STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
FLAVIO RUSSO
LA DIFESA COSTIERA DEL REGNO DI SICILIA DAL XVI AL XIX SECOLO TOMO II
ROMA, 1994
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PARTE SECONDA Operatività e dismissione del sistema
CAPITOLO QUINTO Il Torreggiamento del Regno
L'edificazione delle torri del Regno di Sicilia È indispensabile prima di procedere oltre con la nostra ricostruzione storica del torreggiamento della Sicilia prospettare i dati riassuntivi elaborati dallo stesso Spannocchi, circa l'apparato difensivo già schierato lungo J.e coste dell'isola e quello da lui progettato. Innanzitutto il perimetro litoraneo del Regno fu valutato dal senese 663 miglia, pari a quasi km 1200, estensione non lontana in linea cli massima dalla reale entità. Lungo quella fascia riscontrò ubicati 64 centri abitati, dai minuscoli villaggi alle grosse città, comprendenti una popolazione di oltre 500.000 unità, cifra per l'epoca affatto trascurabile 1• Preposte alla loro salvaguardia, tramite sempl ice ~tllanne, trovò impiegate 208 vedette appiedate e 284 montate, meglio note come guardie le prime e cava/lari le seconde, organico nonnalmente operativo per buona parte dell'anno, spesso per l'intero , definito pertanto " ordinario", e regolarmente stipendiato2• Nel periodo incursivo, alquanto prolugato in Sicilia, ovvero la famigerata stagione ciel sospetto o dello scandalo per usare Ja dicitura coeva, a quelli si aggiungevano altre 665 guardie e 60 cavallari, definiti forzati, cioè obbligati a tale servizio a titolo gratuito. Il totale pertanto ascendeva, supponendo una sostanziale omogeneità di prestazioni, lungi però in pratica dall'attuarsi, a I 21 3 uomini, quasi quindi uno a km., densità che riferendosi alla pura vigilanza, fornisce di per sé un eloquente livello dell'angosciante problema esistenziale. Se mai restasse a questo punto qualche residuo dubbio in merito all'imponenza di siffatto dispositivo di avvistamento antincursivo basti pensare che questo, da solo, assorbiva quasi 6.000 ducati J'anno3 • Venendo poi alla difesa antinvasiva del Regno, sempre sulla testimonianza meticolosa dello Spannocchi, apprendiamo che insisteva su 24 piazze costiere di disparatissima entità, implicanti comungue un ulteriore onere annuo di altri 8.000 ducati. E non era ancora tutto. Cooperavano infatti alla difesa costiera anche le ton-i che il medesimo aveva trovato, sebbene in vari modi, operative e sulla cui natura abbiamo avuto modo di documen tarci dalla sua relazione . Ammontavano a 624, numero senza dubbio consistente supponendole congrue, ma eia tarare abbondantemente per quanto a suo tempo osservato. In ogni caso imponevano, nonostante la loro deficitaria con-
' Intorno al J600 la densità media calcolata per l'Italia era già fra le piL1 alte del mondo attestandosi intorno ai 44 abitami per kmq. Considerando che la fascia costiera nella quale si rinvenivano i centri abi tati rivieraschi non superava l'ampiezza cli circa 5 km al mass.imo, avremo per la Sicilia litoranea una densità di ben 66, 6 abitanti per kmq, notevolmente eccedente laricordata media peninsulare. Sull'argomento cfr. F. BRAUDEL, Le struuure del quotidiano, Torino 1982, pp. 29-34. 2 Lo stipendio per lo più mensile o trimestrale non risulta da quanto rilevato dalle annotazioni dello Spannocchi affatto uniforme per l'intero Regno, ma oscillante in una ampia banda che andava dalla pura somministrazione in natura a cifre consistentissime. Il dettaglio affatto trascurabile tradisce di conseguenza una analoga variabilissima affidabilità del delicato compito. 3 È difficile tentare una stima di cambio del ducato con le attuali monete, non fosse altro per il differente potere di acquisto in un mercato privo di moltissime risorse e funzionante spesso senza moneta ma soltanto tramite scambi in natura. Una base di valutazione può essere tentata riferendolo alle paghe dei funzionari statali: ad esempio un caporale di una torre per la stessa epoca percepiva, mediamente 4 ducati al mese, e stimandolo di pari livello gerarchico, e quindi rctribuitivo, di un ufficiale infer'iore odierno, l'unità monetaria seicentesca sembrerebbe attestarsi intorno alle 500-600.000 lire, fatte salve le ricordate differenze basilari, che le conferivano in pratica un valore anche superiore. 4 La valutazione dello Spannocchi deve essere intesa sotto il profilo del servizio piuttosto che sotto quello architettonico, designando infatti come torri, perché assolventi alle stesse mansioni, anche manufatti del tutto diversi. Questo spiegherebbe la profonda discordanza, quasi un terzo del totale con l'inventario fatto pochi anni do1?0 dal Camilliani .
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notazione una spesa di gestione cli circa 1.200 ducati, ragion per cui l'importo globale della vjgilanza costiera attiva e passiva ascendeva annualmente ad oltre 15.000 ducati, salasso di risorse per le non floride finanze governali ve gravissimo\ Come se non bastasse lo stesso tecnico prospettò, per ottimizzare il sistema, la costruzione di allre 123 torri 6 implicanti a loro volta uno stanziamento di preventivo pari a 13.300 ducati7. Quest'ultima cifra, senza dubbio carente per difetto come tutte quelle di preventivo, ci conferma esplicitamente quanto rilevante fosse l'onere della difesa costiera. Infatti pur risultando l'importo economico del torreggiamento de] progetto Spanocchi, inferiore a quello impiegato-in un solo anno e con tutte le carenze evidenziate-per la vigilanza foranea non si riuscì in pratica a reperirlo nè subito nè in breve. Occorse ollre un secolo cli diatribe, inframezzate eia luttuose conseguenze, per essere stentatamente elargito, e sempre in quantità inferiore alle concrete esigenze. E la tipologia della torre proposta dall'illustre ingegnere, non si proponeva quale la più onerosa! Proprio a questo riguardo è indispensabile aprire una parentesi architettonica, tesa ad assodare la paternità creativa della particolare torre che cli lì a breve si eresse in decine cli esemplari a difesa delle marine nell'Isola. li manoscritto dello Spannocchi, lo abbiamo in precedenza sottolineato, fu redatto con un eccezionale e magistrale assortimento cli vedute prospettiche sapientemente acguare.llate, onde fornire anche ad un remoto lettore una "visione" esaustiva del contesto difensivo vigente. Pertanto persino le più malconce e scalcinate torri ispezionate, ebbero un loro fedele schizzo, nessuna esclusa. Orbene, delle oltre cinquanta riportate, la maggior parte ci appare a pianta circolare, con alzato per lo più cilindrico, a volte con base tronco conica8 ; poche invece quelle a pianta quadrata e pochissime, fra queste ultime, quelle con basamento tronco piramidale, forse una o due al massimo, peraltro d'incerta definizione strutturale. È conseguente perciò affermare che fino a quel momento la configurazione architettonica adottata per le torri siciliane, comprese le sparute del de Vega, non possa in alcun modo costituire una categoria cli spiccata identificazione con sue precipue linee formali, riconducenti ad una precisa tipologia. In altri termini ogni torre si differenziava dalle restanti persino nelle linee volumetriche, tradendo così .iniziative scoordinate nel tempo e nello spazio. Da quei giorni in poi, ovvero a partire dagli anni '80, tutte invece assumono una loro ponderata connotazione concettuale e formale, riuscendo perciò facile ascriverle ad una unica volontà fattiva, anche per noi9 • È indubbia pertanto una paternità architettonica del manufatto, che all'epoca però non dovette susci tare nei progettisti, o nel progettista particolare orgoglio, tanto eia restare affatto ignoto. Ne tenteremo in seguito una coerente spiegazione, dovendola far precedere da una sintetica esposizione della prestazione professionale dello Spannocchi in Sicilia.
5 Per avere un miglior dato di valutazione circa l'entità della spesa della vigilanza costiera passiva, non astrattamente in assoluto, ma concretamente in re lazione al bilancio dello Stato. bisogna ricordare che su cli un reddito annuo, previsto, cli circa 600.000 ducati quel l'esborso ne rappresentava il 4%. " Dal nostro conteggio sembrerebbero però ammontare a 124 : evidentemente qualcuna cli esse non rivestiva agli occhi clell' ingegnere una equivalenza strutturale o finanziaria di progettata erezione. 7 Dando per scontato comunque il numero cli 123 torri, risulterebbe per le medesime, tutte eia erigersi ex novo, un costo medio fra le più grandi e le più piccole di appena 108 ducati cadauna, cifra notevolmen te al di sotto delle reali correnti. Soltanto in punc può essere spiegata con il ricorso a corvè volontari.e delle popo.laz ioni interessate o con J'imervenLo rinanziario dei feudatari limitrofi. La cifra sem brerebbe invece il frutto cli un tentativo di minimizzazione agevolali va del pmgello, espediente peraltro e per diversa finalità praticato ancor oggi per i lavori pubblici. "In linea di massima dai piccoli schizzi allegati risulterebbero 34 torri cilindriche, o cilindriche a base scarpata, 13 parallelepipede, 4 parallclepipecle scarpate e circa 18 castelli liLOranei di varia grandezza ed epoca storica. 9 Circa ìc torri a pianta quadrata scarpata edificate nel Regno cli Napoli, cfr. V. FAGLIA, Tipologia delle torri costiere di av11ista111e11to e segnalazione in Calabria cifra, in Calabria 11/rrn, Lissone 1984, voi. Il, pp. 24 8-266.
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Stando all a biog rafia del Promis 10 , questi g iunse nell ' Isola nel 1577 al seguito di Marcantonio Colonna, ma ne venne, dopo pochissimo, richiamato dall 'i mperatore a Madrid, in conseguenza della sua acclarata abilità tecnica, trasparente proprio eia quella stupenda relazione. Ncll' 80 infatti lo ritroviamo nella compagine dei consiglieri di Filippo II 11 mobilitati per la conquista ciel Portogallo. Nell 'operazione elargì tutti i suggerimenti tecnici ciel caso, guadagnando ulteriore stima universale e l'ammirazione incondizionata del sov rano. Per contro Marcantonio Colonna restò all'improvviso ed irreversibilmente privato del suo ingegnere di fiducia. È difficile indicare con esattezza il momento della partenza dello Spannocchi dalla Sicilia, ma cli certo questa deve essere coL!ocata tra la fine del 1578 e l' inizio ciel ' 79. Ricostruendo alla luce delle fonti il cuniculum isolano dell ' ingegnere, rintracciamo una generica nota cli fiducia nelle sue capacità professionali redatta dalla dirigenza regn icola, chiaramente su istanza del Vicerè, in data 22/11/ 1577. Nel febbraio del 1578 lo stesso, invece, riceve esplicito incarico da parte della deputazione di ispezionare tutte le marine dell' Isola per vagliarne lo stato di conservazione dei ponti. Questo dettaglio apparentemente scollegato al compito principale del periplo costiero dell'ingegnere a noi perfettamente ormai noto, ci sembra al contrario confortarlo. Infatti sarebbe stato oltremodo dispendioso incaricare appositamente un tecnico cli compiere l'impervio e rischioso it.inerario - all'epoca irto cli difficoltà inimmaginabili - con l'unico scopo cli accertare lo stato cli cr nsistenza dei pochi ponti che si ritrovavano lungo la fascia costiera. Riesce peraltro diffici le capire perché, poi, soltanto quelli e non anche gl i altri interni, servendo in definitiva entrambi per la identica finalità. La mansione assume un diverso aspetto se, come esplicitamente ricorda il nostro autore, rientrava fra le varie ricevute eia ottemperare lungo la sua ricognizione costiera. In definitiva allo Spannocchi si affidò un pacchetto di compiti diversificati cli natura tecnico-militare, topografica-cartografica, documentaria ed aggiornativa, fiscale ed im positiva, architettonica ed infine, non ultima, anche di natura viaria, collegandosi in pratica al concetto cli difesa pure quello cli agibilità locale. li fattor comune che le correlava consisteva, ed è facile intuirlo, proprio neJla elaborazione integrata di un piano cli difesa costiera moderna. In tale contesto perciò è leci to desumere che essendo quel documento l'unico superstite dell'ipotizzato pacchetto, la sua data ciel febbraio ciel 1578, indica quella cli partenza del periplo concordando in ciò tanto la convenienza stagionale, priva delle paralizzanti insidie corsare 12 quanto alcuni riferimenti climatici che si possono cogli ere saltuariamente dalla lettura del m.anoscritto. La ricog nizione con ogni probabilità si protrasse per l'intero periodo primaveri le, concludendosi al palazzo del vicerè ali' avvento clell' estate, con una raccolta di appunti speditivi, documentati eia schizzi veloci e da una serie cli dati topografici e plani metrici inerenti alle coste ed alle fortificazioni urbane, eia vagliare con pazienza nell'immediato avvenirc 13. Si spiega così Ja dupli ce datazione del manoscritto e la compilazione bilingue dello stesso. Le osservazioni perciò esposte in ital iano e da noi integralmente riportate, appartengono a quello scorcio e ci danno il quadro delle marine siciliane in quella primavera del '78.
°Cfr. C. P ROM lS, Biogrqfie di ingegneri militari italiani dal secolo Xl\! alla metà del XVIII, Torino 1874, pp. 583-59 1.
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li trono del Portogallo reso vacante dalla n1one nel 1578 del re Sebastiano. e quindi due anni dopo del reggente cardinale Enrico, vantava di versi pretendenti tra i quali Filippo Il in quanto cugino de l padre del defunto sovrano. Nel 1580 quindi senz.a frapporre indugi circa la lcgitti mi tà della pretesa successione Filippo Il pose a capo dei 20.000 uomini destinati alla conquista del regno il duca d'Alba, le cui operazioni permisero all' imperatore spagnolo di entrare in Lisbona il 29 luglio del 1581. 12 Diverse sezioni di siffatte ricognizioni (Cfr. F. Russo, La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XV al XIX secolo, Roma 1992), dovevano necessariamente compie rsi per mare, ragion per cui onde evitare i maggiori rischi degli abbordaggi corsari si ripiegava sulla cattiva stagione, affrontando per contro quell i non sernpre minori degli clememi scatenati. ,:, È impensabile infatti che ne l breve te mpo impiegato per il periplo l'autore trovasse anche la possibili tà di redigere le minu,.iose planimetrie delle piazze ispezionate. La conforma ciel resto si coglie nel non essere ancora, venti anni dopo, queste interamente presenti nel suo manoscritto. 11
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L'insieme quindi dei dati ricognitivi sullo stato difensivo del Regno e le annotazioni propositive, furono immediatamente disponibili per l'iniziativa del dinamico Vicerè. Sulla loro scorta, già .in quella ton-ida estate si intrapresero a varare precise istruzioni per integrare le vecchie torri costiere con nuove, e razionalizzare il servizio complessivo, secondo La visione del tecnico. In ossequio alla vigente prassi burocratica spagnola, negli stessi giorni, corse obbligo di notificare all' imperatore, onde riceverne il debito consenso, il programma perseguito allegandovi probabilmente i grafici e le prospettive delle piazze del Regno, così accuratamente cd artisticamente tracciate dal senese 14 • E dopo poco giunse il beneplacito di Madrid e l'ordine per lo Spannocchi di lasciare la Sicilia. La sua permanenza nell 'isola si protrasse allora effettivamente tre anni, ovvero il 1577, 78 e gli inizi del 79. Il dispositivo difensivo da lui ideato dovette riscuotere piena approvazione e significativi estimatori, primo fra tutti ovviamente il Colonna, ma il tempo di tradurlo in realtà, ammesso pure che si fossero reperiti i fondi necessari, non gli fu concesso, per guanto esposto 15 • Nonostante ciò, forse proprio per la improcrastinabile urgenza di frustrare il flagello barbaresco, qualcosa delle sue prescrizioni si concretizzò, come il costituirsi di una classe di tecnici istruiti sulle sue intenzioni e depositari delle sue esplicite volontà in materia. Nè è lecito ipotizzare che con il trasferimento a Madrid la soggezione ed il rispetto delle stesse scadesse, dato il suo ascendere di grado nell'ambito della stessa amministrazione, dal cui vaglio pur sempre dipendeva ogni decisione al riguardo . È questo un dettaglio che va comunque considerato, anche nel prosieguo della ricostruzione, poiché la carriera ciel senese fu un continuo progredire fino ai massimi livelli consentiti dalla gerarchia imperiale 16 . Per di più mai ombra affuscò i suoi rapporti diretti e personali con il sovrano, tanto da renderlo quasi un suo alter ego nel settore. Nè peraltro il ricordo della Sicilia gli si offuscò tant'è che la stesura del manoscritto citato data 1596. Pertanto è del tutto improbabile che qualche sopraggiunto tecnico, di estrazione notevolmente inferiore e per esperienza e per carriera, potesse in qualsiasi maniern inficiarne o contraddirne in modo stravolgente le impostazioni e le linee tendenz.iali, al punto da di venfrne l' artefice unico. Sarebbe stata possibile soltanto una parziale rielaborazione conseguenziale, una ulteriore analisi conoscitiva territoriale, una puntualizzazione più aderente ma mai una divergente impostazione che avrebbe, implicitamente, tacciato l'altissimo consigliere asburgico di incompetenza e di faciloneria. Tornando al '79 sulla falsariga di quelle osservazioni e preventivi, incitati dal dinamismo deJ Colonna, i tre bracci ciel parlamento siciliano 17 nella riunione del 9 aprile del 1579 sentirono la necessità
14 Non sembra infatti credibile alla luce della ben nota burocratieità dell' amministrazione imperiale, che un così oneroso programma difensivo, potesse avviarsi senza aver prima minuziosamente documentato il potere centrale, r icevendone il relativo nul la osta. L'ipotesi spiegherebbe così anche la rilevata minimizzazione dei costi ciel progetto. 15 La procedura <li torreggiamcnto all'epoca doveva sollevare poche perplessità e richiedere capacità tecniche non particolarmente rilevanti: solo così si può spiegare la parsimonia dei dati elaborativi specifici, se confrontati con quelli concernenti qualsiasi modifica sia pur marginale delle fortificazioni delle piazze, e soprattutto l'allontanamento dello Spannocchi. Quanto affermato troverehhe la sua ragione nell'essere già ampiamente sperimentata sia nel passato sia negli altri regni, e nel richiedere logiche architett(miche militari non necessariamente aggiornatissime. 16 Divenne dopo l'impresa del Portogallo membro del Consiglio Supremo di Castiglia, e quindi pochi anni dopo ricevette ancora dalJ'imperatore la facoltà di riscuotere denaro, altrimenti detta Libranzas, funzione riservata soltanto ai vicerè. Divenne quindi ancora Sopraintendente delle fonificazioni dell'intero territorio imperiale, incarico confennatogli anche da Filippo lii, subordinato pertanto soltanto allo stesso cd al suo Supremo Consiglio: questo tanto per citare i maggiori 1iconoscimenti professionali, peraltro costantemente incrementati fino alla morte. 17 Nel quindicesimo secolo sulla falsariga delle istituzio ni aragonesi anche in Sicilia il parlamento fo diviso in tre bracci, o camere, che dovevano riunirsi per vagliare separatamen te le proposte del vicerè. La votazione era però pubblica. Dei tre bracci, il primo era quello ecclesiastico ovvero dei vescovi e degli abati, costituenti una classe particolarmente privilegiata e ricca. Seguiva quindi il braccio militare o del baronato, formato dai principali feudatari del Regno, obbligati alla prestazione del "servizio militare". Infine il terzo braccio era costituito dai rappresentanti delle città direttamente soggette al re e libere da vincoli feudali. Per ulteriori informazioni al riguardo cfr. D. M 1\CK SMlTH, S1oria della Sicilia ..., op. cit., pp. 156-166.
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280 280. Torre Colonna, [Torre Digitelli] presso Termini Imerese.
di approvare uno stanziamento suppletivo, oltre quello abituale per le fortificazioni 18 fin qui incontrate, destinato proprio alle torri costiere. "havendo li tre Bmcchij fatto servigio a sua Majestà di Fiorini... cento m.ìlia per le fabbriche, et fortificationi del Regno ... et considerandosi le molte vessactioni, pericoli, et danni, che da corsali ricevono i regnicoli, il gran disturbo, et impedimento, che succede nel commercio per non ritrovarsi fatte all'intorno le marine d'esso Regno seguitalamente quelle torri le quali sono necessarie, acciocché giorno, e notte in tutte le parti fosse continua corrispondenza di guardie, e segni, per sicurezza delle dette marine, et considerandosi anco, che diverse di quelle istesse Torri, che hoggidì ci sono, poco o nulla, possono servire per tali guardie, et insieme sendo li detti tre Bracchij infonnati, che molti luoghi, nelli quali le suddette Torri si hanno a fare, non potrebbero supplir a tanto peso;è stato perciò da essi Bracchij rappresentanti tutto questo fidelissimo Regno collegialmente congregati nel loco solito, et consueto, votato, concluso, et accordato, che si hanno a fare effettivamente tutte le torri necessarie all'intorno delle marine di tutto il Regno, et racconciare et accomodare quelle, le quali essendo in pa1te commode per questo servigio, havessero bisogno di riparactione et racconciamento, et che in ogni una d'esse torri si abbia a far mettere, et tenere quelli guardiani, che parrebbero necessarij secondo la qualità de' luoghi, e staggioni" 19 •
Il documento citato sancisce in maniera inoppugnabile la nascita del sistema di difesa costiera antincursiva. Da quel momento e per i restanti due secoli e mezzo sarà, sia pur con decrescente intensità, continuamente perseguito ed integrato, a differenza del misero tentativo del de Vega a suo tempo ricordato.
18 "Precisamente, si autorizzò la distrazione di una somma non superiore a 3 mila scudi dal donativo dei ponti, e lo stanziamento specifico di I O mila scudi da pagarsi in tre anni", da S. MAZZ,\RELLA R. ZANZA, Il libro delle torri..., op. cit. p. 45 .. È emblematico che il totale stanziato fosse pertanto di 13.000 scudi, par.i quindi in prima approssimazione alla cifra preventivata dalla Spannocchi che era, come visto, per le torri appunto di 13. 300. 19 Parlamento LIV, 9 aprile 1579, in A. MONGTTORE, Parlamenti generali, Palermo 1749, voi. I, pp. 390-391.
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J ris ultati tangibili non si fecero attendere molto e in breve volgere, diversi cantieri presero ad operare. Di uno cli questi, quel.lo rel ativo alla Torre eletta delli Digitetli 20 - e in seguito Colonna in omaggio al vicerè - siamo in grado di tracciare l'iter burocratico completo. Lo Spannocchi la propose fra quelle da edificarsi indicandone il sito, appunto"alli Digitelli", nel .1578, ed appena l'anno seguente, forse soltanto pochi mes i dopo per l'esattezza, il Colonna ne ordinava l' irnrnecliato avvio dei lavori. ln data 20 marzo deJl'80 andò in appalto a staglio, redigendosi il regolamentare capi tolato il 21 g iugno seguente: Hln Palermo nella loggia a 21 di giugno della VITI ind. 1580. Intervenendo lo spettabile Giovan Francesco Locadello priore, l'illustre conte cli Vicari , lo spettabile Guglielmo Pugiades et lo reverendo don T omaso ci' Afflitto, clitti insieme co l spettabile Mariano Imperatore per essecuLione d'appuntamento fatto alli I 8 ciel presente. Havendosi publicarnente letto et preconizzato più volte al solito la forma della capitulazione suprcscritta sopra lo staglio della torre che s'ha da fabbricare al passo clell i Digitell i, che è alla marina tra Termine et Milichia, per darsi il detto staglio a chi facesse miglior offerta et conclitione conforme alla detta capitulatione, la quale è del tenor seguente, cioè: Capitufaz.ùme che s'haFerà di fare per il staglio della torre del/i Digiteffi Et prima eletta torre s' haverà di fabricarc di calce et rena impastata con acqua dolce11, et non altrarnente, bene con d.iligentia, maestrevolmente et a scrvitio rcvisto. S'haverà a fabricare tutta integramente cli pietra di Solanto con le sue cantoncri di testelli ben acconzati et medesimamente tutto il resto, come pur le finestre borduni, o pur passamani cl buttaturi 22 conforme al dissegno che se li darà di pietra intagliata. S'haverà a fabricare in quel luoco, et con quelli ordini. andamenti et cosi ncccssarii per la sua fortezza che gli sarà ordinato in iscritto. La sua fabrica s' haverà d' abbracciare2·1 con la rocca dove s'havcrà da fare insino all'alt.ezza di palmi vinti. dove serà il primo solo1\ facendola massiccia insino alla detta altezza del cordone. et dal eletto cordone in su s'alzerà con muri di palmi quattro cli grossezza, facendovi il dammuso al altezza di palmi 20 sopra detto massiccio. Detto dammuso s' haverà a fabricare a crocharizzo 25 o a mezzo tondo secondo alla dep.nc parerà, altelarato26 et voltato con t.istetti di Solanto. S'haverè a fabricare conforme al dissegno che se li darà alla deputazione solloscrillo dal spettabile Mariano Imperatore e dal. maestro Giovanni Salamone. S'have1:à da fabrica re continoarnenti senza levarvi mai mani con quel numero di mastri et manoali che li sarà ordinato dal sp.le Mariano Imperatore o eia m.ro Carlo Maneri. et questo doppo il preparamento di tutto l'attsauo, il quale s'haverà di trovar preparato per tutto il mese cli settembre IX ind. prossjmo da venire, et così poi conseguentem.ente l' haverà di dar spedita et perfetionata per tutto il mese di aprile di de tto
La località si trova t.ra Bagheria e Termini, non lontano da Capo Grosso. Tanto per le torri del Regno di Napoli quanto per quelle della Sicilia è tassativa la prescrizione d'impiegare per gl' impust.i acqua dolce. L' uso infott.i di quella marina, certamente più comodo ed economico trattandosi cli torri in riva al mare, e stante la normale irraggiungibilit11dei medesi cantieri tramite vie carrabi li, per non parlare della difficoltà e costo del trasporto d'acqua, dava nel tempo risultati scadenti per la durata del manufatto corroso dal cloruro cli sodio. Unica eccezione per le torri della Sardegna: la causa puù essere imputata oltre ad un' inimmaginabile esasperazione dei motivi elencati, anche all' impiego di ineni cli natura granitica praticamente inattaccabili alla corrosione. 22 Con il termine "buttaturi'' si indicavano le caditoie, altrimenti elette "bertesche", di cui erano munite le torri siciliane, a difesa dei loro punti cri tici, mediante il tiro a mitraglia proiettato dalle stesse, dai cannoncini petrieri o mortai o mascoli. 23 La prescrizione richiedeva che la fondazione poggiasse direttamente sulla roccia sottostante e che quindi il suo scavo non si arrestasse se non dopo raggiunta quella quota. 2• Il termine ··solo" sta per "solaio··, usato però in maniera impropria trattandosi del primo livello agibile, poggiato su riempimento: infatti la torre fi no a quel livello era "socia" ovvera piena. tranne che per la cisterna che in generale racchi udeva al cli sotto cli quello. 25 "Crocarizzo" sta per volta a crociera, in alternativa di quella a "botte'· più freq uentemente impiegata per la maggior resistenza statica e dinamica, dovendo sopportare tanto i curichi quanto le sollecitazioni delle sovrastanti artiglierie suJJa piazza, ovvero sul terrazzo di copertura della torre. 26 Nel caso che la volta fosse a crociera veniva ri partita in vele o tele, da cui il termine "auelarato". 20
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anno IX ind. pross. da venire, et tutto questo non li mancando il danaro per occasione dela deputatione o qualche altra provenienti da essa et non dal staglianti. Li marammi s' haveraono a mensurare lo vacante per lo pieno, tanto del dammuso d ' onde incomincia la volta per fini sopra la groppa, quanto delli finistri et tutti alt1i aperturi, et detta fabrica s'haverà a mensunu·e al modo ordinado cioè dui palmi di grossezza et canna una di quatro si come è consueto in Palermo27 • Et per eletta torre esser fatta conforme al dovere et per securtà della dep.ne haverà di dar plaggeria della somma del danaro come la fabrica per quattro anni poi che sarà finita cli tutto punto. Et per questo se li eia lo staglio a onze 1.9 la canna a tutti spesi del stagliante, in tanto che nè per calce, nè per pietra, nè per legnami per li forni, nè per nessun'altra cosa possi conseguir altro che lo prezzo accordato. Se li haveranno di pagare antccipati onze [*':":') per preparare li attratti, et dopo se li somministrerà il denaro di mano in mano secondo il necessa1io. S'haverà d'imbiancare dalla parte di fuori di rizzo, et dalla parte di dentro di liscio a una mano, et così il dammuso. S'haverà d' imbattumare, o pure ammadonare, o pure restare in piano ben conditionato al prima entrata, et sopra il clammuso si ammadona doppiamente, cioè il primo con calcina et l'altro con tuffo, et se ci haveranno a fare le sue buttacqui d ' intaglio. La fabrica se li haverà a mensurare tanti volte quanti alla dep.ne parerà, et secondo che ella ordinerà. Se li farà dare la comodità di far calcare, legni morti, et pietre con pagare lo stagliante il giusto prezzo. Se li faranno )etere favorabili soliti fars i per li mastri cleJ\i ponti. La plaggeria da prestarsi potrà essere data per diversi pleggi, ciascuno per la rata che promett.erà, et succedendo che morisse alcun dc pleggi haverà a dar plaggeria di nuovo per la rata di quel pleggio che sarà morto, et saranno obbligati presentare alla clep.ne fede ogni anno della vita di detti pleggi. Mastro Giuseppe Ciacalone offerse per il detto staglio della torre delli Digitelli conforme alla presinserta capitulatione a ragion di onze 1 et larì novi la canna. La quale offerta pos ta alla canclela~8 et preconizata al solito, nè comparendo altri che facessero migliori conditione et offerta, estinta la candela, fu liberato il detto staglio al detto Ciacalone a detta ragione di onze una et tarì novi la canna come ultimo licitatore et offerenti conforme aJla sudetta capitulatione et offerta ad extinmm candele "29.
In perfetta osservanza degli impegni assunti nel capitolato, in meno di un anno la costruzione della possente torre fu ultimata . Tn data luglio I 581 infatti, si provvedeva alla assegnazione definitiva ciel suo presidio, costituito eia tre uomini, elci quali l'artigliere Giovan Antonio Venosto ne sarebbe stato il caporale comandante, come più innanzi approfondiremo.
La forma architettonica Allorché mastro Ciacolone si aggiudicò l'appalto della torre delli Digilelli, la sua configurazione architettonica doveva essere perfettamente nota e facilmente desumibile dai grafici allegati al contratto, grafici purtroppo che come lutti gli analoghi sono andati total mente distrutti30. Il perché di tale fenomeno è da ascriversi alla diversa trafila che attendev~t i disegni, non faci lmente duplicabili ed indispensabili per l' intera durata dei lavori, rispetto ai semplici contratti scritti. In cantiere dovevano potersi consultare agevolmente per molti mesi, se non addirittura per anni, e stante la deperi-
27 L"uni tà di misura cubica in uso a ll'epoca a Palermo era costituita dalla canna (cu bica) formata a sua volta eia una canna quadrata (cli quan ro) per uno spessore cli due palmi, pari pertanto a c irca a 111c. 2. Risulta però infe ri ore a quella praticata in tutte le allre località cie l Regno che conte mplavano uno spessore cli 3 palmi. ' 8 All'iniz io della gara cli appalto veniva accesa una candela e le offerte si poLevano av vicendare finLanto che la fiamma di quella ardesse. Il suo spegnirncnt.o corrispondeva alla c hiusura del le tratl.ati ve, segnando perci ò la vincila dell'ultima offerta pervenuta, la più bassa. 29 Archivio cli Stato cli Palermo I A. S. Pa), Dep1.1tcr::.io11e. Alfi. \'O/. 230 ( 1571 - I 58 I ), eia S. !Vl.AZZA l~F.I L \ R. ZANCA. 30 A differenza de i rilievi delle piazze. più nurnerosi sia per la magg ior irnponanza delle stesse. sia per poterne sempre disporre a scopi mi litari. onde studiare la clis lo<.:azione degli uomini e dei peai, nonché gli agg iornamenti conti nui eia apportarvi, i disegni delle torri esaurivano il loro fine al completamento della costruzione. Inutile pertanto rice rcarne i progetti originari distrutti dalla permane nza stessa ne i cantieri.
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
281 281. Torre Colonna, dettaglio.
bilissima materia suI1a quale venivano tracciati, nonché la labilissima composizione degli inchiostni impiegati difficilmente sopravvivevano alla costruzione. Precisato ciò ci sembra indispensabile per 1ibadire la paternità architettonica della torre tipo, meglio nota successivamente come di Deputazione, fornire alcuni ragguagli circa la sua configurazione. La supremazia della pianta quadra per manufatti analoghi, meglio se finalizzati alla difesa costiera attiva oltre al semplice avvistamento, risultava ormai per molte e facili ragioni aquisita dalla trattatistica militare specifica31 . Restava se mai da qualificare la tìpolog.ia dell'alzato da spiccarsi su quella pianta. In materia infatti regnavano almeno tre linee di tendenza divergenti. La prima riduceva la torre ad un lineare pm·allelepipedo a base quadrata, la seconda ad un parallelepipedo, sempre quadrato, su base tronco piramidale32 ; la terza la proponeva interamente scarpata, ovvero una piramide tronca con apparato a sporgere in contropendenza. Ovviamente a carico di ciascuna connotazione si registravano vantaggi e costi proporzionali, nonché all'epoca una sufficiente sperimentazione, di cui tener debito conto. Scmtata a priod la tipologia cilindrica, peraltro come accennato ampiamente applicata nell'isola nel
31 ln merito cfr. V. FAGLIA, La difesa anticorsara in Italia dal XVI secolo, Monza 1974, pp. 17-27, ed ancora F. Russo, La difesa costiera ... , op. cit. pp. 170-189, G. M. DE Rossi, Torri costiere del Lazio, Roma 197 1, pp. 15-16. 32 La scarpatura alla base di tutte le opere fortificate, comparve a partire dal XV secolo in concomitanza con l'avvento dell'evoluzione tecnologica delle a1tiglierie. Si tendeva in tal modo non solo a rafforzare il piede delle opere dallo scalzamento imposto dai proietti ma a contenerne l'energia cinetica residua allontanando la traiettoria d'impatto dalla normale alle mura, rendendo oblique quest' ultime. Costituiva pertanto uno dei caposaldi della cosidetta "architettura di transizione": sull'argomento cfr. A. CASSI R&.MELLI, Dalle caverne ai rifugi blindati, Milano, l 964, pp. 309- 384.
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282
283
282. Torre Incina, Polignano, torre vicereale piccola del Regno di Napoli. 283. Torre di Bassano, Torre del Greco, torre vicereale grande del Regno di Napoli.
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La difeso costiero del Regno di Sicilio dol XVI ol XIX secolo
passato, e sc,u-tata pure quella puramente parallelepipeda per Ja fin troppo evidente fragili tà basamentale, la scelta si restringeva praticamente a quella del secondo o ciel terzo tipo citato, ovvero fra le torri con la sola scarpatura inferiore, adottate dallo Stato Pontificio e le torri con scarpatura continua del Regno cli Napoli3 3 . La maggiore reputazione tecnico - militare goduta dalla vicina Napoli, la sua appartenenza alla medesima compagine spagnola, nonché la diretta conoscenza della validità delle sue torri - perfettamente rispondenti allo scopo prefisso ed in linea già dal '69 - avrebbe dovuto far optare, tanto lo Spannocchi quanto il Colonna proprio per que.lle, essendo tra l'altro entrambi reduci dalla esperienza cli ispettori generali della difesa costiera del Regno di Napoli espletata intorno al '73'4 . Ma evidentemente qualcosa cli quelle ottime e modernissin1e torri non dovette convincerli. Potrebbe essèrsi trattato della loro rigida finalizzazione alla difesa prioritari a ciel cabotaggio, quindi secondariamente del territorio, e quasi per nulla dei regnicoli limitrofi a farle scartare. ln Sicilia infatti non si vantava un identico fluire del cabotaggio e ciel conrn1ercio navale, come lungo le marine napoletane, nè quello che avveniva rivestiva al pari del vicino una vitale importanza strategica. L' isola, e lo abbiamo più volte rilevato, si connotava come scalo di arrivo e di partenza, munita perciò di ottimi caricatori, ma non già quale circuito da costeggiare per commerciare con le sue di verse regioni , singolarmente aotos ufficienti sotto il profi l.o alimentare. Inoltre la sua omogeneità territoriale proponeva am pie fasce litoranee coltivate alquanto distanti dai grossi centri abitar.i, carenza che avrebbe invece fatto carico al dispositivo di difesa costiera cli salvaguardare, in caso di incursione, la vita stessa dei contadini accogliendoli aJl'interno delle torri limitrofe. Questo particolare trovava analogie e riscontri immediati nella logica difensiva espletata lungo le coste laziali geo-morfolog icamente affini. Lo stesso Colonna, pochi decenni innanzi, si era sobbarcato l'onere della costruzione di due torri, lungo la marina ciel suo feudo tra Anzio e Nettuno per assicuarare i suoi coloni 35 . Come se non bastasse la torre, più arcaica, dello Stato Pontificio, proprio in quanto tale, risultava di più spiccia costruzione e di costo complessivo di gran lunga inferiore a quella ciel Regno di Napoli. le cui sofisticazioni architettoniche ne moltiplicavano tanto le spese di erezione che di manutenzione, limi ti notissim i sia allo Spannocchi che al Colonna per quanto ricordato. Conferma indiretta dell 'esposto si cogl ie negli obblighi cli servizio imposti al caporale della torre DigitelJi. Alla luce dell ' affermato, suffragato forse da ulteriori motivazioni a noi otmai ignote, non desta eccessive meraviglie che la scelta cadde sulla tipologia laziale, della quale peraltro tanto il Colonna, ex comandante generale delle forze armate pon6ficie, quanto il suo ingegnere erano direttamente e perfettamente aggiornati. La dec.isione al senese perciò dovette sembrare talmente scontata ed ovvia da non esigere alcun grafico illustrativo, trattandosi di caratte1istichc arcinote, suscettibili solo di indicazione climensionale36 .
:,3 È interessa nte ricordare che l' ordine generale di costruzi one per le Torri del Regno di Napoli fu emesso nel 1563 mentre per quelle dello Stato Po ntificio nel 1567. Da quelle daLe molti anni erano trascorsi consentendo perciò valutazioni suffragate da una notevole speri mentazione pratica. ce rtamente ben nota a tu lli gli architetti militari. 34 Nel 1573 "Marcan tonio Colonna, nom inato «Visicatore delle Piazze cie l Regno napoleta ne», e cioè sopraintendente alle difese de lle spiagge del reame, volle interessa rsi personalmente delle opere... [con] il suo consulente tecn ico, il senese Tiburzio Spannocchi ... lungamente studiè.> lo sta to ùi conservazione delle fabbr iche ... ". da G. C. SPF.ZJ,\ LE, Storia militare di Taranto. Bari, 1930, p. 89. .,; Sul l'a rgo me nto cfr. A. Gt; rn.JELMOTn, Storia delle Fortijìcazio11i nella spiaggia rmnww, Roma 1880, pp. 469-4 71. 36 Così le si ntetizza A. GuGLJELMOTn,, Storia delle..., op. cit. p. 446: " ... torri cli figura quadrata, lato di metri dieci, periferia di quaranta, altezza di venti. muraglie grosse di tre e quatLro metri;scarpata dal cordone in giù, porta alta sul cordone, scala esterna, e ponte tra la scala e la soglia sui bolzoni. Tre piani a voHa: uno pei magazzini. uno per gli al loggiamenti. uno per la batteria. Al l' intern o la scala a chiocciola, p iombato j all'intorno, una colubrina, due petricri, o pezzi minu ti. L' asta della bandiera, il forne llo per le fu mate e pei fuochi di segnale. Il sagliente a mare, e le faccic in isbieco per hriccolare le palle nemiche. ll disboscamento in lungo e in largo intorno alla torre per assicurarne meglio la scoperta, la di fesa il dominio. Questi sono i caratteri costanti e com uni a tutte le to rri della spiaggia, specialmente richiesti datrAyftla ... ··. Dati gli stretti rapporti che intercorrevano era lo Stato Pontificio ccl alcuni feudatari, come pure con gli alti ecclesiastici de l regno. non stupisce che tale tipologia prima che dalla Deputazione sia stata ratta propria dalla commi ttenza privata, dando origine a quelle sparutissime torri a pianta qu adrata e scarpate raflìgurale dallo Spannocchi.
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284 284. Torre cli Foceverclc, Stato Pontificio, e rilievo del Ca mi liari di una rorre siciliana
Pertanto ]e sue direttive si li mitarono a suggerirne lre varianti in ragione della consistenza volumetrica ciel medesimo impianto3ì. La torre dei Digitelli quindi fu eretta secondo siffatta visione che costituì in ultima analisi il postulato architettonico dell'intera linea mai più rimesso in discussione. Anche se lo Spannocchi cli fatto non riuscì a vedere realizzata, e forse nemmeno avviata nessuna cli tali strutture che ricaddero nella stragrande maggioranza dei casi sotto la direzione professionale ciel suo successore, il toscano Camillo Camilliani, la sua paternità adottiva ci sembra a questo punto sufficientemente confermala, cronologicamente, culturalmente, burocraticamente e architettonicamente. Ma la prestazione del Camilliani, a sua volta insigne architetto militare, protrattasi e prodigatasi in quella sospirata esigenza difensiva oltre venti anni, finì per far identificare il tecnico con le torri, affibbiando alle stesse 1' etichetta cli "camillance" per antonomasia.
Le conseguenze dell'allontanamento dello Spannocchi La costruzione delle torri determinata pedantemente da un dettagliato progetto redatto-stando a quelli pervenutici relativi alle altre fortificazione-in maniera sostanzialmente analoga agli odierni, ovvero con pianta e prospetto in scala, nonché con sezioni nelle parti pitt significative, presentava però un gravissimo limite interpretativo. Ad eccezione di alcuni siti perfettamente evidenziati dalla configurazione motfologica della costa, per tutti gli altri non riusciva possibile indicare cartograficamente, per la bassa precisione del materiale topografico coevo, il punto esatto cli erezione di ciascuna torre. L'ubicazione infatti di ogni torre consentiva pochissimi metri di tolleranza, pena lo scadimento della continuità ottica o la variazione delle quote di altezza e quindi pianta della stessa che è come dire del
37
La ripartizione in sole tre categorie trova riscontro preciso anche per il Regno di Sardegna (cfr. F. Russo, La difesa co-
stiera..., op. cit.). Per quelio di Napoli invece pur essendo sostanzialmente tutte le temi riconducibili a tre gruppi fondamentali furono ammesse delle vaiianti alquantp nume rose, finendo per ampliare notevolmente la originaria schematizzazione (v F.
Russo, La difesa cos1ieru ... , op_ cit.).
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
suo costo. La torre in altre parole di massima funzionalità e di minima spesa presupponeva una calibrata posizionatura sul terreno, cosa possibile soltanto in sito e non già sulle mappe dell'epoca affette da errori di levata cli centinaia di metri, e che comunque non r.isultavano suscettibili cli indicazione di dettaglio. Il progettista, od un suo diretto assistente pertanto doveva aU'avvio del cantiere determinare, presente l'impresa, il punto idoneo per l'erigenda torre, peraltro noto in maniera assoluta soltanto a lui ed indicato nelle relazione sempre in larga massima come abbiamo visto scorrendo quella dello Spannocchi. ln assenza quindi dell'ideatore di un sistema anche se le località erano prestabilite riusciva in pratica improbo ed arbitrario procedere alla effettiva definizione esecutiva. Sotto questo profilo l'allontanarsi dello Spannocchi rappresentò indubbiamente una vera iattura, dovendosi ricercare un suo successore all'altezza del compito e per molti versi riavviare da capo l'intera procedura. Si trovava presente in quegli anni in Sicilia e precisamente a Palermo l'architetto fiorentino Camillo Camilliani giuntovi nel 157438 per montare la fontana di piazza Pretoria opera del padre e dello scultore Naccherini. Le sue referenze dovevano certamente essere adeguate tanto più che per la sovrapposizione di date ebbe modo di incontrarsi con il suo quasi compaesano Spannocchi. Non è addirittura improbabile che sia stato proprio il primo a far da garante per il secondo, non essendo credibile l'ascesa di questi all'incarico, senza un beneplacito di quello da Madrid. Comunque sia al Carnilliani si affidò l'incombenza, trattandosi in definitiva di completare sulla stessa falsariga l'opera del senese. Completare però per quanto affermato innanzi equivaleva in buona sostanza a rielaborare, dal periplo alle osservazioni, l'opera già avviata, cosa che puntualmente avvenne come i documenti ci confermano a sufficienza. Deliberava pertanto il I luglio al riguardo la Deputazione39 : "Con l'occasione dela visita delle Torri & guardie marittime, che hor deve fare il Capitano Gio. Battista Fresco sì mandi insieme con lui Camillo Camigliani con particolar cura di riconoscere insieme la circonferenze del Regno & descriverìa in carta, specificando tutte le Cale, &i luoghi dove siano le Torri & i Porti marittimi, & dove si disegnerà far altre Torri seguendo il principio dato dal Cavaglier Tiburtio"·10.
A questa prima fondamentale disposizione fece seguito la precisa nota dello stesso Marcantonio Colonnna rivolta al capitano Giovan Battista Fresco che ribadiva militarmente l'ordine precedentemente esposto. "Dopo datevi l'altrc instrutLioni, che havete havuto sopra la visita generale commessavi, è parso . d'elegger, et accompagnar con esso voi, il magnifico ingegniero Camillo Camigliani accioché egli habbia carico di metter in disegno la cosmografia di tutto il lito marino con le pa11icolarità et distinzioni che veddretc per il ricordo a lui dato sopra ciò. Voi gli farete buona compagnia et corrispondenza, honorandolo siccome la persona et vertù sua meritano;et accioché queste cose insieme con !'altre a voi ordinate perfetta e commodamente si possano csseguire, farete in vertù della podestà concessavi preveder di comarca in comarca da giurati di convicini luochi persone isperte et pratiche, le quali porgan l'indirizzo et I' informatione necesa1ia di tutto quello che occorrerà intendere, et con la compagnia loro assicurar il progresso del viaggio nelle parti pericolose et sospette, facendo anco somministrar da essi giurati i vascelli che saranno necessarii a scuoprir et riconoscere dal mare tutto quello che per terra non si possa, et prender l'aspetto mariti mo, et scandagliar, misurar et desegnare sul fatto ciò che bisogno sia. Il che tutto essi giurati saranno a provedere senza spesa vostra per esser negotio incarni nato al servigio d'Iddio et di Sua Maestà et al beneficio cornmune del Regno, come opera necessaria per puoter con la dovuta maturità el certezza delle cose
38 Circa la figura e l'opera soprattutto di Camillo Camilliani è intcressanle consultare la splendida rcalizzar..ione del Poligrafico dello Stato: M. SCARLATA, L'opera di Camillo Camilliani, Roma, 1992. 39 "La deputazione del regno era una sorta di comitato parlamentare... costituito fin dal tempo cli Alfonso, che rimaneva in carica anche tra un parlamento e l'altrn (sicché quest'organo poteva considerarsi sempre sedente) e, al tempo di cui parliamo, aveva il compito cli tutelare i privilegi fondamentali del regno, nei confronti del vicerè, e di promuovere la distribuizione del carico dei donativi, alla loro riscossione al loro impiego. I suoi dodici membri, quattro per ogni braccio del parlamento, erano nominati dal vicerè che, del resto, ne ospitava le riunioni nel proprio palazzo e doveva ratificarne le deliberazioni", da S. MAZZARELI.A R. ZANCA, Il libro ..., op. cit. p. 47. 40 Da S. Mazzarella R. Zanca, cap. di appuntamento preso dalla deputazione nella sessione del I luglio 1583 e approvato dal vicerè, in Ordinazioni, p. 143.
I
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determinar et stabilire opportuni rimedii alla sicurezza del commercio et alla salvezza delle persone et robbe sopposte a depredamenti di infedeli, non senza manifesto peiicolo ancora dell'anime. In Palermo a XIX di luglio del 1583 M. Antonio Colonna"41 •
Relativamente infine al Camilliani le istruzioni del Vicerè prescrivevano minuziosamente le norme e le caratteristiche dell'incarico che doveva espletare, 1icalcando fedelmente quanto già a suo tempo eseguito dallo Spannocchi conferma indiretta del nostro ragionamento. "Jstuttritione al magnifico ingegniero Camillo Camigliani Conciosia che la deputazione del regno ha cura d'anteporre et con l'approbatione nostra ordinare, che all'intorno del regno si facciano quelle torri che paian esser necessarie; et si riparin !'altre già fatte, le quali habbian bisogno di racconciamento;et inspezie di provedere con l'istessa nostra approbatione che si pongano e tengano a luochi oppo1tuni quelle guardie che per sicurezza delle marine fa di mestiere tenere con corrispondenza continovata de segni di fumo et foco, et con la prontezza di bastevole numero di cavallari che a vicini luochi velocemente portino gli avisi di scuoperti vascelli nimici;et conciasiaché per la buona essecutione di questo servigio è necessario bavere piena notizia della qualità et circonferenza di tutti i liti maiini;è stato ordinato che lo spettabile commessario generale delle suddette fabriche et guardie vada personalmente a riconoscerli dove per mare et dove per teJTa (comunque sia di bisogno), per riport,ue piena informatione del tutto, comprobando egli con revista sua altre relationi a tempi addietro havute di queste mat.eiie. Et perché cosa molto difficile sarebbe, anzi pe1icolosa, farsi poi qua solamente sopra informationi di scrittura le determinationi che occorreranno, è stato perciò appuntato che formatamente si faccia far anco insiememente disegno verace in prospettiva di tutta la sudetta circonferenza et liti;et voi per l'ingegno et sufficienza vostra siete stato eletto sopra ciò. Anderete dunque in compagnia del sudetto sp. commessario generale riconoscendo di passo in passo tutto il sudetto lito, misurando per mare et per terra le distanze, et mettendo in disegno la cosmografia d'esso. Userete particolare diligenza a misurare in ogni cala et luoco atto a 1icevere et occultare vascelli nemici, la grandezza d'essa et il fondo del mare, accioché si possi far giudicio del numero et della qualità di tali vascelli che ci capiscano;et nel disegno scriverete anco il nome di ciascheduno d' essi luochi. Rappresenterete con particolare distinzione quelle cale et grotte, le cui bocche con la comodità d'imminenti scogli o altrimenti convenga, et si possan chiudere. Noterete etiandio i fiumi et i fonti, che a liti et cale siano, et i nomi d' essi con distinta avvertenza di quelli che porgan comodità di fare acqua a' nemici. Metterete anco in disegno con aspetto della vista quelle città, terre, castella, ville, casali e torri, che dall'eminenze vicine al lito si scuopron, notando i nomi cli ciascheduna et riportando il sito con quella proportionata misura di distanza che ricercare si possa. Singolare studio s' ha a fare in descrivere il sito dove già sian fabricate, o dove convenga di nuovo fabricare toITi di guardia notando le corrispondenze che così all' intorno del lito, come addentro terra possan bavere et dare di soliti segni, et la pianta de tali torri fatte. Non lascierete di specificar quei siti vicini a liti dove fuori de toni si tengan poste di guardia da piè et de cavallo, per esser punto sostanziale da sapersi. Separatamente anco metterete in disegno le città et castella principali maritime, levando la pianta et alzato di prospettiva d'esse. Formerete tutti questi disegni con avvertenza et regola tale che quindi commodamente si possa ridurli poi in quella maggior et menore grandezza che occorrerà ordinarli;et anderete mandandoci quelli delle sudette città et castella prencipali per nostra satisfattione, presentando poi al vostro ritorno i consimili del tutto insieme alla deputazione sottoscritti di vostra mano, et separatamente anco quelle avvertenze cli scrittura che vi pareranno degne di notizia. Per puoter riconoscere l'aspetto di mare et far quelle indagini che di terra fare non si potranno, lo sp. commessario generale farà provedere di vascelli dove sia bisogno, et il medesimo havrà cura di procurar anco indirizzo et assistenza di persone pratiche di ciaschedun luoco per aiuto, facilità et sicurezza dell'essecutione dell'altre cose sudette, affinché l'opera riesca con la desiderata pefettione come importante ch'ella è, et necessaria al srvaggio d'Iddio et di sua maestà et al beneficio universale del regno. In Palermo a 19 di luglio 1583 M. Antonio Colonna"42
41 42
A. S. Pa, Deputazione, Consulte, vol. 202, Registro de' spacci, Il (1579-1583 ), da S. M,\ZZARELLA R. Ibidem
ZANCA.
La difesa cos1iera del Regllo di Sicilia dal XVI al XIX secolo
320
Fu questo uno degli ultimi atti amministrativi del vicerè don Marcantonio Colonna compiuti in Sicilia. Poche settimane dopo sarebbe stato sostituito dal suo successore nell'incarico . L' anno seguente peraltro a Med ina, si spense e la sua fine fu circondata da oscure d icerie 43 . Il Camilliani invece intraprese la impellente ricognizione in quella stessa primavera, procedendo con accuratezza e scrupolo ad espletare tutte le richieste formulategli , impegnandosi anche a reiterate successive ispezioni. Il suo incarico infatti finì per divenire stabi le e monotematico. Da qui forse la tradi zione storiografica di attribuirgli per antonomasia tutte le torri costiere siciliane, almeno quelle successive al 1580. DeJ resto non era poi tanto peregrina come tes i, in quanto l'architello restò nel suo incarico per i s uccessivi 20 anni, concludendo con la sua morte avvenuta ne.l .I 603 quella significati va esistenza dedicata in buona parte alJa difesa costiera. Dal suo periplo ne trasse una accurata relazione distinta in tre libri, riccamente illustrata, per nu lla inferiore a quella dell 'i llustre predecessore 44 • A d ifferenza però dello Spannocchi il Camilli ani intraprese la sua ricognizione da Palermo ruotando in senso a nti orario. Questa apparentemente trascurabi le variante lascia trapelare una l.arvata divergente logica ciel suo sistema rispetto a quello ciel senese, essendo infatti Messina il polo militare per antonomasia ciel Regno e Pale rmo quello civile. Era in defini tiva un voler sottolineare, anche itinerariamente, le due diverse connotazioni del la difesa antincursiva in elaborazione: più spiccatamente militare la prima e più attenta alla salvaguard ia civile la seconda. Ri tenendo tuttavia l'argome n to al meno nelle linee geografiche essenzial i già s vo lto dallo Spannocchi ci cureremo soltanto cli evidenziare tra le righe di detta relazione, in particolare della sezione relativa alla costruzione delle torri-cli cui allegheremo un ele nco desunto-alcune sue esplicite affermazioni. Queste ci ripropo rranno il criterio ispiratore al quale si era attenuto ed informato per la elaborazione ciel sistema45 .
Le torri desunte dal progetto del Ccunilliani • O • l 2345678-
•03
- torre esistente - torre eia farsi - fo rte o castello esisten te
Monte Pellegrino ...................................... ........... ... ....... .. ... ................... ............................. ... .. .. .. .... . J\llonclello ...... .. ............. ................................... .. ......... .. .. .. .. .. ... ...... .. ..................... .. ............... .. .. ....... • Isola delle Femmine ........................ .. .. .. ............. .. ......... .. ...... .. .. .. ... .. .. .. .. ......... .. .. .. .................... .. .. .. D Punta ciel M olinazzo .. ... .. .. .. .. ....... ... .. ... ..... ... ....... .. .. ...................... .... .. .. .. .. .. .. .... ....... .. .. ..................... Cala Rossa .............. .. .. .. .. .. ..... .. .. .. .. .. .. .. ..... .. .... .. .. ................................ .. .. .. ..... .. .. .. .. .. ..... .. ...... .......... •· Capo di Rama ......... .... .. ... .. .. .. .. .. .. .. .. ..... .. .. .. .. .. .. .. ..... .. ................... .. ........... .. .. .... .. ....... .. .. .. .. ..... .. ..... • Cala la Grottazza ..................... ......... .... .. ......... .. .. .. .. .. ............. .. .. .. .... .. ...................... ........ .. ..... .. .. .. ... . Punta Mu rro di Porco ........................................... .. .. .. .. .. ..... .. .. .. ...... .. ..... .. ... ..... ........ ..... .. ...... .. ........ n
l'vlarcant.onio Colonna morì nel IS84 a Medina e sulla sua morte corse voce di avvelenamento . .:, Circa l'opera del Camilliani vi è d'aggiungere che Cin o a non molto tempo fa la sezione illustrativa della stessa risul tava scomparsa definitivamente. M. Scarlata riu·ovèi presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino il manoscritto di Carni Ilo Camilliani completo tanto del testo quanto dei farn osi disegni. purtroppo parzi almente danneggiati dal fuoco .. Secondo la studiosa il trasferim ento a Torino ci el prezioso e stupendo endice va ascritto a Vittorio Emanuele di Savoia. che dopo un breve periodo di regno in Sicil ia, 17 13-1 7 18, fece ritorno nella sua città por1.anclosi anche i più significativi docurnenti sulle difese dell'Isola. 45 T ulle le citazioni seguenti sono tratte dalla trascrizione dell 'opera ciel Camilliani: li libro delle wrri nwri11i111e. ratta da A. CASAMENTO, in S1oria della ciuà, I 2- I 3, I 979.
ll Torreggiamen.to del Regno
321
9 - Punta del Sechiaro .. . ..... .... .... .... ....... .... .... ... ....... .... ... ........ ........ ... ... .. ......... ............ .... .. .... .... .... ... ... D 10 - Fiume di S. Bart.olo1n eo ................................................................................................................. D 11 - Castella1nare .................................................................................................................................... e 12 - Portella di CasteIl' a1nare .......................... ........................................................................................ O 13 - Punta d'Aspra valle .............................................................................. .. ......................................... O 14 - Cale di Zolino ............................................................................................... .................................. O 15 - Punta delle Sciere ....................................................................._. ..................................................... D 16 - Capo di S. Vito ................................................................................................................................ D 17 - Poi o delli Monaci ....................................................................................................................... ..... D 18 - Monte Cofano ....................................................................................................................... .. ........ O 19 - Punta del Cappelliere ...................................................................................................................... O 20 - Trapani ............................................................................................................................................. e 2 1 - Punta dell'Alga rossa ..................................................................................................................... O 22 - Spiaggia di S. Teodoro ..................................................................................................................... • 23 - Punta del Burrone ........................................................................................................................... O 24 - Capo Liii beo ................................................................................................................................... D 25 - Marsala ........................................................................................................................................... • 26 - To1Te Sibiliana ................................................................................................................................. . 27 - Punta della Chinisia ........................................................................................................................ O 28 - Mazara .............................................................................................................................................• 29 - Punta della Caldara ........................................................................................... .............................. O 30 - Capo del Saure Ilo ............................................................................................................................. • 31 - Tre Fontane ..................................................................................................................................... D 32 - Torre cli Polluce ............................................................................................................................... D 33 - Punta cli Palo ........... ........................................................................................................................ :J 34 - Capo delle Maragane .. ............... .... .... .... .. ..... ... ....... .... .... .... ... .... ... ....... ......... .... ... ....... .... ... ........ ... . O 35 - Capo S. Marco .................................................................................................................................• 36 - Sciacca ............................................................................................................................................. • 37 - Punta di Palermo ..... ........................................................................................................................ D 38 - Punta di Macaudo . .......................................................................................................................... D 39 - Punta della Secca grande ................................................................................................................ D 40 - Capo Bianco ................................................................................................................................... • 41 - Punta d:i i\1arinata ....................................................................... ..................................................... O 42 - Punta di Garibici .............................................................................................................................. • 43 - Torre di Monterosso ......................................................................................................................... • 44 - Monterossello ................................................................................................................... · .. ··········· C2 45 - Forte di caricator di Girgenti ...........................................................................................................• 46 - Punta Bianca ................................................................................................................................... D 47 - Castello cli Montechiaro .................................................................................................................. • 48 - Punta della Rosamarina .................................................................................................................. O 49 - Punta del Falcone .. .. ..... .... .... ....... ...................... .... ... .... ........... ....... ............ ....... .... .... ... .... ....... .... ... O 50 - Tenda grande ................................................................................................................................... D 51 - Tenda picciola ......... ........................................................................................................................ D 52 - Cima della Caduta .......................................................................... ................. ................................ D 53 - Pahnento di S. Michele .................................................................................................................. O 54 - Cisterna ........................................................................................................................................... O 55 - Torre cli Falconara........................................................................................................................... • 56 - :tvlanfria ........................................................................................................................ ·... ·.. ············ • 57 - Caricatore di Terranova ........... .... .. ..... .... ....... ....... ... ..... ... ............ ........... .... ... ........... ........ .... ... .... .. C2 58 - Foggia del T·irillo ............................................................................................................................ D 59 - Torre di Carne rana ............ .. ............................................................................................................ •
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60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 -
La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Colombara .......... ............................................................................................. ................................ D Punta di Pietro .................................. ............................................................................................... D Capo delle Scalatnbre ..................................................................................................................... O Mole ................................................................................................................................................ O Torre di Rizzo ................................................................................................................................. • Saltarelli ... . ... .... .... . .. .... . ... .. .. . ... ..... .. . ....... .... .... ... . .. ............ ... ..... ... .... ... . ... .... ... .... . .. .... .. .. . ... .... .... ... ... O Punta dell'Alga grande ................................................................................................................... D Punta di S. Pere ............................................................................................................................... D Punta del Ciarciore .... .... ... ..... ... . ... .... ....... ........ ... . . .. ... .... . . .. . ... . .. . ... .... . ..... .. ... .... .... .... ... . ... . ...... ........ D Punta del Magaluco ........................................................................................................................ D Forte del Pozzallo ............................................................................................................................ e S. Maria lo Ficallo ... .......................................................................................... ............................. O Tin1pe della Murra ................................................. .. .... ...................... ............................................. O Castellazzo . ......... .... ....... .... ... . ... . ... .. ...... .. .. .............. . . . .. ... ... . ... . .. ... .. ....... ... .. .. . ... .... . . .... .... .. .... .. ........ O Punta delle Formiche ...................................................................................................................... D Isola delle Correnti ............................................................ ............................................................. D Guardia del Turco ........................................................................................................................... D Forza del Passerino .................. ......................................... .............................. ................................ D Le Perrere ....................................................................................................................................... D Torre Vendi cari ........................................................................... ..................................................... . Torre di Stmnpace ............................................................................................................................ . Punta della Tagliata dei Morti .............................................................................................. ........... O Punta della Cora ....... .. ...... .. .. .. ... ... .... . .. .. ... . ... .... . .... .. ........ . . .. . ..... .. .. . . ..... .. . .. ...... ....... .. . . .. ... . ....... . ...... D Punta del Ciaurello ......................................................................................................................... D Pietra del Corvo ......................................................................................................................... ..... D Torre Lognina ................................................................................................................................. • Punta di SparaneIlo ......................................................................................................................... O Capo di Mele ................................................................................................................................... O Mu1To di Porco ................................................................................................................................ O Isolotto del Castelluzzo ................................................................................................................... O Castello di Maniaci ......................................................................................................................... e 91 - Capo di Bonservito ... .... .... ........... .... ........ ... .... ... ........ ........ .... ........ .. ............ .... ......... ................. .... O 92 - Punta della Molinara ..... .... . ... .... ... ... . .... .... .... ... . ... . .. . ... .... . ... . ... .... .... ... . ... .... ... .... ........ . ... ... . ... .... ...... . D 93 - Punta delli Palombi ......................................................................................................................... D 94 - Punta del Lauro ................................... .......................................................................................... .. D 95 - Punta del Pedale .................. ............................................................................................................ O 96 - Foggia di S. Cosmano ..... ............................................................................................................. .. O 97 - Punta della Canatara ............................................ ...................................... ..................................... O 98 - Augusta ............................................................................................................................................ • 99 - Punta S. Croce ........................................................ ................... ................................................. .... O 100 - Punta dello Stornello ..................................................................................................................... D 1O1 - Punta del Ferrello ..................................................................................................... ...................... D 102 - Castello della Bruca ........................................................................................................................ . 103 - Poio del Falcone ............................................................................................................................ D 104 - Castello di S. Calo iero ................................................................................................................... • 105 - Torre dell' Agnone ......................................................................................................................... • 106 - Fiumara della Giarretta .................................................................................................................. O 107 - Catania ....................... ....................................................................................... ..............................• 108 - Punta del Cavalazzo ................. .......................... ............................................................................ O 109 - Castello di Jaci ............................................................................................................................... • 110 - Isolotto di Jaci ..................... ............. ........................................ ...................................................... D
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111 - Ton·e delle Mol ina ... ....................................................................................................................... O 112 - Punta dell' Apa ............................................................................................................................... O 113 - Punta di Penna .............................................................................................................................. O 114 - Torre d' Arcirafi. ............................................................................................................................. • 115 - Foggia di Fiumefreddo ................................................................................................................... O 116 - Torre di Schisò .......................................................................................................... ......................• 117 - Capo S. Andrea ............................................................................................................................. O 118 - Castello di S. Alessi. ........................................................................................................................ 119 - Torre della Ficarra ...........................................................................................................................• 120 - To1Te di Capo grosso ..................................................................................................................... • 121 - Castello della Scaletta ................................................................................................................... e 122 - Capo S. Placito ............................................................................................................................. O 123 - Furia di Messina ............................................................................................................................ D 124 - Furia di Messina ..... ................ ....................................................................................................... D 125 - Furia di Messina ..... ....................................................................................................................... O 126 - Forte di S. Rinieri ... ......................................................................................................................... 127 - Chiesa di S. Agata ......................................................................................................................... O 128 - Torre del Faro ................................................................................................................................ • 129 - Serro del Landrone ........................................................................................................................ O 130 - To1Te di Rasocolmo ............................................ ........................................................................... • 131 - Punta del Salice .............................................................................................................................. O 132 - Torre di Spadafora .. ....................................................................................................................... • 133 - Castello di Melazzo ....................................................................................................................... • 134 - Torre del Faro di Melazzo ............................................................................................................. • 135 - Forte del Capo di Melazzo ............................................................................................................. O 136 - Lido di Castro ................................................................................................................................ O 137 - Caliciotto ....................................................................................................................................... O 138 - Capo Tindaro ................................................................................................................................. O 139 - Punta di Mongioia ......................................................................................................................... O 140 - Torre di Patti ........... ........................................................... ............................................................ • 141 - Punta Fetente ................................................................................................................................. O 142 - Capo Calavà ......................................................................................................................... .'......... • 143 - Punta della Jhacca ............................................. ............................................................................ O 144 - Castello cli Brolo ............................................................................................................................. . 145 - Punta delle Chiapazze .................................................................................................................... [ ] 146 - Capo d'Orlando ............................................................................................................................. • 147 - Pietra di Ro1na ............................................................................................................................... O 1.48 - S. Agata ........................................................................................................................................... 149 - Trappeto di Acquedolci ................................................................................................................. • 150 - Lena del Furlano ............................................................................................................................. • 151 - Passo del Lauro .............................................................................................................................. • 152 - Caronia ......... ................................................................................................................................... 153 - Castellaccio di Serra valle ............................................................................................................. O 154 - Castello di Tusa ..............................................................................................................................• 155 - Punta delli Scillichenti .................................................................................................................. O 156 - Rasigerbi .............................................................................................. ·..........···· ······· .......··· ·········· • 157 - Caporusso . .. ........... ..................... .... .... ........... .................. ......... ... ....... .................... ... .... ... ............ D 158 - Cefalù ............................................................................................................................................ • 159 - Punta del Grugno ........................................................................................................................... O 160 - Capo di Mazzaloforno .................................................................................................................. O 161 - Capo di Plaja ................................................................................................................................. O
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162 - Rocce Ila .. . . .. . .. . . .. . . . .. . . .. .. . . .. . . . .. ... . . .. . ... . ... . .. . .. .. .. .. .. . . .. . .. . . .. . . .. . .. . .. .. . .. . . .. ... . . .. .. .. ... . . .. . ... . .. . ... . ... . .. . ... . ... D 163 - Rocca S . Giovanni ........................................................................................................................ D 164 - Termine .. .. ............. .. .. .. ......... .. .. .. ..... .. .. .. ................ .. ............................................................. .. ........ • 165 - Castello di Trabia ................................................................................................. .. ...... .. ... ............. . 166 - Castello di S. Nicola .......... ..... .. ...... .. .. .. ......... .. ..... .. ....................... .. .. .. ................. .. ........................ . 167 - Torre deJla Mandra ........................................................................................................................ • 168 - Torre Colonna ................................................................................................................................ • 169 - Castello di Solanto .......................................................................................... ................. .. ............. • 170 - Punta di S. Elia .............................................................................................................................. • 171 - Capo Zaffarana .............................................................................................................................. • 172 - Torre di Mongerbino ...................................................................................................................... • 173 - Punta dell'Aspra ... .. .. .... .. .. ... .... .. .... . .. .. .. .. .... ... .... .. ..... .... .. .. .. ..... .... .. .. ... ... ... .. ... .. .. .. .. . . .. ... .... . .. ... ...... O 174 - Acqua de' Corsali ......................................................................................................................... O 175 - Palermo .......................................................................................................................................... • Il Camilliani presuppose in ultima analisi 106 torri di nuova costruzione, quasi una ventina in meno di quelle dello Spannocchi e 40 le rinvenne operative, anche queste circa 20 in meno ciel collega, con tuttavia delle semplificazioni di enunciazione che ci portano a ritenere in definitiva i due piani sostanzia lmente coincidenti, con lieve detrimento a carico ciel secondo, forse per la migliore ottimizzazione dell 'i mpianto e deJJa distribuzione. Quanto poi alla logica informatrice anzidetta, ci sembra indispensabile fornirne qualche ragguaglio, essendo in sostanza quella che supportò la difesa costiera anticursiva del Regno cli Sicilia per i successivi due secoli e mezzo. Allo scopo ne stralceremo alcuni caposaldi teoretici dell'autore dalla sua stessa esposizione.
La logica del piano Quale prima vincolante esigenza a cui qualunque progetto difensivo, al di là della generica enunciazione cli principio, deve sottostare è quella della sua finalità precipua. Al riguardo quello ciel Camilliani ci pare perfettamente motivato e ribadito in più tornate. Con la realizzazione ciel dispositivo infalli si sarebbe ottenuta innanzitutto:
r
" la s icurtà di tutti quel li con vicini alle to rril, che per sospetLO de' Corsa li s i tralasc.;ia gran parte de terreni c.;hc non s i cultivano ... " [Torre Capo Maragane]
ecl ancora meglio: "si viene ù domcs ticare i terre ni alli convicinj delle marine, et è cosa certa, c he i rerreni saranno sempre più fenili alle marine che alle montagne, poiché la marina con la sua te mperatu ra au menta così gagliardamente le piante, e le biade, c.;hc si semina'' [Torre Punta MagalucoJ
Questo intento costituisce il movente primario ciel piano, g ià peraltro incontrato sia nel Regno cli Napoli che in quello cli Sardegna. Per le implicanze che prospettava ci portò a definire, in quei casi, il dispositivo difensivo alla stregua cli una infrastruttura tesa a moltiplicare ed incentivare lo sviluppo agricolo industriale e commerciale del territorio. Ad esso faceva da logico corollarjo quello inerente la sicurezza sociale degli abitanti, vessati dagli agguati specie lungo gli scabri percorsi viari obbligati: "Dove che i Corsali si sbarcano e la notte fanno le loro imboscate dell'una e dell' altra parte della strada, e la mattina tante anime quante vogliono, e robba, e vettovaglie si pigliano con la commodità poi dell'acqua, che ivi vicino commodamente possono pigliare... " [Torre Punta di Macauda].
Occorreva inoltre garantire al contempo l'economia commerciale del Regno proteggendo le unità mercantili, che appunto le ton-i avrebbero dovuto difendere contro gli agguati ed i tentativi di cattura: "[le imbarcazioni) che di la passassero, saettie, o altri navilij di carico, che essendo cacciati da nemici per quella commodità della torre potriano retirarsi, e salvare le persone, il vascello, et la mercantia... " [Torre Secca Grande].
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Rintracciate le finalità del dispositivo difensivo, peraltro, come affermato, comuni e risapute, il Camilliani tentò di fornire alcuni ragguagli circa le modalità cli attacco corsaro e le possibili contromisure, fornendoci così una testimonianza inedita e diretta del dramma: "potranno retirarsi sotto la torre, e quivi senza esser offesi salvarsi. Altrimenti non ci essendo tale sicurezza, sono forzati à dar in preda il vascello al nemico, o almeno per assicurar le persone investirlo in terra ...46" [Torre Alga Grossa].
E più prudentemente ogni eventualità di agguato o di annidamento corsaro avrebbe dovuto essere frustrata: "perché il Corsale sempre cerca occultarsi in pani c.:h·egli non sia scoperto, accioche d'improviso possa assaltare ciò che và pretendendo... " [Torre Punta del Corvo].
Non sempre però di tali siti di appostamento si aveva una completa conoscenza, lacuna che spesso soltanto cause accidentali e fortunate potevano colmare, come ad esempio: "per alcuni temporali per non essersi potuto trattenere à tali ridotti si sono visti di bel mezo giorno uscire ... " [Torre dell'Isolotto].
Stornare gli agguati non significava però stroncare la caccia, e per questa seconda auspicata esigenza si imponeva il risaputissimo espediente di vietare tutte le potenziali fonti di approvvigionamento idrico costiero, annientando per conseguenza l'autonomia di navigazione dei battelli corsari 47 : "Di maniera che la torre da farsi ... nel detto luogo... defenderà l'acqua che quì al piede si ritrova della quale i Corsari alle loro occorenze sempre hanno fatto capitale" [Torre S. Maria lo Ficallo]
ed ancora: "e levarli la commodità di far acqua alla foggia di Noto... " [Torre Punta Tagliata]
ed infine l'interdizione in alcuni casi valeva anche per la pericolosissima e temutissima risalita dei corsi d'acqua maggioti, facilmente navigabili per i piatti scafi incursori, ragion per cui: "la torre di Schisò, et importa molto per la sicurezza delle due fiumare, le quali tutto l'anno sono sempre abondantissime d'acqua".
Logicamente il proteggere i mercantili rifuggiatisi presso la loro base, lo scongiurare gli agguati, il bloccare l'acquata, il contrastare la risalita dei fiumi, rappresentavano altrettanti episodi di difesa costiera attiva, episodi che supponevano perciò un congruo armamento balistico sulle ton-i. Il dispositivo del Camill iani, in perfetta continuità con quello dello Spannocchi, si proponeva notevolmente diverso da quello tradizionale di pura vigilanza ed allarme. Per fugare gli ultimi dubbi al riguardo l'architetto lo riassunse esplicitamente con queste parole: "che non possan far l'acquata e similmente vietare, ch'essi non possano occultarsi alle cale convicine per esser luogo tanto commodo, et atto per occultarsi, che veramente come si gli levano queste com.modità e con l' artiglieria sono minacciati, non s'arrischiano d'avvicinarsi a nessuna di queste parti, et il tutto consiste non solamente à s coprirli, ma etiandio ad offenderli, e non lasciarli pigliar l'acqua... e perciò si deve sempre trattare di tener sopra le dette torri alcuni pezzi più o meno secondo il bisogno e la qualità de' siti ' ... " [Torre Punta di Pietro].
Il concetto chiarissimo trova ulteriore puntualizzazione in seguito, fornendoci peraltro una prima analisi psicologica degli incursori48 :
Ovvero portarlo rapidame.nte ad arenare per poter fuggire verso l'entroterra. Sui limiti operativi e sulle caratteristiche tecniche e sulle prestazioni nautiche del naviglio incursore cfr. F. Russo, La difesa costiera ..., op. cit., pp. 149-15 1. 48 È questa una prima esplicita enunciazione del concetto di deterrenza indotto dalle fortificazioni, concetto peraltro già dalla più remota antichità notissimo. Sull'argomento cfr. F. Russo, Dai sanniti all'eserci10 italiano, Bari 1991. 46
47
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"perché il Corsale come riconosce un luogo, dove egli possa essere offeso non s'assicura d'accostarsi così liberamente come farebbe sapendo non esserci chi potesse offenderlo"[Castello della Scaletta].
osservazione ulteriormente approfondita e riproposta, conferma della pregnanza che le assegnava l'acuto tecnico: "perché come il Corsale sente odore de artiglieiia non s'assicura à quanto potria sentir Io strepito perché s'ha d'imaginare, ch'l Corsale sempre và per guadagnare al sicuro, et dove egli hà niente di disavantagio cerca ogni sua sicurtà salvarsi .. . "(Torre Punta di Marinata]
Per rendere indelebile il concetto il Camilliani alla fine lo ridusse ad una sorta di saggio aforisma: "Jl Corsale non si metterà... dove riconosca riuscirne con perdita certa e guadagno dubbio"[Torre Isola delle Correnti].
È pertanto abbondantemente confermato che il Camilliani progettò le sue torri tenendo sempre presente l'impiego sulle stesse dell'artiglieria, di calibro vario in funzione dei siti da proteggere. Questo vincolo attualmente cli scarso significato rappresentava invece per l' ingegnere, come per tutti i suoi colleghi alle prese con l'analogo problema, uno dei parametri più condizionanti dell'elaborazione di ogni singolo manufatto clipenclenclo in definitiva la dimensione della torre dal calibro dei pezzi , e questo dalla potenzialità balistica perseguita49 • Tentiamo, anche in questo caso di rintracciare nelle parole dell'architetto quanto affermato: "è di bisogno farsi una torre... [che] sarà di gran giovamento per assicurare il passaggio della navigatione di quel transito per Iispetto delle molte cale, che quivi vicino si trovano, e leverà à Corsali la commodità di far l'acquata in quel vicino... E perciò detta torre... si deve far di maniera, che di sopra ci possa maneggiare un mezo sagro, et un paio di sme1igli, perché di questa maniera ella potrà offendere tutti i vascelli de' Corsa1i, che capiteranno, et anco defendere quelli, che per qualche successo sotto l'ombra d'essa si retirassero ... " [Torre Capo di Bonservito],
Il concetto lo ritroviamo meglio fonnulato allorché lo stesso afferma: . "farla molto forte, e di tanta piazza che di sopra ci si potesse maneggiare un buon paro di sagri... "
[Torre Lognina]
Che l'armamento fosse in definitiva la chiave se non risolutiva di certo qualificativa del dispositivo, risulta dal ritrovarlo proposto anche per le vecchie toni affatto idonee al suo impiego, necessitanti perciò di opportune modifiche strntturali: "Egli è ben vero che non ha piazza commoda, nè tanto spatiosa, che si possa adattare sopra pezzi come sariano mezi sagri, et altri, che s'adattano in carretta, mà per smerigli è comodissima... "[Torre di Schisò].
La precisazione apparentemente ermetica tendeva a far notare come non soltanto la superficie della piazza, ovvero della terrazza delle torri, doveva dimensionarsi in funzione delle artiglierie ma anche lo stesso parapetto, poiché risultava normalmente troppo alto per i pezzi montati su affusti navali a cassa, ovvero carretta. Restava al massimo compatibile soltanto per i calibri minori su affusti a due ruote, di tipo tradizionale, in grado di consentire il brandeggio della bocca da fuoco al di sopra di quell'impedimento. Si prospettava comunque la modifica per l'impiego programmato di un annamento più pesante. E non costituiva peraltro l'unico adeguamento architettonico imposto dall'artiglieria. Un'altra deficienza ad esempio suggeriva di eliminare una volta per tutte: quella concernente i depositi di munizioni, che secondo una discutibile prassi ereditata dal secolo precedente, trovavano alloggiamento in piccole garitte sulla stessa piazza della ton:e50 . Scriveva al riguardo il Camilliani:
49
SulI' argomento cfr. F. Russo, La difesa costiera ... , op. cit., pp. 17 1 e sgg.
so Precisava al riguardo G. M. DE Rossi, Torri costiere... , op. cit., p. 16: " ... la temtzza fungeva da piazza d'armi... In uno
degli spigoli ern ricavato il deposito delle munizioni. Quest'ultima collocazione era dettata da motivi di sicurezza: infaui anche in caso di esplosione, i danni sarebbero stati limitati e non avrebbero coinvolto le strutture portanti della torre".
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o
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286 285. Artiglieria da costa su affusto a cassa. 286. Falconetti da 3 di diversa lunghezza, tipico armamento delle torri costiere.
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"Dall'altra parte il conservar m unitione in pane falsa cioè fuor del solido della fabbrica, ò in al tra pane del la s uperficie della fortezza, dico, che non srn bene... è cosa rnan ifestiss ima, ch·esse meglio stanno ri nserrate in luogo asciutto. et in parte che l' aria, ò per dir meg lio il cielo non le vegga, che lasciarle a beneficio di fortuna sottoposte à lampi, e f'uoghi compositi, ch'ordinariamente sopra piazze de forti castelli, ò torri s i maneggiano .. .. et non rni s ia detto c he s' indebo lisceno le fabriche, percioche io rispondo, c h 'egli non è vero, perche se nè porte nè finestre, nè ciminiere, che restano a parte. et a ltri sfondati che ne lle fabriche sogliono fars i. non l'i ndeboliscono, molto meno l'indebo lisce un riposto. E se per caso fusse addotta ragione, che la torre ò fortezza. ch 'ella s ia potre bbe esser battuta rispondo. che non tutte le fro nti ponno ad un lrntlo esser offese. E quando per detta causa non s i potessero fare ta li riposti, nell 'istesse fron ti si potrebbe fare una parete lontano da l muro in un angulo tanto che fusse capace delle muni tioni, che fan di bisogno ...
" [Torre Colonnaj.
Pericolosi alla luce dell'esperienza acquisita 51 i depositi munizioni esterni, e sterili in merito le critiche d'indebolimento delle toITi in conseguenza dei piccoli vani ricavati all'uopo nello spessore delle sue mura. Infatti quei particolari caposalcli non richieclavano, proprio in quanto costieri, una uguale resistenza passiva per tutti e quau ro i lati - una sorta cli isotropia muraria - relazionandosi ad una offesa direzionale proveniente dal mare. È questo un indiscutibile riscontro della aggiornatissima competenza militare dell 'architetto. Ancora una volta il ragionamento del Cam illiani è perfettamente lucido e coerente proponendo pertanto nella distribui zione dei locali nuove dinamiche. Un altro requisito basilare dovevano assolvere le torri volute dalla Deputazione ed era, forse, in ultima analisi l'elemento cli continuità ciel nuovo dispositivo con la tradizione plurisecolare delle torri siciliane: quello ciel!' avvistamento incliretto52 ovvero della segnalazione ouica ccl acustica. In precedenza abbiamo evidenziato come lungo le marine dell'isola un sistema cli allertamento perimetrico rimontasse con buo na probabi lità già all'epoca angioina, e forse ancora prima, tramandandosi non a caso il nome d i fani per tal i installazioni. O rbene anche le torri camillanee, dovevano garantire quella incombenza, d ipendendo dalla medesi ma gl i alle ttamenti zonali e l'affluire delle fo rze di contrattacco, contestual mente all'evacuazione dell a popolazione limitrofa. Pertanto se a tutte le torri oltre alla di fesa venne fatto carico della segnalazione, alcune proprio per mantenere la continuità semaforica, si eressero per quell'unico compito, ritrovandosi in punti nodali cli cesura ottica. Si originarono in tal modo delle torrette che diremmo oggi ripetitrici: ·'Nondimeno io dico, ch' ella è necessarissima, et ut ile percioche senza di questa verrebbe mozza larispondenza de' segnali .. .. perche ne l rnezo ... c ' è una costa di un monte ... la q ual'esce così in fuora ... '·
[Torre Punta della Lena]
ed ancora: "perc iò la detta torre è Fatta, et. non serve ad altro effetto, che per li segnali ... " [Torre Sibiliana l "quiv i è mo lto di necessità farsi una torre q ua le no n importerà c he sia d i mo lta fab rica, percioche basta, c h'ella serva solo per la rispondenza de' segna li .. .'' [Torre Palmento S. Michele]. ·
Per il raggi ung imento d i quella funzione, non diversamente dal prospettato impiego dell 'artiglieria, derivavano alla struttura specifici cond izionamenti, non più di pianta ma d i alzato, con il risultato che dall' insieme delle due esigenze difens iva e di sorveglianza ne scaturivano le di me ns ion i della torre . Infatt i: '·... per servirsene per la rispondenza de' segnali . . . . mi parrebbe necesssari o a lzarla tant o quanto la proporti o ne del suo d isegno dimostra ... " [Torre Spaclaforal
51 Il pericolo rappresentalo dai fu lmi ni per i depositi di munizioni, in particolare quelli enormi delle piaz..ze. aveva no portato ad escogitare alcuni secoli prima dell'invenzione del parafulmine, un antesignano cli questo costitui to eia steli di pietra desti nate ud assolvere la stessa funzione. 52 Le torri costiere oltre a ll' avvistamen to diretto. ovvero effettuato dalle stesse. spesso ritrasmettevano anche quelli limitrofi, di cui però non avevano concreta visione: pertanto in questo secondo caso sembra coerente parla re d i avv istamento incl.irctto, necessario almeno quanto il primo.
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Un particolare riguardo per l'incolumità degli uomini cli guardia suggeriva che nelle località pii:t isolate le torri vantassero una struttura più massiccia onde ass icurare una protezione maggiore: "è di bisogno formarci una torre, che sia molto forte, e secura accompagnata di buone guardie, e de' buoni pezzi, perche per esser lontana dà luoghi habitati è fuori di speranzn d'esser presto socorsa, eLaiutata ..." LTorre Punta delle Formicl1cl .
Esposti i principali concetti informatori, occoJTe ancora ricordare che il Camilliani in molti casi particolarmente frustranti di morfologie costiere, ai fini della sorveglianza, ne prospettò la modifica, in ottemperanza agli ordini ricevuti, frutto del resto cli una prassi già incontrata a proposito del porto di Marsala, cd alquanto praticata anche negli altri viceregni peninsulari spagnoli. Suggerì quindi, per tutte le grotte incontrollabili, di murarne la bocca e per le minuscole insenature insidiose di vietarne l'accesso con ostruzioni di scogli. Laddove infine la costa si presentava tufacea, prospettò il taglio delle più pericolose propaggini dietro le quali si occultavano i soliti raz.ziatori. 53 . Una curiosissima procedura di sorveglianza merita infine un cenno particolare, avendola ritrovata già enunciata nel 1572 in Sardegna 54. Racconta il Camilliani che di una oscura grotta presso Modica le vedette: "per certificarsi, che non ci sian corsari o altri vascelli, tentano con le pietre e con Ja voce alla bocca dell'antro; talché sentendo questo le 1.:olombre selvatiche, che in quello habitano, per strepito escono fuori, talché a que l segnale i guardiani restano securi, e non escendo cosa alcuna, tengono per segno, che sieno corsali" 55 •
Completate le sue osservazioni, espostele accuratamente in un mcravig lioso trattato riccamente illustrato, il Camilliani rientrò a Palermo verso la metà dell'anno successivo, ovvero il 1584. La sua prestazione ricognitiva-propositiva era conclusa ccl iniziava per contro la realizzazione ciel progetto. Ma non diversamente da quanto accaduto ai suoi precedessori il concretizzare le elaborazioni si confermò irto cli difficoltà. "Nessuna meraviglia pertanto può provarsi se alla completa realizzazione del progetto camillaneo non s'arrivò mai, sebbene il parlamento non si sia limitato allo stanziamento del I 579, ma lo abbia sempre periodicamente rinnovato, ed anzi aumentato in seguenti sessioni. Sicuramente molte torri vennero costruite nel tempo a venire sulla scorta del!' idea progettuale di Camilliani. Ma certo chi, seguendo la Descrilfion.e, visiti oggi le coste di Sicilia ... non mancherà cli costatare larghi vuoti nella catena ideata da Carnilliani, nè sempre gli sarà possibile ... trovare testimonianze documentali che consentano d i attribuire all'opera demolitrice ciel tempo, o degli stessi nemici, la causa di tutti questi vuoti. In realtà, secondo le molte carte ufficiali consultate, e dunque con quasi assoluta certezze, le torri che nel tempo risultano essere state a carico della deputazione assommano soltanto ad una quarantina (e non tutte furono fatte costruire). "56. La giusta osservazione citata circa le larghe smagl iature che al presente si colgono, trova puntuali riscontri in tutti i sistemi d i vigilanza costiera impostati su torri eretti in Italia, ovvero a partire dal più
5, "Così per J'isolella dei Porri-molto pericolosa per gl.i alti scogli, comodo nascondiglio dei brigantini corsari-egli osserva che : «con fac ilità delli scogli si potriano spianare a pelo d"acqua, perché la pietra non è molto forte, nè molto superiore al mare, sicché fac ilmente e con poca spesa si potrebbe ovvi;ir tale pericolo»;e cli alcuni antri poi nota che, «essendo come spelonche de' ladri soggette a tanti pericoli, è molto necessario sobissar le rocche, che vi fan da padiglione e coperta e, se possibil sia, riempirle con ogni prestezza per ovviare a tanti danni, che ne possono succedere»", da S. MAZZARGLLA R. ZANCA, IL libro ... op. cil. p. 26. 54 Cfr. F. Russo, La difesa cosiiera del Regno di Sardegna ... , op. cit. p. 92. 55 Il brano a differenza dei precedenti tratti dalla seconda parte dell'opera del Camilliani, quella relativa é!lle torri, è estrapolato dallé! prima al trimenti nota come Descrillione, pubblicala per la trascrizione di Di Marzo in BSLS. v. XXV, s. II, v. VJJ, pp. 143 e sgg. . 56 Da S. ì'vlA7.7.,\ RELLA R. ZANCA, li libro ..., op. cii:., pp. 51-52.
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grande, eia quello del Regno di Napoli, a quello ciel Regno di Sardegna, da quello dello Stato della Chiesa, a quello dello Stato dei Presidi per finire con quello di Genova. TI perché non può essere ricercato semplicisticamente nel]' azione demolitrice del tempo-che pure larga massa di torri esposte al mare ed ai suoi furiosi movimenti, per non parlare di quelli bradisismici57, travolse e cancellò - ; nè può attribuirsi all'azione dell'uomo - che si accanì non solo da nemico contro quelle, fino alla seconda guerra moncliale58 , ma anche eia gratuito vandalo. Molto spesso i vuoti sono presenti perché sempre esistiti e mai chiusi. Infatti quei si.sterni presupponevano che ad una prima tornata ediJicatoria, riservata ai luoghi maggiormente esposti o strategicamente sign ificativi, facesse seguito un progressivo infittimento. In tal modo si sarebbero gradatamente eliminati i caposaldi di vigilanza intermedi all'aperto, sostituiti eia altrettante torri. In pratica però, vuoi per carenza di fondi, vuoi per difficoltà connesse alla geomorfologia dei siti, molti cli quelli permasero. Alle intenzioni perciò dei progettisti non corrispose un fedele riscontro, protraendosi l'arrangiamento fino alla dismissione del sistema nel XIX secolo. Per la Sicilia in particolare comunque il: " periodo di costruzione di queste torri va fino al primo trentennio del '600. Poi il fervore costruttivo da parte della deputazione cessò, ed il problema divenne essenzialmente gestionale, pur non mancandosi di sottoporre spesso a revisione questi importanti elementi ciel sistema, fino alla sua fine, che si colloca nel primo ventennio del XIX secolo"59 . Oltre alle torr.i di deputazione, sulla cui genesi abbiamo indagato, cooperanti con esse presidiavano le coste della Sicilia anche numerose altre, dovute all'iniziativa privata o comunque preesistenti, nonché i molteplici forti o piazze costiere. Integrando la disomogenea catena, e costringendola per quanto possibile ad un servizio unificato, il dispositivo pur con le intuibili carenze e deficienze, potè in definitiva contare almeno su un centinaio di caposaldi murari oltJe alle predette postazioni all'aperto. La chiusura del Regno quindi poteva stimarsi, intorno i primi decenni ciel XVll secolo, sostanzialmente conclusa, grazie proprio alla rigida regolamentazione dei segnali. In merito a questi ultimi ci sembra indispensabile aprire una breve parentesi.
il codice di segnalazione Abbiamo già potuto intuire scorrendo l'esposizione dello Spannocchi che le torri sicìliane, in conseguenza forse della loro eccezionale antichità, tendevano, emettendo i segna.li ottici di avvistamento - a fuoco ed a fumo - ad indicare qualcosa di più deJ semplice dato positivo o negativo. Vi era in pratica tutta una serie di superstiti tradizioni locali, che consentivano cli trasmettere, non sollanto la natura ed il luogo della scoperta, ma finanche l' entità numerica dei battelli incursori ed il loro permanere in zona, od il loro definitivo allontanamento. fn altre parole si può cogliere, nella prassi usuale, l'impiego di una codificazione elaborata implicante il ricorso ad una vasta gamma convenuta di dinamiche ottiche, e minimamente, forse per semplice sollecito, di quelle acustiche. Disgraziatamente però traspare anche dalle diverse relazioni che tali convenzioni non godevano di un generale riscontro per cui, in località diverse, supponevano significati diversi, fra loro incomprensi-
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È imeressante ricordare che lungo le coste dello Stato Pontificio sono in corso ricerche tese ad accertare l'entità de i movimenti bradisismici costieri, prendendo quale punto di riferimento proprio la posizione relativa delle torri, molte delle quali hanno conosciuto a somigl ianza delle colonne del Serapeion di Pozzuoli periodi " umidi", ovvero circondate dal mare, e periodi asciutti, ovvero a di screta distanza da quello. 58 Basti considerare al riguardo la decimazione subita dalle torri costiere del lit.orale romano, operate in perfetta concordanza ottusa e dernen ziale, tanto dai tedeschi quanto dag li alleati che le usarono spesso come barsagli per le artiglierie navali, entrambi in assoluto spregio delle leggi int.ernazionali di guerra poste a tute la de l patrimonio artistico. Sull'argomento cfr. A . MARCHt.::GCìlANO, Diritto umanitario e sua i11troduzio11e nella regofame11tazio11e deff'esercito iraliano. Roma 1991, voi. I, pp. 517 e sgg .. 5') Da S. MAZZARF:LI .A R. ZAKC,\, Il libro.... op. cit. p. 5:'i.
