte dell'.angolo a. 00 • L'abaco per-, mette quindi di ricavare ·i mmediatamente i listelli quotati di cui si ,accennato.-p:arlando delle linee isogone. Permette inoltre d:ì ·segnare ~ulla cada. la posizic.ne dei be:tsag,Ji indiviquali inediante angolo di .direzione e l'ang0lo di sito misurati dalYosservatoi;io. L'impiego dell'abaco è limitato al terreno montano. 6.o) Elenco dei capisq),di. - Vengono: descritti tutti .i capisaldi.·di .base e complementali d.i cui .è.segnata .1a posizione ,nelle carte, topq~rafiche .o •su,i pia.11i quadrettati. Ha il seguente tracciato: ·

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_7 .o} El_~'f!,Co delle.. b(ft.t~r~e.;.. -

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-158 -

8.o) Elenco dei bersagli . - Vengono inscritti tutti i presumibili obbiettivi la cui pròiezione tè segnata, sempre quando possibile, sulla carta topografica e sui corrispondenti fogli quadrettati. Il tracciato è il seguente: · · -·'

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9.o) Elenco degli osserrvatorì. Vi sono inscritti. tutti gli osservatori della zona. Ha il seguente tracciato: È .,

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10.o) Fascio quotato di traiettorie. - A~li scopi pratici è in genere molto utile rappresentare graficamente il fascio di traiettorie che interessa; in conveninte scala, Questa rappresentazione che si ottiene costruendo con une, dei noti sistemi le singole traiettorie di un determinato .fascio riunendole su un uni- · co grafico o lucid@ può essere: Verticale: le diverse traiettorie · del fascio vengono raffigurate quali apparirebbero proiettate sul rispett ivo piano di proiezione nell'ipotesi che ciascun piano coincida con quello del disegno.


-

159----=-

Orizzontale: le diverse traiettorie del fascio ·véngono raffigurate quali apparirebbero in ,proiezioRet quo!_! tata sull'orizzonte dell'origine, nell'ipotesi che ~ia nulla la tlèrivazione e che i .diversi piani di proiezione, anzichè coincidenti fra loro, siano disposti a ventaglio · intorno alla vérticale dell'origine del fascio. In tal modo si hanno tutti glt elementi per esaminare, in relazione a determinate condizioni di impiego, se un dato obbiettivo di cui si conoscono la distanza orizzontale, la quota ed il sito, oppure la posizione sulla ,c arta tòpografica è accessibile alla possibilità di tiro del fascio che si· considera, e in caso affermativo, in quale zona del fascio essa risulta e con quali condizioni caratteristiche si· può eseguire il tiro su di esso. . 11.o) Schizzi pcunoll"a.m:ìci. - · Giovano alla ·Ch.i arezza e alla rapidità dell'esposizione, semplifj.cando e la ri·ducono; valgono a ben precisare località .e d obbiettivi, e, sopratutto la loro compilazione serve a conferire l'abitudine a ben giudicare il terreno a dis(anza, ad apprezzarne ·re forme e le particolarità, ad intuire quali sono -le possibili posizioni del nemico, quali i punti importanti, i capisaldi; i possibili osservatori, ecc. Per la compilazione di uno schizzo panoramico spe- · ditivo torna assai utile l'impiego di battùte gonic.me. triche per determinare alcuni punti principali congiungenti linee ben visibili; stra9,e, margini" di coltura, argini, ecc.; o punti ben appariscenti: campanili, camini, case, alberi isolati, ecc. Per riportare· le battute goniometriche sulla carta si. ricorre ad un procedimento assai semplice. Si prende un foglie di carta formato. protocollo e lo si divide iri. ·cm. nel senso dell'altezza e della · larghezza. Si tracciano la mediana verticale e la linea di orizzonte alquanto piu. marcate e le altre linee punteggiate. Il punto di incontro delle, mediane centro i:iel


-160 foglip ;r;apvr:~senta .Ia.,proieziorw su questo,;elellÂľ, visua. . . , . . _ ; , , . .._ . le pr,incipaJ~. , .. ,.

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fig. 21 .


-

161 -

Se si considera ii' goniometro orientato al Nord geografico, la direzione. ,corrispondente al centro del pa~ • norama è quella del centro del quadro. Tale direzione si segna sulla mediana verticale, le altre ve'rticali si gradua:no di 20 in 2000 da sinistra a destra. Alla mediana orizzontale si dà la graduazione O e le altre orizzontali segnano _gli angoli di sito ·di 20 in 2000, positivi sopra il centro, negativi al disotto (fig. 21) .. Così preparato il foglio, si: riportano su di esso i punti individuati mediante le apposite battute goniometriche. ~d esempio un punto del terreno che in seguito a battuta goniometrica abbia dato dir. l,65 e sito 10,25 si segna in A. In questo caso la direzione principale . (azimut d~l centro del panorama da rilevare) è 1,20. Non avendo il goniometro ma disponendo di uno schizzo panoramico eseguito precedentemente con molta esattezza mediante battute- .goniometriche, si può procedere con· sufficiente ,approssimazione alla -deter-· minazione di obbiettivi che si presentino nel settore di· osservazione rapprésentafu nello schizzo. Infatti si ri- , porta a vista sullo schizzo 'panoramico l'obbiettivo e riferendoci alle graduazioni della quadrettatura del- · Io schizzo stesso, se ne trovano la direzione e il sito. Allora si può riportare .l'obbiettivo s~l piano di oss·ervatorio e determinare la sua posizione planimetrica e la quota come è detto al N.o 4. , · . ·Gli schizzi panoramici, oltre che rilevati sul terre·nò possono essere anche desunti da una carta topo. grafica almeno per quanto riguarda le linee principali e poi se .occorre completati sul terreno. Preparato il foglio quadrettato .come sÒpra è d~tto, e scelto il punto di osservazione, si traccia;sulla- ca:i:ta la .d irettrice-principale e se ne determina la direzion~ rispetto al NÒrd geografico. Tale-direzione è quella di base per la ·graduazione della quadrettatura del foglio ( di 20 in 2000) .. Lezioni di Art'igl1eria -

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-

162 -

lndi si segna ·sulla linea di orizzonte .la quota dell'os., servatorio e, sulle parallele la graduazione in millesi. mi in. meno o in ·piu (di. 20 in 2000) . . Col ra.1pporta:tore, orientato al Nord, si determinano gli azimut dei punti e col calcolo gli angoli di sito dei p unti stessi (differenza di quota rispetto all'osservatorio in 'metri divisa pei Km. della: distanza). -Ciò tiene luogo delle battute goniometriche. Lo schizzo .così compilato s·e rve bene per un primo orientamento non appena giunti all'osservatorio In seguito si possono rettificare con qualche battuta di goniometro taJunj punti piu ·important i per i quali occorra maggiore approssimazione e completare lo schizz9 panoramico con altri particolari. E' evidente che lo schizzo panorami,co può servire unicamente per operazioni che si svolgono sul punto da cui è stato rilevato. 12.o) Quaderno di .tiro. - I dati topografici, .determinati · per i singoli s,egni, saranno sempre registrati in apposito· quaderno di conveniente trac'ciato. In esso do,vranno an;c he registrarsi per ciascun segno, tanto · i àati t àbulari (riferiti alle cé.ndizioni normali) quanto, a tiro eseguito e regolato, i dati di aggiustamento, ridotti alle èondizioni normari.. Come è ovvio i dati · di tiro tabulari si potranno ·e dovrarinò ricavare e. registrare anche indipendentemente dalla immediata .esecuzione del t iro, salvo poi a utilizzarli al momento del bisogno. Il quaderno di tiro ~ òbbligatorio. PREPARAZIONE BALISTICA DEL TIRO. ' . 'Deter1ninazioni iniziali. - I dati di tiro sono sempre determinati in- base alla conoscenza delle relazioni di posizione fra ~ue ptmti: batteria (pezzo base)· e obbiettivo che si vuol colp'ire. La ricerca di questi elementi che, · come abbiamo visto, costituisce . la preparazione topografica · del tiro, è necessaria alla prepa_razione balistica, la quale basandosi:


-

163 -

Lo) Su dati noti a priori, e cioè: 1 peso medio delle partite dei proietti; caratteristiche delle partite degli esplosivi di lancio; . · . dati di r.egime dei pezzi; 2.o) Sui dati. misurati ai mamento, .e cioè: tempera-· tura.pr'essio.ne, direzione e .intensità 1el \'.ento, si propone di rtca:v.are i dati di·tiro.. occorrenti per l'apertura , del f.uò.co. . , Determinati, quindi i· dati ·di posizione, ie varie .oì:>e- · razioni da compiersi, durante la preparazione balistica sono: · Lo) . Scelta .d.elle munizioni; 2.o) Scélta della carica;. 3.o) Determinazionè dell'angolo di eleva~ione; 4.o) .Correzioni iniziali. , . Lo) . Scelta delle munizioni. - Per la scelta del proietto e della spoletta (con relativo innescamento) si deve tener conte. sia degli scopi tattici che si vogliono conseguire, sia degli effetti che si vogliono ottenere con speciali riguardo alla natura e posizione del bersaglio e : alla natura e ·.a lla ·conformazione del terreno · ad esso adiacente. · 2.e,) Scelta del'l a carica. - Gli elementi base per la scelta della cà:rica sono: · · , a)' . distanza é quota dell'obbiettivo; b) .·profilo del terreno nella direzione 'del tii'o; · c) -' natura e ,conformazione dell'obbiettivo, angolo di incideljza,' pro.babilità' di colpire ·è d èventualmente energia di urto. La consultazione deHo schema dimostrativo del sis,tema dei fasc i· d·i traiettorie, .che . è nella ,premessa delle relative tavole :di tiro, permette di determinare le cariche cori le quali è possibile colpire l'obbiettivo. Tra··le· diver.se càriche la scelta deve farsi con. parti-colare· riguardc., alla opportunità di realizzare il ·piu.


164 · conveniente angolo di incjdenza dell'obbiettivo con la energia di urt.Q richiesta. · Una carica piccola limita il logoramento della bocca da fuoco; ma la dispersione del tiro è generalmente maggiore (quindi minore. probabilità di colpire) e la velocità di urto 1è minore. · Per una carica forte i si hanno i fenomeni inversi. Pertanto fra le diverse cariche che soddisfano a tutte le dette condizioni è preferibile quella -che meno logora la bocca · da fuoco. · Ciò premesso contro bersagli verticali o di nÒtevolè rilievo sul terreno conviene impiegare la carica mag~ giore per ottenere la maggiore energia d'urto orizzontale. Contro .bersagli resistenti orizzontali conviene di scegliere la carica per la quale è massimo i"l prodotto della probabilità di colpire, p, (o del o/o probabile P) . per l'energia di urto verticale, ossia il prodotto: ·

m (U sen '6): 2 p.

.

2

i' meno che date le piccole dimensioni del- bersaglio, non convenga sacrificare l'energia ' di urto verticale per aumentare la probabilità di. colpire (1). Allo scopo infine di non essere obbligati a cambi.a re carica durante l'esecuzione del tiro, è necessario assicurarsi che l'obbiettivo sia -compreso nella zona battuta con la cà~·ica prescelta, in modo da lasciare disponibÌ}e un margine sufficiente per e.véntuali correzioni. 3.o) Determinazione dell'angolo di elevazione. - Vie~ ne ricavato dalle tàvole di tiro numeriche in corrispondenza del proietto usato, · della carica e della distanza corretta. · 4.o) Correzioni iniziali. .:_, (Quanto -viene esposto è letteralmente riportato · da un articolo della Rivista « ·E sercito è Nazione » ·- fascicolò del Giugno 1927).


_;_ 165 . Rilevati sulla ,c arta per il tiro la posizione del pezzo base e del bersaglio, è cosa facile misurare la distanza orizzontale Batteria-bersagli.o ed il dislivello bersagliobatteria. Con tale dato di distan.za, se le .condizioni ambiente, la velocità iniziale ed il peso del proietto fossero identiche a quelle tabulari, basterebbe cercare nella tavola di t iro l'elevazione corrispondente alla . distanza misurata. Rimarrebbe però ancora una correzione per il dislivello bersaglio-batteria, perchè come è noto, le tavole di tiro sono costruite considerando il bersaglio sull'orizzonte del pezzo. Poichè però .i:q, pratica tali condizioni sono 'difficilmente realizzabili, le variazioni di ciascuna di esse danno luogo a deformazioni della .t raiettoria che si manifestano con variazioni in gittata. Due sono le specie dì variazioni' che influiscono sulla traiettoria:: a) variazioni àccidentali; b) variazioni sistematiche. Variazioni a,ccidentali sono quelle che non si possono misurare ,e dipenpono da varie cause, le quali determinano variazioni · nell'angolo di proiezione, nel(t) Praticamente per il solo paragone fra le diverse cariche si può consi-

derare il quoziente

( u sen F

fig. 22

G

.,U,

C-oS

61

e)

'

dove F è la striscia longitudinale. Si ricorda .che le componenti del la !orta viva di arrivo si possono ricavare nel seguente modo (tig. 22) sia U la velocità di arrivo del proietto in un punto C e, 6 l' in e li nazione della traittoria In quel punto. La componente verticale sarà u scn f3 e quella orizzontale U cos (J Le forze vive residue in Kilogra~métci saranno;

m 0 2 sen 2

2

e

m U2 cos 2

2

e


-

166 -

la velocità iniziale e nel modo lungo la traiettoria. Tali èause agiscono per tut'ti i 'colpi in gradh diverso da un colpo all'altro ·e indifferentemente in un senso o nell'altro, e 'danno origine alla dispersione del tiro e • cioè .alla 'formazione 'del cdno . di dispersione delle · traiettorie. Variazioni sistematiche sono queHe dovute a cause costanti; che agistono in un·· dato senso e con· Uria data . iriterisit( ·e che sono perciè praticamente misurabili iq entità e segno.. Il loro effetto · è quello di spostare l'intero cono. · ' · ···te coà~iioni ptèventive del tiro tèndonò appunto a correggere questo spostamento. E' bene però notare che, non potendo di ogni causa determinare esattamente' l'entità, ed· essendo inoltre le formule che si impiegano solamènte approssimative, le correzioni iniziali del tiro non possono eliminare completamente ogni influenza deHe varriazioni. Il giudizioso uso délle correzioni, però, consentirà di avvicinare il centro dei 'tiri al bersag:1io, e ciò tanto mag·giormente·•quan'do piu },e correzioni ·sono ,s.tate calcolate con esattezza. I vantag_gf cl).e ne derivano sono: a) maggiore rapidità e facilità dell'esecuzione dell'aggiustamènto; . 'b) minor consumo delle munizioni; · ·e) possibilità di riprendere ·in· altro momento un tiro prec.edentemente aggiustato e di utilizzare i dati di tiro ottenuti su di un certo obbietttivo per batterne altri' che si trovano rispetto al primo entro certi limiti di' posizione. , • In ogni caso le correzioni preventive sono indispensabili quando non si ·può osservare il tiro per mancanza d1 osservatori adatti o quando si debba eseguire la manovra di fuoco di piu unità di tiro sulle stesso obbiettivo.


-

167 .-

Supponiamo di dovere eseguire un tiro a granata con una batteria da 75/ 27, impiegando la car ica normàle (V= 460 m/ s) (fig. 23 ) . .

JNOh'D

I·.

I .

r--,~8 •

Al

·<&-;.

.

1=4Q~~ ·

,' ~ 6 6 . S ,

o""· Fig. 23

Distanza topografka X = 6650 m. Dislivello h == r ·860 m.Direzione top9gi'afica· rispetto al Nord di = 26,65. Caratteristica di' regime del pezzo 6 V= - 9 m/s. Differenza fra il peso medio della partita di proietti e il. peso -tabulare di riferimento t:, p = -- 2,5 hg. Temper.atura media cariche t = - 3.o. ·Pr,essione B = 360 mm. Tèmperatura dell'aria 9o' = -- 50. InteriSità del vento 8 m/ s. Direzione del ·vento rispetto al N. 4,750. Angolo di sito. - Si divide il dislivello in metri per la distanza in Km. 860: 6,65 = 1,2900.


-

168 -

,.


-

J:b~ -

.>

+>'

NORMALE

..... ,.,.

--'I

:,, ~

16

'Sj<

N

oiJ

u:


-

170 .:.__

'S composizione clel vento. - Si adopera il grafico per la scomposizione del vento che è inserito nelle tavole di tiro. L'angolo con il quale si opera nel grafico (figura 25) è dato dall'azimut del vento 4;7500 meno l'azimut del bersaglio 26,6500, cioè: 4,7500 - 26,6500

Fig. 25 = (64.00 + 4,7500) (1) - 26,6500 = ¡ 68,75 -;-:: 26,65!).0... = 42;10.. . ,, Si scompone il vettore vento nelle due componen ti longitudinale e normale. al pi~no di tiro (figura 24); :. {I) Siccome la differenza sarebbe negativa si l\ggiunge l'angolo giro 21t=6400~'


-

171-

Le componenti (che si trovano facendo le proiezi,oni dal punto intersezione del raggio 42,1000 con la circonferenza contrassegnata col n.. 8 (intensità del ven· to) f?Ono: componente longitudinale W" = - 4, il•vento ac·· · corcia il tiro; componente trasversale W' = _'._ 7, il vento sposta a sinistra .il tiro. . ,, , Correzi(J{J?Je p-er· la ·.car,aitteristiocc di regime del pezzo base. -,, La variazione qi, gittata corrispondente alla variazione nota 'è d,a ta dq,: ,,0,,ç 6 V :cv Cv 9,8 variazione di git tàta corrjs·p ondente alla variazione di 1 :m/s nelie velocità iniziali. · · · · · ·, · . . · ' ·

=

=

:J_Cll_,

Di~tanz~. Cv 6000

. s·,5 .I .

6600

9,8 ..

7000

i:,x --'-'-....:.. ·9 9,8 ·= ·-'- 88

10,0

Corre.zione ' per la ·tèmperatura deUa carica. - Si ricerca il ,0,v corrispondente alla variazione di t emperatura dell'esplosivo con ·1a formula seguent e: ,0,,, 0,0014 ·.. V . i:.t in cui V è la velocità iniziale dell'esplosivo impiegato e 6 1 è la differenza. fra la temperatura dell'esplosivo impiegato nelle cariche per la costruzione delle tavole di t iro (200) e- quella delle cariche che si -debbono . impiegare (.l- 30.)< I:::. V 0,0014 460 (- 3 - 20). = 0,0014 460 (- 23) =:--14,81. La variazione.. di gittata corrisµondente. .. è data da: ,0,x 6 ,VCv -:- ~ } 4,81 X ,9,8 7"' 145 · Pe;o del pro{et~o. - A:çl una v.;;iazio~~ ~el peso del proietto corrispob.de una·· var i?,ziohè di gittata uguale al prodotto.

=

=

=

' '

'

=

·\


-172 -

Cp . Cct

Distanz;e Cv

- - --9,5

6000

--

(:;,X

=

t:,Cp

5,8

=-

=-

2.5 X 10, 1 25 9,8 J_2J... 7.000 10,8 13, 1 Cp = Variazione di gittata corrispondente a.ila va. riazione di 100 gr. nel peso del proietto. Densità dell'aria. - Dall'apposito grafico contenuto nelle tavole di tiro si rie.ave, il valore di A ò corrispondente alla pressione di 636 mm. ed alla temperatura di 50, · Valori di A ò ( centesimi) corrispondenti ai valori di B (in mm.. di mercurio) e di t (in gradi centigradi) . La variazione di gittata corrispondente alla v,à riazione di 6 ò ,è data da: · · 6600

B/t. 630

635

640

- 6 - 9,2 -8,5 - 7,8 - 5 -9,5 -8,8, - 8,1 -9,8 - 9,1 .....:.·8,6

.

Coefficienti

cp

Distanze

Cv

6000

,9,5

5,8

6600

9,8

10.1

7000

10,0

Cct -21,3 - 24,4 -

13,1 - 26,6

Cw"


-

=

ò. C o 3•3 ( - 24,4) ~ 214 t:,x

·= -

173. 6

Cd = variazione di gittata corrispondente alla varia.zione. di un centesimo della densità dell'aria.

Variazicme dovuta al vemto. - Variazione di gittata La variazione di gittata corrispondente ad un W" uguale a = 4 è data dal prodotto:

Coeffimernti

cd

Cw"

5,8

- 21 ;5

20,6

10,1

- 24,4

24,2

13,1

- 26,6

26,6

Distanze

Cv

r, \..,p

6000

9,5

6600

8,8 10,0

'

t:,x

=-

Cw'

= W" Cw"

4 X 24,2

=-

93

Cw" = var iazione di gittata corrispondente alla velocità di l m/ s del vento, nella direzione del t iro.

V ariazicme lateral?. - La variazione laterale corrispondente ad un W' = - 7 data dal prodotto.

Coefficienti Distanze

Cv

Cp

cd

ew ,,

I

Cw'

-

- -

20,6

8,1

10.,1

-21,3 -24,4 .

24,2

10,6

13, 1

~ - 26,6

26,6

11,9

6000

9,5

5,8

· 6600

9,8

7000

10,0_


-174 t::,z

W' Cw'

= - 7X10,6 ~= -74 - -Cw' = variazione laterale corrispondente alla velo-cità di 1 m/s del vento nel senso normale al piano di , t iro. ·Per correggere la quale si varia. la direzic.ne della quantità corrispondente a ti z e cioè:

-~ '~=~6,65 -= X Km. ·

1100

E poichè il vento tende a spostare il tiro a sinistra occorrerà aumentare la direzione degli 1100 ricavati. Riassumendo, le variazioni di gittata saranDo allora rispettivamente: ti x = - 88 per la caratteristica di regime del pezzo base; ti x --- 143 per le temperature delle cariche; .ti x = - 25 per la differenza nel peso del proietto; ",ti x - + 214 - per la variazione nella densità dell'aria; · ti x = - 96 per la componente longitudinale del vento.

= + 214 - 352 variazioni totali. 138 variazione globale. + 138 correzione globale: Per fare la correzione si dovrà iniziare il tiro. alla <listanz·a 6.650 + 138 = 6.788. · Dalle tavole di tiro si ricava allora l'elevazione corrispondente alla distaI?,za 6,788 che risulta a = 411 00. C.orreziorne per il dislivello batteria-bersaglio. Poichè il bersaglio ·è posto fuori dell'o.rizzonte del pezzo, all'angolo .di elevazione così trovato bisognerà apportare una correzione A a che si ricava dall'apposita ti x

-


-

175 -

tabella .~nnes~a alle tavole di tiro, in corrispondenza dell'angolo di sito misurato e dell'elevazione trovata.

.

angolo di sito

400°0

'

4.f 1°0

450°0

3500 3900

5400

-3200 3500 4900

I

- -----·, 130°0 0

140°

e::.

a= 3500

..i

Pertanto i..dati iniziali di tiro per il pezzo base sono: Direzione = /26..65+1100 = 26.7600. Alzo =41100 + 3500 = 44600. Sito = 1290.0. I dati di tiro iniziali p,er gli altri pe?Zi si ~·icav·ano tenendo eventualmente conto per ognuno.di èssi della differenza di regime e della differenza nella posizione topograficà del bersaglio rispetto a quella del pezzo base. Il problema della determinazione dei dati di tiro è risolto in modo rapido ,e semplice, senza calcoÌi, ma meccanicamente dal calcolatore per il · tiro mod. 25 che permette: . . fo) la determinazione dei dati iniziali di tiro in base ·alla posizione topografica dell'obbiettivo· e alle condizioni balistiche ed atmosferiche del momento; 2.o) la determinaziÒne· delle correzio,ni per la condo'tta del fuoco riferite alla quota dell'obbiettivo; 3.Ò)' la deter:minazione delle correziònì di aggiustamento per il calcolo dei dati occàrrenti ·nelle rìptese; i1ei riporti nei 't rasporti ai' tiro. · . · · . · . In mancanza .del calcolatore, · 1e éorreziopi pèr le correzioni d;el momento potranno essere , date molto r<,1-pidamente mediante la costrui ione di grafici con dati , tratti .dalle tavole di tiro numeriche e dalle .tabelle dei coefficienti di correzione. : . ' '


-

176 -

Per concludere circa la preparazione balistica si riportano le norme contenute nella nota T 41 dell'l spettor.ato dell'Artiglieria. Le operazioni per la preparazione balistica vengono ,eseguite dalla batteria, con le seguenti norme: a) la batteria basandosi sui dati noti a priori (cioè peso medio delle partite dei proiettili, caratteristica della vivacità delle partite degli esplosivi di lancio, dati di regime dei pezzi) e sui dati misurati al momento in cui è chiamata in azione (cioè temperatura, pressione, direzione ed intensità del vento) ricavati dagli strumenti di cui dispone (termometro, barometro, anemometro) dev.e con l'impiego del calcolatore per il tirc, o con opportuna utilizzazione delle attuali tavole di tiro numeriche e tabelle dei coefficienti di correzione, ricavare rapidamente i dati di tiro corretti per aprire il tiro di efficacia su qualsiasi obbiettivo compreso nelle zone di azione e del quale siano noti i dati di posizione. · b) Se si dispone del calcolcttorre per il tiro mod. 25. - Gon la serie di grafici per tutte le cariche, si ha un mezzo rapidissimo per la determinazione dei dati di tiro occorrenti, in qualunque condizione, nonchè per l'utilizzazione immediata dei risultati di tiro osservati (per l'impiego si rimanda alla relativa istruzione) . In ogni caso, per ridurre al minimo il tempo occorrente per entrare in azione con i dati correnti, mentre il comandante di batteria comunica ai pezzi i dati relativi alla direzione, al munizionamento ·da impiegare òd all'angolo di sito, si debbono subito iniziare in batteria le relative operazioni. · · Intanto, in base alla distanza topografica, lo specialista incaricato del maneggio del calcoltore, procede alla deter~inazione dei dati correnti, sia per le condi. zioni note a priori, sia per quelle che vengono lette sugli appositi strumenti al momento del tiro:


-

177 -

Ai pezzi vengonc. quindi comunicati l'alzo e le cof:. rezioni in direzione (scostamento e, correzioµe per .il vento laterale); non appena tali dati vengono ricavati dal calcolo stesso. . ,

c) Se. invece, si hGIYl)JW a disposizione soltanto le tavol? di _tiro attual·i nwrneq'iche,.oltre le previdenze di

cui al paragr?,fo b, 2-; alinea, si possono gradatamente accelerare le operazio.ni per ricavare la distanza cor~ retta, . mediante una serie di grafici costruiti una volta tanto a priori. Essi so.no della massima semplicità é di lettura molto agevo_le e da ciascuno di essi dé.!,ta la distanza topogra.fica del1'0b};),iettivo, si può ricavare immediatamente la distanza corretta, in conseguenza delle rispettive · variazioni delle condiz.ioni di base. . Di modo che, entrando sue.cessivamen:te in ciascun dei primi sei grafici con la distanza già corretta· per le c&ndizioni di cui ai gr:afici usati precedentemente, si ha; i n modo rapidissimo, la distanza corretta risultante in. base alla .q uale si ricava l'alzo tabulare che si corregge poi dèl ·~ · a. dipendente dal sito. MANEGGIO DELLO STRUMEN'.I'f). -,:- · Si investe il grafico ,che ,si deve adoperare col foro nel perno della tavoletta e lo si fissa con le quattro. _i;>l'esse a cerniera. Indi si applica il congegno di lettura, avvitandone il perno. · · Per spostare facilmente l'alidada rispetto al settore conviene tener fermo il settore servendosi del bottoncino di maneggio (b), anzichè premere il settore sul grafico. · Lettura del Grafico. a) -

Lettiira dei dati dellq, tavola .d i tiro.

_- I dati di tiro a , S e G in cor rispondenza di una certa distanza X si leggono nel · seguente modo. Si Lezioni di Artiglieria -

12


-178 -

porta il lembo di celluloide (1) a segnare detto valore sulla scala circolare della distanza x: lungo il lembo stesso, sulle rispettive circonfer,enze, si leggono i , valori cercati. , - I rimanenti dati della tavofa di tiro in corrispondenza di un certo angolo · di tirò i oppure di una certa spoletta G (se trattasi di tiro a tempo) si leggono in modo analogo, se sono segnati ·su graduazioni circolari. Se invece sono segnate su scal:e radiali si opera ,nella maniera seguente. Si porta il lembo di celluloide (1) in corrispondenza della scala radiale contrassegnata i oppure G e si sposta poi il cursc.re dell'alidada in ·modo da far segnare dall'indice il valore dell'angolo di t iro (o della spoletta) ,che interessa. Col rotare del raggio mobile l'indice segna sulle relative scale i valori cercati. (2) b) -

L ettura deU.e scale di equivalenza

À

V e,- L,\C'

Si ruota il congegno di lettura in modo da portare il lembo di ·celluloide (1) in corrispondenza del valore dell'argomento di cui si cerca l'equivalente il V o · iiC': lungò il lembo. stesso si legge tale valore sulla scala contrassegnata · A V, ÀC'. e) -

Lettura degli' abbachi delle corr.ezioni.

- Per la lettura degli abbachi delle correzioni in .distanza (per i quali non ;è segnata la scala delle correzioni al di .sòtto degli ab bachi), s'i opera nel modo seguente. Si porta il lembo di celluloide (1) in corrispondenza della scala radiale della distanza x . e si sposta il cursore dell'alidada fino a segnare la-distanza voluta. Si ruota poi · il congegno di lettura fino a {I) Qualunque sia la posizione ·del!' alidada rispetto al settore, (2) Per la lettura dei dati della tavola di tiro segnati sottò forma di abbachi{cfr. Tav. IV), si porta Il lembo dì cell uloide in corrispondenza della relativa scala circolare i. s i sposta l'indice fino a toccare la curva dì quota delil' obiettivo e lo si fi ssa a detta posizione. Rotando poi l'alidada, l'indice segn 1 valore cercando sull'apposita scala radice dell' abbaco,


- lW

portare la linea di fede del settore in corrispondenza del raggio zero dell'abbaco che interessa: fermo quindi il settore in tale posizione, si ruota l'alidada fino a che l'indice segni il valore dell'argomento col quale si entra nell'abbaco. La relativa correzione è data dallo spostamento angolare fra raggio fisso e raggio mobile e, se interessa conoscerla, si determina per mezzo della scala circolare della distanza. - Per· la lettura degli altri abbachi delle correzioni si opera nel modo seguente. Dopo aver fatto segnare all'indice dell'alidada. la distanza, si ruota il congegno di lettura (1) fino a che l'indice segni il valore dell'argomento sull'abbaco che interessa e lungo il lembo di celluloide si legge direttamente col. proprio segno sulla scala sottostante il valore cercato. Avvertenze. - Se fra i diagrammi dell'abbaco non vi è quello contrassegnato dal valore che interessa, si interpola a vista fra le due curve che comprendono detto valore. Se i diagrammi dell'abbaco non si estendono fi no al valore che interessa, si oper~ una sec<;m da vc.lta sull'abbaco stesso, per modo ·che ìa somma dei due valori successivamente considerati sia eguale a quello per il quale si vuol calcolare la correzione. Il congegno di lettura applicato sul grafico permette anche la esecuzione di somme algebriche. a) - Sormma ali/ebrica delle va.riazioni c,. V (o 6 C Si porta la linea di fede del settore in corrispondenza dello zero dell'a scala 6 V 6 C' (2). Fermo il settore in tale posizione, si sposta l'alidada fino a che il lembo di celluloide segni il valore di uno degli argomenti di (1) Qualunque sia la posizione dell'alidada rispetto al settore. (2) In tale posizione il raggio viene a coincidere col raggio del grafico con trassegnato «Condizioni di_riferim ento».


-180 -

cm s1 cerca l'equivalente .e, V ( o 6 C' ) . . Dopo _aver -fissato, mediante l'apposita vite,, la-posizione dell'alidada rispetto al settore, si ruota il congeg:no di lettura fino a .po.r:.tare il lembo di _celluloide in corrisp0nd.enza del valore ze,ro della scala 6 lì', 6 C' e, fermo il settor e, si sposta l'alida·da fino ·a segnare il valore-di un .secondo argom~nto d·i cui si cerca l'.e quivalent~-6 V ( u e:, C') e così di seguito. Portando poi la linea di fede (raggio fisso) in corrispondenza dello zero della scala· .6 V, 6 e' si ·legge su questa in corrispondenza del lembo di celluloide il valore tota1e6A ( o .e:, C'}. - ·

bJ - 8Cl(mma. alg~-br.~cà. dì piu corr:e-zioni in distam·za. Dopo a<Ver determinç1,to nel modo detto la correzione relativa ad un certo primo argòm,ento e dopc- aver fissato in tale posizione l'alidada al settore, sì ruota il congegno di lèttura fino a portare il lembo di celluloide in ·corrispondenia del raggio zero delrabbaco di secondo argomento. Tenendo fermo il settore in · tale posizione, si sposta l'alidada fino a ,è he l'indice del ·c ursore tocchi la curva dell'abbaco contrassegna-· ta dal' valore del nuovo argomento e si fissa l'alidada al settore: Il valore della· somma de1la prima e ·deila seconda correzione è dato dallo spostam.énto angolare . fra raggio fisso ·e raggio mobilè e, se interessa cono.s cerlo, si determina per mezzo · della scala ·circolare del:la distanza. Si procede in modo analogo per tutti gli a:ltri abbachi ,e· si ottiene così la ·correzione totale in · distanza conseguente. dai valori dei diversi argomenti.

un

e) - Somma, àlge1;>'rica di piu éorf'ei ioni in clire.zione e in spolettci. Si opera in modo ana1ogo al caso pr ecedente. I.


~

181-

ESEMPI DI TIRO A CARICA FISSA NEL . PRIMO ARCO. .. Si dispone del grafico relativo al cannone da 75 Modello 906/ 911/ 912, V = 460 111 /s shr apnel e g ranata, primo a_,rco, altitudine niedia ·origine 1000 m. (v . Tavola III) . Nel grafico Gli cui trattasi, poichè si può ·ammetter e che .le linee di scostamento e di spoletta coincidano con _le lin~e d'alzo, mancél,no gli ab bachi 6 Sh _e 6 011 per _le correzioni . iri scostamento e in spo1etta pér il _sito _del bers'aglio. Ìnoltr e fra i _·a ati di tiro p'Ìanca' lo <lCostamento,._p~i::chè, com'è tiò.tò, nel materiale qa 75 la derivazìorie è corretta automaticamentè mediant-e l'apposito dispositivo d'alzo. . . . . . ·. •

f

1.o ESEMPIO -

...

'

:

TIRO A GRANATA

: · À ) · Con-clizforni t-0pogra;fi:éhe: ,

Dist_anza: topo.grafica · . Dislivello . . Direzione t9pografica rispetto al · ·Nor d . ('az!mut) , ..

·.

,,

·x t = 6650m. h = + 920m, dt = 26,6500

·. B). Condizioni balistich:e: · · . ' . . . .

.

Cai~atteristica _di r-e gime del pezzo base (rispetto alla partita di e~ s1jlosivo Ghè si adopera) . Differenza ..fra il peso medio della. part1ta. di pro'i-e ttL e · il pe~o tac bulare,di riferimento (kg. 6.,500) Tempe~atura media ·delle cariche_

,.

6

v - -:-9 m/s

2,~ hg 6 p~ ..:..__ t = ·-~ '30 _


-182 C) Condizioni atmosferiche:

I pressione . · Stato dell'atmosfera I tem per, dell'aria Vento medio

azimut I intensità

1

B = 636 mm. ç= _ 50 4.75° 0

7 m/s

DETERMINAZIONI PRELIMINARI. A ngolo di sito. - Si adopera l'abbaco pel cakolo del sito poste. sul rovescio della tavoletta. ·Si fa passare una retta (servendosi di una riga o di un filo) per i valori h =·920 e x=6650. La verticale passante per la intersezione di tale retta con la scala di lettura dà, sulle rispettive scale, il valore dell'angolo di sito s

= + 140°0 = + 137 m /

111 •

Componenti del vento. - Si ~dopera il gr afico per la scomposizione del vento posto sul rovescio della tavoletta. L'angolo con cui si entra nel gr afico è date. dall'azimut del vento 4.7500 meno l'azimut del bersaglio 26,6500 cioè 4.75 - 26.65 = (64.00 + 4.75) - 26:65 "." 42.1000. Le componenti (che si trovano facendo le proiezione del punto intersezione del raggio 42.1000 con la circonferenza contrassegnata dal numero 7, intensità del vento) , sono: Componente longitudinale W x = .,,. - 4 co~ponente trasversale W.z =- 6. -· D. V totale in peroe.nto . di V . - Se il 6 V per la caratteristica di regime della bocea da fuoco (riferita alh partita di esplosivo che si adopera) è conosciuta in m/s, occorre esprimerla in per,cento di V . Nel nostro caso il e, V in m/ s è - 9. Poichè 4,6 è il percento di V , e:. V in percento di V è - 9: 4,6 cioè circa - 2.


-

180 _ - - - - ~ - - - - -

Si porta la linea di fede del settore in corrispondenza dello zero della scala 6 V, 6 C' ; tenendo fermo il settore, si sposta. l'alidada fino a segnare col lembo di celluloide su detta scala il valore - 2 e in tale posizione si fissa l'alidada a.l settore per mezzo della vite di pressione. Si porta poi il lembo di ,celluloide sullo zero della scala stessa e, fermo il settore, dopo aver aperta la vite di pressione, si fa rotare l'alidada fino a far segnare sulla scala t il valore - 3. Si fissa in tale posizione l'alidada al settore e., rotando il congegno di lettura, si porta il lembo di celluloide a segnare lo ze,. ro della scala 6 V, 6 C' ; e, fermo il settore, si ruota l'alidada fino a segnare sulla scala .e:. p (relativa al .e:. V) il valore - 2,5. Senza spostare infine l'alidada rispetto al settore, si porta la linea di fede del settore sullo zero della scala 6 V, 6 C' e sulla stessa scala, in corrispondenza del lembo di celluloide, si legge il e:, V totale - 3,5 e se ne prende nota. e:, C' totale in percento di C'. Si porta la linea di fede del settore in corrispondenza dello zero della scala .e:. V, e:, C'; e, fermo il settore, si fa segnare sulla scala B il valore della pressione 636. Fissata l'alidada à l settore, si ruota il congegno di lettura fino a far segnare al lembo di celluloide lo zero della scala 6 V, e:, C'; e, fermo il settore, si ruota l'alidada fino a segnare col lembo di celluloide sulla scala ç il valore -5. Indi, senza variare la posizione relativa dell'alidada e del settore, si porta il lembo.di celluloide sullo zero della scala 6 V, .e:. C' e, fermo il settore, si porta il lembo di celluloide a coincidere col valore - 2,5 sulla scala t::, p (relativa al 6 C') . Poi fissata tale posizione dell'alidada rispetto al settore~ si porta la liL nea di fede del settore sullo zero della scala i, V, 6 C' e si legge in corrispondenza del lembo di celluloide ¡e sulla stessa scala il t::, C' totale - 2 e se ne prende nota.


- ' 184 ~-

DETERMINAZIONÈ DEI DATÌ DI TIR0 INIZIALI. ' . · .Distanza corretta e, dati di tiir() del -rnornento. - Si porta il lenibo .di :cellu-loide in co.rrisporidenza delia scala radiale della aistanza x e si sposta·· il· cursore de.U'alida:da fino a far . segnare all'indice -la distanza topografica 6650 dè1 bersagliò. Si fa poi rotare il congegno di-lettura fino ·a portare la 'linea di fede in corrispondenza del ·tàggic, zero: dell'abbaco e::,xv ; fetmo quindi · il settore in ta;le posizi ·one, si ruota l'alidada · fi no a che Fin dice segni· il valore totale di tS. V prima trovato, cioè. (interpolando a v.ista) la :curva centrasi:;egnata -=- 3,5. . ·,. , Fissata l'alidada al settore .in tale posi-zione, si po.r_ta -il lembo di celluloide sul raggio. zer.o dell'abbaco 6.xe ;. e, .fermo .il settore, si sposta .l'alidada: fi nct a far segnare dall'indi,ce i! 6 . C' totale. già ricavat.9, cio,è la curva contrassegnata - 2. . . . Poi, sempre lasciando inalterata .la pc,sizione relafo~a .dell'alidada e· del settore, s.i porta il lepibo di cel~ luloid:e :sul raggio ze,ro dell'al:ibac,o e::,xw é, fe,rino ff settore, sLruota l'alidada fino a che l'indice tocchi la curva - 4·.. (compoi1ente ·1ongitudinale del vent9). · Poichè, il e::,x qovuto <11 6 V, '6 C' e W è f 300 m. (come si legge servendosi . della scal'a circolare qella distanza x)., si spòstà l'indice dell'àlidada fino· a segnare 6650 + 300 ossia .6950 (s'ervendòsi 'deJ!a ·scala' radiale i ). Si ' porta· il lembo di éelluìojdé sul raggio ze.ro ·de1l'abbac6 6 ;s è, ·fermo -il setto;r:e, ·sj rùòta l'alidada fino a far segriare dall'inaice lai curva contrassegnata + 14000 · (valore dell'angolo di' sito .itr millesimi ·conv-ertzionali) .' · · · · Fiss.ata l'alidada al s~ttòre, .si' 'ruota it congegno di l~ttùra fino a po1"tare la linéa di fede: del settore in ·cori"ispondenza del valo.te 6650 sulla graduazione· circolare della distanza x. Su detta graduazione il lembo


· -

18.5 _:__

di celluloide segna il valore della dista,nza corretta 7320 e lungo il ,lep.1b,o stesso, sulla rispettiva graduazione,, il valore dell'alzò del momento r:J.= 450 m/m. La correzione alla direzione topografica per il vento trasversale si d~termina nel seguente mod0: Si fa segnare all'indice la distanza corretta 7320· e, qualunque sia la posizion~ dell'alidada·.risp.eùo al settorè, si por:ta l'indice a to,c care la, curvà ·Cont:ra,ssegnata - 6 .nel-· l'a'ribaco 6 Sw : sulla scala sottostante, in corrfr~pondenza del lembo di cellulc.ide, si legge + 1000. · Pertanto, i dati iniziali cli tiro per il. pezzo . base sono: direziòhe = ' 26.6500 + 1000 26.7/500 alzo =-·4 .50 m/ m . . . sit0 = + 1.37 m/ m. I dati -'di tiro 1:n'i,;iàli ·per' (}ti altri v e,zzi' si_ ric~vano tenen:do eventualmente contò, per ognuno d1 .essi, della differenza: di regime: e della djffer enza nella posizione . tc-pografica . del. bersaglio rispetto a quella .del pezzo base. · · · · · · · ,~

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Con<>otta òel fuoco

Aggiustamento eseguito in base ai dati corretti (art. 3 pag. 129 Istr. sul tiro). Sempre, quando possibile, l'ultima fase per la determinazione dei dati di agg'iustamento dovrà es~re a percussione. Avendo dati topografici precisi, balistici ed atmosferici accertati: 1.o periodo (approssimazione a 2 striscie) : forcella zero. Si prosegue con lo stesso alzo con un sol pezzo dalla stessa parte. Correz. ore. zero d ue co1p1. d.1 2 F fi no a d avere » confer. un colpo giusto, si prosegue con lo stesso alzo. 2.o periodo (appross. a 1 F; a meno di 1 F partendo da forcella zero): con '10 stesso 'a cavallo: si prosegue \ ai colpi g'iusti pezzo 4 colpi con lo stesso alzo. }lo stesso senso I della (Gruppo edl J da una parte: alzo di prova) Correzione di 1 F I minoranza. L'alzo del pezzo impiegato e di questo periodo può essere alzo di prova per gli altri pezzi. 3.o periodo (approssimazione a meno di 1 F):

l

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..

col Io stesso\·Se. il primo I Ci si basa su1[4 a 4 - 5 a 3 stesso alzo pezzo 4 colpi gruppo risul- i risultato 'l1de- 6 a 2 - correz.a112 F tò a cavallo / gli 8 colpi 17 a 1 » a 1 F I ·=·il . pr·imo . .,Se , 11 ... 2, t 3, tutti ancora stessa parte 2 ruppo di /se · _ s esso a 1zo 0 gprova gru.PP riSul Se 3! o tutti . parte opposta·· alzo to da una , parte mtermed10.

