CA' FOSCARI E L'IMPERIALISMO ADRIATICO

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Capitolo I STORIA DEL MITO DALMATA

1.1- La questione della Dalmazia In Italia, durante e dopo il Risorgimento, la questione delle terre irredente fu sempre caratterizzata, sin dal momento della sua nascita, da un fervente spirito patriottico e post-romantico derivato dall’idea di uno stato nazionale, riunificato dopo secoli di divisioni, che pur essendo stato creato ancora restava incompleto. Nonostante traesse lontana origine dai moti del 1848 e avesse avuto una prima soddisfazione, successiva all’unità del Paese, con l’annessione del Veneto e del Friuli nel 1866, essa, per tutta la seconda metà del XIX secolo e per buona parte del XX, conobbe una decisa accelerazione e radicalizzazione in quei territori dove ancora erano presenti minoranze o comunità di italiani. Oggetto delle rivendicazioni erano tutte quelle terre che, secondo diversi criteri, da quello linguistico-etnico a quello geografico naturale a quello storico, in passato erano state – o erano considerate - parte del sistema degli stati preunitari italiani. Terre in buona parte perse a causa della debolezza stessa dello Stato a cui appartenevano dinnanzi al progresso di nazioni più strutturate, organizzate e socialmente avanzate come la Francia napoleonica e l’Impero austriaco. La questione del confine orientale era particolarmente sentita poiché buona parte delle terre irredente appartenevano a un secolare nemico dell’Italia unita, l’Austria. Se il Trentino e la Venezia Giulia rappresentavano i capisaldi delle rivendicazioni italiane verso l’Impero asburgico, la Dalmazia figurava come un obiettivo secondario, sebbene non del tutto privo di interesse per l’Italia: in ambito etnico, culturale e ideologico, Trento e Trieste, caratterizzate da una nutrita presenza dell’elemento italiano, rappresentavano per molti versi uno degli obiettivi più ambiti all’indomani della vicenda risorgimentale, raggiunto il quale si sarebbe potuta compiere definitivamente l’unità nazionale. La Dalmazia, data la sua lontananza dai confini del neonato Regno e soprattutto la composizione etnica a maggioranza slava, non poteva competere con queste due realtà in termini di interessi nazionali immediati dell’Italia. Su un piano più pratico, di carattere militare-difensivo, inoltre, erano il Sud-Tirolo e l’Istria ad essere considerate le chiavi d’accesso alla Penisola e, come tali, in quanto confini geografico naturali 5


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