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bili. Il fenomeno imputabile alla frammentazione del sistema unitario originario aveva generato dei sottosistemi isolati, non diversamente da quanto accadde per le lingue neolatine dopo lo sfaldamento dell'impero romano. Ricostituendo perciò un nuovo sistema continuo di difesa costiera, imperniato sulla trasmissione degli avvistamenti, si impose il coordinare una volta e per tutte la tabella dei segnali unificandoli per l'intero regno. Il codice pertanto, desunto da quelli più praticati, alla fine trovò una incondizionata applicazione e presto divenne ben noto persino alle popolazioni limitrofe. In pratica esso consisteva, innanzitutto, nel far comparire e scomparire tante volte, quanti erano i vascelli avvistati, un fascio od una sorgente luminosa di notte e fumosa di giorno. Ciò logicamente dopo essersi assicurati della "ricettività" delle torri limitrofe. Fino al numero di una dozzina, quindi, si procedeva .in siffatta maniera lampeggiante. Superandosi quella quantità si faceva ruotare ininterrottamente la sorgente luminosa, od innalzare per pari tempo la colonnna di fumo. Le torri adiacenti a questo punto trasmettevano la conferma del ricevuto, con un segnale diverso dalla semplice ripetizione di quello osservato. In caso contrario infatti, in breve volgere, tutte le torri della Sicilia avrebbero emesso un identico segnale neutralizzando la diversità di quello di partenza, indispensabile per concentrare in zona i rinforzi. Le torri laterali nella maniera descritta invece convogliavano, verso l'allarme originario, gli aiuti militari. Una sia pur tarda eco della continua cura posta nella perfetta intellegibilità dei codici di segnalazione, la possiamo cogliere in un documento del 1675, che redatto a ridosso di travolgenti operazioni navali nemiche60, vanta una indiscutibile credibilità.
"Forma para saberse por fanos ... e supponendo come probabile, che vengano avvistate prima le imbarcazioni dalla parte di Maréttimo o Favignana provenienti dalla Sardegna o dalla Corsica si possono codificare come appresso: se transiteranno dinanzi alla costa meridionale fino a dieci vele tonde, o latine, si faranno alla solita ora, quella dopo le orazioni, tre fani e dopo un fuoco continuo (potrebbe significare anche fermo cioè senza alcuna oscillazione o rotazione della sorgente) protratto per il maggior tempo possibile. Qualora le vele siano una ventina, e transiteranno innanzi alla stessa costa meridionale, si faranno cinque fani, e quindi due fuochi continui distinti ininterrotti, per il maggior tempo possibile. Qualora invece dirigeranno per la costa settentrionale dieci vele tonde, o latine, si faranno quattro fani, e tre fuochi continui distinti protraendoli al massimo. Qualora lungo la stessa direzione avanzeranno una ventina di vele si faranno sette fani e due fuochi distinti continui protraendoli come sopra. Qualora le vele in transito per la costa meridionale saranno meno cli dieci vele si faranno tanti fani quante sono senza alcun fuoco fermo. Se passeranno per la costa cli tramontana meno di dieci vele si farà prima un fuoco fermo e quindi tanti fan.i quante sono le vele osservate. " 61 • Trattavasi logicamente di tentativi tesi a razionalizzare il sistema e non siamo in grado di stabilire con quale grado di successo. li riproporsi con una certa frequenza dell'argomento nei dispacci ufficiali induce a ritenerlo poco funzionale, almeno per quanto concerne questa forma di trasnùssione semaforica complessa. Vi erano comunque ancora una serie di segnali più immediati e lineari facilmente ed univocamente interpretabili che così possono riassumersi: "Qualora un vascello nemico andava a "mettersi alle cale" si sparava un tiro di mascolo, o due se più erano i vascelli; «acciocché i passeggeri, e vascelli, che occorressero passare, fossero avvertiti del
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" Nel I 674 Messina insorse, invocando l' aiuto della Francia: le truppe francesi ripetendo un copione che trovava nella storia dell ' isola innumerevoli precedenti. sbarcarono nel 1675. I combattimenti culminarono nello scontro navale al largo di Augusta il 2 aprile del 1676. dove il celebre a111111iraglio de Ruyter fu gravemente ferito. I francesi ne uscirono vincitori e per di piLt a seguito di quelle ferite il 29 dello stesso 111ese il de Ruyter perdeva la vita. Sull' argomento cfr. J. MORDAL Venricinque secoli di guerra sul mare. Torino l 973, p. 97. Più avanti sarà sinteticamen te proposto l'episodio. 61 Da Ordinazioni e regolamenri della Depwazione del Regno di Sicilia. Palermo 1782, pp. 165-166, libera traduzione.
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pericolo» si faceva inoltre un segno cli fumo o di fuoco, continuamente per un'ora, a seconda che fosse giorno chiaro ovvero di notte o giorno scuro. Ma se i vascelli sbarcavano gente, di notte o cli giorno scuro si suonava la brogna, oltre a tenere il lume acceso, mentre cli giorno chiaro sì sparavano quattro tiri cli mascolo <<per avvertenza dei passegeri e della comarca>>. Dovevano essere proprio questi ultimi i segni più temuti, per le circostanze cli particolare rischio che significavano. E difatti era il momento in cui la guarnigione, senza «menoma angheria ed aggravio» era tenuta a dare asilo nella torre a coloro che lo richiedevano, e a somministrar l'aiuto occorrente <<ai passeggieri ed ai paesani» che erano dal pericolo minacciati. Per contro c'era il segno cli "sicuranza", benigno, che consentiva a ciascuno di continuare tranquillamente nelle proprie occupazioni: si alzava sulla sommità della torre il solito fascio di buse o roselle, acceso in punta d'asta, finché la torre vicina non rispondeva con lo stesso fano" 62 • Da guanto esposto abbiamo potuto se non altro farci un ' idea circa la natura dei segnali impiegati e ciel fatto che fossero più complessi di quelli in vigore negli altri sistemi cli vigilanza costiera. Ci sembra necessario a questo punto fornire un elenco completo dello schieramento delle torri siciliane, redatto alla fine del '700 allorché è lecito ritenerlo completo. Dalla esposizione emergeranno anche le spiegazioni plausibili cli alcune singolari denominazioni delle medesime. "Delle torri di avviso, che cl'ogn'intorno i Littorali circondano della Sicilia in difesa, e guardia dì essa da legni nemici e da Mori corsari sopra tutto della vicina Africa Commentario Storico del Villa Bianca TORRI Di GUARDIA per lifani ò sian Fuochi di avviso ne Littorali della Sicilia 63
Catalogo delle Torri Liltorali Sicole portate ad ordine alfabetico 64 Dell 'Acqua de' Corsari65 Torre che tiene posto alla spiaggia maritima della dell'Acqua de Corsari Litlorale della Città felice. La Famiglia Corsaro di Palermo, ché presso intorno à lei vi tenne alcuni Podeij, ò sia perché li Mori armatori, che andavano in corso vi faceano provista d' acqua in questa fonte prossima al lido, comunicarono alla Torre si fatta appellagione. La fabbrica di essa secondo il Massa Sic. in Prosp. t. 2 f. 320, prende sua epoca dal I 592, fatta a s pese del Publico dalla Deputazione del Regno. Ella è una delle Torri Senatorie di Palermo cioè che va mantenuta e spesata dal Senato Ecccllent. mo. Dell ' Acque dolci 66 Torre che sta nel Littorale della terra di S. Fila del fio in mezzo dello Scaro del Buffone e della Punta marina nominata di manraja. Le acque dolci che nel suo posto forse scaturiscono le an dato questa dinominazione. Giusto appunto nel sito di questa torre giudicano il Carnovale, e Vicciolto esservi fiorita l'antica città di Calata.
Da S. l'vlAZZ,\RELLA R. ZANCA , Il libro ... , op. cit., p. 75. F. M. E. G. VJLJ..ABIANCA , Delle torri di avviso. che d'og11i i11wrno i /il/orali circonda110 della Sicilia in d(fesa, e guardia di essa da legni nernici e da mori corsari sopra lutto della vicina A/i-ica, ms. B. C. Pa, Qg E 97 I, fine sec. XVIII 62
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64 Le notizie integrative sulle lOJTi esposte dal Villabianca, sono dedotte dall'accurata indagine contenuta nel più volte citato volume cli S. MAZZARL:LLA R. ZANCA . 65 Questa toJTe risulta costruita a carico della deputazione intorno alla fine del 1500 nelle vicinanze di Palermo. Carnilliani l' annovera tra quelle esistenti, a differenza dello Spannocchi. Fino a pochi anni or sono era adihiLa a caserrnelta dalla Guardia cli Finanza. Il suo stato cli conservazione è ottimo. 66 Non lontana da S. Agata cli Mili1ello, questa torre potrebbe farsi risalire alla metà del XVI secolo, ed era aggregata ad una osteria. Curiosamente per il Regno cli Napoli vi era esplicita prammatica che proibiva tale stranissima sirnhiosi. Visibile allo stato di rudere.
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287. Torre Acqua dei Corsari, Palermo. 288. Torre Alcagrossa [Tone di Santo Stefano], Trapani.
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Di S. Agata67 Torre che guarda il Littorale della Terra di Militello Val demone con Borgata in essa detta con voce paesana Santa Agati.
D'A lba68 Torre che surge t.ra la punta detta ciel Guastato e Caporama nella maremma della Terra di Carini, che succede alla Cala bianca, la q uale verisimilrnente communicò alla torre la appellagione sudetta d'Alba. Pur nondimeno per me si opina di derivare ella il nome d'Alba dal titolo di Alba ... che portò il fu Vicerè Conte Diego Herriquez de Pusmar nel di c ui tempo può essere che vi si sia stata edificata. Il Principe di Carini Grua ne ha ha la sopraintendenza. Torre di Deputazione. Sotto la cura della Deputazione del Regno. Dell' Aliga grossa69 Torre che si trova nella Marina di Trapani tra la Punta della Salina grande e la foce del Fiume Birgi. Dell' Agnone70 Torre di guardia posta in difesa del Porto detto dell' Agnone che sta in un angolo del Golfo di Catania presso la Foce del Fiume di Lentini. Vogliono alcuni Autori che nel sito di questa Torre vi fiorisse un tempo l'antichissima Città di Enzio ed altri la città di Morganzia dietro a quali scrittori narra l'Ingegnere Camj]]iano che d'ordine del Governo fu a riconoscere la circonferenza dela Sicilia come restare in tal porto dell'agnuni le vestigie di grandissimo Tempio incominciato ma non fini to da Federico secondo Imperatore e primo come nostro Re di Sicilia. Di S. Alessio71 Torre di guardia che surge a piè del Capo o sia Promontorio detto si S. Alessio sopra i Mari del Littorale della Terra della Forza d' Agrò Val Demone. Appella Appiano tal promontorio col nome Fauces Tauromitana e Tolomeo lo dice Argennium Promontorium a giudizio del Cluverio.
Di S. Amhrogio72 Torre che di se fa mostra nella maremma di Cefalù tra la foce del Fiume Carboni e Mal pertuso.
Di Ammazzagatto73 Torre che stà ne' conlorni della Cala detta di Mazagatto o Cala storta del Littorale della Terra di Pollina Val Demone Vassallaggio de Marchesi cli Geraci XX". Chiamossi anticamente questa Torre Tone vecchia oggi però conoscesi sotto la voce di ammazzagauo come sopra.
Di S. Anna74 Torre che sta nella maremmma di Jaei tra li Capi delli Molini e de Palombi Valclemone. Appartiene hoggi la sua sovraintendeza a Don Ignazio.d'Amico. È torre di Deputazione.
Sorgeva come corrispondente con la precedente e dovrebbe risalire alla stessa epoca. Demolita in epoca recente. Torre di deputazione eretta in vicinanza di Terrasini intorno agli inizi del XVII secolo. Si ritrova in ottimo stato di conservazione. 69 Dovrebbe trattarsi della torre di deputazione di Alcagrossa, innalzata presso Trapani intorno al primo decennio del XVII secolo. Esistente ed in ottime condizioni. 70 Incerta è l'origine cli questa L01Te non lontana da Catania: contraddittorie al riguardo le perizie dello Spannocchi e del Camilliani. Di sicuro tuttavia la torre esistente fino al secolo scorso va ascritta al secolo XVL 7 1 PiLt che di una torre do vrebbe trattarsi di un piccolo forte innalzalo sui picchi antistanti il promontorio roccioso nei pressi di Taormina. La struttura fu gi~1rinvenuta dal Camilliani e si conserva ancora perfettamente. 72 La torre in questione andò in appalto nel 1596 ad opera dei giurali di Cefalù, da cui distava 5 mi glia. Al presente è pressocché scomparsa definiti varnente. 73 Di questa modesta torre, di antichissima fattura. forse addirittura medievale, restano al presente s·ignifieativi ruderi che la fanno includere nella tipologia parallelepipeda priva di scarpatura. 1 · 1 Non lontana da Aci reale la torre risulta iniziata nel 1582, ma forse soltanto intorno al 1620 poteue considerarsi ultimata. Appartenne alla deputazione, ed appare al presente in ottimo stato di conservazione, grazie anche al suo impiego come faro. 61 68
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Di Archirafi 75 Ton-e che elevasi su le rupi del Vallone della Fico nè lidi delle Ri v iere di Mascali tra la Torre di s. Andrea, e la foce del Fiume Freddo. Stimano alcuni che dal Sito in cui stà questa Torre comunicasse con l'antica città di Frasso. Sul possesso e dinominazione di questa Torre si ha il titolo di Duca in Regno, che alla famiglia Fratoli nel 174 1 fu concesso, ed ora lo gode la famiglia Vanni del ramo di Rocca bianca. Dell' Articola76 Torre che stà nelle riviere del Golfo di Castellarnare trà il Capo Rama, e la foce elci fiume di S. Cataldo.
D'Avola77 Torre di guardia, che stà à fronle della Penisola in cui risiede la cilla di Augusta, fabbricata sopra uno scoglio isolato. Tiene ella il nome di avola, ma più propriamente d' Avalos, come che stata istituita dal fu Vicerè Marchese di Pescara Francesco Ferdinando d' Avalos che fiorì nel 1568. Su la di lei cima si accende di notte un gran lanternone per sicurezza delle navi ch'entrano nel porto della di sopra avvisata Città di Augusta.
Dell'Aura Torre marittima della ... dello Stato e terra di Caronia Val Demone. E la stessa che la torre del Lauro. Vedi Lauro Di Azzolino78 Torre che va a riparare un nascondiglio sicuro a Corsari formato nella Punta di Terra detta del!' Azzolino, che alla Torre prestò il suo nome sporgendosi nelle spiagge dc Lidi e pendenze dell.a Marina della Città di S. Giuliano. Essendo stata percossa essa Torre da Fulmini, che andato fuoco alla polvere due volte è andata in aria per tal disgrazia. Si dice pure col nome di Giazzolino. Di .Baida79 Torre di tal nome perché edificata nè feudi di Baida tenuti oggi dala Famiglia Tarallo dc' Duchi della Ferla teritoriali della Città del Monte di Trapani. Stà in mezzo clela cala detta Grottazze e la foce ciel fiume Guidaloca. Della Balata 80 Torre di guardia che và a difendere le ascosaglie per due galeotte di mori, che le sue alte ripe formano e rendono spaventevole la spiaggia;dipenclente ciel Littornle del Golfo di Castell'amare. Siede ella tra Capo Rama e la ToITe Tolea e chiamasi pure la Torre della GroLtazza al tempo istesso che della Balata si appella.
75 Ad alcuni chilometri dalla precedente fu innalzata quest'altra LOJTe, per iniziativa privata intorno alla metà del XVI secolo. Risulta definitivamente scomparsa dagli inizi di questo secolo. 76 'forre di deputazione innalzata nei pressi di Terrasini, intorno al 1590. Al presente si osserva ancora in discrete condi,,ioni di conservazione. 77 Circa la torre di A valos è indispensabile fornire qualche precisazione in più, traendola da E. SALl?.KNO, La torre Avalos di Augusta, in ASS, anno XII- 1966, pp. 146 e sgg.: "La costruzione rimonta al 1570;è quasi coeva ai forti Garzia e Villoria, costrniti sul finire del 1567. Sorse per volere del vicerè di° Sicilia... D. Francesco Ferdinando d' Avalos, Marchese di Pescara... ", e va ritenuta piuttosto che un torre un forte a pianta circolare, particolarissima. Infatti: "il forte cli Avalos che si descrisse alla dritta della bocca del porto... espone ai iegni un fronte curvo a 2/3 di cerchio, e verso la cinta sud della città un fronte bastionato;esso è lontano dalla detta cinta I.. 240 m. e dalla torre della penisola di Magnese, posta sulla sinistra della citata bocca, 3.650 m.; è rilevato dal mare m. 9, può ricevere presentemente circa 20 pezzi di artiglieria, parte in casamatte e parte scopeni ed ha lo spazio per le corrispondenti riserve ed alloggi. Esso era a doppio ordine di fuochi casamattati ... "da L. FERKAGtno, Augusta di Sicilia al Parlamento Italiano, 1862, p. 26 e sgg.. 78 Eretta dalla deputazione nel golfo di Castellanunare risulta appaltata nel 1592 ed ultimata nel seguente '95. Nonostante la devastazione conseguente all'esplosione del suo deposito di munizioni colpito nel '700 per ben due volte dalla folgore, ai giorni nostri appare ancora in discrete condizioni di conservazione, riconoscendosi souo il nome di torre dell'Impiso. 79 Sempre nel golfo cli Castellammare, la torre fu innalzata precedentemente al periplo dello Spannocchi. Allualmente sollo il nome di Guidaloca si rinviene in discrete condizioni di conservazione. 80 Non lontana da Capo Rama nelle vicinanze di una grossa caverna marina si costruì questa torre, nell'intervallo tra il viaggio dello Spannocchi e quello del Camilliani. Nessun rudere si rintraccia sul sito presunto.
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289. Torre di Baida, [Torre Guidaloca] Castellammru·e.
Baretta81 Torre che elevasi in una spiaggia del Littorale del feudo e Principato di Bonfornello di Casa Napoli dalla parte settentrionale di Sicilia, tra le foci di fiume grande e fi ume torto Val di Mazzara.
Bellacera82 Torre posta alla spiaggia dè mari di Carini tra la casa detta del Crezzillo e la foce del fiume di Carini Val di Mazzara.
BirgiR3 Torre antica appellata con questo nome perche tien la sua posa alla foce del fiume Birgi nel Littorale di Trapani che secondo Fazello cd Ortelio è l' Acilhio di Tolomeo. Di Bonagia84 Torre che esiste in difesa della famosa tonnara appellata di Bonagia fondata ne' mari della punta bonagia che alla Torre dà il nome tra il Capo Santo Vito e la Città di Trapani. Di Bonfornello85 Torre di questo nome che soprasta alla Campagna del Littorale del Feudo e P1incipato di Bonfornello Val di Mazzara di Casa Napoli detta di Santo Niccolò tra le foci di fiume grande e fiume torto. In questo sito fu la celebre Città d' lsmera di cui ancora durano le vestigia disfatte.
' 1 Non lontana dall'abitato di S. Teresa Riva, si rinviene un rudere attribui bile alla menzionata struttu ra. appartenente peraltro al la tipologia delle case-Corti. Rimonta ad ogni modo per quanto congeuurabile al XV I-XVII secolo. e si chiama attualmente corre Bolina. " 2 Anche questa torre ha nel corso dei secoli cambiato nome. appellandosi al prese nte Baglio di Carini. Di costruzione molto antica. precedente al XVI secolo fu torre di pri vati appartenente alla tipologia parallelepipeda. La sua conservazione è ottima. g_i Nessuna notizia cena o conferma archeologica si ha cli questa torre. s, Fu una torre destinala alla protezione di una tonnara, ai piedi di monte Erice. e quindi di privati. e retta con ogni probabilità agli inizi del XVI secolo. Subì una radicale devastazione ad opera dei barbareschi nel 1624. ecl al suo posto fu eretta unii nuova torre, o fo rse la stessa fu integral111cn1e restaurata. Quella che al presente si connota come una delle migliori ciell'isola sorse pertanto in tali circostanze. " 5 Venne eretta, non lontano da Termini. nella prima met~i del XVI secolo e fu demolita intorno agli ;,u111i ·20 del nostro.
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290 290. Torre, o castello, di Brolo dall'ingresso. Di Borronc 86 Torre che stà nell'Isoletta di tal nome presso il Continente occidentale della Sicilia tra le Città di Trapani e di Marsala. Di Broccato87 Trovasi ques ta Torre in distanza di quatro miglia dalla Città di Termine. Ella è l'unico rimasuglio dell'antica Terra che nel suo posto fiorì una volta nomata di Broccato e che per causa d'aver seguito il partito de Francesi di Napoli restò smantellata d'ordine del Re Pietro 2° di Aragona che fiorì nel 1336. Di Brolo88 Torre ma più tosto Castello marittimo, e dì magnifica struttura che torreggiando nella marina settentrionale di Sicilia tra il Capo Negro e Capo d'Orlando deriva sua origine dalla prisca tone che un giorno ebbe nome... nell'antiqua1ia di nostra storia. Scrive Leandro Alberti, che nel detto sito abbia fiorito l'antica Città di Alunzio. Di si fatta però antichità non ne fa menzione il Fazello t0 l lib. l O fog. 392 in cui leggesi Arx deinde recentis operis Brolis appellata sequitur continuis maris flucribus atterita. Su questo forte di Brolo finalmente resta intestato un titolo di Duca in regno concesso alla Famiglia Lanza fin dal 1686;ed ora lo gode la Casa Migliaccio Lanza de Principi di Malvagna. Della Cala rossa89 Torre che siede sulla spiaggia della Cala Russa dipendente dal Littorale dì Carini. Vi fù custrutta dal governo pe stare in difesa di detta Cala che può dar porto a 50 galee. Le pietre mischie di rosso e bianco che sono ne' strati della stessa cala anno dato il nome di rossa alla Cala e alla Torre insieme. Di Cala Secca9o Torre che esiste nella marina della Città di Trapani presso la Rocca di S. Giovanni.
x<, Fu probabilrnente una delle torri private eretta sull' Isola Grande di fronte .Marsalu, nel XVII secolo. Nessuna traccju uppare della stessa ai nostri giorni. 87 Ancora una volta delle strutture di un castello sono promosse al rango di torre da l Villabianca, in dipendenza forse dall'assolvere una identica funzione di vigilanza costiera. In questo caso si trai.I.a poi di vestigia antichissime risalenti all'undicesimo secolo. Ovviamente quasi nul la al preseme è rimasto. xs Nelle vicinanze di Capo d'Orlando ru torre privata, eretta su cli un'originale preesistenza normanna. Di certo subì radicali restauri intorno al XVl secolo. Si osserva in ottime condizi.oni di conservazione. x9 Dovrebbe trall.arsi di una torre mai costruita ed inserita per superficiale approfondimento nell'elenco. 90 Anche per questa to rre esistono serie perplessitf1 circa la sua concreta edificazione. In ogni caso nel sito indicato presso Termini nessuna traccia se ne riscontra.
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Di Calavà91 Torre di guardia che va a difendere il Promontorio appellato di Calvà dove essa sta eretta, dipendente dal Littorale della. Di S. Calogero92 Torre che più tosto Castello può dirsi, torregiante sul Golfo di Catania tra il forte deI!a Bruca e il Ridotto dell' Agnone. Di Calura93 To1Te posta in riva del Mare del Littorale di Cefalù tra questa città e la foce del fiume Carbone. Torre di Deputazione. Di Camarana94 Torre privata tra la foce del fiume Camarana che le presta il nome, e la Cala del Corvo del Littorale degli Scoglietti presso la Terra di S. Croce Val di Noto. La sua fabbrica, e di moderna origine, ma la denominazione è troppo veneranda, perché veniva dalla celeberrima Città di Camarana che fu disfatta dai Siracusani e cli cui per la sua palude fino al di di oggi degli eruditi il detto dell'Oracolo Camarinam. ne moveas.
Cantara95 To1Te che stà nelle vicinanze della costa occidentale di Milazzo presso la foce del piccolo fiume cli Pizza di Sotto. Di Capaci96 Torre dipendente dallo Stato e territorio di Capaci vassa llaggio di Casa Pilo marchese di Marineo che siede in riva del mare nel men.o delle Torri dell'Orsa e di Sferracavallo Val di Mazzara. Di Capo bianco97 Nelle alte rupi di Capobianco del Littorale di Siculiana Val di Mazzara e ne suoi contorni va dominante questa torre di guardia sedendo su li rottami della disfatta Città di Eraclea con altro nome detta Minoa ed anticamente Nacara. Presso il sito si fa la pescaggione delle Lacee pesci delicati detti tra noi Alose nelle acque del fiume Platani à conto del ridetto Barone di Siculiana oggi Principe della Cattolica Beranno. Di Capo bianco98 Torre piccola che fa la guardia al Capo bianco che tiene posto nel Promontorio della marina della Città cli Milazo. .E però essa clicesi Torre cli Capobianco. Di Capobianco99 Torre di questo nome ma pur conoscesi sotto l'altro della guardia dello stesso Capobianco Situata vedesi sul Promontorio di eletto Capo nel territorio di Siculiana e la foce del fiume Platani Val cli Mazzara.
9 1 Le prime notizie su questa torre costrnita non distante da Patti, la fanno risalire a.Ila prima metà del XVI secolo, e di certo quindi non apparteneva alla deputazione. 92 Anche in questo caso il termine torre sembrerebbe improprio trattandosi forse di un riadattamento di qualche più antica fo1tificazione. In ogni caso nel sito indicato, nei pressi di Brucoli, nessun rudere plausibil.e è stato riscontrato. 93 La torre fu eretta per volere della deputazione nel 1594, nei pressi di Cefalù. Si ritrova attualmente in pessime condizioni conservative. 94 Torre privata nei pressi di Gela posta a difesa di un caricatore e minuziosamente descritta tanto dallo Spannocchi che dal Camilliani. La sua edificazione perciò rimonta alla prima metà del XVI secolo. 95 Dovrebbe trattarsi di quella attualmente indicata come di San Cusimano non lontano da Augusta. Secondo la tradizione dovrebbe risalire all'epoca sveva, descritta di ottima fattura. 96 Di questa torre le origini risalgono all'undicesimo secolo allorquando fu eretta ad Isola delle Femmine per difendere una locale tonnara. Il manufatto in discrete condizioni di conservazione che al presente si osserva in sito andrebbe però ascritto per analogie architettoniche al XV secolo, ed il suo nome è di torre di Isola in terra. 97 La torre fu eretta, in vicinanza dei nideri di Eraclea non lontana dalla foce del fiume Platani , probabilmente nel XV secolo. Devastata dai turchi nel 1577, con la cattura del suo presidio, dovette essere ricostruita. Completamente scomparsa. 9& Trattavasi di un piccolissima costruzione posta su Capo Bianco nei pressi di Milazzo, completamente cancellata dal tempo. 99 È probabile che si tratti sempre della medesima che l'autore per una svista raddoppia.
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291 291. Torre di Capaci [di Isola i n Tena).
Di Capo delle Mandre100 Torre di guardia che stà sul Capo detto delle Mandre da cui prende il nome, nella marina del Littorale di Termini in vicinanza della T erra dela Trabia. Di Capo delle Ramc 101 Torre di guardia del senato di Palermo, che surge ne' Littorale de mari di essa metropoli.
Di Capo grosso 102 Torre che posta incontrasi tra le foci delli fiumi delli della . 1ocel la e della Itala della costa orie ntale di Sicilia. S urge sul Promontorio detto di Capogrosso oncl'e lla ha il nome trà Messina e la Scaletta.
Di Capo grosso 103 Torre che difende i l Capo, che appellandosi di Capo grosso da il nome alla ToJTe e domina i mari del Littorale della Terra di Alì Valdemone.
Di Capo de' Molini 104 Torre che elevasi s.ul Promontorio che Capo de' Mulini vien detto onde essa Torre prende sua appellazione prendendo posto tra li faraglioni e la città di laci Valdemone. Sporgesi tal promonto rio nel fianco
100 Non lontano da Term ini nei pressi di Capo Grosso si erge questa torre, raffigurata in maniera identificabile ancora oggi dallo Spannocchi. Non fu torre di deputazione. La sua costruzione comunque rimonta alla metà del XVI secolo. Appare al presente in ottime condizioni. 101 Posta all'estremità del Golfo di Castellammare di questa torre se ne distinguono attualmente appena pochi ruderi. Fu torre senatoda e già nel 1578 le sue condizioni apparvero allo Spannocchi preoccupanti. 102 Eretta al di sopra del capo cli Al.ì già parecchio tempo prima del viaggio del Camilliani che la vide alquanto malandata. Per la leggera struttura e per la posizionatura alquanto alta sul mare sembrerebbe una tipica torre ripetrice. Al presente si possono osservare i suoi ultimi rest i. 103 Su questa seconda torre d etta di Capo Grosso vi è q ualche perplessità, esistendo in effetti sulla antica cartografia un secondo Capo Grosso non lontano dal sito di torre Colonna, dove effettivamente esisteva u na torre in segui to scomparsa. 104 Questa torre, la cui completa definizione dovrebbe essere di S. Anna al Capo dei Molini, fu eretta non distante da Aci intorno il 1582, ma risulta ultimat a soltanto nel 1618. Fu torre di deputazione e si presenta ai giorni nostri in perfetto stato di conservazione.
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orientale della S icilia tra le C ittà d i Taormina e cli Catania, in te mpo de lla guera ci vile nobilitato da Cesare che spesso vi s i fe rmò come lasciò sc rilto Appiano. Vuole pure dello sc rittore insie me con Diodo ro che il di sopra promontorio de Molini si di nominasse anticamente Xiphoniurn. Di S. Cataldo 105 T one edificata lo scaro di questo nome nel golfo di Castcll'amare cosi detta da una chiesola in onore di questo santo. Di Cofano 106 Torre fabbricata sopra una rupe discosta dal mare men della !Tal.la di un sasso. La spiaggia ove ella siede si appella di Cofano con ridotti e cave pericolose e perciò essa chiamasi Torre di Cofano insiememente col nome di S. Giovanni. La Punta detta della vernice e la Cala di Canal bianco la tengono nel mezzo scorrendo maremma sette ntrionale del Monte di Trapani. Fu !'anni 1560 espugnata daHe galee di Biserta con cattività di 80 persone. Il suo proprio nome è di S. Giovanni come sopra nota di Cofano ed è Torre di Deputazione.
Colombarai07 Torre fortezza sopra una i.soletta o più tosto scoglio che stà su la bocca del Porto di Trapani pel mezzo di ella è di fabb rica ottangolare rotonda e di tanta antichità ricolma quanto che credesi struttura de lontani Trojani venuti con Enea in Sicilia. Altri però la voglìono edificata da Cartagine si, ma in tanto per antichità così enorme che di se vanta, corre il proverbio di tenere chi è vecchio gli anni della Colombara Trapani . TI vicerè Giovanni di Vega che fiorì nel 1547 fu colui che aggiungendo alla torre nuove muraglie e validi baluardi la ridusse in forte e munito Cast.elio da stimarsi quasi inespugnabile. Il nome di Colombara lo deriva ella dalle colombre che dagli Gentili venivano dedicaie a Venere venerate sebben lontana tale deità sul Monte Corice. In questo scoglio e Castello in mare re1egati vengono dal governo ordinariamente tutti quei rei, che di gravi delitti vergognosi e convinti debbon penare ivi penali giorni. L ' Isola di Maretimo, la Fossa di S. Catarina dell'Isola della Favegnana, e lo Scoglio della Colombara di Trapani sono luoghi di esiglio più terribili che si fan provare a delinquenti. Di Colonna 108 T orre di guardia di Deputazione posta nel Littorale di Termini presso il Capo detto delle Mandre tra la tonnara di S. Nicolò e la foce del fiume della Milicia. Pel nome Colonna che da que sta tienesi veris imlmente l'avrà ella appreso dal fu Yicerè MarcAntonio Colonna del 1577, che forse ne ordinò la fabbrica. Il Magistrato di Termini ne hà la sopraintendenza. Della Conca d'oroi09 Torre di guardia nella Cala detta dell'Oro Litt.orale di Sciacca tra la foce del fiume e la Cala della verdura de li Corsari per le tante prede che in questo posto face vano andandosene ricolmi d ' oro le imposero il nome di Cala dell'Oro e ins ieme di Conca d ' oro. Le Cave e nascondigli di terra che formati vengono dall' alte sue ripe fecero risolvere il go verno a situarvi la torre. Ove sta quindi fabbricata vede si sopra certa Rocca per una sola tratta di Archibuso lungi dal lito e così va a coprir da per tulto pericolante cala.
Conche vedi Pie tra della Nave
iu., Ne lle vicinanze di Terrasini Cu inna lzma questa torre gi. à esistente all'epoca de llo Spannocchi. Attua lmente è un incerto rudere. u,<, Questa Lorre in nalzata ne l go11·0 di Cafa no eia pri vati a guardia di una tonnara. l'u segnalma già dallo Spann occhi. Le sue condizioni risultano ancora discrete. iu, Trauasi del fon e del la Cnlombara prospiciente Trapan i. "" Di questa. altrime nti deua dc lii Digi1elli abbiamo giù polLIIO seguire l'iter di costrnzione. Al presente si osserva in perfette condizioni. 19 " È nota allualmeme come torre Macaucla. o dell'Oro: fu torre di dcplllazione. e venne in nalzata ve r~o la fine de l XVI secolo. Al presente è un misero rudere informe .
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292 292. Tone delle Mandre, presso Termini Jmerese. Di S. Cusimano 110 Torre ben forte che prende tale nome perche sta prossima alla Chiesetta dedicata alli SS. Cosimo e Damiano o più tosto cossi dicesi per la foce del fiume appellato di S. Cusmano che ne' mari imbocca della spiaggia di Roccadia del Lirtorale di Mililli trà la foce del fiume Cantara e la fontana della Fico. Guarda ella non solamente quella marina di Mililli, ma serve di Custodia al Trappeto ed arbitrij delle Canne di zucchero che quivi lavoransi.
Dammuso di Gallo vedi Galla Di Diveto 111 Torre che porla il nome . e la me11101·ia della fu ed ant ica Cittit di Dimeto e corrottamcnrc d icono come sopra che fiorì nel suo siw Lra la C ittà di Mi lazza e il Promontorio Rasico lmo secondo ... Hofmano però la vuole situa ta su lle anticaglie di ~auloco Cittù maritima tra Rasicolmo e M ilazzo. posto ciò per l'uno o per l'alLro posto q uesta Torre veneranda non poco rendesi nell 'antiquaria storia di Sicilia. Di Donna Lucatat12 Torre che ha tal nome da un fonte appellato cossì con voci corrotte dall'idioma arabia Ayn Lucata. Sorge costrntta sul rialto di un Colle fra le foci delli fiumi di Ragusa e di Scìcli Val di Noto.
Doria vedi Scopello
È con molta probabilità la stessa torre del n°95, tant'è che il Villabianca la pone alla foce Cantara. Non lontu no da Messina si scorge sebbene stravo lta eia pesanti manomissioni quella che fu l'antica torre Divieto, eretta nella prima metà del '500. 112 Trattasi di una torre cli tipologia anomala, alquarno distarne dal mare nei pressi dell'omonimo centro abitato. Fu con ogni probabilità una masseri a l'ortificata, la cui presenza è attestata già nel 1584. 1 rn 111
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293 293 . Torre di Donnalucata, presso Ragusa. Di Sant'Elia 11 3 Torre che tiene per sua sicurta la Tonnara di s. Elia nel Littorale di Solanto ed è Senatoria del Magistrato Eccellentissimo di Palermo. Essa è la medesima che la torre detta del Lanciatore à f . 87 d i que-~t' opera. In la stessa torre finalmente sta fondato il titolo di Principe in Regno conces so alla Famiglia Soppolo nel 1693. De lla Falconara 11• Torre edificata su l' eminenza di un Promontorio, che guarda la Cala del medesimo nome ne' mari del Littorale di Eutera. Le foci del torrente di S. Nicolò e del fiume Carrubba nel lato meridionale della Sicilia la tengon nel mezzo. Del Fano 11 5 Ton-e che stà edificata su' ri levato giogo della punta e Cala della de l Ginepro ne' mari del Littorale della Città di Noto tra Capo Passaro ed i porto di Marzamemi. De lii Faraglioni 11 6 Torre che domina la marina di laci, S. Antonio di cui tiene la sopraintendenza il Principe di Iaci Reggio. Prende ella il nome di Faraglione da quello de tre scogli isolati che si innalzano nella costa orientale de
Adiacente al castello di Solanto, e fu torre senatoria: nessuna traccia ne contraddistingue il sito d' impianto. Più che di una torre si deve parlare di una fortezza di concezione arcaica, ma pur sempre valida ai fini della difesa costiera. La sua origine è antecedente al XIV sec. ed ai giorni nostri sebbene molto manomessa si presenta in buone condizioni. 115 In prossimità della punta di Capo Passero si incontra il rudere del basamento di questa antichissima torretta di origine privata ed anteriore alla metà del XVI secolo. · 11 6 Q uesta torre di deputazione, completamente scomparsa, fu eretta nei pressi di Aci trezza su istanza tanto dello Spannocchi che del Camìlliani. 113
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294. Torre Finale, Cefalù. 295. Torre Finale, dettaglio.
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nostra Isola tra il capo delli Molini e il Castello di Iaci, celebii per le isolette di Polifemo e de' Ciclopi suoi compagni. La voce Faraglioni vale in greco dire discosceso e strabocchevole. Del Faro 117 Torre che va a' installare sul Promontorio detto Peloro de tre Capi celebri triangolari dell'Isola di Sicilia. Restando ella su la punta cli detto Promontorio presso l'imboccatura ciel tanto temuto canale di Messina, indirizza col suo gran fanale in tempo di notte il camino alle navi per lo stretto, e canale messinese. La sua origine in regno, è tanto antica quanto che da Strabbone vien numerata nella vetustissima sua Geografia. Al presente però si vede portare moderna architettura. La voce faro e la stessa che dire lume, splendore alludente al fuoco notturno, che fa vedere lontano il mare. E con tutto ciò più prop1iamente si potrebbe appellare Torre del peloro poiché in questo Capo va ad elevarsi.
Felice 118 Torre del nome Felice tratto da quello di felice Orsini vice regina di Sic.ilia, moglie del fu Duca Marcantonio Colonna che fiorì vicerè nel 1577 a somiglianaza del nome Felice, che dalla detta Principessa fu commonicato alla Magnifica Porta marina del Cassaro di Palermo che Porta Felice viene appellata. Ciò però è una semplice mia conghittura perché da nessuno scrittore ci si asserisce tal nota. Va la punta detta di Garibici Littorale di Siculiaoa, e preso la foce del fiume canne si vede situata questa torre, affin di difendere tutti li contorni circonvicini dove giacciono le rovine di varie fabbriche e presentemente vi sta il Canicaderc con i suoi magazzini di grano prop1io della famiglia Bonanno de' P1incipi della Cattolica che sono padroni della prossima terra cli Siculiana col titolo di gran Baroni. Pella sua situazione sopra descritta si può dire questa torre col nome pure di Garibici . e' torre di deputazione. Delli Ficarazzi 119 Torre di struttura antica e di grande altezza che si trova tanto lungi dal mare nel contado palern1itano quattro miglia distante dalla Città. Si rende celebre nelle nostre memorie sicole per li raffinan zuccheri che ne' suoi terreni attorno si cavavano in quella specie di canne che in Sicilia addirnandansi cannarnele. Il Principe di Ficarazzi Giardina che ne è il padrone nobilitò questa torre comune con una magnifica scala di pietra a due fughe facendole prender la fom1a di Palazzo suo baronale su la piccola terra che vi si forma sotto. Della Fico d'India vedi Mondello Del Finalc 120 Torre che oltre i di sopra nomi tiene quello di Pollina. Sta su il rialzo della riviera di Cefalù tra il Castello di Tusa e la cleuu Cit1:1 di C\: l'alL1. Appellata per WnLO viene coi nomi del !Vlarchcse perché il Marchese Geraci Ventimiglia n·è il padrone ché Barone insieme di Pollina.
Fontana della Fico 12 1 Torre forte che esistendo nella 1iva del mare presso la penisola dclii Magnisi di Augusta restò rovinata dal terremoto ciel 1693.
Fontanelle 122 Torre situata nella riviera detta la Finale tra la terra di Tusa e la foce del fiume di Pollina Valdemone. e torre di Deputazione.
111 Torre Faro risulta notissima sin dalla più remota antichità. li manufatto che perù oggi è possibile osservare è di epoca notevolmente piì1 recente. 11 8 Viene ritenuta iclemificabile con quella eletta di Garebici. Fu eretta into rno al 1580: quasi nulla ne è rirnasto. 119 Di tipologia assimilabile al torrione di Pozzallo. quello di Facarazzi non lontano da Palermo J'u innalzato nel 1468 ed adi bito in seguito alla difesa costiera. 120 Nelle adiacenze di Cefalù si incontra in cl.i scrcte condizione questa torre costruita negli ultimi anni del sec. XVI dalla deputazione. 12 1 Adiacente la torre cli Magnisi si ritrova in buone condizioni questa antica torre, sebbene rauuale manufatto potrebbe essere un rifaci111c1H0 dell'originale annientato dal terremoto del 1693. 12: Trattasi sempre cli torre Finale n" l20, confusa così dal Vi llabianca.
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296 296. To1Te delli Gaffi [Torre Gaffe], Agrigento.
Fontane bianche 123 È una t:one questa che serve di sicurezza alla pescagione della Tonnara detta delle fontane bianche che nella maremma di Siracusa tra il capo o sia promontorio Longo... scoglio che di Lognina e la foce ciel fiu me Cassibile. Quindi è d'ella è Torre ignobile e Torre solo di Tonnara o della robba ... .
Delle Formiche 124 Torre di guardia detta delle Formiche perché sta forse su la punta appellata delle Formiche, e dclii... Pantani della spiaggia delle Concierie nella marina meridionale di Spaccaforno Val di Noto. Della Forza 125 Torre spettante alla marina della terra detta Forza d' Agrò donde ella ha il nome Va\demone. Sta nel mezzo del Capo di S . Alessio e la foce del fi ume d' Agrò. Del la Fossa della Navc 12<• Torre che fa difesa alla cala marina detta Fossa della Nave Littorale di Marsala. Riflette Cam illiano esser tal nome di Fossa della Nave conveniente benissimo a questo posto di mare. perché ab bracciando egli due terzi di miglio in ampiena si distende con situazione curva e tiene cl' intorno massi e balze atte a nascondere quasi in profonda fossa ogni gran nave che vi s' introdusse. Di Furnari 127 Torre posta su la ri va del golfo Oli veri
lTa
il fì ume detto dcli" /\ranci e la Torre Oli veri Yalde mone.
Torre di ipotetica realizzaione, non trovandosi della sua esistenza alcuna conferma storica. 124 Anche di questa prescritta dal Camilliani presso punta delle Formiche esistono perplessità circa la reale costruzione, non 1iscontrandosene alcuna traccia in zona. 125 Doveva ergersi ad immediato contatto con il Castello di S. Alessio, ed ad esso comunque raccordata militarmente. 126 È ancora una volta incerta persino la reale edificazione di questa torre proposta dallo Spannocchi: nessun rudere suffraga la sua esistenza. 127 Fu torre di deputazione di una certa rilevanza, eretta non lontano da Milazzo negli ultimi anni del '500. Al presente ne resta un consistente rudere. 123
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Delli Gatli 128 Torre rotonda che guarda la marina e spiaggia detta delli Gaffi così dal feudo delli Gaffi in cui distendesi, padroneggiato ora dalla Famiglia Grugno con titolo di Duca. Quindi è che questa Torre conosciuta Ton-e delle Coffe o Gaffi viene ora appellata di Grngno. Trovasi il suo posto marittimo tra il torrente detto della Città e la spiaggia di Santo Nicolò Littorale della Licata, e Torre di Deputazione, ne' li cui libri viene assentata sotto il nome cli Grngno.
Di Gallo 129 Torre che esponesi sulla punta mtil'ina della Montagna di Gallo contrada di Palermo, d'onde ella si ... il nome. Il suo nome proprio però è quello di Torre di Dammuso di Gallo, ed è una delle Torri senatorie della detta metropoli.
Garblangi 130 Torre che surge nella maremma di Carini dopo il Capo rama Val di Mazzara.
Garibici vedi Felice Garzia 13 1 Torre fatta alzare nel Porto di Augusta sopra un'isoletta che alla bocca di detto P0110 dal fu vicerè Garzia di Toledo che fiori nel 1565 motivo per cui questa torre si appella Garzia in memoria del suo fondatore.
Giandino 132 Torre che tien posto nella Punta detta del Giandino al Capo di due Calette che battono la spiaggia nomata delli Forni dipendente dal Littorale di Marsala.
Giazzolino 133 Torre che surge tra la Cala detto dello Gozzo d'onde ella ha il nome e la Grotta Malfatana nel golfo di Castell'amare postata però dentro terra. Toccata però ella due volte da i fulmini e andata in aria per essersi accesa in essa la polvere. E Torre di deputazione. Di S. Giorgio 134 Torre che postasi tra il Capo Calavà e la Città di Patti. Di Girgenti 135 Torre costruita in tutela del grosso carigatore della Città cli Girgenti su la riva del mare che fa lo scaro nomato dal cargatore. Di S. Giuliano 136 Torre che sorge nella punta di terra della spiaggia detta di S. Giuliano che le dà il suo nome. Si discende questa spiaggia per due miglia e 600 passi con piccole piegature in essa spettante al Littorale cli Trapani.
Granitola137 Torre che stà vicina al Porto eletto di Malavia nelle riviere della Città di Marsala.
128 In prossimità di Licata fu eretta nella prima metà del XVI secolo da privati questa torre circo lare che ancora appare in discrete condizioni. 1 w Non lontano da Palermo fu eretta a cura del sena to della città quella torre ai piedi di monte Gallo, attualmente definitivamente scomparsa. 130 Trattasi con buona probabilità della torre altrimenti detta Baglio cli Carini, ed anche Bellacera n"82. i :;i È il forte Garzia del porto di Augusta, già a suo tempo ricordato. 132 Nessun documento probante e nessuna testimoniam,a architettonica possono certificare la reale esistenza di questa torre, meglio indicata come del Giardino. 133 È un'ennesima confusione del Villabianca essendo questa l'altrimenti detta torre Impiso o Azzolina n°78. u4 Trattasi di una vecchia to1Te non distante da Patti, di insignificante importanza già all'epoca del Camilliani. Nulle nerimane. 135 È il massiccio torrione a suo tempo descritto fatto erigere da Carlo V a protezione del caricatore di Agrigento. 1 % Fu to1Te per difesa di tonnara, eretta prima dell.i metà del XVI secolo ai piedi di Monte San Gi uliano: al presente si riscontra in buone condizioni. 137 A cavallo tra il la fine del '500 e l'inizio del '600 fu eretta questa torre tta ne i pressi di Mazara ad opera della deputazione. È ancora in discreto stato di conservazione.
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299 297. Torre di Agrigento. 298. Torre di Agrigento, dettaglio. 299. Pianta e assonometria della torre di Agrigento, da F. Negro.
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Grottazza ved.i BaJata Grugno vedi Gaffi Guardia vedi Capobianco di Siculiana
Di Guidaloca 138 Torre che elevasi su la spiaggia detta d.i Guida.loca che sta dietro le due cale del golfo di Castell'mmue piene di altissime rupi appellate del Gonfalone e delle Grottazze, Littorale del Monte di S. Giuliano. Il fiume di Guidaloca che mette sua foce nell'additati m,ui presta alla torre la detta appellazione. E torre di deputazione. Dello Guzzol39 Torre con grotta assai grande, che sovrasta alla Cala detta lo Guzzo d' onde ella ha il nome del Littorale della Città di Monte S. Giuliano. In questa torre conservasi una scala di 60 gradi di corda che valeva a mettere in salvo i Torrieri e le gent i in occasione d'invasione di corsari secondo che da Carlo XX"[Ventimiglia) ci viene scritto appo il Massa Sic. in Prosp. t. 2 f. 392, notato avendo questa particolarità detto scrittore per far comprendere quanta sia grande l'altezza di essa torre. Dell'lnsegna 140
Torre alzata su la Cima del Capo detto Soprano che tira verso il Cargatore de frumenti dello stato e terra di terranova Val di Noto. Quindi è ch 'essa torre guarda i mari del Lillorale di Terranova e sopra tutto sta
in tutela ed insegna del ridetto caricatore. E Torre di deputazione. Isola delle Femmine 14 1
Torre che spunta nelle Cale della pìccola Isola delle femine lontana del continente non più di 200 canne spettante al territorio della Contea di Capaci Val di Mazzara. Isola di terra 142 Torre che elevasi su cli un commoclo scoglio assicurante con altri massi e roccie che . erpeggiano lariviera di rimpetto dell'isola detta delle Femmine lontana questa dal continente vicino a 200 canne di pertinenza della Contea cli Capaci. Ma perché in essa Isola si trova altra torre consimile fabbricata nelle sue cale perciò in questa torre di cui si parla trovandosi situata in tera viene appellata Torre dell'Isola cli terra. Sta sotto la cura del Senato di Palermo. lsolilla ;43
Torre di guardia che posa sul più alto e in cima d'un vasto scoglio, o più tosto piccola isoletta cl'onde prende ella il nome dì Isolilla. Nel braccio dalla pmte occidentale del Capo di S. Vito si trova il cennato scoglio Val di Mazzara. E torre di Deputazione. Del Lanciatore 144 Torre di guardia fabbricata nel territorio della Baronia di soanto presso il lito, circa undici miglia distante da Palem10 tiene ella il nome pure di S. Elia, come che e Torre posta in tutela della tonnara che va conosciuta sotto la medesima appelazione. Il Barone di Solanto Agliata ne fu un dì padrone ma questo poi ne rinunziò al Senato di Palermo il dominio con l'obbligo però di farvi le spese delle guardie.
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Ancora una probabile duplicazione onomastica a carico dc!Ja medesima torre si tratta della giit esposta torre Baida n°79. Non lontano da una grande grotte marina, frequentai.a sin dal paleolitico, nei pressi di Scopello fu eretta prima del 1578 quest'altra torre meglio nota come dell' Uzzo. È ancora rintracci.abile sebbene molto trasformata . 11 • ° Fu questa una torre di deputazione alquanto imporlallle eretta nei pressi cli Gela verso la fine del ' 500. Nulla ne è rimasto. 14 1 Fu questa la prima torre di deputazione uscendo da Palermo verso ponente. e la sua costruzione sull'isoletta prospiciente il paese da cui trac nome ri monta alla fine del '500. Si ritrova in condizioni precarie. 14~ Trattasi della torre Capaci n°96. 143 Torre di deputazione eretta negli ultimi anni ciel '500 nei pressi di San Vito. !\ I presente appare in discrete condizioni. 14 " Già esposta sotto il nome cli torre cli S. Elia n° 11 2. D
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300. Toffe Isola delle Femmine. Della Lanterna14 5 Torre che stà nel mezzo del famoso braccio di S. Raneri della Città di Messina con c.:ui va a formarsi il maraviglioso porto di essa nobilissima Città. Prende il nome cli Torre della Lanterna perché nella sua sommità cli fabbrica tiene un lanternone fatto a guisa cli camera circondata da c;ristalli per difendere dalla fmia de' venti li lumi delle 30 lampade, che in esso serransi. Scrive il d.o le Pluche nel suo spettacolo della natura t. 6 f. 233 che le navi lontane anche da Messina 24 miglia scuprono il fuoc.:o di questa Torre. Edificata essa venne con magnifica struttura dal fu vicerè Giovanni cli Vega che fiorì nel 1547 facendola posare su le fabbriche stesse del vetustissimo torrione che v'esisteva allora, cadente sebbene, creduta quest' opera degli antichi Zanclei e poi rifatto eia Normanni.
Lanterna di Melazzo 146 Torre che stà sull'altezza del Promontorio della Città di Milazzo onde ella ha il nome, quale spargendo in Penisola lunga tratta dal mare, serve per fondamento alla rife1ita Città di Milazzo. Lanterna di Palermo 147 Torre a mare su la punta del Braccio del maraviglioso Molo cli Palermo con fortino te1Tapieno intorno munito di pezzi d'arteglieria. Ella è rotonda alta 11O palmi portando in essa il gran fanale che viene acceso da 40 lumi, e chiuso da cristalli contro la furia de venti. Per la medesima anno scorta di nottempo i legni e le navi qualunque siensi che vogliono toccare il Por1o di Palermo.
145 Altrimenti nota come torre di S. Ranieri, di antichissima origine, forse normanna. Fu ricostruita alla metà del XVI secolo e si ritrova in ottime condizioni, adibita a faro. 146 Ancora presente in discrete condizioni sulla penisola di Milazzo, fu eretta prima del 1578 ed adibita a faro. 147 La costruzione di quest'allra tone-faro rimonta al 1592. Dopo varie traversie e restauri, dopo un aggiornamento a moderno faro, fu demolita agli inizi del nostro secolo.
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301 301. To1Te della Lanterna [del Faro], nel progetto di ricostruzione del 1773.
Fu opera del Senato Eccellentissimo sotto il vicerè Conte di Olivares de Gusmao che fiorl nel 1592 ed accresciuta videsi appresso delle batterie a fior d ' acqua come dissi cli sopra del fu vicerè marchese di Castelrodrigo similmente dc Gusman sotto l'anno Hi77 coi denari però propri dello stesso magistrato. Il fulmine finalmente sopra scagliatosi sul 1773 rovinò gran parte delle sue fabbriche, che le furon ratto rimesse dal senato dell'anno istesso 1773, Pretore Cesare Gaetani Principe del Cassaro...
Laviefuille 148 Tone di novella fabb1ica fatta nel 1752 a spese del regio erario nella marina cli .Mascali Yaldernone per custodire la spiaggia e li molti rnagazzeni in essa di generi da estrarsi per fuori Regno. E perche alzata ella videsi sotto il governo del fu vicerè Duca da Laviefuille perciò alla medesima fu imposto il nome cli Torre Laviefuille così costando dalle lapide affissa nelle sue fabbriche del primo ordine. Laviefuille Dedit. et nomen et forrnam
1752 Del Lauro 149 Torre di guardia che surge nella spiaggia detta dd Lauro spettante al Littorale della T erra di Caronia Valdemone restando nel mezzo della foce del fiume Furiano e la Pietra delli Cirri.
È questa una delle poche torri erette nel XVIII secolo, per l'esattezza nel 1752. Nonostante la sua relativa giovinezza è del tutto scomparsa. 149 lnnalzata sulla marina di Caronia dalla deputazione nel 1583 appare ancora esistente ai giorni nostri sebbene architettonicamente stravolta. 148
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302. Torre del Lauro, Caronia. 303. Guardiole-torrette dell'antico porto di Ognina di Catania. 304. Guardiole-torrette dell'antico porto di Ognina di Catania.
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305 305. T01re della Lumera, Roccalumera. D i Lognina di Catania 1so Torre di guardia che per se pur ritiene lungi due miglia il famoso antich issimo Po1to detto di Lognina ne' mari lungi due miglia dalla Città di Catania questo però presentemente è più tosto un seno di mm·e che Porto per causa d i trovarsi col mo di fuochi insassiti e de lle sciare infinite vomitatevi nel 1381 dal Mongi bello .. .
Lognina di Siracusa 1s1 Torre che surge nel Littorale di Siracusa in distanza dalla C ittà intorno ad otto miglia per lo fianco di mezzogiorno tra la foce del fiume Cassibili e il Promontorio Maritimo di Massa oliveri. Fu quivi ella fabbricata per la custodia del Po1to detto di Lognina, che le comunica si fatto nome. Della Lumera 152 Ton-e di guardia fabbricata al punto di spiaggia che si appella della Lumera e da il nome alla Torre correndo le riviere della Terra di fiume di Nisi tra il torrente della Pagliara e la foce del fiume Nocella Yaldemone.
Macauda 153 Torre che siede nella riviera cli Sciacca tra le foci del fiume Macaudo e di Calatabillolta. Stà sotto la sopraintendeza del Duca della Verdura Landolina. e Tone di Deputazione. Del Magazcnazzo 154 Torre che tiene posto nel Littorale di Partinico tra il torrente di Calatuvo e la foce del fi ume di San bartolomeo Val di Mazzara.
To1re innalzata sulla costa di Catania prima della·mctà del XVI secolo, ed ancora chiaramente riconoscibile pur nell'inglobamento con la chiesa di cui funge eia campanile. ; 51 Questa torre posta in vicinanza di Siracusa e ritenuta di semplice segnalazione, fu innalzata con buona probabilità nel XV secolo. È in precarie condizioni. 152 Ubicata nel paese di Roccalumera questa torre sembra più antica delle ab ituali, risalendo forse al XIV secolo. È in ottime condizioni. 153 È l'altro nome di torre di Conca d 'Oro, giù trattata con il n° I 09. 154 Torre di tonnara non distante da Castellammare, ed eretta agli inizi del XVII secolo, scomparsa senza lasciare alcuna traccia. 150
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306 306. Torre Manfria, Gela. Di Malo grado 155 Torre di vetusta origine che nella marina di Mascali stà edificata. Per la sua antichità vuole il volgo che dentro vi sia nascos to un tesoro. Di Malvicino 156 Torre antica, che e bbe in suo fondatore il fu nostro Re Lodovico d' Aragona che fiorì nel 1342. Tiene ella posto tra la Città di Taormina e il Castello della Mola.. . Di Manfria 157 Torre che c ustodisce il ridotto marino di Sferacavallo ne' mari del Littorale di Terranova, Val di Noto. Eretta ella vedesi su la cima di rocc he d i salita non men difficile che pericolosa, tra la foce del fiume Nanfrio;onde ella torre si cavò il nome detto corrottamente di Manfria, e la Città di Teranova. Si chiama pure Torre di Ossiana ed è Torre cli Deputazione. Pel titolo testè avvisato di Ossana credesi essere stata ella fabbricata sotto il governo de l fu vicerè Pietro Giron duca di Ossuna ché lo stesso a mjo giudizio di Ossana se pur questo così si d ica per correzione di parlare. Delle Mandrc 158 Torre esistente nella maremma di Termini tra la Tonnara di S. Nicolò e Torre Colonna. Di Maragnano 159 Torre che vien riposta tra la foce del fiume Garbo ed il Capo di San Marco nel Littorale di Sciacca. Del Marchese vedi Finale
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Al tra torre molto antica e del'inilivamen te scomparsa, priva per giunta cli riscontri d "archivio. Potrebbe trattarsi della torre allualmeme chiamata Nova, che si innalza, in perfette condizioni, nei paraggi di Capo d' Orlando e che edificata verso la Cine ciel ' 500. 157 Torre Manfri a fu una torre di deputazione cli notevole rilevanza. Venne eretta a più riprese intorno il I 580, con una riedi ficazione ulteriore intorno agli anni '20 ciel secolo successivo. Si ri trova in ottime condizioni . 158 Questa torre pervenutaci in ottime condizioni cli conservazione. fu eretta presso Capo Grosso dalla deputazione verso la fine ciel XVI secolo. 159 Torre innalzata per ini,.iativa privata intorno alla fine ciel XVI secolo nelle vicinanze di Porto Palo: cornpletamenLe scomparsa. 156
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307 307. Torre di Mazara, [di Sorello]. Di S. Marco 160 Torre che spunta nel Capo di San Marco contiguo alla Cala eletta delle Canne c:on ridotlo covcrto eia venti Tramontana e ponente dipendente dal le riviere di Sciaxca. Del Margio 161 Torre detta del Margio che sta nella mari na del Littorale della Terra cli Motta cli Affermo, vassallaggio de l Principe di torre J\tl uzza Casrelli tra il Capo Calamìo ne e il fi ume Mistretta Valdemonc. Di MariazzoH'2 Torre che s'i ncontra tra le terre di Tusa e Caronia Valdemone. Della Marina di Patti ic,:, Torre che elevasi nela Mari na di questa Città. il cui magistrato ne ha la soprainre ndenza. e Torre di Deputazione.
Marinata',:,.; Torre di deputazione., che esiste nel Littorale di Sictiliana Val di Mazzara. Marzamemi 165 Torre di guardia che sta nel Porto dello di Marzamem i ne !Viari del Littorale di Noto da parte della Costa Orienta le tra Capopassero cd il Porto di Vi ndicari.
1
6° Torre S. Marco è meglio nota come del Tradimento, esplicito riferimento alla pericolosità del sito in cui fu eretta già nel XV secolo. Di essa ci è pervenuto un consistente rudere. 1 1 6 Torre di tonnara, ubicata presso Santo Stefano di Camastra, priva di qualsiasi altro riscontro cartografico e materiale. 12 6 Torre di guardia adiacente alla precedente e di identica indeterminata ricerca. 163 Di questa ton-e, appartenente alla deputazione già agli inizi del 1600, ci è pervenuto il solo basamen to scarpato, impiantato non lontano dalla foce del torrente Timeto. 161 · Torre Marinata potrebbe identificarsi con t01 Te Salsa ed in tal caso sarebbe una to!1'e di deputazione eretta intorno al I 583. Ci è pervenuto della stessa un povero rudere. 165 Pur non rintracciandosi nei pressi di Marzamemi alcun resto di toJTe, questa vi fu innalzata a difesa del suo porticciolo ancor prima del programma dello Spannocchi.
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308 . Torre Micarello, [Torre delle Ciavole], Capo d'Orlando. 309. Milazzo, torretta.
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3 10 310. Torre Mol inazzo, Carini. Di Mazara 166 Torre che si dice Torretta di Mazara esistente su' la punta marina della Tiratrice Lra la Città di Mazara che Jè dà il nome e Cala Petente. Dell i l\fazzarelli 167 Torre di guardia stante su la punta detta dclii Mazzarelli con ridoni e scogli dello stesso nome pertinenti a mari del Littorale di ragusa Val di Noto. La punta del.la di Longobardo e la foce del l'iume di Ragusa la tengon nel meno. TI fu Duca di S. Filippo Giuseppe Arezzo e Cstrone si intitolava signore del fone delli Mazzarelli , pella ragione di spellarne à se la sopraintende nza come Barone ciel feudo di Cadimeli nei cui campi resta la Torre. Della contrada di Mazzarelli se ne ha notizia appo il Fazello ... Mazzonc 16~ Torre che col nome di Mazzone tiene l'altro cli Scollaro, cd it posto tra la torre di Faro di Messina e quella clè Ladroni su la punta maritima detta di ... Iacopo Vigneto. Mazzone di Gallo 169 Tone di guardia del senato di palcrmo posta nè litorale ciel Monte appellato S. Gallo. territorio cli Palermo clond'ella si è tratta il nome. Micarcllo 170 Torre situata tra il capo Calavà e il Castello di Brolo nel territorio di Piraino Val demo ne.
166 Non lontano da Mazara si scorge questa per tanti versi singolare antichissima torre adibita peraltro fino alla fine del secolo scorso a faro. 167 È questa un'altra torre eretta in epoca più tarda, ovvero vrso la fine del XVII secolo, in prossimità di Ragusa, dove ancora possono osservarsi i ruderi del basamento. 168 Trattasi di una variante onomastica cli L mTe del Tradimento alias to rre S. \1arco n° 160. 169 Torre del senato palermitano posta in vicinanza della città, cd eretta intorno la fine del XV secolo. 170 Torre Micarello potrebbe ragio nevolmente identificarsi con quella della delle Ciavole, innalzata dalla depu tazione nei primi decenni del '600 non lontano da Patti. Si ricrova in buone condizioni
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3 11. Torre Nubia, Trapani.
Milazzo"' Torre eretta su la c ima del Promonto rio della Città cl i Milazzo onde tiene ella la voce di si fatta appellagione.
Millaja 1n Torre posta sul sito della Città cl i Licata baLtut.o dal mare Africano.
ì\.'lolinazzom Torre di guardia, che fa di fesa al Liltora le dello Stato di Carini ove sono tre Cale di riviera addi ma ndate le Calette. Si chiama Torre del Molinazzo perché sta situala in una punta di terra del lo stesso nome appellata pure dell'Uomo mon o che và nel mare del le stesse cale. Il Principe di Carini Grua e il sopraintendente di questa Ton-e.
Molica 174 Torre nella maremma della te rra cli Capaci seguendo do ppo la Torre di Sferracavallo distante nove miglia da Palermo.
Mondello 175 Torre con tonnara situata nella Cala detta di Mondello, che di vide le fa lde de' due monti Pellegrino e Gallo ... Edifica la essa credesi sul giogo di scoscesa rupe di sal ita di ffic ile da sei miglia discosta da Palermo. La conosce il volgo col nome cli Torre del Fico d'lndiLl verisi milmente per li fichi d'India che vi allignano d' intorno. Vien mantenuta e curata dal senato di Pak:rrno. TI Torraro però che in essa veglia tien l' assento di s. 19.6 va nno sopra l' azienda del nostro Arcivescovo ù ti tolo di s uo salario.
171 Nei pressi di Mi lazzo si ritrova questa torretta tronco conica in discrete condizioni: nessuna documentazione la ceniCica per il passato. 172 Questa torre è chiamata più recentemente di S. Nicola e i'u innalzata vicino Licata da privati intorno agli inizi del '500, con una insolita pianta ottagonale. Le sue condizioni di conservazione sono alquan to precarie. 173 Fu torre cli deputazione innalzala nel 1584 nei pressi Terrasini. Le sue condi,.ioni di conservazione sono buone. l7J Sembra lecito ritenerla to rre del senato palcrmilano presente con certezza già dagli ini,.i ciel ·(iQO. Nulla ci è pervenuto in silo. m Torre cli tonnara, post.a a poche miglia da Palermo, ed erella su ordi ne del senato cittadino imorno la meti1del XV secolo. Si conserva in buone condit ioni.
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Di Mongerbino 176 Torre d i guardia sul Capo agata detto Mongerbino, che sporge nè mari del Lillorale della Baronia cli Solanto. Tiene ella di Mongerbino o di Bongerbino sua appellagione perché edificata a pie del Monte Gerbino e nel Capo di Marina di esso Monte, come sopra, trà le Torri cieli ' Acqua de Corsari del Capo di Zafarana in distanza di più che otto miglia dalla Città d i Palermo. e una delle Torri senatorie di det ta Capitale.
Monte Pellegrino 177 TotTe alzata sulle vette del Monte Pellegrino e che è una del.le primarie dalle quali prendono avviso tutte le torri del Litorale Palermitano. Di questa Torre fa menzione il Cascini nella vita di S. Rosalia ... E torre questa tra le principali senatorie di Palermo.
Monte Rosscllo 178 Torre di guardia non più che un tiro cli sassata distante dal lito della Cala detta di Monte Rossello che le dà il nome e l'altra detta del Cretazzo. Littorale di Siculiana Val di Mazara, sta sotto la cura del Principe della Cattolica Bonanni. E Torre di Deputazione.
Monte Rosso 179 Torre che esiste nella Marina di Siculiana Val cli Mazara, e come tale la sopraintendenza d 'essa appartiene al Principe della Cattolica Bonanni Padrone cli detta Torre. E Torre di Deputazione.
S. NiccoJò1 80 Torre eletta di S. Niccolò che guarda la Marina dela grossa pietra di S. Nicolò, che si eleva sulle onde con 200 passi di circuiti se no n di IOO canne come vuole Camilliano il quale perciò l'a ppellò lscleua ed asserisce restare in essa vestigia di abitazione ve tusta. Appartiene ella al Littorale della Città di Alicata inposto che verte tra la Torre cli Grugno e la Cala della Mollaxha. Di Nubia 1x1 Torre che posa su la punta detta di Nubbia dela spiaggia ben stesa della cillìt di Trapani, che le dà tal nome. Servl ella di guardia à una antica Tonnara ch'ebbe la stessa appellagione di Nubbia la quale oggi viene abolita. Suole anche chiamarsi Torre di Cascro per cui nome verosimilmente credesi stata edificata sotto il governo del Conte di Castro che fiorì vicerè nel 16 l 6. E Torre di Deputazione.
Dell'Olivcri 18 ' Torre che stà alla Spiagia del Contado detto dell'Oliveri presso la foce del fiume Oliveri nominato Helicon da Tolomeo. Valdemone. Del!' Orsa 183 Torre di antica costruz ione che s'erge ne lla punta detta dell ' Orsa sulla riviera della Terra di CinisiVal di Mazara. Di questa Torre servonsi li PP. Benedettini di San Martino, che son Padroni di detto stato per luogo di carcere, onde purgarsi de' delitti più gravi Il malfattori lor sudditi. Sovrasta ella in Custodia della Tonnara adiacente che pona l'istesso nome dell'Orsa.
m, Questa torre fu innalzata dal senato palermitano nei pressi della città prima della metà del XVI secolo. È scomparsa da pochi anni. 117 La torre innalzata sulla cima del monte Pellegrino serviva ad allertare in caso di pericolo l'intera c ittà, e 1isulta operativa già ai tempi del de Vega. Nulla ci è pervenuto della stessa. 118 Questa torre di privati fu eretta intorno al 1586, vicino ad Ag rigento. Nessuna traccia si è finora individuata in sito. 119 Adiacen te alla precedente s i ritrova anche quest'altra torre, dovuta alla deputazione, ed innalzata tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. Si ritrova in peliette condizioni. 180 Potrebbe trattarsi della torre S. Nicola già esaminata al n" 172. 181 Adiacen te a Trapani Cu eretta dalla deputa,.ione intorno al 1620. Si ritrova in ottimo stato di conservazione. 161 Ancora una volta trauasi di un vecchio fortilizio di epoca normanna, c retto poco lontano da Milazzo, promosso al rango di torre. Scarsissimi resti ne cornraddistinguono il sito. ' 83 Torre di tonnara. prossima a Palerrno, la sua co!,truzione fu notata già dal Camilliani. lasciando ipotizzare una sua pili rei.nota edificazione, forse add irittura nel XIV secolo. Nel tempo passò a carico della deputazione. Si osserva in discrete condizioni .
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312. Torre Palma, [torre San Carlo], Montechiaro.
Ossuna vedi Manf1ia Pagliara 1R4 Torre di Guardia così detta della Pagliara perché stà presso il Torrente nomato della Paglia, che mette foce nè mari delle riviere della Terra di Savoca.
Palma1Rs Torre che elevasi su la marina della TeITa di Palma d · onde ella hà il nome, di cui custodisce lo searo trà la Punta detta del Falcone e la Cla di Tenda grande.
Palma 185 Torre che elevasi su la marina della Terra di Palma d'oncle ella hà il nome. cli cui cus1.odisce lo scaro trà la Punta detta del Falcone e la Cala di Tenda grande. Di Pattiix 7
Torre di guardia che surge nella maremma della Città di Patti che per un miglio di camino vi resta lungi, dandole la sua appeJlagione.
1g4 Non lontano eta Roccalumera si incontrava questa piccola torre. compleLarnente scomparsa, risalente comunque ad un periodo antecedente il sopralluogo del Camilliani. 185 La trnTe <li Palrna è meglio conosciuta al presente come S. Carlo, e si rinviene in ottimo stato nei paraggi di Agrigento. Fu innalzata intorno al I637 dalla deputazione. ix1> Trattasi con molta probabilità di un altro nome della torre ricordata al n° 184. ,x 7 Fu torre <li deputazione, eretta intorno al 1590. Qualche perplessità regna circa la sua reale differenza con quella detta Balata, già vista al n°80. Appare in discrete condizioni.
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Pietra della Nave"s Torre che pur chiamasi col nome delle Conche. Siede ella sulla riviera settentrionale di Sici lia Lra il Capo Rusigelbi e In Città cli cefalù. E Torre cli Deputazione. Pizzo di Grotto 189 Torre che elevasi nella Cala nomata dclii Cantoni dipendente dal Littorale cli Castro Reale. l'oggio 1" 0 Torre di guardia posta a coprire un nascondiglio di soppiatto che posson prendere ci nque Galeotte di Corsari, Cormato di fatti viene tal posto da un ridotto di te rra molto capace, e protetto dalle rupi del la costa, al ternpo istesso, che difeso resta dal seguen te scoglio lunghesso il termi ne di Capo S. Vito eletto il Poggio o Passo delli Monaci Val di Mazzara. Da questo poggio quindi ò sia luogo erninente che tiene una grotta prende il nome di Poggio la Torre, che qui si espone. Pollina vedi finale
Polluce 1'H Torre cli Polluce nel Territorio di Castelvctrnno, e nella maremma che porta le ant:icaglie della disfalla città cli Selinu ntc, cd è luogo di foce, al piccolo fiume cli Madiuni. e Torre di Deputa7.ione. Pontana 1'' ~ Torre questa che acc resce il numero de' posti, e Torri al famoso Porro cli Siracusa.
Porto Palo 19 ' Torre che appartiene al Porto di questo nome tra la Tera di Spaccafo rno e Capo Pnssaro. Capace re ndesi il sucletto Porto di più legni, e si sti ma esser uno de' Porti Siciliani dove fece sca lo [i l] Duce Greco. l'orta di Pietro 194 E torre questn che sta presso la foce de l fiume appellata S. Croce. Punta di Marinata i 9 ; Torre che surgc su l'eminenza di Rocca non più che la t.ratta di uno scoppio clisinnte dal Lito del la Pun ta della Marina. di pendente dalla Riviera di Siculiana. Dalli no mi quindi. di questa si riprende alla sua denominazione della Punta come sopra. Punta di Pietra e Punta Secca i '!' Torre che stà sotto la sovraintendenza del ìvlarchesc di S. Croce Celestino così costando dal titolario di tal Barone. E credo che sia la torre questn che nel la Carta Geografica de lla Sicilia vien marcata col nome di Torre Punta Secca.
1ss Di questa torre di deputazio ne il sito d"impianto non rispetta le prescrizioni dei due illustri tecnici che progettaro no il sistema: i motivi non ci sono noti. Fu innalzata verso la fine ciel ·500, e si osserva attualmente in discrete condizioni. is9 Torre privai.a eretta nei pressi cli Mih.1zzo intorno al XVII secolo. Nulla ne è rimasto 1' )0 Torre al Poggio è meglio nota come lsolidda: è pertanto uni.I ennesima duplicazione onomastica del Villabianca. Circa la torre poi vedesi n° 143. 1') 1 Eretta nell 'area di Selinume dalla cleput.azione nel 1582-83, appare al presente alquanto stravolta dai s uccessivi interventi riuti lizzatori. 1nN. n. 193 Torre innal,,ata ve rso la fi ne del ·soo dalla deputazione in prossimità delrornonimo centro rivierasco. Sopravvive in pesime condizioni. 19• Potrebbe trattarsi della altrimenti detta torre di S. Croce, che comunque sebbene prospettata dal Carnilliani. non trova alcun alt.ro conforto di esistenza nè materiale nè d'archivio oltre alla nota del Villabianca. 195 Trattasi della riproposizione cli Torre Marinata n" 164. 196 Erella da un privato prima della fine del XVI secolo presso punta Scalambri, eia cui spesso trae il suo nome più conosciuto, fu in seguito ceduta alla deputazione. Si osserva attualmente in veste condomi niale, stravolta da un'aberrante ristrullurazione fruitiva.
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3 13. Torre Puzzi Ilo, Carini. Puzzillo197
Torre di nuova costruzione che provo identcmen(e fe surgersi nella ... Cala del Pu7.zilllo Liuorale di Carini. la quale esendo capace di ammettere 25 galee bisognava perciò di Torre che la rendesse sicura dalle invasioni. Prende ella q uindi il nome di Puzzillo come che fabbricato nella Cala di questa appellagione e presso la Cala delli Mori. Il Principe di Carini Grua ha la sopraintendenza di questa Torre. E toJTe di Dcpula7.io nc. Della Rama 198 Torre di guardia che sta su l Capo apcllnto Rama del Littoralc di Carini . onde ella prende sua dinominazioi1e. Di spesse rupi erte e scogli ... . . il sudetto Capo di \Il are e da cu i ha principio il Golfo di Ca telr amare e finisce al Capo incontro di S. Vito. Rasicalbo 199
Torre che pur dicesi col nome di Rasicalbo. Sta ella sul Li10 Settentrionale di nostra Isola tra Cefalù e Pollina. Un corsaro saraceno chiamato Rasicalbc diè sifaua dinominazione a questa Torre. Rasicohno~
Torre costrutta sul Promontorio del mede ·imo nome. che surge tra li Capi di Peloro e di \1ilazzo in riva al mar Tirreno.
Rizzo"01 Torre che ha luogo tra la foce del fiume di Ragusa e la Torre del Pozzallo Val di t\oto.
17 " Torre <li deputazione prossima a Cinisi. cd innaltata intorno al 1620. i\ppa re in 01time condizioni. 198 Torre erella dal senato di Palermo antccedentcmeme al periplo di Spannocchi. Al presence si ritrova in 1x:,simo staio. l9'> Meglio nota come torre Raisigerhi, vanta un'origine remotis,irna. per rcsauezza araba: rais Cerbi. Se ne possono osservare, nei pressi di Cel'alL1i resti della parte basamentale. x,.., Torre <li privati innalzata forse gii1 nel XV secolo 11011 lontano da Messina: nes,un riscontro certo in loco della sua t:sistenza. 201 /\ Itro appel lativo dal cognome <lei ~uo ;1111.ico proprietario dc:I la torre di Donnaluca. V. n~I 12
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Roccazzo 202 Torre esistente nel Capo appellato di Santo Vito Val di Mazara che dentro terra per mezzo miglio si discosta dal mare. Si dice del Roccazzo perché su la eminenza di una gran rocca sta fabbricata, dominando colla sua altezza la veduta d i tutta la soggiacente maremma. E Torre di Deputazione.
Rotolo~01 Torre di guardi a che stà su la maremm a dela punta nominata del Roto lo. soggiacente alle esLreme rocche de ll'Erta o sia Monte Pelleg rino d i Palermo. Fu ella un ternpo T orre cli Tonnara c he fu appel lata ciel Roto lo esisten te ne l mezzo delle Tonnare della Vergine Maria, e di Mondello ne lla Spiaggia d i fa lerm o .
Sabugia204 Torre situata su la punta marina della Sabugia Littorale di Marsala detta Punta Sibilliana così dalla Sibilla famosa di cui per tradizione si ha che abitasse non solo nella Grotta del Lilibeo, ma p ur in questo sito di Lido. Ella è la medesima torre della tonnara famosa di Sibill iana.
Salica205 Torre posta nella ri viera s ul mar T oscano tra la Torre di Pizzo di Sotto, ed il fiume cieli' Aranci. Valdemone.
Santacroce206 Torre che surge s ul Promontorio Littorale di questo nome situato tra le Città di Catania e di Augusta. Prende il nome dal Capo di Santa Croce perché si distende in mare con tre punti in forma di Croce, o più tosto s i dica da una chiesetta sotto titolo di S. Croce, che ivi fu un tempo edificata. E Torre di Deputazione.
Scalambri b Scarani207 Torre esistente nella riviera della TeITa di Santa Croce Val di Noto ne d i cui viene la sopraintendenza al Marchese di Santa Croce Celestino. E Torre di Deputazione.
Scaletta208 Torre posta ne la maremma d i questa Terra e della Scaletta tra le Foci dell i F iumi di Itala e di Giampileri. De llo Sceri 209 Torre che difende lo Scaro delle Riviere de ' Mari de lla Città del Monte di Santo Giuliano e del Capo di S. Vito, detta dello Scari. E però da questa cala la Torre si prese il nome d'Usceri stà e lla in m ezzo della Cala Rossa e la Punta detta del Latrone. Nell'Agosto del 1633 un fulmine uccise il caporale custode in qu esta Torre, lasciando nell'este riore apperenza così intatto di persona, che il soldato vici no non si accorse della morte di quello, come narra Carinci nella Stoiia rn. S. del Monte di Trapani. E T orre di Deputazione.
Scillichenti210 Torre di guardia di deputazione, che viene alzata sull' altezza di un Monte dominante la spiaggia detta della Punta o Pietra del Corvo del Littoralc della Terra di T usa. A piè di ta l Monte si hanno rupi assai grandi lubriche e sdruccevoli che vanno alla China, cd in perciò con voce Siciliana si addimandano Scillichenti che hanno dato il nome volgare alla Torre.
202 Tol'J'e innalzata nel I 595 dalla deputazione presso Capo S. Vito. Fu rasa al suolo nel 1935, per impiegarne il sito con un semaforo militare. m Tol'J'e di tonnara, innalzata a breve distanza da Palermo da privati prim a del viaggio del Camilliani. Si osserva in cattive condizioni. 204 205
N. n.
Torre cinquecentesca di tonnara. costruita nei paragg i di Milazzo. Nulla ci è pervenuto. 206 Già menzionata come Porta di Pietro n°l 94. 207 Trattata come torre di Punta Secca al n° 196. È .in defini tiva una del.le lame duplicazioni onomastiche cieli' A. ,os Antica torre, eretta molto prim a del viaggio de llo Spannocchi al di sotto del Castello di Scaletta. Segnalata fino ul 1925. ,'l9 Meglio nota come to rre del l' Usciere, fu innalzata dalla deputazio ne sulla estrema propaggine ovest del golfo di Caste llammare. prima della fine del ·son. C i è giunta come rudere pericolante. 2 1° Corris pondente con il Castello d i Tusa. q uesta torre fu in nalzata da lla depu tazione a partire dal 1595. 111a soltanto ne l 1620 sembrerebbe conclusa. In buone condizio ni.
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3 I4. Torre Schill ichenti, Tusa. Scolato vedi Mazz.one di Messina Di Scopello 211 Torre fatta s urgere sul dorso di un' eminente scoglio che sporge lungamente in mare v icino la punta chiamata la Fungia nel Golfo di Caslell'amare. Nello stesso punto dove oggi ella posa vi fiorì l'antica Città di ... così della dalla piscaggione de' Tonni che ivi facevasi quale poi ridotta in Casale fu conceduto cli Federico Imperatore alla Chiesa Monastica della Martorana cli palermo. La Città del Monte di Trapani ebbe consegnata la Signoria di detto casale e poi la nostra Collegiata di S. Pietro di Palazzo e poi col tempo distrutto vegesi. Tiene pur ella il nome di ToITe doria impostole forse dal fu Presidente ciel regno Antonio Doria Marchese di S. Stefano, che fiorì nell' 1565 sotto il cui governo credesi fabbricata. E Torre di Deputazione. Dclii Sette Frati212. Torre che guardo lo scaro detto delli Sette Frati ne Mari del Littorale della Città di cefalù. Li sette scogli che le stanno à fronte la fanno appellare col sudetto nome, perché vcggonsi surger nelle onde con uguale distanza fra loro, ma con ineguali altezze, come sarebbero sette fratelli d'età diversa.
Sferracavallom Torre di guardia del Senato di Palermo, che surge sul ciglione di un eminente scoglio, che è nella Cala della medesima appcllagione di Spcrla cavaJJo. Si dice Torre cli Sferracavallo perché da questo si comincia un cammino di buon tratto di essa, che è tutto selci e sassi a punta di diamante col batter del mare capace a
211 Torre fatta erigere.: dalla deputazione nel primo decennio del ·600, e si ritrova in perfette condizioni vicino Castc.:1lammare. 11~ Torre privata probabilmente cie l XVI-XVII secolo. ancora esistente non lonwno da Cefalù. m Antica torre privata eretta nel I4 17 vicino [sola delle r:cmmine. Completamente distrutta.
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3 15. Castello di Spadafora, Milazzo.
l'ar perdere li ferri la cnvalc.:atura onde hn il norne cli strada sferacavnllo. Fu accomodato questo passaggio con grossa spesa nel 17 14 per servizio del f'i1 re Viuorio Amedeo ... ma che poi precipitandosi .. dall"acque piovane. e dalle onde continue fu ri ose del mare. si rese di nuovo più sassosa di pri ma. e forse di venne la piti cattiva strada de l regno. L'anno 1759 final mente si penso spianare di bel nuovo questa strada e se ne diede la commissione al fu ... Giuseppe Salamone: vi pose questi fe lice mano che rese nonche tanto difficile secondo il suo naturale. ma anche carrozzabile. La nobilitò di piL1 cli obelischi .. , e iscrizioni ... Sibilliana 2 ;1 Torre che si trova da sei miglia distante dalla Città di Marsala cosidetta in memoria dell a famosa Sibilla la cui persona è fa ma, che abitasse si in questo luogo come nella vicina Città di Lilibeo oggi Marsala, e vi havesse il sepolcro dentro una grot.ta.
Solanto 2 1., Torre eretta su l Piccolo Porro della Baronia di solanto del Contado cli palermo Spadafora2 16 Torre che resta in guardia della Marina detta cli Spadafora onde ella ha il nome, posta tra la Cillà cli Mi lazzo, ed il Capo di Risicolmo. Spagnuola~17 Torre cli guardia. che difende i mari della punta eletta della Spag ni uola d'ondc trac ella si rauo nome. Spella essa al Littoralc della cittù di Marsala posta tra la punta del Burrone e il Capo Boco.
i\ntichissima torre. forse del Xli i secolo. innalzata nei pressi cli :V1arsala ed ancora csistcnlc in buone conuizioni. Tra11.asi di una antica rocca. meglio nota come Castello cli Solanto cli origine normrnrna, ricca di tradizioni e leggende. 2 "' Ancora una rocca di incerta origine dall'apparenza appro:;s imata di to rre. innalzata vicino Milazzo. fu inclu .. a da l Villahianca nella catena di torri. ~ i, Non lontano da Marsala si ergeva questa incerta torre di guardia. sulla cui esistenza nessun resto doc umentario e m;H criale sembra certificare. : 11
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li Torreggiamento del Regno
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Sta in pace 218 Torre che guarda la spiaggia detta Sta in Pace nel Littoralc di Noto, o la Torre alla spiaggia abbia comunicato t.al nome di restare in pace in senso che dall 'edifizio della Torre che fu fatto alla spiaggia sia derivata tal voce perché il forte delta Torre tenendo lontano della spiaggia i nemici, renclea egli il luogo in seno alla Pace. Edificata ella venne nel 1353 dal fu Blasco d' Alagona presso le rovine dell'an tica Città di Eloro, in Regno oggi non più esistente. In prova di che si vede fin oggi nelle mura di quella Torre lo stemma gentilizio della famiglia Alagona rilevato a marmo.
S. Stcfano 219 Torre che sta infraterra dominante la Cala dello Strappone o sia detta di Stintino, che è assai grande Littorale di Mililli Val di Noto, tanto che si tieDe essere quel Porto rogiliorum mentovato da Tucidide e da Livio.
Targia 220 Torre edificata presso Siracusa men di mille passi distanti dal di lei lato settentrionale tra la Cala di Stentino e la Penisola delli Manghisi in quel luogo appunto dove già in tempo de Saraceni, il Castello di Pentagia disfatto già dal Conte Rogieri.
Termini22 1 Torre che elevasi in una spiaggia scoverta del Littorale della Città di Termini. Di Terranuova 222 Torre eretta come a lcuni si persuadono sulle rovine del l'antica Eraclea, e collocata tra le foci di Monte Lungo ed il fiume di Terranuova Val di Noto. cli cui prende il suo nome.
Tindaro223 Questa è una Torre, che sorge nel fianco settentrionale della Sicilia tra il Capo Oli veri e la Cala della Città di Patti da cui è lo ntana sol che sei miglia giacendo nel sito stesso ove fiorì l' antichissima e celeberrima Città di tinclari. A questa Torre al presente viene appoggiato un titolo in regno di Conte. che nel 1695 fu concesso alla Famiglia ... de Duchi della Montagna Reale ... Di S. Todarow Torre ben forte che custodisce la punta marina di S . Todaro Littorale della Città di Marsala a piè della quale vi è il canale, che divide il Continente della Sicilia dall'Isola dirimpetto di Borrone.
Toledo225 Torre che sta sulla spiaggia detta della Batata del Littorale di Cari ni ... Per il nome che ella tiene di Toleda ce la fa supporre edificata dal fu vicerè Garzia cli toledo che fiorì nel 1569. Il Principe di Carini Grua ne tiene la cura di sopraintendente. E Torre di Deputazione. Torremuzza 226 Torre che surse un g iorno nella punta nia rina detta della Passa del Littorale della Città di Mistrctta. Per la ragione d'esser stata a suo tempo mezza rovinata la detta Torre perciò fu detta Torre muzza il di cui nome ora è un titolo cli Principato detenuto dalla famig lia Castelli ...
2 ' ~ Il nome di questa torre è di per sé emblernatico della sua funzione: fu ereua con ogni probabilità intorno la metà del XIV secolo, e ne sopravvivono le misere fondazioni, nei paraggi di Noto. w 1 N. n. 220 Piccola torretta vicina a Siracusa innalzata nel XIV secolo: ci è pervenuta un buone condizioni. 22 1 Dovrebbe trattarsi cli qualche strullura relativa al castello di Termini, ed impiegata ai fini della difesa costiera antincursiva. 222 Trattasi dcli 'ennesima duplicazione onomastica della gii1 esposta torre Insegna. V. 11° l 40. w Nessuna traccia ci è giun ta di questa torre. che dovette essere innalzata non lontano dai ruderi della celebre città greca, per iniziati va privata agli inizi del '600. 224 l'vleglio not..i come torre S. Teodoro. fu innalzata prima della Cine del '500 da privati vicino a Trapani, e ci è pervenuta in buone condi7.ioni . 225 Fu torre di deput.17.ione, edificata vicino Capo Rama. intorno al 1588. Si osserva al presente in discrete condizioni. nu Torre di costru zione più recente. non risalendo oltre la seeonda metà del XVII secolo, per iniziati va privata. In prossimitù di Tcrasini se ne può osserva re :ancora il basamento.
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La difesa co.wiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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316. Torremozza, Mistretta. 317. Torrcmo7.7.a, dettaglio.
Il Torreggiamento del Regno
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318. Castello di Aci di origine norman na.
Torrenuova227 Torre che elevasi sul principio del Littorale della Città di Messina e spettava al la marina di Torre nuova cui ella ... il nome. Il suo posto veramente stà sotto la Scaletta ...
Torrevecchia vedi Ammazzagatto Tre Fontane228 Torre che sorge nello Littorale di Castelvetrano ... su l'eminenza di certe rocche stà fabbricata e porta il nome di tre Fontane per li spessi zampill i d'acque che in seno all'arena sgorgano della detta spiaggia di condizione di acqua perfe tta e in tanta abbo ndanza ... che possono far la provvigione un armata.
Trizza229 Torre che dom ina la marina di Iaci S. Anton io, e ne ha la sopraintendenza il Principe di laci Reggio.
Tusa 230 Torre esistente su la ri va borreale di nostra isola tra la Punta cli Malmemi e il Capo Calamione. Tiene e lla il nome di T usa credo io perché alla Terra di T usa si rende prossima e sta per altro a posto delle di lei maremme.
227 Torre
di secondaria importanza eretta probabilmente su istanza dello Spannocchi vic ino Messina. Nessuna traccia. Nei pressi di Mazara per la presenza delle celebri sorgenti la deputazione vi eresse verso la fine del '500 questa torre, ormai pressocché rasa a l suolo. 229 Anche questa fu torre di depu tazione iturnlzata probabilmente contestualmente alle altre in vicinanza di Aci. Ne sopravvive il rudere fatiscente. 230 È un e nnesimo cascello litoraneo visto come torre <lall' A. La sua costruzione pertanto appare di molto precedente a quella delle torri. 228
La d(fesa costiera del Negno di S icilia dal XVI al XIX secolo
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Vergine Maria 2' ' Torre che sorge nello Sca ro c he sta cli sotto le falde ciel Mo nte Pellegrino detta de lla Vergine Maria per la To nnara di tal nome, che in esso esiste e da alla Torre la sua denominaz io ne. Vigliena 2-'2 Torre d i deputaz io ne ch ' è ed ifi cata crede si so tto il governo de l fu Vicerè G io Ferdi nandez Paceco Marchese di Viglie na che fiorì ne l 1607 . La so praintendenza di q uesta T orre sta appoggiata al la c ura de l Marchese cli S . Croce Celestri. VindicarF:;:; Torre che sta ne lla maremma di Noto per Custodia de l porto di q uesr.o nome tra Capo Passero e la foce del F iume Noto . E Torre cli Deputazio ne .
S . Vito23 • Questa è una to rre c he tiene posto sul Capo d i S. Vito che dà termine da lla parte d i po nente a l golfo di Cast.e llamare . e vien conosciuto questo promonto rio e no mato d i S . Vito così dnlla C hiesa che va dedicata qu iv i a q uesto .. tanto famosa, e nom inata in S icilia per le grazie che nè ripo rtano, q uanti con divoto cuore vi occorro no . l i cennato Capo, e una delle due punte, che con tengo no il Golfo d i C astcll'arnare Val d i Ma2.7.ara Littorale della Ciuà d i Monte S . G iuliano e come sopra edificata vedesi su l'altura cli una rocca tra il C apo ride tto, e la Ca la marina lungi da l mare 500 passi. Vittoria2 35 Torre che più tosto un Castello fatto costruire sul dosso ad una Isoletta de ntro il Porto di Augusta da D. Garzia d i Toledo vicerè di Sicilia e vol le che s i nominasse Vittoria in ricordanza cli D. Vittoria s ua moglie fu consorte.