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0

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-W7 .L'alzo del pezzo impieg'a to di questo periodo può può assumere come alzo di aggiustamento definitivo per gli altri pezzi. Aggvustamento eseguito .intera1nente col tiro· (art. 4, Pag. 132, Istr. sul Tiro).

:fi\

Per obiettivi prossimi alle l1 nostre linee, i dati iniziali a fuoco continuo co1 cèmcorso di ,g 1· si aumentano da 6 a 12 F .. uno o piu pezzi .gI Non si sparano piu di 8 col, e basandosi sul ~; pi con gli stessi dati. risultato di due 0 Variazioni di 2 n F. Per gli · o più colpi. ,....j obiettivi prossimi alle noi stre linee di solo 2. F .

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Correzioni pari ad una potenza di 2 F fino ad ottenere forcella di 2 F o for-cella zerc.. Ottenuta forcella di 2 F ve., rificare (forcella confermata).. Corr.ezioni 1'.on ~a~gJori di .g 1 2_F _per gli .ob1et:t1V1 pros1 .2 s1m1 alle na;stre l!n~~. 1 tal caso 1 alzo 1mz1aJe s1 t ~n o../ alluJ?.ga di 6 F, e non si ac,....: ,corc1a senza vedere 2 col/ pi lunghi. Proseguire con l'alzo intermedio della forcella di 2 F confermata, o con quello della forcella zero comunque ottenuta. Si fa a meno dei gruppi di prova se nella ,,erifi.ca si hanno entrambi i colpi

g/perripetuti colpi singoli ·e · ;: '(2 se necessario) g·eneralmente col concor so di più pezzi.

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~

1

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-

188 -

~ 1·· , contrari (app~;ç,ss'imaz, a meno di 1 F) . . ·;: · Alzo di èolpò giusto. Equi~/ vale all'al~o intermedio di ...... , forcella d1 ·2 · F conferm.

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Se si impiega un solo .pezzo e con l'alzo intermedio di una forcella di due F conf. · o di una forc. zero, o di un colpo giusto (appross. '. a 2 F).. . , Si prosegue come nel 2.o e 3.o periodo dell'aggiustamento in base a i dati corretti.

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J ;::-- ·,s·1 pr~.segue come per l' aggms . t·amen• .8.'cn ~ ro ·to 111 base al senso delle deviazioni . ."C~ ,.g : ~ · ·1 S, e 1a media delle deviazioni risùlta ·C .,..; '. ~ S; 93Jì--;. ~ oo

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minore di 1/ 2 F si prosçgue con

~ ; ~.8 :] :\ , lo stesso, alz<;> .per . l:)asarsi sul ri-o o · c,-i .So · sultato degli 8,-: o :6 ~colpi ·(secondo "@ :e o ro· ::i . . · · ) · ::i

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si ha così ,approssirnazione a meno F

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-

189 -

AGGIUSTAMENTO IN DIREZIONE .

Se la direzione risulta fortemente errata, si corregge del necessario. General mente ci si basa su quattro colpi facendo correzioni di -4 F (di 2 F per obbiettivi prossimi alle nostre linee) . Eventu almente si corregge della media delle deviazioni. AGGIUSTAMENTO I N SPOLETTA. Si p~oseguirà come per ì'aggiustamento a. percussione facendo corrispondere ad un a correzione di alzo .di 2n i.i if un correzione 211 i.ìGF I ndi : per la granata: si diminuisce l'alzo convenientemente. Per lo shrapnel: si porteranno gli scoppi a terra e si din:iinuirà la spoletta del necessario. Oppure su una traiettoria certa.mente lunga si varieranno gli scoppi (variazioni della sola G) con le regole note, {ino ad aggiustare il tiro sulla verticale dell'obbiettivo per poi regolarsi come precedentemente. · RIPORTO DEI DATI DI AGGIUSTAlvIENTO. : a) Obiettivo di fede nelle migliori condi zioni di osservazione. b) I due tiri devono eseguirsi nelle stesse. con0 i Cl) dizioni atmosferiche (simultaneamente con ~ "O • . un pezzo quals iasi o subito dopo) e balistiche. :.O~ . c) Differenze topografiche per obiettivo da bat..g ~ tere e di fede: non p iu di: e 10000 di direzione ~ 1 , 400 m. in gittata 100 m. in quota (v. nota pag·. 150 Istruzione sul Tiro).

w

·


-

190 -

Non occorre ,conosc,e re con esattezza la posizione topografica dell'obiettivo di fede e nemmeno le condizioni balistiche ed atmosferiche <J) del tiro. '1:1 I ~· Dati di aggiust. del!' obieq stesse condizioni . =-o .8 1 tivo da battere da ia Ga } atmos~e~iche 0 1- » di fede dF iF GF e balistiche i; .e,.§ Coefficenti per la ripi;esa del tiro: ..., '"'..., -~ ..- :.O K _ d d rJ' _ i i Kg _ a n

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~ Nuovi dati •di agg. ' dell'oÌ::: • • ., G'

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·e Dati per la ripresa del ti-

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ro sull'obbiettivo da I battere , d'B == d'F + k'D i'B

B-

+ kC

OB = O'F X Kg.

. . . stesse cond1z10m balistich~ ed atmosferiche

1 I t

\ Osservando sempre le condizioni a) b) c) precedenti si rileva la posizione di un gruppo o di 8-12 colpi a tempo o percussione. Per ri-o· prendere il tiro con· lo stesso pezzo e gli steso si dati, si ripete prima il gruppo, e se indio. o. con chiamo ::l ... o.

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le correzioni, prese col proprio segno, occorrenti per far sovrapporre questo s~condo centro al primo, perchè non varia.no le condizioni balist1che ed atmosferiche del 2.o gruppo d'_d +Ad

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Os ' _- (G'+tiO)K e e g


-

191 -

TIRI DI EFFICACIA (art. 6 pag. 122 Istr. sul Tiro) Si impiegheranno possibilmente le stess·e munizioni e le stesse partite. 1) Se i dati di efficacia provengono da aggiustamento immediato, si miglioreranno come è indicato nel 2.o e 3.o periodo dell'aggiustamento in base ai dati cor.retti per migliorarli poi ulteriormente pezzo per pezzo, basandosi, su gruppi di 8-12 colpi. Si correggerà di 1/ 2 F se la proporzione ,è di 6 a 2, 9 a 3, 10 a 2: Si correggerà di 1 F se la proporzione è di 7 a 1, 8 a O opp. 1~ a ·l, 12 a ,O. /

2) Qualora i dati di .efficacia provengano da.JA,n aggiustamento remoto e si presuma siano approssimati a piu di 1 F, converrà applicare rintero aggiustamento in base ai, dati corr,ett i. Vedi N. 308 a: pag. 157 (Istr. sul Tiro) nel caso in cui l'approssimazione. presunta non superi 1 F. 3) Nei tiri di neutralizzazione riprese con pause mai uniformi. · 4) Nel tiro con piu alzi è da considerarsi normale il procedimento per g-ruppi (cominciare dal limite su. periore) ed eccezion·ale, o limitato ai piccoli calibri il procedimento per serie. 5) Nel tiro a tempo, e qualora la zona da battere sia pressochè orizzontale, ma a quota diversa della batteria, ad una correzione .:i, (cui -corrisponde in gittata Ax), l'alzo dovr à ulteriormente essere diminuito ( s> o ) e aumentato ( s <o ) d'una quantità. .:i Xm X _

Dkm

'°


-

192 -

Se il terreno ha una pendenza p. la precedente correzione diventa 6

Xm ( -=)

D km

P -

Alcune volte (obiettivo' dietro ostacolo) converrà modificare la spoletta · (v. n. 314 pag. 161 Istr. sul Tiro) . 6) Vedi n. 315 pag. 165 nel case di obiettivo ch<l avanzi in angolo morto. 7) Se·A è l'area da clistmggere occorrono colpi

N --

21~ h

n - colpi necessari per m2. h ~ profondità bersaglio in F.

Per la distruzione di 1 mq. di reticolato speditivo n = l,25 per la granata da 75, n = 0,125 per la granata da 149/ 12. 8) Fronte d'azione efficace dei· proietti. 20 .a 50 m. nel tiro a percussione \ per piccoli 15 a' 70 m. per la granata a tempo I e medi .c alibri . 15 a 30 m. per Io shrapnel. TRASPORTO DI TIRO (pag. 167 I~tr. sul Tiro) Olre alle condizi on i di cui al n. 251 di pag . 136(Istr. tiro)

a) la posizione relativa dei dué obiettivi A e B deve essere conosciuta con precisione. _ b~ i tiri devono eseguirsi nelle stesse condizioni balistiche. e) aggiusta.mento sull'obbiettivo· ausiliario · A ccn appross. a meno di 1 F. d) limiti fra i due obiettivi: . ) distanza 1000 m. I · vento trascurabile I direzione . nessuno I quota ·


-193 -

\ distanz,a 1000 m. vento noN trascurabile · \ direzione rnooo (*) r ,quota 400 m.· (*) L'angelo di trasporto , potrà essere ta.nto pm

:sì

gran~e di 10·000 quanto minore è il ~·_a ppo~·to V In part'icolare 16000 25000 50000 per. vento fittizio · uguale a 3, 2, ·1 pe·r cento di V cos i.TRASPOJ.tTO IMMEDIATO , Dopo un aggiustame~to ,·si;i A, tinchè no.n variin0 le c0,ndizioni balistiche· ed atmosferiche per l'obiettivo B da battere · ·

+

. direzione = dA + ild il . Str alzo corrispondente · a X c;i = X ll + Xn . -¼o- il X A ¼ ed al sito Eu · ·Spoletta G-' X Kgt . essendo: dA = direzione di aggiustamento sl:lll'obbiettivo au.siliario · il,1= antolo di trasporto. ilS, = diffeFenza fra lo scostamento dei due obbiettivi. X.,,= distanza toppgrafica dell'obbiettivo da batteré. ' · il Xft:.¼ = differenza percentuale della distanza. topografica avuta nell'aggiustamento su A. · Kgt = rapporto fra le spolette tahula.ri dei due obiettivi. · Nel caso in cui 1e differenze di distanza e quota fra ..,due obiettivi siano rispettivamente cli 400 e 100 m., . l'alzo 'per B può essere quello di aggiustamento -su A · modificato della differenza degli alzi topografi,ci dei due obiettivi, cioè quello ~orri~pondente a Le;ion i di 'Artiglie;ia -

13


- ·194 -

o.cs = aA (aTB-aTA) Per l'agg·iustamento sull'obbiettivo ausiliario non occorre conoscere le condj zioni balistiche. ed atmosfe- riche del tiro. L'obiettivo. ausiliario può essere sostituito dal centro di un gruppo di 8-12 colpi a percussione o a tempo (vedi no.ta 1, 2 a pag. 169 !str. sul. 1',iro). In oaso di urgenza con un pezzo si ricavano i dati per f obiettjvo ausiliario, cogli altri si inizia il tiro coi dati topografici possibilmente corretti. TRASPORTO NON IMMEDIATO. Qualora si impieghino la stessa carica e .la stessa partita di munizioni e si possa tener conto delle variazioni atmosferiche e della temperatura della ca.rica. l} Obiettivo ausiliario in qualsiasi direzione, ma a dista.nza e quota differenti, di non oltre 1000 e 400, m. in piu o in meno. Il procedimento è analogo al precedente, solo che occorre tener conto delle variazioni delle condizioni atmosferiche, quindi: direzione = dA + ~d + .l:; + ~~ wz < alzo corrispondente a Xcs = X 8 + 1~0 Xs ~ XA °lo + 2 ~X e al sito es Spoletta Gs = O A . Kgt + ~ 0 6 0 essendo: d s,0, wz la correzione di scostamento per la variazione ,0,wz 2 ·A. X la. correzione te.tale in distanza per le variazioni accertate fra i due tiri. D-068 la correzione in spoletta per la variazione 68 2) Quando le differenze di distanza e quota non supera.no rispettiva·mente 400 e 100 m. basta aggiungere a ll'alzo di aggiustamento su, A la differen za fra gli alzi tabulari e la correzione 6 i per 2 6X


................................................................ Armi portabili In g·enerale qualunque oggetto, arnese, mezzo o apparecchio che serve di offesa o di difesa è un'arma. Arma portatile è quella che coll'equipaggiamento di guerra, può essere facilmente trasportata ed impiegata da un solo uomo. Artiglieria è quell'arma di grandezza e potenza maggiore dell'arma portatile, che presenta speciali ca.ratteristiche di munizionamento, di celerità di servizio e di tiro, di mobilità, di protezione., d'installazione, d'impiego assai diverso e complesso non solamente rispetto all'arma portatile ma anche rispetto alle stesse varie specie d'arma. Le armi portatili si classificano come segue:· 1) Bianche. 2) Da fuoc@. 3) Complementari. 1) ARMI BIANCHE.

Le armi bianche si dividono in due grandi categorie: offensive e difensive. Sono armi bianche quelle la cui azione è di offendere con la loro forza viva a cui provvede il braccio dell'uomo. Sono armi bianche difensive quelle la cui azione è di coprire ed attutire gli effetti d'urto delle armi offensive sia bianche sia da fuoco. , Lè armi biamche o'ffensìve moderne sono generalmente classificate in quattro categorie: a) Armi lung_he la taglio e punta: esempio la: sciabola.


-

196 -

b) Armi corte da taglio e punta: esempio I.a ·sciabola-baionetta, il coltello-baionetta. c) Armi lunghe da punta: esempio la lancia, la spada. · . d•) Armi corte da punta: esempio la baionetta, I.a spada-baionetta:,, il pugnale. · Le armi bianche difensive moderne f:lOno genera!-· mente' ,èlassifiC:ate in 3 categorie: el_mi, corazze scudi. ARMI , BIANCHE ITALIÀNE. . . Sciàbola-9aionetta, per armi Mod. 91. . Ha lama piatta cortissima diritta ad un solo taglio ,con falso in ·punt<} e così ·compot,fa: lama crociera ad anello-cappuccio con incastro per il passaggio del fermo, piolo con dente a molla, guance di legno, fodero di cuoio ,con coppa a punta di ottone. L'incontro del fermo del bocchino della canna con l'anello . cl.ella crociera investito l?Ulla canna risult_a sotto la canm\ col taglio rivolto in alto. ' Peso: senza fodero Kg..' 0,340; con fodero Kg. 0.,475. Lunghezza dalla lama: M. 0,300; to,t~le IVI. 0,414: Sciabola di cavalleria Mod. 71', Le parti della sciabola sono: a) La lama. · - b} Il forni mento. c) Il fodero. La fo,ma lè' di acciaio, leggermente ricu'rva; in essa si notano: la punta, il taglio, il dorso, il falso taglio, il codolo. , Il· fornimento· è il ' complesso ·deUe ·parti che fissate all'estremità della lama, ne rendono facile è sicuro il ma,,neggio. ·ì · · Queste parti sono: l'impugnatu'ra, di legno di pomo; la ,guardìa,·' di acciaio, con dué 'elsè; la cappetta. la ghiera, e · il bottoncino del còdolo- di ferro. ·


-

197 -

Il fodero è di lamiera d'acciaio. In esso si notano: la boc·chetta,- la fa~cietta con ·campan'ellà e la cresta. · 2) ARMI DA FUOCO. Le armi da fuoco portatili a tiro teso sono. generalmente automatiche e si raggruppa:no in clue grandi categorie: pistole, fucili e moschetti, mitragliatrici. _Lo Gruppo: ar~i ordinarie (antiquate), a caricamento successivo.; .a T,i petizio),'le. 2.o Gruppo: armi automatiche; a ripetizione aùtomatica. Fuoile Modell o 1891 . Calibro: mm. 6,5. Sistema: ri:Petizione· ordinaria, a cilindro scorrevole e girevole. Caricatore: a pacchetto metallico con 6 cartuccie. Peso: senza sciabola-baio· n etta Kg.' 3,900. -Arma bianèa ·sciabola-baionetta corta: Arma: 1) Canna: lunghezza mm. 780; 4 righe· elicoidali , volgenti a destr,a. · · · · 2) Culatta mobile; avvitata alla canna. 3) Congegno di caricamento e sparo. a) Meccanismo di otturazion:e; · cilindro ·otturatore con appoggio anteriore, simmetrico ad alette, manubrio. b) · · percussore, molla a spirale, tuMecc.ani- Ps1~~~s-) betto ' mol,)ilè, .. bot tone, grilletto smo d1 ca( con tavola a due gobbe. · ricamento c tto)bilancie ( r~tegno. dell'otturatore, ee sparo s a re con (' SJ?Ulsore·a molla, e dente · d1 scatto. . , · ,' c) Meccanismo di sicurezza: tubetto mobile, scorrevole e girevole: distende la molla del percus·sore, ha un · nasello di presa.


-198 -

·

d) Meccanismo di ri-lscatola serbatoio, . . · · petizione (a serba-Jelevatore con ,molla a lamina, . toio fisso, centrale,,<gancio d'arresto del caricatore prontament cari- caricatore metallico, cabìle. e scaricabile pacchetto (sei cartucce). e) .Meccan~smo di_ estra-ìestrattore a gancic,.' z10ne e d1 ,espulsione del~ • bossolo. , espulso1 e con molla. 4) Conge.gno di puntamento: Mirino, alzo a · qua. drante con alette ,e tacche di graduazione. . 5) Cassa: Di legno di noce in un solo pezzo; bocchino con fermo di sciabola-baionetta; calciolo; fa- · -scietta con maglietta; molletta dì f ascietta; piastret-· ta. con maglietta, copricanna di legno, corto. Scomposizìone:. a) togliere l'otturatore dalla culatta mobile; b) far ruotare il ,cane rispett0 al cilindro, <!,vvici·nandolo; c) svitare il bottone; d) estrarre il tubetto; e) estrarre il cane. con guida; f) togliere la molla a spirale; g) estrarre il percussore. , . Rico1nposizione: a) rimettere il percussore nel cilindro; b) rimettere la molla a spirale; c) rimett~re il tubetto; d) rimettere il cane con guida; e) avvitare il bottone; . ... f) far ruotare il ·cane rispetto al cilindro allontanandolo; - · .. ' g) introdurre l'otturatore nella culatta mobile. .


Caricamento:

a) Spingere il nasello del tubetto di sicurezza in avanti e girarlo a destra; b) Aprire l'otturatore; c) Introdurre un caricatore nel serbate.io; d) Chiudere l'otturatore. FUNZIONAMENTO. Introdotto un caricatore nel serbatoio si spinge avanti l'otturatore, la cartuccia superic.re del caricatore viene spinta in avanti, s'impegna ,con la estremità anteriore nella camera, resta presa col fondello del risalto semi-anulare dell'otturatore e dal gancio dell'estrattore; abbattendo il manubrio l'aletta destra del cilindro otturatore rimonta il piano inclinato dell'incastro destro ed assesta completamente la cartuccia. Nella rotazione del cilindro il suo incastro elicoidale viene a trovarsi sul prolungamento del risalto elH coidale e della guid~ del cane, ma questo non può avanzare per.chè trattenuto dal contrasto del suo dente d'arresto del cane con il dente di scatto. Se si preme sul grilletto si determina la discesa del dente di scatto, il percussore solidale col ,cane può allora avanzare, spinto dalla molla spirale che si distende e viene con la sua punta a battere con forza contro l'innes,co de1la cartuccia. Se si vuole sparare un secondo colpo si rialza il manubrio; nel disimpegnarsi dalle alette dell'incastro, quella di sinistra, strisciando sul piano inclinato fa indietreggiare il cilindro, producendo in tal modo il distacco iniziale del bossolo. Contemporaneamente il cane, non pot~mdo seguire il moto di rotazione del congegno, striscia col suo risalto nell'incastrò a rampa elicoidale fino ad appoggiarsi nell'incavo praticato sulla base poster.iore del cilindro, trasportando indietro l'otturatore, il


---:- 200 -

bossolo viene estratto, nel mentre che l'espulsore va gradatapiente sporgendo· dal foro di culatta mobile; man mano che vi scorre s.o pra la parte piu incav,;1,ta della scanalatur,a inferiore del cilindro, arriva un momento in cui il bossolo viene ad' urtare contro l'espulsore; ciò provoca la sua proiezione .fuori della éµfatta mobile verso destra; indi l'otturatore si arresta Pfrchè 1'aletta destra del cilindro urta contro iL ritegno. Riportando avanti l'otturatore ed' abbatteri.do destra il manubrio, si ripetono tutti i moviµienti avanti d~" scritti. Se l'arma carica non si vuol trasportare col percussore armato, occorre portare il ·d ent.e .del tubetto in corrispondenza · dell'incavo posteriore dello spacco del cilindro otturatore, la molla spirale resta distesa, ed ,è impedito qualsi.asi sparo a,ccidentale. Così l'arm.a risulta in' <~ posizione µi sicurezza», e9 inoltre· resta impedita l'àpel'tura dell'otturatore. . ... Essendo l'arma ' nella posizione di sicurezza, per ri~ portarla nella. pb.siziorie di sparo o ;per àprire l'ottura~ tore: si ' opera inversàinente, agendo. sul nasello del tubetto. · · · ·

a

. Fig. 26 .

MOSCHETT'o MOD. .. . , 18~1. ·' C~librd: mm.. 6,5. Peso: senza · sciabola-baionetta ·Kg. 3.


-

201 -

La ·differenza dal fucile modello 91 e dal moschetto 91 sono r.i:cavate .dalJà. canna; in ve.lata due :{<r,ialzi pri-

smatici» uno suÌla generatrice superiore,. costit uiscono · la base. del mirino. e ·serve d'appoggio atl'anello della sciabola-baionetta; uno sulle generatrici inferiori ser. ve scfo d'appoggio .all'anell9 a . crociera. La cassa, arrivata fino a circa 78 mm. dalla bocca, ha il canale .p~r la bacchetta: Ha il bocchino con fermo orizzonta.le per· la sciabola,baionetta; chiocciola per la bacchetta, maglietta per la cinghia,· copricanna dall'alzo al bocchino. La bacchetta è in un solo pezzo · lunga mm. 420. La sciabc,Ja-ba.ionetta differisce dà quella del fucile Mod. 91, poichè lo spacco del cappuccio che investe il fermo del bocchino è ·orizzontale. Lé mu'riiiioriì sono le medesime del fucile M6d. 91. · '·

CARTUCCE REGOLAMENTARI PER ARM.f!\f. 91. . .· ' ' '

'

I .o Cartucçia a pallottola moa. 91-95 . detta Càrtuccia ordinaria; o ·Cartuccia da guerra. E' così composta: a) Bossolo di ottone·, leggermente troncc..conico còn colletto· cil:indr'ico raccordato. · · · · ·. · Nell'interno del èollètto vi è un i"isalto anulare destinate. ad imped.irè ché' il 'p roietto p'e netri hel 'bossolo piu ·del pr escritto. · · • · Inoltre per impedire lo spostamento del ·proietto, il · colletto porta una tripwnzona.twrà éhe penètra nella scanalatura anulare esistente nel.la parte inferiore del · · proiettò. . ·: Nel fondello vi è, l'alveolo per la capsula, · sporgen. za destinata ad ·agire da incudinetta percorsa da due fori.:· . b) Cassiàa: di ottone, contie ne g.r . 0,023 di miscela ' fulminante;


·. 1

202 -

c) Carica: gr. 2,28 di solenite in tu.bettì; d) Pr<YieUo o pallottola: ne>ociolo di piombò. -compresso e saldato a caldo ad una incamiciatura di maillechort. Calibro proiettò.: mm. 6,8; forma cilindrka @givale: 2/ 3 cilindrica 1/3 ogi'val,e; peso gr. 10,45. 2..o Cartuccia a mitraglia. Di particolare ha: . . La pallottola :è. formata da una pallottolina ante~ riore rivestita di maillechort e da 10 segmenti semicilindrici di piombo, il tutto avvolto in· un bossoletto di ottone, che presenta tre spaccature longitudinali e lii,scia,scoperta l'ogiva del proietto. Nello sparo il bossoletto si sfascia, lasciando liberi i segmenti (mitraglia) _:__ Carica ridotta di solenite. 3.o Cartuccia a; pallottola frangibile. Di particolar.e ha': . Pallottola formata da un bossoletto di. maillechort con coppa di alluminio con due grammi di migliarina (pallini di piombo) ed un cilindretto pure di alluminio. Il bossoletto dà posto anteriormente ad .una ogivetta di piombò. CaJ.·ica ridotta di balistite. Si ricono- . sce; perchè la pallottola ha fo.giva di piombo e sulbossolo vi è una scanalatura anulare. 4.o Cart1,(}(;oi,a ridotta per tiro a segno. Di particolare ha: · · Pallottdla: bossoletto di maillechort che contiene sul fondo sabbia compressa per alleggerimento; sòpra esso un nucleo di piombo all'ogiva. Carica ridetta. Si riconosce perchè la punta della pallottola 'è smussata e lascia, vedere il piombo interno, ed inoltre perchè una sostanza lubrificante di cui è spalmata la fa apparire colorata in verde. 5.o Cartucce a 8ailve:

Pallottola: di legno, vuota, verniciata iri rosso arancio. - Carix:xi: balistite, in trucioli. 6.o Cartucce da esercitazione: Hanno una falsa pallottola; di lamierino, costituita da un bo.ssolo con iscanalature' longitudinali, verniciata in nero.

.

.

'

',


_:_ 203 Internamente al bossolo vi è un'anima di legno di faggio,· dal fondello del bosso1o, all'ogiva della falsa pallottola. Per esercitazioni si usano pure cartucce per tiro ridotto, che consentono il tiro al bersaglio anche · in cortili,-cameroni, ecc., e costituite da -un tubetto di acciaio introdotto ed avvitato nel bo-ssolo di ottone. Alla estremità del tubetto di acciaio è applicata una piccola paìlottola di piombo lanciata da una piccola. carica posteriore con, cappellozzo e capsula. La pallottol.a ha precisione per tiro fino a 50 metri ed oltre non ha che scarso potere vulnerabile. La · cartuccia può ricaricarsi.


...................................................................................

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.. , Armi · portatili : aµtom'atiche /

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. . ,r-~golariÌentàri itaHane .

I

;

Sistema automatico, utilizzazione diretta del rinculo, canna ed otturatore rinculanti di quantità diver- · se. - Calibro mm. 6,5. Peso: Arma: con acqua Kg. 22 ( totale con acqua - senza acqua Kg. 17 ( Kg'. 43,500 · Treppiede: Kg. 21,500. Ginoc<:hiello: massimo M. ,0,65; medio M. 0,55; minimo M. 0,45. Treppiec/,e. - Cor_po di bronzo; gambe anteriori; ga:mbe posteriori.

: ~ direzione piatto girevole, piat. Congegno1~ec~an!smo I taforma con set~ore di falcià\dl d1rez10ne \ mento; arco dentato; volandi ! tino con vite perpetua. IMeccanismo1. rocchetto; albero dentato; punteria I d'inclina- (' molla; botto- (meccanismo di \ zione ne a vite ( sgranamentc. Lunghezza dell'arma: mm.. 645. 1) Canna: 4 righe volgenti a destra. 2) Culatta: mobile con incontro verticale ·p-er là canna. · 3) Ca:stello: provvisto di te,stata posteriore, imperniata al castello ·con <<ammortizzatore del: rinculo».


-'- 205

· a) Meccani-· ( smo di ' ottur~~ione , 1· a c1It ndro · scorrevole .

otturatore di forma prismatica; blocco di chiusura; appoggio 'c~n~rale inferiore dell'otturatore; pernio del blocco regolatore del ~inculo; ~irante de~ blocc_o con molla a spirale; chiavetta; appogg_10 posterio,re della molla spirale del percussore. ' ·' . ·

( .percussore; mol).a a spirale del percus( sore'. • · b) Meccani-' j ' · . . · ... · . 1 smo di scatto leva d1 s~aro, bottone ~h scatto, _.asta d1 ~ i:ioHa . / .sca~to; ~rilletto;. leva dr. scatto d1 destra. . . spirale . , e d1 s1111stra. , , · · , percussore·.

4) . Congegno di c:a,rica1né.'nto ..e .s'Jlaro. .

.

a) Meccanismo di ·sicurezza automatico ed ordinario: lev·a di scatto di. sinistra, nottolino delfotturatore; . martelletto della culatta mobile, finestrella del éàst.ello, indice di tiro. . b) Meccanismo·di ricupero: molla a .spirale del per. cussore; molla a spi-rale del tirante ·del blocco,. c) Meccanismo di ripetizione e di aljmentazione: leva di alimentazione; controleva di alimentazione; molla a· spirale di alimentaiione; .5postatore con perno e mo.Ha a lamina; ·regolatore; .,c aricatore metallico; a ·cassetta: 50 cartucce in 10 scompartimenti. · d) ·Meccanismo di estr.azione e di es,pulsione del bossolo: estrattore a gancio; espulsore fisso sporgente dalla' ,c ulatta ·mobile. e) '.Meccanismo ammortizzato.re del rinculo: ghiera avvitata; gMera fiss'a; ghiera mobile ' con rosetta di ·cuoio; tamponcino di cautchouc·. ·

. Congegno· di .pu'Y!-tamernto: =Mirino ordinario;-· alzo rettilineo ·e ritto con cursore.


-

206- '

Congegno di r'affreddamento: (ad acqua circoÌante); manicotto; bidone con pompa relativa

earicw.mernto:

1) Portare lo sportello nella pos.izione di semi.aperto. 2) r>isporre il caricatore nell'apertura di caricamento, tirando indietro, l'.o tturatore, sping,endo finchè non venga fermato dall'apposito risalto verticale applicato nello spacco trasversale del castello. 3) Abbandonare a se stess0 l'otturatore. · Funzionaxrruemto: L'arma sia pronta per lo sparo «intermittente». Premendo sulla leva di soaro, situata dietro l'impugnatura, il bottone di scatto spinge rasta di scatto, che mediante il grilletto agisce sulla leva di scatto di desti·a, la quale si abbassa e libera il percussore: il gril1etto sorpassa il dentino elastico scorrevol:e in modo che la ' leva di scatto di destra sotto l'azione del suo piolo a molla ritorna nella posizione pr-imitiva. · Partito il colpo, il sistema canna-scatola di culattaottur~tore mantenuto unito al blocco di chiusura, rincula per ,mm. 4, finchiè la chiavetta trasversale di ·ritorno arresta la scatola di .,c ulatta-canna. Durante qQesto periodo il blocco di chiusura è dall'0tturatore. obbligato a ruotare indietro in modo che allorquandq si . arresta, il sistema scatola di culatta-canna, l'ottura. tore ri'sulta libero di rinculare per un ·tratto di circa 14 mm., finchè viene anch'esso arrestato dalla chia. vetta di ritegno giunta al termine .anteriore delle fer-itoie -1atera:li dell'otturatore. Durante questo secondo periodo del rinculo, l'estrattore ,e strae il bos solo sparato, e questo, giungendq . contro l'espulsore, viene dall'urto espulso in alto fino a battere contro la faccia dello sportello, che è incli-·. nata in modo da mandare il bossolo verso destra fuor i dell'arma; la molla ricuperatrice del percussore si è compressa tra l'otturatore e la chiavetta, immagaz-


·_

207 -

.zinando l'energia çlel rinculo, che restituisce, dis.tendendosi e spingendo avanti l'otturatore. L'otturatore spinge la cartuccia superiore dello scompartimento del caricatore entro la camera della canna e chiude que-· sta contemporaneamente all'inizio della rotazione in av·anti del blocco di chiusura ·spinto dalla propria ·molla ricuperatrice, finchè il blocco trovandosi in corrispondenza dell'incavo superiore di appoggio dell'otturatore, finisce col prendervi èpmpleto contatto. Da questo momento il sistema canna-scatola di ·c ulatta ed otturatore uniti avanzano completamente, sia so.t. to l'azione finale della pressione del blocco, sia sotto l'azione residua della molla ricuperatrice del percussore. Il percussore avanzando. con rotturatore viene al momento opportuno ·arrestato e trattenuto •armato dalla leva di scatto di destra: L'arnia così ,è pronta per lo spare. «intermittente». Si noti che durante questi movimenti la Jeva di scatto di sinistra resta s~mpre sollevata in virtu della propria molletta ed è soltanto quando l'arnia è in posizione di perfetta chiusura che il blocco di chiusura per mezzo dehla sua appendice la fa abbassare e lascia lo scatto alla dipendenza della sola sua leva di qestra. Ciò dà garanzia che il colpo non può partire se la culatta non è perfettamente chiu.s a. Il rinculo si può regolare a volontà fissando in tre diverse posizioni il pernio eccentrico del blocco si chi~sura. Volendo eseguire il «tiro continuo» si porta l'indi. ce di tiro a destra alla tacca corrispondente (rapido), in ti:ìli condizioni è limitata l'avanzata. della leva di sparo dallo zoccolo dell'indice di t iro. Finchè si tiene premutà la leva di sparo, la leva di scatto di destra viene tenuta abbassata in modo permanente, ed all'orquando si completa la chiusura dell'arma, per azio~ ne della sola leva di scatto di sinistra comandata dal blocco di chiusura, · avviene lo scatto del percussore. Consumate le cartucce· di uno scompàrtimento del ca-


~

208 -'--

ricatore, il regolatore lascia libero lo ,spostatore, eq,,il . cc.rigegno di · alimentazione entra ih . completo funzionatnent6 spòsfando · destra il caricatore. La mitragliatrice <<Fiat>> !è semplice, lègg'era, composta di 32 parti principali. Le parti si possono connettere e scomporré senza. i1 s.ussidio di speciale strumento, la canna ,è ri-cambiabile con facilità e rapidamente. La chiusura è buona, con solido appoggio; il meccanismo di alimentazione è l:ìen studiato ed e·ingegnoso, ..m.a ha .qu.alc'.uno .dei dife.tti inerenti al sjste- . ma ·a caricàtore metàllico a cassetta, e sebbene le tlimènsioni del carièatci.re .siano state fidotte, il peso di ogri,i · ~ariéatore per 50 ·cartucce è di Kg. 0,400. . ·col refrigerante ad acqua ed impiegapdo cart.ucce Modèli0 91 a· soleùite occorrono litri 4 li2 circa d'acqua per ogni mille colpi; cioè per una de,tazìone di 10.000 colpi è bene avere 45 litri d'acqua, e ciò perchè è .riscontrato che dopo mille colpi bisogna aggi ungere acqua nel bidone. In ogni modo con i 12 litri d'acqua del ·bidone a pompa si 'possoqo sparare di seguito circa tremila: colpi mantenendo l'arma a te:mpe.ratura · inferiore a 1000. · · · Nel comp1es~o l'arma è sémplicé, buona, solida, benissimo lavorata, di ottime qualità balisticlìè. . .. '

a

CARTUCCE PER · MITRAGLIATRICI. ·:

Le mitragliatrici ado.perano· la stessa cartuccia da gueiTa delle armi 91 ,con impacche.ttamento speciale. · Le altre cartucce (fragili, ridotte, ecc,), nori possono . essere irnpiegate nelle mitragliatrici . perchè incapaci a . produrre -u n rinculo sufficinte Per quèsto motivo le cartucce da salve per mitragli3:trici hanno_una"costruzione speciale. La pallottola . _(modello MagistrO, è formata ,eia· un involucro di lamierino ,di otf;qne (involucro ac,cartocciato eçl ondulato per facilità di. ricer noscim:ento), . contenente un nocciolo .d( limatura di


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209

piombo conglomerata con sostanze carboniose. Il peso di tale proietto è all'incirca eguale a quel.lo delle pallottole da guerra, ·1a carica di lancio è la stessa: si c.t-tiene così un rinculo sufficientemente energico. L'impasto del nocciolo del proietto è tale da evitare durante lo sparo l'agglomeratsi _del pio.i:nbc.; la pallottola appena uscita dall'arma si sbriciola in frammenti minutissimi. Nelle esercitazioni l'uso di questa cartuccia a 9al.ve, è vietato nell'interno degli abitati ed a distanze inferiori ai 100 m. da truppe, persone o località alle quali sia possibile appiccare l'incendio. PISTOLA lVIOD. 89. (Fig. 27) .

Caratteristiche cleUa pistola a rotazione Mod. 89, E' a ' caricamento e · scaricamento successivo con cilindro girevole, capace · di 6 cartucee. Consente due specie di t iro: continuo ed intèrmittente, Di facile scomposizione e r icomposizione. ·Il passo è di inm, 250, Pesa Kg, 0,910, Nomenclatiira. seguenti parti:

La pistola lVIod, 89 consta delle · ·

Calibro 10,35. _ 4 righe elicc.idali. Porta il mirino saldato è la ghiera di sostegno della bacchetta. · : 1) 6 camere per le cartucce, con risalti per l'orlo del bossolo. 2) 6 sgusci di alleggerimento. . Cilinndro , 3) 6 incavi per limitare la rotazione del cilindro. 4) Pc.rta il tubicino di dentiera, con sei denti, ed un foro per l'albero di rotazione del c.ilìndro.

Canna ·

l

I. I

Lezion i di Artiglieria - 14

••


2io _

becco del

Fig. 27

Cò.Me

/


-

211 -

Albero { gambo, del testa, c.ilindro molla, Bacchetta impugnatura, scanalatura di mira, Castello sportello con molla e piolo, campanella, · ponti celle.. r mollone con due branche, quella irìferio-

. re lunga con appendice. 1 cresta, 1 incavo, Congegno . ' · dì gnl1etto '. tacca di scatto, ~ becco, · rotazione e , appendice con molla. .:.. scatto . coda, sporg·e nza ricurva, cane cresta leva.

I

· bocèi ubfo . Car~ella \ . presella per togliere il mollone. vite a gomito. Ve·ne sono di due specie: la piu vecchia costituita da una molla cc.n due denti unita alla cartella. Sicurezza La. piu recente, formata da una spranghetta con denti, imperniata nel bocciolo.

FUNZIONAMENTO Caricare ·il oùindro. Si, fa ruotare indietro lo sportello, il cui piuolo, spostando l'appendiée del ca-


212 -

ne, rende questo completamente indipendente dal grilletto. · S'introduce una cartuccia nella camera scoperta,. quindi si preme sul grilletto provocando così la · ruc-ta.zione1del cilindro per 1/ 6 di giro e si carica un'altra · camer a ripetendo l'operazione sino a completare le 6 carne.re; poscia si riporta lo sportello in posi-zione norm~ . Il tiro con la pistola p·uò farsi a l\novimento continuo ed a movimento intermittente.

Tira. a movimento continiw-. 1) - Si preme col dito sul grilletto: questo, essendo imperniato ,e 'ccentricamente; si abb'assa nella parte anteriore, si solleva nella posteriore, nella quale_vi è la' cresta leva ed è sopportato il bocciolo; questò, sollevandosi, urta ·sotto uno dei denti del tubicino ed imprime al cilindro 1/6 di giro. Le due lamine del mollone si comprimono: l'inferiore per effetto del solleva- .. mento del bocciolo, la superiore per effetto della rotazione del cane. Cane e grilletto descrivono due archi di cerchio, che ad un certo punto, s'intersecano: corrispondente.mente a quel punto, la cresta leva sfuggi_rà al contatto dell'appendic,e, ed il cane allqra si abbatterà per il distendersi del bracdo corto del mollone. Quando il cane è giunto alla sua. massima ele~azione, il cilindro rimane fermo per effetto della sporgenza ricurva del grill.etto che entra in uno degli · incavi del cilindro, e della, punta del bocciolo che contrasta contro un dente del tubicino a dentiera. Il dente inferiore della molla di sicurezza, urtato dalla lamina iqfèr iore del mollone, obbliga la molla di sicurezza a scostarsi dal castello. 2) - A s-c atto avvenuto, si cessa la pressione del dito sulla coda del grilletto: la la mina inferiore del mollone distendendosi:


.....:...· 213 .

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a) obl;>liga grilletto e b_occiolo a ritornare a11a po. s izione nòrmale; b) contrastando col proprio :ingrossamento sul dente ·del cane, produce' il ritorno automatico del cane · ·. a11a posizione di sicure4za; c) permette alla molla di sicurezza di ritornare nella :posizione normale; : d) la cresta leva del grilletto riprende la sua posi·zione f.ra il cane e l'appendice. Tiro a movi1nento intermittente. 1) - Si. arma il cane premendo col pollice sulla sua cresta; con ciò il cane fa -ruotare· il grilletto, ed il bocciolo, sollevandosi, fa. esegùire. al cilindro 1/ 6 di giro, mentre il mollone ·si comprime. ·La cresta leva del grilletto va ad alloggiarsi nella tasca di scatto del cane che rimane così armato. La molla di sicurezza, come nel caso precedente, è allontanata, ,ed il cilindro resta immobilizzato. ·' · 2) - · Premendo col ·dito sul grilletto, la cresta leva si disimpegna dalla. tacca di scatto ed il cane,· per la pressiòne del mollone, si abbatte. Cessando la pressione sul grilletto, tutte re parti ritornano a sito come si iè detto. per il tiro continuo. ·

Espulsione del, bossolo. . Si apre lo sportello, si .e straé la bacchetta dal suo canale, si gira la ghiera porta bacchetta, quindi, con la bacchetta, si provoca l'espu1sione ·de.i bossoli facendo girare il cilindro mediante. pressione sul grilletto - per presentare s·uccessiv-amen,te le camere contenenti il bossolo. CARTUCCE PER PISTOLA. Cartuccia ordinaria mod. 90-99 per pistola mod.' 89. Calibro mm. 10,35. . · /


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414 -

a) Bossolo: di ottone con fondello concavo, con orlo ed incadinetta con due fori, sulla qiaale poggià la cassula fulminante. · b) Proietto: .nocciolo .di piombo · rivestito d'ottone. c) Carica: balistite in grani del N. 2, peso gr. 0,5.7. E'. tenuta a posto da un bioccolo di cotone.