Ussoz3o Torre apparte ne nte al Littorale cli San Giuliano ne l braccio di S anto Vi to del Golfo di Castell'amarc. Posta vedesi tra la Cala detta d' Orlando e la Punta Azzoli no.
Xhaddiddim Torre situ ata lontano da Lito tra Marsala e Trapani co nveni va scaturig ine d'acqua copiosa, che presso la nobiltò.
Di Zafarana 238 T orre d i g uard ia, che si e leva su l' erta c ima del Promontorio conosc iuto sotto tal nome, lungi da Pale rmo i ntorno a d iec i m iglia. È u na punta q ues to Capo Ma rino del Mo nte Gerbino, ch' è u no delli Co ronai i deli' aureo contado palermi tano . La voce d i zaferana, che tiene essa T orre, non deriva forse dai fi ori di z afarano, ò d al colo re giallo come crede il vu lgo, m a dal nome d i u n Pro mo ntorio nel seno C artagines~ in Africa c he d agl i Arahi vien detto Zafaran o nde d a i Saraceni c redesi orig ina ta q uesta mo resca appe llagionc. E To1Te di Senato di Palermo".
In conclusione si può ritenere che su di un totale prossimo alle 190 torri , circa 45 fossero di deputazione, e le restanti pri vate.
Torre di tonnara antecedente al viaggio cli Spannocchi. È appena identificabile vicino Palermo. ToJTe innalzata dalla deputazione, con il contrib uto privato intorno al J 595, nei pressi di Gela. È prossima alla defi nitiva scomparsa. 233 Antica to1Te innalzata intorno alla metà ciel XV secolo, su presistcnze <lei XIIT. sull' omonimo golfo , in Val <li Noto. Appare ancora in buone condizioni. 2:" Trattasi di un raro esempio <li chiesa fortezza, o fortificata risalente al periodo medievale. i\gli inizi de l '600 le fu addossata quale ulteriore di fesa un a torre propriamente detta. 2» È il già esaminato forte Vittoria eretto nel porto d i Augusta dal Toledo. 236 Trallata sotto il nome di torre Guzzo, n" 139. 23 !
23 2
23?
N . n.
21s Torre
a carico del senato di Palermo, eretta forse all'epoca de l dc Vega. Ne resca il ru dere hasarne ntale.
CAPITOLO SESTO Le forze armate de l Reg no di Sic ili a in età spagnola
Esercito Non diversamente da tutti i domini dell ' impero asburgico, anche la S icilia era presidiala eia un nucleo cli fanteri a spagnola, inquadrato in quello che veniva all'epoca definito come il Terzo di Sicilia 1. Al d i là del nome però nessun rcgnicolo ne faceva realmente parte, designando l'appellativo dell'unità semplicemente l'abituale località cli stanza2. La sua entità numerica peraltro risulta alquanto inferiore a quella nominalmente prevista - salvo rarissime temporanee eccezioni imputabili a motivi strategici - attestandosi infalli mediamente intorno ai duemila uomini\ Il problema tuttavia si presenta usuale per quegli anni nell'eserci to spagnolo, sebbene in misura meno marcata. Gli organici infatti ostentavano spesso vistose contrazioni frutto del particolare contesto storico, costringendo per conseguenza la dirigenza imperiale al loro rincalzo con clementi spuri, di non equivalente professionalità ed affidabilità. Fu questo il caso della S icilia nella quale, molte volte lo scarno contingente cli : "uomini cli fanteria spagnoli e tedeschi ... veniva integrato con l'aggiunta di mercenar i dell'Italia continentale. Durante una campagna in Nord Africa potevano essere di stanza in Sicil ia settemila o più soldati stranieri; mentre talvolta, come ad esempio nel 1545 quando i soldati furono necessari in Germania, la Sicilia ne era lasciata completamente priva. Nel 1574 si disse che c'erano nell'isola solo ottocento soldati spagnoli, duecento dei quali a gmu-dia del porto di Palermo. Secondo l'opinione degli esperti, per presidiare le principali fortezze dell'isola erano necessari almeno seimila soldati, rna le esigenze dell ' impero rendevano in genere questa cifra min ima irraggiu ng ibi le"4 . La gravissima esiguità dell'apparato mil itare di guarnigione propriamente detto, rappresentava il punto debole dell ' intero sistema difensivo isolano, pur non potendos i ritenere affatto un caso anomalo quanto, piuttosto, la prassi imperiale. È emblematico ricordare a l riguardo che le immancabil i fortezze , inserite nei complessi urbani, in tutto l'un iverso spagnolo, assolvevano ad una esigenza non già di estrema difesa della piazza, ma cli minacciosa dissuasione antisommossa, reputandosi, proprio per la sparuta inconsistenza ciel presidio, assolutamente irrilevante que ll a indotta dall a sua presen7.a5.
1 Il "'terzo" rappresentava ne ll'esercito spagnolo dell'epoca un grosso raggruppamento cli fan teria, dall'organico teorico cli circa 3. 000 uomini, confrontabile in sostanza con un reggimento attuale. Ogni terzo era comandato da un Maestro cli Campo, a sua volta equi valeme rinascimen tale del grado di colonnello. Si suddivideva in compagnie, mediamente 15-20, agli ordini cli altrettanti capitani. Circa poi la specializzazione dei suoi fan ti va ricordato che i due terzi erano picchieri ed un terzo archibugieri. 2 L'affermazione trova ampia conferma anche per i tercios cli Napoli, cli Sardegna e di Lombardia impiegati nelle Fiandre, che: ··non erano cornposti da napoletani, sardi o lombardi. ma eia soldati spagnoli dei presidios d' Italia ... ", eia A M ATTONE, Le istituzioni militari, in Storia dei Sa rdi e della Sardegna, Milano I 989, voi. Ili, p. 93. 3 Gli organici dei Terzi ostentano sempre vistose oscillazioni e soprattutto carenze cli uomini. per cui spesso unchc solo mille soldati continuavano a rappresentarne uno a tutti gli effetti. Quello di Sardegna ad esempio alla fine del XVl secolo conta appena dieci compagnie per un totale di 1.728 uomini. '1 D. M ACK S:v11T1-1, Storia della Sicilia .... op. cit., pp. 179- 180. 5 Tipica realizzazione di questa logica è il Castel S. Elmo a Nupoli. che così viene ricordato da E. Pmov1:--JF.. Napoli e i suoi castelli. Napoli 1974, p. I 89: " ... per J"assoluto dominio che esercitava sull'i ntera città ... fu sempre guardato dai Napoletani con un senso di smarrimento, con terrore. Ed infatt i più che a dife nde re la città da un nemico esterno ... servì agli Spagnuoli per offendere la popolazione in tumu lto ... La prima triste esperienza fu fai.la nel 1547, quando i cannoni tlel Castello fecero sentire la loro voce per sedare i gravi tumulti... ·•
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La d(f'esa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Unico vantaggio connesso con ]a scarsità dei soldati, si coglie nel minor gravame, sulla finanza pubblica, derivante dal loro mantenimento. L'onere tuttavia, come meglio esporremo, restò sempre ingentissimo, al punto che l'amministrazione regnicola stentava ad erogare con regolarità il soldo, innescando anche in S.iciiia - in perfetta analogia con gli altri domini asburgici - furiose ribellioni ed ammutinamenti delle forze armate6 • Per citarne alcuni , tra i peggiori della prima metà del XVI secolo, è sufficiente menzionare che nel 1521 Marsala fu messa a sacco e quasi distrutta dai soldati inferociti; ancora nel 1538 un nuovo ammutinamento, per l'identica causa, devastò Mazara e Messina. In quella circostanza i militari ribelli giunsero ad imporre taglie sui cittadini benestanti, sconvolgendo per di più tanto la scarsa viabilità coeva, quanto le campagne coltivate. Nel 1541 fu la volta quindi della guarnigione di Siracusa, e le premesse non differivano sostanzialmente dalle precedenti7. Vi è eia aggiungere che l'arretrato del soldo si proponeva, per le truppe imperiali in Sicilia, soltanto come uno dei disagi derivanti da quel loro stanziamento. L'isola infatti si connotava per quegli uomini particolarmente ostica, sia per l'alto costo dei generi alimentari, sia per la notoria intolleranza verso gli stranieri, specialmente se militari, dei regnicoli. L'alloggiamento forzoso delle truppe presso le abitazioni civili, sembrava fatto apposta per annientare ogni pacifica relazione fra le due componenti sociali ciel Regno, separate da incolmabili diversità religiose, etiche e perfino sessuali. Le maniere spiccie ed arroganti dei soldati, trovavano una controparte sempre pronta a r.icorrere a maniere altrettanto sbrigati ve di giustizia sommaria. Molti di loro, pertanto, scomparivano nel nulla o venivano addirittura linciati a furor di popolo per un qualsiasi pretesto come, ad esempio, nel 1575 allorchè una lite fra un capitano spagnolo ed un religioso, a Sciacca, degenerò rapidamente in un tumulto popolare condusosi con l'uccisione, tra le fiamme, cli otto soldati. Che i danni s ubiti dalla popolazione civile dagli acquartieramenti dei lercios fo ssero, sotto tutti gli aspetti, intollerabili lo confermano lé1 immani devastazioni perpetrate in Sardegna eia quello cli Sicilia nel 1541, dopo la disfatta di Algeri. Il parlamento esterrefatto si vide allora costretto ad implorarne il loro allontanamento futuro, da qualsiflsi centro abitalo 8 . Non a caso del drammatico problema, conferma della sua amplissima risonanza, se ne ebbe ad occupare persino Tommaso Campanella, affermando che: "gli insolenti soldati sono crudeli contr,a popoli, e vili contra i turchi in tanto che vanno tardi alle marine, quando sbarcano... "9 • Ma, al cli là delle velleitarie visioni di eserciti popolari nazionali , erano pur sempre quegli uomini gli unici disponibili a battersi contro i turchi, in una terra non loro per un miserabile stipendio. Logico perciò che le disposizioni governative tendessero ad ev itare steri li inasprimenti, prescrivendo affinchè: " ... no sucedan desordencs ... e ntre ella y la dela tierra, y para esto importara muy qu e los capitanos, y , officiales assistan, y residan en su comp. as sin apartarse dellas ... " 10• " non succedano disordini tra i soldati ed i civili locali, sarà di notevole importanza che i capitani e g li ufficiali in genere risiedano presso le loro compagnie, evitando cli allontanarsene ... "
Nel caso poi i comandanti avessero riscontrato effettive mancanze : " ... si 1.os solclaclos se halleren culpados se castigaran tambien corno lo merecieren sus delictos" 11. "ed i soldati fossero risultati colpevoli si castigheranno come i loro delitti meritino"
6 È tristemente rimasto celebre il cosideuo "furore spagnolo" di Anversa, esploso allorquando le truppe imperiali di stanza nella città in arretrato con il soldo il 4 e 5 novembre del 1576 la posero atrocemente a sacco. In merito cfr. J. H. E LUOTT, La Spagna imperiale 1469-1716, Urb ino, I 982, pp. 30 I. 303. ·, Fu nel corso di quell'ammutinamento che il vicerè Gottzaga dovette rinchiudersi del Castello di Siracusa per alcuni giorni. ~ "Durante i lavori del Parlamento del I 544 il rappresentante di Sassari spiega che, a causa dei due acquartieramenti del I 528 e del 1541, delle carestie e delle epidemie, la popolazione urbana era ridotta a soli 800 fuochi utili « ad onera patrimonialia »" , da A. MATTONE, Le istituzioni... , op. cit., p. 100. <J Ibidem, p. 99. 0 iO A. G. S. , E 1025, 46, C. 24. 11 Ibidem.
Le forze annate del Regno di Sir.-ilia in età spaRn.ola
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Ma per quanto affermato la situazione non ammetteva alcuna soluzione alternati va, specie tenendo presente la riluttanza dei siciliani ad occuparsi attivamente della propria difesa, repulsione protrattasi fino all'un.ità d'Italia, tant'è che lo stesso esercito borbonico non potè mai prelevare uomini regolarmente nell'isola 12 • Volendo accertarci, alla luce delle fonti, sulla effettiva consistenza della fanteria spagnola in Sicilia, a ridosso ciel periodo che stiamo esaminando, apprendiamo da un dispaccio cli istruzioni, inviate da Madrid a Marcantonio Colonna agli inizi del 1578, che: ·'la infa nteria del T ercios desse rcyno cstc muy biem arm. a y discipJinacla yen la orden que convegan, y lleno et nume. o de Jos tres mili infant.. e ... de aver .... para ... repartir en las placas desse Reyno ... " 1>. " la fanteria del Terzo di questo Regno appare molto ben armata e disciplinata ed in quell'ordine richiesto, e raggiun ge il nrnnero d i 3 . 000 uomini, da ripartirsi fra le diverse piazze del Regno ... "
In concreto però il numero di fanti realmente disponibili risulta alquanto minore, infatti eia un secondo dispaccio di pari data si coglie che: "En la de Ja Infante ria ... desse Tercio ... he visto corno tcniadcs ya a punto ocho companias en que auria basta mili y quatro cientos soldados; y que en stando ... armados ... dexando en esse reyno el numero de dos mili ... " 14• "Circa la fanteria di questo Terzo ho appreso come teniate giù disponibili otto compagnie, nelle quali militano fino a I. 400 uomini, e che altri stanno pe r esser armati , in modo da lasciare in questo Regno circa 2. 000 uomini ... ".
Scendendo ulteriormente in dettaglio, possiamo apprendere eia un successivo documento, che tale entità numerica, da ritenersi invariata riferendosi anche quest' altra relazione allo stesso anno e per l'esattezza al mese di agosto, era ripartita in compagnie: "el haver reparti do la 12 companias dc Infanteria spaniola por los lugares desse rey no q' os ha pareciso ha sido muy bien. y ser lo ha q - se tenga mucha cuenta con ella. corno se vos la tcncys para q - este muy esercitada, y disciplinada. y para esto importara mucho q - ordeneys q - los capitanes residan cn sus comp. as y q - se les pague su sueldo a sus ticmpos por q - desta manera se exc usaran desordenes, y los inconvenie ntes q - s ucln suceder"Y. "Mi è parso molto opportuno aver distribuito le 12 compagnie di fan teria del Regno nei vari luoghi, e sarà necessario tenerle molto da conto, come del resto fate, e farle addestrare contin uame nte, mantenendo la disciplina per la qual causa è di estrema im portanza che i capitani ris iedano con esse e che il soldo arrivi per tempo, onde evitare i noti disordini che sogliono in tali casi verificarsi ... ,,
Nel brano citato affiora esplicitamente l'assillante preoccupazione sul regolare pagamento del soldo per scongiurare i funesti ammutinamenti, ed è lodata quale provvida la decisione di ripartire le 12 compagnie lungo le piazze ciel Regno, con i rispettivi capitani al seguito. Considerando che ogni terzo era costituito per il 66% da picchieri e per il 33% da archibugieri, la forza innanzi detta, si scomponeva esattamente in otto compagnie di fanteria e in quattro cli archibugieri. Anche cli queste ultime troviamo puntuale traccia nei documenti accennati, che consentono di colmare le apparenti loro incongrueme. In merito agli archibugieri , infatti, apprendiamo che alla stessa data, gennaio 1578, Madrid concordava sulla decisione di accorparle in due soltanto, onde contenerne le spese:
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Scrivono al riguardo G. BOERI e P. C ROCIANI, L'esercito borbonico dal 1789 al 1815, Roma, 1989, p . l 8:'· ... la Sicilia faceva parte a sè [ 1799], era un regno a parte, co n sue particolarità e prerogative gelosamente difese, e tra queste c' era quella, durata poi Jìno al 1860, dell'esenzione del reg no da qu alsiasi forma cli coscrizione obbligatoria. In Sic ilia in ogni circostanza, si potevano reclutare solt...into dei volontari e la vita militare non sembrava allettare troppo i siciliani ... " 13 A. G. S. , E0 1148, 159. f.2. 0 l<I A. G. S., E 1148, 160, f. 4. 15 A. G. S., E0 1148, 183, f. I.
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La di(eso costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
·'El aver dado orclen a las q uatro compan ias q ue avria dc arcabuzeros se reduxesse a dos, pues alla parec ido con venie. el hazer assy, fue m uy bien po r las causas que desio y por la relati on q ue me ave::ys embiado be visto, corno se ascrran cada anno de gasto en ave::rsc .. . 18. 85(1 s... . " 16 ''L'ave::r dato ordine alle q uattro compagnie di archibugieri di ridu rsi a due, poic hè i n loco vi è parso conven iente, il d isporre:: rnsì è stato saggio per i motivi g ià detti. tanto piL1che dalla relaz ione inviawmi si evince per quelle una spesa annua cli I8. 56 scud i ... "
Dal momento che l' organico complessivo d i una compagnia spagnola, nel XVI - XVTJ secolo, non eccedeva mai i 200 uomini, attestandos i per lo pii:t intorno ai 170- 180, risulta confermata la fo r7.a di circa 2. 000 - 2.400 uo min i, non lontana dalle 2.000-3. 000 unità innanzi affermate, costituenti abitualmente un Terzo, peraltro incomp leto. Del res to pure la relazione già citata del duca di Terranova, cl i qualche an no prima, parlava per il Terzo d i Sicilia cli solo 2, 000 soldati con una carenza di organico sulle reali esigenze di oltre 3. 000.
I cavalleggeri TI vicerè Marcanton io Colonna promotore del torreggiamento ciel Regno, secondo la logica e la tipologia architettonica dello Stato della Chiesa, organ izzò, e forse istituì persona lmente. in Sicil ia anche un ' altra compagine complementare alla difesa costiera, attiva nelle maremme lazial i già eia diversi anni con significat'v vi risultati 17 • Si trattava dei fa mos i " battitori", ovvero squadre regn icole destinate ad operare sull'immediato ridosso marino. perlustrando la fascia litoranea s u segnalazione delle vedette, ed accorrendo, quando necessari o, a dar manforte ai pres id i minacc ia ti ed a ri ntuzzare g l i s b archi elci razz iator i. Impiantatesi, per volere d i Pio V, con regolarità le torni costiere, anc he tali formazio ni paramilitari ostentarono un a parallela evoluzione, dotandosi innanzitutto di caval li e quindi di armamento leggero congruo alle mansioni loro preci pue. Nacquero così la Cavalleria Legge ra, ed i meglio not i Cavalleggeri, istituzione mi litare che fu introdotta, o per lo meno vo luta in Sicil ia nel 1576. allorquando il parlamento stanziò 40. 000 scucii per la sua formazione 18 • Pochi mesi dopo il Colonna assumeva pienamente l'incarico cli vicerè e di quella decisione, oltre che probabile ispiratore, diven ne il dinamico propulsck e. Ritroviamo eco dell'esposto nei dispacci ciel 1578, già citati per l'eserc ito, il primo dei qual i, del 22 gennaio, così si esprimeva al riguardo: "Demas desto q ue la Cavaller ia ligera deste reyno se:: prevenga luego y es te rnuy bicn arrnada y encavalcada y las compani:ts llenas en el numero delas calidas q ue ha dc aver en cada una; orclcnando tamb ien en esto corno yo los encargo a vos lo ordener a los officiales delas de sus co rn panias ni hagan ausenci as si no que es tcn y residan en ella:; como son obligados y que cad a uno te nga su gente rnuy b ien e n orclen y discipl inada y exercitada, que por lo mucho q ue esto importa sera muy conbcnic nte .. . se hagan lue::go. " 19 • '"Inoltre [è importanlissirno) c he la Caval leri a L eggera cli questo Regno si appronti subito e sia ben ar mata e momata con le compagn ie comp lete per numero e quali tà. come si con viene, o rd inando ancora ai loro uffic iali , come io vi i ncaricai , di no n allontanarsi da q uel le ma cl i ri siedere co n esse, come sono obbligati , e che ciascuno te nga la sua gente ben armata, eserc i taw e discipli nata, e per la grande importanza che vi è in c iò sia fatto lutto al più presto .. .. ,
Sempre alla stessa data, nel secondo dispacc io, sembra volersi precisare meglio e ri bad ire q uanto ordinato, tanto più che le informazioni che arrivavano dagli agenti segreti a Costantinopoli, evidenziavano una crescente attività degli arsenali , foriera abitualmente dell'imminente uscita de lla flan.a:
"' A. G. S .. E" 11 48, 160. f. 3. 17
Cfr. A. G t.:rn.l EI .MOTTI, Storia delle.fòrtijìar;.io11i nella spiaggill romana, Roma. l 880. pp.5 14 -5 17. La notizia è fornita dal Vi llabi anca nel suo rn:; . . Sicilia. custodito nella biblioteca comu nale cl i Palermo, con la sigla Qq D 82. p. 175 1 ~
le forze a1wC11e del Regno di Sicilia in e1à Sf)agnola
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·'En lo de la cavalle ria ligern de esse rcy. ohe visto lo q ue me scri vcs, de q uelos 40. 000 s. c.;on que el rcy.o s irve para csle effetto. podrian aprovec iar mas para otras nccessidades. dc que hafia bicn averme avisado. y assi servira cn elio adelande, que por cste anno alo menos parccc que no scquede dexar de tener empie la d. sa cavalleria por lo~ avisos que ay de la annada del turco. y assi sera bien quc ordeneys que este muy bicn armada y cncavalcada y rn uy llcno el numero corno en otra deos av visa... ,·,9 "Circa la Caval leria Leggera di queslo Reg no ho valuwto quanto mi scri veslc in merito ai 40. 000 s. che il Regno ha slanziato per iale ~copo. e che potrebbero tornare utili per altre esigenze. e ritengo che abbiate fallo bene a darmene cono~cenza. poichè servirà proprio per quel lo tra poco. poichè per ques1 · anno almeno a q uanto sembra per le informazioni che c i g iungono circa i preparativi dd la tlotta turca. non s i può assolutamen te des istere dnl man tene re o perativa I.i della c avalleri a. S arà an zi 1·ondamentale c he la s tessa s ia ben arrna tn e montata e con i rang hi compici i... .,
Gli ordin i imperiali dovettero trovare pronta esecu7.ione, facendo accantonare la proposta di distrazione dello s tanziamento, eiettata al Colonna indubb iamente da esigenze parseglì più pressanti. Otto mesi dopo il sovrano così elogiava ufficialmente i I suo zelo: ..El havcros os hallado vos presente ala 111.rn que se 101110 ala cavalleria ligera desse reyno fue muy conveniente. y pucs puede ser dc tan to servicio a su tiernpo os encargo que tengais c.:uydado dc que este en ordc n. y c ump lido e l numero, y e n lo de las clos compani as dc Don Pedro dc Aragon. y Don Pedro Capata semi rara lo que bic n hazer''. lo ..L'esservi trovato presente alla formazione che si prescelse per la Cavalleria Leggera di questo Regno fu estremamente uti le. e poichè potrà tornare di grandissima necessità al momento opportuno vi incarico di te ne r c ura affichè sia sempre in o rd ine con organ ici completi, ne lle due wmpag nie di don Pie tro di Aragona e di don Pie tro Sapata. la qua l cosa sari1 bene fare. ,.
L'ultimo dettaglio della nota ci offre l'opportunità di valutare l'entità numerica di quella partico larissima forza armata. Ebbene si trattava, e in ciò sono concordi anche altre font i. cli appena due compagnie, appunto quelle citate . I loro componenti pertanto non possono ritenersi superiori ai 300-350 uomini, potenziale indubbiamente significativo e relazionato al Terzo di Sicilia. ma purtroppo irrisorio se rapportato al compito difensivo del Regno.
La milizia Come in tutti i viceregni asburgici, anche in Sicilia g li spagnoli tentarono, per quanto possibile. di organizzare un grosso corpo paramilitare indigeno, da affiancare all' eserc ito regolare: la milizia. La finalità perseguita era ovvia, trattandosi di incrementare, con minirni esborsi, il fi n troppo scheletrico apparato difensivo del Regno. ma il programma - qui più che altrove - non generò risultati soddisfacenti. L'impresa di per sè alquanto complessa - dovendosi destreggiare tra una pur necessari a qualificazione all'uso collettivo e coordinato de lle armi e, paradossalmente, una sempre temuta capacità di farl o - da parte di formazioni periferiche, produsse un aggregato di infima combattività, di problematico impiego e di risi bi le efficacia. "La Spagna fu in seguito cri ticata per aver del iberatamente trascurato e.li addestrare la popolazione locale all ' uso delle armi , ma si sarebbe pì L1 vic ino al vero affermando c he era impossibile indune i s iciliani a sacrificare il loro tempo e le loro comodità... Ne l 1532 il v ìcerè spiegò che non si poteva pretendere che il re continuasse a pagare somme così ingenti per la difesa della Sicilia. e il parlamento perciò accettò dì mantenere una milizia nazionale di diecimi la fan ti e seicento cavalieri. I suoi membri sarebbero stati pagati, tranne i capitani e i sergenti maggiori , e avrebbero dovuto allenarsi due volte al mese cd essere pronti in caso di emergenza.
·~ A. G. S .. 1: 0 1148. 159. f. 3. w A . G. S., E0 1l48, 183. f. I.
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La difesa costiera del Negno di Sicilia dal X\/! al XIX secolo
Questo programrna fu impopolare sin dal primo momento e ripetutamente si chiese che fosse revocato. Medinaceli pensava che i siciliani avrebbero preferito sottomettersi ai turchi che alla milizia e Feria disse che il popolo la considerava<< la cosa più odiosa possibile >>. Gli uomini de]]a milizia arrecarono molti danni alle proprietà, e senza dubbio molti di essi vi erano stati attratti dal la promessa dell'impunità per il reato d ' insolvenza . Essi dovevano essere disponibili specialamente tra maggio e ottobre quando c'era pericolo che venissero i pirati, in altre parole al tempo ciel raccolto, quando la mano cl' opera era preziosa... " 2 1• Al cli lù però di queste gravissirne limitazioni la milizia, almeno nominalmente faceva parte dello schieramento difensivo del Regno. I suoi uomini si dividevano innanzitutto in fanti e cavalieri, e quindi in diverse compagnie, comandate ciascuna da un capitano. Anche per essa gli ordini cli Madrid prescrivevano pedantemente, e forse ingenuamente, l'ottimizzazione del servizio, ed agli inzi del 1578 così recitavano: '·Que la gente dela Milicia desse Rey no assy la de pìe corno la de acavallo y la cavalleria del serv.o militar este prevenida, y e n la mejor orden que fuere possible conforme a lo que se suele hazer cn scmcjantes casos . Teniendo qucnta de que aya el mayo numero de cavalleria que se puede para consister en esto corno otras vez.es se ha advertido la securidad desse Reyno ... " 22 . "Che g li uomini della Milizia, sia a piedi che a cavallo, e la cavalleria del servizio militare, siano preparati e nel miglior ordine possibile, coi1forme a quel lo previsto per si mili compagini. È eia tener inoltre presente che si disponga sempre del maggior numero possibile di cavalieri, poichè in essi, come già più volte affermato, è riposlai a sicurezza del Regno ... ".
La cavalleria mili ziana comunque non schierò, al di là delle retoriche enunciazioni di alcuni vicerè, mai oltre il migliaio circa cli uomini, malamente integrati, dalla cavalleria del servizio militare, che si proponeva come la quarta forza armata del regno, di arcaica reminescenza medievale. Quanto alla fanteria la sua trascurabile potenzialità fa sì che indicarne con precisione le migliaia di uomini che la formavano non abbia un corrispettivo valore militare, ragion per cui il riferimento citato ci pare sufficiente.
Il servizio militare "In teoria la ~obiltl1 doveva ancora fornire dei cavalieri in virtù del suo obbligo feuclale 2\ adesso per un periodo cli tre mesi l'anno ... Ma nei lunghi decenni in cui erano stati protetti dalla Spagna, i baroni avevano perso ogni gusto per la vita militare ... " 24• Di conseguenza la loro affidabilità ed il loro apporto apparve ben presto totalmente trascurabile, e sebbene tramite quello si sarebbero dovute racimolare altre centinaia di cavalieri, forse un migliaio, poca traccia se ne riscontra nei documenti ufficiali. Il quadro complessivo che emerge a questo punto sulla potenzialitù militare terrestre ciel Regno appare assolutamente defic itario, persino per la semplice difesa costiera antincursiva, giustificandosi piemunente le scoraggiate osservazioni in materia ciel Gonzaga: " ... una sola difficultà mi si presenta in tal caso, che qui non se ha maniera di far gente da guerra, essendo quella del paese di natura poco bel licosa et mal prattica, et gente forestiera non ci si trova ... " 25 .
Lo scorrer dei decenni non mutò sostanzialmente il deleterio andazzo, incrementandone per contro le spese di gestione, dando vita - paradosso storico - ad uno stato che destinava oltre la metà del suo bilancio per le spese militari, e si ritra.vava quasi alla mercè delle iniziative nemiche, prime fra tutte quelle turco-barbaresche.
2'
Da D. MACK SMITH, S1oria della Sicilia .. . . op. c it. , p. 18 I. A. G. S.,E0 1148. 159, f.3 . 23 Sull'argomento cfr. R. GREGORIO, Opere sce/1e, Palermo 1845, pp. 734-737. z• Da D. MACK SM ITH, I.a Sicilia ... , op. cit. , p. 181. 25 D. Ferrando Gonzaga, Relazione delle cose di Sicilia fatta all'imperatore Carlo \I, I 546, a cura di F.C. Carrcri, Palermo 1896, p. 35 22
Le forze armate del Regno di Sicilia in età spagnola
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Ovvio pertanto che il baricentro strategico ciel regno restasse sempre Messina, in virtù della sua vicinanza al continente. un ica possibilità concreta di aiuti consistenti in caso cli maggior pericolo.
La .flotta del Regno di Sicilia A rendere meno allarmante il contes to militare del Regno contribuiva la sua flolla che, quand' anche non poderosa, costituiva comunque una temibile forza armata mobile, della quale occorreva, nonostante tutti i suoi limiti che esporremo per breve s intesi, tenerne debito conto. La marina da guerra regnicola, lo abbiamo visto in precedenza, rappresentava una sorta di connotazione tradizionale della Sicilia, s in dai tempi dei normanni. Il contrarsi del le risorse ed il divenire quasi colonia, decretarono il drastico ridimensionamento di quella potenzialità ma non la cancellarono mai in assoluto. Basti considerare che persino la materia prima per le costruzion i navali, le alte quercie, un tempo abbondantissime nell' isola, nel XV! secolo iniziavano a scarseggiare, tant'è che occorreva importarle dalla Calabi:ia. Al contempo, con Jo scemare cli quelle, si coglie un progressivo scadimento delle capacità tecnologiche della cantieristica regnicola, i cui prodotti , e nella fattispecie le sue galere, sono afflitte da rimarchevoli pecche nei confronti delle coeve straniere. Mancanza di aggiornamento e scarsa dimestichezza con la guerra in genere e sul mare in particolare, furono le causali del grave arretramento. Aci ogni buon conto, almeno sulla carta una flotta siciliana esisteva con un organico significativo. I documenti tardo cinquecenteschi ci tramandano il numero di una dozzina di unità eia battaglia, con oscillazioni fra un minimo di sei ed un massimo di oltre una ventina, non tutte però dello stato . Quest'ultima stima, conrnnque, ci sembra perèJ la più lontana dal vero, tornando inconciliabili gli esorbitanti costi di gestione di una simile squadra. con le striminzite finanze del Regno. Nè peraltro si spiegherebbe in qual maniera i preposti alla flotta avrebbero potuto procurars i una tale moltitudine cli rematori! La eccezionale stima si generò, forse, inquadrando tra le operative anche quelle semplicemente programmate o nel miglior dei casi impostate, ma mai concretamente e completamente annate. Come se non bastasse, la squadra del Regno raramente incrociava per la difesa della Sicilia, ritrovandosi per lo più aggregata alle altre della flotta imperiale, in ottemperanza ai piani strategici della corona. Dato il persistente assedio corsaro la sottrazione delle galere per fini non strettamente difensivi, ad onta degli esborsi che esse comportavano per l'economia sicili ana, clava adito a larvate lamentazioni presso l'imperatore, al punto che questo sentì il bisogno quasi cli giustificarsi : "Hc visto lo que me scri viste, sobra cl no aver e stado en esse reyno niguna dclas g aleras de l para las cosas que en el se ofrccian, y podian ofrecer, y parcccmc muy bien i.odo lo que vos aste proposito dezio y aclve rtio, y t.eniendo yo considcrncion a todo a quello mande quc las galcras desse reyno y la de Napoles se quedassen a invcrnar alla... ··~6 "Ebbene, visto che mi scriveste su l fatto di non esservi in questo regno nessuna delle sue galere, impiegale per le operaz ioni per cui furono offerte, e c he potrebbero rinnovarsi. e sembrandomi g iusto quanto mi avete proposto, tenendo conto di tutto ciò ho dato disposizione che le menzionate galere sicilian<::, nonchè persino quelle napoletane svernino presso cli voi ... ".
La risposta ciel sovrano sembra, impliciLamente, prospettare, a titolo di indennizzo per la distrazione della squadra, un risarcimento costituir.o dalla concentrazione delle unità, non solo siciliane ma anche napoletane, nei porti dell'isola, durante l'intero arco della cattiva stagione. Il vantaggio derivante al Regno eia una simile clisposi7.ione appariva, infatti, ben evidente essendo, per il particolare clima, flagellato dai corsari senza soluzione cli continuità, ed il poter disporre, fosse pure come semplice deterrente, cli una maggior quantità cli galere, costituiva una graditissima garanzia difensiva:
,e; A. G. S., E 0 1148. 160,
r.
I.
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la difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
"Muy bien sera quc las galcras desse Rcyno csten en orden corno meescri vis, y que attiendnn à Jirnpiar de cossarios las marinas desse Reyno; y ha me pesado de la perdida dc las dos quc trayn el Duca de Te1Tanova; y para evitar cstos inconveniente cstareys aclverticlo cleno dar à nadie galeras sin orden mia para passar de una parte à otra; ni para venir aca, sino que auiendan. corno esta dicho, ala clcfensa de las costas desse Reyno. ·,~, . '·Sarà ottima disposizione che le galere cli questo Regno s' impieghino per liberarne i mari dai corsari, come mi avete scrillo. Mi è dispim;iula la perdila dcllc due unità che armava il duca cli Terra nova . Per evitare tali inconvenienti vi ritengo avvisato cli no n cedere a nessuno, senza un mio preciso ordine. le galere, per anelare dn una pane o dall'altra. nè per venir qui. ma attenderanno. come affermato, alla difesa delle coste del Regno ... " .
In altri termini le galere, tanto quelle siciliane che le napoletane, quando no n più idonee per le crociere offens ive andava no impiegate esclusivamente in fu nzione della difesa cos tiera, dove i rischi di perderle erano minimi ed i vantaggi diretti - non mancavano remunerativi bottini - ed indiretti - la salvaguardia del territorio e dei s udditi - cospic ui. Ma oltre agli uomini ciel Terzo. oltre ai cavalleggeri. oltre ai miliziani , ai cavalieri feudali , ed alle galere, altri uomini d i tutt' altra estrazione ed impegno vigilavano s ulla integrità delle coste e s ulla loro inviolabilità, notte e g iorno, mese dopo mese, anno dopo an no, spesso senza alcuna inte rruzione, relegati ai confini tra la terra ed il~11are: gl i uomini delle torri.
Gli uom.ini deile torri Abbiamo già avuto occasione nel capitolo precedente cli ricordare, su lla scor ta del manoscritto dello Spannocchi, che la co mpagine imp.iegata per la vigilanza costiera comprendeva almeno un migliaio di uomini. La cifra s ubì con l'entrata in servizio delle nuove torri delle cli1 ersificazioni, riducendosi il numero delle guardie mobi li , a piedi ed a cavallo. ed incrementandosi quello del personale statico, mai esuberante comunque le 400-500 unità. Paradossalmante quella sparuta congrega cli miserabili e mal pagati deportati volontari, costituiva l'occhio vigile d i l.'u tto l' apparato difensivo, 1ni litare e civile ciel Regno. E ciò che desta in noi maggior meraviglia è il constatare come nel loro ambito esistessero almeno due categorie fondamentali, ovvero quella dei dipendenti delle torri statali e q uella delle private, con divergenti trattamenLi salariali ed obblighi di serviz io, ma entrambe, in definitiva , relegate alla medes ima al ienante prestazione e rigidamente in terdipendenti. Alla fine ciel '500 lo sch ierarnento delle torri costiere, per quanto esposto, ris ultava ben lontano dal potersi ritenere ultimato. Nonostante ciò, mediante le numerose postazioni "adattate", riusciva con molta approssimazione a forn ire il s uo prezioso servizio, al punto da imporre una regolamentazione sugli obblighi e sui doveri di quegli uomini. La normativa dopo una iniz iale proposizione fu , con prassi tipicamente spàgnola, riaffermata nei decenni successi vi, testimon ianza indiscutibile di una sua scarsa osservanza, e, per contro, cli una sua sentita importanza. Nel 1594 quindi il vicerè, conte d i Olivares, promulgò una minuziosa ordinanza in materia28, nella quale, tra le altre puntualizzazioni, fu sancita la necessità che il presidio di ciascuna torre dovesse contare medi amente tre uomini, cleui ''tonari" . Ciò non escl use tuttavia che alcune torri continuassero a disporne soltanto di due, mentre le maggiori, e probabilmente anche que lle più isolate e d istanti dai centri abitati in analogia con quanto osservato per il Regno cli Napoli e di Sardegna, ne ospitassero di più. L'organico ottimale però restò quello.
G. s., E0 11 48, 183. f. 2. L'Ordinanza, per l'esatlezza del IO dicembre 1594, è contenuta in Ordincdoni e regolamemi del/u Dep111Uz.io11e del Regno di Sicifiil. Palermo. 1782. i ;/\. 2
s
le forze armme del Regno di Sicilia in età spagnola
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Circa le diverse competenze previste per ciascun presidio, osserviamo che il suo comandante si volle estratto dalle file dei ·veterani militari , con il grado cli Caporale, vincolo questo quasi mai soddisfatto, specie dopo i primi decenni. Il suo secondo avrebbe dovuto essere un artigliere, scelta ovvia e scontata per la d iffusa presenza dei cannoni s ulle torri, ma di cui ignoriamo l'effettivo seguito. Terzo membro un soldato, o compagno, termine improprio per indicare una sorta di manovale paramiltare. Quasi un secolo e mezzo dopo, a questi si aggi unsero per rincalzo alcuni ex militari invalidi, sia dell'eserci to che della marina, onde agevo lare la corretta estrinsecazione delle complesse modal ità di avvistamento, identificazione, segnalazione ed intervento bal istico, rimaste precipue delle torri, tanto che vennero riforni te, sin dai primi giorni dall'entrata in servizio, cli materiali ido nei per tale funzio ne dalla stessa deputazione: ".Acciochè no n manchi ricapito di tener cont.inuoamente fuoco acceso nella t.orre et di fare detti segni di fumo e di fooco, la deputazione somministrerà carbone alli ditti guardiani a raggione di una salma al mese, et anco capi di libani~9 impeciati a raggione di tre al mese per fare i segni di fuoco acceso e somigliantement.e somministrerà capi di gumine vecchie a raggione de tre passi al mese per fare i segni di fumo, la quale provvisione si conserverà di rispeuo, et i guardiani per sparagno d'essa terranno fatta quantità di fascina de roselle et de busi"30.
La ricerca quasi ossessiva del risparmio nella gestione delle torri, raggi unse aspetti grotteschi, fortemente in contrasto con la società dissipatrice del momento. È emblematico il particolare ad esempio che : " ... la deputazione terrà nella detta torre due letti forni ti\' per uso d'essi guardiani, disconterassi dalla paga loro due tarini al mese a ciascheduno di loro per fitto di detti letti'. 31.
A partire dal XVI secolo, dobbiamo ricordare che la giurisdizione su tal i uomini, nonchè la loro selezione ed il loro ingaggio, reslò a discrezione della deputazione per le proprie torri, come si evince dal seguente documento relativo alla più volte menzionata torre Colonna, dal quale stralceremo pure le successive c itazioni esemplificative: "La Deputazione elegger~, un caporale, un bombardiero et un compagno, i quali facc iano continoa residenza nella detta torre facendo guardia di giorno e cli notte con somma vigifanza ciascheduno la sua vicenda; le quali vicende si ripartiscano con uguale proportione dal caporale, et esso faccia la sua sicomc gli altri, et la guardia sia rimirando diligentemente verso il mare cl verso la terra a tutte le parti ... " ,\l
Ma spesso anche per quelle i des ideri dei baroni limitrofi condizionarono le scelte de l personale . Il risultato dell'illegale procedura fu d i gravissimo detrimento per il servizio, vene ndo meno in conseguenza dello sfacciato c lie ntelismo. così instaurar.o , il responsabile rispetto della normativa. Non cli rado poi, i n forza cli quanto detto, le torri fi nirono in mano di noti delinquenti, che assicuravano prestazioni criminali ai loro nobili manutengoli, con degenerazioni intuibil i per la sicurezza pubbl ica, tanto piLl che alle stesse si faceva carico della protezione dei ci vili: "I detti guardiani favoriranno, aiuteranno et clefe.ncleranno da ogni pericolo generalmente senza abandonarc la guardia della torre tuti i passegeri che per mare e per terra occorrerà passare, et sot.to pena d'esser castigati s'asteneranno d'angariar alcuno. " 33
A differenza del Regno di Napoli non risulta che, per quello di Sicilia, la scelta dei caporali avesse quale presupposto ostativo la loro nazionalità spagnola. La ragione sembrerebbe cogliersi, non già in
2'> "Libano"
era una sorta di fune fatta cli giunco. di spano o cli ginestra di minimo costo. impiegata dai pescatori. Cfr. A. Vocabola rio marino e militare. Roma 1889, alla voce. 30 A. S. Pa, Depulaz.ione, Consulte, voi. 202. Registro de ' dispacci. Il ( 1579-1583 ), da S. M AZZARELLA R. ZANCA. :11 I letti sono soltanto due, pur essendo almeno tre gli uomini del la torre, poichè in tal rnoclo almeno uno doveva vegliare.
GuciJ..1 ELMCrn1,
" A. S. Pa, Depwazione, Consulte. vol. 202, Registro de' dispacci Il ( 1579-1583). 32
Ibidem .
.i, Ibidem.
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La dUésa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
una maggiore fiducia della dirigenza verso individui nelle cui mani si dovevano, conrnnque, consegnare centinaia di cannoni ma ne lla impraticabilità del la prassi ortodossa, per care nza di idonei. Disgraziatamente anche questa seconda peculiarità, si risolse in una ulteriore dequalificazione dell' apparato siciliano di difesa costiera antincursiva, nonostante il ricorso a versamenti cautelativi: ·'L'artiglieria, le palle, la polvere. l' armi e tutte le altre cose che la deputazione te rrà al la detta torre stiano a carico de tutti e tre i guardiani i quali siano obligati a dar conto d'esse, et di ciò daranno pleggiaria per quella somrna che parerà al capitano d'armi o in sua assenza alli giurati di Termini secondo la qualità di esse guardie."3·1
Una volta assunto l' incarico il torraro non paventava dinanzi a sé una età lirnite, od un termine, trascorso il quale la sua attività si sarebbe dovuta esaurire. Se la salute glielo avesse consentito, e se nessuna grave turbativa fosse sopravvenuta, poteva restare nella torre attivamente - si fa per dire - fino al giorno della sua morte, analogamente almeno in ciò, a tutti i suoi colJeghi sparsi lungo le marine italiane. In caso invece di malattia accertata, gli spettava solo una licenza cli un mese, pena la decadenza dal servizio: ''In fermandosi alcuno Q'essi guardiani il cap.no d'arme, o si come è detto i giurati. gli dian licenza di redursi a curarsi in casa sua, et mandando egli a servire durante la infermità persona atta a satisfatione loro si gli conti nuerà lo stipendio. el mancando di tenersi tale persona al servigio esso cap. no d'anne, o si come è detto i giurati. la met'.an a spese cli lui et durando l'infcrmiti't più d'un mese l'avisino alla dep.ne nominandole altra persona confidenti et atta a ta le servigio, et mandandole nota del nome del cognome, età, et segni suoi et aneo del padre e della madre, ,tcciochè si puossi fare eletione d'essa et assentarla avvertendo che sia cittadi no confinito di quella citlì"t; et in caso di morti d'alcuno di essi guardiani metteranno altra persona confidenti et atta in luogo suo a' conto dela depu tazione et manderanno anco la nomina sudetta"\:s 11
L'inesistenza di un limite d'età per l'adempimento del servizio. peraltro comune ai militari dell'epoca, spiega iJ presentaysi di aspiranti torrieri già avanti negli anni e la necessità di precludere l'accesso alla mansione agli uom ini maturi. L' incarico però, non raramente, contemplava dei trasferimenti, che ci lasciano motivatamente intuire interessi particolari sui luoghi di destinazione. È logico infatti supporre che soltanto pochissimi godessero ciel vantaggio, di essere posti in torri non lontane dalla loro abituale res idenza: ne conseguiva l' implicitq abbandono delle rispettive famiglie per lunghissimi periodi : " TI detto cap.no d'armi et in assenza sua i giurati daranno a ciascheduno dc sudetti guarclliani a tempi non sospetti quelle vicende che pareranno conveniente per ri vedere le case loro a provedersi di vittovaglia. ma nissuna vicenda sia più de due giorni, et per consideratione di tali commodità non si faccia disrnnto alcuno nel pagamento dello stipendio loro":;c,.
Quello che noi oggi chiameremmo "avvicinamento" doveva, in siffatto contesto costituire una prospettiva alJettaqte per la maggior parte di quegli uomini. Nè peraltro tutte le torri potevano offrire identiche potenzialità esistenziali, e basti al riguardo immaginare quanto ambite fossero quelle adiacenti ai porticciol i, ai caricatori od alle tonnare e quanto temute quelle erette a ridosso di aree paludose e malsane, o comunque deserte. Non può infine escludersi che alle spalle dei trasferimenti vi fosse, al contrario, proprio l'essersi instaurate relazioni fin troppo strette fra i torrari ed i civili circostanti. con conseguente scadimento del servizio. Non a caso per quelli di Napoli si proibiva tanto il matrimonio in zona, quanto il semplice possesso cli un appezzamento di terra, tutti fattori che avrebbero distratto il torriere dal suo delicatissimo ed alienante compito37.
3• 35
36 37
Ibide m. Ibi dem . Ibidem.
Cfr. F. Rt.:sso, La d!f'esa costiera del Rer:no di N<1pofi... . op. cii. , p. 197.
Leforz,e armate del Reg110 di Sicilia in età spagnola
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l turni di servizio infatti pretesi da quegl i uomini ci sembrano allualmentc insosteni bi li , obbligandol i ad una presenza assidua, per l'intero periodo incursivo, che per la Sicil ia equivaleva ad ollre sci mesi l'anno. Durante tale estenuante intervallo la permanenza nella torre, o nelle sue immediate vicinanze, era tassativamente prescritta per 24 ore al giorno e per sette giorni alla settimana, non scusandosi per alcuna ragione un eventuale, anche temporaneo, allontanamento da l caposaldo, eccezion fatta per la messa, sotto pene severissime: '·Darassi anco dal cap.no d 'ar mi, o come è detto da giurali, ordi ne convenienti acdoc bè vicendevolmente i de tLi gua rdiani i giorni cli i'e sw ne luoghi convicini possi n veder messa senza perico lo de lla guardia del la torre.··,~.
È facile immaginare in quali cond izioni potessero trascorrersi quegli interminabili turni, simili agli imbarchi sui vascelli oceanici, non solo per i rischi personali - tutt'al tro che remoti - ma persino per la dieta, composta da pesce e eia derrate salate, nonchè da acqua più o meno putrida. In alcune torri , in osseq uio all ' inamovibilit~1 del personale si g iunse alla necessità d i panificare cli tant.o in tanto. Ai ricordati conti nui pericoli connessi con l' espletazione della guardia, sembra potersi ricollegare l'unica concessione recepita come gratificante dai torrieri ed ostentata con orgoglio: quella di poter circolare armati. La promulgazione della normativa rimonta alla fine del '500, e poneva nel contesto della vigente rigida proibizione del possesso di qualunque arma, quegl i uomini in una categoria privilegiata39 . Relativamente al trattamento economico tenendo conto del valore cli cambio dello scucio siciliano in rapporto al clucato 40 , si registra una lieve flessione rispetto al corrispettivo d i Napoli e Sardegna. Infatti fu stabilito dalla deputazione che: " il soldo ciel caporale et del bombarcliero sia di cinque scucii al mese per ciascheduno, et q uello del compagno di quattro scudi al mese. ,.• ,
Circa poi la modalità di corresponsione, causa di infinite contu melie per ritardi, mancanze, malversazioni , trattenute arbitrarie e artificiose lungaggini burocratiche, nel caso della torre Colonna così si prescriveva in contratto: " TI pagame nto del detto sti pendio si farà ne lla città di Termini di mese in mese alli guardiani o loro procuratore, a poliz.e del cap.no cl' arme et in assenza sua del li giurati con la certezza che havranno della re sidenza et buon servigio di ciascheduno, et precedendo revista delle elette cose che saranno state loro consignate"42.
Il pagamento quindi delle mensilità restava subordinato sia alla effettiva presenza nella torre, accertata eia ispezioni alquanto frequenti sia dalla validità della vigilanza, e non ultimo dalla cura messa nella custodia della dotazione. Pertanto: "li detto cap. no d'armi , e t in sua assenza i detti gi urati ordinariamente manderanno persone lor confidate a riconoscer i detti g uardiani per certificarsi della residenza et buon servigio loro, e t anco al fine di ogni mese a riconoscer le cose lor consegnate, e t non paghiranno te mpo che non sia stato servito, e t ritrovandosi mancamento della cons ignatione rattcranno il prezzo dallo stipendio, accettuando sempre il consumo che serà succedut o farsi della polvere e t pal le per l'artiglieria, l ibani e capi di gumeni per i segni"·'\
:,s A. S. Pa, Deputazione, Consulte, voi. 202, Regis1ro de' dispacci/I ( 1579-1583). :,9 Con decreto dell' 11 novembre I 596 fu ri badito il concetto del porto d'arm i, in questi termini: "se be11e non si debbn dar luogo nè occasione, perchè essi soldati partano dalle loro Torri, nondimeno pare necessario, che nelle vicende. che lor roccano riducendosi alle case loro, non siano molestali per l'armi ordinarie non. passeggiando di noi/e", da Ordinazioni, p. 161. ·11 > Stantio a cambi vigemi intorno quegli anni uno scudo sici liano corrispondeva a circa O. 7 1 ducato, per cui in realtà la paga dei caporali sicilian i era cli 3. 55 ducali, ovvero leggermente inferiore, sebbene fosse stata proposta di 6 scudi originariamente. 4 1 A. S. Pa, Deputazione, Con su/re. voi. 202, Regisrro de · dispacci Il (1579-1583). ·12 lbidem . 4 :1 Jbidem.
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La d!f'esa costiera del Regno di Sicilia dal X\!/ al XIX secolo
Esaurite le clausole relative alla gestione della torre e del suo personale, tanto vessatorie da farci supporre una ampia gamma di aspiranti regnicoli all'incarico, passiamo ad esaminare Je prestazioni che si richiedevano tassativamente nell 'adempimento del servizio eia quegli uomini. ·' Tnsfrutione o voi Giovanni \lenosto rnpomle della torre Colonna I- Havendo noi novamente fatto fabricare al luogo chiamato Diggitelli per v ia della deputazione de l regno una torre per guardia di quella marina habbiam appun ta to che in essa stian tre guardiani ... e t perchè la sicurezza princ:ipalc di quel paese e t de viandanti ba da depcnder dalla vigilan7.a vostra et dalla corrispondenza de segni i quali s' habbino a fare, vogliamo che alternativamente facc iate fare continua guardia di g iorno e t di notte da uno de detti soldati , rimirando bene per mare e t per terra d 'ogni parte, et vedendo una infin a q uattro vele facciate incontinente sendo di giorno chiaro un fumo, et di quattro in otto vele d ue fumi et essendo da otto in dodici et più vele tre fu mi, et essendo di notte o di giorno nevoloso et oscuro faccia te i mides imi segni con fuoco inalzando et abbassando lu me acceso tante fiate quanti segni v'occorrerà fare; et acciochè habbiate pronta comodit~1di fare i suddetti segni terrete falla provvigione de frasca et anco vi potrete servire secondo il bisogno dclii capi di canapo che vi si faranno asseg nare. 2- Succedendo che alc un vasc:icllo de nemici si reduchi sotto cale sparare te uno mascu lo, et essendo ~iù d i uno spa.r~rete due 1r ascoli,. acciochè i vi_andanti et an~o .vascelli restino avvertiti del pericolo et anco taretc segno d1 fuoco acceso 1.:ontmuato per un hora sendo d1 g10rno chiaro. 3- Se vascelli nemici metteranno genti in terra, sendo di notte oltre il segno suddetto di fuoco continuato per un' hora farete sonar la brogna, et sendo di giorno sparerete quattro tiri de mascoli acciochè sieno avvertiti i convicini et i passaggicri. 4- Mentre che scoprirete pericolo da vascelli nemici terre te inarborata una bandera, et quando 1.:i sia securanza terrete inalza to un mazzone puosto sopra un 'asta ordinariame nte così di giorno come di notte. 5- Per sostenrationc vostra et dc lii detti due a ltri guardiani, et per J'esse,c;utione delle cose suddette vi facciamo consignare quelle vettovaglie e t munit.ioni le quali è parso poter essere bisogno; et appresso s i darà ordi ne che nella detta torre s i metti anco quel l'art iglieria che potrà servire con l'ordine con veniente alle occasioni per ado perarla; voi havrete cura di dar alli detti compagni le solite rationi e t dis tribuir anco secondo il bisogno le munitioni, avvertendo che havrete a dar conto cie l tutto, et che le vettovagl ie che consumarete et la polverq piombo et meccio che si distribuirà a' compagni per loro archibugio doverà esser pagato et discontato sopra il soldo... Dawm Panormii die primo Julii IX Ind. 158 1... " 4 J _
Da quanto esposto nella citazione emergono alcune interessanti precisazioni circa il servizio di guardia prestato n\;lle torri, prima fra tutte l'effettivo ed articolato codice di segnaiazione, impiegato nella fase cli avvio del s.istema. Poteva perciò così schematizzarsi: Avvistamento di retto ali' orizzonte Da 1 a 4 uni tà.................... ... .. ................................... Da 4 a 8 unità .................................... ........................ Da 8 a 12 unità ... l. ............... ................ ........... ........... Da 12 in poi ............... ............. .. ................................
I fu mo od I fuoco 2 fumi o 2 fuochi 3 fumi o 3 fuochi 3 fumi o 3 fuochi
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Avvistame11to cli ll88Uato limirmfo
Per I unità in agguato ............................................... I colpo cli petriero Da 2 unità in poi in agguato ..................................... 2 colpi cli petriero Contemporaneame nte ...... .. ................................... .. .. Fuoco continuo per l ora Avvistamento di sbarco limitrofo Sbarco cli notte da vascelli nemici ............................ Fuoco continuo per l ora e suono della "brogna" Sbarco di notte eia vascelli nemici ............................ Quattro colpi cli petriero Avvistamento di vascelli minacciosi Bandiera alzata per tutto il tempo ciel pericolo
4 '
A . S. Pa. De1mra;.ione, Consulte, Fol. 202. Rer:isrro de' dispacci II ( l 579- I 583 }.
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319. Cannoncino petriero, e mascolo, Hotel dcs Invalides, Parigi.
Assenza certa di naviglio ostile Segnale a vista sull'asta, di giorno come di notte
È evidente come le segnalazioni acustiche, più immediate e onnidirezionali , venissero impiegate per la categoria cli allarmi della massima gravifa, finendo con il divenire, per la loro garantita reccpibilitt1 e per la loro maggiore facil ità di emissione, quelle per antonomasia: tra breve ne avremo una incontestabile e diffusa conferma. Un altro riferimento di notevole interesse desunto dalle righe delle istruzioni, è quello concernente l'obbligo di tenere un rigoroso registro cli carico e scarico dei materiali in dotazione, nonchè degli interventi balistici, in cui la torre fosse rimasta coinvolta. La disposizione comune per tutte le torri costiere, napoletane, sarde, laziali ... ecc. , avrebbe dovuto tramandarci una ricchissima ed interessantissima mole di siffatti documenti. Purtroppo, nonostante le molte ricerche finora eseguite da numerosi studiosi dell'argomento, solo un unico verbale del genere è emerso dagli archivi: quello redatto per quasi un decennio, per l'esattezza dal 1621 -1632, da un artigliere in servi zio presso la torre clell 'Isola delle Femmine. Una schematica riproposizione dello stesso, ci consente di scandagliare il particolarissimo contesto in cui si espletava il compito di quegli uomini, e di apprendere, per testimonionza diretta, i loro reali interventi nell'ambito della difesa costiera antincursiva.
"Scritti da un artigtiero e guardiano dell'Isola delle Femine Per questo anno 16-21 Io Diego De Francesco confesso havere havuto da Rocco Madri, artigliere de l'Isola dclii femini , uno barili di polveri et menzo, et bavemo disparato un tiro di mascolo a dui vascelli di remi che andavano alla volta di Lustrica·15 alli 4 di febraro; e pio a 20 di febraro vennero selle galere di Lustrica et andavano alla volta di. levante et disparemo un tiro di mascol.o per avisar la costa ...46 I O maggio - doppiano la torre sette galere di Ustica: un colpo cli petriero per allertare la costa. 15 maggio - di notte, ancora altre sette galere dirette verso est: un colpo di perricro per la costa, ed un
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Trattasi dell'isola cli Ustica. Il prezioso manoscritto è conservato presso la B. C. Pa, con siglatura archivistica Q4 A2.
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
secondo per sollecitare le navi a farsi identificare. In assenza di risposta si sparò con il sagro contro le stesse. 5 giugno - doppiano la tone sette galere in direzione ovest: un colpo cli petriero per la costa ed un secondo per sollecitarne l' identificazione47 . 25 giugno - verso mezzanotte un vascello in transito vicino la torre rifiuta cli farsi identificare: si interviene con il fuoco del mezzo sagro. 26 giugno - doppiano in mattinata la torre sei galere: un colpo di petriero per la costa. 5 luglio - è la volta di una barca armata: l'intervento balistico viene effettuato con il moschettone da posta. 11 luglio - a due ore cli notte, transitano quattro galere dirette ad ovest: un colpo cli petriero per la costa. 15 luglio - ancora quattro galere dirette a levante: colpo di petriero per la costa. 20 giugno - a sette ore di notte la torre di terra48 sparò: il segnale fu replicato con il petriero. 12 ottobre - sette galere d\ Ustica dirigono per Palermo: un colpo di petriero per la costa.
1622 17 febbraio - al passaggio cli due feluche armate tutte le barche fuggono immediatamente: un colpo di petriero per la costa. ,i 19 aprile - a quattro ore cli notte doppia la torre un vascello che rifiuta di farsi identificare: è fatto bersaglio dal tiro del falconetto e del sagro. 24 aprile - cinque galere verso ovest: colpo di petriero per la costa. 25 aprile - le suddette galere invertono la rotta e ripassano dirette ad est: nuovo colpo cli petriero. 25 maggio - sul far della sera vengono avvistate sette galere dirette per ponente: colpo cli petriero per la costa. 26 maggio - due galere della formazione avvistata invertono la rotta e dirigono per levante: nuovo colpo cli petriero per la costa. 28 maggio - avvistate sette galere dirette verso ovest: colpo cli petriero per la costa. 29 luglio - doppia la ton-e una sciabica49 armata: all'intimazione a voce cli farsi identificare non rispose. Si aprì il fuoco con il falconetto. 18 agosto - all'alba vennero avvistate quattro galere provenienti da ovest. Si sparò un colpo di petriero per allarmare la r,osta, e nel frattempo le navi accostarono alla torre e si vide che erano di Malta: salutarono la torre che rispos.e con un secondo colpo di petriero. 5 settembre•- ali' Ave Maria transitano cinque galere dirette verso ovest: un colpo d.i petriero per la costa. 9 settembre - alle ore 22 avvistate cinque galere dirette ad est: un colpo dì petriero per la costa. 6 ottobre - avvistate nella mattinata 6 galere in rotta per ponente: un colpo cli petriero per la costa. 11 ottobre - cinque galere dirette ad ovest: un colpo di petrìero per la costa.
J 7 Il memoriale dell'arligliere ci induce a rite nere procedura abituale quella di tirare un colpo di petriero a salve, sia per allertare la costa, sia mollo spesso per intimare alle navi a portata acustica e balistica cli farsi identificare. Qualora poi queste non avessero ottemperato la richiesta, erano inquadrate dal tiro a palla de i pezzi costieri. Premesso ciò ci sembra di poter ritenere che quando nello scritto ci è tramandato un solo colpo cli petriero, voglia implicitamente significare che le imbarcazioni siano state riconosciute, o che navigassero al di fuori della gittata dei pezzi. ' 16 La torre de ll'Isola delle Femmine era stata eretta su di un isolotto prossimo alla terraferma, dove già da decenni esisteva un ' altra torre, molto più piccola, detta da allora torre di "terra". •19 La sciabica era una piccola barca da pesca. In questo caso conforma che la corsa nei mari della Sicilia, veniva praticata con qualsiasi tipo di imbarcazione anche di infima stazza.
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Le forze armate del Regno di Sicilia in età spagnola
27 ottobre - ancora altre cinque galere avvistate in rolla da ovest: un colpo di petricro. 21 novembre - doppiano la torre dieci galere provenienti eia est: due colpi cli petriero, elci quali uno per allarmare alcune barche che inavvertitatamente si dirigevano verso la formazione 50 .
1623 12 gennaio - intorno la mezzanotte vengono avvistate due galere provenienti da est: un colpo di petriero. 15 gennaio - in mattinata doppiano la torre due galere dirette verso est: un colpo di petriero. 17 gennaio - transita una galera diretta verso Palermo: un colpo di petriero. 26 marzo - verso mezzanotte passano due galere dirette ad ovest: un colpo di petriero. 28 marzo - in mattinata avvistate due galere provenienti da ovest: un colpo cli mascolo. 26 aprile - all ' alba transito cli due galere dirette verso ovest: colpo di petriero. 1 maggio - passano sette galere, verso ovest: un colpo di petriero. 4 maggio - sette galere dirette ad est: un colpo di petriero. 1O maggio - sette galere provenienti da est: un colpo di petriero l giugno - in mattinata avvistate otto galere da est un colpo di petriero. 20 giugno - vengono avvistate provenienti da Ustica una flottiglia di galere dirette verso ovest: un colpo di petriero. 24 giugno - in mattinata avvistate sette galere dirette ad est: un colpo di petriero. 30 giugno - otto galere passano in mattinata dirette verso levante: un colpo cli petriero. 2 luglio - otto galere avvistate in mattinata provenienti da est: un colpo d i petriero. 6 luglio - undici galere passano nel mattino dirette verso ovest: un colpo cli petriero. I O luglio - scoperta in mattinata una flottiglia cli galere provenienti da ovest: un colpo cli petriero. 14 luglio - in mattinata passano cinque galere da ovest: un colpo di petriero. 20 luglio - undici galere avvistate in mattinata provenienti da ovest: un colpo d i petriero. 30 luglio - nella mattina transitano nove galere dirette ad est: un colpo di petriero. 4 agosto - sul far dell'alba ancora undici galere eia est: un colpo di petriero. 10 agosto - sull'annottare viene avvistata una flottiglia di galere provenienti da ovest: un colpo di petriero. 11 agosto - all'alba, transitano cinque galere in rotta da ovest: un tiro dì petriero. 21 settembre - alle ore 22 transitano sei galere provenienti eia est: un colpo di pctriero. 25 settembre - nel pomeriggio avvistate sei galere dirette ad es~: un colpo d i petriero. 28 settembre - verso mezzanotte transitano sedici galere comparse dietro Capo Gallo. All'intimazione col petriero di farsi identificare nessuna risposta; ad una seconda uguale ancora nessuna risposta. Si trattava comunque di galere di Malta e di Genova. 4 ottobre - avvistate otto galere eia ovest in mattinata: un colpo di petriero. 11 ottobre - passano otto galere provenienti da est: fu sparato un colpo cli cannone. 14 ottobre - sull'annottare scoperta una flottiglia di galere verso Capo Gallo dirette ad ovest: un colpo cli petriero, ed al momento di doppiare la torre fu tirato un secondo colpo cli petriero per sollecitare il riconoscimento. 20 ottobre - in mattinata passarono sei galere provenienti da est: un colpo di petriero.
,,l Avremo modo cl i osser vare nelle righe seguenti che molte volte una stessa formazione transi ta ri pctutamcnte dinanzi alla torre: era la conseguenza della partico lare navigaz ione imposta dalle croc iere di caccia radente le cosi.e densamente abitate. Le unità corsare le scorrevano infaui in entrambe le direzic.rn i fino a quando non riuscivano a far bottino.
La difesa costiera del Reino di Sicilia dal X VI al XIX secolo
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29 ottobre - transitano sei galere in rotta eia levante e dirette verso Ustica: un colpo cli petriero. 30 ottobre - verso mezzanotte doppiano la torre otto galere di re tte ad ovest: un colpo di petriero. 19 novembre - ad un'ora di notte transitano q uattro galere dirette ad ovest: un colpo di petriero. 20 novembre - nel tardo pomeriggio transitano quattro galere verso est: un colpo di petriero. 25 novembre - ad otto ore di notte avvistate quattro galere dirette verso ovest: un colpo di petriero. 27 novembre - nel pomeriggio transitano quattro galere verso est: un colpo di petriero . 29 novembre - nel tardo pomeriggio trnnsitano quattro gale re d irette ad ovest: un colpo cli petriero. 5 dicembre - verso mezzanotte passano due galere dirette a ponente: un colpo cli petriero. 6 dicembre - in mattinata avvistata un' imbarcazione a remi in procinto d i atterrare: un colpo di petriero. 9 dicembre - in mattinata passano due galere dirette a levante: un colpo di petriero. 10 dicembre - avvistato un vascello verso mezzanotte proveniente da levante: un colpo cli petriero.
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22 marzo - in mattinata transita una galera proveniente da ovest: un colpo di petriero. 27 aprile - verso mezzanotte passano sette galere dirette ad ovest: un colpo cli petriero per sollecitare l'identificazione. Non seguendo alcuna risposta si intervenne con il sagro . 30 apri le - a mezzogiorno transitano sette galere dirette a levante : un colpo di petriero. I maggio - in mattinata avvistate sette galere dirette a pone nte: un colpo cli pe-,.riero. 2 maggio - in mattinata passano sette galere d irette a levante: un colpo cli petricro. 4 maggio - a quattro ore di notte avvistate sette gi.lere dirette per ponente : un colpo di petriero. 5 maggio - a mezzogiorno transitano quattro galere dirette per levante: un colpo cli petriero. 7 maggio - a mezzanotte passano quattro galere dirette per levante: un colpo di petriern. 8 maggio - verso mezzanotte transitano quattro galere cliret.te per levante: fu sparato un colpo cli petriero per richiederne l' identificazione. Non avutane risposta si intervenne con il sagro. 28 maggio - avv istate verso mezzanotte dodici galere dirette a ponente: un colpo cli petriero. 8 giugno - in mattinata furono scoperte 14 galere con 3 galeoni al rimorchio. D'ord ine cli capitan tv1arcello tirammo due colpi di petriero, e vennero mandati dei cavallari ad avvertire Palermo5 1• Nello stesso giorno verso le 23, giunse l'ordine del percettore che intimava di far fuoco a palla con tutti · i pezzi disponibi li', ovvero la mezza colubrina, il sagro, il falconetto ed il petriero, in quanto stava per transitare il cardinale che si doveva incontrare con il marchese di S. Croce52 . 6 agosto - in mattinata compaiono due galere presso Capo Gallo dirigendosi subito verso est: un colpo cli petriero. 6 settembre - in mattinata ancora due galere presso Capo Gallo, in rotta per est: un colpo cli petriero. 16 settembre - verso mezzanottre avvistate due galeotte turche all ' inseguimento cli una feluca che si venne a porre sotto la torre: fu aperto il fuoco con il sagro. 22 settembre - le due galeotte furo no nuovamente scoperte inteme a catturare una barca: un colpo di petriero. 8 ottobre - verso mezzanotte fu avvistata una moltitudine cli galere dirette verso levante: un colpo cli petriero e per tentare cli identificarle una volta prossime alla torre fu sparato un secondo colpo cli petriero. 27 ottobre - in mattinata vennero avvistate molte galere d irette per levante: un colpo di petriero.
~' L. inviare un cavallaro a Palermo ind.ica che i l pericolo insito nella formazio ne non era più semplicememe incursivo. ma proprio per i galeoni a rimorchio, si configurava tipicamente militare, impiegandosi quelle tozze uni111 come fortezze galleggianti per il bombardamento navale. ;~ Era molto probabilmente il cardinale Giov. Giannettino Doria arcivescovo di Palermo e luogotenente del Regno.
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Le forze armate del Regno di Sicilia in e1à spagnola
1625 4 gennaio - a due ore cli notte transitano due galere da levante: un colpo cli petricro. 7 gennaio - transita di notte una galera eia levante: un colpo cli petriero. Ed ancora nello stesso giorno, cinque ore di notte, altri tre vascelli a remi vengono avvistali provenienti da ovest: si aprì il fuoco con il sagro. 8 gennaio - passano due galere provenienti da levante: un colpo di petriero. 11 gennaio - due galere da p onente: un colpo cli pctriero. 22 di marzo - una galera da levante avvistata in mattinata: un colpo di petriero. 24 marzo - sull'imbrunire avvistata una galera diretta verso est: un colpo di pelriero. 28 marzo - verso la mezzanotte transita una barca armata: alla nostra inti mazione a voce di farsi riconoscere non seguì alcuna risposta: si aprì il fuoco con il falco netto. 8 aprile - apparve presso Capo Gallo una galera: un colpo di petriero, e la galera si ritirò rapidamente. 19 maggio - una barca annata rifiuta cli farsi identificare: si interviene con il tiro del falconello e del sagro. 6 giugno - essendosi rifiutata una barca di rispondere alla rich ies ta di farsi iden tificare, a mezzanotte, si aprì il fuoco con il falconctto contro la stessa. 3 settembre - avvistata una squadra cli galere dirette verso nord, provenienti eia est: si tirò un colpo di petriero. 30 settembre - comparvero in direzione di maestrale fino a 25 imbarcazioni, apparentemente galere. Fu tirato un colpo di petriero, e le stesse scomparvero. 2 ottobre - verso le ore tre transita una squadra cli vascelli con i fanali spenti: sparato un colpo di petriero. 11 ottobre - viene avvis tato verso mezzogiorno nel golfo una imbarcazione a remi: fu sparato un colpo di petriero . 1626
2 gennaio - transita una galera proveniente eia est: ali' intimazione di fa rsi identificare non dà alcuna risposta: aperto il fuoco con il falconetto 5 gennaio - transita una galera proveniente eia ovest verso mezzogiorno: sparato un colpo cli petriero. 30 gennaio - due o re prima dell 'albeggiare passa una galera proveniente eia est: sparato un colpo di petriero. 2 febbraio - a mezzogiorno transita una galera da ponente: un co lpo di petriero. 15 aprile - alle ore 19 avvistati sette vascelli a remi: un colpo di petriero per avvertire la costa. 11 maggio - transita il vicerè con una formazione cli l l galere : sparati due colpi con il petriero. 27 giugno - al tramonto avvistato un vascello a remi ali' interno ciel golfo proveniente da ovest: un colpo cli petriero per avvisare la costa. 5 luglio - verso le 19 transitano due galere provenienti da levante: un colpo di petriero. 7 luglio - all' alba avvistate due galere da Ustica: un colpo cli petriero. 22 luglio - spurgato l' armamento leggero. 29 agosto - al passaggio cli otto galere provenienti da ovest: un colpo di petriero. 6 settembre - verso sette ore cli notte transitano otto galere: richiesta l'identificazione con un col po d i petriero, e non avutola, si aprì il f uoco con il falcone . 14 settem bre - avvistate otto galere nel golfo di Castellammare : un colpo di petriero. 29 settembre - avvistata una galera proveniente da est, della formazione di otto del giorno 16 precedente, che tentava di catturare alcune barche: vedendo che non distava molto fu aperto il fuoco con la mezza colubrina. 30 settembre - trans itano nove galere da ponente verso levante: sparato un colpo di petriero. 25 novembre - passano due galere provenienti da Trapani : sparato un colpo di petriero.
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La d(fesa costiera del Regno di Sicilia dal X\!! C1l XIX secolo
È gi unto De Cristoforo Agiata, che ha effelluato il controllo s ulla quantità di polvere che è stata consumata. Ne resta ancora un cantaro. 29 novembre - inquadrata con la mezza colubrina una galera che inseguiva alcune barche. 30 novembre - transitano 9 galere: tirato un colpo di petriero. 25 dicembre - passano 6 galere provenienti da nord: sparato un colpo cli petriero. 1627
19 maggio - passano due galere eia levante: sparato un colpo cli petriero. 22 maggio - avvistate due galere : colpo cli petriero. 28 maggio - avvistati sei vascelli diretti ad Ustica: un colpo di petriero. 30 maggio - ancora sei vascelli avvistati verso le 23 in rotta per greco. Sparato un colpo cli petriero. 6 g iugno - verso le ore due avv istata una fusta in direzione di Ustica: un colpo cli petriero. 8 giugno - avvistato un vascello uscente da Ustica: essendo il petriero in riparazione a Palermo sparato un colpo con il falcone . , t 22 giugno - due ore prima dell' alba transitano sette galere verso ponente: sparato un colpo di falcone . 23 giugno - un 'ora prima di giorno transitano due galere provenienti da ovest. Dopo sparato un colpo di falcone fu emessa una fumata: non avendo ricevuta alcuna risposta fu impiegato il sagro. Sempre nello stesso giorno verso le 15 fu avvistata un ' allra galera d iretta a ponente: sparato un colpo di falcone. 24 g iug no - transita una galera proveniente eia ponente: sparato un colpo di falcone. 25 giugno - in mattinata transitano due galere provenienti da ponente: sparato un colpo cli falcone. 27 giugno - nel corso della notte avvistato un brigantino: sparato un colpo cli falcone. 28 giugno - per spurgare l'armamento leggero fu tirato con due moschettoni da posta e sei moschetti a mano e sei archibugi. 28 luglio - transitano otto vele dirette verso levante: sparato un colpo di falco ne per allarmare la costa. 2 agosto - verso mezzanotte passa un brigantino: fu inquadrato dal tiro a palla del fa lcone. 7 ottobre - verso le due cli notte transita una barca armata: rifiutando di farsi identificare, fu inquadrata dal tiro a palla del falcone. I 4 ottobre - transitano otto galere verso le ore otto della notte provenienti eia ponente: inq uadrate dal tiro a palla ciel sagro .• 29 ottobre - bersagliata con il falcon~ una tartana turca verso le ore 22. (
1628 24 aprile - verso mezzanotte doppiano la torre quattro gale re provenienti da levante: sparato un colpo cli falco ne 53 . 25 aprile - transitano quattro galere da ponente: sparato un colpo di falcone. 20 maggio - transitano sette galere provenienti da Ustica e dirette per levante : sparato un colpo di petriero.
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Proprio in quei giorni incrociavano nelle acque della Sici lia occidentale alcuni vascelli corsari inglesi agli ordini di sir Kenelm Digby: non è escluso che tra la torre e le uniLà nemiche vi sia stato se non un contatto balistico almeno uno ottico. Disgraziatamente le date dei diari di bordo e della torre non impiegavano il medesimo calendario in quanito gli inglesi adottarono quello gregoriano soltanto intorno la metà del XVlll secolo, circa un secolo e mezzo dopo le altre potenze occidentale. Sulla crociera dcll'anuniraglio inglese nei paraggi della Sicilia cfr. K. D1GBY, Viaigio piratesco nel Mediterraneo /627-1628, Milano 1972, pp. 68-74.
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Le forze armate del Regno di Sicilia in età spagnola
13 giugno - due ore prima dell'alba avvistate 3 galere eia levante ed in rotta per ponente: sparato un colpo cli petriero. Giunte sotto la torre fu tirato un colpo a palla cli falcone per sollecitarne l' identificazione. 15 giugno - transitano verso mezzogiorno tre galere proven ienti eia ponente e cliret.tc a levante: sparato un colpo di petriero. 4 agosto - passano quattro galere in rotta ovest-est: tirato un colpo cli petricro. 13 agosto - intorno alle 22 transitano cinque vascelli in rotta da est ad ovest: sparato un colpo di petriero. Lo stesso giorno verso le 3 di notte i vascelli aprirono il fuoco sparando cinque cannonate: si rispose con i l petricro. 20 settembre - passa una sq uadrigl ia di galere verso mezzanotte in rotta per ponente: fu sparato un colpo di petriero per intimare r identificazione. Non vollero rispondere. Fu emessa allora una fumata, con lo stesso risultato. Si sparò a palla con il moschettone, e continuarono a non dare risposta. Intervenne il cannone principale a palla . 20 ottobre - avv istate due galere in rotta per levante : un colpo cli petriero. novembre - nella mattinata cli martedì avvistate 7 galere provenienti da Ustica e dirette a Palermo: sparato un colpo cl i petricro.
1629 3 gennaio - transita una tartana diretta verso est cd una saettia in rotta opposta: fra le due si osserva un combattimento. Allorchè fu aperto iJ fuoco con il sagro entrambe proseguiro no per le loro direzioni. 12 maggio - transitano sei galere provenienti da ponente: tirato un colpo a palla cli sagro. 14 maggio - transitano sei galere provenienti da ponente: sparato un colpo cli petriero. giugno - proveniente da nord è avvistato un battello a remi diretto verso terra: tirato un colpo cli petriero per avvertire la costa. 24 agosto - verso le 20 passano 5 galere provenienti da levante: sparato un colpo cli petriero. 16 settembre - verso mezzogiorno transitano 5 galere provenienti da levante: sparato un colpo cli petriero. 8 ottobre - avvistate 5 galere da ponente e dirette a levante: sparato un colpo cli petricro. 2 1 dicembre - dal la direzione del greco un vascello a remi insegue una fel uca che si rifug ia sotto la torre: sparato un colpo di petriero. 1630
febbraio - avvistato un battello a remi che inseguiva una barca da pesca: aperto il fuoco a palla con il sagro. 11 maggio - 7 galere provenienti da Ustica dirigono verso Palermo: s parato un colpo di petriero. 29 maggio - due vascell i di alto bordo inseguono una saettia: sparato un colpo con il petriero. 10 luglio - sono giunte alcune galere di Biserta ed hanno effettuato uno sbarco presso Baclaloca. Furono tirati due colpi di petriero. Nella notte la torre di Carini sparò sei volte e le fu risposto altrettante. 13 luglio - verso mezzogiorno transitano 9 galere provenienti da levante: sparato un colpo di petriero. Verso mezzanotte le dette galere invertirono la rotta. Fu sparato un secondo colpo di petriero. 10 novembre - una galera cli Sicil ia venne a fare richiesta circa i 25 schiavi che erano fuggiti da Palermo; tanto al momento del suo arrivo quanto a quello della s ua partenza fu tirato un colpo di petriero. 30 agosto - una saettia appare inseguita eia una tartana: aperto il fuoco a palla con il sagro. 18 novembre - al passaggio ciel vicerè d iretto a T rapani fu sparato a palla con tutta l'artiglieria della torre, ovvero con la mezza colubrina, il sagro, il falcone , ed il petriero. 19 novembre - nuovamente per il passaggio del duca cli Terranova si sparèJ a palla con tutta l'artiglieria in dotazione. 21 novembre - ed ancora al ritorno del vicerè eia Trapani fu sparato con tu tta l'artiglieria.
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La difesa costiern del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
163/ 4 gi ugno - transita una galera in rotta est-ovest: s parato un colpo cli pelriero. 7 gi ugno - transi ta una galera in rotta ovest-est: s parato un colpo cli petriero. 8 gi ugno - verso mezzogiorno transitano sei galeotte bisertine: s parato un colpo cli pelriero. 26 luglio - passano sei galere in rotta eia levante a ponente: s parato un colpo cli petriero. 1O settem bre - visita del commi ssario generale alla torre dell'Iso la delle Femmine: tirato un colpo cli petriero.
1632 8 maggio - intorno alle 22 transitano quattro galere provenienti da levante e dirette ad Ustica: tirato un colpo cli petriero. 29 gi ugno - a un ' ora di notte avv ~,tato un battello a remi. AI colpo della torre di terra fu aperto il fuoco a palla con iI fa lcone. 4 lugl io - verso quattro ore di notte transitano 6 galere in rotta est-ovest: un colpo di petriero. 7 lug lio - a sei ore di notte avvistate cinque galere in rotta est-ovest: sparato un colpo di petriero per allertare la costa . Giunte sotto la torre fu s parato un secondo colpo per l'identificazione: erano le galere di Sicilia. 8 luglio - verso le 22 transitano cinque galere da est ad ovest: sparato un colpo cli petriero. ,'\¼ secondo colpo, una volta sotto la torre, si fecero riconoscere per le gale re di S icil ia. 25 luglio - in mattinata transitano 7 galere eia levante e dirette ad Ustica: sparato un colpo di petriero. 30 agosto - in mattinata avvistate sei galere in transito verso ovest: s parato un colpo di petriero. 5 settembre - verso mezzanotte avvistate sei galere in rotta est-ovest: sparato un colpo d i petriero . Gi unte sotto la torre ad un secondo colpo risposero essere galere di Malta. 12 settembre - verso mezzanotte transitano se.i galere in rotta est-ovest. All'intimazione del col po cli petriero non diedero risposta. Si sparò quindi a palla con il sagro. J7 sctt\;mbrc - transitano verso mezzanotte sei galere provenienti eia levante: al colpo cli petriero non diedero risposta. Si sparò a palla con .il sagro: erano galere d i Malta. 14 ottobre - passa il principe cli Carini diretto a Palermo: si sparò un colpo di petriero .
Le spese militari nel XVTT secolo Prima cli ch iudere questo capitolo dedicato alle molteplici articolazioni delle forze armate della Sicilia in età spagnola, ci sembra indispensabile esporre l' impatto econom ico che tale apparato provocava s ul bi lancio del Regno. La dinamica tra le entrate e le uscite di questo nel corso del XVII secolo, pur con le necessarie puntualizzazioni circa le immancabili fluttuazioni dovute a carestie, crisi economiche, guerre ed inflazione, mostra una sostanziale uniformità, oscillando moclestamenle intorno ad una matrice costante. Il contesto pertanto ci autorizza a desumere ed a ritenere applicabili , in larga massima, all'intero arco della dominazione asburgica, le cifre riportate in un interessantissimo prospetto statistico ciel 1672- I 677. Vi è se mai da rile,,are che le spese militari propriamente dette, tendono con l'avvicinarsi clell ' ultimo q uarto ciel secolo ad incrementarsi in maniera sensibile, richiedendosi all'apparato mili tare, in vista dell a crescente pressione francese - e della mai sopita corsa turco-barbaresca - uno sforzo ulteriore, teso alla salvaguard ia di quell'estremo bastione imperiale spagnolo .
"Relacion de Los !ntroitos que tiene el Patrimonio Real de este Reino de Sicilia ... 54 .. . e sulle spese annue che si sostengono per il suo mantenimento con la precisazione che i totali degli introiti e delle uscite no n risultano costanti di anno in anno, ma variabili, secondo gl i alti e bass i che
,JA. G. S. , S. P. I253, segue li bera traduz ione.
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Le forze armate del Regno di Sicilia in età spagnola
si registrano in ciascun anno in quello. Pertanto la presente Relazione è stata compilata sulla base dei bilanci degli ultimi cinque anni, sommandone i totali e dividendoli per ci.nque, essendo variabili negli Introiti, i Carichi Regi, gli Arrendamenti ed i Censi dell'Acqua, e nelle spese i Salari, le Paghe dei soldati, le Assegnazioni e le Spese Segrete. I capitoli d'introito, con le relative spese, sono: INTROITI Primo
Un Donativo che pagano trimestralmente, tutte le città cd i paesi del Regno, e tutti i suoi luoghi che posseggono una prelatura o una qualsiasi altra dignità. li suo gettito ammonta a 369. 666 s. e 8t.: di questi però 50. 588 s. e 18 g. , pari ai carichi della città di Palermo, vengono da questa trattenuti per l'estinzione dei crediti che la stessa vanta con la R. C. , a causa dei Donativi (anticipati) e dei prestiti, e vi mancano pure i carichi di alcune altre città, paesi e prelature che non pagano per esserne esentati ............. 3 19. 072-7. 2 Il gettito del donativo sebbene insufficiente, come appresso illustrato, viene così impiegato: Per il salario degli Ili. mi Vicerè pari a .................. ,... .................................................................... 28. 875 Per le spese segrete che gli stessi affrontano, non superiore al massimo di ......................... ......... 15. 000 Per la fanteria spagnola, ossia per la gente di guerra, tra la quale 1ientra il soldo degli ufficiali di cavalle1ia, del residente, di quelli che tengono le piazze morte, e degli altri stipendiati, come similmente i salari dell'ispettore e dell'auclitore generale, e dei suoi assistenti, e si pagano tramite mandati spediti sia da Messina che da Palermo, tra i mesi di maggio e giugno nello scorso 1672 e come in seguito si dettaglia am1nontano a .............. ...... ...................... ................................... ................ .................. .......... ................. 227. 872 Per i mandati genera li ........................ ............... .. .................................... ..................................... 161. 993 Pet> i mandati particolari destinati alle otto compagnie che si trovano di presidio in Siracusa, Augusta, Milazzo, Trapani, Favig nana e Maréttimo ..................... ................... ............. .. .. ... ................................44. 065 Per gli altri rinforzi che si sono destinati ai castelli di Messina, Siracusa, Catania, Milazzo, Termini, Trapani. Favignana, Mazara .................. ................................................................................. ... ........... I 6. 816 Ed ancora altri per i residenti, i quali si trovano nelle città cli Siracusa, Augusta, Milazzo, Licata e Trapani ........... ............... ... .................. ................... ..................... ............... ......................................... .... 4. 998 Sommano appunto ............................................. ........................................................ .................. 227. 872 Da questa nota sono state escluse tutte le spese sostenute per la fante1ia e pari ad altri 50. 000 scucii impiegati per rifornirla di vestiario, di stufe, di anni, per pagare i filli cli abitazioni, e per mantenere il corpo di guardia ordinaria e straordinaria, traendosi tali uscite eia altri introiti. Per i presidi ed i forti di Lipari, ... Brucoli e Capo Passero ............................. ............................................................................................. 4. 961 Per la compagnia di lance borgognoni ..... ....................................................... ................... ........... 12. 654 Per la guardia alemanna, includendovi 300 s. che costò il suo vestiario, che si sostituisce per i tedeschi ogni tre anni .................................... ................... .............. ...................... ................................................. 2. 700 Per la comitiva del Cap.no Reale di Campagna ........ ,. ..................... ............................................... I. 320 Per le quattro compagnie dei capitani cl'arme delle tre Valli del Regno e della Furia di Messina. 7. 800 Per le imbarcazioni e per le vettovaglie che si suole comprare per il servizio dei presidi di Pantelleria e delle altre isole vicine a Trapani ... ...... ..................................... ..................................... .... ...... ....... ..... ... 5. 000 Per le otto Sergentie Maggiori della Milizia, ossia per il Terzo Italiano di questo Regno ....... .. ... .. I. 524 Per il salario dello Strategoto di Messina ............................... ............... ..................................... ... .. I. 200 Per l'approvvigionamento pari a 300 quintali l'anno di polvere ........ ...... ....................................... 7. 000 Per costruire e riparare i reali palazzi cli Palermo e di Messina .............. ........................................ 3. 600 Per la fornitura di affusti di artiglieria, di more e di munizioni da gueJTa per le stesse .................. 3. 700 Per costruire e Iiparare i castelli e le fortezze del Regno ..................................................... ........... 4. 300 Per una imbarcazione che fa la spola tra il Regno e Pantelleria ... ............... ......................... ............... 480 Per gli stipendi dei -cattedratici che insegnano nelle sue università ................. .... ............................ I. 500 Per gli stipendi dei tre percettori che riscuotono il detto donativo .. ................. ............................... 3. 600 Ed infine per una assegnazione di 250 scucii al mese che percepisce il Maestro di Posta per i servizi postali .................................................... ................. ....................................... .......................................... ... 3. 000 Sominano in totale ..... .................. ............... ....... ............ ................................................................ 64. 339 Aggiungasi per quanto esposto ..................... ................................... ...... .......................... ........... . 227. 872 Ed ancora ..... .............. .. ................ ................... ..................... ......................................... ......... ........ 28. 875 Ed infine ...... ................ ........................................................ ... ............. ........ ...................... ............ 15. 000 Sommano in totale generale per questa partita ... ..................................... ....... ............................. 336. 086 Ed essendo gli introiti del donativo soltanto ....... .... ................................. ............................ ....... 3 I 9. 072 Rimane un disavanzo di .. .................. ......................... .............. .. ....................... ...................... ....... 17. 014 Tale cifra purtroppo va crescendo di anno in anno, incrementandosi la fanteria con nuove compagnie e nuove leve per il tcrcio.
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La difesa costiera del Negno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
foRTl'. DI CAPO .PA&All.0 .
. PIAN.TA DI CAPO PASSARO
320
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320. Penisola !oggi isolaj di Capo Passero, da F. Negro. 32 I. Pianta e assonometria del Forte di Capo Passero, da F. Negro.
Le.forze armate del Regno di Sicilia in età spagnola
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322
323 322. L'isola di Capo Passero ed il Forte, oggi. 323. Il Forte di Capo Passero dall'alto.
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la d[fesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Secondo Quelli provenienti dai Caricatori cie l Regno dai quali si ricavano mediamente ogni anno 30. 000 scudi, dei quali 25. 000 di introiti effettivi presso i depositi dei caricatori, e 5. 000 corrispondenti a mille salme di grano che ogni anno la Corte preleva quale contributo per il mantenimento cli Pantel leria, o per fabbricar biscotto o per qualsiasi altra sua necessità .... .............. ......................................................................... 30. 000 Con questo introito si pagano: Le spese di gestione degl i stessi caricatori, come i salari dei funzionari, i fitti dei magazzini e fosse , i diritti di giornata dei misuratori, degli scaricatori, della fornitura dei libri e della carta, e di tante ulteriori spese minute che in totale ammonta no ...................... ................ ... ........................................ ................ 18. 000 Una assegnazione a favore del Duca d.i Sexto di .............. .................................... ........................ ... 3. 609 Un'altra che tiene l'lJl.a Duchessa di Sermoneta ............................................... ........................... .. 2. 406 Il salario al Maestro Ponolano ed ai suoi ufficiali ................................................. ..................... .. ... l. O11 Le spese per i libri, carta colorata, penne cd altri articoli simili di cancelleria necessari per la gestione cli tale ufficio, per complessivi ....... ...................... ................ ......................................... ................... ... ....... 100 Sommano ........ ................................................................. ................. ... ................ ................... ....... .. 25.126 Aggiungendo a queste le mille salme di grano che la R. Corte preleva per Pante lleria, e per il biscotto, ogni anno ............... .................. ........................ .~ ················· ····················· ············· ··· ······················ ....... 5. 000 Sommano complessivamente ....................................................... ................. ..................... .... ........ 30. l 26
Terzo Dalle imposte sul!' esportazione del grano, che nelle precedenti relazioni di bi lancio veniva fatta ascendere a 50. 000-60. 000 s. in media, attualmente non supera i 50. 000, per cui si pone pari .. ...... 50. 000 Da questo introito specifi co dell'Ufficio del Maestro Portolano si debbono corrispondere, quando per decreto dei vicerè non sia distratto l'intero ammontare per altre esigenze della Corte: Una assegna7.ione ann ua per debiti passati pari a circa ............... ...................................... .............. l. I86 Le somme che si debbono a molti creditori per il prel ievo del grano voluto dal.la Corte da questi suoi caricatori, nel decennio scorso, che non si poterono saldare per ordine della Regina N.ra Signora. Quanto avanza si impiega per pagare il Maestro Portolano ed i suoi ufficiali, quando no n si riesca a farli rient rare nei proventi dei Caricatori per risultare insufficiente. Va osservato che da diverso tempo in qua i signori vicerè ..:1anno deslinaLO questi gettiti dell' imposta sull'esportazione del grano, alle dette assegnazion i ed ad altre diverse spese del Regno, secondo le volontà dei reali ordini. Si può quindi affermare che questo introito è impiegalo per qualsiasi genere di spesa. Quarto Dall 'imposta sulla Crociata che S. Santità55 concede ogni anno a questo Regno, e che può farsi ascendere mediamente per ciascun anno a.................. ..................................... ... ................. ..................... . 110. 000 Tale introito viene impiegato per la gestione ed il mantenimento delle 6 galere di cui dispone la flotta del Regno e per le quali si registra una spesa annua pari a ................... ............................................ . l 20. 000 Quinto 6
Del gettito delle sccrezie' riscosse a Palermo, a Messina ed in t.utt.e le allre città demaniali del Regno, e che ammontano a ....................................................... .................... ....... ............... ............................. 105. 000 includendo in tale cifra anche i 9. 500 provenienti dalla dogana di Messina. Con questi fondi, in attuazione del dispositivo reale del 28 l l '72, si sono soddisfatti i seguenti pagamenti: Innanzit.utt.o le spese relative ai castelli cd alle fortezze del Regno, nonchè quelle relative ai presidi cd ai forti, pari annualmente a...................... .............. ... ..................... ... ............................................ ........ 37. 397 Quindi i salari, le assegnazioni, le spettanze dei signori ministri ed ufficiali del Supremo Consiglio d'ILalia57 e della segreteria, nonchè per l'alloggio del suo presidente .......... ... ......................... ............ 24. 32 1
55 " ...
i re spagnoli ricevettero il gettito assai notevole di un ' imposta che era stata loro assegnata per grazia pontificia e che doveva no pagare in pari misura laici ed ecc.:lesiastici: la cruzada. Originariamente la cruzada era stata un tributo straordinario concesso ai sovrani spagnoli per sostenerli nel conflitto contro i mori, ma poi divenne una fo nte normale di reddito per la Corona proprio sotto il regno di Carlo V. L'imposta era a scadenze tJicnnali e la pagavano ogni uomo, ogni donna e ogni fan ciullo che volesse fru ire dell'ind ulgenza ad essa connessa... ", da J. H. ELLIOTI, La Spagna ... , op. cit. , p. 227. 56 Le secrez.ie erano introiti provenienti dall'alienazioni dei beni demaniali del patrimonio reale, ovvero dall 'amministrazione dei redditi fond iari e fiscali delle corona nelle città che erano ancora demaniali. 57 Circa la logica, la funzione e le reali prestazioni dei Consigli, cfr. J. H. ELUOTI, La Spagna ... , op. ciL. pp. 190-203.