PISTOLA AUTOMATICA «BERRETTA» M. 1917. (Fìg. 28) . . '

C ara,tteristiche: Utilizza la forza di rinculo: canna fissa, culatta-ot-turate.Te rinculante. Il caricamento si eseguisce con càricatori di 7 ed anche 8 cartucce.. Calibro 9 mm.: rigatura elicoidale. · Peso. dell'arma Kg·. 0,.820. . · N omen&atura: canna, castello,· culatta otturatore, Arma con~egno di scatto e perc~ssione, . ' congegno di estraz;ione ed espulsione, congegno di sicurezza, ricuperatore.

\ (

(Fig·. 28).


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215

6 righe ad elica, calibro 9 mm., Canna \ mirino, gambo per l'unione al ,castello. impugnatura, . ritegno per il caricatore, ) ,Castello / alloggiamento 'per il ricuperatore e per l'ammortizzatore · del rinculo. . sporgenza cilindrica per l'estremità anteriore del ricuperatore, apertura superiore per i bossoli, alloggiamento per l'estrattore, Culatta·alloggiamento per il percussore, - otturatore · alloggiamento per -la sicurezza posteriore; tacca di mira; tac~a di scomposizione; , tacca disicurezza;

l

Cong~gno ddi estrattore a ·bilanciere unito alla est razione e latta-otturatore. espulsione del · bassolo . espulsore unito al castello. r grilletto~ leva del grilletto; Congegno piastrina di scatto con tac·ca di scappa- . mento ed intaglio, · di · ·scattò leva di.scatro, asta ·ai scatto. con forchetta, e percussione molla di pressione, cane con incavo per la sicurezza e gra. <lino di scatto, · \ percuss0re con , molla di rimbalzo. Congegno) ., •1 perno _sa.g?mato, . ,di ., anteriore/ braccio d1 manovra, I dente. . sicurezza


216 -

congegno di sicurezza Ricuperatore

t . , · braccio di manovra. pos enore I perno mezzo tondo,

l

albero, mc.Ua elicoidale, · ghiera con castello.

~/ astu-ccio, · Caric;tore ) fondello, . / molla elicoidale, 1 · • élevatore. FUNZIONAMENTO,

Car-icarm,ento. - S'infroduce -il caricatore nell'impugn~atura finchè . si sente uno scatto (il fondello ha oltrepassato il dente di ritegno). Disposta quindi la sicurezza anteriore in posizione di sparo (braccio zigrinato orizzontale), si tir a completamente indietro la culatta otturatore, quindi la si abbandona; questa, avanza.ndo, introduce la cartuccia nella canna. Il cane che ha . dovuto ruotare all'indietro col -mqvimento retrogrado dell'otturatore, si è impegnato col suo gra,dino nella leva di ·scatto, rimanendo armato · Svarò. - Premendo sul grilletto, la leva di scatto · fa ruotare la piastrina di scatto, la quale a: sua volta, sposta in avanti la 1,eva . di scatto liberando il cane che, sotto l'azione della sua molla, va a battere. sul percussore, determinando così ·l'accensione della carica. Funzicmatm..ento awtomatìco. ..:_ forza di rinculo determina la retrocessione .della culatta mobile otturatore col bossolo, il quale, urtando contro l'espulsore, balza fuori . dall'arma.. Il cane si riarma e la molla ri-cuperatrice, si comprime.

La


Cessata l'azione del rinculo il ricuperatore riporta innanzi la culatta otturatore e una nuova cartuccia viene · btrodotta nella camera. Per continuare a far fuc.co, bisogna, prima, cessare la pressione sul gr.illetto affinchè la sua leva ritorni a posto e ,cioè con l'estremità· nella tacca di scappamento. Dopo la partenza dell'ultimo ,colpo si ha l'avviso di serbatoio vuoto, perchè l'elevatore del caricatore si op.pone all'avanzata della culatta otturatore; necessita allora togliere il caricatore, spostando all'ind iet ro il ritegno. Funziornamiento delle sic1.1.,rezze. La sicurezza anterior:e agisce sul_grilletto col suo perno. Si ha la posizione di sicurezza quando il braccio zigrinato è rivolto in basso. La sicurezza posteriore agisce sul cane (il perno entro nell'incavo). Si ha la posizione di sicurezza quando il braccio di manovra è rivolto a sinistr'a. SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE. Scomposizione ordinaria: 1) Tirare completamente indietro la culatta-otturatore dopo aver girato la sicurezza anteriore in modo che il dente possa entrare nella tacca di scomposizione; 2) togliere la canna (sollevarla parallelamente al suo asse); 3) sfilare la culatta-otturatore (impugnarla fortemente, girare la sicurezza anteriore ,e accompagnare innanzi la culatta otturatore); · 4) togliere il ricuperatore; 5) sfilare la sicurezza anteriore. Scomposizione straordinaria. Dopo aver fatto quella ordinaria si comp1onc- le seguenti operazioni:


·. _ · 2J:8-:-.. -1) togliere le guance (svitare le viti) ; 2) togliere la piàstrina di scarico (svitare la vite); · 3). togliere il grilletto e la leva del grilletto (estrarre la coppiglia); . 4) togliere la leva di scatto,'. asta di scatto, e molla di percussione- (estrarre la coppiglia); , 5) togliere il cane (estrarre il perno); 6) togliere il ritegno del caricatore .(estrarre la coppiglia); 7) -separare la leva di· scatto, asta di sca,tto e molla di percussione (svitare il dado) . Ricompc~izione: Si procede in ordine inverso.

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M ezzi complementari è)i offesa e ()i 2>ifesa

GENERALITA'.

Sono detti complementari quei mezzi di offesa o di difesa che s'impiegano a complemento dell'azione delle armi bianche e delle armi da fuoco portatili per tutti quei compiti che dette armi non possono risolvere o non risolvono in modo opportuno rapido e completo. Le armi e mezzi complementari di offesa e di difesa vengono normalmente raggruppati nel modo seguente: • /

(petardo P. O. pesanti bombe a mano, (bomba S.I.P.E bombe per fucile. Armi ausiliarie ·, \ lanciabombe da tr incea ieggere\ lancia.fi amme e lancia gas · 1 \ cannone d'accompagnamento · · da 65/ 17

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'

Mezzi comp~ementari ) elm!-corazze_-sc1;1d_i. · . di protezione I ant igas ( md1v1duall ( collettivi.


-- 220 :.:._

Armi ausiliarie leggere BOMBE A MANO. Generalità. .- Le bomhe a mano, già usate a ·cominciare dal Sec. XV nella guerra d'assedio, furono in seguito anche adoperate nella guerra campale (granatieri) . Erano palle cave di argilla, vetro, ghisa o piombo, contenenti polvere nera, ed erano innescate mediante una miccia che veniva accesa al momento del lancio. . Furono abbandonate nel Sec. XIX in seguito ai per- , fezionamenti delle armi da fuoco portatili. Ritornarono in favore nella guerra RmìSO-Giapponese (1904), nella quale la fortificazione campale ebbe larghissima _parte: durante la grande guerra .furono usate in graì1 copfa .ècl ebbero molti .ed .efficaci perfezion_am!:lnti. · Le .borribe :a. mano devono essere atte al lancio fino a .30-40 metri ·-con tiro ·areato; devono essere costituite in modo di avere grande pc.tenza senza pericolo per il lanciatore. Innescamento e funzionamento sicuro. nel trasporto, nel maneggio e nel lancio. Possono aveFe forme diverse: ovoidale, cilindrica, discoidale, con o senza manico. ~e dim~Ì-i'sioni devono essere /~lii. qa ·consentire la · facile presa ·con una mano. . . Il peso varia da 0,300 a 0,500 Kg. Le bombe a mano si distjnguono in offer1:sive e difensive. · ·. . · Le bombe. offensive hanno un raggio d'azione ri'stretto (7-8 m.): dovendo scoppiare non appena arrivano a terra, esse ·esplodono generalmente· a percussione. Hanno pareti sottilissime e contengono cariche di alto esplosivo.


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Le bombe di fensive hanno un raggio d'azion:e p1u grande (15-20 m.), e devono. essere 'lariciate. da sol-: dati che stanno in trincea o comunque 'riparati. · Hanno parti spess,e e· possono· essere ·a:ccese prima del lancio , se ·munite di miccia. La· carica interna è ad alto esplosivo. Attualmente si · tende ad ottenere uria bomba uni, ca a piccolo ·,rp.ggio d'azione che serva come bornba offensiva e difensiva. Il sistema d'innescamènto varia a seconda del ti~ po di ·bqmba. fo genere si possono dare i seguenti, criteri: Il tiro delle bombe, specialmente di quelle con spo: letta a percussione, deve essere areato, sia per favo- . r ire la caduta di punta, · sia per dar tempc. alla sicu~ rezza di liberare le masse battenti. Il lancio deve ess·e re eseguito ·con forza e senza ti.:: tubanza, specialmente per le bombe con innescamen-. to a miccia e ad accensione prima del lancio. Per alcuni tipi -di bombe, il lancio può·:essere. ·eseguito anche a guisa di fionda a mezzo di una funicella; ciò richiede però un addestramento speciale ed uno spazio molto piu ampio di quanto non sia ne.cessario per il lancio a bra-ccio; si possono però ottenere, in questo modo, gittate notevolmente superiori. I soldati devono essere istruiti nel lancio della bomba con un'istruzione progressiva, ed il tiratox:e. deve · abituarsi al lancio delle varie posizioni · Il lanciatore inabile, è piu pericoloso che utile..

PETARDO OFFENSIVO P. O. DESCRIZIONE. Il petardo offensivo P. O. consta di una scatola cilindrica di latta riempita completamente di esplosivo. · L'esplosivo impiegato nell'allestimento di guer.ra fu l' eoho; per i fu turi caricamenti però, sarà usata al- ..


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tra sostanza: probabilmente tritolo, proven~ente da r icuperc. di sçarica:rp.ento di proiettili, d'artiglierià. Il petardo è munita di spoletta « Olergon ». .. . U Peso complessivo del petardo carico,· munito di spoletta, ,è di circa gr. 300, di cui 106 di esplosivo. La spoletta, di lega ·Color bianco, è costituita da un corpo cilindrico, terminante con un coperc.hio a cono, avvitato. Internamente ha un percuo.titoio composto di portaspillo, con grossa t esta emisferica, spillo (di acciaio), e molla ( di acciaio), il quale può scorrer,e entro un porta capsula con capsula fulminante e carichetta di polvere nera. Un canalino di latta, sostènuto da una piastrina (banda stagnata pure di latta), interponendosi tra la punta del percqssor~ e la capsula, determina la sicurezza della spoJetta.

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Fig. 29

Alla piastrina è fissato . il nastro di stoffa che av-. volge là spoletta e che termina con una bacchetta di ferro fissata alla spoletta stessa mediante una spina


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che internamente l'attraversa, impedendo così, ·non solo gli- spostamenti' della placchetta, ma anche i movimenti del port~ spillo e dello, spillo. La spina termina. con un anello che ne facilita la presa per l'estrazione ed è, a .s ua volta, tenuta ferma da una copiglia che la fiss-a, unitamente all'anello, ad una orecchietta ricavata nella spoletta. . Avvitato . alla spoletta sta un detonatòre, di ottone, . con porta detonatore, che, a petardo completo, sta immerso nell'esplosivo di cariçamento del petardo. Per preservarlo dall'umidità, il petardo è avvolto in un sacchetto di carta paraffinata. . Funzionarmento. - Lanciato il petardo, placchet~ ta, durante la traiettoria, si stacca dall'involucro della spoletta e, per il proprio peso, fa svolg,ere il nastro, il quàle estrae il canalino dal suo avvolgimento. All'urto del petardo contro il terreno o il corpo cui è lanciato, lo spillo batte contro la capsula determinandone l'accensione. Questa si comunica al detonatore che, a sua volta, provoca l'esplosione del ·petardo. · La testa emisf.erica del per cuotitoio, appoggiat a nell'interno tronco conico del coperchio, assicura il funzionamento della spoletta, qualunque sia la diNzione in cui avviene l'urto del petardo col mezzo resistente.

la

NORivJ:E PER IL LANCIO ])EL PETARDO OFFENSIVO..

Immediatamente prima del ·lancio, e solo aliò.ra, si sfila la spina di sicurezza. Per far ciò, tenendo il petardo nèlla mano destra in modo che il pollice poggi stabilmente contro la placchetta del nastro della spoletta, si tira, mediante l'indice della mano sinistra infilandovi dentro., l'anello della spina, senza strappo, ma progressi:vamente, con forza e quasi con leggera torsione da, sinistra a destra.


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Pér il lancio, sempre tenendo il petardò con la mano destra, e col pollice appoggiato cc.ntro la placchetta del nastro, si tende il braccio destro indietro verso il basso, indi lo si ruota vivamente in avanti lasciando sfuggire il petardo dall.a mano in mcdo che scivoli sulle quattro dita aperte e tese, assumendo un movimento di rotazione. Con un buon lanciatore il petardo percorre la propria traiettoria quasi in posizione verticale, avendo la spoletta rivolta verso l'alto. Lanciato il petardo, si ccmpleta i-I giro del braccio portando la mano, a guisa di schermo davanti alla . faccia, pokhè ,e ventualmente qualche scheggia di ritorno, pur non vendo la forza di perforare l'abito, potrebbe offendere il lanciatore nelle parti piu sensibili del viso. Effetti sui bers.agli: - Seguendo le norme per il lancio, il petardo può essere facilmente lanciato a distanza dai 25 ai 30 metri. Le scheggie sono piccolissime (escluse quelle delle spolette che sono perciò le piu pericolose); e allc.rchè il petardo è lanciato bene, cioè verticalmente, e con la spoletta in alto, esse si proiettano per la maggior parte in alto, e non offendono il lanciatore. Il raggio di azione normale risulta circa di 15 metri, necessita quindi, per la sicurezza del lanciatore, che il petardo venga lanciato con forza tale da ottenere gittate mai inferiori ai 15 metri o meglio 20 metri. L'efficacia è locale, e l'effetto è ragguardevole, sopratutto come concussione violenta dell'aria circostante con conseguente azione de.p rimente su chi si trova nel raggio d'azione.

BOMBA DIFENSIVA S. I. P. E. La be.roba difensiva SJ.P.E. è composta da un ·involucro di ghisa a frattura prestabilita; questo invo-


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225 ..,_.

lucro ,è diviso da linee di probabile rottura, in 48 segmenti, ognuno dei quali forma un proiettile. La forma e la grandezza sono qu.asi, u_guali a quella di un limone. Alla sommità si nota un coperchiettp a vite che ve a protegg,e re dall'umidità la · testa della miccia e un tappo che ferma la miccia. L'«accensione» avviene fregando la testa fosforosa "della miccia su di un accenditore (carta vetrata}, da fissarsi snlla manO' sinistra. La testa fosforosa della miccia comunica il fuoco alla miccia, che accende la materia· esplosiva. · · · Ha un péso, di ·gr. 530. Cariéa;: gr, 7,0 di polvere nera o gr. 65 di siperite. Distanza di lamci6 20~25 m. ,Raggio di azione maggiore ·di 20 metri. Tempo di accensione 7". ··

ser-

\

l. Fig. 30 Que.s ta bomba è di facile maneggio, m.a risente molto dell'umidità che può, alle volte, impedire l'accensione. I

Lezioni ·di Artiglieria - 15 .

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Armi ausiliarie pesanti LANCIABOMBE. Le· bombe da lanciarsi per mezzo di macchine o armi speciali hanno le stesse caratteristiche delle bombe a mano difensive e da fucile e sovente sono le stesse bombe che possono essere lanciate nelle varie maniere: possono però essere anche di peso e dimensioni maggiori. In genere salvo qualche eccezione, la forma è cilindro ogivale con o senza impennaggio,. I lanciabombe da fanteria, di peso limitato per poter essere fac ilmente trasportati al seguito, anche nell'offensive, devono consentire il lancio di bombe di pe,. so non eccessivo,· a distanza almeno di 200 a 300 metri, per integrare l'azione delle altre armi e sopratutto per battere bersagli in angolo morto, centro di resistenza, rincalzi, ecc. I lanciabombe usati durante la guerra posono classificarsi in: ' LANCIABOMBE MECCANICI. · , · I lanciabombe . meccani,ci sono i piu anti chi e sono generalmente basati sulla distensione rapida di molle a balestra o elicoidali preventivamente compresse: si h a qualche ,esempio di lanciabombe a forza centrifu-. ga (Minucciani). Lanciano le bombe a mano da 50 a 200 metri.

LANCIABOMBE PNEUMATICI. I lanciabombe pneumatici si possono considerare oome piccoli mortai lisci in cui l'azione espulsiva è data da aria ,c ompressa che giunge da un serbatoio a bombola (mediante tubatura chiusa da valvola a comando), in una camera ricavata nella culatta del

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lanciabombe e separata dall'anima, in cui è allogato il proietto, da un diaframma con aperture chiuse da otturatori manovrabili dall'esterno. Questi lanciabombe si prestano al tiro ad angolo fisso, variando, per le distanze di tiro, la pressione da raggiungersi nella camera. A seconda della pressione (che pu.ò raggiungere 25 atmosfere) , registrata sopra un manometro, si ha il lancio alle varie distanze (metri 200-500). I lanciabombe di questo tipo hanno in comune con quelli meccanici i pregi e gli inconvenienti: possono avere una maggior potenza eèl una maggior precisione, ma sono incomodi e delicati nel loro funzionamento. Il tr.asporto .e il maneggio delle bombole (ciascuna delle- quali può ser:vire di massima per 10-20 colpi), ,è incomodo e difficile. Il lanciabòmbe, per se stesso, può essere anche abbastanza leggero (quello.francese pesa Kg, 17), ma il complesso dell'. istalla,zione riesce ::;empre. pesante. Anche· que.sti arnesi sono: da ascriyersi al materiale di ripiego creato pe.r le esigenze part icolari della guerra di trincea. · LANCIABO~l?E. AD ÉS_P LOSIVO.

I lanciabombe ad esplosivo, che- potrebbero. -essere classificati fra le armi da: fuoco propriamente dette, dalle quali differiscono per la vc:J,ria disposiziqne e conformazione delle parti; apparvern num~rc.si durante la grande guerra. . Tra i vari modelli ricor diamo i Lanciabombe Stockes da 76 mm. LANCIABOMBE STOC KES DA 76 MM. Di origine inglese,; fu distribuito alla fanteria ita.liana nella primavera del 1917.


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Fig. 31 Riconosciuto come arma molto adatta a vigc.rosamente sussidiare l'azione della fanteria per la sua rapidità di tiro, per l'efficacia del proietto, per la notevole gitt ata e ·per la grande semplicità di cost ruzione, fu largamente impiegato nel nostro · Esercito. · Ad avancarica, esso è costituito dalle seguenti parti: 1) T ubo di lancio cilindrico, di acciaio, lungo metri 1,28; calibro mm. 81,5; chiuso inferiormente a vite da un «tappo di culatta» esternamente semisferico. Il tubo, provvisto di ,collare per lo spalleggio, è fermato, mediante altro collare, a congegno di appoggio; nell'interno, al centro, porta avvitato il percussore. 2) Piastra di appoggio larga m. 0,30X0,50, di la~ miera stampata: presenta 3 incavi per alloggiarvi la estremità del tappo di culatta, è provvista di maniglie di coda per il trasporto a mano e di 4 fori per le cinghie di spalleggio.


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3) Ccxngegno di appoggio: ha due gambe con conge-· g no di elevazione e direzione a vite senza fine. Lo « Stockes » può lanciare le seguenti specie di proietti: Bombe inglesi, bombe italiane, bombe porta messaggi, bombe incendiarie. Bomba inglese.. - E' lunga circa 30 cm., pesa chilogrammi 4,800. E' costituita da un tubo del diametro est erno di 70 mm. chiuso da due tappi a vite: il tappo inferiore presenta un codolo cilindrico di acciaio cavo attraversato da 4 serie di fori e serve per l'alloggiamento delle cartucce contenenti la carica di lancio e addizionali; il tappo superiore è forato al centro per dare passaggio ad un tubetto metallico nel quale si alloga il detonatore con la miccia; esternamente il t ubo presenta una avvitatura per la spoletta, Bomba italiana. - E' simile e di ugual peso alla bomba inglese; il tappo superiore ha un foro centrale al quale iè avvitato un bocchino, che a ·s ua volta porta avvitato inferiormente un tubetto detonatore, superiormente un coperchietto che al momento dell'impiego viene tolto per avvitarvi la spoletta Olergon. Bomba incendiaria. - E' simile alla bomba inglese, però è carica di fosforo contenuto in un bossolo di. latta che occupa tutta la cavità della bomba. Bomba porta..'Jnessaggi. - E' simile alla bomba inglese; il tappo superiore ha una maniglia per facilitare lo svitamento e l'estràzione del messaggio. Lo «Stockes>, .non permette forti variazioni di angoli di tiro; per variare la gittata si varia la carica. ·La carica fondamentale N. 1 è contenuta in una cartuccia che cont iene g-r. 7,5 di balistite; ad essa p uò essere annessa una carica addizionale, compc,sta dai uno a 3 sacchetti contenenti ciascuno gr. 7 di balistite.


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POSTAZIONE E FUNZIONAMENTO.

Per il servizio occo'rre una squadra formata da un capo-pezzo e 5 serventi. Per la messa in posizione si interra la piastra. Per il puntamento in elevazione si agisce al volantino di elevazione, dando, .-co'n le tavole di tiro, l'inclinazione corrispondente alla distanza e alla carica impiegata. · Per far partire il colpo si introduce la bomba (tenendola per il corpo e non per la spoletta), per piu di metà nei' tubo di lancio con la spolètta in alto e la si abbandona. . . La cartuccia., battendo sul percussòre fissato .al' :fon: do del tubo, provoca la deflagrazione della carica di lancio. Distanza massima di tiro m. 1000. · LANCIAFIAMME. Sono apparecchi che consentono di lanciare, co.ritro truppe, liquidi infiammabili s,i a nella di!ensiva come nell,'.offensiva.. · · _ Opportunàmente instaUati, nella difensiva,. in. posti di particolare· importanza, · possono arrestare l'impeto dell'attaccante giunto a breve distanza, cc.me -'Pure possono .interdire H.moviment:o in punti di obbligato passaggio. . . Nei.l'offensiva, serv9_no spècialmente per· la · pulizia de.llé trincee, .delle caverne, dei ricoveri, dei nid'i di mitragliatrici. . Sono costituiti da recipienti di :rneta!lò contenenti un liquido sotto pressio1,1e chè, ·lanciato nell'aria, si · infiamma. · Si distingùono, a seconda del peso é capacità, in -apparecchi di posizionè e apparecchi portatili. · ' La gittata varia da 15 a 20 . m. per quelli pc.rta: tili; da 20 a 70 metri .circa1 per ..gli appare.echi da posizione.


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LANCIAGAS.

I gas velenosi p9ssono essere lanciati a distanza con proietto speciale per mezzo delle artiglierie o bombarde oppure mediante lanciagas che sono costituiti da serbatoi contenenti gas \r¡elenosi compressi. I lanciagas sfr uttano le ¡correnti aeree per riversare gas venefici sulle posizioni nemiche, favorendo le truppe d'attacco che, munit.e di speciali indumenti protettivi, seguono le ondate di gas.

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Cannone ()a 65

Costruito dai nostri stabilimenti militari e adottato nel 1914.. Bocca da fuoco. - Calibro 65, lunghezza 16,5-17,6 peso lOO. Di acciaio al r,iichelio pareti semplici cc.n spessore yi volata alquanto superiore al necessario per aumentat'e il peso della b. d. f. L'unione alla slitta è ottenuta per mezzo di un ritegno a za/m,pa con alloggiamento per il chiavistello della slitta e da due nervature sporgenti inferiormente alla culatta. Rigatura: 24 righe ad ,e lica del passo di 30 calibri. Camera unica per bossolo leggermente tronco-conica. Cwratter'istiche esterne. - Verso il centro inferiormentè, piano con denti per il someggio, sotto l'estrema culatta camera di maneggio. Congegno di chiusura. - A vitone tronco conico con tre segmenti lisci e tre ·filettati, manovra con due movimenti e maneggio in un solo tempo, estrattore a leva, dispcsitivi di sicurezza contro l'accensione prematura ed accidentale della cari-ca, l'apertura accidentale della culatta ed i ritardi di accensione. B. Affusto. - E' di aciaio, a ruote, a deformazione, a ~mila, a lungo rinculo (massimo 90 cm.), che si scompone in quattro carichi per scmeggio: testata, coda, freno a cuUa slitta. E ntro alla testata si infila la sala cava, trattenuta da due ritegni a molla. La co.da porta un dente di roccia, ed un vomero rigido e ribaltabiìe e si unisce. alla testata mediante un 1,inci-

no a gancio.


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Pos.t eriormente sulla testata d'affusto sono fissate du-e guide di bronzo, ad arco di cerchio, aventi il centro verso la parte anteriore in cc,rrispondenza dell'asse verticale del congegno di punteria, entro all-e quali scorre lateralmente l'a;ffiUJtino, ridotto alla piu semplice ,espres.sione, cioè a due fianchi con or,ecchioniere, ed avente inferiormente una semichiocciola armata in -cui ingr;ma la vite del congegno di direzione per il puntamento in direzione. Il congegno di puntarnento in elevazione è a vitel doppia, c01locato verso la volata del pezzo -e manovrato da un sistema di ruote dentate e di rocchetti comandati da- un n;)anubrio sulla sinistra della testata. La vite maschio iè collegata all'affustino mediante due tiranti e dal freno- a culla mediarte wn chiavistello. Il corigegno di punta1nentoi in direzione è cc,stituito da una vite imperniata fra i cosciali ·deU-a testata, comandata da un volantino disposto esternamente a -sinistra e dalla semichiocciola portata dall'affustino. Settore di 4 per parte. Freno a culla: è costituito da un cilindro del fre:. no che è fissato anteriormente mediante chiavistello allà vite maschio del co.ngegnò di punteria, e posteriormente all'affustino mediante ritegno a molla. Il · freno di sparo è un freno a r,esistenza costante, à. controasta regolatrice, organizzata anche come frenc. del contro rin:culo. Lo stantuffo collegato alla slitta (parte rinculante) ha la testa forata da, sei f orellini obliqui ed il gambo cavo, il quale verso· la parte posteriore, ha tre scanalature di diversa liinghezza. Entro al gamro pene; .tra la corntroasta, regolatrice che è arrivata al tappo anteriore del cilindro ed oltre aà "esse.re di sezione variabile, 1è forata · per circa, un terzo della sua lunghezza, ha la parte posteriore chiu13a da una valvola


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tronco-conicci a molla, ed è munita di fori obliqui di comunicazicne coll'interno dello stantuffo. Il ricuperatorre è_costituito da elementi di molla cilindrica, a sezione rettangola1,e, di passo alternativamente inverso, a contatto diretto uno dell'altro, investiti sul gambo dello stantuffo ,che si appoggiano anteriormente alla testa dello stantuffo e posterio'rmenfa~ (con l'interposiziMe di .una rosetta a sfere) al fondo del cilindro. · · · · Il funzionamento del' freno 'di sparo e del ricuperatore è ·n seguente: durante il . rinculo là slitta trascina lo stantuffo comprimendo la molla del ric uperat(i'.. r,e, il liquido del freno passa attraverso i sei foti obliqui della testa dello stantuffo laséiatà libera dalla controasta, passando in parte per i fori della'c:onttoasta stessa ed apren done la valvola ed in parte a momento 0pportuno per le scanalature del gambo dello stantuffo. Cessata l'azione dei gas della carica, .il ricuperatore compresso risospinge . il pezzo in b~:tteria,' ma il liquido, non potendo ·passare attravers0 la controasta regolatric,e, chiusa. dalla valvola (che si chiude Mr effetto della molla e clella pression~ del. liquido) è obbligato a passare attrav,erso alle luci di efflusso formate dalle 3 scanalature. della cavità , delle, stari tuffo, luèi · c,he iJJ. seguito ·si riducon9 a 2, poi . ad· 1 ed infine a nessuna hi.ce, sicchè il ritorno id; batteria avviene con la massima dolcezza. La ~Zitta è costituita dii. Ù~·a tavola di a~ci~io che sostiene il cannoné,, scorre con esso . sulla culla ed è unita posteriormente . all'as.ta dello stantuffo del freno idraulico. L'unione con il cannone è _data dal rite- . gno a zampa del cannone che coritrà.st;:i. col contro ritegno a zampa della slitta, l'unio.ne . d~}ta slit_ta al freno a culla mediante un ritegno a linguetta. Apposito . con.gegno cli sicurezza iJer l'u~io~_e · delle Vfi-rie

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parti impedisçe l'introduzione della . slitta' nella <!ulla se questa non è collegata convenientemente alla vite maschio. Appa.recchi di pruntamento. - Costituiti .alzo a tamburo ad inclinazione costante con· cannocchiia,le pai10ramico, quadrante a livello a doppia graduazione. L'alzo è portato da un braccio. porta-alzo amovibile, che si fissa a sinistra delta cullà. L'alzo, che ha molta analogia col cerchio di puntamento mod. Cortese, si compone di un sostegno, un manicotto alzo con tamburo graduato, livello di sito livello trasversale di sbandamento supporto del cannocchiale panoramico, cannocchiale panoramico. 11 livello trasv,ersale di sbandamento determina una inclinazione di 2.o 20' del piano contenente l'alzo per la correzione automatica della derivazione degli scostamenti in ettogradi (da O a 20 - origine 1O) . Il cannocchiale panoramico è eguale a quello da 75-906 tranne che l'involucro iè composto in due parti girevoli una sull'altra, la superiore perm anentemente fis .. sa al supporto mediante viti, l'inferiore girevole entro al supporto. Sciidi. - Lo scudo d'affusto si éompone di uno scudo centrale e di due scudi la.t erali, applfrati all'affusto, un altro scudo che si può disporre a destra ed a sinistra di questo serve per i serventi alle munizioni. Muniziorrvi. - Granata torpedine (acciaio, C. a, spoletta a p. Mod. 910, peso Kg. 4,270, esplosivo tritolo o MNDT Kg. 0:.250) e shrapnel (acciaio, spoletta a cl. e. da 65 mont. peso Kg. 4,079, 216 pallette di 11 gr.) uniti al cartoccio, con carica di lancio di balistite in placche (velocità iniziale ms. 345). Per· ottenere maggior curvatura di traiettoria alla granata fu applicata una rosetta ritardatrice da mm . 62'. Per il traino eventuale si accoppiano due affusti applicando alle ruote un freno di via amovibile.


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Collegamenti

Mezzi da segnalazione e da collegĂ men0: .a) bandiere, telai, dischi; b) artifi.zi, vari razzi; c) segnalazioni ce,n .le braccia; d) staffette, guide. Importanze essenziali dei sistemi di collegamento suddetto che uniti a quegli altri funzionanti sul campo di battaglia (telegrafo, telefono, radto telegrafo, geotelegrafo telegrafo ottice,, proiettili d'artiglieria colorati, piccioni viaggiatori, aeroplani, palloni frenati) devono assicurare il funzionamento del cĂ’mando e l'accordo nelle azioni delle varie armi.

PO./IZIONE. OJ

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Fig. 32

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Bandiere, telai o dischi: trasmettono a mezzo di punti (una bandiera) e linee (due bandiere) usando l'alfabeto Morse. Bandiere a lampo di colore (punto o linea facendo .apparire per un tempo piu o meno lungo il segna· le bianco. Artifizi Razzi regolcumentari (a fumata; a razzi matti; a paracadute; a castagnola; a stella). Pistola Very (cartucce rosse, bianche, verdi) . Razzi da segnalazione a t ipo multiplo. TELEGRAFIA A SEGNALAZIONI. GENERALITA' (per tutte le armi) . Scopo della telegrafia a segnali è di permettere le comunicazioni a distanze relativamente brevi; quando non sia possibile ·o conveniente valersi di altri mezzi, spe.cialmente per trasmissioni d_i notizie o di ordini sul campo di battaglia, per collegamenti, ·pel servizio di sicurezza e di esplor:3:zione e per le relazic.ni fra i vari -elementi delle batterie in a.zione e particolarmente in montagna e nella guerra di fortezza. I segnali sono c.omuni a tutte le armi; alcuni e specialmente l'Artiglieria usano anche altri segnali complementari, rispondenti alle particolari esigenze proprie. Chiunque si avvenga che. il proprie. reparto è chiamato da un posto di seg·nalazione, ha l'obbligo di avvisarne il proprio superiore immediato. Il reparto chiamato deve fare il possibile per rispondere, E segnali dei quali si fa uso sono di due spBcie: Alfabetici e convenzionali. I segnali alfabetici sono ottenuti per mezzo di movimenti di una .o due bandiere da segnalazione, i quali corrispondono ai due segni fondamentali dell'alfabeto Morse. Le combinazioni dei due segni danno le lettere dell'alfabeto.


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I segnali convenzionali sono.ottenuti con diverse posizioni 0. movimentì delle bracéi~, e cor:rispond.onc. a fràsi stabilite. I segnali com/venzionali debbono essere conosciuti da tutti. , Perso(Yl(tle e materia.ze occo1·reinti. Per telegr afare con i segnali alfabetici si stabiliscon·o posti di sègnalazione. . .· Per ciascun posto. occorrono normalmente: . .a) un Capo posto; b)' un segna.Jatòre e, per i posti piu lontani dal proprio reparto, qualche uomo per il r,ecapìto dei telegrammi; . e) di.;ie bandiere da segnàlazione; d) tre lanterne (o fanali da biciclette). ·Naturalmente è molto utile che ciasc1m posto di~ sponga di un binoc·colo. · · La mancanza delle bandiere ·da segnalazione non pregiudica però la possibilità di trasmettere; giacchè · il sistema permette di segnalare cori q\ialsiasi mezzo improvvisato (frasche, bastoni con- indumenti', pezzi di stoffa e'Cc.) ·ed anche . C,OÙ le sole braccia. Per 1 segnali c·onvènzionali non occorr~· matèriale; s,e si dispone di oggetti opportuni (fazzòlétti, ·. coprieapc-, ecc.) convienè· terierli alla màrio, per rehdere i segnali meg1io visibili. ' · , . ·· . Per le segnalazioni alfabetìchè notturne si ' adope~ rano· Ìe 'lanterne o.·i·fanaletti. . . . . .. ·. ... \ -Anche .i ~egna)i còn~.e niionali. p~ss~nò .etse1;e fatti dì notte; valèndosi: delle ' lantèrnè ò' déì far1aletti, oppure' ricòrrehdo fastelli di . pagli~. ,di .stec,çh,i; o di altre materie infiammabili assicurate o infilate su bastoni. - Collocamento dei posti di segnalazione. Essenziale è che i posti che debbono comunicare fra· di loro, si vedano quanto meglio iè possibile, che siano vicini ai reparti od ai comandi ,cui appartengono; ma che ri- · ·

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sultino defilati alla vista del nemico. I segnalatori fanno sempre fronte .al posto corrispondente. Segnalazione alfabetica. Inizialmente, ,il segnalatore tiene le bandiere una per -ciascuna mano, a braccio dist.eso in giu, col drappo verso terra. Questa posizion.e dicesi di attesa. Il punto si segnala portando la bandiera lateralmente in alto a destra; la lin.ea, portando le. bandiere lateralmente in alto nello stesso tempo, ciascuna dalla propria parte. I movimenti debbono eseguirsi a braccio disteso con vivacità, in . modo da presentare alla vista del posto corrispondente il drappo ben disteso e alzato di tan·to quanto occorre perchè risulti al di sopra di eventuali maschere (cespugli, siepi, messi). Dopo il segnale di punto o di linea; le bandiere vengono sempre abbassate alla posizione di a.ttesç,. Prima di iniziare la trasmissione il posto mittente fa il segnale .di chiamata, finchè il posto ricevente abbia risposto capilo. Dopo di ciò il capoposto detta, parola . per parola il messaggio,. sorvegliandone l'esatta trasmissione e non passando da una parola alle successive se non all'avvertimento avanti dato dal seg·nalator-e. Il segnalatore esegue con movimenti cadenzati le combinazioni di pu:nti e linee che rappresentano 1e lettere· della prima ·parola, lasciando. trascorrere 'un intervallo minimo ·e costante fra i vari elementi di . ciascuna combinazione ed uno sensibilmente maggiore, pure costante;. fra lettera e lettera. Ultimata la. parola, .resta nella posizione· di attesa fino ~ che scorge il segna1e di capito fatto dal posto ricevente; allora dà al capo posto-l'avvertimento avanti. · À trasmissione ultimata il posto mittente fa il segnale fine di trasmissione; il posto ricevente lo ripete. Se al termine di una parola o nel corse. della trasmissione di essa il posto ricevente segnala errore, il se-


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gnalatore ri&pònde ~i;!è identico segnale e dà al capoposto l'avv,ertimento error.e; il capo posto,_dopo breve intervallo, ridetta la parola non compresa. Ugualmente se il segnalatore o il capo postò trasmittenti si ,accorgono di -esser,e incorsi in errore nella segnalazione 0 nella. dettatura, avvertono erroQ·e. 11 segnalatore fa· il segnale relativo e ,ne attende la ripetizione dal posto ricevente:-quindi, doi:,o .breve intervallo, si riprende la trasmissione. Se nel corso della trasmissione di una paroìa il posto ricevente segiiala capiìto, il segnalatore dà se:riz'artro al capoposto l'avvertimentò av anti, soggiungen.do: oapito. . .. P,er i messaggi per- i quali ciò sia richiesto da chi li inviai il cape.posto, invece di fine di tràs'missione, fa segnalare ripeter~ il. telegraonma, subito dopo -finita la trasmissione del testò. Il posto ricevente ri~ponde col capito e poi inizia la ripetizione. Allora quando un posto è chiamato a Ticevere un messaggio, il capoposto fa eseguire il segnale cap~to quindi ·si accing,e a trascrivere le parole che il segnalatore gli detta, tradueendo i segnali dal posto mittente e sorveglia l'esatta interpretazione dei segnali stessi. Ad ogni parola riee'vufa e scritta, il capoposto fa eseguire il segnale .capito. · Quando si voglia far ritirare il posto col quale si cotrisporide, si fa il segnale togliete il posto, continuando finchè il posto inittènte risponde capito. Quando il capoposto fa anche Je funzioni di segnalatore, la trasmissione si compie ànaloga'ment,e ai modi ora detti. P.er la segnalazione alfabetica notturna, tanto la -stazione trasmittente quanto quella ricevente, saranno ìndiyidµate mediante la luce di una lanterna, .c he dovrà essèr·e mantenuta in yista per tutta la durata de\Jla trasmissione. Il punto si ·segnala ·scoprendo 1~ luce di una seconda lanterna, · la linea scoprendo quella di altr,e due,


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secondo le norme date per la segnalazione con le bàndiere. Piu che per le segnalazioni diurne, sono allora da osservarsi la precisione dei movimenti e le C.C,ndizioni del fondo. Movimenti affrettati e non precisi, e la presenza di· lumi o di fuochi nelle vicinanze del posto, possono compre.mettere la esatta e corrente tr::i,smissione dei segnali. ALFABETO MORSE a -n . o---b - -- -

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SEGNALI DI CORRISPONDENZA DI GIORNO

Chiamata. - Fine cli trasmissione. - Agitare i.entamente la bandiera di destra davanti al corpo, facendole descrivere degli 8 verticali, con movimento largo. Capito. - Agitare rapidamente la bandiera di destra ·po.rtandola dalla posizione verticale a braccio d"isteso e alto, a quella orizzontale all'altezza delle spalle e bracèio disteso lateralmente e viceversa. Errore - Non catpito. Agitare rapidamente la bandiera di destra tenuta orizzontalmente all'altezza delle spalle a braccio dist~so. Lezioni di Artiglieria -

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Ripetere il telegrammia. Agitare rapidamente le due bandiere tenute orizzontalmente all'altezza delle spalle, a braccia distese. Togliere il posto. Con le braccia distese · lateralmente portare ripetutamente la bandiera in alto, al di sopra del capo; e riabbassarle.

DI NOTTE. Chiamata: Segnalare - - - - ripetutamente finchè non si riceve la risposta. Fine di trasmissione: Segnalare » Capito Errore non capito » Ripetere il teleg-ramma » Togliere il posto » TELEFONIA DA CAMPO.

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Materiali di stazione e loro impiego. Apparati telefonici da coonpo. A pparato rriicrotelefonico da campo. E' racchiuso ' in una cassettina. di legno di noce provvista di cinghia a ba ndoliera per il trasporto. La oostata anteriore D della cassettina è girevole a cerniera sullo spigolo inferiore, ma normalmente è fissata, mediante quattro viti ed ,,è provvista di dùe ganci per tenere chiuso il Coperchio C. In questo si nota: un foro F per il passaggio de\ bottone del tasto di chiamata T; un intaglio m corrispondente ad altro intaglio m' del fianco destro per il passaggio del cordone g a quattro conduttori; un alloggiamento a molla O per µn cacciavite; un tacco di legno ricoperto di stoffa T per tenere a sito il mi~\ I

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crotelefono ed impedirè gli· scuotimenti ·nei trasporti. Sulla fiancata sinis.tra della cassettina si notano due fori n, n' in corris.pondehza dei serrafili di linea S, S'.