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LefèJrze armate del Regno cli Sicilia in età spagnola
Per il pagamento d egli stipendi de i ministri e degli ufficiali di questo tribunale del Real Patrimonio e di tutte Je secrezie del Regno ........... ... ................ .... ............. .. .................. .................... .................. ...... ..... 28. 172 Ed infine per il pagamento delle assegnazioni stabilite per i castelli e le secrezic ............ ..... ........ 5. 607
Sesto Del gettito provenien te dall ' imposta di Sigillo del Gran Cancell iere c he può val utarsi ann ualmente pari a ......... ..................... ........ ........... .. ............. ..... ................. ... ........... ......................... .... ...... ................. 390 Con questi prove nti si paga il salario dello stesso Collettore e dei s uoi ass istenti, congiuntamen te ad altri piccoli introiti sui diritti di bolli vari, desti nati inoltre alle spese coJTenti di cancelleria per tale uffic io.
Settirno Del diritto di 12 t. imposto so pra ogni richiesta scritta e che ammonta annualmente a ... .......................... 300 Con i proventi di questo introiti si paga il salario dello stesso collettore e dei s uoi assistenti, e con il restante si assicurano le spese correnti de l medesimo uffic io.
Ottavo Dai proventi delle spogliazioni e delle rendile delle Chiese e delle Prelature vacanti de l pa tronato regio, che possono stimarsi annualmeme pari a 65. 000 s . dei quali però dovendosene corrispondere 28. 000 sottoforma di pensioni e di gravami comunque dipendenti dalle dette Prelature ne restano disponibili effettivamente soltanto ..... ....................................... .................................... ....................... .................. ....... 37. 000 Con i proventi di questo introito si pagano alcune pensioni, elemosini e sovvenzioni elargite da S. M. a di verse chiese e persone p riv ate per un tota le di .. ..................... ............ ... ..................... .................. ..... 25. 000 Dei restanti 12. 000 si destinano al pagamento di elargizioni una tantum. Vi è da ricordare inoltre che le spese deri va nti da tali pens ioni, assegnazioni, ecc. am montano ad oltre 150. 000 s. , poichè la R. C. si è valsa in moltissime occasioni d i questo introito distraendolo da tal fine.
Nono Dei proventi derivanti dai beni incorporati dalla R. C. e che si possono valutare mediamente per ciascun anno pari .................................. .................... ............ ...... ............... ..... .... ........ ...... ... ................. ...... 3. 000 Questo gettito al netto delle spese sostenute per i gravami esistenti sui beni, e per q uelle nccessa1ie al loro mantenimento fino a ll' incorporazione od all'alienazione, si impiega per quals iasi esigenza finaziaria .
Decùno Dei proventi derivami dal sequestro delle mercanzie furtive o di conu·abbando, illecitamente importate o esportate dal Regno. Possono valutarsi annualmente pari a ......... ......................................... .... ......... I. 500 Da q uesto denaro s i suole pagare gli esborsi che si verificano nell' uffic io del Mastro Portolano, de l Segreto, delle Secrezic di Palermo e di Messina e di a ltre citta del Regno, e di a lcuni salari o ulteriori spese che si originano nella loro gestione, e per le quali non è sufficienr.e, molte volte, la normale disponibilità. Ne i restanti casi si im piega per qualsiasi spesa.
Undicesimo Dei proventi derivan ti dal sequestro dei beni dei delinquen ti e quindi venduti. che possono stimarsi mediamente per ciascun anno pari a ......... ................ .. .... ............... .............. ...... .. ...... ............. ... ......... 15. 000 Da questo introito si pagano: Le spese di ammi nistrazione di alc uni beni acquisiti dalla R. C. pari a ...... .... ............................... 9. 000 Il salario del collettore e le spese che il suo ufficio comporta.... ....... ... ................. ............... ..... ........ 205 Una assegnazione perpetua ed altre vitalizie ............... ...... .............. .. .. ................... .. ..... ........... ..... .........76 li servizio postale dalla Spagna ... .................... ............... ... .................... ..................... ..... ............. ... 1. 000 r censi e le imposte per conto della R. C. sui beni incorporati ................ ...................... .. ............. .. . 2. 000 Del restante d i q uest.' introito si provvede ad assegnazioni una tantum come que lla d i 2. 000 s. al Collegio di Mazara e <li 4 . 000 ai prerori di S. Giovanni Battista la Calza, ecc ..
Dodicesimo Del gettito degli arrendame nti, che possono sti marsi mediamente pari ogni anno a ................ ...... 2. 600
Tredicesimo Del gettito proveniente dalle condanne e dalle grazie che prom ulgano i vicerè alle persone inquisite per reati vari, dalle contravvenzioni e dalle am mende, c he tulle mediamente ammontano ogni anno a ..... l. 400
Quattordicesimo Del gettito procurato dal Tribunale del Reale Patrimonio, an nualmente pari a .............................. 2. 500
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Quindicesimo Del gettito derivante dal la vendita degli uffici che si può valutare ogni anno pari a ............... ...... 4. 000 Sedicesimo Del donati vo grazioso che alcune volte sogliono fornire a S. M. località e persone private del Regno, e che possono stimarsi in rned.ia ogni anno pari a ............. .................. .. ................... ... .................. ........... 8. 000
Dieciassettesim.o Del gettito dei censi che sono rimessi alla R. C. da moll.e persone per la concessione del l'acqua, e che i rnporta ogni anno .......... ........................................... .. ................................... ................. .. ....................... 132
Diciouesimo Introiti straordinari non rientranti nelle categorie esposte e che producono ogni anno media-
mcri_~~;; ~·~;~;~·~~~ ·~~~i ·d;;·~·;i;iti:·~~~;··,;·;~·;;~: ·t~·~·t~··;~·t;~~·t;~· ·t;·t;·~·;;;~·~·i·Ù;~··ci~;{;~;;;~;;~·~·;;·~~~Ù~r~~; .ir~~;i~~~t~ per qualsiasi esigenza del momento. Non si possono includere fra gli introiti quelli provenienti dal Molo di Palermo, poichè la s tessa città li incamera a conto rimborso dei debiti che vanui con R. C. .
IN SINTJ:SI En1ra1e
Donativo ordinario e straordinario ....... ........... ....................................................... ..................... 319. 072 Caricatori del Regno........................................ ................. ..... ................ ............... ............ ............ 30. 000 Imposte suH' esportazione del grano .............. ................. ....... .............. ................. ......................... ... 5. 000 Diritti e bolli s ui dispacci ............. .................. .............. ... ..................... ................. .......................... ...... 520 Santa Crociata .. ..... .................... ................... ................. ........... .......... ................. .......................... 110. 000 Secrezie e Dogane del Regno ..... ................................ ....................... ................. ...................... .. I 05. 000 Sigillo del Gran Cancelliere .. ... ................. ................. ............................................................... .......... 390 Diritti di commissariato .......... ................... ...... ............. .. ................. .................. .. ...... .................. ........ 300 Spogliazione e beni ecci. incorporati ........................... ....................... ............... ............................. 37. 000 Beni incorporati ................ .. ...................... ................. ...................... ..... ............ ..... .. ................ ....... 3. 300 Sequestri ........ ................... .... ... ................. ...... ............ ... .... .............. ........ :...... ,.,............................... 1. 500 Fiscalizzazioni ..... ............. .... .. ................. ,................ ,.. ..................... ................... .................. ........ 15. 000 Arrendamenti vari .................................... ................. .. ................... ................. .... ................. .. .......... 2. 600 Giustizia ... ............................................... ... ............ ........................................ ..... .................. .......... I. 400 Significatorie ................. .. ........... ..... .' ...................... ................... ................ ......... .............. ... .... ....... 2. 500 Vendita di uffici ............. ..................... .... ..................................................... ...... ................. ...... ....... 4. 000 Donar.ivi graziosi ................................ ................... ................... ................... ........................ ............. 8. 000 Introiti vari ............................................................. ................... .. ....................................... ... ......... 16. 000 Totale ..... ................... .......................................... ................ ... .. .. ................. ......................... ..... .. 66 1. 714 ~
Uscite Salari .. .................... ........ ............. ...... ............... ..... ................ .. .... ............... .................... ... ... .. ........ 90. 000 Galere. ................... ........... ............ ..................... ................... ..................... .................................. I 20. 000 Castelli ......................... ............. .. ....... ... ............ ........ ......... .... ............................................ ............ 58. 000 Assegnazioni annuali ..................... ..................... ................... ................... ......................... ,........... 50. 898 Spese per le spogliazioni ............................................ .... :... .. .... ...... ............. .................................. 26. 885 Fanteria Spagnola .......... .............. ......... ............ .... ...............,.,.................. ,........................ ......... 232. 877 Guardia borgognona .................. .. ..................... .................. ............................................................ 12. 654 Guardia Alemanna .... ..................... ................... ........................ .... ............ ..... .................................. 2. 700 Cap.ni d' Arme delle tre Valli del Regno e della Furia di Messina ........... .................. ................... 7. 800 Comitiva del Cap. di Campagna .......................... ..................................... .. ................ ...................... I. 320 Sergenti Maggiori della Milizia ... ............................................... ........... .................. ... ........ ............. I. 524 Spese per la poi vere .............. ...... .................. .................. ..................... .. .... .............. ........................ 7. 000 Spese per Artiglieria ............. ............ .......... ....... ............. .......... ........... ........ ............ ........................ 3. 700 Spese segrete......... ............. ... ...................... ......... ........ ............ .............. .................. ... .................. I 5. 000 Flotta da trasporto .. .............. ........................... ................... .................... ................... ....... ................ .4. 000 Elargizioni una tantum ............. ....................................... ...................... ..................... ....... .. ........... I 2. 000 Cantieri Palazzi Reali di Me e Pa .................... .... ........... ...................... ..................... ,..... .. ........ ..... 3. 600 Cantieri per le fortificazioni .......................... .............................. ............ ................. .... ....... ............ 4. 300 Servizio postale con relativo naviglio .......... .... ................. .... .................. ................... ..................... 6. 000
Le fo rze annate del Regno di Sicilia in età spagnola
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Fi tti di case e di rnaganini ................. ...... .............................. .............. ... ....................................... 2. 500 Franchigie ....... .... .................. .. .............. ...................................... ............... ...................................... .4. 000 Spese materiale di cancelleria... ............. .. .................... ............. .... .. ..................... ................ .......... I. 500 Lu minarie.............. .................... ................,.. ............. ....... ........... ..................... ......... ....................... 2. 000 Censi su beni confiscati ......... ......................... ............... .................... .................. ................. ..... .... 11. 000 Tratte franc he........... ..................... ... ........... ....... ............ ................... ................... .. ................. ...... 2. 000 Diaria dei delegati e dei cornmissari ............... ................... ................ ...... ............... .. .... ............ .... ........200 Spese varie .................. ... ................... .. ............ ..................................... ...................... ......... ......... .... 9. 000 Totale ..... ... ... ........... ....................... .. .. ............. ..... ... .............................. .. ............... :..... .... ............ 71 O. 454 {)isavanz..o annuo .......... ..... ................ ................... .................................. .................... .... ,.. ........... 48. 740
Dalle cifre esposte balza chiaro che le spese militari nell'arco storico del viceregno spagnolo, rappresentavano l'esorbitante ammontare del 69 % cli tutte le e ntrate del Regno!Basterebbe soltanto questo dato per ernblernatizzare l'importanza assegnata alla difesa, ed a quella costiera in particolare, che a sua volta costituiva l'aliquota maggiori taria dell'esborso. La situaz ione, difficilmente sostenibile per l'economia cli qualsiasi stato in qualunque periodo, si incrementò addi rittura negli ultimi decenni ciel XVII secolo, attingendo per conseguenza in maniera devastante da lle potenzial ità economiche ciel Regno, senza peraltro fo rnirlo cl i una conseguente protezione. L'esasperante fiscalismo del resto fu alla base delle rnolleplici rivolte che divamparono in quel secolo, alcune delle quali giu nsero a mettere concretamente in discussione persino la stessa sovranitfa imperiale su buona parte del territorio isolano . È importante ricordare infatti che : "il drenaggio di denaro dall'isola aveva in effetti sconvolto gli equilibri sociali aggregati da Ossuna intorno al debito pubblico. Circa 7 milioni di scud i siciliani uscirono dall'isola tra il 1630 ed il 1643; non meno cli 10 milioni-secondo una stima prudente - tra il 1620 e il 1650. " 58 . Lo squilibrio econo mico non tardò ad innescare le ribellioni popolari.
5~
Da V. SCIUTI Russi. Astrea
i11
Sicilia. Napoli, 1983, pp. 230 e sgg.
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CAPITOLO SETTIMO Il tramonto del dominio spagnolo tra ribellioni e guerre
L'impoverùnento del Regno Agli inizi del 1611 aveva assunto la carica di vicerè della Sicilia il duca di Ossuna. Apparteneva a quella categoria, alquanto rara, di fun zionari competenti, volit.ivi e motivati, dotati dell'energia e del coraggio necessario per attuare guanto valutato conveniente al benessere del paese loro affidato e dell' impero. Le tragiche connotazioni socio-economiche che gli si pararono innanzi al suo arrivo nell'isola, non differivano sostanzialmente eia quelle rinvenutevi da tanti altri suoi acquiescenti colleghi. Molto diversa risultò invece la sua tolleranza. Notificava pertanto all'imperatore, esteJTefatto dell' andazzo, che in quel regno non si coglieva ormai neanche più la benché minima parvenza cli giustizia, imperando una corn1zione istituzionalizzata ed universale. Ogni sentenza poteva comprarsi facilmente, e nessuna sicurezza ovviamente ne conseguiva: persino la vita stessa dei cittadini all ' interno delle proprie abitazioni si trascinava precariamente: "Questo regno non riconosce né Dio né la Vostra Maestà; tutto si vende per denaro, comprese le vite e i beni del povero, le proprietà del re e persino la giustizia. Non ho mai visto né udito nulla di paragonabile con la criminalità cd i disordini di qui" 1• Impellenti, quindi, rad icali e profonde riforme nel settore giudiziario ed amministrativo con, al contempo, una guerra senza quartiere alla delinquenza dilagante ed incontrastata, spesso protetta proprio dalla classe nobiliare. I positivi riscontri, favoriti indubbiamente dalle maniere spicce non tardarono a manifestarsi e, pur tra le immancabili lamentazion i ipocrite, la vita iniziò ad assumere le peculiarità abi tuali ciel resto del mondo civile.2 Ma se all' interno il problema si riduceva a rendere funzionanti e credibili tribunali e leggi, nell'ambito della salvaguardia nazionale il contesto si delineava enormemente più debilitato ed aleatorio, ad onta delle immense spese ded icate alla difesa. L'onerosa flotta regnicola ad esempio, che avrebbe dovuto proteggere il regno dagl i insulti corsari, giaceva da lungo tempo trascurata ed inoperosa nei porti e gli stessi suoi comandanti da anni avanzavano il soldo. Il vicerè, senza frapporre indugi, la ricostituì con superiori dotazioni. Avviò inoltre la costruzione di una dozzina di nuove unitit, in grado non solo cli colmare le carenze degli antiquati scafi in servizio, ma cli concretizzare fina lmente un coerente programma di ritorsione della corsa barbaresca, vera novità della visione tattica dell'Ossunaì_
Da D. MACJ<S.v11r1-1, Swria della Sicilia ... . op. cil. , p. 253. Citava al riguardo D. l'vfACK SMITII, S,oria della Sicilia ... . op. cit. , p. 253, un noto viaggiatore inglese che così annotava all'epoca: "non si viaggia per il paese se non. con una lmona scorta ... {ma] queslo vicerè ha libercuo nwlto bene il paese dai banditi. perdonando a qualsiasi criminale che ne a vesse Jèmo arresrare o morire un al!ro ". 3 La concezione dell' Ossuna era in definitiva abbas tanza semplice e consistette nell'istituzionalizzare ed incrementare quella che peraltro già da secoli rappresentava !.'attività di alcuni nobili siciliani, la guerra di corsa. I.e città di Palermo, Trapani e Messina, erano centri di smistamento corsaro sia pure in maniera occasionale già dalla metà del XVI sec. . Aggi unge in merito F. BR AUDEL, Civiltà e imperi... . op. cit., voi. II, p. 934-935: "Nel I 609, si parla al Divano di interdire il pellegrinaggio di Gerusalemme, nella speranza di muovere a sdegno il mondo cristiano contro le piraterie ... A.Itri corsari forzano le porte del Levante ... In Sicilia ... Lutto uno sciame di corsari comincia a dirigersi verso il Levante già prima de.I 1574 ... in Sicilia [nel 1578] privati e lo stesso vicerè continuano il loro fruttuoso traffico...'' 1
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I.a difesa cos1iera del Negno di Sirilia dal X\11 al X IX secolo
324. Me rcato d i schiavi. presso i barbareschi eia un dipinto di Gérome Jean-Léon , 1866.
Garantitas i perciò una magg iore partec ipazione della milizia cittadina alla di fesa del l' isola, potè lanciare, nei limiti consentitigli dalle incombenze imperiali , le unità da guerra s ic iliane alla caccia in corsa contro le imbarcazioni barbaresche. Vuoi per la insospettata iniziativa. vuoi per !'effettive capacità dei marina i del regno, non al ie ni nel passato a corseggiare sebbene su scala minore, l' inizi ativa conseguì risultati eccezio nali. ln pochi anni infatti l'ammontare delle catture di barbareschi su però numericamente quello di s iciliani, ad opera dei loro corsari. Nessun altro v iceregno asburgico vantò mai un s imi le risullato-1 ed è sintomatico che la presenza s ul ten-itori o siciliano di schi av i barbareschi, o comunque provenienti dalle catture nord africane, prese a costituire una componente costarùe della variegata compagine socia le del regno. A ncora verso la fine di q uel secolo, ad esempio, è faci le rintracciare nelle numerose vendite all 'asta che avvenivano a Messina alc une concernenti proprio tale inumana istituzione. ciel resto pienamente tollerata: " ... Me!>sina el dia 13 de Aprii de 1678 ... Item una esclava nombrada Caterina Maleti Mesim:sa. vend uda a don Pablo Pe rrun i ... por 26 onzas. llern una carrozn toda guarnerida con sus rnulas, y esc lavo nomb rado Juse pe Maleti ... por ochenta onza. ltern una csclava bianca nombrada Catarina Pclcgrino... bcndida... por quaranta y quatro onzas y quinze t.arines ... '''.
L'Ossuna non limitò tuttavia la sua politica escl usivamente all' ordine pubblico ed alla di fesa, ma perfettamente conscio che la causa primaria dei malanni e dei dissesti del regno si annidava proprio nella s ua disastrata economia, ne intraprese, per quanto possibile, un severo risanamento.
"1\nche in Sardegna si tentò il ri corso a lla guerra di corsa per ritorsione alle razzie barbaresche. ma il risultalo fu cli minima entitl1. Scrive A. M AHOI\E. Le isti111:io11i miliwri. in S1oria dei Sardi e della Sardrgna, Milano. 1989. Voi. 111, p. 78: ..,n altri casi, come all 'armatore co rso Stefano Pietro che, il 31 agoslù 1637. ottiene licenza di corseggiare col suo brigantino a danno elci barbareschi e de i francesi, si promeho no 20 sc ucii per la caltura cli og ni nemico ... ·•. ma il solo !"atto che si dovesse rico rrere ad incentivi economici conferma la estrema marginalilii de lla procedura. a differenza ùi quella sici liana. fonte di cospicui lucri, come accennato. ' A. G. S., S.P. 1253. 13. 4. I 6ì8
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Furono così sospese molle assegnazioni vitalizie e pensioni non giustificate, nonché verificate tutte le esenzioni fiscali pretese. Introitò inoltre. contando di ripianarlo gradatamente, circa un quarto di milione di scudi da Genova in modo da fronteggiare il pauroso disavanzo fi n lì maturatosi. L'accorta manovra finanziaria forse sarebbe alla fine riuscita, ma le circostanze parvero rapidamente precipitare, sconvolte dalle insostenibili necessità della corona profilandosi all'orizzonte imperiale l'ennesimo conflitto: quello peraltro tristemente noto come guerra dei Trent' anni6. Il vicerè finì richiamato in Spagna ed una esorbitante richiesta di denaro si abbattè nuovamente sull'economia siciliana falciclianclola inesorabilmente. Oltre alle immense rimesse di denaro destinate agli eserciti imperiali in Germania ed in Ungheria, alla Sicilia si fece carico cli cospicue ed incessanti forniture alimentari per gli stessi e le sue navi si distrassero per finalità strategiche estranee alla protezione territoriale, come in precedenza già riJevato. Con l'avvio nel 1635 delle ostilità clireue tra Francia e Spagna Je risorse economiche dell 'impero, e della Sicilia in particolare, precipitarono ulteriormente7, con tutle le immaginabili conseguenze sociali. Il breve viceregno dell'Ossuna assurse così nella nostalgica tradizione regnicola al rango di una effimera età dell ' oro.
Marginali interventi sulle piazze L'esistenza di una grossa squadra francese, forte di oltre quaran ta vascelli da battagli a, frutto delle mire strategiche del Richelieu8, e le sue frequenti crociere nel Mediterraneo, sconvolgeva il ritmo esistenziale dell'apparato difensivo isolano. I timori di possibili puntate offensive lungo le marine - i cui echi abbiamo avuto occasione di percepire tra le righe del verbale ciel torriero dell'Isola delle Femmine - presero ad acquistare crescente consistenza. Infatti quanto fino ad allora, bene o male, si era riusciti a costruire nel settore della difesa costiera ciel Regno, appariva pericolosamente debole e deficitario se rapportato, non più alla minaccia corsara ma, alla micidiale potenzialità bellica dei vascelli di linea fran cesi irti di cannoni, determinati alla conquista militare dell'Isola e non già alle soli te razzie. Pertanto l'intero schieramento delle opere foranee, finalizzato ormai da Iungo tempo in funzione eminentemente antincursiva, necessitava quanto m.eno di una riconversione ed integrazione potenziatrice, a partire dalle principali piazze, per adeguarlo alle ricomparse esigenze antinvasive. Non stupisce perciò che proprio a Messina, chiave strategica ciel Regno, si procedesse dagli inizi degli anni '40 ad un profondo restauro ed ammodernamento delle strutture della piazza, testimoniato dalla immancabile lapide commerativa posta nel 1642 a conclusione dì quel ciclo pluriennale di lavori9 •
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Sull'aspetto economico cli quel periodo in relazione alla Guerra dei Trent'anni cfr. J.
V. PoLJSENSKY,
La guerra dei
treni 'anni , Torino, l. 982, pp. 105-119. 7 Precisa .J. V. POI.ISENSKY, La guerra ... , op. cit., p. 272: ''Olivares decise una prol'onda riforma amministnJtiva e nel 1634 sostituì al Consejo de Estado un organismo esecutivo, la Junta de ejecution. Nonostante tulli i suoi sforzi non si pot.è ricavare dalla Castiglia. il cuore dello S1...ir.o spagnolo, più denu ro e più soldati di quanti ne scesse già fornendo, anzi se ne prospeuava una rapida diminuzione. Il progetto del conte-duca di riunì.re le singole corone dello Stato iberico in un·unica Unièm de Arnias lo conduceva dunque logicarneme alla conclusione che la guerra .in Italia, in Germania, nei Paesi Bassi e nell ' impero oltremare poteva ormai continuare solo se venivano obbligate a contribuire quelle regioni che sino ad allora erano state tenute in disparte ... ". 8 Richelieu intorno alla metà degli anni venti, perorò la causa di una poteme floua da guerra con il suo sovrano, affermando: "«Se Vostra Maestà ha sempre nei suoi porti quaranta vascelli, bene armati e bene equipaggiati. pronti a prendere in qualsiasi rnomento il mare se necessario. ne avrete a sufficienza per garanti rvi contro le offese, e per ispirare timore in cqloro che finora hanno mostrato disprezzo per le vostre forze». Nel 1624 la Francia non aveva una sola nave in grado di affron tare le navi da guerra inglesi o spagnole ... Nel 1626 vuscelli di prima classe vennero consegnati eia cantieri navali olandesi ... Nel .1 640... aveva ottantacinque vascelli, dei quali sessantatré erano navi e ventidue galeoni ... ". Da D. P. O 'CO:siNELI., Rir:helieu. il cardinale che eresse la grandeur della Francia, Cuneo. 1983. pp. 144-45. 9 La lapide, rimasta ignorata fino al 1894, essendo stata riutilizzata per apporvi a cergo una nuova iscri zione. tramandava appunto l'aggiornamenw della fortezza di S. Giorgio. Sull 'argomento cfr. PuzzoLO SIGILLO, Don Bhm:o, in Boll. f. S. C. A. G. N" 4, XXIV Giugno 1936, p. 30.
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327 325. Licata, il forte. 326. Licata, panoramica dall'alto. 327. Licata, parlicolare del forte dall'alto.
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Anche Licata finalmente ebbe il suo forte apicale, innalzato inglobando la p1:eesistente torre camillanea, dimostrazione ulteriore della individmt7ione proprio in quel medesimo sito non solo di un caposaldo per la difesa costiera anlincursiva, ma anche cli una maggiore fortificazione antinvasiva. "Certamente si era costruita soltanto la poderosa torre quadrata, dato che le sue pietre non si legano armoniosamente con quel le della muraglia che si iniziò a costruire a partire dal 1636, per ordine ciel duca Montalto, vicerè del Regno, sotto la sorveglianza del marchese cl' Altamira, don Scipione Cottone, maestro razionale nobile del R. Patrimonio che aveva anche l'incarico di pensare al suo armamento. Le fabbriche furono realizzate da espertissimi murifabbri di Caltagirone e il castello infine, prese il nome del colle che lo ospitò fS. AngeloJ . Il forte ha forma quadrangolare irregolare, con m ura perimetrali dagli spigoli taglienti. Le mura, molto spesse, corclolate all'esterno all'altezza elci merli, si uniscono al torrione quadrato per metà interamente riempilo, tanto che vi si accede quasi e soltanto all'altezza ciel piano delle terrazze. Aci est, ovest e nord stavano delle torrettte di guardia, sorrette da robuste mensole. Gli alloggiamenti dei soldati, le stalle, i magazzini (in tutto 21 vani) furono costruiti lungo il perimetro murario interno. L'accesso era consentito solo da mezzogiorno, attraverso un ponte levatoio che univa il forte con il profondo fossato che lo circondava. Di fronte all'ingresso, in fondo al cortile, ad ovest, sotto una grande arcata, stava la cappella ciel castello ... Il forte ... venne inaugurato nel 1640. Don Scipione Cottone, per tramandarne la memori a, fece murare sull' ingresso centrale ... una tabella marmorea ... " Hl. Similmente, in ossequio alla notoria priorità ravvisata nella difesa ciel lato orientale dell' isola, anche Augusta fu fatta oggetto cli parziali lavori di potenziamento, sotto la duplice spinta della minaccia fomcese e di quella riemergente turca. Ci sembra interessante al riguardo fornire alcuni significativi strale.i dello stato in cui si trovavano le fortificazioni cli quella piazza e del loro armamento proprio nel J640, desunti da una minuziosa relazione coeva. " ... La citti1 non ha altro recinto, ne altra fortificalione. che quella che la natura del sito gl i diede, essendo posta sopra un tumu lo pianissimo di sopra che si alza dal mare, onde ot.10, onde nove e più canne. e vien circondata dalla parte di levante in alcune parti da rupi e rocche precipitosi, in altre parte da pietre cadute e da secche impeditissimi sbattuti cli continuo cd afflitte da un 1nar vivo, aperto e ondoso, le quali tutti impediscono ogni sbarco etiam a piccolissimi vascelli . Nella pane occidentale, che guarda il porto oltre ai luoghi diffici li e precipitosi c he sieguono lungo tratto, vi sono le secche bassissimi che si sporgono in mare onde 20, onde 25 e più canne in un fango insuperabile, ne si possono maneggaire se non da huomini pratichissimi. Nella parte che guarda austro, vi è alzata una cortina col suo parapetto angusto però e senza terrapieno che divide tu lio l'habitat o della penisola della parte deserta. la q ual cortina sta per fronte a Torre d'Avalos e la punta di essa che verso oriente s i termina un tiro di pietra lontan dal mare in un corpo detto S. Giovanni che difende la cala delle fontanelle e la punta detta d ' un salto l' a ltra punta de lla cortina che si termina verso occidente sopra un poggetto che sopra sta al porto e riniasta incornpiula. Nel mezzodì essa cortina vi è un altro corpo angulato che si fiancheggia con S. Giovanni. Ha ne!J ' intorno la penisola tre cale con le loro punte pericolosissimi che d anno comodità di notte per isbarcar a q ualsivogl ia vascello senza esser scoperte da nessuno delle corUne del castello, la cala del le fontanelle predelle e la cala di S . .Jacopo che sono nella fronte orientale e la cala della Rcyna che e nella p unta australe verso il porto. La cala di S. Jacopo è pericolosiss ima, ha ve ndo sbarco profondiss imo et essendo lontana dal castel lo da 380 canne e altrettanto dal baloardo S. Giovanni. La punta della Reyna è coperta alla Torre d' A valos ed è lontanissima dclii forti di Castrogarsia e la Villoria et haveva in sua difesa una torretta sopra un Poggio che difendeva pure la punta del seclitore vicino a lei dove s i teneva la guardia la qual non so per qual cagione la smantellarono essendo necessaria 11 • L ' anno passato per le nuove dell ' annata turchesca. il Capitan d'Arrne D. Francesco Larcon fortificò a parer mio ancora tutto lo tratto alto da S. Jacopo insino a S. Gio. d'opera di pala e zappa e di fascina con
Da C. CARITÀ.// casteL/n Sa111'A11gelo di Licaw, in Boli. I. S. C. A.(]., n" I Gennaio 1977. pp. 108- 11 2. Dovrebbe trattarsi del l'antica torretta detta Dinsalto, piazzata sull 'omonima punta. Ne fece menzione il Camilli.ani nella sua relaz ione, ma nei grafici successivi non compare più. ni
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buone trinciere e con li suoi parapetti e banchette e porte da sortire, e riusc iva l'o pera molto bene senza spesa del Real Patrimonio e nei luoghi peric ulosi allo sbarco et ai u·adimenti che si rimane vano al basso tra i sassi radenti al mare (havendo prima riconosciuto e fatto scandaglio del fondo) desig nai alcune mezelune in guisa di casematte dove potesse stare un corpo di moschettieri per ciasched una fatte anco d 'opera di pala e di fascina con le loro strade coperte per ri tirarsi et andar e venir quell i ed haver soccorso securo como si diede la relat.io ne nella pianta a S. Ecc. •. La torre d' A valos e fondar.a sopra una secca lontana dalla punta de lla penisola... ha sopra una buona piazza con i suoi parapetti e le sue garitte dovve bene si maneggerà l'artig lieria. Vi è anco la torre della lanterna per scorta di vascelli; nell'intorno ha le finestre degli alloggiamenti aperte nella larghezza delle mura di pa lmi 14 ... da questi può di in tempo di notte , venir qualche tradimento. Si potrebbe rimediar con far grati di ferro a ciascheduna senza togliere il lume e l'aria agl'abitanti. I forti di Castrogars ia e della Vittoria, nei quali è fondata la sicurezza d'Augusta soggiacciono a l Poggio della Creta che soprasta e scuopre con canne 12 d'e minenza le piazze loro e si stende poi in p ianura ampia .. . rimediarono a q uesta soggetione con alzare i parapetti delli fronti al poggio e fargli le cannoniere, ma q uesto non è bastante. Sono lontani ambe i forti da questo poggio da cann·e 55 incirca e tra essi sono lontani quasi un tiro di pietra e comunicansi tra essi per una s trada fatta di gettito so~ra la secca coperta. Questi due forti hanno le piazze loro angustissime et insufficienti allo spatio che richiede l'artiglie ri a, la qual per tal ragione non havendo spatio nello sparare di ritirarsi, bisogna che la colloch ino obliquata nei parapetti 12 ne s i può come si vuo le maneggiarsi ne' bisogni et è cosa pericolosissima veramente, i quali parapetti sono rimasti incompiti . Questa fortificatione non può per nessun conto rimanersi come è al presente, non solo per le caggioni dette, ma anco per haver mare profondissimo all'intorno che da comodità ad avvicinarvisi ogni vascello, m i pareva gran rimedio alzare una fronte ragio nevolme nte angolata a rimpetto al poggio, la q ual unirebbe anco i du e forti e sarebbe di gran allegerimcnto alla spesa e reggirebbe meglio alle batterie, et alzarla tanto che signoreggiasse tutto qu el poggio, il quale come disse non avanza dodeci o tredici can ne. Dalla parte di tramontana sopra la gola della penisola vi è situato il castello la cui fronte d i mezzogiorno verso la città è fortificata col s uo fosso, con la controscarpa terrapienata e col s uo parapetto e banchetta e palificata et una meza luna in difesa della porta. La fronte verso tramontana per ha ver a di fe ndere la gola d'essa penisola, è stata fortific ata con una cortina e s uo i contraforti, senza fosso con due rivellini che conforme alla natura del sito, tra essi s i fiancheggiano, terrapienati coi parapetti però bassi; s i alza sopra la p iazza e t il terrapieno dell.a cortina, la fro nte del castello, come anco sopra quelle de i rivell ini si alzano le d ue torri nell'angoli del castello ed ambe le porte dei rivellini scendono due ali senz a tcrrapienate che si terminano in due corpi p iccoli nel mare verso oriente. La fabrica delle aie è angosta in modo che non da luogo ai difensori a scorrervi so pra et a qu ella d i ponente sono appoggiate alcuni magazeni della ciuà. Questa fort.ificatione era rimasta incompita e per lo moto che fece la lavanca 13 dove venne situata all'hora in molte parti era rovinata, e non solo è inutile, ma anco periculosa per le aperture grandi e per li moti di sterro che li stavano nelle fronti et havendo anco i terrapieni interrotti, molli e senza lastragati, non potevano ricevere sopra artigliaria. Di più per havere i parapetti tanto bassi senza cannoniere, e per essere tanto vicini alle fronti del cast.elio, che gli sta sopra a cavaliere, lasciano l'artiglie ria scoperta e la gente ancora che di sopra traccheggia con certezza d 'essere afflitta o dalli tiri stessi del nemico o daJla breccia che risalta d alle mura del castello c he di vicino le sovrastano. Ho r per rimediare la rovina di questa fortificatione qualunque ella s ia, giudicava ch'essendo cagionata dalla lava nca, si havia d a prendere il re medio della condir.ione della stessa terra della lavanca, la quale mentre rimane asciutta è fort issima e non cede punto, bagnala pero c he sia ed abbeverata dalle mo lte acque si liquefa e rov ina e cede anco facile e sdrucciola a tutte le cose che la premono. In modo che mi pareva c he si se rimediava che l'acqua non vi penetrasse si riparava be ne la rovina, comunicai il pensiero a cui spettava e cossi lo scrisse a S. E. che si do vessero allargare le aperture in sino ai fonda me nti e di nuovo si riemp isse con buoni pilastroni dopo tutto il terrapieno che vi era fatto de lla s tessa creta della lavanca mentre il tempo s i mantie ne asciuuo si haveva p rima molto bene d a pestare ed ammassare, e di sopra con un buon gettito di sterro de tto giorgiolena di pietra dolce che qui vcn'ha in ab-
12 Siamo di lrome ad un primo esempio di ins ufficienza dimensionale d i una fortificazione, progettata senza dubbio in maniern adeguata, ma superata in meno di setlclnt'an ni dal progresso delle artig lierie. Queste infatti richiedono, essendo probabilmente di maggiore portata uno spazio di rinculo eccedente l'originaria previsione e necessità con il risul tato di non poter essere impiegate se non lungo le diagonali delle canno niere, le sole che consentivano appunto un adeguato spaz.io posteriore. " Trattasi de l banco cli argilla.
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bondanza, difonderci l · opera la qual poscia si dovea lastre gare et incamiciarsi di ,buon tuffo al modo usato dandole la sua pendice 14 . Dalle parti di fuori delle mura, io ero di parere che si spianassero quei monti di sterro e s'andasse portando la scarpata con ugualità verso il mare bene assodandola coi sassi, che in buona copia vi sono e poi la coprissero e l'incamiciassero con lo stesso giorgiolena predetto, il quale assodato che fosse, fa un solo che resiste mirabilmente all'acqua. Mi dimostrava tuuo questo rimedio con evidenza il castello antico et altre fabbriche, le quali posti tutti sopra la stessa lavanca in quella parte solo ha consentito dove l'acqua ha potuto penetrare, nel rimanente sono saldissimi. Fra tanto perché quest' opera richiederia tempo per le nuove dell'armar.e che vigevano, io avisai a S.E. che doveva fortificare la gola della penisola e tagliarla dividendola dal continente primo ed indi per difendere il porto, farci una tenaglia con le sue meze lune all' incontro et il suo fosso e trinciere conforma al bisogno, tutto con opera <li pala e zappa e fascina, e del tutto ne mandai la pianta a S. E. con la stima della spesa che con buona diligenza non passava onze 80 roool La punta del Seditore dove era la torretta e tutto quel tratto della Reyna, smantellata la torretta e rimasto indifeso, non lascerei di fare detta torretta con tenerci qualche smiriglio importando molto tener guardato quel posto. Li forti Casu-ogarsia e della Vittoria hanno tutti i parapetti e le cannoniere incompite le quali parapelli e cannoniere sarebbono necessarie per defensione, quando fosse occupato dal nemico il promontorio della Creta e tanto più devonsi reparare quanto più non si da pri ncipio a fortificar detti fort i come si deve contro il poggio della Creta. Alla torre di Avalos erano infracidite le palificate delle porte e la stessa porta. Et havendo d'acconciare nel castello le cisterne che non tenevano buona l'acqua, tuua questa opera con l'occasione delJa nuova dell' armata, si andava riparando e risarcendo, non so se sia adempila e mentre in quelle parti egli hebbe l'occhio conforme all'ordine di S.E. Una notte mentre io mi ritrovavo in quella città si toccò arme el uscirono da sei in seuecento huomini non male armati con prontezza. Nel castello, il torrione angolato che è sopra la porla di esso, nella frontiera verso la città, ha i parapetti bassissimi, intanto che tanto l' arteglieria quanto la gente tutla sta scoperta ad arbitrio di chi vuole offendere senza essere scoperto, havendo incontro fatto le trinciere degli edifici della città. E parendomi che importa grandemente al servitio di S. M. • questo luogo, non posso lasciar di dire che alzarei quelli parapetti e rifacendole loro cannoniere accioche quelli di dentro potessero ad ogni invasione ripentina ritrovarsi pronti securi e coperti senza pensiero di darsi tempo a far gabioni e ri pari che il nemico non concede, e perciò e dagl'antichi, e dai moderni sempre fu lodato l' uso delle cannoniere dei parapetti e delle banchette solo per rimedio delle prime ripentine invasioni perché nei lunghi assedii il valore, il braccio e l' ingegno et il giuditio humano, non già le fabriche posson resistere alla potenza delle machi ne e dell'artiglieria, siché ritrovandosi apparechiati questi ripari quei di dentro riposatisi in esse si determino in più confidente et arditamente a difendere. All'incontro l' inimico non veggendo ciò che nella Piazza vi sta e si faccia con più sospelto e più timidamente si deliberi assallarla, potJei addurre mill 'altre raggioni ma non appartengono a questa relatione. Arteglicria et anni d'Augusta Nel castello sono di beccatura di lib. 9, 7, 6 15 Sagri: 3 Mezzi sagri [lib. 6): 2 Pitreri: I
In torre di A valos Cannoni rinjè)rza!i [lih. 50 e 55J : J Mezzi cannoni [lib. 17, 18]: 2 Sagri [lib. 101: 2 Mezzo sagro [lib. 5 J: I
1 • Sotto il profilo tecnico il ragio namento è ineccepibile, prospettando l'eliminazione dell'imbimbizionc per stabilizzare lo strato di argilla. L'effetto poi si sarebbe conseguito tramite una supe1f icie impermeabile composta da un massetto di detriti compattati dotato di notevole pendenza. 15 Per beccatura s'intendeva il calibro dell' arliglierie, pari al diametro della bocca del pezzo. Per I.i corrispondenza biunivoca tra peso della palla e suo diametro, però, con il terrnine calibro e quindi bocca si intendeva il peso appunto della palla espresso in libbre.
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Nel forte di Castrogarsia
Cannoni rinforzati [lib. 55): 4 Mezzi cannoni [lib. 22): 2 Sagri [lib. 10]: 2 Pirreri [Jib. J 8): l Nel forte della Vittoria Cannoni ["lib. 551: 2 Mezz..i cannoni flib ... ]: 2 1'v/ezze coLwnbrine flib. 12']: 2 In tutto pezzi: 40 Vi erano palle di ferro: 4307 Palle di piombo, di archibuggi e moschetti: 2709 Di polvere vi erano cant. • : 31 O Tra i quali ve n'erano cant. •: 60 che era inservibile si doveva raffinare cd accomo(jare. Miccio di Genova cant. • : 16. 86 't Pignatelli di fuoco che si potevano accomodare: 654 Moschetti: 44 Arcabuggi: 50 Picche con suoi aste, parte delli quali era inservibile: 40 Sagri [lib. I O]: 2 Mezzo sagro [lib. 51: I " 16•
È evidente dal citato inventario la estrema carenza difensiva della piazza sia sotto il profilo architettonico, con diverse sezioni prossime al crollo per smottamento del banco d'argilla su cui insistevano, sia dell ' armamento, assolutamente risibile in caso anche di brevissima incursione. T pezzi infatti, inferiori per numero a quelli cli una unità da battaglia minima, disponevano mediamente di 10 colpi cadauno e la fucileria di circa 25, con l'ovvio risultato cli poter sostenere a mala pena due ore cli fuoco 17 , supponendo sempre che Ja scarsissima polvere residua fosse ancora attiva. Un prezioso ausilio documentario circa le condizioni delle piazze e delle difese costiere statiche in Sicilia proprio di quegli anni, coincidenti con l'arrivo nell'isola di Giovanni dei Medici, ci viene dal magnifico atlante illustrato del N~gro, contenente le : "Plantas de todas las plac:as y fortalezas del Reyno de Sicilia sacadas por orde de Su Mag. del Rey D. Phelippe Quarto anno de MDCXL" ' 8, e dal quale siamo in grado di dedurre agevolmente i limiti dell 'avanzamento dei lavori alle piazze, peraltro esposti ad iosa nei documenti coevi. Resta quindi confermato che pur non potendosi parlare di stasi assoluta per l'aggiornamento delle opere, nei primi decenni del secolo XVII, poco si intraprese al riguardo, avvantaggiandosi anche di una particolare crisi cli combattività che affliggeva l'imper0 turco, travagliato da lotte intestine, che troveranno composizione soltanto con Maometto IV nel 1656. Ciò tuttavia non impedì che allorquando nel 1644 .le galere di Malta, agli ordini del gen. Vecchie tti 19 , catturarono, nelle acque di Rodi, un convoglio di 20 mercantili turchi con la relativa scorta20, diretti proprio a Costantinopoli, l'azione restasse impunita. La ritorsione scattò infatti immediata e, nella stessa estate, una squadra di 46 galere salpò per vendicare l'offesa. Non diresse però per la Sicilia, come paventato, bensì verso la Puglia, abbattendosi con efferate razzie su Taranto e su Rocca Imperiale. Esaurita quindi la missione altrettanto rapidamente si sganciò, segno esplicito di voler evitare temuti contatti con le unità occidentali.
B. N. M. , Ms. 787, epoca 1635-1 640, da L. Dufour. La cadenza di fuoco di quelle artiglierie infatti non eccedeva i 5 tiri l'ora. is È conservato alla B. N. M., Ms I, e costituisce la più accurata documentazione del XVII secolo. Sulla falsariga delle sue dettagliate tavole furono redai.I.i una serie di saggi concernenti le piazze siciliane dell'epoca, da F. Ruvolo sulla rivista Bnnium, 1986-87. 19 Cfr. B. D A L Poz.zo, Historia delta Sacm Religione di Malta, Verona, 1703, voi. II, p. 54. 2<1 Il dettaglio che pure i mercamili turchi viaggiassero in grandi convogli, dimostra ulteriormente la presenza cli una agguerrita compagine di corsari occidentali, dei quali in definitiva anche i Cavalieri di Malta e cli S. Stefano facevano parte. lù
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328. Palermo, planimetria del. Villa bJanca, 1777 [a, b, c.
di.
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La rivolta di Palermo Nel frattempo però i lavori imposti dalla paura dei turchi e gli esorbitanti gravami assorbiti dalla guerra, nonché il massiccio prelievo di viveri destinati a foraggiare le armate imperiali in Europa, annientarono anche le estreme risorse economiche ciel Regno, in maniera irreparabile. Nel luglio ciel '44 il vicerè marchese de los Veles y Adelantado, proprio in funzione dell'adeguamento difensivo del Regno, sollecitò al parlamento il donativo straordi nario sol ito, e ne ottenne un insolito e sintomatico rifiuto! Era la conferma ormai inequi vacabile della generalizzata e pericolosissima indigenza dei reg nicoli. Come se non bastasse il '45 ed il '46 si annunciarono con un susseguirsi cli ostinate siccità, premessa puntuale d i altrettante carestie. In pochi anni, quindi, la fame prese a connotare l'isolacelebre per la sua feracità. Dalle campagne abbandonate scianti di contadini affamati si trasferirono verso la città, in particolare a Palermo, sperando cli poter sopravvivere, se non altro, di elemosine e di elargiziom gratuite. Ma la situazione che regnava nella capitale, afflitta già dai suoi innumerevoli poveri, era affatto compatibile con la nuova pressante esigenza, non mancando per completare il quadro l'ennesima irrefrenabile epidem ia di peste. In breve le potenzialità anche puramente di sopravvivenza ciel Regno parvero sconvolte ed iniziarono a serpeggiare i primi sintomi di una crescente intolleranza. L'avvicinarsi della estate ciel '46 sembrò incrementare quelle minacciose irrequietezze dettate però, ed è fondamentale sottolinearlo, da motivazioni eminentemente materiali - ed alimentari in particolare - , prive perciò in quanto tali di un contenuto, almeno inizialmente, sovversivo21. "Il vicerè si era reso conto della gravità della situazione ed aveva cercato cli porvi rimedio: il 27 aprile aveva dato notizia al Re della siccità che danneggiava il raccolto; il IO maggio aveva scritto ai colleghi cli Napoli e cli Sardegna, informandoli della penosa situazione affinché intervenissero in suo aiuto, con l'invio cli frumenti ... l_ecl infatti.I il 18 era approdata nel molo di Palermo una nave carica cli due mila salme di frumento, mandata dal Vicerè cli Sarclegna." 22 • Ma il sollievo fu breve, ed in perfetta osservanza con l'ingenuo espediente di quei casi, il prezzo ciel pane si mantenne invariato, ma se ne diminuì notevolmente la quantità unitaria! 23 • Non per niente si gridava in quei tumulti come negli analoghi, precedenti e successivi, in Sicilia: "Pane grande, viva re di Spagna e fuora gabellel" 24 • Le conseguenze si scatenarono immediate, e come giustamente osservava il Brauclel: "non appena vi sia un aumento del suo prezzo, tutto prende ad agitarsi, e i disordini incombono ... " 25. Ed in quella torrida estate la rabbia infuriò non soltanto a Palermo o nelle altre grandi città, ma persino nelle piccole frazioni isolate, senza fondersi però in una unica ribellione organizzata, g iocando in tale direzione le secolari rivalità campanilistiche e le diverse gradazioni della miseria. "Le notizie cli questi tumulti così comuni e diffusi in tutta la Sicilia preoccupavano naturalmente il Vicerè ed a rimettere la calma si adoperava con grande cura egli stesso sia col mandare provviste di frumento dove maggiore era il bisogno, sia con spedire alcune milizie nelle città più ribelli ... "26 . In pratica la solita politica del bastone e della carota! Contrasta singolarmente in quel contesto ribollente l' atteggiamento tranquillo e sottomesso di Messina: la città giunse al punto d i invitare il vicerè a porsi al sicuro, all'interno delle sue mura dalle insolenze dei rivoltosi.
2 1 " .•• a Palermo il 20 maggio 1647 era scoppiata una rivolta, in cui obiettivo <lei rivoltosi erano stati i regisLri delle gabelle, i posti in cui si esigevano e, naturalmente, gli addetti alla riscossione. Non si può stabilire se l' esempio ispi rÌl i napoletani ... certo non vi fu estranea la propaganda francese ... " da G. CONIGLIO, 1 vicerè spagnoli di lVapoli, Napoli I 987, p. 254 . 22 Da A. S ICI LI ANO, Sulla rivolta di Palerm.o del J647, Palermo 1990, p. 19. 23 Precisa F. BRAUDEL, Le slrullure del quotidiano, Torino 1982, p. I 14: "Il pane alla vendita, non varia di prezzo: varia cli peso. La regola del peso variabile vale press'u poco per tutto il mondo occidentale" . 2• Cfr. A. SICILIAKO , Sulla rivolta ... , op. cit., p . 25 . 25 r. BRAUDEL, Le stru/lure ... , op. cit., p. 117. 2~ Da A. S ICILIANO, Sulla rivolta ... , op. cit., p. 60.
Il tramonto del dominio spagnolo tra ribellioni e guerre
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Sopraggiunse così il ' 47, anno particolarmente tragico per l' intero meridione italiano squassato da una indomabile ribellione, il cui esasperato epicentro fu la Napoli di Masaniello: "La fama delle pri miere ri volutioni nella Città di Napoli succedute, quantunque con rapidissimo corso volassero fino ali' nlti me e più lontane parti de.I Regno, ad ognimodo non ugualmente cagionò nelle Province più remote gl'effetti i quali nelle più vicine assai presto si fecero vedere. Non altri mente di quel che del fuoco avviene, il quale assalendo incontinente i luoghi più vicini, s'astiene da i più lontani, contentandosi di riscaldarli prirnieramente per disporli e prepararl i à ricevere l' ignea impressione " 27
li diffondersi della ri voluzione napoletana a modo d' incendio, raggiunse indubbiamente in quel ' 47 le estreme province ciel Regno di Napoli, quali appunto la CaJabria28 : e non dovette nemmeno tardare molto a "scaldare' la vicina Sicilia, prima di comuni.carie l'incendio, che per quanto detto Ja co1.11bustione covava, con genesi probabilmente autono ma sin dall'anno innanzi. Di certo però i moti napoletani ebbero il potere di polarizzare e fo rse cli aizzare quelli palermitani rivestendoli cli un contenuto poli tico di cui difettavano, ma non riuscirono comunque a coinvolgere l'intera isola in una riedizione dei Vespri. TI fenomeno pertanto rimase circoscritto ad alcune località abitate prime fra tutte Palenno, finendo con l' identificarsi per antonomasia i tumulti del '47 con la ribellione della stessa città. Si tornò comunque alla solita miope politica di pura sopravvivenza inasprendo se mai le norme relative alla pubblica sicurezza, prime fra tutte quelle concernenti il divieto di portare o possedere ann i, e tra quelle tassativamente bandite un curioso tipo di fuc ile dalle canne mozze! Gli anni successivi videro pertanto un lento trascinarsi dello stato miserabile della popolazione proletaria dell'isola ed una fi nanza del regno praticamente dissanguata ed an nientata. La stessa Messina, poi, non ricavò dalla sua acclarata fedeltà alcun utile auspicato, nè sul piano mercantile nè su quello politico, nè meno che mai assurse a capitale del Regno. Subì invece un aggravio ulteriore degli oneri economici e fiscali, trasfonnando così la speranzosa q uiescenza in astiosa delusione, che sfocerà in aperta intolleranza verso l'appartenenza stessa alla compagine spagnola. A differenza infatti di Palermo le montanti frustrazioni cli Messina trovavano proprio nella ricca borghesia e nella stessa nobiltà, entrambe deluse dalla penalizzante sudditanza asburgica, i tenaci propugnatori. Nulla di simile perciò alle motivazioni proletarie palennitane, dalle quali mai fu messo in discussione l'assetto istituzionale. Intuib ile peraltro la rimarchevole gravità della minaccia essendo Messina il polo militare del Regno e l'unica via d'accesso dei soccorsi29 . Trascorsero così circa una ventina di anni, che lungi dal far svanire l'intolleranza, sembrano semmai averla moltipl icata a dismisura. Sullo scenario internazionale quegl i stessi anni ebbero come cu po sottofondo l'epico assedio cli Candia30, dove un pugno di iffiducibili eroi veneziani, tenne testa per quas i venticinque anni alle immense armate ottomane. L' iniziativa di sottomettere la coriacea piazzaforte di San Marco risaliva infatti
27 Il brano, tratto da Dell 'f-lis10ria di Pietro Giovanni Capriaw Parte terzn e ultinw, Genova 1663, p. 525, è citato da P. L. Rovrro, La rivolw dei notabili, ordinamenti municipali e dialellica dei ceti in Ca/ah ria Citra I 647-1650, Napoli, 1989, p. 3. 28 Precisa P. L. Rovrro, La r ivo/la .. . . op. ciL. , p. 6: "Riesce tuttavia difficile cogliere nell' infinita varietà delle rivolte, situazioni del tutto analoghe, o comunque, riconducihili ad un identico modello ... Nel complesso si può dire che ·'le revolutioni'' provinciali ebbero sì impu lso d.alla rivolt.a Hmasanelliana·· ma non sempre ne segui rono la cadenza ... ''. 29 Circa la divergente realtà socio-economica di Messina D. MACK SM ITH, Storia della Sicilia ... , op. cit. , p. 278, così la tratteggia: "Messina era stata ben fe lice di aiutare la Spagna a reprimere le ri voluzioni di Palermo e Napoli nel 1647 ma la sua fedeltà era condizionata al fatto di venire t.rmtata quasi come una città-stat.0 indipendeme.. . Messina doveva questa indipendenza in larga misura a motivi geografici. Le sue istallazioni ponuali erano rapidamente aumentate nel sedicesimo secolo. e nuovi quartieri periferici si erano sviluppat.i fuori delle mura cittadine. Crescendo insieme con questi sobborghi, la sua popolazione giunse probabi lmente a circa 120.000 persone nel I620. e poi ri mase stazionaria. A differenza di quelli di Palermo, i suoi nobili costituivano in gran parte un'a ristocrazia mercantile che non disdegnava il commercio ... A un certo punto si disse che il reddito doganale cli quest'unico porto rappresentava la metà di quello di tu no il paese ... [ma] sotto la superficie c'erano segni di malessere economico anche in questa ciLtà apparentemente prospera... ". 30 Per valutare la inusitata violenza cli quell' interminabile assedio hasti ricordare che soltanto dal maggio ciel I 667, epoca dalla quale i turchi avviarono l' investimento finale della piazza, si contarono fi no al novembre dello stesso anno, 32 assalti turchi e 17 sortite veneziane, 618 esplosioni cli mi ne, e relativamente ai quei pochi mesi 3. 200 perdite per la Repubblica ed oltre 20.000 per il Sultano. Su lr argomento cfr. V. MELEGARI, / 1vc111di assedi, Milano, I972, pp. 152-1 53
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al 1646, allorquando i turchi stimandola breve giostra ne avviarono l'investimento ossidionale. La notoria incapacità ottomana a condurre assedi scientifici eia un lato, la tenace volontà veneziana di non cedere dall'altro, unitamente all'ottima fattura delle opere difensive31, innescarono un sanguinosissimo stallo, che ancora nel 1667 sembrava lontano dalla risoluzione. Si dovette attendere infatti il '69 per vedere il Morosini, leggendario difensore della piazza autorizzato a cederla, con tutti gli onori e le garanzie del caso, all'irriducibile nernico 32 . Circa 11.000 perdite ebbe a lamentare lo schieramento cristiano a fronte delle oltre 70.000 cli quello ottomano, salasso insostenibile pure per il sultano e conferma incontrovertibile della validità delle fortificazioni come argine alla rinascente iniziativa ottomana. La notizia, ancora una volta, si abbattè sulla dirigenza spagnola come un doloroso risveglio, .lasciando facilmente ipotizzare un triste prosieguo dell'episodio. E d il timore si concentrò ~ulla Sicilia le cui fortezze versavano nelle ben note condizioni. "Fu in seguito a questo importantissimo avvenimento che il Governo spagnuolo credette necessario provvedere con efficacia alla sicurezza della Sicilia. E a tal fine vi mandi\ qual Vicerè, Don Claudio Lamoralclo, Principe di Lignè, o secondo alcuni, di Ligny ... il quale, addì 28 giugno 1670, giunse a Palermo. «Dell'Eccellentissimo Principe cli Ligny, scriveva ... Vincenzo Auria nel suo Diario33. .. si era sparso essere Signore dei piL1 cospicui e nobilissimi di Fianclra3-1, e dalla Regina Governatrice di Spagna fu specialmente eletto al governo ciel Regno di Sicilia, per attendere alle fortificazioni delle città più importanti di essa, stante gl'imrninenti pericoli, nei quali sta la Sicilia, dopo che pochi mesi or sono, i Turchi han soggiogato l'isola di Candia al loro dominio, e toltolo a quello della Repubblica dÈ Venezia. Poiché eia quell'isola possono i Turchi con più facilità far tragetto di annate ai danni della Sici.!ia e di Malta: disegni che sempre ha tenuto quella barbara nazione nemica del nome cristiano, ed avida di ampliare il suo impero, per la vicinità dell'Africa con la Sicilia ... Destinò adunque la Regina Governatrice ... questo Signore per le urgenti necessità della Sicilia, poiché essendo egli pratico delle cose di guerra, poteva con la esperienza e virtù propria dare gli ordini più opportuni e necessari alla fortificazione delle piazze cli Sicilia, esposte a tempo d'invasione del nemico, e prevenirlo con l'arte militare nei suoi disegni, innalzando i dovuti ripari nelle città e nei luoghi sospetti.» '' 35 . Che tale fosse in realtà l'angoscioso stato d'animo imperante lo comprova che, in stridente contrasto con la inestirpabile pomposità spagnola, il de Ligny designato vicerè il 17 marzo 1670 assunse la sua carica in modo austero e privato appena il 7 luglio, per dedicarsi senza indugi al gravoso compi to affidatogli. La presenza poi della flotta turca in prossimità dei mari clell'lsola, esaperò i timori ed accentuò gli sforzi, nei limiti del possibile. Restava da risolvere, infatti, pur sempre il paralizzante problema della endemica miseria ciel Regno, ed il nuovo vicerè nella seduta ciel parlamento del gennaio del 167 1 sollecitò il reperimento di una considerevole somma, da destinarsi esclusivamente e tassativamente ad evitare che la Sicil ia facesse la fine di Candia, ovvero eia spendere in fortificazioni ed armamenti. Il parlamento, ritenendo sensata e motivata la proposta raggranellò 200.000 scudi, da utilizzarsi per l'aggiornamento delle piazze marittime dell'Isola. Tra queste spiccavano Trapani, per la eccessiva vicinanza al pericolo corsaro nord africano, e quelle orientali di Messina, Augusta e Siracusa, esposte a loro volla alle crociere della flotta ottomana.
1
Sulle fortificazioni venete di Cand.ia cfr. P. MARCI IESI, Fortezze veneziane /508-1797. Bergamo, I 984, pp. 94 e sgg. La resa cli Candia non rappresentò automaticamente la perdita dell'isola, poiché ancora tre fortezze restavano sulla stessa in 111.ino a Venezia. che a loro volta cedettero soltanto nel 1715. 33 V. AURIA, Diario delle cose occorse nella ci11à di Palermo e nel Regno di Sicilia dal dì 8 ge. /653 al /674, in BSLS, V , Palermo. 4 ·' li dc Ligny, fu sopranuuo un generale fiammingo, esperto quindi di quel teatro di incessanti guerre. 35 Da S. ROMANO, La costruzione della Iorre di Ligne · ed i tumulti popolari a Trapani nel 1673. in A. S. S.. N. S. , anno XXI, 1897. pp. 3 10-11. '
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329. Trapani, panoramica del la torre di Ligny. 330. Trapani, detlaglio della torre di Ligny.
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Nella prima città il vicerè ordinò immediatamente la costruzione di moderne piazzole per batterie da costa ai piedi dell ' antichissima Colombaia, e inoltre avviò l' erezione di un massiccio lonione, che ancora ci tramanda il suo nome, sulla propaggine della penisola su cui s'impianta la cittadina. Da una lettera del 16 aprile del I 672 apprendiamo al rig uardo: "Avendo notitia sicura che i posti di Capo, soldati ed artiglieri della nuova Torre di Ligny, che Vostra Eccellenza ha comandato di fabbricarsi in questa città, sono pretesi da alcuni maestri italiani, persone che non hanno alcuna pratica ed esperienza nel servizio cli sua Maestà, sento il dovere di manifestare .a Vosr~-a Eccellenza, che potre~bero accadere gravi inconvenienti, affidandi a tale ~ente una Torre d1 tanta importanza. Che se essa s1 perdesse per trascuranza o per non saperla ben custocl1re, molto danno soffrirebbe questa città, per essere in un sito, dalla cui vigilanza dipende la custodia e la sicurezza di questa Piazza." 36• L'intervento quindi del nuovo vicerè iniziava a produrre i pri mi frutti, ma la realtà difensiva siciliana appariva sconfort ante. Ad aggravare il quadro poi, nuove ondate di ribellioni di tanto in tanto esplodevano come ad esempio proprio in quegli stessi anni a Trapani, e non sempre alle spalle delle stesse s'individuava la miseria quale movente scatenante. Infatti per l'ennesima volta le ambizioni francesi si scontravano con quelle spagnole, e l'inquieto teatro mediterraneo, sembrava interessare notevolmente alle mire di Luigi XIV, specialmente per i suoi porti siciliani. La esigenza crescente di basi strategicamente significative per la sua fl otta, indusse la dirigenza francese ad assumere sempre più minuziose informazioni tecniche concernenti appunto alcune rinomate piazze dell'isola: non casualmente quindi si ritrova un ingegnere francese detenuto nelle carceri cli Siracusa accusato di spionaggio nel 167 1-7237 . li profilarsi pertanto di un duplice fronte, peraltro affatto insolito per il Regno, impose che gli avviati aggiornamenti delle principali piazze trovassero una più sollecita e qualificata conduzione. Le continue operazioni militari succedutesi nel centro Europa durante la guerra dei trent'anni, avevano accelerato l' evoluzione militare d'assedio e conseguentemente anche le caratteristiche basilari delle fortificazioni urbane, superando in campo tecnico quello che fi no ad allora era stato una sorta di monopolio italiano. È interessante pertanto al riguardo, per meglio coglierne le potenzialità emergenti, aprire una breve parentesi sui dettami vigenti verso l'ultimo quarto del XVII secolo in materia cli architettura militare, essendo la teoretica dì questa profondamente influenzata eia figure che assumeranno spicco internazionale originando addirittura specifiche scuole e sistemi dife nsivi, che in larga sintesi possono ricordarsi come quello tedesco, olandese e soprattutto quello francese dominato dal Vauban38• Non a caso il de Ligny, generale fiammingo, proveniva dalle Fiandre, e come più volte riscontrato in precedenza, anche lui si portò in Sicilia un suo tecnico di fiducia: l' ingegner Carlos de Grunemberg. Circa quest'ultimo le notizie biografiche sono stranamente molto lacunose. Nessuna certezza nè sulla data nè sulla città natale, rintracciandosi soltanto alcune sue prestazioni, congiunte con il fratello Fernando, in materia di ingegneria idraulica, applicandosi a rendere navigabile il fiume Manzanarre da Aranjuez a Toleclo39 . Di certo morì in Sicilia, a Messina, dove fu sepolto nel 1696 nella chiesa di S. Giovanni cli Malta. Nella storiografia locale il suo nome appare molte volte storpiato in Carlo Nuremberg 40, accreditandogli una origine tedesca, non ciel tutto in contrasto con un documento di Simancas che lo definiva
>6 Ib. , p. 3 I 9. .17 La notizia e le relative documentazioni d' archiv io sono citate da M. Grurrnt, Castelli e luoghi... . op. cit. p. 54. 38 Sull'argomento cfr. A. FARA , li sistema e la ciuà, Genova, 1989, pp. 149-252. 39 Fernando de Grunernberg operò tra l'altro anc he a Napoli fino quasi alla fine ciel secolo. Ma le notizie biografiche di questo ingegnere sono es trernameme lacunose. Discorso ana logo anc he per il più famoso fratello Carlo, autore del la ri qualificazione tardo seicentesca de lle princ ipali piazze siciliane. •o Citiamo a titolo di esempio E. Tocco, Il forte del SS. Salvatore in 1\llessina, in Sicilia, 11° 62, l 970, p. ll9: "Concreti provvedimenti cli carattere militare prende il Yiccrè, cd ordina al valent.e architetto Carlo Nurem berg ... " .
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Corone/ des Alemas41 • Quasi certamente quindi si qualificò presso le armate imperiali operanti nelle Fiandre, dove dovette aver occasione di farsi conoscere ed apprezzare dal dc Ligny.
L'architettura militare del XVll secolo I canoni base dell'architettura militare a partire dalla metà deJ XVII secolo, specie dopo l' esperienza della guerra dei trent'anni, ostentano vistose e sostanziali modifiche, che sebbene non rendevano totalmente obsolete le realizzazioni fin lì compiute, ne ridimensionavano drasticamente la validità. Fattore primario di tali trasformazioni si coglie nell'evoluzione dell'armamento balistico, ovviamente, e di quello individuale in particolare42 . Infatti l'avvento cli ottime armi da fuoco individuali, sicure, efficaci e dalla cadenza di tiro abbastanza celere, consentì che con alquanti uomini - numero comunque non eccessivo - armati di moschelto e di archibugio si potesse conseguire, ai fini dell'effetto di sbarramento balistico difensivo, quello che per l'innanzi implicava inevaclibilmente l'impiego di uno o più cannoni 43 . L'innovativa tattica accolta molto favorevolmente non solo dagl i stati maggiori ma soprattutto dalla dirigenza politica, in quanto rendeva le fortificazioni meno onerose-almeno inizialmente - e più sempli ci da eseguire, riscattandole comunque dai costi ingentissimi di una ridondante artiglieria. Occorrevano però alcuni adeguamenti strutturali sulle fortificazioni, nate per una diversa logica cli fuoco . Infatti pur dimostrandosi incontrovertibilmente che le salve dei moschettieri e degli archihugieri potevano sostituire per la protezione delle rnura, quelle degli artiglieri non era però altrettanto equivalente la gittata efficace delle rispettive armi, per cui i bastioni fin lì scanditi e dimensionati in funzione del tiro cannoni, risultavano troppo piccoli per lo sch ieramento di tanti tiratori e troppo distanziati per un appoggio reciproco delle armi individuali. All' epoca, va ricordato, la gittata efficace di quelle non eccedeva i 150-200 m.: ovviamente quindi scartando la demenziale ipotesi di reimpostare .i bastioni, ne conseguiva la necessità cli interporvi nuove opere addizionali . A loro volta i bastioni esistenti, anche soltanto in funzione dell' impiego balistico, essendo dimensionati sulle prestazioni dell'artiglieria del XVI secolo risultavano poco compatibili per quella ciel
4 1 A. G. S. , Eswdo, leg. 352, ms. 97, da S. BosCARINO, Le for1ificazio11i alla jìn.e del seicemo, in Catania: leforrifìrnzioni alla fine del seicento ed if piano di ricostruzione dopo il rerremoto del 1693. in Quaderno n" 8 dcli' I. D. A. U. C. , 1976. p. 97 nota n. 7. ·12 L'evoluzione delle armi da fuoco individuali segna un visloso salto con la comparsa e quindi ·con l'adozione generalizzata dell'acciarino a percussione, intorno al 1630. È emblematico che venne chiamato. tanto in Spagna che in llalia alla "miquelet". nome distintivo delle tipiche truppe imperiali. La sicurezza ed affidabilità infatti del congegno di sparo rendeva l'arma individuale non solo più efficace e sicura ma anche più celere e facile da usare, contrassegnando così la sua diffusione ampia negli eserciti. Cfr. Y. CADIOUVA. R1Cl·IARD, Anni da fuoco, Verona 1978, pp. 12- l 3. Non a caso uno dei migliori eserciti dell'epoca, quello di Gustavo Adolfo, fu armato eminentemente con il moschetto con acciarino a pietra focaia e munizionamento preconfezionato, in virtù della sua concezione tattica incentrata sul vol ume di fuoco e sulla mobilità. Cfr. MoKTGOMERY, Sroria delle guerre, Milano 1970, pp. 273 e sgg. . Il fucile d'invenzione italiana comincia a comparire in Francia nel 1630, e viene provvisto di baionetta nel 1642, che però vieta l' uso dell'arma in quanto tale una volta innestata Cfr. P. MARAVJGNA, Storia del/'arre m.ilitare modema, Torino 1926, Voi. I, pp. 258 e sgg .. ,., Le manovre cadenzate imposte dalle innovazioni di Maurizio di Nassau principe cl'Orangc ( 1567- 1625), scaturi te ancora una vol ta nel contesto delle guerre nei Paesi Bassi, aveva in pratica garantito alla fanteria armata di moschetto una notevole potenza cli fuoco. Infatti: "poichè i soldati si muovevano tutti contempo ranearnente e con lo stesso ritmo, erano tutti pronti a far fuoco nel medesimo istante, ottenendo una "salva" facile e naturale il cui effetto tra le fi le nemiche era sconvolgente. La cosa pit1 importante era però che a questo punto i soldati caricavano e sparavano molto più rapidamente ... " da W. H. MAC NF.11.1, Caccia al potere, Varese 1984, p. 109. Lo stesso principe inoltre aveva reintrodotto l'impiego massivo delle fortificazioni campali ottenute con grandi movi menti di terra, compiuti dai medesimi soldati, a similitudine dei legionari romani. L'abbinamento della inusilata potenzialità di fuoco delle armi individuali e della protezione fo rnita alle truppe dalle masse di terriccio opportunamente configurate, costituì indubbiamente la premessa sfruttata in breve volgere nel settore della difesa statica permanente.
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successivo, più pesante e soprattutto abbisognante di maggiori spazi per il brandeggio, i I caricamento ed il rinculo. Le menzionate difficoltà e l' infittirsi di elementi strutturali difensivi consentì, oltre al fuoco della moschetteria, l'impiego delle artiglierie caricate non più a palla ma a mitraglia - tipici rappresentanti i petrieri a retrocarica - che riuscivano con pochi colpi, in rapidissima sequenza e senza inutili movimenti ciel pezzo, a spazzare in modo terribilmente accurato, i fossati dagli event u ali assalitori. Analogamente alle armi individuali anche la gittala efficace della mitraglia non eccedeva i 200 metri, unificando su quella nuova dimensione il tracciamento delle artico lazioni difensive. Non mancarono tuttavia gli svantaggi ed, in particolare, il proliferare cli opere minori, più deboli e delicate, accresceva la vulnerabili tà complessiva della piazza ai pezzi d'assedio nemici. Pu, confermandosi quindi la validità concettuale del nuovo tracciato, si impose una maggiore elaborazione dei movimenti di te1Ta antistante la piazza, destinata a "coprire" le opere e fu, in ultima analisi, proprio questa diversa configurazione dei vol umi a connotare le diverse scuole. In larga sintesi ci sembra, per quanto innanzi affermato, necessario precisare meglio le peculiarità ciel sistema olandese, caposcuola persino dei celeberrimi fra ncesi del Vauban44.
Sistema olandese Fu quello influenzato forse più degli altri dalla morfologia piatta ciel terreno, per noti motivi 45 , che perciò si caratterizzò nel costruire "basso ed ampio". Ampi bastioni quindi, relativamente bassi nei fossati e grandi spalti con conseguenti eccezionali movimenti cli terra ed altrettanto considerevoli occupazioni di aree circostanti la piazza. Per garantire un maggior volume di fuoco radente vi erano poi alla base delle corti ne delle cosidette "falsebrache", ovvero una sorta d i camminamento protetto da palizzate e gabbioni, di altezza uguale a quella ciel muro di controscarpa esistente sull'altro lato ciel fossato. La falsabraga poteva in definitiva batlere con il suo ti ro il ciglio dello spalto e la strada coperta, che era un largo camminamento corrente ad immediato ridosso del muro cli controscarpa necessario per i difensori avanzati46. "Il profilo della fort ificazione olandese consiste in un rampale più o meno alto, con parapetto rivestito in terra a scarpa-naturale; a poca altezza dal pelo cieli' acqua havvi un'ampia benna con parapetto al primo che prese il nome di.falsa braga ... su cli essa ponevasi palizzate, steccate, cavalli cli frisia e simili: col munirla poi di parapetto si ottenne una seconda linea di fuoco in rinforzo della principale. TI tracciato poco dissimile dall 'italiano, fu completamente descritto da Freitag nel 1630. I bastioni sono ampi coi fianch i perpendicolari alla cortina; le linee cli difesa del reci nto principale sono, come
·~ Il Vauban (I 633- 1707) fu fo rse tra gli architetti militari moderni que llo che operò su di un magg ior t1umcro di fortificaz ioni. Gli si attribuiscono infatti almeno duecento interventi tesi a rimodernare le piazze frances i. Di queste oltre una trentina furono di edificazione radicalmente nuova. I.e sue opere correvano lungo due li nee principali, parallela la prima ai Pirenei e la seconda al Reno, in modo eia racchiudere la na zione ad occidente ed a oriente in una solidissima st.rut.1.ura continua. La sua esperienza, abi tualmente suddivisa dalla LraU.atistica speciali zzata in almeno tre periodi, trovò ampio ri sco11tro anche in numerose pubblicazioni, nonchè in man iere scie ntifiche di conduz ione degli assedi . 15 Nota distintiva della fortificazione olandese era il suo diffuso ricorso all'impiego dell'elemenlO liqu ido come difesa passiva. La caratteristica poteva con opportun i adeguamenti aclat.t.a rsi efficacemente alle piazze marittime, a pali.o che la quota del fosso fosse inferiore a quella del li ve llo del mare, con fondazione delle strutture perciò di vari metri al di sollo di quella. Sintetizza magistralmente simili peculiarità A. CASS I RAMEI.IJ , Dalle caverne ai rifi.1gi blindati, Milano, 1964, p. 395: "Preg i delle innovazion i... erano la poca spesa, il poco tempo occorrente per eseguire la fo11ificazione: il largo impiego di fossi largh i e difes i dall'acq ua, natura lmente affiorante da l terreno, le brevi e multiple lince che consentivano resistenze ''rateate" da parte di piccoli presidi ed efficaci fiancheggiament i anche per arm i leggere che - sole e spesso - l'assediato aveva polllto procacciarsi ... " . 46 "La strada coperta-già profilata a difesa es tern a del Cossato e applicai.a dagli italiani-diventa con lo Spenkle una delle di sposizioni più im portanti della fortificazione: su cli essa infalti si catalizza e si smorza l' urto del nemico e se ne rintuz,.ano le velleità: in essa vanno accumulate pertanco le pi ù soli.ili previdenze, le più attente precauzioni. " Da A. CASSI R ,\MELJ.J, Dalle caveme ... , op. ciL p. 394.
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presso gl' italiani, dirette a due punti della cortina, e quelle della falsabraga agli angoli della cortina. Al di là di un fosso pieno d'acqua largo da 30 a 40 metri havvi un piccolo rivellino senza falsa braga dinanzi alla cortina,ed una lunetta simile rimpello al sagl iente dèl bastione. A questa lunetta Freitag dà il nome di mezzaluna ... ; il qual nome passò nel seguito ... al rivellino amplialo. Gli olandesi fecero frequente uso di opere addizionali esterne, quali sono le opere a corna e le corone semplic i e doppie, imitate poi dal Vauban"47 • Per evi tare che la fals abraga da micidiale ostacolo si trasformasse in vantaggio per gl i attaccanti, in quanto spezzava l'altezza delle cortine, agevolandone la scalata, e decimasse i difensori con le schegge che provenivano dalla parete ad essa sovrastante della cortina sottoposta al fuoco di breccia, si imponeva come reqllisito basilare che i fossati fossero sempre molto larghi ed allagati, e completati da una ampia strada coperta, munita di traverse per e,1itare di poter essere bersagliata nella sua interezza da un pur sempre possibile fuoco d'i nfilata, proveniente da qualche settore conquistato 48 . lntomo agli anni '70 le descritte fortificazioni ciel sistema olandese subirono alcuni ulteriori adeguamenti per renderle maggiormente in grado cli opporsi agli assedi scientifici ciel Vauban. In sintesi consistevano nel: defilare tutte le murature alla vista diretta dall'esterno; ristrutturare i bastioni con fianchi a grande sviluppo; isolare le opere esterne, ovvero compartimentare l'intero apparato, in maniera che la
Da C. S ACIIERO, Corso di fo rtijìr..:azio11e pemwnente d 'attncco e difesa delle piazze.frJrti, Torino 1861, pp.71-72. ''" ln realtà occorreva soprallutto che la murazione di cinta fosse coperta per l' intera alteaa della scarpa dalla massa di terra dello spalto in modo da defilarla al tiro di breccia. Una particolare configurazione e costituzione dovevano avere i volumi che eccedevano tale linea, detta sagoma di dcf'ilarne nto, in modo da renderli relativamente poco vul nerabili . Queste sagaci accortenze diverranno dal 1670 in poi prassi canonica per qualsiasi piazzaforte. ·17
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perdita di un settore non implicasse lo scadimento dell' intera piazza; ridurre al massimo il terreno antistante utile al nemico per .l'istallazione del suo parco d 'assedio. Quest' ultima nonna significava in pratica l'occupazione massiva della maggior parte degli spazi possibili lungo il fronte a terra, ed eventualmente il suo isolamento con larghe tagliate49. Occorreva infine abbinare i vantaggi dei fossi asciutti con quelli dei fossi allagati, quasi a voler formare nella lizza un comodo campo di battaglia propizio al difensore . In definitiva tale sistema, meglio noto come del Coehoorn50 , si può assimilare più che ad un fronte bastionato di rinascimentale memoria, ad un vasto trinceramento, molto articolato e rivestito di muratura, protetto anteriormente da un fosso asciutto e quindi da opere a tenaglia ed ancora da un secondo fosso, più esterno allagato, oltre il quale si trovano le mezzelune, le controguarclie ed un ennesimo fossato, asciutto 5 1• Senza addentrarci ulteriormente nella disquisizione tecnica, esulante nelle sue puntualizzazioni dalla finalità del nostro studio, rileveremo soltanto come da una iniziale premessa semplificativa e speditiva, si giunse alla incredibile complessità del sistema descritto, con gli immaginabili relativi costi. Ebbene a quelle soluzioni tendevano, nei limiti delle risorse, i programmi di aggiornamento delle piazze siciliane, come meglio osserveremo dai verbali coevi. Il perché poi ci si orientasse per piazzeforti marittime verso quelle connotazioni, tradiva al di là cli ogni dubbio e di qualsiasi affermazione contraria, che il nemico per antonomas.ia delle stesse non si prefigurava ormai nelle galere turche, micidiali per la rapidità cli evoluzione e di assalto, ma assolutamente innocue ossiclionalmentc parlando. La minaccia da parare era quella portata dai vascelli da battaglia di moderna concezione, armati con decine ed a volte addirittura centinaia di grossi pezzi, schierati su div·ersi ponti sovrapposti, vascelli che costituivano nel Mediterraneo l'orgoglio della flotta francese, generati dalla smodata ambizione del cardinale Richelieu.
Le principali piazze siciliane nelle relazioni del 1673 Pur non avendosi un esplicito riscontro documentario circa la presenza al seguito del vicerè de L igny dell'ing. Carlos de Grunembergh , allorché nel 1673 questi si portò sulle principali piazze dell'Isola per vagliarne le condizioni e gli aggiornamenti da apportarvi, è eia presumere molto probabile alla luce degli allegati grafici pervenutici. Si spiegherebbero in tal modo le perentorie asserzioni ed i minuziosi rilievi planimetrici illustranti le stesse. Ciò premesso passiamo ad esaminare, nella solita libera traduzione i menzionati documenti. "Relacion del estado en quc cl Principe de L igne ha allado las fortificaciones de las ciudad dc Trapana, Catania, Siracussa y Augusta quando [lego a ser Virrey y Capitan generai deste Reyno dc Sicilia y la forma en que las ha puesto despues a ca ...' 2 .
49 La finalità di queste improbe opere era duplice: infaui da un lato rendevano problematico, in q uanto sottoposte al tiro di fensivo e per di più allagate l'avvicinamento ne mico, e secondariamente proprio per la loro larghezza allontanavano le batterie nemiche dal fronte difensivo dclJa piazza. 50 ''Vauban ebbe un import.ante omologo nel campo opposto, quello olandese, ad opera di Mcn no van Coehoorn, un architetto militare salito alla ribalta con l'invasione dell'Olanda da parte cli Luigi XIV ne l 1672. Coehoorn, nato nel 1641, am1olatosi nell'esercito o.landese ... si distinse durante l'assedio di Maastricht nel 1673 ... I siste mi di Coehoorn furono elaborati tenendo presenti alcuni principi fondamentali: provvedere a una poderosa difesa dei fia nchi, impedire all'mtaccante di installarsi all'interno delle difese eventualmente conquistate, concedere ai difensori ampie possibi liL~L di effettuare so rti te e, infine, evitare ogni inutile spesa. Ovu nque possibile, l'acqua era utilizzata come mezzo primario di difesa ... " da I. HoGG, Storia de/leforti/ìcazioni. Novara, I982. p. I29. 51 Circa il dimensionamento canonico dei diversi nietod i che il Coehoorn elaborò negli ann i cfr. C. SACIIERO, Corso ... , op. cii. , pp. 74-86. 52 A. G. S., S. P. 1253. "Relazione sullo swto in cui il ptinci pe de Ligne, allorchè fu nominato vicerè e capitano generale di questo regno. ha trovato le fortificazioni delle città di Trapani, Catania, Siracusa ed Augusta, e la configurazione a cui le ha riportate.
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332. Progetto per il potenziamento di T rapani di G. dei Medici, da F. Negro. 333. Progetto per il potenziamento della cerchia di Trapani, A.G.S., M.P. y D.X- 11 .
La di/ésa r.ostiem del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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TRAPANI La fortificaz ione di Trapani, sul fron te a terra, consiste in un antico castello ubicato s ull 'estremitù settentrionale della sponda elci mare. È fabbricato in pietra e calce, munito, da quella parte, cli due bastioni molto ravvicinati e talmente addossali fra loro che tra l' uno e l'altro, compresa la relativa cortina interposta, la superficie occupata è pari a quel la abitualme nte necessaria per un solo bastione propriamente eletto. Pertanto è notevolmente penalizzato dalla deficitaria disposizione. Da questo castello si diparte una cortina molto estesa, che si protende f ino al bastione detto lmpossibile, impiantato sull'opposta sponda della penisola, dalla parte quindi cli mezzogiorno. Per ritrovarsi questo bastione tanto lon tano dal castello - distanza di gran lunga eccedente la gittala del moschetto5' - è stato necessario inle1vorre sulla mezzeria della detta cortina un altro bastioncino, in modo da supplire alle limitazion i difensive elci due estremi . Purtroppo è d'impianto tanto modesto, da riuscire di scarso vantaggio per la difesa. Tutta la murazione possiede il suo terrapieno, ed in parte anche il parapetto e dall'altro lato del suo fossato, mollo largo ccl asciutto, una strada coperta rivestila cli muratura di pietra con i suoi avancorpi radenti. Questa però essendo molto alta impedisce che da di verse sezioni della cortina si possa tenere sotto tiro per la sua intera estensione la spianata. Inoltre alla base della detta strada coperta ve n'è ricavata una seconda, che corre parallela alla descritt.a. Quanto illustrato è l'articolazione del fronte a terra della piazza di Trapani. La maggior parte del corpo della piazza si trova reci ntato da una muraglia. La sezione che guarda a meridione (che è il lato del porto) è munita cli bastioni distanti tra loro alcuni un tiro di moschetto, altri un poco cli più , con interposte cortine angolate. La sezione invece volta verso nord è semplice, senza alcun corpo sporgente, poco terrapienata e soltanto parzialmente dotata di parapetto, resistente perciò appena al fuoco ciel moschetto. Tuttavia essendo quella sezione battuta dal mare, non vi è a suo carico timore d' assalto. L'estrem ità del la penisola d'impianto della città, dove si sta costruendo il convento dei padri cappucini, è una lingua rocciosa chianiata Pedro Pelazo 54, che si prolunga nel mare per circa due tiri di archibugio, e che ,risulta larga da 40 a 50 canne. A sud di questa si osserva una seconda striscia di roccia chiamata Anton io A moro, quasi parallela alla precedente, sebbene non altrettanto Iunga, e distante da quella un tiro cli moschetto. Inoltre ancora più a s ud vi è una terza cresta rocciosa, maggiore della prima e d istante anch' essa un tiro di moschetto dalla seconda. Orbene queste tre propaggini allungate formano fra loro d ue canali cli poco fondale, i quali quotidianamente si guadano ed in tal modo con faci lità si trasferiscono gli abitanti dall'una all'altra. Da ciò ne conseguì che anticamente si impiantò sulla più lontana un castello o torre, detto la Colombara, distante dalla piazza due tiri di moschetto, che domina e sorveglia il detto canale e porto. Pertanto assodato : che le menzionate lingue rocciose sono prive cli qualsiasi difesa, e corrono i I ri schi o cli venir co nquistate; che il convento dei cappuccini si ritrova troppo vicino alla Piazza, ed in particolare al suo fronte più debole; che tale settore, con il relativo porto torna val idissi mo per legalere e per qualsiasi tipo di imbarcazioni, il princ ipe cli Ligny ha ordinato la costruzione, alla base della Colombara, cli una piattaforma per artig lierie, in modo eia dominare e controllare l'intero canale e porto.
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È q uesto il primo ri ferimento esplicito a lla innovativa di ·posiz ione delle opere de lle piaz:r.e in fun zio ne della mosc het-
teria. 5J Il curioso nome tradotto dal trad iz ionale Pietro Palazzo , stava ad indicare la cappella Sancti Petri Pal ac ii, ovvero La Cappella Palatina di S. Piet ro .
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Lo stesso inoltre ha fatto erigere, alla estremità della punta rocciosa dei Cappuccini, una torre a provass, capace di sei pezzi d'artiglieria e cli 50-:-60 uomini, che per la sua forma e posizione non si potrà prendere d'assalto, frustrando così og ni tenlalivo cli sbarco nelle sue vic inanze. Parimenti su sua disposizione si è innalzalo anche un mezzo bastione, detlo Imperiale, in posizione dominante il convento dei Cappuccini. In quello si ricavarono, in totale sicurezza, i depositi cli munizioni dei quali la cillà aveva grande necessità. Corrispondendo con la Colombara e la suddella torre, assicura tutt.a la costa così effi cacemente che, mentre per l' innanzi si sarebbe potuta conquistare la piazza eia mare in meno di ventiquattro ore, attualmente occo rre procedere ad investirla secondo le usuali operazioni ossidionali ed esclusivamente da terra. Per perfezionare in maniera asso luta la sicurezza complessiva della piazza di Trapani converrebbe isolarla con una tagliata corrente dalla parte settentrionale - dove sta impiantato il castello - a quella meridionale - dove sorge il bastione Impossibile. Occorreranno però almeno 100.000 scudi per sostenere i costi del l'impresa: 1T1a con c ii'l la si renderebbe inespugnabi le.
CATANIA Sorge questa città ai piedi del Mongibello, alla sponda ciel mare, s ulla costa orientale, compresa tra Messina, distante 60 rnigl ia ed Augusta, soltanto 32. La sua cerchia è semplice, costituita da una muraglia antica, lu ngo la quale nel passato furono innestati alcuni bastioni che non appaiono ancora completati, tranne quel li prospicienti il mare. Il terreno d'impianto è molto tormen talo altimetricamente, a causa delle lave incandescenti che dal eletto monte sono colate. Più della metà del circuito fu così sconvolta ed il fossato in particolare. Nell'anno 1669, inoltre, la lava ha prodotto dan ni irreparabili ad una intera se7.ione della cerchia. Dalle propaggini della città fino al suo centro, infatti, si innalzano molle creste cli roccia e concavità che, nè con il ferro nè con le mine, fu possibi le rimuovere, essendo peraltro numerosissime quelle che costipano questa piazza, tanto dell' ultima eruzione come delle precedenti . Le stesse poi potrebbero favorire la permanenza ed il mascheramento cli oltre 400 uo mini, con i quali un eve ntuale nemico che intendesse assaltarla, quand'anche recinta cli cortine e di bastioni - ritrovandosi in mo lti punti sconvolti - non dovrebbe sostenere alcuno sforzo. Le opere tuttavia necessarie ad impedirlo comporterebbero un onere tale eia non potersi sostenere in alcun a maniera, nè peraltro servirebbero a gran che. L'insenatura di questa città è così esposta ai venti greco, levante e scirocco, eia risultare impraticabile per i rischi che correrebbe qualsiasi imbarcazione che volesse darvi fondo . Ma essendosi protesa, nel corso dell' ultima eruzione, una lingua di lava dal castello fino innanzi alla citt~1, le imbarcazioni potrebbero, nella buona stag ione, in tempo calmo, ripararsi presso quella. La grande quantità di massi depositata dalla lava in quello specchio cli mare ha formato infatti una sorta cli approssimato braccio, che ha convinto molli locali che fosse possibile trasformarlo facil mente in un molo capace cli accogliere sei o sette galere. In realtà però siffatta strullura, sebbene appaia mollo elementare, non mancherà di aumentare di molto le spese tanto di costruzione quanto cli manutenzione, poiché sarà tlagellata dal mare aperto che
55 Precisa S. ROMANO, L(I cnslm?.ion<' d<'lla torre di Lig11è ... . op. cit. . p. 3 I 6: "Trovandosi il viccrè a Trapani. espertissimo com'egli era cli cose militari, mentre provvide al miglioramento delle fortificazioni esis ten ti, specie della Colornbaia, dove fece costruire una nuova batteria, la inl'eriore, ordinò la erezione di una nuova torre nel sito detto Pietro Palazzo. Un gran numero di documenti ... anno 1671, e 1672, conservaci nel nostro R. Archivio di Stato. ci danno di. ciò la piL1 chiara conferma ... " . Immancabile inoltre la lapide com memorativa che così rec itava: "A u spiciis Curo/i Secwulil /-lispaniarum et Siciliae Regis/Mariae An11ae Reginae (;11benwtricis/C/audi11s /,a ,WornldHs Prince11s de Ligne!Oamhli::.e/1:t Sacri Romani !mperii S0Ferm111s de Fog110/les!Sici/iae Prorex \/igilw11issim11.1/ ls1ius Regni .v ern rifu ti hoc prop1.1g11m:1.1!11111/a11110 MDCLXXI. È interessante osservare che la conformazione di questa torre. assol t1 tamen1c divergente dalle altre realizzazioni siciliane, e basti considerare al riguardo ra rrnamenco previsto in sei pezzi, ed i l presidio in 50-60 uomini . nonchè l'essere scrt1tturata a prova, trovò circa l 50 anni dopo u na vistosissima riedizione in rranci a.
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334. Catania, planimetria borbonica della città. 335 . Catania, Porta Garibaldi, seconda metà del '700.
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continuamente batterà alla sua base, senza contare che anche il minimo vento spirante verso di lei renderà impossibile a qualsiasi imbarcazione il soggiornarvi. Per restare ancora ai danni inferti dal mare al piede della murazione, gli abitanti sostengono essersi notato, da quattro inverni a questa parte, che sono inferiori a quelli del passato, proprio per effetto della colata lavica che ha raggi unto la riva. Si osserva infatti che quella trattiene la sabbia ed innumevoli detriti, i quali suole trasportare il mare sulla sua spiaggia, dimostrando così che le onde si infrangono ad una maggior distanza dal] a muraglia. Tale regressione pare destinata peraltro ad aumentare ulterionnente in futuro, riducendosi per conseguenza i temuti clanni56 . Per guanto concerne poi il rischio di sbarchi insidiosi cli un eventuale nemico, essendo il porticciolo ormai defilato sia alla piazza sia al suo castello, occorre ricordare come tale pericolo non sussista per un numero maggiore di due o tre brigantini al m.assirno. Inoltre presentandosi l'imbocco strettissimo, in qualunque momento, si può ostruire con facilità. Si eviterà perciò, molto saggiamente, il costo del fortino necessario per il suo controllo proposto dal senato, specie considerando che quello non risponderebbe ad altra fina lità che la salvaguardia di un pessimo ancoraggio. Ma essendo la città particolarmente ricca di nobili e cli abitanti sono dell'avviso che, per soddisfazione degli stessi, si potrebbe racchiuderla in una cerchia muraria estremamente semplice, dell'andamento riportato nella planimetria allegata. Si stornerebbero così i rischi paventati di una qualsiasi iniziativa incursiva. L'onere delle opere ipotizzate ammonterebbe a circa 5+6.000 scucii, cifra che comunque si dovrà spendere per i restauri deli'esistente. Infine per i rischi che corrono tutte le imbarcazioni che navigano in questo golfo la proposta risulta ulteriormente deleteria, poiché costruendosi tale porto privo di concrete difese, si faciliterà l'iniziativa nemica. Infatti in tal caso gli riuscirebbero più agevoli gli abbordaggi e le catture che attualmente per i motivi sopracletti gli sono preclusi57 •
Il castello di Catania Questo castello risulta costituito da una muraglia con alcuni torrioni di vecchia concezione e costruzione, avendo la colata lavica distrutto i quattro bastioncini ed un faro che lo potenziavano in maniera moderna. Dal sito dove si trova edificato era in grado di dominare la città e controllare gli sbarchi, ma ora ritrovandosi costipato dalla massa di roccia vulcanica non sembra valido ad alcuna finalità, per cui risulteranno inutili tutte le opere, nonché i restauri che si tenteranno di realizzare intorno allo stesso, come ciel resto alla città medesima. lnfatli per esperienza, ormai quasi ventennale, circa gli effetti prodotti dalle eruzioni delle bocche ciel Mongibello - che quasi ininterrottamente sono in attività - viene annientata ogni integrazione, come già tante e tante volte è accaduto.
SIRACUSA Questa città si trova situata sopra una penisola unita alla terraferma da una lingua, che nel suo punto più stretto misura 120 canne. Il porto principale si apre ad occidente ed è molto grande e capiente, reputato tra i migliori del Regno avendo il suo ingresso sorvegliato dalle batterie ciel castello. Dalla parte di levante vi è invece un porticciolo, ottimo per le barche e le feluche. La striscia di terra sulla quale si impianta la città, fu fortificata da S. M. l'imperatore Carlo V tramite l'interposizione di due bastioni trasversali molto ben impostati, con i fianchi coperti da un orecchione58 . Nella cortina intermedia si apriva
56 È probabile invece che si trattasse di un fenomeno di bradisismo, asso lmamence normale in aree vulcaniche. Si sarebbe pertanto prodotto un innalzame nto del fondale con le conseguenze esposte. 57 Il ragionamento del vicc rè cm sensatissimo, in quanto o si sarebbe dovuto realizzare un potto potcntcrnente diJ'eso, e le carmteristiche nautiche del sito lo sconsigliavano totalmente, oppure proprio per la carenza di fortificazioni, le imbarcazioni, anche tempora neamente racchiuse in esso sarebbero state facile preda dei corsari. 58 Ogni bastione ritrovandosi in posizione estrema sulla penisola, pari quindi in pratica ad un mez7.o bastione, disponeva di un solo orecchione.
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la Porta Reale, alta 56 palmi siciliani, senza parapetto nè terrapieno nè altra fo rti ficazione antistante, per cui in defi nitiva si trattava di un varco indifeso. Ne consegui va una minima sicurena. Pertanto si stanno completando i due bastioni , la cortina ed il parapetto del loro terrapieno. Si sono costruite ino ltre le volte per la comunicazione elci fianch i bass i, e la sortita a una falsa braga a prova d'artig lieria, con le sue contromine, larga 40 piedi oltre al eletto parapetto. Parimenti si sta inna lzando una mezzalu na 59 ed una strada coperta. cd ,1 11cora ampliando il fossato a 160 piedi d i larghezza ed a 16 cli profondità, tagliandolo nella roccia viva. Di tutti questi lavori la maggior parte risulta già completata al presente. All'esterno della descritta bastionatura, ad appena un tiro d i moschello, si trova una seconda o pera di uguale ampiezza ma non altretta nto grande nè alta nè possente. Pertanto ha o rdinato il Principe d i L igny che si faccia nel porto piccolo un rivellino che difenda il bastione opposto e la cui costruzione ha rich iesto che in buona parte si fondasse in mare, ad una profondità dai 16 ai 18 palmi, spesso anche oltre. E' stato necessario, inoltre, per ottenere congrue fondazioni ricorrere alla palificazione<•0 aumentandone la stab ili tà con cassoni . TI corpo del rivellino ha la capacità cli 600 uomini, per cui quel lato che era il più debole, e da dove il nemico avrebbe potuto faci lmente essere defilato dalla massa stessa della piazza e minare indisturbato i primi bastioni e le opere avanzate, viene ad essere al momento il lato più forte e meno access ibile, sebbene questa opera avanzata sia appena alla metà della sua realin.azione. All'esterno cli questi due ultimi bastioni vi è un fossato asciutto che si sta provved,endo di far invadere dall'acqua. Pur disponendo della s ua strada coperta, per essere però quella tanto alta, obbligava per accedervi a servirsi cli una scala così stretta che appena potevano impegnarla due uomi ni affiancati. S i è imposto perciò il s uo allargamento, nonché condurre la delta strada coperta, intorno ad un bastione intermedio che vi si trova, quasi fosse un corpo basso, collegando quella le due sponde del mare contrapposte. Ai piedi della s trada coperta vi è un'opera interna con il suo fossato largo 52 palmi verso la fronte dei bastioni e 72 dinanzi alla cortina, la quale oltre ad essere molto bassa è rivestita cli muratura d i pietra fi no ad una altezza corrispondente a cinque palmi cli acqua, la quale ostacola le sorti te contro il nem ico. Per la loro cattiva costruzione, le traverse non sono in grado cli controllare la base del fossato, ed inoltre con difficoltà i mosc hettieri possono ripararsi dietro il parapetto, peraltro molto debole e fragi le. Real izzandosi il bastione innanzi menzionato, con i due mezzi bastioni annessi, nella configurazione che si evince dall a pianta allegata, saranno eliminati tutti i descritti inconvenienti cli quell'opera, conducendola in maniera canonica per la difesa, allargandone inoltre il fossato ed edificando una nuova con troscarpa esterna ampia e ben proporzionata al corpo principale. ln questa direzione s i sta alacremente lavorando. TI porto maggiore mostrava il grave d ifetto che in caso cli assedio, il nemico domi nando la costa, riusci va ad impedirvi lo s barco dei soccorsi61 . Per ovv iare al problema si è scavato il fosso principale profondo 16 piedi e largo 160. Tal i dimensio ni consentono alle galere d i accedervi con i remi spiegati. e girarsi liberamente nei pressi della mezzaluna, potendosene, tra l' altro, ormeggiare in quello almeno 18, con mo lte altre imbarcazioni mino ri . La disposizione illustrata rende talmente improbo un eventuale at-
:w Con tale termine nel seicemo, ed in particolare nella scuola francese. si indicava un rivellino triangolare an teposto alla cortina. f,o Ancora una volta il de L igny tradisce la sua esperienza olandese: il ricorso alla pali ficazione per oper e innalzate su terren i paludosi od addirittura su bassifondali , en.1 tipico infatti di quelle regioni, come pure della laguna d i Venezia. La tecnica consisteva ne.I conficcare, sotto lLHta la superficie d i fondazione, lunghi pali cli legno, opportunamente selezional i e preparati per ren derli resistenti alla decomposizione, trami te percussione manuale con pesanti battipali maneggiati da due uomini. Su quella parti colare preparazione si gettava il cong lomerato d i fondazione, che trasferiva i cari chi de.Ila cos truzioni. non so lo sulla punta dei pali, in compressione, ma soprattut to lungo l'intera loro lunghezza sottofonm1d i resistenza d'attrito. 61 Jn al tre parole, il porto maggiore non era racchiuso eia altre strutture che i suoi contorni naturali. Q ue, ti pur rendendo lo ollirno sotto il profilo nautico. lo esponevano pe.ri1a qualsiasi inizi ativa nemica, una vol ta che si fosse resa padrona cli quei bordi foranei. Da q ualsiasi punto infatti le batterie avversarie avrebbero potuto con estrema l"aciliLit bersag liare il naviglio attraccato alla piazza pateticamente esposto al tiro.
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336. Progetto di potenziamento di Siracusa di G. dei Medici. da F. Negro. 337 . Siracusa, scorcio ciel fro nte a mare. 338. Siracusa. dell<.1g lio della fortiJ'ica?.ione ciel fronte il mare.
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339. Siracusa, potenziamento del fronte a terra, A.G. Simancas, M.P. y D. XIX-115.
tacco da riconfermare questa piazza tra le migliori del Regno, e quasi inespugnabile per la difficoltà di superare il fossato protetto dalla sua falsabraga, dai fianchi bassi, e da tutte le restanti opere, come documenta la planimetria. Sì spera che l' insjeme di quanto intrapreso e descritto, si possa ultimare entro il mese di giugno del · corrente anno 1673. Parimenti si sono poste ìn riserva tutte le palizzate ed i gabbioni necessari per proteggere la strada coperta in occasione di un eventuale assedio.
Il castello di Siracusa Questo castello appare strutturalmente molto debole specialmente verso terra, poiché da quella parte non dispone nè di opere esterne nè di traverse. È invece ancora valido ìl suo fronte a mare sia per l'arroccamento, sia per l'altezza delle muraglie, che lo pongono al riparo da colpi di mano e, non ultimo, per ritrovarsi ben armato. Pertanto da quella direzione non corre alcun rischio lontanamente confrontabile a quelli del fronte opposto. Per lo stesso cli conseguenza si impone l'arretramento e la contrazione della sua piazza d'anni, fin dove attualmente si trova la porta principale. Erigendo poi una cortina rettilinea ed un mezzo bastione ad est, si conseguirà ìl potenziamento della sua difesa. Con lo spazio ricavato, in parte dal suo fosso ed in parte dal terreno della città, si potrebbe inoltre costruire una mezzaluna con la sua strada coperta, in modo da defilare la porta, ma occorrerà demolire alcune case che vi sono prossime annettendone ìl suolo.
AUGUSTA La città di Augusta si trova distante da quella di Siracusa 12 miglia ed è isolata da una tagliata corrente dì fronte al suo castello. Da quello si tiene sotto controllo tutto lo spazio esterno molto pianeggiante e basso: però il suo stato è tale che solo con grandi lavori e spese saranno effettuabili opere integrative lungo il perimetro, essendo l'altura d'impianto formata da argilla e pietre incoerenti che con la pioggia si sgretolano. Le pietre poi con il loro peso fanno avanzare il loro centro cli gravità e cleborclan-
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340. Siracusa, il castello, A.G . Simancas, M.P. y D. YH-48. 341. Siracusa, proger.to per il castello del I 680, A.G. Simancas, P.P. y D. XIX-115.
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342 342. Augusta. progetto di poten ziamento cli G . dei Medici, da F. Negro.
do verso il mare, in particolare lungo il fronte est, dove le onde si infrangono con maggior violenza che non sul fronte ovest o nel porto, notevolmente ampio e capace62. Come l'esperienza ha dimostrato, qualsiasi murazione che voglia cingere detta città, sebbene dal livello del mare alla quota della stessa non vi siano più di 40 palmi cli dislivello, necessita per una duratura s~abilità che le sue fondazioni raggiungano i 7 od 8 palmi sotto il livello del mare. E per questa ragione che i lavori intrapresi ultimamente - dei quali si notificò l'avvio a suo tempo ebbero siffatta impostazione. Del res to proprio per tale instabile formazione geologica, fino ad oggi, Augusta non dispone di una adeguata cerchia. Ogni tentativo infatti cli realizzarla con una minore profondità di fondazioni, implicava dopo poco la minaccia di crollo. Per l'identico motivo ad esempio le varie cisterne costruite non hanno resistito a lungo, costringendo gli abitanti ad approvvigionarsi, attualmente, presso le acque di un ruscello che sbocca dall'altra parte del porto, distante 3 miglia6 :ì. Ora tutt.i sono a conoscenza, per le ben note relazioni e studi, dell'importanza del suo porto che ostenta una larghezza maggiore alle 3 miglia, difeso però dalla sola torre di Avalos: non fortificandosi adeguatamente la piazza rischiava continuamente cli essere conquistato da qualsiasi nemico Onde scongiurare quella sinistra evenienza, presso l'estremità del eletto porto, quasi al livello del mare. si è avviata la costruzione di una leggera muraglia. La s ua altezza massima non supera i 6-8 palmi, ed include un piccolo bastione da difendersi con poco più cli una mezza dozzina cli moschettieri. E nonostante che detta muraglia sia così striminzita e con fondazion i tanto deboli, sarà bene completarla con alcuni contrafforti. per impedire eia quella parte eventuali sbarch i. Non si riscontrano infatti altri settori costieri parimenti idonei, per assenza di secche e di scogli, con qualsiasi cond izione atmosferica, all'atterraggio delle imbarcazioni minori .
<>: È particol armente rnoclerna ques ta analisi geologica tlel si to cl'irnp ianto con accurati ril'crimc nti ali ·erosione accelerata prodotta dal dilavamento delle argille frammiste con nuclei cl i rocci a. che proprio per il loro peso aumentano l"instabilitft del la forma zi one. '" L·analisi statica con i l relaci vo sondaggio del te rre no, una sort a di indagine geocliagnost ica ante lilteram. evidenziò resistenza di uno strato roccioso stabi le al cli sotto delle argi lle incoerenti. strato però che si rintracciava alla pro fondi tft media di un paio di metri sotto il livello del mare . e che rappresenta va l'unica possihi liti'i cl i sal dezza per l"impianl.O anche di mura rel ati va mente basse.
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Verso l'estremità della città si trova un'arca chiamata Terravecchia, tagliata fuori da una muraglia rettilinea, molto debole e senza terrapieno, munita cli tre bastioncini di cui uno intermedio e due a ciascun vertice. Di questi poi que llo che guarda a levante, cli fronte al la marina, è rov inalo totalmente a terra. Quattro o cinque palmi al cli sotto della supefic ie cli eletta spi anata s' incontra la roccia viva che la rende eccezionalmente stabile e solida. ln virtù di ciò, già eia molto tempo s i deliberi'> la s ua ricostruzione, necess itando la salvaguardia del sito , e soprattutto quella clell'entrat.a ciel porto, da lì dominata. All' uopo non manca la pietra a portata d i mano mano, senza contare che, per la ricordata stabili tà, torna possi bi le la conservazione delle acque piovane : in ogni caso proteggedt ulteriormente il porto. Per restare sempre a Terravecchia, vi si riscontra anche questa ottima caratteris tica: a pochissima profondità nella roccia affiora acqua dolce, nella stessa maniera e quantità dell'isola d i Favignana. C iò ba indotto molti ad abitarvi, ed altri ancor vi andrebbero se si recingerà o si fabbricherà una cittaclellla cli quattro o cinque bastioni , come illustrato s ulla pianta allegataM . Quest' ultirna con il suo fossato, tre mezzelune, strada coperta e spianata, costerà appena 70.000 scucii. Infatti in nalzandola in questo s ito si risparmierà quasi un terzo ciel necessario per qualsiasi ubicazione alternativa presso la città, per la s uddetta disponibilità di pietra, cli acqua e di sabbia. Tornando alla piazza, occorrerà alla sua concreta protezione innalzare sul\'allro versante della tagliata, quello s ulla terraferma, un 'opera esterna a 'corona', rives tita con muratura in pietra, al fine di arrestare un eventuale assallo nemico con improvvisi colpi di mano, vietandogli così dall'inizio l'occupazione di quella importante sezione. Il costo preventivato per quella ammonta a 25 .000 scudi. All'interno poi della detta tagliata si è avviata la costruzione di un'opera esterna, con la sua falsabraga , ed i lavori sono già molto avanti. Occorrerà comunq ue completarl i al più pres to, poicl1é difende al contempo s ia l'accesso che la base del castello con la porta di terra, e serv iranno ancora circa 5.500 scudi . La parte de lla città che guarda verso levante s i va, come accennato, di continuo sgretolando, e si potrà fortificare soltanto con un sem pl ice parapetto. Lu ngo il piede della sua scarpa vi si realizzerà una buona strada coperta, la quale, quand'anche effimera per le defic ienze esposte del terreno, in caso di smottamento non compor terà un gran dan no poiché molto faci lme nte s i potrà ricostituire, come ciel resto lo stesso parapetto. Quanto affermato è il programma di q uesti giorni , prospettandosi per un futuro prossimo cli rivestire quel tratto con una muraglia molto massiccia, in grado di sostenere il cedevole terreno - come peraltro già si sta attuando ai piedi del castello - innal7.andola a partire. appunto, da 8 piedi al cli sotto del li vello ciel mare. Tale opera tuttavia richiede alquanto tempo prima che eia quella parte la città sia racchiusa. Q ualora si riesca a trovare altri capitali , oltre a quell i ri scossi per Siracusa, si darà in izio alle restanti opere essendo impellente avv iarle per le notificate argomentazion i e per l' eccezionale interesse ciel porto, che altrimenti potrebbe fac ilitare enormemente l'invasione a qualsiasi nemico.
I castelli di Augusta TI castello antico cli Augusta si va cingendo con un'opera moderna formata eia quattro corti ne e quattro bastioni. Di questi quello orientato verso terra s i protende eccessivamente con un fianco, per cui il s uo fronte opposto al porto non dispone di efficace difesa. L'intero complesso poi essendo apicale, non poss iede nè un fossato nè un terrapieno antistante, ed è per cli più costipato da molte case della ci ttà, innalzate ad a ppena 3 o 4 canne dalle s ue mura. Alcune cli quelle. in particolare, molto robuste e voltale. qualora conquistate consentirebbero il tiro cl' infilata contro le sue cortine e traverse. Persino la sua porta appare completamente esposta, obbligando quas i al la costruzione di un rivellino o cli una mezzaluna per defilarla, ed al l'abbattimento di parecchie delle menzionate abita7.ioni. Tuttavia attuandosi le opere
M Si ipoti zzava tra le altre possibilitit quella della realiz,.azione cli una cittadella a stella pentagonale, del tipo cioè d i quel la effetti vamen te erella a IV!essina. Non rnaneavano però sempre del de Grune111bcrg progetli allernati vi più se11Jplici comernplanti una cortina con relativa opera a corona a difesa della localitù della Terra vecchia.
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esposte non sarù inevitabile procedere alle demolizioni, perché il castello sarà in grado di mantenere l'abitato in soggezione. La torre di Avalos impiantata nel mare ad un tiro cli archibugio è ottima per la sua ubicazio ne, poiché tiene sotto controllo la sezione verso la piazza, e verso levante dove dappertutto vi sono secche. L' armamento potenz.iale va da 30 a 36 pezzi di artiglieria su due ordini cli tronie re, delle quali le più basse risultano quelle più micidiali. Alla estremità ciel porto, molto all' interno, sopra un isolotto roccioso, distante eia terra un tiro di moschetto vi sono due fortezze separate una dall'altra da meno cli 200 piedi . La maggiore, più alta, si chiama Castro Garzia, l'altra Vittoria. Quest' ultima, sul lato prospiciente la città, offre notevoli fondali, rag ion per cui diversi tecnici furono del parere di demolirla, paventando la sua conquista da parte d i navi in g rado di abbordarla. In effetti stando a quanto personalmente ispezionato, bene si sarebbe fatto a non erigerla affatto, poiché riduce il settore di tiro a quella più grande. Ma la finali tà originaria della sua edificazione trovava motivazione nel voler occupare completamente l' isolottù, stornando il rischio che vi si potesse sbarcare con facilità l'artiglieria - specie di notte - che in poche ore avrebbe spianato tutti i parapetti della grande, la quale - come questa - non possiede terrapieno. ln previsione di attacchi da parte cli flotte nemi che la s ua massima potenziali tà difensiva le deriverà dagli archibug ieri, in grado di sparare continuatamente contro le imbarcazioni. Quelle infalli pur temendo logicamente la piazza, non saranno però tanto temerarie da attaccare uno scoglio munito cli artiglieria e moschetteria, dal quale possono ricevere gravissimi danni - se non la distruzione stessa - e scarsi vantaggi dalla ipotetica conquista. E mentre tutto ciò si predispone si sono posti, lungo la piazza, molti gabbioni e palizzate per consentire agli uom ini di trincerarsi e rnettersi al sicuro in caso cli necessità" 65 .
La rivolta di Messina La dettagliata relazione del vicerè de Ligny, in nanzi riproposta, oltre a cogliere gli aspetti sal ienti del superamento tecnologico delle principali piazze siciliane ed a suggerirne i rimedi in grado, per quanto possibile, cli adeguarle alle coeve minacce navali - quasi certamente sotto l'accorta e qualificata supervisione di Carlos de Grunemberg - con perfetto intuito militare, evidenziava l' incosistenza difensiva dell'area strategica di Aug usta. L' insistere sullo stato fin troppo deplorevole della piazza, sull'inadeguatezza del le sue opere, ed il riproporre ossessivamente il rischio di conquista del suo porto, con la contromisura estrema del ricorso alla fortificazione campale per porlo immediatamente in stato cli difesa, si confermano intuizioni prodotte eia una straordinaria competenza militare, al limite quasi della divinazione. Nè il personaggio aveva neJJa sua energica intraprendenza trascurato, nei risicatissimi limiti finanziari in cui si dibatteva, cli potenziare la squadra cli galere, incrementando.la di una unità, eia 5 quindi a 6, con tre nuovi battelli ausiliari 66 • Persino l'artiglieria subì la s ua fatt iva stimo lazione, gettandosi altri pezzi a Palermo, con metallo proveniente da Genova e dalla rottamazione dei più antichi e conosi cannoni, giacenti scavalcati nelle piazze. Sempre per la febbr ile iniziativa ciel dinamico vicerè si costituirono, tenendo presenti le fru stranti condizioni della viabilità interna del Regno, tre distinti treni artiglieria, insediati nelle piazze cli Siracusa, di Trapani e cli Palermo, capaci di trasferire con alquanta celeri tà la loro
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Il documento relativo allo stato delle principali piazze siciliane nel 1673. liberamente tradotto è ancora quello con la collocazione archivistica A. G. S., S. P. 1253. 66 Il documento cui si fa riferimento fu inviato aura verso la mediazione del Consiglio Supremo criwl ia, il 22 marzo I 673: è collocato in A. G. S. , S. P. 1253. V i è speci ficato inoltre che furono d'ordine del de Ligny sos tituite le ciurme a due galere della squadra, prohahilmentc malridotte, e si stava procedendo alla fusione di cinque pezzi d'arti glieria da destinarsi per armamento all'ultima unità. Si ricordava infine che mli misure, non solo rendevano la flotta regn icola di gran lunga superiore operativamente a quella degli ultimi decenni, ma la reinseri vano nella difesa navale ciel regno nel minaccioso con testo ciel dopo Candia.
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:J 343. Messina, studio di pote nLiarnent.o, inizio XVI I scc., A.G. S imancas, M.P. y D. IX-60.
batteria di sei pezzi, al completo cli munizioni, serventi ed ufficiali, in ogni punto dello specifico settore di giurisdizione, dove si profilasse una concreta minaccia: sistema in definitiva precursore dei treni armati su tratte costiere67 . Ed anche q uesti dispositivi sembrano fi nalizzarsi ad una paventata, incombente minaccia. Gli eventi infatti confermarono pienamente i s uoi timori. Già da· un paio cl ' anni i pessi mi raccolti riproducevano lo scenario d i squallore e cli miseria, incontrato negli anni quaranta. Messina per il suo approvvigionamento dipendeva da l mare . Purtroppo il cabotaggio cli quei desiderati mercantili trovava reiterati ostacol i, e non solo ad opera elci tradi7.ionali corsari, ma specialmente per i sequestri attuati dalle altre piazze del Regno - altrettanto affamate e disperate - prime fra tutte q uell a cli Augusta a sud e di Milazzo a nord. Gli espedienti tentati da Messina lungi dal risolvere l'angoscioso problema, lo esasperarono ulteriormente, innescando nella sua popolazione un clima di intolleranza e cli sfiducia verso il resto dell'Impero e dello stesso Regno. La crescente debolezza politica dell a dirigenza spagnola, oberata da difficoltà economico-militari immense, parve quasi avallare una volontà di maggiore autonomia della città. l poderosi lavori alle fortificazioni, intrapresi dal de Ligny, senza dubbio necessari sotto il profi lo della sicurezza della piazza, aizzavano con i loro ingentissimi costi le proteste, sempre più apertamente manifestate. Tra disordini e ribell ioni si g iunse così al 1674 , allorquando Messina, dilaniata dalle due fazioni contrapposte, quella elci Malvizzi contrari a alla sudditanza imperi ale e quella dei Merli68 , invece ancora fedele, bloccò l' accesso ai militari spagnoli . Il vicerè, marchese cli Baj ona, diretto alla volta della città con l' intento cli sedarvi la montante ri voluzione fu costretto a ripare nel castello cli Milazzo, da do-
67 "I freni armati furono allestiti dalla Direzione i\niglieri r1e Annamenti cli La Spezia, allo scopo <li disporre di alcune batterie mobi li che <lifen<lessero la costa adriatica da improvvisi auacchi navali austriaci. Inizialmente fu rono utilizzati carri de lle forrovie dello Stato già in proclllzione, ma oppon.unamente mod ificati e rinforzati; poi per consentire l' istallazione dei pezzi da 152, furono costrui ti carri appositi. Ogni treno aveva <la 1 a 5 carri armati con artiglierie diverse e con mitragliatrici, da due a quattro carri per il tras porto munizioni e da un carro conrnnclo .. . " eia N. DELLA VOL.rE. Difesa dei territorio e prote::.ione cmtiaerea (1915- 1943). Roma 19&6, p. 57. 66 I Merli erano i messinesi ri masti fedeli al governo spagnolo, contrari perciò ai sosteni tori <lei pri vilegi e delle ampie prerogative della città, che avevano scatenato la rivolu,.ione secessionista e che si indicavano come Malvizzi.
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La difitsa cos1iera de l Regno di Sicilio dol XVI ol XIX seculu
ve il 7 luglio, sempre nella speranza di calmare gl i anim i, promulgò un indulto, re plicato vanamente nel mese di agosto69 . In quello stesso rovente luglio il Gran Consiglio della cillà, da parte s ua, emise la inusitata risoluzione cli sganciamento della città dalla compagine spagnola per aggregarsi a quel la francese. Milazzo assurse allora a prima Piazza d'anni dell'Isola per l'esercito s pagnolo. La deliberazione non riuscì tanto peregrina in quanto, regnando uno stato cli violenta g uerra tra la Francia e la Spagna. la proposta cli i'vlessina trovò alla corte cli re Luigi XIV e ntusiastica accoglienza. Rappresentava ciel resto, come già ricordalo, il coronamento di oscure manovre spionistiche, tese alla esatta valutazione della conven ienza strategica deriva nte dall'acquis izione delle piazze marittime siciliane ed alla loro effettiva potenzialità. Avviatasi attivamente la sommossa: «auesero .. . i Senatori con diligentissima prestezza al riparo de' Belguarcli sprovvisti per lunga quiete, non solo di palle e polvere, ma anche di ruote, e cascie per i cannoni, tutte corrose, e guaste dalla voracità del tempo>>70 . Vennero quindi immediatamente occupati il forte S. Giorgio ed il Forte S. Giovanni, meglio noto come Don Blasco. Le truppe imperiali eia parte loro riescono a conse rvare il possesso degli altri caposaldi della munitissima piazza. "La sollevazione popolare ricaccia ben presto g li spagnoli entro le ... fortezze reali, rinserrandosi, a propria volta, dietro i baluardi i cittadini ... r i soldati dal forte I ciel Salvatore incominciarono a cannoni are la città ... le cannonate trovarono ben presto una valida risposta e quando, neJJ' ottobre del 1674, una prima spedizione militare francese si presenta dava nti al porto di Messina, dal forte municipale cli S. Giorgio, i messinesi concentrano il fuoco sul Salvatore ... Un tentativo ciel marchese di Bajona cli forzare il porto - pur appoggiato dal fuoco del Salvatore - abortisce miseramente ... Il 3 Agosto si arrende il palazzo reale e la guarnigione spagnola, insieme ai s uoi partigiani cittaclini ... " 7 1, anelandosi a rinchiudere tutti nel forte del S . Salvatore. lv1a anche quello. esaurite le possibilità cli resistenza - s pecie oberato da tante bocche - il 7 ottobre a sua volta s i arrendeva. Con la sua caduta collassò la presenza militare s pagnola nella città: una squadra navale che vi si d iresse i I I O ottobre, ali ' oscuro probabilmente cli quella ultima defezione, fu inunediatamente inquadrata dalle batterie ciel forte ormai in mano ai ribelli, e centrata con gravi perdite. Riproponendo per l 'ennesima volta u n antichissi mo canovaccio, le faz ioni in lotta all ' interno dell'Isola introducevano un conquistatore esterno. Vanamente il marchese cli Bajona vedendo materializzarsi le note e fosche previs ioni del predecessore, richiamò la milizia e pose in allerta i pres idi. Pochi affluirono, e per di più la loro indisciplina costrinse gli ufficial i del!' esercito a licenziarli. Discorso analogo per i capi tani d' arme e per la gente del servizio militare. La forza annata imperiale poteva a quel punto contare sui rari soldati regolari dispersi nei numerosissimi pres idi costieri , e soprattutto sulla flotta alleata olanclese72. Da parte s ua il re cli Francia aveva affidato il comando ciel massiccio corpo cli spedizione anfibio al duca cli Vivonneì\ il cui secondo era il Duquesneì'1• Gli spagnoli, consci della esiguità pericolos issima delle loro forze in Sicilia, fretto losamente vi fecero affluire alcuni reggimenti spagnoli e tedeschi eia Milano, eia Napoli, dalla Sardegna, Corsica e per-
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Cfr. A. M1CALL::, li rnsrello di Milazzo, Milazzo 1982, p. 95.
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Da G. B. ROMAl\'CJ e Co1.0NNA. Della congiura dei J'vfinisrri del re di Sp(lgll(I co111ro lo fedelissima ed esemplore ci/là di 1\tfessi11a. Messina I676, pp. 354-355 . 11 Da E. Tocco. Il Forte del S. Sal va1ore ... , op. ciL p. 119 72
Il 7 apri le del 1672 Francia ed Inghilterra si allearono per dichiarare guerra all'Olanda. Victor de Rochechouart. duca cli Vi vonne. generale delle galere. era il fratello della Montcspan. cd un soldato di provat.i esperienza e fedeltÌI, ma non abbastanza preparato per affrontare la guerra sul mare. Dopo 1·occupazio11e di Messina fu nominato vicerè cli Sicilia. e l'incoronazio ne av venne nella stessa c ittù il 23-4 - 1675 . "Abrnham Duquesne. nacque a Dieppe nel 1610. Capitano di vascello a 25 anni, undici anni dopo co mandavu un' intcru squadra. Altero e ligio ai regolamenti , incubo dei dipendenti, costi1ui va perù un ottimo coma ndanl.c, tanto da farg li perdonare il 73
diffic ile carattere.
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sino Albania. Nonostante ciò la loro primaria risorsa bell ica restava la flotta olandese del de Ruyter75. Agli inizi ciel 1675 quindi i francesi occuparano, accolti da liberatori, Messina cd in trapresero le operazioni mirate ad al largare ed a consolidare la loro testa di ponte. Una formazione navale spagnola fu, proprio in quelle circostanze, posta in fuga dalle unità del Vivon ne. La umi liante dimostrazione di incapacità comballiva offerta dai vascelli imperiali agì sicuramente da stimolo su lle velleità degl i ulti mi conquistatori. Così. senza un preciso piano tattico, le un ità del Vivon ne avviarono, nell' agosto di quello stesso anno, l' investimento della piazza cl ' Augusta, sperando, se mai fosse riuscita la temeraria impresa, cli sottrarre al la flotta del de Ruyter - di cui si temeva l'arrivo da un momento all'altro - la sua migli ore base. La flotta attaccante forte di 29 vascel li , 24 galere e 12 brulotti salpò le ancore il 15 da Messina. pervenendo nella rada di Augusta il 17. L'incredibi le pos itivo risullato ciel tentativo fu immediatamente notificato dal Vivonnc al suo sovrano: "Sire. Le Ciel ayant favorisé Ics arrnes de Votre Majesté en cc pays d' un succès assez considérable, il est juste quc jc lui dépeche ce courricr exprès, qui est la major dcs galèrcs... 7\ ;'Maestà, il Cielo ha accordato a.Ile Vostre A rmi in questo paese un successo straordi nario, e mi è parso opporluno annunciarvelo tramite questo corriere espresso. costituito dalla nostra migliore galera...·•.
Grazie alla minuziosa esposi7.ione dei ratti fornita in quella rel azione a Luigi Xl V, siamo in grado di ricostruire dettagliatamente le fasi di quella discussa conquista. La formaz ione fra ncese pur ostaco lata dal vento, riuscì con alcune accorte manovre a forzare l' imboccatura ciel porto, senza subire alcuna conseguenza, frazionandosi quindi in squadre minori autonome. La prima si diresse a cannoneggiare la torre di Avalos. La seconda a sua volta, direttamente agli ordini del Duquesnc, impegnò i forti Garzia e Vittoria. Le galere nel l'rattempo si adibirono a preziosi rimorchiatori per i vascelli di linea, vere ci tlaclelle galleggianti eruttanti fu oco in continuazione. Cessato il bombardamento alcune lance diressero rapidamente verso i provati forti , intimandogli la resa immediata, peraltro prontamente accolta. Anche la torre cli Avalos in breve cessava la sua resistenza, essendosi garantita ai di fensori la vita e l'onore delle armi. La fante ria da sbarco priva, a quel punto, di paralizzanti tiri ins idiosi ai fi anchi ccl all e spalle potè nella massima tra nq uil lità di rigere verso Terravecchia. Grazie al l' insignificante resistenza opposta da quel settore notorian1ente debole e fiacco, in un balter d'occhio i francesi furono al castello. Ad onta cli qualsiasi virtù militare, il maniero non frappose ind ugi per la sua viliss ima capitolazione, premessa per la consegna dell ' intera piazza. Poche ore di intrapredenza avevano avuto ragione cli anni di preparativi e di esorbitanti spese. Così an nunciò esterrefatto il vicerè all ' imperatore la sconvolgente notizia: '·Con sumo dolor mio, es haverse entrado dc golpe cl din 17 por la manana en el puetro dc Augusta, apoderandose Franceses dc la ciudad y forta lezas con solo tres horas de combate, cuya notici a me Jlego a Jos J 9, pon iendomc cn cl cuidado y con fu zion a quc rne con duce tan ympensada perdida, mayormente quando la fuerca non la pudo ocasionar en el breve termino que subcedio, siendo preciso haya havido gran maquina y traicion dc aqucllosa naturales77 • Con immenso mio dolore, debbo annunciarvi. che dopo essere penetrati a11· improvvi so i Francesi nel porto di Augusta riusciro no in sole tre ore a conquistare la città e le fortezze. La notizia l ' ho appresa i l 19, gettandomi in una proCo ncla costernazione per l'incredibile perdita, tanto più che non ritengo che un assalto abbia potuto causarl a i11 così breve tempo, senza che vi siano stati grandi preparativ i e tradimenti da parte dei nati vi ... ·•.
75 A ll'epoca il celebre arnm'iraglio olandese contava 66 anni ma nonostante l'età rappresen tava un perfello e completo co mandante navale. La sua esperienza era ciel resto ingentissima ed indiscussa. anche dall'altra parte dello schieramento. 76 A rchivio della Marina. B 4. 6 f. 126, Re/(lfion de la pri.H' d'Augusw por le Due de \livonne, 2 se11emfne 1675. pubbl. da E. Sue. in Augusta. L. Dufour. op. cit. ' 7 A. G. S. . E" 35 15- 151 , 23 agosto 1675. da L. Dufour, Augus/11.
La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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Quanto vi fu di vero in tal i sinistre ipotesi? Fu imputabile, motivatamente, la ignominiosa resa a carenze difensive, o piuttosto a colpevole vigliaccheria, o peggio a tradimento, dei vari presidi e dei loro comandanti? È interessante ancora soffermarsi sulla testimonianza resa a caldo, dai giurati cli Melilli al vicerè in quegli stessi giorni, che in un passo così afferma: " Despues a 19 oras poco mas o menos, otra ve7 se moviò la Armada a la parte de la dicha fortaleza de adonde solamente se dispararon conco o scis tiros , muy tarde e t uno del otro y la maior parte sin baia, lo q uc observarnos con c uidado .. .78 Intorno a l le 19, più o meno, Ja flotta nemica s i accostò un 'altra volta alla de tta fortezza I.Torre di Avalosj, dalla quale si spararono soltanto cinque o sei colpì, molto distanziali tra loro, e per la maggior parte senza palla, la qual cosa osservammo con attenzione..." !
Confermano l'ipotesi del tradimento anche alcuni cronisti coevi , tra i quali l' Auria che così ricostruiva l'accaduto: " ... onde avvicinandosi i vascelli francesi alla Città e più da presso con molta confidenza, per la segreta intelligenza dei pochi ribelli; e particolarmente dal Secreto della Ciltà, gli furono sparati alcuni colpi d'Artiglieria, ma senza essere colpiti dalla Torre Davalos, entrarono li vascelli nemici ed atterrendo con i tiri delli loro cannoni iI rimanente dei cittadini fedeli, occuparono a tradimento la città di Augusta il 17 agosto 1675" 79 . Torniamo ora al prosieguo della controversa azione, sulla falsariga della testimonianza diretta ciel Yivonne, ovviamente in libera traduzione: , "Procedetti ad ispezionare, quello stesso g iorno, tutti i fort i, trovandovi pochissimi cannoni, carenza che mi costrinse a farvene porre dei nostri in abbondanza, per evitare che pure noi potessimo fare la stessa fine dei difensori ... La motivazione della conquista fu di poter disporre di un migliore ancoraggio nell'Jsola, sottraendolo al contempo al dc Ruyter, ed il Signore mi ha fatto la grazia di esaudire il mio desiderio ... Vostra Maestà mi ha chiesto più volte cosa intenda fare riguardo alle galere che ho in forza: ovvero se mi sono utili qui o se non sia meglio il loro rimpatrio. Ebbene calcolando che dovrebbero ormai svernare in questa base, e che per il loro mantenimento occorrerebbero almeno 4.000 salme cli grano, da sottrarre alla città di Messina - ed equivarrebbe a privarla di una immensa risorsa, mi vedo costretto mio malgrado a restituirvele: partiranno pertanto il 15 settembre prossimo, dirette a Marsiglia... Appare indispensabile eseguire alcuni accomodi al castello di Augusta, come pure alla cerchia, in più parti sbrecciata: ho destinato mille scucii allo scopo ... V. M. mi ordina di salire sull' ammiraglia allorché saprò che de Ruyter naviga in questi paraggi: ella può contarci essendo proprio questa la mia massima aspirazione ... " 80 . Dal citato rapporto si evince, in ultima analisi, che la conquista della piazza d'Augusta fu imputabile innanzitutto a pusillanimità dei difensori, senza dubbio scarsamente armati - e ciò già risultava tra le gravissime carenze della piazza nel '71 - ma privi di qualunque volontà di resistenza. Non stupisce perciò che il procedimento giudiziario contro il comandante della torre di Avalos, lo trovò colpevole e quindi lo condannò alla pena capitalc8 1•
La battaglia navale di Augusta L'ardente desiderio del Vivonnc di cimentarsi eia bordo della sua ammiraglia con il celeberrimo de Ruyter, per ironia della sorte e suo malgrado doveva restare tale.
u Ibidem, 21 agosto 1675. N A URIA, Historia Cron.ologica del/i Signori Vicerè di Sicilia. 1697, p. 154 . 80 Archivio de lla Marina, B 4, 6f. J 26. Da L. Dufuor, Augusta, p. 265. 81 li giovedì 5 settembre I 675, meno quindi cli un mese dopo, in Milaz:w si procedette alla decapitazione ciel pro-castellano della Torre <l' Avalos.
Il tramollto del dominio spagnolo tra ribellioni e guerre
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Le prime avvisaglie dell 'avvicinarsi della flotta ispano-olandese si ebbero dinanzi ad Alicudi 1'8 gennaio del 1676, allorché alcune unità delle due formazioni nemiche si affrontarono. Fu piccola giostra, temendo l'olandese che un possibile non brillante risultato alienasse alla causa imperiale anche i residui consensi palermitani. Occorsero altri tre mesi, prima che le notte contendenti si estrinsecassero in uno scontro risolutivo. Dalla relazione del de Vivonne siamo in grado ancora una volta cli ricostruire lo scontro nelle sue fasi salienti: "Le 22 avril, l'armée d u Roi, commandée par M. Du Quesne, se trouva à la pointe du jour est et ouvest du cap Saint Croix, e nviron cinq lieues au large et. à six lieues d 'Agosta ..". 82 " Il 22 aprile. l'annata reale. agli ordine del Duquesne, s i trova sull'albcggaire nei pressi di capo S. Croce, a circa 5 leghe a l largo ed a 6 da Augusta ... "
TI Vivonne, trattenuto .a terra da impegni politici non è in mare. La squadra forte cli circa 30 vascelli , armati con oltre l. 700 cannoni e l 0.000 uomini , avvistò pochi istanti dopo, al largo di Siracusa la pressoché equivalente formaz ione avversaria del de Ruyter. Intorno all'ora terza l'avang uardia imperiale, formata eia 12 vascelli olandesi, condotti dallo stesso de Ruyter, guadagna su l grosso della formazione spagnola, prendendo contatto in breve con l'avanguardia francese, avviandosi a quel punto la battaglia con un serrato fuoco di moschetteria. Dopo alcune ore di sforzi tesi a sconfiggere le unità francesi dell'avanguardia agli ordini ciel capitano M. d' Almeriras, de Ruyter serra le distanze con l'ammiraglia francese sottoponendola ad un nutritissimo fuoco di bordata con i grossi calibri dei suoi vascelli, peraltro pienamente controbattuto. Il comandante francese è mortalmente ferito e l'intera avanguardia si ritrova a rnalpartito, e notevolmente danneggiata. Anche però nel campo imperiale la situazione appare tragica. Poco prima ciel tramonto infatti, vengono viste le galere spagnole prendere a rimorchio quattro unità olandesi , molto danneggiate, ed ancora un'allra sull' imbrunire. Lo stesso cle Ruyter, gravemente colpilo giace su l ponte della sua ammiraglia. La inaudita violenza degli scontri è testin1oniata dall'ingentissimo consumo cli munizioni: almeno 30.000 colpi per parte risultano sparali fino alle 22, allorché illuminati da un s uperbo chiaro di luna, tanto g1' imperiali quanto i francesi si sganciarono, rompendo il contatto, clirigenclo i primi per Siracusa ed i secondi per Augusta, entrambi provatissimi ed entrambi autoproclamatisi vincitori. Nei giorni successivi, le condizioni ciel dc Ruyter, stranamente sottovalutate, si aggravarono repentinamente, lasciando pochissime speranze nei suoi subordinati. In dettaglio il contesto in cui il grande ammiraglio lasciò la vita fu così ricostruito. li de Ruyter durante il furioso duello d ' artiglieria si: "trovava sul cassero dal quale impartiva gli ordini ed incoraggiava i combattenti, quando una palla di cannone gli portò via quasi tutta la parte anteriore del piede sinistro e gli spezzò le due ossa della gamba destra ... La violenza del colpo lo fece precipitare in coperta dall'altezza di sette piedi: si ferì soltanto alla testa, ma gravemente"8:I. Il giorno 29 aprile, all ' età cli sessantanove anni, il grande ammiraglio olandese si spegneva nello splend ido crepuscolo primaverile di Siracusa, assegnando quasi con la sua fine la vittoria ai francesi. Trascorse infatti appena un mese ed il 2 giugno, la flotta francese imbaldanzita dalla scomparsa ciel suo maggiore avversario, si avventò suJle unità ispano - olandesi alla fonda nel porto di Pa.lerrno. TI risultato fu allucinante, perdendo gli imperiali nello spazio cli poche ore oltre 2.000 uomini, ed almeno lO vasceJJi. Ma la Sicilia ad onta delle pesanti umiliazioni subite dalle anni spagnole per opera francese, iniziò a manifestare, ancora una volta, la sua insofferenza verso i nuovi arrivati, i quali non erano in pratica riusciti ad allargare, a l cli là della sezione Messina-Augusta, la loro sovranità. E nemmeno in quel modesto arco costiero le occupazioni si conseguirono incruentemente. Infatti nonostante il prodigarsi dei Messinesi le conquiste cli Scaletta, cli Taormina, Mola, S. Alessio, Forza d' Agrò e Savoca si succe-
82 fi.l
Archivio della Marina. lettera de l 3 giugno 1676, da L. Dufour, Auiusrn, p. 265. Da J. MORDAL. Vemicinque secoli di 1:uerra sul mare. Torino 1973. p. 97.
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la difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
344 344. Fortificazioni e porto di Palermo nel XVTTJ sec., A.G.S., P.P. y D. IX-60.
dettero in un contesto di crescente, fiera, opposizione alle anni francesi. A Fiumedinisi, arresasi dopo protralla resistenza nel 1676, si dovelle lamentare una truce strage cli ci vili come conseguenza della loro fedeltà84. Ed anche in quel caso serpeggiò il tradimento, tant'è che un gran numero cli dispacci si inoltrarono al riguardo, alcuni e nuncianti: "la traicion del Conde de Prades gue puso la importante Plaza de Tao rmina e n manos d e franceses haviendola governado desde el tiempo de ìvlarques de Bayona...85 "il tradimento ciel Conte di Prado che cedette la importante piazza di Taormina ai francesi, avendola governata fino ad allora il Marchese di Bajona.. .''.
Con il trascorrere dei mesi il gravarne militare iniziò a rendersi insostenibile per I.a Francia, non ricevendo peraltro che in minima parte i vantaggi auspicati da quella occupazione. Come se non bastasse l'Inghilterra che, fino a quel momento, l'aveva in un certo qual modo favorita, prese a modificare radicalmente il suo atteggiamento, temendo un eccessivo ampliarsi della sfera strategica di Luigi XIV. I messinesi dal canto loro, già dal 1677, mostravano nei confronti dei loro nuovi tutori un totale distacco, che rapidamente si evolse in astiosità e ribellione. Mal tolleravano infatti i carichi derivanti dall'alloggiamento del contingente francese e la miseria derivante dai mancati guadagni per il continuo stato di belligeranza, senza contare l' umiliazione e le provocazioni dei continui saccheggi e distruzioni. La situazione precipifo rapidamente verso la fine del '77, allorquando, il corpo cli occupazione rrancese fece chiaramente intendere di essere prossimo al rimpatrio. TI profilarsi perciò di un pericolosissi mo interregno anarchico, produsse un repentino riemergere cli antiche fedeltà nei confronti della Spagna. Secondo le migliori tradizioni, quindi, allorché il 25 marzo del 1678 i soldati di Madrid entrarono in Messina, furono accolti dalla maggioranza della popolazione con ovazioni e con gratitudine, e proclamati liberatori dal giogo francese! In realt~t si temeva una sanguinosa resa dei conti, e numerose famiglie della città, particolarmente compromesse, si allontanarono prudentemente: ascesero probabilmente a 30.000 i cittadini che abbandonarono Messina.
&I
crr. E. M ,\ UCER I, Taormina,
,;s
A. (ì. S. . E" 3527. 1678.
Catania, pp. I 05- 1 I O.
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345. S. Alessio. 346. Taormina.
La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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La restaurazione a Jvf.essina La tanto temuta reazione, in reallà, almeno nei parossismi sanguinari prefigurati, non vi fu: ma non per questo la città ribelle la passò liscia. Un dispaccio regio dell'8 gennaio del 1679, riconosciutala rea di lesa maestà la dichiarava: "muerta civilmente y yncapaz de todo genere de honores"86 ! Il primo emblematico segno del ripristino del vecchio regime fu l ' abbattimento del palazzo senatorio, sul cui sito fu eretta una statua di Carlo II . "Fra tutte le altre cose messinesi allora tolte, confiscate o distrutte, primissimi, colle fortezze i baluardi urbani passarono in mano del governo spagnuolo. Il quale non fu contento dello intiero ed esclusivo possesso di essi, ma volle, «ad eterno freno dei malcontenti », erigere contro la città una vasta e formidabile Cittadella, affidandone la esperta progettazione ed esecuzione all ' ingegnere Carlo Nuremberg [Carlo De Grunemberg]. .. «e per la edificazione deJla quale furono imposte... quattro nuove gabelle... >>" 87 . Ma un più approfondito esame, ci conferma che sfumata rapidamente la prima, previdibilissima reazione, con 1c immancabili epurazioni sommarie ed appropriazioni indebite a danno dei sospettati, nulla fu compiuto per debellare l'origine stessa della discordia. Il quadro esistenziale della città tornò a lacerarsi profondamente complici in definitiva le stesse autorità spagnole, incapaci di controllarlo anche militarmente. E forse queJla costituisce la premessa inequivocabile ciel loro irreversibile allontanamento. ln una memoria, trasmessa al Consiglio cl ' ltalia nel luglio di quello stesso anno, cogliamo agevolmente l'incredibile gravità ciel menzionato scadimento della sovranifa imperiale: ·'Puntos que han deverse, y considerarse en el Sup.mo Cons.o de It.a para consultar a S . M lo que pare-
1iere ... en 15 de lullio 167888 __ _
2) Sono da temersi gravi agitazioni poiché i sudditi fedeli che hanno perso i loro averi per il servizio del Re vengono intimiditi dagli ex ribelli, e non dispongono di sostentamento. 3) Che questi ultimi sono arbitri cli ogni cosa, imponendo ai messinesi f unz ionari e magistrati. Pur essendo stati apertamente traditori fino al giorno della partenza dei francesi, dopo un breve intervallo di paura hanno rialzato il capo e tornano ad acclamare pubblicamente i francesi . La popolazione pertanto risulta sempre divisa nei due partiti , uno traditore, dei Malvi zzi, e l'altro leale, dei Merli, fra i quali, in qualsiasi momento, può scatenarsi una guerra civile. Peraltro i messinesi sembrano parteggiare per gli stessi ribelli. Poche notti or sono ad esempio, la ronda spagnola arrestò, per resistenza con la pistola, un favorito del residente, e lo condusse al carcere: la mattina dopo lo dovette rimettere in libertà per intervento personale del residente don Pietro Oliverry. 4) Si assiste alla svendita ed all' accaparramento, a bassissimo prezzo, dei beni dei messinesi fuggiti , da p arte degli ex traditori e dei parenti dei ribelli, al punto eia defraudare le stesse finanze reali. Occorrerebbe pertanto l'invio dalla Spagna cli una persona autorevole in grado cli stroncare l' andazzo. 5) Persino il medesimo reggente si è comprato i feudi cli Sumia e di Francavilla, con il relativo titolo, a soli 80.000 scudi contro un valore reale di oltre 150.000, non consentendo a nessun altro cli partecipare alla vendita. 6) Anche i mobili e gli arredi dei fuggitivi sono stati svenduti ed accaparrati dai traditori al prezzo di 12.000 scudi contro un valore efettivo cli oltre 80.000 .. . 8) I Napoletani inoltre, da parte loro, stanno destabilizzando la piazza cli Messina, p retendendo - novità mai udita e molto umiliante per gli spagnoli - di appropriarsi di case, di portare le armi, cli annodare la corda per impiccare la ronda spagnola, pretendendo inoltre di poter mantenere un proprio corpo di guardia
Cfr. PUZZOLO S IGILLO, Don Blasco .. . , op. c it. p. 33. [b. , JJ· 33-34. 88 A. G. S. , E° 3527, 15, 7, 1678, segue libera traduzione. ~Il
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li tramonto del dominio spagnolo tra ribellioni e guerre
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347. Messina, la cittadella di C. de Grunemberg, nel l 684. A.G.S .. M.P. y D. VTT-49. Messina, la c ittade lla nel 1685, A.G. Simancas, M.P. y D. XV-118.
- come quello spagnolo - .affermando cli essere uno Stato Sovrano quale la Spagna stessa. Alla base cli tali 1ivenclicazioni inaudite vi è un capitano d'arme del terzo dei napoletani tale don Marino Carafa... ". Le gravissime affermazioni del documento proposto lasciano seriamente ritenere che le sbandierate efferate punizioni spagnok applicate alla ci llà cli Messina ed ai suoi abitanti, altrimente note come 'urbiciclio', furono non solo molto blande ma addirittura inconsistenti , e che il concreto potere imperia.le stesse ormai agli sgoccioli. Non si spiegherebbero altrimenti simili forme gravissime di esplicita ribellione - e per quanto citato non solo da parte dei messinesi o dei siciliani ma persino dei napoletani - indizio dell'imminente collasso della componente mediterranea dell'impero. Aci ogni buon conto, e forse proprio in vista di una tale inevitabile emergenza, sotto l'accorta guida del De Grunernberg si riavviarono frenet icamente i lavori di un ennesimo adeguamento delle piazze siciliane, in particolare di q uelle cli Messi na, di Augusta e cli Siracusa, essendosi ampiamente riscontrata la loro importanza strategica e la loro scarsa affidabilità. Perno strategico dei febbrili interventi di quel teso fine secolo, appare pur sempre Messina, ben presto rnunita cli una eccezionale cittadella pentagonale, progettata e diretta dal De Grunemberg a partire dal 1680. Le molteplici motivazioni che la determinarono, non ultima un maggior "controllo" sull'inquieta cittadinanza, vennero così brevemente sintetizzate dallo stesso progettista: " la ciudadcla quc se ha propuesto al braco de S. Rainiero ha sido por las razones siguientes, el primcro por tene r de continuo c l ingresso en la Ciudad quc por senorear el puerto, y apartarcc lo rnas que se puede de las colinas y casas, yen occasiones no sospechosos d'cnncmigos ultremarinos mantenerlo con poco presidio, sin pcrrnellir comercio por qualquicr pretestos con los naturalcs, que es la razon por que se fund en, y servirlos de fresno .. ."~9 • "la cittadella pros pettala sul braccio cli S . Ranieri trova quali sue giustificazioni le seguenti: tenere ininterrottamente sotto controllo difensivo l'accesso alla Cill[I ed al contempo dominare il suo porto, a llontanandosi al massimo dalle colline re trostanti e da lle case, nonché per essere in grado di presidiarla, in periodi priv i cli minaccia nemica. con pochissimi uomini , evitando qualsiasi scambio o contatto per qualsiasi motivo tra i soldati ed i cittadini, servendo pertanto in definiti va anche da freno ..."
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A. G. S. , E"3527- 135, aprile 1680
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Similmente pure per Augusta e Siracusa gli interventi del De Grunemberg appaiono volutamente stravolgenti ed innovativi, ma anche eccezionalmente costosi, tanto da far imporre, non diversamente da Messina, nuove gabelle, con avanzamenti dei lavori interminabili. La Spagna ormai si dibatteva in condizioni economiche estremamente precarie, essendosi sperperate negli ult.i rni scontri con la Francia, enormi ricchezze. I suoi militari di stanza in Sicilia perciò languivano sistematicamente privi , no n solo del soldo ma persino del.le normali fo rniture sempre più raramente elargite dall'intendenza militare 90. Come se non bastasse in quel quadro perturbato ed istabile, con una economia ormai allo sbando e con spese militari per .la difesa sempre eccessive, un devastante sisma si abbattè sulla costa orientale, sconvolgendo nel 1693 quanto fino a quel momento, con tante difficoltà, si era realizzato. Le fortificazioni vennero squassate, ed in particolare ad Augusta, l'effetto concomitante delle sco sse e dell'esplosione cli una polveriera completò il terrificante annientamento. Pochi anni dopo nel 1700 scompariva l'ulti mo e rede diretto degli Asburgo, Carlo Il, geuanclo l'intero impero in preda ad una crisi dinastica delicatissima, che si concl use con l'ascesa di Filippo V cli Borbone, vanamente ostacolata da Luigi XIV. Ma il parti to asburgico austriaco non rimase inerte avviando una serie di manovre tese alla riconquista del Regno. Le operazioni culminarono nel 1713, allorché il vicerè del momento dovette consegnare i n base al trattato di Utrecht la Sici lia a Viuorio Amedeo duca di Savoia, ponendo termine definitivamente al dominio spagnolo nell ' isola, che si protraeva dal 1535. Il nuovo sovrano giunse ne l suo nuovo regno nell'ollobre del 17 13.
,x, È emblemati co al ri g uardo una ri cev uta di distribuzione di uni formi, appena I. 500, inv iai.e dal vicc rè di Napol i in S icilia nel I677, e così riparli le: " 350 a l terzo di Palermo, I 25 al la com pag nia del Maestro di Campo Francesco Raro ne, 150 a quel la di Eu boa, 50 a quella di Maiorca, 50 a qu ella di Sardegna, 50 al la compagni a de l Rallag:lione di Napoli ed a i soldati de lle galere di S ardegna, 500 al terzo di Napo li in viato a Milazzo".
CAPITOLO OTTAVO
Interludio
La sovranità piemontese La scomparsa di Carlo TI innescando q uella che sarebbe passata alla storia per Guerra di Successione Spagnola, comportò, come accennato nel capitolo precedente, il passaggio di proprietà della Sicilia a favore dei Savoia. La singolare disposizione trovava la sua ragion d'essere neJla opposizione inglese al profilarsi di un eccessivo ampliamento del potere asburgico austriaco. Vienna, infatti, dopo l'occupazione del Regno di Napoli - nella cui capitale le sue truppe fecero solenne ingresso il 7 luglio del 1707 1 - non nascose affatto le sue mire ad accorparvi anche quello di Sicilia, ricostituendo in tal modo l'antica unità del Regno delle Due Sicilie. Il dispiegamento militare conseguente alla presa cli possesso del napoletano li condusse, di lì a breve, a raggiungere la Calabria ed ad attestarvisi, pronti quindi alla conquista dell' Isola. Forti della recentissima esperienza della insignificante resistenza incontrata nel corso della trascorsa acquisizione, nutrivano fondati motivi per suppone una analoga passività difensiva anche per l'impresa sici liana. Ma a frustrare i progetti asburgici intervenne appunto l'opposizione inglese che preferì sapere il Regno in mani più malleabili e meno poderose, destinandolo perciò al duca Vittorio Ameclo di Savoia, fatto ascendere per l'occasione al rango di Re di Sicilia. La schematizzata procedura si risolse diplomaticamente nel Trattato di Utrecht2, in virtù del quale l'Inghilterra ottenne Gibilterra, l'isola di Tenanova e la Nuova Scozia; l'Elettore del Brandemburgo divenne re di Prussia; l'Olanda si vide assegnate alcune città delle Fiandre, ed altre andarono invece alla Francia, mentre Filippo V di Spagna rinunciava definitivamente a qualsiasi pretesa dinastica su quest'ultima. 11 completamento del dispositivo si redasse a Rastadt, allorchè fu sanzionato che al Savoia toccasse la Sicilia con il relativo trono. Nell'ottobre del 1713 il duca Vittorio Amedeo raggiunse il suo meridionale regno e dopo una solenne cerimonia d'incoronazione, alla quale diede vivido impulso: "l'orgoglio siciliano ... sollecitato dalla speranza che il principe sabaudo, che doveva il titolo regale alla Sicilia ... elegesse Palermo a sua dimora, cosa che poi non si verificò" 3 . Erano del resto trascorsi quasi due secoli dalla semplice visita dell'ultimo sovrano nell'Isola, e l'entusiasmo parve giustificatissimo. Al seguito di Vittorio Amedeo sbarcarono, dalle navi inglesi, anche 6.000 suoi fanti destinati a sostituire le guarnigioni spagnole progressivamente ritiratesi dalle diverse fortezze e piazze de l Regno. Quell' iniziale nucleo militare si incrementò l'anno successivo tramite l'arrivo d i: "un distaccamento di 100 uomini del Battaglione di Artiglieria .. [che] ingrossato da reclute locali, divenne a sua volta battagl ione, composto di 4 compagnie. Sostituito nel 1718 il dominio della Sicilia con quello della Sardegna,
1 Al riguardo puntualizza A. 01 V1TTOR10, Gli austriaci e il Regno di Napoli 1707-1734 -fdeologia e politica di sviluppo, Napoli 1973, p. 4: "Il 7 luglio 1707. data dell'entrata degli Austriaci a Napoli, segna così non solo l'inizio dell'ultimo periodo di soggezione del Regno ... prima di essere restituito all' indipendenza con i Borboni, ma anche il suo inserimento in un vasto organismo, quale l'Impero...". 2 La stipula del trattato in questione si ebbe tra l' 11 aprile ed il 30 agosto del 17 l 3. Rappresentva la premessa per quello più ampio e definitivo di Rastadt, 6 rnarzo 1714, con il quale si ratificò l'assegnazione della Sici lia al Savoia e la sua ascesa al titolo reale. 3 Da G . FALZONE, fl Regno di Carlo Illdi Borbone in Sicilia. Bologna 1964, p. 22, nota 12.
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
il distaccamento passerà in Sardegna4 con le altre truppe nel 1720, e formerà una compagnia franca che poco più tardi veJTà sciolta" 5. Questa primaria disposizione ci conferma l'immediato riproporsi alla dirigenza piemontese del problema difensivo anticursivo dell'Iso la, esposta più che mai alle secolari razzie corsare. Contro la minaccia invasiva invece vegliava la possente squadra inglese. Ad ogni buon conto il Savoia, secondo la migliore prassi imperialista, promosse una puntigliosa serie cli ispezioni tecniche e cli sopralluoghi dei suoi ottimi ingegneri alla catena di fortificazioni costiere. Non disdegnò peraltro cli visitare personalmente le principali piazze ciel Regno, con l'espl icito intendimento cli sincerarsi della loro validità, ben conscio che su quelle insisteva la sua libera sovranità. Ci sono pertanto pervenuti , redatti in maniera sostanzialmente analoga a q uella dei loro predecessori, anche i verbali dei tecnici piemontesi, integrati da dettagliati grafici planimetrici. È tuttavia evidentissima in questi ultimi l'accurata preparazione professionale, frutto dei nuovi tempi. Scriveva ad esempio il 14 aprile del 1714 il colonnello Castellalfiere6 relativamente alla piazza cli Augusta, perno strategico primario: "Questa città tanto antica, si è riedificata doppo il t.eITemoto seguito l'anno 1693, il quale affatto la d istrusse co n perdita di più persone e perciò si vedono ancor le case della medesima assai basse, che appena ponno dirsi principiate, non avendo che il solo piano di terra, et attorno si può dire affatto smantellata di mura, mentre quelle poche, che in qualche parte si trovano, sono del tutto inservibili per la mala costruzione delle medesime, però dalla parte di terra viene guardata da un assai valido castello . ... indi susseg uentemente viene la Cala e punta del Vetrano, nella quale venendovi continuamente le barche a fare il loro trafico e negozio per ritrovarvi scarro buono e capace, con pregi udizio de' dovuti pagamenti alle Reggie Dogane vi sarebbe necessaria una Torre di guardia... " 7 .
TI verbale del colonnello rivanganle le gravissime deficienze strutturali - notissime - della piazza di Augusta, amplificate dal catastrofico sisma, conferma appunto la menzionata sostanziale continuiù teoretica delle analisi tecniche. Dove per contro assume caranere cli inusitata novità, divenendo ovviamente per noi molto più interessante, è nella seconda parte del brano citato. Qui infatti si prospetta, in apparente sintonia con il passato regime - riprova della pronta comprensione della dinamica difensiva del Regno da parte degli ingegneri sabaudi - la costruzione di una ennesima torre, evidenziandone però una potenzialità fruitiva pressocchè inedita: quella anticontrabbando. La peculiarità, non a caso estrapolata, coglie uno dei principali connotati del governo di Vittorio Amedeo, ovvero il suo scrupoloso fiscalismo. Indubbiamente più g iusto e responsabile del corrotto spagnolo, si rivelò proprio per questo ancora più odioso del precedente alla classe possidente isolana, aizzandone l' insofferenza. "Una cosa che Vittorio Amedeo esigeva in modo speciale era l'efficienza nella riscossione delle imposte... Il pagamento dell'imposta doveva essere, a tutti i livelli, controllato e ricontrollato, e i funzionari dovevano presentare ogni giorno i registri per la firma. Essi non potevano affidare il lavoro a un subordinato; non era loro consentito ricevere regali; ed era proibito lasciare gli uffici della dogana incustoditi ...
4 Il distaccamento fu trasferito direttamente dalla Si.cilia alla Sardegna ed imbarcò pane a Trapani e pane a Palermo. Di esso faceva parte anche l' ing. De Vincenti, la cui splendida carri era è riassunta in F. Rl:sso, La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XV al XIX secolo, Bari 1992, pp. 211-212. Se ne trova com unq ue ampia testi mon ianza negli ordini di pagamento disposti dal S. Remy in Cagliari da effettuarsi a favo re dei : "soldati e carpentieri che hanno lavorato per imbarcare a Trapani e sbarcare nei magazzini di Cagliari gli attrezzi di artiglieria", in A. S. C. , I S, voi 5 l 6, ordine del 26-7- I 720. documento citato da M. CABRAS, Le opere del De Vincenli e dei primi ingegneri militari piemontesi in Sardegna nel periodo 1720-1745, in Atti del XIII congresso di Storia dell'architettura - Cagliari 6-12 aprile I 963, p. 302. 5 Da C. .MONT U', S1oria del/' artiglieria ilClliana, Roma 1933, Voi. 11, parte I, p. IOI 5. 6 Il menzionato personaggio nel 1726 con il grado di Generale di Bauaglia, ebbe alle dipendenze l' ing. De Vincenti e collaborò alla stesura del piano di difesa del Regno d i. Sardegna . 7 Il documento riportato da L. D UFOUR, Augusta ... , op. cit. , pp. 292-293, è custodito ali' A. S . T . Sicilia, 14 aprile 1714.
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L'efficienza, tuttav ia, ebbe anche qualche svantaggio ... Se eia un lato i profitti illeciti furono impediti ... dall'altro riuscì sgradito ai membri ... delle classi priv ilegiale ... le i suscitò c rescente malumore" 8 • Per completezza di trattazione occorre ri levare che i suoi sforzi indirizzati a modernizzare ed a razionalizzare l'amministraz ione ciel Regno, e liminandone gl i sprechi, gli abusi e la corruzione d ilagante, non registrarono significativi successi. Persino nel sellorc dell'ordine pubblico le intenzioni sovrane urtarono contro una inestirpabile anarchia. 1 provvedimenti, quand'anche draconiani, si infransero contro il banditismo imperante e la tradizionale omertà. Nè infine alla sua speranza cli legare la c lasse nobiliare isolana alla dinastia arrise maggior fortu na. La dirigenza piemontese rigidamente gerarchizzata e militarista, schiva degli imbelli sfarzi spagnoleschi, contrastava incompatibilmente con la visione esistenziale barocca ed indisciplinata, ricca di svaghi e povera di doveri, imperante nell'Iso la. Va comunque ricordato che, ad onta della sua pessima amministrazione e ciel s uo deleterio retaggio, la Spagna era riuscita a tenere i siciliani lontano dalla partecipazione diretta a qualsiasi guerra, accentuando in essi una tacita gratitudine ed il ripudio di ogni aspetto della professione delle armi. Trascorso appena un anno, certamente deluso eia.Ile insormontabili diversità socio-economiche, e dalla totale estraneità elci suoi nuovi sudditi, il duca Vittorio Amedeo preferì rientrare in Piemonte, nè avrebbe mai più rimesso piede in Sicil ia nell' avvenire. Ancora una volta un vicerè, nella fattispec ie il conte An nibale Maffei , assunse la conduzione ciel governo corrente. Da quanto s inteticamente accennato, ne conseguiva che la dominazione piemontese doveva necessariamente poter contare su di un apparato difensivo efficiente, ritrovandos i praticamente avulsa dalla realtà ciel Regno, nella condizione cioè di una qualunque fo rza di occupazione militare. Le piazze pertanto tornavano a cos tituire l'esoscheletro della nazione. E che s im ile vis ione si imponesse rap idamente, lo possiamo desumere dall'impulso che s i accordò alla riquali ficaz ione di quelle reputate significative, come appunto Augusta . È interessante qu indi riproporre alcuni stralci di una delle relazioni cli progetto di aggiornamen to, per megli o recepirne le linee cl i te ndenza espletate. Questa redatta in francese, si d ipana rispondendo ad una serie di quesiti prove nienti , molto probabilmente, dallo stesso conte Maffei : ogni argomentazione è - in perfetto stile savo iardo - conclusa dal preciso preventivo di spesa . "Relation cles ouvrages projet.tès au chateau cl vi l le d' Auguste suivant les rnémoires dc S. E. Monsicur le Conte de Maffay avec leurs calculs et dépenccs pour l'année p. 1715 .. . 9
Ordine che S. E. m'ha dato per seriIlo per le fonifirnzioni della ci1tà d'Augusw. Il castello si suppone in slato di de.ffc!Sll in quanto olle opere di muro e percùì bllsterà palfissadarei0 Le si rade coperle con suoi rns1relli e spalli".
la Risposta, circa lafort~fìcazione di Augusta. È certamente esatto che i I castell o si ritrova in ottime condizioni difensive, ma tutti i parapetti appaiono di spessore insufficiente per essere considerati "a prova" 11 , ed il rimediarvi con l'interposizione cli fascine, gabbioni od altra terra, riducendo la larghezza elci bastio ni ne diminuisce la val idità difensiva . .. " Per la citlà d'Augusw, e in riiullrdo alla ciltà si devrc1111w scc11pare li luoghi accessibili della parie verso il mare a !eva11te e mancando in qulllche luogho li parnpelli da quella porte po1ra111wfare con in/errarsi circa piedi due e medianle le profondi là del rnvo e alzamenlo della ferro si faranno li parapetli " 12 •
" Da D. ì'vlACK S M 1T1 1, S1oria della Sicilia ... . op. ciL. . p. 3 11. 9 " Relazione delle opere proge ttale eia eseguirsi al Castello ed alla Città cli Augusta, in adempimento delle indicazioni di S. E. il signor conte di Maffei, complete dei relat ivi compuli metrici - anno 17 15 ..." 10 Il termine vuol indicare la costruzione di "palizzate., a coronamento della scarpata della strada coperta. 11 Con il Lerrnine '·a prov;,i" si definivano tutte le Slnlllure ori zzontali e verticali in grado di resistere senza essere trapassate o smantellate dai proietti nemici. granate e bombe in particolare 1ò Ovvero i parapetti sarebbero risultati da11· azione congiunta dello scavo e del riporto della stessa terra.
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal X\// al XIX secolo
2" Risposta concernente la cilfà di Augusra. Il perimetro d i detta città dal lato di levante è interamente sgretolato in og ni punto, rimanendo al massimo qualche lacerto cli muragl ia, come si può cogliere dai grafici ... È per giunta impossibi le trincerarsi essendo il suo lo di natura rocciosa, e q uand 'anche ci si riuscisse non si vedrebbe la riva del mare, per cui un eventua le nemico potrebbe liberame nte s barcare, a me no che non vengano scarpati tutti quei settori critici ... ·' De/fu parte 1·erso ponen1e t) necessario i/Jàrnwre li parapetti 11rincipiw1do dal cas1el/o sino per tuffa la lunghez::.a della ci1tà e c iò si.fàrcì col scm,a111en10 alw111e1110 del terreno sino a che l 'huomo resti sicuro
e coperto.·· ,.:
3r, RisJJOS!a. L ungo il fronte di ponente è indubbio che vi si trovi del terreno per scavare o per trincerarsi, ma si registrano le identiche difficoltà precedenti, poichè non si potrà controllare la riva del mare, a meno che non si stia sulla parte alta dove si innalzano molte case i cui crolli - in caso di bombardamento da mare - decimerebbero i soldati ... .. . vi era in precedenza un parapetto in terra "quasi a prova' , interamente rovinato, e sarebbe perciò necessario ripristinarlo rinforzandolo con muraglie a secco, sia all'interno che all'esterno ... ... tutto ciò che fiancheggia l' imbocco del porto dovrà realizzarsi "a prova" per pote r sostenere i colpi dell ' artiglieria navale nemica che si soffermerà a smantellare le nostre difese per favorire i successivi sbarchi .. . " 14 • Il documento prosegue quindi esaminando i diversi quesiti prospettati, cd in particolare le deficienze ben note d i Terravecch ia, per ciascuno dei qual i l' ing. dc Nouvelles forniva esauriente risposta e concrete soluzioni, graficamente documentale con altrettanto meticoloso scrupolo professionale. Analogamente altri studi cli adeguamento difensivo furo no compiu ti per Palermo - in particolare clall' ing. Bertola 15 - ipotizzandovi l' impianto di una cittadella pentagonale, del tipo di quella cl i Messina, in luogo ciel suo castello a mare. Ed anche a M ilazzo, sin dal 1714, si prestò attenzione a l potenziamento della piazza, affidata al luogotenente colonnelJo Basset 16 , dove lo stesso sovrano compì un sopralluogo. Ma per soliti moti vi di ordine economico, sostanzialmente identici a quelli dei secol i precedenti, unitamente all 'effimera d urata della dom inazione piemo ntese, nulla o quasi cli quanto progettato in realtà fu attuato. TI passare dei mesi, poi , notificando crudamente alla dirigenza p iemontese il coacervo degl i antichi mali ed inefficienze cieli 'Isola, confermava il s uo sovrano progressivamente della scarsissima validità cli quell a acquisizione, il cui unico vantaggio apprezzabile derivatogli restava il titolo regale. S i ingenerò pertanto nel Savoia una larvata, crescente aspirazione di disfarsene ottenendo ne però in cambio un altro stato di analoga d ignità monarchica, ma cli più conveniente e facile ammi nistrazione.
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Il s is te ma è ana logo al precedente tra nn e c he per la magg ior a lte zza ric hi esta. È q uesto u no dei p rimi accenn i espli ci ti a l bo mbarclarnento pre paratorio da ma re contro le opere cos tie re , teso ad ag evo la re il s uccess ivo s ba rco in for7.e. L 'ul timo esempio cli s im ile im postazione Cu a uuato dalle fo rze a ll eate in No rm a ndi a a ll ' al ba del mitico .;Giorno pi ù lungo'. Il docurne n to da l q ua le so no s tat i tradotti liberamen te i preced e nti b ran i è ripo rtato da L. Durou R, Augusw ... op. c it. . p. 294-2 99. ed è c ustodito a trA. S . T. , IO. D 1. 25 ma rzo J 7 l 5 . 15 P recisa C . DE SETA e L. D1 MAL'JW. !'a/ermo, Bari 1980, pp. 95: ;,'.\.folto interessa nte è il progetto de lla c iuadell a, di no te 10
vo li d imens io ni ... A q uesto progetto p uò rife rirsi un a lt ro ùisegno, raffigu ra nte la c inta bas ti o nata, il porto e il bo rg o cli S. L uc ia, c he p robabilmente è servito al Ben ola pe r preparare il disegno precedeu te. Questo inte resse pe r l' appa rato di fe ns ivo sottolinea l' irnpo rta nza delle s tru tture mi li ta ri ancora ne lla p rima metà d el XV III secolo e ti pologicamente s i affianca al mode llo torinese di 4 ue g li a nni". C he l' ing . Bertola poi fosse u no specialis ta de l se ttore lo conferma la sua convocazio ne a Cag liari nel I727 per perfezionarvi le fon ifi cazion i de lla piana: cfr. A . S. C., I S, vo i. 389, d ispaccio del 4-3- 1727. 16 Precisa A. t\·11CALE, Il Cas1ello di ... . op. c il. . pp. 97-98: " Da l canto suo il nuovo re di Sicilia s in dal novembre de llo s tesso anno e. cioè. poco dopo il suo a rrivo a Pal e rmo, pose la s ua alle nzionc a l potenziamento della pi az,:aforte m ilazzese, c he a ffidò (gen na io 17 14) al luogote ne nte colon ne llo Bassct."
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L'intimo intendimento si sarebbe meglio concretizzato se l'Isola gli fosse stata magari strappata da un colpo di mano militare, di provenienza spagnola, perdurando ancora, notoriamente, presso Madrid un acuto desiderio di riconquista dei sottratti possedimenti. Il desiderio cozzando con i programmi di riqualificazione difensiva del Regno, contribuì, oltre ai menzionati alti costi, a frenare le iniziative dei tecnici, vanificandone le conclusioni e le aspettative. Come se non bastasse una non casuale, lenta ma costante sottrazione di militari dagli organici del presidio siciliano, richiamati in Piemonte, produsse un evidentissimo indebolimento dell ' apparato antinvasivo, quasi a voler istigare iniziative straniere d'intervento. I sin troppo palesi segnali di smobilitazione - e gli espl ici ragguagli fatt i perven ire alla Spagna produssero alla fine g li attesi risultati. Nel 17 J8 infatti F ilippo V avviò le operazioni anfibie miranti alla riappropriazione della Sicilia. Il 1 luglio comparve dinanzi Palermo la fo rmazione navale nemica, forte cli una trentina cli vascel li da battaglia, con oltre 20.000 fanti comandati ciel generale marchese dc Leyde. Gli ordini eia Torino per il vicerè Maffei non si fecero attendere, e ingiunsero, coerentemente con quanto esposto, di accogliere la squadra da battaglia come alleata, evitando perciò qualsiasi ostilità nei suoi confronti 17 ! L'entità degli spagnoli, e lo possiamo facilmente desumere da quanto fin qui ricordato, eccedeva enormemente la consistenza numerica del le loro abituali truppe di stanza nel Regno. Eccedeva ancora maggiormente quelle res idue piemontesi, con l'ovvia conseguenza che nessuna credibile resistenza avrebbe potuto espletarsi eia quelle al momento dello sbarco e dell'occupazione tenestre conseguente, nè meno che mai da parte delle riottose milizie regnicole. I savoiardi quindi si ritirarono consegnando di fatto buona parte dell' Isola ai sopravvenuti. Tuttavia tanto al Maffei che ai militari piemontesi la imbelle resa non riuscì compatibile con il loro o nore militare, e del resto anche per la semplice credibi lità dell'operazione un minimo di contrasto bellico - di bandiera - doveva pur compiersi . In pratica però l'opposizione difensiva andò ben oltre alle concrete esigenze, estrinsecandosi in episodi di indubbio valore, che meritano, se non altro, cli essere sinteticamente menzionati. Il 22 luglio il grosso dell'esercito del de Leycle effettuò un secondo sbarco, a Messina, dove il gen. Adorno con il suo scarno presidio si rinchiuse nella cittadella deciso a no n cederla a buon mercato. Producendosi infatti in una nutrita serie cli contrattacchi e di sortite, l'Adorno impegnò pesantemente gli spagnoli fino al concludersi del settembre ciel 1719, sostenuto anche dai sopraggiunti rincalzi austriaci. Soltanto allora, con le opere esterne smantellate ed occupate dal nemico, con le artiglierie scavalcate e la muraglia brecciata ampiamente, avviò le trattative di resa, onorevolmente concessagli il 19 ottobre. Dai grafici pervenutici di q uell'assedio risultano evidenti le procedure d'investimento adottate dal de Leyde, ascrivibili alla metodica del Vauban per avanzamento cli trincee parallele 18 - e soprattutto l' intenso bombardamendo cli mortai cui fu sottoposta la cittadella dagli assedianti 19• Nel frattempo il vicerè Maffei convinto della validità relativa della piazza di Siracusa, vi concentrò la principale forza difensiva, con il risultato pratico di consegnare indifesa al nemico quella di Augusta,
Circa la sospetta conduzione cli quell'avvenimento basti ricordare la ricostruzione fornita dall' Enc. Mil itare alla voce Palermo:" Difesa del Castello di Palermo ( 17!Yj. Appartiene alla guerra di S icilia. Gli Spagnuoli sbarcati nell'isola per toglierla ai Savoiardi, si erano in breve tempo impadroni ti cli tutte le città, non avendo gli avversari forze sufficienti per resistere loro. Il castello cli P. era presidiato dal ten. col. Carlo Morelli con 5 cp. del rcgg. della Marina. Il 2 luglio le navi spagnuole avanzarono nel pono ed intimarono la resa. Cominciarono allora i lavori di app roccio, che i Savoiardi tentarono di molestare con cannonate, alle quali gli Spagnuoli non risposero. Ma nelle ultime ore del 12 luglio una balleria di mortai d·assedio aprì il fuoco, ed un 'altra di cannoni la rinforzò nelle prime ore del 13. Nella mattina stessa il castello alzava il segno della resa e si dava a discrezione. Il Morelli, sottoposto poi a processo per reato cli viltà, venne fucilai.O". 18 Circa le modalità d' investimento di una piazza elaborate dal Vauban cfr. C. SACHERO, Corso difor1ificazione ... , op. cit. pp. 151 -273. 19 Per la descrizione di quell'assedio cfr. D. Pl:zzOLO S IGILLO Una vecchiafor1ezza messinese rovin(l(a: Don Blasco origini e vicende, in Boli. l. S. C. A. G. n°4, XXIV, giugno I 936, pp. 38-39. 17
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indubbiamente carente e deficitaria sotto il profilo architettonico, ma cli eccezionale valore strateg ico per il comodissimo porto. Immediatamente infatti fu trasformata in base primaria dagli attaccanti, per la loro progressiva conquista dell ' isola. A s ua volta il generale spagnolo, che già dopo pochi giorni , dallo sbarco a Palermo, era stato accolto da trionfatore nella capi tale, prontamente riconfermatasi fedele suddita di Maclricl, non cessava cli estendere l ' occupazione. Lo seguivano, ed in ciò si evince la radicata volontà spagnola di rendere irreversi bile la conquista del Regno, una cinquantina cli ingegneri militari. Ognuno di loro appari va ansioso di trovare impiego nella riqualificazione delle fort if icazioni siciliane, operando quegli ormai improrogabili aggiornamenti alle piazze, peraltro notissime alla dirigenza spagnola in tutte le loro più mi nu te articolazioni e deficienze. Vittorio Amedeo, preso atto del viole nto tentativo cli sottrazione del s uo Regno, in spregio ai trattati internazionali, lanciò un appello aUe potenze europee affinchè le disposizioni di Utrech t non s ubissero simi le smentita, dichiarandosi disponibile, dal canto suo, a cedere il Regno cli Sicilia all'Austria in cambio di quello Sardegna. La reazione invocata non si fece attendere. Spicca tra le prime iniziative intraprese contro l'aggressione spagnola quella operata dalla flotta inglese che, con poche e micidiali battaglie, cancellò il potenziale navale ciel de Leydc, troncandogli in pratica ogni speranza cli rifornimento. ln virtù quindi delle successive in tese la Sici lia andò a far parte, almeno sulla carta, dei possedimenti austriaci nel mezzogiorno. ln pratica però per concretizzare la risoluzione, occorreva liberarla dalla presenza affallo trascu rabile delle forze spagnole, che sebbene abbandonate a se stesse, presidiavano massicciamente ormai buona parte dell'Isola . Allo scopo un secondo poderoso esercito, questa volta austriaco, sbarcò a Messina, e senza frapporre indugi , soccorse come accennato le ultime guarnigioni piemontesi che, ancora eroicarneme, conservavano qualche caposaldo. A Milazzo infalli tutti gl i attacchi fino ad allora scagliati dagli spagnoli si erano infranti contro le possenti bastionature della piazza, validissimamcnte difese dai piemontesi prima, ed insieme ai loro alleati austriaci poi: "Nel corso dell'epico e memorabi le assedio gli Spagnoli lanciarono su Milazzo non meno di 60.000 palle di cannone, oltre 16.000 bombe e migliaia di proietti li di mortai e granate. La difesa ciel Castello e della Piazza, prima diretta dal ten. co l. piemontese Missegla, passò, successivamente, al gen. tedesco Wallis ed al connazionale barone cli Zurnj ungen" 20. Non è pertanto inesatto affermare che eia quella indomita piazza prese l'avvio la riconquista dell'isola da parte degli austriaci , e la eliminazione capillare della presenza spagnola. Iniziò così quella che sarebbe passata alla storia sotto l'etichetta, in vero alquanto enfatica di Guerra cli Sicilia, protrattasi con una serie incessante di puntate offensive e scaramucce - causa di immensi danni soprattutto alla popolazione c ivi le ed al suo patrimonio fondiario - per ben due anni fra il 17 18 ed il 1720. 1 due grossi corpi di spedizione, spagnolo ed austriaco, infatti, si tallonarono e si scontrarono spesso in q ue ll'in tervallo, toccando ap ici di aspra combattività in particalore nc11a bat tagli a d i Franca vi lla nel 171921• Quale fosse poi in quel contesto la situazione politica e sociale de l Regno è fac ilmente intuibile, ricordando che in alcune sue aree si riconosceva la sovranità cli Filippo V, in altre quella di Carlo Vl d'Austria ed in altre ancora persino q uella di Vittorio Amedeo. Come se non bastasse la presenza costante e massiccia della flo lla inglese che, cli fallo, bloccava rigidamente le coste cicli ' isola, per neutralizzare qualsiasi iniziativa avversaria, contribui va all' instaurarsi di un clima cli anarchi a generalizzata ed insormontabile.
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Da A. MICi\LE, li castello di ... , op., cit. p. 99, nota 46. Il 27 giugno il conte di Mercy che comandava le forze austriache, si preparò ad auaccarc il de Leyde che si era trincerato nei paraggi della cittadina. Dopo circa cinque ore di aspri scontri gli spagnoli furono costretti a ripiegare nei loro quartieri, lasciando libera la comunicazione con il mare agli avversari. Le perdite per entrambe le parti furono cli circa 5.000 uomini cacluano. ragion per rni ciascun contenùentc si attribuì la vittoria. ~
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Recisi comunque tutti i collegamenti fra la Sicilia e la Spagna, l'esercito del de Leyde iniziò a sfaldarsi irrefrenabilmente come forza armata organizzata. Ma l'agonia si riso lse in un ulteriore aggravio del contesto bellico, in quanto il ricorso alla razzia ed al saccheggio divenne sistematico, come pure quello opposto della terra bruciata. Andarono così distrutte culture secolari, sradicati alberi , bruciale foreste e boschi: la stessa mitica Conca d'Oro si trasformò in un desolato deserto. Né le vandal iche devastazioni si conclusero lì poichè, nei giorni s uccessivi, si allargarono anche al sellore Marsala - Maz.zara. Alla fine la spietata logica bellica risolse il dramma ed il de Leycle s i vide costretto alla resa, riconosci uta nel 1720 da Filippo V, ma s i dovette attendere la definitiva ratifica dell'armistizio per la cessazione dei saccheggi. I nuovi assetti geopolitici si rifecero quindi a quanto già sancito nel Trallato cli Londra 22, ignorando in maniera asso luta l'even tuale volontà dei s udditi . Questi de l resto, durante l'intero arco del le operazion i non avevano sostenuto alcun ruo lo militare allivo, nè si erano prodotti in alcuna coerente resistenza partigiana per una qualsiasi delle faz ion i in lotta. Ma ciò non significava assolutamente che i c ittadini fossero bendisposti verso g li ultimi arrivati, che anzi la differenza di cultura e cl i mentalità, per non parlare della lingua, li rendeva ai loro occhi particolarmente odiosi.
La sovranità viennese L'armistizio tra Spagna ed Austria venne firmato il 6 maggio del 1720: gli spagnoli avrebbero dovuto pertanto abbandonare I' jsola lasciando intatte le sue fortificazioni. È probabile che i termini ciel trattato siano stati rispettati integralrnente2.i: del resto le fortificazion i siciliane già sotto i piemontesi abbisognavano di aggiornamenti strutturali e soprattutto cli armamento balistico moderno. Il lasciarle q uindi ai nuovi proprietari non rappresentava, mi litarmente parlando, un grosso sacrificio, tanto più che i recenti assalti le avevano pesantemente compro messe . La tutela del Regno avrebbe quindi implicato una loro sostanziale ricostruzione. Ma sotto questo profilo la logica austriaca era alquanto divergente da quella spagnola. La poli tica infatti dei presidi non rientrava nella visione strategica cli Vienna, nè tantomeno l'occupazione territoriale tramite catene di piazzeforti cli disparata cons istenza. Se mai si sarebbe dovuta concentrare la potenzialità dissuasiva del Regno soltanto in pochissime di esse, poderose e attrenatissi me, degne realmente di tale nome, basi per una flotta imperiale temibile e difese alle spalle dall'esercito regolare. L'immenso e giubilato schieramento antincurs ivo, invece. con la nutrita teori a dei piccoli insediamenti litoranei murati si sarebbe defi nitivamente abbandonato, stimandosi più utile alla salvaguardia del territorio, dalla minaccia barbaresca, una serie cli trattati stipulati con la Porta e quindi con le diverse reggenze nord africane. "Ragioni politiche non meno che economiche, spingevano Vienna a cercare un punto d'incontro con i Barbareschi di Tripoli e di Tunisi soprattutto. Si trallava non so lo di imbrigliare la pericolosa pirateria e << corsa>> che aveva no le loro bas i in tutto il Nord -Africa, e che disturbavano soprattutto il Mezzogiorno cl' Italia, bensì anche cli «dilatare>> il commercio"J·1• In particolare, il " trauato di Passarowitz de l 17 18 aveva cercato cli assicurare ai popoli della Monarchia Asburgica il commercio coi paesi musulmani d ' Oriente. Di tali benefici Napoli e Sicilia erano ammesse a godere, rientrando nei domini della casa cl' Austria ...
n Il Tratlato di Londra era que llo del 2 agoslo 17 18, ne l quale si contemplava la restituzione della Sardegna all'imperatore <l',1\ ustria, questi a sua volte avrebbe riconosciuto Filippo V quale legiuimo re di Spagna, rin unziando a lulLi gli stati ad esso spettanti per il trattato di Utrecht, assicurando inoltre al cli lui figlio D. Carlo la successione ai ducali di Parma e Piacenza e al granducato di Toscana. Fu aHrcsì ratificato il cambio della S icilia con la Sardegna fra imperatore e Savoia. i>Diverso il discorso invece per le piazze della Sardegna che l'urono consegnate, in virtù dello stesso lrattato, con le medesime clausole, ai Savoia praticamente <lisannate. originando così una questione c he si sarebbe protratta per molcri anni Cfr. F. Russo, Lo difesa costiera del Regno di Sa rdeg11(1 ... , op. cit., pp. 206-207. i• Da A. 0 1 V 1TTOR10 . Gli aus11·ù1(·i... , op. cit. , p. 39.
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La difesa costiem del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Incidentalme nte si noli che la Sici lia mostrò pi ù vivo interesse cli Napoli alla possibi li tà di allacciare rapporti con la sponda africana e co i paes i d'Oriente . Infatt i me ntre la Camera della Sommaria di Napol i per motivo d i g retto personal istico interesse e d i bigottismo si mostrava riluttante ad estendere i ra pporti con T unis i, T ri poli ed Algeri, a Palermo il Tri buna le del Patrimonio, dopo aver s tudiato con attenzione il problema, provvide a redigere un rnernoriale (22 febbraio 1724) che palesava aperto favore per i propositi imperiali."2S. Il perché cli questa maggiore disponibilità della Sicilia trovava remote origin·i. Infatti s i sarebbe dovuto: "ritenere che, salvo i periodi di pace apparente, non dovrebbero esserci stati addirittura rapporti, e che.ogni paranzella che usci va dai porti di Trapani , di Mazara o di Licata potesse e dovesse cadere vittima, palpitante e indifesa, del nibbio volteggiante sul le spo nde afri cane . La guerra nel Canale di Sicilia doveva essere totale e rendere deserti quei flutti. Invece, così non era, e, ad esempio, la storia dei corallai di Trapani e cli Sciacca ce ne dà testimonianza... Dobbiamo all'Epifanio26 un importante studio s ulle relazioni politiche e co mmercial i tra la S icilia e la Tripolitania nel la prima metà del XVLII secolo. Da esso s i possono ricavare interessanti cons iderazioni, fra cui le segue nti : 1) la Sicilia man ifestò aperto favore alle possibi lità di instaurare rapporti col Nord-Africa, molto infl ue ndo su tale decisione la posizione geopolitica dell'isola; 2) il trattato di Passarowitz, g uardato ostilmente a Napol i veni va invece invocato in S icilia come modello per le relazioni che si desiderava stabi lire con la Barberia; 3) sia il governo austriaco che quello di Carlo di Borbone mostraro no d i tenere in maggior conto i s uggeri menti della S ici lia che non quelli d i Napol i e in parte ri uscirono a concretarli nei trattati da loro conclusi; 4) i n Sicilia c'era sì il timore per le crudeli e purtroppo non infrequenti incursioni barbaresche, ma non l'odio non ragionalo . Contro i mussulmani della Barberia non c'era avversione, nè il governo s pagnolo, inlollerantissimo contro l'elemento no n cristiano era riuscito a s pegnere quello spirito di to lleranza che aveva caratterizzato le epoche normanna e sveva in S ici lia ... " 27 . Dal 1723, quindi, si intesserono incessanti relazioni fi nalizzate alla migliore definizione dello scopo, utopis ticamente ed ingenuamente perseguite con assidua cura, forti unicamente dei buoni rapporti che già Vienna poteva vantare con Costantinopoli. Disgraziatamente però ormai, in reallà, la sovranità del S ultano s ulle reggenze nordafricane era puramen te nomi nale ed i barbareschi non mostrarano mai, min imame nte, d i tenerla in g ran conto. T uttav ia sull' onda di quelle speranze in effetti già all'indomani della conclusione della guerra cli S ici lia, s i ipotizzò una sorta cli sviluppo mercantile dei Regni cli Napoli e di Sicilia per il commercio con il Levante, giovandosi della minor distanza che collegava appunto la direttrice Napol i-Sicilia-Egitto28 • La spinta verso una soluzione diplomatica trovò, infi ne, la sua a pparente conc lusione: "sicché il 23 settembre 1725 fu fi rmato a Tu ni s i un trattato di commerc io e navigazione con quella Reggenza, controfirmato dal rappresentante deJia Porta, e qualche mese dopo, il 30 aprile 1726, un analogo trattato fu stipolato con Tripoli. Le contravvenzioni al trattato, eia parte dei Tunisini in specie, negli anni s uccessiv i sembrarono tuttavia dar ragione a quan ti s i erano mostrati contrari alla stipu lazio ne d i accordi con i Barbareschi. 1 Tunisin i, alla morte del loro bey che aveva sottoscritto il trattato, si reputaro no sc iolti dalla sua osservanza e ripresero con pi ù le na la guerra d i «corsa» e g li atti di pirateria, mai completamente s messi del resto, ma compiuti in precedenza sotto bandiera algerina." 29 .