Fig. 33 Un tramezzo · lon'gitudinalè H. divìde l'interno del1a cassettina in due ,scompartiment}; · posteriore ed anteriore. Il primo s'et·ve di alloggiamento al ·microtele0 fono Mt. Il secondo, da due altri tramezzi vertkali, è · suddiviso in tre scompartimenti; 'in quello d'i sinistra · si trovano un· elemento di,·pila ,p tipo; ·G. M:; qu-ellò di destra infine e suddiviso da -ufi ,ripiano orizzontale · in due scompartimenti ·minori: dei -qua:li l'Ìnfériore .contiene il rocchett.o d'indtiiion'i:f R e,::r1eLsuperiore tn.ivasi la testa della vite regolatrice:· dell'interruttore. In quest'ultimo scompartimento, ~dopo·_di avée attr a- , versato lo ·spacco. V esistente nell'assicella· H, viene a disporsi la t romba del microfono, allorchè questo è messo a posto nel suo alloggiamento. I due scomparti-


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menti cqnten~nti gli elementi di pila sono chiusi superiormente . dall' as~icella A, nella quale si notano due fori per il passaggio delle v.iti di pressione dei serrafili. Le parti principali dell'appa,rat~ sono: un microtelefono;· . un rocchetto d'indu.zione con interruttore; un tasto di chiq,rnaJta; clue serrafi),i con scaricatore; due elementi di pila tipo Officina del Genio Militare. ll 1nicrotelefrmo cormprrernde: il microfono M, il telefono ricevitore Tr, il tasto interruttore I. Il microfono ed il telefono sono fissati alle estremità di un braccio prismatico di legno, vuoto, nel cui interno si trova l'interruttore I. Il rocchetto d'incluzi:one si componè di un cilindro cavo di legno, nell'interno del quale è posto un fas cio di fili di ferro dolce, sporgenti per circa due mm. dalle basi del cilindro. All'esterno è disposto un primo avvolgimento di filo isolato, relativamente corto e grosso (primario) e su questo un secondo avvolgimento costituito da due fili pure isolati, molto lunghi e sottili (secondario), avvolti nello stesso senso, ciascuno dei quali ha un'estremità isolata sulla base del cilindro di legno, mentre le estremità libere escono dal1'avvolgimento da parti opposte. In presenza della sporgenza superiore dell'anima di ferro dolce, vi è una piastrina di fer ro dolce d, che costituisce il martelletto dell'interruttore. Essa. è ~ssicurata all'estremità di una molla a larnina e portata. da un braccio a squadra L, ·avvitato internamente sul fiancc. destro della ·cassetta dell'apparato. Dalla stessa parte ed un po' piu alto .è .avvitata una piastrina R solidale con un braccio S; ·alla cui ,estremità è praticata una chiocciola per il passaggio del gambo della vite regolatri-


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ce V del martelletto: In ·corrispondenza cl.ella punta di detta. vite, sulla faccia sùper iore della molla che porta il martelletto, vi è una piccola la.strina di platino., La vite r egolatrice porta un'appen dice che può accosta.rsi a due piuolini, limitandosi così lo spostamento angolare della vite stessa.

A

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Al. TELEFOl'<O ll,IC.E.VITOR.'E.

• AL.LA

PILA

Fig. 34 Il tasto di chiaimata,', si compone di una lamin~ provvista a.ci" una .estremità di' un ingrossamento cilindrico c, fermato ·per questo estremo all'assicella A che chiude gli scompartimenti degli elementi di pila/ e di un· bottone di ebanite ·B all'estremità, che è destinato a stabilire il contatto col bottone Q. Agendo sul bottone B, il primario dél rocchetto d'induzione, trova.si inserito nel circuito della pila ·attraverso l'interrutt:ore, dando luogo, nel secondario, a correnti indotte ,che producono.·la chiamata fonica nei · telefoni. · Nello scompartimento di sinistra e contro la parete interna ai sinistra., in · corrispondenza dei fori praticati riell.a· cassettina, si notano. due fili muniti di vite di pressione. y


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Impiego c>ell' apparato micro-telefonico

a) Attivare i due ,elementi di pile, introdu.cendovi circa 1/4 di litro d'acqua: Quest'operazione va, fatta soltanto quando si tratta di adoperare l'apparato per la. prima volta, svitando, mediante il cacciavite, le. viti che tengono a posto lo sportello anterfore, introducendo a poco a poco l'acqua negli elementi di pila dell'apposito tubetto esist-ente nella faccia superiore dell'elemento e rimettendo poscia il tutto nella. primitiva posizione coll'avvertenza d'i spostare convenien-· temente, all'occorrenza, l'elemento per facilitare l'introduzione dell'acqua. Dopo breve tempo, l'apparato è pronto a funzionar.e: abbassando il tasto di chia'L mata si sentirà _vibràre l'interruttore; e se mediante un pezza di filo metallico si uniranno i due serrafili dell'apparatò, si sentirà anche il suono del telefono. Quest'ultima operazione è molto utile ·farla ·a titolo di prova delle buone condizioni· dell'apparato. Se abbassando il tasto l'interruttore non funzi9na, se ne regola, con piccoli movimenti la vite. b) Atta.e.care i fHi- della linea (ovve.;ro il filo di W nea o qu~llo di terra), ai serrafili A e B. In via eccèzionale, si può impiantare sopra una linea, una sta.~içme intermedia., In questo caso si collegheranno all'apparato i due fili che fanno càpo alle due .stazioni estreme. La comunicazione con la terra nc,n ;è neéessaria; ma è bene che sia predisposta per collocarvi entrambi i fili in caso . di forte temporale. e) Pe-r effettiw,re la chi.amata, - Premere sul bottone C del tasto. Si viéne a stabilire il contatto C D. . ' '


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Il circuito della pila allora è chiuso attraverso il bottone di chiamata, all'interruttore del rocchetto d'induzione al primario di questo. La corrente non può circolare nel microfono, tro.va,ndosi il tasto I nello stato di riposo. La corrente che circola nel primario magnet izza il nucleo del rocchetto il quale ·attrae il · martelletto dell'interruttore distaccandole. dalla vit e V; il circuito resta interrotto, i l mi.eleo si magnetizza, il martelletto è portato nuovamente a contatto della vite V dalla molla a lamina, alla quale è solidale; si ha allora un nucNo passaggio di corrente, con relativa attrazione del martelletto, e così di seguito fìnchè resta abbassato il tasto C. Le successive chiusure ed aperture cli circuito che si succedono con molta rapidità, caricano, per induzione, di elettricità gli avvo\gimenti secondari, i quali, essendo ìsolati a.cl uno dei loro estremi, fu nzionano come lè armature di un condensatore. La corrente si porta: da una parte sul telefono della propria sta.zione e quindi sulla linea; dall'altra parte sul filo di ritorno od .alla terra. Nella prc.pria stazione e in quella ,c orrispondente, i telefoni vengono per questo fatto eccitati ad ogni chiusura ed apertura di circuito e le lamine vibranti, obbedendo all'azione magnetizzante dei nuclei, producono un suono caratteristico, che risulta distinto a parecchi metri di distanza e costituisce la chiamata fornica. Per rispondere alla chiamata, s i preme analogamente sul botte.ne C dianzi accennato. In caso di imperfetto funzionamento bisogna agire sulla vite regolatrice V dell'in- . terruttore, avvitandola o svitandola mentre si preme sul ta'sto; e ciò fìhO a quando si senta distintamente la chiamata fonica. d) Per corrispondere. - Dopo che la stazione chiamata ha risposto, prendere in mano il microte1efono, ordinariament<:> ne11a ~ ~!:::;, s::-.:.;';:·~, i,:,él" &.vére ia ciestra libera per scrivere, ed applicare il telefo~o all'~


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r ecchio in modo éhe la bocca del telefonista resti di fronte a.Ila tromba del microfono. Premere con le dita l'interruttore I e, parlandc, con voce naturale, él,ccentuare bene le parole. Per effetto della pressione sul1'.interruttore I si chiude il circuito della pila attraverso il contatto microfonico ed al, primario del , rocchetto d'induzione, mentre nessuna corrente passa per l'interruttore di questo, .essendo sollevato il tasto di chiamata ; perciò, per effetto delle vibrazioni della lamina del microfono prodotte dalla ve.ce, circolerà nel primario una corrente d'intensità continuamente. variabile. I secondari, per effetto d'induzione,.si caricheranno di elettricità, la quale, analogamente a quanto si :è detto per la .chiamata, circc.lerà nel telefono della stazione trasmittente, sulla linea e ,nel telefono della stazione ricevente. Avve.rteinze. - Lo Per trasmettere la parola, occorre premere· sul tasto dell'interruttore del microfono. 2.o Quandc. si tratta solo di a.scollare, la detta pres. sione . sul tasto dell'interruttore; non solo non è necessario, ma si deve evitare per non logorare inut ilmente 1a pila; ,, 3.o Aff inchè la · tra:S11iissiornei sia ben chiara, occc.rre parlare davanti al microfono con voce naturale, senza gridare, ma accentuando bene le sillabe delle parole. E' falso ritenere che, alzando la voce, la trasmissione sia migliore. / ' 4.o I segnali di chiamata deve.no essere brevi, per non lo'gorarè inutilmente la pila. Il segnale, anche se breve, · dev'essere immediatamente percepito dal corrispondente, perchè durante il loro servizio, i. telefonisti non si devono mai allontanare dall'apparatc.. 5.o Nel caso eccezionale che, oltre alle due stazioni estreme della linea, ve ne sia una intermedia, si assegnerà a ciascuna la sua chiamata, costitu ita da . uno, due o tre segnali brevi, a brevi intervalli.


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6.o In una stctziòne telefonie~ 'i mpiantata all'erigine di una. linea cli.e si sta stendendo non si deve mai f~r,e 1.l Ù[Jnale di chiamrotu se ·nori per risponde'l,;è a quello rice,vuto. Questa avvertenza è importantissima, .servendo ad evita.re al personale ché maneggia il filo scosse fastidiose che gli impedirebbero <li lave.rare. 7:o In caso di forte temporale, previo avviso datone alla stazione corrispondente, occorr,e distaccare dall'apparecchio ,il file, della linea e quello di terra e congiungerli fra loro. Ciò serve a pr,eservare l'apparato · ed il personale da forti scariche contro le quali sarebbe poco efficace l'azione dello sèa.ricatore. Se. si tratta di una stazione intermedia nella quale siasi predisposta la comunica.zione con la terra, si uniscono 'al tubo per terra entrambi i fili distaccati dall'apparato; caso contra.rio basterà collegare· ì detti fili fra loro. · ·

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VERIFICA E R1CERCA- DEI GUASTI. ·

App.ar.aio micr~teÌefonico.. ,- I guasti pos~ono verificarsi e .ripararsi nei seguenti modi: 1.o Abbassando il tasto di .chiamata, si sente vibra..re l'i:nterruttore del rocchetto, ma non si sent·e il s1.wno del, tel.ifono. ·· Il guasto può risiedere nella propria stazione, .lungo la linea o nella stazione ·c orrisponden.te. Si verificano gli athicchi del filo ·di linea e di quello di terra aH'a.pparato ed al tubo per ·far terrà; non riscontra·ndosi imperfetti contatti e, rottura dèi detti fili, si uni·scano direttamente; con un pezzo di filo metaHico, i · du~ s·errafili çlell'apparato; s i verifica s·e, abbassando il tastò di chiamata, si a.vvertono nei telefono le vibrazio.ni dell'interruttore del rocchetto d'induzione. In caso affermativo, il guasto esiste o nella stazione corrispondente, cl}e non tarderà ad accorgersene ed a. porvi riparo, ovvero sulla linea (rottura del cordc.ncino),


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che dovrà essere visitata a riparata dai guardafili. Nel caso contrario, per altro, poco probabile, il guasto è nel telefono o nelle sue comunicazioni nell'interno dell'apparato, che dovrà essere sostituito con un altro, non potendo i telefonisti eseguire le riparazioni necessarie . . 2.o Abbassando il tasto di chiamata si sente ·il suono nel telef<YIW, ma la staziol/'lie corri,Sponclente no1n risponde. Il guasto esiste probabilmente lungo la linea, a causa del filo rotto, in qualche punto ed a contatto con la terra. La ricerca e la riparazione spettano ai · gua.rdafiti.. 3.o Abbassamdo il tasto di chiamata non vibra l'interriittOtre dél rocche.tto e l'inconveniente persiste cmche regolando alla ma.ssi"ma sensibilità la vite clell'interruttore. Il guasto sar à negli attacchi della pila, o nella pila stessa. Aprendo lo spo~telle,, sul fianco della èassettina si verificano gli attacchi dei due el,ementi di pila e si stringono le viti che potrebbero essere allentate. Se l'inconveniente persiste, occorre sostituire la pila con altra di ricambio, dopo aver fornito quest'ultima dell'acqua necessaria. 4.o Il segnale di chia.mata ha luogo regolarmente, ma non ha luogo l'audizione della parola. Il guasto iè probabilmente nel circuito microfonico della stazione che percepisce la. trasmissione del suo corrispondente (quando non dipenda dall'aver dimenticato di premere sul tasto dell'interruttore del microfono, nel parlare) . Converrà in ogni caso, cambia.r e la capsula microfonica, nella quale potrà anche riscontrarsi rotta la. lamina di carbone.


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-MEZZI DI COLLEGAMENTO ACUSTICI.

Megafono. ·- Può essere impiegato -ih molte c_irco·stanze, ed è molto utile nel proprio campo di azione. Cornettp, a doppia tonalità. - Sono cornett~ a ffa.to, o azion;:i,te da gas çompresso in bombole, capaci .di dare suoni di due tonalità; c9ml;>inç1.ndo questi suoni si possono fa.re segnalazioni secondo ·l 'alfabeto Mo.rse, o altre co.nv~n~ion'i. facendo, per es. corrispon-de're la linea /al suono piu grave, ed il punto al suono piu acuto. La portata di questi.mezzi di .collegamento dipende molto dal vento; specia.lmente con vento sfavor,evo.le, ·: se impiegati nelle ione avanzate, i segnali possono esse raccolti dal nemico. · · · Siren~ - oampane - razzi sibilanti sono impiegati per da.re l'allarme, ed in particolare per segnalare !:attacco con gas asfissianti, al fine d'indurre tutti a ·mettere la maschera. TELEGRAFIA OTTICA. I 1.o Generalità ed .impiego. La corrispondenza tel~grafica. otticà fra due · stazioni la cui visione reciproca non sia impedita da osta-c9li naturali, si ottien~ inviando da una. di esse, con appc.siti apparati, ·un fascio luminoso, ~d occultandolo ad intervalli brevi o lunghi.· Alle occultazioni brevi o lunghe si fanno corrispondere i punti e le linee dell'alfabeto Morse. La ·stessa cosa si può ·otte1;1ere, tenendo normalmente occultato il fascio, éd emettendo la luce per tratti br,evi ò lunghi. Il 1.o . mezzo_ è quello usato normalmente negli ap. pa.rati ·in U$O presso il. nostro · Esercito.. · Per le segnalazioni · a piccole distanze, si usano appai:ecchi svariati di cui si è parlato già, merttre qui s i tratta. della tele2:rafi:1. 0ttica ~!·0pri~:t~e~te <:!ettt., at-


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tuata con apparecchi ottici speciali, per la proiezione a distanza di fascj di luce intensi ed omc.g,enei . .L'impiego di tali appara.ti può essere utilissimo in _ svariate circostanze di guerra ,e d essenzialmente dovunque la corrisponderiza con filo può mane.a re sia questa mancanza dovuta ad effetti distruttori del tiro di artigheria (zona avanzata), ad o.pera. di guastatori (colonia), o a difetto del tempo occorrente per stendere la lin~a . .Nel primo ,caso la telegrafia .ottica rappresenta un'utile riserva alla comunicazione con fìlo, nel s_econdo un utile ripiego per. qualche tempo alla mancanza di quella comunica.zione. . La comunicazione ottica non può in genere sostituire quella con filo, perchè piu lenta di questo è soggetta alle interruzìoni dovute a condizioni atmosferiche che impediscono la. visibilità (nebbie, pioggia, · neve). 2.o Segnalazic,ni cc,n luce: solare e con lu,ce artifi,ciale. - Il fascio luminoso può .e ssere ottenuto sia riflettendo mediante specchi la luc~ solare, sia rifrangendo attraverso una lente la luce data da una sorgente luminosa artificiale posta nel fuoco della lente. Negli appara:ti1 ottici in uso presso il nostro Esercito, la luce àrtiftciale· ,è quella dcetilena, ottenuta dalla combustione · del ·gas acetilene; oppure quella piu intensa data dall'inèaridéscenza di una. materia refrattçiria contenuta· in una capsula, sotto l'azione calorifica di un dardò, prodotto dalla combustione dell'acetilene mescolato ad· ossigeno, dardo ossiacetilenico. L; acetilene, dai' caratteristico odor,e agliaceo, si ottien~ trattando il carburo di calcio con acqua; il resi· ·. duo della reazfone ·è idrato di calce. L'ossigeno· si ottiene trattando con acqua l'oxlite preparato ''di biossido di sodio compresso sotto forma di piastrelle' quadrate; il residuo è una soluzione di soda càustièa, liquido irritante e corrosivo. '


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25.3 -

Le occultazioni della luce solare sl ottengono facendo muo:vere lo specchio che riflette il sole o. la sua immagine, per mezzo di un tasto; quelle della. luce artific.ia1e si ottengono fraJ?ponendo fra la sorgente luminosa e la lente; un diaframma occultatore, messo pure da . un tasto. ¡

J

Fig.

35


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254 -

3.o Appa,rati in ·uso. - Si distinguono a seconda che devono impiegare luce solale o luce artificiale in eliografi o. diottrici. In ogni apparato di telegrafia ottica vi è una parte destinata alla trsmissione dei segnali luminosi ed una parte destinata al ricevimento. La parte destinata alla trasmissione comprende: a) orgQlYl,i per t emissione dei segnali; uno o due specchi negli eliografi, una lente nei diottrici; b) organi per il mcntamento deU' appa,rato, cioè per dirigere il fascio luminoso alla stazione corrispondente; c) organi, per ottenere l'occu:1,taziane del fascio lu,minoso. . La parte destinata al ricevimento è composta di: l cannocchiale il quale serve anche per il puntamento . dell' appa.r ato. 4.o Classificazione degli apparati ottici. - Gli eliografi si distinguono a seconda delle dimensioni degli specchi, i diottrici a seconda del diametro della lente . ) di emissione. l.o L'arpparato da campo F,c1,.ini, di cui sono dota.ti i reparti telegrafisti, che comprende un eliografo a doppio specchio di cm. 7X7 ed un diottrico da cm. 10; un t ipo piu recente di detto apparato detto FafmiTriulzi, ha invece un diottrico da cm.· 8. Meno usati sono invece alt ri apparati per telegrafia ottica di maggiore efficienza', perchè le distanze per l,e quali sarebbero fatti questi appara.ti, vengono preferibilmente servit e col telegrafo e telefono a filo o piut tosto con la radiotelegrafia. Essi sono: 2.o Un apparato per st azioni permane-nti, di non facile trasporto, il quale comprende un diottrico da centimetri 30. 3.o Un apparato per stazioni mobili di facile t ra-

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sporto, comprendente un ,eliografo a doppio specchio da cm. 12Xl5 ed un diottrico da cm. 20. · ·s.o Stazi()'l'l,e ottica da campo Faini-Triulzi .d a cen. timetri 8. · '. Comprende due zaini di tela, dei qua1i, ·uno contiene l'apparato ottico, l'altro vari materiali occorrenti per il funzionamento della stazione, ed un treppie-· de per l'apparato, ripiegabile e trasportabi1e còn. cin~ ghia a tracolla. . Lo zaino co:r:i.tenenti i materiali porta. assicurata all'esterno, mediante cinghia, una custodia contenente i generatol'i di acetilene ed ossigeno. La stazione coi materiali· costituenti il suo carica.mento normale può corrispondére impiegando luce artificiaie, per circa 24 ore. Nella figura è rappresentata la stazione completa, disposta per il funzionamento. L'apparato ottico compr,ende le seguenti parti: a) Cassetta dell'appar ato. - E' di lami,e ra... d'alh.1, minio divisa in due piani da un diaframma orizzontale e contiene le varie 'parti dell'apparato. Ha le testate mobili; il coperchio apribile e va:ri sportelli nei fianchi. Viene fermata mediante una vite V sulla testa del treppiede; tenendo lenta questa vite, l'appara.to può subire vari spostamenti nel piano òrizzontale, mentre fissandola, può subire piccoli spostamenti all'apparato nel piano vertica1e, si agisce al treppiede; i piccoli spostamenti si ott'engono inv~ce agendo su un bottone. · b) Diottrico. _: E' contenuto nel piano inferiore della cassetta e comprende: . l.o Lente: è piano conv.essa del diametro di · mm. 80, e disposta verso la parte anteriore della cassetta; 2.o Sorrgente 'lurninosa: è dispo.sta verso la part e posteriore in. corrispondenza al fuoco della lente. A seconda della luce che si adopera si adatta la lampada acetil,enica, oppure- quella ossi-acetile;n1:ca ad un carrello porta lannpad'a, suscettibile dei movimenti ne-


cessari per mettere nella. giusta pos1z10ne il punto piu brillante della sorgente. Usandos"i luce ossiacet ile. nica, al porta lampada viene adatta.to anèhe il portacapsula ·e la capsula contenente la sostanza r-efrattaria, che deve essere resa incandescente dal dardo ossiacetilenico.; anche il portaaca.psula è suscettibile dei moviménti occorrenti per far risaltare la capsula nelposizione çòvuta. :La lampada. acetilenica riceve un solo tubo aduttore per l'acetilene e l'altro pe·r l'ossigeno. . 3.o Apparato acc.ultafore: comprende un tasto T, il -quaiè aziona· un.a handeruola, che a tasto abbassato si dispone davanti àlla .sorgente luminosa ·occultan., dola. · 4.Ò Prisma a triplice rifle.ssione:: serve . per il puntan1ento· del diottrico, -ed è disposto davariti alla lente, trattenuto normalmente verso l'alto' da una molla ri ritegno. . . c) Eliografo: . lè disposto nel piano superiore della ,cassetta. ,e comprènde: . . 1.o ·uno spec.ch~o S di emissione, disposto nella parte posteriore de,ll'apparato, dj form~ quadrata· e lato. ) mm. 10, suscettibil'é di spostamenti · grandi a mano ~ e piccoli a vite, ·in modo da poter variar-e facilmente e con .c ontinuìtà I.a direzione del fasçio di lqce. riflessa. 2.0 Cmtro-specchio S', eguale al pr-ecedente,. rria di. sposto anteriormente; serve a raccogliere la luce so-. lare ed a mandarla nello specchio S, quand9 _questo non la può ricevere dir,ettamente, perchè il sole è dietro l'apparato, mentre S deve essere necessaria.mente rivolto in avanti. Anche il contro-specchio è manovrabile a mano ·e mediante viti. . · 3.o Apparq,to di puntamento comprendente una linea di puntamento ed un prisma a ·rifi,essione totaìe. La linea di puntamento ·.è costituita dal centro ..di un forellino; pra.ticato in una laminetta Z, disposta nor-


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malmente alla, linea stessa, e da una punta di un'asticciuola collocat'a in· una capannuccia -R, a fondo -mobile a guisa di sportello C. Il prisma a riflessione totale P ,collocato dietro la laminetta Z, serve a tragardare attraverso la predetta liriea daL latq dell'appç1,rato, cioè se,nza spostare lo specchio di emissione, che sta dietro a,.l prolungamento della linea.

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: ..Fig. 36 4.o Ta..sto T, il medesimo del diottrico. d) Cannocchiale F è disposto nel piano superiore della cassetta, sopra il diaframma, e contro la fian,c ata destra. E' dotato di micrometro a punte. Il suo asse, in parte per costru.zione ed in parte per effetto di òpporturie operazioni, deve risultare · parallelo 'all'asse del diottrico ed alla linea di puntamento del1'-eliografo. Quanto all'asse del diottrico, ciò si ·ottiene aqbassando il prisma a· triplice riflessione davanti alla lente ed al cannocchiale, i.n modo che, .guardando in questo, si vede ,la sorgente luminosa e spostando la sorgente stessa mediante i movimenti di· ,cui ~ su. scettibile, fino ad ottenere di, v·e derla ' centrata, cioè Lezioni di Artiglieria -

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2.58 -

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con la sua parte piu luminosa corrispondente1 col centro del micrometro a punte. ·Quanto all'as,se dell'eliografo invece, si punta il cannocchiale ad un oggetto lontano almeno 500 metri, e quindi si fa collimare· al medesimo oggetto la Unea di puntamento, agendo ai movimenti di cui sono suscettibili lamiriette portaforellino e capannuccia; per fare questo si tiene . abbassato il fondo della capannuccia, e si traguarda; tra forellino e punta, attrave·r so il prisma a riflessione ·totale oppure ditettamente da dietro all'apparato. Una volta assicurato questo p_arallelismo, puntamen-

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Fig. 37 to e cannocchiale alla stazione ricevitriéè, l'apparato ~ pµ;re puntato. Impiegandosi il diottrico, si- può allora: trasmettere senz'altro; impiegando l'eliograf9, è an.c ora necessario dirigere il fascio riflesso alla stazio.ne ricevitricè, e ciò . si ottiene spostando lo specchio S in modo che là proiezione del forellino cfellà' Hnea di . puntamento venga a trovarsi 'sul fondo della ·.capannuccia, e l'ombra della punta: dell'asti.cciuola ne oc- · cupi il centro. Questa: regolazione poi .d~v}essere continuamente rinnovata; agehdò assiduamente alle viti che r egolano il .movimento dello specchio S, pe~ se-


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guir,e il sole nel suo movimento ap~arente attorno alla. .t erra, e mantenere il fascio riflesso costantemente . direttò alla stazione corrispondente. Questo si fa traguardando attraverso il prisma a riflessione totale. e) Bussola. · Q. Serve' a puntare g.rossolaname1,1te l'apparato, valendosi della .carta: topografica, quando .si sappia la località e.ve dovrà ess.e re ·messa la corric spondente. I principali materiali occorrenti per l'impiego dell'a.pparat() sono: a) Bottigliette· con .tappo a vite . per carb'uro di • calcio; . b) Bottigliette di pakfond per pia.st1:e}le di ox ilite; c) Rubinetti a vite R R per. ossigeno e acetilene, con morsetto per venir fissati alle gambe del treppiede. d)i Serie di tÙbi di gorrn,m a H H1 per generatori di · ossigeno ed acetilene; · e~ Generatori G G1 di ossigeno ed acetilene. La stazi<:me è poi dotata di vari . aceessori: ,,, ,a) Binoccalo; b) BorriJJcce per acq1µ1,; c) Lanterne excelsior - canc~ele, fi<1mmnif eri, cancelleria - parti di ricambio, ecc. . 6.o Portata ottica dei segni lu(lninosi . E' la portata alla quale un segnale luminoso può , . esseré percepito. Essa dipende: a) ' dall'i~tensità della sorgente lÙminosa; b) , dalle caratteristiche dell'apparato impiegato; c) · dallo stato di trasparenza dell'atmosfera; ' d) dallo sfondo sul quale il segnale si proietta; · e) dalla dilatazione che subisce- il segnale luminc,so . a causa- delle continue variazioni di. densità degli


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stra.ti atmosferici àttraver~ati dal fascio emessò dal segnale luminoso, per cui esso appare dotato di grande mobilità, e si percepisce come dilatato e sbiadito. Indipendentemente da tutto ciò, sull'efficacia di -un segh"ale luminoso; infl.uisc~ poi la. s~nsibilità visiva propria dei ,sin.goti indjvidui, che .è la quantità minima di' lu.ce· percepibile da un dato indiviquo ad ·una clata· distanza.. . . . 7) Portata ·media di vari apparati ottici. Dic-esi portata media di un apparato ottico la portata luminosa media nelle condizioni sulle quali si può fare assegnamento nei nostri climi per la maggior • · . parte dei giorni dell'anno. . Si riportano a titolo comparativo dei vari apparati le portate medie rispettiye: di giorno di notte Eliografo da cm. 7X 7 Km. 25 Km. » » » r2x 15 » 60 » Diottrico »· » .» 19x s 10 » 25 » » » » 20 15 » 3~ l » » » 30 ·» 35 » 50


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· Elementi M Ginnastica (1)

CAPITOLO I. FORMAZIONI _:._ POSIZIONI. 1) ~ movimenti che l'istruttore fa compiere agli .individui o ali.e squa:dre in relazione agli esercizi ginnasti.çi da eseguire prendono il nonie di «ordinativi». Quando l'istruttore , ritenga ·opportuno di dare ai movimenti ordinati uria certa simultaneità d'azione, ~I comando di avvertimento fa seguire ·quello di ese.cuzione: Via, .uno.. : due:;. •mare, a seconda che il movimento importi uno solo o piu tempi di esecuzione o l'avanzare. , •· 2) Formazioni. La scelta delle formazione iè re1ativa alresercizio c~.e s'ihtende di eseguire. Alle formazioni della· squadra cont emplate «nelle istruzioni sulla scuola a piedi » si aggiungono .le se- , . · g1uenti : Dal.la formazione de'lla squadra. pe"r tre di fianco: ' Avanti: .. maré. La squadra 'inizia il movim.e nto. · A doppia. distanza. Le terziglie accorciano il passo fino ad avere ciascuna la .distanza., di due metri da quella che, precede. Squadra... Alt. Tutti gli uomini si· fermano contemporaneamente. (I) Gnardare la tavola riguardante la ginnastfca.


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Dalla sinistra. (destra) a doppio intervallo ... aprite:. I sol:dati portano le braecia in fuori e prendono prontamente dalla sinistra ( dèstra.) . l'intervallo corrie spondente alle braccia distese, accresciuto di circa . . centimetri 50. / A destra (sinistra) . .. serrate. Tutti gli uomini, con movimenti di fianco e di corsa, serrano ad intervallo normale (leggero contàtto di gomiti) sulla fila di base indicata nel comando. Sulla testa ... serrate. Tutte le righe serrano di corsa sulla testa a distanza normale (m. 1,20); la prima rimane ferma. Avanti serrando. · Tutti gli uor;nini iniziano la marci~ . serrando· dal centro gli intervalli e sulla testa le distanze. _L a prima terziglia accorcia il' passo per favorire il · movimento, dopo di che riprende il passo nòrmàle. In caso che speciali còndi'zioni di ambiente o spe~ - · ciali esigenze dell'esecizio lo impongono, l'istruttore può far assumere ai g-ruppi formazioni adatte allo scopo, tenendo però sempre presente la. necessità. di -evitare perdita di tempo ed· inutile cc.reografia. 3) Posizioni. Atte.nti. Vedi regolamento per l'addestramento in' dividuale. Riposo. Idem come sopra. Saluto. Il saluto dei militari quando indossano il costume ginnastko e non sono armati, è quello romano. I reparti, rendono detto onore dalla posizione di ' · · attenti al comando: Saluto, dato dal piu elevato in grado o piu anziane. degli isfruttori. Tutti i militari sollevane> il b'raccib destro teso in avanti con la ·estremità della mano, la cui· palma .·e volta in ·basso. ·


263 :.._ Al comando,: . In posizicme, ritornano nella posizione di attenti. Posiziorni cìelle braccia.. Rappresentano esercizi ad effetti poco intensivi; servono anche per graduare le difficoltà di altri esercizi, in quanto, spostando il centro di gravità del corpo, -possono dare ad uno stesso movimento una -intensità maggiore o minore (specialmentè in quegli esercizi in cui debbasi contrapporre l'azione dei muscoli alla forza di. gravità: esempio: flessione del busto). · . Le posizioni delle braccia sono: · Mani ai fianchi (fig. 3). Portare di scatto 1~ palme delle mani alle anche, colle dita unite e dirette avanti, pollici ind.ietro, go~ miti spinti indietro, per quanto possibile. Braccia avanti (fig. 3). , Portare di sc·a tto le braccia tese in avanti all'al,.. tezza delle spalle; 'palme indietro; dita distese ed unite. L'apertura delle braccia deve risultare maggiore della larghezza delle spalle e le scapole debbono essere spinte piu che possibilmente indietro. Braccia in fuori (fig. 4). 'Slanciare le braccia tese in fuo.ri, all'altezza delle spa\le e spinte indietro; palme in basso, dita unite e distese. Mam,i alla 11,·U!Ca (fig. 5) . . . . Slanciare dapprima le . braccia all'infuori, palme iµ basso; indi flettere g·li avambracci, portando le mani alla nuca., palme in avanti, dita unite e distese, go- · miti spinti indietro per quanto è possibile, braccia al·l'altezia delle spalle. Le mani. non debbono venire a cc.ntatto .nè della nuca, rnè :tra di loro. . · . In a.vanti (fuori) bra;ocia in alto '(fig. 9). Slanciare. le braccia tese oblique 'in a)to, passando


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264 -

per la posizione di braccia in avanti o in. fuori, palma in dentro, dita unite e. distese. Le braccia debbo,no risultare sullo stesso piano del corpo. · · . Nell'assumere queste posiìioni tutto il corpo, eccetto le braccia, deve essere. mantenuto nel.la posizione di a;ttenti. Per tornare nella posizione di attenti si procede in senso opposto, al comando:

In posizione. Posizi()llte delle ga?nbe. Servono ·a 'dare una maggiore stabilità al corpo. Piede sinistro (destro) posato a.vanti (infuori) (f. 7) Spostare rapidamente il piede sinistro (destro) in avanti di circa cm. 30, busto a piombo, gamb.e tese, e peso del corpc'. egualmente ripartito su di esse. Si ritorna .sull'attenti eseguendo il movimento in senso invserso, a°I comando:

In po,sizione. CAPITOLO II. ESERCIZI ELEMENTARI A CORPO LIBERO. 4) Fra. i molti esercizi elementari a corpo. libe.ro si descrivono soltanto quelli fisiologicamente piu utili. Tali esercizi danno flessibili tà al corpo, resistenza ane. articolazioni, potenza, equilibrio e facilità di scatto agli arti inferiori. Ciascuno di essi · deve essere eseguito piu volte di seguito. \5) Flessioni -

Estensioni -

Rotazioni. ·

Da una delle pos.izioni delle braccia · (eccetto quel:la di braccia avanti), e delle gambe ·ecap. 1; 3): Flessione del b1,wto teso ava,nti (fig. 8) ; Flessione del busto a S'l,'n,istra (destra) ·(fig. 9);

Flessione p1·ofonda, del .busto a1Jarnti: (:figg. 10-11); . · Este-nsion·e d_el busto (fig-g. 12-13).

.....


.,_ 265 Mantenendo le gambe rigidamente tese, senza scomporre la posizione del busto, inclinarlo piu che possibile e lentamente nella direzione indicata. ¡ Nella flessione profonda in avanti, occorre flettersi fino a quando le dita -toccano le punte dei piedi: 'in1 questo movimento le braccia vengono prima portate in alto tese e poi lentamente abbassate, in armonia colla flessione del busto, il quale deve prima passare per la flessione del busto esteso avant i. R otazione del busto a sinistra (destra) (fig. 14) . busto e la testa nella direzione indicata. Per tornare nella posizione di partenza si procede in senso opposto, con movimento lento, al comando: In... posiziorn.e. o .con movimento di scatto al comando: , In posizione. Gli eser.cizi di flessione del busto esteso avanti e di rotazione, a destra e sinistra, possono anche essere eseguiti dalla posizione di seduti ed in particolar modo con le bracci a in fuori (fig. 15). ¡ 6) Piegamenti sulle gambe. Possono essere eseguiti lentamente o di scatto. Piegamenti lenti: da una delle posizic.ni delle braccia. (cap. 1 .paragrafo 3) ; Piegamento lento sulle gambe (fig. 16). Al comando uno sollevar,e di scatto il corpo sulla punta dei piedi: al du... e piegare lentamente le gambe sino a toccare con le natiche (glutei) i talloni; le ginocchia debbono essere tenute aperte; i talloni riuniti; il busto eretto. Si ritorna nella posizione di partenza al coman do: In posizione. Sollevarsi lenta.mente sulla punta dei piedi mantenendo le braccia nella posizione assunta all'inizio dell'esercizio.


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Attenti. Tornare di scatto sull'attenti. Piegamenti di scatto: Da una delle posizioni del.le braccia che si possono fare assumere prima dell'e· sercizio. · Piegamento di scatto sulle gambe o conte1nporanea·memte all' esercizfo stesso: · Con braccia avanti (in alto, mani alla nuca, mani ai fianchi), piegamento di scatto sulle gambe. Eseguire colla massima energia e rapidità i movimenti indicati nel comando. Si ritorna nella posizione di attenti con movimenti in senso opposto al comando: In posizione., 7) Eserc·izio di a f orndo. Da· una delle posizi0ni delle braccia precedentemente indicate (cap. 1 parag. 3) che si possono fare assumere prima o contemporaneamente all'esercizio di a fondo: , A forndo sinistro (destro) in fuori (fig. 17) . Portare il piede sinistro (destro) in fuori alla distanza cli circa un passo~ ginocchio sinistro (destro) piegato; g·amba destra (sinistra) tesa; punta del piede in avanti; il capo ed il busto disposti sul prolung·amento della gamba che resta tesa. In posizione (fig. 18) . Con la spinta della gamba che è a fondo equilibrare il corpo sull'altra gamba e quindi tornare rapidament e nella posizione di attenti, portando prima le bra.ccia in fuori. A fondo sinistro (destro) a.vanti. (fig. 19). Portare il piede sinistro (destro) avanti alla distanza di circa un passo, ginocchio sinistro ( destro) piegato, gamba destra (sin.istra) tesa: tronco e corpo disposti sul prolunga.mento della gamba che resta tesa. In posizione ( fig. 20) . Con movimento analogo a quello descritto per l'a fondo., in fuori, tornare sull'attenti.


-'- 267 CAPITOLO III. ESERCIZI DI RESPIRAZIONE.

8) Gli esercizi di respirazione servono a. ristabilire rapidamente; la. calma nella respirazione e· nella circolazione dopo un~ faticosa lezione di ginnastica e do-po l'esecuzione di uno sforzo violente, o di qualsiasi altro esercizio che dia l'affanno. Si ·eseguiscono coll'aiuto di movimeinti delle ·braccia, eseguiti a cadenza lenta. (La stessa della respirazione calma, cioè 16-18 atti respiratori al minuto primo). Le ispirazioni, si debbono fare col naso, tenendo la bocca chiusa; le espirazioni con la bocca. . · Partendo dalla posiz'ione di piede sinistro (destro) posate. in fuori o dalla posizione di àttenti: · Sollevarndo le braoeia per a.vanti ( o per f'uori) ins,pirare (fig. 21 arb-c-d). Sollevarsi sulla punta de.i piedi e con lentissimi movimenti, mentre si inspira coi- naso,. portare le braccia in alto, passando peir avanti (o per fuc.ri) . Per tornare sull'attenti: . Abba.ssando le brcvccia per dietro, es,pf,rare · (figura. 21 e-f).

·

Con lento movimento, espirando con la bocca, portare le braccia sull'atte1nti, facendo passare per dietro, e pesare. i talloni a terra. , Le ispirazioni debbono essere eseguite rovesciando legg,e rmente il capo a.ll'indietro, quando le braccia so- . no giunte in alto. CAPITOLO IV. MARCIA.

9) La marcia produce effetti generali in quanto agisce . sulle fu11:·zioni della respirazic.ne e , della· circo-


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]azione, ed ha effetti loca1i specialmente .sui mu.scoli ,degli arti inferiori.. . Stil.e deUa rnarcia in fìessione, .(fìg. 22 a-b) . E; adoperato generalmente: n.elle marce di 'rèsisténza. La. marcia dì res5stenza e eseguita su lunghi per~ corsii in ·genere 'superiori ai 20 chìlometri. ·In essa gli ·istruttori devono, i'n parti.colar . modo, insèghare ai soldati a:d economizzare piu che p6ssibìle le forzé per l)Oter giungere all'arrivo in .buonè condizioni .fisiche; all'uc.po essi debbono tenér presente gli elementi . essenziali dì· ogni marcia e cioè: · ,

a) velocità·.. di r,iarcia;

b) li~ri(gh~zzà del percorso.

Per marciare in flessione; il passo deve esser lungo ed elastico; i piedi debbono toccar terrà prima col tallone. pc.i .colla. punta; la gamba che rimane dietro deve essere tenuta naturalmente tesa e quella che si .tr'o:ya in avanti · deve venire legg,e rmente piegata nel momento .in c.ui il piede tocca, terra; il corpo deve essere. tenuto ·1egg,e rmente inclinato in a".anti, ma colle spali~ ··aperte!; le, braccia leggermente flesse, debbono oscillçi,re leggermente .in avanti ed indì,e tro armonizzando i mc.vimentì con quelli delle ·g ambe. · I soldati debbono ~ss·e re abitua.ti a .coor.dìnare· la .respirazione .con i movimenti delle gambe, insp'irand9 col naso ed aspir ando colla bocca. Nelle marce di resistenza occorre tenere una velocità media dai 120 ai 140 passi al minuto primo. J ,

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· Stile della niarcia in esténsione (fig. 23). E'. adoperato genera:lmente n:ellei marce a percorso "piu breve (dai tre ai. dieci ,chilometri), èd a celere andatura.


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Pe;r marciare in estensione il corpo deve essere tenuto quasi verticale; la gamba che si slancia. in avanti deve essere completamente tesa nel momento in cui il tallone tocca il suolo; i pie1di debbono mantenere nello spostamento il loro asse parallelo a quello della direzione di mar.eia, e debbono toccare-il suolo piu lontano che è possibile; le braccia deibbono ess-ere flesse leggermente per permettere loro di oscillare piu rapidamente, in a:rmonia. con i movimenti delle gambe. La respirazione deve essere coordinata con il movimento. In questa marcia occorre saper misurare l'impieg·o delle proprie forze allo scopo di poter completare il percorso con la massima velocità possibile. Si deve tendere a raggiungere una. velocità dai 160 ai 170 passi al minuto primo. · In tutti gli esercizi di marcia occorre graduare l'addestra.mento ed esigere la perfetta osservanza dello stile che si devè insegnare accuratamente, correggendo molto e facendo ripetere piu volte l'esercizio. CAPITOLO V. CORSE. 10) La corsa, se ben regolata, mette in azione grandi masse muscolari, accelera la circolazione del sangue, attiva la respirazione ed il ricambio materiale, fa aumentare di volume i 'polmoni e conferisce sveltezza, leggerezza; e, se prolungata, resistenza alla fatica. Nelle corse si distinguono: gli ese.r.ciii di corsa, le corse veloci, le corse di resistenza. I primi servono di preparazione alle altre. Le corse veloci e di resistenza possono esserei piame e con ostacoli. 11) C0trsa di res"istenza e corsa veloce. L'allenamento alla corsa di resistenza ed alla corsa veloce deve formare oggetto di speciale cura nell'istruzione di ginnastica. Nella corsa di resistenza ne-


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cessita far eseguire i primi eserc1z1 su percorsi non troppo lunghi, curando molto lo stile del movimento, allo scopo di insegnare ad impiegare economicamente le proprie forze. Stile della corsa di resistenza (fig. 24). Si corre appoggiando i piedi al suolo, prima sulla punta ·qei piedi e poi sul tallone; testa alta, spalle ritratte, petto· sporgente per agevolax·e la respirazione. Le braccia accompagnano i movimenti delle gambe, con. oscillazioni naturali, e debbono essere .mantenute leggermente flesse, m·a mai piegate e con le mani a . pugno adr·e nti al petto. I movimenti delle gambe debbono essere elastici ed il tronco deve mantenersi in equilibrio sulle anche e non dondolare a destra ed ,a sinistra. :n passo deve essere lungo e regola.re. Stile della corsa veloce (fig. 25 a-b). La corsa veloce si effettua sulla punta dei piedi senza posare mai i talloni al suolo. Le braccia debbono eseguire i :movimenti coordinati a quelli delle gambe.· Occorre impiegare tutti i mezzi per ottenere la maggior velocità di movimento e la maggior lung·hezza. del passo. 12) . (!òr~a con. ostacoli. Gli esercizi di corsa con ostacoli si cqmpiono su brevi percorsi (circa 60 o 70 metri) e con ostacoli alti m. 0,70 Q 0,8Q al massimo. . In ,questa corsa occorr:e curare molto lo stile del salto. · . L'ostacolo non si salta a piedi uniti, ma si supera nel passo di corsa, sollevando il corpo dal terreno di quel tanto che. è ,a ppena necessa.rio allo scopo; ,superato l'ostacolo si tocca terra con il piede che norì ha dato lo scatto e si pros~gue la corsa sino al nuovo ostacolo (fig. 26 a;-~).