Da G. FALZO:,.J E, li Regno di Corto fil .... op. cit. , pp. 123-124. V . EPI FANIO, Sulle reloz.ioni polilich<' <' commerciali tra lo Sicilio e la Tripo/i/{/11 ia nello prima merà del secolo X\/1//, in Archi vio Storico Siciliano, 191 1. 7 " O.i G. F ALZONE, li Regno di Carlo lii... , op. cit. . p. 132. ~8 Di wlc progetto fa cenno A. D1 V1TTORIO , Gli <11.1strioci... . op. cit., pp. 43 e sgg. "'' lb . p. 42. 25
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In conseguenza, alle credule attese presero rapidamente a sostituirsi umil ianti delusioni, annientandosi le residue in pochi anni. Giù verso la metà del secondo decennio si assiste, infatti, al progressivo abbandono di quella linea tendenziale frustrata dalla persis tenza delle azioni barbaresche che mostrano per contro un costante inte nsificarsi de i raid, agevolati dallo stato d' incuria in cui o rmai giaceva il sistema difensivo antincursivo 30. Infatti Je illusorie utopie generate da queg li imbelli patteggiamenti si erano risolte, come accennato, nella sciagurata incuria prima e nel!' accantonamento poi della linea costiera di avvistamento e difesa, senza alcuna credibile alternativa. Nessuna flotta regnicola od imperiale, incrociava nei mari elci Regno, nessun esercito, o ltre alle abituali scarse guarn igioni , presid iava le s ue piazze, nessuna coere nte ritorsione conseguiva alle violazioni dei labi lissimi trattati infine, garantendo così il libero commercio, cli cui si era sempl icemente vagheggiato il potenziamento. Nonostante c iò le malconce torri continuarono ad espletare, anche in quei decenni , il loro servizio, ma in maniera ancor più discrezionale ed arbitraria che nel passato, con gli ovvi risultati . Le opere mili tari delle piazze marittime a loro volla, private per lo più del ruo lo e degli indispensabili aggiornamenti , decaddero a patetici ed anacronistici orpelli urbici , inoffens ive ed inaffidabili. Notevole impulso per contro registrò l' approfondimento conoscitivo del territorio, s upportato eia ottimi rilievi cartografici ciel Regno, i primi di indiscusso rigore dopo gli arcaici dello Spannocchi . La loro finalità comunque si ricollegava alle ventilate prospettive commercial i, sopravvivendo al loro fall imento alla stregua di una il luminata curiosità.
Il ritorno degli spagnoli Come sempre nei punti nodali storici, anche nel 1733 gli eventi che scaturi rono dagli avvicendamenti dinastici europe i coinvolsero la Sici lia, relegando la - per sua atav ica disgrazia - o a campo di battaglia od a mera ricompensa per una delle fa7.ioni, in assoluto spregio della volontà dei suoi abitanti . L' 11 settembre del 1733, infatti, veniva eletto a successore cli Augusto II cli Polonia, re Stanislao. Russia ed Austria si schierarono a favore del suo oppositore Federico Augusto TIT, f iglio del clef'unto monarca. La Francia, invece, sostenne il primo, ma viste fa llire le sue s peranze stipulò accordi con la Spagna, onde bi lanc iare e quind i sminuire la potenza austriaca nella Penisola, facendo balenare a Madrid, quale titolo di ricompensa per quella inusitata scelta cli campo, la destinazione all'infante don Carlo dei Regni di Napoli e Sicilia31. Le manovre d i conquista spagnole, non si fecero a quel pun to atte ndere ulteriorcrmcnte, e presero l 'avvio, sotto la guida cieli' Infante in pe rso na e del generale Josè Carillo de A lbornoz, duca cli M ontemar, eia Firenze il 24 fe bbraio 1734, miranti innanzitutto al la occupazione del napoletano31 . Il 10 maggio il Borbone entrava in Napoli, ccl il suo esercito si diri geva verso s ud per comp letare la conquista. Trascurando l'approfondimento di quelle prime operazioni militari rileveremo so ltanto che si estrinsecarono senza rilevante resistenza da parte austriaca. Chiaro segnale che pure la successiva campagna cli Sici lia no n avrebbe dovuto paventare pesanti costi bel lici.
,o Cfr. F. Russo, La difesa cos1ù?ra del Regno di No poli... . op. c ii. , pp. 2 1S-217 . .i , Parallelamen te fu attratto nell'alleanza anche Carlo Emanuele Il i. prospellandogli in cambio la Lombardi a. ;\ Parma il 29 giugno ed a Guastalla il 19 sellernbre le l'o rze austriache subivano due sconrille ad opera dell'eserc ito franco piemontese, mentre pochi mesi prima, i l I O maggio già l'esercito spagnolo alla guida di Don Carlos era entralo in '.'Japoli. 32 Precisa al riguardo T. Co LL E'IT A , Pia.. ze.(oni di Nopoli e Sicilia Le "carie 1Wo11temar", Napoli 1981, p. 11: "Dagli inizi del I 730 Napoli e il suo Regm) videro intensi ficarsi i preparativi militari e porre in atto una valida organ izzazi one di fensiva della ciuà e lungo la penisola capace cli opporre opporruna resistenza alla discesa verso il Sud dell'esercito di Carl o di Borbone guidato dal generale Josè Cari Ilo de Albornoz. duca di l'vlontemar e volto alla conquista del le Sicilie··.
Lo difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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"Dal lato opposto allestita la sped izione per l'isola di Sicilia, fu dalla corte di Spagna anch'essa affidata al duca di Montemar, nominarovi v icerè e messi a suoi ordini 11. 500 fanti e 2.000 cavalli con s ufficiente denaro. Il nuovo vicerè richiamò allora eia Capua iJ conte di Marsillac , surrogandogli, al comando di quell'assedio, il marchese di Pozzobianco. E, partito il corpo cli spedizione in due divisioni, destinate l'una per Messina e l'altra per Palermo, a capo della prima pose il Marsillac, dell'altra assu nse il comando egli stesso. Salparono da Napoli e da Baia il 24 agosto del '"34' '3>. Lo schema di attacco in definitiva riproponeva il disegno strategico del 1707, certamente meglio organizzato logistica111ente e soprattutto lanciato con il beneplacito francese, senza cioè rivali mediterranei. "La conquista dell'isola non si annunziava più difficile cli quella del Regno continentale. 11 marchese Ors ini Roma tenente maresciallo, che lo governava per l'Imperatore, non possedeva migliori mezzi di difesa . Truppe appena tante da presidiar le piazze, ad una azione ca111pale non era neppure da pensare"34 . Il Montemar dal canto suo programmò la campagna con eccezionale modernità e minuziosità, confermata anche sotto il profilo ricognitivo dalla nutritissima raccolta di rilievi plani111etrici delle piazze napoletane e siciliane, contro le quali presumeva doversi battere. "Privilegiando, nel quadro dell'organizzazione tecnica della spedizione, la scelta cli una ricogn izione effettuata, più che su relazioni scritte, su una ricca documentazione grafica, legandosi questa più facil mente alla chiara identificazione di ciascun luogo, anche in rapporto alle nuove configurazioni assunte dalle città. Le carte gli dovevano infatti consentire cli essere in grado di cogliere molto particolareggiatamente la dimensione totale e locale della difesa organizzata dagli austriaci nel Mezzogiorno, per agi re di conseguenza e formulare un piano di attacco, anch' esso illus trato mediante grafici.. I rilievi furono eseguiti eia ingegneri militari spagnoli, francesi , ma anche napoletani ... : in parte però fu anche riuti lizzatO materiale cartografico già esistente, redatto cioè durante il viceregno spagnolo, e quindi di facile reperimento a Madrid ... naturalmente riportando le avvenute trasformazioni , ove necessario"' 5. Traspare così la innovativa conduzione del Montemar, giovantesi fra l' altro cli un avveniristico ufficio cartografico e di una commissione cli tecnici per la pianificazione sc ientifica degli assedi. La tendenza, peraltro già larvatamente incontrata nel 1707 - e tipica della mentalità burocratica spagnol a - attinse in questo caso il s uo apice runzionale. Quanto evidenziato ci consente, proprio dalla rilettura di quei documenti topografici, una più aderente ricostruzione del dipanarsi delle operazioni. All'arrivo della prima divisione navale spagnola, quella diretta contro Palermo, il vicerè Orsini , valutata la risibile potenzialità delle forze ai suoi ordini - appena 200 usseri - stimò saggio partito anelarsi a rinchiudere nella piazza di Siracusa, ritenuta ancora una delle migliori e più affidabili ciel Regno. Lì del resto erano stati concentrati gli scarsissimi interventi architellonici integrativi austriaci, dai qual i a quel punto !'Orsin i sperava cli trarre partito. Il Montemar, qu indi , senza resistenza di sorta effettuò lo sbarco delle sue tru ppe nel golfo cli Solanto, il 28 agosto, procedendo immediatamente, grazie all'assenza cli ogni sign ificativa reazione, al loro frazio namento in vari contingenti destinati ad assediare Siracusa, Trapani, Termi ni, Milazzo, Augusta e Catania. A sua volta, in ossequio all a secolare tradizione, s i produsse nel so lenne ingresso in Palermo, dopo il s imbolico attacco di Castellammare, il 2 settembre. Parimenti il Marsillac, con l' altra divisione navale e con l'identica facilità, sbarcava a Torre Faro, dirigendo a Messina, occupandola in tutta tranquillifa il 7 settembre. " Il tenente maresciallo principe di Lobkowitz, governatore generale della pia7.za, dopo aver disegnato di limitar la difesa al solo forte Gonzaga, abbandonando Torre Faro e i castel] i di Matagrifone e Castelluzzo, smesso poi anche quel disegno, s'era rinchiuso co' suoi 400 fanti nella cittadel la.
di Napoli al tempo di Carlo di Borbone. rist. Bologna I 972, Voi. l, p. I I 9.
·13
Da M.
q
lb. , p. 11 9.
'5
Da T . COLLETrA . Pia::,z.ejr/1'/i... . op. cit. , p. 2 1.
SCH IPA, // Reg110
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348. Palermo e le sue fortificazioni nelle carte Montemar, A.S. Napol i. 349. Palermo dettaglio delle forlificazioni, carte Montemar, A.S. Napoli.
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI at XIX secolo
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351 350. La squadra navale spagnola , dalle Carte Montemar, A.S . Napoli. 351 . Siracusa, planimetria della città nelle carte Montemar, A.S . Napoli.
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353 352. Trapani. planimetria del le fortificazioni nelle carte Monternar, A.S . Napoli. 353. Termini , planimetria delle fortific azioni nelle carte r.fo ntcmar, f\.S. Napoli.
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La difesa cos1iera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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355 354. Termini, dettaglio delle fortificazioni nelle cane Monte mar, A.S. Napoli. 355. Milazzo, planimetria de lle fortificazioni e clell'attacco, A.S . Napoli.
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356. Messina, planimetria della ciLtà, ne1Je carte Montemar, A.S . Napoli.
Occupate dai Borbonici le due maggiori città dell'isola, propizie anche o ra, come sedici anni innanzi, le popolazioni alla conquista spagnuola, in breve tutti i forti e le piazze minori si sollomisero, rendendosi prigion iere d i guerra le guarnigioni . Non restavano all'lmperarore, oltre la cittadella di Messina, che le sole due piazze di Siracusa e Trapani, aJl'entrare dell'ultimo mese d i qu ell 'anno 1734"36. La permenanza di quelle ultime sacche di resistenza costituiva più u n problema politico che un ri schio militare, con la conseguenza che i relativi assed i vennero intrapresi in maniera alquanto demotivata, facendo affidamento in pratica principalmente su lla progressiva rarefazione dei viveri. Un maggior impegno ossidionale puèJ cogliersi solo durante l'investimento di Mess ina, allorché si estrinsecò nella ripropos izione eia manuale delle famose parallele del Vauban. L' avanzamento delle teste cli zappa venne vigorosamente sostenuto da un micidiale bombardamento di mortai, scaturen te dalle molteplici batterie impiantate presso l'estremo bastione settentrionale del la città. Dal canto suo la reazione degli imperiali lasciava motivatamente arguire una res istenza ad oltranza, tant' è che: "coll'avanzare le fort ificazioni per tutta la controscarpa, mostravano volersi difendere sino all'ultimo sangue, essendosi già avanzato il minatore in tre forne ll i da ambedue i lati, con quello maggiore che stendea la sua fornace e l'arco cavato, sino dentro le viscere ciel piano cli D. Blasco, non ancora dagli spaguoli occupato; dimostrazioni tutte che facevano con mollo fondamento temere la difesa della fortezza cli dover ess.e re mollo disperata, o che l'acquisto d i qualunque s ua parte costar dovesse alle truppe spagnuole molto sangue"37
36 37
Da M. SCHII',\, Il Regno di Napoli.... op. c·it.. Vo i. I. p. 120 Da D. Puz1.01.o SIGILLO. Uno vecchiafòrtez.:11... . op. c ii , pp. 39-4 1.
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La difesa costiera del Negno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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358 357. Messina, planimetria de lla c il.lade lla, nelle carte Monte rnar, A.S. Napol i. 358. Mess ina, la cittadella sotto au acco, nelle carte Monre rnar, A.S. Napol i.
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359. Messina, la cittadella nelle carte Montemar. A.S. Napoli.
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La d(/'esa cosliera del Regn.o di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Alla fine comunque gli assedianti riuscirono ad aprire una breccia nel bastione di Don Blasco, ed esaurite ormai le riserve alimentari ed idriche della cittadella il Lobkowìtz, accettò la resa il 22 febbraio. or.tenendo il libero ritiro suo e delle sue truppe a Trieste. Conti nuava però a resistere Siracusa, agli ordini dello stesso Orsini, rinchiusosi con i suoi uomini nell ' isola di Ortigia, precedentemente rinforzata al sentore dell' imminente attacco. I grafici perven utici ci danno l'opportunità cli tracciare per grandi linee l'evolversi di quell'ultimo assedio, ancora condotto alla Vauban. L'investimento della piazza assediata prese le mosse agli inizi di maggio ciel 1735, stabilendo le sue basi di partenza ben al di fuo ri della gittata dei cannoni di Siracusa. Da lì nella notte fra J'8 ed il 9, da una distanza di circa 900 tese a nord dell' attaccatura dell' istmo cli Ortigia ed a circa 50 dal mare, fu scavata la prima tratta della trincea d ' assalto, lunga a sua volta oltre 150 tese, con andamento perfettamente rettilineo ma obliquo rispetto alle possibili traiellorie dell ' artiglieria della piazza. Nella notte successiva, quind i, vennero impiantate alla testa di quella trincea le prime batterie di otto mortai, destinate alla copertura degli ulteriori lavori di zappa. Fu la volta allora dell'avanzamento di una seconda linea pressocché parallela a quella distante da essa circa 200 tese, che si scavò sempre logicamente con il favore delle tenebre, nella notte, tra il IOe I' 11. Utilizzando la successiva oscurità, fra il 12 ed il 13, con andamento ortogonale alla direttrice iniziale, la prima trincea venne spinta innanzi, entrando così nel raggio del controfuoco avversario. Tra iI I 3 ed 14, cambiata nuovamente direzione, la testa di zappa si accostò ulteriormente alla posizione prestabilita per l' impianto dei grossi calibri d'assedio, avanzamento che trovò la sua simmetrica corrispondenza anche nella seconda trincea nella notte fra il 16 ed 17. Raggiunta infine la distanza utile si impiegò la vigil ia del 17- 18 per la preparazione delle postazioni delle batterie dei menzionati pezzi pesanti, che si collocarono lungo un semicerchio proteso dalla costa est a quella ovest, riservandosi però come sezione elettiva soltanto la prima metà dello stesso, l'unica ottimale per battere le opere intermedie siracusane ed il suo strategico fronte a mare. Tra il 18 ed il 19 sì raccordarono, con camminamenti defilati, le diverse batterie e si iniziarono a posizionarvi sulle ullimate piazzole le bocche da fuoco, riservando la successiva oscurità alla defi ni tiva chiusura del semicerchio d'assedio, una sorta cli circonvallazione esterna a meno cli 200 tese dalle opere esterne. Si completarono a quel punto anche le batterie postate a partire dal lido est, e formate da una prima di 20 cannoni, eia una seconda ad essa adiacente cli 12 e da una successiva a brevissiva distanza di 25. Tutte le micidiali postazioni potevano far convergere i loro tiri contro le opere siracusane con immaginabili effetti. Particolare singolare, ed emblematico dei tempi, fu la curiosa richiesta che !'Orsini, ammirato della perfetta conduzione dell' investimento, rivolse al generale spagnolo di poter - per sua personale cul tura - andare ad osservare da vicino le opere in allestimento. "E il generale austriaco non solo ottenne cli vedere le opere che non mancò di lodare, ma fu anche inv itato a cena che sì protrasse fino ad ora tarda. " 38 . Terminati q uindi i preparativi così magistralmente condotti , la parola passò ai cannoni, che cli concerto, allo scadere cli quel mese di maggio, aprirono un terrificante bombardamento, al quale: "pose termine la volontà del duce assediato che, vedendo cadere una bomba nella stanza in cu i desinava, fece voto alla patrona della città, nel!' attimo fatale, che se fosse sopravvissuto avrebbe reso la fortezza. E non essendo la bomba scoppiata, la piazza si arrese" 39 . Molto più verosimi lmente, dopo aver osservato il dispositivo nemico, sostenuto il bombardamento quel tanto per salvare l'onore militare, ai primi colpi sulle cannonniere, in osservanza del le regole dell 'epoca, reputato inutile il prosieguo, dall'esito ormai scontato, l'Orsini accettò la resa, concessagli ovviamente con tutti i debiti onori. Di lì a breve anche Trapani cessava og ni resistenza, ponendo fine alla dominazione austriaca nell' isola.
'~ Da Cì. F,\LZONE. Il Regno di Corto ... . op. c it. , p. I ì , nota. w lh. , p. 19.
J,uerludio
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360. Siracusa, dettagli dell'investimento nelle carte Montemar, A.S . Napoli.
La campagna di riconquista dell' Infante a quel punto era conclusa. Per espliciti e tassativi accordi internazionali i due regni , così acquisiti, non avrebbero dovuto tornare ad aggregarsi alla Spagna, ma restare allora come nell'avvenire, assolutamente autonomi. Carlo perciò ne assunse la corona divenendo sovrano di entrambe le Sicilie, ovvero re di Sicilia e re di Napoli, ma non re delle Due S icilie, non esistendo - almeno istituzionalmente - ancora tale compagine ten-itoriale. In un certo senso quindi la Sicilia tornava ad essere uno stato indipendente con un proprio monarca, comune però ad un altro regno limitrofo sebbene distinto e separato. Pertanto riproponendo tutta la sontuos ità del cerimoniale normanno - svevo, con l'aggiunta dello sfarzo e della pompa spagnola, Carlo di Borbone, il 3 luglio cli quello stesso anno, si incoronava in Palermo re di Sici lia.
Il regno di Carlo 111 di Borbone Dopo non molto però Carlo IJT tornò a Napoli, e pur non venendo meno alle solenni promesse elargite in Sicilia, ripristinò la secolare consuetudine di inviarvi un vicerè per governarla correntemente. Del resto enormi problemi cli riorganizzazione del suo nuovo stato lo tormentavano, primo fra tutti quello di costruire praticamente ex novo, ed in una nazione avulsa per tradizione consolidata da qualsiasi stimolo militare, un completo ed articolato esercito credibile ed affidabile, con una relativa marina da guerra. L'impresa per di più si manifestava urgentissima, per non soggiacere alle iniziative cli conquista straniere soltanto temporaneamente trattenute dal diritto internazionale - ed a quelle ancora più angosciose delle razzie corsare, prontamente riattizzatesi in proporzione inversa alla potenzialità difensiva del regno. Unica fortuna per il giovane sovrano fu che il padre Filippo V gli aveva praticamente lasciato circa la metà dell' esercito impiegato per la conquista del regno, con le relative artiglierie al seguito, che di venne perciò il nucleo dj condensazione del nuovo. Si fa ascendere a circa 18.000 uomini, e 2.000 ca-
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valli, l'organico di quel prezioso residuo, cifra comunque assolutamente insignificante se confrontata con l'ampiezza del territorio dei due regni e la varietà dei problemi da fronteggiarvi. Per la Sicilia il problema appariva ancora più grave, se possibile, stante infatti non solo la universale avversione dei suoi abitanti a qualsiasi istituzione militare che li coinvolgesse direttamente, prima fra tutte persino la semplice prestazione del servizio cli leva. Sarebbe stato indispensabile perciò organizzare innanzitutto l'esercito napoletano e poi inviarne alcuni contingenti ncll ' lsola per la sua protezione e per la sua disciplina. Ma l'operazione richiedeva tempo e disgraziatamente non ve ne era affatto . Logiche quindi le disposizioni immedi atamente impartite cli ripristino delle fortificazioni di Messina, Siracusa e Trapani, indubbiamente da ritenersi quali gli antesignani provvedimenti ciel sovrano in materia militare10 . Nel frattempo prendeva corpo su un organico di circa 32.000 fanti e cavalieri il nuovo esercito borbonico. Esso poteva così suddividersi nei seguenti reggimenti: Arma Guardia Reale Fanteria di linea
Num regg. 2
6 Veterani
2 Esteri
Nome regg.
Forza
Tot. Forza
R. G. Italiane R. G. Svizzere
2.581
2.581
Re Regina R. Borbone R. Famese R. Napoli R. Italiano
7. 866
R. Corso R. Macedonia
2. 940
Hainaut Namur Borgogna Anversa
5. 880
Tschoucly Wirtz Jauch Besler
8. 334
25 .020
Re Rossiglione
1. 272
1. 272
Regina Borbone Tarragona
1. 935
1. 935
Leggiero
Micheletti
300
300
Artiglieria
R. Artiglieria
744
744
4
Valloni
4
Svizzeri
Cavalleria Dragoni
2
3
Totale
31. 852
40 La documentazione re la tiva a quelle prime iniziative è conservata, per Messina, nell' A. S . Pa , Real segreteria, Rappresentanz.e di Palermo, Busta 2501 , f. 221. Per Siracusa, A. S. Pa. , Real Segreteria, Rappresentanze di Palermo, Busta 2501, f. 53.
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In dettaglio infine ogni reggimento cli fanteria cont.ava due battaglioni di 13 compagnie cadauno, ed ogni compagnia 51 uomini. Per la cavalleria ed i dragoni invece ad ogni reggimento 4 squadroni ciascuno di 3 compagnie a loro volta composte mediamente di una cinquantina cli cavalli4 1• Il complesso tuttavia scarsamente amalgamato ccl addestrato restava ancora estremamente insufficiente rispetto alle necessità, sia pur difensive, nazionali: "Ma, inferiore all' importanza del Regno il numero de ' soldati, i più spagnoli e i rimanenti, in maggioranza, cli allre terre straniere, strideva la esuberante quantità degli ufficiali, che sarebber bastati a comandare 80 mila uomin i"42 . Nè condizioni migliori mostrò in quei primi anni la marina eia guerra, costituita inizialmente da appena tre galere, incrementate negli anni successivi da altre imbarcazioni cli vario tonnellaggio. Dieci anni dopo la squadra cli Carlo III contava un vascello, una fregata e quattro galere, ed alcuni legni di trascurabile entità, notevolmente e pericolosamente inferiore quindi non solo alla sommatoria delle flotte dei Regno di Napoli e di Sicilia in epoca spagnola, ma anche della minore delle due, quella isolana, ritenuta ininfluente per la sua inconsistenza numerica in relazione ai compiti contemplati. Fu giocoforza, pur sapendosi benissimo la tenuità della fede barbaresca ai trattati , ripiegare nuovamente su tale politica dilazionatoria, accelerando nel frattempo i preparativi per la moltiplicazione ed il potenziamento tecnologico della tanto auspicata e sospirata forza armata nazionale. Verso la fine del 1740 la stipula dei trattati con la Porta si formalizzò stabilendosi regolari rapporti diplomatici. Confidando nella residua sovranità di Costantinopoli su Algeri, Tripoli e Tunisi, si suppose che in virtù di quei patti una rinnovata credibilità ne derivasse agli ennesimi accordi in corso cli esame, e che proprio l'autorità del gran sultano li potesse in qualche modo garantire. Nell'anno successivo, quindi, costretto ad illudersi di tale chimera il governo napoletano firmò progressivamente con le tre infide reggenze un trattato sostanzialmente simile a quello con la Porta. Ma ben presto la temuta vacuità delle carte ebbe modo di confermarsi in pieno. È degno di menzione tuttavia che, nonostante l'enormità dei problemi da risolvere, Carlo III trovasse tempo nello stesso 1741 cli promuovere, con una serie cli specifiche norme, l'impiego della lingua italiana nella cancelleria di corte anche in Sicilia, in sostituzione della tradizionale spagnola: eloquente sintomo della graduale autonomia da Madrid che il suo Regno si stava faticosamente g uadagnando. Nel 1745, inoltre, riuscì ad unificare, ed a razionalizzare, le monete dei due Regni superando immaginabili difficoltà ed interessi, ponendo però in tal modo, se non altro, le premesse per una effettiva fusione amministrativa delle due Sicilie. Parallelamente volle che si avviasse nell'Isola una intensa campagna contro il brigantaggio, fenomeno praticamente endemico ed inestirpabi le. E forse proprio per l'assolvimento di quella delicata e sfiancante mansione il sovrano propose l' istituzione nel 1754 della milizia siciliana43 • Sul fronte della difesa antincursiva, invece, gli anni che seguirono evidenziarono la totale inutilità della via diplomatica. "Continuando le piraterie barbaresche a minacciare nell' esistenza i nostri non floridi traffici cli mare, la forza navale, che vedemmo sorgere, non ebbe altro compito che di salvare quanto era possibile que' traffici. Divisa l'armata in piccole squadre, un paio di galere incrociava a mezzodì della Sicilia; un altro nel Tirreno, fra Napoli e Piombino ... "44 • Cosa potessero in pratica quelle sparute unità impiegate in estenuanti crociere contro la miriade di razziatori è facile arguirlo. Il flagello, quindi, dopo una iniziale riduzione tornò a farsi tragicamente sentire sulle coste ciel Regno di Napoli ed in particolare su quelle di Sicilia. Persino il ricorso, quasi una sorta cli ripiego di emergenza che nell' Isola però vantava una consolidata tradizione, alla controguerra di corsa dette, pur con innegabili successi, scarsi risultati complessivi. Spiccò comunque tra gli episodi più eclatanti e confortanti di quella oscura, incessante ed atroce conflittualità lo scontro sostenuto per circa tre giorni, fra 15 - 17 aprile ciel il 1752, tra le quattro unità
Cfr. M. SCI 11r,,, Il Regno di Napoli... , op. cit. , pp. 330-33 l. Tb. , p. 334. 43 Cfr. G. FANZONE, fl Regno di Carlo di Borbone ... . op. ciL • p. 36 . .,.. Da M. SC!IIPA, fl Reino di Napoli ... . op. cit. , pp. 5 1-52. 41
42
45R
La difesa costiera del Reino di Sicilia dal XVl al XIX secolo
ciel capitano cli fregala Giuseppe Martinez45 - quauro sciabecchi per l'esattezza - contro il Gran Leone armato dallo stesso bey di Algeri, forte di 16 cannoni e 230 uomini. Nonostante la palese disparità i reiterati attacchi si conclusero con l' affondamento ciel vascello algerino e la cattura di molti corsari fra cui lo stesso comandante. L'effetto cli sollievo rimase disgraziatamente isolato, tant'è che le assicurazioni marittime registrano a carico dello stesso scorcio storico una vistosa impennata dei premi, tale da strangolare praticamente il commercio regnicolo. Sommandosi le vicissitudini corsare con le meno frequenti, ma ormai notevolmente più temibili intimidazioni tefforistiche navali delle grandi potenze europee - antesignane della politica delle cannoniere - tipica per tutte quella che incorniciò l'umiliante ricatto inferto dal commodoro Martin del 1742 a Carlo III46 , la spesa militare del Regno prese ad ostentare un crescendo esponenziale. Si gettarono così le premesse sia per la ricosti tuzione dell 'esercito, sia per l'avvio di una industria nazionale pesante necessaria per il suo armamento, previsto, per motivi intuibili, soprattutto autarchico47 • Il menzionato programma iniziava appena a prefigurarsi concretamente che, nel 1759 in seguito alla morte ciel padre, Carlo IIl ne ereditava il trono cli Spagna. Opponendosi, come ovvio, le restanti potenze occidentali all'unificazione delle diverse nazioni ad esso sottoposte, il sovrano dovette necessariamente abbandonare quelle delle Due Sicilie, nelle mani del suo terzogenito - di appena otto anni - Ferdinando, d.inasticamente IV per Napoli e III per la Sicilia, ulteriore distizione imperante tra i snoi due regni peninsulari. Il fanciullo, logicamente sottoposto a tutela, seguì lungamente le direttive paterne, per cui la piena sovranità dei suoi stati rimase, almeno nei primi tempi, molto relativa. Nonostante ciò nell' arco del suo lunghissimo regno, ben sessantasei anni, la tendenza autonomista si sviluppò rapidamente imponendosi per originalità di governo di lì a non molto. Tentando una schematica sintesi di quel tormentato periodo storico va rimarcato che a : "partire dagli anni "50 ciel Settecento la situazione nord-africana fu poi aggravata dal predominio algerino su Tunisi, poiché Algeri per struttura sociale e tradizione aveva sempre praticato più cli ogni altro Stato, senza soluzione di continuità e caparbiamente, la guerra da corsa. La reazione napoletana contro i barbareschi non fu mai, purtroppo, sufficientemente decisa. Nei primi anni di governo Carlo di Borbone prestò infatti più attenzione all' armamento terrestre, in appoggio ai piani cli espansione della corona spagnola in nord Italia, che all'incremento della marina eia guerra. Giustamente il Filangeri, guardando ai destini del regno, faceva notare come <<essendo potenti sul mare>> si sarebbe guadagnato un universale rispetto, mentre «essendo sulla terra» non ci si sarebbe imposti che ai propri vicini" 48 •
La razzia di Ustica Non era trascorso neanche un trienno clall'avvicenclamento dinastico che un tragico episodio, precursore nella sua spietata estrinsecazione di una funesta teoria, culminante verso la fine di quel medesimo secolo nella razzia e nella deportazione cli tuui gli abitanti cli Carloforte49 , si abbattè sull'isoletta cli Ustica, da sempre talmente esposta a siffatte vessazioni, da restare disabitata per lunghi secoli. A circa trenta miglia a nord ovest di Palermo si trova Ustica, una sorta cli scoglio sormontato eia una
4
>Sulla figura ciel Martinez, cfr. F. Russo, La difesa costiera del Regno di Napoli ... , op. ciL. . pp. 228.
Cfr. P. COLLETIA, Storia del Reame di Napoli, rist. Napoli 1969, p. 233. Circa la politica per l'industria pesante militare dei Borboni cfr. G. MATACENA. Architettura del lavoro in Calal,ria tra i sec. XV e XIX, Ercolano, 1983, pp. 97 e sgg. ' 8 Da E. Lo SARDO, Napoli e Londra ·nel XVIII secolo, le relazioni economiche. Napoli I 991 , p. 3(1. 49 Sull'episodio i:fr. F. Russo, La difesa costiera del Regno di Sardegna ... , Bari 1992, pp. 270-282. 46
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approssimata collina conica bicuspide, la cui cima principale, monte Guardia dé Turchi, si innalza a rn. 238 sul mare. La presenza di una punta Spalmatore - toponimo che ci tramanda l'operazione cli calafataggio e di ingrassaggio, cui erano sopposle le opere vive delle unità corsare per renderle più impermeabili e veloci - ci conferma la destinazione della stessa a ricovero elettivo per la nefasta genìa. Saltuariamente anche barche regnicole, o comunque cristiane, attraccarono presso le sue insenature, ma soltanto il tempo strettamente necessario per ripararsi da qualche fortunale, allontanandosi immediatamente. È da ritenersi, quindi, motivatamente e accert.atamente del tutto disabitata almeno dall'epoca delle crociate, fin quasi appunto alla seconda metà ciel secolo XVJJT 5(> allorché, attratti dalla feracità delle sue tene e dal fasto dei suoi boschi, se ne tentò lo sfruttamento insediativo. Varie volle, invero, specie nel corso del '600, si era tentato di avviarne la colonizzazione, onde garantirsi dalla notoria indisturbata presenza corsara a ridosso per giunta delle coste regnicole, sottraendogli in tal modo la loro base elettiva. Ma vuoi per motivi cli appartenenza legittima, essendo infatti loscoglio feudo dell' Arcivescovo di Palermo, vuoi per l'eccessiva macchinosità dell'avvio di un insediamento necessariamente fortificato, il progetto in pratica non esulò dalla fase puramente teorica. La questione, quindi, trascinatasi con simile andazzo per lunghissimo tempo, raggiunse alla fine la scrivan ia dei tutori di Ferdinando IV - o meglio data la sovranità specifica lll - eia pochi giorni erede di Carlo III. La sua amministrazione elaborò pertanto due documenti, rispettivamente il 4 aprile del 1759 ed 4 maggio dello stesso anno, con i quali si permetteva, a nome ciel sovrano, il trasferimento cli coloni suJl' isoletta. Quella infatti, con un successivo ulteriore decreto, era stata acquisita dal regio demanio con un canone annuo di 60 onze da corrispondersi all'Arcivescovo dalla dogana di Palermo, a titolo di indennizzo, permanendo al prelato la sola giurisdizione religiosa sulla medesima. In perfetta coerenza con i tempi, si procedette innanzitutto ad una minuzioso rilievo topografico di Ustica 51 ad opera, tra gli altri, dell'illustre ingegnere Andrea Pigonati. La accurata documentazione, dopo l'immancabile iter burocratico, raggiunse il Consiglio di Commercio a Napoli, il quale esaminatene le caratteristiche geomorfologiche, valutatene le potenzialità insediative ed i vantaggi, diretti ed indiretti, derivanti eia quella impresa, espresse il suo parere favorevole, subordinandolo però alla erezione di una serie di, sia pur blande, fortificazioni. Fra queste in particolare una postazione di vedetta sull'altura principale cli Ustica, nonché un paio cli torri nei pressi dei suoi ancoraggi, obbligando infine la nascente comunità a dotarsi di un congruo numero di cannoni, postati lungo il suo perimetro foraneo, nei siti minacciati da sbarchi . Parimenti fu richiesta anche la realizzazione di capaci cisterne onde accrescerne l'autonomia idrica in vista cli un non improbabile assedio da mare. Per espresso ordine reale, a tali lavori, fu accordata la massima priorità destinandovi, con procedura spediti va, numerosi operai e galeotti, circa un centinaio tra gli uni e gli altri, scortati da consistenti reparti militari. Pur delegandosi i costi e gli oneri materiali delle costruzioni degli alloggi, ciel!' insediamento ai futuri coloni, il governo si fece carico cli fornirli almeno cli un iniziale riparo atto a consentire il loro inserimento attivo prima cli sobbarcarsi alla edificazione delle case propriamente elette. Sorse così una sorta cli villaggio, o forse meglio cli accampamento stagionale, con tanto di relativa chiesetta, avviandosi contestualmente a lottizzare i terreni circostanti in ragione cli circa due ettari per nucleo familiare , supposto di cinque persone, più un altro eia adibire ad oli veto. Logicamente quei suoli avrebbero dovuto essere dissodati e fertilizzati prima di poterli coltivare, ma la loro potenzialità non sollevò alcuna riserva. Per almeno dieci anni poi si prescrisse una totale esenzione fiscale, fornendo inoltre la facoltà di raccogliere legna e di tagliare gli alberi utili per le costruzioni abitative, a titolo assolutamente gratuito. La pubblicazione delle accennate disposizioni avvenne nel marzo del 1761 tramite l'affissione cli un dettaglialo manifesto, opera del viccrè Fogliani. Nello stesso si sollecitavano gli eventuali interessati a fornire le loro connotazioni familiari sull'apposita domanda.
C irca le vicissitudini moderne dell'iso la cli Ustica, cfr. Enciclopedia Mi/ilare, alla voce: Ustica. Sull'argomemo cfr. U. Lo SACCO, Lei toponomastica dell'Isola di Us1irn, in L' Universo, riv. I. G. M. I. , A nno LXII. Firenze 1982, n. maggio-giugno, pp. 519-537. ;o
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Data la povertà vigente e la endemica fame di terra non desta eccessivo stupore il constatare che in moltissimi si dichiararono attratti da quella offerta, tanto che almeno un centinaio di suppliche, più che di domande pervennero immediatamente al vicerè. Anzi nel timore cli giungere in ritardo alla occupazione dei mitici appezzamenti, trascurando qualsiasi elementare prudenza, non essendosi ancora realizzate le fortificazioni minime previste, i Liparioti, impiegando quattro galere, e quattro piccole paranze, in numero di circa 60, con piccoli cannoni per armamento, raggiunsero nei giorni seguenti, autonomamente, la remota dimora elettiva. Indisturbati innalzarono le provvisorie baracche, poco più che pagliare, ed avviarono la coltivazione ciel terreno, convinti che il problema corsaro, e per il loro ardimento ed armamento, e per la loro stessa quantità, non dovesse impensierire seriamente. Ad ogni buon conto una sorta di scrupolosa vigilanza fu posta in servizio. Ed infatti trascorso l'inverno e la primavera, nell'estate dell'anno successivo, 1762, il temuto avvistamento si materializzò ali' orizzonte. Cediamo a questo punto, per la più calzante ricostruzione ed immediatezza di racconto, la narrazione ad una relazione coeva. "RILAZIONE DELLA CORAGGIOSA DIFESA Fatta da'nuovi Abitatori DELL'ISOLA D'USTICA Contro più legni Barbareschi nel mese d'Agosto dell'anno Corrente J. 762 . ... Mal soffriscono i Corsari Turchi il proscgumento d'un' impresa a loro tanta pregiudizievole e contraria, e perciò cercan tutte le maniere di disturbarla, recando terrore e spavento a quella poca gente Cristiana che l'ha inconùnciata già ad abitare. Onde a 5 Agosto del corrente 1762. intorno all'orc 2. della notte si avvicinarono all'isola due Galeotte, e chiedendole gli Abitatori colla tromba cosa loro voleva110, e s'erano Bastimenti del Re nostro Signore; ma nulla rispondendo furono cacciate a cannonan te. Il giorno de'6. vi comparve una Fregata, che dicono fosse stata Tripolina, la quale avvicinandosi ali' Isola, gittò a mare la lancia, e questa entrando nella Cala Santa Maria, fermossi nel mezzo. GI' Abitatori si messero lutti sopra l'armi, e domandando cosa volessero, gli risposero quei della lancia, che volevano acqua; ma non si mossero, e voltarono le spalle per ritornarsene alla Fregata; gl' Abitatori l'accompagnarono con una scarica di focilate, e ne uccisero diversi. Giunti sopra la Fregata, scaricò questa molte cannonate contro l'Isola con mitraglia, e palle, ma dagli Abitatori fu ben corrisposta, obbligandola dopo due ore di combattimento ad andarsene via. Entrò nel giorno 9. nella Cala Santa Maria un Pinco con bandiera Genovese, e credendolo tale gli Abitatori gli richiesero da lungi colla tromba cosa volea; gli risposero quei del Pinco, che volevano acqua, e soggiungendo gli Abitatori, che avessero venuto alla Messa (che allora stava per incominciare) e poi gli avrebbero data l'acqua; s'accorgettero gli Abitatori, mentre stava per incominciare la Messa, che il Pinco sempre più s'andava approssimando a terra, onde loro gli furono contro, ed a focilate lo mcssero in fuga, essendo quel Pinco turco. Domenica però 22. del detto Agosto alla punta del giorno comparvero cinque Galeotte, tre grosse, e due piccole determinate a far lo sbarco nell'Isola. Se ne avvidero gli Abitatori, e si mesero tuttj sulla difesa; ed entrate le Galeotte nella Cala Santa M,u-ia, dove incominciò il primo attacco; furono ben tre volte per lanciarsi a te1Ta; ma col maggior vigore de' poveri Abitatori col cannone e moschett.e ria le cacciarono, recandole molto danno, avendole fracassata [?] della Galeotta più grossa, e portato via il timone d'un altra più piccola. Risolsero i Turchi di retrocedere, LenLando in altra parte, ove non v'era artiglieria facilitarsi lo sbarco; ma v'accorsero gli Abitat01i, ed essendoli di sopra a focilate ne fecero di loro macello, obbligando i Turchi anche da questa pane a retrocedere, molto più che venivano malamente offesi da due cannoni appostati sopra il ponte detto la Falconiera. In questo frattempo presero la via di Ponente costeggiando sempre l'Isola; e gli Abitatori andavano loro anche pell'lsola accompagnandoli per tutto, ove li Turchi andavano, con un piccolo cannone, che portavano in spalla52. Finalmente l'ultimo attacco fu alla Cala delle Spalmature, dove ferono un sol tentativo, e gli Abitatori li respinsero a focilate. Dopo essersi le Galeotte ritirale due miglia amare lontane dall'Isola, si viddero essitare molti cadaveri, e che la gente passava da una Galeotta all'altra, ,u-guendosi da ciò essere stati quei, che perirono in questo conflitto. I Turchi però nel ritirarsi dc1 questi differenti attacchi sempre minacciavano gli Abitatori, che sarebbero ritornati, e li volevano tutti tagliare a pezzo.
52 Trattasi quasi certamente di un moschettone da posta, del calibro di una libbra, spalleggiabile, sebbene impiegasse per sparare una forcella su cui poggiare la canna, molto lunga. Veniva considerata l'artiglieria di calibro minimo.
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Intorno alle ore 18. terminarono tu tti gli attacchi e stiedero le Galeotte a vista dell'Isola sino alle 2. della notle, e poi si viddero appoggiare verso la Sardegna. Ma nel tempo s tesso che i leg ni barbareschi ben maltratlati uscivano dal lato destro dell' Isola, dal sinistro vi e ntrò il Pinco di Padron Malato Trapanese per mettersi al sicuro. Gli Abitatori sulla sera fecero cinque fuochi per far comprendere, che vi erano cinque bastiment.i nemici, ed il giorno dopo avendosene av uta la notizia in Palermo sì dal Torrajo di Monte Pellegrino 53 c he da un Laudello Trapanese 54, quale portavasi al l'Isola a cagion de' fuochi venne ad avvisare alla Persona porta fo impegno di ques ta nuova Popolazione. Questa che diede parte a S. E. Signor Vicerè, ed a questo Eccellentissimo Senato; e segli spedirono subito d ue barche armate con tre cantaja di polvere, e rinfresco di viveri per sollievo di quella povera Gente, che s'era sì mirabilmente segnalata, e difesa; della quale per grazia di Dio, e protezione di Maria Santissima non vi sono rimasti c he due feriti uno in una coscia, e l'alu·o in una gamba. Scrivono quei nuovi Abitatori che loro molto temono, non ritornassero quei Barbari Corsari, e che non venissero in maggior numero, non sapendo allora se potranno loro resistere alla forza per ritrovarsi senza fortini, e senza una ritirata sicura. In Palermo 1762"55
I timori esplicitamente espressi dai colon i di Ustica, nonostante l'ottima prova di resistenza, confermano la tardiva perfetta valutazione del rischio cui erano esposti, data anche dalla puntigliosa volontà barbaresca ad averne ragione. Disgraziatamente la dirigenza militare del regno, stimando forse la stagione alquanto inoltrata, o reputando sufficiente la lezione inflitta dai Lìparioti ai corsari, non presero quelle previdenze sollecitate e stimate impellenti, con il risultato, che edotti dai precedenti infruttuosi attacchi, i barbareschi studiarono un diverso tipo di approccio ad Ustica e lo attuarono appena un paio cli settimane dopo l'ultimo fallito assalto, per l' esattezza nella notte dell'8 settembre 1762. I coloni, in quei medesimi angosciosi giorni ed interminabili notti, non avevano da parte loro affatto dismesso la sorveglianza ininterrotta consci del reiterarsi dei raid. Probabilmente però non supposero una così immediata e massiccia replica. Sta di fatto che nella ricordata notte, forti delle fitte tenebre, diresse verso la Falconiera una flottiglia di unità barbaresche, comprendenti due galere e due mezze galere. Questa volta riuscirono a mettere a terra una poderosa forza d'attacco che, immediatamente diretta.si sulla sommità della collina, soppresse sinistramente la vigilanza precipitandosi quindi sull' abitato, inerme ed ignaro nel sonno. Catturati tutti gli abitanti ed incendiate le baracche, dopo tre giorni di rastrellamenti e devastazioni, fina lmente i corsari ripresero il largo, lasciandosi alle spalle l'isola ormai pressocché deserta. I pochi e terrorizzati sopravvissuti riuscirono a darne notizia a Palermo dopo una fortunosa traversata, dovendo per ironia della sorte, sottoporsi alla rigida quarentena contemplata per chiunque avesse avuto contatti con uomini provenienti dal mondo islamico, notoriamente afflitto da peste endemica. I soccorsi partiti da Palenno non riuscirono neanche a raggiungere Ustica, forse per viltà del loro comandante forse per palese inutilità. Per i prigionieri, invece, ini ziò un drammatico calvario nei bagni di Algeri , dove rimasero in attesa di riscatto ben 9 anni, nel corso dei quali molti non sopravvissero agli inumani trattamenti. I redivivi, allorquando riuscirono a ritornare alla loro terra, poterono riappropriarsi di quanto così tragicamente avevano dovuto abbandonare in quella infausta notte. Ad ogni buon conto, all'indomani della tragedia, un inusitato fervore militare investì l'Isola realizzandovi, come per incanto, in brevissimo volgere tutti quei provvedimenti difensivi a suo tempo contemplati e mai effettivamente eseguiti. Sorsero in tal modo le due torri, una a Levante detta S. Maria ed una a ponente presso lo Spalmatore ad opera dell ' ingegnere Sbarbi. Circa la struttura architettonica di quelle ton-i va ricordato che fu a pianta quadrata con mura notevolmente alte e massiccie, dotate di sot-
s:i Era una delle torri senatorie di Palermo, che per la sua posizione, e l'episodio lo conferma, era in grado cli sorvegliare fino quasi a 30-40 miglia dalla costa, dando l'allarme anche alle altre. V. elenco torri, n°77. s-1 Trattasi di una piccola imbarcazione del tipo del liuto, per navigazione costiera, con scafo panciuto. da 30-60 tonnellate di carico, e propulsa tramite due alberi a vela latina. -' 5 Relazione Prima Incursione Ustica.
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terranei e piattaforme per il brandeggio dei pezzi, nonché di tre feritoie per pezzi da 12, m uniti con circa 100 colpi cadauno. L' impiego della tipologia quadrangolare, lu ngi dal dimostrarsi una riproposizione della secolare canonica spagnola in materia, trovava conferma di scientifica elaborazione concettuale e rispondenza alla funzione anche eia parte dei teorici stran ieri europei , che avallava la perfella intuizione degli ingegneri rinascimentali delle torri vicereali. La riprova dell 'asserto in merito a quel particolare manufatto la si può cogliere addirittura mezzo secolo dopo in alcune prcscri7.i oni militari francesi indubbiamente all 'avanguardia in materia. Nel 1811 infatti il comitato centrale cli artiglieria cli Francia, stabilila la validità del concetto della teme costiera armata, ne presentò alcuni prototipi per la selezione tecnica. Tra questi ne vennero prescelti tre varianti. Il capitano J. N. Lamy, teorico e capitano del Corpo Reale di Artiglieria in Francia, così le ricorda brevemente: "Queste torri sono un misto delle torri cli Vauban , e cli quelle eseguite in Egitto all 'epoca della spedizione dell'esercito francese in quella contrada. Esse sono tutte quadrate, e coverte da volta alla prova delle bombe, hanno un sollerraneo, un piano nel quale si formano delle fcritoje, ed una piattaforma con cannoniere; e tutte hanno un fosso ed un ponte levatojc). I sotterranei vengono destinati ad uso di magazzini, e per una cisterna; il piano è propriamente il quartiere della truppa; e la piattaforma il sito per le bocche da fuoco. La loro altezza totale dal fondo del fosso alla parte superiore del muro della piattaforma, è di 27 piedi, e di soli 20 piedi dal suolo del sotteraneo al livello della piattaforma superiore. Esse si e.levano 18 piedi al di sopra del teITeno naturale. Per di fendere il piede delle toni, si adattano alla piattaforma quattro caditoje, con feritoje laterali destinate a difendere gli angoli. Queste ton-i non differiscono l'una dall'altra in modo positivo se non per la capacità, per la spessezza delle volte, e per l'armamento. Quelle che servir debbono di ridotti alle batterie di costa destinate a difendere un porto, o una rada di sicuro ancoraggio per legni da gtiena, ed il cui armamento è cli circa 20 bocche da fuoco , hanno nell ' interno 36 piedi cli lato; la grossezza del muro è di 6 piedi al livello de' sotte1nnei, e 5 piedi 6 poi. a quello de' piani. Questi sono guarniti cli letti di campo per sessanta uomini, e di due cannoni montati su affusti cli marina, uno ad ogni lato della porta. Sulla piattaforma vi dovranno essere quattro cannoni eia 24, o da 16 montati sopra affusti cli costa, uno per ogni angolo. Le torri che servir debbono alle batterie cli costa destinate a difendere un piccolo porto, o una rada capace a contenere soltanto bastimenti di commercio, ed il cui armamento non è maggiore di otto bocche da fuoco, aver debbono 21 piedi cli lato interno. La spessezza del muro è di 5 piedi 6 poi. al livello de' sotterranei, e 4 piedi a quello del piano, ch'è guarnito cli trenta letti da campo. La piattaforma porterà un solo pezzo di campagna, e due caronate56 montate con affusti che girano intorno al perno reale. Quelle torri infine che servir debbono di ridotti alle batterie destinate a difendere il cabotaggio, il cui armamento è cli due o tre pezzi , avranno il lato interno cli I 5 piedi, la grossezza del muro 4 piedi 6 pol. al livello de' sotterranei, e 3 piedi a quello del piano, eh' è abitato da 18 a 12 soldati, portando la piattafonna due caronate di feITo montate su affusti che girano come sopra ... " 57 . Tornando ad Ustica, sempre in quel periodo si eresse una batteria sulla spiaggia forte di due pezzi da 18, impiegati anche per avviso di approdo dei navigl i. Altri quattro pezzi furono postati alla Falconiera, trasformandola, trami te la recinzione con poderose mura, in una sorta di ridotta estrema in caso di assai-
56 La "carronata" era un pezzo di artiglieria i n ferro, di anima più corra e di spessore più sottile degli equivalenti calihri, con il risultato di essere notevolmente piè1 leggero. Trovava impiego quasi esclusivo sulle navi, a saLurazione dell'armamento d 'ordinanza. L a sua progettazione rimonta al 175 l-55. ed il nome ricorda la casa cos truttrice. ov vero la società scozzese Carron Company. Al fine di contenerne il peso era pri vo di gio ia cli bocc<.1. calice, maniglioni e non raramente anche degli orecchioni. Suo affusto usuale era di l.ipo a cassa con ruote scorrenti in un sot.loafTusto inclinato e ruotante intorno ad un perno di testa detto reale, mediante un ruotino di rotolamento posteriore su apposita pista. Per r alzo si agiva tramite un vitone. ; 7 Da .I. N. L".MY, Trcllla/0 teorico e prolico sulle hollerie, Napoli 1830, pp. 208-21 1.
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361. Algeri, curioso cannone a nove anime del XVI sec., conquistato dai francesi.
to all'abitato. Un ennesimo caposaldo la proteggeva da breve distanza con le sue due bocche da fuoco. Si realizzò pertanto un dispositivo difensivo incentrato su ben 14 pezzi fi ssi ed altri 8 in dotazione ad un contingente militare di 250 uomini di truppa regolare che assolse il compito, con assoluto successo, di frustrare d'allora in poi tutti gli analoghi tentativi barbareschi.
Alla vigilia della Rivoluzione Il viceregno del Fogliani si protrasse, caso del tutto anomalo ed eccezionale, per ben 18 anni, non scevri da tragedie, come quella innanzi descritta e da rivolte, come quella di Palermo del 1773. Alla base di quest'ultima vi si possono scorgere gli ormai soliti elementi canonici, ovvero da una parte una nobiltà irresponsabile e grettamente egoista, e dall'altra l'ennesima carestia, riprova che lo scon-ere dei secoli poco aveva in sostanza cambiato nell'Isola. I tumulti, esaurita la loro iniziale furia, anche in quel caso rientrarono, specie dopo la partenza del vicerè, e l' arrivo di 5.000 soldati, ma all'ombroso Ferdinando rimase la netta sensazione che l'Isola fosse pericolosamente infida e scarsamente evoluta. Tuttavia la dirigenza napoletana, onde evitare il ripetersi e soprattutto il diffondersi di quelle incontrollabili esplosioni popolari, tentò di rimediare in qualche modo al problema della distribuzione e dell' esportazione cerealicola fo nte primaria dei ricorrenti d isordini. Nel 1777 sotto il governo del principe di Stigliano fu liberalizzato il commercio del grano, che nel frattempo era tornato curiosamente abbondante e poco richiesto all'estero. La politica di ammodernamenti proseguì ulteriormente per opera ciel marchese Domenico Caracciolo, suo successore, che qualificò la sua iniziativa abolendo, finalmente, nel 1782 il simbolo per antonomasia del vecchio regime, ovvero l'Inquisizione, scaduta nel frattempo a vuota ed anacronistica istituzione. Intense riforme investirono quindi gli apparati feudali e le stesse radicate tradizioni esistenziali isolane, con un particolare riguardo ad una più equa politica fiscale. L' intervento da lui completato, circa la sistemazione dei commerci granari, trovò una sensata disposizione nell' adozione della prassi dei convogli navali di mercantili scortati eia unità eia guerra, onde allontanare i soliti corsari, in rotta due volte l'anno verso Gibilte1rn. Sotto il profilo militare, intanto, il regno di Ferdinando fu caratterizzato da un crescente potenziamento dell'apparato difensivo e di tutto quanto ad esso connesso, armi e strutture. Tra queste ultime in particolare quelle difensive costiere, essendosi ormai assodato che ogni altra via alternativa per garantire l'integrità territoriale delle Due Sicilie, dei suoi abitanti e dei suoi commerci non era realistica e duratura. Si
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procedette così nell'ultimo quarto del XVIII secolo al recupero delle torri ed al loro aggiornamento e restauro. Ciò massimamente dopo la infelice impresa del 1775, voluta da Carlo III contro Algeri, dove soltanto grazie all' arditezza dell'ammiraglio Acton - ancora al servizio ciel granduca Leopoldo T di Toscana - fu possibile salvare 4.000 soldati spagnoli58 . Logico quindi che il personaggio finesse cooptato da Ferdinando, disperatamente alla ricerca cli validi esperti militari indispensabili per la ristrutturazione del suo esercito. Ed infatti sotto la dirigenza dell' Acton si osserva un costante lievitare di organici, che sebbene inferiore al programmato, condussero intorno al 1790 al conseguimento di una forza armata di oltre 40.000 uomini 59, con una valida artiglieria ed una discreta flotta, insistente complessivamente su 962 cannoni distribuiti su una q uarantina di unità di varia stazza. L'intimidazione patita dal Re ad opera ciel La Touche60 nel 1792, lungi dal ridurre le spese militari borboniche le incrementò a dismisura, istigando il re ad una febbrile ed accelarata riqualificazione tanto delle piazze che degli armamenti costieri. Proprio in quel medesimo anno infatti al fine di meglio garantire la difesa delle marine fu istituito il corpo degli Artiglieri Litorali61, che per la Sicilia così andò a distribuirsi: Nella Torre del Faro ...... ... .. .. .. .......... .. .. .. 18 Nella Piazza di Messina ...... .. .. .. ............ 30 Nella Piazza cli Melazzo ........................ 24 Nelle Isole di: Lipari .. ....... .. .......... .... ... 24 Ustica......... .... .. ..... .. .. .. ..24 Ne' Castelli e Batterie di Palermo ......... 36 Nella Piazza cli Trapani .. .. ...... ........ ... ... .. 36 Nelle isole di: Favignana . .. ... ...... .. .. .. ...... . Marettime .................... ... 6 Pantelleria ..................... 16 Nel Quartiere di Marsala ....................... 20 Ne' Castelli di: Mazzara ...... ... ............... 12 Girgenti ........................ 24 Licata ............................ 18 Capopassero ...... .... ...... . 18 Nella Piazza di: Siracusa....... ............... 40 Augusta ........................ 36 Ne' Castelli di: Catania .........................20 Termini ......................... 12 Taonnina .. .. .. ....... ... .... .. 12 " 62 È emblematico tuttavia per capire il coacervo di interessi che ormai legava i regni di Napoli e Sicilia alla sponda nord africana ricordare brevemente l'episodio del principe di Paternò63 . Nel 1797 il menzionato ricchissi mo personaggio si mise in viaggio, per mare, da Palermo alla volta di Napoli, essendo stato convocato presso la capitale per coprire un importante incarico64 • Nel corso della navigazione lo sfortunato principe cadde nelle mani dei corsari barbareschi e fu successivamente da
5 ~
Cfr. F. Russo, La difesa costiera del Ref.ino di Napoli... , op. cit. , pp. 236 e sgg .
.w Cfr. A. SIMIONI, L'esercito napoletano dalla minorità di Ferdinando alla Repubblica del 1799, in Arch. Stor. Prov
Napol., Voi. VI e VII, s. n., pp. 90-9 I . <>n Circa l'episodio del La Touche a Napo li, cfr. F. Russo, La difesa costiera del Regno di Napoli ... , op. cit., pp. 244-246. 61 Il Corpo fu istituito con la "Reale Ordinanza per la fornrnzione degli artiglieri litorali", del 25 marzo 1793. 6 ~ lvi, all'articolo I. 1>:; Cfr. D. M ACK SMJTH, Storia della Sicilia ... , op. cit., p. 501. <>1 Cfr. V. MORELLI, I "barbareschi" contro il Ref.inO di Napoli, Napoli, 1920. p. 30.
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loro tradotto nei famigerati bagni di Tunisi. Il ritratto ironico tracciatone dal Colletta immagina il: " nobile ricchissimo e di ricchezze millantatore affannarsi nella barbara prigionia a scrivere, lettere miserabili al re, il quale impose a l suo ambasciatore presso la Porta di cercar vendetta de' pirati ... quindi rispose al Paternò sensi amorosi, promettendo regia protezione presso il governo turco, assumendo paterna cura della famigl ia, ed esortandolo a cristiana filosofia nella schiavitù65. Ma il Paternò comprese che trantite le rasserenanti chiacchiere e gl'imbelli patteggiamenti con il sultano di Costantinopoli, mai e poi mai ne sarebbe uscito, tanto più che i predoni avevano perfettamente realizzato la sua cospicua fortuna patri moniale. Si piegò allora a garantire il pagamento del proprio riscatto, fissato all'immensa cifra d i 300.000 scucii, dopo il suo rientro in patria. Una volta giuntovi, però, sentendosi al sicuro trascurò di onorare l'impegno - sia pur estorto - col Bey cli Tunisi, ragione che indusse quell'ultimo ad intentargli causa di fronte alla corte di Commercio di Palermo, facendosi difendere dall'avvocato fi scale di Ferdinando. Dopo tre anni i giudici diedero ragione al predone tunisino ed il malcapitato principe ricevette la debita ingiunzione di pagare il suo debito, magari a rate! "li generale Forteguerri al bey di T un isi. per il riscalLO del Principe di Paternò ( I 4 marzo 180 I) ... Devo in risulta risco ntra re l' Eccellenza Vostra. che questo Monarca conferma tutto quello che ha antecedentemente proposLO per il pagamento del Princ ipe di Paternò da farsi a rate, nel valore di pezzi duri 32 m. ogni an no, conoscendo essere questa la sola possibilità in cui si trova il detto Principe per effettuare un pagamento di tale considerazione ed in conformità di ciò al detto Principe è s tato ordinalo di fare subito un pubblico depos ito de lla somma di pezzi duri J.8. 300 quale somma si intende essere alla d is posizione del!' Eccellenza Vostra qualora creda do versi prestare a simile giusta proposta... " 66
L'episodio trova una plausib ile spiegazione nella necessità, da parte del Regno di Napoli, cli mantenere aperti quei canali diplomatici così. faticosamente instauratisi che, quand' anche precari, costituivano comunque la sola possibil ità cli contenimento del feno meno. Potrebbe altresì credersi che i tribunali siciliémi tenessero tanto in debito conto gli interessi mercantili provenienti dai traffici con i barbareschi, al punto da anteporli a querni ciel Paternò: dì certo delle due l'una ed, .in entrambi i casi, l' intesa con la controparte fu preminente sul diritto e sulla coerenza. I rapporti che in qualche maniera, magari umiliante e vessatoria, Napoli era riuscita a intessere con le reggenze barbaresche subirono un brusco tracollo all'indomani dello scoppio della Rivoluzione Francese, e massimamente con l'arrivo dell'annata napoleonica a Napoli nel 1798. Il re, per la sua obbligata scelta cli campo fi.loinglese, dovette precipitosamente lasciare la capitale - su cli una nave di Nelson - per rifugiarsi a Palenno, dove peraltro fu accolto entusiasticamente, pur mancandovi da circa quarant'anni. La Sicilia comunque condivise senza riserve la sua politica antifrancese, a volte persino in maniera criminale, come nel vile episodio dell'uccisione, ad Augusta, di un centinaio di soldati francesi malati, che ivì avevano dovuto fare scalo. Logicamente il potente alleato, divenne in definitiva il vero sovrano dell'Isola, trasformatasi, grazie alla sua posizione geografica, in una ottima base per la flotta cli Nelson. Gli episodi della Repubblica Partenopea67 e della successiva riconquista del regno cli Napoli eia parte del cardinale Ruffo, posero provvisoriamente termine a quella anomala permanenza palermitana. Un evento particolarmente tragico ai fini della difesa dell' Isola, dagli attacchi barbareschi, fu la caduta di Malta e la sua occupazione ad opera del Bonaparte, con la conseguente cacciata dei Cavalieri. Sul far dell' alba del 9 giugno ciel 1798 una flotta francese, composta da 18 vascelli cli linea e da 90 navi eia guerra, con al seguito 300 trasporti, apparve ali' orizzonte della mitica roccaforte mediterranea. Su quel munitissimo scog lio, il glorioso ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme aveva fronteggiato vittoriosamente tutti i rabbiosi attacchi turco-barbareschi sin dal I 530, epoca in cui aveva ricevuto dall ' imperatore Carlo V tale strategica sede.
Ib. , p. 30, in nota. A. S . N., Affari Esteri, Fuse 4 176. 61 Sulla Repubblica Partenopea, e sull'azione del cardinale Ruffo cfr. R. Rivoluzione Napoletana del I 7Y9. Napoli 1899. 65
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CROCE,
G. CECI, M.
D ' AvA LA ,
S. D 1 GI ACOMO, La
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L'armata francese comandata direttamente da Napoleone dirigeva verso l'Egitto, meta primaria della missione, ma con l'ordine esplicito ciel Direttorio, già ciel 12 aprile, di eseguire una deviazione verso l'isola per impadronirsene con un colpo di mano, onde sottrarla alla sfera inglese. Lo stratagemma d'attacco adottato dal condottiero apparve già agli stessi cavalieri alquanto sospetlo. Sollecitare, infatti, il permesso di sbarco, per l ' approvvigionamento idrico, cli una così possente formaz io ne ed in tempo di gue1n, non costituiva una richiesta accettabi le. Al massimo quattro unità alla volta, avrebbero potuto espletare l'esigenza. Ma tale risposta costituì, logicamente, il ricercato pretesto per il Bonaparte ed, a partire dal 16 successivo , le gerazioni massicce cli sbarco si svolsero praticamente incontrastate68 . Trovandosi legalmente l'Isola sotto la sovranità del Re di Napoli , l'azione si configuarava, se non altro, coerente con la politica mediterranea francese, tanto più che come scrisse il Bonaparte: "Nous avons peu de Places aussi Fortes et aussi Signees que Malte" 69 .
Del resto l'Ordine, pur continuando a rappresentare un validissimo ostacolo alla tracotanza barbaresca, non rappresentava ormai eia decenni il mitico bastione cristiano al centro della frontiera marittima occidentale. La sua missione storica stava mestamente declinando in concomitanza con il dissolversi della potenza ottomana, forse per naturale conseguenza. Il I 7-18, di quello stesso mese, l'ultimo gran maestro dell' Ordine con sede a Malta, Hornpesch, lasciava l'isola dirigendo alla volta di Trieste, dopo aver siglato una Convenzione - e non una pura Capitolazione - con la repubblica francese . Ad ogni buon conto le proteste internazionali non mancarono ed, infatti, senza frapporre indugi, gli inglesi, con il modestissimo appoggio napoletano, avviarono la liberazione dell'Isola. Le operazioni si conclusero dopo un lungo assedio il 5 settembre 1800, con la resa del presidio francese. Malta però non venne più restituita all'Ordine, restando per il futuro rigidamente nell ' orbita inglese, ad onta di tutte le sterili lamentazioni del re cli Napoli e cieli' Ordine stesso. Un sintomatico eco cli quanto descritto e delle sue conseguenze in Sicilia, lo si può cogliere in una singolare missiva, indirizzata a Ferdinando il 13 aprile 1805, nella quale un inOuente suddito siciliano così osservava e suggeriva al riguardo: "Signore, Un zelante Siciliano vassallo fede lissimo di V. R. M. con il p iù ossequio e rispell.o prostrato a piè del Vostro Real Trono espone come l'ardire, ed audacia de' corsari Barbareschi si è tanto inoltrato in quei nostri Mari di Sicilia, che terribilmente infestano in maniera d1c non solo ne impediscono il commercio, tanto utile e necessario per il comune vivere, ma anche spesso si sente, che tentano il disbarco sì nelle r iviere della Sicilia, come in tutte le altre Isole adiacenti, minacciandole delle scorrerie e delle crudel i rapine per non trovarsi i mari stessi guardati da capaci, e bastevoli Legni Cristiani, lo che si è vieppiù avanzato che l' Isola di Malta passò sono altro dominio, allontanandosi da quella i cavalie ri dell'eccelso ordine Gerosolimitano, ch'erano il terrore delle Lune Ottomane e perciò spesso s i sentono di funesti casi, e prede fatte da' quei barbari Africani. In tal stato di cose altro mezzo non vi sarebbe, di potere riparare una tal rapina della Cristiana gente, che riunire i cavalieri del cennato Ordine Ger. come lo erano in Malta che facendo la loro Carovana, o predano o spaventano o fuggono tali barbareschi corsari. Quindi l'innata clemenza della M. V. che è stata sempre lo scudo della cattolica religione, e il Difensore della Chiesa, e della Croce potrà benignamente degnarsi di concedere l' Isola di Lipari colle altre Isole adjacenti al Gran Maestro di tale ordine finché fatta sede in esse, e radunandosi i Cavalieri, e costruiti i Legni a tal uopo possano guardare i Vostri Regni dall'invasione, e saccheggio di turchi, potendosi riservare la M. V. in segno del s uo primiero alto Dominio l'Elezione del Vescovo di Lipari sulla Terra, che presiederà il Gran Maestro, opurc altre cose che le sembrerà più proprie a V. M. Certo si è, anz i certissimo, che se la M. V. s i degnasse accordarg li una taJ grazia, ollra dell' utile grande, che ne ricaverebbe da ciò il s uo regio erario, giacché da Lipari V. M. [non ricavaj dogane, Gabelle, od altro sendo i Lipariot.i franchi di tutte, all'incontro il denaro, che mensilmente paga V. M. per il mantenimento di quelle truppe, e Artiglieri tutti è di molto esorbitante. Utile grande ancora sarebbe per ambi i Regni di V. M. avanzandosi col commercio l'abbondanza di tutti i generi, e quindi ava nzandosi in maggior
68 69
Cfr. A. MENNA, Storia dell'Isola e delf'Ordine di Malia (1798-1815), Napoli I 978, pp. I 3 e sgg .. Ib. , p. 17: "Noi abbiamo poche piazze così potenti e valide come Malta".
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copia le merci estere, godranno ad un tale vantaggio, non solo i vassalli della M. V. , ma anche al paii le dogane, e Gabelle, e più dogn'altro ne attorrà la V. M. la benedizione de' Popoli e di Dio, sendo questa un azione la più santa, ed eroica, che di nome ed esempio a tutti sovrani del mondo C1istiano. Tanto si spera dall'innata Clemenza di V. M. a cui con il più rispettoso triplice inchino si supplica l'Altissimo. Un valente Siciliano suppi. " 70 .
Inutile aggiungere che della sensata, e non unica, supplica in pratica nulla se ne fece, e la flotta dell'Ordine scomparve, irreversibilmente, dalla scena meclitenanea dopo il trasferimento ciel suo gran maestro a Pietroburgo. Restavano soltanto le crociere di pattugliamento delle unità borboniche lungo le coste siciliane, miranti alla distruzione, od almeno, all' allontanamento dei corsari . Nè, peraltro, mancavano piani e progetti cli attacchi militari per infliggere ai barbareschi significative rappresaglie navali. Un bell'esempio di tali inedite programmazioni, degne di moderni incursori, è quello prospettato, probabilmente dallo stesso Acton, agli iniz i del 180 I : "Ai comandanti de' Legni della Squadra, Potendosi sapere per mezzo di qualche sicura notizia, che la Fregata o qualche altro Legno grosso della Reggenza Tunisina in armamento trovasi ancorata nella piccola rada o in altra posizione atta a poter tentare un colpo di mano, si ha la veduta di po11arsi in quei paraggi per procurare d' impadronirsene, e non potendo riuscirvi almeno distruggerla con le fiamme. Per ben eseguire una simile operazione, e per assic urarsi della probabilità della riuscita in un modo o nell'altro, è necessario che i Comandanti de' Legni della squadra, avendo presente il Piano che mi propongo per tal esecuzione si mettano a giorno delle mie intenzioni e possano conseguentemente ben cooperare all'adempimento di quanto a ciascuno viene inculcato. La fregata tunisina non potendo eseguire il suo armamento che ancorata a Levante del molo, o pure nella rada intermedia fra Capo Cartagine e la Goletta, la fregata Cerere vien destinata a procurare d'abbordarla direttamente, quando la circostanza della posizione del legno nemico glielo permet.ta venendo protetta in tale operazione immediatamente dalla Fregata Sirene. Ad eseguire ciò con maggior precisione è indispensabile che la squadra col favo r dell' imbattito regolare de' ve nti del 4° quadran te s'introduca di giorno nel golfo colla maschera della bandiera inglese, onde rettificandosi bene la posizione del Legno nemico, la manovra non fallisca per la sua esecuzione. La Cerere si manterrà di prua alla squadra, ed avrà di poppa a rimorchio la s ua Lancia e Barcaccia, come pure la lancia e barcaccia della Minerva armate di tutto il punto e pronte al bisogno. In tal modo disposte le cose, la squadra senza formazione alcuna s'incamminerà all 'operazione e la Cerere giunta a segno di ben conoscere la posizione della fregata nemica, vedrà se può riuscire d'abbordarla per eseguirlo immediatamente; nel caso contrario si situerà al suo costato al più presto, e col cannone prodmrà il maggior danno possibile. In questo mentre la lancia e la barcaccia del vascello e la lancia e la barcaccia della Sirena armate si porteranno a 1iunirsi agli altri bastimenti da remo esistenti di poppa, o al costato della Cerere e farà l'istesso la Barcaccia della Sirena guarnita d'un tonneggio. Potendo la Cerere riuscire d'abbordare la Fregata nemica, le lance e Barcacce a1mate coopereranno a tagliare sollecitamente i suoi ormeggi e prendendola a rimorchio, tirarla fuori; diversamente dopo che la Cererc avrà prodotto col cannone del danno positivo al nemico, al primo cenno che gliene darà il Comandante di detta fregata, correndo in una linea di fronte a voga battuta sulla fregata nemica, le Barcacce romperanno un vivo fuoco colla Fucilieria e colle cannonate ed obici a mitraglia e le lance l' abborderanno per impadronirsene.. ... Qualora entrando nel golfo, si vedesse all'ancora fu ori il Porto Farina qualche corsaro nemico, in questo caso la Sirena viene incaricata di manovrare per distruggerlo, e siccome attaccandolo immediatamente potrebbe prodmTe uno sconcerto all'altra operazione accennata, così la Sirena mantenendosi sui bordi colla bandiera inglese, procurerà di non dare alcun sospetto, se non dopo che crederà che la Squadra sia giunta a segno per poter principiare la sua operazione ... ... I bassi ufficiali soldati e marinai che dovranno equipaggiare dette lancie saranno gente scelta per la loro robustezza, e coraggio, e verranno questi comandati dai seguenti uffiziali:
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A. S. N., Affari Esteri, Fase. 4226, 13-4- 1805.
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Vascello
Barcaccia: Cav. Balsamo Casovich Lancia: Acton Maurich Sirena Barcaccia: I0 Guadiamarina Lancia: Hantaver Minerva Barcaccia: Brunaccini Lancia: Thurn Cerere Barcaccia: De Raffaele Cacace Lancia: di Palma Guardiamarina Gli uffiziali in comando delle lance e barcacce sosterranno a bordo cli esse il più perfetto ordine e la maggiore disciplina... " 7 1.
La perfetta operazione da incursori navali descritta nel singolare documento, estremamente moderna e accorta in ogni dettaglio esecutivo, implicava però a carico degli equipaggi un capitale di coraggio, assolutamente inusitato per le future azioni del genere in epoca contemporanea. Infatti in caso d'insuccesso o di cattura, per quegli uomini, non sarebbe stata la morte o la prigionia la peggiore delle sorti, nè avrebbero potuto invocare alcuna convezione internazionale, nè meno che mai il semplice rispetto dei più elementari diritti umani, ma la schiavitù perpetua, presso un nemico fanatico ed inumano, rappresentava la certezza del destino. Nonostante ciò cli episodi ciel genere se ne tentarono, con vari esiti, molteplici. Molto più concretamente e modestamente però il generale Forteguerri prospettava all' Acton, proprio in quegli stessi giorni, la possibilità cli difendere le coste siciliane mediante l' impiego di piccole unità cannoniere: "Eccellenza, La Maestà del Re in questa sera mi ha riscontrato, che l'E. V. spediva in breve la divisione del Vascello, Fregate e Corvetta per un poco di corso contro la squadra Tunisina che si dice prossima ad uscire, e sarà molto opportuno. Cotesto Senato avvisò nelle settimane scorse che tutti i bastimenti da es so noleggiati per caricare grani in Puglia e Abruzzo si erano fermati in Messina, nè volevano continuare il loro viaggio senza scorta, il che teneva inquieto per la sussistenza di codesta Capitale j feci partire i detti Bastimenti da Messina con incarico di fare nell'Adriatico i loro caricamenti, e pure ferrnarse riunitamente a Brindisi perché se a quel tempo potrà accostarsi la divisione dei legni da guerra sarebbero stati scortati. Ho luogo a credere che queste isole si preparino a volersi difendere contro gli sbarchi minacciati dai Barbareschi j l' Ustica ha chiesto una Cannoniera per armarla con la sua Marineria, e un Capo Artigliere della R. Marina, e per il resto vi penserà il paese stesso a impiegarla nell'occasione; se prende piede questa vocazione di riceversi in vari luoghi della costa del mezzo giorno della Sicilia qualche lancia Cannoniera da armarsi dalle marine stesse nascerà una nuova difesa sempre permanente nei luoghj esposti, e senza quasi la minima spesa per il regio Erario. Sono a chiedere all'E. V. l'approvazione di tentarsi da questo anno la permissione agli Armatori particolari in Sicilia di agire contro i barbareschi, per cui fornii il piano coITispondente j non l' incomodo con il dettaglio di simile operazione, ma solo desidero sapere se V. E. crede che posso disporre la creazione, e l'esecuzione j sono a credere che i Siciliani possano disimpegnare tale tentativo con i solerti incoraggiamenti, e con una certa scarsezza in cui si trova la nostra Marina e con le altre commissioni che deve disimpegnare, sarà forse opportunissima l'aggiunta di Corsari particolaii Lprivati]. E con il più distinto ossequio e rispetto Sono devotissimo Umilissimo Servo Bartolomeo FortegueITi S. E. Sig. Capitano Generale Acton Palermo 14 marzo 1801"72 •
L'azione francese, che si estrinsecò a Malta, ebbe logicamente un intuibile sviluppo a carico del Regno di Napoli negli anni immediatamente successivi, non facendosi peraltro mistero delle intezioni di conquista di Napoleone.
71 72
A. S. N., Affari Esteri, Fase. 4176. A. S. N., Affari Esteri, Fase. 4176.
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In conseguenza, per la seconda volta nel corso del suo lunghissimo regno, Ferdinando IV si vide costretto ad abbondonare Napoli, riproponendo nel 1806 il pavido copione della fuga a Palermo sotto la protezione brit.annica, per una 'vacanza' però notevolmente più lunga. La vincolante alleanza inglese, quasi scelta obbligata, valse in tale circostanza ancora una volta a scongiurare il tentativo attuato dal nuovo re di Napoli, Giuseppe Bonaparte, di invadere anche la Sicilia. Le sue truppe, infatti, sbarcate a Messina vennero respinte da quelle inglesi, aiutate dai popolani siciliani. L'azione dissuasiva determinante fu attuata dalle cannoniere britanniche che, di fatto, chiusero lo Stretto, bloccando ogni ulteriore arrivo e rifornimento francese.
CAPITOLO NONO
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Il Regno delle Due Sicilie
L'esilio di Ferdinando IV a Palerrno La presenza cli un nutrito contingente militare inglese di stanza in Sicilia, circa 17.000 uomini, ebbe immediate ripercussioni positive per l'isola, sotto molteplici aspetti. L'acquartieramento della maggior aliquota cli quelle forze, assunto a piazzaforte britannica mediterranea per antonomasia divenne il Castello di Milazzo. L'ai"ticolato complesso difensivo infatti ospitò mediamente 15.000 soldati, mentre nella sottostante rada stazionava, negli intervalli operativi, la temibile squadra navale. Lo stesso lord William Bentick, vi compì frequenti visite. Da tale base, vero perno strategico, vennero lanciate dall'ammiragliato le reiterate spedizioni offensive contro la Calabria e contro le coste napoletane, malamente protette dall'esercito murattiano. li 30 giugno del 1806, ad esempio, eia quella, salpò la divisione dell'ammiraglio Sidney Smith, con a bordo 5.000 uomini agli ordini del gen. J. Stuart, che si sarebbero battuti, vittoriosamente, dopo Jo sbarco a S. Efem ia, contro i francesi del gen. Reyner. Ed ancora l' 11 giugno 1809, dalla stessa rada, prese l'avvio la rilevante operazione anglo-borbonica, contemplante l'impiego di 15.000 soldati - al comando onorifico ciel principe Leopoldo di Borbone, ma sotto la competente guida ciel solito Stuart, diretta alla riconquista delle isole ciel golfo di Napoli. Scortavano i trasporti le navi dell'ammiraglio Martin: il 24 giugno, dopo pochi combattimenti Ischia e Procida vennero occupate. Altre anologhe imprese, sempre coronale eia esito positivo, videro gli anni 181 1 e 1813, infliggendo uno scardinante stillicidio cli umiliazioni militari, al regime fantoccio partenopeo 1• Per tornare agli accennali vantaggi derivati al Regno da quella ingombrante tutela, va sottolineato innanzitutto il vivido riattivarsi ciel commercio interno, da decenni miseramente languente. Punte di inusitata prosperità si attinsero in quello scorcio storico, con fortissima rivalutazione della proprietà immobiliaria, e con un propizio stimolo agli scambi agevolati da una più libera navigazione. TI ritrovarsi infatti "alleati" alla prima potenza navale, costituì una paralizzante remora per i corsari barbareschi, che pur non troncando nettamente la loro sordida attività, la diressero contro prede meno rischiose e compromettenti. L' intero decennio trascorse quindi per la Sicilia in un contesto esistenziale, non solo inedito, ma fortemente progressista. Non scomparve ciel tutto la necessità dei convogli navali scortati, ma scomparvero le pazze esplosioni cli furia popolare aizzata dalla fame: quegli stessi convogli infatti assicurarono, in caso di riduzione del raccolto, gli apporli ciel mercato americano, calmierando le immancabili speculazioni. Non è affatto conseguenziale eia quanto rilevato dedurre un abbandono delle opere cli difesa costiera statiche, poiché se la corsa istituzionalizzata mostrava timore, quella minore, selvaggia e beluina, non si peritava certo cli compiere qualche puntatina razziatoria. Pertanto le torri riebbero il loro prestigio - anche da parte dell'altezzoso alleato - e nuovamente si sottoposero ad ispezioni accurate, a manutenzione costante ed a riarmo. Persino il personale si vide fatto oggetto cli più oculate selezioni, e responsabilizzato coerentemente alla rnanzione affidata. Testimonia quanto affermato il successivo documento - un Memoriale sulle Torri di Deputazione del 1805 - che tra l'altro ci consente di vagliare l' armamento e l'affidabilità dell'apparato antincursivo al momento.
1 Sull'argomento cfr. U. BROCCOLI, Cronache militari e marittime del golfo di Napoli decemzio jìw1cese, Roma 1953.
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362 362. La Sicilia in epoca borbonica.
"ISTRUZIONI PER LE TORRI DEL REGNO DI SICILIA Ecc. mo Sig. T ra le cure della dep. ne di questo Regno si è considerata sempre per una delle principali quella della Direzione e governo delle Torri di sua ispezione. Nel principio dell'attuale sede di questo Mag.ro ne fu affidata la incombenza al condeputato Prin.pe di Butera, e per la di lui assensa al difunto Mare.e Vanni, e per la di lui morte venne affidata al condeputato Mons. Don Berengario Gravino. Questi premuroso di far che negli attuali critici tempi, ne' q uali li Barbareschi hanno attentato, ed attentano incursioni dannose al commercio, a tutte le popolazioni de l regno, ed ai trafficanti Ue Torri tutte corrispondano alle parti del proprio istituto è stato seriam. te applicato con inavanzabile zelo a dare all'effetto le dis posizioni necessarie ed all.ive. Nello esame delle cose, e in tutto ciò, che di grado in grado ha operato, e provveduto, ha ravvisato con notabile suo 1increscimento qualche disordine e nella condotta degli artiglieri e soldati e caporali addetti al servizio delle torri, e nella vigilanza e cura de' rispetti vi sopraintendenti locali. A riguardo ha richiamato a se tutte le leggi Parlamentarie sullo assunto, gli obblighi di ognuno le prescrizioni e li regolam.i, che di tempo in tempo s i sono dati per la direzione, e governo delle Torri, e tutto ciò che riguarda l'amministrazione di q .sto dip,u-timento, per vedere così come stabilire una volta il buon ordine, e la esatta custodia delle Torri.
È a lui riuscito plausibihn.e q .sto disegno, con somma s ua seria applicazione, e studio, ha regolato di fatto alcune cose per la più esatta esecu .ne delle leggi; ha agg iu nto agli obblighi antichi deg li a rtiglie ri, caporali, e soldati e dei sovraintendenti dc' nuovi , onde non mancare ai propri doveri, ed ha stabilito d iversi articoli perché in avvenire con effetto le Torri potessero corrispondere alle parti tutte del loro istituto e ne ha formato le nuove istruzioni. Questa Dep.ne intanto si ravvisa nella necessità di rassegnarlo, come sà a V. E. che con tanto zelo per il Reale e pubblico servizio, onde si com piaccia di approvarle e di accordare alla Depur.a7.ione il permesso di poterle fare stampare, onde curarsene in tutto i tempi di avvenire la esaua esecuzione. E con pieno ossequio ci riprotest.iarno di V. E. Pal.o 9 ott. e I 805
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Il Regno delle Due Sicilie
Per la rapp.za del G.entc de Bourcard dc' 16 dello spirante ho rilevato i ris ultati delle visite de lle Torri le osservazioni, fatti dai Direttori ciel genio e di Artiglie ria Brigadiere GuiJJamat, e col.o Salinero, e le misure proposte dai med.m i per mettere le Torri stesse in istato da corrispondere a l l'oggetto della loro istituzione, onde assic urare la q uiete del Regno, a llontanandone gli Africani. che sempre mai tentano di eseguirvi delle scorrerie. Ma b isognando tempo e dispendio per le proposte misure di aumento d i artiglieria nelle Torri, esistenti, cli riedificazione di Torri abbondonate, o dirute, e di addizione di Torri novelle in qualche punto del Littorale ed esigendo l' urgenza che si provveda alla meglio, e sollecitamente, in veduta delle incominciate scorrerie de' barbareschi, a lla difesa dc' minacciati punti del Regno, ho pertanLo riso luto, che con tutta sollecitud ine si facciano alle Torri esistenti quelle riattazioni puramente necessarie, che ha proposte il Brigadiere Guillarnal, e si provvedano le Torri s tesse cli munizioni. ed ordigni pel manegio de lle artig lierie che vi sono, e ciò secondo la proposta del Colonnello Salinero. A tale oggetto il G . ente de Baucartcard ripeterà da Guillamat il notamcnto di ciò che è necessario farsi in ciascheduna Torre per assunti del Genio; e eia Solinero il notamento delle cose che in c iascheduna Torre necessita per gli assunti di artiglieria, e trasmetterà a me quei notamenti, s pecificando a chi appartenga c iascheduna TotTe, onde passandosi dai notamenti a che convenga, si eseguano le riattazioni e la provvista de' generi e degli ordigni a spese di coloro alla mi amministrazione e soggetta ciascheduna Torre. Rispcllo poi alla edificazione di nuove Torri, all'aumento di artiglieria nelle Torri esistenti, cd alla riedificazione delle abbandonate, o dirutc, ho risoluto che il p.ente de Bauecard disponga che i due Direttori del Genio, e dcli Artiglieria facciano fare con maggiore esattezza le visite de' luoghi , che stimeranno a proposito, e dieno i risultati e tutte le notizie di fatto e tutti gli schiarimenti che saranno necessari a l Governo per imprenderne le ulteriori risoluzioni sopra tale importante oggetto. La onde resto intesa V. S. per sua notizia ed uso conveniente. N. ro Sig.la ser.i come desidero. Palermo 29 marzo 1804 Il Pri.pe di Cutò Alla Dep.ne del regno. Se il buon regolamento delle TotTi destinate alla custodia del Littorale di q.o regno ha rich iamato in ogni tempo le provvide cure dell'lll.ma Deputazione del regno al di cui governo sono affidate, la feroce temerarie tà dei corsari barbaresc hi sperimentala in questi ultimi anni, a danno di non poche famiglie ha risvegl iato la di lei più premurosa attenzione e particolarmente dell'Tll.mo e rcv.rno Monsignor D . Berengario Gravina Deputato di questo ripartimcnto. Di suo ordine perciò si sono raccolti tutti gli ordini in vari tempi diramati per q uesto imporLante oggetto taluni si sono regolati altri si sono aggiunti, e del tutto in q ueste istruzioni si è disposto un coordinato sistema affinché si dia uno stabile riparo agl'inconvenienti che han no dato rnot.tivo a non poche lagnanze. In fi ne di questa istruzione si trova il numero e l'ordine di tutte le Torri coi rispettivi sopraintendenti: alcuni dei quali sono noti e stabil i allli si scelgono ad arbitrio della Deputazione.
Capo l Dei Torrari e loro doveri J. Numero e qualità dei Torrari
In ogni Torre vi deve essere un Caporale un Artigliere ed un Soldato, tutti e tre soggetti al sopraintendente destinato per quella Tone. In talu ne vi sono q uattro offiziali o due come si osserva nella mappa di tutte le Toni. 2. Il Cap.le è il superiore e suoi obblighi Il Caporale è il Su peri ore e quindi l'Artigliere cd il Soldato ubidiscono al Caporale come incombenzato principalmente della c ura delle Torri. Egli deve notare i mancamenti dell' artigliere e soldato e per questo e per tutte le fedi che dee firmare e sottoscrivere egli deve leggere e scrivere bene.
3. Residenza Tutti e tre questi Torrari sono tenuti ad abitare giorno e notte nella Torre ed ivi dormire. La sera tirino la scala al di dentro della Torre ove le scale sono mobili. 4. Vicenda di della residenza Nei mesi di Dic.e Gen.o Fehraro .M arzo ed Aprile li sud.i tre ufficial i (purché non sieno tempi sospetti) godono della vicenda cioè che uno di loro per una settimana si può allontanare dalla Torre restandovi gli altri due. La prima settimana la goda il Caporale, la seconda l' Artigliere, la terza il Soldato. Nell'altri sette mesi dell'anno non si accorda questa vicenda ma occorrendo di farsi le provvisoni di commestibili o altro il Caporale può destinare uno dei due offiziali, che può star lontano dalla Tone al più due giorni alla settimana. Ma ogni vol ta che accada questo allontanamento si faccia coll'intelligenza del sopri ntendente.
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TI Torraro che si allontana dalla Torre nei lempi di dette vicende debba camminare colla Berretta lunga cli pelle nera in capo coll'impronta di rame dell'Illustrissima Deputazione per essere riconosciuto e rispettalo da tutti. La Deputazione distribuirà a ciascuno questa berretta coIJa sua impronta ma ciascheduno poi deve curare di conservarla e rifarla a s ue spese.
5. Si vietano le sostituzioni li Caporale Artigliere e Soldato sono obligati a servire personalmente. senza permettersi sostituzione anche per brevissimo tempo. Se al ricapito delle presenti non si troveranno personalmente nelle Torri rispettive allora si sentano decaduti dell'impiego, e hÌ Deputazione passerà all'elezione di altri soggetti.
6. Che de ve osservarsi in caso di malauia o di morte dei torrari Se accade malattia di alcuno di detti officiali se ne dia subilo avviso al sopraintendente il quale dovrà provvedere la Torre d' un interino dandone conto alla Deputazione ed at.lendendo gli ordini eventuali.
7. Guardia Tutti e tre sono obbligati a far la guardia di giorno e di notte guardando con auenzione verso il mare e verso la terra fin dove si scopre dalla Torre. 8. Vicenda di d.a guardia. Questa g uardia si deve fare da essi a vicenda, la vicenda deve ripartirsi dal Caporale, e deve cominciarla esso Caporale. Se vi è difficollà per questa vicenda si ricorra al sopraintendente. che determinerà il metodo da osservarsi.
9. Fani di sicurezza Ogni sera alle ore 24 non scoprendosi alcun legno sospetto, il Caporale dee fare eseguire il segno di sicurezza, che volgarmente si chiama Fano. Alza ndosi dalla sommità della Torre un fascio di buse, o roselle accese in punta cli un'asta e ciò finché la Torre vicina posteriore corrisponde alzando il simile fano.
10. Segno in caso di legno nemico o sospeuo Ma se si scopre qualche legno nemico o sos petto debbono farsi i scg'ni come s iegue cioè, se ciò accade di giorno chiaro, dall' alto della Torre si faccia un fono che deve durare finché le due Torri collaterali rispondano coll'istesso segno. Se lo scoprimento accade di notte o di giorno anncbiato, il segno s i faccia con un fascio di buse o rosclle accese, il quale dovrà abbassarsi tante volle quanti sono i legni scoverti e se questi legni o ltrepassano il numero di dodeci, allora il segno dovrà farsi girando il fascio acceso un ora continuame nte attorno la sommità della Torre finché le due Torri collaterali co1Tisponclano coli' istesso segno. Se però scorsa l'ora le due Torri collaterali non avra nno COITisposto col loro segno, allora si tirerà un colpo di mortaretto o sia mascolo per risvegliare ed ammonire quelli officiali. Se mai le Torri collaterali daranno i segni in forma diversa l'altra Torre convicìna non preferisca di corrispondere i segni in quell 'altra forma .
i 1. Segni da farsi quando i legni sospelli si avvicinano alla spiaggia Allorché il leg no nemico o sospetto si avvicina alla spiaggia o dà fondo a qualche seno, o cala si dia il segno dello sparo di un mortaretto o sia mascolo. E se tali legni sono più allora lo sparo si faccia di due mortareu.i. E ncll'isteso tempo si tenga per un'ora acceso il lume sia cli giorno, s ia di notte affi nché i legni amici, e gli abitanti vicini siano avvertili ciel pericolo.
/2. Segni da.farsi in caso di sbarco Ma se il legno nemico uno o più metteranno gente atterra o farà disbarco allora oltre al segno del ltune la ToITe per ora farà lo sparo di quattro mortaretti e suonerà la Brogna. 13. Notizie da darsi al so1Jrai11tendente di tali segni e pericoli Il Caporale de bba immediatamente dar notizia al s uo sopraintendente di tutti questi rispe ttivi avvenimenti, come dar conlo cli segni dati e del li corrispondenti avvisi fatti delle To1Ti collaterali e se il sopraintendente vi cerca la fede di tutto ciò, il Caporale subito la faccia e la sottoscriva.