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I salti degli ostacoli non debbono provocare soluzioni di continuità o rallentamenti nella esecuzione della corsa. 13) Cotrsa militare con ostacoli metr?° 100. E' U:n esercizio collettivo· di velocità, che riunisce in sè altri esercizi (salti, volteggi, equilibrio scalate). La lunghezza del percorso, è di metri 100 in linea retta e la larg·hezza degli ostacoli di metri 10. Il percorso ,è il seguente (fig. 27) . Traguardo cli partenza: trincea per 6 uomini in piedi, larga alla superficie m. 2, profonda m. 1,70 con gradino pel tiro di m. 0,40. 1.o ostacolo (m. 15 dal traguardo.) : siepe alta metri O,75. 2.o ostacolo (metri 35 dal traguardo): muro alto m. 1,65 sul qual.e appoggiano 6 assi di equilibrio larghe m. 0,20 e lunga in modo che l'altra estremità appoggi a terra a m. 8 avanti al muro di sostegno. Le assi di equilibrio devono essere percorse in tutta la. loro lunghezza. Chi cade dovrà tornare indietro e ripetere l'esercizio d'equilibrio. · 3.o ostcvcdlo .(m. 50 dal traguardo): muro di scalata alto m. 2,50. Gli uomini della squadra possono aiutarsi come credono per meglio superare l'ostacolo. 4.o ostacolo (m. 65 dal traguardo): staccionata da volteggio a.lta m. 1,25. . . f 5.ò o.stacolo (nL 85 dal traguardo): fosso largo metri 2. Traguardo di arrivo: striscia bianca rettilinea, lun. ga metri 10 e larga m. 0,10. . Occo:i;-r,e insegnare ai soldati a ben superare gli ostacoli, senza perdere la velocità ed aiutarsi reciprocamente. La siepe, ad esempio, deve essere superata in modo analogo a quello indicato per la corsa con ostacoli. La staccionata deve essere volteggiata o comunque superata di slancio. •


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Il fosso deve essere superato con un passo di corsa un po' 'piu lungo, del normale, in modo da giungere · all'opposta sponda di un solo piede, per poter continua.re la corsa senza rallentamenti. In gara la corsa militare con .ostacoli è compiuta per gruppi (11°1? sold.a ti ,ed un graduato. di truppa) in . due o tre. riprese successive di 6 uomini ciascuna.. Gli uomini con equipp,ggiamento al ·comple'to. La partenza a:vviene da;lla ,posizione di « in piedi », sul-gradino di tiro della trincea. Per .il computo del tempo si tiene conte. di quelle, impiegato dall'ultimo .arrivato ·in ogni ripresa:; ciò allo scopo di stimolare i componenti di ·ogni ripresa ad aiutarsi l'un l'altro per giung'ere rapidamente e compatti al traguardo. 14. Corse sportive. Si dividono in .corse··piane e con, e.sta.coli ed a seconda della lunghezza in corse di velocità, di mezzofondo e di fondò. 15. Corrsa veloce piqma di nv. 100. Si svolge in linea retta ed in .terreno perfettamente piano sempre· sotto forma di gara. Se i concorrenti sono piu di quattro si fanno batterie di 4-5 còrridori ciascuna. Il ·posto di ciascun concorrente nella rispettiva batteria è dato dalla sorte. · I concorrenti di ciascuna batteria vengono disposti in una sola linea dietro il traguardo di partenza, segnato con una linea a terra. · Nessun· corridore può .comunque oltrepassarlo prima che sia dato il segnale ' · di scatto. · Il percorso di ogni .c orridor·e deve essere. deìimitato. da.· çlue _strisci-e •traccia.te a terra o da due fili paral- . leli distanti fra loro m. 1,20 sostenuti da piuoli sporgenti dal terreno xn. 0,50 e distanti tra loro m. 20 .. Nessun corridore, pena la squalifica, può uscire dal proprio percorso.


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ll traguardo di arrivo è indicato da un filo di lana rossa teso Qrizzontalmente·'all'altezza di rii. 1,2.0, ed è anche segnato sulla pista con una riga di calce bian.ca. La partenza dei corridori si effettua in tre tempi, cioè: l.o tempo: in posiz~òne.; 2.o » : pronti; 3.o » ;: scatto. i.o Te.mpo (fi.g·. 28). Al comando A posto1 i corridori. assumono la seguente posizione: piede destro (o sinistro), posato avanti per la lunghezza di un passo ordinario; il ginocchio sinistro (o destro), pooato a terra e tenuto adiacente all'incavo. interno del piede destro; il piede sinistro tocca il terreno, colla sola punta; H resto del corpo viene flesso in avanti sulla ·gamba destra; il cui ginocchio deve risultare a piombo sulla punta. del piede corrispondente; le mani posate-a terra sulla stessa: linea della panta del piede destro le dita distese. Il .corpo è mantenuto inerte a riposo. In corrispondenza delle punte dei .-piedi bisogna scavar-e due fossette; allo scopo di dare una maggiore presa aì piedi e quindi una maggior forza di spinta. Questa posizione offre il vantaggio della stabilità, dello scatto improvviso e dell'acquisto imniedia.to della velocità. 2.o Te,,mpo (fig. 28. b). Al comando Pronti solleva.i re entrambi i tallonì, fissandooi bene alle pareti posteriori delle fossette con la punta dei piedi, spingere il corpo sulle braccia., squilibrandolo in avanti; le punte delle dita delle mani appoggiate al terreno; testa eretta e sgu,a rdo rivolto in avanti pronto a scattrere immediatamente, con la massima energia e la maggiore elasticità di cui si è capaci, al segnale di partenza. Lezioni di Artiglieria -

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3.o T,et,.'npo (fig. 29 a-l;>-c-d); Al · segnale Partenza (in add~tramento è dato col fischietto o con una han- · · diera, in gara .con un colpo di pistola), tendere br uscamente ed energicamente le gambe, ed aiutandosi anche colle braccia,· dar~ al co.rpo, una. forte spinta! · i~ ~vanti per iniziare_ la corsa · con un lungo e veloc1ss1mo passo. Nella partenza il concorr,ente. non può alzare le mani da terra prima del segnale di partenza. · I.l giudice di partenza non deve dare il. segnai~ di pa.rtenza se tutti i_corridori non sono pe.rfottamente · immobili. · · Correndo, il corpo deve essere alquanto inclinato in !=l,Vanti; i piedi con le punte tese, sono slanciati iir avanti quasi per afferrare il terreno, e le gambe a.lternano il loro movimento a ruo.ta su due piani paralleli e vicini fra k>ro. Le ginocchia 11011 debbono sollevarsi oltre l'altezza dei fianchi. · Il corridore non deve vc.ltarsi di fianc9 per vedere i compagni. ·· La lunghezza del passo deve ess.e re ·aume.ntat a qua.nto è possibile senza sforzo muscolare,. Il corridore deve tagliare il t raguardo col' centro dl.e-l petto; a ta1e. scopo giunto a circa d.ue. metri e · mezzo dal filo' di lana, deive sporgere il pettg pe,r quan~o gli è possibile. Tagliato il traguardo il corridore continua ·a correre per 15-20 metri in linea retta, rallentando naturalmente. 'I Nelle gare la gùiria, è ·formata da un giudice èU partenza, due o più giudici di percorso, tre giudici di arrfro e 'tre cronometristi. n giudice di partenza per dare il segnale di partenza p;rendè posto dietro ai còr- ' r:iclori. ' Il colpo di ·p~stola .è' preceduto dai éomandi: « A posto», ·« Prorrti »; · dopo il pronti nessuno può . .parlare.


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In caso. di falsa pa1tenza i corrfdori sono rièhiamati dal giudice di partenza con un secondo colpo dì pistola oppure con un segno di fis.chi,e tto. Il giudice di partenza penalizza i r esponsabili di false partenze di ni. 1, alla prima infrazione e di m. ~ alla seconda; li esclude dalla gara aUç1.'terza.· I cronometristi debbono tener conto, del tempo impiegato daj corr idori a compiere il percorso dal 1110mento in cui scorgono il fumo del colpo di pistola a qu ello in ' cui il corridore , faglia il traguardo. I corridori sono classificati nell'ordine col quale attraversano la linea. di traguardo col torso. · I1 corridore che abbandona comunque la pista 11011 può riprendere la corsa. · In , caso 1i arrivc. simultàneo si deve ripetére la . gara: Quando si abbiano piu batteri.e i vincitori cti ogni b'atteria pre'ndono parte alle finali; oppure, ove occorra; alle semifinali; e i vincitori di queste alle finali~ . Anche gli arrivati in tempo uguale. a quello dei p,rimi di ciascuna batteria prendono parte a lle semifinali. 16) 'Corsa, vefoce; con ostacoli cl:i 11i . 110', si fa in linea. retta senza disUvelli. Gli. ostacoli sono 10, costituiti da leggere e ·mobili barriere che cadono all'urto; alte m. 1,00, larghe non ·. mene. di rn. 1,22, situate alla cl-i stanza di m. 9,14 l'una dall'altra. Cominciano a rn. 13, 72 dalla liraea di partenza· e terminano a m. 14,02 da. quella di arrivo. Ogni corridore deve · superare la propr ia linea di ostacoti s.e nza intralciar,e i vicini.. - Gli ostacoL~vq.,n,no ~\ll?~rs1;ti, r,~iS~n.t~n.dolj, e senza rallentare l'andàtur~l eom''è s tato aettc. al p~r. 12. · Fra· un ostacolo e.l'altro H corridor·e fa ~-a passi. , · La partenza si effettua come nella cor-sa veloce di metri 100. ·


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. Le regole dr gara sono le stesse della corsa veloce dli 100 metri. ALTRE CORSE SPORTIVE: 1) corsa veloce metri 200;· 2) corsa veloce metri 400 piani; 3) corsa· di mezzo fondo. metri 1500 piani; 5) corsa di fondo metri 5000 piani; 5) corsa di fondo metri 8000 'in campagna con ostacoli naturali. CAPITOLO VI. SALTO. 17) Gli esercizi di salto, agiscono attivamente sulle . funzioni della. respirazione e . __ della circolazione, sullo · sviluppo muscolare degli arti inferiori e dell'addome, danno agilità e déstrezza, fortificano i piedi e le caviglie. Taluni di essi, costituiscono anche mezzo effi- · cace per vincere l'impressionabilità dell'individuo e conferirgli arditezza. I salti s.i còmpiono sopra una pista in terreno bat·tuto terminante 'in una fossa ripiena, sino a.I livello della· pista _stessa, di ·sabbia, segatura o anche pula di riso leggermente umida ( dimensioni regolamentari 4X4), La fossa. reca anteriormente un'asse interrata nel terreno ed a livello di esa; che prende nome di asse di battuta ed indica il limite di battuta o di scatto. · L'asse è· lunga. m. 1,20, larga cm. 20 ed uno spessore di 10 cm..;, è dipinta in bianco in modo da es-: sere ben visibile. Pel salto in alto è disposta al bordo interno della fossa; pel salto in lungo a distanza va- r'iabile - a seconda d~lla capacità media dei. saJb· tor.i - da tale bordo e solo eccezionalmente, lungo il bordo stesso. . . L'altezia del salto è segnata mediante 1m cordinò avente due pesi latc€rali o ineglio con un'asticella


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di bambu, o di canna d'India o di legno elastico ap. poggiata ai piuolì o alle mensole scorrevoli di due ritti o mòntanti graduati. Ad eccezione del salto con capovolta e del salto radente, non si fa uso .di pedana di nessuna specie. In ogni specie di salto si distinguono quattro fasi: la La, fase di prepara~one, comprende i movimenti che meglio. predispongono il corpo allo scatto; 2.a fase; d'impulso, comprende ,i mov.imenti di scatto, che servono a lanciare il corpo nello spazio; la 3.a fase, ,di volo, contempla l'atteggiamento che il corpo deve assumere per meglio super·a re l'ostacolo (stile del salto); la 4.a fase, di cad,uta., contempla l'attegg-iamento che deve assumere il corpo-per raggiungere il t~rreno. . ·' Queste fasi non s0no sempre uguali per qgni salto, ·e però ogni salto ha bisogno di uno speciale insegnamento. L'altezza dell'ostacolo e la lunghezza del salto debbono aumentare in diretta ragione dell'ad<lt:stramen to. 18) Salto in lwngo c·om rincorsa. - Preparazione. Gamba sinistra posta avanti per la lunghezza di un passo; ginocchio a piombo sul piede s"inistro; gamba · destra distesa; braccia spinte indietro; mani a pugno tronco inclinato a.vanti sul prolungamento della gamba destra; testa alta e sguardo rivolto all'ostacolo. "Impulso. La rincorsa deve avere lunghezza varia e progressivamente crescente, in rélaiione all'am- · piezza dél salto da compiere. Giunti al limite di scatto con un'~nergica. battuta di uno dei piedi si proietta il cor.po nelll) spazio. Volo. Nel · volo il tronco è inclinato . in avant i, lo gambe · rac.colte verso il petto; gli a.rti superiori vengono lanciati in a·va.nti.

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Caduta. - Giungere al suolo sulla punta dei piedi, piegando elasticamente sulle ginocchia, braccia distese avanti e palme delle mani rivolte in basso. Quindi ritornare nella posizione di at.tenti.

. 19. SALTO IN ALTO DI FRONTE CON RINCORSA I

Prepa,razione. - Come nel salto in lungo con rincorsa; disporsi di fronte a circa 7-8 metri dal limit e di scatto. lm'[YUlso. - Avvicinarsi all'ostacolo, dapprima con due o tre movimenti di passo, poi di corsa. Giunti al limite di scatto, r accogliere le forze, e con una forte spin ta del piede sinistro o destro, slanciarsi nello spa_zio in alto-a.vanti; le ~braccia vengono. lanciate verso l'alto. Volo . - Durante il volo gli arti inferiori s i flettono, le ginocchia s'avvicinano al piede, il tronco r imane verticale. Nell'ultimo tratto del volo gli art i inferiori vengono spinti in avanti . . Caduta. Come nel salto in lungo con rincorsa.

20. SA~TO IN ALTO CON L'ASTA. E' compiuto per mezzo di apposita asta.. L'altezza del salto è sempre indicata da un'asticella appoggiata ai piuoli o 'alle mensole di due ritti o montanti gradua.ti. Preparazione. L'asta si impugna a palme contrap-. poste, con le mani a distanza tale ·da potere, -durante la \ rincorsa, sostenere agevolmente l'asta. bnpulso. Iniziare la corsa a distanza di · 10-15 metri dal limite .di scatto preventivamente segnato, ed aumentarne progr~ssivamente la -velo.cità fin presso il lim ite stesso; allora senza rallentare la -corsa, posare il puntale dell'asta nella fossetta, fare scorrere IJ.Jngo l'asta la mano piu bassa sino a tocca.re la- più alta e


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p:rendere lo slancio, avendo l'a:vvertenza di sc~ttare • sull~ g_ambéJ., cor:r;ispo.ndente alla mano piu bassa. · Volo. Profittando dell'impulso, slanciare le gambe . in avanti-alto stendendo il corpo più che possibile per sorpassare di fianco l' asticella. Quando questa. s ia sta~ ta oltr:epassata colle gambe, ,con u n colpo di reni e con opportuna azione de1le braccia sull'asta, voltarsi col petto verso il terreno, poi, appena iniziata la parabola discenidente, abbandona.r-e l'asta, respingendola · al di l.à dell'asticella in mc.do da non toccarla. Caduta. Lascia.ta l'asta, il saltatore deve procurare di -'mantenersi equilibrato· ed elastico pèr cadere corr ettamente a terra. Anche per questo salto è necessario graduarne l'altez?a in relazione ai progressi ottenuti nella tecnica del'l'esercizio. · ·• · / 21. SALTO CON CAPOVOLTA. Preparazione. - Come per. il salto in lungo. cQn rincorsa. , . hnpu1so. - Con velocità progr essivamente crescent e avticinà1'si alla pedana. Giunti alla distanza di mezzo passo da questa, eff.ettuare un piccolo salto : sì da giungere a piedi pari, gambe semifl.esse, suUa parte pi{! -elastica (centro) della pedana. Con i.ma" rapida distensione deUe gambe il corpo deve vènire proiettnto in avant i alto. Volo. - Staccatisi dalla pedana effettuare durante . jl volo una r apida raccolta del corpo abbassàndo il · • capo sulle ginocchia. In t ale modo i1 co.rpo compie _ nell'aria, una completa capovolta, ultimata· la quale, dalla raccolta, . passa alla completa' estensione. Cadiita. .,.._ .Come nel salto in lungo -.con rincorsa. Le prime vc,lte sarà oppor tuno di disporre, imme-diatamente q9po la pedai~a, un t elone ma ntenuto ben ~


,280 teso da quattro o piu soldati; ciò allo scopo di aiutare i saltatori a compiere la capovolta e ad impedire cadute irregolari. · Quando i soldati abbiano appreso a compire con sicurezza la capovolta senza alcun appoggio sul telone, questo potrà essere tolto, ma sarà sempre opportuno di collocare nel fosso ai lati della pedana, due militari pratici del salto.

ALTRE SPECIE DI SALTI. 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7)

Salto Salto Salto Salto Salto Salto Salto

in lungo da fermo; in alto da fermo di fronte; dall'alto; · misto .(in alto e in lungo) con rincorsa; in alto ·di fianco, con rincorsa; in alto di fianco da fermo; radent.e (o a pesce) .

· GAPITOLO VII. SOSPENSIONI. 22. Gli esercizi di sospensione eseguiti per mezzo .delle braccia, giovano molto allo sviluppo di tutt i i muscoli degli arti superiori.' Quelli compiuti per mezzo delle gambe ed associa.ti a movimenti del corpo, contribuiscono allo sviluppo q.ei muscoli degli a rti inferiori, ma in grado minore.

23. ATTREZZI PER LA SOSPENSIONE. Asse graduabile. Spalliera. Mezzi di circostanza: asse · di sospensione, asse di equilibrio, scala orizzontale; un trave qualsiasi che possa essere impugnato. Sospernsùmi.-- Si eseguiscono tanto a braccia tese, quanto a braccia flessè, con o senza movimenti degli arti inferiori. Ìn questi esercizi l'asse è disposto ad altezza va,riabile fra i m. 2,20 e m. 2,50.


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SOSPENSIONE. \

Mediante un saltello impugnare l'asse, corpo natu.-· ra!mente sospeso, punte ·dei piedi spinte in basso. Da questa posizione si possono compiere esercizi vari, fra i quali, i principali sono: a) Flessiorn.e delle gambe. Flettere le gambe fino a portare le ginocchia all'altezza del bactno: punte dei piedi spinte in basso. . Questò esercizio può essere eseguito con una-sola gamba, mantenendosi l'altra naturalmente tesa. b) Flessime delfo br(l)Ccia,. Flettére le braccia avvicinando il petto all'asse; gomiti ,s pintt piu che _possibile il'\ fuori, allo scopo di} mantenere il petto aperto, testa alta, sguardo rivolto in a.vanti. ALTRI ESERCIZI CON L'ASSE GRADUABILE. Sono: a) Sospensione sulla gamba sinistra o destra; b) Trasposizione a sinistra o a destra; c) · Trasposizione avanti-traspc-sizione in dietro. · Esercizi con la spalliera sono: · a) Sospensioni; , · b) Flessione della gamba sinistra o destra; c) Sollevare la gamba sinjstra o destra a squadra; · d) Sollevare le gambe a squadra. CABITOLO VII( . APPOGGI. 24. Gli esercizi di aupoggio · mettono in azione .tutti i muscoli del cÒrpo, contribuendo al loro sviluppo armonico e rinforzano specialmente quelli addominali e gli est ensori degli arti superiori.

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25. Attrezzi. - Asse gr aduabile. Mezzi di circo. stanza: staccionata <li una o piu fil agne. 26. E se:rcizi di appoggio. - In questi esercizi il corpo è completamente staccato dal suolo. L'asse graduabile viene disposta. ad altezze variabili da m. 1 a 1,50; la maggiore· altezza dell'asse rende pi u intenso Yesercizio.. I principali esercizi sono: h ì appoggio. Disporsi fronte all'asse, alla distanza di c'irca. 30 cm .; impugnare l'asse con le mani ad intervallo eguale alla larghezza delle spalle e con una leggera spinta delle gambe portarsi in appoggio sulle brat cia tese: r imancndo,vi con il busto leggermente inclinato avanti, la testa eretta, le spalle ritratte indietro, le reni inarcate, le gambe unite e distese con le punte, dei piedi rivolte in bàsso e staccate dal suolo. A terra. Con leggera spinta delle braccia scendere al suolo, lasciando l'asse. La caduta deve avv.enire sulle gambe piegate e con !e mani sull'asse. Dalla posizione « in appoggio »: a.) Sulla coscia sinistra ( destra.) appoggio. Alzare la gamba sinist:r;a (destra) tesa e portarla a cavalcioni s ull'asse; la coscia à.c canto alla mano; le punte dei piedi rivolte verso terra. b) Sul, piede sinistro (destro) apJJoggio . Alzare la gamba sinistra (destra) e, flettendo il ginocchio, portar e il piede su ll'asse esternamente alla mano, mantenendo fovariate le posizioni della testa, del .tronco e dell'altra gamba. Tanto dalla prima come clalla seconda. posizione, possono essere esegu it i esercizi di volteggi di fianco. Da ciascuna delle posizioni indicate s i torna a quella di partenza con movimento in senso opposto al corriamdo:


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In posizio111e. Ad esercizio urtin1ato s i dà il comàndo di attenti·. CAPITOLO' IL Volteggi . . , · 27. Gli esercizi di volteo-g:io ai,iscono attivamente sulle fun,zio.ni della respirazio'n e-e ·della circolazione, · sullo sviluppo muscolare degli arti superiori e infe.riori è. del tronco; danno agi1ità e destrezza. 28. Attrezzi. Asse graduabile. Mezzi di circostanzJa: asse di equilibrio, staccionata, muri, cavallo, ca·- vallino, trave. In ogni specie di vo,lteggio si distinguono quattro fasi come per i salti, e cioè: Fase di pr,eparazione; · 'Fase di . impulso; Fase di volo; Fase di caduta.Ne.i" vari volteggi, fasi corr ispondenti, posson0 dif, feril'e. fra loro. ·' , I volteggi si ·possono esegnire tanto da 'fermo quanto con rincorsa; quì di seguito si indicano i pr'incipali, 29. Volteggi da f er>mo. - L'asse deve essere disposta all'altezza di m. l, con la faccia dagli spigoli arro- . . tonda.ti r ivolta in alto. Comprendono: · Volteggi di fro nte su due braccia; Volteggi di ,fianco. , I volteggi di fronte a loro volta comprendono: a) Vobteggi in fu<Yri a sinistra (destra;) . ' P1·· epa1·az1,one, =-- Disporsi a mezzo passo da.il' asse; . impugnarla come per salirvi in appoggio quindi flette, re leggermente gli arti inferiori· sollevando i talloni: Inipulso. - ·; s tendere btUl',Camente g.a mbé e brac'cia,, soHevarsiJdi scatto dal sùolo, inclinar.e avanti le spalle e portare lè gambe unite. e , tese in fuori, nella · ' direzione in qic,a ta.._ ,


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v olo. - Il corpo lanciato in alto e in fuori, nella direzione indicata, deve sorpassare l'ostacolo rimanendo teso, mentre la mano sinistra (destra) lascia l'appoggio. Appena superato l'ostacolo si deve far campiere al corpo, ferma la mano sinistra. (destra), un quarto di giro a destra (sinistra), per farlo ricongiungere al suo fianco a destra (sinistra). · Caduta. - Giungere a terra sulle gambe .piegate mantenendo però la mano destra (sinistra), appoggiata all'asse; quindi prendere la posizione di attenti. b) Volteggi fra'mlmezzo. Prepara.~ione. - Come nell'esercizio precedente. I m'{>'Ulso. - Stendere bruscamente le gambe e facendo pressione con le braccia sull'asse, sollevarsi di scatto dal suolo, inclinando avanti le spalle. V ola. - Appena staccati i piedi dal suolo, raccogliere rapidamente le ga,mbe piu che po.ssibile; introdurre i ginocchi fra le braccia sorpassando coi piedi riùniti l'asse e staccando da questo le mani; distendere ,energicamente le gambe in avanti slanciandosi al di là dell'asse con le braccia avanti. Caduta. Giungere a terra. con le gambe piegate. c) V o/,teggi a gambe divaricate. Preparazione. - Come negli esercizi prececlenti. I mpulso. Come nell'esercizio precedente. Volo. Appena staccati i piedi dal suolo divarica.re le gamb~, slanciarle al di sopra e al di là dell'arne abbandonando questo con le mani; slanciare imm& diatamente con energia le braccia in fuori-alto, e superato l'ostacolo, riunire le gambe per l'arrivo a terra. Caduta. Come neH'esercizio precedente." I volteggi di fianco, possono essere compiuti tanto sul fianco destro quanto su quello sinistro.


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VOLTEGGI SUL FIANCO DESTRO DA FERMO.

Prepar.azione. Disporsi fianco destro all'asse, alla distanza di 30 cin. con il piede destro indietro ta11one sollevate,; il braccio destro leggermente piegatQ, con la mano impugnata l'asse; braccio .sinistro t eso indietro; gamba sipistra. leggermenté piegata; busto inclinato in avanti. lfrrupulso. C@n scatto ,della g·amba sinistra slancia. re in avanti-alto la gamba destra e il braccio sinistro, squilibrando il corpo a destra; tenendo il coràpo. a scavalcare l'asse; la gamba sinistra si stacca dal suolo seguendo ne'l movimento la destra. Volo. La gamba destra, sollevata., d€lve sorpassare l'ostacolo, seguitata subito dalla sinistra; che poi si unisce ad essa.; contemporaneamente 'la mano destra las_cia l'aippoggio e la mano. sinistra impugna l'asse a sinistra del corpo. ' . · Cadut«A,. Come, nel volteggio in fuori. Per compiere il volteggio sul fianco sinistro, si procede in modo analogo. · 30. Volteggi con rincorsa. Gli stessi esercizi sopra descritti possono essere eseguiti con rincorsa. Le fasi di volteggio non variano, 1eccetto per la fase di preparazione che è analoga . a quella dei salti con ri'hcorsa, e per la fase di impulso, che ha la sua forza di sca.ttò aumentata dalla rincorsa: La rincorsa nei volteggi di fronte su due braccia de.v~ es~ere eseguita in senso obliquo.. 31. - Nel secondo periodo i volteggi devono essere intensificati aumentando l'altezza degli ostacoli da superare. I soldati saranno anche eser,c itati a volteggiare 'staccio.nate, muri ecc. completamente equipaggiati.


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CAPITOLO X. EQUILIBRI. 32: Esercizi di equilibrio. -

Esercita.no specialmente i muscoli del tronco che debbono contrarsi-:continuamente cd a ltern~tivament,e per mantene:re la Iìnea di gravità entro la base di sostegno del corpo, impede.ndo a questo di cadere; mettono in giuoco anche i mu·scoli degli arti; abituano alla precisi:rnc dei movimenti ed alla vertigine. · 33. Attrezzi. Asse graduabile. Mezzi di circostanza: assi, tra.vi, tronchi sollevati da terra. Negli esercizi di equilibrio l'asse, con la faccia a spigoli vivi rivolta in alto, può essere disposta a varie altezze. Gli esercizi preparatori pc,5sono essere. eseguiti prima sul terreno, poi su ll'asse. · 34. Esercizi di eq1,~ilibrio snlf a.sse. Questi eset·c+zi si iniziauo con l' asse disposta alla prima altezza (metri 0,30). A se,conda degli esercizi e dell 'altezza dell'asse, v1 sono vari mod i di salire su q uesta: Di f ronte. Essendo disposti sull'atte.nti, a circa 30 cm. dall'ai:ìs-e, al cQmando: · Sul viede sinistro ( deslrn) ... pmnti. Posare il piede sinistro suìl'asse e slanciare le braccia in dietro; la g·amba destra (sinistra). resta te~a.

In equilibrio. Con una leggera spinta della gamba destra (sinistra), e portando le bracci1 a ·a:1;_:, salire sull'asse a gambe tese; le braccia rima.ngono t ese a vanti con le palme deUe mani rivolte in basso; testa alta; piedi 1eggermente divaricati. A terra. Con un salto avanti scendere al suolo, . nel modo già rlesc.ritto, riprenden do quindi la posizione di attenti.


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Gli esercizi di equilibr io suWasse .si possono fare di fia,1co oltre cb e di fronte! clall'appoggio dtre che , dalla. posizione di attenti. / CAPITOLO XI. f\.RRAMPI_CATE. 35. -'- Gli esercìzi di arrampicata, lungo ·pertiche, · funi, alberi; fravi · e simili', e che c()lmpre.ndono anche le traversate o passaggi da. pertica a pert ica o da fu- . ne a fune; debt ono essere. insegnati.con particolare cu- . ra, allo scopo ·di ottenere da essi il massimo rendimencol minimo dfapendio di mezzi, e va.nno pure esegui.. ti con graduale· intensità, aumentando a mano a mano la lunghézza . della salita. e i)assando dal costurne ginnastico al cc.mpleto equipaggiamento. Essi 'h anno · azione efficace su · tutti i muscoli .del · corpo e specialmepte su quel11 degli a.rti s uperi_or:i e del t ronco. Contribuiscono al · ]oro armonico sviluppo.. 36. Attrezzi per l' çtrranivica,m ento. - Pertiche e funi. 37.. Eser.c izi 1Jari a) ~ lle pertiche. · Disporsi di fro nte ad. una pertica aJla distanza. di circa cm. 30 da esse. Prmiti. Sollevarsi sulla punta dei piedi, impugnare colla ma.no sinistr a · (destra) la pertica all'altezza del capo, e poi sollevare il ginocchio sinistro ( destro) in alto più che possibile,. appoggiando la ga,mba e il dorso del· piede contto la pertica. Il braccio destro (siQi~ stro) deve essere teso dietro. ARRAMPICATA. Por taré la mano destra. (sinistra) al disopra dell'altra, e poi, tenendo ferme le mani, flettere. le braccia; la gamba sinistra, 11o'n· variando la. posizione so,

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pra descritta, segue il movimento in alto del corpo; contemporaneamente portare la gamba destra all'altezza raggiunta dall'altra e incrociarla con esso stringe,ndo la pertica; allora sostenendosi sulla stretta fatta con le gambe spostare successivamente le mani piu in alto che sia possibile afferrando fortemente la pertica, Procedere quindi ad una seconda flessione delle braccia scorrendo con le gambe lungo la pertica sino a raggiungere la massima altezza possibile, indi string¡erla fra le gambe stesse ed iniziare la terza flessione. E cosÏ seguitando raggiungere la sommità della pertica. DISCESA. Tenendo ferme le mani, far scivolare i piedi lungo la pertica ~no a completa estensione del corpo, indi, tenendo fermi i piedi abbassa.re una dopo l'altra le mani fino quasi a toccare le ginocchia; tenendo poi ferme le mani lasciare scivolare i piedi lungo la pertica fino a completa estensione del corpo; stringere quiQdi nuovamente la pertica tra le gambe. Con la ripetizione alterna dei movimenti descritti giungere a terra sulla punta dei piedi nella seguente posizione: la mano sinistra stringe la pertica, il braccio destro teso avanti, le gambe piegate. Riprendere quindi la posizione di attenti. DISCESA A SOLE BRACCIA. Togliere le gambe dalla pertica e tenere il corpo teso con le gambe unite; quindi alternando i movimenti delle mani e la flessione e la estensione dell'uno e dell'altro braccio scendere a terra. b) Alle fu..ni. -- Disporsi come alle pe,r tiche. Pronti. Sollevarsi sulla punta dei piedi impugnare con la mano sinistra ( destra) la f~e, piu in alto che possibile; il braccio destro (sinistro) teso indietro.


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ARRAMPICATA. Tenendo ferma la man~ sinistra, compiere un salto il piu alto possibile e stringere la fune nello stesso modo descritto p.e r l'arrampicata alle pertiche, quindi con movimenti alterni degli arti, raggiungere Festremità superiore della. fune. DJSCESA. Il moviment0 deve essere eseguito nella stessa ma_. nie.ra d~critta per la discesa con la pertica. Anche sulla fune si può eseguire la discesa a. sole braccia. Inoltre si possono· -eseguire qu~sti ,esercizi: ARRAMPIGATA A SOLE ' B~ACGIA E CORPO TESO. · Con sucèessiv~_fiessioni q.elle,braccta impugnare alternativamente con una. mano dopo l'altra la fune piu alta che sia possibile fino a:. raggiungere !;estremità. Il corpo teso scorre lungo la fune. .. DISCESA A SOLE BRACCIA.. Come per la pertica: ARRAMPICATA çoN LE GAMBE A ·sQUADRA. Fletter.e le cosce teneyido gambe e piedi riuniti e'· .tesi, ed arrampicarsi sulla fune ,come nella salita"normàle. · DISCESA CON :DE GAMBE A SQUADRi. Mantenendo le gambe a squadra· ed altern~ndo la · fl.éssione e !',estensione de.Ile braccia, scendere a terra. Nel secondo P.eriodo degli esercizi debbono essere intensificati ed av-e re carattere applicativo, tenendo . ad altezze sempre maggiori, anche senza: fare uso delle gambe e, per le fuqi, tenenqo le gambe a squadra, . Lezioni d'Artiglieria :_ 19 . i

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L'arra:mpicàta si può compiere su funi oblique; sugli alberi.; passando da una pertica all'altra. e da una fune all'altra (arrampicata obliqua). CAPITOLO XII. !SCALATE. 38. - Gli esercizi di scalate mettono in azione tanto le braccia quanto le gambe e il tronco. Essi ·comprendono fasi di sa.lto, di sospensione, di appoggio e di volteggio e pertanto riuniscono gli effetti di questi .esercizi. _ Devono essere eseguit i prima senz'armi, poi col fucile, e da ultimo con equipaggiamento compl~to. 39. - Le scalate possono essere eseguite: per mez, zo di portatori, di pertiche e di funi. Un soldato isolato può scala.re un ostacolo solamente se le asperità del medesimo gli consentono di appoggiarsi od aggrapparsi ad esso, oppure se l'ostacolo abbia un'altezza. tale da permettergli di saltarvi sopra, o di sospendervisi, o di salirvi in appoggio. Quando l'o.stacolo ,è alto circa m. 3.50, la scalata si compie con due soldati uno dei quali fa da portatore, oppure con tre soldati due dei quali· fanno da portatori. -

CAPITOLO Xlll. SOLLEVAMENTO E TRASPO RTO PESI E PERSONE. 40. - Gli esercizi di sollevamento e traspo.rto pesi implicano sforzi ripetuti; e sviluppano il sistema muscolare, in parti,colare delle spa.lle e della regione lom·bare. 41. - I soldati debbono essere gradatamente abituati a sollevare e trasporta.re oggetti vari che rap,

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presentino difficoltà diverse, dovute non s~lo al peso, ma anche alfa foFma dell'oggetto alla sua di:fficoità . .·.. di peso, ecc. CAPITOLO XIY GET'l'l E LANCI 42. - Fra getto e lancio non esiste una çlifferenza vera e propria:, ma, per consuetudine, il termine getto si riferisce all'attrezzo 1piu pesant~, che per esse.re. scagliato lonta;no richiede· l'impiego di una grande forza . muscolare; il ·termine lancio all'attrezzo piu leggero ch"e per essere scagliato a distanza ri,chiede un insieme di movimenti dove predomina la destrezza. Tanto i getti €{ua.nto i lanci mette.no i..n· azione t utto il sistema. muscolare e specialmente i muscoli delle braccia e · g·lÌ obbliqui addominali, insegnano a ben coordinare i movimenti degli arti e del trance:; svi.- · luppano i polmoni; 'conferiscono destrezza e ·p:rontezza; abitutaino a beri .giudicare delle distam~e. · 43. - Esercizi 'prerparcvtori pér i gett{ e per i la1nci. Possono utilme.Qte compiersi con ,pi~tre (da Kg.. 3 a 7 1e mezzo), palle di ferro, palle di cuoio ripiene di. crini ecc., che possono venire gett3:te' e lanciate in diverse direzioni, ed anche da. uno ad altro milite. I lanci ed i. g,etti possono essere eseguiti tante. in .:, terreno· libero, quanto sery.endosi di apposita pedana. Esercizio di lcuncio·. - Si eseguono con petardi o bombe: inerti o co.n ciottoli del peso di gr. 450 circa. . Si compiono nei modi sottoindicati. Lo Lanr:io col braccio teso sop1:a. - Si eseguisce gfneralmente· da ferme. e dallle. posi;ioni di in ·pied,i in ginocchio od a terra. .. Da in piedi. . Lo tempo: dalla .posizione di attent i porta.r:e 'indietro la gamba destra di circa mezzo .passq piegandola, ed" inclinando u corpo dalla stessa parte.. ,. . 2.o tempo: de.scrivere col yraccio .des.tro teso un

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arco di cerchio sopra il .capo, stendere il ginocchio destro ed inclinando velocemente il corpo ava,nti, lanciare la bomba.. Il braccio sinistro accompagna, eq1:1ilibra e dà maggiore impulso al movimento pt>rtandosi da teso avanti, per il basso, all'indietro. Questa maniera di Ia:ncio non stanca il bra,ecio ed è molto utile per il tiro di precisione. . ~ Il lanciò. si può anche ;eseguire col braccio teso per basso. · . ' · · , · 44. Lancio di· petardi e bombe a mamo. Si eseguiscono lanci di precisione e lanci a . distan: za. Debbono essere fatti eseg~ire anche col hràccio sinistro. . . ' ' . I.;wrìcio di precisiooe. - Per questo lancio a dist_anza rispettivamènte di m. 25-30-35 dq.l limite di lancio sorio segnati a terra,. tre cerchi rispettivamente dei . . . diai:netr~ di m. 2, 2.50,, e 3. Dispostisi frònte e. vicino al limite. di lancio, impugnare il petardo o la b()inba in piena mano tenendola stretta tra le dita, con la ,c apsula rivolta in alto. . Con il Lo tiro si deve lanciare la bomba nel l.o cerchio, col 2.o nel 2.o é. cot3.o nell'ultimo. · Il I~ncio è fa,tto da fermo con stile _libero,. Si deve insegnare ad eseguire il tiro sia da ritti, che dalla posizione di «in ginocchio».· Lanciò" a distànza. -,- Con rincorsa libera .e stile . 1ibòrò' lanciare ìl petardò o la bomba.' il piu lontano possìbile,'' senza qltrepassare coi piedi il limite . dli. lancio. ALTRI. GETTI E LA:t:,JCI. , . a) Getto. della palla,di ferro ( del peso di Kg. 7,257)•., ~ Può ,essere gettata. da fermo e con impulso. . · b) Get4> della pietra. (péso Kg;. 6,400): · c), :CanciQ d~l -gia,v~llotto .(peso Kg.. Q,8QO, fanghezZç, m:, 2,6.0) .. Può, .~se~e Ja<pciato ·da fermo ,e .con rincorsa. · -. : '·


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d) Lancio del disco (peso Kg. 2}, lancio da formo e con giro. e) La.ncio della palla vibrata (peso Kg. 1,800) . CAPITOLO XV. CORPO A CORPO E DISARMI.

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45. -:- Gli epercizi di corpo a corpo e i disarmi svi1uppano il sistema muscolare e conferiscono audacia,

aggressività, coraggio, fiducia nelle proprie forze, destrezza, agilità e resistenza al dolore. Nel corpo a. corpo non sempre vince chi' è il piu forte o il piu aitante rrella persona; sovente vince chi è piu, destro, piu pronto e piu coraggioso. Qvesti esercizi sono ~umerosi e vari; essi vanno in- . segnati con particolare cura e c0n accorta. graduazione da chi già li conosca ·perf.ettamente. ._ Qui di seguito si indkano soltanto quelli di piu fa. · cile esecuzione. ..: ·

I

1.o 2.,o 3.o 4.o 5.o 6.o

Colpo d'anca con sgambetto; I Capovolta con pressione all'addome; Presa di testa e fianchi per avanti; Presa di gambe con sgambetto; Difesa alla presa in cintura. per avanti; Presa di gamba per liberarsi dàlla cintura indietro; , 7.o Difesa dallo strangolamento;

I

a

_corpo

DISA'.RMI.

r

a) armato , di moschetto con baionetta \ inastata I

l.o Disarmo col c~lcio a.ll'addome. 2.o Disarmo con sga,mbetto. 3.o Disarmo conr passaggio sotto.


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b) Contn, l.o Difesa interna dai colpi di pugnale vibrati ·da.ll'alto col braccio destro: Colpo nemico alla gola e sg·ambetto. 2.o Difesa esterna dai colpi di pugnale viarmato brati dall'alto col braccio destro: Colpo di tag·lio alla gola ,e leva al braccio. di 3.o Difesa dai colpi di pugnale vibrati dal basso col bra,ccio destro: Torsione del pugnale braccio e. presa di testa. CAPITOLO XVI.. P UGILATO. 46. - Il pugilato sviluppa in sommo grado le qualità fisiche e morali dell'individuo; dà prontezz~, elasticità, forza, aggr~ssività; abitua al dolore ed alla calma ~ crea fiducia nelle proprie forze. Dalla « guardia» progressivamente si impa.ra a .compiere: Passo-avanti, passo-indietro, passi-laterali a destra e a sinistra. · COLPI E PARATE. Dir.e tto sinistro lungo (o corto) al viso - parate, diretto destro lungo (o corto) al viso - parate, dirètto sinistro lungo (o corto) allo stomaco, - parate, colpo ·angolato sinistro al viso - par ate; montate sinistro o destro allo stomaco - parate, vi sono poi finte e colpi combinati; colpi e mosse vietati, CAPITOLO XVII. LOTTA GRE CO ROMANA. 47. - Gli ,eserdzi di lotta greco-romana sviluppano i muscoli ed abituano alla resistenza, danno coraggio, tenacia, destrezza e forza. La latta g-reco-romana è l'esercizio di forza per eccellenza.


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Parte.ndo dalla posizione di «guardia»: Colpi in piedi Colpi ;:rra

Cintura avanti Braccio ,girato ) Avambra.ccio ìn spalla Colpo d'anca e testa

j Mezia elsa Doppia elsa

par·a ta » » »

parata

Cjntura .di fianco Ponte

CAPITOLO XVIII. NUOTO - VOGA -

» »

»

SALVATAGGI.

Il nùoto e la vo:ga debbono essere oggetto di particolare a'ddestramento per tutti i reparti - ufficiali e truppa ~ che si trovino in condizioni di potervisi es~rcitare. \

48. Nuoto. - Il nuoto sviluppa armonicamente tut. ti i muscoli'- del ,corpo, .poichè esige contrazioni musco. lari in tutte le direzioni, delle bra.~ia, delle gambe, del tronco e della testa ed una perfetta coordinazione di movimenti; ha azione efficacissima sull:ampliazione de.I torace e sull'aumento della: capacità. respiratorià, poichè obbliga a respirar·e lungamente e profondamente. Conferisce destrezza,· prontezza, veloc.ità, resistenza alla fatica, forza, coraggio e fiducia nei propri ( mezzi . .E' di incontestabile utilità pratica. 49. Principali sistemi di nuoto.

·a rana; col braccio di sopra; / a braccetto; moto strisciato.


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50 TUFFI.

L'esercizio del tuffo insegna a lanciarsi in acqua da un'altezza anche considerevole attenuando quanto piu è possibile la violenza dell'urto del corpo contro la superficie dell'acqua. · I tuffi libero-artistici, compUcati e pericolosi, non hanno un fine di uhlità, ma solo di estetica o di acrobatismo; di conseguenza i soli tuffi semplici devono far parte dell'istruzione di ginnastica militare. Tuffi semplici (a pennello (a capofitto. 51. SALVATAGGI. I salvataggi possono essere eseguiti solo da. individui assai provetti nel nuoto e particolarmente addestrati. 52. VOGA. • I La voga è un esercizio di efl:'etto generale in quanto attiva. la circolazione del sangue e la respirazione; sviluppa armonicamente tutto il sistema muscolare. Conferisce forza, resisenza alla fatica. Il piu comune sistema di voga è quello adottato dalla Marina, per le lancie di mare o baleniere, le quali vengono messe in· moto · da dieci o dodici vogatori seduti su banchi. Al timoniere viene. affidata. la direzione dell'imbarcazione e la disciplina dell'equipaggio. La voga può essere insegnata solo praticamente da eh i la conosca in modo perfetto. · CAPITOLO X!X. ESERCIZI AI GRANDI ATTREZZI. (Anelli, cavallo, parallele, sbarra) . 53. - Sono esercizi di speciale difficoltà, che si eseguiscono per mezzo di determinati attrezzi ginnastici.


,-a..

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Sviluppano tutti i muscoli specie quelli del busto e aegli arti speriori. Danno destrezza, agilità, eleganza, coraggio. Comprendono: .I

sospensione equiHbrata tesa ,ca.povolta indietr0 ·Esercizi sospensic-11.e' equilibrata ~ , d. ~ squadra Esercizi 1 ·, · sospensione a dorso sospensione or!zzontale ?'v':nti . agli · . orizzontale. indietro. · b) esercizi di appoggio (con varie figure) anelli e) esercizi misti (sba.lzo, appoggio, slancio., • appoggio, capovolta).· a)

1.o

· ' ·

2·0

· sotto -

II

entrare con una gamba

~ sotto - e:ntrare con ambe le gambe

J

Esercizi sotto - uscire ,con 1rna o con ambe, le gambe , forbice à petto . · . • al J forbice a dorso . . .' cavallo [ volteggio del c9Ilo , , . , voltèggio completo del collo e dell~ groppa Piegamento delle braccia da fermo o con oscillazione. 3.o appoggio con gambe. divarìcate Esercizi appoggio con gambe a squadra . voltegg;i avanti a destra - a sinistra Il volteggi completi con perno su uno stç1,ggio 11 a a verticali ·su uno o su due staggi' ·s balzi - appoggi · • ' parallele capovolta . , -, orizzontali.. f a) Esercizi di appoggio 4.o \- b) Esercizi di scspensione Ese'rci zi , c) Esercizi misti {appoggio con l'aiuto di , a.lla I una gamba; capovolta in app9ggio; ar·s barra co appoggio; slancio-appoggio; sbalzo,.. appoggio). ·


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CAPITOLO XX. COMPETIZIONI I NDIVIDUALI COMPLESSIVE. 54. - Le competiziopi individuali complessive hanno lo scopo di porre· alla prova la capacità degli individui nel compiere esercizi di diverso carattere ed a volte anche fra. loro contrastanti (eserci.zi di velocità, ài forza, di resistenza ecc.) Tali competizioni .sono quin di costituite dalla riunione di pfu gare individuali che importano una classifica finale, unica stabilita sulla base del.la somma dei punti conseguiti in ciascuna gara. CAPITOLO XXI. . COMPETIZIONI COLLETTIVE E GIUOCHl. 55. - Le competizioni collettive ed i- giuochi da compiersi dai militari debbono essere scelti fra quelli che possono conferire. sv,eltezza, prontezza, iniziativa, spirito di cooperazione e di emulazione e sviluppare sopratutto in coloro che vi prendono parte l'àbitudine a subordinare la propria azione individuale al conse~ guime11.to çli uno scopo comune. I giuochi-di seguito indicati s0no stati appunto scelti fr a quelli che piu rispondono a detto criterio. 1) Tiro alla ·fune. 2) Corsa staffe tta. di m . .400 (100 per 4) (g·ara porta crdini). 3) Corsa staffetta di m.. 800 (200 per 4). 4) Corsa staffetta olimpionica m. 1600 (400 per 4). 5) Giuoco delle .st affette. · I giuocatori sono r iuniti in due gruppi di egual forza.. _ I soldati di ogni gruppo debbono avere un segno che li distingue da quelli dell'altro gruppo. Il campo di giu<fco deve essere lungo da 30 a 60 metr1 e largo tanti roetr; quànti sono i compo.nenti di un gr uppo.


. Al e.entro dél , campo viene segnato un cerchio del diametro di un metro, dove. dsiede l'istruttbr.e. I .componenti _di og·ni gruppo sono ripa.rtiti in due $quaare uguali, che. vengono disposte in riga ùna di fronte all'altra, in una delle metà longitudinali del , .campo, e .lungo le linee.· di testa. · Ad una squadra sono dati i . numeri dispari, aff altra 'i pari. . · _ . AI · numero Jno di ogni partito è data in consegna una bandiera di colore differente. · Il giuoco consiste nel rapido passaggio -della barideruol.a da -un giuocatore al suo,·compagno, di _g'l11PP<> che ha dj fronte, il n. 1 ?,l ·. n,. 2, questi al n ,. 3, ·eco. I militari ; che ricevono la bandiiera ;non debbono, prima di éssefoe in possesso, avanzare piu çli tFe passi .- · dalla linea di partenza. L'ultimo corridqre di .ogni ·partitb, deve correre · nel cerchio centr?,le e consegnare questa all'istruttore. Vince il partito che fa · prima questa cons;egna. Il giuoco implièa: una corsa . veloce. · compiuta da tutti i soldati: una · speciale desti'ezz_a nel passaggio -della bandierina da un soldato all'altro; il massimo impegno di tutti i soldati di uno stesso gruppo, allo · . scopQ di._ v~ncer.e il· gruppo. contr~.pposto. , 6) La guerra. . 7) . Giuoco della palla alla 8). » » » » )) ». » 9) » .10) · » » » >>

li) 12)

i3) 14)

gabbia forzata spinta vibrata. )) . » pallavolo >>. >> )) » » · pallacesto " )) ).\ · ·del ·calcio; · , )) de.11~ pallacor da.


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A<><>estramento in<>ivi<>uale

ISTRUZIONE SENZ'ARMI. POSIZIONE DI ATTE NTI

. At-tenti. Le calcagna unite sulla stessa. linea, le punte de,i piedi egualmente ap~rte e distanti fra loi::o quanto è lungo il piede, le ginocchia ben tese, il busto eretto, il petto eretto, le spalle alla stes~a altezza,· 1~ bracoia. distese ed aderenti al corpo, e mani naturamerite aperte con le palme in dentro, le dita unite col po.Ilice lungo la costura laterale dei panta.Ioni, la testa alta e diritta, lo sguardo diretto in avanti. La posizione d'attenti deve essere presa con azione di scatto e rappresentare lai tensione non solo del corpo, ma anche della volontà del soldato. L'istruttore deve esigere in essa assoluta immobili: tà e silenzio, ma ricordarsi pure che, appunto per ciò, la. posizione di attenti non dovrà essere mantenuta, che per il tempo strettamente necessario.

RIPOSO. Riposo. Portar~ il piede sinistro un p-0co avanti e in fuori e le mani dietro le reni, l'una ne.l l'altra. Eseguito il movimento, i soldati P,erò possono muoversi, a condizione di non perdere l'allinea.mento, e scambiare qualche parola· sottovoce coi vicini,.


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SALUTO.

Saluto. La posizione del saluto da formo o in· marcia dèv.e, essere presa: a tre passi dal superiore e mantenuta per il tempo di quàttro passi. Portare celermente la mano destra alla. tesa. 0, alla · · · visiera del copri-capo, con le estremità delle dita al disopr;;i, dell'occhio destro; la mano orizzontaJe, le dita unite e distese, l'indice e la punta del pollice a contatto aeU'orlo della tesa 'o della visiera; il gomito ritratto indietro. Nel salutare, fissare in volto il superiore con espressione rispetto.sa ·e ma1:zi1a.le. . Fatto il saluto, abbassare con vivacità la mano, fa_cendola passare rasente al capo. . · Da. fermo il militare saluta tenendo il corpo nella posizione di attenti; in marcia, volgendo èòn ·vivacità , la testa verso il ·superiore e, se d·i passo,. _tenendo i\ braccio e la mano sinistr:a come nella posizione di attenti, fermi aderenti al corpo fino a saluto ultimato. Se col capo scoperto, si.' sta sulla posizione di attenti . e si saluta romanamente.

,.

ISTRUZIQNE _CON LE ARMI. .. Posizi<me di attenti. - Col moschetto (posizione di fi anc'arm). . Il .corpo come nena posizione di a;ttenti senz'~1:11a. Il moschet~o è- tenuto aderente. al fianco dalla mano destra, che lo sorregge all'impugnatura col pollice .ava11ti contro il ponticello, le altre dita dietro, unite e piegp..te; la ca·nna, ·verticale, si · appoggia. .al braccio naturalmen~e disteso.

Con ·la scia.bol<i baionetta-.: a).· ing.uai1iata: cornei° senz'armi; . · h) sgiw1:nata. L'arma _è imP.rignata dalla mano de-


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302 ..._

stra che la strjnge all'impugnatura col pollice e l'indice; le altre.dita unite; la lama verticale taglio avanti.

Riposo.. -

Gol moschetto.

Portare il piede sinistro un poco avanti e in fuori, contemporaneamente portare la mano destra contro la pieg·atura della coscia sinistra e la. mano sinistra sopra la destra. La canna del moschetto si appc,6gia a.ll'avambraccio destro.

DA FlANC'ARM A. BILANC'ARM E VICEVERSA, Col moschétto. - Bilanc'arm. Portare con la mano destra, a braccio disteso, il moschetto verticale innanzi alla spalla destra e sorreggendolo con la sinistra sotto il bocchino; im pugnarlo con la destra al centro di gravità, col pollice in dentro e le altre dita in fuori, lasciarlo con la sinistra e portarlo orizzontale col braccio naturalmente disteso, bocca avanti, canna in alto. ·. Fiamc' arm. , Raddrizzare il moschetto a piombo, porta.ndo la mano destra avanti, impugnarlo con la sinistr a sotto il bocchino, prenderlo con la de.stra all' impugnatura e portarlo alla posizione di fianc'arm. Truppa a fianc'arm che si mette in. movimento prende senza comando la posizione di bilanc'arm. Nella marcia le braccia assecòndano il movimento del corpo. Nella corsa il fodero. della baionetta è tenuto dalla m ano sinistra. Nel volgersi di fianco o 'indietro il soldato, se è a bilanc'arm, alza l'arma a piombo al comando di avvertimento e la rimette a bilanc'arm dopo eseguito il movimento. Truppa in marcia a bilanc'arrn al comando alt pren9e la posizione di fiam,c'a1"1n.


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303 _·

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DA_FIANC'ARM A BRACC'ARM E : vrCEVERSA.; Br,(l)f;c'arrm..

Far passare l'arma dalla mano destra alla sinist;a, la quaJe, · sostenendola per la cinghia, :presso J:a mag·lietta superiore la appende alla spalla destra, in mQdo che vi rimanga GJ.Uasi verticale; là m·ano destra im, pugna la cinghia in modo che l'avambraccio risulti · quasi orizzontale; il braccio destro mantiene. l'arn1a aderente al corpo. . -Fi(lj/'/Jc' M·1n.

Comr:,iere in senso inverso il movimento e. prendere la 'posizi'one di fianc'a:r m. ' · ', · Truppa in ìnarcià a braèc'arm al comando alt preride la posizione di fianc'arm. ,,,

DA BILANC'ARM A BRACC'ARM ~ VICEVERSA. Braòc'amm. I

Raddrizzare l'arma a pfomb~ e quindi· eseguire. il movimento · . . come da . fianc'arm ·a. bracc'arm. ·Bilwnc'arr.m. . Come da brac(aqn a famc'arm prendendo però la p_osizione di. bilanc'a.rm. . ,

SALUTO..

. . La posizione' del' saluto da fermo o in ma:rcia deve · .essere presa a .tre passi dal supe.rior.e e mantenuta ·per il tempo di quattro passi. l.o Col moschetto. Da fermo: -l'arma a fianc'a:rin. Portare celérmente 1~ rrra:no sinistra distesa. all'arma in modo che l'avambraccio risulti drizzonta:le. Fatto il saluto abbassare vivacem~rìte h mano sinistra facendola pa·s sare -rasente al ·corpo.·, . .

·:,


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304 -

In marcia: Rettificare .il portament.o del corpo e la pqsizione dell'arma e tenendo ferme, se di passo, ambe le braccia, volgere con- vivacità la t esta verso il superiore. 2.o Coo la sciabola baionetta: a) ing(U,G,inata: salutare .come senz'armi. b) sgU;atinata: da formo, portare fa sciabola baio-. netta verticale innanzi all'occhio destro coi taglio a sinistra, la mano contro la mammeìla destra. In marcia, salutare nello stesso modo, volgendo inoltre con vivacità la testa v·erso il superiore e, se di passo, tenendo fermo il braccio sinistro. Dalla posizione def salut.o, per ripetere il salutò stesso, riportare prima l'arma nella posizione di attenti. DA FIANC'ARM A PRESENTAT'ARM E VICEVERSA. Presentat' arm.

Col moschetto: a) portare con la ma.no destra il moschetto a piombo in corrispondenza dell'occhio destro, canna indietro, alzo a 10 cm. dal corpo, impugnarlo vivament& colla sinistra al fusto col pollice lungo il fusto e le altre dita unite e piegate in traverso, l'avamb;raccio sinistro orizzontale, il gomito stretto al corpo. b) voltare la mano destra e stringere l'impugnatura col pollice a sinistra e le altre dita unite e leggermente piegate, il braccio destro naturalmente disteso. F>ianc'a'l""m,. a) voltaré la mano destra disponendola come a fianc'arm e portare con vivacità l'arma al fia.nco, accompagnandola colla sinistra distesa presso il bocchino; b) abbassare vivacemente la mano sinistra: facendola passare rasente al corpo.


-'- ·305

.INASTARE .E LEVARE LA BAIONETTA.

(Col .moschetto Mod. 91 per truppe S-1Jeciali) . Baionetta..1 - Sguainar.e la baionetta. ed inastarlacon la massima celerità. · Levat. - Fare il movimento inverso. Le bafonette · si fanno inastare e togliere da qualunque posizione, eccettq da quella di presentat'arm, .sia da :fermi, sia in marcia. (N. B. - Quando i soldati sono ordinati in righe quelli delle righe retrostanti alla prima deve.no tener l'arma con la puntà sollevata in modo da evitare , ogni pericolo. di offesa per i soldati che sta.ano avantQ PRONTI.. DALLA POSIZIONE DI FIANC'ARM. Volgersi obliquo a destra, spostando Ù piede destro in dietro e a destra. di circa mezzo passo, far saltare l'arma dalla mano destra nella sinistra che la prende sotto l'alzo con il pollice disteso lung·o il fq: sto, le altre dita unite e piegate; la mano destra~ messa l'arma in posizione di sparo, va a stringere l'impugnatura e l'appoggia sotto la mammella destra con il calcio stretto fra favambraiccio ed il corpo. L'arma è tenuta con la canna in alto e la bocca al ,livello delle spalle; le ginocchia tese, il peso del corpo .ugualmente ripartito sulle. gambe., la testa rivolta di fronte ·COI} lo sguardo qjretto in avanti. La seconda. riga al comando «pronti» :risponde con , un passo obliquo a destra, per disporsi irr corrispondenza degli intervalli di 1.a riga; al comando «fianc'arm», eseg'.Ùito il movimento, si copfano con i rispet' tivi capi fila. ISPEZIONE . IDELL' ARMA. · lspezion'arm. - Pr:endere la posizione di pronti. tenendo alta la 'bocca dell'arma; aprire l'otturatore e riprendere la posizione di fianc'arm. All'avvicinarsi Lezioni di Artiglieria - 20

,


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306

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del superiore, fa.r saltare fatma ne-Ila mano ·s inistra, che la impugna all'alzo, tenendola vertical~, canna · avanti, col o raccio.. p iegato e stretto .al oo-rpo; qu1ndi prendete la. posizion~ di :fian.c'arm e inclinare l'arma avant i, in modo che il superiore possa guardare nell'interno delta canna; appena il superior@c .è :passato r iprendere la posizione di pronti:. chiudere_l'otturatore. e mettersi a fìanc'arm. , L'ispezione_vien passata ai:iche ~Ile bandoliere. /

DISPORRE L'ARMA A TRACOLLA. . , T racoll'curyn. - Disporre l'ar ma a bandolier a con la cinghia attraverso i! petto, _dalla spalla- s inistra al · fianco cl.estro.. MODO DI PORTARE IL MOSCHETTO ' - A CAVALLO, SULLE VETTURE PEZZO · ~ SUI CARRI. 1) A cavallo. - Quando -il militare è a ca.vallo l'arma può essere tenuta: a) nel porta moschetto annesso .alla sella; Ganna neJ tubo, bocca appoggiata sul fondo del tubo stesso,· otturator,e coper to dal cappuccio del .porta moschetto, U ceappuccio chiuso con.la linguètta ;

..

b ) a tmcoll'ar1n;

·

.

e) in aJ,t' ar'1n, e cioè _col èalciq .sulla coscia destra,, canna. indietr o, l'impugna.tura. stretta dalla mano destra, po!Ece. dietro, le altre dita avanti. · Per far prendere questa posizione.: «ifn al,t' arni». Dalla. posizioné' di «in alt'arm» r'iposo e viceversa:

«Ripo8o».

.

Appoggiare l;arma all'avambraccio sinistro, c.alcio di piatto sulla coscia, destra, cal)na indietro. . In al,t'cirm.. Per far mettere l'arma nel. porta moschetto: «Arrna alla sella». ~ · · ·

..


307

2) Smle vetture pezzo, e sui ca:.rri.

1.

- a) a tracoll'arm. -

b) a br acc'arm.. e) in a1ea.rm. d) nel porta moschetto.

,,

.ISTRUZI ONE CON LA SCIABOLA.

\

Quando la truppa è su due ·o piu righe o file prima di far èstrarre ò · rimettere la sc.iabola si fanno opportuna.mente auméntare le distanze o gl'interval1i. Quando si_ deJ?bono eseguire. movimenti che implicano cambiamenti individuali di fronte., al comando tli avvertimento ·si solleva il pugno sinistro sino aH'alt ezza del fi9,nco in modo che l'arma o il fodero della scia;bola,. rimànga quasi verticale; compiuto il movi~ mento, si porta l'anha od il foderò,. nella posizione\ normale. /. · Il milita.re armato di sola scia.boia, tiene _questa sguainata, quando comanda un rep_!:l.rtc. armato, e in serrafile, o accompagna la bandiera. Un r~parto armato di sola $iabolà tiene questa sgua.inata nelle riviste e parate e nei trasferimenti nell'int·erno degli abitati. .,_ In qualunque circostanza "i trombettieri hanno sempre la sciabola inguainata. Quando si fa speciale eser~ . •dzio di maneggio dell'armi, il militare. armato ·di sola sciabola, comaqdante di reparto o in serrafile tiene: la sciabola nella posizione di spall sciabl altrimenti ese. .. guisce tutti i movimenti ché v,engono comandati. POSIZIONE E MOVIMENTI. Posizio.ne di a:ttMiti con la sciabola inguainata,. -

La sciabola, impugnata con la mano _sinistra sotto la - fascetta, il mignolo a contatt.o della medesima., il pollice disteso sulla parte piatta del . fodero,- il taglie, a s~ nistra; in modo che l'e:Isa stja dietro l'a.va;tnbraccio e la. ere.sita a:d un palmo circa dal suolo. ;

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MO'do di portare la scicvbola ingruain.ata. - La sciabola inguainata è impugnata nel _modo ora desèritto, le braccia assecor-J.dano fo marcia il movimento del corpo (il militare isolato può portare la sciabola anche sostenuta dall'avambraccio sinistro, su cui appoggia la . guardia, e tenuta verticalmente ed aderente al fianco) . • RIPOSO. Riposo .. - Portare. il piede sinistro un poco. avanti ed in f qori: la sciàbola come nella posizione di attentL

ESTRARRE LA SCIABOLA. · , SÒiabl'mano . .:._ $pingere in avantì la guardia della sciabola, e con la mano sinistra' impugnare il fodero tr:a la fascetta ,e la bocchetta, pollice in dentro; g.uardando la soiabolai, string-ere con la mano destra l'im:. pugna.tura, col pollice iungo il dorso, le .altre dita: ripi,e,ga,t e intorno, ed estrarre la lama un palmo circa dal fodero; quindi, stendendo vivamente -il braccio destro .,innanzi ed in alto, ·e strarre 'interamente 'la lama sollevangola verticalmente col taglio a destra; porta-_ re la lama davanti al corpo, quasi in direzione verticale, prenderla con ·la mano sinistra, a quattro dita dall',i mpugnatura, il taglio 'innanzi; introdurre la. ma, no_destra nella dragona, assicurando questa: al polso; riprendeire di ·nuovo là sciabola cori Le prime tre dita della, mano destra, il pollice dietro l'impugnatura, l'indice ed il medio naturalmente avvolti innanzi, le altr~ dita unite dietro l'impugnatur·a; portare la sciabola col dorso della l~.ma çontrq la spalla destra, in modo che la costa sia nel vuoto della medesima, taglio in. avanti;, ii braccio. s~Jniteso, ' il ,pugno· alquanto piu l:)asso, <}él fianco. , . . . . · · ·Riprendere il fqdero con la; mano sinìstr~ e tenerlo · come nella posizione di attenti. · ·· ·


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309 .

SCIABOLA AI:.LA SPALLA. Normalmente., per semplicità' e rapidità di es,ecuzione, col'semp1ice sciabl'mano 1a sè'iabola viene estrat~ ta e portata alla spalla. La ,posizione di attenti con 1a sciabo1a alla spalla è d~tta: spa,ll'sciabl. · . , -

RIMET-TERE LA SCIABOLA NEL. FODERO .

.Rimettet'sciabf. r

Spingere con la mano sinistra ,il fode:ro con la bocchétta in- avanti e impugnarlo tra là bocchetta e la fascetta, distendere in alto il braccio destro sollevando ia sciabola verticalmente., taglio a sinis! ra; impugnare l'arma cJ; piena mano, indi, senza abbassare il gomi-to rivolgere in basso la punta della sciabola e., guardando l'imboccatura del fodero, introdurvi la lama. Levare ,il pugno dalla dragona e riportare il brace-io destro naturalmente pendente lungo il fianco destro; riprendere -il fodero con~1à: mano sinisti a nella posizione normale. ·

.Dj\. SPALL'SCIABL, RIPOSO .E VICEVERSA.

- .1

"Riposo.. - Portar~ it pugno .destro contro la piegatura èlella coscia sinistra, ,con la lama quasi vei:ticale, taglio a sinistra, e appoggiata al braccio sinistro, Ja mano sinistra sopra la de.stra, quasi a sostegno~ con le unghi·e veri;;o, il cQrpo oppure: porre le braccia con-= serte al petto, .in modo éhe l'avambraccio destro ap-. poggi sul sinistro ,l'impugna.tura dietro la piegatura del . braccio sinistro, la lama verticale, il taglio a sinistra. · At ~ tenti - Riprende.r.e subito l_a. pÒsizione di spall-sciabl. · · · ·

'

SALUTO..

· La· posizione ·del saluto da fermo o i~ marcfa deve e.sse're .. presa a tre passi dal superior~ · e :r;nante.nuta per il tempo ,di .quattro passi. -"

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, . " ." _:.,_ 310

-r:-

l) Con là sciabola ìngwainatà: Come senz'armi. I ' • . • J!n marcia, se d.i passo, ten'ère:.fermo il braccio-si-

nistro per il tempo del saluto. '., ' ·~ 2) Con la . sciaboìa sgwainata: :da .fermo; prendere la p6sizione di spa;ll'sciabl; in•marcfa fermare la sciabola al' fianéo ·d estro e, s~ di passo, il braccio sinistrò a.l corpo, ·e volgere con vivacità la testa verso il supe- . rfor;e-. Fatto · H saluto accQmpagnare di 11t,uovo, con le braccia il movimento del corpo; . Il militare,,. comandante di riparto arma.to, e il maresciallo salutano: . Da fer"mo prendendo la posizione 'di rprèsen· ,, . tat.'sdabl. In marcia-, nello stesso modo, volgendo con 'vivacità ·la testa verso il superiore e fermando il brace.io ,sinistro. Fa.tto il' saluto r.iprendere la posizione di spall'sciabl. · · ' · Dalla posizione del saluto per riprendere il saluto stesso si prende prima la posizione di spall'sciabl. · .. Qùando la truppa ·presenta. fe armi Ii)8-r r-ende-re . onor.i) ,il militare armato· di se.la sdabola, coman.d ante di reparto ar.ina.to,. prende la posizione del saluto e la ;/. · -mantie.ne fino' fJ. quando :non vengono rimesse le armi al piede o.alla spalla. Riprende l~ posizione del saluto 'se il superiore al qual:e si rendono gli onori percorre la / fronte del reparto;· -quando questi ·g iunge a sei passi di distarnza e la mantiene sino a che il superiore non -l'ha olh·e passato d1 tre passi. Negli sfilamenti, o Ml'/ rendere colJ}unque gli onori marciando, ·egli prendè la posiz.ione del saluto ai tre passi dal superjore dinanzi a. cui si sfila o al quale si-rendono onori, volgendo, convivac.ità la testa versò il superiore ·e fermando, se di passo, il braccio sinistro al'cÒrpo, e la mantiene p,et' il t-èmpo di quattro passi. ' .{

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:_ 311

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DA SPALL'SCIABL a .PRESENTAT'SCIABL E VriCEVERSA. '

·(In due tempi) . - (Questi mo:vimenti come quelli riflettenti il presentat'arm devono essere eseguiti dà ogni reparto con simult aneità e con .precisione. Identiche sono perciò 1~. modalità di addestramento).

Presentat - sciab'l. 1) Distendere in alto il braccio destro e, impugnando la sciabola a piena mano, sollevare la lama ycrti. calmente con taglio a sinistra, ' 2) Riabbaissare il braccio è, mantenendo la lama verticale col taglio a sinistra, portare il pugno all'altezza ed a quattro dita distante dalla spalla destra. SpaU - sciabl. · 1) Sping,e re il braccio destre, dal basso in alto, e, allargando alquanto la mano, far scorrere in su l'impugnatura della sciabola nella mano stessa, in modo che, il bottone -de.I codolo venga ad appoggiare nellà ·palma; 2) Tenendo sempre la lama verticale, abbassare il pugno e prendere la posizione prescritta. MODO/ Df PORTARE LA SCIABOLA A CAVALLO , La sciabola o il solo fode.ro pendono liberi dal pen-· daglio reggi-sciabola; se la sciabola ,è sguainata si por- · ta 49ormalmente nella posizione di spall-sciabc.la .


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Ai)c>estramento ali' orc>ine chiuso

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La se~i.one. -. La_guida ha il compito di provY-ede, r~ al1a ·grnsta direzione della- marcia, ed è l'uomo di . destra o di sinistra della prima riga, a seconda che s.~a stato dato il comando guidar -destra, o guida sinistra. . Formazioni. ·- Le formazioni della sezione seno: Di. fianco per tre, ecceziohalme:n te p.etr ·di,1,e·. " Di f rorni,e per tre., ecc-e zionalmente per due. Di regola la formazione di fronte è usata soltanto nei cambiamenti di formaziol.)e piu complessi .(due o più uomini posti l'uno accanto all'altro costituiscono una rigci; due o piu uomini posti ui:io aietro l'altro co- . .sfituiscono una fila) . · . · Adunata. - La sezione si aduna, ip formazione .di ., fìanco o di fronte, da fermo e.d in marcia, al comandò Adumata seguito dalla indicazione della formazione. e direzione da assumere. Ogni pezzo si aduna. in · fila; indi raggiunge di corsa il Comandante della sezione ' e si dispone .insieme con gli altri pezzi, in .in'odo dai , costituire la sezione- nella forma.zic.rre e direzione indicata, arrestandosi se il comandante è fermo, marciando invece, e seguendo il comandante di passò o di ~r- . sa se questo va di passo o di carsa. . Se il comandante n@n indica la formaziorie, la sezione si aduna in formazione di fianco per tre.. Per , l'addestramento, l'adunata vie.ne com'piuta -da fern~o, quindi si marcia al passo ed infine di corsa.. , Allinl}wmento. -:- La,seziòne di frçnite 'si allinE\~ co11 le n.clutè disposte sull'attenti ,a leg-g.iero · contatto di gQ,111ìto. · /


-

313 -

I soldati di una riga sono ben allineati quando ciascuno di essi, srmza. sporgere il capQ, 1nuovere le spalle o .i nclinare il busto, voltando la. testa dalla parte dell'allineamento finchè l'occhio che è dalla parte opposta corrisponda alla. metà del petto, può scorgere con l'occhio stesso un po' tutta la linea e con faltro occhio solamente il soldato che gli è vicin,o dalla parte dell'alUneamooto. L'istruttore, colloca.ti i tre uomini di-destra (o di sinistra) o indicato l'uomo der centro che devono servire di basé all'allineamento, si porta sulla destra (o sullé!, sinistra) dei medesimi e comanda,: Destr (o sinistr) ri.ga.. - Tutti gli altri voltano con vivacità la testa dalla parte indicata, e, facendo attenzione ai cenni e agli avvertimenti dell'istr.uttore, si portano con piccoli passi sulla Une.a segnata dalla .base. ' Dòpo aver rettificato l'allineamento: «Fissi».

.,.,

Tutti rimettono vivacemente la testa di fronte, sifuardo diretto in avanti. Si lascia trai fila e fila. l'intervallo di 60 cm. e tra riga, e riga la distanza di m. 1,20. Se però è stato dato il comando «Sérrate», gli uomini si dispongono a contatte di gomiti e le righe a 60 cm. l'una dall'altra. Nell'atto di 'allinearsi, ciascun uomo della riga o delle righe successive alla prima d eve coprirsi dietro l'uomo o gli uomini che ha innanzi a sè. :Allineamento, distanze ed intervalli debbono essere conservati o, quando occorra, gradua1mente rettificati. ROMPETE LE RIGHE. Ronipete le righ,e ..:_ Mare. Salutare e lasciare il posto senza schiamazzo, rimanendo ne.i limiti di spazio ifldicati dall'istruttor.e.


'. _ ·314 -

- APRIRE E SERRARE :CE RIGHE. , /

'

NelÌa sèziGne di -fr2mte si -fanno a.prire le righe ,cç.n , i còmand(: · ; · «Pri'rma rig'{t urn passo ( diie ... p'llssi) wvarnti ma1·0'»,

«Ter;a riga du,e (tre,.. ) passi ùul1:etro nu.1,ro'».

Le righè si fanno serrare con comandi anal~ghi: · «P.rima riga ·duq (tre ... ) passi indietro mare'» «Terza riga· un )·passo (due .. : passi) av&nti mare'·». DISPORRE LA SEZIO-NE SU DUE FILK · _

I •

La sez_ione di fianco per tre ferma ·od in marcia, si dispone eccezionalmente, su du_e. file, al coma.udo «p~r· due». , . Lei fìla di sinistra e, quella centrale re-sta.1w fer·nie· òd in m,arcia, quella di de,s tra si aoeòda, per J,ùe ane · ·. precedenti. . . . ' 1 si dà il coPer. rimettere la sezione su tre file. , - . man:do: 1 · Per trei.. , · · · Si. eseguiscono movi:rn,e nti inversi quelli sopra in,'dica.ti. .,

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DISPORRE LA SE·ZIONE. SU DUE RIGHE. , . .

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La sezione di fronte per ·tr.e si dispone per due, co11 gli stes?i comandi, e con movimenti analoghi a · · quelli indicati pet le sezioni di fianco.

POSIZIONI .E MOVIMENTI CON L-'A:RMA. , . La sezione è esercitata ~d eseguire con precisione e simultaneità il «pr.e sentat'a.rm» ecl a prend;ere le pòsizioni di «b.ilanc'wrm.», di «pq·on,ti», di %,bracc'a-rrrp> e di «ft:anc'ar1n»;

;


_ · 315

MARCIA 'DELLA SEZIONE .

Per mettel'.e in marcia la sezione si comanda.: «Di corsa ·mare» se si de~e avanzare di corsa. «Avamti ma.re>>, se si deve ava.nzare al passo. _ Al comando c:Cavvertimentc\, la guida fissa con l:'oc-chio .la direzione di marcia, sul punto o sull'allineamento che il Comandante di Sezione le avrà inélicato o che essa stessa avrà scelto innanzi a sè. Al comando di ·esecuzione 'gli uomini si muove.no con risolutezza tutti contemporaneamente; ciascuna riga deve mantenere dalla precedente la distanza di m. 1,20, ed i soldati debbono risultare ben coperti ne.Ile file e ben allineati nelle righe. Per regola1·ità di marcia, la guida incaricata della direzoine deve procedere dritto, mantenendosi sulla li. nea ·di direzione e badando a conservare uniformi la cadenza e la lung·hezza del pas~o. • Tutti gli, altri debbono rimettersi nella giusta posizione quand9 si fosse perduta, a p&co a poco, · per 1non cagionare disordine. ,, Durante la marcia si può far _cambiare andatura ,e segnare il passo. FERMARE LA SEZIONE La sezic.ne si ferma al comando: «Sezione alt ». · Tutti si ferma.no quindi gli armati di moschetto eseguono il «fianc'arm». - Quando occorre serrare le distanze si d,à il comando: . <<Serrate>>. - La riga di testa si ferma; le altre serrano sotto a. distanza di cm. 60 da riga a riga. CAMBIAMENTO DI FRONTE O DI DIRE.ZIONE. l.o Sezione di fianco. «Dietro fronte.» - Tutti si volgono contemporaneamente nella nuova fronfe o direzione. Ove occorra ro-


- ' 316

vesciare la fronte, senza che risulti variata la posizione degli uomini, la. Sezione esegue due successivi movimenti per fila: «i::er fila destr ( o sinistr) mare'» La riga di test a girando a destra (o a sinistra), si mette iii marcia o continua. a marciare; le righe che seguono cambiano successivamente di direzione, quando giungono sul posto dove l'ha cambi~ta la riga di testa. 2.o Sezione di frcmte. a) «Dietro front» tutti si volgono contempora,neamente nella nuova direzione. b) «Sezicme a destra (o a sinistra) nW!rc'», la guida di destra (o di sinistra) si volge nella direzione. indicata dal comandante e, se la sezione ,è in marcia, continua a marciare nella nuova direzione. Gli uomini della l.a rig·a, obliquando a destra· (o a sinistra), vanno di corsa, ad allinearsi con la guida; gli uomini delle righe retrostanti vanno con movimenti analoglii, a disl?orsi dietro i corrispondenti' uomini della prima riga; se la sezione è in marcia, tutti, raggiunto il pro'l)rio posto riprendono la primitiva andatura. CAMBIAMENTI DI FORMAZIONE.

. La s·ezoine passa da una formazione all'altra nella stessa direzione o in direzione perpendicolarè' alla primiti·va volgendo contemporaneamente tutti gli uomini a de.stra o a sinistra e facendo proceder€ o §>eguire all'occorrenza tali movimenti da cambiamenti ·di fronte o di direzione.

LA: BATTERIA. · Formazioni. -

Le formazibni della Batteria sono:


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317 -

SEZIONI AFFIANCATE; LINEA DI FIANCO; .' LINEA DI FRONTE. La formazione in linea ·di fronte trova esclusivamente impiego nelle riviste e parate. Adwnata. - Al coman·do «Adima.ta» , seguito dalla indicazione della formazione e direzione da assumere, ciascun comandante di sezione aiduna il proprio reparto e lo conduce quindi di corsa dove si trova il Co-mandante della batteria disponendolo nel posto che ad esso spetta nella formazione. Se il coma.ndante non indica la formazione, la batteria si aduna con le sezioni affiancate. L'adunata della batteria si eseguiscè da fermo, od in marcia., di passo o di corsa ieome è detto per 1~ sezione. ALLINEAMENg:'0. · La ba.tteria si· allinea con comandi e movimenti analoghi a quelli indicati per la sezione di fronte. Per allineare la batteria s u una linea piu avanzata, si può anche collocare prima la sezione di destra o di sinistra, sulla nuova fronte. · ALLARGARE O RESTRINGERE GL'INTERVALLI Batteria con sezic,n,i a)ffiancat0., ferma od in marcia. Per allargare gl'intervalli: dalla... sezione (oppure dalla sezione di destm o di sinistra) a... passi. Per restringere gl'inter:valli: sulla ..... sezione (oppusulla se,zione di destra o di sinistra) w... passf. CAMBIAMENTI Dr FRONTE O DI DIREZIONE . Lo Batteria in qualunque formazione, ferma od in marcia: «Dietro frc,n,t». Tutti si volgono cc.ntemporaneamente nella nuova fronte o nella nuova direzione.

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318 -

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Nella batter:ia con le sézio~i affiancate od in linea di fia:rì.ç_o i comand_anti di sezione,, dp,po eseguito- il · movimento si portano -di corsa alla testa del-le loro sèzìoni. Nella batteria «in linea di fronté» · i comandanti di sezione, dopo es.eguito il _movimenfo, ·e ntrano nella: , nuova p1~ima riga. _ Qualora la nuova direzione , debba essere mantenuta per qualche tempo, il Cc.mandaù'te dà il comando: «A posto», " ' A questo çomando i comandaintC di sezfone vanno, .a collocar·si a cfestra dei tispettivi -reparti. 2.o Batteria con le sezioni affiancate, ferma .od m marcia: Baitteria a destr•a (o sinistra) Ma.re'. Il ca.mbiannento di fronte o di direzione si' compie normal.riiente ava,nz'ando; perciò la batteria., s-e ferma, viene preceidentemente messa in marcia. La sezione di destra (o sinistra) - con movimento per fila, si volge nella direzione ihd:icata -dal comandante della · batteria; l'altra sezione, con movimento analogo, ru porta. alla stessa altezza ·e .si -ferma o pro,s-egue quindi la marcia nellà nuova direzione. , · Se eccèzi,on·almente, la batteria esegue il cambiameruto di fronte senza avanzare., la sezione di destra (o sinistr·a ) spostando obliquamente le file., si dispone . · nella direzione indicata dal comandante della bat¼ria, mentre l'altra si porta sul nuovo all.ì1foame.,nto. , ' 3.o Batteria in linea di . fianco ferma od· .in :rnarda: · P.er fila d~str (o sinistr) - Mare. La sezione di tesfa compie il moviment<rnel modo prescritto n~lla istruzione di sezione.; l'altra sezione s:egu.e la prima etl \nizia il cambiamento di direzic,ne '11<?1 punto dove l'ha iniziato la sezioné precedente. 4.o Batteria in linea di· fronte, ferma od. in marcia: Batteria a ,d;estra (o mnistm) - Mare . .


'-:: 319 -

. Il movimento· si esegue come è ,.descritto per la sez1one.