14. Asilo e ajuto che del'(mo darsi in questi incontri a passegieri e paesani Oltre a questi segni gli Individui delle Torri debbono dare asi lo a qualunque vorrà ricoverarsi nella medesima in caso di pericolo somministrando gli ajuti occorrenti ai passegieri ed ai paesani, nel ché si guardino di usare qualunque menoma a ngheria ed aggravio.
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Il Regno dette Due Sicilie
T utto ciò però non sospende la guardia sulla Torre. Eccello questo caso non permette a niuna persona di salire e di venire nell.a Torre senza il permesso della Deputazione e del sopraintendente; e succedendo il rifcrilo caso di pericolo in cui si ricovererà persona alcuna nella T01Te subito il Caporale ne dia notizia al soprintendente. 15. Pene ai trasgressori
Il To1Taro che abbandona la Torre oltre la pena della privazione dell' impiego starà soggetlo alle pene prescritte nelle istruzioni del Conte Olivares e di altre pene ben viste alla Deputaz.ione del Regno.
Capo II Delle provisioni da tenersi nelle Torri e loro uso
l . Fascine buse e roselle Affinché non manchi la materia combustibile nelle Torri il rispettivo Caporale debba tenerla provvista abbondantemente di frasche, buse, roselle, indicate nel Capo primo 9 e I O.
2. A rLiglieria e 1nun.izioni Vi sia anche nella Torre il numero prefisso di Cannoni Mortaretti palle polvere ed ogni altro per uso dell'artiglieria, e nella mappa che si legge in fine di queste istruzio ni si descrive il n° dei Cannoni e fuci li che tiene in ogni To1Te la Deputazione.
3. Responsabilità del Caporale e jìdejussione che dee prestare Queste munizioni ed utensili sono in consegna, cura e responsabilità del Caporale il quale dee prestare la fidejuss ione nell'atti del M.ro Notaro della Deputazione prima del suo possesso e rinnovarla ad ogni richiesta della mcd.a in caso di morte o di deteriorazione del fidejussore. Egli dunque dee Lenerle sotto chiave e nella sua assenza dalla Torre nei casi prescritti nel Capo primo 4, allora le munizioni colla chiave dee consegnarle all'artigliere, ed al suo ritorno deve riceverne la riconsegna. 4. Ciò che dee osservarsi nel consumo delle 1nun.izioni Tullo ciò che di esse munizioni di tempo in tempo giusta le occorrenze stabilite nel Capo primo 10 e seguenti si consumerà dal Caporale si noti in un libretto a ciò destinato ove descriverà il nu mero delle scariche, i giorni, in quali c ircostanze, ed il consumo fatto e ne dia conto al sopraintendente. 5. Certificato d'ogni quadrimestre sull'esistenza e bisog110 di atlrezzi militari munizùmi ed altro Ogni quadrimes tre cioè il primo gennaro, maggio e settembre d'ogni anno, tutti e tre gli officiali d'ogni TotTe devono fare un certificato delle munizioni ed attrezzature militari che esistono nella Torre e di quello che vi abbisogna d' artiglieria attrezzi militari, munizioni, ed anche cli fabbriche. Se l' artigliero o il Soldato non sapranno scrivere il Certificato sudetto, si faccia per atto di pubblico Notaro: si porti al sovraintendente, e colla di lui visa si rimetta alla De putazione. 6. Simile certifìcato del co11sumo fatto delle nwnizioni In un altro simile certificato, nei tempi stessi i tre Officiali sudetti facciano il conto di carico e di scarico delle munizioni secondo il consumo fattosi nella Torre. Questo certificato del consumo dee essere corrispondente alla nota cavata dal libretto che come sopra 4 deve tenere il Caporale, anche che questo certificato deve essere sottoscritto dai tre officiali o fatto per atto pubblico notariale e visato dal sopraintendente si rimetta alla Deputazione. I Notari gratuitamente facciano questi certificati dandone le copie al Caporale poiché si tratta di pubblico servizio. Senza di questi certificati non si possa spedire penino di pagamento ciel soldo di detti officiali come nel Capo lll si dirà. Nelle Torri però ove il Caporale è stipendiato dal sopraintendente locale la conzegna, cura, e responsabilità di quelli aurezzi militari e munizioni, si faccia all'artigliere o al soldato che riceve soldo dalla Deputazione e questi dee prestare la pleggeria con tutto il resto degli oblighi prescritti di sopra.
Capo III Dei Soldi dei Caporali Artiglieri e Soldato ed altri diritli Non possono gli ufficiali residenti nelle Toni conseguire il loro rispettivo soldo se prima non adempisca le infras.tte condizioni
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!. Certificato del sopraintendente Primo dee precedere il Certificato del Sopraintendente locale ogni quattro mesi di cui assicurare di a ver essi prestato il personale servi zio della Torre con aver eseguito quanto loro viene prescritto ne i Capi I e II di queste istruzioni senza aver commesso noncuranza veruna. Deve pure il sopraintendente rimettere l'altro certificato dell' esisten za dell'attrezzature militari e munizioni esistenti in quella Torre.
2. Certificati dell'ofjiciaLi I Sopraintendenti devono rimette re alla Deputazione li delli due certificati prescritti agli officiali al 5 e 6 de l Capo II e vista da essi sopraintendenti. Questi certificati rimessi ali' lii.ma Deputazione da l di lei Nazionale debbano recuperarsi involumars i e conservars i. Nella Poliza del pagamento si faccia menzione di essersi ne lla Contadoria recuperati questi certificati. Si avverte che gli officiali sudetti per conseguire il pagamento del loro soldo nulla devono pagare per diritto di detta poliza o di altro. Gli officiali della Torre possono far legno mono nei luoghi convicini alla Torre e nessuno ciò l'impedisca da poiché servono per li fani e per loro uso. Il sopraintendente locale però badi che non facciano abuso di q uesto diritto. In oltre possono profittarsi de l terreno intorno alla Torre per tanto s pazio quanto ché l' altezza de lla Torre.
Capo IV Dei Sopraintendenti e dei loro doveri
1. Curino L'osservanza dei doveri delL'ofjiciali I Sopraint.i locali devono curare l'osservanza ed esecuzione di t.utlo ciò che nei tre precedenti Capi s i è imposto agli officiali delle Torri e tulle le fedi avvisi e raguagli che da loro ricevono devono immediatamen te parteciparlo alla Deputazione per via dell ' III. mo Deputato del Ripmtimento delle Torri.
2. Vista Ma oltre a ciò corre obligo al sopraintendente di far la vista ogni quadrimestre nella Torre di sua ispezio ne, per osservare l' esistenza dell ' artiglieri a attrezzi militari munizioni ed ogni altro che da l la Deputazione è stato dato in consegna del Caporale e se tutto esista in buono stato. Se parte della munizione è s tata consumata confronti il consumo colle munizioni e certificati ricevuti dal Caporale nel corso di quel quadrimestre.
3. Certificati di buon stato della Torre Se rilieva q ualche frode nel Certificato del Caporale lo avvisi alla Deputazione, se però trova tutto uniforme alla verità, sottoscriva il sopraintendente il certificato e lo mandi alla De putazione. Se ritroverà nell'aitiglieria o attrezzi militari esservi necessario qualche accomodamento o rifazione, o nelle fabbriche qualche riatta7.ione ne dia subito il ragguaglio alla Deputazione. All'incontro se tutto è in regola e non vi è bisog no di alc una surrogazione o opera dia anche di c iò l'avviso alla Deputazione.
4. Certijìcato del servizio dell 'o.fjiciaLi da rime/tersi ogni quattro mesi Oltre a q uesto av viso ogni q uattro mesi debbono i sopraintendenti rime ttere alla Deputazione il certificato de l buon servizio personalmente prestato nella Torre dal Caporale artigliero e Soldato sen7.a il quale certificato non possono consegui re il loro soldo come si disse al Capo IIT. 5. Sostituzione che possono jàre i sopraintendenti I sopraintendenti che abitano in Palermo dovranno commettere le dette visite e certificali a qualche persona onesta ma debbono avvisare alla Deputazione in persona cli chi siasi eseguita la sostituzione.
6. Sopraintendenti che a11110 obligo di mantenere officiali nelle Torri Sebbene taluni soprainlendenti anno l'obbligo di mantenere a loro spese uno o più degli officiali che vi servono tuttavia non devono essi tralasciare di rimettere alla Deputazione gli anzidelti certifirnti anche sul buon servizio prestato da q uelli official i dovendo la Deputa7.ione restare pienamente informata tanto degli individui che servono, quanto della loro condotta. Cotali sopraintendenti si descrivono qui sotto. L'Ill.o Pr.pe di Lampedusa sopraintendente della ToITe di S. Carlo è obbligato a mantene re a sue spese due soldati in quella Torre giusta l'appunto 30 Maggio 1637.
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TGiurati di Patti sono o bbligati a mantenere a spese de ll' università il Caporale e due soldati sulla Torre Marina di Patti. L'lll.1110 Duca di Monteleone è obbligato a man te nere a sue spese l'artigliere nella ToJTe di Porlo Palo in virtù cieli' obbligazione dei 21 agosto I 670. L' Ill.rno Duca dì Pirajno obbligato a mantenere a sue spese il Caporale e due Soldati nella Torre di Pirajno come per contratto de' 30 aprile 1641.
7. I sopraintendenti obbligati al manrenimento delle munizioni Nel modo stesso siccome taluni sopraintendenti hanno l'obligazione di mantenere a loro spese la sufficiente munizione di palle di ferro polvere palle di piombo miccio pietre focali ed ogni altro cossì non devono lasciare di rimettere alla Deputazione i certificati del Caporale intorno all 'esistente di dette munizio ni colla visa del sopraintendente come si è prescritto al Capo II 5 e 6. Cotali sopraintendenti sono i sequenti. lii.o Pr.pe di Carini nelle Torri Molinazzo, Pozzillo, Albae e Toleda, di cui è sopraintendente giusta l' app. to del 6 agosto 169 1 lii.o Conte di Sanseverino nella Torre Scopello giusta la patente dei 19 fcbbraro 1751 14 agosto 1758. Tll.o Duca di Terranova ne lla Torre di Porto Palo giusta l'atto dei 2 1 agosto 1670. Il Pr.pe di Aci nelle T orri Trizza e Faraglione giusta l'obbligazione dei 18 marzo 1690. Ili.o Pr.pe della Cattolica nelle Torri Felice Marinata Monterosso Monterossello in virtù d'appuntamento dei 14 Fcb.o 172.l. B.ne Michelangelo Collotti di Castelbuono nella Torre di Fontanetti giusta il contratto in Notar D. Giovanni Battista Merito sotto li 6 aprile I 805.
Capo V Dei visitatori da destinarsi dalla Deputazione 1. Tempo di queste visite O gni anno o almeno ogni quatriennio L'Tll.a Deputazione del Ripartimento delle Torri destinerà una persona informata ed onesta per fare la rivista generale di tutte Je Torri.
2. Oggetti della visita Deve il visitatore osservare I' artiglierie loro casse e ruote gli attrezzi militari le munizioni e le Fabbriche. Peli' Artiglierie deve esaminare se esistano ne l modo come sene fatta conzigna ai Caporali rispettivi e nel modo come anno descritto nei loro certificati , di più se sono atte al servigio o hanno bisogno d i rifazione o accomodi. Per le munizio ni dee osservare se sono nella quantità consegnata e descritta nelli certificati e se sono di buona condizione. Pelle fab1iche dee rilevare se hanno bisogno di riattazio ne e se si sono fatte a dovere q uelle prescritte dopo la visita precedente.
3. Nuova consegna daJàrsi ai Caporali Dopo questo esame dee far una nuova consegna al Caporale d 'ogni Torre per atti di publico Notaro: ove non vi è Caporale come nelle TotTi di S. Anna, d'Ursa, di Pilajno e Marina cli Patti la consegna si faccia all'artigliere o al soldato.
4. Se gli ()f/ìciali e i sopralllindenti hanno adempiuto i loro doveri T1 Visitatore dee informarsi se gli officiali destinati nella Torre abbiano esegu.ito a dovere gli oblighi clesc1itti nel Capo I e II. Dee anche informarsi se i sopraintendenti hanno dato alla Torre rispettiva quella cura, che è descritta nel Capo III: se esistono gli officiali da loro stipendiati, descritti al Capo IV 6, c le rnuniz.ioni che sono obbligati a mantenervi, come si è eletto al Capo IV 7. 5. Se gli officiali sono aui al sen1izio In oltre dee osservare se gli officiali residenti nelle Torri sono atti al servigio, e se non sono per infermità passegiera, o per avanzata età o altra circostanza. 6. Ricorsi da farsi al Visitatore Finalmente dee il Visitatore ricevere i memoriali degli officiali le memorie dei sopraintendenti e gli altri ricorsi che a lui si faranno a carico degli officiali e dei sopraintendenti e presentarli alla Deputazione del Riparti mento.
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7. Discarico della visita Ritornato in Palermo il visitatore faccia la fede di tutto ciò che hà osservato rispondendo di Capitolo in Capitolo a tutto ciò che è stato prescritto in questo Capo V.
Capo VI Scrittura da tenersi dall'Officiale della Depucazione L' Officiale del Ripartimento delle Torri colla direzione del Raz. le dee tenere due libri.
J. Conto dell'artiglieria ed attrezzi 1nilitari Nel primo si aprono tanti conti quante sono le ToITi ivi si notino !'artiglierie ed attrezzi militari conzegnate al Caporale: ogni quattro mesi curerà di aggiungere i certificati dell'esistenze e buono stato delle sudette come sta prescritto nel Capo II 5 e confronti tali certificati col suo libro per rilevare l'esistenza ed il buono stato dei medesimi, e se ricaverà aver bisogno di surrogazione o riattazione curi che dal I' Ili.o Deputato del ripartimento se ne diano le convenienti disposizioni. 2. Conto di munizioni Nel secondo libro tenga il conto delle munizioni consegnate al munizioniero della Deputazione e dargli debito di tutto ciò che avrà consegnato ai Caporali delle rispettive ToITi. Nel med.o aprirà il debito del Caporale coITispondente alla consegna fatta dal munizioniero ed al discarico, ed apoche che esso munizioniero presenterà al Caporale poi di tempo in tempo darà credito del veridico consumo fatto giusta il discarico firmato dal Caporale Artigliero e Soldato visato dal Sopraintendente come si hè detto al Capo II 6. Tutti questi certificati ed apoche devono ricuperarsi conservarsi ed involurnarsi nel!' officina del Razionale della Deputazione.
3. Ragguaglio da/arsi al Deputato se osserva mancanza Il medesimo officiale dee esaminare i certificati tanto del servigio degli officiali delle Torri quanto degli attrezzi militari e munizioni se sono fatte giusta le regole prescritte nel Capo Il 5 e 6 e se vi è attrasso di detti certificati overo se non sono fatti a tenore del detto Capo Il subito ne dia notizia allo Hl.o Deputato del Ripartimento affinché dia le convenienti providenze. Si replica che nelle polize dei pagamenti dei soldati dell'Officiali si faccia menzione di essersi recuperati tali certificati. Capo VII Del Munizioniero Il Munizioniero generale conserva la polvere, palle, miccio, ed altri attrezzi necessari al disparo dei cannoni e mortaretti delle Torri ed egli la distribuisce alle rispettive Torri.
/. Oblighi del Munizioniero Il Munizioniero dopo che sarà manipolata la polvere e formate le palle ed altri attrezzi giusta il partita ne farà l'apoche a favore della Deputazione della quantità e qualità d' ogni genere che riceve. Riporterà all'incontro l'apoche dai Caporali della polvere palle ed attrezzi che loro consegnerà e darà ogni quattro mesi il conto del ricevuto e del dato, presentandolo al Razionale della Deputazione ed ogni anno dee riportarne dal Deputato del Ripartimento la quittanza dopo la relazio ne del Raz.e.
Capo VIII Oblighi del Procura/Ore della Deputazione J. Dee curare l'adempimento dell'ohligo della conservazione dell'artrezz.ature m.ilitari e munizioni Qualora dai certificati o altro documento si rileverà che manchino in qualche Torre gli attrezzi mili tari e le munizioni consegnate agl'officiali rispettivi se ne passi il documento al Procuratore della Deputazione il quale farà le convenienti istanze e dispoITà gli atti necessarij per costringersi i Caporali e gli officiali obligati e loro fidej ussori.
2. Dee curare la rinovazione delleJìdejussioni Come il Procuratore della Deputazione dee tenere la nota delle pleggerie prestate per cautela degli interessi della Deputazione, cossì cmerà che d i tempo in tempo secondo le legali occorrenze si rinovino le pleggerie prestate dai Caporali circa il mantenimento degli attrezzi e munizioni delle Torri.
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3. Dee curare il castigo dei trasgressori Curerà del pari che s'infliggano le pene contro i trasgressori delle istruzioni notate nei Capi I e II facendo le istanze e disponendo gli atti corrispondenti. 4. Dee curare che i pagamenti delle opere si facciano costando l'esecuzione di d. e opere Si diano al Procuratore della Deputazione le copie dei contratti ed obligazioni nelle fabriche e riattazioni delle Torri le copie altresì delle misure e relazioni dell'opere fatte, e non sì spedisca pagamento se prima non iiconosce il Procuratore che si sono fatte a dovere )' opere contenute nei partiti. 5. Rivegga la quantità prima di stipolarsi a favore del monizioniero Prima di farsi la qLLittanza al Munizioniero passino alla revisione del Procuratore della Deputazione i conti e la relazione del Razionale. Mappa Delle Torri dcll'Ill. ma Deputazione del Regno
1 - Isola delle Femmine 2- Pozzillo 3 - Orsa 4 - Molinazzo 5 -Alba 6- Toleda 7 - Guidaloca 8 - Scopello 9 - Iazzolìno IO - Scieri 11 - Roccazzo 12 - lsolilla 13 - Cofano 14- Nubia 15 - Alca grossa 16 - Tre fontane 17 - Polluce 18 - Porto palo 19 - NJacauda 20 - Marinata 21 - Felice 22 - Monterosso 23 - Monterosscllo 24 - S. Carlo 25 - Manfria 26- Insegna 27 - Vigliena seu Braccetto 28 - Punta di Pietra 29 - Scalambri 30 - Calamamemi seu Mazzarelli 31 - Vìndìcari 32 - Faraglione 33 - Prezza 34 - S. Anna 35 - Furnari 36 - Marina di Patti 37 - Pilaino 38 - Passo di Lauro 39 - Fontanella 40- Pietra della Nave 41 -Calura 42 -Grugno 43 - Colonna 44 - Acqua dei Corsari 45 - Posto di Fano di S. Mazzeo 46 - Posto di Fano di Modica
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Stato generale di tutte le Torri del litorale dell Isola di Sicilia che sono a carico dell' IJJ.ma Deputazione del regno dove si descrive l'esistenza dei Cannoni Fucili ed altri armi. Soldi annuali dei Caporali artiglieri e Soldati e loro sopraintendente con le rispetti ve obbligazioni. 1 - Torre dell'Isola delle Femmine
Sopraintendente l' Ill.o Conte Capaci egli ha obligo di provederla di polvere palle e miccio e farvi tutti gli accomodi e ripari delle Fabriche e fa legname restando soltanto a carico di detta Ili.a Deputazione le Casse e ruote dei cannoni e Barca per tragittare i To1rnri come per due appuntamenti dei 14 maggio e 19 aprile 1697 in essi si dava facoltà al Sopraintendente di elegere il Caporale Artigliero e Soldati e presentarli all'Ill.a Deputazione per spedirle le patenti .
Esistono in detta Torre n°4 Cannoni di ferro con sue casse e ruote di servizio cioè: nel di calibro da 9 altro di calibro da 7 altro di calibro da 5 altro di calibro da 4 Giochi d'armi2 per detti Cannoni: n°4 schioppi di servizio nel mascolo di bronzo d'avviso n°4 zuffioni sopra cavalletti Assistenti Soldi annuali Caporale ........................... 22 Artigliere ................. ........ 17 Soldato ......... ................ ... 17 Soldato .................. .......... 17 sommano.. ...........73 2 - Torre di Pozzillo
Sopraintendente l'Ill.o pr.pe di Carini egli ha l'obligo di provvederla di polvere palle e miccio e farvi tutti gli acconci e ripari delle fabriche e fallegname, restando soltanto a caiico cieli' lii.ma De putazione I' Artiglierie casse e ruote come per appuntamento dei 6 agosto 1691. In esse si dà la facoltà al Sopraintendente di eligere il Caporale artigliero e soldato e presentarli alla Deputazione sudetta per spedir loro le patenti.
Esistono in detta Torre n° 1 Cannone di Bronzo di Calibro da 6 con sua cassa e ruote di servizio Giochi d'armi per detto Cannone: n° 1 Maseolo di bronzo d'avviso n°3 Schioppi n° 1 Spingardo3 con suo cavallitto Assistenti
Soldi annuali
Caporale............... ............22 Artigli ero ...... ................... 17 Soldato............................ 17 sommano............ 56
3 - Torre Ursa Sopraintendente il Cellerario del Rente Monasterio di S. Martino, questa Torre deve essere provved uta di tutto dall 'Ili. ma Deputazione del Regno.
2 Per "giochi d'armi" si intendeva luLLO il complesso di armi cd attrezzi e pezzi di ricambio, necessario alla manovra, alla riparazione ed alla difesa dei pezzi principali. :, La Spingarda nel XIX secolo era una specie di grosso archibugio da posta, supportato da una forcella e postaLO sui parapetti dei muri che doveva difendere, uguale in definiti va al petriero da braga, con cui condivideva i s uoi compili. Lanciava intorno alle 5-6 oncie di piombo. Spesso era montata su cavalletto per un più facile e rapido spostamento.
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Esistono in detta Torre n°3 Cannoni di Bronzo cioè due di calibro da uno ed altro di calibro da due con sue casse a ruote Giochi d'armi per detti Cannoni: n°2 schioppi di servizio Assistenti
Soldi annuali
Guardiano............................ 17 Altro Guardiano.......... .. ....... 17 sommano........... ..... .34
4 - Torre Molinazzo Sopraintendente lii.o Pr.pc di Carini egli ha obligo di provederla di polvere palle e miccio e farvi tutti gli acconci e ripari delle fahriche e fallegnamc restando soltanto a carico deU'lll. ma Deputazione l'artiglieria casse e ruote come per appuntamento dei 6 agosto 169 l. In esso si dà la facoltà al sopraintendente di eliggere il Caporale Artigliere e Soldato e presentarli alla Deputazione sudetta per spedir loro le patenti.
EsisLOno in detta Torre n° 1 Cannone di bronzo di calibro da 3 con sua cassa e ruote 11°2 Mascoli di Bronzo d'avviso n°3 Schioppi n°4 Bajonette e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale ........................... 22 Artigliero........ ............. .... 17 Soldato .... ............... .... ...... 17 sommano ............ 56
5 - Torre Alba Sopraintendente l' I!l.o Pr.pe di Carini. Egli ha l'obligo di prevederla come si è descritto nella ToITe Molinazzo 11°4.
Esistono in detta Torre n° 1 Cannone di Bronzo di calibro da 3 con su sue casse e ruote n°1 Mascolo di Bro11zo d'avviso n°3 B,tjonette n°2 Spingardi e giochi d'anni Assistenti Soldi annuali Caporale...........................22 Artigliere ... ...................... 17 Soldato............. ............... 17 sommano............ . 56
6 - Torre Toleda Sopraintendente detto Ili.o Pr. pc di Carini. Egli ha l'obli go di provederla come si è dcscriuo nella ToITe Molinazzo.
Esistono in delta Torre 11°·1 Cannone di Bronzo di calibro da 3 con sua cassa e ruote n° 1 Mascolo di Bronzo d'avviso 11°3 Schioppi n°3 Bajonette e giochi d ' armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale ................ ...........22 Artigliero....... .. ................ I 7 Soldato.................. .......... 17 sommano .......... . 56
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7 - Torre Guidaloca
Sopraintendente l'Tll.o Duca deJla Ferla questa Torre deve essere provveduta dall'lll.ma Deputazione per appuntamento. Esistono in detta Torre n° 1 Cannone di Bronzo di Calibro da I con sua cassa e ruote n° 1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°3 Schioppi e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale.........................22 Artigliere ....... ................. 17 Soldato........................... 17 sommano........... 56 8 - Torre Scopello Sopraintendente l'lll.o Conte di Sanseverino. Egli hà l'obligo di provvederla cli palle polvere e miccio, gli acconci e ripari sono a carico dell'Ill.ma Deputazione come per appuntamento dei 19 f~braro 1751. In esso si da la facoltà al sopraintendente sudetto di nominare il Caporale artigliero e soldato e presentarli alla Deputazione per spedir loro le patenti. Esistono in detta Torre n° 1 Cannone di ferro di calibro da 2 con sua cassa e ruote. Mascolo di Bronzo d' avviso n°3 Schioppi 11° I
Assistenti Soldi annuali Caporale.................... .......22 Artigliero ........ ................. 17 Soldato............ ... ............. 17 sommano.......... .. 56 9- Torre Iazzolino Sopraintendente D. Alberto Maria Coppola del Monte S. Giuliano. Questa ToITe deve essere proveduta di tutto dall' Tll.ma Deputazione del Regno. Esistono in delta Torre n°1 Cannone di Bronzo di calibro eia 3 con sua cassa e ruote n°l Mascolo cli bronzo d'avviso 11°3 Schioppi 11°2 Spingardi Assistenti Soldi annuali Caporale ....................... .... 22 Artigliero ......... ................ 17 Soldato.................. ... ....... 17 sommano.......... 56
70 - Torre Scieri Sopraintendente è il sudetto D. Al berto M.a Coppola e l' Ili.o Pr.pe di Aragona questa Torre deve essere provveduta di tutto dall' 111.ma Deputazione del Regno. Esistono in detta Torre n° l Cannone di Bronzo di calibro da 6 con sua cassa e ruote n° 1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°4 Schioppi n°1 Spingardo e giochi d'anni Assistenti Soldi annuali Caporale...........................22 Artigliero ........ ................. 17 Soldato ..... .. ..................... 17 sommano ...... ... . . 56
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11 - Torre Roccazza Sopraintendente D. Alberto Coppola ed.o lii.o Pr.pe di Aragona questa Torre deve essere provveduta di tutto dall'Ill.ma Deputazione del Regno Esistono in detta Torre n° I Cannone di fe1To di calibro da 3 con sua cassa e ruote n°1 Mascolo di Bronzo d'avviso 11°3 Schioppi n° 1 Spingarde e giochi d'anni Assistenti Soldi annuali Caporale...........................22 Artigliero ......................... 17 Soldato............................ 17 sommano .. .... ..... 56
12 - Torre /solilla Sopraintendent.e il sudetto D. Alberto Coppo e 1'111.o Pr.pe d'Aragona questa Torre deve essere provveduta di lutto dall'Ill.rna Deputazione del Regno. Esistono in della Torre n°1 Cannone di Bronzo di Calibro da 3 con sua cassa e mole n°1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°3 Schioppi e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale...........................22 Artigliero.......... ..... .......... 17 Soldato ......... ................... 17 sommano ........... . 56
13 -Torre Cofano Sopraintendente il s udetto D. Alberto M.a Coppola questa Torre deve essere provveduta di tutto dalla Hl.ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta Torre n° 1 Cannone di ferro di calibro da 4 con sua cassa e ruota n°1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°3 Schioppi e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale .. ................... ......22 Artigliero.......... .. ............. 17 Soldato .... ........................ 17 sommano ............ 56 14 - Torre Nubia
Sopraintendente l' Ili.mo Pr.pe di Paceco questa Torre deve essere provveduta di tutto dall'Ill.ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta Torre n° l Cannone di Bronzo di calibro da l con sua cassa e ruote n°2 Spingardi con i suoi cavalletti n°l Mascolo di bronzo d'avviso n°3 Schioppi e giochi d'armi Soldi annuali Assistenti Caporale......................... .22 Arligliero. .. .. .. ............ ... .. 17 Soldato........................... 17 sommano............ 56
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15 - Torre Alca grossa Sopraintendente l'Ill. Cav. D. Ignazio Nobile di Trapani questa deve essere provveduta di tutto dall'Ill.ma Depulazione del Regno Esistono in detta Torre n° 1 Cannone cli ferro cli Calibro da 4 con sua cassa e ruote n°3 Schioppi n°2 Spingardi con suoi cavalletti n° 1 Mascolo di bronzo d'avviso e giochi d'armi Assistenti Soldo annuale Caporale .......................... .22 Artigliero........ ................. 17 Soldato.. .......................... 17 sommano ........... 56
16 - Torre Trefontane Sopraintendente i Giurati della Città di Castevetrano questa Torre deve essere provveduta del tutto dall'Ill.ma Deputazione ciel Regno. Esistono in detta Torre n°1 Cannone di Bronzo di calibro da 3 con sua cassa e ruote n°3 Schioppi n° 1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°2 Spingardi con suoi cavalletti e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale...........................22 Artigliero.................. ....... 17 Soldato ........ .. ............ ...... 17 sommano ............56 17 - Torre Polluce Sopraintendenti li Giurati di Castelvetrano questa Torre deve essere provveduta di tutto dalJ'lll.ma Deputazione del Regno. Esistono in derta Torre n° I Cannone di bronzo di calibro da 5 con sua cassa e ruote n°3 Schioppi n°1 Mascolo di bronzo d'avviso e giochi d'armi Assistenti Soldo annuale Caporale.................... ..... 22 Artigliero ......................... 17 Soldato............................ 17 sommano............56 18 - Torre di Porto di Palo Sopraintendente !'Ili.mo Duca di Terranova. Egli ha l'obligo di provvederla di polvere palle e miccio, a s ue spese e pure ha obligo di pagare il soldo all' artigliere e t.utto il rimanente a carico dell'fl l. rna Deputazione del Regno come per atto d'obligazione dei 21 agosto 1670. In esso si dù la facoltà al sopraintendente che in mancanza del caporale e soldati passi la nomina alla dep utazione per spedir loro le patenti . Esistono in detta Torre
11°2 Cannoni di ferro di calibro da 6 con sue casse e ruote n°3 Pietriere di ferro n°4 Mascoli di ferro n° 1 Mascolo di bronzo n°6 Schioppi n°3 Spingardi con suoi cavalletti n° 1 Mascolo di rame e giochi d'armi
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Assistenti
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Soldi annuali
Caporale....... ..... ... ............22 Soldato............................ 17 Altro Soldato ............ ....... 17 sommano ........... 56 Artigliere a spese dal sopraintendente col soldo di 17
19 - Torre Macauda Sopraintendenti Sp.li Giurati della Cittù di Sciacca. Questa Torre deve essere provveduta di tutto dall'III.ma Deputazione de l Regno Esistono in della Torre n° 1 Cannone di bronzo di calibro da 4 con sua cassa e ruota altro di ferro da 3 come sopra n°1 Spingardo con suo cavalletto n" I Mascolo di ferro d'avviso e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale....... ....................22 Artigliero .... ..................... 17 Soldato....... .... ................. 17 sommano............ 56
20 - Torre Marinalll Sopraintendente 1' 111.o Pr.pe della Cattolica. Egli ha l'ohligo di provvederla di polvere palle e miccio e farvi t.ulti gli acconci e ripari di fabriche e fallegname che necessitano in detta Torre. L' artiglierie casse e ruote restano a carico dell' III. ma Deputazione del Regno come per appuntamento dei 14 febraro 1721. In esso si dà la facoltù al sopraintendente di e liggere il Caporale artigliero e soldato e presentarli alla Deputazione per spedir loro le patenti.
Esistono in detta Torre n° I Cannone di Bronzo di calibro da 3 con sua cassa e ruote n° I Mascolo di ferro d'avviso n° 2 Spingardi con i suoi cavalletti n° 4 Schioppi e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale......... ...... ..........22 Artigliero. ..... .................. 17 Soldato ...................... ..... 17 sommano .......... 56
21 - Torre Felice Sopraintendente l'Ill.o Pr.pe della Cau.olica. Egli ha l'obligo d i provvederla come come si descrive nella Torre Marinata 11°20.
Esistono in detta Torre
11°2 Cannoni di ferro dì calibro da 9 con sue casse e ruote 11°1 Cannone di Bronzo cli calibro da 5 come sopra 11°4 Spingardi con suoi cavalletti 11°4 Schioppi 11°1 Mascolo di feno d'avviso e giochi d' armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale ....................... .. 22 Artigliero........... ............. 17 Soldato ... ........................ 17 sommano ........ .. 56
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
22 - Torre 1\tfon.terosso
Sopriantendente detto Pr.pe della Cattolica. Egli ha l'obligo provvederla come si è descritto nella Torre Marinata n°20. Esistono in detta Torre n° I Cannone di ferro di calibro da 5 con sua cassa e ruote 11° I Mascolo cli ferro d'avviso n°4 Schioppi n°4 Spingardi con suoi cavallelLi e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale ...................... .....22 Artigliero......................... I 7 Soldato...................... ...... l 7 sommano......... .. .56 23 - Torre Monterossello Sopraintendente Detto Pr.pe della Cattolica il quale ha obligo di provvederla come si è scritto pella Torre Marinata n°20.
Esistono in deua To rre n°1 Cannone di Bronzo con sua cassa e ruote di calibro da 3 11°1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°2 Spingardi con suoi cavalletti n°4 Schioppi e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale.........................22 Artigliere..... .... ............... 17 Soldato........................... 17 sommano...........56 24 - Torre S. Carlo Sopriantendentc l' lii.o Pr. pc di Lampedusa. Egli ha l' obligo di pagare il soldo di due soldati, la Torre deve essere provveduta di tutto dall 'IIJ. ma Deputazione del Regno come per appuntamento e dispaccio dei 30 maggio 1637. Esistono in detta Torre 11°4 Cannoni di ferro cioè 11°3 di calibro da 7 ed uno di calibro da 15 con sue casse e ruote n°6 Schioppi n°4 Spingardi con suoi cavalletti e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale ............. ..............22 Artigliero ......................... 17 sommano............. 39 Altri due soldati stipendiati dal sopraintendente 25 - Torre Manfria Sopraintendente D. Mariano Carpinteri e gravina di TeITanova. Questa Torre deve essere provveduta di tutto dalla Tll.ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta Torre n° 1 Cannone di Bronzo di calibro da 3 con sua cassa e ruote 11°1 Mascolo di Bronzo d'avviso 11°3 Schioppi, e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale......................... ..22 Artigliero ...... ...... ............. 17 Soldato ............................ 17 sommano............ 56
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Il Regno delle Due Sicilie
26 - Torre Insegna SopraintendenLe D. Mariano Carpinteri e gravina di Terranova. Questa Torre deve essere provveduta di tutto dall' fil.ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta To rre n°2 Cannoni di ferro di calibro eia 6 con s ue casse e ruote n°3 Schioppi ne 1 Picozza4 ne l Mascolo di Bronzo d'avviso e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale ....... ....................22 Ar1igliero .. ................. ...... 17 Soldato ................... ......... 17 sommano............ 56
27 - Torre Vig/ie1w seu Bracce/lo Soprainte nden te !' lii.o Marchese di S.a Croce. egli ha l'obligo di pagare mettà delle fabriche che si fa. ranno in det.ta Torre e tu tto il dippiù a carico dell' Ill.ma De putazione de l regno come per due appuntamenti dei 19 clic. e 1595 de i 12 agos to 1599. Tn essi s i dà la facoltà al sopraintendente cli nominare il Caporale artigliero e Soldato di detta Torre e passar la nomina a ll ' Ill. ma Deputazione per spedir loro le patenti.
Esistono in detta Torre n° 1 Cannone di Bronzo di calibro da 3 con sua cassa e ruote ne l Mascolo di Bronzo d'avviso n"4 Schioppi e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale....... ..... ...............22 Artigliere................... .. ... . 17 Soldat.o............................ 17 Soldato.............. .............. 17 sommano............ 73
28 - Torre Punta di Pietra Sopraintendente detto III.o Mar.se di S.a Croce. Egli ha l' obligo e le facoltà come s i è dcsc1i tto pella Torre Vigliena n°27. Esistono in detta Torre n° 1 Colombrina5 di calibro da 7 con sua cassa e ruote n° 1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°4 Schioppi e s uoi giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale ........................... 22 Anigliero.............. ........... 17 Soldato ..... .................... .. . 17 Altro Soldato .................. 17 sommano ...... ..... . 73
La piccozza, al contra rio di quanto s i possa correntemente immaginare faceva parte dell ' armamento individuale d'ordinanza di ogni marinaio militare del secolo passato, e stava appesa al cinturone dietro le reni, in virtù dei suoi poliedrici impieghi. 5 La Colubrina differiva da un usuale cannone, non tanlO per il calibro, che anzi pote va essere anche superiore come in questo caso ai predetti, ma per la maggiore lunghezza dell'anima, a volte anche doppia a quella dei cannoni propriamente delli di pari calibro. Il dettaglio con feriva a siffatto pezzo gittate superiori e maggiori frazioni di tiro teso, requisiti ottimi per il tiro costiero. 4
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
29 - Torre Scalambri Sopraintendente detto Mar.se di S.a Croce questa Torre deve essere provveduta dì tutto dall'Ill .ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta Torre n° I Cannone di Bronzo di calibro da 2 con sua cassa e ruote 11°1 Mascolo di Bronzo e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporale ............ ...............22 Artigliero .................. .. ..... 17 Soldato .......... .................. 17 sommano .......... .. 56
30 - Torre Cadameti seu Mazzarelli Sopraintendente l'lll.o Duca di S. Filippo questa Torre deve essere provveduta di tutto dall'Ill.ma Deputazione del R.o.
Esistono in detta Torre n°3 Cannoni di feITO di calibro cioè due da 2 ed uno da I con sue casse e ruote 11°2 Mascoli di Bronzo d' avviso 11°4 Schioppi 11°4 Spingardi con suoi cavalletti e giochi d'armi Assistenti Soldi annuali Caporalc ....... ....................22 Aniglicro ............... .......... 17 Soldato .................... .... .. .. 17 Altro Soldato .................. 17 sommano............ 73
31 - Torre Vindicari Sopraintendente D. Franco Nicolaci di Noto questa Torre deve essere provveduta di tutto dall'Ill.ma De putazione del Regno
Esislono in della Torre n° l Cannone di ferro di calibro da 18 con sua cassa e ruote n° I Cannone di ferro di calibro da 12 e.e sopra n°l Cannone di ferro di calibro da 3 e.e sopra 11°1 Cannone di ferro di calibro da 2 e.e sopra 11°4 Schioppi n°l Mascolo di Bronzo d'avviso e giochi d' armi Assistenti
Soldi ann uali Caporale........... ................22 Artigliero .. ....................... l7 Soldato............................ 17 Altro Soldato .................... 17 Cappellano per celebrar la messa nei giorni di festa in detta torre ............. 14 sommano ............. 87
32 - Torre Faraglione Sopraintendente !' Ili.o Pr.pe di Aci. Egli ha l'obligo di tenerla munita di tutto farvi tutti gli acconci e ripari che gli abbisognano attenore dell'obi igazione dei 18 marzo 1690.
Esistono in detta Torre n° l Cannone di Bronzo di calibro da 2 con sua cassa e ruote n° l Cannone di ferro di calibro da 5 come s.a con giochi d' armi
Il Regno delle Due Sicilie
Assistenti
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Soldi annuali
Caporale........................... 22 Artigliere ................. ..... ... 17 Soldato.......... .................. 17 somrnano ........ ..... 56
33 - Torre Trizzo Soprai ntendente dello Ili.o Pr.pe di Aci. Egli ha l'o bligo di tenerla munita di tutto e fargli tutti gli acconci e ripari che abbi sognano atteno re del!' obligazione dei I 8 marzo 1690.
Esis10no in detta To rre n° l Cannone di ferro di calibro da 6 con sua cassa e ruote n° I Cannone di ferro di calibro da 5 come sopra 11° 1 Cannone di ferro di calibro da 4 e.es.a nel Cannone di ferro di calibro da 3 e.e s.a n° I Cannone di ferro di calibro da 3 e.es.a con giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale ........... ............... 17 Artigliere .................... ..... 11. I O Soldato............. ............... 11. IO sommano ............ 39. 20
34 - Torre S. Anna Sopraint.te D. Pietro Colonna cli Aci reale, questa Torre de ve essere provveduta di tutto dall'lll.ma Deputazione del Regno. Esistono in delta Torre n° I Cannone di Bronzo di Calibro da 4 con sua cassa e ruote Altro di calibro da I come sopra Altro di ferro di calibro da 3 e.es.a n°3 Schioppi 11°2 Mascoli d'avviso cioè uno di Bronzo ed altro di ferro e giochi d' anni. Soldi annuali Assistenti Caporale....... ..... ...............22 Soldato.......... ....... ........... 17 Soldato............... ....... ...... 17 sommano ............ 51 35 - Torre Fumari Sopraintendente !' Ili.o Pr.pe di Fumari. Egli ha l' obligo di pagare metà delle spese che occorrono in detta Torre per pronti e ripari di fabriche e fallegnameria; tu tto il cli più è a carico dell' 111.ma Deputazione del Regno. 11 detto sopraintendente ha la facoltà di nominare il Caporale artigliero e soldati della Torre come per concessione fatta al q.m D. Ferdinando Fumari nell'anno 1596 ed atto obligatorio a 11 Luglio 1696 cd appuntamento fatto in Messina a IO Olt. e 1664.
Esistono in detta Torre n°2 Cannoni di ferro di calibro eia 6 con sue casse e ruote n° I Cannone di ferro di calibro da 4 come sopra n°4 Schioppi n° 1 Mascolo di ferro d'avviso e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale .. .........................22 Artigliere .......... ..... ..... ..... 17 Soldato ............................ 17 Allro soldato .................... 17 sommano .......... .. 73
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
36 - Torre Marina di Patti Sopraintendente li Sp.li Giurati della Città di Patti. Essi sono obligati di pagare il soldo al Caporale e due soldati di detta Torre restando a carico dell'fll.ma Deputazione del Regno il soldo dell'artigliere, munizioni pronti e ripari
Esistono in detta Torre 11° l Cannone di Bronzo di calibro da 8 con sua cassa e ruote 11° 1 Cannone di bronzo di calibro da 12 come sopra 11° l Spingardo con suo cavallitto n°3 Schioppi e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale stipendiato dalla Città di Patti Soldato stipendiato come sopra Altro soldato stipendiato dalla Città Artigliero stipendiato dall' Tll.rna Deputazione............... 17
37 - Torre Pilaino Sopraintendente 1'111.o Pr.pe di Castellazzo e Duca di Pilaino. egli ha ohligo di tenerla munita cli tutto. Gli acconci e ripari delle fabrichc e fallegname sono a carico dell'Ill.ma Deputazione. Il sopraint.e ha obligo cli mantenere a sue spese il Caporale e soldato. Egli ha la facoltà di no minare il Caporale artigliero e soldati e presentarli all'Ill.ma Deputazione per spedir loro le patenti e ciò in forza del q.tto di obligazione dei 30 aprile 1687.
Esistono in. detta Torre n°2 Cannoni di calibro di 4 di ferro con sue casse e ruote n° 1 Cannone di ferro di calibro da 3 e.e sopra 11°4 Spingardi con suoi cavallitti 11° l Mascolo di ferro d'avviso e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale stipendiato dal Sopraintendente Soldato 'stipendiato come sopra Altro soldato come sopra Artigliere stipendiato dall'Ill.ma Dcputazione............... 17
38 - Torre Passo di Lauro Sopraintendente li Spel.i Giurati di Caronia questa Torre deve essere provveduta di tuuo dall' Ill.a Deputazione del Regno.
Esistono in. detta Torre n° l Cannone di feno di calibro da 2 con sua cassa e ruote n°1 Pet1iera con suo mascolo e cavalletto n°2 Spingardi con suoi cavallitti n° 1 Mascolo di ferro e giochi d' armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale ........ ...................22 Artigliere............ .. ........... 17 Soldato ..... ...................... . 17 sommano ............ 56
39 - Torre Fon.ta.netli Sopraintendente lo Sp. le Barone D. Michele Collotti di Castelbuono. Egli ha ohligo di provvederla di polvere palle e miccio e tutto il più è a carico dell'Ill.ma Deputazione del Regno come per q.tto di obligazione agli atti di N.ar D . Gio. Batta Merito di Pal.o a 6 aprile 1805 in esso si dà la facoltà al sopraintendente di nominare il Caporale artigliero e soldato di detta Torre e presentarli alla Deputazione del Regno per spedir loro le patenti.
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Il Regno delle Due Sicilie
Esistono in deua Torre 11°2 Cannoni di Bronzo cioè uno di calibro da 4 altro di ferro di calibro da 5 con sua cassa e ruote n°3 Schioppi di servizio e giochi d'anni Assistenti
Soldi annuali
Caporale....................... ....22 Artiglicro ............. .. .......... I 7 Soldato .................. ........ .. 17 sommano ...... ......56
40 - Torre Pietra della Nave Sopraintendente lo Sp.le D. Filippo Agnello B.nc di Signefiri di Cefalù; questa Torre deve essere provveduta di tutto dall'Ill.ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta Torre 11°2 Cannoni di ferro di calibro da 4 con sue casse e ruote n°3 Schioppi n°2 Spingardi con suoi cavalletti n°J Mascolo di Bronzo d'avviso e giochi d' armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale................... ........22 Artigliero..... .. ........... ....... I 7 Soldato ............................ 17 sommano ............ 56
41 - Torre Calura Sopraintendente lo Sp.le D. Filippo Barone di Signefiri di Castelbuono; questa Torre deve essere provvedu ta di tutto dall' lii.ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta Torre n° I Cannone di ferro con sua cassa e ruote di calibro da 3 n°3 Schioppi 11°1 Mascolo di Bronzo e giochi d'armi Assistenti
Soldi annuali
Caporale...........................22 Artigliero ................. ..... ... 17 Soldato.... .... .................... 17 sommano .... .. .. .... 56
42 - Torre Grugno Sopraint.e lo Sp.le D. Filippo Agnello B.ne di Signifiri, questa Torre dee essere provveduta del tutto dall'Ill.ma Deputazione del Regno.
Esistono in detta Torre n°2 Cannoni di ferro di calibro da 4 con sue casse e ruote n°2 Spingardi con suoi Cavalletti n°1 Mascolo di Bronzo d'avviso n°3 Schioppi e giochi d'anni Assistenti
Soldi ann uali
Caporale......................... 22 Artigliero...... ........ .......... 17 Soldato ........................... 17 sommano ........ . 56
43 - Torre Colonna Sopraintendente li Sp. li Giurati della Città di Termini , questa Torre deve essere provveduta di tutto dall' lii. ma Deputazione d.el Regno.
La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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Esistono in della Torre n°2 Cannoni di Bronzo di ca li bro da 3 con sue casse c ruote n" I Cannone di hronzo con sua cassa c. e sopra n°3 Schioppi n"3 Alaparde<' n°2 Petriere di ferro e giochi d 'armc Assistenti Soldi annual i Caporale ........................... 22 Artigliero ............ ............. I 7 Soldato............................ 17 sommano............ 56
44 - Torre Acqua dei Corsari Sopraintendente il Pretore della Città di Palermo questa Torre deve essere provve duta del tullo dal l'll l. ma Deputazione del Regno.
Esistono in della Torre n°1 Cannone di Bronzo di calibro eia 6 con sua cassa e ruote n° I Cannone nominato Mezzo Sacro di Bronzo di calibro da 3 come sopra n°4 Schioppi n" l iVlascolo di Bronzo d'avviso n° I Moschctto 1 con suo cavalletto e giochi d'anni Assistenti Soldi annuali Caporale.......... ................. 22 Artigliero................. ...... .. 17 Soldato ....... .................... . 17 Altro Soldato ................... 17 sommano ............ 73 f>osro di fano di S. Mazzeo nel Territorio del Monte S. Giuliano Incaricati per custodire detto posto di fano li Sp.li G iurati de lla Città di Monte S. Giuliano. Essi han l'obligo di pagare s 19. 6 di 3° in 3" a due custodi in detto posto per i soli fani queste s 19. 6 dalla Deputazione del Regno si compenza alla detta Città con la sua rata dovuta per lo Donativo delle Torri s. I9. 6.
1-'osro difano del Territorio di Modica Incaricati per custodire detto post.o li Sp. li Giurati dell'Università di Modica, qu esti hanno l'obligo di far eseguire i soli fani a due custodi a i quali paga il soldo 1' 111. ma Deputazione del Regno. Assistenti Soldi annuali Custode ....................... .. .. 12 Allro Custode ................. 12" 8•
Interregno Pochi anni dopo quei provvedimenti di riordino della difesa costiera, i francesi tentarono nuovamente, sotto la sovranità di Giaocchino Murat nel 181 O, la conquista della Sicilia. Il corpo di spedizione appositamente organizzato sotto le pressanti richieste cli Napoleone, risultava fonnato in massima parte eia truppe francesi al comando del generale Grenier, il quale pare avesse addirittura segrete istruzioni imperiali di attenersi soltanto formalmente agli ordini del Murat, e limitatamente ad un determinato contesto9 , onde evitare sterili facilonerie.
6 È mollo curiosa la presenza di quella ormai giubilata arma in asta, usata più che altro per la guardi a nob ile. Trattavasi certamente di un cimelio dei precedenti presidi. 7 Il dettaglio che tale moschetto sia dotato di forcella ce lo fa classificare come della fine cie l XVI, allorché con quel termine si defini va una sorta <li grosso archibugio da posta, con forcella appunto sotto la canna. "Bib. Com. Pal., ms Q4. 218, 1805 9 Precisano i gen.i L. e C. MEZZi\CAPO, Studi 1opografìci e sircilegici su l'Italia, Milano I 860, p. 535, al riguardo: «Il maggior nerho delle truppe destinate a quell'impresa era di r ranccsi, comandate da Grenier; il quale aveva segrete istruzioni dell' imperatore di 11011 annuire ai vo leri di Murat, che in un dato caso...".
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il Regno delle Due Sicilie
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363. Lo Stretto di Messina nella cartografia coeva.
Conseguentemente ai solleciti del temerario re, il generale ligio alle istruzioni superiori parve tem poreggiare, adducendo a pretesto la continua vigilanza inglese nello Stretto. Esasperatosi l'impulsivo personaggio, in breve, passò alle vie di fatto prendendo l'iniziativa di approntare nella cala di Pentimele la flotta da sbarco, proclamandosi sicuro di riuscire nell'i mpresa in barba alla cannoniere britanniche. Le unità navali fattevi confluire risultarono in numero sufficiente a trasbordare i primi 1. 600 uomini. L'operazione parve confermare le vanterie cli re Giacchino, poiché lo sbarco di quegli uomini effettivamente avvenne io terra di Sicilia presso la Scaletta, senza grossi problemi. Ma subito dopo la preponderanza numerica nemica e la sua migliore qualificazione militare, costrinsero con altrettanta rapidità all'avventuroso reimbarco per la Calabria degli scampati. Per cui prendendo spunto da quella abortita invasione, così i Mezzacapo desumevano i suggerimenti difensivi ottimali da destinarsi a quel settore strategico: "Questo fatto prova, che non bastano le sole squadre per garantire la Sicilia da uno sbarco cli truppe, le quali muovano dalla vicina Calabria; e che, alla forza delle navi , facci mestiere aggiungere altri provvedimnenti sulla costa dell'isola ... Messi na, col suo bel porto, è un punto importantissimo cli quella costa, di cui sarebbe mestieri accrescere e compiere le difese esistenti. Infine, nello spazio fra Messina e il Peloro, vorrebbero essere ristabilite le opere costruttevi clagl'Inglesi nel decennio, e che oggidì sono abbandonate alle ingiurie ciel tempo. Il tratto della costa siciliana più prossima alla calabrese, è pure quello dove riesce piL1 agevole sbarcare sorprendendo la vigilanza delle squadre avverse; ed il nemico, occupato che l'abbia, e padrone della costa calabrese, domina la navigazione ciel Faro ed assicura la comunicazione dall'una all'altra riva... "w.
10
Da L. e C.
MEZZACAPO,
S1udi.... op. cit.. p. 536.
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La difesa cos1iera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
L'accenno che gl'inglesi avessero ulteriormente fortificato, in qualche modo permanentemente, quella delicatissima fascia costiera, riveste ai fini della nostra ricerca una certa importanza, ed avremo tra poco occasione di riparl arne per la singolarità delle loro reali zzazioni. Di certo la loro influenza nell'Isola non si limitò a quelle strutture, ma ostentò implicanze persino politico - istituzionali. Una riprova dell'asserto la si può cogliere allorquando su ispirazione del Bentinck, nel 1812, il parlamento tentò una radicale trasformazione dell' arretratissimo governo regnicolo in una modern a monarchia costituzionale, d i stampo anglosassone, con l'abo liz ione della feu dalità. Si procedette, tra l'altro, il 10 maggio dello stesso anno alla stipula di un trattato di tregua tra la Reggenza di Tripoli ed il Regno, sotto l'egida alleata, che rivestiva le notoriamente sterili promesse barbaresche di inedite credibilità. L'alleanza inglese, del resto, proprio in quei frangenti mostrava le sue massi me potenzialità dissuasive nei confronti degli atavici predoni. Le loro imprese infatti, sebbene contrattesi sensibilmente, non avevano liberato il meridione della penisola dalla funesta morsa, assumendo, paradossalmente, specie nei riguardi di Napoli modalità estrinsecative ancora più arroganti che nel passato. L'intervento quindi dei diplomatici b1itannici, accreditati presso le reggenze, valse con il loro frequ ente intervento risolutore, ad ingenerare quella ulteriore sudditanza. Riproponiamo, quale e loquente esempio, questo emblematico rapporto, in cui fig ura l'azione mediatrice cli un funzionario inglese, tesa alla restituzione di una preda sicili ana - in virtù dei loro accordi, e soprattutto della loro potenza navale - presso il bey di Tripoli: 'Tripoli di Poncnle lì 12 gennaio 181 5 Eccellenza Debba raggiungere l'E. V. che alli 5 del corrente giunsero in queste due Sicilie Vincenzo S pataro e Antonio Debano residenti in Trapani, lì quali produssero documenti legaliuati del tenore che segna. Che alli 27 d'agosto Vincenzo Spataro parti da Trapani col suo Paranzello nominato Gesù Maria Giuseppe per andare a Scalo di Scogli, e che sull'altura di Capo San Marco. ebbe vista di un Bastimento, da cui nulla sospettando, proseguivano ambidue il loro viaggio sin tanto che a1Tivato su l Mare di Sciacca, il Bastimento mise Paviglione 11 Inglese, e fu da Padrone Vincenzo Spataro corrisposto col Paviglionc di S. M. Siciliana, ciò nonostante, detto bastimento apparentemente Inglese, colla sua Lancia annata diede caccia al riferito Paranzello, s u cui diresse un gagliardissimo fuoco con Mitraglia Archibegni, e Moschetterie, locché costrinse detto Padrone d'abbandonare col suo equipaggio il s uo Paranzcllo, che fu tosto preso in possesso del detto Bastimento; quell'atto svelò lo strataggemma usata colla Bandiera. Quindi levatosi il sospetto, su detto Bastimento, lì ricorrenti si portarono eò cenni di E. V. pure trovati lì loro documenti in ordine ml credetti in dovere, di agire a prò loro onde ottenere qualche informazione riguardo la loro Paranzella; le mie ricerche ebbero il più felice risultato e mi viddi autorizzato a fare una domanda formale. Con D. Formale fondata sulla esistenza di trattati esistenti il Bascià ben s'avvide di non poter evadere, perciò di buon grado acconsentì alla restituzione di detta Paranzella tale quale fù predata. JJ Rais Tripolino riceverà un esemplare cas tigo per la sua indegna preda. e non dubito che s'avesi mandato la sua testa il Bascià me l'avrebbe concessa. Suo umilissimo Warrington A Sua Ecc. Duca Lucchesi Palei''12.
Ma al di là delle facili illusioni, e della retorica immancabile, la realtà - in assenza del patrocinio alleato - perdurò sostanzialmente immutata ad onta di qualsiasi trattato, tant'è che ancora alla fine di quel medesimo anno possiamo leggere: "Giornale di Palermo N°247 Domenica 7 gennaio 18 I 6 ... AVVISO Con Real Dispaccio per via della Real Segrcte1ia di Stato, ed Affa1i Esteri, è s tato partecipat.o a questo Supremo Magistrato del Commercio locché siede pel Trallato di Tregua de' I O maggio 1812 tra il Re nostro Signore e la R. di Tripoli, fù già convenuto che la detta Tregua durasse pel tulio il tempo che le truppe di S. M. Britannica dimorerebbero
11
11
Sta per "stendardo". bandiera. A. S. N. , Affari Esteri, Fase. 3059. 12-1 -18 15.
Il Regno delle Due Sicilie
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in Sicilia. Queste condiz ioni essendo già cessate di esistere è Slula informata la M. S. che a pane di altri fatti sin ora occorsi si è di recente av uta notizia per via di una Relazione del Governatore cli Siracusa dei 14 corrente. che ne' mari di Fontana Bianca dal Corsaro Tripolino del Rais Gomdelen sia stato predato uno sciambecco Siciliano carico di regalizie, il quale poi sfollalo da l tempo contrario ven ne condollo ad Ognina presso Siracusa con a bordo 7 Tripolini, appartenenti all'equipaggio del predatore: essendo deno sciambecco da alcune barche da pescare stato ricuperato, e salvato nel porto di Siracusa. In vista S. M. ha comandato, che i Porli di questo Regno si chiudano alla Bandiera tripolina, e che i Legni della Real Marina, nonche mercantili si guardino dai Bastimenti del la predella Nazione ... Ed lo ordino del riferito Sup. Mag.lo fo noto a tutti i Commercianti pe lla loro intelligenza e non altrimenti. Palermo 29 dicembre 18 15''11_
Ed ancora altri rapporti confermavano il riproporsi delle endemiche vessazioni: "li Castellano del Pozzallo dà parte che i Legni Barbareschi continuano ad infes tare quelle spiagge di mezzogiorno, e cne uno sciabecco ha avuto la temerità d'accostars i sotto quel Forte, per cercare di predare tre legni con Bandiera Siciliana che si trovavano colù ancorati, ma che incontrò tutta la resistenza possibile tanto dal Forle medesimo tan to da essi legni a colpi di cannonate a mitraglia" 14 •
Ed ancora: " I legni Barbareschi seguono a turbare le spiagge del mezzogiorno. Uno Sciabecco Barbaro carico cercò di predare tre legni angorati sotto questo Forte tirando contro lì medesimi cannonate e spedendovi la di lui lancia per attaccarli. Il Forte per salvarli come g li riuscì, tirò vari colpi di cannone e caggionò qualche danno al Sciabecco nell'albero. Pozzallo I O ottobre 1815" 1' .
Proprio in quello stesso anno, finalmente, si iniziarono a discutere seriamente le modalità per abolire la corsa barbaresca ed il connesso commercio degli schiavi. A Vienna infatti durante il Congresso l'attenzione venne esplicitamente richiamata su quel secolare flagello, in particolare clall'amm. Sir Sidney Smith, il quale si fece promotore di stimolare i vari governi europei di passare, senza ulteriori indugi, dalle parole ai fatti per estirpare la turpe attività. Si giunse ad ipotizzare la creazione di una forza navale congiunta, interalleata, destinata al compito cli polizia navale ed alla più spiccia repressione. La istituzione cli una simile Lega, purtroppo, richiedendo una discreta fonte di finanziamento non suscitò in quel contesto eccessivi entusiasmi nei governi eventualmente coinvolti, in particolare in Francia ed in Russia. La questi(yie secondo una prassi, abituale anche all'epoca, si protrasse per anni lasciando sostanzialmente immutate le reciproche diffidenze e rivalità occidentali, ancora una volta esasperate dalla Francia. Nel 1819, infatti , così al ministro marchese Circello si relazionava da Londra in merito '·1 2 febbraio 1819 Eccellenza, Ho l'onore di informare Vostra Eccellenza, che se la Francia ha mostrato poca volontà finora di entrare nella progettata lega generale contro i Barbareschi, soprattutto a motivo, credesi, della ripugnanza o gelosia di vedere sollo il comando di un Ammiraglio Inglese la forza Marittima delle diverse Potenze, e anche la Pace, che si dovrebbe sanzionare nel Mediterraneo per proteggere il commercio Europeo, ed invigilare la condotta dei Barbareschi: ciò non ostante ha acconsentito di dar Ja mano ad una misura provvisoria, convenuta tra le quattro Grandi Potenze, la quale precederà la conclusione definitiva della Lega Generale. In conseguenza s i vanno preparando quì le istruzioni da darsi ad un' ufficiale di rango superiore di questa Marina, il quale si unirà ad un' offiziale de llo stesso rango della Marina Francese per portars i in Barberia, e dichiarare a quelle Reggenze la ferm a intenzione, e risoluzione delle Potenze di Europa di formare tra di essa una stretta lega, non solo per proteggere il loro commercio, ma per agire ostilmente contro cli esse, se tentassero di disturbarlo, o se riprendessero la loro pirateria contro qualunque delle Potenze collegate: ma che all'incontro potevano essere sicure, che vivendo in Pace, ed abbandonando per sempre le inumane pratiche, e scorrerie, le Potenze osserveranno verso di loro la più amichevole reciprocità. I commissa,j predet-
' ' Ib . . Fase. 3059, 7-1-1815. Ib .. Fase. 4 176, J0- 10- 1815. 15 Ib. , Fase. 4 176, 10-10-1815. 14
La difesa costiera del Regn.o di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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tj cercheranno tutti i mezzi, e persuasive, per ind urre quelle Reggenze ad adottare principj più umani, e ad applicarsi al commercio, quale sarà, tutti i ricc hi prodotti delle loro terre, una sorgente di prosperità, e di ricchezza più sicura, che non sono le loro piraterie, che le Potenze sono fermamente risolute a non più 101lerare. L'Austria, poi la Russia e la Prussia si prenderanno contemporaneamente l'impegno di far conoscere alla Porta ottomana la risol uzione presa tra cli loro riguardo ai barbareschi, e nel tempo stesso il sultano volendoli considerare come suoi Vassalli quelle corti lo pregheranno d' imporre la più valida, ed efficace sua autorità per tenerli a freno, a garantire il commercio, e la navigazione delle Nazioni Cris1iane contro qualunque attentato loro violazione. Se non riuscisse nè in Barberia, nè in Costantinopoli quest'amichevole Trattativa. e dichiarazione allora si procederà qui in Londra senz'altra dilazione alla conclusione di una Lega generale su di una base piLt convenevole, e tutte le Potenze verranno invitate ad accedervi . Mi affretto di comunicare a V. E. questa interessante nozione, di cui or ora vengo istruito. Non tralascerò cli tenervi a giorno cli qualunque dettaglio, che verrà a mia conoscenza. Con maggiore ossequio mi raffermo. Di Vostra Eccellenza t-.farchese cli Circello Napoli Londra, 12 febbraio 18 19" 16 •
La diffidenza di questi due Stati disgraziatamente andò, forse per gli accennati motivi di gretto interesse ed egoismo egemonico, accentuandosi negli anni seguenti, con il triste risultato cli far accantonare la meritoria iniziativa. Visto quindi fallire il programma cli repressione fu giocoforza impostare, sulla falsariga degli accordi inglesi e sotto la palese protezione della loro flotla, un analogo trattato fra le Due Sicilie ed i potentati barbareschi, ennesimo e peraltro scarsamente credulo sebbene vivamente auspicato. Nel frattempo, s ulla scena internazionale successiva alla scomparsa di Napoleone, Ferdinando IV grazie all'intervento austriaco era tornalo nuovamente padrone dell'intero s uo regno, riuscendo aclcliritlura, finaln1ente, ad unificarlo in una sola corona, divenendo perciò Ferdinando l, re delle Due Sicilie. La tutela inglese, tuttavia, sebbene bilanciata sem pre maggiormente da quella austriaca - che il sovrano seppe abilmente impiegare per ricavare i massimi vantaggi dalla comoda s ituazione - tornava ancora particolarmente utile, specie per il contenimento ciel problema barbaresco, che mai come in quel travag liato scorci,o storico s i era fallo particolarmente angoscioso e paralizzante. Sotto l'energica azione di Lord Exrnouth s i arrivò quindi al la s tipula dei trattati cli pace con Algeri e con Tunisi, esigendo - sebbene con un congruo esborso - la liberazione dalla schiavitù cli molti sudditi cli Ferdinando I. Però anche quella minima affidabilità dei trattati restava subordinata ad una umi liante corresponsione annuale, alquanto onerosa e tale da richiedere l'esazione di ulteriori imposte che così s i notificarono alla polazione: "Giornale di Pa lenno (numero 303) Venerdì 18 maggio 18 16 Napoli 1 maggio Ferdinando IV Per la grazia di Dio Re delle due Sicilie Per mettere in stato la nostra Real Tesoreri a di religiosamente adempiere alle obbligaz ioni da noi contratte con le Reggenze di Tunisi e di Algeri, ed a quelle che saranno per contrarre colla Reggenza di Tri poli, siamo obbligati di ricorrere ad imposizioni straordinarie, proporzionalmente al bisogno, ma lorgarnente compensate dò sommi vantaggi c.:he le proprictù, e le industrie e le persone de' sudditi risentiranno da tale ordine di cose, che i nostri maggiori hanno per secol i, ma sempre invnno desiderato di conseguire. Vedranno i nostri amatissimi sudditi dal modo di ripartizione del nuovo peso tra le imposizioni dirette ed ind irette, che la parte addizionale delle dirette consiste in un bimestre di contribuzioni fond iarie per quest'anno soltanto; la parte addizionale delle indirette di un decimo limitatamente alle sole imposizioni doganali di in1messionc nel regno e di estrazione per fuori regno: e vedranno benanchc per la equa suddivisione come ognuno vi concorra secondo le proporzioni delle proprie facoltà e come le c.:lassi indigenti ne
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lb. , Fase. 4230, 12-2-1819.
Il Regno delle Due Sicilie
saranno esenti. Jl riscontro degli schiavi e le prime spese della pace, calcolandosi a circa 2 milioni di sopra detti e colle patenti di navigazione. Le prestazioni annuali alle regg. ed il mantenimento dc' tre nuovi consolati sarà consueto col prodotto annuale delle patenti di navigazione e col dazio di costruzione. Per queste considerazioni abbiamo sanzionato quanto segue: art. l I contribuenti di tasse fondiarie in adozione al di loro debito ordinario in principale e grana addizionale, pagheranno per una sola volta alla fine di due bimestri, che scadono a' 15 di agosto e 15 d i ottobre del corrente anno 1816, la metà a di più delle corrispondenti da quattro bimestrali. ln conseguenza l' imposizione dire tta e straordinaria per la pace colle Regg. sarà di un solo bimestre di tasse fondiarie, d iv iso in 2 pagame nti nel modo anzidetto. art. 2 Gli esattori e ricevitori godranno di diritto alcuno su quesra percezione straordinaria, per la santità de ll'oggetto al quale è destinata. art. 3 Tutti coloro che secondo Ja legge possono ritenere il 1O per 100 su di loro crediti a qualsivoglia tutela, riterranno un sesto di più del decimo rispettivo: ossia l'undici e due terzi per cento per l'annata corrente 1816, in compenso de l bimestre addizionale, non ostante qualunque fatto contrario. art. 4 l padroni di fondi rustici ed urbani, esigeranno da loro affittatori ed inquilini per tutta l' annata 1816, il due per cento e di più dell' importo degl i affi tti. Pe' fondi che s i coltivano e mantengono per di vidersene il prodotto in frutti fra il proprietario e il colono, quanta altra non s i trovi convenuto con la contribuzione fondiaria vada a carico comune, il proprietario riscuoterà lo uno per cento dell'intero prodotto suscettibile di div isione. art. 5 Jl commercio concorrerà indirettamente con una negoziazione alla pari, per la quale anticiperà a lla tesoreria per tutto il cli 15 giugno ducati 600.000, e ducati 400.000 del di 15 agosto. art. 6 A contare dal d i 15 di maggio dell'anno coJTente sino a 14 maggio cieli' an no I 8 I 8, sarà riscosso un decimo su tutti i diritti doganali d'immissione, di esportazione e di navigazione. art. 7 I prodotti dell' imposizione del decimo saranno portati in rubriche a parie. art. 8 Il diritto di pate nte sulle barche e bastimenti rimane abolito. art. 9 Resta stabilito un nuovo diri tto di patente s u tulle le barche. Ques to diritto sarà annuale e di carlini quattro per ogni tonne llata. art. IO Resta stabilito un diriuo di carlini sei a tonnellata sulla costruzio ne di Lut ti i Legni nazionali, escluse le barche cli 26 palmi o meno. art. 11 Tutti i Legni na7io nali, saranno considerati pe· grandi vantaggi che rica vano dalla pace colle Regg. barbaresche, come se fossero nuovamen te costruiti. I proprietari saranno te nu ti irnprorogabilrnente per tutto il dì primo del venturo mese di giugno, tanto il detto diritto di carlini 6 per tonnellata, c he quello di patente s ui bastimenti . art. 12 La patente sarà rinnovata in ogni anno al dì I di giugno. art. J 3 Il pagamento del dir. di patente e quello doganale sarà fatto ai rice vetori di dazj indiretti s ulla gi urisdizione de' quali trova usi i porti e le rade, a cui i legni appartengo no. art/ : Ogni barca sarà_ ten~la ''. dichiarare il.. . . . . . . .. . . art. !) I controllon e ncev1ton formeranno nel mese d1 maggw, 1 notament1 d1 tullt I bastnnenl1 e barche aJ di sopra di 26 palmi di lu nghezza. art. 16 Se per il dì 20 del mese di maggio le dichiarazio ni non saran no esibite, i controllori compileranno i processi verbali di -controcauzione. art. 17 I controllori faranno marcare tutte le barche e bastimenti con numero progressivo. Quindi nè compileranno i noramenli esatti per ricevitoria, e li passaranno a contabili delle dogane per la riscossione di diritti patente e costruzione. art. I 8 I sindaci marittimi, i sottotenenti, e le altre a utorità presenteranno sotto le responsabilità di carte, e forniranno i lumi necessari perché riesca più esalta. art. 19 Qualche bastimento nazionale che dal primo Luglio approderà in un porto o rada sfornito di patente o di attestati di essersi pagati i dir. e sottoposto alle pene dell 'art. 20, della legge dc' 2 aprile 1809, le cui disposizioni rimangono provvisoriamente in vigore. art. 20 Saranno eccettuati dalla disposi . dello art. precedente i soli legni che al tempo del pagamento del diritto si trovano parti di a ltri dominj. art. 2 1 Il nostro ministro finanza determinerà coi suoi regolamenti quanto riguarda gli ar. 1 - 2 e 5 della presente legge. Il nostro ministro segr. di Stato è specialmente incaricato di curare alla sua pubblicazione. Data in Portici, nel dì 27 apr. 1816 Ferdinando Ministro Seg. di Stato Tommaso di Somma" 17•
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lb. , Fase. 4229, 18-5-1 8 16
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La d(f'esa costiera del Regno d i Sicilia dal X VI al XIX secolo
Al di là del dispositivo finanziario, così minuziosamente elaborato, i risul tati del trattato non differ irono sostanzialmente da q uelli dei loro numerosi predecessori, ad onta della protezione britannica, che peraltro rapidamente prese a contrarsi. Il Congresso di Vienna, infatti, produsse, tra le altre conseguenze, lo scadimento della lunga tutela inglese su l regno delle Due Sicilie affrancando quasi Ferdinando I da quella, per molti versi, ingombrante dipendenza. Nei fatti tuttavia si registrò una semplice mutazione di subordinaz ione, avvicendandosi nell' Isola alle truppe inglesi quelle austriache, indispensabili sia per il controllo militare della stessa, sia per una sua più accurata riprogrammazione difensiva. Tra il 182 l ed il 1823 quindi un distaccamento di ingegneri militari austriaci, coordinati dal generale Caboga, sì insediò in Sicili a, al seguito dei reparti inviati , e con la proverbiale efficienza teutonica procede.lette ad una dettagliata ricognizione di tutte le fortificazioni della stessa su esplicito mandato del sovrano. La delega ai tecnici militari austriaci di quella delicata mansione, tradisce tanto la sostanziale sfi d uc ia cli Ferdinando verso i suoi ottimi ufficiali del genio, tanto una fin troppo interessata curiosità dell'ultimo alleato. In tale occasione, infalli, si levarono con immaginabile precisione le piante delle maggiori piazze isolane - che peraltro si trovano ancora oggi a Vienna riprova indire tta dell'asserito interesse specifico - e si redassero minuziosi verbali di consistenza e valutazione. Da questi ultimi stralceremo, per motivo di acclarata rilevanza strategica, so ltanto quelli relativi ad Augusta, identificata anche dal Caboga quale perno dìfens ivo primario dell ' intera Isola. "AUGUSTA " ... la sua fortificazione consiste di un castello bastionato con quattro ango li, e un fossato , - di un rivellino e un cammino coperto con glacis 1S; - intorno a q uesto si trova una seconda c inta con bastioni, che si congiunge verso la terraferma a una piccola opera a corno; davanti a questo c 'è un fossato con acqua, - poi un rive llino, poi di nuovo un fossato con acqua e infine su questo un cammino coperto con g lacis. L' intera fortificazione occupa circa 260 klftr 19 in lung hezza e 150 klftr in larghezza. La citt.à comincia ad estendersi a 50 klftr dalla fine de l glacis verso l'estremità Sud-occidentale \:]ella penisola, - le sue strade sono a bbastanza parallele alla lunghezza de lla penisola, cd è circondata da un muro nel lato sud-occidentale; - da q ui c'è uno spazio di 280 klftr fino al limite della stessa penisola, che non è nè costruito nè fortificato. La parte orientale della città è aperta, su que lla occidentale sono fissate tre batte rie: questa è la fortificaz ione de lla penisola stessa. Sul lato occidentale della c ittà c'è il porto... All ' ingresso di questo porto s i trova una torte per 3/4 circolare - costruita in murahlra: chiamata Avalos che dista 160 klftr dall 'estremità sud-occidentale de lla penisola, divisa in due piani di batterie, e provvista di magazzi ni, cis te rne e casematte. Alla fine del porlo stesso infine ci sono due piccoli fortini 11110 accanto all' altro e forniti di batterie: Garzia e Vittoria. Stato e valore de lla fortificazione descritta sono i seguenti: il castello, che di fende eccellentemente la penisola dalla terraferma, è in buono stato, la sua scarpa è alta, i Kuns twehren, le batterie, i fossati , il cammino coperto si sono mantenuti discretamente; contiene magazzini e stanze a prova d i bomba; si trova ne l punto più alto del la penìsola, domina il terreno da tutti i lati, osserv a ogni punto de lla cinta sottostante. e domina interamente la c ittà, le cui due s trade principali sono sotto il suo controllo; il castello è inattaccabile e può essere preso solo con l'assedio. Il principale svantaggio di questo castello è il seguente: a causa della sua posizione elevata, la sua scarpa dal lato nord occidentale è esposta al fuoco dei cannoni della terraferma dalla base per tu tta la sua altezza, da una distanza di 160 klftr. La seconda cinta into rno al castello ha bastioni. troppo bassi: - la scarpa non è neanche la metà de ll ' altezza necessaria: l'opera a corno è troppo piccola, il rivellino è crollato ne l fossato dell' acqua: - il cammino coperto si trova incalli vo stato, i fossati d 'acqua sono interamente riempiti di terra: - in breve, questa seconda cinta per intero è di scarso valore. Le mura cli cinta della città nel loro lato sud-occidentale sono per mcl~l crollate e non .servono a nulla. Le tre batterie verso il porto sono danneggiate. Questa parte della fortificazione allo stato att uale non merita il minimo apprezzamento. Il forte cli Avalos è alto, è attrezzalo per le batterie. - la scarpa ha però bisogno di riparazione; il suo valore risiede nelle posizioni a lato dell' entrata del porto, che sebbene sia ampio l. 400 klftr è uti le perché
1~ ';Parapetto della strada coperta, la cui larghezza di sci o selle piedi si perde nella campagna, con una lieve pendenza . . " da Nouveau Dictionnaire ;\r/i/itaire, Parigi 1180 I, alla voce ·g lacis' . 19 Unità cli misura austriaca pari a m. 1,9.
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11 Regno delle Due Sicilie
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364. Castello di Augusta, Carte vo n Caboga, Kriegs Archiv Vienna, [KA V J. 365. La piazza di Augusta, KA V.
La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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368. La Penisola Magnisi, KA V. 369. La Torre di Magnisi, KAV.
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La difesa costiera del Regn.o di Sicilia dal XVI al XIX secolo
ha un solo canale praticabile per le navi da guerra; per il resto ci sono solo fondal i bassi che costituiscono una difesa delr estremità meridionale della penisola contro gli sbarchi. I due fortini Garzia e V ittoria hanno un'altezza notevole e sono attrezzati per i cannoni: assolvono al loro importante compito con la loro posizione, ma da lì sono dom inati da un colle che s i eleva nelle vicinanze. Da quanto detto, riguardo al s ito del la fortificazione, ne consegue: l) Fornire doverosamente il castello con cannoni, tenerlo ben presidiato da una truppa e considerarlo come punto forte de lla difesa; 2) Al forte Avalos, che è giil provvisto di alcuni cannoni e può servire come important.e posto per gli ufficiali, verrebbero assegnati alcuni artiglieri. Le truppe dei forti Garzia e Vittoria consistono allualmente di un forte contingente cli fanteria sotto il comando di un ufficiale dal momento che là sono alloggiati 200 detenuti napoletani. La divisione di fanteria, che si trova come truppa d'occupazione ad Augus ta, ha la forza sufficiente per occupare i menzionati punti e in caso di bisogno per difenderli con la forza contro una rivolta. I cannoni disponibili e le munizioni sono: 3) l cannoni di metallo lbronzoJ, 53 cannoni cli fe1To, 7 mortai di metallo, 35. 777 pal.le di diverso calibro, 460 bombe, 255 granate, 84 affusti, 8 mortai - Scleifen. 460 cantari di polvere. l .O l 3. 543 cartucce cli fanteria di calibro diverso, 272 cantari di palle di piombo, 4 cannoni di metallo e 40 di feJTo ins ervibili. I viveri al momento non sono d ispo nibili ... La Penisola Magnesia ... si arriva così, dopo aver fatto alcune miglia da Siracusa, ad una grande baia, che è limitata da questa costa e dalla penisola Magnesia .. .La pane fron tale della stessa guarda verso Est verso il mare aperto, il suo lato sinistro verso Augusta, che dista oltre quattro miglia, e verso l'adiacente baia con acque basse e perciò non usata da imbarcazioni; al lato destro c'è la suddetta grande baia, che ne lla sua ampiezza centrale ha sufficiente profondità per grosse navi ... L' intera penisola ha un perimetro di circa tre miglia, è abbastanza pianeggiante ed è in media circa 18 piedi sopra il livello del mare... AI centro de lla stessa ovvero accanto al congiungimento all'istmo si trova una torre circolare costruita in muratura dagli Inglesi20 con un diametro di 7 klftr e 2 piedi ed una altezza che costa di 27 piedi e mezzo; la piattaforma è allestita per un cannone mobile in senso circolare e la truppa non dovrebbe constare di piì:1 di 20 uomini. Gli ingles i, ai quali non sfuggì l' importanza di questa penisola, costru irono questa torre che doveva difendere tanto la stessa penisola, quanto le due adiacenti baie: il primo d i q uesti due obiettivi, cioè la difesa della penisola, è raggiunto in quanto un attracco lì può avvenire solo sotto l'efficace fuoco dei colpi di cannone .. .ma il,seconclo obiettivo, cioè la difesa de lla baia, non è per niente raggiungibile ... .I. Caboga Hztm: im Genie Corps. Palermo 8 ottobre 1821 " 2 1•
Abbiamo già in precedenza osservato, nelle note dei gen. Mezzacapo, il riferimento ad alcune forti ficazioni permanenti inglesi sulla costa orientale della Sicilia. Ora ne troviamo esplicita menzione e descrizione nelle relazioni austriache. con particolare riguardo alla torre di Magnisi. La peculiarità cli quel singolare manufatto, peraltro perfettamente conservato, è la s ua appartenenza ad una tipologia, indubbiamente alquanto nutrita, ma i cui esemplari originari guarnirono, tranne questa, principalmente la costa sud della Gran Brelagna22 . Si tratta infatti dì un esempio, eccezionale per latitudine, cli torre Martello. È interessante perciò dare di quest' ullime alcune note descrittive, per meglio poter valutare, magari in sito, l'affermazione. "Le Martello Towers sorsero durante le guen-e napoleoniche lungo tutta la costa meridionale inglese, dal Sussex al Suffolk, per prevenire i possibili sbarchi delle armate francesi .. .J'acccsso avveniva al
T rauasi della torre, ancora perfettamente conservata. Da L. DuFOUR, Augusta..., op. cit. , pp. 304-306. 2~ In rea ltà la cos truz ione de lle Torri Martello, ini,.iata nel I 805 comportò entro il I 812, anno in cui cessò definitivamente, la realizzazione di ben 103 esemplari , non tutte però perfeuameme uguali, distinguendosi tra le prime a pianta circolare e le seconde a pianta ovaloicle.11 modello deri vato da quelle subì una successiva ampia diffusione: le ultime tipologicamente appanenenti a quella categoria, furono in nalzate nel I 873 in Floricla 1 Resta tullavia confermato c he la nostra appartiene alla serie iniziale, cli cui rispecchia l'edelmente i deltarni. compreso il pilastro interno, ed è l'u n.ica del Mediterraneo. 20
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Il Regno delle Due Sicilie
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370. La Torre Martello tipo.
piano superiore, e solo eia questo livello si poteva raggiungere l'insieme dei depositi ricavati al piano inferiore. L'accesso da un piano all'altro ... avveniva per mezzo di una scaletta ricavala nello spessore di muro. L'armamento che giustificava il complesso sorgeva sul tetto: un pezzo ad anima liscia eia 32 libbre, montato su rotaie e girevole su un perno .. . quando il pezzo era in azione la maggior parte dei serventi era impegnala nel trasporto delle munizioni del basamento ... L'organico della guarnigione prevedeva 26 uomini .. .»"\ Proprio in funzione dell'armamento balistico si osserva, in queste torri, la principale differenza strutturale nei confronti delle innumerevoli tronco coniche, disseminate lungo le marine - peninsulari ed insuìari. Il pezzo infatti brandeggiava tramite la rotazione di un sottaffusto, imperniato, non alla estremità sotto la bocca, ma a quella sotto la culatta. Questa divergente dispos izione dell'asse di brandeggio, impraticabi le in qualsiasi altra postazione, fu cletenninata dall'esigenza di consentire di poter battere un settore di 360° con un unico pezzo di artiglieria, ovviamente di calibro maggiorato, con evidenti vantaggi e risparmi. Sotto il profilo però delle sollecitazioni statiche - e soprattutto dinamiche al momento dello sparo essendo il sottaffusto ovviamente montante verso l'estremità della culatta - peraltro centro di rotazione del complesso - per esaurire il rinculo, una notevole frazione clell 'energia cli reazione veniva a scaricarsi verticalmente, lungo il perno, e quindi al centro della volta cli copertura della torre, punto più critico e debole, relativamente parlando, della stessa. Fu necessario perciò riportarla su cli un robusto pilastro centrale, che connotò pertanto tutte quelle ottocentesche realizzazioni difensive costiere. Tornando, dopo la parentesi imposta dalla singolarità e rappresentatività storica del manufatto, alle valutazioni strategiche del settore costiero orientale dell ' isola, ormai riconosciuto eia tutti gli esperti come il solo di primario interesse antinvasivo, riporteremo le indicazioni ciel gen. Pignatelli Strongoli, redatte proprio in quegli anni. Queste attestano - tra l' allro - come la dirigenza militare napoletana, anche senza i suggerimenti inglesi od austriaci, fosse perfettamente conscia delle deficienze e delle potenziaIità territoriali dell'intero Regno del le Due S ici Iie.
2·l
Da I. J-l oc;c, Storia delle For1ificaz.ion i, Novara 1982, p. I '.\6.
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La d(fésa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
"La Sicilia nel suo stato di difesa attuale è militarmente separata dal Regno cli Napoli, ogni qual volta un nemico potente in mare attacca quell'isola. Le fortificazioni di Messina sono mali ntese, antiche, e in cattivo stato. Le mancano poi opere esteriori nel Faro per compiere la sua difesa. Quella piazza dovrebbe essere forte quanto Genova, allora tenendo noi in piedi una numerosa squadriglia di cannoniere, lo stretto non esisterebbe più per noi, ma solo per il nemico. L'immenso porto di Augusta presenta tutti i vantaggi per istabi lirvi un cantiere, un Arsenale, e una piazza di g uerra di prim ' ordine. Presentiamoci un momento all'inunaginazione Augusta, Bri ndisi e Taranto in uno stato rispettabi le, a qual Potenza cederemmo noi il primato ne ' nosrrj mari orientali? Quando vi saranno strade in Sicilia, Siracusa diverrit una rispettabile piazza di commercio. Per compiere il sistema marittimo della Sici lia fa mestieri che Trapani sia ben fort ificata, ugualmente che un altro punto su le coste settentrionali dell ' Isola, che par dovrebbe esser Melazzo, e creata u1ùtltra piazza su la costa cli mezzogiorno. Ma con tutto ciò la Sicilia sarà sempre esposta a esser conquistata da un nemico cui riuscisse cli prender q ualche piazza marittima, e terminare felicemente una prima campagna, se non si erge una grande Fortezza centrale contenente gli Arsenali, e gli approvigionamenti di guerra. Dessa clovrebb' esser situata nell'intersezione delle strade delle tre valli principali. " 24 •
Lajìne dell'incubo Per uno di quei paradossi di cui la s toria è ricca, la fine clell ' inclipendenza delle reggenze barbaresche fu decretata proprio dalla Francia . loro tradizionale protrettrice. Le modalità con le quali si sviluppò e concretizzò la spedizione de ll'armata ciel generale Conte Bourmont nel 1830, che portò in pochissimi giorni alla conquista di Algeri , sono già state trattate ampiamente nei precedenti saggi, per cui è superfluo dilungarsi ulteriormente in merito. È interessante invece ricordare che la conquista non si connotò alla stregua del solito effimero successo occidentale, ma si impose in maniera irreversibile, dilagando con suoi effetti su un ampio settore del fron te nord-africano, estirpandovi immediatamente la parassitaria istituzione25. Sotto l'impatto emotivo del crollo d i Algeri. anche nelle altre due capitali della corsa l'atti vità scom parve inesorabilmente, e la presenza italiana prese ad affermarsi non più nei miseri ruoli di schiavi e deportati ma cli attivi ccl energici imprenditori e commercianti, ravvivando quei legarni geografici che per tanti secoli erano stati stravolti dalla cleliquenzialc organizzazione. Tunisi e Tripoli quindi entreranno successivamente nell'orbita italiana, per la quale si potrebbe individuarvi una sorta di predisposizione geo-morfologica, assorbendo ulteriormente le connotazioni urbanistiche ed istituzionali26 . Lungo le marine italiane eia quel 1830 cessò l'allertamento ininterrotto ed esasperante nelle molte centinaia cli torri - quasi un migliaio complessivamente. Le migliori, sia per ubicazione che per cubatura sì riciclarono con finali tà cli vigilanza sanitaria o finanziaria, compito, qucst' ultimo che da allora molte di esse ancora assolvono. Per la maggior parte, invece, progressivamente con l'evolversi degli apparati difensivi navali cessò anche quell'estremo impiego, riemergendo dall'indecoroso oblio in alcuni casi solo ai giorni nostri. ri scoperte dal turismo. Discorso diverso invece per le piazzeforti, nella fattispecie per quelle siciliane, ritenute ancora indispensabili per ìl regno borbonico alla salvaguardia della integrità della nazione. Come tali subirono costanti aggiornamenti, limitati però ormai soltanto a quelle poche strategicamente significative, nelle quali poter concentrare tanto i presidi territoriali di difesa quanto gli scali abi tuali della marina da guerra.
2" Da F. PIGN,\TF.1 .1 .1 SrnoKGOII, Co11siderazio11i s1ra1egiche sul sis1ema d i d(f'esa del Regno di Nopoli. Napoli 1820. pp. 50 e sgg. i ; Sull ' argomento c:fr. E. G ,\IA'<I, I.e, conquisra dell'Algeria. in t\ llemorie Storico Militari, Roma I 9 I 3. fase. 3°. 2', Per ulteriori approfondimncn ti al ri guardo d r. A. GALLICO. Tu11isi, i berberi e /'Italia 11ei sec oli, Ancona 1938. pp.217esgg.
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La difeso costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Che il pericolo del resto di invasione minacciasse particolarmente la Sicilia era un concetto ben noto ed affallo estinto anche intorno alla metà del XIX. Non erano certamente più i turchi - barbareschi a minacciare .l 'integrità elci tranquillo stato dei borboni, ma le nuove idee rivoluz ionarie ed unitarie che, a dispetto dell' isolamento quasi imposto in campo politico dal sovrano, si erano gradatamente fatte strada, con alcuni inquietanti prodromi, quali quelli del 1848, tali da scuotere l' apparato e preoccuparlo circa l' avvenire. E se l'operazione del Pisacane fallì miseramente sulle spiagge calabresi, costituì però una preciso riscontro ed insegnamento per quella immediatamente successiva. Non a caso fu avviata proprio dalle coste siciliane, stimandosi, ancora una volta, cli utilizzare concretamente quell' ansia di rinnovamento e quella disponibilità a perseguirlo, nonché quella inestinguibile conflittualità intestina, che sempre aveva aiu tato i conquistatori dell'Isola, fornendoli di una vantaggiosissima quinta colonna strumentale. In Sicilia in quella primavera del 1860, infatti, divampava una delle ricorrenti ribellioni popolari. Già agli inizi di aprile in Palermo si poteva osservare, oltre alle ben note irrequietezze, una premonitrice corsa all'accaparramento dei generi alimentari in attesa di prossimi ed annunciati ulteriori tumulti. I giorni successivi registrarono i primi morti da ambo le parti, ovvero fra l'esercito regolare ed i rivoltosi. Palermo il 4 fu posta in stato di assedio. Ma al di là delle mura cittadine la rivolta - riproponendo canovacci secolari - divampava. Bagheria, Misilmeri, Carini, Capaci, mostrarono chiaramente di essere con i ribelli. I regi pur disponendo di un cospicuo numero cli uomini e la totale padronanza di tutte le piazze e dei siti strategici dell'isola iniziarono a retrocedere, vuoi per pavidità, vuoi per evitare inutili, o presunte tali, stragi, vuoi ancora per intima convizione della irrefrenabilità della rivolta e forse anche per connivenza con essa. Nei giorni seguenti, tra azioni rivoluzionarie e rappresaglie militari, spesso stupidamente feroci e controproducenti, si estese l'anarchia. Fu la volta quindi di Termini e di Monreale, e tra le urla della folla il rituale "viva il re" cedeva progressivamente a "viva l'Italia", esplicito sintomo della dire7.ione seguita eia alcuni rivoluzionari. Nelle altre città, però, nel frattempo regnava ancora una trepida attesa. A Messina la popolazione temeva i cannoni della cittadella e del resto non aveva mai condiviso gli entusiasmi palermitani. Catania, parimenti, mantenne una sostanziale tranquillità, come pure, almeno fino alla metà di maggio, anche Siracusa. Ma nel resto dell ' isola numerosi focolai, si accendevano improvvisamente, come a Trapani , a Marsala, ad Agrigento. Su quel ribollente teatro apparve infine Garibaldi polarizzando conseguentemente tutti gli interessi, rivoluzionari e controrivoluzionari verso di sè. Il 15 maggio le forze garibaldine, la cui disorganizzazione può faci lmente immaginarsi si scontrarono presso Calatafimi con le regie, riuscendo in qualche modo ad averne ragione. E fu l'inizio della lìne per la dinastia borbonica! Verso la fine di maggio i regolari si ritirarono per mare a Milazzo e Messina, evacuando Palermo. Sempre a Messina inoltre stavano affluendo altri reparti dal continente. Milazzo fu raggiunta dalla brigata del colonnello Bosco il 15 luglio e si preparò alla difesa. All' interno della piazza già vi era il l O cli linea, ma nessuno dei 22.000 uomini presenti a Messina fu inviato verso Milazzo, per incrementarne le potenzialità non solo difensive, con il pretesto di. non disperderl i inutilmente. Nella piazza, svanendo la logica della difesa manovrata e stimandosi isolati, si iniziò a parlare di capitolazione onorevole . Alle truppe che resistevano ali' interno del Forte, sostanzialmente in perfetta efficienza bellica pervenne il seguente Telegramma: "Telegramma - Corrispondenza del R. Corpo Telegrafico Il maresciallo Clary al Colonrn:llo Bosco 22 luglio I860 ore 3 pom. Sospendete le trattative. - Rinforzi positivi sono partiti. - Altre poche ore sarete salvo. - L' uff. Telegrafico Firmato Caffieno""
n Da G. BUTTA, Un Fiaggio da Hoccadifàlco a Cìaew. Napoli risL. l 964, p. 82.
li Regno delle Oue Sicilie
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Però invece dei promessi rinfo rzi, 24 ore dopo sopraggi ungeva eia mare il co lon nello Anzani dello Stato Maggiore che stipulò una brev issima capitolazione con Garibaldi, così concepita: "CONVENZIONE TRA IL COLONNELLO ANZA NLE IL GENERALE GARIBALDI PER Li\ RESA DEL CASTELLO DI MlL/\ZZO Art. I - La truppa napoletana esistente oggi nel forte di Milazzo, ne uscirà cogli onori della guerra, con armi e bagagli_ coi pezzi di artiglieria di montagna, appartenenti alla Brigata di Bosco, e con la metà dei muli della stessa batteria. Art. 2 - Il Comandante delle stesse truppe farà consegnare al l'Ufficiale delegato dal Genera le Garibaldi, cannoni , munizioni, attren.i da guerra, cavalli, bardatura degli stessi e tutti gli accessori appartenenti al forte, ogni cosa come si trova al momento della stipula della presente convenzione. Ari. 3 - La truppa imbarcherà i viveri necessari pel suo viaggio: ciò che ve1T11 dete rminato da un Commissario di ambedue parti. Art. 4 - Nel corso di domani 24, si comincerà l'imbarco della truppa, prestandosi ogni faci litazione pel trasporto cli essa a bordo dei vapori da guerra o mercantili, e terminerà l' imbarco nel corso del 25, riservandosi di terminarlo il 26 in caso non si potesse fare altrimenti. Art. 5 - I prigionieri e i feri ti d' ambo le parti saranno restit uiti. Art. 6 - Non verrà fatta molestia di sorta ai legni eia guerra e mercantili che trasporteranno le:: truppe, gli effetti e i leriti napoletani per fi no allo sbarco, da eseguirsi ove meglio converrà al governo napoletano. FRA 1CESCO ANZA NI GIUSEPPE GARIBALDI Milazzo, 23 luglio I 860''~R.