CAMBIAMENTI DI FORMAZIONE. Sono particolarmente .considerati quì di seguito i ~assaggi dalla formazione di sezioni affiancate alla· 'f ormazione in line·a di fianco e viceversa. Nei casi eccezionali riviste e parate in cui occorra - kssui::ner·e la formazione in linea di .fronte, vi si addilverrà passando per la formazione in linea di fianco. Batter1'.a con sezioni affiancate, fe1rma o, 1in ,m arcia: 1.o Disporla in linea di fianco nella, stessa direzione•: dallai ... seziorn;e (oppure clalla 8e,z ione di destra o di sinist'J'fa,) avam;ti in linoo. cli fi,alnco . La sezione base inizia la marcià .o la prosegue; l'altra si incolonna dietro di essa, segnando il passo, ove oècorra prima di entrare in colorina. 2.o, Disporla in linea di fianco in direzione· perpendicolare a quella primitiva.: Dalla ... S ezione (oppui·e dalla sezione di destra o di sinistra) a destra ( o a sinistra) in linea cli (t,amco . Al comando dei rispettivi comandanti '1a sezione di tles.tra (o di sinistra) esegue un per fiila ·e si rimette 'in ma.rcia o continua a marciare, nella nuova dire• . tione; l'a.ltra sezione con uguale movime.nto .si accoda, , segnando prima il passo se la Batteria è in marcia.; bppure far allargare gl'intervalli e poi dare il comando: Seziorrui, per. fila d,.es,t r ( o sinistr) . Battemia in linea. di fiamco, ferma od in 1narcia: 1.6 Disporla con le sezioni affiancate nella stessa direzione: « Sezioni' affiancate a destra (o sinistra,)», oppure: .. «Sezioni affiamcate a destra ( o sinistra); ...sezione a sinistrtg, ( o a destra) .»

I


320-=:-

La sezione retrostante a. quella di testa. si affianca a questa, a destra ·(o a sinistra), s.'?condo che è indi. cato nel comando. Vole:ndo far prendere intervalli diversi da.i normaii, si aggiung·e al comando l'indjcazione: · A ... passi. 2.o Disporla con le sezioni affiancate, in direzione i>erpendifolare-a quella primitiva: Sezioni per fila destr .(o sinistr) -:- Mare'. Le sezioni eseguono. .il ·per fila a destra ·(o a sinistra) e conservano gli intervalli risultati. Qualora si vogliano restringere gli intervalli, si dà il comando relativo.


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Equitazione ISTRUZIONE INDIVIDUALE A CAVALLO. Generalità. - L'istruzione sul ,cavallo deve impartirsi intensivamente a tutte le reclute per modo che anche i piu deficienti possano riuscire mediocri cavalieri. Occ·o,r,re ricwcZare che un abile cavaliere è se·nipre . un buon co'Yl!dwc.ente: l'esercizio in terreno vario lo

rende molto buono in breve tempo. E' perciò indispernsabùe che l@ reclute voogwno perfezionate nel cavalc·a re prima di far loro cominciare 'Ù condiirre.

Lo scopo al quale: si deve essenzialmente mirare, nell'impartire ques.ta istruzione, è quello di mettere fin dal principio la recluta in una giusta. comunicazione con il cavallo mediante un leggero contatto, che l'ideale vorrebbe mantenuto in qualunque momento, con la ,bocca di esso ed in pari tempo di dare alla recluta un assett.o in sella solido, comodo, militarmente estetico e tale da non ,c ontrastare mai al ca.vallo, nemmeno col peso del corpo, quella completa libertà di movimenti a quest.o indispensabile per eseguire col minimo sforzo e quindi di l::ruona voglia, tutte le azioni che · il cavaliere gli richiede. Data la difficoltà per ogni cavaliere, anche provetto, di mantene.re durante ogni camb_ia.mento di equi'librio del cavallo il leggero contatt.o di cui sopra, octorre cercare d'infondere. subito alla recluta, come principio-base di tutta la equitazione naturale'. il preLezioni di Artiglieria -

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ferire una superflua liberr tà di bocoa ad una diminuzione, per quanto minima, della dovuta libertà; dimostrando come gl'inconvenienti ,che possono nascere nel :primo ca.so sianc. piccolissimi in confronto di quelli deleteri .c he produce inevita,bilmente il secondo, Per questo è uti"le che neile cavallerizze 'le rlBalitte trovino le barriere a terra, quasi facenti parte del piano della cava.llerizza $tessa e che sin dalla printa volta vi pMsino sopr a aJ, passo portcun,do, se'rlnpre le rri:ani av ainti.

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In quante. all'assetto in sella, la prima idea da infiltrare alla r,e cluta per ott ene.re subito una solidità relativa, è quella del tallone basso. A raggiungere il piu presto lo-scopo occor re soppr imere ogni ~ifficoltà e quindi; . a) sella e staffe fin dall'inizio dell'istruzione; b) cavalli adatti, montati in precedenza ed esclusi assolutamente quelli che. tirano ,calci;, · c) nei primi due o tre giorni, ogni recluta viene accompa.g nata, fuori della cavallerizza, da un .anziano a cavallo facendo uso di .una terza redine, qùale guinzaglio..· Questi inseg·na alla recluta quel'Jo che esige l'istruttore. · E' bene che ·anche i ca.valli degli anziani siano mos. .

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prima.

Man mano che si vede .una recluta tranquilla e a .posto si ordina all'anziano di lasciarla. MeS1Se al trotto le reclute. unitamente agli anziani fin da·l primo giorno, si d'i'ce a quelle d'imitape, questi nel trotto legg·ero, come li a,vranno g·ià imiitati (anche in cortile e nella scuderia) nel. montare e smontare da . cavallo. Invitare sovente le rec1ute ad inclinare il busto innanzi cercando di accarezzare il cavallo sulla spalla interna per otte:nere subito da esse che prendano l' as8'etto sulle ginocchia e S!Ulle _coscie.


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Gonsigliare di non fasciare mai il cavallo coi pol: pacci. Non · dire . mai di tenere. le punte dei piedi in dentro, ma' invece far capire, sopratutto con l'esempio lhe cosa s'intende per suola in fumi. Insistere per òttenere il tallone basso. L'istruzione deve procedere. faéile. e piana, niai monot®a; di-vertente per i piu, tendènte a formare il cu.o~ re del· cavaliere senza procurargli disgusti e cattive ~mpressioni derivanti da.lla fatica non c01npresa e dalle cadute molte volte pericolose per il fisico, sempre 1dannose p~r il morale. L'istruttore deve ce.rèa•re di c.r dinare ai singoli cavalieri movimenti che possono essere eseguiti per imitazione.' E' superfluo aggiungère che tale sistema d'istruzione per dare i frutti desiderati, richiede negli istruttori oltre la voluta capacità , anche profonda convinzione e che siano animati da vera ·passione per il- cavallo · e per la missione che compiono. Il constatare ad ·o gni istant e che si. è ·ottenuto un progresso, anche piccolo, da una recluta deve· essere già per l'istruttore un compenso tale da rendere anche a lui divertente il suo lavoro. E la progressione di questai i1struzione dev'essere una. successio.ne continuai di avvertimenti, consigli, ?-P,provazioni correzioni esempi da dare a tempo e luogo incessantemente ·e individualmente; non trascurando di àssicuraPsi volta per volta p:er mezzo di domande che tutte. sia .stato compreso anche dalla mente piu tarda -fra quelle. che si devono educare. E' opportuno nota.re come tale sistema d'istruzione · va1da perfettamente d'accordo con quello dell'istruzic.ne del cavallo. Procedendo costantemente ·con progressione scrupolosa e di pari passo l)ei du.e insegnamenti si potran1}0 raggiungere i migliori risulta.ti senza che l'uomo ed


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il cavallo abbiano potmto accorgersi e quindi diffidar-e, delle difficoltà superate per arrivarvi. Lo scopo è di fare dei cannonieri che possono cavalca,re o condurre senza nessuna pr:eoccupazione dell'animale che montamo, ma anzi col molf"ale ele,vato per la fiducia e confi.dene:a che il caivallo ha loro ispirata. Soltanto la s,cuòla individuale può far nascere questa; fiducia ove si tenga sempre prei:iente che il· lav()lf"o individwle a volmità del cavaliere dev' esser,e ia reg.ola; il lavoro in sezione a volontà . dell'istruttore, l'eccezione. Appena si abbia la voluta confidenza al trotto si di.ce alle reclute di mettersi aJl galoppo, .usando all'uopo una bac.c hettina, della quale è benie ognuna di esse sia provvista. · Il galoppo per i cannonieri destinati 'a conducenti nelle batterie da campagna, dato l'impiego di esse e la conformazione della piu parte dei loro cavalli, è .insegnato e praticato essenzialmente per dare ai cannonieri stessi spigliatezza ed ardire. Tale andatura va quindi usata per essi ,con moderazione e con buon criterio cavalleristico. . .-L'istruzione sul galoppo avrà intero. sviluppo per le batterie a ca.vallo e per coloro che, nelle batterie da campagna, devono prestare sèrvizio con ,cavalli da, sella, quali i sottufficiali, i capi-pezzo, i trombettieri, g)i esploratori ecc. Da principio le barriere devono ess.e re poste cont ro lo steccato, poi isolate; esse possono èssere sollevate di 25 o 30 cm. e devonò ·a. tale altezza esser~ ten,µ te per gran parte dell'istruzione. · E' anche inteso che il graduato che coadiuva l'i-. struttore, dev'essere capace di montàre ogni ca.vallo · iche accenni a viziarsi, a òwusa dell'imp.erizi,a mxxmern·tanea del suo cavaliere,· p,e:.r morlo .d'insegwa/r,e alia r:ebli~ta ·come r1hn'e'tterlo sollecitamente a posto.


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Al galoppo insistere p~u che mai nel fare accarezzare le spalle del cavallo tenendo le reni avanti, pe?· combattere la tendenza a porrtare il corrpo indietro, prendendo in tal modo assetto falso e dannoso. Assetto. - Busto elastico e pronto a secondare i movimenti del cavallo; reni avanti, spalle aperte, testa -alta e sciolta. Le braccia. naturalmente pendenti e leggermente ,pi,egate al gomito, le mani nella stessa direzione delJ'avambraccio, i polsi elasti,ci e .snodati. I pugni non troppo chiusi per non dare rigidezza alla mano ed impedire che il cavallo abbia nei diversi cambiamenti di equilibrio la libertà necessaria. Le· coscie oblique in avanti, le ginocchia ferme, ma snodate, per non puntare co~ piede sulla staffa; le gambe naturalmente cadenti; ·il tallone basso e la.'suo~ la in fuori. · Avvicinare H. piu possibile l'inforcatura alt' a.reo anteriore della sella. Per mostrare poi alla recluta l'assetto voluto, è utile che l'istruttore, a .cavallo, si metta in posizione perfettamente corretta, ma col busto in appiombo, per mostrare come si possa inclinare leggermente il corpo iverso l'incollatura del cavallo pur mantenendo la testa alta, ie reni avanti e le spalle indietro. Per coonbat-tere la rigidezza ed impedire ,c he la recluta prenda il vizio dannoso di fissare abitualmente le orecchie del càvallo, .interrogarlo sovente, invitarlo a guardare subito da tutte le parti, in qualunque mo·mento, in modo da costringerlo a sentire dalla mano quando il cavallo ha bisogno di cambiare equilibrio. La mano non lo ingannerà mai; l'occhio può inganna·re sovente. In seguito si cercherà di far comprendere alle redute come i nemici del cavallo montato s iano: il dolore .che gli produce iri bocca l'azione del ferro, il peso 'del


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cavaliere che non rispetta le reni, il peso della bardatura, gli spero1'i, · Dimostra;re come il cavaliere che cerca sulla bocca o sulle redini (o peggio ancora su quella e su queste insieme) il punto d'appoggio per mantenersi in equilibrio, contrari il carattere e logori il fisico dell'anima~ . Di qui l'importanza dell'assetto sull~ ginocchia e sulle coscie, che rende ail cavallo J;Jiu s<;i,pportabile il peso del cavaliere. . Al termine di otto o dieci giorni d'istruzione tutte• le staffe saranno state volta a volta regolate dall'istruttore e dal sotto.istruttore·. Non dir,e ma:i ma.n( ferme; cercare invece di far comprendere alla recluta il significato della prescrizione di amdlare con la bocca del cavallo, cioè di mante.nere costante e leggero appoggio, asseco,ndando con la ma.no tutti i cambiamenti: di posizione che fa la testa del cavallo alle varie andature, specialmente al galoppo. Per ottenere. questo, bisogna .che le spalle, i gomiti 'él i polsi sianc. flessibili ed allora anche i cavalli comunemente detti duri di bocca, non punteranno sulla mano. Ripetere, fino a che le abbiano comprese, le seguenti avvertenze nel cavalcare a volontà: I. Eseguire sempre ad ogni angolo delJa cavallerizza. l'azione di redini necessaria, per farvi entrare, il cavallo, regolandosi come se si volesse girare il cavallo •in fuori. II. Ogni qualvolta .un cavaliere si trova dietro ad un altro, con la stessa an datura e caden.za e nella stessa direzione, ad una distanza minore cli 4 o 5 passi, fare subito un movimento qualunque per nc.n seguire piu oltre chi precede. III. Fermare sovente il proprio ,cavallo.


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IV. Fare i ca.mbia.mernti di ccvdenza al trotto e al ' ' Non si devono dare norme precise per far romper·e, il cavallo alle varie andature. Lasciare che la recluta, 'provi e s'ingegni per conto suo, aiutarla e correggerla solo qu~ndo è ne~essaria. Non parlare, irn princ:ipio, di ga.loppo gi1.lSto, non insistervi in feguito, per non infiltrare l'idea c\he ih cavallo qebb · galoppare da una parte piuttosto che, · dall'altra. Come d.a to di fatto però in segicito si fa notare che quasi tutti i cavalli mornta,ti in tal modo rompono giusto in cavallerizza per naturale equilibrio. Riprendere fin da principio le reclute .che pe.r rom·per-e al galoppo guardassero la spalla interna. del cavallo. Esercizi ·chç si suggerri~C()!Y/,.()'. - Inseguimento. di un cavaliere per parte di uno, due o piu ca.valieri. Piccole .s iepi da saltare. ;Esercizi ginnastici semplici, sempre con le redini 'i n mano. Cavalcare, a coppie a vo.·1ontà e· in sezione. · Di pari passo a questa equitazione fatta. in caval'lE:,r izza va svolta l'equitazione all'aperto. In una quindicina. di giorni di ben inteso lavoro in cavallerizza, l'isti;uttore può mettere le reclute a cavallo in guisa che nqn riesca pericoloso portarle al~ · l'aperto. Giova convincersi che con l'equitazione all'aperto la recluta può facilmente fortificar.e il suo assetto in sella, poi,chè quivi impara come meglio deve regolare . il suo equilibrio per essere ferma nelle diverse azioni e posizioni che prende il cavallo, a.nzichè con il lungo ·esercizio senza staffe. Per i primi tempi le reclute disposte a volontà sono esercitate ad incontrarsi e, sorpassarsi; di poi sono disposte a frotte. fo detta formazione esse per le prime g~~~


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vc.lte devono· avere fra loro distanza ed intervallo da uno a tre passi. L'istruttore deve avere somma cura · di distaccar,e sovente qualche reclu.ta dal gruppo.. · Si deve subito far cor:nprien:der-e alla recluta .come debba contenersi perchè il cavallo lawri bene in camp?,gna, poichè il cavallo lavora bene e volentie:ri quan, do il .cav.aliere si studia di rendergli meno disgustoso che può le proprie azioni lasciando.lo completamente: ·, ,libero nell'impiego delle forze e degli equilibri. · Proporiiona.lmente si fanno esegui,r e delle trottate ,e d:ei _piccoli galoppi usando, nella durata, la valuta progressione ed esigendo che, ciascuno guidi il proprio cavallo e lo faccia. camminare di.ritto conservando la ,calma e la cadenza. · S'insista perchè le mani sian<:> tenute basse con a,ppoggio leggerissimo lasciando i cavalli con l'incollatura .distesa, i pugni sempre pronti a ,c edere .e ad avanzare quando il cavallo mostra di voler distendere ma.ggiormente la testa e:d il 'collo in ~vanti, a resistere quando invece· vuole torce.re il collo lateralmente per deviare oppure lo distende in avanti per rèagire ed opporsi · alla mano che. lo trattiene.; il buste. fermo e leggermente inclinato in:r:ianzi, specie nei galoppi; le gambe. 'Pure ferme, aderenti, ma non forzatamente, al co. f:ltato; il piede tutto introdotto nella staffa, ,con il tal·1one costantemente spinto in basso -e la cada in fuori. ' · Si deve Òsservare che i cavalieri aiutano i cavalli senza asprezza ed usano la dovuta progressione proporzionando sempre gli aiuti alla sensibilità del caval1o e che in questi ai~ti non irrigidiscono mai la mq.BO. S'i"nsegni che nel trattenere in generale, e ,co.n- cavalli nervosi in partkola.re, è .utile rilasçiare tutti i muscoli del corpo, evitando in special modo di distendere le gamb.e avanti puntando sulle staffe e che, obbligati qualche volta. a tirare le r-edini, non si debbono mai alza:r e le . mani. · · 1


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Quando si è ott1enuto che i cav:alieri non contrarino piu i cava.lli nell"andare e che questi lavorino tranquilli con l'.incollatura distesa parallelamente al terreno 'guardando dove mettono i piedi, si può incominciare con buon suC1cesso il lavoro attraverso. terreno acci•dentato. In questa istruzione di campagna, assume importanza capita]~ l'esempio dato dall'istruttore e da qualche soldato a'l1ziano, sia per quanto riguarda la correttezza. della .posizione, sia per infondere calma e risolutezza nell'affrontare le difficoltà, sia, e sopratutto, per dimostrare il grande effetto ,che ·produce il cedere, portando le mani avanti di quel tanto che il cavalio, nell'eseguir.e il movimento, domanda. 2~. Rip:a'ftizione diéll'istruzioow,. - L'istruzio a cavallo delle reclute .s i divide in du,e pet iodi: · l.o Istrùzione in filetto ( In cavallerizza 2.o Istruzione in mor:so: ( ed all'aperto La du:rata di ciascun periodo 1è determinata in mas-sima dal grado di abilità raggfonto dalle r-e cluk Non devesi prestabilire il simultaneo passaggio dall'uno all'altro periodo ,di tutte le reclute, quando, per varie 'ragioni, il loro gra:do di istruzione è troppo disparato. Complessivamente però l'i,struzione avrà il suo in-tero svilup120 in un tempo .che dovrà variare. dai 4 ai 5 mesi al massimo, a seconda delle particolari cGndi1zioni di clima delle guarnigioni. E' evidente 'che nei. pa1;si meri.di:0:nali il tempo n'ecessario sarà assai minore che non in· quelli del nord; così un inverno mite favorirà .e d abbrevierà, con vantaggio, i periodi di .q uesta importante istTìizione. Si rio(J{rdi che um buon cavalùw1e dfo,e rrà in br:eve ,U!r/J buorn c·<mdivcente ·.e si ricordi ·a,nche che à nulla Viale -il cornosc.eree la buona o.ondotta del f iwco s~ n<m si arri,va; pij1esto e l::>(eme cm ,oannoni in posiziom.e,, pmchè occor½"ono biwni cond'?,(lcrenti, v·al.e a dire, buoni cavalieri:.


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PRIMO PERIODO (IN FILErrTO). 30. Si ,dà alle ·reclute equilibrio ed assetto. in sella -e si insegna a condurr~ il cavallo col filetto.. . Uniforme ordina:ria con berretto, senz'armi e senza -speroni. Il ca.vallo con sella, staffe e filetto. Le reclute nei primi giorni accoppiate ad anzianL PROGRESSIONE. a)- In qcwal,le:r izza. ESERCIZI PREPARATORI. Montare e salta.re a cavallo. Smontare ,e saltare a terrà. Aggiustare le staffe. Aggiustare le redini e vari modi di disporle nelle 1mani. Movimenti delle ma.ni pe1r-· guidare il cavallo. Pressione delle gambe. · Avanzare al passo. \.. F'ermare dal passo. Volta.re a destra o sinistra. Entra·re nella ,cavallerizza. Uscire dalla cavallerizza. Cavalcarè a mano destra ed a mano sinistra. Cavalcare in circolo. Trotto:· Rimettere al passo. Fermare ,d al trotto. Tagliare la cavallerizza. Cambiamento di mano diagonale. Volta: · Cambiamento di voita Cambiamento a mezza volta. Cambiamento trasversale. . Riposo.

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Trotto cJ,llungato. Rom.pere al galoppo dal trotto. Snoda.menti. Passare la ·barriera. ·ESERCIZI INDIVIDUAU. Ripetere i prec-edenti 1esercizi. Mezza volta. . Dietro front 1 individuale. . Obliqui. .Trotto di s1cuola. Jndietreggiare. Cavalcare a volontà. · Salto della barriera. ·b) All'apertq. , Cadenze delle andature. Cavalcare a: gruppi ed individualmente. Percorrere terreno vario · ,e supera.re ostacoli natu-· rali. a) IN CAVALLERIZZA. ESERCIU PREPARATORJ. 31. Montar'e e saltar·e a aavallo. - La· recluta impara. questi movimenti per imitazione vedendoli eseguire dal soldato anziano che !,e viene assegnato. Non si fa ·esegu ire l'esercizio di saltare· a ,cavallo se.prima la ·reciuta non lo ha bene imparato. sul .ca.val'lo g'in_nastico, per evitare di disgustare il cavallo con 1 c.alci agli stinchi ,e stira.menti lunghi e dolorosi della criniera. Comando: a cavallo. Dalla posizione di cannoniere a piedi col cavaJlo a mano (Istruzione preli,m inare) volgersi verso la spal\a del cavallo avvkinandosi alla. medesima, prendere con la mano sinistra le redini' del filetto con l'anulare in me~zo e afferrare con la _sessa mano, col palmo rivo]- ··


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to ìn alto, l'arco anterìore della sella. Pì,egando e. alzando la gamba sinìstra, introdurre ìl piede sinistro per un terzo nella staffa, se.nza,· tç.ccare con la punta 'ìl ventre del 1cavallo; prendere due o tre spinte sul piede destro e, afferrando con la mano destra la. paletta della sella, ra:ddrizzarsì ,.sulla gamba sinistra e <rimanere per un istante in appoggìo. Portando H peso del corpo sul braccio sinistro, passare la gamba destra naturalmente piegata sulla groppa senza toccarla mentre la mano destra. s.i porta all'arco anteriore; se~ dere leggermente in sella introducendo tutto il piede, e sinistro e. destro, nella staffa rispettiva e pr.endere' le redini una: per mano. Queste, affibbia.t~ alla loro estremità, pa:ssano fra l'anulare ed il mignolo ed escono fra l'indice ed il pollice che preme su di esse. Le redini debbono .essere rivolte in modo che la loro fac.cia ìn·terna. sia a contatto del collo del cavallo; le loro estremità cadono lungo la spalla destra del cavallo. Per :s altare a ca.vallo prendere. ,con 1a mano sinìstra, insieme alle redini, una ciocca di crinì a metà dell'incollatura oppure appoggiare la. mano sinistra sulla metà circa de.l l'incollatura e porr~ la mano destra a.ll'ar.co anteriore delfa sella. Piegando alquanto le gambe, sollevarsì in appoggìo sulle braccia mediante una vig·orosa spinta sulla punta dei pie.di,, lo sg·ua:rdo alla testa del cavallo. Successivamente far uassare la gamba destra sopra la groppa. mantenendo le b rac-:- · eia tese e prendere un leggero assetto in sella- come è detto per montare 'a cavallo. Dopo ·,che le reclute hanno imparato a montare e saltare a cavallo dalla parte sinistra, si esercitano ìn modo analogo dalla parte destra. 32. Smo-nta1"e e sal,tare a terra. - Si fa pure eseguire per imìtazìone. Comando: A terra. o


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Per smonta.re a sinistra passare le redini nella mano sinistra e afferrare con la stessa mano l'arco anteriore della sella sul quale va ad appoggiare anche la mano destra; togliere. il piede destro dalla staffa. Facendo forza sulle braccia, alzare alquanto il sedere dalla sella, far passare la gamba destra sulla groppa senza toccarla,, riunirla alla sinistra mentre la mano. destra si porta alla paletta, e rimanere per un istante in appoggio con. le gambe tese. Togliere la mano destra da.Ba paletta piegando la gamba sinistra e, nel tempo stesso, ¡facendo un leggero obliquo a destra col piede s inistro sulla staffa, posare i1 destro a terra, levare il sinistro dalla staff a per riunirlo al destro e prendere la posizione del canno- . niere a piedi col cavallo a mano. Pe.r saltar,e a. terra a sinistra appoggiare le due mani s ull'arco anteriore della sella, far forzai sulle braccia, scavalcare la gamba destra riunendola alla sinistra. Lo smontare ed il saltare dallal parte destra si eseguiscono in modo analogo a quello descritto per la sinistra. Si può smontare passando una gamba sull'incollatura t ainto a sinistra quanto a destra, nel modo insegnato nel volteggio, avvertendo di togliere prima i piedi dalle staffe e riunire le redini nella mano opposta alla gamba che scavalca, :per farle. poi passare nell'altra mano prima di scendere. 33. Aggiustare Ze staffe. - A mano a mano che le reclute. perfezionano il loro assetto in sella viene regolata la misura degli staffili, tenendo conto della ¡ reazione di ciascun cavallo. Non si deve pa.rlare di staff~e corto o lungo ma si fa invece comprendere che la staffatura è una sola: qu~lla giusta.


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La staffatuira è g·iusta qua,ndc. il cavaliere nel suo g·iusto. assetto in sella e ,,col cavallo in appiombo sulle . quattro estemità conse.rva un comodo appoggio sulla panca della staffa. . 34. Aggiustare· le. redini. V~.;..;, modi di di,sp'(Jrle nelle mani. - S'insegna alla recluta dall'anziano· facendo vedere e poscia eseguire. Per accòrciar'e una redine far s co~rere la mano verso l'incollatura, mentre l'altra mantiene fissa. e leggermente tesa la r edine con le prime due dita. DoV!endole rac.corciare tutte ·e due, fare lo stesso movimento successivamente per ciascuna. di esse. ' Per al.l.u ng•are l,e redini, lasciarle scc.rrere nelLe mani sollevando ·n pollice, finchiè si sente diminuito l'ap~ poggio. · Per riunire le du,e 1~dini in i~na 1nano, portare questa innanzi alla metà del corpo, aprire le prime. tre dita, farvi passare l'altra redine fra l'anulare. e.d n' medio e farla uscire sotto la prima tra l'indice. e il pollice,. · · Con .la mano libera, quindi, prendere di sopra al- · l'altra mano le estremità delle .due redini affibbi'a:te e abban'd onarle sulla spalla ,corrispondente. del cavallo; éhiudere il pugno che tiene le redini.- Porre la. mano libera sulla coscù1, coll'indice appoggiato presso la pie.gatura della medesima, il poW.ce indietro; il bra.ccio. naturalmente piegato, il gomito spinto innanzi senza sforzo, la spalla. nella posizione normale. Per 1~ipl/"'enidJerr1e. twna redirne P'9r't ?na'ÌW, introdurre l'indke, il medio e l'anulare. della mano libera tra le due nedini dinanzi alla mano che le tiene e ripr,e ndere ·1a. posizione del cavaliere con le redini ·in mano. 35. Mdvi'm:entì cfJelle mani ,pe,r gruidall')e. ~l cavallo,. Per tratteneI'le, tirare gradatamente in modo eguale. le redini v,e rso l'inforcatura, chiudendo le _ginocchia. sen'


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za portare le gambe avanti e ciò fino a che il cavallo abbia obbedito. Per cecleire, allentare gradatamente ,e in modo eguale ambedue le redini con movimento opposto a quello per trattenere. Per girarle a destra ( o a sinistra), tirare la redine destra (o \Slinistra) ritrnendo il pugno verso l'inforcatura; col pugno sinistro (o destro), cedere di altrettanto, mantenendo la , redine aderente all'incollatura. 36. P~ssione delle gambe. - Senza staccare nè sollevar.e il gino,cchio, premere il v,entre del cavallo con la parte interna dei polpacci, impiegando forza proporzionata alla sensibilità del cavallo; ripetere, se fa bisogno, tale azione, staccando se occorre le gambe e riavvicinandole con forza sempre maggiore. 37. A vcmza1·e aJ, passo. - L'istruttore rcoinan da: Passo, che preso dagli anziani, viene imitato dalle reclute. 38. F erwvane dai, P'asso. - Comando: Alt. Trattenere gr adatamente il cavallo fino a che si fermi. 39. Voltmre a d,.estr:a e a sinù,tra. - L'istruttore. a :fine di ~ercitare le r eclute a mettere in pratica i movimenti necessari per girare il cavallo, fa eseguire voltare a destra e a sinistra, facendole dapprima eseguire sempre alla stessa mano. Le voltate devono essere esurlìite avanzando senza. cambiare cadenza. 40. Entratrre nella c·av ailerizza. Fin che le reclute\ non sono in grado di recarsi nella. ca:vallerizza a cavallo, vi sono condotte rcoi cavalli a mano unitamente agli anziani. Entrano rasentando lo steccato e si dispongono sulla linea mediana della cavallerizza a. due passi d'intervallo, al -comando dell'istruttore di:


-336, In liwea .a destra (o a sinistr:a),

dato quando il cannoniere di testa è giunto presso il termine del lato lungo. Le· r,e clute; volgono contemporaneamente dalla parte indicata e si fermano al comando di

Alt, che è dato quando stanno per raggiungere la linea mediana. L'istruttore, fatto salire· le reclute a ca.vallo, le di> sp(me sulla. pista al, comando: Per umo a... passì. Il cavaliere di destra muove al passo direttamente :verso la testa, dove giunto gira a sinistra; glì altri muovono egualmente Funo dopo l'altro. Quando le r.e dute entrano nella cavallerizza a cà-·. vallo, si portano senz'altro sulla; pesta. L'istruttore può talvolta alternare i movimenti a ;volontà .con quelli d'insieme e per insegnarne _il mec-t, canismo ripartire le reclute in due sezioni. · · 41. Uscùy:; dalla cxi.vallerizza. - Coi cavalli a mano o montati, le reclute escono dalla cavallerizza senza prima disporsi in linea ar comando: Dalia oavall.erizza,. 42. Carv afo>,1in-e a 1/n,a,no dkstra ed a mamo sinistra.. - Dicesi cavalcare a mano destra o a mano sinistra, secondo. che si ha il fianco destro o il sinistro volto· verso il centro della. cavallerizza e secondo che per passare l'angolo si gira a destra od a sinistra. La re·dine, il pugno e la gamba. che si trovano verso il cenho diconsi interni; esterni gli opposti. 43.. Gavalccw1e in oirc'Olo. - Quando le r.e clute hanno aicquistato. sufficiente fraffchezza sulla linea retta, l'istruttore le esercita a cavalcare in .circolo, inse--. gnando il movimento al passo ,e facendolo poi eseg.uire di trotto. Il busto dev'essere alquanto piegato in dentro per mantenere piu. facilmente l'equilibrio. , · 1


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Comando: In circolo. I cavalieri di testa delle sezioni voltano gradatamente il cavallo e percorrono un circolo grande, in 1modo da toccare. i due lati lunghi. · Gli altri seguono occupando tutta la circonferenza. Sulla pesta. I cavalieri ~i testa, .seguiti dagli altri, ritornano sui lati lunghi. 44. Trotto. - L'istruttore comanda: Trotto, · che preso dagli anziani viene imitato dalle reclute. Si fa sempre uso del trotto leggero che gli anziani incominciano subito ad insegnare alle reclute. 45. Rim,ett.ere afl passo. - Coman do: Passo. Trattenere finchè il cavallo non si sia messo al passo; quindi cedere. ·· 46. F eimare dal trotto. - Comando: · Alt. , Trattenere con azione piu ·e nergica e prolungata fino a che il rea.vallo non si sia fermato. 47. Tagliare la cavallerizza. - Comando: T,agliate. I cava.lieri di testa, poco prima di giungere alla metà del lato lungo, girano dirigendosi perpendicolarmente al lato opposto e rientrano sulla pesta girando dalla stessa parte. Gli altri seguono. 48. Cambiamento di mano diagonale. - Comando: Cambia1m)(mto diagmiale. I cavalieri di testa giunti alla fine del lato corto oltrepassano l'angolo, indi girano a poco a poco in dentro ed attraversando 'diagonalmente il quadrilungo si dirigono al lato lungo .opposto in modo da ·giungervi 9 passi cir.c a prima dell'angolo; gli a.Itri seguono. Lezioni di Arttglieria -

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49. Volta. - Comando: I cavalieri di testa, oltrepassate l'angolo si regolano in modo da p,ercorrere un circolo ché abbia un diametro un po' infer iore alla metà del lato cor to.

A vanti.

Si prosegue sulla pesta. 50. Ca.mbia11wnto di volta. - Per far cambiare di ma.no alle sezioni che si trovano sulla volta l'istruttore ,comanda: C anibù1miento volta.

I cavalieri di testa, 'dopo aver oltrepassata la metà ma.no, portano a formare una volta nell'angolo vicino. Gli altri seg·uono. 51°. Cambiamento a 'fflll3czza volta. I cava.lieti di t esta, quando ·sta.nno per giungere alla metà del lato corto, girano e si dirigono alla metà del lato lungo ultima.ment e percorso, dove ripren·dono la pesta; gli altri fanno lo stesso seguendo alla prescritta distanza. 52. Camibiam.ento traS'V1ersale. - Comando: Ca1nbiamemto trasversale. I cavalieri di testa, dopo aver oltrepassata la metà del lato lungo, girano dirigendosi al lato opposto e cambiano di mano. 53. Riposo. - Comando; Riposo. Ogni ,eavalier.e allunga le redini per lasciar abbassar la testa e distendere il collo a.I cavallo; se in moto, lo aiuta solo quanto @ccorre perchè non si fermi; può muovere il busto, ma non deve alterare la posizione delle gambe. Durante il dposo si accarezzano i cavalli sul collo, sulle spalle, sulla groppa, con una mano o con l'altra, riunendo le redini nella mano opposta e piegando convenientemente il busto senza spostare le gambe. Per chiamare l'attenzione l'istruttore comanda:


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Attenti. 54. Tr<Ytto al,luwgato. - Comando: AUwngat'e. Accelerare gradatamente la cadenza del 'trotto con aiuti delle gambe, dando maggiore appoggio con le re. . dini. Nel trotto allungato il ca.vallo deve avere l'incollatura distesa sul prolungamento della linea do-rsale: deve entrare poco negli angoli. Dopo aver compiuti alcuni giri, le sezioni vengono messe al trotto ordinario co,l comando: RcilZ.erntiate. Trattenere gradata.mente il cavallo fino a ripren-· dere l'ordinaria cadenza. 55. Rompere al gal,oprpo. dal trotto. - N ell'intraprendere questo esercizio, s'insegna alla recluta a spingere il cava.Ho oltre che con le gambe anche con il colpo di lingua ·e con lo scudiscio. Il galoppo s'incominçia sempre sulla linea circolare perchè il cavallo dovendo percorrere una linea curva, si trova già naturalmente disposto a pr.endere il galoppo toccando il suolo coi piedi interni sempre avanti agli esterni ed ha inoltre minor tempo di precipitare l'andatur.a; la recluta poi seguendo sempre la stessa linea .cir'colare trova al galoppo piu facilmente il proprio equilibrio. Comando: Allungate, gal,oppo. J' cavalieri spingono sempre piu i cavalli, portando i pugni alquanto in fuori. L'esercizio del galoppo, dopo essere stato ripetuto in circolo, e fatto eseguire anche sulla pesta, ma con lo stesso sistema, cioè rompendo dal trotto e passando per questa:· andatura nel rimett~rsi al passo. 56. Snodamvento: - Quando :le reclute -h anno sufficiente equilibrio, l'istruttore le esercita negli snodamenti, con progressione alle tre andature, àffinchè


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acqyjstino maggior scioltezza. L'istruttore fa tenere le estremit à delle redini in una mano, col comando: Estrèmità delle redini nélla mano de.~tra ( a sinistrCI}).

In moto, i cavalieri di testa non eseguono i movime.nti di. snodamento; t utti gli altri tengono le estremità delle redini nella mano. Per ottenere tranquillità nei cavalli e ricavare da questo esercizio buoni risultati, l'ist ruttore si ç1,t tiene alle seguenti norme: . Lo Far eseguire una trottata di qualche durata, tenendo con una mano le estremità delle redini, prima di prendere le posizioni ginnastiche. 2.o Disporre convenientemente i graduati e soldati anziani a piedi. · 3.o Far accarezzare frequentemente i cavalli. 4.o Esigere di tenere nella posizione normale lè estremità delle redini nella mano esterna, mentre il braccio interno sta naturalmente P'endente lungo il corpo. a) Posimorni . Mano destr a o sinistra a - Pugrio. Mano destra o sinistra al - Fia.nco. Si pren douo queste posizioni come nella ginnastica, conservando le estremità delle redini in una ma.no. b) Moviment.o del braccio destro o sinistro. Le spinte e le rotazioni delle, braccia si fanno pure come nell'istruzione di ginnastica, avvertendo di non irrigidire il braccio per non sollevare i1 s~dere di sella. e-) "Movimento del busto. . . · Nei piegamenti av.anti acca.rezzare il cavallo dalla spalla fino all'avambraccio. Nei piegainienti indietrò - . che a cavallo devono consiste.re solo nel volta.re il bùsto alquanto indietro a destra o a sinistra, ~ accarezzare ·1a groppa, guardando sempre dalla parte ver-


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so la quale si è voltati. Tali movimenti non devonor e.ssere forzati. d) Movimernti delie gcvmb.e·. - Comando: Gamba d,estra ( o sinistra) a-vanti. Senza staccare il ginocchio, stendere avanti la gamba in direzione della coscia, abbassando la punta del piede; indi ripiegarla nella pooizione di prima. Continuare il movimento sino al comando:· A-Posto. Gamba destr.a ( o sinist·m) in-Dietro. Senza muovere il ginocchio, piegare la gamba verso il fianco del c<1,vallo indi abbassarla nella prima posizione. Continuare il movimento fino al comando: A-Posto. Inseg·nati partitamente questi due movimenti, l'esercizio dovrà consistere nel far ·e seguire di seguito i movimenti avanti e indietro col comando: avanti in1dietro, continuando fino al coma.ndo: A-Posto. I movimenti si eseguiscono poi con la gamba sinistra e per ultimo con le due gambe nello stesso tempo; i comandi sono analoghi ai precedenti. 57. Passare la barrie-ra. - Durante questo periodo le reclute sono già state abilitate a passare alle varie andature sulle barriere disposte a terra. Col proseguire dell'istruzione, le barriere vengono . di poco sollevate é l'esercizio, non esigendo sforzi dai cavalli, può essere continuato per qualche tempo durante l'istruzione, giovando all'eqùilibrio delle reclute. Deve .ess..ere eseguito sempre con le redini ,alla ma- . no per incominciare a capire gli equilibri del cavallo. L e reclut'e devono essere nwlto esercitate a passar le barriere accarezzando la spalla interna del cavallo, mentre la mano·-e sterna, che tiene le redini, si porta avanti sull"incollatura.


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ESERCIZI INDIVIDUALI. 58. Pre1Y1v.ess:a. - Dopo i sopradetti esercizi si passa. subito al lavqro individuale facendo ripetere a ciascuna recluta i movimenti che ha; già praticati in sezione ed esegùirne alcuni altri per meglio imparare a guidare il cavallo. Le norme date neUe generalità per questa istruzione yalgono a tracciare il metodo per l'istruttore non dimenticando che la base dell'istruzione individuale è il lavoro a volontà del ca.valierr.ei. Allorchè si vogliono riunire le reclute in una o due sezione e cessare dal lavoro ifl.tlividuale, l'istruttore designa i .cavalieri di testa e là distanza da tenere con il comando: Sul, ca?},aJ:vere (tale) ,a ... p.a:ssi in sezione a matno de-

stm (o sinistra). Ovvero:

. Su,i cavalieri (tali) cv... passi in sezione a mamo ,,, rlJestra ( o sinistra). , Tutti si dispongono dietro ai cavalieri indicati. 59 .. Ripe·te.rie i pr.e•c'edJ.enti esercizi: - Nel r ipetere individualmente gli es-e rcizi già eseguiti precedente- . mente, l'istruttore esfge maggiore correttezza nella loro esecuzione. Rammenta alle reclute che, per decidere il ca.vallo a rompere.- al galoppo. dal trotto, bisogna aumentare l'intensità degli aiuti delle gambe, guarcla.ndo in fuori. Per mantenere . il ·ca:v:allo al galoppo, specialmente negli angoli della cavallerizza, dove è piu facile che dim"inuis:ca l'anda;t ura, la r-e cluta aumenta se ce n'iè bisogno gli aiuti delle gambe. . · La cadenza del galoppo .che può usarsi nella ·,c aval~ . le.rizza è alquanto piu corta di quella norma.ie di ma~ novra che si adopera sempre all'aperto. Gli es,e rcizi di tagliare la cavallerizza e di cambiare ·di ma;no t rasversalmente si ripetono individualmen-

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te da qualunque punto della cavallerizza. Le volte si eseguiscono anche individualmente da qualunqu.e punto della cavallerizza, ma la loro ampiezza deve essere un, po' ridotta fino ad avere 6 passi, di diametro. Il cambiamento di mano diagonale è invece ese~uito successivamente usando le stesse avvertenze per non incontrarsi. 60. - Mezza volta. - Comando: Mezza volta. Ogni cavaliere descrive un semicircolo del diametro un po' inferiore a quello della volta, quindi prende una direzione diagonale per ritornare sulla pesta, cambiando di mano. 61. Dietro frcm,t indivÚkiale. - Comando: , Dietro f rcmt ,a sini,stm ( o a destra). Ogni cavaliere gira il cavallo per due volte consecutive dalla parte indicata, percorrendo un semicircolo di sei passi circa, quindi marcia diretta.mente e giungendo alla pesta cambia di mano. 62. Obliqui. Vengono iniziati in moto. Comando: . Obliq - Destr (o Sinistr) La recluta fa compiere dolcemente un mezzo giro a destra (o sinistra) al cavallo e prosegue direttamente di passo, s-e era fermo, o all'andatura. che aveva. Dopo pochi passi l'istruttore comanda: Di fronte. La recluta girando il cavallo nel senso opposto si rimette nella direzione di p rima.. . 63. Trotto di scuola:.. - Eccezionalmente si fa uso ¡del trotto di scuola ,e soltanto nella cavallerizza. Comando: Trotto di scuola. La recluta segna ogni tempo di trotto battendo il sedere in sella e toccando coi piedi la panca delle staffe.


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64. lndiet1·eggiare. - Comando: lnd/4etro. •. Ferm:a,re prima il cavaUo se era in mot0;, arare le ·redini con i pugni bassi e con azione ugual.e Ei crescente fino a che .il cavallo obbedisca. Appena il cavallo ha. fatto un passo indi:etro, cedere con trànquillità e ripetere la trazione e la ceduta in modo che il cavallo indietreggi con calma. Le gambe secondano il movime1ito dellie mani contenendo la groppa. sulla linea dritta, pronte a correggere le deviazioni e a impedire che il cavallo precipiti. Il cavaliere deve essere in grado di potere ad cgni istante fermare il cavallo o spingerlo innanzi. Questo es·ercizio non deve eseguirsi che eccezionalmente e soltanto per pochi passi. Lo si fa eseguire alla recluta quanto basti per apprenderlo. 65. Cavalca.re a volontà. . .:.___ L'istruttore esercita. la recluta a muoversi a volontà all'andatura da lui data. Per qu.esto esercizio comanda: A volontà. Le reclute eseguiscono a loro scelta i diversi movimenti imparati, con l'avvertenza di tenere la destra incontrandosi e di cavalcare sempre d,a sole. . Il lavo~·o a volontà off're la piu completa e profi,cua applicc1,zione del '[)r'incipia dell'equitazione indiviclu.ale;

occorre quincli che l'istruttore vi insista e we faccidl oggetto di speciale ciira. Le reclute sono dapprima disposte a volontà . ad una stessa. mano ,e quandc1· esse hanno acquistato in tale esercizio sufficiente capacità si dispongono alle due mani prescrivendo loro da principio .soltanto l'andatura la quale può anche non essere uguale per tutti. E' anche opportuno che alla fine della lezione le reclute V\en·gano messe a volontà in,' luoghi attigui alla cavallerizza lasciandole sul riposo. 116. Salto della barriera,. - L'esercizio di passare la barriera, come è indicato pliecedentementc, deve


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essere continuato per tutto il primo periodo dell'istruzione.. ~ E' opportuno che la barriera sia sempre tenuta bassa dovendo quest'esercizio abilitare la recluta soltanto ad imparare quali son,o le movenze del cavallo nel salto, per assecondarlo nei s uoi equilibri. L'istr uttore avverte e fa vedere che il cavallo per spie.care il salto ha bisogno di disten,dere l'incollatura. e di portare la punta del naso avanti, per conseguenza non deve essere disturbato; a tale fine il cavaliere deve assecondare j movimenti del cavallo con l'assetto del corpo e con lo spostamento in avanti delle mani. Quando la recluta eseguisce bene il salto con le redini a due mani, Fist rutto,re le fa ripetere l'es,erc.izio con le reclini nella mano sinistra che può essere avanzata fino sull'incollatura, per accarezzarla, mentre il braccio destro cade naturalmente lungo il corpo. b) ESERCI ZI ALL'APERTO. 67. Cadenza delle awdatwre. - Attenendosi alle norme generali date per avviare le reclute nell'istruzione all'aperto, si deve fin dall'inizio far comprendere ad esse la cadenza, delle varie andature, pér mode che il ritmo di ciascuna andatura sia sentito nel cavalcare e si faccia. abituale nel cavallo e nel cavaliere. La cadenza nelle andature deve essere oggetto di particolare cura, perchè da essa derivano, oltre la lena ed il vigore dei cavalli, l'ordine e l'allineamento dei reparti~ · Le ca.d.enze norimali per marce e manovre sono: passo: 100 metri al minuto; · trotto: 200 metri al minuto; ' g,aloppo: 350 metri al minuto. Non, occorre uno speciale esercizio per istruire la recluta ed abituare i cavalli a tenere la cadenza nelle varie andature; basta che l'istruttore ne abbia par-


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ticolàre cura nel corso di tutti gli eserc.izi; soltanto l'andare ed il ritornare dalle istruzioni all'aperto è g·ià mezzo ~uffic1ente per far,e apprende.r e il ritmo, semprechiè l'istrutto:ne cavalchi in testa o vi faccia cavalcare un graduato. 68. Cavalca1·.ei. a gruppi e 1Jl'li([.ividualmemt,e. - L'istruttore dispone da prima. le reclute in g-ru.ppi di 5 o 6, sussegu1entisi a conveniente distanza. Ciascun gruppo è guidato per le prime volte da graduati o cavalieri provetti. Messi i cavalli al trotto, vi sono mantenuti per alcuni minuti, indi si richiamano al passo. Ottenuta suffic,iente tranquillità ie calma al trotto, si ripete l'esercizio al-galoppo, Per questo esercizio è bene scegliere un terreno che permetta di percorrere lunghi. tratti in linea r,e tta o con larghe curve. L'istruttore fa poi cavalcare individualmente disponendo le reclute a gruppi. Perchè i càvalli non presentino difficoltà a staccarsi dal gruppo, egli invita successivamente le reclute, una per volta, a partire al passo da sole e dirigersi su di .un punto lontano e ben visibile, mantenendo il cavallo in direzione costante. Ripetere l'esercizio alle ~ltre andature e aumentare gradatamente i punti sui quali la recluta · deve successivamente dirigersi prescrivendole anche di cambiare l'andatura dall'uno all'altro punto. Se qualche cavallo fosse restìo ad uscire dal gruppo, l'istruttore fa allontanare i cavalieri vicini in modo che, rimanendo isolata, la recluta invitata ad uscire può assai piu facilmente decidere il propri<;> cavallo a marciare v.erso la direzione indicata. Egli avverte che non si deve girare stretto ad andatura veloce; perciò la recluta essendo al galoppo, mette il cavallo al tro-tt-0 prima di compire il gird e poi riparte alla precedente andatura..

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L'esercizio di cavalcar-e individualmente è della massima importa.n za perchè con esso la recluta mette in pratica tutto quanto le venne insegnato ed acquista. gradatarm.ente il t(J)tto a e.avallo. 69. Percorrere terreno vario passando ostacoli naturali. - Ottenuta la tranquillità e la giusta cadenza nelle andature, accerta.to ,che la recluta ha preso confiden za col cavallo, si può incominciare a farle superare qualche passa.ggio non difficile a.vendo .cura di evitare disgrazie che, speci,e da principio, sco.raggiano la recluta. Nel fare eseguire i passaggi si deve osservare, come in t utto, una r azionale progressione, ed ,esigere che la recluta lasci che il cavallo guardi ed osservi bene ciò che deve fare, con tranquillità e col minor dispendio di forze, affin.chè si possa conserva.re per una fatica improvvisa e non prenda avversione al lavoro. Indipendente dagli ostacoli çhe debbonsi saltare, possono incontrarsi in campagna fossi, dislivelli di terreno, discese, salite, piccole siepi .che, se. sono di poco conto e tali da permetterlo, devono dai-· cayalieri esse,. re superati alle diverse andature. Si deve insistere perchè in nessun caso, prima di · far,e un passaggio, il cavaliere allarmi il ,cavallo col prenderlo troppo in mano o con l'aiutarlo senza bisogno, per evitare che il cavallo si rifiuti o precipiti. Il ·cavallo dev,e invece .p rocedere risoluto, sempre con uguale appoggio e senza aumentare o diminuire la cadenza o l'andatura. SE CONDO PERIOD O (IN BRIGLIA). 70. Si insegna alle reclute a guidare il cavallo col morso. Uniforme ordinaria, berretto, senza armi. PROGRESSIONE a) Esercizi in cavallerizza.


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Montare e smontare. Modo d'impugnare le redini. Azioni delle ,mani. Azione delle gambe. Azione del peso del cavaliere. Mezza formata. Intera fermata. Appoggio. Galoppo. Salto della barr~era. b) Esercizi all'aperto: Ripetere gli esercizi fatti in filetto. Galoppo allungato e carr iera. Cavalcare isolatamente sullie strade. Cavalcare in terreno vario. Salto degli ostacoli in campagna. a) ESERCIZI IN CAVALLERI ZZA 71!. Monta1~e e s,rnontcvre. - I cavalli vengono . condotti a mano nel luogo dove i cannonieri devono montare; le redini inferiori del morso sull'incollatura, quelle superiori nella. mano destra a un palmo dalla barbozza, impugnando con la mano destra le estremità delle redini. Per montare e smontare valgono gli stessi comandi e le stesse norme date nell'istruzione in filetto, con la. avvertenza che, prima. di montare, la recluta passa sull'incollat ura le redini superiori. Preso ass1etto in sella il cavaliere dispone le quattro redini nelle mani come è fodicato appresso. 72. Modo d'impugnare le redini. _;_ Le redini sono impugnate a due per mano; quelle inferiori fra gli a nularii ed i mignoli, quelle superiori sotto i mignoli . Con le redini così impugnate la mano sinist ra può anche, eccezionalmente, quando un cavallo tiri molto al galoppo, tratteniere le estremità delle redini destre con le prime tre dita.


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I due pugni sono tenuti bassi in prossimità del garrese come è detto per il filetto. · Il modo olìa descritto di impugnare le redini è quello n,o.rmale che ·si usa in ogni circostanza tanto nella caval1erizza quanto all'aperto. · .Voleado o dG.vendo .av,e re libera la mano destra le reclini sono impugnabe dalla sola mano sinistra: quelle inferiori con l'anular,e in mezzo, la destrra .deUe superiori fra l'indice ed il medio, la sinistra in· piena mano sotto il mignolo. Le quattro r·edini escono fra il poilice e ·l'indice ieol pollice: che .pr,eme s.o pra di esse . . Il pugno sinistro seguendo la naturale direzione dell'avambraccio, con le unghie rivolte in basso, è te.nuto in pmssimità del garrese per quanto lo consente l'arco anteriore della sella. La mano destra può agire. sulLe r edini destre man, tenendosi un palmo .a vanti alla .mano sinistra. Con cavalli sensibili di bocca: le redini possono essere impugnate dalla mano sinistra - a .due redini nel modo seguente. Si introduconp prima quelle superiori nell'occhiello di q~lle inferiori; la mano sinistra tiene, dietro 'di ,esso, le redini ;;;upe.rori con l'.a1i.ulare in mezzo. 7~. Azioni deUe mani. - Le mani per mezzo delle redini .dirigono il cavallo. . Per · trattenere, si ritraggono i ·pugni verso l'infor. . ' ' . . ' catura. Per cede;re, ·si a;vanzano i pqgnL cii' quanto ..è ne. .. ' . - . cessario. ' ' Per vélta·r e . a destra, si ,tirano le Iied,in.i destJ.1e, Per voltar,e a sinis~i~, si tirano le redini sir1jstrie. Quando le redini. sono 1:r:npqgnate dalla piano sinistra, pèr vòlgere il lc.qvçtllo a dèst.ra. o a sip.istra, ~.i ~posta leggèrmente il pugno ver'so ·a~str.a o shiistra; 1~ 11).anQ d~tra, qCyOrrend.0, fl.S~eCOnda 'f1 ffi(),Virrientp I agenao opportun?n;ie.nte.s'o'pra_: ,la re;qine dalla partf yer~ so la quale si gira'. · ' ··


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_. 74\. AziOO'l{e: deìle gaJmbe, - L'istruttoré insegna che se le due gambe agiscono insieme con egual forza, .il cavallo avanza dir.ettamente; se agisce una sola gamba il cavallo sposta il posteriore dalla parte opposta. alla pressione. . . L'azione delle gambe combinata· con quella delle mani mette in attenzione il cavallo. e lo det ermina ai movimenti. . 75. Azicme del pMo del C'.a.valfere. - Il busto ·del cavalier.e deve essere pieghevole p.e r mantenersi sempre nel giusto equilibrio, pronto ad assecondare i mo·Vimenti del cavallo. · Per fermarsi, occornend~, deve piegarsi indietro, nelle celeri andature e sugli ·ostacoli deve piegarsi innanzi. Nelle voltate, per invitar,è il cavallo al .mome:hto e facilitarglielo, il busto va piegato dalla parte verso cui si gira. 76 , Mezza fe1-m,(J)ta. - Consiste. in un'azione s'imultanea e concorde de11e mani e delle gambe Essa si adopera per richiamare in. eq_uilibrio il cavallo quando si appoggia. soverchiamente sulla mano; per rimettere alla cadenza dell'andatura il cavano che la precipita; per diminuire di un grado l'andatura. 77. Int.er a fermata. - Serve a formare il cavallo da qualunque andatura, ma.nt enendolo dritto e con lè estremità a piO!lllbo.. Il piegamento del busto indietro può, se è necessario, sussidiare l'azione delle mani ~ delle gambe. Ottenuto . lo scopo bisogna cedere gradatamente é cessare di premere con Le gambe. 78. Appoggio. - Appoggio. o appoggiare dicesi il muoversi di fianco del cavallo senza guadagnar·e terrieno innan'zi o indietro.. · Questo movrmento serve per .i piccoli spo;tamenti laterali e si fa a passo lento. Co.mando:

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Appoggimte. a destra (o sin1:stra).

Dopo aver formato il ca.vallo, se in moto, spostare i pugni a destra (o: sinistra) per obbligarlo a portare · l'anteriore dalla parte indicata: spinger.e quindi il posteriore con la gamba opposta in modo che questi segua i:1 movimento dell'anteriore. Continuare così a fa.r.., gli Ìentamente guadagnare terreno di fianco, badando che l'anterio:re preceda di un passo il posteriore. Dopo pochi passi l'istruttorn comanda: · Alt.

Fermare e raddrizzare il, cavallo, riportando i pugni alla posizione ordina.ria e aumentando la pressione della gamba che si trova dalia. parte verso la qua1e , si appoggia. ; L'istruttore per insegnare l'appoggio lo fa dap1,)rima eseguire guadagnando terreno innanzi mediante l'esereizio della mezza volta. 79. Galoppo. - Dopo aver ripetuto l'esercizio di romprere al galoppo dal trotto allungato, l'istruttore insegna il modo di prender,e il galoppo., passando rapidaimente dal passo al trotto e da questo al galoppo anche sulla linea retta. · L'istruttore fa precedere le seguenti nozioni ele/J'nentari: · Al galoppo il cavallo procede a salti movendo le . estremità in tre tempo: il primo segnato dalla gamba posteriore esterna, il secondo dal bipede diagonale esterno, il terzo dalla g·a.mba anteriore. interna. Il galoppo dicesi destro quando · ciascun piede destro tocca il suolo piu avanti del ri$pettivo sirii1?tro e si dice sinistro quando ciascun piede sinistro tocca il suolo piu a.yanti del rispettivo piede destro. Il galoppo è disunito quando il cavallo galoppa a destra · con Le anteriori ,e a sinistra con le posteriori, . · o viceversa. Si dice falso quando il cavallo galoppa toccando il


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suolo coi piedi ·sinistri avanti essendo a mano destra e coi piedi destri avanti essendo a mano sinist ra. Per ottene11e che il cavallo appena partito al trotto prenda tosto l'andatura del galoppo, la recluta aumenta l'aiuto delle gambe cedendo nello stesso tempo con le mani, affinchè il cavallo abbia lib.ertà ,di spiccare il primo salto del galoppo. L'istruttore per le pr.ime volte mette le reclute al galoppo, coi due successivi comandi di trotto e galoppo, poi può dare soltanto quest'ultimo comando, avvertendo che nell'eseguirlo le reclute devono seguire egualmente la progressione. Non deve esigere che i cavalli galoppino giusto. Al galoppo il cavaliere mantiene i pugni bassi, le reni spinte innanzi ,e sfiora con le natiche la sella. L'esercizio del galoppo, convenientemente prolungato, dà al cavaliere giusto assetto, confidenza e .unione al cavallo: Per passare dal galoppo al passo si segue in senso inverso la stessa progressione con i comandi noti. La reduta trattiene gradatamente con azione sempre ere.. soente fino a che il cavallo abbia preso l'andatura comandata. · 80. Salto della barriera. - L'esercizio eseguito nel precedente periodo deve aver dato alle reclute bastante tatto con la bocca del cavallo per prepararle a salta-re con il morso. · E' buona regola però di avere sempre un maggfor appoggio con le redini superiori. Nella ca.vallerizza, oltre alla barriera, si usano piccole siepi, graticciate e staccionate. b) ESERCIZI ALL'APERTO. 81. Ripet,ero gli ese'lf'cizi fatti in filetto. - ·Si ripetono tutti gli esercizi fatti in filetto insistendo mag- _ giorwente sulla cadenza delle andature e sulla tra:n.quillità nei percorsi.


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82. GaloixfJo. aJ,lumgato e aarrieta. ~ Il ·galoppÒ àl-" lungato si inseg_na. és"èi-c.i tando -in terreni sui quali si possa galoppare parecchio tempo irì liriea retta -o con... ·. curve appena sensibUi:.,, · · · · , . _ L'istruttore v'inizia le r~clùte durante gli 0rdina-· :ii eserciz.i all'aperto coll'allunga_r-e egli "stesso il ga\op- , po cavalcando in testa e spingendosi poscia gr,:adatamente alla carriera; .· _ · P0trà anche sùddividere i cavalieri in gruppi gui_d ati ciascuno' da un grnduato, avvertendo in ogni mo<do_di. non · dare carattèr-e di speciale prepar_?,zione a questo eserçizio, per non mettere l'orgasmo nei ca· . valli e nef cavalieri. E>al galoppo e:.:. manovra si deve passare al galopp9 , aUu:Q.gato ed alla iearriei:a gradatamente invitando il cavallo a:d accelerare l'andatura colla -pressione delle gambe e ·concedendo· una maggiore- libertà colle redini a qù.~lli _che perl loro natura · sono tratti a far-e ,c'i6 da sè. Per rallentate, i ~cavalieri, tenendo le ginocchia strette, da.tanno lung·he chiamate ritrwendo ed avan- zando i pugni ·e conservandoli sempre bassi. , . . L'istruttore fa notare alle re,clute che nel galoppo allt.:ìngafo, il ,cavallo percorre circà. 500 metri al minuto _e che allà( carriera spiega tutta la vielocità a·i cui è capace. Il galoppo allungato e la carriera, essendo esercizi faticosi, non "devono soverchiamente 'essere protratti .·e ripetuti. ' . . · - L'istruttore si rego1er-à in moq.o da percorrere cìr,~ ca 35Q metri · al galoppo di · ma'Ilovra, 400 al galoppoallungato e- 500 alla carriera. ·.. · . ' • 83." Oavalca,r<; i:solat,a'fm.errufo sulle strmde.· :- Q.u·a1e complerrie-nto degli es~rcfai i!ldividuali 'l'istruttbre abitua le rec!ute ·a ,cavalear.e isola.tamepte sulle 'strade. ,

Lezioni di Artiglieria -

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Col concorso dei sotto ·istrutto.ri dist-ribuiti. conv:enientement e, secondo-le 'COndizioni topografiche, J.e redute possono essere isolatamente vigilate.' · · Per,chè alle reclute riesca piÌi facil:e allontanarsi dalle altre, l'istrùttore da principio può ' ciispon:,e la se: zione a volontà; -quindi incamminarle. una per v-olta in date dir,ezioni; poscia è · necessario tener!~ più riunite e chiamarl,e ad avanzarsi isolatamente. La re:cluta nello staccarsi pro:cura · di non a.r,r ecar · danno ai compagni e ai cavalli con ch'iamate violenti "e con l'uso inopportuno <;Lello sperone; anche- qua.ndo · l'istruttore ordini di part1rè al trotto od al galoppo, si, deve staccare al passo e spinge,re gradatament~ iJ cavallo a:ll'a-ndatura comandata quando si sià scostata e sente che quello ·vi è pr.edisposto. . Per stac.c arsi ·m~ntre la sezione è· in moto, allunga, gradatamente l'andatura.· fjno a prender,e quella comandata. I cavalli ,esitanti possono essere accoppiati con al: tri sicuri, qusti a. un certo punto se ne staccano dev:iando. ' · ] cavalli ·che ac,cennano · ad aum,e ntare l'andatura ordinata, non ·devono essere trattenuti con rhovimenti ,ruvidi della mano, ma gradatamente e. con ·dòlcezza; acqll'ietandoli coh la voce e con l,e .carezze. . Si deve far camminare il cavallo sulla parte menò dura e piu sabbiosa della ,s t.rada. L'istruttore suggrisce di guardare i,rinanzi, allo scopo di sc-eglier,e le parti della- strada - piu convenienti al cavallo, evitando i marcia,piedi, i sek:iati, la breccia e il ghiac.cio, di non giral"le stretto, specie 'al '.galoppo, di . far ritorno di passo a1la sezione. · 84. C t:walc•a/1"€ in terrrerno vario. - Questo ·€sercizio di gra.Rde utilità, i~iziato·gi.à nel .pr.imo perio·do, 'devè continuare ,con maggiore sviluppo ~ l'istruttore deve, qualunque siano 1e condizioni di terreno nella guarnì-


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. gione, trovare.mezzo di praticare questa proficua istru- , - zion~. · In massima, i gruppi cavalcano a frotte, segl,X;endo il loro ca,po e cercando il cammino piu conveni,e nte, Gli istruttori approfittano di questi eser.cizi per 'in. ,segnar~ alle reclute le, rrorme piu importanti per le circo.::;tanze in, cui si ·può trovare un cavaliere isolato. ) Scendere e sa;lire pendii. . . Le .ripide discese saranno fatte al passo e sempre ·direttamente. . ·' ~ · Giu.nto in · prossimità: della discesa il .cavallo .d,isten,de il collo ed abbassa la. tèsta per meglio osserva.re e portare i posteriori sotto_al centrò di gravità. Se H· cavallo è gontrsi,riato in .questo movimento, quasi sempre, o si rifiuta, o vi si butta furioso.. E' dunqrue ·es·senzia1'e. che il ca.valier,e lo lasci far~ '·e:d· accompagni passivam~nte il movimento di ' estensione della testa e del collo col portar,e i,nnanzi le mani senza muoverle ' lateralmente.. Il corpo è mantenuto fermo e in ap1;>iombo e le gà:mhe, se è necessario,' pulsano opportunaQJ&nte e c0n forza crescente finchè il cavallo abbia intrapreso la discesa; il cavaliere durante la diséesa inclina leggermente in avanti il busto quel tanto che-basta pe,r mm grava~e sul posteriore del cavallò. Oc.c orre fare .a ttenzione 'a che il ·cavallo ·non si metta di traverso nel discendere o cerchi di voltarsi ·{ tornar,e indietr o; l'una 1e l'-altra cosa so.no pericolose. Anche le salite ripide sono affrontate sempre direttamente. E' bene però che siano intrapres,e ad andatura modera.ta, sp-e.cialmente se lunghe, affinchè il ,,. ' cavallo non,·~onsumi in principio quella forza che piu gli dovrà servire in ultimo. ~Talvolta è meglio farle ad andatura risolutà quando sono·· br evi e rapidissime, -perchè allora· il cavallo unisce la forza muscolare a · quella d'imptflso e -di slancio. , Atriv::J:,ndo· in ·prossimìtà di u:na. salita. si abbassano ed avanzano le mani, p-erchè il cavallo distendendo il


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collo e la testa possa portare .in . av-ahti ii' centro dii gravità. Nela salita il ,cavaliere· inclina .il busto innanzi ei si aggrappa, se è necessario, . alla 6riniera. çon· una mano.. Se il cavallo desiste dalla vÒlontà di avanzare si, pÙls,a · vigoros~mén_te con 1e gambe e si dà/ anch.e del.IQ scudìscio attraverso il ventre. ·se accenna. a tornare indi,etro o devia, invece dì tirare 1:una -e l'altra redine, , · si dà lo-scudisci@ sul muso, o s'è ne fa minaccia. ' · L·e. .s alite e le discese quan.do sono .molto lunghe e -- la lo.ro rapidità. è tale da ·pote.d o per;nettere, :devono fa:rsJ .dì frav.erso' ,e s~rpeggfando, per,c_hè così il ca.vallo le può comp.iere più comodame:qte e con minor fatica. Altri passaggi. . ... 'E' ·utile che cavalli ·e cavalieri sieno eser citati ad . · entrar.e ed uscire dai :fossi e p:er,còrrervi, se il terre.no dentro è bùono -e privo di éiottdli, qualche tratto alle . diverse andature. Per scende.ve e salir,e dai fqssi, il cavalieire si regola come per le dis.cese ,e. salite. .Qgando.scende ha cu:ra di .c ombattere la tendenza eh~ hai1.n-0 molti · cavalli di· saltare sulla· riva opposta cbiamandolo con una sedine lateralmente. Per salire pro-. cliNli di . girare· con , energia il cavallo perpendicolar·mente. alla rfva.. tirando una redinè e cedendo l'òppo- ' sta fino al ·momento in cui il cayallo sta per sollevare l'anteriore. , · Per a:ttraver·s ar,e te'rreni paludosi, caimrtinare lè:ç.tamen~, eyitando di seguire le. orme. 4i altri_ cavalli · pér -rion a'fforidare maggiò_rmente. •· . ·• Moltì ·altri pass~·ggi, anche di. qualche difficoltà, p-o'ssdno \ x:>n ton:fidénza esiere praticati se il .cavàliere . av'iìà>fmparato·àd assec'ohdare ,e favorire tutti" i moyimenti naturali. del cava11o-·e l'abitudine' di guardare cT0'vé''iri.ette;·i 'pfodi., ..,, · , ... ·, . · . 1

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Altro utile ·e sercizjo che si deve fare sovepte è ·quel.lo di portarsi pron't amént~ dalla s•t rada sgl 'terr.eno lateraje, o passando gli ostatoli che delimitano la' stra. ~da, o saltandoli .. · Data la struttura dei nostri terreni, per gli espto. ratori, trombettieri,, graduati ai :;;,eguiti, è, di capitàle importanza il portarsi rapidamente, senza esitazione alcuna, d:alla ,stràda s~l terreno laterale. . · ·Ottenuta, éon le conyenienti galoppate ad andatura -cadenzata e èoi pa_ssaggi progr,essivamente diffi·: cili, .la tranquillità nei -cavalli, l'assetto, l'equilibrio ed il tàtto nei ,cavalieri, 'Si potrà: insegnare -a saltare quegli' ostacoli di ca;mpagl)a che non si possono-. altrjmenti p~sar,,g. -· · _ - .-85. ' ~alto dJ.egli ostacoli in carrupagna.. -- fo questo esercizio mentbe il cavallo impara a · superare col so- . · .- fo dispendio- delle forze strettamente htdisp,ensa.bili · - gli ostacoli in campagna che non si possono altrimenti pa:ss.are,· il cavaliere acqujsta ta.tto .e fermezza in s~llç1;, ièsseID:do il salto quella · fra le azionf del caval,, lo in cui , cambia, in pochi secondi, pÌii volte ,e marcàtamente -i pròpri equilibri ,e le sue posizioni. · ' , · Quando un ,cavaliere favorisce per .bene-un cavallo · ~ - neU'.ésecuzione del s,alto, egli ha qua.lità piu che suffic'.i~nti per non disturbarlo in un'altra azione. qualsiasi. . Il cavallo deve prncedere verso fostacolo ·vo1enterosò, calmo ed attento, perciò la. recluta devè evitare ogni IQOvimento ed az:ione che gli possa recar dolore. La- recluta affronta Fost acòlo sempre perpendicolarmente -ad anda.tur.a cadenzatà, conservaudo al ca,vallo la testa dritta oon l'uguale appoggio, tenendo le mapi all'altezzà d~l garres·e ed evU;ando ,in mod9 as·soluto di mù'overle laterahnènte. Deve invece;, presso l'ostac.oìo, av"à nzare-i pugni., di quel tanto èhe:consen-· ta di mantenere. la. ·stessa tensione di r~di.ni e per:.. ' , \. - metter e al cavallo di distendere if èollo e la test9-. . . '


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Qualora il .c avallo tenti di r.allenta,re,' la recluta deve .l'J.iutarlò colle gambe- in modo 'che esso non possa . ,_- ' · · sottrarsi all'appogg'io. · Non gravita, con il corpo troppo indietr:o o troppo inna.nzi e non dà .alcun a.iuto di gam}i)a che non sia str,~ttamente indispensabi.l e per mantener.e a l cavallo - ·la cadenza o l'andaturà. . l';Jon appena il cavallo ha sc,a ttato, la recluta accompagna col busto lo spostamento del centro di gravità in avanti,. senza però distaccare troppo il. sedere dal' la s'el}a e neilo stesso tempo evita. in qualunqu,e modo ,di attacc?,rsi alle _redini -, facendole se occùlTe,. scorrere fra 1é dita perchè il cavallo possa completamen-' t disfondere · l'incollatura. · ,. ,. Questo movimento di ceduta, quando il càvallo ttO'vasi per aria,, è della .massima importanza poich:è if minimo urto in' qu.esto tempo ..da parte del cavali:ere può compromettere res.ito del salto oltre a recàre fòr~ te dolore al cav.allo: Anche in qùésto esercizio devesi osservaxe scru.po' losamente la progre~sione, _i·ncominciando sempre da~ _gli ostàcoli dli piccole dimensioni e nori an<fando . su quelli di dimensioni maggiori pi·ima che il cav,allo abbia compiuto per bene il s.a.lto anteèedente. ISTRUZIONE SUL CONDURRE. 86. Ge%ei!•alitò;-:- - I soldati destinati a col)durre i cavalli attaccati alle vetture prendono il nome .di cdr?,d1,ièemi. .Ogni conducente g-'llida ·due èavalli i quali insieme. forlnan.o unà pariglia~ quello· di sihist.r:a, che egli ca- · valca, chiamasi ea.vaUo. mowixito, l'altro cavallo .sotto-

mtcono. . · . I dì11e cavKJ;lli cb.ella pwriglia di v-ono e.sse;i e dh,,guale · taglia, conf01YW1,aziQf'f.1,e e, forza, od ·al1n.eno averne ml-

rnim,a ·là diffetr~dr.. NOln è cowveri:ien.t'e a,pp_aia-r1q·.due ca?Jall?'. d\ndol.e d1:tffoile. . ., .


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· La .riunione delle p~arìglie desfinate a trainà.r.e una vettu1:'éls dìcesi muta e qu~~ta. è a - due o tre _pariglie secondo il num~ro delle pariglie.che l{I, c;o:rnpo:ngol'lo·. _,. , Ogn_i pariglia pr:ende _il n9:nie del-posto che océupa --.., nella muta.: àicesi tli volata, di mezzo o di ti-rnone se.co~élo che è davanti, in- mezzo o al ,timone. · · . In terre.no facile. ed in altri casi eccezionali le pari- . glie di :mi~tzo, possono lavorare anche senz-a conduceQte. /' ,, · : L'istruzione sul condurrie coi pezz.i attac.cati- è riferita a vetture attaccate ·con mute di. tre parigli.e, ma si ·a1uplica anche a vetture atta.c'c ate ' con un numero . minòr:e di· pariglie. I pezzi attaècati ~ossono muoversi al pa,sso, al trot' - · ' . ., · to e al galoppo. .- In manovra, soltanto per br,e vi tratti, ed in"' quanto · sia richiesto · dalle circostanze là cadenza d.e l tròtto può es~ere aumentata. • Il gafoppo va usato. a.ssai parc-amente e. per le bat. terie da campagna è, riservato per superare corte ram- pe quando· per ciò fare sia necessario un .intenso, ma brevissimo sforzo · delle ' mute, o per i movimenti oécorrenti ad occupare · o sgombrar,e po~izi0ni scoperte. Si dovrà, però, per istruzi0ne, far- perèorrere dì galoppo 'alle vetture tratti non rholto lung!1"i di terre.no piano. , . . Le ba,tte:ri,e a cavallo ne fanno un piu là,r go uso per il loro spéçialè impiego. . . ·. . La. regolar~ ·cadenza delle a.nd;;i,ture anche uel .cc,ndu:rr,e, è della massfm,a. importanza, sia per la esatta esecuzione dei mov{menti, _sia -per .o ttehere l'accordo necessario in tutta le- pariglie che devono tr.ài'nare una . stessa vettur~ s-ia, ·infine, per la buona conse,rvazibne de,i cavalli. Ess'a. si,p;equista eseguendo freciu,ent.e.mente marce dirette al passo e al trotto. str_ade: pian~ e a fondo battuto, mettendo alla 'testa una guida capace di· Tegolàre esa.tta1nente l'andatura.

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Per la buona conseTvazione dei cavalli è poi necessario che le celeri al}dature si prendano poco per vol- ta coll'allungare l'andatura che· si aveva prima e che per arrestre le vetture si diminqisca gradatamente l'andatura fino a fermarsi. · Si deve s·empre cercare che lo sforzo dei cavalli di una muta, pel traino delle vetture sia ripartito ugual~ mente tra i cavalli montati •e d i cavalli sottomano. Il comando per eseguire un movimento sarà pronunziato ben distintamente, ma con tono di voce non piti elevato di q,ùan:to è necessario perchè sia chiafameate inteso da coloro .cui è rivolto e si pronuncierà con voce decisa, ma non in modo tronco. , Tra il comando e ìa sua esecuzione deve trascorrere un breve tempo affinchè i conducenti possano predi-. sporre i cavalli. Il comando per un movimento non si fa seguire da altra indicazione quando il movimento si deve eseguire alla stessa andatura alla quale già trovasi la ,,,;-,._ .t~i:a, oppure quando questa, essendo ferma, deve maovere al pas&'t>. E' invece fatto seguire dal comando trotto o galoppo allorquando i movimenti comandati devono eseg11irsi ad una. di tali andature o dal l".O'mando passo quando la vettura essendo al trotto deve mettersi al passo. . . , Durante l'istruzione gli istruttori saranno generalmente nella posizione piu adatta per sorvegliare i movimenti della propria vettura; quandò però il per·sonale avrà acquistato un certo grado d'istruzione è. di sicuPezza, sarà bene che gli istruttori diano i comandi rimanendo aL posto per essi stabilito dal regolameRto. · • . Appena _possibile,· ai comandi dovranno sostituirsi 'i· segnali di braccio, mai omettendo di indicare la direzione di ma.rcia.


3Gl-' · 88.. , Netl' artiglieria dà Cl.(JffYl,p,agna la seu,ola deì oondiwr.e costituisce _per i' canmxmie.ri amzi<ini ciò èhè è ·fist,ruzicme di pèrfe'Z'[,onamento nel cav,dl,cµrr-é· per gli a,nzian,i c/;ella cav'Cd.leria e itelle batterie a c'a-vallo,.

89. Prooedime.nto dell'istruzV01'1!.e,. - La nomenclatu. ra dei fi:nimenti, il" cui insegnamento verrà iniziato du- . tante il 2.o periodo dell'istruzione del cavalcare, -dovrà limitarsi~a queUe parti cht hanno funzioni principali; .essa sarà fatta conoscere dagli anziani, i quali · fosegnernhno praticamente àue reclute Ìa mani,e ra di . mettete rE}_ di adattare i finimenti ai cavall{ Una continuà e dilìg"ecnte §orv:eglianza sulla importante ope:. _ , . -razione d~l-'-inguernil'e, eviterà possibili e facili -incon- 1 v:,enienti, _quali, p6ma fra. g·li altri, .le ferite ai càvalli. E/istruzionè sul condurre deve essere iniziata. dopo , il 2.o periodQi del cavalcare, ·ossia. dopo che i canno-' nieri hanno imparato a ben .montc!,re un ca-vallo in ter'reno vario guidan~olo .colla sola mano sin·ist:ra, giac-.. :chè òccoue .ben ricordaTe ancora la massima detta in ., 1:i:rincìpio del present~ regolamento: abil:e'èivalie-· · .. re -~ semp-r0 1{(n buqn. 0011,due,enU; - ' 1n·'analogia a quanto è dettò. nel 'regolamento ,di · · · istruzione, il condurre dovrà ·esse.r,e continuato e per... f ezionat~ per quegli artiglieri che presentano le mag- , . giori -:-a ttitudini, .scartando, se occorre, i non idonei. Nell'impartire ·l'istruzione sul condurre si d.evè na-.. 'turalmente,, com'e in ogni istruzione, prooedere da, fà,cile al difficile. Si faraano eseguire da principfo maree dirette al passo-e ~l trotto, sopra. terreno piano. ed u·nitc, affin·chè i cpnducènti tmpai:ino a mantenere; una regolare ;c àdenza l}elle andature, a conosce.re la posizione dei éa.vaHi al tiro e a:d ,eseguire iLtrairro co:l massimo ac'COrdo fra le pariglie, facendo -lavorare q_ueste ia prnporzione dei ..mezzi di caf dispongono. .'. 1

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· Poi .f movimento delle vetture saranno ripetuti interreni vari, scelti · con quel pTatico èritetfo, che. solo, ·può dare buoni frutti. · CONDURRE UNA PARIGLIA A MANO. ATTACCARE - -STACCA&E. · Pér condurre a r,nano, una pariglia:, il conducente si

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c1isRop.e fra i due cavàlli, rivolto dçi,lla medesima part~ ai qu~ti; impugna, le red'iQi ;,uperiori. de1 morso · del-èava!Jo montato, con il, pollice ' disteso sulla-redine ·- destra in··modo che esso risulti a due dita dagli anèl- . · 'li, e. tiene -con la ma·no destra il guinzaglio del èavallo . sottomauei, impugnando .contemp()raneamente il morita:tJ.te interno della cavezza-briglia ctello stessq_cavallo.. Per recarsi ad. ·attaccare, le p,a rigli_e sj raggi;uppa.-· no in mute nel loro ordine ·naturale. e sj portano da~ 'Vanti, alle vietture rispettive, · Al comando: A.tt,C/Jooate, · t, • .'i conducénti, se. a, cavalla, ·ne discendono, e eon oppo1:lturii spostamenti fanno andare i cavàlli a posto. Per , e~eguire tali spostamenti il conduc,e nte si dispone eµ 'fronte ai cavalli, impugna i montanti interni delle ·cà- vez~e~briglie fa indietreggiare poco per ·~olta le pa:. triglie, procurando di mantenere i cavalli sempre l'uno :. ac'canto· all'altro, con lo spostaré la loro testa all'infoo1ri, se le loro' groppe si allontanano, e vic:eversa_se si 1 avvidnano trÒppo. 1 Indi le parig.lie si attaccano cominciando dai ·sott<r- -' .. _ ma.no, con l' a vvertènza che questi in massima devono ;essere attaccati una o due maglie piu éòrte dei ·montati, per potere esser.e meglio dominati dal propr,io cònducente. I conducenti di mezzo aspettano · ad· attaccar·e che •quelli di· timone abbiano già attacca.ti i rispettivi sot'tòmano è siano passati sulla sinistra della muta, Per far ciò, il conduae.nté di timone, attacca ·i gan'ci delle catene del timcme a)le campanelle :mezzo to~- ,

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de dei portacatene di entrambi i cavalli, da fuori in ·d entro, assicurandoli con il rispettivo correggiolo da .•sotto in su per le vetture irì' cui detto ga.ncio non è a 'molla; si reca sulla destra del cavallo sottomano, e, 1slacciate le stris"cie che trattengono le false tirelle ai "ganci del rispettivo bilancino, cominciando dall'interno, ed ~vendo l'avvertenza dii distenderle se fossero arrotolate, passa davanti al cavallo e va ad attaccare nellò stesso modo il cavallo montato, indi monta a cavallo se gli è ordinato, o se la vettura deve sub-ito parti.re. 11 conducente della pariglia di mezzo, stacc,a prima le striscie che trattengono le false tir;elle al finimento del cavallo sottomano, poi quelle del cavallo , montato, agg·ancia successivame.n te le tirelle alle cor>rispohdent i false tirelle del cavallo, sottomano avvertendo che le false tirelle interne passino sotto le ca1tene di timone: monta poi ~ cavallo quando vedrà in tella il conducente di timone. Il conducente di volata~ aggancia le tirelle alle cor~ispond'e nti false tirellè della. pariglia di mezzo, prinlcipiando daUa tirella interna del cavallo sottomano; 1poi monta a cavallo quando vedrà gli altri du~ con<lµce.nti già in sella. I eonduc.e nti di mezzo "e di volata dunque, montano 6empre quando sia già in sella quello di timone. I conducenti d~po aver slaccia.te le striscie e disimipegnate da .esse. le tirelle e; le f ç.lse tirelle, le rial-, ~acceranno di nuòvo. Quando le pariglie sono attaccate, ed i conducenti '!lon·sono a cavallo, questi si dispongono sulla sinistra ldei rispettivi montati, vigilando e trattenenèloli se oc-_ :corre. . . I conducenti 'non montano a cavallo che al -momento 'Cli partire. · Nelle attese, se non sia espressamente comandato ~

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H contrario, fanno sempre pJiede a terra senza atten-tdere l'ordine. · Per distaccar~ si com;;da: Distaccate. Si fanno in senso inverso le operazioni già dette. MODO DI GUIDARE UNA PARIGLIA MONTATA. l

Per guidare- la pariglia col conducente a cavallo valgono le seguenti norme: a) il cavallo vienie •guidato a due redini ed aiutato colle gambe come nel cavalcare; b) il cavallo sottomano viene guidato mediante il guinzag·lio- e aiutato o castigato colla frusta. · Il conducente si serve del guinzaglio i.tnpugnando·lo colla mano destra, senza abbandonare la frusta, a metà di°stanza fra i due cavalli; J>er fare indietreg·g'iare il cavallo sottomano, per far rallen:tare la sua andatura o fermarlo, -p.e r sostenerlo alle celeri andà:. ture, per trattenerlo piu indietro e per impedire che esso si scosti troppo dal cavallo montato quando si _deve girare a sinistra, si serve inolre del guinzagljo per spingere verso destra il cavallo sottomano quando si devé girare da quella parte, ma in tal caso il conducente lo impugna con la mano destra a metà lunghezza levandolo" se occorre dalla mano sinistra ·e col braccio destro disteso e: con movimento dall'.avanti al· findietro, obbliga il cavallo sottomano a girare~ mantenendosi piu avanti e discosto dal eavallo montato. Pe~· aiutare il ,cavallò sottomano il conducente sco,sta la mano destra dal corpo, abbassa la frusta, senza abbandonare il frustino, tenendola in prolungamento ·del bracc\O destro in modo che la punta risulti un po' jndietro del garrese e dà con ~ssa. alcuni colpi piu o meno forti sulla spalla destra del ca:yallo~ La frusta \J.ovrà rimanere abbassata sulla spalla suddetta, fin.thè il cavallo non abbia ubbidito:· /


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Con cav-alli sensibili o d'obbedienza pronta, gli aiuti colla frusta potranno essere sostituiti dà un· semplice movùnento- del braccio, senza staccare la punta della frusta dalla spalla. In ogni caso il movimento della frusta per aiutare il cavallo dovrà essere sempre fatto in guisa da n.on spaventare n-è disturbare il cavallo stesso. Per castigare il cavallo il conducente si serve della frusta come venne dianzi detto, ma agendo con mag•goir vigoria, oppure sforzando il cavallo col frustino, lasciato libero attorno al costato e non mai attorno al collo o sulla testa. Non si deve impiegare la frusta per spingere o castigare il cavallo..·montato oppure i cavalli della pariglia che sta innanzi, se non nel caso in cui quelli si rifiutino agli aiùti del proprio conducente ed impediscano così i movimenti della pariglia che li segue.


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