La sera del 9 agosto Garibaldi attraversava lo Stretto, lasciandosi alle spal le la ciltadclla d i Messina, praticamente isolata dall'intero Regno, all'estremità del braccio falcato.
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Da A. MtCJ\l, F., Il casteflo ... , op. cit. p. 141 .
EPILOGO L'ultima resistenza della prima p iazza
Messina 1861 Passata la furia garibaldina, conquistato l'intero Regno di Napoli, cessata l'epica resistenza cli Gaeta con la partenza del giovane re Francesco II e della sua giovanissi ma consorte Maria Sofia, dalla n1artoriata piazza il 14 febbraio l 861, la bandiera borbonica continue) a sventolare soltanto suJJa cittadella di Messina e sulla fortezza di C ivitella del Tronto. Nel pentagono bastionato siciliano, opera come a s uo tempo ricordato di notevole valore architettonico militare s i erano asserragliati 4.000 soldati agli ordini di 152 ufficiali . Quegli uomini in effetti presidiavano o rmai le possenti opere già dal luglio dell'anno innanzi, ed avevano appreso, deformate dalla narrazione, la travolgente epopea garibaldina e la inarrestabi le disfatta del loro regno, fino all ' allontanamento del legittimo sovrano. Nonostante ciò, con il morale a livelli intuibili, nessuno aveva preso seriamente in esame la possibi lità di arrenders i. 11 loro comandante gen. Fergola infatti, tenutosi in costante contatto con Gaeta, non e bbe a lamentare un numero cli disertori consistente, pur separando una minima striscia di terra le opere della piazza dal resto della città. A Messina, invece, si trepidò per Gaeta gi ungendo a sottoscrivere una colletta per sostenere i com militoni colà impegnati. Non erano logicamente mancati, eia parte italiana, chiari ed espliciti inviti indirizzati al generale borbonico per la cessione della cittadella onde evitare un inutile spargimento di sangue, specie al profilarsi imminente della resa di Gaeta. Ma l'alto uf ficiale, per tutta risposta, aveva sempre fatto osservare che la resistenza della s ua Cittadella non si sarebbe in alcun modo ricollegata alla sorte cli Gaeta, in perfetto ossequio delle ordinanze regie per le piazze 1• II 14 febbraio pertanto comunicando ai mesti soldati le gravi nuove cli Gaeta , ne stimolò l'orgoglio a sostenere la terribile prova che s i sarebbe, entro breve, abbattuta su cli loro. La motivazione insisteva sul vincolo cli fedeltà e, maggiormente, sull'onore militare, tornando chiaro a tutti che le speranze di rientro dell ' antico sovrano fossero pressocché nulle. Del resto anche Francesco Il aveva fallo presumere che riteneva ancora valida e costruttiva la resistenza di quella piazza fino all'estremo. Come fosse accolta dalla dirigenza politica e militare italiana, tesa ad abbrev iare al massimo le fasi cli unificazione nazionale, quel la inusitata professione cli virtt1 militare è faci le arguirlo. Cialdini in particolare giunse al punto, assolutamente censurabile per un soldato di qualsiasi nazione - anche di gran lunga meno civile - cli ricorrere alla intim idazione ccl alla minaccia personale, rivolte verso un collega, colpevole in definitiva cli attenersi scrupolosamente agl i ordini ricevuti, difendendo quell'estremo lembo del suo regno, aggredito ed occupalo eia un'altra nazione, senza alcuna dichiarazione di guerra ! È interessante stralciare qualche brano della s ua sconcia prosa, per meglio valutare l'acredine istauratasi nel vincitore:
1 L' ari. 142 clell'Orclinan,.a re lativa al governo delle piazze così prescriveva riguardo alla resa: ··t:,!ffìziale cui (![fideremo una piaz::.a di guerra dee p e11e 1rarsi della il/lpur11.111zo di ,al deposi/O e len.er presente che il ri,ardare o accellerare di 1111 sol giomo la resa può (/(Ire grandissima iltflueww sulla difesa del Reg110, e sulla salvei<-a dell'eserci10. /11 co11segue11::,o eili 110 11 pres1erà orecchio alle voci che /'i11i111ico po1esse spargere, afle insinur.d oni che gli facesse giu11gere, o alle n01iz.ie dire11e o indirefle che gli pervenissem; che an::.i se acquistasse cerle::.w di essere /'eserci10 dis./<1110, o il Regno i111•asu. ciò non al!ererà p111110 la esecu:Jo11e de' suoi doveri, e la necessit<Ì di difendere la piaz::.a sino all'estremo. ··
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L'ultima resistenza della prima /Jiazza
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" ... Per la consegna non darò nè a le i nè alla sua guarnigione capit.o lazioni di sorta, e dovranno arren dersi a discrezione. Se Ella farà fuoco sulla c ittà. io fa rù fucilare dopo presa la Ciltadel la tanti ufficia li e soldat i della guarnigione quante saranno le vitti me cagio nate dal di Lei fuoco sopra Messi na . E i ben i d i Lei e degl i ufficiali saranno confiscati per indenni7.7.are i dann i recati alle famiglie de i ciltadini. Per ultimo consegnerò Lei e suoi subordinai.i al popolo di Messina ... "".
Sembrerebbe, tllttav ia, potersi gi ustificare il concetto in riferimento alle potenziali innocenti vittime civil i, ma vi è da osservare che Je batterie d'assedio si anelavano piazzando proprio nella città, con il risultato ovvio che tali invettive, più che a salvaguardare gl i inermi abitanti , tendevano ad inficiare il controliro della Cittadella, comunque inferiore per arretratezza tecnologica delle art iglierie. S i giunse così quasi alla metà di marzo, allorquando il 12: "Il tcneme Gaeta da l bastione Bandiera manda al tenente Colonnello G uillamat a S. Stefano il seguente viglietto : «Ore 3, 1/4 p . m. IJ Comandante del distaccamento di Don Blasco mi fa senti re che non può più sosteners i, perché è di.venuto punto cli bersaglio del nemico. Non à opera a prova, e l' unico cannone che à al fronte cli terra è diven uto quasi inutile perché il sopraffusto va in schegge, à avuto pure diversi uomi ni fuori combattimento, che fare? ... » GuiJlamat risponde: «O rdinate al distaccamento di D. Blasco d ' inchiodare i. cannoni e ritirarsi all' avanzata, mentr'io ò dato gli ordini a Lunetta Carolina di tirare contro D. Blasco e precisamente alla polverista per farla saltare in aria. >>,,., Poco dopo infatti un terrificante boato squarcia l'aria, notificando l'esplosione della S. Barbara del caposaldo . Ma le fiamme si propagano rapidamente circondando anche la stessa Cittadella. Alle ore 17 .30 viene innalzata la b.andiera parlamentare, ed una tregua vie ne concessa alle 18 dal Cialdini. L' indomani il l3 marzo 1861 il Maresciallo Pergola firmava alle ore 7 l'atto di resa della piazza. C ivitella del Tronto capitolò la settimana seguente.
Permanenze Si chiudeva con que ll'assedio la mi llennaria storia delle fortezze costiere del Regno di Sicilia. TI 6 febbraio 1867 sul Giornafte cli Napoli n" 36, fu pubblicato il Decreto di Vittorio Emanuele TI del 30 dicembre 1860 relativo all<L d ism issione delle opere fo rtificate ritenute ormai inutili dalla nuova naz ione: molte di quelle gloriose strutture fin irono così vendute all'asta! Trascurando le ri petiz ioni toponomastiche e le storpiature linguistiche così elencava il suddetto foglio, a c ui ci piace abbinare quando possibi le la migliore ult ima loro raffigurazione topografica, ovvero quella austriaca di circa mezzo secolo innanzi, di seguito pubblicate: Torre cli Rasocolmo Torre del Giudeo Torre dell'Ebreo Torre Muzza CasteJlo Spadafora Torre ciel Promontorio Torre d i Cantone Torre del Forte T<me di Patti Torre Giarolo o G hiaj a Castello di Brolo Castello d'Orlando
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La missiva ùel Cialdi ni è p ubblicata da P. G. J ,\EGF.R . Francesco Il di /Jorbone, l'u/limo re di Napoli, Trento 1982, p. 284. Da D. PU7.7.0I.O S ICilL LO, Don Blasco.... op. cit., pp. 42 e sgg..
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/,a d~fesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Torre Nuova o San Marco Torre Acqua Dolce Torre Lauro Torre Muzza Castello di Tusa Torre Salichento Torre del Marchese Torre Rasigelli Torre Pietra Torre Calura Rocca o Città di CefalLt Torre Grugno Torre Pastona Ton e Roccella Torre Buonfornello Torre Battilamano Fortificazioni di Termini Castello di Trabia Torre San Nicola Torre delle Mandre Torre Milicia Castello cli Solanto Torre Anonima (fra capo Zafferano e capo della Croce) Torre Anonima (un chilometro a sinistra della Cala delle Colombe) Batteria del Sacramento Batteria della Sanità Batteria Castelluccio Torre Rotolo Torre della Sanità Torre Alimura Torre Mondello Torre Sferra Cavalli Torre Isola di Terra Torre Isola delle Femmine Torre Venaclo Torre Muzza Torre Nuova o Pizzillo Torre dell'Orso Tone Molinazzo Torre Alba o Lascicano Torre Capo Rama Torre Toleda Torre Guiclaloca Torre Scopello Torre del Guzzo Torre Pazzolino Torre Sori Torre Vecchia Torre Roccazzo Torre Lucchesi Torre Anonima (prima di punta Emiliana)
L'ul!ima resistenza della /Jrima piazza
Torre di Martangella Torre cli San Giuliano Trapani Torre Punta Nubia Torre di Mezzo Torre Teodora Toffe delle Jsole Stagnone Cinta cli Marsala Castello di Marsala Torre Sibiliana Cinta di Mazzara Torre Giulino Torre del Vecchio T(me Granitola Torre Tre Fontane Torre Po] luci e PI ieri Torre Palo Torre Mangravi Torre Anonima (su l Capo San Marco) Torre Anonima (a 2 km da Sciacca) Fortificazioni di Sciacca Torre Cristaura Torre Verdura Torre di Capo Bianco Torre di Punta Marinola Torre Salsa Torre Felice Torre Monterosso Torre Punta di Monterossello Torre del Molo cli Oirgenti Batteria della Lanterna di Oirgenti Castello di Montechiaro Torre cli San Carlo Torre Goffi Torre San Nicola Castello Sant' Angelo (Licata) Castello San Giacomo Castello di Falconara Torre di Manfria Torre Insegna Torre Braccetto Torre Punta cli Pietra Torre Mozzarella Torre Anonima (a sinistra del torrente Pargusa) Fortino di Pozzallo Forte cli Capo Passero Torre di Yenclicari Torre di Lognina Castello cli Brucoli Castello cli Aci Torre S. Anna
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Lti dif~!Sa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Torre Pianotta Torre Fortificata Taormina Torre Baglio Forte S. Alessio Torre Palma Torre Capo grosso Forte Scaletta T01Te Scaletta Batteria delle Grotte Fortino o torre Fiumara Torre San Gregorio o Sant' Agata Batteria San Paolo Batteria Marcosi Torre Ganzirri piccola Torre Guazzini piccola Torre Ganzirri grande Torre Filopazzi Torre del Faro Torre ciel Bianco e Marrone Palermo Ca.stello a mare Palermo Batteria del molo Palermo Batteria Acqua dei Corsari Palermo Batteria Tonazza o Sant'Erasmo Palermo Batteria Acqua Santa Siracusa Torre Magnesi Ma per alcune di loro la parola fine ancora non era stata scritta definitivamente. Allorché infatti si passò a definire l'assetto difensivo della neonata Italia, si valutò non concluso l'apporto difensivo di qualche piazza siciliana, nella fattispecie di quelle orientali ovvero di Messina, e di Augusta, e se ne suggerì l'aggiornamento. Dalla " Relazione a Corredo del Piano Generale di Difesa dell' Italia ciel 1871", si apprende infatti che: "Per la difesa dell' isola di Sicilia, la Commissione ha ravvisato necessario e sufficiente di collegare le difese a mare dello stretto cli Messina con alcuni punti interni presso la piazza stessa di Messina, costituendo ivi una testa di ponte oltre lo stretto, per ritirare, occorrendo, sul continente le truppe cieli' isola e per riportarle dal continente nell'isola quando si creda venuto il momento propizio a riprendere l'offensiva. Però furono al tempo stesso conservati e difesi più potentemente da mare i due importantissimi porti di Siracusa e cli Augusta, quali stazioni marittime per la nostra flotta, nonché l' ancoraggio di Milazzo ... " 4 • Anche nel Piano Ridotto di Difesa dell'Italia la situazione a carico della Sicilia venne riconfermata ritendosi indispensabile5 . Nel 1873, inoltre, nel corso della presentazione ciel Controprogetto di Difesa dell'Italia, il maggior generale A Brignone così affermava riguardo alla Sicilia: "Per i porti e per le rade di Milazzo, Siracusa ed Augusta che tanto la Commissione di difesa quanto la Giunta parlamentare considerano come sufficientemente protette dalle loro difese attuali, considerando che con l'applicazione dei principii generali sulla difesa delle coste le sole opere a costruirvisi per una conveniente difesa a mare si concreterebbero in batterie in teffa o sabbia elevate sul mare con un armamento complessivo per ogni piazza di 30 boe-
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Dalla ;.Relazione a corredo del Piano Generale di Difesa dell'Italia'', Roma 187 l. p. 24. lb. ' p. 42.
L'ultimo resis1enza della prima piaz,zo
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che da fuoco e con una spesa di L. 600.000, ossia I. 800.000 per tutte e tre, tenendo naturalmente conto delle fortificazioni esistent i, io mi penso che trattandosi di rade e porti estesissimi e sicuri che possono essere ind ubbiamente di g rande utilità per la flotta nostra nell 'eventuali tà cli una guerra sul mare, non sarebbe inopportuno di compre ndere siffaua spesa nel progetto generale cli difesa con un aumento cli L. 1. 800 .000 sulle proposte, della Commissione di difesa e della Giu nta parlamentare" 6 . E così alcune remote real i7.Zazioni difensive della Sicilia contin uarono a servire anche dopo l'unità d ' Ital ia. Mai probabi lmente Riccardo da Lentini , progettando il castello di Augusta avrebbe potuto immaginare che quasi sette secoli dopo le sue strutture sarebbero state fatte oggetto di un possente attacco navale, ed aereo, e che nonostante tutto avrebbero con tinuato ad esistere, e magari ad assolvere per quanto ancora possibi le alla loro originaria mansione! Ed ancora la adempiono, conferma eloquente delle perfetta ubicazione e del la sostanziale immutabilità delle logiche difens ive.
6
A.
BR IGNO:,.iF.,
1873, p. 52.
Difesa c;enerale degli Swri e del/ '/ ralia in parricolare. e.rnrne del controprogetro di difésa. Rorn a
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La difesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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381. Torri Schillante, Finale, Pietra di Nave. Calura, KA V. 382. Torri Rosçd Jo, Grugno, S. Lucia. KA V.
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La d(fesa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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385 . Castello di Trabia, KA V. 386. Torri E lia, Colonna, Ma ndra, KAV.
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La difesa costiera del Hegno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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391. Torri Bonaggia. Roccazza, Se ieri e Guidaloca, KAV. 392. Trapani e San Giuliano. KA V.
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L'ultima resistenza della prima piazza
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La d(f'esa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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429. Siracusa. la piazza, KA V. 430. Siracusa, il porlo, K.AV.
INDICI
INDICE TOPONOMASTICO Aci Castello, 27 , 204 Acqua dei Corsari, 277 Acque Dolci, 291 Adrano, 27 Afrodisio, 121, 122 Agadir, 18 Agnone, 210 Agrigento, 128, 179, 184, 190, 240, 244, 247, 506 Alcamo, 270, 273 Alcantara, 27, 202 Alicata, v Licata Alicudi, 431 Alessandria, 18, 127 Algeri, 48, 55 , 60, 65, 85, 124, 128, 129, 132, 444,457,458, 461 ,464,496 Algesiras, 18 Alghero, 94 Alì, 192, 339 Ancona, 29, 94 Aranjuez, 41 O Aspra, 277 Augusta, 33, 37, 51, 53 , 54, 72, 73, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80, 87, 123, 13 1, 144, 161, 170, 189, 212,214,217, 220, 335, 346, 362, 368, 401, 402, 403, 408, 422, 424, 425, 426, 429, 430, 431, 435, 436, 438, 439, 440, 441, 446, 465 ,498,502,504,514 Avola, 224, 227 Bagheria, 506 Bagnara, 129 Baida, 269,270 Bel vedere lSiracusa'I, 224 Birgi, 263 Bisanz io, 15, 16, 21, 22 Bona, 132 Bonagia, 267 Brindisi, 504 Brolo, 294, 295 Brucoli, l O, 15, 144, 21 O, 212, 338 Buon fo rnello, 283, 336 Burera, 240 Cagliari. 94 Calabria, 129,130,178, 193,407,437,47 1,493 Cala dei Muletti , 274 Cala del Bove, 267 1...,
,
•
Cala di Grottazza, 267 Cala Fetente, 296, 356 Cala Mancina, 267 Cala S. Antonino, 301, 302 Cala Sciaccotta, 273, 274 Calascibetta, 27 Cala Secca, 337 Calatabiano, 27, 203 Calatafimi, 33, 506 Calatubo, 273 Calavà, 294, 338, 356 Calazza, 267 Caltabellotta, 29 Candia, 407, 408 Cannatcllo, 250 Canneto, 290 Cannitello, 131 Capaci,274, 278,338,357,506 Capo Bianco, 247 , 254, 338 Capo Bonservito, 326 Capo Cammarana, 235 Capo cieli' Armi, 131 Capo d'Orlando, 292,294,337 Capo Feto, 260, 262 Capo Gallo, 278, 383 Capogrosso, 192, 202, 283 Capo Lilibeo, 263 Capo Marangane, 324 Capo Molini, 204, 339 Capo Mongerbino, 277 Capo Murro cli Porco, 225 Capo Negro, 337 Capo Passero, 131, 180, 184, 228, 230, 368 Capo Plaia, 284 Capo Rama, 184,274,334,335,339, 361 Capo Rasigerbi, 287, 360 Capo Rasocolmo, 196, 304 Capo S Alessio, 334 Capo S.Andrea, 184, 202 Capo S.Croce, 184, 212, 43 I Capo S.Marco, 184, 254, 353, 354 Capo S.Panagia, 222, 223, 224, 225 Capo S. Vito, 127, I 84, 267, 348, 362, 368 Capo Zafferano, 279 Capua, 446 Carini , 127, 274, 275, 334, 336, 337, 346, 357, 361,506 Carlentini, 210,211 , 212
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La difesa cosiiera del Regno d i Sicilia dal XVI al XIX secolo
Carloforte, 458 Caronia, 290 Cassìbile [Fiume], 227 Cassibile, 183, 227 Castanea, 196 Castellammare, 192, 269, 335, 340, 348, 446 Castelsardo, 94, 109 Castevetrano, 360, 367 Castiglione, 27 Castrogiovanni, 26 Castroreale, 196, 299, 301 Catania, 27, 33, 54, 64, 65, 67, 68, 69, 70, 71, 78, 120, 140, 141, 161 , 170, 178, 179, 189, 203, 205, 206, 207, 210, 334, 340, 352, 362,
417, 419, 446,506 Catelluzzo, 267 Catona, 130 Cattafi,303 Cefalù, 170, 179, 283, 284, 287, 288, 334, 360, 36 1,363 Chinisia [Fiume diJ , 262 Cinisi, 274, 358 Ci vitella del Tronto, 509, 5 11 Cofano [Montel , 267 Condrò, 303 Cordova, 18 Corlentini , 189 Cortigliolo, 267 Costantinopoli, 12, 19, 20, 23, 24, 40, 86, 166, 372,404, 444,496 Crotone, 94 Dirillo lfiume], 235 Donnalucata, 234
Enna, 21 , 27 Erice, 29,168,267 Etna, 27, 64, 177, 178 Falconara, 240, 342 Favignana, 87, 156, 168,263 Ficarizzi, 278 Ficarra, 295 Firenze, 445 Fiumedinisi, 198, 432 Fondi , 54 Fontane Bianche, 224,345 , 495 Fornari, 299, 479 Forza, 199, 334, 345,431 Fossa di S.Giovanni, 131 Franca villa, 27, 442
Gaeta, I 09, 509 Gaggi, 202 GaJlodoro, 202 Gela, 136 Genova, 330,399,504 Gioiosa, 295, 296, 298 Goletta, 49, 132, 134, 166 Gerba, 29, 48, 129, 132 Gesso, 196 Gozo, 72, 132 Grani ti, 202 Grecia, 51 Gualtieri, 303 Ischia, 471 Isola delle Correnti, 326 Isola delle Femmine, 277, 278, 348, 38 1, 388,
479, 480 Isola di Terra, 348 Isola Formica, 267 Isola Grande, 262 Isola S.Maria, 262 Italia, 15, 16, 21, 33 Jato [Fiume], 273 Kalura, 284, 338, 479 Lagnone, 144 Lentini , 27, 78, 170, 179, 210, 21 J Lepanto, 55 , 132, 157, 159, 166, 173 Levanzo, 156 Librizzi, 298 Licata , 33, 72, l 3 l , 132, I 34, 136, 138, 140, 161, 168, 190, 240, 242, 243, 244, 346, 357, 400, 444 Lilibeo, 178, 18 1 Lipari , 72, 129, 156 Lucera, 32 Madrid, 309,310, 318,371,374,441,442, 445 , 446,457 Magnisi, 2 14, 222, 344, 502 Malta,94,404,465,468 Mandrascava, 250 Maréttimo, 156, 267 Margi-Petrosino, 260 Marina della Marza, 228 Marsala, 134,136, 161, 163, 164, 168,1 90,260, 262, 263, 265, 329, 337, 345, 364, 368, 370, 443,506
Indice toponomaslico
ì'v1arsiglia, 430 Marzamèrni, 228, 230, 342, 346, 354 Mascali, 203 Mazara, 21 , 29 , 132, 170, 179, 190, 254. 256, 258,259, 260,262, 338,356,370,444 Melilli, 222,365,430,443 Messina, 21, 23 , 24, 25. 26, 29, 36, 37, 40, 50, 52, 53 , 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 79, 85, 94,1 19,129, 130,131 ,153, 157, 16 1, 162, 163, 164, 170, 178, 179, 182, 192, 193, 195, 196, 2 17. 339, 344, 349, 356, 363, 367, 370, 375, 398, 399, 406, 407 , 408, 426, 427, 428, 429, 432, 434, 435, 437, 440, 44 1, 442, 446, 451, 456, 469, 493, 504, 506. 507, 509, 511, 5 14 Milazzo, 33, 51 , 72, 79, 87 , 108, 109, 110, 116 117, 118, 152, 161, 170, 301, 302, 303, 304, 338, 349 ,357 , 428, 440, 442, 446, 471, 504, 506,507,514 Milano, 157, 158, 428 Militello, 292 Mirto, 294 Mistretta, 290, 365 Modica, 230,231,232,234,329 Mola, 205 , 431 Monclello, 127 , 277 Monforte, 303, 304 Mongiove, 298 Mongiuffi, 202 Monreale, 179, 506 Montechiaro, 244 Motta, 289 Motta Camastra, 27 Motta S.Anastasia, 27 Murro di Porco, 184 Muso di Porco, 274 Napoli , 36, 37, 38, 39, 41, 59, 62, 95, 124, 407, 428, 444,445,446, 455 , 465 , 471 Naro lfiumel, 249 Naso, 294 Noto [Fiume di Notoj, 227. 229 Noto, 26, 78, 228, 229, 230, 342 Ognina, 206 Oliveri , 296, 299, 358 Orano, 48, 129 Ortigia, 220, 22 1, 454 Otranto, 40, 94, 193 Pachino, 180
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Palermo, 22, 26, 27, 29, 30, 33, 36, 50, 55, 72, 80. 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 102, 103, 104, 105, 107, 108, 127, 131, 145, 150, 165, 166, 168, 179, 18 1, 182, 275, 277, 278, 318, 320, 332, 344, 349, 356, 357, 362, 406, 407, 43 1, 437, 440, 441 , 442, 444,446,455 , 458. 459, 463, 465 , 469,506 Palma cli Montechiaro, 240 Partenico, 273, 274, 352 Paternò, 27 Patti, 72, 170, 179,295 , 296, 298,354.359 Pellegrino lMont.eJ, 278 , 357, 358, 362, 368 Peloro, 180 Pentimele, 130,493 Persia, 16 Pettineo, 289 Piemonte, 439, 441 Pietroburgo, 467 Piraino, 295 Plàtani lFiu meJ. 250 Polina, 288, 361 Porto Empedocle, 247 Porto Palo, 256, 479, 480 Pozzallo. 184. 231, 232 , 495 Pozzillo, 203, 479, 480 Pozzo di Gotto, 301 Procida, 471 Puglia. 25, 41 , 404 Punta Alga, 263 Punta Bianca, 244 Punta Branco Piccolo, 235 Punta Castellazzo, 228 Pu nta Ciotta, 240 Punta cl' ALiga, 234 Punta ciel Corvo, 234, 325 Punta del Gigante, 225 Punta del Monaco, 127 Punta della Le na, 328 Punta delle Formiche, 329 Punta di Marinata, 326 Punta di Mezzo, 235 Punta di Tono, 30 I Punta Fossanave, 262 Punta Granitola, 254 Punta Magaluco, 324 Punta Macauda, 324 Punta Negra, 267 Punta Palermo, 263 Punta Rossel lo, 249 Punta Secca, 235 Punta Tagliata, 325
5.50
Punta Tenna, 244 Punta Zafaglione, 235 Ragusa,234, 235,236,356 Ragusa tpoce di], 234 Ranclazzo, 27 Rastad, 437 Ravenna, 16, 19 Reggio Calabria, 94, 129, 130, 131 Reitano, 290 Rocca Imperiale ,404 Rocca S.Nicola, 240 Roccella, 27 Rodi , 404 Roma, 17, 21 Rometta, 21 , 304 Salemi, 33 Salso [Fiume!, 244, 247 Sampicri, 234 S.Agata dì Mìlitello, 292, 334 S.Alessio, 199, 202,431 S.Ambrogio, 284 S.Calogero, 254 S.Cataldo, 273 S.Croce Camerina, 235, 338 S.Cusumano, 222, 341 S.Fila, 332 S.Fratcllo, 291 S.Giorgio, 194 S.Giuliano, 168, 267, 268, 269, 335, 346, 348, 362 S.Leone, 249, 250 S.Lucia del Mela, 303 S.Marìa lo Ficallo, 325 S.Marco, 292 S.Nicolò l'Arena, 281 S.Placido, 196 Saponara, 304 Sardegna, 7, 19, 78, 124,437,438 Savoca, 199,359, 431 Scala, 304 Scala Greca, 222 Scaletta, 198, 339, 431, 493 Schisò, 203 Sciacca, 134,140, 141, 144, 161, 170,190,249, 251,252,254,340,352,370,444 Scicli, 184, 231, 234, 341 Scopello,267 Selinunte, 256 Siculiana, 132, 249, 250, 354, 358, 360
La d{f'esa cos1iera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
Simeto, 27 Siracusa, 16, 18, 21 , 22, 33, 36, 39, 5 1, 54, 7 1, 78, 79, 80, 81, 84, 85, 86, 94, 95, 119,131, 145, 148, 161, 168, 179, 183, 184, 189, 220, 221, 222, 224, 225, 345, 352, 360, 365, 370, 408, 419,420, 422,43 1, 435, 436, 441, 446, 451 , 454, 456,495,504,506,514 Siria, 17, 18 Solanto, 279, 342, 358, 364 Spaccaforno, 230 Spadafora, 304 Spagna, 18, 21 Stato Pontificio, 27 Suez, 18 Tagliacozzo, 36 Tangeri, 18 Taormina, 21, 27,183 , 202,205,340, 353,431, 432 Taranto, 193,404 Termini Imerese, 33,152,161,170,281,283, 312, 337, 339,340,365, 378,379,446, 506 Terranova, 170, 236, 348, 353, 365 Tindarì , 298, 299, 365 Tlemenc, 18 Toledo, 18. 410 Torino, 441 Trabia, 281, 283, 339 Trapani , 33, 37, 53, 72, 87, 88, 89, 90, 92, 93, 94, 134, 162, 163, 164, 168, 178, 190, 263, 265, 334, 335, 336, 340, 362, 363, 368, 385, 408, 410, 41~ 417, 444, 446, 451,454,456, 494, 504, 506 Trappeto, 273 Trieste, 466 Tripoli, 121, 128, 129, 131,132, 262, 443,444, 457,494, 496,504 Tripolitania, 18 Tunisi, 48, 49, 50, 51, 53, 54, 55, 59, 89 , 90, 166, 167,443,444, 457,458,465, 496, 504 Tusa,288,289,344,354, 362, 367 Ustica, 381,382, 383, 385,387,388,458,459, 460,461,462 Utrecht, 437 Vendicari, 184, 228, 229, 368, 479 Venetico, 304 Vergine Maria, 277 Vienna, 437 , 443, 444, 498 Zapparclina, 295
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Indice autori ci/clii
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Lo dijéso costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
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Indice autori citati
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INDICE ILLUSTRAZIONI I. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11 . 12. 13. 14. 15.
Cartografia della Sicilia in epoca borbonica ......... .... .. .... ..... ... .... ..... ...... ............. ....... .... pag. lcle111 .. ... . ... . . .. . . .. . . .. . . .. . .. ... . . .. . .. . . . .. . .. . . . .. . .. .. .. .. .. . .. . .. . . .. . . .. . .. . . .. ... . .. . . . .. . . .. . .. . . .. .. .. . .. . ... . . .. . . .. . .. " Idern ................. ........... .. ......... ....... .......... .. ......... ... .................... ....... ......... ... .. .. .. ......... ... Icle n1 ... .. ....... ............ ... ..... .................. .. .... ..... ... .... ...... ..... .. ......... .... ...... ...... .. ... ........... .... . Brucoli (S r)-Castcllo medievale e casamatta .... ........ .. .. .. .. ..... .. ...... .. ....... ...... ........... ..... . Carta cinquecentesca spagnola ciel nord-Africa ........ ... ..... ....... ..... ..... ...... .. .. .. ........ ... .... . Siracusa:rovine dell'antichissimo cas tello Eurialo .......... ......... .... .. ..... .. .. ...... ... .. ... ... .... . Siracusa:Castello Eurialo,dettaglio dei sotterranei ........ .......... ... ...... ....... ...... .. ............. . . Siracusa:all'estremo lembo Castel Mani ace ..... ....... ..... ......... ..... ...... ... ....... .. ... .... ..... .... . Carla borbonica della Pugli a .... ..... ....... ...... .............. ........... ................ ..... ... .......... ..... ... . Foce del Si1neto .... .. ...... ... ... ........ .... .. ..... ........ ....... ....... .. .. ... ... ..... ..... ........ .... ... ..... .. ... ..... . T~1onnina: Castel lVfol a .... ........ .... .......... ..... ........ .... ... ..... .... .. ....... ... ... ..... ... .. .... ... ......... .. . Lucera: panoramica della colonia saracena .... ............. ..... .... ...... ... ... ......... .. ..... ..... .... .. . . Lucera: de ttaglio delle mura federiciane .... ....... ........ ......... .. .. ... ..... ......... .......... ... .. ....... . Catania: Castello Ursino,prospe tto principale .. ........... .... ......... .. ... ... ...... ............ .......... . 16. C atania: Castello Ur.sino,prospetto posteriore ..... ........ ... ........ ......... ..... ... ......... ............ . 17. Siracusa: Castel Maniace,ricostruzione fcclericana ... .......... .. ... ...... ...... ... ........ ............. . . l 8. Torre di Venclicari (Sr) di epoca sveva ... .. ........... ... .. ........ ... .......... ....... .... .. ... ...... .. ........ . 19. Planimetria della for tezza del S . Salvatore, Mess ina .... ... ...... ....... .. ... ..... ........... .. .. .... .... . 20. Veduta attuale della s tessa .... .... ........ ..... ... ... ................. ......... ....... ...... ..... .. .... .. ........ ....... . 21. Forte del Salvatore nella visione cli F. Negro l 630 ... ..... ........ .. ...... ........ .. ...... ... .... ....... .. . 22. Planimetria della città cli Messina con le sue fo rtificazioni ........ ....... ... ... .. .......... ... .... ... . 23 . Forte Gonzaga, dalla raccolta cli F. Negro ....... ..... ... ........ ......... .... ........ .... ..................... . . 24. Forte Gonzaga oggi .... ...... ...... .... ......... ... ....... .. ........... ............. .. ....... .. .. ...... ...... ......... .... . 25 . Forte Castellaccio, dalla raccolta di F. Negro ...... ... ......... .. .. .... .... ......... .. .. .. .......... ... ..... . 26. Forte Matagri fone, pianta cli F. Negro ... ...... ........ ... .. .... ..... ....... ... ..... .... ...... ...... .. .... ....... . 27. Forte Matagrifone, assonometria, eia F. Negro ........... ... .... ... .... ......... ....... ...... ........... .... . 28. Pianta della città cli Catan ia nel 1630, eia F. Negro ... ... .. .. .. .. ...... .......... ... .. .... .... ... .. ... .... . 29. Dettaglio inserimento Cast. Urs ino tra i bastioni .. .......... ........ .. .. ........ .. ....... .. .. ..... ...... .. . 30. Vista assonometrica di Castello Ursino, F. Negro .. ... .. ........ .... ...... ... .. ... ................ .. ..... . . 31. Porta Uzeda,traslazione barocca di Porta Canali .. .. ... .. .. .. ... ......... ......... .. ... ......... ... .. .... . . 32. Mura clell ' Arcivescovado lungo via Dusmet .. .. ... ...... ............. ...... .... .. .. ...... ... .. .. ... ........ . 33 . Dettaglio mura lungo via Dusmet ........... .. ............. ........... .. ....... .. .. ..... ..... .. ........... ..... ... . 34. Bastione di S.Agata,o del Santo C arcere .... ........ ...... ..... ... ... ........ ... ..... .... ....... ......... .. ... . 35 . Castello cli Augusta,pianta eia F. Negro .... ...... ...... ... ........ ........ .. ..... .... .. ....... .... ....... ... .. .. . " 36. Castello cli Augusta,assonometria da F. Negro .... ... .. .... ......... ..... ... .. .... ........ ..... .... .. ... .. .. 37 . La pe nisola di Augusta nel rilievo cli F. Negro ... .... ................. .... .. .. .. ........ ... .... ............ . 38 . Planimetrie illustrant.i l' e voluzione del Castello di Augusta ....... ... ....... .. .... ... .. ..... .. .... . 39. Il Castello cli Augus ta, oggi ... ... ..... ........... ...... ....... ... ... ................ .... .......... ....... .. .. .. ... .. . . 40. Veduta aerea cli Siracusa. A ... .......... ... .... .. ....... ..... ........... .......... ..... .......... .. ..... ..... ... ....... . 41 . Veduta aerea d i Siracusa. B .. .. ........... ....... .. ........ ... .. ... .... .................. .... .. ..... .... .. ..... .. ...... . 42 . Castel Maniace,pianta da F.Negro ........ ..... .. ....... ... ..... ...... .... .. .......... ..... .......... ...... ... .. .. . . 43 . Castel Maniace,assonometria da F.Negro ....... ..... ... ........ ... .. ..... ....... ...... .... .. ... .. ... ... ..... .. . 44. Forte antistante Castel Maniace ..... .... ........... ... ...... ......... ...... .. ..... ......... ... .......... ..... .. .... . 45 . Plani metria cli Siracusa da F.Negro .......... .... ................. ....... ....... ... .......... ..... ... ....... ... .. . . 46. Siracusa, il centro storico ................ .... ... ........ ....... ... .... .... ... .. ..... ... .. ........ .... ........... .. ..... . 47. Siracusa, resti delle fortificazio ni ............. ..... ... .. ... ........ ..... ..... ... .... .. ...... ...... ...... .... ....... . 48 . Planimetria delle fortificaz ioni cli Trapan i ... ...... .... .. .. .. .. .... ....... ......... ........... ........... ..... .
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8 9 9 11 19 22 22 24
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82 82 83
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49. 50. 5 l. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61 . 62. 63. 64. 65 . 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 9 I. 92. 93. 94. 95. 96. 97 . 98 . 99.
La difesa costiera del Re?,no di Sici/i(I da l XVI al XIX secolo
Dettaglio fortificazioni Tapani ,da F. Negro ................................................................ .. . pag. Trapan i, panoramica delle mura .................................................................................... . " Trapani, dettagl io delle mura ........................................................................................ . Castel lo di Trapani, pl animetria cli F. Negro ............... .... .... ........................................... Castello di Trapan i, assonometria cli F. Negro .................................................. ............ . Trapani, la Colombaia ................................................................................................... . Trapani, la Colombaia, planimetria di F. Negro ............................................................ . " Trapani , la Colombaia, assonometria di F. Negro ........................................................ .. Palermo, planimetria ciel castello, da F. Negro ............................................................. . Palermo, assonometria del castello, eia F. Negro .......................................................... . Pianta delle fortificazioni di Palermo nel 1575 ................................... .......................... . Palermo, planimetria del le fortificazioni, F. Negro ....................................................... . Palermo, planimetria delle fortificazioni, F. Negro ....................................................... . Palermo, bastioni in prossimità ciel palazzo reale ....................................................... ... Palermo, dettaglio bastione ............................................................................................ Palerrno, bastione .......................................................................................................... . Ricostruzione del bastione dello Spasimo ..................................................................... Sezione delle mura .............................................. .......................................................... . Dettaglio cannoniera ..................................................................................................... . Sezione galleria contromine ........... ............................................................................... . Dettaglio cannoniera di una casamatta 11 G.M ............................................................. . Palermo, Porta Nuova ..... .......................... ..................................................................... Palermo, Porta Felice ..................................................................................................... Milazzo, torrione normanno ........................................................................................... ,, Milazzo, torrio ne normanno, dettaglio scarpatura ........................................................ . Milazzo, panoramica della fortificazione ....................................................................... Milazzo, planimetria ciel Castello, da F. Negro .............................................................. Mi lazzo, assonometria ciel Castello, eia F. Negro ........................................................... Milazzo, la cinta aragonese ..................... ..................................... ................................. . Milazzo, la porta di accesso alla fo rtezza ..................................................................... . Milazzo, dellaglio cli un torrione aragonese ........... ....................................................... . Milazzo, dettaglio innesto torrione cortina ................................................................... . Milazzo, dettaglio profilo balistico parapetti ............................................................... .. Milazzo, la cinta spagnola ............................................................................................. . Milazzo, dettaglio cortina spagnola .............................................................................. . Milazzo, gli spalti della cinta spagnola ......................................................................... . ,, Milazzo, dettaglio cannoniera traditora ................................................................ ........ . Milazzo, cannoniere in barbetta ........................ ........................................................ .... . Milazzo, opere avanzate ................................................................................................ . Cifrario spagnolo della seconda metà del '500 ............................................................. . Lo stretto di Messina, nella cartografia borbonica ......................................................... . Marsala, planimetria della città, da F. Negro ................................................................ . Marsala,planimetria del Castello,cla F.Negro .......... ....................................................... Marsala, assonometria ciel Castello, da F. Negro .......................................................... . Marsala, bastione della cinta spagnola ...................................................................... .... . Licata, panoramica di F. Negro ...................................................................................... Licata, planimetria della città, cli F. Negro ................................................................ ..... Licata, planimetria e assonometria ciel Castello ............................................................. Porto di Licata ........................................................................................................... .... . Sciacca, planimetria da F. Negro .................................... .............................................. . Sciacca, planimetria e assonometria del Castello ....... .............................................. .... .
88 89 89 90 91
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flldice illustra z.ioni
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100. I OI. 102. 103. 104. I 05. I 06. I 07. 108. 109. 11 O. 11l. 112. I I 3. l 14.
140 140 141
Sciacca, panoramica della città .... .. .......... .. ....... .. ................................... .. .......... .. .. ...... .. pag. Sciacca, panoramica del la città ...................... .... .............................................. .. .... ...... .. " Sciacca, particolare dell' <<Orecchione>> ...... .................. ............. ..... .... ....... .. .......... ... ..... . Sciacca, particolare del vertice del bastione ...... ...................................... ................... ... Augusta, bastioni e fo ssato dinanzi al Castello .. .... .............. ... ............ ... ...... ............. .... . Augusta, dettaglio bastione .......... .......... ......................... ...... .......................... ............. .. Brucol i, pianta ciel Castello, eia F. Negro .................. ............................ ......... ............. . .. Brucoli , assonometria del Castello, da F. Negro ...... ......... ... ............ ... ...... .............. ... ... . Il Castello cli Brucoli, oggi ............. .. ................... .... .... .... ... ...... ............... ... ...... .. ... ........ . Augusta, forte Vittoria e forte Garcia. da F. Negro ............ ................. ........ ..... .......... .... . Augusta, fo rte Vittoria e forte Garcia, da F. Negro ......................... ... .. .. ..... ..... ....... ...... .. Augusta, i forti Vittoria e Garzi a oggi .............. .............. .. ................................ .. .. ....... . .. Augusta, i forti Vittoria e Garzia oggi .. ........... ........... ..... .. ................... ............. ............ . A ugusta, la c ittà sullo sfondo dei forti ............. ..... .............. ....................................... ... . Siracusa, fro nte di ponente, porta Marina .. .......... .. .. .......................... ............ ........... .... . 115. Siracusa, resti delle mura spagnole ... ........ ........... .. ................ ................... ... ........ .. ...... .. ll6. Palermo, planimetria da F. Negro ........................ ............. ................. .. ..... ... .. ..... ......... .. l l 7. Palermo, planimetria da F. Negro .. ................... ...... ............... .......... .. ..... .. .................... . 118. Termini lme rese, planimetria della città, F. Negro ............. .. .. .............. ......... .............. .. . 119. Termini Imerese, pianta del Castello, da F. Negro ........................... ...... .. .......... .......... .. 120. Termini Tmercse, panoramica ............. ... ... ...... ............. .. ...... .. ...... .................. ....... ......... . 121. Milazzo, l' abitato visto dai bastioni spagnol i ..... ............... .... .. ....... .. ......... .. .......... .. .... .. 122. Messina, l' arsenale a lle spalle del S. Salvatore ................. ....... ........... ........................ .. 123. Favignana, pianta ciel forte di S . Giacomo .............. ...... .... .................. .......................... . 124. Favignana, assonometria forte S. Giacomo .. ... ............. ................... ............ ............... .. . 125. Favignana, pianta del forte di S. Leonardo .. ... ........................... ................... .. ... .. ........ .. 126. Favignana, assonometria forte S. Leonardo ............... ... ......... ............... ........ .... ........... .. 127. Favignana, pianta del fo rte S. Caterina .... ........ .... .. ........... ................ ... ................... ... .. .. 128. Favignana, assonometria del forte S. Caterina ... ................................... .. ..................... .. 129. Maréttimo, pianta del forte di punta Troia ............. .................. .................. .... ... ... ......... . 130. Maréttimo, assonometria del forte cli punta Troia .................................. ...................... .. 13 I. Marsala, aereofoto del l' interramento del porto .............. ....... ............. ... ........ .... ....... .... .. 132. Don Giovanni cl ' Austria nel monumento a Messina .. .......... ........ .................... ..... .... .... . 133. Erice. Monte S. G iuliano, planimetria forti .......... ... ... ... .......... ....... ......... ........ ............. . 134. Erìce. Monte S.Giuliano, pianta e assonometria ............................ ... .... .. ..................... .. 135. Erice. Monte S . Giuliano, visto eia Trapani .. .. ......... ...... .... ........ .................................... . 136. Terranova. Gela, plani mctr ia fortificazioni ........................ ......... ....................... ..... ... .. .. 137. Terranova. Planimetria ciel Castello, da f. Negro .. .......... .. ...... .... ........ .. ...... .......... ....... . 138. Terranova. Gela, assonometria del Castello, F. Negro ........ .......................................... .. 139. Gela. Te rranova, resti delle fortificazioni ......... .... ............................. ................... ....... .. 140. Carta della Sicilia, di T. Spannocchi .............................. ....... ....... .. ................... .... ........ . 141. Planimetria fortificazioni cli Messina ..................... ......... .. ......... ....... ........ ... ................ .. 142. l'v1essina ......... ..... ................. ...... ....................... .. ............................ ................. .. .. .. ........ . 143. Messina, forte S. Ranieri, rilievo XVIII sec .. ................... ..... .......... .............................. 144. Torre di Rasocolmo ... ............................ ........... ...... ....... ...... ........ .... ........... .. .................. 145. Torre del Faro .... ...... ................................... ... .. ........ ... .... ... .. ...... .... ................ ............. .... 146. Torre ciel Faro, oggi...... ... ...... ....... ......... .. ........ ... ......... .. .... ..... ......... .... ... .. .. ........ .. ....... ... I4 7. Torre della Scaletta .. . . .. . ... .............. . ... . ... ... .. .. .. .. ....... .... ...... .. ........... .. .... . ........ . ... ...... ....... 148. Torre di Capogrosso .. ............ .. ... .... ......... ... ...... .. .. .. . ... ......... ... ... ... .. .. ...... .. .. ...... .. ......... ... 149. Torre dì Capogrosso, oggi ...... .. ........... ........ ............... .. .. ...... .. ..... .... .............................. .. 150. Torre cli Solima ... ........... ..... ... .. .. .......................... ...... .. .... ...... .. ...... ............ .... .................
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197 198 I 98 199 200
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151. I 52. 153. 154 . I 55 . 156. 157. 158. 159. 160. 16 1. 162. 163 . 164. 165 . J 66. 167.
168. 169. 170. 17 1. 172. 173 . J 74. l 75 . 176. 177. J 78. 179. 180. 18 1. 182. 183. 184 . 185. 186. 187 . 188 . 189. 190. 19 1. 192.
193. 194. 195. 196. 197. 198. 199. 200. 20 I.
La difesa costiem del Negno di Sicilia dal X VI cii XIX secolo
Castello di S . Aless io .. .... .... ... ... ...... ... ....... ... .. .. .... ....... ... .. ........ .. ... .... .... ... .... ... .. .. .. ... ... ... pag. '' Castel lo d i S. Alessio, oggi ........ ....... .... ........... .. ..... .. ...... .... .... .. ..... ... .......... ......... ........ .. C astello d i S. Alessio, dettaglio ............. ......... .. ... .... .. ..... .... ... .. .. ... .. .. .. .. ............ ... .... .. ... . Taonnina ...... .... .. .... .... ............. .... ... .... ...... ..... .. .......... ... .... ............... ....... ....... .... .... ... .... .. Taormina, scorcio de lla costa a Iso la Bella ........... ..... .. ... ....... ................... ............ ........ . Caste llo di Schisò .......... .......... .. ... ... ... .. ...... ... ........ ... .. ............. .. .... ......... .. .... .... ..... ... ..... . Torre di Archi rafi .. ... .... .. .. ... .. ...... ... ..... ........ .. .... .. ..... .. ... .... ... ... .. .. ........ .... .. .... .. .... .. ....... .. Castello di (jhi ace ..... .... ....... .... ... .. ...... .... .. ..... .. .. .... .. ........ .. ..... .. .. ..... ... ... .. ... ... .... ....... ... .. Torre ·nuova' , presso Catania ...... ....... .. .... .... .... ... .... .................... ........... .... ... ........ .... .. .. Torre cli Ognina d i C atania .. .... ... .. ........ ... ........... ........... ...... .... .. ... .. .. ... .. .. ... ..... .. ..... ... .. ... Catania . .. . ... . ... . .... ... ..... ...... ..... .. .. .. .. ... ... ..... ...... . .. .. .. . .. .. ...... ... ..... ... .. ... ...... .. .. .. .... ... .. ... . .... Plan imetria delle rorli fi cazioni cli Cata ni a ................. .... ... .. .. ... .. ..... .. ... ... .. ..... .. ..... ..... ... . Castel lo di S. Calo rio .. ... .. ...... .. .. ........ ... .. ...... ........ .......... ... .. .. ............... ... ........ .. .. ....... ... . Castello della Bruca. [Brucoli] .................. ... .. ...... ......... ..... ... ....... ........ .. ... .. .. .............. .. .. Castel lo cli Brucoli, oggi. ... ....... ..... ........ ....... .... ... .. ..... .. ..... .... ....... .... .... ............. ... .. ........ Il po rto-canale cl i Brucol i, con le grotte .............. .. ..... ..... ........... .. .. .. ........ .. ...... ...... ........ 1J Castello di A ugusta .......... ....... ... ........... .. .... .. .. ... ....... .. .... .. ..... .. ...... .. ...... .... ... ...... .. ... .. . Torre cli Avalos .. .. .. .. .. .. ... ............ ........... .. ...... ..... .... ... .. .. ... ......................... .. ...... ..... ...... .. Castrogarcia .. .. . .. . . ... .. . .. .. . . . .. .. . . .. ..... . .. . .. . .. .. . .. .. .. . ... . .. . ... . .. . . .. . .. . ... .. . .. .. . . .. . .. .. . .. . .. .. ... .. .. .. .. . . La Vittoria .... .... .... .... ... .... ..... .. .. ....... ... .... ... ............ ....... .... ... .... ... .. ... ........... ......... .... ... .. .. l forti Vittoria e Garzia, oggi ..... .. ... ....... ........... .... .............. ........ .. .......................... ..... .. . La Torre di Avalos. oggi vista da mare .. ... .... .. .... .. .. ......... .. .... .. ... ................ .. ..... .... ... ... .. La Torre cli Avalos, oggi vista da terra ... .. ...... .... .... ... .... .. ....... .... ... .. .. .... .... ..... ....... .. .. .... . Augusta ..... .. .. ... .... .... .... .... .. .. ......... .. .. .. .... .. .... ... .. ........ .. .. ..... .. ...... .. ....... .. ............. .. ........ . S iracusa ... .......... ........ .... .... .... ... .... ........ ..... .. .. .. ... ... .. ........ ...... ....... .. ..... .. ......... ... ... .. .. ... .. . Siracus a, Ca po S . Panag ia ............... .. ... ... ...... .... ..... ................... ... ........ ....... .. ..... .. ......... . Campanile e casr.cllo di Siracusa .................... .. .................... .... .. .. .. .. .. .. .. .. .. ... ... .. ..... ..... .. Torre di Longina di S iracusa ......... ... .. .. .. ................. .. ............................ .. ............. ... .. .... . Ruderi torre O gnina, presso Fo ntane Bianc he ............... .. ..................... ... .... .. ..... .. ........ . Caste llo cli Cassi bile .. ... .. .... .. ............. ... ..... ... .... ........... ..... ..... .... .. ...... .... .................. .. .. . .. To rre cli Statnpace ...... .. .. .... .. .... ..... ................. ... .. ....... ..... .. .... ........ .. .... .... .. .. .......... ... ..... . Torre di Vendi cari ... ............ .. ..... .. .......... ... ... ................ ... .. .............. .... ... .. .... ... ....... ... ... .. . Torre cli Vendicari , oggi ......... ....................... ............ .. ..... ...... .. ...... .. ..................... ........ . ,, Torre cl i Vendicari, con ruderi de lla tonnara .... .. .. ... .. .. .. .... ..... .. .. .. .. .. .. ... ... .. ...... ........ .. .. .. Torre d i Capo Passero [Torre Fano l .. ............... .. ............. .. ...... .. ............. .. ...... .. ... .. ........ . Torre Fano, oggi .................................. ......... .. ................. .. ..................... ........... ........ .. .. . Torre cli Pozzall o .. .. .. .. .. .. ... ... ....... ....... .. ................. ................. .. .. ....... .. ............ .......... .. .. . Torre cli Pozzal lo, oggi ..... .... .. .. .. ........ .. ...... .............. .. ... .. ... .... ........... .. .. .. .... .. .... ......... .. .. Torre di Pozzallo in ambiente urbano ... ...... .. ............ ....... .. ............. .. .. .. ... .......... ..... .... ... La Torre di PoZ7.allo in dettag li o .. ............. ..... .. .. ... .... ... .... ........ .. .............. .... ... .. ......... .. . . To1Te cli C a marana ... .. .. .. .... ............ ... .... ... ................... ....... .. ............ ...... .......... .. .. .... .. ..... Terranova l Gela I ............................................................................................................ Torre 1\llanfria ..... ... ..... ... ............... .. ... .... .......... ... .. ... ... .... ... .. ............... ....... ....... .. .... .... .... Torre l\!lanf ri a, oggi ....................... ............... .... .... ....... .......... .... .. .............. .. ..... .. ... ... .... .. Torre Manfria, nel suo contesto ubicati vo .. .. ... ......... ..... ... .. ......... .. .. .. .. .................... ..... . Castel lo cli Falconara ........... ..... ..... .. .............. ...... .. ............. .. ... ..... .. ... .... ...... .............. .. .. . C astel lo di Falconara, oggi ..... .... ...... .. .. .. ...... .. .... .. ....... ....... ........................ .. ... ... .......... . l i Castel lo di Fal conara ne l suo contesto .... .... ... .. .. .. .. ........ .. ... .... ........ .... .... ...... .. ... .. ..... . Licar.a ...... ... .. .... .. .. .... .. .. .. .. .. .. ............ .. ............ .. ...... ... ...... ....... .. .... ............... .. ..... .. .......... . Torre Mollaca !Torre S. Nicolal .. .. ........ .. ...... ....... .. .. ..... .. ........ .. .. ... ... .. .. .. .. .. ....... .. ......... . Torre S . Nicola, oggi ....... ............ .... ... .. .. ........ .............. .. ..... .. ...... .. ...... .. ... ......... ...... ..... ..
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200 200 201 202 203
203 204 206 207 208 209 2 1I 2 13
213 2 13 215 2 15 2 15 21 5
216 2 16 2 16
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Indice i//u.1·1ra:')011i
202. 203 . 204. 205 . 206. 207 .
208. 209. 21 O. 21 1. 212. 213 . 214. 215.
216. 2 J 7. 2 18. 2 I 9. 220. 221. 222 . 223. 224. 225 . 226. 227. 228. 229 . 230. 231 . 232.
233. 234. 235 .
236. 237. 238. 239. 240. 241. 242. 243. 244.
245 . 246. 247. 248 . 249. 250. 25 I. 252.
Torre Casi ..................... .... .... ... .... .... .... ....... .... ....................... ............................. ... ...... ... . pag . P la nimetria delle fortificazioni di Licata ..................................................................... .. Torre Castellaccio ............ ... .. ... .. .. .. .......... ........ .. .. ....... ........... .... ... .... ....... .. .. .... ... ... ...... .. Castello cli Montechiaro .. ............. ...... ..... ... .... .. .... .......... .. .................... .. ............. ..... ... .. . Castello di rvlontechiaro, oggi ................... .. ....... .. .... ....... ... .. .... ... ........ ... .. ... ... ............... . Cast.elio di Mo ntech iaro, nel s uo contesto .............................................................. ... .. .. Agrigento .. .. ... ... ... .. .. .... ... .. .. .. ................. .... ... .. .. ... .... .... ... .. ...... ....... .... ....... .... .... .. ....... ... . Agrigento. oggi .............. .... ... ..... .... ..... .. ............ ....... .... ... .. ...... ... ... ..... ....... .... .... .... ... .... .. Torre ciel Caricatore cli Agrigento ............. .. ................ .... ................................. .... ... ..... .. Torre del Caricatore, detta cli Carlo V ......... ..................... .. ... ........ ......... .. .... .... ............. . Torre di monte Rosso ............................. ... ...................................... .. .... .. ............ ... .... .. .. Torre cli Capo Bianco .. ....... ................. ........... ....... ................................. ... .................... . Sciacca ............................... .. .... ... .. ....................... .. ............................. ... .... ... ................ . Torre Capo S .Marco ..... ....... ................. ...... .. .... ... .. ..... .. ......... .. ...... .... .... .................... ... .. Torre delli Marangani .................................. .......................... .. ...... ... .. ... ... .. .. .. .. ............ .. lv1azara ...... .. .. .. .... ..... .. .. .. .. .. .. ......... ....... .. ...... ... .... ... .......... ......... ... ......................... .... ... .. . ,, Mazara, antica porta urbica. norma nno-sveva ............. .. ............................................... . Mazara, la foce ciel l'iume fungente da porto ... .. ...... .................................. .. ................ .. Torretta di l\,1azara ............. ........ ... ........................... .. .. .. .... .. ..... .. .... ..... .. ..................... ... . Castello cli l'vlazara ... .......... .. ...... ......... ...... ......... .... ... ................... ..................... .... .... ... .. i\·1arsala .... .... .. ...................... ..... .... ...... .................... ....... ........... .. .......... ... ......... ....... ...... . Torre Sci bi liana ... .... .. ........ ............... ..... .. ...... .... ......... ...... .. ....... ... .... .... ......... ............. ... . Torre del la Ton nara S.Teodoro .. ... ... .. ......................... ..... .... ... .. .... .. ... .. .. .. .. .. ................. .. Trapani ...... .... ... ...... ...... .... ......... ...... ....... ......... ....... .. ................................ ..... ... ... .......... . Trapani. la Colornbaita .... ...... .. ...... ........ ... .. ............. ... ............ .... ... ............ .............. ... ... . . l'vlonte S. G iul iano ................. .. ..... ... .................... ....... .... , .. .... ........ ........ .. ........ ............. .. Torre del la Tonnara ............................... ......... ... ........ .. ...... .... .... .. .... ..................... ....... ... Torre della Tonnara di Cofano ................. .... ................................................... .. .. .......... . Torre della Tonnara di S. Vito ..................... ...................... ...... .. .. ............. ... ............... .. .. Torre Chiesa S. Vito .......................................................................................... ...... .. .... . Torre della cala del la ton nara ................................. ... ....... .. .... .. .. ... .. .. .. .. .... .. .................. . Torre vista da Spannocchi, e torre progellata ...... ......... ....... ............ ............. ... ..... .. .. .... .. Castella1n1nare ............................ .. .... ... .. .. .......................... ...... ... .. ...... .... ... .... ............... . . ,, Castellammare, oggi .................................. ..... ... ..................................... ........... .......... . . Castellammare, panoramica dal l'alto .... ............... ............ ....... ............. .. ...................... .. Trappeto Partenico ........... ..... .... ...... ....... .... ... ........ ....... .. ............. .... .... ............. .. ........... . Torre della Ra1na ............................. .. ........ .................. .. .............. ... ......... ... .... ........ ...... . . Torre dello .Molinazzo e Tonnara dell'Orsa .......... .... ...... .. .. ........................................ . .. Palermo, vista da Monte Pellegrino ...................... ............. ........ .... ... .. .. ..... .. .. .. ............ .. Torre cl i Capace ..... .... ......... ........... .. .............. ........ ....... .. ..... ... ..... .. ...... .. ..................... ... . Torre di Sferracavallo e cli Monclello .... .. .... .. ........... .. .................................................. .. Torre della Vergine Maria .... ...... ..... ........... .. ............. .. ................................ ........ .. ..... .. .. Torre cli Mongcrbino ............. ............... ... ... .... ................................................ ........... ... .. Torre di Zafarana ........ ................. ... ........ ........ .. ..... ............... ..... ... .. ...... .. ................. .... ... Torre d i S. Lia e Castello cli Solanto .. ... .. .... ................ .. .. .. .... .. ..... ... ..... .. ..... ................ .. . Tennini .... .. ..... .................... ....... ... .... ................. ... .............................. .......................... . . Trappeto della Milizia ... ... ........ ......... ... .. ............. .... ................. ... .... .... ..... .... ............ .... .. Torre della i\ilanclra ............... ... ............... ......... .... ... .. ............. ...... ... .......... .............. ....... . Castello di S. Nicola, oggi .............. ................... .. ... ...... .. ...... .. ...... .... ..... .......... .......... ... . Castello cl i Trabia, oggi ....... .. ..................... .. ............................. .. ............................. .. .... Castello cli S. Nicola e di Trabia ....... .......... .. ................................ .. .. ..... ............... .... .....
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243 245 246 246 246 247 248 249 250 250 25 1
25 1 253 256 256
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Lo d{leso cos1iera del Regno di Sicilio do/ XVI al XIX secolo
Caslel lo di Termini .... .. ............ .................... .. ................. .. ... ............................... ... .. ...... . pag. La Rocce Ila ... ........................................... .. ..... ................ .............. ................... .. ... .... .. .. . " Cefalù ............................. .......... ... ................ .......................... .. .. ........ ... .. ....................... . Cefalù .... ... ... .. ... ............................. ..................... .............. .... .................................... ..... . Ccfal ù, antiche fortificazioni mega! iti che ............ .. .......................... ... .......................... . Cefalt1, bastioni cinquecenteschi .. ... ..................... ..... ...... ............................. .. ............ ... . Torre del Grugno ................. .. .. .. .............. ................ .. ........... ......................... .... ..... ....... . Caste llo di T usa .................... ..... .. ............ .. .. ................................ ..................... .. ........... . Castel lo cli T usa, oggi ............. .. ....... .. .... .. ........ .. .. ......................................................... .. ,. Castello e Tonnara di Caronia ... ............ .. ......... .............. ....... ............. .. .. .. .. .. .. .. .... ........ .. Trappeto dell'Acqua Dolce .............................................................................. ........... .. . Torre di S . Agata cli Militello .......... .. .... ............................ ........................................... . . Caste llo e Trappeto di Pietra cli Roma .. .................................................... ........ .. .......... . Torre di Capo d ' O rlando ............................. .. ................................................................ . Torre cli Capo d ' Orlando, oggi ................................................................................ ..... .. Castell lo cli Brolo ........ ................ ..... .. ........................................ .. ........ .. ...... .................. . Castello di Brolo, oggi ........ .. .. .. ........................... .... ... .................... .. ...................... ..... .. Castello di Bro lo, dettaglio del mastio ........................... .. ......................................... ... .. 27 1. Torre ciel Capo di Calava ........... ............................................. ...... ..... .. .. .. .. .................. .. 272. Palli ........................................................... ...................... ............................................... 273 . Torre dei l\llagazzeni ........ .... .. ................ ........................................ ................................ . 274. Chiesa di Capo di T indari ............ .......................................................... .......... .. .......... .. 27 5. Castello cicli ' O li veri .............. .. ................... .................... ..................... .... ...................... . 276. i\1 ilazzo ............. ....................... ... ....................... ....... ................ .. ....... .. .......... .. ............. . 277. i\tlilazzo,oggi ...... .... .... .. ....................... ............................ ....... ..... .................... .... .......... . 278 . TI Castello di ìvt ilazzo .... .. .............. .. ............... .. .. .. ..... ......... .. ............. .. ... .. ..................... . 279. Torre della Lanterna ....................... ...... ... ... ............. .......... .. .. ......... .... .. .. .. .. .. ...... .......... .. 253. 254. 255. 256. 257. 258. 259. 260. 26 I. 262. 263 . 264. 265. 266. 267. 268. 269. 270.
283 284 285 286 286 286 287 288 289 291 292 292 293 93
293 294 295 295 296 297 298 298
299 300
301 302 302
PARTE SECONDA
280. Torre Colonna, presso Termini lmerese .............. ...................................... .................... . 28 I. 282. 283 . 284. 285 . 286. 287.
288. 289. 290. 29 1. 292. 293 . 294. 295. 296.
297. 298. 299 .
Torre Colo nna, cletlagl io ... .. ....... ................ .. ...... ............................ ..... .. .. .. ................ ..... . Torre Incina, Polignano ............ .. ................................. .. .. .... .......................................... . Torre cli Bassano, Torre del Greco .......... .. ... ..... .. ................... .. .. .... ............ ................ .. .. Torre pon tificia e torre siciliana ...... .. ..... ........... .. ....... .. ................. .. ..................... ....... .. . Artiglieria da costa su affusto a cassa .................................. .. ............... .. ...................... . Falconetti da 3 di d iversa lunghezza .. .......................................................................... .. Torre Acqua dei Corsari, Palermo .... .. ................... ...................... .................................. . Torre Alcagrossa. Trapani .................. .. .. ............ .. ........ ... .............................. .... ..... ....... . Torre di Baida, Castellammare ................. .. ......... .. ................ .. ............. ..... .. ..... ... .......... . Torre, o castello di Brolo, dall'ingresso .. .................. ....... ................................. ........ ... .. Torre cli Capaci ............................ ................. ........ .. ........................... ........................... .. Torre delle ì\.fanclre, presso Termini Jme rese ....................... .............. .. ... .. .... .............. .. . Torre di Donnalucata, presso Ragusa .......... ... ........................... ....................... ... .......... . Torre Finale, Cefalù ................... ................................................................................... . Torre Finale, dettaglio .................. ...... .. .................. .. ... .. ................................ ............... .. Torre Gaffe, Agrigento ................. .. .. ......... .. ..... .. ... .. ...................... .. ...... .. ...................... . Torre d i Agrigento ................... .................... .. .. .... ............ .. ................ ...................... .. .... . Torre di Agrigento, dettaglio ........... .. ..... .. .................. ................................. .. .. .. ............ . Pianta e assonometria torre di Agrigento ............ ....................... .... .. ........ .. .... .... ........ .. ..
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3 li 314 315 315 317 327 327 333 333 336 337 339 341 342 343 343 345 347 347 347
Indice i/111strcr:.io11i
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300. Torre Isola delle Femmine ..... .................. .. .. ................. ..................... .. ............. .. ........... pag. 30 I . Torre della Lanterna ciel faro , disegno 177 3 ..... .. .... ... .. .. .... .. .. .. .. ... .. .. ... .... .. .. .. ............. ... " 302. Torre de l Lauro, Caro nia ....... .. ... ..................... .. .............................. .... ...... .. .. ................. 303. Guardiola cli Ognina. Catania ..... .... ........... ..... .. ... .. ............................. ... .. .. ......... .. ...... .. . 304. Guardio la di Ognina . Catania .......... ..... .. .. .. ....... ..................... .. ................ .. .... ..... ... ....... 305. Torre della Lurnera, Roccal urnera ...... .. .... ..... ................... .. ............... .... .. ..... .................. 306. Torre Manfria, Gela .... ...... .. . .. ....... ... .. .. ..... ...... .. ... .... ... .... .. .. ................. .... .. ... .. .. ... ... .. . ..... 307. Torre di iVlazara .. .. .. ......... ... .... ........ .. . ... ....... ....... .. .. ........... ..... ...... ...... ........ .. . .. ..... ...... .. .. 308. Torre M icarello, Capo d ' Orlando ...................................... .. ............. ........... ................... 309. l'vtilazzo, torretta ............... ............................... ........ .. .... .. ............................................... 3 .I O. Torre Molinazzo, Carini .. .. .. .. . .. ... . .. .. .. .. .... ............. . ..... .. .. .. ...... .. .... .... .. ... . .. .. .. .. ............... 311 . Torre Nubia, Trapani ............... .. .................... ............... .. ............. .. ................... ..... .. ....... 312. Torre Palma, Montechiaro .................. ........................ .......... .......... ..... .. .................... ..... 3 13. Torre PuzziIlo, Carini ............... .. ...... .. .. .. .................. ............................. ........................ . 3 14. Torre Schi!J ichenti, Tusa .. ......................................................... .... .. ..... ........ .. .. .. ............ 315. Castello cli Spaclafora, Mil azzo ..................... .. .. .. .... .. .......... .. ... ............. .. ....... ............. .. . 3 16. Torrernozza, Mistretta ....... .. .... .. ............ .. .......... .. ... ....... .. .. .... .. .. ... ... .......... .. .... .......... ... .. " 317. Torremozza, dettaglio ................................................ .. .................. .......... ....................... 3 18. Castello cli Aci d i origine normanna .......................... .. ... .. .. .. .................. ............... .. ...... 3 19 . Cannoncino petriero,o mascolo ................................. .. .......... .. ... ............. .. ...... .. ............ 320. Peniso la di Capo Passero, da F. Negro ....... ........ ......... .. ..... .. ..... .. ............................ ....... 32 1. Pianta e assonometria forte d i Capo Passero ....... .. .................................. ............. .. .... ... " 322. L'isola cli Capo Passero ed il Forte, oggi ... .. ....... ... ...... ................. ....... .... ..... ... .. ........ .. .. 323 . Il Forte cli Capo Passero, dall'alto ........... .............................. .. .................... ........... .. .. .. .. 324. Mercato d i schiavi, presso i barbareschi .. ......... ... .. .. ............. .. ............................. ....... .. . 325. Licata, il forte .. .... .. ........................ .. .......... .. ...... .. .. .. .. ............. .. ................... ......... .......... 326. L icata, panoramica dall'alto................. .............. ..... .. ... .. ... ..................... .. ................. ..... 327. Licata, particolare del forte de ll'alto .......... ........................... ... .. .................... .. .............. 328. Palermo, planimetria del Vi llabianca ............... ........... ..... .... .. ................................ .. .. .... 329. Trapani, pa noramica della torre cli Ligny .... .. ..... .. .. .. ........................ .......... .................... 330. Trapani , dettag lio del la torre di Ligny ..... .. ........ .. .......... ................... .. .......... .......... .. ..... 331 . Sistema olandese .................... .. .................... .. ................................................................ 332. Progetto per il potenziamento di Trapan i .................................... .. ..... ...................... ..... . 333. Progetto per la cerchia di Trapani ....... .. .. ....... .. ..... ............... .. ........................................ 334. Catania, planimetria borbonica della città .. ............ .. ........ ..... .................................... .. .. . 335. Cat.ania,Porta Gariba ldi ........................................... .. ........... ........................................ .. 336. Progetto di potenziamento di Siracusa ............... .................................. .. .. ..... .. .......... ..... " 337. Siracusa, scorcio de l fronte a mare .... .. ........................ .. ....... .. ....................... .. .............. 338. Siracusa, dettaglio fo rtiricazione fronte a mare ................................. ....... ..... .... ............ 339. Siracusa, potenziamento del fronte a terra ......... ............. ............................ ........ ........... 340. Siracusa, il castello ........................ .. ............................ .. ........................................... .. .. .. 34 l. Siracusa, progetto per il castello del I 680 ........... ...... ... ............. .. ................... .. ............. 342 . Augusta, progetto di potenziamento .......... ................... .. ............................................... 343. Messina, studio cli potenziamento, inizio XVII sec ..... .. .. .. .... .... ...... .. .......... .. ............... . 344. Fortificazioni e porto cli Palermo ....................... .. ............................... .. .. ..... .. ................ 345. S. Alessio .................... .. ..... .. ......... .. .... ............ .. ................... ........... ......... ............. .. ... .... 34 6. Taonnina ........ .... ............. ........................ .... ............ .. .......................... ......... .. .. .. .. ...... .... 347. Messina, la cillaclclla del 1684 ... .. .. ...... ......... .. .. .. ....... ..... .. ................................. .. .......... 348. Palermo e le sue fortificazioni, carte Montemar ... .. .......... .. ............ ................ .. .... ......... 349. Palermo dettaglio fort ificaz ioni .. .... ... .................. .... ... ........... ........................... .. ... ........ 350. La squadra navale s pag nola, carte tvlontcrnar ..................... .............. .. ..... ................ .. ....
349 350 35 l 351 35 1 352 353 354 355 355 356 357 359 36 l 363 364 365 366 367 38 1 390 390 39 l 391 398 400 400 400 405 409 409 413 4 15 415 4 I8 4 I8 42 1 42 1 42 l 422 423 423 424 427 432 433 433 435 447 447 448
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35 J. 352. 353. 354. 355. 356. 357. 358. 359.
La di(eso costiera del Regno di Sicilia dal X\!/ al XIX sernlo
Siracusa, planimetria della città, carte Montemar .. .. ... ................. ..... ..... .. ... ........ ..... ... .. . pag. 448 Trapani, planimetrie fortifi cazioni carte l\fonternar ........... ... .. .... .. ...................... ..... .... .. 449 " Trapani, dettaglio fortificazioni carte Monternar .................. .. ............. ............. ............ . 449 Termini, dettaglio delle fortificazio ni , Montemar ............ ... ... ..... ........ ......... ................ . 450 Milazzo. planimetria delle fo rtificicazioni ..... ......... .... .. ... ........ .... ........ .. .. ..................... . 450 Messina, planimetria citti1 nelle carte Montemar ... .. .. ................ ..... ... .. .................... .. .. .. 4.51 Mess ina, planimetria dell a cittade lla, carte Montemar ............... ..... ................. ... .. ....... .. 452 Mess ina, la cittadella sotto attacco, carte Montemar ................. ...................... .. ..... .... .. . 452 " Messina, la cittadel la nelle carte Montemar ... ......... ... ............ ... .... .. ....................... ....... . 453 360. Siracusa, dettagli dell' investimento, carte Montemar ....... ... .......... ................ .... ... ..... .. .. 455 361. Algeri, curioso cannone a nove anime ............................................ .. .................. ....... .. .. 463 362. La Sicilia in epoca borbonica ........................... .. .................... .. ... ... .......... ... .. ... ... .. .. ..... .. 472 363. Lo Stretto di Messina nella cartografia coeva ........ ................ ..................... ... .............. .. 493 364. Castello cli Augusta, Carte von Caboga. KAV ....... .. ... ... .................... ........ .................. .. 499 365. La piazza di Augusta, KAV .................................................................................... .. .... .. 499 366. La rada di Augusta, KAV .. ............................ .. .. .................................. ....... .. ................ .. 500 367. I fo rti cli Avalos. Garcia e Vittoria, KAV .. .. ... ..... .. ............ .... ..................... .................. .. 500 368. La Penisola Magnis i. KAV ............ ... ............ ............... .... ............................................. .. 50 1 369. La Torre di Magnisi .............. .. .. ........ ................. ...... ......................... .. ...... .. .......... ........ .. 50[ 370. La Torre l'vfartcllo tipo ................................. ......... ............ .. ....... ............... .. .. .............. ... . 503 371 . La piazza cli Trapani, KAV .......... .. .. ............ ............................................ .. ................... .. 505 372. La piazza di M ilazzo, KAV ...... ........... ..................... .. ..................... .. ..... ....................... . 505 373. La piazza di Messina, KAV ....................... .. .................... .. ............. ......... ..... .. .. .. .. .. .. .... .. 510 374. La cittadella cli Mess ina, KAV ........................ ..... .................. ...................... ... .............. . 510 375. Torri del Giudeo, dell'Ebreo e Muzza, KAV .................... .. ................. .. .. .. .................. .. 516 376. Castello cli Spadafora, KAV ........ .. .. .............................. ..................... .. ...... .. ................ .. 516 377. Torri del Forte e cli Patti ,KAV ............................................................................ .. ........ .. 517 378. Castello di Brolo e Capo cl'Orlanclo,KAV ... ... ............................................... ................ . 517 379. Torri Nuova,S.Agata,Acqua Dolce e Lauro,KAV .............. ..... ................. .. ..... .............. . 518 380. Castello cli Tusa,KAY ....... ...... .. ............ ...... .......... .. ... ....... ................ .. ...... .. ...... .. .... .. .. .. .. 518 381. Torri Schillante, Finale, Pietra cli Nave, Calura, KAV .................. ... ................ ... ........... . 519 382. Torri Roscello, Grugno, S. L ucia, KAV .. .. ........ ............... .. .. ....... ... ........................... ... .. 519 383. Torri Buonfornello, Battilamano, S. Nicolò, KAV ............................ .... .. .................. .. .. . 520 384. Fortificazioni di Augusta, KAV ......... .. ........................ ............... .. .. .............. .. .. ....... ..... . 520 385. Castello di Trabia, KAV ... ......... .... .............. ............................................... ....... ........... .. 52] 386. Torri Elia, Colonna, Manclra, KAV ..... ... .. .............. .. .... ...... .. .. .................. ........... .... .... ... 521 387. Forte della Fiumara della guardia, KAV ............... ............................. ......... .. ................ . 522 388. Torri ZafTarana, Mongerbia, Corti a, KAV ... ...... .. ..................... ...... ....... ........ .............. .. 522 3 89. Batteria Sacramento, Torre d ' Aspra, KAV ...... ....... .... ........ .. ........ ........... ... .. .. .............. . 523 390. Castelluecio, KAV .. ... .......... ... ........ .. ............... ........... ...... ..... ............ ....... .. .................. .. 523 391. Torri Bonaggia, Roccazza, Scieri, Guiclaloca, KAV ....................... .. ............... .... ...... .. .. 524 392. Trapani e San Giuliano, KAV .......................................... .. ..... .. .. ............ .. ...... ............ .. . 524 393. Torri Sibilliana,Palo e Polluce, KAV .. .... .......... .. ................. ................... ...................... .. 525 394. Cinta cli Marsala, KAV .................. ...... ....................... .... ........... ...... .... .. ..... ... ...... ..... .... .. 525 395. Castello cli So lanto, KAV ..... .................................. .. ..................... ..... .......... .. .......... ... . .. 526 396. Mazara, planimetria, KAV ..................... .. ...... ....... .................... ... .................... ............ .. 526 397. Mazara, cinta e castell o, KAV ................ ............... .. ...... .... .. ................ .. .. .. .......... .. ....... .. 527 398. Ma7.ara, sezione castello,KAV ....... .. ..................... ............ ................. ........ .. ................ .. 527 399. Sciacca, planimetria fro nte a mare, KAY ........... ....... ......... .. .. ....................................... . 528 400. Torri S . Feli ce, Macauda e Verdura, KAV ... ........ ............. .. .................................... .. .. .. . 528 40 l . Torrione Molo cli Agrigento, KAV ...... .. .. ................... .. ............................................ .. .. .. 529
Indice iltus1ra zioni
565
402. Planimetria Porto cli Agrigento, KAV ......... .. .. .............................................................. . pag.
529 530 5:m 531 531
403. 404. 405 . 406. 407. 408.
409. 410. 4 I 1.
412. 4 13.
4 14. 415. 416.
417 . 4 I 8.
419. 420.
421. 422. 423. 424.
425. 426.
427. 428. 429.
430.
Torre Monterossello. Caste llo di Montechiaro, KAV .................................................... Torri S. Carlo. Gaffi e S. Nicola, KAV ......................................................................... . Licata, planimetria della citt~1, KAV .......................................................... ........ ............. . Licata, forte S. Angelo. KAV ........................................................................ ................ . Licata. Castel lo S. G iacomo, KAV .......................... ...................... ............... ................ . Torri Insegna, Manfria e Castello Falconara, KAV ......................... ............... ............... . Torre Mozzarell a, KAV ... .. ........... .. ............... ....................................................... ..... ..... Fortino cli Pozzallo, KAV ....................... ........................... .................................... ........ Forte Capo Passero, KAV ..................... .. .................................................................... .. . Torre d i Venclicari, KAV ...................................................................................... .. ...... .. Castello d i Brucoli, KAV ........... ................ ............................. ....................................... Castello d i Aci, KAV ................................. .. .................................................................. Torre S. An na, KAV ...................................................................................................... . Forte S. Alessio, Forte Scaletta. KAV .................. ........................................................ .. Batteria della Grotta, KAV ........ .. .. .................. ............................................................. .. Batteria della Pace, batteria della Grotta, KAV .......... .................................................. . Pl::1i n~etria fortifica zioni di Termini,KAV ................................ ................................... . Batteria S. Agata, KAV ......................................................... .. .. .................................... . Torre Gazzirri piccola, KAV ........... .............................................................................. . Torre Gazzirri, grande. KAV .. ...................................................... .. ................. ............... Torre ciel Faro, KAV .. ............ ......................................................................................... Palermo, forte a mare. KAV .................................................................. ......................... Palermo, forte a mare, dettaglio, KAV ........................................................................ .. . Palermo. batteria S. Erasmo, KAV .. ........... ......................................... ............................ Palermo, balleria Acqua dei Corsari, KAV ................................................................... . Siracusa, Castello, KAV ...................... ........................................................................... Siracusa, la piazza. KAV ......................... .. .. ................................................................... Siracusa, il porto, KAV ................................. ................................................................ .
"
532
532 533 533 534 534 535 535 536 536 537 537 538 538 539 539 540 540 541 541
542 542 543 543
INDICE GENERALE PARTE PRIMA
PRE J'vlESSA ................... .. .. ............ ......... .. .. ..... .... ......................... .................. ........................ pag.
Specificilà della difesa costiera siciliana ................... ......................................................... .. ..
7
'
CAPITOLO PRIMO Gli antefatti
La dominazione araba ...... .. ............................... .. ........ ........ .. .................................. ................ La doniinazio11e normamw . . .. . . .. . . . .. . .. . . .. . .. . . .. . .. . . .. . . .. . .. . . . .. .. . .. . . . .. . . .. . .. . . .. . .. . .. .. . . .. .. . . .. . . . .. . . .. . .. . .. . . La dominazione sveva .... ............ ................ ....... .. . .. ........ .. .. . ........ .......... .......... .. ....... . .. . .. ......... La domi11az.io1Zefì-ancese ........ ..................... .. ............... ........ ...... ............................................. La dominazione aragonese ....... .. ....... .. .... ......... ....... .. ................... .. . . ...... .. ...... .... ................ .. .. . Il Regno nell'Impero Asburgico ....................... .......... .. ..................... .......................................
15
24 29 36 38 40
CAPITOLO SECONDO Riqualificazione della difesa costiera nel XVI secolo
Il contesro storico ...... .. .... .. ................................... ........ .. .. ....... .. .......................... .......... .. ..... ... Il viceré e /'ingegnere ..................... .. ... .. .................................... ................ .. ............................ Le piazzeforri marittime: Messina ...................................... .. ..................................... ..... .. .. ..... Catania ............. ....... .. ..... ............................................ .............................................. ............... Aug1tsta ............. ................................................ .. .. ..... .. ... ..... .................................................. .. Siracusa ....... ... ... .. .......... .... .. ............. .... ... ... .. ...... .... .... .. .......... .. .... ... .. ....... .. . .............. .. ....... .. ... Trapani ...................................................... ............. ....... ...................... .. ......... .. ..................... .. Palenno ......... .. .. .. .. ............................ .. .. .............................. ...................................... .... .. .. ......
47 52 56 64 72 79 87 94
CAPITOLO T ERZO Torri costiere, spionaggio, corsari ed ingegneri
Le torri costiere: la genes; .......................................... .. ....... .. .. ................. .. ............................ Guerra di corsa e spionaggio nei mari di Sicilia ...... ............ .. ............................................ .. .. Staro delLefortzf,caz.icmi alla vigilia di Lepanto ...................................................................... All'indomani della battaglia di Lepanto ........................................................ ........................... Conseguenze della caduta di Tunisi .. ..... .. ... .. ............................. ... ..... ... ... ............................... Un altro viceré ed un altro ingegnere ............................. .. ........................ .. .... ...................... ..
119 126
133 157 166 173
CAPITOLO QUARTO Stato della difesa costiera siciliana dopo Lepanto
li sopralluogo di Tiburzio Spannocchi ..... ............. .. ..... .. ........ .. ..................................... .......... l'vlessina ................................. .......... .. ................................................................... ....... ............. Capo grosso ...................... ..................... .. ......... .. ... .. .... .. ................ .. ................ ......................... La Forza, Sauca, S. Alessio ... .. ......... ........ ..... ....... ... ...... .. .... .. ... .. ...... ...... ....... . ... ...... .. ....... .. ..... lèiunnina .. ................... .. .. .......... .......................... ........... ....................... .. .. ......... ........ .. ... .. ...... Calatabiano, iv/ascari .... .. ............ .. .............. .................... .. ....... .. ........... .................................. Casali di Chiace ........ ... ... ............... ....... .. ... .................. .... ...... .... . . ... ... ............... .. ...... .. ... ......... Catania ................. .... ...................... .......................... ...... .. .......................... ............................ . Lentini .. ........... .. ................................................... .. .................................................. ............. ... Augusta .. .................... .. .................................. ........ .. ....... .......... .. ................. ......... ................... A1elilli .. .. ..................... ..... .............. ................. .. ........... .... ........................ .......... .................... .. . Sa rag osa ................... ..................... ........................ ......... .. .................................................. ..... Avola ............. ....................... ....................................................................................................
175
196 198 199 202 203 204 205 21 O 212 222 224 227
568
La d(f'e sa costiera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo
1Voro .................................... .......................................... ...................... ....... ........................ .. ... . pag. ,, Spaccaforno .............................................................................................................. .............. . !vtodica ...... ... ........... .... .. .... ....... .. .. .. .. ........... .... ............. ....... ........ ... .... .... ... ........ ... .... .... ..... .. .... .
Scichli ............................... ........................................................................................ .............. . Ragusa ............................................................. .......... .... .................................. ....................... . Terranova ......... ....... ........... ....... ......... ... ........ .... ... .. .. ........ ... .... .... ... ........... .... ............. .... ........ . Falccnzara, Alicata ... ......... .. ........ ... ........ ........... ........ ... .... ..... .. ... ..... .......... ... ..... ....... .............. . i'v!ontechiaro ... ...... .. ........ ...... ... ....... ... ..... .... ..... .......... ... ....... .... .... .... ..... .... ... .. .... .... ... .. ..... ..... ... Girgento ............ .......... ... .. .... .. .. ............ ... ........ ..... ... ..... ........ .. .... ...... .... ....... .... ....... ........ ... .. .... .
Sciacca .......................................... .......................................................................... ............... . /v/azzara ..................................... ........... ......................................... .... ............................. ......... lv/arsa/La ................................................................................................................................. . 1ì-·apani .. .. ...... . .. .... ..... .. .. ........ ..... ..... ....... ..... ........ ... ...... ... .. ............... .... ... .......... ..... ............ .....
J\1on.re S. Giuliano ..... ............... .. ............ ..... .... .. .. ... ..... ................... .... ........... .. ....... .. ... ... ...... ... Baie/a, Casrello a mare ............................................................................................................ Alca,no, Parrenico ................... ......................... .................................. ..................................... Carini ...................... ................................................................................................................ Pale1·1no ................ .......................................................................... ........ ................................. Solanto ..... .... . .... ... .... ......... .... .... .... ......... . ... . .... .. . . ........ ... .. .. ............... ..... . .... ... . ... . .... ........... ...... Tennini .... .... ........ ... ...... ... ....... .. ........ .... ..... .............. ...... ... .......... ... .... .... ... .. .. .... ............. ....... .... Cefalù .. ......... ........... .... .... .. .............. ...... ..... ......... .... .... ....... ..... ....... ...... ..... ............ ......... .. ... .... Pollina, Ti1sa .. ..... .... ..... .. ... .... ... .... ..... .. ... .......... ............... ... ..... ..... ................... .... ... ........ ... ....... lvlisrretla, c·aronia .................. ........................................ .......................................................... S.Lo Frac/e/lo ... .. ..... .... ... ........... ....... ... ........ ............. .. .. ......... .... ... ............ ... ........ ........ ..... ........ lvlelitello, S.to lv/arco ............................................................................................................... Naso ......................................................................................................................................... Brolo ........... ............ .. .... .... .. .. .. ............... ................. .... ... ....... .......... ............ ..... ... .............. .. ..... Gioiosa, Patti ........................................ .............................................................................. .... 0/iveri, For1Zari ............ .. ... ............. ...... .... ..... .... .. .... ..... ....... .. ........ ...... ... .. .. ...... ...... .... ........ ..... Lo Castro, i\1e/azzo ...................................................................... ............................................ S.ta Lucia, Guateri, Frondo ..... .... ........ .. .. ... .. ..... ..... .... .. ....... ..... ... ................. .. ......... .......... .. ... M01tforre. La Rocca, Rimetta, Saponaro ........ ................ ..................................... ... ........ .........
228 230 231 234 235 236 240 244 247 254 260 262 263 267 270 273 274 275 279 28 1 283 288 290 291 292 294 295 296 299 30 I 303 304
PARTE SECONDA
CAPITOLO QUINTO Il Torreggiamento del Regno
L'ed(ficaz.ione delle torri del Reg,w di Sicilia... ....................................................................... Laforrnaarchitettonica ........................................................................................................... Le conseguenze dell'allontwwnzento dello Spannocchi ................................. ....... .................. Le torri desunte dal progetto del Camilliani ......... ...... .. ..... .. ... ... ... ... .................... .......... ... .. .... La Logico del piano ...................... ... .. .. ............ .... ........ ... ....... ... .......... .................. ........... .. ... .. .. Il codice di segna/oz.io11e ........................... ............................................................ .......... ....... Torri del Villa bianca ... ... ..... ..... ... ....... ...... .. .. .. ........... .... ... .... ... .......... ..... .... .. .................. ... ... ....
307 313 317 320 324 330 332
CAPITOLO SESTO Le forze armate del Regno di Sicilia in età spagnola
L'esercito .... ............... .............................................. .................. .............................................. I cavalleggeri........... .. .................................... .......... .. ... ........... ...................... ..... ... ............. ..... La ,ni/izio ... .. ....... .. .. .. .. .......... .......... .... ...... ..... ..... ............... ...... ... ...................... ...... ... .. ..... ...... . Il servizio ,nilitare ....... ...... ......... .. .. .. ........ .... .......... ....... ... .. :...... ........... .... .. .. .... .... .... ........ ...... .
369 372 373 374
Indice generale
La.flotw del Regno di Sicilia ......... .. .. .. .. .............................. .. ............... .......... .. .... .................. . pag. Gli uo111ini delle torri ..................... ......... ............ .... ...... ................. ......................................... . " Le spese miliwri nel XVI! secolo ...... .. .. ................. ...................................... ........................... .
569
375 376 388
~ \PITOLO SETTIMO Il tramonto del dominio spagnolo tra ribellioni e guerre L'impoverimento del Regno ........................... .. ... ..... .. .. .. ............... .. .................. .................... ... lvfarginali interventi sulle piazze .. ........ .. .... ...... .. ....... ... ................. ...... :.......... ... ...................... La rivolta di Palermo ......... .......... .. ............ .. .. ........................... ........................ ...................... L'architettura militare del XVll secolo .............. ...... .. .... .................................... ........... ........... Sistenza olandese ........ .... . .. . . .. . ... ........ ... ....... ........... .. ..... ..... ... . ....... .... .. . ....... ........ .. ... .. .. ... ........ Le principali piazze siciliane nelle re/c1zioni del 1673 ............................................................ Trapani ... .. .......... ............ ... .... ... . ... ... ..... ....... . .... ....... . ... .... . ......... ... . .. . .... .... .... ........................... Catania ... .. ......................... .. ............ .. .. .. ................ .. ............. .. ......................... .. .... ...... ............ Siracusa ............. .... ..... .. . . ....... ........... ........ ......... .... .. ... ... ... ............ .......... ............. .... ....... ...... ... Augusta ... .. ... ............................... .. ............ ............. ........ ....... .. ...................... ........................... La rivolta di Jv!.essina .............. .. ................... .. .. ....... ................ .. ............. ............ ...................... La ba!laglia no Fale di Augusta ............... .. .. ............................. ... ................................... ......... La restaurazione a Messina .............. .. ...................................... .................................. .. ..........
397 399
406 4 11 4 12
4 14 4 16
4 17 4 19
422 426 430 434
CAPITOLO OTTAVO Interludio La sovranilà pierno11rese .. ... ....... .. . ..... ............... ..... ... ......................... ...................................... La sovranùà vien11ese . . .. .. ... ... . .......... . ............... .. .. ..... .. .............. ... . .. . . ..... ........... ........... ... .... .... li ritonw degli spagnoli ............... ................ ...... .. ... ....... .............. ..................................... .. .... li regno di Carlo 111 di Borbone .. .. ............... ................ .. ................................... ... .............. ..... La ra z-:,ia di Ustica . .. . . .. .. ....... ......... .. .................... .. ..... ..... ........ ... ... . ..... ........................ .. ...... ... A.Ila vigilia de/La RiFoluzione .... ... .. .. ...... .. ........................ .. ...................... ... .. ....................... ...
437
443 445 455 457 463
CAPITOLO NONO Il Regno delle Due Sicilie L'esilio di Ferdinando 1\/ a Palermo .......... .. .. .............. .............................. ............ ............ ..... fnteregno ........................ ................................... .. .. .... ................ .................................... .......... La.fine dell'incubo .......................... .. .. ............. .. .................... .... .. ............ .......... ................. .... .
47 1 492 504
EPILOGO L'ultima resistenza della prima piazza 1\//essina 1861 ........................................ ............................................ .......................................
509
INDICI indice topononiastico ....................... .. ......... .................. .................... .. ......................... .. ..... .. . . indice autori citati. ...... ... .... ..... .. .. .. .. ..................... ... .... ......... ...................... ...... ........................ . Indice illustrazioni ............. .. .. .. ...................... ....................................... .. ............................... .. Indice generale ....... ................................... ............................. .. .. ............................... ......... .. .. .
548 551 557 567